Zootecnica International – maggio 2022 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Unaitalia e Assica a Roma analizzano scenari e prospettive della filiera carne Produrre polli antibiotic-free o con un uso ridotto di antibiotici Conoscere e gestire l’acqua per un’avicoltura efficiente
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE In tutte le epoche grandi personalità nel bene e nel male hanno tracciato dei destini. Nel V secolo a.C. Leonida, re di Sparta, impresse nella storia il suo nome: eletto eroe tra gli eroi, con un pugno di uomini, i famosi Trecento, alle Termopili si oppose ai Persiani che avevano il più grande esercito del mondo antico. Divenne il simbolo della massima devozione per la patria. Un altro esempio di eroismo e rettitudine è dato da Scipione l’Africano. Le guerre puniche rappresentano un’inesauribile fonte di riflessioni e di analisi. Publio Cornelio Scipione, personaggio noto per le sue abilità militari più che per la sua magnanimità, fu il vero vincitore del lungo conflitto tra Roma e Cartagine, conflitto le cui ragioni si potrebbero riassumere in poche parole: non potevano esistere due grandi potenze. Mahatma Gandhi nei libri di storia ha segnato un nuovo modo di combattere per l’indipendenza del proprio Paese: la non violenza. Gandhi amava dire “sii tu stesso il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Quando i bolscevichi detronizzarono lo Zar nel 1917 non potevano immaginare che presto il loro stesso partito avrebbe prodotto un dittatore ancora più sanguinario. Astuto e sospettoso fino alla paranoia, Stalin trasformò il regime comunista nel regno del terrore. L’assurdità e la spietatezza della guerra in Ucraina propongono tristemente un ritorno alla violenza di un regime dittatoriale. Fortunatamente i Paesi più evoluti e potenti hanno disapprovato questa invasione e cercano di essere coesi nell’evitare un altro conflitto mondiale. Questa consapevolezza nasce dalla storia di milioni di vite umane che si sono sacrificate per la libertà e i diritti dell’uomo. Non vorrei ricadere nel solito populismo gratuito. Sono per natura ottimista e sono convinto che se riuniremo le nostre energie positive potremo risolvere molti problemi, cercando di vivere più in armonia, pensando soprattutto al futuro delle nuove generazioni.
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SOMMARIO
ATTUALITÀ................................................................................................ 4 LE AZIENDE INFORMANO................................................................. 6 PRIMO PIANO
ConverterNOVO, il tacchino dalle ottime performance, ideale per il mercato europeo....................................................................................... 8
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Unaitalia e Assica a Roma analizzano scenari e prospettive della filiera carne..........................................................................12
REPORTAGE
LIFE CHIMERA: la valorizzazione della pollina “tal quale” per produrre fertilizzante di qualità “in loco”........................................................16
DOSSIER Allevamenti intensivi e Influenza Aviaria Dobbiamo credere alle accuse delle associazioni animaliste?........................... 20
INTERVISTA
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Viaggio nel cuore della Toscana, dove cresce la Valdarnese bianca...................24
FOCUS
Elevare la biosicurezza in allevamento, ma con consapevolezza....................... 26
MARKETING
Modelli e dinamiche del commercio di uova: la situazione mondiale nel 2020....................................................................... 28
TECHNICAL COLUMN
Produrre polli antibiotic-free o con un uso ridotto di antibiotici............................ 34
MANAGEMENT
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Impiego di biofilm positivi in allevamento per produzioni avicole più sicure......... 40 Conoscere e gestire l’acqua per un’avicoltura efficiente..................................... 44
MARKET GUIDE................................................................................... 52 GUIDA INTERNET............................................................................... 56
ATTUALITÀ
Standardizzate le check list di biosicurezza negli avicoli Con la nota del Ministero della Salute 0002801-02/02/2022-DGSAF-MDS-P il sistema Classyfarm viene ulteriormente implementato, arricchendosi di check list apposite, finalizzate alla verifica dei requisiti di biosicurezza negli allevamenti avicoli. A partire dal 15 febbraio 2022 l’IZSLER le ha rese fruibili nel sistema, attivandone l’applicativo per la compilazione e la registrazione informatizzata. nella grafica riguardano nello specifico tacchini, broiler e ovaiole. La corretta applicazione delle misure di biosicurezza rappresenta uno dei baluardi fondamentali per prevenire l’ingresso delle malattie infettive nelle aziende, non solo avicole, e che, come dettato dal Regolamento (UE) 2016/429, costituisce uno degli strumenti più efficaci per tutelare lo stato sanitario degli animali e ridurre l’utilizzo di farmaci nelle aziende zootecniche. In considerazione del valore riposto nella biosicurezza, in corso dell’epidemia di Influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI), che ha interessato le regioni Veneto e Lombardia, è stata emessa la Nota del Ministero della Salute prot. n. 29811 del 18/12/2021 che prevede all’articolo 2, comma 2 la possibilità di derogare al divieto di accasamento nel territorio, di cui all’allegato 1, parte b), qualora venissero soddisfatti una serie di criteri, e tra questi, appunto, la verifica favorevole dell’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti.
Fino a ora le schede per i rilievi della biosicurezza negli allevamenti di volatili da reddito erano predisposte e integrate man mano che le normative e le indicazioni ministeriali si succedevano nel tempo, in maniera quindi difforme, se non nei contenuti quantomeno nella forma, nei differenti territori nazionali. Di recente, invece, un apposito gruppo interregionale ha lavorato alla predisposizione di queste liste con la finalità di realizzare dei supporti pratici da utilizzare per la verifica dei requisiti di biosicurezza da parte dei Veterinari Ufficiali dei Servizi Sanitari Pubblici. Le schede predisposte dal gruppo e armonizzate tra loro nella sostanza e
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Al fine di raggiungere una programmazione definita dei controlli, il Ministero propone di registrare queste check list nel sistema Classyfarm, anche in previsione della concessione di deroghe per gli accasamenti, nell’ambito della gestione dell’emergenza HPAI, nelle Regioni Veneto e Lombardia. Nel resto del territorio nazionale viene suggerita l’esecuzione di controlli riguardanti l’applicazione delle misure di biosicurezza in tutti gli allevamenti all’aperto, nelle zone A e B così come definite nell’Accordo Stato Regioni rep. 125, del 25 luglio 2019. Nelle Regioni in cui non sono individuate dette zone A e B a rischio si chiede invece di porre sotto controllo solamente una percentuale degli allevamenti all’aperto, che non sia comunque inferiore al 25%.
- attualità -
Fonte: Vesa Marche – Autore Giuseppe Iacchia www.sivempveneto.it
ATTUALITÀ
IPC posticipa la conferenza annuale al 28-30 settembre 2022 L’International Poultry Council (IPC) ha annunciato di aver posticipato il consueto meeting annuale, quest’anno previsto a Bordeaux (Francia), a causa della situazione epidemica. L’incontro è stato riprogrammato dal 28 al 30 settembre 2022. Nonostante l’ottimismo delle ultime settimane rispetto al prossimo ritorno alla normalità per il 2022 da parte di tutto il settore, l’IPC ha ritenuto di posticipare ancora una volta l’evento per dare priorità alla salute e al benessere di tutti i suoi membri, favorire una migliore organizzazione e avere il più alto livello di partecipazione possibile. L’International Poultry Council si impegna, per quei giorni, a ricevere a Bordeaux tutti i suoi membri e
rappresentanti dell’industria avicola mondiale. Le iscrizioni all’evento sono state aperte da lunedì 25 aprile 2022. Maggiori informazioni sul programma saranno reperibili sul sito IPC. L'international Poultry Council rappresenta la principale voce internazionale del settore avicolo; è composto da associazioni nazionali di settore, aziende avicole e altri rappresentanti chiave del settore. I membri dell'IPC rappresentano oltre l'88% della produzione e il 95% del
commercio mondiale di carni bianche. IPC si impegna a fornire una visione olistica del settore globale, svolgendo un ruolo proattivo nel promuovere soluzioni basate sulla scienza e condividendo le informazioni necessarie per l’industria avicola e per le autorità di regolamentazione in tutto il mondo sulle questioni che interessano l’intera catena di approvvigionamento. Fonte: IPC
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LE AZIENDE INFORMANO
Le incubatrici elettriche Petersime compiono cento anni! Quest’anno Petersime celebra una pietra miliare nella sua lunga storia, iniziata esattamente 100 anni fa con l’invenzione della prima incubatrice elettrica al mondo.
Petersime X-Streamer™.
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Petersime NO.1: una rivoluzione nell’incubazione commerciale
Ciò che Petersime rappresenta oggi
Le origini del marchio Petersime che conosciamo oggi possono essere fatte risalire a Gettysburg, città americana situata nell’Ohio, dove Ira Petersime fondò una piccola azienda a conduzione familiare, The Petersime Incubator Company. Nel 1922, lui e suo figlio Ray inventarono Petersime NO.1, la prima incubatrice elettrica al mondo. Il modello NO.1, una rivoluzione nell’incubazione, ha dato vita a numerose innovazioni che avrebbero perfezionato il processo di incubazione nel secolo successivo. Le incubatrici di fabbricazione americana sono state importate in Europa per oltre 25 anni. Nel 1949 Georges Bohez, attivo come agente di vendita Petersime in Belgio e nei Paesi Bassi, fece un accordo per produrre le macchine su licenza americana, fondando Petersime nv a Olsene, in Belgio, nel sito in cui l’azienda opera ancora oggi. All’invenzione del modello NO. 1 sono succeduti numerosi miglioramenti da parte della famiglia Petersime, ma l’accordo di licenza americano terminò alla fine nel 1966. Ciò ha significato il vero e proprio inizio della crescita internazionale di Petersime nv, con l'introduzione nel settore avicolo delle proprie attrezzature e soluzioni per l’incubazione.
Tutto è dunque iniziato con Petersime NO.1 nel 1922, la prima incubatrice elettrica al mondo inventata da Ira e Ray Petersime;
- le aziende informano -
Petersime NO.1.
in seguito, Petersime si è assicurata ancora una volta un ruolo pionieristico con il lancio di X-Streamer™, la prima incubatrice intelligente che trasforma i dati in prestazioni ottimali di incubazione. Oltre alla soluzione dati basata su cloud Eagle Trax™, la gamma rappresenta una pietra miliare anche per la digitalizzazione in incubatoio. Oggi Petersime è attiva in oltre 150 Paesi. Nelle macchine Petersime nascono 500 milioni di pulcini, settimana dopo settimana. Orgogliosa della sua lunga storia come leader mondiale nel settore dell'incubazione, Petersime si impegna a garantire ai clienti il massimo profitto per tutta la durata della produzione.
Salmonella 360° – Un approccio olistico alla prevenzione del rischio salmonella in avicoltura Elanco Italia S.P.A. – EM-IT-22-0016
Tutti gli attori della filiera alimentare, dai produttori alle aziende di trasformazione fino ai consumatori, giocano un ruolo molto importante nella prevenzione delle tossinfezioni alimentari. Però, per quanto riguarda le infezioni da Salmonella, che possono originare e proliferare in allevamento senza adeguate strategie di controllo, gli allevatori e i produttori avicoli giocano un ruolo cruciale.
Approccio olistico alla prevenzione del rischio salmonella in allevamento Un’adeguata strategia di controllo delle infezioni da salmonella in allevamento comprende almeno le seguenti componenti: • Programmi di vaccinazione contro la Salmonella per costruire una robusta immunità in grado di proteggere gli animali durante il ciclo di produzione, progenie compresa. • Programmi a supporto e protezione dell’Integrità Intestinale per ridurre le opportunità di colonizzazione da parte delle Salmonelle e migliorare la performance degli animali. • Programmi integrati di biosicurezza e controllo degli animali nocivi (acari, insetti, roditori) per ridurre i potenziali vettori di salmonelle. • Buone pratiche di gestione dell’allevamento, pulizia e disinfezione per ridurre le potenziali contaminazioni da patogeni attraverso acqua, lettiere, etc.
Programmi vaccinali contro la Salmonella La vaccinazione è il primo e più importante passo per costruire l’immunità degli animali e prevenire le infezioni da Salmonella. Problemi di Salmonellosi in allevamento si ripercuotono inevitabilmente lungo tutta la catena alimentare fino ad arrivare al consumatore. La vaccinazione è uno strumento strategico che può affrontare alla radice le cause del problema. Adeguati programmi vaccinali, correttamente e continuamente applicati contribuiscono a ridurre il rischio di tossinfezioni alimentari legate alla presenza di salmonelle in allevamento. Esistono, fondamentalmente, due tipi di vaccini – vivi e inattivati – ed entrambi possono essere utilizzati per proteggere la salute degli animali e ridurre la presenza dei patogeni in allevamento. Inoltre, se i vaccini riducono il carico di patogeni in entrata negli impianti di lavorazione e trasformazione anche le operazioni di mitigazione del rischio a livello di questi impianti hanno più probabilità di successo.
Programmi a supporto e protezione dell’Integrità Intestinale La salute degli animali e la sicurezza alimentare vanno di pari passo. Pertanto, è importante promuovere e proteggere l’Integrità Intestinale controllando la coccidiosi, l’enterite necrotica e altre patologie infettive e non infettive che possono compromettere
la funzionalità dell’intestino. La parete intestinale è una barriera fisica che previene la colonizzazione da parte di microrganismi pericolosi per la sicurezza della catena alimentare. Il maggiore utilizzo nel mangime di ingredienti cosiddetti funzionali, come ad esempio prebiotici, probiotici, enzimi, acidificanti e acidi organici, ha consentito nel corso degli anni un migliore controllo dei patogeni intestinali, comprese le salmonelle. Inoltre, questi prodotti contribuiscono a ottimizzare la performance degli animali riducendo la colonizzazione da parte dei patogeni e migliorando l’assorbimento dei nutrienti.
