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Anno XXXIII n. 12 Dicembre 2011 Euro 2.50 - I.P.
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[anteprime] Una nuova legge elettorale? La raccolta per modificare l’attuale sistema elettivo ha raggiunto l’obbiettivo. Ora la parola passa alla Corte Costituzionale. A pagina 13
Lo Yoga della Risata Che ridere faccia bene a mente e corpo è noto a tutti. Ma oggi una tecnica insegna a farlo anche senza stimoli comici. A pagina 55
Concorso 50&Più 29 febbraio 2012: questa la data ultima entro cui far pervenire le schede di partecipazione alla XXX edizione del Concorso 50&Più. A pagina 41
Gli alberi secolari Tra storia e leggende, sono divenuti testimoni silenziosi dell’evoluzione umana ed oggi è possibile ammirarli in tutta la loro maestosità. A pagina 13
Cibi light: il parere dell’esperto Si prestano bene alle diete, ma non tutto è “davvero” light. Prima consultiamo il medico sulle loro capacità nutrizionali e sull’apporto energetico. A pagina 58
ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
Se noi per primi imparassimo cosa significa essere cittadini di uno Stato; se noi per primi iniziassimo ad avere rispetto per ciò che abbiamo intorno, e con quello che veniva chiamato “senso civico” tornassimo a intervenire quando qualcuno imbratta, sporca, distrugge sotto gli occhi indifferenti di troppi (anche di chi è preposto allo scopo) perché “tanto non è roba mia”; se noi per primi cominciassimo a sentire che “ ”è“ ” e riguarda la nostra vita e la qualità della nostra vita. Se noi per primi decidessimo di diventare adulti e di
mia
tutto cosa
rispondere da adulti delle nostre scelte, dei nostri valori, delle nostre idee. Se noi per primi rifiutassimo già in cuor nostro - di ritenerci portatori di diritti speciali (per cui a noi spetta ogni eccezione alla regola) e forti di questa coscienza rifiutassimo nella realtà di ogni giorno deroghe, sviste compiacenti, i piaceri degli amici che “stanno al posto giusto”, e che “una mano lava l’altra”. E se poi noi per primi fossimo così
forti da infischiarcene se gli altri non lo fanno perché
sappiamo bene ciò che è bene e ciò che è
giusto, e lo facciamo.
Se noi per primi spendessimo con generosità il nostro tempo dedicandoci a crescere insieme a chi ci sta intorno. Se noi per primi fossimo così presi e innamorati della vita e del mondo tanto che nessuno direbbe che il paradiso è perduto. Se noi per primi non ci dimettessimo dall’essere uomini (e donne) e non andassimo in pensione dalla condizione umana, per cui “adesso tocca agli altri, io ho già dato”; se recuperassimo il senso della
nostra vita, la forza delle nostre azioni e la
responsabilità che ce ne deriva verso di noi e verso gli altri. Se di fronte a quello che accade smettessimo di considerare che “il mondo è sempre andato così” o che “tanto sono tutti uguali”. Se noi per primi sapremo trovare il di fare un passo avanti per dire “eccomi, io ci sto”, allora questo Paese
coraggio
non sarebbe solo un ricordo da libri di storia, ma quello dove augureremmo di vivere a ogni persona che amiamo.
Buon Natale.
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IN QUESTO
numero
Alex Zanardi Da pilota a conduttore di un programma di successo
8
DI RAFFAELLO CARABINI
Reportage dalla Tunisia Diario da Tunisi dove la “primavera araba” è iniziata
33
33
DI IL ARIA R OM ANO
Speciale bellezza Sobrietà e leggerezza: ecco il trucco over 50
61
DI GIADA VALDANNNI
Gli alberi secolari I custodi della memoria, patrimonio da tutelare
70
DI CATERINA CA SUL A
INSERTO
Internet In questa terza puntata parliamo di Social Network
47
DI PAOLO NEGRINI
IN EVIDENZA
Letteralmente >> pag. 6
di Giovanna Vecchiotti
69
Legge elettorale >> pag. 13
di Maria Fara
PARLIAMO DI...
LA VOCE DI 50&PIÙ
Crisi e Rating >> pag. 16
di Luisella Berti In ricordo de L’Aquila >> pag. 25
di Romina Vinci Riciclare la plastica >> pag. 26
di Michela Gastone I regali solidali >> pag. 28
di Anna Mercuri
XXX Concorso 50&Più e Libellule d’oro Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più
Previdenza
di Alessia Pasquino
DI GIANNI TEL
100 anni di Polo Sud >> pag. 44
di Paolo Giorgi
Fisco
Yoga della Risata >> pag. 55
DI ALESSANDRA DE FEO
di Alessia Bacchetti di Teresa Carrubba di Marina Cepeda Fuentes
di Tonino Valentini DVD di Pedro Armocida >> pag. 89 Oroscopo di Aldebaran >> pag. 93
Arte >> pag. 85
Giochi >> pag. 96
di Alida Maria Sessa Libri >> pag. 86 di R. Minore
di N. Tucciarelli e R. Cento Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 97
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Anno XXXIII n° XII Dicembre 2011
Anno XXXIII n. 12 Dicembre 2011 Euro 2.50 - I.P.
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di A. Miccinesi e M. Sarti Musica & Concerti >> pag. 88
di Dario De Felicis
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Cinema & Teatro >> pag. 87
Sapori & Colori >> pag. 60 Mercatini di Natale >> pag. 69
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A CURA DI LUISELL A BERTI
Sms e comunicazione >> pag. 30
Cibi light >> pag. 58
38 Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
di Lorenzo Masini Italia in emergenza >> pag. 20
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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
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GOVERNO TECNICO O POLITICO?
M
entre andiamo in stampa non conosciamo ancora le prime decisioni prese dal Governo a guida del Senatore Mario Monti. Ma è ragionevole pensare che, seppure da “tecnico”, chi si occupa di governare, tanto più in una fase così difficile, deve cimentarsi in rigorose e strutturali “scelte politiche”. Chi governa, infatti, per assioma, fa politica perché è chiamato a svolgere un’opera di mediazione sociale, tra interessi e idee differenti, il cui esito è comunque destinato a orientare e dirigere la vita del Paese. Cambia, questo sì, l’origine della legittimazione; ma i partiti, che fino ad oggi hanno fallito in questo compito, possono decidere di valorizzare questo passaggio critico assicurando il loro leale e sostanziale apporto all’Esecutivo e riscrivendo i fondamentali del far politica che devono essere alla base del loro agire in una moderna democrazia. «La politica - scriveva Paolo VI - è la forma più alta ed esigente della carità...»: si potrebbe ripartire da qui.
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«LA VITA A VOLTE È STRANA: RECUPERI 23 POSIZIONI, TI FA CREDERE CHE SEI DI NUOVO AL COMANDO E POI SUCCEDE QUALCOSA CHE CAMBIA TUTTO… COSÌ ALEX ZANARDI SI RACCONTA»
ALEX
SONO UN OTTIMISTA E UN GRANDISSIMO APPASSIONATO DELLA VITA; HO AVUTO LA FORTUNA DI ESSERE ANCORA QUI A RACCONTARLA.
ZANARDI DI RAFFAELLO CARABINI
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ALEX ZANARDI
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ui, Alex Zanardi, fa venire subito in mente la nota definizione del critico Alain Finkielkraut, secondo il quale l’arte, e con essa la vita, è compresa tra chi è “moderno” e chi è “sopravvissuto”. Il primo sente la storia come un peso, vede nel presente il campo di battaglia dove cimentarsi, vuole liberarsi della memoria, corre veloce. Il secondo, invece, guarda dietro di sé: ferito dalla perdita di ciò che non c’è più ne custodisce la nostalgia, inseguendo il passato pur sapendo di non poterlo più abitare. Alex trascende questi due modi di vivere estremi, in qualche modo li fonde e ne esce a testa alta, forte di un coraggio e di una positività che sono distillato di vita, di un impegno e di una volontà esempio e stimolo per tutti. A dieci anni dal fatale incidente sulla pista tedesca del Lausitzring, quando uscì in fin di vita e con le gambe tranciate da una gara che lo vedeva in testa dopo aver rimontato dal ventitreesimo posto, ha vinto la maratona di New York nella specialità handbike (la bicicletta per disabili mossa con la forza delle braccia). E questo dopo essere ritornato non solo a camminare con una protesi, ma anche a correre in pista e a vincere gare in campionati mondiali e italiani di categoria. Uno sportivo eccezionale, e anche un grande, spontaneo comunicatore, capace di scherzare sul destino - formidabile la sua battuta al rientro in pista: «Se questa volta mi spacco una gamba, per metterla a posto basterà una brugola» - e di far sembrare semplice la sua epopea, sorridente e gentile con tutti, sempre paziente e disponibile. Uno che ha rimosso dal suo destino un’alabarda spaziale, tale da far sembrare le spade di Damocle che aleggiano su di noi e ci fanno adombrare delle innocue limette per le unghie. Un uomo che non ha paura di nulla. «Non è vero. Soffro di vertigini e poi ho il terrore che mio figlio Niccolò non sappia dove puntare i suoi obiettivi in questo mondo che offre opportunità di ogni tipo, ma troppo spesso solo apparenti».
[ALEX ZANARDI INSIEME A GIACARLO FISICHELLA, DEL TEAM FERRARI. SOTTO, IL PILOTA BOLOGNESE AL TRAGUARDO DELLA
Un tempo: 1.13.58; un luogo: New York; una specialità sportiva: la maratona. Tre ingredienti riuniti in un unico nome: Alex Zanardi, che il 6 novembre ha vinto la categoria handbike della Maratona di New York, stabilendo il record della manifestazione e diventando il primo connazionale a salire sul podio di questo evento.
MARATONA DI NEW YORK.]
Lei ha 45 anni: che rapporto ha con la sua età e con l’avvicinarsi del mezzo secolo di vita? I cinquant’anni sono un’età che ha il significato che ognuno vuole attribuirle. Nelle attività paralimpiche del ciclismo, a cui mi sono avvicinato non in maniera casuale ma per via di quello che mi è accaduto, ho conosciuto tanti ragazzi, anche più che 50enni, che continuano a sfidare atleti molto più giovani, ottenendo risultati di grandissimo prestigio. In questo ambiente, dove ci sono soltanto individui selezionati, perché se non si ha un carattere tosto non si riesce a superare il Molti hanno proprio handicap, bisogno di figuriamoci a fare trovare altre sport, loro dimoemozioni per strano che la vita dimenticare i anche oltre i 50 dà ricordi negativi. soddisfazioni simili Ma io, non voglio e anche più intendimenticare la mia vita se di quante se ne provavano prima. Aumenta la consapevolezza, magari anche la paura, il timore, un senso di negatività, ma accipicchia bisogna saper costruire sulla base dell’esperienza persino con più efficacia, perché a vent’anni si ha molta energia in più, ma si spreca anche tantissimo. A proposito di ciclismo paralimpico, noi italiani abbiamo una speranza di medaglia d’oro per Londra 2012... Speranza è un po’ meno che sogno, si potrebbe dire un sogno un po’ monco, che, nel mio caso, sembra quasi una battuta. Io sogno di metterli tutti quanti in riga, non a caso sono arrivato secondo al Campionato del mondo di Copenaghen. Ma so che tutti ar-
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INTERVISTA ALEX ZANARDI [UNO DEI MOMENTI PIÙ DESIDERATI DAI PILOTI: FESTEGGIARE IL GRADINO PIÙ ALTO DEL PODIO SOTTO UNA CASCATA DI CHAMPAGNE.
QUI ZANARDI, COMPIE IL “RITUALE” DOPO AVER VINTO LA GARA DI OSCHERSLEBEN, IN GERMANIA, NEL 2005.]
riveranno lì per giocarsi al meglio l’occasione della vita. Esattamente come faccio io, e spero sia così. Al terzo tentativo ha vinto la maratona di New York... Sì, è stata una gran bella soddisfazione, un modo bellissimo di chiudere la stagione di gare di handbike. In realtà dopo la prima maratona del 2007, che era stata un debutto da ogni punto di vista, dato che due settimane prima di disputarla non sapevo neanche cosa fosse una bici a trazione manuale, pensavo di poter migliorare molto più rapidamente di quanto non mi sia riuscito. Ero giunto subito quarto e mi sono permesso di sottovalutare la bravura degli avversari che avrei dovuto sfidare per andare ancora più in su. Quando ho capito, la sfida ha alimentato la mia passione, la mia energia e la voglia di salire sul gradino più alto: l’anno scorso purtroppo forai una gomma dopo pochi chilometri e quest’anno ce l’ho fatta. Si sente al culmine di quella che qualcuno ha definito la sua “nuova vita”? Innanzitutto io non vedo la mia come una vita interrotta, è la stessa vita che continua. Sono appassionato della vita e ho avuto la grandissima botta di fondo schiena di essere ancora qui a raccontarla: non ci vedo nulla di particolare nel pensarla così piuttosto che dire ho perso tutto perdendo le gambe e non posso andare avanti. L’esser stato così vicino a perder tutto acuisce la mia felicità nell’essere ancora qui con la gran parte del mio corpo. Il rimettersi in piedi senza gambe è certo complicato, ma altri l’avevano già fat-
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Sport, televisione, e altro ancora: Alex ha partecipato a Camera Cafè, è stata la voce narrante nella serie di cartoni animati Roary the racing car e ha doppiato i film d'animazione Cars - Motori ruggenti del 2006 e Cars 2 del 2011
to e io da subito ho pensato che anch’io, lavorando, impegnandomi, avrei potuto ottenere lo stesso risultato e anche qualcosa di meglio, perché io sono un ottimista, penso che se ogni cosa è perfettibile perché non provarci e magari anche riuscirci. Sono molto giapponese in questo. Incarno la mentalità di quel popolo: non importa quanto in basso sia arrivato oppure in alto sia volato, ogni giorno rappresenta un nuovo via per andare più avanti e ottenere di più. Se uno guarda a distanza di un anno e ti vede ancora vincere con un’auto da corsa dopo un incidente come il mio pensa a chissà quale traguardo raggiunto, ma chi se la vive giorno per giorno invece sa che è stato un percorso semplice e affascinante, e che non è giunto a nessun capolinea. Un evento che vorrebbe dimenticare? Non avverto questa necessità. Pensi che due settimane dopo l’incidente e una dopo la fine del coma, mi chiesero se volevo vedere le immagini dell’incidente. Io lo feci con grande curiosità, senza pensare che avrebbero suscitato in me un’emozione forte. So che molti hanno bisogno di trovare altre emozioni per andare oltre i loro ricordi negativi o tristi, per me non è così. Non voglio dimenticare la mia vita. Ha incontrato Alex Tagliani, il pilota canadese che le è venuto contro con la sua vettura? Sì, un anno dopo l’incidente. Credo che la cosa abbia aiutato più lui che il sottoscritto, perché, quando ti senti causa, nel mio caso ovviamente a torto, di un avvenimento che è costato un prezzo molto alto a una persona, i tuoi sensi di colpa aumentano nel tempo. Avendo sentito dalla mia voce che non credevo avesse delle responsabilità, penso non abbia più avuto ragione di ricordare quella giornata. Del resto chi corre sa che lo spazio in pista è enorme e non ritiene possa accadere uno schianto. Invece accade, allora andiamo avanti perché può succedere. Non è che certi circuiti ovali, all’americana, siano troppo pericolosi proprio per la loro forma e costruzione? Non sono troppo obsoleti né pericolosi. Il circuito tedesco era stato costruito apposta... gare con medie americane sui 400 all’ora. E io mi sono fatto male perché in realtà andavo troppo piano, ho perso il controllo della macchina e mi sono ritrovato in mezzo alla pista fermo, con gli altri che andavano a 440 all’ora. Quello che mi è accaduto è frutto della fatalità, come può succedere a tutti, senza che necessariamente se le vadano a cercare. Mentre parlo con lei sono in autostrada avvolto nella nebbia e sono convinto di rischiare molto di più di quanto non rischiavo ogni giorno in pista a lavorare. Io sono stato fortunato: eccomi qua. Di altri che hanno perso le gambe in un incidente d’auto
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ALEX ZANARDI ci sono io e basta. Alla fine è andata, la pellaccia è tornata a casa e ho avuto la fortuna di ritornare a correre. E non ho mai pensato: «Oddio non è che me la sto andando a cercare». Assolutamente no. Anche questo è coraggio, una qualità per cui lei oggi è un punto di riferimento in tutto il mondo... Io sono certo di essere un ottimo punto di riferimento per molti. Da un lato per l’esposizione che ho avuto, un po’ perché è così, ascoltare un medico che ti presenta delle protesi che funzionano ma poi toglie il camice e va a casa con le sue gambe è diverso dall’avere di fronte uno che ha i tuoi stessi problemi. Io ho un ascendente diverso e più forte. Credo di essere per tanta gente un riferimento, anche per chi ha avuto problemi di natura diversa dai miei. Mi guardano tutti con più romanticismo, dicendosi: «vuoi che anch’io non riesca a rimettere a posto le cose della mia vita se lui, senza gambe, è riuscito a rimettersi a camminare, a ritornare a correre in auto e vincere corse importanti (gare del Mondiale WTCC alla guida di una Bmv - con cui in prova a Spa si è anche capottato, rotolando più volte - e il campionato italiano “Superturismo” del 2005, n.d.r.)?» Per chi ci è riuscito, io posso essere stato la scintilla della mia ma il fuoco l’hanno alimentato loro. Lei è anche il conduttore di un programma televisivo di successo, in onda per la seconda stagione su RaiTre, intitolato E se domani e dedicato alla scienza... Direi che sono un personaggio televisivo, più che conduttore. In E se domani ho una grande responsabilità, sia per la collocazione importante in prima serata il sabato sera, sia perché sono un po’ il portavoce del pubblico, la persona curiosa che interroga gli scienziati che abbiamo la fortuna di avere in studio. Ho fatta tanta televisione come ospite, ma questo ruolo nuovo mi permette di rappresentare una squadra veramente forte come quella che realizza il
«Raccontare il mondo della scienza e della tecnologia con uno sguardo ottimista, curioso, e sempre aggiornato sui cambiamenti», è questa la ricetta di E se domani, in onda su Rai3, e condotto da Zanardi
NOI ITALIANI ABBIAMO LA CAPACITÀ DI RISOLVERE LE COSE INSIEME; QUESTO CI FARÀ RIPARTIRE...
programma e mi diverte veramente molto. Lei pensa che sarà proprio la scienza a salvarci da un futuro che si prospetta sempre più incerto e complicato? Oppure potrà essere la spiritualità oppure l’arte oppure il mercato o cos’altro? Sarà fondamentalmente quel mix di tutte le qualità umane che si chiama buon senso e che ci ha permesso di effettuare le grandi scoperte scientifiche e di meravigliare con ogni forma d’arte e capacità di espressione. È il buon senso che ci permette di mettere da parte gli egoismi quando siamo con l’acqua alla gola e ci permette di trovare soluzioni condivise per andare oltre. È la storia di noi italiani, che pure viviamo molto di individualismo. Noi, nei momenti di grande difficoltà, abbiamo il talento di risolvere le cose insieme. Oggi qualcuno afferma che è già troppo tardi, ma io penso che un momento drammatico come questo può Sono il punto essere un’opdi riferimento portunità per riper molti, partire con anma io sono cora più slancio la scintilla, verso altri sucin realtà il fuoco cessi, dopo aver è alimentato superato un da loro stessi momento così problematico. Quali sono le qualità che portano un ragazzino figlio di un idraulico e di una casalinga alla Formula Uno e a vincere due campionati del mondo negli States? L’importante è la passione. E poi la volontà e la capacità di rimanere concentrati sul presente, sognando la Formula Uno, ma trattandola come un obiettivo da raggiungere domani. Io l’ho cercata con determinazione e ho sfruttato bene le mie qualità, riuscendo a trasformare la passione in un mestiere. Sono certo che tutti coloro che nella vita sono riusciti a raggiungere un risultato anche migliore del mio, si sono dati da fare. “Aiutati che il ciel ti aiuta” è un motto da portare avanti pian pianino, perché le cose accadono. E bisogna sapersi gestire pensando che comunque, se anche non si arriva in Formula Uno, non si è buttato via il proprio tempo, perché si sono fatte cose piacevoli anche sui kart e sulle piccole auto. Quale tra i piloti di oggi le somiglia di più? Non posso citare quello che mi somiglia di più, semmai quello a cui io vorrei assomigliare. È Lewis Hamilton, che è un ragazzo forte, determinato, dotato di grandissimo talento, ma anche Fernando Alonso, un altro ragazzo eccezionale. Entrambi sono incredibilmente maturi per la loro età. È questa la dote che, rispetto a loro, e fatte le dovute proporzioni percentuali a mio sfavore, a me è mancata di più. Di sicuro la maturità e, detto senza piaggerie, la saggezza non mancano ad Alex Zanardi oggi. DICEMBRE 2011
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[ ATTUALITÀ DI
MARIA FARA ]
LEGGE ELETTORALE: REFERENDUM? «Se tutto andrà come previsto, il prossimo anno saremo chiamati ad esprimere il nostro voto per modificare la Legge 270. Il parere di Andrea Morrone, presidente del Comitato Promotore»
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on il Governo, guidato da Mario Monti si è aperta per l’Italia una nuova fase politica, in cui lavorare per affrontare la crisi e rispondere alle richieste dell’Unione Europea. I temi all’ordine del giorno restano soprattutto quelli delle tasse, del lavoro e delle pensioni, da riformare per un rilancio della crescita nel Paese. Ma accanto alle necessarie riforme economiche, si torna a parlare anche di modifica della legge elettorale. A gennaio, infatti, la Corte Costituzionale dovrà decidere sul referendum richiesto da un milione e 200mila persone per cambiare la legge 270 del 2005, o Legge Calderoli. Questa normativa ha introdotto le liste bloccate per il Parlamento: in pratica, l’elettore non sceglie direttamente i nomi di deputati e senatori a cui vuole dare la sua preferenza, ma vota il simbolo del partito e tutta la lista collegata. Inoltre, con il premio di maggioranza, la coalizione che ottiene più voti avrà la garanzia di 340 seggi alla Camera; per il Senato, invece, il calcolo dei voti è su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati. »
Legge 270
340 seggi
1.200.000
è l’attuale legge elettorale, detta anche legge Calderoli del 2005.
alla Camera. Tanti ne spettano alla coalizione vincente con l’attuale legge.
il numero delle firme raccolte per modificare la legge elettorale. DICEMBRE 2011
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Se la legge venisse abrogata, si tornerebbe ad un sistema misto, in base al quale i seggi delle due camere venivano assegnati per il 75% con l’elezione diretta dei candidati e per il 25% con metodo proporzionale. «Dal 30 settembre, giorno della consegna delle firme presso la Corte di Cassazione, l’iter del referendum sta andando avanti ci ha confermato il presidente del Comitato Promotore, Andrea Morrone, giurista e professore di Diritto Costituzionale all’Università di Bologna - in questa fase siamo in contatto con la Cassazione che sta ultimando il conteggio delle firme. Nella prossima udienza discuteremo della denominazione esatta dei quesiti sui quali i cittadini dovranno esprimersi». Quando è prevista la decisione definitiva? La Corte di Cassazione terminerà la procedura prima di Natale, intorno al 20 dicembre. Poi la parola passerà alla Corte Costituzionale che dovrà esprime-
re un giudizio di ammissibilità del referendum. Se arriverà il via libera, il Presidente della Repubblica potrà convocare in primavera una data utile per il voto, compresa fra il 15 aprile e il 15 giugno. Lo scenario politico italiano è cambiato rispetto a quando le firme sono state raccolte e consegnate: il Governo tecnico potrà influire sulla modifica della legge elettorale? È vero che lo scenario italiano è cambiato con questa nuova fase di governo, ma come presidente del Comitato referendario credo che il fatto che la riforma elettorale non entri nel programma Monti sia un bene, perché dimostra una duplice sensibilità di presidenza della Repubblica e presidenza del Consiglio su un tema estremamente delicato e complesso, che deve restare competenza del Parlamento e materia di pronunciamento dei cittadini. Se il referendum verrà dichiarato ammissibile e si voterà
{ I QUESITI }
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[SE LA CORTE COSTITUZIONALE ESPRIMERÀ UN GIUDIZIO DI AMMISSIBILITÀ DEL REFERENDUM, GLI ITALIANI POTRANNO DECIDERE DEL PROPRIO SISTEMA ELETTIVO, MA ANCHE DEL PROPRIO CONCETTO DI DEMOCRAZIA.]
in primavera, avrà senso mantenere il Governo tecnico fino al 2013? O sarebbe più opportuno andare subito alle urne? Anche se si votasse il referendum in primavera, dovrebbero poi esserci i tempi tecnici di realizzazione delle modifiche della
quesiti proposti dal comitato referendario per la modifica della legge elettorale sono due. Al momento la denominazione precisa è ancora al vaglio della Corte di Cassazione, ma nella sostanza il primo propone l’abrogazione, ossia la cancellazione integrale di tutte le disposizioni di modifica della disciplina elettorale per la Camera e per il Senato introdotte dalla legge 270 del 2005. Il secondo è di tipo parziale, perché non abroga l’intera legge Calderoli ma le singole disposizioni che sostituiscono le due leggi approvate il 4 agosto del 1993, rispettivamente la 277 (Norme per l’elezione della Camera dei Deputati) e la 276 (Norme per l’elezione del Senato della Repubblica).
riforma elettorale, e quindi - di fatto - si arriverebbe comunque al 2013. Sarebbe in ogni caso una scadenza naturale. L’unica incognita è se davvero tutte le forze politiche vorranno consentire lo svolgimento del referendum. Perché la legge attuale do-
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COME SI VOTA NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI
vrebbe essere modificata? Quali sono i motivi principali? La legge attuale ha dimostrato che, anche se si vince con margini molto alti, non è detto che si riesca poi a governare. E questo perché di fatto si impedisce la scelta di coloro i quali sono giudicati “migliori” dagli elettori. Le passate elezioni del 2008 hanno dimostrato, ed oggi ne abbiamo un’ulteriore prova, che si può vincere con una maggioranza larghissima, ma alla fine priva di forza politica. La rappresentanza e la responsabilità politica vanno risolte qualitativamente più che con i numeri, perché è l’unico modo per formare un Parlamento che sia davvero rappresentativo della volontà popolare.
Gli strani nomi della legge elettorale
GERMANIA In Germania il Parlamento è composto da due Camere, Bundestag e Bundesrat. La prima ha un numero di deputati che varia a seconda dei risultati del voto nelle singole circoscrizioni, ed è l’unica che può dare (o negare) la fiducia al governo. La seconda è una rappresentanza delle regioni, che mette insieme i membri dei governi regionali. Il sistema di voto è proporzionale con uno sbarramento del 5%. I seggi vengono distribuiti in base alle preferenze che le forze politiche raggiungono nelle circoscrizioni. L’elettore vota il singolo candidato. Per ottenere i seggi il partito deve raggiungere almeno il 5% dei voti a livello nazionale. SPAGNA Il Parlamento spagnolo è composto da una Camera bassa o Congreso de los Deputatos, e una Camera alta o Senado che, però, non può impedire in modo definitivo l’approvazione di una legge. Per questo il sistema viene definito “bicameralismo imperfetto”. Il sistema di voto è proporzionale con sbarramento al 3%. Le circoscrizioni sono divise a livello provinciale, e ogni provincia può indicare un massimo di 10 candidati da suddividere fra i diversi partiti. Per ottenere i seggi le forze politiche devono ottenere almeno il 3% dei voti.
?
FRANCIA In Francia il Parlamento è bicamerale e composto da Assemblea nazionale e Senato. I senatori sono eletti da 150mila grandi elettori, selezionati fra sindaci, consiglieri comunali, regionali e deputati. I membri dell’Assemblea, invece, sono eletti con sistema maggioritario a doppio turno. I candidati che ottengono subito la maggioranza assoluta dei voti, cioè il 50% + 1, sono proclamati eletti a condizione che le preferenze raccolte siano almeno un quarto del numero totale degli elettori. In caso contrario, si passa ad un secondo turno di voto, al quale accedono solo i candidati che hanno raggiunto almeno il 12,5% delle preferenze sul totale degli elettori. Chi ottiene la maggioranza viene eletto.
GRAN BRETAGNA Il sistema britannico è bicamerale, con una Camera dei Comuni o House of Commons e una Camera alta o House of Lords. La Camera dei Lord non può bloccare l’approvazione di una legge, ma solo ritardarla. Il sistema di voto è maggioritario, uninominale, a doppio turno. In ogni circoscrizione elettorale viene eletto un solo parlamentare che corrisponde al candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti. Il leader del partito che ha ottenuto la maggioranza dei seggi viene nominato Primo Ministro dal Sovrano.
P
erché si parla di legge “Porcellum” per definire l’attuale legge elettorale e “Mattarellum” per ricordare la precedente? Il termine “Porcellum” è stato ideato dal politologo Giovanni Sartori per indicare la legge 270 del 2005, dopo che il suo promotore Roberto Calderoli, ex Ministro leghista per la Semplificazione Normativa, la definì una “porcata”. Il termine “Mattarellum” deriva, invece, dal nome del relatore della legge del 1993, l’allora deputato del Partito Popolare, Sergio Mattarella che, subito dopo Tangentopoli, ha introdotto per la prima volta il sistema maggioritario in Italia. DICEMBRE 2011
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[ ECONOMIA DI LORENZO
Le tre temibili “sorelle” T «Chi sono, cosa fanno e perché hanno tanta importanza? Viaggio nelle pieghe del sistema economico per capire meglio la funzione delle agenzie di rating»
3A la tripla A rappresenta la massima affidabilità di un debitore.
120% il debito pubblico deve mantenersi sotto quota 60% del Pil. In Italia è al 120% del Pil.
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utto è cominciato quando il rating dell’Italia è stato abbassato. Fino allora le agenzie di rating, le tre Grandi Sorelle, erano conosciute solo al pubblico dei professionisti e agli investitori più smaliziati. Ora se ne sente parlare in ogni luogo, in casa e in ufficio e quasi tutti gli italiani hanno sentito parlare di Standard&Poor’s, di Moody’s e di Fitch. Ma cosa sono le agenzie di rating, cosa fanno e soprattutto perché il loro giudizio è tanto temuto ed è in grado di fare tremare governi e risparmiatori? Cosa fanno le agenzie di rating Le agenzie di rating danno giudizi sull’affidabilità degli emittenti di debito e sugli strumenti che utilizzano per finanziarsi sul mercato, le obbligazioni. Ne esistono molte nel mondo e gran parte di queste si occupano di declassare o promuovere i titoli delle società quotate in Borsa. Standard&Poor’s, Moody’s e Fitch sono le tre più importanti e sono specializ-
zate nella valutazione dei Titoli di Stato. Di fatto giudicano i bilanci degli stati emittenti e quindi l’affidabilità di questi. La valutazione si basa su una scala di valori, il rating, leggermente diversa per ciascuna agenzia e va dalla tripla A alla D (default). La tripla A rappresenta la massima affidabilità di un debitore. Queste pagelle servono agli investitori per orientarsi nel mercato e capire se uno Stato, una banca, un’azienda, che hanno emesso una obbligazione, è capace di tenere fede agli impegni presi pagando gli interessi e restituendo i soldi presi a prestito dagli investitori. Minore è il rating di un’obbligazione e minore è l’affidabilità dell’emittente e maggiore sarà il rischio di insolvenza: l’emittente dovrà pagare più interessi per trovare acquirenti per i suoi titoli. Di contro con un rating alto, ovvero alta affidabilità, sarà più facile trovare investitori disposti ad acquistare le obbligazioni emesse.
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CARTA DI IDENTITÀ DELLE SIGNORE DEL RATING
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e signore del rating, quelle che danno le pagelle ai titoli di debito (obbligazioni emesse da banche, aziende e Stati sovrani come l’Italia) sono tre: Standard&Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings, tutte e tre americane. Il loro business è miliardario i loro utili enormi. Basti pensare che secondo le stime della stessa Moody’s il mercato delle emissioni di debito a livello mondiale toccherà nel 2012 i 70mila miliardi di dollari e su molte di quelle emissioni peserà la valutazione delle tre agenzie. Partiamo proprio da Moody’s. È stata fondata nel 1900, con il nome di John Moody & Company, fallì nel 1907, con la grande crisi finanziaria, poi fu rifondata nel 1909, sempre da John Moody. Nel 1924 analizzava già quasi il 100% delle obbligazioni del mercato statunitense. Dagli Anni ‘70 ha iniziato con la pratica di valutare anche i debiti sovrani. Il suo maggiore azionista è Warren Buffett insieme a una miriade di fondi di investimento.
{ Il potere di influenza delle agenzie di rating Il rating vale non solo per le aziende che emettono i bond ma anche, e a maggior ragione, per i governi, che per finanziarsi sul mercato emettono i Titoli di Stato. L’Italia, per esempio, emette regolarmente Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) e Buoni del Tesoro Poliennali (Btp). L’abbassamento del rating per i titoli governativi italiani da parte di Moody’s e di Standard&Poor’s ha significato per l’Italia, agli occhi del mondo, un abbassamento di affidabilità nel pagamento degli interessi e nel rimborso dei nostri bond governativi causa un maggiore rischio di insolvenza. Di conseguenza i rendimenti di Btp e Bot sono dovuti salire per trovare sul mercato acquirenti disposti a investire nei Titoli di Stato italiani con un rischio maggiore.
