Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
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Anno XXXIV n. 4 Aprile 2012 Euro 2.50 - I.P.
LA PASSIONE È LA FORZA. LA TECNOLOGIA È AUTONOMY.
Fabrizio Macchi - campione paralimpico di ciclismo.
A u t o n o m y .
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I limiti sono fatti per essere battuti. Per questo c’è Autonomy, il programma di Mobilità targato Fiat Group Automobiles. Per offrire a tutti i portatori di limitazioni motorie, sensoriali o intellettive la possibilità di godere di tutta la libertà di movimento che desiderano. Con le auto e con i veicoli commerciali. Entra in fiatautonomy.com e scoprirai un mondo di servizi, vantaggi e incentivi statali. Da record.
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[anteprime] MICROCREDITO
Uno strumento importante che, in questo momento di profonda crisi economica, sostiene l’avvio di attività, piccole e medie imprese, mini-aziende... A pagina 16
ADDIO, LUCIO
L’ultimo saluto ad un artista che non è stato “solo” un cantante, ma che si è cimentato anche nel cinema e nella televisione. Con grande successo. A pagina 24
SARDEGNA TOUR
Una visita nelle località più belle del Golfo di Cagliari, una Sardegna da sogno, dove trascorrerere insieme gli “Incontri di Primavera” di quest’anno. A pagina 71
FIGURINE, CHE PASSIONE!
Dal primo album realizzato dai Fratelli Panini di Modena al collezionismo di oggi, storia di un fenomeno che sembra non risentire della crisi. A pagina 63
GOLF & SALUTE
Non è uno sport per ricchi. Secondo una ricerca svedese giocare a golf sembrerebbe allungare la vita e ridurre di molto l’incidenza di eventuali infarti. A pagina 66
ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
Tra i maggiori cambiamenti introdotti dal Governo Monti, si può certamente annoverare quello relativo alla guerra apertamente dichiarata all’evasione fiscale; una lotta che si materializza in varie forme, ma nessuna tanto spettacolare quanto le incursioni della Guardia di Finanza che, di volta in volta, setaccia famose località di villeggiatura, le vie dello shopping o della movida notturna delle grandi città. Oltre ai risultati diretti, queste azioni hanno un significato simbolico di primaria importanza: le tasse vanno pagate
da tutti e gli spazi di manovra per chi si ritiene esente (non dai vantaggi che gliene vengono grazie a chi paga),
saranno destinati a restringersi sempre di più.
D’altra parte, moltissimo si è detto dei miliardi di tasse evase ogni anno (si stima che siano tra i 120 e i 160 miliardi di euro), insopportabili sempre, ma tanto più in tempi così difficili e dove il ruolo dei grandi tifosi è giocato da lavoratori
dipendenti e pensionati, coloro insomma, che - come la maggior parte dei nostri lettori le tasse le pagano “alla fonte”. Eppure, senza clamore, quasi nascoste tra i titoli di coda del drammatico film di questa crisi, compaiono, sempre più frequenti, LE NOTIZIE DI IMPRENDITORI O COMMERCIANTI CHE, SCHIACCIATI DALLE DIFFICOLTÀ, DECIDONO DI DIRE BASTA e di dare alla loro protesta una forma estrema e definitiva. Di queste notizie, così imbarazzanti da essere, nella maggior parte dei casi, relegate alla cronaca dei giornali locali, colpisce l’assenza di qualcosa e di qualcuno. L’assenza di qualcosa: le scelte che
ci governano sembrano togliere ossigeno ad una progettualità politica di lungo termine che possa dare fiducia nel futuro. L’assenza di qualcuno: famiglia, amici,
colleghi, persone cioè IN GRADO DI SPEZZARE
LE CATENE DELLA DISPERAZIONE; al fondo, l’assenza di una comunità di riferimento e di sostegno.
Chi ha fede troverà, in questo tempo pasquale, ancora più forte il bisogno di un Redentore capace di irrompere nella solitudine della condizione umana con il suo messaggio di resurrezione. Agli altri, che la fede non hanno, non rimane che tentare di coltivare il passaggio stretto della solidarietà.
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IN QUESTO
numero
La Ricomposizione del Noi Il nuovo Rapporto 50&Più-Censis
10
DI ANNA MER CURI
Microcredito e imprese L’Europa ci mette i soldi, i cittadini le idee
16
DI GIADA VALDANNINI
Addio, grande Lucio Storia di un “folletto geniale”
24
DI GIANFRANCO BALDAZZI
In nome dell’uguaglianza La Carta Mondiale dei Migranti
28
10
DI IL ARIA R OM ANO
Bianco, rosso e... Miami, Seconda patria per molti italiani
32
DI R OMINA VINCI
Una pennellata vintage Turisti “non per caso” a Miami
35
DI LORIS POR CHERI
I consigli per addestrarli
43
DI PICCI M ANZARI
66 ma anche un elisir di lunga vita
Golf, uno sport in crescita,
DI LUISELL A BERTI
35
IN EVIDENZA
Incontri di Primavera
Periscopio >> pag. 6
a cura di Berardo Falcone
Una vacanza nel relax di un soggiorno marino nel cuore del Golfo di Cagliari, tra luoghi di incantevole bellezza
Letteralmente >> pag. 8
DI CARLO PENGUIN
di Giovanna Vecchiotti Mamme 10 e lode >> pag. 14
Spazio 50
di Silvia Toscano Spread e mutui >> pag. 19
Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più
di Lorenzo Masini
A CURA DI LUISELL A BERTI
Le ferite de L’Aquila >> pag. 22
di Rita Nicosanti
Fisco
Tecnologia >> pag. 27
DI ALESSANDRA DE FEO
di Lanfranco Sbardella
47
PARLIAMO DI...
“Scrigni” pasquali >> pag. 38
Previdenza
di Giovanni Orso
DI GIANNI TEL
71
INSERTO
Internet Sesta puntata: distanze annullate con Skype DI PAOLO NEGRINI
75 83 84
LA VOCE DI 50&PIÙ
Anno XXXIV n. 4 Aprile 2012 Euro 2.50 - I.P.
Anno XXXIV n. 4 Aprile 2012
Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
Cani: educati con amore
I custodi del mare >> pag. 40
di Alessia Pasquino
L’Avanguardia a Vercelli >> pag. 88
Tendenze e design >> pag. 55
di Barbara Di Sarno
di Valerio Maria Urru Libri di Renato Minore >> pag. 90
Sapori & Colori >> pag. 60
Musica & Teatro >> pag. 91
di Marina Cepeda Fuentes
di D. De Felicis e M. Sarti
Universal Studios >> pag. 62
Cinema e DVD >> pag. 92
di Davide Ricci
di A. Miccinesi e P. Armocida Oroscopo di Aldebaran >> pag. 93
I mitici album Panini >> pag. 63
di Stefano Ripert
Giochi >> pag. 94
Su un lago incantato >> pag. 70
di N. Tucciarelli e R. Cento Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 95
di Donatella Ottavi Salvador Dalì >> pag. 87
di Paolo Giorgi
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50epiu.it
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APRILE 2012
Bacheca >> pag. 96 Soluzioni >> pag. 98
Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per telefono: 06 68134552 Per fax: 06 68139323 Per m@il: redazione@50epiu.it Abbonamenti e Pubblicità
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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
ZOOM DI GIOVANNA VECCHIOTTI
Art Director Elisa Rossi @ elisa.rossi@50epiu.it Editoriale 50&Più Srl - Amministratori Dante Di Mattia (Presidente) Tommaso Anania Brigida Gallinaro Ines Marangon Giuseppe Martino Procuratore Gabriele Sampaolo Amministrazione Editoriale 50&Più Srl 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.6872515 - Fax 06.6872597 mail: editoriale@50epiu.it Direzione e Redazione 00186 Roma - Largo Arenula, 34 Telefono 06.68134552 www.50epiueditoriale.it Stampa e Spedizione Punto Web Srl - 00040 Ariccia (Roma) Via Variante di Cancelliera snc Distribuzione in Italia m-dis Distribuzione Media SpA 20126 Milano - Viale Sarca, 235 Telefono 02.64110911 Concessionaria di Pubblicità Promedia 2000 Srl 20142 Milano - Via Ettore Bugatti, 15 Telefono 02.89079601 - Fax 02.89079619 Registrazione Tribunale di Roma n. 17653 del 12/04/79 Iscrizione al R.O.C. n. 6158 del 10/12/2001 Spedizione Poste Italiane SpA Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma Manoscritti e fotografie Anche se non pubblicati, non verranno restituiti. © Editoriale 50&Più Srl Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Tutela dati Si garantisce la riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’Editore. Le informazioni custodite nell’archivio dell’Editoriale 50&Più Srl verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la rivista e gli allegati, anche pubblicitari (D. Leg.vo 196/2003 tutela dati personali). ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
MARIO COME ALCIDE? L
o “spread” sta migliorando, l'economia sta risanando il bilancio e il debito pubblico, il tema delle riforme si è avviato… Insomma, il governo “tecnico” di Monti sta rimettendo ogni tassello dell’economia italiana al proprio posto in modo da dare, soprattutto alle attese internazionali, l’affidabilità necessaria. Come un chirurgo Monti taglia, ricuce, estirpa... E d’altra parte, se si vuole salvare la vita di un paziente, è necessario incidere e forse anche amputare: e, a questo punto della malattia, è meno importante se “il paziente” soffre. Ci sembra necessario osservare come Monti stia mutando lo stesso stile del governare. Qualcosa di significativamente nuovo sta avvenendo nella vita del Paese: qualcosa che, se si consoliderà, potrà forse diventare un “nuovo” modo di essere nella politica e nella gestione del Paese: un modo meno “urlato” e più operato, meno maleducato e più rispettoso, meno provvisorio e più attento alle necessità di lungo termine. A questo punto auspichiamo che non soltanto la salubrità del sistema economico venga recuperata, ma si pensi anche al “paziente” nella totalità della sua vita. Dopo che il chirurgo avrà eseguito il suo intervento, ci si dovrà infatti occupare della “riabilitazione” del malato e del suo reinserimento in una vita sociale piena ed equa, facendo in modo che il paziente non si “accontenti” di essere sopravvissuto alla malattia, ma torni a vivere e prosperare. Diceva Alcide De Gasperi: «La differenza tra un politico ed uno statista sta nel fatto che il politico pensa in termini di prossime elezioni, lo statista pensa in termini di prossime generazioni».
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Finito di stampare: 4 aprile 2012
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ERISCOPI in pillole
A CURA DI BERARDO FALCONE
HA ASPETTATO
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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,
ANNI PER POTER FIORIRE
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Fiorisce un seme di 32mila anni fa Un gruppo di scienziati russi del Centro di ricerche di Pushkino, vicino Mosca, ha riportato in vita e fatto germogliare un seme di Silene stenophylla, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae. Per 32mila anni il seme si era conservato in una tana fossilizzata di scoiattoli, sulle rive del fiume Kolyma, a 38 metri di profondità e ad una temperatura costante di 7 gradi sottozero. Questa particolare situazione ha permesso al Dna della pianta di rimanere inalterato e mantenere la capacità riproduttiva.
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50epiu.it
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importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50epiu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!
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L’insegnante di yoga più anziana del mondo Si chiama Bernice Mary Bates, ha 91 anni e di recente è entrata a pieno diritto nel Guinness dei Primati come l’insegnante di yoga più anziana del mondo. La signora Bates vive a St. Petersburg in Florida e dal 1960 pratica questa disciplina che le ha permesso di rimanere in forma. Ma lei non si scompone e divide il merito con i suoi “ragazzi” allievi del corso, un gruppo composto da sessantenni e settantenni: «È veramente uno sforzo comune: se non ci fossero loro, non avrei avuto questo riconoscimento».
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Quando il fallimento diventa un museo di successo Ad Herrnbaumgarten, in Austria, è stato aperto da poco un museo unico al mondo, quello delle “invenzioni fallite”. L’idea è venuta a Fritz Gall, un’aspirante inventore con poca fortuna che, dopo diversi tentativi malriusciti, ha deciso di far fruttare il suo fallimento organizzando una fiera delle invenzioni spazzatura. La mostra ha avuto un successo inaspettato con più di 5.000 visitatori che hanno potuto ammirare esperimenti come “l’anonimizzatore portatile” o gli “spazzolini senza setole”, pensati per chi non ha denti.
Esiste un pianeta simile alla Terra La scoperta risale al 2009, ma oggi si ha la conferma che sul pianeta GJ 1214b c’è presenza di acqua. Il corpo celeste, classificabile come “Super Terra”, è più grande del nostro Pianeta e si trova nella costellazione dell’Ofiuco. Dalle rilevazioni dello spettro della luce si sostiene che su GJ 1214b ci sia molta più acqua di quanta ce ne sia sulla Terra. Purtroppo è impossibile viverci a causa di una temperatura in superficie di circa 230 gradi.
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L’ictus nelle donne si previene anche con arance e pompelmi Tutti sappiamo che mangiare molta frutta fresca e verdura fa bene alla salute. Quello che è interessante è che alcune sostanze presenti nei limoni, arance e pompelmi possono rappresentare una prevenzione all’ictus per le donne. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori della Norwich Medical School in Inghilterra, che hanno esaminato, per ben 14 anni, una popolazione di 69.622 donne, studiando gli effetti sulla loro salute dei flavonoidi, una classe di composti presenti nella frutta e nella verdura.
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È italiano il primo automezzo ad ammoniaca Nella sede di Pont-Tech a Pontedera (Pi), realizzato nell’ambito del progetto Savia, è stato presentato il primo camioncino per la raccolta dei rifiuti con motore ibrido e alimentato ad ammoniaca liquida. Il prototipo, prodotto con finanziamenti della Regione Toscana, ha richiesto 2 anni di ricerca; pesa 35 quintali, monta un motore di 1.000 cc di cilindrata e può percorrere circa 300 chilometri con 18 litri ad una velocità di 70 Km/h.
I robot buoni amici degli anziani Coordinato da Paolo Dario, direttore dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è nato “Robot - Era”, il primo progetto internazionale di robotica sociale. L’obiettivo è quello di mettere a punto soluzioni robotiche che i cittadini possano utilizzare con facilità, che vengano percepite come amichevoli e che siano sostenibili economicamente dagli Enti e dalle Istituzioni. Le innovative tecnologie saranno sperimentate in ambienti reali (in Svezia e in Italia), coinvolgendo gli anziani e i loro familiari. APRILE 2012
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Quarantasei anni di lavoro: e mi sono divertita Gentile Direttore, non so se è questo che vi aspettate, ma questo è quello che sente la mia anima. Osservando il quotidiano, ascoltando la televisione e riflettendo su ciò che accade nel mondo in cui viviamo. Il paradiso è qui ora, l’inferno è qui ora. Innalziamoci un po’ per poter sconfiggere il male e aprire i nostri cuori all’amore vero, ai valori, sperimentandoli qui oggi da vivi, per assaporarli e farli assaporare, non pen-
siamo solo a noi stessi ma evolviamoci e guardiamoci attorno per capire, per portare pace e bene in questo Globo terrestre che non ne può più. Sono appena divenuta nonna di una bellissima bambina che si chiama Irene. A maggio sarò nonna di nuovo, vorrei lasciare loro un mondo migliore. Poche parole per farmi conoscere: sono da poco in pensione, ho fatto la parrucchiera per 46 anni e posso dire che mi sono divertita tanto.
DINA FREDDI
È quasi il paradigma ideale di ciò che noi intendiamo per “anzianità vitale”. Sì, senza distogliere la nostra doverosa attenzione al mondo che verrà, resta vero anche che il primo paradiso è qui e ora, nel senso che è sempre il momento attuale quello che ci chiama in causa personalmente, sia per una assunzione di responsabilità sia per una giusta capacità di godere i frutti buoni della nostra azione. Ed anche il primo inferno è qui e ora, nel senso che i problemi da risolvere e le ingiustizie da riparare non possono esser delegati ad altri e al futuro, ma interpellano ciascuno di noi con il suo ruolo personale e attuale. Questo atteggiamento realizza una “nonnità” aperta e non egoistica, alla quale possiamo aggiungere soltanto un invito: che essa trovi, accanto alla splendida dimensione personale di cui Lei ci parla, anche una espressione sociale moltiplicativa in cui attuarsi e condividersi: in una associazione come 50&Più, in un sindacato, nella politica, nel volontariato… in modo che ricchezza individuale e ricchezza comunitaria si rafforzino ancor più. Signora Dina, ci pare abbia imboccato la strada giusta.
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L’invecchiamento attivo Aprendo il mensile di Febbraio mi sono brillati gli occhi vedendo un articolo di Sadìa Maccari, che trattava di invecchiamento attivo e di iniziative tese a non sprecare le conoscenze di chi, come me, ha lasciato la sua attività (autonoma) per le contingenze economiche che stanno caratterizzando questi ultimi anni. Mi sono detto: «Vuoi vedere che forse...». Le mie attese, prima d’iniziare la lettura dell’articolo, erano improntate ad
un ragionevole ottimismo. Man mano che proseguivo a leggere l’ottimismo si trasformava in delusione, un dejà vu di belle parole, di programmi, di iniziative, ma non mi è riuscito di individuare alcunché di concreto! Mi sovviene una canzone che Mina cantava con Alberto Lupo «Parole, Parole, Parole, soltanto parole...». La mia delusione è aumentata andando poi al sito Ue dove, addirittura, venivo informato che le notizie di mio interesse non erano disponibili in lingua italiana bensì in ingle-
se, francese o tedesca. Mi sembra una delle tante situazioni di inconcludenza, caratteristiche della politica italiana ed europea, che hanno il sapore di una presa in giro. Io ho 71 anni, 50 dei quali passati a fare, e mi mortifica il non poter più rendermi utile alla società e alla mia famiglia e non disdegnerei (visti i tempi che corrono) trovare la possibilità di arrotondare l’assegno pensionistico, se non altro come adeguamento al suo minor potere d’acquisto. Vi chiedo scusa per avervi rubato del tempo ma mi è venuto d’impeto e, dalle pagine di 50&Più sono passato alla tastiera del Pc. Grazie della cortese e paziente attenzione. Distinti saluti BRUNO DEGANI
«La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature» Franklin Delano Roosevelt
Molte parole, probabilmente, si perdono effettivamente nell’oceano della retorica e dell’astrattezza. Ma diverse altre costruiscono il cammino graduale e faticoso attraverso il quale si concretizzano anche i risultati storici, come quelli per i quali la nostra società attuale ha potuto fare qualche passo avanti rispetto a quelle precedenti. Di politiche per l’invecchiamento
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Poste Italiane S.p.A.
Sped. in Abb. Post.
D.L. 353/2003 (conv.
in L. 27/02/04 n.46)
Art. 1 comma 1 -
D.C.B. - Roma.
Anno XXXIV n. 4 Aprile 2012 Euro 2.50 - I.P.
SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it
attivo si sta parlando in Europa, in quest’anno dedicato all’argomento, e 50&Più partecipa direttamente a progetti concreti, fra i quali alcuni riguardano
LA GIOVINEZZA È FELICE PERCHÉ HA LA CAPACITÀ DI VEDERE LA BELLEZZA. CHIUNQUE SIA IN GRADO DI MANTENERE LA CAPACITÀ DI VEDERE LA BELLEZZA NON DIVENTERÀ MAI VECCHIO
Franz Kafka
l’affiancamento degli anziani, nei luoghi di lavoro e di apprendistato, ai giovani lavoratori a scopo di tutoraggio. Diverse sono già le aziende e le organizzazioni che stanno sperimentando in questo senso e per saperne di più si possono visitare anche siti in lingua italiana: se, ad esempio, si cerca il sito di Age Europa, si potrà trovare che le versioni in lingua inglese e in lingua francese possono, con un semplice clic, essere lette anche in lingua italiana: e lì si potranno trovare anche iniziative concrete in corso. Bisogna però onestamente ribadire che il cammino non è né veloce né garantito né senza ostacoli, come del resto per gran parte delle politiche sociali sia nazionali sia europee. Nel nostro sistema 50&Più abbiamo comunque già diversi anziani che mettono at-
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tivamente le loro competenze e i loro talenti al servizio di strutture che ne hanno bisogno. Possiamo parlarne ancora.
Relazioni sociali: non di sola rubrica Gentile direttore, stranamente nella rubrica “Relazioni personali” non viene mai pubblicato l’annuncio di un romano che cerca una compagna: gli annunci sono di persone di altre città italiane. Stento a credere che a Roma non ci siano uomini liberi da impegni affettivi. Chiedo al responsabile della rubrica, un parere sulla pubblicazione del seguente messaggio: «Constato che da anni nessun romano cerca una compagna. E così le donne romane rimangono sole perché è necessario frequentarsi e ciò è possibile solo se si vive nella stessa città. Dico agli
Montascale Stannah.
scale, scegli il meglio.
Per le tue
uomini romani: Fatevi avanti! Una socia». Chiedo altresì di farmi gentilmente sapere se detto messaggio sarà pubblicato. ELVIRA PASTORELLO
Eccole pubblicato il messaggio, cara Elvira. Ci sentiamo di aggiungere una sola osservazione, e con essa un consiglio: la nostra rivista pubblica volentieri anche questi messaggi di ricerca di relazioni, e lo fa cercando di garantirne il carattere di affidabilità e onestà. Tuttavia consideriamo riduttivo, per una relazionalità aperta al prossimo, non partecipare anche a una ragionevole vita associativa (quella di 50&Più offre incontri sociali, viaggi, occasioni culturali e servizi di assistenza: ma vi sono anche altri ambienti sani cui ci si può rivolgere, come la parrocchia, le tante associazioni di volontariato e simili) per allargare la cerchia delle nostre conoscenze e opportunità di relazione, e non fermarsi al solo spazio di una pur utile rubrica.
Siamo gli specialisti dei montascale. Per la tua tranquillità scegli la competenza del n° 1 al mondo, garantita da oltre 500.000 clienti e da più di 16 anni di presenza in Italia. Amiamo il nostro lavoro e con impegno e passione mettiamo a tua disposizione la nostra esperienza.
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ATTUALITÀ
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UNA SOCIETÀ DA RICOMPORRE
«Un Paese con il motore ingolfato, la famiglia come “bene rifugio”, Monti irrinunciabile, i partiti in caduta libera, l’Europa come faro. Nel nuovo Rapporto “La ricomposizione del Noi” di 50&Più e Censis, gli ultracinquantenni dicono la loro sull’Italia di oggi» [ EVENTI DI
ANNA MERCURI ]
possibile ricomporre una società? Sfaldata, sfilacciata, dove la politica e i partiti sono in caduta libera e dove lo scollamento tra la sovranità politica e i cittadini sta diventando sempre più profondo? Come si può ricomporre il noi che non è una semplice aggregazione di insiemi, ma è il nostro Paese? Non c’è una ricetta, ma ognuno può dare il proprio contributo. È stato questo l’intento di 50&Più che insieme al Censis ha realizzato il Rapporto di ricerca La ricomposizione del noi, presentato il 28 marzo scorso al Cnel di Roma. Questo Rapporto completa il lavoro di ricerca iniziato con la precedente indagine Prima delle Leggi. Un percorso per una nuova consapevolezza collettiva, che è stato al centro del-
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APRILE 2012
l’ultima edizione del Gold Age di Rimini del 20-23 ottobre 2011. In quell’occasione l’indagine si basava sull’identità individuale e il rapporto con l’autorità nelle sue forme più varie. In quest’ultima ricerca, è stato indagato il rapporto degli individui all’interno della famiglia, nei luoghi di lavoro, con il vicino di casa, con lo sconosciuto incontrato per strada, con l’immigrato, con la società in generale. Non solo: gli over 50 si sono espressi anche sul Governo Monti, sull’euro e sull’Europa, sui partiti e su come siamo come popolo. L’indagine è stata presentata dalla curatrice Elisa Manna, Responsabile del settore Politiche culturali del Censis, e discussa da Gabriele Sampaolo, Segretario generale di 50&Più, Renato Borghi, Presidente nazionale di 50&Più,
e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis. Alcuni dei risultati più interessanti emersi dall’indagine riguardano la politica, l’Europa e l’Euro che si potrebbero riassumere così: Il governo Monti? Una medicina amara ma necessaria, dopo un lungo periodo di politica irresponsabile. L’Europa? Qualcosa per cui lavorare e da promuovere. I partiti politici? Sono in caduta libera. In particolare il governo Monti viene vissuto come una soluzione transitoria per affrontare la fase di difficoltà (è l’opinione del 38,6% degli intervistati), come la soluzione migliore che potessimo trovare (28,1%), che segna però il fallimento della politica (28,3%). Le misure di rigore vengono giudicate dal 50,2% degli intervistati né ottime né buone, ma necessarie. Monti è irrinunciabile. Tuttavia, gli over 50 non sono disposti ad altri sacrifici. Il 76,1% sostiene che ora bisogna puntare sulla patrimoniale. Anche se negli ultimi mesi l’Europa ha imposto manovre dure, quasi nessuno pensa che l’uscita dall’Euro dell’Italia sia una buona idea. Anzi, il 48,2% si dice favorevole alla costruzione di un governo europeo. La sfiducia nei partiti politici sembra invece aver superato il livello di guardia. Per l’81% i partiti rappresentano solo se stessi o gruppi di potere, per il 71,4% rappresentano i grandi interessi economici. Per il futuro gli over 50 prevedono il ruolo crescente di nuove forme di
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TRA LE RISPOSTE CHE DIPINGONO UN PAESE QUASI BLOCCATO, ALTRE RICORDANO LA CAPACITÀ DEGLI ITALIANI DI DARE IL MEGLIO DI SÉ PROPRIO NEI MOMENTI DIFFICILI esplicito e denuncia: «Ognuno prende quello che può, senza considerare gli eventuali danni per la collettività». Quasi il 7% lamenta che la società italiana è in disfacimento, ognuno deve correre ai ripari individualmente. Ma un terzo opta per una visione basata sui diritti e i doveri di cittadinanza, affermando che «la famiglia cerca di ottenere servizi e tutele dallo Stato, in cambio partecipa alla vita sociale attraverso il pagamento delle tasse e la partecipazione alla vita politica». All’interno della famiglia, dichiara di avere rapporti pienamente soddisfacenti il 68,8% degli intervistati. Esse-
rappresentanza che utilizzino per lo più Internet. L’esercizio della cittadinanza ai tempi del web passa per i social network. Sono il futuro per il 30,3% degli intervistati, e avranno sempre più peso secondo il 29,6%. Ma una speranza per i partiti c’è: il 32,8% afferma che il rilancio della politica può avvenire attraverso un profondo rinnovamento della forma partito. Non manca l’ottimismo. Per un terzo degli intervistati gli italiani sono un popolo con una grande civiltà alle spalle, che oggi attraversa una fase di indebolimento, ma che tornerà grande. Molte sono le valutazioni autocritiche e impietose. Il 16,2% degli over 50 sostiene che gli italiani si credono furbi, ma in realtà sono ingenui e si fanno abbindolare dall’eloquenza di alcuni politici. Il 13,3% sottolinea come fatichiamo a stare al passo con gli altri Paesi avanzati. Per l’8,5% siamo un Paese in decadenza. Il 3,4% è convinto che siamo un popolo ignorante e presuntuoso. Il 14,4% ricorda però che siamo capaci di dare il meglio di noi nelle situazioni di difficoltà. Secondo gli over 50 il rapporto tra famiglia e società italiana nel suo complesso, mostra distanza e mancanza di dialogo. Il 44% afferma che la famiglia italiana cerca di ottenere dallo Stato quello che può e poi si arrangia da sé. Il 15,4% è ancora più
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re famiglia è bello, soprattutto per la possibilità di ricevere aiuto e sostegno rispetto ai disagi esterni (lo pensa l’83,2% degli intervistati). Com’è vissuto, invece, il posto di lavoro dagli over 50? C’è il sintomo di una rinnovata partecipazione sociale. Il posto di lavoro è un luogo dove dare il proprio contributo alla collettività. Il dato supera il 54% nelle persone che abitano nei piccoli comuni e scende al 37,1% nelle grandi città. Poi ci sono le tante facce dell’«altro» con cui confrontarsi. Quasi il 70% degli over 50 dichiara di provare piacere quando uno sconosciuto chiede un’indicazione per
strada, perché così ci si può sentire utili. Se poi un immigrato si siede vicino a noi sull’autobus o in metropolitana, nel 54% dei casi non suscita emozioni particolari, e poco più del 10% ammette di provare «disgusto», «fastidio» o afferma che «dipende da come si è lavato». Quando però si chiede se si ritiene che la presenza di immigrati possa provocare situazioni pericolose in Italia, il 76,5% degli intervistati risponde affermativamente. Nel nostro Paese i comportamenti razzisti possono diventare concreti, perché possono attirare «teste matte»: lo pensa il 40,1% degli over 50.
CHE TIPO DI RAPPORTO HA CON GLI ALTRI COMPONENTI DELLA SUA FAMIGLIA (per circoscrizione geografica - val. %)
Pienamente soddisfacenti, c’è molto affetto e rispetto tra noi Soddisfacenti, ma qualche volta ci sono problemi di comunicazione e allora la convivenza si fa difficile Qualche volta mi chiedo se non vivrei meglio da solo/a Francamente insopportabili, abbiamo esigenze e gusti diversi Siamo ormai degli estranei, più che altro ci sopportiamo Altro Totale
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud e Isole Totale
75,2
68,1
68,1
64,4
68,8
22,1
28,0
28,2
32,7
28,0
1,2
0,9
1,3
1,5
1,3
0,0
0,9
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0,2
0,3
0,0 1,5 100,0
0,4 1,7 100,0
0,0 2,5 100,0
0,2 1,0 100,0
0,2 1,6 100,0
Fonte: 50&Più/Censis, 2012
COSA PENSA DEGLI ITALIANI? (per circoscrizione geografica - val. %)
Abbiamo una grande civiltà alle spalle, siamo in una fase transitoria di indebolimento, ma torneremo grandi Siamo gente di cuore, l’italiano è apprezzato in tutto il mondo Fatichiamo a stare al passo con gli altri Paesi avanzati da molti punti di vista Ci crediamo furbi, ma siamo degli ingenui e ci facciamo abbindolare dall’eloquenza di alcuni politici Siamo un popolo fondamentalmente ignorante e presuntuoso (naturalmente con molte eccezioni) Siamo un popolo e una cultura in decadenza Siamo un popolo che da il meglio di sé nelle difficoltà Totale
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud e Isole Totale
28,5
32,5
28,8
31,4
30,3
15,2
14,7
11,9
13,4
13,8
16,1
10,4
14,4
12,1
13,3
16,1
16,0
21,2
13,4
16,2
2,5
4,8
4,2
3,0
3,4
9,9
7,8
5,1
9,9
8,5
11,8 100,0
13,9 100,0
14,4 100,0
16,8 100,0
14,4 100,0
Fonte: 50&Più/Censis, 2012
APRILE 2012
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RAPPORTO DI RICERCA 50&PIÙ-CENSIS “LA RICOMPOSIZIONE DEL NOI”
”ION LED ENOIZISOPMOCIR AL“ SISNEC-ÙIP&05 ACRECIR ID OTROPPAR
ATTUALITÀ
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[ ELISA MANNA, RESPONSABILE POLITICHE CULTURALI DELLA FONDAZIONE CENSIS. ]
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ottoressa Manna, dall'indagine 50&Più/ Censis quale ritratto emerge dell'over 50? È un italiano consapevole, che si rende conto della gravità della situazione ed è pronto a fare dei sacrifici anche se poi chiede fortemente la patrimoniale. È quindi disposto a impegnarsi perché il Paese trovi un nuovo momento di sviluppo, ma chiede anche equità e lealtà sociale. I numeri della ricerca dimostrano come gli over 50 considerino la famiglia ormai un “bene rifugio”. Qual è la motivazione principale? La famiglia è considerata “un luogo” dove si trovano sostegno e conforto rispetto ai disagi esterni. Questo è un dato molto importante: ci svela la vera dimensione della rinascita della famiglia, intesa non tanto come il posto delle sintonie emotive e psicologiche o della vita comune, quanto sostegno concreto per affrontare i disagi della realtà. Qual è il dato che non si aspettava di trovare e che invece ha trovato nella ricerca? Sono diversi. Per esempio, non mi aspettavo che gli ultracinquantenni affermassero che il futuro della partecipazione politica passerà per Internet. Teniamo presente che stiamo parlando di “immigrati digitali”, come vengono definiti, cioè di persone che non sono nate con i nuovi mezzi di comunicazione di massa, ma malgrado ciò vedono in Internet la forma più promettente di partecipazione politica.
[ RENATO BORGHI, PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE 50&PIÙ. ]
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residente Borghi, stiamo vivendo una situazione socio-economica pesante, accompagnata da una crisi generale della politica. Rispetto a questo stato, qual è e come si evolverà il ruolo del-
IL NOSTRO PAESE STA ATTRAVERSANDO UNA DIFFICILE FASE DI TRANSIZIONE IN UNO SCENARIO INTERNAZIONALE ANCORA PIÙ DIFFICILE. RITIENE CHE IL GOVERNO MONTI: (per circoscrizione geografica - val. %)
Sia la migliore delle soluzioni che potessimo trovare, c’è solo da incrociare le dita Rappresenti il fallimento della politica È una soluzione transitoria per fare il lavoro difficile Saprà conquistare gli italiani e proseguirà oltre il mandato attuale Totale
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud e Isole Totale
28,1
26,4
27,5
29,5
28,1
28,4
30,7
22,5
30,3
28,3
38,9
37,7
41,9
37,0
38,6
4,6 100,0
5,2 100,0
8,1 100,0
3,2 100,0
4,9 100,0
Fonte: 50&Più/Censis, 2012
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le rappresentanze sociali, come quello di 50&Più? Dalla nostra indagine emerge un sentimento di sfiducia non solo verso la politica, ma anche verso le Istituzioni e le rappresentanze sociali in generale. Una sfiducia talmente forte che gli intervistati ipotizzano come strumento di rappresentanza i social network. Al riguardo sono convito, invece, che i corpi intermedi - quindi anche 50&Più - abbiano una funzione straordinaria, cioè quella di essere portavoce, dei bisogni, delle istanze, delle necessità e delle aspirazioni della società. Il ruolo di 50&Più, con una base associativa di circa 330 mila soci, di cui l’80% in pensione, sarà quello di fare da collante con le Istituzioni affinché norme e
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«Il Welfare è morto? Di sicuro non sta tanto bene. La Sovranità? Sta slittando sempre di più verso l’alto staccandosi dalla società. La Patrimoniale? Chi ha di più, paghi di più. La rappresentanza democratica? Striscia nel web. E gli over 50? Chiedono il recupero delle regole» [ GIUSEPPE DE RITA, PRESIDENTE FONDAZIONE CENSIS. ]
leggi siano vicine alle esigenze e alle prospettive future di una popolazione, come quella italiana, la cui speranza di vita, per fortuna, è in crescita. Recentemente, il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato che il welfare è morto. Lei cosa ne pensa? È un’affermazione forte che non mi trova d’accordo. Certamente, per le ragioni che conosciamo, non regge più un sistema di welfare concepito come in passato, totalmente a carico del pubblico e dello Stato. Tuttavia, sottolineo le gravi carenze del nostro Paese su questo tema. Non c’è nell’agenda del governo Monti, una vera e propria riforma del welfare. In compenso abbiamo un milione e trecentomila tra disabili e non autosufficienti a cui si aggiungeranno nei prossimi anni un milione e cinquecentomila anziani che entreranno nella fascia di non autosufficienza. Credo che il tema del welfare debba essere messo al centro dell’agenda politica, una volta superata questa tempesta economico-finanziaria. È una priorità sulla quale 50&Più dovrà dire la sua.
«
L
a mia impressione è che da questa indagine emerga un problema profondo per il nostro Paese ed ha a che fare con la sovranità», ha detto Giuseppe De Rita, Presidente Censis, commentando i risultati della ricerca “La ricomposizione del Noi”. «Da dove viene la sovranità? Eravamo abituati a sapere che la sovranità
a livello politico era nello Stato, nelle fabbriche c’era il padrone, in famiglia la sovranità era nella figura del padre. Credo che sia giusto che la nostra società si sia evoluta verso una articolazione orizzontale, dove le responsabilità sono distribuite tra i suoi componenti. Ma quello che spaventa di più è la fine della sovranità dello Stato,
[ GABRIELE SAMPAOLO, SEGRETARIO GENERALE DELL’ASSOCIAZIONE 50&PIÙ. ]
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li over 50 dichiarano di non essere più disposti a fare ulteriori sacrifici economici ed evocano la Patrimoniale. A suo avviso, questa può essere considerata uno strumento di equità sociale? Al di là del meccanismo, che può essere valutato, mi sembra che la questione - all’interno del nostro Rapporto - dica qualcosa di più significativo. Non è un suggerimento rivolto al Presiden-
che significa la fine della politica, la fine del meccanismo decisionale, la fine dei corpi intermedi e della trasmissione verso la politica». Parole dure quelle di De Rita che spiega così: «La mia idea è che la sovranità stia slittando sempre più verso l’alto provocando una divaricazione profonda con la base per cui a livello orizzontale non rimane altro che il mugugno, la scontentezza, l’arrangiamento, come è emerso nella ricerca. Ci accontentiamo di rimanere in basso mentre in alto ci sono le agenzie di rating, i mercati, la finanza internazionale, il governo tecnico “irrinunciabile” di Mario Monti. Lo Stato non esiste più. E in questa verticalità, sempre più alta, non sono previste le rappresentanze sociali». E allora che fare? «Stiamo vivendo un momento molto delicato, dove c’è bisogno della responsabilità dei vecchi, così come c’è bisogno della capacità di avvertire i processi storici che vanno in qualche modo indicati, osservati e governati. Questa, secondo me, è la validità e il compito dei corpi intermedi».
te Monti su come rivedere il quadro fiscale, è semmai un’indicazione di principio. Patrimoniale vuol dire che ognuno deve dare secondo le proprie disponibilità. È quindi una richiesta, una domanda di equità. Soprattutto questo. Oltre il 48% degli intervistati si è detto favorevole alla realizzazione di un Governo Europeo. Siamo di fronte ad over 50 europeisti, nonostante le dure manovre imposte dall’Unione Europea? Com’è emerso nell’ambito del Convegno sulla sintesi dei dati del Rapporto, nella nostra società è forte la domanda di autorità. Questo perché sono fallite le sovranità, come le ha definite De Rita, anche quelle nazionali. C’è bisogno di punti di riferimento, di riconoscere un’autorità. Credo che il desiderio di avere un Governo europeo abbia a che vedere più che con un senso europeistico, che sicuramente è presente, con il desiderio di recupero di un sistema con delle regole, un rigore, dei punti di riferimento, una sovranità che tenga conto delle necessità dei cittadini.
