Gazzettone n.9

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n. 09 del 4 Novembre 2010

I FIORI DI RUBINO

Dall’archivio Rubino Antonio - Sanremo

La floricoltura era presente nelle copertine del Gazzettone e dalle sue colonne Antonio Rubino spesso esortava gli amministratori ad impegnarsi per riportarla all’antico splendore, non sottacendo le critiche di politici ed imprenditori attenti ai propri interessi piuttosto che a quelli della collettività. Questo straordinario artista amava la natura ed i fiori, che rappresentano un tratto distintivo della sua opera. In occasione del 130 anniversario della nascita il comune di Sanremo, un pochino di ritardo, ma meglio tardi che mai, lo ricorderà con una esposizione dal titolo “L’Universo fantastico di Antonio Rubino nella collezione di Antonietta Rubino Cutini e nelle collezioni civiche” che sarà aperta al pubblico fino al 30 aprile 2011. E’ un’iniziativa che salutiamo con piacere e che permetterà di ammirare molte opere dell’artista, fra cui le copie originali della rivista “Il Gazzettone”, che da molto tempo non erano più consultabili. Sarà un’occasione importante per i nostri affezionati lettori, che sicuramente sapranno cogliere ed apprezzare. Visto l’altalenando procedere delle precedenti amministrazioni, speriamo che almeno questa volta, come promesso dall’assessore in conferenza stampa, questa esposizione sia l’antepríma della sala permanente che sarà dedicata all’artista al Museo Civico di Sanremo. Questa occasione ci offre lo spunto per pubblicare a pagina 3 un breve intervento dello studioso Marco Cassini, autore della relazione all’interessante convegno, che ha aperto le manifestazione dedicate a Rubino promosse questa estate dal comune di Bajardo. Claudio Porchia

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VADO, VEDELAGO E TORNO La pregiata RT Travels (Rifiuti Trasporti), rinomata agenzia di viaggi della Provincia di Imperia, che cura direttamente già molti tra i collegamenti più importanti oggi in Riviera, come quelli quotidiani tra Sanremo, Imperia e Vado o Collette Ozotto, organizza per il prossimo 4 novembre una gita-viaggio-studio a Vedelago, località in provincia di Treviso nota per ospitare uno dei centri benessere più efficienti del paese. La quota di partecipazione, di solo 9,99 a persona (esente T.A.R.S.U.), comprende: trasferimento in pulmann gran turismo super equipaggiato e compattato con fermate ad ogni cassonetto; sosta ai santuari di Ponticelli e Scarpino, pranzo al ristorante tipico “da Berto & Laso” (tutte le pietanze sono avanzi del giorno prima riciclati, non si butta via niente); visite con guida professionale al centro (compresa la possibilità di gettarvi cartacce, lattine, bottiglie e vedersele tornare miracolosamente trasformate in spiccioli e monetine); maglietta con la foto di Sanremo invasa dai rifiuti e la scritta “c’ero anchio”. A causa del patto di stabilità, la quota non comprende: pasti non esplicitamente indicati in programma, escort di lusso, appartamenti e souvenir comprati a insaputa; extra in genere e tutto quanto non espressamente indicato alla voce “la quota comprende”.Per allietare i partecipanti durante i quasi 1000 km da Sanremo a Vedelago e ritorno, la RT travels ha assunto una serie di animatori che con gags, battute e freddure, intratterranno i partecipanti durante le circa 10 ore e mezza di viaggio. Si tratta di grandi artisti del cabaret matuziano, imperiese e intemelio, con anni di esperienza alle spalle, ma anche di personalità salite di recente sul palcoscenico di Sanremo e dintorni, come il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato. Grande l’attesa sulla sua partecipazione: chissà se l’esperienza servirà a fargli cambiare ancora una volta idea: inceneritore si, inceneritore no, inceneritore chissà, l’accendiamo o no? L’Assessore all’Ambiente Antonio Fera, ancora offeso per essere stato escluso da una recente riunione in Regione per i rifiuti, ha voluto venire a tutti i costi, anche come autista di riserva. Avrebbe già però mandato il suo ultimatum al sindaco: “O mi fai guidare o mi dimetto”. Il sindaco di Imperia, Paolo Strescino, invece, sfrutterà la gita per l’azienda di famiglia: porterà con sé una valigia con un campionario di tupperware di tutte le misure. Sul tratto più noioso, appena prima dell’autostrada del Brennero, è sicuro di venderne qualcuno. A chi non serve un contenitore per il pesto o le acciughe, le lasagne della sera prima? Prevista nella comitiva anche la presenza del vicesindaco di Camporosso Marco Bertaina, ex campione provinciale di raccolta differenziata. Terrà un corso su come differenziare correttamente: i capi estivi da quelli invernali, le chiavi inglesi da quelle a pappagallo, i fox terrier dai labrador. Ah, già, si dovrebbe trattare di differenziare rifiuti? Ma tanto in provincia di Imperia non interessa a nessuno. Della partita anche il presidente della Casinò di Sanremo Donato Di Ponziano che allestirà una roulette durante le fermate in autogrill. Ma i maligni dicono che la sua presenza dipenda da ben altro: interessato sempre ad eliminare qualsiasi tipo di concorrenza al Casinò, vorrebbe verificare alcune voci che lo inquietano: che al centro di Vedelago la percentuale di riciclo raggiungibile sia del 99%. Ma al Casinò di Sanremo fanno molto meglio: a seconda dei casi si arriva tranquillamente al 150% e più, dipende. Invitiamo chi fosse ancora interessato al viaggio a mettersi in contatto con la RT Travels. L’offerta è aperta anche alle famiglie: per i più piccoli Zoccarato ha detto che porterà il Gameboy. Per i più maliziosi invece, si terranno esempi di raccolta differenziata “spinta”. Venghino signori, venghino.


