Attualità 7

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Fondato nel 1915

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Giovedì 25 Febbraio 2010 E 1,50

Anno 95 • n. 7 • Riviera dei Fiori e Costa Azzurra

Spedizione in A.P.-45% art.2 com.2/b L.662/96 Dir.Comm. Imperia - Tassa pagata

Direttore Roberto Basso www.ecodellariviera.it

Anche in 500 bar della provincia ogni settimana

si legge L’Eco della Riviera C

l’

Editoriale • SPECIALE

di Roberto Basso

DI PONZIANO E ZOCCARATO AMICI O NEMICI? a sai l’ultima? Dai L Palazzi si vorrebbe che saltasse fuori

la verità sugli inciuci al casinò, su assunzioni, promozioni, mancati incassi, furti, contratti privilegiati, porteur e che i responsabili pagassero. Finalmente tutta la verità, ma proprio tutta su quasi un secolo di misteri, errori e scandali tra le roulette. Fare insomma pulizia, dimostrare alla città ed al procuratore della Repubblica Cavallone, che a suon di arresti ed avvisi di garanzia sta indagando con successo sul malaffare tra slot e tavoli verdi, che nessuno sta con le mani in mano, che si è dalla parte della legge. Era ora, che c’è di male? direte voi. CONTINUA A PAG. 3

Dopo Festival, vinti, vincitori e amarcord a pagina 21

Sanremo 2010 Polemiche & Risate La canzone scritta da Dario Fo con la musica di Paolo Ciarchi nel 1969, potrebbe riassumere nelle sue strofe la sintesi del Sanremo 2010 (non a caso il Dario è premio Nobel). Questa canzone riprende i motti dei contadini del Monte Amiata in Toscana, sottolineando con una sorta di coro Yodel il testo: “ Dai , dai, conta su…ah be, sì be…”. CONTINUA A PAG.5



GIOVEDI 25 FEBBRAIO 2010 • L’ECO DELLA RIVIERA CONTINUA DALLA PRIMA

Assolutamente nulla se non fosse per un particolare: che a volere oggi questa verità siano proprio quegli stessi apparati, quei settori a 360 gradi (politici e non) che sino ieri hanno sempre preferito nasconderla. Anche se con responsabilità diverse. Da 48 ore sui giornali non si legge altro che della “guerra della privacy”. Il Comune, attraverso la sua “Commissione speciale” ha chiesto lumi su zone, storie e decisioni chiaccherate della casa da gioco ed il Cda del casinò risponde picche: “la legge non lo prevede”. E’ la solita storia: quando ci sono problemi seri escono fuori dal cilindro lotte che hanno soprattutto il sapore strumentale. Al casinò è arrivata la resa dei conti. E non poteva essere altrimenti visto che gli incassi sono fallimentari. Basti pensare che negli ultimi 5 anni il comune di Sanremo ha perso 25 milioni di euro di utili netti. Nel 2004 la casa da gioco, infatti, ha introitato 102 milioni e 632 mila euro; lo scorso anno non è andata oltre i 78 milioni e mezzo di euro. Esemplificando Sanremo ed i sanremesi hanno perso mediamente 5 milioni di euro l’anno, quasi una seconda Aurelia bis e tutti noi sappiamo quanto sarebbe utile e necessaria. Dietro questa “guerra della privacy” c’è chi giura ci sia il disegno preciso di far fuori il presidente della CasinòSpa, Donato Di Ponziano ed il suo Cda formato da Sergio Maiga e Dario Biamonti. Il primo, anche se piace al ministro Claudio Scajola, darebbe troppo fastidio: è ambizioso, sa parlare, pensa come un vero manager, gode di troppi contatti con le persone che contano, ha relazioni con i salotti giusti

Bissolotti

L’EDITORIALE COI BAFFI

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MACCHE’ LOTTA ALLA PRIVACY! AL CASINO’ E’ ARRIVATA LA RESA DEI CONTI. IL COMUNE HA PERSO NEGLI ULTIMI 5 ANNI 25 MILIONI DI UTILE NETTO. BIAMONTI E MAIGA HANNO I GIORNI CONTATI. DOPO IL 16 APRILE FARANNO LA VALIGIA. ANCORA IN FORSE IL FUTURO DEL PRESIDENTE: DONATO RESTA CON PIU’ POTERE E PIU’ SOLDI O ANDRA’ VIA? LA CASA DA GIOCO E’ GESTITA MALE. IL COMUNE DEVE SCEGLIERE SE VUOLE DIRIGENTI VERI O YESMAN.

Biamonti dell’imprenditoria locale e nazionale, ricopre incarichi internazionali nel settore del golf. A qualcuno, ma è strumentale, poi non andrebbe giù il fatto che Di Ponziano sia stato nominato presidente dal casinò dall’ex sindaco di centro sinistra Claudio Borea e che, prima di Zoccarato, una sua candidatura a sindaco di Sanremo piacesse all’Associazione Leonardo Da Vinci, capitanata da Marco Simeon ed Antonio Bissolotti. Insomma ai pretoriani che vorrebbero rimettere le mani sul casinò uno come Di Ponziano sarebbe meglio non averlo tra i piedi. Potrebbe creare problemi. Sergio Maiga e Dario Biamonti, invece, sarebbero giunti al capolinea. Tra 60 giorni dovranno fare la valigia e andare via dal casinò. Il prossimo 16 aprile, infatti, è stato convocato il Cda della

Borea

Maiga

Scajola Spa che amministra le roulette matuziane. All’ordine del giorno l’approvazione del Bilancio 2009 ed il rinnovo della dirigenza. E’ opinione comune che per Maiga e Biamonti, nominati dall’ex sindaco Borea ed espressione del centro sinistra oggi all’opposizione, non saranno più riconfermati dal sindaco del Pdl, Maurizio Zocca-

Zoccarato

trasparenza, della legalità con l’obiettivo naturale di aumentare gli utili e le quote rato. Resta in bilico invece di mercato. La battaglia in la sorte di Di Ponziano. A corso in nome della privacy, Palazzo Bellevue nessuno legittima il sospetto che si apertamente osa anticipare tratti dell’ennesima battaglia nulla, tutti vogliono prima di potere. Il Comune ha il capire le intenzioni del mi- diritto di conoscere ogni tre nistro Scajola per evitare il mesi, ogni sei mesi come gravissimo rischio di poterlo vanno le cose al casinò, ma contraddire. Tra chi semina non può pretendere di mettezizzania c’è chi giura che re sotto tutela i suoi amminitra Zoccarato e Di Ponziano stratori, il Cda, il presidente sia “scoppiata la pace”, non o l’amministratore unico nel ci sia più quel feeling di una caso si scegliesse questa volta, che il dissenso tra i nuova strada. Chi dopo il 16 due stia montando nonostan- aprile sarà incaricato di dirite il sindaco non perda mai gere la casa da gioco dovrà occasione per sottolineare, avere mezzi, autonomia e urbi et orbi, la sua più totale libertà d’azione per rilane sincera stima e fiducia nei ciare l’azienda e non essere confronti del presidente Di considerato alla stregua di Ponziano e del suo opera- un dipendente comunale. to al vertice della casa da Se agirà nella massima tragioco. Il solito “minestrone sparenza, se farà bene, se otalla sanremese” con troppi terrà risultati resterà, in caso si dice, trame, bugie e verità. contrario andrà a casa. Come La città ha bisogno di ben accade in tutte le società ed altro. Un fatto è certo: il ca- imprese sane di questo monsinò va male perchè è gestito do. Il Comune deve decidere male. La crisi economica, la e dire se vuole al vertice del concorrenza c’entrano sino casinò gestori veri, capaci ad un certo punto. La verità di fare cassa ed essere utili è che al casinò di Sanremo ci alla collettività, oppure sono troppi clientelismi, non passacarte, personaggi che si è mai investito nel modo possono essere manovrati ad giusto, le risorse umane uso e consumo del Principe sono male utilizzate, manca di turno. professionalità, autonomia L’ECO, com’è suo codi gestione. Insomma non si stume, dalla prossima settiè mai voluto che la casa da mana seguirà attentamente gioco venisse amministrata l’evolversi della situazione e gestita come una società e vi terrà informati senza privata illuminata capace bende sugli occhi o fiches di muoversi all’insegna nelle tasche. della professionalità, della Roberto Basso Di Ponziano



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E sempre allegri bisogna stare, il nostro piangere fa male al re (o al principe) SEGUE DALLA PRIMA

Proviamo anche noi a commentare il Festivalone a mo di canzone popolare, facendo così un piacere anche a Marco Lupi, che adora i canti popolari e dialettali e che fuori dal coro è l’unico che ha avuto uscite spiritose invece che mugugni e rimbrotti nei confronti della trasmissione RAIset. Ho visto un re. - Sa l’ha vist cus’è? - Ha visto un re! - Ah, beh; sì, beh. per dir la verità abbiamo visto un principe con due compari, un uomo che migrato dal suo chalet di montagna in svizzera, sfidando la sorte e i duri ostacoli, è tornato, facendo a ritroso la strada del nonno, nella sua terra natia, dal suo popolo o sudditi che dir si voglia. I sudditi però temprati a ben peggiori figuri non se ne erano accorti, così il principino dopo aver fatto la dura gavetta nella pubblicità dei sottaceti, e percorso chilometri e chilometri sulle piste da ballo (vincendo), è approdato al trono più ambito d’Italia il Festival appunto. Alla guida di un trio soprannominato dio (Filiberto),

patria (

Canonici) e famiglia ( Pupo, ne ha due per sua ammissione) è riuscito finalmente a raggiungere il suo vero obbiettivo spodestare la cucina Scavolini ed esser lui il più tele amato dagli Italiani. - Povero re! - E povero anche il cavallo! - Ah, beh; sì, beh. In questo caso il famoso cavallo della RAI di viale Mazzini o Saxa rubra, che nonostante tutti gli sforzi non è riuscito assumere definitivamente le sembianze del biscione di Mediaset, Il direttore Mauro Mazza, una volta amico di Fini oggi amico

di secondi fini, il direttore generale Mauro Masi, che imbarazzatissimo, invitato sul palco da Antonellina per premiare i dipendenti anziani, che mai aveva sospettato esistessero, ammiccava scusandosi a tutti dirigenti Fininvest, sfoderando la sua proverbiale faccia da scendiletto improvvisava un discorso con voce flebile per non farsi sentire troppo dal pubblico e dai telespettatori, che nonostante la sua direzione, l’azienda teneva. Ho visto un vesc. - Sa l’ha vist cus’è? - Ha visto un vescovo! - Ah, beh; sì, beh. Diciamo più una Badessa, madre Maria De Filippi con il cardinal camerlengo Maurizio Costanzo, che officiavano su e giù dal palco spintonando la Clerici peggio che nel can-can del Moulin rouge. La monaca di Cologno Monzese, uscita dalla sua abituale clausura, portava agli altari il giovane Scanu, che non me ne voglia il popolo Sardo, a eseguito una canzone che faceva venire il latte alle ginocchia a quei rivoltosi dell’orchestra e per un attimo si è pensato di iniziare anche uno sciopero di tutti i traghetti da

e per la Sardegna per evitare che altri cantanti come lui venissero in continente. Ma se sei il campione di “ amici “ dopo che mi canti così non avrai neanche più conoscenti. Il camerlengo sottotitolato (ormai non si capisce più una mazza, non il direttore, di quello che dice), fedele ai valori di dio, patria e famiglia di cui sopra, ha iniziato la funzione con un assaggio del nuovo(?) programma “bontà loro” novità del 2010 per la Rai, dice Masi, rifatto paro paro come quello degli anni ’70 quando Maurizio era ancora iscritto alla P2. - Ah, beh; sì, beh. - Ho visto un ric. - Sa l’ha vist cus’è? - Ha visto un ricco! Un sciur! - Ah, beh; sì, beh. Ricco è diventato chi ha gestito l’affaire tele voto per conto di Endemol, pare, si dice, si mormora,che sia Ligure, che sia stato dj, quindi si intende di musica, e che peschi anche bene nelle aziende di telefonia mobile. Un vero professionista con moquette sullo stomaco, che in tempi di par condicio ha fatto vedere che il popolo è sovrano, basta un SMS. Tanto che il ministro Scajola si è risentito confidandomi un suo

sfogo: “ ma come, sono anni che vado su e giù per lo stivale e mi sfianco da Ponente a Levante per raccattare voti, e sto dj , con quattro telefonini, mi sposta consensi da un fronte all’altro. Mi fa incazzare quasi quanto Marchionne. Il fatto è che noi villan... Noi villan... E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam Ora tocca a noi, spettatori e cittadini Sanremaschi, spettatori e cittadini Italiani, che non ci riconosciamo nello specchio del paese che dovrebbe essere il Festival, almeno non in questo specchio deformato, che siamo più intelligenti, più svegli, più ironici, con gusti canori migliori, più educati, meno sguaiati e sottomessi, meno genuflessi e con più dignità, che vorremmo che il vento di Ponente liberasse questo storico e splendido palco e questa città emozionante, dall’ipocrisia. e sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam! Tiziano Riverso



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Centro storico, lavori in corso e degrado Sanremo. Nelle immagini da noi immortalate, una testimonianza sullo stato di degrado e abbandono in cui versa il centro storico di Sanremo. Dopo l’emergenza sicurezza, c’è anche l’emergenza dell’usura strutturale... a.d.b.

DIANO MARINA

Aperto point di Marco Scajola E’ stato inaugurato alla presenza del sindaco Angelo Basso e del coordinatore del PDL dianese, Gramondo, il point elettorale del candidato al consiglio regionale Marco Scajola a Diano Marina. a.d.b.



IMPERIA INCOMPIUTA arrivano i finanziamenti GIOVEDI 25 FEBBRAIO 2010 • L’ECO DELLA RIVIERA

Basso Imperia. Sono finalmente in arrivo i fondi per completare la famosa “ Incompiuta “, suggestiva strada a mare, collegamento tra Diano Marina ed Oneglia. Il suo primo tracciato risale a duecento anni fa. Oggi continua a essere una strada che combatte con le frane e gli smottamenti del soprastante versante di Capo Berta. Ma finalmente si prospetta la fine delle peripezie per la bellissima litoranea,

Strescino riservata a biciclette e pedoni, dopo una brevissima parentesi automobilistica. I fondi per il completamento della messa in sicurezza degli ultimi due lotti sul versante dianese stanno per arrivare e il Comune di Diano Marina ha già anticipato di essere pronto a fare la propria parte, completando gli stanziamenti, che in tutto superano il milione di euro. Sono in arrivo 864 mila euro dallo Stato, mentre il

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Comune parteciperà con ulteriori 216 mila euro per condurre a termine un percorso difficile ma assai prestigioso. La storia dell’ “ Incompiuta “ trae le sue origini addirittura ai tempi di Napoleone. Fu proprio Napoleone, all’epoca Re d’Italia, a voler avviare il tracciato lungo Capo Berta nei primi anni del 1800. In seguito su quei circa duemila metri di percorso hanno lavorato prigionieri di guerra, varie aziende edili, Comuni e Provincia. Ai tempi la strada venne denominata ” Statale 449 “, ma per duecento anni è rimasta per tutti l’ “ Incompiuta “. Negli anni ‘60, l’Anas decise di costruire una strada larga dieci metri con muri alti fino a dodici. Questo nuovo tracciato, realizzato in corrispondenza di una

vecchia mulattiera ideata dai prigionieri austriaci della Prima guerra mondiale, univa Diano Marina ad Imperia quasi a livello della spiaggia. Esso rimase aperto al traffico ordinario solo pochi mesi, all’inizio degli Anni `70. Poi fu chiuso definitivamente per la caduta di grossi massi. Solo molti anni dopo, in seguito ad innumerevoli riunioni, raccolte di firme e proteste varie, l’ Amministrazione Comunale di Diano Marina e quella di Imperia decisero di riaprire la strada a pedoni e ciclisti: era il 1994. In seguito però venne nuovamente chiusa perché sprovvista di collaudo. Dal 2001 sono ripartiti i lavori sul versante imperiese. Nel triennio 2001-2003 il Comune di Imperia ha realizzato opere di consolidamento della sua

Apre il posteggio auto sotterraneo a Oneglia Imperia. E’ stato inaugurato sabato mattina alla presenza del sindaco Paolo Strescino, del vice Marco Scajola e delle altre autorità, il parcheggio sotterraneo di piazza Unità Nazionale ad Oneglia. Il posteggio auto, dopo una chiusura durata dieci anni, è stato in pratica ricostruito come parcheggio multipiano e il costo totale dell’opera di riadattamento è costata circa 2 milioni e duecentomila euro. Articolato su quattro livelli di diverso colore, il parcheggio sito nel cuore del centro cittadino è capace ospitare 190 posti auto. La tariffa è di 80 centesimi all’ora con la prima mezz’ora gratuita per la sosta breve. Al mattino dalle 8.00 alle 14.30 e al pomeriggio dalle 14.00 alle 20.30 il costo è di 3 euro, mentre il giornaliero di 5 euro. a.d.b.

parte per circa 1 milione e 500 ,mila euro, grazie a fondi regionali. Nel biennio 2005-2006 la Provincia ha portato a termine gli interventi nel tratto imperiese. Questi ultimi hanno interessato anche un tratto di circa trecento metri nel territorio di Diano Marina, per un importo di 1 milione e 500 mila euro stanziati dallo Stato. Nel 2007 e nel 2008 l’amministrazione provinciale ha provveduto a eseguire un’ulteriore stabilizzazione del versante grazie ad un ausilio statale pari a 350 mila euro. Lo scorso anno sono stati avviati due lotti dal Comune di Diano Marina, intervento di un costo di circa un milione 300 mila euro. Ora si è finalmente giunti all’ atto finale, che prevede una spesa di l milione e 80 mila euro, portando così la spesa totale per la costruzione e la messa in sicurezza definitiva dell’ “ Incompiuta “ a 5 milioni e 730 mila euro. Il consolidamento consentirà la completa apertura della strada, che sempre limitata a un utilizzo ciclo-pedonale. Camilla Adolfo

Lions donano un ecografo

Ancora una volta il Lions Club Imperia La Torre ha voluto legare un suo “service” all’ospedale di Imperia. Nei giorni scorsi, il Presidente Remo Alberti, accompagnato da una nutrita delegazione lionistica, ha consegnato al direttore Antonio Rossi una apparecchiatura che migliora la funzionalità dell’ecografo in dotazione al reparto chirurgia. Si tratta di una sonda lineare a matrice multifunzionale a larga banda per applicazioni Small Parts e Vascolare.



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Piazza Colombo, ombelico dei giovani sanremesi?

