GENNAIO 2015

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.

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Anno XXXVII n. 1 Gennaio 2015 Euro 2.50 - I.P.


Gli occhi del padre, la bocca della madre. Il sorriso lo può © UNICEF AFGA2010-00480 Noorani

ereditare da te.

C o n u n Te s t a m e n t o p e r l ’ U N I C E F. Per i bambini più poveri del mondo la vita dipende da un vaccino, da acqua sicura, dalla possibilità di andare a scuola e di essere protetti da abusi e sfruttamento. Con un lascito all’UNICEF puoi dare loro tutto questo. Scopri come, richiedendo l’opuscolo informativo: puoi inviare il coupon, chiamare il numero 06.47809263 oppure scrivere a lascito@unicef.it Con il patrocinio e la collaborazione del

in busta chiusa o per fax a COMITATO ITALIANO PER L’UNICEF - ONLUS VIA PALESTRO, 68 00185 ROMA TEL. E FAX: 0647809263 www.unicef.it/lasciti

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[anteprime] Tatuaggi e tatuati Sono circa due milioni gli Italiani che hanno deciso di decorare la propria pelle. Una scelta dietro la quale spesso si cela il bisogno di affermare se stessi. A pagina 36

Cipro, un’isola divisa in due Da cinquant’anni le Nazioni Unite stazionano sull’isola per aiutare i Turco-ciprioti e i Greco-ciprioti a ristabilire normali rapporti di convivenza. A pagina 43

La valle della Loria Dimora estiva dei sovrani francesi, è impreziosita da numerosi castelli realizzati già dal X secolo. Nel 2000 l’Unesco l’ha dichiarata Patrimonio dell’Umanità. A pagina 52

Ipnosi: frammenti di inconscio Alla scoperta di una tecnica in grado di agire sulla psiche, per trattare e risolvere varie problematiche, come stress, depressione e ansia. A pagina 61

Un giorno alle Terme Curare, prevenire, rilassarsi... Un soggiorno - anche breve in una Spa termale può offrire questo e molto altro grazie a fanghi, massaggi o specifiche terapie. A pagina 57

ditoriale

[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]

L’hanno chiamata Mafia Capitale, per dire che è cosa locale, poi hanno detto che Roma è troppo grande perché sia un solo, per quanto ramificato, gruppo criminale a spartirsi affari, appalti, traffici illeciti: droga, prostituzione, usura ai quali, come un segno dei tempi, si è aggiunto il grande affare dei rifiuti e dello sfruttamento degli immigrati. Così si è sollevato il coperchio su un intreccio di corruttele in cui il confine tra criminalità e amministrazione della città tendeva ad essere pari a zero. Delinquenti comuni, ex terroristi, rapinatori liberi di indicare nomi di amministratori, di far vincere elezioni manovrando voti e candidati, di decidere politiche e iniziative comunali e regionali. Non saranno l’aggravamento delle pene previste per i reati di corruzione a restituire fiducia nelle istituzioni e nella classe politica e ci auguriamo che un brivido di terrore, oltre che di disgusto, sia corso nelle vene di tutti coloro che la politica vera e pulita la fanno, perché è certo che dentro ogni cittadino degno di questo nome il giudizio di condanna totale e di ripulsa si è formato e sarà un’opera titanica demolirlo per ridare speranza e fiducia nelle istituzioni e nella stessa democrazia. D’altra parte per anni, anzi decenni, ci si è presi gioco dell’onestà, delle regole, dei comportamenti consoni a chi rappresenta le istituzioni, della decenza degli atti e nelle parole. Sono stati premiati atteggiamenti inqualificabili e squalificanti. Quello che si raccoglie è esattamente la qualità di vita pubblica e politica che è stata seminata e che troppi hanno, chi per indifferenza chi per opportunismo, contribuito a creare. Chi ha pagato, paga e pagherà tutto questo? La gente comune, proprio quella di cui più facilmente ci si può approfittare. Chi non può difendersi con le armi della conoscenza, con la capacità e la possibilità di approfondire dati, fatti, regole, e poi tutti coloro che credevano di aver messo in salvo se stessi e la propria famiglia e invece sono stati oggetto di speculazioni indegne e dell’accusa comune di essere destinatari ingrati di risorse pubbliche! Ci sono persone di cui aver fiducia? Sì. Ci sono politici che sanno governare con correttezza, rigore, onestà, rispetto delle regole? Altrettanto certamente sì, e occorre che sentano l’appoggio dell’opinione pubblica e che non sono soli a combattere una battaglia che riguarda tutti. Non ci sono bacchette magiche, parole o alchimie che potranno restituire speranza e fiducia a questo Paese. La speranza va costruita misurandosi con la realtà, giorno dopo giorno, con fatica, lotta, studio. Solo così potrà rinascere la fiducia nel nostro comune destino. GENNAIO 2015

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IN QUESTO

numero

Massimo Ranieri Dai suoi primi dischi alle grandi interpretazioni

20

DI PICCI M ANZARI

Quartieri rinascono... grazie a poesia e pittura

28

DI R OMINA VINCI

Auschwitz-Firenze L’amaro trasferimento del Memoriale Italiano

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28

DI GIOVANNA DALL’ONGAR O

Partorire in casa oggi Polemiche, riflessioni, possibilità

34

DI ADEL AIDE VALL ARDI

Il mondo dei tatuaggi Tra arte e affermazione del sé

36

DI RAFFAELLO CARABINI

Cosa indosso oggi? Il guardaroba tecnologico

40

DI PAOLO NEGRINI

Reportage da Cipro 50 anni di missione Onu

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12

DI I. R OM ANO E R. VINCI

cercando un sogno

47 PARLIAMO DI...

DI RITA NICOSANTI

I Castelli della Loira tra fascino e mistero

52

DI LORIS POR CHERI

Benessere alle Terme: un giorno tutto per me

57

DI BARBARA DI SARNO

Curarsi con l’ipnosi Esplorando l’inconscio DI GIADA VALDANNINI

61

XXXIII Concorso 50&Più Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia Regolamento e scheda di adesione

Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più

Fisco Previdenza DI GIANNI TEL

Periscopio >> pag. 6

a cura di Berardo Falcone

Dormire dolce dormire >> pag. 64

Letteralmente >> pag. 8

di Alessandro Mascia

di Giovanna Vecchiotti

Vivere in armonia >> pag. 66

Festival delle Scienze >> pag. 18

a cura di Barbanera

di Valerio Maria Urru

Saperi & Sapori >> pag. 68

Il futuro di Expo 2015 >> pag. 26

di Gianna Montereali

di Raffaello Carabini

Libri di Renato Minore >> pag. 90 Musica & Teatro >> pag. 92

La Capoeira >> pag. 31

di Carlo Penguin

di D. De Felicis e M. Sarti

Avviso ai naviganti >> pag. 42

Cinema & Dvd >> pag. 93

di Paolo Negrini

di P. Armocida e A. Miccinesi

Etichette a norma Ue >> pag. 46

Giochi >> pag. 94

di Francesco Andreani

di N. Tucciarelli e R. Cento

L’isola di Montecristo >> pag. 50

Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 95 Bacheca >> pag. 96 Soluzioni >> pag. 98 Oroscopo di Aldebaran >> pag. 98

di Stefano Ripert Il melograno >> pag. 55

di Giovanni Orso

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Patronati al servizio dei cittadini: quale il loro futuro? DI LUISELL A BERTI

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LA VOCE DI 50&PIÙ

Anno XXXVII n. 1 Gennaio 2015

A CURA DI LUISELL A BERTI

DI ALESSANDRA DE FEO

IN EVIDENZA

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INCHIESTA

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Anno XXXVII n. 1 Gennaio 2015 Euro 2.50 - I.P.

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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi

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«CHI VA PIANO...»

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oberto C. è un signore di 85 anni e abita in una cittadina del Piemonte. È balzato, non volendo, all’onore delle cronache per aver attraversato la strada, sulle strisce pedonali, troppo lentamente. Un solerte vigile gli ha comminato una multa di 41 euro per attraversamento con semaforo rosso. A nulla è valsa la “difesa” del signor Roberto di aver iniziato ad attraversare la strada, peraltro considerata pericolosa, con il segnale verde che velocemente è scattato al rosso. Il Sindaco, di fronte al montare dell’indignazione generale, con cronisti e tv al seguito si è recato a casa dello sprovveduto pedone per restituirgli i soldi pagati con l’aggiunta degli interessi che, considerato il periodo natalizio, consistevano in un panettone. Il cittadino Roberto ha rifiutato i soldi destinandoli ai poveri. Avrebbe desiderato scoprire che nella sua città le persone vengono prima delle autovetture.

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ERISCOPI

in pillole

A CURA DI BERARDO FALCONE

AMORE

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E AMICIZIA : SENTIMENTI CHE TENGONO IL PASSO

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Camminiamo in maniera differente a seconda del partner Ciascuno di noi ha una propria velocità di camminata, risultato di una serie di variabili personali come il peso, la lunghezza degli arti inferiori o il sesso. Dunque, un uomo avrà una velocità media differente da quella di una donna. Due ricercatrici della Seattle Pacific University, studiando questi fattori, hanno scoperto la relazione tra sesso e velocità di passo. Se un uomo cammina con una donna, e se tra i due c’è una relazione sentimentale, l’uomo tende a rallentare per stare al passo con la sua compagna. Se due donne, in relazione di amicizia, camminano assieme, entrambe rallentano il passo rispetto a quello che terrebbero normalmente. Al contrario, due amici uomini tendono più spesso ad accelerare.

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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,

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importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50epiu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!

}

Se il cognome influenza la carriera In Germania, alcuni ricercatori universitari hanno condotto uno studio per verificare se portare un determinato cognome possa effettivamente influenzare la carriera. Gli studiosi hanno incrociato i dati di oltre 220.000 persone nate in Germania, dunque con cognomi tedeschi, ed hanno riscontrato che chi possiede un cognome che ricorda nobili origini - come Kaiser (imperatore), König (re) o Fürst (principe) - raggiunge più facilmente ruoli manageriali. Al contrario, chi possiede nomi che ricordano mestieri umili - come Kock (cuoco) o Bauer (contadino) - farebbe più fatica a ricoprire posizioni di rilievo. Ricordiamo, però, che la ricerca non è universale ma localizzata in Germania, dov’è diffusa l’abitudine di chiamarsi per cognome tra colleghi.


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Nelle Marche prende forma il quartiere ecologico Per contrastare l’insostenibilità delle metropoli del nostro Paese, che danneggia le nostre vite in termini di inquinamento e stress, stanno sorgendo molti progetti di quartieri ecologici. Uno degli esempi più interessanti è quello di Ecocittà a Porto Potenza Picena, nelle Marche, dove è stata bonificata una vecchia area industriale di 60.000 mq. Il progetto (che ha già completato i primi 15.000 mq) prevede oltre 500 unità abitative a 150 mt dal mare, 25.000 mq dedicati ai servizi, una piazza attrezzata di circa 3.000 mq, una scuola elementare e oltre 10.000 mq destinati ad aree verdi. Gli edifici ancora acquistabili a prezzi sostenibili - sono tutti di classe A o A+ e si riforniranno di energia da impianti fotovoltaici. Un bell’esempio di città a misura d’uomo.

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Leadership al femminile? Studiando si impara In Italia, le donne rappresentano il 47,2% della forza lavoro e della politica, ma solo il 9% fra queste occupano posizioni di rilievo. Sono stati fatti passi da gigante nella parità dei sessi, eppure, ancora oggi per le donne non è facile affermarsi rispetto agli uomini. Francesca Romano e Daniela Bonetti, operatrici della società HRD Training Group, hanno pubblicato Leadership al Femminile, un manuale che insegna alle donne a sfruttare al meglio le proprie doti e a non aver paura di ottenere il successo. La base di tutto, secondo le autrici, sta nel non improvvisarsi “copie al femminile” degli uomini, ma anzi essere consapevoli delle proprie peculiarità distintive necessarie per affermarsi nei vari ambiti.

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La meravigliosa isola fatta solo di conchiglie In Senegal, davanti al villaggio di Joal, si trova Fadiouth, un piccolo isolotto lungo circa 500 metri con una particolarità unica al mondo: è - quasi - completamente ricoperto di conchiglie. Per secoli gli abitanti del posto, perlopiù pescatori, hanno lavorato e mangiato i deliziosi molluschi che si trovano ovunque nelle acque circostanti. L’enorme distesa di piccoli carapaci che ammanta l’intero paesaggio , però, non è la principale fonte di attrazione per i turisti. Sul piccolo lembo di terra è presente l’unico cimitero in Senegal dove sono sepolti sia cristiani che musulmani.

