APRILE 2013

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.

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Anno XXXV n. 4 Aprile 2013 Euro 2.50 - I.P.


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2 Refosco IGT Veneto Etichetta Oro

• Vendemmia 2012 • Gradi 12. Rosso dal sapore di grande ampiezza, perfetto con arrosti, cacciagione e formaggi. Lt. 0,75. 2 Castelrosso • Gradi 12. Rosso dal sapore asciutto e di buon corpo; ideale con carni, arrosti e formaggi. Lt. 0,75.

2 Chardonnay Sauvignon IGT Veneto

• Vendemmia 2012 • Gradi 13. Vino bianco dal sapore pieno; ideale con antipasti, risotti, pesce e carne bianca. Lt. 0,75.

2 Merlot DOC Piave

• Vendemmia 2012 • Gradi 11,5. Rosso DOC dal bouquet speziato e fruttato. Ideale con carni, grigliate e bolliti. Lt. 0,75.

2 Bianco DOC Vicenza

• Vendemmia 2012 • Gradi 12. Ottenuto da uva Garganega dei Colli Berici, è ideale con pesce e carni bianche. Lt. 0,75.

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Informativa e impegno di riservatezza: S.S.T.C. S.r.l. Titolare del Trattamento tratterà i dati inseriti in questo coupon per l’invio del prodotto Cassine di Pietra richiesto e per verificare l'esito della spedizione. Con il Suo consenso, SSTC Srl potrà inoltre informarLa, anche mediante il telefono, sulle offerte e iniziative promozionali relative ai prodotti dell’Azienda. I Suoi dati non saranno diffusi e solo con il Suo consenso potranno essere comunicati, solo in Italia, ad altre selezionate società che effettuano vendite per corrispondenza per presentarLe le loro proposte. L’elenco di tali società è a disposizione presso il Titolare del Trattamento. La fornitura dei dati è facoltativa ma, in mancanza di questi, la Sua richiesta non può essere evasa. I dati saranno trattati solo da responsabili ed incaricati preposti alla gestione degli ordini e al contatto con i Clienti. In qualsiasi momento Lei potrà chiedere la modifica, la correzione o la cancellazione dei dati scrivendo al Titolare del Trattamento “S.S.T.C. Srl - Cassine di Pietra, Via La Fabbrica 1 - 36070 San Pietro Mussolino (VI)”. Per conoscere i dettagli sul trattamento dei dati, visiti la sezione privacy del nostro Sito Internet www.cassine.com. Dichiarazione di consenso: presa visione dell’informativa, consento al trattamento dei miei dati personali per essere informato, anche telefonicamente, sulle iniziative promozionali e commerciali di S.S.T.C. Srl - Cassine di Pietra. SI NO (N.B. Solo barrando Sì, potrà usufruire delle nostre offerte riservate ai Clienti) Consento alla comunicazione dei dati ad altre società che effettuano vendite per corrispondenza, come precisato nell'informativa. SI NO (N.B. Solo barrando Sì, potrà usufruire delle offerte formulate da aziende da noi selezionate)

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Tante utilissime funzioni:


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[anteprime] Democrazia, ieri e oggi Politicamente siamo migliori o peggiori dei nostri antenati? Citando il Discorso agli Ateniesi, ce lo spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti. A pagina 12

Il Direttore di Santa Cecilia “Sir” Antonio Pappano racconta a 50&Più la sua vita, la sua crescita professionale ed il suo amore per la musica. A pagina 16

Tra padre e madre c’è una legge L’affido congiunto, in caso di separazione e divorzio, è previsto nel 90% dei casi, ma qualcosa non funziona nell’applicazione del diritto. A pagina 26

Over 50 in Canada Intervista a Moses Znaimer, il fondatore di Carp, la più importante associazione canadese di ultracinquantenni in pensione. A pagina 36

Viaggio in Myanmar Un tempo era la Birmania inglese. Oggi, tra luci e ombre, la povertà convive con la dignità e il sorriso dei suoi abitanti, sempre più in cerca di una “normalità” politica. A pagina 50

ditoriale

[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]

Miracolo a Milano (bello quanto il film, o forse di più) Un viso magro, il mento appuntito, i capelli corti con un frangetta da fraticello, gli occhi scuri che fissano diritto gli occhi dell’interlocutore. Non è un ritratto, ci mancherebbe, ma il

signore in questione è un uomo oggi poco più che quarantenne, un manager di quelli capaci di dirigere settori importanti di un’azienda; per la precisione ERA DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE in una grande industria milanese dopo la laurea e un master negli Stati Uniti. L’azienda però una decina

d’anni fa chiude, e il giovanotto scopre all’improvviso di non essere più “in carriera” ma solo uno troppo qualificato per poter aspirare a un nuovo lavoro. Insiste, invia curriculum e fa colloqui senza presentare credenziali e titoli di studio pur di ottenere uno straccio di lavoro col quale vivere. Sfortunatamente, per lui non c’è posto. Diventa un

clochard, di quelli che vivono per la strada tra fame, freddo e sporcizia oltre al velato disprezzo di chi guarda. Poi DOPO OTTO ANNI passati a collezionare fogli di via da varie città e una mensa per i poveri occupata per non vederla chiudere, il nostro manager fonda il “Sindacato dei clochard ” e va a dormire, tutte le sere, davanti alla porta del sindaco di Milano. Come finisce la nostra storia? Forse per toglierselo di torno o perché i ragionamenti che fa non sembrano troppo pericolosi, al “Sindacato dei clochard ” viene assegnato in

comodato d’uso un appartamento dove il nostro manager inizia la raccolta di abiti usati e pacchi alimentari. Poi, con dei finanziatori privati arriva la possibilità di sistemarsi in un casale a Serravalle Pistoiese dove insieme ad altri tredici clochard inizia la coltivazione di un uliveto e ad allevare animali. Il casale diventa un agriturismo e la lista dei clochard pronti ad arruolarsi diventa

una piccola ma significativa valanga: ora sono in 2.500 ad attendere di poter imparare un nuovo mestiere, mettersi alla prova e rifarsi una vita. Che poi, se si sparge la

voce, saranno molti di più perché nel frattempo l’esperimento si sta ampliando a Cesena e Pontremoli, dove al Sindacato hanno lasciato in eredità due colli e un intero borgo diroccato. L’obiettivo ora è rimettere tutto in piedi e dare un posto dove vivere ad interi nuclei familiari in difficoltà.

Dice il nostro manager: «Tra i senza tetto ho trovato una famiglia. Chi vive in strada e non ha perso il cervello è una forza della natura. Io sono uno di loro e lo sarò per sempre».


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IN QUESTO

numero

La democrazia di Pericle, tra antica Grecia e Italia di oggi

12

DI GIOVANNA DALL’ONGAR O

Antonio Pappano: mai la stessa musica

16

DI PICCI M ANZARI

Verdi e Wagner: i 200 anni di due eterni rivali

19

DI G. FRATARCANGELI E P. GIORGI

Addio “bionda”: arriva la sigaretta elettronica

24

16

DI R OMINA VINCI

Problema separazione: i padri piangono, le madri non ridono

26

50

DI DANIEL A FLORIDIA

Moses Znaimer: credete sempre nella vostra età

36

DI GIOVANNA VECCHIOT TI

Certificazione energetica Le novità per il 2013

41

DI LUISELL A BERTI

Muoversi in città: la riscossa delle biciclette

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DI GIADA VALDANNINI

PARLIAMO DI...

DI BARBARA DI SARNO

Concorso 50&Più

Trompe l’oeil e Street Art:

Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia: ecco le Farfalle d’Oro

realtà o illusione? DI GIOVANNA VECCHIOT TI

IN EVIDENZA

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Italia In... canto I vincitori della XIV edizione

Spazio50 a cura di Berardo Falcone

Avviso ai naviganti >> pag. 30

A CURA DI LUISELL A BERTI

di Paolo Negrini

Previdenza

Il bon tòn del web >> pag. 32 di Dario De Felicis

La patente over 80 >> pag. 34 di Paolo Bernardi

In Myanmar, dove il tempo si è fermato DI G. VECCHIOTTI E L. PORCHERI

74

LA VOCE DI 50&PIÙ

DI ANNA MER CURI

Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro

Periscopio >> pag. 6

72

REPORTAGE

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DI GIANNI TEL

DI ALESSANDRA DE FEO

Anno XXXV n. 4 Aprile 2013 Euro 2.50 - I.P.

Anno XXXV n. 4 Aprile 2013

Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.

60 tra futuro e tradizione

La Moda Uomo 2013,

Capitale del libro 2013 >> pag. 40 di Carlo Penguin

Consigliati da 50&Più >> pag. 91

Contro lo spreco >> pag. 44

di Sonia Sgnaolin

di Valerio Maria Urru

Cinema & DVD >> pag. 92

Monteleone di Spoleto >> pag. 56

di A. Miccinesi e P. Armocida

di Silvia Toscano Villa Pescigola >> pag. 59 di D.Ottavi The verde >> pag. 68 di G. Orso

Musica & Teatro >> pag. 93

Sapori & Colori >> pag. 70

di N. Tucciarelli e R. Cento

di Marina Cepeda Fuentes

Stuzzica cervello >> pag. 95

Giochi >> pag. 94

di Enrico Diglio

di Valerio Maria Urru

Bacheca >> pag. 96 Oroscopo di Aldebaran >> pag. 98 Soluzioni >> pag. 98

di Renato Minore

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di M. Sarti e D. De Felicis

Mostre d’arte >> pag. 89 Libri >> pag. 90

50epiu.it

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APRILE 2013

Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per telefono: 06 68134552 Per fax: 06 68139323 Per m@il: redazione@50epiu.it Abbonamenti e Pubblicità

Abbonamenti: Telefono 06 68134552 Fax 06 68139323 Pubblicità: Promedia 2000 S.r.l. Tel. 02 89079601 - Fax 02 89079619


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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it

ZOOM DI GABRIELE SAMPAOLO

Art Director Elisa Rossi @ elisa.rossi@50epiu.it Editoriale 50&Più Srl - Amministratori Dante Di Mattia (Presidente) Brigida Gallinaro Marina Gruden Vlach Ines Marangon Giuseppe Martino Procuratore Gabriele Sampaolo Amministrazione Editoriale 50&Più Srl 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.6872515 - Fax 06.6872597 mail: editoriale@50epiu.it Direzione e Redazione 00186 Roma - Largo Arenula, 34 Telefono 06.68134552 www.50epiueditoriale.it Stampa e Spedizione Punto Web Srl - 00040 Ariccia (Roma) Via Variante di Cancelliera snc Distribuzione in Italia m-dis Distribuzione Media SpA 20126 Milano - Viale Sarca, 235 Telefono 02.64110911 Concessionaria di Pubblicità Promedia 2000 Srl 20142 Milano - Via Ettore Bugatti, 15 Telefono 02.89079601 - Fax 02.89079619 Registrazione Tribunale di Roma n. 17653 del 12/04/79 Iscrizione al R.O.C. n. 6158 del 10/12/2001 Spedizione Poste Italiane SpA Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma Manoscritti e fotografie Anche se non pubblicati, non verranno restituiti. © Editoriale 50&Più Srl Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Tutela dati Si garantisce la riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’Editore. Le informazioni custodite nell’archivio dell’Editoriale 50&Più Srl verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la rivista e gli allegati, anche pubblicitari (D. Leg.vo 196/2003 tutela dati personali). ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

«FRANCESCO,

ricostruisci la mia chiesa che è in rovina»

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a Francesco non capiva e mise mano alle rovine della chiesa di San Damiano per riedificarla. Ma il “progetto” a cui Dio lo chiamava era un altro. Ecco, ci sono infiniti piani di lettura per la sorprendente elezione di Papa Bergoglio oltre a tanti primati: primo Papa sudamericano, primo Francesco, primo gesuita. Un Papa pastore, abituato a vivere e operare nei barrios (quartieri popolari) di Buenos Aires, a muoversi usando metropolitana e autobus. Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo, recita l’Ecclesiaste, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Se con questi indizi possiamo tentare di leggere la direzione del vento che soffierà sul mondo, davanti a noi si apre il tempo della ricostruzione, che per la Chiesa è il tempo del rinnovamento, del ritorno alle proprie radici; sarà tempo di speranza e di giustizia per ogni uomo se lavoreremo perché questo avvenga.

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Finito di stampare: 23 marzo 2013

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ERISCOPI

in pillole

A CURA DI BERARDO FALCONE

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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,

MILIONI DI EURO PER FAR RINASCERE POMPEI

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Il rilancio dell’economia italiana passa per il cellulare Secondo un rapporto dell’Osservatorio Mobile Internet del Politecnico di Milano, nel 2012 più di 38 milioni di cittadini - circa l’80% della popolazione - con un’età compresa tra gli 11 e i 73 anni, ha dichiarato di connettersi ad internet da diversi dispositivi, perlopiù smartphone. Questo ha portato ad una rapida proliferazione di nuove applicazioni che sviluppano sistemi di business, un’implementazione di reti per cellulari e nuovi canali di relazione tra aziende. Un’altra faccia dello sviluppo economico italiano e una nuova, inedita, spinta per l’imprenditoria.

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50epiu.it

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importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50&piu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!

}

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Pompei è pronta a rinascere Inizieranno a breve i lavori per i restauri negli scavi di Pompei. La Casa dei Dioscuri e il Criptoportico sono tra le cinque Domus che subiranno interventi di messa in sicurezza, contro il rischio idrogeologico e infiltrazioni malavitose. Tutto il progetto prevede uno stanziamento di fondi, sia regionali che provenienti dall’Unione europea, per un totale di 105 milioni di euro. Finora Pompei conta circa 2,3 milioni di visitatori ogni anno; si prevede che entro il 2017, dopo il restauro, il loro numero potrebbe aumentare di almeno 300mila persone, con enormi benefici per la Regione in termini di posti di lavoro.


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Nel 2016 salperà Titanic II: biglietti a 1 milione di euro Il miliardario australiano Clive Palmer ha dato ordine a un cantiere navale cinese di costruire una copia esatta del Titanic, il transatlantico sfortunatamente affondato nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. Il Titanic II, questo il nome della mastodontica imbarcazione, non ha ancora deciso la sua rotta, anche se probabilmente sarà dall’Inghilterra agli Stati Uniti. I passeggeri, che già da ora stanno pre-ordinando un posto nelle cabine extra lusso, si dicono disposti anche a pagare un milione di euro per partecipare al viaggio inaugurale.

Protocollo di Kyoto: l’Italia raggiunge gli obiettivi La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha pubblicato un dossier nel quale risulta che l’Italia ha centrato gli obiettivi di riduzione dei gas effetto serra, come stabilito dal Protocollo di Kyoto. L’Italia è riuscita a ridurre le emissioni di gas serra del 6,5%, media riferita al periodo 2008-2012, grazie anche allo sviluppo delle energie rinnovabili e agli alti rendimenti dei cicli combinati che hanno consentito la progressiva decarbonizzazione dell’energia. Il risparmio energetico e la produzione di energie rinnovabili è stato anche necessario visto l’aumento dei costi del carbone, petrolio e gas: circa 65 miliardi nel 2012, il 4% del Pil.

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Se spegni il cellulare, paghi meno al ristorante In alcune aree sociali il telefonino ha ormai preso il sopravvento, costringendo molti all’always on (essere sempre connessi). In alcuni ristoranti, ad esempio, attraverso il cellulare si possono fare ordinazioni, guardare le foto dei piatti e pagare il conto: questo certamente non giova ad una buona conversazione. Il ristorante “Eva” di Los Angeles, però, è andato in controtendenza grazie ad un’idea tanto semplice quanto geniale: chi rinuncia a tenere il cellulare acceso sul tavolo ha diritto ad uno sconto del 5% del conto. Una soluzione semplice che, in tempi di crisi, ha da subito mostrato la sua bontà ed efficacia.

Messico, artista trasforma armi in strumenti musicali Trasformare oggetti di morte e sofferenza in strumenti musicali sembrerebbe impossibile. Eppure, lo scultore Pedro Reyes è riuscito in questa meravigliosa impresa. Ha preso le circa 6.700 armi che hanno causato morti e sofferenza sequestrate dalla polizia e dall’esercito a Ciudad Juarez, nel nord del Messico, e intaglio dopo intarsio, con una lenta lavorazione artigianale, le ha trasformate in strumenti per suonare. Il progetto è intitolato Disarmo e, secondo l’artista, serve «ad esorcizzare tutto il male che questi oggetti hanno recato, utilizzando la musica per espellere demoni che essi trattengono».

Riccardo III d’Inghilterra sepolto sotto a un parcheggio La scorsa estate a Leicester, sotto ai resti dell’antico convento di Greyfriars, dove ora c’è un parcheggio, era stato rinvenuto un scheletro che si pensava appartenesse a Riccardo III, re d’Inghilterra. Dopo quasi un anno di studi, i ricercatori dell’Università di Leicester sono riusciti a estrarre un campione di Dna dallo scheletro, confrontandolo con quello di una discendente di 17a generazione. Il risultato è che quello misteriosamente sepolto sotto un parcheggio è davvero l’ultimo dei Plantageneti, descritto come gobbo e spietato da Shakespeare, morto in battaglia nel 1485 a 32 anni. APRILE 2013

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Idee, proposte, sogni per l’Italia che verrà Viviamo un momento storico particolare, fatto di voglia di cambiare, di proposte, di desiderio del nuovo ma anche di ricerca di cose perdute, di valori da ritrovare, di radici da riscoprire. Ognuno crede di avere dentro di sé la ricetta giusta per far ripartire questo Paese, così amato ma che non sempre ricambia con la stessa dose d’amore, e

che ci fa soffrire come solo un’infatuazione adolescenziale sa fare. Molti lettori ci hanno inviato le loro “ricette”, testimonianze di un desiderio di partecipazione che va oltre il voto espresso durante le elezioni. Progetti, speranze, suggerimenti... Piccole dichiarazioni di un amore che si spera non sia a senso unico. Eccone alcune.

GIOVANNA VECCHIOTTI

Voler bene all’Italia Voler bene all’Italia, significa: Lavoro. I comuni devono mettere in atto piccoli e grandi lavori di manutenzione; le aziende devono investire in Italia; le Regioni e il Governo devono elaborare progetti per favorire lo sviluppo economico e creare occupazione. Moralità. Tutti i cittadini devono pagare le tasse e rispettare la Legge. Ci deve essere una lotta efficace alla mafia. Servizio Sanitario Nazionale. Favorire l’uguaglianza di trattamento per i malati; avere come obiettivo principale la prevenzione; intensificare la lotta agli sprechi; ricalcolare la retribuzione dei manager e far sì che i medici non abbiano doppie o triple occupazioni. Difesa della Scuola Pubblica. Riqualificazione e valorizzazione dei suoi dipendenti e dei docenti; ristrutturazione degli ambienti scolastici; creare una vera cultura per i ragazzi che li prepari ad affrontare un futuro lavorativo. Previdenza e assistenza. Garantire una pensione dignitosa per tutti; avere, sul territorio, servizi efficienti per gli anziani, i diversamente abili, i bambini. Mettere in sicurezza il territorio. Le istituzioni preposte, dovrebbero dar vita a progetti preventivi in modo tale che si possa

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scongiurare il pericolo di frane, incendi, alluvioni, terremoti. Sicurezza per i cittadini. Ognuno deve sentirsi sicuro in strada e a casa propria; è necessario far prevenzione per scongiurare furti, rapine, truffe. Semplificazione. Meno burocrazia e percorsi più snelli nella Pubblica Amministrazione. E poi è necessario essere meno egoisti, pretendere l’uguaglianza e la solidarietà. Bisogna essere uniti per difendere la nostra bella Costituzione, e lavorare tutti al meglio per il bene comune. FRANCESCO LENA

Ho 89 anni e un sogno Sono un lettore di 50&Più da tanti anni, artigiano e commerciante, ma ora agricoltore. Ho una pensione di € 430,00 mensili, nonostante i versamenti di una vita lavorativa. Ho 89 anni e lavoro ancora per essere utile a chi ne ha bisogno. Invio questa lettera, nella quale vi dico qualcuna delle mie idee affinché possano essere utili per risolvere i problemi attuali. La crisi economica è un male come tanti. Perché non ne cerchiamo le radici? Per combatterla non ritengo siano necessari tanti sacrifici. L’uo-

mo molto spesso si affida all’istinto, mentre dovrebbe ragionare di più; solamente così si può percorrere la giusta via che conduce al benessere. La troppa ricchezza è un’illusione, ma l’uomo istintivamente non la pensa così. Durante la sua crescita cerca sempre di accumulare beni su beni finché, dell’errore fatto, qualcuno se ne accorge soltanto in vecchiaia. Lo Stato cresce solamente quando il lavoro dei suoi abitanti produce ricchezza e benessere, mentre il lavoro che non la crea è inutile e genera confusione e povertà. Per creare il lavoro produttivo occorrono: imprenditori, industriali, agricoltori, artigiani, trasportatori, società grandi e piccole, compresi i negozianti che rappresentano le braccia necessarie alla distribuzione dei beni. È un guaio se vengono a mancare i creatori di benessere, perché questi rappresentano le colonne portanti di una Nazione ed è necessario mantenerle in perfetta efficienza e, se necessario, migliorarle. DOMENICO DI MAURO

«Non disprezzare mai la politica, perché la politica è la metà della vita, o la vita intera se si considera che la saggezza e la bellezza sono al di sopra della vita stessa» Naguib Mahfouz, Il Palazzo del Desiderio, 1957

So che è un’utopia, ma perché non provarci? Da semplice uomo della strada con parecchi anni vissuti, mi faccio tante domande sulla storia dell’Italia nel bene e nel male. In


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Poste Italiane S.p.A.

Sped. in Abb. Post.

D.L. 353/2003 (conv.

in L. 27/02/04 n.46)

Art. 1 comma 1 -

D.C.B. - Roma.

Anno XXXV n. 4 Aprile 2013 Euro 2.50 - I.P.

SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it

questi ultimi anni è un continuo parlare della sindrome del debito pubblico, degli Stati dell’Unione Europea (in special modo dell’Italia). Si parla dei costi della politica. Perchè non parlare dei costi manageriali? Ecco la mia ricetta. Per i dirigenti, per qualsiasi tipo di

lavoro le retribuzioni non devono superare i 100mila euro l’anno. Compreso il Presidente della Repubblica e il Capo del Governo. Avremo tanti risparmi sui costi della politica e meno costi che gravano sulle produzioni. I soldi risparmiati potrebbero essere versati all’Inps e aumentate le pensioni più basse. Certo, la mia è un’utopia però, chissà... ACHILLE PENSANTE

Facciamo scendere in campo i nonni Ho molto apprezzato la recente rubrica Letteralmente. Essa è un ulteriore fiore all’occhiello di 50&Più. Mi riferisco alla lettera riguardante “La violenza sulle donne”. Il fatto che siano persone appartenenti alla terza età, come la signora Maria Antonietta, a parlarne e ad esserne preoccupata sta a dimostrare, ahimè, come

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NESSUNO È TANTO PERFETTO DA NON AVER BISOGNO QUALCHE VOLTA DI AMMONIMENTI O CONSIGLI. ED È UNO SCIOCCO SENZA RIMEDIO COLUI CHE NON LI ASCOLTA Baltasar Gracián y Morales,1647

questo sia soprattutto (se non soltanto) un problema sentito presso tale tranche anagrafica. Cosa possiamo fare, dopo “averli messi al mondo”, per proteggere e salvaguardare i ragazzi? Occuparsi e preoccuparsi attivamente del loro “buon proseguimento” è un sacrosanto doverediritto dei genitori. E che altro fare? Io avrei un suggerimento: facciamo scendere in campo i nonni. Mi allaccio molto volentieri all’articolo “I Nonni tornano a scuola” che avete pubblicato sul numero di febbraio. Per me è

Montascale Stannah.

scale, scegli il meglio.

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stato interessantissimo leggerlo ed invito tutti a prenderne visione. Esso termina con la frase «E voi cosa ne pensate?» A me pare che la rivalutazione del nonno per la cura dei nipotini vada allargata anche ad altri argomenti. Sono in attesa che il confronto fra nonni d’Italia prenda il via. LUCA

Grazie, signor Luca, per i complimenti e anche per aver innescato un dibattito sul coinvolgimento dei nonni nella cura dei nipoti. Aspettiamo, come Lei, altre reazioni.

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Persone di cui fidarsi. Dal 1867.


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IN RICORDO DI QUELLA GIORNATA LA LIBERAZIONE: 25 APRILE 1945 La guerra che si allontana dall’Italia, i soldati che tornano alle loro case, la promessa di un nuovo inizio, i bombardamenti che cessano, gli Anglo-americani nelle nostre città , la strada stretta e difficile della ricostruzione, la speranza di tornare a vivere.


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Oltre 55 milioni di morti nel mondo, di cui 40 milioni solo in Europa durante il Secondo Conflitto. L’Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940, lasciando sul campo più di 400.000 vittime, tra militari e civili: questo è stato il prezzo pagato dal nostro Paese.


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«QUI IL NOSTRO GOVERNO FAVORISCE I MOLTI INVECE CHE I POCHI...» (DISCORSO AGLI ATENIESI). UN TESTO ANTICHISSIMO CHE SEMBRA PIÙ CHE MAI ATTUALE: UN MODELLO DA SEGUIRE?

A LEZIONE DI DEMOCRAZIA

da PERICLE «Nel 461 avanti Cristo lo stratega greco pronunciava il celebre elogio alla democrazia. Alla luce delle nostre vicende politiche viene naturale chiedersi quanto ci siamo allontanati dagli antichi valori e quanto da quel testo abbiamo ancora da imparare. Con l’aiuto del costituzionalista Stefano Ceccanti tentiamo un confronto tra la Grecia di allora e l’Italia di oggi» DI GIOVANNA DALL’ONGAR O

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Umberto Eco? Il discorso di Pericle è populista? Direi di no. Il discorso indica una chiara linea da seguire. Qui si parla del “dover essere”, si fa presente la direzione a cui tendere. Non avverto un’inclinazione retorica né populista nel sottolineare i punti deboli della realtà per volerla cambiare o nel rinforzare i punti positivi del programma politico che si vogliono mantenere. Quindi siamo autorizzati a prendere quel discorso come modello per la nostra democrazia? Alcune cose sono senza dubbio valide ancora oggi, altre meno. Dobbiamo tenere innanzitutto ben presenti le differenze tra la democrazia degli antichi e quella dei moderni, come hanno chiarito vari autori da Constant a Dahl. C’è, anzitutto, una diversa dimensione di

ca contro i pochi, specie coloro che hanno altri poteri diversi da quelli democratici, però noi assumiamo anche un altro concetto, quello delle cosiddette azioni positive, strumenti giuridici in favore delle minoranze degne di una protezione particolare. Quindi le democrazie, e non solo i poteri che originano dal suffragio universale, devono anche agire a favore di pochi per attuare interventi compensativi o per riconoscere differenze. Importante, ad esempio, nella difesa delle minoranze, il ruolo delle Corti, specie di quelle costituzionali. Un punto a nostro favore. Andiamo avanti: «Noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza». Possiamo vantarci di fare lo stesso? No, e l’alto tasso di disoccupazione nel nostro Paese lo dimostra.

stantemente monitorati. Ad esempio con i Pubblici Ministeri, che tentano di fare politica anche nel luogo dove esercitano e con i politici che tirano in ballo i magistrati. Penso che i cittadini avvertano la necessità di tornare a una separazione più netta delle due sfere e l’insuccesso della campagna elettorale di un magistrato (Ingroia, n.d.r.) sembra dimostrarlo. Pericle invita i suoi cittadini a rispettare le leggi, anche quelle non scritte. Come ci comportiamo noi in Italia? In Italia, come nel resto dell’Europa continentale, vige la supremazia assoluta delle leggi scritte. C’è una differenza culturale fondamentale con i Paesi anglosassoni, dove pesa la diversa tradizione di common law e c’è più autolimitazione rispetto a diritti non scritti. La nostra impostazione ci conduce a un esa-

NEL NOSTRO PAESE L’ACCESSO ALLA PROFESSIONE NON SEMPRE AVVIENE PER MERITI. A DIMOSTRARLO, L’ALTO TASSO DI DISOCCUPAZIONE

Cristo, strappando applausi misti di ammirazione per il passato e indignazione per il presente, a ogni capoverso sempre più sonori. Accadeva ai tempi di Berlusconi. Ma il Discorso agli Ateniesi, con buona pace di Umberto Eco che lo ha giudicato populista e pervaso di malafede, torna in voga ancora oggi come un metro certificato su cui misurare la difficile situazione politica del nostro Paese. Così, anche noi abbiamo voluto sperimentare, con il testo alla mano, quanto ci siamo allontanati dalle parole di Pericle. Ci ha aiutati il professor Stefano Ceccanti, insigne costituzionalista, docente all’Università di Roma La Sapienza. Professor Ceccanti, togliamoci subito il dubbio. Ha ragione

scala: Pericle parlava a 40.000 Ateniesi, oggi un politico si rivolge a milioni di elettori, cosa che comporta necessariamente la rappresentanza. Poi, dal punto di vista qualitativo, lì la base era ristretta a una minoranza di uomini liberi, escludendo gli schiavi e le donne. Le democrazie contemporanee si fondano anzitutto sulla libertà di tutti, il che comporta poi anche dei limiti ai rischi di dittatura delle maggioranze. Entriamo nel vivo del confronto con lo stratega di Atene. «Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi», diceva Pericle. E noi, come facciamo? Va bene la polemica antioligarchi-

L’accesso alla professione non sempre avviene per meriti. Esistono gabbie corporative molto rigide nel nostro Paese, con un potere di persuasione molto forte sul Parlamento e che rende difficile qualunque cambiamento e apertura ad esterni. Sarebbe invece ora di trovare il modo per facilitare l’accesso degli outsiders, di farli pesare effettivamente. Il cittadino ateniese, dice Pericle, non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private e rispetta i magistrati. Vale anche in Italia? Il principio della separazione tra interessi pubblici e privati è in linea teorica assimilato. Nella pratica, però, i confini vengono spesso oltrepassati anche perché vanno co-

sperato ricorso al legislatore nell’idea che i diritti nascano dalla legge e non viceversa. Si legifera su qualunque cosa, si impongono limiti anche in ambiti privati e personali come si cerca di fare, per esempio, con le leggi sul testamento biologico. Con il rischio di ritrovarsi controllati da uno Stato che può pretendere il monopolio dell’etica e che non riconosce la propria limitatezza. Sarebbe auspicabile anche da noi una maggiore apertura verso norme non scritte e, più in generale, una visione più modesta, meno invasiva dello Stato. Un uomo che non si interessa allo Stato, agli occhi di Pericle, non è innocuo ma inutile. Ai nostri? » APRILE 2013

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i fa fatica a riconoscergli i suoi 2.400 anni. Il discorso di Pericle agli Ateniesi del 461 a.C., l’immortale elogio della democrazia consegnato alla storia da Tucidide, sembra scritto ieri. Da qualche anno lo vediamo sventolare come il più efficace vessillo di quei grandi valori democratici che si stentano a ritrovare nelle nostre cronache politiche, e rimbalzare da un blog all’altro come l’ultima novità da condividere, il modello migliore a cui ispirarsi, il buon esempio che fa vergognare chi non lo segue. Si sarebbe certamente stupito persino Plutarco, spudorato ammiratore dell’arte oratoria di Pericle, nel constatare che, pochi anni fa, il comico Paolo Rossi riusciva a scaldare le folle declamando dal palco le stesse parole che lo stratega greco “tuonava” nel V secolo avanti


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Ricordiamoci che al tempo di Pericle i cittadini liberi potevano dedicarsi alle faccende pubbliche perché altri, donne e schiavi, pensavano al resto. Ai nostri tempi, in quelli della libertà dei moderni, non è necessario imporre a tutti di occuparsi costantemente degli affari pubblici. Resta valida la distinzione tra libertà degli antichi e libertà dei moderni fatta da Benjamin Constant. Con gli antichi che partecipavano in modo diretto e i moderni che scelgono chi li rappresenta. Ma al di là della tanto discussa legge elettorale (il famoso Porcellum), i cittadini sono sempre in grado di scegliere chi li rappresenta? Hanno le competenze per farlo? A proposito come giudica l’ultimo confuso risultato elettorale? Non darei la colpa agli elettori per la situazione che si è venuta a creare dopo il voto. Molto è dipeso dalla proposta politica e dalla qualità dell’offerta. Bisogna saper leggere anche i segnali lasciati dagli elettori. Per esempio, quel 10% di voti in più dati al Centrosinistra nelle Regionali del Lazio rispetto alla Camera e al Senato o il 6% di voti in più dati al Centrodestra in Lombardia. Molti, cioè, hanno votato lo stesso giorno il Centrosinistra o il Centrodestra alla Regione e il Movimento Cinque Stelle o Monti al Parlamento. Ciò dimostra che i progetti del Pd o del Pdl non erano per loro convincenti nelle Politiche. Cosa manca alla nostra democrazia per potercene vantare come faceva Pericle? Mancano regole di selezione della

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classe politica più aperte. Nel caso delle primarie di partito bisogna allargare il voto a tutti i cittadini che non si sentano a priori contro quello schieramento e non limitare l’accesso ai propri elettori. Addirittura in quelle frettolose per i parlamentari si è ristretto praticamente ai soli iscritti. Si possono incrementare le forme di partecipazione diretta come i referendum. Dobbiamo poi essere più accoglienti nei confronti degli stranieri e rivedere le regole della cittadinanza basata ancora sullo ius sanguinis, ossia sulla parentela, piuttosto che sullo ius soli, cioè

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sul luogo dove si nasce. E poi cos’altro ci serve? Un leader alla Pericle? Se ne sente la mancanza? Sì, la mancanza si sente. Oggi non c’è nessun personaggio politico capace di emergere come leader credibile. E questo per un retaggio della Prima Repubblica che ci trasciniamo ancora oggi. In quei tempi si cambiava un governo all’anno e chi lo guidava non poteva contemporaneamente essere al vertice del partito di maggioranza. La prassi era stata studiata appositamente per evitare che emergesse una lea-

IERI COME OGGI?

LE PAROLE DELLO STATISTA GRECO “IL DISCORSO AGLI ATENIESI” DI PERICLE (461 A.C.)

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dership forte. Così si ebbero molti baroni senza un re. Gli unici che tentarono di mantenere il doppio incarico a capo sia del governo che del partito, ossia De Mita e Fanfani, sono durati poco nell’uno e nell’altro ruolo. Con la Seconda Repubblica siamo passati, invece, a un sistema di potere frammentato che non è riuscito a stabilizzarsi e con una somma di unilateralità, tanti partiti senza un leader a Sinistra, un leader senza partiti a Destra. Come se ne esce? Con un sistema elettorale a doppio turno, che dia un premio ma dopo uno spareggio tra i più votati, come avviene per i sindaci, forse accoppiato all’elezione del Presidente della Repubblica. Ma non è facile arrivarci.

Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così.


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NATO DA ITALIANI IMMIGRATI IN INGHILTERRA, ANTONIO PAPPANO È DIRETTORE DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA A ROMA E DELLA ROYAL OPERA HOUSE COVENT GARDEN DI LONDRA. ANCORA OGGI NON HA DIMENTICATO QUEL BISOGNO DI “DIFFONDERE” LA MUSICA, DI SVELARNE I SEGRETI AL PUBBLICO PIÙ VASTO POSSIBILE. E AVVERTE: NON TUTTI I DIRETTORI D’ORCHESTRA SONO UGUALI... GUAI SE LO FOSSERO!

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FRA ROMA E LONDRA MAI LA STESSA MUSICA

NELL’AMORE PER IL PROPRIO LAVORO, AL DI FUORI DEI PERCORSI TRADIZIONALI, LA STRADA PER DIVENTARE UNO DEI PIÙ APPREZZATI DIRETTORI D’ORCHESTRA

PAPPANO DI PICCI M ANZARI

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n turbine di energia, determinatezza e senso pratico uniti a estro, fantasia e fascino carismatico. Cioè: il Maestro Antonio Pappano, anzi Sir Antony visto che l’anno scorso Elisabetta II l’ha nominato Baronetto. Nato nel 1959 in Inghilterra da genitori italiani e avviato all’amore per la musica dal padre, cameriere e cuoco ma dotato di una bella voce. Formatosi fuori dai percorsi tradizionali di studio in Conservatorio, cosa che ha generato non poche polemiche nelle istituzioni musicali, Pappano è oggi uno dei più apprezzati direttori d’orchestra, tanto da essere direttore musicale non solo dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma ma del più importante teatro del mondo: la Royal Opera House Covent Garden a Londra. Le due istituzioni, grazie alla sua guida e alle sue scelte, hanno saputo rinnovarsi e aumentare gli spettatori e, almeno a Londra, quadrare bilanci. Incontrarlo è una scommessa difficile. Oltre a dividersi fra Roma e Londra ci sono le tournée con le orchestre: da Stoccolma a Basilea, da Tel Aviv a Zagabria. La sua agenda dà le vertigini. Sensazione che si acuisce quando, incontrandolo, si è travolti dal vortice del suo dinamismo, abbinato ad una carica umana ed una sorridente simpatia. La Sua visione della musica colta sembra non chiusa in apicalità elitarie ma pervasa da voglia di comunicare, di mettere in condizioni il pubblico di avvicinarsi fiducioso all’arte del suono. Come musicista ritengo un dovere spiegare a chi ha bisogno di capire, comunicare i segreti della musica. Anche se segreti non ne esistono. Semmai bisogna educare il pubblico, fare da ponte fra l’emozione data dalla grande musica e la gente. Per questo a Santa Cecilia organizziamo una serie di incontri - lezione per le famiglie e altri prima dei concerti più importanti per illustrarne le parti«Un bravo direttore colarità. Iniziative d’orchestra deve accolte con notesaper creare vole consenso. l’interpretazione Per diffondere di un’opera, trovare l’incontro con la il feeling tra musica è stato i singoli elementi creato anche un per ottenere sito? il meglio» Sì, www.pappanoinweb.telecomitalia.com, consente gratuitamente di essere aggiornati sulle principali iniziative dell’Accademia di Santa Cecilia, di seguire on line le guide all’ascolto e alcuni dei concerti più significativi. Vivendo così emozioni e coinvolgimenti a casa propria. Sul sito www.auditorium.com, nella sezione “multimedia”, digitando podcast è possibile seguire, in video o in audio, le lezioni passate sia per la musica “colta” che per il jazz o rock. Perché la musica è tutta bella. Sono cresciuto negli Anni ‘70 con i gruppi rock inglesi e americani e li apprezzo, come pure il grande musical degli Anni ‘40-50. Quali le qualità indispensabili a un direttore d’orchestra?

ANTONIO PA P PA N O

È nato nel 1959 a Epping, nell’Essex. Il padre lo ha avvicinato alla musica e già a 12 anni dimostra doti di esecuzione. Pur avendo studiato musica, non ha conseguito diplomi. Dal 1999 è direttore musicale della Royal Opera House Covent Garden di Londra, e dal 2005, è direttore musicale dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Il 15 maggio 2012 Elisabetta II lo ha nominato baronetto

Riuscire a creare un suono che la identifichi. Oggi si tende a omologare ed è un errore. Parlando di formazioni di rilievo i Berliner Philarmoniker debbono distinguersi dai maestri del Musikverein di Vienna. Così le orchestre del Covent Garden o Santa Cecilia dove il temperamento focoso, la passione, l’emotività, la duttilità gioiosa della grande e storica tradizione italiana debbono essere un tratto distintivo. Il «Al Maestro Daniel Barenboim devo direttore deve risolmolto. Ero andato vere i problemi tecad accompagnare nici, creare l’interal pianoforte una pretazione di una soprano: prese sinfonia o di subito me. Ai miei un’opera. Saper gestire con equili- genitori devo l’etica del lavoro» brio e democrazia tanti individui e personalità e ottenere un unicum. Per questo stabilire un feeling è indispensabile a far capire che si lavora tutti assieme per ottenere il meglio. Il “gesto” non basta. Ogni direttore ha il suo e con questo ottiene suoni morbidi o drammatici, romantici o tristi. Ogni esecuzione, anche dei brani più celebri, resta comunque individuale. Perfino dove l’autore, come Mahler nella Sesta Sinfonia, ha dato costanti indicazioni. Si crede di essere fedeli alla partitura ma un direttore è diverso dall’altro e il risultato cambia. È questa però la bellezza della musica, la sua vivezza ed eterna vitalità. La Sua doppia formazione, genitori italiani e vita prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti APRILE 2013

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INTERVISTA ANTONIO PAPPANO [ NELLA PAGINA PRECEDENTE, ANTONIO PAPPANO NEL GIORNO DELL’INVESTITURA DEL TITOLO DI BARONETTO.

QUI, A SINISTRA, IN UN MOMENTO DI DIREZIONE DANIEL BARENBOIM. ]

DELL’ORCHESTRA. SOTTO, CON IL MAESTRO

e in seguito Germania e Nord Europa, cosa ha prodotto? I miei genitori mi hanno trasmesso l’etica del lavoro ben fatto e la passione. Poi ci sono stati gli anni di studio, a Londra e negli Stati Uniti, e in seguito l’esperienza in Germania. Qui ho lavorato per sei anni come assistente del Maestro Daniel Barenboim a Bayreuth, tempio wagneriano. E pensare che ero andato ad accompagnare al pianoforte una soprano per un’audizione. «Per la cantante non ho ancora deciso - disse Barenboim - ma il ragazzo lo voglio». A lui, straordinario come pianista e come direttore d’orchestra, devo molto. Alla disciplina e al culto della musica della Germania altrettanto. A proposito di Bayreuth: lei quest’anno e in passato ha diretto opere di Verdi e di Wagner. Quali le differenze? Verdi è un genio musicale e un immenso uomo di teatro, capace di comunicare intense emozioni. Basta un accordo, un silenzio, un tremolo, un recitativo che racconta cosa avviene e un cantabile che esprime lo stato d’animo ed ecco la tragedia di Macbeth, la sofferenza de La Traviata. Tutto con pochi elementi sapientemente valutati. Costante come in

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Mentre con Wagner siamo nel mondo del mito, geniale ma pur sempre mito, con Verdi restiamo sulla terra: i sentimenti sono forti, ma umani. Il primo diede grande importanza all’orchestra, allargandola anche gli oltre 100 elementi; il secondo fu capace di comunicare stati d’animo ed emozioni come non mai.

Rigoletto il dialogo fra canto e orchestra: «Oh, uomini, oh natura... oh rabbia esser difforme, esser buffon... Fa ch’io rida, buffone, mi dice il padron mio». In Falstaff, opera innovativa e straordinaria con tocco essenziale mostra la paura di Falstaff nella foresta. Una sola nota ripetuta scandisce i rintocchi della mezzanotte, il “tremolo” dell’orchestra riesce a evocare una suspense, un’attesa timorosa, proprio come avviene nei film. Un miracolo dell’opera italiana. In lui c’è la grande classicità di Bellini e Donizetti, espresse in una nuova lingua armonica, ma chiara rispetto a quella di Wagner e tanto immediata da coinvolgere ancora oggi gli spettatori di tutto il mondo. I personaggi appaiono vivi e veri perché senti battere i loro cuori. In Wagner grande importanza è data al protagonismo dell’orchestra, allargata anche a oltre cento elementi. Esegue passaggi lunghissimi senza “cantato”. Le trame e i protagonisti derivano dai miti germanici e vi è l’esaltazione della figura dell’eroe, Sigfrido, Lohengrin. Il pubblico viene “portato” dall’orchestra senza lasciare spazi agli applausi dopo le arie, così da “non perdere il filo” di opere assai complesse. Nel Crepuscolo degli dei il primo atto inizia dopo 45 minuti di prologo e come le altre opere della tetralogia wagneriana supera le sei ore. Terribile per un direttore d’orchestra. Per creare un clima, odio, vendetta, amore e prima di far parlare i personaggi Wagner sviluppa la musica “tirandola” in una tensione costante e con i richiami ricorrenti del leitmotiv. Tipico delle sue opere è un motivo musicale utilizzato più volte per introdurre una persona, uno stato d’animo, un simbolo. Nella tetralogia l’Anello dei Nibelunghi ne utilizza 74, considerandoli un elemento unificatore. La sua genialità riesce a combinarli in un’unica sapiente tessitura armonica anche se allo spettatore viene chiesto parecchio. Con Verdi comunque siamo sempre sulla terra, i sentimenti sono forti ma umani. In Wagner si è nel mondo del mito e situazioni fuori dalla vita quotidiana. Ma se si riesce a volare con lui le emozioni sono profonde e si può scoprire qualcosa di se stessi. Cosa pensa dei costanti tagli agli enti lirici e sale da concerto? Insomma alla musica. Un vero delitto in un Paese come l’Italia con una gloriosa tradizione musicale. Tagliare i fondi per la cultura penalizza la qualità della vita di tutti. Invece occorre avvicinare il pubblico con prezzi contenuti, con informazione educativa, soprattutto per bambini nelle scuole. Basta aprire una porta e la musica passa. Anche quella “colta” di cui la stampa si disinteressa. Eppure la musica può accompagnarci ed essere un’amica fidata per tutta la vita.


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Nel sito www.classictic.com/it è a disposizione il calendario aggiornato dei concerti dedicati ai due compositori.

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GLI “ETERNI RIVALI” COMPIONO 200 ANNI «Nacquero lo stesso anno, nel 1813, ma in luoghi diversi. Così come fu diverso il loro approccio alla musica e alla vita. Ispirato dalla mitologia nordica, Wagner; con i piedi ben piantati per terra, Verdi. Aristocratico ed elitario, il primo; appassionato e pragmatico, il secondo. Quest’anno è completamente dedicato a loro con numerosissimi eventi in Italia e in Germania» [ EVENTI DI

GIUSEPPINA FRATARCANGELI ]

er incontrarsi gli eterni rivali ci hanno messo due secoli. Nati entrambi nel 1813, Verdi e Wagner quest’anno festeggeranno assieme il proprio compleanno intrecciando i loro nomi in spettacoli, eventi e mostre. Geniali ma opposti nella concezione musicale e nello stile di vita, evitarono sempre di incontrarsi, vigilando però sui reciproci successi o fallimenti e creatività. Così, se Verdi definiva “noiosa e folle“ la musica di Wagner, non mancava di riunirne, riempiendole di appunti, tutte le opere nella propria biblioteca di Villa Sant’Agata, la residenza vicino Piacenza. L’altro, pur definendo “melodie per gondolieri“ le arie più celebri dell’italiano, si tormentava per i consensi e la fortuna economica del Cigno di Busseto, viste le costanti difficoltà economiche e l’incomprensione verso la propria musica. Antitetici i due musicisti, ma incarnazione delle rispettive culture e Paesi. Figlio del Risorgimento e del retaggio cattolico, Verdi; della grande eredità di Bach, Hendel e del teutonico mito dell’eroe, Wagner. Partecipi con diverso esito degli avvenimenti del tempo. Le rivolte e i moti del 1848/49 promossero Verdi a emblema dell’anelata Italia unita. A Wa- » APRILE 2013

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Dove, come, quando...


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RENGAW E IDREV ID ONNA’L

L’ANNO DI VERDI E WAGNER

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gner, invece, l’aver eretto bar- tata. La sera del 13 marzo 1861 ricate assieme all’anarchico Ba- a Parigi il Tannhäuser venne kunin costò la perdita dell’in- accolto dai fischi. La “grandiocarico di Direttore dell’Opera di sa pezzenteria” che spingeva Dresda e l’abbandono della Wagner a comporre solo in moglie Minna. Per evitare l’ar- ambienti sontuosi, vestito di resto dovette rifugiarsi in Sviz- sete preziose e per questo a zera. Di fughe il tedesco pun- chiedere aiuti senza vergogna, teggia una vita sregolata e av- terminerà solo dopo l’inconventurosa che non gli impedi- tro, nel 1864, con Ludwig di sce di comporre a ritmi impres- Baviera. Il giovane re ne divensionanti: L’Olandese volante terà munifico mecenate con(1843), Tannhäuser (1845), sentendogli di dedicarsi, ormai Lohengrin (1850) e la masto- cinquantenne, in serenità alla dontica tetralogia L’anello del composizione degli ultimi capolavori: TristaNibelungo (dal no e Isotta, I 1848 al 1874). maestri cantoOpere di cui «Sregolato, scrive anche i lipieno di debiti, ri di Norimberga, Parsifal. bretti. Fugge ma prolifico, All’opposto VerWagner» per i debiti, per di, nato in camaver approfittapagna, a Ronto di giovani donne, e dilapida quanto otte- cole, una frazione di Busseto, renuto, spesso da ammiratrici in- sterà sempre un uomo della ternamorate, in una vita da “zin- ra, avveduto investitore delle garo di lusso”. Un esempio, i sue cospicue fortune, lontano mesi trascorsi nell’esclusivo Ho- dalla mondanità, stabile nelle tel Danieli a Venezia o l’appar- residenze, Milano e Villa S. Agatamento sontuoso affittato a ta. Capace di alzarsi all’alba per Parigi, dove mai un musicista controllare, da esperto agrofu più impopolare. La sua idea nomo, il grano e la vigna. Midi “teatro totale”, con poco surato nei rapporti con le donspazio alle arie cantabili e al- ne. Dopo la morte della prima l’emozione dei personaggi ma moglie, Margherita Barezzi nel centrato sulle idee, colmo di 1840 seguita a quella dei due simbolismi, sui miti germanici, figli bambini e unitosi, nel uniti a una musicalità tutta 1847, alla grande soprano nuova, vedi Tristano e Isotta Giuseppina Strepponi la rispet(1856/59), non veniva accet- terà sempre, tenendo nasco-

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{ VIVA VERDI! } DI PAOLO GIOR GI

«I suoi cori furono la colonna sonora delle Cinque Giornate milanesi, ma il successo lo trascinò sino in Russia, presso il Teatro Imperiale di San Pietroburgo, al Cairo per l’apertura del Canale di Suez, a Parigi» Giuseppe Verdi non ebbe mai una decadenza fisica vera e propria. Compositore e contadino, proprietario terriero, fu infaticabile camminatore di quelle terre grasse, generose, in cui aveva investito le sue prime ricchezze di musicista, tra Parma e Mantova, dove il genio ardente e corrugato del teatro lirico era nato nel 1813. «Io, Carlo Arcari, Prevosto delle Roncole, ho battezzato stamattina un bambino nato ieri sera alle otto da Carlo Verdi e da Luigia Ottini», dice l’atto di nascita e, in francese, Napoleone imperante, la deposizione del padre e due testimoni, tutti analfabeti. Giuseppe Verdi, devastato da lutti indicibili in gioventù come la morte di due figli, della moglie Margherita Barezzi, vedrà poi la vela della propria esistenza volgersi ad un vento più prospero e avrà vertici creativi, innovazioni dirompenti, discutibili cadute per eccesso di produzione, trionfi in successione come Rigoletto, Trovatore e Traviata, 1850-54. I suoi cori saranno la colonna sonora del fatidico 1848 delle Cinque Giornate milanesi, quello dei Lombardi, ricalcato da quello del Nabucco, una sfida alla polizia austriaca, farà fremere le platee per la resurrezione dell’Italia di cui Verdi è il cuore. Con quel suo sguardo sulfureo, nel memorabile dipinto di Boldini, con il cilindro, la sciarpa di raso annodata dalla fida Giuseppina Strepponi, che fu prima idolo canoro e poi mi-


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te compagna e consigliera. Come il suocero Antonio Barezzi da Busseto, suo primo benefattore, la Strepponi fu nella vita del musicista, un dono della provvidenza, la stessa che mutatasi in destino ne fece a 40 anni, il Re del teatro musicale italiano se un comitato di milanesi dopo trentadue chiamate d’applausi, gli consegnerà, in una Aida natalizia, uno scettro d’avorio e oro. Barezzi aveva sostenuto le lezioni private del giovanissimo Verdi a Milano rifiutato all’esame d’ammissione presso quel conservatorio. Il soprano Giuseppina Strepponi, sposata in segreto nel 1859, vent’anni prima aveva caldeggiato la rappresentazione dell’Oberto verdiano alla Scala (il primo bacio della gloria), ottenendo dall’impresario Merelli un contratto per il musicista devastato dalla morte del suo bambino, Icilio. Giuseppe Verdi fu malandato solo negli ultimi sei mesi se, il 27 gennaio del 1901, scrive al suo librettista Boito: «Non sono veramente ammalato, ma le gambe non mi portano quasi più». Quelle gambe erano state nell’ovunque più illustre di quegli anni: in Russia, su committenza del Teatro Imperiale di San Pietroburgo per La forza del destino, a Parigi al Teatro d’Opera per cui compone Don Carlo, al Cairo, due anni dopo l’apertura del Canale di Suez, per Aida. E a Roma per quattro volte, una nel 1893, a ottant’anni, per Falstaff, tratto dall’idolatrato (al pari di Manzoni, cui ha dedicato la Messa da Requiem) William Shakespeare. Verdi dal 1874 è Senatore, ha trionfato alla Scala con Otello quando, dopo sei anni di inattività, insistendo Arrigo Boito e l’editore Ricordi, si decide appunto per il Falstaff. L’opera scomoderà l’antropologo Cesare Lombroso il quale, interpretando uno stupore generalizzato, scriverà un articolo Il fenomeno psicologico Verdi, nel quale si arrenderà all’assenza di spiegazioni di fronte a quella possente anomalia tra l’età del musicista e la perfe-

[ SOPRA, UNA

«Avveduto, schivo e costante nella sua produzione, Verdi» zione di quella sua stupefacente, ultima fatica. A Roma, al Teatro Costanzi, il 15 aprile del 1893, dorme all’Albergo Quirinale dove la Guardia Municipale, presta un servizio d’onore per tutta la settimana del suo soggiorno. Teatro gremito con la famiglia reale che lo vorrà nel proprio palco presentandolo al pubblico tenendolo per mano. Il giovane maestro Edoardo Mascheroni, raccoglierà l’orchestra sotto le finestre dell’albergo e in un cielo trapunto di stelle, avvierà il sommesso inizio della sinfonia dei Lombardi tra il “Viva Verdi” della folla. E si schiuderà discretamente una finestra da cui si protende la testa bianca del Cigno di Busseto. Perché anche con il languore di quell’animale fatato è stato chiamato Giuseppe Verdi, lui, tutto piglio e combustione, esploratore di risvolti umani e sociali.

CROMOLITOGRAFIA DEL

1900 DEDICATA ALL'OPERA DI RICHARD WAGNER, “LA VALCHIRIA” (1870). ]

sta con cura la relazione - peraltro mai provata - con la giovane soprano drammatico Teresa Stolz, prima interprete di Aida. Dopo gli iniziali anni di povertà a Milano sarà il Nabucco, rappresentato alla Scala nel marzo 1942 e il cui Coro diventerà una sorta di Inno nazionale, a decretargli un crescente successo. Da allora, per dieci anni, comporrà un’opera all’anno e capolavori come Ernani (1843) e Macbeth (1847). La maturità piena, l’innovazione musicale e il drammatico, coinvolgente realismo dei personaggi arriva nella Trilogia popolare e romantica che lo rende il musicista più acclamato dell’epoca: Rigoletto (1851, libretto di Piave), Il Trovatore (1853, libretto di Cammarano) e La Traviata (1853, libretto di Piave), pietra miliare del dramma borghese. Dopo anni di riflessione nella quiete della campagna altri capolavori: Don Carlos (Parigi, 1867) e Aida (Cairo, 1871). Creativo anche in vecchiaia comporrà Otello (1887) e, ottantenne, Fal- » APRILE 2013

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staff (1893), opera giocosa colma di vivacità e invenzioni musicali. Diversi i due musicisti resteranno anche nel legato finale. Verdi finanzierà a Milano definendola “la mia opera migliore” una casa di riposo per musicisti dove è sepolto. Wagner, grazie al costante aiuto di Ludwig di Baviera, crea a Bayreuth il teatro che tuttora rappresenta solo sue opere, apprezzate in tutto il mondo. A eccezione di Israele, dove per i suoi scritti antisemiti e l’appropriarsi della sua musica da parte dei Nazisti, c’è voluto il carisma di Daniel Barenboin per eseguire con un’orchestra tedesca il preludio del Tristano, nel 2001.

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NEL BICENTENARIO

PARMA, PASSANDO PER SALISBURGO, LIPSIA E DRESDA La Scala di Milano, nonostante la contestata apertura con il Lohengrin wagneriano, ha in cartellone diverse opere di Verdi: dal giovanile Oberto all’ultimo Falstaff, La Traviata, diretta da Daniele Gatt, un’attesissima Aida dal 25 ottobre con la regia di Zeffirelli. Mobilitati altri templi operistici italiani nel nome di Verdi: la Fenice a Venezia con I Masnadieri; il Regio di Parma con Un ballo in maschera e Nabucco e, in ottobre, un ricco Festival verdiano dislocato nella sua terra natale. Previsto il tutto esaurito all’Arena di Verona per il Nabucco con Placido Domingo. Attesa al Festival di Salisburgo per Nabucco diretto da Riccardo Muti e Fal-

DELLA NASCITA DI VERDI E WAGNER I VOLTI DEI DUE COMPOSITORI SECONDO PINO CANGIALOSI

Il Maestro Pino Cangialosi è musicista multiforme: percussionista; fagottista; pianista; compositore di fortunate colonne sonore cinematografiche e televisive; docente al Conservatorio di Latina di musica da camera e musica d’insieme per strumenti a fiato e direttore d’orchestra. A lui il compito di tenere al Teatro Vittoria a Roma una serie di incontri per avvicinare il pubblico a Verdi e Wagner nell’anno dedicato. A lui ci siamo rivolti per sottolineare ancora una volta le loro peculiarità. Qual è a Suo giudizio la specificità dei due compositori e quali i valori universali? Nella musica verdiana campeggia la visione teatrale dell’opera. Nel raccontare situazioni drammatiche, la musica lascia spazio alla parola, sostenendola attraverso un alleggerimento musicale e non drammatizzandola enfatizzando la partitura, con il rischio di creare pesantezza. A torto i denigratori indicavano Verdi come il “musicista del zum-pa-pa” per l’accompagnamento alle arie identificabile nei suoi melodrammi. Invece è nell’attenuare e ridurre la sovrabbondanza musicale che il dramma emerge. Faccio un esempio più attuale: quando in Odissea nello spazio la navicella vaga nell’universo verso immensità ignote, è l’accompagnamento di un festo-

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UN ANNO DI CELEBRAZIONI DA MILANO A VENEZIA FINO

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staff da Zubin Metha. “Verdi-mania” anche all’Opera di Vienna e perfino in Germania, dove però il posto d’onore spetta al compatriota. Eccezionale Festival a Bayreuth, dal 25 luglio al 25 agosto, e Festival wagneriano a Lipsia, città natale, dal 16 al 26 maggio, abbinato a mostre, incontri culturali e l’inaugurazione in maggio di un Museo Wagner. Nella vicina Dresda “Concerto di Compleanno” nella regale Semper Opera. Il ricco calendario è reperibile sul sito del turismo tedesco (www.germany.travel.it).

[ A DESTRA, IL MAESTRO PINO CANGIALOSI ]

so walzer di Strauss a rendere inquietante la desolazione della situazione. Lo zumpa-pa non banalizza il pathos, anzi. È la chiave di volta per entrare in contatto con la “pancia” di un pubblico che andava a teatro per vedere sulla scena “il dramma” e attraverso questi temi musicali, ripetuti e riconoscibili, partecipava. Verdi porta in scena la realtà proponendo personaggi in cui l’emotività del pubblico coincide con il pensiero verdiano. È un uomo che viene dalla terra e ci resta con i piedi ben piantati. Eppure la sua genialità è sempre in grado di sorprendere, grazie a una continua crescita e metamorfosi. E Wagner? Più lento e massiccio. La sua musica ha un gigantismo diffuso. È come un “convitato di pietra” che si muove con lentezza. Molto “teutonico” in questo. Musica circolare. Ciclica. Come il suo pensiero: unidirezionale e riconoscibile dai vari leitmotiv. Motivi conduttori che ritornano elaborati e riproposti fino al parossismo. Un artificio non diverso dallo zum-pa-pa verdiano e utilizzato per catturare l’attenzione del pubblico in opere lunghe e complesse. Pensiamo al Parsifal e alle cinque ore di esecuzione o alla Tetralogia l’Anello del Nibelungo. Assaporare il leitmotiv, lo stesso tema, in tutte le possibili variabili era come

dire al pubblico: «Ti faccio riconoscere la musica e ti indico dove siamo». Wagner è stato uno sperimentatore e un grande innovatore. L’aver a volte non incontrato il favore di critica e spettatori è riconducibile all’essere troppo avanti nel tempo. Quali le opere in cui hanno espresso al meglio la loro grandezza? Ci può suggerire una guida all’ascolto per entrambi i compositori? Consiglierei prima di seguire a teatro un’intera opera, specie di Wagner, di procedere per gradi. Ascoltare le arie più importanti delle rispettive opere più celebrate, meglio se dopo aver letto il libretto. Ascoltare e riascoltare e poi proseguire. Con calma. Serve a capire. D’altronde, anche un libro, soprattutto complesso, non si legge in una notte. Tra le opere migliori per Verdi il Falstaff e l’Ouverture de La Traviata e per Wagner Parsifal e l’Ouverture del Lohengrin.



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[ ATTUALITÀ DI ROMINA

VINCI ]

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Addio, “bionda”: arriva la SIGARETTA ELETTRONICA

«Il loro livello di nocività sembrerebbe essere dieci volte inferiore rispetto a sigari, sigarette e pipe. In attesa di capire se e quali rischi nascondono le nuove sigarette elettroniche, solo in Italia attualmente producono un giro d’affari di 200 milioni di euro. Un mercato destinato a breve, secondo le stime, a raddoppiare»

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12 milioni

1.000 euro

400.000

i fumatori italiani che, a tutt’oggi, rimangono fedeli alle sigarette tradizionali.

l’anno è la cifra risparmiata da un fumatore che decide di passare alla e-cig.

gli italiani che si stima facciano uso della sigaretta elettronica.

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diventato ormai un autentico oggetto di culto, ha sviluppato attorno a sé una nutrita schiera di adepti, ma non serve per telefonare, né per navigare sul web, tantomeno per scaricare applicazioni. Viene usato infatti per fumare, pardon, “svapare”! La sigaretta elettronica (o ecig) è, infatti, il fenomeno del momento: un dispositivo elettronico che emula le sigarette, i sigari e le pipe ma, a differenza dei tradizionali prodotti per il fumo, sembra non contenere agenti tossici e cancerogeni: il suo livello di nocività è dieci volte inferiore. «Ho iniziato ad usare l’e-cig lo scorso anno, alternandola alle sigarette normali. Un pacchetto da dieci è iniziato a durarmi uno, due, tre giorni. Mi era rimasta un’ultima bionda, l’ho accesa più per abitudine che per bisogno, dopo due tiri l’ho buttata, perché mi stava dando la nausea. Da allora non ho più fumato una sigaretta normale». Renato Ciuffarella, libero professionista di 38 anni, racconta così il suo ingresso nel mondo degli “svapatori”. Anche lui, come tanti, è riuscito a disintossicarsi dal tabacco. «Navigando in Internet ho scoperto l’esistenza di questo dispositivo, l’ho acquistato per curiosità, e poi mi sono reso conto che c’è dietro tutto un mondo di aromi, hardware ed accessori del quale mi sono appassionato». E come Renato, è lunghissima la lista dei seguaci che ogni giorno scelgono tra decine di sapori diversi, spaziando dai frutti tropicali alle spezie fino ad arrivare a fragranze come Black Fire, Tuscan e Maxx Blend. Sono numeri da capogiro quelli che si celano dietro il fenomeno della sigaretta a vapore. Solo in Italia, allo stato attua-

le, il mercato vanta un giro d’affari di circa duecento milioni di euro, destinati a raddoppiare a fine 2013. «Già quattrocentomila italiani fanno uso della sigaretta elettronica, e si stima che toccheranno soglia un milione entro la fine dell’anno. Per non contare poi il bacino di utenza: 12 milioni i fumatori tradizionali nel nostro Paese». Queste le parole di Tonino Boccadamo, amministratore unico della “5 Italia”, la neo costituita azienda nel settore delle sigarette elettroniche, che si appresta ad irrompere sul mercato con una rete di franchising a prezzi concorrenziali. Anche perché una cosa è certa: “svapare” costa meno che fumare. «Il costo del kit iniziale della “sigaretta elettronica 5” - continua Tonino Boccadamo - parte dai 35 euro». I flaconi (che durano circa sei giorni) meno di 10 euro l’uno mentre un pacchetto da venti sigarette costa anche 5 euro». I conti sono presto fatti: un fumatore che passa alla sigaretta elettronica risparmierebbe, ogni anno, oltre 1.000 euro. «Ho iniziato ad usare l’e-cig proprio perché il prezzo delle sigarette tradizionali è arrivato alle stelle», racconta Alessandro Condù, 36 anni, romano, il quale, però,

ammette di non essersi ancora tolto il “vizio“ del fumo: «Lavoro in una falegnameria, la sigaretta elettronica non è pratica», dice. Così si accontenta di “svapare” il fine settimana, quando è a casa o con i suoi amici: «Ormai è una mania collettiva!». Il desiderio di fumare, infatti, nella nuova ottica dell’e-cigarettes non obbliga più i tabagisti ad uscire fuori dagli uffici, dai ristoranti, dai bar, magari al freddo e in completa solitudine, ma crea aggregazione nonché un senso di appartenenza verso una comunità nuova, dai contorni sempre più definiti. E negli altri Paesi europei invece? È di nuovo Renato Ciuffarella a rispondere. Da tanti anni ormai fa la sponda fra Italia e Scozia, ed afferma: «Ad Edimburgo non è molto usata, sono pochi i fumatori. Non dimentichiamo che il tabagismo è considerato uno status sociale che indica povertà, e le persone disagiate sono quelle più soggette alla dipendenza dal fumo». Ed ecco allora che, improvvisamente, appare sotto una luce diversa un dato apparentemente sorprendente: in Grecia, malgrado la crisi economica, sono 400.000 gli svapatori. Un numero in costante aumento.

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UN NUOVO MODO DI

SVAPARE

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In gergo significa “aspirare da una sigaretta”. Mentre nella sigaretta tradizionale, a causa della combustione, si moltiplicano le sostanze dannose per l’organismo, tra cui il catrame ed alcuni agenti tossici, nella sigaretta elettronica queste sostanze cancerogene sono invece assenti. L’e-cigarette, inoltre, non produce odori sgradevoli negli ambienti chiusi e sui vestiti, non produce fumo passivo ma vapore acqueo, può quindi essere utilizzata ovunque (anche nei luoghi chiusi).

