LXII Convegno annuale SIPA, aggiornamenti sull’Influenza Aviaria
L’avicoltura alla ricerca della sostenibilità
Intelligenza Artificiale (AI), un aiuto per la sostenibilità nel comparto zootecnico 7/8
2023
Zootecnica International –luglio/agosto 2023 –POSTE ITALIANE S.p.A. –Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
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EDITORIALE
Ciò che accade oggi con l’uso di apparecchi elettronici che monitorano le funzioni di noi esseri umani (basti pensare ai nuovi orologi che controllano numero di passi, battiti cardiaci, pressione, calorie consumate, qualità del sonno e molto altro) è ciò che da qualche anno si realizza anche nei moderni allevamenti zootecnici. L’utilizzo delle tecnologie digitali, infatti, da tempo si rivolge al miglioramento della gestione dell’allevamento, evolvendosi e affinando sempre più le proprie caratteristiche.
A questo proposito si parla di PLF (Precision Livestock Farming), cioè di un insieme di tecniche d’allevamento volte a migliorare l’efficienza produttiva, che tutelano anche il benessere degli animali. Questo sistema, grazie all’uso di hardware e software, consente di raccogliere dati e di compararli, in modo da evidenziare segnali, trend, anomalie che possono risultare di estrema utilità per osservare, controllare e gestire al meglio l’allevamento.
Aumentare il benessere degli animali e la produttività dell’allevamento ha un valore sostanziale anche per l’economia europea: basti pensare che secondo la Commissione europea gli allevamenti avicoli sono quadruplicati rispetto a cinque-sei anni fa. Con questi numeri è facile capire come questi apparecchi, che raccolgono e trasmettono informazioni generate dai comportamenti animali, possano essere di aiuto alla filiera avicola. Una gestione dell’allevamento di precisione, infatti, non solo aumenta il benessere animale, permettendo di intervenire per risolvere eventuali criticità, ma consente anche di raggiungere una maggiore efficienza della produzione, con un enorme risparmio di tempi e costi.
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SOMMARIO ATTUALITÀ 4 COMPANY NEWS .................................................................................. 6 REPORTAGE LXII Convegno annuale SIPA, aggiornamenti sull’Influenza Aviaria ..................... 8 INTERVISTA Bolegg Gallery, la voliera multilivello di Vencomatic che rispetta il naturale comportamento delle galline 12 DOSSIER Allevamento di tacchini riproduttori, il seminario Aviagen Turkeys di Montevarchi (AR) 14 FOCUS L’avicoltura alla ricerca della sostenibilità 16 MARKETING 50 anni di retrospettiva sulle dinamiche dell’industria avicola mondiale Parte 2 – Produzione mondiale di carne avicola 20 TECHNICAL COLUMN Sistemi di incubazione a singolo stage e multi stage 32 MANAGEMENT Intelligenza Artificiale (AI), un aiuto per la sostenibilità nel comparto zootecnico 36 NUTRIZIONISTICA Effetti della sostituzione di oligominerali inorganici con glicinati sui parametri produttivi di riproduttori da carne durante il periodo di stress termico................. 40 MARKET GUIDE 44 GUIDA INTERNET 48 20 16 8
con un vaccino vivo, bivalente e omologo contro la Salmonella, prodotto con un esclusivo procedimento di co-fermentazione
Elanco Italia S.p.A – PM-IT-23-0165
La vaccinazione per via orale con un vaccino vivo bivalente contro la Salmonella è un valido approccio per limitare in modo sistematico la colonizzazione intestinale e l’escrezione dei ceppi di Salmonella patogeni per il genere umano (Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium), riducendo la loro diffusione e persistenza nell’ambiente. Da oltre un decennio è presente sul mercato un vaccino con queste caratteristiche, vaccino che, inoltre, viene prodotto tramite un esclusivo processo di co-fermentazione.
La co-fermentazione consente, attraverso la fermentazione simultanea dei due ceppi vaccinali di Salmonella, di ottenere titoli antigenici comparabili. Questo processo garantisce l’assenza di inibizione o interferenza tra i due ceppi vaccinali e, di conseguenza, una protezione adeguata ed efficace nei confronti dei due sierotipi: Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium.
Durante la prima fase del processo produttivo i due ceppi vaccinali vengono coltivati separatamente per ottenere le cosiddette colture di inizio produzione, fino all’ottenimento di titoli comparabili.
La preparazione della fermentazione avviene con l’installazione e la calibrazione dei sensori di pH e di pressione parziale di ossigeno (pO2) e, in seguito, la sterilizzazione del fermentatore vuoto. Il processo di prefermentazione inizia con l’inoculo delle colture di inizio produzione (starter) nell’unità di pre-fermentazione per avviare la coltivazione e la moltiplicazione dei ceppi vaccinali di Salmonella
Le Salmonelle vengono coltivate su un apposito terreno, in un ambiente a pH 7,4 e a una temperatura di 37 °C.
È importante notare che anche in questa prima parte del processo di produzione, già dopo la pre-fermentazione, per entrambi i ceppi vaccinali si ottengono titoli comparabili. Successivamente a questa prima fase di prefermentazione, inizia la fermentazione vera e propria su ampia scala. Anche durante il processo principale di fermentazione entrambi i ceppi vaccinali continuano a mantenere concentrazioni comparabili.
Tutto il processo produttivo, dalla fermentazione fino alla liofilizzazione, è costantemente monitorato mediante campionamenti e misurazioni accurate al fine di garantire che entrambi i ceppi vaccinali di Salmonella raggiungano e mantengano titoli comparabili. Il titolo antigenico e le qualità fisico-chimiche del vaccino vengono controllati per ogni lotto di produzione da un Istituto indipendente di fama mondiale.
Conclusioni
Grazie a questa esclusiva tecnologia di produzione basata sul principio della “co-fermentazione” il vaccino contiene ceppi stabili che non presentano tra loro alcuna inibizione o interferenza, sia in vitro che in condizioni di campo. Pertanto, entrambi i ceppi vaccinali sono in grado di esprimere tutto il loro potenziale immunologico.
Sebbene la vaccinazione da sola non sia sufficiente a controllare completamente le infezioni da Salmonella, l’utilizzo di un vaccino bivalente vivo e omologo contro Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium con queste caratteristiche, rappresenta un’opzione di facile e pratico utilizzo all’interno delle buone pratiche di gestione dell’allevamento per ridurre l’incidenza delle infezioni da Salmonella
Questo vaccino è uno strumento prezioso nella prevenzione delle infezioni da Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium in allevamento e contribuisce in modo decisivo a migliorare la sicurezza della catena alimentare e la fiducia dei consumatori nei prodotti avicoli.
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Bibliografia disponibile su richiesta
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Benefici della vaccinazione
Cibo eccellenza del Made in Italy anche grazie alla qualità degli allevamenti
Per gli italiani cibo, moda e design sono le tre eccellenze Made in Italy in grado di battere qualsiasi concorrenza estera: a confermarlo è il sondaggio che AISA – Federchimica, l'Associazione Nazionale Imprese Salute Animale, ha realizzato, in collaborazione con SWG, per indagare l’opinione degli italiani sul binomio allevamenti e benessere animale.
Secondo 9 italiani su 10 è il settore alimentare, in particolare quello della carne e lattiero-caseario, il top delle eccellenze nostrane. Qualità del cibo che si lega, tra l’altro, alla garanzia di qualità di vita degli animali allevati. “In questo contesto, l’industria del farmaco veterinario può giocare un ruolo chiave nella realizzazione di allevamenti sostenibili, in cui il benessere degli animali, l’ampia accessibilità a prodotti salubri e di qualità hanno priorità assoluta”, ha commentato Arianna Bolla, Presidente AISA – Federchimica. “Nel contesto del nostro impegno identitario per
la salute degli animali, siamo convinti che la profilassi e le cure non siano unicamente funzionali alla gestione di malattie o disturbi che possono insorgere negli animali, ma siano indispensabili per garantire produzioni salubri e sostenibili, nonché per la tutela della salute di tutti noi in ottica One Health. Il nostro invito alle Istituzioni è quello di utilizzare tutti i consessi e gli strumenti opportuni per la tutela di due comparti strettamente collegati tra di loro”.
Qualità del cibo che si lega a doppio filo alla garanzia di qualità di vita degli animali allevati, alla salvaguardia della biodiversità, alla lotta ai cambiamenti climatici: fattori che per 3 italiani su 5 risultano essere fondamentali da perseguire in un’ottica di difesa dell’ambiente. Per il 91% dei rispondenti c’è infatti una stretta correlazione tra salute umana, benessere animale e rispetto dell’ambiente in un’ottica One Health
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I prodotti LUBING per la stagione estiva
Nella vasta gamma di prodotti che la nota multinazionale LUBING produce, tra cui abbeveratoi per polli, tacchini, galline ovaiole, riproduttori, sistemi di trasporto uova e sistemi per la climatizzazione dei capannoni avicoli, questi ultimi sono senza dubbio i più interessanti per la stagione estiva. Le due tipologie di prodotto sono il Top Climate System e il Pad Climate System.
scare e umidificare i capannoni avicoli, ma i pannelli in plastica sono relativamente nuovi. La domanda più comune è se i pannelli in plastica possano produrre lo stesso livello di raffrescamento dell’aria dei tradizionali pannelli in carta. In breve, la risposta è sì. Con il pannello in plastica brevettato LUBING si ottengono gli stessi risultati di raffrescamento e umidità dei pannelli in carta. La differenza sta nel fatto che è necessaria meno energia per la ventilazione!
Pad Climate System
La tecnologia LUBING Pad Climate sfrutta al massimo le caratteristiche dell’acqua per creare sistemi di raffrescamento ad alta efficienza per gli allevamenti. Un ambiente fresco, con il giusto tasso di umidità e con una ridotta presenza di polveri nell’aria, è infatti fondamentale per allevare animali sani e robusti. Il Pad Climate consiste in una struttura in robusto PVC dove viene installata una serie di pannelli evaporativi, in carta o plastica, che raffrescano e umidificano l’aria che passa al loro interno.
I sistemi di raffrescamento con pannelli sono ben noti e sono utilizzati per raffre -
La speciale disposizione delle superfici solide e delle strutture a rete (design brevettato) assicura una distribuzione ideale dell’acqua attraverso il pannello con una minore perdita di pressione rispetto ai pannelli in carta. Ciò consente una corretta bagnatura e minori spruzzi, con conseguente capacità di raffrescamento altamente efficiente nelle regioni a clima caldo. L’uso di fogli di polimeri ad alta resistenza in combinazione con la saldatura termica garantisce la massima stabilità e una lunga durata. Inoltre, i pannelli in plastica possono essere facilmente
6 - le aziende informanoLE AZIENDE INFORMANO
puliti con un’idropulitrice senza danneggiarli e questo aumenta la durata di vita del pannello in plastica rispetto ai pannelli in carta. Inoltre, l’uso di additivi stabilizzanti garantisce un’eccezionale resistenza ai raggi UV per anni. Infine si sottolinea che i requisiti per la qualità dell’acqua sono molto bassi.