Standard&Poor’s Corporation (S&P) oltre che a valutare obbligazioni si occupa anche di ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari. Infatti, sono suoi i maggiori indici azionari mondiali tra cui l’S&P 500 per gli Stati Uniti, l’S&P 200 per l’Australia, S&P/TSX per il Canada. Non è quotata in Borsa ed è posseduta dal gruppo editoriale McGraw-Hill che è presente invece sul listino dello Stock Exchange di New York. Fitch è la meno nota delle tre principali agenzie. È stata fondata come società editoriale da John K. Fitch nel 1913. Dal 1923 inizia a valutare i titoli finanziari e sviluppa una sua scala di rating. È cresciuta rapidamente durante l’ultimo decennio, conquistando presenza sul mercato in tutto il mondo e su tutti i mercati del reddito fisso. Ha due sedi centrali, a New York e Londra, ma è controllata da Fimalac S.A., un gruppo internazionale di servizi di supporto alle imprese la cui sede principale è a Parigi, in Francia.
Il concetto di “rating” vale per le aziende che emettono “bond” e per i governi che, per finanziarsi, immettono sul mercato Titoli di Stato. Dopo un attento studio dei bilanci degli emittenti, le agenzie preposte ne giudicano il grado di affidabilità che, se si abbassa nel pagare gli interessi, fa decrescere il “rating”. Perché i Buoni del Tesoro Poliennali italiani sono crollati Il potere delle tre agenzie di rating è immenso. Infatti, molti degli attori principali dei mercati finanziari mondiali, i fondi di investimento privati e i colossi bancari, che dispongono di migliaia di miliardi di dollari, in genere hanno come regola interna quella di investire solo in obbligazioni con affidabilità massima o leggermente inferiore, quindi con un rating di tripla A o un gradino sotto. Ne consegue che quando un bond detenuto in portafoglio da questi fondi o dalle banche, subisce un taglio del rating e non ha più le caratteristiche di affidabilità che il regolamento del fondo o della banca richiedono, l’obbligazione viene venduta sul mercato e non è più ricomprata finche l’affidabilità non risale. È ciò che è accaduto ai nostri Titoli di Stato quando hanno subì-
to il taglio del rating, molti fondi di investimento, ma anche molte banche europee, hanno venduto i Btp sul mercato. A questi si è accodata la speculazione che ha sfruttato gli strumenti derivati per scommettere sul ribasso dei Btp. Il calo dei prezzi dei Titoli di Stato ha spinto i tassi di interesse verso l’alto con un record di quasi il 7% in più rispetto agli omologhi Titoli di Stato tedeschi. Le colpe delle agenzie di rating e degli Stati L’abbassamento di affidabilità di bond e Titoli di Stato è colpa delle agenzie di rating oppure degli emittenti? In altre parole, la crisi che stanno attraversando i Btp è responsabilità del declassamento, oppure il taglio del rating ha attestato una situazione di crisi delle nostre finanze? È certo che l’Italia ha un debito pubblico del 120% del Pil, ovvero la stratosferica cifra di 1.900 miliardi di eu-
ro e una crescita dell’economia asfittica. Se avesse una economia forte e un debito pubblico sotto il 100% avremmo un grado di affidabilità maggiore e un rating più alto. L’agenzia di rating attesta uno stato difficile delle nostre finanze, declassa il debito e il mercato ci punisce vendendo i nostri Titoli per paura del rischio di insolvenza. È come uno scolaro che prende un brutto voto a scuola. È colpa della maestra che rileva la sua impreparazione, dello studente che non ha studiato o della mamma che lo punisce? Certo, si può anche dubitare sulla imparzialità della professoressa, ma le agenzie di rating che contano sono tre e due hanno declassato il debito dell’Italia. Loro saranno pure state severe nel giudizio, ma anche noi ci abbiamo messo nel nostro nel non avere fatto bene i compiti a casa. DICEMBRE 2011
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IL RATING, IL METRO DI VALUTAZIONE DELLE AZIENDE
LE PAROLE DELLA CRISI
}
Rapporto Deficit/Pil. Il rapporto »esistente tra i costi annuali di uno Sta-
LO STRUMENTO UTILIZZATO DA MOODY’S, STANDARD&POOR’S E FITCH PER INDICARE L’AFFIDABILITÀ DI UN EMITTENTE È IL RATING
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a valutazione delle tre agenzie si concentra sul rischio commerciale e sul rischio Paese, ma non misura altri tipi di rischi per esempio il rischio di tasso o di cambio. La valutazione della capacità del debitore di far fronte al rimborso del proprio debito finanziario viene fornita ricorrendo ad una scala alfabetica che va da un valore massimo ad uno minimo, con simboli più o meno simili. Moody’s usa per le proprie valutazioni valori da Aaa (massima affidabilità) a C (default). S&P usa un metodo di classifica simile, da AAA (massimo rating) ad un minimo di D (default). Fitch ha un rating molto simile a quello di S&P per il lungo periodo. Orientativamente i titoli obbligazionari si dividono in due grandi categorie, quelli con l’investiment grade, ovvero titoli che hanno un grado di rating dalla tripla A alla tripla B e sono considerati adatti a un investimento di lungo periodo, e gli speculative grade ovvero con rating inferiore alla tripla B che sono considerati adatti a un investimento di brevissimo periodo, o meglio, ad attività speculativa. Per assegnare il rating le agenzie tengono in considerazione vari parametri, in particolare fanno analisi di bilancio per conoscere i dati economico-finanziari utili a valutare la capacità del soggetto preso in esame di far fronte alla copertura del debito e la sua capacità di remunerazione del capitale; fanno analisi del settore in cui opera l’emittente sotto valutazione e analizzano anche la capacità del management (per gli Stati valutano la situazione politica).
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to e il suo Prodotto Interno Lordo (Pil). In base al patto di stabilità siglato a Maastricht dai membri dell’Unione Europea, il rapporto deficit/Pil deve mantenersi sotto quota 3%. Debito Pubblico. È il debito accumulato da uno Stato, in genere corrisponde all’ammontare dei Titoli di Stato emessi. In base al patto di stabilità siglato a Maastricht dai membri dell’Unione Europea, il debito deve mantenersi sotto quota 60% del Pil. In Italia è al 120% del Pil. Debito sovrano. Sinonimo di debito pubblico. Il Dipartimento del Tesoro pubblica le cifre del debito pubblico italiano, Eurostat quelle comparate dei 27 Paesi membri Ue. Titoli di Stato. Obbligazioni a breve, medio e lungo termine emesse dagli Stati per finanziare il debito pubblico. Alla scadenza dei termini previsti, lo Stato rimborsa il capitale investito. Spread. È il differenziale di rendimento tra i Titoli di Stato poliennali, in genere dieci anni, dei vari Paesi. Generalmente si misura lo spread dei nostri titoli verso quelli tedeschi, Bund e quelli americani, TBond, considerati i più sicuri al mondo. Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è un indice di come il mercato percepisce la condizione della nostra stabilità finanziaria. Lo spread viene espresso in punti base, che corrispondono alla differenza tra le percentuali di rendimento dei Titoli di Stato. Ad esempio, se i Btp decennali fruttano il 5% e i Bund tedeschi il 2%, il valore dello spread è ottenuto dalla sottrazione tra i due (5-2=3%) espresso in punti base (300). Short selling o vendite allo scoperto. Attività della speculazione che vende titoli senza avere la piena proprietà, ovvero senza averli in portafoglio. L’obiettivo è acquistare i titoli successivamente a un prezzo più basso a causa dell’andamento al ribasso del valore del titolo in Borsa. Rating. È il giudizio sulla situazione finanziaria di un soggetto (Stato, azienda o privato) dato da un’agenzia specializzata. I rating più autorevoli sono quelli espressi dalle agenzie Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch. Influiscono pesantemente sull’andamento dei mercati, tanto che l’Unione Europea e il Financial Stability Board mondiale stanno valutando misure per limitarne l’influenza. Default. Termine inglese che, in economia, indica il fallimento. Nell’attuale crisi, a rischio default sono gli Stati non in grado di rispettare i termini concordati per il rimborso dei debiti contratti. Per esempio, la Grecia. Non l’Italia. Bond. È il termine inglese usato per definire le obbligazioni. Queste sono un titolo di credito che rappresenta un debito acceso da una società o da un ente pubblico per finanziarsi. In pratica, sono un prestito che una società o un ente pubblico accendono verso il mercato e che viene ripagato con gli interessi e con la restituzione, alla scadenza dell’obbligazione, del capitale preso in prestito. Le obbligazioni sono emesse allo scopo di reperire tra gli investitori della liquidità. Obbligazioni. Vedi la voce “Bond”.
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L’ITALIA DELL’EMERGENZA tra alluvioni e frane «Piogge-bomba imprevedibili dilaniano territori provati da una politica dissennata. I sistemi di allerta per mettere in sicurezza cose e persone risultano inadeguati e il peso delle conseguenze cade sulle responsabilità dei sindaci. Siamo agli inizi della “tropicalizzazione” del clima in Italia. Cosa ci aspetta e cosa occorre fare» [ AMBIENTE DI LUISELLA BERTI ]
300mila sono gli ettari persi dall’agricoltura negli ultimi 10 anni. Nello stesso arco di tempo il Friuli Venezia-Giulia ha perso il 46% delle sue aziende agricole.
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i deve salvare l’Italia dal dissesto idrogeologico. «La priorità è dichiarare lo stato di emergenza idrogeologica», lo sottolinea a gran voce Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. Non ci sono più scuse. Occorre una nuova legge di governo del territorio e la messa in sicurezza delle zone più a rischio. L’82% dei comuni italiani è ad alta criticità idrogeologica: è scritto nel dossier Ecosistema Rischio di Legambiente e della Protezione Civile. Una fragilità che è particolarmente
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[A SINISTRA, SITUAZIONI D’EMERGENZA COME QUESTE POTREBBERO DIVENTARE MOLTO PIÙ FREQUENTI IN ITALIA DI QUANTO SI POSSA IMMAGINARE.]
vaso persino i fiumi; abbiamo fatto sì che l’agricoltura venisse abbandonata con notevoli danni al regime delle acque, abbiamo incendiato, disboscato. Abbiamo adottato una politica urbanistica dissennata anche all’interno del sistema delle regole, obsolete, che non prendevano in considerazione l’assetto del territorio, ma altri interessi. Così continuiamo a piangere i morti e non assolve dalle responsabilità dare la colpa al cambiamento climatico. Il passato non ha insegnato nulla».
elevata in regioni come la Calabria, la Provincia Autonoma di Trento, il Molise, la Basilicata, l’Umbria e la Valle d’Aosta (100% di comuni classificati a rischio), subito seguite dalle Marche e dalla Liguria (99%), dal Lazio e dalla Toscana (98%). «L’Italia ha un assetto geologico e morfologico sostanzialmente fragile. Ma questo non basta a spiegare quello che sta accadendo e, ormai, da troppi anni», spiega il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. «Su un territorio già fragile - prosegue - abbiamo costruito, impermeabilizzato, in-
Ogni regione, però, si è do- chi deve fare cosa? I Pai non tata di un “Piano di Asset- lo dicono, per cui diventa difficilissimo, soprattutto quanto Idrogeologico”. È vero, ma non sono la pana- do i fiumi si trovano al conficea. Sono strumenti estrema- ne tra due comuni, stabilire mente utili nati a seguito del- quale ente se ne debba occula tragedia di Sarno del 1998. pare. Occorrerebbe ristabilire Da allora una legge obbliga le una filiera delle responsabilità regioni a dotarsi dei “Piani di contro l’attuale parcellizzazioAssetto Idrogeologico” (Pai, ne. Pertanto auspico una nuondr). Questi Piani, in qualche va legge di governo del terrimodo, abdicano a una gestio- torio ed alcune riforme fonne più ampia che era dei Pia- damentali. Basti pensare che ni di bacino, antecedenti alla sul piano urbanistico continuova legge. I Pai fotografa- nuiamo a far riferimento a una no la situazione: gli interven- legge nazionale del 1942! » ti da fare, gli sviluppi futuri; impongono un sisteDalla tragedia di Sarno ma di vincoli nei del 1998, i “Piani di Assetto piani regolatori. Idrogeologico” stabiliscono Ma chi si occupa gli interventi da adottare dei nostri fiumi, nel nostro Paese
1.000
10.000
i millimetri delle precipitazioni medie annue in Italia. In Europa il dato scende a 650 millimetri.
il numero di vittime, feriti o dispersi in Italia, dal 1900 ad oggi, a causa del dissesto idrogeologico.
Liguria
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a Genova un abitante su sei lavora o vive in aree ad elevato rischio idrogeologico.
tanta è la superficie rurale e agricola che l’Italia perde ogni anno a causa della cementificazione. DICEMBRE 2011
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Cominciamo a pagare anni di incuria del territorio: negli ultimi 15 anni i danni provocati dalle alluvioni ammontano a 8 miliardi di euro Ma abbiamo anche un piano straordinario contro il rischio idrogeologico. Questo è un piano voluto dal Ministero dell’Ambiente che nasce dopo i fatti del 2009, subito dopo la tragedia di Giampilieri (Me). Inizialmente doveva dotarsi di 2,5 miliardi di euro, poi ridotti a un miliardo di euro e, infine, a 500 milioni di euro. Sta di fatto che con l’ultima finanziaria dell’ex ministro Tremonti, questi soldi sono stati dirottati su altri capitoli di spesa. Sa come andiamo avanti? Con i fondi Por (Programma Operativo Regionale, n.d.r.) della Unione Europea, e il paradosso è che alcune regioni non riescono a spenderli tutti. Non sono in grado di elaborare progetti che coprono l’intero capitolo di spesa. Però si può fare qualcosa? L’Italia si può mettere in sicurezza? Certamente. Oltre a una legge di governo del territorio, occorre da subito dichiarare lo stato di emergenza idrogeologica dell’Italia. Questo sarebbe un segnale importante di priorità dell’agenda politica del nuovo governo. Per mettere in sicurezza il territorio servono 30-40 miliardi di euro. Soldi che non abbiamo. Allora che fare? Guardare alle situazioni più a rischio. E quali sono? Le città. Quindi si potrebbe iniziare da Genova, Messina, Reggio Calabria. Potremmo fare molto altro. Con poco. Ad esempio, ricorrere al concetto di presidio del territorio. Le campagne sono state abbandonate, uno Stato virtuoso dovrebbe incentivare l’agricoltura ma, in attesa di questo, il territorio va presidiato. In questo senso stiamo facendo una pic-
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cola ma importante esperienza in Sicilia: il Consiglio dei Geologi ha siglato un accordo con la Protezione Civile per “arruolare” giovani geologi, ingegneri o volontari per attività di prevenzione del rischio idrogeologico. Visto che abbiamo le Università che formano tanti bravi giovani, vogliamo dare loro una speranza? E poi un presidio del territorio dà maggiore sicurezza e fiducia alla popolazione.
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[GLI ATTUALI PREVEDONO UNO SCENARIO DI AUMENTO DELLE PIOGGIE ALLUVIONALI NON SOLO NEL NOSTRO PAESE E NELLA FASCIA MEDITERRANEA DELL’EUROPA, MA ANCHE PIÙ A
NORD DI ESSA.]
SFUGGONO ALLE PREVISIONI
}
ACQUA CHE CADE DAL CIELO PER ORE. INTENSA, MARTELLANTE E IMPREVEDIBILE NELLA SUA POTENZA. NEMMENO I MODELLI METEREOLOGICI PIÙ AVANZATI RIESCONO A PREVEDERNE CON ESATTEZZA IL COMPORTAMENTO. SU TERRITORI GIÀ FRAGILI, GLI EFFETTI SULLA POPOLAZIONE POSSONO ESSERE DEVASTANTI
I MODELLI CLIMATICI
LE PIOGGE ALLUVIONALI
l termine “piogge-bomba” sta entrando purtroppo nel linguaggio quotidiano a causa degli ultimi eventi alluvionali che hanno colpito l’Italia da nord a sud. Ma con che cosa abbiamo davvero a che fare? Lo chiediamo al fisico Andrea Buzzi, ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (Isac-Cnr), e docente di Meteorologia dinamica all’Università di Bologna. “Piogge-bomba” o “flash-flood”. Di cosa si tratta esattamente? Sono piogge molto intense capaci di scaricare più di 100 millimetri di precipitazioni in un’ora. Sono fenomeni di tipo convettivo, cioè legati a formazioni temporalesche che stazionano in zone circoscritte. Infatti, rimanendo a lungo su una data località, aumentano la quantità di pioggia che si accumula sul terreno.
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A differenza di un comune temporale, la loro caratteristica è che non si spostano? Esatto. Quando queste precipitazioni insistono su una stessa località, a causa anche della rigenerazione di nuove celle temporalesche, la pioggia può cadere per ore raggiungendo anche i 500 millimetri (corrispondenti a 500 litri per metro quadrato), come è successo di recente in Liguria. Perché non è possibile prevedere le piogge alluvionali? Più un sistema è instabile, più difficile è prevederne il comportamento con sufficiente anticipo. Siccome questo tipo di precipitazioni intense sono dovute a fenomeni fortemente instabili, è difficile prevederle in maniera quantitativamente soddisfacente e con sufficiente precisione spaziale, sia con i modelli di previsione numerica sia estrapolando le osservazioni dirette, basate sui radar, sui satelliti e sulle reti di pluviometri. Ad esempio, nel caso dell’alluvione di Genova del novembre scorso, i nostri modelli il giorno prima avevano previsto che in Liguria ci sarebbero state piogge molto elevate in un’area tra Genova e le Cinque Terre, ma con valori molto variabili che andavano da 100 a 300 mm e oscillavano nella posizione. In presenza di tali indicazioni modellistiche, è corretto emettere un allerta di massimo grado, come del resto è stato fatto in Liguria, ma generica come localizzazione, in quanto non si può affermare con anticipi di più di qualche ora su quale zona, bacino, comune e tantomeno quartiere di una città un tale fenomeno possa manifestarsi. Quindi, nessuna certezza? Oggi non si possono fornire previsioni certe di questi fenomeni e, probabilmente, nemmeno in futuro questo sarà possibile, anche se gli strumenti previsionali si possono migliorare di molto. Al momento, un fenomeno di precipitazione di tipo alluvionale localizzata si può osservare quando è già in atto, prevedendo, ad esempio, un’esondazione con un anticipo di qualche ora e/o qualche decina di minuti sulla base delle osservazioni dirette e dei modelli idrologici. All’estero, come negli Stati Uniti, in questi casi si allerta la popolazione utilizzando canali radio dedicati, mez-
[L’AUMENTO PROGRESSIVO DELLA TEMPERATURA DEL MARE E DELL’ARIA, NEGLI ULTIMI
zi acustici come le sirene o, addirittura, facendo telefonate nel caso di abitazioni isolate. Con questi mezzi si potrebbe indurre le persone, con azione preventiva di informazione della popolazione, a rimanere in casa, a trasferirsi ai piani alti o a lasciare le auto in zone sicure. Questo tipo di azioni si possono fare con anticipi a brevissimo termine. Si tratta comunque di strumenti non particolarmente costosi, che possono essere messi in campo almeno per salvare vite umane. In Italia, il fenomeno delle piogge alluvionali è recente o in realtà è solo più frequente? Questo è un aspetto dibattuto. Nella nostra storia abbiamo avuto eventi che ci portano molto indietro nel tempo. Probabilmente, negli ultimi anni, con l’aumento della temperatura del mare e dell’aria - mediamente di circa un grado negli ultimi 6070 anni - stiamo assistendo a un certo aumento della frequenza di questi fenomeni, benché gli studi statistici non ci danno un’evidenza così chiara. Diciamo che siamo agli inizi degli effetti del mutamento climatico. Se adesso si fa fatica a vederne un chiaro impatto, è molto probabile che, nei prossimi decenni, toccheremo le evidenze con mano. Secondo gli scenari basati sui modelli climatici, la frequenza delle piogge alluvionali aumenterà in Italia, nella fascia mediterranea dell’Europa, ma anche un po’ più a Nord. Si parla in questo senso di “tropicalizzazione” del clima. Questo significa che la natura delle precipitazioni diventerà un po’ più simile a quella che prevale nelle zone tropicali, ossia più precipitazioni convettive e meno precipitazioni stratiformi, vale a dire piogge invernali, estese, durature e di moderata intensità. Perché le piogge alluvionali si formano nei territori costieri?
60/70 ANNI, STA “TROPICALIZZANDO” IL CLIMA DEL NOSTRO PAESE.]
Perché c’è un contributo sia del mare sia delle montagne. Il mare fornisce buona parte del vapore d’acqua, in quanto funge da bacino di raccolta dell’umidità che poi condensa nell’atmosfera; le montagne, invece, da una parte favoriscono l’innalzamento dell’aria, quindi le correnti ascensionali che generano la pioggia, e dall’altra “trattengono” il fenomeno temporalesco, favorendone la permanenza su una data area. La conformazione di molte delle coste del Mediterraneo, caratterizzate dalla presenza di montagne vicine al mare, rende le regioni che vi si affacciano a rischio. Infatti, in Italia, le grosse alluvioni storiche sono avvenute spesso in zone costiere: dalla Liguria alla Toscana, dalla Campania alla Calabria, fino alla Sicilia e alla Sardegna orientale. Alle piogge intense si contrappongono lunghi periodi di scarsità delle precipitazioni. C’è una relazione tra le due cose? I due aspetti in un certo senso sono legati, sebbene anche in passato abbiamo assistito a fenomeni di scarsità delle precipitazioni. Nell’ambito delle proiezioni delle variazioni climatiche globali si prevede che la regione delle perturbazioni delle medie latitudini, in particolare quelle di origine atlantica, tenda a spostarsi verso nord. Questo implica che le regioni italiane, specie quelle del Centro-Sud, in futuro potranno ricevere minori precipitazioni. Tuttavia, per quanto riguarda i dati da osservazioni, va detto che, mentre è evidente che la temperatura della Terra è aumentata, non è altrettanto chiaro cosa stia avvenendo nell’ambito delle precipitazioni. Non abbiamo segnali facilmente distinguibili nelle serie storiche di lungo periodo, e quindi, al momento, non possiamo che affidarci ai possibili scenari previsti con i modelli fisico-matematici.
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e il Sindaco conoscesse le sue responsabilità in ambito di protezione civile forse non si candiderebbe», dichiara Paola Pagliara, responsabile del servizio Centro funzionale centrale - settore idro e settore meteo della Protezione Civile, in questa intervista. Nemmeno un allerta massimo è in grado di mettere al sicuro la popolazione. Lo abbiamo visto con la recente alluvione di Genova. A livello locale i sistemi di allerta si rifanno a una norma nazionale del 2004. Ogni regione ha recepito gli indirizzi nazionali e li ha trasformati in livelli di criticità e stati di allertamento corrispondenti. «Gli stati di allerta - spiega l’ingegner Paola Pagliara, normalmente sono “attenzione”, “preallarme” e “allarme”. Ci può essere anche un quarto stato che è il “preallerta” ed è il più basso. In Liguria, ad esempio, i messaggi di allerta sono: “attenzione”, “allerta 1” e “allerta 2” che è un allerta massimo. Ma ogni regione ha una propria terminologia. Queste differenze non creano confusione? No, perché la sostanza non cambia. La Liguria e il Piemonte sono state le prime regioni italiane a dotarsi di un sistema regio-
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AL SINDACO LA GRANDE RESPONSABILITÀ DEL RISCHIO
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ta dal responsabile dell’Ufficio nale di allertamento, prima delTecnico Comunale oppure dal la norma nazionale. Quando la Servizio di Protezione Civile Renorma è entrata in vigore, si è gionale. ritenuto di non cambiare termiAd ogni modo ciascun comunologia per facilitare i comuni. ne, a priori, dispone di un piaCome funziona il sistema di no di protezione civile che indidiramazione in caso di emerca cosa bisogna fare in caso algenza meteo? luvione, terLe regioni, traremoti e altri mite la ProtezioIn Italia sono eventi di rine Civile, inforcirca 1.260.000 schio. Quemano le prefetgli edifici costruiti sto piano è ture e i comuni. in zone a “bollino approvato Questi ultimi a rosso” per frane dal sindaco. loro volta, a see alluvioni, di cui Visto che conda del livel6.000 scuole e stiamo anlo di allertamen531 ospedali dando into, attivano il contro a proprio piano di eventi meemergenza. teorologici sempre più estreI sindaci hanno un livello di mi, si può lasciare tutto in discrezionalità nei piani di almano a un sindaco e a un relerta della popolazione? sponsabile Protezione CiviÈ il sindaco che decide essenle. Alla fine chi decide? Una, do l’autorità locale di Proteziodue persone? ne Civile. A livello locale è così. Intanto, il Ma il sindaco non è un espernostro sistema di allertamento è to... uno dei pochi al mondo che è orDeve avvalersi di una struttuganizzato da una norma, quella ra di Protezione Civile locale del 2004, che individua in manieche, normalmente, è costitui-
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ra chiara le responsabilità. Oltre alle procedure, i sindaci dovrebbero conoscere quali sono i livelli di incertezza insiti nella conoscenza scientifica nel caso i fenomeni impulsivi estremi. Non si può dire quello che non si sa e non si può sapere. A questo punto il sindaco può fare due cose: assumere un atteggiamento di prudenza rischiando di creare disagi alla popolazione se il rischio nei fatti risulta ingiustificato, oppure può essere meno prudente, rischiando di trovarsi a fronteggiare un evento ancora più estremo rispetto a quanto era stato previsto. Sono decisioni di grande responsabilità. I sindaci svolgono un ruolo fondamentale non solo in quanto autorità locali di Protezione Civile, ma anche perché gestiscono il territorio, fanno i piani regolatori urbanistici. Devono acquisire, nei loro piani regolatori, anche i piani di assetto idrogeologico e sono obbligati a farlo. Per cui se ci sono aree a rischio alluvioni devono fare un piano urbanistico che tenga conto di questi limiti. Noi spesso diciamo che se il sindaco fosse consapevole delle responsabilità che ha in ambito di protezione civile, forse non si candiderebbe.
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«Le vittime causate dal terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009. Oggi ancora 36mila persone attendono di rientrare nelle proprie case; la parola ricostruzione è ancora utopia»
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[ INIZIATIVE DI ROMINA
VINCI ]
PER NON DIMENTICARE... «Al Teatro Eliseo di Roma un curioso evento per ricordare il sisma che il 6 aprile 2009 colpì L’Aquila. Come biglietto d’ingresso è stato chiesto agli spettatori di portare pezzi di coccio. Le macerie raccolte, insieme a quelle delle demolizioni, diventeranno pavimentazioni pubbliche della città»
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LE SCOSSE REGISTRATE 48 ORE DOPO IL SISMA
on passati più di due anni e mezzo dalla scossa cruenta che il 6 aprile 2009 sconvolse la città de L’Aquila e la sua provincia, mietendo 309 vittime. Gli aquilani son tornati a far sentire la propria voce, il 21 novembre scorso al Teatro Eliseo di Roma, grazie ad una serata organizzata dalle associazioni Minimondi e L’Aquila Fenice. E lo hanno fatto mettendo in scena un’insolita provocazione: agli spettatori è stato chiesto di portare come biglietto d’ingresso dei pezzi di coccio, piastrelle, piatti, brocche... piccoli frammenti di vita che non devono essere cancellati. I cocci raccolti, insieme a quelli recuperati dalle demolizioni, diventeranno pavimentazioni pubbli-
che de L’Aquila. Tante le personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno preso parte all’evento, per mostrare la propria vicinanza ad una città che molti hanno usato come passerella, ma il cui destino oggi sembra caduto nell’oblio. Sono 36mila, infatti, gli aquilani che attendono di tornare nelle proprie abitazioni, mentre molte delle macerie nel centro storico ancora non sono state rimosse e la parola ricostruzione rimane un’utopia. Gli insediamenti del progetto C.A.S.E. (acronimo di Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili), realizzati a L’Aquila dalla Protezione Civile, hanno lasciato l’amaro in bocca ai cittadini, che si sentono oggi privi di un’idea di “spazio pubblico”, sacrificata per favorire un modello fondato sulla dimensione privata dell’abitazione. Hanno preso parte alla serata, tra gli altri, anche Sabina Guzzanti, Oliviero Beha, Fabrizio Gifuni, Giulio Scarpati, Peter Gomez.
L’OPERA D’ARTE SORGERÀ A PIAZZA MATTEOTTI, NEL CUORE DELLA CITTÀ Più di mille e cinquecento i frammenti di piatti, brocche, maioliche, piastrelle e ceramiche raccolti al Teatro Eliseo il 21 novembre. Ma a L’Aquila stanno arrivando pezzi di cocci da tutta Italia, perché sono tantissimi i cittadini che hanno deciso di rispondere all’appello lanciato dall’associa-
zione Minimondi. Tutti insieme, questi frammenti serviranno a costruire tratti di pavimentazione a Piazza Matteotti, nel cuore della città ferita: un’istallazione artistica dal forte contenuto simbolico, resa possibile grazie all’intervento e all’ideazione dell’architetto Marco Ferreri. La strada di cocci potrebbe esser pronta già dopo le feste natalizie.
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«Il 75% del materiale utilizzato per fabbricare una maglietta può essere ricavato da bottiglie di bevande riciclate»
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uando parliamo di “plastica” non parliamo di un unico materiale, ma di tanti con proprie caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche. Le materie plastiche sono sostanze artificiali prodotte dall’industria utilizzando soprattutto petrolio, oltre che gas naturale e carbone per l’energia. Sono costituite da macromolecole dette polimeri, catene di molecole, più piccole, i monomeri. Per ora la riciclabilità è soltanto parziale, poiché esistono molti “tipi” di plastica che si differenziano per composizione chimica. Con il PET riciclato, ad esempio, oltre a produrre nuovi contenitori, si ottengono fibre per imbottiture, maglioni, “pile”, moquette, interni per
[ AMBIENTE DI
MICHELA GASTONE ]
PLASTICA: UTILE, RESISTENTE E... RICICLABILE «L’utilizzo della plastica riciclata in Europa è in forte espansione in molti settori per la robustezza, leggerezza, durata, versatilità, isolamento, affidabilità ed economicità del materiale» COME POTREMMO FARNE A MENO?
auto, lastre per imballaggi vari. Con il PVC riciclato, invece, si producono tubi, scarichi per l’acqua piovana, raccordi, passacavi e altri prodotti, soprattutto per il settore edile. A sua volta dal PET riciclato, si possono ottenere nuovi contenitori per detergenti per la casa o la persona, tappi, film per sacchi della spazzatura, pellicole per imballaggi, casalinghi e così via. Quando i diversi tipi di plastica vengono selezionati e rilavorati insieme, diventano “plastica riciclata eterogenea”, la stessa impiegata per la produzione di panchine, parchi gioco per bambini, recinzioni, arredi per la città, cartellonistica stradale.
IL RUOLO DELL’I.P.P.R. L’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo (I.P.P.R.) è un organismo no profit nato nel 2004 per valorizzare i manufatti plastici da riciclo e verificarne l’idoneità per l’inserimento nel Repertorio del Riciclaggio istituito dal Ministero dell’Ambiente. Raggruppa sia le imprese che riciclano materie o rifiuti plastici sia le aziende che producono materiali, oggetti e manufatti ottenuti con plastiche da riciclo, ovvero con materiali certificati “PSV” (Plastiche Seconda Vita) al fine di garantire l’eco-compatibilità dei beni prodotti dalle aziende consorziate. www.ippr.it
CURIOSITÀ E SORPRESE TRA GLI OGGETTI DI USO QUOTIDIANO In Europa sono stati già realizzati numerosi ogget- » Tessile e abbigliamento: fibre per imbottiture, moquette e maglioni. ti in PSV per arredo urbano: panchine, cestini e cassonetti, fioriere e recinzioni. Ma sono vari e, a volte, sor- » Agricoltura: coperture per serre, strutture per l’irrigazione dei campi. prendenti i settori in cui i diversi materiali plastici riciclati trovano applicazione come, per esempio, i filati per abbi- » Ospedaliero: tende ad ossigeno, guanti sterili, sacche per sangue, cuori artificiali. gliamento e i presidi salvavita. Sport: la leggerezza delle attrezzature sportive Edilizia: serramenti, impiantistica, tubature. » prodotte » Ottica: occhiali da sole e da vista. con questi materiali ha migliorato le » Trasporti: air bag e cinture di sicurezza. performance agonistiche e il dinamismo degli » Elettronica: fibre ottiche, computer, telefoni cellulari. atleti, garantendo un alto livello di sicurezza. »
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«È la fascia d’età del donatore tipo italiano. Ha un reddito medio-basso, è colto e vive in città» Fonte: Non Profit Report 2011
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[ SOLIDARIETÀ DI
ANNA MERCURI ]
LA MAGIA DI NATALE DEI REGALI SOLIDALI «Il vostro gesto avrà un effetto moltiplicatore: farà felici voi, le persone a cui volete bene e i destinatari dei progetti delle organizzazioni non profit che sceglierete. Questa è la magia di Natale dei regali solidali» 25 EURO = UN ANNO DI ISTRUZIONE PER UN BIMBO BRASILIANO
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di tante donne in Italia e nel mondo. Ogni progetto o regalo scelto può essere dedicato a un vostro caro che riceverà una pergamena che spiegherà il vostro gesto compiuto a suo nome (www.pangeaonlus.org/regalisolidali/). Regalare un Natale di giustizia per il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini in Africa, America Latina, Asia. Questo è l’appello di Mani Tese, associazione impegnata contro la fame e gli squilibri tra Nord e Sud del mondo. Si può contribuire con l’acquisto di calendari o scegliere progetti mirati. Ad esempio: con soli 25 euro è possibile garantire un anno di istruzione a un bambino brasiliano, con 15 euro un 1kg di sementi per una famiglia del Burkina Faso consentendole, così, di vivere anche del proprio raccolto (www.manitese.it). Un appuntamento ormai nel segno della tradizione quello con le stelle di Natale dell’Ail, associazione impegnata contro la leucemia, linfoma e mieloma. Per contribuire a favore della ricerca, l’appuntamento è dall’8 all’11 dicembre in 4mila piazze italiane (www.ail.it).
