Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
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Anno XXXIV n. 12 Dicembre 2012 Euro 2.50 - I.P.
IN FARMACIA
SENZA CONSERVANTI - SENZA ZINCO Sono Dispositivi Medici
. Leggere attentamente le avvertenze ed istruzioni per l’uso. Autorizzazione del 23/07/2012.
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[anteprime] Italiani al voto 50&Più ha chiesto agli italiani cosa pensano della politica e cosa prevedono per il Paese. L’analisi di Renato Borghi, presidente 50&Più, Nadio Delai, sociologo, e Tullio De Mauro, linguista ed ex ministro. A pagina 45
Da Melbourne ad Adelaide Nella calda Australia “invernale”, dove il Natale si festeggia sulla spiaggia, con un tuffo al mare, o con l’immensità dei suoi paesaggi. A pagina 64
Chi ha paura delle donne? Dall’inizio di quest’anno i casi di morte violenta sono oltre cento. La violenza sulle donne è solo un problema culturale? Intervista a Riccardo Iacona. A pagina 10
Il cinema riscopre gli over 50 Sul grande schermo i registi portano le vite, gli amori, i dolori, i sogni e le speranze degli ultracinquantenni. A pagina 16
Non i soliti regali Solidali, ecologici, di design: a Natale le idee per fare doni sono molte. C’è anche un Bon Ton: prima regola, non esagerare mai. A pagina 21
ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
«Questo Paese ha più ricchezze degli altri, ma non è questo a farci ricchi. Abbiamo l’esercito più potente della storia, ma non è questo a farci forti. Le nostre università, la nostra cultura, sono l’invidia del mondo, ma non è questo che fa venire il mondo da noi. Quello che rende eccezionale l’America è... credere che il nostro destino è condiviso. Che questo Paese funziona solo se accettiamo di avere obbligo ognuno nei confronti dell’altro e verso le generazioni future».* Se qualcuno dovesse domandarsi in cosa consiste “il sogno americano” e dove sia il limite della Nuova frontiera che gli Stati Uniti hanno, ancora una volta, avuto il coraggio di porre davanti a sé, crediamo che le parole pronunciate da Barack Obama subito dopo la sua rielezione, il 7 novembre scorso, siano esemplari nel coniugare chiarezza politica e capacità evocativa; ma sono anche parole che misurano, fino alla crudezza, la distanza che li separa da noi già a partire dall’idea stessa di cosa significhi fare politica. Perché, guardando in casa nostra o ai futuri impegni elettorali che ci attendono, senza sconti e riguardi per governi presunti tecnici o politici che siano, la legittimazione della politica potrà rinascere nel nostro Paese solo dal confronto sulle risposte da dare ai problemi delle persone oltre che dalla coscienza di una responsabilità individuale (cosa faccio, come mi comporto) e collettiva (che Paese lasceremo a chi verrà). E non esiste Paese sano e vitale in cui questi due aspetti di confronto e responsabilità, non si alimentino vicendevolmente. Ecco perché è indispensabile che ciascuno di noi si riappropri della politica e del fare politica, di una partecipazione che inizia e finisce con il voto, ma lungo questa traiettoria vive di impegno, vigilanza, cura, testimonianza. A ben vedere la stessa “Cittadinanza attiva” che, con preveggenza l’Unione europea ha scelto di celebrare nel 2013, forse per ricordare a se stessa che è l’Europa politica il sogno che i cittadini del Vecchio Continente si sono dati e al quale non hanno rinunciato. * Dal discorso di Barack Obama, pronunciato al McCormick Center di Chicago, subito dopo la conferma della rielezione.
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IN QUESTO
numero
Ciak, si gira! Gli over 50 protagonisti sul grande schermo
16
DI ALESSANDRA MICCINESI
Sotto l’Albero... mettiamo pacchetti eco-solidali
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DI BARBARA DI SARNO
Adozioni internazionali: tutto quello che c’è da sapere
28
DI DANIEL A FLORIDIA
Elezioni in Usa: le emozioni di un lungo giorno
34
64
DI HELLIS M ARTIN E SONNY STEELE
Reportage Afghanistan: viaggio nel Paese che cerca la stabilità, anche con il contributo italiano
39
DI I. R OM ANO E R. VINCI
tra Melbourne ed Adelaide nel “caldo” dell’inverno
64
DI LORIS POR CHERI
70 in giro per il mondo riscoprendo Mercatini di Natale:
la magia delle feste
I vincitori delle Libellule d’oro
Spazio50
INCHIESTA
Quest’anno oltre 100 le vittime di “amori malati” DI E. MANNA E G. VALDANNINI
IN EVIDENZA
10
Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più
Fisco DI ALESSANDRA DE FEO
Previdenza
di Alessandro Mascia
Letteralmente >> pag. 8
Sapori & Colori >> pag. 76
di Giovanna Vecchiotti
di Marina Cepeda Fuentes
Giovani e tradizioni >> pag. 20
Libri di Renato Minore >> pag. 90 Consigliati da 50&Più >> pag. 91
Il baratto solidale >> pag. 24
di Dario De Felicis
di Rosella Bennati
Cinema & DVD >> pag. 92
Avviso ai Naviganti >> pag. 32
di A. Miccinesi e P. Armocida
di Paolo Negrini
Teatro & Musica >> pag .93
Nonni di Spagna >> pag. 33
di M. Sarti e D. De Felicis
di Valerio Maria Urru
Giochi >> pag. 94
200 anni di Dickens >> pag. 56
di N. Tucciarelli e R. Cento
di Paolo Giorgi
Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 95 Bacheca >> pag. 96 Oroscopo di Aldebaran >> pag. 98
Un Museo “Divino” >> pag. 62
di Silvia Toscano
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Star bene: artrosi e meteo >> pag. 74
a cura di Berardo Falcone
di Rita Nicosanti
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DICEMBRE 2012
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DOSSIER
Per l’Italia vorrei... Sondaggio di 50&Più: “Cosa si aspettano gli italiani dal prossimo governo?”
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DI N. DEL AI, G. VALDANNINI E R. VINCI
LA VOCE DI 50&PIÙ
A CURA DI LUISELL A BERTI
DI GIANNI TEL
Periscopio >> pag. 6
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PARLIAMO DI...
XXX Concorso 50&Più
DI GIOVANNI ORSO
La violenza sulle donne
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Anno XXXIV n. 12 Dicembre 2012 Euro 2.50 - I.P.
Anno XXXIV n. 12 Dicembre 2012
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i legge nel Bilancio sociale dell’Inps che nel 2011 l’importo pensionistico medio lordo erogato è stato di 1.131,00 euro mensili, che su oltre 15 milioni di pensionati il 17% può contare su un reddito di 500 euro. Il 35% tra 500 e 1.000 euro. I pensionati dunque stanno sopportando carichi assai rilevanti e talvolta insostenibili per il risanamento del Paese. Bisogna anche mettere nel conto la nuova imposta Imu sulla casa, che non salva neppure quelli con redditi più bassi, né quelli che hanno particolari problemi di salute o di handicap. Accanto all’aspetto economico c’è anche l’aspetto sociale. Permane nel “Bel Paese” l’incapacità - da imputare anzitutto ai partiti e ai governi precedenti - di definire e portare avanti politiche calate nella realtà delle famiglie, degli svantaggiati, degli anziani, dei più poveri, dei giovani. La situazione è allarmante ed è gravissimo che non si stia facendo nulla per arginarla. Il senso di responsabilità e la pazienza dei pensionati non può andare oltre un certo limite. La catena della solidarietà sociale - che equivale al grado di civiltà di un Paese - si misura (e si spezza!) sugli anelli più deboli e non su quelli più forti o più tutelati.
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ERISCOPI in pillole
A CURA DI BERARDO FALCONE
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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,
NUOVA ZELANDA: MONETE CELEBRATIVE PER GLI HOBBIT DI TOLKIEN
Parigi, una sfilata di moda fatta di cioccolato Si è da poco svolta a Parigi, la 18a edizione del Salone del cioccolato: il più grande evento del mondo dedicato a questa golosità. Oltre alle varie mostre, stand e dimostrazioni di ricette a base di cacao fatte dai più importanti chef parigini, è stata presentata una sfilata di moda con abiti interamente fatti con il cioccolato. Le modelle scese in passerella hanno indossato bellissimi capi scolpiti, con perizia da sartoria, nel cioccolato bianco, al latte e fondente. Nella capitale mondiale della moda, uno spettacolo suggestivo che unisce arte e gusto.
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Prezioso reperto ritrovato a Piacenza È stato ritrovato a Piacenza un prezioso reperto romano dal valore inestimabile, rubato circa 30 anni fa nella zona archeologica di Pompei. Si tratta della testa di una statua funeraria, riconducibile al periodo tra l’anno 100 a.C. e il 50 d.C, che raffigura probabilmente il volto di Agrippina Minore, ovvero Giulia Agrippina Augusta, madre dell’imperatore Nerone. Il preziosissimo reperto era custodito da molto tempo nell’abitazione di un professionista che ha tentato di venderlo, invano, dato il valore dell’opera.
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importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50epiu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!
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Il Campionato europeo di cubo di Rubik Chiunque, almeno una volta nella vita, avrà avuto modo di provare la difficoltà del cubo di Rubik. A Breslavia in Polonia, patria natale di Ernö Rubik, si è svolto il 5° campionato europeo del rompicapo matematico. Gli oltre 300 concorrenti, provenienti da 26 Paesi, si sono sfidati con cubi colorati di varie misure e difficoltà: 2x2 facce, 7x7, oltre ai classici 3x3. Per dare l’idea della bravura dei partecipanti, il vincitore dell’ultimo campionato, il polacco Michal Pleskowicz, per la risoluzione del cubo ha impiegato soli 8,65 secondi.
La Nuova Zelanda conia monete che celebrano gli Hobbit Le Poste della Nuova Zelanda hanno ottenuto i diritti per coniare monete celebrative del film Lo Hobbit, la nuova trilogia di Peter Jackson tratta dall’omonimo libro di John Ronald Reuel Tolkien, girata interamente nel Nuovissimo Continente. Le monete più preziose, coniate in argento o oro puro, valgono dai 3.695 dollari neozelandesi (circa 2.500 euro) fino ai 30 dollari (circa 20 euro), anche se il valore del corso legale sarà molto inferiore: da 1 a 10 dollari. Le poste neozelandesi hanno anche annunciato che queste monete sono solo le prime di una collezione che uscirà nei prossimi anni.
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Eletti i nuovi soci all’Accademia dei Lincei In occasione dell’apertura dell’anno accademico 2012/13, l’Accademia dei Lincei si arricchisce di 24 nuovi soci. Tra loro ci sono il linguista Tullio De Mauro, il regista Luca Ronconi e la fisica Fabiola Gianotti, la scienziata che ha scoperto il Bosone di Higgs. La nomina, da poco avvenuta presso Palazzo Corsini a Roma, ha un valore molto significativo, se si considera che nei quattro secoli di vita l’Accademia ha eletto tra i suoi soci i più prestigiosi esponenti della cultura mondiale come Galileo Galilei, Charles Darwin, Albert Einstein, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Renato Dulbecco.
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Regno Unito: 250 agricoltori per Campionato nazionale di aratura Oltre 250 agricoltori provenienti da tutto il Regno Unito si sono dati appuntamento nel villaggio di Whittington, vicino a Lichfield, per partecipare alla 62a edizione del Campionato nazionale di aratura dei campi. La manifestazione, che ha richiamato ottomila spettatori, ha visto prevalere due agricoltori che oltre al premio si sono aggiudicati la possibilità di partecipare al Campionato del mondo che si terrà nel 2013 in Canada. Potranno così provare ad insidiare il trono dell’attuale campione mondiale, il 29enne austriaco Stefan Esterbauer.
Hollywood si rifà il look Avete presente la scritta Hollywood che si vede sulle colline di Los Angeles? È il simbolo della città del cinema, costruita nel 1920 da un’agenzia immobiliare a scopo pubblicitario, per promuovere il quartiere sottostante. Dal 1977 non è stata più toccata, subendo il logorio degli anni. Adesso, una squadra di operai specializzati in grandi lavori è stata convocata per pulire e riverniciare le enormi lettere, alte 15 metri. Ci vorranno dieci settimane, poi la maestosa insegna di Hollywood tornerà ai suoi antichi splendori. DICEMBRE 2012
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E se provassimo a tornare un po’ bambini? «Caro Babbo Natale...», è lontano il tempo in cui chiedevamo, un po’ timorosi, i regali più desiderati o si scriveva a Gesù Bambino con grafia incerta, la letterina adorna di porporina per papà o mamma. Prima di chiedere i regali, però, si doveva promettere che in futuro “saremmo stati più buoni” dell’anno passato, e che in realtà non eravamo così egoisti da volere dei doni soltanto per noi: le guerre dovevano finire, la fame sparire insieme alle malattie, e tutta l’umanità doveva essere felice. Ora siamo cresciuti, spesso la vita ha scelto al posto nostro, ci ha temprati e reso meno sogna-
tori di un tempo. Però, nonostante tutto, credo che ognuno di noi sia in grado di ripescare in fondo alla propria anima “quella parte bambina” che fa credere nella realizzazione di un mondo migliore, che la fame e le guerre spariranno per davvero, e che l’umanità sarà felice perché merita di esserlo. Lo possiamo fare perché ora abbiamo l’esperienza e le capacità per farlo. Tutti insieme, anche con i nostri nipoti, ognuno per la propria parte. Cominciamo a scrivere in fondo al nostro cuore: «Caro...», sono sicura che “lui” ci ascolterà. Un felice Natale e Buon 2013 da tutta la redazione!
GIOVANNA VECCHIOTTI
Sapevate che...
Ricevo regolarmente la rivista e ho visto che per un periodo c’è stato un inserto dedicato ai software. Sono a chiedervi perché non parlare anche del software libero, più precisamente di Gnu/Linux. Ormai esistono distribuzioni tipo Ubuntu, Mint, ecc. molto semplici da usare, che ricorrono a licenze libere che non pongono nessun limite all’utilizzo. Sono convenienti, considerando che una distribuzione Gnu/Linux è già dotata di molte applicazioni di altissimo livello che non devono essere acquistate a parte ma sono gratis e per noi pensionati non è roba da poco. E poi non bisogna preoccuparsi dei virus: è un dato di fatto che i sistemi Gnu/Linux non soffrono gli attacchi dei virus. Ci sarebbero molti altri buoni motivi ma qui mi fermo. GIOVANNI PENNAZIO
Grazie signor Giovanni, per il Suo suggerimento. Il nostro “inserto informatico” aveva preso l’avvio dall’idea che c’è ancora una fetta di over 50, che pur co-
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noscendo le basi dell’utilizzo del computer, non aveva completa dimestichezza con applicazioni e social network. Certamente, in un futuro prossimo, continueremo il nostro viaggio nell’informatica e affronteremo altri temi, non esclusa la conoscenza di software liberi. E, come sempre, siamo qui in attesa di suggerimenti, preziosissimi, da parte dei lettori.
Scusi, a che ora passa l’autobus?
Io abito in una frazione di Caserta che si chiama Casolla, a circa 4-5 km dal centro città e dall’associazione 50&Più. Per fortuna guido e mi posso muovere facilmente, ma per quanto ancora potrò guidare? Ho già 74 anni e a Caserta i mezzi pubblici sono molto insoddisfacenti; passano molto ra-
ramente e sempre vuoti perché le persone non sanno quando arrivano e quali percorsi fanno; le fermate sono poche e non indicano né gli orari né i tragitti. Insomma questa situazione è indegna di una città moderna. Spendiamo soldi pubblici inutilmente per non avere un servizio funzionante. Io ho scritto una e-mail anche al Comune, ma non ho avuta alcuna risposta. Non sono la sola persona a Caserta a lamentarmi di tale disservizio, ma nessuno si muove. Faccio presente inoltre che da qualche anno a Caserta, il Comune tramite una società privata, ha intensificato massicciamente i parcheggi auto a pagamento (si pagano anche 2 euro l’ora) come se volessero scoraggiare il cittadino a prendere l’auto privata e invogliarci a muoverci con i mezzi pubblici (!!??). Mi farebbe piacere che questa mia segnalazione arrivasse a chi di dovere, ma come fare? Forse Voi potete aiutarmi e aiutare altre persone come me? Grazie e complimenti per il Vostro Gior-
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Un valore che non esiste più
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in L. 27/02/04 n.46)
Art. 1 comma 1 -
D.C.B. - Roma.
Anno XXXIV n. 12 Dicembre 2012 Euro 2.50 - I.P.
SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it
nale che leggo sempre con molto piacere. IVANA STORTO
Eccola accontentata signora Ivana. Non solo pubblichiamo la Sua lettera, ma ci preoccuperemo di inviare una copia del giornale al Comune di Caserta, segnalando il suo malcontento che rappresenta anche quello di altri cittadini come Lei. Purtroppo, è ciò che accade quando la “politica” o meglio “i politici” sono lontani dai cittadini e dalle loro esigenze. A novembre abbiamo pubblicato su 50&Più, l’esperienza di Curitiba, una città del Brasile dove più di trent’anni fa il sindaco ha iniziato a far “rinascere” la città cominciando proprio dalla viabilità. In quel caso la mossa vincente non fu l’aumento del costo dei parcheggi ma l’abbattimento del prezzo del biglietto degli autobus e la loro assoluta efficienza. La popolazione ha scelto i mezzi pubblici, innescando un ciclo virtuoso che ancora oggi è il fiore all’occhiello di Curitiba. E allora viene da chiedersi: perché da noi ciò non accade?
Cari amici, aderendo al Vostro invito vi scrivo le mie considerazioni sul caso di Francesco Mastrogiovanni del quale avete parlato nell’Editoriale del numero di novembre. Beh, che dire oltre i fatti? La verità l’avete già coraggiosamente raccontata; io ho visto anche il filmato della morte di questa persona. Oltre all’indifferenza, alla vergogna, all’accettazione passiva, cosa possiamo manifestare? Da dove viene l’“imbarbarimento delle coscienze” come dite Voi? Certamente a questo ha molto contribuito la perdita del valore della persona, in nome delle varie “riforme sanitarie”, in nome di un apparato che non ha più nulla di umano. Certo se a dirigere certe attività ci mettiamo le Regioni, i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Vanno raccontando alla stampa, compiacente, che non ci sono i soldi e ci sono i tagli del Governo di turno, e perché non danno risalto, per esempio, alle 900 auto blu in dotazione ai manager delle Asl? Oppure ai miliardi di euro che si spendono per fare i nuovi ospedali, con strutture costosissime, firmate dai grandi luminari dell’architettura? (Se venite in Toscana ne vedrete parecchi di nuovi, ma quando andate nei reparti non trovate personale sufficiente per l’assistenza ai malati!!!). La prima cosa che un medico dovrebbe fare, al di là del formale giuramento, è confortare il malato, riconoscendo che il bisogno di esso è anche il suo bisogno, cioè un bisogno di umanità diversa, di un cuore diverso, che è il cuore e l’umanità di Uno che c’è lo ha mostrato 2000 anni fa! Allora insegniamo ai giovani questa umanità, nella scuola, negli ospedali, nel lavoro, umanità nuova che non nega la scienza medica, ma la comprende e la rende accessibile a tutti, sia medici, infermieri, pazienti... FRANCO
Ortesi Correttiva Dell’Alluce Valgo Prezzo consigliato S Cod.: 915812224 M Cod.: 915812248 27.95 € L Cod.: 915812236
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INCHIESTA
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DONNE INVISIBILI, DONNE “SOMMERSE” «Dall’inizio dell’anno sono oltre 100 le donne uccise, per lo più da mariti, fidanzati, conviventi. I “Centri Antiviolenza” ripetono tutti, da Nord a Sud, la stessa storia: spesso le donne che ricorrono ai Centri o alle cure del Pronto Soccorso sono donne impaurite» [ SOCIETÀ DI ELISA
MANNA ]
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a violenza sulle donne è uno di quei temi-geyser che periodicamente riemerge con gran fragore, provoca per qualche giorno grande attenzione e anche un po’ di morbosa curiosità (“Ma che le ha fatto? Ma davvero nessuno se ne era accorto?”) e poi si inabissa senza lasciare tracce, e rimane silente per un altro po’ di tempo. Fino alla prossima esplosione. Come ce lo spieghiamo? Come ci spieghiamo tanta attenzione a caldo e poi tanta disattenzione quotidiana? Per prima cosa proprio con la morbosità, o meglio, con l’ambivalenza che ci abita: le storie di violenza ci mettono a confronto con quegli aspetti della vita (il dolore, la morte) che normalmente, accuratamente, rimuoviamo, ma che tuttavia - e forse proprio per questa grande rimozione collettiva - ci attrag-
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gono, proprio per il loro portato di mistero, di insondabilità. Il secondo motivo per il quale l’interesse intorno alla violenza sulle donne risulta occasionale è che se abitualmente si rifugge dai guai e dalle situazioni negative (un superstizioso napoletano direbbe: «Pecché ammescano!» (perché ci possono contagiare!), a maggior ragione si guarda distrattamente ai guai di una donna. Già, una donna. Ciò che l’antropologa Ida Magli definiva in un suo libro, tanti anni fa Un problema aperto. E che continua ad essere “un problema aperto” nel senso che la società degli uomini e delle stesse donne non ha fatto i conti, non ha voluto andare fino in fondo, nel confronto con la diversità di genere. Una diversità che oggi le donne interpretano e rappresen-
tano in una maniera molto più diversificata rispetto al passato: oggi si incontrano per strada studentesse, professioniste in carriera, madri single lavoratrici che si fanno in quattro con pochi mezzi e pochi aiuti, ma anche semplici casalinghe o donne che “curano la famiglia” con la fortuna di molto aiuto (domestiche, baby sitter, parenti, ecc). La società di oggi è dunque, dal punto di vista di genere, molto più composita rispetto al passato. Tutte queste donne tuttavia hanno ormai interiorizzato, pur con accezioni diverse, il modello di un’emancipazione ed un’autonomia tipica delle società capitaliste mature, anche perché la loro capacità di spesa e di decisione sta molto a cuore al mercato del consumo, che da una parte incoraggia dunque in quella di-
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[ È CONVINZIONE (O SPERANZA) COMUNE A MOLTE DONNE QUELLA DI ESSERE IN GRADO DI GESTIRE MARITI O COMPAGNI VIOLENTI, PER POI RITROVARSI IN OSPEDALE A CERCAR DI CURARE LE FERITE, ALMENO QUELLE FISICHE. ]
rezione, dall’altra le mortifica con una rappresentazione stereotipata. Ma l’autonomia della donna, e qui veniamo al punto, costituisce una seria minaccia per tutti quei maschi dall’identità fragile (e sono parecchi) che hanno fatto della potestà sulla donna uno degli elementi costitutivi della propria identità. Un’identità saldamente ancorata alla tradizione, si direbbe “nevroticamente” ancorata alla tradizione, che teme ogni spiffero di novità, ogni tentativo di messa in discussione, ogni offesa alla granitica certezza di essere in qualche modo superiore alla donna e di avere diritto al suo controllo. Dall’inizio dell’anno sono oltre 100 le donne uccise, per lo più da mariti, fidanzati, conviventi. I “Centri antiviolenza” ripetono tutti, da Nord a Sud, la stessa storia: spesso le donne che ricorrono ai Centri o alle cure del Pronto Soccorso sono donne impaurite, martoriate, che però si nascondono tutte dietro la solita, penosa bugia: «Sono caduta nella doccia, dalle scale» e via dicendo. Perché non vogliono denunciare nessuno, vogliono solo un po’ di cure; ma se chi le accoglie insiste un po’, con tatto e delicatezza, la verità emerge in tutta la sua dolorosa crudezza: uomini maneschi, “irritabili” per un nulla, compagni-padroni che in cambio di un po’ di sicurezza affettiva, pretendono la totale
sottomissione della propria donna. ci ha fatto credere che il possesE non sia mai alla sventurata venso di oggetti sempre nuovi e lucga in mente di chiudere un rapcicanti fosse il modo per sentirci porto tanto avvilenevoluti. Mentre forse che trasborda dai media con te: la violenza di- non dico tanto - ma un’immagine di donna sempre «Dobbiamo un ripasso di quel po’ provocante e oggettificata, contriventa più esplosiva, attivarci per di filosofia che si è stu- buisce di molto al mancato ricoincontrollabile. diventare un diata a scuola e del noscimento della donna come perOra se, come dicoPaese civile no i medici, si vuol insegnamen- sona. Qui le responsabilità non sosul piano socratico fare un po’ di seria to «Conosci te stes- no più individuali e diventano podel diritto so», potrebbe aiutare eziopatogenesi, litiche: negli ultimi anni le donne al rispetto cioè cercare le caue alla dignità» tanti uomini a guar- hanno chiesto a gran voce una se profonde di quedarsi dentro, tante rappresentazione più corretta e sta fenomenologia donne a prendere dignitosa della donna. C’è qualcudolorosa, bisogna porsi interrogaconsapevolezza di sé. no che sente? O i cosiddetti potivi importanti. Non si può risolveE però tutto questo non basta: teri forti, i grandi interessi devono re la cosa con battute da bar: «Eh, perché certo la cultura di massa sempre averla vinta? lei lo provocava» oppure «Gli impediva di vedere il figlio», oppure: «Lo faceva ingelosire con il suo comportamento». La cosa che bisogna chiedersi è, invece, quanto ebbraio 1988. Cinque volontarie, telefono alla mano, deciancora è maschilista e arretrata la dono di prestare il loro orecchio e il loro cuore all’ascolto di cultura del nostro Paese? Quanta donne vittime di violenza. Oggi Telefono Rosa si avvale di 8 strada bisogna ancora fare per disedi dislocate sul territorio nazionale, del supporto gratuito di 60 ventare un Paese civile sul piano del volontarie, 12 avvocate penaliste e civiliste, 10 psicologhe, 12 mediritto al rispetto e alla dignità deldiatrici culturali di diversa nazionalità e 2 funzionarie di banca. la persona per tutti? È sufficiente Per saperne di Più: www.telefonorosa.it - telefono 0637518282 possedere tutti l’ultimo modello dell’I-Phone per ritenerci moderni e al passo con i tempi? Nelle file davanti ai negozi che stavano per mettere in commercio proprio l’ultimo modello dell’I-Phone, le persone intervistate dicevano proprio questo: «Siamo qui perché vogliamo rimanere al passo con i tempi?». Forse sta proprio qui il vero problema: la società dei consumi
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ete, come trama del Web e tessuto intorno alla donna vittima di violenza. Almeno nelle intenzioni di una legge quella contro lo stalking - ammirata all’estero ma inefficace da noi perché non finanziata. Di questo e di “femminicidio” abbiamo parlato con Oria Gargano, presidente della cooperativa “Be Free”, che si occupa da anni di sostegno alle donne vittime di violenza attraverso numerosi servizi. Tra i più innovativi, lo sportello al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Camillo di Roma e il servizio capitolino S.O.S. Donna. Riguardo alle uccisioni delle donne, Lei sostiene che non si possa parlare di emergenza. Perché? Della violenza contro le donne si è fatto troppo a lungo un racconto sbagliato: come di un’epifania, del manifestarsi di una violenza maschile improvvisa e di una grande miseria femminile, ma non è così. Non possiamo parlare di emergenza perché l’emergenza è un fatto inaspettato, quando invece la violenza contro le donne c’è sempre stata. In quali Paesi esiste un efficace contrasto alla violenza sulle donne? Danimarca, Svezia ma anche Ruanda dove c’è un numero di elette in parlamento tra i più alti del mondo e dove - nonostante le tragedie che il Paese ha attraversato, compresi gli stupri di guerra - c’è un sistema antiviolenza fortissimo, come anche in Mozambico. In Italia siamo davvero ultimi, sia guardando al Nord sia al Sud del mondo. Che s’intende per “sistema antiviolenza”. Concretamente, questi Paesi che fanno? Intanto hanno dei piani antiviolenza che si possono definire tali, in cui la discriminazione è
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contrastata con interventi relativi all’educazione, alla formazione, alle leggi e alla giustizia. Tante donne faticano a denunciare... Perché spesso non si sentono credute. Gli uomini che esercitano violenza in casa, poi, nello spazio esterno, sono per lo più persone gioviali, inserite, magari di livello sociale, culturale ed economico medio/alto e risulta difficile immaginare che, dentro le mura domestiche, diventino così diversi. Tante donne si sentono il dubbio addosso quando provano a raccontare. Sono costrette a incrociare sguardi che dicono “magari tu chissà che hai fatto”; “magari te lo sei meritato” e c’è ancora chi pensa che ci siano dei motivi per i quali sia lecito maltrattare una donna, il che non aiuta certo le donne ad «È necessaria emergere. una maggiore Chi sono le collaborazione donne vittime da parte di violenza? delle Forze Sono trasversadell’Ordine» li come lo è la violenza: dalla docente universitaria partner di un giudice, alla signora disagiata col marito alcolista. Le donne che cosa denunciano? Quali tipi di violenze subiscono? Esiste un reato, molto grave, che è il maltrattamento e che sarebbe - poi spesso non lo è - procedibile d’ufficio. Il maltrattamento è la somma di tutte le tipologie della violenza: fisica, psicologica, economica, sessuale cui si è aggiunta, secondo gli ultimi studi, quella spirituale. Per fare un esempio: quella per cui la donna o i suoi figli siano sottoposti a pratiche religiose con imposizione o comunque
fuori dalla loro volontà. Sono, quindi, molteplici le violenze che raccontano. Cosa scatena il picco di violenza? Nulla in particolare. Qualsiasi motivo è un alibi. L’esempio classico è la donna che si veste con cura, ben truccata, con un abito magari un po’ corto e viene picchiata dal marito che si dice geloso. Allora lei esce in tuta, con la coda di cavallo, ma lui s’infuria lo stesso dicendo di aver sposato una bella ragazza, ora trasandata: e giù botte. Quando il meccanismo della violenza è innescato, ogni alibi è buono. Il momento più brutto è proprio quando la donna cerca di intervenire sulla propria vita per tenere sotto controllo il rapporto. Le giovani sanno tirarsi fuori meglio da relazioni violente? Purtroppo no. Lavoriamo nelle scuole della provincia di Roma e troviamo sì ragazze piuttosto consapevoli, ma nell’ultimo periodo, tra veline, “bunga bunga”, olgettine, si è ulteriormente complicata la rappresentazione del corpo delle donne, della liceità di accedere a servizi sessuali e di rendersi disponibili tanto da influire profondamente sulla psiche, soprattutto di ragazze adolescenti. Cosa pensa delle legge contro lo stalking? La legge contro lo stalking fa un sacco di confusione, perché mette insieme quello che manda sempre le rose a un personaggio dello spettacolo, la persecuzione da parte dell’ex di un tuo compagno - ed è giusto che ci sia -, ma non ha quell’ottica di genere necessaria a tutelare la donna da violenze interne alla coppia. Benché non mi piaccia in molti suoi aspetti, ha una cosa buona: l’obbligo per carabinieri e poli-
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to che avrebbe dovuto capire, che lui era innamorato. Quindi, sottovalutazione e inadempienza di taluni operatori delle Forze dell’Ordine? Sì, ed è gravissimo. Tra l’altro è la legge a imporre quel tipo di iter con la segnalazione ai servizi antiviolenza, ma ci risulta che sia spesso disattesa. Per carità, il bravo carabiniere o il bravo poliziotto stanno dappertutto, però spesso non hanno gli strumenti. Quindi cosa bisognerebbe fare? Bisognerebbe lavorare sulla loro formazione, come anche su quella di docenti e operatori dei servizi territoriali, cosa assai complicata perché mancano le risorse ma, laddove ci sono, gli strumenti di prevenzione e supporto delle donne possono dimostrarsi davvero preziosi. Voi di “Be Free” come operate? Gestiamo uno sportello - l’unico in Europa - dentro il Pronto Soccorso del San Camillo e il servizio “S.O.S. Donna” del Comune di Roma. Nel primo siamo dentro un ospedale, aperti 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, e nel secondo mandiamo le nostre operatrici incontro alle donne. Al San Camillo, quando una donna va al Pronto Soccorso e dice: «Mi sono rotta un braccio cadendo», nascondendo invece una violenza, interveniamo cercando di farla sentire accolta, nel tentativo di farle dire la verità. Invece, con “S.O.S. Donna” che fate? Oltre all’accoglienza alle donne vittime di violenza, le operatrici sono tenute ad andare dove le chiamano, cioè se c’è una donna in un commissariato, in un Pronto Soccorso ritenuta - verosimilmente o no - vittima di violenza, il servizio territoriale cui lei si rivolge telefona a “S.O.S. Donna” e un’operatrice va a fare accoglienza lì dove si trova. Il tutto per andare incontro alla donna ancor prima che trovi il coraggio di andare con le sue gambe in un Centro.
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«Per saperne di più» www.befreecooperativa.org
FOTO © GIOVANNI CANITANO
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INTERVISTA A RICCARDO IACONA
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IL RIFUGIO SICURO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA
ANOCAI ODRACCIR A ATSIVRETNI
zia che ricevono una donna vittima di violenza di segnalarla al servizio antiviolenza più vicino. Questo accade? No. Quasi tutti gli omicidi di cui leggiamo sulle cronache sono stati preceduti da una segnalazione alle Forze dell’Ordine. Anche la ragazza la cui sorella è stata uccisa a Palermo (Lucia Petrucci, ndr) era andata dai carabinieri per dire che il fidanzato la perseguitava e le è stato det-
UOMINI CONTRO «Il viaggio intrapreso da Roberto Iacona ha toccato l’Italia da Nord a Sud, con l’intento di ricostruire le numerose, drammatiche vicende che hanno visto tante donne morire per mano di coloro che amavano. Un’esperienza raccontata nel libro, Se questi sono gli uomini, Ed. Chiarelettere» [ SOCIETÀ DI
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ono oltre cento le donne in Italia uccise per mano dei loro congiunti. E solo nel 2012. Un bollettino di guerra che miete più vittime che tra nostri soldati in luoghi di conflitto. Un fenomeno così drammaticamente diffuso da far parlare di “femminicidio”. Ne scrive, in Se questi sono gli uomini (Edit. Chiarelettere), Riccardo Iacona, giornalista Rai e conduttore di Presadiretta, che ha attraversato il nostro Paese in lungo e in largo nel tentativo di ricostruire vicende culminate con l’uccisione delle donne. «La responsabilità è politi-
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ca - dice a 50&Più -. Lo Stato faccia rispettare la legge, faccia capire ai violenti che rischiano veramente perché è anche con le leggi che si fa fare un passo avanti alla cultura». Cosa viene fuori da questo viaggio? Che l’Italia è un Paese ostile alle donne e che non si fa niente perché possano essere difese, quando sono oggetto di minaccia o di violenza o, peggio ancora, quando sono a rischio della vita. Non s’interviene veramente per raddrizzare questo apartheid in cui vivono e che le vede fare fatica in tutto: » DICEMBRE 2012
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INTERVISTA A RICCARDO IACONA
nel lavoro, nelle retribuzioni - perché guadagnano meno degli uomini -, nel tirare su i figli senza alcun tipo di aiuto e soprattutto contando poco, o meno di quanto meriterebbero. Inoltre, non rivestono posizioni apicali nella società, né nell’economia né nella politica. Ecco perché l’Italia è un Paese complice di queste uccisioni che sono l’epifenomeno di un apartheid. Che c’è alla base della violenza che uccide? Il processo di autonomia della donna. È un percorso difficile in
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NELLA MENTE UN’IDEA DISTORTA: AMORE = POSSESSO tutto il mondo e che provoca resistenze. I tanti omicidi in Italia ci segnalano proprio questa verità. Se ti avvicini a quelle storie veramente - non come sui giornali, come storie d’amore andate a male, con raptus di gelosia e tutte queste stupidaggini con tanto di particolari morbosi - scopri che c’è sempre dietro un gesto di ribellione, di autonomia: c’è la donna che a un certo punto o ha lasciato il partner che poi da ex uccide, o ha denunciato perché era oggetto di molestia, minaccia o violenza. E chi sono questi uomini - che con una media di una ogni tre giorni - uccidono le donne? Sono dei “resistenti”, da un cer-
to punto di vista: la falange armata di coloro che pensano che le donne non abbiano alcuna libertà di scelta, che non debbano nemmeno decidere se stare con loro o no. Lei sostiene che il modo in cui vengono uccise sia un chiaro segnale… Quando si tortura un corpo per ucciderlo come ha fatto quel primario di Legnano nell’androne, davanti al figlio, s’intuisce la voglia di annientamento che hanno questi uomini. Molte sono proprio esecuzioni con tecnica mafiosa, davanti a tutti: come i talebani in una lapidazione pubblica. Sono uccisioni che parlano a noi dicendo: «Guardate! Vedete co-
«Affrontare questa problematica purtroppo non è un fatto prioritario per la politica italiana. Tanto più che quest’ultima è fatta dagli uomini» 14 I
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me vanno trattate queste qui che non vogliono stare alle mie condizioni?!». La frase “O sei mia o non sei di nessuno” è lo slogan dell’uccisione prima di uccidere. Nel libro si parla di responsabilità politiche. Perché? Le responsabilità sono tutte politiche, perché una situazione come questa la puoi aggiustare se crei spazio per le donne, se fai diventare un tabù anche uno schiaffo, se c’è la consapevolezza in tutto il Paese che queste non sono storie accettabili. Se il contrasto alla violenza sulle donne non sta nell’agenda del Paese, non gliene importa niente a nessuno. Noi faremo tanti sforzi culturali, tanto nelle scuole ci vanno in pochi. Purtroppo in Italia non ci sono interventi costanti sull’educazione sentimentale e sessuale, quindi, aspettando la cultura, intanto ammazzano le donne. Lo Stato faccia rispetta-
re la legge e capire agli uomini violenti che rischiano veramente, perché è anche con le leggi che si fa fare un passo avanti alla cultura. Se non ci fosse stata la legge sull’interruzione di gravidanza, noi staremmo qui a parlare di cultura ma è anche grazie a essa se è cambiato il volto del Paese. Che ne pensa della legge contro lo stalking? È uno strumento straordinario, una delle leggi migliori che abbiamo e che ci invidiano altri Paesi. Purtroppo, però, non è stata finanziata e, come per tante leggi buone, non ci sono i decreti applicativi. Prevedeva una larga rete di protezione della donna, ma bisognava coprire gli enormi buchi che ci sono in Italia sia in termini di posti letto che di sportelli antiviolenza. Ci sono tante piccole grandi cose che la politica deve fare per difendere la donna.
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E perché non lo fa? Non perché manchino i soldi, ma perché la questione femminile in Italia non è priorità della politica, tanto più che la politica è fatta dagli uomini e anche questo ha un suo effetto. Sul versante dell’accoglienza siamo molto al di sotto degli standard indicati dal Consiglio d’Europa… Dovremmo avere un posto letto per le donne ogni 10mila abitanti, con un totale di 5.700 quando invece in Italia ce ne sono solo 500. Molto meglio la situazione in Francia, Inghilterra, nei Paesi del Nord, ma anche in Austria, Spagna e persino nella povera Grecia, che ha il doppio dei posti letto rispetto a noi. Ma fanno meglio anche Albania, Armenia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Cipro, Georgia, Islanda, Irlanda e Macedonia, che ci ha battuto con 0,33 posti letto per 10.000 abitanti. In sostanza, è più facile elencare i Paesi che hanno meno posti letto rispetto a noi, sia pure sul filo dei decimi: l’Azeirbaigian, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Estonia e la Finlandia. Anche la giustizia dovrebbe migliorare? Sicuramente. Tante delle donne uccise avevano avuto il coraggio di denunciare, ma è proprio nel momento in cui hanno consegnato la loro vita e sicurezza nelle mani dello Stato, che si sono trovate indifese, con le istituzioni che non hanno saputo proteggerle. In molte Procure d’Italia ci sono pool di magistrati specializzati che lavorano bene e velocemente sulle denunce delle donne, ma poi quando si entra in dibattimento, passano gli anni e i reati vanno in prescrizione. Così come, ancora spesso, le denunce delle donne, sono sottovalutate da poliziotti e carabinieri. Cosa consiglierebbe a una donna vittima di violenza? Di non pensare “Lo convincerò, lo conosco”, perché è invece giusto vedere gli aggressori come potenziali assassini. Se uno viene sotto casa e dice “Se non torni con me, io t’ammazzo”, bisogna prendere molto sul serio la faccenda: noi per primi, e poi pretendere che la prendano sul serio anche poliziotti, carabinieri e chi verrà dopo ad ascoltare la tua storia. Un fatto è certo: gli uomini non abbandoneranno mai il potere se non li costringi a farlo.