Biosicurezza e buone pratiche di gestione dell’allevamento Il controllo degli animali nocivi (insetti, acari, roditori…) influenza il benessere e la produttività dei gruppi di animali e, inoltre, rappresenta una strategia fondamentale per controllare e ridurre le contaminazioni da salmonella in allevamento. Acari rossi, coleotteri, mosche, roditori sono potenziali vettori di Salmonella e altri pericolosi patogeni. Un efficace programma di controllo può ridurre le infestazioni, creare un ambiente migliore per gli animali e ridurre la presenza di microrganismi potenzialmente patogeni. Altre strategie, importanti per ridurre la contaminazione e la proliferazione di Salmonelle, comprendono il controllo e la corretta gestione di acqua e mangime, programmi di igiene e disinfezione dei capannoni, gestione delle lettiere e, come detto sopra, accurati programmi di biosicurezza. Programmi su misura e ben strutturati aiuteranno gli animali a raggiungere il loro pieno potenziale e a ridurre i rischi di sicurezza per la catena alimentare.
Lavorare insieme per ridurre il rischio Salmonella nella filiera avicola Controllare e ridurre il rischio di Salmonella nella filiera avicola è una grande responsabilità che non può essere lasciata sulle spalle di un singolo componente. È, infatti, possibile intervenire con efficacia a più livelli: dall’allevamento agli impianti di trasformazione. Controllare e ridurre il rischio di Salmonella negli allevamenti avicoli è il primo e fondamentale passo per ridurre le probabilità che la Salmonella possa essere un problema per il resto della catena alimentare. Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. © 2022 Elanco. Contenuto sponsorizzato Elanco
IN PRIMO PIANO
ConverterNOVO, il tacchino dalle ottime performance, ideale per il mercato europeo Hendrix Genetics è un’azienda dedita alla ricerca continua di nuove linee genetiche capaci di soddisfare i bisogni della clientela. La creazione del nuovo centro Pedigree in Europa e l'introduzione di questa nuova linea pesante, ConverterNOVO ne sono la prova. Dopo il suo lancio, avvenuto nel 2020, questo tacchino si è imposto con una crescita incessante nel mercato avicolo internazionale.
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IN PRIMO PIANO
Selezionato per rispondere alle continue e mutevoli necessità degli allevatori e dei sistemi di produzione, ConverterNOVO è l’evoluzione della Hybrid Converter. La nuova linea genetica offre un eccellente indice di conversione, un migliorato incremento ponderale, ridotta mortalità, e un notevole incremento delle capacità riproduttive.
per poter sostenere il peso una volta adulti. È stato inoltre rilevato come ConverterNOVO sia un tacchino più calmo rispetto alla precedente linea (vedi Grafico 1).
Un animale con una forte crescita ConverterNOVO, forte delle sue performance da carne, ha mostrato dei pesi finali molto competitivi sul mercato. Sebbene nelle prime settimane questi tacchini presentino un peso non molto elevato, compensano poi con una crescita importante verso la fine del periodo di allevamento. (vedi Grafico 2).
Miglior indice di accrescimento Con un accrescimento relativamente lento durante le prime settimane di vita, questi tacchini hanno tutto il tempo di sviluppare solide zampe
Migliore quantità di Kg/m2 L'accrescimento ponderato nella fase iniziale, e rapido verso la fine, permette a ConverterNOVO di ottenere un miglioramento del numero di kili di peso vivo prodotti per metro quadro (vedi Grafico 3).
L’importanza di una corretta nutrizione La gestione nutrizionale della linea ConverterNOVO non si discosta molto da quella della Converter. Tuttavia, sono presenti alcune piccole differenze da considerare se si vogliono ottimizzare i risultati e le performan-
hybridturkeys.com
HYBRID CONVERTERNOVO UN TACCHINO FORTE, ROBUSTO E RESISTENTE PENSATO PER IL MERCATO ITALIANO La Hybrid CONVERTER NOVO è la linea genetica di tacchini pesanti pensata e realizzata in Europa per il mercato europeo. I nostri animali garantiscono un’ottima conversione ed una resa eccellente.
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IN PRIMO PIANO
Tabella 1 – Esempio di programma alimentare da seguire per la linea ConverterNOVO. Tipologia di alimento
Starter 1
Starter 2
Svezzamento 1
Svezzamento 2
Finissaggio 1
Finissaggio 2
Femmine
0-0,95 kg*
0,95-2,18 kg
2,18-3,91 kg
3,91-5,91 kg
5,91-9,67
9,67 kg fino alla fine
Maschi
0-1,29 kg
1,29-2,89 kg
2,89-6,23 kg
6,23-10,32 kg
10,32-16,16 kg
16,16 kg fino alla fine
*Peso corporeo Mortalità 2021 4
(%)
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Età in settimane ConverterNOVO
Converter
*Dati ottenuti con il confronto dei risultati di campo dei gruppi di animali accasati in Europa tra il 2020-2021
Grafico 1 – Tasso di mortalità nel 2021. Maschi – peso corporeo
ce. Non è necessaria alcuna dieta specifica, ma andrà posta particolare attenzione alle fasi di transizione alimentare nei vari periodi di crescita. Fondamentale sarà il controllo del peso degli animali durante le prime 10-12 settimane al fine di raggiungere il peso indicato, poiché risulterà difficile recuperare gli standard nelle fasi successive. Per questo motivo è consigliabile rinviare i cambi di periodo alimentare in caso di scostamenti dallo standard. Per esempio, il passaggio all’alimento starter 2 dovrà essere fatto a 0,95 kg per le femmine e 1,29 kg per i maschi. Non esitate a provare la nuova linea ConverterNOVO. La nostra equipe di esperti è disponibile per consigliarvi e guidarvi sulla scelta delle condizioni ottimali di gestione.
ConverterNOVO vs Converter
Poly (ConverterNOVO vs Converter)
*Dati ottenuti con il confronto dei risultati di campo dei gruppi di animali accasati in Europa tra il 2020-2021
Grafico 2 – Differenza del peso corporale dei maschi tra ConverterNOVO e Converter. Maschi – kg/m2
Età in settimane ConverterNOVO vs Converter
Poly (ConverterSalmonella vs Converter)
*Dati ottenuti con il confronto dei risultati di campo dei gruppi di animali accasati in Europa tra il 2020-2021
Grafico 3 – Differenza del numero di Kg di peso vivo prodotto per m2 tra ConverterNOVO e Converter.
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Rappresentante per l’Italia: Dario Laugero, Responsabile tecnico e commerciale M.: +39 393 33 58 371 Email: dario.laugero@hendrix-genetics.com Web: www.hybridturkeys.com
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Unaitalia e Assica a Roma analizzano scenari e prospettive della filiera carne Il Rapporto Censis sulle filiere della carne rivela che il 78% degli italiani teme la perdita di potere di acquisto, per il 55% la priorità è quella di contenere il prezzo dell’energia e l’85% dice no alla carne sintetica. È stato presentato a Roma il 13 aprile nella sala Stampa Estera il rapporto del Censis “Per il buon uso del recovery fund nel rilancio delle filiere della carne”, i cui risultati – che certificano le reali aspettative dei consumatori alla luce degli effetti economici e sociali delle emergenze e della crescente centralità della sostenibilità ambientale – sono stati analizzati dal presidente di Assica, Ruggero Lenti, e dal presidente di Unaitalia, Antonio Forlini. La crescita dei costi di produzione, a partire da quelli della fase zootecnica che nei primi due mesi del 2022 registrano un +12,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando per quelli di energia e gas (quadruplicati nel 1° bimestre dell’anno in corso rispetto allo stesso periodo 2021) e per tutti i cosiddetti costi accessori di produzione, mette a dura prova i settori avicolo e suinicolo, che fanno i conti anche con le conseguenze della crisi ucraina e l’impegno verso una transizione ecologica in linea con le richieste dell’Unione europea e del Green Deal.
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Secondo i presidenti di Unaitalia e Assica “le filiere della carne vogliono e devono essere parte integrante della transizione ecologica e le associazioni che rappresentiamo lavorano sempre più in collaborazione per favorire tutte le sinergie utili in questa delicata fase storica. Quella della sostenibilità è una strada già intrapresa da tempo dai nostri comparti e su cui ad oggi le aziende associate hanno già effettuato ingenti investimenti con fondi privati e avviato progetti come Made Green in Italy per certificare in etichetta le aziende che producono carne suina in modo sostenibile. Occorre ora stringere i tempi e attuare interventi di emergenza per sostenere i consumi e alleggerire i costi di produzione, salvaguardando la marginalità delle imprese. È ora più che mai necessario dare garanzie al settore agroalimentare, lungo tutta la filiera che sta pagando i rincari dei prezzi delle materie prime e dell’energia, e rischia di dover ridimensionare attività e occupati se dovesse innescarsi una brusca riduzione dei consumi.” Per Unaitalia e Assica occorre una seria e approfondita valutazione dell’impatto della strategia
From Farm to Fork, che secondo alcuni studi internazionali provocherebbe un crollo della produzione alimentare dell’Unione europea fino al 25% e un’ulteriore esplosione dei prezzi dei beni alimentari di prima necessità. Per questo motivo le due associazioni appoggiano il ministro Patuanelli sulla proposta di posticipare di un anno la data di entrata in vigore della nuova Pac (1° gennaio 2023) che non tiene conto di uno scenario totalmente mutato. Dalla ricerca, secondo il direttore generale del Censis, Massimiliano Valerii, che l’ha presentata alla stampa, emerge come gli italiani apprezzino le produzioni sostenibili ma che “la priorità per loro è il benessere: bloccare il caro energia e preservare la capacità di acquisto. Se sostenibile vuol dire meno benessere allora gli italiani non ci stanno. Il 67,9% ritiene prioritaria la tutela del benessere economico e sociale rispetto alla sostenibilità ambientale. Ed è diffuso il pragmatismo tra i giovani, dove la percentuale sale al 75,3%. Certamente – conclude Valerii – sono idee condizionate dagli avvenimenti in corso, considerato che per il 75,3% degli italiani bisognerà abituarsi a nuove
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emergenze nel futuro. E si conferma la già percepita contrarietà degli italiani all’inflazione dei prezzi dell’energia, quale che ne sia la ragione, perché colpirebbe la sostenibilità economica e sociale. Dai dati dell’indagine, emerge che gli italiani sono pronti a cambiare abitudini solo se i benefici saranno superiori ai costi: ci si adatterà a uno stile alimentare più sostenibile purché non incida negativamente sul proprio benessere e sulla capacità di spesa”. “È fondamentale che l’Unione europea non imponga misure miopi – ha aggiunto il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini – che mettano a rischio produzioni come quella delle carni avicole, che oggi risultano le più consumate dagli italiani e in UE. Riducendo la produzione metteremmo a rischio un settore oggi totalmente Made in Italy e autosufficiente al 107,5%, in un momento in cui occorre invece rafforzare la sovranità alimentare europea e salvaguardarsi dal rischio di import da Paesi terzi che non hanno i nostri standard in tema di benessere animale e sicurezza alimentare”.
I risultati della ricerca del Censis Le reiterate campagne denigratorie sulla carne non scalfiscono il buonsenso degli italiani: secondo i dati del Censis l’82,5% dichiara esplicitamente che la giusta quantità di carne bianca e rossa è componente fondamentale di una buona dieta e parte della dieta mediterranea. E il 64,9% non si fa condizionare da eventuali informazioni negative o fake news sul tema. “La reiterazione incessante di semplificazioni e infondatezze su produzione e consu-
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mo di carne – afferma Valerii – non fa breccia nel corpo sociale, e ne sono più impermeabili i giovani (67,9%) e i laureati (67,3%). Di fatto, la maggioranza degli italiani si è formata una propria idea sulla produzione e sul consumo di carne che resiste ai condizionamenti esterni e alla proliferazione di informazioni negative. Così, il 61,3% è contrario all’idea che si debba smettere di produrre carne e chiudere gli allevamenti perché in tal modo si salverebbe il pianeta dal riscaldamento globale: il 30,6% la considera una delle tante fake news che circolano sul settore e per un ulteriore 30,7% è una minaccia perché colpisce un intero settore e un alimento importante. Solo il 25% ritiene veritiero il nesso tra allevamenti, produzione di carne e riscaldamento globale, mentre il 13,7% non ha un’opinione precisa in merito”. Oggi dichiara di mangiare carne il 96,5% dei cittadini, di cui il 45,9% regolarmente e il 50,6% di tanto in tanto. Gli italiani sono inoltre consapevoli che la filiera della carne si è evoluta e modernizzata: nessuno è convinto di mangiar carne con le stesse caratteristiche di quella di 30 anni fa. A sorpresa, a mangiarla con regolarità sono soprattutto i giovani (62,8%) con una quota più alta di quella di anziani (30%) e adulti tra i 35 e i 64 anni (47,7%). Infine, dalla ricerca emerge un netto no alle presunte alternative: per il 79,9% degli italiani la carne fatta con prodotti vegetali non può essere considerata carne, per questo i consumatori vogliono che siano proposti chiaramente come prodotti distinti e diversi da quelli della carne. Lo sforzo promozionale per la carne prodotta in laboratorio – secondo il Censis – non conquista quindi gli italiani: l’85,6% dichiara di non volere cibi fatti in laboratorio, ma da agricoltura e allevamenti tradizionali. Altra alternativa che non convince sono gli insetti, con l’83,9% che non è disposto a mangiarli. Gli italiani inoltre non vogliono ambiguità lessicali e informative: per il 93,4% occorre sempre distinguere in modo inequivocabile nelle etichette i prodotti di carne da animali allevati in modo tradizionale e quelli di carne sintetica creata in laboratorio. Importante l’economia circolare: il 90,5% valuta positivamente le imprese e i prodotti che utilizzano materiali che possono essere recuperati e riciclati. Un fattore comune a tutti i livelli d’istruzione è infine conoscere la provenienza della carne che si consuma e il benessere animale: il 94,1% per i prodotti della carne vuole indicazioni su provenienza e trattamento degli animali, indipendentemente dal titolo di studio.
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I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
Nuovo ventilatore MagFan costruito in materiale composito, motore a variazione di velocità con inverter, trasmissione in presa diretta, portata d’aria fino a 70.000 mc/h a 0 Pa e con risparmio energetico fino ad un massimo del 70%.