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Uomini e donne nello Spazio: il fisico si comporta in modo diverso Dopo oltre dieci anni di studio, la Nasa ha pubblicato uno studio che dimostra come nello Spazio (e al rientro a Terra) l’organismo degli uomini e delle donne si comporti in modo diverso. Ad esempio, più diffuso nelle astronaute, è il problema dell’intolleranza ortostatica, cioè al loro ritorno non riescono a stare in piedi a lungo senza svenire. Le donne, durante il volo perdono più volume di plasma rispetto agli uomini che però, a loro volta, accusano maggiori problemi agli occhi per la mancanza di gravità. Le radiazioni cosmiche incidono di più sul fisico femminile - con rischi maggiori di sviluppi cancerogeni - mentre il ritorno sulla Terra causa più problemi di riadattamento agli uomini. Dal punto di vista muscolo-scheletrico, invece, non esistono differenze sostanziali tra i sessi.

Ridere, sorridere o urlare? Sicuramente tutti sanno che ridere o sorridere aiuta a migliorare il proprio umore e fa sentire meglio. Eppure, un gruppo di ricercatori della Fairleigh Dickinson University in New Jersey (Usa) si è chiesto se esista qualche altra espressione fisica capace di replicare il benessere di un sorriso, compiendo un esperimento su alcuni volontari. È stato chiesto ai partecipanti di sorridere per 60 secondi, ridere per 60 secondi ed infine ululare per lo stesso lasso di tempo. Il risultato può sembrare scontato: solo una buona risata migliora sensibilmente il nostro umore. Sorridere incide poco, mentre ululare per nulla (anche se sembra sia un toccasana per scaricare lo stress). GENNAIO 2015

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Non calpestiamo il nostro futuro Egregio Direttore, le scrivo questa lettera sull’onda dell’emozione, subito dopo aver appreso la notizia della strage di bambini avvenuta in una scuola del Pakistan. Non so come andrà a finire, quale sarà il bilancio finale di questo ennesimo delitto contro dei piccoli innocenti, ma l’orrore che provo in questo momento mi impone di fare qualcosa nel mio piccolo, se non altro di gridare tutta la mia indignazione per un evento tanto sconvolgente. La mia mente torna ad una analoga strage avvenuta anni fa a Beslan, in Ossezia, dove il primo giorno di

scuola furono sequestrate 1.200 persone e, dopo tre giorni di assedio, la liberazione degli ostaggi finì con la morte di oltre 300 persone, di cui quasi duecento bambini. Per non parlare delle frequenti sparatorie che avvengono nei colleges statunitensi, dove gli assalitori spesso sono gli stessi studenti. Anche “casa nostra” non è da meno: sono sempre più i bambini vittime della violenza dei propri familiari, delle loro madri dalle quali si dovrebbero aspettare tutto il bene possibile. Ma cosa sta accadendo? Sembra che l’umanità si sia trasformata in un mostro famelico che mangia i propri figli. Che orrore! ANGELA BORGHETTI

Credo che alla notizia della strage di bambini e ragazzi in Pakistan, tutti siano tornati con la mente agli avvenimenti di Beslan, accaduti poco più di dieci anni fa. Era il settembre 2004, e credo che il tempo non sia riuscito a cancellare nessuno di quei momenti che abbiamo vissuto come spettatori inermi. Ha ragione ad essere indignata e inorridita, signora Angela, ha ragione quando dice che l’umanità sembra trasformata in un mostro che si sazia dei propri figli. Le stragi degli innocenti ci sono sempre state, fin dalla notte dei tempi, eppure in cuor nostro, nel cuore delle persone oneste, non si è mai spenta la speranza di un passato in grado di insegnare e di un presente in grado di apprendere la lezione della Storia. In realtà sembra che così non sia, e i bambini pagano sempre l’ignoranza degli adulti, gli errori dei genitori, la cattiveria, l’insoddisfazione, la malvagità di persone amate o sconosciute, in una spirale senza fine. Che fare? Denunciare l’orrore, certamente, ma anche chiedere giustizia, chiedere ad

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ognuno di noi di sedersi a riflettere su ”dove sta andando”, di scendere da questa giostra impazzita che si chiama mondo, per guardarsi intorno e salvare tutto quello che di buono c’è in questa nostra esistenza. Ognuno nel proprio piccolo, ognuno come meglio può. DESIDERIO E REALTÀ

Pur avendo 71 anni, solo da poco, per una caduta che ha ridotto le mie capacità motorie, mi sono resa conto dell’età numerica raggiunta. La mente è viva, ho ancora tante cu-

riosità, tanto da imparare ma, purtroppo, non sono del tutto autonoma e ciò mi ha catapultata nella terza età, senza sapere come muovermi. Poi ho incontrato per caso il vostro giornale, letto il blog di Nonna Lea e tante testimonianze e, lentamente, sto imparando ad orientarmi, ad accettare questo divario tra mente attiva e corpo deficitario. Vorrei riprendere il treno, poter salire sugli autobus, frequentare il corso di pittura ma mi sono accorta che ci sono scale, scalini dappertutto e chi mi dovrebbe accompagnare spesso è troppo impegnato. Sarebbe

«Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini» Dietrich Bonhoeffer

bello avere una navetta con scalini bassi da poter chiamare e raggiungervi; amo il teatro, l’arte, ma dovunque ci sono scale, mentre sto cercando di eliminare l’ostacolo. Vi ringrazio per le vostre iniziative e se qualcuno ha il mio stesso problema, sarei felice di comunicare via e-mail e condividere così le esperienze. Vi auguro un felice 2015! ANNABELLA BEDIN

Ci fa piacere, signora Annabella, di essere riusciti a farle compagnia con il nostro giornale e di farle scoprire iniziative in grado di cancellare quel gap tra desiderio e realtà. Da parte nostra siamo disposti a fornire il suo indirizzo mail a chi vorrà mettersi in contatto con lei, per condividere nuove esperienze. Un felicissimo 2015 da parte di tutta la Redazione di 50&Più. SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it



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UN GIORNO ALLE TERME Una famiglia di Macachi fa il bagno in una sorgente termale all’interno del Jigokudani Monkey Park, a Yamanouchi, in Giappone.


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Sono conosciute come “scimmie della neve”, ma il loro nome scientifico è Macaca fuscata. Vivono nel Parco di Jigokudani, nel Giappone centrale, per un terzo dell’anno ricoperto di neve. Sono gli unici macachi al mondo che di giorno, durante l’inverno, scendono dalle montagne e si immergono nelle calde acque termali del parco per scaldarsi. La sera tornano nel loro habitat, e si addormentano addossati gli uni agli altri per non disperdere il calore emanato dai loro corpi.


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INCHIESTA

[ DI LUISELLA BERTI ]

[ UNA REALTÀ INCONTROVERTIBILE

Patronati SÌ, patronati NO

Vicini alle persone, al servizio della Pubblica Amministrazione

QUELLA DELL’UTILITÀ PUBBLICA DEI PATRONATI: INTERMEDIARI TRA LA PUBBLICA

AMMINISTRAZIONE

E IL CITTADINO, OFFRONO ASSISTENZA, CONSULENZA E MOLTO ALTRO IN FORMA GRATUITA.

«Potranno i patronati continuare a offrire gratuitamente alla collettività assistenza previdenziale e sociale nonostante la “minaccia” periodica di tagli al fondo pubblico? Oppure potranno allargare il loro raggio d’azione con nuovi servizi dedicati alle mutate necessità delle famiglie? Il problema riguarda tutti, ma come la pensano i patronati? Parlano Acli, 50&PiùEnasco-Confcommercio, EpacaColdiretti, Epasa-Cna, Inca-Cgil»

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ai come in occasione della nuova legge finanziaria, che debutterà proprio con il 2015, i patronati sono stati sotto i riflettori. Chi non li conosceva ora sa cosa sono e cosa fanno. Sa che sono soggetti di diritto privato che svolgono una funzione di utilità pubblica facendosi intermediari tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino, offrendo gratuitamente assistenza, consulenza e orientamento per le pratiche previdenziali e di assistenza sociale. Una miriade di attività che il cittadino riceve grazie a un fondo a loro destinato alimentato dai contributi previdenziali dei lavoratori e delle imprese. Infatti ogni anno dai contributi versati all’Inps viene prelevata una quota dello 0,226% che va ad alimentare il fondo. Grazie a questa fonte di finanziamento la Pubblica Amministrazione può supplire alle proprie carenze di as-

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sistenza al cittadino demandando il ruolo ai patronati. Nulla da dire se non fosse che puntualmente, a ogni legge finanziaria, o Legge di Stabilità, il governo per far quadrare i conti propone un taglio al Fondo Patronati. La Legge di Stabilità 2015 non si è smentita, anzi il Governo l’ha presentata con un taglio eclatante. La proposta iniziale è stata di ben 150 milioni di euro su un fondo di 430 milioni. All’esame della Commissione Bilancio della Camera il taglio è stato ridotto della metà, cioè a 75 milioni di euro, comunque molto pesante. Nel frattempo, però, è stata data la possibilità ai patronati di ampliare le proprie attività nei confronti del settore pubblico ma anche di quello privato. Nuovi servizi che dovrebbero essere erogati su convenzione. Quindi, oltre alle attività tradizionali di previdenza e assistenza sociale, se ne aggiungo-


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«I patronati hanno oltre 100 anni di storia, occupano circa 13mila operatori e gestiscono il 90% della domanda sociale complessiva del nostro Paese»

no altre come successioni, legislazione fiscale, risparmio. Entrare nel merito di queste nuove attività è ancora prematuro, primo perché nel momento in cui scriviamo la Legge di Stabilità è ancora in discussione e secondo perché affinché le nuove funzioni dei patronati diventino effettive, ci sarà bisogno di una serie di decreti attuativi. Anche il taglio dei 75 milioni di euro potrebbe essere ulteriormente ridotto. Comunque questa storia, la cui fine ancora non conosciamo, non fa che sottolineare come il nostro sistema di welfare sia sottoposto continuamente alla tagliola. E i patronati, che hanno oltre 100 anni di storia, che occupano circa 13mila operatori, che gestiscono il 90% della domanda sociale complessiva del nostro Paese, come possono lavorare in questa assoluta precarietà? Ci sono soluzioni possibili per uscire da que-

sta situazione? Una risposta univoca da parte degli stessi Istituti che abbiamo interpellato non c’è. La materia è delicata perché si tratta dell’erogazione di servizi alla persona, specie alle fasce più deboli che non hanno la possibilità di rivolgersi altrove. «Il taglio al Fondo Patronati si presenta continuamente ad ogni cambio di governo. Così ogni volta dobbiamo spiegare cosa fanno e cosa sono i patronati. Ci troviamo di fronte a una ignoranza politica - spiega Morena Piccinini, presidente del patronato Inca-Cgil -. Ogni volta fatichiamo a spiegare l’importanza ineliminabile dei patronati per la loro utilità sociale, per la funzione pubblica che svolgono senza la quale l’amministrazione pubblica non riuscirebbe ad assolvere al proprio ruolo in assenza della nostra intermediazione. In questo caso, con questa Legge di Stabilità l’emendamento

contro il taglio è stato firmato da oltre 100 parlamentari che sostengono la maggioranza di governo, e un primo risultato lo abbiamo avuto con la riduzione della metà del taglio proposto inizialmente». La politica però non sempre intende. La legge 122/2010 del Governo Berlusconi dispose un taglio di 30 milioni annui per il triennio 2011-2013, taglio andato perfettamente in porto. Poi nel decreto legge sulla spending review del 2014, si proponeva un ulteriore taglio di 167 milioni in due anni. Ma qui la politica fece un passo indietro salvo poi tornare alla carica con la Legge di Stabilità 2015. L’incertezza sui servizi di assistenza sociale al cittadino regna sovrana insieme al Fondo che do-

vrebbe garantirli. Non è solo una questione di far quadrare i conti del bilancio dello Stato, ma c’è anche un’altra ragione molto più sottile. «La logica dei tagli corrisponde a due visioni diverse - spiega Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del patronato Acli e presidente del Cepa, il Centro Patronati che riunisce, Acli, Inas-Cisl, Inca- Cgil, Ital-Uil -. La visione dei governi di centro-destra era quella di uno Stato regolatore all’interno del quale i servizi dovevano essere il più possibile demandati al privato. All’interno di questo »

«La stessa Corte Costituzionale ha riconosciuto l’utilità sociale del lavoro dei patronati» GENNAIO 2015

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QUANDO NASCONO I PATRONATI?