LIBRI I
l 15° volume de Le Perle della Memoria, La cittadinanza difficile. Memorie di vita al femminile, è dedicato alle donne del secolo scorso che si sono fatte largo negli “spazi” riservati al mondo maschile. È importante, quindi, affiancare alla voce delle donne quella dei tanti uomini che, da una diversa prospettiva, hanno vissuto la stessa storia. La strada per la conquista dei diritti non è terminata e “ricordare” può favorire il raggiungimento della piena affermazione femminile, evitando pericolosi “ritorni al passato”.
BUONO
D’ORDINE
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pagine
PER L’ACQUISTO DEL VOLUME
LE PERLE DELLA MEMORIA N. 15
CITTADINANZA DIFFICILE. { LA MEMORIE DI VITA FEMMINILE }
DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO PRESSO IL MIO DOMICILIO N. _____ COPIA/E DEL VOLUME AL COSTO DI EURO 18,00 A COPIA (*) + SPESE SPEDIZIONE (**) (*) I soci 50&Più, le Università della Terza Età e gli iscritti che hanno partecipato alla ricerca possono acquistare il volume a 12,00 euro (con uno sconto del 30% rispetto al costo sopra indicato). (**) Per ordini fino a un massimo di 5 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 5,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 10,00 euro per tutti gli altri interessati. Per ordini superiori ai 6 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 10,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 20,00 euro per tutti gli altri interessati.
❏ Socio 50&Più - Tessera n° ❏ Università Terza Età / Iscritto ricercatore (BARRARE LA CASELLA INTERESSATA)
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C. FISC. / P. IVA VIA
«È una guerra che ha un obiettivo strategico: impedire alle donne di essere libere di scegliere, di vivere, di amare. È una storia dell’Italia». Fonte: “Se questi sono gli uomini”, di Riccardo Iacona, Ed. Chiarelettere
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[ COSTUME DI
ALESSANDRA MICCINESI ]
CINEMA & OVER: CIAK, SI GIRA! «Dalla poltrona del cinema allo schermo: le storie degli over raccontano esperienze, vissuti, stagioni diverse. Dopo gli adolescenti di Moccia, ecco gli ultracinquantenni del cinema francese e americano, dalla vita reinventata alla malattia, dall’amore maturo alla crisi di coppia» 16 I
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precare l’amore per un vecchio?», dice lui. «Ma l’amore non è mai vecchio», risponde lei. Il “lui” in questione è Calvero, il clown alcolizzato dagli occhi spenti del film Luci della ribalta, mentre parla con la giovane ballerina che gli spezzerà il cuore. Dialogo fulminante tratto dal capolavoro di Charlie Chaplin sulla ferale e caparbia potenza dell’amore. Sentimento assoluto che non invecchia, e che risponde solo a se stesso. Oggi più di ie-
ri. Nessuna regola vale infatti in amore, tranne quella dettata dalla legge del cuore. Ne è passata di acqua sotto i ponti dal malinconico Limelight (1952), l’ultimo film americano di Charlie Chaplin; sontuosa meditazione sul senso della vita e sulla fragile condizione della maturità, che in tempi non sospetti affrontò con una certa dose di scandalo la materia scottante del sentimento amoroso tra un anziano e una giovane. In questi sessant’anni tanto cinema è
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«I registi hanno scoperto negli over 60 il desiderio di infrangere anacronistici tabù e ridefinirsi» passato sullo schermo, per raccontare alle platee mondiali storie d’amore in cui rifugiarsi, scaldarsi, e perché no, trovare consolazione. Eppure, forse per paura di dare scandalo o per eccesso di “pruderie”, la Settima Arte ha sempre preferito raccontare il capitolo “innamoramento e amore” partendo dal battito pulsante di cuori giovani. Vietato ai maggiori, anziché ai minori: oggi la tendenza sembra essere questa. Da qualche stagione, l’arte cinematografica ha registrato una inversione di tendenza. E si è messa a raccontare l’amore dell’età matura. Esigenza dettata dai cambiamenti che hanno impresso nuova fisionomia alla società globale, sempre più longeva e attiva. I turbamenti adolescenziali descritti da giovani registi come Silvio Muccino o Federico Moccia, tanto per rimanere nel bel Paese, hanno lasciato il posto a commedie corali brillanti in cui la lama della comicità affonda nel burro della crisi economica, oltre che nei farraginosi rapporti uomo-donna. La popolazione mondiale sempre
più in là con gli anni, complici le aspettative di vita considerevolmente aumentate e rinnovate progettualità, hanno contribuito a modificare il quadro generale. Risultato? I nonni oggi chattano coi nipoti sul web, viaggiano per il mondo, divorziano e si risposano anche oltre i sessanta. Il cinema non poteva non intercettare questa tendenza, confermando l’adagio di Jean Renoir: «L’arte cinematografica consiste nell’approcciarsi alla verità degli uomini, non di raccontare storie sempre più sorprendenti». Detto fat-
[ A SINISTRA, MERYL STREEP ALEC BALDWIN “IT’S COMPLICATED” (2009). SOTTO, LE LOCANDINE DI ALCUNI FILM CHE HANNO LASCIATO IL SEGNO: “LUCI DELLA RIBALTA“ (1952); “MARIGOLD HOTEL” (2012); “AMOUR” (2012); “IL MATRIMONIO CHE VORREI“ (2012); “LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA“ (2004). ] E
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to. I registi hanno cominciato a puntare la macchina da presa sui settantenni, scoprendo una gran voglia di infrangere tabù anacronistici legati alla vitalità e alla passionalità di anziani desiderosi di dimostrare che l’entusiasmo e il sentimento esiste anche quando il corpo invecchia e le rughe cambiano la geografia del viso. Nella prima metà degli anni Ottanta, in tempi non sospetti, ci pensò Ron Howard con la commedia fantasy Cocoon - 2 premi Oscar e 1 Golden Globe vinti (1985) - a raccontare l’ingua-
ribile voglia di giovinezza di una comunità di arzilli vecchietti della Florida, che recuperano l’energia dei tempi andati grazie ai bozzoli depositati sul fondo di una piscina da generosi extraterrestri. Solo quattro anni prima, nel 1981, Henry Fonda girava il suo ultimo film, Sul lago dorato, l’unica pellicola che regalò l’Oscar alla star di Hollywood in tandem con Katharine Hepburn. Diretto da Mark Rydell, On golden pond (titolo originale del film interpretato anche da Jane Fonda) è la trama delicata di un complesso intreccio familiare che include tre generazioni, sulle quali domina per tenerezza e profondità di sentimenti l’anziana coppia di coniugi. Nella love story torrenziale narrata da Gabriel Garcia Marquez ne L’amore ai tempi del colera, portata al cinema nel 2007 da Mike Newell, il poeta Florentino Ariza (Javier Bardem) s’innamora al primo sguardo della bella Fermina Daza (Giovanna Mez-
ca e pasticcera sopraffina - è corteggiatissima da un architetto single (Steve Martin). Il ruolo di moglie matura, che combatte per rinfocolare l’intesa sessuale anche dopo trent’anni di ménage, si addice alla Streep, che quest’anno ha recitato in coppia con Tommy Lee Jones nella commedia Il matrimonio che vorrei, di David Frankel, tentativo maldestro di certo cinema hollywoodiano per riproporre il vecchio dilemma: la terapia di coppia serve a riaccendere la passione sopita o ad accendere quella che non c’è mai stata? Le pulsioni sessuali tengono banco, in modo esplicito e senza veli, in Settimo cielo, bellissimo film tedesco di Andreas Dresen premiato ai festival di Cannes e Trieste, che nel 2009 sollevò polemiche in Europa per aver raccontato la sessualità tra anziani. L’eros tra ultrasessantenni, mostrato senza autocompiacimento da Dresen, è un delicato mosaico di corpi segnati dalla vita, martoriati dal-
zogiorno), ma dovrà attendere 51 anni, 9 mesi e 4 giorni prima di poter consumare la sua passione bruciante per l’amata, ormai settantaduenne ma sempre bellissima ai suoi occhi. La butta sul comico, invece, e sul talento a cinque stelle di Meryl Streep, la regista Nancy Meyer con la commedia Its’ complicated (2009). Tra un sorriso malizioso e dialoghi in chat esilaranti, il film racconta il tentativo di un marito fedifrago (Alec Baldwin) di recuperare il rapporto con la ex moglie, dopo aver scoperto che lei - cuo-
l’età e dagli acciacchi del tempo, che riscoprono innamoramento e batticuori, insieme con il piacere fisico e la bellezza di intese sessuali ormai archiviate. Caduti gli ultimi muri e infranti gli ultimi tabù, insomma, la terza età al cinema pare essere il filone aureo di rinnovate stagioni del cuore (e dell’industria), da assaporare con sguardo sereno anche in sala. Gianni Di Gregorio ce l’aveva raccontato nel 2008 in Pranzo di ferragosto, col linguaggio colorito della romanità verace, in cui il regista - anche interprete - vi- » DICEMBRE 2012
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[ A SINISTRA, HENRY FONDA E KATHARINE
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HEPBURN IN UNA SCENA DEL FILM “SUL LAGO DORATO” (1981). SOTTO, MERYL STREEP, JEAN-LOUIS TRINTIGNANT ED EMANUELLE RIVA. ]
lattia incurabile ce lo ha rammentato quest’anno, ad ottobre, con un dramma di devastante bellezza, il regista austriaco Michael Haneke col tragico Amour, Palma d’Oro al Festival di Cannes. Interpretato da Emmanuelle Riva e da Jean-Louis Trintignant, il film catturava in commedia il dramma degli anziani abbandonati in città da figli e parenti durante le ferie estive. Una gestione delicata, quella degli over 60. Anche se sarebbe più corretto parlare di autogestione senile. Specialmente adesso che, dopo Marigold Hotel - commedia del 2012 di John Madden, capitanata da Judi Dench e Maggie Smith, in cui un gruppo di pensionati vola in India per un viaggio di formazione senile - anche Dustin Hoffman prova a dire la sua al pubblico dei capelli d’argento. La star hollywoodiana ha debuttato alla regia col suo primo lungometraggio Quartet: pellicola che intreccia il crepuscolo della vita al fuoco dell’arte. Scelto per inaugurare il Torino Film Festival, il film narra le vicende di tre anziani cantanti d’opera la cui routine viene stravolta dall’arrivo, nella casa di riposo in cui vivono, di una leggendaria diva della lirica, ex moglie di uno dei tre. Il cinema non fa che riflettere, sullo schermo, gioie e dolori che punteggiano le nostre esistenze. E tra sorrisi e lacrime, riflessioni agro piccanti e matrimoni in bilico, la macchina da presa talora fa naufragare il ménage sul doloroso scoglio della malattia, del corpo o dello spirito. Era già successo nel melò di Nick Cassavetes, Le pagine della nostra vita (2004), dove un marito innamorato combatteva per tenere vivi i ricordi della moglie minata dall’Alzheimer, e tentava di ridestarla dall’oblio leggendole il diario della loro incredibile love story. Ma che il vero amore è una ma-
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ra lo spettatore con la storia di una coppia di anziani professori di musica, il cui mènage viene sconvolto dall’irrompere della malattia: un ictus colpisce Anne e sarà Georges, compagno amorevole, ostinatamente dolce e determinato, a prendersi cura di lei, inchiodata su una sedia a rotelle e privata della sua dignità. Sarà lui a dare nuovo significato alla parola amore, quando i due non riusciranno più ad aiutarsi. Una meravigliosa lezione di cinema. E di vita.
LA VITA, I SENTIMENTI, IL TEMPO CHE PASSA... E TUTTO QUEL CHE STA IN MEZZO
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ue coniugi maturi che dormono in stanze separate e non si sfiorano da anni; ad unirli è la solita routine ma, appena sollecitati dallo psicologo di turno, si ritroveranno abbracciati e in amore, come ai vecchi tempi. Scene di un matrimonio in crisi sanato da Hollywood - dirige David Frankel, con Meryl Streep e Tommy Lee Jones - dove per salvare il mènage dal naufragio la soluzione di coppia pare estrema: «Fate l’amore con altri». Detta così sembra facile, ma è proprio vero che dopo trent’anni di onorata fedeltà, per salvare le gioie del sesso bisogna per forza arrivare a soluzioni ardite? Risponde la Streep: «Come moglie io cerco di ritrovare una connessione intima e profonda con mio marito, nel senso che voglio sentire il suo interesse all’intimità con me. Il personaggio che interpreto nella commedia, invece, vuole dare uno scossone al-
la sua vita, e ritrovare l’intesa dei primi anni del rapporto: lei è in cerca di risposte, non vuole vivere il resto della vita in una condizione di glaciale immobilità». La stessa immobile staticità rifiutata sempre sul set, ma in un altro film. Una storia che ha lo spessore tragico del dramma da camera, Amour. La pellicola, diretta da Michael Haneke, fissa sulla macchina da presa, senza pudore per la malattia degenerativa che infligge umiliazioni e sofferenze, lo scoramento di un uomo che ama, riamato da 50 anni, la sua compagna. E che, dopo una vita d’amore assoluto, si chiude con un gesto estremo. Ineludibile. La partner di Trintignant, uno dei due protagonisti, ha il sorriso di porcellana di Emmanuelle Riva. La storia, indimenticabile, ci svela come si possa trovare la forza di accompagnare chi si ama dentro il suo ultimo respiro. E lì sigillarlo, per sem-
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pre, compiendo sì un gesto dolente e disperato, per molti riprovevole e degno dell’inferno, ma pur sempre un atto d’amore. Quell’amour tout court di cui parla Trintignant. «Quando ho letto il copione ho pensato che fosse troppo triste, e ho pensato di rifiutare - dice l’attore francese 81enne - poi Haneke, con cui volevo lavorare da tempo, mi ha convinto». Il regista, già vincitore a Cannes nel 2009 con Il nastro bianco, confessa il perché di certe sue scelte professionali nette, legate al dolore e alla sofferenza: «A 70 anni è normale parlare di esperienze capitate nel corso della vita, che è piena di momenti estremi, anche a persone a me vicine. Stare loro vicino è stato difficile, e questo mi ha spinto a girare questo film - spiega Haneke - a una certa età è normale parlare dell’amore che termina: il compito di narrare ciò che nasce lo lascio ai giovani».
TV2000 Quel che passa..- 50&Piu' 202x265.qxd
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Su TV2000 il programma che mette in tavola la tradizione
La cucina come una volta, facile, gustosa e genuina
dal lunedì al venerdì ORE 11 Digitale terrestre canale 28 Sky canale 142 Streaming video www.tv2000.it
Don Domenico frate ortolano dell’Abbazia di Casamari, e Virginia Conti in un programma che parla di cucina come nessun altro. Le ricette del passato, gli antichi segreti, le storie e le curiosità della grande tradizione monastica. Seguilo alle ore 11 all’interno di "Nel cuore dei giorni".
Più di quello che vedi
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[ COSTUME DI RITA
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NICOSANTI ]
A MARZO 2013 L’EVENTO CONCLUSIVO
Più che mai convinti che senza ieri non c’è domani
GIOVANI
TRADIZIONALISTI «Chi ha detto che le tradizioni sono noiose o, peggio, che i ragazzi d’oggi non se ne interessino. “Giovani Tradizioni” è un progetto di soli giovani che amano il patrimonio folkloristico del nostro Paese e vogliono salvaguardarlo»
C’
è Giulia, 22 anni, studentessa di Economia, che si fa portavoce della sua città e racconta la “Festa del Sole”, una manifestazione antica, omaggio degli abitanti di Rieti al loro fiume, il Velino. Giulia spiega il Palio della Tinozza, una gara tra i rappresentanti dei rioni che percorrono ottocento metri del fiume all’interno di grandi tinozze, sfidando la corrente; il duello della Pertica e tutti gli altri giochi che rendono unico un evento must per tutti i reatini. Poi, c’è Federico, che di anni ne ha 31 e abbandona il caos di Roma per vestire la maglia del Comitato “Tradizioni di Campagna”. Federico apre le porte della sua Cave, mostrando un patrimonio agricolo che, lungi dall’essere dimenticato, rappresenta un motivo di vanto per tutto il paese. E ce ne sono tanti, tanti altri, perché “Giovani Tradizioni” è un progetto dinamico, fresco e innovativo. Finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù - è curato
dall’associazione “Magic Animation” con l’obiettivo di raccontare, attraverso l’occhio dei giovani, l’immenso patrimonio culturale e folkloristico del Bel Paese. Perché le tradizioni uniscono, non dividono, rappresentano un ponte tra passato, presente e futuro e nulla, neanche il tempo può scalfire il patto di generazioni. La troupe televisiva di “Giovani Tradizioni” viaggia per l’Italia grazie alle partnership e alla collaborazione di comuni, enti e associazioni locali, per dare risalto alla ricchezza culturale italiana. Il progetto, partito già da qualche mese, ha una durata di un anno. A conclusione, a marzo 2013, è prevista una manifestazione di tre giorni, in una storica villa di Roma, durante la quale i ragazzi coinvolti nell’iniziativa avranno la possibilità di incontrarsi per confrontarsi sulle proprie esperienze dando alcune dimostrazioni di cultura popolare. Perché senza ieri non esiste domani, e i giovani lo sanno bene. >> Per saperne di più: www.giovanitradizioni.it
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[ COSTUME DI BARBARA
«È prerogativa della grandezza recare grandi felicità con piccoli doni», affermava circa due secoli fa il filosofo e poeta tedesco Friedrich Nietzsche.
DI SARNO ]
Sotto l’albero, tante strenne solidali I
Refugee scART
NATALE IN CALO
I regali di questa associazione sono elaborati con materiali di scarto. Non per questo sono meno accattivanti.
Secondo Confcommercio aumenta la percentuale di coloro che non faranno regali, passando dall’11,8% del 2011 al 13,7%.
n un momento storico così critico che investe non solo il tessuto economico mondiale, ma la sfera stessa dei valori umani e sociali, le festività natalizie offrono un’ottima occasione di civiltà e consumo responsabile e solidale. Questo concetto è oggi ben stigmatizzato dallo scrittore Erri De Luca che - sostenitore del progetto realizzato dalla Spiral Foundation con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - così ne descrive l’alto valore umanitario: «Refugee scART trasforma un vuoto a perdere in un pieno a rendere». Frutto della sensibilità estetica di rifugiati da tutto il mondo, gli oggetti artigianali di “Refugee scArt” sono fatti interamente di materiali di scarto e il loro processo produttivo è concepito in modo da ripulire l’ambiente, generare onestamente reddito per chi vi lavora e raccogliere fondi per interventi chirurgici destinati a bambini affetti da malattie cardiache. Borse realizzate con sacchetti riciclati o comode shopping bags impreziosite da striscioline di carta ricavate da vecchie edizioni di pagine gialle, gioielli creati con bottiglie di plastica o con le camere d’aria di vecchie ruote di bicicletta ma anche cartoline e confezioni eco-friendly per regali e regalini si possono acquistare presso il mercatino romano di Borghetto Flaminio o sul sito www.refugeescart.org. Basta recarsi, invece, nei negozi “Botteghe del Mondo” o in supermercati ed erboristerie per arricchire il classico cesto natalizio di buone intenzioni, profumi esotici e tanta buona artigianalità con i prodotti fair trade di “Altromercato”, la più grande realtà italiana di » DICEMBRE 2012
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commercio equo e solidale. L’offerta è davvero vastissima: dai cosmetici a base di olio di argan prodotti in cooperative di donne berbere del sud del Marocco ai saponi artigianali realizzati in Palestina e importante fonte di reddito e dignità per la comunità femminile del luogo, fino ad arrivare ai prodotti alimentari nostrani distribuiti con il marchio Libera Terra e realizzati con materie prime coltivate nei terreni confiscati alla mafia, passando per i capi della preziosa collezione invernale firmata Au-
teurs du Monde realizzati a mano dagli artigiani della Kumbeshwar Technical School in Nepal, un’organizzazione fondata con lo scopo di assistere e tutelare le caste più basse ed emarginate della società locale. A chi - come al solito - si ritrova invece a poche ore dalla vigilia senza pacchetti da mettere sotto l’albero di Natale, il consiglio è di optare per un week-end romantico antistress in una dimora d’altri tempi o un trattamento in un centro benessere, una degustazione per chi ama la buona tavola
Il bon ton del REGALO
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egalare è un’arte che unisce buon senso e buon gusto»: questa la linea guida secondo il fiorentino Alberto Presutti, Maestro di Bon Ton e Galateo e prezioso formatore nell’ambito della Business e Global Etiquette. Quali sono quelle piccole regole che ognuno di noi dovrebbe seguire nella scelta di un dono? Regalare è un’arte che rifugge ogni eccesso e caduta di tono. È consigliabile non esagerare mai nel donare, facendo troppi doni e sempre tutti preziosi, perché il regalo non diventi espressione del proprio ego. Un dono rappresenta, infatti, la manifestazione di un nostro sentimento e non deve rischiare di mettere a disagio il suo destinatario. Sono sbagliati tutti i regali suggeriti dalle tendenze dell’ultimissima moda che, nel caso, ciascuno acquisterà in proprio per sé.
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ma anche un’escursione avventurosa per i più giovani o intrepidi tra familiari e amici. Troppo complicato? Sbagliato. Vi basterà entrare in una libreria o in un’agenzia di viaggio e acquistare lo Smartbox, un elegante cofanetto tematico contenente una guida con una selezione di oltre cento attività e un assegno regalo da consegnare presso la struttura prescelta previa prenotazione. I prezzi sono davvero competitivi, la qualità è garantita e, soprattutto, accontenta tutta ma proprio tutta la famiglia.
«Mai esagerare con i regali. Accettarli sempre con il sorriso. Scartarli subito. Riciclarli? Forse»
Esiste un “bon ton” del ricevere? In questo caso la prima regola è quella di accettare sempre i regali con il sorriso sulle labbra, anche quando non piacciono. Bisogna scartarli al momento della consegna e ringraziare, quindi mai accatastarli da qualche parte per aprirli dopo la cena o dopo la festa. I fiori di cui si è omaggiati si devono mettere subito in un vaso da esporre in ingresso o in salotto. Infine, il Bon Ton suggerisce di evitare frasi come «Ma non dovevi disturbarti!» o «Ma cosa hai fatto?», che potrebbero risultare offensive alla sensibilità del donante. L’arte del riciclo del regalo è ancora un tabù o questa pratica sta iniziando ad essere simpaticamente ufficializzata? Riciclare un regalo non gradito espone al rischio che questo, per un giro infernale, ritorni di dono in dono, a chi lo ha regalato.
Il Bon Ton consiglia di evitare di rimettere in circolazione il dono poco apprezzato, e piuttosto venderlo se ha valore, o buttarlo in cantina, e un giorno, chissà, smaltirlo. Alcuni hanno ideato casalinghi mercatini di regali “da riciclo” che vengono scambiati con altri, egualmente non piaciuti. Ma è pratica snob e abbastanza di Mal Ton! Anche nell’arte del dono si può dire che “tutto il mondo è paese”? In realtà non è proprio così. Le tradizioni più particolari in fatto di regali si riscontrano in Oriente e in Arabia. In Corea un regalo si riceve sempre con entrambe le mani in segno di rispetto e ringraziamento per il donante. In Cina, a differenza delle sciocche scaramanzie nostrane, non si regalano forbici o oggetti appuntiti e taglienti, non perché portino dolore e morte, ma in quanto simboleggiano il dare un taglio all’amicizia. Per i giapponesi, invece, i regali devono essere sempre di modesto valore economico, mentre da noi vale il principio opposto, generalmente. Trovandosi in Arabia Saudita sarà bene non fare mai apprezzamenti positivi su qualche oggetto o bene di proprietà dell’anfitrione, perché l’Etichetta ne prevede il regalo all’ammiratore e noi italiani, tanto lusingatori per opportunistico calcolo, potremmo svuotare un’intera abitazione.
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«In realtà le “24 bottles” non sono vuote: contengono mezzo litro di speranza. Quando vengono riempite, si risparmiano 0,08 kg di CO2 all’ambiente»
BE URBAN. BE GREEN
Un dono originale
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chi non sapesse che l’Italia è il terzo Paese del mondo consumatore di acqua in bottiglia dopo l’Arabia e il Messico, lo ricordano Giovanni Randazzo e Matteo Melotti, coppia di designer romagnoli che, con la loro collezione “24bottles”, lanciano un messaggio rivolto all’eco-sostenibilità con una bottiglietta di alluminio leggera e dal design accattivante - da borsetta come da viaggio - che riesce a dare un tocco di urban chic e di consapevolezza a un piccolo gesto quotidiano come quello di bere acqua… del rubinetto o di una fontanella! Come è nato il progetto “24 bottles”? Eravamo sinceramente stanchi di girare l’Italia e trovare rifiuti plastici in riserve naturali e luoghi straordinari. Alla vista
dell’ennesima discarica abusiva nel bel mezzo di uno spettacolare paesaggio collinare ci siamo chiesti se fosse possibile fare qualcosa per evitare tutto ciò. In particolare, riteniamo assurdo il business delle acque in bottiglia e la quantità di inquinamento che questo genera. L’acqua è molto più di una sostanza chimica contenente un atomo di ossigeno e due di idrogeno. L’acqua è vitale per l’uomo. Purtroppo, però, l’accesso a fonti potabili non è affatto la normalità per buona parte della popolazione mondiale. Lo scopo dell’acqua in bottiglia dovrebbe essere proprio quello di portare acqua in quei Paesi in cui non vi è disponibilità di fonti potabili. Ma il business si è sviluppato in tutt’altra maniera e i maggiori consumatori di acqua in bottiglia sono
zata in cartoncino riciclato e contiene un’etichetta che invita ad un nuovo approccio verso le risorse mondiali. Tra tanti regali di design e non solo, perché si dovrebbe regalare una bottiglia... vuota? In realtà le nostre bottles non sono vuote, hanno il potere di contenere mezzo litro di speranza. Ogni volta che le riempi eviti di disperdere nell’ambiente 0,08 kg di CO2 necessari per produrre una bottiglietta di plastica da mezzo litro. Basti pensare che per produrre una bottiglia di plastica da 1,5 litri occorrono 6 litri di acqua e circa uno di petrolio. Purtroppo, solo una piccolissima percentuale di tutte queste bottiglie, esaurito il proprio brevissimo ciclo di vita, viene riciclata. Tutte le altre rimangono nella natura o negli oceani per sempre, entrando anche nella catena alimentare di pesci ed animali e di conseguenza entrando anche nella nostra. Per Natale è bello regalare un po’ di speranza, no?
proprio i Paesi industrializzati, dove generalmente vi è possibilità di bere acqua buona e controllata direttamente dal rubinetto di casa. Come riassumereste il senso del vostro credo imprenditoriale? Il nostro motto è “BE URBAN. BE GREEN!”. Riteniamo che si possa vivere in città ed essere alla moda pur avendo una coscienza sociale. Essere green è la nuova rivoluzione! I consumi moderni sono diventati insostenibili e le nostre cattive abitudini lasciano un segno su questo Pianeta che, purtroppo, spesso rimane per sempre. Lo stesso packaging di “24bot«Siamo il terzo Paese del tles” è concepito mondo, dopo Arabia e come un prodotMessico, a consumare to eco-friendly. La acqua in bottiglia. Quindi confezione è inproduciamo un’enorme fatti tutta realizquantità di plastica» DICEMBRE 2012
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» IL BARATTO: divertente, sostenibile e sempre più diffuso [ COSTUME DI ROSELLA BENNATI ]
«Quella del baratto non è un’idea bizzarra, ma piuttosto il segno dei tempi che invitano a riutilizzare»
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«Fa bene all’ambiente, perché salva molti oggetti dalle discariche, ai rapporti sociali, perché attiva una fitta rete di contatti. Il baratto si veste di moderno con internet che lo propone come alternativa agli acquisti con contanti»
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è un ristorante, a Firenze, con una strana insegna: c’è scritto “L’è maiala”, espressione un po’ volgare che in dialetto toscano significa più o meno “È dura la vita”. Il ristorante si chiama così in riferimento alla crisi economica in corso, ma per combattere la situazione il proprietario
ha trovato una formula originale: dopo aver mangiato, i clienti non devono tirar fuori carta di credito o contanti, ma si sdebitano con il baratto, offrendo al posto dei soldi le primizie del proprio orto (frutta e verdura), o pezzi di artigianato fatti con le proprie mani. Va precisato che per evitare situa-
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«Lasciate stare quello dei tempi antichi o, peggio ancora, quello dei tempi di guerra. Oggi il baratto viaggia sulla rete. Regola numero uno: niente denaro; regola numero due: niente carte di credito; regola numero tre: tanto spirito di trattativa» zioni imbarazzanti i clienti devono accordarsi preventivamente, al momento della prenotazione, sull’oggetto da barattare in cambio della cena. Cosa si potrà barattare mai? La politica aziendale del ristorante privilegia le primizie contadine delle campagne toscane, oppure i prodotti di artigianato locale, ma sono bene accolti anche gli oggetti di antiquariato e modernariato. Una idea bizzarra? Una trovata pubblicitaria? Un po’ di tutto questo, va detto però che l’ini-
le sue lotte a favore dei consumatori, ha raccontato della nascita del portale “Trade Piemonte”, primo e unico in Italia, che consente alla Regione Piemonte di utilizzare le moderne tecniche di baratto per favorire lo scambio di beni, prodotti e servizi tra le aziende del territorio, dando nuovo slancio alle economie locali. «Il baratto - ha detto - rappresenta la risposta allo strapotere del denaro, bene oggi difficilmente accessibile, se non impossibile, per chi fa e voglia con-
essi in cambio dell’ospitalità. Cosa chiedono, in cambio di qualche notte gratis? Di tutto, dalle lezioni di madrelingua inglese all’oggetto di antiquariato, dall’ospitalità in un altro B&B agli articoli di falegnameria. La particolarità di questo nuovo tipo di baratto è la varietà di beni e servizi scambiati e la grande visibilità fornita dal Web alle richieste e alle offerte: una sorta di enorme mercato virtuale in cui tutti vendono e comprano tutto, senza mettere mano al portafogli. I portali Web sul baratto sono molti, da Scambia Facile, con una vetrina virtuale gratuita nella quale si possono scambiare oggetti e prodotti, a Swoppydo.com, tutto dedicato al mondo del baratto online, e tra i siti si possono citare Barattando.com,
» ziativa ha avuto successo, forse perché l’idea si inserisce in un fenomeno generale: il baratto sta diventando di moda come formula di economia alternativa. Intendiamoci, non si tratta più del baratto antico, quello che migliaia di anni fa ha preceduto l’uso delle monete, e nemmeno del baratto dei tempi di guerra, quando per disperazione c’era chi era disposto a barattare il salotto di casa per qualche chilo di farina. No, il baratto moderno è qualcosa di diverso: è una forma di nuova economia basata sullo scambio non solo di merci, ma anche di servizi. In una recente trasmissione televisiva, Alberto Goffi, avvocato noto per
tinuare o iniziare a fare impresa». Insomma, una nuova soluzione anticrisi: il denaro sconfitto dal baratto moderno. Anche passando dalle logiche aziendali a quelle dei consumi individuali, le iniziative legate al baratto vanno moltiplicandosi. Un esempio? La Settimana del Baratto, giunta alla quarta edizione lo scorso novembre. Durante la settimana, i Bed&Breakfast affiliati al portale www.bed-andbreakfast.it che aderiscono all’iniziativa barattano il soggiorno in cambio di beni o servizi. Gli aspiranti clienti possono scoprire sul Web quali sono i B&B disponibili, e lì troveranno l’elenco dei beni e servizi richiesti da ciascuno di
BarattoLibri.com (per lo scambio di libri), Barattoliamo.it e Skambio.it dove si possono scambiare, vendere e comprare vari beni e servizi, ma anche cercare lavoro, scambiare casa per le vacanze e tanto altro. E c’è chi attribuisce al baratto un valore ideologico. «ll baratto è rivoluzionario!», ha tuonato Iacopo Fo, figlio di Dario Fo e Franca Rame, su Il fatto quotidiano. «Barattare è bello e conveniente... un veicolo eccellente per sviluppare la cultura del riciclo globale...». Effettivamente, se non rivoluzionario, il baratto è sicuramente innovativo: dopo decenni di consumi sfrenati e di bisogni indotti, l’idea di riciclare abiti, li-
bri, giocattoli e oggetti di arredamento scambiandoli con altri oggetti che possono esserci utili è il sintomo di un nuovo modello di vita, forse meno rutilante, ma più sensato. Se solo pensiamo alle follie degli Anni ‘80, quando l’abbigliamento firmato sembrava irrinunciabile a tanti giovani e impazzava il modello “Yuppy”, la novità del baratto, che è poi un ritorno alle origini, non può che suscitare simpatia. E non dimentichiamo che il baratto, anche se non dimostra flagranti diminuzioni della CO2, serve a non buttare inutilmente e invadere discariche con i nostri oggetti desueti, e soprattutto a riusare quello che è usabile, e quindi trasformare il nostro consumo di massa in un consumo più sostenibile.
» La fantasia degli italiani si può scatenare, e si scambia di tutto, anche il vino! Esiste infatti un “Baratto Wine Day” (www.barattowineday.it) che si inserisce in fiere del vino, dove ognuno dei partecipanti porta da casa delle bottiglie che intende scambiare con gli altri barattanti. Ci si ritrova poi a un orario prestabilito e partono le contrattazioni. Non ci sono limiti agli scambi, solo due regole non scritte: non può essere in alcun modo utilizzato il denaro e sono banditi gli scarti di cantina. Per il resto ci si fida del buon senso e dell’onestà delle persone. Ma chissà quante bottiglie di vino “spuntato” verranno rifilate! DICEMBRE 2012
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Una crociera che combina un mosaico di paesaggi romantici e diversi: colli scoscesi, selvagge gole scavate dal fiume, villaggi dorati dal sole, vallate inondate di luce e dal profumo di lavanda. Un viaggio attraverso i colori, i profumi e i sapori delle vallate della Saona e del Rodano, passando per la Borgogna, Provenza e Camargue. Le meraviglie di un patrimonio storico e architettonico unico, la natura ben preservata e i vigneti dei vini pi첫 famosi al mondo rendono questa terra una meta turistica assolutamente da scoprire. DAL 15 AL 22 APRILE 2013 - UN VIAGGIO IN BORGOGNA, PROVENZA E CAMARGUE 8 GIORNI / 7 NOTTI
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CROCIERA CON MN SWISS CORONA - 5 stelle A bordo della MN Swiss Corona - 5 stelle La motonave Swiss Corona, costruita utilizzando le tecniche di progettazione più moderne, è una delle navi 5 stelle più belle che percorrono i fiumi europei. L’eleganza degli interni, i bellissimi ponti in marmo lucido, preziosi legni e scale in ferro battuto, richiamano il lusso degli hotel francesi. La motonave ha tre ponti con un totale di 72 cabine di 15 mq, un luminoso ristorante, salone panoramico, area benessere con idromassaggio, bagno turco, sauna e solarium, sala di lettura e negozio di bordo. Le cabine, tutte esterne, sono dotate di finestre panoramiche (balcone alla francese sul ponte Diamante). 1° giorno: Arrivo a Lione Imbarco Imbarco sulla Motonave Swiss Corona e sistemazione nelle cabine riservate. Cena e pernottamento a bordo. 2° giorno: Mâcon - Abb. di Cluny Visita guidata all’Abbazia di Cluny (X sec.), chiamata “la luce del mondo”. Pomeriggio a disposizione a Mâcon per visite individuali e tempo libero. Pensione completa a bordo. 3° giorno: Vienne Visita guidata a piedi della città romana: tempio di Augusto, teatro romano, Cattedrale romanico-gotica di S. Maurizio. Pensione completa a bordo. 4° giorno: Chateauneuf-du-Pape Avignone Escursione guidata a Pont du Gard, meraviglia dell’antichità, e ad Uzès, città di arte e storia provenzale. Si prosegue per Avignone e visita guidata dell’antica città. Pensione completa a bordo. 5° giorno: Avignone - Arles Escursione guidata ad Arles: l’anfiteaInformazioni e prenotazioni: 50&Più Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
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tro romano, la cattedrale, il centro storico. Pomeriggio a disposizione ad Avignone per visite individuali e tempo libero. Possibilità di effettuare l’escursione facoltativa (da regolare in loco) in Camargue. Pensione completa a bordo. 6° giorno: Viviers - Gole Ardèche Escursione in pullman alle gole dell’Ardèche e visita al Pont d’Arc, monumentale arco naturale. Nel pomeriggio escursione a Grignan, cittadina provenzale. Pensione completa a bordo. 7° giorno: Lione Arrivo a Lione e nel pomeriggio visita guidata a piedi della città: l’antica Lugdunum, capitale della Gallia, oggi Patrimonio dell’Unesco. Pensione completa a bordo. 8° giorno: Lione Dopo la prima colazione, inizio delle operazioni di sbarco. N.B.: L’itinerario e le escursioni possono subire variazioni o integrazioni anche in funzione delle condizioni di navigazione. suite
cabina doppia
cab. doppia uso singola
1.480,00 1.370,00 -
1.380,00 1.280,00 -
1.430,00
La quota comprende: crociera di 8 giorni/7 notti come da programma, con sistemazione in cabina della categoria prescelta • Trattamento di pensione completa a bordo dalla cena del 1° giorno alla prima colazione dell’8° giorno • Cocktail di benvenuto e cena di gala a bordo • Visite ed escursioni inserite nel programma (ingressi esclusi) • Tasse portuali • Assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio (fino a euro 1.800) • Assistenza di personale qualificato Scylla • Assistenza di personale 50&Più. La quota non comprende: viaggio Italia / Lione / Italia • Assicurazione integrativa (oltre euro 1.800) • Escursioni extra non previste in programma • Trasfe-
rimenti da/per aeroporti e stazioni ferroviarie • Ingressi dove previsti • Tutte le bevande, mance, extra in genere e tutto quanto non sopra specificato. TRASPORTI in pullman GT Partenza da Milano per Lione e ritorno: quota per persona euro 135 (per minimo 40 persone). TRASPORTI in aereo - Partenze con voli diretti dalle principali città italiane per Lione e ritorno: tariffe migliori disponibili al momento della prenotazione in funzione delle classi prenotate. - Trasferimenti dall’aeroporto al porto di Lione da definire alla chiusura delle prenotazioni.