E-CIG DIPENDENZA? Roberto Boffi è pneumologo presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. A lui, convinto sostenitore della necessità di smettere di fumare, abbiamo fatto alcune domande sulle sigarette elettroniche. Attenzione: il vapore aspirato è ancora oggetto di studio. Quali sono i vantaggi dell’e-cig? Premesso che non ci sono ancora studi approfonditi né sull’innocuità né sull’efficacia dello smettere di fumare, c’è da dire che i dati preliminari evidenziano una drastica riduzione dei potenziali effetti cancerogeni causati dalla combustione delle normali sigarette. Il vapore aspirato con le sigarette elettroniche, però, è ancora oggetto di studio. Non sappiamo quanto e se possa essere dannoso per chi “svapa” e per chi sta vicino. Perché fa tendenza? È una moda ormai ed è anche una risposta alla crisi economica: costa molto meno cambiare le cartucce che comprare i pacchetti di sigarette. Scompare anche il cosiddetto fumo passivo, quindi? Al contrario, rischia di ricomparire, e si chiamerà vapore passivo o svapamento. Temo che la sigaretta elettronica diventi un escamotage per tornare a fumare negli ambienti in cui è ormai proibito. E qual è il rischio che l’e-cig possa riaccendere l’abitudine al fumo negli ex tabagisti? Non ho riscontri in questo senso, ma posso affermare che avviene il meccanismo opposto: un ragazzo qualche giorno fa mi ha detto che lui ha iniziato con una sigaretta al mojito e dei suoi amici al cuba libre. Non mi si venga a dire che queste sigarette servono a far smettere di fumare, al contrario incitano le persone ad iniziare. Spero che un giorno vengano venduti in farmacia e non in tabaccheria. APRILE 2013

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SEPARAZIONE: SE I PADRI PIANGONO, LE MADRI NON RIDONO «La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per aver violato il diritto al rispetto dei legami familiari. Una sentenza non proprio inaspettata: le associazioni dei genitori lamentano da tempo, poco equilibrio nell’affido dei figli in divorzi e separazioni» [ ATTUALITÀ DI

DANIELA FLORIDIA ]

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tribunali e le istituzioni italiane non hanno fatto abbastanza, o abbastanza bene, il proprio lavoro per assicurare ad un padre separato il diritto di vedere la propria figlia”. Questa, in sintesi, la motivazione della sentenza con la quale a gennaio di quest’anno la Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per violazione del diritto al rispetto dei legami familiari. Il caso è quello di Sergio Lombardo: dopo la separazione dalla moglie, nel 2003, pur avendo ottenuto dal Tribunale di poter vedere la figlia di 2 anni per due pomeriggi a settimana, un weekend su due e per le festività, e pur facendo la spola tra Roma, dove viveva, e Termoli, la città in cui si trasferì la ex moglie, riusciva ad incontrare la bimba per pochi minuti

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e sempre in presenza della madre e di uno zio materno. Nonostante i numerosi ricorsi, vengono ribaditi i diritti del papà ma non vengono attivate le necessarie misure, facendo nel frattempo crescere la figlia lontano dall’affetto paterno. Fino al ricorso alla Corte di Strasburgo del 22 aprile 2011. Che si è concluso con la sentenza del 29 gennaio 2013, nella quale la Corte ha sottolineato che: «La mancata adozione di misure efficaci, in grado di assicurare il diritto di visita di un genitore separato costituisce una violazione del diritto al rispetto della vita familiare riconosciuto dalla Convenzione europea», non avendo i servizi sociali e l’autorità giudiziaria lavorato nell’ottica di facilitare questi incontri, a causa di procedure apparse “automatiche e stereotipate”,

oltre che non incisive per garantire il rispetto del giusto equilibrio fra i diversi interessi in gioco. Ed è proprio il mancato rispetto del giusto equilibrio fra gli interessi in gioco, che le associazioni di genitori, quelle dei padri innanzitutto, ma non solo, lamentano in tema di separazioni e divorzi: a cominciare da come viene applicata - o disattesa - la legge sull’affido condiviso del 2006 che sancisce il principio della bigenitorialità, secondo il quale: «Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi». Perché se la formula dell’affido condiviso ormai riguarda quasi il 90% delle separazioni di coppie con figli, di fatto c’è


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una falsa applicazione del principio della condivisione, che porta a ricreare quella situazione che prima della legge era la normalità: affidamento esclusivo dei figli ad un solo genitore e con un ruolo del coniuge “non collocatario” stretto fra il diritto/dovere di visita nei confronti della prole e l’obbligazione al mantenimento. La figura del genitore collocatario/domiciliatario, non prevista dalla legge ma introdotta dai tribunali e l’impostazione dell’affidamento basata sul domicilio prevalente - secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adiantum (www.adiantum.it) su un campione di 1.020 sentenze emesse da tribunali italiani - hanno portato ad una situazione in cui i padri risultano essere poco più che delle comparse: il “domicilio prevalente” viene riconosciuto pressoché unicamente alla madre (969 casi contro 20), mentre solo in 31 casi si registra una condizione paritaria. Creando una situazione - come evidenziato in una specifica interrogazione parlamentare presentata alla Commissione Europea - di discriminazione in virtù della quale i padri separati vedrebbero pregiudicato il loro rapporto con i figli. A cominciare dal tempo che i figli trascorrono con uno o l’altro genitore e dai pernottamenti: si passa, infatti, da una media mensile

«La formula dell’affido condiviso riguarda ormai il 90% delle coppie separate con figli, ma di fatto c’è una non corretta applicazione» di 26,5 giorni per il genitore domiciliatario ai soli 6,5 giorni al mese per l’altro genitore di un figlio con più di 3 anni e ancora meno se di età inferiore (2,5 giorni). Quindi, rispetto alla situazione precedente alla riforma del 2006 quando si tendeva a garantire in media 6 pernottamenti al mese per il padre, la situazione non è molto cambiata. Anzi. Se poi si considera che proprio in virtù della collocazione dei figli presso la madre nel 56,2% delle separazioni la casa è stata assegnata alla moglie e nel 21,5% al marito, è evidente come la ricerca di un nuovo alloggio diventi la prima delle preoccupazioni per un padre in crisi matrimoniale, anche senza arrivare ai casi estremi riportati dalle cronache locali di padri separati costretti a dormire in macchina. Pertanto diverse amministrazioni - è il caso dell’iniziativa del Campidoglio finalizzata alla realizzazione di quello che è stato ribattezzato il “Condominio »

DIRITTO DI FAMIGLIA: UNA STORIA ANCORA GIOVANE

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Italia ha una legislazione relativamente “giovane” in materia di divorzi e separazioni fra coniugi. Se si esclude una previsione contenuta nel Codice civile napoleonico, ma raramente applicata sotto Murat e poi velocemente soppressa e qualche tentativo di normazione di inizio ‘900 mai andato in porto, bisogna arrivare agli Anni ‘70 con la legge Fortuna-Baslini per l’inserimento del divorzio nell’ordinamento giuridico italiano. Il referendum del 1974, che avrebbe dovuto, nelle intenzioni dei promotori, abrogare tale legge, sancì invece la possibilità per gli italiani di sciogliere il vincolo matrimoniale. Anche lo stesso Diritto di famiglia, così come è oggi, è stato riformato nel 1975 introducendo l’instaurazione di un rapporto paritario fra i coniugi nella direzione della famiglia, sia in relazione ai rapporti personali che patrimoniali che con i figli, a cominciare dalla coabitazione (di comune accordo, infatti decidono il luogo ove fissare la residenza e stabilire la convivenza tenendo conto delle esigenze di entrambi e degli interessi della famiglia) e ai doveri di collaborazione. La legge 54 sull’affido condiviso, secondo la quale «anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale», è invece del 2006. È rimasta ferma al palo, anche nella legislatura appena conclusa, la tanto attesa legge sul divorzio breve.

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LA VOGLIA DI CRESCERE I PROPRI FIGLI

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arino Maglietta, fondatore e presidente dell’associazione Crescere Insieme (www.crescere-insieme.org), è l’estensore del testo base sull’affidamento condiviso e sostenitore della bigenitorialità. A lui abbiamo chiesto: Qual è il significato della recente sentenza di condanna dell’Italia da parte della Corte di Strasburgo? Anche se non si è spinta a censurare la continua lesione nei tribunali del diritto dei figli a mantenere un rapporto realmente equilibrato e pienamente significativo con entrambi i genitori, la Corte ha correttamente colto l’inadeguatezza con la quale si affronta in Italia il problema del mancato rispetto delle decisioni, ovvero lasciando trascorrere senza intervenire quantità tali di tempo da distruggere la relazione del figlio con uno dei genitori, non sapendo gestire gli interventi dei Servizi Sociali, ed emanando provvedimenti fotocopia, secondo criteri vecchi e stereotipati. Altrettanto negativo è il giudizio sul mancato ricorso alla terapia familiare, tanto più significativo rammentando che da noi non si è riusciti a promuovere neppure il ben più morbido intervento della mediazione familiare. A distanza di otto anni dalla sua pro-

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mulgazione come funziona la legge sull’affido condiviso? Purtroppo il sistema legale è ancora tenacemente ancorato al modello dell’unico genitore che provvede ai bisogni dei figli con l’altro che si limita a passargli il denaro per farlo. In sostanza si è fatto in modo che il cambiamento fosse solo di nome, chiamando collocatario il genitore che prima veniva chiamato affidatario. Il tutto con l’alibi dell’“interesse del mi«A 8 anni dalla nore”, che promulgazione, consisterebbe la legge nel fruire della sull’affido stabilità logistica, regolar- condiviso stenta ancora oggi mente sostea decollare» nuta con argomenti di facile presa (“il bambino ha diritto alla sua casa, a dormire nel suo letto, a fare i compiti nella sua stanza, non è un pacco postale, non deve essere sballottato...”), guardandosi bene, però, dal mettere nel conto gli inconvenienti di tale scelta, ovvero che il prezzo della stabilità logistica è la perdita della stabilità affettiva, la perdita di un doppio ombrello protettivo e del contributo educativo di entrambi i genitori, visto che in

tale sistema il genitore emarginato finisce con lo sparire del tutto. La bigenitorialità è davvero - e in che misura - un valore condiviso dai genitori? La partecipazione equilibrata di entrambi i genitori alla cura dei figli nasce come diritto indisponibile dei medesimi. Questo naturalmente fa piacere ai buoni genitori, ai padri che vogliono essere presenti e alle madri illuminate che non vogliono restare sole nella responsabilità e nella fatica dell’allevamento dei figli, perdendo al tempo stesso il loro sacrosanto diritto alla parità e alle pari opportunità. Il modello del “genitore collocatario”, sostanzialmente monogenitoriale, fa comodo, invece, alla parte meno sana dei genitori, a quei padri, ancora numerosi, che sono ben lieti di poter essere esonerati dal fare sacrifici, cavandosela con il trasferire denaro alla madre, così come a quelle madri possessive e/o vendicative che gioiscono all’idea di poter dosare a loro piacimento i contatti padre/figlio: il classico “glielo faccio vedere... quando lo dico io”. Purtroppo il sistema legale nella maggior parte dei casi ha fatto la più infelice delle scelte, per propria convenienza, e applica, o meglio tradisce, la legge in vigore dando corda a questa seconda categoria.


SEPARAZIONI, DIVORZI E FIGLI MINORI La metà (49,4%) delle separazioni e un terzo (33,1%) dei divorzi riguardano matrimoni con almeno un figlio minore di 18 anni. Il numero di figli minori che sono stati affidati nel 2010 è stato pari a 65.427 nelle separazioni e a 23.545 nei divorzi. Il 68,7% delle separazioni e il 58,5% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. L’89,8% delle separazioni di coppie con figli ha previsto l’affido condiviso, modalità ampiamente prevalente dopo l’introduzione della Legge 54/2006. Nelle separazioni, il 56,7% dei figli affidati ha meno di 11 anni. In caso di divorzio i figli sono generalmente più grandi: la quota di quelli al di sotto degli 11 anni scende al 34% del totale.

CRESCONO LE SEPARAZIONI DEI SENIOR Nel 2010 all’atto della separazione i mariti avevano mediamente 45 anni e le mogli 42. Nell’ultimo decennio le separazioni che riguardano uomini ultrasessantenni sono passate da 4.247 a 8.726 (dal 5,9% al 9,9% del totale delle separazioni). Per le donne ultrasessantenni, nello stesso periodo, si registra un valore più che raddoppiato delle separazioni: dalle 2.555 del 2000 (pari al 3,6%) alle 5.677 del 2010 (6,4%). Fonte: Istat “Separazioni e divorzi” pubblicato nel 2012 (dati 2010)

dei papà”, un complesso di 20 alloggi, costituiti da angolo cottura, saloncino con tv, camera e bagno con lavatrice, accessibile con un contributo di 200 euro al mese per il tempo massimo di un anno - si sono attivate facendo nascere o mettendo a disposizione strutture dedicate. A Milano è invece la Caritas a farsi carico, con un progetto specifico, di questa fascia di popolazione a “rischio povertà”. Ma è la stessa Caritas diocesana che ribadisce nel rapporto 2012 su Povertà ed esclusione sociale in Italia - dedicato in maniera evocativa e in qualche modo ottimista a “I ripartenti” - che la fragilità sociale dei genitori separati appare un fenomeno “al femminile”: sono ancora le donne separate o divorziate, più degli uomini, a soffrire le difficoltà economiche e a rivolgersi pertanto a strutture assistenziali. Nel corso del 2011, i padri se-

parati o divorziati (italiani), sono stati pari al 3,1% del totale degli utenti italiani della Caritas mentre le madri italiane nella stessa condizione sono state invece il doppio (6,7%). Un dato che non deve stupire, considerando che fermo restando il mantenimento dei figli, l’assegno al coniuge è previsto in un caso su 5 nelle separazioni in un caso su 10 nel divorzio. In un Paese dove poco meno della metà delle donne ha un lavoro retribuito. E a ribadire la fragilità femminile nella separazione, e ancor più a smentire una presunta maggior benevolenza aprioristica dei tribunali nei confronti delle madri, il recentissimo caso giudiziario, con pochi precedenti in Italia, che ha portato all’arresto di una donna di Ancona di 41 anni colpevole di non aver contribuito, per difficoltà economiche e precarietà lavorativa, al mantenimento dei figli rimasti con il marito.

DA VEDERE film e libri sui padri/genitori separati

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PADRI CHE RISCHIANO DI DIVENTARE COMPARSE

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Gli equilibristi (Italia 2012) di Ivano De Matteo, con Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Rosabell Laurenti Sellers, Grazia Schiavo Posti in piedi in Paradiso (Italia 2012) di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Micaela Ramazzotti, Diane Fleri Kramer contro Kramer (Usa 1979) diretto da Robert Benton, con Dustin Hoffman, Meryl Streep. Tratto dal romanzo del 1977 Kramer vs. Kramer di Avery Corman

DA LEGGERE I divorziati. Storie di affitti, affidi, weekend e soldi di Elena Marsi (Il Saggiatore 2008) Manuale del papà separato di Maurizio Quilici (Datanews 2012) Nei tuoi occhi di bambino di Tiberio Timperi (Longanesi 2012 - Collana La Gaja scienza)

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> @VVISO AI NAVIGANTI

I PREFERITI DI DI PAOLO NEGRINI

LA TOP 5 DELLE COSE DA FARE, VEDERE, ASCOLTARE IN RETE

COLTIVARE IN BALCONE [ UN’INFINITÀ DI SUGGERIMENTI ] Vi sembra possibile coltivare un orto in balcone? Se storcete la bocca, rimanete pure della vostra idea ma finito l’articolo, vado a cogliere zucchine e fagiolini. Vi sono diverse varietà di piante, in particolare le varietà nane, che si adattano anche a piccoli spazi. In Internet cercate “coltivare ortaggi in balcone”. Troverete una infinità di suggerimenti e piccoli trucchi. Se siete audaci, provate la tecnica “idroponica“. >> www.coltivazioneindoor.org

QUELLI CHE...

COMPUTER IN FORMA

[ TUTTO, MA PROPRIO TUTTO SUL CALCIO ] Per gli appassionati di calciomercato.it è un vera “prelibatezza”. Il portale, una delle realtà più importanti dedicate al calcio in Italia, è divenuto uno strumento consultato, oltre che dagli appassionati, anche dagli addetti ai lavori: agenzie di stampa, giornalisti, dirigenti sportivi, operatori di mercato. Il calcio mercato è solo uno dei temi presi in esame. Classifiche, dirette goal, news aggiornate, rassegne stampa dei maggiori quotidiani, offrono un ampio panorama su questo appassionante e talvolta controverso sport. >> www.calciomercato.it

MUSICA NO STOP [ 20 MILIONI DI BRANI ] Deezer è il primo sito di ascolto di musica on demand, con 20 milioni di brani disponibili gli utenti registrati. Tre sono i profili. Nel primo, gratuito, ascolto illimitato per 6 mesi e poi 2 ore al mese, con i brani intervallati da pubblicità. Gli altri due a pagamento, ascolto illimitato e senza pubblicità, anche da smartphone e TV-IP. >> http://www.deezer.com

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[ IL PROGRAMMA ADATTO ] Tenere aggiornato il computer è il primo passo per non avere problemi. Il sito FileHippo, oltre a distribuire versioni aggiornate di programmi per Windows, offre un piccolo programma installabile, FileHippo Update Checker, che analizza il computer e informa se sono disponibili aggiornamenti software, fornendo i collegamenti per il download. Indispensabile! >> www.filehippo.com

FOTO ONLINE [ DA FOTOCAMERA O SMARTPHONE ] Instagram, applicazione nata per per raccogliere istantanee utilizzando gli strumenti che abbiamo sempre con noi, fotocamera o smartphone, è approdata in Internet come un Social Network delle immagini, sullo stile di Facebook. Le foto scattate, saranno immediatamente pubblicate nella timeline del vostro profilo creato sul sito Instagram, da dove potrete seguire, o essere seguiti, dai vostri contatti. >> http://instagram.com



SOCIETÀ

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QUANDO IL BON TÒN PARTE DALLA TASTIERA Garbo, rispetto e cortesia: le basilari norme comportamentali di ogni individuo non hanno limiti di applicazione. Anche il web, infatti, ha il suo decalogo di buone maniere. [ ATTUALITÀ DI

DARIO DE FELICIS ]

RFC 1855 Stilato nell’ottobre del 1995, è il documento che indica le linee guida da osservare per un corretto comportamento in rete.

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rima di chiedere qualcosa è sempre cortese dire “per favore” e poi rispondere “grazie”, qualcuno addirittura si inerpica nei territori del “non c’è di che, si figuri” ma, in generale, si tratta sempre di buona educazione. Esiste però un galateo parallelo sconosciuto ai più, utilizzato, o almeno si auspica, dagli utenti che ogni giorno navigano in internet. La Netiquette, neologismo formato dalla parola inglese net (rete) e quella francese étiquette (buona educazione), è nata nell’ottobre del 1995 con il documento “RFC 1855” e contiene


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qualsiasi comunità virtuale. Può capitare che durante un dibattito animato vi rendiate conto di aver espresso una valutazione del tutto sbagliata. È consigliabile scusarsi subito pubblicamente per evitare malintesi che, se non fermati per tempo, possono sfociare nelle temute e odiate Flame, vere e proprie fiammate d’ira. La mancanza della tonalità delle parole e l’assenza di comunicazione visiva e geEsiste un galateo stuale non permette parallelo utilizzato agli altri utenti di cadagli utenti che navigano pire quando è il caso abitualmente in internet di arrabbiarsi davvero che potrebbero essere riassunti in o se state solamente scherzando. poche righe. Siate quindi brevi ed Per questo, sobrietà e pacatezza evitate di “quotare” in maniera ec- sono l’unica strada da seguire alcessiva. Il quoting, in una discus- l’interno di un forum. sione, avviene quando si risponde Inoltre, in un gruppo tematico, moa qualcuno usando una sua citazio- deratevi nel chiedere subito aiuto se ne. Alquanto offensiva può essere non si riuscite ad ottenere un’inl’intolleranza lessicale; non fate no- formazione. Prima è sempre bene tare con troppo zelo un errore sin- consultare sul sito l’area dedicata altattico o grammaticale, soprattut- le Faq (Frequently Asked Questions to agli stranieri che non conosco- - letteralmente, le “domande pono bene la lingua corrente, potreb- ste frequentemente”), lì potrebbebe essere visto come un atteggia- ro esserci tutte le risposte che cermento spocchioso ed irritante. An- cate. Che vi troviate in un’area pubche l’intolleranza culturale, sessua- blica o privata è sempre sconsigliale e religiosa è un comportamento bile fare spamming, ovvero l’invio assolutamente da evitare; vi coste- massivo di messaggi ad un gran rà l’esclusione immediata (Ban) da numero di persone (molto spesso so. Dopodiché, senza mai esagerare o offendere nessuno, potrete esprimere la vostra opinione evitando in primo luogo di andare Off Topic, fuori argomento, o rimanere troppo nell’ombra ed essere tacciati di lurking (utenti che non danno alcun contributo intellettuale al gruppo). Non scrivete troppo: essere grafomani non è corretto verso chi deve leggere pensieri prolissi

tutti i princìpi di buon comportamento da utilizzare nelle aree collettive di dialogo online, come le chat o i forum ma applicabile anche allo scambio di corrispondenza privata. Sono regole non obbligatorie, mirate ad evitare inutili incomprensioni e migliorare la qualità del dialogo tra utenti che, non potendo vedersi di persona, si conoscono solo attraverso una tastiera ed una connessione. Per esempio, quando entrate a far parte di una comunità virtuale, è sempre bene aspettare un paio di settimane prima di intervenire in una discussione, in modo da avere ben chiaro il tema degli argomenti in cor-

pubblicità o “catene di S. Antonio)”. Non bisogna poi tralasciare uno degli aspetti più importanti della Netiquette: rispettate sempre la privacy. Pubblicare una conversazione privata tra due utenti, senza l’esplicito consenso, è una grave mancanza di rispetto. Così come mettere tag, richiami e commenti su fotografie o filmati di persone che vorrebbero restare nell’anonimato. In ultimo, ricordate che è maleducazione scrivere tutto maiuscolo perché considerato l’equivalente di urlare, e che inserire tra le parole un florilegio di Emoticons, le faccine colorate, è utile nella conversazione ma, se utilizzate eccessivamente, possono essere fuorvianti! La Netiquette, di nuovo in auge dopo anni di trascuratezza, può essere tutta riassunta in un semplice suggerimento: quando scrivete qualcosa in rete, il pensiero deve essere rivolto a chi sta per leggere il vostro messaggio. Chiarezza, cortesia e discrezione; nulla di diverso da ciò che si farebbe nella vita reale in fila alla posta o al supermercato. Riferimento al documento sulla Netiquette: http://www.rfc.altervista.org/rfctradotte/rfc1855_tradotta.txt

La privacy

Vietato urlare

non deve essere violata. Mai pubblicare conversazioni private senza l’esplicito consenso degli interessati.

Attenzione: scrivere frasi in maiuscolo, ad esempio in una conversazione chat, equivale a gridare. APRILE 2013

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SOCIETÀ

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“OTTANTA” VOGLIA DI GUIDARE [ ATTUALITÀ DI PAOLO BERNARDI ]

«Un esercito di circa 800.000 ultraottantenni, tutti patentati e intenzionati a continuare ad esserlo. Una nuova legge, introdotta dal precedente governo, sta contribuendo a snellire tempi e procedure per ottenere il rinnovo - comunque obbligatorio dopo l’ottantesimo anno di età - della patente di guida. Un vademecum per capire come fare»

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ino a poco tempo fa gli ultraottantenni intenzionati a rinnovare la patente di guida non avevano vita facile. Esami, visite e verifiche costituivano il complicatissimo iter da seguire per difendere la propria autonomia. Primo passo, sottoporsi a visita medica presso una commissione medica composta da più sanitari (Commissione Medica Provinciale), la

1,045

75,26%

la media dei punti tolti agli over 70 nel periodo 2003/10 (Fonte Asaps).

la percentuale dei punti sottratti ai soli automobilisti uomini (Fonte Asaps).

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quale dopo aver esaminato le condizioni di salute del richiedente poteva rinnovargli la patente per un periodo da tre mesi a tre anni, oppure poteva negare tale rinnovo. Il problema era che di tali commissioni ce n’erano una ogni provincia e ciò obbligava gli ultraottantenni a lunghi spostamenti dalle proprie abitazioni ai capoluoghi di provincia. A peggiorare la situazione il fatto che le commissioni erano già di loro oberate di lavoro e i tempi di prenotazione delle visite si allungavano molto. Inoltre, poteva capitare che la documentazione medica fosse insufficiente e


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che la visita venisse rinviata ad altra data, con ulteriore aggravio di spese tra visite e viaggi. Insomma, un bel problema per i circa 800.000 patentati che hanno superato gli ottanta anni e per gli altri 30.000 che hanno superato i novanta. Una legge introdotta dal precedente Governo, invece, ha eliminato questa lunga procedura consentendo di effettuare la visita presso il medico legale operante nell’Asl (Azienda Sanitaria Locale) competente per territorio, presso il medico responsabile dei servizi di base del Distretto Sanitario o il medico militare, oppure del Ministero della Sanità, della Polizia, dei Vigili del fuoco, o presso un ispettore medico del Ministero del Lavoro o delle Ferrovie dello Sta-

to. Questi, più facilmente raggiungibili e consultabili, non obbligano a grandi spostamenti. C’è da aggiungere che, mentre prima le commissioni potevano variare i tempi di validità della patente a seconda delle condizioni di salute del richiedente (da un mese a due anni), adesso il rinnovo, in assenza di seri problemi di salute, implica una validità automatica di due anni. Nonostante l’entrata in vigore della nuova normativa (10 febbraio 2012), alcuni mesi fa ha fatto scalpore la denuncia di una dei più famosi e conosciuti astrofisici italiani, Margherita Hack, che si era vista rifiutare la visita da un medico della Asl in quanto questi non voleva assumersi la responsabilità di far condurre un auto ad una persona così anziana. Le polemi-

LA LEGGE 35 Ad introdurre la nuova normativa è la Legge di conversione n. 35 del 4 aprile 2012 del Decreto Legge n. 5 del 2012. L’articolo del Codice della Strada che invece prevede la possibilità da parte del singolo medico, di inviare il richiedente a visita della Commissione Medica Provinciale è il 119, comma 4, lettera D, che recita: “L’accertamento dei requisiti psichici e fisici è effettuato da commissioni mediche locali, costituite dai competenti organi regionali... nei riguardi...: di coloro per i quali l’esito degli accertamenti clinici, strumentali e di laboratorio faccia sorgere al medico di cui al comma 2 dubbi circa l’idoneità e la sicurezza della guida”.

che che seguirono a questa vicenda, in realtà, appartengono ad un dibattito più ampio sull’opportunità di affidare automobili a persone con obiettive capacità di vigilanza, reattività e concentrazione, diminuite dall’età. Da una parte, c’è chi allude alle pressioni delle case automobilistiche che non vogliono rinunciare ad una fetta di mercato consistente (abbiamo detto circa 800.000 patentati) o alle pressioni delle agenzie per auto che, per le complicazioni delle commissioni, avevano visto perdere molti clienti. Dall’altra, si invocano le paure degli automobilisti “più giovani” che vedono negli anziani un pericolo per la circolazione, pericolo spesso legato a pregiudizi e luoghi comuni. Pregiudizi smentiti dai fatti (Box “Automobilisti modello”) e anche da altre norme. Infatti, a questo ultimo e presunto “pericolo” ha già rimediato il Codice della Strada con l’art. 119 (Box

{

LA RICETTA PER CONTINUARE A CIRCOLARE

Ingredienti • Patente di guida; • codice fiscale; • documentazione medica attestante stato di salute e assenza di serie patologie; • versamento di 9 euro su c/c postale n. 9001 intestato alla Motorizzazione Civile. • marca da bollo di 14,62 euro.

Automobilisti modello Secondo i dati forniti dall’Asaps (Amici e sostenitori della Polizia Stradale), nel periodo 2003/2010, gli over 70 risultano gli automobilisti più attenti. Con una media di 1,045 punti, risultano quelli a cui sono stati sottratti meno punti sulla patente. Di contro, agli automobilisti nella fascia di età 25-29 vengono sottratti mediamente 2,68 punti, a quelli in fascia 30-34, 2,45 punti. Per quanto riguarda poi la differenza tra uomini e donne, la percentuale dei punti decurtati a queste ultime è del 24,74%, mentre agli uomini spetta il restante 75,26% dei punti persi. Le donne patentate, però, sono in numero minore degli uomini (42% delle patenti attive) e percorrono molti meno chilometri, un gran vantaggio in termini statistici.

“La Legge 35”) , tanto che se i medici delle Asl non hanno la certezza che un over 80 possa guidare, possono rimandarlo alle Commissioni Mediche Provinciali. Il problema sta invece nel grado di responsabilità del medico che accerta l’idoneità: potrebbe essere troppo severo e prescrivere di nuovo il pesante iter burocratico per arrivare alla commissione o, al contrario, poco coscienzioso, rinnovando la patente magari perché “spinto” dalle esigenze delle agenzie automobilistiche che premono per accontentare il cliente. La situazione potrebbe essere risolta dando al medico la possibilità di modulare la validità della patente e decidere per un periodo più breve dei due anni. In questo modo si potrebbero contenere i rischi in un arco di tempo inferiore ai 24 mesi. Passerà questa proposta o ne verranno avanzate altre? La parola al nuovo Governo.

Preparazione • Prenotare una visita presso uno dei medici già citati nell’articolo; • al momento della visita consegnare i documenti prima elencati; • effettuata la visita, il medico invierà il certificato alla Motorizzazione; • dopo quaranta giorni la Mo-

torizzazione invierà al richiedente un bollino di rinnovo da applicare sulla patente. Nel frattempo si potrà circolare

}

portando con sé copia del certificato di idoneità rilasciato dal medico. Nella fase della preparazione potrete sempre affidarvi ad una delle numerose agenzie di pratiche automobilistiche o agli uffici dell’Aci. Pagando una tariffa stabilita, l’agenzia provvederà alla produzione dei documenti necessari e fisserà una visita con uno dei medici abilitati. Ricordatevi che... • Il rinnovo per gli over 80 è va-

lido solo per patenti A e B; • all’estero non si può circolare

senza bollino e con il solo certificato medico. Quindi, in caso di espatrio con vettura, attendere il bollino da applicare sulla patente; • per esercitare neo patentati alla guida, non si può avere più di 65 anni. Quindi occhio alle richieste dei nipoti!


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IMPRENDITORE E PIONIERE DEI MEDIA, HA FONDATO IN CANADA CANALI TELEVISIVI COME CITYTV, MUCHMUSIC E BRAVO! SI È OCCUPATO DELLA GENERAZIONE DEI BABY BOOMERS, INTUENDONE LE ASPETTATIVE E DIVENENDO PRESIDENTE DI CARP, ASSOCIAZIONE DI OVER 50 CANADESI. 50&PIÙ LO HA INTERVISTATO

}

DI GIOVANNA VECCHIOT TI

MOSES I PUNTI DI FORZA DEGLI OVER SONO I LORO TALENTI

IL DESIDERIO DI RENDERSI UTILI E DARE ANCORA QUALCOSA

ZNAIMER: CREDETE SEMPRE NELLA VOSTRA ETÀ

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ei è stato uno dei primi, 30 anni fa, a mostrare un’immagine degli over 60 attivi. Crede che la società odierna sia riuscita a cancellare lo stereotipo della persona matura come peso per la società piuttosto che una risorsa? No, penso di no. Sempre di più le persone si accorgono che non stanno invecchiando allo stesso modo dei loro genitori o dei nonni, e l’aumento della longevità di cui si gode nei Paesi industrializzati ne è la testimonianza; i progressi in campo educativo, sanitario, farmacologico e nella tecnologia miravano proprio a questo: arricchire e aumentare i nostri anni. Però a livello istituzionale, nel linguaggio politico o nella cultura popolare c’è ancora grande paura di invecchiare. Quando si parla di anziani, i politici ma anche i mass media, si focalizzano su gruppi di persone che si lamentano e fanno richieste sull’adeguamento delle pensioni e per un servizio sanitario migliore. Le istituzioni ancora non si sono accorte che l’aspettativa di vita non solo sta crescendo in maniera inesorabile ma è l’intero Pianeta che sta invecchiando. Vuol dire che sempre più persone sono produttive per un periodo di tempo sempre maggiore. Vuol dire che contribuiscono al Pil. Vuol dire che hanno maggiore vitalità, esperienza e conoscenza ancora da offrire e molti hanno soldi e tempo da investire. Quali sono i punti di forza e di debolezza che palesano oggi i baby boomers? I punti di forza sono i loro talenti e il desiderio di rendersi utile, di dare ancora qualcosa alla società. Penso che i boomers abbiano una grande coscienza sociale. Sono i più inclini a non spendere il loro tempo in frivolezze ma a riempirlo di si«Il logo di Carp gnificato. Il proè accompagnato blema più granda tre parole: de è quello che “Advocacy” accennavo po(Rappresentanza), c’anzi, ovvero “Benefits” che la società (Benefici), non ha ancora “Community” capito che le (Comunità). Oggi persone vivranl’Associazione no meglio, più a lungo e più conta 56 sedi» sane, con la possibilità di divertirsi di più. Per cui la cattiva notizia è che i baby boomers dovranno pagare per questo “ritardo” e ciò si traduce nell’obbligare una generazione, che sarebbe dovuta andare in pensione, a lavorare di più. Una parte di essa, ovviamente, continua a lavorare per piacere, per le emozioni, per l’esercizio mentale ma c’è anche una componente importante, purtroppo in crescita, che lavora perché ne ha bisogno, ha bisogno di più soldi. Quindi avremo una società e un’economia mista, dove le persone si troveranno a lavorare finché ce la faranno. Ho sempre pensato che sia

MOSES ZNAIMER

È nato nel 1942 a Kulyab, Tagikistan (ex Repubblica Sovietica) da genitori europei di origine ebraica, costretti a sfuggire alle persecuzioni naziste. Nel 1948 si stabilisce in Canada, dove consegue la laurea in Scienze Politiche. Noto imprenditore dei mass media canadesi, è presidente della Carp, associazione di ultra50enni

[ LE ASPETTATIVE DI VITA SI ALLUNGANO. È L’INTERO PIANETA AD INVECCHIARE DI PIÙ. QUESTO SIGNIFICA CHE LE PERSONE POTRANNO ANCHE LAVORARE PER PIÙ TEMPO, PRODURRE, FARE ESPERIENZE.