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ANTONIO RUBINO INNAMORATO DEI FIORI E DELLA NATURA Antonio Rubino nutriva un grande una riunione per stabiamore per la natura ed in partilire i confini con Apricolare quella del nostro entrotercale). Lì aveva la casa ra, dove aveva trascorso lunghi di famiglia, i parenti, periodi della sua infanzia di cui gli amici, lì si rifuconservava un dolce ricordo. Lo giava durante le vacanze dimostra il fatto che vi abbia e amava fare lunghe camambientato molti suoi racconti minate nel verde, fu lì, scritti in forma autobiografica, durante una passeggiata negli anni della sua maturità, (ne nei boschi, che lo colse ho già raccolti una trentina). La la morte il 1° Luglio sua famiglia era anche proprietadel 1964. Già nel 1924, ria di una cartiera ad Isolabona e sulla Domenica del Cordi una fabbrica per la lavorazione riere, all’epoca molto di pietre litografiche a Dolceacqua diffuso, Rubino aveva pertanto era molto conosciuta in scritto un bellissimo zona, ma Antonio preferiva la vita articolo, illustrato all’aria aperta si definiva “raccon tre foto e un suo coglitore di olive”. Si potrebbe splendido disegno, sulla Marco Cassini, Antonietta Rubino e Claudio Porchia parlare per ore del suo amore per leggenda della Barca e la campagna prendendo spunto dai suoi racconti e dalle sue tavole e dalla sua biografia, nel 1894, a soli 14 anni, aveva fondato il Club Alpino Quintino Sella di Sanremo e descriveva escursioni a Bignone, Toraggio, Pietravecchia e Valle delle Meraviglie. I motti dei suoi ex libris erano “sequor naturam meam” (e penso giocasse su diversi significati e riferimenti) e “vate a pigliar un magagliu” ed è tutto detto. Amava affermare “ero pastore di capre, ora son pastore di chimere”. Nel 1939 quando era tornato a Sanremo abitava in Tasciaire in una casa con un grande uliveto e allevava pecore e altri animali domestici, vicino a Calvino e Libereso Guglielmi. Antonio Rubino è riconosciuto come la festa di Pentecoste. Bajardo conserva splendide opere artista e illustra- e ricordi e mi piacerebbe approfondire ancora il rapportore a livello inter- to con Bajardo, che quest’anno ha celebrato con una serie nazionale, ritengo, di manifestazioni il 130° anniversario della nascita. A nonostante si siano Baiardo sono ambientati diversi racconti e anche disegni fatte bellissime e ritratti come Tin l’astrologo. Apricale era la sua terza mostre e anifesta- patria, (dopo Sanremo e Bajardo) di Apricale era sua bizioni, non abbia an- snonna Marchesano Maria deu Minungioeiru e, come racconta cora avuto il giusto lui stesso, la sua balia Chiarina. Io mi sono divertito a riconoscimento a li- ricostruire l’albero genealogico dei Minungioeiru e ho invello locale. Eppure dagato sulle memorie orali che si riferiscono a Rubino, vi lui amava molto il sono diversi ed enigmatici episodi che riguardano Antonio Ponente Ligure, che Rubino ad esempio il racconto dell’apricalese Carabadonna potrebbe sicuramen- che batto innamorato, / tutta la santa notte s’è sgolato: / te trarre vantaggio si credeva che fosse Catarò / ed era un vaso di baixiricò! dalla valorizzazione Ma soprattutto la dichiarazione (scovata da Santo Alligo) di un così grande ar- dello stesso Rubino, in una lettera a Mondadori, di aver fondato nel 1892 (a 12 anni!) l’Arcadia Vrigarenca. E poi tista. La sua era un’antica ci sono altri racconti e ricordi famigliari,che sono ancora famiglia di Bajar- da sistemare. E vorrei concludere parlando di dialetto, do citata già nei che è una delle mie passioni, io penso e parlo in apricadocumenti del XIII lese. Non posso non citare l’opera di Gino Guglielmi che secolo (ad. es.: nel ha individuato e valorizzato anche questo aspetto sanre1293 Corrado Rubino mascu di Antonio Rubino. Sono diverse le poesie, ballate, acquista dal comune canzoni, scritte e recuperate, in dialetto sanremascu e di Baiardo il di- bajocu, vorrei ricordare: U giardin de l’amu’; Ave Maria ritto di erbatico Sanremasca; A cansun bajoca; Adesciate veciu leun; Ne sun - nel 1346 Benedetto li trei cumpagni. Ma la mia preferita è U castelu du Conte Rubino, console di de ren. Marco Cassini Bajardo partecipa a