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1906

INCHIESTA

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Era il 1906 quando per la prima volta il patronato compare nella legislazione nazionale. Qual era la sua funzione? Molto diversa da quella attuale. All’epoca i patronati erano degli Enti, nati all’interno di organismi religiosi, che si occupavano di redimere le prostitute, recuperarle alla vita sociale, offrendo loro assistenza nella ricerca di un lavoro e accoglienza in case famiglia. Successivamente, con un regio decreto del 1917, i patronati assumono il compito di assistere i lavoratori colpiti da infortunio. Durante gli anni del fascismo Benito Mussolini creò il patronato unitario. Finita quest’epoca si cercò di dare vita ai patronati democratici. Il primo a provarci fu il patronato Acli, nel 1945, ma per essere formalmente riconosciuto dovette attendere la nuova legge del 1947. In quell’anno ci fu anche la costituzione del patronato Inca. Da allora seguirono altri provvedimenti fino alla riforma del 2001, con la legge 152, che definì la finalità e la natura giuridica degli istituiti di patronato e di assistenza sociale quali “persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità”. Nella loro storia i patronati sono stati più volte sotto attacco. Alla fine degli Anni ‘90 il Partito radicale propose un referendum abrogativo del Fondo patronati. Nel 2000 la Corte Costituzionale lo dichiarò inammissibile ribadendo la funzione dei patronati quali soggetti di pubblica utilità in quanto costituiscono - unitamente alle strutture dello Stato - una componente irrinunciabile al fine di garantire a tutti i cittadini l’accesso ai diritti sociali costituzionalmente previsti dagli artt. 3 e 38 della Costituzione. Attualmente i patronati riconosciuti dalla legge sono 29 di cui 22 riuniti in quattro raggruppamenti (Cepa, Cipla, Cipas, Copas) e 7 non “coalizzati”.

schema i patronati erano un’anomalia perché sostenuti dal finanziamento pubblico. Con il governo di centro-sinistra, il governo Renzi, è nata tutta una discussione sul ruolo dei corpi intermedi (associazioni e organizzazioni di rappresentanza, sindacati, ndr). Incontrando noi milioni di persone, veniamo letti come grandi cinghie di trasmissione, per cui molte organizzazioni possono vantare una rappresentatività sociale che in realtà non hanno, non basandosi su un’adesione a un ideale ma sulla fornitura di un servizio». Del Fondo ai Patronati secondo l’Inca non si può fare a meno: «La stessa Corte Costituzionale ha ri-

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conosciuto l’utilità sociale del lavoro dei patronati e la validità della fonte di finanziamento attraverso la contribuzione. Quindi non vediamo l’agibilità di finanziamenti alternativi - precisa Morena Piccinini che sottolinea -, mai e poi mai deve essere il cittadino a pagare. Il punto è questo, se la nostra funzione è pubblica, questa funzione deve essere gratuita per il cittadino che già partecipa al servizio con la contribuzione, non possiamo farlo pagare due volte. Con il taglio al Fondo - spiega accade che il lavoratore continua a pagare la sua contribuzione, ma senza uno sgravio contributivo, semplicemente la parte di contri-

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«Attualmente i patronati riconosciuti dalla legge sono 29, di cui 22 riuniti in quattro raggruppamenti» buti dedicata al Fondo viene destinata ad altri fini». Infatti, così è successo con i tagli del 2011, 2012, 2013 per un totale di 90 milioni di euro. Dalla contribuzione è stato prelevato sempre lo 0,226%, ma al Fondo Patronati sono arrivati meno soldi in barba a quanto stabilito dalla Legge di Riforma dei patronati del 2001 n° 152, che prevede che le somme prelevate non possano avere destinazioni diverse. Non per questo i patronati hanno ridotto i loro servizi, anzi. Ma perché non allargare il proprio raggio d’azione e rendersi più indipendenti dal finanziamento pubblico? «Noi facciamo già tanto», afferma il presidente Inca che precisa: «Quando la Pubblica Amministrazione ci chiede di dare il nostro contributo noi ci siamo. Sia in Italia che all’estero. Dobbiamo continuare ad affermare l’identità del patronato come entità del tutto diversa rispetto ad altri servizi. Chi lascia spazio all’insinuarsi di un sistema misto, lascia lo spazio alla possibilità che il Fondo poi venga eliminato snaturando la funzione pubblica del patronato. E questo è molto pericoloso». Il mantenimento della funzione di pubblica utilità e di terzietà è fondamentale per i patronati anche aprendosi a nuovi servizi e dialogando non solo con la pubblica amministrazione, ma anche con il

privato sociale e il terzo settore. «I patronati non devono stare sulla difensiva e arroccarsi pensando a un mondo che non c’è più. Questo è un errore nei confronti delle persone che chiedono tutela. Per restare troppo puri e non volersi sporcare le mani con un mondo che cambia, alla fine si continuerà a trattare con le persone già garantite mentre tutti gli altri restano senza soluzioni - afferma Benvignati -. Io parto dallo slogan che ho adottato all’interno della politica del patronato Acli che è dalla prestazione al bisogno. A lungo gli enti di patronato hanno vissuto all’interno di un sistema di welfare in cui quando riuscivano a far ottenere una prestazione, come la pensione, sapevamo che essa copriva l’80% del bisogno. Ma il welfare - prosegue Benvignati - si è ristretto. Un esempio? Se facciamo una proiezione su un lavoratore precario con lavoro parttime che fra 20 anni chiederà la pensione, gli diremo che effettivamente avrà i requisiti, ma non avremo risolto il suo bisogno perché magari riceverà una pensione di 100 euro mensili. Oggi dobbiamo anticipare la soluzione del bisogno di decenni. Dobbiamo essere aperti alle novità, dobbiamo andare a vedere che cos’è il bisogno che è molto diverso da come ce lo configuriamo rispetto alle prestazioni che ci vengono affidate per legge». Al patro-


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nato spetterebbe un grande lavoro di consulenza. Ma la consulenza ha un costo. Chi paga? «Questo maggior costo deve essere valutato dallo Stato. Se non c’è una risposta adeguata in questo senso, dobbiamo fare un ragionamento di costi e benefici su quanto è sbagliato lasciare sole le persone e in che modo queste persone possono contribuire a sostenere il servizio che noi gli offriamo. È una valutazione di valore». L’importante per Benvignati è non perdere l’effetto redistributivo che svolgono i patronati. «Già oggi il maggior contributo dato al Fondo è in proporzione ai contributi versati dai lavoratori. Dobbiamo continuare a essere al servizio delle persone il più possibile in forma gratuita. Dopodiché nessuna persona si stupisce di dare un contributo se effettivamente capisce qual è il risultato».

Svincolarsi almeno in parte dalla politica per non restare continuamente sotto la spada di Damocle dei tagli al Fondo, è l’idea del direttore generale di Epaca-Coldiretti, Fiorito Leo. «Penso che il patronato avrebbe tutto l’interesse ad accettare di essere una variabile indipendente dalla politica. È giunto il momento che si guardi a una riforma di più largo respiro che consenta al patronato di essere un soggetto protagonista sul territorio, più dipen-

dente dai bisogni delle persone piuttosto che dalla politica». Per Leo se i tagli riducono le attività, le strade sono due: «O i patronati si comportano come tutte le altre aziende che mandano a casa le persone, cosa che non è nel nostro stile, oppure viene consentito ai patronati di portare un pezzo di attività sul mercato». Un pezzo di attività che sarebbero i cittadini a pagare. «Le soluzioni possono essere diverse - precisa - penso ad esempio al ricorso ai ticket su alcuni servizi meno “sensibili”. Evitandone l’applicazione a tutti quei servizi che riguardano più direttamente la persona, come il riconoscimento di una indennità di accompagnamento o il ricorso alla Legge 104. Ma su altri servizi non mi scandalizzerebbe l’idea di proporre alla persona il pagamento di un ticket». I patronati non devono soltanto vedersela con i tagli al Fondo, c’è un’altra questione non meno importante: «Vogliamo capire se nel welfare del futuro, che si sta delineando nei documenti prodotti dal Governo, c’è posto per i patronati oppure no - dichiara Ga-

briele Sampaolo, direttore generale del patronato 50&PiùEnasco e presidente del Cipla, Comitato di Intesa Patronati del Lavoro Autonomo che raggruppa otto Istituti di patronato del commercio, degli artigiani e dell’agricoltura -. Ormai in tutte le società occidentali sta avvenendo un ripensamento dei modelli di welfare. Questo accade sia in quelle più liberiste sia in quelle basate sul concetto di un’assistenza pubblica cosiddetta “dalla culla alla tomba”, com’è nei Paesi del Nord Europa. Ebbene, entrambi i modelli stanno convergendo su un sistema di welfare misto, verso un “welfare community” dove l’iniziativa pubblica, del privato sociale, del terzo settore, del volontariato, si incontrano». La parola d’ordine per Gabriele Sampaolo è «guardare avanti», perché ormai «non valgono più le posizioni acquisite, ma vale la capacità di dare risposte alle nuove domande di welfare che stanno emergendo». E si spinge oltre: «Lo stesso Fondo di finanziamento ai patronati è qualcosa di obsoleto che crea incertezza visto che di finanziaria in finan- »

È la domanda sociale complessiva del nostro Paese e degli Italiani all’estero gestita dal sistema Patronato

11.400.000

le pratiche annue presentate dai patronati

90% 11.936

Sono gli sportelli che l’Inps dovrebbe aprire e gestire se non ci fossero gli uffici di patronato. Ma l’Inps deve tagliare 515,7 milioni di euro annui nel 2014-2015 e 2016

6.000 €

È l’ammontare annuo del Fondo Patronati

21.838

Sono gli occupati all’interno del sistema Patronato in Italia, e 1.100 all’estero

Sono gli uffici presenti in Italia e 700 quelli all’estero

430milioni € 657milioni È quanto risparmia lo Stato grazie ai patronati: 564 milioni per l’Inps, 63 milioni per l’Inail e 30,7 milioni per il Ministero degli Interni

Fonte: INPS e Sistema Patronato

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INCHIESTA

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NEL 2013 TRAMITE I PATRONATI SONO STATE INVIATE PER VIA TELEMATICA ALL’INPS 32% 91% delle domande di pensione di vecchiaia

89%

delle domande di pensione di inabilità

94%

96% delle domande di pensione ai superstiti

94%

delle domande di ricostituzione della pensione per supplemento

ziaria viene tagliato. Ma soprattutto - sottolinea - questo Fondo genera qualcosa di molto perverso perché premia in modo relativo l’effettivo lavoro dei patronati». Il Fondo è paragonabile a una torta, sempre meno ricca di ingredienti, con 29 fette a disposizione (tanti sono i patronati in Italia) di varia grandezza che corrispondono a un certo numero di punti calcolati sulla base di quante pratiche ogni patronato effettua nel corso dell’anno. In base al risultato finale c’è chi prende la fetta più grande e chi quella più piccola. Insomma, si tratta di una bella lotta. «Come 50&PiùEnasco - afferma Sampaolo - siamo disposti ad aprirci ad altri settori rimanendo rigorosamente un soggetto privato con funzioni di pubblica utilità. Vogliamo essere uno strumento di supporto al welfare, attivo e non passivo, che sia diretto a tutti i cittadini con particolare attenzione alle fasce più deboli. Noi viviamo in mezzo alla gente, ca-

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96%

64%

77%

delle domande di pensioni supplementari

}

corre togliere le catene ai patronati». Una contrapposizione quella tra pubblico e privato che non delle domande di rinnovo ha più ragione di assegno di invalidità di esistere anche per Valter delle domande di Marani, direttoassegno sociale re generale del patronato Epasa-Cna. «La sodelle domande di ricostituzione della cietà sta campensione per contributi pregressi biando a una velocità stratosferica e con esdelle domande di indennità sa dobbiamo di accompagnamento cambiare anche noi, altrimenti non riusciremo a farne delle domande di pensione parte. I patrodi anzianità o anticipata nati provengono dal mondo Fonte: INPS del lavoro e quindi già sono piamo quali sono i loro bisogni, dentro un sistema capace di dacerchiamo di rispondere al me- re risposte alle famiglie all’interglio anche se non sempre quel- no di un sistema di welfare già lo che ci viene chiesto rientra nei molto complesso e che lo divennostri compiti istituzionali. Rite- terà ancora di più». In futuro le niamo che siamo il soggetto me- famiglie avranno bisogno di un glio deputato a svolgere un ruo- servizio di orientamento ancora lo più ampio nel nuovo welfare. maggiore rispetto a quello attuaProprio perché abbiamo reti di le. Su questo Marani non ha dubpersone, reti informatiche, ban- bi. Un orientamento che già il pache dati, capacità di muoverci tronato offre ma che è necessario allargare ad altri settori. «Il noall’interno del welfare». Un sistema di welfare misto con stro ruolo rimarrebbe comunque tre canali di finanziamento che di intermediazione, non di forniSampaolo riassume così: «Lo Sta- tore diretto di servizi e questa è to investe nei servizi che ritiene più una garanzia di terzietà». Un serstrategici per i cittadini, il resto vizio di orientamento che, accanpuò essere finanziato attraverso to alle attività di soluzione dei un sistema di convenzioni sia con problemi di carattere amministrail settore pubblico, amministrazione centrale o ente locale, che con quello privato, in ultimo con la partecipazione diretta del cittadino. Lo slogan per il futuro afferma - è: basta con la contrapposizione tra pubblico e privato, oc-

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93%

tivo e della tutela dei diritti, spazi dalla necessità di un servizio di baby sitting a quello della colf, dagli interventi di domotica ai lavori di ristrutturazione per la propria abitazione. «Nel patronato del futuro avremo una banca dati di imprese, terzo settore, soggetti pubblici, in grado di soddisfare tutti i bisogni di consumo di welfare di una famiglia, alla quale offriremo un carnet di soluzioni secondo le esigenze». C’è bisogno, secondo Marani, di organizzare i servizi alla famiglia che è profondamente cambiata nella sua composizione e cambierà ancora visto l’andamento demografico. Occorre un welfare composito e articolato che inneschi anche processi virtuosi attraverso l’utilizzo di sistemi di pagamento trasparenti, come i voucher. «Oggi solo noi e la Grecia non li utilizziamo. L’impiego dei contanti innesca un meccanismo perverso che alimenta il lavoro nero o i casi delle false invalidità. Ma se al posto dei contanti vengono utilizzati i voucher, questi titoli saranno spesi per il servizio o per la prestazione che è stata riconosciuta, non per altro. I patronati potrebbero inoltre svolgere un ruolo di intermediazione nella gestione dei voucher e fornire alla Pubblica Amministrazione, nel rispetto della privacy dei fruitori, il consumo di welfare nel nostro Paese. Grazie a questo sistema, in Francia i tassi di crescita delle imprese che operano nel welfare è cresciuto del 5,8%. Mi piacerebbe misurarmi con la politica su questi temi, più che sull’entità del taglio». E la storia non finisce qui.