]

sbagliato obbligare qualcuno a non lavorare quando ne ha voglia, così come costringere le persone a lavorare oltre i propri desideri. Che baby boomer è Moses Znaimer? Veramente sono un pre-boomer. Sono nato qualche anno prima che iniziasse la boom-generation e ciò mi ha permesso di osservare questa generazione. A mio parere, quello che ha reso i boomers importanti è che sono la generazione più numerosa della storia. Quando i boomers furono “scoperti” erano giovani, e si è creduto nella loro gioventù. Io stesso, nei primi anni della mia carriera, gli ho dato mezzi di comunicazione dedicati. Ho avviato un canale di rock and roll in Canada e ho fondato un canale televisivo indipendente, la CityTv. Ma già allora mi sono reso conto che queste persone inevitabilmente invecchiavano, quindi ho iniziato a pensare: «Cosa farò quando avrò 60 anni? Sarà ancora possibile gestire un canale rock and roll?». Allora mi resi conto che ciò che rendeva importante i boomers non era la loro gioventù, ma il fatto che fosse la generazione più numerosa mai esistita. E lo è ancora. È interessante il fatto che persone che prima dicevano: «Non fidarti mai di nessuno con più di 30 anni», oggi ne hanno 65 e vivranno molti più anni da “anziani” di quelli che hanno passato da giovani. È la prima volta nella storia e comporta grandi cambiamenti in tutti gli aspetti della vita. Ma la cultura è rimasta ferma al fascino della giovinezza, così come lo sono i pubblicitari. Secondo Lei, esiste un conflitto generazionale in tema lavorativo? Rifiuto con forza questa tesi della “guerra tra generazioni”. Spesso mi si chiede cosa hanno in » APRILE 2013

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INTERVISTA MOSES ZNAIMER [ IL DIGITALE IMPERA. LA CARTA STAMPATA STA ATTRAVERSANDO UN MOMENTO DIFFICILE, MA I GIORNALI RESTANO I MEZZI CHE FANNO IL LAVORO MAGGIORE DI INFORMAZIONE.

comune giovani e anziani. Io rispondo che esiste una solidarietà naturale tra le generazioni. Se i boomers sono la generazione più numerosa, significa che le generazioni successive lo saranno di meno a causa del basso tasso di natalità, e questo comporterà una minor forza lavoro da parte di esse. Inoltre, c’è un naturale bilanciamento tra l’esperienza e le conoscenze delle generazioni più anziane e le successive. In Canada l’unico modo in cui questo gap viene affrontato è attraverso una massiva immigrazione. Secondo i dati demografici, il Canada è oggi tra i Paesi con la maggiore immigrazione al mondo; accogliamo annualmente 300mila persone. Questo dato fa decadere la tesi che soltanto quando i boomers lasceranno liberi i posti di lavoro questi saranno disponibili per i più giovani. Ogni generazione pensa di essere quella “sotto attacco”, in realtà una generazione crea un’altra, incontra un’altra, si prende cura dell’altra e a volte ama anche l’altra. Il conflitto generazionale ritengo si tratti di un’invenzione giornalistica. Oggi il digitale è più che mai al servizio dell’informazione: Newsweek ha dapprima annunciato la fine dell’edizione cartacea a favore di un’edizione esclusivamente on line, ma a seguito delle proteste dei lettori, è tornata nuovamente in edicola. The Daily, il quotidiano realizzato in modo specifico per Ipad, lo scorso dicembre ha chiuso i battenti. Quale futuro crede che possano avere i media tradizionali, e in particolare la carta stampata? L’arrivo della televisione avrebbe dovuto eliminare la

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«Non credo nella definizione “conflitto generazionale”. Ogni generazione ne crea un’altra, ne incontra un’altra, si prende cura dell’altra e, a volte, ama anche l’altra»

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radio, entrambe - si era predetto - avrebbero ucciso il cinema e queste tre insieme avrebbero fatto fuori il teatro. Stiamo crescendo in un ambiente mediaticamente sempre più complesso e tutti i componenti sono maglie, ognuna con una funzione diversa. Il fulcro di tutto è il contenuto. Sono ancora i vecchi mezzi di comunicazione ad avere la meglio, oggi è ancora la televisione a catturare il maggior numero di ascolti. I network televisivi in Nord America, che una volta avevano il 90% del pubblico, oggi ne hanno molto di meno ma continuano a dividersi la fetta pubblicitaria più grande. Ritengo che le riviste abbiano senz’altro un futuro: il pregio di durare nel tempo e di dare il senso tattile sono caratteristiche tuttora valide; il caso del Newsweek ne è un esempio. La rivista può essere letta sempre, in un bar, in una sala d’attesa, ovunque lo si voglia. Le persone la ricordano. Il problema dei supporti digitali è che se tu non lo guardi in quel momento “sparisce”. Rudolph Murdoch ha affermato che «il futuro dei giornali coincide con il futuro della democrazia». Condivide questa affermazione? Sì, sono d’accordo. La carta stampata ora sta attraversando un periodo non troppo felice a livello economico, ma sono tuttora i giornali a fare il lavoro più grande. Molti degli aggregatori on line e molti dei media televisivi fanno le loro ricerche sui giornali. Quindi credo che Rudolph abbia ragione. I giornali sono alla base del giornalismo e spero che le grandi testate giornalistiche trovino un modo per stabilizzare la loro situazione economica, perché abbiamo bisogno del lavoro che svolgono. Quanto il monopolio dell’informazione può essere salutare per la crescita consapevole di una nazione? Nessun monopolio è salutare. Le persone che possiedono i mezzi di comunicazione comprano anche il contenuto e, quando questo si concentra in poche mani, non è affatto un bene. Per raggiungere le eccellenze in qualsiasi società moderna è necessario che ci siano vari punti di vista. Questa fu la promessa dei mezzi di comunicazione digitali: tutti quanti saremmo diventati degli editori, e questo in un certo senso è vero. Ognuno può prendere la sua piccola storia, caricarla su YouTube, ma attrarre l’attenzione e mantenerla, è tutta un’altra cosa. La Carp oggi conta circa 400mila soci over 50. Qual è la filosofia dell’Associazione e quali sono gli obiettivi che si propone? Nel logo dell’associazione ci sono tre parole: Advocacy (rappresentanza), Benefits (benefici) e Community (comunità). Alcune persone vengono da noi perché credono nel nostro compito di seguire gli


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MOSES ZNAIMER interessi dei canadesi mentre invecchiano (rappresentanza). Ad altre persone interessano i benefici che offriamo a chi si associa. I vantaggi più comuni sono sconti su una vasta gamma di prodotti e servizi (benefici). Poi ci sono i nostri associati più attivi a cui piace incontrarsi personalmente, creare relazioni e impegnarsi nella comunità in cui vivono. Quindi “comunità” è la terza gamba del nostro sgabello. Quando sono arrivato come presidente, la Carp aveva soltanto una dozzina di uffici, oggi ne conta 56. Siamo presenti nelle città e Paesi più grandi del Canada, e continuiamo ad allargare la nostra rete di uffici. I soci delle sezioni locali sono i più attivi nel senso che ci comunicano più spesso cosa pensano, quali idee e politiche sono a loro più utili a livello locale; ci danno una mano a trasmettere le nostre notizie e le iniziative sul territorio, e io continuo a dire loro che si devono incontrare anche per divertirsi, andare a qualche evento culturale, al bowling, innamorasi. Tutto questo aiuta ad avere una buona salute. Lei ha coniato un nuovo termine: Zoomers. Chi sono gli Zoomers e cosa li caratterizza? Zoomer è una fusione tra le parole boomer e Zip. Zip vuol dire “vitalità”, impegno, ottimismo. È una parola molto importante perché, quando ho intrapreso questo percorso mi sono accorto che uno dei maggiori problemi è il linguaggio. Se abbiamo un buona salute tutti quanti speriamo di vivere per sempre, ma nessuno vuole essere anziano. Anziano è una paro-

«Zoomer è un termine importante: è la fusione tra le parole boomer e zip, definizione, quest’ultima, che indica vitalità, impegno e ottimismo»

«Il Canada offre buone prospettive, un governo ragionevolmente onesto, basso tasso di criminalità, buona educazione formazione, e un buon sistema sanitario»

INSIEME PER GLI OVER 50

CARP E 50&PIÙ ENASCO, UN ACCORDO PER IL CANADA Carp è un’associazione impegnata a promuovere e tutelare interessi e diritti dei cittadini canadesi in età matura, sostenendone il cambiamento sociale, migliorandone la qualità della vita e promuovendo una nuova visione dell’invecchiamento. Per associarsi non è necessario essere in pensione: in Carp, infatti, possono ritrovarsi insieme figli di 40 anni e genitori di 65 e oltre, senza più barriere lavorative e cronologiche. L’associazione edita una rivista, Zoomer, dedicata ai canadesi che hanno dai 45 anni in su e affronta temi di attualità, cultura, moda, economia e bellezza. Recentemente Carp ha stretto un accordo di collaborazione con la 50&Più Enasco Canada avviando un programma di assistenza fiscale nelle aree di Toronto, Hamilton e Woodbridge a favore dei soci Carp. Per maggiori informazioni rivolgersi a: Vincenzo Ghiandoni presso 50&Più Enasco Woodbridge - Suite CL1 - 140 Woodbridge Avenue - L4L 4K9 - Tel. 001-905-266-1866 / 905-264-3636

la che fa innervosire, insieme a tutti i suoi sinonimi: maturo, terza età, ecc. Zoomer invece ha una connotazione positiva. Ho incontrato donne che mai si sono sognate di dire la loro età e non fanno difficoltà alcuna a riconoscersi con gli zoomer. Quindi zoomer è un termine che ha più a che far con un atteggiamento piuttosto che con un’età cronologica. Gli zoomer vanno dai 45 anni in su, ma per farne parte devi essere una persona con la “zip”, devi avere forza vitale e abbracciare una delle mie massime: «The best way to keep going is to keep going» (Il modo migliore per andare avanti, è andare avanti). È proprio quando le persone si arrendono che inizia il loro declino. Io, pur essendo il presidente di un’organizzazione di pensionati, sono contrario al pensionamento obbligatorio! Le persone hanno il diritto di lavorare, ma anche di non lavorare così tanto se non lo desiderano, l’importante è che siano impegnate. Se non hai voglia di lavorare fai qualcos’altro, studia, viaggia, fai delle opere di bene, distribuisci un po’ di felicità in giro, spendi i tuoi soldi in modo creativo... Queste cose sono importanti. Bisogna mantenersi attivi e impegnati. In Canada avevamo il pensionamento obbligatorio fino a poco tempo fa e Carp si è battuta contro; ora non c’è più lo stesso rigido processo di pensionamento che c’era prima, che obbligava le persone a lasciare il mondo lavorativo. Le Nazioni Unite hanno recentemente stilato una graduatoria degli Stati più felici del mondo; il Canada risulta ai primissimi posti della Top 10. Qual è il motivo di questo risultato? Rispetto ai parametri attuali direi buone prospettive di vita, un governo ragionevolmente onesto, un basso tasso di criminalità, una buona educazione e formazione, un buon sistema sanitario. Tutte cose che contribuiscono ad avere una vita decente. Abbiamo anche una bellissima topografia, è spettacolare. Puoi scegliere in quale clima vivere, le montagne o il mare. Credo che a livello sociale siamo felici perché crediamo di vivere in un mondo tutto sommato più attento al sociale, cosciente del benessere diffuso e un po’ meno imbruttito dalla corruzione nella vita pubblica, dalla differenza tra ricchi e poveri. In poche parole facciamo il possibile per renderci le cose più semplici. E cos’è la felicità per Lei e quali “chiavi” bisogna possedere per essere felici in età matura? Impegno. Un lavoro eccitante, relazioni strette e la sensazione che ciò che si sta facendo sia ricordato, che in qualche modo stai lasciando un segno... APRILE 2013

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SOCIETÀ

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LA CULTURA A CHILOMETRI ZERO [ CULTURA DI

CARLO PENGUIN ]

A BANGKOK

LA LETTURA È SERVITA Eletta Capitale Mondiale del Libro per il 2013, raccoglie il testimone da Yerevan, capitale dell’Armenia. Per tutto l’anno, a partire dal 23 aprile, convegni manifestazioni e festival letterari.

È

chiamata anche “città degli angeli” ma tutti la conoscono come Bangkok, capitale della Thailandia, il cui nome è composto da Bang, villaggio sul fiume, e Kok, olivo selvatico. Questo secoli fa, perché oggi “la città degli angeli” non è più un piccolo centro portuale sul fiume Chao Phraya, ma una metropoli di circa 10 milioni di abitanti che racchiude in sé un’anima cosmopolita e si divide tra passato e fu-

turo. Centro economico nevralgico, è uno dei poli culturali più attivi al mondo: ne sono testimoni le sue università ma anche i suoi teatri e musei. Ed è proprio per questa sua vivacità intellettuale che Bangkok è stata insignita del titolo di Capitale mondiale del libro 2013 da parte dell’Unesco. Per 12 mesi, a partire dal 23 aprile, giorno proclamato dalla stessa Unesco Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, la capitale thailandese sarà promotrice di convegni, manifestazioni,

Nel 2006 l’Italia ha avuto due città designate: Torino e Roma. È stata l’unica Nazione ad avere il doppio riconoscimento.

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Mettere foto appropriata

e rassegne aventi per protagonisti i libri e la lettura; cosa non nuova per Bangkok, che ha ricevuto il riconoscimento proprio per aver favorito «lo sviluppo della lettura per tutti». Nella metropoli asiatica l’industria libraria è molto florida: decine di librerie costellano la città, per non parlare di biblioteche e caffè letterari. Pausa caffè e buone letture è la parola d’ordine, e così si può trascorrere un pomeriggio alla Library Café, con connessione wi-fi gratis, oppure alla Neilson Hays Library, che ogni anno organizza il Word Play, il festival letterario nel quale i cittadini possono incontrare gli autori più importanti del panorama thailandese e internazionale.

Nel 2014 la Capitale del Libro sarà Port Harcourt, premiata per il suo impegno a combattere l’analfabetismo in Nigeria.

In realtà il suo nome completo originale è: «Città degli angeli, la grande città, la città della gioia eterna, la città impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la città felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale è simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una città benedetta da Indra e costruita per Vishnukam». 190 caratteri, così tanti da farla entrare nel Guinness dei Primati come il nome più lungo al mondo di una città. Frenetica, tradizionalista, spirituale, Bangkok è anche una città la cui architettura moderna gareggia con quella delle più grandi metropoli occidentali. La sensibilità per l’ecologia, però, si sta facendo strada anche qui, e ne è testimone la Old Market Library, una biblioteca eco-sostenibile realizzata nel 2009, utilizzando solo materiale a chilometri zero o riciclato, e coinvolgendo la popolazione locale nella sua costruzione, così da consolidare il sentimento di appartenenza.


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LA PAGELLA “VERDE” DELL’IMMOBILE L

«Stretta sull’autocertificazione energetica: dal 1° gennaio 2013 non è più possibile autodichiarare un immobile nella classe energetica più “energivora”. Bisogna ricorrere ad un professionista abilitato» [ AMBIENTE DI LUISELLA BERTI ]

Da 250 euro fino a 500: è il costo indicativo dell’attestato di consumo energetico. Varia in base ai metriquadri.

Solo il 53% degli annunci di vendita è in regola con le norme di certificazione energetica (Dati immobiliare.it)

a crisi economica e l’introduzione dell’Imu (Imposta Municipale Unica) stanno cambiando il panorama del mercato immobiliare nostrano. I dati degli operatori del settore concordano sull’aumento della disponibilità di case in vendita e in affitto, con un incremento doppio delle domande di locazione su quelle di acquisto. La ragione principale è nelle notevoli difficoltà di accendere un mutuo. Questo è quello che sta avvenendo da un anno a questa parte. Le novità, però, non si fermano qui. Da più di un anno, i proprietari che decidono di vendere o affittare il proprio immobile, oltre alla tradizionale documentazione, devono produrre l’Attestato di Certificazione Energetica (Ace). Si tratta di uno strumento di trasparenza davvero importante

per chi vuole comprare o affittare casa, perché permette di conoscere in anticipo i consumi energetici dell’immobile. Questo documento viene redatto da tecnici abilitati dopo aver analizzato gli indici di prestazione energetica dei sistemi di raffreddamento, riscaldamento e produzione d’acqua. In pratica, un immobile ha una buona classe energetica (A+, A e B) quando vanta un’elevata efficienza energetica e consumi più bassi; al contrario, uno in classe G sarà molto più inquinante e avrà costi di gestione più alti. C’è ancora un altro aspetto che riguarda l’Ace. Fino al 2012 il proprietario che metteva sul mercato il proprio immobile, magari di vecchia data, dinanzi al notaio o al contratto di locazione poteva ovviare al certificato energetico autodichiarando la peggiore presta- » APRILE 2013

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CERTIFICAZIONE: QUANDO SI FA, CHI PUÒ REDIGERLA, QUANTO COSTA

in locazione è in regola con zione energetica dell’abitale nuove norme. In particolazione, cioè la classe G. Dal 1° re, lo studio evidenzia che sogennaio 2013 questo non è lo l’11% degli annunci caripiù possibile, come stabilito cati sul sito da parte di privadal decreto ministeriale del ti cittadini ha una valida cer22/11/2012 pubblicato in tificazione energetica; la perGazzetta Ufficiale. Il nuovo centuale sale al 46% quandecreto modifica le Linee guido gli annunci provengono da nazionali per la certificada agenzie immobiliari indizione energetica, a seguito pendenti, al 58% quando sodella procedura di infrazione no gestiti da agenti affiliati a della Commissione europea grandi grupper l’incompi - che pospleta attuasono sfrutzione della «Il recepimento tare i sistemi Direttiva della legge sulla di certifica2002/91/CE certificazione zione messi sul rendinon sta a disposiziomento eneravvenendo ne dalle sedi getico in ediin maniera centrali - e al lizia. Con le uniforme su 97% per modifiche altutto il territorio quelli prole Linee guinazionale» posti dai coda l’autodistruttori (anchiarazione che se per potrà essere loro la certificazione energesostituita con una delle protica è obbligatoria sin dalla cedure di certificazione semfase progettuale). plificate già definite dalle stesInfine, il recepimento della se Linee guida e a cura di un legge non sta avvenendo in tecnico abilitato. maniera uniforme su tutto il Ma a distanza di oltre un anterritorio nazionale: il record no dall’obbligo, la certificadi immobili certificati è in zione energetica è stata ben Trentino Alto Adige, con recepita a livello nazionale? l’80% di unità immobiliari Secondo una recente indagicertificate; seguono il Venene di immobiliare.it, solo il to (62%) e la Valle d’Aosta 53% degli annunci di vendi(58%); agli ultimi posti, inta e appena il 37% di quelli

ATSOC OTNAUQ ,ALREGIDER ÒUP IHC ,AF IS ODNAUQ :ENOIZACIFITREC

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{

}

CERTIFICAZIONE ENERGETICA SÌ

• Detrazione fiscale del 55% per la coibentazione di tetti, solai, pareti. La detrazione è confermata fino al 30 giugno; • vendita o affitto immobile; • immobile di nuova costruzione o completamente rinnovato. In mancanza della certificazione energetica, l’immobile non è considerato agibile. È il costruttore che dovrà fornire la certificazione energetica all’acquirente. La legge stabilisce che un fabbricato di nuova costruzione deve avere un livello di prestazione energetica minima pari alla C. In provincia di Bolzano la classe minima di Casaclima è B.

{

}

CERTIFICAZIONE ENERGETICA NO

• Box auto, cantine, autorimesse, depositi, ruderi, scheletri strutturali, rustici (cioè mancanti di finiture e di impianti tecnologici); • per la sostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento, sostituzione infissi o installazione di pannelli solari termici; • locazioni inferiori a 30 giorni.


{

}

CHI PUÒ REDIGERE L’ACE

Secondo le regole varate dal Governo il 15 febbraio scorso, possono svolgere l’attività di certificazione energetica: • i tecnici abilitati, sia dipendenti di enti pubblici o di società di servizi pubbliche o private che liberi professionisti, in possesso di almeno uno dei seguenti titoli: laurea in architettura, ingegneria, agraria, scienze forestali, diploma di perito industriale, geometra, perito agrario; • gli enti pubblici o gli organismi di diritto pubblico accreditati che svolgono attività di ispezione del settore edile e degli impianti; • le società di servizi energia (ESCo); • i tecnici dovranno frequentare specifici corsi di formazione della durata di 64 ore. Il professionista deve garantire imparzialità e indipendenza rispetto al committente. Nelle regioni e province autonome che hanno già varato proprie regole continuano a valere i requisiti a livello locale.

{

Nell’annuncio

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Secondo la normativa nazionale, nell’annuncio immobiliare deve essere indicato l’Indice di Prestazione Energetica (comunemente indicato con l’acronimo Ipe), dal quale deriva la classe energetica (che va da A+ a G). L’Ipe è il valore che misura il consumo annuale di energia necessaria per mantenere una temperatura confortevole nelle abitazioni ed è espresso in chilowattora (kWh/m2): più basso è il valore, più alta l’efficienza energetica.

}

QUANTO COSTA IL CERTIFICATO

Indicativamente il costo può andare dai 250 ai 500 euro, dipende dalla tipologia e dalla superficie da monitorare. Nel caso di compravendita può farsene carico l’acquirente.

vece, troviamo la Sicilia (23%) e la Basilicata, dove solo il 19% degli immobili presenti sul sito hanno un valido documento di attestazione dei consumi. Uno scenario sconfortante che per il futuro, speriamo a breve, rimarrà ancora confuso. A causa della latitanza delle norme nazionali, di-

verse regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Piemonte, Valle d’Aosta) hanno adottato regole, controlli e sanzioni proprie. Persino nell’accesso alla professione di certificatore energetico i requisiti a livello regionale possono essere diversi.

Per saperne di Più: www.escoitalia.it/ita www.sacert.eu www.enea.it www.agenziacasaclima.it www.certificato-energetico.it www.certificazioneenergeticaonline.com APRILE 2013

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SOCIETÀ

[ AMBIENTE DI VALERIO

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FINO ALL’ULTIMA GOCCIA

MARIA URRU ]

TEMPO DI CRISI, NON BUTTIAMO VIA NIENTE «Una ricerca americana rivela che le famiglie statunitensi fanno di tutto per allungare la vita ai prodotti di igiene (e non solo) che acquistano. Fanno bene: perché nella confezione può rimanere dal 3 al 25% di prodotto»

S

embra una scena da film horror, invece non è così: il tubetto del dentifricio sta lì accartocciato su se stesso, spremuto sino all’osso; quello della crema giace, sventrato, sul ripiano del lavandino; voi, con uno sguardo diabolico, mentre brandite ancora le forbici. Un piccolo horror in salsa domestica. Ultime sbafature di crema circondano i bordi seghettati della confezione, che - esanime - è pronta a dare l’ultima parte del contenuto alla causa. Quale causa? Quella del risparmio, naturalmente. E dell’ambiente, potremmo aggiungere. Ogni anno tonnellate di plastica invadono l’ambiente, spesso finendo nelle discariche. Quando va bene, prendono la strada degli stabilimenti di rigenerazione, per iniziare un nuovo ciclo di vita: secondo Corepla (Consorzio

Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero dei rifiuti di imballaggi in Plastica) attualmente la raccolta è giunta a 693.000 tonnellate. Ma quanto prodotto resta “appiccicato” nei contenitori? In alcuni casi, “estremi”, soprattutto nell’industria

alimentare, sembra che le confezioni trattengano fino al 25% del prodotto. Sì, avete letto bene: si può buttare via quasi ¼ di quello che si acquista. Vi pare giusto? No, e così la pensa anche la maggioranza dei consumatori oltreoceano, stanchi di

dover “vivisezionare” le confezioni dei prodotti acquistati. Secondo il Wall Street Journal diversi marchi sono corsi al riparo realizzando contenitori meno “spreconi”, perché la rivolta contro tubetti e barattoli per recuperarne il contenuto si sta esten-

639.000 tonnellate

Quasi un quarto

Ben il 97 per cento

98 per cento

a tanto, secondo il Corepla, è arrivata lo scorso anno, la raccolta differenziata degli imballaggi plastici.

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è la quantità di prodotto che, in alcuni casi può rimanere ancora all’interno della confezione (Dati Booz&Co.).

degli intervistati ha riferito che è “molto importante” estrarre tutto il prodotto che viene acquistato (Dati Booz&Co.).

è la percentuale di prodotto che le aziende produttrici ritengono possano erogare i contenitori di nuova generazione.


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ra lo strizza dentifricio. Ne esistono di molti tipi e materiale. Per lo stesso, identico motivo, i detergenti monodose “a pastic-

ca” delle lavastoviglie stanno sostituendo le bottiglie di plastica dove - è quasi inutile dirlo - un po’ di contenuto rimane sempre

attaccato al fondo. Per concludere con il punto di vista delle famiglie americane, la ricerca ha rivelato che il 50% di queste cerca di allungare la vita dei prodotti, un “accanimento terapeutico” legato a diversi fattori psicologici: volontà di risparmio, avversione allo spreco e - ultimo ma non meno importante - il desiderio di sentirsi vincitori contro le grandi marche. Se il 97% degli intervistati ha detto che estrarre tutto il contenuto da una confezione è “molto importante”, un motivo ci sarà: è la rivalsa nei confronti delle multinazionali. Prima che l’ambiente collassi, il consumo può essere il motore di una produzione sostenibile. Il potere delle marche - come dimostra l’atteggiamento dei consumatori americani - sta diminuendo a favore dei consumatori stessi. Tra questi si sta facendo strada una maggiore consapevolezza e l’abbandono della bulimia da acquisto. Ma il miglior modo per diventare responsabili è dare innanzitutto il buon esempio: questo dovrebbero fare le aziende. Siamo sulla strada giusta? Ai contenitori, e ai consumatori, l’ardua sentenza.

SOCIETÀ

dendo a macchia d’olio. La recessione rende tutti insofferenti verso un packaging (un imballaggio) che trattiene qualcosa, come hanno rivelato ricerche eseguite dalle stesse grandi marche. Stavolta potrebbero spuntarla i consumatori (o le multinazionali riusciranno nell’intento di fidelizzare molti più clienti!). Quindi, ribaltare bottiglie di shampoo e balsamo per convogliare verso il basso il prodotto che resta incollato sul fondo, non è pignoleria o tirchieria. Anzi: una ricerca di un’importante società di consulenza, pubblicata sempre dal Wall Street, ha rivelato come una bottiglia di shampoo possa trattenere dall’8 al 10% di prodotto, un tubetto di pasta dentifricia dal 3 al 5%, un barattolo dal 5 al 10% Sembra che l’industria si stia adeguando, perché tra le marche citate dal quotidiano newyorkese figurano soprattutto grandi nomi della cosmesi. Hai voglia a produrre contenitori sottovuoto che rilascino il 98% del contenuto, trasparenti o dotati di spatole! Dopotutto, perché tollerare che in tempi di crisi in fondo al tubetto rimanga anche solo una goccia? Ecco spopolare allo-

QUALCHE PICCOLO TRUCCO, PRIMA DI UN ATTACCO “ALL’ARMA BIANCA” Prima di affrontare il problema in modo “drastico”, provate a: 1) nel caso dei saponi riempite con un po’ d’acqua la confezione agitandola. Se si tratta di tubi morbidi da spremere, usate l’effetto sifone: spremeteli, fino a far defluire tutta l’aria creando il vuoto, immergete quindi il beccuccio nell’acqua e aspirate; 2) ribaltate con la testa verso il basso shampoo e balsami: per effetto di gravità tutto dovrebbe confluire a poco a poco nel foro di uscita del liquido. Anche

qui, riempite d’acqua quando la “fine” si approssima; 3) per aiutare i liquidi più densi a scendere verso il tappo, sollevate la confezione tenendola per la base e fate finta di lanciarla verso il basso con il tappo rivolto verso il pavimento. L’effetto di semirotazione del braccio dovrebbe aiutare lo spostamento verso il basso del contenuto. Ora che le avete tentate tutte, provate con una tecnica un po’ più invasiva, che però vale solo con tubi morbidi e tubetti di dentifricio: 1) tagliate la parte più stretta e schiacciata della confezione, con una forbice: una volta fatto potete raccogliere il con-

tenuto con le dita o con una piccola spatola. Vale sempre la “regola dell’acqua”: potete riempirne la semiconfezione ottenuta per terminare proprio tutto il prodotto. Se poi volete allungargli ancora la vita, potete sempre far ricombaciare le due parti tagliate incastrandole l’una nell’altra; 2) con il dentifricio si può operare in un altro modo: tagliate con una forbice il tubetto a metà e - ma fatelo se poi lo usate solo voi - buttateci un occhio dentro e passatevi all’interno lo spazzolino come fosse uno scovolino. Non avete idea di quanta pasta dentifricia si può recuperare in questo modo.

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SOCIETÀ

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MUOVERSI IN CITTÀ: BICICLETTE ALLA RISCOSSA «Cala del 20% il consumo di carburanti, diminuiscono le immatricolazioni di auto, aumentano del 10% gli abbonati ai mezzi pubblici. E il popolo dei ciclisti che si muove in città sembra prendersi la sua rivincita: nel 2012 sono state 2 milioni le biciclette vendute, 200.000 in più rispetto al 2011. Non accadeva dal Dopoguerra» [ AMBIENTE DI

GIADA VALDANNINI ]

The green bike è un evento dedicato alla circolazione eco-sostenibile che si terrà a Milano dal 9 al 14 aprile. Per maggiori informazioni su mostre, incontri e dibattiti: www.amaze.it

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uoversi in bici è guardare il mondo da un’altra prospettiva. Costeggiare il Colosseo, attraversare piazza della Signoria o lambire il Duomo di Milano, pedalando, tagliando per i vicoli, fin dove le auto non riescono ad arrivare. Muoversi da un quartiere all’altro per lavorare, accompagnare i figli o fare la spesa. Così, molti ciclisti urbani: gente che ha messo da parte l’auto preferendole un due ruote più ecologico, quello a trazione umana. Nella Capitale, sono 170mila: dieci volte di più rispetto a un paio d’anni fa. Quanti sono in Italia? Un censi-


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mento nazionale non esiste ma è una realtà in espansione. Risparmiano, fanno movimento, rispettano l’ambiente e magari dribblano il traffico. Tant’è che, complice la crisi, è boom in diverse città. Secondo Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori), nel 2012 sono state 2 milioni le biciclette vendute: 200mila in più rispetto all’anno precedente in cui furono acquistate più bici che auto. Un sorpasso storico se si considera che non accadeva dal Dopoguerra. Le City bike sono le più gettonate - leggere e senza pretese - utili per spostarsi in contesti urbani. C’è da dire che, parallelamente all’aumento dei ciclisti, è tornato in auge anche il mezzo pubblico con un aumento degli abbonati (+10%), mentre calano le immatricolazioni di auto e il consumo di carburante (-20%); il che la dice lunga su come la crisi abbia inciso sui costumi. Nonostante ciò, sarà dura competere coi nostri vicini tedeschi. La Germania, infatti, si conferma bike friendly (letteralmente, “amichevole verso le biciclette”) e c’era da aspettarselo dato che le sue città possono contare sul record europeo di 40mila km di piste ciclabili. Buoni risultati anche per la capitale britannica il cui sindaco, Boris Johnson, ha presentato un ambizioso piano per la ciclabilità urbana. Lo scopo, creare auto-

strade per le biciclette in grado d’incentivarne l’uso riducendo traffico e inquinamento. Il progetto, che prevede circa 15 miglia di corsie dedicate, mira a creare strade in periferia in stile “olandese”, col centro città attraversato da piste ciclabili lungo il Victoria Embankment e la Westway. Tempo stimato per la realizzazione: quattro anni. Ma a noi, cosa manca per fare di una tendenza una consuetudine? «L’aumento (dei ciclisti, ndr), conclamato dai dati ma percepito empiricamente da tutti, avviene in assenza di politiche per la ciclabilità, dunque spontaneamente e malgrado la mancanza di azioni amministrative», lo sostiene Simone Dini, uno degli esponenti del movimento Salvaiciclisti che aggiun-

ge: «Occorrono politiche effi- buonsenso per capire che la caci, senza agitare la bandiera macchina in città è un ostacodemagogica dei km di piste ci- lo, non un aiuto». clabili per raggranellare consen- Per Bici in Città, dossier realizso tanto facile quanto disinfor- zato da Legambiente con Fiab mato: non è solo una questio- (Federazione Italiana Amici delne di tutela dei ciclisti, per quan- la Bicicletta) e Città in Bici, gli into priorità assoluta, ma un mo- gredienti fondamentali per una do per iniziare a ragionare sul- buona politica della mobilità cile reali esigenze di spostamen- clistica sarebbero: «Un BiciPlan to delle persone, e non più sul- complessivo; un delegato tecla gestione dei flussi di automo- nico-politico (bicycle manager) bili». Nonostante ciò, secondo che coordini l’ufficio mobilità ciLegambiente, «i cittadini lascia- clistica e l’ufficio biciclette; una ti soli si stanno organizzando. programmazione certa delle riPrima ancora della crisi econo- sorse finanziarie». » mica - spiega Alberto Fiorillo, responsabile Aree urbane «A Londra lo scopo è creare dell’associazione autostrade per le biciclette, pesa la gravissima in grado d’incentivarne crisi della mobilità. l’uso, riducendo traffico Ci vuole giusto e inquinamento»

Sono 170mila

100-150 euro

le persone che attualmente si muovono sulle due ruote nella Capitale: dieci volte di più rispetto al 2011.

sono sufficienti per la realizzazione di un restyling completo della propria, vecchia bicicletta.

A Milano

40mila km

si stima una riduzione del 15% di inquinanti, a seguito dell’eventuale realizzazione di un Biciplan.

è l’estensione delle piste ciclabili realizzate in Germania che, infatti, vanta il record europeo. APRILE 2013

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«Accanto al ritorno della bici come mezzo di spostamento, cominciano a diffondersi persino corsi di “restauratori” delle due ruote, per veri e propri cultori del modernariato»

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Teoria cui dà credito anche un esperto come Matteo Dondè, architetto e autore di diversi Biciplan - tra cui quello per il Comune di Reggio Emilia - che specifica: «L’esperienza internazionale dimostra come sviluppando i percorsi ciclabili attraverso la realizzazione di un Biciplan è possibile elevare l’uso della bici sul corto raggio, 3 km, fino al 30%. Con beneficio, ovviamente, anche per la qualità dell’aria. La stima - ad esempio - per una città come Milano, indica una riduzione attorno al 15% degli inquinanti dovuti all’uso di mezzi a motore». Ad accomunare una platea quanto mai vasta di bikers (ciclisti) c’è ogni anno “Nudi in bici” (World Naked Bike Ride), un evento mondiale per cui in centinaia sfilano per le città senza abiti, o quasi, in una pedalata di protesta contro l’inquinamento e l’utilizzo massiccio delle automobili. Intanto, per il ciclista al passo coi tempi è nato il Lacu (Libero Ateneo del Ciclismo Urbano), per iniziativa del movimento romano Salvaciclisti, con l’obiettivo di fornire gratuitamente una formazione tecnico/meccanica e gli strumenti per affrontare la strada. Un team di quattro docenti - tutti ciclisti urbani di lungo corso - pronti a insegnare l’abc del mezzo, la sua manutenzione, la riparazione, come anche i benefici dell’uso della bici e la condivisione della strada con gli automobilisti. E per i cultori del modernariato, pullulano corsi di restauro delle due ruote. Per Pietro Nigrelli, direttore del settore Cicli di Confindustria Ancma: «Sempre più gente decide di recuperare vecchi modelli ritrovati in garage o in cantina. Con 100-

150 euro, i negozi specializzati - ce ne sono 2.700 sparsi in Italia - propongono un restyling completo, seguendo le mode del momento: manubrio dritto, ruote colorate con lo scatto fisso, telaio riverniciato. In questo modo, si valorizzano bici vecchie ma che erano fatte su misura, con telai d’acciaio». Così, mentre la bici torna di moda, la moda ha iniziato a occuparsi di bici col gigante svedese H&M che ha appena lanciato capi dedicati ai ciclisti urbani. Versatili, sportivi ed eleganti, nonché pratici: vanno incontro alle esigenze di chi si sposta in bicicletta. Dalle giacche in tessuto idrorepellente ai pantaloni con rivetti speciali per catenacci antifurto, o giacche con tasche ergonomiche per evitare che il telefonino cada mentre si pedala. Comunque, fuori dalle frivolezze del look, una normativa adeguata può essere di prezioso supporto per un ciclista urbano, esposto quotidianamente a notevoli rischi. Esiste, infatti, un disegno di legge che prevede una velocità massima di 30km/h nelle strade urbane e semafori preferenziali per chi pedala. Presentato da 63 senatori - sia della maggioranza sia dell’opposizione, nel febbraio 2012 - potrebbe essere riproposto nella prossima legislatura. Si tratterebbe davvero di misure a costo zero per favorire gli spostamenti in bici e proteggere maggiormente i ciclisti. Un progetto che sa di buono. E chissà che avesse ragione Herbert George Wells, scrittore inglese di fantascienza: «Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per il genere umano ci sia ancora speranza».