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IL REMAKE DI “FRONTE DEL PORTO” SI GIRA A IMPERIA non coerente con la grande attività svolta dal ministro, per il quale vale il proverbio cinese che recita “se non sopporti l’ingratitudine, non fare del bene”. Le immagini televisive e fotografiche hanno testimoniato così impietosamente la lontananza dalle adunate elettorali con più di mille persone, cui avevamo fatto l’abitudine. Anche se si è svolta sul molo del porto, con il sole e senza nebbia, il clima era da spiaggia, l’ultima. Il linguaggio utilizzato dai protagonisti, ricco di termini militari ed epici, hanno richiamato alla mia memoria ricordi scolastici. “Eran trecento, eran giovani e forti…” recitava così una celebre poesia dedicata Con la manifestazione di solidarietà alla sfortunata spedizione di sabato, Imperia è tornata al centro di Carlo Pisacane. La Spigolatrice di del dibattito politico nazionale. Le cro- Sapri, una poesia contenuta in tutte le nache giornalistiche, non solo quelle antologie di quando andavo a scuola, comuniste, nel complesso non hanno mal si adatta però a questa manifestariconosciuto all’iniziativa molto onore zione che, vuoi per il posto angusto e e neppure troppa fortuna. Due i limiti stretto, vuoi per i numeri, ricorda più la più evidenti: il tono troppo acceso della battaglia delle Termopili, che il massareazione emotiva, sia pure giustificato cro di Sapri. dalla gravità delle accuse e dall’incer- Di fronte agli avvisi di garanzia, che tezza del contesto, e l’ambito della erano “così tanti da oscurare il sole”, solidarietà rimasto circoscritto ad una abbiamo ammirato un Angelo Leonida sola parte politica, con alcune assenze Vaccarezza urlare ai 300 soldati un rassospette. sicurante: «Bene, allora combatteremo Trecento persone in piazza per un parti- nell’ombra». to che può contare fra Savona e Imperia Il popolo della libertà, numericamensu decine e decine di sindaci, ammini- te più forte e meglio armato, avrebbe stratori e consiglieri non rappresentano potuto colpire gli oppositori del proonestamente un grande risultato. Una presenza