SANREMO

Stefano Baldi con Manuela

Sanremo. Quando eravamo più piccoli era consuetudine darsi appuntamento in piazza Colombo, dal pino, per poi andare a farci un giro in ‘vasca’ e cosi via. Piazza Colombo era il luogo, per chi viaggia come me nelle curve della memoria datate anni ‘90, dove tutti i giovani di Sanremo si riunivano per organizzare il da farsi sullo struscio pomeridiano o per decidere dove andare il sabato sera. Negli ultimi anni la piazza, come punto di ritrovo, è stata sostituita da piazza Bresca ormai luogo principale della cosiddetta movida sanremese. Inoltre la piazza è stata spesso luogo ideale dedito allo spaccio degli stupefacenti, soprattutto nelle ore notturne oppure ha subito le rivoluzioni della viabilità, prima togliendo i posteggi dei motorini e poi rimettendoli. Di recente, i commercianti della piazza hanno costituito un “Centro Integrato di via” che ha avuto la forza di portare proposte e azioni concrete all’amministrazione per un recupero della piazza. Nell’ultima campagna elettorale, il sindaco Zoccarato ha proposto un’ardita operazione di restyling della piazza. Il progetto, che poi si tratterebbe di uno studio che risale agli anni ‘20 del secolo scorso, prevederebbe una configurazione della piazza simile all’agorà del casinò di Montecarlo, a mò di terrazze per intenderci, con una rigogliosa vegetazione floreale. Sempre nella volontà del sindaco sarebbe stata spostata a Valle Armea, la stazione

Alessandro Candito e Matteo Cassini Letizia Giannini e Nicola De Ceglia degli autobus, rendendo cosi il trasporto pubblico urbano non più ad albero, ma come nei grandi centri urbani a “pettine”. Progetti ambiziosi e di sicuro di grande utilità, ma tutto sta a trovare le risorse necessarie per dare un nuovo e bello aspetto urbanistico alla piazza. In attesa della possibile realizzazione di una nuova piazza Colombo come fu immaginata negli anni ruggenti, chiediamo un parere ad alcuni giovani sanremesi che quotidianamente attraversano e vivono la piazza. Nicola De Ceglia, studente universitario di psicologia a Firenze afferma: “Secondo me piazza Colombo avrebbe bisogno di un grande intervento estetico. Ad esempio sul solettone installerei una giostra stile belle epoque e al posto della stazione degli autobus mettere un sacco di locali tipo Murazzi di Torino, uno affianco all’altro per fare vivere il cuore di Sanremo dai giovani della città”. Letizia Giannini, invece sottolinea: “Piazza Colombo sembra molto sporca e disordinata, di sicuro per essere la piaz-

za principale e più centrale della città non fa una buona impressione ai turisti ma anche a chi vive a Sanremo. Spero che al più presto venga fatto un intervento per dare il giusto aspetto consono alla piazza”. Matteo Cassini dice a riguardo: “Piazza Colombo avrebbe proprio bisogno di un restyling, la vedo molto spenta e francamente esteticamente lascia proprio a desiderare, per non parlare quando nelle ore di punta, tutto il traffico delle auto si riversa proprio lì, creando imbuti e moltissimo inquinamento. Forse sarebbe più vivibile rendendola pedonale, solo che a Sanremo ci sono due strade e creare percorsi alternativi è veramente difficile”. Alessandro Candito riprende il discorso su una piazza come zona del divertimento notturno. “Anch’io sarei favorevole all’installazione di locali notturni, come i disco pub che possiamo trovare nella zona vecchia di Nizza, ma soprattutto per dare più brio e slancio alla piazza sfrutterei il Palafiori. In quest’ultimo Festival un piano del Palafiori è stato

utilizzato per ospitare il “salotto lounge” di “Casa Sanremo”, perchè non creare al suo posto un locale nottuno per tutto l’anno dove i giovani possano andare a bere un drink o ascoltare un po’ di musica, senza prendere l’auto per spostarsi in altri lidi e per dare quel tocco di vitalità che manca alla piazza ma anche a tutta Sanremo”. Stefano Baldi con la fidanzata Manuela evidenzia: “Piazza Colombo? Alla sera è poco illuminata e non vedi delle “belle facce” aggirarsi, anche se ultimamente grazie al lavoro dell’amministrazione e delle forze dell’ordine, se ne vedono molto meno. Non sarebbe male dare un po’ di vitalità alla piazza, a Sanremo o vai a fare un giro

in piazza Bresca altrimenti cerchi di spingerti nei primi tratti del centro storico dove qualche locale cerca di proporre un discreto intrattenimento musicale”. Per Manuela invece: “La centralità di piazza Colombo è ideale per i concerti, ma la strutturalità attuale è pessima, non ci sono spazi, ne vie di fuga, l’acustica è quel che è. Al posto della stazione delle corriere io vedrei bene un anfiteatro utile per concerti e rappresentazioni teatrali, soprattutto d’estate”. Queste le proposte di alcuni giovani concittadini su come vorrebbero la piazza che per generazioni è stata e continua ad essere punto di incontro dei sanremesi. Andrea Di Blasio


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SANREMO

Manifestazioni, ok in consiglio ma con polemiche

Di Meco Sanremo. Lunedì è stato approvato dal consiglio comunale il programma delle Manifestazioni 2010, l’approvazione del secondo stralcio di un importo complessivo di Euro 581.663,00. Tra gli interventi dei consiglieri di minoranza, critici sulle scelte dell’assessore dell’amministrazione Zoccarato, Prevosto del PD ha detto: “C’è un problema di sinergia per coordinare meglio le manifestazioni e per fare economie sulle spese, il mio voto non può essere favorevole. Bisogna trovare

una griglia di parametri per le manifestazioni, speravo che dopo il capodanno si sarebbe fatta una valutazione coi commercianti e gli albergatori”. Nocita: “Questo programma non parla per niente di cultura e di questi 581mila euro non ce n’è uno speso per la popolazione. Mancano iniziative di teatro, mostre, iniziative culturali per giovani e vecchi, manifestazioni di cui la città ha bisogno”. Riccardo Borea: “Favorevole all’emendamento di Lombardi, il GEF porta 7mila presenze alberghiere a Sanremo e questa manifestazione è importante sia per la città che per i giovani che partecipano a questo evento”. Zoccarato interviene riguardo le parole critiche dette da Pippo Baudo ieri (domenica ndr) a Domenica In su Sanremo: “Baudo non ha vissuto bene questo successo della Clerici e di Costanzo. Questi sono problemi suoi e non della città di Sanremo”.

Faraldi del PD: “I commenti di Pippo Baudo, in diretta da Sanremo hanno insultato la città e la Rai dovrebbe riprendere i nostri fiori; su questo fronte l’amministrazione ha dimostrato debolezza. Bisogna prendere provvedimenti nei confronti di questa Rai, c’è una convenzione in scadenza”. Continua Faraldi: “Non possiamo più essere transigenti sulla questione Festival e fiori con la Rai, per colpa del commissariamento abbiamo perso la trasmissione ‘Ti lascio una canzone’ che è stata spostata a Napoli”. Sulle manifestazioni: “La preoccupazione rimane tutta, non sappiamo quale sarà il costo e la qualità”. Sindoni dell’UDC: “Questa sera abbiamo assistito ad un fallimento. La programmazione turistica che si vuole raggiungere in questa città è inesistente! Non sono le cifre che fanno le idee, ma qui mancano le idee, non c’è programmazione, nè amore. Dove va Sanremo?” Andrea Di Blasio

Sindoni

Nocita SANREMO

La protesta dei balneari in consiglio I balneari, si sono recati lunedì in consiglio comunale e hanno chiesto un incontro con l’amministrazione per chiedere interventi concreti a supporto delle spiagge flagellate dalla mareggiata del gennaio scorso e proprio lunedì è anche avvenuta, la rottura dell’impianto fognario rendendo cosi non balneabile lo spazio marittimo di Sanremo. “Il comune non ha soldi da investire sulle spiagge, noi come imprenditori siamo pronti a metterci i soldi, solo che il comune deve fare un atto di presenza allungandoci il contratto di lavoro e non facendoci pagare spazzatura o altre imposte. Siamo venuti qui in pace, attendiamo un incontro”, sottolinea Giacomo Mercurio, storico volto del comparto balneare matuziano. a.d.b.


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400° anniversario del Convento dei Cappuccini TAGGIA

Taggia. Si sono svolte le celebrazioni del 400° anniversario della fondazione del Convento Padri Cappuccini. La pergamena si trova sotto l’altare maggiore dove è stata posta la prima pietra del convento.

Terremoto in Valle Argentina

Un terremoto di magnitudo 2.5 è avvenuto alle ore 22:08:33 italiane del giorno 20 Febbraio 2010.Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico della Rivieradi Ponente. A Taggia è stata sentita una vibrazione e quindi un boato. Fortunatamente, vista l’entità del terremoto, non si sono registrati danni a cose o persone. Molte le telefonate ai centralini dei Vigili del Fuoco. Questi i dati in dettaglio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Magnitudo (Ml) 2.5; DataOra 20/02/2010 alle 22:08:33 (italiane); Coordinate : 43.954°N, 7.768°E ; Profondità 10 km (fissata); Distretto sismico Riviera di Ponente. La scossa ha attraversato tutta la Valle Argentina.



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Frana a Olivetta, il sindaco chiede aiuto Olivetta San Michele. Nel day after dopo la frana dei giorni, Olivetta San Michele, ultimo avamposto italiano prima del confine con la Francia alle spalle di Ventimiglia, cerca di fare un bilancio sulla situazione. Il primo cittadino del borgo intemelio, Marco Mazzola ci ha riferito: “Siamo intervenuti con urgenza e il rapido intervento dell’Anas ha permesso di aprire martedì la strada a senso unico di marcia con semaforo. Purtroppo questa strada è spesso vittima di disagi dovuti a frane e smottamenti e per cercare di porre un rimedio a questa situazione il 2 marzo sarò a Genova a parlare coi vertici Anas dove cercheremo una giusta progettualità completa per il tratto di Olivetta San Michele. Non si può più arrivare a Olivetta passando da Menton e Sospel, la strada deve essere sempre percorribile”. Continua il sindaco Mazzola: “E’ necessario trovare insieme all’Anas una soluzione per l’intero tratto e successivamente mi recherò a parlare all’Anas a

Roma e col ministero”. In ogni caso dal comune ci han detto che ci sono tre progetti dell’Anas che dovrebbero arginare la situazione, come due rettifiche di curva e una passerella pedonale sopraelevata. “Io vorrei, se possibile, un progetto che interessi l’intero tratto e non interventi a tampone; è necessario iniziare una programmazione per mettere in sicurezza la strada e soprattutto mettere mano ad un progetto nuovo e disporre di fondi”, evidenzia Mazzola e “speriamo che i soldi destinati alla statale del col di Tenda e al tunnel arrivino anche qui a Olivetta San Michele per le opere di contenimento delle frane”. In una strada di grande comunicazione, come la statale del Tenda, che collega non solo Liguria e Piemonte ma anche Italia e Francia, è importantissimo fare interventi duraturi che permettano la circolazione in questa via di grande comunicazione. Quotidianamente sono 4mila i mezzi che attraversano la suggestiva strada delle alpi del mare. Andrea Di Blasio

VENTIMIGLIA

Inaugurato asilo a Roverino Alla presenza del sindaco e delle altre autorià comunali, è stata inaugurata la nuova scuola materna a Roverino.

VENTIMIGLIA

Marco Mazzola

VENTIMIGLIA

Nonno Giovanni ha festeggiato 109 anni Giovanni Ligato, uno degli uomini più anziani d’Italia, nato il 18 febbraio del 1901 e residente in Ventimiglia, ha ricevuto la visita del sindaco Gaetano Scullino, che a nome di tutta la città gli ha fatto gli auguri di buon compleanno.


Se vuoi riceverlo gratuitamente anche nel tuo bar manda l’indirizzo a lettere@ecodellariviera.it oppure al fax 0184 507081 Mapango Cafe’ Merello Corrado Moka Bar Nuova Stella Paco Srl Bar Caffe’ Golosita’ Pane e Vino Piccardo Bar Peperetta Dispetusa Relax Cafe’ Bar Grotte Di Nerone Sailor’s Bar - Caffe’ Brasil Bar Bagni Piccolo Lido Snc Bar Pasticceria Franchiolo Bar Pasticceria Vittoria Bar Ristorante 24 Giugno New Kristal Bar Rist. Bar Pizzeria Da Paola Fontana Rosa Ristoro Bar Palatofino APRICALE Bar Trattoria A Ciassa La Locanda Dei Tarocchi ARMA DI TAGGIA Bar Angela Bar Ariston Bar Arma Bar Astra Bocciofila Costa Azzurra Bar Chez Elle Bar Elisabeth Bar Frabosa Bar Gelateria Sailing Bar Green Bar Bar La Vuelta Bar Ligure Bar Pepitoa Bar Piccolo Jolly Bar Ristorante Clipper Bar Snack Bar 84 Bar Snack Bar Gian’s Bar Sport Bar Tabacchi Prai Caffe’ Tiffany Bar La Riviera Shopville Costagliola D’abele Gi.ga.ser. S.n.c. Russo Anna Maria Snack Bar 84 Bar Frog S La Locomotiva Sas Bar Gelateria Nuccy ARMO Bar Tabaccheria Bar La Campagnola BADALUCCO Bar Pradio Bar Sport Ristorante Ca’mea Bar Grifone BORDIGHERA Bar 3ma Sas Bar Atu’ Bar Agora’ Gelateria Bar Aldo Bar Corallo Bar Dallas Di Gozzoli Alex Bar Eclisse Bar Eden Bar Il Baretto Bar Nadia Bar Orchidea Bar Roxy Bar Taverna 2 Bar Tavola Calda U Pesigu Bar Trebi Cafe’ Caffe Della Posta Bar Caffe’ Giglio Caffe’ Masini Colombiano D’Agostino G. Bar e Caffe’ Da Paolo Spaghetteria La Casa Del Caffe’ Marenza Pizzeria A’tartana Planet Cafe’ Antica Trattoria Garibaldi Rist. Pizzeria San Marco Roby’s Bar Sant’ampelio Bagni Kursaal Bar Trocadero Club Bar Rist. Carpe Diem Bar Ristorante L’alcione

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Bar Del Porto Bar Garden Bar Il Baretto Bar Trattoria Garibaldi Tennis Bar La Palma Bar Lola Bar G.r.l.g. SOLDANO Ravotti Beniamino Bar e Sacro & Profano Wine Bar TAGGIA Bar Il 900 Bar Pizzeria Globo Bar Smile Bar Sport Bar Torre Bar Trattoria Emilio Bar Vivado Central Park Sas De Marco Francesco L’envegia Bar Pasticceria Bar Duomo Rist. Bar Playa Manola TRIORA Bruno Ramona Ristorante Bar Loreto VALLEBONA 4 Amici Al Bar VALLECROSIA Bottega Del Caffe’ Piani Bar Del Ponte Bar Diana Bar Du Cantun Bar Diana Cristal Di Di Giovanni Denegri Rita Bar Latteria Serena Bar Il Pesce Spada Bar Rist. Pizz. Corallo Ristorante Bar Il Torrione VENTIMIGLIA Bar Ciao Bella fraz. Latte Bar Mivi fraz. Latte Bar La Caletta fraz. Latte Bar Bristol fraz. Roverino Da Bruno fraz. Roverino Bar Frontiera Roverino Tramezzino fraz. Roverino Bonuomo Ines Bar F.lli Spano’ fraz. Roverino Bar Ballestra fraz. Torri Bar Sciue Sciue Trucco Alfano E Castellino Bananarama Snc Bar Al Galeone Bar Belvedere Bar Canada Bar Carolina Bar Certi Momenti Bar Cordon Bleu Bar Del Teatro Bar Enrico Di Cassan Bar Fiorucci Bar Flo’ Bar Garibaldi Bar Joker Bar Moderno Bar Parigina Bar Pasticceria Romano Bar Pirro Bar Porta Di Provenza Basso Giancarlo Bar Caffe’ Cavalieri Snc Caffetteria Ruffini Carisma De Marchi Fabrizio Gelateria Tiffany Geppy’s Wine Bar Mako Bombo Clan Ristobar Da Gio Usteria Da Porta Marina Sciove’ Maria Bar Tondo Caffe’ Di Colomba Bar Pizzeria Mazzini Bar Vito di Cangiano Corso Francesco Bar Galluccio Ristorante Bar Hanbury Pepin Bar - Ristorante Buffet Stazione F.S. Bar Rist. XX Settembre




60째 FESTIVAL DI SANREMO 1째

2째 Valerio Scanu, il Trio e Marco Mengoni, vincitori tra le proteste

3째

A Malika Ayane e Nina Zilli il premio della Critica


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SPECIALE 60° FESTIVAL DI SANREMO

GIOVEDI 25 FEBBRAIO 2010 • L’ECO DELLA RIVIERA

IL FESTIVAL DELL’IMMAGINE

Si è conclusa la 60° edizione del Festival della Canzone Italiana. E’ stato forse più il Festival della polemica, delle esclusioni, delle contraddizioni e solo marginalmente della canzone italiana, ma è stato anche inequivocabilmente il festival dell’immagine. Sin dalla serata di apertura quello che colpisce è la scenografia futuristica (presa in prestito da X-Factor?) che colora il palco dell’ Ariston avvolgendo gli artisti in gara con schermate tridimensionali coloratissime e legate al tema della canzone. Ma è dalla sala stampa situata all’interno del Palafiori che abbiamo la conferma: per il primo anno, anche presso lo spazio solitamente adibito ad utilizzo esclusivo delle Radio e Televisioni, sono accreditati i fotografi, per scelta organizzativa. (Che tradotto in parole povere significa riconoscere l’utilità delle immagini per documentare e rafforzare il peso mediatico della manifestazione). In qualità di fotografo di moda e consulente d’immagine ho pensato di seguire la serata finale lasciando ai critici musicali il commento tecnico e dedicandomi all’aspetto esteriore degli artisti in gara, con brevi annotazioni a caldo che riporto per voi, in ordine di apparizione sul palcoscenico.

Antonella Clerici

Si presenta con i capelli raccolti, orecchini vistosi e luccicanti, coordinati con il girocollo ed il bracciale. Il vestito è un abito da sera nero, lungo sino ai piedi, dello stilista Gai Mattiolo, che lascia la spalla scoperta e cade elegantemente, ma che non mi convince, segna troppo le forme abbondanti della brava conduttrice e la appesantisce ulteriormente, oltre a stonare con la tanto reclamizzata “edizione festivaliera all’insegna della semplicità”. Qualcosa di più sobrio sarebbe stato maggiormente gradito. Non si può comunque non apprezzarne l’estetica. Voto 6.

Noemi

Vestito lungo inguardabile, con motivi leopardati misti ad altre geometrie e pois di fondo grossi come palle da tennis. Collana tribale enorme e grossolana, capello sciolto non particolarmente acconciato e guanto nero senza dita. Voto 4, speriamo non per tutta la vita.

Povia

Camicia bianca aperta con crocefisso vistoso sul petto, pantalone nero attillato, capelli legati con effetto bagnato, svariati anelli e bracciali. Stivali ai piedi. Un look glam-rock dal sapore Vascheggiante, che ci sta comunque dentro. Voto7.

Valerio Scanu

Abito da sera nero con camicia bianca senza cravatta e bottone aperto sul petto. Una eleganza giovane e informale, sottolineata anche dal capello lungo raccolto in una coda di cavallo che scopre il viso da bravo ragazzo, controbilanciato dal sorriso furbetto di chi promette di saperne. Saranno le esperienze maturate a far l’amore in tutti i laghi? Voto 7.

Marco Mengoni

Vestito classico elegante nero con camicia bianca coreana senza cravatta, capelli pettinati all’indietro con gel, fiore bianco all’occhiello. Barba sfatta a regola d’arte, anello vistoso e scarpe da tennis. Un perfetto mix tra classico ed informale che su di lui non stona, anzi ne esalta la personalità aggressiva ma al contempo aggraziata. Voto 9.

Malika Ayane

Gonna nera al ginocchio, T-shirt bianca con la scritta “Start Living Again” (il titolo della sua canzone in inglese ndr) e gilet aperto coordinato alla gonna. Scarpa alta col tacco, particolarmente vistosa come da sua abitudine. Non in linea con la sua bellezza pulita e la voce aggressiva. Voto 5.


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SPECIALE 60° FESTIVAL DI SANREMO

Irene Grandi

Casual, pantalone attillato nero abbinato a scarpa col tacco, maglia nera, spalla scoperta con il suo famoso tatuaggio in vista, guanto nero senza dita alla mano sinistra, capello e sorriso irriverenti e perfettamente sintonizzati al suo spirito ribelle. Bad girl. Voto 7.

Trio

L’abito classico la fa da padrone. Pupo indossa giacca e pantalone scuri abbinati a camicia scura senza cravatta sbottonata al colletto. Luca Canonici è in abito nero con camicia bianca e cravatta scura. Emanuele Filiberto anche lui in nero con camicia bianca e contrasto scuro della cravatta, ma per stile e portamento si stacca dal gruppo e alla fine si nota solo lui. Voto complessivo 7. Voto solo Emanuele Filiberto 10.

Irene Fornaciari

Pantalone a zampa d’elefante abbinata ad una camicia color porpora lunga e sbottonata, capello sciolto molto tribale e spettinato, lunga catena con appeso un medaglione che ricorda a tratti un orologio a pendolo e anelli vistosi su entrambe le mani. Il mondo piange. Voto 5.

Simone Cristicchi

Vestito inguardabile, che però si abbina perfettamente al capello a cespuglio, alle caratteristiche del suo personaggio e alla sua interpretazione brillante da menestrello del palcoscenico. Meno male. Voto 9.

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Arisa

E’ vintage, è ironica con i suoi enormi occhialoni, quasi burlesque, in odor d’anni trenta, sensuale nel suo non essere sensuale. Cattura simpatia a “pelle”. Voto 8.

