a 2022 Poultry Forum, analisi sull’andamento del comparto avicolo A Todi il progetto di VDL Jansen con soluzioni innovative Valutare la qualità esterna delle uova da cova 12 Zootecnica International –dicembre 2022 –POSTE ITALIANE S.p.A. –Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB
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EDITORIALE
In occasione della Fiera BioEnergy Decentral svoltasi ad Hannover, in Germania, alcuni anni fa, raccolsi del materiale informativo riguardante l’approvvigionamento energetico del futuro. L’argomento è più che mai attuale.
Tra gli svariati concetti e soluzioni tecniche proposte, trovai particolarmente interessanti quelli elaborati dalla VDMA Power Systems di Francoforte. VDMA è un’organizzazione che rappresenta gli interessi economici, tecnici e scientifici dell’industria ingegneristica meccanica in Germania e in Europa. Il crescente fabbisogno di energie rinnovabili renderà sempre più necessario decentralizzare l’approvvigionamento: le esigenze di flessibilità dell’intero sistema aumentano considerevolmente. Gli impianti di produzione ibridi giocheranno un ruolo centrale: essi sono in grado di erogare in base al fabbisogno la potenza risultante della differenza tra la richiesta e la produzione di corrente elettrica non regolarmente disponibile (ad esempio, dall’energia solare ed eolica).
Gli impianti di produzione decentralizzati si basano su motori a combustione e turbine; garantiscono una produzione sicura e affidabile in tempi rapidi, in combinazione con le grandi centrali elettriche, ancora necessarie per coprire il fabbisogno.
In Germania molti comuni e aziende agricole hanno riconosciuto la validità delle centrali elettriche ad alta efficienza, ottimizzate nei consumi, nella realizzazione di un proprio sistema di approvvigionamento energetico.
Questo concetto della VDMA potrebbe riuscire, senza mettere a rischio il cambiamento dell’approvvigionamento energetico, a causa di costi elevati e di problemi tecnici, a risolvere le ben note controversie in fatto di compatibilità. Ma queste soluzioni vanno nelle mani dei politici, per essere approvate, e come sappiamo in mano alla burocrazia. No comment.
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SOMMARIO
ATTUALITÀ
PRIMO PIANO
4
Poultry Forum, analisi sull’andamento del comparto avicolo ..............................10
REPORTAGE
SIPA, 7° Simposio scientifico sulle sfide sanitarie ed economiche della filiera avicola italiana 14
INTERVISTA
A Todi il progetto di VDL Jansen con soluzioni innovative 18
DOSSIER
Sostenibilità della produzione avicola .............................................................. 22
MARKETING
L’industria avicola nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020 Parte 1 – Produzione di carne avicola 24
TECHNICAL COLUMN
Valutare la qualità esterna delle uova da cova 32
MANAGEMENT
Migliori pratiche di gestione riducono la necessità di ricorrere agli antibiotici 36 Il comportamento delle pollastre e la tipologia di accasamento predicono il comportamento delle galline adulte in allevamenti free-range 40
NUTRIZIONISTICA
Optimum Vitamin Nutrition – OVN ® 44
VETERINARIA
Gli strumenti preventivi contro la pododermatite sui cuscinetti plantari (FPD) nei broiler 48 MARKET
GUIDE.................................................................................. 52 GUIDA INTERNET .............................................................................. 56 32 18 10
Influenza Aviaria, l’epidemia non si ferma: SIVeMP Veneto lancia l’allarme
Influenza Aviaria ad alta patogenicità: nuovi focolai confermati nelle ultime settimane, in particolare in Veneto (nelle province di Treviso e Verona) in Lombardia (nelle province di Brescia, Cremona e Pavia) e in Emilia Romagna (provincia di Ferrara).
Secondo il SIVeMP del Veneto la presenza del virus negli allevamenti rurali a cielo aperto – particolarmente esposti al contagio degli uccelli selvatici in migrazione – rappresenta un elemento di amplificazione del contagio e contribuisce a complicare le operazioni di sorveglianza e di contrasto alla diffusione dell’epidemia; elementi che si aggiungono alle attività umane e commerciali che possono propagare il virus anche ad allevamenti industriali non all’aperto.
Nuovi focolai del virus H5N1 ad alta patogenicità sono stati confermati dal Centro di referenza nazionale dell’IzsVe: il passaggio ritardato degli uccelli migratori e il contagio di allevamenti rurali all’aperto complicano le azioni di contrasto alla diffusione del virus.
A lanciare l’allarme è il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica del Veneto, che in una nota ha fatto sapere che ad essere interessati dalla diffusione dell’epidemia e dai provvedimenti conseguenti, sono stati a inizio novembre due allevamenti industriali di tacchini da carne in provincia di Verona, uno ad Angiari, dove si è reso necessa-
rio l’abbattimento di 15.904 capi di 94 giorni, e l’altro a Nogara, dove al momento del sopralluogo dell’Uss 9 erano presenti in allevamento circa 50.000 tacchini maschi di 120 giorni di età.
Anche la provincia di Treviso è stata colpita dal virus, con la conferma di altri tre focolai per Influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI) sottotipo H5, dopo quelli che si erano verificati tra fine settembre e fine ottobre. I nuovi casi si sono verificati in tre piccoli allevamenti rurali, uno a Volpago del Montello, uno a Ponte di Piave e infine in un allevamento di avicoli ornamentali nel comune di Treviso.
L’ultimo rapporto dell’European Food Safety Authority (EFSA) e l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sul periodo compreso tra giugno e settembre 2022 avevano segnalato una permanenza dell’infezione in una stagione in cui, negli anni precedenti, si era sempre registrata la pressoché totale scomparsa del virus. Quest’anno, invece, l’Influenza Aviaria non se ne è mai andata: tra l’11 giugno e il 9 settembre 2022 sono stati segnalati 788 casi in 16 Paesi dell’UE e nel Regno Unito: 56, 22 e 710 rispettivamente nel pollame, nei volatili in cattività e in quelli selvatici
La prima positività nel secondo semestre 2022 in Italia per virus dell’Influenza Aviaria ad alta patogenicità sottotipo H5N1 si era verificata nel pollame il 22 settembre a Silea nel Trevigiano.
4 - attualitàATTUALITÀ
Fonte: SIVeMP Veneto
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- dicembre 2022 - 5 ATTUALITÀ
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Commissione europea, report autunnale 2022 sulle tendenze agricole
La Commissione europea ha pubblicato l’edizione autunnale dello Short-Term Agricultural Outlook, contenente una panoramica dettagliata delle ultime tendenze e delle prospettive del settore agroalimentare.
Secondo il rapporto della Commissione europea, le prospettive di mercato a breve termine risentono dell’impatto negativo del clima eccessivamente caldo e secco che ha colpito gran parte dell’UE, incidendo non solo sui raccolti ma anche sul benessere degli animali e sulla diffusione di malattie, e risentono delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina, in particolare del conseguente aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Questa prospettiva è soggetta a un elevato grado di incertezza legato agli sviluppi del conflitto geo-politico in Ucraina, inclusa la capacità dell’Ucraina stessa di produrre, immagazzinare ed esportare le sue materie pri-
me. Nel complesso, si presume che non ci sarà un ulteriore peggioramento della situazione già molto critica. Per quanto riguarda il settore avicolo, la crescita della produzione di carne avicola nell’UE continua a essere limitata a causa degli elevati costi di produzione (in particolare dei mangimi e dell’energia) e dall’epidemia di Influenza Aviaria che ha colpito numerosi Paesi europei. Relativamente alla domanda, si prevede una crescita moderata solo nei principali Paesi produttori, ovvero Polonia, Spagna e Germania (insieme +4,6% a gennaiogiugno 2022 su base annua). L’Influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI) ha avuto effetti devastanti sul settore in alcuni Stati dell’UE, dove si prevede una forte diminu-
6 - attualitàATTUALITÀ
©PellinniAdobe Stock
zione della produzione, in particolare in Italia, Francia e Ungheria (insieme -11%). Il settore dipende fortemente dal mais come una delle materie prime principali nell’alimentazione animale, con uno scarso raccolto nel 2022 ma con disponibilità di volumi da importare dall’Ucraina. Nel complesso, la produzione avicola dell’UE dovrebbe diminuire leggermente dello 0,9% nel 2022 e dello 0,4% nel 2023.
Il consumo interno di pollame dovrebbe aumentare dell’1,1% nel 2022 ed è probabile che rimanga stabile a 23,4 kg pro capite. Nel 2023, il consumo interno dell’UE potrebbe confermarsi ai livelli attuali, con una media di 23,3 kg pro capite.
La combinazione tra una forte domanda, un’offerta limitata, i costi di produzione elevati e l’inflazione, ha portato a prezzi sorprendentemente elevati della carne avicola, ben al di sopra della media del 2017-2021 (+38% a metà luglio-metà settembre, anno su anno).
Le esportazioni di carne avicola dell’UE nel Regno Unito dovrebbero aumentare del 20% nel 2022 (+4% rispet-
to alla media 2017-2019). D’altra parte, i prezzi elevati dell’UE aiutano concorrenti come il Brasile a guadagnare alcune quote di mercato, soprattutto in Africa e in Asia. Nel complesso, le esportazioni europee di carne avicola dovrebbero diminuire del 2,2% nel 2022 e dovrebbero rimanere pressoché stabili nel 2023. Si prevede che il Brasile, altamente competitivo, esporterà nell’UE il 35% di pollame in più nel 2022.
Le importazioni dal Regno Unito hanno oscillato negli ultimi mesi e potrebbero aumentare del 10% (-15% rispetto alla media 2017-2019). Beneficiando di una sospensione dei dazi, l’Ucraina sta già esportando in Europa volumi più elevati rispetto al 2021 e tale tendenza è destinata a continuare fino alla prima metà del 2023. Complessivamente, si prevede che le importazioni di pollame dell’UE aumenteranno del 29% nel 2022 e del 7,7% nel 2023.
Per maggiori informazioni: https://agriculture.ec.europa. eu/data-and-analysis/markets/outlook/short-term_en
- dicembre 2022 - 7 ATTUALITÀ
Fonte: Unaitalia
Microflora naturale completa per le specie avicole
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EFSA, trasporto di animali: come ridurre la diffusione dell’antibiotico-resistenza
Pubblicato un parere scientifico dell’EFSA che valuta il rischio di diffusione di resistenza agli antimicrobici durante i trasferimenti tra allevamento e macello.
dell’unità EFSA Rischi biologici e salute e benessere degli animali. “Individuando i principali fattori di rischio, le misure di attenuazione e le esigenze di ricerca in relazione al trasporto di animali, la valutazione dell’EFSA segna un altro passo avanti nella lotta alla resistenza agli antimicrobici in base al principio di salute unica globale One Health, che integra la valutazione del rischio per l’animale e quello per l’uomo”.
Il parere sottolinea quanto un’adeguata organizzazione dei trasporti rappresenti un punto essenziale, ed è considerato molto probabile che qualsiasi misura che migliori la salute, il benessere e la biosicurezza degli animali immediatamente prima e durante il trasporto, riduca il rischio di trasmissione di AMR. Le risultanze del parere vanno a integrare le indicazioni dell’EFSA recentemente pubblicate per migliorare il benessere degli animali durante il trasporto.
Ridurre al minimo la durata del trasporto e pulire accuratamente i veicoli, le attrezzature e gli spazi in cui gli animali vengono caricati e scaricati, sono alcune delle misure considerate efficaci per ridurre la trasmissione di batteri resistenti durante il trasporto di animali. Sono queste le risultanze di un parere scientifico dell’EFSA che valuta il rischio di diffusione di resistenza agli antimicrobici (AMR) tra pollame, suini e bovini durante i trasferimenti tra allevamenti o ai mattatoi. La valutazione è stata richiesta dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo (ENVI) nel settembre 2021, a seguito di discussioni sull’argomento tra Parlamento europeo, Commissione europea ed EFSA.
Sulla diffusione della resistenza agli antimicrobici tra gli animali durante il trasporto mancano studi scientifici specifici: il parere evidenzia varie lacune nei dati e raccomanda di focalizzare la ricerca su determinati aspetti. “Nonostante i dati disponibili evidenzino una riduzione del consumo di antibiotici negli ultimi anni, la resistenza agli antimicrobici rimane un’emergenza di salute pubblica che deve essere affrontata a livello mondiale e in tutti i settori”, ha dichiarato Frank Verdonck, responsabile
La valutazione individua nella presenza di batteri resistenti negli animali prima del trasporto uno dei principali fattori di rischio che contribuiscono alla trasmissione di resistenza agli antimicrobici; altri fattori di rischio che quasi certamente contribuiscono alla trasmissione sono l’aumento del rilascio di batteri resistenti attraverso le feci, l’esposizione ad altri animali portatori di più o diversi tipi di batteri resistenti, la scarsa igiene dei veicoli e delle attrezzature nonché la durata del trasporto.
Viaggi lunghi che richiedano soste nei centri di raccolta e nei posti di controllo sono associati a rischi più elevati, a causa di fattori specifici, come lo stretto contatto con animali provenienti da allevamenti diversi, la contaminazione ambientale e lo stress.
L’impatto della valutazione dell’EFSA va oltre la salute e il benessere degli animali, perché molti batteri possono essere trasmessi dagli animali all’uomo: quando tali batteri diventano resistenti agli antimicrobici, l’efficacia delle terapie contro le malattie infettive nell’uomo può venire compromessa.
Fonte: EFSA
8 - attualità -
ATTUALITÀ
Prevenzione e controllo ottimale della coccidiosi durante il periodo di maggior rischio la giusta molecola e la giusta dose fanno la differenza 1, 2 .