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PELLEGRINAGGI 2013

» Per saperne di Più: 06 6871108/369

FATIMA E SANTIAGO DE COMPOSTELA

con visita di Oporto e Lisbona Tour di 6 giorni e 5 notti

PARTENZE 2013: 24/29 aprile e 1/6 ottobre QUOTE INDIVIDUALI DI PARTECIPAZIONE soci 50&Più In camera doppia Suppl. camera singola Tasse aeroportuali (da riconfermare) Quota iscrizione per i non soci 50&Più

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Le quote comprendono: Volo di linea da Roma/Milano a Oporto e ritorno da Lisbona - Trasferimenti in pullman GT - Visite come da programma compresi gli ingressi dove previsti - Pernottamenti in Hotel 3/4 stelle (camere a due letti con servizi privati) - Pensione completa (bevande incluse) in base agli operativi di volo - Mance - Accompagnamento pastorale e assistenza tecnica - Assicurazione: assistenza e spese mediche, bagaglio e annullamento viaggio. Le quote non comprendono: Escursioni non previste in programma Spese personali e tutto quanto non espressamente sopra indicato.

1° giorno: ROMA - OPORTO Partenza da Roma Fiumicino (e altri aeroporti italiani) con volo di linea per Oporto. Arrivo e visita panoramica della città: Cattedrale, Piazza della Libertà, Ponte Dom Luis I, Chiesa di S. Francesco, Torre dos Clérigos. Cena e pernottamento in Hotel. 2° giorno: OPORTO SANTIAGO DE COMPOSTELA Al mattino partenza per Santiago. Ingresso in Cattedrale e sosta alla Tomba di San Giacomo Apostolo. Nel pomeriggio visita della città: Plaza de Obradoiro, Hospital Real, Plaza de la Quintana, Cattedrale. Pensione completa. 3° giorno: SANTIAGO - BRAGA Al mattino tempo a disposizione e S. Messa. Nel pomeriggio partenza per Braga, sosta al Santuario del Bom Jesus una fra le più scenografiche architetture del Portogallo. Visita del Santuario del Sameiro. Pensione completa.

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Voci da Burma

VIAGGIO IN ORIENTE

Dopo un secolo di dominio britannico e decenni di feroce dittatura, oggi il Myanmar appare un Paese in bilico tra il desiderio di cambiare e l’impossibilità di farlo. Ma dopo anni di isolamento, forse qualcosa si sta muovendo...

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ELLA TERRA DOVE IL TEMPO

si è fermato

DI GIOVANNA

VECCHIOT TI

«

M

ingalabà, Mingalabà». È tra le prime parole che senti pronunciare quando arrivi a Yangon. «Buona giornata!», ti augura sorridendo la gente del posto mentre transiti per l’aeroporto internazionale, piuttosto a misura d’uomo. Uno stuolo di persone con cartelli in mano è in attesa alla porta degli “Arrivi”; sguardi attenti, che scrutano i volti dei viaggiatori in uscita, pronti a capire con una sola occhiata qual è, tra i tanti, l’ospite venuto da lontano che devono accogliere. Certo, basterebbe una telefonata per darsi appuntamento in un punto preciso dell’aeroporto, se non fosse che in Myanmar il cellulare è un bene di lusso per la popolazione e i telefoni che solitamente si utilizzano in Occidente, qui sono inservibili. Se si vuole chiamare con un portatile, è necessario acquistare una scheda telefonica locale, quasi introvabile e molto costosa. Oppure si ricorre, come in questo caso, al vecchio, intramontabile cartello.

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Fuori dall’aeroporto, pullman, moto e auto pare si siano dati appuntamento per mostrarti una città moderna che di modernità ha soltanto il traffico congestionato; auto sgangherate e bus fatiscenti con la guida a destra ricordano il secolo di dominio britannico che, chi era al potere oltre quarant’anni fa, ha creduto di cancellare semplicemente invertendo la direzione di marcia sulle strade. Risultato: la maggior parte dei mezzi sono ancora quelli utilizzati quando c’era Sua Maestà britannica, ma ora sono costretti a marciare sul lato destro della carreggiata! L’ex Birmania, oggi Myanmar, appare come un Paese in bilico tra il desiderio di cambiare e l’impossibilità di farlo. Qui è tutto tradizione e conservazione dello status quo. Si indossa ancora il tradizionale longyi unisex, una gonna di cotone lunga fino alle caviglie, abilmente annotata in vita; pochissimi sono gli uomini che utilizzano i pantaloni, nessuna donna invece lo fa. I volti di queste e dei


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Myanmar bambini sono ricoperti di thanakha, una crema giallastra ricavata dalla corteccia di un albero, che aiuta a proteggere la pelle dai raggi del sole. Con pochi, abili tocchi molte donne riescono a trasformare la rude pasta gialla in delicati disegni che adornano le guance e la fronte, regalandosi un make-up originale ed un pizzico di civetteria. Le più anziane, invece, preferiscono soddisfare i sensi fumando degli enormi cheroot, sigari che hanno una minima dose di tabacco e una gran quantità di foglie, radici ed erbe varie. Ma, nonostante il tentativo di cristallizzare la quotidianità, una strisciante modernità sta cercando di invadere la vita dei birmani. Le biciclette, principale mezzo di locomozione fino a pochi anni fa, sono state quasi del tutto soppiantate da motorini e motociclette, guidate da giovani intraprendenti che considerano il casco più un optional che una salvezza; gli stessi che tentano di imitare i coetanei occidentali nel look: blue jeans, magliet-

ta, capelli tinti di un improbabile color biondo. Internet è un finestra sul mondo, che qui difficilmente si riesce ad aprire, e quando finalmente si trova una connessione, ci si accorge che molti siti sono stati oscurati dalla censura. La mano della dittatura, pur indossando il guanto leggero della democrazia messo in mostra dopo le elezioni del 2010 e la liberazione del Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, continua a schiacciare corpi e coscienze. In questa parte di mondo esiste ancora il reato d’opinione e manifestare il proprio dissenso significa la prigione; i mass media sono controllati, così come la popolazione, che prudentemente evita di parlare apertamente di politica, soprattutto con gli stranieri. È per questo motivo che abbiamo dato nomi di fantasia ai giovani intervistati. «Non è cambiato nulla rispetto a quando c’era un governo militare - ci dice Matteo -; forse poco, poco...» si corregge. Eppure camminando per le città non si vedono militari né dispiegamenti di forze come ci si aspet- » APRILE 2013

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VIAGGIO IN ORIENTE

“L’unica vera prigione è la paura, e l’unica vera libertà è la libertà dalla paura” Aung San Suu Kyi

[ SOPRA, IL PREMIO NOBEL AUNG SAN SUU KYI; A LATO E SOTTO, SCENE DI VITA QUOTIDIANA ]

terebbe da un Paese il cui governo è l’appendice di una feroce dittatura. «È perché i militari sono vestiti come noi - ci spiega -, lavorano come noi, non li vedi... Molti soldati vorrebbero venir via dall’esercito ma non possono; una volta che sei stato arruolato, è per sempre». 60 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali giovani e bambini, il Myanmar è un coacervo di etnie: ce ne sono 135, ognuna con il proprio dialetto, che sovente viene parlato come unica lingua. Sono pochi anni, infatti, che il birmano, la lingua ufficiale del Paese, è diffuso tra la popolazione. E a tutt’oggi, non tutti i cittadini lo parlano e lo capiscono, soprattutto tra gli anziani e le po-

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polazioni che vivono negli angoli più remoti del Paese. L’istruzione non è obbligatoria, le scuole sono gratuite, ma i bambini non sempre le frequentano perché nelle famiglie c’è bisogno di braccia che portino a casa qualcosa da mangiare. Spesso la strategia è quella di mandare i bambini a scuola, aspettare che imparino a leggere, a scrivere e a parlare la lingua ufficiale e poi toglierli e spedirli a lavorare nei campi o laddove è possibile guadagnare qualche kyat, necessario alla sopravvivenza. Nelle città le famiglie sono poco numerose (1-2 figli), ma nelle campagne e in montagna di figli se ne fanno ancora moltissimi, almeno 4 a coppia, fino ad arrivare a 1112. «Nelle famiglie più disagiate, se il primogenito è una femmina - ci dice Maria - tutti sono contenti, perché già dopo i primissimi anni di vita alla bambina vengono affidati i fratelli, così entrambi i genitori possono andare a lavorare per guadagnarsi da vivere». E perciò le bambine primogenite non andranno a scuola, né impareranno a leggere e a scrivere e parleranno a vita il loro dialetto, sacrificandosi a favore della famiglia. «Però tutti i fratelli la rispettano e la onorano come se fosse uno dei genitori - sorride, orgogliosa - perché in realtà è proprio a seguito del suo sacrificio che i più piccoli possono crescere e magari andare a scuola». Per chi ha la possibilità di studiare, però, non esistono differenze tra maschi e femmine. «Le ragazze imparano di più e prima, e si laureano in numero maggiore rispetto ai maschi - si inserisce Matteo -. Il problema è che all’università arrivano pochi studenti, non perché i libri siano costosi o si debba pagare per frequentare, ma perché esiste una grandissima selezione durante il liceo per scoraggiare gli studenti a proseguire. E poi è costosissimo mantenere un figlio agli studi. Le università sono poche, si trovano nelle grandi città e gli affitti sono altissimi. Spesso un appartamento è diviso anche tra dieci studenti, con il risultato che i ragazzi sono costretti a mangiare fuori perché non c’è spazio per cucinare, e questo comporta altre spese. Molti di loro lavorano il


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pomeriggio e la sera per mantenersi, e poi, dopo enormi sacrifici, dopo che si sono laureati non riescono a trovare lavoro, se non quelli i cui genitori hanno conoscenze o riescono a pagare qualcuno che dia un impiego al loro figlio. Tutto questo porta spesso ad un unico risultato: i genitori scoraggiano i ragazzi a frequentare le scuole superiori e soprattutto l’università». Per cercare di sopperire alla mancanza di istruzione tra la popolazione, ai più poveri vengono in soccorso i monaci buddhisti, cosicché i bambini possano avere un’istruzione. «I monaci da noi sono molto rispettati dalla popolazione, e si deve a loro se i riflettori mondiali si sono puntati sul nostro Paese, qualche anno fa - ci racconta Matteo -. La popolazione soffriva terribilmente la fame, i prezzi erano altissimi e non si riusciva quasi più a comprare un pugno di riso per sfamarsi». I monaci, contando sul rispetto per la loro posizione, decisero di portare in piazza il dissenso della popolazione, che aveva il terrore di reagire a causa della repressione. Tutti abbiamo negli occhi le loro manifestazioni per le strade delle città mentre chiedevano libertà e democrazia, ma soprattutto il diritto di vivere per tutti. «Solo che l’esercito non ha avuto lo stesso rispetto che ha la popolazione nei loro confronti, e ha risposto con la violenza alle marce pacifiche». Le elezioni che si sono tenute nel 2010 hanno dato una spolverata di democrazia al Paese, allentando in questo modo l’embargo posto dai Paesi Occidentali. «Ma noi sapevamo che era tutta una farsa, che i voti erano controllati e molti cittadini, pur di non sottomettersi, si sono rifiutati di andare alle urne. E poi c’è da considerare che la popolazione che non vive in città, non sa nulla delle vicende del Paese. La loro vita si svolge tra la casa e la risaia o il pascolo o il lago. Non c’è internet, non esiste la televisione, non hanno acqua corrente e neanche l’elettricità, e nessuno che gli dica che cosa sta accadendo nel resto del mondo. Quando io ero piccolo e c’erano i ribelli che transitavano nei paesi di mon-

tagna, gli abitanti davano loro da mangiare; quando passava l’esercito offrivano il cibo anche a loro. Nessuno nei villaggi sapeva chi era l’uno e chi era l’altro, e che gli uni stavano scappando mentre gli altri li inseguivano. Tutt’oggi è ancora così; moltissimi non sanno che cosa stia accadendo nel nostro Paese. Forse ci vorranno ancora due o tre generazioni prima che qualcosa cambi davvero». Eppure, nonostante le difficoltà, la povertà dilagante, la corruzione e la mancanza di libertà, il popolo birmano non cessa di mostrare il lato migliore di sé. Sorridente, sempre disponibile ad offrirti aiuto, a dispensare saluti, cerca nel turista quella ventata di novità che nel Paese stenta a decollare. Cammini per strada e senti sussurrare «Hallo!», soprattutto da giovani e bambini, quest’ultimi prontissimi a carpire il segreto della tua nazionalità e a sciorinare le poche parole che conoscono nella tua lingua. Donne e bambini ti circondano sorridenti, ti offrono la loro mercanzia e mostrano ciò che per loro significa un soffio di vita per affrontare un altro giorno. Fiori, frutta, cartoline, souvenirs, magliette, camicie... Un piccolo mercato mobile ti accompagna lungo il cammino, pronto a vendere, contrattare, rilanciare nelle varie valute, come piccole Borse ambulanti. Qualcuno mostra con circospezione piccole pietre preziose, pur sapendo che la loro vendita sottobanco è vietata. Ma la mancanza di lavoro spinge talvolta a battere strade illecite, pur di racimolare qualche kyat, anche se c’è da sottolineare che il tasso di criminalità nel Paese è molto basso. «Qui la vita è molto cara, di lavoro ce n’è poco e ognuno si arrangia come può - ci racconta Luca -. Purtroppo una parte del nostro Paese fa parte di quello che viene definito “triangolo d’oro” (area al confine tra Myanmar, Laos e Thailandia, n.d.r.) e alcuni contadini per qualche mese l’anno coltivano la pianta da oppio. Fino a pochi anni fa si limitavano a questa attività, ma ora con il giro di vite da parte delle autorità ai confini, esportare grandi quantità d’oppio necessarie a trasformarle in eroina è diventato complicato. Allora si sono organizzati e hanno aperto qualche raf-

fineria qui, così c’è meno “polvere” da contrabbandare. Questo comporta dei rischi ancora maggiori, ma guadagni senz’altro più alti anche se da dividere tra un numero crescente di persone: chi coltiva, chi fa la raffinazione, chi fa la guardia ai laboratori e avvisa dell’arrivo dei soldati, e chi esporta». L’esercito periodicamente effettua degli arresti e distrugge laboratori e campi coltivati. «Ma in realtà non tutti i terreni vengono bruciati - afferma Luca -. Basta “ungere” un po’ la squadra incaricata a far pulizia e parte delle terre vengono risparmiate, così i contadini possono tornare a guadagnare qualcosa per poter mangiare e curarsi se ne hanno bisogno, anche se in realtà quasi nessuno si può permettere di andare in ospedale se serve». L’assistenza sanitaria così come la intendiamo noi, infatti, è quasi del tutto assente. Solo chi ha possibilità economiche ed è in grado di avere un’assicurazione, si può curare; gli altri sono impossibilitati a farlo poiché un ricovero comporta l’acquisto delle medicine e il pagamento dei medici. La stessa cosa se si deve subire un intervento chirurgico: i costi sono altissimi. Ci sono cambiamenti all’orizzonte? Forse sì. Con l’apertura del governo ad una parvenza di democrazia, in Myanmar si stanno affacciando Paesi Occidentali, ma anche la Cina, con l’intento di aprire fabbriche e costruire grandi complessi turistici. «Abbiamo un patrimonio artistico e archeologico impressionante, non del tutto conosciuto dal resto del mondo. L’arrivo dei turisti è per noi una benedizione - sorride Matteo -. Ci porta lavoro. Molti dei nostri giovani trovano un impiego negli alberghi, oppure come autisti, come guide. Tanti artigiani realizzano souvenirs, vestiti e stoffe dedicati appositamente ai turisti. Molti mercati allestiscono settori dedicati in modo specifico agli stranieri. Noi ringraziamo tutti coloro che vengono a visitare i nostri gioielli archeologici, e ringraziamo in anticipo chi vorrà venire a trovarci in futuro. Aiuteranno tante persone e i bambini a crescere e ad avere un futuro». E a continuare ad augurare «Mingalabà» a tutti, con il sorriso sulle labbra. APRILE 2013

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DI LORIS POR CHERI

CON L’ORO NEGLI OCCHI E UN SORRISO NEL CUORE «Qui non trovi il futurismo di Singapore o la tecnologia di Shanghai, né la confluenza tra Oriente e Occidente dell’India. Questa è la terra delle mille pagode che fece sognare Orwell, Kipling e Terzani»

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d ecco apparire all’orizzonte una misteriosa, dorata, splendida, luccicante meraviglia che fiammeggiava sotto il sole, con una forma che non era quella di una cupola musulmana né di una guglia di un tempio hindu. «Quella è l’antica Shwedagon» disse il mio compagno di viaggio. La cupola d’oro, e aggiunse: «Questa è la Birmania, e sarà diversa da ogni altro luogo che voi possiate aver mai conosciuto». Rudyard Kipling aveva ragione. Ancora oggi, dopo oltre un secolo dalla stesura del suo libro Letters from the East (1898), intraprendere un viaggio in questa parte di mondo significa attraversare un atrio invisibile che ti introduce in una dimora d’altri tempi. Il Myanmar, come viene chiamata oggi la Birmania, pare vivere al riparo di un tetto di cristallo che lo protegge dal succedersi degli anni, e che soltanto oggi viene graffiato qua e là dalla modernità. E sotto di esso vivono e sopravvivono la cultura millenaria di un popolo multiforme, le testimonianze architettoniche di un passato glorioso e di un presente tradizionalista. La Shwedagon Pagoda citata da Kipling fa parte di esse. Situata sulla collina di Singuttara, nella parte più settentrionale di Yangon, Shwedagon è considerata dal popolo birmano il tempio buddhista più sacro del Paese, quello al quale si dovrebbe far visita almeno una volta nella vita. La leggenda racconta che la costruzione dello stupa avvenne circa 2.500 anni fa, e che al suo interno sono conservate le reliquie dei quattro Buddha. Oggi, la sua cupola, visibile da ogni angolo della città, raggiunge un’altezza di 110 metri ed è ricoperta da un’infinità di lamine d’oro, 2.317 rubini, zaffiri, pietre preziose, 1.065 campane d’oro e 5.448 diamanti, il più grande dei quali si trova al suo apice e misura 76 carati. Visitare la Shwedagon Pagoda è un’esperienza che va oltre il fervore religioso. Decine di templi circondano lo stupa e tra di essi devoti, monaci o turisti passeggiano meditando, pregando, o semplicemente ammirando tanta meraviglia che raggiunge il suo apice al momento del tramonto, quando i raggi del sole colpendo la cupola d’oro irradiano una luce caldissima che avvolge luoghi e persone.


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VIAGGIO IN ORIENTE

TRA UN RECORD

LA LEGGENDA DELLA ROCCIA D’ORO

Sono secoli che è in bilico lassù. Da quando re Tissa (XI secolo) ricevette da un eremita una reliquia che teneva nascosta nella propria crocchia: un capello di Buddha. Ma per averla il re dovette rispettare alcune regole. Avrebbe dovuto trovare un masso che somigliasse alla testa dell’eremita, costruirci sopra uno stupa dentro il quale conservare il capello dell’Illuminato. Il re così fece. Trovò la roccia in fondo al mare, e poiché egli era dotato di poteri soprannaturali riuscì a trasportarla in cima al Monte Kyaiktyo; su di essa venne costruito uno stupa nel quale fu inserito il capello di Buddha, ed è grazie ad esso che l’enorme masso si tiene in equilibrio sullo strapiombo. Oggi la Roccia è totalmente ricoperta di fogli d’oro applicati dai fedeli in preghiera. Per raggiungerla bisogna percorrere 11 chilometri in salita, gli ultimi dei quali a piedi. Ma una volta lassù, bellezza, stupore e fede creano uno spettacolo difficile da dimenticare.

e l’altro P

aese che vai, usanze che trovi. Ma anche architetture, tradizioni, abitudini... Il Myanmar non è esente da questa regola, ed ecco, quindi, una carrellata di curiosità.

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LO SAPEVATE CHE IN MYANMAR...

. . . La settimana è di otto giorni anziché di 7. Il mercoledì, infatti, è diviso in due giorni di 12 ore ciascuno e corrisponde al giorno in cui nacque Buddha.

. . . Esiste la più grande campana del mondo in grado di suonare. Si trova a Mingun e fu fatta realizzare dal re Bodawpaya, nel 1790, per adornare un monumentale stupa che in realtà non fu mai terminato. La campana pesa 90 tonnellate ed è alta 4 metri.

. . . Esiste anche il libro più grande del mondo. È conservato nella Kuthodaw Paya a Mandalay. È composto da 729 lastre di marmo ognuna contenuta, a sua volta, all’interno di uno stupa; compongono i Tripitaka, i testi sacri del buddhismo. La meraviglia del tramonto esalta un altro dei gioielli di questo straordinario Paese: i templi di Bagan. Qui, in 250 anni, gli antichi sovrani fecero costruire circa 13mila tra templi, stupa e pagode; oggi ne sono rimasti 2mila e costellano la valle come tante pietre preziose incastonate nella corona di un imperatore. La magia del luogo può essere vissuta anche all’alba, quando migliaia di cupole si fanno largo nell’impalpabile nebbia che avvolge la valle, e come giganti assonnati si risvegliano e salutano il sole che si alza all’orizzonte. La vita scorre lenta in Myanmar e non sempre è la terraferma a prendersi cura degli abitanti. Sul lago Inle le snelle imbarcazioni scivolano leggere, trasportando cose e persone in un caleidoscopio di colori. I villaggi realizzati su palafitte adornano le sue sponde, gli orti galleggianti sono la stupefacente testimonianza della laboriosità della sua gente che vive sull’acqua e per l’acqua. Uomini, donne, bambini, che hanno fatto loro un antico proverbio birmano: «Se incontri qualcuno senza un sorriso, regalagli uno dei tuoi».

. . . L’U Bein’s bridge, sul lago Taungthaman, ad Amarapura, è il ponte pedonale in legno di teak più lungo al mondo: 1,2 chilometri.

. . . Nello Stato Kayah, esiste la tribù dei Padaung, conosciuti per le donne “giraffa” il cui collo è adornato con pesanti anelli di metallo che lo rendono simile a quello degli animali. Pare che questa usanza stia sparendo, e proprio per questo alcune donne vengono tenute nei negozi di souvenir ed esposte ai turisti per invogliarli a fare acquisti. L’unico modo per spezzare la catena ed evitare lo “zoo umano” è di non accettare l’invito a visitare il negozio. [ NELLA PAGINA PRECEDENTE, DALL’ALTO: LA SHWEDAGON PAGODA, LA PIANA DI BAGAN, PESCATORI SUL LAGO INLE. IN QUESTA PAGINA, DALL’ALTO: L’U BEIN’S BRIDGE, AD AMARAPURA; IL TEMPIO DI ANANDA PAHTO A BAGAN; IL BUDDHA ADDORMENTATO A BAGO; OFFERTE IN UN TEMPIO BUDDISTA; IL TEMPIO DI KUTHODAW PAYA A MANDALAY; LE “DONNE GIRAFFA”. ]

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C’ERA E C’È ANCORA IN VALNERINA

IL “LEONE” DEGLI APPENNINI [ VALLO DI NERA, UMBRIA, ITALIA ]

SOCIETÀ

[ ITINERARI DI SILVIA TOSCANO ]

«Vicino il confine tra Umbria e Lazio, in provincia di Perugia, a mille metri sul livello del mare, sorge Monteleone di Spoleto, antica e robusta fortezza che la storia, sin dai tempi antichi, ha arricchito inaspettatamente»

C

hi volesse saperne di più su Monteleone di Spoleto, paese della verdeggiante Valnerina - Umbria sud-orientale, a 1.000 metri sul livello del mare - dovrebbe recarsi nientemeno che al Museo Metropolitan di New York o al Museo delle Poste e Telecomunicazioni di Roma. A New York è conservata dal 1903 una straordinaria biga (carro da parata) in noce, risalente al VI secolo a.C., ritrovata in ottime condizioni in una tomba a tumulo nei pressi di Monteleone. Essa, interamente rivestita da lamine di bronzo dorato effigianti le imprese di Achille, opera unica nel suo genere, mostra come già in epoca tanto remota vi fosse nella zona una fiorente civiltà. E infatti la Valnerina - che prende il suo nome dal fiume Nera - si trovava alla confluenza di antiche e strategiche vie di

comunicazione che attraversavano le sue colline, ancor oggi punteggiate sulla sommità da paesi, borghi, castelli. L’habitat collinare era preferibile a quel tempo alle pianure, spesso paludose e più soggette a scorribande predatorie. In Valnerina albergarono Etruschi, Romani, poi i Longobardi; in se-

guito fu la volta dello Stato Pontificio. Monteleone - detta non a caso il “leone degli Appennini” - si trovava allora al confine con il Regno di Napoli: dal suo territorio passava la frontiera tra i due Stati. Proprio per dar man forte al Re di Francia Carlo VIII, che alla conquista di quel regno mirava, ec-

co che nel 1494 si cinge d’assedio Monteleone pretendendo dai poveri assediati cibo e vivande per le truppe stremate dei due Capitani, Paolo e Camillo Vitelli. Fu ammannito, e di malavoglia, un misero piatto di “penchi”, ossia pasta scarsamente condita, cosa che destò il furore dei due Capitani, che or-

Castello di Brufa

La biga

Triticum dicoccum

Coscerno-Aspra

è il nome originario del paese, edificato nell’anno 880 da un nobile romano.

Il suo ritrovamento, all’interno di una tomba a tumulo, risale al 1902.

è la qualità di farro, considerata la più pregiata, che si coltiva a Monteleone.

è il parco naturale in cui si trova Monteleone, una perla dell’Appennino centrale.

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[ NELLA PAGINA PRECEDENTE, MONTELEONE DI SPOLETO; QUI, A SINISTRA, SCORCIO DEL FIUME NERA; SOTTO, LA BIGA DI MONTELEONE CON

dinarono allora che tutti i prigionieri nelle loro mani dovessero essere “strascinati”, attaccati ai cavalli, intorno alle mura di Monteleone. La rappresaglia mosse all’ingegno una giovane donna che cucinò, implorando i Vitelli di assaggiarla, una variante ricca e sostanziosa ai “penchi”: con guanciale magro di maiale, uova e pecorino, il tutto meravigliosamente mescolato, lasciò di stucco gli assedianti che mangiarono per primi una delle prelibatezze di Monteleone, gli “strascinati” appunto, e come ben intuibile dalla ricetta, la prima “carbonara” della storia. Ed eccoci a parlare del Museo delle Poste a Roma, l’altro luogo dove le vestigia di Monteleone sono documentate con un reperto mirabile e commovente: la buca delle lettere in marmo del 1707, proveniente dall’ufficio postale del paese, lì collocatavi dal suo primo direttore che vi scolpì il suo nome e cognome: Gasparo Rosati. Oggi, smurata, la singolare lapide fa bella mostra di sé nel museo romano. Ma molto del fascino dell’antico paese è ancora godibile in loco: vi restano le sue quasi perfette vestigia medievali, le sue tre cinta di mura, le sue otto porte. E ricca è la presenza francescana, non dimentichiamo di essere nell’Umbria del poverello d’Assisi, di Santa Chiara, di Santa Rita da Cascia, di San Benedetto da Norcia. A ridosso di una cinta muraria c’è la Chiesa “fortezza” di San Francesco che custodisce, secondo recenti ricerche, il più antico ritratto del santo, che reclutò, tra i suoi più sinceri seguaci, quel tal Angelo da Brufa (da cui deriva il primo nome del paese) ovvero il futuro Beato frà Angelo da Monteleone (1224-1241), dottore

NANDO DURASTANTI, EX SINDACO DELLA CITTÀ ]

in teologia. La Chiesa-convento è costruzione di rara imponenza e fascino fin dal suo portale esterno, la maestosa torre campanara si erge forte di ben quattro campane, una delle quali del peso di undici quintali. Al suo interno, ingrandita nel 1285, questa meravigliosa eccellenza nel 1398 fu “tagliata” nella sua altezza fino a divenire due luoghi distinti di culto. Una sequenza di affreschi, di tele, di sculture lignee, un organo e un coro in noce purissimo, danno però alla parte superiore, dedicata a San Francesco, una suggestione indicibile. Il complesso, martoriato da un terremoto nel 1703, nel 1964 fu divorato da un incendio che ne incenerì l’altare maggiore in legno, datato 1608. Un altro luogo pieno di fascino, situato all’ingresso del paese, è l’ex convento femminile di Santa Caterina, a suo tempo talmente pericolante da deciderne il doloroso abbattimento, senza l’intervento tenace e meritorio di Alberto Vannozzi, da sempre impegnato nella lotta affinché l’attenzione delle istituzioni preposte non si sottragga agli obblighi morali e civici della conservazione amorosa, il recupero e il restauro delle gemme del suo paese d’origine. Sua la spinta affinché copie perfette della biga e della buca delle lettere fossero ricollocate in paese, pur continuando a combattere per cercare di riottenere gli originali. E proprio l’entusiasmo contagioso di Vannozzi ci suggerisce, andando nella sua Monteleone, per le stradine del suo centro storico, tra scorci evocativi di un Medioevo pressoché intatto, di approvvigionarci di un “farro” unico e introvabile altrove, non a caso è quello che, lì dicono, sia stato benedetto da san Nicola.

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re la fioritura di camelie, rose selvatiche, lavande da cui vengono ricavati delicati profumi, creme ed oli essenziali messi a disposizione del pubblico. In questo particolare periodo dell’anno, quasi a voler dare il solenne benvenuto alla primavera, questa antica dimora dall’imponente struttura a ferro di cavallo tipica della villa toscana, si tinge di giallo oro, arancio, bianco, rosa pallido grazie alla fioritura dei

narcisi. Disseminati lungo i prati o disposti come broderies settecentesche, sulle terrazze del giardino all’italiana, fino al 14 aprile questi magnifici fiori daranno vita al Festival a loro intitolato: duecentomila esemplari di 400 diverse varietà, molti profumatissimi, alcuni di antiche origini, altri ancora appartenenti a nuove specie. I visitatori intenzionati ad abbellire i propri balconi avranno l’opportunità di prenotare i bulbi per le fioriture autunnali, mentre i più piccini avranno modo di divertirsi con una simpatica “Caccia all’uovo” prevista nei giorni di Pasqua e Pasquetta. www.villapescigola.com

Fino al 1° maggio

Peonie in fiore

Una spettacolare distesa di tulipani in fiore attende i visitatori della XIV edizione di “Messer Tulipano”al Castello di Pralormo (To). www.castellodipralormo.com

Il Centro Botanico Moutan apre le sue porte al pubblico regalando il suggestivo scenario offerto dalla fioritura delle peonie, fino a maggio. www.centrobotanicomoutan.it

(FOTO: CASTELLO DI PRALORMO. GRANDI GIARDINI ITALIANI)

(FOTO: CENTRO BOTANICO MOUTAN. GRANDI GIARDINI ITALIANI)

SICILIA: UN TOUR TRA MOSTRE E GIARDINI TUTTI ALLA TENUTA CARDINALE La meravigliosa terra di Sicilia si appresta ad ospitare “Dove fiorisce la jacaranda”, mostra mercato di piante per il giardino mediterraneo. L’evento florovivaistico, organizzato dall’Azienda Agricola Trinità del Giardino dell’omonima Villa con il patrocinio di Grandi Giardini Italiani, si svolgerà a Catania, nella Tenuta Cardinale, da venerdì 12 a lunedì 14 aprile. Questa è anche un’occasione per visitare l’isola durante la fioritura degli aranceti e un’opportunità per scoprire e conoscere altri splendidi giardini presenti sul territorio: il Giardino di San Giuliano e il Giardino del Biviere, in provincia di Siracusa; il Giardino di Villa Trinità, il Giardino Pennisi, Le stanze in fiore di Canalicchio e l’Orto Botanico, in provincia di Catania; infine, l’Orto Botanico di Palermo. La mostra mercato, aperta al pubblico dalle 10.00 alle 19.00, ha in calendario anche una Caccia al Tesoro per i più piccini, e un’”Asta delle Piante”. www.dovefioriscelajacaranda.it

[ SOPRA, UNO SCORCIO DEL GIARDINO DI VILLA TRINITÀ, CATANIA. (FOTO: GIARDINO VILLA TRINITÀ. GRANDI GIARDINI ITALIANI)I

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STILE

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TRA FUTURO & TRADIZIONE

LE RICERCATE COMBINAZIONI DI TESSUTI, SETA NATURALE E LINO,

COTONI EGIZIANI E LANE INGLESI RENDONO UNICI I CAPI DELLA COLLEZIONE DI BARBARA DI SARNO

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uando si parla con Andrea Lardini, presidente e amministratore unico del marchio Lardini, viene quasi innaturale esprimersi in termini di azienda e d’industria. Anche se di questo e del suo altissimo livello, si tratta. La storia di questa griffe inizia, infatti, come una storia italiana di amore e affiatamento; una storia di spirito e unione familiare che ci insegna che il vero Made in Italy risiede nelle radici ben salde nelle proprie terre, nelle mani delle proprie genti, nei valori che di padre in figlio si tramandano e si

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fortificano nei decenni. Un papà piccolo commerciante locale e i risparmi di una vita, una madre un po’ sartina e un po’ chioccia, un nonno motivatore (e il suo bastone) che i più anziani dipendenti ricordano ancora con affetto, e un team di fratelli ben assortito ed equilibrato, hanno reso oggi il piccolo stabilimento sartoriale della famiglia Lardini una catena distributiva, in continua espansione mondiale tra negozi monomarca e multibrand. E che può vantare un fatturato superiore ai cinquanta milioni di euro e la grande novità

dell’allargamento del range del prodotto con la prima collezione femminile, oltre a nuovi, interessanti progetti di ricerca e investimento. Come nasce l’azienda Lardini e come si è consolidata nel tempo? È nato tutto un po’ per gioco e un po’ per scommessa sul finire degli Anni ‘70, quando io e i miei fratelli eravamo ancora studenti, ognuno con un suo indirizzo specifico, ognuno con una passione personale. Nostro padre ebbe il coraggio di investire i suoi risparmi in un lavoro di squadra che si


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SENZA TEMPO

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UN SUCCESSO COSTRUITO CON AMORE, PASSIONE, CONDIVISIONE E SENSO DI APPARTENENZA. QUEGLI STESSI VALORI ACQUISITI NELLA FAMIGLIA LARDINI