Luca Stardero

Il Festival trasformato in talent show Quest’anno si è svolta la 60° edizione del Festival di Sanremo, un evento importante, ma mal interpretato. Per carità, rispetto all’anno scorso le canzoni sono molto meglio, a parte quelle che hanno vinto. E’ proprio questo il problema. La grande vetrina e passerella dei cantanti si è trasformata in un grande talent show scabroso, imbarazzante e ingiusto per i telespettatori. Una vergogna. Già l’hanno scorso la Rai ci aveva provato, ma l’episodio era passato in sordina, mi rivolgo alla vittoria di Marco Carta vincitore di Amici 2008/2009. Poteva capitare, oddio c’era sempre la Maria De Filippi per le vie di Sanremo, però poteva succedere che un giovane emerso da un talent vincesse Sanremo. Ma non questa volta (a parte che in questa edizione tra gli ospiti c’era Costanzo, il marito della Maria). Quest’anno la sezione Nuova Generazione l’ha vinta Tony Maiello, uno dei partecipanti delle passate edizioni di X-Factor. Al terzo posto, per la categoria Artisti, arriva in finale Marco Mengoni, vincitore di X Factor della scorsa programmazione. E non è ancora finita, si dimentica che l’eliminato Morgan è proprio uno dei giudici del programma medesimo, in più la cantante della sezione Artisti Noemi nasce proprio grazie a X Factor. Il vincitore di questo festival è Valerio Scanu, una grande promessa creata da Amici. Ma siamo al Festival o dove? In più in questa 60° edizione il pubblico era il giudice sovrano, ovvero con il famoso televoto poteva scegliere chi mandare a casa e chi far vincere. Chiamare da casa per votare il beniamino, questa è la “sovranità popolare” tanto ribadita dalla Clerici. Che squallore. Prima di tutto il pubblico di un reality non è lo stesso che potrebbe avere quello di un Festival. Per i festival si parla di diverse tipologie di pubblico, non è detto che chi vede il Festival abbia mai visto un reality ( o perché no viceversa). Tipo a me Amici non piace, allora perché me lo devo sorbire al Festival? Perché devo essere obbligato a farmi mandare giù cose che non mi interessano? Il Festival di quest’anno, o meglio la Rai,

ha violentato i nostri sensi con cose che potevano fare a meno. Anche far arrivare al secondo posto Emanuele Filiberto con una canzone filo italiana, ignobile. La “sovranità popolare” ha deciso così, ci dicono. Sarà vero, l’unica sovranità sembra essere quella dell’ignoranza, del cattivo gusto e dello svilirsi davanti a talent show che indeboliscono la vita invece di arricchirla. La vera musica è altrove, non la trovate sul podio dell’Ariston. Altri pezzi erano meritevoli, certo i gusti son gusti ma è il principio che è sbagliato. La qualità viene superata dal voler fare audience a tutti i costi, con escamotage penosi. Come ripescare il principe che era stato eliminato la prima sera. Già, ma poi non avrebbe duettato con Lippi, ricordiamo che quest’anno ci sono i Mondiali quindi perché non fare promozione con una canzone sull’Italia? Cose da pazzi. Emanuele Filiberto di Savoia arriva al secondo posto, ma chi l’avrà votato? La gente che l’ha fatto vincere a “Ballando sotto le stelle” magari. Funziona così ormai, se fai parte dei programmi televisivi sei molto più agevolato. Pure l’Orchestra ha manifestato il suo sdegno, anche se ho visto i sorrisi sui volti dei musici e sul direttore. Infatti quello che spaventa è che forse oltre ad essere una cosa pilotata, la sfuriata dell’Orchestra era anche una cosa fatta con spasso, gusto, senza capire la gravità della situazione: che se si continua si supera il grottesco. Il Festival sta andando in rovina, più simile ad una brodaglia tv che ad una perla della musica popolare. Si vociferava che il vincitore quest’anno sarebbe stato Mengoni, se nel 2009 ha vinto Amici, perché non far vincere nel 2010 X Factor? Poteva essere una bella idea, lui primo, Malika seconda e terzo Scanu. E già poteva abbastanza sembrare sgradevole. La Rai ha superato le aspettative, Scanu primo, il principe secondo e Marco terzo. Un re spodestato, reduce dall’esilio è sul podio di Sanremo assieme ai paladini dei talent show che tanto acclamano le teen agers: non poteva andare peggio.

Francesco Basso


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Primo canale e L’Eco ins Il 60° Festival di Sanremo è stato puntualmente seguito, vissuto, documentato, commentato, trasmesso e pubblicato 24 ore su 24 da Primo Canale, la più importante e professionale emittente televisiva privata della Liguria, con sede e studi a Genova, diretta da Mario Paternostro, e da L’ECO della RIVIERA, il settimanale storico di Sanremo, della provincia di Imperia e dell’intero Ponente che quest’anno compie 95 anni. Primo Canale ha alzato il suo gigantesco maxi schermo di ultima generazione, la regia e lo studio mobile nella centralissima piazza Colombo, nel cuore di Sanremo, a pochi metri dal Teatro Ariston e dalla redazione de L’ECO. Un grande impegno economico e tecnologico che ancora una volta evidenzia la professionalità dell’emittente fondata dal dinamico imprenditore genovese Maurizio Rossi. L’ECO, con questi flash scattati nell’arco della settimana del Festival 2010, vuole ringraziare operatori, tecnici, giornalisti, inviati di Primo Canale con cui ha avuto il privilegio ed il piacere di collaborare alla riuscita del progetto: Massimo Saperdi, Marzio Cardellini, Enrico Cominoli, Mario Alberton, Massimo Fornasier, Stefano Di Luca, Marco Ausenda, Antonella Pastorelli, Roberto Quattrone, Domenico Pastorelli, Vittorio Fazio, Stefano Celso, Giuseppe Sciortino, Tiziana Oberti, Anna Chieregato, Antonio Devia, Dario Vassallo, Francesca Canepa e Federico Marchi.


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sieme al Festival

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SPECIALE 60° FESTIVAL DI SANREMO

Cultura e tempo libero: tutti gli appuntamenti Sanremo. Terminata l’esperienza “festivaliera” riprende la normale attività dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo con il concerto “Jean Wiener e il suo concerto” che verrà proposto in due date. Il primo appuntamento è oggi alle ore 16,30 al Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, mentre domani alle ore 21,15 sarà al Teatro Comunale di Ven-

timiglia. A dirigere l’Orchestra sarà Michele Nitti, giovane ma già affermato direttore. Sul palco l’Orchestra sarà affiancata, inoltre, dalla pianista Ilia Kim. Il concerto prende il titolo dal brano “Concerto franco-americain per Pianoforte e Archi” del pianista e compositore austriaco Jean Wiener (1896 – 1982), in prima esecuzione a Sanremo, inserito nel programma insieme a due opere di Wolfgang Amadeus Mozart “Concerto in Re minore k. 466 per pianoforte e orchestra” e “Sinfonia n. 35 in Re Maggiore k. 385(Haffner)”.

Ventimiglia. L’Orchestra Filarmonica Italiana prosegue la programmazione della Stagione d’Opera 2009/2010 al Teatro Comunale di Ventimiglia con la Manon Lescaut di Giacomo Puccini questa sera alle ore 21.00. Il terzo appuntamento della Stagione dedicata a Puccini, è in linea con una rassegna che mira a rappresentare l’Opera interessando sempre più ampi strati di pubblico al grande repertorio lirico che abitualmente viene proposto esclusivamente dagli enti lirici delle grandi città. La rappresentazione di Manon Lescaut per la prima volta a Ventimiglia è un appuntamento da non perdere.

Sanremo. Sabato 27 febbraio è in programma una passeggiata, di circa un’ora e mezza, nel cuore antico di Sanremo. La guida turistica insieme ad una “sanremasca doc” vi accompagnerà nei vicoli e caruggi per scoprire come si vive e si viveva in questo quartiere della città, tra tradizioni popolari, curiosità, personaggi, attualità e cucina. Il ritrovo è previsto per le ore 15.30 a Sanremo in Piazza Colombo (solettone presso la fontana). Il costo è di 5 Euro a persona, per i minori 15 anni gratis. Non è richiesta la prenotazione. Info: guida Sonia Mureddu 333 8040328

Bordighera

“Fughe di karta” con Alberoni Dopo il successo del primo incontro con Vittorio Sgarbi, ritorna l’appuntamento con “Fughe di karta”, il 27 febbraio, nell’ex Chiesa Anglicana alle 17.30. Francesco Alberoni, una delle voci più autorevoli della sociologia italiana, noto per le sue rubriche sul Corriere della Sera nonché per le numerose pubblicazioni, presenterà “I dialoghi degli amanti”, un romanzo legato ad una tematica da lui lungamente indagata, ovvero l’amore, in una prospettiva futuribile di grande fascinazione.

Sabato 27 e domenica 28 febbraio l’entroterra di Imperia torna ad animarsi con il nuovo calendario di proposte escursionistiche, sportive ed artistico-gastronomiche della Comunità Montana dell’Olivo e Alta Valle Arroscia che ormai da quasi quattro anni porta residenti e turisti alla conoscenza di borghi e sentieri. Si parte ufficialmente sabato 27 con un’escursione in racchette da neve con partenza da Monesi alle ore 17 e polentata finale alla Vecchia Partenza (info e prenotazioni a info@guidezero3000.com). Domenica 28 sarà in-

vece la volta di “Andar per borghi”; la prima giornata coinvolgerà l’Alta Valle Arroscia. Per le visite ai borghi, la quota di partecipazione è di € 8,00 + € 15,00 per il pranzo (facoltativo). Per i bambini al di sotto dei

10 anni l’intera giornata è gratuita. Per informazioni www.comunitamontanaarro scia.imperia.it www.comun itamontanaolivo.it

Taggia

Mostra fotografica: Architetture urbane Per tutto il mese di marzo nel centro commerciale Leclerc, diventa lo scenario per l’esposizione “Architetture urbane”, mostra personale del fotografo Marco Zurla. Marco Zurla, fondatore del noto circolo “Riviera dei Fiori”, ricopre anche la carica di delegato regionale FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) ed è uno degli organizzatori del concorso nazionale “Città di Sanremo”. Le sue foto sono state pubblicate su importanti monografie ed esposte in numerose città italiane con grande successo.


magazine

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CHI HA VINTO E CHI HA PERSO

QUI ROMA

di Ludovica Cedrati

La sessantesima edizione del Festival di Sanremo si è conclusa: è il momento dei bilanci, chi ha vinto e chi ha perso alla fine della kermesse di cinque giorni. I VINCITORI La Rai. Il “suo”Festival della televisione italiana di Sanremo ha vinto negli ascolti. Mauro Mazza, direttore di Rai Uno può essere strasoddisfatto. Forse neanche in sogno avrebbe potuto immaginare un risultato come quello di quest’anno. ANTONELLA CLERICI Con il suo fare “popolare”, un po’ goffa, è riuscita, unica donna nella storia del Festival, a portare a casa per Rai Uno un risultato sorprendente, contro ogni pronostico. La ragione di questo ascolto inaspettato viene dal suo pubblico, medio basso, che è numerosissimo ( vedi i successi di “Ti lascio una canzone” e de “La prova del cuoco”). Ma è riuscita ad avere anche il pubblico giovane dei talent show : “ X Factor” e “ Amici”. Il suo è un successo rotondo come lei.. anche se la misteriosa, inesistente contro programmazione di Mediaset l’ha aiutata moltissimo. LUCIO PRESTA L’agente di Antonella Clerici, ma anche di Paolo Bonolis, è stato l’anima “nera” della manifestazione. Sempre con il suo “low profile” è quello che

X FACTOR

AMICI ha vinto forse più di tutti. E’ riuscito,( come ?), a convincere Mediaset a non fare contro programmazione, ( questa la ragione più importante dell’ascolto di questo Festival). Ha un artista come Antonella Clerici al massimo della popolarità ed a giugno le scade il contratto con la Rai. Anche Paolo Bonolis ha avuto il suo momento di gloria al Festival e dietro le quinte è stato il vero play maker della manifestazione. GAETANO CASTELLI Lo scenografo che ha firmato tanti Festival, quest’anno si è superato. La sua scenografia è stata sicuramente la più bella tra tutte quelle da lui realizzate. Diciamolo pure : la cosa più bella di questa edizione è stata la sua scenografia. VALERIO SCANU E’ arrivato primo ma non ha vinto lui ma il programma televisivo AMICI. La sua canzone è brutta, non certo all’altezza del Festival. TONY MAIELLO Esattamente come sopra. Qui ha vinto X Factor.

Lucio Presta

I PERDENTI Gian Marco Mazzi. Il raccomandatissimo direttore artistico in questa edizione è stato bocciato sonoramente. Le canzoni dei Giovani “ Nuova Generazione” sono state giudicate da tutta la critica italiana assolutamente scarse. Su 10 canzoni solo 3 hanno avuto dalla stampa specializzata la sufficienza. Le canzoni dei Big ( Artisti) sono state scarsissime, con alcune vergognose come quella di Pupo, Emanuele Filiberto e Canonici. Il cast dei Big è stato imbarazzante, Mazzi ha puntato sui talent show, il contrario di quello che avrebbe dovuto fare per il Festival di Sanremo. La scelta delle giurie ha dato risultati sconcertanti. Il voto telefonico oggi è sospetto, con un software ed un computer si può far votare chi si vuole e per un numero illimitato di volte. Il voto all’orchestra è stata un’altra idea senza senso. I musicisti sono di tutti gli artisti e non si può far votare e giudicare chi poi deve accompagnare gli stessi cantanti. Oltre poi il fatto che il direttore d’orchestra, lo sconosciuto Maestro Saviu di Verona, amico di Gian Marco Mazzi, avrebbe potuto indirizzare il giudizio dei musicisti su una canzone piuttosto che su un’altra. L’AFI, LA FIMI E L’INDUSTRIA DISCOGRAFICA Ormai l’industria del disco non esiste più. Le associazioni di categoria non si sono opposte ad un regolamento assurdo, ancora con le eliminazioni. Si sono fatti sopraffare dai talent show

televisivi. Invece di proporre assurdamente come in passato, di portare il Festival a Roma, avrebbero potuto farsi rispettare almeno per avere un regolamento decente che salvaguardasse le qualità e la carriera dei propri artisti. Hanno accettato una assurda giuria dei musicisti e il televoto che si può facilmente manipolare, invece che proporre ed ottenere una giuria demoscopica al di sopra di ogni sospetto. COMUNE DI SANREMO E’ il grande sconfitto di questo Festival. Ormai non parliamo più del Festival della canzone italiana di Sanremo, ma del Festival della Rai Radio Televisione di Sanremo. Il Comune non conta più niente, la filosofia del Festival è stata azzerata, non parliamo più di canzoni e cantanti ma di show televisivi. Far accettare al Festival così massicciamente i protagonisti televisivi dei talent show è stato un errore macroscopico. Il Festival di Sanremo è diventato una manifestazione promozionale per “Amici” ed “ X Factor”, Canale 5 e Rai. L’ Accademia di Sanremo, oggi Sanremo Lab, non è stata tutelata. Così facendo Sanremo perde prestigio e turismo. Tutte le 5 serate hanno avuto come protagonisti, non le canzoni ed i cantanti, ma vere e proprie attrazioni televisive. Il Comune di Sanremo ed il sindaco Zoccarato come possono pensare in futuro che la loro manifestazione prosegua ad essere uno show televisivo? A giugno scade la convenzione Rai Comune

di Sanremo. Ci auguriamo, per il bene del Festival della canzone italiana, per l’economia ed il turismo di Sanremo che il sindaco Maurizio Zoccarato, la giunta, il consiglio comunale abbiano la lucidità, il coraggio e la forza di cambiare l’attuale rapporto Rai- Comune. Il Festival è di Sanremo, non di mamma-matrigna Rai. La più grande manifetsazione canora internazionale torni quindi alla città dei fiori. Possibile che il Comune non abbia più voce in capitolo su niente? Sindaco Maurizio Zoccarato tocca a lei rimettere le cose a posto, ritrovare il giusto equilibrio tra le esigenze di Viale Mazzini e quelli prioritari e strategici di Sanremo. La città che ha l’onore ed il privilegio di amministrare conta molto sulla sua dinamicità, voglia di rompere con il passato, ritrovare la strada maestra per tornare sul serio una città turistica invidiata da tutti. Il Festival della canzone italiana, della melodia italiana è il sentiero giusto che bisogna ritrovare e ripercorrere. Zoccarato lei ha la possibilità ed il dovere di far tornare il Festival di proprietà del Comune. Lo chiede non solo la città di Sanremo, ma tutti gli italiani che amano da sempre il Festival della canzone italiana di Sanremo.


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Al Festival ci sono anche i contestatori... Pepimorgia contesta Domenica In, per non aver dato spazio alla mostra “Sanremo the story”

Nella serata finale del Festival, Costanzo incontra tre operai della Fiat di Termini Imerese. Prendono la parola Bersani e Scajola, presenti in sala i quali vengono un po’ fischiati dal pubblico. Violata al Festival la par condicio.

150 manifestanti del movimento antigronda, arrivati da Genova, sono scesi a manifestare in piazza Colombo a Sanremo. Alla base della protesta ci sarebbe la volontà di dire basta alle “opere speculative”.

Dopo mesi, gli operatori ecologici dell’ex CISE sono ancora senza stipendio. Ignorati dall’amministrazione Borea prima, Zoccarato ora.

Ha protestato davanti al tribunale, Giacomo Scola, L’uomo si è lamentato di una vecchia sentenza che lo aveva toccato per incendi e danneggiamenti. Egli si è sempre dichiarato innocente e vittima di un complotto.

Pippo Baudo si scaglia contro l’amministrazione comunale: “Sanremo regina? Qui di regale non c’è rimasto niente, manco gli alberghi. Invece di chiedere, che aggiustassero la città, che rifacessero le strade. Che diamine!”

Niente fiori al Festival. Di Meco, Giuffra e Ghersi fanno le tre scimmiette, impotenti contro la Rai

Tassisti in rivolta, le auto di “Casa Sanremo” portano a spasso vip e politici: concorrenza sleale!