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ATTUALITÀ
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18° posto
«Nei Paesi dell’Unione Europea l’Italia si colloca tra quelli con minor tasso di fecondità, attestandosi al 18° posto, seguita da Slovacchia, Spagna e Polonia» Fonte Rapporto Istat Noi Italia 2012
[ COSTUME DI SILVIA TOSCANO ]
MAMMA 10 E LODE... La versione femminile del supereroe perfetto, invincibile e soprattutto capace di amare incondizionatamente? Questo è il ritratto della madre italiana secondo un noto quotidiano americano. Il solito stereotipo? Probabile. Una cosa è certa: mamma sì, ma non solo pappe e pannolini.
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i cantava negli Anni ‘50 Son tutte belle le mamme del mondo..., ma sono anche brave? Dipende, le migliori in assoluto - classifiche alla mano - sono quelle italiane. Lo scrive l’autorevole Wall Street Journal ame-
ricano, puntuale nel constatare le rovinose nevrosi delle madri del suo Paese e mostrando, invece, come le mamme italiane sbaraglino la concorrenza, perché più premurose, amorevoli, attente. Nulla a che vedere con le madri “ti-
UNA MEDIA DI 2,1 FIGLI PER DONNA GARANTIREBBE IL RICAMBIO GENERAZIONALE
gre” cinesi, che impartiscono un’educazione rigidissima ai figli affinché tirino fuori il meglio in ogni campo; o le francesi, seconde in classifica, troppo rilassate. Per non parlare delle britanniche, che spesso affidano ai college l’educazione di figli neppure adolescenti, facendone degli insicuri, prede precoci di cibo spazzatura e alcool per l’assenza colpevole della famiglia. Le madri italiane che appaiono così perfette sono in realtà sempre di meno, demograficamente in continuo calo (1,4 figli per donna) e sempre più mature: 31 anni la media della prima gravidanza, 16 anni più tardi rispetto a un secolo fa. Non è facile, infatti, diventare madri in Italia: è una scelta coraggiosa, eco-
nomicamente impegnativa, con pochi aiuti dalla società, difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia, e con poca condivisione dei compiti da parte del marito-padre. E una miriade di piccole difficoltà quotidiane, come mostrano le quindici blogger autrici di un libro di grande successo, Hai voluto la carrozzina? E allora pedala... Ma le quindici amiche non si sgomentano, lo fanno raccontando la loro esperienza di neomadri nel Paese del “mammismo” che, però, riesce ad andare avanti “solo grazie ai nonni”. Perché la madre italiana, al di là degli stereotipi cui forse è incorso il giornale americano, non è solo una figura di santa, tutta fornelli e abnegazione, ma è ormai sempre più desiderosa di difendere anche una vita propria, fatta di lavoro, amicizie, interessi ma sempre nel rispetto del costume italiano, il migliore del mondo. Di Mamma insomma c’è n’è una sola, e quella, almeno quella, è italiana.
NASCITE IN ITALIA: UN’INVERSIONE DI TENDENZA Da recenti studi Istat emerge che, rispetto agli anni Ottanta - quando era il Mezzogiorno a detenere il primato di nascite - oggi la situazione si è ribaltata e le regioni del Nord sono al primo posto. Ma sembra che le ragioni di questa inversione di tendenza siano da attribuire al generoso contributo di bimbi
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nati da genitori stranieri la cui presenza, infatti, risulta essere maggiore nelle regioni del Centro-Nord. Al vertice della classifica Trentino-Alto Adige (1,62) e Valle d’Aosta (1,57), in fondo Sardegna (1,14) e Basilicata (1,18). Fonte Istat Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo 2012
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Microcredito, una grande OPPORTUNITÀ «Può cambiare la vita delle persone. Permette di realizzare sogni. Consente di avviare attività e mini-aziende. Aiuta piccole e medie imprese. Il microcredito può fare davvero molto per riavviare l’economia europea proprio in un momento come questo di profonda crisi finanziaria. Sostenuto dalla Commissione Europea e dalla Banca Europea degli Investimenti, chiunque può beneficiarne a patto che...» [ ECONOMIA DI
GIADA VALDANNINI ]
Nel 1976, in Bangladesh, ha avuto luogo la prima sperimentazione di microcredito ad opera di un istituto bancario locale.
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i sono parole che sentiamo pronunciare sempre più spesso, in primis lo spread, con cui abbiamo preso confidenza. E pur non essendo alla pari, presto inizieremo a impratichirci con termini quali microcredito, microfinanza e Progress Microfinance; questo perché saranno sempre più diffusi. Se, infatti, un tempo erano associati ad economie in via di sviluppo, oggi si affacciano anche in Europa. Ma cos’è il microcredito? È uno strumento legato alle politiche sociali. Un’occasione per cui, persone in genere ritenute non solvibili dalle banche, possono accedere a prestiti, assicurazioni e gestione dei risparmi. Parliamo di un meccanismo i cui attori sono banche, Organizzazioni Non Governative, istituzioni informali e, dall’altro lato, singoli cittadini o piccole comunità. In sostanza, una pratica nata per scongiurare che una grossa fetta della popolazione sia di fatto esclusa dall’accesso al
credito. E si va da prestiti di 25 dollari - come in alcuni Paesi dell’Africa occidentale - ai 25mila euro fissati dall’Unione europea. La prima sperimentazione in tal senso è del 1976, in Bangladesh, ad opera della Grameen Bank ma, a seguire, si è sprigionata una miriade di progetti sparsi in tutto il mondo. Nel 2005, all’indomani dell’”Anno Internazionale del Microcredito” erano 92 milioni le persone raggiunte da progetti di questo genere; di questi, 66,6 milioni le famiglie dei più indigenti, quelle che vivono con meno di un dollaro al giorno. Secondo un rapido calcolo, una popolazione pari a quelle di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Olanda, Svizzera, Spagna e Norvegia messa insieme. Ma l’obiettivo della Campagna sul Microcredito è di raggiungere 175 milioni di famiglie entro la fine del 2015. Un lavoro importante, questo del microcredito, se si pensa che l’alternativa per molti è l’usura, il merca-
Microcredito_Layout 1 29/03/12 17:39 Pagina 17
A CHE PUNTO È IL MICROCREDITO? IN ITALIA...
E ALL’ESTERO
La crisi economica ha fatto emergere anche in Italia l’importanza del microcredito. Ciò, tramite lo sviluppo delle micro-imprese e del lavoro autonomo con l’inclusione finanziaria e sociale dei cosiddetti “non bancabili”. Ma come procede questo settore? Microcredito. Dimensioni e prospettive del prestito sociale e imprenditoriale in Italia (Donzelli) - 2012 traccia un quadro completo del micro-credito nel nostro Paese, nato dalla mappatura di tutte le iniziative esistenti. Un’occasione per valutare i risultati delle varie attività, i programmi più riusciti, i modelli virtuosi, utili anche per chi volesse muovere i primi passi in tale ambito.
E per chi fosse appassionato di storie e volesse guardare fuori dall’Italia, il microcredito ne offre diverse passando da un continente all’altro. Come nel caso del libro Credito e nuvole. Storie di banche e campesinos tra le Ande dell’Ecuador, di A. Bobbio, M. Calvi, S. Gatti, M. Puricelli, M. Reggio e S. Salis. È la descrizione del viaggio di sei giornalisti attraverso la rivoluzione silenziosa in un Paese come l’Ecuador. La rivoluzione del microcredito che ogni giorno viene realizzata nelle piccole Casse Rurali delle Ande e che consente ai campesinos un riscatto sociale che sarebbe altrimenti impossibile.
* http://ec.europa.eu/contracts_grants/microfinance_it.htm (CIP, JEREMIE, JASMINE) * http://ec.europa.eu/epmf (Progress) * http://ec.europa.eu/esf * http://www.microcreditoitalia.org (Ente Nazionale per il Microcredito)
to nero. Importante tanto più se si intende che questi prestiti non sono elemosina ma devono essere restituiti - in modo dilazionato - e che, quindi, innescano il circolo virtuoso dell’impegno per la restituzione. Semplici meccanismi con risultati notevoli: massiccio accesso al credito delle donne (il 70% del totale); miglioramento delle condizioni di vita dei beneficiari; alto tasso di restituzione dei prestiti (99%). E l’Unione europea cosa riserva ai suoi abitanti? Lo abbiamo chiesto a Thierry Vissol, Consigliere speciale Media e Comunicazione alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Qual è l’importanza del microcredito? In questa particolare fase economica, diventare lavoratori autonomi è uno dei modi per procurarsi un lavoro, sia che si sia di-
soccupati sia che si sia in cerca di una prima occupazione. L’impresa è un’occasione anche per coloro che, dopo aver avuto ed educato bambini, vogliano lavorare o per le persone anziane che sono uscite dal mercato del lavoro. Solo che per mettere su un’impresa c’è spesso bisogno di sostegno e lì interviene il microcredito. Studi recenti dimostrano che un numero rilevante di nuovi posti di lavoro è creato da realtà che, per l’85%, sono frutto di microimprese. Ma tra i principali ostacoli di una microimpresa c’è la difficoltà di accedere al credito, particolarmente a quelli di piccolo ammontare, poiché le banche non vogliono correre rischi o, se lo fanno, sarà a costi elevati in rapporto agli eventuali rischi. E parliamo di crediti inferiori a 25mila euro. Cosa intende l’Unione europea per Progress Microfinance?
È uno degli strumenti sviluppati dalle Istituzione: europee per aiutare lo sviluppo di questo settore, che s’indirizza a disoccupati, piccole-medie imprese o microimprese. È sostenuto dalla Commissione europea e dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e gestito dal Fondo Europeo per gli Investimenti (EIF). Chi può beneficiare di tutto ciò e in quale misura?
Chiunque può beneficiare di Progress Microfinance, purché abbia voglia di mettersi in proprio o costituire/sviluppare una microimpresa (meno di dieci dipendenti), specie nel settore dell’economia sociale; sia disoccupato o sia rimasto per qualche tem- » Copyright: Mauro Biani per la Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
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Siti d’informazione europei sul Microcredito:
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ATTUALITÀ
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«In questa particolare fase economica, la scelta di un lavoro autonomo è un’opportunità, sia se si è disoccupati sia se si è in cerca di prima occupazione» po fuori dal mercato del lavoro; o, infine, abbia difficoltà a ottenere un finanziamento tradizionale (perché donna, considerato troppo giovane o troppo vecchio, appartenente a una minoranza, con disabilità, ecc.). Un incentivo alle pari opportunità, dunque… È importante notare che, seguendo i valori del Trattato di Lisbona, il programma voglia sviluppare la parità uomo-donna e
la non discriminazione. Qual è l’importo massimo e come viene dato? I crediti sono al massimo di 25mila euro e non è la Commissione europea ad erogarli non essendo una banca. Quel che accade è che la Commissione permette a una serie d’intermediari di microcredito - banche private o pubbliche, istituti di micro finanza non bancari, erogatori di microcredito senza fini di
IN AFRICA IL MICROCREDITO FA MIRACOLI
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ttraverso il sito Acra (Ong che si occupa di Cooperazione Rurale in Africa e in America Latina), scopriamo la storia di Diakate, una delle prime donne senegalesi a far parte della Cassa Rurale di Credito e Risparmio di Khombole. Una realtà che concede prestiti ai suoi 700 membri, dei quali il 90% donne. «Prima di iniziare a lavorare - racconta Diakate - facevo parte di un gruppo solidale di donne e avevo diritto ad alcuni piccoli crediti ma, senza un’attività fissa, dovevo chiedere prestiti a usurai del villaggio, indebitandomi sempre più. Nel 1998 sono diventata membro della Cassa: col primo credito ho comprato del miglio e ho iniziato a produrre la bouillie (tipica pietanza locale a base di miglio e latte) che vendevo al mercato del villaggio». Oggi Diakate ha due figli: uno vive a Rimini e l’altro lavora nella gendarmeria del villaggio. Con l’accesso al credito ha potuto ottenere una bancarella più grande e coi ricavi del commercio ha aiutato i suoi figli a studiare all’università.
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lucro - di aumentare il volume dei prestiti (e di quelli che ne possono approfittare), emettendo delle garanzie per coprire il rischio di eventuali perdite e mettendo a disposizione ulteriori fondi per la concessione di micro finanziamenti. In sostanza fa da garante. Ma come chiedere un finanziamento e su quali progetti? Tutti i tipi di progetti sono validi, purché abbiano utilità sociale o economica e una possibilità di sopravvivere. Il credito deve essere richiesto a un intermediario di microcredito aderente a Progress nel proprio Paese, ed è all’intermediario stesso che bisogna chiedere informazioni sui requisiti e le procedure per ottenere un fondo e inviare poi direttamente la domanda di microcredito. In Italia ce ne sono? In Italia ne esistono già numerosi, particolarmente Organizzazioni Non Governative che propongono microcrediti. Questi stessi possono chiedere di diventare un intermediario di microcredito riconosciuto da Progess Microfinance e beneficiare, in questo modo, delle garanzie del Fondo. L’informazione completa è disponibile sui vari siti della Commissione europea dedicati (vedi box in pagina). Ci sono delle criticità? Chiaramente, come in tutti settori e attività, niente è perfetto. I fondi di garanzia a disposizione, soprattutto in periodo di crisi, sono pochi. Il quadro giuridico deve essere ampliato in tutti
gli Stati membri, sulla base del quadro definito dall’Unione. Inoltre, c’è la necessità di ulteriori controlli per scongiurare truffe, malversazioni, ecc. Anche per questo motivo il Governo italiano ha creato, nel novembre 2010, l’Ente Nazionale per il Microcredito. Cosa fa l’Unione europea per far conoscere questi strumenti a giovani e meno giovani? Come per tutte le azioni dell’Unione europea, il problema fondamentale è quello dell’informazione di tutti quelli che potrebbero essere interessati. È chiaro che in queste materie, i grandi media cartacei o audiovisivi non sono molto interessati a dare indicazioni che non “fanno notizia” e i mezzi a disposizione della Commissione europea sono insufficienti per organizzare un’informazione capillare per 500 milioni di cittadini sulle centinaia di programmi esistenti. Il Bilancio per l’informazione è di circa 100 milioni di euro, cioè 20 centesimi di euro a testa l’anno! Per questo la rappresentanza in Italia della Commissione europea ha organizzato il 24 febbraio scorso una giornata di riflessione, di confronto e dibattito tra gli operatori competenti, a vario titolo, in materia di finanza e microcredito. Appartiene a questi operatori, enti nazionali, enti territoriali e locali, banche e intermediari finanziari, istituzioni di micro finanza e no profit, il compito di diffondere queste informazioni.
175 milioni è il numero delle famiglie, che l’Unione europea conta di raggiungere nel 2015 con il microcredito.
25.000 euro è la cifra massima che viene garantita dalla Commissione europea con i progetti di microcredito.
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[ ECONOMIA DI LORENZO
MASINI ]
Spread, MA QUANTO MI COSTI...
«Iris o Euribor? Mutuo fisso o variabile? Tra banca e mutuatario c’è sempre di mezzo lo spread, ovvero quel margine di guadagno trattenuto dalle banche a fronte del prestito»
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o spread è una parolina che oramai tasso fisso o variabile, e da una parte indihanno imparato a conoscere tutti gli cata dall’istituto erogatore, che altro non è italiani. Si dice spread e subito la menche il margine di guadagno. Il tasso, Irs se te corre al maggiore rendimento dei Buoni fisso o Euribor se variabile, è uguale per tutdel Tesoro Poliennali rispetto ti i mutui, mentre la parte agli omologhi tedeschi, i Bund. fissata dall’istituto finanziaNon c’è solo il In realtà, molti meno sanno che rio, varia a seconda delle “differenziale” il sostantivo inglese sta a signicondizioni applicate daltra i titoli dei ficare “differenziale”. Non c’è l’ente erogatore, in genevari Paesi; le solo lo spread tra i rendimenti re la banca, ed è quello banche lo dei Titoli di Stato tedeschi ed itache poi alla fine incide sul applicano liani, ci può essere anche fra i tascosto totale, il Taeg, del anche ai mutui si di interesse. E può essere apmutuo. plicato anche sui mutui. È su Il calo dei tassi di sconto questa forma di finanziamento da parte della Bce avvenuche la recente crisi di liquidità ha impattato to nell’ultima parte dello scorso anno, ha in maniera sensibile, ma in un modo quasi ocportato l’Euribor all’1%, ovvero al suo miniculto. Il costo di un mutuo è formato da mo storico, con un sollievo per chi aveva un una componente indicata dal mercato, il mutuo. E, teoricamente, anche chi in questi
mesi si fosse apprestato ad attivare un debito sulla casa avrebbe potuto spuntare delle condizioni migliori rispetto a chi lo avesse acceso ad inizio 2011, grazie agli interessi sul debito in calo. Eppure non è stato così. Chi ha preso un mutuo immobiliare nei primi mesi del 2012, mentre l’incertezza sui mercati continuava a regnare, lo ha pagato quanto se non di più di 12 mesi prima, quando il tasso di sconto in Europa era all’1,5%. Il perché è presto detto. A fronte di una crisi di liquidità le banche hanno stretto i cordoni dei finanziamenti e alzato lo spread, ovvero il margine trattenuto dall’istituto come guadagno sull’erogazione del mutuo. Quindi, minore concessione di finanziamenti a fronte di premi crescenti richiesti per concedere il debito. Secondo uno studio di Mutuionline.it tra inizio e fine 2011 lo spread applicato dalle banche sui mutui è più che raddoppiato passando da una media dell’1,2% di marzo dello scorso anno a una media del 2,6% a dicembre 2011, all’apice della crisi che ha colpito i nostri titoli pubblici. Quindi, l’incremento dello spread applicato dalle banche ha più che compensato il calo dei tassi di interesse in Europa: paradossalmente chi ha acquistato un mutuo tra fine 2011 e inizio 2012, con l’Euribor all’1%, lo ha pagato di più di chi lo ha preso con i tassi che erano all’1,5%. Con l’unica parziale consolazione che in un clima di forti incertezze avere ottenuto un mutuo non è stata cosa da poco. APRILE 2012
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FISSO O VARIABILE: DI CHE MUTUO SEI? «A primo impatto, il mutuo variabile sembra più conveniente. Ma se dovessero risalire i tassi di interesse, lo spread non si abbasserebbe per compensare un’impennata degli interessi di mercato, portando ad una rata sensibilmente più alta»
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ai raggiunto quasi la meta. La banca finalmente ti ha concesso il mutuo, una vittoria! Adesso devi decidere quale tasso scegliere: fisso o variabile? Irs o Euribor? Guardi i valori e pensi che con il tasso di sconto ai minimi storici l’occasione del variabile non te la puoi lasciare scappare. La base di partenza è bassa e la differenza di costo con il tasso fisso è sensibile. E così opti per un tasso varia-
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bile. Peccato che non hai considerato lo spread applicato dalla banca. E qui cominciano i problemi. Proviamo a fare un esempio. Acquisto di un mutuo per 100mila euro, rimborso a 20 anni, scelta del tasso variabile Euribor a 3 mesi all’1%. Lo spread che aggiunge la banca è attorno al 2,5%, un valore che si colloca ai minimi dei margini applicati attualmente dal sistema bancario (feb-
braio 2012). In totale viene un tasso attorno al 3,6-3,7%, tra i più bassi del mercato. Significa pagare una rata mensile di 580 euro circa. Ma se dalla fase di recessione in cui ci troviamo, l’economia, - magari tra qualche anno - dovesse riprendere a crescere, come probabile e sperabile, cosa accadrebbe ai tassi? Con l’Euribor in salita al 2%, la rata mensile salirebbe di 110 euro. Perché se è vero che il tasso è variabile, lo spread bancario rimane fisso e non si abbassa per compensare l’aumento degli interessi di mercato. Immaginate cosa accadrebbe se l’Euribor continuasse a salire fino al 3%. Impossibile? Nel 2007 all’apice della crisi che ha portato al fallimento di Lehman Brothers, l’Euribor a 3 mesi superò il valore del 5%. Con gli stessi parametri (importo, tassi e scadenze), con un mutuo a tasso fisso, si avrebbe una rata mensile di circa 700 euro, sfruttando la migliore offerta sul mercato. Certo, maggiore del variabile, ma si dormirebbero sonni tranquilli, perché se anche i tassi dovessero iniziare a salire, la rata del mutuo fisso rimarrebbe immutata e potrebbe anche diventare inferiore a quella di un variabile futuro.
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LE PAROLE CHIAVE PER ACQUISTARE UN MUTUO SPREAD Indica un differenziale tra due valori. Nell’ambito dei mutui rappresenta il margine che le banche aggiungono al parametro di riferimento, Irs o Euribor, e che serve a calcolare gli interessi finali pagati.
EURIBOR È il tasso di interesse di riferimento per i mutui a tasso variabile. È l’acronimo di Euro Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro, ed è il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee. Insomma, l’interesse a cui le banche prestano i soldi.
IRS È il tasso di interesse di riferimento per i mutui a tasso fisso. È l’acronimo di Interest Rate Swap ed è il contratto swap (scambio, ndr) più diffuso, con il quale due parti si accordano per scambiarsi reciprocamente, per un periodo di tempo predefinito al momento della stipula, pagamenti calcolati sulla base di tassi di interesse differenti e predefiniti, applicati ad un capitale nozionale.
TAEG È l’acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale ed è l’indicatore del tasso di interesse di un’operazione di finanziamento (ad esempio, un prestito, l’acquisto rateale di beni o servizi). È espresso in percentuale ed indica il costo effettivo del finanziamento. Nei mutui è considerato come Indice Sintetico di Costo, ovvero il costo finale di un mutuo espresso in percentuale.
IPOTECA L’ipoteca è un diritto accordato a un creditore (per esempio, una banca) su un bene immobile o bene mobile registrato, senza che il debitore-proprietario del bene - che costituisce la garanzia - ne perda il possesso. In pratica è una garanzia a fronte della quale viene erogato un debito. Le banche in genere accendono mutui solo a fronte di ipoteche di primo grado.
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ATTUALITÀ
[ REPORTAGE DI RITA
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IL SILENZIO TRE ANNI DOPO
NICOSANTI ]
L’AQUILA: UNA CITTÀ ANCORA FERITA «6 aprile 2009, una data che L’Aquila non potrà dimenticare, una notte in cui un sisma di magnitudo 5,9 della Scala Richter ha causato 309 vittime. Siamo tornati nel cuore di quella ferita, ancora aperta, la “zona rossa”. Oggi, come ieri, ha il volto di una donna che urla la sua sofferenza e si cinge di pezze per celare la sua nudità»
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artiamo da Piazza del Duomo in cui troneggia lo striscione “Ricostruiamol AQ”, ormai emblema di una città intera. Un emblema, però, dalla voce strozzata e senza efficacia alcuna. Prima tappa del viaggio nel centro storico è Via Accursio, dove c’è la trattoria di Cristina. Una croce di Sant’Andrea in legno ne sbarra il portone, un lucchetto e una grossa catena servono a dare l’altolà agli sciacalli. Dirimpetto alla trattoria c’è un edificio ormai ridotto a un cumulo di macerie. È la casa in cui Cristina viveva con le sue figlie e suo marito che faceva il tappezziere. Una casa a due piani. La notte del terremoto l’uomo, per mettere in salvo le sue donne, è rimasto intrappolato sotto una trave che gli ha leso irrimediabilmente la spina dorsale. Oggi è paralizzato e guarda la vita da una sedia rotelle. Cristina fatica ad andare avanti e non basta una graziosa casetta del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili), a Sassa, poco lontano dalla sua città, a ridarle il sorriso. Agli inizi del 2009 aveva contratto un mutuo di 30mila euro per ristrutturare la trattoria. La sua attività è ormai ferma da tre anni, ma lei continua a pagare il debito con la banca. Via Accursio è una parallela di Corso Vit-
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torio Emanuele, una delle strade clou della vecchia movida aquilana. Le folate di vento scuotono le saracinesche abbassate, intonando un macabro co-
Serrande chiuse
Tornare alla normalità sembra essere ancora molto lontano per il capoluogo abruzzese. Restano troppe, infatti, le attività chiuse.
ro che si propaga in ogni metro di strada. A interrompere la nenia ci pensa “Bar Gran Sasso”, la cui storia, iniziata nel 1955, ha resistito persino al ter-
La “zona rossa”
Così è definito il gruppo di aree transennate e non ancora agibili nella città de L’Aquila dopo il terremoto del 2009.
remoto del 2009. A gestirlo c’è il signor Mario: «L’edificio non ha subito particolari danni - ci rivela - ma siamo stati fermi più di un anno perché il corso non era transitabile». Il Bar ha riaperto i battenti nel luglio 2010 ma, un anno e mezzo dopo, Mario ancora fatica a far quadrare il cerchio: «Lo Stato ci ha aiutato i primi tre mesi con un sussidio di tre mensilità da 800 euro l’una, niente più». Mantenere in vita un’attività in un posto immobile è un atto di coraggio, ma lui non vuole gettare la spugna. Tra i clienti che non rinunciano ai caffè di Mario c’è Bettina, una simpatica donna di 71 anni, un metro e mezzo di altezza, ma
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sa forse verrà abbattuta, il negozio era molto danneggiato. Ho provato a spostare l’attività in un’altra zona de L’Aquila, ma il prezzo dell’affitto era troppo alto, causa l’aumento incontrollato dei prezzi. Così a luglio 2010, sono riuscito a riavviare l’attività qui, ho pagato diecimila euro per avere l’agibilità parziale dello stabile, ma non ho avuto il supporto di nessuno: né banche, né Comune, né Stato. Mi sono indebitato». Proseguendo sul corso si incrocia Via Verdi, era la “strada della cultura” de L’Aquila, ospitava il nuovo teatro e la scuola Edmondo De Amicis che, già nel marzo 2009, era stata chiusa a causa di una scossa che aveva fatto cadere molti calcinacci e terrorizzato i piccoli alunni. Un tempo la strada vibrava di energia e pullulava di persone, oggi è ridotta a una schiera di puntellamenti, a destra e a sinistra, e gli unici viandanti sono dei cani randagi che si aggirano con passo errante alla ricerca di cibo. Seguendoli, giungiamo fino alla Chiesa di San Bernardino, duramente danneggiata dal sisma e da cui parte una scalinata che domina tutta la città. Al lato sinistro c’è il bar di Leonardo, e la sua è l’unica voce ottimista: «La ricostruzione è già partita, tempo dieci anni e torneremo più for-
«MILLE GIORNI DOPO IL TERREMOTO, IL COMMERCIO A L’AQUILA È ANCORA FERMO»
ATTUALITÀ
dotata di un’energia da far invidia a un leone. Si definisce un’aquilana doc. Abbandonata dalla mamma, è cresciuta in un orfanotrofio. I sacrifici di una vita per comprare un appartamento tutto suo in località Santa Maria di Farfa: «Si affacciava proprio sul Gran Sasso», ricorda sospirando. Perché quell’appartamento ora deve essere raso al suolo: inagibilità “F”, da abbattere. Dopo il terremoto Bettina ha trascorso un anno e mezzo a Pescara, in albergo; adesso vive in un appartamento nella periferia aquilana. Non conosce nessuno nel suo nuovo quartiere, e così passa il tempo cucinando. Il suo piatto preferito? La “ghiotta” abruzzese. Bettina non vuole porsi troppe domande sul futuro: «Me la sono sempre cavata e sempre me la caverò», si limita a rispondere. Mario, invece, sembra rassegnato: «L’Aquila non tornerà più quella di un tempo, servono troppi soldi, il nuovo volto della città ormai è questo». Bisogna percorrere duecento metri per trovare un nuovo negozio aperto. È la cartoleria “La luna” e il titolare, Peppe, è uno dei tanti aquilani che sono passati, a causa del terremoto, dal benessere alla soglia della povertà. «Il sisma ci ha tolto tutto - dice - la mia ca-
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È L’ISTANTANEA DI UNA CITTÀ CHE VUOLE TORNARE A VIVERE, TRA DOLORE E SPERANZA, IMMERSA NEL SUO SILENZIO
ti di prima», dice con fierezza. «Il futuro è buio, L’Aquila è la nuova Pompei», ribatte un uomo al bancone intento a sorseggiare un amaro di buon mattino. Il dibattito si interrompe all’ingresso di Antonello, 57 anni. Aveva un banco di abbigliamento al mercato di Piazza del Duomo, oggi si arrangia lavorando un po’ qua e un po’ là. Ogni mattina porta fiori freschi al cimitero. La sua vita si è fermata il 6 aprile 2009, quando il terre-
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moto ha colto in casa sua moglie e i suoi due figli (29 e 36 anni), rubandoli alla vita. Antonello era fuori in quel momento, per questo si è salvato, unico sopravvissuto di una famiglia cancellata sotto il peso delle macerie. Ogni giorno Antonello combatte una battaglia contro la sua stessa vita, perché il rimorso è un macigno troppo grande da sopportare. A tre anni dal sisma la ferita è ancora aperta. Brucia. E fa tanto male.
«Una parola sola: vergogna». È l’amaro commento di Celso Cioni, direttore regionale Confcommercio in Abruzzo che si scaglia contro l’incapacità di una classe dirigente rea di non esser riuscita a risollevare le sorti di un settore che il sisma del 6 aprile 2009 ha ridotto sul baratro. «Mille giorni dopo il terremoto il commercio a L’Aquila è ancora fermo. Finora le parole hanno prevalso sui fatti», ha dichiarato Celso Cioni. Confcommercio L’Aquila il 13 marzo ha deliberato lo Stato di Agitazione della Categoria per sottolineare l’inerzia totale delle Istituzioni rispetto al rilancio del settore del Terziario e delle problematiche tuttora irrisolte che asfissiano gli operatori del Commercio, del Turismo e dei Servizi. Erano novecento le attività aperte a L’Aquila, di queste solo una trentina son tornate nel centro storico, altre seicento sono state ricollocate fuori dal loro contesto. Il direttore regionale Confcommercio lancia un monito: «Basta farsi un giro nella cosiddetta “zona rossa” del capoluogo abruzzese per rendersi conto della catastrofe che si è consumata in questo territorio. Nelle vie ci sono ancora tonnellate di macerie. Il 6 aprile si accenderà qualche candela in segno di commemorazione, e niente più. A tre anni di distanza nessuna istituzione è stata in grado di abbozzare una rotta, e senza una rotta da seguire nessun vento è buono». Confcommercio L’Aquila dice no e promette battaglia: «Siamo pronti a salire anche sulle barricate». APRILE 2012
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«Era un “folletto geniale” per i suoi colleghi, luminoso, poetico, imprevedibile, che nascondeva una grande raffinatezza culturale dietro questo modo di fare. Se ne è andato lasciandoci la sua musica, ma di strada per arrivare sin lì, a quel successo planetario, ne aveva fatta, affrontando anche le incomprensioni dei discografici e del pubblico. Per chi lo ha amato resterà sempre un’esplosione improvvisa di creatività, un angelo senza ali che ha cantato per qualche tempo sulla Terra»
[ RITRATTI DI
GIANFRANCO BALDAZZI ]
N LUCIO DALLA L’ARTISTA e L’UOMO Il mondo della musica lo guardava con sospetto... Proprio lui che estraeva note da qualsiasi oggetto o atmosfera. Il successo arrivò tardi, ma Dalla era stato più caparbio e l’aveva aspettato. 24 I
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emmeno la morte prematura, che gli ha negato le soddisfazioni di una tournée europea, deve averlo disturbato più di tanto. Vuoi perché dalla fede Lucio Dalla ne aveva ricavato una idea confortante («La morte è solo la fine del primo tempo», diceva), vuoi perché ad affrontare contrattempi aveva cominciato presto. Dal debutto nella vita, si può dire, nella Bologna disastrata del dopoguerra, dove per sovraccarico gli capitò un’infanzia segnata da ca-
renze pesanti - orfano di padre, seri problemi di crescita, anni di collegio, studi catastrofici - fino all’approdo adolescente al mondo della canzone, che negli anni del boom economico distribuiva successo a tutti meno che a lui, il “musicista naturale” in grado di cavare armonie segrete dalle bottiglie e ritmiche jazz dal caos metropolitano. Qualcuno per la verità si era accorto della sua unicità, gli amici soprattutto, ma l’ostacolo al suo ingresso nell’ambiente musicale
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[ OLTRE AD ESSERE STATO DOCENTE DI “TECNICHE E LINGUAGGI PUBBLICITARI“ PRESSO L’UNIVERSITÀ DI
URBINO, NEL 1999 DALLA È STATO INSIGNITO ANCHE DELLA LAUREA AD HONOREM IN LETTERE E FILOSOFIA DALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA. ]
LA MUSICA Dalla ha partecipato alla realizzazione di colonne sonore per Monicelli, Giannerelli, Verdone e Placido. Inoltre, è stato l’ideatore di programmi tv come Te vojo bene assaie, Capodanno, Taxi e San Patrignano.
IL CINEMA Tra i film in cui ha recitato è stato protagonista in I sovversivi dei Taviani. La performance gli fa quasi vincere la “Coppa Volpi” come miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia.
appariva un muro insor- to Roversi e l’originalità degli montabile: per gli ad- spettacoli portati nei teatri tendetti ai lavori era un fol- da della periferia milanese, con letto strampalato, simpa- le platee di operai osannanti. tico magari, ma avviato al Anche se i discografici continuadestino dell’apprendista stre- vano a non puntare su di lui, lo gone. La gente lo guardava con sport della sopravvivenza gli era ironia, i discografici con sospet- entrato così profondamente nel to. Questo a Lucio sembrava una sangue, da regalargli un’inebrianviolenza infame: non poteva e te confidenza col rischio e assicurargli tutte le dosi di adrenalinon doveva diventare norma. Oggi, dopo il successo planeta- na di cui aveva bisogno. La sua rio degli ultimi trent’anni, rievo- creatività esplodeva, e stava per care le sue sofferenze degli esor- trasformarlo nell’uomo degli di sembra superfluo. Invece aiu- specchi, nel mago delle illusioni, ta a capire meglio in che metal- nel creatore di fuochi d’artificio lo fosse fusa la sua corazza d’ar- che una volta accesi non si spentista e a valutare il costo umano gono più. A metà degli anni Setdell’impresa che poi porterà a tanta, infatti, ecco la svolta. Daltermine con tanto successo. Per- la è nuovamente in crisi e scomché non si è mai trattato di cor- pare. Si saprà poi che era andarere un’avventura qualunque, ma to alla Isole Tremiti a scrivere da solo i testi delle di cambiare facsue canzoni, cocia all’evidenza, sa che non averibaltare i prova mai fatto. E «Gli Anni ‘80 nostici e rivolufinalmente i dizionare il gusto lo consacreranno scografici, chissà degli italiani: in a mito della perché?, si ribreve, di scenmusica italiana. scuotono dal dere in guerra e Il più era stato torpore, buttano procurarsi a vafatto» gli occhi su di lui langa ulcere di e non lo mollano stomaco e papiù. L’album Coranoie. Anche nella sua Bologna, sì, che oggi gli m’è profondo il mare non sarà si stringe attorno con un abbrac- ancora un successo clamoroso ma convince tutti, critica e pubcio quasi imbarazzante. E guerra contro l’impossibile fu blico, e gli apre uno spazio di per tutti gli anni Sessanta, con la credibilità che, album dopo albreve consolazione di 4/3/43, e bum, sarà destinato a crescere poi di nuovo fino al 1976 (Com’è geometricamente. Così, gli anni profondo il mare), con esiti sem- Ottanta lo consacreranno al mipre a metà strada tra le fatiche to - con canzoni popolarissime, di Ercole e la dannazione di Faust. milioni di dischi venduti, tournée Eppure, di delusione in delusio- in Italia e all’estero e quel piccone, qualcosa dentro e fuori di lui lo capolavoro, Caruso, che ha prendeva forma. Le “Olimpiadi fatto il giro del mondo. Con tutdell’impossibile” a cui si era iscrit- to ciò, a guardare in filigrana il to, stavano diventando il conte- consenso, i riconoscimenti, le launuto stesso del suo modo di es- ree ad honorem, chi lo ha conosere artista - basta ricordare la sciuto davvero ha ancora l’imcollaborazione col poeta Rober- pressione che nessuno gli abbia APRILE 2012
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[ LA STRAVAGANZA E L’ISTRIONICITÀ, MA ALLO
LUCIO DALLA CONVIVEVA TUTTO QUESTO, PROPRIO COME NELLA SUA MUSICA.