Top Climate System
Il sistema LUBING Top Climate è stato sviluppato per raffrescare, umidificare e pulire efficacemente l’aria dell’allevamento e ha un effetto positivo diretto sul benessere degli animali. Funziona secondo il principio del raffrescamento evaporativo diretto: con una pressione di sistema molto elevata, pari a 70 bar, l’acqua si atomizza in modo particolarmente fine.
sugli organi respiratori degli animali;
• meno ventilazione necessaria: risparmio energetico;
• clima uniforme e regolato: animali attivi e sani, prestazioni di deposizione costanti per le galline ovaiole anche in estate;
• influenza attiva sul benessere degli animali: migliore conversione del mangime, riduzione dell’aggressività, comportamento naturale degli animali, minor uso di farmaci;
• ulteriore utilizzo del sistema per bagnare e disinfettare;
• possibilità di collegamento alle centraline LUBING o ad altri computer climatici;
• possibilità di funzionamento completamente automatico anche di più capannoni con una sola unità di pompaggio;
• compatibile con tutti i comuni sistemi di ventilazione.
Per informazioni sulle varie disponibilità tecniche, per informazioni tecniche e commerciali rivolgetevi direttamente al vostro rivenditore di fiducia o contattate gli uffici Lubing allo 049 9202290.
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L’evaporazione immediata sottrae energia termica dall‘aria del capannone e la raffredda dell‘ambiente. Oltre a regolare il clima del capannone e ad aumentare l’umidità dell’aria, i sistemi Top Climate sono in grado di abbattere efficacemente la polvere e le particelle presenti nell’aria dell’allevamento.
I vantaggi del sistema Top Climate:
• 70 bar di pressione dell‘acqua: raffrescamento rapido ed efficace del capannone senza bagnare;
• aumento dell’umidità dell’aria a qualsiasi valore desiderato (massimo comfort tra il 60 e il 70% di umidità relativa);
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Luigi Montella, Medico veterinario
LXII Convegno annuale SIPA, aggiornamenti sull’Influenza Aviaria
A Rimini, durante le giornate di Fieravicola, si è svolto il LXII Convegno annuale della Società Italiana di Patologia Aviare, promosso in collaborazione con WPSA (Associazione Italia
Avicoltura Scientifica) e ASIC (Associazione Scientifica
Italiana di Coniglicoltura), durante il quale si è fatto il punto della situazione epidemiologica per l’Influenza Aviaria.
Il Convegno annuale della Società Italiana di Patologia Aviare si è aperto con i saluti di Mattia Cecchinato, Presidente SIPA, di Filippo Cerulli, Vice Presidente Assoavi, di Antonio Forlini, Presidente Unaitalia e del senatore Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura del Senato, che si sono soffermati sul difficile momento che sta attualmente vivendo la filiera avico -
la, che non è vista di buon occhio dal consumatore, sempre più contrario all’allevamento industriale.
Durante la prima parte del convegno si è parlato di “Aggiornamenti sulla situazione epidemiologica per l’Influenza Aviaria e considerazioni sull’applicazione della vaccinazione contro l’HPAI” con Calogero Terregino del Laboratorio di Referenza Eu -
8 - reportageREPORTAGE
@123rf
ropeo/OIE/FAO e Centro di Referenza nazionale per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle IZS delle Venezie
Negli ultimi anni la dimensione del fenomeno dell’Influenza Aviaria ha assunto rilievi senza precedenti, diffondendosi in tutto il mondo: solamente l’Oceania è rimasta estranea al virus. Nell’ultimo anno sono stati duramente colpiti anche il Centro e il Sud America, tanto da trasformare il fenomeno in un vero e proprio rischio ecologico, considerato che tra le varie specie di selvatici sono state colpite anche quelle già a rischio estinzione.
Sono stati registrati circa 2500 focolai, con 40 milioni di volatili domestici affetti, e 3000 casi nei volatili selvatici negli anni 2021-2022. Praticamente tutta l’Europa è stata colpita. Rispetto al passato c’è stato un cambiamento legato alla stagionalità: mentre in precedenza, infatti, i primi focolai, legati alle migrazioni dei selvatici, si manifestavano all’inizio dell’inverno, oggi il virus tende a persistere in modo cronico. Un altro dato di cui tenere conto è
quello legato alla sua diffusione anche in alcuni mammiferi (furetti, visoni, ma anche gatti): dopo la pandemia ovviamente i ricercatori sono preoccupati da un eventuale salto di specie all’uomo, anche se la diffusione massima della malattia si verifica, come sempre, nelle zone ad alta densità di allevamento.
Il virus attuale è il clade 2344b, derivato dal ceppo H5 cinese scoperto negli anni ’90. Mentre però una volta si attendeva la mutazione dalla forma a bassa patogenicità LPAI a quella ad alta HPAI, oggi invece il virus muta per riassortimento con altri ceppi di campo, data l’amplissima diffusione, rimanendo stabili solamente i geni emoagglutinina e agglutinina. Di particolare interesse in questo caso è il riassortimento del virus H13, solitamente presente nei gabbiani, con l’attuale H5N1, che in nord Europa ha fatto strage di selvatici e si è poi trasferito, per via migratoria, anche al nord Italia, dove sul Lago di Garda e poi in Emilia Romagna ha colpito i gabbiani. Fortunatamente si tratta di ceppi con caratteristiche non potenzialmente pericolose per l’uomo.
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Come sempre, a livello di allevamento industriale, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono le zone maggiormente colpite, con il tacchino che funge da specie predisposta. Nel 2022 i primi focolai sono apparsi già a settembre, anche nei rurali. Per questi motivi l’attenzione sulla produzione è altissima, perciò vengono sempre eseguiti test routinari e pre-carico, anche se la lenta diffusione del virus (e questa è una nuova caratteristica) fa sì che esso possa sfuggire al monitoraggio. Le ulteriori analisi filogenetiche confermano il consueto passaggio dei ceppi virali dai selvatici ai commerciali.
Vaccinazione HPAI
Per quanto riguarda il vaccino, sono attualmente in prova diverse formulazioni, anche di nuova generazione. Nel tacchino rappresenta una difficoltà l’esigenza di eseguire più vaccinazioni nel corso del ciclo, poiché l’immunità deve arrivare fino a fine ciclo, per evitare episodi di malattia tardivi, mentre finora si è vista una risposta anticorpo di breve durata. Come prima dose si utilizza un vaccino ingegnerizzato sul noto HVT, seguito poi da un booster. Gli schemi in prova sono dunque: HVT (Vectormune) a 21 gg., seguito da vaccino DNA o Sub unità sui 50 gg. Infine si prevede un’ultima somministrazione, nel tacchino, al momento del carico delle femmine, intorno ai 100 gg.
Nei test di infezione sperimentale per provare il vaccino si è usato un ceppo patogeno in grado di dare mortalità in 48 ore; con la sola vaccinazione HVT la mortalità è calata del 50% e anche l’eliminazione (shedding) virale è molto diminuita. Con la seconda dose di vaccino DNA si è notato un ulteriore calo della mortalità, ma non della sintomatologia clinica (depressione e seni nasali gonfi), mentre i titoli Hi evidenziati non erano predittivi dell’esito clinico. Importante la diminuzione dell’eliminazione virale, dopo il booster, mentre non soddisfa ancora la protezione a lungo termine: infatti dopo poche settimane si passa dal 100% all’80% di soggetti protetti.
Migliori risultati si sono avuti con il vaccino ricombinante, sulla protezione a lungo termine, rispetto a quello DNA, ma le prove sono ancora in corso e le carenze rilevate potrebbero solamente dipendere dal lotto di vaccino usato.
Attualmente, dunque, la vaccinazione per l’influenza è valida nel pollo, mentre occorre ancora lavorare su quella del tacchino, sempre tenendo come prima dose HVT
quale vettore. Tutta la ricerca sulla vaccinazione per l’Influenza Aviaria, finora limitata dalle scelte normative, dipende oggigiorno dal fatto che la malattia ha assunto forme talmente devastanti e una diffusione talmente ampia, con endemizzazione nei selvatici, da richiedere un approccio diverso, che utilizzi ulteriori strumenti.
È importante sottolineare che, se ben usata, la vaccinazione del pollame non costituisce una minaccia per la salute pubblica; invece, se inefficace, potrebbe favorire una circolazione subdola del virus. Nel caso in cui sia necessario ricorrere a una vaccinazione di emergenza, bisognerà avere a disposizione una banca vaccinale, che possa fornire le dosi necessarie. Quindi limitare le forme cliniche e la diffusione virale diviene fondamentale, pur mantenendo il monitoraggio, per individuare i casi clinici e procedere all’eradicazione dei focolai. L’uso del test Elisa anti H5 potrebbe essere alternativo o complementare nell’ambito del contenimento e dell’eradicazione.
Tra i problemi che potrebbero insorgere bisogna rilevare, a livello commerciale, la possibilità che altri Paesi non accettino di importare prodotti derivati da Paesi che invece vaccinano. Diventa pertanto molto importante sia l'approvazione della OIE a tale pratica, sia la garanzia che, nel Paese in cui si vaccina, esista un sistema di sorveglianza che garantisca che comunque i soggetti siano positivi alla vaccinazione, senza però essere venuti in contatto con il virus patogeno.
Un altro timore è che nel tacchino vaccinato possa continuare ad albergare il virus, anche a causa della bassa immunità che si verifica nelle settimane successive alla vaccinazione, dandogli la possibilità di riassortirsi e favorire salti di specie. Nel caso si decidesse di vaccinare per l’Influenza Aviaria, comunque, resterebbero in atto i consueti provvedimenti di adozione di zone di sorveglianza e protezione, con abbattimento dei positivi e applicazione del nuovo regolamento comunitario, che comporta moltissimi campioni sia da soggetti vivi che morti. Come per tutte le vaccinazioni, inoltre, potrebbe crearsi il rischio, per gli allevatori, di avere una falsa sicurezza dovuta alla protezione vaccinale, con conseguente minore attenzione alle misure di biosicurezza.
Concludendo, per adesso la decisione di vaccinare dipende sia da una situazione di necessità, allorché le misure esistenti non bastano al contenimento della malattia, sia da un’attenta valutazione dei costi e dei benefici.
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Bolegg Gallery, la voliera multilivello di Vencomatic che rispetta il naturale comportamento delle galline
Nel 2019 all’interno dei capannoni dell’Azienda Agricola
Marini Gabriella di Calvisano (BR) è stato installato il sistema multilivello Bolegg Gallery di Vencomatic: Cristian Lesioli, figlio della titolare, ci ha raccontato la propria esperienza con questo sistema a voliera, i cui livelli consentono una grande facilità d’uso, nel pieno rispetto del benessere delle ovaiole.