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DANIELA FLORIDIA ]
L TI ASPETTO E TI PORTO CON ME [ ATTUALITÀ DI
eydi viene dalla Colombia, Aklilu dall’Etiopia, Vin dalla Cambogia, Ghiela dalla Russia: sono bambini nati, e spesso cresciuti, all’estero, in un altro clima, fra altri odori, sapori, suoni e che oggi tifano per la Roma, il Milan o il Napoli, ascoltano le canzoni di Marco Carta e Tiziano Ferro, hanno cognomi italiani, e ormai (loro sì, a differenza dei compagni di scuola nati in Italia ma da genitori stranieri) anche la nazionalità. Sono un piccolo esercito, oltre 35.000 in tutta Italia dal 2000 ad oggi, 4.022 solo nello scorso anno. Ma per la prima volta da oltre un decennio, in Italia, nel 2011, secondo i dati forniti dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, questo fenomeno ha fatto registrare una flessione, limitata - siamo nell’ordine del 2,6% rispetto al 2010, se confrontata con i dati
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provenienti dagli Usa (-15,7%) o dalla Francia (-43,1%) - ma pur sempre emblematica di una tendenza difficile da decifrare. La prima risposta è quella di legare il trend discendente alla crisi economica. Chi decide di intraprendere il percorso adottivo deve mettere in conto, fra spese dell’ente, viaggi e soggiorni, diverse migliaia di euro, a volte diverse decine di migliaia di euro. Tanto che molti istituti di credito, nonostante la legislazione preveda dei parziali rimborsi o detrazioni per le spese adottive, hanno creato degli appositi mutui. Ma per capire appieno cosa significa oggi intraprendere e portare a termine un’adozione internazionale, è necessario ricostruire le tappe di un percorso finalizzato, come dicono gli addetti ai lavori, a far incontrare due esigenze, quelle dei bambini di avere una famiglia che li possa
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da vedere
«Si parte dal Tribunale dei Minori. È qui che i futuri genitori adottivi devono depositare la “dichiarazione di disponibilità”, un documento corredato di tante altre certificazioni con cui si avvia il percorso di adozione sia nazionale che internazionale» amare, crescere ed accudire, e stesura di una relazione da inviaquella di una coppia che desidere al Tribunale, che fornirà al giura soddisfare il proprio desiderio di dice gli elementi di valutazione «Sono un piccolo esercito: genitorialità o di accogliere nella sulla richiesta della coppia. circa 35.000 i bambini adottivi propria famiglia un altro figlio. Sarà poi il giudice ad emettere il Se stessimo giocando al Monopoli “decreto di idoneità”, con il quale in Italia dal 2000 ad oggi. (ma a volte può sembrare di trogli aspiranti genitori adottivi, entro Eppure dal 2011, varsi al Gioco dell’Oca) la casella del un anno, dovranno scegliere uno via corrisponderebbe al Tribunale degli enti autorizzati (sono 65 in forse complice la crisi, dei Minori. Dove non è difficile ritutta Italia) al quale conferire il manle adozioni internazionali hanno conoscere le coppie di neòfiti che dato per avviare le pratiche per vanno a chiedere informazioni val’adozione all’estero. registrato una flessione. gando spaesati per i corridoi in cerSe la fase istruttoria con i servizi soE sì, perché per adottare ca della “Cancelleria adozioni”, dociali può essere vissuta in modo dive si deposita la “dichiarazione di verso a seconda delle situazioni - per un bambino i futuri genitori disponibilità”, il alcuni addirittura devono accollarsi costi documento - corcome una inderedato da certifibita intromissiodi permanenza nei Paesi Solo il 5% dei cazione sui reddine nella vita pribambini che stranieri di svariate ti, stato di famivata che non è rientrano in Italia glia, certificato di chiesta ai genitomigliaia di euro. con le adozioni matrimonio (bisori biologici, per alinternazionali Ma non è tutto» gna essere sposatri è un’occasione ha meno di un ti, da almeno 3 per riflettere e faanno di età anni o dimostrare chiarezza sulle re la convivenza proprie aspettaper un analogo tive -, la scelta periodo prima del matrimonio), didell’ente è un momento in cui tutchiarazione di assenso all’adozione te le coppie sono accomunate dalda parte dei genitori degli adottanla sensazione di dover fare una scelti, casellario giudiziario, certificati ta con la quale prenderanno in mamedici, etc. - con il quale si avvia il no il proprio destino di genitori. percorso adottivo, sia esso quello Comincia, quindi, una frenetica rinazionale o internazionale. cerca di informazioni, comincianIl tribunale a questo punto trado dagli incontri con gli enti, con smette la richiesta ai servizi sociale associazioni di genitori adottivi, li competenti territorialmente che attraverso internet - numerosissiavvieranno una serie di incontri mi e seguitissimi i forum dedicati per conoscere la coppia e valutarall’adozione - e un incessante quanne le potenzialità genitoriali, racto solidale tam tam che mette in cogliendo informazioni sulla loro contatto siciliani e trentini, pisani storia personale, familiare e sociae livornesi, famiglie che “l’hanno Regia: Radu Mihaileanu le. Il lavoro dei servizi porterà alla fatta”, con quelle che devono deUna madre etiope non-ebrea spinge suo cidere se orientarsi verso l’Est eufiglio a dichiararsi ebreo per salvarlo dalla ropeo o l’Africa. carestia e dalla morte. Dichiarato orfano, «Molte coppie di fronte Perché la scelta dell’ente restrinè adottato da una famiglia francese sefardita a moltissime variabili finiscono ge, innanzitutto, la rosa dei Paesi che vive a Tel-Aviv. Cresce con la paura che qualcuno scopra il suo segreto e le sue per rinunciare al procedimento di provenienza dei futuri figli: alcuni enti operano solo in un Paese, menzogne: non è né ebreo, né orfano, di adozione: dal 2006 al 2011 solo nero. Diventerà ebreo - israeliano altri solo in alcune aree geografioltre il 30% dei decreti di francese - senza mai dimenticare la sua vera che, altri ancora in diversi Paesi, idoneità non è stato utilizzato madre e quello che è veramente: con i quali le procedure sono ree il procedimento di adozione un etiope scampato alla morte. golate, oltre che da una specifica si è arenato» convenzione internazionale, » DICEMBRE 2012
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» UNA NONNA ADOTTIVA RACCONTA... SOCIETÀ
Nonna Carolina ha quattro nipoti, Luca e Stefania, di 17 e 22 anni, per i quali si è prodigata a supporto dei genitori a cominciare dallo svezzamento e dei cambi pannolino, e Abraham e Fasika, nati in Etiopia, che ha conosciuto al loro arrivo in Italia, cinque anni fa, quando avevano 5 anni il primo e 9 anni la seconda. A loro Carolina ha insegnato a leggere e a parlare l’italiano, a fare i compiti, ad apprezzare la parmigiana di melanzane e a scoprire che una nonna può anche mandare le email e guidare la macchina, oltre a ricucire un paio di pantaloni strappati e scegliere lo smalto per le unghie più adatto ad una ragazzina. Carolina, cosa hai pensato quando tua figlia ti ha detto che con il marito avevano deciso di adottare, e che sarebbero diventati genitori di due fratellini africani? Sinceramente all’inizio, durante l’attesa, ero un po’ preoccupata, perché temevo che sarebbe stato dura per loro adattarsi ad un cambiamento di vita così repentino, dovendosi oc-
[ I GENITORI CHE VOGLIONO ADOTTARE UN BAMBINO STRANIERO “ABBINAMENTO”, CIOÈ DI AVER TROVATO “IL BAMBINO” CHE POTREBBE DIVENTARE IL LORO “FIGLIO”. ]
quella dell’Aja del 29 maggio 1993 sulla tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, da specifici accordi bilaterali. Questo significa che gli aspiranti genitori adottivi italiani dovranno accettare la normativa e i criteri - relativi alle caratteristiche delle coppie, alla loro età (l’elevata età media dei genitori adottivi italiani, 42,4 anni per i mariti e 40,4 anni per le mogli può costituire un limite in alcuni casi), ai tempi di permanenza all’estero, al numero e all’età dei bambini, etc. - del Paese prescelto. Ma anche mettere in conto una lista di attesa per il conferimento del mandato che può durare diversi mesi, la disponibilità a cambiare destinazione in corsa nel caso che alcuni Paesi possano chiudere temporaneamente le adozioni, a modificare le proprie aspettative sull’età dei bambini o sul numero di bambini che si è disponibili ad accogliere. E molte coppie, di fronte a tante e tali variabili, rinunciano: dal 2006 al 2011 oltre il 30% dei decreti di idoneità non è stato utilizzato, ossia le coppie che ne erano in possesso non hanno conferito mandato a nessun ente. Una volta che ci si è affidati ad un ente, comincia il “percorso dell’attesa”. In media, dal conferimento del mandato alla conclusione dell’adozione, passano circa 25 mesi. Durante i quali si
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produce la documentazione richiesta e si seguono degli incontri formativi organizzati dall’ente, che fornisce le informazioni sui diversi Paesi, sulle caratteristiche prevalenti dei bambini adottabili, sulle modalità di incontro e di permanenza all’estero, anche utilizzando le testimonianze di altri genitori passati al post-adozione, ossia che hanno già costituito una loro famiglia adottiva. E si aspetta. Fino al fatidico momento dell’abbinamento, con il quale l’ente comunica alla coppia che in qualche parte del mondo c’è un bambino, non un bambino qualsiasi, ma “quel” bambino, che potrebbe diventare loro figlio e fornisce le informazioni essenziali: età, stato di salute, storia personale o situazione familiare, etc. Informazioni che, come sottolineano spesso gli stessi referenti dell’ente, possono essere suscettibili di un tasso di approssimazione abbastanza Fonte: “Rapporto Commissione adozioni internazionali 2011”
ILANOIZANRETNI INOIZODA
ADOZIONI INTERNAZIONALI
ATTENDONO CHE L’ENTE INCARICATO COMUNICHI IL COSIDDETTO
elevato. A cominciare dall’età. L’età media dei bambini che entrano in Italia per adozione è, sulla carta, di 6 anni (il 45% ha fra i 5 e i 9 anni, solo il 5% meno di un anno). Ma in molti Paesi africani o asiatici, l’iscrizione all’anagrafe non è una prassi diffusa, se non addirittura inesistente e l’età viene attribuita ai bambini dagli istituti o dai servizi sociali che prendono in carico il minore dichiarato adottabile. Non è raro che al momento dell’incontro (o all’invio delle prime foto), si realizzi già ad una pri-
ma rapida occhiata che il bambino “in età prescolare” (è l’opzione, anche se non vincolante, indicata dalla maggioranza degli aspiranti genitori) in realtà si presenta con le caratteristiche di un pre-adolescente. Ma c’è un altro aspetto che chi decide di intraprendere la strada dell’adozione non sempre ha ben chiaro. È la situazione che ha determinato l’adottabilità dei minori. Solo il 3,6% sono orfani, mentre la causa principale (60,3%) è la perdita della potestà genitoriale, riscontrata soprattutto nei Paesi del-
media dal conferimento di un mandato di adozione ad un ente alla sua conclusione I NUMERI «In passano circa 25 mesi»
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6 anni
La normativa
i minori della Federazione Russa che, nel 2011, sono arrivati in Italia.
l’età media dei bambini colombiani giunti nel nostro Paese lo scorso anno.
brasiliana, in presenza di bambini maggiori di 12 anni, prevede il loro consenso all’adozione.
In Ucraina la normativa prevede l’adozione di bambini di età non inferiore ai 5 anni.
cupare di punto in bianco di due figli già grandicelli. Il rischio era che potesse essere minato il loro rapporto di coppia. Temevo anche che il colore della pelle dei bambini avrebbe potuto creare loro qualche problema, che in alcune situazioni avessero problemi di accettazione, perché purtroppo nel nostro Paese c’è ancora un razzismo strisciante. Per fortuna, fino ad ora, così non è stato. E il tuo impatto con questi due nuovi nipotini? Un’emozione fortissima, sono stata coinvolta affettivamente senza riserve sin dall’inizio, come non mi sarei mai immaginata. È stato amore a prima vista, come per gli altri nipoti che ho visto nascere: fanno parte della mia vita e sto crescendo ancora insieme a loro. È stato tutto facile, quindi? Beh, specialmente all’inizio mi sono dovuta conquistare la loro fiducia, che è il regalo più grande che questi bambini possono darci, e che non è data per scontata. Oggi c’è molta complicità fra di noi, si confidano condividendo con me i loro ricordi, così ho imparato anche a conoscere la loro vita quotidiana di quando erano ancora in Etiopia, ad esempio di quello che facevano con i loro nonni africani, e scherziamo insieme su qualche episodio buffo capitato loro. L’unica cosa che non mi perdonano è di non andare mai con loro a mangiare la injera, il piatto tipico etiope, che per me è troppo piccante! Cosa fai oggi pomeriggio? Ho appena sfornato una pizza rustica che mi ha commissionato Fasika e devo scappare da loro, che mi aspettano per fare i compiti.
l’Europa dell’Est e dell’America Latina, seguita dall’abbandono (24,2%) o rinuncia (11,4%), come si verifica invece frequentemente in Africa e nel Sud-Est asiatico, dove sono spesso gli stessi genitori biologici ad affidare ad ospedali o altre strutture i propri figli. Il che comporta un riposizionamento del concetto di accoglienza, che forse è davvero ciò che può mettere in crisi anche le coppie più determinate, tanto da farle desistere da quella che invece può trasformarsi in una meravigliosa avventu-
ra, spesso corale, in cui coinvolgere la famiglia allargata, la scuola, gli amici. Trovando tutti insieme lo spazio - mentale, emotivo, affettivo - per fare posto ed elaborare, o talvolta ricostruire, insieme a questi bambini il loro passato, sia esso stato segnato da un lutto, o dal distacco dalla famiglia (amorevole o devastante che fosse), o dalla permanenza in un istituto. O dall’insieme di questi fattori. E accogliere al tempo stesso la cultura del loro Paese, le loro origini, laddove siano loro a
chiederlo. Solo così si può creare una nuova famiglia, senza avere la pretesa di sostituire qualcosa che c’è stato o che avrebbe dovuto esserci. Una famiglia che sarà diversa, più complessa, ma al tempo stesso anche più ricca, aperta, stimolante e spesso colorata e
«In molti Paesi africani o asiatici l’iscrizione all’anagrafe è una prassi quasi inesistente»
L’età media
Nel 2011
“I fratelli
dei bambini giunti dall’Etiopia nel corso del 2011 si attesta attorno ai 4 anni.
è stato registrato l’ingresso di 72 bambine e 109 bambini provenienti dalla Polonia.
non possono essere separati”: un requisito essenziale previsto dalla normativa indiana.
informazioni utili
e
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divertente di quelle delle pubblicità. Perché, come ci insegna un proverbio africano, serve un intero villaggio per crescere un bambino. A cominciare dai nonni, aggiungiamo noi.
www.commissioneadozioni.it La Commissione garantisce che l’iter previsto per le adozioni di bambini stranieri avvenga nel rispetto dei principi stabiliti dalla Convenzione de L’Aja del 29 maggio 1993. www.genitorisidiventa.it Dal 1999 l’associazione onlus Genitori si diventa si impegna in campagne di informazione e preparazione a favore di quanti vogliano approfondire le tematiche legate all’adozione. www.mammeonline.net Nata nel 2001, Mammeonline è un paniere ricco di informazioni, dove gli utenti possono interfacciarsi attraverso forum dedicati ai temi dell’infertilità e delle adozioni. E tanto altro.
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> @VVISO AI NAVIGANTI
I PREFERITI DI DI PAOLO NEGRINI
LA TOP 5 DELLE COSE DA FARE, VEDERE, ASCOLTARE IN RETE
ADDIO VIDEOREGISTRATORE [ VEDERLI E RIVEDERLI ] Avete perso una puntata del vostro programma preferito o volete semplicemente rivederlo? Nessun problema. La chiamano “la tv del giorno dopo”. È il servizio video di Mediaset che permette di rivedere gratuitamente intere puntate dei vostri programmi preferiti. E il videoregistratore? Anticaglia da mandare in soffitta. >> www.video.mediaset.it
DUE RUOTE... ECOLOGICHE [ IN TEMPO DI CRISI ] La crisi economica morde e gli italiani riscoprono la passione per la bicicletta. Le città si adeguano con piste ciclabili ed esplode il fenomeno del cicloturismo che coinvolge persone di ogni età. Sul sito della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) troverete i percorsi aggiornati delle grandi reti cicloturistiche europee, nazionali e regionali, oltre ad alcuni interessanti consigli pratici. >> //fiab-onlus.it/bici/
I PARCHI NAZIONALI D’ITALIA. E NON SOLO! [ UN SITO CHE CREA DIPENDENZA ] Non sono in grado di raccontarvi come ci sono arrivato, ma avendo trascorso una nottata a sfogliare le sue pagine, mi sento in obbligo di dirvi che la visita di questo sito può creare dipendenza, perché www.parks.it è, a pieno titolo, l’enciclopedia dei parchi nazionali d’Italia e del mondo. La sua straordinarietà consiste nel non limitarsi a descrivere solo le specificità di ogni parco, ma a proporre ed indicare itinerari da percorrere a piedi, in bici, a cavallo. L’escursionismo è senza dubbio l’attività sportiva più diffusa nei parchi ma non di certo l’unica e, quindi, ecco dove potersi cimentare nella pesca, tiro con l’arco e altro. Non mancano indicazioni su sagre e feste.
PODCAST [ MOMENTI MAGICI ] Il termine “podcast” è utilizzato per definire la radio in rete (registrata). Quando la sera non sono distrutto dalla stanchezza, ascolto Ad alta voce di Rai tre. È un momento magico, come quando da bambino mi raccontavano le favole prima di addormentarmi. Accedete al sito di Rai Radio 3, cliccate sul menu “Podcast” e poi sul collegamento “Ad alta voce”. La pagina contiene le ultime trasmissioni. Se cliccate su “Archivio” vi si aprirà un mondo sconfinato.
IL NATIONAL GEOGRAPHIC
>> www.radio3.rai.it
>> www.nationalgeographic.it
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[ UNA RIVISTA SEMPRE ATTUALE ] Il nome non richiede presentazioni. Senza dubbio uno tra i più noti magazine di divulgazione scientifica, quest’anno festeggia 123 anni dedicati alla diffusione della conoscenza della geografia e dall’esplorazione del mondo. Presente anche con la versione on-line in italiano, propone informazioni scientifiche e culturali, arricchite da elementi multimediali.
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20 e oltre...
Le proteste finora promosse dagli “Iaioflautas”. Tra queste: l’occupazione dell’Union Hospital per contestare i tagli alla sanità SOCIETÀ
[ ESTERO DI VALERIO
MARIA URRU ]
“TODOS A LA PLAZA!” «“Tutti in piazza!” È uno degli slogan degli Iaioflautas, i nonni spagnoli che da un anno a questa parte si battono per il futuro dei giovani»
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utto è iniziato per caso o per gioco. Durante un pranzo in un ristorante cinese circa un anno fa, tra un involtino primavera e un riso alla cantonese. L’incipit potrebbe far ridere, oggi invece il movimento dei cosiddetti Iaioflautas (da “iaio”, che in catalano significa nonno e “perroflautas”, ovvero
OTTOBRE 2011: PRIMA CONTESTAZIONE
in spagnolo fannullone) conta oltre 350 attivisti over 60 che corrono là dove c’è bisogno di manifestare per “lasciare ai giovani un mondo migliore del loro”. E, naturalmente, non scherzano più. Questi nonni sono la dimostrazione che le generazioni più anziane sono interessate a quelle più giovani, che non
“FIGLI” DEL 15 M
È a loro che i “nonni spagnoli” si sono ispirati e, per l’esattezza, al “Movimento 15 M” o “Indignados”: cittadini spagnoli che, pacificamente, hanno iniziato a scendere in piazza per dire la loro di fronte alla grave situazione economica del Paese.
c’è alcuno scontro intergenerazionale per la scarsità del lavoro. Un problema che però è vero solo in parte. Perché a sostenerlo - col coltello in bocca - sono solo quelli che alimentano lo scontro stesso. Oggi la loro azione, quella degli Iaioflautas, spazia sui temi più caldi dell’attualità finanziaria ed economica e i loro documenti programmatici non sono molto diversi da quelli dei loro “nipoti” indignados, più noti a livello mediatico. Esprimono il rifiuto alla nuova riforma del lavoro approvata, condannano la politica dei tagli indiscriminati alla Sanità e all’Educazione pubblica e si oppongono agli sfratti forzosi operati dalle banche. Se poi pensate che non sappiano usare i moderni media (Internet, Facebook, Twitter), vi state sbagliando: sono molto agguerriti ed informati. Bisogna occupare una banca o un’agenzia di rating? Organizzare una manifestazione? Darne annuncio attraverso la Rete? Gli Iaioflautas sono preparatissimi, mangiano pane e internet, si riuniscono in
breve tempo e ottengono il loro scopo. Sempre in modo pacifico e mai violento. I “nonni contestatori” - con le loro pettorine gialle per distinguersi - hanno iniziato nell’ottobre 2011, occupando una agenzia del Banco di Santander. Da allora sino ad oggi è stata una pacifica escalation di azioni dimostrative che proprio ad ottobre di quest’anno, per festeggiare il primo anniversario, unendo l’utile al dilettevole, è culminata nel tentativo quasi riuscito di occupare la sede del Governo catalano. Facendosi passare per svampiti turisti, gli Iaioflautas c’hanno provato. Ma stavolta niente da fare: poliziotti in tenuta antisommossa li hanno bloccati prima che potessero entrare. Intimoriti? Neppure per sogno. Seduta stante hanno deciso di leggere il loro manifesto: “Luchamos y conseguimos una vida mejor para nuestras hijas e hijos”, combattiamo e otteniamo una vita migliore per i nostri figli e figlie, dichiarandosi più che mai decisi a dare qualcosa invece di prendere. DICEMBRE 2012
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SOCIETÀ
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IL GIORNO PIÙ LUNGO «Dopo un testa a testa senza fine nei sondaggi tra Romney e Obama, la spunterà il candidato uscente. Gli States scelgono di nuovo Barack. Viaggio in una New York che attende - senza fermarsi mai - il responso finale: chi guiderà il Paese per i prossimi quattro anni» [ ESTERO DI
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HELLIS MARTIN E SONNY STEELE ]
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iak. Azione. Notte americana. Non una notte qualsiasi, ma quella in cui si decide dove andrà l’America per i prossimi quattro anni. Colonna sonora è la voce di un uomo, in una stazione della metropolitana di New York. Stacca dall’ugola un blues che graffia l’anima. Brividi increspano la pelle di chi ascolta, onde di emozione ad ogni nota. Lui, l’uomo dagli occhi chiusi, stringe il sacco nero con cui chiede una mo-
Economia
Sanità
Ambiente
Il programma del rieletto Presidente prevede più tasse ai ricchi e sgravi fiscali per la classe media.
Irremovibile su questo tema caldo: assistenza garantita a tutti, compresi over 65 e più poveri.
Obama promette riduzioni fiscali a tutte quelle aziende che operano nel settore dell’energia pulita.
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ELEZIONI USA
ASU INOIZELE
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JOE BIDEN, professione vicepresidente GAFFEUR nel tempo libero
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a noi è un nome che pochi ricordano fuori dal cosiddetto five millions club, ovvero i cinque milioni di italiani che regolarmente leggono libri e giornali e guardano programmi di approfondimento. Ma in America, ovviamente, tutti conoscono bene Joe Biden, 69 anni, il vicepresidente cui gli elettori hanno appena riconfermato la fiducia insieme ad Obama. Senatore per molti anni, Biden si è battuto come un leone contro Ryan, il candidato repubblicano alla vicepresidenza, dopo il primo confronto televisivo che aveva visto Obama andare al tappeto contro Romney. Padrone dell’are-
neta e continua a cantare. E a sognare, sotto le palpebre chiuse, un Paese in cui riconoscersi: «Abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura del mondo», ci dice aprendo gli occhi. Si chiama Ronald, come Ronnie Regan, ma il suo cuore pulsa per Obama. Poi fa esplodere un sorriso dolce e un po’ sdentato, e ricomincia a cantare. Una manciata di metri sopra, la dominante gialla dei
taxi in Times Square. Qua e là poliziotti a cavallo, sicuri nel flusso di auto. I pedoni, tutti col naso in su, calamitati dai risultati dei primi exit-poll, che campeggiano sui grattacieli. Obama è in vantaggio, ma il sole è appena tramontato sugli Stati della costa occidentale e gli ultimi seggi devono ancora chiudere. Testa a testa tra i due candidati, da mesi. Iniziale testa a testa anche
L’America in “rosa” Donne decisive al voto e al governo: - Il 54% ha votato per Obama (Fonte dati Cnn); - 100 i componenti del Senato, il 20% sono donne; - New Hampshire: Camera e Senato al femminile.
na, Biden ha interrotto l’avversario 82 volte in 90 minuti: la scossa che serviva alla campagna democratica per tornare a suonare la carica. Di lui gli Americani dicono: «He wears his emotions on his sleeves», ovvero che “non sa nascondere quello che prova”. Per questa sua intempestiva sincerità lo amano e gli perdonano le numerose gaffe che di tanto in tanto semina nei microfoni. Tra le sue perle, l’invito al senatore Chuck Graham ad alzarsi in piedi, per essere acclamato dalla folla, salvo poi accorgersi che Graham è disabile; l’aver detto a una platea afro-americana: «Romney e Ryan vogliono rimettervi in catene» e la dichiarazione che «la classe media è stata sepolta negli ultimi quattro anni». Peccato che fossero proprio quelli del primo mandato di Obama e dunque della sua vicepresidenza.
in quest’ultima notte. Stacco. Harlem. Un locale affollato. Una troupe televisiva raccoglie ansie e aspettative tra le ragazze e i ragazzi seduti al bar, bicchiere in mano e battito accelerato, mentre la Cnn sforna dati e percentuali. Poi l’annuncio che Obama ha vinto nel New Hampshire, un altro tassello per (ri)comporre il puzzle della Casa Bianca. Il boato fa tremare i polsi e forse i vetri del locale. Hanno lavorato per mesi, hanno creato un movimento “Harlem4obama” e ora aspettano quella che, se sarà, sarà anche la loro vittoria. Toni, Joan ed Erika sono in piedi, appoggiate al muro. Sorridono con gli occhi. «Non vogliamo
tornare indietro agli anni Cinquanta. Romney per noi donne è il passato», ha le idee molto chiare Erika. E in tutto il Paese milioni di donne come lei intrecciano gli stessi pensieri e non dimenticano che sull’aborto Romney ha cambiato posizione almeno dieci volte nella sua lunga carriera. I cattolici, soprattutto quelli più osservanti, sono di memoria più corta: a loro basta che oggi Romney sia pro-life. Il suo vice, il giovane falco ultraconservatore Ryan, contrario anche nei casi di stupro, ha attirato molti cattolici ma ha alienato altrettante donne. E poi ci sono quelle gaffe. Romney che per raccontare di come cercasse, in nome della parità, anche candidature femminili per il suo team, si lascia scappare: «Mi hanno portato interi fascicoli di donne». Non è solo una frase malriuscita, ma la spia di un’abitudine a considerare le donne come cose. La tv continua a partorire dati mentre parte un altro affondo di Erika: » DICEMBRE 2012
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«Romney può sembrare di plaproprio vero. E poi sbocciano urstica, ma non è di plastica: è fatla di gioia, sorrisi. La commozioto di soldi». Money make money ne degli elettori democratici che - dice il proverbio - “I soldi fansi scioglie in abbracci festosi. John, no i soldi”. Ma da queste parti invece è, repubblicano. È venuto è difficile credere che il multimidalla Florida per vivere questo moliardario Romney crei posti di mento a New York, insieme a delavoro in quest’America pressagli amici che arrivano dagli angoli più remoti degli States. Prende ta dalla disoccupazione. Il canla sconfitta con filosofia e sfogdidato repubblicano non è un gia un otticapitano d’inmismo alla dustria. Deve Rossella la sua fortuna «I problemi O’Hara: alla speculadegli Americani «Ok, forse zione. L’ecooggi sono altri: sarò cinico. nomia reale è la mia maggiore Ma penso un’altra cosa. preoccupazione che chiunÈ quella con ora - dice Pascale que abbia cui deve fare i vinto staseè l’economia» conti tutti i ra non fa giorni la gente davvero difnormale che ferenza: domani il sole continuepaga le tasse e forse il prossimo rà a sorgere sull’America». È più anno ne pagherà molte di più, o meno quello che ha pensato col fiscal cliff che incombe, il Randy: «Ho 22 anni, non studio precipizio fiscale che rischia di ine non ho un lavoro. Non ho voghiottire l’economia statunitentato perché, Obama o Romney, se se non si troverà un accordo per me non cambia niente». La sul contenimento del debito. sua vita è una spremuta di pre23,14. Esterno notte illuminato sente. Il futuro non gli interessa. a giorno dalle luci di Times SquaPer alzare qualche dollaro balla re. La Fox è la prima a dare l’anin strada, nudo come un modelnuncio: Barack Obama ha vinto. lo di Abercrombie, tra gli sguarUn lunghissimo attimo sospeso. di infreddoliti dei passanti incapSguardi ancora increduli ai tabelpottati. loni luminosi, per sincerarsi che sia
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Stacco. Flash forward, avanti veloce. Oggi. Un mese dalle elezioni, un mese a Natale. Il sole splende su Washington, accecante in questo mattino di fine novem-
bre. Il viso del Presidente è ancora ovunque, su magliette, tazze e cappellini. Ma non sui cartelloni, che qui non esistono, lasciando intatta la grazia dei marcia-
LE CURIOSITÀ { TUTTE } SU MICHELLE
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O SAPEVATE CHE: - Michelle ama i cibi semplici. I suoi piatti preferiti sono maccheroni e formaggio, patatine fritte e barbecue. - Al primo appuntamento Barack l’ha portata all’Istituto d’Arte di Chicago. Hanno passato il pomeriggio lì. Poi hanno cenato al caffè del museo e sono andati al cinema a vedere Fa’ la cosa giusta di Spike Lee. - L’esempio di Michelle è stato suo padre Fraser. Colpito dalla sclerosi multipla poco più che trentenne, non si è mai lamentato e non ha mai smesso di sorridere. E se la malattia gli rendeva più difficili i movimenti, si alzava prima al mattino, per vestirsi da solo. «Era la nostra roccia», dice di lui Michelle. - Quando Barack le ha annunciato di volersi candidare, Michelle ha posto una sola condizione: «Devi smettere di fumare». E in tv, nel popolare show 60 minutes, ha detto all’America: «Tenetelo d’occhio. E se lo vedete fumare, chiamatemi».
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“Fiscal cliff”: Usa a rischio fallimento?
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etteralmente significa “baratro fiscale” e al rieletto presidente Obama non fa dormire sonni tranquilli. Il “fiscal cliff” è causato dal sovrapporsi di diverse scadenze della politica economica americana: aumento delle tasse e forti tagli alle spese governative. In tal modo, senza interventi entro il 31 dicembre prossimo, gli Stati Uniti rischiano la recessione e il governo federale il default. Per far passare i tagli alle tasse dei più ricchi, l’amministrazione Bush infatti aveva fissato il limite al 31 dicembre 2012. Così dal 1° gennaio 2013 l’aumento indifferenziato di tasse e la serie di tagli provocheranno un crollo di 4 punti di Pil. Ma per il Fondo Monetario Internazionale la soluzione ci sarebbe: il “fiscal cliff” va affrontato con un programma più morbido di riduzione del deficit nel breve termine e con uno fiscale sostenibile nel lungo termine.
piedi. Elizabeth sta gustando un caffè seduta a un tavolino, mentre studia. Il computer è tappezzato di adesivi. Uno dice che ha scelto Obama, un altro che viene dall’Ohio, uno degli Stati decisivi: «I miei nonni erano italiani, dei dintorni di Roma. Sono a Washington per un master. Non si può tagliare sulla cultura. Abbiamo bisogno di prospettive. Proprio quello che mi aspetto nei prossimi quattro anni». L’azzurro senza compromessi del cielo rimbalza sulle pareti specchiate della Banca Mondiale. Jean legge il New York Times in uno spicchio di sole. È il general manager di un grande albergo e un mese fa ha votato Obama: «Forse non è il miglior Presidente del mondo, ma era il miglior candidato. Il piano di Romney per portare il Paese fuori dalla crisi non reggeva. Quello che conta, per me, alla fine, è la concretezza. Tutti adesso qui temono il fiscal cliff, ma un accordo sul tetto del debito arriverà. Sotto l’albero di Natale ogni americano vorrebbe trovare un’economia che gira a pieno ritmo e nuovi posti di lavoro, ma non era Romney l’uomo che poteva fare questo per l’America. Tutti i suoi soldi li ha fatti con gli investimenti,
do ero piccolissimo. Ho vissuto in non ha prodotto nulla di concremolti Paesi. Oggi parlo cinque linto. La spina dorsale del Paese, ingue. E so cosa significa sentirsi vece, è la classe media. Proprio straniero a casa tua, quando hai quella che Romney ha disprezzastudiato, sei cresciuto in un posto, to, quel «47% da ignorare», cohai trovato un lavoro, ti senti ameme disse nel fuori-onda poi diricano ma, da un momento alventato famoso. Jean chiude il l’altro, potresti essere deportato. giornale e continua a parlare, è un Romney voleva mettere il veto al fiume che scorre appassionato tra Dream Act, la legge proposta dal gli argini della razionalità: «RomPresidente per ney ha camdare una posbiato di contisibilità di cittanuo opinione «Quello che dinanza ai figli sulle questioconta, per me, sotto i trenni più imporalla fine è la t’anni degli tanti. Ha atconcretezza. immigrati irretaccato la riUn accordo sul golari. Quei raforma sanitadebito arriverà, gazzi sono ria di Obama, dice Jean» Americani a ma con un tutti gli effetpiano praticati, a cui manca mente identisolo il passaporto». Ma c’è l’altra co ha ricevuto consensi come gometà dell’America che non la penvernatore del Massachusetts qualsa così. Come Pascale, elettrice che anno fa. E manca di una virepubblicana, che nel 2008 però sione globale. Non esiste solo aveva dato fiducia a Obama. Non l’America, c’è il resto del mondo. questa volta: «Mi occupo di venNon è un attacco a testa bassa dite e marketing e sono fortunacontro l’Iran che ci renderà più ta ad avere un lavoro. La disocsicuri e non è difendendo a spacupazione all’8% è inaccettabida tratta Israele che si risolverà la le, 23 milioni di persone senza laquestione mediorientale». A quevoro. Così non c’è futuro. Romsto punto ci spostiamo al tavoliney ha il senso del business, lui no di un bar e davanti a uno shortpoteva risollevare l’economia. cappuccino Jean continua: «ViagObama è solo un professore». È gio con la mia famiglia da quan-
un Paese spaccato a metà, a volte all’interno della stessa famiglia. Pascale continua: «I democratici hanno strumentalizzato la questione femminile. Per loro le donne erano solo un target, mi sento offesa dal loro atteggiamento. Hanno puntato i riflettori sull’aborto. Romney ha la sua fede e le sue idee, ma non avrebbe mai cambiato una legge costituzionale che esiste da 47 anni. E poi i problemi che oggi dobbiamo affrontare, appunto, sono altri. La mia preoccupazione più grande è l’economia». Stacco. Flash forward, avanti veloce. Interno notte. Natale 2012. La first family vicino a uno dei tanti abeti addobbati e decorati della Casa Bianca. Il cane Bo che corre in giro. Il Presidente con qualche capello bianco in più, come da tempo ci siamo abituati a vederlo. Per un attimo una ruga verticale gli attraversa la fronte. E la divide a metà. Spaccata come l’America che deve governare. Anzi forse è proprio questo pensiero che gli passa per la testa e gli corruga i pensieri. Ma è un attimo, appunto. Poi si toglie la giacca, si rimbocca le maniche e in testa ha solo una parola: forward. Avanti. I titoli di coda possono aspettare. DICEMBRE 2012
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«In undici anni, con l’aiuto della missione Isaf questo Paese ha ottenuto molto: una struttura istituzionale, un esercito, forze di polizia, forme di assistenza per i bisognosi... Entro la fine del 2014 la missione volgerà al termine, ma non gli aiuti»
AFGHANISTAN, transizione in corso
Viaggio nel Paese che cerca la stabilità, anche con il contributo italiano.
[ ESTERO DI ILARIA ROMANO E ROMINA VINCI ]
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l vertice Nato che si è svolto a Chicago lo scorso maggio è stato chiaro: la missione International Security Assistance Force in Afghanistan terminerà completamente nel 2014. Fra due anni, dunque, il passaggio di consegne dalle forze internazionali a quelle afghane dovrà essere completato: la missione Isaf, che vede impegnata in prima linea anche l’Italia, va avanti ormai da undici anni ed è entrata nella fase di transizione che si concluderà alla fine del 2014 con il ritiro di gran parte dei soldati. In Afghanistan, però, ritiro non vorrà dire abbandono, ma aiuto sotto altre forme: consulenza, rilancio dell’economia, supporto alla formazione del personale locale. » DICEMBRE 2012
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Dalla fine del regime dei talebani questo Paese ha compiuto molti passi importanti, con la collaborazione della comunità internazionale nel processo di costruzione dello Stato. Oggi dispone di una struttura istituzionale, un esercito e proprie forze di polizia, oltre che di forme di assistenza, a livello provinciale, per i bisognosi, come gli orfani e i parenti delle vittime della guerra. Tanti però sono i problemi che ancora lo affliggono: la corruzione, l’opposizione armata dei cosiddetti insurgents, una galassia di soggetti che comprende dai trafficanti di oppio ai combattenti talebani, la mancanza di collegamenti e infrastrutture, come strade, ponti, centrali elettriche. Il contingente italiano ha il controllo del Comando regionale Est, al confine con l’Iran, che comprende quattro province: Herat, Badghis, Farah e Ghor. Dal 14 settembre 2012, quello di stanza a Herat è al commando del Generale di Brigata Dario Ranieri, comandante in patria della Brigata alpina “Taurinense”. I militari italiani sono impegnati nel controllo del territorio, nel sostegno alla popolazione e nella lotta agli ordigni esplosivi improvvisati. In ogni provincia è attivo un Provincial Recontruction Team (Prt), una struttura militare che lavora al fianco dei civili afghani per realizzare progetti di cooperazione. Quello di Herat è a guida italiana e vanta, fra le opere realizzate, il carcere femminile della città. La struttura, realizzata nel 2009 con i fondi del Ministero della Difesa e dell’Unione europea, ospita oggi 137 donne di ogni età ed è un modello di accoglienza a riabilitazione. «Oggi stiamo lavorando per ristrutturare la sala biblioteca racconta il Colonnello Aldo Costigliolo, comandante del Prt di Herat, mentre mostra una stanza piana di calcinacci e im-
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palcature, dove sulle pareti si vedono ancora i disegni e i collage realizzati dalle detenute è una soddisfazione pensare che questo sia davvero un luogo che riabilita, che accoglie, a volte quasi più di una famiglia». Al piano terra gli spazi sono condivisi e ogni stanza è un laboratorio di sartoria, tessitura, informatica, lingua inglese; al primo piano ci sono le stanze, ordinatissime e pulite, da quattro o sei posti letto. Le mamme possono tenere con sé i propri figli fino agli otto anni, e anche per loro c’è un’aula stanza dedicata, con un’educatrice. La maggior parte delle donne che sconta una pena detentiva ha commesso reati minori, e molte hanno paura di tornare in “libertà”. La parte maschile della prigione di Herat si trova in condi-
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Alla scoperta dei villaggi, il radicalismo delle tribù
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econdo il calendario persiano siamo entrati nell’anno 1391. Penetrando questa terra (dall’alto prima, a bordo di un elicottero, e passando poi su terraferma) ci si accorge che il gap temporale è evidente, ed ha un suo perché. Il tessuto dell’Afghanistan, infatti, si dirama in una serie di piccoli villaggi tribali, ognuno con il proprio capotribù. Avventurarsi in questi posti significa fare un balzo indietro nel tempo. Non c’è luce, non c’è acqua, non c’è elettricità. L’agricoltura è ferma ai primordi ed utilizza ancora mezzi e metodi arcaici, è l’allevamento a far la voce grossa. Ogni villaggio ha un capotribù. Ed è lui che de-
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cide il bello e il cattivo tempo dei suoi “sudditi”, spartendo viveri e labili ricchezze. La legge che vige è lui stesso a dettarla, perché niente è più lontano, in questi luoghi, di concetti quali lo Stato, le Istituzioni, Diritti e Doveri. I capi tribù dei vari villaggi sono abituati a relazionarsi con i militari stranieri e a ricevere la visita delle truppe, perché non si fanno scrupoli nel chiedere benzina, vestiti, alimenti. Se si prova a capire quanti abitanti risiedano in un determinato villaggio, si ottiene per risposta il numero di case che si erigono al suo interno. E quando a fatica si riesce a tirar fuori un dato sul numero di persone, si
«Visitare questi luoghi significa tornare indietro nel tempo: niente acqua, niente elettricità e un’agricoltura che utilizza ancora mezzi e metodi arcaici» comprende, solo successivamente, che da questa cifra rimangono fuori le donne. Obbligate a rimanere a casa, difficile vederle in giro, neanche in burqua. Il pashtunwali, codice comportamentale di una legge non scritta dell’etnia pashtun, viene ancora osservato rigidamente da queste parti. Ed i suoi dettami non consegnano diritti alle donne, neanche quello di esser contate in un censimento sui generis.
