Il Decreto 30 maggio 2023: modalità applicative delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli
Malattie batteriche del pollame nell’era post-antibiotica
Un approccio pratico al benessere avicolo 2
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EDITORIALE
I cosiddetti prodotti “convenience and wellness” o “regionalità e bio” offrono da tempo all’industria alimentare e ai consumatori garanzie di qualità e sicurezza sempre maggiori, premesse indispensabili per affermarsi sui mercati, ma che rappresentano anche una premessa etica, dalla quale non si può prescindere. Tra le sfide da affrontare si è posta l’esigenza di ottimizzare produzioni e sistemi orientati sia a livello comunitario che internazionale. Il settore sta ricevendo crescenti impulsi di prodotti specifici per l’infanzia, per chi soffre di intolleranze alimentari, richieste di prodotti di qualità superiore, per chi intende diminuire i consumi per motivi salutistici e di sostenibilità.
Purtroppo i conflitti bellici scoppiati in alcuni Paesi condizionano non poco anche i buoni propositi, non ultima la situazione creatasi nel Mar Rosso, che ha costretto a dirottare le navi mercantili con incredibili incrementi dei costi di trasporto.
Non verranno comunque vanificati gli sforzi compiuti dalla scienza, dall’evoluzione tecnologica, dalla ricerca continua nell’intento di risparmiare energia, nel migliorare le performance, nel ridurre l’inquinamento ambientale. Fortunatamente la scienza va oltre la geopolitca. Non dobbiamo farci influenzare troppo da demagogia e terrorismo mediatico: più che le parole dette o scritte valgono il fare e l’agire, per recuperare quel senso di umanità che stiamo perdendo.
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SOMMARIO ATTUALITÀ 4 PRIMO PIANO Ottimizzare il lavoro riducendo i costi: i risultati del secondo evento organizzato da MBE .............................................. 8 REPORTAGE Il Decreto 30 maggio 2023: modalità applicative delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli ..........12 FIELD REPORT Uno sguardo all’industria avicola mondiale del futuro 20 DOSSIER Malattie batteriche del pollame nell’era post-antibiotica 24 FOCUS Influenza Aviaria e biosicurezza 28 MANAGEMENT Un approccio pratico al benessere avicolo 32 NUTRIZIONISTICA Soluzioni probiotiche per un corretto supporto della salute intestinale e delle prestazioni nel settore avicolo ............................ 36 VETERINARIA Malattia di Newcastle, un pericolo attuale 40 MARKET GUIDE 44 AGENDA 47 GUIDA INTERNET 48 36 20 12
Salmonellosi in Europa, i risultati del rapporto One Health
Secondo l’ultimo rapporto “One Health” dell’Unione Europea sulle zoonosi, curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), nel 2022 si è registrato un generale incremento dei casi di focolai di zoonosi e malattie a trasmissione alimentare rispetto all’anno precedente.
La salmonellosi è stata l’infezione di origine alimentare più comunemente riportata in UE dopo la campilobatteriosi. Il numero di casi umani confermati in Europa nel corso dell’anno 2022 è stato di 65.208, corrispondenti a un tasso di notifica di 15,3 per 100.000 abitanti, mentre in Italia sono stati notificati 3.302 casi umani, corrispondenti a un tasso di notifica di 5,6 per 100.000 abitanti. Comparando il dato europeo con quello del 2021, non si nota una variazione significativa nei casi di infezione da Salmonella: il numero di casi umani è leggermente aumentato rispetto al 2021, mentre il tasso di notifica è rimasto costante. Il trend complessivo 2018-2022 non ha mostrato nessun incremento o diminuzione significativi. In Europa la percentuale di casi che hanno richiesto ospedalizzazione è stata del 38,9% (in leggera crescita rispetto al 2021), mentre il tasso di letalità nel 2022 è stato pari allo 0,22%.
I principali sierotipi rilevati nelle infezioni umane sono state S. Enteritidis (67,3%), S. Typhimurium (13,1%), variante monofasica di S. Typhimurium (4,3%), S. Infantis (2,3%) e S . Derby (0,89%). L’Italia è inoltre, dopo la Spagna, uno dei paesi più associati a casi di infezione da viaggio. Nell’ambito alimentare, per quanto riguarda i prodotti ready-to-eat, la percentuale di unità risultate positive a Salmonella spp. in UE è stata molto contenuta (0,16%) e la maggior parte delle positività è stata riscontrata in prodotti a base di carne di pollo e nella categoria delle spezie ed erbe aromatiche. Nei prodotti non ready-to-eat la percentuale di positivi raggiunge il 2,1%, con la maggior parte dei ritrovamenti nei prodotti a base di carne avicola di pollo e tacchino.
Confrontando i risultati ottenuti dai campionamenti al macello eseguiti sulle carcasse delle diverse specie, nel contesto delle analisi effettuate in regime di controlli ufficiali rispetto a quelle nell’ambito dell’autocontrollo eseguito dagli operatori del settore alimentare, sia a livello europeo che
nazionale si nota come i primi presentino un tasso di positività maggiore rispetto ai secondi pressoché per tutte le specie (tacchino, pollo, suino, bovino e pecora). In Italia le maggiori positività sono state riscontrate nelle carcasse di tacchino (34,5% positive per Salmonella spp. in regime di controllo ufficiale; 10,5% autocontrollo) e di pollo da carne (31,1% controllo ufficiale; 8,8% autocontrollo).
Diciannove Stati membri, Italia compresa, hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione di Salmonella per tutte le popolazioni di avicoli per le quali sono definiti Piani di controllo nazionali a livello UE. In particolare, in Italia la percentuale di gruppi positivi per i sierotipi target è stata di 0,33% per i riproduttori di Gallus gallus, 0,95% per le galline ovaiole, 0,20% per i polli da carne, 0,07% per i tacchini da ingrasso, 0% per i tacchini riproduttori.
Salmonella Enteritidis è stato il sierotipo più comunemente riportato a livello europeo nella gallina ovaiola e il secondo più riportato nel pollo da carne; S. Infantis è il primo sierotipo in termini di isolamento da carne di pollo e in generale tra i primi quattro sierotipi isolati da tutte le fonti alimentari considerate.
Fonte: ISZVe
4 - attualitàATTUALITÀ
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Piano Nazionale Residui 2022: netta diminuzione delle non conformità
Sono stati pubblicati i dati del Piano Nazionale per la ricerca dei Residui 2022 predisposto dal Ministero della Salute e attuato a livello locale in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome, i Laboratori Nazionali di Riferimento per i residui e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Nell’ambito del PNR la ricerca di antibiotici riveste un’importanza notevole: nel 2022 su un totale di 28.427 campioni totali analizzati per tutte le sostanze e le matrici previste, 7.295 campioni (circa il 26%) sono stati analizzati per la ricerca di almeno una sostanza antibiotica. Per questi campioni sono disponibili 201.375 esiti analitici, riconducibili a un totale di 140 differenti sostanze antibiotiche.
Per le varie categorie sono stati campionati: 2.114 volatili, 277 uova, 90 conigli, 2.150 suini.
Sui 7.295 campioni analizzati per sostanze antibiotiche prelevati nel Piano mirato, sono stati riscontrati 6 campioni non conformi, con 7 esiti non conformi. Nessuna non conformità nei campioni del Piano mirato per presenza di sostanze antibiotiche per il settore avicunicolo.
Nell’ambito dell’intera attività del Piano Nazionale Residui, nel 2022 sono stati prelevati in Italia 30.237 campioni (per un totale di 473.146 determinazioni analitiche), di cui 28.427 in attuazione del Piano mirato, 1.125 nell’ambito delle attività di Extrapiano regionale e 685 campioni su sospetto.
Nel 2022 i campioni che hanno fornito risultati irregolari per la presenza di residui, sono stati complessivamente 19, tutti di provenienza italiana, pari allo 0,07% del totale dei campioni prelevati, su cui sono state riscontrate 20 sostanze responsabili delle non conformità. Dei 19 campioni irregolari, 6 sono risultati non conformi per la presenza di coloranti, 6 per la presenza di antibiotici, 3 per cortisonici, 3 aflatossine e 1 per la presenza di estrogeni.
L’andamento delle non conformità è in linea con il trend degli ultimi anni, con percentuali di irregolarità che si posizionano, in generale, a valori più bassi rispetto a quelli riscontrati negli ultimi anni in ambito comunitario.
Queste le evidenze emerse dal Rapporto per il settore avicolo:
• per gli avicoli sono stati analizzati 7.080 campioni (7054 nel piano mirato, 46 nell’ambito dell’extra piano);
• per le uova 943 campioni (882 nel piano mirato, 62 nell’extra piano).
Dei campioni appena elencati è stato riscontrato:
• 1 campione non conforme per presenza di aflatossine su matrice mangime campionato presso un allevamento di polli (piano mirato);
• 1 campione non conforme per presenza di sostanze appartenenti al Gruppo A (Sostanze ad effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate: nitrofurani) di acqua di abbeverata in allevamento di faraone derivante dai campioni dell’extra piano.
Nel rapporto viene evidenziato il trend dal 2010 al 2022 della graduale diminuzione del numero di non conformità per antibiotici. Nell’ultimo anno si riscontra una netta diminuzione delle non conformità per sostanze vietate del gruppo A. Si conferma anche il trend in diminuzione di altri prodotti medicinali veterinari, compresi i cortisonici.
Fonte: Unaitalia
6 - attualitàATTUALITÀ
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Ottimizzare il lavoro riducendo i costi: i risultati del secondo evento organizzato da MBE
Presso la Sala Ricevimenti Ciocca di Riccia (CB) la società MBE s.r.l. ha organizzato un incontro con imprenditori avicoli, allevatori, operatori del settore, per parlare di prodotti e sistemi Skov, Vencomatic, Prinzen.
Tra i relatori del secondo evento organizzato da MBE srl, oltre alla piacevole e brillante testimonianza personale di Gianna Pietronigro dell’Azienda Pietronigro, che ha parlato
della sua triennale esperienza nella gestione di un allevamento avicolo realizzato con un progetto di ventilazione Skov, hanno parlato il dr. Simone Laudazi, AD della so -
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cietà MBE, che ha sviluppato argomenti relativi ai marchi di Vencomatic, Prinzen e Van Gent, e l’ing. Roberto Bernacconi, dal 2018 Project Leader MBE e oggi SKOV Trained Service Engineer, che ha informato la platea sulle novità tecnologiche di Skov
Mantra dell’incontro: “semplificare e ottimizzare il lavoro riducendo i costi”
La giornata divulgativa, dopo i saluti e i ringraziamenti da parte di Roberto Bernacconi, è cominciata con la presentazione di MBE s.r.l. da parte del suo Amministratore Delegato, Simone Laudazi. L’azienda opera nella fornitura di impianti chiavi in mano per l’avicoltura, realizzando capannoni avicoli prefabbricati e strutture zootecniche di ogni tipologia e per qualsiasi tipo di esigenza. I progetti zootecnici, di varie complessità e dimensioni, vengono seguiti in ogni fase: dalla progettazione alla produzione delle parti strutturali, dall’impiantistica alle attrezzature d’allevamento, dai lavori di montaggio al training del personale tecnico del cliente.
“In Vencomatic per il centro-sud Italia rappresentiamo Prinzen, storica azienda di macchine per l’imballaggio di uova fondata nel 1984 e acquisita nel 1999 da Vencomatic, leader nel settore dell’imballaggio con costante crescita e sviluppo tecnologico, prodotti innovativi per il segmento uova da cova, consumo e dell’incubazione”, ha spiegato Laudazi. “Sono macchine il cui funzionamento è molto semplificato, compatte e silenziose, di facile pulizia e con una panoramica di visione da parte dell’operatore molto ampia”.