Nell’azienda a conduzione familiare di Gabriella Marini sono accasate circa 87.000 ovaiole in due capannoni, di cui uno doppio completamente rinnovato e uno totalmente nuovo, in cui sono state installate le volie -
re Vencomatic. La costruzione di un nuovo capannone e la scelta del sistema multilivello Bolegg Gallery hanno consentito ai proprietari di mantenere lo stesso numero di capi dell’allevamento in gabbia: grazie
12 INTERVISTA - intervista -
all’aumento dei volumi e della superficie adibita alle galline, infatti, l’azienda è così riuscita a mantenere gli stessi standard nella produzione.
Vantaggi della Bolegg Gallery
La Bolegg Gallery è una voliera a tre piani, nella quale le galline sono libere di girovagare e di deporre le proprie uova. Nel cuore della Bolegg Gallery troviamo infatti i nidi Vencomatic, nidi di ultima generazione dotati di piano ribaltabile e nastro per il trasporto delle uova, a cui possono essere affiancati i sistemi Vencobelt e Vencoslat. Le voliere sono tutte dotate del sistema di trasporto uova, che ha un duplice vantaggio: garantire lo scivolamento dell’uovo in modo delicato subito dopo la deposizione e una drastica riduzione della manipolazione delle uova, che in maniera del tutto automatica vengono raccolte e convogliate direttamente al centro di raccolta. Il sistema di chiusura del nido, inoltre, impedisce che esso venga sporcato durante la notte e permette la caduta di sporco e polvere sul pavimento wiremesh, che sta alla base della voliera, garantendo elevati livelli di igiene.
Grazie all’utilizzo verticale dello spazio, la Bolegg Gallery non solo aumenta il numero di ovaiole accasabili per m2 di superficie, ma grazie alla sua struttura aperta consente anche una facile ispezione degli spazi da parte degli operatori, che hanno una buona panoramica di tutti i livelli e un accesso semplice a ogni angolo della voliera.
Aereazione e illuminazione
L’aereazione dei capannoni dell’Azienda Agricola Marini è forzata attraverso il sistema di ventilazione, che consente di ventilare adeguatamente lo spazio tra le voliere creando una corrente interna a temperatura stabile, che risulta confortevole per le ovaiole: l’escursione termica è ridotta e il sistema garantisce una temperatura ottimale sia in inverno che in estate.
Il sistema di illuminazione è a LED: le centraline, opportunamente impostate, riescono a creare una condizione di luce che simula quella del tramonto e dell’alba, dosando la giusta illuminazione affinché le ovaiole possano vivere e deporre nella massima tranquillità.
Affidabilità ed esperienza
“Ci siamo affidati a Vencomatic – spiega Cristian Lesioli – per l’affidabilità e l’esperienza che l’azienda garantisce
in questo campo. Il nostro impianto era vecchio, perché lavoriamo in questo settore da più di 30 anni, e necessitava di un importante rinnovamento. Vencomatic è sempre stata all’avanguardia nella tecnologia dei sistemi a voliera e quando abbiamo deciso di effettuare il passaggio dal vecchio sistema di allevamento, ci è sembrato naturale rivolgerci a Tezza, che è uno dei loro rivenditori. La grande facilità d’uso del sistema multipiano si unisce a un notevole grado di automazione di tutto il processo: la raccolta delle uova, la gestione di luce, temperatura, acqua e mangime, permettono a un’azienda a conduzione familiare come la nostra (dove insieme a me lavorano mia madre, mio fratello e mia cognata) di eliminare il lavoro logorante e faticoso, lasciandoci soltanto il compito di ispezione e controllo.”
- luglio/agosto 2023 - 13 INTERVISTA
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Allevamento di tacchini riproduttori, il seminario Aviagen Turkeys di Montevarchi (AR)
Si è tenuto il 16 maggio scorso presso l’hotel Valdarno a Montevarchi (AR) il 5° ‘Italian Seminar in breeder production’ organizzato da Aviagen Turkeys (ATL), al quale ha partecipato anche Zootecnica International.
Il seminario sull’allevamento di tacchini riproduttori, organizzato e moderato da Carlo Norci, Management Specialist di Aviagen Turkeys, ha rappresentato un momento fondamentale per confrontarsi su idee ed esperienze legate alla produzione di tacchini, nonché come occasione per fornire istruzioni e supporto alle aziende presenti. Al seminario hanno partecipato responsabili della produzione, tecnici specializzati e proprietari di varie aziende del settore provenienti da Italia, Germania, Polonia, Olanda e Israele.
Ad aprire i lavori è stato John Ralph, Direttore Ricerca e Sviluppo di ATL , che ha presentato il gruppo EW Group, di cui fa parte Aviagen Turkeys, ha parlato dell’azienda e ha fatto il punto sul mercato europeo e mondiale. Sono poi intervenuti Peter Hunt, Management specialist, che ha parlato delle tipologie di luci per le tacchine riproduttrici; Freek Leijten, Product Manager Vencomatic, che ha illustrato le caratteristiche dei nidi automatici per tacchini di Vencomatic; Wiebke Oerlich, medico veterinario, che ha parlato di biosicurezza e di pratiche per la sua implementazione e Luke Ramsay, Management Specialist Aviagen Turkeys, che si è soffermato sulle
buone pratiche per garantire i massimi livelli di fertilità. Nel pomeriggio Carlo Norci ha illustrato i risultati dei questionari raccolti dai clienti su specifici aspetti tecnici; Ofer Ronen, CEO di MGH Ag. Technologies, azienda specializzata in nidi automatici, ha presentato i propri prodotti; Corinne Morvan, Management specialist ATL , si è soffermata sui sistemi di illuminazione più adatti ai maschi riproduttori, analizzando linee guida e programmi; Marcus Kenny, nutrizionista ATL , ha affrontato il tema dell’alimentazione dei tacchini riproduttori; Karol Tarasiewicz della ditta GERCZAK (Hatchery), cliente polacco di ATL, ha presentato la propria azienda di riproduttori e John Ralph ha concluso parlando dell’analisi delle uova dei riproduttori. A conclusione della giornata è intervenuto in collegamento Richard Hutchinson, Sales and Marketing Director di Aviagen Turkeys, che ha salutato tutti i partecipanti e in particolare Carlo Norci, che è prossimo al pensionamento e che ha tenuto un discorso di saluto dopo i molti anni di lavoro presso Aviagen.
Il giorno successivo i partecipanti hanno concluso questa esperienza con una gita turistica a Firenze, un ultimo momento di condivisione tra tecnici e allevatori prima di salutarsi.
14 - dossierDOSSIER
Carlo Norci
Nastri
PP
• Trasporta Uova
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• Essiccazione Pollina
• Raccolta Pollina
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• Apertura a 360°
• Azione “SOFT”
• Materiale resistente e durevole
4006 H
• Apertura a 360°
• Azione “SUPERSOFT”
• Materiale resistente e durevole
4626
• Adatta per l’ingrasso dei tacchini
• Lettiere asciutte
• Abbeverata in simultanea di 2 e più animali
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ARTICOLI
CORTI ZOOTECNICI
l’allevamento
ACCESSORI
Aitor Arrazola, Research biologist, Ph.D. in Animal Behaviour & Welfare
L’avicoltura alla ricerca della sostenibilità
Per garantirsi la sopravvivenza e un futuro redditizio
l’allevamento avicolo deve necessariamente diventare anche sostenibile, andando incontro alle esigenze del settore industriale, del consumatore e degli animali. L’obiettivo è una sostenibilità che sia economica, sociale e ambientale: tre ingredienti fondamentali per conquistarsi il successo in un mondo in continua evoluzione.
Nel settore avicolo quella organizzativa è una pianificazione complessa che cambia nel tempo. Con l’avvento dell’industrializzazione, la vecchia mentalità vigente nei
sistemi agricoli si è fortemente concentrata sulla produttività con l’obiettivo di massimizzarla, accettando anche costi di produzione molto elevati. Più di mezzo secolo più tar-
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di, però, la mentalità sta cambiando, orientandosi verso una produzione più efficiente che presti attenzione anche alla salute animale, umana e dell’ambiente. È per questo che andare incontro alle esigenze del settore industriale, degli animali e del consumatore è fondamentale per garantire, sul lungo periodo, la sopravvivenza redditizia e sostenibile di questo tipo di allevamento. A tale scopo, tre sono gli elementi di sostenibilità cruciali da tenere in considerazione: economico, ecologico e sociale.
Come soddisfare le esigenze di industria, animali e consumatore
L’odierno approccio multidisciplinare basato su una sostenibilità che sia economica, sociale ed ecologica si accompagna a nuove sfide, opportunità e tendenze di cui il settore avicolo deve prendere atto se vuole risultare vincente. L’esigenza, da parte del consumatore, di prodotti che siano salubri, sicuri e attenti al benessere animale deve essere soddisfatta affinché il settore stesso venga accettato dal pubblico e sia competitivo. Non solo, a livello globale anche il consumo delle risorse e l’impatto ambientale degli allevamenti sono diventati una preoccupazione. Allo stesso tempo, però, la richiesta di prodotti carnei da parte della popolazione è in aumento; e tuttavia, l’aumento della domanda di alimenti derivanti dall’avicoltura deve essere soddisfatto senza creare rischi economici, ecologici e sociali. Questo significa che, per essere sostenibile, il settore avicolo dovrebbe riuscire a soddisfare questa crescente richiesta di alimenti sani in modo redditizio e nel contesto di sistemi di allevamento che abbiano a cuore gli animali e l’ambiente.
Un approccio, dunque, che non prende in considerazione solamente i bisogni del settore industriale avicolo ma anche i bisogni del pollame allevato, nonché l’impatto dell’allevamento sull’ambiente. In questo senso, è necessario identificare con accuratezza le problematiche albergate in seno a ciascuno di questi tre fondamentali elementi di sostenibilità (dalla produzione in allevamento al consumatore), e quindi affrontarle in modo adeguato in tutte le fasi che vanno dalla produzione, alla lavorazione, fino alla distribuzione.