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REPORTAGE
LIFE CHIMERA: la valorizzazione della pollina “tal quale” per produrre fertilizzante di qualità “in loco”
Rosalino Usci, PhD, Ingegnere Meccanico e Michele Marcantoni, PhD, Ingegnere Meccanico Amministratore delegato e Socio fondatore di 3P Engineering, autori dei due brevetti alla base di CHIMERA
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Un nuovo modello di economia circolare per il mercato avicolo grazie a una innovativa tecnologia basata su due brevetti per promuovere la transizione verso un’agricoltura smart. Aumento dei costi delle materie prime, impennata nei prezzi dei fertilizzanti fino al 170% e rincari dell’energia, sono tre tendenze che stanno destabilizzando il mercato agricolo. Ricerca e innovazione possono fornire le risposte per creare virtuosi modelli green, anche dal punto di vista gestionale, accelerando la transizione ecologica verso la smart agricolture, per un nuovo paradigma dell’agricoltura in grado di coniugare pratiche tradizionali con nuove soluzioni digitali e tecniche, aumentando l’efficienza dell’azienda agricola.
- reportage -
REPORTAGE
“CHIMERA CHIckens Manure Exploitation and RevAluation” è un progetto del programma europeo LIFE (GA n. LIFE15 ENV/IT/000631), che ha come protagonista una nuova tecnologia che risponde a esigenze di ecosostenibilità (organic waste recycling) realizzando i principi di economia circolare: consente la valorizzazione della pollina (deiezioni avicole) trasformandola in fertilizzante ed energia.
Pollina, da sottoprodotto di origine animale a risorsa La pollina è un sottoprodotto di origine animale che può essere percepito come una risorsa per la presenza significativa di nutrienti; allo stesso tempo, contiene ammoniaca (NH3), diazoto (N2), protossido di azoto (N2O) e nitrato (NO3) in quantità elevate. Per molti anni la pollina è stata cosparsa sui suoli agricoli, impiegata direttamente come fertilizzante, ma la direttiva Nitrati dell’UE (1991) ne ha regolamentato e limitato la pratica in quanto altera l’equilibrio del suolo e delle acque, e per l’impatto nell’aria con un’elevata dispersione di ammoniaca (NH3-gas serra). La pollina pertanto, deve essere gestita, comportando costi di stoccaggio a causa delle sue emissioni inquinanti e odorigene. A livello nazionale, il settore agricoltura rappresenta il 94% delle emissioni nazionali di ammoniaca (in particolare, gli stoccaggi incidono per il 29,2%, gli spandimenti per il 20,7% e i fertilizzanti sintetici per il 14,6%); il peso delle emissioni NH3 degli avicoli è pari al 12,1% sul totale delle categorie animali (Fonte: ISPRA - Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale,
2020). In questo contesto, va inquadrato anche l’obiettivo key target dell’Unione Europea che prevede per il 2030 un abbattimento di emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990) del 55%.
Termovalorizzazione tramite combustione per creare fertilizzante ed energia CHIMERA mira a reinventare il processo di utilizzo della pollina eliminando il suo potere inquinante per valorizzare, invece, tutte le sue proprietà: la nuova tecnologia utilizza un impianto che consente agli allevatori di abbattere i costi di stoccaggio ed evitare la dispersione dei composti azotati nell’ambiente, recuperandoli attraverso la produzione di un pregiato fertilizzante inorganico NPK. Il potenziale energetico della pollina, inoltre, viene sfruttato attraverso un sistema di termovalorizzazione tramite combustione garantendo un recupero di energia. La nuova soluzione, pertanto, consente di migliorare l’efficienza della produzione utilizzando un sottoprodotto di origine animale grazie al cuore della sua innovazione: il processo di combustione del sistema CHIMERA è basato su due brevetti sviluppati da 3P Engineering, PMI Innovativa, già artefice di 31 brevetti, con sede a Chiaravalle (Ancona), e “Laboratorio di Prove” accreditato (Accredia Lab n. 1537 L, UNI CEI EN ISO / IEC 17025:2018).
Due brevetti: innovazione tecnologica e sostenibilità Rispetto ai metodi esistenti per il trattamento della polli-
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REPORTAGE
Componenti del sistema CHIMERA
na, CHIMERA rappresenta una novità per diversi motivi. Le principali soluzioni attualmente disponibili per la combustione della pollina sono riconducibili alle tecnologie della “griglia mobile” e del “letto fluido”, ma entrambi i tipi di soluzioni risultano economicamente sostenibili in genere per allevamenti di dimensioni piuttosto grandi, a causa dei post-trattamenti multi-step (es. multiciclone, filtri a maniche, DeNOx, scrubber) necessari per garantire il rispetto dei limiti di emissione dei gas di scarico. Dallo studio dei brevetti relativi alle tecnologie già presenti sul mercato, emerge che gli impianti di pirolisi e gassificazione non sembrano adatti ad allevamenti di dimensioni medie/piccole per via dei processi ad alte temperature che richiedono una forte catalisi e una costosa gestione dei sottoprodotti di scarto, con il trasporto della pollina dall’azienda all’impianto e lo spostamento delle ceneri dall’impianto per lo smaltimento.
Nessun pre-trattamento della pollina trasformata in un impianto di ridotte dimensioni La tecnologia di CHIMERA, invece, utilizza un impianto sufficientemente piccolo da poter essere installato direttamente nell’allevamento (dimensioni:
15×9×6 m) o utilizzato in distretti agricoli sia per broiler che, in particolare, per galline ovaiole. La pollina, inoltre, viene utilizzata “così com’è”, senza necessità di pretrattamento (nessuna essiccazione e nessuna omogeneizzazione). L’aria viene iniettata in eccesso di ossigeno, fornendo il calore necessario alle zone di gassificazione e pirolisi; la combustione oltretutto, funziona a temperature relativamente basse (intorno a 800 °C), limitando la formazione di ossidi di azoto ed evitando l’utilizzo di un’apparecchiatura specifica per il loro abbattimento (De-NOx) con una riduzione delle attività di manutenzione e dei costi. Le ceneri generate dal processo di combustione vengono immesse nel circuito di trattamento dei fumi e il prodotto finale che si ottiene è un prodotto ricco, oltre che di fosforo e potassio, anche di azoto, che non viene disperso come accade negli impianti tradizionali.
Analisi della gestione dei fumi con particolare attenzione all’ammoniaca: il ruolo di UNICAM
CHIMERA risponde a esigenze di ecosostenibilità (organic waste recycling) realizzando i principi di economia circolare
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- reportage -
Per l’analisi chimica finalizzata allo studio dell’utilizzo della pollina come combustibile all’interno dell’impianto, 3P Engineering si è avvalsa della col-
REPORTAGE
laborazione del team accademico guidato dal Prof. Enrico Marcantoni dell’Università UNICAM di Camerino (Scuola di Scienze e Tecnologia - Divisione Chimica). L’analisi si è concentrata sulla sostanza che si produce al termine della combustione della pollina, attraverso il bruciatore, che effettua una combustione diffusiva della biomassa. L’innovazione tecnologica relativa al bruciatore riguarda la carica di biomassa (flame-free) nell’area di iniezione dell’aria comburente. Al termine della combustione, le ceneri e il sottoprodotto dei fumi passano attraverso due scrubber seriali e si trasformano in fanghi. Successivamente, i fanghi passano attraverso un decanter centrifugo che separa la parte liquida da quella solida, il compost. Questo compost è un fertilizzante ricco di azoto, fosforo e potassio che può essere utilizzato per lo spargimento sui terreni per la produzione di mais e frumento. Una possibilità che appare quanto mai importante in questo periodo storico, ricordando che lo scorso marzo le quotazioni di grano tenero e mais hanno segnato un record storico in Italia, arrivando a 400 € a tonnellata. Grazie a UNICAM, sono state valutate possibilità di abbattimento dell’ammoniaca e di rimozione del catrame, partendo dall’analisi di diverse tecniche già note in letteratura e che comprendono metodi biologici, fisici e chimici. La maggior parte degli approcci noti, tuttavia, risulta piuttosto costoso e richiede un elevato grado di manutenzione, mentre dall’analisi condotta dal team dell’Università di Camerino, il filtro a secco a biomassa appare come un’opzione più economica e soprattutto ecologica. In particolare, l’efficienza di rimozione del catrame dei filtri a base biologica aumenta in presenza di scrubber, come nel caso della tecnologia CHIMERA, convalidando le scelte ingegneristiche per la realizzazione degli impianti.
Impianto pilota, al via in Olanda Per testare la tecnologia in diverse situazioni, due impianti sono già stati provati in diversi tipi di allevamenti avicoli (tra cui Fileni), in allevamento sia di polli da carne sia di galline ovaiole. Il letame ha evidenziato comportamenti molto diversi nei due casi per quanto riguarda i tempi di produzione (nell’allevamento dei polli da carne, le deiezioni vengono prodotte in cicli di 2-3 mesi, mentre in quello delle ovaiole la pollina è a ciclo continuo) e anche differenze nelle composizioni chimiche, a livello di densità e umidità, in parte dovute al mangime e al tipo di lettiera utilizzata (con o senza paglia). Nuovi test si stanno susseguendo per l’ingresso sul mercato: il progetto LIFE è entrato nell’ultima fase di sviluppo e l’impianto pilota sarà operativo da giugno 2022 in Olanda nel Noord-Brabant, dove ha sede l’azienda agricola olandese Renders & Renders VOF, partner di 3P Engineering in CHIMERA. Al vaglio, lo studio per l’ottimizzazione del fertilizzante, contestualmente alle attività per valutare l’impatto socio-economico della nuova tecnologia che, tramite l’eliminazione dei costi di stoccaggio e la valorizzazione della pollina “in loco” e “tal quale”, propone una svolta a livello di sostenibilità e redditività per l’azienda avicola. “LIFE CHIMERA - CHIckens Manure Exploitation and RevAluation” è un Progetto finanziato dall’Unione europea GA n. LIFE15 ENV/IT/000631. Il documento riflette il punto di vista dell’autore. L’EASME non è responsabile dell’uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute.
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The Netherlands
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DOSSIER
Allevamenti intensivi/protetti e Influenza Aviaria
Dobbiamo credere alle accuse delle associazioni animaliste? Se fosse vero anche solo l’1% di tutte le accuse che le associazioni animaliste diffondono da decenni sugli allevamenti intensivi/protetti avicoli (e non solo), ci dovremmo chiedere come mai le istituzioni europee e italiane permettano ancora la prosecuzione di tali attività. La risposta è semplice: perché le leggi che controllano le produzioni avicole sono, nella stragrande maggioranza dei casi, pienamente rispettate su tutto il territorio nazionale. Pietro Greppi Consulente per l’etica in comunicazione info@ad-just.it
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In Italia sono molte le leggi che regolamentano l’intera filiera produttiva avicola, il benessere degli animali allevati, l’igiene degli allevamenti, la prevenzione delle malattie e la salubrità degli alimenti prodotti. Le autorità preposte al controllo (veterinari delle ASL, carabinieri del NAS) vigilano, attraverso audit, ispezioni e campionamenti, con lo scopo di garantire che le produzio-
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DOSSIER
ni rispettino i requisiti legislativi, ovvero siano conformi al livello qualitativo, organolettico e sanitario che i legislatori europei e italiani vogliono per i consumatori. Gli standard europei sulla qualità degli alimenti sono i più elevati al mondo. Proprio per questo motivo, qualsiasi Paese terzo che voglia esportare prodotti alimentari nell’Unione europea deve sottostare a norme più stringenti e adottare nel proprio territorio una sorta di doppio binario produttivo. Uno dei pilastri che sostengono la nuova strategia europea sulla qualità degli alimenti From farm to fork è la tutela della salute e del benessere degli animali allevati attraverso la prevenzione delle malattie. E un capitolo importante delle leggi che regolamentano questo aspetto riguarda proprio l’Influenza Aviaria. È noto il tentativo delle associazioni animaliste di far credere che le malattie infettive che colpiscono gli avicoli domestici siano causate dagli allevamenti intensivi/protetti: la realtà ci dimostra che è vero invece l’opposto. Sono proprio tali allevamenti che, applicando opportuni piani di prevenzione ed eradicazione delle principali malattie virali, batteriche e parassitarie, riescono a garantire il più alto livello di salute degli animali, che si traduce per il consumatore in una miglior sicurezza e qualità degli alimenti. Al giorno d’oggi un allevatore, mettendo in atto le buone pratiche produttive strutturali e gestionali, ha la ragionevole certezza di portare alla fine del ciclo produttivo il 9798% dei polli che ha accasato all’inizio. In passato, negli allevamenti rurali e nelle fattorie, la mortalità media degli animali era invece elevatissima, per l’impossibilità di applicare adeguate misure preventive sulle principali patologie aviarie. I racconti tramandati dalle generazioni che ci hanno preceduto ci restituiscono il ritratto di una società povera, nella quale le entrate delle famiglie si utilizzavano soprattutto per soddisfare i fabbisogni alimentari. A quei tempi le malattie nei volatili da cortile erano un dramma, perché lasciavano senza sostentamento intere comunità. L’evoluzione nel campo della genetica in avicoltura ha invece permesso alle generazioni moderne dei Paesi sviluppati di poter accedere al cibo in modo più semplice. Al giorno d’oggi la dieta degli animali è equilibrata, il loro benessere è rispettato e le malattie sono tenute sotto controllo tramite l’igiene, le vaccinazioni e soprattutto senza uso di antibiotici (al contrario di quanto sostiene chi cerca di gettare fango sull’avicoltura): nel 2021 in Italia nell’allevamento del pollo da carne è stato utilizzato il 90% in
“Gli standard europei sulla qualità degli alimenti sono i più elevati al mondo. Proprio per questo motivo, qualsiasi Paese terzo che voglia esportare prodotti alimentari nell’Unione europea deve sottostare a norme più stringenti e adottare nel proprio territorio una sorta di doppio binario produttivo”
meno degli antibiotici che si somministravano nel 2011. Inoltre, grazie alla capacità produttiva e all’efficienza degli allevamenti intensivi/protetti, il prezzo dei prodotti dell’avicoltura si è mantenuto praticamente costante nell’ultimo secolo, contribuendo, insieme alla crescita dei salari medi, all’aumento del potere di acquisto e del tenore di vita nei Paesi sviluppati. Il Grafico 1, elaborato dal Bureau of Labor Statistics (USA), abbraccia l’arco temporale di poco più di un secolo e mette in evidenza la quantità prodotti di origine animale acquistabili con il ricavato di un’ora di lavoro di un salario medio. Tale quantità è aumentata esponenzialmente da quando questi alimenti sono prodotti in allevamenti intensivi/protetti e, tra quelli analizzati, le uova sono l’alimento di gran lunga più economico e nutriente. Nei Paesi in via di sviluppo, dove gli allevamenti protetti non sono ancora diffusi, le carenze alimentari descritte nel XIX secolo sono purtroppo ancora in parte presenti. Per questo motivo la FAO nel 2019 ha stipulato un accordo con l’International Poultry Council, associazione che rappresenta il 95% dei produttori avicoli a livello globale, per diffondere nel mondo sempre più produzioni avicole sostenibili, in grado di soddisfare i fabbisogni nutritivi della popolazione mondiale in crescita. Le accuse di diffusione di epidemie rivolte all’avicoltura intensiva dalle associazioni animaliste sono quindi smentite dai fatti. È inoltre scientificamente provato che le cause dell’Influenza Aviaria sono da attribuire ai flussi migratori degli uccelli selvatici.
