Zootecnica International – novembre 2023 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Problemi legati alle infestazioni parassitarie in avicoltura Ovostella sceglie i silos in vetroresina di Eurosilos Sirp Il divieto delle gabbie convenzionali e i suoi effetti sull’industria spagnola delle uova
11 2023
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EDITORIALE La recente drammatica crisi in Medio Oriente ci invita ancora una volta a riflettere sulla nostra incapacità di lettura della Storia. La stessa radice della parola crisi, usata tante volte, deriva dal greco κρίσις, “scelta, decisione”, che sta a indicare un cambiamento, necessario per non essere sopraffatti. Purtroppo predominano il pessimismo e il terrorismo a più livelli, incluso quello mediatico. Dinanzi a certe azioni che hanno provocato stragi di innocenti non si può che restare indignati. Non è facile superare stati d’animo come quelli che stiamo vivendo. Sono crollate ideologie, mancano uomini politici di spessore. La Storia ci insegna che in ogni rivoluzione, o momento critico, anche quando sembrava che non vi fossero più soluzioni, si è riusciti a creare nuovi paradigmi, atteggiamenti più ottimistici, che hanno comportato il superamento e la ricostruzione di valori umani. Non facciamoci travolgere dal pessimismo, è proprio in queste situazioni che dobbiamo riuscire con le nostre energie interiori a trasformare le difficoltà in nuove opportunità.
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SOMMARIO
ATTUALITÀ................................................................................................ 4 LE AZIENDE INFORMANO............................................................... 10 REPORTAGE
Problemi legati alle infestazioni parassitarie in avicoltura....................................14
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INTERVISTA
Ovostella sceglie i silos in vetroresina di Eurosilos Sirp......................................18
DOSSIER
Via libera all’utilizzo di insetti vivi per l’alimentazione degli avicoli....................... 22
MARKETING
Il divieto delle gabbie convenzionali e i suoi effetti sull’industria spagnola delle uova............................................................................ 24
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TECHNICAL COLUMN
Come caricare correttamente le incubatrici con uova provenienti da allevamenti diversi..................................................................... 30
VETERINARIA
Dermatite gangrenosa: un pericolo per il broiler................................................ 34
TRASFORMAZIONE
La corretta gestione dell’appendimento per mantenere rese e qualità................ 42
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MARKET GUIDE................................................................................... 44 GUIDA INTERNET............................................................................... 48
ATTUALITÀ
WOAH: cala l’uso di antimicrobici negli animali a livello mondiale (-13% in 3 anni) Dal 2017 al 2019 il consumo globale di antimicrobici negli animali è diminuito del 13%. Lo evidenziano i risultati della 7a Relazione annuale sugli agenti antimicrobici destinati all’uso negli animali, pubblicata dall’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale. viva degli animali domestici (kg) ogni anno. Questo indicatore permette di fare une confronto tra regioni e nel tempo.
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Secondo il report l’uso di antimicrobici fondamentali per la salute umana negli animali è basso: meno del 20% degli antimicrobici utilizzati negli animali nel 2019 rivestiva la massima priorità e un’importanza fondamentale per la salute umana. La settima edizione della Relazione annuale dell’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (WOAH) sugli agenti antimicrobici destinati all’uso negli animali, pubblicata il 7 settembre, dimostra dunque che il settore della salute animale continua a muoversi verso un uso più responsabile degli antimicrobici. Secondo i dati riportati dagli 80 Paesi che hanno fornito informazioni quantitative sull’uso degli antimicrobici negli animali dal 2017 al 2019, il consumo di questi farmaci a livello globale è diminuito del 13% in 3 anni, passando da 111,45 mg/kg nel 2017 a 96,73 mg/kg nel 2019 e confermando la tendenza – già riportata nel quinto rapporto – a ridurre l’utilizzo di tali sostanze negli animali. L’uso di antimicrobici è espresso in mg/kg di biomassa animale, e viene determinato aggiustando la quantità di agenti antimicrobici riportata (mg) rispetto alla biomassa
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Questo settimo rapporto WOAH copre il 70% della biomassa animale totale per l’anno 2019, rappresentando 108 partecipanti in tutto il mondo e considerando animali terrestri e acquatici destinati alla produzione alimentare, mentre sono rimasti esclusi gli animali da compagnia. I bovini rappresentano il 42% del totale, seguiti dai suini (19%) e dagli avicoli (19%). Gli animali acquatici rappresentano l’8% della copertura totale, e quasi 2/3 sono pesci d’allevamento. Nonostante si registri una forte diminuzione dell’uso di antimicrobici negli animali in regioni come Europa e Asia (-15%), Estremo Oriente e Oceania (-25%), è stato osservato un aumento in Africa (+45%) e in America (+5%), che potrebbe essere dovuto a un miglioramento significativo nell’accuratezza dei dati raccolti nel tempo. Sono comunque necessarie analisi più approfondite per comprenderne le cause profonde. Le tetracicline rimangono l’agente antimicrobico più utilizzato a livello globale nel settore della salute animale (35,6% della quantità totale), seguite dalle penicilline (13,3% del totale). Entrambe fanno parte dei Veterinary Critically Important Antimicrobial (VCIA) nell’elenco WOAH degli antimicrobici di importanza veterinaria, ma non fanno parte degli agenti antimicrobici di massima priorità per la salute umana secondo l’OMS. I fluorochinoloni e le cefalosporine di terza e quarta generazione, che rientrano invece in quest’ultima categoria, rappresentano rispettivamente il 3,4% e solo lo 0,6% del totale. Il rapporto mostra infatti un calo nell’uso di antimicrobici considerati di fondamentale importanza per la salute umana. 7th Annual Report on Antimicrobial Agents Intended for Use in Animals: https://www.woah.org/en/document/ seventh-annual-report-on-antimicrobial-agents-intendedfor-use-in-animals-2/
- attualità -
Fonte: Ruminantia
ATTUALITÀ
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- novembre 2023 -
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ATTUALITÀ
AVEC, il settore avicolo alza la voce in Europa Durante la 65a Assemblea Generale di AVEC, tenutasi a Danzica, in Polonia, lo scorso 8 settembre, è stata ribadita la necessità di ascoltare la voce del settore avicolo europeo, che riveste un ruolo cruciale per il nostro sistema alimentare. cittadini e i decisori politici europei sul tema del benessere animale, aspetto cruciale per il settore considerate l’imminente relativa revisione legislativa e le elezioni europee del 2024”, prosegue AVEC nella nota. “La necessità di comunicare e promuovere in modo efficace il lavoro del settore avicolo europeo attraverso informazioni factbased e una narrazione proattiva è stata la chiara conclusione del vertice”.
Annual report
2023
“Dovremmo ascoltare il settore avicolo europeo e AVEC, la voce di un settore importantissimo e cruciale per il nostro sistema alimentare. Nei futuri dibattiti dovremo tenere conto delle preoccupazioni espresse durante l’Assemblea generale di Danzica”. Questa la dichiarazione del Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale Janusz Wojciechowski dopo aver partecipato alla 65ª Assemblea Generale di AVEC a Danzica, in Polonia. L’8 settembre, AVEC – l’associazione europea che riunisce tutte le rappresentanze nazionali del settore avicolo europeo – ha riunito più di 150 persone del settore in occasione dell’Assemblea Generale 2023. All’evento, organizzato dall’associazione polacca National Poultry Council Chamber of Commerce, ha partecipato anche una delegazione di Unaitalia guidata dal presidente Antonio Forlini e, tra gli altri, composta dai vicepresidenti Mario Veronesi e Giovanni Fileni, dal direttore Lara Sanfrancesco e dal consigliere Alessandro Tramontano.
“Janusz Wojciechowski, Commissario europeo per l’Agricoltura, è stato invitato per fornire un aggiornamento e una prospettiva dalla Commissione europea e, soprattutto, per ascoltare le forti preoccupazioni che il settore avicolo europeo si trova a dover gestire. Tra gli argomenti chiave discussi figurano la proposta legislativa sul benessere animale, il declino della competitività del settore avicolo europeo a causa dell’aumento dei prezzi dei mangimi e dell’energia e l’impatto della totale liberalizzazione delle esportazioni di carne avicola dall’Ucraina che mina la produzione europea”. I vertici di AVEC hanno ribadito il pieno sostegno alle autorità europee per tutte le misure volte ad aiutare i cittadini ucraini ad affrontare l’aggressione russa ma non si possono ignorare le conseguenze dell’apertura totale al libero scambio. “Nonostante la tempesta perfetta, il settore avicolo è un settore efficiente, all’avanguardia e sostenibile che contribuisce in modo significativo a una dieta equilibrata e sana sia per l’Europa che per il resto del mondo. Continuiamo a rappresentare un modello di produzione e promuoviamo cibo sostenibile, sano e conveniente. Noi siamo parte della soluzione”, ha concluso Birthe Steenberg, Segretario Generale di AVEC. In occasione dell’Assemblea Generale è stato pubblicato l’Annual report 2023 che fornisce approfondimenti sulle priorità dell’Associazione e i dati aggiornati sul settore. Annual Report 2023 AVEC: https://avec-poultry.eu/wpcontent/uploads/2023/09/AVEC_AnnualReport_2023.pdf
“Il tema al centro dell’Assemblea Generale è stato come il settore avicolo possa interagire in modo efficace con i
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- attualità -
Fonte: AVEC
ATTUALITÀ
Francia: al via campagna vaccinale anti-Aviaria Annunciata la scorsa primavera, dopo aver avuto il nullaosta dell’ANSES (l’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro), parte ufficialmente la campagna vaccinale anti-Aviaria in Francia.
©thuylam63c from Pixabay
100 milioni di euro) sono a carico dello Stato francese per l’85%, per la restante quota sono a carico degli allevatori.
Come molti altri Paesi, negli ultimi anni la Francia è stata duramente colpita dall’Influenza Aviaria ad alta patogenicità, che negli ultimi due inverni ha provocato l’abbattimento di oltre 32 milioni di capi di avicoli sul suolo francese. Per questo motivo il governo si è mosso fin da dicembre, quando il ministero dell’agricoltura transalpino ha dato l’annuncio della preparazione di una campagna vaccinale contro il virus dell’Influenza Aviaria. In seguito al nullaosta rilasciato in aprile dall’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro, è stato lanciato il bando per procurarsi 80 milioni di dosi, grazie alle quali la campagna è potuta cominciare all’inizio di ottobre. La campagna vaccinale interessa quasi 64 milioni di anatre in tutto il Paese (ad eccezione della Corsica) e sarà obbligatoria per circa 2700 aziende che allevano più di 250 anatre, i cui prodotti (carne e foie gras) sono destinati alla commercializzazione.
La Francia si è resa disponibile a mettere a disposizione delle autorità (europee e non) tutte le informazioni utili circa gli esiti della campagna vaccinale, che secondo le aspettative dovrebbe offrire uno scudo aggiuntivo per proteggere gli avicoli, rafforzando le classiche misure di biosicurezza – già messe in atto in tutti gli allevamenti – e quelle di sorveglianza sanitaria, essenziali per fare diagnosi precoci e arginare il propagarsi del virus. La campagna rende la Francia il primo Paese dell’Unione europea a vaccinare gli avicoli contro il virus dell’Influenza Aviaria. Fonte: EFA News
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ATTUALITÀ
Influenza Aviaria: le raccomandazioni delle autorità sanitarie europee Mentre la situazione nel pollame si è attenuata durante l’estate, il virus dell’Influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI) ha continuato a colpire gli uccelli selvatici, in particolare gli uccelli acquatici marini in Europa, per lo più lungo le coste.