gresso e della civiltà dalla distanza con giavellotti e frecce, ma adottando la tattica della lotta corpo a corpo si è incredibilmente messo in difficoltà da solo contro un nemico invisibile. Nei panni dell’oracolo di Delfi, il Sindaco, pur invocando il nemico nome per nome, come i ragazzini, che elencano i calciatori, è riuscito a far apparire soltanto un paio di rappresentanti della casa della legalità, vestiti di nero e non di rosso, in cerca di una insperata e gratuita visibilità. A quel punto l’oracolo ha svelato al popolo la sua profezia: “Per salvare il Porto, e quindi tutta la città, si deve gettare a mare almeno un vero comunista”. Ma l’opposizione, dove forse si annidava qualche pericoloso comunista da sacrificare per il bene comune, nel frattempo, si era nascosta nella rete internet dietro a mille (tanti quanti i garibaldini) comunicati stampa, ed al prode Melziade Melgrati, che intimava di gettare le armi, il persiano Leandro da Coldirodi rispondeva senza indulgenza e sprezzante del pericolo con “Venite a prendervele!” La situazione sabato era oggettivamente complicata e per questo motivo, resosi conto della difficoltà, il prode braccio destro, Carletto Conti da Riconti, ha preferito disertare la battaglia e dedicarsi ad una partita a tennis con il tebano Calziade. Lo sport ha tenuto lontano dalla battaglia anche lo spartano Minasso, impegnato in una partita del campionato di “boa-pugno

chi molla”, mentre il tebano Gianni Giuliano, bloccato al casinò da una partita a “rubamazzetto”, raggiunto telefonicamente, ha suggerito una ritirata strategica. Assente anche l’imperiese Fossatiade, che ha dichiarato di non volersi tirare la “sappa” sui piedi e la mitica Cristina da Barabbino, lungamente attesa dagli eroi del partito dell’amore, impegnata in un corso di “decoupage creativo”, non si sa se come docente o allieva. Fra i numerosi cronisti di cronaca giudiziaria, si sono infiltrati anche alcuni registi e scrittori, venuti ad Imperia per realizzare un film e fumetto, dal titolo scontato: “300, la vendetta”, dedicato al coraggio e all’onore dei combattenti imperiesi per la libertà. Leonida Leone (n.d.r. Pippione!) ha proposto immediatamente una mostra multimediale sul tema del coraggio degli imperiesi degli anni duemila, ma non si è trovato l’accordo sulla sede: Villa Grock o Nobel? L’ultima puntata di Report ci ha ricordato che senza Santi/ministri in Paradiso/ parlamento non arrivano soldi da Roma e per questo gli imperiesi provano oggi un inconfessabile senso di disagio. Con la disoccupazione in aumento e l’economia in discesa, la preoccupazione sul futuro è in costante crescita in una città, dove diminuisce anche la voglia di manifestare. Il ministro, ora, rischia di pagare a caro prezzo l’amore e l’attaccamento alla sua terra, se la magi-

stratura dimostrerà che ha commesso degli illeciti, anteponendo interessi privati a quelli collettivi. Ma fino ad una sentenza definitiva, vale anche per lui la presunzione di innocenza. Quello di sabato è un “autogol”, causato in particolare dalle parole che hanno preceduto quelle del ministro, cui non manca la classe, la voglia di lottare e la fiducia nella magistratura. A Imperia non c’è una via giudiziaria che porta al socialismo e la partita rimane aperta ad ogni possibile risultato. Agli scommettitori mi permetto di consigliare una tripla: 1,x 2 Claudio Porchia


