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Creare il clima giusto per gli avicoli
Il clima all’interno dell’allevamento influenza la salute e il benessere degli avicoli. In condizioni climatiche non ottimali è probabile che si presentino disturbi legati all’apparato respiratorio e digerente e si verifichino problemi comportamentali. Anche la crescita e la produttività possono risentirne se le condizioni climatiche non vengono soddisfatte secondo gli standard.
Il metodo migliore per valutare il clima è dare un’occhiata ai polli e al modo in cui si comportano: se sono attivi, se mangiano e si abbeverano a livelli normali, se la produzione di uova e la mortalità restano in linea con le aspettative, se gli animali mostrano disagio, se ansimano, se soffrono il calore, ecc.
Il clima è definito da diversi fattori:
• temperatura dell’allevamento;
• umidità relativa;
• flusso dell’aria e sua velocità;
• composizione dell’aria;
• illuminazione.
Bisogna sempre monitorare e misurare il clima a livello degli animali: può essere che temperatura e umidità all’interno dell’allevamento siano accettabili, ma non adeguate a livello degli avicoli. Per esempio, la CO 2 è un gas pesante, quindi i livelli di CO 2 possono essere molto più alti a livello del pavimento rispetto che ad altezza uomo.
Un altro esempio è la temperatura all’interno delle pulcinaie: qui il calore è intrappolato poiché c’è meno movimento d’aria a livello di pavimento. Ciò consente di risparmiare sui costi energetici per il riscaldamento poiché è necessaria meno energia per riscaldare l’intera struttura.
Il clima dell’allevamento può essere migliorato isolando i tetti, le pareti e il pavimento, installando sistemi di ventilazione, riscaldamento o raffrescamento, e persino tramite l’illuminazione.
Temperatura
La temperatura critica per le galline ovaiole adulte è di 18 °C. Per ogni 1 °C inferiore a 18 °C, le galline necessitano di 1 g di mangime in più al giorno. La temperatura critica per i pulcini in allevamento dipende molto dall’età degli stessi. Misurare la temperatura è uno dei modi più comuni per valutare il clima all’interno dell’allevamento; per farlo possono essere utilizzati diversi tipi di termometri ed è consigliabile disporne vari nel capannone in modo da poter avere una visione migliore delle possibili differenze di temperatura e per rilevare eventuali rotture.
Dove posizionare i termometri?
Prima di tutto, vanno posizionali in luoghi in cui si può leggere facilmente la temperatura, per esempio non troppo in alto. Dato che la temperatura all’interno dell’allevamento non è uniforme, si consiglia di non collocarli vicino alle pareti, poiché qui il flusso d’aria è spesso inferiore. Per il posizionamento bisogna considerare le prese d’aria, la posizione dei ventilatori e delle cappe delle pulcinaie. Si consiglia di collocare i termometri il più vicino possibile agli animali per avere una migliore indicazione della temperatura al loro livello e di sistemarli in modo tale che l’aria fresca passi il termometro prima di raggiungere gli animali.
Perdita di calore negli avicoli adulti
Ci sono due misurazioni di temperatura:
• La temperatura effettiva dell’aria misurata dal termometro;
• La temperatura reale, cioè la temperatura che avverte l’animale. La temperatura reale cresce all’aumentare dell’umidità, ma diminuisce con l’aumento del movimento dell’aria.
Zone di temperatura
La zona termica neutra (detta anche zona di comfort) viene definita come la zona di temperatura in cui gli animali riescono a mantenere costante la temperatura corporea con il minimo sforzo. Questa zona di comfort dipende dalle condizioni ambientali, quindi bisogna sempre tenere conto dell’umidità relativa oltre che della temperatura. Il comportamento degli avicoli cambia quando le temperature salgono: diventano meno attivi, riducono il consumo di mangime e si presentano depressi, scuotendo le ali per favorire il movimento dell’aria a contatto con il corpo. Con una minore assunzione di mangime anche la produzione e la dimensione delle uova saranno inferiori alle media. Se le temperature aumentano ulteriormente, gli animali mangiano ancora meno e iniziano ad ansimare per ridurre la temperatura corporea. È anche vero il contrario: quando le temperature sono al di sotto della zona comfort, i soggetti cercano di scaldarsi, aumentando il consumo di mangime per utilizzarne l’energia e accalcandosi per stare al caldo. La zona termoneutrale non è fissa e dipende da diversi fattori:
• età;
• peso corporeo;
• stato di salute degli animali;
• climatizzazione in allevamento: temperatura + umidità relativa (UR) + ventilazione (velocità dell’aria);
• tipo di accasamento;
• mangime e strategie di alimentazione.