Innanzitutto, tutti i prodotti devono essere venduti in maniera redditizia per garantire la sostenibilità economica. Quindi tali prodotti devono soddisfare, a un prezzo ragionevole, le richieste e le aspettative del consumatore in
- luglio/agosto 2023 - 17 FOCUS
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“Il consumatore vuole avere prova del fatto che gli alimenti sono prodotti in modo etico, nel rispetto del benessere animale e dell’ambiente, garantendo la sicurezza dei lavoratori e un commercio equo. Per far sì che il settore avicolo evolva e continui a essere vincente, quindi, diventa necessario adottare una gestione responsabile e attenta a queste problematiche lungo tutta la catena produttiva”
Verso la sostenibilità ambientale
A causa del consumo delle risorse del pianeta, dell’impronta e dell’inquinamento degli allevamenti e delle conseguenze su biodiversità e sistemi ecologici, la società sente sempre di più il bisogno di proteggere la salute dell’ambiente. Si tratta di sfide che offrono però la possibilità di migliorare la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, la qualità della lettiera e dell’aria negli allevamenti, nonché di ridurre l’impronta di carbonio e azoto. In effetti, le risorse impiegate in avicoltura devono essere usate in modo efficiente affinché riescano a creare reddito; devono inoltre essere usate e gestite meglio così da tenere sotto controllo e minimizzare i costi di produzione.
termini di sicurezza dell’alimento e di benessere animale. È per questo che conoscere la posizione del consumatore nei confronti dei sistemi di produzione avicoli diventa imprescindibile se si vuole garantire e aumentare fiducia e accettabilità verso il settore. E il miglior modo per riuscirci è, di fatto, seguire un approccio flessibile, facile da modificare e adattare in base alle sfide del futuro in termini di esigenze, posizione e aspettative del consumatore. Attualmente, infatti, il consumatore vuole avere prova del fatto che gli alimenti sono prodotti in modo etico, nel rispetto del benessere animale e dell’ambiente, garantendo la sicurezza dei lavoratori e un commercio equo. Per far sì che il settore avicolo evolva e continui a essere vincente, quindi, diventa necessario adottare una gestione responsabile e attenta a queste problematiche lungo tutta la catena produttiva. Infine, gli allevamenti devono essere gestiti in modo tale da assicurare condizioni di benessere e salute degli animali. E questo deve essere fatto in maniera efficiente durante l’intero ciclo (dai riproduttori agli allevamenti produttivi) così da massimizzare il benessere, la salute e le performance degli animali. Un approccio tripartito, dunque, che prende in considerazione le esigenze del settore industriale, del consumatore e degli animali e che propone al mondo avicolo una nuova visione globale affinché possa fornire prodotti sostenibili da un punto di vista economico e sociale.
Un aumento dell’efficienza alimentare, per esempio, nonché una riduzione degli sprechi nell’uso degli alimenti permetterebbero al settore di ridurre i costi per la produzione di carne dai broiler e di uova a guscio dalle ovaiole. Anche i consumi di energia e acqua dovrebbero rientrare nelle valutazioni economiche e ambientali, non solo in allevamento ma anche nella lavorazione e distribuzione del prodotto. È chiaro che i cambiamenti nell’andamento delle precipitazioni e l’aumento delle temperature che si registrano in tutto il mondo e che sono dovuti al cambiamento climatico obbligano il settore avicolo sia a rivedere la quantità di acqua potabile utilizzata in produzione e lavorazione che a trovare soluzioni all’avanguardia per ridurne l’utilizzo. Lo stesso vale per i consumi di energia necessaria per ottenere il prodotto, a partire dall’allevamento e fino alla tavola del consumatore. E per concludere, è necessario conoscere la relazione tra strategie produttive e impatto ambientale per prevenire effetti collaterali negativi su ecosistemi e società. La valutazione delle esigenze del settore industriale, del consumatore e degli animali dovrebbe avvenire periodicamente per individuare le sfide del momento e anticipare quelle future. Per una sostenibilità a lungo termine, è fondamentale mantenere un approccio chiaro e orientato al soddisfacimento di questi bisogni, così come rimanere flessibili e pronti ad adattarsi al loro cambiamento o di fronte a nuove eventuali sfide. L’obiettivo del settore industriale avicolo, dunque, deve essere quello di ottenere una produttività che sia anche redditizia attraverso l’ottimizzazione delle produzioni e la riduzione dei costi, garantendo la salute e il benessere del pollame, aumentando l’efficienza nell’uso delle risorse e minimizzando il proprio impatto sull’ambiente.
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CONCORRENTE
50 anni di retrospettiva sulle dinamiche
dell’industria avicola mondiale
Parte 2 - Produzione mondiale di carne avicola
In questo articolo l’autore analizza lo sviluppo dell’industria avicola negli ultimi cinquant’anni e documenta la notevole crescita della produzione mondiale di carne avicola.
Una straordinaria dinamica temporale e territoriale
Tra il 1970 e il 2020 la produzione mondiale di carne avicola è aumentata da 15,1 a 137 milioni di tonnellate, pari all’807,8%, diventando il prodotto animale con la crescita più rapida in assoluto. Il volume di produzione è cresciuto molto più velocemente dal 2000 in poi rispetto ai decenni precedenti: tra il 2000 e il 2020 è aumentato di oltre 68 milioni di tonnellate.
20 - marketing -
L’autore
Emerito
all’Università
Medicina Veterinaria
Germania MARKETING
Hans-Wilhelm Windhorst
è Professore
all’Università di Vechta e Visiting Professor
di
di Hannover,
Continente 1970 1980 1990 2000 2010 2020 Incremento assoluto % Africa Asia Europa N America CS America Oceania 598 2 702 5 315 5 092 1 245 142 1 056 5 216 9 115 7 014 3.192 353 1 969 10 037 11 758 11 492 5 258 403 2 962 22 907 11 859 17 640 12 522 767 4 782 34 814 16 227 20 801 21 549 1 144 7 329 53 401 22 380 24 642 27 740 1 537 6 731 50 699 17 065 19 547 26 495 1 395 1 125,6 1 876,4 321,1 383,9 2 128,1 982,4 Mondo 15 095 25 946 40 997 68 656 99 317 137 029 121 934 807, 8
Tabella 1 – Sviluppo della produzione mondiale di carne avicola a livello di continente tra il 1970 e il 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).
Un’analisi dettagliata dello sviluppo a livello continentale rivela il ruolo straordinario giocato dall’Asia in questa forte espansione (Tabella 1, Figura 1). A una crescita assoluta di 121,9 milioni di tonnellate nei 50 anni presi in esame, l’Asia ha contribuito con il 41,6%, seguita dall’America centrale e meridionale con il 16,8%, dall’America settentrionale con il 16,0% e dall’Europa con il 14,0%; seguono con un forte distacco l’Africa e l’Oceania. La più alta crescita relativa è stata quella dell’America centrale e meridionale e dell’Asia; alta anche in Africa, maggiore di quella fatta registrare in Europa e Nord America.
Figura 3 si evince che la carne di pollo contribuisce al volume mondiale tra l’85,5% e l’88,2% e che, mentre le carni di anatra e d’oca sono state in grado di aumentare il loro contributo, la carne di tacchino ha invece fluttuato in modo considerevole.
Figura 1 – Sviluppo della produzione di carne avicola a livello di continente tra il 1970 e il 2020 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
Fino al 1990 l’Europa ha prodotto più carne avicola dell’Asia, poi è iniziata una crescita straordinaria in diversi Paesi asiatici, come vedremo più avanti. Nel 2000 le Americhe hanno superato l’Europa. Le diverse dinamiche a livello continentale hanno causato notevoli cambiamenti nel contributo dei vari continenti al volume di produzione mondiale. Nel periodo preso in esame l’Asia ha guadagnato il 21%, l’America centrale e meridionale il 12%; al contrario, l’Europa ha perso quasi il 19% e il Nord America più del 15%. Queste cifre documentano uno spostamento territoriale delle regioni con le più alte dinamiche dall’Europa e dal Nord America all’Asia e all’America centrale e meridionale (Figura 2).
Per quanto riguarda l’analisi della crescita della produzione di carne avicola in base alla specie animale, è evidente che sia da attribuire principalmente allo straordinario aumento della produzione di carne di pollo (Tabella 2).
Alla crescita assoluta del volume di produzione, la carne di pollo ha contribuito con 108,3 milioni di tonnellate, pari all’88,1%. Il più alto tasso di crescita relativo invece lo hanno fatto registrare la carne di oca e di anatra. Dalla
Figura 3 – Contributo delle varie tipologie di carne avicola alla produzione mondiale tra il 1970 e il 2020; dati in percentuale (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
Lo sviluppo della produzione di carne di pollo e di tacchino a livello continentale in questo periodo sarà analizzato separatamente. La Figura 4 fornisce una panoramica sulle dinamiche che hanno guidato la produzione di carne di pollo: come previsto, la dominanza di questo tipo di carne è simile a quella della carne avicola in generale. A causa del ruolo dominante dei Paesi asiatici nella produzione di carne d’anatra e d’oca, il predominio del continente è risultato inferiore a quello totale della carne avicola. Fino agli anni ‘90 l’Europa e il Nord America producevano più carne di pollo rispetto all’Asia, e nel 2020 il divario tra l’Asia e l’Europa e tra l’Asia e le Americhe nel volume è stato minore per la carne avicola in totale.
21 - luglio/agosto 2023MARKETING 1970 1980 1990 2000 2010 2020 0 25 50 75 100 20,2 21,7 18,2 12,8 12,3 8,2 18,0 20,9 25,7 28,0 27,0 33,7 16,3 16,3 17,3 28,7 35,1 35,2 39,0 35,1 33,4 24,5 20,1 17,9 Africa Asia Europa N America CS America Oceania
Figura 2 – Variazione del contributo dei vari continenti alla produzione mondiale di carne avicola tra il 1970 e il 2020; dati in percentuale (design: A. S. Kauer, sulla base di dati FAO).
Africa Asia Europa N America CS America Oceania Mondo 0 35 70 105 140 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1970 1980 1990 2000 2010 2020 0 25 50 75 100 4,4 5,5 7,5 9,1 7,9 8,1 3,2 2,5 2,8 1,5 1,1 1,5 4,5 4,1 4,2 3,0 2,7 3,3 87,9 87,9 85,5 86,4 88,2 87,0
Polli Anatre Oche Tacchini
Tabella 2 – Contributo di ciascun tipo di carne alla produzione mondiale di carne avicola tra il 1970 e il 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).
La Figura 5 mostra le variazioni nelle quote dei vari continenti alla produzione mondiale di carne di pollo nel periodo analizzato: un confronto con la Figura 2 rivela che le quote del Nord America e dell’Europa erano simili, mentre quella dell’Asia era più bassa e quella dell’America centrale e meridionale era più alta. Più avanti saranno individuati i Paesi che hanno contribuito al verificarsi di tali differenze.
La dinamica della produzione di carne di tacchino è stata molto differente rispetto a quella del pollo. Dalla Figura 6 si evince che nell’arco di 50 anni l’America del Nord e l’Europa hanno dominato; in tutti gli altri continenti il volume di produzione è stato molto più basso e l’America centrale e meridionale hanno mostrato tassi di crescita assoluti più elevati non prima del 2010.