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A VOLTE RITORNANO

Ascoltato l’urlo di dolore della città affossata da apoteosi di rumenta, King Zocc visiterà personalmente il Centro Riciclo di Vedelago, per sciogliere i suoi amletici dubbi. Inceneritore? Trattamento meccanico freddo? Incentivo alla raccolta differenziata? Cassonetti nei condomini? Nel frattempo, pressato da WoodStok Cinque Stelle, che lo ha costantemente minacciato di fargli saltare il compleanno, si è dimostrato particolarmente interessato ad un esperimento del tutto scientifico il cui scopo è la soluzione di tutti i nostri problemi. A maggio un microcip TOM TOM è stato inserito in un ossobuco consumato dalla famiglia Lassamugheserbu (sono sardi) e gettato nella pattumiera di casa. La signora pratica la raccolta differenziata, separando diligentemente i vari rifiuti nei vari sacchetti e gettandoli tutti nell’unico cassonetto. A Giugno l’ossobuco giace ormai da un mese nel cassonetto, che non viene vuotato perchè si trova al confine col Centro storico, luogo in cui nessuno osa avventurarsi. Ha subito profonde trasformazioni: gusci di uovo, calcinacci e vetri rotti gli hanno conferito un aspetto così minaccioso che neanche i ratti di quartiere osano affrontarlo. A Luglio l’ossobuco viene coinvolto in una sordita storia di droga. Il cassonetto utilizzato da un gruppo di spacciatori per nasconderci l’erba e quant’altro viene guardato a vista e sequestrato. Nel frattempo l’ossobuco si è arricchito di altri orpelli superando i due kili di peso. Ad agosto l’intero cassonetto viene caricato sul camion per essere portato alla discarica sotto una granucola di petardi e di insulti lanciati dalle finestre. Arriva a quella di Ponticelli, ma viene rimandato indietro per chiusura della suddetta. Il tentativo di scaricare nottetempo in quella di Scarpino produce la sollevazione dei genovesi, i quali inseguono il camion su 18 pulman con striscioni inneggianti al Genoa. A settembre, dopo circa 10 lunghi giorni di attesa sotto il sole per entrare nella discarica di Taggia viene ricaricato sul camion e riportato silenziosamente al luogo d’origine. Il mattino viene accolto da donne in lacrime e da grugniti di soddisfazione. Il giorno dopo l’Assessore Fera annuncia che l’emergenza rifiuti è finalmente rientrata. Nel frattempo l’ossobuco, inglobando tutti i rifiuti è diventato una specie di asteroide di pneumatici, materassi e maccheroni al sugo. Pesa quattro quintali. A Ottobre, nel giorno del compleanno del Sindaco, l’ossobuco, completamente umanizzato, ritrova la strada di casa. Esattamente sotto il Municipio. La sua forma mutogena si è ormai fissata in una impressionante parvenza andropoide: ha le gambe di pneumatico e le braccia di padelle. Una vecchia sveglia da comodino e un cidì contraffatto formano, in alto, un inconfondibile paio di occhi, con i quali contempla Sanremo ai suoi piedi. La vecchietta portasfiga grida la miracolo perchè è stato lui a salvare Arma di Taggia dallo tzunami. Altri giurano che muove gli occhi come la Madonna Miracolosa. Puzza un po’, ma è un esempio di riciclo perfetto.

LO SCANDALO DELLE AUTO BLU

L’assessorato al pensiero della giunta Zoc ha risolto il problema della sparizione dei mezzi comunali e dei furti di benzina. La soluzione è come sempre definitiva e radicale. Grazie alla disponibilità di collezionista di Verezzo, una fiammante Peugeot a pedale di fine 800 sarà ora la macchina di rappresentanza del Sindaco. Risolti in un solo colpo il problema dell’inquinamento e della benzina, rimane il problema ancora di individuare l’autista. La giunta a maggioranza ha proposto lo scopritore dell’ammanco delle 90 vetture sparite, Baggioli che a sua volta ha avanzato una controproposta, il presidente di Sanremopromotion. Il sindaco si è preso una settimana di tempo per decidere.


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LA STRANA STORIA DI JASON DEI METALLICA Pillole di storia della musica attraverso delitti, misfatti, misteri, oscure vicende legate al mondo delle sette note