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ALLAD OICUL .AIFARGOCSID
regalato troppo, e che ogni Cd venduto - e sono stati davvero tanti - gli sia costato un prezzo umanamente molto fuori mercato. Questo, ha fatto di lui l’essere impulsivo, fragile e spiazzante dalle cento e una sfumature, solo anche in mezzo ad un delirio di folla; il musicista stralunato, cangiante e imprendibile che amiamo, ora esageratamente disponibile (e mi piace ricordare qui la sua presentazione di Caruso in anteprima proprio in uno spot televisivo di 50&Più), ora preda di inspiegabili ripugnanze; il poeta, pieno di luci e di ombre, arrendevole, arrogante e perfino collerico, sempre alla ricerca della felicità, o, se si vuole, della prima notte di quiete. Ora, Lucio mi perdoni la franchezza. Dal puzzle di belle parole che la sua morte ha scatenato, dalla piazza gremita di bolognesi in lacrime, dal profluvio di stima e di professione di affetto dei colleghi che la televisione mandava in onda, ho atteso invano di vedere uscire il Dalla che conoscevo fin da ragazzo e con cui ho scritto Il cielo, Piazza Grande, La casa in riva al mare o Grande figlio di puttana. Al suo posto ho visto prendere forma una icona lieve, variopinta e consolante. Troppo e troppo poco: Lucio l’avrebbe trovata imbarazzante. Così mi piace immaginare che anche lui abbia assistito, in quei giorni - seduto davanti alla televisione su un divano di nuvole - alla fiera televisiva che si teneva in suo onore ma che, alla fine, abbia chiesto seccato al San Pietro di Riccardo Garrone: «Ma di chi stanno parlando questi?». E sia andato a dormire.
DISCOGRAFIA. LUCIO DALLA
ATTUALITÀ
STESSO TEMPO LA TIMIDEZZA E IL TIMORE: IN
1966 - 1999 1969 - Live Geniale? 1970 - Terra di Gaibola 1971 - Storie di casa mia 1973 - Il giorno aveva cinque teste 1975 - Anidride solforosa 1975 - Bologna 2 settembre 1974 (Live) 1976 - Automobili 1977 - Come è profondo il mare 1979 - Lucio Dalla 1979 - Banana Republic (con Francesco De Gregori) 1980 - Dalla 1981 - Lucio Dalla (Q Disc) 1983 - 1983 1984 - Viaggi organizzati 1985 - Bugie 1986 - DallAmeriCaruso 1988 - Dalla/Morandi (con Gianni Morandi) 1988 - In Europa (con Gianni Morandi) 1990 - Cambio 1991 - Geniale? (con alcuni inediti) 1992 - Amen 1993 - Henna 1996 - Canzoni 1999 - Ciao 2000 - Live @ RTSI 2001 - Luna Matana 2002 - Caro amico ti scrivo 2003 - Lucio 2006 - 12.000 lune 2007 - Il contrario di me 2008 - LucioDallaLive - La neve con la luna 2009 - Angoli nel cielo 2010 - Work in Progress (con Francesco De Gregori) 2011 - Questo è amore
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ATTUALITÀ
NFC
Sta per “Near Field Comunication” Una tecnologia che consente a due apparecchi di comunicare, scambiarsi informazioni tramite rete
[ TECNOLOGIA & NUOVI MEDIA ]
DI LANFRANCO SBARDELLA
MI FACCIO LA DOCCIA CON LO SMARTPHONE Cellulari di nuova generazione che, usati come taccuini, riconoscono la scrittura e la convertono in lettere digitali, oppure che ci informano sullo stato della nostra automobile. O ancora in grado di resistere sott’acqua
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elefoni sempre più sottili e dotati di uno schermo ancora più grande. Applicazioni per scrivere sullo smartphone (così si chiamano i telefoni di ultima generazione) in grado di riconoscere il tratto del pennino elettronico che viene passato sullo schermo e di tradurre quelle linee tracciate in corsivo dalla mano dell’uomo in lettere digitali dell’alfabeto. Tablet (tavolette elettroniche simili a telefoni) che vibrano in diversi punti dello schermo per aiutare i non vedenti ad utilizzare il dispositivo. Queste sono solo alcune delle novità che presenta il 2012 in campo tecnologico.
Siete appassionati di musica? Domani potrete far suonare i “cubi” dei vostri artisti preferiti, semplicemente appoggiandoli su uno speciale tavolo che riconosce la forma e la traccia associata al lato del nostro “oggetto” musicale. È la tecnologia NFC (near field comunication) che permette agli oggetti di parlare e scambiarsi informazioni semplicemente trovandosi molto vicini fra loro. Niente paura se siete al mare e volete continuare a parlare al telefono: i giapponesi di Fujitsu hanno inventato i nuovi dispositivi (telefoni e tablet) in grado di funzionare anche sott’acqua. Già sul mercato, pronti all’uso. Ma il 2012 sarà soprattutto l’anno della gamification. Cos’è? È quel concetto che viene usato dagli specialisti per spiegare che, grazie ai meccanismi utilizzati per far giocare le persone, si costruiscono canali di fidelizzazione e si indirizzano i gusti dei consumatori. Tutto ciò per far comprendere che le applicazioni sui telefoni stanno piano piano andando a posizionarsi su tutti i nostri ambiti di vita: dal fare la spesa al prenotare una visita dal medico, dai pagamenti con carta di credito al rifor-
nimento di carburante. Tutto tramite cellulare e, vista la semplicità di interazione, sembra essere un grande gioco che piace all’utente, soddisfacendolo e portandolo a riutilizzare l’applicazione. Ne sono convinti tutti: la dimostrazione più convincente è quello che le case automobilistiche stanno pensando di fare con le auto elettriche. Prima di arrivare in macchina sarà possibile dal proprio telefono controllare lo stato del veicolo e la quantità di carica rimasta nelle batterie. Ma i telefoni oggi sono anche in grado di essere usati come proiettori, proprio come l’ultimo nato in casa Samsung, oppure di comunicare fra loro “lanciandosi” informazioni da un terminale all’altro. Lo scorso anno gli smartphone hanno superato per numero di vendite i personal computer; quest’anno, invece, quei terminali saranno utilizzati nei campi più diversi, proprio a dimostrare come la nostra vita sarà sempre più connessa. Lo ha evidenziato anche Windows: il nuovo sistema operativo targato con il numero 8 permetterà agli utenti di gestire nel medesimo modo tutti i documenti e le applicazioni cambiando dispositivo. Da casa al tempo libero, tenendo sotto controllo tutto ciò che serve, solo con un click. APRILE 2012
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In nome dell’uguaglianza Dei circa 4 miloni e mezzo di migranti presenti nel nostro Paese, quasi un milione fra loro sono bambini e ragazzi nati proprio qui, in Italia. Circa 700.000 di loro frequentano la scuola. Sarà giunto il momento di affrontare la loro italianità. [ MULTICULTURALISMO DI ILARIA ROMANO ] ono oltre quattro milioni e mezzo le persone che vivono, lavorano, studiano, creano una famiglia in Italia anche se sono nati in un altro posto del mondo. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Caritas Mi-
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grantes 2011, quasi un milione fra loro sono bambini e ragazzi nati in questo Paese, fra i quali oltre 700mila frequentano le scuole. Più di 200mila, invece, sono imprenditori e gestiscono un’attività. Nonostante questi se-
gnali di integrazione positiva, spesso si parla ancora di immigrazione con indifferenza o, peggio, razzismo. Tre anni fa, il 29 novembre 2009, dall’idea di quattro donne nasce il movimento “Primo Marzo” (http://primo-
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più di 200.000
Nel corso di un incontro internazionale viene approvata la Carta Mondiale dei Migranti.
sono i migranti che nel nostro Paese gestiscono da imprenditori un’attività.
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marzo2010.blogspot.com/), gemellato con il francese “Journée sans immigrés”, per promuovere la convivenza e il rifiuto di qualsiasi forma di esclusione. L’idea è quella di lanciare una mobilitazione che faccia capire a tutti quanto la presenza e l’apporto nella società dei cittadini stranieri sia fondamentale. Il Primo Marzo del 2010 viene organizzato lo sciopero dei migranti, con iniziative in sessanta città italiane, che hanno coinvolto oltre 30mila persone di tutte le nazionalità. Tre anni dopo, passato anche questo anniversario nel 2012, la “rete” sta continuando a lavorare. «Prima di tutto denunciamo ogni forma di razzismo - ha dichiarato Cécile Kashetu Kyenge, portavoce del Movimento -, e poi chiediamo la revisione della leg-
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LA CARTA MONDIALE DEI MIGRANTI «Poichè appartiene alla Terra, qualsiasi persona ha il diritto di scegliere il luogo della sua residenza, di restare laddove vive o di andare ad installarsi liberamente e senza costrizioni in qualsiasi altra parte di questa terra...» (Fonte: Carta Mondiale dei Migranti)
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a Carta Mondiale dei Migranti è stata approvata il 4 febbraio 2011 a Gorèe, in Senegal, al termine di un incontro internazionale organizzato dal Forum Sociale Mondiale di Dakar. La scelta dell’Isola per la firma di questo testo non è casuale: Gorèè, patrimonio dell’Unesco dal 1978, è stato il luogo dove milioni di africani sono transitati come schiavi nella rotta verso le Americhe, fino al 1848. Oggi è parte di una memoria drammatica che non si
ge sull’immigrazione, che presenta aspetti punitivi nei confronti dei migranti. La rete “Primo Marzo” rivendica dalla nascita il diritto alla mobilitazione di migranti e italiani insieme per i diritti umani. Non a caso il Movimento ha anche aderito alla campagna LasciateCIEntrare per l’apertura dei Centri di Identificazione ed Espulsione alla stampa, in modo tale che ci sia sempre trasparenza su quanto accade all’interno, perché la situazione delle persone trattenute va raccontata». La novità dell’evento di quest’anno è stata la distribuzione del “copri-passaporto” che riporta il primo e l’ultimo articolo della Carta Mondiale dei Migranti sulla Libera Circolazione delle Persone firmata l’anno scorso a Gorèe, in Senegal: «Poiché appartiene alla terra, qualsiasi persona ha il diritto di scegliere il luogo della sua residenza, di restare laddove vive o di andare ad installarsi liberamente e senza costrizioni in qualsiasi altra parte di questa terra. Noi, persone mi-
granti, ci impegnamo a rispettare e promuovere i valori e i principi sopra espressi e, in questo modo, a contribuire alla scomparsa di qualsiasi sistema di sfruttamento e all’avvento di un mondo plurale, responsabile e solidale». Nell’autunno scorso, diciannove associazioni fra le quali la rete “Primo Marzo”, l’”Arci”, la “Caritas”, la “Rete G2” delle seconde generazioni, hanno promosso una campagna nazionale con una raccolta firme che si è conclusa alla fine di febbraio: L’Italia sono anch’io (www.italiasonoanchio.it). Due sono le proposte di legge promosse: una sulla riforma della normativa per l’ottenimento della cittadinanza visto che oggi anche chi nasce in Italia deve aspettare il diciottesimo anno di età per averla - e il riconoscimento del diritto di voto agli “italiani acquisiti” nelle elezioni locali. In nome dell’uguaglianza fra le persone, sancita dall’Articolo 3 della Costituzione.
deve dimenticare, ma che può far riflettere su un diverso futuro possibile. Il progetto della Carta nasce però a Marsiglia nel 2006, in occasione della lotta intrapresa da 120 famiglie senza permesso di soggiorno che cercano di ottenere i documenti. Non si tratta di una convenzione, ma di un documento nato dalla partecipazione di coloro che hanno conosciuto la migrazione e che hanno deciso di scrivere il proprio vissuto.
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I VOLTI DEL PRIMO MARZO. VOCI DA UN’ALTRA ITALIA
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l movimento “Primo Marzo” e le storie dei migranti sono diventate un libro. In I volti del primo marzo - voci da un’altra Italia, Rosario Cauchi, Massimiliano Perna e Giorgio Ruta raccontano l’esperienza dei nuovi italiani che «non occupano gli spazi televisivi, e che accettano i lavori che gli italiani non vogliono più fare». Un reportage che racconta gli sbarchi, la vicenda di Rosarno, le difficoltà quotidiane che si affrontano nei rinnovi dei permessi di soggiorno, nella ricerca di un’occupazione e della normalità. Il volume è edito da Marotta&Cafiero. Per saperne di più: (http://marottaecafiero.it/2011/05/i-volti-delprimo-marzo-nuovo-libro-per-la-marottacafiero/) APRILE 2012
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I “NUOVI” ITALIANI
Quando l’immigrazione diventa un film
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L’assistenza ai cittadini extracomunitari rientra tra le attività assegnate dalla legge agli Enti di Patronato, che possono affiancare i cittadini stranieri negli adempimenti richiesti per l’ingresso ed il soggiorno nel territorio dello Stato. Gli uffici 50&Più Enasco offrono assistenza qualificata e gratuita per le pratiche relative a: l Rilascio e rinnovo del Permesso di Soggiorno l Ricongiungimenti familiari l Verifica della situazione contributiva l Tutela amministrativa e medico-legale in caso di infortunio sul lavoro
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Per ogni informazione potrà contattare il nostro numero verde. La telefonata è gratuita da tutta Italia.
akaria ha 26 anni e in Somalia, dove è nato, faceva il giornalista. Nel 2007 ha deciso di fuggire da Mogadiscio, dopo che il suo maestro era stato ucciso. È arrivato in Italia otto mesi dopo, attraversando l’Etiopia, il Sudan, la Libia e, infine, il Mediterraneo fino a Lampedusa. Quest’anno ha ripreso un microfono in mano e ha parlato in pubblico per la prima volta da quando aveva smesso di fare il suo lavoro, e lo ha fatto per presentare in anteprima il suo film, realizzato insieme ad altri quattro giovani cittadini del mondo, oggi rifugiati nel nostro Paese. Benvenuti in Italia è il risultato dell’impegno di cinque persone che alle spalle hanno viaggi interminabili, alla ricerca di quella libertà che nel loro Paese gli era stata negata, e che oggi stanno ricostruendo la propria vita. Con l’aiuto dell’Archivio delle Memorie Migranti, un progetto nato dall’Associazione “Asinitas Onlus”, Zakaria, Aluk, Hamed, Hevi e Dagmawi hanno seguito un percorso di formazione video per imparare ad usare un nuovo strumento di racconto: la videocamera. Il documentario è stato presentato in anteprima al pubblico il 27 gennaio, in occasione della “Giornata della Memoria”, e può essere noleggiato gratuitamente dalle associazioni che ne fanno richiesta per proiezioni ed eventi pubblici. Si compone di cinque storie vere, ognuna curata da uno dei registi esordienti. Hevi Dilara, rifugiata curda nata in
«Le nostre storie non sono poi così diverse, anche se siamo arrivati in Italia da posti del mondo così lontani» 30 I
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Turchia, ha seguito una giovane coppia con una bambina piccola al loro arrivo in Italia, in un centro di accoglienza di Ercolano. Aluk Amiri fuggito dall’Afghanistan a quindici anni, ha scelto di filmare e far parlare Nasir, anche lui afghano, nel giorno del suo diciottesimo compleanno trascorso a Venezia, in un appartamento del Comune destinato ai rifugiati. Hamed Dera, del Burkina Faso, ha ripreso le attività della pensione di Margherita, una donna del suo Paese che, a Napoli, era diventata un punto di riferimento per tutta la comunità burkinabè. Dagmawi Yimer, etiope, ha seguito e raccontato la vita del mediatore culturale e attore senegalese Mohamed Ba, aggredito a Milano da uno sconosciuto, eppure non rassegnato a far vincere la paura e la diffidenza verso gli altri. Zakaria Mohamed Ali, invece, si concentra su una leggenda del calcio somalo, che in Italia gioca nella nazionale dei rifugiati e che per non perdersi le partite, prende il treno da Milano a Roma anche quando non può permettersi di pagare il biglietto. «È stata una grande esperienza - racconta Zakaria - perché ci siamo ritrovati a fare i registi e a lavorare fianco a fianco. Le nostre storie non sono poi così diverse, anche se siamo arrivati in Italia da posti del mondo così lontani. Non avevo nessuna conoscenza pratica di cinema - dice Zakaria - quindi è una bella soddisfazione essere riuscito a realizzare questo film». Il suo sogno ora è di riprendere il lavoro di giornalista, oltre a quello nel centro di accoglienza, e di riuscire a mettere in piedi un sito di informazione sulla Somalia, in collaborazione con i suoi colleghi che sono rimasti lì e che rischiano ogni giorno la vita per fare il proprio mestiere.
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BIANCO, ROSSO E... MIAMI [ ESTERO DI ROMINA
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«Una città dal cuore latino con spiagge sconfinate, un’estate lunga undici mesi e numerose opportunità. Qui, attorno agli Anni ’90, tanti italiani hanno deciso di trasferirsi per investire sul loro futuro. Molti ce l’hanno fatta. Un paradiso in terra? Sì, ma da guadagnare con impegno e rispetto delle regole»
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hi può dire di non aver mai voluto vestire i panni, almeno una volta nella sua vita, di Sonny Crockett e Riccardo Tubbs, epici protagonisti di Miami Vice, sognando di sfrecciare a bordo della loro bianca Ferrari Testarossa, e percorrere in lungo e in largo le mitiche strade della Florida? E quanti, ammaliati dalla nostalgia di quegli anni Ottanta, non rinunciano a seguire, ancora oggi, le tante serie poliziesche nate sulle rive della città più caliente degli States? Sarà per il suo cuore latino, sarà per il suo essere un ponte con il Sud America, sarà per i suoi undici mesi d’estate, sarà per le sue spiagge sconfinate, sarà per il fermento dei suoi grattacieli... Sarà per tutti questi motivi, e per tanti altri ancora, che l’American Dream di molti italiani sfocia proprio a Miami. È qui che risiede la comunità italiana più numerosa degli Usa: se ne contano trentamila nel South Florida, un numero sempre variabile e in costante crescita. A partire dalla fine del 2009, come risposta alla crisi economica, molti connazionali hanno guardato oltreoceano
spinti, soprattutto, dal cambio favorevole euro-dollaro. Grandi imprese italiane hanno deciso di “sbarcare” in Florida, creando rilevanti poli occupazionali. Nel 2010 sono stati registrati investimenti italiani pari a 2,2 miliardi di dollari, e il numero delle imprese italiane è più che raddoppiato. E così, nella città più glamour e cosmopolita degli Usa, il gusto italiano la fa da padrone, soprattutto nel design: lo si capisce dalla presenza di show room nel celebre Design District, ma anche dall’arredamento italian style che trionfa nei principali alberghi e case private. Il nostro bel Paese si fa valere a Miami, e non poco. Dalla medicina alla nautica, dalla ristorazione all’ultralusso, sono molti i settori che pullulano di eccellenze italiane. A spiegarne i motivi ci pensa Giampiero Di Persia, da anni attivo nella distribuzione di mobili: «Rispetto ad altre nazionalità che rientrano nel mercato statunitense, noi italiani siamo in grado di far crescere le aziende in maniera molto rapida e, a parità di impegno, primeggiamo nei risultati». Il perché è presto detto: «In Patria siamo stati da sempre abituati - analizza Di Per-
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Miami è l’unico Paese che ti dà speranza, energia, una costante dose di adrenalina per metterti in gioco». Michele Merlo, originario di Bassano del Grappa “downtown”, non rimpiange la sua scelta di aver messo radici lontano dalla Madrepatria: «La Florida è un paradiso, soprattutto nell’alta stagione». «Dell’Italia afferma - mi mancano le risate al bar, gli odori, mi manca Venezia con la nebbia; però, c’è da dire che la telematica ha abbattuto tutti i confini, e io - ogni giorno - parlo con la mia famiglia vicentina». Recentemente, la rivista Forbes, ha definito Miami una delle città più connesse al mondo, la rete wi-fi, infatti, è molto sviluppata e consente di connettersi gratuitamente in ogni luogo pubblico, spesso anche dalla spiaggia. Il ristoratore bassanese ha una quarantina di dipendenti e nel suo microcosmo si riflette uno dei tratsia - a lottare con il coltello tra i denti distintivi di Miami: il multicultuti, e a venire a capo di una compliralismo. «Il 10% del personale è cata ed ingarbugliata burocrazia, italiano - precisa - ci sono poi amementre negli Usa è tutto più snello, ricani e sudamericani, soprattutto tutto più easy». La sua storia è simiprovenienti dall’Honduras e dal le a quella di molti altri: «Nel 1993 Guatemala. Siamo una grande fa- racconta l’imprenditore romano miglia». subito dopo gli scandali legati a “MaAnche Luca Di Falco ha lo stesso nuni Pulite”, ho avuto la netta sensamero di dipendenti da gestire ed è zione che l’Italia avesse imboccato general manager in una grande cauna strada di non ritorno, e così ho tena di ristoranti italiani di Naples, una cercato spalocalità che, a zio altrove. scapito del «È una delle città più Ho sempre nome, non ha “connesse” al mondo; avuto rapnulla di partequi la rete wi-fi è gratuita nopeo, e dista porti di lavoe la trovi ovunque, ro con gli un’ora da anche in spiaggia» Stati Uniti, Miami. «Duanche perrante la mia ché una gestione il riparte della mia famiglia viveva a Miastorante ha raddoppiato gli incassi, mi; è per questo che ho deciso di fadandomi tanta soddisfazione e visire il grande passo». Un tempo cobilità», afferma Luca con un pizzico munità chiusa e ristretta, oggi gli itadi orgoglio. Nato a Catania nel 1979, loamericani sono molto aperti verso ha lasciato la Sicilia a diciotto anni, l’esterno e coesi nell’aiutare i loro in tasca un diploma di scuola albercompatrioti, rivendicando la fierezza ghiera, ed ha collezionato esperiendelle proprie radici. Eppure, l’onda mize in vari hotel di lusso. È approdagratoria verso Miami ha iniziato la sua to a Miami nel 2002 e non è più anascesa negli anni Novanta. Parla uno dato via. Luca è soddisfatto dei suoi dei pionieri d’allora, Michele Merlo, 32 anni, e dice: «Sono fidanzato classe ‘58, ristoratore e sommelier, è con la donna dei miei sogni, anche giunto nella capitale della Florida nel mia sorella vive a Miami, e questo 1993: «L’American Dream non è mi fa sentire ancora più a casa». un’utopia, ma una quotidianità qui; C’è anche Luca Gregorio. Av- »
QUELL’IDEA IN PIÙ «Da impiegato in un call center dell’hinterland milanese a imprenditore di successo in Florida. Con un’idea nata dopo il crollo del mercato immobiliare statunitense, un giovane intraprendente ha iniziato la sua ascesa fondando una società tutta sua»
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arla Fabio Burinato, imprenditore trentenne, milanese doc, approdato a Miami in cerca di fortuna. Chi è lei, come si definisce? Un ragazzo come tanti che, alla ricerca di un futuro migliore, è dovuto emigrare dall’Italia. Dopo la classica gavetta a colpi di call center in una palazzina anonima a Segrate, e dopo aver letto del collasso del mercato immobiliare negli Stati Uniti, mi è venuta l’idea di fondare una mia società negli States, con lo scopo di acquistare immobili e tenerli per un lungo periodo. Ecco perché mi trovo a Miami ora. È stato tutto “rose e fiori”? Niente affatto. Miami è una realtà a due facce: quella di chi gira in Ferrari o macchine sportive di lusso, e quella di chi perlustra i cassonetti dell’immondizia alla ricerca di cibo. Molti dimenticano che la Florida è stata colpita pesantemente dalla crisi sui mutui subprime, non passa giorno che non aumentino le aste giudiziarie sulle case. Fa tristezza vedere una zona famosa per i suoi eccessi pecuniari favoriti dall’abbondanza di soldi e dal credito facile - trasformarsi in una metropoli semiabbandonata. Addirittura? È svanito dunque l’American Dream? L’American Dream esiste, ma non è quello che la gente immagina grazie ai film: non esistono più scalate a Wall Street o colpi di fortuna improvvisi; non è più un Eldorado dove il lavoro viene dato a tutti insieme ad una seconda chance. Qual è, allora, il vero volto di Miami? Quello di una città che può dare tanto, se si è disposti a fare altrettanto, in termini di energia e sacrifici. Una terra dove puoi permettere a tuo figlio di frequentare le migliori università del globo. Una realtà dove la burocrazia è snella, e il mercato del lavoro dà l’occasione di scalare la corporate ladder con piani di carriera. Dove intraprendenza e duro lavoro sono apprezzati. Cosa rimpiangi dell’Italia? Mi manca il sapore del cappuccino al bar la mattina, con il “cummenda” che frettolosamente lo trangugia prima di fiondarsi sul tram per andare a lavoro. Mi mancano le risate allegre e spensierate in primavera sui Navigli. Mi mancano le nostre montagne con i picchi innevati ad ottobre e le castagnate con gli amici. APRILE 2012
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UN LEGAME CONSOLIDATO FLORIDA-ITALIA Da anni l’Italia e la Florida beneficiano di una stabile e reciprocamente vantaggiosa collaborazione. Dal commercio agli investimenti, agli scambi culturali e scientifici, italiani e floridiani hanno intensificato il loro impegno per consolidare i loro legami e la duratura collaborazione. Il mercato interno della Florida conta oltre 18 milioni di residenti (è il quarto Stato più popolato degli Stati Uniti) e, nel corso degli anni, ha attirato l’attenzione di numerose aziende italiane, che hanno scoperto i vantaggi di avere qui un proprio insediamento. La Florida, infatti, è considerata il centro di connessione tra il vasto mercato Nord Americano, l’America Latina e i Caraibi (quest’ultimo, un mercato composto da circa mezzo miliardo di potenziali consumatori). Oggi Florida e Italia continuano a rafforzare i loro legami culturali e a valorizzare il patrimonio comune. La presenza di italiani stabilmente re-
sidenti e iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), presso il Consolato generale d’Italia di Miami, negli ultimi cinque anni, è raddoppiata passando dai 14.872 del 2007 ai 33.819 registrati al 31 dicembre 2011. Un dato controvertibile, considerato che molti italiani non risultano iscritti all’Aire nonostante risiedano stabilmente in Florida. Oltre un milione di floridiani hanno origini italiane (circa 1 su 16) e la comunità italiana più numerosa è presente nell’area metropolitana della città di Miami. La lingua italiana è parlata da circa 300.000 persone in Florida (quarta Regione per diffusione della lingua negli Stati Uniti), dieci volte di più che in altri Stati del Sud-Est degli Stati Uniti. Molte città floridiane hanno stretto un gemellaggio con città italiane, contribuendo ulteriormente a migliorare i rapporti. (Fonte: Consolato Italiano Miami) Enza Michenzi
«Ottenere la cosiddetta Green Card non è semplice. Il visto turistico, invece, ha una durata massima di 90 giorni. Un vincolo che molti sottovalutano e che, se non rispettato, rischia di compromettere per sempre il proprio futuro nel Paese» vocato di Roma, risiede in Florida da più di dieci anni ed è direttore commerciale di una tra le principali linee globali di navigazione. «Mi affascinava l’America - racconta - e così ho deciso di trasferirmi cominciando la mia carriera nello Shipping (trasporto merci) internazionale: ho vissuto prima a New York poi, nel 2001, sono arrivato a Miami, e sono restato. È una città molto interessante, si respira il sapore sudamericano, un’influenza che a noi italiani piace tanto». Luca Gregorio conserva un forte legame con la Madrepatria: «La maggior parte delle mie amicizie qui è italiana - dice -. Miami è a tutti gli effetti una delle città più importanti d’America, con un potenziale notevole di crescita economica, e punto di approdo anche di interessanti realtà imprendi-
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toriali italiane». Ma se c’è un vincolo che pone un freno alle ambizioni italiane negli Usa è la difficoltà di ottenere la cosiddetta Green Card, una sorta di permesso di soggiorno. Lavorare regolarmente negli Stati Uniti, infatti, vuol dire farsi sponsorizzare da un’azienda, e poche sono disposte a farlo. «Molti italiani, poi, non prestano attenzione al limite dei novanta giorni previsto dal visto turistico, pensano che si tratti di una scadenza indicativa, invece è tassativa - denunciano dal Consolato e, così facendo, non si rendono conto dei rischi a cui vanno incontro. Basta farsi un giorno da irregolare negli Stati Uniti per essere marchiato a vita». Eclissano l’argomento Giuseppe e Francesco, due ragazzi con meno di trent’anni, approdati
sui lidi di Miami Beach, a loro dire, «per fare la stagione». Lavorano come camerieri in uno dei tanti ristoranti che brulica sulla Ocean Drive, la strada che si affaccia sulla chilometrica e paradisiaca spiaggia. Uno originario di Taranto, l’altro di Varese: tra lo sparecchiare una tavola imbandita e il sistemare piatti e bicchieri, non rinunciano a commentare alcune silhouette che passano loro dinanzi. «Lavorare qui è un piacere», dice Giuseppe sorridendo. «Non accusiamo neanche la fatica e il clima torrido», aggiunge Francesco strizzando l’occhio. Il loro accento diverge e non poco, ma da Miami - dove le differenze creano armonia - anche l’Italia appare più unita, e il tacco dello Stivale non sembra poi così distante dalle Alpi.
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[ ESTERO DI LORIS PORCHERI ]
QUELLA PENNELLATA DI VINTAGE «Colori pastello, legno intarsiato, linee sinuose, vetro e neon... South Beach è il regno dell’Art Decò trapiantato in America, ma anche della movida, del multiculturalismo, dell’opulenza, del divertimento. Ma Miami è tanto altro ancora...»
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50&PIÙ IN F Fort Laud LORIDA erd 2755 Ea st Oaklan ale (est) d Park B lvd S Telefono uite 100 - 33303 001 95 Fax 001 4 630 0086 95 Respons abile: Ra 4 630 1002 ff aella C e-mail: r. cordova@ ordova enasc www.50 o.it epiu.it
hi, Bubba sono io, Forrest Gump. Mi ricordo tutto quello che mi hai detto ed ho già calcolato tutto. Voglio prendere i 24.562 dollari e 47 centesimi che io c’ho. Beh quello che è rimasto dopo un nuovo taglio di capelli, un nuovo vestito, una cenetta fuori con mamma, un biglietto di autobus... Perciò, insomma li metterò tutti in nafta, corde, nuove reti... È una barca per gamberi nuova, nuova...». E così, Forrest comincia a scorrazzare con la sua barca “nuova nuova” e mette a segno quello che Bubba definiva il business dei gamberi, la sua grande passione, e dei quali sapeva tutto, compresi i mille diversi modi di cucinarli. Beh, se vi è piaciuto stare in compagnia di Forrest Gump, avete virtualmente tirato le reti con lui e vorreste gustare qualcuno dei piatti di gamberi “snocciolati” da Bubba nel film, ecco la solu-
zione: andate al Bayside Marketplace, uno dei centri commerciali di Miami e cercate il “Bubba Gump Shrimp Co.”, un ristorante specializzato in pesce e frutti di mare ispirato al film interpretato da Tom Hanks. Lì fotografie, citazioni (soprattutto quelle della mamma di Forrest), oggetti (le racchette da ping pong racchiudono il menu...), vi catapulteranno nella seconda metà del Ventesimo Secolo, quando la gioventù statunitense era divisa fra una guerra subìta e una speranza di pace. E se poi ordinate gamberi fritti e patatine, vi verranno serviti su di un foglio di giornale che riporta le imprese di Forrest, ma anche lo sbarco sulla luna e le vicende belliche nel Vietnam. Una curiosità: i camerieri indossano una maglietta con su scritto Run, Forrest, run e per ordinare bisogna utilizzare una targa con la dicitura Stop, Forrest, stop. E la panchina? Neanche una foto sulla panchina più famosa del cinema, magari con una piuma che vi svolazza intorno? Niente paura, fuori dal ristorante c’è una panchina con, addirittura, scarpe da ginnastica “indossabili” incollate a terra per immortalare la vostra immagine come su un set cinematografico.
E quando avrete esaurito la voglia di calcare le scene, potete scegliere di passeggiare nelle stradine di Bayside Marketplace e curiosare tra gli oltre cento negozi che lo compongono. O scegliere di ascoltare musica dal vivo o visitare le gallerie d’arte che si trovano in questa parte di Miami. Bayside Marketplace è uno dei centri vitali della città, meta di turisti e non, luogo di divertimento e di cultura, di ristorazione e di attrattive, un centro commerciale fuori dai soliti schemi, nel quale si può trovare la griffe e il capo a buon mercato, souvenir, bancarelle e negozi, musica e sapori. Da qui parte la strada che arriva a Downtown, il cuore pulsante della finanza locale, con i suoi grattacieli perfetti dalle linee avveniristiche; da qui è possibile prendere un battello nel porto turistico e fare una crociera nella baia di Miami. Il momento più spettacolare per avventurarsi in mare è al tramonto, quando la città si ricopre di mille riflessi dorati che ti accompagnano attraverso il calare della notte, finché il profilo di uno degli skyline più suggestivi del Pianeta si staglia nel buio, regalando una città inondata di luci e colori. Se poi si desidera sperimentare
MIAMI E DINTORNI
INROTNID E IMAIM
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[ L’ART DECÒ WELCOME CENTER, IL CENTRO DOVE È
una notte all’insegna del divertimento, magari condita POSSIBILE TROVARE INFORMAZIONI con un pizzico di follia, MiaTURISTICHE E CULTURALI mi è il luogo ideale per provaDELLE ZONE SOTTO re a “perdersi”. Locali notturLA TUTELA DELLO STATO. ] ni, discoteche per gli amanti del ballo, club con musica soul, jazz, pop, rock, hip hop e latina rigorosamente dal vivo, piano-bar dove, tra un cocktail ed una tartina, si può con[ NELLA PAGINA ACCANTO, UNA VEDUTA AEREA versare in intimità, ma anche DELLE EVERGLADES. ] teatri e ristoranti dove prendere una pizza e una birra oppure farsi avvolgere dalle atmosfere più eleganti ed esclusive. Dove andare è presto detto. Miami Beach è la regina della notte, con le sue famose strade, Ocean Drive su tutte. Ma anche Collins Avenue e Washington Avenue, con i loro negozi aperti 24 ore su 24, hotel di lusso, bar, ristoranti, pub, boutiques, luci, suoni, auto, clacson, musica e gente, tanA Miami si parla ta gente, turisti e soprattutto spagnolo; residenti, che race sulle vetrine di alcuni contano che la negozi c'è scritto: «Aquí se habla inglés» movida è qui.