L’ALBERO DEL SORRISO
Per l’albero di Natale addobbi solidali. Palline colorate, stelline, fiocchi di neve e alberelli argentati, questo e altro ancora per sostenere i progetti dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, un’eccellenza per la cura dei più piccoli (www.meyer.it). Biglietti di auguri e palline natalizie in vetro soffiato, sono le propo-
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uelle che vi proponiamo sono solo alcune delle scelte possibili. Ma le opportunità sono tantissime, con una piccola ricerca su internet ve ne accorgerete. Dalle sciarpe di seta della Cambogia al cioccolato più raffinato, dalla cestiera del Sudan all’abbigliamento di importanti marchi italiani. In nove città italiane tornano i Negozi di Natale di Emergency, associazione che offre cure gratuite e di qualità alle vittime della guerra e della povertà. Il ricavato delle vendite è destinato al Programma Italia, l’intervento di Emergency nel nostro Paese (http://natale.emergency.it/). Biglietti augurali e progetti da sostenere regalando sementi, macchine da cucire, corsi di alfabetizzazione o attività di microcredito. È quello che propone la Fondazione Pangea Onlus, per migliorare la condizione sociale ed economica
ste dell’associazione Peter Pan. Il ricavato contribuirà al mantenimento della Grande Casa di Peter Pan, un polo di accoglienza e servizi articolato in tre strutture ai piedi del Gianicolo, a Roma. Nella Grande Casa trovano ospitalità gratuita tante famiglie che vengono nella Capitale per curare i propri figli (www.peterpanonlus.it).
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SMS
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acronimo di Short Message Service (Servizio Messaggi Brevi): è la definizione dei messaggi inviati da un cellulare ad un altro.
acronimo di Multimedia Messaging Service (Servizio Messaggistica Multimediale): è la definizione comunemente usata per tutti i messaggi che prevedono anche l’invio di immagini, foto, file audio, video, ecc.
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[ COSTUME DI
ALESSIA PASQUINO ]
CELLULARE, TI ODIO & TI AMO «Una relazione “ossessiva” con il cellulare sembra legarsi a timori da distacco già presenti nelle persone. Infatti, non è tanto lo strumento in sé a creare dipendenza, piuttosto può enfatizzare una tendenza già consolidata nel singolo individuo. Per saperne di più abbiamo sentito il parere di Luca Pezzullo, tutor alla facoltà di Psicologia dell’Università di Padova»
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ms sintetici, economici, ve- all’inizio era lo status symbol eliloci, parte integrante del no- tario di professionisti particolari stro quotidiano, al punto da e adesso è comune anche nella essere un fattore condizionante. preadolescenza (per placare le Un recente sondaggio sulla comu- ansie dei genitori), ha ormai renicazione continua e istantanea, so il telefono un oggetto di culinfatti, ha appurato che la velo- to, una sorta di alter ego che cità con cui rispondiamo ai mes- spesso viene curato e “rivestito” saggi ricevuti è immediata per il in modo maniacale, ma che so46%, entro le prattutto non due ore per il può essere di24%, dopo le menticato o Il colloquio, due ore - ma spento! Dobattraverso questo nello stesso biamo sempre strumento, non giorno - per il essere repeririveste più solo 15%, e solo bili e poter reuna funzione per un altro perire tutti gli informativa, ma 15% può arrialtri! La teleinveste tutta la vare al giorno fonia mobile sfera emotiva e successivo! ha cambiato relazionale legata Seppure evila modalità di al contatto tiamo di rirelazione con costante spondere ad l’altro, spouna telefonastandola dal ta, o di richiamare chi non abbia- luogo alla persona stessa. Tanto mo voglia o tempo di sentire, che la prima domanda è spesso sembra che al messaggio non si «Dove sei?», perché ormai pospossa sfuggire. Invita a un tipo di siamo essere raggiungibili ovunrelazione, meno diretta ma più que e da qualsiasi punto possiaconfidenziale, a cui non sappia- mo raggiungere chi vogliamo (il mo sottrarci. che, a volte, dà adito anche a La necessità di essere sempre con- comportamenti poco educati o nessi attraverso il cellulare, che pericolosi). Rischiamo crisi di ansia e attacchi di panico se siamo privi del cellulare anche solo per un paio d’ore. Certo, non per tutti è coDa un recente sondaggio è emerso che risponde sì, ma la dipendenza dal telefoimmediatamente il 46%; il 24% entro le due ore; nino è ormai una patologia semil 15% dopo le due ore ma entro la giornata; il 15% anche oltre la giornata. (Fonte: Ipsos Access Panels) pre più diffusa e non sempre ri-
Velocità di risposta
conosciuta, una “malattia sociale” da cui nessuno è del tutto immune. Persone di ogni età, professione e formazione rischiano di esserne vittima. Il cellulare è in duplice relazione con la nostra ansia di solitudine, incrementata dalla stessa decontestualizzazione e placata dalla presenza dell’altro attraverso il contatto costante. Ecco, quindi, che il colloquio non riveste più solo una funzione informativa, ma investe tutta la sfera emotiva e relazionale, rispondendo al desiderio psicologico di una “comunicazione continua”, col rischio di perdere il senso di momenti di comunicazione collettiva, di incontro, di relazione a “tu per tu”, di continuità di conversazione. Il cellulare frammenta e isola, riportando tutto su un apparecchio che diventa anche sveglia, agenda, telefono, rubrica, archivio trasportabile, album fotografico e via dicendo. Squilli, messaggi, brevi comunicazioni sono esempi di ricerca di contatto che poi, però, non portano sempre a una relazione autentica. Il rischio è quello di una frammentazione che non basta a colmare il desiderio di essere in sintonia con l’altro. Il cellulare permette di vivere una vicinanza simbolica che riduce l’ansia di distacchi e separazioni di vario genere (compreso quello tra genitori e figli, e la creazione di telefonini specifici per bambini è davvero notevole e preoccupante!), aumentando però il rischio di una dipendenza che ostacola la crescita dell’individuo, che passa anche attraverso i distacchi, la loro elaborazione e gestione. Lo psicologo Luca Pezzullo, esperto di Psicologia dell’emergenza e tutor alla facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, nel suo interessante saggio Comunicazione Cellulare: un nuovo paradigma della Presenza, affer- » DICEMBRE 2011
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In un cellulare finiamo per conservare una parte importante della nostra vita (messaggi, foto, video etc): ecco perché temiamo così tanto di perderlo o dimenticarlo ma appunto che il cellulare stesso è diventato “nuovo paradigma della presenza”, una “estensione tecnologica del Sé comunicativo dell’individuo”. Gli abbiamo chiesto di aiutarci a comprendere i meccanismi che regolano la moderna comunicazione mobile. Dottor Pezzullo, quali sono i bisogni psicologici che vengono soddisfatti dal cellulare? Da una decina d’anni a questa parte il cellulare ha rivoluzionato il mondo della comunicazione “deterritorializzando” e “degeografizzando” il processo di comunicazione, non più legato al luogo in cui una persona si trova. La comunicazione è molto più diretta, immediata, uno spazio relazionale con l’altro significativo, permanente in ogni condizione e in ogni luogo. Il cellulare permette davvero di “non essere mai soli”. In questo senso diventa un oggetto relazionale, cioè un oggetto che ha incorporato la relazionalità, ma in modo permanente rappresenta una relazionalità, la interpreta. È un oggetto che si può portare con sé per ricordarsi di quella relazione. Infatti, il problema che nasce quando smarriamo il cellulare non è tanto la perdita del cellulare in sé, quanto quella di tutti gli oggetti relazionali che c’erano dentro: messaggini, foto, un vissuto, un modo di portare con sé il ricordo di un’emozione. Da un recente sondaggio emerge che seppure non si risponde a telefonate o non si richiama in caso di chiamate perse, difficilmente non si risponde ai messaggi. Una spiegazione possibile è proprio nell’essenza del messaggio. Se io ricevo una chiamata l’interlocutore può aspettarsi una risposta oppure no, però non c’è
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modo di sapere quando ci sarà la chiamata, può essere anche passato il momento, che magari era contingente, non c’è quindi lo spirito a richiamare subito; invece, il messaggio è una comunicazione aperta che richiede una risposta. Riceviamo sin dall’infanzia la struttura del dialogo detta turn-taking, “la presa di parola a turni”. Da questo punto di vista il messaggio è una comunicazione aperta, la prima parte di una conversazione che, quindi, aspetta e implica una risposta. La comunicazione persa è una “non comunicazione”, il messaggio, invece, è proprio una frase che rimane, una sorta di presente permanente anche se si è risposto dopo alcune ore, una conversazione aperta che spinge al dialogo. Quando la comunicazione con sms diventa patologica? Dipende. Se abbiamo un paio di messaggi in giornata e si risponde nell’arco di qualche minuto va bene; altro è quello che diventa una sorta di chat in cui c’è uno scambio continuo ininterrotto di messaggi e se l’altro non risponde immediatamente la cosa diventa angosciante. In merito alla conservazione, all’archiviazione dei messaggi, cosa pensa? A livello di potenzialità è come se ciascuno di noi si stesse portando dietro il pc di 20 anni fa. Un processo che forse più che individuale è collettivo. È proprio un tratto sociale tendere ad archiviare la propria biografia in formato elettronico. E relativamente ai tempi di utilizzo?
Sarebbe salutare riuscire a spegnerlo almeno la notte. C’è una discreta percentuale di persone colte da crisi di ansia se dimenticano il cellulare o se sono costrette a spegnerlo, perché devono essere raggiungibili dalla fidanzata o da un amico, come se stessero dimenticando il canale di comunicazione sociale. In realtà, ogni tanto staccarsene potrebbe fare bene, a patto che non crei un’ansia maggiore. Ma almeno la notte bisognerebbe poter dormire tranquilli! Lei si occupa anche di psicologia delle emergenze. Quanto ha influito il cellulare in questo ambito e quali sono i pro e i contro? Ha influito tantissimo e in modo positivo. Negli ultimi 10 anni la diffusione della tecnologia delle comunicazioni ha agevolato in ogni modo le possibilità di soccorso, sia in maniera attiva - chiamando o mandando un messaggio - che passiva, triangolando la cella. In montagna, ad esempio, un escursionista prima era costretto a lasciare l’amico ferito e andare a cercare un telefono, adesso può chiamare immediatamente i soccorsi. Cose assolutamente impensabili fino a pochi anni fa. Dopo il terremoto di Haiti, un uomo è sopravvissuto per diversi giorni anche grazie al cellulare, che gli ha permesso di mantenere la cognizione del tempo, di vedere le foto dei familiari: un forte aiuto a livello psicologico. Come sempre, quindi, non ci sono assolutizzazioni possibili. Il telefonino può diventare un ansiolitico che squillando ci tranquillizza o un mezzo di salvezza. L’uso quotidiano - sfruttando le potenzialità tecnologiche che ci offre senza che il suo abuso diventi dipendenza - sta a ciascuno di noi. Il punto non è lo strumento, ma l’uso che se ne fa.
Eppure il telefonino ha reso più sicure le nostre vite permettendoci, ad esempio, di velocizzare l’arrivo dei soccorsi in momenti di particolare emergenza
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[ ESTERO DI ILARIA ROMANO ]
«Un reportage lì dove tutto è cominciato e dove la “primavera araba” ha dato i suoi primi frutti. A quasi un anno di distanza dalla cacciata di Ben Alì e dall’inizio di quell’effetto domino che sta riscrivendo la geografia politica del mondo arabo, torniamo a Tunisi per ascoltare le voci di chi quel cambiamento l’ha sostenuto, continuando a vivere con un desiderio di rinnovamento»
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alilan kalilan. Poco a poco, come si dice in arabo, i tunisini hanno intrapreso il loro cammino verso la democrazia. A nove mesi dalla rivoluzione che ha portato alla caduta di Ben Alì, dopo 23 anni di regime, si sono messi in fila davanti ai seggi e hanno votato i membri dell’Assemblea Costituente, con l’entusiasmo di chi, per la prima volta, sa di aver acquisito un diritto fondamentale. Mohammed si è svegliato all’alba per essere il primo a varcare quella porta, farsi dare la scheda, mettere una croce vicino al simbolo che ha scelto, intingere l’indice nell’inchiostro per lasciare la sua impronta digitale come prova indelebile di questo evento. È un uomo di 63 anni, e non ha mai »
23 anni
44,9%
30 anni
è stata la durata del regime di Ben Alì, iniziato con un colpo di Stato il 7 novembre 1987.
è la percentuale di disoccupazione fra i laureati secondo La Presse de Tunisie nel 2011.
è l’età media della popolazione tunisina, poco più di 10 milioni di abitanti in tutto. DICEMBRE 2011
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DIARIO DA TUNISI, dove la “primavera” è iniziata
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provato l’emozione di votare in un’elezione vera, dove non c’è un partito del presidente che sarà in ogni caso il vincitore. Come lui Faysal, Saida, Samir e tanti uomini e donne di ogni età, adulti e giovanissimi che, con lo stesso entusiasmo, hanno aspettato per ore di aprire quella scheda.
Per le strade di Tunisi
Tunisi è un incessante brulicare di gente, di auto, di taxi e di tram che percorrono strade ampie e dritte costeggiate da palme altissime, dove i semafori non scattano mai, o di persone a piedi, nei vicoli stretti, con gli eleganti palazzi coloniali che perdono intonaco. La centralissima Avenue Habib Bourguiba, intitolata al primo presidente della Tunisia dopo l’indipendenza del Paese dalla Francia, è un viale largo ed elegante, pieno di bar con tavolini all’aperto, una terrazza privilegiata da cui osservare la città. Percorrendola si arriva in piazza 14 Gennaio, che fino alla rivoluzione si chiamava 7 Novembre, data in cui, nel 1987, Ben Alì aveva preso il potere. La capitale è ancora fresca di rivoluzione: se ne parla nei caffè, di com’era e di come sarà il Paese, di quello che sta succedendo ai “vicini” della primavera araba, di quanto la Tunisia sia diversa dall’Egitto e, soprattutto, dalla Libia. Le pubblicazioni che fino a nove mesi fa non sarebbero state mai vendute, oggi sono esposte nelle vetrine della libreria Al Kitab, la più moderna della capitale: ci sono fumetti che ironizzano su Ben Alì, raccolte fotografiche dei giorni della rivoluzione, testi in arabo, francese e inglese sulla transizione politica che il Paese sta vivendo. L’età media della popolazione, dieci milioni di abitanti in tutto il Paese, è di 30 anni. «È stata questa la forza delle piazze, la spinta alle proteste - racconta Youssef, studente 24enne di informatica che si collega in rete con il suo portatile dal tavolino del bar, mentre prende un caffè con gli amici -
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e non è vero che tutti i ragazzi farebbero di tutto per andare via da questo Paese. Io voglio finire i miei studi a Tunisi e trovare un lavoro qui, perché non credo che l’Europa o gli Stati Uniti siano la soluzione». Non tutti, però, hanno le stesse possibilità. Secondo gli ultimi dati diffusi dal quotidiano La Presse de Tunisie nel 2011, relativi a due anni fa, la disoccupazione fra i laureati è salita al 44,9%, contro quella complessiva al 14%. Con differenze enormi fra le località costiere e quelle del sud, nell’entroterra, ora attenuate in negativo dal calo del turismo con la rivoluzione e la conseguente percezione dall’estero dell’instabilità del Paese. Anche per questo agli angoli delle strade si incontrano giovani che allestiscono banchetti di fortuna e vendono sigarette, anche sfuse, occhiali da sole contraffatti, generi di prima necessità dopo l’orario di chiusura dei negozi.
Speranze e incertezze
A Tunisi la gente dice che la situazione è in costante miglioramento, e ora l’assemblea farà il suo lavoro. Ma il dato più rilevante del
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voto, ossia la vittoria del partito Ennahda, la “rinascita” islamica, non convince tutti e non sino in fondo, nonostante l’innegabile successo alle urne. Nei giorni immediatamente successivi alle elezioni, mentre era ancora in corso lo spoglio delle schede - andato avanti
per ben quattro giorni - alcune decine di studenti si sono dati appuntamento davanti al Palazzo dei Congressi che l’Isie, l’Organismo indipendente nato per vigilare sullo svolgimento delle operazioni, aveva allestito come centro per la stampa internazio-
MOHAMMED BOUAZIZI
DA UN GESTO ESTREMO LA RINASCITA Mohammed Bouazizi era un ragazzo di 26 anni e faceva il venditore ambulante di frutta e verdura a Sidi Bouzid, città a 300 km da Tunisi. Sognava di risparmiare abbastanza per potersi comprare un furgoncino che lo avrebbe aiutato nel suo lavoro. Il 17 dicembre dell’anno scorso la polizia gli sequestra la merce, e non accetta i 10 dinari (poco più di cinque euro, pari all’incasso della giornata) che il giovane è disposto a pagare per riaverla. Dopo aver tentato, senza successo, di parlare con i funzionari della sede provinciale, e disperato perché ancora una volta vede messo a rischio il proprio lavoro, il ragazzo si cosparge di benzina e si dà fuoco nella piazza principale del Paese. Morirà il 4 gennaio. Il suo gesto disperato darà il via alle proteste spontanee che, in pochi giorni, si diffonderanno in tutto il Paese: è l’inizio della rivoluzione che porterà alla fuga del presidente Ben Alì e alla fine del suo regime.
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[ETÀ MEDIA 30 ANNI: I PROTAGONISTI DELLA RIVOLUZIONE TUNISINA STUDIANO, LAVORANO, MA C'È ANCHE CHI È COSTRETTO AD ARRANGIARSI.
LA DISOCCUPAZIONE COMPLESSIVA, IN BASE A DATI DEL 2009, È AL 14%.]
LA TUNISIA IN TRE DATE STORICHE Tunisia ottiene l’indipendenza dal1956 Lala Francia e l’anno dopo viene proclamata Repubblica sotto la presidenza di Habib Bourguiba. Alì prende il potere con un ta1987 Ben cito colpo di Stato, sfruttando la situazione di crisi del Paese. gennaio: Ben Alì lascia la Tuni2011 14sia dopo un mese di proteste in tutte le città del Paese, e dopo che anche l’esercito si è schierato con le piazze.
I NUMERI DELLE PRIME ELEZIONI DEMOCRATICHE Per nominare i membri dell’Assemblea Costituente le elezioni si sono svolte domenica 23 ottobre 2011. All’appuntamento con il primo voto libero del Paese si sono presentate 1.624 liste, ma solo 1.519 sono state ammesse. Si è votato nelle 27 circoscrizioni della Tunisia, e in 6 collegi esteri: uno in Italia, due in Francia, a Parigi e Marsiglia, uno in Inghilterra, uno in Canada, a Montreal per il Nord America, uno ad Abu Dhabi. Solo 28 delle formazioni politiche che si sono presentate hanno ottenuto almeno un seggio. Il partito della rinascita islamica Ennahda, vincitore di questa elezione, ne ha guadagnati 90, il Congresso per la Repubblica 30, il Forum Democratico per il lavoro e la libertà 21.
[ACCANTO, ALCUNE IMMAGINI TESTIMONIANO I MOMENTI CRUCIALI DELLE RECENTI ELEZIONI SVOLTESI IN TUNISIA.
TRA QUESTE, LE PIÙ EMBLEMATICHE: UN UOMO CON L’INDICE MACCHIATO D’INCHIOSTRO A RIPROVA DELL’AVVENUTA VOTAZIONE E LE LUNGHE FILE DI ELETTORI IN ATTESA FUORI DAI SEGGI.]
nale. Lì hanno manifestato contro i presunti brogli commessi da Ennahda, e dal suo leader Rachid Ghannouchi, accusato di aver comprato i voti con regali e favori. Fra loro, alcuni elettori del Partito Democratico Progressista e di quello Modernista che ora faranno parte dell’opposizione all’interno dell’assemblea, ma anche gli astenuti, quella minoranza che a questo voto non ha creduto. «Non ho trovato nessun partito che mi rappresentasse - racconta Abdel, tassista di 30 anni - nessuno che fosse degno di raccogliere i frutti di questa rivoluzione. Io sono stato in piazza decine di volte, e ho gridato contro il regime fino a perdere la voce. E sono pronto a rifarlo, se le cose non dovessero andare per il verso giusto». Eppure la vittoria di Ennahda è stata festeggiata davanti alla sede centrale del partito, nel moderno quartiere Montplasir di Tunisi
come per strada, sventolando dalle auto le bandiere del partito e suonando i clacson all’impazzata. Perciò questo successo non può essere semplicemente frutto di irregolarità.
Sidi Bouzid: epicentro della rivolta
A fianco dell’entusiasmo non è mancata la rabbia, soprattutto a Sidi Bouzid, città natale di Mohammed Bouazizi, il giovane che
lo scorso anno si era dato fuoco per protesta dopo che la sua merce, frutta e verdura, gli era stata sequestrata dalla polizia. Una delle città più povere, simbolo del malcontento e della pressione dei giovani sotto il peso della censura, dell’assenza dei diritti, ma anche della schiacciante povertà e disoccupazione, ha ripreso a gridare quando le liste del partito Petizione Popolare sono state cancellate a scrutinio concluso, perché al-
cuni candidati erano sospettati di avere legami con la vecchia formazione di regime. Che non sia filato proprio tutto liscio lo dice anche un rapporto della Lega Tunisina per i Diritti Umani, che ha rivelato l’esistenza di violazioni ed errori durante la campagna elettorale come nel corso dello spoglio. Si è parlato di membri di seggi che avrebbero fatto propaganda per candidati a loro vicini, di manca- » DICEMBRE 2011
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to rispetto del silenzio elettorale, di offerte distribuite, soprattutto nei luoghi di culto, da personaggi politici. «Il fatto è che la democrazia si impara con l’esercizio - dice Ismail, direttore d’albergo nella vita e scrutatore in un seggio della circoscrizione di Tunisi 1 (il centro cittadino) nella notte del 23 ottobre - kalilan kalilan. A poco a poco. Perché la Tunisia ha già dato una prova di grande maturità. Se non andrà bene questa volta, faremo meglio la prossima». «Perché l’unica cosa che davvero accomuna tutti, partiti, membri dell’assemblea, cittadini che hanno votato e astenuti - sostiene Faysal,
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IL WEB È STATO DETERMINANTE
candidato progressista sconfitto ma ottimista - è la paura di ritrovarsi con un altro Ben Alì, visto che ci sono voluti 23 anni per raccogliere le forze e cambiare il corso del Paese». Il segno che nulla è irreversibile.
LA SOCIETÀ CIVILE
PUÒ IMPEDIRE DERIVE RADICALI IL PARERE DI AUGUSTO VALERIANI (UNIVERSITÀ DI BOLOGNA)
È
passato poco più di un mese dal voto, e la fase più difficile per la Tunisia sarà quella dell’organizzazione dell’assemblea costituente che, nell’arco di un anno, dovrà portare il Paese a eleggere un presidente e a formare un governo. Ennahda, il partito islamico che oggi rappresenta la maggioranza, manterrà le promesse fatte in campagna elettorale e si rivelerà davvero moderato come è stato ripetuto più volte? E come si comporterà il sistema dei media, che solo oggi può concedersi libertà prima impensabili nel diffondere le notizie? Ne abbiamo parlato con Augusto Valeriani, massmediologo e ricercatore dell’Università di Bologna, esperto di informazione e comunicazione nei Paesi arabi. Come si può leggere la vittoria di un partito islamico alle prime elezioni democratiche della Tunisia? Quando regimi di questo tipo vengono a cadere è normale che si passi per una fase islamica, e la Tunisia non rappresenta un’eccezione. Siamo di fronte ad una sorta di test per i tunisini ma anche per gli europei che, spesso, guardano al futuro dell’altra sponda del Mediterraneo con preoccupazione per le possibili conseguenze sui loro territori. Di fatto, se il voto ha rappresentato la volon-
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L’uso dei blog e dei social network come Facebook e Twitter è stato importante nell’organizzazione delle mobilitazioni di piazza, e lo è ancora oggi in Tunisia. La diffusione delle informazioni e delle immagini in tempo reale ha permesso non solo di mettere in rete i tunisini, ma di fare arrivare il messaggio della rivoluzione oltre i confini nazionali. Non a caso il regime di Ben Alì aveva imposto una pesante censura su internet e, negli ultimi giorni prima della fuga in Arabia Saudita, aveva promesso di allentarla. Fra i blog tunisini che hanno fatto il giro del mondo ci sono il collettivo Nawaat.org, premiato dall’associazione internazionale “Reporter Sans Frontieres” con il “Netizen Prize”, in occasione della giornata contro la censura on line, e Tunisian Girl, il blog di Lina Ben Mehnni, giovane insegnante di linguistica all’Università di Tunisi, fra i candidati di quest’anno al Nobel per la Pace.
tà popolare, il risultato del partito islamico non è stato una sorpresa, perché ampiamente previsto. Per la capacità di aggregazione islamista che è molto forte, e perché il regime aveva trasformato il laicismo in una forma di repressione e, quindi, la reazione più spontanea e scontata, dopo il crollo di Ben Alì, non poteva essere che questa. Si può ipotizzare una deriva radicale in un immediato futuro? È vero che da parte di alcuni blogger e attivisti laici si percepisce una certa inquietudine, ma non dobbiamo dimenticare che c’è un altissimo livello di attenzione della società civile: nessuno vuole che qualcuno “sequestri” la rivoluzione, che è stata laica, e per questo si mantiene un costante monitoraggio sui diritti civili e le libertà della persona. Ennahda credo che manterrà la svolta moderata, proprio perché sotto stretta osservazione. Anche l’estrema frammentazione di forze politiche e non, che hanno preso parte alle elezioni è da considerarsi un elemento dovuto alla transizione? Sicuramente è un aspetto molto interessante e anche una reazione ad un lungo periodo di regime. La Tunisia è sicuramente il Paese che ha fatto più passi avanti fra quelli che, nel Nord Africa, hanno sovvertito governi
che andavano avanti da decenni. E un elemento chiave è stata proprio la voglia di chi ha animato la rivoluzione, anche attraverso la rete, di voler contare qualcosa nel futuro politico. Certo, ora il banco di prova sarà l’organizzazione dell’assemblea costituente e poi di un governo, sotto l’occhio vigile di Europa, Usa e Turchia. Come si è evoluto, nel corso di quest’anno, il sistema dei mezzi di informazione nel Paese? In questa fase in Tunisia è tutto in subbuglio, come è normale che sia dopo un evento che si può definire rivoluzionario. Questo dinamismo politico riguarda anche i media, nel bene e nel male. Pensiamo al caso di Nessma Tv, di cui si è parlato anche qui in Italia, quando alcuni estremisti hanno preso di mira la sede dell’emittente tentando di darle fuoco, perché aveva mandato in onda il film di animazione Persepolis dell’iraniana Marjane Satrapi, sulla rivoluzione in Iran del 1979. C’è molta voglia di cambiare: nel mondo dell’informazione, nel giornalismo professionale come nel “citizen journalism”, quello fatto dalla gente, e soprattutto c’è la volontà di capitalizzare l’entusiasmo del 14 gennaio 2011.
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Con l’ARTE gli over 50 in GARA
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un appuntamento atteso per i tanti creativi che hanno superato i 50 anni di età: è il Concorso di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, ideato e organizzato da 50&Più. Con la prossima edizione compie 30 anni e per questa sua XXX “volta” si terrà di nuovo ad Assisi. Trent’anni di estro, fantasia, passione con oltre 20mila concorrenti approdati alla finale nel corso delle edizioni precedenti, artisti non professionisti e over 50 che hanno ripreso una passione sopita. La loro partecipazione dimostra che la creatività non ha età e che con gli anni può manifestarsi liberamente. E allora, coraggio! È l’occasione giusta per esprimere il proprio senso artistico senza paura. Per partecipare, come specificato nel bando delle pagine a seguire, occorre aver compiuto 50 anni di età, essere artisti non professionisti ed inviare la propria opera e adesione entro il 29 febbraio 2012 presso la sede di 50&Più. Nella settimana della finale del Concorso, a luglio, ci saranno laboratori condotti da personaggi del mondo artistico e culturale, per arricchire le proprie conoscenze e capacità espressive. In questa e nelle pagine che seguono, le opere dei vincitori, dell’edizione 2011, delle Libellule d’oro, il premio riservato a coloro che nelle precedenti edizioni si sono aggiudicati la Farfalla d’oro. Per le prossime Farfalle e Libellule d’oro l’appuntamento è ad Assisi con la XXX edizione del Concorso artistico targato 50&Più.
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XXIX CONCORSO 50&PIÙ PROSA - LIBELLULA D’ORO
Ritorno al passato
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uando Margherita quel giorno si svegliò il posto accanto al suo era vuoto: suo marito si era già alzato. Dalla cucina non proveniva, però, nessun rumore; evidentemente Pietro era uscito. Accadeva spesso che, destatosi prima della moglie, l’uomo uscisse per comprare il giornale e approfittasse, poi, dell’aria fresca della mattina per fare una passeggiata... Di solito, quando rientrava, insieme al giornale, portava anche i cornetti caldi appena sfornati. Si trovavano in quella cittadina di mare ormai da una settimana. Era maggio, la temperatura mite, il cielo sereno. I due coniugi frequentavano quel lembo della costa tirrenica da sempre, anzi, si erano conosciuti lì tantissimo tempo prima e da qualche anno possedevano quel piccolo appartamento vicino al mare che, in genere, era molto frequentato da figli e nipoti. Loro due preferivano recarvisi nei mesi meno caldi, come, appunto, maggio oppure settembre. Margherita si alzò, si infilò la vestaglia e, poi, in cucina si preparò il caffé. Mentre se lo gustava sul balcone, dette un’occhiata distratta alla strada sottostante ancora quasi deserta; solo qualche volenteroso che faceva il footing e qualcun altro che passeggiava leggendo il giornale. Con calma si recò in bagno, fece una rapida doccia, si vestì, dette, poi, una rassettata alla casa. Quando, infine, tornò a guardare l’orologio, era già passata un’ora. Pietro sarebbe dovuto rientrare da un momento all’altro. Si affacciò di nuovo al balcone e scrutò la strada: il marito non si vedeva ancora, ma la città cominciava ad animarsi. Si sedette sul terrazzino in attesa. Passò un’altra mezzora: Pietro non era ancora rientrato. Margherita era un po’ impensierita; perché tardava tanto? Aveva forse incontrato qualche conoscente? Si sorprese a scrutare in fondo alla strada con una certa ansia, aspettandosi di vedere spuntare da un momento all’altro la figura alta e un po’ curva del marito. Adesso le sembrava che il tempo non passasse mai; nel mettere in ordine la camera aveva notato che il cellulare di Pietro era rimasto sul comodino, quindi non poteva contattarlo in nessun modo. Incapace di controllare il nervosismo che sentiva montare dentro di sé, prese la borsa e uscì di casa. All’angolo si fermò presso l’edicola dove il giornalaio, un vecchio con una folta chioma bianca, stava mettendo in ordine le riviste. «Ha per caso visto mio marito?», gli chiese con aria indifferente. «Sì», rispose l’uomo, «è passato di qui un paio
d’ore fa, ma non ha comprato il giornale». «Ha notato in quale direzione è andato?», chiese ancora lei. L’uomo fece un vago cenno con la mano: «Mah... È passato... è andato verso il paese, mi sembra...». Margherita ringraziò e si avviò anche lei in quella direzione: adesso cominciava ad essere veramente preoccupata e qualche motivo per esserlo ce l’aveva, eccome! Da qualche tempo Pietro, un uomo intelligente, vivace, brillante, non era più lo stesso. Non che ci fosse stato un cambiamento eclatante, si trattava solo di piccoli particolari, ma a lei non erano sfuggiti. Del resto erano sposati da più di cinquant’anni e nessuno, meglio di lei, poteva cogliere questi segnali che ad altri sarebbe stato difficile notare. Era accaduto più di una volta che Pietro, improvvisamente, diventasse taciturno, quasi assente. In quei momenti, se lei lo chiamava, la fissava con uno sguardo vacuo, quasi facesse fatica a riconoscerla. Altre volte, mentre si trovavano fuori per la consueta passeggiata, improvvisamente lui si fermava, come se non riconoscesse la strada. Oppure, talvolta, senza alcun motivo apparente, magari nel bel mezzo di una conversazione, lui cambiava argomento tirando in ballo fatti e persone relative ad un passato remoto. La prima volta che era successo lei ci aveva scherzato su. Ma, poi, la cosa si era ripetuta, ultimamente con una certa frequenza. In genere erano episodi di pochi minuti, ma sufficienti per metterla in allarme. E non ci aveva più scherzato, anche perché si era accorta che, pure Pietro, si rendeva conto che qualcosa non andava e, ogni volta, quando tutto tornava normale lui rimaneva confuso, come mortificato. Lei, un po’ titubante, aveva accennato della cosa col loro medico, cercando, però, di parlarne con leggerezza, perché, lei per prima, faceva fatica ad accettare l’idea che qualcosa, veramente, stesse accadendo a suo marito. E il medico, infatti, l’aveva abbastanza tranquillizzata: «Signora», le aveva detto, «ma quanti anni ha suo marito? Non può pretendere che abbia la lucidità di un ragazzo! Comunque me lo mandi, faremo qualche accertamento». E la cosa era finita lì. Ma ora lei si rimproverava di non essere stata più chiara col medico, di non aver raccontato, per una specie di pudore, con precisione, i singoli fatti. Mentre rimuginava così i propri pensieri era giunta nel cuore del paese: percorse tutte le viuzze che di solito percorreva insieme al marito, tralasciando
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passate molte ore e di strada suo marito poteva averne fatta molta e lei non sapeva più dove sbattere la testa. Teneva il telefono in mano, timorosa di non sentirlo squillare, tutta tesa nello sforzo di indovinare quali potessero essere stati i pensieri del marito, di immedesimarsi quasi nella sua testa. A un tratto si arrestò, colpita da un idea improvvisa. Rifletté un attimo: sì, poteva essere! Fece un rapido dietro front e tornò verso il paese. Giuntavi imboccò decisa la salita che portava alla parte alta della città quella che aveva scartato a priori giudicandola del tutto improbabile. Adesso non sentiva neppure più la stanchezza; spinta da una nuova speranza camminava in fretta su per la salita ripida che si arrampicava fino al castello. Vi giunse senza fiato, aggirò l’antico maniero e, sul retro, cercò una panchina che stava lì da sempre, la panchina dei suoi anni verdi, là dove, tanti anni prima lei e Pietro si incontravano furtivamente per i loro primi appuntamenti. Ma c’era ancora quella panchina? Era tanto tempo che lei non saliva lassù! Ma la panchina c’era, traballante, un po’ scrostata, invecchiata anche lei, ma era ancora là e lì seduto, c’era Pietro, le gambe accavallate, le mani in grembo, in paziente attesa come tanti anni prima. Margherita non si accorse neppure delle lacrime che le solcavano il viso. In punta di piedi si accostò, da dietro, al marito, poi le si parò davanti con cautela: «Ciao!», disse piano cercando di dominare il tremito della voce. «Oh, finalmente!», disse subito lui, come sollevato, «è tanto che ti aspetto! Che ti è successo? Ti hanno impedito di uscire?». Lei si sedette accanto a lui e l’abbracciò: «Ora sono qui!», disse a bassa voce e poi tacque, stremata, stordita, mentre tutta la stanchezza accumulata durante quelle ore di colpo le piombava addosso. Rimasero in silenzio, vicino mano nella mano, come allora, quando erano due ragazzi innamorati. Poi Margherita fece il numero della caserma per avvertire che tutto era risolto. Dopo qualche tempo, quasi timidamente, si rivolse a Pietro: «Vogliamo tornare a casa?». Lui, docile, si alzò e la seguì. Ripercorsero a ritroso la strada che, poco prima la donna aveva percorso con l’ansia nel cuore. Giunti di nuovo nelle vie animate del paese entrarono in un piccolo ristorante e Margherita ordinò due piatti caldi: era ormai pomeriggio inoltrato e né lei, né Pietro avevano messo niente nello stomaco. A poco a poco l’uomo sembrò recuperare il tempo presente e, questa volta, non mostrò di essersi reso conto dell’accaduto. Margherita ora sapeva, con certezza, che la strada che l’aspettava sarebbe stata tutta in salita; avrebbe dovuto parlare di nuovo, col medico e, stavolta, senza reticenze o pudori. Avrebbe anche dovuto coinvolgere i figli. Pure, quel pomeriggio, mentre guardava il volto disteso di suo marito, provò quasi una punta di invidia: per un giorno lui era riuscito a tornare al tempo della loro giovinezza e, in quella panchina traballante, aveva forse provato, ancora una volta, il sapore irripetibile e inconfondibile dell’innamoramento.