I puristi dell’heavy Metal lo sanno. Una sera, in un locale fumoso, il batterista dei Metallica Lars Ulrich chiede a Jason Newsted: “Want a job?”, ti va un lavoro? È da poco prematuramente scomparso Cliff Burton il bassista del gruppo, volato fuori dall’autobus della band in un incidente stradale, durante una tournée in Svezia nel 1986, serviva allora un nuovo membro. All’inizio Jason pensa che lo vogliano ingaggiare come autista poi capisce che fanno sul serio e accetta. Jason Curtis Newsted nasce a Battle Creek il 4 marzo del 1963 - dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare – esattamente vent’anni dopo Lucio Dalla. Durante la sua militanza nei Metallica, che dura quindici anni, riceve molte critiche dai fans che lo accusano di avere uno stile fuorviante e di essere inferiore musicalmente al povero Cliff. Lui ci mette del suo con delle provocazioni esilaranti. A un certo punto della sua carriera decide di fare amplificare il suo basso in modo da ottenerne vibrazioni lassative. Dichiara, a tal proposito, alla stampa: “Basterà modulare alcune frequenze di basso e non avrete neanche il tempo di arrivare al bagno più vicino”. I fans in subbuglio dichiarano: “L’avevamo detto che faceva cagare!” Nel gennaio del 2001, Jason getta la spugna. I continui confronti con il fantasma di Cliff, le critiche dei fans e i danni fisici riportati per suonare il metal, lo costringono a lasciare la band. I gravi problemi al collo provocati da anni di headbanging (ovvero quel tipo di ballo da ossesso che consiste in violenti movimenti della testa a tempo di heavy metal) gli fanno dichiarare di aver subito un grave “danno fisico per suonare la musica che amo”. E così dal basso lassativo, per lui che soffriva di stitichezza, passa al collare rigido tipo colpo di frusta. Piccoli malanni davvero umilianti per un divo del metal, in un mondo fatto di morti misteriose, maledizioni, suicidi. Il suo posto nei Metallica viene preso da Roberto Agustín Miguel Santiago Samuel Trujillo Veracruz, un nome talmente lungo che crea non pochi problemi per le copertine dei Cd, che nel frattempo hanno soppiantato il vinile. Ma questa è un’altra storia.

I “CINICINI”

Sono speciali cioccolatini preparati dallo chef Sergio Sartor del ristorante Il Melograno. All‛interno messaggi cinici ma simpatici. Ogni settimana un assaggio per voi.

Il “Nuovo Gazzettone”, è un quindicinale di satira pubblicato come supplemento del settimanale L’Eco della Riviera. I testi e le immagini sono disponibili anche sul sito

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Scrivendo a info@gazzettone.it potrete iscrivervi alla newsletter che, a cadenza regolare, vi informerà sulle novità e segnalerà notizie e appuntamenti. Proposte di collaborazione, testi, immagini, caricature e disegni possono essere mandate all’indirizzo:

redazione@gazzettone.it A questo numero hanno collaborato: Viperella (Raffaella Bregliano)- Fabrizio Canciani, Giacomo Revelli- Elfo Alfredo- Andrea Bersani-Danilo Maramotti- Barbara Bottini ( Le pulci) Sergio Sartor (I cinicini)


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DANILO MARAMOTTI, AUTORE DI RAZZA Danilo Maramotti, è uno di quegli autori di razza passati dal fumetto alle vignette satiriche. Ha pubblicato numerosi libri e collaborato con i giornali più importanti. Dalle riviste di fumetti ai quotidiani, come oggi da Linus all’Unità. Domanda: passando dai cinema di una volta dove potevi fumare, all’Uomo che Volle Farsi Re (indovinate di chi parliamo …),e naturalmente dalla redazione di Cuore - da dove è passata una generazione di disegnatori ancora oggi in prima fila. Come sei arrivato alle vignette di satira politica? Risposta: ci sono arrivato assolutamente per caso. Disegnavo fumetti (ciò che ho sempre voluto fare fin da bambino) e per poterci vivere mi ci dedicavo a tempo pieno. Consideravo l’esperienza di Cuore marginale al mio lavoro principale: fumetti di avventura o di costume, soprattutto per Corto Maltese e per Linus, dove avevo fatto oltre alle storie di costume (dove i personaggi erano per esempio Carmen Llera, Alberoni, cose così…) delle storie sui socialisti o su Craxi, com’era inevitabile nell’attualità di tangentopoli. Domanda: e quando chiusero Corto Maltese e Comix cosa hai fatto? Risposta: ho interrotto le serie di Bad Cat e di Laura Lover. Poi ho continuato a disegnare fumetti su Linus col personaggio di Rocky Rude, che aveva un taglio più legato all’attualità e adatto alla testata. Ma davvero l’attualità premeva da tutte le parti, e la richiesta dei giornali era quella di vignette piuttosto che di storie avventurose, che nemmeno trovavo più il tempo di fare. Non credevo di essere particolarmente portato per la vignetta quotidiana e anzi invidiavo chi era capace di sintetizzare concetti complessi in una sola gag, poi ho più o meno imparato lavorando per qualche anno sul quotidiano on line E-Day. Insomma, se provi a fare una cosa tutti i giorni, prima o poi la impari Domanda: Come nascono le tue vignette? Risposta: Il mio lavoro parte –più che dalla lettura dei giornali, che ovviamente riportano l’attualità di ieri- dall’ascolto dei telegiornali della giornata in corso e dal ragionarci sopra. Quand’ero ragazzo, non solo