Minor impatto sull’assunzione di mangime
MAXIBAN: GIUSTA COMBINAZIONE – GIUSTA DOSE
n L’efficacia degli ionofori è dose-dipendente.
n In Maxiban la concentrazione di narasin è pari al 71% della concentrazione originale (Monteban® / Narasin, 70 ppm)
n Nello ionoforo potenziato monensin/nicarbazina la concentrazione di monensin è pari al 42% della concentrazione originale (monensin, 120 ppm)
n In combinazione con nicarbazina, entrambi gli ionoforii sono utilizzati a una concentrazione di 50 ppm
Bibliografia:
1 Ruff, M.D. et al. 1980. Anticoccidial activity of Narasin in broiler chickens reared in floor pens. Poultry Sci. (9):2008-2013. 2 HTSi data EMEA region 2010-2016. Elanco. Data on file. 3 Metzler, M.J., Britton, W.M., McDougald, L.R. 1987. Effects of monensin feeding and withdrawal time on growth and carcass composition in broiler chickens. Poultry Sci. 66(9):1451-58. 4 Harms, R.H., Buresh, R.E. 1987. Influence of salinomycin on the performance of broiler chicks. Poultry Sci. 66(1):51-54. 5 Lanckriet, A. et al. 2010. The effect of commonly used anticoccidials and antibiotics in a subclinical necrotic enteritis model. Avian Pathology. 39(1):63-8. 6 Brennan, J. et al. 2001. Efficacy of narasin in the prevention of necrotic enteritis in broiler chickens. Avian Dis. 45(1):210-214. . Maxiban, Monteban, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate.© 2022 Elanco. PM-IT-22-0045
- dicembre 2022 -
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MAXIBAN PROTEZIONE OTTIMALE DELL’INTEGRITÀ INTESTINALE
NARASIN: GIUSTA MOLECOLA - GIUSTA DECISIONE Rispetto ad altri ionofori consente3,4: RISCHIO COCCIDIOSI Rischio malattia RACCOGLI PROTEGGI L’INTEGRITÀ INTESTINALE RISCHIO COCCIDIOSI COSTRUISCI L’INTEGRITÀ INTESTINALE INVESTI GIORNI giorno 1 giorno 28 sfoltimento-mercato RISCHIO COCCIDIOSI Rischio malattia RACCOGLI PROTEGGI L’INTEGRITÀ INTESTINALE RISCHIO COCCIDIOSI COSTRUISCI L’INTEGRITÀ INTESTINALE INVESTI GIORNI
1 giorno 28 sfoltimento-mercato
giorno
Maxiban (Narasin + Nicarbazina), una efficace combinazione di principi attivi per proteggere l’integrità intestinale1,5,6 Associazione unica:
120 100 80 60 40 20 0 120 50 Tasso di inclusione ionoforo (ppm) 70 50 Monteban Maxiban MonensinMonensin/Nicarbazina 42% 71% Miglior incremento ponderale Miglior conversione alimentare RISCHIO ENTERITE RISCHIO ENTERITE Maxiban protegge l'Integrità Intestinale durante il periodo più a rischio per la coccidiosi. Monteban protegge l’Integrità Intestinale durante la fase di maggior valore del ciclo produttivo. Contenuto sponsorizzato Elanco
Poultry Forum, analisi sull’andamento del comparto avicolo
Per discutere dell’andamento dei consumi di prodotti avicoli e delle condizioni della filiera, a Forlì a fine ottobre si sono incontrati operatori della filiera, rappresentanti delle associazioni e della distribuzione moderna organizzata.
“Per le carni avicole, che vengono da un 2021 decisamente difficile, oltre che poco remunerativo per i prezzi all’origine del pollo, si registra una redditività in recupero. All’aumento dei costi è corrisposto un andamento dei prezzi che ha garantito questo recupero”
In occasione del Poultry Forum che si è svolto a Forlì il 28 ottobre è stato presentato il focus ISMEA sulle vendite di uova e carni avicole. “ Il Poultry Forum ha fatto incontrare l’intera filiera avicunicola, che ricordiamo è una delle poche in ambito zootecnico completamente autosufficiente”, ha dichiarato il presidente di Fieravicola, Renzo Piraccini, aprendo l’appuntamento. “Vogliamo fare di Fieravicola l’evento di riferimento delle carni bianche per il bacino del Mediterraneo. In questa direzione va la mis-
sione dei primi di novembre in Algeria, così come tante iniziative rivolte all’estero e nel nostro Paese. Vogliamo fare vivere la fiera dodici mesi all’anno e infatti il Poultry sarà un evento autunnale permanente a Forlì, perché il settore ha bisogno di momenti di incontro e confronto, come avvenuto oggi sui tanti spunti che la ricerca di Ismea ha lanciato”.
L’analisi sui consumi dei prodotti avicoli è stata presentata da Fabio del Bravo di Ismea ed è stata approfondita
10 IN PRIMO PIANO -
-
in primo piano
Da sinistra: Stefano Gagliardi, direttore di Assoavi, Renzo Piraccini, presidente di Fieravicola, e Antonio Forlini, presidente di Unaitalia
nella tavola rotonda moderata dal giornalista Lorenzo Frassoldati, con Filippo Cerulli, vice presidente Assoavi, con Antonio Forlini, presidente Unaitalia, con Massimiliano Lazzari, responsabile carni Coop Italia, e con Claudio Merlo, buyer avicunicolo Consorzio Conad. Le conclusioni dell’appuntamento sono state di Luigi Ricci, dirigente settore produzioni animali del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
L’analisi sull’andamento del comparto, uno dei più importanti della zootecnia italiana, è stata inserita in un più ampio contesto di rilevazioni di macro-tendenze: dal consumo delle famiglie, oggi strette tra rincari e spinta inflattiva che le costringono a contrarre il carrello della spesa e ricorrere a pesanti strategie di risparmio, al rapporto costi/prezzi per gli operatori della filiera avicola, partendo dalla considerazione dei fattori che stano determinando l’incremento dei costi di produzione, energia e mangimi in primis. Secondo l’Indice Ismea le voci di spesa che registrano gli incrementi più significativi sono proprio i pro -
dotti energetici (+80% nel periodo gennaio-settembre) e i mangimi (+27% rispetto a gennaio-settembre dello scorso anno). Queste voci hanno pesantemente condizionato la redditività delle aziende avicole.
Per le carni avicole, che vengono da un 2021 decisamente difficile, oltre che poco remunerativo per i prezzi all’origine del pollo, si registra una redditività in recupero. All’aumento dei costi è corrisposto un andamento dei prezzi che ha garantito questo recupero.
Diversa la situazione per le uova in termini di redditività: nonostante il trend in continua ascesa da un anno, nel 2022 l’incremento dei prezzi non riesce a far fronte alla crescita ben maggiore dei costi, con ulteriore deterioramento di redditività, espresso dall’indice della ragione di scambio.
In termini di volume le carni avicole restano le preferite da 9 consumatori su 10 (indice di penetrazione) e rappresentano il 41% dei volumi tra le carni. Ma cosa si preferisce acquistare? Il prezzo più basso non basta al pollo
E VOLIERE
11 - dicembre 2022IN PRIMO
PIANO
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a busto per essere più competitivo tra le referenze (-4%), mentre tiene il petto di pollo malgrado l’incremento dei prezzi. Le carni elaborate rappresentano ormai la parte più consistente del mercato e quella le cui vendite appaiono più solide. L’ampia gamma, la facilità di preparazione, il contenuto di servizio e i prodotti orientati a ricettazioni sono quelli che intercettano l’interesse degli acquirenti più giovani, il cui consumo aumenta e si conferma nelle abitudini con un +20% rispetto al prepandemia.
“Nonostante l’aumento dei prezzi a doppia cifra, le carni avicole restano le preferite dagli italiani. Ma lo scenario è critico”, ha dichiarato il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini. “Secondo i dati Ismea, nel 2022 abbiamo assistito a un +18% dei prezzi rispetto allo scorso anno e a un +22% rispetto al 2019. L’avicoltura rimane tra i settori maggiormente colpiti dalla crescita esponenziale dei costi di produzione, aumenti che generano preoccupazione soprattutto per i consumi e che mettono a rischio la redditività delle nostre im-
prese. Siamo decisi a intraprendere un percorso di dialogo e confronto con il nuovo governo per tutelare il comparto avicolo, una eccellenza nella zootecnia italiana e del Made in Italy. La filiera avicola italiana vuole continuare a produrre e garantire proteine nobili a tutti i cittadini. In ragione di ciò, auspichiamo che nelle turbolenze che caratterizzano lo scenario attuale ci sia l’impegno di tutti gli attori, dalle filiere alla distribuzione e alle istituzioni, per rafforzare la fiducia reciproca e la stabilità delle imprese per limitare al massimo la ricaduta sui consumatori degli aumenti dei costi.”
Le uova rimangono un prodotto «star» tra i proteici (+5,2%) perché, al netto del processo di normalizzazione dei consumi, hanno capitalizzato la loro diffusione in tempo di pandemia. Rispetto al pre-pandemia, nonostante la variazione negativa tra il 2022 e il 2021, rimane un segno positivo di crescita per gli acquisti di uova. Purtroppo, nell’ultimo anno si è registrato un fortissimo allontanamento dei giovani (-18%) e solo gli over 55 hanno continuato a incrementare l’utilizzo delle uova in cucina (+1,5%). In relazione al periodo pre-pandemico, invece, tutte le famiglie con età superiore ai 30 anni ne hanno aumentato il consumo in maniera massiccia, solo tra i giovani appunto le uova sembrano davvero aver perso appeal (-8/9%). Cresce il dato (sia in volume che di prezzo) per le uova da allevamento a terra e all’aperto (rispettivamente +29,8% e +25,8% i volumi rispetto al pre covid), mentre rimane fermo il bio.
“Il prodotto uova soffre da un anno e nel 2022 si sono acuiti i cumuli di ritardo di margine”, ha commentato Stefano Gagliardi, direttore di As -
12 IN PRIMO PIANO - in primo piano -
La presentazione di Fabio del Bravo dell’analisi dei consumi di prodotti avicoli realizzata da Ismea
soavi. “Purtroppo i dati sono questi e a comprovare questa difficoltà è il fatto che a livello europeo sono diminuiti gli accasamenti di galline. Ciò perché molti allevatori, a queste condizioni, hanno preferito fermare le produzioni, mentre per i consumi il 2022 va considerato in maniera differente nei vari periodi dell’anno. Fino a maggio la controcifra rispetto al 2021 a volume (dato GDO) era negativa. Il ritorno alla vita normale da parte delle persone, ad esempio il boom del turismo estivo, ha aiutato la ripresa, in particolare degli ovoprodotti food service. Inoltre le famiglie hanno preso più consapevolezza del fenomeno inflattivo ormai al 10% e stanno cambiando le loro preferenze di acquisto: sono in molti (soprattutto anziani e famiglie numerose) che ricorrono alle uova come bene economico, conveniente, sano e versatile in cucina e questo nonostante un aumento di prezzo a settembre 2022 rispetto a quello del 2021 del 14% circa. Sostanzialmente ci aspettiamo una tendenza positiva dei consumi delle uova in questo periodo; crediamo che esse siano in grado di offrire positività al consumatore, se continuiamo a costruire sui pilastri che hanno da sempre caratterizza-
to il comparto. Italianità, garanzia della filiera, allevamenti alternativi riusciranno a convincere e attrarre anche in questo periodo economico di grande incertezza”.
Anche per i prodotti avicoli si conferma l’importanza della sostenibilità: le referenze alimentari che in qualche maniera evochino la sostenibilità sulla loro confezione continuano infatti a crescere, passando dal 30% al 35% in un anno (fonte: Nielsen).
In generale emerge un quadro complesso per l’avicoltura, di fronte al quale però le imprese avicole, interpellate su presente e futuro, hanno risposto con un sentimento sostanzialmente positivo. Alla domanda sull’andamento del settore nel terzo trimestre 2022, due operatori su tre ritengono migliorata la situazione del comparto della prima trasformazione delle carni avicole rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In merito alle previsioni di vendita la metà degli operatori ritengono che saranno positive o stabili fino a fine anno (fonte: Indagine ISMEA sul Clima di Fiducia dell’Industria - terzo trimestre 2022).
13 - dicembre 2022IN PRIMO
PIANO
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VII SIMPOSIO SCIENTIFICO SIPA
Si è tenuto il 28 ottobre scorso a Forlì il VII Simposio scientifico della Società Italiana di Patologia Aviare. L’incontro, denso di relazioni e interventi, si è svolto contestualmente al Poultry Forum, nel quale si sono riuniti gli operatori del settore, a sottolineare il legame che unisce l’aspetto scientifico del mondo avicolo a quello della realtà produttiva.
SOCIETÀ ITALIANA DI PATOLOGIA AVIARE SEZIONE ITALIANA DELLA WORLD VETERINARY POULTRY ASSOCIATION In collaborazione con
14 - reportageREPORTAGE
Luigi Montella, Medico veterinario
SIPA, 7° Simposio scientifico sulle sfide sanitarie ed economiche della filiera avicola italiana
Il simposio, il cui tema era “La filiera avicola italiana: sfide sanitarie ed economiche emergenti”, è stato diviso in tre sessioni, durante le quali i relatori hanno toccato argomenti estremamente attuali relativi alla salute di broiler, tacchini e ovaiole.
Tra i principali temi trattati quello del benessere intestinale dei polli da carne e dell’azione di miscele di sostanze aromatizzanti e acidi organici sulla flora. Un grave problema sanitario è infatti rappresentato dall’enterite necrotica da Clostridium perfringens, che fino a pochi anni fa veniva affrontata con terapie antibiotiche, che però, oltre a non essere sempre risolutive, aumentavano l’insorgere di ceppi batterici resistenti. Un recente studio ha indotto un’infezione sperimentale su soggetti sottoposti a trattamento con timolo o antibiotico (bacitracina): il ceppo usato era assai patogeno, capace di azzerare la resistenza transepiteliale dopo poche ore. La sostanza in esame ha dimostrato effetti antinfiammatori e battericidi, quindi con un’azione simile a quella di un antibiotico, fornendo una valida protezione del tessuto intestinale.