Miami Beach, nell’immaginario collettivo, rappresenta la modernità, l’opulenza, il divertimento, la vacanza per eccellenza. Palme, spiagge di sabbia bianca finissima, hotel esclusivi, quartieri lussuosi abitano questa lunga lingua di terra che corre a fianco della costa di Miami, con cui è collegata tramite cinque lunghissime sopraelevate, le causeway. South Beach, uno dei distretti più conosciuti, con le sue costruzioni art decò regala una pennellata di vintage ad una visione d’insieme fatta di modernità. Rosa, verde, giallo, bianco, azzurro, lilla... i colori pastello predominano in quest’angolo d’isola, sorto agli inizi del secolo scorso sulle orme dell’Art Decò europea, ma che gli architetti dell’epoca hanno voluto contestualizzare, armonizzandolo con la natura prorompente e il clima tropicale, e ribattezzandolo “Tropical Decò“. Sono sufficienti un paio d’ore di cammino per curiosare tra stra-
de e edifici di questo distretto che dal 1979 è sotto la tutela del Miami Design Preservation League, un’organizzazione no-profit che si occupa della salvaguardia di quest’area. Punto di partenza della visita potrebbe essere l’Art Decò Welcome Center, che ha sede in una divertente costruzione gialla, azzurra, verde e rossa, nei cui uffici si possono trovare informazioni, audioguide, mappe, tour guidati per turisti in cerca di scampoli di cultura. I più pigri, che alla passeggiata preferiscono crogiolarsi al sole sulla spiaggia, possono avere un assaggio di Tropical Decò ammirando le postazioni dei bagnini poste lungo il litorale, tutte diverse tra loro per forme e colori: rosse, verdi, gialle, a strisce bianche e rosse come la bandiera statunitense o a tinta unita... Quadrate, rotonde, a forma di surf, a più piani, con scale esterne come dei piccoli residence... Un’altra curiosità: l’accesso al-
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le spiagge, amplissime e lunghe chilometri, è gratuito, e se lo si desidera per pochi dollari è possibile affittare sdraio, ombrelloni, lettini e cabine. La sabbia è soffice, fine e pulitissima. Chi ama il movimento può fare lunghe passeggiate, jogging oppure giocare a beach volley; alcuni tratti sono forniti di piste per biciclette e rollerblades (pattini). Gli amanti dell’Oceano possono dedicarsi a lunghe nuotate, allo snorkeling (immersioni), allo sci nautico, alla vela o fare una corsa in acquascooter. Ma Miami non è solo palme e spiagge. È anche natura incontaminata e selvaggia come testimonia Everglades, uno dei parchi nazionali più grandi del Paese. Percorrerlo con le airboat che corrono tra l’erba e gli acquitrini può essere un’esperienza esaltante, ma è preferibile visitare le immense distese utilizzando mezzi più tranquilli come barche o biciclette per non disturbare le numerose specie animali che abitano il parco o danneggiare la flora che lo compone. Cipressi, mangrovie, querce, limoni e aranci selvatici, orchidee... aquile, poiane, falchi pescatori, lontre, alligatori del Mississipi e coccodrilli americani sono i sovrani incontrastati di questo regno dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Altra esperienza indimenticabile: l’Overseas Highway, una strada statale lunga più di 200 chilometri che attraversa le Keys, un arcipelago di circa 1.800 isole situato nella parte meridionale della Florida. Percorrere l’Overseas da Key Largo, la prima isola che si incontra lasciando Miami, fino ad arrivare a Key West attraverso Tavernier, Islamorada, Marathon, Big Pine significa essere avvolti dall’Oceano: l’Atlantico da un lato, il Golfo del Messico dall’altro sono il letto azzurro su cui talvolta sembra poggiarsi la strada che corre fino alla terraferma. Key West, la punta estrema dell’arcipelago, è l’isola in cui hanno trovato “rifugio” Hernest Hemingway, del quale si può visitare la casa diventata museo, Tennesse Williams, altro scrittore di successo, e il presidente americano Harry S. Truman, del quale la Little White House è stata anch’essa trasformata in museo. Mallory Square è la piazza principale dell’isola, quella in cui al tramonto ci si siede ad ammirare il sole che si tuffa nel Golfo del Messico, quella che riunisce tante etnie, quella che è vista come un miraggio da molti cubani la cui patria dista neanche 100 chilometri da lì. Key West, l’ultima appendice del Continente americano, speranza per tanti di una vita migliore.
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I DOLCI SCRIGNI che “sorprendono” «Dalle uova imperiali di Fabergé a quelle che il dispettoso coniglietto Osterhase nasconde tra l’erba alle uova ucraine scritte con la cera... Viaggio tra i Paesi del mondo dove giochi, cultura, gastronomia e divertimento durante la Pasqua hanno un unico denominatore: l’uovo» [ TRADIZIONI DI
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GIOVANNI ORSO ]
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il 1885. Lo zar di tutte le Russie, Alessandro III, desidera “sorprendere” la zarina Maria Fedorovna con un regalo che possa valere per la Pasqua e per il loro ventesimo anniversario di matrimonio che cade quel medesimo giorno. Vuole qualcosa che sia indimenticabile, perciò convoca un giovane gioielliere, Peter Carl Fabergé e gli commissiona la realizzazione di un uovo da donare alla sposa. Fabergé si mette al lavoro e il giorno di Pasqua consegna al sovrano un uovo bianco smaltato. In realtà quell’oggetto è molto più di quel che appare: rac-
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«Nel 1272, Edoardo I d’Inghilterra regalava uova rivestite di una lamina d’oro e decorate. Se ne parla anche nei suoi libri contabili» di Pasqua imperiali” che celano sorprese meravigliose... Veri “pezzi unici”, questi gioielli hanno al loro interno miniature accurate e complesse: la carrozza imperiale, la transiberiana, il palazzo reale, animali esotici... I maestri orafi di Fabergé hanno affinato antiche tecniche medievali, lavorano metalli e leghe speciali, utilizzano smalto traslucido e soprattutto il tocco di colore - verde, giallo, azzurro, rosso su fondo arabesque - dato alle loro creazioni tempestate di pietre preziose, diventa la caratteristica delle “uova Fabergé”. L’uovo, insieme all’agnello, alla colomba, al cero, è tra gli emblemi della Pasqua. La sua simbologia affonda nell’antichità. Già gli antichi romani lo consideravano propiziatorio di un ottimo raccolto, tant’è che veniva sotterrato nei campi da coltivare. Le popolazioni orientali, invece, si scambiavano l’uovo in occasione della primavera come simbolo di fertilità, poiché esso rac-
chiude un tuorlo interamente d’oro con al suo interno una gallina anch’essa d’oro. Ma la cosa più strabiliante è che la gallina ha dentro di sé la miniatura della corona imperiale realizzata in diamanti che, a sua volta, cela un rubino a forma di uovo. Una vera e propria matrioska fatta d’oro, diamanti e rubini. La zarina è estasiata dalla creazione, tanto che Alessandro III nomina Fabergé orafo di corte e ogni anno, per celebrare la Pasqua, gli commissiona un uovo. Anche Nicola II segue le orme del padre e per la Pasqua regala alla madre e a sua moglie le “Uova
chiude in sé tutta la potenzialità della vita. Anche nella tradizione cristiana l’uovo rappresenta il momento della nascita, anzi della rinascita a nuova vita ovvero la resurrezione di Gesù Cristo. Da qui l’usanza di scambiarsi le uova in occasione della Pasqua. Di cioccolata, di zucchero, sode, dipinte, rivestite di carta colorata, le uova fanno parte della tradizione pasquale di molti Paesi. In Francia, Austria e Germania è tradizione l’egg picking, un gioco fatto con le uova colorate che vengono fatte rotolare dal pendio di una collina. Vince chi riesce a non rompere l’uovo. Negli Stati Uniti c’è l’Easter egg roll (l’uovo di Pasqua che rotola), in cui i bambini fanno rotolare le uova nel prato aiutandosi con un lungo cucchiaio; vince chi riesce a farlo rotolare più a lungo senza romperlo. Famoso è l’egg rolling che si tiene ogni anno alla Casa Bianca il Lunedì dell’Angelo. Pare che la tradizione sia stata avviata nel 1814 dalla First Lady del presidente James Madison, Dolley, che accolse centinaia di bambini con le loro uova colorate a giocare nei prati della residenza presidenziale. In molti Paesi, soprattutto del-
l’Est, le uova vengono decorate; famose quelle ucraine, le Pissanky (le uova scritte), i cui disegni sono fatti con un pennino immerso nella cera che viene fatta sciogliere successivamente con il calore di una candela. Ma c’è anche chi le uova le deve andare a cercare... Sono i bambini olandesi e danesi, i cui genitori nascondono in giardino le uova decorate, e quelli tedeschi che, invece, devono la loro caccia al tesoro ad un coniglio dispettoso, il coniglietto Osterhase, che nasconde cesti pieni di uova e dolci. In Danimarca c’è un’altra tradizione che lega “divertimento, cultura e... gola”: ognuno scrive una poesia, una Gækkebrev, dedicata ad un membro della famiglia o ad un amico. Gli scritti sono anonimi e vengono messi in un cesto; il giorno di Pasqua si leggono tutti insieme e chi indovina l’autore vince un uovo di cioccolata. Un curiosità: in Danimarca il colore pasquale è il giallo, simbolo della primavera, per cui ogni cosa, dagli addobbi alla tavola sono di questo colore e la casa viene decorata con uova e fiori. Quali? I narcisi, naturalmente, gialli anch’essi...
Bulgaria
Russia
Le uova sono dipinte con colori sgargianti; la prima è rossa perché è augurio di buona salute.
Il kulici, il panettone pasquale, è messo in un cesto con altri dolci e portato in chiesa per la benedizione. APRILE 2012
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I CUSTODI DEL MARE «In Italia, in circa trent’anni, il numero dei guardiani dei fari è passato da 550 a 220 unità. Una riduzione che prevede l’accorpamento di più fari sotto un solo farista, grazie all’informatizzazione dei controlli. Un mestiere destinato a scomparire?»
[ TRADIZIONI DI
ALESSIA PASQUINO ]
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ilvestro De Marco è appena andato in pensione dopo una vita sul mare. Ha un sorriso contagioso e una passione meravigliosa per il suo mestiere e per la famiglia, che lo ha seguito negli spostamenti. La denominazione è diventata “operatore nautico”, ma lui resterà “il guardiano” del faro di Anzio. Guardiano del faro... una pro-
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fessione a dir poco particolare. Com’è arrivato a questa scelta? Dopo il diploma all’Istituto Nautico ho fatto il capitano di lungo corso, il comandante delle navi. Una volta sposato e con tre figli, ho sentito di dover scegliere tra la carriera e la famiglia. Ero comandante e avevo raggiunto il top nella Marina Mercantile, ma la fami-
glia è tutt’altra cosa. Nel 1981 uscì il concorso per i fari. Per 33 posti ci furono 300 domande. Vinsi il concorso e la mia vita cambiò, perché il 14 aprile 1981 lasciavo il comando della nave e il giorno seguente prendevo servizio a La Spezia nel Servizio Fari. Quali sono stati gli aspetti più belli e quali quelli più difficili di questo lavoro? Il nostro lavoro non è stressante,
ma ciò che lo rende bello è sentirsi utili agli altri. Facciamo parte di un servizio nazionale con prerogative di aiuto alla navigazione, anche se oggi più per il pescatore e il piccolo panfilo che per la grande nave. Con il Gps il faro è sorpassato, ma nella navigazione costiera resta fondamentale. Lati negativi... sì, quando bisogna intervenire con il cattivo tempo, ma fa parte del mestiere. Ora che è in pensione, cosa le manca dell’esperienza di guar-
De Marco,
Colorazione,
Il faro
andato in pensione
lampi e luminosità
di recente, è stato guardiano di fari per circa 30 anni.
sono stabiliti dalla Associazione Internazionale dei Fari (Iala).
di Capo Caccia (Ss), attivo dal 1864, dista 25 km da Alghero ed è il secondo più alto d’Italia.
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diano e cosa, invece, è felice di essersi lasciato alle spalle? Mi è rimasta l’abitudine la sera di fare un giro al porto per controllare i fanali, anche se non mi compete più. Aspetti che sono felice di essermi lasciato alle spalle, non ce ne sono. Lei non è stato sempre qui... Sono stato prima a Cavallino, Piave Vecchia, vicino Jesolo, sulla foce del vecchio Piave. Dopo due anni mi mandarono a Sanremo, nel faro di Capo dell’Arma. Nel 1990, un collega andava in pensione e ottenni il trasferimento ad Anzio. Prima, ad Anzio, eravate due faristi, ma adesso che è in pensione non c’è un sostituto e il suo collega resta solo. Perché? Non si fanno più concorsi da 15 anni. Se c’è necessità, ci sono gli spostamenti orizzontali: se qualche sottufficiale della Marina, dell’Aeronautica o dell’Esercito - a seconda delle esigenze - presenta domanda e il Ministero della Difesa e della Marina lo ritengono opportuno, dopo un corso di formazione viene assegnato ai fari. Eravamo 550 nel 1981, adesso siamo 220. A suo avviso qual è l’aspetto che attrae di più di questa vita? Secondo me, la vita che si fa nel faro, una vita abbastanza semplice, a contatto con la natura. A volte anche molto isolata. Questo è al centro di una città, ma non tutti sono così. Oggi la Marina cerca di assegnare la destinazione richiesta, ma in passato esistevano gli “spostamenti d’autorità” e c’erano i fari degli scogli! Quello peggiore è Punta della Maestra, sulla foce del Po. Quali sono gli aspetti di cui non ci si rende conto finché non si affrontano? Bisogna saper fare tutto, per quanto riguarda la manutenzione. L’elettronica è un grosso vantaggio ma, in caso di avaria, o cambi la scheda o rimani fermo. Come funziona un faro? Qual è il meccanismo che muove il fascio luminoso? Il faro funziona con un motorino elettrico che fa girare una piccola ruota dentata in 30 secondi. Questa si aggancia alla grande ruota dentata del-
la struttura girevole e fa girare il faro. L’ottica è po- volte al mese, perché il motorino si potrebbe sizionata nell’armatura girevole. Di notte la luce è sem- rompere o potrebbe mancare la corrente. pre accesa (è una lampada da 1.000 watt, a 220 volt) Si sta andando verso un automatismo in cui e l’armatura gira. Quest’ultima ha il profilo ottico: il l’accensione elettrica è generata dal compucentro focale della lampada (chiamato “occhio di ter. Non si rischia un black out se non c’è bue”) e poi il profilo Fresnel, che consiste in una se- più un controllo umano di alcun tipo? rie di lenti una sopra l’altra. Quando il centro foca- Il rischio c’è, ma l’elettronica ci viene incontro. Se il le passa davanti alla lampada, la luce aumenta, in- faro va in avaria, si usa il fanale di riserva (chiamato grandendosi, però, come in un imbuto e quindi sen- “panettone”). Funziona con le stesse caratteristiza l’effetto del fascio; grazie al profilo Fresnel, la lu- che, ma ha l’ottica di plastica e gira 24 ore su 24 ce viene convogliata di nuovo verso il centro. Da vi- per evitare che i raggi del sole lo deformino. La secino, fino a un miglio, si vede il fascio di luce, oltre ra lo si fa funzionare per 10 minuti per scaricare e caricare le batterie. Ha una un miglio il lampo. lampada da 100 watt a Quali sono le differenIN ITALIA, I FARI NON SONO 12 volt, con una portata ze tra i vari segnali? RITENUTI BENI CULTURALI sulle 12 miglia, quindi è Questo faro fa 2 lampi COME ACCADE, AD ottimale per il navigante. ogni 10 secondi: si chiaNel caso dell’automatismo, ma “caratteristica del ESEMPIO, IN FRANCIA se c’è avaria, parte il fanafaro”. Ogni faro ha la sua “caratteristica”. È impossibile avere due fa- le di riserva, per cui il faro non rimane mai spento e ri vicini con la stessa caratteristica. Il segnale iden- c’è un quadro comandi che trasmette l’allarme deltifica il faro e il navigante che lo conosce sa non l’avaria sia al computer che alla linea telefonica del centro controlli. Oggi andiamo verso i raggruppamensolo che è vicino a terra, ma che qui c’è Anzio. ti per cui un solo farista accudirebbe quattro o cinPrima del motorino elettrico cosa c’era? Fino a dieci, dodici anni fa c’era la carica mecca- que fari: il quadro gli segnalerebbe l’avaria e il giornica. Ogni 6 ore bisognava salire e “dare la cor- no dopo si agirebbe di conseguenza. da”; poi, un peso motore scendeva, dando mo- Quindi non c’è un automatismo totale? Non si vimento alla piccola ruota dentata che a sua vol- arriverà mai a non avere guardiani del faro? ta muoveva tutto il meccanismo. Questo proce- Ci sarà sempre un guardiano del faro, anche se uno dimento meccanico lo si mette in atto due o tre ogni quattro o cinque. Infatti, anche se venderan-
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mestieri di un tempo, è il titolo del secondo volume de Le Perle della Memoria, la collana edita da 50&Più allo scopo di rievocare e difendere dall’usura del tempo le esperienze di un vissuto di inestimabile valore, per noi e per le generazioni a venire. Memorie, documenti, testimonianze sui mestieri “antichi”, sul modo di lavorare e di operare dietro cui si cela ingegno, fatica, capacità di adattamento: elementi che oltre a risvegliare i nostri ricordi, devono far riflettere, oggi più che mai.
BUONO
D’ORDINE
[ 18,07 euro ]
157
pagine
PER L’ACQUISTO DEL VOLUME
LE PERLE DELLA MEMORIA N. 2
{ I MESTIERI DI UN TEMPO } DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO PRESSO IL MIO DOMICILIO N. _____ COPIA/E DEL VOLUME AL COSTO DI EURO 18,07 A COPIA (*) + SPESE SPEDIZIONE (**) (*) I soci 50&Più, le Università della Terza Età e gli iscritti che hanno partecipato alla ricerca possono acquistare il volume a 12,00 euro (con uno sconto del 30% rispetto al costo sopra indicato). (**) Per ordini fino a un massimo di 5 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 5,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 10,00 euro per tutti gli altri interessati. Per ordini superiori ai 6 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 10,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 20,00 euro per tutti gli altri interessati.
❏ Socio 50&Più - Tessera n° ❏ Università Terza Età / Iscritto ricercatore (BARRARE LA CASELLA INTERESSATA)
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no solo gli alloggi del personale, laddove non ci sarà più personale, la torre del faro e l’apparato rimarranno sempre della Marina Militare. Tra automazione delle lanterne e vendita degli edifici, il futuro dei fari è incerto. La sua previsione qual è? Sono convinto che ci sarà sempre qualcosa di vivo che dovrà rimanere. Ma ci vorrebbe una diversa cultura dei fari. In Francia sono considerati monumenti nazionali, la domenica si possono visitare, vendono gadget i cui proventi servono per la manutenzione. Da noi non accade. La Lanterna di Genova, uno dei primi fari d’Italia, come il faro della Vittoria, hanno una storia unica: sono monumenti nazionali. E invece... Ci racconta in breve la storia del faro di Anzio? Questo è stato costruito nel 1856, prima dell’Unità d’Italia, voluto da Pio IX. Nel 1856 era nato con la torre e il solo piano terra, funzionava con l’olio minerale. Nel 1935 è stata cambiata l’ottica ed è stata portata l’energia elettrica. In caso di mancanza di elettricità, avevamo le bombole di acetilene, poi sostituite con il propano. Adesso ci sono le batterie. Nel 1943 la parte nord della torre è stata quasi demolita da una bomba incendiaria. Successivamente è stata rifatta. Nel 1948 la torre aveva le fasce rosse e bianche, poi, nel 1953 il rosso divenne nero. Ora è tutta bianca. Il cambiamento di colore ha un significato o è una scelta puramente estetica? Facciamo parte della Iala, Associazione Internazionale dei Fari (International Association of Lighthouse Authorities), che stabilisce le caratteristiche di luminosità, lampi e colorazione. Per-
ché normalmente i fari stanno nei posti che si distinguono. Se ci sono delle case, si preferiscono fari neri, o bianchi e neri, in modo da farli distinguere. Quindi il colore e il cambio di colorazione sono stabiliti da questo organo internazionale. Il faro di Anzio dovrebbe rimanere tutto bianco, a meno che non cambi qualcosa nei Paesi dell’Est. Com’è la giornata tipo del farista? Al mattino si deve controllare se il faro è spento. La sveglia è legata al sorgere del sole: d’estate è tra le 5.00/5.30; d’inverno tra le 7.00/7.30. Una volta il motorino si doveva fermare con una zeppa, in modo da non farlo partire durante la giornata. Dalle 8.30 del mattino fino alle 12.30 si è occupati tra lavori d’ufficio, giri per i fanali del porto, sopralluoghi di manutenzione. Poi, uno dei due (se si è in due) rimane di guardia o reperibile fino allo spegnimento del giorno dopo; la sera controlla l’accensione, durante la notte fa monitoraggio - per vedere se funziona - e, al mattino, lo spegnimento. Se si vuole andare in vacanza? C’è un altro in sostituzione, se si è in due. Se si è soli, la vacanza è di massimo 15 giorni: si lascia la chiave alla Guardia Costiera, alla Capitaneria di Porto. Loro intervengono in caso di avaria. È un mestiere che può fare anche chi non è in Marina? Il concorso richiede conoscenze di impiantistica elettrica. I titoli di marinaio, capitano, ecc. danno punteggio, ma può farlo qualsiasi civile. Facendo un bilancio della sua esperienza, che cosa si sente di dire oggi? Tutto sommato è una bella vita e non la cambierei con un’altra. Sono contento di ciò che ho fatto. E anche la mia famiglia.
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CHI HA UN CANE NON È MAI SOLO [ PIANETA ANIMALI DI PICCI
MANZARI ]
L’imprinting, ovvero le regole apprese nel primo anno di vita, sono la base per una buona educazione “canina”. L’importante è cominciare da subito, magari con qualche lezione. I consigli di un grande addestratore: Massimo Perla.
«
C
hi non ha mai posseduto un cane non può sapere cosa significhi veramente essere amato», scriveva il filosofo Schopenhauer. E se lo asseriva lui persuaso del destino di solitudine dell’uomo, ma convinto che «nel più inutile di noi un cane può trovare qualche cosa in cui credere», possiamo sottoscriverlo. L’arrivo
450 milioni
Chi avvisare
7 milioni
è la cifra in euro che si spende nel nostro Paese per alimentare con cibi specifici.
in caso di abbandono è bene chiamare il 112, il 113, l’800253608 o il Noe al 1515.
in Italia, secondo l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente è il numero di cani nelle famiglie.
di un cane può produrre cambi positivi nel quotidiano. Specie a una certa età. Con meno impegni, spesso meno compagnia, ma con dentro un legittimo bisogno di tenerezza, occuparsi di un cane, può essere provvidenziale per il fisico e per la psiche. Seguirne la crescita e i progressi, fare con lui salutari passeggiate quotidiane può dare nuovi stimoli. Per saperne di più ci siamo rivolti a Massimo Perla, istruttore e creatore di sport canini, impeccabile educatore degli amici a quattro zampe e il più richiesto addestratore di cani-attori, protagonisti di celebri film e spot pubblicitari. Perla lo incontriamo nel suo Centro Indiana Kayowa, dotato di grandi spazi verdi a Nord di Roma, regno delle decine di cani che qui, divisi per settori e capacità individuali, vengono addestrati per lo spettacolo, l’aiuto alle persone con handicap, le attività sportive come i percorsi di Agility o educati a comportarsi in modo corretto nella vita di ogni giorno (www.massimoperla.org). Dopo quasi quarant’anni trascorsi a occuparsi di cani e di addestramento, ha pubblicato un libro Io sto con i cani (Sperling & Kupfer). Nel testo, assieme a utili consigli, insiste sull’educazione canina. Assolutamente sì. L’imprinting, cioè le regole apprese nel primo anno di vita, sono fondamentali. Le lezioni, impartite in un buon centro cinofilo, sono poche, non troppo costose, ma indispensabili. Per il cane e per il padrone. Infatti vanno frequentate da entrambi. Insegnano regole basilari di comportamento e gli errori da evitare. L’educazione può essere iniziata dopo il compimento dei due mesi, quando il cucciolo è già stato sottoposto ai vaccini. Nelle puppy class apprendono, giocando, i giusti comportamenti. Soprattutto se vivono in città, se sono razze forti, potenzialmente di difesa che, mal indirizzate, possono diventare difficili da gestire. » APRILE 2012
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Specie se i padroni, privi delle giuste cognizioni, incapaci di mantenere un comportamento coerente e stabile, viziandoli spesso per proprio egoismo, rendono i cani degli esseri fuori controllo e di cui, spesso, diventano vittime. Molti arrivano da me disperati per l’impossibilità di gestire il proprio cane. Quando il danno è fatto, riedu-
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lunghi per fare cose gradevoli. Tipo una corsa nel parco. Come scegliere un cane quando si è over 50 e quali sono le regole importanti? Oggi ci sono circa 400 razze, sviluppatesi soprattutto negli ultimi 150 anni. Le caratteristiche fisiche e caratteriali nascono per adattarsi al loro ruolo in natura. Alcuni cani però hanno bisogno
400 circa
Oltre 500 film
è il numero delle razze canine che sono state selezionate soprattutto negli ultimi 150 anni.
e circa 300 spot pubblicitari. È quanto ha realizzato Massimo Perla mediante addestramento dei cani.
care è molto impegnativo. Quali sono? C’è il tipo che ha provato a educare il cane, non riuscendovi e, quando viene da noi e vede come il cane comincia a rispondere ai comandi, diventa un po’ invidioso. Per questo, appena arrivano, faccio subito una prova. Gli dimostro come dal cane che non mi conosce e non è legato a me da vincoli d’affetto, in pochi minuti riesco a ottenere risposte che lui non ha ottenuto. Poi c’è il tipo “verbale dominante”: colui che si rivolge al cane strillando in continuazione e quello dopo un po’, stordito, non solo non distingue più l’umore del padrone ma smette di ubbidire. Se mai lo ha fatto. Altro è il “fisico dominante”: chi non smette mai di toccare il cane, magari per accarezzarlo. Sbaglia perché lo infastidisce e carezzandolo gli trasmette approvazione. Così, ad esempio, se due cani tenuti al guinzaglio, si incontrano e cercano di azzuffarsi, cosa possibile se non sono abituati a rispondere a comandi del tipo “fermo, lascia, stop o seduto”, e il proprietario lo accarezza per farlo stare calmo, il cane crede di essere autorizzato a aggredire. Le carezze, come i premi, van-
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no dati al momento giusto. L’importante con un animale che non riesce a ragionare, ma ha comunque un suo processo comportamentale, sono coerenza e costanza, ricordando sempre che un cane educato è un cane fortunato. Il padrone altrettanto. Eviteremo così di vedere per la strada persone trascinate dai propri cani. Cosa
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sgradevole e pericolosa, specie se i proprietari sono persone anziane. Cani di grossa taglia che si comportano come cani da borsetta, cani piccoli ma abbaianti e isterici, spesso aggressivi verso esemplari più corpulenti. Attenzione perché, se stimolati e infastiditi, a quelli più forti basta un morso per produrre danni irreversibili. Altro errore: far dormire il cane con noi. A parte l’igiene, il letto rappresenta per lui la tana del capobranco e se gli si permette di salirci è probabile che, considerandolo il suo territorio, ringhi a chiunque provi ad avvicinarsi. Occorre stare attenti alle concessioni, perché il padrone è sempre sotto osservazione e se lascia correre, il cane si sente autorizzato a fare quanto è vietato. Altre volte interveniamo per eliminare delle paure canine. Ossia? A volte i cani sembrano avere timore dell’automobile. Rifiutano di salirci. Bisogna chiedersi come mai. Spesso ci salgono solo per andare dal veterinario o in pensione quando i padroni vanno in vacanza. Un’associazione negativa. Da qui il rifiuto. Allora è opportuno portare il cane in auto con percorsi via via più
di fare più moto, come i collie, i pastori tedeschi, i dobermann, i boxer e sono d’indole più vivace o adatti alla difesa di persone e luoghi. Meglio i cani “da compagnia” di media o piccola taglia. Vanno bene sia le razze selezionate, purché non scelte per moda, che i “meticci”, cioè i bastardi. Ma nell’approccio educativo esistono dei “fondamentali“ comuni a tutti cani. Guai a fomentare l’istinto di capobranco. C’è il rischio di non poter più sedersi sul divano perché lo occupa lui o abbracciare qualcuno perché, geloso, inizia ad abbaiare. I cani apprendono presto. In circa venti giorni imparano a fare fuori casa i loro bisogni, perciò occorre portare fuori spesso i cuccioli. È molto meglio che sbattergli il muso sulla pipì appena fatta magari sul tappeto buono. Lo faremmo con un bambino? È indispensabile che escano appena svegli e altre due volte nel corso della giornata. Poi cercare di farli socializzare con altri cani il più possibile, così non diventano paurosi. Debbono finire la pappa in tempi rapidi. Dopo circa dieci minuti va tolta. Così imparano a mangiare come si deve e, se la lasciano, è segno che non stanno bene. Per questo non devono spiz-
zicare dolci e altro durante il giorno. Se lo sanno, evitano di disturbare con musate varie i padroni quando mangiano a loro volta. Non crediate sia sbagliato tenere un cane in un appartamento cittadino. La sua felicità dipende soprattutto dal tempo che potete trascorrere con lui. Dal numero di volte che vi può accompagnare nelle vostre uscite. Al cane non importa aspettare per ore davanti alla porta del vostro studio, se poi avrà in premio dieci minuti di passeggiata al vostro fianco. Per il cane l’amicizia personale è tutto. Ricordate, però, che in questo modo vi assumete un impegno non lieve, perché è impossibile rompere l’amicizia con un cane fedele e darlo via, come purtroppo fanno alcuni: equi-
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[ A SINISTRA, MASSIMO PERLA E UNO “ALLIEVI”. ACCANTO LA “IO STO CON I CANI”, DI CUI È AUTORE INSIEME A SUSANNA MANCINOTTI. SOTTO, SCORCIO DEL CENTRO INDIANA KAYOWA DI PERLA. ] DEI SUOI
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vale a un omicidio. Viaggiare con il cane. Lei consiglia l’uso del “trasportino”. È importante abituare i cani fin da piccoli a viaggiare sempre nel trasportino. Una custodia chiusa ma areata che è la loro cintura di sicurezza. Non li costringe, ma diventa la sua cuccia protettiva negli spostamenti. Ce ne sono per tutte le taglie. È un sistema molto più sicuro della griglia divisoria in auto. In caso di incidente, anche un semplice tamponamento, il portellone posteriore può aprirsi e il cane, impaurito, scappare chissà dove. Lei ha avviato varie iniziative per la formazione di educatori cinofili e altre di solidarietà. Ci può dire di più?
LE REGOLE DA SEGUIRE NON SONO MOLTE. SERVE SOLO COSTANZA
In tanti anni sono molti i giovani che ho formato. Alcuni lavorano ancora con me. Quando un ragazzo viene qui dicendo di voler diventare istruttore, gli consiglio innanzitutto la lettura di libri che trattino di psicologia canina e poi li invito a fare una prova con noi seguendo l’attività di un istruttore. Senza sperimentare non si può avere un’idea reale del lavoro. Quando il tempo è bello e non troppo caldo va bene, ma ci sono i giorni di freddo, di pioggia. I cani debbono comunque allenarsi e se non c’è passione e motivazione non si va avanti. Ricordo il progetto Youth-start, promosso dalla Comunità Europea, per favorire l’inserimento lavorativo di giovani in difficoltà. Per la prima volta si finanziava l’occupazione nel campo della cinofilia. Parteciparono parecchi giovani, si impegnarono e diversi trovarono lavoro in alcuni centri. Altri tentarono di aprire una loro attività. Purtroppo le figure professionali di istruttore cinofilo, tecnico, educatore sono riconosciute solo dal Csen, il Cen-
LE REGOLE D’ORO PER ESSERE FELICI CON IL PROPRIO CANE
>> Educazione. Va impartita subito. Dopo le vaccinazioni, indispensabili, a partire dal secondo mese di vita. Più si aspetta, più è difficile fargli accettare regole. >> Scuola. Sarebbe opportuno che seguisse una scuola dove gli istruttori insegneranno al cane e al padrone i comportamenti corretti. Bastano poche lezioni, in un breve periodo. >> Stabilità e continuità. Il cane ha bisogno di coerenza, sapere cosa può o non può fare. Inutile gridare, rimproverarlo e poi consentirgli di fare come vuole. Gli si genera solo confusione. >> Necessità naturali. Circa venti giorni e imparerà a fare pipì e altro fuori di casa, a orari fissi, tre volte al giorno. Importante che esca appena svegli la mattina. >> Socializzare. Deve imparare a stare con altri cani. Così non svilupperà timori o aggressività. >> Alimentazione. Abituarlo a mangiare in dieci minuti circa. Poi ritirare il cibo. Non farlo spizzicare durante il giorno, specie quando i padroni sono a tavola. >> Non fatelo salire sul letto. Lo considererà la sua tana e la difenderà da tutti, padrone compreso. Evitare anche di farlo dormire con noi: per igiene e per non viziarlo. >> Attenzione alle carezze. Per il cane rappresentano un’approvazione, non certo a calmarlo. >> Viaggiare. Sempre nel “trasportino” per la sua e la nostra sicurezza.
tro Sportivo Educativo Nazionale che autorizza alcuni centri, come il mio. Servirebbe un Albo professionale per gli educatori, ma a livello istituzionale non si fa nulla. Eppure i cani sono stati utilizzati con ottimi risultati nella Pet Therapy, in cui l’interazione uomo-animale acquisisce una funzione terapeutica. In particolare con i bambini ospedalizzati: se sanno di poter poi giocare con un cagnolino ben educato, accettano con miglior disposizione le cure. Altra soddisfazione è stato dedicarmi, con Sirio Paccino, al programma ConFido. Togliere cioè cani dai canili e affidarli ad alcune detenute per rieducarli: alcuni per essere inseriti nelle famiglie e altri, più dotati, addestrati per aiutare i disabili; aprire una porta, accendere la luce, raccogliere un oggetto possono essere azioni utili per chi è su una sedia a rotelle. Trovammo comprensione nella Direttrice della Sezione femminile di Rebibbia a Roma, ma non i fondi. Così decidemmo di fare da soli: campo da addestramento, box per i cani, ecc. Fu complicato, ma non impossibile. Scelsi solo meticci e cominciammo l’inserimetno e anche un percorso di Agility e le detenute si appassionarono. Tutti i cani poi trovarono una collocazione in famiglia o qualcuno da aiutare, e le detenute una formazione con tanto di diploma. Nacquero storie di amicizia fra loro e i cani. È proprio vero che se ben addestrato l’uomo può diventare il miglior amico del cane. APRILE 2012
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Skype ha velocemente rivoluzionato il mondo del Voip (Voice Over Internet Protocol - Voce tramite Protocollo Internet) consentendo, a chiunque disponga di una connessione Internet, di conversare gratuitamente in tutto il mondo dal proprio computer con altri utenti che utilizzano questo software. Skype permette, inoltre, di effettuare delle videochiamate utilizzando la webcam e, con una piccola spesa aggiuntiva, è possibile telefonare anche a utenti che non dispongono di Skype direttamente sul loro telefono di casa o cellulare, ed inviare sms.
» Avvio di Skype Se non avete mai utilizzato Skype, dovrete per prima cosa scaricarlo dal sito del produttore www.skype.it ed installarlo sul vostro computer. Dopo l’installazione, avviate il programma facendo un doppio clic sull’icona presente sul Desktop o dal menu Start di Windows. »
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Non avendo ancora un account, sarà necessario crearne un nuovo facendo un clic su Crea un nuovo Account.
» Aggiungere i contatti Si aprirà una pagina di Internet Explorer direttamente sulla pagina creazione di un account di Skype. Immettete tutti i dati richiesti e scegliete un nome da utilizzare come nome Skype. In genere il programma propone il vostro nome e cognome, ma se questi non fossero più disponibili, vi offrirà ulteriori suggerimenti. Salvate la registrazione.
Trovare gli amici che utilizzano Skype e aggiungerli al vostro elenco di contatti è facilissimo. Aggiungere un singolo contatto
Dal menu Contatti fate clic su Aggiungi contatto. Nella successiva finestra di dialogo, inserite i dati in uno o più dei campi proposti. Potrebbe comparire una lista di più utenti. Scegliete quello che riconoscete come vostro amico e premete Aggiungi.
A registrazione completata, tornare all’avvio di Skype, inserite il nome Skype e la password che avete scelto in fase di registrazione e premete il pulsante Registrami. In questo modo accederete alla schermata principale del programma. La finestra è divisa in due aree: Il lato sinistro è riservato ai contatti e alle impostazioni personali, mentre l’area di destra è quella da cui potrete chattare, inviare sms, telefonare o svolgere videochiamate.
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La successiva schermata vi presenterà un messaggio rivolto alla persona con cui volete entrare in contatto comunicando che vorreste aggiungerlo ai vostri contatti Skype. Premete Invia richiesta. La persona in questione riceverà il vostro messaggio. Il contatto sarà aggiunto al vostro elenco di contatti, ma sarà raggiungibile solo dopo aver accettato il vostro invito. Non appena l’utente accetterà la richiesta, potrete vedere se è in linea ed effettuare chiamate e videochiamate gratuite.
Saranno elencati i contatti della vostra rubrica che hanno già un account Skype o i numeri di telefono associati al loro account di posta elettronica. Per importare tutti i contatti elencati fate clic su Aggiungi contatti. Per importarne solo alcuni rimuovete il segno di spunta da quelli che non volete importare e fate un clic su Aggiungi contatti. Se non desiderate aggiungere altri contatti fate clic su Salta. Saranno, inoltre, elencati gli utenti nella vostra rubrica che non dispongono di un account Skype o di un numero di telefono. Per inviare un messaggio ad alcuni o a tutti questi utenti e invitarli a scaricare Skype, selezionate gli utenti ai quali desiderate inviarlo, digitate il messaggio o utilizzate quello predefinito e, infine, fate clic su Invia e-mail. Se non volete mandare alcun messaggio, fate clic su Salta. Quando ricevete una richiesta di contatto, questa sarà visualizzata nella parte sinistra della finestra, sopra la lista dei contatti. Un numerino colorato indica quante richieste di contatto sono in attesa di essere approvate. Facendo un clic sul numerino, sul lato destro della finestra compare il messaggio della richiesta. Le opzioni sono le seguenti:
Ripetete la procedura per inserire un nuovo contatto.
Importare contatti È possibile importare contemporaneamente più contatti presenti nella rubrica della nostra casella di posta in quella di Facebook. Sulla barra dei menu fate clic su Contatti e Importa contatti. Nella successiva schermata scegliete da quale rubrica volete importare i nominativi. Dovrete inserire il nome utente e la password della vostra casella di posta, affinché Skype possa entrarvi e accedere alla rubrica. I gestori di Skype assicurano che non faranno altro uso dei vostri dati sensibili se non per questa operazione. Se volete procedere, premete il pulsante Importa.