Figura 5 – Variazione nei contributi dei continenti alla produzione mondiale di carne di pollo tra il 1970 e il 2020; dati in percentuale (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
Figura 6 – Sviluppo della produzione di carne di tacchino a livello di continente tra il 1970 e il 2020 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
Analizzando lo sviluppo nel tempo, si può vedere che i tassi di crescita assoluti e relativi sono stati i più alti fino agli anni ’90; da quel momento in poi sono diminuiti e sembrano aver raggiunto un plateau negli ultimi dieci anni. Mentre il Nord America e l’Europa hanno contribuito alla crescita assoluta quasi con la stessa quota, i tassi di crescita relativi sono stati più alti in Africa e Centro e Sud America. Le diverse dinamiche hanno modificato notevolmente le quote dei vari continenti nella produzione globale di carne di tacchino (Figura 7 ). Tra il 1970 e il 2020 l’Europa ha guadagnato il 14,4% e l’America centrale e meridionale l’8,9%, mentre il Nord America ha perso il 26,8%. All’aumento del volume di produzione globale l’Europa ha contribuito per il 39,6% e il Nord America per il 39,1%. Il contributo degli altri continenti è stato molto in-
22 - marketingMARKETING
Tipo di carne 1970 1980 1990 2000 2010 2020 Incremento assoluto % Pollo Anatra Oca Tacchino Altro 13 140 501 226 1 219 9 22 896 713 282 2 047 8 35 416 1 239 608 3 718 16 58 698 2 872 1 903 5 141 42 87 270 4 046 2 499 5 527 25 120 461 6 160 4 359 6 029 20 107 321 5 659 4 138 4 801 11 816,8 1 129,5 1 828,8 394,6 122, 2 Total e 15 095 25 946 40 997 68 656 99 317 137 029 121 934 807, 8
1970 1980 1990 2000 2010 2020 0 25 50 75 100 22,4 23,9 20,9 14,4 13,5 9,1 18,1 20,7 25,5 26,2 25,3 31,8 16,4 15,8 15,8 28,7 35,7 36,9 36,1 33,2 31,8 24,3 19,5 17,1 Africa Asia Europa N America CS America Oceania
Africa Asia Europa N America CS America Oceania Mondo 0 2 4 5 7 1970 1980 1990 2000 2010 2020
Africa Asia Europa N America CS America Oceania Mondo 0 35 70 105 140 1970 1980 1990 2000 2010 2020
Figura 4 – Sviluppo della produzione mondiale di carne di pollo a livello continentale tra il 1970 e il 2020 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
feriore. Questi dati riflettono le grandi differenze nel consumo pro capite di carne di tacchino: mentre questa specie di carne è infatti consumata principalmente in Europa e Nord America, non è tradizionalmente utilizzata nella cucina asiatica e, con l’eccezione di Algeria e Marocco, neanche in Africa.
Notevoli cambiamenti a livello nazionale
Nel corso degli ultimi cinquant’anni la composizione e la classifica dei principali Paesi produttori di carne di pollame sono notevolmente cambiate (Figura 8). Gli Stati Uniti si sono classificati al primo posto fino al 2019, per essere sorpassati nel 2020 dalla Cina, che in quell’anno ha prodotto 442.000 tonnellate in più rispetto agli Stati Uniti. Il Brasile ha mostrato uno straordinario sviluppo dinamico, salendo dalla decima posizione occupata nel 1970 al terzo posto del 2020. Fino al 1990 l’URSS ha tenuto il
secondo posto, ma dopo il crollo politico ed economico il volume di produzione è diminuito drasticamente e la Federazione Russa è riuscita a raggiungere il gruppo ai vertici della classifica solo nell’ultimo decennio.
Figura 8 – Cambiamenti nella composizione e nella classifica dei dieci Paesi leader nella produzione di carne avicola tra il 1970 e il 2020 (design: autore, sulla base di dati FAO).
La drastica diminuzione della produzione di carne suina – risultato dei massicci focolai di peste suina africana –ha innescato un’espansione dinamica dei broiler. Mentre nel 1970 cinque Paesi europei si sono classificati nella top ten (tra cui l’URSS), nel 2020 solo due, la Federazione Russa e la Polonia, hanno raggiunto le prime posizioni. La composizione dei dieci Paesi leader nel 2020 riflette il cambiamento territoriale di cui abbiamo parlato. Cinque dei Paesi sono situati in Asia, tre nelle Americhe e solo due in Europa. Da notare è anche la crescente importanza di India, Indonesia e Iran.
La concentrazione regionale nella produzione di carne avicola era più alta nel 1970, quando i dieci Paesi leader hanno contribuito con il 67,8%, mentre nei decenni successivi la loro quota è oscillata tra il 62% e il 65%. La
23 - luglio/agosto 2023MARKETING
Posizione197019801990200020102020 1 Cina 2 USA 3 Brasile 4 Russia 5 India 6 Indonesia 7 Messico 8 Polonia 9 Iran 10 Giappone D CDN USSR THAI AR F I U.K. ES JP CDN
1970 1980 1990 2000 2010 2020 0 25 50 75 100 11,4 11,5 4,9 3,3 3,3 2,5 45,9 49,2 50,7 58,5 57,4 72,7 35,9 34,0 39,6 34,4 35,5 21,4 2,6 2,4 3,3 2,0 2,7 2,0 Africa Asia Europa N America CS America Oceania
Figura 7 – Variazione nei contributi dei continenti alla produzione mondiale di carne di tacchino tra il 1970 e il 2020; dati in percentuale (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
Figura 9 mostra i cambiamenti nella composizione e nella classifica dei dieci Paesi leader, svelando l’importanza sempre minore dell’Europa e la crescente importanza dei Paesi asiatici e sudamericani, con l’eccezione della Polonia, nuova arrivata europea nel gruppo, che è stata in
grado di raggiungere l’ottava posizione nel 2020.
Salvo poche eccezioni, la composizione e la classifica dei dieci leader nella produzione di carne di pollo assomiglia a quella della carne avicola in generale. Nel 2020 gli Stati Uniti hanno conquistato il primo po -
sto, scavalcando la Cina, grazie alla produzione di circa 6 milioni di tonnellate in più. L’Argentina si è classificata al decimo posto, sostituendo la Polonia.
La Figura 10 mostra la diminuzione della concentrazione regionale nella produzione di carne di pollo: mentre nel 1970 i dieci principali Paesi condividevano esattamente i due terzi del volume di produzione mondiale, il loro contributo è sceso al 59,9% nel 2020. Ciò riflette non solo la crescente importanza dei Paesi asiatici, ma anche la generale diffusione territoriale della produzione di carne di pollo: l’assenza di barriere religiose che ne ostacolano il consumo e l’eccellente tasso di conversione dei mangimi sono stati i principali fattori alla base di questa dinamica.
Figura 9 – Contributo dei dieci Paesi leader alla produzione mondiale di carne avicola tra il 1970 e il 2020 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
La composizione e la classificazione dei principali Paesi produttori di carne di tacchino sono molto differenti. La Figura 11 mostra che gli Stati europei hanno svolto un ruolo importante: nel 1970 e nel 2020 sei dei primi dieci si trovavano in Europa. Un’analisi dettagliata delle dinamiche nella classifica rivela alcuni cambiamenti notevoli: gli Stati Uniti hanno occupato il primo posto nei decenni presi in esame e il Brasile, che non rientrava nella top ten nel 1970, è salito dal decimo al secondo posto nel 2010 e ha potuto mantenere tale posizione. Una dinamica simile l’ha mostrata la Germania, che si è classificata al terzo posto nel 2020; al contrario, l’Italia e la Francia hanno perso diverse posizioni dal 1980 e il Canada e il Regno Unito sono precipitati dai primi agli ultimi posti. Polonia e Spagna sono diventate i principali produttori di carne di tacchino solo nel corso dell’ultimo decennio, mentre Israele è stato tra
24 - marketingMARKETING
32,1% 2,5% 3,0% 3,2% 3,3% 3,8% 4,2% 4,2% 5,7% 7,1% 30,9% USA USSR China France Italy Un. Kingd. Spain Japan Canada Brazil Others Total: 15.1 mill. t 1970 Total: 41,0 mill. t 35,9% 1,9% 2,0% 2,4% 2,7% 3,4% 3,9% 5,9% 7,7% 8,0% 26,2% USA USSR Cina Brasile Francia Giappone Italia Un. Kingd. Spagna Messico Altri 1990 Total: 99,3 mill. t 38,0% 1,6% 1,7% 1,7% 1,8% 2,2% 2,6% 2,7% 11,3% 16,7% 19,7% USA Cina Brasile Messico Russia India Francia Iran Argentina Regno Unito Altri 2010 35,8% 2,1% 2,9% 2,9% 3,9% 4,3% 4,3% 5,2% 5,4% 8,2% 25,0% USA USSR Brasile Cina Giappone Francia Italia Spagna Regno Unito Germania Altri Total: 25,9 mill. t 1980 Total: 68,7 mill. t 35,1% 1,6% 1,6% 1,7% 1,7% 2,2% 2,7% 3,1% 8,9% 17,3% 24,1% USA Cina Brasile Francia Messico Regno Unito Giappone Polonia Italia Canada Altri 2000 Total: 137,0 mill. t 38,0% 1,7% 1,8% 2,0% 2,6% 2,7% 3,3% 3,3% 10,5% 16,9% 17,2% Cina USA Brasile Russia India Indonesia Messico Polonia Iran Giappone Altri 2020
i primi paesi produttori dal 1970 al 2010, ma è stato poi sostituito dal Marocco. Diversi Paesi, infine, hanno fatto parte del gruppo di vertice solo per un breve periodo, come la Jugoslavia, l’Ungheria o l’Argentina. Come si può vedere dalla Figura 12, la concentrazione regionale nella produzione di carne di tacchino è stata molto più alta rispetto a quella della carne di pollo e la fluttuazione è stata minore: differiva infatti solo tra l’88,0% nel 2010 e il 93,7% nel 1970. Nel 1970 gli Stati Uniti detenevano una posizione dominante con una quota del 64,3% nel volume di produzione globale, ma con l’aumento della produzione in Brasile e in Germania, il loro contributo è sceso al 43,3% nel 2020.
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Il fatto che la quota dei quattro principali Paesi abbia oscillato tra l’83,7% nel 1970 e il 67,3% nel 2020 è la dimostrazione della elevata concentrazione regionale: nonostante la mancanza di barriere religiose per quanto riguarda il consumo, la carne di tacchino non ha mai raggiunto una percentuale a due cifre
nei cinquant’anni presi in esame. La conversione meno favorevole dei mangimi e i frequenti focolai del virus dell’Influenza Aviaria negli allevamenti di tacchini negli Stati Uniti e in Europa hanno inoltre limitato la crescita di questa specie di carne. Inoltre, il fatto che la carne di tacchino non sia riuscita a trovare la sua
strada nella gastronomia e nella cucina, senza raggiungere quindi una posizione simile a quella della carne di pollo nei Paesi asiatici, spiega i tassi di crescita bassi o stagnanti degli ultimi due decenni.
Sintesi e prospettive
L’analisi fin qui condotta documenta le straordinarie dinamiche nella produzione di carne avicola degli ultimi cinquant’anni. In questo periodo la produzione è aumentata di otto volte e ha raggiunto nel 2020 un volume di quasi 122 milioni di tonnellate. La carne avicola è stata il prodotto animale con il più veloce tasso di crescita e tale dinamica è stata principalmente il risultato della notevole crescita della produzione di carne di pollo, che ha occupato tra l’85% e quasi l’88% del volume di produzione complessivo. La genetica e l’individuazione delle razze ibride hanno reso possibile lo straordinario successo della carne di pollo, riducendo i giorni necessari per far crescere un pollo da carne: in combinazione con mangimi altamente energetici, si sono ridotti notevolmente i costi di produzione, rendendo la carne di pollo attraente per i consumatori, poiché il prezzo al dettaglio è molto inferiore a quello della carne bovina o suina.