L’AD ha spiegato ed evidenziato le caratteristiche esclusive delle macchine Prinzen, in particolare:
• tra nastri sensori e cancelletti emerge il braccio con ventosa che agisce con estrema delicatezza nello spostamento delle uova;
• il detect che impedisce alle uova che perdono liquidi di entrare in macchina;
• l’inspection roller conveyor, una rulliera per l’ispezione delle uova a 360° che permette di effettuare un’eccellente selezione senza toccare e contaminare le uova;
• l’ovograder che, oltre ad essere un selezionatore di taglia delle uova, realizza anche statistiche e permette di analizzare dati per poi intervenire con correzioni in allevamento;
• Point down setting: quella a marchio Prinzen è l’unica macchina che riesce a posizionare nell’imballaggio il 99,7% di tutte le uova lavorate, a differenza di un buon lavoratore che al massimo riesce a posizionarne il 97%. Tale differenza del 2.7% permette all’allevatore di recuperare molti pulcini vivi e vitali alla schiusa e di abbattere notevolmente i tempi di lavoro con notevole miglioramento economico all’azienda;
• importante anche la possibilità di attrezzare le macchine con diverse tipologie di vassoi per i vari incubatoi commerciali.
In chiusura Simone Laudazi ha ricordato che le macchine vengono installate direttamente dai tecnici MBE e che nella zona Molise ad assistere sono il tecnico meccanico e il tecnico elettricista.
È stata poi la volta di Roberto Bernacconi, che ha spiegato come la collaborazione con SKOV, in esclusiva per l’Italia nel settore avicolo, rappresenta un tassello fondamentale che permette di lavorare a livello nazionale con personale altamente qualificato e che pone l’azienda MBE ai primi posti in Italia per l’innovazione tecnologica.
Tra il pubblico c’era grande aspettativa per conoscere la centralina Skov, dotata del nuovo software BluControl con centraline e software studiati per aiutare l’allevatore nella gestione dell’impianto, automatizzando tutti i processi produttivi. La climatizzazione è infatti un elemento determinante per la produzione, per l’ottimizzazione delle rese e, quindi, per i profitti degli allevatori. Tramite la gestione accurata e precisa di tutti i macchinari e i sensori connessi, la centralina – una volta impostata sulle esi -
9 - febbraio 2024IN PRIMO PIANO
genze dell’allevatore – lavorerà al fine di garantire un clima ottimale per il benessere dell’animale e per ottenere una buona produttività.
La nuova home page della centralina BluControl è semplificata e facile da leggere e permette di rintracciare tutte le informazioni del capannone in un colpo d’occhio, come altrettanto facilmente è possibile aggiustare i parametri. La presenza del Dynamic Set Point viene in aiuto all’allevatore, che, qualora debba apportare una modifica alla temperatura, calcolerà automaticamente la variazione necessaria per raggiungerla.
Oltre le infinite interazioni è possibile scaricare tutti i dati sul proprio pc e analizzarli, permettendo anche una completa gestione da remoto della centralina.
Gli invitati hanno potuto interagire con la centralina Skov, appositamente installata nel salone, testandone l’innovazione e le potenzialità, attenti e interessati alle dimostrazioni di utilizzo, abilmente illustrate da Bernacconi, che ha spiegato: “oggi l’azienda si basa su parametri moderni, avvalendosi della tecnologia più avanzata e operando a ciclo chiuso, in un processo che attraversa tutte le fasi, dalla ricerca alla sperimentazione, con i test di verifica, passando per la progettazione, produzione, e l’installazione, per arrivare, infine, alla manutenzione e servizio. Grazie a un programma 3D si riesce a controllare il progetto in tutte le sue parti, seguendo ogni segmento della struttura fino ai minimi particolari. Grazie al progetto Skov si riesce così a inserire i vari componenti nella posizione giusta. Questo fa sì che in fase realizzativa tutto possa essere seguito in ogni dettaglio.”
Inoltre la sostenibilità e il rispetto ambientale sono presupposti fondamentali nella filosofia Skov, che garantisce impianti climatici ideali per animali e ambiente, senza dimenticare efficienza e redditività per i produttori. Le soluzioni
fornite sono studiate nei dettagli e in modo molto specifico, come nel caso delle richieste sulla pulizia dell’aria. A conclusione dell’evento è intervenuta la signora Gianna Pietronigro, che ha raccontato la sua esperienza personale con il progetto del capannone avicolo Pietronigro a Pietracatella (CB). Installato già da tre anni, il progetto ha riguardato la realizzazione di un capannone e dei relativi impianti, in un lavoro congiunto tra MBE e Skov, al fine di ottenere la massima efficienza dei sistemi e la distribuzione ottimale degli spazi. La signora Gianna ha spiegato che, nonostante provenisse da un mondo completamente diverso da quello agricolo e fosse digiuna di gestione di allevamenti avicoli, grazie alla duplice assistenza – quella sul posto degli esperti MBE e quella da remoto dei tecnici italiani e danesi – è riuscita ad integrarsi perfettamente nella gestione di allevamento. Gianna ha esaltato la facilità di gestione della centralina Skov e i risultati raggiunti in questi anni. Tale è stata la sua soddisfazione che oggi ha scelto un upgrade della centralina e del software.
La serata, alla quale hanno partecipato più di 100 ospiti, è stata molto importante. Il ruolo della ventilazione e delle attrezzature è primario in ogni tipo di ambiente: per questo MBE è in grado di garantire e suggerire la giusta fornitura di attrezzature di allevamento, con la massima efficienza e con un servizio tecnico di qualità. La serata si è conclusa in allegria al buffet. MBE s.r.l. ringrazia la sua brillante squadra, che ha permesso di realizzare l’evento, e tutti i partecipanti.
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Il Decreto 30 maggio 2023: modalità applicative delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli
In Italia, in seguito all’epidemia di Influenza Aviare (IA) del 19992000, è nata la normativa che ha stabilito norme obbligatorie sull’attuazione della biosicurezza nella produzione avicola. Da allora le norme sono state aggiornate annualmente e il 30 maggio 2023 il Ministero della Salute italiano ha adottato un nuovo Decreto (seguendo gli stessi principi e requisiti del Regolamento UE 429/2016) sulla biosicurezza nella produzione avicola. Lo scopo di questo articolo tecnico è quello di diffondere la nuova legislazione sulla biosicurezza applicata in Italia, così come le sue differenze e i miglioramenti rispetto alla precedente, all’interno del progetto NetPoulSafe (G.A. 101000728).
A partire dai primi anni 2000, in seguito all’epidemia di Influenza Aviare ad alta patogenicità del 1999-2000 che ha coinvolto oltre 16 milioni di animali in 413 focolai, distribuiti prevalentemente nelle regioni ad alta densità di allevamento avicolo del Nord Italia (ovvero Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che da sole costituiscono all’incirca due terzi del settore avicolo italiano in termini di numero di allevamenti, animali e uova prodotti e animali macellati), le Autorità Competenti e il legislatore hanno cominciato a porsi il problema di come prevenire nuove situazioni dello stesso tipo. Conseguentemente si è cominciato a parlare di biosicurezza negli allevamenti avicoli.
Tra le prime norme predisposte si può ricordare un Decreto della Giunta Regionale (DGR) della Regione Veneto (DGR 311 del 15 giugno 2005) i cui contenuti tecnici, ovvero le misure di biosicurezza previste, hanno poi costituito il nucleo del testo dell’Ordinanza Ministeriale (OM) del 26 agosto 2005.
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Biosicurezza: dall’OM 26 agosto 2005 al DM 30 maggio 2023
L’OM del 26 Agosto 2005 è stata la prima norma a valenza nazionale in materia di biosicurezza, non solo nel settore avicolo ma in senso assoluto. Parlare allora di biosicurezza nell’ottica della prevenzione di nuove epidemie ha costituito senza dubbio uno slancio verso il futuro secondo una strategia assolutamente lungimirante. L’OM citata, in quanto tale, era uno strumento a valenza temporale limitata, per cui di anno in anno andava a scadenza e veniva riproposta con degli aggiustamenti nel testo più o meno importanti, che cercavano di tenere conto della mutata situazione epidemiologica. Tra i concetti più significativi sviluppati nel corso degli anni ricordiamo l’introduzione della zona filtro per le persone e della postazione di disinfezione per gli automezzi, fino ad arrivare alla dogana danese
Nel frattempo anche a livello europeo lo scenario epidemiologico è cambiato, per cui a più riprese si sono verificate importanti epidemie di Influenza Aviare ad alta
patogenicità. Parallelamente si è sviluppato un percorso che ha determinato un vero e proprio stravolgimento dal punto di vista normativo con l’emanazione del Regolamento UE 429 del 9 marzo 2016 (Regolamento di Sanità Animale). Tale regolamento si è prefisso di definire un quadro logico per la gestione delle principali malattie (le cosiddette “Big Five”), ovvero: Afta Epizootica, Peste Suina Africana, Peste Suina Classica, Peste Equina e In-
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Figura 1 – Accesso in allevamento attraverso la postazione di disinfezione fissa e automatizzata. Foto del Dr. F. Galuppo.
fluenza Aviare ad alta patogenicità con lo stesso approccio metodologico e seguendo la stessa strategia.
Peraltro il citato Regolamento pone molta attenzione al tema, considerando la biosicurezza (punto 43 delle considerazioni introduttive) “[…] uno dei principali strumenti di prevenzione a disposizione degli operatori […]” e definendola chiaramente (art. 4, punto 23) come “l’insieme delle misure gestionali e fisiche volte a ridurre il rischio di introduzione, sviluppo e diffusione delle malattie a, da o in: a) una popolazione animale, o b) uno stabilimento, una zona, un compartimento, un mezzo di trasporto o qualsiasi altro sito, struttura o locale.”
Come è noto, la normativa nazionale non può essere in contrasto con la legislazione comunitaria, ma deve integrarsi con la stessa. Pertanto i presupposti logici dell’OM 26 agosto 2005 e successive modifiche e integrazioni (s.m.i.) nel tempo sono venuti meno e si è resa necessa-
ria la predisposizione di un nuovo strumento normativo dedicato da applicare al settore avicolo in materia di biosicurezza: il Decreto Ministeriale (DM) 30 maggio 2023. Con l’occasione, inoltre, si è cercato di integrare nel testo del nuovo provvedimento altri elementi normativi più o meno specifici, che nel corso degli anni avevano definito alcuni aspetti in materia di biosicurezza in modo da avere una visione quanto più completa possibile.
Il Decreto Ministeriale 30 maggio 2023
L’emanazione del Regolamento UE 429 del 2016, da subito entrato in vigore, ma diventato applicativo dal 21 aprile 2021, ha comportato una sovrapposizione cronologico/amministrativa dei provvedimenti: OM del 10 dicembre 2019 (che prevedeva l’estensione delle misure previste al 21 aprile 2021), la successiva OM 21 aprile 2021 (che prevedeva l’estensione delle stesse al 30 aprile 2022) e da ultimo l’OM dell’8 aprile 2022 (che prevedeva l’estensione delle misure al 30 aprile 2023). I vari passaggi amministrativi necessari hanno determinato la pubblicazione del Decreto 30 maggio sulla Gazzetta Ufficiale del 30 giugno.
Nel frattempo peraltro, ai fini di una piena e armonizzata applicazione del Regolamento UE 429, sono entrati in vigore il Decreto Legislativo 134 del 5 agosto 2022 in materia di “identificazione e registrazione degli operatori e degli stabilimenti” e il Decreto Legislativo 136 del 5 agosto 2022 in materia di “prevenzione e controllo delle malattie animali”.
Il Decreto 30 maggio 2023 si colloca quindi nel contesto storico amministrativo sopra descritto e, pur mantenendo molti dei contenuti delle vecchie ordinanze che si erano succedute negli anni, presenta sostanzialmente un’impalcatura logica nuova e dei contenuti in parte diversi. Anzitutto il Decreto è diviso in tre parti principali:
1. Testo vero e proprio, costituito di 7 articoli
2. Allegato A , “Modalità applicative per l’applicazione delle misure di biosicurezza” che costituisce il cuore del provvedimento
3. Allegato B, “Criteri per l’individuazione delle zone ad alto rischio di introduzione dell’Influenza Aviare”. Per quanto riguarda i 7 articoli iniziali è da evidenziare come elemento di novità che le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano predispongano dei programmi di verifica con dei target minimi da raggiungere
Figura 2 – Zona filtro all’ingresso dell’allevamento organizzata funzionalmente in zona sporca e zona pulita. Foto del Dr. F. Galuppo.
