Zootecnica International - Rivista Avicola - edizione italiana - 09 settembre 24
Avicoltura, Forlini confermato presidente Unaitalia
Il governo russo è pronto a risolvere la carenza di carne avicola e uova costruendo complessi di produzione su larga scala
Stati Uniti, l’Influenza Aviaria ha colpito per la terza volta in 10 anni: l’epidemia 2023-2024
Tramoggette Gió: le originali senza griglia
lo svezzamento
Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro.
per
(primi 30 giorni di vita)
per l’ingrasso
(senza anello antispreco)
EDITORIALE
Da diverso tempo si parla di Influenza Aviaria e la sfida è sempre aperta: è stato individuato il virus che ha causato l’epidemia e la correlazione tra focolai negli animali selvatici e negli allevamenti industriali. La curva epidemica, fino a qualche anno fa, faceva registrare un picco nei mesi invernali per poi quasi azzerarsi in primavera, mentre negli ultimi anni il virus ha continuato a circolare anche durante i mesi estivi. I primi focolai sono stati individuati in base all’insorgenza dei consueti sintomi: gruppi che smettevano di mangiare e di bere, problemi respiratori, vomito e poi aumento della mortalità.
In Italia è stata eseguita un’ampia indagine epidemiologica: a fronte della rapida crescita di casi di Influenza Aviaria, è stato creato un gruppo di specialisti coesi per prendere decisioni tempestive. Un tema sul quale ha lavorato il gruppo di esperti è stato quello della riduzione del rischio, basandosi anche sulle segnalazioni da parte dei colleghi sul campo.
Per arginare il fenomeno è fondamentale avere a disposizione aziende capaci di provvedere allo smaltimento dei capi infettati in maniera efficace nelle diverse regioni e che esse siano supportate da regolamentazioni pubbliche adeguate, nel solco di un rapporto di collaborazione indispensabile tra filiera e sanità pubblica.
Londra
Mosca
SOMMARIO
Il
Acari
EuroTier 2024: un’indagine online rivela che i temi della fiera destano molto interesse
EuroTier, la fiera internazionale leader per i professionisti del settore zootecnico, si terrà in contemporanea con EnergyDecentral dal 12 al 15 novembre 2024 ad Hannover, in Germania.
Prima dell’estate, a cinque mesi dall’inaugurazione, i dati già mostravano un altissimo interesse per EuroTier/EnergyDecentral 2024: in base a un’indagine condotta tra i potenziali visitatori della fiera, infatti, il 60% ha risposto di avere in programma di visitare EuroTier.
Particolarmente apprezzate le aree fieristiche dedicate alla tecnologia, alla gestione dell’allevamento, all’alimentazione, mentre per quanto riguarda i temi sono stati ritenuti di estremo interesse quelli riguardanti il benessere animale, la sostenibilità, l’automazione, la robotica e la digitalizzazione.
All’indagine online hanno partecipato 1.250 persone, che hanno risposto sia dalla Germania che dall’estero.
“Portare l’innovazione nell’allevamento animale, tema centrale di quest’anno a EuroTier, tocca il fulcro dell’industria zootecnica. Il tema riguarda le sfide che il settore zootecnico internazionale è chiamato ad affrontare, ponendo al centro del programma espositivo e tecnico della fiera internazionale leader del settore temi quali il benessere animale, la sostenibilità, l'automazione, la robotica e la digitalizzazione. L’alto grado di interesse dimostrato dai visitatori grazie all’indagine online che è stata realizzata a cinque mesi dallo svolgimento della fiera è la dimostrazione che l’industria zootecnica si sta concentrando su innovazione e sviluppo”, ha dichiarato Ines Rathke, EuroTier Project
Manager, che ha mostrato grande soddisfazione per i risultati dell’indagine.
Tra i visitatori previste permanenze di più giorni
Gli organizzatori hanno grandi aspettative sull’affluenza: alla domanda sulla durata della propria permanenza a EuroTier, il 60% degli allevatori intervistati ha dichiarato di voler trascorrere alla fiera di Hannover almeno due o più giorni. Del resto, come ha sottolineato Ines Rathke, “le intenzioni di investire nei prossimi due anni sono incoraggianti: il 50% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato di voler investire in nuove tecnologie e attrezzature nell’arco dei prossimi 24 mesi”.
EnergyDecentral: energia solare, agrovoltaico e biogas
Nel corso dell’indagine online è emerso anche il tema centrale dell’energia sostenibile: “Oltre ai temi dell’energia eolica, del biogas e del biometano, c’è un interesse crescente per l’energia solare e l’agrovoltaico. Ben il 32% degli intervistati si è dichiarato esplicitamente interessato al potenziale di questa fonte energetica relativamente nuova ed efficiente”, ha dichiarato Marcus Vagt, project manager di EnergyDecentral, che si tiene in contemporanea a EuroTier.
Per informazioni: www.eurotier.com/en
Giornata mondiale dell’uovo 2024
Istituita a Vienna nel 1996, quando si è deciso di celebrare l’alto potere nutrizionale di questo alimento, la Giornata mondiale dell’uovo quest’anno si celebra venerdì 11 ottobre con numerose iniziative in tutto il mondo.
La Giornata mondiale dell’uovo rappresenta un’opportunità per aumentare la consapevolezza globale sugli incredibili benefici delle uova come fonte di cibo altamente nutriente e a buon mercato.
Il tema di quest’anno è “Uniti dalle uova” e mira a celebrare il modo incredibile in cui le uova possono connettere e unire persone provenienti da tutti gli angoli del globo, poiché si trovano nelle cucine di tutte le culture e i Paesi del nostro pianeta, dimostrando il loro fascino universale e il ruolo essenziale nella nutrizione globale.
Oltre ad essere una fonte di proteine animali rispettosa dell’ambiente e a offrire numerosi benefici nutrizionali, le uova hanno il potere di unire le persone, possono svolgere un ruolo cruciale nel favorire la comprensione interculturale e nel promuovere la solidarietà all’interno delle comunità di tutto il mondo.
Dal punto di vista della salute, inoltre, le uova sono ricche di nutrienti e contribuiscono alla salute, allo sviluppo e al funzionamento del corpo e del cervello; forniscono vitamine essenziali, minerali e proteine di alta qualità, vitali in ogni fase della vita; sono fonti ampiamente disponibili di proteine di alta qualità, sono accessibili a persone di diversi contesti socioeconomici, favorendo l’unità nella nutrizione.
Scegliere le uova, che richiedono poche risorse e producono poche emissioni di gas serra, aiuta a contribuire a un pianeta più sano per tutti noi. L’International Egg Commission ha lanciato la celebrazione della giornata anche
sui social media: su X @WorldEgg365 con l’hashtag #WorldEggDay, su Instagram @worldegg365 e su Facebook www.facebook.com/WorldEgg365.
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Pigmentazione dei polli: spia del metabolismo dei nutrienti
Uno studio dell’IZSVe propone una combinazione sperimentale di diagnostica veterinaria di precisione e metabolomica, efficace e sostenibile, a supporto degli allevamenti avicoli.
La pigmentazione della pelle di pollo dipende dall’alimentazione degli animali e quindi dall’apporto nutrizionale dei mangimi che vengono loro somministrati. Uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), pubblicato su Poultry Science, ha messo in luce la correlazione fra cambio dell’alimentazione e colore della pelle, mostrando come la leggera variazione dei nutrienti può avere conseguenze anche sulla pigmentazione dei polli. In particolare, in polli di allevamento non pigmentati sono presenti variazioni dell’assorbimento di alcune componenti della razione. I ricercatori del Laboratorio di chimica sperimentale (SCS8), in collaborazione con il Laboratorio di medicina aviaria (SCT1), hanno messo a punto un metodo metabolomico per verificare il mancato assorbimento di pigmenti naturali nei polli ed evidenziarne le possibili cause.
Il punto di partenza per rispondere al quesito è rappresentato dal contesto produttivo. La gestione attenta delle caratteristiche genetiche, ambientali e alimentari ha permesso al settore avicolo di produrre, nel tempo, grandi quantità di mangimi ricchi di proteine e altamente standardizzati in termini di valori nutritivi, colore e dimensioni, a costi competitivi.
Talvolta sono le logiche di mercato a condizionare la formulazione delle razioni alimentari, con potenziali conseguenze sull’assorbimento dei nutrienti. Mentre l’apporto energetico e la quantità lorda di proteine, grassi e fibre
vengono mantenuti costanti, i rapporti dei principi nutritivi (grassi saturi, grassi polinsaturi, carboidrati, ecc.) e le concentrazioni di vitamine e minerali possono variare. In alcuni casi, ciò può determinare un’alterazione della capacità di assorbimento, con conseguenze sull’equilibrio omeostatico dell’organismo, che possono comportare variazioni rilevabili nel prodotto finito (carne di pollo e uova).
Per fortuna, sostenibilità, precisione e tecnologie intelligenti stanno diventando i pilastri fondamentali dell’allevamento del prossimo futuro, con risvolti sia sulla salute animale che sulla salubrità degli alimenti, ma anche e soprattutto sul benessere degli animali. L’analisi sperimentale si è dimostrata efficace nel fotografare i cambiamenti metabolici negli stati iniziali di malassorbimento dei pigmenti naturali, che stavano avendo conseguenze sulla pigmentazione dei polli. L’aggiunta di pigmenti naturali nei mangimi è una pratica comune negli allevamenti avicoli, regolamentata a livello europeo. Gli animali acquisiscono questi pigmenti con i mangimi e il loro assorbimento efficace è garantito dalla presenza di grassi saturi, che inglobandoli in micelle ne facilitano la biodisponibilità e il conseguente immagazzinamento nello strato adiposo sottocutaneo, nel petto, nelle cosce e nella pelle.