Con l’inizio della stagione migratoria autunnale, si prevede un aumento dei casi anche in altre specie selvatiche come gli anatidi e le autorità sanitarie ritengono prioritario aumentare la protezione del pollame e di altri animali d’allevamento dagli uccelli selvatici; la biosicurezza dovrebbe essere rafforzata anche negli allevamenti di animali da pelliccia. Secondo l’ultimo Rapporto sull’Influenza Aviaria dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del Laboratorio di referenza europeo (EURL) presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), nel periodo tra il 24 giugno e il 1° settembre 2023 sono stati segnalati 507 focolai di HPAI nei volatili domestici (25) e selvatici (482) in 21 Paesi europei. I carnivori selvatici e domestici continuano ad essere le specie di mammiferi più colpite, con la Finlandia che ha registrato 26 focolai in allevamenti di visoni americani, volpi rosse e artiche, e cane procione. Le autorità locali ritengono che la fonte più probabile di introduzione virale sia da attribuire al contatto con i gabbiani selvatici, ma la trasmissione tra aziende agricole non può essere completamente esclusa. La trasmissione all’interno delle aziende si è verificata attraverso il contatto con alcuni animali che non presentavano segni clinici di infezione.
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Nel report si raccomanda anche di evitare l’esposizione dei cani e dei gatti domestici, e in generale degli animali carnivori, ad animali morti o malati (mammiferi e uccelli), e di evitare di somministrare a gatti, cani e altri carnivori domestici frattaglie e carne cruda provenienti da allevamenti non controllati, situati in zone in cui è segnalata la circolazione del virus HPAI. La preoccupazione verso questa malattia riguarda diversi settori, come sottolinea Calogero Terregino, direttore dell’EURL per l’Influenza Aviaria: “L’Influenza Aviaria si conferma una seria minaccia per la sanità veterinaria, un grave problema economico, con ingenti perdite per il settore avicolo a livello globale, e un grande rischio per la biodiversità per il coinvolgimento di specie selvatiche minacciate o uniche, come quelle che vivono nelle isole Galapagos. La persistenza di eventi di spillover nell’uomo, seppur per fortuna limitati, e la circolazione massiccia e prolungata del virus negli animali, impongono di mantenere alta l’attenzione per questa malattia. È necessario che tutti gli attori che hanno un ruolo decisivo nella prevenzione e nel controllo delle epidemie influenzali continuino a lavorare uniti nel rendere sempre più efficaci le strategie di prevenzione e controllo”. Per quanto riguarda il rischio nell’uomo, sono stati recentemente segnalati due casi di infezione da H5N1 (clade 2.3.4.4b) nel Regno Unito e cinque casi in Cina, tre da H5N6 e due da H9N2. Non è stata segnalata alcuna infezione umana correlata alla presenza dell’Influenza Aviaria negli allevamenti di animali da pelliccia in Finlandia o nei gatti in Polonia. Le infezioni umane rimangono pertanto un evento raro. L’ECDC ha valutato che il rischio di infezione da virus HPAI in Europa rimane basso per la popolazione umana in generale e da basso a moderato per le persone esposte professionalmente o in altro modo a uccelli o mammiferi infetti (selvatici o domestici). Per ridurre ulteriormente il rischio di infezione, gli esperti raccomandano di evitare l’esposizione a uccelli marini o mammiferi, morti o malati.
- attualità -
Fonte: IZSVe
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LE AZIENDE INFORMANO
Officine Facco S.p.A. acquisisce Sperotto S.p.A. Con questa acquisizione la più grande realtà italiana nel settore dei sistemi avicoli rafforza la propria gamma prodotti. “Per il gruppo inizia un importante periodo di crescita e di sviluppo” ha dichiarato Elisa Finco, Vicepresidente di Facco S.p.A. nuove prospettive nei mercati internazionali”. “Con questa acquisizione si consolida la strategia del nostro gruppo, che aggiunge Sperotto alla Facco, alla Flexy e alla brasiliana Artabas, che sviluppano il proprio business in modo sinergico, ma ognuna con la propria autonomia, aggiungendo valore e ampliando le potenzialità di penetrazione capillare in tutti i mercati” ha dichiarato Massimo Finco, Presidente di Facco S.p.A. e da oltre 30 anni alla guida del Gruppo. Officine Facco annuncia l’acquisizione di Sperotto. Due storiche aziende venete insieme, unite dai valori di affidabilità, qualità e cura dei dettagli, con un focus reciproco sulle migliori tecnologie disponibili ed entrambe attive da oltre 60 anni: inizia così un nuovo percorso che valorizzerà la condivisione di esperienze e saperi e da cui nasceranno nuove opportunità sui mercati internazionali per il futuro di entrambe le aziende. “In Sperotto abbiamo trovato un’azienda complementare, leader nel settore dei polli da carne e per di più forte nel chiavi-in-mano, come Facco lo è per le uova” dichiara Elisa Finco, Vicepresidente di Facco S.p.A. “Da questa acquisizione attendiamo una crescita per Sperotto nell’immediato, grazie alle sinergie create dal loro know how unito alla rete e alla presenza di Facco già forte a livello internazionale. Siamo due aziende leader e l’unione delle
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forze darà valore a entrambe. Un altro obiettivo di questa acquisizione sarà valorizzare la produzione interna di carpenteria e costruzioni prefabbricate di acciaio, attualmente core business di Sperotto, che produce capannoni non solo avicoli, ma anche per l’industria in generale. “Per la nostra realtà si tratta di un passo importantissimo. Le richieste del mercato odierno sono più complesse – ha commentato Renato Sperotto, Presidente di Sperotto S.p.A. –, è necessario quindi offrire soluzioni innovative che coniughino esperienza e tecnologia garantendo sempre ottimi risultati produttivi. È così diventato fondamentale per le aziende unirsi e fare sistema per essere sempre più competitivi, come si osserva oggi anche in altri settori industriali. Da leader italiani nell’ideazione e creazione di progetti chiaviin-mano per allevamenti, pensiamo che questa acquisizione ci aprirà
- le aziende informano -
Le due realtà imprenditoriali si dedicano attivamente alla Ricerca e Sviluppo ed entrambe credono fermamente che i risultati acquisiscano maggior valore solo quando sono condivisi. Tra Facco e Sperotto questo avverrà sin da subito, per permettere un più rapido progresso tecnologico che coinvolgerà diversi ambiti del settore avicolo, dal benessere degli animali a quello degli operatori, dall’efficienza produttiva alla qualità dei risultati. Entrambe le aziende sono in crescita, nonostante una situazione geopolitica instabile in alcune regioni del mondo. Il fatturato atteso delle due aziende insieme supera i 200 milioni di euro. Dal punto di vista operativo non ci saranno stravolgimenti: Sperotto Spa continuerà a operare dalla sede di Sandrigo (VI), in continuità con persone e collaboratori e manterrà la sua indipendenza nel mercato. www.facco.net/it
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LE AZIENDE INFORMANO
Aeroporto di Heathrow, JAS presenta le nuove sale di attesa per i pulcini Aviagen Gli innovativi spazi - noti anche come “salotti per animali” - sono stati progettati pensando al benessere dei pulcini. mantenere il perfetto equilibrio tra temperatura, umidità e ventilazione. Queste misure sono inoltre essenziali per garantire una biosicurezza ottimale.
Da più di due decenni Aviagen e JAS Worldwide collaborano strettamente con l’obiettivo di fornire pulcini per la riproduzione in salute ai produttori avicoli di tutto il mondo, dando la massima priorità al benessere animale. Sfruttando la sua vasta esperienza nel trasporto internazionale di merci e nella logistica, nel corso degli anni JAS Worldwide ha aiutato Aviagen a realizzare con la massima cura le spedizioni di pulcini verso tutte le destinazioni del mondo. Aviagen, da parte sua, ha addestrato i colleghi di JAS a gestire i pulcini con cura ed empatia, preparandoli per il viaggio e assicurandosi che i loro bisogni fossero soddisfatti. Come ulteriore passo significativo per garantire il benessere animale durante il cruciale viaggio dal produttore all’allevatore, JAS ha recentemente aperto due nuove sale all’avanguardia all’interno del suo London Heathrow Warehouse Holding Facility. Questi spazi specializzati servono come alloggio temporaneo per i pulcini prima della loro partenza. Il team di veterinari di Aviagen ha lavorato fianco a fianco con JAS per progettare meticolosamente le nuove stanze all’aeroporto di Heathrow pensando al benessere degli animali. Ogni stanza è dotata di pannelli con comandi digitali, appositamente calibrati per
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“L’inaugurazione di queste sale di permanenza avanzate – ha spiegato Diane Hartjes, Aviagen’s Global Director, Export, Logistics, and Trade Compliance – evidenzia l’impegno condiviso di Aviagen e JAS per far progredire costantemente il benessere degli pulcini, ma anche per garantire agli allevatori di tutto il mondo la fornitura di riproduttori robusti, migliorando la loro capacità di sfamare il mondo con una carne nutriente, versatile e sostenibile. Il duraturo rapporto ventennale tra Aviagen e JAS sottolinea un impegno continuo per la trasparenza, la comunicazione e l’impegno con i nostri esportatori e tutti i membri della catena produttiva avicola.” “La creazione di queste due stanze è un’altra pietra miliare nel rapporto di collaborazione tra Aviagen e JAS Worldwide”, ha dichiarato Carlo Rebuffi, JAS Worldwide’s Live Animal Manager e Aviagen Global Account Manager. “Ci sforziamo costantemente di avvicinarci alla perfezione nella gestione di questo carico così prezioso e sensibile. Il nostro obiettivo è fare sì che Aviagen faccia arrivare i pulcini a destinazione in modo sicuro; siamo orgogliosi di contribuire a nutrire il mondo.”
- le aziende informano -
LE AZIENDE INFORMANO
ADM rafforza il brand nel settore della nutrizione animale Il Team di ADM Animal Nutrition Italy ha annunciato che ADM sta rafforzando il proprio brand nel settore della nutrizione animale: questo permetterà ai propri clienti di beneficiare di una comprovata esperienza di mercato, con un portafoglio prodotti in grado di soddisfare tutte le esigenze.
di micotossine T5X); l’ultima categoria di prodotti che vedrà questo importante cambiamento sarà la linea nutrizionale, prodotta nei vari stabilimenti del gruppo. Lo scopo di questa strategia è quello di offrire ai propri clienti un portafoglio prodotti corposo e soprattutto chiaramente identificato e identificabile, consolidando ulteriormente i punti di forza del gruppo: • innovazione basata sulla ricerca scientifica, • profonda conoscenza dei consumatori e delle loro aspettative future, • presenza globale con siti di produzione, hub di stoccaggio e centri di ricerca in tutto il mondo, • attività nel mercato della nutrizione umana e animale da 120 anni, • esperienza a 360° al servizio di tutte le specie animali da reddito e da affezione, • pratiche sostenibili e integrazione verticale. In virtù di ciò, alcuni marchi principali quali Pancosma e Wisium verranno progressivamente traslati in ADM. Le formule dei prodotti, la loro origine e qualità rimarranno invariati.