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Figura 3 – Sistema finalizzato alla riduzione della dispersione delle polveri nell’ambiente circostante. Foto del Dr. F. Galuppo.
(almeno il 10% degli allevamenti ordinari e un controllo perlomeno annuale negli svezzatori) (artt. 3 e 4). In secondo luogo viene stabilito dall’art. 7 che “[…] gli operatori responsabili di stabilimenti già registrati nella Banca Dati Nazionale (BDN) devono garantire il rispetto di quanto previsto all’allegato A, adeguando i propri stabilimenti entro dodici mesi dall’entrata in vigore del presente decreto […] ” ovvero, fatta salva la pubblicazione del Decreto sulla GU del 30 Giugno 2023, entro il 30 giugno 2024, mentre gli adempimenti previsti sono obbligatori da subito per gli stabilimenti di nuova registrazione, con la possibilità di deroghe limitatamente agli “[…] allevamenti avicoli non ancora registrati nella BDN per i quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, siano stati comunque rilasciati tutti i titoli abilitativi previsti dalla normativa vigente per la realizzazione dell’impianto […] ”.
Analizzando l’Allegato A sono evidenti alcune novità importanti in termini di impostazione logica dei suoi contenuti rispetto a quanto prevedeva precedentemente il testo dell’Allegato all’OM 26 agosto 2005 e s.m.i.
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Anzitutto è presente una serie di definizioni, tra le quali, in quanto nuova nei contenuti rispetto alle definizioni precedenti, si ritiene importante evidenziare quella di accasamento per aree omogenee inteso come “[…] programma di accasamento degli allevamenti ordinari di tacchini condiviso tra le diverse filiere e approvato dai servizi veterinari territorialmente competenti, caratterizzato dall’accasamento di animali di un solo sesso per ciascun allevamento. Le aree a loro volta possono essere a sessi separati o a sessi misti. Per le aree deve essere garantito lo svuotamento completo dell’area in 21 giorni […] ”.
La novità in questo caso sta nel determinare come criterio fondamentale lo “svuotamento sincrono”, individuando come fattore di rischio di introduzione dell’Influenza Aviare nell’area la fase terminale del ciclo di allevamento.
Si passa quindi all’individuazione delle misure previste per le diverse categorie di stabilimenti, ovvero gli allevamenti familiari (ed è la prima volta che delle indicazioni specifiche, seppur molto limitate ed essenziali, quali: “[…]
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Strutture lavabili SI SI SI (non esplicito)
Contenitore rifiuti SI SI SI (non esplicito)
Platea disinfezione
SI (anche a pompa) SI (fissa e automatizzata in Zona A e Zona B) SI (non esplicito)
Zona filtro SI (locale indumenti) SI (zona pulita/zona sporca) SI (non esplicito)
Aree perimetrali pulite SI SI (almeno 2 metri) SI (non esplicito)
Barriere SI SI (non esplicito)
Cartellonistica SI SI (non esplicito)
Parcheggio SI SI (non esplicito)
Pozzetti scarico capannoni SI (nuovi allevamenti) SI (non esplicito)
Piazzole antistanti i capannoni SI SI (non esplicito)
Dogana danese SI SI (non esplicito)
Magazzino attrezzature/ materiali SI SI (non esplicito)
Carico esterno mangime SI (nuovi allevamenti) SI (non esplicito)
Sistemi riduzione dispersione polveri SI (Zona A e Zona B) SI (non esplicito)
Recinzione SI (allevamenti free range) SI (allevamenti free range) SI (non esplicito)
Stoccaggio morti SI SI SI (non esplicito)
Materiale impermeabile sotto gabbie SI
Materiale monouso/ disinfettabile SI
Lavandino Si (Zona filtro) SI (non esplicito) SI (sala uova)
Circolazione senso unico SI (Zona filtro) SI (non esplicito) SI
Tabella 1 – Requisiti strutturali di biosicurezza per le categorie previste dal nuovo DM 30 maggio 2023.
in caso di aumentato rischio di introduzione e diffusione di malattia a carattere epidemico […] ” prevedono la possibilità di alimentazione/abbeverata e stoccaggio alimenti al chiuso), gli allevamenti ordinari con capacità fino a 250 capi, gli allevamenti ordinari con capacità oltre i 250 capi, gli allevamenti ordinari all’aperto (per i quali sono previste misure aggiuntive specifiche), gli svezzatori, le fiere e i mercati avicoli, i centri di imballaggio, di lavorazione e deposito uova e gli incubatoi (anche
questo costituisce una novità assoluta), come definito nelle specifiche sezioni.
In particolare per quanto attiene agli incubatoi è prevista una separazione funzionale e strutturale delle diverse aree (individuate in magazzinaggio e classificazione delle uova, disinfezione delle uova, pre-incubazione, incubazione per la schiusa, sessaggio e vaccinazione dei pulcini di un giorno, condizionamento di uova da cova e pulcini di un giorno per la spedizione) nel rispetto del
16 - reportageREPORTAGE
principio della circolazione a senso unico delle uova da cova, delle attrezzature, del personale e (per i nuovi stabilimenti) del “[…] flusso unidirezionale dell’aria all’interno dei locali […].”
Per quanto riguarda il dettaglio delle misure previste per le diverse tipologie di stabilimento (principalmente si tratta di misure già definite in precedenza, in alcuni casi riviste e rimodulate con possibilità di deroghe per alcune di esse), si rimanda alle Tabelle 1 e 2 in cui sono riassunte schematicamente e in maniera semplificata rispettivamente le misure strutturali e gestionali previste per le diverse fattispecie.
Nello specifico, per le misure di tipo strutturale previste dal Decreto (Tabella 1), le principali novità riguardano:
- l’obbligo di un’area di disinfezione con impianto fisso automatizzato per gli allevamenti ordinari con capacità superiore ai 250 capi, da rispettare per gli allevamenti nuovi, ristrutturati, ma anche per quelli pre-esistenti che si trovino in zone ad alto rischio di introduzione e alto rischio di diffusione (zone A) e alto rischio di introduzione e maggiore diffusione (zone B) di Influenza Aviare;
- la zona filtro organizzata funzionalmente in zona sporca e zona pulita (con il relativo obbligo di conservazione dei documenti comprovanti l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) da tenere a disposizione del personale e dei visitatori) per gli allevamenti ordinari con capacità superiore a 250 capi, mentre per quelli con capacità inferiore a 250 capi è previsto “[…] uno spazio per la custodia dell’abbigliamento ad esso (l’allevamento, ndr) dedicato […] ”;
- l’obbligo di collocare le celle per lo stoccaggio delle carcasse in un posto dove l’area sottostante sia costituita da materiale lavabile e disinfettabile;
- la presenza di strutture in grado di ospitare al coperto animali allevati all’aperto;
- la presenza di sistemi finalizzati alla riduzione della dispersione delle polveri (quali barriere naturali/artificiali o nebulizzatori) previsti per gli allevamenti avicoli ordinari con sistemi di estrazione forzata dell’aria e con capacità superiore ai 250 capi, situati in zona A e zona B, laddove possibile e in particolare se posti a una distanza inferiore ai 1.000 metri da altri allevamenti della stessa tipologia;
- la presenza di pozzetti per la raccolta delle acque di scarico con termine di adeguamento fissato entro i dodici mesi di entrata in vigore del Decreto.
Per quanto riguarda invece le misure di tipo gestionale previste dal Decreto (Tabella 2), le principali novità riguardano:
- l’obbligo di accasamento di pulcini e tacchinotti di un giorno provenienti direttamente dall’incubatoio per gli allevamenti di polli da carne, di pollastre di ovaiole da consumo, di pollastre da riproduzione e di tacchini da carne, con possibilità di deroga (da parte dell’ASL) limitata a situazioni eccezionali, ma con l’esclusione degli stabilimenti posti nelle aree ad alto rischio;
- il sostanziale divieto di spostamento degli animali da un capannone all’altro durante il ciclo di allevamento;
- il divieto (raccomandazione nel caso di allevamenti ordinari con capacità inferiore a 250 capi) di contatto con il pollame da allevamento nelle 48 ore successive all’esercizio dell’attività venatoria
In aggiunta vi sono delle altre sezioni dedicate alle regole minime da seguire per:
- la gestione corretta delle movimentazioni degli allevamenti ordinari di pollame;
analisi chimiche dei mangimi, nuclei, cereali e foraggi per l’alimentazione animale che prevedono:
• Analisi del cartellino
• Coccidiostatici
• Micro/macroelementi
• Valori nutrizionali
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- febbraio 2024 - 17 REPORTAGE
Requisiti gestionali Allevamento familiare Allevamento <250 Allevamento >250 Svezzamento Fiere/ Mercati Imballaggio lavorazione deposito uova Incubatoi
Divieto visitatori SI SI SI (non esplicito)
Calzature dedicate SI SI SI (non esplicito) SI (visitatori)
Abiti dedicati SI SI SI (non esplicito) SI
Vendita esterna SI
Registro accessi SI SI SI (non esplicito)
Derattizzazione/Disinfestazione SI (disinfestazione eventuale) SI SI (non esplicito)
Quarantena (2 settimane) SI SI (locali dedicati anatidi)
Pulizia/Disinfezione
SI (annuale) SI S SI SI SI
Divieto operare in altri allevamenti/ personale dedicato stabilimento SI SI SI (non esplicito)
Caccia: divieto accesso nelle 48 ore SI (raccomandato) SI (obbligatorio) SI (non esplicito)
Lavaggio mani inizio/fine lavoro SI SI SI (non esplicito)
Disinfezione camion uova SI SI SI SI
Segnalazione aumento mortalità/ calo ovodeposizione/altri sintomi SI (solo mortalità) SI SI (sospetto malattia)
Stoccaggio protetto pollina SI SI SI (non esplicito)
Stoccaggio mangime protetto SI SI SI SI (non esplicito)
Rispetto procedure biosicurezza personale SI SI (non esplicito) SI SI
Procedure pulizia/disinfezione SI SI (non esplicito) SI SI
Conservazione ddt disinfettanti/DPI SI SI (non esplicito)
Divieto spostamento animali SI (deroghe)
Divieto personale detenzione volatili
SI (non esplicito) SI Formazione personale
SI (non esplicito) SI
Divieto reintroduzione mercati SI
Vuoto biologico/sanitario SI SI SI (annuale)
Divieto commercio nelle esposizioni SI
Tabella 2 – Requisiti gestionali di biosicurezza per le categorie previste dal nuovo DM 30 maggio 2023.
- le distanze minime per l’apertura di nuovi allevamenti ordinari con capacità superiore ai 250 capi e per la riconversione degli allevamenti già esistenti;
- la gestione corretta delle pulizie e delle disinfezioni;
- la gestione del vuoto biologico e sanitario;
- la gestione corretta degli animali morti;
- la gestione della lettiera e della pollina.
Senza scendere nei dettagli di ogni singola determinazione, si ritiene che una sezione importante dell’Allegato A su cui vale la pena soffermarsi sia quella dedicata alle distanze minime per l’apertura di nuovi allevamenti ordinari con capacità superiore a 250 capi e per la ricon-
versione di allevamenti già esistenti. In questo caso gli elementi di novità consistono nella determinazione di distanze minime da altri allevamenti avicoli ordinari con capacità superiore a 250 capi (1.500 metri in zona A e B, ridotti a 1.000 nelle restanti parti del territorio nazionale) e di suini (500 metri), oltre che dei biogas (solo elemento già previsto dalle ultime versioni dell’OM) che utilizzano pollina (500 metri), con la possibilità di deroghe per le distanze minime dagli altri allevamenti (mai comunque inferiori rispettivamente in zona A e nelle restanti zone del territorio nazionale ai 1.000 e ai 500 metri) ad esclusione delle zone B.