I ricercatori hanno osservato che i tessuti dei polli non correttamente pigmentati erano caratterizzati da bassi livelli di vitamine E, A e K2 ad azione antiossidante nei tessuti ed eccesso di grassi polinsaturi nella dieta. Cogliendo le variazioni in termini di vitamina E, A e K2 assorbite e mettendo in luce l’eccesso di lipidi ossidati nei polli non correttamente pigmentati, è stato possibile fornire un rapido supporto per l’allevamento avicolo nel caso di una mancanza/riduzione di pigmentazione dei propri polli, in modo da poter mettere in atto azioni correttive nel breve periodo. L’impiego della metabolomica si è rivelato quindi efficace per diagnosticare con precisione i dismetabolismi negli avicoli, potenzialmente utilizzabile anche in altri settori zootecnici.
Fonte: ISZVe
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Avicoltura, Forlini confermato presidente Unaitalia
Nel corso dell’Assemblea dei Soci Unaitalia, che si è svolta a Bologna a fine giugno, Antonio Forlini è stato riconfermato alla presidenza di Unaitalia.
Antonio Forlini è stato riconfermato alla presidenza di Unaitalia, l’associazione di riferimento per il settore delle carni avicole: un comparto che conta 64.000 addetti e un fatturato di 7,5 miliardi (+2,7% sul 2022) a fronte di una produzione di 1.328.600 tonnellate di carni bianche e 12,3 miliardi di uova. Il rinnovo del mandato di presidenza per il triennio 2024-2027 è stato reso noto durante l’Assemblea dei Soci Unaitalia che si è tenuta a Bologna a fine giugno.
Teramano, classe 1960, Forlini ha una laurea in Giurisprudenza e un master MBA alla Bocconi di Milano. Dal 1996 è dirigente del Gruppo Amadori, nel quale ha ricoperto diverse responsabilità manageriali. Nel corso dell’Assemblea è stato riconfermato alla guida del Comitato Uova di Unaitalia Ruggero Moretti, amministratore delegato di Cascina Italia spa e presidente EEPA,
(European Egg Processors Association – Associazione europea dei produttori di uova).
“Ringrazio tutti i soci per la fiducia rinnovata nei miei confronti”, ha detto il presidente Antonio Forlini. “Dopo 2 anni difficili caratterizzati dall’Aviaria, oggi il settore gode di buona salute: nel 2023 abbiamo recuperato l’autosufficienza, ora al 105,5%, grazie a una produzione in crescita del 7,7% a volume e del 2,7 % a valore. E il primo quadrimestre 2024 vede una crescita media a volume del 6,7%. Ma lo scenario non si presenta del tutto roseo. Gli effetti del cambiamento climatico, il protrarsi del conflitto in Ucraina e l’inasprimento dello scontro in Medio Oriente hanno reso sempre più instabili gli andamenti del commercio globale. Il settore ha davanti sfide molto complesse che vanno dai dossier europei sul benessere animale a uno sviluppo sostenibile del comparto basato su un punto di equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. Bisogna preservare la disponibilità per i consumatori delle proteine più democratiche e facilmente accessibili, ovvero carni bianche e uova. Nel prossimo triennio lavoreremo affinché in UE si pongano le basi per un dialogo col settore libero da ideologie e basato sulle evidenze scientifiche, augurandoci che la politica possa mettere al primo posto sicurezza e autosufficienza alimentare, garantendo una reciprocità di regolamentazione anche rispetto ai competitor internazionali”.
Le carni bianche restano le preferite in Italia
Nel 2023, il fatturato industriale si è attestato a 7,5 miliardi: nello specifico 5,18 miliardi per le carni avicole e 2,3 miliardi per le uova. La produzione di carne avicola si attesta a 1.328.600 tonnellate di cui 1.019.100 tonnellate solo di pollo (+4,3% rispetto all’anno precedente). Crescono i consumi apparenti pro capite, arrivati a 21,38 kg (+2,9% sul 2022), confermando la passione degli italiani per le carni bianche, che continuano a essere le più amate con il 35% degli acquisti domestici.
La carne avicola piace anche all’estero: dopo un 2022 difficile, l’export torna a crescere del 25% con 191.500 tonnellate.
Uova, crescono la produzione e il consumo pro capite
Cresce la produzione di uova nel 2023, garantita da circa 42 milioni di galline ovaiole accasate in circa 2.900 allevamenti: in totale le uova prodotte sono 12,3 miliardi (+6,8% rispetto al 2022), pari a circa 776 mila tonnellate. Nel 2023 abbiamo consumato 12 miliardi e 652 milioni di uova (-2,6% sul 2022), pari a 214,5 uova a testa (13,5 chili pro capite). Buono il livello di autoapprovvi-
Tabella 1 – Bilancio (*) italiano
gionamento del settore, pari al 97,4%.Cresce il numero di uova da galline allevate a terra e diminuisce quello da allevamenti in gabbie arricchite. Secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale, la quota di uova provenienti da galline in gabbie arricchite è scesa del 25,5% tra il 2019 e il 2024, risultando notevolmente inferiore alla media europea (39,2%) mentre aumenta la quota di quelle a terra (+3,7% sul 2022). A fine 2023, il 55,6% dei capi in deposizione è stato allevato “a terra”, il 34,5% in allevamenti con “gabbie arricchite”, il 5,1% in allevamenti all’aperto e il 4,8% in allevamenti biologici.
produttori di impianti avicoli una scelta di qualità R
delle carni di pollame (tonn. x 000) 2022
Come ridurre l’uso degli antibiotici
nella produzione avicola
Durante l’ultimo convegno mondiale di patologia aviare che si è svolto a Verona nel settembre 2023, Daniel Parker, consulente veterinario indipendente e direttore emerito presso Slatehall Veterinary Practice, Regno Unito, ha affrontato il tema della riduzione di antimicrobici nella produzione avicola, offrendo alcuni spunti interessanti.
La preoccupazione dei consumatori per l’avvento di resistenze verso gli antibiotici è ormai diventata un problema a livello globale, che ha dirette conseguenze sia per il controllo delle malattie infettive che per i costi a carico del sistema sanitario. Nel suo intervento il dr. Parker ha citato il report O’Neill del 2017 sulle resistenze microbiche (antimicrobial resistance, AMR), in cui si stimava che nel 2050 esse saranno responsabili della morte di oltre 10 milioni di persone, con un impatto economico tra i 100 e i 210 trilioni di dollari.
Luigi Montella Medico veterinario
Le AMR infatti causano gravi malattie, ospedalizzazioni e conseguenti costi per la sanità, che in Europa vengono stimati in 9 miliardi di euro/anno e che negli Stati Uniti si valutano addirittura intorno ai 20 miliardi euro/anno.
È però anche vero che le recenti tecnologie di identificazione genomica dei batteri mostrano come il pericolo, paventato dall’opinione pubblica, circa la crescita di resistenze conseguenti all’uso dei promotori di crescita e degli antibiotici come trattamenti profilattici negli allevamenti, non sia poi così ad essi direttamente collegato o quantomeno lo sia in misura minore del previsto (anche se il rischio è presente per alcuni batteri, come le Salmonelle e i Campylobacter).
In ogni caso, anche se si ritiene che l’uso degli antibiotici in zootecnica non sia così pericoloso per l’uomo, occorre limitare le AMR, in modo da preservarne l’efficacia per le future generazioni: infatti sono pochissimi i nuovi antibiotici autorizzati in zootecnica e deve pertanto essere applicata la regola del “meno possibile, ma quanto occorre” (as little as possible, as much is necessary).
Approcci
Una riduzione degli antibiotici deve basarsi su taluni presupposti, tra i quali: avere gruppi sani, gestire l'allevamento con competenza, grazie anche alla presenza di personale adeguatamente formato e fornire un’alimentazione che soddisfi il potenziale genetico dei gruppi. Naturalmente, poiché il pollo è allevato a livello globale ma con differenti sistemi di produzione e in zone climatiche anche molto diverse, un approccio univoco non è possibile.
Un’ulteriore complicazione da evitare – per la quale sarebbe necessaria un’efficace campagna di comunicazione rivolta ai consumatori – è quella delle etichette dei prodotti in vendita. Attualmente esistono sul mercato diversi prodotti, venduti come allevato completamente senza antibiotici (NAE) o cresciuto senza antibiotici (RWA) e altri ancora, la cui definizione non sempre è comprensibile. Daniel Parker ha spiegato che nel Regno Unito è molto aumentata la sensibilità verso il problema: il British Poultry Council, che rappresenta la maggior parte dei produttori avicoli, ha ideato un programma di gestione degli antibiotici denominato Antibiotic Stewardship program, grazie al quale i produttori avicoli collaborano per raccogliere dati e per stabilire i livelli di utilizzo degli anti-
biotici, condividendo le migliori pratiche terapeutiche. Si tratta cioè non solo di ridurre gli antibiotici, e nemmeno di eliminarli del tutto, ma di usarli con giudizio, per tutelare la salute e il benessere animale. Una riduzione delle resistenze consente anche di preservare i pochi principi attivi disponibili, in linea anche con la sostenibilità ambientale.
Ridurre gli antimicrobici
Per limitare l’uso degli antibiotici è necessario avere gruppi sani, appropriatamente vaccinati ed alimentati, ben gestiti e allevati in ambienti idonei, dotati di buona igiene e di protocolli di biosicurezza. L’allevatore deve avere un costante monitoraggio dei gruppi, favorito dall’automazione, per consentire un controllo di tutti i parametri essenziali, quali abbeveratoi, mangiatoie, temperatura, umidità e ventilazione.