Per queste sostanze aromatizzanti è stata provata anche un’attività anticoccidica, specialmente nella formulazione microincapsulata, che le unisce ad acidi organici. In questo caso gli effetti erano paragonabili, sempre con prove di infezione sperimentale, a un anticoccidico (amprolium) e davano minore mortalità e migliore conversione. Le lesioni intestinali erano limitate e, anche grazie alla minore mortalità, le performance miglioravano. Per il futuro si può quindi ipotizzare l’uso di queste sostanze in sostituzione di antibiotici e di anticoccidici.
Capaci di modulare il microbioma intestinale sono anche gli estratti da agrumi, che consentono la riduzione delle molecole antibiotiche. Principi attivi di origine vegetale, sono principalmente i flavonoidi, che agiscono, da studi effettuati su pulcini di varie età, modulando le popolazioni batteriche intestinali, in particolare aumentando i lattobacilli, con migliore immunità e miglioramento delle vie metaboliche. Ciò significa anche diminuzione degli errori di trascrizione del DNA, che spesso influisce negativamente sullo stato immunitario. Da non sottovalutare infine un effetto antimicrobico, soprattutto nel migliorare le popolazioni utili a scapito di quelle patogene, grazie alla protezione delle condizioni della mucosa intestinale. Un altro tema caldo affrontato durante il simposio è stato quello dell’Influenza Aviaria, in particolare del ceppo H5N1, che nell’ultimo anno ha causato gravissime epi-
demie, non solo in Italia ma anche nel resto di Europa, e che recentemente è stato anche evidenziato in Nord e Centro America. Tra gli avicoli il tacchino è spesso quello che mostra sintomatologie e mortalità, mentre il pollo frequentemente è asintomatico oppure con sintomi che si palesano piuttosto tardi (spesso dopo la positività evidenziata in laboratorio) e comunque con una percentuale di soggetti positivi assai limitata e un’emissione di cariche virali bassa. È stata pertanto rimarcata l’importanza del tacchino, quale specie che per prima mostra la malattia nel territorio, mentre la sorveglianza nel pollo, sia clinica che in laboratorio, è assai meno indicativa.
Recentemente sono in fase di sperimentazione diverse strategie vaccinali, al fine di contenere la malattia sempre in un’ottica di vaccini DIVA. Naturalmente occorre differenziare i titoli anticorpali derivanti dalla vaccinazione da quelli da virus di campo. Come tutti i test, vanno implementate sia la specificità che la sensibilità. Il vaccino sperimentale HVT-H5 viene differenziato, grazie al test presentato al convegno, dal virus selvaggio, come pure il vaccino H5 RNA: ciò consentirebbe una valida azione
in vetroresina, cisterne carrellate, box per vitelli, attrezzature avicole
- dicembre 2022 - 15 REPORTAGE
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in campo, per individuare gli allevamenti vaccinati che eventualmente si dovessero infettare con il virus selvaggio.
Nella seconda sessione del simposio si sono concentrati gli interventi che hanno affrontato il tema dei patogeni per gli avicoli. L’Helicobacter pullorum è un patogeno che si trasmette all’uomo anche tramite il consumo di carni avicole; in una prova di campo si è osservato che i polli allevati all’aperto mostravano una minore contaminazione rispetto a quelli allevati al chiuso: tra le possibili ipotesi, si ritiene che l’allevamento all’aperto offra una dieta più diversificata, i cui componenti potrebbero contrastare lo sviluppo dell’Helicobacter
In un’altra prova si sono valutate le incidenze di vari tipi di salmonella e la relativa antibioticoresistenza su 3 allevamenti biologici e 3 convenzionali, valutati al macello. Sono state isolate sia Salmonella enteritidis che typhimurium, frequenti i ceppi multiresistenti (spesso alla tetraciclina), ma la distribuzione è risultata uguale, sia in allevamento convenzionale che biologico. È dunque possibile che la causa sia legata a crosscontaminazioni in macello. La resistenza alla salmonella è stata anche valutata su incroci di soggetti di razze diverse, perché si ritiene che alcuni ceppi siano naturalmente più resistenti di altri, e che tale carattere genetico possa essere trasmesso tramite incrocio.
In Italia, diversamente da quanto accade in altri Paesi in cui colpisce soprattutto l’anatra, è causa di malattia nel tacchino la Riemerella anatipestifer. Proprio nel tacchino sono state fatte infezioni sperimentali per diverse vie (intramuscolare, intravenosa e respiratoria). In particolare le infezioni per via intravenosa, pur non essendo la via naturale, hanno evidenziato la successiva presenza del germe a livello articolare. Contestualmente, sono stati messi a punto anche test sierologici, che, soprattutto nei riproduttori, consentono di conoscere lo stato anticorpale e di valutare eventuali interventi sulla prole. Test immunoistochimici riuscirebbero a correlare la presenza del batterio alle lesioni, che, non essendo patognomoniche, non permettono di solito una diagnosi immediata in sede autoptica.
Il Mycoplasma synoviae resta un patogeno ancora importante in avicoltura. Poiché per contrastarne la diffusione esiste un vaccino (che coinvolge diversi ceppi, tra cui MSH e MS1), occorre differenziare i gruppi positivi da vaccino o da malattia: a tal fine è stato proposto un test, utile anche a capire se il vaccino abbia indotto una risposta adeguata.
Infine si è parlato dell’Enterococco Caecorum, patogeno responsabile della spondilite, che pare colonizzi precocemente l’intestino e da lì entri nel circolo ematico, collocandosi a livello articolare, tra le vertebre, per dare luogo poi all’ascesso tipico della spondilite. La ricerca in questo campo sta valutando se agire sulla composizione precoce della microflora intestinale possa essere utile al fine di contrastare lo sviluppo dell’enterococco e la successiva diffusione in circolo.
16 - reportageREPORTAGE
A Todi il progetto di VDL Jansen con soluzioni innovative
A Collevalenza, Todi, in provincia di Perugia, sorge l’allevamento dell’Avicola San Fortunato, in cui VDL Jansen ha realizzato un progetto con soluzioni innovative su misura, che siamo andati a visitare a pochi mesi dalla fine del primo ciclo produttivo.
A raccontarci come è stato realizzato l’allevamento, composto da sette capannoni in cui sono accasate galline ovaiole, è Edoardo Ferdinandi, titolare della società
Avicola San Fortunato. “Il progetto è nato nel 2016 con l’acquisizione e la successiva ristrutturazione di un compendio agricolo. I lavori sono stati completati a fine 2020; il
18 INTERVISTA - intervista -
primo ciclo produttivo è iniziato nel febbraio 2021 ed è terminato a settembre di quest’anno con ottimi risultati.”
Quali sono gli elementi di novità dell’allevamento?
“Il nostro intento era quello di creare un allevamento che rispondesse ai massimi standard tecnologici disponibili sul mercato, con l’obiettivo di ottenere le migliori performance produttive ma al tempo stesso di tutelare il benessere dell’animale e minimizzare l’impatto ambientale”, prosegue Edoardo Ferdinandi. “Tra gli elementi di novità che lo caratterizzano possiamo annoverare la decisione di accasare le ovaiole con una densità più bassa rispetto a quella standard, la scelta di fornire luce naturale e anche una ventilazione naturale (che diventa forzata in caso di bisogno, in particolare durante l’estate per esi-
genze di raffrescamento). Questi parametri ci hanno permesso di garantire il benessere degli animali e di ridurre, al contempo, i costi dell’energia, tema quantomai attuale. Altri elementi che caratterizzano l’allevamento, oltre all’uso dei sistemi voliera Comfort 2.0, sono il carico del mangime dall’esterno, che tiene l’allevamento al riparo da contaminazioni nel rispetto dei principi di biosicurezza, e il sistema di essiccazione della pollina, che viene sottoposta a un flusso di aria calda costante per eliminare una parte di umidità.
Questo processo permette di ottenere una pollina più asciutta, inibendo possibili processi di fermentazione della stessa e abbattendo, di conseguenza, le emissioni di ammoniaca all’interno dei capannoni. Inoltre, la pollina che giornalmente viene rimossa dai capannoni, risulta
- dicembre 2022 - 19 INTERVISTA
SEMPRE AGGIORNATI SULLE ULTIME NOVITA’ del settore avicolo con
Zootecnica International offre un’ampia panoramica sull’avicoltura con notizie, approfondimenti, interviste, tendenze di mercato e articoli tecnici e scientifici. Edita in tre lingue, italiano, russo e inglese, è diretta a tutti gli operatori della filiera avicola: allevatori, produttori di uova, case di selezione, incubatoi, mangimifici, aziende di lavorazione e trasformazione di carne avicola e di uova.
zootecnica.it
essere stabile e priva di odore, agevolando le eventuali operazioni di trasporto e stoccaggio. Tutta la pollina prodotta dall’allevamento viene infatti destinata alla produzione di biogas.”
Qual è stato il ruolo di VDL Jansen in questo progetto?
“Tutto il progetto è stato sviluppato con la collaborazione tecnica di VDL Jansen, a partire dall’attrezzatura zootecnica, le voliere Comfort 2.0, passando per l’impianto di distribuzione del mangime e per finire a quelli relativi alla raccolta e selezione delle uova. La fase di progettazione è stata particolarmente complessa perché le strutture che abbiamo rilevato erano molto lunghe (225 metri), quindi è stato necessario adottare degli accorgimenti per evitare possibili criticità gestionali. Per quanto riguarda la distribuzione del mangime è stato scelto di affidarsi a un doppio sistema: in pratica il mangime arriva al cen-
20 INTERVISTA - intervista -
tro del capannone e viene distribuito su due linee. Con riferimento al trasporto della pollina, forse l’aspetto di maggiore criticità, nella parte centrale delle strutture VDL Jansen ha realizzato un sistema di bypass da un nastro all’altro della pollina, che in sostanza permette di dividere il carico in due, alleggerendo il peso e agevolando le operazioni legate alla manutenzione dei nastri. Questi nastri, infatti, necessitano di una regolazione quasi quotidiana: sopportando un peso notevole e dovendo girare, più il nastro è lungo e maggiore è la necessità di regolarlo. Riducendo la lunghezza abbiamo quindi agevolato la manutenzione. Nell’ultimo capannone – l’unico con una misura inferiore rispetto agli altri – circa 160 metri di lunghezza, con VDL Jansen abbiamo deciso di sperimentare la gestione della raccolta della pollina a nastro unico per tutta la lunghezza: è stato pertanto rafforzato il nastro di trasporto, sia nello spessore che nella composizione, ed è stata posta particolare attenzione alla componente dei motori. Per adesso non abbiamo avuto alcun tipo di problema e il risultato è particolarmente importante: credo sia la prima volta in assoluto che viene realizzato un nastro così lungo in Europa, dove in genere i capannoni hanno dimensioni più contenute.”
Come sono accasate le ovaiole e quali risultati avete raggiunto con il primo ciclo produttivo?
“Abbiamo optato per il sistema voliera Comfort 2.0, il sistema aperto a più livelli di VDL Jansen che consente un uso ottimale dello spazio in un allevamento nuovo o in uno già esistente. I posatoi, il mangime e l’acqua sono situati a diversi livelli nel
sistema, in modo da stimolare il comportamento naturale degli animali. Per garantire la massima produzione di uova, nel sistema Comfort 2.0 possono essere installati sia i nidi LayMaxx che i Premium+. Entrambi i nidi di deposizione forniscono un ambiente ottimale per la gallina per deporre le uova, riducendo anche il numero di uova deposte a terra. Il sistema inoltre offre una buona panoramica e le galline sono facili da gestire. Ogni piano della voliera è dotato di slat in plastica TwinWorld e di un sistema di nastri per la rimozione della pollina, garantendo la mas-
sima igiene in allevamento. Infine la voliera Comfort 2.0 è dotata di un sistema di ventilazione integrato, che garantisce una buona ventilazione di ogni livello, aiutando al contempo il processo di essiccazione della pollina. Siamo molto soddisfatti del sistema scelto, che si è peraltro rivelato ottimale: il ciclo si è chiuso a settembre con galline arrivate a 97 settimane di vita. Come è noto, infatti, il ciclo produttivo delle ovaiole non è influenzato solo dalla razza ma anche da fattori esterni, quali l’alimentazione, la luce e il tipo di ricovero offerto alle galline.”
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SISTEMA A VOLIERA COMFORT 2.0®
Il sistema aperto a più livelli sfrutta in modo ottimale lo spazio in un capannone nuovo o esistente. Trespoli, mangiatoie e abbeveratoi sono situati a diversi livelli nel sistema per stimolare il naturale comportamento degli animali.
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- dicembre 2022 - 21 INTERVISTA
Sostenibilità della produzione avicola
Negli ultimi anni la carne avicola è diventata la principale proteina animale per il consumo umano a livello internazionale, grazie a un continuo incremento produttivo e ai tanti miglioramenti apportati in tutte le fasi della filiera.
Con l’aumento della popolazione, il miglioramento degli standard di vita e delle condizioni di reddito, la domanda di proteine animali continuerà a crescere in modo sostanziale e la carne avicola è destinata a ricoprire un ruolo fondamentale per soddisfare i bisogni di questa richiesta crescente. Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che hanno una popolazione giovane e proiettata al progresso economico e sociale, il consumo di carne è destinato ad aumentare in futuro, anche se oggi rimane ancora a un livello molto basso.
Una sempre maggiore attenzione viene rivolta ai metodi di produzione, con un particolare interesse al benessere animale e alla sostenibilità. Nell’Unione europea gli standard per le carni avicole sono tra i più rigorosi al mondo, incentrati sul continuo miglioramento delle condizioni di
produzione. I polli da carne sono allevati a terra, in idonei capannoni tali da consentire agli animali di muoversi liberamente e mettere in pratica i loro comportamenti naturali. Gli animali hanno sempre accesso all’acqua e al mangime, il pavimento è ricoperto da lettiere naturali e l’illuminazione fornisce un ritmo naturale diurno e notturno. La circolazione e la qualità dell’aria, il contenuto di polvere e l’umidità sono soggetti a un costante monitoraggio elettronico per garantire che gli avicoli possano crescere in condizioni adeguate.