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Per quanto riguarda i contenuti relativi all’Allegato B, essi riguardano:
- la definizione dei fattori di rischio di introduzione negli stabilimenti e di diffusione tra gli stessi dell’Influenza Aviare utile all’aggiornamento della classificazione del territorio in termini di rischio;
- l’individuazione delle misure aggiuntive da applicare rispettivamente in zona A e in zona B con particolare riferimento alla gestione dell’allevamento all’aperto, alla possibile sospensione di concentrazioni di pollame, all’utilizzo di richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e dei Caradriformi oltre che al rilascio della selvaggina da penna.
Un ultimo aspetto da considerare consiste nel fatto che pur mancando il testo del decreto di una disciplina sanzionatoria specifica, l’art. 23 del Decreto Legislativo 136
del 5 agosto 2022 (che rimanda all’art. 10 dello stesso in cui si fa riferimento a norme specifiche in materia di biosicurezza di successiva emanazione) prevede che “[…] l’operatore che non adotta misure di biosicurezza […] è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento della somma da 500 euro a 5.000 euro […] ”. Infine, l’evoluzione dei contenuti dell’OM 26 Agosto 2005 e s.m.i. nel tempo ha comportato l’inserimento di misure di biosicurezza volte a dare garanzie non solo in merito al pericolo costituito dall’Influenza Aviare, ma potenzialmente anche ad altri pericoli di natura biologica (un esempio su tutte, quello della dogana danese). Così facendo, l’attuale DM 30 Maggio 2023 rappresenta una naturale prosecuzione dell’OM e costituisce un elemento di prevenzione delle malattie a tutto tondo.
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- febbraio 2024 - 19 REPORTAGE
Uno sguardo all’industria avicola mondiale
del futuro
Il mercato mondiale delle proteine animali subirà un mutamento nel prossimo decennio. Nonostante la carne avicola e le uova siano tra le proteine più apprezzate, infatti, esse dovranno scontrarsi con una graduale maggiore concorrenza rappresentata dal mercato delle proteine vegetali, destinato ad acquisire importanza.
Luigi Montella Medico veterinario
Tra le relazioni presentate durante il XXII Congresso mondiale della World Veterinary Poultry Association, che si è svolto a Verona lo scorso autunno, quella di Nan-Dirk Mulder, Senior Global Specialist Animal Protein, Rabobank, dal titolo “Uno sguardo sull’industria avicola nel 2030: grandi cambiamenti, grandi decisioni” ha fornito uno sguardo approfondito sul mercato globale del comparto avicolo nel prossimo futuro.
Le sfide del mercato avicolo mondiale
Aumento della popolazione, disponibilità di risorse in calo e volatilità del mercato delle proteine sono tutti aspetti con i quali il comparto avicolo mondiale dovrà confrontarsi nei prossimi anni. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un’estrema volatilità del mercato delle proteine, a cominciare dal
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- field reportFIELD REPORT
2019, quando a causa della peste suina africana sono sparite le proteine suine dal mercato, passando per l’epidemia di Covid-19 e i numerosi focolai di Influenza Aviaria, che hanno scosso il mercato dal 2020 in poi, riducendo il commercio di proteine avicole, fino ad arrivare alla guerra in Ucraina, che ha fortemente limitato la disponibilità di materie prime per la zootecnia. Il risultato di questi eventi è stato un costante aumento del prezzo di uova e carne, a differenza di quanto avveniva negli anni precedenti, e di un generale rallentamento dell’economia globale.
Secondo l’esperto della Rabobank la domanda è forte, ma molto legata al prezzo di vendita, soprattutto a causa di questi fattori: l’aumento del costo del mangime, che deriva alla carenza di materie prime; i maggiori costi della distribuzione e dell’energia, causati dall’aumento dei carburanti; la scarsa disponibilità di manodopera, anche a causa della pandemia; i maggiori costi nella costruzione di nuovi impianti e l’impatto negativo dell’Influenza Aviaria.
Cosa ci prospetta il futuro
Da qui al 2025 avremo verosimilmente bisogno di almeno il 40% di cibo in più per la popolazione mondiale, a fronte di una diminuzione della terra coltivabile: ciò richiederà un miglioramento sia dell’allevamento che delle coltivazioni, per aumentare le rese senza tralasciare la ricerca di una maggiore sostenibilità ambientale. La popolazione mondiale nel 2050 passerà dagli attuali 8 a 10 miliardi di individui, soprattutto grazie all’aumento demografico in Africa, e al contempo aumenterà anche la spinta verso l’urbanizzazione delle popolazioni.
Circa il consumo e la produzione di proteine avicole, secondo Nan-Dirk Mulder è possibile individuare una diversificazione tra i Paesi in base al reddito. In contesti poveri, con reddito fino a 5.000 $/anno, resta il mercato tradizionale del pollo; da 5.000 a 15.000 $/anno aumenteranno i consumi, anche grazie a una migliore distribuzione; da 15.000 a 40.000 $/anno si farà più attenzione alla sanità dell’alimento e al suo costo; oltre a tali aspetti, l’attenzione del consumatore sarà rivolta verso ulteriori temi, come il benessere animale, l’ambiente, le nuove tecnologie e le proteine alternative. I mercati che spingeranno maggiormente il consumo proteico saranno l'Asia (con un aumento del consumo proteico fino al 60%), il Sudamerica (20%) e l’Africa (15%): la carne avicola e le uova saranno al primo posto, superando le carni suine e bovine.
Previsioni sui consumi
Nel prossimo decennio possiamo aspettarci un aumento di consumo proteico globale del 16%, con aumenti, in particolare, della carne avicola (26%), delle uova (22%) e del pesce (12%). Per quanto riguarda le proteine alternative a quelle animali, è vero che la richiesta è in crescita, ma stiamo comunque parlando dell’1% sul totale, mentre nel frattempo negli Stati Uniti si comincia a notare un calo della richiesta. Da notare, inoltre, che la maggiore richiesta di proteine avviene soprattutto in Asia, dove la disponibilità di terreno è limitata. A livello globale, infatti, mentre dal 1961 al 2007 la disponibilità di ettari arabili è aumentata di 400 milioni, dal 2007 a oggi è aumentata solo di 100 milioni. Se calcoliamo, inoltre, la disponibilità dii terra per abitante, mentre Australia e Argentina ne hanno molta a disposizione, tutti i Paesi asiatici ne hanno pochissima. Grandi differenze si rilevano anche nella disponibilità di acqua per abitante: il Nordamerica, la Russia e l’Australia hanno grande disponibilità di acqua, a fronte della scarsità di questo bene prezioso in Africa e in Asia centro-meridionale.
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- febbraio 2024FIELD REPORT
In aggiunta, a competere con le risorse alimentari, c’è la produzione di biocarburanti, la cui richiesta (anche a seguito della guerra in Ucraina) è in aumento, e che utilizza le medesime materie prime: l’etanolo usa il 10-15% del mais mondiale, mentre il biodiesel ne usa il 20% (proveniente da soia, ravizzone, girasole, etc.).
Secondo l’esperto della Rabobank dobbiamo quindi auspicare un miglioramento della situazione geopolitica mondiale, per sperare in una maggiore sicurezza delle forniture alimentari. In futuro avremo produzioni avicole sempre più locali, ma fornite da materie prime a distribuzione globale. Sarà quindi necessario enfatizzare la modernizzazione delle produzioni, con maggiori investimenti strategici in agricoltura.
Nuovi sistemi di allevamento e coltivazione
Pollo e uova rappresenteranno le proteine animali con maggiore crescita globale, con scambi che andranno, prevalentemente, dal Nord e dal Sud America verso l’Asia e l’Africa. La produzione sarà sempre più concentrata in grandi aziende integrate e si dovrà migliorare la resa produttiva per ettaro per soia, mais e frumento, puntando, al contempo, a una sempre migliore conversione alimentare in allevamento.
L’agronomia verde cercherà di diminuire lo spreco alimentare, migliorerà le diete in modo più sano e sostenibile, ridurrà l’impronta ecologica e la deforestazione. Questo trend è rafforzato dalle disposizioni dell’Unione europea, dove si punta a un passaggio all’agricoltura organica almeno nel 25% del territorio, con la contemporanea diminuzione dell’uso di antibiotici e pesticidi del 50%,
di fertilizzanti del 20%, nonché a un miglioramento del benessere animale.
Ad esempio, per migliorare il benessere degli avicoli l’EFSA consiglia una densità di 11 kg/m2, sistemi di allevamento più lenti (magari utilizzando razze a più lento accrescimento, superiore ai 50 giorni di vita) e anche la schiusa in allevamento.
Dal punto di vista delle innovazioni, stiamo già osservando una serie di possibili novità, come gli allevamenti cinesi realizzati in veri e propri grattacieli, sistemi di orti-
coltura in serra, che sono indipendenti dal terreno e dalla stagione; una crescente ricerca nelle proteine da carne cresciuta in laboratorio. Vedremo, verosimilmente, variazioni nel valore dato all’alimento, che dovrà avere minore impatto ambientale, maggiore sanità e benessere, ecc. Per ciò che riguarda le emissioni di CO2, la produzione di uova e carne avicola risulta meno impattante della bovina, ovina, caprina e suina, e ciò le conferisce senza dubbio un ulteriore vantaggio. Infine, un apporto alla sostenibilità si traduce anche in migliore utilizzo di tutti i tagli carnei del pollo, ottimizzandone la vendita e l’utilizzazione.
Il messaggio finale della relazione di Nan-Dirk Mulder è che la società sta cambiando, spinta anche dai social media, a causa di diversi fattori, come la crescente attenzione al benessere, alla salute e all’ambiente; la produzione dovrà seguire questi cambiamenti, adottando un atteggiamento proattivo nel dibattito sociale, con un’attitudine il più possibile aperta, ottimizzando la catena del valore e modificando i prodotti offerti anche in base alle richieste dei consumatori.
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- field reportFIELD REPORT
Salmonella DUO
Primo e unico vaccino vivo bi valente contro la Salmonella.
• Protezione omologa contro S. Enteritidis (SE) e S. Typhimurium (ST) 1-4
• Sviluppo ottimale dell’immunità nei confronti di entrambi i sierotipi di Salmonella (metodo di co-fermentazione) 5, 6
• Escrezione limitata e sopravvivenza ridotta nell’ambiente dei ceppi vaccinali 7 .
• Riduzione del rischio di contaminazione delle uova 8
• Somministrazione orale in acqua da bere:
• alternativa semplice ed economica alla somministrazione parenterale;
• meno stress per gli animali.
• Protezione precoce e di lunga durata 9-12:
• produzione di IgA secretorie (IgAs);
• sviluppo di immunità cellulo-mediata.
AviPro Salmonella Duo: S. Enteritidis, ceppo Sm24/Rif12/Ssq. 1-6 x 108 CFU; S. Typhimurium, ceppo ceppo Nal 2/Rif 9/Rtt. 1-6 x 108 CFU. Il foglio illustrativo di AviPro Salmonella Duo è consultabile presso il Prontuario AISA online: prontuarioveterinario.it (https://www.prontuarioveterinario.it/)
Bibliografia
1 Methner U. (2007). 2 Hassan JO, et al. (1994). 3 Hassan JO, et al. (1996). 4 Desloges N, Et al. (2010). 5 Schroder et al. (2011). 6 Schroder et al (2010). 7 Linde et al, 1997. 8 Gantois I, Ducatelle R, et al. ( 2006). 9 Kaspers (2001). 10 Shahin A. , (2005) 11. Barrow (2007) 12. Barrow and Methner, (2013)
Salmonella DUO
AviPro, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. ©2023 Elanco. PM-IT-23-0016 Elanco Italia S.p.A. – Via dei Colatori 12, 50019 Sesto Fiorentino (FI)
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Malattie batteriche del pollame nell’era post-antibiotica
Molti Paesi per contenere il fenomeno dell’antimicrobicoresistenza hanno adottato una strategia
‘One Health’ che, invece di sviluppare molecole antimicrobiche sempre più potenti, mira a preservare l’efficacia degli antibiotici già disponibili.