In linea con questo cambiamento, ADM ha reso noto che il marchio ADM sarà sempre più presente nelle comunicazioni ufficiali della società, dalle campagne di marketing al materiale pubblicitario, quali brochure e cataloghi, e in numerose altre aree nelle quali viene abitualmente utilizzato il marchio. Anche i prodotti inviati saranno imballati in sacchi ADM e come tali verranno etichettati. Alcune di queste referenze sono già sul mercato a marchio ADM (concentrato proteico di soia, Citristim), altri sono proprio ora in fase di passaggio (come la linea di captanti
“Con lo sguardo sempre rivolto al futuro – si legge nella nota rilasciata dal Team di ADM Animal Nutrition Italy Srl – il nostro obiettivo primario è quello di consolidare le nostre relazioni commerciali, con i nostri clienti, i nostri fornitori e tutti i nostri partners. Per ogni ulteriore informazione, i tuoi referenti tecnici e commerciali sono a disposizione.”
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REPORTAGE
Luigi Montella, medico veterinario
Problemi legati alle infestazioni parassitarie in avicoltura Nel corso del XXII Congresso mondiale della World Veterinary Poultry Association, che si è tenuto a Verona dal 4 all’8 settembre, si è parlato anche del problema delle parassitosi in avicoltura. Sul tema è intervenuto il prof.Michael Hess dell’Università di Vienna.
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- reportage -
REPORTAGE
Michael Hess, professore presso il Dipartimento per gli animali da allevamento e di sanità pubblica veterinaria dell’Università di medicina veterinaria di Vienna, ha introdotto il tema dei parassiti in avicoltura con una relazione di grande interesse dal titolo “Attuali sfide legate alle malattie parassitarie nei vari sistemi produttivi avicoli”. Come ha spiegato il prof. Hess, le infestazioni parassitarie purtroppo rappresentano un problema grave ed estremamente attuale per gli allevamenti avicoli moderni.
Ectoparassiti Tra gli ectoparassiti il più frequente in Europa è il Dermanissus Gallinae, mentre in Asia è l’Ornithonyssus a rappresentare il problema maggiore. Sulla sopravvivenza di questi parassiti, in assenza degli ospiti che li nutrono, incidono molto le condizioni di temperatura e umidità, ma anche la possibilità di trovare rifugio e protezione in luoghi nascosti. Le conseguenze delle infestazioni di parassiti possono essere anche gravi: il costante prurito che induce gli avicoli a grattarsi con il becco, infatti, causa lesioni cutanee che non solo compromettono il benessere dell’animale provocando anemia, ma possono indurre a episodi di cannibalismo, aumentando di conseguenza il tasso di mortalità del gruppo. Il Dermanissus Gallinae è inoltre spesso vettore di altri patogeni e ciò rappresenta un problema non solo per gli animali, ma anche per le persone che lavorano a stretto contatto con essi. È un rischio che viene spesso trascurato, soprattutto nei rurali, dove le pratiche di biosicurezza possono essere quasi inesistenti.
Endoparassiti Gli endoparassiti vengono differenziati separandoli tra protozoi ed elminti; questi ultimi includono trematodi, cestodi e nematodi. Eimeria spp. a livello mondiale è il protozoo principale negli avicoli: studiato da oltre cento anni, non ha ancora smesso di colpire le produzioni avicole. Nelle zone in cui si registra un aumento della produzione, come sta per esempio accadendo in Africa, si verificano recrudescenze della malattia: per questo motivo l’Eimeria va sempre considerata quale patogeno endemico e va pertanto monitorata e prevenuta. La coccidiosi è una patologia importante, ma è stata poco studiata nei tacchini. Su di essa ha una notevole influenza il clima (che incide sulla sporulazione delle oocisti) ed è frequente che aumenti in zone caratterizzate da periodi di pioggia prolungati, come Asia e Africa.
Per quanto riguarda l’uso di acaricidi, il prof. Hess ha fatto notare come in Europa il limite al loro utilizzo sia notevole: gli allevatori sono quindi costretti a usare prodotti alternativi, in particolar modo negli allevamenti biologici. Il rischio di sviluppo di resistenze verso le molecole, accompagnato da tali limitazioni, rende di fatto l’eradicazione del problema praticamente impossibile.
Le regole di biosicurezza consentono di tenerla sotto controllo; naturalmente gli allevamenti in gabbia sono assai meno colpiti di quelli a terra. Una volta che i parassiti sono entrati nel capannone, il loro sviluppo è favorito dall’alta densità, dalla lettiera bagnata e dalla cattiva ventilazione, mentre alti livelli di ammoniaca impediscono la sporulazione delle oocisti. La prevenzione e il controllo della coccidiosi vengono realizzate tramite farmaci e vaccinazioni e, di recente, anche altri interventi quali l’uso di prebiotici, probiotici, olii essenziali, acidi organici, enzimi e peptidi, utili per migliorare la risposta dell’ospite. Tali sostanze, ha fatto notare il prof. Hess, hanno un effetto assai ampio sulla fisiologia intestinale e sono necessari maggiori approfondimenti per capirne i meccanismi. È noto invece che una combinazione tra coccidiostatici e vaccinazione può portare benefici, per dare maggiore effetto a determinati principi attivi farmacologici. In alcuni Paesi si discute circa l’eliminazione degli ionofori, onde vietare qualsiasi molecola nel mangime, ma questa decisione non considera le possibili conseguenze negative sulla produzione.
Oltre alla presenza di acari, in ambienti non sottoposti a rigidi controlli di biosicurezza molto spesso si riscontra la presenza anche di pulci e pidocchi. Questi ultimi si trovano frequentemente in alcuni Paesi africani, dove sembrano essere gli ectoparassiti principali, e anche in Brasile, a causa della loro ampia diffusione e per le maggiori densità di accasamento, sono considerati fattori di rischio.
Il secondo principale parassita protozoario è l’Histomonas meleagridis (HM) che colpisce polli, tacchini e anche selvatici. Nonostante H. gallinarum sia il suo vettore più frequente, di rado si trova nei tacchini malati, mentre è presente nei polli: per questo motivo è consigliabile allevare separatamente polli e tacchini. Histomonas e H. gallinarum vengono facilmente diffusi dai lombrichi,
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REPORTAGE
in questo campo è ancora limitata e il prof. Hess ha auspicato che sul tema vengano fatte nuove ricerche. Ascaridia galli, Heterakis gallinarum e Capillaria spp. sono i principali nematodi nel pollo. Uno dei problemi maggiori dei nematodi è che non sono ospite-specifici e colpiscono quindi svariate specie. A differenza delle infezioni protozoarie, le elmintiasi colpiscono prevalentemente i soggetti vecchi in tutti i sistemi produttivi e ovviamente, come ripetuto per tutte le parassitosi, sono più frequenti laddove le regole di biosicurezza non sono applicate nonché nelle tipologie di allevamento alternative, specialmente nelle produzioni free range. Nel caso di Ascaridia galli i sintomi dell’infestazione sono vari e caratterizzati soprattutto da perdita di peso, maggiore mortalità, diarrea e peggiori risposte immunitarie, che favoriscono l’insorgere di altre infezioni. Heterakis gallinarum invece è il vettore principale di Histomonas meleagridis e la sua importanza nel pollo sta crescendo. Anche Capillaria è frequentemente rilevata nel corso dei monitoraggi, specialmente nelle ovaiole all’aperto, con incidenze in alcuni Paesi tra il 35 e il 40%. I cestodi si trovano anche negli avicoli rurali, ma pare che alcune linee genetiche siano meno suscettibili a esserne colpite. mentre sembra che gli insetti non abbiano un ruolo importante come vettori della malattia. Perciò rappresentano un fattore di rischio non solo l’allevamento all’aperto, ma anche bassi livelli di igiene, diarrea, lettiera bagnata e condivisione dello spazio all’aperto di polli e tacchini. Studi recenti inoltre hanno ipotizzato che l’acidificazione dell’acqua di bevanda con acidi organici peggiori le lesioni a livello ciecale. A lungo i polli sono stati considerati semplici reservoir della malattia, senza conseguenze cliniche, ma negli ultimi anni il quadro è cambiato ed è stata notata una maggiore mortalità, insieme a calo della deposizione nelle ovaiole allevate all’aperto. Non è chiara l’evidenza della sierologia nei polli all’aperto (anche se le discrepanze possono derivare da diverse metodiche di ELISA utilizzate), così come anche la stagionalità della malattia è poco chiara: in alcuni Paesi si manifesta indipendentemente dalla stagione, mentre in altri è estiva, indipendentemente dal sistema di produzione dell’allevamento colpito. Il divieto dell’uso di farmaci, quindi di trattamenti specifici verso l’istomoniasi, ne ha favorito la riemersione in polli e tacchini. Nonostante le gravi conseguenze sul benessere animale e l’impatto economico di cui è causa, la ricerca
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Nei tacchini svolge un ruolo particolare A. dissimilis, che agisce negativamente sulla conversione e sulla produttività. Le infestazioni da vermi hanno conseguenze poco chiare sulla salute del pollo e sono spesso influenzate da co-infezioni, frequenti nei soggetti più maturi. Piuttosto che sintomi clinici riferibili ai nematodi, queste infestazioni spesso influiscono sul consumo di mangime, il comportamento e il metabolismo, con conseguenze sull’energia metabolizzabile. Anche la densità di allevamento è un fattore che incide sulla diffusione, nonostante sia difficile valutare tale affermazione in condizioni sperimentali per il numero limitato di soggetti utilizzati in tali prove. Infine, incidono sulle infestazioni da vermi anche alcune pratiche gestionali, quali la lettiera profonda o la rotazione delle aree di pascolo all’aperto. Dal punto di vista scientifico, Michael Hess ha sottolineato come per valutare l’impatto di certi tipi di produzione o della gestione, le tecniche per misurare la carica di vermi sono importanti, ma il sistema di rilevamento va monitorato costantemente. A parere del professore è ancora valida la flottazione in fase post mortem, come pure la conta dei vermi nel lume è in grado di dare un quadro più preciso ed è altresì utile la quantificazione delle uova di
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REPORTAGE
parassiti escrete, specialmente se se ne valuta la sensibilità antielmintica. I risultati devono tenere conto anche della diversa fecondità delle femmine dei vermi, su cui incidono vari fattori, come la densità. La tecnica McMaster è ampiamente usata e facile per quantificare le uova di parassiti più sensibili alla diversa soluzione di zucchero usata per la flottazione, mentre per i cestodi la flottazione è poco utile, ed è meglio affidarsi alla rilevazione della presenza del parassita nei soggetti morti, anche perché spesso non è possibile sacrificare soggetti vivi. In qualsiasi caso, l’autopsia rimane sempre un esame valido. Recenti meta-analisi e studi sulle infestazioni elmintiche nei polli hanno notato prevalenze che variano dal 4 al 100%. Nei Paesi in via di sviluppo il principale fattore è la presenza massiccia di gruppi rurali, anche se l’industrializzazione della produzione ne sta diminuendo l’impatto. Nei Paesi europei si assiste invece al fenomeno contrario, con un aumento delle produzioni alternative e all’aperto: qui la prevalenza aumenta da zero - nelle pollastre allevate all’interno del capannone - fino a livelli alti, quando vengono allevate in sistemi alternativi. Tale fenomeno si verifica specialmente per A. Galli e H. gallinarum, mentre non è stato notato per i cestodi. Il ciclo complesso dei trematodi, con ospiti intermedi e la necessità di laghi per la schiusa delle uova di parassiti, spiega perché essi siano prevalenti nei selvatici acquatici. Per tale ragione, Prosthogoonimus viene rilevato davvero in rari casi nell’ovidutto della gallina e comunque in allevamenti rurali. Come terapia sono ampiamente utilizzati i benzimidazoli, anche se negli allevamenti all’aperto sono frequenti le reinfezioni. La relazione del prof. Hess si è conclusa con un invito a considerare il tema della biosicurezza quale procedura essenziale nel prevenire le infestazioni da parassiti, in particolar modo degli endoparassiti, che vengono trasmessi tramite le feci. La pulizia, che prevede la completa rimozione delle feci e di tutte le tipologie di sporco, e il rispetto di alcuni parametri nelle procedure di disinfezione (quali temperatura, tempo e concentrazione) sono fondamentali. Non bisogna dimenticare, infine, neanche gli ospiti intermedi, poiché costituiscono un rischio costante per l’introduzione dei patogeni. Per questi motivi il controllo dei parassiti richiede la valutazione della biologia dell’organismo specifico e dell’ambiente in cui si trova, onde utilizzare un approccio integrato.