Vale la pena notare che, analogamente a quanto accade nel settore delle uova, la produzione nella maggior parte dei Paesi leader è organizzata in aziende agroalimentari verticalmente integrate, ma con una differenza: mentre nel settore delle uova tutte le fasi della produzione sono organizzate sotto un unico tetto, nella produzione di polli e tacchini l’allevamento a contratto, che
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32,8% 3,0% 2,8% 3,7% 3,8% 3,8% 4,0% 4,3% 4,4% 8,2% 29,2% USA USSR China Italy France Spain Un. Kingd. Japan Brazil Canada Others Total: 13,140 t 1970 37,5% 2,1% 2,2% 2,3% 2,3% 3,0% 3,9% 6,2% 6,7% 9,3% 24,5% USA USSR Brasile Cina Giappone Francia Italia Spagna Regno Unito Messico Altri Total: 35.416 t 1990 Total: 87.270 t 39,3% 1,7% 1,8% 1,8% 2,5% 2,9% 3,1% 12,3% 13,3% 19,4% USA Cina Brasile Messico Russia India Iran Argentina Indonesia S. Africa Altri 2010 1,9% 37,0% 2,1% 2,7% 3,3% 3,4% 3,7% 4,1% 4,9% 6,0% 9,3% 23,5% USA USSR Brasile Giappone Cina Francia Italia Spagna Regno Unito Germania Altri Total: 22.896 t 1980 37,5% 1,6% 1,6% 1,9% 2,1% 3,1% 10,2% 14,2% 24,0% USA Cina Brasile Messico Regno Unito Giappone Francia Thailand Spagna Argentina Altri Total: 58.698 t 2000 1,8%2,0% Total: 120.461 t 40,3% 1,8% 1,9% 2,0% 3,0% 3,0% 3,7% 3,8% 11,4% 12,1% 17,0% USA Cina Brasile Russia India Indonesia Messico Iran Giappone Argentina Altri 2020
Figura 10 – Contributo dei dieci Paesi leader alla produzione mondiale di carne di pollo tra il 1970 e il 2020 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
prevede ordini anticipati di prodotti con determinate specifiche (N.d.T.), è diventata la forma standard di funzionamento, almeno nelle economie market-oriented. Le carni di anatra e d’oca sono rimaste molto indietro e hanno raggiunto solo una cifra percentuale.
Le dinamiche sono state molto diverse nei continenti e nei Paesi, con un conseguente drastico spostamento territoriale. Mentre il contributo dell’Asia è cresciuto dal 23,8% nel 1970 al 62,2% nel 2020 e quello dell’America centrale e meridionale dall’8,2% al 20,2%, le quote di Europa e Nord America sono diminuite drasticamente: il vecchio continente ha perso quasi il 30% e il Nord America oltre il 15% dei risultati pre cedenti.
“La genetica e l’individuazione delle razze ibride hanno reso possibile lo straordinario successo della carne di pollo, riducendo i giorni necessari per far crescere un pollo da carne: in combinazione con mangimi altamente energetici, si sono ridotti notevolmente i costi di produzione, rendendo la carne di pollo attraente per i consumatori, poiché il prezzo al dettaglio è molto inferiore a quello della carne bovina o suina”
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leader nella produzione di carne di tacchino tra il 1970 e il 2020 (design: autore, sulla base di dati FAO).
Figura 12 – Contributo dei dieci Paesi leader alla produzione mondiale di carne di tacchino tra il 1970 e il 2020 (design: A.S. Kauer, sulla base di dati FAO).
La composizione e la classificazione dei Paesi riflettono le dinamiche territoriali: anche se gli Stati Uniti sono riusciti a mantenere la loro posizione di leader nella carne di pollo, la Cina e molti altri Paesi asiatici (India, Indonesia, Iran) sono stati i leader, accanto al Brasile, nella produzione di carne di pollame. I Paesi europei sono rimasti molto indietro: nel 2020 solo la Federazione Russa e la Polonia si sono classificate nel primo gruppo. I modelli territoriali della produzione di carne di tacchino, anatra e oca sono risultati molto diversi da quello della carne di pollo: la carne di tacchino è stata prodotta principalmente in Nord America e in Europa, quella di anatra e oca in Asia. Nel Rapporto sulle prospettive agricole OCSE/ FAO fino al 2030 si prevede un aumento della produzione di carne di pollame di 153 milioni di tonnellate. L’Asia e l’America centrale e meridionale rafforzeranno le loro posizioni, mentre il Nord America e l’Europa perderanno quote, nonostante un volume di produzione in crescita. La carne di pollo mostrerà la più alta crescita assoluta, la produzione di anatra e carne d’oca aumenterà ulteriormente in Asia. La carne di tacchino invece mostrerà solo una crescita moderata e potrebbe anche diminuire in Nord America e in diversi Paesi europei a causa non solo di un calo del consumo pro capite, ma anche del rischio di focolai di Influenza Aviaria nei due continenti. L’attuale decennio, infatti, ha dimostrato che il virus dell’Influenza Aviaria è diventato endemico in molte zone dell’emisfero settentrionale; la vaccinazione di tacchini e galline ovaiole potrebbe ridurre il rischio di ulteriori epidemie, ma è osservabile una forte opposizione dei principali esportatori di carne avicola contro la
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1 USA 2 Brasile 3 Germania 4 Polonia 5 Francia 6 Italia 7 Spagna 8 Regno Unito 9 Canada 10 Marocco YUG MEX H PL ISR ARG NL
6,4% 0,7% 1,0% 1,3% 1,5% 4,6% 5,3% 5,7% 8,4% 64,3% USA Canada Regno Unito Italia Francia Messico Israele Yugoslavia Poland Ungheria Altri Total: 1.219 t 1970 0,8% 8,9% 1,1% 1,2% 1,4% 1,5% 3,4% 3,5% 4,6% 7,5% 11,8% 55,1% USA Italia Francia Regno Unito Canada Germania Israele Brasile Ungheria Argentina Altri Total: 3.718 t 1990 11,9% 1,8% 1,8% 2,3% 2,9% 2,9% 5,4% 7,3% 8,6% 8,8% 46,3% USA Brasile Germania Francia Italia Regno Unito Canada Spagna Polonia Israele Altri Total: 5.527 t 2010 Total: 2.047 t 8,1% 0,9% 1,0% 1,7% 1,9% 2,1% 4,9% 6,0% 9,9% 11,0% 52,5% USA Italia Francia Regno Unito Canada Germania Israele Messico Yugoslavia Brasile Altri 1980 Total: 5.141 t 8,9% 1,1% 1,9% 2,7% 2,7% 3,0% 5,0% 5,8% 6,4% 14,8% 47,7% USA Francia Italia Germania Regno Unito Canada Israele Brasile Ungheria Olanda Altri 2000 Total: 6.029 t 11,3% 1,7% 2,6% 2,9% 3,7% 5,2% 5,3% 6,8% 7,9% 9,3% 43,3% USA Brasile Germania Polonia Francia Italia Spagna Regno Unito Canada Marocco Altri 2020
Figura 11 – Cambiamenti nella composizione e nella classifica dei dieci Paesi
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29 - luglio/agosto 2023 -
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vaccinazione obbligatoria, per il timore di effetti negativi sulle opportunità di esportazione.
Nonostante il successo delle alternative a base di carne vegetale e una iniziale approvazione del commercio della carne coltivata, i prodotti alternativi acquisiranno quote di mercato solo a una cifra nel decennio in corso. Gli elevati costi di produzione, i problemi di aumento della produzione di carne coltivata e l’evidente scetticismo contro il consumo di prodotti costosi e ad alta tecnologia ne limiteranno la rapida diffusione.
Bibliografia e approfondimenti
FAO database: https://www.fao.org/faostat/en.
Windhorst, H.-W.: The Champions League of the chicken meat producing countries. In: Zootecnica International 42 (2020), no. 7/8, p. 22-26.
Windhorst, H.-W.: The red-white shift in global meat production: In: Zootecnica International 43 (2021), no. 5, p. 32-37
Windhorst, H.-W.: A glimpse into the future. Projection of global meat production and consumption until 2030. In: Fleischwirtschaft international 2021, no. 3, p. 28-31.
Windhorst, H.-W.: Alternative Proteins – Development and Availability. In Meatingpoint 43 (2022), p. 58-62.
Windhorst, H.-W.: Patterns of the poultry industry in the MEA region. Poultry meat production and trade. In: Zootecnica International 44 (2022), no. 9, p. 32-35.
Windhorst, H.-W.: Dynamics and patterns of the poultry industry in the G 19 countries between 2010 and 2020. In: Zootecnica International 44 (2022), no. 12, p. 22-27.
Windhorst, H.-W.: Patterns and dynamics of global turkey meat production and trade. Part 1: Turkey meat production. In: Zootecnica International 45 (2023), no. 2, p. 2024.
Windhorst, H.-W.: The revolution is taking shape. In: Fleischwirtschaft international 2023, no. 1, p. 34-39.
Windhorst, H.-W.: A documentation and analysis of the AI epidemic in the USA in 2022. In: Zootecnica International 45 (2023), no. 3, p. 8-17.
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Verona (Italy) September 4-8, 2023 Italian Branch of the World Veterinary Poultry Association
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SISTEMI DI INCUBAZIONE
a singolo stage e multi stage
Negli ultimi anni, uno dei cambiamenti più importanti negli incubatoi a livello mondiale è stato il passaggio dai sistemi multi stage a quelli a singolo stage, sebbene la maggior parte delle uova venga ancora incubata e fatta schiudere in sistemi multi stage.
Da qualche anno la maggior parte delle schiuse nell’incubatoio viene realizzata con sistemi a singolo stage, a conferma di come il settore avicolo abbia oramai adottato questo cambiamento tecnologico.
I sistemi a singolo stage, una volta ritenuti vantaggiosi solo per il più elevato livello di biosicurezza, oggi sono riconosciuti come più efficienti anche nel soddisfare le necessità degli embrioni.
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Quali sono le principali differenze tra questi due sistemi?
Prima di spiegare le differenze, bisogna conoscere il funzionamento alla base di ciascun sistema.
Incubazione a singolo stage
Tutte le uova incubate in un’incubatrice contengono embrioni della stessa età (da cui il nome “singolo-stage").
Incubatrici multi stage
Contrariamente alle incubatrici a singolo stage, quelle multi stage contengono embrioni di età diversa, da 3 a 6, contemporaneamente, da cui il nome "multi".
Sebbene semplice da comprendere, questa differenza necessita di una gestione dell'incubazione, di un sistema di ventilazione, ed eventualmente, di requisiti di costruzione completamente diversi.
Per quanto riguarda la gestione, il sistema multi stage opera con parametri fissi di temperatura, umidità relativa e livelli di CO2 I responsabili dell'incubatoio impostano parametri che offrono la migliore schiudibilità dei pulcini e si attengono a ciò indipendentemente da fattori come:
Origine del gruppo
Razza Età delle uova
I capi incubatoio esperti ottengono risultati di schiusa eccezionali con le uova da cova LOHMANN utilizzando macchine multi stage in tutto il mondo.