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DOSSIER How much food can you buy for working one hour in the manufacturing sector?, 1901 to 2003 Eggs (dozen)
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Flour (5 lb.)
Milk (1/2 gallon)
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6 Butter (lb.) Pork chops (lb.) Bacon (lb.)
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Round steak (lb.)
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0
1901
1920
1940
Source: U.S. Bureau of Labor Statistics (2015)
1960
1980
2003 OurWorldInData.org/food-prices/ • CC BY
Grafico 1 – Prodotti di origine animale acquistabili con un salario medio nel secolo scorso (fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics 2015).
I 15 milioni di animali abbattuti agli inizi del 2022 per mantenere il controllo su questa epidemia in Italia sono poca cosa se rapportati alla produzione annuale avicola italiana (15 milioni rappresentano meno del 2% del totale in Italia). Le epidemie del passato negli allevamenti rurali spesso arrivavano ad uccidere tutti gli animali allevati. Attualmente, i prodotti avicoli di nicchia, le produzioni biologiche o a lenta crescita, che monopolizzano la comunicazione nei programmi televisivi, hanno prezzi elevati e possono soddisfare i consumatori che non hanno problemi di natura economica, ma siamo tutti profondamente consapevoli del dovere morale di riuscire ad alimentare, con alimenti sani, nutrienti e a basso costo, anche quella parte della società che con fatica riesce a far quadrare il bilancio mensile. Lo straordinario risultato di disporre di alimenti di alta qualità a prezzi accessibili a tutti si ottiene solo ed esclusivamente grazie all’efficienza
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produttiva degli allevamenti intensivi/protetti, che per questo motivo sono anche più sostenibili: gli studi effettuati dal Global Livestock Environmental Assessment Model (GLEAM) della FAO, che si occupa di analizzare l’impatto ambientale delle produzioni zootecniche, hanno dimostrato che a parità di quantità di alimento prodotto, gli allevamenti avicoli intensivi/protetti, grazie alla grande efficienza produttiva raggiunta, inquinano di meno e la loro produzione di gas a effetto serra, già ridotta all’1% del totale, è in continua riduzione. In avicoltura i metodi di allevamento estensivi, all’aperto e a lenta crescita, convivono fianco a fianco già da decenni con le produzioni intensive/ protette e non sono in antitesi. I primi hanno prezzi di vendita più elevati e si rivolgono al consumatore di fascia alta (per capacità di spesa), mentre i secondi soddisfano i bisogni alimentari della parte meno abbiente della popolazione che rappresenta quella maggioritaria. La differenza fra que-
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sti due tipi di allevamenti è un po’ come quella che passa tra i sentieri di montagna e le autostrade: i primi sono belli da vedere, ma per trasportare merci e far progredire l’economia di una nazione, non possiamo prescindere dalle seconde. Per migliorare la qualità di vita delle future generazioni, la soluzione non sarà quella di eliminare le autostrade, ma piuttosto quella di minimizzare il loro impatto con interventi migliorativi. Le associazioni animaliste raggiungono facilmente l’obiettivo di screditare un importante settore produttivo anche perché si è creata una grande distanza tra il consumatore medio e il mondo allevatoriale. Gli studi demoscopici dell’Unione europea evidenziano che la maggioranza dei cittadini è convinta che negli allevamenti gli animali siano maltrattati, pur non essendo mai entrata in un allevamento. Se visitassimo un allevamento intensivo di ultima generazione, potremmo verificare che, grazie alle nuove tecnologie, non produce odori, non emette polveri e con i metodi di essiccazione della pollina non favorisce la proliferazione di mosche o altri insetti. Le deiezioni vengono sempre più utilizzate per la produzione di biogas, senza quindi contribuire all’inquinamento delle falde acquifere e ai fenomeni di eutrofizzazione. Inoltre l’impatto visivo ambientale dei nuovi allevamenti è fortemente ridotto con la piantumazione di barriere vegetali. È arrivato quindi il momento di approfondire meglio la conoscenza degli allevamenti intensivi/protetti per avere una visione corretta e completa sulla loro attività, sulla loro funzione sociale e vitale e per non cedere spazio alla disinformazione proveniente da chi diffonde notizie distorte e in modo strumentale.
DOSSIER
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INTERVISTA
Viaggio nel cuore della Toscana, dove cresce la Valdarnese bianca A Montevarchi, dove nel 1950 si svolse il primo convegno sulla Valdarnese bianca, Laura Peri ha deciso di recuperare la storia del territorio allevando questa razza autoctona secondo la tradizione e nel massimo rispetto del benessere animale. Nelle colline di Montevarchi (AR) ha sede l’Azienda Agricola di Laura Peri, che nel 2004 ha deciso di lasciare il proprio lavoro in una multinazionale per allevare polli, recuperando una razza autoctona della tradizione toscana, il pollo del Valdarno.
Un allevamento davvero tradizionale “L’azienda è nata in concomitanza con i miei trent’anni – ci racconta la proprietaria – quando ho deciso, in controtendenza rispetto a quel periodo, di cominciare ad allevare polli come se lo facessi per uso casalingo. Per farlo, ho applicato su larga scala quello che è un metodo tradizionale di allevamento: il terreno dell’azienda è dissemina-
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to di piccoli capanni in cui gli animali passano la notte, mentre durante il giorno razzolano liberi, proprio come se fossero allevati da un contadino per uso familiare. Nella nostra azienda non si trovano serbatoi per il cibo, perché gli animali si nutrono di ciò che trovano nel bosco e di granaglie che diamo giornalmente, così come non ci sono serbatoi per l’acqua perché, come si faceva una volta, mettiamo quotidianamente acqua dal pozzo. È un sistema che rappresenta un vero e proprio tuffo nel passato, non a caso questa è la razza di polli che allevava mio nonno.” Alla continua ricerca della massima salubrità alimentare, insieme all’allevamento Laura Peri ha realizzato anche un laboratorio di macellazione, sezionamento e confezionamento che ha il riconoscimento della Comunità Europea:
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INTERVISTA
“questo garantisce sia a noi che al consumatore caratteristiche e metodologie HACCP che garantiscono la salubrità del prodotto, sia vivo che macellato. Ed è proprio questa la base fondamentale su cui abbiamo fondato la nostra azienda.”
Non solo polli Il parco degli animali dell’azienda agricola si è arricchito pian piano: alla razza Valdarno bianca si è aggiunta la Valdarno nera, poi l’anatra muta, la faraona grigia e una selezione di piccioni che vengono allevati in un’azienda collegata perché – Laura ci tiene a precisarlo – “per noi è fondamentale non essere tuttologi, ma poterci affidare comunque a un’azienda che segue la nostra filosofia: non usiamo antibiotici, non usiamo prodotti chimici, siamo una realtà un po’ particolare e vogliamo continuare a esserlo. La nostra azienda, del resto, ha anche un’altra particolarità: ci concentriamo molto sulla qualità e non sulla quantità. Siamo convinti che non esiste la concorrenza, ma solo modi diversi di allevare e ciascun metodo di allevamento fornisce determinate caratteristiche anche al prodotto.”
L’importanza del territorio “Siamo fortunati a vivere in Toscana: il sapore dei polli che alleviamo nel bosco è dato da ciò che loro mangiano, grazie alla biodiversità della nostra terra che ci fornisce ginepro, corbezzolo, quercia. I polli che vivono in queste condizioni, liberi di arrampicarsi sulla collina e razzolare tra gli alberi del bosco, sono animali piuttosto esili, con la pelle molto fine, sono diversi dai soliti polli, sia nella struttura che nel sapore.” Laura Peri ha aperto anche un punto vendita a Montevarchi, dove è possibile acquistare su prenotazione i suoi volatili che Laura stessa sceglie con attenzione quasi maniacale: “quando mi chiamano per prenotare un pollo, chiedo sempre come verrà cucinato, prima di macellare, perché a seconda del tipo di cottura scelgo l’animale più adatto. Inoltre a una persona abituata a mangiare un pollo tenace, ad esempio, posso dare anche un galletto di 6 mesi, mentre se è più inesperta, meno abituata al pollo ruspante, magari le forniamo una pollastra sui 5 mesi.”
Le caratteristiche del pollo del Valdarno Questa razza è conosciuta per la sua rusticità, l’essere ribelle alla clausura e il suo lento accrescimento, dai 4 ai
6 mesi e oltre. “I polli del Valdarno – prosegue Laura Peri, che in occasione dei 15 anni dell’azienda ha organizzato anche un convegno dal titolo ‘Diventa un piccolo grande allevatore di pollo del Valdarno’ – sono molto esili: dopo 6 mesi la femmina può pesare tra i 900 gr e 1,2 kg, mentre il peso del maschio va da 1,4 a 1,8 kg. La carne è tenace e saporita. La loro alimentazione si basa essenzialmente su ciò che trovano nel terreno (qui i volatili hanno a disposizione ampi spazi, circa otto ettari di terreno, in cui crescere e muoversi, soprattutto nel bosco, che si trova a 450 metri di altezza), ma ho fatto anche un inserimento di granaglie, che variano in base all’età dell’animale. In più, ogni volta che cambio tipologia di granaglia, per capire che effetto ha sul sapore della carne, faccio il pollo bollito prima e dopo il cambio”: l’ennesima dimostrazione di quanto il metodo empirico e l’esperienza siano importanti per Laura Peri, che con tenacia e passione porta avanti l’azienda da quasi vent’anni. Il suo sistema di allevamento ha riscosso successo non solo tra i privati, ma anche tra diversi ristoranti stellati in Italia, che si riforniscono da lei per offrire ai propri clienti prodotti genuini e di grande sapore, contribuendo così a garantire il mantenimento della tradizione propria del territorio del Valdarno. Azienda Agricola Laura Peri Via di Picille, 51, 52025 Montevarchi (AR) Tel.: +39 333 6606279 – 055 19937315 Email: info@lauraperi.com - Sito: www.lauraperi.com
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Elevare la biosicurezza in allevamento, ma con consapevolezza Tutti ne parlano, tanti si cimentano, ma pochi hanno veramente colto l’importanza di un adeguato livello di biosicurezza in allevamento. Sotto il termine di biosicurezza sono racchiuse tutte le misure operative e gestionali da mettere in pratica all’interno di un complesso avicolo al fine di prevenire malattie a carico della specie allevata. I motivi per cui l’allevatore dovrebbe associare le mosche alla biosicurezza sono diversi. Direttore d’azienda sino alla più recente risorsa ingaggiata, dev’essere assolutamente chiaro che la biosicurezza non si compra, bensì si costruisce, e una volta costruita si dovrà mantenere.
Le mosche veicolano germi e batteri all’interno del complesso avicolo, elevando inutilmente i rischi oltre i livelli di guardia. All’interno degli allevamenti avicoli, la mosca domestica (Musca domestica Linnaeus, 1758) rappresenta il principale insetto infestante e come impatto economico sulle aziende è seconda solo all’Acaro rosso. Ogni forma di prevenzione contro lo sviluppo della mosca, individuata nell’opportuna gestione della pollina, delle condizioni ambientali, delle disponibilità di nutrimento e substrati per l’ovoposizione, rappresenta quasi una forma di coercizione dall’assoluta rilevanza. Quanto alle manovre di profilassi diretta, contro le mosche ben si inserisce il nuovissimo piano di azione Enthomos®.
Una gestione consapevole Conoscere le potenziali ripercussioni negative legate alle mosche è necessario ma non sufficiente. A cominciare dal
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Come ampiamente e uniformemente sostenuto, la lotta diretta alle larve è sicuramente il primo fondamentale passo verso l’efficace controllo della popolazione muscina. Le larve, essendo saprofaghe e coprofaghe, fanno della pollina la loro principale fonte nutrizionale all’interno dei complessi avicoli. Con tutti i buoni propositi legati all’asportazione della stessa negli allevamenti tradizionali, le larve troverebbero sempre e comunque vita facile. Nella conduzione dell’allevamento a terra, tralasciando l’azione diretta dei soggetti che delle larve possono nutrirsi, è indispensabile ricorrere alla lotta larvicida. Accanto alle larve vengono spesso a trovarsi le pupe, ovvero il penultimo stadio di sviluppo delle mosche. Esse prediligono ambienti più asciutti rispetto alle larve, tuttavia molto spesso coesistono nei medesimi anfratti.
Le pupe, il grande obiettivo della lotta biologica Sulle pupe ben poco si poteva fare prima dell’arrivo degli “insetti utili”. Il termine “utile” risulta piuttosto ambiguo e talvolta riduttivo alla luce delle incredibili abilità di questa categoria di insetti predatori. Di fatto, numerosi insetti sono utili, basti pensare agli impollinatori, tuttavia in ambito zootecnico i nuovi “alleati” degli allevatori sono i nemici naturali delle mosche. In natura, infatti, anche le mosche hanno i loro predatori: si tratta perlopiù di Imenotteri che hanno saputo organizzarsi per eleggere le pupe delle mosche a loro bersaglio principale. All’interno di esse, infatti, depongono generalmente un uovo che allo sviluppo pro-
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FOCUS
vocherà l’inesorabile annientamento della futura mosca. Questi insetti predatori, denominati parassitoidi, benché presenti in natura non sono autonomi nel fronteggiare le orde di mosche nell’ecosistema avicolo. Il microclima e le svariate condizioni favorevoli presenti costituiscono un fortino inespugnabile per le mosche, fatta salva la possibilità di contrapporre flotte consistenti di parassitoidi, i quali dovranno essere rilasciati negli stessi ambienti delle pupe con tempi definiti.