Ovviamente l’incubatoio deve garantire le uova che schiude, che devono essere esenti da micoplasmi e salmonelle, con un buon guscio, pulite e ben conservate. Anche in questo caso, tutti i parametri del processo di
LA PRINCIPALE FIERA MONDIALE PER ALLEVATORI PROFESSIONISTI
incubazione sono fondamentali: livelli di CO2, finestra di schiusa, cicatrizzazione ombelicale. In allevamento, poi, la pulcinaia va pre-riscaldata, con conseguente corretta gestione di temperatura, umidità, livello di CO2, adeguato accesso a mangime e acqua e corretta illuminazione. Temperature scorrette, ad esempio, possono favorire lo sviluppo di Enterococco, che diventa più patogeno, poiché il caldo agisce sulla solidità delle giunzioni tra cellule intestinali, favorendo l’accesso del germe.
Anche la biosicurezza è fondamentale per controllare l’ingresso di malattie in allevamento: una buona igiene tra i cicli evita la trasmissione di malattie, tenendo anche conto che nei sistemi a lettiera profonda e riciclata l’approccio deve essere diverso. Non bisogna dimenticare l’igienizzazione delle linee idriche, con lavaggi ad
alta pressione e l’uso di disinfettanti appropriati: quando vengono trascurati questi aspetti, le cariche microbiche nell’acqua di bevanda aumentano enormemente, costituendo un pericolo per i pulcini.
Infine, è essenziale un buon programma vaccinale, che tenga conto dell’allevamento, dell’area, regione e Paese in cui si esegue, nonché un’alimentazione realizzata con materie prime di qualità, esenti, ad esempio, da micotossine, che va calibrata per la genetica dei polli allevati.
Secondo il dr. Parker, mentre la semplice riduzione degli antibiotici è di facile misurazione, più complessa diventa la valutazione delle conseguenze dell’AMR. La normativa comunitaria 2003/99/EC controlla e denuncia l’insorgenza di AMR in specifiche specie batteriche, ma alcuni Paesi, tra cui la Danimarca, hanno scelto normative anche più restrittive. In ogni caso, esiste l’evidenza che i Paesi che usano molti antimicrobici manifestano anche molte resistenze, anche se è oramai noto che le resistenze negli umani dipendono più dal cattivo utilizzo degli antibiotici a livello umano che zootecnico.
Ad oggi le direttive comunitarie hanno dato esiti positivi: la presenza di Coli resistenti ESBL nel pollo sui banchi di vendita è calata dal 65 al 12% negli ultimi 6 anni, e parimenti la resistenza verso AMP è calata dal 29 all’1,6%.
Sostanzialmente tutto il settore zootecnico ha drasticamente diminuito gli antibiotici, anche se non sempre i risultati sono lineari. Ad esempio, mentre le resistenze osservate nei Coli da polli sani al macello sono in calo, in linea con il calo di utilizzo di antimicrobici, la resistenza dei Campylobacter verso i fluorchinoloni, nonostante il loro utilizzo oramai limitatissimo, ha continuato ad aumentare. In futuro, per diminuire l’uso di antibiotici, sarà utile affidarsi a un allevamento di precisione, aumentando la tecnologia, capendo meglio l’interazione tra il pollo e il suo microbiota, e usando terapie specifiche, nell’ambito di un approccio One Health.
Quindi, mentre in passato si sono usati gli antibiotici come promotori di crescita e in terapie di massa, oggi si tende ad affidarsi di meno ad essi, migliorando la qualità dell’allevamento lungo tutta la catena di fornitura. Se gli animali si ammalano, però, devono avere diritto a un trattamento appropriato, per ragioni etiche, economiche e ambientali. A questo proposito, è anche importante chiarire come la produzione userà in futuro le etichette che identificano le produzioni senza antibiotici, se in maniera competitiva o collaborativa.
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Il governo russo è pronto a risolvere la carenza di carne avicola e uova
costruendo complessi di produzione su larga scala
Il governo russo intende incentivare la costruzione di nuovi complessi avicoli su larga scala in tutto il Paese, con lo scopo di garantire alla popolazione forniture stabili di carne avicola e uova a prezzi adeguati.
Eugene Gerden, Giornalista freelance
La costruzione dei nuovi allevamenti consentirà di evitare il ripetersi di una forte carenza di uova in Russia, simile a quella verificatasi tra ottobre e novembre 2023, quando la vendita di uova è stata quasi completamente sospesa in alcune regioni del Paese. Ciò ha rappresentato una grave minaccia per la sicurezza alimentare interna, dato il consumo tradizionalmente elevato di carne avicola, in particolare di pollo, in Russia.
informazione e analisi Emeat, lo scorso anno l’industria avicola russa ha dovuto affrontare contemporaneamente diversi fattori negativi che hanno portato a una crisi massiva nel settore: “innanzitutto il calo della produzione è stato influenzato dalla situazione di tensione nelle zone di confine del Paese, nelle regioni in cui si trovano grandi allevamenti di pollame (danni dovuti ai bombardamenti, ecc.)”, ha commentato il direttore generale.
Ciò è confermato anche dalle statistiche del Rosstat, secondo le quali la regione di Belgorod, la principale regione della Russia in termini di produzione di polli da carne, che si trova al confine con l’Ucraina, ha ridotto il volume della produzione di carne avicola del 5,6%.
Allo stesso tempo, secondo Savkina, l’elevata dipendenza dalle importazioni del settore avicolo russo ha comportato un forte aumento dei costi di produzione sia nell’allevamento di polli da carne e galline ovaiole, sia per altre tipologie avicole (tacchino, anatre).
“L’indebolimento del rublo – ha proseguito Lyubov Savkina – ha comportato anche un aumento del costo delle attrezzature e dei pezzi di ricambio importati utilizzati nel settore, che è aumentato di oltre il 30%. Anche le importazioni parallele e la logistica hanno contribuito all’aumento dei costi: dalle uova da cova, agli ingredienti per mangimi, ai vaccini acquistati all’estero, al costo del trasporto dei prodotti avicoli al consumatore. Un altro fattore importante è la carenza di personale, che ha costretto la direzione delle imprese agricole ad aumentare i salari per attirare i lavoratori verso il settore della produzione”.
Tra gli altri fattori che hanno esercitato una notevole pressione sul settore nel 2023, vi sono stati l’aumento del tasso di riferimento da parte della Banca centrale russa e una situazione epizootica sfavorevole nel Paese. Secondo il regolatore veterinario e agricolo russo Rosselkhoznadzor, nel 2023 in Russia sono stati registrati 75 focolai di Influenza Aviaria ad alta patogenicità in 29 regioni.
Tempi duri per la produzione russa di carne avicola
Quest’anno è ancora in atto una tendenza negativa nella produzione russa di carne avicola: nel primo trimestre la produzione è diminuita dello 0,3%, pari a 3,3 milioni di tonnellate su base annua, mentre nel caso della produ-
zione di uova la diminuzione è stata del 2,1%, pari a 10,8 miliardi.
Nonostante l’ottimismo statale, quest’anno il settore avicolo russo dovrà affrontare un’elevata minaccia di stagnazione. La maggior parte degli analisti nutre seri dubbi anche sulla capacità della Russia di ottenere un forte aumento della produzione di carne di pollame e uova, come previsto dallo Stato.
Secondo gli esperti del giornale agricolo russo Agroinvestor, una serie di gravi problemi complicherà seriamente l’implementazione degli ambiziosi piani statali, come l’attuale carenza di materiale da riproduzione (e, di conseguenza, una diminuzione del numero di broiler), malattie, carenza di personale, ecc. Secondo gli analisti, mentre sarebbe possibile sostituire siti obsoleti con nuovi complessi moderni, non c’è abbastanza personale per lavorare in questi ultimi, data l’alta percentuale di lavoro manuale necessaria. Il problema della forza lavoro è davvero peggiorato nel settore avicolo russo dall’inizio del 2023. Già nell’agosto dello scorso anno il leader del mercato russo delle uova Sinyavinskaya, nella regione di San Pietroburgo, aveva allertato le catene di vendita al dettaglio circa possibili interruzioni delle forniture e, come risulta dalla comunicazione dell’azienda, la ragione principale era stata proprio la mancanza di personale. A causa del massivo deflusso di personale, principalmente migranti, l’azienda non è stata in grado di creare turni completi, con una carenza di lavoratori intorno al 25-30%. Anche altri grandi fornitori di carne avicola, come Cherkizovo e l’azienda avicola Severnaya, lo scorso anno hanno annunciato una sospensione temporanea delle spedizioni di prodotti. Le aziende hanno giustificato la sospensione con problemi di manutenzione delle apparecchiature estere e anche con la mancanza di personale.
Per quanto riguarda i previsti piani statali, secondo Konstantin Korneev, direttore esecutivo della società di analisi russa Rincon Management, per essere efficace un nuovo allevamento avicolo deve avere una certa dimensione e produrre almeno 60.000-70.000 tonnellate di carne all’anno. Ciò consentirà all’investitore di ottenere la massima realizzazione del potenziale genetico e, di conseguenza, i massimi risparmi sulla scala del business. Tuttavia, la costruzione di tali complessi è attualmente impossibile in Russia a causa dei costi elevati e dello scarso contesto economico del Paese.
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Benessere dei tacchini, pubblicata la relazione della DGSANTE sulla missione in Italia
La Direzione Generale della Salute e della Sicurezza Alimentare della Commissione europea (DGSANTE) ha pubblicato la relazione finale della missione condotta in Italia sul benessere dei tacchini da allevamento, organizzata dal Ministero della Salute con il supporto e il coordinamento di Unaitalia.