Nella zona termoneutrale, il rapporto tra acqua e alimentazione è di circa 2:1. Con l’aumentare delle temperature gli animali riducono il consumo di mangime, ma incrementano quello di acqua per rimanere freschi. Quando si verifica uno stress da calore, il rapporto acqua/ alimentazione può arrivare fino a 5:1. Al verificarsi di un forte stress da calore gli animali non sono in grado di aumentare l’assunzione di acqua in modo adeguato, per esempio non possono compensare le perdite attraverso la respirazione e l’escrezione urinaria. Senza alcun intervento climatico la condizione potrebbe peggiorare fino al decesso.
Con l’aumento del consumo di acqua ne risente anche la lettiera, che diventa più umida e meno consistente. Una lettiera umida contribuisce a far salire l’umidità relativa, peggiorando il clima dell’allevamento. Si consiglia di rimuovere più spesso la lettiera e di asciugarla all’esterno. Negli allevamenti a terra la lettiera può produrre calore poiché con l’umidità inizia a decomporsi. La lettiera incrostata dovrebbe sempre essere rimossa per migliorare l’ambiente d’allevamento.
Umidità relativa
L’umidità relativa descrive il livello di acqua presente nell’aria, cioè se l’aria trattiene il 20% della sua capacità di ritenzione, l’umidità è del 20%. Quando l’umidità raggiunge il 100% significa che l’aria è completamente satura.
Come la temperatura, l’umidità relativa non è fissa e può variare durante il giorno. L’aria si espande a causa dell’aumento della temperatura e incrementa così la sua capacità di ritenzione dell’umidità. L’umidità relativa è generalmente più alta durante la notte, poiché la temperatura più fredda ha una capacità minore di trattenere l’umidità. Il periodo più pericoloso per le galline ovaiole è quello estivo, soprattutto il tardo pomeriggio (15-18) quando la temperatura inizia a diminuire, ma l’umidità relativa è in aumento, il che rende più difficile per gli animali liberarsi del loro calore. La maggior parte delle perdite dovute allo stress da calore si verifica in questo momento della giornata.
Il rapporto tra temperatura e umidità relativa
In molti casi, i produttori di uova si concentrano troppo sulla temperatura ambientale. L’umidità relativa è spesso trascurata, ma il clima dell’allevamento, che definisce se il soggetto si senta a suo agio o meno, è il risultato dell’interazione tra temperatura e umidità relativa. L’ideale è che la somma della temperatura e dell’umidità relativa sia intorno a 90.
Il potenziale del raffrescamento
Se si vuole ottimizzare il clima all’interno dell’allevamento tramite la gestione si deve prendere in considerazione l’interazione tra temperatura e umidità relativa. L’impatto di un’elevata umidità relativa non deve essere trascurato, poiché influisce sullo stress da calore e sull’affanno dei soggetti.
Controllo del clima
Nella maggior parte dei Paesi che sono dotati di allevamenti di ovaiole moderni il clima può essere controllato facilmente perché la climatizzazione è già stata curata in fase di progettazione, con l’isolamento della struttura per evitare che il calore penetri dall’esterno e con la dotazione di sistemi di ventilazione meccanica o di raffrescamento.
Gli obiettivi della climatizzazione possono essere definiti in più fasi:
• rimuovere il calore in eccesso nella stagione calda;
• rimuovere l’umidità in eccesso per abbassare la temperatura effettiva;
• limitare l’accumulo di gas nocivi salvaguardando l’apporto di ossigeno e di aria fresca.
Gli obiettivi su indicati possono essere raggiunti utilizzando diversi metodi, come la ventilazione a tunnel, che può essere molto efficace per aumentare il flusso d’aria, o anche il raffrescamento evaporativo, tramite nebulizzazione, oppure con pannelli o ventilatori.