Aggiungi contatto - Immediatamente il contatto entrerà a far parte della vostra rubrica. Visualizza profilo - Non siete sicuri di sapere chi vi ha inoltrato la richiesta e volete prima visionare il suo profilo. Ignora - La richiesta di contatto sarà ignorata e non sarà ripresentata come in attesa di conferma. Blocca - La persona sarà impossibilitata a inviarvi nuove richieste di amicizia.
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» Chiamate a utenti Skype Con Skype potete parlare gratuitamente con chi volete, ovunque nel mondo. I vostri contatti saranno visibili in una lista nella scheda Contatti. La presenza di un contatto in linea è indicata dall’accensione di un piccolo segno di spunta accanto al suo nome e dalla comparsa di una bandierina nell’angolo inferiore destro dello schermo.
Nella parte inferiore della finestra principale è possibile scrivere un messaggio di testo e inviarlo facendo clic sul piccolo “fumetto” alla destra del messaggio. Spuntando la casella SMS sarà possibile inviare un messaggio telefonico. In questo caso, è necessario aver prima acquistato un credito telefonico.
Il pulsante Chiama, posto nella parte superiore della finestra, permette di scegliere il tipo di chiamata da effettuare: Chiama il telefono - Esegue una chiamata telefonica al numero della persona e richiede l’acquisto di un credito telefonico.
Facendo clic sul contatto, tutti i dati del contatto saranno visualizzati nella finestra principale.
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Chiama Skype - Permette di avviare una conversazione tra i due computer. Questo tipo di chiamata è del tutto gratuita. Naturalmente, per le conversazioni audio sarà necessario disporre di microfono e casse acustiche o, in alternativa, di una cuffia con microfono.
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Lo schermo cambia colore, compare una barra della chiamata nella parte inferiore della schermata e si sente squillare fino a quando l’altra persona risponde. Se non riuscite a sentire l’altra persona o se l’altra persona non riesce a sentirvi, fate clic sull’icona della qualità della chiamata, sulla barra della chiamata. Per riagganciare fate un clic su Termina chiamata (l’icona del telefono rosso).
Se chiamate questo numero frequentemente, fate un clic sul pulsante Aggiungi ai contatti. Nella schermata successiva, fate un clic su Rinomina, quindi immettete un nome per quel numero e applicate il segno di spunta nella casella per salvarlo. La prossima volta basterà selezionarlo dall’elenco dei contatti, senza doverlo digitare nuovamente.
» Videochiamate Con Skype potete effettuare delle videochiamate gratuitamente, in qualsiasi Paese del mondo. Prima di effettuare una videochiamata verificate che il sistema soddisfi i requisiti richiesti. Anche il sistema della persona chiamata dovrà possedere gli stessi requisiti. Effettuare una videochiamata Fate clic sulla scheda Contatti. Trovate la persona che desiderate chiamare e verificate che sia in linea. Se lo è, vedrete questa icona accanto al nome.
Fate clic sul contatto. Tutti i dati dello stesso saranno visualizzati nella finestra principale. Cliccate sul pulsante Videochiama. Chiamate a telefoni fissi e cellulari Abbiamo visto che è possibile chiamare telefoni fissi e cellulari avendo un credito Skype. Nella parte inferiore della scheda Contatti, fate clic su Chiama i telefoni fissi ed i cellulari. Se chiamate all’estero, fate clic sulla piccola freccia rivolta verso il basso accanto alla bandiera, e selezionate un Paese dall’elenco. Digitate il numero telefonico e premete il pulsante con l’icona del telefono.
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Lo schermo cambierà colore, comparirà una barra della chiamata nella parte inferiore della schermata e sentirete squillare fino a quando l’altra persona risponderà.
Il vostro interlocutore sul suo computer vedrà comparire il seguente avviso di chiamata:
Per riagganciare, fate clic su Termina chiamata.
» Configurare l’audio ed il video. Al primo avvio di Skype comparirà una finestra dalla quale poter accedere alla procedura di regolazione dell’audio e della webcam. Se decidete di procedere si aprirà il pannello delle regolazioni.
Potrà decidere di rispondere solo vocalmente, di rispondere utilizzando a sua volta la webcam o di rifiutare la chiamata. Se accetterà, potrà iniziare la videochiamata. Skype consente nel corso della conversazione a due, di aggiungere altre persone per partecipare all’incontro. Facendo un clic sul pulsante Aggiungi (il segno + presente nella barra di controllo), potranno essere invitate altre persone alla videochiamata. Ogni persona invitata che accetterà di partecipare, sarà visibile in un riquadro.
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Se decidete di eseguire questo controllo in un secondo momento, nessun problema. Alle regolazioni potete accedere quando volete dal menu Strumenti e Opzioni.
Impostazione video Impostazioni video apre una finestra in cui potrete vedere in un riquadro la qualità di ripresa della vostra webcam. Per regolare la qualità di ripresa, fate un clic su Configurazione Webcam. Si aprirà un pannello dal quale, intervenendo su appositi cursori, potrete apportare le modifiche necessarie.
Configurazione audio Selezionando Configurazione audio potrete intervenire sulle regolazioni del microfono e delle casse acustiche. Seguite le indicazioni per regolare i livelli. Per verificare il risultato delle impostazioni, fate un clic su Fai una chiamata gratuita di verifica audio. Si avvierà una chiamata al centro Echo/sound test service, che consentirà di verificare le regolazioni.
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Visibilità su Skype Quando accedete a Skype tutti i vostri contatti, che in quel momento si trovano al computer, saranno informati della vostra presenza. Se volete, potete decidere il tipo di visibilità rispetto ai vostri contatti. Facendo un clic sulla piccola freccia nera davanti al vostro nome, si aprirà una tendina dalla quale potrete decidere se risultare in linea, comunicare che state utilizzando Skype ma vi siete assentati per un momento, che siete occupati e non volete essere disturbati; con Invisibile nessuno potrà accorgersi che siete on-line e, infine, che non siete al computer. Configura il trasferimento di chiamata è utilizzabile solo se avete acquistato un credito Skype.
Per acquistare un credito fate clic sul menu Skype ed Acquista un credito Skype. La procedura è analoga a quella di qualsiasi pagamento on-line. Dopo la prima schermata, nella quale dovrete inserire i vostri dati, sarà necessario procedere all’acquisto vero e proprio, inserendo i codici della propria carta di credito. Come sempre, per gli acquisti on-line consiglio di utilizzar una carta di credito prepagata.
Acquistare un credito per chiamate telefoniche Se volete chiamare dei telefoni privati, è necessario acquistare un credito telefonico. Sul sito di Skype potete trovare una tabella con le tariffe per chiamare telefoni in tutto il mondo. Valutatene la convenienza e, se lo ritenete opportuno, procedete con l’acquisto.
Il credito acquistato e quello residuo dopo le chiamate telefoniche, sarà sempre visibile nella schermata principale di Skype.
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Ostinato e istintivo, umorale e per nulla malleabile. Così si definisce Piero Lissoni, classe ’56, architetto di fama internazionale con il primato di direzioni artistiche delle più rinomate aziende italiane. Definire minimalista il suo stile è riduttivo. Le sue realizzazioni sono il risultato di ponderati studi e lavori di affinamento che hanno il loro punto di forza nell’economia di segni e nella pulizia delle forme. È riuscito a coniugare estetica e funzionalità nella ridefinizione degli spazi di servizio dell’ambiente domestico come il bagno e la cucina. Ha progettato show-room a Milano, Parigi e Londra, New York, Miami e Hong Kong. I suoi incarichi lo portano continuamente in giro per il mondo. Vantano la firma di Piero Lissoni numerosi hotel di lusso in Italia e all’estero. Dal Monaco&Grand Canal di Venezia al Mitsui Garden di Tokyo, dallo Studio M Hotel di Singapore al Taj Palace Hotel di Mumbai, tutto è mosso da una curiosità cosmopolita e da un senso della misura tutto italiano
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DESIGN
PULIZIA DELLE FORME E FUNZIONALITÀ. L’ITALIAN STYLE CONTAGIA I DESIGNERS
NATURA DI BARBARA DI SARNO
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iù che un designer lei preferisce definirsi “un architetto a 360°”. Dovendo distinguere queste due professionalità - come di fatto è accaduto nelle istituzioni accademiche - che differenza di concepimento dello spazio e di approccio alle forme vi trova? In realtà questa differenza esiste principalmente nel mondo anglosassone, che esula dalla mia » APRILE 2012
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DESIGN & NATURA [ A SINISTRA, INTERNO DELL’HOTEL MAMILLA, GERUSALEMME. ACCANTO, IL PRIMO NEGOZIO BENETTON, A ISTANBUL: FORME SEMPLICI E PULITE. SOTTO, UN’IMMAGINE DI “STILL LIFE”, IMMAGINE SIMBOLO DI ARREDAMENTO. ] A
cultura umanistica. ll mio ruolo di architetto, designer e art director mi dà la possibilità di praticare una professione che amo, un mestiere che faccio da anni, confrontandomi con problematiche e soluzioni quotidiane, in un dialogo costante con i miei clienti e i miei collaboratori. Ogni marchio ha una sua identità, un suo Dna che lo distingue, non ho due diverse professioni, ma una sola e uso le mie diverse capacità a seconda delle richieste del progetto. Dal supermercato alla boutique d’alta moda, architetti e designer si rincorrono per anticipare i tempi e indicare la strada delle nuove tendenze per showroom e punti vendita. Quali sono - se ci sono - le regole base dei suoi concept per la valorizzazione del prodotto e il coinvolgimento del cliente? Leggerezza e fluidità sono decisamente le mie linee guida. Di sicuro poi il mio lavoro si ispira in larga parte a quello che può essere definito un paradosso: design apparentemente semplici che nascondono una realtà molto complessa. Citerò l’esempio di uno dei miei clienti storici, l’azienda Porro per la quale sono architetto, designer e art director. Tramite la collaborazione con il mio cliente, ho elaborato uno stile fatto di mobili sempre meno invadenti, ho semplificato le forme, ho riumanizzato gli oggetti che ci circondano. In particolare, alcuni anni fa è stato concepito il progetto dell’omonimo showroom nel centro di Milano. L’esigenza era quella di allestire uno spazio per l’esposizione e la vendita al pubblico e un’area destinata agli uffici. L’elemento principale
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Non è uno stile minimalista, quello italiano, ma il risultato di uno studio costante sulle forme per renderle semplici
del progetto si è basato su una sorta di “architettura sbagliata“, che usa proporzioni non convenzionali e sul concetto di leggerezza. Ogni elemento visibile è stato in pratica progettato per scomparire. Nel 2009 - con una superficie di 2.000 metri quadri suddivisi in otto piani - è stato inaugurato il primo negozio del marchio Benetton a Istanbul. Si è parlato di un progetto di avanguardia architettonica realizzato guardacaso proprio da Piero Lissoni. Istanbul è un organismo urbano in costante trasformazione. In anni recenti ha conosciuto una rapida modernizzazione che ne ha modificato l’aspetto. La zona di Baghdad Street, per esempio, sta attraversando un profondo mutamento che, da ricco quartiere residenziale ne sta facendo una delle principali zone di divertimento e shopping internazionale. Molti grandi marchi della moda e del lifestyle hanno scelto questo quartiere per aprirvi il loro primo negozio per il mercato turco e non solo. Il mio cliente Benetton ha trovato ad Istanbul le condizioni ideali per realizzare un progetto ambizioso: un flagship store nel ricco quartiere asiatico proteso verso l’occidente, al quale lo collega, anche metaforicamente, il ponte sul Bosforo. Il mio progetto ha preso forma entro i vincoli di rigide norme urbanistiche locali in parte condizionate dall’alto rischio sismico. L’immagine che ha ispirato la facciata è quella di una cassettiera con i cassetti aperti casualmente. Le grandi vetrate che si affacciano su Baghdad Street ricordano un’installazione di monitor disposti irregolarmente, che svelano il contenuto dell’edificio alla città e ai passanti. Lei ha progettato l’Alrov Mamilla Hotel, un albergo esclusivo ed elegante situato nel cuore di Gerusalemme. Come nasce e si sviluppa un progetto di tale portata urbanistica in una metropoli che ha una storia, una tradizione e una cultura artigianale così antica? Il Mamilla Hotel è situato nel centro di Gerusalemme, vicino alla Cittadella di David e alla Porta di Jaffa, l’ingresso alla città vecchia. L’albergo, che consta di due corpi di fabbrica, uno preesistente e l’altro di nuova costruzione, è strettamente legato alla storia di Gerusa-
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ARTE, DESIGN & NATURA
lemme. La parte vecchia è stata ricostruita con conci antichi di una pietra locale molto resistente, recuperati dalla demolizione di un antico palazzo che sorgeva nel sito. Questa pietra, e i caldi colori sabbia di Gerusalemme, caratterizzano anche gli interni dell’hotel. Alle pareti, mappe storiche della città rammentano il vincolo fra passato e presente. L’area di Mamilla Avenue è stata recentemente oggetto di un radicale intervento immobiliare ed è diventata una grande arteria dedicata al lusso sul modello degli Champs-Elysées di Parigi o della Fifth Avenue di New York. In questo contesto di rinnovamento urbanistico ben si colloca un progetto architettonico moderno e di lifestyle come il Mamilla Hotel che oggi è diventato uno dei luoghi più chic ed esclusivi di Gerusalemme. In Nazioni come la Cina, il Giappone e la Corea sta diventando una consuetudine diffusa consultare un maestro di feng shui in occasione della progettazione di un quartiere residenziale, di un’opera pubblica o di un edificio privato. In Italia, il primo passo verso questa antica disciplina orientale si sta muovendo nell’ambito dell’interior design. Che rapporto ha lei con il non poco abusato concetto di “armonia”? Nella sua casa sul lago di Costanza, Karl Gustav Jung dispose una sabbiera, dove trascorreva alcune ore del giorno a giocare e a costruire con la sabbia e l’acqua. Gli edifici immaginari che scaturivano da quei pomeriggi restituivano a uno dei padri del pensiero contemporaneo il senso di sé, degli elementi e dell’ambiente circostante. Si può forse immaginare ogni architettura come il risultato dell’inesauribile e proficua trama di relazioni - visibili e invisibili - che siamo in grado di riconoscere e instaurare fra uomo, acqua, terra, aria e tra materiali come il legno, il vetro, il cemento, il ferro. È nel gioco primario degli elementi, nel loro reciproco limite e rispetto, nella loro contaminazione che risiede la vera armonia. Honorè De Balzac, che proveniva da un’agiata famiglia borghese, sentenziò con acuta e lungimirante sensibilità che «il lusso costa meno dell’eleganza». Il lusso è per me avere tanto tempo a disposizione. Il lusso è poter fare quello che amo, rispondendo alle esigenze del tempo in cui vivo, pur mantenendo una dimensione creativa e poetica. Qualcuno dice che in Italia si è considerati giovani designer anche a 50 anni. Lei che ne pensa? Tutti i progetti hanno una matrice di grande complessità. Non nascono da una sola persona, nascono da un team di progetto nel quale si dialoga e ci si confronta in continuazione. Da questo scambio nasce il progetto. La parte del designer, sopra o sotto i 50 anni, coinvolge tutto il processo di progettazione. Per questo l’età è ininfluente: tra i designer più “giovani” citerei Achille Castiglioni, Bruno Munari, Ettore Sottsass, esempi auto-ironici, disinibiti, ribelli, con progetti sconvolgenti quando erano già plurisettantenni.
ARTE, DESIGN E NATURA
Progetti, creazioni e installazioni vengono ideati, interpretati e strutturati dagli artisti con una tendenza creativa rivolta a coniugare il mondo della natura - fonte antica e inesauribile di forme e suggestioni a spazi destinati alla riflessione culturale e all’imprenditoria
Un arcipelago verde sovrastato da un bosco di tulipani in vetroresina alti cinque metri: è il progetto con cui Simone Capra e Massimo Castaldo hanno vinto la scorsa edizione di YAP - Young Architects Program, concorso presieduto dal MOMA di New York ed esteso al Maxxi di Roma. L’obiettivo è quello di rivalutare gli spazi esterni di questi musei con forme architettoniche che valorizzino in modo creativo ed ecosostenibile la città e i suoi poli culturali. I giganteschi fiori rossi e altri componenti strutturali dell’allestimento ideato dal gruppo stARTT e recentemente smantellato verranno riutilizzati e collocati nei parchi delle periferie romane in un’ottica di riqualificazione urbana. Laureato in agronomia e perfettamente a suo agio con le scienze naturali, negli anni novanta Carsten Holler si distingue per il suo originale approccio pseudoscientifico alla creatività. Nel 2000 l’artista belga stupisce i visitatori della Fondazione Prada con giganteschi funghi rotanti appesi al soffitto dell’Upside Down Mushroom Room. Con i gambi e i cappelli rivolti verso il basso, le dodici riproduzioni di Amanita muscaria si muovono su se stesse con velocità diverse accentuando per chi vi passa accanto il carattere allucinatorio della visione. L’effetto vertigine da Alice nel paese delle meraviglie non deve distrarre dalla serietà delle intenzioni dell’artista belga. L’arte è uno strumento cognitivo e il disorientamento sensoriale la sua chiave.
[ ATTILIO MARANZANO FONDAZIONE PRADA MILANO ]
Parigi, Londra e Milano. Queste le sedi in cui l’architetto e designer Patrick Nadeau ha trasformato lo showroom di Boffi Solferino in una foresta tropicale. L’acqua - elemento per eccellenza del bagno ispira la pioggia vegetale di Rainforest. Le cupole in DuPont™ Corian® sono sospese al soffitto e ricoperte da migliaia di piante provenienti dalle foreste pluviali del Sud America. Le luci zenitali ricreano un’atmosfera di chiaroscuri e rifrangenze che ben si sposa con il design semplice ed essenziale delle collezioni Boffi. Nessun effetto speciale per questo autentico giardino sospeso. La specie vegetale scelta per questa installazione è Tillandsia usneoides che può essere naturalmente fissata alle cupole in quanto non ha bisogno di terriccio e si nutre soltanto con l’acqua e l’umidità dell’aria. APRILE 2012
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TENDENZE DESIGN
Sarà che l’urbanizzazione crescente ci sta togliendo sempre più spazi verdi e che il surriscaldamento globale, di cui si fa un gran parlare, ci prefiguri scenari non proprio da giardino dell’Eden, ma la tendenza sembra essere quella di preservare all’interno delle proprie mura domestiche una originalissima primavera fatta di complementi di arredo, decori e oggetti di design che ci ricordano che non proprio tutto è destinato ad appassire
[ FABRIZIO MARCHESI ]
TENDENZE & DESIGN TENDENZE & DESIGN TENDENZE & DESIGN TENDENZE & DESIGN TENDENZE
[ FABRIZIO MARCHESI ]
Pezzo cult del design made in Italy, la seduta “Pratone” con i suoi grandi steli d’erba in poliuretano espanso offre da più di quarant’anni un’originale e giocosa alternativa al classico divano o alla comoda poltrona del nonno. Progettata nel 1971 dal Gruppo Strum di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso e oggi prodotta da Gufram, mirava già allora a far riflettere sullo stile di vita artificiale che iniziava a caratterizzare le moderne metropoli. “Triennale Design Museum” ne ha recentemente celebrato il valore di vera e propria scultura pop insieme ad altre storiche creazioni del design italiano nell’allestimento favolistico del catalano Martí Guixé.
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«I funghi sono una specie curiosa e insolita, per i modi e i tempi della loro nascita e crescita», spiega Odoardo Fioravanti parlando di Armillaria progetto che prende in prestito il nome proprio da una specie di funghi che ne ha suggerito il concept. Il giovane designer riflette sulle loro forme e colori, ne destruttura l’immagine per poi ricomporla in un’ottica tutta personale. Il tavolo alto e gli sgabelli realizzati con la tecnica rotazionale immortalano le varie fasi dello sviluppo del fungo e compongono un set divertente e leggero.
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DENZE Fiorisce tra le pareti di casa Tulip con cui il minimalismo di Matteo Ragni reinterpreta l’oggetto camino attraverso una forma sinuosa e delicata che gli restituisce la dignità di una scultura da salotto. Per venire incontro alle esigenze di spazio della casa contemporanea, il designer ha creato per Biò Fireplace una collezione in pietra artificiale DuPont™ Corian® che può essere installata in ogni ambiente. A muro, a terra o sospeso Tulip non ha bisogno di canna fumaria. La fiamma è alimentata da bioetanolo, combustibile biologico e atossico derivato da sostanze vegetali che non produce né fumo né cenere.
Venti d’oriente soffiano sulla collezione di lampade Wagashi, perfetto connubio di design fotografico e sapienza illuminotecnica. Il nome deriva dagli scenografici dolcetti di antica tradizione giapponese, proposti in innumerevoli varianti di forme e colori. Petali e corolle, ritratti da Massimo Gardone, connotano con giochi di sfumature fluttuanti le forme semplici ed eccentriche firmate da Luca Nichetto. Non ai fiori ma a una polifunzionale distesa erbosa sembra invece guardare Sail, grande tappeto tessuto a mano realizzato per Nodus. Oltre ad estendersi orizzontalmente, si curva su uno dei suoi lati e si alza verso l’alto creando una grande vela naturale. Usato come paravento può organizzare gli spazi senza dividerli ma distinguendoli con un tocco di fantasia green.
È la calla, invece, ad ispirare Francesca Bonfrate e Alessandra Bove di Bubbledesign. Una poltroncina di pelle bianca richiama le forme eleganti e pulite del fiore. Fedele al modello originale, la seduta si compone di un unico grande petalo dalla forma imbutiforme e da un morbido cuscino di colore giallo che ricorda il pistillo. In cucina, invece, piatti, ciotole, bicchieri, posate e cannucce diventano kit componibili, ma soprattutto elementi intercambiabili che ricreano sulla tavola divertenti suggestioni primaverili dall’essenza del fiore di loto. Interpretazioni floreali anche per la collezione Rivestimenti, ideata da Raffaello Galiotto per Kreoo by Decormarmi. Effetti di bicromia e tridimensionalità si sviluppano su rivestimenti in marmo bicolore che gioca con le più recenti tecnologie e l’antica arte della decorazione lapidea. La collezione di vasi ripropone la stessa plasticità e sapienza tecnica che rende questi moderni oggetti di design dei piccoli pezzi di storia. Il rosso Languedoc - ricordato come uno tra i marmi più prestigiosi del Settecento francese e più rappresentativi degli arredi di Versailles - è qui plasmato per Tulip da tre onde che mutano la durezza del marmo nella forma morbida e slanciata del fiore.
Insomma, forse non esisteranno più le mezze stagioni, ma di sicuro nel poliedrico panorama del design italiano già da qualche anno se ne è affacciata una nuova e tutta personale a cui aprire le porte della propria casa
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i cibi stagionali CARCIOFO
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SAPORI & COLORI
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DI M ARINA CEPEDA FUENTES
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n mito greco racconta che Zeus si era invaghito di una dolce ninfa dai lunghissimi capelli color viola-cenere chiamata Cynara. Incantato dal suo fascino volle conquistarla, ma lei - innamorata di un pastorello - lo rifiutò. Zeus andò in collera e la punì trasformandola in un fiore: uno strano fiore, dal colore verde-violaceo, che aveva petali duri come una corazza. Non ancora soddisfatto della sua vendetta, Zeus fece nascere sopra ogni foglia una spina, per far sì che nessuno potesse toccare la donna che aveva osato rifiutarlo. Da questo antico mito ha origine il nome botanico del carciofo: Cynara scolymus o cardunculus, che significa appunto “cinereo”, come i capelli della ninfa,
«Inspiegabilmente il carciofo è divenuto sinonimo di persona sciocca. In realtà, è ottimo, fa bene al fegato, non ingrassa, favorisce la digestione e ha proprietà disintossicanti» 60 I
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e “pungente” come le spine che Zeus volle aggiungere alle sue foglie. Spinosi sono, ad esempio, i carciofi della Liguria, della Sardegna e anche della Spagna; e violacei quelli della Toscana, dove furono introdotti nel 1466 da Filippo Strozzi che vi aveva importato i semi dal Regno di Napoli. Nella città partenopea, così come in quasi tutto il Mediterraneo, furono portati dagli Arabi, che chiamavano il carciofo kharshuf, da cui deriva il nome attuale. Ma si racconta che gli dei dell’antica Roma decisero di creare un carciofo diverso: un po’ grassoccio, con piccole spine e tondo come un cavolo. Sono i bellissimi carciofi “romaneschi” che, all’interno della loro folta massa di foglie coriacee, nascondono un cuore tenero e saporitissimo: come la Città Eterna, piena di mille contraddizioni, la bella e pacioccona Roma che il 21 aprile celebra l’anniversario della sua nascita risalente al 753 a.C. I carciofi romaneschi, detti anche “mamme” o “mammole”, sono il simbolo del Lazio vege-
tale, dove sono protagonisti di feste e sagre proprio nel mese di aprile. Hanno poco scarto e sono i più adatti per essere cucinati ripieni, specialmente i cosiddetti “cimaroli”: con il capolino centrale più tenero e le foglie più serrate, sono i più ricercati e i più costosi. I romaneschi erano già celebri nel 1581 quando Michel De Montaigne, narrando il suo viaggio alla Città Eterna, scriveva: «Ah...! Allora avevamo a Roma rose e carciofi...». D’altronde da secoli la provincia di Roma occupa il primo posto nella coltivazione di carciofi e, oggi, quello romanesco viene considerato il “re”. Cresce rigoglioso da Civitavecchia a Tarquinia, da Maccarese ad Aprilia, da Fossanova a Priverno. Ma, soprattutto, sono squisiti quelli di Sezze e di Ladispoli da cui provengono i protagonisti della cucina giudeoromanesca: i celebri “Carciofi alla giudia”, che si consumano tradizionalmente per la Festa del Kippùr (Giorno dell’espiazione) e che devono essere preparati con i “cimaroli” più grossi, tondi, te-
CARCIOFI IN UMIDO ALLA ROMANA
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neri e freschissimi a cui vengono tolte le prime foglie. Se la cottura riesce, verranno serviti come fossero grandi fiori dorati e croccanti. Lo ha detto in versi anche un poeta romano, svelando il segreto finale della ricetta: «A cottura ultimata troveremo/che il carciofo somiglia a un crisantemo/dalla corolla tonda e spampanata;/allora con la mano/spruzzeremo - tenendoci lontano -/sopra l’olio bollente, acqua gelata/e il carciofo nell’olio scoppiettante/presto diverrà d’oro croccante». Le “mammole” romanesche divennero talmente celebri che, a partire dal Settecento, erano persino citate nelle guide di viaggio. In una del 1825 dedicata “ai Signori Ministri diplomatici accreditati presso la S. Sede e ai signori visitatori eccellenti di Roma”, vi è scritto: «A Roma i carciofi sono aperitivi, provocano i sudori; purificano la massa del sangue; convengono ne’ tempi freddi ai vecchi e ai temperamenti flemmatici; ma svegliano indebitamente gli ardori di Venere ai non coniugati...». Ad ogni modo, i carciofi, oltre alla bontà e al sapore, sono ricchi di proprietà nutritive, non ingrassano e,
mangiati crudi, sono un toccasana per le malattie del fegato: vengono, infatti, consigliati sia per le varie forme di epatite, sia per la dermatosi epatica. D’altronde contengono una sostanza, la cinarina, che agisce sullo stomaco predisponendo gli alimenti destinati alle vie biliari. L’intervento della cinarina fa sì che il fegato non si affatichi e che la cistifellea evacui la bile. Inspiegabilmente, però, il carciofo è diventato anche sinonimo di persona sciocca. Mentre, per la sua forma tonda e corta, allude un naso grosso e deformato: ’na carcioffola si dice a Napoli dove, d’altra parte, in una celebre canzone napoletana del 1894 di Salvatore Di Giacomo, la madre dispensa consigli alla figliola in cerca di marito, definendola nel ritornello buona come un carciofo: «Che bona figliola! Carcioffolà!...». Da non dimenticare la cosiddetta “politica del carciofo”, ossia l’arte d’impadronirsi di una cosa o di una situazione pezzo per pezzo, foglia per foglia, appunto. Ci provò a suo tempo Carlo Emanuele I, duca di Savoia, che disse: «L’Italia è come un carciofo che occorre mangiare foglia per foglia».
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Ingredienti 8 carciofi romani (“mamme” o “mammole”) 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva 1 limone 1 bicchiere di vino bianco secco 1 tazza d’acqua 2 spicchi d’aglio mentuccia (non menta romana) sale e pepe
un’ora e mezza circa
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140 circa per ogni carciofo 4 persone
Preparazione Togliete ai carciofi le foglie esterne più dure, quasi tutto il gambo, e spuntate con un taglio netto. Con un coltellino ben affilato, tenuto un po’ inclinato, tornire il fondo in modo da dargli una forma conica. Via via che i carciofi sono pronti, strofinarli con un limone tagliato a metà perché non anneriscano. Allargare un po’ le foglie e introdurvi qualche fettina d’aglio, alcune foglioline di mentuccia (da non confondere con la menta romana, più forte di sapore e dunque non adatta), sale e pepe. Se piace, si possono anche aggiungere pezzettini di alici sotto sale, una volta dissalate. Infine, collocare i carciofi in un tegame che li contenga diritti, sebbene c’è chi li mette a testa in giù, e versarvi il vino, l’acqua e l’olio. Salare e pepare, quindi mettere il coperchio e cuocere a fuoco basso: ci vorranno circa 40 minuti. Si possono fare anche al forno, già scaldato a 180°, lasciandoli per poco meno di un’ora. Si mangiano tiepidi o freddi e sono un ottimo contorno delle carni bianche oppure delle uova strapazzate. Si consiglia un vino banco fresco oppure del rosso giovane.
Curiosità
Un medico inglese del Cinquecento curava il colera con bicchieroni di gin e foglie di carciofo; mentre nel Seicento, ai tempi di Luigi XIII il Giusto, il carciofo era adoperato per accertare le gravidanze, come d’altronde scriveva il botanico Durante: «A conoscere se una donna è gravida se le dia da bere quattro once del succo di carciofo e se lo vomiterà sarà gravida. Provare per credere!».
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PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it
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[ ANNIVERSARI DI
DAVIDE RICCI ]
BUON COMPLEANNO, UNIVERSAL STUDIOS! «Chi non ha socchiuso gli occhi davanti alle scene più forti del film Lo Squalo? O si è commosso nelle sequenze in bianco e nero di Schindler’s List? Qualcuno si sarà perso nella malinconia de La mia Africa o nelle tetre atmosfere di Dracula. Paura, amore, adrenalina e passione, tutto questo è cinema. E il cinema che conta, quest’anno compie cento anni»
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anni UNIVERSAL STUDIOS
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a casa di produzione americana Universal Studios festeggia un compleanno importante con 100 candeline ed un regalo particolare per gli amanti del grande schermo: il restauro di 13 sue pellicole che hanno fatto storia, da Frankenstein a La Stangata, passando per Il letto racconta o Il buio oltre la siepe. La storia della Universal inizia con Carl Laemmle, un immigrato tedesco commerciante di tessuti che, durante un viaggio a Chicago, si innamorò del cinema. Il 30 aprile 1912 la Universal Film Manufacturing Company presentò il proprio atto costitutivo presso lo stato di New York e due anni dopo, nel 1915, Laemmle inaugurò ufficialmente Universal City, il più grande impianto di produzione cinematografica al mondo. Da allora la Universal è diventata tempio del cinema e seconda casa per alcuni dei più talentuosi registi, come Alfred Hitchcock, Steven Spielberg e Robert Zemeckis ma anche Martin Scorsese, Ron Howard, Peter Jackson e Spike Lee. I lavori di questi ultimi, oltre ad essere capolavori assoluti, hanno avvicinato al cinema milioni di spettatori, contribuendo al-
la nascita di una vera e propria cultura del cinema. La festa per il centenario durerà tutto l’anno proponendo manifestazioni, incontri, proiezioni speciali e omaggi a molti film divenuti ormai icone; qualche pellicola verrà addirittura trasportata nel nuovo formato Blu-Ray (l’alta definizione) per goderne appieno tutte le sfumature. La gioia per il traguardo ottenuto si può riscontrare nelle parole di Ron Meyer, presidente e direttore operativo di Universal Studios: «Questo è un momento di orgoglio per tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di lavorare in Universal Pictures. Il nostro centenario permetterà agli amanti dei film di qualche anno fa di recuperare ricordi speciali e sarà l’occasione per coinvolgere per la prima volta il pubblico con la nostra straordinaria biblioteca di film. Il nostro obiettivo, cento anni dopo, è quello di conservare, ripristinare e continuare l’eredità iconica di questo Studio per le generazioni a venire». Intanto, per completare in bellezza i festeggiamenti, la Universal ha fatto il restyling del suo famoso logo completandolo con la scritta dorata “100° Anniversario”. E la storia continua.
PERSINO DRACULA IN LINGUA SPAGNOLA
Nel corso del 2012 la Universal si dedicherà ad una colossale opera di restauro, riportando luce e definizione, di 13 capolavori del cinema mondiale: All’Ovest niente di nuovo, Gli uccelli, Gianni e Pinotto reclute, Dracula, Dracula (versione spagnola del 1931), Frankenstein, Lo Squalo, Schindler’s List, La mia Africa, La Moglie di Frankenstein, La Stangata e Il buio oltre la siepe. Per i collezionisti si presenta un’oc-
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«È il numero dei film realizzati dalla Universal dal 1912 fino ad oggi»
casione da non perdere. La Universal metterà in commercio la 100th Anniversary Collector’s Series in edizione limitata. Alcune delle pellicole, proposte in Blu-ray, saranno arricchite di contenuti esclusivi come libretti in lingua originale con materiali d’archivio, la locandina originale, lo storyboard ed alcuni estratti della sceneggiatura. Per saperne di più: www.universalstudios.com
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[ COSTUME DI STEFANO RIPERT ]
CE L’HO, CE L’HO, mi manca...
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CAMPIONATO 1961-’62: IL PRIMO ALBUM
Questa immagine e quella dell’album “Calciatori 2011-2012” (a pag. 65) sono tratte dalla collezione figurine edite da Panini e riprodotte su autorizzazione dell’autore.
«Una filastrocca nata cinquantuno anni fa dalla passione di intere generazioni cresciute “a pane e Panini”. I mitici album di una grande casa editrice che ha saputo esplorare i più svariati temi: dallo sport alla geografia, dalla zoologia alla storia»
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ochi sanno che la celebre frase fu pronunziata anche da Giuseppe Panini, uno dei quattro fratelli fondatori della mitica casa editrice di figurine. A raccontarci l’aneddoto è il decano del collezionismo, del fumetto e del mondo delle figurine storiche e contemporanee, Italo Pileri: «Era il ‘75 quando, all’interno del palazzo della Borsa di Milano, si teneva la mostra dell’A.n.a.f (Associazione Nazionale Amici del Fumetto, n.d.r.) e notai aggirarsi, con fare sconsolato, tra le decine di stand degli espositori, Giuseppe Panini in persona. Voleva realizzare a Modena il Museo della Figurina, ma gli mancava l’album La Terra. All’archivio Panini non era rimasta nessuna copia di scorta. Mi attivai con alcune telefonate per cercarlo e quando glielo presentai sotto al naso gli chiesi: - “Ce
l’ha questo?”; e dopo tanti “ce l’ho”, esclamò un liberatorio “No, mi manca”». E il Museo si fece, per la storia di tutti i grandi appassionati. Negli anni, la Panini aprì altri musei tematici e pro-
mosse numerose iniziative culturali. Come sponsor mise le ali al volley italiano. Ma l’incanto vero è quel rettangolo di sogno da cui i ragazzini, ieri come oggi, si lasciano stregare. Giuseppe Pani-
ni lo sapeva: «Il nostro scopo è conquistare la fiducia dei giovani e mantenerla. Guai a deluderli. L’album si completa sempre. Se manca qualche pezzo glielo spediamo, anche se le spese si
10 lire
Nel 1965
Tra il 1971-’72
Tra le più rare
è il costo della prima bustina della collezione Calciatori e contiene solo due figurine.
la Panini produce Aerei e Missili, la prima collezione diversa da quella dei Calciatori.
vengono introdotte le prime figurine adesive, inizialmente incollate con la Coccoina.
e introvabili figurine, Pier Luigi Pizzaballa, portiere dell’Atalanta nel Campionato ‘63-’64. APRILE 2012
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[I FRATELLI PANINI AGLI INIZI DELLA LORO IMPRESA.]
mangiano il guadagno». L’Ufficio “Figurine Mancanti” era la conferma che la leggenda delle figurine rare non aveva nessun fondamento. Una rassicurazione che non ebbe tuttavia troppo effetto, se la mitica figurina del portiere dell’Atalanta, Pier Luigi Pizzaballa, dell’Album dei Calciatori ‘63-’64, passò alla storia come una delle più rare e introvabili. Mezzo secolo dopo, ancora emozioni dal pallone: a gennaio, per la prima volta in diretta via internet, è stata presentata l’ammiraglia delle collezioni Panini, cioè l’ultima collezione dei Calciatori, con una copertina dal chiaro richiamo patriottico, a coronamento delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Eppure sembra di ieri l’ormai celebre copertina del Campionato ‘61-’62, quella del primo album della serie, che raf-
figurava un giovanissimo Nils Liedholm con la maglia del Milan, su uno sfondo monocolore giallo (a titolo di curiosità, la figurina dello svedese non compariva nella raccolta perché il giocatore si era appena ritirato). Ma a dar lustro alle opere Panini non sono stati solo gli Albi dei Calciatori. Una recente mostra tenutasi a Palazzo Incontro a Roma ha svelato la genialità dei fondatori che, da una piccola edicola nel centro storico di Modena, arrivarono a creare un capolavoro di imprenditorialità, vanto per l’Italia nel mondo. La linea editoriale della Casa Editrice Panini esplora i più svariati temi, di svago e di cultura. Le grandi raccolte per la gioventù trattavano argomenti storici, didattici e naturalistici. Sicuramente molti ricorderanno l’album Storia del Risorgimento, del 1969, dove in co-
TRA PASSATO e PRESENTE La Casa Editrice Panini intuisce subito che le fiction televisive, dato il loro grande successo, sono una fucina di collezioni ambite: da Sandokan di Sollima a Pinocchio di Comencini, le figurine avvicinano gli eroi del mondo televisivo ai loro fan. Ognuna è un fotogramma, un frammento di emozione in un tassello di carta. E non dimentichiamoci Furia, il mitico cavallo del West, con la sua bellissima copertina disegnata, e tutti gli eroi del mondo dei cartoni: Heidi, Candy Candy, Remì. Le stesse serie che oggi acquistiamo in nostalgici cofanetti dvd. Ma Panini non è solo il regno della nostalgia, dal momento che sta da sempre al passo con i tempi: questo è il suo grande segreto. Oggi possiamo, ad esempio,
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creare e gestire il nostro album su internet, scambiando figurine e rimanendo in contatto con altri collezionisti. Oppure, sempre in rete, possiamo sfidare, tramite delle card-game, i nostri avversari in giochi di figurine cibernetici. Ultima novità, l’album personale, con vere e proprie figurine che ritraggono occasioni a noi care che vale la pena immortalare, come feste, matrimoni e simili. Oggi Panini è una grande impresa: fatta di creatività italiana - forse la migliore al mondo quando si esprime con sincerità - e tradizione familiare. Insomma, una fabbrica di sogni con una concreta realtà produttiva: e in questi tempi di crisi non è poco.
pertina si stagliava in primo piano il ritratto di Giuseppe Garibaldi, voluto da Giuseppe Panini, grande appassionato e studioso delle avventure dell’Eroe dei Due Mondi. Un anno prima, nel 1968, usciva Uomini illustri, un ritratto di tutti i più grandi personaggi nella storia dell’umanità. Oppure il già citato album La Terra, per quanto riguarda lo studio della geografia. E Animali di tutto il mondo, pubblicato in più lingue, per quanto riguarda il filone zoologico. È chiaro l’intento della Panini di portare l’album in classe e farlo apprezzare ad insegnanti e maestri, al fine di usarlo come utile strumento di lavoro nelle varie argomentazioni didattiche, puntando anche sulla componente ludica, che può facilitare e divertire
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E il mito continua...