La relazione rappresenta il risultato di una missione conoscitiva in Italia effettuata dal 28 febbraio al 13 marzo 2024 al fine di raccogliere informazioni sul sistema nazionale per la protezione del benessere dei tacchini nelle aziende ed evidenzia la corretta applicazione del quadro
giuridico europeo da parte del nostro Paese in materia di tutela del benessere dei tacchini e il riconoscimento dei rigorosi protocolli utilizzati e dell’elevata professionalità del settore. La missione conoscitiva della Commissione europea è stata organizzata e coordinata da Unaitalia,
che si è confermata come punto di riferimento fondamentale per il settore avicolo italiano, non solo per la sua rappresentanza degli interessi degli operatori, ma anche per il suo impegno concreto nella promozione del benessere animale.
Alla fine del 2023 la Commissione europea ha incaricato l’EFSA di condurre uno studio approfondito per valutare il benessere dei tacchini in allevamento, al fine di fornire raccomandazioni utili per elaborare un parere scientifico sul tema, nell’ottica di una futura legislazione europea sui tacchini in allevamento. Parallelamente all’attività di EFSA, la DGSANTE della Commissione europea ha pubblicato il programma 2024 degli audit da condurre nei Paesi membri, partendo proprio dall’Italia.
Su richiesta del Ministero della Salute, Unaitalia si è quindi messa a disposizione per presentare il settore italiano del tacchino da carne e per l’organizzazione e il coordinamento della missione, in loco, della Commissione, dimostrando l’impegno concreto e fattivo del settore. La missione ha permesso ai referenti europei di visitare tre
allevamenti da ingrasso, uno di riproduttori, un incubatoio e un macello, con l’obiettivo di fornire informazioni sulle disposizioni italiane che garantiscono il benessere dei tacchini, nonché sulle pratiche di gestione, le sfide e le misure adottate a tal fine.
Il contesto italiano del settore dei tacchini da carne
L’Italia è uno dei principali produttori europei di carne di tacchino, insieme a Polonia, Francia, Germania e Spagna. Insieme, questi cinque Paesi forniscono l’84% della produzione totale annua di carne di tacchino nell’UE.
Il modello di produzione italiano dei tacchini mostra un elevato livello di integrazione, in cui le aziende integratrici controllano e possiedono direttamente l’intero ciclo produttivo: i riproduttori, le uova da cova, i tacchini da ingrasso, i macelli e tutti i processi associati (ad esempio mangimi, cure veterinarie). Aspetto significativo, nel nostro Paese due sole aziende integratrici controllano circa
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il 90% del settore dei tacchini. Secondo l’associazione di categoria tale integrazione favorisce il trasferimento e l’applicazione delle conoscenze più aggiornate e i progressi nella produzione di tacchini grazie al peso tecnico e finanziario di tali aziende.
Secondo i dati di Unaitalia il pollo da carne continua a conquistare quote sempre maggiori nel settore delle carni avicole a scapito di altre specie come i tacchini. In Italia la produzione di carne di tacchino rappresenta il 23% dell’intero settore avicolo, mentre il pollo da carne ne costituisce il 72%; altre specie come le galline ovaiole e le anatre rappresentano il rimanente 5%. In media il consumo di carne di tacchino in Italia ammonta a 4 kg pro capite all’anno.
Il nostro Paese può vantare un livello di autosufficienza del 107% circa per la carne di tacchino; tale percentuale è però scesa al 101% nel 2022, quando la produzione ha registrato un’eccezionale contrazione per la comparsa di focolai di Influenza Aviaria ad alta patogenicità. L’Italia è quindi un esportatore netto di carne di tacchino e un importatore di materiale genetico: il Paese esporta carne e prodotti trasformati a base di carne di tacchino di elevato valore in altri Stati membri dell’UE.
Nel 2023 in Italia erano in attività 705 aziende commerciali di tacchini da ingrasso, sostenute da una rete di 47 aziende di tacchini da riproduzione, comprese quelle in cui sono accasati giovani tacchini (tacchinotti) prima del raggiungimento dell’età riproduttiva. In Italia si allevano soltanto gruppi di genitori da riproduzione. Nel Paese operano sei incubatoi, tre dei quali rappresentano il 97% della produzione nazionale totale. Il settore dei tacchini si concentra per lo più nelle regioni nordorientali, soprattutto in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. A differenza di altri Stati membri, in cui le aziende sono autorizzate ad allevare altre specie avicole all’interno degli stessi impianti in periodi diversi, in Italia le aziende di tacchini da ingrasso si dedicano esclusivamente alla produzione di tacchini.
Negli ultimi cinque anni il numero totale di tacchini macellati in Italia è rimasto stabile (tra 27 e 30 milioni di tacchini all’anno dal 2018 al 2021). Nel 2022 questo dato ha subìto una drastica riduzione, toccando i 20 milioni circa; nel 2023 si è registrata una parziale ripresa che ha permesso di raggiungere i 24 milioni. Tale calo si può attribuire ai focolai di Influenza Aviaria ad alta patogenicità scoppiati nel 2022, che hanno colpito in modo particolare
le aziende di tacchini, con conseguenti infezioni dirette e abbattimento sanitario dei volatili in aziende epidemiologicamente collegate.
In Italia operano 21 macelli per tacchini, compresi impianti commerciali e a bassa produttività; il numero di macellazioni si concentra però sostanzialmente in cinque macelli, che rappresentano il 99% della produzione totale annua.
In media in un’azienda di tacchini da ingrasso si allevano circa 29.500 tacchini all’anno. Ogni azienda è composta da vari fabbricati, in ognuno dei quali sono accasati in genere 3500 maschi o 7000 femmine. I tacchini maschi e femmine sono allevati in aziende diverse. Ogni fabbricato ha una superficie di circa 1.000 m2. In ciascuna azienda da riproduzione sono accasati circa 3600 riproduttori.
In media in un’azienda di tacchini da ingrasso si registrano 2,3 cicli di produzione all’anno per i tacchini femmine e 2 cicli per i maschi; le femmine vengono macellate in media a 100 giorni dalla nascita, quando hanno raggiunto un peso di 9 kg, mentre i maschi vengono macellati a circa 140 giorni dalla nascita, quando hanno un peso di circa 20 kg.
Gli incubatoi per tacchini hanno la capacità di incubare mezzo milione di uova fertili ogni settimana per la produzione di tacchini, principalmente per il mercato nazionale, ma anche per l’esportazione di uova e tacchini di un giorno nei Paesi vicini. Le aziende integratrici acquistano pulcini di tacchino di un giorno per la riproduzione, di solito provenienti da gruppi ascendenti nel Regno Unito o in Francia. I tacchinotti impiegano circa 28 settimane per raggiungere la maturità sessuale e iniziare a deporre le uova; il periodo di deposizione delle uova dura circa 30 settimane. Le uova fecondate vengono poi trasferite in incubatoi in cui tacchinotti di un giorno sono successivamente inviati alle aziende per iniziare il ciclo di ingrasso.
Le risultanze della Commissione
In base alle risultanze della missione, l’Italia ha recepito, attuato e, per alcuni parametri, ulteriormente sviluppato il quadro giuridico dell’UE che disciplina il benessere dei tacchini al momento della produzione. Le attuali pratiche industriali sono caratterizzate da un elevato livello di standardizzazione e dalla regolarità del monitoraggio e sono adottate inoltre misure correttive per i fattori legati al benessere dei tacchini e alle buone pratiche zootecni-
che. È però possibile migliorare alcuni aspetti che incidono sul benessere, come la densità di allevamento, le mutilazioni e l’arricchimento ambientale.
Secondo la relazione, in particolare:
1. Le autorità italiane hanno recepito in maniera efficace la legislazione dell’UE, introducendo requisiti aggiuntivi concernenti ad esempio le limitazioni alle mutilazioni e le competenze degli allevatori.
2. Il settore dei tacchini presenta un elevato livello di integrazione e opera con notevole professionalità. Effettua monitoraggi regolari e adotta misure correttive in caso di scostamenti dai parametri relativi alla produzione e al benessere: ad esempio la qualità dell’aria, la temperatura, l’umidità relativa e la mortalità. È tuttavia possibile apportare ulteriori miglioramenti con il riesame dell’elevata densità di allevamento attualmente riscontrata nelle aziende di tacchini da ingrasso, la riduzione delle mutilazioni effettuate e la fornitura di materiale di arricchimento.
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3. È in corso un programma ben strutturato per l’esecuzione dei controlli ufficiali a livello di azienda. Gli orientamenti e la check list recentemente introdotti per l’esecuzione dei controlli ufficiali sul benessere dei tacchini dovrebbero costituire un altro utile strumento di consulenza per i funzionari, anche se, essendo entrati in vigore da poco tempo, non è ancora possibile misurarne l’impatto.
4. Al momento della macellazione si monitorano alcuni parametri che sono riconducibili al benessere; è però necessario approfondire il lavoro ed effettuare ulteriori analisi per accrescerne il valore e l’impatto complessivi.
5. Nel settore dei tacchini la presenza di regimi nazionali privati di etichettatura è limitata; è lievemente più marcata l’influenza dei regimi privati di altri Stati membri dell’UE, verso i quali le imprese italiane esportano. Per il 2024 è previsto l’avvio di un nuovo regime di etichettatura riguardante il benessere dei tacchini, ma il livello di interesse del settore nazionale dei tacchini rimane incerto.