}

ONE è rivelato poi, nel tempo, vincente. La distribuzione dei ruoli - Luigi sul fronte dello stile, io su quello dello sviluppo tecnologico e mia sorella, Lorena, su quello finanziario - e la garanzia data dalla tradizione sartoriale della nostra regione, hanno rappresentato un felice punto di inizio per la storia di questa azienda. Il nostro laboratorio sartoriale marchigiano di Filottrano (An) - dopo le difficoltà iniziali - è diventato negli anni un punto di riferimento per grandi nomi della moda come Valentino, Versace, Ungaro. Con il tempo, il

successo crescente dell’impresa ci ha portato nei primi anni Novanta ad esordire con una collezione tutta nostra e tutta di cachemire. Un prodotto che il mercato di allora ancora non aveva. Il felice riscontro di questa esperienza è stato l’immediato trampolino di lancio verso l’affermazione del marchio Lardini nella moda maschile e oggi - dopo vent’anni - anche in quella femminile. Come definirebbe l’uomo Lardini? L’uomo Lardini è un uomo che ama vestire e non coprire. È un uo-

mo che sceglie di essere in un certo modo, di non buttarsi addosso una camicia o una giacca. Esprime la sua personalità attraverso la scelta di un tessuto, i numeri di una misura, il taglio di un capo. E si sente felice di essere in un certo modo, in quel certo modo. Il fiore all’occhiello del marchio Lardini, ideato da mio fratello Luigi, è proprio il simbolo di un’eleganza di stile e di linguaggio che sublima una semplicità oltretempo. Rimanda - come il nostro design - a una galanteria, uno charme e un appeal che caratte- » APRILE 2013

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MODA

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[ SOPRA, IL TEAM DEI FRATELLI LARDINI: DA SINISTRA, ANNARITA, ANDREA, LORENA E LUIGI. ]

rizzano lo stile italiano e che tutto il mondo ci invidia o cerca malamente d’imitare. Quanto conta l’amore per la vostra terra nella qualità dei vostri prodotti? L’amore per la nostra regione e per i nostri conterranei è stato fondamentale per il successo dell’azienda. La nostra principale ricchezza sono infatti le risorse umane su cui possiamo contare da oltre trent’anni. I nostri collaboratori rappresentano non solo un patrimonio di cultura sartoriale e preziosità manifatturiera, ma anche un bagaglio e un continuo stimolo affettivo. Non esiste sfida o successo che non venga condiviso con i nostri dipendenti, ogni ostacolo viene superato insieme, basta guardarsi negli occhi per capire come raggiungere uno scopo. La nostra veracità marchigiana, il nostro senso della continuità della tradizione e della famiglia, le nostre feste e le nostre gare di pesca ci rendono tutti partecipi di un obiettivo comune che è il vero segreto di un percorso umano e professionale che dura da 35 anni. Tra boutique monomarca e collaborazioni prestigiose con le più importanti griffe, come considerate la vostra politica aziendale? Noi nasciamo come produttori e la nostra politica pur nell’investimento negli storici flagship store di Ancona, Roma e Milano e ora anche in modo consistente all’estero - non rinuncia alla nostra origine di terzisti per grandi nomi della moda mondiale, che è e sarà sempre un riconoscimento alla nostra storia e all’eccezionalità del nostro lavoro e delle nostre creazioni. Qual è lo stile Lardini per la moda maschile della Primavera-Estate 2013? Lo stile Lardini propone una collezione che trasmette un concetto di eleganza ispirato all’imperfezione. I tessuti vengono realizzati con antichi telai a mano per un voluto “malfatto”; i disegni si raggiungono attraverso segni grafici incompiuti e la sartorialità non è mai un concetto rigido. Morbida, decostruita ma di taglio sartoriale, la giacca è il risultato di trame che prendono ispirazione da storici archivi per essere sottoposte a sofisticati “finissaggi” innovativi. La seta

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«I nostri capi sono frutto di una continua ricerca di equilibrio tra abilità artigianale e tecnologie di ultima generazione»

naturale tussah si mischia con il lino, i cotoni egiziani si intrecciano con le preziose lane inglesi, mentre il mohair può legare con entrambi, alla ricerca di luminosità. Tante sono le proposte di gilet, da indossare non solo nelle occasioni formali ma anche nel tempo libero, come alternativa alla maglia. Le camicie sono rese esclusive da un fiore Lardini ricamato sotto il collo su una base di tessuto Oxford. I colori, soft nelle tinte unite, spaziano dai coloniali sino ad arrivare alle varie tonalità dei blu; mentre nelle fantasie si fanno più decisi ed accesi. Come si fa a conciliare l’esclusività di capi di alta impostazione sartoriale con prezzi accessibili? Trovare un simile equilibrio è una sfida che ci poniamo da sempre. La risposta è nel giusto compromesso fra tecnologia e manualità, tra l’automazione di alcune fasi della lavorazione e le tecniche tradizionali della sartorialità. Nei nostri stabilimenti l’alta qualità maturata con un’esperienza trentennale, l’abilità artigianale data da una vera e propria sapienza manuale di tessuti e filati è unita alla tecnologia di macchinari di ultima generazione. Questo permette di garantire non solo la qualità del prodotto ma anche l’ottimizzazione del suo assortimento nei negozi, la possibilità di modificare gli ordini e ridurre così l’invenduto, sia per le collezioni firmate Lardini che per quelle che la nostra azienda realizza per le griffe internazionali. Come influisce la vostra apertura a mercati come la Russia, il Giappone e gli Emirati Arabi sullo stile tutto italiano firmato Lardini? Quello che cercano e vogliono questi Paesi è lo stile Made in Italy e la qualità manifatturiera che aziende come la nostra garantiscono. Naturalmente, quello che diversifica la domanda di clientele appartenenti a popoli così diversi, è di sicuro la vestibilità del capo. Varia, insomma, quello che noi definiamo fitting (l’andamento). Rispetto ad una collezione univoca, quello che cambia sono le misure. C’è qualche rimpianto nella storia della famiglia Lardini? Se ripenso agli inizi di questa nostra avventura, rimpiango la libertà di quei tempi, quelle piccole necessarie regole per dar vita ad un’impresa che purtroppo oggi si sono trasformate in vere e proprie paludi per l’imprenditoria italiana. Dopo quasi quarant’anni continuiamo a mantenere il coraggio e la voglia di fare degli esordi, ma ci rendiamo conto che, per chi riesce a resistere alla crisi, ogni giorno è una battaglia col mondo intero. Il merito di riuscire ad andare avanti in tempi come questi è di noi imprenditori e della famiglia di collaboratori che combatte insieme a noi. L’impegno sempre attivo nel misurarci con l’innovazione, la ricerca, il senso di squadra è il nostro e non di chi ci castiga e complica ogni sforzo. Quando ho intrapreso questa strada studiavo ingegneria elettronica e ho imparato che in matematica uno più uno ha sempre fatto due. Oggi mi chiedo (e chiedo a chi di competenza), ma l’economia non è forse matematica? Uno più uno fa ancora sempre due?


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[ SOTTO, DANIELA BENEDINI, PITTRICE E DECORATRICE D’INTERNI. IN QUESTA E NELLE PAGINE SUCCESSIVE, ALCUNE DELLE SUE OPERE.

REALTÀ o ILLUSIONE? No, trompe l’oeil! [ DI

GIOVANNA VECCHIOTTI ]

Una tecnica pittorica che affonda le sue radici nella storia dei popoli e che, ancora oggi, è fortemente richiesta per abbellire facoltose dimore, soprattutto nei Paesi emergenti.

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n giorno Parrasio, eccelso pittore dell’antica Grecia, sfidò un artista contemporaneo, Zeusi, in una gara di pittura. Quest’ultimo dipinse dell’uva talmente bella che gli uccelli iniziarono a volare intorno al quadro con l’intento di beccare gli acini; Parrasio, invece, espose un quadro con una tenda. Zeusi, lusingato dal comportamento dei volatili, sollecitò il rivale a sollevare la tenda dal quadro così da mostrare al pubblico il dipinto sottostante. Ma

non appena si accorse che in realtà l’opera in gara era proprio la tenda, Zeusi decretò la vittoria di Parrasio riconoscendo che se la sua uva aveva tratto in inganno degli animali, Zeusi stesso era caduto nella trappola tesa da un dipinto realizzato magistralmente. Questo aneddoto è stato raccontato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, ed è forse la prima testimonianza di quella tecnica pittorica oggi meglio conosciuta come trompe l’oeil, fondata sul gioco di colori e sulla prospettiva, il cui scopo è quello di far apparire tridimensionale ciò che è bidimensionale. In questo modo esiste un “inganno dell’occhio” (dal francese tromper, “ingannare”, e l’oeil, “occhio”) che permette al pittore di mostra-

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re ciò che in realtà non esiste, soprattutto se essa viene applicata nelle decorazioni d’interni; in questo modo una stanza può apparire più grande, una finestra aperta, dipinta su di una parete, mostrare un giardino in fiore che non c’è... In Italia esistono mirabili esempi di trompe l’oeil, a cominciare dalla Cappella degli Scrovegni (1306), nella quale Giotto utilizzò questa tecnica nella serie di riquadri che illustravano le allegorie dei Vizi e delle Virtù o il Palazzo ducale di Mantova con la Camera degli sposi, realizzata dal Mantegna nel 1464. Ma fu nel periodo Barocco e Rococò, che il trompe l’oeil ebbe la massima diffusione anche a livello architettonico, co- » APRILE 2013

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ARTE

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sì da simulare statue, nicchie, incassi sceglierebbe mai una casa progettata da un architetto minimalista moderno laddove, in realtà, non esistevano. E oggi, nel Ventunesimo secolo, l’archi- perché in quel lavoro prevarrebbe il “vuotettura moderna ricorre ancora al trom- to”. Per la nostra cultura lo spazio e il pe l’oeil? Ne abbiamo parlato con Da- vuoto sono una ricchezza, un valore; niela Benedini, pittrice, decoratrice d’in- un kuwaitiano invece vuole vedere ricterni, specializzata in trompe l’oeil. Rea- cioli e volumi dorati che luccicano e storlizza le sue creazioni in ogni parte del discono gli occhi... mondo: Cina, Russia, Kazakistan, Ku- I suoi lavori richiamano temi classiwait, Giappone, ma anche Europa e ci. Ad osservarli sembra di fare un America. Ovunque ville, dimore princi- tuffo nel passato. pesche, persino una cattedrale in Perù Il mio lavoro viene richiesto nelle case hanno accolto la sua creatività e ricevu- che si desidera abbiano un gusto neoto in cambio la valorizzazione della lo- classico, barocco, rococò, dove non ci ro “anima” nascosta. Sobria e solare, Da- si deve preoccupare dello spazio e delniela Benedini è lo specchio di un’ele- la luce e l’architetto non deve studiaganza d’altri tempi, che ben si accosta re l’effetto di vuoto e pieno con una con lo stridìo della vita moderna. L’ab- semplice lampada posta su di uno stebiamo incontrata a Parigi, appena rien- lo. Come dicevo prima, il mio lavoro vietrata dalla Cina, al termine di un lavo- ne richiesto nelle case pompose, dove - è brutto da dire - si è quel che si ha, ro particolarmente impegnativo. case che si trovano Dottoressa Benesoprattutto aldini, iniziamo con l’estero. Le grandi un dualismo: esville di cui mi occusere e apparire. Il «Non è sempre po sono nei Paesi trompe l’oeil è un facile capire dei nuovi ricchi: in ingannare l’oci reali desideri Russia, in Cina, in chio: vediamo di un cliente. Per Kuwait, in Kazakiun’immagine che questo bisogna stan, in Croazia, in realtà non esiessere anche dove le persone un po’ psicologi» ste. Un po’ quello benestanti hanno che accade anche le case grandi che nella società devono riempire, odierna... Sì, certo, ma dobbiamo fare un passo oltreché con oggetti anche con colori indietro, per esempio a Roma, nel ‘500, e decorazioni. nelle cui vie passavano Michelangelo e Capire i desideri del proprietario di Raffaello. Lì esisteva la teatralità della una casa da decorare. Quanto c’è di città dove tutto doveva apparire e stu- Suo e quanto del committente? pire. C’era la voglia di esprimere una La bravura e la difficoltà è gestire la sidesiderio di gloria, trionfo e ricchezza del- tuazione facendo in modo che il clienla religione e della ragione, tanto da te sia totalmente contento. È importangettare le basi dell’arte Barocca, uno sti- te fare sempre almeno due proposte tra le nel quale i pittori/decoratori hanno le quali egli possa scegliere, e dargli conavuto grande possibilità di espressione. tinuamente la doppia possibilità di scelGli stuccatori c’erano, ma c’era anche il ta; una volta capiti i suoi desideri, è nepittore che dipingeva lo stucco, esage- cessario stupirlo e dargli delle soddisfarando con i volumi e con i corpi: il cor- zioni in maniera che lui dica: «Era propo vero e il corpo finto, la scultura ve- prio quello che volevo». Non è facile, bira e quella semplicemente pittorica. sogna essere anche un po’ psicologi. Ci Quindi il trompe l’oeil è una finzione sono dei committenti molto esigenti, che oggi, nel 2013 continua a soddisfa- che sanno ciò che vogliono ma non lo re la moderna voglia di apparire, soprat- dicono chiaramente. Bisogna scoprirlo. tutto in molti Paesi emergenti dove i E allora è necessario fare tante proponuovi ricchi che desiderano abbellire le ste, permettere loro di scartare ciò che loro case, seguono il concetto:«Sono non coincide con le idee che hanno e quello che ho, quello che appaio. Ap- lavorare su ciò che apprezzano. Solo afpaio con tante cose quindi sono tanto, fidandosi all’intuito, alla conoscenza delsono importante». Un kuwaitiano non l’altro e alla psicologia si riesce ad an-

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QUANDO LE PERSONE, GUARDANDO I MIEI LAVORI, ALLUNGANO LA MANO PER CAPIRE SE SIA O MENO UN DISEGNO, POSSO DIRE DI AVERCELA FATTA

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dare fino in fondo. In realtà, mi chiedo spesso se è riconoscibile la mia mano, perché cerco sempre di dare i pesi giusti alla casa, ai desideri del cliente, quindi caricare, scurire, alleggerire; cerco di essere la stilista di una casa e la tratto come se fosse il corpo di una donna. Però è bellissimo... Perché ha deciso di dedicarsi al trompe l’oeil e al lavoro che sta svolgendo? Ho frequentato il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ho iniziato con la pittura, ma all’epoca (oltre vent’anni fa) la pittura era molto astratta, poco decorativa e non mi trovavo a mio agio nell’affrontare temi così diversi dalla mia vera natura; l’astra-


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QUESTA TECNICA, IL CUI SIGNIFICATO È “COLPO D’OCCHIO”, “INGANNO DELL’OCCHIO”, CREA UN GIOCO DI VOLUMI CHE NON ESISTONO zione non mi rappresentava. Arrivavo da un liceo molto classico dove avevo lavorato per 4 anni su corpi, volumi, e con l’astrazione mi son trovata spiazzata. Poi ho avuto un professore di Storia dell’arte fantastico, che mi ha capita e mi ha proposto, negli ultimi due anni di accademia, di lavorare su di una tesina che trattava la storia del trompe l’oeil. Il tema mi ha incuriosito e da lì ho iniziato a studiare la tecnica, ho inserito l’architettura, in cui ero molto brava, e il colore, che ho imparato man mano. Ormai sono vent’anni che faccio questo lavoro e posso dire di essere diventata “la stilista delle case”. Quando mi affidano il lavoro in una villa mi occupo sia della parte decorativa, ovvero la cura dei toni di colore e l’applicazione di una tecnica, sia della parte pittorica e del trompe l’oeil che è uno stile in cui pittura e architettura “vivono” insieme. Il trompe

l’oeil ha un disegno di base che viene poi colorato; questa tecnica, il cui significato è “colpo d’occhio”, “inganno dell’occhio”, come abbiamo detto crea un gioco di volumi che non esistono. Tanto che, quando le persone che guardano i miei lavori allungano la mano per capire se è un disegno, dentro di me dico: «Ce l’ho fatta». I giovani si occupano di decorazioni d’interni e di trompe l’oeil? Pochi perché è una tecnica pittorica antica, e ci sono pochi maestri. C’è la fotografia adesso, e il poster, e il computer che riesce a dare all’occhio del giovane molta soddisfazione. Fare il decoratore d’interni è più un lavoro tra l’artigianato e l’arte. Ci vuole molta tecnica manuale, ma ci vuole anche molta intuizione: devi capire il committente, devi capire la casa, le stoffe, il clima, la luce. Si può dire, invece, che certi lavori della street art sono il nuo-

vo modo di fare trompe l’oeil. Ha ragazzi che l’affiancano e a cui trasmette questa Sua passione? Quando sono a Milano, città nella quale risiedo, tengo dei corsi. Ci sono state delle ragazze che hanno partecipato a dei miei lavori e poi hanno continuato per la loro strada. Ecco, ho sempre sollecitato i giovani a seguire la loro indole, i loro desideri, le loro aspettative, a cercare un futuro in autonomia. Perché il mio è un lavoro in solitaria che nella fase finale si svolge in équipè, e quando ci si trasferisce all’estero si fa un po’ famiglia. Ci sono dei colleghi che mi aiutano in determinati lavori con i quali, pur mantenendo ognuno la propria autonomia, ci incrociamo, ci supportiamo, ci aiutiamo. C’è n’è uno, in particolare, che lavora con me da 10 anni: è un decoratore con il quale sono molto affiatata. Alcune volte non parlia-

mo neanche; ci sono giornate in cui si lavora e ci si accorge che in un dipinto non c’è più la mano dell’una e la mano dell’altro, tanto è profonda l’intesa. È una cosa molto preziosa. Esiste ancora nel mondo l’onestà, la correttezza? Sì. Esiste ancora della gente onesta, e quando la incontro me la tengo molto stretta. Di persone brave ce ne sono ancora tante. I disonesti si incontrano ma poi si lasciano, hanno vita breve. Direi che nella mia vita sono stata fortunata, forse perché io ancora credo nell’impegno che paga. Ritengo che quando c’è l’impegno, viene riconosciuto da qualcuno che lo porta avanti, che a sua volta incontra qualcuno che riconosce il suo impegno e lo porta avanti, e così via... Purtroppo le persone poco oneste spesso sono le più appariscenti; sono un po’ come il trompe l’oeil: un inganno. APRILE 2013

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IL NUOVO MODO DI FARE TROMPE L’OEIL

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STREET ART 3D: IN EQUILIBRIO SULL’ABISSO

[ SOPRA, UNO DEI CAPOLAVORI DELLO STREET ARTIST TEDESCO, EDGAR MÜLLER; A SINISTRA, LE NOTE ACROBAZIE DI SPIDERMAN RIPRODOTTE DAL TALENTO STATUNITENSE,

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KURT WENNER. ]

ono voragini che si aprono improvvise nel manto stradale, oppure fiumi in piena che stanno per esondare. Talvolta bisogna fare attenzione perché dalle acque tranquille di uno specchio d’acqua può improvvisamente balzar fuori uno squalo bianco che, con le fauci spalanca-

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te, cerca di divorare il malcapitato che sta transitando in quel momento. Cos’è, l’ultimo film di fantascienza apocalittica targato Hollywood? Nient’affatto, sono disegni che vengono realizzati nelle piazze, sui marciapiedi o al centro delle strade e che coinvolgono i passanti ben contenti di partecipare alla messa in scena. Tutto questo costituisce la nuova frontiera della Street Art, l’arte di strada, ovvero la Street Painting in 3D. Niente a che vedere con graffiti e murales né tantomento con i film tridimensionali che hanno bisogno di occhiali speciali per essere visti. Bandite le bombolette spray che imbrattano muri, autobus e vagoni: qui vanno in scena pennelli, gessetti, colori, il sapiente utilizzo della prospettiva (la tecnica uti-


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«Senso di vertigine, cuore accelerato e fiato corto è quanto si prova trovandosi improvvisamente dinnanzi ad un’opera di Street Art 3D. Tecnicamente detta “illusione anamorfica”, proprio di illusione si tratta ma, dato il talento degli artisti, ci vuole un po’ prima di rendersene conto. Provare per credere!»

[ ACCANTO, UN’OPERA DI JOE HILL E MAX LOWRY. A DESTRA, UN’ALTRA MÜLLER; IN BASSO, UNA DI KURT WENNER. ]

OPERA DI EDGAR

lizzata è l’anamorfismo, ovvero la distorsione dell’immagine che crea un’illusione ottica), tanta bravura e una grande creatività. Gli autori della Street Art in 3D sono artisti che preferiscono gli ampi spazi alle anguste pareti di un museo, ed espongono le proprie opere a cielo aperto. Tra gli autori più famosi delle illusioni anamorfiche, lo spagnolo Eduardo Relero, i tedeschi Edgar Müller e Manfred Stader, il britannico Julian Beever, lo statunitense Kurt Wenner. Il record del mondo per un 3D anamorphic street paintings appartiene ad un altro britannico, Joe Hill, che insieme a Max Lowry ha realizzato a Londra un’opera di 1.160 mq, lunga 106,5 metri. Se si vuole avere l’assaggio di un’illusione anamorfica basta collegarsi a You Tube e guardare alcuni video postati da “Brusspup”. Si resterà increduli.

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STAR BENE

ina, India e Giappone sono le maggiori Nazioni produttrici di tè al mondo insieme ad alcuni Paesi africani. Ma anche di tè esistono varie tipologie, ognuna con una specifica lavorazione. Vediamone alcune. - Tè verde. Le sue foglie sono essiccate utilizzando il calore; in questo modo mantengono il loro originario colore verde. Esse sono disposte su vassoi di bambù e lasciate asciugare al sole. - Tè nero. È prodotto principalmente in India. Le foglie poste ad essiccare vengono arrotolate prima che induriscano e riaperte in un luogo umido e freddo. Questa operazione avvia un processo di ossidazione che favorisce la fermentazione e l’acquisizione di un colore rosso. Successivamente si procede all’essiccazione che trasforma le foglie in un colore scuro. - Tè bianco. È quello più pregiato ed è prodotto in Cina. Si raccolgono i germogli e si lasciano essicare all’aria, in modo tale che raggiungano il caratteristico colore chiaro.

Tutto il BUONO della vita in una TAZZA DI TÈ

DI GIOVANNI ORSO

«Non è una semplice bevanda ma un vero e proprio elisir, viste le ormai documentate proprietà benefiche per corpo e psiche»

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imperatore cinese Chen Nung era ossessionato dall’igiene e beveva soltanto acqua bollita; altrettanto dovevano fare i suoi sudditi. Un giorno, per riposare, si sedette all’ombra di un tè selvatico a sorseggiare una tazza di acqua calda. Ci fu una folata di vento e dall’albero caddero alcune foglie che finirono nella tazza del sovrano tingendo l’acqua di un bel color ambra. L’imperatore fu talmente preso dalla curiosità che abbandonò ogni precauzione e assaggiò quella bevanda insolita; non solo la trovò molto gustosa, ma subito dopo sì sentì così bene che decise di far coltivare quella strana pianta affinché tutti potessero godere di quella delizia. Fu così che nacque e si diffuse il tè.

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Sono trascorsi centinaia di anni (per alcuni 5 mila!) da quando casualmente fu scoperta questa bevanda, e tanto è il suo successo che non esiste luogo al mondo in cui non venga assaporata; pare che il suo consumo venga superato soltanto dall’acqua. Il tè non è solo una bevanda, è un rito. Non si beve in fretta come facciamo noi italiani con il caffè espresso; va consumato lentamente, rilassandosi, assimilando tutte le sue proprietà benefiche. È il momento in cui si riflette, si medita, si sogna se si è soli; si conversa, si famigliarizza, si fa “comunità” se lo si beve in compagnia. In ogni caso è necessario seguire regole precise per la sua preparazione: per una tazza ne sono sufficienti un paio di grammi (1 cucchiaino); l’acqua non deve raggiungere l’ebollizione ma arrivare a 70-80 gradi, ovvero quando si forma-

no le prime bollicine sul fondo della teiera. Lasciarlo in infusione al massimo per 5 minuti, anche se l’ideale sarebbero 2-3 minuti. Poi non resta che filtrarlo e berlo, meglio se al naturale o con l’aggiunta di una piccola quantità di miele o zucchero di canna. Il limone ne altera il sapore mentre l’aggiunta di latte distrugge i polifenoli, ovvero la parte benefica del tè. Sì, perché il tè ha molte proprietà salutari che contribuiscono al benessere psicofisico. In particolare, nel tè verde queste sono molteplici e documentate da ricerche scientifiche. Il tè verde viene prodotto dalla Camellia sinensis, una pianta diffusa soprattutto in Cina. Fin dall’antichità veniva utilizzato prevalentemente per combattere il mal di testa e come disintossicante. Oggi studi clinici hanno accertato che esso contiene


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polifenoli, catechine e flavonoidi, sostanze altamente antiossidanti che rietrano tra quelle considerate efficaci per combattere l’invecchiamento. Ma molti altri sono i benefici apportati dal tè verde. Studi condotti su coloro che lo bevono regolarmente hanno dimostrato che è un ottimo protettore dell’apparato circolatorio e del cuore, poiché mantiene “libere” le arterie e le vene. I flavonoidi contenuti in esso, infatti, hanno un’efficace azione sul colesterolo abbassando quello “cattivo”, l’Ldl, scongiurando così la possibilità di pericolose ostruzioni. Altra capacità del tè verde è quella di tenere sotto controllo la pressione arteriosa ed evitare bruschi sbalzi verso l’alto. Stesso discorso per quanto concerne il diabete, in quanto il tè verde concorrerebbe a diminui-

«L’arte di bere il tè è un poema ritmato da movimenti armoniosi» Nitobe Inazo re il livello di glicemia nel sangue. Oltre alle catechine questo tipo di tè contiene il tannino, una sostanza antivirale e antibatterica che concorre alla rigenerazione dei tessuti e a migliorare il sistema immunitario. Queste capacità fanno sì che il tè verde risulti efficace anche nella prevenzione delle malattie cancerogene, in particolare quelle localizzate nello stomaco e nell’apparato digerente. Infine, ottimo drenante, è efficace anche per combattere l’obesità e la cellulite. Allora, convinti della sua efficacia? A questo punto non resta che sedersi e bere una bella, fumante, ristoratrice tazza di té.

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SAPORI & COLORI

CIBI TIPICI PASQUA E PASQUETTA

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Uova sode o di cioccolata, torte dolci o salate, colombe pasquali: la cucina di questo periodo ha un’unica tradizione, quella religiosa con i suoi simboli di resurrezione e Vita Eterna

DI M ARINA CEPEDA FUENTES

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asqua, Pasqua viene correndo / che i bambini vanno piangendo / vanno piangendo con tutto il cuore / perché vogliono le scarcedde con le uove”, cantano in Puglia quando si avvicina la ricorrenza pasquale. La scarcedda o “pane di Pasqua” è salata, con mandorle infisse nella superficie e fronde d’ulivo benedetto; ha forme diverse e viene portata a tavola il giorno di Pasqua con le uova sode, sale, pepe e un bel mazzo di prezzemolo. Nel Salentino le uova sode col guscio colorato vengono fermate da due strisce di pasta incrociate al centro delle cuddhure, dolci pasquali a forma di paniere, colomba o pupazzo. In Liguria le uova sode, a fette, si nascondono nella sfoglia ripiena di verdure della “torta pasqualina”. D’altra parte, un detto toscano contro gli scocciatori dice: “Gira largo, tanto con me ‘un si fa ova”, perché un tempo, in campagna, quando il prete andava a benedire le case nel periodo pasquale, gli si regalavano uova fresche. Ancora oggi, in molti paesi dell’Italia si usa portare le uova in chiesa il Sabato Santo per farle benedire prima di mangiarle la domenica di Pasqua e anche il Lunedì dell’Angelo.

PIZZA PASQUALE AL FORMAGGIO

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50epiu.it

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APRILE 2013

Ingredienti 600 gr di farina 00 4 uova intere 50 gr di lievito di birra 50 gr di burro fuso o strutto 1 bicchiere d’olio extra vergine d’oliva 200 gr di parmigiano reggiano grattugiato 100 gr di pecorino romano grattugiato 100 gr pecorino dolce a dadini 200 gr di emmenthal a dadini sale e pepe nero q.b.

circa un’ora più il tempo di lievitazione dell’impasto

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330 ogni 100 gr


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La tradizione di donare e mangiare uova a Pasqua è antichissima e talmente diffusa che la domenica di Resurrezione un tempo era chiamata “Pasqua d’Uovo”: già nel IV secolo d.C., i cristiani si scambiavano le uova benedette come simbolo del Cristo risorto. D’altronde, in ogni tradizione l’uovo è simbolo di nascita e resurrezione: per questo ne sono state trovate di vari materiali nelle tombe egizie, nelle necropoli etrusche o nelle catacombe romane. L’usanza cristiana di scambiarsele nel periodo pasquale è un augurio di rinascita. Perciò, le uova sono presenti in tanti cibi di Pasqua: come nel pane pasquale sardo, chiamato angulla, a forma di serpente acciambellato con un uovo dipinto di rosso o di viola - i colori della vita e della resurrezione - incastonato nel centro. E rosse sono le uova che nella Chiesa ortodossa d’Oriente vengono offerte a Pasqua: infatti a Piana degli Albanesi (Palermo), la città fondata nel 1486 dagli Albanesi fuggiti dai Turchi, si celebra la Pasqua con la distribuzione in chiesa delle uova sode tinte di rosso. Forse per questo i diavuli che a Prizzi, in Sicilia, cercano le anime a Pasqua

durante la festa L’abballu de li diavuli, sono vestiti di rosso e distribuiscono i cannateddi, i dolci pasquali a forma di canestro con un uovo sodo colorato di rosso al centro. Molte di queste tradizioni stanno scomparendo, tutto si riduce all’uovo di cioccolato industriale. Ma potrebbe anche essere l’occasione per ricordare ai non credenti che scambiarsi e mangiare uova a Pasqua è un augurio di rinnovamento.

«Il simbolismo pagano dell’uovo fu ripreso dal Cristianesimo come segno di rinascita» In quanto all’agnello, consumato nel pranzo pasquale, il significato è palese: simboleggia il Cristo sacrificato sulla croce per la salvezza dell’umanità. Già San Giovanni Battista lo aveva profeticamente salutato sulle rive del Giordano con queste parole: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo”. Dunque mangiando l’agnello la domenica di Pasqua si commemora il sacrificio divino, ma anche il trionfo del Figlio di Dio risorto e seduto in cielo alla destra

del Padre, come narra infatti Giovanni nell’Apocalisse: «Vidi ritto in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi, un Agnello, come immolato (...). E l’Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono (...). Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare, udii che dicevano: “A colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli”». Anche il dolce a forma di colomba può avere diversi significati, come diversi sono i simbolismi che la colomba ha assunto. Nell’antichità pagana, ad esempio, partecipava degli attributi della Grande Madre della fecondità. Per Greci e Romani era l’ideogramma della pace, della purezza dei costumi, della semplicità, della fedeltà coniugale; inoltre, quando nei rilievi e affreschi precristiani due colombe bevono a un vaso o a un bacile, rappresentano le anime che si nutrono alla fonte dell’immortalità, mentre se beccano in un cesto pieno di frutti alludono alla resurrezione. A volte, come nelle catacombe romane, hanno un ramo d’olivo fra le zampe, simbolo della pace eterna;

mentre nel Medioevo prevale il simbolismo della colomba come Spirito Santo. Che significato ha dunque la dolce colomba? Ogni oggetto, animale o pianta suscita simboli diversi e la colomba pasquale può essere il simbolo del Cristo risorto che porta la pace, ma anche dello Spirito Santo che dona la luce. Oppure, come la Grande Madre dell’antichità, può significare l’amore, la fecondità, la pace e il risveglio primaverile. Quest’ultimo simbolismo si potrebbe attribuire alla “Pizza di Pasqua”, tipica di molte regioni italiane e che può essere dolce o salata, avere nell’impasto del formaggio o del cioccolato, e profumi come l’anice stellato. Questa tradizione è molto viva nel Centro-Sud: è squisita nel viterbese, specialmente a Bagnaia; è speciale a Civitavecchia, Tolfa e Allumiere; è ottima in Umbria con i formaggi.

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2 Preparazione

Sciogliere il lievito di birra in poca acqua tiepida. Fare la fontana con la farina, mettere le uova, metà del burro, l’olio, il lievito, pepe e sale, ed iniziare ad impastare. Lavorare bene l’impasto (deve risultare molle), farne una palla, coprirla e lasciarla lievitare per un paio d’ore circa: ma per velocizzare il processo si può usare lievito disidratato istantaneo che risparmia la fase della lievitazione. Dopo questa fase, finire d’impastare aggiungendo tutti i formaggi. Quando l’impasto sarà pronto, imburrare bene uno stampo alto e riempirlo poco più della metà in altezza, perché poi la torta andrà a lievitare e si gonfierà fino a superare lo stampo. Cuocere in forno già caldo a 180° per 35 minuti, in ogni modo, quando la superficie sarà bella do-

rata. Lasciar raffreddare e consumarla fredda con gli affettati e le uova sode, oppure tiepida con scaglie di cioccolata fondente. Si conserva bene per almeno una settimana, ma siccome tende a seccarsi sarebbe meglio riporla in un sacchetto di plastica avvolta in uno panno di cotone.

Curiosità Questa ricetta della tipica pizza di Pasqua, specialmente dell’alto Lazio, Umbria e Marche, è detta anche caciata per via della massiccia presenza del formaggio. Per tradizione si usa mangiarla con i salumi tipici, come la “corallina” laziale, e le uova sode, la mattina di Pasqua per colazione, ma anche nella tradizionale scampagnata del giorno di Pasquetta, detto liturgicamente Lunedì in albis.

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EVENTI

XXXI CONCORSO 50&PIÙ PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA

AIFARGOTOF E ARUTTIP ,AISEOP ,ASORP ÙIP&05 OSROCNOC IXXX

72I 50epiu.it I APRILE 2013

XXXI CONCORSO 50&PIÙ

PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA È stata posticipata al 15 aprile la data ultima per partecipare al Concorso di Prosa, Poesia Pittura e Fotografia organizzato da 50&Più. In attesa della finale di Assisi, in anteprima i 4 Supervincitori dell’edizione 2012: Carmen Pezzetta (prosa) Maria Antonietta Rotter (poesia) Luigina Antoni (pittura) Ermanno Trezzi (fotografia).