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LA CONQUISTA DI UN FUTURO IN UNA SOCIETÀ TRADIZIONALE
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zioni molto più difficili, perché a fronte di una capienza di 600 posti, ci sono oltre 2mila persone, con stanze da dieci letti in cui ne vengono stipati fino a cinquanta. Anche per questo il direttore del carcere ha chiesto aiuto all’Italia. Con i fondi messi a disposizione dal nostro Paese nel 2012 sono stati realizzati principalmente progetti per l’educazione e la sanità, ma anche strade, ad Herat e nel suo distretto “allargato” di Injil. Nonostante i progressi fatti, l’Afghanistan è ancora oggi un Paese che presenta sacche di povertà al limite della sopravvivenza: agricoltura praticata con mezzi rudimentali e pastorizia sono spesso le uniche risorse nelle aree più impervie, dove la mancanza di corrente elettrica e collegamenti stradali provoca un isolamento di fatto per molte piccole comunità, che restano lontane anche solo dal concetto di Stato e di istituzioni nazionali. Dalle cosiddette basi avanzate, ogni giorno partono delle pattuglie che si dirigono verso queste aree per stabilire un contatto con la popolazione. Ed è in una di queste missioni che ha perso la vita il caporale degli Alpini Tiziano Chierotti, lo scorso 25 ottobre. Se il rapporto con la popolazione si è »
ah Gul aveva venti anni, è stata decapitata un pomeriggio della prima decade di ottobre dai familiari del marito, perché si era rifiutata di prostituirsi. Larisa Wazivi, invece, di anni ne ha ventidue, studia legge all’università di Herat e vuole diventare giornalista. Yasamini Jahed, ventitreenne, insegna matematica, ha un figlio di tre anni e sogna per lui un “green country” in cui crescere e studiare. La condizione femminile in Afghanistan è in continua evoluzione. Oggi le donne siedono in Parlamento, sono a capo di Dipartimenti Provinciali, possono lavorare al di fuori delle mura domestiche e frequentare scuole e università. Purtroppo, però, i diritti acquisiti sulla carta non sono ancora appannaggio di tutte, anche se le eccellenze non mancano. Una di queste è Maria Bashir, procuratore capo di Herat, una donna coraggiosa e orgogliosa del suo ruolo, nonostante le minacce che spesso riceve. «Per me è importante fare da esempio per tutte le donne di questo Paese - racconta - e sono fiera di essere un giudice imparziale per tutti, uomini e donne». Per incrementare l’occupazione si sta lavorando molto ad Herat, nei dipartimenti provinciali. «La possibilità di cercare lavoro - racconta Mahbooba Jamshidi, a capo del Dipartimento Affari Femminili - non si traduce automaticamente con l’aumento delle donne occupate, perché a monte c’è una mentalità difficile da combattere. Il nostro obiettivo è portare dal 15% al 30% la percentuale di donne che producano un reddito, cercando le soluzioni più adatte a loro». Grazie al lavoro del dipartimento, con il supporto degli italiani, è nato il Woman Social Center, una sorta di centro commerciale che mette insieme in un unico edificio negozi gestiti da donne, una palestra femminile e una sala convegni. Perché creare uno spazio condiviso dove vendere e fare acquisti in modo riservato, familiare e in una struttura dove si possono portare anche i propri figli, è una delle chiavi vincenti per incentivare il lavoro, e convincere le famiglie che anche l’occupazione della donna è un’attività meritevole. Oltre alle attività legate all’artigianato, al commercio e
alla sartoria, una delle professioni oggi sempre più ambita è il giornalismo. Nell’ottobre scorso, grazie ai fondi di un imprenditore locale, quindici ragazze, già professioniste dell’informazione, hanno dato vita alla prima emittente afghana interamente gestita da donne, Radio Sharzat. «Il nome prende spunto da Sherazade delle Mille e una Notte, che con le sue storie salvò la sua vita e quella di altre donne - racconta la direttrice Somia Ramish, sui trent’anni, il capo coperto da un velo colorato che lascia intravedere i capelli e un sorriso coinvolgente -. Oggi noi raccontiamo esperienze, facciamo informazione e cerchiamo di condividere emozioni, pensieri, ragionamenti politici; e la più grande soddisfazione sono le donne che ci chiamano da casa per parlare delle loro vite con noi». In radio arrivano ogni giorno almeno una decina di richieste di lavoro da altre donne che vorrebbero seguire quell’esempio, e che chiedono consigli su come affrontare una professione prima impensabile al femminile. «Prima ci si laureava in giornalismo e forse, al massimo, si riusciva ad insegnare - ricorda Somia - ora anche i colleghi uomini non ci guardano più come un fenomeno, ma semplicemente come professioniste». Una consapevolezza di sé e dei propri diritti che purtroppo non può ancora essere data per scontata. In Afghanistan accade ancora che nei villaggi le donne possano essere “cedute” ad altre famiglie per riparare ad un’offesa o pagare un debito. E accade anche che possano essere condannate al carcere per essere scappate da casa, magari per sfuggire a violenze o a un matrimonio combinato. Nei mercati, per strada, i burqa si vedono ancora, insieme ai khimar, lunghi veli neri o con stampe floreali dai toni scuri che ricoprono comunque da capo a piedi, lasciando scoperto solo il volto. Si usano anche nelle università, dove le ragazze studiano insieme ai ragazzi, ma siedono rigorosamente separati gli uni dagli altri. Qui studentesse e insegnanti raccontano volentieri il loro sogno: un Paese finalmente pacificato, dove poter realizzare i propri desideri, senza matrimoni o divieti imposti da una tradizione difficile da cambiare. DICEMBRE 2012
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stretto, nel corso degli anni, anche grazie alle operazioni condotte con personale afghano, la sicurezza non può ancora essere data per scontata, e resta la sfida quotidiana più grande. Come scrive sul Diario di Herat - pubblicato on line su La Stampa - il Maggiore Mario Renna, a capo dell’Ufficio Pubblica Informazione del Comando Brigata Alpina Taurinense, quello degli ordigni «sembra un gioco ma non lo è; è una partita serissima per disinnescare esplosivi spesso fatti in casa con legno, fil di ferro, pezzi di metallo, di cui si parla quando ne esplode una, e non quando ne vengono disinnescate 27 in un mese».
IL PESO DEL PASSATO AFGANO NEI RICORDI DELL’ARCHITETTO ANDREA BRUNO Cinquant’anni della sua vita dedicati a questa terra in cui ha studiato, progettato, preservato. Più che mai convinto che “solo conservando si salvi il passato e si prepari il futuro”
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orreva il mese di marzo dell’anno 2001. Sei mesi dopo, l’attacco alle Torri Gemelle avrebbe inaugurato nel più triste dei modi il terzo millennio, e aperto una pagina nuova e cruenta della storia recente. Il mondo intero si sarebbe trovato di fronte alla figura di Osama Bin Laden, per rendersi improvvisamente conto fino a che punto il fanatismo religioso fosse capace di spingersi. A inizio marzo, però, l’integralismo dei talebani aveva già espresso la sua ferocia: i Buddha di Bamiyan, il monumento più maestoso dell’Afghanistan, vennero bombardati per due giorni di fila fino a venir ridotti in macerie. Erano due enormi statue scolpite nelle pareti di roccia, abbattute dal fervore religioso dei talebani poiché considerate lontane dai precetti del Corano. «Non è distruggendo un simbolo religioso che si distrugge il suo pensiero», ribadisce con forza l’architetto torinese Andrea Bruno, consulente dell’Unesco per l’Afghanistan. Chissà quante volte, nel corso della sua carriera, avrà ripetuto questa frase. Ottantadue anni ben tenuti, cinquanta dei quali passati a far da
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ponte con l’Afghanistan per studiare, progettare, restaurare e conservare. In mezzo secolo ha promosso l’inventario dei monumenti del Paese. Erano gli albori degli Anni ‘60, il giovane Bruno era fresco di laurea quando ha iniziato a dedicarsi al consolidamento della parete dei Buddha di Bamiyan. Ancora oggi, a distanza di dieci anni dalla distruzione, l’architetto soffre nel rivedere le immagini di quelle statue in balia delle fiamme, come chi ha perso una cosa cara e preziosa, a cui ha dedicato parte della propria vita. Ma lui ha anche restaurato il bazaar coperto di Kabul, dove ha progettato anche l’Ambasciata Italiana. Nel 1978 ha avviato il consolidamento del minareto di Jam (terminato nel 2006), opera eccezionale che si trova nella regione di Herat. Ha riportato al suo splendore la Qala-I-Ikhtiyaruddin, la Cittadella di Herat che risale al XIV secolo, oggi interamente recuperata come museo. È tornato a parlare del suo Afghanistan, e lo ha fatto proprio nel cuore della sua Herat, all’interno dell’università che oggi ospita più di diecimila iscritti, molti dei quali donne. Ed
è a loro, agli studenti afgani, che l’architetto Bruno ha indirizzato la lectio magistralis, “Perché e per chi conservare”. «La conoscenza delle vostre ricchezze archeologiche e culturali è indispensabile per poterle proteggere - ha ribadito a gran voce alla sua platea - ed è soltanto conservando che si salva il passato e si prepara il futuro». Un processo di presa di conoscenza e di rafforzamento dell’identità nazionale che ha visto anche l’impegno delle forze militari italiane, protagoniste di alcuni progetti specifici nel settore della comunicazione culturale come, da ultimo, la realizzazione e distribuzione in tutte le scuole della città del libro Made in Herat in doppia lingua (dari ed inglese), che ben illustra i monumenti dell’Afghanistan occidentale. «Perché rafforzare la memoria storica porta ad avere rispetto del patrimonio artistico-culturale - ha dichiarato il capitano Elena Croci, ufficiale della Riserva selezionata dell’Esercito - ed è soltanto conoscendo la storia che le giovani generazioni possono trovare l’entusiasmo per preservare e rafforzare il proprio futuro».
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Un centro agricolo d’avanguardia a mezz’ora da Herat
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di Herat è tra i più grandi fornotoriamente il Paese nitori di uva del Pakistan e dei maggior produttore monPaesi limitrofi). Nell’azienda diale di papavero da opvengono inoltre sviluppate pio, ma si tratta di un primatecniche di crescita e piantuto di cui, in Afghanistan, una mazione moderne, al fine di buona fetta della popolaziopromuovere un’agricoltura inne non ne va affatto tanto fietensiva. Il centro sperimentara, anzi. Da anni è iniziata inle è considerato il fiore all’ocfatti la marcia a favore delle chiello del dipartimento delcolture diverse dall’oppio. l’agricoltura e garantisce una Dapprima è stata la volta deltrentina di posti di lavoro tra lo zafferano, che è stato lo tecnici, agronomi e operai. scudo attraverso cui il continUn numero che sale fino a gente italiano ha condotto toccare quota 150 operatori un’avanzata nell’ovest del Paenei periodi di raccolta. Il prose distribuendo bulbi, fertilizgetto vanta il sostegno del zanti e arnesi da lavoro. Ma la Ministero dell’Agricoltura afcoltivazione della pregiata speghano e il finanziamento delzia non è riuscita ad intaccal’Unione europea, oltre al re quella della cosiddetta coinvolgimento di alcune “mezzaluna d’oro”, nello Helaziende itamand, ritenuliane, nonta la più granché delle de coltivazio«Un progetto Università di ne d’oppio per lo sviluppo Firenze e Bodella terra. Ha dell’agricoltura logna. Anche preso così avlocale» il contingenvio il Perennial te italiano, Horticulture con il ProDevelopment vincial ReProject (Phdp), construction Team (Prt) - Ciun progetto internazionale per mic Detachment di Herat, ha lo sviluppo dell’agricoltura locontribuito allo sviluppo del cale che mira a preservare e centro. Solo una decina di selezionare le migliori colture giorni fa è stata inaugurata autoctone e sperimentare vaun’area espositiva che perri tipi di concimi, fertilizzanti metterà l’esposizione e la vene tecniche di coltivazione. Ad dita di tutti i prodotti ortooggi si contano sei aziende frutticoli coltivati presso la Uragricole modello in Afghanidu Khan Farm. stan, e coltivano complessivaMa su cosa punta l’Afghanimente 33 ettari di terreno. stan del post 2014? A risponAd appena mezz’ora di macdere è il governatore di Herat, china da Herat sorge uno di Daud Shah Saba: «Incremenquesti centri d’avanguardia. tare lo sviluppo dell’agricolSi tratta della Urdu Khan Farm, tura, dell’allevamento e il vaun centro agricolo sperimenlore delle industrie; promuotale in cui vengono selezionavere il lavoro artigianale e inte diverse centinaia di coltucentivare quello turistico». La re da frutta, in particolare perinascita dell’Afghanistan parsche ed una varietà d’uva di te da qui. eccellente qualità (la provincia
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Per il mio PAESE vorrei...
«50&Più ha chiesto agli italiani over 50 cosa si aspettano dal prossimo governo. Desideri e speranze di un popolo in attesa»
Il 63%
Il 44,2%
Per il 31,7%
degli intervistati si dichiara pronto a votare alle prossime elezioni; il 16,3% è ancora indeciso.
ritiene opportuno che a ricoprire i ruoli del prossimo governo tornino i politici.
è di fondamentale importanza intervenire urgentemente per investire sui giovani. DICEMBRE 2012
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{ L’ITALIA CHE VERRÀ } A
differenza di moltissimi Paesi occidentali per i quali attestarsi intorno alla soglia del 50% di votanti rappresenta una normale quota di partecipazione ma è considerata addirittura il segnale di una democrazia così consolidata da non aver quasi più bisogno della massa degli elettori, l’Italia ha una lunga e consolidata propensione al voto. Così quando i sondaggisti che ormai settimanalmente si avvicendano sui nostri teleschermi, hanno iniziato a segnalare la disaffezione degli italiani con percentuali di astenuti mai viste prima (trend che le regionali siciliane hanno ampiamente confermato), la prossima tornata elettorale si è arricchita di ulteriori elementi di suspence. Non solo chi ci governerà, che collocazione troveranno i ministri “tecnici” (e il presidente del Consiglio Monti) che hanno traghettato il Paese durante l’anno economicamente più convulso e pericoloso dal ’29 ad oggi, ma anche che rappresentatività potrà vantare un Parlamento eletto dalla minoranza degli aventi diritto al voto? Possibile che la nostra sana tradizione democratica (una delle poche) sia evaporata nel giro di così poco tempo? È vero, gli italiani si sono risvegliati nel peggiore dei modi dai mantra tranquillizzanti: tutto va bene, banche solidissime, aerei pieni e ristoranti affollati, solo per ricordare gli ultimi. Ma questo di voler negare la realtà e insieme diffondere messaggi dal sapore di camomilla (per non parlare
d’altro) è stato nulla rispetto allo scandalo delle ruberie di denaro pubblico, all’elenco infinito di privilegi piccoli e grandi, alle gratifiche auto-attribuitesi della cosiddetta casta politica, che hanno fatto precipitare la fiducia dei cittadini verso chi li governa al 3%! Quindi la vera bancarotta dell’Italia degli ultimi anni è stato il sistema politico e tutta la pletora di vassalli e servitori che gli ruota intorno, ma il sistema non è “la politica” che è e rimane l’unica possibile risposta, l’unico tavolo intorno al quale confrontarsi, trovare soluzioni, intese, risposte, governabilità. Così 50&Più ha deciso di “tastare” il polso agli ultracinquantenni per capire se rinnoveranno il loro patto con la democrazia recandosi a votare o lasceranno che questo Paese affondi nella disaffezione più completa, ma anche cosa desiderano per il loro Paese. Ed ecco le sorprese del nostro sondaggio: voto e scelta di un ritorno dei politici; i giovani e il lavoro le urgenze e le priorità per il governo che verrà; ma soprattutto la coscienza che il cammino in futuro sarà duro, probabilmente durissimo. Vista dai risultati della nostra inchiesta la sfida è partita, e ancora una volta sono le persone “normali” quelle che combattono e lavorano e faticano tutti i giorni, a lanciarla. Insomma questa parte d’Italia c’è. Ecco un motivo in più per scegliere e per farlo con ponderatezza e attenzione, ma soprattutto per partecipare tutti.
SE CRESCE LO SPREAD DELLA SPERANZA «Guardano alle politiche del lavoro e sono preoccupati per i giovani. Pensano già al ritorno della Politica, ma ad alcune condizioni» [ SONDAGGIO 50&Più -
NADIO DELAI ]
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uardare all’interno del corpo sociale del Paese rappresenta sempre un compito interessante, ma anche assai complesso. Nelle risposte fornite dalle diverse indagini entrano infatti in gioco non solo le valutazioni fredde e razionali, bensì - come è ovvio - anche quelle emotive. Tanto più che queste ultime restano fortemente sollecitate dagli eventi che ogni giorno dobbiamo “digerire”: la crisi che continua ad investire lavoro e reddito delle famiglie, impegno sul piano della competitività delle imprese, tenuta difficile del tessuto sociale rispetto alla politica del rigore, per non parlare del peso del fisco sulle spalle di coloro che pagano davvero le tasse o ancora della crescente insopportabilità delle notizie riguardanti la corruzione la quale alimenta la disaffezione dei citta-
[ NADIO DELAI, SOCIOLOGO, IN PASSATO HA CURATO MOLTI RAPPORTI E STUDI DELLA
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dini verso la politica. Una pluralità di eventi impegnativi influenzano dunque pensieri e sentimenti anche dei 50-65enni presso i quali si è provato ad esplorare atteggiamenti e valutazioni. Sui risultati ottenuti possono essere avanzate le considerazioni che seguono1. La prima è che gli intervistati in media mostrano un orientamento positivo verso gli appuntamenti elettorali dell’inizio 2012: fortunatamente il 63% delle persone dichiara che andrà a votare (vedi Tab. 1 a pag. 47), con una proporzione dunque più elevata rispetto a quella emersa nelle ultime elezioni siciliane, in cui metà dei cittadini hanno disertato le urne. I soggetti maggiormente propensi sono gli uomini rispetto alle donne e la componente relativamente più giovane del campione intervistato, e cioè i 50-59enni, come pure sono le persone residenti nel Centro Italia rispetto al resto del Paese. Quanto al proseguimento o meno, nel periodo post-elezioni, del cosiddetto Governo dei tecnici, la
maggioranza relativa degli intervistati (e cioè il 44,2%) ribadisce che “devono tornare i politici” (vedi Tab. 2 a pag. 47), specie nel caso delle persone interrogate che si trovano nella fascia di età intermedia, ovvero tra i 55 e i 59 anni. La seconda considerazione riguarda il futuro degli intervistati e quello dell’Italia presa nel suo insieme. Sul piano personale si guarda al futuro secondo una visione sostanzialmente divisa in due parti: quella di un 42,1% di intervistati che “pensa positivo” e un 53,5% che ritiene di avere invece delle prospettive incerte (vedi Tab. 6 a pag. 53). Il prevalere della visione positiva riguarda soprattutto la componente più matura (i 60-65enni) e quella residente sempre nel Centro Italia; mentre le persone più preoccupate sono i 50-59enni, coloro che si trovano ancora nella fase di piena vita attiva, nonché coloro che vivono nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. In parallelo, il futuro dell’Italia tende ad essere guardato attraverso i toni grigi o scuri più marcati rispet-
1 Nota Metodologica: si è utilizzato un campione nazionale rappresentativo di 634 intervistati, costituito da persone comprese tra i 50 e i 65 anni. Esse sono state intervistate tramite questionario telefonico tra il 24 ottobre e il 5 novembre 2012. I risultati ottenuti presentano un intervallo di confidenza del 94%, con un margine di errore stimabile attorno al ±3%.
to a quelli usati per descrivere il futuro personale. Si è davanti in tal caso ad una tendenza che si manifesta praticamente sempre nelle indagini, visto che normalmente si teme per il futuro collettivo, ma tutto sommato si spera di cavarsela sul piano personale e familiare.
Tuttavia va anche detto che in particolare esiste un 18,7% che risulta decisamente ottimista circa l’uscita del Paese dalla crisi, contrapposto ad un 19,1% (vedi Tab. 7 a pag. 53) che ritiene di non essere affatto sicuro circa l’uscita dell’Italia dall’attuale situazione (due »
TAB. 1 I PROSSIMI MESI SARANNO RICCHI DI APPUNTAMENTI ELETTORALI. SI RINNOVANO INFATTI SIA I GOVERNI LOCALI CHE QUELLO NAZIONALE. ALLE PROSSIME ELEZIONI LEI SI RECHERÀ A VOTARE?
9,8%
20,7%
Sì No 63,0%
Non risponde Altro
6,5%
Indagine 50&Più 2012
TAB. 2 RITIENE CHE IL COSIDDETTO GOVERNO DEI TECNICI DOVREBBE CONTINUARE IL LAVORO INIZIATO UN ANNO FA O CREDE CHE SIA ORA CHE AL GOVERNO TORNINO I POLITICI SCELTI DAGLI ELETTORI?
44,2% 20,3%
Deve continuare il lavoro iniziato Devono tornare i politici Non risponde
35,5%
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proporzioni di intervistati dunque che si collocano agli estremi della scala di valutazione utilizzata). In mezzo probabilmente c’è l’italiano rassegnato a “tirare la cinghia” per sé e per la propria famiglia, il 56,6% (vedi Tab. 7 a pag. 53), pur non avendo un atteggiamento del tutto negativo in linea di principio nei confronti del Paese, forse consapevole che anche in altre situazioni difficili siamo riusciti a superare ostacoli molto impegnativi. Del resto l’immagine dell’Italia all’estero viene valutata dagli intervistati come buona e/o da migliorare e non certo pessima, nel 43,7% dei casi (vedi Tab. 5 a pag. 53). La terza considerazione concerne ha sempre costituito, prima della i temi prioritari su cui il Governo crisi, un argomento centrale in tutdovrebbe porre maggiore impete le indagini. gno (vedi Tab. 3 a pag. 49). Le riSe poi si chiede quali siano le comsposte costituiscono lo specchio ponenti della società che dovrebdel vissuto quotidiano della famibero essere al centro delle misuglia italiana che vede le seguenti re più urgenti del Governo (vedi tre priorità (più intensamente scelTab. 4 a pag. 51), l’attenzione viete dagli intervistati): ne nuovamente posta sulla com- al 1° posto, l’investimento sui ponente dei giovani, da un lato e giovani; sulla componente degli anziani, - al 2° posto, la riduzione della didall’altro, passando per le fasce soccupazione; deboli e/o svantaggiate come pu- al 3° posto, la diminuzione delre per l’insieme dei lavoratori. La le tasse. cosa che colpisce è che le scelte Seguono poi altre priorità, scelte meno opzionate abbiano a che tuttavia con un’intensità relativafare con le politiche verso la parmente minore rispetto alle precete imprenditoriale del Paese che in denti, come ad esempio l’adeguafondo è quella che produce la ricmento delle pensioni o la crescichezza necessaria a sostenere l’apta degli stipenparato pubdi. E, alla fine, blico e le reviene collocalative politiEsiste un 18,7% to il migliorache. In conche risulta mento della clusione si decisamente qualità della può dire che ottimista vita, tema che l’indagine ricirca l’uscita vela nei 50del Paese 65enni interdalla crisi vistati un atteggiamento di sostanziale responsabilità verso i temi della politica: con una spinta consistente verso la partecipazione alle prossime scadenze elettorali ed una parallela sensibilità pronunciata per un prossimo Governo che sia invece più decisamente politico ri-
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spetto all’attuale. A questo si aggiunga la consueta divaricazione tra la valutazione del futuro del Paese (problematica) e quella personale (relativamente migliore), pur con tutte le incertezze del ca-
so. E infine emerge una richiesta ed anzi un’attesa di politiche di sostegno nei confronti dell’inserimento lavorativo delle giovani generazioni, che costituisce il “fondamentale” delle ansie delle fa-
[ SONDAGGIO 50&Più ]
L’Italia secondo l’Istat
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econdo i dati Istat riferiti a settembre 2012 e pubblicati a fine ottobre, gli occupati in Italia sono 22.937.000, in diminuzione dello 0,2% rispetto ad agosto: un calo che ha riguardato soprattutto gli uomini. I disoccupati erano circa 2.774.000, in aumento del 2,3% rispetto ad agosto: circa 62.000 unità. Il tasso di disoccupazione in Italia è pari quindi al 10,8%, in aumento dello 0,2% rispetto allo scorso mese di agosto. Le persone in cerca di lavoro tra i 15 e i 24 anni sono 608.000, ovvero il 10,1% della popolazione in questa stessa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15/24enni è pari al 35,1%, in aumento dell’1,3% rispetto al mese precedente e addirittura del 4,7% nel confronto tendenziale. Nonostante tutto, sempre in ottobre, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato leggermente, passando dall’86,2 all’86,4. È cresciuto anche quello del clima economico generale, passando dal 71,1 a 71,7, mentre è diminuito quello personale che è sceso dal 92,3 a 91,0. I giudizi sulla situazione economica dell’Italia restano stabili, ma le aspettative future peggiorano passando da -56 a -59. Le attese sulla disoccupazione diminuiscono da 114 a 108. Migliorano anche le opinioni e le attese sulla situazione economica delle famiglie (rispettivamente da -75 a -71 e da -36 a -33). Il cosiddetto indice “composito” del clima di fiducia delle imprese - quello cioè elaborato con le variabili che formano il clima di fiducia della manifattura, delle costruzioni, dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio - a ottobre sale dal 76,0 al 76,6. L’aumento di quello “complessivo” è generato dal mi-
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TAB. 3 IL NUOVO GOVERNO DOVREBBE OCCUPARSI PRIMA DI TUTTO DI
15,9% 9,8%
Adeguare le pensioni
8,0%
Adeguare gli stipendi
16,0%
altà hanno bisogno di una contropartita di scommessa attiva sul dopo-crisi da parte di tutti. È questa una partita tutta ancora da condividere tra Governo e Paese, per la costruzione di una “sinto-
glioramento della fiducia delle imprese dei servizi di mercato (dal 72,3 al 75,8) e del commercio al dettaglio (dal 78,6 al 79,7). È in calo invece nell’industria manifatturiera (dal 88,3 al 87,6) e nelle costruzioni (dal 86,1 al 81,4). Nel commercio al dettaglio, invece, l’indice del clima di fiducia aumenta nella grande distribuzione (dal 73,4 al 78,2) e diminuisce nella distribuzione tradizionale (dal 86,2 al 85,3).
Puntare su innovazione e sviluppo
4,0%
Occuparsi della Sanità
7,5%
Migliorare la qualità della vita dei cittadini Investire sui giovani
9,9%
Altro
0,4%
Non risponde
nia” che va effettivamente inventata, sulla base di una mobilitazione del tessuto sociale nei confronti della costruzione dello sviluppo nel dopo-crisi, che non può essere alimentata dalle sole politiche del
Indagine 50&Più 2012
rigore. Detto in altre parole, se serve che diminuisca costantemente lo spread sui Titoli di Stato è altrettanto vero che deve crescere lo spread della speranza collettiva per il futuro che verrà.
COME VEDE IL SUO FUTURO? per aree geografiche
Nord-ovest
Nord-Est Nord-Est Nord-Ovest Centro Centro
Sud e Isole Sud
Ridurre il tasso di disoccupazione
8,4%
20,1%
miglie italiane insieme a quella della disoccupazione più in generale. Certo non mancano anche gli atteggiamenti sin troppo “facili”: meno tasse, migliori pensioni e stipendi più elevati che in re-
Ridurre le tasse
Risposte Molto incerto Abbastanza tranquillo Nessuna differenza rispetto ad oggi Ottimo Non so Totale Molto incerto Abbastanza tranquillo Nessuna differenza rispetto ad oggi Ottimo Non so Totale Molto incerto Abbastanza tranquillo Nessuna differenza rispetto ad oggi Ottimo Non so Totale Molto incerto Abbastanza tranquillo Nessuna differenza rispetto ad oggi Ottimo Non so Totale
Percentuale 55,1 32,0 7,9 2,2 2,8 100,0 50,8 30,0 10,8 2,5 5,9 100,0 44,9 38,6 9,4 3,9 3,2 100,0 58,9 25,1 8,2 1,9 5,9 100,0 Indagine 50&Più 2012
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DOSSIER
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“Le associazioni sono corpi intermedi e se il nostro Paese ha ancora la possibilità di essere grande, lo si deve anche alla forza che scaturisce dall’attività delle rappresentanze, dal Dopoguerra ad oggi”. Ne è convinto Renato Borghi, il presidente 50&Più che si dichiara pronto a confrontarsi col governo che uscirà dalle urne perché il “ritorno al dialogo è indispensabile per chi non voglia programmare la propria attività economica e politica in modo teorico”. Sondaggio alla mano, gli abbiamo rivolto qualche domanda
»
[ RENATO BORGHI, PRESIDENTE NAZIONALE 50&PIÙ. ]
IL RINNOVAMENTO NON HA ETÀ [ SONDAGGIO 50&Più -
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UN PAESE CHE LANCIA SEGNALI, CHE NON VUOLE ARRENDERSI, CHE VUOLE USARE IL CUORE.
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residente Borghi, l’insediamento del governo tecnico fu accompagnato da grandi aspettative. Oggi, secondo il nostro sondaggio, si spera nel ritorno dei politici. Cosa ne pensa? La risposta data dagli intervistati a mio avviso non sottintende un giudizio negativo nei confronti del Presidente Monti, ma piuttosto il desiderio di tornare ad una normalità che nell’ambito di una democrazia parlamentare si ottiene andando a votare, possibilmente con una nuova legge elettorale. Mi sembra quindi un segnale di saggezza la richiesta di un ritorno all’impegno della politica, intendo la politica buona. Nell’epoca dei “rottamatori”,
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GIADA VALDANNINI ]
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il rinnovamento passa attraverso la carta d’identità? No, non credo affatto che l’età anagrafica possa rappresentare un discrimine: un buon politico può essere giovane o meno, ma certamente è urgente un rinnovamento e non c’è bisogno di cercare chissà dove, basta affacciarsi in parlamento per trovare politici di ottima levatura, magari meno visti o meno conosciuti. Resta fondamentale però andare a votare, innanzitutto perché penso sia un dovere per un cittadino ma anche perché il momento lo richiede. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità ed esercitarle fino in fondo. Non andare a votare è un atteggiamento di appiattimento culturale su una deriva
declinista e qualunquista che noi respingiamo. Dal sondaggio di 50&Più emerge che riguardo al futuro gli ultracinquantenni si ritengono particolarmente incerti: condivide? Quali le ragioni? E ritiene che sia una deriva inarginabile? In un momento così viene naturale iscriversi al club degli incerti: c’è una grave crisi economica che addirittura travalica i nostri confini a cui si assomma una crisi politica mai sperimentata, forse nemmeno ai tempi del crollo della Prima Repubblica. Io però conservo ancora una buona dose di speranza e ottimismo. Ottimismo forse più della volontà che della ragione, ma vedo tracce di un Paese che non vuole arrendersi a cominciare dalle piccole imprese che continuano con tenacia ad alzare le serrande e poi le famiglie che non si sono disintegrate sotto l’urto della crisi ma hanno riscoperto il valore del sacrificio. Vedo segnali insomma per cui mi sento di essere fiducioso. Mi vergogno anche un po’ a fare “il piangina” se penso a mio padre che è tornato dalla guerra trovandosi in un Paese di-
strutto ed è stato capace di ricominciare mettendo in piedi un’azienda. Quindi sforziamoci di vedere la crisi non come qualcosa che ci schiaccia, ci soffoca ma piuttosto come un travaglio, un momento molto doloroso che però può mettere in moto la parte migliore di noi, il cuore. Dall’indagine emerge anche una grande attenzione degli over 50 per i più giovani. Nonostante le difficoltà, il loro sguardo è rivolto ai ragazzi. La cosa la stupisce? No, non mi sorprende affatto. da un lato c’è il guardare facendo “il tifo’’, persino con una certa tenerezza, per chi inizia un cammino faticoso, talvolta tribolato che una persona di una certa età ha già compiuto, dall’altro, un malcelato senso di colpa perché noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, un’Italia migliore di quella che consegniamo ai nostri figli e nipoti. Abbiamo ricevuto un Paese che era ancora faro di cultura, che cresceva economicamente, mentre lo restituiamo stremato sul piano economico con evidenti segni di disagio sociale, ma soprattutto piegato in una
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deriva culturale nichilista alla quale non abbiamo avuto la capacità di opporci. Se come Presidente di 50&Più potesse dare la Sua scaletta di priorità al nuovo governo, quale sarebbe? In questo momento credo che sia sotto gli occhi di tutti che l’Italia è ferma, ingessata. Non c’è allo stato nessun segnale di crescita e la prima cosa da fare è intervenire sul piano fiscale riducendo la pressione sulle famiglie, cercando di introdurre criteri di equità e intervenendo con più vigore laddove i redditi sono bassi. In sostanza, mettere mano alla leva fiscale sia sulle famiglie - affinché ripartano i consumi (sono il motore della nostra economia considerato che l’80% del Pil è prodotto da consumi di beni e servizi) - sia sulle imprese che possano ricominciare a investire e si cominci dalle somme recuperate dalla lotta all’evasione che devono essere subito destinate, appunto, alla riduzione delle tasse. Quale consiglio darebbe ai giovani che si affaccino nel mondo dell’impresa? Oggi aprire un’attività è un atto di coraggio ma in generale direi ai giovani di ascoltare il loro deside-
rio:creare un’impresa, pur piccola, è qualcosa di appassionante : vederla prima nascere, poi crescere - con i passi incerti e le debolezze di quel momento - poi assestarsi, diventare vigorosa è una esperienza fantastica, una sfida appassionante in cui bisogna sempre avere presente che si rischia in proprio perché, in questo momento, le banche non stanno facendo il proprio dovere, e bisogna reggere ritmi di lavoro impressionanti, ma è bello, ne vale la pena. Quale contributo, piccolo o grande, può dare un’associazione come 50&Più per uscire dalla crisi? Naturalmente la nostra associazione può dare un contributo e per questo chiede di essere ascoltata dalle Istituzioni quelle sul ter-
ritorio - Comuni, Province, Regioni - e dal Governo. Se sono disposte ad ascoltare, noi sappiamo ben interpretare quali siano i bisogni delle persone che rappresentiamo: certamente abbiamo un’idea chiara sul welfare, e suggerimenti da dare: ci piacerebbe sederci intorno a un tavolo e fornire, in tal senso, i nostri suggerimenti. Dalla sua storia personale è evidente che crede nella rappresentanza. Le associazioni e in generale i corpi intermedi sono indispensabili checchè ne pensi qualcuno e se l’Italia è un grande Paese, lo si deve anche alle idee, all’energia, all’impegno, alla dedizione scaturite dall’attività delle rappresentanze attive nella società dal do-
poguerra ad oggi. Un ritorno all’ascolto e al dialogo sono indispensabili per chi non voglia condannarsi ad una sterile autoreferenzialità. Come affronta questo nuovo ruolo di presidente 50&Più? Rappresentare 330.000 persone associate è una responsabilità che pesa sulle spalle, ricevere il testimone da un uomo dello spessore di Giorgio Re poi, la rende ancora più impegnativa, ma l’aiuto degli amici presidenti che condividono con me questo impegno e la dedizione del Segretario Generale e della struttura, sono un sostegno considerevole ma è l’umanità delle persone che incontro nelle nostre assemblee a dare senso a questa fatica e a farla diventare gioia.
TAB. 4 VERSO QUALI COMPONENTI DELLA SOCIETÀ DOVREBBERO ESSERE ATTUATE LE MISURE PIÙ URGENTI DI QUESTO GOVERNO DA OGGI AD APRILE E DEL PROSSIMO?
16,7%
Verso gli anziani e i pensionati
31,7%
22,0%
Verso i lavoratori
13,1%
2,0%
Verso gli imprenditori Verso i commercianti, gli artigiani e i professionisti
3,0%
Verso le donne
4,9%
Verso i giovani Verso gli ammalati e le fasce svantaggiate
6,2%
Altro
0,4%
Non risponde Indagine 50&Più 2012
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IL PAESE CHE VORREI
IERROV EHC ESEAP LI
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ATTRAVERSO LA SCUOLA PASSA IL NOSTRO FUTURO «Sarà bene che la politica si renda conto che esiste una solida correlazione tra sviluppo dei livelli d’istruzione e sviluppo complessivo della società: Tullio De Mauro ha le idee molto chiare su ciò che potrebbe aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crisi. L’istruzione e più alti livelli di sviluppo intellettuale» [ SONDAGGIO 50&Più - ROMINA
VINCI ]
[ TULLIO DE MAURO, A SINISTRA, LINGUISTA DI FAMA INTERNAZIONALE.
È STATO MINISTRO DELL’ISTRUZIONE DEL GOVERNO AMATO. ]
L
inguista di fama internazionale, autore di studi tradotti in molte lingue, detentore di onorificenze e prestigiosi riconoscimenti (l’ultimo, come Accademico dei Lincei, risale a qualche settimana fa). È stato anche Ministro dell’Istruzione sotto il governo di Giuliano Amato (2000-2001). Tullio De Mauro, classe 1932 è, ancor oggi, uno dei profili intellettuali più interessanti offerti dal panorama italiano. Ed è proprio a lui che abbiamo deciso di rivolgerci per commentare i risultati della nostra indagine. Chiamato ad analizzare i dati emersi dallo studio, l’ex Ministro tende la mano ai giovani e lancia un monito ai politici, richiamandoli sulla centralità di formazione, innovazione e sviluppo: una triade indispensabile se si
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vuole invertire la rotta per uscire dalla fase di stasi che vede l’Italia soccombere. Professor De Mauro, tra crisi economica, partitica e di valori, come si vive in Italia oggi? Per quanto concerne gli aspetti pubblici viviamo tutti abbastanza male, quale che sia l’orientamento politico. Lo si comprende guardando la disaffezione alle elezioni, che invece sono un punto di forza della democrazia italiana. Per quanto riguarda la vita privata, chi appartiene alla classe alta di redditi se la passa non malissimo, in realtà, rispetto ad altri Paesi europei. Chi non vi appartiene, al contrario, è vittima della crisi economica, della mancanza di prospettive e di sviluppo.