Che il fantastico mondo delle figurine sia una magica alchimia, ce lo confermano i due milioni di collezionisti - solo per i calciatori! - che non hanno ceduto alla cibernetica. Nuove e vecchie generazioni, veterani e matricole, si lasciano ancora sedurre dal rito di apertura della magica bustina. E come Proust quando addentava la sua madeleine, il profumo inconfondibile di “fresco di stampa” allo strappo del pacchetto sveglia i ricordi: giorni chiassosi, quando si scambiavano doppioni e si esultava magari solo perché si finiva una pagina. E poi le concitate sfide per le decine di doppioni. La gioia di chi tornava a casa con colonne di figurine e le acrobazie per tirarle fuori dalla tasca senza rovinarle. Oppure la delusione di chi era partito da casa carico e vi tornava alleggerito dai compagni di scuola.
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[IN QUESTO COLLAGE DI IMMAGINI SONO RAPPRESENTATI ALCUNI DEGLI ALBUM DI MAGGIORE SUCCESSO PRODOTTI DAI FRATELLI PANINI, CHE INIZIALMENTE GESTIVANO UNA EDICOLA NEL CENTRO DI MODENA (FOTO ACCANTO). IN ALTO A SINISTRA, UNO SCATTO DEL NOTO COLLEZIONISTA ITALO PILERI.]
sia nell’insegnamento che nell’apprendimento. Ancora, le collezioni dedicate ai più grandi eventi sportivi, come Messico ‘70, per i Mondiali di Calcio di quell’anno con didascalie plurilingue, per allargare la diffusione della bustina oltre i confini continentali - oppure Olimpia, dedicato ai Giochi di Monaco ‘72, dove si racconta la storia dello spirito olimpico. Anche il mondo della canzone non sfugge al successo di un albo intitola-
to Cantanti ‘69, con un imberbe Morandi, insieme a giovanissime interpreti agli esordi, come Rita Pavone, Mina, Caterina Caselli. Spesso i personaggi famosi venivano invitati a visitare gli stabilimenti di lavorazione. Calciatori, cantanti, attori famosi sono stati ritratti dalla Panini: i loro scatti in bianco e nero sono l’album fotografico di famiglia dell’Italia di quel periodo.
ome giocavamo: un’altra interessante testimonianza è racchiusa nel quarto volume della collana Le Perle della Memoria, uno scrigno dove conservare con cura i nostri ricordi d’infanzia, e non solo. Sono state messe a soqquadro case di campagna, cantine, soffitte polverose, per recuperare automobili di latta, bambole di celluloide, trottole, cavalli a dondolo. Una ricerca che ha creato un incontro intergenerazionale ricco di significati, confermando il gioco come espressione ludica importante a tutte le età.
BUONO
D’ORDINE
[ 17,55 euro ]
130
pagine
PER L’ACQUISTO DEL VOLUME
LE PERLE DELLA MEMORIA N. 4
{ COME GIOCAVAMO }
DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO PRESSO IL MIO DOMICILIO N. _____ COPIA/E DEL VOLUME AL COSTO DI EURO 17,55 A COPIA (*) + SPESE SPEDIZIONE (**)
(*) I soci 50&Più, le Università della Terza Età e gli iscritti che hanno partecipato alla ricerca possono acquistare il volume a 12,00 euro (con uno sconto del 30% rispetto al costo sopra indicato). (**) Per ordini fino a un massimo di 5 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 5,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 10,00 euro per tutti gli altri interessati. Per ordini superiori ai 6 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 10,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 20,00 euro per tutti gli altri interessati.
❏ Socio 50&Più - Tessera n° ❏ Università Terza Età / Iscritto ricercatore (BARRARE LA CASELLA INTERESSATA)
NOME
COGNOME
C. FISC. / P. IVA VIA
“AUTO” IN MOSTRA Vengo a prenderti stasera. Come l’automobile ha cambiato le nostre vite in un secolo di grafica. Museo della Figurina, Modena Info: Tel. 059 2032919
PANINI TOUR 2012 Una mostra itinerante che attraversa le piazze dello Stivale. Le prossime tappe previste: Torino (31 marzo -1 aprile) Milano (14 - 15 aprile)
www.comune.modena.it/museofigurina
www.calciatoripanini.it
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GOLF, uno sport in continua crescita «Di anno in anno aumentano i praticanti. La stragrande maggioranza di coloro che si dedicano a questo sport ha superato gli “anta” e tra le file dei giocatori ci sono anche ultrasettantenni e ultraottantenni. Il golf si è rivelato un elisir di lunga vita: un importante studio scientifico ha dimostrato che chi lo pratica ha un aumento della speranza di vita di 5 anni» [ SPORT DI LUISELLA BERTI ]
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on siamo ai livelli d’Inghilterra, Scozia o Stati Uniti, ma in Italia il golf sta prendendo sempre più piede. D’altra parte anche noi, ormai, siamo entrati nella storia di questo sport con la vittoria nel 2009 della World Cup dei fratelli Francesco e Edoardo Molinari. Forse anche sulla scia di questo successo, i praticanti del golf sono in continuo aumento. Stando ai dati della Federazione Italiana Golf (nata nel lontano 1927), i tesserati nel 2011 sono 101.817, di cui 27.262 sono donne. E andando a vedere le fasce d’età dei giocatori, balza subito
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Il Golf non è uno sport per ricchi o che richiede un’attrezzatura troppo costosa. Tutti possono praticarlo, basta avere tempo golfista over 50. «Il Golf è uno sport particolarmente adatto a chi nel corso della settimana ha abbastanza tempo per praticarlo. Occorre considerare che un percorso di 9 buche ha una durata di circa due ore e mezza, mentre un percorso classico di 18 buche può concludersi anche in cinque ore. Rispetto agli altri sport, richiede molto più tempo per praticarlo e questo spiegherebbe perché la maggioranza dei giocatori è un po’ più in avanti con gli anni. Personalmente, frequentando diversi circoli del golf, noto che sono sempre di più i giovani che si avvicinano a questo sport. Il golf è molto educativo perché racchiude diversi valori sportivi in generale». Qualche esempio? La lealtà sportiva. Se si considera il percorso del golf come la metafora della vita, con un punto di partenza, un percorso costellato di ostacoli, fino al raggiungimento di un obiettivo finale, allora questo è di grande educazione per i giovani. Uno dei punti fondamentali di questo sport è che ogni giocatore è arbitro di se stesso. Questo preagli occhi che la stragrande maggioranza è “over anta”. La fascia d’età più rappresentativa va dai 44 ai 51 anni (18,53%), segue quella dai 52 ai 60 anni (17,74%), quella dai 61 ai 70 anni (17,60%) e non mancano gli ultra settantenni (8,36%) e gli ultraottantenni (1,63%). Uno sport adatto a tutte le età? Inutile dire che il golf, lo è. Ma cerchiamo di capirne di più e conoscere meglio questo gioco. Per farlo ci siamo rivolti a chi lo pratica e ne conosce anche i benefici per la salute, ne parliamo con il medico dentista Mauro Rota, appassionato
suppone un atteggiamento totalmente diverso e di fiducia verso il giocatore. Visto che una partita può durare anche cinque ore, occorre una grande resistenza fisica oltre che mentale... Ci sono vari modi di praticare il golf: dalla gara tra amici alle competizioni vere e proprie. Certamente non è un gioco che impegna il fisico in maniera violenta, è piuttosto un’attività aerobica dove il consumo motorio è limitato ma abbastanza protratto nel tempo. Occorre avere una certa capacità di concentrazione e un discreto grado di efficienza fisica, nel caso contrario i risultati non arrivano. Quali benefici in termini di salute questo sport può dare a chi ha più di 50 anni? Uno studio del Karolinska Institutet svedese, un importante punto di riferimento per la medicina, ha dimostrato che il tasso di mortalità per i golfisti è del 40% inferiore rispetto ai coetanei di pari sesso e stato sociale. I golfisti vivono più a lungo, lo stesso studio ha dimostrato che chi pratica questo sport ha un aumento della speranza di vita di 5 anni. Occorre anche considerare che si pratica in luoghi molto belli, immersi nel verde e lontano dalle città, in condizioni di inquinamento inferiori rispet- »
Meno 40%
5 anni
è il tasso di mortalità per i golfisti rispetto a coetanei di pari sesso e stato sociale.
è l’aumento della speranza di vita per chi pratica questa attività sportiva. APRILE 2012
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APPASSIONATO GOLFISTA
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NON HA DUBBI: IL GOLF È ANCHE
TEMPO LIBERO
AUTODISCIPLINA E CONTROLLO.
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Nel golf ogni giocatore è arbitro di se stesso. La lealtà sportiva è l’elemento fondamentale di questo sport, molto educativo per i giovani to ad altri sport. Inoltre, per dare un’idea dei benefici per la salute, basti pensare che le assicurazioni americane riducono il premio se l’assicurato dimostra di essere un golfista praticante. Questo la dice lunga sul fatto che i golfisti hanno meno problemi di salute e incappano più difficilmente in patologie di tipo cardiovascolare rispetto ai non praticanti. In più anche il sistema motorio, muscolare e articolare, trova giovamento dal golf che comporta movimenti coordinati e non bruschi per l’organismo. Per praticare il golf occorre fare un esame di idoneità? Sì, c’è un piccolo itinerario da percorrere per superare un esame di idoneità. Il campo da golf è un terreno verde molto delicato. Un giocare inesperto o malaccorto può procurare danni ingenti alla manutenzione del campo, può provocare con movimenti sbagliati anche danni alle altre persone. Quindi il giocatore, prima di accedere al percorso di golf, deve dimostrare un comportamento idoneo alla pratica. È necessario frequentare corsi per prepararsi? Ci sono corsi per conoscere le regole del gioco. Il golf è costellato di regole che contemplano diverse situazioni che riguardano gli ostacoli disseminati lungo il percorso. Ad esempio, se la pallina termina in uno di questi ostacoli, ci sono dei comportamenti ben precisi a cui rifarsi, il giocatore deve conoscere le regole dettate dall’Organismo di Saint Andrews, aggiornate ogni anno. Ricapitolando, per praticare questo sport occorre frequen-
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tare dei corsi per impararne le regole e anche delle lezioni per imparare a giocare, alla fine si consegue un’abilitazione. Esatto. Per imparare a giocare le lezioni vengono fatte da professionisti di golf presenti in tutti i campi e che danno il loro placet per l’abilità nel gioco. Per quanto riguarda, invece, la conoscenza delle regole ci sono dei test da superare. Una volta avuta l’abilitazione occorre iscriversi ad un club per poter praticare e giocare? Ci sono varie possibilità. Normalmente ci si può iscrivere a un club, oppure, soprattutto per i neofiti, direttamente ai campi pratica dove, unitamente a una piccola quota annuale, si può acquisire la Tessera Federale per accedere al gioco e alle competizioni. Iscrivendosi a un campo pratica e acquisendo la Tessera Federale si può iniziare a giocare a golf con una spesa di 150 200 euro all’anno. Questo sfata l’idea del golf come sport caro, sport d’élite, sport per ricchi. Qual è la differenza tra un circolo e un campo pratica? Di solito un club di golf ha almeno 9 se non 18 o 36 buche. Il campo pratica, o campo promozionale, può avere 3 buche di lunghezza ridotta. Questo consente un primo ingresso al mondo del golf per poi passare successivamente a un campo da golf vero e proprio. Ma poi è necessario iscriversi a un circolo? Non necessariamente, si può continuare ad essere iscritto a un campo pratica e acquisire la Tes-
ATSIFLOG LED ARUTAZZERTTA’L
[ A SINISTRA, MAURO ROTA,
L’ATTREZZATURA DEL GOLFISTA
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L’ATTREZZATURA DEL GOLFISTA
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COSA SERVE PER GIOCARE AL GOLF? UNA PANORAMICA DEGLI STRUMENTI PRINCIPALI
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LA SACCA e i BASTONI Originariamente in pelle, oggi la sacca è costruita soprattutto in nylon. Una sacca da golf completa contiene 14 bastoni, il giocatore non può gareggiare con un numero superiore di bastoni. La conformazione dipende dal tipo di colpo che si vuole effettuare. Esistono principalmente tre tipi di bastoni, conosciuti come legni, ferri e putters. I legni sono usati per garantire le maggiori distanze, mentre i ferri per i tiri di precisione e di medio-lunga distanza. I putters, invece, si utilizzano all’ultimo colpo per indirizzare la pallina in buca. Il costo? Per un set di mazze completo si parte dai 200 euro. Se si ha particolare cura le mazze possono durare diversi anni.
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IL GUANTO
È un oggetto di plastica o legno a forma di cuneo che si conficca nel terreno e su cui si appoggia la palla per facilitare il colpo e minimizzare il rischio di errore. L’uso del tee è limitato al primo colpo (tee shot) di ogni buca.
Il diametro minimo consentito di una palla da golf è di 42,67 mm e la sua massa non deve superare i 45,93 g. Le moderne palle da golf hanno una superficie solitamente caratterizzata da 300-450 fossette disegnate per migliorarne l’aerodinamica.
I giocatori indossano il guanto che migliora la presa ed evita ferite e bruciature sulla mano.
LE SCARPE
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La maggior parte dei golfisti indossa scarpe con i tacchetti di plastica o metallo sulla suola, utili per aumentare la stabilità in campo e la resistenza alla trazione esercitata dal colpo. Buona parte dei Golf Club hanno bandito l’uso di tacchetti di metallo, consentendo solo quelli di plastica (o soft spikes).
sera Federale che consente di giocare in qualsiasi campo, pagando solo l’ingresso. La Tessera Federale è il passaporto per giocare in qualsiasi campo pagando un ingresso giornaliero. In ambito dilettantistico ad ogni giocatore viene attribuito un handicap, lei ad esempio ha un handicap 4, cosa significa? Si riferisce al bonus di colpi che un giocatore ha. Al principiante viene attribuito un handicap da 36. Significa che su un percorso di 18 buche, che normalmente si conclude in 72 colpi, il debuttante ha un bonus di 36 colpi. A mano a mano che il golfista ottiene buoni risultati l’handicap si riduce fino ad arrivare a zero, un risultato tipico dei professionisti. Quindi, più l’handicap è basso, più si è bravi.
SITI UTILI:
Federazione Italiana Golf www.federgolf.it
Non siamo ai livelli di Inghilterra, Scozia e Stati Uniti, ma i dati della Federazione Italiana Golf sono incoraggianti: 101.817 tesserati nel 2011, un saldo positivo che vede aumentare gli appassionati.
RIVISTE SPECIALIZZATE:
Golf e Turismo www.golfeturismo.it Il Mondo del Golf www.ilmondodelgolf.com
“50&PIÙ... IN CAMPO” Sulla scia del successo dello scorso anno, 50&Più di Pavia organizza nuovamente il Torneo di Golf “50&Più...in Campo”. La gara è fissata per il 24 settembre prossimo al Golf Club Santa Martretta di Vigevano. Per saperne di Più: 038228411 APRILE 2012
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TURISMO
[ FOTO: GIARDINI BOTANICI DI VILLA TARANTO. GRANDI GIARDINI ITALIANI ]
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UN’IDEA IN PIÙ
GIARDINI DELLA LANDRIANA (Rm)
[ TEMPO LIBERO ]
DI DONATELL A OT TAVI
SULLE SPONDE DI UN LAGO INCANTATO «Un vero capolavoro frutto di anni di studi e pazienza ma, soprattutto, di passione. Una visita ai Giardini di Villa Taranto, pura arte botanica, è d’obbligo anche per il turista più frettoloso»
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asta prendere in considerazione lo scenario mozzafiato che offre il Lago Maggiore, e per l’esattezza la sponda piemontese tra Intra e Pallanza, per capire che i Giardini Botanici di Villa Taranto - qui dislocati - non possono essere da meno in quanto a spettacolarità e bel vedere. Dal 1935 proprietà di Neil Mc Eacharn, capitano scozzese di nobile famiglia nonché appassionato botanico,
nel tempo ne ampliò i confini acquistando i terreni adiacenti fino a raggiungere gli attuali 16 ettari. Un panorama costituito da boschi, bordure, vallette di arbusti, aiuole, tappeti erbosi, laghetti, serre in cui Mc Eacharn mise a dimora piante di tutto il mondo, creando così collezioni di grande valenza scientifica, oggi quantificate in 8.500 tra specie e varietà diverse. Proprietà dello Stato Italiano
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www.villataranto.it
Da aprile
Il 9 aprile
nei Giardini La Mortella (Na) si terranno concerti di musica da camera ogni sabato e domenica. www.lamortella.org/it/
a Villa Trissino Marzotto (Vi) una “Caccia all’uovo” per tutti i bambini. Il premio? Un bell’uovo di cioccolata! www.villatrissinomarzotto.it
(FOTO: GIARDINI LA MORTELLA. GRANDI GIARDINI ITALIANI)
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dal 1938, fa parte dei “Grandi Giardini Italiani”, il circuito dei più bei parchi visitabili in Italia (www.grandigiardini.it). Aprile offre un’occasione unica per visitare questo luogo incantevole che, dal 9 al 22, si tingerà di mille colori grazie alla fioritura di oltre 80.000 bulbose tra cui, protagonista indiscusso, è il tulipano. Spettacolare il Labirinto intitolato a questo fiore: oltre 65 le varietà con 20.000 tuberi in fiore tra cui il raro tulipano nero Queen of night e l’imponente Big chief, la cui corolla raggiunge un diametro di circa 10 centimetri. Da non perdere!
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(FOTO: VILLA TRISSINO MARZOTTO. GRANDI GIARDINI ITALIANI)
“Primavera alla Landriana”, dal 20 al 22 aprile, è un appuntamento per addetti ai lavori o semplici amanti del giardinaggio. Una mostra mercato dove è possibile trovare piante rare, bulbi, fiori, ma anche attrezzi del mestiere, libri a tema e complementi di arredo da giardino. Alle porte di Roma, i Giardini della Landriana nascono negli Anni ‘50 per volere della marchesa Lavinia Taverna Gallarati Scotti e dell’architetto inglese Russel Page. La mostra è un’occasione da cogliere per ammirare i suggestivi scenari che questi giardini offrono al visitatore. www.aldobrandini.it/sito// giardi/storia.shtml (FOTO: GIARDINI DELLA LANDRIANA, DARIO FUSARO. GGI)
PARCO GIARDINO SIGURTÀ (Vr) Domenica 15 aprile l’incantevole parco di Valeggio sul Mincio (Vr) ospiterà per il terzo anno consecutivo “Coloriamo le uova”, il divertentissimo laboratorio dedicato ai più piccini. Un nutrito staff di operatrici didattiche affiancheranno i visitatori in erba (dai 6 ai 10 anni), aiutandoli a realizzare originalissime uova per poi decorarle lasciando correre liberamente la loro fantasia. www.sigurta.it (FOTO: PARCO GIARDINO SIGURTÀ. GGI)
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VIAGGIO NELLA NATURA
Villasimius
Villasimius, Geremeas, Maracalagonis, Solanas... Sono solo alcuni dei luoghi più belli del Golfo di Cagliari. In questa parte di Sardegna, il cielo si fonde con il mare, fa a gara con l’azzurro increspato delle acque diventando il ricordo più bello che un visitatore possa portare via con sé. L’occasione migliore per riempire gli occhi e il cuore di questi luoghi? Gli Incontri di Primavera organizzati da 50&Più.
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ARDEGNA
DI CARLO PENGUIN
[ SOTTO, DUE “CORBULE”, TIPICI CANESTRI SARDI OTTENUTI INTRECCIANDO PARTI DI CORTECCIA DI DIVERSI COLORI.
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TRA CIELO E MARE
Il Golfo di Cagliari
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go il Golfo di Cagliari, a pochi chilometri dal capoa strada corre veloce, attraversa piccoli e granluogo sardo, come Villasimius, Cala Regina, Torre deldi comuni, colline e pianure, il traffico delle aule Stelle, Solanas sono il risultato di questo cocktail: to aumenta... diminuisce, a volte si fa intenso, le pendici delle montagne che si vanno a incontrare altre diventa raro come in un film d’inizio secolo... con le acque del golfo fino a formare baie nascoste Poi la strada si piega, curva su se stessa, sinuosa coche si rincorrono, spiagge di sabbia fime un lungo serpente che danza sulnissima, calette di roccia dove il mala sabbia alla ricerca di una preda. I re assume il colore dello smeraldo e tornanti sono numerosi, a volte aspri, le acque cristalline lo rendono eterno accarezzano il mare che si tinge di milpaesaggio da cartolina. le sfumature: blu, azzurro, verde, a Ma è una cartolina vivida, vivace, scatratti sembra quasi viola, ma poi ripestrata e frizzante come i luoghi che torna azzurro, e poi celeste e poi di rappresenta. Luoghi dalla bellezza nuovo verde chiaro... quasi che un pitselvaggia, che ti prendono per mano tore bizzarro abbia mischiato i coloe ti inducono alla loro scoperta cori sulla sua tavolozza e indeciso su me fossi un ragazzino curioso alle quale usare l’abbia provati tutti, uno [ COLONIE DI FENICOTTERI sue prime esperienze da esploratore. dopo l’altro, mischiandoli e spalmanROSA SONO VISIBILI PRESSO La macchia mediterranea sottolinea doli in direzioni diverse. Un pittore inQUARTU SANT’ELENA. ] il profilo di questa terra, i profumi namorato della natura, che ha trodel mirto, i colori delle ginestre ti rivato in questo angolo di Sardeportano ad un quadro lontano, a ricordi di bambigna gli ingredienti per regalare agli amanti del ni, quando si correva a perdifiato tra l’erba dei cambello e della purezza, un panorama degno di pi e lo sguardo era interrotto da pennellate gialle che re e dei, di fate e folletti. si fondevano con i riflessi del sole. Geremeas e le altre località che si susseguono lun» APRILE 2012
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VIAGGIO NELLA NATURA
Una natura intatta, carica di profumi della macchia mediterranea, con spiagge finissime e un mare pulito dove cresce la Posidonia
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DALLA BELLEZZA DEL PAESAGGIO ALLE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE, ALLE TRAVERSATE IN TRAGHETTO
Parco della Giara Si trova nell’omonimo altipiano, nel cuore della Sardegna e testimonianze preistoriche venute alla luce in questo luogo lo rendono prezioso e si accompagnano all’incomparabile bellezza del suo paesaggio. Lungo i sentieri che si inerpicano all’interno dei suoi boschi si possono trovare sughereti, lecci, corbezzoli, euphorbie, mirto ed ogni altro tipo di flora mediterranea. Percorrerli nel silenzio della natura, interrotto solo dai richiami degli animali, offre una sensazione di ritorno alle origini. Ma la sua caratteristica sono i cavalli, conosciuti come i “Cavallini della Giara”, che abitano questi luoghi, e che lo attraversano con mandrie che vivono ancora allo stato brado. Villaggio nuragico di Barumini È uno dei più antichi e completi villaggi nuragici della zona, eletto Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco nel 1997. “Su Nuraxi” come viene chiamato dagli abitanti della zona, è un dedalo di vie, case, fortezze, cisterne, che lo rendono ancora più misterioso e selvaggio. È dotato di una torre centrale, alta più di 19 metri, che gli archeologi fanno risalire al 1478 a.C., mentre ai lati dell’alto muro che
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circonda il villaggio ci sono 4 grandi torri che probabilmente erano costruite su due piani e che risalgono al XIII secolo a.C. Un monito per chiunque volesse attaccare il villaggio. Quartu Sant’Elena È la terza città più popolata della Sardegna ed è adagiata su di un litorale che si estende per quasi 30 chilometri tra Cagliari e “Mari Pintau”. Nell’entroterra si estende fino al Parco dei Sette Fratelli, meta ideale per escursioni e trekking tra boschi, cascate, viottoli e macchia mediterranea, che nasconde alcuni rari esemplari di Cervo Sardo. Altra rarità di Quartu Sant’Elena sono le colonie di fenicotteri rosa e di altri uccelli migratori. Un luogo imperdibile per chi ama il birdwatching. L’isola di San Pietro e Carloforte Fa parte dell’arcipelago del Sulcis insieme a Sant’Antioco, all’isola di Piana e ad altre isole minori e Carloforte è il suo unico centro abitato. Di origine vulcanica, ha al suo interno la tipica macchia mediterranea dove prevale il Pino d’Aleppo, il corbezzolo, il mirto, ed il rosmarino selvatico. Suggestiva la traversata in traghetto per raggiungerla.
Villasimius Qui tutto è preservato dal tempo e dall’uomo. Parchi secolari e foreste danno rifugio a decine di specie animali, molte delle quali in pericolo di estinzione: aquile reali, poiane, cervi, fenicotteri rosa, cinghiali... Il Massiccio dei Sette Fratelli regala querce, lecci, ma anche corbezzoli, felci, ciclamini e zafferano. Basta passeggiare nei sentieri che attraversano questa parte di Sardegna, ancora forte e selvaggia, per essere colpiti da profumi e colori che si intersecano e si fondono nei sensi. L’azzurro del mare diventa ancora più blu se ci si sposta a Capo Carbonara, nella zona che si trova a sudest di Villasimius. Qui la tutela ambientale è esercitata dall’Area Marina Protetta che sta ripopolando le acque, restituendo la flora e la fauna al proprio habitat naturale. I fondali sono ricoperti dalla Posidonia oceanica, tipica del Mediterraneo, che regala rifugio e ristoro a molte specie animali e testimonia, con la sua presenza la purezza delle acque in cui vive. Spigole, cernie, saraghi, orate, aragoste, popolano questo tratto di mare che è un fiore all’occhiello non solo di Villasimius ma dell’intera Sardegna. Chilometri di costa variegata da Geremeas a Villasimius e ancora più giù, accompagnano le giornate di relax. Spiagge bianche con sabbia fine e soffice, dune che contendono alla macchia mediterranea un posto in prima fila per ammirare il mare, si alternano ad angoli di paradiso nascosto con ciottoli e scogli che aiutano a mostrare tutta la straordinaria trasparenza del mare. Non a caso gli abitanti del luogo definiscono questo tratto di costa “Mari Pintau”, mare dipinto. Dipinto da un artista indeciso, come dicevamo, che alla fine non ha saputo scegliere il colore delle acque...
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Incontri di Primavera 2 SARDEGNA
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Una grande iniziativa promossa da 50&Più per offrire, agli over50, la vacanza relax di un soggiorno marino ad inizio estate. L’appuntamento 2012 è nella splendida struttura del Calaserena Village, situata in un’area naturale straordinaria, a contatto con i verdi boschi di mirto e il limpido azzurro del mare di Sardegna. Una vacanza serena e in allegria, nell’atmosfera rilassante di un Villaggio con tutti i comfort oltre alla vicinanza a luoghi di interesse storico, archeologico e paesaggistico.
IL SOGGIORNO
QUOTA DI SOGGIORNO PER PERSONA
Camera doppia
1° Turno (dal 19 maggio al 26 maggio) € 435,00 2° Turno (dal 26 maggio al 2 giugno) € 455,00 3° Turno (dal 2 giugno al 9 giugno) € 480,00 4° Turno (dal 9 giugno al 16 giugno) € 495,00 Quota bambino e giorni supplementari su richiesta LA QUOTA COMPRENDE: • Soggiorno di 7 notti/ 8 giorni presso il Calaserena Village con trattamento di pensione completa, servizio a buffet e bevande incluse ai pasti (acqua minerale e vino della casa) • Formula “Soft all Inclusive” come sopra specificato • Servizi balneari in piscina e in spiaggia (un ombrellone e due sdraio per camera) • Animazione diurna e serale con spettacoli, piano bar, giochi e tornei • Convegni e attività culturali organizzati da 50&Più • Assisten-
Doppia uso singola
3° e 4° letto adulti
€ 555,00 € 575,00 € 610,00 € 635,00
€ 335,00 € 355,00 € 380,00 € 395,00
za in loco di personale medico 24 ore su 24 • Assistenza in loco di personale 50&Più e 50&Più Turismo • Assicurazione bagaglio/sanitaria e annullamento, Navale Assicurazioni. LA QUOTA NON COMPRENDE: • Tutti i trasporti da e per il Calaserena Village • Escursioni facoltative (da acquistare e pagare sul posto) • Lettino spiaggia (facoltativo da pagare in loco al costo settimanale di 20.00 €) • Extra in genere e tutto quanto non sopra specificato.
IL VILLAGGIO è situato a Maracalagonis, sulla bellissima spiaggia di Geremeas (Villasimius) e rispetta tutte le norme riguardanti le barriere architettoniche; dispone di 345 camere completamente ristrutturate, distribuite in palazzine e villini. LE ESCURSIONI prevedono visite a: Villasimius; Riviera tra Quartu S. Elena e Cagliari; Parco della Giara e il villaggio nuragico di Barumini; Isola di San Pietro e Carloforte. Inoltre, escursioni in barca alla scoperta del parco geomarino circostante. I TRASPORTI prevedono voli dai maggiori aeroporti verso quello di Cagliari, con trasferimento al Calaserena Village (circa 40 minuti); nave verso il porto di Cagliari (distanza dal villaggio circa 40 minuti) o di Olbia (distanza dal villaggio circa 3 ore).
Informazioni e prenotazioni: 50ePiù Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
www.50epiuturismo.it APRILE 2012
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SISTEMAZIONE ALBERGHIERA E QUOTE
30edizione a
CONCORSO 50&PIÙ PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA *
Assisi, 1 - 8 luglio 2012
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l Concorso, la cui prima edizione risale al 1983, è proposto a tutti gli over 50 che vogliono trovare nell’esperienza artistica il piacere di comunicare e valorizzare la propria ispirazione. Durante il soggiorno, oltre alla gioia della creatività c’è quella del ritrovarsi insieme per discutere, parlare di arte, partecipare a seminari e laboratori, vivendo una settimana in un clima di piacevole coinvolgimento. Fra tutte le opere pervenute, nelle varie sezioni in concorso, una Giuria composta da noti e affermati nomi della cultura, poeti, critici letterari e d’arte, scrittori, pittori, scultori, giornalisti - seleziona i lavori ammessi alla fase finale del Premio, individuando, per ciascuna sezione, le cinque opere vincitrici che verranno premiate con la Farfalla d’oro simbolo del Concorso. Alle opere ammesse alla finale viene attribuita la Farfalla d’Argento. I vincitori della Farfalla d’Oro che intendono continuare la partecipazione al Concorso, sono iscritti d’ufficio al Premio Libellula. Informazioni e prenotazioni: 50ePiù Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
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Il Roseo Hotel Assisi (4 stelle), dove si svolgerà l’evento 50&Più si colloca per dimensione e qualità ai vertici dell’ospitalità regionale umbra, in una straordinaria atmosfera che solo ad Assisi si può trovare. Dispone di 164 camere dotate di aria condizionata, tv satellitare, minibar, telefono, wi-fi, piscina coperta riscaldata e sauna, oltre al Centro Congressi e al Centro Benessere Spa. Tutte le attività relative al Concorso verranno svolte nelle sale conferenze del Roseo Hotel. ESCURSIONI FACOLTATIVE (da prenotare e regolare in loco): - Il Lago Trasimeno e suoi borghi - Perugia e i suoi capolavori - Gubbio, il medioevo per eccellenza - Bevagna e Montefalco: nel territorio del vino Sagrantino alla ricerca degli antichi romani Spoleto: da colonia romana a ducato longobardo - Assisi: Patrimonio mondiale dell’Umanità e casa di San Francesco. Quota individuale di partecipazione dall’1 all’8 luglio (7 notti/8 giorni) In camera doppia € 470,00 Suppl. doppia uso singola* € 195,00 Dal 4 all’8 luglio (4 notti/5 giorni) In camera doppia € 295,00 Suppl. doppia uso singola* € 110,00 (*) Vista limitata.