«

V

orrei partecipare al Concorso: è ancora possibile?». Di telefonate come questa alla Segreteria organizzativa del Concorso di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia ne arrivano tante. La risposta? «Si può ancora partecipare, la scadenza ultima è stata posticipata al 15 aprile». L’arte, si sa, rifugge dai limiti temporali. L’ispirazione ha i suoi tempi improvvisi e imprevisti. L’importante è assecondarla senza timore. Quindi coraggio, chi non ha inviato la propria opera alla segreteria di 50&Più (Via del Melangolo 26 - 00186 Roma), può ancora farlo: non serve più indugiare, ma solo lasciarsi andare e partecipare. In una o più sezioni del Concorso, con quello che più vi aggrada e vi fa sentire liberi. Se poi l’ispirazione

tarda ancora ad arrivare, allora guardatevi intorno, posate l’occhio su un vostro quadro, rileggete quel racconto o quella poesia che avete scritto per voi, su quella fotografia che avete scattato per catturare un’immagine che vi ha colpiti, mettetevi in gioco e spedite. Infine, se riuscirete a partecipare attivamente al Concorso nel corso della settimana della finale, dal 23 al 30 giugno ad Assisi, avrete l’occasione di condividere la vostra opera con gli altri artisti dilettanti come voi. Potrete confrontarvi, seguire i laboratori di una o più sezioni del Concorso e continuare ad imparare grazie agli insegnamenti e ai suggerimenti di noti professionisti. Bando e scheda di adesione sono disponibili nelle sedi locali di 50&Più o sul sito dell’As-

sociazione www.50epiu.it. In attesa di conoscere i prossimi vincitori della 31° edizione dell’unico concorso riservato ad artisti over 50 rigorosamente dilettanti, 50&Più anticipa i 4 supervincitori dell’edizione 2012 votati dai lettori di questa Rivista e dai “naviganti” del sito www.50epiu.it. Sono: Carmen Pezzetta di Pozzuolo del Friuli (Ud), con il racconto Mio padre, Maria Antonietta Rotter di Povo (Tn), con la poesia Amore; Luigina Antoni di Roma con il quadro Torero; Ermanno Trezzi di Carate Brianza (Mb), con la fotografia Chi assaggia? Nella pagina successiva, in anteprima, l’immagine-simbolo che accompagnerà i partecipanti arrivati alla finale del Concorso. Il titolo è Dance2, l’opera è stata realizzata dall’artista di origini iraniane, Mitra Divshali.


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n tempo l’Iran si chiamava Persia, questo nome denso di suggestioni, di profumi e di sapori che sanno di oriente deriva dall’antico nome greco dell’Iran, Persis. Secondo Erodoto, lo storico dell’antica Grecia, il nome Persia deriva da Perseo, l’eroe mitologico che decapitò la Gorgone mostruosa. Solo provando a immaginare questo luogo così antico e mitico, questa culla di una cultura millenaria dove è fiorita ricchissima la tradizione della miniatura e della calligrafia, possiamo davvero apprezzare, capire e immergerci nei disegni leggeri, raffinati ed eterei di Mitra. Nel suo lavoro c’è la nostalgia di un mondo lontano, di un mondo sfiorato e abbandonato a causa della prepotenza della Storia che ha costretto tanti figli di questa terra ad abbandonarla per ricostruire la propria personale storia da qualche altra parte. Mitra è arrivata a Roma e studentessa alla Scuola di Ci-

nema si è sempre nutrita di storie e di immagini che oggi troviamo riportate non sulla pellicola ma sulla carta. Mitra con certosina pazienza e minuzia ha dato vita alle ombre, alle figure e alle suggestioni di un mondo che è diventato un luogo della mente e del cuore, e il creare è diventata un’urgenza che non poteva più essere procrastinata. Le sue realizzazioni ci raccontano un mondo leggero, che era leggero, un mondo elegante, che era elegante, così come è impalpabile e leggera la suonatrice d’arpa che ci fa immaginare il suono come una preghiera. Un paese che era un giardino incantato e che è diventato un terreno di scontri religiosi, politici e sociali. Memoria e oblio e la Storia con la S maiuscola che si sovrappone a quella più intima e personale di un’artista dal tocco lieve e intenso che ci regala un sogno di tenui colori e profonde passioni. P. U.

i SUPER VINCITORI del

CONCORSO PROSA 2012 Carmen Pezzetta Mio padre Ivan Adriano Ballabio Il Labirinto Maria Grazia Cardelli Lenzi Avvolti nel mistero Francesca Maria Magaldi La mia terra ha in serbo per me… Olga Turchetto Lina Clementina Cornelia

POESIA 2012 Maria Antonietta Rotter Amore Annunziata Cavallucci Germogli Gianni Galparoli Dialoghi Silenziosi Maria Giannetto L'indifferenza Anna Sani In un attimo

PITTURA 2012 Luigina Antoni Torero Lia Bardelli De Lalla Guizzi Sommersi Ivana Bellucci Acqua Maria Pia Luzi Peperoni Giuliana Pongiglione Metropoli

FOTOGRAFIA 2012 Ermanno Trezzi Chi assaggia? Clara Bergomi I miei Tulipani Alessandro Magrino Curiosità Giancarlo Rupolo Tre generazioni Antonio Vercellesi L'amica

VOTI 5.543 1.320 2.332

359 2.463

VOTI 3.476 749 1.716 595 1.848

VOTI 3.432 2.156 1.496 588 1.501

VOTI 1.980 1.584 1.015 1.453 1.114


EVENTI

OVIV LAD ERATNAC ID ONGOS LI

IL SOGNO DI CANTARE DAL VIVO

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UN CORO DI EMOZIONI Italia in...Canto XIV EDIZIONE

2013

DI ANNA MER CURI

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finalisti sono tutti lì, sul palco, in attesa di conoscere il responso del pubblico e della giuria. Sanno che dai quei pochi minuti dell’esibizione dipende il risultato finale. Ma sanno anche che, comunque vada, hanno dato il massimo, si sono messi in gioco, hanno realiz-

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50epiu.it

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APRILE 2013

Frank Zarba vince la quattordicesima edizione di Italia In... canto. Secondo classificato Gianni Pera, terzo il gruppo formato da Walter Scaramella, Claudio Primavera, Bruno Razza di Gorizia. zato un loro sogno, quello di cantare dal vivo, con una vera orchestra, davanti a un pubblico che, come in ogni edizione, riempie il Teatro Mediterraneo di Napoli. C’è suspense anche tra il pubblico per conoscere i primi tre di questa quattordicesima tornata di Italia In... canto. Iniziamo dal primo, il vincitore: «Dedico questa canzone a mia madre e a mio padre, e a tutti gli italiani che vivono in America». Sono le parole a caldo di Frank Zarba che vince con la canzone ‘O sole mio. Di madre abruzzese e di padre siciliano, Zarba, 78 anni, ha cantato il brano simbolo della canzone italiana esprimendo un talento innato, un’esibizione che ha fatto scattare in piedi il pubblico per applaudirlo. «Sono figlio dell’Italia, sono cresciuto con la musica italiana e napoletana», racconta. Nato a Boston da una famiglia di musicisti, non ha dimenti-

cato le sue radici ed è cresciuto con la musica nel cuore. «Il mio primo amore è mia moglie, il secondo è la musica», dice commosso. La musica e il canto «sono forse le espressioni più alte dell’identità di un popolo, sono la nostra identità nazionale, sono la nostra forza, una spinta a superare le difficoltà e i momenti difficili», ha ricordato Renato Borghi, presidente nazionale di 50&Più, portando il suo saluto sul palco del Teatro Mediterraneo di Napoli. «La musica è il piacere della condivisione e dello stare insieme. Italia In... canto è anche questo», ha detto il presidente della 50&Più di Napoli, Vincenzo Cozzolino. «Rimettiamo al centro le nostre passioni e l’entusiasmo che ci trasmettono», ha esortato Gabriele Sampaolo, segretario generale di 50&Più. Le passioni si riscoprono anche per caso. Come è accaduto a


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[ NELLA PAGINA PRECEDENTE, FRANK ZARBA, VINCITORE DI ITALIA IN... CANTO 2013. A DESTRA, DALL’ALTO, IL PRESIDENTE 50&PIÙ, RENATO BORGHI, CON GIANNI PERA, SECONDO CLASSIFICATO; GABRIELE SAMPAOLO SEGRETARIO GENERALE 50&PIÙ CON MAURIZIO MEROLLA; WALTER SCARAMELLA, CLAUDIO PRIMAVERA E BRUNO RAZZA, IL GRUPPO CHE SI È AGGIUDICATO IL TERZO POSTO; GABRIELE LISTRANI DURANTE LA CONSEGNA DEL PREMIO DELLA CRITICA; INFINE, L’ESIBIZIONE DEI DIK DIK, MEMBRI DELLA GIURIA. ]

Gianni Pera, romano, 53 anni, secondo classificato del Festival canoro di 50&Più con il brano Il mare calmo della sera, successo del Festival di Sanremo del 1994. «Da quando ho ripreso a cantare mi è tornato il sorriso», racconta Pera in questa sua prima volta a Italia In... canto. È un ex danzatore, oggi responsabile di una struttura alberghiera, ma con il sogno di vivere di musica. «Mi sto impegnando per questo, ho ripreso anche a suonare il pianoforte». Passioni che nascono sin da ragazzi, poi ad un certo punto della vita ci si ritrova a cantare con gli amici di una vita. È quello che è successo al terzetto di Gorizia che si è aggiudicato il terzo posto con la canzone sanremese Si può dare di più. Si tratta di Walter Scaramella, 60 anni, medico, di Claudio Primavera, 62 anni, pensionato pentito in procinto di riprendere la professione di agente di commercio, e infine Bruno Razza, 62 anni, geometra. Progetti per il

futuro? «Fare un concerto con i nostri figli musicisti». Ma i figli ancora non lo sanno. Il Premio della critica è andato a Gabriele Listrani, di Offida (Ap) con la canzone Come sinfonia: «Questo premio mi riempie di felicità». Tradizione, cultura, identità, radici che non si spezzano. Questo ed altro dà la musica. Italia In... canto, realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato Affari sociali, Commercio e Artigianato e il contributo della Camera di Commercio di Napoli, quest’anno si è fatta internazionale, oltre a Zarba, il vincitore, c’era anche Sabatino Martucci: «Avevo 16 anni quando ho lasciato l’Italia e sono emigrato in Svizzera. Sono orgoglioso delle mie radici», ha detto prima di esibirsi con il brano Tutta pe’ mme’. A decretare i vincitori della manifestazione, oltre al voto del pubblico, una giuria composta dai Dik Dik, dal paroliere Gianfranco Baldazzi, e dal presidente nazionale

50&Più Renato Borghi. «Il nostro compito è stato particolarmente difficile, il livello delle esibizioni era molto elevato», ha detto Emilio Salvaderi, in arte Pepe. «Ho trovato Italia In... canto ringiovanito, ma questo può essere anche pericoloso: il rischio è di andare in pensione a 80 anni!», ha ironizzato Baldazzi. I Dik Dik, che saranno questa estate in tour, hanno salutato il pubblico con uno dei loro brani più famosi: L’isola di Wight. La quattordicesima edizione di Italia In... canto, condotta da Maurizio Merolla, direttore artistico della kermesse napoletana, e Veronica Maya, presentatrice Rai, ha regalato ancora una volta la realizzazione di un sogno: cantare su un palco, con una vera orchestra, davanti ad oltre 1.000 persone. Esibirsi con le canzoni più famose della musica italiana e partenopea. Non per imitazione e brama di successo, ma solo per passione.

Il pubblico

I finalisti

Oltre 1.000 persone da tutta Italia al Teatro Mediterraneo di Napoli.

22 i concorrenti over 50 che hanno cantato dal vivo i successi della canzone italiana e napoletana.

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PRAIA A MARE

Borgo di Fiuzzi Resort & Spa dal 24 maggio al 22 giugno 2013

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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C COSA C’È IN CALENDARIO... » 14 aprile / Partenza per Vercelli per due appuntamenti: visita guida-

TORINO

ta alla mostra Gli anni Sessanta nelle Collezioni Guggenheim. Oltre l’Informale, verso la Pop Art, con oltre 50 capolavori dell’arte europea e americana degli anni Sessanta del Novecento; a seguire, visita della Fiera di Primavera (viale Garibaldi e Piazza Pajetta). La giornata prevede un pranzo in un ristorante tipico. » 26 aprile / Sulle sponde del Lago Maggiore: Stresa e Villa Taranto per la “Settimana del Tulipano”. Oltre 80mila bulbose, più di 65 varietà tra cui il tulipano nero. Per saperne di Più: 011533806

SALERNO » 13 aprile / Torneo regionale di Burraco, un’occasione per mettersi al-

la prova insieme a tanti altri appassionati. 20 aprile / Sorrento a primavera, un’escursione da non perdere. In più, serata spettacolo con cena presso il Teatro Tasso. » 3 maggio / Presso la Chiesa di S. Giorgio (via Duomo), Concerto Mariano, a cura del Maestro Luciano D’Elia. Per saperne di Più: 089227600

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ROVIGO

» 19 aprile - Si parte per Busseto (PR) alla scoperta dei luoghi “verdiani”.

ROMA

» 19 aprile / Con la dottoressa Maria Laura Rizzi, visita guidata al Vit-

L’itinerario prevede: visite guidate al Teatro Verdi, alla Casa Natale di Giuseppe Verdi, alla Chiesa di San Michele Arcangelo e a Villa Verdi, circondata da un vasto parco, dove sono conservati gli arredi ed i cimeli originali appartenuti al Maestro. Pranzo tipico in un’azienda agricola. Per saperne di Più: 0425404267

toriano e al Museo Centrale del Risorgimento.

» 23 aprile / Visita ai Giardini Vaticani.

Per saperne di Più: 0655380442-3 - www.50epiu.it/roma

SIRACUSA » 28 aprile / Gita in un meraviglioso angolo della provincia di Catania.

Una giornata dedicata alla visita di Fiumefreddo e Calatabiano con il Castello degli Schiavi, il Castello di Diana, Torrerossa e il Castello di San Marco. Per saperne di Più: 093165059-415119 - www.50epiu.it/siracusa

VERONA » Maggio / Visita guidata a Milano per ammirare il capolavoro di Leonardo da Vinci, L’Ultima Cena. La data è da stabilire. Basterà informarsi presso la segreteria della 50&Più di Verona. Per saperne di Più: 045953502 - www.50epiu.it/verona

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FIRENZE

» 3-4-5 Maggio / Tre giorni per immergersi nella natura, nel mito e nel-

PAVIA

» 20 maggio / Minicrociera sul Verbano (Lago Maggiore): imbarco ad Aro-

ASCOLI PICENO

» 23 Maggio / Sesta edizione del Concerto di Poesia. Un connubio per-

50epiu.it

la storia del Parco Nazionale del Circeo e ammirare il Giardino di Ninfa (Lt) con suoi reperti archeologici. Per saperne di Più: 0553289924 - www.50epiu.it/firenze

na, sosta a S. Caterina, visita al Santuario della Madonna del Sasso. Per saperne di Più: 038228411 - www.50epiu.it/pavia

fetto di mondi, quello dell’arte creativa, del sociale e della cultura locale. I poeti metteranno a disposizione le loro opere, che saranno interpretate da un attore professionista con musiche eseguite dal vivo che ne scandiranno i passaggi più significativi. Per saperne di Più: 0736051102

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APRILE 2013

CATANIA

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Per saperne di Più: 095239495 www.50epiu.it/catania

I ceri di Sant’Agata

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a Festa di Sant’Agata è la più importante festa religiosa della città di Catania e si celebra in onore della Santa patrona, in tre giorni di culto (dal 3 al 5 febbraio) che richiamano migliaia di visitatori e devoti da tutto il mondo. Anche quest’anno è stata numerosa la partecipazione dei soci di 50&Più della provincia di Catania che, per il secondo anno consecutivo, hanno sfilato nella tradizionale processione per la raccolta della cera in onore della Santa. Alla processione, che si snoda dalla Fornace, ovvero il luogo dove sarebbe stata martirizzata Sant’Agata, alla Cattedrale, partecipano le maggiori autorità religiose, civili e militari. Le due carrozze settecentesche, che un tempo appartenevano al senato che governava la città, e le undici "candelore", grossi ceri rappresentativi delle corporazioni o dei mestieri, rendono il corteo particolarmente suggestivo e spettacolare.

IMPERIA

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In vista dei nuovi Maestri

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onorificenza di Maestro del Commercio costituisce un premio per una vita trascorsa al servizio della comunità e viene assegnata a tutti coloro che, iscritti a 50&Più, svolgono o hanno svolto la propria opera nel settore del commercio, del turismo o dei servizi per almeno 25 anni. Gli interessati all’onorificenza possono presentare richiesta entro il 30 aprile 2013 presso la segreteria 50&Più di Imperia o presso gli altri uffici della provincia. La premiazione avverrà in autunno.


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UN NUOVO MODO

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on sempre si ha tempo a disposizione per seguire un intero corso di 26 settimane e, magari, si è costretti a rinunciare ad una cosa che interessa molto.

Per venire incontro a chi ha esigenze di tempo, come 50&Più Università abbiamo progettato un nuovo sistema che si articola in seminari di tre, quattro o cinque incontri che consentano di entrare nel cuore della materia ed approfondire gli argomenti d’interesse. Nei mesi di aprile e maggio sono in programma, in via sperimentale, presso la sede di Roma, tre seminari sulla base delle richieste e degli interessi manifestati dagli iscritti. LECCE

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In classe con “gusto”

È

stata una lezione all’insegna della tradizione culinaria salentina quella che si è tenuta nell’ambito del programma dell’Università 50&Più Lecce. Per un intero pomeriggio Pierpaolo Lala, giovane giornalista leccese, ha ripercorso insieme ad un folto gruppo di “studenti” over 50 i più simpatici ricordi legati all’infanzia e alla sua passione per la frittura, la stessa che lo ha portato a raccogliere ben 50 ricette interamente dedicate in un libro “succulento” e originale. Ma 50 sfumature di fritto (Lupo Editore), come ha tenuto a precisare l’autore, «è più di un semplice ricettario. È un piccolo manuale “untologico”, un breve saggio gastronomico e sociale, divenuto ben presto l’occasione giusta per raccogliere le ricette più gustose della frittura e per collaborare con colleghi e amici che, da semplici amanti del fritto, hanno voluto contribuire alla sua realizzazione svelando le più gustose ricette». Non sono mancati momenti esilaranti e coinvolgenti. In particolare, a suscitare ilarità sono stati proprio i tanti aneddoti curiosi legati alla preparazione di succulenti piatti di frittura della cucina salentina, in cui si è cimentato il giornalista seguendo non tanto le pedisseque indicazioni di uno dei tanti manuali di cucina che si trovano in commercio, quanto quelle più familiari e sicuramente più domestiche date dalla mamma o dalla zia, ma soprattutto dalla nonna, le uniche, quest’ultime, ad essere considerate realmente attendibili.

SEMINARIO DI GRAFOLOGIA Studio della personalità tramite la scrittura per capire se stessi, le proprie potenzialità, hobbies e aspetti caratteriali. Il se-

minario, tenuto dalla dottoressa Silvana Palmieri, sarà articolato in 4 lezioni nel mese di aprile.

SEMINARIO DI PSICOLOGIA Il seminario aiuterà a conoscere meglio se stessi, ad avere una migliore conoscenza delle proprie difficoltà per poi considerarle diversamente; aiuterà inoltre a riscoprire i pro-

pri valori e a far emergere i lati positivi presenti in ciascuno di noi. Il seminario, tenuto dalla psicologa Laura Rossi, si articolerà in 4 incontri previsti nel mese di maggio.

SEMINARIO: LE RIVISTE CULTURALI ITALIANE NELLA PRIMA METÀ DEL ’900 Le riviste culturali in Italia nella prima metà del ’900 svolgono un ruolo spesso rilevante; diverse tra loro per orientamento, ideale politico ed estetico esprimono le aspirazioni, i progetti, le velleità, i timori, i ripiegamenti e le aperture di un Paese in un arco di tempo assai problematico e travagliato. Nell’ambito breve di un

seminario non potremo, ovviamente, farne una trattazione esaustiva, ma potremo senz’altro cogliere alcuni aspetti significativi della nostra storia, utili anche a rimeditare il presente. Il corso verrà presentato in 5 sessioni nel mese di maggio, a cura del professor Enrico Carini, docente di Letteratura e Scrittura creativa.

Il know how relativo alla sperimentazione di questi corsi brevi, se la cosa avrà successo, sarà messo a disposizione di tutte le altre sedi di 50&Più Università. Fabrizio Scialotti, presidente 50&Più Università

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Un omaggio a Dino Buzzati

P MILANO

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Premiati 40 Maestri del Commercio

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ello storico Palazzo Castiglioni, importante testimonianza dello stile Liberty a Milano e sede di Unione Confcommercio, si è svolta la cerimonia di premiazione dei Maestri del Commercio organizzata da 50&Più provincia di Milano. Alla presenza dei rappresentanti della Regione Lombardia on. Giovanni Bozzetti (assessore al Commercio, Turismo e Servizi), della Provincia di Milano on. Del Nero (assessore con deleghe a Industria, piccole medie Imprese, Artigianato, Commercio, Formazione Professionale e Lavoro), del presidente del Consiglio Provinciale di Milano, on. Bruno Dapei e del Comune di Milano rappresentato dall’assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e Volontariato, on. Marco Granelli, il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, ha premiato 40 operatori del terziario che hanno dedicato la loro vita al mondo del commercio, del turismo e dei servizi. Nel suo discorso di apertura, il presidente Renato Borghi ha sottolineato quanto l’attività del terziario sia indispensabile per la vita sociale della città e come i premiati siano la testimonianza più vera e più reale della grande forza che il mondo del commercio, nonostante gli ostacoli, le difficoltà e i problemi di ogni giorno, opera per sostenere l’economia della nostra Nazione. I premiati più numerosi sono stati gli operatori che hanno superato i 50 anni di lavoro e che sono tuttora in attività. A loro, i rappresentanti delle Istituzioni hanno espresso, unitamente alle dovute congratulazioni, il loro compiacimento per la loro tenacia, la loro determinazione e passione nel lavoro.

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Alla manifestazione, onorata dalla partecipazione del presidente onorario nazionale 50&Più, Giorgio Re, hanno partecipato il vice presidente vicario 50&Più Vincenzo Cozzolino, la vice presidente vicario 50&Più provincia di Milano, Maria Antonia Rossini, e la vice presidente, Giancarla Conti. La cerimonia è stata condotta dal giornalista e conduttore televisivo, Cesare Cadeo, e arricchita da un momento musicale eseguito dal quartetto i Musici Estensi, con musiche di Mozart, Bach, Gardel e Piazzolla. Alla fine della cerimonia, i premiati sono stati invitati ad una colazione a Palazzo Bovara, Circolo del Commercio di Milano, durante la quale, in un’atmosfera di cordiale amicizia, molti dei premiati hanno potuto parlare della loro esperienza. I Maestri del Commercio premiati: Aquila d’Argento (25 anni di attività): Marco Albertini, Alberto Bargna, Claudio Amerigo Consonni, Teresa Corti, Jolanda Garlera, Enrico Ghezzi, Bruno Pedrali, Raffaele Valente. Aquila d’Oro (40 anni di attività): Anna Arrigoni, Carla Buzzola, Alessandro Cerioli, Matteo Clemente, Savino Fanelli, Alfredo Amatore Fazzi, Gianfranco Foglia, Augusto Galli, Giuseppe Maggi, Dario Migliavacca Bossi, Angela Morani, Remo Ottolina, Sergio Pilon, Attilia Laura Carla Pinchetti, Michele Rinaldi, Michele Tiberio, Giuseppe Vatalaro. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Donato Abascià, Asan Aldibek, Giovanni Bestetti, Giuliana Brovelli, Consiglio Vincenzo Carlà, Ada Comoretto, Luigi Maderna, Alfredo Manzoni, Graziella e Vittore Mariani, Bruno Origgi, Mariangela Parolini, Freda Predeval, Leonida Sanfelici, Vincenzo Zurlo.

resso la Sala Turismo di Unione Confcommercio di Milano si è tenuta la presentazione del libro L’attesa e l’ignoto - L’opera multiforme di Dino Buzzati. Il volume, curato da Mauro Germani (edito da L’arcolaio, collana Prose), raccoglie contributi inediti di critici, poeti e scrittori contemporanei sull’opera poliedrica di Dino Buzzati: romanziere, poeta, pittore e giornalista. L’iniziativa, nata nell’ambito delle attività culturali programmate da 50&Più e 50&Più Università, ha riunito saggisti, letterati e giornalisti che hanno tratteggiato un Buzzati inedito. Alla presentazione del libro sono intervenuti Almerina Buzzati (moglie dello scrittore scomparso nel 1972), Gianmarco Gaspari (docente di Letteratura italiana all’Università degli Studi dell’Insubria) e alcuni tra i saggisti e letterati presenti con propri testi nel volume: Filippo Ravizza (poeta e critico letterario e presidente di 50&Più Università Milano), Ottavio Rossani (giornalista del Corriere della Sera), Mauro Gaffuri, Rinaldo Caddeo, Gianfranco Fabbri, Angelo Conforti, Ernesto Mandelli e Cristiano Poletti.

NAPOLI

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PREVIDENZA

PENSIONATI: percorso a ostacoli per CUD e OBIS M «Quest’anno nessuna certificazione Inps nella cassetta della posta: l’acquisizione è telematica» [ DI

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GIANNI TEL ]

n nuovo grattacapo per i pensionati. A seguito, infatti, di una disposizione contenuta nella legge di stabilità 2013 (Legge n. 228/2012), da quest’anno gli Enti previdenziali, tra cui l’Inps, non sono più tenuti all’invio per posta della certificazione relativa ai redditi dei pensionati (Cud 2013), ma solo alla loro messa a disposizione telematica. Pertanto, alla scadenza del 28 febbraio scorso, non è stato più inviato a casa dei pensionati né il modello Cud, necessario per la dichiarazione dei redditi e per l’Isee, né il certificato di pensione (Modello Obis M), riepilogativo del pagamento della prestazione pensionistica nel corso del 2013. Sempre alla fine di febbraio, l’Inps ha chiarito in una apposita circolare (n. 32) che i pensionati possono visualizzare e stampare il proprio Cud e Obis M direttamente dal sito istituzionale www.inps.it seguendo il percorso: “Servizi al cittadino”, inserendo il proprio codice identificativo Pin che gli permette di aprire il proprio fascicolo previdenziale. Il motivo naturalmente è quello di risparmiare soldi pubblici; del resto, le pensioni in pa-

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APRILE 2013

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«Chi ha poca confidenza con il web può rivolgersi agli uffici 50&Più che, gratuitamente, provvederanno alla stampa e alla consegna della documentazione»

gamento al 31 dicembre 2012 sono oltre 18 milioni e soltanto di affrancatura postale il contenimento delle spese è notevole. Un risparmio, però, a spese di una categoria sociale gli anziani e i pensionati - che meno di altri hanno dimestichezza con il web, con internet e con i social network, dato che solo il 30% degli italiani 60-64enni ha usato internet l’anno scorso, percentuale che cala drasticamente con l’aumento dell’età. Nel tentativo di sminuire l’ansia e ridurre le difficoltà, l’Inps ha anche previsto delle soluzioni alternative cui i pensionati possono affidarsi per venire in possesso dei modelli in esame (Cud e Obis M).

Sportelli... veloci delle agenzie Inps »Il pensionato può ricevere il proprio Cud, stampato su carta, in una qualsiasi sede territoriale dell’Inps - comprese quelle ex Inpdap ed ex Enpals - dove è previsto uno

sportello veloce dedicato al rilascio di detto documento. Questo però entro il mese di marzo. Da aprile, dipende dalla sensibilità delle varie sedi Inps il mantenimento o meno della “corsia preferenziale Cud”.

Uffici postali »I pensionati possono ottenere il Cud stampato anche presso lo “Sportello Amico” degli uffici postali aderenti al progetto “Reti Amiche” (è la stessa rete che consente il pagamento dei contributi di colf e badanti); per questo servizio, però, Poste Italiane prevede il pagamento di una somma pari a 2,70 euro più Iva (circa 3,30 euro).

Centri di assistenza fiscale »I pensionati possono ottenere il Cud stampato rivolgendosi a un Caf (centro di assistenza fiscale) e anche al Patronato. In tal caso, occorre la richiesta scritta insieme alla fotocopia del documento di riconoscimento; il tutto verrà conservato da dette strutture per essere esibito a richiesta dell’Inps. Per chi non ha familiarità con internet, o comunque preferisce non cambiare le proprie abitudini, il Caaf 50&Più e il Patronato 50&Più Enasco, con i suoi uffici presenti su tutto il territorio nazionale, sono a disposizione per la stampa e la consegna - a titolo gratuito di detti modelli a tutti i pensionati che ne facciano richiesta.


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Termini e modalità di pagamento Per quanto riguarda la riscossione dei contributi non è cambiato nulla, avviene sempre tramite il modello F24 alle seguenti scadenze: • 16 maggio, 16 agosto, 18 novembre 2013 e 17 febbraio 2014 per il versamento delle quattro rate dei contributi dovuti sul mi-

nimale di reddito; • entro i termini previsti per il pagamento dell’Irpef in riferimento ai contributi dovuti sulla quota di reddito eccedente il minimale, a titolo di saldo 2012, primo acconto 2013 e secondo acconto 2013.

PREVIDENZA

«Sulle spalle di artigiani e commercianti un ulteriore aumento delle aliquote contributive»

dell’1% dovuta oltre il limite di reddito medio annuo su cui la pensione viene calcolata (per l’anno 2013 pari a 45.530 euro), nonché il massimale di reddito oltre il quale non è più dovuta la contribuzione (per l’anno 2013 pari a 75.883 euro). Ciò vale per tutti coloro iscritti con decorrenza anteriore al 1° gennaio 1996 o che possono far valere un’anzianità contributiva a tale data. Per coloro, invece, che si sono iscritti negli elenchi di categoria dopo il 31 dicembre 1995, il massimale di reddito contributivo 2013 è pari a 99.034 euro (Tabella B).

Sconto per gli ultra65enni I commercianti e gli artigiani che abbiano già superato il 65° anno di età e siano già pensionati Inps possono versare un contributo ridotto del 50%. Ciò vale per i già pensionati al 2011, per i nuovi invece si dovrà naturalmente tener conto della nuova età pensionabile così come previsto dalla riforma “Monti” (66 anni e tre mesi per il 2013). La riduzione parte dal mese successivo al compimento dell’età, anche se la domanda viene presentata successivamente. È un’opportunità che consente di risparmiare sul versamento, anche se si avrà un importo minore dei supplementi di pensione a cui si ha diritto.

TABELLA A LE NUOVE ALIQUOTE PER ARTIGIANI E COMMERCIANTI

Aliquote contributive di finanziamento e di computo Artigiani (2) (3) Commercianti (1) (2) (3) Maggiore Minore Maggiore Minore di 21 anni di 21 anni di 21 anni di 21 anni Anno 2011 20% 17% 20,09% 17,09% Anno 2012 21,30% 18,30% 21,39% 18,39% Anno 2013 21,75% 18,75% 21,84% 18,84% Anno 2014 22,20% 19,20% 22,38% 19,38% Anno 2015 22,65% 19,65% 22,65% 19,65% Anno 2016 23,10% 20,10% 23,10% 20,10% Anno 2017 23,55% 20,55% 23,55% 20,55% Dall’anno 2018 24% 21% 24% 21% Periodo

Contributi più salati per i lavoratori autonomi Contributi più cari per i lavoratori autonomi. Già da gennaio dell’anno scorso la Manovra “Monti” (Legge 214/2011) ha previsto che le aliquote contributive di artigiani e commercianti fossero incrementate dell’1,3% e poi, per ogni anno successivo, di un altro 0,45% fino al 2018, quando questi lavoratori dovranno pagare il 24% del proprio reddito (quello di impresa dichiarato al fisco). Fino al 2011, gli artigiani finanziavano il proprio fondo previdenziale versando all’Inps il 20% del reddito prodotto nell’arco dell’anno. L’aliquota dei commercianti era leggermente superiore, pari al 20,09% (Tabella A). Nessuna novità, invece, è stata introdotta sull’impianto di calcolo e pagamento dei contributi, vale a dire il vincolo del minimale di reddito (per l’anno 2013 pari a 15.357 euro), l’aliquota aggiuntiva

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LAVORATORI AUTONOMI? NESSUNA NOVITÀ NELL’IMPIANTO DI CALCOLO E PAGAMENTO DEI CONTRIBUTI

(1) Fino al 31 dicembre 2014, gli iscritti alla gestione commercianti pagano il contributo aggiuntivo dello 0,09% per il finanziamento dell’indennizzo cessazione attività (dl n. 185/2008). (2) Sui redditi superiori a 45.530 (valore 2013) è dovuta l’aliquota aggiuntiva dell’1%. (3) Il contributo è dovuto fino a euro 75.883 (valore 2013 valevole per i lavoratori iscritti prima del 1° gennaio 1996 o in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995) ovvero fino a 99.034 euro (valore 2013, valevole per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, iscritti con decorrenza gennaio 1996 o successiva).

TABELLA B IL VERSAMENTO ALL’INPS NEL 2013

Reddito di impresa Fino a € 15.357,00 Da € 15.357,01 a € 45.530,00 Da € 45.530,01 a € 75.883,00

Commercianti € 3.361,15 21,84% 22,84%

Artigiani € 3.347,59 21,75% 22,75%

1. Per i familiari collaboratori fino al 21° anno di età le aliquote sono ridotte di 3 punti. 2. Alle cifre indicate va aggiunto il contributo di maternità di € 7,44 all’anno. 3. I pensionati ultra65enni in attività possono chiedere all'Inps di versare il 50% del contributo. 4. Il massimale contributivo annuo che si applica agli iscritti dal 1° gennaio ’96, privi di anzianità assicurativa al 31 dicembre ‘95, è pari a € 99.034,00.

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L’Inps da quest’anno non invierà più a domicilio ai pensionati il modello Cud per la dichiarazione dei redditi nè il modello Obis M. Potrai ottenerli dal sito dell'INPS (usando il tuo codice PIN) o venire nei nostri uffici a richiederli e a scoprire un mondo di servizi. Per informazioni puoi contattare il nostro numero verde. La telefonata è gratuita da tutta Italia.