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ACARI NELLA GALLINA OVAIOLA UN GRAVE PROBLEMA
PER I PRODUTTORI DI UOVA IN TUTTO IL MONDO
Tra tutti gli ectoparassiti presenti nella gallina gli acari sono considerati i più dannosi.
I due principali tipi di acari sono l’acaro rosso (Dermanyssus Gallinae) e l’acaro settentrionale (Ornithonyssus sylviarum). Tuttavia è il primo (Dermanyssus Gallinae) in particolare a essere identificato come il più dannoso per le galline ovaiole.
Il Dermanyssus Gallinae si trova ovunque, tranne che in Nord America, dove è maggiormente presente l’Ornithonyssus sylviarum, così come in Sud America e in alcune parti dell’Asia. Numerosi report indicano la presenza di entrambe le specie in diversi Paesi, inclusi Brasile, Argentina, India e Cina.
L’acaro rosso (Dermanyssus Gallinae) è un parassita che effettua i pasti di sangue durante le ore di buio, mentre nelle ore di luce si nasconde nelle parti vuote e nelle fessure del capannone e dell’impianto.
Questo comportamento rende il trattamento degli acari rossi più impegnativo e complesso rispetto ad altre specie, come l’acaro settentrionale (Ornithonyssus sylviarum). A differenza dell’acaro rosso, l’acaro settentrionale completa il suo intero ciclo vitale sull’ospite, in particolare sulle penne e nell’area intorno alla cloaca, ed è in grado di sopravvivere lontano dall’ospite solo per un breve periodo di tempo. Pertanto il trattamento dovrebbe essere effettuato direttamente sulla gallina, attraverso metodi diversi come nebulizzazione spray, impolveratura o immersione, a seconda delle dimensioni del gruppo e del sistema di accasamento.
Al contrario, l’acaro rosso può sopravvivere per lunghi periodi nell’ambiente circostante senza bisogno di stare su un ospite né di consumare un pasto di sangue.
Questo implica che qualsiasi trattamento per il Dermanyssus Gallinae deve essere somministrato sia all’interno del capannone e sulle attrezzature, sia sui singoli animali.
Di conseguenza, anche dopo la rimozione degli animali, l’infestazione persisterà nel capannone per un periodo significativo se non viene applicato un trattamento adeguato. Inoltre il prolungato periodo di deposizione delle uova offre agli acari rossi ampie opportunità di moltiplicarsi e di causare massicce infestazioni negli allevamenti avicoli.
0.50€ a oltre 2€ per gallina all’anno
In condizioni ottimali (temperature ambientali tra i 25 e i 30 °C e umidità relativa tra il 60 e il 70%), il ciclo vitale di un acaro rosso, dall’uovo all’animale adulto, può essere completato in soli 7 giorni. Gli allevatori in Europa, in Medio Oriente e in Asia sono particolarmente colpiti dall’impatto negativo di questi acari. Non solo subiscono perdite di produzione, ma affrontano anche danni sanitari e finanziari a causa dell’infestazione. Purtroppo la gravità di questo problema viene spesso sottovalutata.
In Europa le perdite stimate causate dalle infestazioni di acari rossi variano da 0,50€ a oltre 2€ per gallina all’anno, a seconda di fattori quali l’intensità dell’infestazione, il sistema di allevamento e i metodi di controllo.
MANAGEMENT
L’infestazione da acari ha diverse conseguenze significative, tra cui:
1 2 3
Irrequietezza e stress nel gruppo, in particolare durante la notte e nella zona dei nidi
Irritazioni della pelle, riduzione della qualità del piumaggio e comparsa di dermatiti.
Comportamenti di beccaggio delle piume e cannibalismo
4
Perdita di peso e anemia, evidenziata da bargigli e creste pallide.
5
Diminuzione della produzione di uova.
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Aumento del numero di uova di seconda scelta.
7
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Principali differenze tra acaro settentrionale (Ornithonyssus sylviarum) e acaro rosso (Dermanyssus Gallinae)
Differenze
Zone occupate
Ciclo vitale
Sopravvivenza al di fuori dell’ospite
Trattamento
Acaro settentrionale (Ornithonyssus sylviarum)
Nel piumaggio, in particolare nella zona della cloaca
Principalmente in condizioni meteorologiche moderate
Interamente sull’ospite
3 – 4 settimane
Sulle galline
Trasmissione di malattie avicole quali salmonella, malattia di Newcastle, Pasteurella, Coli, etc.
Mortalità nei casi di gravi infestazioni.
9
Problemi di salute e stress per il personale, incluse dermatiti e reazioni allergiche.
Acaro rosso (Dermanyssus Gallinae)
Sulle galline durante la notte per nutrirsi di sangue, nel capannone, su attrezzature/nidi
Soprattutto in condizioni meteorologiche calde
Sull’ospite, nel capannone e sulle attrezzature
Fino a un anno
Principalmente nel capannone e sull’attrezzatura e, in caso di bisogno, sulle galline
Trattamenti contro l’acaro rosso (Dermanyssus Gallinae)
I trattamenti per combattere l’acaro rosso possono essere distinti in due gruppi: prodotti chimici convenzionali e soluzioni alternative
Trattamenti convenzionali
Le sostanze chimiche più comunemente usate per combattere le infestazioni di acari sono gli acaricidi sintetici.
È importante notare, però, che l’efficacia di questi prodotti chimici e la loro applicazione vengono messe sempre più in discussione a causa di diversi problemi. La preoccupazione principale riguarda lo sviluppo, da parte delle popolazioni di acari rossi, di una resistenza agli acaricidi che persiste ormai da diversi anni.
Lo sviluppo di resistenza può rendere i trattamenti quasi inutili. L’uso di dosaggi più elevati rappresenta un rischio per la salute sia degli animali che dei consumatori, poiché potrebbe comportare la presenza di residui nelle uova e nella carne.
Inoltre i continui cambiamenti nella legislazione dei vari Paesi e il numero limitato di prodotti autorizzati per il controllo degli acari rossi rendono ancora più difficile per gli allevatori controllare questo parassita.
1
Evitare di utilizzare lo stesso acaricida ripetutamente.
2
S eguire attentamente le istruzioni del produttore e applicare il trattamento in modo corretto.
Quando si utilizzano trattamenti chimici, queste sono alcune considerazioni di cui tenere conto:
3
5
A seconda della struttura, è importante prendere di mira direttamente gli acari, cercandoli in anfratti e fessure durante il trattamento.
4
Applicare il trattamento durante la fase di buio, quando gli acari sono attivi e si trovano fuori dai loro nascondigli.
La salute e il benessere degli animali devono essere prioritari quando vengono effettuati questi trattamenti.
MANAGEMENT
2Trattamenti alternativi
Per affrontare i problemi di cui sopra e superare le sfide associate alle sostanze chimiche tradizionali, negli ultimi tempi sono emerse soluzioni alternative innovative.
Per esempio, è ampiamente riconosciuto che alcuni “oli essenziali” ottenuti da piante come l’aglio, l’albero di neem, il timo e il tè possiedono proprietà tossiche contro gli acari rossi.
Basandosi su queste conoscenze, sono stati introdotti sul mercato vari prodotti sotto forma di additivi da somministrare in acqua o nel mangime.
Tuttavia è cruciale sapere che potrebbero verificarsi possibili effetti collaterali e che sono necessarie ulteriori ricerche e conoscenze pratiche per perfezionare questi approcci.
Un metodo ampiamente utilizzato ed efficace per combattere l’acaro rosso della gallina in Europa è l’applicazione di polvere di diatomee e prodotti a base di silice. Questo trattamento fisico consiste nel bloccare le articolazioni tra il guscio della chitina dell’acaro, immobilizzandole.
Inoltre, quando la polvere di silicato entra nel sistema respiratorio degli acari, porta al soffocamento.
Tuttavia è essenziale selezionare il prodotto, la miscela, la dimensione delle particelle, la pressione e il metodo di applicazione appropriati per un trattamento di successo.
Questo metodo non presenta un pericolo di intossicazione per le galline o per gli esseri umani. Tuttavia le particelle di polvere possono causare stress e problemi di salute sia per le galline che per il personale.
Per ottenere un trattamento efficace con prodotti a base di silice è essenziale selezionare attentamente
Gli ultimi prodotti, che hanno una ridotta tendenza a generare polvere e aderiscono in modo più efficace alle superfici, sembrano essere più adatti ed efficienti.
il prodotto giusto la miscela la dimensione delle particelle la pressione garantire una corretta applicazione
Negli ultimi tempi i “trattamenti termici” hanno guadagnato popolarità nei Paesi europei grazie alla scoperta che temperature superiori a 60 ºC sono fatali per l’acaro rosso delle galline in qualsiasi fase del suo ciclo di vita, dalle uova agli adulti.
Il processo comporta l’innalzamento della temperatura all’interno del capannone vuoto tra cicli di deposizione consecutivi a oltre 60 ºC e il mantenimento della temperatura per una durata prolungata.
È fondamentale considerare il punto di fusione dei componenti delle apparecchiature in plastica e condurre questi trattamenti sotto la guida di esperti, prestando la massima attenzione.
Questa tecnica, se eseguita correttamente, ha il potenziale per essere di successo. La sua efficacia è attribuita a una combinazione di fattori, tra cui l’intensità e la durata delle temperature e il livello di umidità relativa.
Raccomandazioni generali
Al fine di controllare efficacemente l’infestazione di acari rossi, esistono diverse strategie semplici ed essenziali che possono essere implementate insieme alle misure di biosicurezza e alle pratiche igieniche. Applicando queste raccomandazioni generali, potete ridurre significativamente l’impatto delle infestazioni da acari rossi nella vostra azienda e mantenere un ambiente sano per i vostri animali.