Età dei riproduttori
Alcune macchine, se ben gestite, possono essere dedicate a specifici lotti di uova e avere i propri parametri fissi per tutta la durata del periodo di incubazione.
L’utilizzo di incubatrici multi stage in considerazione dell'età, con impostazioni specifiche per le diverse età dei riproduttori, giovani adulti e a fine deposizione, può offrire vantaggi nel controllo della perdita di peso dell'uovo.
Gli aspetti igienici dei sistemi multi stage rappresentano ancora uno dei maggiori limiti, poiché le incubatrici sono quasi impossibili da pulire e disinfettare regolarmente, come avviene in un normale incubatoio in piena e completa attività, poiché non sono mai vuote o addirittura spente.
L'altro limite è l'impossibilità di lavorare con il controllo dinamico dei parametri di incubazione come temperatura, umidità e CO2 .
Per questo aspetto le incubatrici a singolo stage possono superare il vecchio concetto multi stage.
SISTEMI DI INCUBAZIONE A SINGOLO STAGE E MULTI STAGE 2023
Tabella. Programma a singolo stage
INCUBAZIONE
Quali sono le principali differenze tra questi due sistemi?
Le incubatrici a singolo stage possono essere vuotate, pulite e disinfettate dopo ogni ciclo di 18-19 giorni.
Le ricerche attuali condotte da università, aziende produttrici di incubatrici e case genetiche hanno dimostrato che le necessità degli embrioni cambiano durante l'incubazione, a seconda della fase di sviluppo.
Ciò significa che temperatura, umidità e CO2 , ad esempio, hanno livelli ottimali che variano durante l'intera vita dell’embrione.
Si possono soddisfare tali requisiti solo utilizzando macchine a stadio singolo.
Il risultato di un programma di incubazione su misura può essere tradotto in:
Migliore schiudibilità dei pulcini.
Finestra di schiusa minore (tempo che intercorre tra il primo e l'ultimo pulcino che nasce nella macchina di schiusa).
Conseguentemente avremo migliori prestazioni dei pulcini nella prima settimana in termini di aumento di peso corporeo, uniformità e vitalità.
Le ragioni principali di questi risultati si basano su una partenza uniforme e costante dello sviluppo, nonché sull'omogeneità dei parametri fisici controllati durante tutto il processo di incubazione.
Diverse aziende possono fornire entrambi i sistemi di incubazione, ma è opinione comune che gli investimenti siano prevalentemente rivolti a sistemi a singolo stage, dovuto ai migliori risultati raggiunti.
Le aziende produttrici di incubatrici si impegnano al massimo per creare un ambiente più stabile all'interno delle incubatrici e per fornire all’embrione i giusti parametri per un corretto sviluppo dall’inizio alla fine del processo.
Inoltre, gli investimenti sono focalizzati sul risparmio energetico e sul minor impatto ambientale mediante l'utilizzo di:
Componenti più duraturi.
Motori più efficienti.
Nuove tecnologie che consentano il recupero del calore prodotto dagli embrioni da utilizzare, ad esempio, nel sistema di ventilazione, abbattendo il consumo energetico dell'intero incubatoio.
Al giorno d'oggi non è più raro avere incubatoi a stadio singolo con minor consumo energetico rispetto a quelli con macchine multi stadio.
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Comportamento fisiologico dell'embrione
Le nuove incubatrici possono reagire alle variazioni del comportamento fisiologico dell'embrione raffreddando o riscaldando per mantenere il guscio d'uovo alla temperatura corretta, aprendo/chiudendo le valvole dell'aria per consentire l'ingresso di più ossigeno ed espellere la CO2 e l'acqua prodotte dal metabolismo dell'embrione nella giusta quantità al momento adeguato.
Non solo questi sistemi sono in grado di eseguire tali controlli, ma sono più accurati nella lettura di ogni parametro coinvolto nel processo di incubazione, fornendo ai capi incubatoio informazioni più dettagliate durante il processo di incubazione.
LOHMANN ha una vasta esperienza nella gestione di entrambi i sistemi.
Il nostro team di specialisti può fornire assistenza in qualsiasi momento per entrambi i sistemi o quando si ha bisogno di consigli per far funzionale al meglio il proprio incubatoio.
Disclaimer
Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS. Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia
Per ulteriori informazioni e altri articoli visitare il sito: www.lohmann-breeders.com
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Zootecnica International offre un’ampia panoramica sull’avicoltura con notizie, approfondimenti, interviste, tendenze di mercato e articoli tecnici e scientifici. Edita in tre lingue, italiano, russo e inglese, è diretta a tutti gli operatori della filiera avicola: allevatori, produttori di uova, case di selezione, incubatoi, mangimifici, aziende di lavorazione e trasformazione di carne avicola e di uova.
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Intelligenza Artificiale (AI), un aiuto per la sostenibilità nel comparto zootecnico
L’intelligenza artificiale (AI, Artificial Intelligence) è un termine che può comprendere diversi fenomeni e applicazioni: essa può essere definita come il processo attraverso il quale macchine e sistemi informatici simulano processi di intelligenza umana. Le sue applicazioni possono essere utilizzate efficacemente anche nella zootecnia.
La possibilità di realizzare strumenti informatici in grado di replicare capacità e comportamenti tipici del pensiero umano, come l’elaborazione del linguaggio, il riconoscimento vocale e la visione artificiale, ha un impatto notevole sui diversi ambiti della nostra società, come l’economia, il lavoro, la comunicazione e la salute.
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Pier Enrico Rossi, Medico veterinario
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L’utilizzo dell’AI può inoltre contribuire a importanti benefici in tema di sostenibilità sociale, economica e ambientale. Le tecnologie non sono buone o cattive in assoluto: è l’uso che ne viene fatto a fare realmente la differenza. Questo principio si applica anche all’AI che, se sfruttata in modo etico, può essere una valida alleata per il raggiungimento di molti obiettivi legati alla sostenibilità.
L’impiego dell’AI nel comparto zootecnico, in particolare, permette l’incontro tra l’intelligenza umana e quella degli animali. Molti uccelli hanno capacità cognitive che corrispondono o addirittura superano quelle dei mammiferi: corvidi e pappagalli rivaleggiano con le grandi scimmie in molti campi cognitivi e psicologici; sono in grado di fabbricare strumenti, hanno capacità di problem solving, si riconoscono allo specchio, utilizzano la propria esperienza per anticipare il comportamento dei loro simili e dell’uomo.
Recentemente è stato scoperto che i pulcini sono dotati di abilità numeriche, riuscendo a distinguere, tra due insiemi, qual è quello che contiene maggiori elementi al suo interno. A dimostrazione di questa capacità di contare (o meglio, di distinguere un gruppo con 3 elementi rispetto a quello con 2) basta osservare che il pulcino, appena liberato in un capannone, si dirige senza alcun indugio verso il gruppo più numeroso, scelta assolutamente corretta in base al suo istinto di sopravvivenza, che gli suggerisce appunto di andare a unirsi al gruppo più numeroso, che gli assicura maggiore protezione e maggior calore.
Ogni anno nel mondo vengono allevati 25 miliardi di polli; questi animali, oltre a possedere una grande sensibilità e intelligenza, sono anche molto vocali e socievoli fra loro. Se si trovano in difficoltà, emettono un particolare verso per richiamare l’attenzione dei compagni e chiedere loro soccorso: questo verso risulta essere unico nel suo genere ed è emesso a una tonalità più alta rispetto agli altri versi, tanto da poter essere distinto chiaramente anche dall’orecchio umano.
In condizioni di notevole affollamento, come quelle che si verificano negli allevamenti, e in presenza di molteplici richiami di soccorso, affidarsi all’orecchio umano non è possibile. Per questo motivo un team di ricercatori giapponesi ha messo a punto uno strumento di “deep-learning” per identificare in maniera automatica le chiamate di aiuto emesse dai polli all’interno del capannone. Lo strumento è stato “addestrato” grazie a registrazioni dei richiami di aiuto emessi dai polli e individuati come tali dall’orecchio umano.
Questa tecnologia potrebbe aumentare gli standard di benessere e di qualità della vita negli allevamenti, non solo quelli di polli, ma anche quelli di tacchini e maiali, specie altrettanto vocali.
Grazie alla selezione genetica, l’efficienza alimentare delle galline è notevolmente aumentata, raggiungendo un indice di conversione mediamente di 2 kg mangime/1kg di uova con le attuali linee ibride. Poiché è stato suggerito che questo miglioramento possa essere correlato al
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peso corporeo degli uccelli e al peso dei loro organi, un test ha accertato che sia l’assunzione di mangime che il rapporto di conversione del mangime avevano una correlazione significativamente positiva con il peso delle galline, dimostrando che le più efficienti in questo senso erano le più leggere. È stata riscontrata anche una relazione positiva tra peso vivo e peso del fegato, dell’intestino e del grasso addominale.
Questi dati, insieme alle conoscenze relative alla grelina, alla leptina e alle sirtuine, stanno permettendo all’AI di elaborare un algoritmo in grado di permettere la formulazione di un premix proteico enzimatico polifenolico in grado di garantire sempre il giusto apporto di precursori oligopeptidici essenziali per la corretta sintesi di leptina, grelina e sirtuine, tutte molecole di natura peptidica.
La grelina, ormone prodotto dal fegato, in grado di stimolare il rilascio dell’ormone della crescita, che a sua volta agisce sull’ipotalamo, è direttamente coinvolta nella regolazione del centro della fame, tanto da es-
sere spesso definita come “ormone della fame”: se ne rilevano concentrazioni ematiche più elevate, infatti, prima dei pasti.
La leptina è prodotta dalle cellule adipose e la quantità rilasciata è direttamente correlata alla quantità di grasso corporeo: più grasso è presente, maggiore sarà la leptina in circolo. In linea teorica, quindi, all’aumentare della leptina dovrebbe corrispondere una progressiva riduzione dell’appetito, nell’ottica di mantenere un peso corporeo normale.
Appetito e sazietà sono tuttavia due sensazioni che derivano da complesse interazioni tra numerosi ormoni, non solo dalla leptina, che è il messaggero della sazietà, e dalla grelina, che stimola l’appetito. Le sirtuine sono altri peptidi, presenti a livello del nucleo cellulare dei mitocondri e del citosol, e sono le vere responsabili della longevità cellulare, che promettono di allungare la vita delle galline, impedendo sia l’accumulo di grasso nel fegato, che
l’aumento della produzione e il deposito di grasso nel tessuto adiposo. Questo meccanismo di fame/sazietà può essere facilmente compromesso da alcuni fattori, primo fra tutti quello degli interferenti endocrini, molecole estranee che possono andare a occupare i recettori ormonali e procurare eccessivo accumulo di grasso o disoressia. In questo campo l’AI potrebbe essere utilizzata efficacemente.