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LE SEDI PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 23 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 11/M Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16

Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 0382372511 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102

Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Grazia Balsamo, 2/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H

0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05048371 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502


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FISCO

È TEMPO DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI Parliamo di Ivafe ed Ivie «Su queste due imposte sono state registrate violazioni del diritto comunitario. È sempre bene rivolgersi ad esperti del settore per evitare complicazioni» [ DI

ALESSANDRA DE FEO ]

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on un provvedimento del 15 gennaio 2013 è stato approvato il Modello per la Dichiarazione dei Redditi 2012. Il Modello, dal 4 marzo, ha visto un successivo intervento per apportare delle modifiche e per correggere degli errori presenti nel modello stesso e nelle relative istruzioni. La dichiarazione, anche quest’anno, presenta importanti, impegnative modifiche derivanti dagli interventi normativi che si sono succeduti, soprattutto nel 2012, e che richiedono un grado di specializzazione e di impegno sempre maggiore da parte degli operatori del settore. Nel precedente numero abbiamo considerato le modifiche introdotte dalla legge del 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge di Stabilità), i cui effetti riguardano principalmente il 2013, fatta eccezione per le imposte Ivafe ed Ivie, che hanno dato i loro frutti già nel periodo d’imposta 2012. Prima di entrare nel merito, però, è bene segnalare che, in relazione a queste imposte, sono state accertate alcune violazioni del diritto comunitario che, purtroppo, non si è del tutto riusciti ad eliminare, legate alla complessità dei calcoli e alle difficoltà nel determinare la base imponibile. Tutto questo, del resto, non sembra sia stato attenuato dalla bozza di Modello Unico delle persone fisiche 2013. Proprio rispetto all’Unico-persone fisiche 2013 va fatta un’altra importante premes-

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APRILE 2013

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]

«Per l’Ivafe e l’Ivie si è stabilito che i versamenti del 2012, per il 2011, siano considerati acconti sull’imposta dovuta»

sa prima di entrare nel merito: evidenziare, cioè, che il contribuente può essere interessato anche alle suddette problematiche, in quanto, come è noto, redigendo in aggiunta al Modello 730 anche il modello Unicopersone fisiche 2013 e, conseguentemente, i quadri Rm ed Rw, si potranno adempiere gli ulteriori obblighi dichiarativi connessi e derivanti dalle imposte Ivafe e Ivie.

L’Ivafe »L’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero (Ivafe) è stata posticipata al 2012, disponendo che i versamenti effettuati nel 2012, per il 2011, siano considerati acconti sull’imposta dovuta. La Legge di Stabilità 2013, allineando le modalità di versamento dell’Ivafe e dell’Ivie a quelle dell’Irpef, ha stabilito che, a partire dal 2013, sono dovuti, anche in questo caso, due acconti dell’imposta: uno a giugno e uno a novembre, mentre il saldo è dovuto a giugno dell’eser-

cizio successivo a quello di riferimento. Resta invece fissa l’imposta sui conti correnti e sui libretti di risparmio (euro 34,20).

L’Ivie »Anche per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto degli immobili (Ivie) all’estero vi sono importanti novità. L’imposta è dovuti a partire dal 2012, per cui quanto versato nel 2012, per il 2011, deve essere considerato pagato a titolo di acconto. Come per l’Ivafe, è d’obbligo versare gli acconti alle scadenze previste per l’Irpef. Sono state eliminate alcune discrasie esistenti con il principio comunitario della libertà dei movimenti di capitali, ma non tutte. È stata estesa l’aliquota agevolata dello 0,40% agli immobili adibiti ad abitazione principale, da chiunque posseduti, ed estesa a tutte le persone fisiche che possiedono immobili all’estero, assoggettati all’Ivie, la non tassabilità del reddito di detto immobile ai fini Irpef.


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Più di un milione di persone ogni anno scelgono la competenza, l’affidabilità e la cortesia di 50&Più Caaf l Dichiarazione dei redditi (modello 730 e Unico PF) l Calcolo dell’IMU l Compilazione e trasmissione modelli RED e DETR l Calcolo dell’Isee per l’emissione della certificazione l Invio dichiarazioni di responsabilità invalidi civili ICLAV, ICRIC, ACCAS l Visure catastali l Dichiarazioni di successione l Bonus gas e bonus energia

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ARTE DI VALERIO M ARIA URRU

TREVISO FINO AL 2 GIUGNO

TIBET. TESORI DAL TETTO DEL MONDO

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i sono voluti oltre due anni, con sopralluoghi a Lhasa, Shigatze e Gyantze, al Museo delle Nazionalità di Pechino per scegliere materiali che raccontassero il Tibet. Per la prima volta 300 reperti, dal XIV secolo ad oggi, lasciano Tibet e Cina e approdano alla Casa dei Carraresi. I doni del Dalai Lama alla Corte imperiale di Pechino, l’ampia sezione sulle divinità buddiste, gli oggetti di culto per le cerimonie sono solo alcune delle parti più suggestive. Notevole è la sezione delle Tangke, dipinti sacri delle storie del Buddha esposti nei templi solo in particolari feste, una visione non solo rara, ma eccezionale per un Paese estero. All’immutata vita del Popolo delle Nevi è dedicata una sezione con abiti, ornamenti, gioielli e oggetti quotidiani. Per saperne di più: http://www.laviadellaseta.info/tibet/la-mostra/ - Tel. 0422513150

CORTONA (AR) FINO AL 5 MAGGIO

RESTAURANDO LA STORIA. L’ALBA DEI PRINCIPI ETRUSCHI

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areste curiosi di entrare in una tomba etrusca con tanto di corredo, percorrendone il corridoio come se per un attimo varcaste l’oltretomba? A Palazzo Casali di Cortona è possibile. Il Museo dell’Accademia Etrusca espone, per la prima volta, i corredi di due tombe trovate pochi anni fa. Centocinquanta pezzi di fine VII secolo a.C. ricostruiscono l’intera “catena di montaggio”:

dallo scavo al recupero, dalla diagnostica al restauro, dallo studio all’esposizione con tecnologie 3D, con disegni ricostruttivi e filmati. Al centro della mostra il restauro, in grado di svelare l’opera paziente del “dietro le quinte”. Per saperne di più: http://restaurandolastoria.cortonamaec.org/lamostra/ - Tel. 0575630415

ROMA FINO AL 5 MAGGIO

L’ETÀ DELL’EQUILIBRIO. TRAIANO, ADRIANO, ANTONINO PIO, MARCO AURELIO

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erzo appuntamento ai Musei Capitolini per I Giorni di Roma, ciclo dedicato alla Città Eterna, dalla Repubblica all’epoca tardo-antica. L’Età dell’Equilibrio percorre il momento di maggiore splendore artistico e politico - dal 98 al 180 d.C. - narrato attraverso le vite di quattro imperatori che crearono un incomparabile equilibrio tra esercito, senato e impero. Dopo la prima sezione su Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio, raccontati da ritratti, busti e statue, si passa all’arte dell’epoca influenzata dallo stile ateniese del V secolo a.C. Nella sezione Ville e dimo-

re, sculture e mosaici di Villa Adriana si accompagnano con i decori delle residenze di un ricchissimo senatore di età antoniniana. Servizi in argenteria, coppe in cristallo e candelabri chiariscono la sontuosità delle ville private, mentre i grandiosi rilievi di alcuni monumenti rivelano come si finanziavano privatamente acquedotti, ponti, teatri, stadi e ninfei. E per finire, Vincitori e vinti in cui fa mostra ogni attività legata alla guerra: soldati in assetto completo, scene di battaglia, nemici vinti e in catene. Per saperne di più: www.museicapitolini.org - Tel. 060608 APRILE 2013

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LIBRI

«Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima». Marco Tullio Cicerone

DI RENATO MINORE

talogo non è l’illustrazione grafica del romanzo. Sfiorando la storia sociale e comunitaria in anni di profonda mutazione, scivola verso la fatale commedia della nostalgia e del rimpianto che i testi assecondano: “Il nostro museo è costruito su due desideri contraddittori: ricordare la storia degli oggetti e al tempo stesso mostrarne la loro innocenza atemporale”.

L’INNOCENZA DEGLI OGGETTI

ITALIA CORTIGIANA

Orhan Pamuk Einaudi - 270 pagine euro 32,00

50&PIÙ CONSIGLIA:

Romano Benini Donzelli - 260 pagine euro 25,00

IL MUSEO DELL’INNOCENZA, ISTANBUL

LETTERATURA DA VIAGGIO

50&PIÙ CONSIGLIA:

PROVE GENERALI Ausmerzen è per chi vuole leggere, oltre che vedere, lo spettacolo di Marco Paolini sullo sterminio di massa conosciuto come “Aktion T4“, un’orribile prova generale dell’Olocausto (Einaudi, euro 25).

AMORE SENZA REGOLE Una storia di amour fou che infrange ogni regola e precipita verso il delitto. La camera azzurra è uno dei gialli più intriganti di Georges Simenon. Ora è anche un audiolibro, grazie alla lettura assai partecipata di Claudio Santamaria (Emons, euro 19,90).

! POESIE D’AMORE: DI NAZIM HIKMET Ed. Mondadori 90 I

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APRILE 2013

Questo romanzo di Pamuk, uscito tre anni fa, ha in mezzo un museo: il vero museo che lo scrittore turco, Premio Nobel, ha inaugurato a Instanbul qualche mese fa, dopo tanta fatica e molti ostacoli. Borges non l’ha scritto, ma avrebbe benissimo potuto immaginare un racconto su un folle travestito da narratore, che costruisce un museo mentre scrive un romanzo sulla costruzione di quel museo. Ma Pamuk è andato oltre, ha scritto il romanzo, ha costruito il museo esponendovi gli oggetti reali del romanzo - l’ossessione amorosa di Kemal per la giovane Füsun - e poi ha anche scritto il catalogo del museo, come un vero libro. Biglietti di tram, vecchie foto di famiglia, bambole, vestiti, libri, pettini, orecchini, orologi rotti, scatole di biscotti, ritagli di giornali, scacchiere, siringhe, cani di porcellana. Immagini di un’Istanbul vintage, in 83 bacheche - quanti sono i capitoli del romanzo - ricostruita al ralenti. Il museo-ca-

ELOGIO DELLA PENNA STILOGRAFICA Giuseppe Neri Ghenomena - 72 pagine euro 12,00 50&PIÙ CONSIGLIA:

Non sono molti coloro che usano ancora la penna stilografica. A questo oggetto “duttile ed elegante, magica protesi della mente dietro al pensiero“, Neri dedica un “omaggio“ con tutto il sapere e il tratto che appartiene al suo profilo di scrittore, critico, uomo di radio. L’elogio è una sonda assai ragionevole, lanciata intorno a molti temi e idee, con schegge riflessive su attualità, mode, logiche di mercato, fabbrica dei best seller. È il ricordo affettuoso della lentezza in cui “scrittore“ era anche “avveduto artigiano“ che “corregge, lima, modifica”.

È un modello politico, sociale ed economico basato su clientele e corruzione, ingiusto e parassitario: quella della cortigianeria è una lunghissima vicenda, un’autentica vocazione strutturale dell’antropologia nazionale. Secondo Benini, in un saggio avvincente e ben documentato, il perché della cortigianeria va cercato in una sorta di filo rosso che corre lungo le nostre vicende nazionali. I concetti di bene comune e di istituzione finiscono per soccombere di fronte ad altre priorità: mantenere la propria “roba”, garantire il potere alla famiglia, alimentando le clientele, acquisire una carica pubblica per assicurarsi il raggiungimento delle due finalità precedenti. Ma come uscire fuori da questa impasse? Benini ha una sua idea. “Sono gli outsider, i meno garantiti, i non raccomandati, coloro che affrontano il mercato senza protezione, coloro che possono cambiare questo sistema”. Lunga e stretta è la via che può liberarci dal cortigiano che cova in ciascuno di noi.


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CONSIGLIATI DA 50&PIÙ DI SONIA SGNAOLIN

MAMMA, UN MESSAGGIO DI STALIN PER TE

QUO VADIS EURO(PA)?

Luigi Dall’Aglio - Progetto Cultura 220 pagine - euro 15,00

A cura di Francesco Gui e Thierry Vissol Lithos - 353 pagine

50&PIÙ CONSIGLIA:

50&PIÙ CONSIGLIA:

La sera del 28 maggio 1947, mentre Alda e suo figlio Luigi stanno ascoltando Radio Mosca arriva un breve messaggio: “Il capitano Giovanni Dell’Aglio sta bene e gode ottima salute. Firmato: Maresciallo Stalin”. Lo stupore di Alda si mescola con la speranza, e la storia di suo marito Giovanni, catturato in Russia come ufficiale della milizia fascista, ha inizio. Luigi Dell’Aglio, allora dodicenne, oggi riscrive quei momenti in un racconto tenero e realista che guarda il passato mantendo uno stile della cronaca, pur divagando frequentemente in accorato resoconto. Il libro è popolato da personaggi reali, storici; la mamma, forte e determinata, gli amici che le si stringono attorno e i collaboratori di Togliatti che hanno intessuto i difficili rapporti con l’Urss. Tutto intorno, i nuovi strumenti della propaganda marxista-leninista che tenta un lento riavvicinamento all’Italia ferita dalla Guerra. Mamma, un messaggio di Stalin per te è una scusa per tornare a sfogliare il libro di Storia, da un punto di vista diverso, esplorandone le pagine più umane.

Da tempo sono entrate a far parte del vocabolario comune parole come speculazione, borse, spread, mercati e debito pubblico. Una guida in tale labirinto di dubbi sulla situazione della moneta unica si trova in questo volume, curato da Francesco Gui, docente di Storia Moderna presso l’Università La Sapienza di Roma, e da Thierry Vissol, economista e consigliere speciale in comunicazione presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Il libro, che nasce per diffondere gli atti del convegno La moneta unica europea compie 10 anni, illustra e aiuta a capire le difficoltà incontrate finora dall’euro e l’impatto della crisi sul futuro. È giusto rimanere nel sistema monetario europeo? Senza l’Unione Europea sarà possibile competere coi Paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) o con gli Stati Uniti d’America? Nel libro non mancano le risposte a queste domande, soluzioni e proposte dettagliate e facilmente comprensibili, intramezzate dalle vignette degli artisti che hanno partecipato al concorso Una vignetta per l’Europa.


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dvd

DRAMMATICO

BELLA ADDORMENTATA

Regia di Marco Bellocchio con T. Servillo, I. Huppert, M. Sansa, M. Riondino, A. Rohrwacher 50&PIÙ CONSIGLIA:

Nell’Italia divisa dalla decisione di accogliere la richiesta del padre di Eluana Englaro, un senatore deve scegliere se votare per una legge sul fine vita che va contro la sua coscienza o non votarla mentre sua figlia Maria, attivista del movimento per la vita, s’innamora di un ragazzo del fronte laico. Altrove, una grande attrice cerca nella fede la guarigione della figlia in coma irreversibile. Poi c’è la disperata Rossa che vuole morire, ma un giovane medico si oppone. In una stanza di ospedale che diventa casa. Famiglia. Infine vita. COMMEDIA

IL MATRIMONIO CHE VORREI

Regia di David Frankel con M. Streep, T. L. Jones, S. Carell 50&PIÙ CONSIGLIA:

Kay e Arnold (interpretati da due mostri sacri del cinema), dopo una vita passata insieme, sembrano due estranei: niente più passione, complicità, gesti affettuosi. I figli crescono, nulla sembra tenerli più legati. Sarà Kay a tentare tutto per salvare il suo matrimonio, trascinando il marito da un famoso terapeuta. Una commedia che, oltre alle irresistibili situazioni del caso, non si ferma alla superficie ironica e bizzarra, ma indaga con attenzione gli aspetti della quotidiana vita di coppia, rivelando la vera essenza di ogni personaggio.

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DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA

RECENSIONI cinema HITCHCOCK regia di Sacha Gervasi con A. Hopkins, H. Mirren, S. Johansson, T. Collette, J. Biel Genere: biografico 50&PIÙ CONSIGLIA:

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l maestro del brivido come non l’avete mai visto, tra pubblico e privato. Alfred Hitchcock: quale fu il segreto della sua grandezza? Il film, interpretato da due Premi Oscar (A. Hopkins e H. Mirren), svela il mistero partendo dal dietro le quinte di uno dei film chiave del regista, Psycho (1960), thriller inquietante e sublime che il grande “Hitch“ riuscì a portare a termine grazie alla presenza della moglie Alma Reville, compagna preziosa ma soprattutto indispensabile collaboratrice sul set. La loro unione sentimentale e professionale cambiò per sempre il volto del cinema, tanto che, dopo la lavorazione di Psycho, nulla sarebbe stato più come prima.

TUTTO PARLA DI TE regia di Alina Marazzi con C. Rampling, E. Radonicich,

V. Binasco, M.G. Mandruzzato Genere: drammatico

dvd AZIONE

SKYFALL

Regia di Sam Mendes con D. Craig, J. Dench, J. Bardem, A. Finney 50&PIÙ CONSIGLIA:

Quando l’ultimo incarico di Bond si conclude tragicamente e viene resa pubblica l’identità di molti agenti, i servizi segreti di Sua Maestà, l’MI6, vengono attaccati, costringendo il responsabile della struttura, M (J. Dench), a cambiare la sede dell’agenzia. M ha un unico alleato su cui contare, Bond, aiutato solo da un agente sul campo, Eve, incaricato di rintracciare il misterioso e letale Silva (J. Bardem), di cui nessuno conosce le vere motivazioni. Affascinante episodio numero 23 della saga che ha appena compiuto il mezzo secolo di vita.

50&PIÙ CONSIGLIA:

ue donne a confronto, Pauline ed Emma. Età diverse, esperienze dolorose di vita per entrambe. Pauline (C. Rampling) torna nella sua Torino, dopo anni di lavoro all’estero, con un bagaglio di ricordi amari e un pesante segreto. La donna deve realizzare un’indagine sulla depressione post partum. In un centro di assistenza per la maternità incontra Emma (E. Radonicich), danzatrice che dopo la nascita del suo bambino ha dovuto lasciare la compagnia, sprofondando in una pericolosa crisi autodistruttiva. Il racconto del rimosso che appesantisce la memoria servirà a Pauline per aiutare la giovane donna.

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RAZZA BASTARDA regia di Alessandro Gassman con A. Gassman Genere: commedia nera 50&PIÙ CONSIGLIA:

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opo averlo portato con successo nei teatri, Gassman debutta alla regia - nella doppia veste di autore e interprete - con la trasposizione di Roman e il suo cucciolo (Cuba and his Teddy bear) di Reinaldo Podov. Favola nera che affronta il tema dell’amore paterno disfunzionale, sentimento che mescola amore immaturo e senso di inadeguatezza arrivando allo “zenit“ emotivo, specie se la famiglia in questione fa parte di una comunità rumena che vive di stenti ed espedienti, e talora di illegalità. Un punto di vista “altro” che fa riflettere su quanti restano confinati ai margini della cosiddetta società civile, svelato dallo sguardo artisticamente puro di Gassman jr.

DRAMMATICO

UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA Regia di Jacques Audiard con M. Cotillard, M. Schoenaerts

50&PIÙ CONSIGLIA:

Stephanie, bellissima e sicura di sé, lavora come addestratrice di orche. Un incidente la incatena a una sedia a rotelle, trasformando la sua esistenza. L’incontro con Ali, buttafuori appassionato di boxe e padre di un bambino di cinque anni, le cambia la vita. Jacques Audiard, uno dei migliori autori francesi del cinema contemporaneo (regista del pluripremiato Il profeta), firma un’opera dura e tagliente, ma al tempo stesso caratterizzata da momenti di tenerezza assoluta grazie anche all’eccellente interpretazione del premio Oscar Marion Cotillard.


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musica ROMA

DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS

RECENSIONI teatro

musica FIRENZE

L’UOMO DIETRO LA MASCHERA Treviso, dal 5 al 7 aprile

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L’ultimo album di Sergio Cammariere, uscito lo scorso mese, è dedicato all’amico-artista Pepi Morgia, recentemente scomparso. Quell’emozione e quel trasporto, Cammariere li porta sul palco del Teatro Sistina il 27 aprile. Lo stile del cantautore stavolta è un mix di generi musicali: dal jazz alla bossa nova, dal samba ai ritmi balcanici, dalla musica world e progressive, fino a incursioni nella classica. L’ambiente raccolto del teatro è un modo per godere di tutto il talento dell’artista. VARESE

ontinua la tournée di Elephant Man di Giancarlo Marinelli, che approda al Teatro Comunale. Tratto dall’omonimo racconto di Frederick Treves, è la storia dolorosa dell’“uomo elefante”, al secolo Joseph Merrick, e della sensibilità e dignità nascoste dietro la sua mostruosa maschera. Nato nel 1980 come film di David Lynch, fu presentata a Broadway un’opera teatrale con David Bowie nel ruolo di Joseph Merrick. In questi giorni, sui palcoscenici italiani, la versione italiana, firmata da Marinelli con Ivana Monti e Daniele Liotti e la partecipazione di Debora Caprioglio. Una storia di poetica bellezza, in cui il giovane chirurgo Treves salva l’uomo elefante dalle torture dei freak show di una Londra di fine Ottocento. «Io non sono un animale! Sono un essere umano! Sono un uomo...!»: questo grida disperato Merrick. E queste parole dovrebbero farci riflettere sul valore della dignità e dell’umanità, e da quanta ipocrisia e superficialità è offuscata la vita. Fenomeni da baraccone, esseri deformi, imperfetti, ma dietro a molti “mostri apparenti”, ci sono cuore e sentimenti. Info: 0422540480

Suono mellifluo che si impenna all’improvviso e testi che graffiano: sono gli Afterhours, uno dei gruppi che ha segnato in maniera indelebile il rock indipendente in Italia. Il 4 aprile, la band milanese è al Viper Theatre per spiegare ancora una volta un concetto assai caro: spiazzare e shockare il pubblico fino a trasportarlo in una fitta rete di chitarre che si fondono con la voce di Manuel Agnelli. Un impervio percorso, senza una linearità stilistica, che lascia a orecchie aperte anche l’ascoltatore più pigro. NAPOLI

LA RICERCA DELL’IDENTITÀ Gioia del Colle (Bari), dal 2 al 7 aprile

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Parte, suona e non si ferma; questo è il Teritoritur, il nuovo viaggio “social” di Davide Van De Sfroos, che approda il 20 aprile al Teatro Apollonio. Il progetto è quello di “contaminare e farci contaminare da chi verrà ai nostri concerti”, in un’alternanza di immagini e testimonianze, sonate e atmosfere che raccolgono le sfumature di ognuno dei luoghi visitati dal cantautore lariano. A suo modo, uno spettacolo unico, dove il protagonista è senza dubbio lo spettatore che non assisterà ad un concerto: sarà il concerto.

n giro per varie città della Puglia, lo spettacolo Come tu mi vuoi con Lucrezia Lante Della Rovere, arriva il 5 al Teatro Rossini di Gioia del Colle. Il testo di Luigi Pirandello prende spunto da un fatto di cronaca degli Anni ‘20: il caso Canella-Bruneri. Un’atmosfera torbida e misteriosa pervade tutto il lavoro teatrale liberamente adattato da Masolino D’Amico, per la regia di Francesco Zecca. Ambientata nel primo atto a Berlino, la commedia ha come protagonista Ignota, una donna che balla e intrattiene i clienti di un locale equivoco. Mantenuta da un ricco e vizioso scrittore, troverà in uno sconosciuto italiano l’occasione per sfuggire alle soffocanti ossessioni dell’amante. L’italiano crede di riconoscere in lei la donna scomparsa dieci anni prima durante la Grande Guerra... Torna la ricerca pirandelliana dell’identità, ricerca che per la protagonista avviene al di fuori di se stessa, nel riflesso degli altri, in un gioco spietato che la porta ad essere autenticamente Come tu mi vuoi, con verità. Info: 0803484453. Teatro Pubblico Pugliese: 085580195

Dal 19 al 28 aprile, presso il Teatro di San Carlo, va in scena Der Fiegende Hollander - L’Olandese volante, significativa opera di Richard Wagner, la cui storia si ispira in parte ad un viaggio da lui realmente compiuto nel 1839, durante il quale venne sorpreso in mare da una furiosa tempesta. Il resto si fonde con il mito nordeuropeo di un capitano condannato a navigare sul suo vascello fantasma fino al giorno del giudizio. La musica, epica ed emozionante, rapisce gli spettatori fino ad immedesimarli nei personaggi del dramma. APRILE 2013

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ORIZZONTALI 1. Un gioco da ragazzi; 11. Non vede che lei!; 13. Nuotano con la muta; 16. Meritevoli d’attenzione; 17. Fa le celle senza porte; 19. Un giudice dell’Ade; 22. L’attrice del film Allonsanfan del 1974; 23. Commissario Unico; 24. Elia regista del film Fronte del porto del 1954; 25. Forma musicale o poetica che esprime dolore, dispiacere o lutto; 27. Sigla di Parma; 28. Il Lubitsch regista del film Il cielo può attendere del 1943; 29. Messi in lista; 30. Favorisce il sonno del bambino; 33. In mezzo alla tastiera; 34. Apparecchi che applicano alta tensione a uno o più aghi che fungono da emettitori per caricare elettricamente le molecole dei gas che costituiscono l’aria; 36. Tra Max e Sidow; 37. È vicino al lettone; 41. In fondo al salone; 42. Danza spagnola in cui si battono i tacchi; 44. Initial Public Offering; 45. La vita... più costosa; 48. L’anno in cui Papa Giovanni Paolo II venne ferito in un attentato in Piazza San Pietro; 50. È famosa per le “nozze”; 52. Iniziali di Newton; 53. La Strada Statale N. 1; 54. Ravenna; 50epiu.it

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55. Era un gioco con le schedine; 57. Al centro del giardino; 58. È scritto sulla Croce; 61. Come il 33 orizzontale; 63. La bella Moric; 64. Il Roy del disco Love songs del 1990; 67. Chi lo frequenta, vola; 70. La madre di Achille; 71. Gli anelli entro i quali ruotano i perni; 72. Un po’ ottuso; 74. Il Walter del film I cadetti di Guascogna del 1951; 75. Profumato, fragrante; 76. Nella groppa e nella coda; 77. Rapido nell’agire; 78. È controllata dal Tesoro. VERTICALI 1. Fu un anno bisestile; 2. Ryan del film Paper Moon del 1973; 3. Parte del fiore; 4. Si impasta nella betoniera; 5. Crocchetta di riso farcita; 6. Un paniere di vimini; 7. Sollevati con forza; 8. Un incasso... forzoso; 9. Costosi; 10. Atomi dell’elettrolisi; 11. Permesso; 12. I confini dell’identità; 13. Implica condizione; 14. L’antica regione con Biarritz; 15. Lieto e soddisfatto; 18. Fermarsi a... dormire; 20. Un cantautore francese di origine armena; 21. Le vere iniziali di Trilussa; 24. Gli africani di Nairobi; 26. Lo era Garibaldi per nascita; 27. Bambina graziosa e grassottella; 31. Accolse Maradona in Italia;

32. Cresce con il perimetro; 35. Lo è la Madonna di Oropa; 38. Tipo di cocker; 39. Così era detto Giove quando s’infuriava; 40. Pubblica a sue spese; 43. Digitale Terrestre; 46. Fa parte di Verbania; 47. La bambinaia inglese; 49. In molti dipinti è morta; 51. Il Resnais regista; 56. Il finestrino della lavatrice; 59. Il maschio della capra; 60. Dietro la poppa; 62. L’uccello sacro per gli Egizi; 65. Una raganella verde; 66. Precede dicembre... in breve; 68. Il comico Hardy (iniz.); 69. Local Area Network; 73. Un’alternativa al caffellatte.

» soluzioni a pag. 98

INDOVINELLO Favolino » Di facili costumi Leggere e sfarfallanti, ma immancabili ai tanti appuntamenti, anche se, gira e rigira, poi, di solito, si mostrano scadenti.

SCIARADA (1/4/4 = 9) Favolino » Sogni di gloria Sul capo del Poeta... posò il suo bacio fulgido la musa, nella cadenza lirica confusa... mentre con fede di una sposa lieta... ella portava palpito di sole d’età novella, con verbene e viole.

DIMINUTIVO (6/8) Favolino » Un nuovo ricco Non è fine davvero ed ha un carattere pesante, che a vederlo mi consolo... ma indossa il frac, ha lo sparato bianco e va a giocare al Circolo del Polo.

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STUZZICA CERVELLO

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Enrico Diglio

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Osservate attentamente le sequenze di numeri e i gruppi di due figure ad esse collegate e dite quali numeri vanno sostituiti ai due punti interrogativi secondo un criterio da determinare.

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ORIZZONTALI 1. Sigla di Cagliari; 3. In fondo al tiramisù; 5. Quella minore comprende la Stella Polare; 7. Mettono fine al referendum; 8. Scandalosa chiassata; 10. L’attore-regista de Le luci della città del 1931; 11. Pezzi di stoffa avanzati; 12. Confina con il Michigan; 13. Un tessuto leggerissimo; 15. Mi... seguono in comitiva; 16. Il... timbro del piede; 18. Ranocchietta verde; 19. Ai margini dell’orlo. VERTICALI 1. Le... matricole fra i soldati; 2. Antichi monumenti trionfali; 3. Pronunciò l’infelice frase: «Mulieres in Ecclesiis taceant»; 4. Agitata dal desiderio; 6. Fabbrica le Ibiza; 7. I frutti delle... buone azioni!; 9. La città sarda in cui si parla il catalano; 14. Si cita con Cisl e Cgil; 17. In mezzo alla dimora.

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TEST 2 Osservate attentamente le seguenti parole e, dopo averle anagrammate, utilizzate le iniziali delle parole così determinante in modo da ottenere un’altra parola. Quale?

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TEST 3 Utilizzando solo lo sguardo, dite in quanti punti si incontrano le figure del gruppo a destra riportato.

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R E L A Z I O N I P E R S O N A L I • L AV O R O • C O L L E Z I O N I S M O • P R O P O S T E • A F F I T T O • V E N D O

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OroscoPIÙ

ArietE

» di ALDEBARAN

ARIETE 21 mar. » 20 apr.

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Il 15 aprile Mercurio entrerà nel segno, dandovi un’intelligenza pronta e veloce. Sarete indispensabili ai vostri cari e riceverete dimostrazioni di affetto. Arriveranno notizie da lontano.

TERENCE HILL

TORO 21 apr. » 20 mag. Sarete intuitivi grazie al pianeta Sole. Vi converrà incrementare le pubbliche relazioni e le serate con amici. Le vostre idee e il vostro comportamento saranno apprezzati da tutti.

LEONE 23 lug. » 23 ago. Sarete orientati verso il prossimo, più che mai. Gli amici cercheranno la vostra compagnia e ascolteranno i vostri consigli. È probabile un flirt nell’ambiente di lavoro.

Con Giove avrete contatti vantaggiosi con l’estero. Possibili guadagni con prodotti che vengono da lontano. Frequenterete persone appartenenti al mondo dello sport.

VERGINE 24 ago. » 22 set.

CANCRO 22 giu. » 22 lug. Sarete più disinvolti del solito e più sicuri di voi stessi. Farete molti incontri interessanti e utili per il vostro avvenire. Un malinteso con un amico andrà subito chiarito.

BILANCIA 23 set. » 22 ott.

Mese fortunato con incassi buoni, ma dovrete affrontare una spesa imprevista. Sarete attratti da una persona un po’ fuori dal comune. Una gita, a fine mese, simpatica e piacevole.

Nascerà un affetto profondo o un’amicizia vera. Un cambiamento in casa vi renderà nervosi. Avrete la tendenza a dire bugie o a raccontare delle frottole.

CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen.

ACQUARIO 21 gen. » 19 feb.

In questo mese sarete piuttosto nervosi ed irascibili. Probabilmente a causa del troppo lavoro. Cercate di avere cura della vostra salute. I guadagni saranno buoni.

Sarete attivi, ma fare troppe cose, tutte insieme, non vi converrà affatto. Momenti felici in famiglia, grazie a parenti e bambini. In amore vi rivelerete esigenti e dispotici.

SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic. Lavorerete sodo ma volentieri. Nell’ambito del lavoro riceverete apprezzamenti e simpatia da parte di soci o colleghi. Cercate di mantenere sempre le vostre promesse.

GEMELLI 21 mag. » 21 giu.

SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Vi converrà fare tutto ciò che considerate importante insieme agli altri. Siate meno permalosi e orgogliosi con la persona amata. Evitate il più possibile gli spostamenti.

PESCI 20 feb. » 20 mar. Con Nettuno non prendete iniziative avventate. Gli amici saranno generosi e utili. Vi sposterete spesso per lavoro. Un incontro occasionale si trasformerà in un amore passionale.

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TEST 1 I numeri che vanno sostituiti ai due punti interrogativi sono, dall’alto verso il basso, 30 e 20. In tutte le sequenze di numeri, infatti, il numero blu e il numero verde si ottengono, rispettivamente, sommando e sottraendo al numero rosso il numero dei lati della figura che compare sopra la linea rossa e il numero dei lati di quella che compare sotto la linea rossa nel gruppo di figure sottostante ogni sequenza.

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26

30: 26 + 4 (lati del trapezio posto sopra la linea rossa) 20: 26 – 6 (lati dell’esagono posto sotto la linea rossa)

INDOVINELLO 4

7

I

57

O

R

U

12

I 13

3

N E

MINI CRUCIVERBA 1

35

56

T

R

N

N

N

O

T

O 41

D

N

N

I

E

55

E

34

E 40

30

11

19

O O

Di facili costumi = Le cambiali SCIARADA (1/4/4=9)

Sogni di gloria = P / rima / vera = Primavera DIMINUTIVO (6/8)

Un nuovo ricco = pingue/pinguino CRITTOGRAFIA (5, 7)

NA NE NI LO NU = Non NO, Lo qua c’è = Nonno loquace

REBUS (8, 9)

REBUS (6, 2, 5, 9)

va LO; rosa B AT taglia = Valorosa battaglia

l’avo RI su scala N aziona LE = Lavori su scala nazionale

TEST 2 Le parole che si ottengono anagrammando quelle fornite sono: TELI, STIVA, RESA, POLITICA, ESTRO, ONTA. Con le loro iniziali,opportunamente ordinate, si ottiene la parola PRESTO. TEST 3 I punti in cui s’incontrano le figure sono 20.


50epiuAprile2013

27-02-2013

10:24

Pagina 1

SCHIENA DIRITTA... PORTAMENTO CORRETTO E NON PIÙ DOLORI

INDOSSANDO

Posture Bra LUNGO CON CHIUSURA SUL DAVANTI SCHIENA RINFORZATA solo

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Una volta indossato non lo abbandonerai più! Perché ti permetterà di mantenere la corretta posizione della schiena, cioè ben diritta, ed eliminerà il pericolo di tutti quei fastidiosi dolori, come quelli cervicali, legati alla scorretta postura del corpo. Infatti, le speciali fasce elastiche incrociate ti inviteranno ad assumere sempre la giusta posizione, automaticamente, senza che tu te ne accorga. Il tutto nel massimo comfort garantito da un tessuto morbido e dalle larghe spalline che non “segnano” la spalla ma sostengono il peso del tuo seno saldamente ma con delicatezza. Comodo anche da indossare grazie alla pratica chiusura sul davanti. Misure dalla seconda alla settima. Coppe: B – C – D ATTENTA! Controlla bene la tua taglia prima di telefonare. Se hai dei dubbi, misura la circonferenza del: 1 Giro torace sotto seno 2 Giro torace compreso il seno (vedi disegno) STAR DIRECT - Via Volturno 9 - 20900 Monza (MB)

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