EVENTI
solo la parte alta della città per raggiungere la quale era necessario affrontare una salita molto ripida e Pietro, da anni, durante le loro passeggiate quotidiane, aveva rinunciato a quella maratona. Si affacciò ai negozi, ai bar che erano soliti frequentare: del marito nessuna traccia. Si era fatto mezzogiorno; che fare? Telefonare al figlio rimasto in città? E che cosa avrebbe potuto fare lui se non allarmarsi? Anche se fosse partito subito per raggiungerla avrebbe comunque impiegato almeno due ore. No, doveva risolvere il problema in altro modo e da sola! E se Pietro si fosse sentito male? Se avesse avuto qualche incidente? Ormai la preoccupazione era al culmine, l’ansia le faceva accelerare i battiti del cuore. Entrò in un bar, chiese un elenco telefonico e cercò il numero dell’ospedale che, poi, digitò, con mano tremante, sul suo cellulare. Alla voce che rispose chiese se avessero ricoverato nella mattinata un uomo che corrispondeva alle caratteristiche del marito. Dall’altra parte qualcuno la pregò di attendere ché si sarebbe informato. Passò solo qualche istante, poi, la solita voce rispose che no, non c’erano stati ricoverati rispondenti a quelle caratteristiche e che, anzi, sembrava una giornata piuttosto tranquilla. Margherita si sentì un po’ sollevata; ma, allora, Pietro dove era finito? Continuando a camminare si trovò a passare davanti alla caserma dei carabinieri; si fermò incerta: entrare? Dare una certa ufficialità alla cosa le procurava sgomento, ma, d’altra parte, che cos’altro poteva fare? Se Pietro si fosse avviato lungomare e avesse perduto l’orientamento si sarebbe allontanato sempre di più nel tentativo di tornare a casa. E le strade del paese lei le aveva fatte tutte! Si fece coraggio ed entrò nella caserma. Dentro c’era un graduato abbastanza giovane che la ricevette e l’ascoltò con attenzione. Lei cominciò a parlare un po’ impacciata, faticava a trovare le parole, a esporre i suoi dubbi senza insistere troppo sugli episodi che tanto l’avevano allarmata. Le sembrava quasi di tradire suo marito. L’uomo l’ascoltava attento e, con sollievo, Margherita si rese conto che si trattava di una persona intelligente e sensibile che aveva capito molto di più di quanto lei fosse riuscita a dire. Lui fece poche e precise domande: da quante ore mancava Pietro, che aspetto aveva, come era vestito. Poi cercò di rincuorare la donna che aveva davanti: «Vada a casa signora!», la esortò, «Magari suo marito è già tornato. Mi lasci il suo numero di cellulare, se ci saranno novità l’avvertiremo. Naturalmente, se fosse tornato, anche lei ci dia subito uno squillo!». Margherita ringraziò e uscì di lì: era avvilita, sudata, stanca. Però seguì il consiglio del carabiniere e tornò a casa nella speranza di trovare Pietro; ma, naturalmente, a casa lui non c’era. Del resto, se fosse tornato, non trovandola, sarebbe stato lui a cercarla per telefono. Che fare dunque? La donna era stremata: bevve un bicchiere d’acqua, si sedette per riprendere fiato, ma appena dopo dieci minuti, non riuscendo a soffocare l’ansia, uscì di nuovo e ancora riprese la sua ricerca, questa volta percorrendo il lungomare. «Ma da che parte si sarà diretto?», si chiese disperata. Erano
Caleri » Laura Falcone È nata a Montepulciano (Si) e vive ad Arezzo. Insegnante alle scuole superiori ora è in pensione. Ha scritto tre romanzi ed è anche autrice di alcune poesie. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta, nel 2007 ha vinto la Menzione speciale della Giuria per la poesia e nel 2010 la Farfalla d’oro per la prosa.
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XXIX CONCORSO 50&PIÙ POESIA
Quale sarà il mio futuro?
Santo Stefano Magra
EVENTI
XXIX CONCORSO 50&PIÙ FOTOGRAFIA
Emanuella Ridolfi Pierazzo »Veneziana doc, impiegata presso la Ulss 12 di Venezia. Attrice amatoriale presso la compagnia Altobello di Mestre, ama viaggiare. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta e nel 2010 ha vinto la Farfalla d’oro per la fotografia.
XXIX CONCORSO 50&PIÙ PITTURA
E poi tornerà il sole
Quando le lunigiane montagne aprono il balcone sulla valle e la Magra distende le sue rive Santo Stefano è sulla collina a indicare la prossimità del mare. Nato fra castagni cerri e pini come un cardo selvaggio fiorì paese con le sue case recinte di fossi e di mura. Cresciuto guardiano di fiumane eresse argini ai pantani gorghi rendendo fertili ghiarroni, paludi, folte macchie di giunghi ed ontani. Sotto i tetti bruni sbocciarono gli amori le culle ricamate. Orti, vigneti, ulivi alle colline. Furono callose mani a rendere vivi i sassi levigati della Magra innalzando sulla primitiva pieve l’eccelsa barocca chiesa ora prestigio nostro e gloria. Sono ancora queste le tue rive, che già in epoche lontane, divennero crocevia di torme saracene, longobarde, spagnole, francesi e teutoniche hitleriane. Ma Santo Stefano fibra resistente dall’orride invasioni e pestilenze con leggiadre fronde rinasceva vicino a Serazana. Così veloci sono corsi i tempi come le fiumane sotto gli archi dei ponti Santo Stefano ancora si distende tra il fiume e le colline sferzato dai suoi venti.
Carlo Ferrarini »Pensionato del commercio, scrive poesie, favole e raccon-
Antonietta Pilla »È amante dell’arte in tutte le sue forme: la pittura, la fotografia, la grafica, il ricamo e l’arte culinaria. Al Concorso 50&Più nel 2003 e nel 2005 ha vinto la Menzione speciale della Giuria per la pittura, nel 2007 la Farfalla d’oro e nel 2008 la Segnalazione della giuria sempre per la pittura. È nata a Spresiano (Tv) e vive a Villorba (Tv).
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ti per l’infanzia. Ha partecipato a numerosi concorsi ed ha pubblicato libri di favole e poesie. È nato e vive a Santo Stefano Magra, in provincia di La Spezia. Al Concorso 50&Più del 1992 ha vinto la Farfalla d’oro per la poesia.
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promuovere la creatività, indìce il XXX Concorso «50&Più: Prosa e Poesia», riservato a coloro che abbiano compiuto 50 anni di età, a qualunque nazionalità appartengano, e non abbiano mai tratto profitto dalle attività letterarie. Articolo 2. Per partecipare al Concorso, è richiesto l’invio a 50&Più, Via del Melangolo 26, (00186) Roma, di n. 3 copie dattiloscritte di una piccola opera inedita di prosa della lunghezza massima di tre pagine dattiloscritte (80 battute per 40 righe), o di poesia della lunghezza non superiore a 35 versi. Il superamento dei limiti di spazio sopra descritti o l’invio di più di un’opera nella stessa disciplina comportano l’esclusione dal concorso. Lo stesso concorrente può inviare sia un’opera di prosa che una di poesia. Articolo 3. Il tema delle opere è libero. Queste debbono essere inviate entro il 29 febbraio 2012, possibilmente su supporto magnetico, unitamente ad una scheda dattiloscritta con nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, un breve cenno biografico contenuto massimo in 5 righe e la dichiarazione di essere l’autore dell’opera presentata. Articolo 4. Insieme all’opera, mediante assegno non trasferibile o conto corrente postale n. 19898006 intestati a 50&Più dovrà essere inviato un contributo di euro 30,00 a opera. I concorrenti ammessi alla finale avranno diritto: a. al diploma di partecipazione e alla farfalla d’argento; b. all’inserimento dell’opera nelle copie personalizzate della raccolta antologica del concorso La parola e l’immagine. La somma versata sarà restituita a coloro che la Segreteria avrà ritenuto opportuno non ammettere. Articolo 5. Un apposito gruppo di lavoro esaminerà tutte le opere pervenute e sceglierà, a suo insindacabile giudizio, quelle meritevoli di
partecipare alla selezione finale. Una commissione giudicatrice composta da poeti, scrittori, personalità della cultura, giornalisti, sceglierà 10 opere: 5 per la prosa e 5 per la poesia, che risulteranno vincitrici e segnalerà le opere meritorie di menzione. Ai vincitori sarà consegnato il diploma e la Farfalla d’oro. Articolo 6. La premiazione avverrà nel corso di una manifestazione che si svolgerà nel mese di luglio 2012, durante la quale ai partecipanti al concorso, ai loro amici e a tutti coloro che vorranno essere presenti, si offriranno occasioni d’impegno culturale, attività turistica e spettacolo. Il programma della manifestazione sarà pubblicato sulla rivista 50&Più. Articolo 7. Le dieci opere vincitrici verranno pubblicate su 50&Più. Tutti i lettori della rivista potranno votarle per scegliere i due super-vincitori: uno per la prosa e uno per la poesia, ai quali verrà offerto il soggiorno di una settimana per due persone nella località in cui avverrà la premiazione oltre che un artistico trofeo realizzato dall’orafo trentino Mastrosette.
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EVENTI
REGOLAMENTO »Articolo 1. L’Associazione 50&Più, al fine di
BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PROSA E POESIA 2012
BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PROSA E POESIA 2012
PREMIO LIBELLULA »Articolo 1. Ai concorrenti vincitori delle Farfalle d’oro di tutte le precedenti edizioni del concorso - limitatamente alla sezione in cui si sono aggiudicati la Farfalla d’oro - è riservato il premio “Libellula”. Articolo 2. La Giuria sceglierà, per ciascuna sezione e a suo insindacabile giudizio, le opere meritevoli di essere ammesse alla selezione finale a cui verrà conferito diploma di partecipazione e la Libellula d’argento; alle opere vincitrici andrà invece la Libellula d’oro. Articolo 3. I partecipanti al Premio Libellula potranno comunque concorrere anche all’assegnazione delle Farfalle d’oro limitatamente alle sezioni in cui, nelle passate edizioni, non sono risultati vincitori. Articolo 4. Le opere premiate con la Libellula d’oro verranno pubblicate dalla rivista 50&Più. DICEMBRE 2011
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BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PITTURA E FOTOGRAFIA 2012
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AIFARGOTOF E ARUTTIP ÙIP&05 OSROCNOC ID ODNAB
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REGOLAMENTO »Articolo 1. L’Associazione 50&Più al fine di promuovere la creatività, indìce la XXX edizione del Concorso «50&Più Pittura e Fotografia». Articolo 2. Possono partecipare al concorso con una opera di pittura (olio, acrilico, gouache, acquerello, grafica, collage), oppure con una fotografia (a colori o in bianco e nero) - tutti coloro che abbiano compiuto i 50 anni di età, a qualunque nazionalità appartengano, purché non siano pittori o fotografi professionisti e non abbiano mai tratto profitto dall’attività pittorica o fotografica. Articolo 3. Tutti coloro che intendono partecipare al concorso dovranno inviare, entro il 29 febbraio 2012, a 50&Più, Via del Melangolo, 26 (00186) Roma: 1) la richiesta scritta indicando nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, una dichiarazione obbligatoria di non esercitare professionalmente l’attività pittorica o fotografica e di essere l’autore dell’opera presentata in concorso; 2) una scheda con cenni biografici contenuti in massimo 5 righe dattiloscritte; 3) due fotografie stampate a colori dell’opera pittorica che intendono presentare, con la indicazione del titolo del quadro, delle dimensioni e della tecnica con cui è stato eseguito; 4) per il concorso di fotografia sarà necessario inviare due copie della fotografia presentata in concorso, stampata nel formato 18x24, 20x25 o 20x30 cm corredata del relativo negativo (dischetto o cd-rom in caso di foto digitale), dell’indicazione del titolo, dell’apparecchio usato, di eventuali tecniche adottate, nonché di una dichiarazione liberatoria che ne autorizzi la pubblicazione senza richiesta di diritti d’autore; 5) il contributo di euro 30,00 a opera (mediante assegno non trasferibile o versamento sul conto corrente postale n. 19898006 intestati a 50&Più). I concorrenti ammessi alla finale avranno diritto: a. al diploma di partecipazione e alla Farfalla d’argento; b. all’inserimento dell’opera a colori nelle copie personalizzate della raccolta antologica del concorso La parola e l’immagine. La somma versata sarà restituita a coloro che la Segreteria avrà ritenuto opportuno escludere. Articolo 4. Le opere pittoriche non dovranno superare la dimensione di cm 60x80 compre-
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sa la cornice, dovranno essere consegnate o fatte pervenire alla Segreteria della mostra, prive di vetro, nei termini e nel luogo che saranno comunicati ai concorrenti. I quadri verranno esposti nel corso della manifestazione appositamente organizzata nel mese di luglio 2012. Il mancato rispetto delle dimensioni indicate comporta l’esclusione dal concorso. Articolo 5. A tutti i concorrenti ammessi alla selezione finale sarà assegnato un diploma quale attestato di merito per la partecipazione e la Farfalla d’argento. Fra tutte le opere selezionate la Commissione giudicatrice segnalerà le opere meritevoli di menzione e sceglierà le opere 5 per la pittura e 5 per la fotografia - vincitrici. Agli autori di tali opere sarà assegnato il diploma di vincitori con farfalla d’oro. Articolo 6. Le 10 opere vincitrici saranno pubblicate su 50&Più e fra esse saranno scelte le opere super-vincitrici mediante referendum fra i lettori della rivista 50&Più. Ai super-vincitori sarà offerto il soggiorno di una settimana per due persone nella località in cui avverrà la premiazione oltre che un artistico trofeo realizzato dall’orafo trentino Mastrosette. Articolo 7. Le opere pittoriche potranno essere ritirate dai partecipanti al termine della mostra. Le opere non ritirate saranno restituite per posta. 50&Più, organizzatrice della mostra, non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni o smarrimenti dell’opera presentata.
PREMIO LIBELLULA »Articolo 1. Ai concorrenti vincitori delle Farfalle d’oro di tutte le precedenti edizioni del concorso - limitatamente alla sezione in cui si sono aggiudicati la Farfalla d’oro - è riservato il premio “Libellula”. Articolo 2. La Giuria sceglierà, per ciascuna sezione e a suo insindacabile giudizio, le opere meritevoli di essere ammesse alla selezione finale a cui verrà conferito il diploma di partecipazione e la Libellula d’argento; alle opere vincitrici andrà invece la Libellula d’oro. Articolo 3. I partecipanti al Premio Libellula potranno comunque concorrere anche all’assegnazione delle Farfalle d’oro limitatamente alle sezioni in cui, nelle passate edizioni, non sono risultati vincitori. Articolo 4. Le opere premiate con la Libellula d’oro veranno pubblicate dalla rivista 50&Più.
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XXX CONCORSO 50&PIÙ
PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA
Il sottoscritto: Cognome
Nome
Nato/a Via/P.zza
il N.
CAP
Residente a Prov.
Tel.
PER I PARTECIPANTI AL PREMIO LIBELLULA Via/P.zza n. Cap Prov. Vincitore della «Farfalla d’oro» nell’anno
Tel. nella Sezione
chiede di partecipare alla XXX edizione del Concorso Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia con:
☐ un’opera di Prosa dal titolo (non più di 3 cartelle)
☐ un’opera di Poesia dal titolo (non più di 35 versi)
☐ un’opera di Pittura dal titolo (quadro non eccedente cm 60x80)
☐ un’opera di Fotografia dal titolo (cm 18x24-20x25-20x30)
A tal fine provvede al versamento di 30,00 euro per ognuno dei lavori presentati in Concorso, mediante:
☐ assegno bancario/circolare N.T. Banca n. ☐ versamento c/c postale n. 19898006 intestato 50&Più (allegare ricevuta) ☐ contanti euro / ; altro Curriculum
Come previsto dal regolamento del Concorso il sottoscritto dichiara di non aver mai tratto profitto dall’attività letteraria, pittorica o fotografica e di essere l’autore delle opere presentate. Firma Consento il trattamento dei dati personali contenuti nella presente scheda ai soli fini del Concorso e delle relative comunicazioni. Tali dati potranno, su mia richiesta, essere aggiornati o eliminati in qualsiasi momento, come previsto dall’art. 7 del Decreto Legislativo 30.06.2003, n. 196. Firma DICEMBRE 2011
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STORIA
[ ANNIVERSARI DI PAOLO
*
ERA IL 14 DICEMBRE 1911
GIORGI ]
TRA GHIACCIO E ARDORE, LA CONQUISTA DEL POLO SUD «Il comandante James Cook tentò nel 1772 l’esplorazione, ma i ghiacci lo arrestarono. Poi Roald Amundsen, alla fine del 1911, espugnò quelle lande desolate, lasciando dietro di sé la tragica spedizione di Robert Falcon Scott»
L
e gelide e desolate regioni che circondano il Polo Sud erano ancora nel XVIII secolo completamente sconosciute agli uomini. E dire che dai greci in poi circolava il mito positivo di un Antartide lussureggiante di bellezza e ricchezze. Il tutto necessario, secondo i geografi più antichi, a riequilibrare le masse continentali dell’emisfero opposto, quell’Artico, che tuttavia suscitava un fascino di gran lunga superiore. L’Ammiragliato inglese fu il primo e il più interessato a scoprire la verità su quei luoghi all’estremo Sud, incaricando il poi leggendario comandante James Cook di partire da Plimouth nel 1772. Questi supererà, primo in assoluto, il Circolo Polare Antartico per essere poi ostacolato da un fitto dedalo di possenti ghiac-
ci di fronte ai quali scrisse: “Oso affermare che nessun uomo al mondo si avventurerà mai più in là di dove io mi sono spinto”. Il sipario si sarebbe riaperto su quel mondo gelido e inospitale nel XIX secolo e per l’esattezza nel 1897, quando
su una nave a vapore che per prima avrebbe svernato oltre il Circolo Polare Antartico, sulla “Belgica”, è imbarcato come ufficiale, e in seguito comandante, il giovane norvegese Roald Amundsen. Di questa sua esperienza porterà con sé il vanto di aver li-
berata la nave dalla morsa dei ghiacci con gli esplosivi, ma sopratutto con enormi seghe da ghiaccio che con mirabile preveggenza aveva suggerito di imbarcare ad Anversa al momento di salpare. Il volitivo esploratore, classe 1872, deciderà poi di compie-
1903
17 Km la distanza che divideva Falcon Scott e la sua squadra dal campo base, ma che non riusciranno mai a coprire.
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99 giorni
Amundsen compie per primo la traversata del passaggio di Nord-Ovest, dal Mare di Baffin allo stretto di Bering.
i cani groenlandesi che trainavano le slitte di Amundsen. Ben 36 furono uccisi come riserva di carne.
la durata della spedizione per Roald Amundsen e la sua squadra alla scoperta del Polo Sud.
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FINO AL 18 MARZO 2012, AL PALAZZO DUCALE DI GENOVA, È ALLESTITA LA MOSTRA RACE. ALLA CONQUISTA DEL POLO SUD, IN RICORDO DELLA SPEDIZIONE
siberiani di cui sciaguratamente ben 9 morirono prima della partenza. Poi sul Ghiacciaio Beardmore, i ponies superstiti caddero sfiniti uno ad uno e dover trainare le slitte sarà per Scott e i suoi uomini, una fatica indicibile. A soli 17 Km dal Polo Sud nel bianco abbacinante delle gelide spianate dell’Altipiano Re Edoardo VII - i solchi netti di sci, di slitte, le orme di cani annunciavano a Scott la cocente delusione tanto temuta e quanto vano fosse il suo arrivo l’indomani, 17 gennaio 1912, alla meta sognata. Su quel nulla desolato, eppure tanto importante da muovere interessi e passioni inaudite, trovò sventolante la bandiera norvegese, una slitta,
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una tenda con dentro molto materiale lasciato perché ormai inutile, compresi tre sacchi-letto di pelle di renna, guanti e calze per la notte. Roald Amundsen era stato lì più di un mese prima, alle 15 del 14 dicembre del 1911, in quel preciso momento, il braccio alzato, aveva ordinato ai suoi di fermarsi, il Polo Sud era conquistato: qualche fotografia, qualche biscotto in più (tanti ne avevano che avrebbero potuto buttarli a manciate), un biglietto per Scott in cui lo pregava di far pervenire “eventualmente” una lettera al Re di Norvegia Haakon. Amundsen aveva marciato a medie eccezionali, sforzando i cani oltre ogni limite. Partita prima, la squadra norvege-
se si era imbattuta in temperature meno proibitive e così dopo 99 giorni tornava vittoriosa al campo base. Scott non rivide mai il suo: il viaggio di ritorno insieme ai compagni fu un susseguirsi di indicibili tormenti. Al confronto, quello di Amundsen parrebbe un’escursione se scrisse: “Non dirò di aver realizzato il sogno della mia vita, sebbene sappia che una tale affermazione sarebbe più ricca d’effetto”. Scott comincerà con un micidiale strappo alla schiena, Titus Oates avrà i piedi congelati, trainare le slitte diverrà un tormento sfiancante come montare la povera tenda per la notte. Fatica, gelo, temperature fino a -40°, il vento contrario, da nord, carico di aguzze particelle gelate che come spilli traversano gli indumenti, nulla che si asciughi, combustibile al lumicino. Oates siede ormai sulla slitta infermo e il mattino del 17 marzo trascinandosi fuori dalla tenda preferirà perdersi nel nulla dell’orrore dei ghiacci che essere ancora di peso ai 4 compagni sfiniti. Il campo base era “solo” a 17 Km ma tutto fu inutile, sotto la tormenta, le ultime parole del diario di Scott, ritrovato mesi dopo, ci dicono: “Per amore di Dio, abbiate cura delle nostre famiglie”. In Norvegia invece, nella capitale Cristiania, si giubila: migliaia di imbarcazioni festanti incrociano per accoglienze entusiastiche, un lungo corteo attraverso le strade, il ricevimento a Palazzo Reale, il tributo solenne a Roald Amundsen, uomo di rara generosità se, nel 1928, alla notizia che il dirigibile “Italia” di Umberto Nobile di ritorno dal Polo Nord vi è precipitato, si alzerà su un idrovolante da Bergen per andare alla sua ricerca. Da quelle desolate solitudini, non se ne seppe più nulla.
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STORIA
re nel 1903, primo al mondo, la vittoriosa traversata del passaggio di Nord-Ovest (dal Mare di Baffin allo stretto di Bering) sulla piccola nave baleniera “Gjoa”, attrezzata - sempre dal suo scrupolo - con un motore a petrolio, e con sette compagni ma viveri per cinque anni. La sua impresa dimostrò tuttavia l’impraticità di quel “passaggio” e mentre il mondo e i colleghi s’interrogano sulla nuova meta dell’irrequieto Amundsen, ecco che nel 1910 un suo telegramma giace in sosta a Melbourne, indirizzato a Robert Falcon Scott che stava dirigendosi verso la conquista del Polo Sud: “Mi permetto informarvi che procedo verso l’Antartide Amundsen”. Un’autentica mazzata quella cavalleresca comunicazione per il giovane capitano inglese che ben conosceva la preparazione e il coraggio di Roald Amundsen. E quest’ultimo era già sul mare di Ross, pronto a raggiungere e fissare il campo base nella Baia delle Balene, e da qui il 19 ottobre del 1911 con 5 uomini, 4 slitte e 52 cani groenlandesi da trasporto, procedere verso l’ignoto regno dell’impossibile. La fatica immane era salire il dislivello verso l’altipiano polare, dopo aver ucciso 36 cani ormai di troppo: questi divennero cibo sostanzioso e fresco, antidoto sicuro allo scorbuto e preziosa provvista, sepolta in tumuli ben riconoscibili per le emergenze del ritorno. Nella parte est dello stesso mare di Ross, ma con base nello stretto di McMurdo, Falcon Scott invece era ancora in preparativi verso il medesimo scopo. Non potendo accettare l’idea di uccidere e cibarsi dei cani da traino ma non fidandosi anche dell’indole di quelle mute semi selvagge, la sua spedizione contava sulla forza e l’adattamento al gelo di 17 ponies
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[ INTERNET & DINTORNI DI PAOLO
NEGRINI ]
«Vengono anche detti “reti” sociali, gruppi di persone connesse tra loro da diversi legami (lavoro, conoscenza, rapporti familiari). Tra questi il più famoso è Facebook, fondato nel 2004 da Mark Zuckerberg, è oggi il social network più “cliccato” con oltre 750 milioni di utenti. Non a caso il suo motto è: “Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. In questo terzo appuntamento scopriamo come aprire e gestire un account “FB”: dal primo approccio alla ricerca di amici e parenti, dall’inserimento dei tag alla privacy»
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»UnoFacebook dei fenomeni più travolgenti della rete è senza dubbio Facebook, un social network che in pochissimo tempo è riuscito ad aggregare milioni di utenti, di cui oltre 11 milioni sono italiani. Il successo è senza dubbio dovuto al fatto che a differenza di altri social network, che di norma focalizzano l’attenzione su di un tema, in Facebook l’attenzione si focalizza sulla
persona, sui suoi interessi e su ciò che dice. Si può entrare in contatto con vecchi compagni di scuola che non vediamo più da decenni o con chi ha fatto il militare con noi, ma anche con chi semplicemente ci vuole contattare perché in quella determinata occasione ha espresso un pensiero condiviso. In questa guida vedremo quali sono le caratteristiche di Facebook e cercheremo di capirne il funzionamento. » DICEMBRE 2011
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ISTRUZIONI PER L’USO - 3
I SOCIAL NETWORK
ISTRUZIONI PER L’USO - 3
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Le funzioni principali »La struttura portante di Facebook è la “bacheca personale”. Questo è uno spazio dove poter scrivere, inserire immagini, video e collegamenti. Gli interventi che possiamo pubblicare in questo spazio sono: Aggiornamento di stato: questo non è altro che la risposta alla domanda A cosa stai pensando?, che compare in maniera predefinita nel riquadro.
Questo strumento, di solito viene usato per far sapere ai propri contatti che cosa stiamo facendo. Ovviamente, la sua utilità dipende dalle informazioni che trasmettiamo. Dopo aver scritto il messaggio e scelto chi potrà vederlo, mediante il controllo per la privacy, premere il pulsante Condividi.
Il messaggio, può essere rimosso in qualsiasi momento da chi lo ha scritto. Portando il puntatore del mouse nell’angolo superiore destro del messaggio, comparirà una piccola “X” che permetterà di rimuoverlo.
Link: permette di proporre ai nostri amici o contatti di Facebook, delle pagine web che troviamo interessanti. Un link condiviso con questo strumento ha un titolo, una descrizione, e possiamo inserire subito un nostro commento (che viene riportato tra virgolette); inserire il link nella casella e premere il pulsante Allega.
Il passo successivo richiede di scrivere qualcosa sul collegamento inserito. Il messaggio non può essere più lungo di 420 caratteri. Completato l’inserimento, premere il pulsante Condividi.
Il messaggio comparirà in tempo reale sia nella vostra pagina principale sia in quella delle persone con la quale è stato condiviso. Sotto il messaggio inviato sono presenti due link: Mi piace, permette di comunicare il proprio gradimento da parte di chi legge il messaggio; Commenta, offre la possibilità al lettore di commentare il messaggio.
Un link ad un indirizzo, oltre a poter essere valutato con Mi piace, commentato con Commenta, può essere condiviso con altri amici, mediante Condividi.
Foto e video: permette di importare le foto o i video già memorizzati nel nostro computer o realizzarli direttamente con la webcam. Facebook consente agli utenti di caricare foto e creare un album fotografico personale con le proprie foto digitali.
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Le foto sono organizzate in uno o più album personali, da condividere con i propri amici. Ogni foto può essere corredata da una breve didascalia descrittiva dell’autore e dai commenti lasciati dagli utenti. In altri termini, ogni singola foto si trasforma in una sorta di forum tematico di un evento o di un ricordo fotografico con i propri amici. Per quanto riguarda i video, non si può eccedere la dimensione di 100 megabyte e la durata di due minuti. Note: adatte per testi lunghi (con tanto di titolo, descrizione e foto). La struttura e la funzionalità le rende simili agli articoli di un blog. Domande: offre la possibilità di rivolgere domande ed eseguire sondaggi tra i vostri amici. Ogni intervento, disponibile in tempo reale (disposto in ordine cronologico decrescente, dal più recente al più vecchio), potrà essere letto e commentato da tutti i nostri amici. A nostra volta, potremo accedere alla bacheca personale dei nostri amici e commentare i loro interventi. La creazione della comunità di amici con i quali condividere questo spazio avviene mediante due modalità: invitare qualcuno o essere invitati.
Per quanto riguarda la password, non mi stancherò mai di ricordare di utilizzare una parola complessa e non “pippo” o la vostra data di nascita. Completato l’inserimento dei dati, fare un clic su Registrazione. Nella successiva schermata vedrete comparire un riquadro con una o più parole scritte in un carattere molto approssimativo e spesso di difficile lettura. Dovrete interpretarlo e riscriverlo esattamente come lo vedete nella casella Inserisci testo. Nel caso non riusciate a leggerlo, generate un nuovo codice facendo un clic sulla scritta: Prova con una parola diversa. Facendo clic su Captcha audio, è possibile generare un codice che sarà riprodotto in audio, ma questa strada la sconsiglio perché spesso è molto meno chiaro del testo scritto. Completato l’inserimento del codice, premere il pulsante Registrazione.