La sostenibilità, qualunque sia l’impresa o l’attività, è un criterio che deve tener conto di una molteplicità di aspetti, da quello economico a quello sociale e ambientale. Nel caso delle produzioni zootecniche, un aspetto che deve essere preso in considerazione è quello che riguarda il benessere animale, che, vale la pena ricordare, si traduce nel rispetto di alcuni punti fondamentali: libertà dalla fame e dalla sete, assenza di dolore e malattie, possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali, mancanza di comportamenti di discomfort, di paura e di stress.
Il benessere animale e la sostenibilità ambientale sono due aspetti strettamente interconnessi. L’attenzione al benessere riduce l’incidenza delle malattie e migliora le prestazioni produttive e riproduttive, riduce lo spreco di alimenti destinati agli animali, riduce lo scarto di prodotto per cattiva qualità.
In conclusione si può affermare che perseguire il miglioramento del benessere animale, anche attraverso l’AI, è una delle principali strategie di riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti zootecnici, e la strada maestra per la sostenibilità del settore.
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comprovata grazie a un meccanismo d’azione unico4 © 2021 Elanco | Elector, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. PM-IT-21-0171. Elector è un prodotto biocida - Reg. Min. Sal. IT/2015/00286/MRA. Usate i biocidi con cautela. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. 1. Liebisch G. Field Study to Evaluate Elector® Against Poultry Red Mites (Dermanyssus gallinae) Labor Zecklab. Data on file (2009) | 2. Hack R. Elanco: Unique Mode of Action, Elanco Expert Symposium Marienfeld (2009) | 3. Pesticide development study (GLP): Magnitude of spinosad residues in poultry tissues and eggs resulting from applications of spinosad directly to chickens for control of northern fowl mites along with premise sprays for control of certain poultry house insects. Data on file (2008) |4. Spinosad Technical Bulletin. Dow AgroSciences (2001) Elanco Italia S.p.A. - Via dei Colatori, 12 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) - www.elanco.it
Nessun tempo di sospensione per le uova3 Efficacia
Effetti della sostituzione di oligominerali inorganici con glicinati sui parametri produttivi di riproduttori da carne durante il periodo di stress termico
La produzione avicola mondiale sta affrontando temperature ambientali più elevate e periodi prolungati con condizioni climatiche difficili. Allo stesso tempo, una produzione avicola efficiente è necessaria per soddisfare la domanda globale di prodotti avicoli con il minor impatto possibile sul clima e sull’ambiente.
Oltre a ottimizzare la stabulazione e la ventilazione degli animali, l’adattamento delle strategie alimentari può contribuire a mantenere la produttività in periodi di forte stress termico. La gestione dell’alimentazione, la composizione del mangime e gli additivi sono tre strategie per adattare l’alimentazione ai cambiamenti climatici.
Oligo-minerali organici
Susanne Rothstein; Rubén Crespo Sancho
Biochem Zusatzstoffe
Handels - und Produktionsgesellschaft
mbH, Lohne i. Oldb., Germany
Stress da calore negli allevamenti di polli da carne
Lo stress da calore produce molti cambiamenti metabolici negli animali. Aumenta la produzione di specie reattive dell’ossigeno, aumentando il rischio di stress ossidativo. Causa uno stato infiammatorio generico e una riduzione dell’assunzione di nutrienti.
Negli allevamenti di polli da carne questi effetti compromettono la fertilità e la produzione:
• calo della produzione di uova;
• riduzione delle dimensioni delle uova e peggioramento della qualità del guscio;
• impatto negativo sulla schiusa e sulla prole.
Una categoria di additivi che aiuta a ridurre gli effetti dello stress da caldo è l’uso di oligominerali organici. Lo stress da caldo mette a rischio l’apporto ottimale di oligominerali a causa della ridotta assunzione di mangime e delle variazioni dell’osmolarità intestinale. Il necessario aumento del flusso sanguigno verso la superficie corporea riduce l’apporto di ossigeno al tratto digestivo, con conseguente aumento dello stress ossidativo. L’apporto di oligoelementi organici efficienti e di alta qualità aiuta a superare questa limitata disponibilità e a incrementare l’apporto di minerali essenziali:
• mantiene la qualità del guscio dell’uovo, influenzato dall’alcalosi respiratoria;
• migliora la fertilità e la schiusa;
• rafforza la reattività immunitaria in situazioni di stress da calore;
• supporta la funzione della barriera intestinale alleviando lo stress ossidativo e l’infiammazione e migliorando l’integrità dell’intestino.
40 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA
Feed Safety for Food Safety®
I glicinati sono la scelta migliore per sostenere l’animale contro lo stress ossidativo.
Un recente studio condotto da Biochem in collaborazione con l’Università di Teheran ha analizzato gli effetti della sostituzione del 50% dei micro-minerali inorganici (ITM) con glicinati (GLY) sui parametri di produzione e sulla qualità del guscio d’uovo in riproduttori da carne di 50-65 settimane di età durante un periodo di stress termico di 6 settimane.
Disegno della prova
Per la sperimentazione, un totale di 240 riproduttori Arbor
Acres (peso corporeo iniziale: 4,01±0,15 kg) di 50 settimane di età sono state suddivise in 2 trattamenti, con 12 repliche di 10 animali ciascuna, alloggiate in gabbie.
I trattamenti sperimentali sono stati i seguenti:
• ITM - premiscela con 80 ppm di Zn, 10 ppm di Cu, 80 ppm di Mn e 50 ppm di Fe-Solfati
• GLY - 50% di ITM sostituito con Zn, Cu, Mn e FeGlicinati come oligo-minerali chelati organicamente (E.C.O.Trace®, Biochem).
La durata dello studio è stata di 15 settimane, con un periodo di stress termico di sei settimane (Ø 31±0,53 °C e 35% di umidità; indice di temperatura-umidità pari a 77, considerato “pericolo”) dalla settimana 60-65.
Gli animali hanno consumato tutto il mangime giornaliero (160 g/cad. al giorno dalle 50-60 settimane e 155 g/cad. al giorno fino alla fine) senza differenze tra i trattamenti. Durante il periodo di stress termico sono stati misurati la produzione di uova, la schiusa, la mortalità embrionale e le misure della qualità del guscio d’uovo (forza e spessore del guscio). L’analisi statistica è stata eseguita mediante ANOVA a una via e test di Tukey (post hoc) utilizzando il software Minitab ver. 18.0; le differenze sono state considerate significative se P<0,05.
Risultati
Durante tutto il periodo di stress termico, come mostrato nella Figura 1, la produzione di uova è stata maggiore per il gruppo GLY, con differenze maggiori durante la settima-
- luglio/agosto 2023 - 41 NUTRIZIONISTICA
Produzione di uova (% settimanale per gallina) 40 45 50 55 606162636465 52,38 49,31 50,23 51,61 52,23 47,84 46,99 44,39 48,98 47,39 51,33 46,14
TM Inorganico 50 % E.C.O.Trace®
Schiusa delle uova totali deposte (%) 65 63 60 0 24 48 71 95 73 66 77 89 82 82 50% E.C.O.Trace® Controllo Settimana di vita * * * p<0.05
Figura 1 – Effetto della sostituzione del 50% dei minerali inorganici con minerali organici sulla produzione di uova.
Precoce Medio Tardivo Totale Settimana ITM 50 % E.C.O.Trace® ITM 50% E.C.O.Trace® ITM 50% E.C.O.Trace® ITM 50% E.C.O.Trace® 63 1 0 2 2 2 1 5 3 65 3 2 3 0 6 6 12 8 Totale (settimana 63-65)4 2 5 2 8 7 17 11
Figura 2 – Effetto della sostituzione del 50% dei minerali inorganici con minerali organici sulla schiusa delle uova totali deposte. *Differenze significative (p<0,05).
Tabella 1 – Effetto della sostituzione del 50% dei minerali inorganici con oligominerali organici sulla mortalità degli embrioni (nº di uova) in diverse fasi dell’incubazione.
na 65 (produzione di uova della settimana della gallina: ITM 46,99% e GLY 52,38%). Il gruppo GLY ha ottenuto una schiusa significativamente più alta (% di uova fertili) alla settimana 65 rispetto al gruppo ITM (Figura 2). Inoltre i volatili sottoposti a ITM hanno presentato una mortalità embrionale più elevata durante l’intero periodo di stress termico rispetto al gruppo GLY (Tabella 1). Un miglioramento significativo della qualità del guscio alla settimana 65 è stato osservato nel gruppo GLY sia per lo spessore del guscio d’uovo (ITM: 0,25 mm, GLY: 0,32 mm) che per la sua resistenza alla rottura (ITM: 2,33 kg, GLY: 3,01 kg) rispetto al gruppo ITM (P<0,05) (Figure 3 e 4). Oltre agli effetti positivi sulla fertilità e sulla produzione, è stato analizzato il contenuto di minerali nel fegato (Figura 5); è stata osservata una significativa migliore ritenzione di tutti i minerali, anche riducendo al 50% il dosaggio dei minerali di controllo, a dimostrazione della migliore biodisponibilità dei minerali organici testati in questa prova.
Conclusione
I risultati di questo studio indicano che la sostituzione del 50% di ITM con glicinati nel mangime migliora lo stato minerale dei riproduttori e può supportare efficacemente gli animali più anziani durante i periodi di stress da caldo, come dimostrano i miglioramenti dei parametri di produzione, i miglioramenti significativi dello spessore medio del guscio e della resistenza delle uova e la diminuzione della mortalità degli embrioni rispetto alle diete composte solo da ITM.
42 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA Settimana 60Settimana 62Settimana 64Settimana 65 0,32 0,296 0,298 0,311 0,249 0,256 0,283 0,306 TM Inorganico 50% E.C.O.Trace® a b a p<0.05 b Spessore medio del guscio (mm)
Settimana 60 Settimana 62 Settimana 64 Settimana 65 3,012 2,897 2,869 2,935 2,328 2,438 2,625 2,498 TM Inorganico 50% E.C.O.Trace® a b p<0.05 Resistenza del guscio alla rottura (kg)
Figura 3 – Effetto della sostituzione del 50% dei minerali inorganici con minerali organici sullo spessore del guscio d’uovo. ab, lettera diversa significa differenze significative (p<0,05).
Figura 4 – Effetto della sostituzione del 50% dei minerali inorganici con minerali organici sulla resistenza alla rottura. ab, lettera diversa significa differenze significative (p<0,05).
Rame 0 2 4 6 8 Settimana 65 8 4,8 TM Inorganico 50% E.C.O.Trace® Manganese 4,9 5,05 5,2 5,35 5,5 Settimana 65 5,478 5,03 TM Inorganico 50% E.C.O.Trace® Ferro 0 77,5 155 232,5 310 Settimana 65 305,248 241,228 TM Inorganico 50% E.C.O.Trace® Zinco 0 11 22 33 44 Settimana 65 42,288 28,823 TM Inorganico 50% E.C.O.Trace® a p<0.05 p<0.05 p<0.05 p<0.05 a a a b b b b
Figura 5 – Effetto della sostituzione del 50% dei minerali inorganici con minerali organici sul contenuto minerale del fegato (ppm sul tal quale). ab, lettera diversa significa differenze significative (p<0,05).
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