Le normative dell’Unione europea stabiliscono che gli animali debbano essere nutriti con mangimi adatti alla loro specie ed età. Il mangime è costituito principalmente da alimenti vegetali come grano, mais, soia, addizionati con vitamine e integratori minerali che migliorano la
22 - dossierDOSSIER
pxhere.com
qualità dell’alimentazione e quindi la salute e il benessere degli animali. Le autorità controllano regolarmente la produzione e lo stoccaggio delle materie prime utilizzate. Standard universali comprovati scientificamente garantiscono che la produzione di carni avicole soddisfi gli stessi requisiti minimi in tutti gli Stati membri. La legislazione europea, particolarmente stringente in questo settore, viene recepita in tutti i singoli Paesi, talvolta con regole ancora più severe.
Gli allevatori europei attribuiscono la massima importanza alla conservazione delle risorse naturali come acqua, suolo e aria pulita. Ciò avviene in base alla direttiva UE sulle emissioni industriali, che contiene norme rigorose per controllarne il livello massimo nella produzione di carni avicole. Questi requisiti si applicano sia agli allevamenti di produzione che alle aziende di trasformazione. Inoltre, il settore avicolo europeo è costantemente impegnato nel ridurre l’impatto ambientale della produzione e utilizza le più recenti ricerche scientifiche e tecnologie per migliorare costantemente la sostenibilità.
Le carni avicole possono vantare un ottimo quadro di valutazione ambientale rispetto a molti altri alimenti. Uno dei motivi è la conversione ideale dell’alimentazione, che è associata a minori emissioni nell’ambiente. 1,5 chili di mangime possono produrre 1 chilogrammo di carne di pollo e 2,6 chilogrammi di mangime possono produrre 1 chilogrammo di carne di tacchino.
I produttori di carni avicole dell’UE stanno inoltre continuamente sviluppando misure aggiuntive per ridurre al minimo il consumo di energia nei loro allevamenti, anche attraverso tecnologie di controllo assistito dal computer. Molte aziende agricole generano la propria energia, ad esempio attraverso impianti fotovoltaici o sistemi di economia circolare, come impianti per la produzione di biogas.
Il settore avicolo è all’avanguardia anche in termini di consumo di acqua: sono necessari tra i 2.390 e i 3.900 litri di acqua per produrre un chilo di carne di pollo. Utilizzate come fertilizzante, le deiezioni avicole migliorano le proprietà del terreno, grazie al loro alto contenuto di azoto. Sono quindi un buon sostituto dei fertilizzanti chimici. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale costituiscono dei temi centrali per l’industria e sono necessari maggiori sforzi per migliorare la sostenibilità della produzione a livello globale.
universali comprovati scientificamente garantiscono che la produzione di carni avicole soddisfi gli stessi requisiti minimi in tutti gli Stati membri. La legislazione europea, particolarmente stringente in questo settore, viene recepita in tutti i singoli Paesi, talvolta con regole ancora più severeˮ
Per far fronte alla futura domanda di carne avicola non si deve pensare solo a estendere la capacità di produzione, con conseguenze sostanziali sull’allevamento, sulla gestione e sull’intera catena di produzione, ma è fondamentale avere una visione più ampia del settore che includa la salute umana e la tutela ambientale, data la continua pressione per ridurre al minimo le emissioni nocive e gli interventi terapeutici, che però servono a debellare le malattie e mantenere la produttività della filiera avicola.
In tal senso è fondamentale incentivare le collaborazioni e le interazioni tra gruppi di ricerca con un approccio multidisciplinare. Collegare le discipline, il mondo accademico con l’industria e tutte le istituzioni legate alla produzione avicola è essenziale per il successo futuro e per affrontare le imminenti sfide che ci attendono.
In Italia sono stati stanziati oltre cinquanta milioni di euro di investimenti green per la transizione ecologica. Negli ultimi cinque anni sono stati prodotti 310 milioni di kw di energia elettrica rinnovabile, recuperati 46 miliardi di litri di acque di processo, ed è quasi il 60% la percentuale di mezzi a ridotta emissione di CO2 utilizzati dalla filiera. Le pratiche di gestione dell’allevamento diventano sempre più virtuose, grazie anche alla riduzione dell’uso di antibiotici.
Fonte: European Poultry, eu-poultry.eu
23 - dicembre 2022DOSSIER
“Standard
L’industria avicola nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020 Parte 1 – Produzione di carne avicola
Il G20 è stato fondato nel 1999 a Berlino come forum di 19 singoli Paesi membri e dell’UE1, sostituendo l’ex G8. L’obiettivo principale del forum è quello di intraprendere azioni che contribuiscano alla stabilità della situazione finanziaria globale. I capi dei Paesi del G20 tengono vertici annuali per discutere di questioni finanziarie e commerciali; le conferenze dei Ministri delle Finanze e degli Esteri tengono riunioni separate. La composizione del gruppo è stata spesso criticata in passato. In questo articolo vengono analizzati 19 Paesi invece di 20: l’Unione Europea è omessa in quanto quattro Paesi membri fanno parte del G19.
biamenti nei modelli spaziali di produzione; un secondo articolo tratterà le dinamiche e i modelli del commercio della carne avicola.
Tabella 1 – Ruolo dei Paesi del G19 nel contesto mondiale (2020) (fonti: database FAO, Banca Mondiale; calcoli dell’autore).
Parametro
Popolazione
Prodotto interno lordo Macellazione carne avicola Produzione carne avicola Produzione carne di pollo Produzione carne di tacchino
Contributo (%) a livello mondiale
58, 2 83,0 65,1 70,8 69,3 79,1
Rapido aumento della macellazione di carne avicola
Il ruolo del G19 nel contesto globale
L’autore è Professore Emerito all’Università di Vechta e Visiting Professor all’Università di Medicina Veterinaria di Hannover, Germania
Nel 2020 i Paesi del G19 hanno contribuito con il 58,2% alla popolazione mondiale e con l’83,0% al PIL; hanno contribuito con il 65,1% alla macellazione globale di pollame e con il 70,8% alla produzione globale di carne avicola (Tabella 1). In un’analisi dettagliata a livello nazionale, in questo articolo saranno documentate le dinamiche e i cam-
La macellazione mondiale di carne avicola è aumentata di 14,6 miliardi di capi tra il 2010 e il 2020, un aumento pari al 24,0%, raggiungendo un volume di 75,2 miliardi di capi. I dati riportati nella Tabella 2 mostrano che nel decennio analizzato è diminuita solo la macellazione di tacchini. A dominare è stata la macellazione del pollo con una quota del 94,1% nel 2020, che ha contribuito alla crescita sin dal 2010.
La più alta crescita assoluta del volume di macellazione vede ai primi posti l’Indonesia con 2,7 miliardi di capi, seguita dal Brasile
1 Sono Stati membri del G20: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea.
24 - marketing -
Hans-Wilhelm Windhorst
MARKETING
(1,0 miliardo), dalla Cina (858 milioni), dalla Russia (841 milioni) e dall’India (809 milioni). Il più alto incremento relativo si registra in Indonesia con il 140,8%, seguita da Russia (50,8%), Corea del Sud (45,2%), India (44,5%) e Australia (28,5%). I cinque Paesi con la più alta crescita assoluta hanno contribuito con il 74,7% all’aumento del volume di macellazione del G19 e con il 44,4% alla crescita mondiale.
Notevole crescita della produzione di carne avicola
Nel periodo preso in considerazione la carne avicola ha registrato la crescita più rapida rispetto a tutti i prodotti di origine animale. La favorevole conversione dei mangimi e la mancanza di barriere religiose per quanto riguarda il suo consumo hanno reso la carne avicola la fonte proteica più ricercata, insieme alle uova e al latte.
La Figura 1 documenta il cambiamento delle quote dei vari tipi di carne nella produzione di carne bianca a livello del G19 e a livello mondiale tra il 2010 e il 2020. Vale la pena notare che a entrambi i livelli regionali la quota di carne di pollo è aumentata, mentre quella degli altri tre tipi di carne è diminuita. La carne di tacchino ha perso l’1,1% a livello globale e addirittura l’1,9% a livello del G19.
Tra il 2010 e il 2020 la produzione mondiale di carne avicola è passata da 99,2 milioni a 133,3 milioni di tonnellate (+34,3%). Nei Paesi del G19 il volume di produzione è cresciuto da 71,7 milioni a 94,3 milioni di tonnellate (+31,5%). Alla crescita globale di 34,1 milioni di tonnellate i Paesi del G19 hanno contribuito con 22,6 milioni di tonnellate, pari al 66,2%. Questi dati documentano lo straordinario ruolo dei Paesi del G19 nella dinamica dell’industria mondiale della carne avicola.
Totale: 99,2 milioni di ton. 2010 Totale: 133,3 milioni di ton. 2020
Polli
Figura 1 – Quote dei vari tipi di carne avicola nella produzione mondiale e in quella dei Paesi del G19 nel 2010 e nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
Uno sguardo più attento alla classifica e alle quote degli Stati del G19 rivela alcuni cambiamenti degni di nota (Tabella 3). Stati Uniti, Cina e Brasile hanno mantenuto le tre posizioni di leadership, anche se hanno perso quote nel volume di produzione globale. Questo è il risultato del rapido aumento della produzione in Russia, Indonesia e India. Russia e Indonesia hanno guadagnato posti più alti in classifica, mentre il Messico ha perso due posti e l’India uno. In cinque dei Paesi del G19 il volume di produzione è aumentato di oltre 2 milioni di tonnellate ciascuno. La Tabella 4 documenta la notevole crescita della loro produzione tra il 2010 e il 2020. La Francia è stata l’unica a far registrare una diminuzione della produzione di carne avicola.
Un confronto tra le dinamiche dei tipi di carne di pollame a livello globale e del G19 tra il 2010 e il 2020 rivela (Tabella 5) che la produzione è aumentata più rapidamente
25 - dicembre 2022MARKETING 2,2%
3,7% 4,5% 89,6%
Tacchini Anatre Oche* 2,5% 4,1% 5,6% 87,8% Mondo
* include faraone
Polli Tacchini Anatre Oche* * include faraone G19
Totale: 71,7 milioni di ton. 2010 Totale: 94,3 milioni di ton. 2020 3,2% 4,6% 6,5% 85,7% 3,0% 4,4% 4,6% 88,0%
Specie
Milioni
Pollo
Tabella 2 – Sviluppo della macellazione mondiale di carne avicola tra il 2010 e il 2020 (fonte: database FAO.
2010 2020
di capi Contributo (%) Milioni di capi Contributo (%)
Anatra Oca* Tacchino Altro 56 624 2 684 634 632 60 93,4 4,4 1,0 1,0 0,1 70 768 3 022 742 618 53 94,1 4,0 1,0 0,8 0,1 Total 60.634 100,0 75 203 100,0 *include la faraona
a livello mondiale. Da notare in particolare che la produzione di carne di tacchino nei Paesi del G19 è cresciuta molto più lentamente con solo l’1,6%. L’analisi a livello nazionale per i quattro tipi di carne documenterà le differenze e le somiglianze in queste dinamiche.
Elevata concentrazione regionale nella produzione di carne di pollo
La carne di pollo ha contribuito per quasi il 90% alla produzione mondiale di carne avicola e per l’88% a quella dei Paesi del G19. La Figura 2 mostra l’elevata concentrazione regionale. Nel 2020, i tre Paesi leader hanno contribuito con il 62,0% al volume di produzione del G19, i primi dieci Paesi con il 69,4% (Tabella 6).
La loro quota, tuttavia, è stata inferiore dell’1,1% rispetto al 2010, il che indica che anche in altre zone la produzione di carne di pollo è cresciuta sensibilmente.
Tale dinamica è principalmente riconducibile al rapido aumento registrato nei cinque Paesi leader (Tabella 7 ), che tra il 2010 e il 2020 hanno contribuito per il 67,0% alla crescita del gruppo del G19 e per il 44,4% alla crescita globale. Oltre all’Indonesia e alla Russia, anche la Corea del Sud, il Giappone e l’India hanno registrato tassi di crescita relativi elevati, a conferma della crescente importanza dei Paesi asiatici nella dinamica della produzione globale di carne di pollo. Il tasso di crescita relativo dei Paesi del G19 è stato inferiore a quello mondiale, a dimostrazione della rapida crescita della produzione anche in Paesi non appartenenti al gruppo del G19.
Stagnazione nella produzione di carne di tacchino
Nel 2020 solo 12 Paesi del G19 hanno prodotto carne di tacchino. In contrasto con lo sviluppo mondiale, la loro produzione è aumentata solo di 75.000 tonnellate (+1,6%).
La Tabella 8 mostra i dieci principali produttori del G19 nel 2010 e nel 2020. Un confronto tra la classifica e le quote rivela che il contributo dei dieci principali Paesi al volume di produzione globale è diminuito del 5,4%. Uno sguardo più attento ai cambiamenti a livello nazionale mostra inoltre che in sei dei do -
Tabella 3 – Sviluppo della produzione di carne avicola nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020 (fonte: database FAO). 2010 2020 Paese Produzione (1 000 t) Contributo (%) Paese Produzione (1 000 t) Contributo (%)
USA Cina Brasile Messico Russia India Franc ia Argentina Regno Unito Indonesia Turchia Sudafrica Giappone Germania Canada Italia Australia Corea, Rep. Arabia S.
19 583 16 561 11 185 2 723 2 563 2 226 1 757 1 643 1 570 1 566 1 479 1 478 1 417 1 370 1 218 1 168 973 653 576
19,7 16,7 11,3 2,7 2,6 2, 2 1,8 1,7 1,6 1,6 1,5 1,5 1,4 1,4 1, 2 1, 2 1,0 0,7 0,6
USA Cina Brasile Russia Indonesia Messico India Giappone Argentina Turchia Regno Unito Sudafrica Franc ia Germania Canada Italia Australia Corea, Rep. Arabia S.