Il progetto Enthomos® Enthomos® rappresenta il punto di riferimento per la lotta biologica alle mosche in qualunque allevamento zootecnico. Dalle conoscenze entomologiche degli esperti Enthomos® sono state selezionate le migliori specie di insetti predatori dei ditteri brachiceri (muscidi) dando vita a un protocollo operativo al servizio delle aziende avicole. Gli insetti predatori delle mosche vengono spediti con corriere espresso direttamente nell’azienda che desidera aderire al progetto. All’interno di una busta gli insetti utili si troveranno al penultimo stadio di sviluppo in modo da sfarfallare in concomitanza con il lancio. Appena rilasciati nell’allevamento a livello della lettiera oppure nei nastri di trasporto della pollina, il loro unico obiettivo sarà quello di ricercare al più presto le pupe delle mosche. Le specie selezionate da Enthomos® sono in possesso della capacità di penetrare nelle deiezioni animali alla ricerca della preda, anche 5 cm in profondità, consentendo una più rapida geolocalizzazione. Individua-
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GABBIE DA TRASPORTO
to il bersaglio, percuotono il pupario (involucro della pupa) ospite con le antenne con l’intento di individuare l’area più debole nella quale operare il foro impiegando il proprio ovopositore. Provocato il foro, la pupa di mosca comincia a perdere fluidi vitali, nonostante il vero e proprio processo di parassitizzazione inizierà con la schiusa dell’uovo. Da questo momento la larva parassitoide, a dir poco famelica, si nutrirà a spese della povera pupa. I lanci delle specie Enthomos® hanno frequenze piuttosto stabilizzate. Ogni 15-20 giorni infatti, giungerà direttamente in azienda il pacco speciale e l’allevatore non dovrà far altro che rilasciare nell’ambiente questi infallibili insetti predatori. Per le prime applicazioni il servizio clienti Enthomos® risponderà ad ogni quesito e sarà a completa disposizione per fornire ogni prezioso suggerimento. Articolo sponsorizzato Newpharm
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MARKETING
Modelli e dinamiche del commercio di uova: la situazione mondiale nel 2020
Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Professore Emerito all’Università di Vechta e Visiting Professor all’Università di Medicina Veterinaria di Hannover, Germania
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Tra il 2016 e il 2020, il commercio mondiale di uova ha mostrato una notevole dinamica. Nel 2018 sono stati esportati 2,36 milioni di tonnellate di uova fresche, pari al 2,97% della produzione globale, il più alto volume di esportazioni mai fatto registrare. Fino al 2020 le esportazioni sono diminuite di oltre 275.000 tonnellate (11,7%) e hanno raggiunto un volume di soli 2,08 milioni di tonnellate. Ovviamente la pandemia di Covid-19 ha rappresentato un importante fattore alla base di questa dinamica. Rispetto alla carne, sia avicola che di altro tipo, il volume commercializzato di uova è molto basso, con meno del 3%. Poiché le uova fresche non possono essere congelate, possono
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MARKETING Produzione [milioni di tonnellate]
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essere spedite solo per brevi distanze e hanno una durata di conservazione limitata. Questo fatto ha notevoli ripercussioni sui volumi degli scambi e sui flussi commerciali. Questo articolo analizza le dinamiche della produzione e del commercio di uova a vari livelli regionali, mentre i flussi commerciali delle esportazioni e delle importazioni per alcuni Paesi selezionati saranno trattati in un secondo documento.
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Incidenza dell’export sulla produzione
Citrospir
3,00 2,25 [%]
La produzione globale di uova fresche è passata da 74,1 milioni di tonnellate nel 2016 a 86,7 milioni di tonnellate nel 2020, con un aumento del 16,9%. I rapidi tassi di crescita assoluti e relativi documentano la crescente domanda di uova come una delle fonti proteiche più preziose per l’alimentazione umana. In contrasto con la continua crescita della produzione, il commercio delle uova ha subito notevoli fluttuazioni (Figura 1). Mentre è aumentato del 18,4% tra il 2016 e il 2018, è diminuito dell’11,7% nei due anni
1,50 0,75
0,00
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Figura 1 – Sviluppo della produzione mondiale, delle esportazioni e dell’incidenza delle esportazioni sulla produzione di uova tra il 2010 e il 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
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successivi. Uno sguardo più attento alla quota dei volumi di esportazione nella produzione riflette questa notevole dinamica. Con il 3,0%, la quota più alta è stata raggiunta nel 2014, ma è scesa a solo il 2,4% nel 2020, il secondo tasso più basso in tutto il decennio (Tabella 1). Tabella 1 – Dinamiche della produzione mondiale e del commercio di uova tra il 2016 e il 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO). Anno
Produzione
Indice (2016=100)
Export
Indice (2016=100)
% dell’export sulla produzione
2016 2017 2018 2019 2020
74.140 78.889 80.852 84.363 86.670
100,0 106,4 109,1 113,8 116,9
1.991 2.208 2.357 2.283 2.082
100,0 110,9 118,4 114,7 104,6
2,7 2,8 2,9 2,7 2,4
Il fattore determinante alla base di questa fluttuazione è stata la pandemia di Covid-19, che ha avuto un impatto sul comportamento di acquisto e consumo dei consumatori. Poiché molti ristoranti e alberghi della ristorazione sono stati chiusi per mesi e il turismo è stato bloccato dai lockdown, i volumi commerciali sono diminuiti notevolmente. In diversi Paesi questo calo è stato più che compensato dalla crescente domanda dei privati: le persone hanno preparato più pasti a casa, in particolare la colazione, e hanno acquistato più uova nei negozi di alimentari. La crescente domanda interna ha ridotto i volumi di esportazione di alcuni dei principali esportatori di uova nel 2019 e nel 2020.
Europa e Asia dominano il commercio delle uova Poiché le uova non possono essere congelate, possono essere spedite solo su brevi distanze. Questo spiega il ruolo minore che nel commercio mondiale delle uova svolgono continenti relativamente isolati, come le Americhe e l’Australia, dove la maggior parte delle uova è prodotta per la domanda interna e l’eccedenza viene esportata principalmente nei paesi limitrofi, come ad esempio negli Stati Uniti. Export
Totale: 2,08 milioni di t
Import
0,8% 0,8%
Totale: 2,15 milioni di t
0,1% Europa Asia N America CS America Africa Oceania
1,5% 0,1% 3,3% 1,4%
7,7% 29,9%
36,4%
60,7%
57,3%
Figura 2 – Contributo dei continenti alle esportazioni e alle importazioni mondiali di uova nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
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Ai 2,08 milioni di tonnellate di uova che sono state esportate nel 2020, i Paesi europei hanno contribuito con 1,26 milioni di tonnellate (60,7%), seguiti dall’Asia con 623.300 tonnellate (29,9%). I due Paesi del Nord America hanno contribuito con il 7,7%, tutti gli altri continenti insieme solo con l’1,7%. Anche le importazioni di uova hanno evidenziato un modello regionale simile: l’Europa ha contribuito con 1,23 milioni di tonnellate al volume mondiale delle importazioni (pari a 2,15 milioni di tonnellate) con una percentuale del 57,3%. L’Asia si è classificata al secondo posto con una quota di 781.000 tonnellate, pari al 36,4%. Con il 3,3%, il contributo dell’America centrale e del Sud è stato molto più elevato rispetto alle esportazioni, a causa delle importazioni di uova dal Messico (Figura 2).
Alta concentrazione regionale nel commercio di uova a livello nazionale I modelli regionali delle esportazioni e delle importazioni di uova saranno analizzati a livello nazionale. La Tabella 2 elenca i dieci principali esportatori di uova fresche nel 2020; i dati rivelano che la concentrazione regionale è stata molto elevata. I primi tre Paesi hanno condiviso il 39,9% del volume totale delle esportazioni, i primi sette il 65,3%. Dei dieci Paesi leader, cinque erano membri dell’UE, tre erano situati in Asia e uno in Nord America. I più quotati Paesi Bassi sono stati il primo esportatore per oltre due decenni. Tra il 2018 e il 2020, la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto con-
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siderevole sui volumi di esportazione dei Paesi leader. Il più alto calo dei volumi di esportazione è stato registrato in Polonia (-143.000 tonnellate), Belgio (-41.300 tonnellate), Paesi Bassi (-38.000 tonnellate) e Germania (-36.000 tonnellate). Al contrario, alcuni Paesi hanno potuto aumentare le loro esportazioni, come l’Uzbekistan (+68.400 tonnellate), la Spagna (+16.000 tonnellate) e gli Stati Uniti (+12.600 tonnellate). Tabella 2 – I dieci Paesi leader nelle esportazioni di uova nel 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO). Paese
Export
Contributo (%)
415,3 217,9 198,0 159,3 125,3 124,3 118,4 113,8 93,6 77,6
19,9 10,5 9,5 7,7 6,0 6,0 5,7 5,5 4,5 3,7
10 Paesi
1.643,5
*79,0
Totale
2.081,9
100,0
Paesi Bassi Turchia Polonia USA Uzbekistan Spagna Germania Malesia Belgio Cina
* il totale non aumenta per l’arrotondamento
La Tabella 3 elenca i dieci principali importatori di uova fresche nel 2020. Anche la concentrazione regionale è stata molto elevata: tre Paesi leader hanno condiviso il 39,2% del volume mondiale delle importazioni con la Germania in una posizione di leadership incontrastata, seguita dai Paesi Bassi. Il contributo dei dieci principali Paesi è stato tuttavia inferiore a quello delle esportazioni, a causa del fatto che molti non sono stati in grado di soddisfare la loro domanda di produzione interna e sono Tabella 3 – I dieci Paesi leader nelle importazioni di uova nel 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO). Paese
Import
Contributo (%)
382,4 260,8 197,5 182,6 132,8 109,0 100,8 90,0 79,4 57,4
17,8 12,2 9,2 8,5 6,2 5,1 4,7 4,1 3,7 2,7
10 Paesi
1.592,7
74,2
Totale
2.145,2
100,0
Germania Paesi Bassi Cina Hong Kong Belgio Singapore Emirati Arabi Uniti Afghanistan Russia Francia
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stati costretti a importare per colmare il divario di offerta. Cinque di questi Paesi si trovano in Europa e cinque in Asia, il che documenta ancora una volta il ruolo dominante di questi due continenti nel commercio mondiale delle uova. La pandemia di Covid-19 ha avuto notevoli ripercussioni anche sulle importazioni di uova. L’aumento più elevato è stato registrato in Belgio (+102.400 tonnellate), Afghanistan (+46.000 tonnellate), Cina (+18.000 tonnellate) e Hong Kong (+17.000 tonnellate). Le importazioni sono invece diminuite in Germania (-30.400 tonnellate) e negli Emirati Arabi Uniti (-9.000 tonnellate). L’aumento in Afghanistan è il risultato delle turbolenze politiche e del crollo economico. A prima vista, può essere sorprendente che i Paesi Bassi e la Germania siano elencati tra i primi Paesi sia esportatori che importatori: alcuni dei grandi allevamenti di ovaiole costruiti nella Germania orientale dopo la riunificazione del 1990 sono in realtà di proprietà di imprenditori olandesi. Grandi quantità di uova vengono pertanto spedite nei Paesi Bassi da dove vengono esportate o utilizzate per la trasformazione: tali uova sono classificate come esportazioni dalla Germania e importazioni dai Paesi Bassi. Le strette relazioni commerciali tra i due Paesi esistevano già prima del 1990. Anche se i Paesi Bassi sono il primo esportatore di uova, le importano per un’ulteriore trasformazione. In un secondo documento saranno analizzati in dettaglio i flussi commerciali per i Paesi selezionati.
Sintesi A differenza della carne avicola, solo volumi relativamente piccoli di uova sono commercializzati in tutto il mondo: poiché le uova fresche non possono essere congelate, sono principalmente vendute all’interno dei continenti. I Paesi europei e asiatici dominano il commercio mondiale di uova: hanno contribuito con oltre il 90% delle esportazioni e delle importazioni di uova nel 2020. A livello nazionale, anche la concentrazione regionale è stata molto elevata: i dieci Paesi leader hanno contribuito per il 79,0% alle esportazioni globali e hanno condiviso il 74,2% delle importazioni. La pandemia di Covid-19 ha avuto effetti di vasta portata sul commercio delle uova. I volumi delle esportazioni di diversi esportatori sono diminuiti notevolmente con l’aumento della domanda interna a causa del cambiamento del comportamento dei consumatori. Se e come i modelli commerciali cambieranno dopo la fine della pandemia, è difficile prevedere. Fonte: Database FAO: https://www.fao.org/faostat/en
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TECHNICAL COLUMN
Produrre polli antibiotic-free o con un uso ridotto di antibiotici Gli antibiotici (AB) sono farmaci antimicrobici usati per trattare le infezioni batteriche. Negli anni ‘30, un sulfonamide fu il primo prodotto disponibile in commercio per il trattamento delle infezioni causate da batteri Gram-positivi. A metà degli anni ‘40 fu introdotta la penicillina su larga scala segnando l’inizio dell’era degli antibiotici. In seguito alla loro scoperta e al loro utilizzo nei prodotti per la salute umana e animale, gli antibiotici sono stati impiegati per combattere le infezioni batteriche, sia impedendo la formazione della parete cellulare dei batteri (effetto battericida) che fermandone la replicazione (effetto batteriostatico). 34
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TECHNICAL COLUMN
Questo articolo indica come affrontare con successo un tipo di allevamento senza o con ridotto uso di antibiotici, oltre a fornire una panoramica sulla storia e sulle dinamiche di questo nuovo tipo di gestione.