La quota comprende: - Trasferimento in orari prestabiliti dalla Stazione ferroviaria di Assisi da e per l’Hotel; - soggiorno in camera doppia per il periodo prescelto; - trattamento di pensione completa, bevande incluse ai pasti (acqua e vino della casa); - partecipazione agli spettacoli e intrattenimenti proposti dall’organizzazione 50&Più; - ingresso alla piscina interna riscaldata e alla Spa; - assicurazione bagaglio/sanitaria e annullamento; - assistenza di personale 50&Più. La quota non comprende: - trasporto da e per Assisi; - escursioni facoltative; - extra in genere e tutto quanto non espressamente specificato.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA
ITALIA IN... CANTO NAPOLI
[ SOPRA, GIOVANNI GIACOBONE (AL CENTRO) “MALAFEMMENA; 2° CLASSIFICATO, LUIGI FIORAVANTI VENTURINI, CON “TU CA NUN CHIAGNE” E, AL 3° POSTO, MARIA ANTONELLA NELLI CON “E NON FINISCE MICA IL CIELO”. ALLE LORO SPALLE DA SINISTRA, GABRIELE SAMPAOLO, SEGRETARIO GENERALE 50&PIÙ, RENATO BORGHI, PRESIDENTE NAZIONALE 50&PIÙ, VINCENZO COZZOLINO, PRESIDENTE 50&PIÙ DI NAPOLI. ] VINCE CON
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incere un Festival canoro nazionale come Italia in... canto, al- palco si intrecciano tante vite, tante esperienze, il punto di unione è la veneranda età di 92 anni, non è da tutti. Ci vuole coraggio, l’amore per la musica, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di provapreparazione e anche un pizzico di leggerezza. È andata così per re una volta nella vita a salire su un palco e cantare dal vivo accompaGiovanni Giacobone di Livorno, vincitore dell’edizione 2012. Con pas- gnati da un’orchestra. Chi partecipa finisce per innamorarsene. E vittosione, delicatezza, eleganza, ha vinto interpretando uno dei brani più ria, o non vittoria il desiderio è sempre quello di riprovarci. Perché c’è qualbelli della canzone napoletana, Malafemmena, scritta e musicata nel cosa di molto particolare che vi si respira: la complicità tra concorrenti, 1951 da Totò. «Ho interpretato questa canzone con tutto il trasporto l’amicizia e la bellezza della condivisione. Non sono cantanti professioche sentivo e l’emozione che suscita in me. È così che amo cantare, la nisti quelli di Italia in... canto, non ci sono case discografiche, non ci sono dischi da vendere, classifiche di mercato, ma passione per la musica l’avevo sin da bambic’è la musica nella sua essenza più pura. no», racconta. Giovanni Giacobone è un auUNA FINALE E la purezza della musica, quel grado nobile todidatta, nella vita ha fatto l’impiegato, ma non ha mai smesso di cantare per sé, per la di emozione ha raggiunto il suo massimo liEMOZIONANTE sua famiglia e per gli amici. «Da ragazzo, vello quando l’orchestra, condotta dal maestro PER I 21 CONCORRENTI Gaetano Rajola, ha eseguito Caruso, la canquando facevo il militare, ho comprato una GIUNTI AL TERMINE zone che Dalla scrisse in onore del tenore Enfisarmonica, poi ho imparato a suonare la chirico Caruso, perché proprio nel giorno della fitarra e attualmente suono la tastiera». DEL CONCORSO nale del Festival, il 4 marzo, l’Italia ha salutaÈ la prima volta che partecipa a Italia in... canto, ha saputo della gara per caso lo scorso otto uno dei cantautori più amati, più poliedritobre e ha deciso di iscriversi. È stata anche la sua prima esibizione da- ci della nostra canzone, il grande Lucio Dalla che amava tantissimo Navanti a un pubblico tanto numeroso, oltre 1.000 persone, tante erano poli e che era cittadino onorario di Sorrento. al Teatro Mediterraneo di Napoli per assistere all’unico concorso cano- Una finale emozionante e palpitante grazie alla conduzione di Maurizio ro interpretato dagli over 50, organizzato da 50&Più, con il contributo Merolla, direttore artistico della kermesse, e alla neomamma Veronica Maya, conduttrice Rai. Diciotto le canzoni, 21 i concorrenti, oltre la medella Camera di Commercio di Napoli e il patrocinio del Comune. Italia in... canto è uno spettacolo unico nel suo genere: nel ripercorrere tà partecipavano per la prima volta. E, ironia della sorte, i primi tre clasi grandi successi del Festival di Sanremo e della canzone napoletana, sul sificati sono delle new entry. «Avrei potuto fare molto meglio, ma l’emo-
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C
«Oltre 1.000 persone, tante erano al Teatro Mediterraneo di Napoli per assistere all’unico concorso canoro interpretato dagli over 50 organizzato da 50&Più» zione è stata grande, cantare in questo teatro con così tanto pubblico, non è stato semplice», dichiara Luigi Fioravanti Venturini, 76 anni, da Massa Carrara. Suo il secondo posto con un altro classico della canzone napoletana Tu ca nun chiagne. «La canzone napoletana è il mio pezzo forte - racconta - è la mia passione. È vero che si può fare sempre meglio», ma ad ascoltare la sua interpretazione è difficile immaginarlo. Luigi Fioravanti è attivissimo: «Sono in pensione, ma continuo a lavorare nel mio negozio insieme ai miei figli. Mi dedico all’agricoltura, produco olio e vino. Infine, mi riposo andando in bicicletta! Al terzo posto, Maria Antonella Nelli, 53enne di Avezzano (Aq) con E non finisce mica il cielo, cantata da Mia Martini a Sanremo nel 1982. «Un terzo posto inaspettato, sono felicissima. Non conoscevo nessuno dei
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concorrenti, e per il clima che ho trovato, per me è stato come essere in famiglia». Maria Antonella Nelli nella vita lavora nel suo negozio di tessuti e, oltre a cantare, suona il pianoforte. Al suo fianco c’è sua figlia Valentina di 30 anni: «Sono sempre vicino a mia madre per sostenerla perché credo che abbia un grandissimo talento». Il premio della critica, attribuito dalla Commissione artistica del Festival, è stato assegnato a Sergio Aprile, di Napoli, con La Vestaglia, canzone che Massimo Ranieri cantò a Sanremo del 1995. A giudicare i primi tre classificati, una giuria d’eccezione composta da Orietta Berti, madrina della manifestazione, accolta con affetto ed entusiasmo dal pubblico; Renato Borghi, presidente nazionale di 50&Più e vice presidente delegato di Confcommercio Imprese per l’Italia; Marina Fanfani, titolare dell’etichetta discografica Zarvel Music Srl: «È una meraviglia vedere in noi ultracinquantenni la voglia di mettersi in gioco», ha affermato; Luigi Necco, giornalista, uno dei volti più familiari della televisione italiana, telecronista della famosa trasmissione Rai 90° Minuto; e, infine, Umberto Scipione, maestro d’orchestra e compositore. Tra le sue ultime realizzazioni, le colonne sonore di due pellicole di successo Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord.
[ ALLEGRIA, ENTUSIASMO E AMICIZIA È QUELLO CHE SI RESPIRA E NASCE TRA I CONCORRENTI
“ITALIA IN... CANTO”. A SINISTRA, I CONDUTTORI VERONICA MAYA E MAURIZIO MEROLLA (DIRETTORE ARTISTICO DELLA KERMESSE). IN BASSO TUTTI I PARTECIPANTI. ] DI
DELLA MANIFESTAZIONE:
«Un Festival emozionante, grande entusiasmo e bellissime voci», ha dichiarato Scipione. «Da presidente dell’Associazione eletto lo scorso dicembre - ha affermato Renato Borghi salutando il pubblico - è stata una grande emozione poter assistere a questo Festival. Sono orgoglioso che 50&Più dia agli over 50 appassionati del canto e della musica la possibilità di esibirsi». Il presidente 50&Più di Napoli, nonché vice presidente vicario nazionale, Vincenzo Cozzolino, ha fatto un primo bilancio di questi anni di Italia in... canto: “In dodici edizioni abbiamo avuto 250 finalisti, 20mila spettatori, migliaia di candidati da tutta Italia». «Dare l’opportunità agli over 50 di potersi mettere in gioco attraverso una loro passione artistica - ha sottolineato il segretario generale 50&Più, Gabriele Sampaolo -, rientra nelle nostre attività ed eventi nazionali. Italia in... canto è alla sua tredicesima edizione, ma quest’anno festeggiamo anche la trentesima edizione del Concorso di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia. E questo a conferma di quanti siano gli over 50 in Italia che desiderano far emergere il proprio talento artistico anche attraverso il nostro concorso e il festival canoro». Per Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli: «È sempre una grande emozione partecipare a questo evento, ne ho seguito tutte le edizioni; una manifestazione dal forte contenuto sociale». All’evento sono intervenuti anche Pietro Russo, presidente Confcommercio Napoli, e Marco Esposito, Assessore al Commercio del Comune di Napoli. Appuntamento al 2013 per la quattordicesima edizione.
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O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO •
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INCONTRI & CONVEGNI VIAGGIO
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Per saperne di Più: 065599353 l.stingi@enasco.it
Viaggio in Croazia e Slovenia
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ORIETTA BERTI MADRINA DEL FESTIVAL
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Gentile, affabile, semplice. Orietta Berti non si è negata al pubblico. Richieste di autografi e foto a non finire, con tutti disponibilissima, una rarità per un’artista del suo calibro, con alle spalle 45 anni di carriera, amata in Italia e all’estero. Come ha vissuto l’esperienza di Italia in... canto? Mi sono divertita e intenerita ad ascoltare tutti coloro che si sono esibiti sul palco che considero ormai carissimi amici. Mi hanno trasmesso entusiasmo e passione. Mi sono chiesta se anche io, dopo 45 anni, riesco a provare le loro stesse emozioni. Ma ancora oggi, per me, la cosa più bella della mia professione è fare i concerti. Ho il pubblico vicino e quando canto l’emozione che provo voglio condividerla e trasmetterla al mio pubblico. Sul palco del Teatro Mediterraneo, Orietta Berti ha ripercorso gli esordi della sua carriera. «Era il 1965 quando esordii con le canzoni di Suor Sorriso, sempre in quell’anno vinsi il “Disco per l’Estate” con il brano Tu sei quello, nel 1966 partecipai a “Sanremo” con Io ti darò di più e poi venne il 1967, e sempre al “Festival di Sanremo” cantai Io, tu e le rose. Orietta Berti ha deliziato il pubblico di Italia in... canto con la canzone Tu vuo’ fa l’americano di Renato Carosone, un omaggio a Napoli e alla canzone napoletana. «Renato Carosone è stato il mio idolo sin da ragazzina, lo ritengo un genio».
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a Trieste, “Signora dell’Est”, passando per Aquileia fino a Dubrovnik, “Perla dell’Adriatico”, dal 6 al 13 giugno, con 50&Più Università alla scoperta dell’altra sponda dell’Adriatico, terra di collegamento fra Oriente e Occidente d’Europa. Un viaggio di 8 giorni in Croazia e in Slovenia, con il loro carico di storia e di rinascita. Tracce culturali, linguistiche, di costume, ibridismi e compresenza fra religioni, culture e arte, una natura ancora rigogliosa, un mare splendido. Tutto questo e di più si può ammirare in questi due Paesi affacciati sull’altra riva dell’Adriatico.
CORO
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Il Coro della Terra: un’esperienza planetaria per 50&Più Università
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iniziativa è nata originariamente in Svizzera e ha coinvolto nel giro di pochi mesi centinaia di cori musicali di oltre 40 Paesi di tutto il mondo, con più di centomila cantori: cori di ragazzi ma anche di anziani, cori di professionisti e cori religiosi, cori di montagna, cori italiani, americani, spagnoli, congolesi, filippini, australiani... Tutti insieme e in contemporanea nel nome del Pianeta Terra, casa comune da amare e custodire insieme. L’idea splendida è stata quella di darsi un appuntamento, a livello planetario, nell’immenso palcoscenico del web: in contemporanea, per cantare all’unisono, in nome di una umanità sempre più ravvicinata in un Pianeta sempre più piccolo. La musica, linguaggio universale, unisce spesso le persone in sentimenti di fratellanza più di tutte le politiche. Così il 21 febbraio, dalle 11 alle 13, anche il coro di 50&Più Università, nello scenario piccolo e raccolto della Sala Consiglio della Sede Enasco di via del Melangolo, ha partecipato al collegamento mondiale con le musiche più significative del suo repertorio e la direzione di Giulio Albonetti.
REGGIO CALABRIA
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Contro l’emarginazione
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essuno escluso” è il ciclo di convegni curato da 50&Più Università di Reggio Calabria: gli incontri hanno l’obiettivo di dare voce a realtà impegnate contro l’emarginazione, intesa nel suo senso più ampio. ll primo incontro è stato con il presidente dell’associazione “Attendiamoci”, don Valerio Chiovaro, su: “Religioni e volontariato”. Per conoscere il calendario completo contattare la segreteria.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C
PIACENZA
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Un prestigioso riconoscimento
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remiati 37 imprenditori con l’onorificenza di Maestro del Commercio. La cerimonia si è tenuta nella sede di 50&Più, provincia di Piacenza. «Testimoni credibili della difficile arte del commercio svolta per lunghissimi anni - ha dichiarato il presidente provinciale 50&Più, Giannantonio Moroni -, uomini e donne che, presidiando il territorio, hanno esercitato un’opera di presenza nella vita con compiti e ruoli anche sociali in anni difficili: si usciva dal dopoguerra, tutto era da costruire e inventare; con tenacia hanno contribuito a quello che, a detta di tutti, è stato il “miracolo italiano”». Il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, ha sottolineato il valore dell’onorificenza, specie in questo periodo di crisi economica e del lavoro. Inoltre, il Presidente ha invitato la politica «a rimettere al centro i valori della persona». Per l’assessore comunale, Giovanna Palladini: «Qui si premia una generazione che si è fatta da sé grazie alle proprie capacità». «Siete l’esempio di una generazione tena-
ce», ha dichiarato l’assessore provinciale, Andrea Paparo. E, infine, davanti al presidente provinciale dell’Unione, Alfredo Parietti, al direttore, Giovanni Struzzola, ed alle autorità cittadine, sono stati consegnati i diplomi e le Aquile del Commercio. Hanno ricevuto l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Grazietta Luppi e Carlo Gatti; l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Angelo Garioni, Giovanni Solari, Giuseppina Bossalini, Maria Luisa Bossalini, Francesco Meazza, Franco Bonini, Rita Scipioni, Anna Mei, Pier Giorgio Ardemagni, Virginia Scipioni, Fausto Marchioni, Maria Molinari, Rita Rei; l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Renzo Botteri, Enrica Benna, Sergio Morandi, Romano Scevi, Carmela Camozzi, Vittorio Sassi, Lavinia Franchi, Armando Borella, Duilio Barbieri, Giorgio Bonini, Marisa Guarnieri, Vittorio Gobbi, Gian Battista Gatti, Ennio Barabaschi, Rosa Zilioli, Ferruccio Colla, Teresa Pisaroni, Claudio Villa, Fabio Zanacchi, Raffaele Rizzi, Adelina Mozzi, Carlo Mazzocchi.
TRIESTE
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Ballo del Commercio
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rande successo della II edizione del Ballo del Commercio, che si è svolto in concomitanza del Carnevale presso La Bottega del Vino, all’interno del Castello di San Giusto. Le numerose adesioni hanno identificato l’evento come una delle migliori attività associative della 50&Più locale. È stata anche una gara di maschere premiate alla presenza del presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura e della Confcommercio di Trieste, Antonio Paoletti, e della presidente di 50&Più di Trieste, Marina Gruden Vlach.
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LUCCA
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Salute e benessere
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amminare è un sano esercizio fisico che aiuta a mantenersi in forma e in salute. A questo proposito 50&Più ha organizzato due incontri con i medici ASL 2 di Lucca. Il 24 aprile alle ore 10.00, presso la sede di Lucca della Confcommercio (via Fillungo 121), incontro teorico per illustrare i benefici del camminare per la salute. L’incontro successivo si tiene il 25 aprile alle ore 15.30 presso “Circolo Bridge” (Porta S. Maria- Lucca) per conoscere nella pratica i movimenti giusti e ottenere il massimo benessere dalla camminata. Al riguardo sono previsti 2 percorsi e, a seconda della predisposizione fisica di ognuno, gli istruttori indicheranno gli esercizi più idonei. 1° percorso: partenza dal “Circolo Bridge“ - discesa S. Frediano con uscita spalti - tratto erboso e rientro al Circolo. 2° percorso: Giro sulle mura di Lucca - rientro al Circolo. A fine percorso è previsto un piccolo ristoro e consegna dei diplomi di partecipazione.
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O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO •
MILANO [ TARGA D’ONORE A DONATO IMPICCIATORE, 97 ANNI, SOCIO FONDATORE DI 50&PIÙ. PER I SUOI 33 ANNI DI ATTIVITÀ POLITICA E SINDACALE IN QUALITÀ DI PRESIDENTE 50&PIÙ DELLA PROVINCIA DI CHIETI, OGGI PRESIDENTE ONORARIO, È STATO ANCHE INSIGNITO DELLA MEDAGLIA D’ORO DELLA CAMERA DI COMMERCIO. ]
Spazio auguri A Silvano e Mirella Evangelisti di Roma per le loro nozze d’oro. Dai figli Andrea, Alessio, e il nipotino Edo. *** Auguri per i suoi 100 anni a Rosa Niro
BRASILE
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Racconti e poesie: le opere premiate resce in consensi e partecipazione il Premio Poeti e Scrittori in Lombardia-50&Più per la Cultura, ideato e organizzato da 50&Più e 50&Più Università di Milano. Aperto a tutti gli aspiranti scrittori residenti in Lombardia con più di 18 anni di età, ha premiato i vincitori della terza edizione nella Sala Francesco Colucci dell’Unione Confcommercio di Milano. La giuria era composta dai poeti e scrittori: Filippo Ravizza, presidente di giuria e presidente 50&Più Università di Milano, Sebastiano Aglieco e Mauro Germani. Per la sezione Prosa la vincitrice è stata Marta Folcia con La signora delle bambole, al secondo posto Sabrina Minetti autrice di Le lettere dell’alfabeto, e al terzo posto Vanni Camurri con La rosa e il liuto. Per la sezione Poesia sul podio più alto Vincenzo di Maro con Mentre sta già accadendo, al secondo posto Paolo Fichera con Era questa ferocia unica, terzo classificato Maria Bourdon con A Giancarlo Puecher. I due premi riservati agli iscritti 50&Più in Lombardia “Miglior Scrittore” e “Miglior Poeta” sono stati vinti entrambi da Claudio Dumiani con, rispettivamente, La ragazza di Morivione e a Mia Madre. Alla premiazione era presente anche il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi: «Le opere premiate esprimono importanti valori culturali, sono racconti e poesie molto toccanti, di grande attualità, valide anche dal punto di vista tecnico». I premi, consistenti in una pergamena, una targa e buoni per l’acquisto di libri, validi sul territorio della Lombardia nella catena de “Il Libraccio”, sono stati consegnati da Giancarla Conti e Maria Antonia Rossini, vice presidenti della 50&Più milanese, e dal presidente Borghi.
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Salgono a 5 le sedi
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umentano le sedi 50&Più in Brasile. Il nuovo ufficio è in Rua Anita Coste-Bosque - Presidente Prudente, 80. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza del vice presidente delegato 50&Più Enasco, Sergio Rebecca, del direttore dell’Area Estero, David Sensi, del coordinatore degli uffici 50&Più Enasco del Sud America, Antonio Laspro, della responsabile della sede zonale di Presidente Prudente, Valeria Rodrigues. L’inaugurazione è stata l’occasione per premiare i nostri concittadini del titolo di Maestro del Commercio. Premiato con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività) Nilson Riga Vitale; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività) Vitalino Crellis, Wadir Olivetti, Laderio Leonardo Botigeli. [ FOTO DI BENEDITO GERARDO DE OLIVEIRA ] APRILE 2012
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C COSA C’È IN CALENDARIO... ROMA
» 20 aprile - Presentazione del libro La lingua segreta degli dei, di Bar-
LODI
» 22 aprile - Visita alla Reggia di Masino (To) immersa nel verde e dal-
PADOVA
» 22 aprile - 50&Più partecipa alla Maratona di Sant’Antonio non com-
bara Frale, presso la sede 50&Più (Via Brunacci 21) alle ore 15.30. Nel racconto, un filo sottile lega la città di Chicago, la Segreteria di Stato di Pio XI con i servizi segreti di Hitler e l’Ambasciata italiana al Cairo. Per saperne di Più: 0655380442-3
l’atmosfera fiabesca. A seguire pranzo e ballo. . Per saperne di Più: 0371432575
petitiva. Percorso di 42 km. Per saperne di Più: 0498209787
VERONA » 25 aprile - Si parte alla volta di Padova per visitare la cappella degli
Scrovegni dipinta da Giotto, un capolavoro del Trecento. L’escursione prosegue verso l’abbazia di Praglia immersa tra i Colli Euganei. Per saperne di Più: 045953502
» 9 maggio - Incontro con l’ingegner Gianfranco Vivian su: “Salvatag-
TREVISO
gio dei templi egizi della Nubia”. Per saperne di Più: 042256481
PAVIA VICENZA
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Per saperne di Più: 0444964300
Concerti, incontri, conferenze
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iverse le iniziative della 50&Più vicentina: dai concerti alle conferenze mediche, agli incontri formativi. In particolare, anche quest’anno, è stato molto seguito il ciclo di conferenze de “I mercoledì dell’anziano”. L’incontro dedicato all’osteoporosi, condotto dai medici specialisti Pierluigi Zanco e Piergiovanni Orsolon, ha posto l’accento sulla prevenzione di questa patologia possibile grazie a un corretto stile di vita sin da giovani. Nel secondo appuntamento, condotto dal dottor Roberto Mingardi, si è parlato del diabete e dei rischi cardiovascolari connessi. Come evitarlo? Fondamentale una alimentazione corretta. “Cardiopatie strutturali valvolari e congenite, trattamento endovascolare mini invasivo”, è stato il tema del terzo incontro trattato dal professor Francesco Bedogni del San Donato di Milano. Si è tenuto anche un incontro informativo sulle successioni ereditarie con il notaio Francesca Boschetti e il dottor Paolo Maran. Sono stati illustrati la forma del testamento, gli aspetti civilistici e fiscali. «Questo incontro - ha detto il presidente della 50&Più vicentina, Fiorenzo Marcato - è nato per offrire un quadro preciso sul tema dell’eredità. Parlarne con un notaio e un fiscalista ci ha aiutato a fugare, per quanto possibile, molti dubbi».
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Testimonianze di vita
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n incontro dedicato al “Commercio, Cultura e Servizi” organizzato da 50&Più di Pavia e Ascom di Vigevano in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, l’Unitre locale e la Società Storica Vigevanese. L’appuntamento è per il 12 maggio alle ore 15.00, presso l’auditorium “San Dionigi” di Vigevano. La giovane commerciante Elisabetta Borghi illustrerà il suo romanzo storico sentimentale Il pettinino di Juliette, ambientato in Lomellina nel periodo napoleonico, mentre 50&Più presenta il XVIII volume della collana Le perle della Memoria, dal titolo Dalla bottega all’ipermercato (50&Più Editoriale), curato da Roberto De Angelis, docente di sociologia urbana, Università La Sapienza di Roma. Al termine ci sarà l’inaugurazione dei nuovi uffici di Vigevano del Patronato 50&Più Enasco e del Centro di assistenza fiscale 50&Più Caaf.
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O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • NAPOLI
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Premio Poesia “Raffaele Viviani”
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er chi si diletta nella poesia, 50&Più Campania ha bandito la XIV edizione del Premio di Poesia “Raffaele Viviani”. Il premio è suddiviso in due sezioni: la sezione A per gli elaborati in lingua napoletana, e la sezioni B per gli elaborati in lingua italiana. Le poesie dovranno essere inedite. Al concorso possono partecipare gli iscritti a 50&Più della Campania. È possibile partecipare ad entrambe le sezioni. Modalità di partecipazione: Inviare le poesie in sei copie non firmate (complessivamente non più di due elaborati) in lingua napoletana (sez. A) o in lingua italiana (sez. B) entro e non oltre il 4 maggio 2012. Gli elaborati vanno inviati in busta chiusa
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sulla quale sarà indicata la sezione di appartenenza e il motto prescelto. Detto motto sarà stato apposto anche su ciascuna copia. Nella busta sarà messa una seconda busta contenente le generalità, l’indirizzo e il numero telefonico dell’autore. Gli elaborati vanno inviati presso la sede regionale (Via Toledo, 156 - 80134 Napoli) oppure consegnati alla segreteria o presso gli uffici 50&Più della Campania. La premiazione avverrà il 5 giugno 2012, alle ore 16.00 nella sede di Via Toledo 156, Napoli. Tutti i partecipanti avranno un attestato di partecipazione. I primi tre premiati (3 per ogni categoria) riceveranno una coppa.
LE SEDI NEL MONDO
MACERATA
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Maestri del Commercio
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resso l’Aula Magna dell’Università di Macerata si è tenuta la cerimonia di premiazione dei Maestri del Commercio della provincia. Un riconoscimento prestigioso che premia anni di dedizione al lavoro e al benessere della collettività. A fare gli onori di casa il presidente provinciale 50&Più, Franco Natali, insieme al vice presidente nazionale 50&Più, Dante Di Mattia. Diverse le autorità presenti, l’assessore alla cultura del comune di Macerata, Irene Manzi, l’assessore alle Attività produttive e Sviluppo economico della provincia di Macerata, Giovanni Battista Torresi, la prorettrice dell’Università di Macerata, Rosa Maria Borracini, il presidente Confcommercio di Macerata, Mario Volpini. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Maria Capone, Anna Cardelli, Giovanni Di Paolo, Pietro Scipioni; Aquila d’Oro (40 anni di attività): Luigi Bartolini, Claudio Basili, Giuliano Buschittari, Gildo Cartechini, Lio Cartechini, Antonio Ciaffoni, Gianni Domizi, Franco Frenquelli, Clara Mandozzi, Silvana Marchegiani, Gianni Morresi, Anselmo Orazi, Maurizio Pela, Alessandro Principi, Antonio Scuppa, Mariella Serpicelli, Olindo Tartarelli, Gina Torresi, Giuseppe Vallesi. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Giuseppe Alfei, Manlio Bernardon, Egidio Cervigni, Luciano Compagnucci, Livia Vladimiro, Domenico Petrelli, Giuseppe Pietroni, Giovanni Tonnini, Carlo Torquati, Umberto Sciarra.
Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Rosario Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Presidente Prudente Porto Alegre Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale
Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 0054 3414482049 Telefono 0061 394824800 0061 464680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 0055 1832216645 0055 5130222720 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661867 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO LE SEDI PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 45 Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16
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Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0815510737 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 0382372511 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 050483711 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO E INDENNITÀ DEI COMPENSI: NUOVE REGOLE «Dal 1° gennaio 2011 la tassazione in alcune circostanze non è più separata, ma presenta aliquote progressive» [ DI
ALESSANDRA DE FEO ]
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al 1° gennaio 2011 è stata modificata la tassazione delle indennità e dei compensi per la cessazione del rapporto di lavoro dipendente e di collaborazione coordinata e continuativa (art. 17 del Tuir). Le indennità oltre il milione di euro non si tassano più separatamente, ma concorrono al reddito complessivo con tassazione mediante aliquote progressive. La disposizione non modifica le regole che individuano i redditi da tassare separatamente, né i criteri per la determinazione dell’imposta previsti dagli articoli 19 e 21 del Tuir, ma esclude il regime di tassazione separata per i redditi di cui alle lettere “a” e “c” del comma 1 dell’art. 17 del Tuir nella parte eccedente il milione di euro.
Tfr, indennità equipollenti e non »La lettera “a” del comma 1 dell’art. 17 del Tuir interessa i redditi percepiti e percepibili legati a cessazione del lavoro dipendente (pubblico o privato), per: trattamento di fine rapporto secondo l’art. 2120 del c.c.; indennità equipollenti, denominate e percepite, legate alla durata del rapporto; tutte le altre indennità e somme, comunque percepite una tantum, dopo cessazione. Date le differenti tipologie e gli anni di maturazione, sono applicabili diverse modalità di calcolo, cioè: le indennità e le somme, anche se non commisurate alla durata del rapporto; il Tfr e le indennità equipollenti. Altre somme e valori da conteggiare sono previsti dalla lettera “o” del comma 1 dell’art. 17 del Tuir.
Le indennità di fine rapporto oltre il milione di euro, si sommano al reddito complessivo
Se si supera il limite »Queste disposizioni si applicano a indennità e compensi la cui percezione decorre dal 1° gennaio 2011, al lordo delle riduzioni e deduzioni previste. Se in tale periodo è stata erogata un’anticipazione del Tfr, o un acconto superiore al limite previsto, la parte eccedente forma il reddito complessivo.
Precisazioni »- L’importo eccedente il limite di un milione di euro non muta la natura delle indennità e dei compensi erogati; - le riduzioni e gli abbattimenti forfettari, previsti dall’art. 19 del Tuir, vanno ripartiti
proporzionalmente tra le indennità soggette a tassazione separata e quelle a tassazione ordinaria; - le somme che concorrono alla formazione del reddito si conteggiano: per il Tfr, al netto delle rivalutazioni annuali dell’11%, applicate all’imposta sostitutiva a decorrere dal 2001, e dell’abbattimento forfettario di 309,87 euro per gli importi maturati fino al 2000; per le indennità equipollenti, si procede alla riduzione percentuale e all’abbattimento forfettario di euro 309,87 per tutti gli anni di anzianità lavorativa assoggettati a tassazione ordinaria; - tutte le procedure di tale norma non si applicano se compensi e indennità vanno a eredi di un soggetto deceduto.
Sostituto d’imposta e regime transitorio »Il sostituto d’imposta, nei calcoli relativi all’indennità di fine rapporto, dovrà determinare l’imponibile e l’aliquota di tassazione separata da sottoporre a tassazione. Per le erogazioni del 2011, il comma 31 dell’art. 24 della disposizione del 6/12/2011 prevede che le disposizioni si “applicano con riferimento alle indennità e ai compensi il cui diritto alla percezione è sorto a decorrere dal 1° gennaio 2011”. I sostituti devono quindi rideterminare la tassazione, liquidando l’imposta a titolo di tassazione ordinaria e quella ad altro titolo. APRILE 2012
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PREVIDENZA
PENSIONI MINIME E MAGGIORAZIONI 2012: ATTENZIONE AI REDDITI «Entro il 30 giugno va inoltrato il modello Red per la riconferma o l’aumento della pensione spettante» [ DI
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calcolo della pensione minima »PerIlcapire adesso con quale criterio viene attribuita l’integrazione dobbiamo ricordare che l’Inps calcola la pensione sulla base dei versamenti effettuati. Ma se l’importo risulta inferiore al minimo di legge (480,53 euro al 50epiu.it
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APRILE 2012
Limiti di reddito 2011* Pensionato solo Pensionato coniugato
Integrazione totale fino a € 6.088,55 fino a € 18.265,65
Pensionato solo Pensionato coniugato
Integrazione totale fino a € 6.246,89 fino a € 18.740,67
GIANNI TEL ]
on la Manovra 2010 sono stati cambiati i parametri con cui i pensionati possono ottenere le prestazioni pensionistiche legate al reddito. Già nel 2009 era stato stabilito che, per le prestazioni legate al reddito, si doveva tenere conto solo del reddito conseguito dal beneficiario e dal coniuge nell’anno solare precedente. Da giugno 2010, dunque, con la legge 122/2010 è stata stabilita la seguente nuova applicazione: • nel caso di concessione per la prima volta della prestazione, i redditi da utilizzare sono quelli presenti nell’anno in corso, così anche i limiti di reddito da prendere a base; • se si tratta invece di una prestazione già concessa in precedenza, i redditi da sottoporre a verifica sono quelli riferiti all’anno in corso e all’anno precedente, mentre i limiti di reddito sono quelli dell’anno in corso. Nel 2012, per esempio, per i già pensionati sul modello Red - che gli stessi debbono inoltrare tramite il Caf entro il 30 giugno prossimo - va riportato il reddito del 2011 (redditi diversi) e il presunto 2012 sulla cui base viene confermato, ridotto o aumentato l’importo di pensione spettante.
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TABELLA A A CHI SPETTA L’INTEGRAZIONE
Integrazione parziale** Nessuna integrazione da € 6.088,55 a € 12.177,10 oltre € 12.177,10 da € 18.265,65 a € 24.354,20 oltre € 24.354,20
Limiti di reddito 2012*** Integrazione parziale ** Nessuna integrazione da € 6.246,89 a € 12.493,78 oltre € 12.493,78 da € 18.740,67 a € 24.987,56 oltre € 24.987,56
* I limiti di reddito 2011 vengono presi a riferimento e confronto per le pensioni già liquidate entro dicembre 2011. ** Spetta una somma pari alla differenza tra il reddito del pensionato (o della coppia) e il limite di reddito previsto dalla legge. *** I limiti di reddito presunto 2012 valgono per le prestazioni di prima liquidazione (a seguito di domanda e con decorrenza dall’anno in corso), per le pensioni già liquidate entro dicembre 2011 e per alcune prestazioni il cui diritto è condizionato in tutto o in parte alla presenza del reddito di lavoro (esempio: l’assegno di invalidità).
TABELLA B LA MAPPA DELLE MAGGIORAZIONI SOCIALI (IMPORTI E LIMITI DI REDDITO)
Età
Da 60 a 64 Da 65 a 69 Da 70 in poi
Importo mensile x 13
25,83 82,64 136,44
Limiti di reddito Anno 2011 *
Personale 6.424,34 7.162,87 7.862,27
Coniugale 11.859,90 12.598,43 13.297,83
Anno 2012 **
Personale 6.582,68 7.321,21 8.020,61
Coniugale 12.159,68 12.898,21 13.597,61
* I limiti di reddito 2011 vengono presi a riferimento e confronto per le pensioni già liquidate entro dicembre 2010. ** I limiti di reddito presunti 2012 valgono per le prestazioni di prima liquidazione (a seguito della domanda e con decorrenza dall’anno in corso) e per le pensioni già liquidate entro dicembre 2011.
mese nel 2012) aggiunge la differenza, un’integrazione a carico dello Stato. Attenzione però: l’integrazione, che un tempo veniva concessa a chiunque avesse maturato il diritto a pensione, oggi è legata ai redditi personali, per chi vive da solo e a quelli della coppia, per chi è coniugato. La legge fissa determinati limiti di reddito, aggiornati di anno in anno in base al tasso di
inflazione (costo della vita pari al 2,6% per il 2012). E anche chi non li supera non è detto che riceva come integrazione la differenza tra la pensione maturata e il trattamento minimo. A seconda del reddito dichiarato può essere assegnata la misura intera o ridotta. Per chiarire meglio vediamo intanto come si presenta la situazione per i pensionati che vivono da soli.
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Nel 2012 possono contare sul trattamento minimo di 480,53 euro mensili se il loro reddito annuo non supera 6.246,89 euro. Se il reddito extra pensione si colloca tra 6.246,89 euro e 12.493,78 euro, l’integrazione spetta in misura ridotta, pari alla differenza tra quest’ultimo importo e il reddito conseguito. Per esempio, un pensionato che ha maturato con i soli contributi una pensione di 200 euro al mese e possiede altri redditi (case, altre pensioni, ecc.) per 9.000 euro l’anno, ottiene in questo caso un’integrazione di 268,75 euro (12.493,78 - 9.000 : 13), per cui la pensione sarà di 468,75 euro al mese, inferiore quindi al trattamento minimo.
I redditi personali e della coppia »Il discorso diventa più complicato per i coniugi che devono superare il doppio sbarramento del reddito personale, che deve restare nei limiti sopra indicati, e della coppia. Quest’anno la situazione si presenta così: • reddito personale che non supera 6.246,89 euro e reddito della coppia non oltre 18.740,67 euro: in questo caso al pensionato spetta l’integrazione intera e viene garantito il trattamento minimo di 480,53 euro al mese. • reddito personale compreso tra 6.246,89 e 12.443,78 e reddito della coppia compreso tra 18.740,67 e 24.987,56: in questo caso l’integrazione spetta in misura ridotta. La legge stabilisce che l’importo spettante è quello minore risultante dal doppio confronto tra il limite massimo di reddito personale (12.493,78) e quello effettivamente posseduto e tra il limite di reddito della coppia (24.987,56) e quello conseguito. Nella Tabella A sono sintetizzati i requisiti per ottenere l’integrazione.
sociali »ChiLevivemaggiorazioni con una sola pensione o quasi, può avere qualcosa in più della pensione minima. La legge riconosce, infatti, le cosiddette maggiorazioni sociali, che variano in base all’età del pensionato. La quota aggiuntiva è di 25,83 euro al mese per coloro che hanno dai 60 ai 64 anni, di 82,64 euro per chi ha un’età che si colloca tra 65 e i 69 anni. Dai 70 anni in su l’integrazione è di 136,44 euro. I 70 anni richiesti si possono ridurre fino a 65, in ragione di un anno per ogni cinque di contributi versati. Per gli invalidi totali l’età minima è di 60 anni. Nel 2012 le maggiorazioni sono subordinate al non superamento dei limiti di reddito riportati nella Tabella B. Per i non coniugati il limite di reddito personale è dato dall’ammontare del trattamento minimo, più l’importo annuo della maggiorazione. Mentre per i coniugati il reddito della coppia non deve superare il limite personale, maggiorato dell’importo dell’assegno sociale (429,00 euro mensili nel 2012).
redditi »SiaQuali per la pensione minima che per la maggiorazione sociale, è il caso di ricordare che l’Inps considera tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti o tassati alla fonte come gli interessi bancari e postali, i rendimenti da Bot e altri Titoli. Nel computo rientrano anche le rendite Inail e gli assegni assistenziali. In altre parole bisogna denunciare tutto con la sola eccezione dei redditi provenienti da: la casa di abitazione; le pensioni di guerra; l’assegno di accompagno; i trattamenti di famiglia; i sussidi erogati da Enti Pubblici senza carattere di continuità. È opportuno, comunque, data la particolare applicazione normativa, rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco che, gratuitamente e presenti su tutto il territorio nazionale, sono in grado di fornire tutte le informazioni e i chiarimenti necessari.