23 150 21 278 14 379 4 579 3 752 3 617 3 597 2 348 2 265 2 201 1 952 1 881 1 645 1 572 1 473 1 382 1 282 1 047 901
17,4 16,0 10,8 3,4 2,8 2,8 2,7 1,8 1,7 1,7 1,5 1,4 1, 2 1, 2 1,1 1,0 1,0 0,8 0,7
G19 71 70 9 72 ,4 G19 94 301 *70, 8 Mondo 99 270 100,0 Mondo 133 357 100,0
* il totale non aumenta per l’arrotondamento
Tabella 4 – Crescita della produzione di carne avicola nei cinque Paesi del G19 con la crescita assoluta più alta tra il 2010 e il 2020 (fonte: database FAO; calcoli dell’autore).
Paese Crescita assoluta (1.000 t) Crescita relativa (%) Cina USA Brasile Russia Indonesia
4 717 3 567 3 194 2 014 2 006
28,5 18, 2 28,6 78,6 139,6 5 Paesi 15 498 30, 5 G19 22 577 31, 5 Mondo 34 .087 34 ,4
26 - marketingMARKETING
Tabella 5 – Sviluppo della produzione mondiale di carne avicola tra il 2010 e il 2020 in base al tipo di carne (fonte: database FAO).
di
000 t)
000
Tabella 6 – Sviluppo della produzione di carne di pollo nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020 (fonte: database FAO). 2010 2020
Paese Produzione (1 000 t) Contributo (%) Paese Produzione (1 000 t) Contributo (%) USA Cina Brasile Messico Russia India Argentina Indonesia Sudafrica Turchia Giappone Regno Unito Franc ia Canada Australia Italia Germania Corea, Rep. Arabia S.
16 971 11 592 10 693 2 681 2 563 2 193 1 598 1 540 1 472 1 444 1 417 1 376 1 064 1 051 934 865 337 588 575
19,5 13,3 12,3 3,1 2,9 2,5 1,8 1,8 1,7 1,7 1,6 1,6 1, 2 1, 2 1,1 1,0 1,0 0,7 0,7
USA Cina Brasile Russia Indonesia Messico India Giappone Argentina Turchia Sudafrica Regno Unito Canada Australia Franc ia Italia Germania Corea, Rep. Arabia S.
20 490 15 144 13 787 4 577 3 708 3 579 3 551 2 348 2 219 2 138 1 873 1 784 1 305 1 247 1 130 1 067 1 066 962 900
17,1 12,7 11,5 3,8 3,1 3,0 3,0 2,0 1,9 1,8 1,6 1,5 1,1 1,0 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8
Totale: 119,5 milioni di ton. Mondo
Totale: 79,9 milioni di ton. G19 USA Cina Brasile Russia Indonesia Messico India Giappone Argentina Turchia Altri
* il totale non aumenta per l’arrotondamento
Tabella 7 – Crescita della produzione di carne di pollo nei cinque Paesi del G19 con la crescita assoluta più alta tra il 2010 e il 2020 (fonte: database FAO; calcoli dell’autore). Paese Crescita assoluta (1 000 t) Crescita relativa (%) Cina USA Brasile Indonesia Russia
di
e a
dici Paesi la produzione è diminuita: in Francia di 84.000 tonnellate, di 19.000 tonnellate nel Regno Unito e di oltre 3.500 tonnellate ciascuno in Messico e in Australia. Una crescita considerevole si è invece verificata in Brasile con 99.000 tonnellate, Stati Uniti (47.200 tonnellate), Turchia (26.000 tonnellate) e Italia (15.000 tonnellate). Gli altri Paesi hanno mostrato solo differenze minori. I fattori alla base delle differenze nella dinamica sono stati i cambiamenti nel consumo pro capite, gli impatti dei focolai di Influenza Aviaria e il conseguente divieto di esportazione.
Notevole
crescita della produzione di carne di anatra
Tra il 2010 e il 2020 la produzione mondiale di carne di anatra è aumentata di 919.000 tonnellate (+22,5%), nei Paesi del G19 di 704.000 tonnellate (+21,6%). Nel 2020 15 dei Paesi del G19 hanno prodotto carne di anatra, contribuendo per il 79,4% al volume di produzione mondiale. Un confronto tra la classifica e le quote dei dieci leader
27 - dicembre 2022MARKETING
G19 6 0.9 54 *70, 5 G19 82 875 * 69,4 Mondo 87 210 100,0 Mondo 119 505 100,0
Tipo
carne G19 Mondo Assoluta (1
Relativa (%) Assoluta (1
t) Relativa (%) Pollo Tacchino Anatra Oca* 21 420 75 704 378 30,0 1,6 21,6 16, 2 32 295 476 919 403 37,0 8,6 22,5 16,5 Totale 22 577 31, 5 34 0 93 34 ,4 *include la faraona
39,4% 1,7% 1,7% 1,8% 1,8% 2,5% 2,9% 3,1% 12,3% 13,3% USA
17,1% 2,3% 2,4%
Figura 2 – Contributo dei dieci Paesi leader del G19 nella produzione mondiale
carne di pollo
quella del G19 tra il 2010 e il 2020 (design: A.S. Kauer sulla base dei dati FAO). 2010 Totale: 87,2 milioni di ton. Mondo Totale: 61,5 milioni di ton. G19
Cina Brasile Messico Russia India Argentina Indonesia Sud Africa Turchia Altri
2,5% 2,6% 3,6% 4,2% 4,4% 14,4% 18,9% 27,6% 2020
40,1% 1,8% 1,9% 2,0% 3,0% 3,0% 3,1% 3,8% 11,5% 12,7% 17,1%
4,5% 4,6% 5,7% 17,3% 19,0% 25,7%
10,4% 2,7% 2,8% 2,9% 4,4%
5
3 552 3 519 3 095 2 168 2 014 30,6 20,7 28,9 140,8 78,6
Paesi 14 348 33 ,1 G19 21. 421 34 , 9 Mondo 32 295 37,0
Tabella 8 – I dieci Paesi del G19 leader nella produzione di carne di tacchino nel 2010 e nel 2020 (fonte: database FAO). 2010 2020
Paese Produzione (1 000 t) Contributo (%) Paese Produzione (1 000 t) Contributo (%) USA Brasile Germania Franc ia Italia Regno Unito Canada Argentina Turchia Australia
2 560 485 478 405 298 162 158 36 32 22
46,4 8,8 8,7 7,3 5,4 2,9 2,9 0,7 0,6 0,4
USA Brasile Germania Franc ia Italia Canada Regno Unito Turchia Argentina Australia
2 607 584 476 321 313 158 143 58 36 19
43,5 9,7 7,9 5,4 5, 2 2,6 2,4 1,0 0,6 0,3 10 Paesi 4 636 *84 ,0 10 Paesi 4 715 78 ,6 G19 4 663 84 , 5 G19 4 738 79,1 Mondo 5 517 100,0 Mondo 5 993 100,0 * il totale non aumenta per l’arrotondamento
Tabella 9 – I dieci Paesi del G19 leader nella produzione di carne di anatra nel 2010 e nel 2020, dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO). 2010 2020
Paese Produzione Contributo (%) Paese Produzione Contributo (%)
Cina Franc ia Corea, Rep. Germania USA India Regno Unito Indonesia Messico Australia
2 650 282 65 62 53 33 30 26 21 17
65,0 6,9 1,6 1,5 1,3 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4
Cina Franc ia Corea, Rep. USA India Indonesia Germania Regno Unito Messico Australia
3 431 192 85 52 47 44 27 22 21 18
mania sono stati i cambiamenti nelle normative per l’allevamento delle anatre e un calo del consumo pro capite. La Francia produceva principalmente foie gras accanto alla carne di anatra, contribuendo con circa il 75% alla produzione mondiale di foie gras. In considerazione della particolare forma di produzione (gavage) di questo alimento, diversi Paesi ne hanno vietato la commercializzazione. Mentre il consumo di carne d’anatra è aumentato in Asia, è diminuito o ristagnato negli altri Paesi del G19.
Altissima concentrazione regionale nella produzione di carne d’oca
68,6 3,8 1,7 1,7 0,9 0,9 0,5 0,4 0,4 0,4
10 Paesi 3 . 239 *79,4 10 Paesi 3 939 *78 , 8 G19 3 263 80,0 G19 3 967 79,4 Mondo 4 079 100,0 Mondo 4 998 100,0
* il totale non aumenta per l’arrotondamento
(Tabella 9) documenta il ruolo dominante dei Paesi asiatici. Cina, Corea del Sud, India e Indonesia hanno aumentato la loro produzione e le relative quote. La Cina da sola ha contribuito per l’85% alla crescita globale: il consumo pro capite è stato molto più elevato che negli altri paesi del G19, ad eccezione della Francia. La
produzione di carne d’anatra è invece diminuita di 90.000 tonnellate in Francia e di 35.000 tonnellate in Germania. Mentre i massicci focolai di Influenza Aviaria hanno causato il declino della produzione nel sudovest della Francia, a portare a una forte diminuzione degli allevamenti e della macellazione di anatre in Ger-
Solo dieci Paesi del G19 hanno prodotto carne d’oca. A dominare la produzione sono stati l’Asia orientale e alcuni Paesi africani. Tra il 2010 e il 2020 il volume di produzione mondiale è aumentato da 2,4 a 2,8 milioni di tonnellate (+16,5%). I Paesi del G19 hanno contribuito con il 95,4%, la sola Cina con il 95,1% (Tabella 10). Il consumo di carne d’oca al di fuori della Cina è stato molto basso e quasi ovunque si è concentrato in un breve periodo intorno a Natale.
Sintesi e prospettive
L’articolo ha mostrato la rapida crescita della produzione di carne avicola negli ultimi dieci anni. Il volume di produzione è aumentato del 34,3% e ha raggiunto 133,3 milioni di tonnellate. I paesi del G19 hanno contribuito con il 67,0%. La carne di pollo ha dominato la produzione di carne avicola nei Paesi del G19 con una quota dell’88,0%. La concen-
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Tabella 10 – I cinque Paesi del G19 leader nella produzione di carne d’oca nel 2010 e nel 2020 (fonte: database FAO). 2010 2020 Paese Produzione (1.000 t) Contributo (%) Paese Produzione (1.000 t) Contributo (%) Cina Franc ia Germania Turchia Regno Unito
di un calo del consumo pro capite. La Cina ha dominato la produzione globale di carne d’oca con una quota di oltre il 95% nel 2020. In tutti gli altri Paesi del G19 questo tipo di carne è stato di minore importanza. Per il futuro si può prevedere che in particolare la produzione di carne di pollo aumenterà ulteriormente e che l’attuale modello spaziale rimarrà stabile.
Bibliografia e consigli di lettura
Database FAO: http://www.fao.org/ faostat.
G20: https://en.wikipedia.org/wiki/ G20.
Windhorst, H.-W.: The Champions League of the chicken meat producing countries. In: Zootecnica International 42 (2020), no. 7/8, p. 22-26.
2 319 5 3 2 2
95,1 0, 2 0,1 0,1 0,1
Cina Turchia Regno Unito Canada Argentina
2 703 4 2 < 1 < 1
95,1 0,1 0,1 < 0,1 < 0,1 5 Paesi 2 331 95 ,6 5 Paesi 2 710 95 ,4 G19 2 333 95 ,7 G19 2 711 95 ,4 Mondo 2 . 439 100,0 Mondo 2 . 842 100,0 * il totale non aumenta per l’arrotondamento
trazione regionale della produzione è stata molto elevata: gli Stati Uniti, la Cina e il Brasile hanno contribuito per il 41,3% al volume di produzione globale, i dieci Paesi leader per il 69,3%. La loro quota, tuttavia, è diminuita dell’1,2% dal 2010, mostrando una rapida crescita anche nei Paesi che non appartengono al gruppo. La produzione di carne
di tacchino sembra aver raggiunto un plateau nel gruppo G19, poiché il volume è cresciuto solo dell’1,6% facendo perdere il 5,4% della quota mondiale dal 2010. I Paesi asiatici hanno dominato nella carne d’anatra, mentre negli Stati europei la produzione è diminuita a causa delle normative in Germania, dei focolai di Influenza Aviaria in Francia e
Windhorst, H.-W.: The contrasting world of poultry production. In: Fleischwirtschaft international (2020), no. 3, p. 8-10.
Windhorst, H.-W.: The forgotten world: the chicken meat industry in the least developed countries. In: Zootecnica International 43 (2021), no. 3, p. 28-32.
Windhorst, H.-W.: Patterns and dynamics of the EU poultry industry: a status report. Part 2 – Poultry meat production and egg trade. In: Zootecnica International 44 (2022), no. 1, p. 28-32.
Windhorst, H.-W.: The dynamics of the U.S. broiler industry. Part 2: US profits from the rising demand of white meat. In: Fleischwirtschaft international 2022, no. 2, p. 52-54.
Banca Mondiale: https://data. worldbank.org.
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Valutare la qualità esterna delle uova da cova
La qualità dell’uovo ha una significativa influenza sulla schiusa e sulla qualità del pulcino. Visto che lo scopo principale del manager dell’incubatoio è produrre il maggior numero di pulcini di qualità, la valutazione delle uova da cova dovrebbe costituire parte essenziale nelle procedure standard dei moderni incubatoi.
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I fattori qualitativi delle uova possono essere suddivisi in due principali categorie: esterna ed interna. Qui vengono discussi i principali fattori esterni.
Fattori esterni per valutare la qualità delle uova da cova
Una buona qualità dell’uovo è un prerequisito per la produzione di un pulcino sano. È dunque importante disporre di procedure di controllo qualità per valutare le uova in ingresso in incubatoio. Un controllo attento della qualità esterna delle uova, prima di incubarle, è fondamentale. Può essere utile scindere il processo di controllo qualità in passaggi, focalizzandosi poi sui seguenti fattori: dimensione e forma delle uova, qua-
“Una buona qualità delle uova è il presupposto per la produzione di pulcini sani, è quindi importante avere procedure di controllo della qualità per valutare le uova da cova in ingresso in incubatoio”
lità del guscio, pulizia del guscio e suo colore.