“Alle prossime elezioni Lei si recherà a votare?” il 63% degli intervistati risponde di sì, ed il picco dei consensi si registra nel Centro con il 69%. L’effetto Fiorito/Polverini è ancora forte, ma quest’alta percentuale implica un intervento diretto, e non rassegnazione. È così? Leggo questo dato come un tentativo di vincere la rassegnazione che, però, è molto diffusa. Rassegnazione anche di fronte ai partiti per cui si andrà a votare. Governo dei tecnici o Governo dei politici. Il 44,2% degli italiani auspica un ritorno dei politici, come interpreta questo dato? Forse con la percezione che i cosiddetti tecnici sono stati scelti dai po-
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TAB. 5 SECONDO LEI QUAL’È L’IMMAGINE CHE OFFRE IL NOSTRO PAESE ALL ESTERO?
Indagine 50&Più 2012
31,6%
Pessima
20,4%
Con luci e ombre
27,8%
Da migliorare
12,2%
Tutto sommato positiva
3,2%
Positiva
0,5%
Ottima
3,8%
Non so
0,5%
Non risponde
TAB. 6 COME VEDE IL SUO FUTURO?
litici, e sono molto legati ad orientamenti precostituiti, persino più di quelli che vengono dai partiti. Quindi non c’è una grande fiducia. È per questo che buona parte della popolazione preferisce le elezioni e le iscrizioni a questo o a quel partito, visto che i rappresentanti politici,bene o male, dovrebbero esprimere un orientamento diffuso nella società. Nel corso della Sua carriera Lei si è dedicato a portare in auge il concetto della cosiddetta “educazione linguistica”, ed è stato anche Ministro dell’Istruzione. Qual è la condizione in cui versa la scuola italiana oggi? La condizione è molto grave, abbiamo un personale invecchiato perché negli ultimi trenta anni ci son stati soltanto due concorsi per l’ammissione all’insegnamento. Ciò ha provocato un invecchia-
mento progressivo e la creazione di una massa enorme di precari, appesi di anno in anno ad un filo di rinnovi e non rinnovi. Ci sono strutture edilizie datate e insoddisfacenti prima e tanto più dopo terremoti, alluvioni e calamità varie. Edifici scolastici in stato di dissesto e semiabbandono. Abbiamo una scuola elementare che ha funzionato bene fino allo scorso anno in termini di bontà di risultati stabilendosi, dalle indagini internazionali, ai primissimi posti nel mondo. Non così le superiori, che non sono mai state le scuole di secondo grado, perché il sistema non ha mai subito una riorganizzazione, come abbiamo chiesto e si chiede dagli Anni ‘60 del Novecento. E quindi con contenuti vecchi, approcci vecchi rispetto al lavoro che la secondaria superiore dovrebbe svolgere.
53,5%
Molto incerto
30,7%
Abbastanza tranquillo
8,9%
Nessuna differenza rispetto ad oggi
2,5%
Ottimo
4,4%
Non so
Indagine 50&Più 2012
Capitolo università: è da qui che dovrebbe iniziare la risalita, e invece i tagli sono avvenuti con l’accetta nel corso degli ultimi anni... Purtroppo è vero, l’università si trova in una condizione anche più drammatica dal punto di vista della sopravvivenza, rispetto alla scuola media, superiore ed elementare. E ancora peggio si trovano gli enti di ricerca. Come si migliora il servizio per diventare competitivi anche sul piano internazionale? Le forze politiche devono rendersi conto che esiste una correlazione tra sviluppo dei livelli di istruzione e sviluppo complessivo della società. Questa correlazione c’è, ed è forte. È in gioco l’intero bilancio dello Stato: bisogna investire seriamente in scuola, università e ricerca. Ricordia- »
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DOSSIER
TAB. 7 COME VEDE IL FUTURO DELL’ITALIA?
18,7%
Sono ottimista, credo che a breve usciremo dalla crisi
56,6%
Sono un po’ preoccupato, ci sarà ancora da tirare la cinghia
19,1%
Sono molto preoccupato, non sono sicuro che l’Italia ce la farà
2,5%
Altro
2,8%
Non so
0,3%
Non risponde
molo: senza formazione, non c’è innovazione e senza innovazione non c’è sviluppo. La nostra nazione è priva di una politica che incida positivamente su innovazione e sviluppo, cosa di cui godono, per loro fortuna, gli altri Paesi europei e gli Stati Uniti. Ma anche i Paesi latino-americani, dal Venezuela al Brasile. Qual è, dunque, la ricetta per uscire dalla crisi? Anzitutto cominciare a capire l’importanza di settori quali scuola e ricerca. E poi passare alla politica del fare, e quindi ad investire. In Italia, ad esempio, manca un sistema nazionale di educazione agli adulti che fronteggi i rischi di regressione, una volta usciti da scuola. Sta parlando del cosiddetto “analfabetismo di ritorno”? Esatto. È stato dimostrato che in età adulta, se le competenze acquisite a scuola non si esercitano per ragioni professionali, si regredisce di almeno cinque anni rispetto ai livelli massimi raggiunti. In altri termini: abbiamo studiato matematica fino all’ultimo anno delle superiori? Se non siamo economisti, cassieri, o un qualsiasi mestiere che ci dia motivo di esercitare la matematica, in età adulta, dopo qualche anno, torniamo indietro di cinque anni, cioè ci ricordiamo non quello che abbiamo studiato all’ultimo anno delle superiori, ma sì e no quello che abbiamo imparato nella scuola media inferiore o addirit-
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tura alle elementari. Sono state in grado di leggere e scrivere, né condotte importanti indagini in- di decifrare una lettera o un nuternazionali sui livelli di alfabetiz- mero. Si aggiunge a questo un 33% di perzazione della sone che ripopolazione conoscono adulta. Da esIn Italia manca un e distinguose è emerso sistema nazionale no il valore che la situadi educazione di una lettezione italiana agli adulti che ra o di una è molto grafronteggi i rischi cifra rispetve: c’è una di regressione, to all’altra, massa enoruna volta usciti ma poi non me di veri e dalla scuola sono in grapropri analfado di leggebeti o di pore neanche polazione a riuna breve frase. Siamo, quindi, schio di analfabetismo. quasi al 40% della popolazione Si spieghi meglio. Il 5% degli adulti in età di lavoro in condizione di analfabetismo. (tra i 16 e i 65 anni, ndr) non è Questo incide enormemente su
tutta la nostra vita sociale, e pesa notevolmente sull’andamento scolastico dei ragazzini che vengono da famiglie con simili livelli culturali. Per ovviare a ciò è necessario un intervento specifico di cui, però, non v’è traccia. Come indica il sondaggio “Verso i giovani e i lavoratori” è per loro che dovrebbero essere attuate le misure più urgenti di questo Governo, da oggi ad aprile. Eppure in Italia i malati di SLA, sclerosi laterale amiotrofica, hanno dato vita ad uno sciopero della fame contro i tagli al loro settore; gli imprenditori continuano a suicidarsi, i commercianti a chiude-
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...
COSE da FARE
VERSO QUALI COMPONENTI DELLA SOCIETÀ DOVREBBERO ESSERE ATTUATE LE MISURE PIÙ URGENTI DI QUESTO GOVERNO DA OGGI AD APRILE E DEL PROSSIMO? per aree geografiche
Nord-Est Nord-Ovest
Nord-Ovest
Centro
Nord-Est
Sud
Isole
Centro
re le saracinesche delle loro attività, perché vessati dalle tasse... Ma in che mondo viviamo, professor De Mauro? Nel quartiere dove vivo vedo continuamente negozi che chiudono, perché nessuno va a comprare. Il risultato è perverso: viviamo in una società povera che non riesce a ridistribuire le sue ricchezze - ammesso che ce ne siano in modo efficace. Investire sui giovani: utopia o realtà? Allo stato attuale è un’utopia, ma può diventare realtà: bisogna creare le condizioni di buona formazione e di buon sviluppo, attraverso un cambiamento delle politiche di bilancio.
Sud e Isole
Risposte Verso gli anziani e i pensionati Verso i lavoratori Verso gli imprenditori Verso i commercianti, gli artigiani e i professionisti Verso le donne Verso i giovani Verso gli ammalati e le fasce svantaggiate Altro Totale Verso gli anziani e i pensionati Verso i lavoratori Verso gli imprenditori Verso i commercianti, gli artigiani e i professionisti Verso le donne Verso i giovani Verso gli ammalati e le fasce svantaggiate Altro Totale Verso gli anziani e i pensionati Verso i lavoratori Verso gli imprenditori Verso i commercianti, gli artigiani e i professionisti Verso le donne Verso i giovani Verso gli ammalati e le fasce svantaggiate Altro Non risponde Totale Verso gli anziani e i pensionati Verso i lavoratori Verso gli imprenditori Verso i commercianti, gli artigiani e i professionisti Verso le donne Verso i giovani Verso gli ammalati e le fasce svantaggiate Altro Non risponde Totale
Percentuale 13,4 25,8 2,2 1,2 1,9 40,1 11,2 4,2 100,0 19,3 20,8 7,9 2,5 5,0 25,2 12,9 6,4 100,0 17,5 24,9 5,5 2,3 3,7 25,8 12,9 6,9 0,5 100,0 17,7 17,1 5,4 2,4 2,4 31,4 15,3 7,5 0,8 100,0 Indagine 50&Più 2012
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nalizzando le voci del sondaggio è evidente che le misure più urgenti devono essere attuate soprattutto nei confronti dei giovani, un dato uniforme su tutto il territorio nazionale. Inoltre, con una percentua-
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le media e omogenea del 20%, risulta che la categoria dei lavoratori dev’essere maggiormente tutelata nei prossimi provvedimenti governativi. Forte è la necessità di supporto verso le fasce svantaggiate e gli ammalati.
È in particolare nel settore Nord-Est del nostro Paese che emerge una certa propensione alla tutela dell’imprenditoria
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[ MOSTRE DI
PAOLO GIOR GI
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UN LONDINESE A BOSTON «Charles Dickens raccontò i debiti, la miseria, il lavoro disumano. Ma resisteva sempre la speranza di cambiare le cose. Quest’anno, nel bicentenario della nascita, sono molti gli eventi dedicatigli»
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in dall’aprire la porta della “cabina di lusso” del piroscafo Britannia, in partenza da Liverpool per Boston, il 3 gennaio del 1842, il giovane e già celebrato scrittore Charles Dickens (1812-1870), è colto da profonda delusione. Racconta di un bugigattolo angusto in cui lui e sua moglie a stento si muovono; racconta di una traversata di 18 giorni funestata dal mal tempo, di un medico di bordo che si affaccenderà con impacchi di
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senape sulla pancia dei pazienti col mal di mare. In America la delusione prosegue: quel grande Paese sognato da Dickens come autenticamente democratico, una società ideale emancipatasi dagli ex colonizzatori britannici, gli si rivelerà deleteria sotto tanti aspetti. Vi riscontrò avidità, ignoranza d’igiene per il vizio di ogni ceto sociale di masticare tabacco e sputare, ovunque, in continuazione. Percepì assenza di cultura, di finezza e lo inorridì
la piaga dello schiavismo razzista. Nel suo romanzo del ritorno, nel Martin Chuzzlewit, sono molti gli echi violenti e grotteschi di quel soggiorno. L’America vagheggiata da Dickens doveva essere l’antitesi al disagio sociale del suo Paese, della sua Londra, città che cresceva a dismisura tra dedali di speculazioni edilizie da cui sorgevano quartieri di derelitti. Quella Londra vittoriana sarà il teatro palpitante di uno dei suoi primi capolavori, Oliver Twist, che nasce in concomitanza con il primo figlio e uscirà a puntate, com’era la prassi editoriale di allora. Nel 1838 sarà la volta di Nicolas Nickleby, altra creatura del suo genio e di cui soste-
Il calendario
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degli eventi dedicati al grande scrittore inglese è visibile sul sito http://www.dickens2012.org.
le copie con cui uscirà l’ultima puntata del Il Circolo Pickwick, primo romanzo di Charles Dickens.
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neva di aver avuto in mente il disegno di tutto il corposo romanzo fin dal primo episodio. Del resto, soprattutto nei suoi indimenticabili giovani eroi, c’è molto della biografia di Dickens: figlio di John Dickens, un accumulatore di debiti che lo costringevano a traslocare continuamente di rione per rendersi irreperibile ai creditori. In particolare, il romanzo David Copperfield, che inizia ad uscire nel 1849, ripercorre un vissuto di drammatica e commovente autenticità, almeno fino al sollievo di una piccola somma ereditata, che permetterà al padre di assolvere ai suoi debiti e uscire dalle carceri londinesi dove era finito. Fin da piccolo Charles Dickens, infatti, era stato costretto dalla miseria a lavorare dapprima in una fabbrica di lucido da scarpe. Poi frequentò una scuola di indirizzo commerciale, poi fu giovane scrivano in un ufficio legale che di sera si impegnava a studiare da stenografo. In questa nuova veste la sua vita migliorò, venendo assunto da alcuni quotidiani per trascrivere le cronache parlamentari. Una vera scuola di tecnica letteraria che gli permise di ascoltare gli aspetti più variegati della lingua parlata. A questo va sommata un’intensa volontà di crescita interiore che ne fa un assiduo frequentatore di quella miniera di sapere che è il British Museum. Non bastasse, è anche descritto come un divoratore di romanzi. In casa, il volitivo genitore possiede Le mille e una notte, Robinson Crusoe, Tom Jones, Pamela e Don Chisciotte. Naturalmente si innamorerà, prima di Mary per poi sposarne nel 1836 la sorella Kate, Kate Hogart, il tutto dopo la prodigiosa uscita in quarantamila copie dell’ultima puntata de Il circolo Pickwick. Dickens diverrà nel tempo, oltre ad un autore di enorme successo, anche conferenziere, poi lettore “ad alta voce” dei suoi romanzi in un turbine di remuneratissime tournè. Naturalmente continuerà a scrivere capolavori, a cercare anche un rinnovamento come nell’incompiuto Il mistero di Edwin Drood molto vicino ai temi di E. Allan Poe, incontrato in America. Da inarrivabile narratore del mutamento verso la società industriale e la modernità, avrà in sorte proprio un incidente ferroviario di ritorno da Parigi nel 1865 che lo segnerà nel profondo, per il resto dei suoi giorni.
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Nelle pagine che seguono, le opere dei vincitori, dell’edizione 2012, delle Libellule d’oro, il premio riservato a coloro che nelle precedenti edizioni del Concorso 50&Più Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia si sono aggiudicati la Farfalla d’oro. Per le prossime Farfalle e Libellule d’oro l’appuntamento con la XXXI edizione del Concorso artistico.
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XXX CONCORSO 50&PIÙ PROSA - LIBELLULA D’ORO
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Fra cielo e terra E
ra proprio morta. Decisamente inconfondibilmente morta stecchita. Fulvio se ne era accorto subito che quello era un cadavere, non una signora che stava riposando sotto una siepe di rose canine. Se ne era accorto anche Bull, che dopo aver ispezionato la zona e trovato la donna, era tornato indietro, lanciandogli guaiti allarmati di richiamo. Fulvio fissò il corpo inerte, le gambe abbandonate di lato, la testa appoggiata alla siepe in modo innaturale. Come poteva essersi addormentata là, in mezzo alle spine che le graffiavano la fronte, come un cristo abbandonato, dolorante? Estrasse il telefonino dalla tasca della tuta sportiva e pensò per un attimo al numero che avrebbe dovuto compilare. Ambulanza o polizia? In ogni caso decise per il primo che gli venne mente, il 113. Rispose una voce femminile che lo trattenne, chiedendo in modo dettagliato dove si trovasse, facendosi descrivere la zona. Era un espediente oltre che una necessità, Fulvio lo sapeva. Dovevano identificare il suo numero di cellulare per non essere vittime di scherzi sgradevoli, specialmente ora che il personale della polizia era ridotto all’osso e scarseggiavano anche le volanti. La voce lo pregò di aspettare lì, la strada per arrivare era poco agevole dopo le ultime piogge, ci avrebbero messo un po’ di tempo. La montagna era in parte franata qualche chilometro più giù, dove scorreva il torrente. Solo un matto avrebbe potuto trovare la voglia di andare a camminare in quel luogo, con il tempo ancora così poco rassicurante. Fulvio si avvicinò alla morta e notò con raccapriccio che qualche animale le aveva rosicchiato una mano, anzi, la mano non c’era praticamente più, l’osso del polso, assieme a qualche falange, biancheggiava da sotto la manica della giacca. Per il resto il cadavere sembrava intatto, forse non era carne gradita quella che era stata assaggiata: l’animale selvatico, un cinghiale forse, aveva trovato di meglio. O non aveva abbastanza fame. La donna era vestita in modo elegante, portava un completo giacca - pantaloni grigio e una camicetta bianca, difficile che fosse arrivata lì con le sue gambe vestita in quel modo. I capelli erano corti, castani, con striature rossicce, aveva un bel taglio.
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A parte la mutilazione alla mano la carne era intatta, il viso curato e i vestiti sporchi ma asciutti. Doveva avere più o meno quarant’anni, anche se non era facile, in quelle condizioni, darle un’età, sia pure approssimativa. Fulvio rabbrividì a una improvvisa folata di vento che fece ondeggiare le chiome quasi spoglie dei faggi, un intero bosco che si estendeva sul monte alla sua destra. Una manciata di foglie gialle turbinò tutt’attorno a lui e un foglio di quaderno gli volò innanzi, andandosi a posare fra i rovi. Fulvio si avvicinò e lo raccolse con due dita, cercando in fondo all’anima la sicurezza del gesto. Le sue dita tremavano impercettibilmente, e la consapevolezza di quel tremore lo turbò, inaspettatamente. Aveva paura. Sul foglio era disegnata una casa dalle finestre verdi, con un comignolo fumante. Di fianco c’era una cuccia con la scritta “Tom”, proprio sopra l’apertura d’ingresso. In alto un sole giallo, ammiccante, con dei raggi disegnati in nero, a matita, gli fece pensare al disegno di un ragazzino che conosceva. Fulvio lo ripiegò e se lo mise in tasca, istintivamente. Poi aspettò l’arrivo della polizia, come gli era stato chiesto di fare. «Dove sei stato?», l’apostrofò malamente suo padre appena lo sentì rientrare. Fulvio non rispose. Era ancora nell’atrio, le scarpe sporche di terra buttate in un angolo. Suo padre lo chiamò di nuovo, la voce perentoria. «Che c’è?», chiese Fulvio al vecchio genitore seduto sul divano. Aveva il telecomando in mano e lo schermo proiettava solo neve grigia con un suono gracchiante. Fulvio fece ricomparire l’immagine sullo schermo e sospirò: «Papà, che cosa hai combinato?». Il vecchio non rispose, con lo sguardo accigliato si mise d’impegno a cambiare i canali aggiungendo tono al televisore. La stanza fu inondata da voci assordanti e Fulvio uscì subito, infastidito. Seduto al tavolo della cucina aprì il foglio col disegno che si era messo in tasca e lo studiò. Si era ben guardato dal raccontare ai poliziotti dove l’aveva trovato. L’avevano trattato senza riguardo, quasi fosse stata colpa sua quel corpo di donna senza vita. Non avrebbe collaborato, si era detto con risentimento. «Cosa ci faceva lei in giro con questo tempo? La cono-
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«I medici ce lo dissero subito che Lorenzo era... diverso. Lei non l’accettò. Vivevamo in Svizzera a quel tempo, io facevo il carpentiere. Maria era rimasta là, lavorava in un supermercato. Quando Lorenzo compì sei anni mi trasferii qui, dove sono nato. Non so perché, ma mi sembrava che fra questi monti mio figlio sarebbe stato più... accettato... più felice. Lei non volle saperne di venire con noi... voleva solo dimenticare. Dimenticare suo figlio, capisce? “Vai”, mi disse, “senza di me starete meglio”». L’uomo tacque a lungo, Fulvio spostò su di lui uno sguardo di attesa. «”Riprendimi con te, ti prego”, mi ha detto quando è ritornata. Là aveva provato a rifarsi una vita, aveva un compagno, me lo avevano detto amici comuni. “No”, le ho risposto, “torna a casa tua”», riferì l’uomo con voce dura. «“Voglio stare con voi, siete voi la mia famiglia...”, mi ha risposto con gli occhi pieni di lacrime. L’ho cacciata via. Io e Lorenzo ci siamo costruiti un mondo nostro, capisce? Mio figlio è un bambino dolcissimo. Avevo paura che... che sua madre venisse a sconvolgere la nostra intimità, che si rivelasse una presenza negativa nella nostra vita. Lorenzo non sa nulla, quando l’ha vista non l’ha nemmeno riconosciuta... O non ha voluto...». Queste ultime parole le aveva sospirate a voce talmente bassa che Fulvio si chiese se non fosse stato lui a pensarle. «Lei ha cercato solo di proteggere suo figlio...». Non sapeva se quelle erano le parole giuste, ma erano le uniche che gli erano venute in mente, una sorta di consolazione che gli era sembrata doverosa. «No», disse l’uomo, «avevo paura che me lo portasse via. Io... non saprei più vivere senza di lui». Appena fuori dalla casa e dai discorsi tormentati del padre di Lorenzo, Fulvio lo rivide nel cortile. Il ragazzo, appena lo scorse, gli si buttò addosso, abbracciandolo forte. «Sei riuscito a far ridere il mio papà? È molto triste in questi giorni...», disse, dopo avergli stampato due baci umidi sulle guance. «Piangi?», gli chiese poi, guardandolo sorpreso. Fulvio cercò dentro di sé una specie di sorriso: «Ma cosa dici, è la neve che mi si scioglie sul viso. Vai in casa ora, non vedi come nevica?». Lo guardò allontanarsi, col passo dondolante e un po’ strascicato che ben conosceva. Il cane gli saltellava intorno a distanza di sicurezza, attento a non farlo inciampare. Fulvio si affrettò lungo il sentiero, prima che scendesse la notte a ingoiare i monti. La neve intanto si era fatta fitta e aveva incominciato ad attecchire.
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sceva?», gli aveva chiesto l’agente dopo aver esaminato il corpo. Lui aveva scosso la testa. «Posso andare, adesso?». Si sentiva a disagio, pentito di essere lì, completamente estraneo a ciò che stava accadendo intorno a lui. L’agente lo studiò, facendogli scivolare addosso uno sguardo che sembrava un’inchiesta. «No. Deve venire con noi in questura, dobbiamo stilare un verbale». L’avevano fatto salire sull’auto, dopo che erano arrivati i necrofori con la bara piatta, di metallo. Il cane era stato chiuso nel portabagagli. Per fortuna Bull non aveva fatto storie, si era comportato civilmente, dopo che lui l’ebbe rassicurato con voce morbida e una grattatina sul petto biondo. Era stato rilasciato dopo tre ore, nonostante continuasse a dire che a casa aveva un padre invalido e solo. Beh, alla fine a casa c’era arrivato e suo padre si era subito dimenticato della sua assenza pomeridiana. A volte la demenza senile diventa una protezione. Quel disegno era di Lorenzo, un ragazzino down di terza media, Fulvio non aveva dubbi; riconosceva la mano ed anche il nome del cane, perché lui era il suo insegnante. Aveva accettato quel lavoro fra i monti quando lui e la sua compagna avevano scoperto di non amarsi più. Dopo la felicità iniziale era rimasta solo la sofferenza. Ed era diventata intollerabile. Così era tornato a casa, su quei monti dai quali era fuggito quando aveva ancora troppa paura di diventare come suo padre, attaccato alla bottiglia e alle maniere rudi. Aveva imparato a non fuggire più, da qualche tempo sentiva solo il bisogno di ritrovarsi. L’annuncio fu dato il giorno dopo nel telegiornale locale. Maria, si chiamava la donna. Aveva ingoiato una scatola intera di barbiturici e si era addormentata sotto la siepe di rose canine. Era la madre di Lorenzo. Fulvio trovò la casa dal comignolo fumante. Era già caduto qualche fiocco di neve misto ad acqua ghiacciata, quando vi si recò per far visita al padre del suo allievo. Il ragazzo stava giocando con Tom, mentre il padre lo faceva accomodare in cucina. Seduti davanti al camino, gli aveva offerto un bicchiere di vin brulé, che lui aveva accettato con piacere. «Era tornata per rimanere», l’uomo parlava a bassa voce. «In paese non la conosceva nessuno, se è finita così è solo per colpa mia: non ho saputo perdonarla». Fulvio l’ascoltava in silenzio, guardando il ceppo scoppiettare nel camino.
Franca Giaroni »È nata e vive a Reggio Emilia e ha lavorato presso F.C.R. della sua città. Ha ricevuto, al Concorso 50&Più, tre menzioni speciali (2004, 2005 e 2008) e la “Farfalla d’Oro” per la Prosa nel 2009. Ha partecipato a Concorsi nazionali ricevendo riconoscimenti per la poesia, due menzioni e un primo premio (Fipac 2007), e per il giornalismo (Santa Margherita Ligure 2004). Ha pubblicato nel 2007, per la serie locale “Narrazioni Erranti” il racconto: Ho visto il mare; nel 2009 per MEF (Firenze libri) il romanzo Albergo Cleo e nel 2011, per Edizioni Consulta, I giorni dell’ombra, considerato un thriller psicologico. Fa parte della redazione del giornalino dell’Università del Tempo Libero - Circolo Culturale “Il Crostolo”di Reggio Emilia. DICEMBRE 2012
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XXX CONCORSO 50&PIÙ POESIA
Archeologia industriale
La panchina
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XXX CONCORSO 50&PIÙ FOTOGRAFIA
Francesco Picciolo »La passione per la fotografia è aumentata dopo essere andato in pensione. Per l’occasione, infatti, i suoi amici gli hanno regalato una prima macchina fotografica e da allora, utilizzando sempre lo stesso apparecchio, ha iniziato a fotografare. Da qualche anno è passato alla digitale. Partecipa al Concorso 50&Più per l’ottava volta e dopo due Menzioni speciali della giuria per la Fotografia nel 2007 ha ricevuto la “Farfalla d’Oro”. È nato a Falconara (Cs) e vive a Roma.
XXX CONCORSO 50&PIÙ PITTURA
Natale
Luciano Berruti »È nato a Asti dove vive. Commerciante, fin dall’età scolastica ha coltivato la passione per la pittura ed ha effettuato due mostre: una ad Asti e l’altra a Torino. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta e nel 2011 ha vinto la “Farfalla d’Oro” per la Pittura.
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È triste e solitaria la panchina lungo il viale del Parco. La folta chioma di un pino le regala l’ombra sotto l’arco di un tronco nero piegato da anni ed anni di vento notturno. Sotto la pioggia, sotto la neve la panchina attende paziente che qualcuno si fermi per riposarsi. Nella sua tristezza sorride ai giochi spensierati dei bimbi sperando che due innamorati la scelgano per baciarsi, per amarsi.
Luciana Profenna De Sanctis »Insegnante in pensione, vive a Pescara. Ama scrivere, fotografare, leggere e suonare il piano. Le sue foto, abbinate alle sue poesie, sono raccolte su pannelli dal titolo: Immagini poetiche. Ha al suo attivo due libri in prosa C’era una volta un medico condotto e Sulle ali del tempo e quattro di poesia: Sogno, Giorni, Nostalgia e Immagini. Ha partecipato a numerosi concorsi. È Accademico del Convivio e dell’Accademia Universale “Giosuè Carducci”. Nel 2003, 2004, 2005 e 2006 ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Poesia, nel 2009 la “Farfalla d’Oro” per la Poesia e la Menzione speciale per la Fotografia al Concorso 50&Più.
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na ai pasti: acqua minerale, soft drink, birra locale, vino locale. Open bar con soft drink, alcolici locali, caffè espresso o americano, tè, liquori nazionali. Open snack dolci, salati e gelati. A pagamento: tutte le bevande in bottiglia e in lattina e le consumazioni dopo le ore 24.00. Possibilità di effettuare le seguenti escursioni facoltative: “Il Cairo e l’Egitto classico” (intera giornata via terra o aereo); ”Parco di Ras Mohamed” (intera giornata via terra o via mare); “Luxor e l’Egitto dei Faraoni” (intera giornata); “Cammellata e tè al tramonto”; “Sea scope sottomarino” (mezza giornata). 8° giorno: Rientro in Italia Trasferimento all’aeroporto di Sharm el Sheik con assistenza in lingua italiana. Partenza con volo speciale per l’aeroporto di provenienza.
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[ MUSEI DI SILVIA TOSCANO ]
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IL CULTO DELLA SANTA INNOCENZA
Un MUSEO DIVINO «A Gardone Riviera, sul Lago di Garda, un luogo tutto dedicato alle raffigurazioni scultoree di Gesù Bambino, con pezzi quasi unici realizzati tra il XVII ed il XIX secolo. Decine di opere realizzate con i più svariati materiali, dal legno alla terracotta, dalla cartapesta alla cera»
I Dal 1° al 26 Dicembre è in corso al museo Il restauro e la rinascita del bello, mostra che ha per tema proprio il restauro, spesso complesso e delicato, dei simulacri del Bambino Gesù.
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l bambino più noto e venerato al mondo, il piccolo e buon Gesù, ha finalmente anche lui un suo Museo personale. È a Gardone Riviera, sulla sponda occidentale del Lago di Garda, da sempre meta di turisti che dall’Europa del Nord giungono per la mitezza del clima e la bellezza dei luoghi. Il Museo Fondazione del Divino Infante non ha eguali in Europa, oltre a possedere un doppio valore, artistico e devozionale. Esso popone più di 200 opere sculto-
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ree (il catalogo è a cura di Franco Maria Ricci) realizzate con tecniche e materiali diversi - dal legno alla terracotta, la cartapesta, la cera - risalenti ai secoli XVIIXIX, tutte con unico soggetto, il Bambinello Gesù. Si tratta di pezzi collezionati in più di 35 anni di appassionata ricerca da Hiky Mayr Hinterkircher, una signora tedesca naturalizzata italiana, che oggi li ha messi a disposizione del pubblico creando un luogo di indicibile suggestione. E allora le abbiamo fatto qualche domanda.
Come è nata l’idea di una collezione così particolare? È stato tutto frutto del caso. Circa 40 anni fa cercavo da un rigattiere delle pentole di rame per i due alberghi che gestivo con mio marito qui a Gardone, quando da un mucchio di vecchi utensili polverosi spuntano le gambette chiare di un bambolotto che si rivelò essere invece una statua di Gesù bambino. Il rigattiere me lo regalò a patto che comprassi tutte le pentole. Nacque, così, il desiderio di
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salvare quante più possibile di queste statue e cominciò una ricerca indefessa, specie attraverso i mercatini e le fiere antiquarie dell’Italia settentrionale, dove poco a poco hanno imparato a conoscermi. È stata una ricerca difficile? All’inizio no, specie negli Anni ’60. Dopo il Concilio Vaticano II le chiese ebbero l’input di disfarsi di tutto il superfluo che contenevano per tornare all’essenziale, e così i mercati si riempirono di oggetti e arredi provenienti da queste dismissioni sacre. E se i candelabri o i putti trovavano subito acquirenti, le statue di Gesù Bambino, anche per le notevoli dimensioni, non le voleva nessuno. Insomma, c’era materiale in abbondanza e a prezzi accessibili. Oggi quella ricerca sarebbe impensabile. Il Museo ci dice quanto siamo in errore, abituati a immaginare il Bambinello Gesù solo all’interno del Presepe. La sua raffigurazione scultorea nasce indipendentemente da quella collocazione forse nel secondo decennio del Trecento, come culto della Santa Innocenza: attraverso il Divino Infante il fedele ritrovava tutta l’innocenza e la purezza per accogliere la fede. Nel corso dei secoli le raffigurazioni del Bambinello si diffondono, specie nell’Italia Meridionale, sia verso chiese o monasteri, ma anche nel culto privato dove, possederne un esemplare in casa, era segno di distinzione per le famiglie che potevano commissionarle a raffinati artigiani. Anche l’iconografia si moltiplica. Dal primo prototipo, il cosiddetto “Bambino dell’Aracoeli”, fasciato e con la sola mano destra libera dalle bende per la benedizione, passiamo a immagini sempre più realistiche e ricche di simboli: il Bambino con corona in testa e globo in mano, come un “piccolo re”, o addormentato su un giaciglio prezioso, oppu-
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OLTRE 200 OPERE DI VALORE NON SOLO ARTISTICO, MA ANCHE DEVOZIONALE: IL MUSEO DEL DIVINO INFANTE RAPPRESENTA UN UNICUM IN EUROPA
re recante i segni della passione; ignudo, con la pelle rosea o vestito con abiti di broccato ornati di gemme. Umile o nobilissimo. In alcune versioni, gli occhi sono in pasta di vetro, i capelli di stucco dipinto, a volte ha una parrucca di boccoli biondi a mò di bambola. «Ho scelto di non mescolare le testimonianze - specifica Hiky Meyr. La provenienza delle mie statue è tutta italiana, per lo più giungono da Lazio, Campania, Sicilia, le regioni dei migliori produttori. La mia collezione spazia, però, in ogni epoca e tradizione tanto che, una decina di anni fa, divenute le statue quasi 200, si rese necessario dar loro un collocazione autonoma, così che altre persone, un pubblico, potesse ammirarle. Mi rivolsi alle Istituzioni pubbliche senza trovare
riscontri, così decisi di far tutto da sola. Nel frattempo, l’attività alberghiera era passata ai miei figli, disponevo di più tempo libero tanto da imbarcarmi in un’impresa, oggi - lasciatemelo dire coraggiosa, sostenuta solo da una grande passione e dalla fiducia nella bontà del mio progetto. Con un finanziamento ho rilevato un vecchio albergo chiuso da anni, l’ho fatto demolire e al suo posto ho costruito un Museo per i miei Bambinelli. Due piani, un allestimento pensato ad hoc come anche la musica di sottofondo, questa, composta di
corali di voci bianche, fu il suggestivo consiglio di un amico d’infanzia e concittadino un po’ speciale, Georg Ratzinger, fratello del Papa, maestro del coro dei Resenburger Domspatzen (I Passerotti di Ratisbona)». La visita al Museo non può non terminare con un imperdibile Presepe napoletano, ricco di oltre 200 figure, disposto su 20 metri quadrati, in cui il Bambino Gesù trova la sua collocazione più consueta, in mezzo agli altri personaggi, ma questo ci porterebbe a parlare di tutta un’altra storia...
FONDAZIONE MUSEO DEL DIVINO INFANTE Via dei Colli 34 - 25083 Gardone Riviera (Bs) Tel. 0365293105 - www.il-bambino-gesu.com
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Da Melbourne ad Adelaide
VIAGGIO NELLA NATURA
Sabbia al posto della neve, sole caldo al posto del camino, bermuda al posto dei cappotti... È l’inverno australiano da vivere attraverso paesaggi di ineguagliabile bellezza tra parchi, spiagge, cascate, foreste e deserti
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EL REGNO
DELL’ACQUA E DEL VENTO
DI LORIS
POR CHERI
[ IN ALTO, A DESTRA, UNA VEDUTA AEREA DELLA
GREAT OCEAN ROAD E DEI DODICI APOSTOLI, FARAGLIONI DI 60 METRI CHE SI ERGONO DALL’OCEANO, ORMAI DA MILLENNI. ]
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alava intanto la notte e cadea fitta la neve: e mentre Scrooge e lo Spirito andavano per le vie, era mirabile lo splendore dei fuochi rugghianti nelle cucine, nei tinelli, in ogni sorta di stanze. Qua, la fiamma vacillante mostrava i preparativi di un buon pranzetto, co’ piatti messi in caldo davanti al fuoco, con le spesse tendine rosse pronte ad essere abbassate per tener fuori il freddo e le tenebre. Là, tutti i ragazzi della casa sbucavano correndo nella neve (...) e là, un gruppo di belle fanciulle, tutte incappucciate e con gli stivaletti impellicciati, e tutte chiacchierando a coro, se n’andavano saltellanti da qualche loro vicino». La neve che imbianca le strade e fa rabbrividire i corpi, il fuoco scoppiettante nei camini che restituisce il calore a cuori e persone, l’allegria delle chiacchiere e la felicità che pregusta il piacere dello stare insieme. È così che Charles Dickens descrive, nel 1843, i preparativi per la notte più speciale dell’anno, nella sua opera A Christmas Carol, da noi conosciuta come Cantico di Natale. Gli ele-
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menti ci sono tutti: la neve, il freddo pungente, il fuoco scoppiettante, gli abiti pesanti, gli stivaletti impellicciati... quasi che senza di essi il Natale non possa essere tale. Ma è sempre così? Certo che no, e un Natale con “i simboli capovolti” non può che trovarsi in un mondo “capovolto”. Come quello che si vive in Australia. Il Natale “a testa in giù”, o come si dice da queste parti down under, non può che essere il contrario di quello che conosciamo e che ci tramandano le nostre tradizioni. In questa parte della terra, anche le stagioni sono “al contrario” e quindi addio all’inverno con i suoi abeti innevati, camini scoppiettanti, cappotti e pellicce. Qui è estate, perciò il pupazzo di neve viene sostituito da quello di sabbia sulla riva dell’Oceano, cappotti e pellicce sono rimpiazzati da costumi, bermuda e infradito, i barbecue nei giardini o sulla spiaggia soppiantano le fiammate dei caminetti. Ma il calore umano, il piacere dello stare insieme, lo scambio dei regali, quelli no, restano intatti a qualsiasi latitudine ci si trovi. Anche quaggiù. Trascorrere la festa più bella dell’anno in compagnia dei parenti e degli amici più cari è una tradizione a cui gli australiani non rinunciano. E come nella novella di Dickens, si riuniscono
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Australia
bel viaggio, magari andando a scoprire o riscoprire belnelle case o sotto l’ombrellone a mangiare il tacchino rilezze naturali del proprio territorio, che questa terra cerpieno insieme alla salsa di mirtilli, e il pudding per dolce. tamente non lesina. Parchi, spiagge, deserti, cascate, foTradizioni che si riallacciano a quelle di Sua Maestà brireste... Il continente australiano può fare affidamento sui tannica, e che gli australiani non hanno accantonato del panorami più diversi per incantare i visitatori; tra i tanti, tutto, anche se sempre più spesso sulle tavole fanno cauno degli itinerari più gettonati è senz’altro quello che polino pesce grigliato, verdura fresca e l’immancabile maunisce le due città con la migliore qualità della vita al moncedonia. E come ogni tradizione che si rispetti, anche do: Melbourne e Adelaide. Per il secondo anno consedown under le città si vestono a festa, così come le cacutivo, infatti, l’Economist Intelligence Unit (Eiu) ha dese. E se non si può avere un abete da decorare, la flora cretato Melbourne come città più viautoctona ben si adatta a ricoprire il vibile al mondo, assegnandole il masruolo di simbolo natalizio, come il «Un continente in simo punteggio in ognuna delle ma“Christmas Bush”, un arbusto con fiocui la natura sembra cro aree sottoposte a valutazione: stari rossi, che viene utilizzato per addobaver dato il meglio bilità, sanità, cultura e ambiente, istrubi e decorazioni floreali. di sé e dove anche zione e infrastrutture. Adelaide ha La stagione estiva in cui cadono le fela storia ha lasciato occupato la sesta posizione, Sydney stività, favorisce il desiderio di stare il suo segno» la settima e Perth la nona. all’aria aperta, assecondata da evenPartire da Melbourne ed arrivare ad ti culturali e sportivi che in questo Adelaide percorrendo la litorale che fiancheggia l’Oceaperiodo raggiungono il culmine in ogni città australiano o attraversando i territori dell’entroterra, è una delle na. Da considerare, inoltre, che anche qui durante le feesperienze più belle che si possano vivere: 1.400 chilostività natalizie le scuole sono chiuse e molti ne apprometri di vera Australia, lungo i quali panorami sel- » fittano per prendersi una vacanza e intraprendere un DICEMBRE 2012
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VIAGGIO NELLA NATURA [ A PARTIRE DALL’ALTO: IL FARO DI CAPE OTWAY, COSTRUITO NEL 1842; UN ESEMPLARE DI KOALA; UN PICCOLO SCORCIO DELLA GREAT OCEAN ROAD; UNA SUGGESTIVA VEDUTA AEREA DEL
GRAMPIANS NATIONAL PARK, LA RISERVA NATURALE PIÙ GRANDE DELLO
STATO DI VICTORIA. NELLA PAGINA ACCANTO, UN BREVE TRATTO DELLA
GREAT OCEAN WALK NEL VERDE. NEL BOX, UN’IMMAGINE DELLA FORESTA PIETRIFICATA VICINO CAPE BRIDGEWATER. SOTTO, IL BLUE LAKE CON IL SUO MISTERIOSO COLOR COBALTO. ]
Un lungo itinerario che da Melbourne conduce ad Adelaide: 1.400 chilometri di vera Australia, fiancheggiando l’Oceano o attraversando i territori dell’entroterra
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vaggi, pagine di storia, divertimento, si susseguono a ritmo incalzante, quasi che la natura, complice l’uomo, si sia presa la briga di non dar tregua ai sensi e alla mente del viaggiatore. La strada principe da percorrere è senza alcun dubbio la Great Ocean Road, a Sud-Ovest di Melbourne: 240 chilometri di incommensurabile bellezza, che dalla cittadina di Torquay arrivano al confine con il South Australia. Realizzata tra il 1918 ed il 1932, fu dedicata ai caduti della Prima Guerra Mondiale, tanto più che moltissimi tra gli operai che ci lavorarono avevano combattuto essi stessi nella Grande Guerra. Da allora la Great Ocean Road è tra le attrattive più famose dell’Australia. Ogni sua curva è una carezza sull’Oceano; i blu e i verdi delle acque cristalline del mare si confondono e si mescolano con i bianchi spruzzi d’acqua che s’infrangono sugli scogli o solleticano le lunghe spiagge sabbiose. Qui acqua e vento da sempre giocano e si rincorrono dando vita a quei capricci della natura che sono le onde dell’Oceano: lunghe, alte, avvolgenti, pronte ad accoglierti e ad accompagnarti se solo ti sai fidare di loro. Lo sanno bene i surfisti che nel tratto che arriva fino ad Apollo Bay trovano l’habitat naturale alla loro passione. Torquay, Anglesea, Bells Beach, Lorne sono universalmente conosciute come luogo eletto dagli amanti del surf e ogni appassionato qui può trovare quello che fa per sé: dai negozi specializzati alle scuole per principianti. Se, invece si è un “professionista della tavola” allora Bells Beach è il luogo ideale per le vacanze; qui ogni anno si disputa la spettacolare Rip Curl Easter Pro, una gara ad altissimo livello che attira migliaia di spettatori. Per chi non ama acrobazie acquatiche, può indirizzare le proprie energie alla ricerca di prelibatezze per il palato visitando i villaggi dei pescatori che si susseguono lungo la costa, dove gustare pesce freschissimo e formaggi tipici, magari accompagnati dal vino dei locali vigneti. Apollo Bay, deliziosa cittadina pigramente distesa sull’Oceano, è la porta d’accesso all’area più spettacolare della regione.