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SOCIETÀ

[ ATTUALITÀ DI VALERIO

*

IGNOTO, SCIENZA E CONOSCENZA

MARIA URRU ]

L’IMPORTANZA DEL NON SAPERE

«Dal 22 al 25 gennaio, la decima edizione del Festival delle Scienze approda all’Auditorium di Roma. Il tema è l’ignoto, inteso come spinta ad indagare e a spostare sempre più i confini di ciò che conosciamo»

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iceva Eraclito: «Chi non spera l’insperabile non lo scoprirà, poiché è chiuso alla ricerca, e a esso non porta nessuna strada». Neanche a farlo apposta Socrate affermerà più tardi: «So di non sapere». I due pensatori greci da una parte parlavano di passione per la ricerca, dall’altra di dubbio, ovvero del passo iniziale per la strada della conoscenza. E che cos’è la scienza se non una sfida attraverso la porta dell’ignoto? Affacciati sul mistero, negli esseri umani brucia l’istinto che spinge a varcarla. Quest’anno il Festival delle Scienze affronta i temi dell’incertezza e dell’ignoranza. È ciò

che non si conosce, infatti, a generare domande nuove e le risposte sono per loro stessa natura potenzialmente sempre errate. Che rapporto c’è, ad esempio, tra incertezza e indeterminatezza? Tra incertezza e caso? Cosa si nasconde dietro al concetto di infinito, di materia oscura e buchi neri? L’incertezza è misurabile? Cosa

non conosciamo e forse non conosceremo mai dell’Universo? Non resta che imparare a vivere coi dubbi. Sarà il fisico Carlo Rovelli ad aprire idealmente il Festival, trattando l’importanza dell’incertezza come essenza stessa dell’essere umano. Poi, tra scienza, filosofia e incursioni nel futuro, si indagherà il significato

Per saperne di più: Auditorium Parco della Musica Viale Pietro De Coubertin, 30 Tel. 0680241281

Misteri

Una parte

Buchi

Materia

Tutto quello che non so è il titolo di uno spettacolo del Festival, che condurrà alla scoperta di alcuni degli enigmi più affascinanti della ricerca odierna.

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del più grande e potente acceleratore di particelle mai realizzato (Lhc) sarà esposta durante l’evento, in onore dei 60 anni del Cern.

neri ed “esopianeti”: per la moderna Cosmologia ci sono intere porzioni di Universo che molto probabilmente non potremo mai osservare.

delle domande che guidano alla conoscenza. Perché secondo il fisico Stephen Hawking: «Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione di sapere».

oscura, supersimmetria, antimateria e neutrini: si parlerà anche di questo al Festival delle Scienze, ma sempre in modo semplice e interessante.


Italia In...canto_Layout 1 15/12/14 15.25 Pagina 19

Ritaglia il coupon, riempilo con i tuoi dati, indica due canzoni del tuo repertorio e poi invialo a mezzo posta, mail o fax come sotto indicato.

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Italia in...Canto - 50&Più Gennaio 2015

Verrai contattato dalla Segreteria del Concorso per sostenere le selezioni previste in varie regioni d’Italia per tutto il 2015. Tra i finalisti che concorreranno a Napoli alla nuova edizione di “Italia in…Canto 2016”, potresti esserci proprio tu!


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uanta la strada fatta da Giovanni Calone, questo il vero nome di Ranieri, nato a Napoli nel proletario rione del Pallonetto, quinto di otto figli. Papà operaio in Italsider e mamma Giuseppina casalinga. Tante le difficoltà per una famiglia numerosa e disagiata che viveva in un “attico” - racconta sorridendo Ranieri - composto però da una sola stanza, in un antico palazzo fatiscente e, ovvio, senza ascensore. A lavorare Gianni, come ancora lo chiamano in famiglia, ha dovuto cominciare presto. Ragazzo di bottega, fattorino, barista e infine, quando ne scoprono la bella voce, intrattenitore nelle cerimonie. Il suo fortunato spettacolo Canto perché non so nuotare, che ha raggiunto le 700 repliche, nasce proprio dalla sua attività di posteggiatore canoro. «Gli amici mi piazzavano su uno scoglio davanti ai ristoranti del Borgo Marinaro a Napoli. Loro nuotavano e io, che non sapevo farlo, dovevo restare lì a sgolarmi aspettando che mi venissero a prendere. I primi soldi li ho guadagnati così». Poi, nel 1964 a 13 anni, il colpo di fortuna. Mentre canta in un bar lo nota Gianni Aterrano, pianista e direttore della casa discografica Zeus. Resta colpito dalla sua voce, gli propone di incidere un 45 giri e lo vuole come “spalla” del cantante Sergio Bruni, gloria napoletana, per una tournée negli Stati Uniti, offrendogli un anticipo di duecentomila lire. Nome, Gianni Rock. «Ricordo mio padre che all’epoca ne guadagnava meno di trentamila al mese. Ero minorenne e mi aveva accompagnato. Dopo aver firmato il contratto, all’uscita, ebbe quasi un mancamento. Tanto denaro tutto assieme chi l’aveva mai visto. Non lo vidi neppure io. Servì alla famiglia e a comprare i mobili per mia sorella che stava per sposarsi». È del 1966 la prima apparizione a Canzonissima e il contratto discografico con la Cgd, che lo ribattez«A “faticare”, come za Ranieri ispisi dice a Napoli, randosi al Prinho cominciato da cipe Ranieri di ragazzino. A casa Monaco. Il servivano i soldi grande succese solo mio padre so arriva con la e io riuscivamo vincita, a soli dia procurarli. ciassette anni, Lui è stato un del Cantagiro esempio formativo» con Rose Rosse. L’anno successivo debutta al cinema con Metello, fortemente voluto da Mauro Bolognini, celebre e raffinato regista. L’immediato consenso di critica e pubblico è confermato dal David di Donatello e dalla Maschera d’argento. Il successo continua. Su più fronti: televisione, cinema, canzone e teatro. Sul palcoscenico, diretto da grandi registi, riesce ancora una volta a dare il meglio. Impegnandosi a fondo. In Barnum (1983), regia di Mark Bramble, dedicato al celebre omonimo circo, per quasi un anno si immerge nella vita circense, tournée comprese e diventa acrobata, equilibrista sul filo, giocoliere. Non dissimile dalla dedizione mo- »

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MASSIMO RANIERI

«Un nuovo ruolo ti fa diventare un altro. Rinascere. Ma per farlo devi studiare. Il cervello è sempre in fermento e questa progettualità mantiene attivi»

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UN TALENTO ECLETTICO E UNA COSTANTE CAPACITÀ DI RINNOVARSI, DI CRESCERE PROFESSIONALMENTE... IL TUTTO TRADOTTO IN MEZZO SECOLO DI CARRIERA, NEL CORSO DELLA QUALE HA AVUTO UN GRANDE SUCCESSO DI CRITICA E DI PUBBLICO. CINEMA, FICTION, CONDUZIONI TELEVISIVE, REGIE, TEATRO... TANTO TEATRO. SEMPRE AD ALTI LIVELLI

}

P

N DI PICCI M ANZARI


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MASSIMO

PER FARE QUESTO MESTIERE DEVI AVERE VOGLIA DI SAPERE, STUDIARE, METTERTI ALLA PROVA. NON POSSO INSEGNARE QUANDO HO TANTO ANCORA DA IMPARARE

RANIERI

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INTERVISTA MASSIMO RANIERI [ ACCANTO, RANIERI IN UNA SCENA DEL “RICCARDO III”. NELLA PAGINA SEGUENTE, SOPRA, L’ATTORE DURANTE LO SPETTACOLO “SOGNO E SON DESTO 2”; IN BASSO, A SINISTRA, CON GIANNI MORANDI NELL’EDIZIONE DEL 1970 DI “CANZONISSIMA”; A DESTRA, CON LA FIGLIA CRISTIANA. ]

strata nel 2000 per interpretare Il grande campione nel ruolo del campione del mondo dei pesi medi Marcel Cerdan, grande amore di Edith Piaf. Otto mesi di allenamento con il pugile Patrizio Oliva che dichiara: «Mai un giorno che Ranieri si fosse presentato in ritardo o battesse la fiacca. Un esempio di rigore e volontà». Undici chili persi, fino a dieci km al giorno di corsa e Massimo, a cinquant’anni, diventa Marcel. È una delle sue tante sfide. Vinte. Come quella attuale, che lo vede spostare l’asticella ancora più in alto e cimentarsi con un personaggio titanico: Riccardo III. Incontriamo Massimo Ranieri durante le repliche dello spettacolo che lo vedrà impegnato fino a marzo e che definisce il più arduo della sua lunga carriera. Seguendo la sua performance recitativa e fisica viene in mente una parola: coraggio, una parola ricorrente nella sua carriera. Cosa l’ha portata a cimentarsi in un ruolo interpretato da mostri sacri come Laurence Olivier? E che senso ha proporre oggi Riccardo, un cinico impostore, una canaglia crudele? Perfino Ennio Morricone, autore delle musiche di scena, mi ha dato dell’incosciente. Ma se non hai un po’ di incoscienza non fai questo mestiere. Il ruolo l’avevo in mente da anni. Ho pensato se non ora, a sessantatrè anni, quando? Nella mia “follia” ho coinvolto un grande scenografo, Lorenzo Cutoli, e un’eccellente costumista, Nanà Cecchi, per ottenere una complessa macchina teatrale. L’attualità, sorprendente, di Riccardo è l’essere il grande genio del potere e del fare di tutto per raggiungerlo. Con ogni mezzo. Per

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«Alla fine di uno spettacolo capita spesso di tornare in albergo stremati. Ma basta una camomilla, un bicchiere di vino caldo, una doccia e la mattina dopo si è già pronti a ricominciare»

riuscirci, lui penalizzato nel fisico dalla natura, decide di indossare la maschera del cattivo. Come un attore. Simile ai politici, di ieri e di oggi, che rappresentando un ruolo vogliono suscitare consensi e applausi e sono capaci di blandire, sedurre, ingannare. Essere “altri” da sé. Attori insomma. Più attuale di così… Anche se oggi non si uccide più fisicamente, ci sono tanti modi per annientare l’avversario. Leggendo e rileggendo il testo mi è apparso un dramma in bianco e nero. Per questo l’ho trasportato agli Anni ’40. All’epoca degli straordinari film noir di Fritz Lang o La fiamma del peccato di Billy Wilder, con la malvagità nascosta negli eleganti smoking e le toilette da sera e, in Riccardo, dietro il manto regale che in parte nasconde anche la sua gibbosità e il fisico deformato. Alla fine però anche lui avrà paura rivelando così una fragilità che lo rende umano. Di meridionalistico non vi è traccia in Riccardo III. Tanto meno richiami a Napoli, dove lei è nato. Un luogo di nascita che lascia un segno. La napoletanità esiste e, se sì, cosa le ha lasciato dentro? Sono diventato quello sono grazie alla napoletanità che per me è rappresentata dal poeta Salvatore Di Giacomo, il pittore Giacinto Gigante, lo scrittore Raffaele La Capria, i registi Peppino Patroni Griffi e Francesco Rosi. Grandi partenopei che hanno onorato la città attraverso la cultura, proteggendola dalla banalità e il facile folklore del napoletanismo. Hanno cercato di trasmettere cultura a un popolo che ha assorbito secoli di dominazioni. A Napoli sono passati tutti. Dai Greci agli Angioini, dagli Aragonesi ai Borboni. Tutti hanno preso ma anche lasciato qualcosa che la gente ha assorbito. I napoletani sono epici e tragici. Duemila e passa anni di bastonate ci hanno insegnato a stare col capo chino e, per sopravvivere, campare alla giornata. “La vita è nu passaggio. Dimani chi ce pensa”. Ma con guizzi improvvisi di insubordinazione e genialità. Non a caso il simbolo è Pulcinella. Forse anche nel Riccardo III certe mie esternazioni dialettiche tanto violente in scena derivano dall’essere un uomo del Sud che si porta appresso i racconti di genitori, nonni, scrittori, popolo sulle “mazzate” che abbiamo preso. L’Inghilterra di Shakespeare è lontana, ma Napoli è dentro di me. Negli Anni ’70 , diciannovenne, già affermato cantante e vincitore del Cantagiro, debutta nel cinema, protagonista di Metello, dal romanzo di Pratolini, fortemente voluto dal regista Bolognini che lo vuole al posto di Trintignan e Belmondo. Immediati i consensi di pubblico e di critica seguiti da premi prestigiosi: David di Do-