Registrazione »Il primo passo per accedere a Facebook è la registrazione al sito. L’indirizzo è il seguente: http://facebook.com. La schermata di benvenuto consente di accedere immediatamente inserendo le proprie credenziali, indirizzo e-mail e password.
Se non siete utenti registrati, dovrete prima procedere con la compilazione del modulo di registrazione.
Procediamo con la registrazione inserendo i dati richiesti. È fondamentale inserire correttamente l’indirizzo e-mail per due motivi: il primo perché su questo indirizzo vi sarà inviato un messaggio per potervi autenticare la prima volta che accederete a Facebook; il secondo motivo è che l’indirizzo e-mail diverrà il nome utente che dovrete inserire per accedere al sito.
Se tutto è andato a buon fine comparirà una schermata che vi inviterà a seguire i seguenti tre passaggi. Passo 1 Inserire il proprio indirizzo e-mail e la password della propria casella di posta. In questo modo Facebook accederà alla vostra casella e verificherà se tra i vostri contatti vi sono utenti di Facebook. Se volete, potete tranquillamente saltare questo passaggio ed eseguire la ricerca in un secondo momento, facendo un clic su Salta questo Passaggio.
Se decidete di procedere, gli indirizzi presenti nella vostra rubrica saranno importati e visualizzati.
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A questo punto potrete decidere a chi inviare l’invito, togliendo o mettendo il segno di spunta in corrispondenza del nome e premendo in pulsante Manda Inviti. La pressione del pulsante Salta, annullerà questa operazione e vi porterà al successivo Passo 2.
Passo 2 Il secondo passaggio richiede di inserire alcune informazioni sul vostro profilo. Se inserite i dati, eseguite un clic su Salva e continua altrimenti, se decidete di inserire in un secondo momento, un clic su Salta.
Passo 3 L’ultimo passaggio richiede di inserire una propria fotografia. Potete scegliere tra: - caricare una vostra foto presente nel computer; - scattarvi una foto, se disponete della webcam. Dopo aver proceduto all’inserimento della foto, fare un clic su Salva e continua. In alternativa, potrete decidere di inserire la vostra foto in un secondo momento, scegliendo l’opzione Salta.
La successiva schermata potrebbe presentarvi un elenco di persone che conoscete e alle quali inviare l’invito a entrare a far parte della vostra cerchia di amici. Completati questi tre passaggi, entrerete nella schermata principale di Facebook. Per avere l’effettivo accesso alla vostra pagina, dovrete prima accedere alla casella di posta che avete indicato in fase di registrazione. Dovreste aver ricevuto un messaggio con delle istruzioni da seguire per l’attivazione. Un clic sul pulsante Completa Iscrizione.
Fare un clic su Aggiungi agli amici e, in automatico, l’invito sarà inviato. Completata la procedura potrete entrare in Facebook. Ricordo che per entrare in Facebook, dovete andare alla pagina http://facebook.com, inserire il vostro indirizzo e-mail, la password che avete scelto in fase di registrazione e premere il pulsante Accedi.
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SOCIAL
»La Privacy prima regola che occorre rispettare se non vogliamo rischiare
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che foto, video e informazioni personali cadano nelle mani di persone non gradite consiste nell’utilizzare il buon senso. È possibile impostare Facebook in modo che controlli nel dettaglio ogni aspetto legato alla visibilità di informazioni e contenuti da parte degli altri membri o dei navigatori del Web. Poter controllare chi è autorizzato ad accedere sia al nostro profilo che ai nostri documenti è molto importante per salvaguardare la nostra privacy. D’altro canto, chi decide volontariamente di iscriversi a Facebook e di utilizzarlo come strumento per intrattenere rapporti sociali, deve inevitabilmente giungere a un compromesso con il livello di privacy personale, poiché non avrebbe nessun senso avvalersi di un social network mantenendo l’anonimato e non comunicando nulla della propria sfera personale. Sul menu orizzontale della pagina principale, fate un clic sul menu Account e su Impostazioni sulla Privacy.
Visualizzerete una sintesi delle impostazioni di condivisione del vostro profilo. Potrete scegliere 4 diversi tipi di configurazione: - Tutti: condivide ogni vostro elemento con tutte le persone iscritte a Facebook; - Amici di amici: alcuni elementi saranno condivisi con gli amici dei vostri amici, altri elementi saranno visualizzabili solo dai vostri amici; - Amici: solo i vostri amici potranno visualizzare i vostri elementi è l’impostazione consigliata (si tratta di una via di mezzo tra le impostazioni precedenti). Se cliccate su ogni singola configurazione, sarà possibile vedere quali elementi e con chi saranno condivisi. Se le configurazioni proposte non vi soddisfano potete cliccare su Personalizza impostazioni, così facendo configurerete la privacy di ogni singolo elemento del vostro profilo secondo le vostre preferenze.
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Trova amici »Appena iscritti, è molto probabile che non abbiate nessun amico in lista, tranne nel caso in cui siate stati invitati a iscrivervi da un altro utente del sito, il quale comparirebbe direttamente tra le vostre amicizie, una volta registrati. Iniziamo la ricerca degli amici con i quali entrare in contatto. Il primo passo consiste nel cliccare sul menu Trova i tuoi amici, presente nella parte superiore dello schermo. Si aprirà un riquadro dove sono indicati alcuni dei servizi di posta elettronica che vanno per la maggiore. L’operazione consiste nell’inserire l’indirizzo della propria casella e-mail e la password associata a quell’indirizzo, affinché Facebook possa controllare nelle vostre liste di contatti. Facebook assicura che: non condividerà con nessuno gli indirizzi e-mail importati e che non memorizzerà la password.
Dopo aver inserito l’indirizzo e-mail e la password, dovrete attendere alcuni secondi affinché i vostri contatti vengano importati in Facebook. Ad operazione completata, vedrete comparire una finestra come la seguente:
Scegliete a chi non mandare gli inviti, deselezionando le caselle corrispettive e quindi premete il pulsante Aggiungi Amici. Il destinatario dell’invito, riceverà un messaggio come quello in figura.
Se l’utente confermerà la richiesta di amicizia, il suo nome comparirà nella lista dei vostri amici e potrete consultare il suo profilo interamente (salvo diverse impostazioni della privacy). Nel caso in cui l’utente non fosse ancora iscritto a Facebook, il messaggio sarà un invito a farlo. Tornando alla schermata relativa alle varie modalità per cercare degli amici, l’ultimo punto della lista prevede la voce Altri strumenti. Questa modalità di ricerca può essere usata sia in aggiunta alla ricerca fatta tramite e-mail, sia in alternativa. Cliccando su Altri strumenti, potrete attingere: - alla lista dei vostri contatti presenti nei programmi di gestione posta come Outlook,Thunderbird ecc..; - ai colleghi di lavoro, indicando la vostra sede attuale o passata; - a colleghi e compagni di classe, indicando il vostro titolo di studio, dove risiedete, dove siete nati. La ricerca di amici non si esaurisce in questa fase. Dopo essere entrati nel vostro account di Facebook, per provare a trovare direttamente una persona senza dover accedere alla vostra casella di posta, potete scrivere il nome e il cognome della persona che state cercando nella casella di Ricerca posta in alto. La ricerca visualizzerà tutti i profili di coloro che sono iscritti a Facebook con il nome e il cognome da voi indicati e potrete riconoscere chi state cercando dalla sua foto, dal profilo o se avete già qualche amico in comune.
Se individuate la persona cercata, cliccate sul suo nome e, nella successiva finestra, potrete inviare l’invito per l’amicizia.
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La chat »In basso a destra di ogni pagina di Facebook è presente il riqua-
le foto »PrimaTaggare di procedere è opportuno spiegare cosa significa “tagga-
dro per accedere alla Chat. Per utilizzarla basta cliccarci sopra e vedrete la lista di tutti i vostri amici connessi a Facebook (il pallino verde a fianco al nome significa che il vostro amico è presente al computer, se c’è una mezza luna significa che non è al computer). È possibile creare liste personalizzate di amici cliccando su “Liste di amici”. Per chattare con un amico è sufficiente cliccare sul suo nome e iniziare a scrivere. Cliccando su Opzioni è possibile: aprire la chat in una finestra di browser separata, passare offline (cioè, disattivare momentaneamente la chat, ai vostri amici sembrerà che non siete connessi), scegliere se attivare un suono di notifica quando arrivano nuovi messaggi e altre opzioni.
re” una foto. Il termine “taggare” è un neologismo che deriva dalla parola inglese tag (ossia “etichetta”). Facebook consente di inserire delle etichette (tag) in una foto, per consentire di associare ogni persona ritratta nell’immagine al suo nome. L’attività di tagging consente di condividere in maniera più efficiente le informazioni in una foto. I tag sono raggiungibili dal motore di ricerca interno di Facebook. Pertanto, tutte le persone che hanno avuto una relazione con le persone taggate nella foto, possono visualizzare la foto. Spesso si utilizza il tag per agevolare il contatto con i vecchi amici del passato. Avete presente le vecchie foto di scuola? Quando caricate una foto, Facebook in automatico procede a inquadrare i volti delle persone che vi compaiono e vi chiede di inserirne il nome. Completata la procedura, premere Salva tag. In alternativa potete saltare l’operazione facendo un clic su Salta l’aggiunta di tag degli amici.
Creare un evento »Volete organizzare una festa e invitare tutti i vostri amici su Facebook? Ecco come fare. Andate su Eventi, cliccate su Crea un evento. Per procedere manualmente a taggare una foto: - il primo passo da compiere è cliccare su Foto per entrare nel vostro album e, successivamente, cliccare sulla foto da taggare. Selezionate la data, l’ora di inizio e di fine, il tipo di evento (es. compleanno, festa di laurea, matrimonio, ecc..), il luogo dove si terrà. Cliccare su Seleziona gli invitati per invitare i propri amici. L’evento può essere reso pubblico (potranno visualizzarlo tutti, compreso chi non è stato invitato) o privato, e potete scegliere se pubblicare la lista degli invitati sulla pagina dell’evento. Cliccando su Aggiungi foto all’evento è possibile aggiungere fotografie. Si aprirà il visualizzatore dove vedrete, nella parte inferiore, il collegamento per taggare; - una volta cliccato sulla voce Tagga questa foto si apre un messaggio in italiano: Clicca sui volti delle persone per taggarle. Spostando il mouse sulla foto, il puntatore del mouse cambia le sembianze diventando un mirino. Cliccando sul volto della persona da taggare si apre un box che consente di inserire un nome (tag libero), una keyword oppure associare il volto ad uno o più persone della propria lista di amici su Facebook. Premere Invio sulla tastiera; DICEMBRE 2011
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SOCIAL NETWORK
- completata l’operazione, fare un clic su Tag completato.
Disattivare il proprio account »Al contrario di quanto molti erroneamente pensano, cancellarsi da Facebook definitivamente è possibile. Eseguito l’accesso, fare un clic nel menu Account e Impostazioni Account. La finestra presenta una serie di schede di cui la prima, Impostazioni, permette di accedere a Disattiva Account, facendo un clic su Disattiva. Indicare il motivo della disattivazione e premere il pulsante Conferma.
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[ MENTE&CORPO DI
RIDERE, RIDERE,
STAR BENE
*
FA BENE AL CUORE
ALESSIA BACCHETTI ]
RIDERE ANCORA...
«Due cose in apparenza distinte, ma che insieme generano grandi risultati: lo yoga e la risata. Un connubio perfetto e... divertente»
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idere è una cosa seria, sana e straordinaria. Con una bella risata possiamo innescare meccanismi di benessere fisico e mentale come ci spiega Daniele Berti, Consigliere e Allenatore in Felicità, Leader e Insegnante Internazionale presso la Laughter Yoga International, la scuola in cui si insegna lo “Yoga della Risata”. Questa tecnica, ideata dal Dottor Madan Kataria, inizia a conoscersi in Italia grazie a Laura Toffolo, presidente dell’Associazione Italiana “Yoga della Risata”, che per prima ha iniziato a diffonderla. Dottor Berti, cos’è lo yoga della risata? Lo yoga della risata è una tecnica per ridere senza motivo (senza barzellette, senza comi-
ci): chi partecipa alle sessioni di yoga della risata ride perché “decide” di ridere. Come è arrivato personalmente a questa esperienza? Stavo ultimando un master triennale in counseling, tecnica parente della psicoterapia. Il counseling parte dal presupposto che ogni persona, in condi-
zioni ideali, sa trovare la soluzione ideale per se stessa, perché tutti i disagi che viviamo sono dovuti alle modalità con cui gestiamo le relazioni. Ad esempio, se abbiamo una mappa stradale tutta accartocciata non riusciamo ad andare da nessuna parte, ma se la distendiamo riusciamo a vedere la
strada per raggiungere i nostri obiettivi. Ad un certo punto, ho avuto un’intuizione e mi sono reso conto che questa rete di relazioni passa attraverso i pensieri, i nostri pensieri sono prodotti dal cervello, e allora mi sono messo a studiare come funziona il cervello. Ho scoperto la PNEI, PsicoNeuro- »
Le quattro fasi dello Yoga della Risata
1.Esercizi di riscaldamento
2.Esercizi di risate
3.Meditazione della risata
4.Rilassamento guidato
Durano circa 10 minuti mediante tecniche di stretching, vocalizzazioni, battito delle mani e movimenti del corpo.
In questa fase, per stimolare la risata, vengono combinati elementi di teatro con la giocosità spontanea.
I partecipanti sono seduti o sdraiati, e lasciano che la risata scorra naturalmente dal loro interno.
A poco a poco l’allenatore conduce ad una sensazione di rilassamento, mentre il buon umore permane.
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EndocrinoImmunologia, un approccio scientifico alla visione olistica dell’essere umano (la visione orientale, per cui mente e corpo non sono separati). A differenza della medicina classica che ci considera delle macchine con una serie di meccanismi (il fegato, il cuore, le orecchie ecc.) senza grandi relazioni tra loro, la PNEI considera un organismo unico. Mentre facevo delle ricerche su internet tra PNEI, benessere e ridere, un giorno trovo questo “Yoga della Risata”. La mia prima reazione è stata di sgomento, perché non riuscivo a vedere relazione tra lo yoga, disciplina molto rigorosa, e la risata che invece è il massimo della libertà. Ma ho continuato le ricerche e mi sono iscritto al primo corso disponibile. Lì, la seconda folgorazione: ero andato per acquisire questa tecnica e metterla con altre di counseling, come la programmazione neurolinguistica, la gestalt therapy, e pensavo di aggiungerci lo Yoga della Risata. Praticandolo in modo intensivo, ho notato che c’era stato un incremento esponenziale delle capacità creative. Quali sono gli effetti della risata sul benessere fisico e mentale? Accadono cose straordinarie, perché il nostro cervello è l’organo più plastico in assoluto ma per modellare questa plasticità dobbiamo usare gli strumenti adeguati. Attraverso lo Yoga della Risata mettiamo il cervello nella situazione di massimo benessere. Se fatto con costanza e metodicità, ci ripaga di questo benessere insegnandoci ad essere felici. Il nostro benessere è legato per il 99% a come trattiamo il nostro cervello e di solito ci addestrano fin da bambini, anche se del tutto inconsapevolmente, a trattarlo male. Anche parlando con la medicina ufficiale, ormai il 99% delle malattie sono di ori-
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«Persino la medicina tradizionale ammette ormai un’inequivocabile relazione tra il sistema immunitario dell’uomo e il suo stato d’animo. Ora anche la salute generale registra forti e positive variazioni se sollecitato con una dose massiccia di risate» gine psicosomatica: alla base di tutto c’è questa sensazione di stress che accettiamo come se fosse una situazione normale. La normalità sarebbe vivere nella pace e nella gioia. Se andiamo a vedere le cose dal punto di vista delle emozioni, Paul Ekman, il più grande studioso di emozioni del mondo, ne ha classificate sei: tre che sono chiama-
te cattive (paura, rabbia, dolore), due che servono per salvaguardarsi (disgusto, sorpresa), e ce n’é una (gioia o piacere a seconda di come viene definita), solo una che ci fa star bene. Ma anche le altre, se impariamo a conoscerle e a capire quello che vogliono dirci, sono finalizzate a farci vivere situazioni di piacere, di benessere. Neurobiologica-
mente siamo strutturati per essere felici. Con lo Yoga della Risata, senza fare studi di filosofia, né di neurobiologia né di psicologia comportamentale, facciamo star bene il nostro cervello, che poi ci ripaga facendoci star bene. Perché si chiama Yoga della Risata? Perché utilizza gli stessi esercizi di respirazione dello yoga tradizionale, ma con lo Yoga della Risata stiamo trattando ancora meglio il cervello, perché utilizziamo tutti i processi cardiocircolatori, produciamo endorfine, dopamina, encefaline e altre componenti neurobiologiche che potenziano il sistema immunitario e che sono il “cibo” preferito del cervello. In una sola sessione di un’ora la sensazione dello stress percepito cala del 48,53% e quella di benessere aumenta del 36,51%. Se poi le sessioni sono due alla settimana, questo benessere comincia a consolidarsi e la plasticità cerebrale comincia a muoversi in senso positivo e alla fine cambia le modalità di relazione con la gente, con le persone intorno e soprattutto con se stessi. E qui si fa un ulteriore passo in avanti più prettamente spirituale, per cui nascono la cooperazione, la condivisione ecc. Tutto ciò viene innescato da una risata indotta, a comando. Come è possibile stimolare la risata senza sollecitazioni comiche?
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BENEFICI DELLO YOGA DELLA RISATA :-)
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In realtà non si ride a comando, ma grazie ai “neuroni specchio”, una straordinaria scoperta fatta in Italia all’Università di Parma. Dopo una decina di minuti di riscaldamento, il “leader di risate”, che è quello che conduce la sessione, fa vedere l’esercizio e naturalmente facendo vedere l’esercizio si fa le sue belle risate. Poi, grazie ai neuroni specchio, ripetendo quell’esercizio si inizia a ridere, perché come dice il dottor Madan Kataria, il movimento crea l’emozione. Laura Toffolo ha affermato che bisognerebbe ridere per 20 minuti consecutivi ogni giorno. È possibile gestire una risata, spontanea o indotta che sia, per un tale arco di tempo? All’ultimo convegno europeo di cardiologia a Parigi (28 agosto 2011) è stata presentata una ricerca fatta negli Stati Uniti, secondo la quale ridere almeno 15 minuti al giorno è meglio delle statine (il principio attivo farmacologico più usato nel settore della cardiologia). Ma c’è una precisazione da fare: non è una risata ininterrotta, perché altrimenti si muore, ma è vero che si ride per mezz’ora. Ci sono gli esercizi di risate, intervallati da esercizi di respirazione e da altre cose che comunque fanno sempre parte dello Yoga della Risata. Per chi è indicato? Per tutti, a qualsiasi età, ed è molto di aiuto alle persone anziane per la prevenzione di diverse patologie tipiche della terza età (diabete, malattie cardiache, Alzhaimer, Parkinson ecc.). Quali sono le controindicazioni o le persone che non possono praticare lo Yoga della Risata? Dal punto di vista generale, non ci sono controindicazioni di base, ci sono delle situazioni nelle quali va fatto con un minimo di cautela (ernie, operazioni recenti, gravidanza, epilessia, seri problemi cardiaci ecc.) Quindi ridere è una cosa seria? Ridere è la cosa più seria che possiamo fare per il nostro benessere. Purtroppo siamo abituati ad abbinare il serio col triste, mentre l’etimologia della parola serio è “reale”, tant’è che se voglio fare una cosa per davvero si dice che la “faccio sul serio”. Le cose del mondo sono molto serie, per cui credo sia giunto il momento di ridere sul serio. C’è anche il detto popolare “Gente allegra il ciel l’aiuta”: anche questo ha una spiegazione di tipo neurobiologico, nel senso che la persona stressata o triste ha in funzione la parte più interna di tutto il sistema cerebrale, che è quella dedicata alla sopravvivenza, per cui in una situazione di stress agisce o con l’attacco o con la fuga. Attraverso la risata si attiva la neocorteccia, la parte superiore del cervello dedicata alla progettualità e alla creatività, e pur essendo nella stessa situazione, si affrontano le cose in modo sereno e quindi si riesce a trovare le soluzioni.
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METTI UN CIBO “light” a tavola «Dopo la crescita del mercato, la Comunità Europea è intervenuta per regolamentare i cibi “light”, stabilendo che si possono definire tali solo quelli che riducono almeno del 30% l’apporto calorico. Vanno bene per chi intraprende un regime dietetico o per chi soffre di dislipidemie, ma sempre con il consiglio del medico» [ ALIMENTAZIONE DI TERESA
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CARRUBBA ]
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e mode cambiano, anche nell’alimentazione. La crescente diffusione dei cosiddetti “cibi light” trova spiegazione nella maggiore consapevolezza del rapporto tra cibo e salute, con particolare riferimento all’incidenza dei grassi alimentari su dislipidemia (alterazione della quantità di grassi o lipidi normalmente presenti nel sangue) e malattie cardiovascolari, e degli zuccheri su obesità e diabete. I cibi light sono alimenti che, attraverso un particolare processo di produzione, contengono una ridotta quantità di grassi o di zuc-
cheri, adattandosi così alla dieta di persone che vogliano ridurre il peso corporeo o il tasso di trigliceridi e colesterolo. La legislazione italiana ha approvato la produzione di cibi light già nel 1992 permettendo, per esempio, la produzione di formaggi con composizione diversa da quella dell’equivalente prodotto tradizionale, con l’unico divieto di ricavare la versione “alleggerita” dei formaggi Dop. Poi, la progressiva crescita del mercato degli alimenti light, ha reso necessario - anche a livello europeo - emanare leggi a tute-
1992
Ce 1924/2006
50%
la legislazione italiana approva la produzione di formaggi light, salvando però i prodotti Dop.
è il regolamento europeo per l’attribuzione della dicitura “light”.
sono le calorie in meno che forniscono cibi sottoposti ad “alleggerimento” calorico.
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la del consumatore in termini di sicurezza e qualità del prodotto. Il regolamento CE n. 1924/2006 riporta le direttive in merito alla dicitura “light” equiparandola a quella di “alimento a ridotto contenuto calorico”, consentita solo se il valore energetico è diminuito di almeno il 30% e con l’obbligo di specificare le caratteristiche che portano a questo risultato. La maggiore attenzione alla propria alimentazione non può che essere positiva ma va presa cum grano salis. Innanzitutto, se il motivo della scelta dei cibi light è volta a correggere un problema di salute, è meglio consultarsi con un medico. Inoltre, il consumo di questi alimenti va fatto con moderazione. In proposito, abbiamo chiesto chiarimenti al professor Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione. Professor Migliaccio, i cibi light sono una strategia commerciale? No, sono prodotti validi. In realtà hanno un apporto calorico inferiore, talvolta anche del 50%: contengono meno grassi e pertanto sono consigliabili non solo per le diete dimagranti ma anche per quelle persone che hanno una dislipidemia, cioè un elevato tasso di colesterolo o di trigliceridi. L’industria alimentare, specie quella italiana, è molto seria, per cui nell’etichetta viene riportata la composizione e, se ci sono i parametri richiesti, la dicitura “Prodotto light”. Lo stesso discorso è valido anche per le bevande senza zucchero? Quello delle bevande è un argomento più complesso. Le be-
CIBI LIGHT
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saggi al pancreas che secerne insulina. Quanvande denominate “light” o “zero”, al podo l’insulina va in circolo nel sangue, non trosto dello zucchero contengono dolcificanti. vando il glucosio, abbassa la glicemia. DunNon apportano calorie e questo è importanque l’organismo, in condizioni di normalità del te perché una delle cause dell’aumento del tasso di glicemia, si difende creando una inpeso, specialmente nella popolazione infansulinoresistenza che può portare al diabete. tile, è dovuta ad un uso a volte esagerato di Al contrario, mangiando un cibo dolce o bebevande con una quantità pari al 10-11% di vendo una bevanda zuccherina, aumenta la zuccheri semplici. Anche i succhi di frutta doglicemia: l’input arriva al pancreas producenve c’è scritto “senza zuccheri aggiunti” condo l’insulina che, giunta nel sangue, vi trova tengono comunque gli zuccheri propri della lo zucchero. frutta. Una dose media di bevanda fornisce In conclusione, un input diretto sul 30-35 grammi di zuccheri pancreas se aumenta la glicemia, semplici che vengono ase un input indiretto se arriva dalla sorbiti facilmente e che in«Se la scelta sensazione dolce che percepisce il ducono non solo all’audei cibi light cervello. mento di peso ma anche a è finalizzata Da uno studio di pochi mesi fa è a risolvere un rischio diabete. Infatti, abemerso che probabilmente ci sono problema di biamo una percentuale del salute, è bene cellule del sistema nervoso che pro27% di diabete nei bambiconsultarsi ducono l’insulina. ni obesi o in sovrappeso. con il medico» In parole povere, professore, Allora si ricorre alle bevancosa può consigliare riguardo ai de light. Ma qui insorgono cibi light? altri problemi. Non è un caCibi light sì, ma con intelligenza. Magari conso che spesso nelle etichette di queste bevansultando il medico per vedere se c’è l’indicade ci sia scritto di evitarne il consumo da parzione specifica. Per quanto riguarda le bevante di bambini al di sotto dei 3 anni e delle donde, sarebbe meglio dissetarsi con la vecchia ne in gravidanza. Questa raccomandazione la ricetta di acqua e limone. In ogni caso, è predice lunga sulle insidie nascoste in queferibile bere un bicchiere di bevanda normaste bevande. Il problema è il dolcifile che un litro di quella dolcificata. cante. Una questione complessa seUno dei pericoli dei cibi light è che, rascondo uno studio ancora in atto e sicurati dalla loro “leggerezza”, finiamo quindi tutto da dimostrare. Assucon il mangiarne di più. È vero? mendo una bevanda con dolcifiSì, però quando è il nutrizionista a prescrivecante, la sensazione del sapore dolre una dieta, bisogna limitarsi alle dosi conce che percepisce l’organismo a lisigliate. vello cerebrale sembra inviare dei mes-
30%
27%
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deve essere la riduzione del valore energetico perché un alimento possa definirsi “light”.
è la percentuale di patologia diabetica riscontrata nei bambini obesi o in sovrappeso.
è la quantità di zuccheri contenuta in una dose media di succo di frutta. DICEMBRE 2011
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SAPORI & COLORI
Dolci
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Si conclude il ciclo dedicato alle pietanze regionali legate alle vicende del Risorgimento. E, questa volta, è l’Umbria a suggerirci la ricetta di un tipico dolce natalizio.
DI M ARINA
CEPEDA FUENTES
dell’
A CUCINA UMBRIA
ulle pareti della Sala Consiliare del Municipio di Foligno, dove l’eroina del Risorgimento, Colomba Antonietti, visse prima di trasferirsi a Roma, troneggia un affresco eseguito nel 1887 dall’artista perugino Mariano Piervittori: raffigura la patriota umbra morente mentre combatteva per la Repubblica Romana nel 1849. Colomba era nata nel 1826 a Bastia Umbra (Pg), ma trascorse gli anni della sua prima giovinezza a Foligno con i suoi genitori, Michele Antonietti e Diana Trabalza, panettieri che lavoravano presso il forno comunale nella panificazione e nella produzione dolciaria. Poco distante era stanziato il Corpo di guardia della Guarnigione Pontificia poiché, all’epoca, l’Umbria apparteneva allo Stato della Chiesa. Vi prestava servizio un cadetto di Imola, il conte Luigi Porzi che, fra gli effluvi del pane sfornato dal vicino forno, s’innamorò perdutamente - con amore corrisposto - della diciottenne Colomba che le cronache
MACCHERONI DOLCI PER LA VIGILIA DI NATALE
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Ingredienti 400 gr di tagliatelle fatte in casa 150 gr di zucchero 100 gr di pangrattato 350 gr di gherigli di noci 1 cucchiaio di cannella in polvere 60 gr di cacao dolce Buccia grattugiata di 1 limone Farina di grano duro q.b. Sale
1 ora circa
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Kcal 500 per 100 gr 6 persone
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dell’epoca descrivono alta, snella, con occhi e capelli nerissimi. Ma i due ragazzi dovettero affrontare le resistenze di entrambe le famiglie che non vedevano di buon occhio la relazione tra due giovani di classi sociali così distanti. Ogni giorno Colomba, con il pretesto di consegnare i buoni prodotti che i suoi genitori preparavano, s’appartava nei vicoli di Foligno con il suo amoroso al quale portava qualche dolce o del pane ancora caldo: come la Cicerchiata, formata da minute palline fatte con farina, uova e zucchero, fritte, disposte “a mucchio” e poi ricoperte di miele; oppure il tipico Torcolo di Pasqua, una sorta di ciambellone bagnato nell’alchermes e ricoperto da una meringa dolce, cosparsa di bastoncini colorati di zucchero; ma anche le Fave dei morti, biscottini di forma ellittica preparati con un impasto di mandorle finemente tritate, zucchero e uova. E, a Natale, i Maccheroni con le noci, un singolare dolce che si consuma durante il periodo delle feste. Il profumo di quei dolci, e di molti altri ancora, che tuttora si posso-
no degustare nella regione umbra - detta il “cuore verde dell'Italia” accompagnò Colomba fino a Roma dove dovette trasferirsi per seguire il suo Luigi, sposato in segreto la notte del 13 dicembre 1846 nella Chiesa della Misericordia di Foligno: come prevedeva il regolamento allora vigente, per poter contrarre il matrimonio il giovane
«Tipica della regione umbra - definita “cuore verde dell’Italia” - è anche la Torta al testo, una focaccia farcita di erba campagnola lessa, con salumi o salsicce» tenente doveva essere autorizzato dalle autorità militari e, dunque, venne punito con gli arresti nella Fortezza di Castel Sant’Angelo. In ogni modo, nonostante la punizione, gli fu concessa la visita dei familiari e Colomba, ospite di parenti a Trastevere, riusciva a portare al suo Gigi altri dolci umbri preparati da lei stessa: ad esempio, il Sala-
me del Re, la cui forma cilindrica si ottiene arrotolando una base simile al pan di Spagna, bagnata con alchermes, caffè e ripiena di cioccolata o crema pasticcera; oppure il Torciglione perugino, una specie di ciambella aperta, a base di mandorle dolci, pinoli e zucchero, che ha la forma di una serpe avvolta su se stessa, con una mandorla sporgente a disegnare la lingua. E, ancora, la squisita Torta al testo, farcita di erba campagnola lessa, con salumi o salsicce. Una pietanza che, data la lunga conservazione, forse consumavano anche i soldati mentre lottavano per liberare lo Stato Pontificio dal dominio della Chiesa: come Colomba che con il marito, partecipò ai combattimenti per difendere i bastioni delle Mura Vaticane. Colpita da una palla di cannone, morendo sussurrò: «Viva l’Italia!». Il suo busto è fra gli 84 che, nella Passeggiata del Gianicolo, raffigurano “i patrioti che s’illustrarono per la difesa e per la liberazione di Roma”: l’unico di una donna tra le centinaia che lottarono e morirono per la libertà.
! PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it
2 3 Preparazione
Preparare una sfoglia con farina e acqua e lasciarla riposare ad asciugare distesa su un canovaccio leggermente infarinato. Una volta asciutta, tagliarla fino ad ottenere delle fettuccine un po’ larghe. Cuocere la pasta al dente, in acqua leggermente salata. Nel frattempo, tritare finemente i gherigli di noce e mescolarli con lo zucchero, il pangrattato, il limone, la cannella, il cacao dolce. Scolare le tagliatelle e disporle a strati su un piatto da portata; condire abbondantemente ogni strato con il composto precedentemente preparato, ricoprendo l’ultimo con cacao. Lasciare raffreddare bene prima di servire.
Curiosità
Questo dolce, tipico della cena “di magro” della Vigilia di Natale anche nell’alto Lazio, si conserva per molti giorni, anche fino all’Epifania.
Vino Ottimo il Sagrantino Passito di Montefalco.
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non do il consenso
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GIADA VALDANNINI ]
SERVIZIO FOTOGRAFICO DI STEPHANIE GENGOTTI
[ MAKE UP DI
Sobrietà e leggerezza: belle con pochi gesti «Con i prodotti giusti, anche se con poco tempo a disposizione, si possono ottenere risultati in grado di valorizzare al meglio l’aspetto, soprattutto in vista delle feste. Ecco qualche consiglio per non esagerare ed essere sempre al meglio in ogni occasione»
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SPECIALE BELLEZZA
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Innanzitutto, ritagliamoci una a bellezza non ha età. E mezz’ora di tempo. Poi, con l’abinon parliamo di trovate costose e invasive, ma di pictudine, avremo bisogno giusto di una manciata di minuti. Dopo coli gesti che valorizzino l’aspetaver deterso la pelle, per togliere to, soprattutto dopo gli “anta”. qualsiasi impurità, lasciamo asciuBando ai mascheroni d’un temgare e procediamo col trucco. po, il trucco over 50 è sobrio e luminoso. Mai eccessivo. SemBase: correttore pre nostro alleato. e fondotinta fard Via libera quindi ai colori tenui e Dopo i quaranta è meglio usaattenzione ai nostri punti forti: sore prodotti con no una risorsa. una texture Che siano occhi, «Prima di (composizione) labbra o incarprocedere leggera, morbida nato. all’applicazione e nutriente. Un 50&Più ha chiedei cosmetici, correttore aransto a un’esperè essenziale ciato è ideale per ta di cosmesi detergere coprire le occhiaGiorgia Barletta accuratamente ie, mentre quello - di “truccarci la pelle per per le feste”. Tre togliere qualsiasi verde per stemperare gli effetti lettrici sono staimpurità» della couperose. te al gioco e, nel Il lilla può essere servizio fotograutile per coprire le macchie brufico, raccontiamo come farci belne dell’età. Sconsigliati cosmele tra Natale e Capodanno.
