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Plumofagia e cannibalismo, come contrastarli con l’Opuntia
La pica delle piume o plumofagia è una patologia del comportamento tipica delle galline ovaiole, che può verificarsi in tutti i tipi di allevamento e che ha sempre effetti dannosi. Il concentrato di Opuntia ficus-indica, più nota come fico d’India, può aiutare a contrastare il fenomeno.
La plumofagia rappresenta un problema serio negli allevamenti avicoli perché può diradare il piumaggio degli animali con conseguenze sulla termoregolazione, provocare ferite cutanee e scatenare il cannibalismo.
Di solito la plumofagia comincia in piccoli gruppi, ma si può estendere a tutto l’allevamento; l’inizio di questo fenomeno è imprevedibile, le aree preferite sono la parte bassa della schiena, il collo e la zona attorno alla cloaca.
I fattori che possono scatenarla sono molteplici: fattori genetici, luce intensa, densità d’allevamento, carenze nutrizionali, mancanza di materiale per il razzolamento. I danni causati da questi comportamenti sono ingenti.
Debeccaggio e plumofagia
La pratica del taglio del becco è in grado di ridurre la plumofagia, diminuendo i danni al piumaggio e impedendo l’insorgere di ferite causate dallo strappo delle piume, limitando di conseguenza anche il rischio di cannibalismo scatenato dalla presenza di ferite sanguinanti. Non è un caso che il fenomeno del cannibalismo sia meno frequente negli allevamenti dove si effettua il debeccaggio.
Negli allevamenti dove tale pratica non è messa in atto, occorre prestare molta attenzione e intervenire precocemente prima che plumofagia e cannibalismo si diffondano in tutto l’allevamento, causando una maggiore mortalità e un conseguente aumento del costo delle uova. Il debeccaggio viene criticato dalle associazioni animaliste e in molti Paesi è vietato. Nell’Unione europea questo trattamento come prevenzione della plumofagia e del cannibalismo è consentito nel pulcino fino a 10 giorni di età, ma molti Stati membri ne hanno annunciato il divieto in un prossimo futuro.
Alimentazione e plumofagia
Per quanto riguarda la correlazione tra alimentazione e plumofagia occorre prestare la massima attenzione all’inclusione della fibra: gli studi sul comportamento delle galline ovaiole, infatti, dimostrano che le fibre alimentari hanno un effetto positivo nella risoluzione di questo problema.
La fibra grezza non contribuisce al valore nutrizionale di un mangime, ma deve essere comunque dichiarata nel cartellino; essa stimola un adeguato sviluppo del tratto digerente delle pollastre e lo sviluppo dello stomaco muscolare; stabilizza la flora intestinale, migliorando la consistenza delle feci e la qualità della lettiera e riducendo il numero di uova sporche; previene i disturbi digestivi; influisce sul comportamento degli animali, riducendo la tendenza alla plumofagia e al cannibalismo.
I mangimi per le galline ovaiole sono spesso a base di materie prime come mais e soia, sono ricchi di energia e scarsi di fibra grezza e contengono elevati contenuti di oli e grassi, a discapito del contenuto di fibra grezza nel mangime completo che può essere ridotto fino al 3%.
Le galline, sia durante la fase di svezzamento (pollastre) che durante quella di produzione, beneficiano dell’aggiunta di fibra nel mangime: in genere livelli di fibra del 6% in svezzamento e 5% in produzione sono raccomandati per migliorare le prestazioni produttive, proteggere la salute e migliorare il loro comportamento. Dal punto di vista nutrizionale la fibra occupa spazio nell’apparato digerente più di qualsiasi altra sostanza perché è scarsamente digeribile o addirittura indigeribile.
Il concentrato di Opuntia
L’inclusione della fibra grezza nel mangime per galline ovaiole non dovrebbe ridurre la normale concentrazione di nutrienti, perché questo avrebbe un effetto negativo sulle performance. Disporre di una materia prima come il concentrato di Opuntia permette di superare questo scoglio. Il fusto di questa pianta, più comunemente noto come fico d’india, è formato da numerosi cladoli, termine botanico che si riferisce alle grosse foglie carnose, che costituiscono in realtà i rami della pianta. Dalla spremitura a freddo dei cladoli viene ricavato un succo che opportunamente stabilizzato, concentrato ed omogeneizzato, contiene, oltre a un’elevata concentrazione di fibre (sia insolubili che, soprattutto, solubili), elevate quantità di potassio, calcio, magnesio e silicio, nonché ferro, sodio, arginina, istidina, lisina e manganese, che permettono di ottimizzare l’inclusione di fibra grezza.
L’Opuntia apporta anche un 10% di carboidrati costituiti sia da mono che polisaccaridi e ha un elevato contenuto di vitamina A, B1, B2, B3 e C; inoltre le mucillaggini presenti nel succo sono in grado di favorire la regolazione del transito intestinale e ridurre i processi infiammatori di tutto il tratto gastroenterico, grazie a un’azione protettiva e cicatrizzante.
Un altro componente dell’Opuntia è il GABA, l’acido γ-amminobutirrico, ovvero il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale, responsabile nella regolazione dell’eccitabilità neuronale di tutto il sistema nervoso. Il GABA è un messaggero ubiquitario e l’attivazione o l’agonismo a livello dei suoi recettori è il meccanismo d’azione di un gran numero di farmaci sedativi, miorilassanti e ipnotici, tra cui i più conosciuti sono senz’altro le benzodiazepine.
Riassumendo, le fibre, le mucillagini, il GABA, insieme alle vitamine, agli oligoelementi (ferro e manganese) e ai microelememti (potassio e magnesio) contenuti nel succo concentrato di Opuntia sono in grado di interagire favorevolmente con il sistema nervoso enterico. Conosciuto come secondo cervello, il sistema nervoso enterico possiede neuroni sensoriali, motori, secretori e vasomotori: trasmette sensazioni, dirige movimenti, ordina la secrezione di trasmettitori, regola l’afflusso sanguigno e si relaziona con il sistema nervoso centrale; contribuisce in modo fondamentale a orchestrare la digestione in tutte le sue fasi, in tutte le sue funzioni chimiche e meccaniche.
Il concentrato di Opuntia, dunque, in stretta connessione con il sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico) e con il sistema nervoso centrale, coordina la motilità, la sensibilità, le secrezioni e, in generale, la complessa funzione dell’apparato digerente. Se si ha l’accuratezza di evitare il sovraffollamento, di gestire correttamente l’illuminazione e di offrire un ambiente confortevole agli animali accasati, l’integrazione con Opuntia permette di contrastare efficacemente pica, plumofagia e cannibalismo.