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INTERVISTA
Ovostella sceglie i silos in vetroresina di Eurosilos Sirp La società agricola Ovostella di Ghedi (BS) è una storica utilizzatrice dei silos in vetroresina di Eurosilos Sirp. Abbiamo intervistato il titolare, Domenico Varini, per capire i motivi di questa scelta e i vantaggi che offre il prodotto.
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Domenico Varini è titolare, insieme a Monica Varini, della società agricola Ovostella di Ghedi, in provincia di Brescia. L’azienda opera nel settore avicolo, in particolare nell’allevamento di galline ovaiole, ed è nata nel 1976 a opera di Bruno e Luigi Varini. “Negli anni si sono susseguiti diversi momenti di cambiamento – ci spiega il titolare – ma un evento in particolare, la grande nevicata del 1985, ha reso necessaria la ricostruzione di diverse strutture
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INTERVISTA
delli Monolitici. Visitando la fiera VIV Europe 2018, a Utrecht, allo stand di Eurosilos Sirp ci siamo avvicinati per la prima volta al Millennium Europeo (MEP). La struttura, composta da due segmenti imbullonati orizzontalmente, ha ottime caratteristiche in termini di solidità e robustezza, che ci hanno convinto a testare questa soluzione innovativa per lo stoccaggio del nostro mangime. Abbiamo così colto l’occasione del rinnovamento degli impianti, nel percorso verso l’allevamento a terra, per passare ai silos Millennium. Da tre anni integriamo al sistema automatico quotidiano di distribuzione e trasporto del mangime con coclee a catena 4 silos MEP da 22 mc. In fase progettuale abbiamo particolarmente apprezzato la flessibilità dei nuovi silos e il supporto tecnico ricevuto dallo staff di Eurosilos Sirp, che ci hanno consentito di adattare, con alcuni accorgimenti tecnici, i pozzetti di estrazione già presenti.” Quali sono le modalità di utilizzo e i vantaggi dei prodotti Eurosilos Sirp?
gravemente danneggiate. È stata un’occasione per ripartire con innovazione e nuove progettualità. Un’altra pietra miliare nella storia della nostra azienda è stato il 2013, anno in cui abbiamo investito nel rinnovamento con tecnologie Valli di tutti gli impianti aziendali, per adeguarci alla normativa sul benessere animale. Nel 2020 infine abbiamo implementato l’allevamento a terra. Oggi io e mia cugina Monica alleviamo
circa 68.000 galline ovaiole rosse, per il consumo del prodotto fresco, dei quali due terzi con allevamento a terra.” Da quanto tempo utilizzate silos in vetroresina? “Siamo utilizzatori storici di silos in vetroresina: ne riconosciamo le eccellenti proprietà fisiche e meccaniche e, fino al 2020, installavamo mo-
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“La dieta delle galline di Ovostella prevede mangime sfarinato – prosegue Varini – salvo rare occasioni nelle quali, per motivi di salute degli animali, si può passare a razioni con sostanze sbriciolate. Abbiamo fatto la scelta di assegnare a ogni gruppo del nostro allevamento due silos: così riusciamo a mantenerne sempre uno vuoto e uno pieno da alternare nel carico del mangime, che avviene due volte a settimana dall’alto con camion cisterna. La frequenza di alimentazione varia a seconda del numero di animali per ogni gruppo e va dalle 4 alle 5 mandate giornaliere. Sul fronte manutenzione, i modelli
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INTERVISTA
borazione nel segno dell’innovazione. Senza dimenticare, naturalmente, l’importanza della relazione umana e della disponibilità del personale di Eurosilos Sirp.”
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Le caratteristiche del Silos Millennium Europeo - MEP Silos di nuova generazione, il modello Millennium Europeo (MEP) è un silos imbullonato orizzontale con due parti (una cilindrica superiore e una conica inferiore) dotate entrambe di giuntura esterna, che permette di unirle senza forare direttamente le pareti. Non necessita trattamento di paraffinatura interna, in quanto l’interno è perfettamente liscio.
MEP sono pratici e funzionali, fermi restando gli adempimenti previsti dalla normativa, compresi il lavaggio a fine ciclo e il controllo periodico dei bulloni. Siamo anche facilitati in tal senso dall’alternanza dei due silos nel carico: ne rimane sempre uno vuoto, che può godere di un maggiore periodo di arieggiamento.” “Un altro vantaggio dei MEP - ci spiega Domenico Varini – per noi è la trasparenza, che ci consente di capire immediatamente il livello della giacenza di mangime all’interno di ogni silos: cosa non da poco in termini di programmazione aziendale, sebbene la tecnologia abbia raggiunto livelli evoluti. In ultimo, la robustezza di queste soluzioni impiantistiche ci lascia tranquilli a fronte dei frequenti eventi atmosferici estremi che colpiscono i nostri territori. Lo considero, insomma, un investimento a lungo termine per l’efficacia e la sicurezza del nostro lavoro quotidiano.”
È certificato secondo gli standard europei. Può essere consegnato già assemblato (per una richiesta di piccole unità) oppure smontato con consegna su camion. La gamma di silos MEP di Eurosilos Sirp va da 5 mc a 53 mc ed è stata recentemente riprogettata per migliorare ulteriormente le caratteristiche tecniche e massimizzare i vantaggi per gli allevatori. Eurosilos Sirp offre consulenza a 360 gradi, nonché una progettazione e realizzazione su misura anche del sistema di trasporto a coclea rigida o flessibile, in combinazione con un'ampia gamma di accessori.
I motivi della scelta della vetroresina Le molteplici proprietà fisico-meccaniche di cui gode la vetroresina ne fanno un materiale composito unico nel suo genere e più performante rispetto ad altri, come ad esempio l’acciaio. In particolare: •
la sua resistenza agli agenti atmosferici la rende un materiale più resistente alla corrosione rispetto ai metalli, garantendone quindi la longevità;
•
la vetroresina possiede un elevato rapporto fra resistenza meccanica e peso, di conseguenza a parità di peso è più resistente di un manufatto in acciaio;
•
la leggerezza: il peso ridotto, accompagnato dalle eccezionali caratteristiche meccaniche, rende i prodotti in vetroresina di facile movimentazione.
Per quale motivo avete scelto Eurosilos Sirp? “La scelta è stata fatta in virtù di una storicità nei rapporti, consolidata negli anni con il fondatore di Eurosilos Sirp, Mario Telefri, e proseguita con l’attuale dirigenza e con i referenti tecnici e commerciali dell’azienda. Le caratteristiche tecniche dei silos Millennium, presentateci durante l’incontro a VIV Europe, ci hanno particolarmente colpito e abbiamo scelto di confermare questa colla-
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INTERVISTA
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DOSSIER
Via libera all’utilizzo di insetti vivi per l’alimentazione degli avicoli La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha aggiornato le disposizioni del 2017 al mutato contesto produttivo, che guarda agli insetti “come una fonte proteica di elevato valore biologico, alternativa alle altre proteine di origine animale nei mangimi”. di stato ammesso, restringendolo però alle sole specie per cui è già ammesso l’utilizzo delle PAT, ovvero pollame, suini e pesci di acquacoltura, che sono anche le specie di animali per cui vi è maggiore interesse nella ricerca di fonti proteiche alternative. In particolare, le nuove indicazioni della Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari si estendono agli insetti vivi (uovo, larva, crisalide/pupa, adulto) e trasformati (disidratati, essiccati, congelati, surgelati, ecc.) con particolare riguardo agli animali produttori di alimenti. Per quanto riguarda le specie di insetti utilizzabili vivi per l’alimentazione dei suddetti animali da allevamento, dal punto di vista sanitario si è ritenuto di ammettere esclusivamente queste specie: Tenendo conto dell’interesse sempre maggiore per l’uso di insetti vivi nell’alimentazione animale e dell’apertura al loro utilizzo nell’alimentazione umana, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha recentemente aggiornato le disposizioni che riguardavano l’uso di Proteine Animali Trasformate (PAT) di insetto per animali da allevamento, nonché di insetti vivi o trattati per animali non produttori di alimenti, al fine di renderle più
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coerenti con la normativa in vigore e con il contesto produttivo attuale. Questa tipologia di allevamento ha acquistato importanza nell’ambito dell’economia circolare e della riduzione degli sprechi, per cui oggi gli insetti sono considerati una fonte proteica di elevato valore biologico, alternativa alle altre proteine di origine animale nei mangimi. L’uso di insetti vivi nell’alimentazione di animali da allevamento è quin-
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• mosca soldato nera (Hermetia illucens) • mosca comune (Musca domestica) • tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor) • alfitobio (Alphitobius diaperinus) • grillo domestico (Acheta domesticus) • grillo tropicale (Gryllodes sigillatus) • grillo silente (Gryllus assimilis) • baco da seta (Bombyx mori).