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[IL SEGRETO DI UN TRUCCO RIUSCITO?
CONCENTRARSI SUI PUNTI DI FORZA PRESENTI IN OGNI VOLTO. GIORGIA BARLETTA, TRUCCATRICE PROFESSIONISTA, HA REALIZZATO TUTTE LE FASI DEL MAKE UP SU TRE DIVERSE DONNE, OTTENENDO RISULTATI SORPRENDENTI.]
tici troppo coprenti e pastosi che, invece di nascondere le rughe, finiscono con l’insinuarsi all’interno rendendole ancora più evidenti. Il fondotinta va scelto in base alla composizione della pelle: cremoso per quelle secche; in polvere (da passare con una spugnetta) se grasse. In ogni caso, di una tonalità più chiara
dell’incarnato. Il prodotto, a contatto col viso, si scalderà comunque diventando più scuro. Per finire, un colpo di cipria: un velo leggerissimo, senza eccedere. E del fard simile alla nostra pelle: l’effetto gote rosse, più che salute, fa maschera giapponese. Ora che la tavolozza è pronta, via coi dettagli.
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La signora Franca ha una pelle piuttosto chiara e gli occhi grandi da valorizzare. Dopo la correzione delle imperfezioni cutanee, abbiamo steso un velo di fondotinta e quindi la cipria. Le sopracciglia sono state rimpolpate con una matita a punta dura, tono su tono. Intorno agli occhi, della matita castana.
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Per valorizzare lo sguardo, mettiamo dell’ombretto bianco appena sotto l’arcata sopraccigliare e in fondo all’occhio, nella parte più esterna, passiamo del grigio da spandere con pennellino duro. Sulle guance, un velo di fard rosato. Per le ciglia, un colpo di mascara a incorniciare lo sguardo.
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In conclusione, spazio alla bocca. Osiamo una tinta rossa tenue, vista l’occasione di un trucco per la festa. Sopra passiamo del lucido che darà turgore alle labbra. Sul volto non dimentichiamo mai la cipria: è un ottimo fissatore del trucco.
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re “zigzagando” sulle ciglia. Dà corpo e intensità agli occhi.
Bocca: matita e rossetto
Occhi: ombretto e mascara Sugli occhi, come nel resto del viso, il trucco deve essere quanto più naturale. Evitiamo ombretti madreperlati o cremosi che tendono a formare grumi. Scegliamo tonalità compatibili col nostro colore di pelle e capelli. Pastelli se siamo chiare, arancio te-
nue se siamo scure. Ma prima, rimpolpiamo le sopracciglia con una matita dura dello stesso colore. Non allunghiamo il tratto, limitiamoci a riempire i vuoti per dare un effetto più corposo all’arcata. Dopo, creiamo un punto luce appena sotto, con una passata di ombretto chiaro. Per dare risalto allo sguardo, usiamo
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matita di contorno degli occhi con la mano ferma, ed eventualmente sfumiamo il bordo esterno con una tinta affine (vedi figure...). Quindi, un tocco di mascara con parsimonia da stende-
Anche qui, i colori da preferire sono quelli tenui, salvo che non si abbia una bella bocca e che si scelga di truccare meno il resto del viso. Con una matita definiamo il contorno labbra prestando attenzione a disegnare un tratto appena accennato. Può essere utile se vogliamo evitare che il rossetto vada oltre i bordi. Scegliamo rossetti intermedi, luminosi e pigmentati, mentre è bene evitare quelli madreperlati e con tonalità fredde. Se per le feste vogliamo risplendere, affidiamoci giusto a un lucido. I cosiddetti gloss.
«UNA TROUSSE TRUCCO È UN OTTIMO REGALO DI NATALE. COSMETICI E PENNELLI SONO COMPLICI DI BELLEZZA E VALORIZZANO IL NOSTRO ASPETTO. PUNTE GROSSE, FINE, PANCIUTE O COMPATTE... DI PENNELLI SE NE TROVANO DI TUTTI I TIPI E DI OGNI PREZZO. COSÌ COME GLI OMBRETTI, CHE REGALANO OGNI GIORNO UN’ARIA NUOVA AL NOSTRO VOLTO»
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SPECIALE BELLEZZA
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PER UN PERFETTO MAQUILLAGE
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OCCHI SCURI, CAPELLI BIONDI O PELLE CHIARA: PER OGNI TIPO DI DONNA ESISTE IL MAKE UP IDEALE. BASTA SCEGLIERE I PRODOTTI ADATTI
Una tavolozza di colori e il gioco è fatto
«In questo vademecum tanti preziosi consigli - da seguire alla lettera - per essere al top in occasione delle feste e, soprattutto, per stupire gli ospiti»
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ABC del trucco c’è, le feste alle porte pure: non manca che sperimentare, cosmetici alla mano. Ma quale prodotto scegliere? Ecco un vademecum che ci suggerisce cosa portare in borsa.
Fard Se abbiamo la pelle chiara, optiamo per un colore delicato: dal rosa antico al rosa chiaro, fino a un rosa corallo o un pesca. Altra storia per le pelli medie per le quali è utile un albicocca o rosa scuro, utilizzabile anche dalle
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pelli scure cui consigliamo la variante beige o prugna. Entrambi donano intensità agli zigomi. Solo nel caso siate olivastre regalatevi un mattone chiaro, ambra o bronzo. Se volete essere certe della gamma di colore, un trucchetto c’è. Col viso pulito e struccato, pizzicate le guance: il colore che appare potrà essere rosso, rosa o arancio: quella è la tinta del fard che vi si addice di più. Per le signore over 50 è ideale un fard opaco (mat): corregge i lineamenti del volto e crea giochi di luce e ombreggiature.
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Fondotinta Stesso discorso per il fondotinta che deve fondersi col colorito della pelle. Meglio più chiaro, tanto scalda a contatto col viso. Quando lo provate, mettetene un poco sul volto: polso e dorso della mano non hanno la stessa tonalità della faccia. In alternativa, tra collo e mascella. Se non c’è verso di capire quale sia il più adatto a voi c’è un modo di arrivarci. Ruotate il polso e osservate le vene: se tendono al blu, avete un sottotono di pelle rosato; quindi acquistate un fondotinta rosato, se al contrario le vene tendono al verde, avete un sottotono giallo e quindi è meglio un ambrato.
Cipria È un cosmetico essenziale per
fissare il trucco. Si può scegliere tra cipria compatta o in polvere. La prima è pratica, si porta facilmente in borsa, e si spande con una spugnetta. Si tratta di un prodotto cremoso, coprente, adatto a pelli grasse e miste perché assorbe il sebo in eccesso senza seccarle. Altro discorso per la cipria in polvere che è meno coprente e tende spesso a essere trasparente. Dà un effetto setoso alla pelle e il risultato è molto naturale: ottima per tutte le pelli (anche quelle secche, perché non le fa disidratare), viene venduta in piccoli vasetti e si applica con un piumino morbido o con un pennello.
Rossetto Per le bionde con la pelle chiara va bene il rosa, il color vino, il malva e il color cappuccino. »
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Un volto giovane e ancora fresco quello della nostra Patrizia. Una signora dagli occhi belli e un sorriso splendente. Dopo la stesura del fondotinta e di un fard rosato, una linea di eyeliner valorizzerà gli occhi per una serata di festa. Una riga sottile che dà profondità allo sguardo anche grazie a un colpo di matita scura sulla palpebra inferiore.
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Dell’arancio renderà più caldo lo sguardo con una tonalità simile a quella usata sulle guance per il fard.
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Ultimo tocco alla bocca col rossetto rosso passato in modo più evidente al centro delle labbra e leggero al bordo. Questa tecnica le renderà più corpose. In finale, lucido a volontà.
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La signora Chantal è una bella donna bionda. Via libera ai toni pastello. Anche per lei correttore per le imperfezioni, fondotinta chiaro, un velo di fard e punti luce intorno alle sopracciglia per alzare le palpebre.
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Il viola sfumato intorno al bordo esterno degli occhi ingentilisce lo sguardo e un rosa violaceo sulle labbra ne richiama la nuance.
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La matita attorno agli occhi ne definisce lo sguardo accompagnato da un arco sopraccigliare rimpolpato con una matita chiara.
Per quelle dalla pelle dorata o più scura è giusto il corallo, pesca e albicocca, fino al marrone e al terracotta per l’incarnato olivastro. Le rosse stanno bene con rossetti dai colori caldi come terracotta, marrone, cannella e pesca. Le brune, invece, potranno optare per tinte calde come il marrone e il terracotta, il rosso pieno e il porpora.
Mascara Bando alle pubblicità ingannevoli, non c’è bisogno di indebitarsi per acquistare un mascara. Il segreto sta nel modo di passarlo: niente movimento statico dall’interno delle ciglia verso l’esterno, meglio uno zig zag, tendente a slanciare l’occhio. Fate giusto attenzione che non crei grumi: l’effetto non dona ma al contrario un mascara troppo liquido tende a impoverire le ciglia.
Ombretti Gli anni Ottanta sono finiti, via trucchi troppo vistosi. Oggi è di moda l’ombretto opaco che consente di giocare con luci e ombre che danno risalto allo sguardo. Vanno usati con parsimonia e con un pennellino piuttosto rigido per sfumarli senza che facciano macchie. Quelli satinati rispolveriamoli giusto per le feste mentre i perlati sconsigliamo di usarli: evidenziano ogni minima imperfezione.
{
Matita o eyeliner Dipende da occhio e contesto. Per il giorno preferibile la matita: mai troppo scura e, se nera, consigliamo di sfumarla. Ricorriamo all’eyeliner solo nel caso di occhi piuttosto incavati. Per entrambi, puntate la riga finale quella verso l’esterno dell’occhio - in alto. Darà slancio allo sguardo e contrasterà con l’aiuto di punti luce (dati da ombretti bianchi) l’effetto calo della palpebra.
}
«INIZIALMENTE CI VORRÀ QUALCHE TEMPO PRIMA DI REALIZZARE IL TRUCCO PIÙ ADATTO, MA CON UN PO’ DI ESERCIZIO SARANNO SUFFICIENTI POCHI MINUTI PER PREPARARSI»
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[ ITINERARI DI
UN NATALE UNICO IN OGNI MERCATINO
TURISMO
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TRA DOLCI, REGALI E NEVE
DARIO DE FELICIS ]
«La piacevole tradizione dei mercatini di Natale è nata in Germania intorno al XIV secolo, e da allora si è rapidamente diffusa nei Paesi del Nord Europa fino ad arrivare in Italia» isitare i mercatini non è solo un momento per pensare ai regali o per trovare le decorazioni giuste per la propria casa, ma può rappresentare un’occasione per godersi un attimo di evasione dalla quotidianità, per immergersi nelle luci e nel calore offerti dai banchetti. Già nei secoli scorsi i mercatini erano una ricorrenza artigiana, dove i mastri delle numerose arti esponevano le loro creazioni fatte rigorosamente a mano. La natura manuale è tutt’ora intatta ma impreziosita da allestimenti sempre più ricchi e accattivanti; cucine tipiche che propongono leccornie di ogni tipo e bevande calde, artisti di strada e cori natalizi che vi caleranno ancora di più nel clima di festa. Se avrete la possibilità di visitare le città straniere che ospitano questi caratteristici mercatini, attraverserete uno scenario suggestivo e accattivan-
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te, circondati dal gioco decorativo di luci e musiche che rende magiche le piazze e le sue bancarelle. Da Bolzano, il più grande mercatino natalizio d’Italia con le sue esposizioni caratteristiche
di addobbi di legno, vetro e ceramica - passando per Merano, Vipiteno e scendendo a Napoli con le sue statuine del presepe - a Praga, brillante di cristalli di Boemia, fino a Monaco di Baviera, dove mentre si passeg-
gia si possono gustare pane, Bratwurst e vino caldo alla cannella. E poi, visitare qualche mercatino fuori dai nostri confini è un’ottima scusa per un weekend turistico, alla scoperta di una nuova città europea.
Karlsruhe (Germania)
Bruxelles (Belgio)
Strasburgo (Francia)
Levico Terme (Italia)
Fino al 23 dicembre La Marktplatz ospita la pista di pattinaggio più grande della Germania e la piramide del vin brûlé.
Fino al 1° gennaio 2012 Eletto “il mercatino di Natale più originale d’Europa”, nella Grand-Place c’è una ruota panoramica alta 48 metri.
Fino al 31 dicembre Vi si trovano i Bredle, biscotti al burro, insaporiti con cioccolato, anice, caramello, mandorle, zenzero o frutta.
Fino al 6 gennaio 2012 Tutti i giorni, più di 100 presepi d’artigianato locale e nazionale in mostra davanti al Municipio.
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I CUSTODI
FOLTE CHIOME, TRONCHI ALTI E AMPI LE CUI RADICI AFFONDANO
ORMAI FIN NEL CUORE DELLA TERRA: SONO GLI ALBERI SECOLARI, PATRIMONIO DA TUTELARE
della MEMORIA DI CATERINA CA SUL A
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HANNO VISTO SCORRERE INTERE EPOCHE E AVREBBERO MOLTO DA RACCONTARE SU BATTAGLIE, CONQUISTE, FONDAZIONI DI REGNI E VILLAGGI... MA SONO TESTIMONI SILENZIOSI, DEPOSITARI DI SEGRETI MAI SVELATI SULL’EVOLUZIONE DELLA STORIA UMANA. OGGI È POSSIBILE AMMIRARLI IN TUTTA LA LORO MAESTOSITÀ, FANTASTICANDO TRA STORIA E LEGGENDE I
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PATRIARCHI DELLA NATURA
Info Sede dell’Associazione: Via Fossato Vecchio 33 47121 Forlì Telefono: 3455993874 E mail: info@patriarchinatura.it Sito: www.patriarchinatura.it
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ono i più longevi testimoni della storia e nel corso dei secoli hanno assistito a battaglie, fondazioni di regni, conquiste, nascite di città e villaggi. Spesso hanno dato origine a leggende fantasiose, e oggi hanno nomi come il “Castagno dei cento cavalli” o la “Quercia delle streghe”. Il mito dell’albero di castagne nato alle pendici dell’Etna, nel comune di Sant’Alfio in provincia di Catania, si è alimentato dopo il 1300, quando la regina di Na-
poli, Giovanna I D’Angiò, avrebbe trovato rifugio sotto la sua chioma durante un temporale, mentre partecipava a una battuta di caccia insieme ad oltre cento dame e cavalieri. Oggi quell’albero è ancora nel Bosco di Carpinetto a Sant’Alfio, è alto 14 metri e ha una circonferenza del tronco pari a 52 metri, anche se in realtà è formato da tre fusti cresciuti da un’unica antica ceppaia. Dovrebbe avere circa 3mila anni ed è considerato l’esemplare della sua specie più vecchio del mondo. Anche la “Quercia delle streghe” è ancora a Capannori, vicino a Lucca, e ha mantenuto la forma schiacciata come quando le streghe la usavano come punto di ritrovo per i riti magici e ci danzavano sopra. C’è anche un’altra favola che la riguarda: ai suoi piedi Pinocchio avrebbe sepolto i denari durante il cammino verso il paese dei Balocchi. In Italia ci sono circa 8mila alberi monumentali, di cui almeno 150 dichiarati di eccezionale valore storico. Il primo censimento risale al 1982 ed è stato compilato dal Corpo Forestale dello Stato. Da allora gli enti locali, le associazioni ambientaliste e persino singoli cittadini hanno continuato un «Tra mito e realtà, percorso di indisuggestive viduazione, ricostorie hanno noscimento e tuaccompagnato tela di queste nel corso dei piante così presecoli e fino ai ziose. nostri giorni il Nel 2006 alcuni vissuto di questi naturalisti romaalberi secolari» gnoli hanno creato l’Associazione “Patriarchi della Natura” (www.patriarchinatura.it) e su tutto il territorio nazionale si è formata una rete di collaboratori e referenti che portano avanti il monitoraggio degli esemplari aggiornando l’archivio, oltre ad organizzare eventi di sensibilizzazione e valorizzazione dell’ambiente. «Siamo andati a censire anche gli antichi alberi da frutto - spiega il presidente Sergio Guidi - quelli che possono essere definiti i capostipiti della frutticoltura dell’Emilia Romagna. Parliamo di ciliegi, peri, meli e mandorli che, con oltre un secolo di vita, rappresentano non solo piante antiche ma anche varietà di frutto che oggi rischiano l’estinzione. Perché se è relativamente facile trovare un castagno o un ulivo di alcune centinaia di anni - continua Guidi -, individuare un albero da frutta secolare è molto più raro. I frutti dei patriarchi sono stati esposti in una mostra organizzata a Roma lo scorso anno a Palazzo Valentini, sede della Provincia, insieme alle tele romagnole stampate a ruggine e raffiguranti alcuni esemplari di alberi monumentali». » DICEMBRE 2011
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TURISMO
ITINERARI
Un altro aspetto particolarmente importante del lavoro dell’Associazione è la conservazione del patrimonio genetico attraverso la riproduzione in vivaio di piante uniche o comunque molto rare. Perché preservare dall’estinzione questi testimoni naturali significa anche tramandare il racconto della storia dell’uomo. Il colonnello Valido Capodarca è fra i primi a dedicare un libro agli alberi antichi. Da una raccolta di fotografie decide, infatti, di pubblicare un volume sui cento alberi da salvare in Toscana, cui faranno seguito altre raccolte dedicate all’Emilia Romagna, alle Marche, all’Abruzzo e al Lazio. A lui si deve anche una ricerca sugli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale che hanno coinvolto alberi monumentali. Un episodio per tutti, quello che ha come protagonista l’”Abete di Spagna di Certaldo”, in provincia di Firenze, che con il suo tronco salvò dalle raffiche di proiettili un gruppo di sfollati del castello di Tavolese. »
“Preservare dall’estinzione questi testimoni naturali significa tramandare il racconto della storia dell’uomo”
DA NORD A SUD, L’ITALIA È COSTELLATA DI BELLISSIMI ESEMPLARI CHE MERITANO DI ESSERE VISITATI
ALLA SCOPERTA DEI PATRIARCHI Itinerari e spunti di viaggio. Ecco qualche suggerimento per conoscere alcuni degli alberi monumentali italiani e il loro territorio. SICILIA: IL CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI L’albero si trova nel territorio del comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, sulla strada che porta da Fornazzo a Linguaglossa, alle pendici dell’Etna. Il versante orientale del vulcano offre un interessante percorso a piedi da fare lungo la mulattiera Mareneve, che si trova proprio sopra Sant’Alfio. Lungo questo itinerario si incontra una delle più belle “tacche della neve”, una grande fossa rettangolare in cui veniva conservata una scorta di neve per il periodo estivo. Per gli appassionati di enogastronomia, artigianato ed esposizioni, nel comune di Trecastagni, a 15 km circa da Sant'Alfio, nel mese di dicembre verrà allestito il Mercatino di Natale. Per informazioni: www.comune.sant-alfio.ct-egov.it www.comunezafferanaetnea.it www.prg.it/parcodelletna/index.html
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LAZIO: I PATRIARCHI DELL’ORTO BOTANICO E DELLE VILLE STORICHE Se siete a Roma o avete intenzione di visitarla, vale la pena fare una tappa all’Orto Botanico di Trastevere, che ospita diversi alberi monumentali platani, aceri e una sequoia. Da segnalare anche le ville storiche, come Villa Torlonia - in zona Nomentana dove si possono ammirare un imponente Cedro del Libano e due Pini Domestici, rispettivamente di 24, 26 e 31 metri d’altezza, oppure Villa Borghese, dove si segnalano un Leccio e un Platano Orientale. Per informazioni: http://sweb01.dbv.uniroma1.it/orto/ index.html http://www.romabeniculturali.it/ schede/123/indice.asp
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EMILIA ROMAGNA: I PATRIARCHI DA FRUTTO In provincia di Ravenna, a Brisighella, si può ammirare il secolare Susino di Pietramora, con un tronco di oltre due metri di diametro. Si tratta di un susino inselvatichito che si trova nei pressi di una vecchia casa colonica, oggi ridotta a un rudere, la Ca’ San Michele. Nella frazione di San Cassiano, sempre nello stesso comune, vive il Castagno del Corneto (dal nome del Borgo), di 500 anni di età, insieme ad altri 130 esemplari più giovani. Non a caso a Ravenna, nel mese di ottobre ogni anno, viene organizzata la Sagra della Castagna, con vendita e degustazione di prodotti tipici. Senza contare che ben otto monumenti della città, come il Mausoleo di Galla Placidia e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, sono stati inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Per informazioni: www.turismo.ravenna.it www.travelemiliaromagna.it
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[SOPRA, L’IMPONENTE CEDRO DEL LIBANO DI VILLA TORLONIA, A ROMA. NELLA PAGINA PRECEDENTE, IN ALTO, L’OLIVASTRO DI SAN BARTOLOMEO (LURAS, SARDEGNA); IN BASSO, UN ESEMPLARE DEGLI ULIVI DEL SALENTO (PUGLIA).]
PUGLIA: LA QUERCIA VALLONEA DEI CENTO CAVALIERI Si trova nel comune di Tricase, in provincia di Lecce, sulla strada che porta alla marina di Tricase Porto, e questa varietà in Italia è presente solo nel Salento. A poca distanza dall’albero monumentale si può ammirare la chiesa rurale del 1600 della Madonna di Costantinopoli, di forma ottagonale. Appena 20 chilometri separano Tricase da Santa Maria di Leuca, definita dai romani de finibus terrae, cioè “ai confini della terra”, per indicare il limite estremo dell’impero, fra lo Ionio e l’Adriatico. In dicembre, approfittando del periodo natalizio, il comune di Tricase offre al visitatore anche l'opportunità di assistere alla XXXI edizione di uno dei presepi viventi più belli e grandi d’Europa. Per informazioni: www.leuca.info www.salentonline.it www.comune.tricase.le.it
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SARDEGNA: L’OLIVASTRO DI SAN BARTOLOMEO L’olivo selvatico si trova a 15 chilometri dal comune di Luras, sulla strada per Olbia, a poca distanza dal Lago Liscia. Un secondo esemplare si può ammirare nella stessa zona, nel piccolo anfiteatro naturale alle spalle del Monte Candela. Il comune di Luras è uno dei borghi più antichi della Gallura, dove ancora oggi si possono ammirare quattro Dolmen del periodo neolitico. Da non perdere il Museo Etnografico Galluras, dove sono esposti attrezzi artigianali per l’agricoltura e la pastorizia, ma anche arredi tradizionali e il famoso martello della “femina agabbadora”, figura femminile che fino agli inizi del ’900 avrebbe aiutato le nascite e alleviato le morti nel paese. Per informazioni: www.galluras.it www.comune.luras.ss.it www.sardegnaturismo.it
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TURISMO
ITINERARI
I PATRIARCHI:
numeri e curiosità Superiore per la Protezione e Lgli’Istituto Ricerca Ambientale (Ispra) ha inserito alberi monumentali nel VII Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano (edizione 2010). La ricerca ha tenuto conto degli esemplari segnalati dal Corpo Forestale e dalle singole regioni italiane. Le provincie con il maggior numero di piante plurisecolari sono Potenza, Latina, Roma e Palermo. Gli alberi definiti monumentali si trovano in Orti Botanici - come nei casi di Padova e Firenze - in terreni privati ma anche in ville e parchi pubblici come a Roma, dove gli esemplari più antichi sono a Villa Torlonia, Villa Borghese, Villa Pamphili, Villa D’Este e Villa Adriana (queste ultime due a Tivoli). Alle porte della Capitale, nella tenuta presidenziale di Castelporziano, sono stati individuati 52 alberi che non erano stati inseriti nel censimento nazionale del 1982. Il più alto è un frassino che raggiunge i 31 metri d’altezza e che si stima possa avere fra gli 800 e i 900 anni. Lo scorso anno la Valle D’Aosta ha dichiarato monumentali 143 alberi, il Veneto ha
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completato nell’ottobre 2010 il censimento di 605 piante, la Campania ne ha contati 164, di cui 19 nel comune di Napoli. A Bolzano esiste un decreto provinciale di tutela dal 1998 e gli alberi di particolare interesse storico sono 10. La prima legge di tutela regionale è stata quella dell’Emilia Romagna emanata nel 1977; nel 1978 ci ha pensato anche l’Umbria. Le piante monumentali sono importanti anche per preservare la biodiversità, perché permettono la nidificazione di alcune specie di uccelli che altrimenti rischierebbero l’estinzione, come il nibbio e il picchio, che necessitano di alberi particolarmente alti e robusti per completare il loro ciclo di vita e riprodursi.
8mila circa
150
sono gli alberi monumentali finora censiti nel nostro Paese.
sono gli esemplari italiani ritenuti di eccezionale valore storico.
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[ESEMPLARI DI ECCEZIONALE BELLEZZA E INESTIMABILE VALORE STORICO, DI CUI È RICCO IL NOSTRO PAESE, HANNO ACQUISITO DI DIRITTO IL TITOLO DI “MONUMENTI DELLA NATURA”.]
A Luras, in provincia di Olbia, c’è un olivo selvatico che potrebbe raccontare quasi 4mila anni di storia. È l’”Olivastro di San Bartolomeo”, che si trova a 100 metri di distanza dall’omonima chiesetta, “s’Ozzastru” per i sardi, considerato il più grande d’Europa con una chioma che copre quasi 600 metri quadri. La leggenda vuole che nella cavità del tronco sia stato trovato un tesoro che ha reso ricco un pastore. Un’altra regione di ulivi secolari è la Puglia, dove questa specie ha trovato ufficialmente tutela nel 2007, grazie ad una legge specifica. Il più antico patriarca del “tacco” però è la “Quercia Vallonea dei Cento Cavalieri”, che si trova in provincia di Lecce, nel territorio di Tricase. Nel 1200 avrebbe fornito riparo con le sue fronde agli uomini di Federico II di Svevia, nell’allora Regno di Sicilia. Anche i larici del Trentino potrebbero raccontare molto se, come è stato calcolato, hanno fatto ombra a 70 generazioni ed erano già nella Val D’Ultimo prima che si formassero insediamenti umani. E oggi, a quasi 1.500 metri d’altitudine, continuano a proteggere dalle valanghe gli abitanti della frazione di Santa Gertrude.
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ITALIA in... canto CONCORSO CANORO DEI 50&PIÙ XIII EDIZIONE
Sull’onda del successo delle precedenti edizioni, 50&Più ripropone a tutti gli associati il Concorso Canoro Nazionale: “Italia in…canto”, giunto quest’anno alla XIII edizione, la cui fase finale si svolgerà domenica 4 marzo, presso la prestigiosa sede del Teatro Mediterraneo alla Fiera d’Oltremare di Napoli. Il concorso intende riproporre e giudicare canzoni e melodie famose, attraverso l’interpretazione talentuosa, giocosa e spontanea di melodie classiche napoletane e canzoni del Festival di Sanremo interpretate dai concorrenti 50&Più d’Italia. La manifestazione, riservata esclusivamente ai soci cantanti non professionisti, è l’evento di punta per tutti coloro che, nella nostra Associazione, sono appassionati della musica e del bel canto. Un’occasione unica per tutti coloro che vogliono mettersi alla prova ma anche un appuntamento per coloro che vogliono scoprire il fascino della provincia romana di Neapolis ricca di testimonianze archeologiche.
PROGRAMMA » Venerdì 2 marzo Arrivo a Napoli (stazione ferroviaria) e assistenza al trasferimento in Hotel. ore 13.00 pranzo in Hotel; ore 15.00 visita guidata a piedi della Cappella San Severo con il bellissimo Cristo Velato. A seguire, visita della Camera di Commercio e della Stazione metro di Piazza Bovio con opere di artisti contemporanei; ore 19.30 cena in Hotel. Serata libera e pernottamento. » Sabato 3 marzo ore 07.30/08.00 prima colazione a buffet; ore 08.30 partenza in bus per tour panoramico a Posillipo, Mergellina e visita del Parco con le Tombe di Virgilio e Leopardi e la Chiesa della Madonna di Piedigrotta; ore 13.00 pranzo in Hotel; ore 15.00 visita guidata a piedi del Castel Nuovo, detto anche Maschio Angioino, con il Museo Civico; ore 19.00 partenza in bus per il trasferimento all’“Hotel dei Congressi” di Castellammare, dove si svolgerà la Cena di Gala con spettacolo. Al termine, rientro in Hotel e pernottamento.
» Domenica 4 marzo ore 07.30/08.00 prima colazione a buffet; ore 09.00 visita guidata a piedi del Museo Teatro San Carlo, Galleria Umberto e Via Toledo o, in alternativa, Villa Floridiana con visita al Museo Nazionale della Ceramica “Duca di Martina”; ore 12.30 pranzo in Hotel; ore 14.30 trasferimento al Teatro Mediterraneo per assistere alla finale della XIII edizione di “Italia in... canto”. Al termine, rientro in Hotel per la cena. Serata libera e pernottamento. » Lunedì 5 marzo ore 07.30/08.30 prima colazione a buffet. Partenza da Napoli per il rientro alle città di provenienza.
LA QUOTA COMPRENDE Soggiorno di 4 giorni /3 notti nella sistemazione prescelta • Trattamento di pensione completa (incluse le bevande ai pasti) come indicato in programma • Cena di Gala con spettacolo, come descritto in programma • Servizio di navetta da e per la stazione ferroviaria • Tutti i trasferimenti in pullman privati previsti in programma • Escursioni e visite guidate previste in programma • Assicurazione bagaglio, sanitaria e annullamento viaggio, Navale Assicurazioni • Assistenza di personale 50&Più. LA QUOTA NON COMPRENDE Il viaggio per raggiungere Napoli • Mance, extra personali e tutto quanto non sopra specificato • Eventuali biglietti di ingresso a musei.
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OLIMPIADI 2011 LIVORNO
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l tedoforo, il portatore della fiaccola, avanza nel buio con passo veloce ma sicuro. La luce della torcia illumina per un attimo i volti degli atleti presenti, per poi continuare il suo incedere tra i percorsi ed arrivare al braciere. Poi l’immersione della fiamma e la luce che diventa più forte, si moltiplica. È la luce dello sport e dell’impegno di tutti coloro che lo praticano. È iniziata nel modo più “sacro” ed emozionante possibile l’edizione 2011 delle Olimpiadi 50&Più, tenutasi quest’anno al Garden Club Toscana a San Vincenzo (Li). Tra le strutture del Villaggio, gli atleti si sono affrontati con grande sportività e passione. Nell’antica Grecia gli atleti erano paragonati ad eroi, innalzati al livello di semidivinità, i loro nomi risuonano ancora nella storia. Ma oggi (Grecia a parte), a 50 anni compiuti, com’è lo sport e come viene vissuto? A giudicare dalle performance dei circa 1.000 partecipanti alle ultime Olimpiadi 50&Più, è praticato assai bene in ogni sua espressione. Non mancano l’agonismo e il desiderio di divertirsi, di arrivare a conoscere e superare i propri limiti e, naturalmente, di vincere: così, nell’edizione appena conclusasi, Venezia si è nuovamente aggiudicata la palma della provincia vincitrice, seguita dai gruppi sportivi di Lecce e Vercelli. Al primo posto, vincitori nella classifica individuale, i leccesi Francesco Chiarelli e Adele Bonetta. Un’attenzione speciale va al II Torneo Nazionale di Burraco, visto anche il gran numero di iscritti, a conferma che questo gioco di carte spopola tra gli over 50. Si sono aggiudicate il primo posto Graziella Lorenzetto (Venezia) e Delma Silveri (Roma); al secondo posto, Raffaele Martina e Alfonso Cosma di Lecce; infine, sul terzo gradino del podio sono salite le veneziane Elvy De Rossi e Teresa Favaretto. L’appuntamento è per il prossimo anno, ma per gli sportivi più appassionati gli allenamenti di preparazione hanno già avuto inizio.