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MASSIMO RANIERI natello e Maschera d’argento. Ma la capacità di recitare da dove l’ha tirata fuori? Lo stesso vale per il teatro. Mio padre era un operaio come Metello. Il milieu, l’ambiente di Metello, era quello in cui sono cresciuto. Mi era familiare. Anche se il protagonista è fiorentino. Certe volte Bolognini mi faceva dire prima le battute in napoletano perché fossero più espressive. Come ho fatto a recitare non lo so. Lo stesso è avvenuto in teatro. Chi lo conosceva, chi c’era mai andato. È stato Peppino Patroni Griffi a propormelo. «Ma voi, maeste’, site pazzo» - risposi - «Nun te preoccupà. Te faccio fa je l’attore» - mi disse. Non ho mai avuto tempo per seguire un’accademia di recitazione o di dizione e perfino a scuola sono andato poco, ma sono un grande “mariuolo”. Un ladro, insomma. È la fame di sapere, di imparare che mi ha spinto a rubare: a Peppino, a Strehler, a Scaparro, a Garinei. Mentre altri attori magari stavano nei camerini, io rimanevo in sala a vedere le prove, interessato quasi più a queste che al mio ruolo. Ero terrorizzato di non riuscire a offrire a questi grandi quello che volevano da me. Così cercavo di bere ogni parola per crescere anche culturalmente e mi mettevo, idealmente, nelle tasche di questi maestri anche quando andavano a casa. Ora ai giovani dico: come siete sfortunati. Oggi da chi imparate? Napoletano sì, ma lei come attore sembra seguire il metodo americano. Quello dell’Actor Studio che spinge a immedesimarsi anche fisicamente nei ruoli. Vedi il pugile Marcel Cerdan o il funambolo di Barnum. Nel caso del pugile avrei potuto scegliere di “raccontare” quanto avveniva sul ring. Magari togliendomi i guanti quando entravo in scena, ma ho voluto costruire il personaggio proprio sulla fatica e i sacrifici di un pugile. Volevo vedere da vicino chi si impegnava per emergere in questa disciplina e per mesi sono andato ogni giorno al centro Coni di Formia. Anche a Ferragosto, per allenarmi e imparare con Patrizio Oliva. È stato il momento più bello, sano e salubre della mia vita. Ho smesso perfino di fumare e ho cominciato a

«Non ho mai avuto tempo di seguire un’accademia di recitazione o di dizione e perfino a scuola sono andato poco...»

correre. Come farò alla fine di questa intervista. Il peso fisico dello spettacolo attualmente in scena, forse il più complesso della mia carriera, me lo impone. Allora è vero, come diceva Gianrico Tedeschi, che per fare questo mestiere ci vuole ottima salute e il fisico adatto. Senza dubbio. Per farlo ci vuole primo: il fisico; secondo: il fisico; terzo: il fisico. Domenico Modugno aggiungeva: primo, fortuna; secondo, fortuna; terzo, fortuna. Intesa come concatenazione di eventi e incontri. In questo sono stato molto fortunato e privilegiato incontrando tanti giganti: da Anna Magnani a Mauro Bolognini. Gente in cui ho suscitato sempre una grande tenerezza. Capivano che volevo emergere, migliorare e con generosità mi aiutavano. Chiunque parli di lei mette in risalto disciplina, rigore, cultura del lavoro, assiduità e tanto sudore. Ma questa dedizione da cosa deriva? A “faticare”, come si dice a Napoli, ho cominciato da ragazzino. A casa servivano soldi e solo mio padre e io riuscivamo a procurarli. Lui è stato un esempio formativo. Lavorava anche la domenica, mai un giorno in ritardo. Faceva l’operaio con dignità e direi elegan-

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INTERVISTA MASSIMO RANIERI za, orgoglioso di riuscire a portare avanti una numerosa famiglia. Era una sorta di dolcissimo babà. La carabiniera era mia madre, severa e determinata nel guidarci ed educarci. Alla metà degli Anni ’70 ecco Ranieri decidere di percorrere altre strade. Il “cambio” non era però dovuto a una crisi di popolarità come per Gianni Morandi. Il suo successo come cantante era al culmine. E allora? Fra il 1969 e il 1975 avevo già fatto tutto. Se così si può dire. Mi sono detto: se questo è tutto non mi interessa più. Non mi vedo tutta la vita con un microfono in mano. Ho voltato le spalle alle certezze e portato avanti con Patroni Griffi, per il Festival di Spoleto, Napoli, chi resta e chi parte (1976) di Raffele Viviani. Occasione per rappresentare le difficoltà e l’anima del sottobosco dei quartieri popolari della città. Luoghi nobili e plebei in cui ci si immerge come in un infernale girone dantesco e dove la giustizia, la redenzione sono una vaga speranza. È rimasto un classico, più volte ripreso. Ho continuato con la commedia musicale, vedi Rinaldo in campo, già interpretato da Modugno. Poi è arrivato l’incontro, fondamentale, con Giorgio Strehler e il Piccolo Teatro. Com’è il suo rapporto con i giovani. Si è dedicato all’insegnamento o pensa di farlo? Quali i consigli? Non posso insegnare quando ho tanto ancora da imparare. Il consiglio? Lasciate stare. Oggi il mestiere è davvero duro. Non ci sono più tournée e quindi manca la sicurezza di avere una paga sicura almeno per alcuni mesi. Oggi fai dieci repliche e tutto spesso finisce. Le paghe sono ridotte all’osso e gli alberghi costano, il mangiare pure. Un giovane non ce la fa. Chi ha il sacro fuoco dell’arte tenta lo stesso e a lui auguro buona fortuna. Per imparare? Le tavole. Intese come quelle del palcoscenico. Una scuola io non ho avuto tempo di farla e l’Accademia può essere utile, ma non assicura il lavoro. Il tempo per lei sembra non passare come con frequenza avviene con i creativi, per i quali l’età biologica non corrisponde alla realtà. Da cosa deriva? Dall’impossibilità di stare lontano dalle

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[ IN ALTO, MASSIMO RANIERI POSA CON L’IMMANCABILE MASCHERA DI PULCINELLA. SOPRA, IN UNA SCENA DELLO SPETTACOLO TEATRALE “VARIETÀ VIVIANI”. ]

OGGI IL MESTIERE È DAVVERO DURO... PER IMPARARE? LE TAVOLE. INTESE COME QUELLE DEL PALCOSCENICO tavole del palcoscenico, da uno studio televisivo, dal pubblico. Capita alla fine di uno spettacolo di tornare, spesso in albergo, stremati. Ma basta una camomilla, un bicchiere di vino caldo, una doccia e la mattina dopo si è pronti a ricominciare. Studiare un nuovo ruolo ti fa diventare un altro. Rinascere. Ma per farlo devi avere voglia di sapere, studiare, metterti alla prova. Il cervello è sempre in fermento e questa progettualità mantiene attivi. A chi non svolge questo lavoro consiglio una vita sana, senza eccessi alimentari, alcool compreso e di praticare un’attività fisica. Basta anche camminare con un certo impegno. Importante è leggere molto, essere curiosi e aprirsi agli altri. Cosa fa Massimo Ranieri quando non lavora? Quando sono a Roma amo restare a ca-

sa, anche per recuperare le energie. Ricevo gli amici, leggo e vedo i film che non sono riuscito a seguire. Sono tanto spesso in giro per lavoro che i viaggi preferisco farli nella mia testa. Semmai vado a correre ascoltando la musica in cuffia. Qual è la qualità che apprezza in una persona e quale il difetto che la infastidisce maggiormente? Apprezzo l’onestà intellettuale e non gradisco gli arroganti. Chi dice: «Io sono, io faccio» non mi piace. Meglio dire: «Io sarei, io farei».

«Quando sono a Roma amo restare a casa, anche per recuperare le energie... Sono così spesso in giro per lavoro, che i viaggi preferisco farli nella mia testa»


i t r o f e s dife o n a s o n r inve

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SOCIETÀ

[ ATTUALITÀ DI RAFFAELLO

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L’EREDITÀ DI UN GRANDE EVENTO

CARABINI ]

EXPO 2015:

UNO SGUARDO SUL FUTURO ATTRAVERSO IL PRESENTE «L’Expo di Milano lascerà qualcosa di molto importante: tutti i progetti architettonici, i padiglioni e le aree espositive realizzate per stupire il mondo e unirlo intorno al tema del cibo»

A

d oggi sono otto milioni, ma alla fine si prevede saranno circa venti i visitatori che l’Italia, non solo Milano, attrarrà grazie a Expo 2015. Un numero enorme, nonostante il nostro Paese sia da sempre meta turistica tra le più ricercate al mondo - ma ultimamente è scivolato al quinto posto nella graduatoria delle preferenze, dopo essere stata per anni al primo -, e un’opportunità per chi saprà sfruttarla. L’evento globale più importante ospitato dall’Italia negli ultimi anni - il confronto va fatto con i Mondiali di Calcio del 1990 oppure con le Olimpiadi di Roma del 1960, entrambi di durata temporale molto più limitata - sarà un enorme contenitore

di eventi, una vetrina internazionale per le eccellenze nostrane, un motore per processi di internazionalizzazione del nostro business, sia all’interno che all’esterno dei padiglioni. Come dice Luca Patanè, presidente di Uvet, gruppo leader in Italia

nel settore dei viaggi d’affari, «non si può pretendere che non ci siano disguidi o contrattempi in una manifestazione che prevede l’arrivo di venti milioni di persone, però mi aspetto che molte piccole e medie imprese italiane utilizzino l’evento per farsi conoscere,

puntando su quello che sappiamo fare meglio. Ci sarà spazio per tutti quelli che avranno talento e capacità». Non solo. Shangai ci insegna che, anche a distanza di soli quattro anni, si può ripensare e trasformare l’area che ospita l’evento in un

300 milioni di euro

Il sito espositivo,

250 milioni di euro:

Al termine

circa: è il valore stimato dell’area su cui si svolgerà l’evento di Expo Milano da maggio a ottobre di quest’anno.

sviluppato su una superficie di un milione di metri quadri, secondo le previsioni vedrà un’affluenza di oltre 20 milioni di visitatori.

a tanto ammonterebbe la penale che dovrebbe versare l’Italia nel caso in cui rinunciasse al progetto espositivo.

dell’Esposizione milanese alcuni progetti realizzati continueranno a rimanere attivi e a disposizione di istituzioni e associazioni.

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I COSTI DI UNA IMPOSSIBILE RINUNCIA È stata dapprima, eclatante e invasiva, la questione morale, ovvero interessi mafiosi e mazzette per la politica. Poi la solita difficoltà nella distribuzione dei fondi pubblici (endemica in Italia, ma drammatica in un periodo di profonda crisi) e infine le beghe tra magistrati. Hanno fatto ipotizzare, e persino chiedere da parte di qualche politico poco avveduto, una seconda rinuncia da parte italiana alla realizzazione di Expo. Infatti, dopo il successone di Milano 1906, Roma 1942 fu bloccata dalla guerra e non ci furono conseguenze, ma oggi sarebbe stato il disastro. In primis, contabile: il Bureau International des Expositions avrebbe preteso 250 milioni di penali, di cui 240 destinati ai Paesi di tutto il mondo, già esposti per oltre un miliardo di euro per allestire i propri padiglioni. Poi ci sarebbero state per la Società Expo (cioè Governo, Regione e Comune) le cause per mancate commesse (ipotizzabili nell’ordine di alcuni miliardi), per sponsorizzazioni già ottenute (siamo a oggi oltre i 350 milioni) e per rimborso delle fideiussioni bancarie che tutelano i tour operator, che hanno venduto quasi otto milioni di biglietti. Senza aggiungere il miliardo già speso o impegnato dallo Stato. Ne sarebbe derivato soprattutto un abbassamento importante del rating dell’Italia da parte di tutte le agenzie, con conseguenze esiziali sui tassi di interesse, sugli investimenti e sulle importazioni. Infine, ancora più significativo come ammoniva il presidente Giorgio Napolitano - «ci abbiamo messo la faccia, non possiamo sbagliare» -, sarebbe stato il danno d’immagine: ci saremmo coperti di ridicolo davanti alla platea mondiale per anni.