DOSSIER
Insetti vivi come materie prime per mangimi L’utilizzo di insetti vivi nell’alimentazione degli animali da allevamento contribuisce all’apporto di proteine nobili prodotte con un basso impatto ambientale e un minor utilizzo di acqua. Ad oggi, secondo la nota della Direzione Generale, ci sono sufficienti evidenze scientifiche per affermare che le larve vive possono essere considerate un componente sicuro da introdurre nei mangimi (Sverguzova et al., 2021; Tahamtani et al., 2021; Ipema et al., 2021). Inoltre, l’utilizzo della larva viva ha effetti diretti positivi sul benessere animale e può essere considerato un arricchimento ambientale (Star et al., 2020; Oddon et al., 2020), poiché di fatto stimola i comportamenti naturali, riducendo così lo stress e i comportamenti aggressivi verso gli altri individui della stessa specie.
struzione di intere aggregazioni e che possono costituire un pericolo per i vertebrati, uomo compreso, in quanto veicoli di agenti patogeni, sono state approntate regole di controllo sanitario molto precise. La nota ministeriale che riguarda l’allevamento di insetti si è espressa in particolare sulla realizzazione degli stabilimenti e sulle procedure di registrazione, sulla gestione degli animali (con particolare attenzione alla pulizia e alla preparazione e gestione del substrato utilizzato per gli insetti, sottoposto a rigidi requisiti igienico-sanitari, di etichettatura e immissione in commercio), sulle modalità di raccolta e di trasporto, sulla necessità di un’accurata formazione del personale per il mantenimento delle norme di biosicurezza, nonché sul controllo da parte delle autorità competenti. Fonte: Ministero della Salute, Direzione Generale della Sanità Animale e dei farmaci veterinari
Misure di controllo sanitario In considerazione del fatto che gli insetti sono soggetti a patologie specifiche, che possono determinare la di-
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Risparmia in media 6 grammi di mangime per animale, al giorno, con l’unità ECO! L’unità ECO è una soluzione intelligente per gli allevatori di galline ovaiole che consente di ottenere una ventilazione minima ottimizzando il consumo di mangime e la produzione di uova grazie a migliori condizioni interne. Questo investimento innovativo garantisce un risparmio sui costi, un migliore benessere dei volatili e una maggiore redditività per il futuro dell’allevamento.
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MARKETING
Il divieto delle gabbie convenzionali e i suoi effetti sull’industria spagnola delle uova
Hans-Wilhelm Windhorst Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
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Fino al 2010 il 95% delle galline ovaiole spagnole era ancora allevato in gabbia. Il divieto di questo tipo di accasamento a partire dal 2012 ha avuto notevoli ripercussioni sulla quantità di ovaiole allevate, nonché sulla produzione e sul commercio di uova. In questo articolo viene analizzata la lenta ripresa dell’industria spagnola delle uova a partire da questo drastico intervento.
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2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Laying hens
[%]
[1,000]
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Alternative housing systems
Figura 1 – Sviluppo dell’inventario di galline ovaiole in Spagna tra il 2010 e il 2021; dati in migliaia di tonnellate (design: A.S. Kauer sulla base di MAPA 2022).
Impatto del divieto di allevamento in gabbia per le galline ovaiole Nonostante l’allevamento di galline ovaiole e la produzione di uova abbiano contribuito per meno del 5% al valore della produzione animale e abbiano aggiunto solo l’1,8% al valore creato dal comparto agricolo nel 2021, hanno comunque svolto un ruolo importante nell’alimentazione della popolazione spagnola e nel commercio estero di prodotti agricoli. Quando nel 2012 la direttiva UE 1999/74/CE è entrata in vigore, il divieto delle gabbie convenzionali ha avuto un impatto di vasta portata sull’industria spagnola delle uova. La Figura 1 mostra come la quantità di galline ovaiole allevate sia diminu-
ita di 8,2 milioni di capi tra il 2010 e il 2012 (17,7%). Negli anni successivi l’allevamento ha recuperato e ha raggiunto oltre 47 milioni di capi nel 2021. Tra il 2017 e il 2021 i sistemi di accasamento sono cambiati in modo considerevole: mentre le gabbie arricchite sono diminuite del 16,0%, i sistemi alternativi sono notevolmente aumentati, in particolare quelli a terra (Tabella 1). L’utilizzo di sistemi alternativi nell’allevamento di galline ovaiole è passato dal 12,2% del 2017 al 26,7% del 2021. I principali promotori di questo sviluppo dinamico sono stati i discount e, in misura minore, le catene di supermercati: Lidl ha smesso di vendere uova prodotte in gabbie arricchite nel 2018, mentre altri rivenditori di generi alimentari hanno seguito questa strada, anche se con
Tabella 1 – Sviluppo dell’inventario di galline ovaiole in Spagna tra il 2017 e il 2021 in base al sistema di accasamento; dati in migliaia di capi (fonte: MAPA 2022). Anno
Gabbie arricchite
A terra
Free-range
Biologico
Percentuale (%) sistemi alternativi
2017 2018 2019 2020 2021
41.047 35.886 35.154 36.559 34.481
2.823 4.102 5.834 6.128 7.565
2.532 3.203 4.187 3.765 4.282
332 392 625 678 741
12,2 17,7 23,2 22,4 26,7
Variazione (%)
-14,4
+168,0
+69,1
+123,2
-
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qualche esitazione. Vale la pena notare che, nonostante il rapido aumento, la quota di sistemi di accasamento alternativi è ancora molto inferiore alla media UE (27), che nel 2021 ha raggiunto il 55,1%. Il forte aumento dei sistemi a terra non è dovuto solo alla crescente domanda interna, ma anche alle esportazioni in rapido aumento verso i Paesi membri dell’UE, dove il consumo di uova provenienti da sistemi alternativi è in rapida espansione. In Spagna, invece, a differenza di diversi Paesi membri dell’Unione europea, i sistemi biologici sono ancora poco utilizzati (1,6%). La messa al bando delle gabbie convenzionali ha determinato anche una netta diminuzione degli allevamenti per la produzione di uova, calati da 1.446 a 1.175 tra il 2010 e il 2012. Negli anni successivi invece il numero di aziende è cresciuto notevolmente e con 1.446 ha raggiunto un nuovo massimo nel 2021: tale crescita è una conseguenza dei cambiamenti nei sistemi di accasamento. Nuove aziende con sistemi di allevamento all’aperto e biologici di dimensioni minori hanno iniziato la produzione, principalmente per il mercato interno. La drastica diminuzione del numero di galline ovaiole tra il 2010 e il 2012 e i cambiamenti nei sistemi di accasamento hanno portato a un modello spaziale di allevamento delle galline e produzione di uova modificato. Castilla La Mancha, Aragón e Comunidad Valenciana hanno guadagnato importanza, mentre tutte le altre province hanno perso quote. La Figura 2 mostra il contributo delle province agli inventari di galline ovaiole nel 2010 e nel 2021.
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MARKETING
2010 2,8% Totale: 46,6 mil. di galline 2,7% 3,5%
2021
2,4% Totale: 47,1 mil. di galline 2,5% 2,8%
7,2%
Castiglia-La Mancia Castiglia e León 4,5% Aragona Comunità Vale. 5,4% Catalogna Galizia Andalusia 8,2% Canarie Paesi Baschi Estremadura 9,3% Altri
24,6%
6,7% 6,0%
18,5%
10,3% 8,6%
Impatto sulla produzione di uova
9,1%
8,5% 25,3%
16,7% 14,4%
Figura 2 – Diffusione nelle province spagnole di allevamenti di galline ovaiole tra il 2010 e il 2021; dati in % (design: A.S. Kauer sulla base di MAPA 2022).
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Figura 3 – Sviluppo della produzione di uova in Spagna tra il 2010 e il 2021; dati in milioni di uova (design: A.S. Kauer sulla base di MAPA 2022).
140
18 16,0 15,8
15,5
[%]
14,8 70
14,8
14,4
13,6 13,6
16 14,9 13,8 13,7 13,0
35
0
14
12
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Tasso di auto-sufficienza (%)
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Consumo pro capite (kg)
Figura 4 – Sviluppo del tasso di autosufficienza e del consumo pro capite di uova in Spagna tra il 2010 e il 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di MAPA 2022).
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Impatto sul commercio estero di uova
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[kg]
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Il forte calo degli allevamenti di galline ovaiole tra il 2010 e il 2012 ha comportato dunque un calo della produzione di uova da 13,3 miliardi a 11,4 miliardi (pari al 14,5%) e il precedente volume produttivo è stato nuovamente raggiunto soltanto nel 2017 (Figura 3). Da allora la produzione oscilla tra 13,1 e 13,9 miliardi di uova. Anche il tasso di autosufficienza ha oscillato notevolmente, come si può vedere dalla Figura 4: una notevole contrazione del consumo pro capite (da 16,0 kg nel 2016 a soli 13,0 kg nel 2021) ha portato a un grosso aumento del tasso di autosufficienza (arrivato al 134,9%) e, come verrà mostrato poco più avanti, anche a crescenti esportazioni di uova. L’epidemia di Covid-19 ha causato un calo della domanda interna a causa della chiusura di hotel e ristoranti e di un notevole declino del flusso di turisti.
La necessaria trasformazione dei sistemi di accasamento delle galline ovaiole non solo ha provocato un calo della produzione di uova, ma ha anche avuto un impatto sul commercio estero di uova e di ovoprodotti (Figura 5). Tra il 2010 e il 2012 il volume delle esportazioni è sceso da 144.287 a 116.784 tonnellate (quasi -20%). Gli Stati membri dell’UE in quegli anni hanno condiviso il 95% delle esportazioni complessive. Un’analisi più approfondita della Figura 5 mostra che l’export verso i Paesi membri dell’UE ha oscillato notevolmente tra il 2012 e il 2017,
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Le esportazioni hanno iniziato a crescere notevolmente a partire dal 2018 e con 283.663 tonnellate hanno raggiunto nel 2021 un primo massimo; i Paesi extraeuropei hanno condiviso il 18,9% del volume totale.
300.000
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2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 UE
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Figura 5 – Sviluppo delle esportazioni spagnole di uova verso Stati membri dell’UE e verso Paesi terzi tra il 2010 e il 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di MAPA 2022).
mentre hanno acquisito importanza i Paesi extraeuropei, che nel 2015 hanno raggiunto un volume di quasi 50.000 tonnellate. La quota dell’Unione europea del volume totale delle esportazioni nel 2016 è scesa al 79,7% e si è mantenuta al di sotto o intorno a questa cifra negli anni successivi.
Il rapido aumento dell’export verso i Paesi europei è strettamente legato alla pandemia della Covid-19, quando la domanda interna è notevolmente diminuita a causa dei lockdown e del conseguente crollo del settore turistico. Poiché la produzione di uova è rimasta stabile nonostante la minore domanda, l’eccedenza crescente ha dovuto essere esportata sia in altri Stati membri che in Paesi terzi. La Tabella 2 documenta il cambiamento dei contributi dei sei princi-
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MARKETING
pali Stati membri dell’UE destinatari delle esportazioni di uova nel 2018 e nel 2021. La loro quota nel volume complessivo delle esportazioni è scesa dal 61,7% al 52,5% nonostante una crescita di 46.413 tonnellate; ciò indica che i produttori spagnoli di uova hanno dovuto trovare nuovi mercati per le loro eccedenze. Una tendenza analoga si può osservare anche nell’andamento delle esportazioni verso i Paesi terzi (Tabella 3). Mentre i sei Paesi leader di destinazione hanno importato oltre 21.000 tonnellate in più nel 2021 rispetto al 2018, la loro quota è scesa dal 72,9% a solo il 55,7%. La composizione della classifica non è cambiata negli anni presi in considerazione: la Francia, l’Italia e il Portogallo sono rimasti al vertice,
seguiti dai Paesi Bassi e dalla Germania. Le importazioni di uova dai Paesi dell’UE hanno oscillato notevolmente tra le 31.000 tonnellate del 2010 e le 77.000 tonnellate del 2018, ma si sono mantenute su un livello elevato dal 2018 in poi, mentre le importazioni da Paesi terzi sono state trascurabili. Anche i prodotti a base di uova hanno acquisito importanza.
sistemi alternativi con gabbie arricchite, a terra, all’aperto e biologici. Le gabbie arricchite, che in un primo momento sono state le più scelte, hanno poi perso importanza, mentre i sistemi di allevamento a terra e all’aperto hanno preso sempre più piede, in parte spinti dalla decisione delle principali catene di vendita di generi alimentari di interrompere la vendita di uova prodotte in gabbia.