1
Sviluppare un approccio unico e personalizzato, combinando diversi trattamenti adatti allo specifico sistema di allevamento.
Ridurre le possibilità per gli acari di nascondersi nelle attrezzature e nei capannoni attraverso l’applicazione di adeguate procedure di pulizia e manutenzione.
Tali raccomandazioni includono:
4
Somministrare il trattamento immediatamente dopo aver rimosso le galline dal capannone per impedire agli acari di trovare rifugio in crepe e anfratti, questo solo nel caso di utilizzo di prodotti applicati nell’ambiente.
5 6 2 3
Utilizzare strumenti di monitoraggio, come le trappole, per rilevare la presenza di acari in fase precoce e avviare il trattamento prima che la popolazione di acari si moltiplichi.
Si raccomanda di utilizzare un trattamento efficace, progettato per colpire l’acaro in tutte le fasi di sviluppo, uova comprese.
Attuare misure preventive per evitare la reinfestazione di acari rossi, tenendo conto di pratiche di allevamento, costruzione dei capannoni, mezzi di trasporto, igiene del personale, protocolli per i visitatori e potenziali interazioni con uccelli selvatici degli animali accasati.
MANAGEMENT
Conclusione
La rapida riproduzione degli acari e la loro crescente diffusione in diverse regioni a causa del cambiamento climatico, insieme alle sfide per trovare metodi efficaci di controllo e al loro ruolo di portatori di malattie, sottolineano l’importanza dell’acaro quale grave minaccia nel settore avicolo.
Purtroppo gli attuali metodi di trattamento disponibili non sono abbastanza efficaci per tenere sotto controllo l’infestazione di acari rossi in molti allevamenti avicoli nel mondo. Per contrastare questo problema sono quindi necessari ulteriori ricerche e progressi nel trattamento degli acari rossi della gallina.
Esistono molti metodi semplici e fondamentali che possono rivelarsi altamente efficaci nella gestione delle infestazioni di acari rossi. Tuttavia una loro corretta gestione continua a rappresentare un ostacolo significativo per garantire il benessere e le performance delle galline ovaiole.
Applicate un trattamento appena identificate l’iniziale presenza di acari, prima che la popolazione si moltiplichi.
Per monitorare efficacemente la gravità delle infestazioni nella vostra azienda, utilizzate strumenti come trappole adesive o cartoni.
Disclaimer
Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS. Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia
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Stati Uniti, l’Influenza Aviaria ha colpito per la terza volta in 10 anni: l’epidemia 2023-2024
Negli ultimi dieci anni, l’industria avicola degli Stati Uniti è stata colpita da tre devastanti focolai del virus dell’influenza aviaria. Questo articolo fornisce una panoramica della cronologia e degli impatti dell’epidemia del 2023/24.
Hans-Wilhelm Windhorst
Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
Tra aprile 2015 e marzo 2024 il virus HPAI è stato diagnosticato in 683 allevamenti avicoli; in totale sono morti 128,8 milioni di polli a causa delle infezioni e dell’abbattimento preventivo dei gruppi: di questi 100,3 milioni erano galline ovaiole e 20,7 milioni erano tacchini (Tabella 1).
Tabella 1 – Focolai di Influenza Aviaria e perdite animali negli Stati Uniti tra aprile 2015 e marzo 2024; dati in milioni di capi (fonte: APHIS).
Mentre sono trascorsi circa sette anni tra le prime due epidemie, la terza massiccia epidemia è seguita appena due anni dopo la seconda. In seguito agli impatti economici devastanti del 2022, si sperava che un simile evento non si verificasse così presto; tuttavia la nuova ondata di focolai ha colpito l’industria avicola poco dopo il recupero dalla pandemia di Covid-19. Questo ha riacceso una serie di questioni che erano già state oggetto di molte controversie nel 2022: una era la possibilità di una vaccinazione preventiva e l’altra riguardava la possibilità (e le modalità) di compensare gli allevamenti che avevano subìto perdite di animali dovute all’infezione o all’abbattimento, utilizzando i fondi del Dipartimento dell’Agricoltura (USDA). Questo articolo fornisce una panoramica dello sviluppo e degli impatti dell’epidemia del 2023/24.
Le epidemie hanno seguito uno schema temporale e spaziale conosciuto?
Esiste una chiara correlazione tra l’infezione di uccelli selvatici migratori con il virus dell’Influenza Aviaria (AI) e i focolai negli allevamenti avicoli commerciali. Le tre principali rotte migratorie (Pacifico, Mississippi, Atlantico) degli uccelli selvatici hanno un’influenza decisiva sul modello spaziale dei focolai. Mentre nel 2015 era stata principalmente la migrazione degli uccelli sulla rotta del Mississippi a portare alla concentrazione di casi nel Midwest settentrionale (Minnesota, S. Dakota), il modello nel 2022 è stato molto diverso: come dimostrato, si è trattato in realtà di due epidemie separate causate dalla migrazione di uccelli su tutte e tre le rotte (Windhorst 2023).
All’inizio di ottobre 2023 si sono verificati i primi casi in allevamenti di tacchini in Minnesota e South Dakota e, quattro settimane dopo, in allevamenti di riproduttori per polli da carne in Arkansas e Alabama. Il fatto che si siano registrati focolai nella parte meridionale della rotta del Mississippi è stato sorprendente, ma ha mostrato
che gli uccelli selvatici stavano viaggiando molto a sud. Nel mese di novembre, che ha mostrato un picco con 61 focolai (Figura 1), è cambiato il modello spaziale e, oltre agli Stati inizialmente colpiti, sono stati infettati allevamenti in Iowa, California, Oregon e Montana. In dicembre è diminuito significativamente il numero di focolai negli allevamenti di tacchini, ma il numero di allevamenti infetti di altre specie avicole è aumentato drasticamente, soprattutto in California, dove sono state colpite 16 aziende avicole e allevamenti di anatre e polli da carne, a differenza di quanto accaduto nel 2015 e nel 2022. La rotta del Pacifico è stata ovviamente più frequentata dagli uccelli selvatici rispetto alle epidemie precedenti. Sulla rotta atlantica ci sono state infezioni a New York, in Pennsylvania e in Ohio.
animali
Figura 1 – Focolai di Influenza Aviaria e perdite animali negli Stati Uniti tra ottobre 2023 e marzo 2024 (design: A.S. Kauer sulla base di dati APHIS).
Focolai
Nel gennaio 2024 il numero di focolai è diminuito significativamente, con solo due infezioni in allevamenti di tacchini in Wisconsin e Indiana e in due allevamenti di galline ovaiole e broiler in California. È notevole invece che siano stati colpiti sei allevamenti di uccelli allevati per la caccia in Kansas e South Dakota, mentre due casi si erano già verificati in South Dakota a dicembre. Sebbene il numero di focolai abbia continuato a diminuire nel mese di febbraio, si sono verificate ancora sei infezioni in allevamenti di tacchini in Missouri e South Dakota, oltre a un allevamento di riproduttori per polli da carne in Colorado e uno di polli da carne in Nebraska. A marzo 2024 è stato documentato un solo focolaio in un allevamento di tacchini in South Dakota: con l’aumento delle temperature, sembrava dunque avvicinarsi la fine dell’epidemia (Figura 2).1
Focolai e perdite di animali: grandi differenze a seconda della specie infettata
Si potrebbe pensare che il maggior numero di infezioni comporti anche le maggiori perdite di animali, tuttavia non è stato così, come si può vedere dalla Tabella 2 e dalla Figura 3
Tabella 2 – Focolai di Influenza Aviaria e perdite animali negli Stati Uniti tra ottobre 2023 e marzo 2024 (fonte: APHIS).
Mese Focolai Perdite animali (1 000)
ottobre 2023 novembre 2023 dicembre 2023 gennaio 2024 febbraio 2024
Sebbene gli allevamenti di tacchini abbiano rappresentato il 59,3% dei focolai, hanno contribuito solo per il 15,2% alle perdite di animali. La situazione è stata completamente diversa per gli allevamenti di galline ovaiole, che hanno rappresentato solo il 16,9% del numero totale di allevamenti infetti, ma con il 68,7% hanno rappresentato oltre due terzi delle perdite di animali.
Figura 2 – Linea temporale dei focolai di Influenza Aviaria in allevamenti di tacchini e di galline ovaiole negli Stati Uniti tra ottobre 2023 e marzo 2024 (design: A.S. Kauer sulla base di dati APHIS).
I principali risultati dello sviluppo temporale e del modello spaziale dei focolai possono essere riassunti come segue: il focolaio di ottobre 2023 è iniziato in modo simile al 2015 e al 2022, con un gran numero di infezioni tra i tacchini nel Midwest settentrionale, ma nei mesi successivi i focolai sono diventati più frequenti nell’ovest degli Stati Uniti, soprattutto in California, ma anche in Oregon e Montana. Gli Stati lungo la rotta atlantica sono stati invece meno colpiti rispetto al 2022.
Dei 26 allevamenti di ovaiole colpiti dall’Influenza Aviaria, quattro avevano più di un milione di posti e uno ne aveva più di due milioni. Al contrario, il numero medio di tacchini in allevamento era solo di 38.000. Anche gli allevamenti di broiler colpiti erano molto più grandi, con una media di 232.000 capi. Le epidemie del 2015 e del 2022 hanno mostrato un modello dimensionale simile (Windhorst 2016, 2023).
Focolai e perdite di animali: principali differenze regionali
Da un confronto tra i focolai di Influenza Aviaria (AI) che si sono verificati in un determinato Stato nel periodo in esame e le conseguenti perdite di animali che ne sono risultate si evincono differenze caratteristiche.