Luca Bano
Laboratorio di Microbiologia e Diagnostica Veterinaria, Sezione di Treviso, IZS delle
Venezie
Le prime molecole ad azione antimicrobica furono scoperte all’inizio del secolo scorso e contribuirono a un cambio epocale nella lotta contro le malattie batteriche. Dopo alcuni anni, la comparsa di ceppi batterici resistenti a tali molecole diede avvio alla ricerca e allo sviluppo di nuove classi di antimicrobici che, nuovamente, persero la loro efficacia nel tempo nei confronti di alcune popolazioni microbiche resistenti che soppiantarono le precedenti. Risultò evidente che, all’interno delle popolazioni batteriche, comparissero degli individui naturalmente resistenti a una qualche molecola antimicrobica e che questi venissero selezionati in seguito all’esposizione a tale molecola antibiotica.
Questa lotta tra nuove classi antimicrobiche e microrganismi antibioticoresistenti si è protratta sino alla fine del secolo scorso, dando avvio a una nuova fase storica di assenza di scoperte di nuove famiglie di antimicrobici che prende il nome di “era post-antibiotica”.
In questa nuova fase storica, per contenere il fenomeno dell’antimicrobicoresistenza (AMR), molti Paesi hanno adottato una strategia One Health che non prevede più lo sviluppo di molecole antimicrobiche sempre più potenti, ma l’adozione di azioni in medicina umana, veterinaria e in ambito ambientale che mirano a preservare l’efficacia degli antibiotici già disponibili.
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- dossierDOSSIER
In medicina veterinaria queste azioni vengono declinate attraverso i principi dell’uso razionale dell’antibiotico (“prudent use”), che ha favorito significativamente la riduzione del consumo di antimicrobici negli animali allevati per la produzione di alimenti. Questo trend è particolarmente evidente in Europa, dove la vendita di antibiotici in 25 Paesi dal 2011 al 2021 ha registrato un calo del 46,5% (da 161,2 mg/PCU a 86,2 mg/PCU) (ESVAC, 2022). Questa tendenza è stata osservata anche negli USA, dove le vendite di antibiotici utilizzati in zootecnia e considerati importanti per il trattamento di infezioni nell’uomo ha subito una riduzione del 33% dal 2012 al 2021. Sempre negli USA, nel comparto avicolo, tale riduzione è stata del 69% nel pollo da carne e del 13% nel tacchino (FDA, 2022), spinta da un aumento della domanda di carni di polli allevati senza uso di antibiotici, passato dal 3% del 2014 al 52% del 2020 (Rennier associates Inc., 2020).
In Italia, dove il quantitativo di antimicrobico prescritto negli allevamenti avicoli è disponibile da prima dell’introduzione della ricetta elettronica veterinaria (REV), si è assistito a una diminuzione del 96% di questo valore che è passato da 20,09 DDDvet del 2015 a valori inferiori allo 0,01 DDDvet nel 2022. Nel tacchino la riduzione è stata del 92% nello stesso periodo, passando da 31,12 a 2,57 DDDvet. La riduzione della prescrizione di antimicrobici nell’allevamento ha dato dei risultati importanti sui profili di resistenza di ceppi ritenuti indicatori (Escherichia coli ) del fenomeno dell’AMR monitorati a livello nazionale. Infatti, la percentuale di ceppi di E. coli isolati da polli e tacchini da carne resistenti ad ampicillina, ciprofloxacina e tetraciclina è calata in modo significativo e, per il pollo da carne, anche la percentuale di ceppi resistenti al cefotaxime (EFSA e ECDC, 2023).
Questi risultati dimostrano come le politiche che promuovono un uso razionale dell’antimicrobico portino a dei risultati concreti nella lotta all’AMR, anche se esistono grandi differenze nell’applicazione di queste misure nel mondo. Infatti, nonostante molti Paesi abbiano intrapreso questa strada, il consumo globale di antimicrobici negli animali produttori di alimenti per l’uomo, stimato in 99.502 tonnellate nel 2020, sembra destinato ad aumentare dell’8% nel 2030, raggiungendo le 107.472 tonnellate (Mulchandani et al , 2023). La maggior parte delle aree geografiche nelle quali risulta particolarmente elevato l’uso di antimicrobici (AMU) è localizzata in Asia. Sebbene Africa, Oceania e Sud America siano le aree geografi-
che con il più basso utilizzo di antimicrobici negli animali da reddito, nel 2030 ci si aspetta il maggiore incremento percentuale di questo valore, stimato rispettivamente del 25%, 16% e 14%. Sfortunatamente, sei dei maggiori Paesi produttori mondiali di carne (Brasile, Russia, Messico, Argentina, India, Vietnam) non rendono pubblici i dati di consumo di antimicrobici e, tra questi, il Brasile è il maggiore esportatore di prodotti avicoli nel mondo (FAOSTAT, 2021).
In questo scenario, oltre alle politiche intraprese dai governi di ciascun Paese, può contribuire a diminuire l’uso degli antimicrobici in avicoltura l’incremento della domanda di carni antibiotic-free da parte del consumatore. Infatti, la produzione di carne di pollo antibiotic-free o noantibiotic ever rappresenta una larga fetta del mercato in alcuni Paesi, ma queste produzioni sono difficilmente realizzabili nelle specie avicole a lunga vita come anatre, oche, faraone, tacchini e quaglie, per le quali non vi è una standardizzazione come nel pollo in termini di genetica, sistemi di stabulazione, età di macellazione e alimentazione e che, in virtù di un ciclo produttivo più lungo, hanno una probabilità maggiore di essere esposte alle malattie e, di conseguenza, di ricevere un trattamento antibiotico. Secondo le raccomandazioni della FAO, le tre aree principali cui prestare attenzione per prevenire l’insorgenza delle malattie riguardano (i) l’adozione di corrette pratiche di allevamento, (ii) la biosicurezza e (iii) la profilassi vaccinale (Magnusson et al., 2019).
In avicoltura, le corrette condizioni di allevamento comprendono il sistema “tutto pieno/tutto vuoto”, evitare il sovraffollamento degli ambienti d’allevamento, fornire il corretto numero di ore di luce e buio, assicurare una buona qualità dell’aria attraverso un sistema di ventilazione adeguato,
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- febbraio 2024 -
DOSSIER
garantire le temperature corrette in base all’età degli animali e curare l’alimentazione in termini quali-quantitativi.
Per biosicurezza s’intende l’insieme delle misure e dei comportamenti messi in atto per prevenire l’introduzione e la diffusione di agenti patogeni in allevamento.
Per quanto riguarda la vaccinazione, sebbene esistano presidi immunizzanti che si sono dimostrati efficaci nella prevenzione di numerose malattie virali, pochi vaccini sono registrati per le malattie batteriche e la loro efficacia è ostacolata dall’elevata variabilità antigenica dei ceppi circolanti.
La prima azione che ciascun Paese dovrebbe intraprendere “nell’era post-antibiotica” è il bando dei growth promoter con proprietà antimicrobiche. Questa misura è stata adottata in molti Paesi negli ultimi decenni, con alcune distinzioni per quanto riguarda le specie animali e le molecole d’interesse (Rahman et al., 2022).
Le altre strategie che concorrono a una riduzione o sostituzione degli antimicrobici nell’avicoltura mondiale sono:
• l’eradicazione di alcuni patogeni a trasmissione verticale, nei gruppi parentali (es. pullurosi, micoplasmosi, salmonellosi);
• la vaccinazione verso alcune malattie batteriche (es. colibacillosi, enterite necrotica, micoplasmosi, colera aviare, riemerellosi, salmonellosi, tifosi aviare) o verso malattie virali predisponenti le malattie batteriche (anemia infettiva del pollo, bursite infettiva, malattia di Marek, bronchite infettiva, infezione da pneumovirus, enterite emorragica del tacchino);
• aumentare la qualità del pulcino (“chick quality”) in incubatoio e nei primi 10 giorni di vita per prevenire malattie quali l’onfalite batterica e la sindrome da stentato
accrescimento (runting and stunting syndrome);
• innalzare la salute intestinale per prevenire alcune malattie quali l’enterite necrotica, la disbatteriosi, e le infezioni scheletriche da Enterococcus cecorum.
Sempre più spesso l’industria sta studiando e immettendo nel commercio prodotti da utilizzare in fase di prevenzione di alcune patologie e che sembrerebbero favorire le prestazioni zootecniche. Questi prodotti sono fitochimici, acidificanti, enzimi, probiotici, prebiotici e batteriofagi. Tutti questi prodotti hanno dei pregi e dei difetti e i vantaggi appaiono legati alla singola realtà allevatoriale e non possono essere generalizzati.
Le azioni descritte per ridurre l’impiego degli antimicrobici dovrebbero essere adottate primariamente nei gruppi di soggetti gran-parentali che sono al vertice della piramide produttiva, dai quali i batteri antimicrobicoresistenti possono trasferirsi alla progenie, come già dimostrato in alcuni studi (Nilsson et al., 2014). Per tale ragione, l’impiego degli antimicrobici nei gruppi di riproduttori, spesso non considerati “produttori di alimento”, dovrebbe essere per quanto possibile evitato o limitato e, in questa categoria, dovrebbe essere avviato un piano di monitoraggio del fenomeno dell’AMR.
Le misure sopra elencate sono il presupposto per impedire che insorgano malattie batteriche nel pollame o per favorire l’efficacia delle terapie antibiotiche. Qualora queste dovessero comunque comparire, il trattamento con antimicrobici dovrebbe basarsi sui principi che caratterizzano l’uso razionale dell’antimicrobico e su comportamenti codificati (stewardship) che molte istituzioni pubbliche e private hanno sviluppato nel mondo. Lo scopo dell’uso razionale dell’antimicrobico è quello di combinare l’esigenza terapeutica con quella “etica” di preservare l’efficacia di antibiotici considerati critici per il trattamento di alcune patologie importanti per l’uomo, secondo quanto definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli antimicrobici critici per l’uomo che rivestono la più alta importanza in medicina umana e che si utilizzano anche in medicina veterinaria, appartengono alle classi delle cefalosporine (3a, 4a generazione), polimixine (colistina), macrolidi e chinoloni (WHO, 2019). L’impiego di queste molecole dovrebbe essere evitato o, eventualmente, adottato solo dopo una chiara diagnosi della malattia e l’esecuzione di un test di antimicrobico-sensibilità (AST) che abbia dimostrato che i principi attivi di prima scelta (cioè “meno critici” per l’uomo), non risultano efficaci nei confronti dell’isolato batterico responsabile della patolo -
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- dossierDOSSIER
gia. Questo processo attribuisce importanti responsabilità al laboratorio diagnostico veterinario, che deve fornire risultati attendibili, in particolare per quanto riguarda il test di antimicrobicosensibilità. A tale riguardo, il problema maggiore è legato alla mancanza di criteri interpretativi dei risultati dell’AST che siano “predittivi” dell’efficacia della terapia in campo (break-point clinici). Infatti i laboratori di riferimento internazionale per l’esecuzione di questi test hanno definito un solo break point clinico per il pollo, che riguarda l’enrofloxacina nei confronti di infezioni da E. coli, per le quali non esiste più neanche un prodotto registrato in Italia (CLSI, 2023).
L’IZS delle Venezie ha da anni reso pubblici, nel proprio sito, i dati di antibiotico-sensibilità dei principali patogeni di ciascuna specie animale, scaturiti dall’attività dei propri laboratori diagnostici, (https://www.izsvenezie.it/temi/ altri-temi/antibiotico-resistenza-sensibilita/report-pubblico/). Questi dati sono un supporto utile per il veterinario che deve intraprendere una terapia immediata con antimicrobici considerati di prima scelta, in attesa dei dati diagnostici e dell’AST del laboratorio che, qualora non si risolvesse la problematica, potrebbero risultare particolarmente preziosi.