Per permettere agli animali di liberarsi dell’eccesso di calore prodotto durante il giorno bisogna provare ad abbassare le temperature notturne a 12-16 °C. La temperatura più bassa consentirà loro di riprendersi dallo stress da caldo sperimentato durante il giorno. È importante che durante la notte la temperatura non scenda troppo, poiché sbalzi di temperatura troppo elevati in un breve periodo di tempo possono influenzare negativamente la salute e il benessere degli animali. La riduzione della temperatura effettiva (quindi la temperatura percepita dal soggetto) è chiamata fattore “wind chill - raffrescata”. Gli animali devono fare i conti con due fonti di calore: il calore derivato dall’ambiente e quello prodotto internamente, dal loro metabolismo; il calore in eccesso deve essere eliminato. Come accennato in precedenza, la maggior parte viene dispersa per evaporazione con la respirazione, ma l’ansimare degli animali per ridurre il calore corporeo ha un impatto negativo sull’umidità relativa: alzandosi il livello di umidità, i soggetti non riescono più a trovare sollievo con la respirazione, il calore inizia ad accumularsi nel loro corpo e ne può causare la morte.
Consigli pratici
Ristrutturare e rinnovare gli allevamenti per renderli più resistenti allo stress da calore può essere molto costoso, proponiamo quindi diversi suggerimenti pratici che prevedono bassi costi di investimento.
- La posizione dell’allevamento è importante per le strutture ventilate in modo naturale. Si consiglia di realizzare il capannone in direzione est-ovest, per evitare il sole diretto e per sfruttare al meglio il vento.
- L’isolamento può essere molto conveniente nei climi caldi: impedirà al calore di entrare durante il giorno e di fuoriuscire nelle ore notturne. Inoltre, consentirà agli animali di rimanere più a lungo nella loro zona termoneutrale. Il rivestimento con pluriball, ricoperto su entrambi i lati con strati di alluminio, si è rivelato estremamente efficace nei climi tropicali; è anche economico da acquistare e facile da installare. I tetti possono anche essere ricoperti con materiale di paglia, come cime di canna da zucchero, foglie di palma, paglia di riso, ecc., per ridurre il riscaldamento solare.
- Impedire alla luce solare di entrare in allevamento con tende alle finestre o sporgenze del tetto. Si consiglia di utilizzare tende traspiranti, poiché bloccano efficacemente la luce solare, ma consentono il passaggio dell’aria.
- Un tetto di colore chiaro è in grado di riflettere meglio il calore. I tetti potrebbero essere dipinti di bianco per consentire un migliore riflesso (utilizzare calce idrata o cemento bianco per imbiancare i tetti); per gli allevamenti ventilati in modo naturale, un colmo aperto consente all’aria calda che sale di fuoriuscire attraverso il tetto.
- Piantare alberi ad alto fusto vicino all’allevamento creerà ombra: l’umidità dagli alberi defluirà e l’aria circostante si raffredderà, determinando un clima più confortevole all’interno della struttura. Vanno piantati in modo tale da non bloccare la ventilazione. Attenzione però alla biosicurezza, poiché è probabile che gli alberi attirino uccelli selvatici e roditori.
- L’erba ben tenuta intorno agli allevamenti contribuirà a fornire condizioni più fresche all’interno rispetto al terreno nudo, a rocce o cemento.
- Una volta installate le voliere, assicurarsi sempre che i contenitori di distribuzione del mangime siano collegati all’impianto, ai lati, dove si trovano i corridoi. L’aria più fredda si trova spesso nei corridoi e questo aiuterà gli animali a liberarsi del loro calore più facilmente.
- Il serbatoio dell’acqua dovrebbe essere preferibilmente conservato all’interno, per non riscaldarsi alla luce diretta del sole. Quando è posizionato all’esterno, va protetto con coperte o iuta bagnata poiché il processo di evaporazione della coperta/iuta bagnata ulilizzerà il calore proveniente dal serbatoio e questo aiuterà a mantenere l’acqua all’interno più fresca. Si consiglia di dipingere il serbatoio dell’acqua di colore bianco per un migliore raffrescamento, poiché il calore viene riflesso anziché assorbito.
- Meglio avere un generatore elettrico a disposizione, poiché l’interruzione di corrente è di solito più frequente durante la stagione calda. Senza energia, la ventilazione si interrompe e si verifica uno stress da calore che diventa rapidamente fatale.
- Gli allevamenti con i lati aperti possono essere trasformati in strutture ventilate con l’installazione di tendaggi sulle pareti aperte. Spesso è conveniente e si può beneficiare dei vantaggi di entrambi i sistemi.
Rappresentante per l’Italia:
Dario Laugero, Responsabile tecnico e commerciale Italia
M.: +39 393 33 58 371
Email: dario.laugero@hendrix-genetics.com
Institut de Sélection Animale – ISA SAS 1 rue Jean Rostand, Zoopôle BP 23, 22440 Ploufragan Cedex, France-EU