I VINCITORI DELLE OLIMPIADI 50&PIÙ 2011 Con grande orgoglio, a San Vincenzo in Toscana, è Venezia che si è aggiudicata di nuovo la palma della provincia vincitrice, seguita da Lecce e Vercelli. All’edizione di quest’anno erano presenti circa mille atleti alle gare. A primeggiare nella classifica individuale sono stati i leccesi Francesco Chiarelli e Adele Bonetta. Un grande successo di iscritti per il II Torneo Nazionale di Burraco, vinto da Graziella Lorenzetto (Venezia) e Delma Silveri (Roma), secondi classificati i signori Raffaele Martina e Alfonso Cosma di Lecce. Al terzo gradino del podio sono salite le veneziane Elvy De Rossi e Teresa Favaretto.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C TORINO
COSA C’È IN CALENDARIO GENOVA » 6 Dicembre - Ore 16,00: visita guidata al Museo di Santa Caterina. Ore
17,30: Santa Messa di Natale nella Chiesa di Santa Caterina da Genova (Viale IV Novembre 5), officiata da Monsignor Sergio Galletti e con la soprano Gabriella Scovazzo. Seguirà un rinfresco. L’evento è in collaborazione con il Panatlhon Genova Levante. Per saperne di Più: 010543042
PAVIA
» 11 dicembre - ”VIII 50&Più Day”. Una giornata per riunire i soci per
TORINO
» 11 dicembre - Festa di Natale 2011 con Santa Messa al Santuario di Cus-
gli auguri di Natale e celebrare le coppie con 50&Più anni insieme. Per saperne di Più: 038228411
sanio (Fossano). Poi, pranzo al ristorante “Il Giardino dei Tigli”, per scambiarsi gli auguri tra musica, balli e canti. È necessaria la prenotazione. Per saperne di Più: 011533806
» 15 Dicembre - Concerto di Natale alle 16,30 presso la Sala Auel in
FIRENZE
Piazza della Libertà. Per saperne di Più: 055664795
» 18 dicembre - “Festa di Natale 50&Più Puglia”. Per il programma con-
FOGGIA
tattare la segreteria. Per saperne di Più: 0881723151
»
Per saperne di Più: 0115516264
È nata “Maison Massena”
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due passi da Porta Nuova, nel palazzo sede dell’Ascom, è nata “Maison Massena” per imparare e affinare l’arte della cucina. All’inaugurazione con la presidente Ascom, Maria Luisa Coppa, c’erano i presidenti della Regione Roberto Cota e della Provincia Antonio Saitta, il sindaco Piero Fassino, il presidente 50&Più Giancarlo Quaranta, e tante altre personalità. Con oltre 300 mq, la struttura dispone di laboratori specializzati nella pasticceria, ristorazione, gastronomia e di attrezzature all’avanguardia, mentre un sistema di videoregistrazione permette di seguire i dettagli delle preparazioni in spazi e momenti differenti. I corsi - affidati ad esperti docenti - si rivolgono a professionisti, giovani neo diplomati, amatoriali. I soci 50&Più che intendono iscriversi, possono usufruire di promozioni e sconti appositamente riservati.
NAPOLI
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Per saperne di Più: 0815518187
L’elezione di Miss “Single”
L MILANO
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Per saperne di Più: 027750123-027750406
Un concerto in ricordo di Piazza Fontana
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l 12 dicembre 2011 cade il 42° anniversario della strage di Piazza Fontana. L’attentato compiuto alla Banca dell’Agricoltura causò 17 morti e 88 feriti. La città dal 2009, con il patrocinio del Comune e la collaborazione dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana, organizza concerti in ricordo. Quest’anno 50&Più, con 50&Più Università di Milano e provincia, è uno degli Enti patrocinatori e finanziatori del concerto del 12 dicembre (ore 19) presso Palazzo Castiglioni (Sala Orlando - Unione Confcommercio - C. Venezia 47). L’ingresso al concerto è libero, ma biso-
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gna prenotarsi entro il 5 dicembre. A dirigere il Maestro Alessandro Cadario.
a 50&Più di Napoli è sempre in prima linea nell’organizzare eventi culturali, interessanti convegni medici e viaggi, ma a volte un po’ di leggerezza non guasta. E dopo gli ultimi due convegni medici sulla salute, è arrivata l’elezione di “Miss Single 2011” con l’incoronazione di Edith Feichtinger, seguita da Mirella Putaturo e Maria De Martino che si sono aggiudicate rispettivamente il secondo e terzo posto. Il tutto in una serata divertente e leggera che ha fatto sentire i single meno soli e gli sposati più vicini alla famiglia dei 50&Più.
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Premio “Alessandro Manzoni”
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VICENZA
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Per saperne di Più: 0444964300
CioccolandoVi
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n uno stand allestito con l’Ascom locale, la 50&Più vicentina era presente a “CioccolandoVi 2011”, manifestazione organizzata da Confcommercio e Comune di Vicenza. Un’occasione per esporre le opere degli associati che hanno partecipato al Concorso di Assisi: dipinti e fotografie in formato gigante, ammirati da un pubblico numeroso. Il vice presidente vicario Luciano Pozzan, la segretaria Sara Faccin e il coordinatore Lucio Frigo hanno accompagnato nella mostra le autorità presenti, fra cui il sindaco di Vicenza. Molti over 50 hanno voluto conoscere l’associazione e le attività che svolge, grazie anche ai materiali esposti: riviste, notiziari, le foto delle assemblee e dei viaggi organizzati dalla 50&Più vicentina. «Un plauso - ha detto il presidente Fiorenzo Marcato - allo staff 50&Più, ai dirigenti e “artisti” che si sono alternati per dare assistenza e riposte alle domande della gente».
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FIRENZE
a 50&Più di Alessandria ha a cuore la “schiena” dei suoi associati e per questo ha stipulato una convenzione con la Palestra Posturale (via Volturno, 1). Si potrà partecipare ad ogni tipo di corso di ginnastica posturale, sia la mattina che il pomeriggio, con lo sconto del 10% sulla retta mensile.
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sempre più “centrale” in un mondo che lentamente si sta globalizzando e che cerca radici sicure. Per la sezione letteraria, invece, è Alessandro Barbero (nella foto a destra), con Gli occhi di Venezia, il vincitore del Premio “Romanzo Storico 2011” Quella narrata da Barbero è una storia ricca di viaggi e prove, in cui sono evidenti i legami ai Promessi Sposi di Manzoni: l’intreccio narrativo e l’uso di storie vere, tratte dalle cronache dell’epoca, accomuna e sovrappone a distanza di tempo i due autori.
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Premio Michelangelo2011
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ilvano Checchi, Ivano Fanini, Emilio Guglielmi, Piero Iacomoni, Torello Latini, Piero Mondanelli, Dino Morelli, Carlo Nardi e Cipriano Ricci: sono i “nove” che hanno ricevuto, lo scorso novembre, il Premio Michelangelo, riconoscimento che 50&Più Toscana, ogni due anni, riserva agli imprenditori particolarmente distintisi nella loro attività. Con la presentazione di Giuliano Taddei, anche quest’anno il premio è stato consegnato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Erano presenti: Giorgio Re, presidente nazionale di 50&Più, Emidio Bianchi, presidente 50&Più Toscana, Stefano Bottai, presidente di Confcommercio To-
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In palestra con lo sconto
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l Palazzo del Commercio di Lecco si è tenuta l’assegnazione del Premio Letterario Internazionale “Alessandro Manzoni”. Giunto alla sua VII edizione, è promosso dal Comune di Lecco - Musei Civici e da 50&Più, in collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Manzoniani. Alla presenza di Matteo Collura (presidente della Giuria del Premio), Claudio Vaghi (presidente 50&Più Lecco) e Virginio Brivio (sindaco di Lecco), il “Premio alla Carriera” - istituito da 4 anni - questa volta è stato assegnato all’architetto ticinese Mario Botta (nella foto a sinistra) per l’impegno, la coerenza, la capacità costruttiva con cui ha affrontato i più diversi progetti architettonici nell’arco della sua vita professionale. Prima della cerimonia, Botta ha tenuto una lectio magistralis dal titolo Architettura come territorio della memoria, parlando del ruolo dell’architettura nel costruire l’identità dei luoghi stessi, un argomento
scana e Maurizio Sguanci, presidente IV Commissione Consiliare del Comune di Firenze.
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Salute e benessere
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ltre alle lezioni della riflessologa Gabriella Cerato, è iniziato anche il Burraco presso la Sede di Via Ceccardi (per partecipare occorre prenotarsi in segreteria). Non solo: da gennaio anche un corso per cucinare in modo leggero e senza grassi, coniugando una dieta adatta agli over 50 con una cucina gustosa.
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Maestri del Commercio: una piazza dedicata
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nche Imperia può vantare una piazza in onore dei Maestri del Commercio, accanto allo stabilimento Agnesi. Alla cerimonia di intitolazione, erano presenti il sindaco Paolo Strescino e i vertici della 50&Più: Giorgio Re, presidente nazionale, Germano Cervini, presidente provinciale, e Renato Brizio, presidente onorario di Imperia. Una cerimonia importante, dato che solo altre due città italiane possono vantare tale dedica. Le celebrazioni sono proseguite presso l’Auditorium della Camera di Commercio con la consegna delle Aquile da parte di Giorgio Re, Germano Cervini ed Enrico Lupi, presidente provinciale Confcommercio, ai commercianti distintisi in decenni di attività lavorativa. Ecco i nomi dei premiati: Aquile di Diamante (50 anni di attività): Iride Biamonti, Antonio Dian, Anna Garibaldi, Francesca Mantello, Attilio Musoni, Giovanni Risso. Aquile d’Oro (40 anni di attività): Elio Bassi, Anna Chiaverini, Giuseppe Cogno, Vanna Limito, Luciana Lorenzi, Mario Rolando, Rocco Palamara, Angiolina Raineri, Danilo Rossi. Aquile d’Argento (25 anni di attività): Maria Manuela Figueira, Luigi Martino, Franco Molineri, Maria Ro-
VERCELLI
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sa Noero, Carla Piccardo, Carla Verbania, Francesca Verbania, Jacqueline Veneziano.
Grazie a 50&Più, Imperia è la terza città con una piazza dedicata ai Maestri del Commercio.
Per saperne di Più: 0161250045
Un over 60 su tre soffre di deficit uditivo
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on tutti lo sanno, ma la presbiacusia, una forma di deficit uditivo, interessa una persona su tre sopra i 60 anni, sfiorando il 60% della popolazione sopra gli 85, con un effetto di isolamento che può condurre a disturbi simili alla depressione. Di questo si è parlato nel convegno “Anziani e udito: sentire meglio per vivere meglio”, organizzato dalla 50&Più di Vercelli con la direzione medica dell’Amplifon e la collaborazione di 50&Più Uni-
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versità. L’evento, voluto da Alberto Filippini (presidente regionale e provinciale 50&Più) e Luca Lisco (segretario provinciale 50&Più), si è tenuto presso la Sala Biginelli dell’Ascom di Vercelli con la partecipazione di Antonio Bisceglia (presidente Ascom Vercelli), Ferdinando Lombardi (direttore Ascom Vercelli), Carlo Riva Vercellotti (presidente Provincia di Vercelli) Andrea Corsaro (sindaco di Vercelli), Ketty Politi (assessore alle Politiche Sociali). Sono intervenuti due esperti del settore: il dottor Riccardo Dosdegani (otorinolaringoiatra e direttore della Struttura Complessa dell’Asl di Vercelli presso il presidio ospedaliero S. Andrea) e il dottor Marco Marcato (specialista in audioprotesi ed esperto del Centro Ricerche e Studi di Audiologia e Otologia). Per rispondere alle domande dei partecipanti (una platea di oltre 100 persone) c’era anche il direttore dell’Area Medica e del Centro Ricerche e Studi Amplifon, Giacomo Martinotti. Al termine del convegno è stato possibile sottoporsi ad uno “screening” dell’udito.
RECENSIONE
Una storia umile
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piedi scalzi. Questo il titolo dell’ultimo libro di Faustino Neri: un titolo che dice molto sull’epopea “contadina” dello Scerfio, piccola valle nelle provincia del Valdarno Aretino. Come un moderno Dickens, l’Autore racconta “la storia d’amore” tra questo lembo di terra e la sua gente nei primi cinquant’anni del secolo scorso. La vita dura ma felice dei contadini – anche se fatta sovente di povertà e malattia - era meravigliosamente “carnale” nel rapporto con la madre terra, intesa come un’entità in grado di dare gioia e dolore, sfamare e tradire. Un rapporto che non muore neppure quando i contadini “dai piedi scalzi” se ne vanno in città risucchiati dalla furia industrializzatrice del dopoguerra. Edizioni Agemina - euro 19,00 Per acquistare il libro: • Edizioni Agemina - Via Val di Sieve, 34 50127 Firenze - Tel. e Fax 055412715 - cell. 3382337933 - e-mail: edizioniagemina@alice.it - http// www.edizioniagemina.it • Faustino Neri - Tel. e Fax 0575 403275 e-mail: nerifaustino.1936@libero.it
GENOVA
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Una raccolta fondi per l’alluvione
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fronte della drammatica alluvione che ha colpito la città di Genova, il 4 novembre scorso, il Consiglio Direttivo dell’Associazione ringrazia tutti coloro che hanno voluto manifestare la propria vicinanza e il desiderio di rendersi utili. A questo scopo 50&Più di Genova ha deciso di aprire una sottoscrizione per raccogliere fondi destinati all’Ospedale Pediatrico “Gaslini” di Genova, in ricordo delle due bambine vittime della tragica alluvione. Per contribuire: Banca Carige, Agenzia 1 Genova Codice Iban: IT97D0617501401000001861080; Intestatario conto: 50&Più Genova. Il conto corrente sarà attivo fino al 28 febbraio 2012.
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SPAZIO
O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • INCONTRI & CONVEGNI
FOGGIA
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MASSA CARRARA
Per saperne di Più: 0881723151
C’è anche il corso di Cinese
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La Russia è vicina
n occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico di 50&Più, la presidente di 50&Più Università Maria Antonietta Colasanto, ricordandone l’apertura intergenerazionale, ha illustrato l’offerta formativa per il 2011/2012. Fra i corsi sono previsti: Inglese di base, Inglese avanzato, Cinese, Italiano (per stranieri), Internet facile, Informatica, Bon Ton e Decorazione floreale, Cineforum, Giardinaggio, Cucina, Approccio alla fotografia, Approccio alla poesia, Incontri con la psicologa, Seminario di Omeopatia, Seminario di Ginnastica mentale, Incontri con lo psicoterapeuta per la dipendenza da fumo, Cibo e ansia.
ROMA
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Per saperne di Più: 066864596
Anziani protagonisti
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n occasione del III Convegno della Fondazione Internazionale per l’Aiuto all’Anziano, patrocinato anche da 50&Più Lazio, 50&Più Roma e 50&Più Università, si è svolto il convegno “Gli anziani protagonisti del terzo millennio”. Giuseppe Ecca, presidente 50&Più Università, con l’intervento La cultura per l’anziano: il ruolo dell’Università dell’Esperienza, ha sugge-
rito diverse riflessioni sulla vecchiaia. La longevità e l’allungarsi dell’attività lavorativa, rivelano che chi impegna la mente con lo studio e lo scambio di esperienze ha una vitalità più forte. Ragione per cui non vanno costruite strutture e modalità sociali “riservate” agli anziani, ma strutture e modalità in cui “anche gli anziani” si sentano cittadini.
Per saperne di Più: 0585499250
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aggio, giugno e luglio: pronti per scoprire la Russia con un viaggio storico-artistico da Mosca a San Pietroburgo? La sede massese lo sta progettando, attraverso percorsi didattici e seminari che permettano di “viaggiare informati” in una delle aree più ricche d’arte e di cultura italiana. Sono già un’ottantina le preiscrizioni registrate, successo che ha reso necessario la divisione in gruppi di 25/30 persone per assicurare la massima efficacia didattica al viaggio.
Dal romanesco all’italiano per stranieri
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in programmazione presso la sede Marconi un seminario su Trilussa, il grande poeta “romanesco”. Verranno analizzate l’epoca in cui visse e il modo in cui la sua poesia affrontò gli avvenimenti del tempo. Oltre alla lettura dei suoi versi satirici e pungenti, si riscoprirà il pensiero con visite al Museo di Roma in Traste-
vere, a piazza Trilussa, al Museo Braschi e ad altri luoghi. Fra i nuovi corsi anche uno di lingua italiana per gli stranieri. L’iniziativa completa un servizio già avviato dal sistema 50&Più: i suoi uffici offrono assistenza per la regolarizzazione contrattuale delle badanti e delle colf. Il corso faciliterà il lato culturale e socile dell’integrazione.
LUCCA
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Per saperne di Più: 0583473170
Lezioni e concerto
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on la sponsorizzazione di Banca Firenze, Intesa Sanpaolo, Banca del Monte di Lucca, 50&Più Università ha ospitato presso l’Auditorium Boccherini il duo pianistico Orietta Luporini e Francesca Amato per un programma dedicato a Bizet e Milhaud. Il duo svolge concerti nelle principali città italiane ed estere ed è impegnato nella divulgazione della musica classica con la formula del concerto-lezione. Le iniziative della sede di Lucca proseguono con i corsi Lettura Interculturale: racconti da lontano, Storia del mosaico. Aspetti metodologici e conservativi e Alimentazione e salute.
MILANO
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Noi e l’Europa
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a sede milanese conferma la sua attenzione ai valori della cittadinanza. Dopo due cicli di conferenze, organizzati con il Centro Nazionale Studi Manzoniani di Milano e con i docenti dell’Università dell’Insubria e dell’Università Cattolica, in onore dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sono in preparazione tre incontri sulle Istituzioni europee, con il patrocinio delle stesse e in collaborazione con “Terziario Donna”.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C A GROTTAMMARE DAL 28 DICEMBRE AL 2 GENNAIO
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GORIZIA
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Per saperne di Più: 048132325
Per i più deboli
A L’evento nazionale 50&Più da condividere con gli amici più cari, in allegria e spensieratezza, quest’anno si svolgerà a Grottammare (Ap), nella splendida Riviera delle Palme. Forte dell’atmosfera dell’antico borgo medievale, del clima mite e della rigogliosa vegetazione, questa graziosa cittadina è meta ideale anche in inverno, offrendo altresì al visitatore numerose strutture per il divertimento e il tempo libero. CLUB LE TERRAZZE *** Il Club, strutturato in cinque palazzine di recente costruzione, gode di un panoraGrottammare (AP)
ma marino ineguagliabile e dispone di 136 appartamenti - tra mono, bilo e trilocali - dotati di angolo cottura, servizi con asciugacapelli, Tv Sat, riscaldamento autonomo, telefono, cassetta di sicurezza, balcone o terrazza. La ristorazione - a buffet (acqua e vino inclusi) - offre cucina internazionale e specialità marchigiane. Tra i servizi a disposizione: reception, ristorante “Il Bouganville”, bar, garage coperto e noleggio biciclette a pagamento, boutique, sala congressi. È previsto un programma di intrattenimenti e di escursioni. Gli animali non sono ammessi.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE Periodo
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In camera doppia/tripla € 485,00 In camera singola € 625,00 Quota bambini 0-2 anni gratuiti in 3° - 4° - 5° letto Quota bambini 2-12 anni in 3° - 4° - 5° letto € 385,00
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LA QUOTA COMPRENDE Pernottamento in appartamenti - Trattamento di pensione completa (vino e acqua inclusi) - Cocktail di benvenuto - Gran Veglione di Capodanno con cenone e musica dal vivo - Ricco programma di intrattenimenti con animazione - Assicurazione bagaglio/sanitaria e annullamento Navale Assicurazioni - Assistenza in loco.
LA QUOTA NON COMPRENDE Trasporti da e per Grottammare - Escursioni da prenotare e pagare in loco - Bevande extra, mance, extra personali e tutto quanto non indicato ne “La quota comprende”.
Informazioni e prenotazioni: 50&Più Turismo (Aut. Reg. 388/87) - Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it - oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
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nche il Capla, il Coordinamento delle Associazioni Pensionati Lavoratori Autonomi, sostenuto da 50&Più, ha sottoscritto il protocollo d’intesa con il Comune di Gorizia a favore delle fasce più deboli. Oltre ad intervenire sull’addizionale Irpef, l’accordo prevede che il 50% del bilancio complessivo venga destinato a chi perde il lavoro o sia in Cig, Cigs e mobilità. Altri provvedimenti riguardano l’esenzione della Tia per redditi familiari inferiori al trattamento Inps integrato al minimo; le agevolazioni sulle tariffe dei servizi sociali ed educativi per cittadini e famiglie in difficoltà; l’intervento al 12% per ridurre i canoni di affitto delle abitazioni principali; il controllo dei prezzi dei beni di largo consumo; l’attualizzazione dell’Isee per gli interventi di assistenza economica; la rateizzazione delle sanzioni amministrative ai cittadini meno abbienti; il potenziamento dei servizi territoriali per le famiglie.
LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale Philadelphia
Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 Telefono 0061 393810620 0061 864680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661867 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086 001 6108281554
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O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • PAVIA
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Concorso canoro “50&Più in...canto”
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on sono mancate le emozioni al teatro Odeon di Vigevano, per il Primo Concorso Canoro “50&Più in...Canto”, un’iniziativa riservata ai soci 50&Più e organizzata dalla 50&Più di Pavia, guidata da Romano Cantella. Hanno partecipato all’evento: Cristina Bruno con Grande grande, Giuseppe Corvino con Angelo, Laura Dionisio con La bambola, Rosa Fascella con Il cerchio della vita, Giancarlo Garbarini con Barbera e champagne, Ugo Monsellato con Vecchio frac, Enrico Ramponi con Risorgimento e il duo Monsellato - Bruno con Grazie Perché. Ad accompagnarli al pianoforte c’era il segretario Paolo Baroni con l’Orchestra “Anna Rizzi”. La giuria era composta dal tenore Giovanni Maffeo, dal maestro Enzo Consogno, dal vice presidente Giuliano Setti, da Lillo Briguglio che ha partecipato ad Italia “in...canto”
per la provincia di Pavia e Paolo Baroni. Il decreto è stato unanime: Giuseppe Corvino, Laura Dionisio e il duo Monsellato - Bruno hanno acceduto alla finale, dove hanno cantato rispettivamente La voce del silenzio, La nevicata del ’56, L’emozione non ha voce. Ad aggiudicarsi la vittoria il duo Monsellato - Bruno che ha ricevuto in premio una targa ed un buono per assistere al prossimo “Italia in...canto 2012”.
Torneo “50&Più in...campo”
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ella verde cornice Golf Club Santa Martretta di Vigevano, si è svolto il Primo Torneo di Golf “50&Più in... Campo”, un evento riservato ai soci 50&Più tesserati con la Federazione Italiana Golf, nonché ai soci del Golf Club. Erano presenti, oltre ai 28 concorrenti, il pre-
Un momento della premiazione di Gian Marco Corsico.
TRIESTE
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I VINCITORI Categoria 1° 1° classificato: Gian Marco Corsico 2° classificato: Paolo Dago 3° classificato: Vittorino Cagna Categoria 2° 1° classificato: Franco Bellani 2° classificato: Luigi Rossi 3° classificato: Dario Fiocchi
Per saperne di Più: 0403720169
Barcolana 2011
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sidente nazionale Giorgio Re con il presidente regionale Giorgio Mauri e il presidente di Pavia, Romano Cantella, che hanno poi proceduto alle premiazioni. Così, ai primi 3 classificati della 1° e 2° categoria è andato un piatto in argento, al miglior classificato fra i soci una targa offerta dalla 50&Più pavese. La targa per il miglior classificato fra i soci è andata a Gian Marco Corsico.
ello spettacolare golfo di Trieste, il 9 ottobre, era presente anche la 50&Più triestina alla famosa regata velica della “Barcolana”. Tutto questo grazie all’ospitalità dello skipper Claudio Grison e della sua barca “Baruffa”, che si è posizionata al 722° posto su 1.797 iscritti: un buon risultato, se si calcola il numero delle barche presenti.
ROMA
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Un libro per Mario Camerini
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l Festival del cinema di Roma ha reso omaggio al regista Mario Camerini, e lo ha fatto con la presentazione del libro Mario Camerini: la nascita della modernità, volume monografico realizzato anche grazie al contributo della 50&Più di Roma. L’evento, tenutosi presso l’Auditorium Parco della Musica, ha visto la partecipazione di Lucio Villari, Ernesto Nicosia, Ernesto Laura, Antonella Lualdi e Anna Maria Camerini, che hanno ripercorso la brillante carriera di Camerini, evidenziando aspetti e qualità talvolta dimenticate dal cinema contemporaneo, che tanto deve al regista romano. Attraverso le testimonianze di chi gli ha voluto bene e lavorato con lui, ne è uscito un ritratto sconosciuto e affascinante: la sua perizia nel girare scene essenziali e mai inutili, con montaggi intelligenti e il non indifferente risparmio di pellicola, le sue inquadrature fisse ma mai monotone che trasmettono una fortissima intensità espressiva degli attori dando profondità allo sviluppo psicologico dei personaggi. Camerini propone un raccontare visivo, mai contaminato dalle mode e dalle tendenze del periodo con pochi dialoghi per dare spazio all’immagine, una maniera di concepire il cinema propria degli Anni ’30 ma incredibilmente contemporanea. Il grande merito di Mario Camerini è stato quello essere riuscito a passare con naturalezza tra muto e sonoro, proponendo un genere di commedia nuovo, diverso da quello “all’italiana”, attingendo da varie cifre stilistiche, dal cinema russo passando per quello tedesco, fino ad arrivare a Hollywood. Al termine della presentazione è stata proiettata, per la prima volta, la versione restaurata di Rotaie, film di Camerini del 1930 e senza sonoro, con l’accompagnamento dal vivo dell’orchestra del Maestro Carlo Casillo.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO LE SEDI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 45 Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16
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Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0815510737 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 0382372511 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 050483711 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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ARTE DI ALIDA M ARIA SESSA
LA “NATIVITÀ” SECONDO ENRICO BENAGLIA
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l presepe che Benaglia ha dedicato al Natale nelle sale di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma guidata da Nicola Zingaretti, è un’evocazione mistica che rimanda all’Assoluto senza descriverlo, che lascia allo spettatore una visione aperta. Con la consueta grazia il pittore romano coniuga il suo mondo poetico e mitico con il momento mistico tra i più alti, e senza ombra di dubbio, tra i più cari a tutti noi. La sua Natività ha un’ambientazione singolare in un paesaggio urbano fortemente caratterizzato, che ci riporta al suo ciclo tematico più significativo, quello de “I quartieri dell’anima”, contrassegnato da una visione mitica della città. Nella grande tela (nella foto, un particolare) Gesù nasce a Roma, su un panchina di una piazzetta misteriosa e vuota. Viene al mondo a portarci il suo messaggio di vita e di speranza all’ombra dei pini, tra palazzotti liberty, auto parcheggiate e fontanelle che buttano acqua gorgogliando. Eppure lo spaccato urbano di questa Roma minore, mentre sperimenta una nuova consonanza tra evento divino e vita contemporanea, prevede anche tutti i topos classici del presepe: il silenzio della Notte Santa, lo splendore dell’evento, il cielo misteriosamente popolato di angeli, le
stelle racchiuse o forse riflesse dalle finestre dei palazzi. Ma in questo contesto rigoroso, l’artista inserisce un altro carattere di contemporaneità inquieta. Due persone si sottraggono al senso di incanto generale, al clima di fede, esprimendo indifferenza e durezza di cuore. Una donna volta le spalle a tutto, porta a spasso il cane ciabattando, la sigaretta in bocca, un uomo è affacciato alla finestra, guarda il cielo e non vede, è inconsapevole. Due segnati dalla mancanza di fede. A fare da contrappunto a questo atteggiamento di tristezza infinita, nella grande tela c’è però in primo piano una bambina che correndo, porta una grande cometa di carta e trascina il bue e l’asinello verso la sacra famiglia. Un’immagine di fede gioiosa, di entusiasmo che riscatta ogni altro abitante del quartiere. E a guardar bene, ci sono tanti animali che escono da un giardino condominiale folto come una jungla per venire a rendere omaggio al piccolo Gesù. Secondo Benaglia, i bambini nella loro innocenza e gli animali col loro istinto, riconoscono la grandezza del-
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l’evento, lo testimoniano con purezza di cuore. Il tema forte dell’opera è, però, tutto nel cerchio magico della Sacra Famiglia. Tra le braccia di una Madonna sorridente, accoccolata sulla panchina, accanto a un San Giuseppe consapevole e protettivo, il Bambinello sgambetta felice. Maria di Nazareth è una ragazza per davvero, piena di grazia, ma ragazza, e Gesù Bambino, secondo Benaglia, non ha ancora malinconie pen-
ROMA - PALAZZO VALENTINI VIA IV NOVEMBRE 119/A DAL 7 DICEMBRE AL 7 GENNAIO LUN.-VEN. 10.00-19.00 - SAB.-DOM. 10.00-18.00 INAUGURAZIONE: 7 DICEMBRE, ORE 17.30
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sose. Per il momento è soprattutto un bambino bello, sano e felice di essere al mondo. Guardano lo spettatore, comunicano gioia. È questo il carattere veramente innovativo: il presepe benagliano celebra la vita come dono. Persino se a nascere è Nostro Signore. Sulla panchina dipinta di verde, scorre l’attimo fuori dal tempo, prima della Storia, un attimo di pienezza essenziale. Il male è tutto ancora da venire. La vita è. Gesù s’è fatto carne e spalanca per la prima volta sul mondo uno sguardo limpido e carico di stupore. Rivediamo attraverso i suoi occhi la bellezza del mondo, come se fosse la prima volta. DICEMBRE 2011
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LIBRI DI RENATO MINORE
«Un libro capace di trasformare il lettore. Ogni scrittore aspira a questo risultato, anche se non è credibile che esso possa essere ottenuto da “un” solo libro». Francesco Burdin, “Un milione di giorni”
IL SOGNO DEL CELTA Mario Vargas Llosa Einaudi - 418 pagine euro 22,00
LETTERATURA DA VIAGGIO
THRILLER ALLA SVEDESE Il secondo episodio della trilogia Millennium, La ragazza che giocava con il fuoco, il best seller mondiale dello svedese Stieg Larsson, diventa un cd (Marsilio, 24,90 euro), letto da Claudio Santamaria.
UN PO’ ROMANZO, UN PO’ CANZONE Paolo Rumiz scommette sulle grandi storie con un romanzocanzone, La cotogna di Istanbul, fascinoso come una storia narrata intorno al fuoco, ora in un cd (Feltrinelli, 19,90 euro) letto da Moni Ovadia e dallo stesso autore.
! E-BOOK: IN VIAGGIO CON ERODOTO DI R. KAPUSCINSKI Feltrinelli 86 I
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50&PIÙ CONSIGLIA:
A settantacinque anni, un Nobel appena ricevuto, non s’è per nulla allentata la zanna creativa di Mario Vargas Llosa. Anzi, il suo ultimo romanzo, Il sogno del celta, è tra i più intensi: basta il primo capitolo per comprendere la passione e l’invenzione narrativa con cui Vargas Llosa rappresenta la controversa grandezza del personaggio che lo ha affascinato spingendolo in un avventuroso viaggio nelle tenebre dell’animo umano. L’«eroe» è Roger Casement: nel 1916 si trova in una prigione londinese, aspettando che la sua condanna a morte diventi una pena più mite. Il racconto è scandito in tre tempi - Congo, Amazzonia, Irlanda - alternando presente e passato, con il protagonista che alla fine sarà giustiziato. In qualità di console, Casement era stato inviato nel 1903 nel Congo belga e lì aveva scoperto e denunziato le crudeltà cui erano sottoposti gli indigeni nella lavorazione del tabacco. In seguito, era finito in America Latina, per scoprire altre nefandezze, prima in Pe-
rù, poi in Colombia. Contemporaneamente, per una terribile fatalità s’era risvegliata nel suo animo la nostalgia della patria irlandese, considerata come colonia di un altro impero, quello britannico. Il che lo aveva portato a farsi nemico dell’Inghilterra e alleato dei tedeschi, implicato in una folle operazione militare fallita con il risultato di essere impiccato a 52 anni. Difficile trovare una figura così eroica, eppure ricca di chiaroscuri. Libertario, morale o immorale, eroe civile o traditore della stessa sua comunità? La risposta di Vargas Llosa è chiara: «Gli eroi non sono statue, non sono esseri perfetti».
di una conoscenza molto rigorosa di fonti e documenti che attengono alla sua figura di dantista, è presto detta. La figlia del poeta, suor Beatrice, a lui legatissima, sta tentando di scoprire se la scomparsa del padre sia stata davvero dovuta a cause naturali e se nelle pagine della sua opera si celi qualche segreto messaggio. Fioretti si muove a suo agio in questa storia e la fa scorrere verso un finale inatteso, con la migliore sorpresa che il genere gli metta a disposizione.
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IL LIBRO SEGRETO DI DANTE Francesco Fioretti Newton Compton - 274 pagine euro 9,90 50&PIÙ CONSIGLIA:
Un Alighieri a sorpresa. Nel thriller di Francesco Fioretti, Il libro segreto di Dante, è vittima forse di un omicidio, al centro di un intrigo che s’allarga e s’ingarbuglia su piani diversi, dalla vita al testo, alla sua esegesi coinvolgendo i tredici canti finali occultati per una qualche ragione dal poeta. La storia ideata sulla base
Paulo Coelho Bompiani - 282 pagine euro 18,30 50&PIÙ CONSIGLIA:
Venti anni dopo il pellegrinaggio a Santiago di Compostella, è un altro viaggio quello intrapreso da Paulo Coelho questa volta sulla Transiberiana. Nel romanzo Paulo, alla ricerca di una sua rinascita spirituale, incontrerà Hilal, una giovane violinista piena di talento, che ha amato cinquecento anni prima ma che ha tradito con un gesto di codardia. Insieme inizieranno un viaggio mistico nel tempo e nello spazio che li porterà più vicino all’amore, al perdono e al coraggio.
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COMMEDIA
IL GIORNO IN PIÙ regia di Massimo Venier con L. Littizzetto, R. Citran e S. Sandrelli
RECENSIONI cinema teatro DI ALESSANDRA MICCINESI
DI MIL A SARTI
50&PIÙ CONSIGLIA:
COMMEDIA
FINALMENTE LA FELICITÀ regia di Leonardo Pieraccioni con S. Shapiro, M. Battista, M. Andreozzi e T. Alves 50&PIÙ CONSIGLIA:
Puntuale all’appuntamento di Natale Pieraccioni arriva in sala con una nuova storia romanticomica, scritta con Giovanni Veronesi e Maurizio Costanzo, ricca di colpi di scena, situazioni comiche e risvolti umani. La protagonista, Ariadna Romero, interpreta una modella brasiliana adottata a distanza da bambina che oggi vuole incontrare il fratello “italiano”. Succederà, come da copione, a C’è posta per te, la trasmissione di Maria De Filippi, dove un professore di musica di Lucca (Pieraccioni) scopre che il destino gli ha bizzarramente donato una sorella.