In conclusione, il settore avicolo ha contribuito e sta contribuendo in molti Paesi a combattere il problema dell’AMR in ottica One Health, ma queste azioni dovrebbero essere armonizzate a livello mondiale. È ormai chiaro che nessuna “buona pratica di allevamento” presa singolarmente è in grado di azzerare l’impiego di antimicrobici in allevamento e che la formazione e l’informazione sul problema dell’AMR, impartita a vari livelli, è il primo passo per il processo di riduzione che molti Paesi devono ancora intraprendere.
Per sostenere ulteriormente tale processo, il mondo della ricerca può contribuire sviluppando vaccini efficaci per la prevenzione delle malattie batteriche, strumenti diagnostici da adottare “on-farm”, regolatori del microbioma intestinale e fornendo strumenti utili a una zootecnia “di precisione”.
L’eliminazione definitiva degli antimicrobici in tutte le produzioni avicole è probabilmente una condizione non realizzabile, ma ciascuno (istituzioni, allevatori, veterinari, ricercatori, aziende genetiche e farmaceutiche, alimentaristi) può contribuire efficacemente affinché gli antibiotici, che sono una fonte esauribile non rinnovabile, preservino la loro efficacia anche nel corso dell’era post-antibiotica.
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I sistemi VDL Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
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- febbraio 2024DOSSIER
Influenza Aviaria e BIOSICUREZZA
Negli ultimi due anni l’Europa ha dovuto affrontare la più grande epidemia di sempre di Influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI). Secondo i dati ufficiali tra l’inverno del 2021 e la primavera del 2022 sono stati individuati 2.467 focolai che hanno colpito 48 milioni di avicoli e più di 3.500 casi di virus isolati su animali selvatici.
La situazione mondiale è in evoluzione, ma secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute Animale (WOAH) focolai sono stati individuati in tutti i continenti.
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Questa situazione ha portato gli esperti del settore avicolo a riconsiderare la strategia per contrastare la malattia, e attualmente sono due i grandi temi che devono essere affrontati: capire se la vaccinazione contro il virus è diventata una necessità anche dove non sia presente e mettere a punto dei sistemi di diagnosi precoce per prevenire la diffusione della malattia.
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Ci sono alcuni Paesi che hanno già messo in atto la vaccinazione quale strumento di controllo dell’HPAI, come Messico, Ecuador, Guatemala e Repubblica Dominicana, Paesi asiatici come Cina, Hong Kong, Indonesia, Pakistan, ma anche Egitto e parti della Russia
Gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei ne stanno discutendo e recentemente la Commissione Europea ha aggiornato la normativa sulla vaccinazione contro alcune malattie soggette a denuncia, tra cui l’Influenza Aviaria ad alta patogenicità (Regolamento delegato UE 2023/361).
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Esiste però un altro strumento che può essere utilizzato in tutto il mondo, può essere applicato immediatamente e può rappresentare un aiuto non solo per la minaccia pandemica di alcune malattie tra gli avicoli, ma anche per la maggior parte delle malattie considerate ‘normali’ nei diversi continenti…
Parliamo di biosicurezza
La biosicurezza è definita, in termini generali, come l’insieme delle procedure e delle misure preventive che, se correttamente applicate, prevengono ed evitano la diffusione di agenti infettivi.
Perché consideriamo la biosicurezza così importante:
è l’unico modo per prevenire le malattie e la loro diffusione
le pratiche di biosicurezza proteggono le persone dalle zoonosi (ovvero le malattie che si possono trasmettere tra animali e esseri umani)
secondo la letteratura, è la pratica con il più alto rendimento in termini di massimi vantaggi al minor costo.
L’aspetto della biosicurezza è attualmente di grande importanza e la avrà anche nel prossimo futuro.
INFLUENZA AVIARIA E BIOSICUREZZA 2024
Per riassumere, i principi fondamentali di biosicurezza sono tre:
VETERINARIA
1RIDURRE, PULIRE E RIMUOVERE
Rimuovere il materiale organico, pulire con prodotti adatti e con una corretta procedura: questo è cruciale per ridurre la contaminazione.
Usare il detergente e il disinfettante nel modo corretto può fare la differenza.
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IN PRATICA
Il disinfettante di solito ha un tempo di contatto misurabile in minuti perché sia efficace, ma solitamente viene lasciato soltanto pochi secondi a contatto con la superficie da disinfettare, come ad esempio la disinfezione dei calzari. Eventualmente è possibile passare da un prodotto liquido alla candeggina in polvere per migliorare i tempi di contatto.
SEPARARE
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La separazione fisica tra l’area sporca e quella pulita può fare la differenza.
Utilizzare la dogana danese, disinfettare i sovrascarpe e lavarsi le mani, sono pratiche che aumentano le possibilità di tenere fuori dalla nostra azienda non soltanto l’Influenza Aviaria, ma anche altri agenti patogeni (come Campylobacter, Salmonella, Mycoplasma, ecc.).
IN PRATICA
Il frequente mancato rispetto nel passaggio tra zona sporca e pulita è causato dalla difficoltà di rispettare a pieno il protocollo di biosicurezza.
UNA PROCEDURA SEMPLICE ED EFFICACE
ATTENZIONE AL TEMPO DI CONTATTO 3
Disclaimer
Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS. Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia
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o contattare direttamente:
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Am Seedeich 9 – 11 - 27472 Cuxhaven / Germania E-mail: info@lohmann-breeders.com
COMUNICAZIONE E ORGANIZZAZIONE
La capacità di mantenere uno standard elevato e duraturo delle misure descritte sopra, necessita di istruzione, formazione e fiducia ed è la parte più complicata.
La capacità di individuare tempestivamente i punti critici attraverso la sorveglianza attiva e la rapida diffusione delle informazioni alle persone giuste è fondamentale per contenere la minaccia.
IN PRATICA
I fattori chiave per un successo duraturo secondo gli esperti sono: la formazione, il feedback continuo e l’innovazione tecnologica.
COINVOLGETE IL PERSONALE
TOOL BOX
Per coloro che sono interessati ad approfondire i diversi argomenti, è possibile accedere all’articolo sulla biosicurezza nel quale le fasi e le procedure sono analizzate con maggior dettaglio a questo indirizzo:
https://lohmann-breeders.com/biosecurity-in-layer-frams
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fonte: FVE/PVSGEU Webinar on Highly Pathogenic Avian Influenza preparedness
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INFLUENZA AVIARIA E BIOSICUREZZA 2024
Un approccio pratico al benessere avicolo
Aitor Arrazola, Research biologist, Ph.D. in Animal Behaviour & Welfare
Migliorare il benessere avicolo in allevamento può sembrare difficile, ma è comunque un obiettivo che può e deve essere raggiunto. La responsabilità della produzione e le aspettative del pubblico verso la salute e il benessere hanno portato verso un miglioramento delle condizioni degli avicoli, sia evitando condizioni stressanti, che consentendo agli animali di poterle sopportare grazie a un miglior comfort in allevamento.
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MANAGEMENT - management -
Trovare una definizione di ‘benessere animale’ è ancora difficile, poiché è un concetto sfaccettato che include molteplici aspetti, quali la salute fisica, quella mentale, il comportamento. Perciò soggetti che godono di un buon benessere crescono bene e in maniera efficiente anche economicamente, con bassi costi di produzione o con ottime rese, oppure con entrambe. Anche se, a un primo sguardo, questa definizione di benessere potrebbe sembrare facile da raggiungere, l’applicazione di questo concetto è particolarmente difficile per l’industria avicola. I capannoni ospitano migliaia di soggetti ed esiste un’ampia gamma di sistemi produttivi a livello globale, che vanno dalla gabbia, ai sistemi multipiano, a quelli all’aperto, sia per i riproduttori, che per i produttori di uova e carne. Proprio per il modo in cui è strutturata l’industria avicola, salvaguardare il benessere di tutti è difficile, come pure stabilire come gli animali percepiscano il sistema di produzione, l’ambiente e le pratiche gestionali cui sono sottoposti. Un’ulteriore difficoltà, quando si valuta o si cerca di migliorare il benessere avicolo, è riconoscere la relazione esistente con il patrimonio genetico: le differenze di selezione per la produzione di uova o carne comportano che, ad esempio, le pratiche gestionali che vanno bene per il benessere della gallina non è detto che vadano bene il pollo o per le razze a doppia attitudine. In ogni caso le migliori pratiche gestionali per migliorare il benessere, sia a livello di gruppo che del singolo, dovrebbero ridurre o evitare le condizioni di stress o quantomeno consentire all’animale di sopportarlo al meglio, tramite idonee soluzioni.
Evitare situazioni stressanti
Un aspetto fondamentale per migliorare il benessere in allevamento è quello di mitigare le fonti di stress, dolore e sofferenza, identificando le cause di tali eventi, in modo da sviluppare un piano di azione adeguato. Ad esempio, condizioni ambientali, problemi sanitari o comportamentali e accesso alle risorse possono mettere a rischio il benessere, come pure la produzione e il profitto. Per prima cosa quindi bisogna garantire agli avicoli l’accesso ad acqua e mangime, per soddisfare le richieste fisiologiche, e ciò deve avvenire senza competizione. Le condizioni ambientali, come temperatura, umidità e qualità dell’aria e condizioni della lettiera, giocano parimenti un ruolo chiave sulla salute e sul benessere. Temperature estreme, infatti, possono aumentare lo stress termico, portando ad elevate mortalità per ipertermia o per ipotermia. I pulcini, in particolare, sono molto sensibili alle temperature
sub-ottimali e gli allevatori dovrebbero controllare che la temperatura al suolo sia adeguata già alcuni giorni prima dell’arrivo del gruppo. Inoltre, una cattiva qualità dell’aria o della lettiera possono accusare malattie respiratorie e lesioni di cute, zampe e piede, che causano dolore e sofferenza. Evitare per quanto possibile le cause di stress, pena, sofferenza e mancato comfort, è dunque il primo passo per migliorare il benessere.
Aiutare gli avicoli a sostenere le condizioni stressanti
Evitare condizioni stressanti in allevamento a volte è difficile, se non inevitabile. Ad esempio, l’insorgere di una malattia infettiva o acuta può rappresentare un problema, perché occorre del tempo per fare la diagnosi, decidere la corretta terapia e aspettare il successivo miglioramento, con conseguenti perdite produttive. Inoltre, a causa delle temperature in crescente aumento e degli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti, associati al cambiamento climatico, intervenire sull’ambiente di un capannone durante le ondate di calore è molto difficoltoso, soprattutto per chi è abituato a produrre in condizioni climatiche temperate.
Sia con il caldo che con il freddo, gli avicoli, a causa dell’imprevedibilità di questi eventi, possono soffrire di stress acuto o medio; il continuo monitoraggio della salute e del comportamento rappresenta pertanto il migliore approccio per prevenire le problematiche e agire il prima possibile. Le attuali conoscenze scientifiche sul comportamento animale supportano l’idea che a volte i polli debbano venire sottoposti a situazioni negative, in modo da stimolare una risposta e i relativi comportamenti legati alla sopravvivenza: ciò pare che dia anche migliori rese economiche. Ad esempio, i polli devono smettere di mangiare e sentirsi pieni prima ancora di collassare, oppure devono sentirsi esausti dopo l’esercizio, prima che abbiano un attacco cardiaco, sentendosi così stanchi da prendere una pausa, e riposare per recuperare.
La totale assenza di stress, in condizione di allevamento commerciale, è però a volte impossibile; in questi casi, gli avicoli cercheranno di affrontare le situazioni difficili al meglio delle loro capacità. Qualora non riescano a sopportarle adeguatamente, lo stress ha delle conseguenze interne e dà luogo a problemi, che nel tempo possono alterare la salute e le rese. Per tutte queste ragioni evitare lo stress può migliorare la salute, le rese e il benessere.