Sintesi e prospettive
La trasformazione dei sistemi di accasamento per alcuni anni ha comportato una forte riduzione nel numero di galline ovaiole e una diminuzione della produzione di uova. L’industria ha però recuperato più velocemente del previsto e ha persino superato i volumi di produzione precedenti. La pandemia di Covid-19 ha avuto effetti di vasta portata sul consumo pro capite di uova e sull’autosufficienza. La minore domanda interna ha costretto l’industria ad aumentare le sue esportazioni, poiché la produzione di uova è rimasta stabile. Nuovi mercati si sono sviluppati all’interno e all’esterno dell’UE.
La direttiva 1999/74/CE ha costretto nel 2012 l’industria spagnola delle uova a modificare il sistema di accasamento delle galline ovaiole. Mentre fino a quel momento erano le batterie in gabbia a fare la parte del leone con il 95%, dal 2012 gli allevatori hanno dovuto dare il via a
Tabella 2 – I sei Paesi UE leader di destinazione delle esportazioni di uova della Spagna tra il 2018 e il 2021; dati in tonnellate (fonte: MAPA 2022). 2018
2021
Paese
Export
Contributo (%)
Paese
Export
Contributo (%)
Francia Italia Portogallo Paesi Bassi Germania Regno Unito
52.541 21.228 18.053 13.693 4.102 3.699
28,6 11,6 9,8 7,5 2,2 2,0
Francia Portogallo Italia Paesi Bassi Germania Regno Unito
61.258 18.208 17.993 16.694 5.675 955
26,6 7,9 7,8 7,3 2,5 0,4
6 Paesi
113.316
61,7
6 Paesi
120.783
52,5
UE
183.693
100,0
UE
230.106
100,0
Tabella 3 – I sei Paesi terzi leader di destinazione delle esportazioni di uova della Spagna tra il 2018 e il 2021; dati in tonnellate (fonte: MAPA 2022). 2018
2021
Paese
Export
Contributo (%)
Israele Mauritania Filippine Russia Hong Kong Guinea Eq.
12.109 5.339 1.957 1.465 1.369 1.204
6 Paesi totale Non-UE
28
Paese
Export
Contributo (%)
37,6 16,6 6,1 4,6 4,3 3,7
Mauritania Regno Unito Israele Russia Guinea Eq. Filippine
12.052 5.687 4.826 3.168 2.921 1.201
22,5 10,6 9,0 5,9 5,5 2,2
23.443
72,9
6 Paesi
29.855
55,7
32.175
100,0
totale Non-UE
53.557
100,0
- marketing -
Bibliografia Agroberichten Buitenland (Ed.): Spain: The Spanish egg industry to invest €200 million in animal welfare. https://www.agroberichtenbuitenland.nl/actueel/nieuws/2019/08/06/ spanish-egg-industry. Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentación (MAPA), Dirección General de Producciones y Mercados Agrarios (Ed.): El sector de la avicultura de puesta en cifras. Madrid, Julio 2022. Windhorst, H.-W.: An insight into the Spanish poultry industry. Part 2 – Hen eggs. In: Zootecnica International 44 (2022), n. 6, p. 26-29.
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TECHNICAL COLUMN
Come caricare correttamente le incubatrici con uova provenienti da allevamenti diversi In teoria le incubatrici dovrebbero essere caricate con le uova di un unico gruppo che sono state tutte conservate per lo stesso periodo di tempo. Nei moderni incubatoi su larga scala, tuttavia, la mescolanza delle uova è spesso inevitabile. Questo articolo spiega come caricare le incubatrici con uova provenienti da allevamenti diversi e, allo stesso tempo, minimizzare le perdite nella schiusa e nell’uniformità dei pulcini.
Temperatura e sviluppo dell’embrione
Fien Vanlerberghe R&D Project Engineer, Petersime
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Le differenze di temperatura nell’incubatrice contribuiscono a determinare una finestra di schiusa più ampia e, di conseguenza, ne influenzano negativamente i risultati. Quando la temperatura del guscio è mantenuta a circa 37,8 °C (100 °F), gli embrioni si sviluppano alla velocità ideale, con una conseguente schiusa dei pulcini il 21esimo giorno. Se la temperatura si discosta da quella ideale, in-
- technical column -
fluenza il tasso di sviluppo embrionale e il momento della schiusa. Pertanto, se si mantiene la differenza tra le temperature più alte e quelle più basse all’interno dell’incubatrice più piccola possibile, è possibile ottenere una maggiore percentuale di pulcini sani e uniformi.
Ogni incubatrice è diversa Ogni azienda che produce incubatrici ha un proprio sistema di monitoraggio e rego-
TECHNICAL COLUMN
lazione del micro-ambiente intorno alle uova nelle sale di incubazione e nelle sale di schiusa. Tutto dipende dal layout e dal design della macchina in relazione ai modelli di riscaldamento e raffreddamento e alla dinamica del flusso d’aria. Nelle incubatrici Petersime è garantita una distribuzione ottimale del flusso d’aria a spirale (vedi Figura 1). La ventola di miscelazione centrale delle sale di incubazione e di schiusa assicura che il flusso d’aria sia lo stesso sul lato sinistro e destro della ventola. Ciò significa che le condizioni di raffreddamento, riscaldamento e ventilazione sono perfettamente speculari in ogni incubatrice.
Caricamento di uova provenienti da gruppi diversi La procedura ideale prevede che il personale carichi uova provenienti da un unico gruppo, che siano state conservate tutte per lo stesso periodo di tempo. Queste uova avranno suppergiù le stesse dimensioni e produrranno circa la stessa quantità di calore per lo stesso periodo nel-
Figura 1 – Incubatrice a stadio singolo Petersime con ventilatore centrale di miscelazione e distribuzione a spirale del flusso d’aria.
lo stesso momento. Tuttavia, se per riempire un setter non sono disponibili abbastanza uova provenienti dalla stessa fonte, sarà inevitabile procedere mescolando le uova. Per evitare che tale mix produca temperature irregolari all’interno della macchina e, di conseguenza, si traduca in una finestra di schiusa troppo ampia e in una scarsa uniformità dei pulcini, è importante utilizzare la tecnica del carico bilanciato per ottenere un’uniformità termica ottimale.
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TECHNICAL COLUMN
Carico termicamente bilanciato Il carico bilanciato consiste nel caricare l’incubatrice con un mix di uova di diversa provenienza, tenendo conto del loro livello di produzione di calore e del momento in cui tale calore viene prodotto, oltre che della distribuzione del flusso d’aria e della posizione degli elementi di raffreddamento all’interno del setter. Tre sono i fattori da considerare: la fertilità del gruppo, la sua età e il tempo di stoccaggio. Sulla base di questi fattori, possiamo enunciare tre regole pratiche generali: 1. Un insieme di uova provenienti da un gruppo ‘pregiato’ con elevata fertilità (tra le 30 e le 44 settimane di età) produrrà più calore di un insieme di uova prodotte da un gruppo con bassa fertilità. 2. Le uova grandi (provenienti da gruppi più vecchi) contengono tuorli con maggiore valore energetico, che provoca una maggiore crescita degli embrioni e un conseguente calore più elevato. 3. Le uova che sono state conservate per un periodo di tempo più lungo produrranno calore in un momento successivo rispetto alle uova che sono state conservate solo per un breve periodo. Tenendo conto di queste regole pratiche, si può quindi tracciare il seguente schema generale di carico del setter: • Posizione A - maggiore fertilità, gruppo più vecchio (uova grandi), tempo di conservazione più breve. • Posizione B - minore fertilità, gruppo più giovane (uova piccole), tempo di conservazione più lungo. • Posizione C - fertilità media, gruppo di età intermedia, tempo di stoccaggio medio. • Nota importante: i carrelli delle incubatrici equipaggiati con la tecnologia OvoScan™ di Petersime sono sempre caricati con uova con produzione di calore medio e sono posizionati vicino alla parete sinistra del setter (vedi Figura 2: i 3 sensori OvoScan™ si trovano nella posizione C a sinistra). Ci sono anche ulteriori elementi cui prestare attenzione: • generalmente si consiglia di non superare le 10 settimane di differenza tra le età dei gruppi, i 7 giorni di differenza nel tempo di stoccaggio e una differenza del 10% nel grado di fertilità; • non cominciare mai un ciclo di incubazione se la macchina non è a pieno carico. In tal caso eventuali misure adottate per quanto riguarda il carico bilanciato saranno inefficaci.
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• Seguendo queste linee guida si otterrà una distribuzione ottimale e bilanciata del calore delle uova all’interno del setter.
Trasferimento dall’incubatrice alla sala di schiusa Il carico della sala di schiusa comincia là dove finisce l’incubazione, ovvero al momento del trasferimento. Durante il processo di schiusa, gli embrioni subiscono le transizioni biologiche più critiche (pipping interno, pipping esterno, etc.), che richiedono condizioni ambientali molto specifiche. Caricando le sale di schiusa con uova il più possibile omogenee, ognuna può utilizzare un profilo di incubazione specifico in base alla produzione di calore delle uova che
Figura 2 – Modello corretto di carico del setter in base alle differenze di produzione del calore.
sono state messe all’interno e in base alle esigenze degli embrioni. Poiché ogni singola sala di schiusa dovrebbe idealmente essere caricata con uova uniformi, esse dovrebbero tutte provenire dalle stesse posizioni specifiche che sono state utilizzate per il carico bilanciato del setter. L’esempio seguente (vedi Figura 3) mostra come mettere in pratica questa teoria, prendendo come esempio il trasferimento da una sala di incubazione con 12 carrelli a una sala di schiusa con 4 carrelli ciascuna: • Sala di schiusa 1: tutte le uova con produzione di calore media (posizionate vicino al muro - 1a 1b 1c 1d) • Sala di schiusa 2: tutte le uova con produzione di calore bassa (posizionate al centro - 2a 2b 2c 2d)
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TECHNICAL COLUMN
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Figura 3 – Esempio di un corretto trasferimento da una sala di incubazione con 12 carrelli a una sala di schiusa con 4 carrelli ciascuna.
• Sala di schiusa 3: tutte le uova con produzione di calore elevata (posizionate vicino al ventilatore centrale - 3a 3b 3c 3d).
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Lo stesso principio si applica per configurare sale di incubazione e di schiusa con capacità differenti.
Equilibrio termico ottimale per risultati di schiusa ottimali Il successo dell’incubazione dipende da un bilancio termico ottimale e, come tale, dalla posizione dei carrelli all’interno delle sale. Mantenendo la differenza più bassa possibile tra le temperature più alte e più basse all’interno della macchina, si può ottenere la maggiore percentuale di pulcini sani con elevata uniformità. Petersime è lieta di aiutarvi a saperne di più sulle modalità ottimali di caricamento e di trasferimento. L’argomento è trattato nei nostri programmi di formazione avanzata. Offriamo anche il software di incubazione intelligente Eagle Trax™ per l’assistenza quotidiana nell’applicazione delle corrette procedure di carico e trasferimento per ogni singolo gruppo e per le diverse dimensioni e configurazioni della macchina. Non esitate a contattarci per ulteriori informazioni.