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asta di vendita non ha ricevuto offerte e serpeggia il rischio che si trasformi in una cattedrale nel deserto o in una landa desolata. Per ora è certo che rimarranno attivi Palazzo Italia e soprattutto tutta la zona di Cascina Merlata, con spazi di prestigio a disposizione per istituzioni, associazioni e per la società civile, nelle 400 unità immobiliari destinate a Villaggio Expo, dove verranno ospitate le delegazioni straniere. Oltre 320mila metri quadrati residenziali interamente a emissioni zero, primo quartiere in Milano. Il problema del dopo Expo è che non c’è un termine fissato cui ancorare il modus operandi tutto italiano del fare ogni cosa all’ultimo momento. Non ci sarà dead line e, senza l’occhio critico del mondo puntato su di noi, l’enorme investimento fatto rischia di andare disperso.

nuovo polo urbano, da un lato mantenendo e valorizzando una parte dei padiglioni, dall’altro lasciando spazio a nuovi insediamenti (musei, centri commerciali, uffici, hotel, grandi spazi verdi...). Nella megalopoli cinese sono riusciti a costruire persino quattro linee di metropolitana per raggiungere la zona, mentre a Milano si è progettata una linea 4 da oltre nove anni: finanziata, iniziata, sospesa, rifinanziata, ma ancora solo parzialmente realizzata e di cui non si conoscono ancora con precisione le autentiche implicazioni e sostenibilità economiche. Arexpo, l’area espositiva, del valore stimato di circa 300 milioni di euro, di cui più di metà dovrà restare a verde e che prevede una forte quota destinata a housing sociale, non ha ancora una destinazione post-evento. La prima

PICCOLE GRANDI INIZIATIVE Sarà una delle migliori, umanamente parlando, eredità di Expo 2015. Si tratta del Refettorio ambrosiano, una nuova mensa per bisognosi aperta dalla Caritas e dalla Diocesi nell’ex-teatro del quartiere periferico di Greco, ristrutturato per l’occasione, che al termine dell’esposizione universale verrà inserito in una rete integrata di servizi alla persona. Un’iniziativa che vuole “coniugare il bello e il buono”, in un ambiente curato ed elegante anche se destinato alla solidarietà. Dapprima, lo scorso dicembre, si è tenuta un’asta da Sotheby’s, in cui sono stati battuti 60 grandi tavoli progettati da designer quali Mario Bellini e Pierluigi Cerri, Patricia Urquiola e Alessandro Mendini, Gaetano Pesce e Dwan Terry. Dodici rimarranno nella mensa per accogliere poveri e indigenti, che potranno anche godere della vista di una serie di opere create per l’occasione da alcuni dei principali artisti italiani contemporanei: Enzo Cucchi, Carlo Benvenuto, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone. Non solo, ma l’idea geniale dell’iniziativa, voluta dal grande chef Massimo Bottura - la sua Osteria Francescana di Modena è uno dei dieci migliori ristoranti d’Italia - e dal regista Davide Rampello, è che, tra maggio e luglio 2015, il Refettorio verrà diretto da quaranta tra i migliori chef del mondo, che a rotazione ideeranno e prepareranno menu a partire dalle eccedenze raccolte nel sito dell’Expo e dagli avanzi dei ristoranti dei vari padiglioni. In un Paese come l’Italia, dove ogni anno si scarta cibo per un valore di 13 miliardi (5,5 milioni di tonnellate, che potrebbero sfamare 40 milioni di persone) si tratta di un’esperienza formativa e un modo diverso di aiutare il prossimo.

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[ ATTUALITÀ DI ROMINA

VINCI ]

POETI & PITTORI PER FAR RINASCERE UN QUARTIERE «Al Trullo, nella periferia sud-ovest della Capitale, la notte porta consiglio e tanti edifici colorati. Perché il volto di questo quartiere, da sempre abbandonato dalle istituzioni, riparte dai suoi stessi abitanti che - anziché trasferirsi - hanno deciso, con pennello e vernici, di cambiarlo a colpi di opere d’arte»

S

uccede che sei nato e cresciuto in una borgata romana, di quelle destinate a far parlare di sé soltanto per casi di criminalità e cronaca nera. Succede che vedi il degrado intorno a te, a causa anche di quelle case popolari Ater troppo spesso alibi di una mentalità assistenzialista che sfocia nel “tutto mi è dovuto”. Succede che a un certo punto dici no, non si può andare avanti così, bisogna fare qualcosa. Metti insieme un gruppo di amici, uniti nel tuo stesso intento; vi accomuna un passato da imbianchini, manovali, muratori, e decidete di sfruttare quelle potenzialità. Nasce come un sogno l’utopia di dare un volto nuovo al quartiere e diventa ben presto realtà. La realtà del Trullo, quartiere alla periferia sudovest della Capitale, oggi meta anche di turisti. Pennelli, barattoli di vernice, entusiasmo e buona volontà: queste le uniche armi a disposizione dei pittori del quartiere che di notte, provvisti di tute bianche e scale da lavoro, si aggirano per le strade della zona dando vita a simpatiche “incursioni colorate”. Figure geometriche, rombi, cerchi, quadrati, onde ed arcobaleni danno una vita nuova agli edifici. I vecchi palazzoni grigi lasciano spazio a vivaci

pareti multicolori. Giallo, rosso, verde: non più lotti anonimi, ma luoghi vivi. È il quartiere che si risveglia preso in mano dai suoi stessi abitanti, che non ci stanno ad essere pedine inanimate di uno scacchiere nel quale le mosse appaiono già scritte, ma alzano la testa e si riprendono in mano gli spazi pubblici. «L’ho fatto per i bambini, per le nuove generazioni, non voglio che crescano in un ambiente abbandonato, com’è stato per me. Voglio che si sentano parte integrante di un progetto di riqualificazione, e che fra venti, trent’anni, quando saranno loro stessi dei genitori, porteranno a spasso i figli per queste strade e diranno: “Vedi? Questo lo ha pitturato papà!”, dichiara Mario, una delle colonne portanti dei “Pittori del Trullo”, che è un fiume in piena di iniziative e nuovi progetti da realizzare. Nel bar della piazza adiacente al mercato rionale c’è un salvadanaio nel quale chiunque può lasciare un contributo per comprare la vernice, ed è questa, per ora, l’unica fonte di sostentamento dei “Pittori del Trul-

lo”. «Il prossimo passo è quello di costituire un’associazione, così possiamo partecipare anche ai bandi pubblici», afferma Mario. E va preso in parola. «Un quartiere da sempre abbandonato dalle istituzioni che, grazie a questa iniziativa, sta riacquistando quella dignità che merita», dice Giuliano, 36 anni, nato e cresciuto qui. Quando la creatività e la fantasia salgono in cattedra, non rimane altro che lasciarsi contagiare da questa vibrazione energica di positività. Al centro della piazza, ad esempio, c’è un vecchio frigorifero, che viene usato come una mini biblioteca collettiva, chiunque può prendere un libro e lasciarne un altro, una specie di book crossing all’aria aperta. E ci son luoghi, poi, che diventano delle vere opere d’arte. Tra via Massa Marittima e via del Trullo, ad esempio, all’angolo con via Sarzana, i pittori si sono superati. Hanno dato vita ad un progetto corale insieme ai “Poeti der Trullo”, allo street artist Solo, all’architetto Andrea Ciocchetti e al calligrafo Daniele Tozzi: i portici di un cortile di- »

«Qualcuno ha pensato che i muri colorati sarebbero durati poco. Invece, dopo mesi, sono perfettamente conservati» GENNAIO 2015

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}

ventano un cubo di Rubik gigante dal quale spunta un enorme graffito che raffigura una ragazza in lacrime. «È Nina che piange per il difficile momento che stiamo vivendo», spiega il giovane artista romano che l’ha realizzata. Ma poi ecco la spinta ad andare avanti: «Nun piagne Niné se l’arte si è estinta...», si legge nella poesia scritta sulle pareti adiacenti, «spiccherai ‘r volo sul Trullo che è padre de fiji ribelli. Artisti, pittori, poeti, fratelli». «Abbiamo voluto dare vita ad un’opera che parlasse del quartiere e al quartiere», racconta Solo, nato e cresciuto in queste vie. Lui, classe 1982, elogia l’operato dei pittori e aggiunge: «Ho capito che la differenza la puoi fare anche sotto casa tua; non importa dove vivi, l’importante è volerlo e crederci». Dello stesso avviso anche Claudia, giovane impiegata di banca, che ogni sera non vede l’ora di lasciare l’ufficio e tornare nel suo palazzo variopinto. Certo, c’è ancora da lavorare, per strada capita di imbattersi in cartacce, bottiglie di plastica, moz-

ziconi di sigaretta. «Il fatto è che non bastano delle mura colorate per cambiare la mentalità delle persone - dice Claudia -, è un discorso culturale che richiede molto più tempo. Ma noi non ci arrendiamo». I bambini, intanto, adorano i “Pittori del Trullo”; anche loro sono scesi in strada e, armati di pennelli, hanno colorato il muro esterno della loro scuola con fiorellini, stelle, cuori e casette stilizzate. E gli abitanti del quartiere? Giustino è barese, sua moglie è nata e vissuta al Trullo, ed oggi la loro casa è proprio alle spalle del mercato rionale. «La prima volta che ho visto questi muri colorati - racconta - ho pensato che sarebbero durati poco, e invece a distanza di mesi sono ancora perfettamente conservati. È il segnale che stiamo sviluppando una coscienza civica». Anche Antonello è contento di questa rivoluzione colorata: «Mia figlia dice che stiamo copiando quello che già fanno in Messico. Ma anche se fosse - incalza Antonello -, che male ci sarebbe? Io non sono mai stato in Messico...».

IL PARERE DEL MUNICIPIO

Dal Campidoglio intanto, ed in particolare dall’XI Municipio, arriva un plauso a questa “rivoluzione colorata” che sta investendo il quartiere alla periferia sud-ovest della Capitale: «Un atto di decoro urbano che nasce dalla voglia dei cittadini di migliorare il proprio quartiere», così lo definisce Fabrizio Mossimo, assessore municipale alla Cultura. «Ad una forma di incuria e di degrado da parte di un ente regionale (in questo caso l’Ater) si è sostituito un atto di responsabilità da parte dei suoi cittadini che sta portando alla riqualificazione di questi luoghi. I “Pittori del Trullo” sono l’evoluzione 3.0 del Retake, un movimento no profit che mira a ripulire Roma dal vandalismo di scritte sui muri, adesivi e sporcizia. Al Trullo si spingono oltre: non solo intervengono, ma migliorano anche il posto in cui vivono. Loro lanciano un segnale chiaro: lo spazio pubblico è di tutti, non di nessuno, e quindi ognuno deve far qualcosa per renderlo più bello». Dall’assessore capitolino un augurio: «Che questa operazione non venga politicizzata. È nata come una iniziativa civica, e tale deve rimanere».


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[ ATTUALITÀ ] DI

“DUE SCUOLE, UN PROGETTO”

CARLO PENGUIN

UN PATRIMONIO A SUON DI MUSICA «La Capoeira è stata inserita nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, quale strumento per combattere l’oppressione e la discriminazione e promuovere il dialogo interculturale»

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considerata uno dei simboli dell’identità nazionale brasiliana, ed ora è stata inserita nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco, essendo uno «strumento di resistenza all’oppressione e alla discriminazione, che promuove il dialogo tra individui di diverse etnie, classi sociali, età, sesso e nazionalità, testimoni della creatività umana». È la Capoeira, un insieme di danza, arti marziali e ritualità che si svolge al ritmo di musica.

Si crede che la Capoeira sia stata diffusa in Brasile dagli schiavi africani importati durante la colonizzazione. Originariamente rappresentativa delle lotte tribali delle popolazioni dell’Africa centro-occidentale, venne successivamente adottata come simbolo di ribellione e liberazione dalla schiavitù, dissimulata però sotto forma di danza per non incorrere in reazioni violente da parte dei padroni. Nonostante questa accortezza, fu subito palese la natura ribelle della Capoeira, per cui la sua pratica ven-

Ritmo È il gruppo musicale che determina quando il combattimento si deve svolgere lentamente o acquisire velocità.

Il berimbau è il principale strumento della bateria. I capoeiristi iniziano l’esibizione ponendosi ai piedi del berimbau solista, che stabilisce anche quando inizia la performance.

ne dichiarata fuorilegge e la proibizione restò in vigore fino agli Anni ‘30 del secolo scorso. Vista dall’esterno la Capoeira può sembrare un gioco, in realtà ci vuole abilità, equilibrio, forza muscolare e una grande rapidità di movimento. Il combattimento si svolge all’interno di un cerchio formato da persone (la cosiddetta roda), un gruppo delle quali suona strumenti a percussione (la bateria) e canta melodie che trasmettono le emozioni e i sentimenti della tradizione popolare brasiliana.