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La foresta pluviale del Parco Nazionale di Great Otway che inizia lì a pochi chilometri, ti avvolge come un mantello colorato, con infinite sfumature; mille rami intrecciati si protendono, si incontrano e si stringono, quasi che il loro unico passatempo nel corso dei secoli sia stato quello di creare un varco privilegiato per pochi visitatori. Cascate, fiumi, grotte, completano la varietà di un luogo magico. Pochi chilometri di strada tutta curve e ci si trova di fronte ad un pezzetto di storia affacciato sul mare: il faro di Cape Otway, costruito nel 1848 dai detenuti, e da allora sempre funzionante! Chi, invece, vuole rinunciare alle comodità dell’auto e desidera una full immersion nella natura, può avventurarsi nella Great Ocean Walk: 104 chilometri da percorrere a piedi. Da Apollo Bay attraversando parchi, boschi di eucalipti, spiagge sabbiose e deserte si arriva al Port Campbell National Park e alla scenografia più bella che possa aver allestito la natura: The Twelve Apostles (i Dodici Apostoli). Faraglioni di 60 metri di roccia calcarea che si ergono dall’Oceano, muti testimoni del trascorrere del tempo in balìa della furia del vento e del mare che nel succedersi dei secoli li hanno modellati. Poco lontano Loch Ard Gorge, alte scogliere che devono il loro nome ad una nave irlandese, “Loch Ard”, che qui naufragò nel 1878. Una delle 700 navi i cui relitti giacciono in questa parte di Oceano (detta Shipwreck Coast, la costa dei naufragi) dopo aver infranto sugli scogli scafi e speranze. La Great Ocean Road termina in prossimità di Warrnambool, le cui acque, da giugno a settembre, sono il palcoscenico privilegiato della nascita delle balene. È sufficiente prendere una barca adibita al whale-watching o salire su di una piattaforma posta sulle dune della spiaggia per assistere alle “effusioni” che madri e figli si scambiano fin da quando quest’ultimi vengono alla luce; un’intesa che permetterà ai piccoli di acquisire quelle capacità che gli consentiranno di affrontare il lungo viaggio di ritorno nelle acque dell’Antartide. Proseguendo lungo la costa si incontra un altro »
TRA SCIENZA E MAGIA
Ciò che colpisce di più in un viaggio attraverso l’Australia è l’imperante forza della natura che l’uomo ancora non è riuscito a domare. Le testimonianze di millenni di vita sono incise nelle montagne, nei deserti, nelle grotte che si incontrano visitando i grandi parchi naturali che punteggiano il territorio, e che conservano alcuni “misteri” che l’uomo ha condiviso e fatto propri se non è riuscito a svelarli. Il Blue Lake, per esempio, è tuttora sotto la lente d’ingrandimento degli scienziati che tentano di svelare il mistero della mutazione del suo colore. Le teorie si susseguono e si alternano: secondo alcuni il fenomeno sarebbe causato dal modo di riflettere la luce da parte delle molecole dell’acqua, se-
condo altri il lago sarebbe naturalmente blu ma le piogge invernali porterebbero ad uno spostamento delle alghe responsabili del suo colore con la conseguente trasformazione in grigio. C’è un altro luogo che si copre di magia e mistero: è il Grampians National Park, la riserva naturale più grande dello Stato di Victoria. Gli aborigeni lo abitano da oltre 5mila anni, e le testimonianze lasciate nelle grotte che si trovano all’interno delle frastagliate montagne calcaree, raccontano il profondo legame spirituale che i nativi hanno con Gariwerd (come chiamano i Grampians) e con Bunjil, il creatore della terra e di tutte le cose. Storie che ti prendono l’anima e ti trasportano lontano nel tempo, quando tutta l’umanità era ancora da progettare...
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[ UN’IMMAGINE DEL COORONG NATIONAL PARK, DOVE IL FIUME
MURRAY SI GETTA NEL MARE
PRODUCENDO UN AMBIENTE DI DUNE SABBIOSE, LAGHI, SPIAGGE E NATURA SELVAGGIA.
NELLA PAGINA ACCANTO, ADELAIDE CON I SUOI FAMOSI VIGNETI. ]
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ADELAIDE the green city
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È TRA LE CITTÀ PIÙ ECOLOGICHE DEL PIANETA CON PROGETTI “SOSTENIBILI” CHE GUARDANO AL FUTURO
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frammento di storia: la racconta Portland, il primo agglomerato urbano che gli europei crearono a partire dal 1834. Passeggiare nelle strade di questa cittadina è come fare un tuffo nel passato; oltre 200 edifici storici sono lì a ricordare il coraggio e l’intraprendenza dei padri fondatori. Da Portland, prima di valicare il confine con il South Australia, è possibile dirigersi nell'entroterra e attraversare le Grampians, le cascate Mc Kenzie, i deserti, la grande regione dei laghi scomparsi - ora totalmente prosciugati dal global warming, ma dove sino a pochi anni fa si andava a pescare - i deserti di sale, per tornare poi sulla costa e proseguire per Robe e Kingston. Se invece si vuol continuare il percorso in prossimità dell'oceano, si può raggiungere Cape Bridgewater, con le sue alte scogliere battute dal vento, elette a domicilio da una colonia di foche, e successivamente un’altra magnificenza creata dal trascorrere del tempo: la Petrified Forest, la Foresta pietrificata, una foresta i cui tronchi d’albero nel corso dei millenni si sono trasformati in pietra. Mount Gambier è una cittadina distesa sull’omonimo monte, in realtà un vulcano ormai inattivo. Tutt’intorno quattro crateri che formano altrettanti laghi vulcanici, il più conosciuto dei quali è il Blue Lake, con la sua magica bellezza che attira visitatori e scienziati. Sì, perché questo lago ha una particolarità: in inverno le sue acque sono grigie ma d’estate il suo colore cambia e diventa di un blu abbagliante. Da qui il suo nome, che accompagna un mistero tutto da scoprire. Ancora più avanti e un nuovo tuffo nella natura selvaggia: questa volta ad accoglierti è il Coorong National Park, a Sud-Ovest di Adelaide: 200 chilometri nei quali si incontrano e si intersecano il mare con il fiume, le dune sabbiose con i
laghi, le spiagge lunghe e deserte con tratti di acqua salmastra e natura selvaggia. Il mare penetra nelle profondità della spiaggia e disegna basse lagune interrotte dal percorso del fiume Murray, che termina la sua corsa gettandosi nell’Oceano che lambisce il Coorong, e regala vita a quegli animali che traggono linfa dalle acque dolci del fiume. Qui tutto è tranquillità, immensità, solitudine e vita. In questo smisurato parco naturale (istituito nel 1966) si danno appuntamento le specie più diverse - alcune in via d’estinzione - di animali, uccelli e pesci. Si può incontrare il pellicano australiano, ma anche anatre, cigni e cormorani: oltre 240 varietà, alcune delle quali migrano verso i Paesi del nord (Siberia, Alaska, Giappone e Cina), altre che restano a godersi il silenzio rotto solo dai loro richiami. Lasciato il Coorong National Park alle spalle, si incontra Victor Harbor, punto di partenza per poter avvistare la migrazione delle balene in transito per Encounter Bay; se si desidera vivere un’esperienza vintage allora basta prendere il tram a cavalli che trasporta fino a Granite Island, dove è possibile vedere i pinguini blu. Le colline adornate di lunghi filari d’uva sono il biglietto da visita di Adelaide: la città dai mille volti è lì che aspetta di essere scoperta. Ora può iniziare un’altra avventura...
l suo clima ricorda un po’ quello del nostro Paese: un’aria mite che ti invoglia a stare all’aperto e a trascorrere una serata in compagnia. Adelaide si presenta così, come una distinta signora un po’ vintage con indosso degli accessori all’avanguardia, che tradiscono la sua anima moderna e vitale. Capitale del South Australia, è un amalgama di razze e culture che la rendono vivace e ricercata. Il centro, con i suoi edifici storici, è circondato da 29 parchi; tra le città più “verdi” d’Australia ha come biglietto da visita l’ecosostenibilità: centinaia le piste ciclabili e le biciclette a noleggio gratuito, l’85% dei rifiuti è riciclato, e i grandi edifici, compreso il Parlamento, sono alimentati da pannelli solari. L’oceano lambisce le sue coste, regalandole spiagge lunghe e sabbiose, le colline, decorate da estesi vigneti, le avvolgono le spalle facendone la capitale australiana del vino. Un primato di cui Adelaide ne va fiera: e come darle torto?
Per saperne di più: 50&Più MELBOURNE - Lygon Street East Brunswick VIC, 178 - 3057 Tel.: 0061393810620 - www.50epiu.it m.coviello@50epiu.it DICEMBRE 2012
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Ai mercatini di NATALE in cerca di sogni «A dicembre in Germania, Austria e Francia, ma anche in Svezia, Norvegia, Lituania e Repubblica Ceca, aprono i battenti i mercatini di Natale. In Italia è una tradizione ben radicata in Trentino-Alto Adige, ma sono molte le città italiane che dedicano piazze e strade a questi luoghi d’incontro dove fare acquisti insoliti e curiosi, divertirsi e riscoprire la magia delle feste»
[ TEMPO LIBERO DI
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e casette di legno si susseguono addossate une alle altre, come se volessero trovare un po’ di calore nel freddo pungente dell’inverno. Formano vialetti, sentieri, stradine che s’intrecciano e si rincorrono fino a terminare nell’albero di Natale che troneggia lì in centro; con tutte quelle lucette sfavillanti il grande abete somiglia ad un enorme falò, pronto a riscaldare i sogni di adulti e bambini. La storia dei mercatini di Natale viene da lontano, nel luogo e nel tempo. Si era nel XIV secolo quando per vendere le proprie mercanzie, gli artigiani e i commercianti dell’area tedesca e del-
l’Alsazia si riunivano nelle piazze dei villaggi. Lì per la festa di San Nicola (da cui derivò Santa Claus), si esponevano i prodotti e i manufatti che solitamente venivano acquistati dai nobili e signorotti del luogo. Ancora oggi, nei Paesi nordici e mitteleuropei è la festa di San Nicolò, il 6 dicembre, ad essere la più amata, con sfilate e cortei nei quali il santo distribuisce dolci e caramelle ai bambini buoni. La prima fonte ufficiale in cui si fa esplicito riferimento ad un mercatino di Natale, però, risale al 1434, quando a Dresda, durante il periodo delle feste si vendevano gli Striezel, i dolci tipici del luogo, e veniva allestito il Dresdner Striezelmarkt, ossia il mercato degli Striezel. Successivamente, la Riforma protestante con le sue ventate di trasformazioni, cambiò anche il nome del mercato di San Nicola che diventò Christkindlmarkt, ovvero il mercato di Gesù Bambino. I mercatini di Natale si somigliano un
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DAL VIN BRULÈ AL PANPEPATO IN ITALIA...
...E ALL’ESTERO
Nel nostro Paese la tradizione dei mercatini di Natale si è andata consolidando negli ultimi vent’anni. La parte del leone spetta alle regioni del Nord-Est, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia in testa. I mercatini più famosi sono a Bolzano, Trento, Bressanone, Merano, Rovereto, Trieste, Udine, Pordenone. Ma anche altre città lungo lo Stivale, in prossimità dell’Avvento, allestiscono piazze e quartieri con stands e bancarelle. Fra queste spiccano Milano, col mercatino “Oh Bej! Oh Bej!”, all’inizio di dicembre; Roma, con lo storico mercato di Piazza Navona (nella foto, in basso a sinistra); Napoli, dove a San Gregorio Armeno si possono ammirare le straordinarie opere degli artigiani del presepe.
Alla Germania la palma della nazione con il maggior numero di città con i Christkindlmarkt. Berlino, Monaco, Francoforte, Potsdam, Lubecca, Stoccarda - che insieme ai mercatini di Dresda e Norimberga (nella foto grande) è il più antico d’Europa - sono le città in cima alla classifica per il maggior numero di piazze allestite. Famosi anche i mercatini austriaci, con Vienna, Salisburgo, Graz e Innsbruck, e quelli francesi con Parigi, Lille, Strasburgo e l’intera Alsazia. Nell’Europa dell’Est salgono sul podio la Lituania con Vilnius, la Lettonia con Riga (nella foto, in basso a destra), la Polonia con Varsavia, la Repubblica Ceca con Praga e Brno. Da non dimenticare i mercatini norvegesi, svedesi, danesi e finlandesi.
po’ tutti, città in miniatura vestite a festa, che mettono in mostra il meglio di sé per turisti e visitatori. Eppure a guardarli bene sono tutti diversi, ciascuno con una peculiarità che gli regala quell’unicum che lo contraddistingue. Ogni mercato è la voce narrante delle tradizioni e della cultura locale e come tale ha la propria storia da raccontare, che è poi quella degli abitanti della città che gli hanno regalato “la vita” e che di anno in anno lo nutrono e lo fanno crescere. Storie grandi e piccine, che si rispecchiano nei prodotti esposti, spesso creati sotto gli occhi dei visitatori, parte attiva della festa. Le opere artigianali, infatti, sono l’attrattiva principale di ogni mercatino: decorazioni per la casa e per l’albero di Natale, oggettistica, abiti e tessuti, prodotti in pelle, sculture in legno, candele, statuine per i presepi, ceramiche, oggetti in vetro e cristal-
lo. Non di rado vengono organizzati anche corsi e laboratori aperti ad adulti e bambini, in cui gli artigiani insegnano le basi di arti e mestieri tramandati nel tempo. Luci, colori, suoni, profumi, sapori... Quando si passeggia tra le casette di legno, ognuno dei cinque sensi viene sollecitato dal clima magico che avvolge le piazze e le strade teatro dell’evento. Agli addobbi degli stands e dei negozi, che con le loro luci sfavillanti regalano allegria, si mescolano gli odori emanati dalle prelibatezze gastronomiche cucinate al momento. Dolci, frittelle, pan di zenzero, zucchero filato, panpepato, pistacchi, nocciole e mandorle tostate... Ogni mercatino ha i prodotti tipici da offrire, quelli che non si può fare a meno di assaggiare. Come rinunciare ai Lebkuchen, i dolcetti a forma di cuore che trovi appesi nelle bancarelle di Monaco, alle Quetschenmannchen,
Doppio record A Dortmund, in Germania,
il primato per il maggior numero di stands (300) e il più grande albero di Natale con 40mila luci.
Cicli e ricicli Mercatini eco-sostenibili per questo Natale 2012. Sono sempre di più, infatti, quelli allestiti rispettando l’ambiente.
le prugne secche di Francoforte, o al Früchtebrot, il pan pepato di Vienna; per non parlare della Pepperkakebyen, la città in miniatura realizzata totalmente con il pan di zenzero. Esiste a Bergen, in Norvegia, dove nel centro della città ogni anno viene esposta la rappresentazione di un paese da fiaba (di 100 mq) con tanto di case, alberi, strade, auto, ferrovia, realizzati interamente con la pa-
sta dei biscotti. Per rendere tutto più realistico: luci nelle casette e lungo le strade, e neve su ogni cosa. Unica controindicazione: non si può mangiare nulla, ma solo ammirare e inebriarsi con il profumo emanato dall’impasto. Cosa resta da fare? Bere un bel vin brulè e scaldarsi al fuoco dei camini in miniatura del “paese”. In fondo, la magia del Natale è anche questa. DICEMBRE 2012
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DOLCI REGALI
«Il Natale non è un periodo o una stagionalità, ma uno stato della mente. Deve portare tra la gente pace e buoni propositi. Se pensiamo a queste cose su di noi brillerà il raggio di una stella che porterà un barlume di speranza per il mondo (Calvin Coolidge)»
DOLCI & REGALI · DOLCI & REGALI · DOLCI & REGALI · DOLCI & REGALI
Dresda. È il mercatino più antico della Germania, nato intorno al 1434. Lo Striezelmarkt (il nome deriva dal mercato degli Striezel, dolci tipici del luogo) si svolge in piazza Altmarkt, nella quale vengono allestite 250 casette di legno che espongono porcellane della Sassonia, statuine di legno, giocattoli, candele, decorazioni natalizie. Nelle Krippenweg, le strade dei Presepi, che si snodano lungo la città, rappresentazioni della natività fanno bella mostra di sé. Fino al 24 dicembre. Monaco. Non poteva che essere Marienplatz lo scenario del Christkindlmarkt della capitale bavarese. La festa inizia il venerdì che precede la prima domenica dell’Avvento, quando alle 17.00 il Borgomastro inaugura il mercatino e le 2.500 luci dell’albero di Natale si accendono. Ogni giorno alle 17.30, dal Municipio si diffondono melodie natalizie. Fino al 24 dicembre.
Strasburgo. È il mercatino più antico della Francia: fu allestito per la prima volta nel 1570. Si svolge a Place Kléber, al centro della quale viene posizionato un abete alto 30 metri; intorno ad esso si realizzano le casette di legno che ospitano decorazioni natalizie e gastronomia. Fino al 31 dicembre.
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Bolzano. Il primo in ordine di tempo ad essere allestito in Alto Adige, il mercatino di Natale si snoda nel centro storico e lungo le vie e le piazze adiacenti, esplodendo in una moltitudine di iniziative che coinvolgono grandi e bambini. Lavori in ceramica, vetro, oggettistica per la casa, stoffe, decorazioni natalizie, ma anche prodotti tipici della gastronomia altoatesina, sono realizzati da artigiani locali e da associazioni onlus. Il sabato e la domenica sono dedicati alla musica con concerti e bande musicali. Per i più piccoli: un teatro delle marionette, giostre, laboratori dove realizzare biglietti d’auguri e addobbi natalizi. Fino al 23 dicembre.
Praga. Un tripudio di luci, profumi e sapori per i sei mercatini che “punteggiano” la città. I più famosi sono quelli che si tengono a Piazza San Venceslao e nella Piazza della Città Vecchia, dove intorno alla statua di Jan Hus, le bancarelle vengono disposte a forma di stella, con gli antichi palazzi storici a far loro da corona. In vendita, accanto ai tipici cristalli di Boemia, anche oggetti di oreficeria e prodotti artigianali. Tra le prelibatezze da gustare: pannocchie arrostite, salsicce grigliate, panpepato al miele, accompagnati da vin brulè o un bicchiere di punch. Altro mercatino a Havelské Trziste, la piazza più antica della città. Fino al 6 gennaio 2013.
[ LUDWIGSBURG/NECKAR STADTMARKETING U. TOURISTIK GMBH ]
Ludwigsburg. Sono oltre 175 le bancarelle che occupano la Marktplatz, e ricostruiscono in scala la città stessa, compreso il parco del suo rinomato castello. Di giorno la piazza si anima di spettacoli per bambini, di sera eventi musicali per tutta la famiglia. Fino al 23 dicembre.
Vienna. Numerosi i mercatini nella capitale austriaca. A Piazza del Municipio 150 bancarelle allestite intorno ad un enorme abete illuminato, offrono addobbi, bevande e dolciumi. Altro appuntamento nel centro storico, a piazza Freyung, dove a partire dalla domenica dell’Avvento del 1772, vengono venduti presepi, prodotti artigianali, oggetti in vetro e ceramica. Fino al 23 dicembre. Il castello di Schönbrunn, invece, fa da sfondo ad un mercatino a misura di bambino, con tanto di laboratorio creativo per i più piccoli. Trascorso il periodo natalizio questo si trasforma in un mercato di Capodanno. Fino al 1° gennaio 2013.
Per una guida completa dei mercatini di Natale sul web: www.mercatini-natale.com www.mercatinidinatale2012.it www.natale-mercatini.it
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[ PREVENZIONE DI
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PIÙ DIFFUSA DI QUANTO SI PENSI
ALESSANDRO MASCIA ]
L’ARTROSI? MEGLIO DI UN BOLLETTINO METEO
Gonfiore, rigidità e dolore, sintomi che tendono a peggiorare in caso di maltempo. Il collegamento tra condizioni climatiche e artrosi è risaputo, ma pochi sanno che colpisce in particolar modo le donne.
È
curioso sentire i nostri genitori (o anche noi stessi) predire quale tempo farà il giorno dopo senza aver ascoltato il bollettino meteorologico o addirittura, e sempre a ragione, confutarlo. Non è un colpo di fortuna, ma la familiarità con i propri dolori. Nei pazienti con dolore cronico-articolare i dolori compaiono o si acutizzano quando peggiora il tempo e la pressione atmosferica si abbassa. Siamo tutti metereopatici, perché nelle articolazioni abbiamo una pressione interna che risente del cambiamento del tempo procurandoci dolori articolari. Questi aumentano quando il tempo è in peggioramento, mentre migliorano quando il barometro indica alta pressione. Ciò spiega, ad
esempio, quei dolori di cui possono soffrire gli scalatori che raggiungono alte quote o i subacquei che non rispettano le tappe di decompressione. Coloro che risentono di questi cambiamenti sono in particolare le persone affette da osteoartrosi, una malattia di tipo cronico-degenerativo che colpisce le articolazioni e, in particolare,
quelle sottoposte a carico come la colonna vertebrale, l’anca, il ginocchio, i piedi. Ma spesso vengono colpite anche le mani. Sovrappeso, sedentarietà e traumi articolari sono i principali fattori per l’instaurazione del processo artrosico. Eppure non tutte le artrosi sono uguali. Esiste una forma “primaria” che colpisce prevalentemente
le donne con un rapporto di 4:1 rispetto agli uomini. Questa ha una origine genetica che determina un’alterazione delle componenti osteo-cartilaginee dell’articolazione. Esiste, poi, un’artrosi “secondaria” derivante da traumi, microtraumi ripetuti, alterazione dei carichi e del baricentro a causa di posizioni scorrette mantenute nel
Cause & concause
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Alle ginocchia...
... e alle mani
L’artrosi “secondaria” può essere generata anche da un’alterazione dei carichi del baricentro dovuta a posture scorrette.
È il rapporto di incidenza dell’artrosi tra i diversi sessi. La “primaria” colpisce infatti 4 donne per ogni uomo.
Punti come questi sono sottoposti a maggiore stress meccanico e quindi più predisposti a patologie artrosiche.
Spesso vengono colpite da processo artrosico con conseguenti deformazioni, limitazioni dei movimenti e dolore diffuso.
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STAR BENE
tempo o per scoliosi che colpisce anch’essa prevalentemente il sesso femminile, ma con un rapporto di 2:1 rispetto al sesso maschile. È una delle cause più comuni di disturbi dolorosi. Colpisce l’80% degli anziani (sopra i 65 anni) e circa il 20% degli individui in età lavorativa (tra i 20 ed i 60 anni). I lavori più usuranti, e quindi più soggetti al rischio artrosico, sono quelli dove si sta molto tempo in piedi muovendosi poco (ad esempio, i commercianti) e questo è dovuto al fatto che le articolazioni subiscono un carico costante, sempre nelle stesse aree, portando ad una erosione precoce delle superfici cartilaginee. Lo stesso vale per chi passa molte ore seduto in macchina o alla scrivania, perché la colonna vertebrale subisce il carico direttamente sui dischi intervertebrali. La diminuzione dello spessore del disco tra le vertebre determina un aumento della tensione delle capsule articolari delle vertebre vicine causando l’insorgenza del dolore. È una malattia vera e propria caratterizzata dall’alterazione della struttura cellulare della cartilagine articolare. All’esame radiografico si evidenziano delle cavità della superficie articolare dell’osso (le cosiddette cavità geodiche); poi delle calcificazioni ai margini delle
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Dagli antidolorifici ai Fans, dalle iniezioni di acido ialuronico alla chirurgia: le soluzioni sono molte contro l’artrosi.
articolazioni o nei punti di inserzione di tendini e legamenti (osteofiti); ed, infine, un restringimento dell’interlinea articolare (dovuto alla diminuzione dello spessore della cartilagine delle articolazioni) particolarmente evidente nei punti dell’articolazione sottoposti a maggiore stress meccanico. I sintomi che affliggono le articolazioni colpite sono il dolore, la limitazione del movimento, la rigidità. L’articolazione nelle fasi più avanzate si presenta spesso deformata, gonfia e calda per reazione infiammatoria all’erosione delle superfici articolari. Il farmaco più indicato nella cura dei sintomi dell’artrosi è il paracetamolo, mentre i Fans
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(Farmaci Antiflogistici Non Steroidei), possono essere necessari nelle forme più gravi. Danno sollievo articolare anche le infiltrazioni di acido ialuronico che evitano l’assunzione di farmaci. Questo acido è una molecola già presente nel tessuto connettivo del corpo umano e contribuisce a dare viscosità alla superficie articolare. L’ultima spiaggia è l’intervento chirurgico di artroprotesi. L’osteoartrosi colpisce circa 4 milioni di italiani e porta spesso all’invalidità. Un’analisi del 1994 ha rilevato che il costo sociale per l’assistenza di soggetti affetti era all’epoca di circa 11mila miliardi delle vecchie lire. Considerando l’invecchiamento demografico che caratteriz-
za la popolazione italiana negli ultimi decenni, queste stime sono ovviamente in costante aumento esponenziale. La disabilità conseguente alla patologia artrosica può comportare una riduzione della capacità lavorativa del 20% per gli uomini e del 25% per le donne. Alla luce di questi dati è facilmente intuibile quale posto di rilievo prenda l’aspetto della prevenzione. Non dimenticate mai di praticare esercizio fisico, possibilmente a corpo libero, evitando i pesi. Il ballo, ad esempio, è una tra le migliori forme di ginnastica da praticare, tra l’altro divertendosi. La prevenzione migliore è costituita da idonei trattamenti fisioterapici, come la “rieducazione posturale” (preferibilmente individuale), che mira a mantenere un corretto equilibrio morfologico e un’adeguata elasticità muscolare. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che la terapia manuale determina un miglioramento della sintomatologia e della qualità della vita rispetto a quello indotto dalla semplice attività fisica. È sempre e comunque importante camminare, in quanto il movimento stimola la produzione di liquido sinoviale all’interno delle articolazioni, un liquido che serve a lubrificare diminuendo l’attrito e la compressione durante il movimento.
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i cibi stagionali LENTICCHIE
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SAPORI & COLORI
LENTICCHIE
DI M ARINA CEPEDA FUENTES
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n noto proverbio romano afferma: «Chi magna le lenticchie er primo conta quatrini tutto l’anno: e più ne magni e più ne conti!» Si riferisce a una delle usanze del Capodanno più diffuse in Italia e, da qualche decennio, anche all’estero: consumare lenticchie il primo giorno dell’anno, iniziando a mangiarle allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre: più se ne mangiano, appunto, e più fortuna si avrà. D’altronde questa tradizione culinaria fa parte della lunga serie di antichi riti della cosiddetta “Notte di San Silvestro” per propiziare la buona fortuna, che - per quanto riguarda i cibi - richiede di cucinare qualcosa come lenticchie, riso o fagioli, che cresca in pentola in modo da favorire il benessere familiare. Perciò si mangiano anche noci, mandorle
«Portano fortuna? Forse... Certo è che le lenticchie sono un alimento ricco di proteine vegetali, potassio, ferro e vitamina B. Meglio non consumarle però, se si è alle prese con una dieta dimagrante» 76 I
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o semi e chicchi di altri frutti che simboleggino la fertilità: per questo motivo, si usava in varie parti d’Italia regalare uva a Capodanno. Un’usanza vivissima in Spagna, dove si devono “trangugiare” dodici acini d’uva - dodici come i mesi dell’anno - a mezzanotte in punto: un acino a ogni rintocco della campana del grande orologio settecentesco della Puerta del Sol, la piazza più popolare di Madrid. Insomma, in gran parte dell’Italia un piatto di lenticchie è di rigore. Alcuni storici sostengono che la tradizione affondi le radici nel celebre episodio della Bibbia, narrato nella Genesi, dei fratelli Esaù e Giacobbe, figli gemelli di Rebecca e del patriarca Isacco: Esaù, più forte e guerriero, era nato alcuni minuti prima e perciò gli spettava la primogenitura, l’eredità familiare e la benedizione eterna del padre. Ma il mite Giacobbe, affettuoso e dolce, era il preferito della madre, la quale avrebbe convinto il figliolo prediletto a sottrarre al fratello i suoi legittimi diritti. Racconta la Bibbia che, con l’inganno e l’aiuto della madre, Giacobbe riuscì ad acquistare da Esaù, affamato, la primogenitura in cambio di
un piatto di lenticchie. Ebbene, si favoleggia che proprio questa narrazione abbia contribuito a far credere che i saporiti legumi portino fortuna a chi ne mangia tanti il primo dell’anno: insomma se a Giacobbe avevano permesso di ottenere tutti i diritti che allora spettavano al figlio primogenito, a noi cosa potranno mai portare? Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, e per ogni Giacobbe fortunato vi è un Esaù in disgrazia: San Girolamo racconta, infatti, che un tempo gli Ebrei mangiavano le lenticchie nei periodi di lutto, proprio in ricordo di colui che per un piatto di questi legumi aveva perso quello che aveva di più prezioso. D’altronde, anticamente le lenticchie erano vietate in ogni cerimonia perché, come le fave, erano connesse al mondo dei defunti e, secondo quanto affermava nel II secolo d.C. il greco Artemidoro, autore di un celebre trattato sull’interpretazione dei sogni, preannunciavano in sogno i lutti: una credenza molto diffusa, tant’è vero che una volta in Toscana “cogliere lenticchie” voleva dire morire ed essere sepolti. Ad ogni modo, al di là della fortu-
LENTICCHIE CON IL COTECHINO
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na o la sfortuna che possano generare, mangiare lenticchie fa bene al nostro organismo: contengono vitamina B, potassio, moltissimo ferro e fosforo. Sicché sono ottime nelle cure ricostituenti, per gli anziani e per i ragazzi in età scolare perché aiutano a sviluppare la memoria e l’intelletto. Sono però sconsigliate nelle diete dimagranti - perché contengono il 60% di carboidrati -, per i diabetici e per chi soffre di aerofagia. D’altra parte Bartolomeo Platina, un famoso medico del Quattrocento, scriveva a proposito delle lenticchie: «Si digeriscono a stento e provocano gonfiore del ventre». Ma, per evitare questo effetto collaterale basta aggiungere, in cottura, una foglia di lauro e un pizzico di bicarbonato. Questi buonissimi legumi, origina-
ri dell’Asia sud-occidentale, dai territori corrispondenti oggi alla Siria, e che arrivarono nell’Europa mediterranea con i Fenici e i Greci, costituiscono, come ceci e fagioli secchi, una fonte di proteine vegetali ottime per il nostro organismo e in grado di sostituire quelle della carne: 100 grammi di lenticchie contengono le stesse proteine di 215 grammi di carne bovina e costano molto meno! Insomma, un pasto costituito da un piatto di riso e lenticchie condito con olio d’oliva, con l’aggiunta di un frutto, può ritenersi quasi completo. Ma tornando all’usanza di consumare lenticchie “della fortuna” il primo dell’anno, ecco a voi la ricetta della biblica minestra d’origine egiziana, che si tramanda da secoli in tutto il Mediterraneo. Ma, nel rispetto della tradizione, con l’aggiunta del cotechino di Modena, uno dei capisaldi della cucina dell’Emilia Romagna.
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Ingredienti 300 gr di lenticchie 200 gr di pelati 1 spicchio d’aglio 1 foglia di lauro Prezzemolo Olio extravergine d’oliva Sale, pepe 1 cotechino di Modena
1 ora e ½ circa
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per una porzione normale: circa 460 4 persone
Preparazione Lessare le lenticchie, precedentemente ammollate, per circa 40 minuti. Cuocere a parte il cotechino ben coperto d’acqua e, a metà cottura, scolarlo e aggiungerlo a un soffritto preparato precedentemente con l’aglio intero, il prezzemolo tritato e i pomodori spezzettati. Bagnare con un paio di mestoli dell’acqua di cottura del cotechino, precedentemente sgrassata facendola colare fredda attraverso un panno di lino. Aggiungere la foglia di lauro e lasciare cuocere ancora a fuoco lento finché sarà tenero. Infine unire le lenticchie, salare e pepare. La notte di San Silvestro consumare il cotechino affettato con abbondanti lenticchie: quante più se ne mangeranno, tanta più fortuna si avrà! Accompagnare con un buon lambrusco frizzante che, per via delle bollicine, porterebbe ulteriore fortuna.
Consigli
Utilizzate lenticchie italiane, come quelle di Castelluccio di Norcia a Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) e a Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.); oppure quelle dell’isola di Ventotene, che sono piccole e saporitissime. Ambedue permettono di preparare gustosissime zuppe, totalmente vegetariane, con la sola aggiunta, al momento di mangiarle, di un filo d’olio d’oliva extravergine e, se piace, anche qualche goccia di aceto. E augurando un Buon Anno ai nostri lettori, occorre ricordare che per propiziare la buona sorte, oltre a consumare i cibi piccoli e che crescono in pentola, occorrerebbe anche indossare un indumento nuovo, possibilmente rosso, perché simboleggia il fuoco del solstizio invernale.
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Ultimo arrivato tra i grandi eventi associativi, Italia in...canto è un concorso che si avvale dell’organizzazione della 50&Più di Napoli che ne cura provini, selezioni e manifestazione canora finale. La gara canora è riservata ai soci 50&Più, dilettanti del canto. Quest’anno il Concorso, giunto alla sua XIV edizione, si svolgerà dal 22 al 25 febbraio 2013 a Napoli, ormai sede storica. La finale si terrà domenica 24 febbraio 2013 al Teatro Mediterraneo. L’esibizione dei concorrenti è rigorosamente dal vivo con l’accompagnamento di un’orchestra di quindici elementi, diretta dal Maestro Gaetano Rajola. A giudicare il primo, il secondo e il terzo classificato, oltre al voto del pubblico, una giuria composta da noti cantanti, giornalisti, musicisti e critici musicali. Un’occasione unica per coloro che vogliono mettersi alla prova ma anche un appuntamento per coloro che vogliono scoprire il fascino della provincia romana di Neapolis ricca di testimonianze archeologiche.
IT ALIA in...canto CONCORSO CANORO DEI 50&PIÙ XIV EDIZIONE Programma di soggiorno » Venerdì 22 febbraio Arrivo a Napoli (Stazione Ferroviaria) e assistenza al trasferimento in Hotel. ore 13.00 Pranzo in Hotel. ore 15.30 Visita guidata a piedi della Nuova Metropolitana di Napoli con partenza da Stazione Università ed arrivo a Stazione Toledo. A seguire visita del Museo dei Coralli e cammei e della Galleria Umberto e via Toledo. ore 19.30 Cena in Hotel. Serata libera e pernottamento. » Sabato 23 febbraio ore 07.30/08.00 Prima colazione a buffet. ore 08.30 Partenza in bus per visita della Solfatara di Pozzuoli, antico cratere vulcanico inserito nel contesto storico della città puteolana. ore 13.00 Pranzo in Hotel. ore 15.00 Partenza in bus per tour panoramico a Posillipo, Mergellina, via Caracciolo e a
seguire visita del tunnel Borbonico. ore 19.00 Partenza in bus per il trasferimento alla Cena di Gala. Al termine rientro in Hotel, pernottamento. » Domenica 24 febbraio ore 07.30/08.00 Prima colazione a buffet. ore 09.00 Visita guidata del Caravaggio al Pio Monte della Misericordia con la splendida Pinacoteca Nazionale della Ceramica “Duca di Martina”. ore 12.30 Pranzo in Hotel. ore 14.30 Trasferimento al Teatro Mediterraneo per assistere alla finale della XIV edizione del concorso canoro: Italia In...canto. Al termine rientro in Hotel per la cena. Serata libera e pernottamento. » Lunedì 25 febbraio ore 07.30/08.30 Prima colazione a buffet. Partenza da Napoli per il rientro alle città di provenienza.