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- febbraio 2024MANAGEMENT
Gli avicoli reagiscono allo stress in molti modi. Naturalmente evitano stress estremi, fuggendo lontano dalla fonte, e ciò va considerato quando si valutano le densità di accasamento. Sotto stress da densità eccessiva, infatti, gli animali tendono a divenire più attivi e ad aumentare l’attività di beccaggio verso oggetti presenti nel capannone o verso altri soggetti. Questi comportamenti sono tipicamente collegati allo stress e gli allevatori dovrebbero notare queste alterazioni comportamentali, fornendo aree di beccaggio o razzolatura, nonché predisponendo specifici oggetti da beccare. Queste soluzioni re-indirizzano il comportamento orale dell’animale verso gli arricchimenti ambientali, evitando il beccaggio delle piume, di altri soggetti o delle mangiatoie. Nell’allevamento in gabbia, ad esempio, i tappetini da graffiare possono favorire il beccaggio e il razzolamento, riducendo i problemi associati al beccaggio delle piume. In sistemi arricchiti, la presenza di trespoli, piattaforme e barriere verticali, può aiutare le vittime di beccaggio
ad allontanarsi dell’aggressore. Comunque, nonostante questi arricchimenti possano aiutare a migliorare il benessere del pollo, non risolvono del tutto il problema, ma consentire agli avicoli di sopportare questi ambienti stressanti con comportamenti adeguati, certamente migliora la loro resilienza.
La ricerca del comfort
Il miglioramento del benessere avicolo richiede una mentalità lungimirante, in grado di prevedere le situazioni nell’ambito del contesto produttivo. La maggior parte degli studi sul benessere avicolo risale a due decenni fa ed era focalizzata soprattutto sulla riduzione delle esperienze negative. Poiché allevare animali che siano completamente al riparo da stress è considerato un obiettivo irraggiungibile, il nuovo approccio si focalizza sul promuovere le esperienze positive, in modo che possano superare quelle stressanti.
Gli avicoli gradiscono graffiare e foraggiarsi a terra anche quando sono
sazi, nonché esplorare i dintorni, becchettando nuovi oggetti. Essere fisicamente attivi e occupati in attività sociali, giocando con oggetti vari, è importante, come pure riposare in zone confortevoli. Tutti questi comportamenti sono fonte di soddisfazione per l’animale, migliorano il suo sistema immunitario e aumentano in generale le condizioni di salute e di benessere. I benefici hanno un ritorno anche economico: pertanto, fornire a polli, tacchini e galline risorse ambientali o maggiore spazio fisico, per permettere loro di esprimere il proprio comportamento, è una pratica da consigliare assolutamente in tutti i sistemi produttivi. Ad esempio, motivare la gallina ovaiola o il pollo a fare esercizio, supporta lo sviluppo del sistema scheletrico e riduce l’insorgenza e il grado di gravità delle malformazioni alle zampe o le fratture ossee, più avanti nel ciclo. Altri modi per sostenere il benessere, oltre alla corretta gestione volta a mantenere un ambiente adeguato, riguardano la corretta eutanasia dei soggetti sofferenti, eseguita in modo umano. Questo approccio che tende alla promozione di esperienze positive è una pratica realizzabile nei capannoni avicoli, rispetto alla semplice riduzione di eventi stressanti. Piuttosto che evitare o neutralizzare lo stress, dunque, per migliorare il benessere avicolo ci si dovrebbe adoperare per consentire agli animali la soddisfazione del proprio istinto comportamentale, permettendo loro di vivere una vita confortevole nel sistema produttivo in cui si trovano. Questi miglioramenti dovrebbero essere applicati, infine, non solo nella gestione nei capannoni di riproduttori e negli allevamenti da carne e uova, ma anche durante il trasporto e la macellazione.
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MANAGEMENT - management -
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Soluzioni probiotiche per un corretto supporto della salute intestinale e delle prestazioni nel settore avicolo
Nel mondo della produzione avicola, l’equilibrio del microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nel mantenere la salute e le prestazioni ottimali degli animali. Tuttavia, questo equilibrio è spesso disturbato da diverse ragioni, come la presenza di agenti patogeni, periodi di stress e/o altri fattori che portano all’infiammazione intestinale, diminuendo il rapporto di conversione alimentare, rendendo gli animali meno omogenei e riducendo il profitto economico.
Feed Safety for Food Safety®
36 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA
La composizione del microbiota intestinale è la chiave per un intestino sano; tuttavia, non è ben stabile né equilibrata nei giovani pulcini. I probiotici possono svolgere un ruolo importante nella prevenzione della disbiosi intestinale, sostenendo la salute dell’intestino, le prestazioni e il benessere degli animali. Il miglioramento genetico e gestionale ha accorciato il periodo di ingrasso; pertanto, i primi giorni di vita di un pulcino sono ancora più decisivi per le sue prestazioni successive. Biochem ha sviluppato un protocollo di probiotici per gli avicoli per un supporto precoce e continuo a sostegno delle performance e del benessere degli animali durante l’ingrasso.
Colonizzazione precoce dell’intestino da parte di batteri benefici
Si basa su un microbiota intestinale stabile come barriera efficace contro i batteri patogeni. Questo può essere stabilito attraverso un contatto precoce con batteri benefici, come i batteri lattici, già nell’incubatoio e/o nei primi giorni all’arrivo in allevamento.
B.I.O.Sol, a base di Enterococcus faecium, è un integratore probiotico ben collaudato per la prima, delicata fase di vita. La sua composizione equilibrata contribuisce a un avvio ottimale. La combinazione ideale di un produttore di acido lattico rapidamente attivo e di un osmolita promuove un microbioma equilibrato e la funzione intestinale (Figura 1).
2017).
Supporto continuo della salute dell’intestino da parte del mangime
Oltre a un supporto rapido e precoce con i batteri lattici, l’uso di un probiotico, come TechnoSpore ®, nei mangimi supporterà costantemente il microbiota intestinale e le prestazioni degli animali.
Native LAB Commercial Bacillus probiotic
Commercial LAB probiotic
Bacillus coagulans DSM 32016
TechnoSpore ® è il primo probiotico a base di Bacillus coagulans registrato nell’UE per l’alimentazione animale. La sua particolarità è data dalla combinazione dei vantaggi dei probiotici a base di bacilli sporigeni e di batteri lattici, dall’efficiente produzione di acido lattico (Figura 2) e dalla stabilità al calore. Oltre alla stimolazione dei batteri positivi, come il Lactobacillus, e all’inibizione dei batteri nocivi, come il Clostridium perfringens, l’Escherichia coli e la Salmonella nell’intestino, è scientificamente provato che B. coagulans DSM 32016 stimola il sistema immunitario e produce enzimi digestivi, ottimizzando la conversione dei mangimi (Figura 3).
È stata condotta una prova commerciale per testare l’effetto benefico dell’integrazione precoce e continua di probiotici con B.I.O.Sol e TechnoSpore ® sulle prestazioni di crescita, sulla conversione alimentare e sul tasso di mortalità dei polli da carne.
Figura 1 – Villi intestinali di due tacchini di 21 giorni. A sinistra: villi corti e superficie ridotta dopo il trattamento antibiotico. A destra: villi lunghi e superficie maggiore dopo il trattamento probiotico iniziale. Effetti simili sono stati osservati nei polli da carne (Biochem,
0 1 2 3 4 5 6
Efficiency [µmol/cell/h] 50 52 54 56 58 60 DWG d1-42 DWG (g) 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 Total FCR FCR (g/g) Control TechnoSpore®
Figura 2 – Produzione di acido lattico di B. coagulans DSM 32016 rispetto ad altri probiotici comuni. LAB, batteri lattici.
- febbraio 2024 - 37 NUTRIZIONISTICA
Figura 3 – Incremento ponderale giornaliero e rapporto di conversione alimentare nei polli da carne.
42).
Per questa prova sul campo, 30.060 pulcini da carne (Ross 308) con un peso iniziale approssimativo di 50 g sono stati integrati attraverso l’acqua con uno dei probiotici (B.I.O.Sol) al giorno di prova 1 e 2 (5 x 108 CFU/L; 0,6 g/L). Inoltre, tutti i volatili hanno ricevuto dal 1° al 35° giorno di prova un Bacillus coagulans (TechnoSpore ®) attraverso il mangime (1 x 109 CFU/kg di mangime; 400 g/ton di mangime). L’effetto dell’integrazione probiotica in questi 42 giorni di osservazione sul campo è stato valutato confrontandoli con il ciclo di produzione precedente (gruppo di controllo). Il fattore europeo di efficienza delle prestazioni (EPEF) è stato calcolato secondo la seguente formula:
AverageBodyWeight*livability MarketAge*FCR
Rispetto al ciclo precedente, il peso corporeo finale, l’incremento ponderale giornaliero e la conversione alimentare sono migliorati rispettivamente del 3,6%, 3,6% e 0,9% (Figura 4). Il tasso di mortalità è stato ridotto del 2,2% rispetto al ciclo precedente (Figura 5). Il miglioramento complessivo della produzione ha portato a un aumento di 31 punti del fattore di efficienza della produzione europea (EPEF). Complessivamente, il ciclo con integrazione di probiotici ha mostrato un aumento del 18% del profitto medio per pulcino (considerando i costi del prodotto, Figura 5), con un ritorno dell’investimento pari a 6:1.
Conclusioni
I risultati collettivi mostrano il potenziale di miglioramento dell’efficienza produttiva e della redditività degli allevamenti utilizzando un supporto probiotico precoce e continuo con B.I.O.Sol e TechnoSpore ®
Entrambi i prodotti probiotici forniscono diversi benefici per la salute dell’intestino, il che rende il concetto di combinazione un potente strumento per rafforzare la funzione intestinale e l’integrità dell’intestino con un approccio globale.
La bibliografia è disponibile su richiesta
2520 2610 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 FBW (g) TechnoSpore® Control Probiotics 56,1 58,2 0 10 20 30 40 50 60 70 Average DWG (g) 1,581 1,567 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 FCR (g/g) TechnoSpore® 436 467 0 100 200 300 400 500 EPEF 4,2 2,0 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 M (%) M (%) 0,54 0,64 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 Profit/Chick (cent)
Figura 4 – Effetto del concetto di probiotico sul peso corporeo finale (FBW), sull'aumento di peso giornaliero (DWG) e sul rapporto di conversione alimentare (FCR). Peso corporeo alla macellazione (giorno
38 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA
Figura 5 – Effetto del concetto di probiotico sul tasso di mortalità (M), sull'efficienza produttiva (EPEF) e sulla redditività. pp, punti percentuali.
EPEF = *100
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Il target di Zootecnica International include tutti gli operatori della filiera avicola: allevatori, produttori di uova, centri di macellazione e di trasformazione, aziende di lavorazione e trasformazione uova, case di selezione, incubatoi e mangimifici.
La rivista tratta argomenti chiave in materia di avicoltura, con particolare riferimento a tematiche quali genetica, incubazione, gestione d’allevamento, nutrizionistica, veterinaria, trasformazione e tendenze di
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Malattia di Newcastle, un pericolo attuale
Tra le malattie che possono colpire i volatili, la malattia di Newcastle (ND), detta anche pseudopeste aviare, è una delle più temute. All’infezione sono sensibili numerosissime specie di uccelli, tra domestici e selvatici, con variabilità nelle manifestazioni cliniche secondo la specie e il ceppo virale coinvolto.
Dagli anni della sua prima comparsa la malattia di Newcastle si è diffusa a livello mondiale e nel secolo scorso si sono verificate almeno quattro pandemie. L’infezione, per contatto diretto con elevate cariche virali, può verificarsi anche nell’uomo determinando congiuntivite, che è il sintomo più comune e si manifesta dopo 24 ore dall’esposizione. Per questo motivo il Ministero della Salute ha realizzato alcune pagine che spiegano l’origine e i modi per contrastare la malattia.