nei cinema si poteva fumare, ma c’era anche il commentatore da sala. Mi spiego: siccome nei cinema più popolari si parlava, si faceva casino, c’era sempre qualcuno più spiritoso degli altri che ad alta voce commentava certe scene dei film, qualche volta in maniera davvero efficace, e demoliva il dramma sullo schermo riportandolo a conosciute dimensioni quotidiane. Ecco, cerco di guardare i tg come se fossi uno di quei commentatori … tutto qui Domanda: E il disegno? Risposta: Tecnicamente non faccio più il disegno completamente rifinito come un tempo; errori, sbavature e colore li faccio in photoshop. Però non uso il font, ma sempre un carattere scritto a mano… Il mio segno è già piuttosto controllato, trovo che il font congeli qualsiasi vignetta, allora tanto vale mettere lo stampato sotto come nelle barzellette della Settimana Enigmistica… oppure devi avere un disegno molto sporco e spontaneo che distolga l’attenzione dallo scritto. E comunque non credo che il segno abbia poi questa grande importanza nelle vignette singole, come ce l’ha nelle storie a fumetti… Come vedi tra i più bravi autori satirici, la maggioranza di loro, quelli che ti piacciono di più, disegnano “male”! Ultima domanda: Cos’è per te la satira? Dopo aver assistito a tanti dibattiti sulla satira, lo stato della satira, la satira è viva, la satira è morta… mi sembra che –rinnovandosi naturalmente nelle sue forme come tutte le cose, attualizzandosi al costume correnteassolva sempre alla stessa funzione. Ti ricordi la famosa frase “una vignetta che vale come un editoriale”? Be’, è un po’ troppo autoreferenziale, ma in buona sostanza diciamo che è un editoriale per quelli che guardano solo le figure! Sulla pagina scritta una vignetta fa

graficamente l’effetto donna-nuda (o gatto-spiaccicato sull’autostrada): per forza ti ci cade l’occhio e devi guardare. Così la vedono anche quelli che sfogliano il giornale al tavolino del bar e non hanno pazienza o cultura per leggere le pagine politiche e si limitano alla cronaca più strillata. Se serve a veicolare sinteticamente dei concetti in maniera corretta e raggiungere la comprensione di qualcuno, ha già fatto il suo mestiere. Dico proprio mestiere; che può essere fatto con più efficacia o meno, ma sempre più vicino all’artigianato che a “espressioni artistiche” (qualunque cosa significhi). La vignetta quotidiana poi è proprio un prodotto usa e getta; a volte quella del giorno prima, decontestualizzata dall’attualità, ti sembra già incongrua e incomprensibile! In collaborazione con il sito Internet Polisblog

DANILO MARAMOTTI

è nato a Savona. Collabora a: l’Unità, CorrierEconomia (Corriere della Sera), Linus, Modus Vivendi, Giudizio Universale, Emme, Smemoranda. Ha collaborato a: ViviMilano (Corriere della Sera), TuttoLibri (La Stampa), Il Messaggero, Cuore, Corto Maltese, Frigidaire, Rockerilla, Notzie Verdi, Sottobanco, Scuola Matrigna, www.EDay.it, Tic, Alter, Comix, Boxer, Zapata, Gulliver. Ha disegnato per: Vespa, Pirelli, Eminence, Luce Plan Libri pubblicati: Bad Cat, Rizzoli/ Milano Libri 1994. Dolce Rita, Lupetti & Fabiani 1998. Rocky Rude duro con i duri, La Vita Felice 2000. Nel 1994 ha ricevuto il premio Satira di Forte dei Marmi.


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