La Figura 4 mostra che South Dakota, Minnesota e California hanno rappresentato il 60,0% degli allevamenti avicoli infettati dal virus, ma hanno contribuito alle perdi-
1 Purtroppo non è stato questo il caso: i focolai in quattro allevamenti di ovaiole in Michigan e Texas, due allevamenti di tacchini in Minnesota e Michigan e tre incubatoi in New Mexico hanno mostrato il contrario. Oltre 10 milioni di galline ovaiole e circa 200.000 tacchini da carne sono stati abbattuti come misura preventiva o sono morti a causa dell’infezione.
Focolai
Perdite animali
Tacchini*
Galline ovaiole**
Broiler
Cacciagione
Anatre***
Non specificato
* incl. Allevamenti
** incl. Riproduttori per broiler
*** incl. Uccelli acquatici
PROGETTUALITA’ • PROFESSIONALITA’ • AFFIDABILITA’ DA OLTRE 50 ANNI
Galline Ovaiole**
Tacchini*
Broiler
Cacciagione
Anatre*** Non specificato
Figura 3 – Specie avicole coinvolte nei focolai di Influenza Aviaria e perdite animali negli Stati Uniti tra ottobre 2023 e marzo 2024 (design: A.S. Kauer sulla base di dati APHIS).
te animali solo per il 38,5%. Tale differenza era evidente soprattutto in South Dakota: sebbene lo Stato abbia rappresentato il 22,1% del numero di allevamenti colpiti, ha avuto fatto registrare solo il 6,0% delle perdite di animali. La dimensione media degli allevamenti era di 41.000 posti. Al contrario, si è presentata completamente invertita la situazione in Ohio: con sei focolai lo Stato ha avuto allevamenti infetti solo per il 3,9% del numero totale, ma con il 25,5% ha contribuito per oltre un quarto alle perdite di animali. Qui la dimensione media degli allevamenti era di 983.000 posti, 24 volte superiore a quella del South
I sistemi VDL Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
Focolai
S. Dakota Minnesota
Wisconsin
Missouri
Arkansas
Georgia
Altri
Perdite animali
23,14 migl.
Ohio California Iowa Minnesota
Kansas
S. Dakota
Oregon
Arkansas
Wisconsin
Alabama
Altri
Figura 4 – Ripartizione dei focolai e delle perdite animali nei dieci Stati più colpiti tra ottobre 2023 e marzo 2024 (design: A.S. Kauer sulla base di dati APHIS).
Dakota. In Iowa, Kansas e California, la proporzione di focolai è stata anch’essa inferiore alla proporzione di perdite di animali, probabilmente a causa delle grandi dimensioni medie degli allevamenti: rispettivamente 290.000 (Iowa), 230.000 (Kansas) e 200.000 (California).
Appare evidente che le perdite di animali sono state particolarmente elevate negli Stati con grandi allevamenti di galline ovaiole. Sebbene una situazione simile si fosse già verificata nel 2015 e nel 2022, nel frattempo i grandi
allevamenti di ovaiole non sono stati apparentemente in grado di migliorare le misure di biosicurezza per prevenire l’ingresso e la diffusione del virus dell’Influenza Aviaria.
Anche le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo, poiché l’inverno prolungato ha fatto sì che gli uccelli selvatici migrassero dagli Stati settentrionali del Midwest e dalla California alle aree di riproduzione settentrionali alcune settimane più tardi del solito. Questo potrebbe in parte spiegare i numerosi focolai in Kansas, Nebraska e California a gennaio 2024.
Sintesi e prospettive
Dopo le epidemie del 2015 e del 2022, oltre 150 focolai del virus dell’Influenza Aviaria si sono nuovamente verificati negli Stati Uniti nei mesi invernali del 2023 e 2024. Gli allevamenti commerciali di tacchini da carne e di galline ovaiole sono stati nuovamente quelli a essere più colpiti, ma sono stati infettati anche allevamenti di anatre e polli da carne. A differenza delle prime due epidemie sopra menzionate, nel 2023/24 gli Stati dell’ovest degli USA sono stati colpiti in misura molto maggiore, così come gli Stati del centro-sud. Mentre tra i focolai verificatisi nel 2015 e nel 2022 sono intercorsi quasi sette anni senza grandi episodi o perdite di animali, l’intervallo di tempo tra le ultime due epidemie è stato inferiore a due anni.
A causa di questo breve periodo è riesplosa la discussione sulla vaccinazione avicola preventiva e su una modifica della compensazione finanziaria degli allevamenti colpiti. Vi sono indicazioni che ci sarà un nuovo regolamento sulla partecipazione delle aziende agricole alle perdite monetarie.
Approfondimenti
Windhorst, H.-W.: Economic impacts of the AI-outbreaks in the USA in 2015. A final evaluation of the epizootic disaster. In: Zootecnica International 38 (2016), no. 7, p. 34-39.
Windhorst, H.-W.: Analyzing the 2022 US avian influenza outbreak. In: Poultry World 38 (2022), no. 6, p. 12-14.
Windhorst, H.-W.: Two waves, different routes and changing dynamics. The Avian Influenza outbreaks in the USA in 2022. In: Poultry World 39 (2023), no. 2, p. 8-11.
Serena Saladino
Account Manager dsm-firmenich
Il primo passo per migliorare la sostenibilità avicola è poterla misurare
Sullo sfondo di una popolazione globale in crescita, che si prevede raggiungerà i 9-10 miliardi entro il 2050, l’imperativo di aumentare l’offerta di proteine animali del 60% presenta sfide formidabili nell’utilizzo del territorio. La domanda globale di carne di pollame e uova sta crescendo a un ritmo fenomenale. Il settore avicolo dovrà evolversi e innovarsi in linea con questa domanda.
L’Europa si distingue per un forte impegno a favore della sostenibilità, evidente in iniziative come il Green Deal dell’UE e la strategia 2030 Farm to Fork. Nel 2013 infatti ha avviato un
processo per unificare le metodologie da utilizzare per il calcolo dell’impronta ambientale con la pubblicazione delle PEFCR (Product Environmental Footprint Category Rules) (Figura 1). Per il settore dei mangimi composti, la metodologia è disponibile dal 2018. L’impronta ambientale pesa 16 parametri, è normata a livello internazionale dagli standard ISO 14040 (ISO, 2006) e ISO 14044 (ISO, 2018) e fornisce un’unica informazione in modo che possa riflettersi in futuro su un’etichetta.
Parola d’ordine: efficienza
Sebbene la zootecnia rappresenti circa il 79% delle emissioni del settore agricolo, gli allevamenti avicoli incidono solo per il 2,6% sulle emissioni totali del settore (nel 2021 incidevano per il 3,0%) e, dunque, solo per lo 0,19% sul totale nazionale. L’avicoltura si conferma come uno dei comparti zootecnici a minore impatto ambientale (INSPRA, 2024).
Il mangime è un fattore importante che contribuisce all’impatto ambientale della produzione di carne di pollame e una maggiore efficienza del mangime per avicoli (rapporto di conversione del mangime) è stata identificata come la chiave per ridurre l’impatto ambientale. La parola d’ordine dunque diventa efficienza, cioè produrre con meno risorse, nel rispetto del benessere animale e dell’ambiente. La tendenza è quella di andare sempre più verso una “nutrizione di precisione” attraverso analisi di laboratorio che ci consentono di ottimizzare le diete, garantendo il corretto apporto di nutrienti per l’animale e ottimizzando i costi di alimentazione.
La farina di soia comunemente utilizzata come fonte proteica può avere un impatto ambientale sostanziale a seconda della sua provenienza. Ad esempio, quella proveniente dall’America Latina ha un’impronta di carbonio molto elevata a causa dell’impatto dell’uso del territorio. Inoltre, poiché la qualità e la disponibilità della fornitura di soia variano a livello globale, vengono utilizzati diversi livelli di soia e fonti proteiche alternative nelle diete dei polli da carne per garantire una formulazione di mangimi a costi minimi. Le proteine che non vengono digerite e assorbite dall’animale possono essere escrete nell’ambiente e contribuire alla produzione di ammoniaca. Diverse fonti proteiche hanno una differente digeribilità, quindi l’efficienza alimentare e l’escrezione proteica cambiano quando cambiano le fonti proteiche delle materie prime.
Se non puoi misurarlo, non puoi migliorarlo: come ridurre l’impronta di carbonio della produzione avicola
Iniziare a fare una valutazione dell’impatto ambientale della propria azienda è il primo passo verso un miglioramento. dsm-firmenich ha sviluppato Sustell™, una piattaforma intelligente, certificata ISO 14040/44, che consente di determinare 19 categorie di impatto, tra cui il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione delle acque dolci e del territorio e la scarsità idrica, nonché il livello di emissione di 10 inquinanti, tra cui ammoniaca (NH3), metano (CH4) e particelle fini (PM2,5). Sustell™ aiuta i produttori avicoli a comprendere l’impronta ambientale completa dall’alimentazione, dall’allevamento fino alla carne confezionata e a identificare interventi di miglioramento attraverso diverse simulazioni.