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE Sistemazione presso l’Hotel - 4 stelle >> >> >>
In camera doppia In camera doppia uso singola Per i non soci quota d’iscrizione
€ 405,00 € 480,00 € 40,00
LA QUOTA COMPRENDE Soggiorno di 4 giorni /3 notti nella sistemazione prescelta • Trattamento di pensione completa (incluse le bevande ai pasti) come indicato in programma • Imposta di soggiorno del Comune di Napoli (come previsto dall’art. 4 del D. Lgs 14.3.2011 n. 23, in vigore dal 1° Luglio 2012, soggetto a modifiche/incrementi). • Cena di Gala con spettacolo • Servizio di navetta da e per la stazione ferroviaria • Tutti i trasferimenti in pullman privati previsti in programma • Escursioni e visite guidate previste in programma (esclusi ingressi) • Assicurazione bagaglio, sanitaria e annullamento viaggio, Unipol Assicurazioni • Assistenza di personale 50&Più. LA QUOTA NON COMPRENDE Il viaggio per raggiungere Napoli • Eventuali biglietti di ingresso a musei • Mance, extra personali e tutto quanto non sopra specificato.
www.50epiuturismo.it
Informazioni e prenotazioni: 50&Più Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel: 06 6871108/369 Fax: 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA Per saperne di Più: 0815518187
CONCORSO 2013
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ITALIA IN... CANTO NAPOLI
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vete più di 50 anni? Sognate di cantare dal vivo accompagnati da una vera orchestra? E magari essere giudicati da uno dei vostri beniamini della canzone? Un sogno? Sì, lo è, ma potrebbe realizzarsi grazie a Italia In...canto, il concorso canoro nazionale riservato agli over 50. La XIV edizione della manifestazione, organizzata da 50&Più, vi invita a riproporre, in maniera gioiosa e spontanea, le canzoni più famose del Festival di Sanremo o le melodie classiche della canzone napoletana. Il Concorso è riservato ai soci 50&Più, dilettanti del canto. Chi ha voglia di partecipare e non è iscritto all’Associazione, per sapere come diventare socio e scoprirne tutti i vantaggi, può consultare il sito www.50epiu.it oppure telefonare al numero verde 800929922 per conoscere la sede dell’Associazione più vicina. Quest’anno Italia In...canto si svolgerà dal 22 al 25 febbraio 2013 a Napoli, ormai divenuta la sua sede storica. La finale si terrà sul palcoscenico del Teatro Mediterraneo, domenica 24 febbraio. Per partecipare occorre inviare la scheda di adesione entro il termine massimo del 15 dicembre 2012 presso la segreteria 50&Più di Napoli (Via Toledo, 156 - 80134 Napoli - Tel. 0815518187 - Fax 0817904647). La scheda di adesione, insieme al regolamento, sono pubblicati nella pagina a seguire. Inoltre, sono disponibili presso tutte le sedi di 50&Più o consultando il sito www.50epiu.it. Per partecipare alla gara è indispensabile presentarsi alle audizioni che si terranno a Napoli il 7 e 14 dicembre 2012, e l’11 gennaio 2013. Chi fosse impossibilitato, perché residente all’estero, può mandare il proprio contributo canoro su cassetta audio o supporto cd audio alla segreteria 50&Più di Napoli. Quindi non esitate. Non ci sono scuse per non partecipare. Quella che vi aspetta è una gara canora davvero emozionante, che vi darà la soddisfazione di poter cantare dal vivo, conoscere tanti cantanti dilettanti come voi, condividere con loro la vostra passione, e soprattutto condividerla con il pubblico che, sempre numerosissimo, partecipa a questo Festival, pronto ad emozionarsi con voi.
Italia In...canto: sul palco del Teatro Mediterraneo di Napoli, il pubblico vivrà l’emozione di ascoltare 20 brani tra i più famosi del Festival di Sanremo e della canzone napoletana.
CONCORSO IN TAPPE Iscrizione Entro il 15 dicembre 2012 Audizioni 7 e 14 dicembre 2012 11 gennaio 2013 Semifinale 23 febbraio 2013 Finale 24 febbraio 2013 Teatro Mediterraneo di Napoli DICEMBRE 2012
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ITALIA In...canto 2013 MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE a) Il concorso è riservato ai soci della 50&Più residenti in Italia e all’estero. b) La richiesta di partecipazione avviene esclusivamente tramite la compilazione dell’apposito modello distribuito presso le sedi provinciali dell’Associazione o scaricabile attraverso il sito www.50epiu.it. c) I partecipanti dovranno sostenere le audizioni, scegliendo due tra le canzoni nelle due liste proposte dalla Commissione Artistica: una appartenente alla categoria “Classici napoletani” e l’altra alla categoria “Festival di Sanremo”. Le stesse saranno successivamente prescelte e/o assegnate a discrezione della Commissione anche per l’eventuale fase finale del concorso in Teatro. d) Verranno premiate le “TRE MIGLIORI CANZONI”, gli altri finalisti e partecipanti riceveranno attestati di partecipazione. e) Il primo classificato si aggiudicherà un soggiorno per due persone in occasione dei viaggi turistici promossi dalla 50&Più. Tema del concorso è il binomio: “CANZONI EVERGREEN CANTATE DA EVERGREEN”. È questo il vero obiettivo: riproporre e giudicare “Canzoni e Melodie famose”, attraverso l’interpretazione talentuosa, giocosa, spregiudicata, ironica, provocatoria e spontanea dei concorrenti 50&Più d’Italia. Immaginarsi di coronare un sogno..., un’aspirazione chiusa in un cassetto. L’emozione di mettersi in gioco seppure per soli cinque lunghissimi minuti su di un palcoscenico prestigioso, sotto i riflettori e le telecamere puntate, dinnanzi a mille persone sedute in poltrona, accompagnati da una vera orchestra di oltre quindici elementi, per essere ascoltati dai “Big” della canzone italiana presenti in giuria e rendersi conto di averlo realizzato. Sono le magie che solo Italia In...canto sa creare!”
LA COMMISSIONE ARTISTICA La Commissione Artistica sarà composta da: • “Giovani e vecchie glorie della canzone” di fama nazionale. • Il Presidente nazionale 50&Più. • Un consulente musicale o giornalista di documentata esperienza.
MODALITÀ DI VOTAZIONE La votazione dei cantanti finalisti avviene tramite il sistema
BANDO DI PARTECIPAZIONE
misto di voto: assegnato dal pubblico in sala valido nella misura del 30% (che avverrà tramite coupon consegnati nel foyer del teatro) e assegnato dalla Commissione Artistica valido nella misura del 70%.
NORME ESECUTIVE DEL REGOLAMENTO 1) L’iscrizione alle selezioni avviene esclusivamente tramite la compilazione dell’apposito modello distribuito presso tutte le sedi in Italia e all’estero di 50&Più, il modulo di adesione sarà poi trasmesso all’Organizzazione “Italia in...canto 2013”, all’indirizzo riportato nel modello entro e non oltre il 15 dicembre 2012. 2) Sono ammessi al concorso tutti i soci 50&Più residenti sia in Italia che all’estero e che abbiano compiuto almeno 50 anni di età. 3) A questa edizione potranno partecipare anche i brani musicali proposti a due/tre voci, ossia canzoni rappresentate nei Festival di Sanremo e/o classici napoletani, eseguite da coppie o trii di cantanti. Eventuali coppie/trii verranno preferiti se abbinati a concorrenti provenienti da città diverse. 4) Solo ai concorrenti impossibilitati a presenziare alle audizioni preliminari, perché residenti all’estero, sarà concesso di spedire la propria registrazione vocale dei brani scelti per le audizioni, su cassetta audio o supporto cd audio. Sarà cura della commissione valutare il contenuto delle registrazioni ed eventualmente convocare i concorrenti prescelti per sostenere di persona un’indispensabile audizione in Italia. 5) Nei giorni di venerdì 7 e 14 dicembre 2012 e dell’11 gennaio 2013 l’organizzazione effettuerà le audizioni preliminari ed obbligatorie presso la sede della 50&Più di Napoli. Dette audizioni saranno indispensabili al direttore d’orchestra, all’arrangiatore musicale e al direttore artistico, per conoscere preventivamente i brani scelti e le rispettive tonalità musicali per l’eventuale esibizione dei partecipanti alle fasi finali. Il concorrente che non avrà partecipato alle audizioni preliminari di Napoli, non potrà accedere alle fasi finali del concorso canoro 2013 (audizioni obbligatorie). 6) Le audizioni saranno curate dalla segreteria 50&Più di Napoli, presentate dal direttore artistico Maurizio Merolla, e accompagnate alla tastiera dal Maestro Gaetano Raiola. I verdetti finali saranno decretati autonomamente ed insindacabil-
mente da una qualificata Commissione Musicale presente alle audizioni. 7) Allo scopo di garantire la partecipazione del maggior numero possibile di province, la Commissione Musicale adotterà il criterio di scelta/merito per l’accesso alle fasi finali del Concorso: la presenza dei più validi concorrenti provenienti dalla stessa città o provincia, l’accesso di un solo cantante per città ed eccezionalmente, di un secondo cantante a condizione che lo stesso sia disposto a far parte di gruppi di due o tre persone provenienti da altre province. 8) La Commissione Artistica e Musicale, per favorire una maggiore rotazione dei concorrenti alle partecipazioni delle fasi finali del concorso, ha disposto che i finalisti vincitori per due anni consecutivi delle edizioni di Italia In…canto 2011 e 2012, non potranno ricandidarsi e gareggiare per l’edizione 2013. 9) Allo scopo di facilitare lo studio delle canzoni, inserite nel bando e prescelte per le audizioni di Napoli, si potrà richiedere il testo delle canzoni presso la nostra segreteria organizzativa attraverso e-mail o fax. 10) I brani in gara saranno in numero non superiore a 20 e verranno eseguiti e accompagnati da un’orchestra rigorosamente dal vivo. 11) Solo i partecipanti scelti nelle audizioni preliminari del Concorso saranno convocati a Napoli per la partecipazione alle selezioni finali del Teatro Mediterraneo. 12) Nelle giornate finali, presso il Teatro Mediterraneo, saranno svolte ulteriori preselezioni musicali (semifinali) e precisamente: il giorno di sabato 23 febbraio 2013 saranno effettuate e provatea con l’Orchestra tutte le aspiranti canzoni partecipanti alla 14 edizione finale del Concorso; dette prove avranno anche valore selettivo. 13) Nella stessa giornata verranno scelti, ad insindacabile giudizio della Commissione Artistica, i soli cantanti che avranno diritto a disputare la finale canora il giorno successivo, domenica 24 febbraio 2013, che si terrà sempre presso il prestigioso Teatro Mediterraneo alla Mostra d’Oltremare di Napoli. 14) Per i primi classificati, targhe, medaglie, diplomi, viaggi, recensioni e interviste giornalistiche e radiotelevisive.
SCHEDA Scheda diDI ADESIONE adesione IL/LA SOTTOSCRITTO/A: COGNOME
NOME
VIA
CITTÀ
TEL / FAX
CELL.
PROV.
ISCRITTO/A ALLA 50&PIÙ DI
CHIEDE DI PARTECIPARE AL CONCORSO “ITALIA IN...CANTO 2013”, E SCEGLIE, FRA LE CANZONI PROPOSTE (CONSULTARE IL SITO: www.50epiu.it) FESTIVAL DI SANREMO
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MELODIE NAPOLETANE
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Consento il trattamento dei dati personali nella presente scheda ai soli fini del Concorso e delle relative comunicazioni. Tali dati potranno, su mia richiesta, essere aggiornati o eliminati in qualsiasi momento, come previsto dall’art. 7 del Decreto Legislativo 30.06.2003, n. 196.
FIRMA
50&Più “Italia in... canto 2013” - Via Toledo 156 - 80134 Napoli - Tel. 0815518187 - Fax 0817904647
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Perché no? i ritiene, spesso erroneamente, che certe cose o certe attività siano di esclusivo appannaggio dei più giovani, o addirittura, dei ragazzini. Così tralasciamo le nuove tecnologie, la navigazione su internet ed altre attività di per sé interessantissime. Certo il nostro accedere alle novità sarà certamente più cauto, più ragionato ma assolutamente non rinunciatario. Ed i risultati si vedono. Ho conosciuto persone che, in questo anno accademico appena iniziato, hanno preferito altre discipline ai corsi di informatica, in quanto ormai padroni della materia.
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L’Organo “Neri”
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on una solenne cerimonia è stato inaugurato, dopo lungo restauro, l’organo della Chiesa di Santa Maria della Piaggiola di Gubbio, realizzato nel 1643 da Luca Neri, unico esemplare seicentesco in città. Del funzionamento e della manutenzione della Chiesa, esempio interessante del barocco a Gubbio, si occupa da anni la 50&Più di Perugia. Il restauro è stato possibile col sostengo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e della Cei. Alla manifestazione, coordinata da Monsignor Fausto Panfili, sono intervenuti il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, il presidente 50&Più di Perugia, Federico Lucci, il vice presidente della Giunta regionale, Carla Casciari, il presidente della Fondazione Cariperugia, Carlo Colaiacovo, l’assessore comunale, Marco Bellucci, il direttore dell’ufficio Beni culturali, Paolo Salciarini. Nel portare il suo saluto, il vescovo Monsignor Mario Ceccobelli ha lanciato il progetto di una rassegna per musica d’organo, visti i numerosi organi restaurati nella diocesi eugubina. La cerimonia si è conclusa con il concerto dell’organista Luca Scandali.
Ed è proprio nell’ottica che nulla, o quasi, è impossibile, abbiamo accolto con favore le richieste di analizzare la possibilità di organizzare corsi di sci come università dei 50&Più. Come primo approccio avremmo pensato ad una località dell’Appennino centrale, la terza o quarta settimana di febbraio, in un buon albergo che offra molto nel tempo libero, soprattutto per coloro che non vogliono sciare ma desiderano trascorrere qualche giorno in montagna con gli amici. I corsi potrebbero svolgersi dal lunedì al venerdì con tre ore mattutine di scuola di sci ed un paio di pomeriggi dedicati a conferenze sulla teoria dello sci e sulla tecnica delle attrezzature attuali. È chiaro che l’opportunità di tenere tali corsi è data, in prima analisi, dal numero dei partecipanti, perciò sarebbe molto gradito un cenno di riscontro da parte di chi fosse interessato in modo da poter effettuare un conteggio di massima. Ricordate: il fisico e l’età possono e devono condizionare il come si fa una cosa, ma non il farla o meno! Se vi piace la montagna, lo sci, il fondo o le passeggiate, fatevi vivi. Per saperne di Più: potete contattarci inviandoci una e-mail a p.loreto@50epiu.it, un fax allo 0668139323 o telefonando al seguente numero 066864596. Fabrizio Scialotti, presidente 50&Più Università
SONDAGGIO Sei interessato ad avere presso la tua città una sede di 50&Più Università? Se sì, invia una e-mail a p.loreto@50epiu.it oppure un fax allo 0668139323, specificando nome, cognome e città di residenza.
MONACO DI BAVIERA PORDENONE
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Nuove convenzioni
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umentano i vantaggi e il risparmio per i soci grazie a ulteriori 5 convenzioni stipulate dalla 50&Più di Pordenone in città e provincia con: Ortopedia Azzurra (Cordenons), Master Sport (Porcia), Ottica Zanetti (Pordenone), Centrogomme (Pordenone), Progetto Dentale Apollonia (Villotta di Chions).
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Un concerto per l’Emilia
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Monaco di Baviera, presso l’Auditorium “Gasteig” si è tenuto il Concerto di beneficenza a favore dei terremotati in Emilia. L’evento è stato ideato ed organizzato dal Responsabile dell’ufficio 50&Più Enasco di Monaco, Alfredo di Cesare, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Baviera, l’Istituto Italiano di Cultura, il Comites di Monaco e la collaborazione di Francesco Zeziola della Deutsche Bank München. Ospite della serata, l’artista Iskra Menarini, già vocalist di Lucio Dalla, che con la sua band ha interpretato con lo spettacolo Viaggio nell’anima i più grandi successi della musica italiana e internazionale. Hanno presenziato al concerto, il Console Generale d’Italia a Monaco di Baviera, Filippo Scammacca Del Murgo, e numerosi esponenti della comunità italiana in Germania. L’incasso della serata è stato interamente devoluto alla scuola elementare “Ludovico Antonio Muratori” di San Felice sul Panaro in Emilia. DICEMBRE 2012
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Una festa per la Cordialità con i Maestri del Commercio
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olarità, entusiasmo e tanti applausi alla “Festa della Cordialità” organizzata dalla 50&Più nei saloni dell’Hotel Garden. Nel corso della Festa sono stati premiati i Maestri del Commercio di Siena e provincia, con una coppa arricchita da una medaglia dorata con in rilievo la figura di Mercurio, personaggio mitologico considerato il Re del commercio. Davanti ad un pubblico di circa 300 persone, l’incontro è stato introdotto dal presidente provinciale 50&Più, Attilio Botarelli, che ha sottolineato il valore dell’Associazione per le sue numerose attività dedicate alla cultura, alla socialità, allo svago; e ai Maestri del Commercio ha detto: «Per i tanti anni di operosità commerciale, siate orgogliosi di essere stati utili alla società con la consapevolezza di avere svolto un lavoro che è funzione sociale insostituibile. Il commercio promuove il progresso sociale, favorisce lo sviluppo civile, agevola il benessere generale». Il presidente provinciale di Confcommercio, Stefano Bernardini, ha incoraggiato coloro che operano nel commercio, spronandoli a supe-
PAVIA
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rare le difficoltà del momento economico, mentre il presidente della ChiantiBanca, Claudio Corsi, ha fatto notare la disponibilità degli istituti di credito a sostenere chi opera nel mercantile. A portare il saluto delle pubbliche istituzioni è stata Simonetta Pellegrini, assessore provinciale. Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, che ha coinvolto l’assemblea, elogiando la “Cordialità”, elemento di buona vita, da apprezzare specialmente nella fase dell’età matura. I Maestri del Commercio premiati: Morando Artini, Giuseppe Bastianini, Orfeo Bardini Domenico Benedetti, Ida Bernini, Ilvano Betti, Ermanda Bianciardi, Giovanni Burroni, Ugo Calabresi, Gabriella Carli, Remo Carli, Marisa Chiantini, Liberto Coco, Giuseppe Cortigiano, Silvana Fabbri, Rosina Ghini, Licia Gorelli, Angelo Granese, Giorgio Grassiccia, Francesco Guglielmucci, Franco Guidotti, Fabio Macinai, Giuseppe Macucci, Delia Mazzeschi, Marilù Milanesi, Giuseppe Montigiani, Gino Nappini, Franca Nardelli, Marcello Neri, Franca Pallanti, Ugo Pallanti, Antonietta Politi, Giorgio Priora, Saverio Safina, Gerardo Soldati, Bruna Solenni, Olga Stopponi, Paris Strambi, Paolo Talluri, Silvia Tarquini, Marcella Viligiardi. La manifestazione si è conclusa con l’esibizione del cantate tenore, Umberto Ceccherini.
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Doppio appuntamento, doppio successo: golf e musica
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port e canto, due attività che fanno bene al corpo e alla mente e per molti over 50 due passioni irrinunciabili. Ma quale sport? Il Golf. A questo gioco, molto amato tra gli ultracinquantenni, la 50&Più di Pavia, guidata dal presidente Romano Cantella, ha dedicato il Trofeo Golf 50&Più... in campo, quest’anno alla sua seconda edizione. La gara, 18 buche formula stableford, si è tenuta al Golf Club Santa Martretta di Vigevano. Chi si è aggiudicato il piatto d’argento? - Prima categoria (hcp 0/18): 1° Luca Bassi, 2° Zhou Sheng Chuan;
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- Seconda categoria (hcp 19/36): 1° Dario Fiocchi, 2° Dante Cattaneo e Paola Baseggio. Inoltre, Dario Fiocchi ha ricevuto la targa per il miglior classificato tra i soci 50&Più. Ed ora veniamo al canto, alla seconda edizione del concorso canoro 50&Più in...canto che si è svolto al teatro Odeon di Vigevano. La vittoria è andata a Marino Umberto di Abbiategrasso con la canzone Meraviglioso di Domenico Modugno. Un primo posto conteso fino all’ultimo da Antonino Pecorino che si è esibito con la canzone Il mio mondo, successo di Claudio Villa, e Giancarlo
Garbarini che ha cantato Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno. Alla gara, presentata da Marco Clerici, hanno partecipato: Valter Brasolin, Giorgio Lombardi, Enio Nembro, Antonia Olive, Sergio Piazzoli, Irvano Pozzato, Speranza Pozzato. La manifestazione è stata arricchita dalla partecipazione dei vincitori della passata edizione: Cristina Bruno e Ugo Monsellato che hanno cantato In amore, successo di Gianno Morandi. I cantanti sono stati accompagnati dall’orchestra “Anna Rizzi”. Al pianoforte il segretario di 50&Più Pavia, Paolo Baroni.
[ I FINALISTI DELLA GARA CANORA 50&PIÙ IN...CANTO, VINTA DA MARINO UMBERTO CON LA CANZONE “MERAVIGLIOSO” ]
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Maestri del Commercio
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ell’antica e prestigiosa Sala della Loggia dei Mercanti, sede della Camera di Commercio di Ancona, si è svolta la premiazione dei Maestri del Commercio della provincia. Un importante riconoscimento ideato da 50&Più che mette al centro il lavoro e la responsabilità sociale di tutti coloro che operano nel settore del commercio, del turismo e dei servizi. «L’Aquila che riceverete oggi è il simbolo del vostro lavoro nel tempo. Un tempo nel quale abbiamo assistito a cambiamenti epocali che tendiamo velocemente a dimenticare», ha detto il presidente di 50&Più della provincia di Ancona, Enzo Chionne. «Se anno dopo anno, il nostro Paese ha potuto risalire la china della prosperità - ha sottolineato Chionne - molto merito deve essere attribuito all’impegno e al lavoro di voi e delle vostre famiglie. Siete quelli che, pur vivendo il commercio certamente da imprenditori, avete trovato, nelle relazioni interpersonali e nei rapporti umani, il vero punto di forza economico». La cerimonia di premiazione è stata aperta dal vicepresidente nazionale 50&Più, Dante di Mattia, che ha portato i saluti del presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi. Nel suo discorso il presidente Chionne ha ringraziato, per i loro interventi, il presidente della Camera di Commercio della provincia di Ancona, Rodolfo Giampieri, il direttore Confcommercio-Imprese per l’Italia della provincia di Ancona e regione Marche, Massimiliano Polacco, che ha coordinato la cerimonia, Claudio Salmaso, assistente per le relazioni internazionali di 50&Più, il sindaco di Ancona, Fiorello Gramillano, e infine il Consiglio Direttivo 50&Più presente al completo.
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Aquila d’Argento (25 anni di attività): Aldo Battistoni, Carla Galletti, Luciano Granarelli, Roberto Manfrini, Piero Mozzicafreddo, Gabriella Schiazza, Lina Sebastianelli, Raimonda Taccalite. Aquila d’Oro (40 anni di attività): Alberto Abate, Diana Antonelli, Luciano Bagnarelli, Giannantonio Baldini, Massimo Battistoni, Roberto Bronzi, Alfio Brunori, Lino Bussolotto, Luigi Cafasi, Ada Cantarini, Angelo Capogrossi, Fabrizio Cappellini, Gabriela Cardinali, Gilberto Cherubini, Mario Cupido, Gianfranco Giampieri, Sergio Girombelli, Marisa Gobbi, Patrizia Graziosi, Mario Lancioni, Bruno Giancarlo Lilla, Antonio Lombardi, Maria Luisa Martinuzzi, Alessandro Mori, Vinicio Mosca, Renzo Muscoloni, Giovanni Oliva, Mario Ciriaco Pasqualini, Franca Sacchi, Ferziero Santelli, Emilio Vaccarini. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Franco Andreoli, Franco Borioni, Mafalda Brutti, Fiorella Chiarotti, Umberto Ciabotti, Antonino Coppari, Giovanni Giacomarra, Alfredo Martini, Luciano Matteucci, Franco Mercatali, Renato Moscè, Pietro Paesani, Giuseppe Paoli, Luciana Verdenelli.
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Premio Internazionale “Alessandro Manzoni”
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[ A LATO, UN RITRATTO
© FOTOPEVERELLI
oris Pahor e Cristina Battocletti con il libro Figlio di Nessuno. Un’autobiografia senza frontiere sono i vincitori della sezione Romanzo Storico dell’ottava edizione Premio Internazionale “Alessandro Manzoni”, mentre il riconoscimento Premio alla Carriera è stato assegnato all’unanimità dalla giuria, presieduta da Matteo Collura, al filosofo Emanuele Severino. Il Concorso riservato a romanzi storici editi nell’anno è organizzato da 50&Più, il Comune di Lecco e il Centro Nazionale Studi Manzoniani. La cerimonia di premiazione si è svolta all’Auditorium della Casa dell’Economia di Lecco alla presenza delle autorità civili, religiose e militari della città, oltre naturalmente ai premiati e ai vertici di 50&Più. Pahor, 99 anni, più volte candidato al Nobel, nelle pagine del libro Figlio di nessuno. Un’autobiografia senza frontiere (Rizzoli, 2012), scritto con Cristina Battocletti, descrive la sua lunga vita di impegno e di lavoro letterario. Sono i ricordi di un ragazzo derubato della sua cultura, di “Figlio di nessuno” - così infatti l’Italia fascista definiva gli sloveni -, di un prigioniero che lotta per sopravvivere, di un marito e di un padre aspro e intenso, di un uomo libero. Una memoria che riporta a quella degli oltre 4 milioni di deportati po-
litici marchiati con un triangolo rosso che, come gli ebrei, hanno conosciuto la deportazione e lo sterminio. Emanuele Severino, definito da Massimo Cacciari «un gigante della filosofia e l’unico filosofo che nel Novecento si possa accostare a Heidegger», è l’illustre destinatario del Premio alla Carriera. Accademico dei Lincei, Professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Severino rientra a pieno titolo tra le grandi personalità del nostro tempo. In occasione della premiazione, aperta al pubblico, Emanuele Severino ha tenuto una lectio dal titolo Del Sacro, uno dei temi fondamentali della sua opera. Soddisfazione da parte di 50&Più per il successo che il premio continua a guadagnare sia a livel-
DEL FILOSOFO EMANUELE SEVERINO, VINCITORE DEL “PREMIO ALLA CARRIERA”. A SINISTRA, BORIS PAHOR E CRISTINA BATTOCLETTI, CON I DIPLOMI, PREMIATI PER LA SEZIONE
“ROMANZO STORICO”. ]
lo nazionale che internazionale. «Con qualche difficoltà dovuta alla crisi - ha detto Claudio Vaghi, presidente di 50&Più Lecco - siamo riusciti anche quest’anno a garantire un appuntamento divenuto importante per Lecco e ci impegneremo per continuare a farlo anche in futuro. Ormai non possiamo più tornare indietro». Vaghi ha ripercorso i primi otto anni del Premio i tanti illustri premiati: «Umberto Eco, Ermanno Olmi, Luca Ronconi, Mario Botta, sono stati incontri indimenticabili e fondamentali per un’Associazione come la nostra che vuole promuovere cultura, bellezza e tramandare la memoria». Gabriele Sampaolo, segretario di 50&Più, ha ricordato come la tenacia sia una delle caratteristiche dell’Associazione e il Premio Internazionale Alessandro Manzoni ne è un esempio.
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In salute e in prevenzione
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ell’ambito dell’Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà tra le Generazioni, 50&Più ha organizzato, presso l’ex convento di San Francesco, un incontro-dibattito sulle misure da adottare per uno stile di vita sano. All’incontro, molto partecipato, è intervenuto il dottor Giorgio Siro Carniello, direttore del Dipartimento di Medicina specialistica e riabilitativa dell’Azienda ospedaliera S. Maria degli Angeli. Il dottor Carniello ha sottolineato che ogni cittadino deve considerarsi un “promotore
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di salute”, in quanto ognuno, nel corso della vita e a partire dall’adozione di una stile di vita corretto, svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie.
Auguri per i 5 1 anni di Matrimonio a Dante Aresu e Vidili Vosca
LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Australia Carlisle Guilfdord Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Presidente Prudente Porto Alegre Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale
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Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 Telefono 0061 414829223 0061 414829223 0061 393810620 0061 864680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 0055 1832216645 0055 5130222720 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661866 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086
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Una ferita sempre aperta
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nche quest’anno 50&Più e 50&Più Università Milano vogliono dare il loro contributo in memoria delle vittime della strage di Piazza Fontana. Il 12 dicembre, nella grande Sala Orlando dell’Unione del Commercio - Confcommercio Milano (Corso Venezia 47), si terrà un concerto celebrativo per non dimenticare. L’importante iniziativa si svolgerà con la collaborazione dell’associazione “Arteamicizia” e con l’Associazione dei “Familiari delle Vittime di Piazza Fontana”.
COSA C’È IN CALENDARIO LUCCA
» 13, 14 e 15 dicembre - Tre giorni in Trentino tra i tradizionali e ca-
PAVIA
» 16 dicembre - È la volta della IX edizione di 50&Più Day. L’augura-
ROMA
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ratteristici Mercatini di Natale. Per saperne di Più: 0583473170 - www.50epiu.it/lucca
le e conclusivo incontro tra i soci della provincia. Con l’occasione si terrà anche il “Gold Age - Giubileo di Coppia“ per chi ha alle spalle più di 50 anni di matrimonio. Per saperne di Più: 038228411 - www.50epiu.it/pavia 12 dicembre - Secondo incontro dedicato alla proiezione dei Film presentati al Santa Marinella Film Festival 2012. 17 dicembre - Presso il Teatro Sant’Anna in Viale Marconi 700, spettacolo di Natale e mostra “Pigotte” dell’Unicef realizzate dalle socie di 50&Più. Il ricavato sarà devoluto all’Unicef. 18 dicembre - Per il ciclo Roma moderna del XIX secolo: visita guidata all’Ambasciata del Brasile. Per saperne di Più: 0655380442/3 - www.50epiu.it/roma
NAPOLI
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18 dicembre - Torna la tradizionale tombolata con i soci presso la sede di 50&Più in Via Toledo156. Per saperne di Più: 0815518187 - www.50epiu.it/napoli
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La “Barcolana” triestina
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gni anno, dal 1969, la seconda domenica di ottobre, la città di Trieste si scuote dal suo elegante e antico torpore e ovunque, nel suo porto, si vedono solo barche a vela, ormeggiate. È il giorno della “Barcolana”, o Coppa d’Autunno: la più grande regata d’Europa, la regata di tutti gli appassionati della vela, degli scafi maxi e di quelli piccoli, dei professionisti e dei semplici amanti dell’andar per mare, che riesce a mettere sulla linea di partenza più di 1.700 imbarcazioni. Una settimana prima viene allestito il “Villaggio Barcolana”, composto da circa 200 stands che promuovono il mare in tutte le sue dimensioni ma anche la solidarietà, e rappresenta un’occasione unica, una vetrina eccezionale che in soli 5 giorni può contare oltre 350.000 visitatori. Per la 50&Più di Trieste si è avverato un sogno: quest’anno, infatti, è stata presente con il proprio stand. All’inaugurazione del Villaggio erano presenti il vice presidente vicario di 50&Più, Vincenzo Cozzolino, il presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti, l’assessore al commercio del Comune di Trieste, Elena Pellaschiar ed il presidente 50&Più di Udine, Enea Fabris, insieme ai vice presidenti di 50&Più di Udine e di Gorizia.
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Al presidente di 50&Più provinciale di Trieste, Marina Gruden Vlach, l’onore di tagliare il nastro del gazebo, dando così inizio alla prima “Barcolana” della 50&Più triestina. Al pubblico sono state illustrate le attività e i servizi di 50&Più, distribuite centinaia di copie della rivista 50&Più, depliant e migliaia di gadget. Alla Coppa d’Autunno hanno partecipato ben 1.737 barche. Ha vinto Esimit Europa2, dopo quattro ore di gara, tagliando il traguardo con mezz’ora d’anticipo sulla seconda classificata. Attorno al golfo le rocce del Carso si sono tramutate in un’arena naturale, dove si sono dati appuntamento migliaia di turisti e triestini poiché lo spettacolo è ineguagliabile. Arrivederci alla prossima “Barcolana”. [ UN BRINDISI PER INAUGURARE LO STAND 50&PIÙ PRESENTE ALLA “BARCOLANA 2012”, LA STORICA REGATA PIÙ GRANDE D’EUROPA CON OLTRE 1.700 IMBARCAZIONI IN GARA.
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Canada:50&Più incontra Carp
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n occasione della visita del direttore generale di 50&Più Enasco, Gabriele Sampaolo, e del direttore dell’Area Estero, David Sensi, alle strutture 50&Più Enasco presenti in Canada, si è tenuto l’incontro con i vertici della Carp, l’Associazione Canadese di ultracinquantenni, con cui 50&Più Enasco collabora in diversi progetti per offrire servizi e assistenza ai pensionati oltreoceano. L’incontro si è tenuto presso la sede centrale della Carp, dove viene realizzata anche la loro rivista Zoomer Magazine. Erano presenti tra gli altri: Moses Znaimer, presidente Carp e direttore generale di Zoomer Magazine, Susan Eng, vice presidente Carp, Eric Vengroff, direttore generale Carp, Vincenzo Ghiandoni, coordinatore 50&Più Enasco Canada e David Cravit, vice presidente di Zoomer Magazine.
[ 50&PIÙ ENASCO CON IL DIRETTORE GABRIELE SAMPAOLO (IL TERZO DA SINISTRA) E IL DIRETTORE DELL’AREA ESTERO, DAVID SENSI (IL QUARTO DA DESTRA), ALL’INCONTRO CON I VERTICI CARP IN CANADA. ]
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI
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LE SEDI PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 39/G (ex 45) Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16
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Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Grazia Balsamo, 2/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05048371 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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«Le variazioni vanno comunicate sia da chi non è più proprietario, sia da chi lo è» [ DI
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o scorso 31 ottobre è stato pubblicato il modello Imu con le istruzioni, un apposito stampato sulla cui prima facciata si riportano le indicazioni su Comune destinatario e dati identificativi del contribuente e degli eventuali contitolari. Nella seconda facciata vanno descritti gli immobili dichiarati. I modelli sono distribuiti gratuitamente dai Comuni, che li prelevano sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze: www.finanze.gov.it.
Quando e a chi va presentata la dichiarazione »L’obbligo dichiarativo sorge in caso di variazioni rispetto alle precedenti dichiarazioni Ici e se agli immobili si apporta una modifica. Così per i terreni agricoli se condotti da coltivatori diretti o imprenditori iscritti alla previdenza agricola (Iap). Il modello va presentato: • entro il 4/2/2013, in caso di obbligo dichiarativo prima del 5/11/2012; • entro il 10/4/2013, in caso di obbligo dichiarativo dopo il 5/11/2012. Può essere inviato all’Ufficio Tributi del Comune telematicamente (con posta certificata) o a mezzo posta raccomandata senza ricevuta di ritorno. Data la complessità della norma, è indispensabile contattare l’Ufficio Comunale competente per evitare spiacevoli sorprese. Se l’immobile dovesse insistere sul territorio di più Comuni, la dichiarazione andrà presentata ad ogni singolo Comune, un qualcosa che richiede il concorso non gratuito di molti tecnici.
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«Il modello acclude le istruzioni, ma data la complessità, è sempre meglio rivolgersi al 50&Più Caaf»
Chi deve presentare la dichiarazione »Le variazioni vanno comunicate sia da chi ha cessato di essere soggetto passivo, sia da chi ha iniziato ad esserlo e, se più soggetti dovessero essere titolari dell’immobile, ciascuno è tenuto a dichiarare la parte spettante, sempre che non si presenti una dichiarazione congiunta. Non è chiaro se la dichiarazione vada presentata per gli immobili in concessione su beni demaniali e per gli immobili istituzionali di Enti pubblici.
Modalità di compilazione »Trattiamo, in sintesi, le modalità di compilazione del suddetto modello: • nei punti 1 e 2 si riportano i dati dell’immobile e la sua ubicazione; • nei punti 3 e 6 vanno riportati la sezione ed il subalterno, se esistenti; • nei punti 4 e 5 vanno riportati il numero del foglio e della particella; • nei punti 7 e 8 vanno indicate la categoria e la classe del fabbricato, nonché la qualità dei terreni e la loro redditività; • nei punti 9 e 10 dovrà essere riportato, se
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noto, il numero di protocollo e il numero della domanda di accatastamento; • il punto 11 va barrato se ci si trova dinanzi a fabbricati di interesse storico, artistico, a fabbricati dichiarati inagibili, inabitabili e, di fatto, inutilizzati; • nel punto 12 va riportato il valore dell’immobile. Se l’immobile gravita sui territori di vari Comuni, il valore da riportare deve essere calcolato in rapporto alla superficie dell’immobile che insiste sul territorio di ciascun Comune e quindi dei parametri da questi fissati; • nel punto 13 va specificata la quota di possesso, esprimendola in percentuale; • il punto 14 va barrato se ci sono le condizioni per specifiche riduzioni (si vedano, a pag. 13 dell’appendice, le voci “definizione dei fabbricati”, “area fabbricabile” e “terreno agricolo”); • il punto 15 va barrato se ci sono le condizioni per l’esenzione dall’imposta (si veda, a pag. 16 dell’appendice, la voce “esenzioni)”; • nel punto 17 va indicata la detrazione per l’abitazione principale; • nel punto 18 va inserita la data di ultimazione di eventuali lavori; • i punti 19 e 20 vanno barrati se il contribuente ha acquistato o ceduto il diritto sull’immobile. Vista la complessità e considerata la scarsa affidabilità delle norme finora in vigore, 50&Più Caaf è a disposizione in tutte le province per la compilazione. DICEMBRE 2012
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FISCO
IMU: È ARRIVATO IL MODELLO DI DICHIARAZIONE
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PREVIDENZA
PER L’ASSEGNO SOCIALE, cresce dal 2013 il requisito dell’età «65 anni e 3 mesi compiuti. Questo il nuovo requisito che dal 2013, sarà necessario per ottenere l’assegno sociale» [ DI
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GIANNI TEL ]
al 1° gennaio 2013 il requisito dell’età, 65 anni per le donne e gli uomini, per ottenere l’assegno sociale è soggetto all’incremento della speranza di vita. Di conseguenza, in applicazione della legge n. 122/2010 e della riforma “Fornero” (legge n. 214/2011), l’accesso all’assegno sociale nonché all’assegno sociale sostitutivo della pensione d’inabilità civile, all’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e alla pensione non reversibile ai sordi, è previsto solo dal compimento dei 65 anni e 3 mesi di età. Naturalmente con l’innalzamento del requisito anagrafico per l’assegno sociale dal 1° gennaio 2013, la pensione d’inabilità civile, l’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e la pensione non reversibile ai sordi, sono concessi, tenuto conto del riconoscimento sanitario e sussistendo le altre condizioni socio-economiche previste - limiti di reddito (vedi Tabella A) - a tutti coloro di età non inferiore al diciottesimo anno e fino al compimento del 65° anno e 3 mesi. Chi, invece, provvede a presentare all’Inps la domanda di assegno sociale e compie 65 anni entro il 31 dicembre prossimo, in presenza anche dei requisiti socio-economici necessari (vedi Tabella B) ha diritto alla prestazione secondo la normativa previgente e quindi 65 anni di età. La stessa possibilità è prevista anche per gli invalidi civili titolari di pensione di inabilità, assegno mensile per invalidità parziale e pen-
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sione non reversibile ai sordi, che compiono 65 anni entro il 31 dicembre 2012. Oltre all’adeguamento del requisito anagrafico in base alla speranza di vita, previsto con cadenza triennale dal 2013 e biennale dal 2021, cioè 3 mesi dal 2013 e ipotizzati in 4 mesi dal 2016, a partire dal 1° gennaio 2018 il requisito anagrafico per il conseguimento dell’assegno sociale, degli assegni sociali sostitutivi dell’assegno mensile di assistenza a favore dei sordomuti, della pensione di inabilità civile e dell’assegno mensile a favore dei mutilati e invalidi civili, sarà aumentato di un anno oltre all’incremento della speranza di vita di cui si è fatto cenno prima (vedi Tabella C). Vediamo adesso quali sono i presupposti per l’accesso all’assegno sociale dell’Inps e alle prestazioni assistenziali di invalidità civile.