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Moda e canzoni: gli abiti della casa Daphné All’interno della mostra in svolgimento al Palafiori, ideata da Pepi Morgia e dedicata ai 60 anni del Festival della canzone, ha riscosso grande successo anche la sezione riservata alla moda e realizzata dalla casa di

moda Daphne. La storia del festival segue anche quello della moda ed i visitatori hanno potuto ammirare alcuni abiti del primi anni del festival ed apprezzare l’accostamento dei fiori con gli abiti provenienti dalle collezioni della casa di moda sanremese. Lo spazio espositivo era dominato da una gigantografia della casa di moda che raffigurava la signora Daphne mentre con altre sarte preparava un abito. Gli abiti dei cantanti per partecipare alle prime edizioni del Festival venivano

forniti direttamente dagli organizzatori ed erano scelti senza una particolare attenzione perché tanto la gara veniva trasmessa dalla radio e soltanto il pubblico in sala li avrebbe visti. L’arrivo della televisione

ha imposto un salto di qualità nella scelta degli abiti perché fu immediatamente rilevato che proprio gli abiti indossati dalle cantanti costituivano l’oggetto di maggiore interesse sia delle numerose telespettatrici che delle cronache giornalistiche. A partire dall’edizione del 1960 i vestiti non vengono più forniti dagli organizzatori e ciascun artista dovrà provvedere personalmente. Nelle foto documentiamo il modello dell’abito realizzato per Nilla Pizzi dalla casa di moda Daphnè in occasione

dell’ultima partecipazione della regina del festival nel 1960. Negli anni successivi si svilupperà un vera e propria competizione non solo fra le cantanti ma anche fra le signore presenti in sala. Troverà spazio l’organizzazione di un vero e proprio concorso

di moda dedicato alle cantanti e di cui possiamo mostrarvi la foto della vincitrice del 1967, la trentatreenne

Ornella Vanoni. Sanremo per lungo tempo ha ospitato le sfilate delle più grandi sartorie internazionali, non solo della moda femminile, ma anche e forse soprattutto di quella maschile. Alle sfilate

che si tenevano in città partecipava l’aristocrazia europea, principi e regine insieme ai protagonisti internazionali del mondo del cinema e dello spettacolo come Grace Kelly, Ava Gardner, Elisabeth Taylor. Diverse ed importanti sartorie operavano nella città, che nello stesso anno

ruolo di assoluto rilievo è stato svolto dalla casa moda Daphnè, straordinaria protagonista degli anni d’oro della moda in città, le cui produzioni e collezioni conservate nei locali dell’atelier ne costituiscono preziosa ed importante testimonianza. In questa pagine abbiamo pubblicato alcune foto

della nascita del festival della canzone aveva lanciato anche quello della moda maschile e si era imposta come un polo di diffusione della nascente moda made in Italy. Fra le case di moda, un

tratte dal catalogo della mostra dei 60 anni del festival, un vero e proprio libro con la storia fotografica delle prime edizioni del festival raccontata con le immagini dell’archivio Moreschi. Flavio Porchia


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SPECIALE 60° FESTIVAL DI SANREMO

Com’eravamo... censura e polemiche Scandalo Jula de Palma Fra le novità introdotte dal’arrivo della televisione al Festival merita di essere segnalato l’obbligo per

Gino Cervi indaga sul Festival...

canzone che fa riferimento all’amore fisico” e la sua carriera è così irrimediabilmente danneggiata

1958: Jula De Palma le cantanti di rinunciare a scollature troppo vistose. Jula De Palma è una delle prime a cadere nella ferrea censura dei dirigenti della RAI. Nel 1957 non volendo rinunciare ad indossare un

Le indagini del commissario Maigret Polemiche e discussioni hanno sempre accompagnato tutte le edizioni de festival. Fra i diversi tormentoni quello del nome del vincitore. Tutta la manifestazione è attraversata dal sospetto che sia deciso prima della gara

ingaggiato il commissario Maigret presente a Sanremo per uno spettacolo teatrale. Gino Cervi, nei panni del famoso commissario dal fiuto infallibile, conduce l’indagine interrogando giornalisti, giurati e dirigenti. La conclusione scontata: tutto regolare, parola di Maigret. Baudo e Louis Armstrong Negli anni 60 il Festi-

Louis Armstrong e Lara Saint Paul tata ed indignata la moglie e con il grande Louis che ripeteva incredulo “Ma come è possibile? Mi avete dato tutti questi soldi per una canzone di pochi minuti?” La messa L’archivio fotografico Moreschi documenta una abitudine poco nota dei cantanti delle prime edi-

Gino Cervi e Gioani Birone al casinò

abito che presentava una profonda scollatura davanti, fu costretta ad applicare una grande rosa sulla generosa scollatura. Nel 1959 ancora lei, Jula De Palma, canta, anzi sospira la “Tua” provocando numerose telefonate di protesta alla Rai perché troppo provocante. Il pubblico in sala l’applaude e le giurie la premiano con il quarto posto, ma la Rai l’accusa di “aver cantato con realistico trasporto una

il nome del vincitore. Gli interessi economici delle case discografiche e della Televisione, l’intreccio con la politica ed una platea mediatica in grado di attirare numerosi personaggi in cerca di pubblicità alimentano una polemica continua sulla correttezza delle giurie e la validità delle votazioni. Nel 1970, a dimostrazione, che la polemica non è osteggiata, ma favorita dagli organizzatori, per scoprire se era vero che il vincitore era stato già deciso viene

val è diventato un evento di fama internazionale: nel 1968 partecipa anche il più grande trombettista jazz di tutti i tempi , Louis Armstrong in coppia con Lara Saint Paul. Dopo aver cantato la canzone in gara Louis prende la tromba e parte con “When the saints go marchin’in” convinto di poter finalmente iniziare il concerto. Al debuttante Pippo Baudo l’ingrato compito di bloccarlo ed accompagnarlo dietro il palco dove ad attenderlo c’era sconcer-

zioni: prima dell’inizio della gara si recavano nella vicina chiesa dei frati Cappuccini per partecipare alla celebrazione della messa. All’interno insieme al pubblico di curiosi ed ai fedeli sedevano i cantanti anche se non cattolici praticanti: “anche Sanremo, val bene una messa”.


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Taggia torna per tre giorni nel medioevo Ecco il saluto di Tommaso Arnaldi, presidente del comitato festeggiamenti di S.Benedetto: “Siamo giunti al “trentennale” della nostra manifestazione; mi sembra ieri quando nel 1980 abbiamo fondato il Comitato Festeggiamenti San Benedetto per dare l’avvio ad una festa in costume che, nel corso degli anni, grazie al nostro impegno e a quello dei Rioni Tabiesi ha raggiunto livelli tali da essere considerata fra le più importanti della Liguria ed addirittura tra le migliori dell’intera Nazione. Nella veste di Presidente del Comitato voglio pertanto ringraziare tutte le persone che con passione e sacrificio si adoperano per mantenere in vita una manifestazione che ci tiene legati ad un passato che risale a quasi 400 anni fa (1625) e che quest’anno sarà ancora più attraente con una serata in più allietata da orchestra e fuochi artificiali, con un sabato più interessante contornato dalla presenza della delegazione F.I.G.S. e da molte delle città loro affiliate per partecipare alla “Consegna del Cero” e per chi ama la cioccolata troverà degli stand con i migliori cioccolatai della zona e della Francia che esporranno composizioni di “Chocolat & Chocolat” da ammirare e …non solo. Rivolgo pertanto un caloroso invito ad assistere alla “trentesima” edizione della nostra Festa e porgo un affettuoso saluto a tutti coloro che vorranno onorarci della loro presenza e sono sicuro che potranno trascorrere nel nostro Centro Storico momenti piacevoli. Auguro quindi a tutti...buon divertimento!!!”

VENERDI’ 26 FEBBRAIO Ore 20,00 Piazza Cavour Concerto della “Combriccola del Blasco” Tribute Band di Vasco Rossi Ore 21,30 Fuochi Artificiali SABATO 27 FEBBRAIO Ore 10,00 Mercato Medievale in Piazza Eroi Taggesi, Via Mazzini e Piazza IV Novembre Ore 15,30 Rievocazione Grande Battaglia presso lo Sferisterio (ex Pallone Elastico) dopo ponte XXV Aprile Ore 17,00 Chocolat & Chocolat Ore 20,00 Offerta del Cero (partenza Piazza Cavour) presso la Basilica della Madonna Miracolosa Ore 21,00 Inizio Notte Bianca Programma Notte Bianca Ore 21,00 Piazza Cavour degustazioni e concerto Los Duendes Chitarra e Flamenco Ore 21,30 Via Soleri Danza del Ventre Ore 21,30 Piazza Eroi Taggesi Cover Band di Lucio Battisti i “Nuovi Solidi” Ore 23,30 Piazza Cavour al ritmo della musica dei “Dinamica” DOMENICA 28 FEBBRAIO Ore 10,00 Mercato Medievale in Piazza Eroi Taggesi, Via Mazzini e Piazza IV Novembre Ore 10,00 Inizio Ambientazioni dei Rioni Tabiesi (fine ore 14,00) Ore 15,00 Esibizione militare gruppi ospiti e Falconiere Patrizio in Via Soleri e Piazza Cavour Ore 16,00 Partenza Corteo Storico da Salita S.Cristoforo Ore 17,00 Gran Finale con premiazioni in Piazza Cavour L’appuntamento più atteso da 30 anni a questa parte è il Corteo Storico. Dato il gran numero di partecipanti, il corteo farà un solo passaggio. La partenza dalle Scuole elementari di Via Anfossi. Il corteo raggiungerà via S. Dalmazzo, Piazza Farini, Via Soleri per concludersi con gran finale in Piazza Cavour. Al termine sono previste le premiazioni dei vincitori che custodiranno il titolo per un intero anno.

Domenica: partenza ore 16,00 – premiazioni ore 17,00 circa Presenta Maurilio Giordana MERCATINO MEDIOEVALE Oltre 100 “mercanti” affolleranno le vie del centro di Taggia (Piazza Eroi Taggesi, Via Roma, Via Mazzini, Piazza Garibaldi fino ad arrivare a Piazza IV Novembre) presentando la loro merce. Artigianato di ieri e di oggi, oggetti lavorati a mano in legno d’ulivo, ceramica, vetro, ferro battuto, terracotta, corda, paglia e tanti altri materiali ricchi o poveri che danno vita ad oggetti artistici, utensili, soprammobili, idee regalo. E poi i prodotti tipici per degustare prelibatezze tipiche della Liguria, del Piemonte, della Val d’Aosta, della Toscana, della Sicilia, della Puglia, dell’Umbria, della Calabria, della Sardegna e non solo. Sabato 28 febbraio dalle ore 10,00 alle ore 23,00 e Domenica 1 marzo dalle ore 10,00 alle ore 19,00. La rievocazione storica in compagnia di…. Otto gruppi di figuranti avranno il compito di rievocare la Grande Battaglia del 1625 tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova. Ritorna il gruppo inglese “The society of the Open Rope”, tutti armati con piastre posteriori, pettorali, caschi e fiancali allenati dalle guerre civili inglesi del 17° Secolo. Con loro le donne cardatrici e filatrici nell’accampamento.


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30 ANNI FA NASCEVA IL CORTEO STORICO DI SAN BENEDETTO

Valter Martini “Abbiamo trovato 5 milioni per una manifestazione a Taggia ed altrettanti per una manifestazione ad Arma, vedete un po’ cosa potete fare a Taggia ....”. Più o meno così si rivolse l’Onorevole Emidio Revelli, nel 1979 a Ilvo Martini ed Uberto Aschero, i quali da tempo manifestavano l’intenzione di realizzare una manifestazione a completamento della festa di San Benedetto. Pertanto questi ultimi contattarono alcuni amici con i quali da tempo condividevano un’idea: una rievocazione storica relativa al periodo della nascita della festa di San Benedetto, il 1625, che facesse da completamento alla festa tradizionale dei falò. Avuta l’opportunità di realizzare il proprio intento, sul piano pratico, si rese necessaria per prima cosa una ricerca storica di cui si occuparono tra gli altri Piero Varese ed il compianto quanto indimenticabile Ino Boeri, i quali recuperarono dall’Archivio del Comune la delibera di istituzione della festa. Inoltre, si dovette reperire i costumi e tutto quanto necessario per lo svolgimento della manifestazione. Tutto veniva fatto per così dire “in casa”, ma con scrupolo e zelo veramente professionali. Ricordo le prime riunioni nella mansarda di casa mia, quando i membri del Comitato ed alcuni volontari si misero a disposizione per tagliare e cucire sotto la direzione di Tomaso Arnaldi, l’attuale Presidente, e con l’ausilio dell’Enciclopedia Treccani, per preparare i costumi per i cavalieri, le bandiere dei rioni e quant’altro. In ultimo, poiché i fondi messi a disposizione dall’Amministrazione Comu-

nale non erano sufficienti, i membri del Comitato Festeggiamenti San Benedetto si autotassarono per poter dare l’avvio definitivo alla prima edizione del Corteo Storico nel 1980. Fu un’edizione per così dire “sperimentale”, con la partecipazione dei paggetti, dei cavalieri con le bandiere in rappresentanza dei rioni, di certo non paragonabile sotto l’aspetto tecnico, dei costumi e dei partecipanti a quelle odierne. Ma venne accolta con estremo favore dalla popolazione e dimostrò inequivocabilmente la bontà dell’idea, per cui si decise di replicare l’anno successivo. Si rese necessaria, però, la costituzione di uno strumento burocratico-amministrativo che potesse operare sul piano pratico dell’organizzazione per raccogliere fondi ed organizzare concretamente la manifestazione. Nacque così formalmente, in data 10 Settembre 1981 con Atto Costitutivo, il Comitato Festeggiamenti San Benedetto, di cui primo Presidente fu eletto Ilvo Martini.

Il Comitato così costituito, decise di dare una connotazione particolare alla manifestazione, coinvolgendo tutta la popolazione e la Città, affinché fornisse il necessario sostegno alla manifestazione, perché solo così questa avrebbe potuto riuscire. Fu chiaro infatti che non si sarebbe mai trattato di affidare un appalto ad una ditta esterna per l’organizzazione di una manifestazione alla quale i taggiaschi avrebbero dovuto assistere passivamente. Non era possibile allora a Taggia e non lo è nemmeno oggi. Il taggiasco deve essere coinvolto, poiché se crede nell’iniziativa e, soprattutto, se la sente un po’ sua, partecipa anima e corpo. Il corteo storico si sarebbe dovuto svolgere nel centro storico, interessando tutti gli antichi rioni che lo costituiscono. Pertanto, a cura del Comitato furono redatte le mappe del centro storico con l’indicazione dei vari rioni, che vennero delimitati uno ad uno. Fu così che a poco a poco, la gente che vi abitava acquistò la consapevolezza della

Tom Arnaldi realtà rionale e cominciò ad organizzarsi, partecipando in maniera sempre più rilevante. Proprio tale consapevolezza della realtà del rione e del Centro Storico, della sua importanza e del fatto che potesse essere una risorsa, si è rivelata negli anni l’elemento decisivo per l’affermazione della manifestazione. Ma all’epoca tale consapevolezza certo non c’era e non era una difficoltà da poco. All’epoca infatti, alla fine degli anni settanta ed inizio anni ottanta, il Centro

I rioni sono una delle realtà più importanti del centro storico

Storico non era certo considerato per il suo valore, ma veniva in gran parte abbandonato dai suoi abitanti, i quali preferivano una sistemazione nella parte nuova della città. Un po’ come lo aveva descritto Giorgio Bocca nel suo celebre articolo del 1958 sull’Europeo, dedicato a Taggia ed alla ondata migratoria che la vedeva coinvolta e nel quale riferisce di una parte vecchia della città delimitata da un “arco di pietra nera” inesorabilmente abbandonata dai suoi abitanti che scendevano nella parte nuova della città, in quanto lì era il futuro, non certo lassù tra i carugi. A tal proposito ricordo ancora una domenica sera, nell’Oratorio di Sant’Orsola alla cena di chiusura di una delle prime edizioni del Corteo Storico, un gruppo di persone si avvicinarono ad un assessore dell’Amministrazione Comunale per rivolgergli, come usuale in questi casi, alcune domande e richieste di intervento avente ad oggetto il Centro Storico. L’Assessore dopo aver ascoltato e convenuto su molti punti così rispose: “Almeno adesso si comincia a parlarne!” Era vero. Poiché prima neanche se ne parlava del Centro Storico. Questo era il contesto nel quale si inserì il Corteo Storico al suo inizio. Ma l’entusiasmo dei promotori

era contagioso ed il successo delle prime edizioni, lo resero un appuntamento fisso ed irrinunciabile. Finché nel 1984 il Rione Bastioni allestì una scenetta in occasione del passaggio del Corteo Storico. Nacquero così le ambientazioni che subito si affermarono come uno degli aspetti più caratteristici ed originali di tutta la manifestazione che da una parte, consentì ai Rioni di esprimere al massimo quel senso di appartenenza e di identificazione con la propria cultura, il proprio ambiente tipico del taggiasco, “ospitando” per un giorno turisti e visitatori in “casa propria”, dall’altra consentì ai turisti ed ai taggiaschi di visitare in un modo del tutto originale il centro storico. Con le ambientazioni, allestite progressivamente da tutti i Rioni, si consolidarono, verso la fine degli anni ottanta, i due volti della manifestazione: le Ambientazioni al mattino ed il Corteo Storico nel pomeriggio, nel quale sfilavano non più soltanto, come in origine, il Podestà con il gruppo degli anziani, il gruppo della Repubblica di Genova, i musici e le coppie di nobili dei vari Rioni, ma anche i gruppi in costume dei Rioni stessi. Spontaneamente nacque l’idea della competizione tra i vari Rioni che, sotto il coordinamento del Comitato organizzatore, si

sfidavano nell’allestimento delle Ambientazioni e dei gruppi del Corteo Storico. Conseguenza della competizione fu la ricerca da parte del Comitato di una giuria che valutasse le Ambientazioni ed i gruppi del Corteo Storico. Dapprima si trattò di una giuria composta prevalentemente da studiosi ed esperti locali, Poi col passare del tempo e con il crescere del livello raggiunto dalla manifestazione dai quadri viventi e gruppi in corteo dei Rioni, si cominciarono a cercare esperti di fama, storici, costumisti, critici teatrali, critici d’arte, giornalisti che potessero non solo valutare e giudicare professionalmente le Ambientazioni ed i gruppi del Corteo. Ma al contempo che potessero fornire anche quel prezioso apporto critico al lavoro del Comitato e dei Rioni che ne ha consentito la crescita e la definitiva affermazione quale oggi è unanimemente riconosciuta. A tal proposito come non ricordare alcuni tra i vari giurati susseguitisi negli anni ed a cui va la nostra riconoscenza : i compianti Prof. Mario Verdone da Roma e Prof. Ugo Dachà da Genova che manifestava sempre un amore straordinario per Taggia. Oppure il critico teatrale Mauro Manciotti del Secolo XIX, il critico d’arte Germano Beringheli da Genova, il

Prof. Eugenio Bonaccorsi per anni Rettore del DAMS di Imperia. Oppure ancora Tonino Conte, Mario Cervi. Mentre in tempi più recenti il Prof. Quinto Fabriziani, docente di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, il Prof. Sergio Rossi, Docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università La Sapienza di Roma o la Dott.ssa Emanuela Settimi, direttore dell’Ufficio Mostre della Soprintendenza per il Polo Museale di Roma ed il Dott. Massimiliano Caldera, Vice Direttore dell’Armeria Reale di Torino. Anche loro hanno in qualche modo contribuito al crescere della manifestazione, aiutando i Rioni nel loro lavoro con critiche e suggerimenti, tanto da favorirne il raggiungimento dei livelli ragguardevoli di oggi che il sottoscritto può testimoniare in prima persona. A tal proposito, trovandomi ad accompagnare la giuria durante la manifestazione durante tutti questi anni, più volte negli anni mi è stato chiesto, assistendo ad una scena, per esempio in una ambientazione, “mi dica, ma quello è un attore professionista ?” oppure mi capitava di ascoltare commenti di questo tipo: “qui c’è senz’altro la mano di un regista”. Con vivo stupore e, confesso, anche con un po’ di orgoglio, dovevo rispondere che o il presunto attore od il presunto regista erano in realtà un bancario o un impiegato del Comune, oppure ancora un insegnante o un contadino. Perché anche questo è stato ed è la manifestazione di San Benedetto: una straordinaria occasione di partecipazione corale che consente a molti, tra l’altro, di esprimere un talento nascosto. Proprio questa partecipazione corale della gente e del Paese ha decretato il definitivo successo della manifestazione, consentendole di mantenersi in vita ogni anno con rinnovato entusiasmo e contribuendo, tra l’altro, ad un innegabile rilancio e valorizzazione del Centro Storico. Valter Martini


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Dopo aver insegnato per 10 anni Storia dell’Arte nelle Accademie di Belle Arti in varie città d’Italia, dal 1999 Emanuela Settìmi lavora al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presso la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, dove dirige l’Ufficio Mostre. Come “veterana” di questa manifestazione, cui ho l’onore di intervenire quasi continuativamente dal 2001 ad oggi, grazie alla fiducia accordatami dall’Amministrazione Comunale e dal Comitato di San Benedetto, ho il piacere di partecipare anche quest’anno, così importante e significativo poiché si tratta del trentennale, ai lavori della Giuria.