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VETERINARIA
Dermatite gangrenosa: un pericolo per il broiler La dermatite gangrenosa (DG) è stata riportata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1930. Anche se, per molti anni, la DG è stata classificata come una patologia sporadica, la prevalenza e la gravità di questa condizione sono aumentate negli ultimi due decenni negli U.S.A. e altrove. È una patologia che principalmente colpisce i broiler commerciali e i tacchini ed è responsabile di gravi perdite economiche nell’industria avicola mondiale. La dermatite gangrenosa è generalmente fatale, spesso entro le 24 ore. Frequentemente, quando si verifica un focolaio, gli allevatori riscontrano la compresenza di soggetti in salute e soggetti morti, ma solamente pochi soggetti debi-
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- veterinaria -
VETERINARIA
litati. La patologia spesso compare nei broiler a crescita veloce, tra le 4 e le 8 settimane di vita, anche se la DG è stata segnalata anche nei riproduttori broiler, nelle galline ovaiole e nei tacchini. Le perdite economiche sono importanti perché una parte sostanziale della mortalità si verifica in fase tardiva nel gruppo, quando gran parte del mangime è stato già consumato. Le perdite, in termini di mortalità, che vanno da 50 a 400 soggetti per capannone al giorno, non sono rare. La patologia è stata conosciuta con una varietà di nomi, inclusi edema maligno aviare, edema gassoso, dermatite necrotica, cellulite gangrenosa, ala blu e ala marcia.
Quali sono le cause della dermatite gangrenosa? Di solito è una ferita cutanea a mettere in moto il processo, seguito velocemente da un’infezione batterica secondaria con il Clostridium perfringens tipo A, Clostridium septicum o Staphylococcus aureus (da solo o in combi-
nazione). Questi batteri solitamente non sono in grado di penetrare la cute intatta: essi, per guadagnare l’ingresso nell’organismo, necessitano di un aiuto tramite una ferita o un graffio; in ogni caso, questi agenti infettivi possono essere ingeriti nel momento in cui soggetti in salute beccano delle carcasse di animali che sono deceduti a causa della patologia o se la lettiera e le feci erano contaminate da un grosso numero di organismi che hanno causato la patologia. Lo Staphylococcus aureus è spesso associato con forme di DG più lievi, mentre i casi sono generalmente molto più gravi e presentano una mortalità più alta quando l’agente eziologico è il Clostridium. Clark et al. (2008) hanno indicato che la DG, per potersi verificare e per colpire un grosso numero di animali, necessita generalmente di tre requisiti: • un qualche tipo di ferita o danno cutaneo; • organismi causanti la patologia (Clostridium o altre specie) presenti in numero sufficiente per causarla; • un qualche tipo di immunodepressione.
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VETERINARIA
L’immunodepressione può essere scatenata da una varietà di fattori infettivi presenti nell’ambiente del capannone, come il virus della bursite infettiva, il virus dell’anemia infettiva, il virus della malattia di Marek, i reovirus ecc., e fattori di natura ambientale quali le soluzioni di continuo della cute e la lettiera bagnata. Purtroppo, persino nelle aziende avicole ben gestite, non c’è possibilità di diminuire le fonti di danni cutanei potenziali: le unghie delle zampe dei broiler sono una fonte di numerosi tagli e graffi che gli animali ricevono durante il periodo di svezzamento. Gli allevatori dovrebbero monitorare i propri capannoni ed eliminare qualsiasi rischio potenzialmente lesivo per gli animali (spigoli acuminati lungo le pareti, unghie esposte a livello degli animali, scale lasciate nel capannone, ecc.). Ma è virtualmente impossibile rimuovere dal capannone tutti gli organismi causanti patologia. Clostridia e gli Staphylococci sono ubiquitari nell’ambiente del capannone e nell’intestino e sulla cute degli animali. Fortunatamente non è necessario rimuovere tutti gli organismi causanti patologia: dobbiamo solo mantenere i numeri di tali organismi al di sotto della soglia in cui gli animali sono più soggetti a essere colpiti. La presenza solitaria di organismi che causano patologie non sfocia automaticamente in una malattia o in focolai. Anche altri fattori contribuiscono probabilmente allo sviluppo della malattia clinica: i Clostridia sono estremamente resistenti e capaci di sopravvivere a condizioni ambientali estreme per lunghi periodi di tempo ed è pertanto insolito che vengano totalmente eliminati dall’ambiente del capannone. Inoltre, sono batteri sporigeni che, quando si accorgono che le condizioni ambientali diventano sfavorevoli, formano delle spore che aiutano la loro sopravvivenza fino a che le condizioni non migliorano. Le spore sono resistenti all’essiccamento, praticamente a ogni disinfettante, nonché al caldo e al freddo.
Cosa fare? Gli animali con un forte, o competente, sistema immunitario non sono generalmente colpiti dalla dermatite gangrenosa. Perciò è spesso riconosciuto che i fattori che risultano in effetti immunosoppressivi, come le patologie menzionate prima tra cui la bursite infettiva, l’epatite a corpi inclusi, i reovirus, l’anemia infettiva aviare, la malattia di Marek, etc., possono predisporre un gruppo a tale
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patologia. Inoltre, le micotossine (in particolare le aflatossine) nel mangime possono causare immunodepressione, così come animali soggetti a condizioni stressanti come sovraffollamento, stress da calore o condizioni di lettiera bagnata. Fattori di stress supplementari come la coccidiosi, le carenze nutrizionali, condizioni ambientali estreme e problemi legati alla gestione possono anch’essi sopprimere il sistema immunitario, portando a un aumento del rischio della DG. È comune, inoltre, per le aziende che hanno avuto casi di DG, avere successivi ripetuti focolai fintanto che non vengano adottate opportune misure correttive. Questo succede spesso perché c’è un grande numero di Clostridia presenti nella lettiera, capaci di superare in eccesso la soglia che gli animali possono gestire, sopraffacendo il sistema immunitario. Le azioni correttive possono assumere diverse forme. Uno svuotamento completo e la disinfezione del capannone sono solitamente la scelta migliore per ridurre il numero di batteri e spore dopo un focolaio; in ogni caso, persino una pulizia completa può non eliminare completamente il problema dalle aziende che storicamente hanno un problema di DG. Inoltre, una pulizia completa non è sempre la migliore opzione: tempi di vuoto biologico più corti tra i gruppi, disponibilità e costo di nuovo materiale per la lettiera e tempo atmosferico sfavorevole possono infatti ostacolare una pulizia completa. Come alternativa ci sono diversi report sul campo che indicano differenti gradi di successo con l’utilizzo di vari sistemi di trattamento della lettiera, che ne causano una drammatica riduzione del pH e che possono diminuire la crescita microbica. Bisolfato di sodio, solfato di alluminio, sale e altri prodotti sono stati utilizzati per ridurre la comparsa della patologia. L’andanatura (ovvero l’impilamento in file seriali della lettiera, che poi viene polverizzata e talvolta rigenerata tramite macchine fresatrici, N.d.R.) per compostare la lettiera tra i vari gruppi rappresenta un’alternativa alla completa rimozione della stessa per ridurne la carica totale dei patogeni. Bisogna ricordare che non è necessario uccidere tutti i patogeni: risulta importante ridurre il numero dei patogeni sotto la soglia critica, in modo che la conta totale dei patogeni non rappresenti un pericolo per il gruppo. Se eseguita correttamente, l’andanatura all’interno del capannone può eliminare la gran parte (non tutti) dei patogeni presenti nella lettiera, incluso il Clostridium. È importante fresare e compostare il prima possibile a partire dallo svuotamento del capannone dagli animali,
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VETERINARIA
senza aspettare 3 o 4 giorni per iniziare. Il processo si avvantaggia principalmente della generazione di calore per uccidere i microorganismi anche se l’esclusione competitiva (ovvero la sostituzione di microbi ‘cattivi’ con quelli ‘buoni’) e gli alti livelli di ammoniaca possono anch’essi contribuire alla riduzione dei patogeni. Questi ultimi crescono in maniera più efficace in un range di temperatura simile alla quella corporea dei loro ospiti; per il pollo, questa temperatura si attesta sui 105-107 °F (40-41 °C). Aumentando la temperatura di pochi gradi, il tasso di crescita dei patogeni viene inibito; pertanto alzare la temperatura di 20-30 °F oltre l’optimum può uccidere molti microorganismi. Se come obiettivo ci si prefigge una temperatura minima interna al cumulo di lettiera di 130-135 °F (54-57 °C), il calore generato è sufficiente per uccidere la maggior parte dei patogeni.
Cosa cercare La dermatite gangrenosa presenta lesioni caratteristiche che aiutano nella sua identificazione, una volta che si conoscono i segni da cercare. Spess comincia con delle piccole pustole sulla cute, che rapidamente progrediscono fino a coprire aree più vaste dell’animale. Spesso satturano l’attenzione quelle che appaiono come piccole aree sull’apice delle ali somiglianti a lesioni ulcera-
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Si ritiene inoltre che se la temperatura della lettiera aumenta in associazione al processo di compostaggio, il processo è abbastanza repentino da non permettere al Clostridium di formare spore per salvarsi. In ogni caso,
agire rapidamente con questo procedimento appena il gruppo ha lasciato il capannone è critico, perché determina il grado di umidità della lettiera. Se quest’ultima fosse troppo asciutta, il cumulo ottenuto dalla fresatura non riuscirebbe a scaldarsi; se l’umidità fosse inferiore al 30%, il cumulo avrebbe difficoltà a sviluppare la temperatura richiesta e, nonostante un’inibizione della crescita batterica, i patogeni non sarebbero distrutti; se l’umidità superasse il 60%, il cumulo risulterebbe troppo bagnato e non riuscirebbe a riscaldarsi.
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tive o petecchie: esse possono apparire inizialmente piccole, ma in genere sono colpite diverse aree dell’animale oltre l’ala. In ogni caso, l’apice dell’ala è facilmente visibile mentre si cammina in mezzo al gruppo e può essere un segno di allarme che qualcosa non va. Potete accorgervi delle lesioni alle ali prima che la mortalità del gruppo inizi ad aumentare. Se queste lesioni passassero inosservate, ci si accorgerebbe del crescente aumento di mortalità in concomitanza con la diffusione della patologia nel gruppo. Gli animali affetti da questa patologia non mostrano mai i segni clinici a lungo perché muoiono molto rapidamente, generalmente entro le 24 ore. Le lesioni cutanee possono apparire con una varietà di colori dallo scuro al rosso, fino al rosa o verde (Figure 1 e 2). Le lesioni compaiono principalmente su addome, petto, zampe e ali. Spesso si accumulano al di sotto della pelle gas o fluido gelatinoso, perciò la cute presenta frequentemente un effetto ‘spugnoso’, proprio a causa dell’accumulo di gas tra la cute e il tessuto muscolare. Quest’ultimo è anch’esso colpito e può apparire come un’area umida e informe nelle zone dove la cute si è deteriorata.