1. Forma e dimensione delle uova
La prima cosa da osservare quando si valuta la qualità delle uova è la loro forma e dimensione. Un uovo da schiusa di buona qualità ha forma ovale, quindi con una parte più appuntita e una più larga. La forma dell’uovo dipende dal suo passaggio attraverso l’ovidotto ed è priva di deformità L’indice della forma delle uova in incubatoio viene definita come rapporto tra la larghezza e lunghezza. Come esempio, un uovo con larghezza di 4,2 cm e lunghezza di 5,7 ha un indice di forma di 74, che è considerato nell’ambito della variazione ottimale, tra 72 e 76.
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TECHNICAL COLUMN - technical column -
Indice di forma: (larghezza divisa per lunghezza ) x 100
• indice inferiore a 72: uova troppo lunghe,
• indice superiore a 76: uova troppo tonde,
• indice tra 72 e 76: ottimale.
In caso di aumento del numero di uova deformi, si consiglia di segnalarlo immediatamente all’allevamento di origine in modo che possano indagare sulla possibile
causa, come malattie, alimentazione sbilanciata, cattive condizioni ambientali o stress. Significa che la qualità delle uova è stata compromessa all’inizio dal modo in cui sono state deposte, con una conseguente minore schiudibilità.
2. Qualità del guscio
Il guscio ha una funzione essenziale nel dare un ambiente sigillato e protetto all’embrione e per favorirne la crescita, consentendo il trasferimento di gas e acqua, che sono vitali per il suo sviluppo. Quindi è importante che il guscio sia forte e intatto. Le uova con le seguenti carenze non dovrebbero essere incubate:
• guscio sottile,
• guscio con depositi di calcio (bianchi, irregolari, con macchie sulla superficie, ecc.),
• gusci deformi,
Le uova controllate differiscono da quelle normali: troppo piccole, larghe o tonde, piuttosto che ovali.
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• gusci con aree traslucide,
• gusci rotti (con fratture sia evidenti che filiformi).
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33 - dicembre 2022TECHNICAL COLUMN
Grafico 1 – Risultati sulla qualità delle uova.
Uova con aree traslucide.
Le uova con guscio traslucido, ad esempio, favoriscono l’ingresso dei batteri, che poi alterano la schiusa. Per quantificare l’effetto negativo di questa carenza, Petersime ha fatto una prova in un incubatoio, dove arriva circa il 12,6% di uova con guscio traslucido. 1050 di queste uova sono state incubate a parte rispetto alle normali dello stesso gruppo. I risultati hanno mostrato che le uova traslucide presentano una maggiore contaminazione (Grafico 1), più rotture (Grafico 1) e una maggiore mortalità nel corso dei vari stadi di incubazione, come pure più soggetti di scarto (Grafico 2).
Gusci anomali sono causati da un'alimentazione scorretta (carenza di calcio, fosforo, vitamina D), da malattie o da cattive condizioni fisiche della gallina. Lo spessore del guscio viene influenzato anche dall’età del gruppo. Con l’invecchiare della galline, le uova diventano più grandi, il che significa che la proporzione di calcio per uovo cala, causando un guscio più sottile. Il test più frequente per lo spessore del guscio è quello di gravità specifica in bagno di sale
Esistono diversi bagni di sale a diversa gravità, con concentrazioni saline che variano da 1,060 a 1,090 con incrementi di 0,005. La gravità specifica della soluzione in cui un uovo galleggia corrisponde alla sua gravità specifica. Le uova vengono per prima cosa messe nel bagno con la più bassa concentrazione salina. La valutazione della gravità specifica viene rilevata per le uova che galleggiano; quelle che affondano vengono messe nella vasca successiva, fino a trovare il bagno la cui salinità è tale da farle galleggiare.
Grafico 2 – Risultati di mortalità.
Prove passate hanno rivelato che le uova con gravità specifica tra 1,070 e 1,085 hanno un guscio di buona qualità e in genere schiudono meglio. Durante queste prove la gravità specifica è anche risultata essere un fattore determinante nel raggiungere tassi di schiusa elevati, ancora più di quanto non sia invece la perdita di peso dell’uovo nel corso dell’incubazione. In altre parole: una buona qualità del guscio è fondamentale per una buona incubazione e schiusa.
3. Pulizia del guscio È importante incubare solamente uova pulite. Quelle sporche possono causare contaminazione e non dovrebbero mai essere incubate:
• un guscio sporco ha materiale esterno che aderisce alla sua superficie,
• un guscio può essere sporco di sangue,
• un uovo che sembra pulito può lo stesso avere una carica batterica sulla sua superficie,
• con i raggi ultravioletti si riesce a valutare la vera pulizia del guscio.
34 TECHNICAL COLUMN - technical column -
Le stesse uova sotto luce normale, a sinistra, e luce UV, a destra. La luce UV rivela graffi sulla superficie del guscio che hanno causato lesioni alla cuticola, la prima barriera di difesa dell’uovo verso i batteri. L’uovo diviene pertanto più sensibile alla contaminazione batterica.
4. Colore dell’uovo
Nonostante il colore dell’uovo sia un tratto specifico della razza e venga influenzato dall’alimentazione della gallina, esso può ugualmente indicare qualcosa sulla qualità delle uova, e quindi sulla schiusa. In generale, è importante che il colore delle uova, in una medesima partita, sia uniforme
Se si parla delle uova marroni, in particolare, è noto che quelle che derivano dai gruppi più vecchi sono più pallide rispetto a quelli più giovani, ma comunque un aumento di uova pallide in un lotto in ingresso potrebbe indicare che il gruppo soffre di una qualche malattia o è stressato, cosa che influenza la pigmentazione del guscio durante la sua formazione. A parte questi aspetti, l’influenza del colore del guscio sulla qualità globale dell’uovo è poco importante.
Concludendo
Non date la qualità delle uova per scontata. È necessario valutare la qualità esterna delle uova su base routinaria e intraprendere azioni che ottengano i miglioramenti necessari. L’informazione ottenuta nel corso del controllo qualitativo dovrebbe essere usata come feedback per gli allevamenti di riproduttori, per migliorarne le performance o come precoce rilevamento di possibili problemi, che potrebbero in seguito portare a gravi conseguenze nella schiusa.
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35 - dicembre 2022TECHNICAL COLUMN
Il comportamento delle pollastre e la tipologia di accasamento predicono il comportamento delle galline adulte in allevamenti free-range
La correlazione tra le risposte comportamentali delle pollastre e poi delle ovaiole, sia agli stimoli umani che alle novità ambientali, è stata valutata tramite una regressione che valutava quanto avvenuto in precedenza. I risultati indicano che le risposte comportamentali delle pollastre all’uomo e ai nuovi stimoli, come pure le tipologie di accasamento durante le deposizione, consentono una previsione del comportamento da adulte. Nuovi studi su queste correlazioni potrebbero identificare i fattori di rischio nel comportamento delle galline commerciali free-range.
Introduzione
M. Rice1, R. Acharya1, J. Taylor1, P. Taylor2, A. Fisher1 and P. Hemsworth1
1 Animal Welfare Science Centre, Faculty of Veterinary and Agricultural Sciences, The University of Melbourne, Parkville 3010, Australia
2 University of New England, Faculty of Science, Agriculture, Business and Law, Armidale, NSW, 2351, Australia
Le esperienze precoci giocano un ruolo importante sullo sviluppo comportamentale delle galline. Sono state evidenziate differenze nei sistemi di allevamento, che hanno un’influenza sui problemi comportamentali, sul beccaggio e sul cannibalismo nella vita adulta. Inoltre, la paura precoce in fase pollastra corrisponde a una maggiore risposta stressante nella fase adulta. Una migliore conoscenza delle condizioni di svezzamen-
to e di quanto esse influenzano il comportamento, sia in fase di svezzamento che di deposizione, può dunque aiutare nella prevenzione o nella mitigazione dei problemi comportamentali e favorire una riduzione della mortalità e un miglioramento del benessere nelle ovaiole free-range. Questa prova ha esaminato le risposte comportamentali di galline in deposizione in un allevamento free-range sia in rapporto all’uomo che verso stimoli nuovi e ignoti, durante lo svezzamento e in deposizione. Si è ipotiz-
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MANAGEMENT - management -
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zato che la risposta comportamentale delle pollastre verso l’uomo e le novità potrebbero fare prevedere le risposte verso i medesimi stimoli nel corso dell’età adulta.
Metodologia
Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico Animale dell’Università di Melbourne. I test comportamentali sono stati condotti in situ su 45 gruppi (37 HyLine brown e 8 ISA Brown) nel corso dello svezzamento (15-16 settimane) e su 39 gruppi adulti (45-55 settimane). Di tutti i gruppi valutati, 26 sono stati testati sia in svezzamento che deposizione. I gruppi erano allevati in fase pollastra sia a terra (17) che in voliera (28). In deposizione erano 20 a terra e 19 in voliera, tutti con accesso all’aperto. Le dimensioni dei gruppi variavano da 19.000 a 67.000 circa in svezzamento e da 17.000 a 61.000 circa in deposizione. I due test comportamentali sono stati quello di distanza di volo (FDT ) e quello verso oggetti sconosciuti (NOT ), effettuati videoregistrando le risposte dei soggetti. Il test FDT prevedeva un addetto che si muoveva nel capannone (e anche all’aperto, per quelle in deposizione) in maniera standard, fermandosi ogni 20 passi per 30 secondi. Nel test NOT invece si presentava un giocattolo da bambino in 3 punti del capannone (e all’aperto per il gruppo in deposizione). Il numero di galline che rimanevano entro 1,5 metri dall’operatore era registrato per ogni fase, sia quando si muoveva che quando stava fermo col valore FDT. Il tempo di latenza delle galline nell’avvicinarsi al nuovo oggetto (NO) e il numero medio delle galline entro i 40 cm dal
NO era registrato ogni 30 secondi su 5 minuti totali, con il valore NOT.
È stata quindi condotta un’analisi dei componenti principali (PCA) con rotazioni oblique nella SPSS (versione 27), in maniera completamente separata per due set interi di dati, tutti derivati dai test comportamentali in svezzamento e deposizione, onde identificare i componenti che rappresentano i fattori ignoti, calcolandone poi i fattori di regressione. Prima dell’analisi tutte le variabili sono state trasformate a base log10 o radice quadrata, per ottenere la normalizzazione dei dati. Poiché i coefficienti di correlazione erano tutti superiori allo 0,3 richiesto dal test Kayser-Meyer-Olkin (KMO), i valori superavano quelli suggeriti di 0,6, e il test di sfericità di Bartlett risultava statisticamente significativo. I dati sono stati considerati utilizzabili per una PCA. Una regressione delle evidenze in svezzamento è stata usata per identificare possibili previsioni di ciascuno dei valori dei test comportamentali condotti nella fase adulta. Ciò è avvenuto utilizzando dati da 26 gruppi, sia in fase svezzamento che deposizione. Ad ogni passaggio le variabili sono state rimosse, usando un valore -p (P<0,1).
Risultati
Si sono estratti due componenti, ciascuno con valore superiore a 1, nella PCA per i test in fase svezzamento, identificati come RearFDT e RearNOT. Invece tre componenti, tutte con valore superiore a 1, sono state estratte per PCA dai test derivati dai soggetti in deposizione detti ProFDT, IndoorNOT e RangeNOT (vedi la Tabella 1 per la descrizione e il carico dei fattori non componen-
ti). Nei punteggi che ne sono derivati c’era un valore elevato sia dei RearFDT che dei ProdFDT, che corrispondevano a più pollastre/ovaiole entro 1,25 mt dall’uomo, sia in fase stazionaria che di movimento. Un secondo punteggio sia nel RangeNOT che IndoorNOT corrispondeva a meno pollastre/ovaiole vicino a NOT e con un maggior tempo di latenza nell’approcciarsi e interagire con esso.
Le variabili incluse nel modello originale e in quello finale di regressione sono evidenziate nella Tabella 2. Tra quelli dei test di comportamento in svezzamento, i NOT conclusi in quel periodo sono risultati validi per prevedere anche i NOT in deposizione, sia nel capannone che all’esterno. Però questa correlazione era positiva per i test condotti in deposizione fatti all’interno e non quelli all’esterno. Quindi, i gruppi con approccio positivo verso gli oggetti nuovi in svezzamento, lo rimanevano in maniera evidente anche in deposizione se all’interno del capannone, meno invece se all’esterno. I test FDT in svezzamento sono quindi risultati predittivi circa il successivo comportamento in deposizione, sia per i NOT all’aperto che FDT in fase adulta. Inoltre, le galline accasate in voliera avevano punteggio NOT inferiore, ma FDT superiore rispetto a quelle accasate a terra con slat.
Discussione
Si dovrebbe riconoscere che i due test FDT e NOT sono stati progettati per misurare l’approccio o il timore verso l’uomo e verso nuovi oggetti. La capacità di esplorazione viene spesso interpretata come capace di dare informazioni circa il timore e
37 - dicembre 2022MANAGEMENT
Tabella 1 – Matrice di andamento per PCA con rotazione obliqua di soluzioni a 2 fattori circa le risposte comportamentali in svezzamento, e con test a 3 fattori per le risposte comportamentali negli adulti (deposizione)
Test PCA svezzamento Test PCA adulte
RearNOT RearFDT IndoorNOT RangeNOT ProdFDT
Test oggetti sconosciuti
Interno
Latenza all’interazione 0,915 0,885
Latenza a 10 cm 0,936 0,921
x galline (2 min) -0,869 0,88
x galline(5 min) -0,702 0,839
Latenza a 40 cm 0,726 0,727
Esterno
x galline (2 min) 0,969
x galline (5 min) 0,969
Latenza all’interazione 0,827
Latenza a 10 cm 0,735
Latenza a 40 cm 0,638
Test di distanza con volo
Interno
Galline che scappano 0,927 1,023 Galline che restano 0,928 0,838
Esterno
Galline che scappano -0,733 Galline che restano -0,554
Tabella 2 – Coefficienti non standardizzati e regolati per R2 sul modello di regressione iniziale e finale, dove la dimensione del gruppo pollastra è il numero di pollastre per gruppo (RearFlockSize) (x 10.000), ProdFlockSize è invece quello di ovaiole (x 10.000), RearShedType è il tipo di accasamento pollastre (a terra con slat = 1, voliera = 2), ProdShedType è il tipo di accasamento delle ovaiole (a terra con slat = 1, voliera = 2).