Resistenza agli antibiotici e malattie di origine alimentare La resistenza agli antibiotici è un antico fenomeno naturale che si è evoluto molto prima che gli antibiotici fossero disponibili per il trattamento di malattie umane o animali. Si verifica quando un organismo batterico sviluppa la capacità di resistere agli effetti di uno o più antibiotici a cui un tempo era sensibile. Di conseguenza, le malattie causate da batteri resistenti agli antibiotici sono difficili da trattare, comportando infezioni persistenti, segni clinici gravi, costi di trattamento più elevati e aumento della mortalità. La resistenza agli antibiotici è una minaccia globale sempre più seria per la salute pubblica e animale, e pertanto si riconosce la necessità di adottare misure per ridurne l’uso, consentendone un utilizzo parziale, in modo giudizioso, per preservane l’efficacia. La resistenza agli antibiotici può essere descritta come una specie di competizione fra batteri, mediante la quale alcuni microrganismi ottengono un vantaggio selettivo producendo i propri antibiotici che inibiscono o eliminano altri batteri concorrenti. Sebbene la resistenza agli antibiotici si manifesti in modo naturale, numerosi studi hanno evidenziato che attualmente il fenomeno è in aumento per i minori investimenti in ricerca, per le difficoltà a produrre nuovi principi attivi, per la prevenzione inadeguata delle malattie e per il loro utilizzo eccessivo, nell’uomo e negli animali. La crescita del fenomeno dell’antibiotico-resistenza ha incrementato anche i timori legati alle malattie di origine alimentare causate da patogeni enterici. Batteri enterici come Salmonella e Campylobacter, che si trovano comunemente nell’intestino del pollame e animali selvatici, possono diffondersi alle persone attraverso prodotti alimentari contaminati. Un numero crescente di ceppi resistenti di Campylobacter è stato segnalato negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. Altri batteri enterici contengono enzimi che consentono loro di diventare resistenti a varie penicilline e cefalosporine. Le specie di Salmonella non tifoide possono essere resistenti a ceftriaxone, ciprofloxacina e molti altri antibiotici. Le infezioni enteriche più gravi e difficili da trattare sono causate da batteri partico-
larmente resistenti ai carbapenemi, che sono poi diventati resistenti a quasi tutti gli antibiotici oggi disponibili. Nel 2013, il Department of Health and Human Services degli Stati Uniti, Centers for Disease Control and Prevention (CDC), ha stimato che i microrganismi provenienti da cibo e animali hanno causato un quinto delle infezioni resistenti nelle persone. Per combattere la minaccia della diffusione di malattie infettive, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato un approccio olistico e multifattoriale denominato “One Health”. Si basa su un criterio collaborativo, multisettoriale e transdisciplinare, attuato su scala locale, nazionale e globale per ottenere i migliori risultati per persone, animali, piante e ambiente. Il Grafico 1 mostra il collegamento tra la salute umana, animale e ambientale secondo questo approccio, ampiamente supportato e considerato necessario per controllare la diffusione della resistenza agli antibiotici e garantire il futuro di una produzione alimentare animale sicura e sostenibile.
Grafico 1 – Il concetto One Health.
Resistenza antimicrobica e percezione del consumatore Antimicrobico è un termine usato per descrivere i farmaci che agiscono contro vari microrganismi come batteri, virus, funghi e parassiti. Resistenza antimicrobica (AMR) è un termine più ampio impiegato per descrivere la resistenza ai farmaci contro batteri e altri microrganismi come funghi, parassiti e virus. Pertanto, la resistenza agli antibiotici è una componente della resistenza antimicrobica, regolarmente utilizzata nella letteratura scientifica e popolare per riferirsi alla minaccia emergente e crescente di diverse tipologie di microrganismi resistenti, che non si limita ai soli batteri. C’è un crescente dibattito sui potenziali pericoli che potrebbero derivare da prodotti
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TECHNICAL COLUMN
alimentari di origine animale contaminati da “superbatteri” in grado di causare gravi malattie. Sebbene vi siano prove limitate, recenti episodi documentati di tossinfezioni alimentari attribuite a prodotti a base di pollame hanno aumentato le percezioni sfavorevoli e ridotto la fiducia dei consumatori. Di conseguenza, tutti questi problemi hanno attratto l’attenzione di politici, esperti di marketing, rivenditori e responsabili della ristorazione che sono ben in sintonia con le esigenze dei consumatori e le opportunità commerciali. Le Agenzie di regolamentazione hanno stabilito nuove restrizioni e requisiti, che continuano a essere aggiornati e modificati per garantire la sicurezza alimentare. Il Grafico 2 mostra i principali gruppi coinvolti nella discussione e l’evoluzione dell’opinione pubblica e delle conoscenze.
produttori di tutto il mondo da soli, o più comunemente in combinazione, come parte di programmi coordinati di gestione della salute degli animali. La zootecnia in generale, e l’avicoltura in particolare, hanno risposto alle preoccupazioni per la salute pubblica e alle richieste dei consumatori implementando delle linee guida per un uso giudizioso e prudente degli antibiotici e strategie di produzione che ne eliminino o riducano al minimo l'utilizzo. Resta da dimostrare l’effetto di tali cambiamenti sulla popolazione umana, ovvero, se ridurranno o meno il rischio di resistenza antimicrobica. È però evidente che in avicoltura è cominciata una nuova era, caratterizzata da una significativa riduzione dell’utilizzo di antibiotici e/o da una produzione antibiotic-free. Oggi c’è un impegno ancora più forte da parte dei produttori e professionisti del settore avicolo per proteggere la salute pubblica e promuovere la trasparenza e la comunicazione con i consumatori.
Gestione etica del pollame I veterinari e le organizzazioni sanitarie di tutto il mondo concordano sull’importanza di un uso giudizioso degli antibiotici e ne promuovono un utilizzo efficace con pratiche attentamente pianificate ed eseguite in aree come la vaccinazione, il monitoraggio sanitario, la diagnostica, la biosicurezza, l’allevamento e i programmi di gestione. I veterinari avicoli operano in genere su gruppi di volatili piuttosto che su singoli animali, e pertanto, devono: Grafico 2 – Gruppi portatori di interesse coinvolti in discussioni, progresso nelle conoscenze, opinione pubblica e percezioni sulla resistenza agli antimicrobici (AMR).
C’è un crescente interesse per i prodotti alternativi agli antibiotici, che ha creato una nuova fiorente industria e la disponibilità di numerose sostanze - con vari presunti attributi benefici - che possono essere utilizzate negli animali di tutte le età. La ricerca e lo sviluppo di prodotti alternativi per ridurre la necessità e l’uso di antibiotici negli animali da allevamento (modulatori immunitari, sostanze fitochimiche, probiotici, prebiotici, flora intestinale normale, estratti di lievito, ecc.), hanno portato alcuni vantaggi, e anche se i risultati sono variabili e si rendono necessarie ulteriori ricerche per massimizzare i loro benefici nelle diverse condizioni sul campo, i prodotti alternativi vengono utilizzati dai
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• condurre visite mediche appropriate e tempestive alla struttura in cui sono accasati i soggetti; • esaminare alcuni volatili rappresentativi e valutare le cartelle cliniche e le registrazioni dei dati di laboratorio o diagnostici; • consultarsi con le persone che forniscono assistenza e cura ai soggetti per avere informazioni sui programmi di controllo sanitario in corso. Per ogni specifico antibiotico o antimicrobico utilizzato negli animali da allevamento, i requisiti normativi stabiliscono un particolare momento di “non uso di antibiotici”, noto anche come “periodo di sospensione” prima della macellazione. Questo periodo è il tempo necessario al soggetto per eliminare ogni traccia nei tessuti in modo che non rimangano residui dopo la loro trasformazione in alimenti per il consumo umano. I veterinari assistono i produttori assicurando che gli antimicrobici siano som-
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TECHNICAL COLUMN
ministrati nel rispetto dei tempi di sospensione stabiliti per ogni specifico prodotto. Un’ulteriore supervisione (verifica della conformità) è condotta dalle autorità sanitarie coinvolte nel monitoraggio, rilevamento e controllo dei residui nei prodotti avicoli. È interessante notare che molti rivenditori e consumatori negli Stati Uniti non sono consapevoli del fatto che, in virtù dei requisiti normativi, tutta la carne di pollo in commercio non contiene antibiotici o residui e che gli animali sono allevati nell’ambito di programmi sanitari preparati da veterinari avicoli autorizzati. In Europa e in altre parti del mondo esiste una legislazione simile che richiede che tutti gli antibiotici siano prescritti da un veterinario che deve seguire delle linee guida specifiche: può prescrivere antibiotici soltanto a scopo terapeutico e unicamente per gli allevamenti sotto la sua sorveglianza, benché ci sia una normativa specifica anche per i casi nei quali il pollame viene affidato alle cure di un altro veterinario designato. Da molti anni, nel Regno Unito, sono operativi organismi del settore come RUMA, Responsible Use of Medicines in Agriculture Alliance, che è membro associato della Piattaforma europea per
l’uso responsabile dei medicinali negli animali (EPRUMA). Anche le altre organizzazioni veterinarie europee, come la British Veterinary Poultry Association (BVPA) si sono dotate di linee guida specifiche per l’uso di antibiotici, che vengono regolarmente aggiornate. Nonostante tutto l’impegno messo nella prevenzione, alcuni allevamenti si ammalano e il trattamento antibiotico diviene un’opzione necessaria e giustificabile per il veterinario avicolo. Una tendenza in crescita nella filiera alimentare è la richiesta di carne avicola o uova prodotte senza antibiotici (NAE) e, in generale, tali prodotti si caratterizzano per il prezzo superiore. Quando un gruppo di volatili si ammala e deve essere trattato con antibiotici per motivi di salute e benessere, i prodotti che ne derivano non possono essere etichettati come NAE ed entrare in quel mercato. Di conseguenza, questo crea un dilemma economico per i produttori, poiché la carne o le uova prodotte devono essere dirottate verso altri settori di mercato che li possano accettare; vengono poi generalmente vendute a un prezzo inferiore, anche se i tempi di sospensione richiesti sono stati rispettati e non vi sono
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TECHNICAL COLUMN
residui nei prodotti prima della loro entrata nella catena alimentare. I veterinari prestano giuramento, dichiarando di usare le loro conoscenze scientifiche e la loro esperienza a beneficio della società, per proteggere la salute e il benessere degli animali, per la prevenzione e il sollievo dalle sofferenze, per la conservazione delle produzioni, la salvaguardia della salute pubblica e il progresso nelle conoscenze delle cure mediche. Pertanto i veterinari, per essere coerenti con il loro impegno professionale e obbligo etico, devono essere in grado di prescrivere piani di trattamento adeguati per mantenere la salute e il benessere degli animali, compreso l’uso di un antibiotico quando questa opzione è giustificata.
di questo obiettivo dipende da una revisione completa e dall’introduzione di miglioramenti nelle seguenti aree:
Il problema delle resistenze agli antimicrobici rappresenta una responsabilità condivisa dai veterinari, dalle Agenzie di regolamentazione dei farmaci e dai responsabili della produzione avicola. L’impegno per l’uso degli antimicrobici in modo prudente e la collaborazione continua tra tutte le parti interessate sono essenziali per garantire il benessere degli avicoli e il futuro del settore.
• controllo della coccidiosi e dell’enterite necrotica;
Sfide e opportunità della produzione senza o con un uso ridotto di antibiotici Il passaggio alla produzione senza antibiotici o alla loro riduzione non è esente da problemi. In varie relazioni si suggerisce che l’allevamento avicolo senza antibiotici potrebbe ridurre le prestazioni rispetto ai programmi tradizionali (cioè l’uso prudente di tutti i farmaci approvati). Ciò è probabilmente dovuto a una maggiore mortalità dovuta a infezioni neonatali e/o a un’incidenza superiore di problemi di salute intestinale come la coccidiosi e l’enterite necrotica; inoltre, ci si preoccupa per gli impatti negativi che questo tipo di produzione potrebbe avere sul benessere degli animali. Dall’inizio della produzione senza o con ridotto uso di antibiotici si è acquisita una maggiore esperienza e conoscenza negli allevamenti, identificando i fattori chiave, aggiornando le pratiche, sviluppando nuove strategie di prevenzione delle malattie e apportando miglioramenti graduali. Studi recenti ed esperienze sul campo hanno dimostrato che producendo senza antibiotici è possibile ottenere, in termini di costi, prestazioni ed efficienza simili ai sistemi tradizionali. Negli ultimi anni ci sono state molte pubblicazioni scientifiche e di settore sulle strategie per riuscire a produrre antibiotic-free con successo. Il raggiungimento
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• pratiche di gestione (per riproduttori, incubatoi e polli da carne); • qualità del pulcino; • controlli dell’ambiente di allevamento; • gestione e trattamento della lettiera; • qualità dell’acqua, composizione e distribuzione del mangime; • sviluppo e salute gastrointestinali (compreso il microbiota intestinale); • biosicurezza, vuoto sanitario tra i gruppi, pratiche di pulizia e disinfezione; • prevenzione delle condizioni immunosoppressive; • uso di prodotti alternativi (additivi per mangimi per promuovere la salute dell’intestino); • monitoraggio del comportamento, della salute e delle prestazioni dei gruppi allevati; • sicurezza alimentare prima della macellazione. L’avicoltura continua a prosperare e, con l’aumento della popolazione mondiale, la domanda di proteine animali sicure, convenienti e nutrienti continua ad aumentare, in particolare nelle economie in via di sviluppo. I prodotti avicoli sono destinati a divenire la proteina preferita a livello globale. Di conseguenza, i professionisti del settore e i responsabili della produzione dovranno probabilmente confrontarsi con ulteriori requisiti normativi e con nuove richieste del mercato. L’industria deve continuare ad evolversi attraverso l’innovazione, la comunicazione, la trasparenza e la tecnologia.
Conclusione Orientarsi su un percorso in continua evoluzione di un settore può sembrare un compito arduo. Tuttavia, concentrandosi sull’attenzione ai dettagli, su un fermo impegno per il benessere degli animali e sulla responsabilità di una gestione etica, è possibile affrontare con successo le opportunità e le sfide presentate da una produzione avicola orientata alla riduzione dell’uso di antibiotici e antibiotic-free. L’articolo completo è disponibile qui: http://ru.aviagen.com/ assets/Tech_Center/BB_Foreign_Language_Docs/Italian_ TechDocs/Focus-ABF-History-2021-IT.pdf
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Impiego di biofilm positivi in allevamento per produzioni avicole più sicure I microbi sono ovunque. Negli allevamenti tutte le superfici – pavimenti, pareti, soffitti e attrezzature – sono colonizzate da microrganismi principalmente sotto forma di biofilm. Questi biofilm possono essere innocui, favorevoli oppure, se contengono patogeni, dannosi per gli animali.