Che cos’è e come si manifesta
La malattia di Newcastle (ND), soprattutto quando è sostenuta da ceppi altamente patogeni, ha un elevato tasso di mortalità e un forte impatto economico, derivante sia dall’adozione di una politica di eradicazione, sia dalle restrizioni al commercio imposte al Paese sede di focolai. All’infezione sono sensibili numerosissime specie di uccelli, sia domestici che selvatici. Il serbatoio naturale dei
40 - veterinariaVETERINARIA
Paramyxovirus aviari è rappresentato dagli uccelli selvatici e in particolare da quelli acquatici; la maggior parte degli anatidi è particolarmente resistente all’infezione anche con ceppi in grado di dare quadri morbosi importanti in altre specie di uccelli ed è in grado di eliminare virus potenzialmente pericolosi senza alcuna sintomatologia clinica evidente.
L’agente eziologico è il Paramyxovirus sierotipo 1 (APMV1). Gli APMV-1 possono essere classificati secondo diversi criteri:
• grado di patogenicità;
• tropismo per il tessuto e le manifestazioni cliniche conseguenti all’infezione;
• velocità di replicazione virale in vivo e in vitro;
• sequenza nucleotidica in specifici tratti genici o le proprietà antigeniche.
In base alla forma clinica osservata nel pollo in seguito a infezione sperimentale è possibile una classificazione in 5 patotipi:
1. viscerotropo velogeno: raggruppa virus che danno forme iperacute o acute con sintomi respiratori, enterici e nervosi, mortalit à elevatissima e spesso associata a gravi lesioni emorragiche intestinali (forma di Doyle);
2. neurotropo velogeno: raggruppa virus che danno forme respiratorie e nervose caratterizzate da elevata mortalità, in sede anatomo-patologica in genere non si riscontrano lesioni intestinali (forma di Beach);
3. mesogeno: ne fanno parte virus responsabili di forme respiratorie e talvolta nervose con bassa mortalit à (forma di Beaudette);
4. lentogeno: comprende virus che danno infezione respiratoria lieve o inapparente (forma di Hitchner);
5. enterico asintomatico: si tratta di virus che hanno come prima sede di replicazione l’intestino e non danno alcun sintomo. Questa classificazione risulta schematica e talvolta è difficile collocare un ceppo virale nell’uno o nell’altro patotipo.
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La diagnosi di malattia è effettuata tramite vari esami di laboratorio tra cui l’emoagglutinazione (HA) e l’inibizione dell’emoagglutinazione (HI). Il test ufficiale di patogenicità per la normativa comunitaria è l’inoculazione intracerebrale in pulcini di pollo SPF di un giorno di vita di una soluzione virale sterile con un titolo emoagglutinante di almeno 1:32.
Terapia e profilassi indiretta
La malattia di Newcastle, come ricorda il Ministero della Salute, è soggetta a obbligo di denuncia. In Italia la vaccinazione profilattica è stata resa obbligatoria nel 2001 da un provvedimento ministeriale emanato in seguito all’epidemia del 2000, modificato nel 2005 con la riduzione degli interventi vaccinali in alcune categorie produttive e con la scelta di privilegiare l’uso di vaccini vivi attenuati, al fine di favorire i metodi di vaccinazioni di massa. Tale piano di vaccinazione minimo ha il fine di conferire un livello anticorpale uniforme e sufficientemente protettivo nelle specie sensibili, in modo da evitare i danni diretti provocati dalla malattia e limitare un’eventuale diffusione di virus molto virulenti. Nel 2015 il piano è stato ulteriormente rivisto e sono state fornite alcune precisazioni in merito alla gestione delle positivit à. Nel 2019 sono state rilevate le richieste delle Associazioni di categoria in merito alla possibilità di una riduzione degli interventi di minima su alcune specie aviarie a lunga vita.
I ceppi vaccinali a patogenicit à intermedia (Roakin, Komarov, Mukteswar), sono utilizzati solo nei Paesi in via di sviluppo (Africa, Medio Oriente e Sud-Est asia -
tico), dove i virus ad alta patogenicit à sono endemici. Anche per i vaccini inattivati, la legislazione Europea pone delle regole nella produzione approvando solo quelli allestiti con virus con ICPI inferiore a 0,7. La profilassi e il controllo della malattia di Newcastle si attuano a livello internazionale, nazionale e di allevamento. A qualunque livello la profilassi sia applicata è sempre finalizzata a prevenire l’esposizione al virus dei soggetti sensibili e a ridurre il numero dei soggetti sensibili con l’attuazione di un’idonea profilassi indiretta.
La prevenzione dell’introduzione e della diffusione del virus richiede la conoscenza e la considerazione di tutte le possibili vie di trasmissione, incluso il contatto diretto o indiretto con uccelli selvatici. A livello di allevamento, le misure di biosicurezza rappresentano il primo e più importante strumento per prevenire l’introduzione, la trasmissione e la diffusione del virus.
Dati epidemiologici
La malattia di Newcastle è diffusa in tutto il mondo ed è oggetto di piani di controllo in Canada, negli Stati Uniti e in alcuni Paesi dell’Europa occidentale. Attualmente si evidenziano positività in alcune parti dell’Africa, Asia e Sud America. Dato che gli uccelli selvatici possono fungere da reservoir del virus senza ammalarsi, le epidemie possono verificarsi ovunque il pollame viene allevato. Nel 2019 sono stati notificati 5 focolai di malattia in Bulgaria e le Autorità hanno disposto operazioni di abbattimento e distruzione delle carcasse, dei rifiuti e dei prodotti derivati; hanno inoltre regolamentato le movimentazioni animali all’interno del Paese, attività di sorveglianza all’interno e all’esterno delle zone di protezione istituite e operazioni di disinfezione delle aree infette.
In Italia il ceppo piccione (PPMV-1) si può praticamente considerare endemico nei columbiformi selvatici e non nelle popolazioni di columbiformi domestiche.
Nel nostro Paese è attualmente in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica 15 Novembre 1996 n° 657 recante il regolamento per l’attuazione della direttiva 92/66/CEE, che prevede misure comunitarie contro la malattia di Newcastle.
Per ulteriori informazioni: https://www.salute.gov.it/ portale/sanitaAnimale/dettaglioContenutiSanitaAnimale. jsp?lingua=italiano&id=218
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19 - 21 febbraio
35° Annual Australian Poultry Science Symposium
Sidney, Australia
Per informazioni:
Benjamin Geist
Email: benjamin.geist@sydney.edu.au
Website: www.apss2024.com.au
Sheraton Grand - Sydney Hyde Park 161 Elizabeth Street, Sydney New South Wales, Australia
15 - 17 aprile
WPDC
Western Poultry Disease Conference
Salt Lake City, Utah, USA
Per informazioni:
WPDC Foundation
1089 Veterinary Medecine Dr. OFC 4009 Davis, CA 95616
Website: www.wpdcfoundation.org
Salt Lake City Marriot City Center
220 South State Street
Salt Lake City, Utah 84111
17 - 19 aprile
PEAK 2024
Minneapolis Convention Center Minneapolis, USA
Per informazioni:
Midwest Poultry Federation
Tel.: +1 763 284 6763
Email: info@midwestpoultry.com
Minneapolis Convention Center
1301 Second Ave S, Minneapolis, MN 55403
17 - 19 aprile
8° International Conference on Poultry Intestinal Health
Manila, Filippine
Per informazioni:
IHSIG vzw
Intestinal Health Scientific Interest Group
Knokstraat 38
9880 Aalter, Belgio
Email: info@icpih.com
13 - 15 maggio
Middle East Poultry Expo
Riyadh International Convention and Exhibition Center
Riyadh, Arabia Saudita
Per informazioni:
Website: www.mep-expo.com/en/contactus
Email: info@mep-expo.com
Riyadh International Convention and Exhibition Center
King Abdullah Rd, King Abdullah Dt., Riyadh 11564, Arabia Saudita
19 - 21 giugno
AGRI TECH Taiwan
ICC Tainan
Taiwan
Per informazioni:
Informa Markets Asia Ltd, Taiwan Branch
Ms. Sophia Lu
Tel.: +886 2 2738 3898
Email: aat.sales@informa.com
Website: www.agritechtaiwan.com
ICC Tainan
No. 3, Guiren 12th Rd, Guiren District, Tainan City, 11 Taiwan
24 - 28 giugno
XVI European Poultry Conference
Valencia Conference Center Valencia, Spagna
Per informazioni:
Technical Secretary: Turevents & Go
Tel.: +34 963 528 181
Email: info@epc2024.com
Website: epc2024.com
Valencia Conference Center
Avenida Cortes Valencianas, 60 46015 Valencia, Spagna
12 - 15 Novembre
EuroTier
Deutsche Messe Hanover, Germania
Per informazioni:
Email: eurotier@DLG.org
Website: www.eurotier.com/en
Messegelände, Hanover, Germania
GUIDA INTERNET
ADM Animal Nutrition Italy S.r.l. it.support@wisium.com www.admanimalnutrition.com
sAgritech commerce@agritech.it www.agritech.it
Albitalia infotecniche@albitalia.com www.albitalia.com
Albors info@albors.it www.albors.it
Ali Lohmann info@lohmann.it www.alilohmann.com
Arion Fasoli info@arionfasoli.com www.arionfasoli.com
Aviagen info@aviagen.com www.aviagen.com
Aviagen Turkeys Ltd turkeysltd@aviagen.com www.aviagenturkeys.com
Aza International info@azainternational.it www.azainternational.it
Babolna TETRA info@babolnatetra.com www.babolnatetra.com
Barbieri Belts info@barbieri-belts.com www.barbieribelts.com
BD Agricoltura Italia S.r.l. italia@bigdutchman.com www.bigdutchman.it
Biochem bertarelli@biochem.net www.biochem.net
Biolab 2000 biolabvr@tiscalinet.it www.biolab2000.it
Carfed International Ltd carfed@carfed.co.uk
Carfed International Ltd Italy carfed@carfed.it www.carfed.it
Chick Farm Europe info@chickeurope.com www.novogen-layers.com
Cizo info@cizo.it www.cizo.it
Clerici Gino S.r.l. info@clerici.it www.clerici.it
Cobb Europe info@cobb-europe.com www.cobb-vantress.com
Codaf info@codaf.net www.codaf.net
Corti Zootecnici S.r.l. info@cortizootecnici.com www.cortizootecnici.it
DSM Nutritional Products info@dsm.com www.dsm.com
Elanco italia_elanco@elanco.com www.elanco.com
EuroTier eurotier@dlg.org www.eurotier.com
Evonik luca.iacoianni@evonik.com www.evonik.com
Facco Poultry Equipment facco@facco.net www.facco.net
FIEM fiem@fiem.it www.fiem.it
FierAgricola Verona fieragricola@veronafiere.it www.fieragricola.it
FierAvicola info@fieravicola.com www.fieravicola.com
Gasolec sales@gasolec.com www.gasolec.com
GI-OVO B.V. sales@gi-ovo.com www.gi-ovo.com
Giordano Poultry Plast info@poultryplast.com www.poultryplast.com
Hendrix Genetics info@hendrix-genetics.com www.hendrix-genetics.com
Hubbard contact.emea@hubbardbreeders.com www.hubbardbreeders.com
Hy-Line International info@hyline.com www.hyline.com
Impex Barneveld BV info@impex.nl www.impex.nl
Intracare info@intracareitaly.com www.intracare.nl
Lallemand animalitaly@lallemand.com www.lallemandanimalnutrition.com
Lubing System info@lubing.it www.lubingsystem.com
Marel info.poultry@marel.com www.marel.com/en/poultry
Mbe Breeding Equipment info@mbefabriano www.mbefabriano.it
Meyn sales@meyn.com www.meyn.com
MSD Animal Health S.r.l. www.msd-animal-health.it
Newpharm info@newpharm.it www.newpharm.it
Officine Meccaniche Vettorello luciano@officinevettorello.it www.officinevettorello.com
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Royal Pas Reform info@pasreform.com www.pasreform.com
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Schropper office@schropper.at www.schropper.at
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Sime-Tek info@sime-tek.com www.sime-tek.com
Space info@space.fr www.space.fr
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Tezza tezza@tezza.it www.tezza.it
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