L’assegno sociale »Si tratta di una prestazione di carattere assistenziale che prescinde del tutto dal pagamento dei contributi e spetta ai cittadini che si trovino in disagiate condizioni economiche.
A chi spetta »I requisiti richiesti sono i seguenti: • cittadinanza e residenza sul territorio nazionale. Ne hanno comunque diritto anche i rifugiati politici, nonché i cittadini dell’Unione europea, purché risiedano in Italia; • 65 anni di età, sia per gli uomini e sia per le
donne (ma la riforma dal 2013, come si è detto, innalza questo requisito e lo aggancia all’adeguamento alla speranza di vita); • assenza di redditi, ovvero conseguimento di redditi inferiori ad un determinato limite (vedi Tabella B); • dal 1° gennaio 2009, inoltre, è richiesta una ulteriore condizione costituita dal soggiorno legale, in via continuativa, per almeno dieci anni in Italia.
L’importo spettante »L’importo dell’assegno sociale viene fissato in base all’entità del reddito personale e, nel caso di persone sposate, si tiene conto del reddito cumulato con il coniuge: la prestazione può essere liquidata in misura intera o ridotta. Per esempio, se il richiedente ha un reddito annuo di duemila euro, avrà diritto ad un assegno sociale annuo di 3.577 euro pari a 275,15 euro mensili, tenendo conto del fatto che quest’anno l’importo dell’assegno è di 429 euro e il limite di reddito, del richiedente non coniugato, è di 5.577 euro. Se un richiedente coniugato ha un reddito, cumulato con il coniuge, di 8.000 euro, avrà diritto ad un importo di 3.154 euro annui pari a 242,62 euro mensili, tenendo conto del fatto che l’importo dell’assegno sociale è di 429 euro e il limite di reddito del richiedente coniugato è pari al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale, cioè 11.154 euro.
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»Ai finiQualidelredditi diritto all’assegno sociale, per reddito si intende tutto ciò che il soggetto richiedente e il proprio coniuge possiedono in via continuativa, compresi i redditi esenti da Irpef (come, ad esempio, la pensione di guerra) e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva (interessi bancari, Bot, Cct ecc.). Non contano, invece, il reddito derivante dalla casa di proprietà, purché direttamente abitata dal richiedente, i trattamenti ricevuti a titolo di liquidazione per fine rapporto di lavoro e le competenze arretrate soggette a tassazione separata, lo stesso assegno sociale e i proventi provenienti da alcune forme assistenziali (le indennità di accompagnamento, gli assegni per l’assistenza personale continuativa erogati dall’Inail per invalidità permanente assoluta, gli assegni per l’assistenza personale e continuativa pagati dall’Inps ai pensionati per inabilità, l’indennità di comunicazione per i sordomuti, l’assegno agli ex combattenti di guerra).
Le altre prestazioni assistenziali »Malgrado le modifiche introdotte nel 2010 e 2011 dalle leggi approvate con le diverse manovre economiche, nulla è cambiato e, allo stato attuale, sono considerati invalidi tutti coloro affetti da minorazioni non riconducibili a causa di guerra, di servizio e di lavoro, che appartengono ad una delle seguenti categorie: • i cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni affetti da menomazioni congenite o acquisite che comportano una riduzione della capacità di lavoro non inferiore ad 1/3; • i minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie dell’età; • i cittadini con più di 65 anni non autosufficienti.
di assistenza »AgliL’assegno invalidi, con età tra i 18 e 65 anni ed un grado di invalidità compreso tra il 74 e il 99%, spetta un assegno mensile di assistenza per 13 mensilità. Per fruire dell’assegno - pari quest’anno a euro 267,57 mensili - l’invalido deve essere disoccupato, residente in Italia ed avere un reddito annuo personale (quello del coniuge non conta) che non superi un determinato limite (euro 4.596,02 per il 2012). In presenza di queste condizioni, anche i cittadini stranieri, compresi gli extracomunitari se titolari di carta di soggiorno, possono ottenerlo.
La pensione di inabilità »Spetta agli invalidi ai quali sia stata riconosciu-
ro 492,97 mensili, viene erogato per 12 mensilità. Detta prestazione viene concessa a prescindere dall’età e dalle condizioni economiche dell’interessato. Possono ottenerla a qualsiasi età, sia le persone meno abbienti che i benestanti. Non è poi legata alla composizione del nucleo familiare e non è reversibile. È cumulabile con la pensione d’inabilità e con altre prestazioni spettanti per altre minorazioni civili, ai ciechi e ai sordomuti. È opportuno, comunque, data la particolare materia rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco i quali, gratuitamente e presenti su tutto il territorio nazionale, sono in grado di fornire ogni informazione e provvedere all’inoltro on-line delle domande in esame.
ta un’inabilità lavorativa totale e permanente del 100%. L’importo è pari a quello stabilito per l’assegno di assistenza, ma le condizioni di accesso sono più facili in quanto il limite di reddito annuo personale è molto più elevato (euro 15.627,22 per il 2012.)
L’indennità di accompagno »Questa prestazione è un sostegno economico che viene erogato alle persone che non sono in grado di camminare o di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita (mangiare, lavarsi, vestirsi ecc.). L’importo dell’indennità, pari a eu-
TABELLA A LE PRESTAZIONI ASSISTENZIALI: IMPORTI E LIMITI DI REDDITO 2012
Categorie Invalidi civili con grado di invalidità compreso tra il 74 e il 99% Pensionati di inabilità con grado di inabilità lavorativa totale e permanente del 100% Sordomuti
Importo assegno mensile x 13 267,57 euro
Limite di reddito annuo personale 4.596,02 euro
267,57 euro
15.627,22 euro
267,57 euro
15.627,22 euro
Nota: gli invalidi totali (100%) e i sordomuti con almeno 60 anni di età, hanno diritto ad una maggiorazione sociale che porta l’assegno di pensione a € 616,97 al mese se hanno un reddito annuo inferiore quest’anno a € 8.020,61, elevato a € 13.597,61 se coniugati.
TABELLA B ASSEGNO SOCIALE: IMPORTO E LIMITE DI REDDITO 2012
Pensionato non coniugato Reddito annuo Importo assegno proprio mensile per 13 Zero 429 euro meno di 5.577 euro ridotto in proporzione più di 5.577 euro zero
Pensionato coniugato Reddito annuo Importo assegno cumulato mensile x 13 meno di 5.577 euro 429 euro da 5.577 euro ridotto a 11.154 euro in proporzione più di 11.154 euro zero
Nota: i pensionati con un’età pari o superiore a 70 anni hanno diritto ad una maggiorazione sociale che porta l’assegno di pensione a € 616,97 al mese se hanno un reddito annuo inferiore quest’anno a € 8.020,61, elevato a € 13.597,61 se coniugati.
TABELLA C ASSEGNO SOCIALE E PRESTAZIONI SOSTITUTIVE DI INVALIDITÀ CIVILE
Anno 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Requisiti di età per l’accesso 65 65 e 3 mesi * 65 e 3 mesi * 65 e 3 mesi * 65 e 7 mesi * 65 e 7 mesi * 66 e 7 mesi *
* Per tali decorrenze si è tenuto conto dei prevedibili adeguamenti alla “speranza di vita” già a partire dal 2013 e per gli anni a seguire, fino al 2018.
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Non si avrà diritto all’assegno se si possiedono redditi superiori al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale.
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LIBRI
«È un buon libro quello che si apre con aspettativa e si chiude con profitto» Amos Bronson Alcott, Table Talk, 1877
DI RENATO MINORE
ITALIANI PERICOLOSI
LETTERATURA DA VIAGGIO
DAL LIBRO AL CINEMA, E RITORNO Lo abbiamo letto e riletto, lo abbiamo visto al cinema. Ora Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, possiamo ascoltarlo grazie alla splendida interpretazione di Toni Servillo (Emons Feltrinelli, euro 18,90).
L’ENEIDE, SCORREVOLE E MODERNA Anche Virgilio, il poeta più musicale che si conosca, è un audiolibro con l’Eneide, scorrevole e moderna per la traduzione di Cesare Vivaldi e la lettura del duo Agalbato-Sargentini (Emons Feltrinelli, euro 19,90).
! E-BOOK: L’ELEGANZA DEL RICCIO DI MURIEL BARBERY Edizioni E/O 90 I
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accompagna il lettore alla scoperta degli animali pericolosi presenti in Italia, raccontandone la biologia e l’effettiva pericolosità, senza pregiudizi e senza dimenticare la realtà del passato e quella dei Paesi tropicali, dove ogni anno solo la malaria uccide un milione di persone. Un’Africa italiana forse poco rassicurante ma certo inaspettata e sorprendente, in cui l’animale più pericoloso per l’uomo, cifre alla mano, resta però di gran lunga l’uomo stesso.
te amore per una modella cubana, il tempo che macina tutto, il privato che diventa catarsi pubblica. Come il bambino che raccoglie il rocchetto della madre, anche lui aspetta lo stupore e la meraviglia di chi legge per esprimere lo stupore e la meraviglia di essere - sempre e comunque - Evtushenko.
Marco Di Domenico Bollati Boringhieri - 308 pagine euro 18,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
L’Italia è tra i Paesi più densamente abitati del mondo e non si può dire che il suo territorio sia rimasto incontaminato. È anche il Paese europeo a più alta biodiversità, con migliaia di specie animali, molte delle quali vivono solo qui. Viviamo, insomma, in un Paese dalla natura sorprendentemente ricca. E la natura non è solo un paesaggio idilliaco, ma molto di ciò che è naturale, può essere anche pericoloso. Le specie animali italiane dannose per l’uomo sono tantissime: meduse, squali, ragni, scorpioni, zecche; e poi vermi parassiti, api, vespe, attinie, ricci di mare e molluschi. E ancora vipere, pesci velenosi, mosche, acari, ratti e topi, scarafaggi e pidocchi e persino alcune falene. Vivono in mare come in montagna, nelle campagne come nelle abitazioni umane. Molte infestano l’organismo, altre trasmettono gravi malattie; altre ancora sono armate di pungiglioni, denti velenosi, tossine potenti. Italiani pericolosi. Leggende e verità sugli animali di casa nostra di Marco Di Domenico, autore anche degli eccellenti disegni,
LA COLLERA Andrea Di Consoli Rizzoli - 232 pagine euro 18,50
DORA FRANCO. CONFESSIONE TARDIVA Evgenij Evtushenko Es, 120 pagine euro 20,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
Maschere e metamorfosi di un poeta che, da perenne adolescente, ha sempre saputo trasformare la biografia in “eterno spettacolo”. Nella Russia di Stalin, poi di Kruscev, giocando tra ortodossia e dissidenza in un precario elastico che strategicamente lo lanciava mentre la gente intonava i versi proibiti di Baby Jar, quel poeta voleva essere il nuovo Majakovskij. Oggi, a 80 anni, Evtushenko è ancora vitale, nel poemetto lancia il sasso: un travolgen-
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Pasquale Benassia, calabrese e antimeridionale, è l’eroe, anzi l’antieroe di cui Andrea Di Consoli racconta la storia in un romanzo assai denso e a suo modo drammatico. Nella storia ci sono le sue idee estremistiche, il trasferimento a Torino alla Fiat come operaio negli Anni ‘60, un’avventura sentimentale finita male che lo riporta in Patria, ferito a morte, braccato, distrutto, povera marionetta in mano a un destino di sofferenza ed emarginazione cui non potrà più sfuggire. A meno di quaranta anni, con tre romanzi e molta poesia alle spalle, Di Consoli è un narratore vigoroso, con una “visione” della vita e del Sud che diventa la sua scrittura ansiosa e tormentata da cui il lettore è avvolto.
CONSIGLIATI DA 50&PIÙ
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LETTERATURA TRA INNOVAZIONE
DI DARIO DE FELICIS
E TRADIZIONE
Twitter Fiction Festival Non era mai successo che un social network diventasse festival. Eppure, a sei anni dalla sua creazione, Twitter si reinventa proponendo la sua prima manifestazione letteraria, naturalmente online. Il Twitter Fiction Festival, dal 28 novembre al 2 dicembre, rappresenta di fatto l’unico evento ufficiale di narrativa in cui possono essere utilizzati solamente 140 caratteri. Si creano nuove forme di comunicazione ed il famoso sito di microblogging spera di trovare con il festival nuovi talenti “twitterari” (tra twitter e letterari). «Vogliamo invitare gli autori e i narratori di tutto il mondo a spostare il limite di ciò che si può fare con i contenuti sul nostro sito», spiega Andrew Fitzgerald, uno dei responsabili della comunicazione del festival. Sulle forme narrative che possono essere utilizzate dai partecipanti c’è la libertà assoluta: dalla finta chat ai racconti in pillole fino al micro romanzo, ce n’è per tutti i gusti. Se Twitter aprirà una nuova pagina di letteratura lo dirà solo il tempo; intanto ci si può sistemare davanti al proprio computer e godersi la sfida, fino all’ultimo “cinguettio”. Courmayeur Noir in Festival 2012 Dal 10 al 16 dicembre torna il Courmayeur Noir in Festival 2012, giunto ormai alla XXII edizione. Il festival, che da anni rappresenta la più importante rassegna italiana di cinematografia e letteratura nera, stavolta celebra Alfred Hitchcock e Don Winslow, uno degli autori più rappresentativi del poliziesco americano contemporaneo. Tema centrale della kermesse è Noi e la Mafia, analizzato e discusso con illustri scrittori e sceneggiatori come Evan Wright, Marcello Fois e Andrea Purgatori, o esperti in materia come Salvatore Lupo. Ma non è finita qui, perché il festival ruota a 360 gradi e arriva anche a toccare forme di comunicazione meno note, con l’audiodramma Il giardino di Gaia di Massimo Carlotto, in un perfetto connubio tra tecnologia e tradizione orale. E ancora, televisione con la proiezione della prima puntata di Criminal Minds - 8 e dei primi due episodi della nuovissima serie Awake. C’è spazio anche per i più piccolini nella sezione “Mini Noir”, con l’esposizione Dinosauri in carne e ossa - Dai grandi rettili ai dominatori dell’Era Glaciale. Courmayeur si veste di nero, e per sei giorni sono tutti invitati a visitarla.
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Twitter Fiction Festival: www.twitter.com Courmayeur Noir in Festival 2012: Tel. 068603111- Fax 0686213298 www.noirfest.com - noir@noirfest.com
LE MACERIE DI HAITI Fabrizio Lorusso Romina Vinci Edizioni L’Erudita euro 14,00 Il racconto di un Paese attraverso gli occhi, e le emozioni, di due viaggiatori. Una narrazione lucida e personale di Haiti e dei suoi abitanti, attraverso un’esperienza destinata a cambiare per sempre la vita di chi intraprende un viaggio nei luoghi più “difficili” del mondo. La povertà, la dignità, le contraddizioni di un popolo raccontate a due voci, da due giornalisti che, a distanza di un anno l’uno dall’altra, hanno visto e soprattutto vissuto gli stessi luoghi e, spesso, incontrato le stesse persone. Per scoprire che molte cose non sono cambiate. Fabrizio Lorusso atterra a Port au Prince nel febbraio del 2010, un mese dopo il terremoto che ha devastato il Paese; Romina Vinci arriva nell’ottobre del 2011, quando l’impatto mediatico suscitato dal sisma si è già spento da tempo. I due diari di viaggio procedono di pari passo, capitolo dopo capitolo, come un’unica voce, e continuamente si rimandano l’un l’altro, accompagnando il lettore in un racconto individuale e collettivo allo stesso tempo, alla scoperta di quanto resta di una storia, di una notizia, dopo che cala il silenzio.
BLUES! AFROAMERICANI DA SCHIAVI A EMARGINATI Mariano De Simone Arcana Edizioni euro 16,50 Non è solo un accurato volume musicale sul genere. È un viaggio intenso e profondo nella cultura afroamericana dalla schiavitù ai giorni nostri. La musica è certamente l’ago della bussola e trasporta il lettore direttamente nelle ferite della storia; tra emarginazione, razzismo, oppressione psicologica, ghettizzazione e ricostruzione di un’identità. Ne esce un quadro completo e malinconico fatto di documenti che testimoniano che dalla sofferenza può nascere nuova musica. Si passa così dal blues al ragtime, dal jazz allo spiritual in una carrellata di foto e storie che restituiscono un’idea immediata del periodo storico (dalla seconda parte dell’Ottocento e tutto il Novecento) che ha cambiato per sempre il volto degli Stati Uniti. De Simone dimostra il suo talento di banjoista e polistrumentista anche nella descrizione, minuziosa e dettagliata, degli strumenti utilizzati dai singer e le band dell’epoca: anche in questo caso le fotografie dedicate soddisfano il lettore più esigente. Un libro che diventa compendio fondamentale per chiunque voglia accostarsi al blues con curiosità e passione, ma anche per chi crede di saperne già abbastanza.
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DRAMMATICO
LE PALUDI DELLA MORTE
Regia di Ami Canaan Mann con Chloe Moretz, Sam
Worthington, Jessica Chastain 50&PIÙ CONSIGLIA:
Ispirato a fatti realmente accaduti (lo sceneggiatore è Don Ferrarone, ex agente speciale antidroga), il film racconta la storia del detective della omicidi, Mike Souder (S. Worthington), e del suo partner Heigh (J. Dean Morgan), alle prese con un serial killer che getta i corpi delle sue vittime in un’area paludosa del Texas (ma il film è girato in Louisiana), i Killing Fields del titolo originale, su cui indaga anche l’agente Pam Stall (J. Chastain). Ottimo thriller diretto dalla figlia del celebre regista di Heat - La sfida e Collateral). COMMEDIA
TO ROME WITH LOVE Regia di Woody Allen con Ellen Page, Woody Allen, Penélope Cruz 50&PIÙ CONSIGLIA:
Quattro storie (tra cui una con Benigni e una con P. Cruz) che hanno come comune denominatore l’ambientazione nella “Città Eterna“, dove Woody Allen s’è trasferito dopo aver raccontato Barcellona e Parigi. La curiosità maggiore di questa nuova avventura metropolitana è che, in uno degli episodi, troviamo lo stesso Allen come attore nei panni di un padre in viaggio con la moglie a Roma per conoscere il fidanzato italiano della figlia. E per chi ama il regista newyorchese, anche solo questi pochi minuti valgono la visione di un film che sotto molti aspetti appare un po’ stereotipato.
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DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA
RECENSIONI cinema LA REGOLA DEL SILENZIO regia di Robert Redford con S. Sarandon, S. Tucci, N. Nolte, J. Christie, S. Elliot, R. Jenkins, S. Labeouf, C. Cooper e A. Kendrick Genere: Thriller 50&PIÙ CONSIGLIA:
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na gigantesca caccia all’uomo: da una parte l’Fbi, dall’altra un ex pacifista radicale, in mezzo la ricerca della verità. Per Redford passano gli anni, ma gli ideali restano. Il regista e attore americano fa ancora le pulci al “sistema“, chiamando in causa un romanzo di Neil Gordon: un ex contestatore della politica guerrafondaia degli Usa, trent’anni dopo il Vietnam e una rapina finita male, vive sotto falso nome facendo l’avvocato. Quando un membro del suo vecchio gruppo viene arrestato, l’uomo fugge: sulle sue tracce, oltre ai federali, anche un giovane e rampante giornalista.
LOVE IS ALL YOU NEED regia di Susanne Bier con Pierce Brosnan, Trine Dyrholm Genere: Commedia romantica
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DRAMMATICO
W. E. EDWARD E WALLIS
Regia di Madonna con Abbie Cornish, James D’Arcy, Andrea Riseborough 50&PIÙ CONSIGLIA:
Dopo l’esordio, di Sacro e profano, la cantante Madonna si avventura, da regista, nel racconto della storia d’amore tra Edoardo VIII (J. D’Arcy) e la divorziata Wallis Simpson (A. Riseborough), che portò all’abdicazione nel 1936 dell’erede al trono. Non contenta, Lady Ciccone lega il tutto con il presente di un’odierna Wallis (A. Cornish), un’altoborghese newyorchese che vive nel mito della sua omonima. Tra immagini superpatinate, spot di Cartier, Chanel e Sotheby’s, si dipana un film ambizioso e confuso.
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li ingredienti per far colpo ci sono tutti: toni agrodolci con spruzzate di drammatica ironia. E poi c’è Sorrento, che fa da cornice a una storia d’amore densa. Perché d’amore si parla in questo film poco hollywoodiano e molto danese (dirige il premio Oscar de In un mondo migliore), interpretato da Pierce Brosnan e Trine Dyrholm: lui è un manager vedovo corteggiato dalla cognata, lei una parrucchiera malata di cancro e tradita dal marito. S’incontreranno in Italia per celebrare un matrimonio che, forse, non si farà. Ma che importa... è l’amore che conta.
TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE regia di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Villaggio Genere: Commedia grottesca 50&PIÙ CONSIGLIA:
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ntonio Albanese getta uno sguardo sull’Italia di oggi, alle prese con una crisi economica, politica e dei costumi. E ammonisce le platee al grido di «il lupo perde il vizio ma non ‘u pilu». Alla sua terza collaborazione col regista Giulio Manfredonia, con cui aveva già lavorato in Qualunquemente, Albanese indossa la maschera di Cetto La Qualunque, politico ambiguo e detestabile. A fargli compagnia il mistico Frengo Stoppato, il secessionista Rodolfo Favretto e il sottosegretario avido con il volto di Fabrizio Bentivoglio. Nel cast Paolo Villaggio, nel ruolo di un comico che diventa Presidente del Consiglio.
COMMEDIA
CILIEGINE
Regia di Laura Morante con Laura Morante, Pascal Elbé, Isabelle Carré 50&PIÙ CONSIGLIA:
Amanda (Laura Morante) ha sempre avuto con gli uomini rapporti complicati: li giudica inaffidabili, li guarda con sospetto, pronta a cogliere i segni dell’arroganza, del tradimento, dell’indifferenza. Secondo il marito della sua migliore amica Florence, un eccentrico psicanalista, Amanda è affetta da androfobia: ha paura degli uomini. È fatale che qualunque inezia diventi un preludio al peggio e il pretesto per interrompere le sue relazioni. Curioso debutto alla regia della Morante, con un occhio alla commedia francese da cui prende molti stilemi.
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CORTEMAGGIORE (PC)
DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS
RECENSIONI teatro
musica MILANO
IL RISVEGLIO DELLE COSCIENZE Genova, dal 4 al 7 dicembre
BOLOGNA
MARGHERITA MIRABELLA
L’8 dicembre al Fillmore Cortemaggiore (Pc), Vinicio Capossela porta sul palco i brani del suo ultimo album Rebetiko Gymnastas. Per stessa ammissione del polistrumentista: «Sono canzoni in greco, per debito nei confronti della Grecia, che ha donato al mondo oltre alla civiltà anche il rebetiko, una delle più straordinarie musiche urbane del mondo». Una musica che porta in sé il cromosoma della ribellione. Pura e schietta, da suonarsi preferibilmente in luogo chiuso, quasi fosse un rito da officiare con pochi eletti.
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nche Genova col suo Teatro Stabile diventa palcoscenico ideale per non dimenticare, per non aver paura e per continuare a credere. È ospite del Teatro Duse, infatti, lo spettacolo Per non morire di mafia, tratto dall’omonimo libro del Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso. A dar voce e volto alla vicenda professionale e umana di un “uomo contro” come Grasso, c’è un altro siciliano, l’attore Sebastiano Lo Monaco. Il suo monologo, lucido e vibrante, in scena dal 4 al 7, cattura lo spettatore, scuotendolo. E forse è proprio questo lo scopo: smuovere le coscienze di tutti, ancor più quelle dei giovani, che sono il nostro futuro. Trent’anni di lotta contro la criminalità organizzata, un’esperienza raccontata e rappresentata per non perdere mai di vista la pericolosità di questo cancro che continua ad avanzare e che anche la nostra coscienza civile dovrebbe contribuire ad annientare. Info: 0105342200
DUE TEATRI A PASSO DI DANZA Torino, fino al 6 gennaio
Il Ricreazione Tour di Malika Ayane fa tappa a Milano, il 3 dicembre al Teatro degli Arcimboldi e il 4 dicembre al Blue Note. È il primo lavoro da produttrice artistica per la Ayane, ma la forza del tour sono le canzoni, ludiche e spensierate, impreziosite da numerose collaborazioni: da Paolo Conte, Pacifico, Tricarico, Boosta, The Niro, fino ad un brano inedito musicato da Sergio Endrigo. Lo stato d’animo della Ayane, finalmente sereno e giocoso, si nota e si respira in tutta la tracklist: che la ricreazione abbia inizio. ROMA
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Ascoltarli nella loro città rende il concerto un piccolo evento. Gli Stadio hanno da poco compiuto 30 anni e per festeggiare si sono regalati una torta di Diamanti e Caramelle, dal titolo del loro ultimo album. Mercoledì 12 dicembre sono al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna per cantare storie d’amore, e non solo. La voce un po’ roca, unica, di Gaetano Curreri si fonde con le note delicate e mai eccessive delle chitarre, proponendo pop più di maniera, che unisce un sound ben noto ai fan, con testi di altissimo livello.
ra le varie proposte culturali, il capoluogo piemontese ci propone un dicembre all’insegna della danza. Realtà diverse fra loro, generi e spazi differenti, due mondi lontani ma un comune denominatore, l’amore per il ballo: queste sono le appassionate risposte del Teatro Regio e dell’Aldobaraldo. Il primo con le straordinarie coreografie di Maurice Béjart, il secondo sede storica del Torino Anima Tango. Fino al 5, al Regio, possiamo assistere a L’Oiseau de feu - Syncope - Le Sacre du Printemps, capolavori del geniale coreografo che ha contribuito sensibilmente alla nascita della danza contemporanea mescolando l’universo musicale, lirico, teatrale e coreutico. Con musica eseguita dall’Orchestra del Teatro Regio, va in scena la Compagnia Béjart Ballet Lausanne diretta da Gil Roman. Seguono dal 7 al 14 in prima nazionale Light e il famosissimo Boléro su musiche di Maurice Ravel. Info: 0118815241/242 La seconda proposta torinese vede in scena passione, virtuosismo, sensualità, istinto ma anche tecnica, caratteristiche che gli appassionati di tango rivivranno dal 22 dicembre al 6 gennaio nel decimo Festival Internazionale di Tango ospitato dall’accogliente spazio Aldobaraldo. Professionisti di fama internazionale saranno pronti a impartire lezioni e dimostrazioni coordinate da Alfonso Fuggetta. Info: 3357224576
Per chi fosse interessato a prendere i biglietti per il Concerto di Natale in Vaticano si consiglia di farlo velocemente perchè i posti sono limitati e ambiti. Quest’anno il Concerto giunge al traguardo dei 20 anni e per l’occasione torna nell’Aula Paolo VI, il 5 dicembre. Artisti di ogni Nazione, religione e cultura si alternano sul palco, regalando ai presenti un’indimenticabile mescolanza di generi musicali, dalla lirica al rock, passando per il folk, il gospel, la musica classica, etnica e qualsiasi altra forma di espressione musicale. DICEMBRE 2012
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ORIZZONTALI 1. Deposito (abbrev.); 4. Un... di musica; 5. Una colazione all’aperto; 9. Corrado che ha condotto Enigma e Telefono giallo alla tivù; 14. Un acido per la fabbricazione di lubrificanti; 17. Sigla di Torino; 18. Massiccio calcareo dell’Appennino campano; 21. Un difetto trascurabile; 22. L’unica municipalità del comune di Cagliari e di tutta la Sardegna situata nella porzione nordoccidentale del suo territorio; 23. Se; 24. Società Italiana Vetro; 26. Passano con gli anni; 27. Le consonanti nel bivio; 28. Permettono di espatriare; 31. I timori di chi sta sulle spine; 35. La Crescenzi della prosa; 36. Compose l’opera lirica Goffredo Mameli; 38. Coperchi... senza cerchi; 39. Il lavoro di Lehár rappresentato per la prima volta al teatro Metropol Berlino il 10/10/1929; 40. In fondo al periodo; 41. Vigilare assiduamente; 42. Un Eero grande architetto; 44. Il nome della Papas; 46. Un interruttore elettrico automatico; 47. Dimostrativo francese; 48. In mezzo; 49. Lo Scola regista; 51. Si trovano in Internet; 52. Conosciuta da tutti; 55. In testa al sovrano;
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56. Animaletti... con i baffetti; 58. I... confini del Texas; 59. Royal Ulster Constabulary; 60. Il... pane che sa di sale; 62. Formano lo scheletro delle anche; 64. Fa ottenere permessi ai carcerati; 68. Essi... a Parigi; 69. Il tabloid più venduto d’Inghilterra; 70. Commise il primo delitto; 71. Nefertiti e Cleopatra l’usavano per la bellezza; 72. Alla fine del buio; 73. Si danno alle cose. VERTICALI 1. Un accidente musicale; 2. Romanzo di Grazia Deledda; 3. Perduta; 4. Medio Oriente; 5. Bagna quattro regioni; 6. Con i; 7. In rima;
8. Le savane del Brasile; 9. È a nord della Sardegna; 10. Le hanno tutte e due!; 11. Fatto senza intenzione; 12. Iniziali della Ekberg; 13. Lo studio dei rapporti tra gli individui di una comunità; 15. Nel Tirso; 16. Ha la lingua lunga; 17. La fascia dei potenziali acquirenti d’un prodotto; 19. Una vincita ben azzeccata al Lotto; 20. Odiati o malvisti; 23. Un pregiato legno; 24. La statua nel porto di Copenaghen; 25. Aver pregio; 27. Giuseppe autore del quadro La canzone del pappagallo (1917); 29. La donna... del gangster; 30. Ricchezze favolose; 32. È stato un asso del calcio; 33. Sferzata, colpo rapido; 34. Sigla dell’Olanda; 37. Ballava nell’arem; 39. Fenomeno di magnetismo; 43. La fine del valzer; 45. Pareti... senza pari; 47. C’è chi le combina con le cotte; 50. Dove cresce inverdisce; 51. Vi si stabilì David; 52. Il fiume di Empoli; 53. Germogliato; 54. Le... gemelle in lutto; 57. Al quale o... ai quali; 61. Vi nacque Albert Einstein; 63. L’inizio dell’enigma; 65. Il finale del Caimano; 66. In mezzo al molo; 67. Nei tetti e cantina.
» soluzioni a pag. 98
COMPOSIZIONE Lionello
INDOVINELLI Favolino
» Inserite nello schema le parole elencate qui sotto, tenendo conto della loro lunghezza. 9 lettere: 8 lettere: 7 lettere: 6 lettere: 4 lettere:
CAMMINARE - CELEBRITÀ SCALETTA - TRAGEDIA ICEBERG - NUTRITE - REATINI - SARTINE ACULEI - COSCHE ALTI - AREA - ANCE - MALE
» Il paese delle meraviglie È il “Paese d’Alice”, oltre lo specchio, in cui tutto è diverso, anche i colori: il bianco, il giallo, il nero e il rosso... Tu li vedi sempre di un bel verde blu. » Il vecchio strozzino Certo è un uomo da poco... e a petto ad altri lo vedi calvo, debole e sdentato, che ha il gusto di succhiare avidamente i beni e le sostanze della gente.
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Enrico Diglio
Osservate attentamente i quattro gruppi di figure sotto riportate e dite quale di essi, secondo logica, può essere considerato “intruso”.
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ORIZZONTALI 2. Sigla di Cosenza; 4. Iniziali di Tognazzi padre; 5. Non lo perde mai chi è molto padrone di sé; 8. Personifica il tradimento; 10. Yul del film Taras il magnifico, del 1962; 12. Ammonisce i calciatori; 13. Salottino per la toletta; 14. L’inseparabile amico di Harry Potter; 15. Aspri come i limoni; 16. Il quartiere di Londra ricco di ritrovi notturni; 17. Se. VERTICALI 1. Forze armate; 2. Jill del film Amare oltre la vita, del 1986; 3. Lo dice la mammina al suo bimbo che sta per addormentarsi; 4. Unione Bancaria; 6. È famosa la sua vittoria; 7. Assomigliano ai caproni; 9. Dilazione di pagamento; 10. Un dolce a forma di fungo; 11. Ente Risicolo Italiano; 15. Sigla di Aosta.
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TEST 2
TEST 3 RIVALE
Inserendo le tre sillabe della parola sopra riportata dopo la prima sillaba delle sei seguenti parole, stando attenti a utilizzare la stessa sillaba solo in due delle sei parole, è possibile ottenerne altrettante. Quali?
TEMATICA - SANA - GARA GIUSTA - STILE - CORDA
Leggete attentamente il seguente brano e andate a pag. 98. Nel corso dell’ultima puntata del quiz televisivo Corri e rispondi, trasmesso dalla televisione privata TeleBorgoverde, Davide ha vinto il premio finale di 32.000 euro dopo aver risposto esattamente a 16 domande e dopo aver eliminato 8 concorrenti.
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OroscoPIÙ
SagittariO
» di ALDEBARAN
SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic.
ARIETE 21 mar. » 20 apr.
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Mercurio nel segno vi renderà più ambiziosi del solito. Possibili contatti con l’estero e legami con stranieri. Avrete sete di sapere e di conoscere il mondo e le etnie umane.
WOODY ALLEN
Per voi, nati di questo segno, gli ultimi giorni del 2012 saranno di grande utilità e piacere. Passerete le feste insieme alle persone che vi stanno più a cuore.
CANCRO 22 giu. » 22 lug.
LEONE 23 lug. » 23 ago.
Vi troverete bene, tra gente allegra o in famiglia per organizzare qualche cenetta con cibi prelibati. Anche i viaggi saranno sotto una buona stella. L’anno finirà bene.
GEMELLI 21 mag. » 21 giu.
Sta per finire il 2012 e vi troverete nel mezzo di allegria e festività. Sarete attivi, intraprendenti e tanto brillanti da destare l’ammirazione di chi vi avrà vicino.
Gli amici saranno generosi e affettuosi, il lavoro vi darà ottimi risultati e la compagnia per le feste non mancherà. Giove vi porterà persone grandi, importanti, fuori del comune.
VERGINE 24 ago. » 22 set.
Sarete fortunati e dotati di un intuito che si dimostrerà molto utile quando prenderete una decisione. Il Sole farà arrivare un po’ di denaro e terrà “caldo“ il vostro conto in banca.
Sarete in attesa di qualcosa che dovrebbe succedere, ma che si farà aspettare ancora un po’. Finirete l’anno insieme a persone in gamba, personaggi in alto nella scala del successo.
CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen.
ACQUARIO 21 gen. » 19 feb.
Il giorno 21 dicembre alle 12.12 il Sole entra nel segno del Capricorno dando inizio al vero inverno. Ci saranno feste, allegria e momenti di gioia in ambienti mondani.
Le stelle vi porteranno maggiore pace e tranquillità. Con Marte nel segno, state attenti alle spese esagerate. Ricordatevi che sotto le feste i prezzi salgono sempre!
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Con Saturno sarà un mese piacevole in tutti i sensi. Le vostre feste avranno anche un tocco di mondanità. Siate prudenti al volante e nel traffico. Anche a piedi!
TORO 21 apr. » 20 mag.
BILANCIA 23 set. » 22 ott. Sarà un mese ricco di avvenimenti. Vi muoverete più del solito e spesso vi troverete in buona compagnia. Attenti: ci saranno le stelle a stimolarvi nelle vostre voglie!
PESCI
20 feb. » 20 mar. Sarà meglio passare le feste in famiglia. Vi troverete bene insieme alle persone care, anche se sarà possibile qualche malinteso con una persona anziana. Passerà presto!
SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI
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10
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R
G
12
I
T
E
13
I
D
T
I
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I
A
R
E
A
B
C
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60
A
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67
T
A
72
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S
8
I
A G O
N
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A R
B
I
B O
R
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A
G
R
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H O
15 16
S
U D O 14
A
T
9
E
P
R
R O I
R O
I
T
54
T
A
T
R
N
A E
G 17
M A
REBUS (9, 5)
REBUS (6, 13)
In G e G, N O sementi = Ingegnose menti
A marsina; scosta ME N tè = Amarsi nascostamente
13
S
O C
34
N
I
L
O A
43
E
N
R
A L
61
U
I
L
S
O M
I
68 73
12
I
INDOVINELLO
U T
11
48
G 53
O 7M B
L
L
T
C
P
A
E
A
6
V
N
C
4
O O
U
3
I
I
R
2
S
33
S
MINI CRUCIVERBA 1
V
I
59
A
N
B
R
S 71
21
E
R
T
O
I
A
C
66
11
R
R
A
G
A
I
T
U
S
42
52
58 65
O
10
27
P
A
L
S
P
N
R
E
I
P
46
20
S
A
51
T
A
M E
I
O
19
A 26
V
31
9
C
M
25
L
50
8
I
18
O 24
M A
COMPOSIZIONE
M
O
23 29
I
P
I
S
L
5
U
P
56
I
69
36
M
Il paese delle meraviglie = Il mare Il vecchio strozzino = Il neonato
TEST 1 / Il gruppo di figure che può essere considerato “intruso” è quello contrassegnato dalla lettera b). In tutti gli altri gruppi, infatti, a differenza del b), i cerchi rossi sono seguiti da un numero di cerchi di colore verde inferiore di un’unità a quello dei cerchi rossi e, a loro volta, i cerchi verdi precedono un numero di cerchi azzurri inferiore di un’unità a quello dei cerchi verdi. Riepilogando: Nel gruppo a) vi sono 4 cerchi rossi, 3 cerchi verdi e 2 cerchi azzurri. Nel gruppo b) “intruso” vi sono 4 cerchi rossi, 4 cerchi verdi e 2 cerchi azzurri. Nel gruppo c) vi sono 3 cerchi rossi, 2 cerchi verdi e 1 cerchio azzurro. Nel gruppo d) vi sono 5 cerchi rossi, 4 cerchi verdi e 3 cerchi azzurri. TEST 2 / Le sei parole che si ottengono inserendo le sillabe della parola RIVALE dopo la prima sillaba delle parole TEMATICA; SANA; GARA; GIUSTA; STILE; CORDA (utilizzando la stessa sillaba solo in due delle parole fornite) sono GIURISTA, CORRIDA, SAVANA, STIVALE, TELEMATICA, GALERA. TEST 3 / Quanti concorrenti ha eliminato Davide nel corso dell’ultima puntata del quiz televisivo Corri e rispondi?
Gli occhi del padre, la bocca della madre. Il sorriso lo può ereditare da te. C o n u n T e s t a m e n t o p e r l ’ u n i c e f. Per i bambini più poveri del mondo la vita dipende da un vaccino, da acqua sicura, dalla possibilità di andare a scuola e di essere protetti da abusi e sfruttamento. Con un lascito all’UNICEF puoi dare loro tutto questo. Scopri come, richiedendo l’opuscolo informativo. Con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato
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