“Quadri storici”, amore per la tradizione

Come giurato, ma anche semplicemente come spettatore, non posso far altro che testimoniare di aver assistito ogni anno a uno spettacolo corale, dove le diverse parti, i Rioni hanno dato tutti vita a un autentico spaccato di vita, tutti secondo le proprie forze, i propri mezzi ma anche le condizioni ambientali precostituite, in alcuni casi limitanti. Ed è stato entusiasmante assistere all’impegno che tutti i partecipanti hanno profuso nel superamento di questi limiti, nella ricerca di originalità, nell’attenzione al dato storico, nella correttezza e nell’approfondimento della comunicazione di quanto avevano cercato, studiato e costruito per poter rendere partecipi veramente tutti, il bambino così come l’adulto. Mi commuove ogni anno, e sono certa che mi commuoverà anche quest’anno, la passione che trabocca nei protagonisti dei “quadri storici”, ma anche nei loro sostenitori, poiché lo spettacolo a cui si assiste coinvolge emozionalmente anche lo spettatore, che è piacevolmente

chiamato a condividere l’amore per una tradizione, che è nel contempo amore per la propria terra e per le proprie radici. Altrettanto coinvolgente è l’esperienza del percorso che si deve compiere per raggiungere i luoghi delle ambientazioni, che si svolgono nelle piazze, nelle vie, o anche semplicemente in angoli dei diversi Rioni. Così, procedendo dalla città bassa, dalla Piazza degli Eroi Taggesi, si sale percorrendo vie, attraversando piazzette che si aprono all’improvviso, inerpicandosi in vicoli con volte e gradini di pietra, dove si affacciano splendidi portali scolpiti nell’ardesia, antichi ingressi di dimore nobiliari ornate di rilievi e blasoni,

LE AMBIENTAZIONI E CORTEO STORICO L’esperienza di partecipare ad un evento così sentito, in qualità di membro della giuria, mi ha permesso di apprezzare le qualità della popolazione di Taggia, che nelle ambientazioni riesce a coniugare uno spirito competitivo con la festa elaborando sempre nuove storie con scene d’ambiente davvero suggestive. La qualità di queste ambientazioni, con complessità e varietà di costumi, diversa per i vari Rioni, sempre ha presentato una vivacità e fedeltà all’epoca rievocata straordinaria. In questi anni ho visto ridursi alcuni errori fatalmente imputabili a distrazione, per una cura visibile, anche nelle ambientazioni più semplici, nel costume, negli oggetti, nella scelta degli angoli, e soprattutto nella messa in scena con momenti di rara bellezza; figure, attori, macchiette molto suggestive e spesso divertenti. La recitazione la trovo sempre migliore. I costumi dei corteo storico sempre molto belli e talora di grande impatto visivo, uniti a coreografie che hanno il pregio di sottolineare e riprendere in alcuni casi i temi delle ambientazioni. Tutto questo che è già di un livello molto alto, rispetto alla partecipazione di figure non professionali nelle ambientazioni, potrebbe essere arricchito da una illuminazione più teatrale se riproposto la sera almeno per le scene più interessanti o quelle premiate per costruire quasi uno spettacolo itinerante, certo con qualche problema tecnico in più. Per il resto l’esperienza anche vedendo il pubblico, sembra rispondere a uno spettacolo, all’interno di una festa patronale, se non unico almeno il migliore che ho visto per varietà, dedizione, ricchezza di idee non ultimo il divertimento di chi lo fa e di chi lo guarda. Quinto Fabriziani Docente di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma

in alcuni casi ingiuriati dal trascorrere del tempo o da qualche sfregio d’epoca napoleonica. La millenaria storia della città è scritta sulle facciate dei palazzi che si ergono lungo strade come la barocca via Soleri e la medievale via San Dalmazzo, su fino alla Porta Pretoria e ai Bastioni rinascimentali, ma è nel contempo testimoniata dalle numerose e notevoli opere d’arte conservate in edifici e complessi architettonici, come il Convento dei Padri Cappuccini - nella cui chiesa si possono ammirare interessanti dipinti del periodo barocco - e il gotico Convento dei Padri Domenicani, che ospita un pregevole Museo, ricco di esempi della cultura artisti-

ca della Liguria occidentale, come i polittici dei pittori Ludovico, Francesco e Antonio Brea. Questo è il suggestivo scenario in cui prendono vita le ambientazioni proposte dagli abitanti dei Rioni, con sempre crescenti, anno dopo anno, esperienza, caparbietà, conoscenza ed esattezza. “Malamorenò” - per dirla in uno con quello che sarà sicuramente un successo di quest’ultimo Festival di Sanremo -, perché l’amore per i festeggiamenti di San Benedetto di tutti, abitanti e spettatori, attori e pubblico, è difficile che possa crescere, perché - non esito a dirlo - è sempre stato e sempre sarà grande. Emanuela Settimi

Chocolat Tabya, alla scoperta del mondo del cioccolato Una delle grandi novità della 30a edizione dei Festeggiamenti di San Benedetto Revelli è ‘Chocolat Tabya’, un percorso alla scoperta del mondo del cioccolato non solo nelle sue forme classiche, all’interno di una manifestazione che riunisce secolo di storia, tradizione ed attaccamento al territorio. Ecco il programma: SABATO 27 FEBBRAIO • Ore 10,00 Apertura E’ Biteghe d’i Maistri • Ore 15,00 Apertura du Carugiu dfe Strane Cuée (fino alle 20) • Ore 15,30 Inizio lavorazioni artistiche dei maestri pasticceri A Ciaza di Maistri • Ore 14,30 Il cioccolato dal frutto alla fabbrica • Ore 15,15 Il cioccolato ed il Sommelier (a cura del Sommelier Campione del mondo Piero Sattanino) • Ore 16,00 Il Moscatello di Taggia dai Marchesi del Carretto a Piero Sattanino • Ore 16,45 Il Cacao in cucina da Escoffier ad oggi (a cura dell’Associazione “Les Disciples d’Escoffier” con il presidente per l’Italia Francesco Ammirati) • Ore 17,30 Le api, da sentinelle ambientali a produttrici di miele, l’idromele, abbinamento con il cioccolato • Ore 18,15 I formaggi del pastore nella tradizione ligure: riscoperta, utilizzo e abbinamento in cucina e pasticceria • Ore 19,00 L’olio extravergine d’oliva taggiasca: introduzione all’assaggio e abbinamento con il cioccolato DOMENICA 28 FEBBRAIO • Ore 10,00 Apertura E’ Biteghe d’i Maistri • Ore 11,00 Apertura du Carugiu d’e Strane Cuée (1113 e 15-18,30) A Ciaza di Maistri • Ore 14,30 Apertura • Ore 15,00 L’olio extravergine d’oliva taggiasca: introduzione all’assaggio e abbinamento con il cioccolato • Ore 16,00 II cioccolato dal frutto alla fabbrica • Ore 17,00 Le api, da sentinelle ambientali a produttrici di miele, l’idromele, abbinamento con il cioccolato.


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Fiori: biglietto da visita di Sanremo nel mondo

1961: Corso Fiorito. Tonina Torrielli

1961: Corso Fiorito. Natalino Otto Dopo la gaffe del primo anno, quando per la vincitrice non era stato preparato nessun mazzo di fiori e si dovette rimediare all’ultimo momento con dei garofani appassiti recuperati in sala, l’anno successivo un’azienda di Latte di Ventimiglia rimedia all’errore ed offre a Nilla Pizzi un mazzo di papaveri “Nilla” dedicati alla regina del festival. Prende inizio così la tradizione di dedicare un fiore ad un personaggio del Festival, tradizione che si estenderà a tutto il mondo dello spet-

tacolo. Con l’arrivo della televisione i fiori vengono largamente utilizzati per ornare il palco del salone delle feste del Casinò fino ad allora piuttosto disadorno e buio. In un crescendo di anno in anno arrivano le nozze fra il Festival ed il “Corso fiorito”, una festa cara ai sanremesi. Due mondi molto diversi, quello della musica e della floricoltura, si uniscono creando un spettacolo nello spettacolo, un’autentica esplosione di note, profumi

1965: Corso Fiorito.Gigliola Cinquetti

e di colori. Le foto dell’archivio Moreschi documentano bene questo momento irripetibile. Poi fra alti e bassi le due manifestazioni si sono allontanate. Oggi il “Corso fiorito” , rilanciato dopo anni di abbandono, è l’appuntamento che annuncia l’arrivo del Festival in città. Flavio Porchia

1965: Corso Fiorito. Enzo Tortora

1952: il papavero offerto a Nilla Pizzi dall’azienda Fazio di Latte di Ventimiglia


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SPECIALE 60° FESTIVAL DI SANREMO

Gastronomia e satira con lo chef Sergio e il cartoonist Tiziano Riverso Musica, allegria e buona cucina hanno caratterizzato la serata organizzata al ristorante il Melograno con la presenza del cartoonist Tiziano Riverso. Il collaboratore dell’Eco della Riviera insieme al giornalista Claudio Porchia ha realizzato alcuni disegni di momenti ed episodi della storia festivaliera che sono stati esposti durante la settimana del festival presso il ristorante del bravissimo chef Sergio Sartor. Le caricature di Riverso sono un omaggio a questo evento, che nel bene e nel male rimane il principale evento televisivo del nostro paese. Tiziano Riverso non è nuovo al Festival e negli ultimi anni è sempre stato presente con mostre e iniziative dedicate alla kermesse: dalla mostra “Ci vuole un fiore”, dove ha disegnato tutti i cantanti insieme ai fiori del ponente alla mostra “I 10 comandamenti d Pippo Baudo”. Anche questa mostra è stata realizzata con Claudio Porchia, con cui Tiziano ha costruito un tandem satirico e creativo che alimenta il dibattito culturale, sociale e di costume non solo del Ponente ligure. Nel corso della serata al ristorante cui hanno partecipato anche il chitarrista Giorgio Cordini e la cantante Marisa Fagnani, i partecipanti hanno potuto apprezzare una cucina basata su prodotti del territorio e reinterpretati dallo chef, ascoltare canzoni interpretate da artisti straordinari e ricevere in regalo una caricatura realizzata in diretta dal simpatico disegnatore. I disegni saranno esposti all’interno del ristorante fino al 28 febbraio . F.P.

Successo per la mostra “I fiori di Faber” con oltre 1500 presenze

Oltre 1500 presenze per la mostra “I fiori di Faber” Grande successo della rassegna musicale dedicata a Fabrizio De Andrè

Durante la settimana del Festival, dal 14 al 20 febbraio, all’interno del museo Civico Borea D’Olmo, dove è in svolgimento l’esposizione “I fiori di Faber”, si è svolta una rassegna musicale dedicata a Fabrizio De Andrè diretta e ideata da Pepi Morgia. La rassegna musicale in acustico ha visto la presenza di diversi artisti fra cui due chitarristi storici, che hanno accompagnato Fabrizio De Andrè, Toni Soranno e

Giorgio Cordini. Nella sala del museo si sono alternati sul palco nell’ordine: Martino Iacchetti con Toni Soranno, Marcello Franzoso e special guest, Enzo Iacchetti; Danilo Balsamo; Marisa Fagnani; Giorgio Cordini; Solitary Men; Christian Gullone e Carlo Ormea. La rassegna ha riscosso un grande successo di pubblico, fra cui moltissimi sanremesi che hanno trovato l’occasione per conoscere la struttura museale ed apprezzare le opere esposte. Complessivamente nella sola settimana del festival hanno visitato la mostra dedicata ai fiori di Faber circa

1500 persone, compresi numerosi giornalisti e addetti dell’informazione Tutti i concerti hanno registrato il tutto esaurito in sala ed il pubblico ha lungamente applaudito tutti gli artisti che hanno partecipato alla rassegna. L’iniziativa è stata promossa con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del comune di Sanremo nell’ambito di Sanremoff. La mostra “I fiori di Faber. Dai diamanti non nasce niente” curata da Pepi Morgia e Claudio Porchia, in corso di svolgimento nelle eleganti sale del Museo Civico proseguirà sino al 27 febbraio. In esposizione, i disegni

originali pubblicati nell’omonimo libro, che l’acquarellista Dino Gambetta, l’illustratrice Martina Tauro, il botanico Libereso Guglielmi e il cartoonist Tiziano Riverso hanno realizzato per illustrare alcune canzoni di Fabrizio De Andrè. La mostra si presenta come un viaggio tra i fiori, i colori e i profumi, che tanto spazio hanno trovato nei brani del cantautore e capaci ancora oggi di ispirare artisti e pittori. Le opere presentano sfumature diverse, dolci e amare, ora deliziose

ora pungenti. Canzoni ed emozioni che si intrecciano tra di loro, in un crescendo di sensazioni che raggiungono, sulla tela e sulla carta, intensi traguardi. In occasione dell’evento i visitatori potranno provare il nuovo profumo “Creuza de ma” realizzato da Renzo Borsotto e vedere un filmato realizzato con i disegni degli artisti ed utilizzando come colonna sonora la versione strumentale della canzone “Via del campo” eseguita da Giorgio Cordini. Flavio Porchia


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Il Festival con gli studenti dell’Istituto Amoretti Quante volte siamo stati in giro con i nostri motorini o a piedi tra piazza Colombo e via Matteotti per fare un giro “in vasca”. Quante volte ci siamo dati appuntamento per un caffè o per far due chiacchiere davanti al mitico Ariston. Quante volte ci siamo intrufolati nelle hall degli alberghi per scovare i cantanti o i superospiti per un autografo o semplicemente una foto rubata. Ebbene, quest’anno per la prima volta abbiamo visto tutto con occhi interessati, da protagonisti. E, vestendo i panni dei giornalisti, anche se in erba, abbiamo potuto vivere il Festival in maniera totalmente diversa. Per realizzare il nostro speciale sulla 60° edizione della manifestazione canora, dopo una vera e propria riunione di redazione, ci siamo lanciati a caccia di notizie. Respirando a pieni polmoni l’aria della kermesse. Un’aria adrenalinica e frizzante, tipica solo del Festival per eccellenza. A Sanremo tutto cambia in questa settimana dedicata alla canzone italiana. I negozi si adoperano per addobbare le vetrine a festa, anzi diremo “a Festival”. Al Palafiori c’è la mostra sui 60 anni della manifestazione, la sala stampa Rai radio/tv, un brulicare di gente e tante iniziative. In piazza Colombo vi è il maxi schermo di Primocanale e alcune orchestrine che si alternano per rallegrare i passanti. In via Matteotti c’è la postazione di RDS 102.5 che fa interviste in diretta, in piazza Mameli ci

sono Radio Telenorba, 105, Radio Azzurra, la nuova Radio 2 della RAI, camion e box di sponsor e ditte che promuovono i propri prodotti. Presso il museo civico a palazzo Borea D’Olmo vi è l’omaggio a Fabrizio De Andrè con la mostra “I fiori di Faber”. Ma il vero clou è all’ingresso dell’Ariston. Intorno alle transenne nei pressi della passerella e del tappeto rosso la gente si accalca per vedere qualche personaggio famoso. Nelle più antiche strade di Sanremo si respira il profumo della tipica Sardenaira e si ascolta la musica degli artisti di strada. Le luminarie

accese sorprendono i turisti e rendono la città unica e particolare. L’unica cosa che manca è il profumo dei fiori, caratteristica della Riviera di Ponente. Sarà un po’ colpa della pioggia battente che non ha risparmiato il Festival dall’inizio alla fine, ma che magari ha fatto lievitare gli ascolti. In effetti però in giro e sul palco dell’Ariston quest’anno la presenza dei fiori sembra essere diventata un optional. Spazio principalmente alla tecnologia e via libera ovviamente al prevedibile vespaio di polemiche. Anche in sala stampa non tutti la pensano allo stesso modo.

Per qualcuno l’ambiente, rispetto alle precedenti edizioni, sembra un po’ sottotono, per altri Sanremo è sempre la solita città interessante, graziosa ed ospitale. Unico neo, forse, che è un po’ troppo cara. Di sera le feste nei locali di piazza Bresca e non solo si sprecano. E’ un continuo via vai di vip e paparazzi tra un ristorante e l’altro. Durante il Festival insomma gli occhi degli italiani sono tutti rivolti sulla nostra città. Passata la sbornia della manifestazione canora, Sanremo tuttavia quasi si spegne. Sembra intristirsi e per noi ragazzi offre davvero ben poco. La speranza è che, sfruttando la scia del Festival, si possa creare nella nostra città soprattutto per noi giovani qualcosa di concreto e duraturo. Sanremo ha bisogno di vivere 365 giorni all’anno. E non di specchiarsi in una grandezza effimera che dura purtroppo solo pochi giorni. Serena D’Imperio Sara Guidotti

Speciale Sanremo 2010 A cura di Fabrizio Prisco Responsabile Laboratorio di Giornalismo e Comunicazione - Istituto Magistrale “C. Amoretti” di Sanremo Hanno collaborato: Merve Biler, Erica Penna, Francesca Bonfante, Chiara Oreggia, Sara Tomati, Alice Twiss, Eleonora Brizio, Rachele Mommi, Luca Macheda, Monica Markos, Davide Murro, Mattia Paris, Romina Qerimi, Serena D’Imperio, Sara Guidotti, Iris Gamba, Laura Francone, Rosa Lamberti, Giulia Mazzocca, Nicoletta Motta, Michela Valeri, Linda Lamia, Giorgia Vasta, Rovena Qerimi, Guendalina D’Amico, Martina D’Orazio, Giada Pennellatore.


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Le pagelle dei big NOEMI: “Per tutta la vita” (9): Ha una timbro di voce particolare da renderla quasi unica. Il suo talento naturale la farà volare di sicuro in testa alle classifiche del dopo Sanremo. Per il momento la sua “Per tutta la vita” è già uno dei brani più scaricati da internet. Conferma. POVIA: “La verità” (7) Tema e parole toccanti ed è uno dei pochi che tratta argomenti delicati andando oltre le critiche. Si spera continui così. Profondo. MALIKA AYANE: “Ricomincio da qui” (8.5) Ha talento, personalità e uno stile che arrivano direttamente al cuore. E’ una brava artista. Al di là delle incomprensibili logiche del televoto, meritava sicuramente di arrivare sul podio. Per lei il futuro sembra radioso. Vincitrice morale. VALERIO SCANU: “Per tutte le volte che..” (7.5) La vittoria è stata applaudita dal pubblico dell’Ariston, anche se il fatto che per il secondo anno di seguito abbia vinto un ragazzo che ha partecipato ad un talent show fa pensare. Talent(o). MARCO MENGONI: “Credimi Ancora” (7.5) Canzone carica di energia, conquista all’esordio subito un terzo posto di prestigio. Anche se poi guardando la classifica e vedendo che dietro al vincitore ci sono Pupo, Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici, ti chiedi se non meritava addirittura la piazza d’onore. Particolare. FABRIZIO MORO: “Non è una canzone” (7) Questa canzone è un inno a vivere al massimo, ha ragione a dire che serve comunicare alle generazioni future per cambiare il mondo. Meritava almeno la finale. Fuori dagli schemi. ARISA: “Malamorenò” (6.5) E’ una canzonetta spiritosa, orecchiabile, perfetta… per lo zecchino d’oro. Simpatia.

NINO D’ANGELO: “Jammo jà” (6.5) Le parole della canzone sono bellissime e vere, ma forse la canzone napoletana non è adatta a Sanremo, perché non tutti capiscono il dialetto. Incompreso. IRENE GRANDI: “La cometa di Halley” (5) La sua cometa passa sul cielo di Sanremo senza lasciare traccia. Il brano musicalmente è orecchiabile, ma sembra uno dei suoi tanti successi del passato. Potrebbe anche provare a dare una rispolverata al suo repertorio. Radiofonica. SIMONE CRISTICCHI: “Meno male” (8) Stupenda critica ai principali interessi della gente e alla società, meritava di arrivare tra i primi tre anche per l’originalità. Provocazione. PUPO, EMANUELE FILIBERTO E LUCA CANONICI: “Italia amore mio” (0) Senza parole. Il loro secondo posto è una delusione enorme e uno schiaffo alla canzone italiana. Quella vera, sempre più lontana dal palco dell’Ariston. Anche grazie a questo risultato più che discutibile. Si salva solo il tenore che ha una voce meravigliosa. Raccomandati. TOTO CUTUGNO: “Aeroplani” (2) Sono delle belle parole ma sentite e risentite, il tutto peggiorato dalla stonatura del cantante. Sembra preso da un vecchio filmato anni ’80. Vecchio stampo. SONOHRA: “Baby” (3.5) Tipica canzone per catturare le urla delle ragazzine, ma il festival è seguito anche da un pubblico vasto e quindi adulto. Buoni per il palcoscenico di un reality o di un talent stile X Factor. Banali. IRENE FORNACIARI: “Il mondo piange” (4.5) Canzone troppo ripetitiva. Per quanto riguarda la cantante ha ancora troppa strada da fare per raggiungere il padre. E intanto, il mondo continua a piangere... Malinconica.