Variabili
IndoorNOT RangeNOT ProdFDT
β Iniziale Finale Iniziale Finale Iniziale Finale
Intersezione
rappresenta la base di alcuni dei test standard di valutazione della paura. Anche se resta poco chiaro come esattamente la paura e l’esplorazione (e in particolare la curiosità o investigazione/ricerca) siano correlate, in genere si concorda che elevati livelli di paura inibiscono tutti gli altri sistemi motivazionali, incluso quello di ricerca esplorativa.
In questo studio sono state individuate numerose correlazioni tra la paura dell’uomo e dei nuovi oggetti (o viceversa di curiosità), che passavano poi all’età adulta (fase di deposizione), collegate anche al sistema di allevamento. Tali connessioni indicano che le risposte comportamentali delle pollastre, sia verso i nuovi oggetti che verso l’uomo, e successivamente anche i sistemi di allevamento in deposizione, consentono di prevedere le risposte comportamentali delle galline verso l’uomo o nuovi oggetti.
Ad esempio, il comportamento delle pollastre e il sistema di allevamento, in fase deposizione, sono correlati alle risposte comportamentali verso l’uomo (sia all’interno che all’esterno del capannone). In particolare è stato notato un minore timore allevando le pollastre in voliera, comportamento proseguito in fase adulta. Anche le risposte comportamentali delle pollastre agli oggetti sconosciuti sono correlate a quelle delle ovaiole adulte, soprattutto all’interno del capannone (un po’ meno se allevate a terra ) e comunque è stato ravvisato un maggiore timore quando il test viene eseguito all’aperto. Mentre il semplice accasamento in deposizione non consente di prevedere le risposte comportamentali delle ovaiole verso nuovi oggetti, il comportamento delle pollastre sia verso
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-0,22 1,15 2,48* 1,94** -2,84** -1,96**
*P<0,05 **P<0,01
Dimensione gruppo pollastre 0,47 -0,11 0,14 Dimensione gruppo deposizione -0,37 -0,40* -0,08 -0,51 Tipologia allevamento pollastre -0,50 -0,51 0,59 Tipologia allevamento deposizione 0,13 -0,75 -1,37** 1,89* 1,35** NOT svezzamento 0,50 0,52** -0,51 -0,49** 0,46 FDT svezzamento -0,08 -0,01 0,56* 0,36 Aggiustamento di R 2 0,33 0,37 0,30 0,38 0,48 0,49
Ringraziamenti: questo studio è stato finanziamento da Australian Eggs Ltd.
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39 - dicembre 2022MANAGEMENT
La bibliografia è disponibile su richiesta Dagli atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2022 us
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Migliori pratiche di gestione riducono la necessità di ricorrere agli antibiotici La resistenza antimicrobica (AMR) rappresenta una minaccia per la salute umana e animale e ha raggiunto livelli preoccupanti in molte parti del mondo. Si ritiene che l’uso inappropriato di antimicrobici nell’assistenza sanitaria umana e nella produzione animale sia una delle cause principali della resistenza antimicrobica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato delle Linee guida sull’uso di antimicrobici clinicamente importanti negli animali da produzione alimentare. Questi includono gli antibiotici, che sono definiti come so -
stanze naturali, semisintetiche o sintetiche con proprietà battericide o batteriostatiche a concentrazioni ottenibili in vivo. Gli antibiotici utilizzati in medicina umana sono classificati come “importanti”, per la medicina umana; ci
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sono antibiotici come gli aminoglicosidi, le cefalosporine di terza e quarta generazione, i fluorochinoloni, i glicopeptidi, i macrolidi, alcune penicilline ad ampio spettro e la colistina.
Gli antibiotici vengono utilizzati nella produzione animale come promotori della crescita (AGP) in alcuni Paesi, mentre in altri sono vietati, e per prevenire e curare le malattie. Van Boeckel et al. (2015) hanno stimato che nel 2010 sono state utilizzate 63.151 tonnellate di antibiotici nella produzione animale in 228 Paesi. Gli autori prevedono anche un aumento nel consumo del 67% entro il 2030 e un raddoppio in Brasile, Russia, India e Cina, se non verranno adottate ulteriori restrizioni sul loro uso.
L’OMS ha raccomandato di evitare l’uso di antibiotici importanti dal punto di vista medico per promuovere la crescita o per la prevenzione di malattie infettive che non siano state ancora diagnosticate clinicamente negli animali da produzione alimentare, e di limitare l’uso di antibiotici appropriati al trattamento di animali a cui è stata clinicamente diagnosticata una malattia infettiva (OMS, 2017).
La Commissione europea ha già deciso di vietare tutti gli AGP nella produzione animale nel 2006 con varie ripercussioni sul settore. L’uso preventivo e terapeutico degli antibiotici prescritti dai veterinari è aumentato nei primi anni dopo il divieto. Tuttavia, Paesi come Danimarca e Paesi Bassi hanno risposto rapidamente, implementando misure aggiuntive con l’adozione di politiche molto rigorose per l’uso in allevamento, nutrizione e assistenza sanitaria. Questo approccio multifattoriale ha portato a una significativa riduzione dell’uso di antibiotici, pur mantenendo un’elevata produttività e benessere degli animali.
Negli Stati Uniti, la nuova Direttiva sui mangimi veterinari (VFD), implementata il 1° gennaio 2017, limita l’uso di tutti i prodotti antimicrobici ritenuti rilevanti per la salute umana per le applicazioni nell’allevamento animale. Nello specifico, tali prodotti non possono più essere utilizzati per scopi di promozione della crescita, mentre possono essere aggiunti ai mangimi solo quando un veterinario, supportato da procedure diagnostiche, identifichi una specifica malattia infettiva e ne prescriva l’uso. Alcuni antibiotici che non vengono utilizzati nella medicina umana possono ancora essere utilizzati per scopi di promozione della crescita. Un rapporto preparato dalla Food and Drug Administration statunitense ha riferito che la vendita e la distribuzione di antimicrobici rilevanti dal punto di vista medico sono diminuite del 33% dal 2016 al 2017 e del 43% dal 2015 al 2017 (FDA, 2018). Un approccio simile è stato adottato in Canada, il 1° dicembre 2018, sebbene non siano ancora disponibili informazioni sul suo impatto sull’uso di antimicrobici.
L’uso limitato degli antimicrobici viene promosso in tutto il mondo. I produttori stanno adottando le migliori pratiche in materia di biosicurezza, assistenza sanitaria, benessere degli animali, genetica,
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gestione degli allevamenti, trattamento dei mangimi e nutrizione degli animali dal punto di vista pratico, economico e del benessere degli animali. In generale, tali misure si concentrano sulla riduzione della pressione delle infezioni nell’ambiente e sull’aumento della resistenza e della resilienza alle malattie degli animali.
Ridurre al minimo lo stress, sia sociale che ambientale, adottare schemi di vaccinazione su misura ben mirati e, infine, somministrare diete che promuovono la salute contribuiranno a far sviluppare agli animali una migliore resistenza alle malattie. L’alimentazione animale non si limita a fornire la giusta quantità di nutrienti necessari per varie funzioni corporee, come la riproduzione e la crescita, ma anche al mantenimento della salute degli animali, data la sua influenza sul sistema immunitario e sulla resistenza alle malattie.
Zootecnica International offre un’ampia panoramica sull’avicoltura con notizie, approfondimenti, interviste, tendenze di mercato e articoli tecnici e scientifici. Edita in tre lingue, italiano, russo e inglese, è diretta a tutti gli operatori della filiera avicola: allevatori, produttori di uova, case di selezione, incubatoi, mangimifici, aziende di lavorazione e trasformazione di carne avicola e di uova.
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Una migliore salute dell’intestino può a sua volta ridurre la necessità di utilizzare antibiotici. La schiusa e le due o tre settimane successive rappresentano un periodo ad alto rischio per i polli da carne, perché il pulcino deve ancora sviluppare gran parte del proprio sistema immunitario. Non sorprende, quindi, che l’uso di antibiotici per problemi enterici sia relativamente alto negli animali giovani. L’intervento dietetico, tramite mangime o acqua potabile, è un’opzione praticabile per promuovere la salute dell’intestino e prevenire o ridurre la necessità di antibiotici, specialmente durante i periodi critici di transizione. Un’altra principale applicazione degli antibiotici è nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi respiratori. Biosicurezza, vaccinazione e controllo del clima sono le vie più ovvie per ridurre il rischio di infezioni respiratorie. Tuttavia, dati recenti suggeriscono l’esistenza di un’importante interazione tra l’intestino e il polmone nella difesa dell’ospite e la nutrizione: migliorando il sistema immunitario, si può contribuire anche a una maggiore resistenza alle infezioni respiratorie.
Bibliografia
Smits, C.H.M., Li, D., Patience, J.F. and den Hartog, L.A. 2021. Animal nutrition strategies and options to reduce the use of antimicrobials in animal production. FAO Animal Production and Health Paper No. 184. Rome, FAO.
Fonte: Ministero della Salute
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Optimum Vitamin Nutrition – OVN®
Le nuove linee guida DSM per migliorare la salute e le performance degli animali e per una zootecnia più sostenibile.
Susanna Lolli Manager, Business Development Performance Solution – Poultry Expert Istituto delle Vitamine DSM, Segrate (MI) susanna.lolli@dsm.com
La salute e il benessere degli animali da reddito passano inevitabilmente da un corretto apporto di nutrienti, tra cui le vitamine. Optimum Vitamin Nutrition (OVN ®) fa esattamente questo: fornisce linee guida per dare agli animali vitamine di alta qualità, prodotte con il minor impatto ambientale, nelle giuste quantità, adeguate alla loro fase di vita e alle condizioni di crescita, per ottimizzare la produzione e la qualità degli alimenti.
Le vitamine: molteplici funzioni e attività
Le vitamine sono sostanze attive, essenziali per la vita e il benessere dell’animale. La
maggior parte delle vitamine, o i loro precursori, non può essere sintetizzata dagli animali e pertanto devono essere assunte con la dieta: sono pertanto definite essenziali. Il fabbisogno giornaliero di ciascuna vitamina è molto piccolo, solitamente misurato in microgrammi o milligrammi, difficili da dosare individualmente a meno che non si disponga di un impianto altamente tecnologico che riesca a dosare le piccole quantità e a miscelarle in modo che si raggiunga l’omogeneità all’interno di un premix. Questo è ciò che fa l’impianto di Segrate, a Milano, dello storico Istituto delle Vitamine, nato negli anni ’60, proprietà di Roche fino al 2003, quando fu acquisito da DSM Nutritional Products.
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L’impianto IDV è di tipo verticale, completamente automatizzato, con una capacità di circa 20.000 ton/anno grazie alla presenza di 88 silos di dosaggio e 3 linee di miscelazione. La capacità dei silos è differente a seconda delle materie prime che devono essere dosate per la creazione di un premix vitaminico-minerale. Proprio per quanto riguarda le vitamine i silos hanno una capacità di 700-3.000 litri e si trovano nella parte più alta dello stabilimento dove i premix sono dosati e premiscelati tra loro una prima volta per assicurarne l’omogeneità. A queste premiscela di sole vitamine verranno dosati i macrocomponenti (minerali) e altri additivi, quali enzimi ed eubiotici, utili per la salute e il benessere degli animali.
Le vitamine sono composti organici, diversi sotto questo aspetto dagli oligoelementi, che esercitano funzioni catalitiche, vale a dire che facilitano sia la sintesi che la degradazione dei nutrienti, controllando così il metabolismo. Esse sono necessarie per una salute ottimale e per le normali funzioni fisiologiche, come la crescita, lo sviluppo, il mantenimento e la riproduzione.
Le vitamine sono classificate per la loro attività biologica e chimica, facendo riferimento ai vitameri , composti che mostrano tutte le attività biologiche associate a una particolare vitamina, convertibili nella loro forma attiva/ormonale. Quattro sono classificate come liposolubili (A, E, K, D), le restanti sono idrosolubili. Le vitamine possiedono diverse funzioni biochimiche. Alcune come la vitamina D, hanno funzioni simili agli ormoni come regolatori del metabolismo minerale o regolatori della crescita di tessuti e cellule e della differenziazione (alcune forme di vitamina A). Altre funzionano come antiossidanti (vitamina E e C).
Il gruppo più numeroso è quello del gruppo B, vitamine che hanno principalmente la funzione di essere precursori di cofattori enzimatici, aiutando gli enzimi nella loro attività di catalizzatori del metabolismo, come parte di gruppi prostetici: la biotina, ad esempio, fa parte degli enzimi coinvolti nella produzione di acidi grassi. Funzionano anche da coenzimi, molecole che trasportano gruppi chimici o elettroni tra le molecole: ad esempio, l’acido folico può portare gruppi funzionali come il metile (CH3), il formile (CHO-) e il ponte metilene (-CH2-) nella cellula.
DSM ha inventato Hy-D ®
Hy-D ® è comparso sul mercato a metà degli anni ’90 negli Stati Uniti; nel mercato europeo invece è stato in-
trodotto dal 2002 grazie a DSM. Hy-D ® è 25(OH)D3, che rappresenta il primo metabolita nella cascata della mobilitazione della vitamina D3. L’assorbimento di HyD ® è immediato perché avviene per diffusione. Quello della vitamina D3, invece, richiede un maggior dispendio energetico, perché viene inglobata nelle micelle formate dall’incontro dei lipidi idrolizzati con la bile e, una volta entrata nell’epitelio intestinale, viene incorporata nei chilomicroni che entrano nella circolazione linfatica. Il trasporto della vitamina D3 e dei suoi metaboliti avviene per mezzo di proteine di trasporto che hanno una maggiore affinità di legame con Hy-D ® rispetto alla D3.