La Capoeira fu “liberalizzata” nel 1930; questo permise la nascita di numerose scuole che inizialmente divennero centri di aggregazione di ragazzi di strada. Non solo divertimento, dunque, ma anche progetto educativo. Nella sola Bahia esistono diversi tipi di Capoeira, ma in realtà le più famose sono la Capoeira Regional e la Capoeira Angola. La prima nacque dalla volontà del capoeirista Manoel dos Reis Machado, noto come Mestre Bimba. Chi frequentava i suoi corsi doveva dimostrare di avere disciplina, una buona postura e, soprattutto, avere buoni voti a scuola. I suoi capoeiristi Regional hanno divise bianche “pulite”, e un fazzoletto colorato al collo che indica il grado di capacità raggiunto. La Capoeira Angola venne creata da Vicente Ferreira Pastinha, noto come Mestre Pastinha. Egli pose l’accento sulla didattica e potenziò il lato giocoso della disciplina. Stabilì quali strumenti devono essere presenti in una roda, i ritmi, le modalità di ingresso e di uscita dei capoeiristi, e le modalità di permanenza. La divisa degli Angola è composta da pantaloni neri e maglietta gialla.


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[ ATTUALITÀ DI

GIOVANNA DALL’ONGARO ]

«L’opera d’arte, realizzata nel 1979 per commemorare i deportati italiani nel lager nazista, verrà trasferita a Firenze. Chiusa al pubblico da tre anni, l’istallazione sarà smontata e riproposta in tutt’altro contesto. Spezzando per sempre il legame con i luoghi dove, come diceva Primo Levi, “si è toccato il fondo delle barbarie”»

AUSCHWITZ: ADDIO AL MEMORIALE DEGLI ITALIANI «

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n questo luogo, dove noi innocenti siamo stati uccisi, si è toccato il fondo delle barbarie». Fino a poco tempo fa a chi leggeva le parole di Primo Levi non veniva richiesto il minimo sforzo di immaginazione, nessuna capacità di astrazione. Perché chi scorreva questo testo, necessariamente, doveva trovarsi esattamente lì dove la crudeltà umana aveva toccato il suo apice: nel campo di concentra-

«Il Memoriale è dedicato a tutti i perseguitati dal regime nazista e fascista» 32 I

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mento di Auschwitz. La toccante testimonianza di Primo Levi accompagnava, infatti, il visitatore all’interno del Memoriale Italiano nel Blocco 21 del lager nazista, convertito in un museo della memoria. D’ora in poi non sarà più così. L’opera realizzata nel 1979 in ricordo dei deportati italiani, una lunga spirale dipinta da Pupino Samonà, sarà infatti trasferita a Firenze dove inevitabilmente il testo assumerà un imprevisto valore simbolico. Dopo anni di trattative con la Direzione del Museo polacco e con il governo del Paese che avevano deciso il suo smantellamento, si è finalmente trovata la nuova de-

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stinazione: gli spazi del gigantesco centro d’arte contemporanea “Ex3” del capoluogo toscano. Lo smontaggio è affidato alle mani esperte dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, una garanzia per l’integrità fisica dell’opera. Ma altre preoccupazioni rimangono: che significato assumerà il Memoriale fuori dal suo contesto? A chi si rivolgerà? Il messaggio manterrà la forza originale? A Dario Venegoni, vicepresidente dell’Aned, l’Associazione Nazionale degli Ex Deportati politici nei campi nazisti proprietaria dell’opera, abbiamo chiesto di

spiegarci le ragioni che hanno portato a quello che lui stesso ha definito un “amaro epilogo”. Innanzitutto, cos’è il Memoriale degli Italiani? È a tutti gli effetti un’opera d’arte. Come tale, infatti, era stata concepita dalle persone che lavorarono alla sua realizzazione: l’architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, lo scrittore Primo Levi, il pittore Pupino Samonà, il poeta e regista Nelo Risi, il musicista Luigi Nono, che affiancarono gli ex deportati allora al vertice dell’Aned, a cominciare da Gianfranco Maris, Teo Ducci e altri. A tutti costoro l’arte sembrò il linguaggio più adatto per descrivere l’indescrivi-


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«Quest’opera d’arte è fortemente legata al contesto in cui è stata concepita. Tutto è stato pensato in funzione del Blocco 21 di Auschwitz» le venire cancellata da un disegno politico di censura del passato? Noi riteniamo di no. Cosa perderà il Memoriale nel trasferimento? Quest’opera d’arte, ma il discorso vale per tutte le opere d’arte, è fortemente legata al contesto in cui è stata concepita. Tutto, a partire dalle dimensioni, è stato pensato in funzione del Blocco 21 di Auschwitz e non di altri luoghi. L’impatto sul visitatore sarà senz’altro diverso, quindi, se dalle finestre del Blocco, che dovevano rimanere necessariamente aperte, [ A SINISTRA, UNA SUGGESTIVA MEMORIALE ITALIANO AUSCHWITZ. SOTTO, DARIO VENEGONI, VICEPRESIDENTE DELL’ANED, L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEGLI EX DEPORTATI POLITICI NEI CAMPI NAZISTI. ] IMMAGINE DEL DI

bile. Il modo più efficace per coinvolgere emotivamente il visitatore. Così, nel 1980, venne inaugurato quello che può essere definito uno dei primi esempi di istallazione multimediale. Dove si alternano i dipinti di Pupino Samonà, la musica di Luigi Nono intitolata Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, e i testi di Primo Levi. Ma è proprio l’aspetto artistico a essere stato criticato dal governo polacco che preferirebbe invece “una rappresentazione didattica e pedagogica dei fatti’’… È questa la ragione per cui si è voluto smantellare il Memoriale? Non solo. Nella decisione imma-

giniamo possano aver pesato anche altre valutazioni. Dopo il 1989 la Polonia ha iniziato una sistematica, e anche comprensibile, operazione di revisione del suo passato, con l’intento di liberarsi delle tracce lasciate dal regime comunista. Tra i dipinti del Memoriale compaiono anche un volto di Gramsci e una falce e martello che hanno urtato la sensibilità dei politici revisionisti. Ma il Memoriale è frutto della creatività di menti di tale levatura da essere difficilmente etichettate sotto una bandiera politica di partito. Un personaggio come Primo Levi può forse venire liquidato come comunista e la sua valenza cultura-

non si vedranno più gli scorci del campo di sterminio e se verrà impedito così il dialogo fortemente voluto tra il dentro e il fuori. Certamente Alberico Barbiano di Belgiojoso, figlio di Lodovico, cercherà di limitare il più possibile la perdita oggettiva dovuta al trasferimento. Ma il Memoriale sarà un’altra cosa. Non so immaginare quale sarà il suo impatto sui visitatori a Firenze. Senza dubbio sarà diverso da quello che avrebbe avuto ad Auschwitz. A chi è dedicato il Memoriale? Il Memoriale, così come è stato esplicitamente indicato da Primo Levi nel testo introduttivo, è dedicato a tutte le persone che so-

no state perseguitate dal regime nazista e fascista. Tra questi c’è un’alta percentuale di ebrei, vittime delle persecuzioni razziste, ma ci sono moltissimi dissidenti politici. Quasi mille italiani non ebrei finirono ad Auschwitz. È bene ricordarlo, così come è doveroso individuare le vere origini storiche delle deportazioni. Lo dice esplicitamente Primo Levi: Auschwitz è il punto di arrivo di un percorso iniziato in Italia con le violenze squadriste fasciste contro i lavoratori e i dissidenti politici. Esiste un filo rosso che unisce quelle repressioni agli orrori dei lager. Se non si prende coscienza di questo e se ci si limita ad attribuire le colpe dell’Italia alla deriva antisemita delle leggi razziali del ‘38 si compie un errore storico. La Shoah ha un ruolo essenziale e una drammatica specificità nella storia dei lager, ma sono convinto che non possa raccontarne tutta la storia. Ne trovo conferma anche nella stessa vicenda della mia famiglia. Ce la può raccontare? Quando furono varate da Mussolini le leggi antiebraiche, nel 1938, mio padre, dirigente comunista che cercava di ricostruire il sindacato alla Fiat, aveva appena finito di scontare i dieci anni di galera inflittigli dal Tribunale speciale fascista per la sua attività politica. Nello stesso processo venne condannato a sei anni un operaio umbro, Nello Buono. Questo signore, che dopo varie vicissitudini si era arruolato nella resistenza, nel ‘44 fu deportato prima a Mauthausen e di lì ad Auschwitz per smontare gli impianti del campo prima che arrivassero le truppe sovietiche. Le sue tracce si perdono nella terribile marcia di evacuazione nel gennaio 1945, nel corso della quale morì, con migliaia di altri, ebrei e non ebrei. Il Memoriale degli Italiani, ma soprattutto la storia, non possono dimenticarsi di uomini che, come lui, hanno combattuto vent’anni contro il fascismo e sono morti in un lager. GENNAIO 2015

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SOCIETÀ

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[ ATTUALITÀ DI

ADELAIDE VALLARDI ]

NASCERE IN CASA OGGI «Per le donne inglesi e olandesi non c’è nulla di strano. Per le italiane, anche in seguito ai rimborsi previsti da alcune Regioni, partorire in casa - come facevano le loro nonne - è diventata un’ipotesi da non scartare a priori. Ecco perché alcune di loro scelgono le mura domestiche piuttosto che l’ospedale» 34 I

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n Olanda la scelta di dare alla luce un figlio tra le mura domestiche non ha nulla di eccentrico: il parto domiciliare è tanto comune quanto nel nostro Paese lo è il ricovero ospedaliero. «Anzi, la situazione è completamente ribaltata: la donna che dovesse decidere di rivolgersi a una struttura sanitaria dovrebbe pagare una quota maggiore rispetto al parto in casa», spiega Daniela De Angelis, ostetrica appartenente al Coordinamento Ostetriche Libere Professioniste Parto a Domicilio della Regione Lazio.

A lei, che accompagna le coppie nel momento più bello della loro vita e che ha deciso, dopo anni di esperienza ospedaliera, di dedicarsi solamente ai parti domiciliari, abbiamo chiesto di raccontarci perché molte donne anche in Italia, grazie ai criticati incentivi (si veda il box) messi a disposizione da alcune Regioni, decidano di far nascere i loro figli in casa piuttosto che in ospedale. Il commento viene spontaneo: partorire in casa sembra una cosa di altri tempi. Eppure oggi torna in voga. Come mai?


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UNA QUESTIONE CONTROVERSA

IL PARERE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA Due studi, in particolare, vengono citati a sostegno della sicurezza del parto domiciliare: uno della “Cochrane Library” del 2012 e un altro pubblicato sul British Medical Journal nel 2013. Entrambi affermano, in sostanza, che i rischi di partorire in casa sono equiparabili a quelli ospedalieri. Queste valutazioni, però, non hanno impedito alla Sigo, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, di schierarsi apertamente contro le decisioni di alcune Regioni, ultima il Lazio, di stabilire un rimborso per i parti domiciliari: «Il parto in casa è una procedura difficile da gestire, che non rispetta i moderni requisiti di sicurezza e non risponde neanche a una logica economica... Nei Paesi del Nord Europa, quando una donna decide di partorire tra le mura domestiche, fuori dalla porta di casa viene parcheggiato un centro mobile di assistenza che rimane a disposizione per tutto il travaglio. Inoltre, viene riservato un posto nell’ospedale più vicino. Senza queste fondamentali precauzioni, dare alla luce un bambino in casa diventa estremamente rischioso...». Le critiche di Paolo Scollo della Sigo, che ha firmato la nota stampa, riguardano anche i dati dei due studi in questione: «Innanzitutto, le donne dovrebbero essere under 30, già madri, senza malattie esterne e con una gestazione perfetta». L’ospedalizzazione della gravidanza, nata con buone intenzioni per garantire condizioni di sicurezza alle donne che partorivano in contesti difficili e rischiosi e che mettevano al mondo tanti figli in situazioni igieniche non sempre ideali, si è trasformata negli anni in una prassi che preclude alla donna di vivere pienamente l’esperienza del parto. In che senso? Cosa toglie l’ospedale? Come conseguenza dell’eccessiva medicalizzazione è cambiato il ruolo della futura madre. La donna incinta non è più protagonista della scena, ma delega agli specialisti la gestione della gravidanza, prima, e poi anche del parto. Sono loro infatti che dettano i tempi e i modi, che impongono la posizione da tenere durante il travaglio e che scelgono le manovre da eseguire. In questo modo la donna non può dimostrare la sua competenza, perde la sua centralità fino ad accettare che altri si prendano meriti che in realtà non gli spetterebbero. Quante volte abbiamo sentito un ginecologo o un’ostetrica affermare: «Ho fatto nascere quel bambino o quella bambina». In verità, il nostro ruolo è solo di sostegno: la vera protagonista deve essere la donna. Cosa aggiunge, invece, il parto domiciliare? L’intimità, il rispetto dei tempi e dell’autonomia della donna che ve-