Una volta calcolata la linea di base, è possibile applicare una serie di strategie per migliorare l’efficienza e ridurre
Figura 1 – PEFCR (Product Environmental Footprint Category Rules) per mangimi
“dsm-firmenich ha sviluppato Sustell™, una piattaforma intelligente, certificata ISO 14040/44, che consente di determinare 19 categorie di impatto, tra cui il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione delle acque dolci e del territorio e la scarsità idrica, nonché il livello di emissione di 10 inquinanti, tra cui ammoniaca (NH3), metano (CH4) e particelle fini (PM2,5)”
avicola nel viaggio verso una produzione più sostenibile. Le strategie per ridurre l’impronta ambientale dei mangimi includono l’adozione di fonti proteiche alternative, la riduzione al minimo dell’uso di soia e l’utilizzo di materie prime coltivate localmente, l’utilizzo di enzimi carboidrasi (Ronozyme ® WX, Ronozyme ® VP, Ronozyme ® Multigrain) che permettono la digeribilità degli NSP dei cereali e delle fonti proteiche, supportando inoltre la riduzione dei fattori anti-nutrizionali presenti nelle materie prime. Per migliorare invece l’uso delle proteine, il che riduce sia i costi di alimentazione che l’impatto ambientale, è possibile aggiungere alla dieta dei polli da carne una proteasi, che accelera la scomposizione delle proteine in nutrienti che il pollo da carne può utilizzare. Per un’efficienza ottimale, dsm-firmenich offre ProAct 360TM, l’unica proteasi di seconda generazione sul mercato che, migliorando l’utilizzo delle proteine, può anche ridurre le emissioni di ammoniaca, aggiungendo la sostenibilità come ulteriore vantaggio di questa proteasi di seconda generazione.
Le emissioni di fosforo nell’ambiente vengono ridotte dal 20 al 30% quando si utilizzano fitasi nella dieta. Ronozyme ® HiPhos permette di eliminare i fitati nei mangimi, fattori anti-nutrizionali che influenzano la digeribilità del fosforo, ma anche delle proteine e aminoacidi a causa della formazione di complessi fitato-proteina.
l’impatto ambientale per kg di carne prodotta. Gli utenti di Sustell™ hanno accesso all’impronta e all’analisi per polli da carne, galline ovaiole e tacchini, nonché per le fasi di allevamento e di incubazione.
L’ultimo aggiornamento di Sustell™ migliora i moduli per polli da carne e ovaiole precedentemente disponibili, allineando la metodologia ai più recenti calcoli IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Grazie a questi sviluppi e alla recente espansione di Sustell™ per fornire l’impronta ambientale della lavorazione della carne, gli utenti possono condurre report LCA completi in tutte le fasi della produzione di pollame, dal mangime all’allevamento fino al confezionamento, utilizzando i propri dati primari su larga scala.
Attualmente si stima che tra il 60-80% dell’impatto ambientale della produzione di polli da carne derivi da attività associate alla produzione dei mangimi; si rende quindi necessario attuare strategie alimentari per migliorare l’efficienza produttiva e la sostenibilità della filiera avicola. dsm-firmenich può offrire differenti soluzioni nutrizionali e raccomandazioni per supportare la filiera
Conclusioni
Il cambiamento può iniziare solo comprendendo dove inizia il proprio viaggio e con il servizio di sostenibilità intelligente Sustell™ è possibile misurare e utilizzare parametri tangibili per incoraggiare la collaborazione lungo tutta la filiera avicola.
Le tendenze del mercato globale evidenziano le richieste dei consumatori e delle normative come i principali motori per la futura produzione avicola sostenibile. L’alimentazione contribuisce in modo significativo all’impronta ambientale della produzione di pollame, sottolineando l’importanza di ridurre la dipendenza da determinate materie prime.
dsm-firmenich svolge un ruolo proattivo, con il suo approccio che abbraccia l’utilizzo di enzimi per mangimi, gestione del rischio di micotossine, ingredienti innovativi e sfruttando il suo servizio di sostenibilità intelligente Sustell™ per un calcolo preciso e credibile dell’impronta ambientale.
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TechnoSpore®: il nuovo probiotico che combina il meglio dei due mondi ora per le pollastre da riproduzione
e da deposizione
Lo sviluppo di probiotici efficaci e la scoperta della loro modalità d’azione sono oggetto di ricerca continua. Studi recenti hanno dimostrato che il microbiota si sviluppa e le prestazioni migliorano quando gli animali vengono nutriti con una combinazione di batteri che producono acido lattico e che formano spore. Da queste osservazioni è nata l’idea di sviluppare un nuovo probiotico che, grazie alla nuova approvazione dell’EFSA, può ora essere utilizzato anche nelle pollastre e nei riproduttori.
Nuovo ceppo registrato nell’UE
Biochem ha sfruttato le proprie conoscenze per sviluppare un probiotico la cui efficacia deriva dal Bacillus coagulans DSM 32016, che è il primo B. coagulans approvato dalla Commissione Europea per l’alimentazione animale.
Il B. coagulans gode di un’ottima reputazione in medicina umana come probiotico che supporta in modo affidabile la salute intestinale, il sistema immunitario e il benessere generale.
B. coagulans è utilizzato principalmente per prevenire disturbi gastrointestinali, dolori addominali, problemi digestivi e la prolifera-
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zione di batteri nocivi. Agendo a sostegno dell’integrità gastrointestinale e limitando la perdita di peso, B. coagulans è anche molto efficace nel prevenire la disbiosi intestinale indotta dagli antibiotici. Jäger et al. hanno riassunto gli eccezionali benefici di B. coagulans sulla digeribilità delle proteine nel 2018. Secondo la letteratura, il probiotico aumenta efficacemente l’utilizzo delle proteine alimentari, migliorando l’assorbimento intestinale degli aminoacidi e la salute dei muscoli.
Bacillus coagulans DSM 32016: il multitalento per le pollastre
L’obiettivo dell’allevamento delle pollastre, sia per la deposizione che per la riproduzione, è quello di ottenere galline che raggiungano il loro massimo potenziale genetico per la produzione di uova. Due parametri produttivi fondamentali nell’allevamento sono il raggiungimento di un peso adeguato e di una buona uniformità degli animali, che si ottengono attraverso una buona alimentazione e un buon allevamento. Esiste infatti una forte correlazione
tra il peso delle pollastre e le prestazioni di deposizione. Per ottenere la massima efficienza alimentare, è essenziale mantenere una buona salute intestinale e un microbiota equilibrato. L’uso di probiotici è un buon modo per raggiungere questo obiettivo.
Figura 1 – Efficienza di produzione di acido lattico di diversi probiotici in vitro (dati raccolti da Biochem, 2018).
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LAB: Lactic Acid Bacteria
FU Berlin: Dr. Wilfried Vahjen, Germany, 2018, BP 6.18
Farm 1
Birds (n): 50000
Line: Hyline
TechnoSpore: 400 g/ton
(1 x 109 CFU/kg feed)
Age: 1 – 8 weeks
Farm 2
Birds (n): 12000
Line: Hyline
TechnoSpore: 400 g/ton (1 x 109 CFU/kg feed)
Age: 1 – 8 weeks
B. coagulans è un batterio unico che combina i benefici del genere Bacillus e dei batteri lattici probiotici per modulare beneficamente il microbiota intestinale. Uno studio in vitro ha dimostrato che i batteri differiscono notevolmente nella loro capacità di produrre acido lattico (Figura 1).
La capacità di B. coagulans DSM 32016 di produrre acido lattico ha portato a una riduzione del pH, dimostrando il potenziale benefico della somministrazione di B. coagulans sull’ambiente intestinale.
Come i ceppi utilizzati in medicina umana, B. coagulans DSM 32016 ha dimostrato risultati straordinariamente buoni nello stabilizzare le prestazioni e la salute generale degli animali da allevamento.
B. coagulans DSM 32016 ha diverse modalità d’azione che possono sostenere lo sviluppo e la crescita delle pollastre. B. coagulans DSM 32016 migliora la digeribilità dei mangimi, come le proteine e l’energia, che favoriscono una crescita e uno sviluppo elevati, soprattutto nelle prime settimane di allevamento.
Nei polli da carne è stato dimostrato che migliora anche l’uniformità dei lotti, che è molto importante anche per le pollastre. Alcuni esperimenti commerciali negli alleva-
Farm 3
Birds (n): 18000
Line: Dekalb
TechnoSpore: 400 g/ton (1 x 109 CFU/kg feed)
Age: 10 – 18 weeks
menti hanno dimostrato la capacità di migliorare le prestazioni delle pollastre (Figura 2).
Inoltre, B. coagulans DSM 32016 ha la capacità di modulare il microbioma, aumentando i batteri favorevoli alla salute e riducendo quelli nocivi, come Salmonella, E. coli e C. perfringens. Ha anche effetti inibitori diretti contro i patogeni gram-positivi e gram-negativi.
Questa modalità d’azione migliora i dati di mortalità (Figura 2) e contribuisce a sostenere migliori condizioni di salute.
Conclusione
La salute degli animali da allevamento dipende dallo stato del loro microbiota intestinale. B. coagulans DSM 32016 è stato appositamente sviluppato da Biochem per proteggere l’integrità intestinale e contribuire a mantenere un microbiota equilibrato, migliorando le prestazioni di pollastre e riproduttori.
Contatta il team Biochem al numero 3519741815 o via e-mail: bertarelli@biochem.net Iscriviti alla newsletter su www.biochem.net
Figura 2 – Effetti di B. coagulans DSM 32016 sul peso e sulla mortalità delle pollastre
TechnoSpore® è il nuovo ceppo probiotico di provata efficacia Bacillus coagulans DSM 32016. È stato appositamente selezionato per migliorare la salute e le prestazioni nei monogastrici. TechnoSpore® combina i vantaggi degli sporigeni con I benefici derivanti dai batteri che producono acido lattico.
Potete fidarvi di TechnoSpore® perché è scientificamente provato che supporta la salute e le difese Immunitarie per la produzione zootecnica moderna, in varie condizioni ambientali.
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Edizione italiana Anno XXXIV • Settembre 2024
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