Inoltre, è stato dimostrato che l’assorbimento e la disponibilità di Hy-D ® nel sangue è sempre maggiore rispetto alla vitamina D3, anche in animali affetti da patologie. In numerosi studi, è stato dimostrato che Hy-D ® supporta la funzione omeostatica della vitamina D3, che è importante per fornire minerali sufficienti per l’incorporazione nella matrice ossea e per ottimizzare la stabilità del guscio d’uovo. Hy-D ® aiuta anche a massimizzare la massa ossea prima dell’inizio della deposizione e previene così la demineralizzazione delle ossa, cioè l’osteoporosi. I benefits derivanti dal suo utilizzo sono legati sia alla salute e al benessere che alle performance e all’efficienza produttiva degli animali allevati.
Per quanto riguarda la salute e il benessere, la ricerca ha dimostrato una maggiore resistenza ossea, riduzione della demineralizzazione del tessuto osseo e miglior risposta del sistema immunitario. Le ovaiole mostrano inoltre un miglioramento dell’Indice di Conversione Alimentare, uova con gusci più resistenti e un maggior numero di pulcini nati e più vitali.
Nuove linee guida DSM
Nel mese di ottobre DSM ha organizzato due webinar per il lancio ufficiale delle nuove linee guida OVN ®, consultabili e scaricabili al seguente link https://www.dsm. com/anh/products-and-services/tools/ovn.html. Il primo incontro si è incentrato sul broiler, il secondo sull’ovaiola, in quanto i fabbisogni delle due categorie di avicoli sono differenti e i deficit vitaminici portano a conseguenze diverse, che vanno dalla riduzione delle performance a una maggiore predisposizione alle patologie, a una riduzione dell’efficienza del sistema immunitario. Per quanto riguarda il pollo da carne, Edgar Orlando Oviedo Rondon, professore del dipartimento di Avicoltura della North
- dicembre 2022 - 45 NUTRIZIONISTICA
Carolina State University, ha sottolineato i grossi cambiamenti che hanno investito l’industria avicola nell’ultimo ventennio e le sfide di oggi e di domani. Le vitamine giocano un ruolo fondamentale nel corretto sviluppo dell’individuo; si deve prestare attenzione sia al dosaggio sia al rapporto tra le vitamine, in quanto direttamente coinvolte nelle principali vie metaboliche. Il corretto dosaggio delle vitamine mostra un effetto positivo nei polli da carne: peso alla macellazione, indice di conversione e ingestione, tanto per citare i principali indicatori di performance in allevamento. A seguire Jose-Maria Hernandez , responsabile Technical Marketing DSM Global, con una presentazione sulle nuove linee guida. Il dosaggio di tutte le vitamine è stato incrementato dal 2016 al 2022 sia per il progredire della selezione genetica che per i crescenti fabbisogni nutrizionali degli avicoli.
Nella sessione dedicata alle ovaiole, l’intervento di Sergio R. Fernandez , consulente avicolo con una vasta esperienza nel settore uova, si è focalizzato sulla selezione genetica, come abbia influenzato la produzione della gallina moderna che ha raggiunto un’impressionante produzione di uova. Se da un lato risulta positivo per i numeri favorevoli legati alla conversione alimentare, dall’altra questi animali altamente selezionati devono affrontare sfide molto forti in quanto maggiormente suscettibili a eventuali problematiche ambientali, sanitarie, antinutrizionali e gestionali, nonché ai mutamenti dei requisiti nutrizionali superiori rispetto alle genetiche precedenti. Sempre nella sessione ovaiole, Gilberto Litta, da oltre 20 anni in DSM e oggi responsabile delle Vitamine a livello Global, ha mostrato e commentato i risultati di un lavoro sperimentale in cui risulta evidente l’effetto della corretta integrazione vitaminica seguendo le linee guida OVN ® rispetto ad altri trattamenti e al controllo (Zang et al., 2010 e 2011) sulla percentuale di deposizione, sull’indice di conversione alimentare e sul numero di uova per gallina. Considerando tutti i benefici apportati è stato calcolato un ritorno di investimento (ROI) superiore a 13. In conclusione, si è visto come genetica e fabbisogni nutrizionali si siano evoluti negli ultimi anni portando a dover necessariamente adeguare anche i livelli vitaminici. Le nuove linee OVN ® 2022 garantiscono di mantenere e migliorare le performance e il benessere degli animali allevati e il minor impatto ambientale.
Contenuto sponsorizzato DSM
Perché i livelli di vitamina DEVONO essere rivisti?
1. Cambiamenti industriali e normativi
• Ridotto uso di antibiotici.
• Maggiore attenzione alla salute del tratto digerente, alle capacità immunitarie e alla qualità della nutrizione.
• Nuove sfide, ad esempio obiettivi di sostenibilità e metriche di sostenibilità.
• Maggiore benessere degli animali e dell’ambiente.
• Ridurre la perdita e lo spreco di cibo.
• Impatto delle materie prime nei mangimi.
2. Ricerca scientifica svolta negli ultimi 10 anni
• Più di 60 articoli scientifici.
• Benefici specifici forniti da una maggiore assunzione di vitamine, ad es. modulazione del sistema immunitario, salute, ossa, etc.
3. Miglioramenti della selezione genetica
• Riduzione dell’1% dell’Indice di Conversione all’anno (minor ingestione, più carne/uova).
• Ricerca interna ed esperienza sul campo per aggiornare le raccomandazioni sui nutrienti.
• Il fabbisogno vitaminico aumenta con il miglioramento genetico.
4. Cambiano le sfide dell'avicoltura moderna
• Produzione esente da antibiotici.
• Sostenibilità e impatto ambientale.
• Migliorare la salute dell’intestino (Coccidia, Clostridium).
• Ridurre la contaminazione da agenti patogeni alimentari (Salmonella, Campylobacter, E. coli ).
• Ridurre al minimo i problemi di benessere.
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NUTRIZIONISTICA
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Gli strumenti preventivi contro la pododermatite sui cuscinetti plantari (FPD) nei broiler
La pododermatite, altrimenti denominata FPD (Foot Pad Dermatitis) o bruciatura delle zampe, è una dermatite da contatto della superficie plantare delle zampe dei polli e rappresenta un valido strumento per valutare il benessere degli animali in allevamento.
con conseguente riduzione della redditività: basti pensare che in Asia le zampe dei polli, destinate al consumo umano, hanno un grande valore economico e la crescente domanda dei mercati asiatici le ha fatte diventare un importante prodotto d’esportazione per l’industria avicola europea. Dal momento che solo le zampe prive di lesioni possono essere esportate, è facile capire quali danni provochi sul mercato la FPD.
La pododermatite si presenta come un’escoriazione sulla pelle delle zampe: allo stadio iniziale appare come una macchia sporca, successivamente la pelle si lesiona e si sviluppano ulcere dolorose. L’aggravarsi delle lesioni provoca dolore e gli animali cessano di deambulare, mangiano e bevono di meno.
Gli animali che ne sono affetti molto spesso presentano altre forme di dermatiti da contatto, quali vesciche al petto o bruciature alle nocche. La pododermatite valutata al macello, a causa del dolore che provoca nell’animale, è diventata l’indicatore più affidabile del benessere del pollo da carne ed è pertanto utilizzata nei controlli ufficiali sui metodi di allevamento in tutta Europa.
Le lesioni della FPD costituiscono una via d’accesso alle infezioni secondarie, causando una perdita qualitativa del prodotto finale
Il miglior rimedio a questa patologia consiste nella prevenzione. Dal momento che i polli trascorrono la loro intera vita a stretto contatto con la lettiera, vengono quindi a contatto con le loro deiezioni che formano parte della superficie della lettiera stessa. Poiché la salute del piede è direttamente collegata alla qualità della lettiera, e in particolare alla sua umidità, dalla sua valutazione si può prevedere l’incidenza di lesioni da pododermatite al macello.
Per valutare l’incidenza e la gravità della FPD sui polli sono stati sviluppati diversi sistemi. Il sistema svedese prevede tre punteggi:
0 – nessuna lesione, lieve decolorazione di un’area circoscritta del cuscinetto della zampa, leggera ipercheratosi, lesione cicatrizzata;
1 – lesione moderata, decolorazione del cuscinetto plantare, lesione superficiale e ipercheratosi;
2 – gravi lesioni con interessamento dell’epidermide, ulcere, croste, segni di emorragie, rigonfiamento dei cuscinetti plantari.
Mentre le lesioni di grado 2 sono dolorose e hanno un effetto negativo sul benessere
48 - veterinariaVETERINARIA
Pier Enrico Rossi, medico veterinario
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dei polli, le lesioni di grado 0 e 1, anche se non causano sofferenze, costituiscono però un rischio di una possibile perdita o riduzione del grado di benessere animale.
Abbiamo detto che l’incidenza della FPD è fortemente legata alla qualità della lettiera, la quale, se bagnata o umida, ne facilita lo sviluppo. La pododermatite viene anche definita come “bruciatura da ammoniaca”, anche se questa definizione non corrisponde al vero, poiché è dimostrato che è sufficiente l'umidità della lettiera a causare la malattia: l’ammoniaca, o altre sostanze chimiche ivi presenti, possono certamente agire sull’evoluzione della malattia, ma non ne sono la causa scatenante.
Numerosi fattori influenzano la qualità e l’umidità della lettiera.
Materiali e spessore – Solitamente vengono usati trucioli di legno, paglia trinciata o pellettata, torba, paglia di colza, pula di riso. Il truciolo di legno fornisce un punteggio di FPD che è 20 volte più basso di quello della paglia, mentre la torba addirittura un punteggio 20-40 volte più basso. Per abbassare il rischio di FPD, è quindi preferibile l’uso della torba o un mix di torba e trucioli di legno. Se la torba non è reperibile è bene ricorrere ai trucioli di legno. Per quanto riguarda l’influenza dello spessore della lettiera sulla FPD si è evidenziato che con valori superiori a 1,5 kg/m2 si verifica un incremento nella gravità dei casi di FPD.
Acqua e gestione degli abbeveratoi – L’uso di nipple system, rispetto agli abbeveratoi a tazza, riduce l’incidenza di FPD; l’uso delle tazze di sgocciolamento al di sotto delle tettarelle minimizza le perdite e fa calare i casi di FPD. L’acidificazione dell’acqua ne riduce ulteriormente l’incidenza.
Distribuzione della luce - Un programma a luce intermittente è in grado di attenuare la gravità dei casi di FPD. Ventilazione e controllo della temperatura – Lo scopo della ventilazione è fornire aria fresca, rimuovere l’eccesso di calore, diminuire l’umidità nonché i gas, quali l’ammoniaca e il biossido di carbonio. La ventilazione deve essere un compromesso tra il mantenimento della corretta temperatura e la fornitura di aria fresca. Poiché spesso, per risparmiare sui costi energetici, particolarmente in inverno, gli allevatori la riducono, il conseguente incremento di umidità relativa e di umidità della lettiera aumentano anche il rischio di pododermatite, soprattutto nei polli più giovani, particolarmente sensibili a questa malattia.
Alimentazione – La mancata fornitura di un livello corretto di proteine bilanciate, fornite da materie prime di buona qualità, si traduce in alti livelli di acido urico formatosi nel fegato ed escreto dai reni. L’acido urico stimola l’assunzione di acqua, con un impatto negativo sulla salute dell’intestino: si avranno infatti feci più molli, che causeranno lettiere più umide, con un aumento del rischio di FPD. Anche la scorretta somministrazione di sodio, potassio e cloro può provocare lo stesso fenomeno, mentre l’impiego di polisaccaridi non amilacei (NSP), che riducono la viscosità intestinale, può rappresentare uno strumento importante per migliorare la salute dell’intestino e controllare la qualità della lettiera, lasciandola più asciutta. Parimenti devono essere ridotti al minimo i fattori antinutrizionali: l’uso di grassi altamente digeribili (insaturi) migliora la salute intestinale dei polli, mentre grassi di scarsa qualità causano feci e lettiere oleose, che aumentano la probabilità che gli animali sviluppino una pododermatite. Se è vero che è possibile monitorare al macello l’incidenza di FPD, occorre però ricordare che l’insorgenza della malattia avviene nelle prime due settimane dall’accasamento: i primi 15 giorni di vita sono cruciali: solo successivamente si ha la cronicizzazione della malattia. Poter quindi intervenire in questo periodo con una corretta gestione dei parametri sopra elencati è di primaria importanza, ma per una corretta profilassi della malattia risulta fondamentale, prima dell’accasamento, correggere la lettiera con idonei additivi in grado di assicurare ai broiler una lettiera asciutta durante questo periodo. L’impiego di un prodotto costituito da carbonato di calcio attivo permette di asciugare la lettiera con un meccanismo innovativo che facilita il rilascio dell’umidità all’ambiente e, tramite la ventilazione, dall’ambiente all’esterno. Inoltre la reazione che avviene tra il carbonato di calcio e l’ammoniaca porta alla formazione di sali ammoniacali, che da una parte svolgono un’importante azione di controllo del microbiota ambientale con drastica riduzione della popolazione batterica potenzialmente patogena e dall’altra riescono a ridurre la popolazione di insetti quali i tenebrioni e le mosche, inibendo lo sviluppo delle larve. L’impiego di carbonato di calcio attivo, infine, risulta utile anche per rientrare nei parametri legislativi legati alla riduzione delle emissioni ammoniacali in atmosfera da parte degli allevamenti industriali di polli.
50 - veterinariaVETERINARIA
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Edizione italiana Anno XXXIII • Dicembre 2022
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