ENRICO RUGGERI: “La notte delle fate” (4). Come la Grandi forse dovrebbe rinnovarsi un po’ per colpire il pubblico. La musica è orecchiabile, ma le fate sul palco dell’Ariston durante le sue esibizioni non sono arrivate. Anzi su di lui, escluso anche dalla finale, è scesa proprio la notte... Mistero. Laura Francone Rossella Lamberti Nicoletta Motta

Il voto alla Nuova generazione NICOLAS BONAZZI 7 “Dirsi che è normale” Il ragazzo dalla “R” moscia, sebbene non sia il vincitore, ha conquista il pubblico già dai primi versi, facendo del suo difetto un inimitabile punto di forza. E’ una di quelle canzoni che arriva immediatamente alla gente e che con la sua semplicità ti viene voglia di canticchiare e risentire più volte. Nonostante sia stato subito tra gli eliminati durante la terza serata del Festival, il suo brano avrà probabilmente molto successo. Bravura. JESSICA BRANDO 8 “Dove non ci sono ore” Non potendosi esibire nella serata di giovedì 18 essendo appena 15enne ed avendo superato ormai la mezzanotte, ha comunque potuto dimostrare la sua bravura nella registrazione andata in onda, arrivando comunque in finale. Sebbene il brano sia il tipico pezzo sanremese che ci si aspetta ogni anno, rende bene

giustizia alla sua splendida voce. Non avrà vinto né Sanremo, né il premio della critica, ma per lei il futuro sembra promettente. Scoperta. BROKEN HEART COLLEGE 5 “Mesi” Già popolari in seguito all’incisione della colonna sonora di RTL, Nick e Michy nonchè i Broken Heart College, rappresentano il classico gruppo che fa colpo sulle ragazzine, portando sul palco sanreme un pezzo scontato. Banalotto nello stile, nulla che possa evocare un qualcosa di nuovo ed originale, anzi. Eliminati

dalla gara fin da subito, sappiamo che la canzone riscontrerà successo. Infatti è talmente semplice che rimane subito impressa. Probabilmente diventerà un vero e proprio tormentone! Un consiglio alle “nuove generazioni”: ci si aspetta un po’ più di fantasia ed ironia. Evitate di puntare sulle solite frasi dette e stradette. Scontati. MATTIA DE LUCA 4 “Non parlare più” Noisa, noiosa, noiosa. Sono le uniche parole che si possono rivolgere a Mattia De Luca. Non tanto per la melodia della canzone, ma per l’interpretazione del parteci-

Iris Gamba Giulia Mazzocca Michela Valeri

palco di Sanremo, originale, migliore di molti altri che si sono esibiti, anche se non verranno ricordati magari per le voci. Da rivedere.

pante e le parole del testo. “Sarà per te,sarà per me, sarà per noi. Immenso amore mio..”, sembra tratto da un bacio Perugina. Insomma, già sentita. Per carità, la canzone è orecchiabile, ma troppo “pesante”. Infatti il brano è stato uno tra i primi ad essere eliminati. Noioso. LA FAME DI CAMILLA 6 “Buio e luce” La band pop-rock La Fame di Camilla è composta da Ermal Meta, Giovanni Colatori, Dino Rubini e Lele Diana. Il loro brano racconta la paura di vivere l’amore fino in fondo. Una canzone decisamente particolare e fuori dagli schemi. Tutto sommato la loro è stata una bella performance sul

LUCA MARINO 6.5 “Non mi dai pace” Voce non proprio particolare, ma comunque molto piacevole da ascoltare. Imiterà forse lo stile di Gianluca Grignani? Bah, non si sa. Quello che sappiamo è che pur arrivando in finale, non ha vinto nulla. Bloccato dalla timidezza, con la sua maglia di Topolino in certi momenti è sembrato quasi uscire da un cartone animato di Walt Disney vecchia maniera. Chissà se risentiremo parlare di questo nome o finirà nel dimenticatoio assieme a molti altri partecipanti del Festival. Comune. JACOPO RATINI 7.5 “Su questa panchina” Decisamente una tra le più originali è stata sia la canzone che la performance. Molto interessante il testo del brano, particolare la melodia ed il ritmo. Di sicuro un pezzo che ha risvegliato un po’ il pubblico delle primis-


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ANTONELLA CLERICI Nonostante le varie critiche, Antonella Clerici è stata la vera trionfatrice del Festival. Dalla “Prova del cuoco” a Sanremo, passando per “Ti lascio una canzone”, la Clerici ha mantenuto il proprio stile, fatto di semplicità e simpatia. Per l’occasione, tra l’altro, si è rifatta anche il look e, dopo una rigida dieta, Antonella ha mostrato la sua bellezza indossando con eleganza splendidi abiti. Una mamma 47enne insomma raggiante e in splendida forma. Dopo la comprensibile emozione della prima serata e il passaggio del testimone con la collaudata coppia Bonolis-Laurenti, la Clerici si è a poco a poco sciolta, assumendo il comando delle operazioni. Si è trasformata in Avatar durante l’intervista con l’attrice caraibica Michelle Rodriguez, ha ballato il can can con le ballerine del Moulin Rouge e la discomusic con Giovanni Vernia e Bob Sinclair, ha coccolato i tre giovani tenori lanciati proprio da lei sul palco dell’Ariston un anno fa, ha chiacchierato amabilmente con Cassano, la regina Rania e con la graffiante Jennifer Lopez, ha tenuto testa al pirotecnico direttore dell’orchestra Marco Sabiu, ha canticchiato i motivi delle canzoni, ha provato a rintuzzare con professionalità la contestazione e i fischi del teatro alla lettura delle eliminazioni e dei verdetti durante la serata finale. Ciò che colpisce particolarmente della presentatrice è la sua spontaneità e versatilità. Al di là delle solite immancabili polemiche, che restano il sale del Festival della canzone, è stato probabilmente grazie a lei che gli ascolti sono stati quasi sempre alti. La sua sfida insomma secondo noi Antonella l’ha abbondantemente vinta. Di sicuro l’edizione 2010 sarà ricordata non solo per la rivolta degli orchestrali, ma anche come una delle più “familiari”. In puro stile Clerici. Eleonora Brizio Romina Qerimi Voto finale 8. Sicurezza. Rovena Qerimi

sime file dell’ Ariston che ormai si stava per addormentare con i brani precedenti. Il cantante ha grande presenza scenica, lo si vede nel momento in cui estrae dalla tasca una biglia, come infatti canta “giocheremo a biglie!”, colpendo l’ attenzione degli spettatori. Anche solo il fatto della scelta dei vestiti da indossare, Jacopo dimostra grande personalità portando un vestito in rosso. Purtroppo viene subito eliminato, siamo comunque certi di un suo immediato successo. Particolare. ROMEUS 5 “Come l’ autunno” Come in autunno cadono le foglie, così la sua presenza sul palco non ha lasciato quasi traccia. Dal vincitore di SanremoLab indubbiamente ci si aspettava molto di più. Il tema che accomuna i suoi brani tratti dall’al-

bum omonimo è il viaggio. L’impressione è che questo giovane cantautore, dalla voce comunque gradevole, debba crescere ancora e cercare di essere più originale per entrare nelle grazie del pubblico. E per non sfiorire come un albero qualsiasi. In autunno, appunto. Rimandato. TONY MAIELLO 8 “Il linguaggio della resa” E’ il vincitore della sezione “Nuove generazioni”. Il pezzo è semplice, ma coinvolgente. Il ventunenne era ormai molto popolare soprattutto grazie alla sua partecipazione nel 2008 al talent show X Factor dove si era classificato quarto. La sua vittoria dimostra quanto il pubblico non avesse dimenticato la sua bravura a distanza di due anni. Ha dimostrato di avere stoffa e questo anche grazie alla protezione di Mara Maion-

chi che lo ha seguito fin dall’ inizio nel reality. Sanremo è stata per lui una piccola rivincita e di sicuro un trampolino di lancio per la sua carriera. Apprezzato sia dal grande pubblico che dall’ orchestra che ha espresso un voto a suo favore, Tony torna a casa vittorioso e un po’ commosso ma con il sorriso stampato in volto. Bravo Tony! Continua così. Cattura. NINA ZILLI 7 “L’uomo che amava le donne” Già conosciuta molto, grazie alla fama che le avevano dato i suoi brani precendenti, si è presentata con un pezzo scritto insieme a Kaballà ed ha vinto il premio della critica. La ragazza colpisce immediatamente per la disinvoltura con cui affronta la sua esibizione, dimostrando la sua bravura. Coinvolgente il brano. Stile tipicamente di Giusy Ferreri. Sarà un’altra delle tante sosia? Sebbene sia stata la primissima concorrente della gara, Nina non si è lasciata affatto intimidire dal grande pubblico dell’ Ariston, anzi, ha tirato fuori le unghie esibendosi con grande eleganza ed energia. Intrigante. Monica Markos Rachele Mommi

Alberto Mennini e il progetto Liberi per sempre Liberi per Sempre è un progetto ideato dalla Associazione Liberi Onlus e realizzato in collaborazione con il Dipartimento della Gioventù, il Ministero della Giustizia - Dipartimento per la Giustizia Minorile Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari, la Provincia di Roma, la Fondazione Roma - Terzo Settore, la Regione Lazio e OSA (Operatori Sanitari Associati). Si colloca nell’ambito delle iniziative volte a stimolare una riflessione sui temi della devianza minorile e del disagio giovanile sia all’interno che all’esterno dei penitenziari, utilizzando come linguaggio la musica e l’arte in genere. L’intento è quello di portare la voce dei minori ristretti nelle scuole superiori di secondo grado al fine di stimolare una riflessione su questi temi. Vuole essere un inno alla libertà, rappresentando la speranza di poter ricominciare e pensare ad un futuro migliore. Portare quindi la musica e l’arte nelle carceri minorili ha lo scopo di far ricominciare a sognare i giovani rinchiusi in istituti penali. Questa idea è nata da Alberto Mennini sostenuto dalla sua band costituita da Gianluca D’Alessio, Alex Massari, Daniele Iacono e Patrizio Sacco, non per fare una promozione, ma per aiutare e sostenere i giovani. E’ stato poi organizzato anche un tour che ha avuto inizio il 21 gennaio 2010, toccando alcune delle città più importanti d’Italia come Roma, Firenze, Bologna e Napoli, finanziato dal ministro della gioventù Giorgia Meloni. Un’altra bellissima iniziativa è stata quella di portare, durante le esibizioni, una tela bianca per far “sbizzarrire” i ragazzi che assistevano al concerto, creando dipinti e scritte varie. Questi disegni verranno poi esposti nei concerti successivi durante le presentazioni degli inediti. Inoltre sono stati realizzati un libro e un documentario, come testimonianza di un percorso intenso e difficile, ma sicuramente ricco di emozioni. La raccolta che uscirà in questi giorni, edita dalla stessa Associazione Liberi Onlus in 10.000 copie, sarà regalata sia agli Istituti Penali per Minorenni che alle scuole superiori di molte città italiane in cui nei primi mesi del 2010 l’Associazione Liberi Onlus e il cantautore Alberto Mennini presenterà il progetto. “Il libro e il dvd – spiega Alberto Mennini, ospite di Casa Sanremo durante il Festival - sono il racconto di un percorso intenso, a volte difficile, per il contesto nel quale ci siamo trovati, ma sicuramente ricco di emozioni, quelle che abbiamo provato suonando per i minori ristretti e quelle che siamo riusciti a suscitare in loro, coinvolgendoli attraverso la musica e facendogli togliere quelle maschere esteriori che spesso non sono quelle dei loro sogni e del loro vero sentire. Liberi di inseguire un sogno, liberi di decidere, liberi di contare anche le nuvole...”. Sara Tomati Francesca Bonfante Chiara Oreggia.


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a cura di Fabrizio Prisco C’era una volta il Festival. Nel suo 60esimo compleanno la rassegna canora più famosa della penisola strizza per la seconda volta consecutiva l’occhio ai talent show. Già l’anno scorso la vittoria di Marco Carta da Amici e la presenza nella serata finale all’Ariston di Maria De Filippi non erano stati una banale coincidenza. Ma quest’anno il bis tra i big di un altro volto di Amici, Valerio Scanu, il terzo posto di Marco Mengoni da X Factor e l’exploit tra i giovani di Tony Maiello, pupillo di Mara Maionchi, bocciato alle selezioni di Amici e quarto alla prima edizione di X Factor nel 2008, sono molto di più di una semplice “minaccia”. Non che in tutti e tre non ci sia indubbiamente del talento, per carità, non vogliamo fare i retrogradi. L’impressione però è che per compiacere il pubblico e le nuove generazioni, come si fa nei reality, ormai tutto sia

C’era una volta il Festival ben studiato a tavolino. Ecco così che anche l’ascesa del fin troppo nazionalpopolare per non essere patetico trio Pupo, Emanuele Filiberto, Luca Canonici, arrivato addirittura al secondo posto dopo il ripescaggio, sembra fatta apposta per suscitare polemiche. E nello stesso tempo innalzare gli ascolti. I fischi, prima di ogni esibizione, magari saranno stati anche esagerati e prevenuti, ma la loro canzone è troppo brutta per essere vera e per giustificare un simile risultato non si può dare la colpa ai pasticci di un televoto, messo immediatamente sotto accusa dal Codacons e da altre associazioni a difesa dei consumatori. Lo stesso televoto che aveva già fatto vincere nel 2009 al principe di casa Savoia “Ballando con le stelle”. Giusto per rimanere in tema con i talent. “Il popolo è sovrano” ha provato a difendere il sistema la Clerici mentre si alzava il grido di “venduti, venduti” sabato in teatro, ma quanto c’è veramente del gusto della gente comune dietro il televoto? Il bilancio del Festival, sia chiaro, comunque resta positivo. Complice anche una inspiegabile (?) scarsa concorrenza delle reti Mediaset che nella settimana sanremese hanno cancellato dalla programmazione tutto quello che poteva

dare fastidio, l’Auditel ha ampiamente promosso Antonella Clerici. Sanremo, con le sue discussioni e i suoi gossip, rimarrà ancora per molto un appuntamento fisso per gli italiani. Quello però che l’edizione 2010 sembra lasciare ai posteri è la sensazione che la gara musicale stia perdendo sempre di più in immagine e credibilità. Pazienza se anche in passato spesso chi a Sanremo non è arrivato tra i primi poi ha avuto ugualmente successo. Ma stavolta escludere dal podio contemporaneamente gente di indiscutibile bravura come Malika Ayane, Irene Grandi, Simone Cristicchi, Arisa, la stessa Noemi e Povia, negare addirittura la finale a Ruggeri e Moro per far spazio al trio di “Italia amore mio” sembra davvero il punto di non ritorno. Il dado è tratto, signo-

ri. Non ci sono più frontiere tra il Festival e un talent qualsiasi. Anche il lancio degli spartiti degli orchestrali sul palco dell’Ariston e le urla della galleria in segno di dissenso nella serata finale dopo l’eliminazione della Ayane sembrano prese da una delle tante sfide di Amici. Chissà se in un futuro neanche troppo lontano vedremo a Sanremo nelle vesti di presentatrice ufficiale della manifestazione direttamente “nostra signora della televisione” Maria De Filippi, per sancire definitivamente il gemellaggio con la Rai. Stiamo vaneggiando? Chissà… A volte la realtà supera la fantasia. Di sicuro, di questo passo, sarà sempre più difficile riportare all’Ariston in gara e non solo nei duetti o tra gli ospiti anche la “vera” musica, quella fatta dagli artisti con la

A maiuscola, con alle spalle anni di successi e di concerti. Che dopo questo Sanremo, statene certi, snobberanno ancora di più il Festival, naturale complemento di Amici e X Factor. Intanto i giovani, quelli delle Nuova generazione, un tempo Nuove Proposte, sono sempre più relegati ai margini e a tarda ora (povera Jessica Brando). Ma tanto ormai tra gli artisti famosi entrano di diritto dalla porta principale quelli dei talent. L’importante è che, al di là della bontà e della qualità del prodotto, gli ascolti rimangano alti. E’ la legge della tv, dirà qualcuno. E’ proprio vero. La televisione, in fondo, è lo specchio del paese. E allora lunga vita ai talent. Benvenuti al “reality” Sanremo. Ma meno male che c’è Carla Bruni...


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ARISA

Un anno fa con la sua “Sincerità” era stata la rivelazione del Festival, trionfando nella categoria delle Nuove Proposte. Quest’anno è ritornata a Sanremo tra i big con un nuovo paio di occhiali, ma la stessa carica e un altro brano destinato a diventare un tormentone dei prossimi mesi. Stiamo parlando naturalmente di Rosalba Pippa, per tutti semplicemente Arisa. “Il Festival – dichiara la cantante - è sempre un trampolino importante, qui un anno fa ho vissuto una favola e sono molto contenta di esserci ancora. Anche se non mi sento in realtà una big, devo fare tanta esperienza prima di sentirmi arrivata”. Il brano Malamorenò, scritto dal suo fidanzato Giuseppe Anastasi parla dell’amore che riesce a sopravvivere in un ipotetico futuro, in un marzo del 2087, anche se dovesse scoppiare il sole. In puro stile profezia maya 2012. Ma a trascinare come in Sincerità più che il testo, che non sembra prendersi troppo sul serio, è il ritmo, in puro stile swing. “La mia canzone è un abbattimento dell’individualismo, l’amore rimane inalterato dall’azione del tempo. Il pezzo ricalca lo swing degli anni ’30 e ’40? Magari… Posso solo dire che il Trio Marinetti, specializzato in atmosfere anni ’30, è stato perfetto”. In confronto all’anno scorso come hai affrontato il temibile palco dell’Ariston? “Sicuramente in modo diverso poiché l’anno scorso è stata una passeggiata dato che era come se salissi su una giostra sconosciuta, mentre quest’anno sono soggetta al pregiudizio del pubblico che si aspetta qualcosa in più dalla mia persona. Nonostante tutto proseguo serena sulla mia strada”. E nella vita di tutti i giorni come affronti le tue paure? “La mia paura più grande è il pregiudizio che caratterizza la gente, semplicemente perché al giorno d’oggi chi intende divertire e apparire diverso dalla norma è visto negativamente e quindi soggetto al pregiudizio altrui. Una volta invece non esisteva tutto ciò e i grandi personaggi venivano ammirati per la loro volontà di essere strani. Temo anche l’ignoranza che porta l’individuo a giudicare.” Al di là del risultato del Festival, pensi allora di aver fatto centro con la tua nuova canzone? “Mah, adesso è troppo presto per dirlo. Il mio nuovo brano è un arrangiamento di un genere strano che spero piaccia al mio pubblico, in quanto ritengo che se non credi in quello che fai e se non senti quello che canti è difficile fare centro”. “Malamorenò” è anche il titolo del secondo album di inediti in uscita da venerdì 19 febbraio per Warner Music. Un nuovo progetto discografico che testimonia la costante maturazione artistica della 27enne cantante di origini lucane ad un anno dalla comparsa sulle scene del “fenomeno” Arisa. Giorgia Vasta

FABRIZIO MORO

“Scrivo canzoni per smuovere l’Italia, per aiutare i giovani con la mia esperienza. Le mie canzoni contengono concetti molto pesanti, la musica serve ad alleggerirli. Il messaggio principale? L’amore è l’unica arma contro il disagio sociale”. Risponde così Fabrizio Moro alle prime domande dei giornalisti in sala stampa. Schietto, di poche parole, il cantante del successo “Pensa”, da poco diventato papà, è tornato a Sanremo con una canzone anticonformista e magari non adatta al mondo sanremese. Anche se, come lui afferma pubblicamente: “è un pezzo che mi rappresenta completamente”. Al Festival Moro partecipa per la quarta volta. Nel 2000 muove i primi passi tra i giovani con la canzone “Un giorno senza fine”. Nel 2007 arriva il trionfo sempre nella sezione giovani con “Pensa”. Nel 2008 si classifica invece al terzo posto tra i campioni con “Eppure mi hai cambiato la vita”. Quest’anno si è presentato, per la prima volta insieme alla sua band, con “Non è una canzone”. “In questi due ultimi anni ho avuto una crescita sia musicale che umana. Il 2009 è stato fondamentale per l’uscita della prima parte del mio progetto “Barabba”; la seconda parte, “Ancora Barabba”, uscirà in questi giorni. L’evento più importante, però, è la nascita del mio primo figlio, Libero”. Il brano con cui sei venuto a Sanremo sembra un inno alla libertà pagata a caro prezzo. Cos’è per te la libertà? E da cosa? “Per me la libertà è poter fare il lavoro che si ama, ma probabilmente non siamo mai veramente liberi”. Nella canzone affermi “..sono condannato all’evasione fiscale..”, cosa vuol dire? “Lo stato dovrebbe fornire più servizi, incentivare ed aiutare tutti a pagare meglio le tasse, ma non è così. Pago il 42 % dei miei guadagni in tasse, senza ricevere alcun sostegno o facilitazione. Si sa invece, dove va una grande percentuale delle tasse pagate dai cittadini... Nelle tasche dei politici, che le usano per fini personali: per le ville, le piscine, le escort ecc.”. Perché hai scelto il Festival per presentare il tuo progetto? “Perché Sanremo? In giro non ci sono molti spazi per la musica e soprattutto per i cantautori. Nessuno mi vuole e qui almeno posso pubblicizzare il mio album. Spero che il Festival mi regali tanti concerti. Non sono venuto a Sanremo per gareggiare, ma solo per manifestare contro gli stereotipi del sistema e della cultura televisiva. Io voglio solo cantare il mio dissenso. La televisione non fa per me, mentre canto ho bisogno di essere in contatto con il pubblico e la cosa più bella è vedere la trasformazione del volti delle persone mentre canto, anche di quelle prevenute”. Cosa hai provato in questa occasione rispetto agli anni scorsi? “Beh nel 2007 ero ancora ignaro delle possibilità che avrei potuto avere. Nel 2008 mi sentivo quasi angosciato; ero sotto i riflettori e tutti si aspettavano grandi cose da me dopo il successo di “Pensa”. Quest’anno invece ho vissuto questa esperienza positivamente”. Linda Lamia