Nuove pensioni e nuova cultura previdenziale
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er fare cassa non si può proprio fare a meno di intervenire sulle pensioni. Non ha fatto eccezione il Governo Monti con una riforma che ha scontentato partiti, organizzazioni sindacali, lavoratori e pensionati. Il risultato è che tutti andranno in pensione più tardi e con una rendita ridotta rispetto alle iniziali aspettative. Un’amara verità che deve stimolare ad una riflessione definitiva sulle necessità di investire sul futuro, con un giusto mix tra copertura pubblica (da conoscere e monitorare) e pensione di scorta. Negli ultimi 20 anni il nostro sistema previdenziale è stato oggetto di nove riforme ed oggi ha forse trovato il suo equilibrio. I principi su cui poggiano i provvedimenti sono, in sintesi: • l’affermazione del metodo contributivo come criterio di calcolo delle pensioni, in un’ottica di equità finanziaria intra/intergenerazionale; • la sostanziale eliminazione delle pensioni di anzianità; • la parificazione definitiva dell’età pensionabile tra uomini e donne, anche nel privato e nel settore del lavoro autonomo; • la flessibilità nell’età di pensionamento, che consente al lavoratore maggiori possibilità di scelta nell’anticipare - ma con penalizzazioni - o posticipare il ritiro dal mercato del lavoro; • la semplificazione e la trasparenza dei meccanismi di funzionamento del sistema, con l’abolizione delle “finestre” e di altri meccanismi che non rientrino esplicitamente nel modello contributivo; • l’abbattimento delle posizioni di privilegio. Si armonizzano età, aliquote contributive e modalità di calcolo delle prestazioni; si individuano requisiti minimi per la pensione, in linea con la speranza di vita per le diverse fasce di età e in coerenza con gli altri ordinamenti europei. Gli interventi legislativi hanno prodotto effetti significativi, ma dato chela sostenibilità sembra raggiunta, sarebbe riduttivo pensare che possa essere l’unico criterio di riflessione sul sistema previdenziale. Tutti abbiamo preso confidenza con il problema del risparmio personale e familiare. Tutti controlliamo mensilmente il conto in banca. Quasi nessuno controlla periodicamente quello previdenziale, da cui dipenderanno molte cose alla fine della nostra carriera lavorativa. Mentre ci sono già circa otto milioni di lavoratori il cui futuro previdenziale è regolato dal sistema contributivo “puro”, tutti gli altri, da quest’anno, debbono sapere che riceveranno una pensione (anche se in pro-rata: retributiva e contributiva insieme) la cui consistenza sarà determinata dal montante contributivo che stanno accumulando. E qui si innesta il problema della cultura previdenziale. Non ci si può solo soffermare sulla sostenibilità economico-finanziaria, ma va anche considerata quella “sociale”, non c’è società che non elabori cultura. Non c’è sostenibilità sociale in tema di pensioni che non debba costruire una cultura previdenziale, condivisa. Oltre ai conti, è la cultura ad assicurare il patto tra le generazioni. E una cultura previdenziale nasce dalla riflessione e dalla consapevolezza. Il sistema contributivo aggancia le prestazioni ai contributi versati nell’intera vita lavorativa. E impone oltre all’assicurazione obbligatoria, la necessità di costruire una posizione integrativa. In questo i fondi più vicini ai lavoratori (negoziali o di categoria) possono fare tanto. Certamente molto più di quello che spetta all’Inps il cui ruolo è quello di essere sempre di più l’architrave dello Stato Sociale, garante delle prestazioni “di base”, sia per la previdenza che per l’assistenza. Gli spazi di collaborazione tra l’Istituto previdenziale e i Patronati sono molti. Fra tutti quello della informazione e comunicazione. Il nostro patronato 50&Più Enasco, che assiste da sempre, gratuitamente su tutto il territorio nazionale, i lavoratori e i pensionati, permette on-line di conoscere la situazione personale, con la consultazione del proprio conto previdenziale, predisponendo una proiezione sulla liquidazione della pensione. Ricevere in anticipo consigli e suggerimenti mette in condizione tutti di non partire da zero. Il futuro previdenziale è nelle nostre mani, preoccupiamocene in tempo. APRILE 2012
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ARTE DI PAOLO GIOR GI
IL GENIO DELL’IMPREVEDIBILE
SALVADOR DALÌ «Una straordinaria mostra nella Capitale raccoglie numerosi tra i migliori capolavori del grande artista spagnolo: una retrospettiva per conoscere meglio un uomo “surrealista” anche nel modo d’essere»
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ominciamo con il dire che quella curata da Montse Aguer e Lea Mattarella non è una mostra di Dalì come tante: per qualità delle opere, per i Musei accorsi a prestare opere fondamentali, per la raccolta di ineguagliabili disegni, per le sezioni che accompagnano lo spettatore tra i vari periodi della vita creativa dello sfrontatissimo genio di Figueras (1904-1989), quello del Vittoriano a Roma (fino al 30 giugno) è un evento espositivo di alto criterio culturale. Dalì è pittore di un mestiere sommo, i suoi colori, novità che scaturisce da una tavolozza incorporea i cui impasti dipingono elementi simbolici o un “delirio commestibile”, per dirla secondo i canoni del suo personalissimo surrealismo, elaborato in chiave onirica. E di quella pasta possono essere i sogni nel ricordo diurno, di una sostanza liquida, molle, come i suoi celebri orologi che pendono in lande desertiche di un tempo come sconfitto da un Eterno Presente. E nella sua irriverente ironia, Dalì trovò il tempo per essere amico di Garcia Lorca, di farsi in motocicletta dalla Spagna a Parigi per conoscere Picasso. Celebri e documentati sono anche il suo ruolo poi di coautore del regista Bunuel, di Hitchcock o di Walt Disney. E surrealista. Per il cui movimento firmò svariati
manifesti in cui si predicavano libere associazioni di sogni e di incubi, due stati di una specie di realtà assoluta, di “surrealtà” appunto, con un occhio anche verso il marxismo e Freud (Hitler, del resto, aveva interdetto tutta l’arte d’avanguardia). E il padre della psicoanalisi, in una lettera a Stefan Zweig, ricambierà non restando indifferente al lavoro del pittore: «Consideravo insensati i surrealisti ma questo spagnolo dagli occhi fanatici e la sua padronanza tecnica mi hanno fatto cambiare idea». E Dalì nel suo splendore visionario farà coincidere le cose più impensate in ogni singola forma: conchiglie che si fanno occhi, una fruttiera che nasconde il volto di una ragazza, una rarissima scultura bronzeo-dipinta (in mostra fortunatamente) che si fa assemblaggio di svariati materiali. Mistificazione o autenticità ? Chi è Salvador Dalì oltre il suo incommensurabile mestiere? Un eretico, per il padre del Surrealismo, Andrè Breton che, vedendolo allontanarsi dal movimento, lo apostrofò come “accademico”, un artista che aveva svelato la sua vera vocazione in quel suo nome che, perfidamente anagrammato, suonava “Avida
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[SALVADOR DALÍ, MADONNA DI PORT LIGAT - 1950. OLIO SU TELA. FUKUOKA ART MUSEUM]
Dollars”. Parole di miele queste, per il provocatore Dalì che nei suoi diari scriverà tassativo rivolgendosi ai pittori: «Cominciate a disegnare e dipingere come gli antichi maestri, poi fate come volete, sarete sempre rispettati». Nella mostra romana, il prevalere dell’amore del pittore per il Rinascimento italiano, dopo il periodo surrealista, è ben documentato con uno spettacolare dipinto di rovine antropomorfiche, Telefono bianco, o con un ritratto in trono di sua moglie Gala come Madonna di Port Ligat del 1950, citazione della Pala di Brera di Piero della Francesca. E documentati sono anche i suoi viaggi nel Bel Paese, tra Roma, Venezia e il Parco dei Mostri in pietra di Bomarzo del quale tanto parlò in seguito, fino a stimolare la curiosità di molti nostri
ROMA, COMPLESSO DEL VITTORIANO FINO AL 30 GIUGNO
}
connazionali verso quell’ottava meraviglia ideata da Vicino Orsini. Un altro particolare, ma non meno indicativo della sua attenzione per l’Italia, è il disegnare la Vespa, lo scooter della Piaggio, nelle illustrazioni per il Don Chisciotte ribattezzandola Dulcinea, l’infatuazione amorosa del “cavaliere dalla trista figura”. Nella poliedricità del suo indiscusso genio, convergono molti atteggiamenti bizzarri, una sorta di “uniforme Dalì”, fatta di stravaganze come i celebri baffi, miranti tutte a far coesistere la vita in una gigantesca opera d’arte ad uso e consumo dei media, complice anche la fida e scaltra Gala, musa e paradigma erotico, sposa di dieci anni più grande. Ma quello è un altro Dalì, più legato a una mondana posterità, quello - per intenderci - che dà il nome anche ad un treno della notte sulla tratta Barcellona-Torino-Milano. APRILE 2012
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ARTE
[ MOSTRE DI VALERIO
*
LA PITTURA NON FU PIÙ LA STESSA
MARIA URRU ]
Mirò, Mondrian e Calder L’avanguardia sbarca a Vercelli
«Fino al 10 giugno sarà possibile ammirare una selezione di circa quaranta opere nella suggestiva ambientazione dell’Arca di Vercelli, presso l’ex Chiesa di San Marco»
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osa significa essere un gigante dell’Arte? La risposta più giusta ad una domanda simile potrebbe essere “Avanguardia”, sì, ma anche “senso dell’innovazione”, “sperimentazione”. Forse c’è anche un’altra parola che potrebbe spiegare una definizione così importante: “radici”. Quelle stesse radici che solo i grandi artisti riescono ad affondare nel cuore di altri artisti e di tutti coloro che li osservano, cambiando definitivamente la prospettiva del mondo. A Vercelli, fino al 10 giugno l’Arca, la grande struttura moderna realizzata nella navata centrale dell’ex Chiesa di San Marco, ospita la mostra I giganti dell’Avanguardia: Miró, Mondrian, Calder e le Collezioni Guggenheim. In questo set architettonico, che oscilla tra la verticalità del gotico e l’es-
Senza titolo Guazzo su carta di A. Calder, 1971, Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York. Per l’artista tutto iniziò visitando lo studio di Modrian.
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50epiu.it
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APRILE 2012
[ SOPRA, PIET MONDRIAN, “NATURA MORTA CON VASO II” (1911-12), OLIO SU TELA, MUSEO SOLOMON R. GUGGENHEIM (NEW YORK). IN ALTO A SINISTRA, ALEXANDER CALDER, ARCO DI PETALI (1941),
senzialità del contemporaneo, trovano spazio circa 40 opere, tra dipinti e sculture, che tracciano la carriera dei tre artisti, nelle cui vite si inserirono i Guggenheim, esempio di lungimi-
rante collezionismo. Peggy e Solomon Guggenheim scommisero molto su Miró, Mondrian e Calder, divenuti pietre miliari nella storia artistica del Novecento.
Personaggio, cane, uccello
Pittura
Interno Olandese II
Olio su tela di J. Miró, 1953. Con quest’opera, al Museo Solomon R. Guggenheim di New York, il pittore raggiunge la maturità poetica.
Olio su tela di J. Miró, 1928, Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. È la riproposizione di Lezione di ballo (1666) di Jan Steen.
Guazzo e acquerello su carta di J. Miró, 1946. È conservato al Museo Solomon R. Guggenheim di New York.
ALLUMINIO DIPINTO E NON DIPINTO CON FILO DI FERRO, COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM (VENEZIA) ]
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ARTE
[ A DESTRA, JOAN MIRÓ, PRADES, IL VILLAGGIO, (1917) OLIO SU TELA. L’OPERA, CONSERVATA AL MUSEO SOLOMON R. GUGGENHEIM DI NEW YORK, È UNA DELLE PRIME MANIFESTAZIONI
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Emergono nelle loro collezioni in modo preminente divenendo esempi dell’Avanguardia del XX secolo. A Vercelli, il poetico Surrealismo di Joan Miró (18931983), la pura astrazione di Piet Mondrian (1872-1944), le componenti surrealiste e astratte delle sculture di Alexander Calder (1898-1976) accarezzano il cuore e gli occhi dei visitatori, creando l’occasione per ritrovare i vertici unici di una fantasia poetica e di una ricercatezza visiva unici. Accanto alle opere dei due grandi collezionisti, ci sono anche prestiti della Calder Foundation di New York, del Gemeentemuseum dell’Aja, del Museo Civico di Spoleto. È Mondrian con il suo Neoplasticismo a fare gli onori di casa. Le opere esposte coprono gli anni dal 1902 al 1938, mostrando una profonda maturazione creativa: da Boschetto di salici vicino all’acqua, albero in primo piano a destra (1902-4), più legato alla pittura naturalista olandese, si passa, dal 1908 al 1911, a suggestioni postimpressioniste, simboliste ed espressioniste. Come in Faro a Westkapelle (1908) dove la tavolozza si schiarisce, o in Metamorfosi (1908) e Calla (1908-9). Già in Estate, Duna in Zelanda (1910), il paesaggio marino si traduce in zone di colore piatto, senza figure umane, come se le forze della natura volessero unirsi. Tra il 1911 e il 1912 l’artista semplifica composizione e cromia, come appare accostando Natura morta con vaso di zenzero I (1911) e Natura morta con vaso di zenze-
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FANTASIA POETICA E RICERCATEZZA VISIVA, PURA ASTRAZIONE IN ALCUNI CASI: QUESTA È L’AVANGUARDIA A VERCELLI
ro II (1911-12): un chiaro passaggio all’astrazione con la scomposizione geometrica cubista. Con Impalcatura: Studio per Tableau III (1914) inizia un ciclo in cui l’uso dell’ovalità concilia verticale e orizzontale. Negli anni successivi Mondrian prediligerà colori puri con le Composizioni neoplastiche ortogonali che lo renderanno famoso e che caratterizzeranno il suo stile maturo, come Composizione n. 1 (1930). La conoscenza di Peggy Guggenheim lo porterà nei primi Anni ’40 a New York: qui sarà un riferimento per le nuove generazioni di artisti statunitensi. Il percorso prosegue con Mirò. Le collezioni Guggenheim conservano capolavori come Prades, il villaggio (1917), una delle prime manifestazioni della visione dell’artista spagnolo, o Pittura (1925) dove raggiunge la maturità poetica. Più
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surreale è Interno Olandese II (1928), con l’interpretazione dell’opera originale dell’olandese Jan Steen Lezione di ballo (1666 ca.) in nuove forme e soggetti. In Donna che si acconcia i capelli davanti allo specchio (1938) e in Donna seduta II (1939) appaiono esseri surreali, ma ancora con un certo rapporto con il mondo. La donna, nel senso più antropomorfo, scompare in Donna nella notte (1945), diventando una costellazione in una grande notte bianca. È accostata a questo grande dipinto l’opera Personaggio, cane, uccello, viaggio verso la sintesi e il simbolo. La summa di tutto l’universo di Mirò è però in Pittura (1953), una grande superficie che supera il perimetro della tela ergendosi quasi a segnare il cuore della mostra. L’ultima parte è dedicata a Cal-
der e alla sua ricerca, iniziata nel 1930 dopo una visita allo studio di Mondrian a Parigi. L’anno prima aveva conosciuto Mirò. Tutto cominciò con i primi mobiles degli Anni ’30: da plastiche forme in legno Calder passò quasi subito a forme in metallo e piani che si intersecavano. Arco di petali ne è l’esempio più alto e maturo con il suo aspetto antigravitazionale: gli elementi sembrano discendere librandosi in una cascata di forme. Sono presenti anche le Costellazioni dei primi Anni ’40, un’altra linea di ricerca che avvicina e racchiude tutto il percorso verso l’astrazione.
informazioni utili
SURREALISTE DELL’ARTISTA.
La sede vercellese di 50&Più Università, d’intesa con le istituzioni culturali preposte, organizza visite guidate alla mostra. l.lisco@50epiu.it oppure 0161215344 Orari mostra dal lunedì al venerdì: 8.00-19.00 sabato e festivi: 8.00-20.00
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LIBRI DI RENATO MINORE
«I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica, ma cosa vuole dire» Umberto Eco, Il nome della rosa (1980)
L’ARTE DI RICORDARE TUTTO
LETTERATURA DA VIAGGIO AUDIOLIBRI Un racconto-rivelazione di lucidità struggente, di terribile e dolce bellezza: L’Amante, il più famoso libro di Marguerite Duras ora è anche un audiolibro, letto da Licia Maglietta (Emons Feltrinelli, 15,90 euro).
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Joshua Foer Longanesi - 339 pagine euro 19,00
lebrata da Dustin Hofman nel noto film. «Mi ha davvero sorpreso - scrive Foer - capire che le nostre possibilità di ricordare sono superiori a quanto si creda. Uno choc. Ho così migliorato le capacità e ho cercato di insegnarlo anche ai miei lettori, anche a quelli che non sono giovanissimi e che possono sempre addestrarsi». L’arte di ricordare tutto è una lettura davvero deliziosa perché Foer sostiene che «la memoria è un esempio per comprendere il fluire del tempo. Più ricordi, più esperienze... e il tempo va più lentamente».
tautori degli Anni ’50 e ‘60, a Battisti e a De André (ritratti in parallelo), fino a Gaetano, Vasco Rossi, Zucchero, Jovanotti, Ligabue, Pausini. La canzone italiana 1861-2011. Storie e testi, a cura di Leonardo Colombati, è un immenso dizionario sentimentale che si può e si deve consultare. Dovrebbe stare nel nostro scaffale accanto ad altri dizionari.
50&PIÙ CONSIGLIA:
Gli capitava di scordarsi di anniversari, chiavi, numeri di telefono; come ognuno di noi, sprecava quaranta giorni all’anno per rimediare alle dimenticanze. S’immerse allora nella lettura di Cicerone, Platone e dei dotti medioevali. Consultò campioni di memoria in Europa e negli Stati Uniti. Dopo un anno di allenamento, nel 2006 era pronto per cimentarsi e vincere, con grande sorpresa, il Campionato Statunitense della Memoria. Nel suo libro, che testimonia di questa esperienza e che è diventato un best seller anche in Italia, Joshua Foer - giovane e brillante divulgatore scientifico - racconta come ha imparato ad allenare il cervello. E come l’umanità da Simonide a Giordano Bruno a Lullo si è sempre ingegnata a elaborare mnemotecniche, prima che arrivasse il computer. Foer spiega che gli uomini ignorano la possibilità della memoria e che “in ognuno di noi si nasconde un piccolo Rain Man”, ossia Kin Peeck, l’erudito la cui stupefacente memoria fu ce-
I QUATTRO CANTI DI PALERMO Giuseppe Di Piazza Bompiani - 218 pagine euro 17,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
LA CANZONE ITALIANA 1861-2011 STORIE E TESTI Leonardo Colombati Mondadori - 2.904 pagine euro 78,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
Le canzoni che hanno fatto l’Italia e gli italiani ci sono quasi tutte. Da Tu scendi dalle stelle di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, a quelle di Raffaele Viviani o di Fregoli per il café chantant, da Vivere di Tito Schipa a Maramao perché sei morto del Trio Lescano, per arrivare a Totò, a Buscaglione, Modugno e Celentano, ai can-
Nel suo primo, struggente romanzo, I quattro canti di Palermo, Giuseppe Di Piazza racconta il tempo in cui era un giovanissimo cronista nella Palermo degli anni Ottanta, gli anni della mattanza della mafia. Sono storie di un padre che uccide i figli per la più insensata delle vendette, di un giovane che si rifiuta di diventare killer di una modella nella tana/trappola della droga. E in mezzo lui, il cronista detective malinconico e scapigliato che inciampa in indagini, sopralluoghi, ammazzamenti da macelleria; in una Palermo ammaliante, luminosa, marina, talora sprofondata in una cupezza senz’anima.
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musica MILANO
DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS
RECENSIONI teatro
musica EBOLI
TUTTO SUO PADRE Roma, dall’1 al 9 e dal 12 al 14 aprile
Lunedì 23 aprile al Teatro alla Scala di Milano va in scena un appuntamento che coniuga musica e solidarietà: un concerto tributo a Ray Charles, il grande talento soul statunitense soprannominato “The Genius”. La serata - a favore della Lega italiana per la Lotta contro i Tumori, sezione milanese - propone un repertorio di brani interpretato da Kevin Mahogany, Jocelyn B. Smith ed eseguito dalla Mahler Chamber Orchestra e dalla WDR Big Band, dirette dal maestro Michael Abene. ACIREALE
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i preannuncia un altro grande successo il nuovo spettacolo di Enrico Brignano al Palalottomatica. Il comico romano si presenta in scena con l’inedito Tutto suo padre, dedicato al genitore recentemente scomparso. E lo fa con sentimento e comicità, con quella garbata ironia che ci ha fatto amare da subito questo artista della battuta cresciuto alla “scuola” del grande Proietti. Fra interrogativi sull’amicizia, sulla famiglia, sui rapporti umani, ci racconta uno spaccato di vita che potrebbe essere di ognuno di noi, con le gioie e le paure di perdere gli affetti, con il coraggio di additare le falsità e di mostrarsi anche fragili, con la forza di urlare la voglia di spensieratezza e di serenità. Brignano ci accompagna in questo suo esilarante e graffiante viaggio dove, spesso, il sorriso fa spazio anche alle emozioni. Uno show che lo conferma uno dei migliori comici italiani degli ultimi anni. Info: 0654220870 - 06540901
Venerdì 20 aprile, al Palasele di Eboli (Sa) torna a graffiare il palco Giorgia, una delle voci più acclamate della scena musicale italiana. Con il tour Dietro le apparenze l’artista romana mette in mostra le sue indiscutibili abilità canore esplorando i confini del pop, sperimentando sfumature elettroniche e rock, ma senza mai allontanarsi dallo stile melodico che l’ha resa un punto di riferimento internazionale. Giorgia, con Dietro le apparenze è delicata e romantica, con le sue ballate e ritornelli accattivanti, pur mantenendo una vena forte e profonda. ROMA
FALCONE E BORSELLINO, RACCONTATI DA UN AMICO Napoli, dal 14 al 15 aprile
D Dopo 10 anni di silenzio tornano i Litfiba, segnando un punto esclamativo sul panorama rock italiano. La coppia Piero Pelù e Federico “Ghigo” Renzulli sarà il 28 aprile al Palasport di Acireale (Ct), nell’unica tappa siciliana del reunion-tour, Grande Nazione. Testi infiammati e presenza scenica, i Litfiba regalano come sempre energia pura che scorre tra gli assoli di Ghigo e la voce potente di Pelù. La band fiorentina, infatti, dà il meglio di sé proprio durante le esibizioni live, come pochi altri gruppi riescono a fare.
ue giorni per fermarsi a pensare. Un incontro-spettacolo che il Teatro Bellini ci propone col testo Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino, di Giuseppe Ayala. Collega e grande amico dei due magistrati siciliani, simboli della lotta alla mafia, Ayala a distanza di quasi un ventennio da quel drammatico 1992 che segnò la loro tragica fine racconta in scena la sua verità su quegli anni. La Sicilia, Cosa Nostra, la politica, la giustizia italiana, i successi e i fallimenti, pagine del suo libro adattate al teatro, capaci di restituirci quel difficile momento fatto di vittorie ma anche di silenzi, di integrità morali e di devastanti indifferenze. Ma, soprattutto, ci aiuta a ricordare con commozione e rabbia due eroi dei nostri tempi. Info: 0815499688
Il 14 aprile, presso l’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma, Michele Campanella dedica il suo concerto per pianoforte, del ciclo Calliope e Minerva, a grandi autori come Haydn, Beethoven e Brahms. Considerato internazionalmente come uno dei maggiori virtuosi e interpreti del mondo poetico-musicale di Liszt, Campanella regala virtuosismi sui tasti bianchi e neri, apprezzabili anche da un pubblico con un orecchio meno esperto. Il piano diventa così musica universale, linguaggio comune e “La Sapienza” teatro di questo evento. APRILE 2012
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FANTASTICO
SUPER 8
Regia di J. J. Abrams con Joel Courtney, Riley Griffiths, Elle Fanning 50&PIÙ CONSIGLIA:
Nell’estate del 1979 un gruppo di adolescenti si ritrova ad assistere ad un incidente ferroviario, in una piccola cittadina dell’Ohio, proprio mentre sta girando un filmino con la cinepresa in super 8 nella zona. I ragazzi sospettano però che l’incidente non sia stato casuale, anche perché, quasi subito, accadono strane sparizioni e misteriosi eventi in città. Super 8, non a caso prodotto da Spielberg, è la summa del migliore cinema per ragazzi amato da intere generazioni ma con il tocco fantasy del regista J. J. Abrams, inventore della serie Lost.
DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA
RECENSIONI cinema POLLO ALLE PRUGNE regia di M. Satrapi e V. Paronnaud con I. Rossellini, M. de Medeiros, G. Farahani, M. Amalric Genere: Drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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opo il giardino di delizie Persepolis, una nuova fiaba dal sapore orientale; tappeto di immagini folgoranti che strizzano l’occhio a Fellini e nutrono la poesia della vita. Ambientata nella Teheran del 1958, Pollo alle prugne, una festa per gli occhi, è la storia di un musicista e del suo perduto amore. Il virtuoso violinista Nasser (Mathieu Amalric), dopo che sua moglie - durante un litigio - gli distrugge il tanto amato Stradivari, parte alla ricerca di un nuovo violino: incontrerà diavoli, matti e saggi, finché il sospiro della vita svanirà.
BIANCANEVE regia di Tarsem Singh con Lily Collins, Julia Roberts, Armie Hammer, Sean Bean Genere: Fiabesco
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DRAMMATICO
L’ULTIMO TERRESTRE Regia di Gipi Gianni Pacinotti con Gabriele Spinelli, Anna Bellato, Roberto Herlitzka 50&PIÙ CONSIGLIA:
Nonostante i telegiornali annuncino - senza enfasi - che gli alieni stanno per invadere la Terra, la notizia non entusiasma nessuno. Nemmeno Luca Bertacci che conduce una vita monotona e che, abbandonato dalla madre quando era piccolo, è cresciuto nella diffidenza e nell’incapacità di provare sentimenti. Ma l’arrivo degli extraterrestri potrebbe cambiare le prospettive. Diretto da Gianni Pacinotti, in arte Gipi, fumettista di vaglia qui al suo esordio cinematografico, il film è un’originale metafora dello stato delle cose nella nostra società.
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COMMEDIA
I PINGUINI DI MISTER POPPER
Regia di Mark Waters con Jim Carrey, Angela Lansbury, Carla Gugino 50&PIÙ CONSIGLIA:
Mr. Popper, un importante uomo d’affari di New York, diventa per caso il padrone di sei pinguini. L’uomo deve affrontare molti problemi per prendersi cura degli animali, ma presto scopre che i veri valori dell’amicizia e della famiglia valgono sia per gli animali, sia per gli esseri umani. Jim Carrey, nonostante le sue solite mossette e faccette, o forse proprio grazie ad esse, riesce ancora una volta a catapultare lo spettatore in una storia così assurda da sembrare vera. Film per tutta la famiglia.
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pecchio delle brame, chi è la più bella del reame? Al cinema si contendono il titolo di regina di cuori Lily Collins (ironica Snowhite) e Julia Roberts (la sovrana vanitosa). La prima, come da copione, chiederà al principe (Armie Hammer) di aiutarla a spodestare la matrigna che le ha rubato il trono. Come finisce la storia ispirata alla fiaba dei Grimm? Lo sanno anche i sassi. Diverso, invece, è lo sviluppo, seppur non esiste - anche in questo caso - mela avvelenata capace di spezzare l’incantesimo del vero amore. Risate assicurate grazie ai nani guasconi.
IL PRIMO UOMO regia di Gianni Amelio con Jacques Gamblin, Denis Podalydes, Maya Sansa Genere: Drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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autore di Lamerica porta sul grande schermo l’adattamento dell’ultimo libro di Albert Camus, Le premier homme, pubblicato postumo in Francia nel ’94. Col suo stile incisivo e attento ad esaltare gli attori, Amelio ricostruisce la storia di Jacques Cormery (alter ego di Camus) che, sul finire degli anni Cinquanta, torna in Algeria per fare visita alla madre. Qui trova un Paese spaccato tra indipendentisti e non. Inizia, allora, un doloroso viaggio a ritroso nella memoria e nell’infanzia ferita. Un percorso che lo aiuterà a comprendere il suo presente.
DRAMMATICO
SOTTO IL VULCANO
Regia di John Huston Albert Finney, Jacqueline Bisset, Anthony Andrews 50&PIÙ CONSIGLIA:
Esce in dvd, per la collana Il Piacere del Cinema di Vieri Razzini, il capolavoro dolente della maturità di John Huston che vince la difficile sfida di portare sullo schermo il romanzo di culto di Malcolm Lowry. Alla fine degli Anni ’30, Geoffrey Firmin (Finney), ex console britannico in Messico, vive nella cittadina di Cuernavaca, perseguitato dal demone dell’alcol dopo il divorzio dalla giovane Yvonne (Bisset). Quando questa torna da lui all’improvviso, proprio durante le celebrazioni per il Giorno dei Morti, Geoffrey sembra ritrovare la gioia di vivere, ma è soltanto un’illusione.
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OroscoPIÙ » di ALDEBARAN
ARIETE « ELENA SOFIA RICCI Mercurio sarà nel vostro segno per tutto il mese; sarete, quindi, più loquaci e favoriti nelle comunicazioni. Trascorrerete Pasqua e Pasquetta in compagnia degli amici più cari.
GEMELLI 21 mag. » 21 giu. Venere vi sarà vicino, vi faciliterà, vi stimolerà in amore, nelle amicizie e in tutte le forme di comunicazione. Un progetto darà i suoi frutti regalandovi tante soddisfazioni.
LEONE 23 lug. » 23 ago. Sarete più contemplativi del solito e preferirete vivere nell’intimità della casa. Dedicherete tempo alla famiglia e sarà piacevole trascorrere il giorno di Pasquetta con i vostri cari.
BILANCIA 23 set. » 22 ott. Marte potrà creare qualche incomprensione con partners, soci o collaboratori. Nel segno è presente anche Saturno: attenzione comunque a eventuali dolori reumatici.
SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic. Sarete voi stessi e vi esprimerete con sicurezza. Per alcuni ci saranno promozioni e ascese sociali. Vi sentirete apprezzati e ciò vi spingerà ad essere molto più efficienti in ogni campo.
Per Pasqua e Pasquetta organizzatevi con parenti e amici: sarà un fine settimana indimenticabile. Vi gioveranno contatti con il mondo dell’arte e dello spettacolo.
Il Sole nel segno promette colpi di fortuna e vincite al gioco. Programmi, progetti, propositi o sogni da realizzare saranno protetti dalle stelle. Non indugiate: cogliete l’attimo!
CANCRO 22 giu. » 22 lug. Dovrete affrontare non pochi problemi, ma tutti risolvibili. Eccellente mese per iscriversi a un circolo, oppure iniziare una collaborazione insieme a persone fidate.
VERGINE 24 ago. » 22 set. Godrete di rinnovata energia. Per un bel po’ di tempo sarete più forti e attivi. Aumenterà il desiderio di fare, produrre e impegnarsi anche nelle faccende più effimere.
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Sarete persone brillanti e creative. Vi darete da fare con entusiasmo e i buoni risultati non mancheranno. Eventuali nuovi progetti nasceranno sotto una buona stella.
CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen. Se volete portare a buon fine un vostro progetto, datevi da fare senza contare troppo sull’aiuto degli altri. Un familiare potrà vincere al gioco. Fate attenzione ai colpi d’aria.
PESCI
20 feb. » 20 mar. Nettuno vi farà incontrare le persone giuste. Sappiate approfittarne! Viaggi, gite e traslochi saranno protetti dalle stelle. Quindi, approfittatene e organizzatevi.
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ACQUARIO 21 gen. » 19 feb.
TORO 21 apr. » 20 mag.
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ARIETE 21 mar. » 20 apr.
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ALLEVIA NATURALMENTE
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ORIZZONTALI 1. Partito... una volta di sinistra!; 5. Limita la dispersione di calore; 15. Il dittongo in piazza; 16. Si usa... per gli spaghetti; 19. Il nome di Patacca; 20. Un terzo d’Europa; 21. Fare un sonnellino in poltrona; 24. Il Giovanni di Mozart; 25. British American Tobacco; 26. Circondano il tetto; 27. L’ha sostituita la verde; 29. Le incrociavano i duellanti dietro il convento delle Carmelitane; 30. Il nonno di Noè; 31. Un tipo di interruttore automatico; 32. Onomatopea del rumore lieve di un oggetto che s’incrina; 33. Il russo autore de L’armata a cavallo; 34. Fu detto “Il Breve”; 36. Lo Stato degli Usa con più di 10mila laghi; 38. La scuola che forma i quadri dell’amministrazione francese; 39. Il movimento artistico cui aderirono Praga e Boito; 42. Istituto Drammatico Latino; 43. Nella nuca e nel ginocchio; 45. Il grande William che scrisse Giulio Cesare; 46. Salite senza sale; 47. L’antica Basilicata; 50. Circondare facendo ressa; 52. Improduttivo, infecondo; 54. Il custode nella guardiola; 56. Analog Switch Off; 58. Il cugino di Don Rodrigo; 60. La sigla dei Grigioni; 61. La Cameron del film Vanilla Sky del 2001; 62. Comanda a bacchetta;
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40. Mi precedono in càmice; 41. Analisi più approfondite; 44. È vicina a Dunkerque; 45. La formula matrimoniale; 48. Colpo... terribile; 49. Lo stipendio... spendibile; 51. Una fibra artificiale; 52. Una delle prime marche di automobili; 53. Un... giro di forestieri; 55. Liquidi viscosi; 57. Genera vizi; 59. Il più noto... de’ Tali; 61. Forma i cromosomi; 63. La smania... meno sana; 65. Un po’ di curiosità!; 66. Così comincia l’origine.
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» soluzioni a pag. 98 64. Amministrano i collegi; 67. Non c’è due senza questo; 68. Vi è sepolta la Duse; 69. Il finestrino nella porta; 70. Un metallo preziosissimo. VERTICALI 1. Provare reciproca simpatia; 2. Il detersivo più comune; 3. Ecco come si fa!; 4. Anna del film Prosciutto prosciutto del 1992; 5. La rifiuta il vegetariano; 6. Altro nome dato ai noccioli; 7. Andati; 8. Sigla di Bari; 9. Poco... numerosi; 10. Secondo Dante move il sole e l’altre stelle; 11. Una forma di Buddismo; 12. In fondo al corridoio; 13. Ronald regista del film Meteor del 1979; 14. L’organismo comunitario delle telecomunicazioni via satellite; 16. Il prosit francese; 17. Era detta Gerace Marina; 18. Il nome di Stoppa; 22. Il combustibile dei missili; 23. Cambiano periodicamente l’orario di lavoro; 24. Ridurre la velocità; 25. Era lo spauracchio dei bambini; 27. Armadietto a scomparti; 28. Un gioco per tutte le età; 29. Una “farina” da biberon; 33. Un foro dell’antica Roma; 35. Fascia di lana che si porta a diretto contatto con la pelle; 36. Portò Cipro all’indipendenza; 37. Sabrina del film Dagobert del 1984; 39. Shel dei Rokes;
FUORI L’AUTORE
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Inserite nello schema i rispettivi nomi degli autori delle opere citate, scegliendoli tra quelli riportati qui sotto. Se la soluzione sarà esatta le lettere che appariranno nelle caselle a bordo ingrossato, lette di seguito, daranno il nome di un altro autore italiano. ALFIERI • ARIOSTO DANTE • MALAPARTE MORANTE • MORAVIA PETRARCA • UNGARETTI 1 2 3 4 5 6 7 8
1. Saul; 2. La pelle; 3. Gli indifferenti; 4. Canzoniere; 5. La storia; 6. Orlando furioso; 7. Vita nuova; 8. Il dolore.
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GAMeS SCIARADA (1’3 + 1’4 = 9)
INDOVINELLI » Un ottimo partito Favolino Un tipo che si mostra riflessivo e, in ogni modo, con un buon passato, per cui non è difficile vederlo ottimamente coniugato.
LO STUZZICA CERVELLO
» Antico muro cadente Lionello È lì che resiste sfidando il tempo, anche se la sua esistenza è all’ultimo stadio ed ecco... alfin è crollato con grande scalpore, in una semplice frazione di tempo!
» Pettegolezzi Favolino La dicon stupidina, ma è per gioco e non bisogna darne molto peso; ma in quell’ambiente vano ci sta un po’ stretto.
Enrico Diglio
TEST 1
TEST 3
Osservate attentamente le otto coppie di lettere e numeri sotto riportate e dite, secondo un criterio logico da determinare, quale di esse può essere considerata “intrusa”.
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Osservate attentamente la figura accanto riportata e dite quale dei seguenti particolari non le “appartiene”. a)
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TEST 2 Ogni parola contenuta nel primo gruppo di parole riportato qui sotto a sinistra è legata, secondo un criterio logico da determinare, a una parola appartenente al secondo gruppo posto a destra. Si possono, quindi, ottenere dieci coppie di parole. Quali?
TIARE CASTELLO TRAME INCAVO TEMA GENIERE ROTTI TONI VARI GRATA
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TEST 4 Osservate attentamente il seguente gruppo di figure e andate a pag. 98
RIVA TORTI TARME SCOLLATE REATI ENERGIE NOTI TARGA META NOCIVA
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Antico muro cadente = Il record SCIARADA
Pettegolezzi l’oca + l’etto = Localetto
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Un ottimo partito = Il verbo
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REBUS (8, 2, 8, 7)
REBUS (5, 9, 6)
TRA mezzo in panne; LLI legge RI = Tramezzo in pannelli leggeri
LI giocattoli; CO romano = Ligio cattolico romano
Stuzzica cervello TEST 1 La coppia formata da un numero e una lettera che può essere considerata “intrusa” è quella composta dalla lettera P e dal numero 7. Essa, infatti, è l’unica tra le otto in cui la lettera è formata da un numero totale di tratti (rettilinei e curvilinei) diverso dal numero ad essa associato.
TEST 4 Quale dei quattro seguenti gruppi di figure contiene una figura che non compare nel gruppo prima visto?
a)
b)
c)
d)
TEST 2 Ogni parola del primo gruppo è l’anagramma di una parola del secondo gruppo. Si possono formare, quindi, dieci coppie: TIARE - REATI TRAME - TARME TEMA - META ROTTI - TORTI VARI - RIVA
CASTELLO - SCOLLATE INCAVO - NOCIVA GENIERE - ENERGIE TONI - NOTI GRATA - TARGA
TEST 3 Il particolare che non “appartiene” alla figura prima vista è quello contrassegnato dalla lettera d).
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