SHERLOCK HOLMES. GIOCO DI OMBRE regia di Guy Ritchie R. Downing Jr., J. Harris, J. Law, R. McAdams, N. Rapace e S. Fry 50&PIÙ CONSIGLIA:
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Storia romantica e pungente che riconcilia la paura di innamorarsi con le solide ragioni del cuore. Giacomo - manager 40enne e sciupafemmine, incapace di instaurare relazioni durature - ha il profilo birichino di Fabio Volo (autore dell’omonimo romanzo). Un giorno, in tram, Giacomo s’imbatte negli occhi di Michela (Isabella Ragonese), bellezza acqua e sapone con cui intrattiene un idilliaco interludio di sguardi e silenzi. Il giorno che Giacomo decide di attaccare bottone, però, è quello fatale: Michela sta per trasferirsi a New York.
AVVENTURA
TRENTA GIORNI DI FESTEGGIAMENTI Roma, dall’8 dicembre al 6 gennaio 2012
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e feste natalizie all’Auditorium sono ormai un appuntamento caro ai romani presso il Parco della Musica. Dalla coloratissima giostra al Festival Gospel, dalla magia delle marionette del cantastorie siciliano Mimmo Cuticchio alla pista di pattinaggio su ghiaccio, dai grandi concerti di artisti italiani e stranieri del calibro di Danilo Rea, Gino Paoli e Javier Girotto, a due amati cantautori come Elio e Claudio Baglioni, dai tradizionali canti natalizi eseguiti dall’Orchestra Popolare Italiana con Ambrogio Sparagna, agli immancabili e preziosi appuntamenti con le Lezioni di Rock, Lezioni di Arte, Lezioni di Storia, Lezioni di Musica e Vi racconto un Romanzo: tutto questo è Natale all’Auditorium, un caleidoscopio di spettacoli. Info: 0680241281
IL BALLO PIÙ SENSUALE DEL MONDO Torino, dal 26 dicembre al 6 gennaio 2012
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l capoluogo piemontese si trasforma, con la rassegna Torino Anima Tango, nel palcoscenico ideale della danza argentina. I protagonisti della IX edizione della manifestazione internazionale sono fra i più accreditati: da Marcelo Ramer y Selva Mastroti, ai ballerini Veronica Palacios y Omar Quiroga, José Vasquez y Anna Yarigo e Adrian y Amanda Costa. Grandi maestri del ballo latinoamericano metteranno la loro professionalità a disposizione dei partecipanti agli stages attivati in quei giorni. E fra un tango e l’altro, una special guest e un incontro culinario, l’attività tanguera dello spazio Aldobaraldo incanterà con i suoi ritmi gli appassionati e non, come è nel progetto del suo ideatore Alfonso Fugetta. Info: 3357224576
Per risolvere il caso più importante della sua carriera, e salvare le sorti del mondo intero - fermando il piano del diabolico professor Moriarty (Jared Harris) - Sherlock Holmes (Robert Downing Jr.) continua a destreggiarsi tra spavalderia e umorismo. Ma niente è come sembra, e a dare pepe alla nuova avventura, tra tarocchi e intuizioni, falsi indizi e piste mortali, stavolta ci sono anche i bizzarri travestimenti dell’investigatore. Al fianco di Holmes? C’è il fido Watson (Jude Law), fresco di nozze. FANTASY
HUGO CABRET 3D regia di Martin Scorsese con A. Butterfield, C. Moretz, S. Coen, B. Kingsley e J. Law 50&PIÙ CONSIGLIA:
Per il suo sgargiante esordio in 3D, prodotto anche da Tim Burton, Scorsese dà vita a una fiaba che somiglia alla vita sognata sullo schermo, grazie alle pagine immortali di storie come Peter Pan e Il mago di Oz. I protagonisti della pellicola, tratta dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, sono un orfano che vive nella stazione ferroviaria di Parigi negli Anni ‘30, una ragazza eccentrica, uno schivo giocattolaio e un automa che può essere avviato solo da una chiave a forma di cuore. DICEMBRE 2011
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ROMA
RECENSIONI musica concerti
MESTRE
DI TONINO VALENTINI
Moise et Pharaon, opera in 4 atti di Gioacchino Rossini, sarà rappresentata al Teatro dell’Opera di Roma da giovedì 2 dicembre a domenica 12 dicembre, in sei repliche, serali e pomeridiane. Riccardo Muti dirigerà l’orchestra, il coro e il corpo di ballo del teatro. L’opera di Rossini, rappresentata per la 1° volta a Parigi nel 1827, è in parte un rifacimento del Mosé in Egitto. Le aggiunte al libretto originale e le azioni coreografiche trasformarono l’opera-oratorio in un classico dramma lirico. ROMA
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha in programma, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, da sabato 10 dicembre a martedì 13, in tre repliche, pomeridiane e serali, il concerto Vive la France, un omaggio alla musica francese di fine ‘800 che comprenderà l’esecuzione da parte dell’orchestra di Santa Cecilia, diretta da Stephane Denève, del Bolero e di Le tombeau de Couperin di Maurice Ravel, del Concerto per violoncello n.1 di Camille Sain-Saens e della Sinfonia n. 3 di Albert Roussel.
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Il Teatro Toniolo di Mestre, recentemente restaurato, ha in cartellone, nell’ambito della Rassegna Internazionale di Danza d’Autore “Verso l’Universo”, sabato 17 dicembre alle 21, il balletto La bella addormentata,musicato da Pyotr Ilyich Tchaikovsky, interpretato dal “Balletto Nazionale di Sofia”, che è giunto al suo ottantesimo anno di vita, dal momento che la sua prima esibizione risale al 1928. La coreografia dello spettacolo è firmata da Kalina Bogoeva e la scenografia e i costumi da Ivan Savov.
ROMANZE PER UNA VOCE ECCELSA
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osse nata in un Paese dove le case discografiche sanno guardare lontano, Giuni Russo sarebbe diventata una star internazionale, non solo per la incredibile estensione della sua voce, capace di coprire quasi cinque ottave, ma anche per le sue intuizioni sperimentali. Condannata a ripetere il successo di Un’estate al mare, un tormentone estivo degli Anni ’80 non privo di originalità, nel quale la sua vocalità straordinaria riusciva ad imitare il verso dei gabbiani, la Russo era quasi intenzionata a interrompere la sua carriera di solista. Furono l’incontro e l’amicizia con Franco Battiato a dissuaderla e a consentirle una continua evoluzione artistica. La sua morte prematura ha lasciato un ricordo indelebile in chi la stimava, specie la sua partner artistica, Maria Antonietta Sisini, che ha curato la riedizione di questo disco, 23 anni dopo, arricchito dall’apporto virtuale postumo di grandi artisti e corredato da un Dvd che contiene concerti inediti di Giuni. Qui la cantante siciliana interpreta con strabiliante vocalità vecchie romanze dell’800, fra le quali La zingara di Donizetti, in cui le divagazioni jazzistiche virtuali della tromba di Paolo Fresu si uniscono alle pregevoli vocalizzazioni. In Le crepuscule, una poesia di Victor Hugo musicata da Donizetti, la Russo duetta con Battiato, in un’atmosfera di intensa emotività. Giuni Russo, “A casa di Ida Rubinstein”, cd e dvd, Ed. Edel.
LECCO
La XXVI Rassegna Internazionale promossa da “Harmonia Gentium” nella Basilica di San Nicolò a Lecco è dedicata alla musica religiosa in Europa, anche all’epoca dell’unità d’Italia. Il concerto di chiusura sarà giovedì 29 dicembre alle 21 con Ceremony of Carols di Benjamin Britten, per voci e arpa. Scritta nel 1942, durante un viaggio di mare verso l’Inghilterra, di ritorno dall’America, è interpretata dal coro ungherese “Cantemus Children’s Choir” di Nyireghaza, diretto da Denes Szabo.
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RECENSIONI dvd DI PEDR O ARMOCIDA
HABEMUS PAPAM Regia di Nanni Moretti con Michel Piccoli e Margherita Buy Genere: commedia/drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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idea è semplice e quasi banale, ma la verità è che nessuno ci aveva mai pensato prima. Così Nanni Moretti ha potuto girare in piena libertà artistica questa bella parabola che racconta di un cardinale (Michel Piccoli) eletto Papa e subito preda di dubbi e ansie per il timore di non essere in grado di salire degnamente al soglio pontificio. La Curia si affida a uno psicanalista (Moretti) perché lo aiuti a risolvere i suoi problemi. Il film di Moretti entra con grazia e leggerezza nelle segrete stanze vaticane, rappresentando un mondo inedito con grande umanità.
RIO Regia di Carlos Saldanha Genere: commedia di animazione 50&PIÙ CONSIGLIA:
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l pappagallo di nome Blu non ha mai imparato a volare e conduce una vita comoda insieme a Linda, la sua migliore amica e proprietaria, nel Minnesota. Entrambi credono che sia l’unico della sua specie “ara macao”. Ma quando vengono a sapere dell’esistenza di un altro esemplare a Rio de Janeiro, i due partono alla volta della lontana ed esotica terra per trovare Gioiel, controparte femminile di Blu. Naturalmente il viaggio fa sì che la storia prenda una deriva rocambolesca tipica dei film d’animazione. Ma Rio ha anche un motore in più, quello musicale che rimanda a esempi classici. Da vedere con tutta la famiglia.
SOURCE CODE Regia di Duncan Jones con Jake Gyllenhaal e Michelle Monaghan Genere: azione, fantascientifico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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olter è un soldato che fa parte di un programma governativo sperimentale per le investigazioni su un attacco terroristico. Si trova quindi costretto a vivere e rivivere, attraverso la tecnologia, la tragedia di un treno fatto esplodere da una bomba fino a che non riesce ad individuare gli attentatori. Ad aiutarlo nel suo viaggio attraverso il tempo e lo spazio ci sarà un ufficiale di collegamento, mentre sul treno verrà supportato da una ragazza di cui s’innamorerà. Diretto dal figlio di David Bowie, Source Code è un interessante e un po’ complicata riflessione sul rapporto tra l’uomo e la tecnologia in un futuro, forse, non così lontano.
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PREVIDENZA
IL CONFRONTO CON LA GERMANIA PENALIZZA L’ITALIA «C’è grande incertezza sul futuro. L’Associazione 50&Più propone una svolta sulla realizzazione di un nuovo Stato Sociale» [ DI
GIANNI TEL ]
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l rispetto formale e sostanziale dell’impegno assunto con l’Europa è stato confermato con una clausola di salvaguardia. Il primo articolo del Maxi-emendamento contenuto nella legge di stabilità approvato dal Parlamento ha fissato l’anno 2026 come data inderogabile per i pensionamenti di vecchiaia a 67 anni. Ma vediamo qui di seguito di riassumere in sintesi le regole per l’accesso al pensionamento di vecchiaia e a quello di anzianità sulla base dell’attuale normativa.
Pensionamento di vecchiaia »Il nostro sistema pensionistico prevede nel 2012 per il pensionamento di vecchiaia il requisito anagrafico di 65 anni per gli uomini e per le lavoratrici del pubblico impiego (61 nel biennio 2010-2011, per essere incrementato a 65 anni dal 1° gennaio 2012) e di 60 anni per le donne lavoratrici del settore privato gradualmente allineato al requisito della generalità dei lavoratori a partire dal 2014 per raggiungere la situazione di regime al 2026. In ogni caso una volta maturato il requisito per l’accesso al pensionamento di vecchiaia, l’ef-
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fettiva decorrenza della pensione (e, di fatto, quindi, l’età effettiva di accesso al pensionamento) è ulteriormente posticipata di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per i lavoratori autonomi. Pertanto per chi matura i requisiti nel 2012 l’età minima di decorrenza della pensione è la seguente: • 66 anni per i lavoratori dipendenti e le lavoratrici del settore pubblico; • 61 anni per le lavoratrici dipendenti del settore privato (crescente nel tempo); • 61 anni e 6 mesi per le lavoratrici autonome (crescente nel tempo); • 66 anni e 6 mesi per i lavoratori autonomi.
Pensionamento di anzianità »L’accesso al pensionamento di anzianità con età inferiore a quella indicata per la vecchiaia è consentito nei seguenti casi: • se in possesso di una anzianità contributiva di almeno 40 anni (in questo caso si prescinde dall’età anagrafica); • se in possesso di un’anzianità complessiva di almeno 35 anni ed un’età gradualmente crescente dai 60 anni del 2010 ai 62 anni a partire dal 2013 per i lavoratori dipendenti e dai 61 anni di età dal 2010 ai 63 anni a partire dal 2013 per i lavoratori autonomi. È possibile la maturazione del diritto ad accedere ad età inferiori di un anno a quelle sopra
indicate solo se in possesso di anzianità contributiva minima di almeno 36 anni. In ogni caso una volta maturato il requisito per l’accesso al pensionamento di anzianità, l’effettiva decorrenza della pensione (e, di fatto, quindi, l’età effettiva di accesso al pensionamento) è ulteriormente posticipata di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per i lavoratori autonomi. Pertanto, ad esempio, per chi matura i requisiti dal 2013 l’età minima di decorrenza della pensione con 35 anni di contributi è la seguente: • 63 anni per i lavoratori dipendenti; • 64 anni e 6 mesi per i lavoratori autonomi. Per entrambe le categorie va aggiunto poi l’adeguamento all’incremento della speranza di vita, previsto per la prima volta a decorrere sempre dal 2013. Per chi, invece, accede al pensionamento in virtù della maturazione del requisito contributivo di 40 anni, indipendentemente dal requisito di età anagrafica, la decorrenza è ulteriormente posticipata non solo dalla “finestra d’uscita”, cioè 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per i lavoratori autonomi, ma anche di un ulteriore mese per chi matura i requisiti nel 2012, di ulteriori due mesi per chi matura i requisiti nel 2013 e di ulteriori tre mesi per chi matura i requisiti dal 2014. È importante, data la complessa applicazione nor-
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mativa, di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco che - gratuitamente - sono in grado di fornire informazioni, consigli e chiarimenti necessari. Volendo a questo punto fare un confronto con un Paese come la Germania solitamente considerato come punto di riferimento (benchmark) va evidenziato che: • per il pensionamento di vecchiaia l’Italia raggiunge l’età minima di accesso di 67 anni nel 2026 e ciò vale per le lavoratrici del settore privato, mentre le altre categorie la raggiungono prima in un rang che va dal 2017 al 2023 - vedi tabella - tenendo conto anche degli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita. In Germania invece tale età minima di accesso si raggiunge nel 2031 e rimane costante negli anni successivi in quanto non è previsto l’adeguamento agli incrementi della speranza di vita; • per il pensionamento di anzianità con 35 anni, per chi matura il requisito nel 2013 si prevede in Italia un’età minima di accesso di 63 anni e tre mesi per i lavoratori dipendenti e di 64 anni e 9 mesi per i lavoratori autonomi, mentre in Germania è prevista un’età minima di 63 anni. Successivamente in Italia il requisito di età anagrafica è adeguato agli incrementi della speranza di vita mentre in Germania rimane costante nel tempo. Siamo senza dubbio nel bel mezzo della più grande bufera che si è abbattuta sull’economia del nostro Paese, dell’Europa e del Mondo intero. C’è una grande incertezza sul futuro, ma visti gli errori ed anche gli egoismi nazionali che attraversano l’Europa era nell’aria che tutto ciò dovesse prima o poi accadere. Al momento non si ha la minima idea di come le situazioni andranno a finire ma una cosa deve essere chiara a tutti: i pensionati italiani hanno abbondantemente già dato, altri invece dovranno essere chiamati a rinunciare a privilegi e situazioni di favore ormai intollerabili. È tempo ed è urgente che per i nostri anziani cessi l’insensibilità politica accompagnata all’ingratitudine nel trattare con chi ha costruito con grandi sacrifici quello zoccolo duro, ricchezza e risparmio, lavoro e servizi, che finora hanno evitato il default del nostro Paese sostenendo le difficoltà economiche di figli e nipoti. È tempo ed è urgente spendere grande attenzione per i nostri anziani visto che quote sempre più estese di essi stanno scivo-
lando verso una condizione di povertà inaccettabile. È tempo ed è urgente lanciare un forte allarme sulla situazione dei nostri anziani e chiedere una svolta sulla realizzazione di un nuovo Stato sociale. È questo l’obiettivo prioritario della nostra Associazione 50&Più che assieme alle altre organizzazioni, soprattutto quelle presenti nel Cupla (Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) e che rappresentano cinque milioni di anziani, vogliono guardare al futuro per fornire un contributo vitale alla soluzione dei problemi costruendo insieme posizioni comuni che diano forza e visibilità alle giuste e concrete richieste dei pensionati.
della pensione è legata » L’età alla “speranza di vita” Bisognerà abituarsi. In futuro si saprà con certezza quando si comincia a lavorare ma non quando (età) si potrà smettere; a meno che non si raggiungono i fatidici 40 anni di contributi che, per ora, restano un requisito scampato alla tagliola della riforma che ha previsto l’automatismo dell’aggiornamento continuo dei requisiti di pensionamento alla cosiddetta “spe-
ranza di vita”. Con questo sistema ogni tre anni l’Istat certifica che le speranze di vita degli Italiani se queste crescono, automaticamente crescono i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia e di anzianità, per un periodo di uguale durata. Per quanto riguarda la valutazione dell’adeguamento dei requisiti anagrafici agli incrementi della speranza di vita a 65 anni, l’incremento stimato dall’Istat dal 1° gennaio 2013 è pari a tre mesi. Salirà a quattro mesi per gli adeguamenti fino al 2030, mentre i successivi adeguamenti saranno inferiori e attorno a tre mesi fino al 2050. Ciò sta a significare che l’adeguamento cumulato, al 2050, sarà pari a circa tre anni e 10 mesi.
TABELLA PENSIONAMENTO DI VECCHIAIA
Requisiti di età + decorrenza “finestre” + stima aumento età per “speranza di vita”
Anno di maturazione del requisito 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 dal 01/01/2028 al 31/12/2030
Lavoratori dipendenti
Lavoratori autonomi
Lavoratrici pubblico impiego
Lavoratrici Lavoratrici settore privato settore privato dipendenti autonome
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61 61 61 e 3 mesi 61 e 4 mesi 61 e 6 mesi 62 e 1 mese 62 e 5 mesi 62 e 10 mesi 63 e 8 mesi 64 e 2 mesi 64 e 8 mesi 65 e 6 mesi 66 66 e 6 mesi 67 e 4 mesi 67 e 7 mesi 67 e 7 mesi
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*È comunque previsto un requisito contributivo minimo. I requisiti anagrafici saranno comunque adeguati sulla base dell’aumento della speranza di vita anche successivamente al 2030. In ogni caso i requisiti effettivi risulteranno determinati in corrispondenza di ogni adeguamento sulla base dell’aumento della speranza di vita accertato a consuntivo dall’Istat.
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NUOVE REGOLE PER LE DETRAZIONI EDILIZIE «La normativa è stata snellita, ma resta necessario produrre e conservare le documentazioni stabilite dall’Agenzia delle Entrate» [ DI
ALESSANDRA DE FEO ]
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7, comma 2, lettere “q” ed “r”, ‘ articolo del D.L. n. 70 del 13 maggio 2011, con-
vertito, con modificazioni, dalla Legge 12 luglio 2011 n. 106, ha apportato delle importanti modifiche alla normativa che regola le detrazioni nella ristrutturazione edilizia. In particolare, con il paragrafo “q”, viene semplificata la procedura per chi intende avvalersi, ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, della detrazione del 36% sulle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia, agevolazione prorogata dalla Legge 244/2007 (Legge finanziaria 2008) fino al 2012, nel limite di 48mila euro per unità immobiliare. La suddetta variazione ha eliminato l’obbligo di trasmettere e riportare una serie di documenti e informazioni al Centro Operativo dell’Agenzia delle Entrate di Pescara a mezzo rac-
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«La procedura è stata semplificata per chi intende avvalersi, sull’Irpef, delle detrazioni del 36% per le spese sostenute»
comandata, ma dispone l’obbligo di: - inserire nella dichiarazione dei redditi i dati riportati nella lettera “a” del Decreto Interministeriale n. 41; - conservare ed esibire, su richiesta degli Uffici, i seguenti documenti stabiliti dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate: a) le abilitazioni richieste dalla legislazione edilizia in relazione ai lavori (concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori), o una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28/12/2000, in cui sia riportata la data di inizio lavori e attestata la circostanza che gli interventi di ristrutturazione edilizia rientrano tra quelli agevolabili, pure se i medesimi non dovessero necessitare di alcun titolo abilitativo, ai sensi della normativa edilizia vigente; b) per gli immobili non ancora censiti la domanda di accatastamento; c) le ricevute di pagamento dell’Imposta Co-
munale sugli Immobili, se dovuta; d) la delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori per interventi sulle parti comuni di edifici residenziali, e tabella millesimale di ripartizione delle spese; e) in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, occorrerà la dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori; f) la comunicazione preventiva indicante la data di inizio lavori all’Azienda Sanitaria Locale, qualora sia obbligata secondo le disposizioni in materia di sicurezza dei cantieri; g) le fatture e le ricevute fiscali comprovanti le spese effettivamente sostenute; h) le ricevute dei bonifici di pagamento. Quindi, la norma prevede che l’interessato indichi, nella sua dichiarazione dei redditi, i dati catastali dell’immobile e, se i lavori sono stati effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo; infine, anche tutti gli altri otto elementi richiesti e precisati dall’Agenzia delle Entrate. La successiva lettera “r” abroga il comma 19 dell’articolo 1 della Legge finanziaria 2008 (Legge n. 244/2007), che condizionava la possibilità di detrarre l’Irpef della ristrutturazione edilizia al fatto che in fattura venisse riportato il costo della manodopera.
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LIBRI
OroscoPIÙ » di ALDEBARAN
SagittariO « KIM BASINGER SAGITTARIO
23 nov. » 21 dic. Sarà un mese da dedicare alle questioni professionali. Vi aspetta anche un periodo natalizio all’insegna del benessere fisico ed economico: condividetelo con i vostri cari.
ARIETE
21 mar. » 20 apr. Sarà un mese positivo in cui vi sentirete in forma. Potrete dedicarvi a un ulteriore miglioramento del vostro aspetto, cambiare look, andare a mostre o incontri mondani.
TORO 21 apr. » 20 mag. Mese interessante per voi: come potrebbe essere altrimenti? Via libera al divertimento, al tempo libero, alle amicizie... Senza, però, sacrificare gli impegni professionali.
GEMELLI
21 mag. » 21 giu. Il mese si presenterà sotto una buona stella. Sarete più rilassati, come se sentiste l’avvicinarsi delle feste più belle dell’anno. Proteggetevi da colpi di freddo e correnti d’aria.
CANCRO
22 giu. » 22 lug. Ecco un momento di riflessione, forse di stasi, ma potrà anche essere un’occasione di meritato riposo. Organizzate le feste di Natale con la famiglia, magari in montagna.
LEONE 23 lug. » 23 ago. Vi aspetta un mese interessante, in cui dedicarvi con piacere al tempo libero, alle attività extra professionali che, per voi del Leone, hanno sempre qualcosa di utile da proporvi.
VERGINE
24 ago. » 22 set. La fortuna sarà presente per tutto il mese. Giocate al Lotto o alla lotteria. Momenti di gioia e allegria con parenti e amici. Copritevi bene e non frequentate luoghi affollati.
BILANCIA
23 set. » 22 ott. Un mese ottimo per quello che riguarda l’amore e gli affetti. Sarete interessati a tutto quello che farà e dirà il partner: l’intesa sarà reciproca. Attenzione alla linea!
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Trascorrerete il mese a correre a destra e a sinistra per importanti preparativi. Ci saranno grandi novità e divertimenti. Riallacciate, intanto, i contatti con un lontano parente.
CAPRICORNO
22 dic. » 20 gen. Succederanno molte cose, vi sposterete per brevi e lunghi viaggi. Converrà scrivere lettere, fare telefonate, mandare e-mail e auguri di Natale. Siate parchi a tavola!
ACQUARIO
21 gen. » 19 feb. Questo mese natalizio si annuncia molto positivo. Sarete così pieni di entusiasmo da aver voglia di nuovi successi. Con Giove nel segno la fortuna vi assisterà.
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D’ORDINE
Mese ricco di serenità e grande voglia di godervi la vita! Dateci dentro... Un’amica/o avrà bisogno della vostra compagnia. Attenti a quello che mangiate!
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PER L’ACQUISTO DEL VOLUME
LE PERLE DELLA MEMORIA N. 18
{ DALLA BOTTEGA ALL’IPER-MERCATO } DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO PRESSO IL MIO DOMICILIO N. _____ COPIA/E DEL VOLUME AL COSTO DI EURO 18,00 A COPIA (*) + SPESE SPEDIZIONE (**)
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❏ socio 50&Più
❏ Università Terza Età / iscritto ricercatore
“BARRARE LA CASELLA INTERESSATA“
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C. FISC. / P. IVA VIA CITTÀ
PESCI 20 feb. » 20 mar.
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a bottega, il bottegaio e il cliente... Una storia che molti ricordano, nella quale la povertà dovuta all’ultimo conflitto, costringeva i clienti a “segnare” il conto della spesa. Poi, il benessere del boom economico: dalle vetrine dei negozi risplendeva una luce di speranza. Ma anche le botteghe hanno ceduto il passo alla grande distribuzione, portando via con sé il calore dei rapporti umani che andiamo di nuovo cercando. Dalla bottega all’iper-mercato dà voce a chi ha vissuto quella storia e la sa raccontare.
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ueste pagine sono dedicate a chi cerca un’amicizia, a chi vuole affittare, comprare o vendere immobili. Qui potete assicurarvi un impiego o acquistare oggetti rari e curiosi».
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ORIZZONTALI 1. L’articolo davanti a... Vegas; 4. Regge lo strascico; 9. Possono essere inveterati; 13. In fondo ai fossi; 16. Un Andrea pittore neoclassico; 18. Nuove ondate di freddo; 23. Un lato con i cateti; 25. Le scrisse Pascoli; 26. Il fiume del Grand Canyon; 27. Dicesi di male proprio di un popolo; 30. L’Hans pittore dadaista; 31. Indica la taratura della pellicola in base alla sensibilità; 32. Gli uffici più complicati!; 34. Il fifone teme anche... questa; 36. L’Ippoliti della tivù (iniziali); 38. Farmaco usato per l’ulcera; 40. Così la Callas chiamava Onassis; 42. Sono il nuovo luogo di socializzazione nella Grande Mela (New York); 44. Fanno l’amore per ore!; 45. La lira entrò in quella dello Sme; 46. Un concorrente della RAS; 47. Il Pietro che fondò Il caffè; 49. Sigla di Imperia; 50. Incontro di vocali; 51. Il gatto del mister; 52. Ha lunghe corna arcuate; 54. Un vino amabile; 57. Gestito... senza esito; 58. Un canestro per carburanti; 62. Il pronome dell’egocentrico; 63. Il 25 dicembre a Parigi; 65. La famosa scuola di recitazione di Strasberg; 69. È dotato di siluri; 50epiu.it
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48. In mezzo all’orto; 53. Il nome del regista Ioseliani; 54. Il generale che nel 1989 comandava le truppe cristiane a Beirut; 55. Canta con le storie tese; 56. Centro Nazionale per l’Autorizzazione Giudiziaria; 59. Mettono fine al viaggio; 60. Risuona nello stagno; 61. In pasta!; 62. L’andate liturgico; 64. Si ripetono negli sberleffi; 66. Sotto Tenente; 67. Sono uguali negli addobbi; 68. Oristano; 69. Un... po’ di musica; 70. Due lettere di Shelley.
» soluzioni a pag. 98 71. Molto robuste o inflessibili; 72. Richard, regista del film Gandhi del 1982. VERTICALI 1. Libera da vincoli religiosi; 2. Lo cerca chi tende un agguato; 3. La navicella del telaio; 4. Fu maestro di Paganini; 5. Hue ne è la capitale; 6. Risolve controversie di lieve entità; 7. Un eccesso di nervi; 8. Nel cuore e nel polmone; 9. Ufficio Registro; 10. Un passo da cineprese; 11. Nel nido; 12. Famoso film di Hitchcock con A. Perkins; 13. Le diciotto sul quadrante; 14. Investiti di una mansione; 15. La camionetta dei Marines; 17. Andato... all’antico!; 19. Misura catastale; 20. Dimezza il valore; 21. La scala di semitoni; 22. Un porto della Dalmazia; 24. Un modo d’essere fischiati; 27. Persone di raffinata sensibilità; 28. Insolito, fuori del comune; 29. Susan l’autrice di Scimmie; 33. Canta Un dì (ero piccina)...; 35. Imbianca i campi; 36. Uno degli Arcangeli; 37. L’ente degli infortuni; 39. Electronic mail; 41. Il mezzo che emette più gas serra; 42. Si pulisce con la cimosa; 43. Sono ripetute nel din-don;
INDOVINELLO Lionello » Farmaco per la depressione Se in certi momenti della giornata ti senti a terra o forse un po’ troppo giù, non c’è altro rimedio che prenderlo e vedrai che piano piano ti tirerà su.
GIOCHI IN VERSI » Mia per un giorno Cara compagna mia che nel cammino, a mano a mano, mi hai dischiuso il cuore, tu che conosci il peso del destino, vieni con me, sia pur ventiquattr’ore! Favolino » I soliti dongiovanni Amici per la pelle, hanno il segreto di far buon viso a tutte le signore: sanno baciare e carezzare in modo che al loro tocco avvampan di rossore! Favolino FALSE IDENTITÀ Lionello NUCCIA COMBELLI LAURA RUMANECI
» Sotto queste false identità si celano i nomi di due note e belle attrici italiane. Anagrammate le lettere che compongono i due nomi e scoprirete le loro vere identità.
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ORIZZONTALI 1. In fondo alla caraffa; 2. Società per i Servizi Bancari; 4. Il fiume con 141 affluenti; 5. Era l’Essere supremo dei cinesi; 6. In quelle francesi si balla la beguine; 9. Spara due volte nelle false partenze; 10. Il berretto rosso del Papa; 11. Vivaci, briosi; 12. Recare conforto; 13. Odiosamente avidi; 15. È maturo dopo molti anni. VERTICALI 1. Antonio, pittore e incisore dell’Ottocento; 2. Sporadico, discontinuo; 3. Svelto e premuroso; 4. Antonio autore del romanzo La città distrutta del 2001; 5. Un dolce da dessert; 7. Un tenore de Il Flauto magico di Mozart; 8. Glorie nazionali; 14. Sigla di Modena.
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Accanto è riportata la pianta di un appartamento. Utilizzando solo lo sguardo, dite quante porte e portefinestre (disegnate con il colore rosso) occorre aprire per raggiungere il punto B partendo dal punto A, passando prima per il salone e poi per la camera da letto 1, stando attenti a non tornare mai indietro.
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TEST 2 Osservate le tre sequenze di operazioni matematiche e dite, secondo logica, quale numero va sostituito al punto interrogativo.
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A
C
R
15
I
N
46
I
I 54
O
A
14
30
34
I
T
P
S
M Y
T
49
A
P
E
O
3
E
21
E
25
N 28D
A
13
C
U
MINI CRUCIVERBA S
S
R
T
2
E
A
E
A
P
20
T
71
F
I
D
E
A
1
S
U
I
53
R
R
S
65
F
U
E
27 33
C
12
R
L
A
A
A 19
11
A
E E
E
10
E
64
T
O
O
9
N D
N O
G
63
N
C
58
57
I 38
N 43D
A 45
A M
52
M
G
44 47
32 36
S
I R
8
E
14
M
O M O
I soliti dongiovanni = I cosmetici
FALSE IDENTITÀ
Nuccia Combelli - Laura Rumaneci = Monica Bellucci - Manuela Arcuri
TEST 2 Il numero che va sostituito al punto interrogativo è il 3. In ognuna delle tre sequenze di operazioni matematiche, infatti, si alternano numeri pari e numeri dispari. Inoltre, l’ultimo numero di ogni sequenza è inferiore di tre unità rispetto al numero precedente. Nella terza sequenza si ha quindi: 8–7x4+5–6x3 TEST 3 Quale delle quattro seguenti figure rappresenta quella prima vista: a)
b)
REBUS (7, 8, 9)
Legge R odi; verbi O coniuga LE = Leggero diverbio coniugale
c)
d)
REBUS (8, 5, 4)
GI orna T; A collabora = Giornata colla bora
98 I
50epiu.it
I
DICEMBRE 2011
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CREATTIVA B2B
il
Business to Business nel Padiglione C
ingresso riservato ai rivenditori. in mostra i campionari proposti dai fornitori di articoli per hobbystica
f i e r a
d e l l e
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m a n u a l i
17-19 febbraio 2012 fiera
di
bergamo
orari di apertura: dalle 9.30 alle 19.00 costo biglietti: intero 9 euro - parcheggio: 2 euro
www.bergamocreattiva.it preregistrati sul sito: www.bergamocreattiva.it - avrai diritto al biglietto di ingresso a tariffa ridotta: 6 euro