NOEMI Veronica Scopelliti, in arte Noemi, la rivelazione del talent-show “X Factor” ha debuttato sul palco dell’Ariston con il brano “Per tutta la vita”. Cresciuta con la musica, si avvia a soli sette anni allo studio del pianoforte. Nel 2005 si laurea con 110 al D.A.M.S e nel 2007 partecipa a Sanremolab, entrando tra i finalisti. Nel 2008 viene scelta a far parte della squadra di Morgan nel talent-show di Rai 2, pur non vincendo colpisce critica e pubblico con l’inedito “Briciole”. Nello stesso anno apre il concerto dei Simply Red, partecipa al grande concerto “Amiche per l’Abruzzo”, dove canta con Irene Grandi, Dolcenera e Syria, e al “Concerto per Viareggio”. Nel 2009 duetta con Fiorella Mannoia nella canzone “L’amore si odia” estratta dall’album “Sulla mia pelle” conquistando il disco di platino. Al Palafiori, in conferenza stampa, la giovane romana ha risposto esaurientemente e in modo molto affabile alle numerose domande dei giornalisti presenti. Sul palco di Sanremo eri molto emozionata, quali differenze hai notato con X Factor? “Sono due palchi completamente diversi – ammette Noemi - quello di X Factor è un palco giovane con cui, settimana dopo settimana, si può entrare in confidenza. Il palco di Sanremo ha ospitato, in 60 anni di storia, i grande della musica come Domenico Modugno e Mia Martini, di cui sono una grande fan. Ho sentito il peso di calcare questo palco, ero terrorizzata prima del debutto e avevo paura di dimenticare il pezzo”. Una frase nella tua canzone dice così “..e sentirsi speciali..”. Tu quando ti senti speciale? “Più che speciale quando canto mi sento in pace con me stessa, è anche per questa sensazione che ho iniziato a cantare. Sentirsi speciali va bene, ma meglio con moderazione”. Dopo le importanti collaborazioni e i grandi successi che ti hanno vista protagonista, quali sono i tuoi progetti futuri? “Sicuramente, dopo Sanremo, vorrei iniziare un tour per promuovere il mio album, cantare dal vivo e lanciare messaggi. La musica è il centro della mia vita, collaboro con persone che mi sostengono e spero di avere l’opportunità di interpretare belle canzoni, e perché no magari anche in inglese”. Cosa consiglieresti ai giovani? “Prima di tutti di non avere preconcetti per emergere e seguire ed onorare cioè che si ama. Una strada potrebbe essere il talent-show, rispecchia la società e potrebbe portare qualcosa di nuovo, è un buon modo per iniziare ed avere progetti”. Cosa ne pensi della vicenda di Morgan? “Marco è un autore fantastico, per me è come Bindi e Tenco. Prima di raggiungere i suoi livelli devo mangiare ancora tanta polvere”. Linda Lamia


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De Andrè: il ricordo di Giorgio Cordini Il 18 febbraio Fabrizio De Andrè avrebbe compiuto 70 anni. Sanremoff lo ha celebrato con una rassegna speciale durante i giorni del Festival. La mostra “I Fiori di Faber – dai diamanti non nasce niente”, a cura di Pepi Morgia e Claudio Porchia, aperta sino al prossimo 27 febbraio al Museo Civico di Palazzo Borea d’Olmo, ha visto la partecipazione di tanti amici del cantautore genovese che hanno voluto rendere omaggio al suo genio e alla sua poesia. Tra questi Giorgio Cordini, il suo storico chitarrista degli ultimi anni di attività che ha ammaliato il pubblico suonando le sue canzoni. Cosa le è rimasto dell’amicizia e della collaborazione artistica con Fabrizio De Andrè? “Con Faber – spiega Cordini - ho lavorato per 8 anni. Inizialmente tutti mi dicevano che era un tipo molto severo. Invece De Andrè era una delle persone più umili che abbia mai conosciuto. Ascoltava sempre il parere di tutti, specialmente dei tecnici. Aveva una grande curiosità ed era estremamente generoso e disponibile. Incontrarlo mi ha cambiato la vita e sono riuscito poi ad entrare anche nel grande giro. Ho collaborato con Ranieri, Zucchero, Vecchioni e Vasco Rossi. Con il Blasco ho partecipato alla grande serata in onore di Faber tenutasi il 12 marzo 2000 al Teatro

Carlo Felice di Genova, Faber, amico fragile”. Perchè De Andrè è stato secondo lei uno dei cantautori che ha segnato un’epoca? “Più che un semplice cantautore, Fabrizio è stato un autentico poeta. Ha scritto testi d’amore e di denuncia, usando parole e concetti forti, sicuramente originali e di rottura per il contesto storico e la cultura della società italiana. Utilizzava all’interno delle sue canzoni sempre un livello lirico molto alto, con frequenti ed eloquenti metafore. Ecco perchè ancora oggi è sempre attuale e molte suoi canzoni sono presenti nelle antologie a scuola”. La mostra di un anno fa a Genova in onore di De Andrè infatti ha

avuto un notevole successo... “Pur essendo una mostra multimediale, l’esposizione dei suoi diari, di tanti scritti inediti e di tutti i suoi dischi creava un’atmosfera quasi di intimità che era riscontrabile nel carattere di Faber. Visitandola sono rimasto davvero piacevolmente sorpreso. Come sicuramente sono onorato di aver partecipato a Sanremo a questo evento proprio nell’anniversario di quello che avrebbe potuto essere il suo 70esimo compleanno”. Come mai De Andrè era così legato al mondo della natura e ai fiori? “Era affascinato dalla natura, era un grande esperto di botanica. At-

traverso la sua musica riusciva quasi a trasmettere a chi la ascoltava il profumo dei fiori che coltivava anche personalmente. Infatti ne “La guerra di Piero” il riferimento ai papaveri non è casuale, in quanto in tempo di guerra erano messi sulla testa dei soldati caduti. Non dimentichiamo poi altri riferimenti presenti nei fiordalisi di “Marinella”, in “Creuza de Ma” e in “Bocca di rosa”, dove esplode in tutta la sua sensualità l’amore passionale e sfuggente”. Lei ha spesso deciso

di devolvere una parte dei suoi compensi ad Emergency. Cosa ne pensa della guerra e della lotta al terrorismo? “La guerra è il modo sbagliato per risolvere i conflitti. E’ una fissazione dell’uomo. Ho sempre sposato le battaglie di Emergency, sono un volontario. Bisogna lottare per il diritto alla vita, non per sconfiggere con le armi il proprio nemico”. Guendalina D’Amico Martina D’Orazio Giada Pennellatore


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La mostra storica Raccontare i 60 anni del Festival della Canzone Italiana attraverso immagini, foto, video e oggetti d’epoca. E’ Questo Lo Spirito Di “Sanremo The Story”, la mostra ideata da Pepi Morgia con la collaborazione di Anna Tripodi che, inaugurata al Palafiori lo scorso sabato 13 Febbraio, ha riscosso un notevole consenso tra il pubblico e gli addetti ai lavori. La mostra si apre con il simbolo della città dei fiori, il leone rampante che, ideato da Dante Ferretti era stato utilizzato come scenografia nell’edizione del 2006. Proseguendo si possono vedere microfoni d’epoca, le bretelle di Adriano Celentano, la papalina di Lucio Dalla ed altri oggetti curiosi. Dall’altra parte della sala risalta il vestito di Nunzio Filogamo, presentatore del primo e secondo Festival (morto nel 2002). All’interno di un grande espositore sono esposte fotografie, copertine di dischi e articoli di giornale riferiti ai vincitori delle edizioni del Festival dal 1951 al 1966. Tra questi si ricordano “Grazie dei fior” di Nilla Pizzi (51), le tre vittorie di Domenico Modugno con “Nel blu dipinto di blu”, “Piove” e “Addio addio” (58-59-62) e Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età” (60). Sulla parete a fianco si trovano le copertine di TV Sorrisi e Canzoni, tra le quali si riportano quelle del ‘59 con Virna Lisi, del ’91 con Cocciante e del ’09 con Marco Carta, i manifesti delle edizioni dal

2007 al 2010 e le copertine della Domenica del Corriere. Un’innovazione di questa mostra rispetto alle precedenti è stata la presenza di elementi tecnologici quali sessanta monitor con cuffie e sei schermi al plasma touch screen. Nel primo caso, per ognuno di essi, si possono vedere ed ascoltare le canzoni di un’edizione. Nel secondo caso per ogni monitor si può esplorare un decennio di Festival. Toccando con il dito un determinato anno si possono avere non solo informazioni relative a

quell’edizione come il vincitore o i presentatori, ma anche alcune curiosità: la Miss Italia dell’anno, i modelli FIAT usciti, la squadra vincitrice del Campionato di Calcio di serie A e il vincitore del Giro d’Italia. Un corridoio molto particolare è quello in cui si possono trovare non solo abiti indossati da

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Casa Sanremo

persone del calibro di Nilla Pizzi, Mina, Milva e Ron, ma anche caricature, per esempio di Pippo Baudo, Louis Armstrong, Totò e Claudio Villa e dischi e foto autografate da molti grandi artisti. Non avete ancora visto “Sanremo the Story”? Allora dovete affrettarvi: avete ancora pochi giorni. Dopo il 28 febbraio infatti la mostra partirà per un tour mondiale per fare conoscere ovunque la storia di questo grande evento musicale che ha reso sempre più celebre nel corso degli anni la nostra Sanremo. Erica Penna

Anche quest’anno durante il Festival grande successo ha riscosso “Casa Sanremo”, l’evento giunto alla sua terza edizione, che si è svolto al Palafiori in corso Garibaldi con Radio Italia partner ufficiale. Nata da un’idea di Mauro Marino, storica voce della radiofonia italiana, e Vincenzo Russolillo, presidente del Consorzio Gruppo Eventi, Casa Sanremo ha rappresentato per artisti, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni la possibilità di trovare momenti di relax e di piacere, organizzare incontri ed interviste e, soprattutto, ascoltare musica live. Il tutto con la direzione artistica di Pepi Morgia. “Grazie alla collaborazione con la Sanremo Promotion Spa, società di promozione turistica e culturale del comune di Sanremo che offre la disponibilità del Palafiori - spiega Vincenzo Russolillo – abbiamo creato nel centro espositivo, già sede della mostra per i 60 anni del Festival e della sala stampa radio tv della Rai, luogo di passaggio obbligato per le interviste ufficiali, uno spazio esclusivo (riservato ad accrediti e inviti) dedicato a cantanti, artisti, giornalisti, radio e operatori tv, imprenditori e addetti ai lavori del settore discografico e dello spettacolo, aziende e sponsor. Uno spazio, aperto dal mattino fino a notte fonda, luogo di incontri, presentazioni, conferenze stampa, interviste, concerti JAM SESSION e momenti di relax in ben 150 mq e un punto di ristoro con aree degustazioni delle eccellenze del made in italy con il cooking show del Gambero Rosso. All’interno di Casa Sanremo insomma gli ospiti e i protagonisti del Festival hanno trovato la location ideale per ricaricare le pile e per ritrovare le giuste energie”. Radio Italia, partner ufficiale, ha effettuato dal Palafiori due collegamenti giornalieri, dalle 17.00 alle 18.30 e dalle 21.00 fino alle 2.00 di notte per seguire la gara canora con la partecipazione di cantanti, opinionisti e ospiti prestigiosi. Al fianco di Casa Sanremo per i 60 anni del Festival della canzone italiana è scesa in campo anche l’Audi. Il prestigioso marchio automobilistico tedesco ha messo a disposizione di vip e artisti le sue vetture, organizzando anche dei corsi di guida sicura a bordo dei modelli più sportivi della gamma. Casa Sanremo non ha dimenticato anche la solidarietà. Insieme alla Fondazione Avsi dal Palafiori si è potuto partecipare ad una raccolta di donazioni per costruire ad Haiti un centro educativo per bambini nel quartiere di Cité soleil a Port-au-Prince. Il progetto, “Una nota per Haiti”, prevede la produzione e la distribuzione di un brano i cui diritti e i ricavi andranno poi a sostenere l’iniziativa.


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Cassano convocato al festival non in Nazionale Il talento di Bari Vecchia ospite della Clerici

Italia sì, Italia no, cantavano nel 1996 a Sanremo Elio e le storie tese. Un tormentone che è entrato nel linguaggio comune e che mai come in questo caso si addice ad Antonio Cassano, l’ospite d’eccezione che ha aperto la serata inaugurale del Festival. L’attaccante della Sampdoria, arrivato al teatro Ariston scortato dalla madre Giovanna e dalla fidanzata Carolina Marcialis, pallanuotista della Diavolina Nervi, dopo un momento di iniziale imbarazzo si è subito calato nel suo ruolo e con Antonella Clerici ha parlato della sua carriera, ripercorrendo i momenti più belli e cercando di raccontare al pubblico il personaggio Cassano a 360 gradi. Impeccabile in giacca e cravatta, il fantasista non ha lesinato qualche stoccata al commissario tecnico della Nazionale Marcello Lippi che di sicuro avrà (si spera) anche sorriso davanti alla tv, prima di salire poi nella serata dei duetti sul palco al fianco del trio Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici per sponsorizzare

La coppa del mondo approda a Sanremo

“Italia amore mio” e beccarsi i cori “pro Cassano” dalla platea. “Lippi? Non gliele canterei, gliele suonerei. Anzi, gli dedicherei Pigliate ‘na pastiglia...”. Questo il pensiero del talento della Sampdoria tra gli applausi del pubblico alla precisa domanda della Clerici, in puro stile Festival. Un sorriso amaro, quello di Cassano che, nonostante le pressioni dell’opinione pubblica, vede allontanarsi quasi definitivamente la possibilità di andare in Sudafrica. Il treno per i mondiali sembra per lui sempre più lontano e su questo ovviamente ci sarà da discutere fino all’ultimo. Cassano sì, Cassano no. Il tormentone resterà attuale fino al momento delle convocazioni ufficiali, ma ormai le attenzioni del ct di Viareggio sono più rivolte

al recupero di Nesta e Totti che a lui. Neanche una parola invece per Luigi Del Neri. Con l’allenatore della Sampdoria non corre buon sangue fin dai tempi della Roma e la prova è che nell’ultimo mese, complici anche problemi fisici, Cassano è scivolato in tribuna ed è stato ad un passo a gennaio dalla Fiorentina. Al suo posto in blucerchiato al fianco di Pazzini ora c’è Pozzi, ma il suo ritorno in campo potrebbe essere imminente. “Posso rimanere fino a tardi, magari domani non mi alleno”, scherza Cassano con qualche spruzzata di dialetto pugliese, più emozionato sul palco dell’Ariston che al Santiago Bernabeu. Il fantasista barese ha avuto parole di elogio per Totti e ha ricordato i momenti salienti della sua carriera

Torneo Internazionale di calcio per ragazzi della Carlin’s Dal prossimo 31 agosto al 4 settembre si svolgerà tra Imperia, Sanremo e Ventimiglia la 53° edizione del Torneo Internazionale di calcio per ragazzi Carlin’s Boys. La manifestazione aperta alle squadre della categoria allievi (nati dopo il 1° gennaio 1994) italiane ed estere anche quest’anno attirerà nella riviera di Ponente le attenzioni di tanti addetti ai lavori e osservatori alla ricerca di nuovi talenti. Al Palafiori durante i giorni del Festival la Carlin’s Boys ha presentato ufficialmente l’evento. “Siamo orgogliosi - spiega Piero Vietto, dirigente della Carlin’s - di organizzare un appuntamento che si sta sempre di più imponendo a livello nazionale ed internazionale. Il torneo ospiterà sedici squadre, divise in quattro gironi. Presenti club italiani molto prestigiosi. l’Imperia e la Carlin’s proveranno a difendere l’onore della nostra terra. Molti giocatori, divenuti in seguito famosi, hanno calcato il campo “Comunale” di Sanremo per disputare il “Torneo della Carlin’s”: da Oleg Blochin (Dinamo Non ultimo il fantasista bianconero Sebastian Giovinco”. Parte del ricavato della manifestazione sarà devoluto a scopo benefico all’Istituto Pediatrico Gaslini di Genova. Questa la composizione dei gironi della manifestazione: Girone A (Sanremo): Atalanta, Milan, Salisburgo, Carlin’s Boys. Girone B (Sanremo): Internazionale, Empoli, Slavia Praga, Frosinone. Girone C (Imperia): Sampdoria, Fiorentina, Spartak Mosca, Imperia Calcio. Girone D (Ventimiglia): Reggina, Juventus, West Ham, Ventimiglia.