Un protocollo di pulizia, detergenza e disinfezione è indispensabile prima dell’arrivo di un nuovo gruppo di animali nei locali. Tuttavia, le superfici non rimangono sterili. I microrganismi trasportati nell’ambiente degli animali (aria, polvere, lettiera, attrezzature per la stabulazione) e dagli stessi nuovi animali iniziano rapidamente a ricolonizzare le superfici, formando biofilm. Questi microrganismi possono essere batteri indesiderati o potenziali agenti patogeni. I locali di stabulazione degli animali sono ambienti microbici complessi dove le condizioni ambientali e operative possono influenzare la pressione infettiva e il rischio di contaminazione, tra cui: • variazioni di umidità e di temperatura; Lallemand Animal Nutrition
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• scarsa manutenzione di strutture e attrezzature;
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• ventilazione dell’edificio: i bio-aerosol consentono la diffusione di batteri su altre superfici; • biosicurezza sommaria e inefficacia del protocollo di igiene.
Il concetto di biofilm positivo L’applicazione di batteri benefici su superfici e attrezzature subito dopo la pulizia e la disinfezione può essere un’opportunità? Se l’inoculo è in grado di trasformarsi in un biofilm di batteri positivi, lo sviluppo di quelli negativi risulterà contrastato (Figura 1). Questo è, in sintesi, il concetto di biofilm positivo. Pertanto, oggi risulta possibile estendere il protocollo di igiene a tre momenti fondamentali:
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1. pulizia e detergenza; 2. disinfezione; 3. condizionamento delle superfici tramite biofilm positivo. Per sviluppare l’opportunità del biofilm positivo, Lallemand Animal Nutrition ha selezionato alcuni ceppi di batteri per la loro capacità di: • formare un biofilm; • colonizzare rapidamente l’ambiente in meno di 24 ore; • distribuirsi efficacemente su tutte le superfici verticali e inclinate.
Applicazioni in allevamento Negli allevamenti avicoli vengono applicate diverse misure di biosicurezza interna, come pulizia, disinfe-
Figura 1 – Dopo la pulizia e la disinfezione, l’applicazione di una soluzione di biofilm positivo aiuta a prevenire la ricolonizzazione delle superfici degli ambienti da parte dei batteri indesiderati.
zione e applicazione di vuoto sanitario. Ciascuna di queste procedure influisce sul livello di pressione infettiva ambientale prima dell’ingresso dei nuovi animali in allevamento. Lo sviluppo di un biofilm microbico positivo nei capannoni prima dell’arrivo degli animali e durante il ciclo di produzione rappresenta un reale valore aggiunto a queste procedure. Durante una prova in un allevamento commerciale, LALFILM PRO è stato applicato un giorno prima dell’ingresso degli animali e quindi di nuovo dopo
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15 giorni dall’inizio del ciclo per potenziare la presenza di batteri benefici durante il lotto di produzione. Le superfici delle mangiatoie sono state campionate per l’analisi microbiologica. • È stato dimostrato che l’applicazione di LALFILM PRO porta allo sviluppo di un biofilm microbico positivo (aumento significativo delle popolazioni di Bacillus spp.) (Figura 2).
microscopiche per calcolare i volumi relativi di biofilm (Figura 3). Questo ha dimostrato che, nel caso dei quattro microrganismi testati, il pretrattamento con biofilm LALFILM PRO permette di evitare la colonizzazione da parte di microrganismi indesiderati.
Figura 3 – Biovolumi normalizzati dei diversi agenti patogeni calcolati sulla base dei dati di microscopia a fluorescenza (INRA Micalis, rapporto interno, 2019).
Figura 2 – Evoluzione delle popolazioni di batteri benefici nell’ambiente di polli da carne. Il giorno 0 corrisponde all’ingresso dei volatili (Lallemand Animal Nutrition, Allevamento commerciale, Francia, 2017).
• Nel capannone in cui è stato applicato LALFILM PRO, la perdita totale (scarti + mortalità) è stata ridotta del 21% rispetto al capannone di controllo.
Evidenze scientificamente dimostrate Gli studi in vitro consolidano il concetto di biofilm positivo, dimostrando l’interazione di LALFILM PRO con microrganismi indesiderati. Uno studio indipendente in vitro è stato condotto presso INRA Micalis (Parigi). Tale studio ha consentito ai ricercatori di visualizzare l’interazione tra il biofilm positivo LALFILM PRO e diversi microrganismi indesiderati (Staphylococcus aureus HG003, Listeria monocytogenes LO28, Escherichia coli SS2 ed Escherichia coli 977). Le piastre sono state inoculate con LALFILM PRO o con il solo microrganismo testato (controllo). 24 ore dopo, i microrganismi testati sono stati aggiunti alle piastre colonizzate con il biofilm LALFILM PRO. Per quantificare questi risultati, i ricercatori hanno analizzato le immagini
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Conclusioni Le misure di biosicurezza nell’allevamento — in primis pulizia, detergenza, disinfezione e vuoto sanitario — incidono sul livello di pressione infettiva prima del nuovo accasamento. Il condizionamento di superfici e attrezzature tramite lo sviluppo di biofilm positivo si è rivelato un efficace strumento di integrazione ed estensione del protocollo di igiene perché contribuisce a creare un ambiente microbico favorevole dopo la procedura di disinfezione e durante il ciclo produttivo, come è stato dimostrato in allevamenti commerciali in cui il miglioramento dell’ecosistema microbico ha conseguito un impatto positivo sulla salute animale. Di conseguenza, anche le performance sono migliorate. Inoltre, i dati in vitro mostrano che l’approccio basato sul biofilm positivo può aiutare a evitare la ricolonizzazione da parte dei batteri indesiderati comunemente presenti negli allevamenti. Nel concetto odierno di One Health, garantire un ambiente microbico sicuro durante l’intero ciclo produttivo è un dovere e, pertanto, i nuovi approcci alla biosicurezza in grado di combinare la corretta disinfezione con una gestione virtuosa dell’ecosistema microbico sono attuali e incoraggianti.
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Conoscere e gestire l’acqua per un’avicoltura efficiente
S.E. Watkins Professore Emerito, Center of Excellence for Poultry Science, University of Arkansas’ Systems Division of Agriculture
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L’acqua è il maggior fattore di produzione singolo usato in avicoltura per produrre uova e carne. Tuttavia, il fatto che abbia un costo relativamente contenuto rispetto al mangime, e che sia complicato valutare sperimentalmente l’influenza della qualità dell’acqua sulle performance degli animali, è la causa dell’esigua ricerca condotta negli ultimi trent’anni in questo senso. I cambiamenti nelle dinamiche di produzione e i progressi nel campo della genetica hanno evidenziato la necessità di stilare delle linee guida valide sulla qualità dell’acqua, che aiutino il personale nella valutazione degli impianti di abbeveraggio e nell’interpretazione dei dati allo scopo di ottimizzare la produzione.
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Introduzione L’acqua è la maggior fonte di nutrienti utilizzata per la produzione di uova e carne. Proprio per questo, per assicurare performance d’allevamento ottimali, è necessario porre particolare attenzione a qualità e quantità di questo fattore. Venticinque anni di consulenza ad aziende avicole di tutto il mondo, per l’identificazione e la risoluzione di problematiche legate all’acqua di abbeverata, costituiscono le fondamenta dell’esperienza e delle conoscenze condivise in questo articolo.
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Gli avicoli sono abbastanza tolleranti alla maggior parte dei contaminanti dell’acqua. Tuttavia, i valori di riferimento per il massimo livello tollerabile della maggior parte dei contaminanti più comuni e naturalmente presenti, quali ferro (0,3 mg/L o ppm) e calcio (80 mg/L), giungono principalmente da quelli utilizzati per la fornitura d’acqua ad uso umano, i quali sono basati più su valori estetici che non su indagini accurate che valutino la correlazione tra livello di contaminante e impatto negativo sui parametri di performance, ad esempio incremento di peso, conversione alimentare, vitalità, fertilità e produzione di uova. Dunque, molte delle linee guida non dovrebbero essere considerate più di quello che sono – linee guida, per l’appunto – e non una vera e propria indicazione di quanto l’animale può tollerare. Eccezioni a quanto appena sottolineato sono i livelli di sodio, cloruri e combinazioni di magnesio e solfato. Livelli di sodio e cloruri al di sopra dei 200 mg/L non accompagnati da aggiustamenti del sale nella dieta possono aumentare l’incidenza di feci molli; mentre livelli superiori ai 400 ppm/L ridurranno l’incremento di peso e la conversione alimentare. Feci molli sono state osservate anche come conseguenza della combinazione di livelli di magnesio e solfato rispettivamente superiori a 60-80 mg/L e 250 mg/L. Fino a concentrazioni di 150-180 mg/L, gli avicoli risultano tolleranti al calcio ma quest’ultimo, così come il magnesio, il ferro e il manganese, produce incrostazioni che, in assenza di provvedimenti correttivi quali il ricorso ad addolcitori dell’acqua o all’acidificazione fino a un pH inferiore a 6, possono influire sul funzionamento delle attrezzature e ridurre la portata delle tubature. Le specie avicole sono anche altamente tolleranti al ferro e al manganese ma risultano meno resistenti a patogeni quali pseudomonas, E. coli e salmonella i quali hanno bisogno proprio di ferro, e in certi casi di manganese, per costruire la propria parete cellulare. Ecco quindi che
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questi due minerali nell’acqua di abbeverata dovrebbero costituire un campanello d’allarme sulla possibile presenza di microrganismi pericolosi, a cui dovrebbero seguire opportune misure di sanificazione e filtrazione. I sistemi di approvvigionamento dell’acqua sono dinamici e soggetti a cambiamento. Fenomeni quali inondazioni, siccità, livelli di consumo dell’acqua, ma anche attività minerarie e coltivazioni agricole, possono influenzare la qualità delle acque, in particolare quelle di superficie. Anche gli impianti di abbeveraggio degli allevamenti avicoli sono soggetti a cambiamenti, soprattutto a livello microbiologico, anche quando la fonte è la stessa che fornisce acqua potabile alla cittadinanza. Negli allevamenti avicoli, infatti, l’acqua viene utilizzata in maniera differente: questa scorre lentamente e crea così l’ambiente ideale per microbi quali Bordetella; o, ancora, può rimanere stagnante durante tutta la notte o tra un ciclo e l’altro. In entrambi i casi, la qualità microbiologica dell’acqua può risultare alterata, nonostante l’utilizzo di disinfettanti quali il cloro. Le aziende con i migliori piani di gestione dell’acqua giocano d’anticipo sviluppando e applicando diligenti processi di controllo qualità, i quali aiutano a identificare e risolvere precocemente i possibili problemi. Ancora, i
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migliori piani di gestione prevedono un’accurata ed efficace pulizia degli impianti tra un ciclo e l’altro o quando i capannoni sono vuoti, assieme all’uso complementare di disinfettanti per l’acqua. Infine, è fondamentale monitorare e verificare costantemente l’efficacia del piano attraverso analisi microbiologiche a seconda delle scadenze di sanificazione degli impianti dell’allevamento. In questo articolo viene fornita una serie di check-list di aiuto alla pratica in azienda.
Ispezione dell’impianto di abbeveraggio a) Fonte di approvvigionamento • Identificare la fonte: pozzo, municipale, di superficie, altro. • Controllare il progetto, in caso di pozzo o di acque di superficie. • Stabilire se ci sono stati eventi anomali, quali inondazioni o siccità. La zona è interessata da attività quali coltura in filari, attività minerarie o fratturazioni idrauliche? • Verificare la presenza di danni alla sommità del pozzo e valutare se sono stati effettuati lavori di
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ORIGINAL manutenzione, ad esempio sostituzione delle pompe, che possono aver causato contaminazioni. • Misurare il flusso alla fonte (galloni al minuto).1 Il flussometro può essere agganciato agli idranti, ma è importante verificare che il flusso non venga ridotto dal rubinetto usato per il test, neanche in uscita dal flussometro, durante la misurazione. • Alla fonte, quali trattamenti si applicano all’acqua e in che ordine? • Ci sono meccanismi di iniezione? Come sono collegati all’impianto idraulico? Qual è la loro portata?
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• Raccogliere sterilmente dei campioni d’acqua quanto più possibile vicino alla fonte e analizzarli per carica batterica totale, coliformi, minerali e pH (saranno necessari circa 250 ml);2 i campioni vanno conservati a temperatura di refrigerazione fino alla consegna in laboratorio. • Esaminare l’acqua visivamente, all’odore e al gusto.
b) Stoccaggio • Dimensione/capacità/volume, materiale, colore, posizione, pulizia. • In che modo l’acqua entra ed esce dall’impianto di stoccaggio? • L’acqua esce direttamente dal fondo o viene pompata più in alto? • Quanto a lungo rimane nell’impianto di stoccaggio? Quanto è il tempo di sosta tra cicli e durante un ciclo? • Con che frequenza viene pulito l’impianto? È possibile pulirne ogni parte, incluso il fondo? Se viene pulito, come e con cosa? • L’acqua viene trattata prima o dopo lo stoccaggio? • Quali prodotti o trattamenti vengono utilizzati prima e dopo lo stoccaggio? • Nel caso si sospettino alterazioni nella qualità dell’acqua durante lo stoccaggio, raccogliere sterilmente dei campioni d’acqua, anche dopo stoccaggio, e analizzarli per carica batterica totale, minerali e pH.
c) Distribuzione • Controllare le dimensioni delle tubature, il tipo di materiale (pvc, metallo) e l’età, dalla fonte all’animale. È stato effettuato un qualsiasi intervento sulle linee di distribuzione? • Stabilire se le tubature sotterranee possono essere pulite dalla fonte ai capannoni. • Le tubature sono state pulite? Con cosa?
d) Capannoni: via d’accesso/anticamera • Ci sono informazioni sul consumo giornaliero di acqua dei gruppi? Questo viene registrato durante il giorno? 1 È da supporre si tratti di gallone americano, usato per i liquidi negli Stati Uniti; 1 gal = 3,785 l (N.d.T.). 2 Nel testo originale si fa riferimento a 1 cup. È da supporre si tratti dell’unità di misura spesso usata per i liquidi negli Stati Uniti e corrispondente a 236,588 mL (N.d.T.).