Figura 2
I polli colpiti da questa patologia non sopravvivono a lungo, ma possono causare notevoli danni prima della morte. Spesso una diagnosi abbastanza accurata può essere emessa dal rapido aumento della mortalità e dalle lesioni caratteristiche. Non è una situazione che si scorda facilmente quando si ha a che fare con un caso presente in allevamento: per questo motivo la seconda volta che compare (cosa che succede spesso fino a che il numero dei Clostridium nella lettiera è stato ridotto) si capisce rapidamente con cosa si ha a che fare. Bisogna fare attenzione, visto che la dermatite gangrenosa può passare da capannone a capannone, prendendo le opportune precauzioni e applicando i principi di biosi-
Note di prudenza per gli allevatori Figura 1- Lesioni cutanee da DG
Gli animali morti si decompongono in modo estremamente rapido: si possono raccogliere i soggetti deceduti nelle prime ore di una mattina, pensando di averli raccolti tutti, ma tornando poco dopo si scoprono numerosi altri soggetti morti che, dall’aspetto esterno, somigliano più a cadaveri di alcuni giorni prima, invece che di poche ore. È necessario dunque raccogliere i soggetti morti diverse volte durante il giorno, fintanto che il proprio allevamento è interessato da un focolaio di DG. I soggetti in salute che beccano quelli morti possono contrarre la patologia e gli animali vivi che presentano la patologia possono infettare i soggetti in salute con le proprie feci, le mangiatoie, etc.
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Non applicare nessun prodotto sulla lettiera o sul pavimento del capannone prima di aver consultato il proprio supervisore o manager di produzione e aver ricevuto il via libera dal proprio fornitore riguardo alla sicurezza di utilizzo del prodotto e della sua approvazione. Inoltre, l’allevatore dovrebbe leggere l’etichetta di ogni prodotto che utilizza per comprendere tutte le eventuali conseguenze di ogni prodotto che applica e di come quest’ultimo potrebbe influenzare la lettiera per un uso futuro.
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curezza. Se si verificasse un focolaio in un capannone, bisognerà lavorare in questa struttura per ultima e con vestiario dedicato, in modo da prevenire l’ingresso del patogeno negli altri capannoni. Gli allevatori dovrebbero monitorare in maniera accurata la giacenza di mangime: è meglio non rimanere senza. Se la fornitura di mangime tende a esaurirsi, bisognerebbe contattare il proprio supervisore o il mangimificio per assicurarsi di essere in lista per il prossimo rifornimento, il prima possibile. L’attività dei polli aumenta notevolmente quando un animale affamato riceve il mangime, con un conseguente aumento del numero di graffi, tagli e ferite cutanee. Inoltre, è necessario assicurarsi che siano predisposte e posizionate le reti per prevenire il sovraffollamento in alcuni quadranti del capannone, situazione che può portare a un aumento delle lesioni cutanee e a un rischio maggiore di DG. Per lo stesso motivo, bisognerebbe anche evitare rumori forti o qualsiasi attività che possa spaventare gli animali. Anche seguire un programma luminoso aiuta a tranquillizzare gli animali e a controllare il loro livello di attività: gruppi tranquilli mostreranno meno lesioni della cute rispetto a gruppi più nervosi e agitati. Qualsiasi metodo attuabile volto a ridurre lo stress e/o la possibilità di danni alla cute aiuta a ridurre il rischio di un focolaio di DG. Così come altri aspetti nella produzione del broiler, i fattori di gestione giocano un ruolo importante nella prevenzione e nel controllo della dermatite gangrenosa. Le segnalazioni di focolai arrivano più spesso durante l’e-
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state e l’autunno, rispetto alla primavera e all’inverno. La raccolta quotidiana dei morti è importante durante tutto l’anno, ma diventa critica specialmente durante la stagione calda: un soggetto morto può facilmente passare inosservato, ma è necessario fare del proprio meglio per non dimenticarne nessuno, di giorno in giorno. La raccolta dei morti, almeno su base giornaliera, è critica per la prevenzione della patologia. Condizioni problematiche dal punto di vista sanitario, cattive pratiche di gestione dell’allevamento e condizioni ambientali stressanti per gli animali (lettiera bagnata, umidità elevata, condizioni di sovraffollamento) possono predisporre il gruppo a questa patologia. Inoltre, le lettiere con un terreno a pH>6 oppure bagnate (umidità >60%) possono rappresentare un rischio maggiore di infezione da DG. Un alto livello di umidità nel capannone, risultato dell’utilizzo di impianti di raffrescamento durante le stagioni estiva e autunnale, può aumentare il contenuto d’umidità della lettiera, aumentando anche il rischio di DG.
Sintesi La dermatite gangrenosa è un problema sanitario molto serio per gli allevamenti di broiler, aumentato negli ultimi anni. La natura estremamente variabile della patologia può rendere difficoltoso determinare tutti i fattori che giocano un ruolo nella sua comparsa. La prevenzione dovrebbe essere l’obiettivo primario poiché la gestione di un focolaio di DG è stressante, laborioso, impegnativo dal punto di vista del tempo e costoso. Il Clostridium e altri organismi patogeni che causano la DG sono ubiquitari nell’ambiente del capannone avicolo, cosa che li rende difficilmente eliminabili. Fortunatamente l’eradicazione non è necessaria; basterebbe mantenere il numero di patogeni al di sotto della soglia entro cui gli animali sono in grado di resistergli per mantenerli in salute; è quando il numero dei patogeni sale al di sopra di tale soglia che si incominciano a vedere soggetti ammalati. Gli allevatori dovrebbero focalizzarsi sulle buone pratiche di gestione, sull’igiene dell’allevamento, su una buona lettiera e su condizioni ambientali del capannone ottimali per ridurre il rischio di DG nei gruppi. Per gentile concessione di University of Tennessee Institute of Agriculture and UT Extension Bibliografia disponibile su richiesta
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La corretta gestione dell’appendimento per mantenere rese e qualità
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Una volta che i polli, arrivati alla giusta età, giungono al macello, il personale deve preservare la loro integrità fisica e il loro potenziale economico. In questa fase gioca un ruolo fondamentale il ruolo dei responsabili dell’appendimento dei polli, che sono soggetti vivi assai sensibili.
Ing. Fabio G. Nunes Poultry Processing Consultant, Brasile fabio.g.nunes@hotmail.com “Il fallimento è il seme del successo” Kaoru Ishikawa (1915-1989)
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Nello sforzo quotidiano teso a salvaguardare l’integrità della materia prima, il personale deputato all’appendimento dei polli ha un ruolo essenziale, poiché il benessere degli animali influenza le performance e quindi l’andamento della macellazione. Tra gli aspetti prioritari, deve essere approntata un’area di lavoro pulita, bene illuminata, con una buona qualità dell’aria e che consenta al personale un lavoro ergonomico e in piena sicurezza; creare un gruppo di lavoratori che abbiano buoni rapporti interpersonali, si rispettino e collaborino favorisce la costruzione di un buon ambiente di lavoro e, di conseguenza, anche buone performance. In pratica: abbiate cura dei lavoratori e loro avranno cura degli animali. I broiler arrivano dall’allevamento in cassette di plastica e in contenitori. Le ceste di plastica e i
- trasformazione -
contenitori a cassetto proteggono l’integrità dei polli fino al momento in cui sono afferrati per venire sospesi e attaccati alla catena di macellazione. Altrimenti è utilizzato anche il sistema di scaricare centinaia di soggetti su un nastro trasportatore, con un salto di diverse decine di centimetri, ma tale modalità è causa di lesioni alle carcasse: alcuni studi indicano dall’1% di lesioni alle ali fino al 74%, nel caso di femmine. I mezzi e contenitori per il trasporto vanno manutenuti correttamente, scartando quelli danneggiati. Quando si appendono i polli, occorre tenere con gentilezza entrambe le zampe, afferrandoli per le anche e non per le zampe, mantenendo la presa tra il dito indice e il medio sull’articolazione fino al completo appendimento (Figura 2). I ganci non dovreb-
TRASFORMAZIONE
avicola, nonostante la disponibilità di altre tecnologie. L’interferenza dinamica di diverse variabili nella macellazione rende però difficile regolarlo. Non esiste una regola generale per gestire le pratiche di stordimento, le quali dipendono da ciascun Paese, anche se le problematiche sulle carcasse sono condivise universalmente.
Figura 1 – La pulizia dell’area influenza sia il benessere che le performance.
bero mai essere danneggiati, né devono esserci pezzi mancanti nella catena, poiché ciò influenza la linea e la velocità di appendimento; è importante regolare la catena costantemente, a seconda del peso del gruppo in macellazione, consentendo alla zampa di incastrarsi in maniera uniforme e facile fino in fondo al gancio. In tale modo si evita che il pollo senta dolore e si creino danni ai garretti, facilitando così anche le successive fasi di stordimento, scottatura, spiumatura e taglio del garretto, che potranno essere procedimenti uniformi ed efficaci.
Figura 2 – Una buona presa delle zampe protegge i garretti dalle lesioni.
La stazione di appendimento e la linea di stordimento dovrebbero idealmente essere prive di salite, discese e curve, che causano agitazione e sbattimento delle ali. Una superficie liscia di appoggio per il petto calma i polli mentre raggiungono lo storditore, prevenendo sbattimenti di ali e assicurando una postura uniforme prima dello stordimento. I polli vanno storditi prima della macellazione per la sicurezza della lavorazione, la qualità delle carcasse e il benessere animale; le macellazioni halal e kosher sono le uniche eccezioni a questa regola. Lo stordimento elettrico rimane il metodo più frequentemente usato nell’industria
Assicurarsi che lo stordimento non provochi lesioni richiede una certa attenzione, che comprende: mantenere i circuiti di stordimento ed elettrici sempre in buone condizioni; garantire accuratezza della strumentazione di controllo; assicurarsi che il gancio sia ben connesso alle zampe per avere una maggiore conduttività; mantenere l’acqua della vasca a livelli costanti; garantire che la barra delle guide (che costituisce il polo terra) abbia un contatto costante lungo tutto il bagno; rispettare il tempo ideale di immersione del pollo nella vasca, che dovrebbe essere di 7-10 secondi. Inoltre le dimensioni della barra e del bagno devono combaciare; l’altezza della vasca di stordimento va regolata all’altezza del gruppo macellato; è necessario evitare scosse elettriche che danno un pre-stordimento all’ingresso della vasca, controllando il comportamento all’uscita dello storditore. Polli ben storditi hanno il collo reciso, sia manualmente che automaticamente, non oltre 15 secondi dallo stordimento, onde evitare una ripresa di coscienza, che comporta sbattimento delle ali. Il taglio al collo deve recidere bene i vasi e non toccare la trachea o la colonna vertebrale, per evitare morti premature e cattivo dissanguamento, ma consentendo, al contempo, una facile scottatura e spiumatura. Per questo procedimento bisogna far lavorare solo personale ben formato ed è necessario utilizzare coltelli affilati per il dissanguamento manuale, che non deve durare oltre i 150 secondi, o ancora meno, per garantire un basso livello di rigor mortis nei soggetti che entrano nella scottatrice e una loro successiva scottatura dolce, con una spiumatura a basso impatto e che dia poche lesioni. Occorre altresì accertarsi che i polli non entrino nella scottattrice ancora vivi. In conclusione, l’area di appendimento prevede una manciata di operazioni; la sua importanza, però, in relazione alla materia prima introdotta è enorme, dato che qualsiasi danno risultante da un cattivo appendimento si riverbera sul resto della linea di lavorazione, influenzando non solo la qualità della carcassa, ma anche il prodotto finale e l’immagine stessa del produttore.
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