“senza regole”. Tutto è cominciato nel 1999 al “San Nicola” a 17 anni. Quel gol meraviglioso contro l’Inter gli ha cambiato la vita. Lui che è nato il 12 luglio 1982, il giorno dopo la vittoria in Spagna nel Mundial dei ragazzi di Bearzot, molto di più di un predestinato. Una vita fatta di eccessi, di genio e sregolatezza. E anche di soldi, tanti soldi. “Chi gioca al calcio lo fa anche per il denaro”, ha confessato candidamente Cassano. Che ha detto di amare la musica e in particolare Gigi D’alessio. E che ha promesso sul palco dell’Ariston di mettere la testa a posto, almeno dal punto di vista sentimentale. A giugno infatti si sposerà con la sua Carolina. Altro che mondiali. Insieme alla fine della serata si sono concessi ai flash dei fotografi, come in una favola, senza però rilasciare interviste. Prima di lanciarsi nella movida sanremese in piazza Bresca e di andare a cena da Nicò. Una partecipazione, quella di Cassano, al Festival che comunque ha destato molta simpatia. Probabilmente quando appenderà le scarpette al chiodo per lui sicuramente ci sarà un posto in tv. Al momento tuttavia i tifosi doriani sperano di rivederlo al più presto volare sotto la Gradinata Sud al Luigi Ferraris per provare a conquistare con la Samp un posto in Europa. La Nazionale per il momento può attendere. Luca Macheda Davide Murro Mattia Paris

Per due giorni chi si è recato in visita al Palafiori ha potuto ammirarla, quasi sfiorarla. Sognando di essere Cannavaro o Grosso. Tornando con la mente a quattro anni fa, a quella magica notte di Berlino. Vedere da vicino la coppa del mondo Fifa, opera dello scultore italiano Silvio Cazzaniga, testimonial d’eccezione della presentazione della 53° edizione del Torneo Internazionale di calcio per ragazzi Carlin’s Boys, desta sempre una certa emozione. Il trofeo (alto 36 cm e dal peso di 4,970 kg in oro 18 carati) è stato letteralmente preso d’assalto dalla curiosità dei tanti visitatori della struttura di corso Garibaldi. Tifosi, addetti ai lavori, amanti della musica non hanno potuto resistere alla tentazione di guardare l’ambita coppa. A giugno l’Italia di Marcello Lippi proverà a conservarla nella propria bacheca, respingendo l’assalto della Spagna di Torres, della Germania di Ballack, del Brasile di Kakà, dell’Argentina di Messi e Maradona, dell’Inghilterra di Terry e Capello, della Francia di Ribery o di qualche altra squadra sorpresa. La concorrenza è agguerrita, ma gli azzurri cercheranno di riportarla per la quinta volta in Italia, sperando di far rivivere ancora mille emozioni ai tifosi in tutta la penisola. Come le emozioni provate da tutti quelli che al Palafiori sono rimasti incantati al fascino della Fifa World Cup. Luca Macheda Davide Murro Mattia Paris


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ADOTTA UN AMICO Begins!

di Simona Fanciulli

CANI E GATTI NEI CONDOMINI

Molte persone che avvertono l’esigenza di vivere con un amico a quattro zampe o già vi convivono devono affrontare il problema dei regolamenti condominiali che proibiscono la presenza di animali. In realtà sono numerose le sentenze che sanciscono a chiare lettere che nessun regolamento o assemblea condominiale può limitare il diritto di proprietà e che quindi non è possibile impedire in alcun modo di tenere animali in condominio. La legge. La sentenza del 24-3-1972 n. 899 della Sezione II della Corte di Cassazione testualmente recita: «È inesistente il divieto giuridico di tenere cani in condominio. Il regolamento condominiale che contenga una norma contraria è limitativo del diritto di proprietà, quindi giuridicamente nullo. L’assemblea condominale non può deliberarlo». Da segnalare anche le due sentenze emesse da un pretore di Torino e da uno di Milano i quali hanno assolto dalle loro presunte colpe due proprietari di cani e in entrambi i casi hanno condannato i proprietari degli stabili alle spese giuridiche, sentenziando inoltre che: «i cani e gli altri animali domestici fanno parte delle affettività familiari». I DIVIETI - Un’altra importante sentenza è quella relativa a un procedimento dinanzi al giudice di Parma, il quale ha stabilito che in un condominio l’assemblea dei condomini non può, anche con il voto di maggioranza, imporre il divieto di tenere animali. Ciascuno può avere accanto a sé un animale per amico e nessun regolamento di condominio può considerarsi valido se contiene una norma restrittiva in questo senso. I DIRITTI - Chi dovesse trovarsi in questa spiacevole situazione deve far valere i suoi diritti e deve sapere che anche se il suo animale rischia il pericolo di essere allontanato per il disturbo della quiete pubblica i motivi della protesta dei vicini vanno dimostrati e vagliati caso per caso, per decidere se i rumori superino il livello di normale tollerabilità. Una sentenza del pretore di Campobasso del 1990 stabilisce che è necessario l’accertamento dell’effettivo pregiudizio recato alla collettività dei condomini sotto il profilo dell’igiene e della quiete, non essendo sufficiente il semplice possesso degli animali. L’ABBAIO - C’è poi la sentenza della Cassazione n.1394 del 6-32000: «Se il cane abbaia non è disturbo della quiete. Se il cane non disturba una pluralità di persone ma solo il vicino “il fatto non sussiste”. Perché vi sia reato “è necessario che i rumori siano obiettivamente idonei a incidere negativamente sulla tranquillità di un numero indeterminato di persone». LA SCELTA - Naturalmente nella scelta dell’animale con cui dividere i nostri giorni dobbiamo avere molto buon senso escludendo tutti gli animali che più soffrono la privazione della libertà, orientandoci verso animali di cui sia possibile soddisfare i bisogni e rispettare le caratteristiche etologiche. tratto da http://www.oltrelaspecie.org/manuale.htm

L’OASI FELINA SANREMASCA HA SEMPRE BISOGNO DI AIUTO Se volete e potete dare un contributo per aiutare i gattoni dell’oasi felina Sanremasca, finanziando o donando cibo e medicinali contattateci inviando una mail a eclairer@hotmail.com oppure telefonicamente chiamate la redazione dell’Eco della Riviera, lasciate un vostro recapito e una volontaria dell’Eipa vi ricontatterà tempestivamente!

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Il punto di vista del pediatra di Riccardo Borea

LA GASTRO-ENTERITE NEI BAMBINI La gastroenterite è una malattia che colpisce frequentemente i bambini; si manifesta con vomito, numerose scariche liquide e puo’ essere presente febbre, anche elevata. La gastroenterite è tra le prime cause di ricovero in Pediatria perché per colpa principalmente del vomito, puo’ causare disidratazione e quindi la necessità di reidratare il bambino con una flebo di acqua o attraverso un sondino.naso-gastrico. Le cause che portano al manifestarsi della sintomatologia gastrointestinale sono piu’ spesso di origine infettiva. Tra i germi i piu’ frequentemente responsabili sono i virus come il Rotavirus, l’ Adenovirus, meno frequentemente sono responsabili i batteri come la Salmonella, il Campylobacter, l’ Escherichia Coli ecc… Tra le cause meno comuni di vomito e diarrea possiamo citare le intossicazioni alimentari, le allergie alimentari, i farmaci e le malattie infiammatorie croniche intestinali. Come si cura la diarrea nei bambini ? Come già detto è’ molto importante idratare adeguatamente il proprio figlio e per fare questo e nel modo migliore si devono utilizzare delle soluzioni reidratanti orali, diponibili in farmacia, studiate appositamente per garantire ai bambini un

adeguato apporto di zucchero e sali minerali. Sino a qualche anno fa si consigliava una dieta molto limitata: riso o pasta all’olio, tè, latti speciali, senza lattosio e pochi altri cibi. Negli ultimi 7-8 anni gli studi hanno decisamente cambiato il modo di alimentare i bambini durante un episdio di enterite; la dieta puo’ essere normale; i bambini, tranne quelli di poche mesi di vita, possono assumere il latte normale e mangiare i cibi che abitualmente assumono, evitando pero’ i succhi di frutta e bevande zuccherate in genere perchè hanno un’azione favorente la diarrea e cibi particolarmente grassi. Il latte materno non va interrotto. Puo’ essere utile somministrare i tradizionali fermenti lattici. Se un bambino vomita è meglio sospendere il latte, proporre il tè o anche solo l’acqua, a piccoli sorsi e alimenti “asciutti”, in piccole quantità, poco per volta (per non stimolare il vomito), ricchi in carboidrati, come il pane, il riso, i crakers, il semolino, le patate, la frutta. Nella gastronterite solitamente non è necessario l’uso di antibiotico se non in casi particolarmente aggressivi o in bambini in cattive condizioni di salute o molto piccoli.




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“Infinitestatue” al Pozzo di San Patrizio fino al 6 marzo Smettere con le “bionde” Il tabagismo è una malattia cronica che crea dipendenza psichica e fisica (proprio per questo è faticoso smettere) e rappresenta il fattore di rischio primario di quasi tutti i tumori del polmone e di un terzo di tutti i tumori, oltre che essere concausa di molte delle malattie che colpiscono il sistema respiratorio e quello circolatorio. Che fumare fa male è risaputo, ed il numero di fumatori è, per fortuna, in costante diminuzione. Un articolo non farà certo smettere di fumare ma, ho pensato, qualche suggerimento potrà magari essere di aiuto a quanti stanno già cercando di perdere il vizio. Non mi soffermerò su dati e statistiche, e nemmeno su cause e malattie, cercherò invece di sfatare qualche mito e dare qualche semplice suggerimento su come comportarsi mentre si cerca di smettere di fumare. Innanzitutto analizziamo i classici timori che incontra chi ha deciso di smettere, ad esempio la paura di ingrassare: in effetti il cibo potrebbe risultare più saporito e sarà inoltre probabile un aumento dell’appetito, tuttavia l’eventuale aumento di peso sarà momentaneo e si riacquisterà il peso iniziale nel giro di qualche mese. Sarebbe anche utile mangiare molta frutta, evitando dolci e grassi, ed aumentare l’attività motoria. Si dice inoltre che “fumare rilassa”, niente di più falso, in realtà il fumo è uno stimolante che aumenta la frequenza cardiaca, quindi il contrario di ciò che avviene quando ci rilassiamo, questa falsa credenza è dovuta al fatto che quando si fuma spesso ci si prende una pausa da quanto si sta facendo e si respira profondamente per inalare il fumo, è la respirazione quindi a rilassare, non il fumo, infatti se riuscissimo a fare lo stesso, ma senza la sigaretta, ci rilasseremmo ancora di più. Molti dicono di non riuscire a smettere perché non ritengono di avere abbastanza forza di volontà, effettivamente smettere di fumare non è facile, l’impegno iniziale è notevole, ma normalmente non occupa più di una paio di settimane; in tale periodo sarebbe meglio non frequentare luoghi o situazioni dove solitamente si fumava o dove è facile che venga offerta una sigaretta, è utile anche ridurre l’assunzione di bevande come caffè ed alcolici che frequentemente si associano al fumo. Se decidiamo di smettere, inoltre, non “sbanderiamolo” ai quattro venti, eviteremo di sentirci sotto controllo costante da parte di quanti non credono che ci riusciremo, e poi ci risparmieremo le storie dei fallimenti altrui che potrebbero farci sembrare l’impresa ancora più difficile o inutile; parliamone però con i nostri cari chiedendogli comprensione, sostegno ed aiuto. Per smettere di fumare non esiste una “ricetta miracolosa”, ognuno deve trovare la sua, ad esempio non tutti riescono a smettere “di colpo”, c’è chi sente il bisogno di ridurre gradualmente le sigarette, in questo caso è utile porsi un limite quotidiano ben preciso che va piano piano scalato; fumare una sigaretta nel primo caso, o oltrepassare il “limite” giornaliero nell’altro, non deve però essere considerato un fallimento totale e far rinunciare al proprio intento, ma solo un piccolo passo falso che non pregiudica il nostro obiettivo finale. In bocca al lupo e... alla prossima!

Sanremo. Dal 24 febbraio al 6 Marzo 2010 la fumetteria Il Pozzo di San Patrizio di via Francia 7 a Sanremo organizza, in collaborazione con Infinitestatue di Albisola Superiore, una mostra di statue di personaggi del fumetto, a tiratura limitata. Infinitestatue nasce con l’intento di creare oggetti per collezionisti esigenti che vogliono qualcosa di unico ed irripetibile, come le nostre Edizioni Limitate. Il valore di un oggetto da collezione si misura innanzi tutto dalla gioia di possederlo e di assaporarne giorno dopo giorno la bellezza e dedicarle un posto d’onore tra le proprie cose. Con il tempo la “storia” di ogni singolo pezzo si aggiunge ad altri creando un percorso dentro un argomento che amiamo. Gli oggetti creati da Infinite Statue sono di altissima qualità sia artistica che realizzativa, interamente dipinti a mano ed in Edizione Limitata, non più replicati una volta esauriti e destinati ad acquistare valore nel tempo. Le statue sono realizzate allo stato dell’arte del 3D, scolpite da scultori professionisti ed altamente specializzati in questo specifico settore, mentre la produzione è affidata ai migliori laboratori sul mercato così da ottenere sempre il meglio. Questa mostra è un’ occasione unica per trovare o ritrovare personaggi che hanno fatto la storia del fumetto: Altai & Jonson, Zagor, Corto Maltese, Martin Mystère, Ken Parker, Cattivik, Cipputi, Zorry Kid, Signor Rossi e Rat-Man.

Il martedì grasso de la Riviera Shopville

Martedì 16 febbraio La Riviera Shopville ha festeggiato con grande successo il Carnevale, dedicando numerose attività ai bambini presenti: una divertente discoteca a misura dei più piccoli, spettacoli di clown e una colorata sfilata, a cui hanno partecipato tutti i bimbi in maschera. Con questa iniziativa La Riviera ribadisce un forte legame con la comunità, confermandosi sempre più uno spazio pubblico al servizio dei cittadini e del territorio.


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C’era una volta un bar...

L’ago della Bilancia

a cura di Piero Lamberti

DOCUMENTI E MINORI: CAMBIANO LE REGOLE

Avv. Caterina Zunino

Cambiano le regole per i passaporti dei minorenni; adesso non è più possibile iscrivere i figli sul passaporto dei genitori, tutori o altre persone delegate ad accompagnarli, ma ognuno di loro, anche se neonato, dovrà avere il proprio. Le nuove regole scaturiscono dall’approvazione del decreto legge 135/2009 che ha recepito il Regolamento europeo 444/2009, che prevede l’obbligo del passaporto individuale.

Una misura che garantisce maggior sicurezza ai bambini che viaggiano e che dovrebbe permettere di contrastare meglio il fenomeno delle sottrazioni di minori ai genitori affidatari, ma soprattutto l’attività criminale della tratta internazionale dei minori. In questo modo si garantisce infatti una maggiore individualità, e quindi più sicurezza, per i minorenni che viaggiano. Le regole valgono solo per le nuove richieste mentre non riguardano i documenti rilasciati fino ad oggi, che rimarranno validi fino alla scadenza. Pertanto, da oggi, anche il minore dovrà seguire l’iter previsto per i maggiorenni, con la richiesta al Comune di residenza, in Questura o nei commissariati di polizia. Cambiano i periodi di validità dei nuovi documenti: per i minori di età inferiore a 3 anni il passaporto varrà 3 anni; per i minori dai 3 ai 18 anni durerà 5 anni. I genitori coi figli sul passaporto non devono fare nulla fino alla scadenza del documento, così come i bambini che ne hanno già uno. Nulla invece è mutato riguardo agli altri documenti di riconoscimento per i minorenni. I bambini di età inferiore ai 15 anni hanno diritto ad avere il lasciapassare per l’espatrio, vale a dire un certificato o un estratto di nascita, rilasciato dal Comune di residenza e vidimato dal Questore. Per ottenerlo occorre che il minore sia presente al momento della presentazione della domanda da fare alla Questura, in commissariato o dai Carabinieri con l’assenso di entrambi i genitori o nulla osta del Giudice tutelare e dietro presentazione di altra documentazione. Al compimento del quindicesimo anno di età può essere richiesta la carta di identità. Questo documento può essere valido per l’espatrio nei paesi aderenti al trattato di Schengen. avere la carta valida per l’espatrio occorre il consenso scritto di entrambi i genitori. In mancanza del consenso di un genitore occorre l’autorizzazione del giudice tutelare. La carta d’identità può anche non valere per l’espatrio; sulla carta d’identità valida per l’espatrio non compare nessuna dicitura particolare; al contrario, sulla carta d’identità non valida per l’espatrio compare la dicitura: “non valida per l’espatrio”. Avv. Caterina Zunino C.so O. Raimondo, 163-18038 Sanremo (IM) Tel. 0184 501501-Fax 0184 591230 caterina.zunino@virgilio.it

Segue da pag 49 edizione n. 5 Al bar ci si va’ per ogni nostro bisogno. Quando si ha sete, naturalmente, o fame, quando si e’ stanchi e ci si riposa, se si e’ felici per festeggiare, o tristi per tenere il broncio, ci si va’ dopo i matrimoni o i funerali a prendere qualcosa per calmare i nervi o per farsi coraggio, ci si va’ quando non sai di cosa hai bisogno nella speranza che qualcuno ce lo dica, ci si va’ in cerca d’ amore o di sesso o di guai o se qualcuno che era sparito perche’ prima o poi capitava, ci si va’ per il bisogno di ritrovarsi.Il bar e’ stato per me la famiglia, avendo vissuto i primi anni a contatto con tutti i “modelli” che avrebbero dovuto fare da contrappeso alla mia educazione. Mi ricordo quel 1960, quel bar in centro, quella tettoia, quella terrazza di 4 tavolini messi di traverso allungati la sera per lasciare parcheggiare i primi “motorizzati privilegiati”, quel juke-box che suonava ad alto volume la canzone vincitrice di quel “festival”. Mi ricordo Antonio, soprannominato da tutte le persone di paese “nocciola” per via di quella sua testa rotonda con un ciuffetto svolazzante. Antonio era un personaggio “viveur” come sentivo dire al bar ma che non sapevo cosa volesse significare se non parecchi anni dopo. Attilio, seduto al suo solito posto, il primo tavolo a sinistra, che accendeva la sua ennesima sigaretta e nervosamente giocando con il pacchetto di “aurora” leggeva la “gazzetta del popolo”. In quel 1960 avevo 10 anni e frequentavo la 5a elementare. Quella 5a elementare che preparava i bambini ad una scelta scolastica con un esame di ammissione ancorato ancora e tanto piu’ ormeggiato ad un sistema “GENTILE” che procurava ansieta’ e paure piu’ che volonta’ di conoscere. Il bar era la mia casa, il mio “foyer” dalla nascita e posso dire che sia i clienti che i miei genitori formavano la mia famiglia. Il bar di paese non e’ una ricerca, come diremmo oggi, di “marketing” che parola!! e’ come se ti fosse toccato per caso un “compito” da eseguire e in quel caso lo sopporti e ti comporti in maniera di riferimento agli anni a seguire, affinche’ il contatto con la “gente” che conosci ti porti ad un confidente permessivismo e particolari agiatezze che non sono rimpiante, ma che nella formazione del carattere sono “freni” per il proseguo in funzione di cambiamenti. Uno su tutti l’impostazione del fare, non capendo cosa fare e decidere. Il bar di paese e’ un po’ il rufugio quotidiano, dove si incontrano tutti e dove si fa’ quella “belotte”, gioco provenzale a 32 carte, o si gioca a biliardo dove giocarsi il “caffe’” e’ un modo di sentirsi partecipi di una societa’ che si stava sviluppando attraverso una economia attaccata ancora a principi di rispetto e piccole grandi rinuncie, quasi fossero una “croce” da portare e sopportare. I crediti consumistici attuali sarebbero stati gestiti diversamente per quelle mentalita’ ed avrebbero agevolato piu’ concretamente quel momento carico e fortemente deciso al cambiamento totale. Gianfranco, ex portiere di calcio, era l’unico cliente del bar di quell’epoca che si poteva permettere di fumare le mitiche , per la maggior parte dei clienti, “malboro” sigarette “ status simbol” come si direbbe oggi. Censo fumava le “astor” altre sigarette mitiche, insomma reminescenze. Ma perche’????? Il motivo è semplice - mio padre- proprietario del bar, aveva un permesso per poter vendere le sigarette, per cui tutti i giorni, al mio ritorno da scuola, mi veniva consegnato un biglietto assieme ai soldi e dovevo recarmi da “giuly” il tabaccaio del paese e ritirare le sigarette.Era la prassi quotidiana, ed era la mia “entree” alla giornata da vivere nel bar...continua... DAIQUIRI.....pre dinner....bicchiere....coppetta martini....decorazione....ron della di lime: 4,5 cl. di rum bianco o l’equivalente di 1+1/2 di oz., 2,25cl. di succo di limone fresco o l’equivalente di 3/4 di oz.,0,75cl. di sciroppo di zucchero o l’equivalente di 1/4 di oz. si raffredda la coppetta martini colmandola di ghiaccio, si riempie per meta’ il “boston tin” con altro ghiaccio e vi si versa il rum, il succo di limone spremuto e lo sciroppo di zucchero. si chiude il “boston tin” con il “mixin glass” e si shakera energicamente.si getta il ghiaccio precedentemente messo nella coppetta martini e si filtra il drink con lo “strainer” dal “boston tin”.si decora con rondella di lime. APPLE MARTINI....after dinner....bicchiere....coppetta martini....decorazione....fettine m.verde: 3,75 cl. di vodka o l’equivalente di 1+1/4 di oz.,1,5 cl. di liquore di mela o l’equivalente di 1/2 di oz., 1,5 cl. di -cointreau- volendo -triple sec- o l’equivalente di 1/2 di oz., si raffredda la coppetta martini colmandola di ghiaccio, si riempie per meta’ il“mixin glas” con altro ghiaccio e vi si versa la vodka, il liquore di mela ed il Cointreau o triple sec. con il “bar spoon” si miscelano gli ingredienti delicatamente facendoli raffreddare. si getta il ghiaccio precedentemente messo nella coppetta Martini e si filtra il drink direttamente dal “mixin glass” utilizzando lo “strainer”. Si decora con fettine di mela verde. FUZZY NAVEL...tutte le ore...bicchiere...juice....decorazione....mezza fetta di arancia.:.3,75 cl. pesca tree o l’equivalente di 1+1/4 di oz., 9 cl. succo di arancia o l’equivalente di 3 di oz. in un “juice” ben colmo di ghiaccio si versa il “pesca tree” ed a completare il succo di arancia. si decora con mezza fetta di arancia.


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