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• Che prodotti vengono aggiunti? Se vengono usati prodotti per la sanificazione o l’acidificazione, questi hanno il tempo di mescolarsi all’acqua prima di ulteriori iniezioni? Quanto spesso vengono aggiunti i prodotti? • Viene mai verificata la presenza di residui di prodotti disinfettanti nell’acqua?
e) Sistema di abbeveraggio • Controllare di che sistema si tratta.
“Questo articolo vuole fornire le basi per elaborare un programma di controllo della qualità dell’acqua che sia proattivo e che possa essere efficace per mantenere quest’ultima ai livelli necessari per una costante ottimizzazione delle performance”
• Controllare l’età e la lunghezza di ogni linea di abbeveraggio, lo spazio dell’abbeveratoio e il numero di abbeveratoi per linea. • Calcolare il numero di animali per abbeveratoio, in pulcinaia e nella fase di crescita. • Ispezionare le tubature e i connettori, con particolare attenzione ai tubi flessibili di connessione alle linee. • Regolatori: età, manutenzione, prodotti chimici utilizzati (detergenti, disinfettanti, acidi). • Le tubature sono mai state aperte? Se sì, cosa si è osservato al loro interno? • Nelle tubature si verificano accumuli di sedimento? E questo è causa di perdite dagli abbeveratoi? • L’impianto è mai stato pulito? Quando e con cosa?
• Controllare il programma di manutenzione del riduttore di pressione. Il retino è stato controllato per l’accumulo di sedimento? Ci sono manometri prima e dopo il riduttore? • Ispezionare i filtri. Sono puliti? Con che frequenza vengono cambiati? Si ostruiscono spesso? (Se sì, ove opportuno, inviare il filtro ostruito assieme al materiale ostruente a un laboratorio per analisi microbiologiche e dei minerali). • Qual è il volume del flusso all’entrata nel capannone? • Ispezionare i meccanismi di iniezione: qual è il volume del flusso? • Ispezionare i connettori ai sistemi di medicazione quando non sono connessi con tubature rigide. I connettori causano delle riduzioni del flusso? I meccanismi di iniezione hanno subito riparazioni? È stata verificata l’accuratezza dell’iniezione? Quanti iniettori ci sono? A che scopo vengono usati? Vengono puliti tra un uso e l’altro? Che contenitore viene usato per i prodotti che verranno iniettati? È chiuso ermeticamente? Viene usato anche ad altri scopi?
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• Le tubature vengono lavate durante il ciclo? Con che frequenza? • Ispezionare le tubature: queste consentono all’acqua di scorrere liberamente o ci sono dei punti di restringimento? • Ispezionare i tubi montanti di scarico. • Esiste una qualche documentazione relativa alla presenza di residui dei prodotti disinfettanti nelle tubature prima e dopo l’entrata in capannone? • In pulcinaia vengono usate tutte le tubature? Se no, come vengono gestite quelle che non vengono utilizzate? • Ci sono dei sistemi antisosta sopra le linee? Sono funzionanti? Come sono installati? • Esaminare l’acqua delle tubature visivamente, all’odore e al gusto. • Raccogliere sterilmente dei campioni dell’acqua che gocciola dalle tubature. Questi campioni vanno raccolti in modo da evitarne la contaminazione dovuta ai ventilatori o all’aria in movimento. • Effettuare dei tamponi alla fine delle tubature e, se possibile, all’interno del regolatore, sempre evitando contaminazioni dall’aria.
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della carica batterica totale, dei lieviti e delle muffe.
f) Pannelli di raffreddamento e sistemi di nebulizzazione • Viene usato un qualsiasi tipo di prodotto? • Ispezionare l’impianto e in caso di problemi ai pannelli di raffreddamento, con accumulo di sedimenti poltigliosi o minerali che impediscono il normale flusso dell’aria, raccogliere campioni d’acqua dai serbatoi di ricircolo dei pannelli e analizzarli per minerali e pH. • Con che frequenza vengono usati i sistemi di nebulizzazione? • Vengono puliti quando non sono in uso o prima di periodi caldi?
g) Analisi dell’acqua Analisi standard: analizzare i campioni d’acqua raccolti alla fonte per minerali e pH, carica batterica totale e coliformi. Analizzare i campioni dell’acqua che gocciola dalle tubature e i tamponi per la carica batterica totale. Fare attenzione durante la raccolta dei campioni per evitare contaminazioni da mani, aria e dall’ambiente esterno alle tubature. Nella scelta dei laboratori a cui rivolgersi, assicurarsi che eseguano le seguenti analisi: calcio, magnesio, ferro, manganese, zolfo (solfati), cloruri, sodio, pH. È necessario richiedere ulteriori analisi nel caso in cui il gruppo manifesti i seguenti sintomi o si abbiano i seguenti sospetti: • Formazione di materiale melmoso, traslucido e filamentoso, da chiaro a bianco. Richiedere analisi per funghi, lieviti e muffe e il profilo microbiologico generale. Raccogliere i campioni di materiale nella maniera più sterile possibile con un tampone. • Formazione di materiale melmoso rosaceo, rossastro e marrone a livello di tubature, filtri o stoccaggio. Richiedere analisi per pseudomonas. • Sospetto che i trattamenti non siano efficaci (filtrazione, osmosi inversa, magneti). Raccogliere un campione dopo il trattamento e richiedere analisi per minerali e pH. • Problemi sanitari, per esempio di tipo respiratorio, zoppie o enteriti necrotiche, feci molli o elevate quantità di mangime non digerito. Raccogliere campioni di perdite d’acqua in prossimità della parte terminale delle linee e tamponi dai regolatori e alla fine delle linee. Richiedere analisi del profilo microbiologico totale, includendo gli Stafilococchi, e
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• Utilizzo di prodotti per l’acqua, per esempio a scopo terapeutico o acidi organici/inorganici. Richiedere analisi batterica, di lieviti e muffe. La raccolta dei campioni per le analisi microbiologiche deve avvenire nella maniera più sterile possibile e i campioni devono essere conservati a temperatura di refrigerazione fino alla consegna in laboratorio. Per ottenere risultati migliori, inviare i campioni entro 24 ore dalla raccolta. Tuttavia, è possibile attendere fino a 4 giorni a patto che i campioni restino refrigerati, non congelati.
Conclusioni L’acqua gioca un ruolo fondamentale nella salute, nel benessere e nella produttività del pollame. Poiché in passato questa risorsa ha avuto costi relativamente contenuti rispetto al mangime, pochi sono stati gli studi condotti allo scopo di indagare come la qualità dell’acqua influenzi le performance degli animali, o semplicemente per indagarne la vulnerabilità di fronte all’evoluzione dei sistemi di abbeveraggio nel settore avicolo. Tuttavia, per una produzione senza ricorso ad antibiotici, è necessario porre estrema attenzione a ogni singolo fattore di produzione, inclusi i sistemi di abbeveraggio, allo scopo di evitare che problematiche o pratiche prima trascurate non contribuiscano a un minor controllo della qualità. Nel momento in cui il personale di allevamento è consapevole del fatto che le fonti d’acqua e i sistemi di fornitura e distribuzione per le varie attività di allevamento possono essere soggetti a contaminazione, soprattutto da parte di microbi patogeni, lo stesso personale può essere maggiormente motivato a sviluppare piani di gestione dell’acqua che si basino su un approccio proattivo per assicurare che la sua qualità rimanga ottimale dalla fonte fino all’ultimo abbeveratoio. Questo articolo vuole fornire le basi per elaborare un programma di controllo della qualità dell’acqua che sia proattivo e che possa essere efficace per mantenere quest’ultima ai livelli necessari per una costante ottimizzazione delle performance. Traduzione di Giorgia Riuzzi
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13 ~ 15 settembre SPACE
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TRAMOGGETTA PER TACCHINI O PER CICLI MISTI
5 ~ 6 ottobre
Poultry Africa 2022
26° World Poultry Congress
Kigali, Rwanda
Palazzo dei Congressi, Parigi, Francia
Per informazioni: VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O.Box 8800 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2999 Email: poultry.africa@vnuexhibitions.com Web: www.poultryafricaevent.com
Per informazioni: Tel.: FR: +33 (0) 1 44 64 14 44 Tel.: BE: +32 (0) 2 776 06 53 Email: wpc@clq-group.com Web: wpcparis2022.com
Via Roma 29, 24030 Medolago (BG) Italy - Phone +39 035 901240 - info@azainternational.it www.azainternational.it
GUIDA INTERNET Agritech commerce@agritech.it Albitalia infotecniche@albitalia.com Albors info@albors.it Ali Lohmann info@lohmann.it Ascor italy_ascor@vetoquinol.com Arion Fasoli info@arionfasoli.com Aviagen info@aviagen.com Aviagen Turkeys Ltd turkeysltd@aviagen.com Aza International info@azainternational.it Babolna TETRA info@babolnatetra.com Barbieri Belts info@barbieri-belts.com BD Agricoltura Italia S.r.l. italia@bigdutchman.com Biochem bertarelli@biochem.net Biolab 2000 biolabvr@tiscalinet.it Carfed International Ltd carfed@carfed.co.uk Carfed International Ltd Italy carfed@carfed.it Chick Farm Europe info@chickeurope.com Cizo info@cizo.it Clerici Gino S.r.l. info@clerici.it Cobb Europe info@cobb-europe.com Codaf info@codaf.net Corti Zootecnici S.r.l. info@cortizootecnici.com DSM Nutritional Products info@dsm.com Elanco italia_elanco@elanco.com EuroTier eurotier@dlg.org Evonik luca.iacoianni@evonik.com Facco Poultry Equipment facco@facco.net FIEM fiem@fiem.it FierAgricola Verona fieragricola@veronafiere.it FierAvicola info@fieravicola.com Gasolec sales@gasolec.com GI-OVO B.V. sales@gi-ovo.com Giordano Poultry Plast info@poultryplast.com Hendrix Genetics info@hendrix-genetics.com Hubbard contact.emea@hubbardbreeders.com Hy-Line International info@hyline.com Impex Barneveld BV info@impex.nl Intracare info@intracareitaly.com Jansen Poultry Equipment info@jpe.org Lallemand animalitaly@lallemand.com Lubing System info@lubing.it Marel Poultry info.poultry@marel.com Mbe Breeding Equipment info@mbefabriano Meyn sales@meyn.com MSD Animal Health S.r.l. MS Technologies info@mstegg.com Newpharm info@newpharm.it Officine Meccaniche Vettorello luciano@officinevettorello.it Omaz S.r.l. omaz@omaz.com Petersime N.V. info@petersime.com Prinzen B.V. info@prinzen.com Riva Selegg info@rivaselegg.com Royal Pas Reform info@pasreform.com Roxell info@roxell.com Reventa info.reventa@munters.de Sacco S.r.l. info@saccosystem.com Schropper office@schropper.at Ska ska@ska.it Sime-Tek info@sime-tek.com Space info@space.fr Specht Ten Elsen GmbH & Co. KG info@specht-tenelsen.de Sperotto info@sperotto-spa.com Tezza tezza@tezza.it TPI-Polytechniek info@tpi-polytechniek.com Valli info@valli-italy.com Val-co intl.sales@val-co.com Ventilazione Industriale info@amboso.com VDL Agrotech info@vdlagrotech.nl Vencomatic Group B.V. info@vencomaticgroup.com Victoria victoria@victoria-srl.com
www.agritech.it www.albitalia.com www.albors.it www.alilohmann.com www.ascor.vetoquinol.it www.arionfasoli.com www.aviagen.com www.aviagenturkeys.com www.azainternational.it www.babolnatetra.com www.barbieribelts.com www.bigdutchman.it www.biochem.net www.biolab2000.it www.carfed.it www.novogen-layers.com www.cizo.it www.clerici.it www.cobb-vantress.com www.codaf.net www.cortizootecnici.it www.dsm.com www.elanco.com www.eurotier.com www.evonik.com www.facco.net www.fiem.it www.fieragricola.it www.fieravicola.com www.gasolec.com www.gi-ovo.com www.poultryplast.com www.hendrix-genetics.com www.hubbardbreeders.com www.hyline.com www.impex.nl www.intracare.nl www.jpe.org www.lallemandanimalnutrition.com www.lubingsystem.com www.marel.com/en/poultry www.mbefabriano.it www.meyn.com www.msd-animal-health.it www.mstegg.com www.newpharm.it www.officinevettorello.com www.omaz.com www.petersime.com www.prinzen.com www.rivaselegg.com www.pasreform.com www.roxell.com www.reventa.de www.saccosystem.com www.schropper.at www.ska.it www.sime-tek.com www.space.fr www.specht-tenelsen.de www.sperotto-spa.com www.tezza.it www.tpi-polytechniek.com www.valli-italy.com www.val-co.com www.ventilazioneindustriale.it www.vdlagrotech.com www.vencomaticgroup.com www.incubatricivictoria.com
Direttore responsabile Lucio Vernillo Redazione Daria Domenici, Tania Montelatici (zootecnica@zootecnica.it) Amministrazione Marianna Caterino (amministrazione@zootecnica.it) Ufficio Zootecnica International Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia Tel.: +39 055 2571891 Web: zootecnica.it Registrazione Registrazione Tribunale di Firenze n.3162 Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Firenze ISSN 0392-0593 Abbonamento (1 anno / 11 numeri): Italia Euro 50 Abbonamento con Carta di credito o Paypal: zootecnica.it/abbonamenti Abbonamento con bonifico bancario: Zootecnica International, Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia; banca: UNICREDIT, BIC: UNICRITM1OU9 Iban: IT 81 H 02008 38083 000020067507 Art Direction e impaginazione Laura Cardilicchia – elleciwebstudio.com Copertina © Denise Vernillo Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze
Edizione italiana Anno XXXIII • Maggio 2022
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