drà valorizzato l’aspetto istintivo. Infatti, nel momento in cui prevalgono le regole di un’organizzazione esterna, nel cervello della donna viene attivata la zona corticale, quella razionale, che induce un abbassamento dell’ossitocina, l’ormone che stimola le contrazioni. Quando invece a predominare è il cervello limbico, quello irrazionale, l’ossitocina viene rilasciata in maggiori quantità e il travaglio si attiva prima. Ogni volta noi operatrici ci stupiamo di quanto possa essere competente una donna che segue il suo istinto e ci meravigliamo anche delle abilità di un neonato lasciato libero di arrampicarsi, ancora con il cordone attaccato, lungo il corpo della mamma in cerca del seno a cui attaccarsi. Queste esperienze, purtroppo, nelle strutture ospedaliere non vengono sempre garantite. A molte coppie, però, il parto in casa fa paura. Sono timori leciti? Noi vorremmo che le coppie venissero informate che ci sono possibilità alternative all’ospedale per fare in modo che possano scegliere liberamente. Non tutte le donne possono partorire in casa. Alla sottoscritta, madre di due gemelli, per esempio, è stata preclusa questa possibilità. Ma se la gravidanza è fisiologica, il parto domiciliare - secondo studi recenti - ha gli stessi rischi del parto ospedaliero. L’ostetrica porta con sé tutto

l’occorrente per un primo soccorso, come i farmaci per bloccare eventuali emorragie, i dispositivi per la rianimazione neonatale, ecc. Ovviamente, sappiamo che non si può controllare tutto, ma questo vale anche per l’ospedale. Quali sono i motivi che spingono una donna a scegliere la casa e non l’ospedale? Chiediamo alle coppie che incontriamo di fare una lista delle cose a cui non rinuncerebbero mai durante l’esperienza del parto: si chiama “piano del parto”. Chi sceglie la casa, lo fa per varie ragioni. Si vuole una maggiore intimità, si desidera che altri figli possano partecipare alla nascita del fratello o della sorella, non si vuole rinunciare al confort delle proprie abitudini. Nella decisione pesa anche il desiderio degli uomini di non sentirsi messi da parte, costretti a chiedere il permesso per entrare nella stanza do-

ve si trovano i suoi famigliari e a rispettare gli orari delle visite. Nascere in casa oggi: cosa è cambiato rispetto al passato? Innanzitutto sono cambiate le tecnologie per diagnosticare eventuali patologie in gravidanza. L’ecografia e gli altri esami attualmente consigliati, si sono rivelati fondamentali per migliorare l’esito del parto e la salute del feto. Inoltre, sono cambiate le condizioni di salute e di igiene in cui le donne vivono. E le ostetriche di oggi hanno una formazione universitaria che le rende più competenti. A parte le questioni sanitarie, il maggior cambiamento riguarda la composizione della famiglia. Un tempo l’evento del parto coinvolgeva un vasto numero di parenti, zii, nonni, cugini. Oggi riguarda quasi esclusivamente i genitori. Gli altri sono tenuti volutamente a distanza.

In aiuto delle giovani mamme

La Onlus Terra dei Piccoli ha avviato una campagna informativa sulle gravidanze in età prematura. Le ragazze molto giovani, infatti, sottovalutano le dimensioni dell’evento, che invece va affrontato con l’aiuto dei propri cari e senza temere giudizi. Nasce così La piccola agenda della gravidanza, ricca di consigli e di informazioni utili per accompagnare il periodo della “dolce attesa”. Per saperne di più: www.terradeipiccoli.org GENNAIO 2015

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SOCIETÀ

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MI TATUO, DUNQUE SONO «Oggi non è più un fenomeno di nicchia o di moda. Decorare la propria pelle, personalizzandola, riscuote sempre più successo e ha un indiscutibile valore artistico. Sono circa due milioni infatti gli italiani tatuati, un modo semplice per affermare la propria unicità» [ COSTUME DI RAFFAELLO

CARABINI ]

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o sappiamo tutti: guardare una partita di calcio in televisione è un grande show pubblicitario. Ma in molti, probabilmente, non abbiamo fatto caso a uno di questi messaggi promozionali, non diretto come gli spot, le scritte sulle maglie oppure i cartelloni a bordo campo. E neppure spontaneo come l’affermazione dell’importanza di fare sport per scolpire un corpo atletico e, magari, arrivare alla ricchezza e al matrimonio con una “velina”. Si tratta di una comunicazione quasi subliminale, che afferma: «I nostri idoli sportivi hanno mol-


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compresa tra i 14 e i 90 anni avrebbe un tatuaggio; in Francia, secondo un recente sondaggio, addirittura il 10%. Ma le percentuali aumentano decisamente tra i giovani, comprese tra il 15 e il 25%, a seconda del Paese. A dimostrazione che l’utilizzo della propria pelle quale spazio da occupare come meglio si crede, assecondando le proprie fantasie quasi fosse tela o carta, è ormai un’idea che ha «Devozione e guerra superato ogni tabù, a sono alle origini di questa cominciare da quello anpratica che nasce cestrale secondo cui le nella notte dei tempi» modifiche fisiche e strutturali del corpo umano che vari musei europei mi hanno spettano soltanto a Dio. contattato: il Victoria and Albert Dopotutto, proprio il carattere dedi Londra, lo stesso British e altri». vozionale, insieme a quello guerCosì Miki Vialetto, editore di tre ri- resco, è all’origine del tattoo, sia viste internazionali specializzate e per attirare protezione sia per indi libri d’arte sul tatuaggio, orga- dicare particolari devozioni o comnizzatore della convention temati- piti, sia per aver effettuato specica di Milano (il 6-7-8 febbraio ci sa- fiche esperienze mistico-religiorà la ventesima), che in tre giorni se, oppure aver partecipato a deattira quasi 8mila visitatori. Del re- terminati riti (come un pellegristo negli ultimi vent’anni, il tatuag- naggio a Loreto, un tempo non gio ha guadagnato enorme popo- così facile e sottolineato da un larità in tutta Europa. In Germania tatuaggio distintivo). l’8,5% della popolazione di età Ha poi assunto altre funzioni nel il Palazzo Ducale di Genova, museo d’arte moderna importantissimo in Europa, nel 2003 gli ha dedicato una mostra collettiva. La stessa Accademia di Belle Arti di Milano ha portato i suoi studenti ad assistere a come i tatuatori, considerati a ragione dei veri e propri artisti, disegnino ed eseguano le loro opere. Insomma, il fenomeno è sempre più in espansione, tant’è

ti tatuaggi». Infatti, in ogni squadra, almeno quattro o cinque calciatori espongono in bella vista una serie di disegni e decorazioni sulla pelle. Una sollecitazione rispetto alla quale gli spettatori quasi non possono esimersi dal pensare: «Perché non ce ne facciamo uno anche noi?». Poi magari tre, cinque, sette, e così via, sempre rigorosamente in numero dispari. «Oggi il tatuaggio non è più un fenomeno underground o un vezzo di moda, ma è entrato a far parte di un vero e proprio movimento sociale. Anche il mondo dell’arte si sta sempre più accorgendo delle sue potenzialità, tanto che

tempo: da quelle professionali, indicative di mestiere, a quelle gerarchiche, fino a quelle di “appartenenza” (e non solo a gruppi delinquenziali come la camorra o la varie mafie russe e orientali, ma anche a società segrete dagli scopi libertari e rivoluzionari oppure a fasce marginali della società come i girovaghi e gli ambulanti, i galeotti e i marinai). Comprese quelle magiche: in Birmania vi ricorrono solo le donne, immettendo nelle incisioni una miscela vegetale considerata un filtro d’amore, mentre gli Eschimesi, gli Ekoi africani, gli indigeni del Borneo li considerano un lasciapassare per l’aldilà (addirittura le Figiane non tatuate sono destinate a essere mangiate dagli dei). Una storia che inizia alcune migliaia di anni prima di Cristo la “mummia del Similaun”, ritrovata nell’omonimo ghiacciaio alpino nel 1991 e risalente al 3300 a.C., presenta tatuaggi terapeutici - e che è continuata, benché malvista in Occidente dall’ufficialità cristiana nonostante i fedeli delle origini li praticassero come segno di riconoscimento, fino ai

Non solo moda

In Germania

Anche l’estetica conta: persino il trucco si può tatuare in modo semipermanente.

l’8,5% della popolazione di età compresa fra i 14 e i 90 anni avrebbe un tatuaggio. GENNAIO 2015

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[ IN APERTURA, DIVERSI TIPI DI TATUAGGI

SOCIETÀ

IN

ANGELINA JOLIE, TATUATASI CAMBOGIA CON ANTICHE TECNICHE LOCALI. A DESTRA, NELLA FOTO, DAVIDE “SKINKING”. ]

nostri giorni. In diretto rapporto con la volontà di esorcizzare il dolore, e quindi la morte, grazie alla sopportazione del male fisico e alla perdita di sangue, l’indicatore per eccellenza della vita. Il rilancio del tatuaggio nella quotidianità contemporanea siamo verso la metà degli scorsi Anni ’80 - è stato dettato dal desiderio di marcare un’identità e di segnalare la propria differenza dalla società “normale”: non per nulla è stato attivato dalle fasce giovanili delle aree metropolitane, diventandone una sorta di status symbol. Da allora il mondo del tattoo è sempre più fiorente. Non solo i calciatori e gli sportivi in genere, ma anche i cantanti (a cominciare da pressoché tutti i rapper) ne sono diventati i testimonial più efficaci. Oggi sono quasi due milioni gli italiani che utilizzano i tattoo come metodo semplice, economico, personalissimo per rappresentare la propria unicità, la propria individualità, i propri gusti, le proprie passioni, i propri amori al cospetto di tutti. Oppure al cospetto di pochissimi intimi, che potrebbero però diventare vari milioni, come ha insegnato la celeberrima “farfallina di Belen”, mostrata dal palco del Festival di Sanremo nonostante la collocazione particolarmente nascosta. Il tutto senza arrivare alle follie della body modification delle lingue biforcute e gli innesti sottocutanei, della scarnificazione e dei piercing estremi, che sembrano oggi - con l’omologazione e la diffusione generalizzata del tatuaggio - l’unica strada rimasta da percorrere per essere trasgressivi. Invece, il tatuaggio è ormai riconosciuto come una tecnica di decorazio-

38 I 50epiu.it I GENNAIO 2015

TATUAGGI E TATUATI

E L’ATTRICE

DAI TATUAGGI ALLE GALLERIE D’ARTE

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DAVIDE “SKINKING”

All’età di 19 anni, mentre studiava filosofia all’università, ha scoperto la passione per il mondo dei tatuaggi: oggi, dopo averli sperimentati su se stesso, seguito corsi di formazione professionale e percorso una lunga gavetta, esercita in un avviato studio nell’hinterland milanese. Davide “Skinking” ha tra i suoi clienti giovanissimi e over 50, ragazzi di colore, bancari ed ex detenuti, e vanta questa varietà come uno stimolo ad aprire il proprio ventaglio espressivo. «La mia è una passione che è diventata lavoro a tempo pieno. In quasi dieci anni ho fatto più di mille tatuaggi, comprese stelline, farfalline, letterine... Un’esperienza sempre in evoluzione che, dai primi disegni, mi ha portato a esporre tavole in gallerie d’arte». Cosa suggerisce a chi vuole affrontare per la prima volta un tattoo? Innanzitutto di controllare che nello studio si rispettino le norme igieniche, perché oggi sono numerosi i tatuatori improvvisati. Poi, di capire le qualità “artistiche” del tatuatore, cioè se durante l’esame del soggetto è in grado di dare suggerimenti che permettano all’opera di entrare in sintonia con la muscolatura e la struttura corporea del punto in cui deve essere realizzata. E a chi vuole affrontare un tatuaggio a una certa età, poniamo oltre le cinquanta primavere? Qui entrano in gioco problematiche salutistiche e psicologiche. La pelle non mantiene la sua elasticità per sempre, né assorbe gli inchiostri con identica facilità. Normalmente suggerisco disegni che non abbiano molti riempimenti di colore né sfumature accentuate, e poi personalmente utilizzo accorgimenti tecnici che consiglio di richiedere anche ai colleghi, in particolare l’uso di macchinette rotative, più delicate rispetto a quelle tradizionali a bobina, oppure di diminuire la pulsazione delle battute della barra che spinge gli aghi nella pelle.

{

I CONSIGLI DEL DERMATOLOGO

}

Christa De Cuyper, dermatologa del modernissimo ospedale AZ Sint Jan di Brugge, in Belgio, ha così sintetizzato le possibili complicanze mediche di un tatuaggio durante un simposio internazionale specializzato. «Nelle ultime decadi i tatuaggi hanno cominciato a diventare molto popolari presso tutte le classi sociali e persone di ogni età. Ma, come tutti i metodi di modificazione corporale, possono portare a delle complicanze, che dipendono dalle condizioni igieniche in cui tali processi vengono effettuati, dalla formazione e dalle competenze del professionista che opera e dai materiali utilizzati. Le rea-


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GLI STILI Le tecniche nella storia del tatuaggio sono state le più diverse. Da quella degli Inuit, che usano aghi di osso con cui fanno passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine, a quella dei Polinesiani, che forano la pelle con i denti di un pettine di osso battuto tramite una bacchetta e vi introducono colori ottenuti dalla lavorazione della noce di cocco. Oggi si ricorre normalmente a una macchinetta elettrica, che muove una serie di aghi - in numero vario a seconda dell’effetto desiderato - causando la loro entrata nel derma, dove depositano il pigmento anallergico colorato. I tatuatori professionali, “corretti”, non disegnano simboli politici né utilizzano marchi depositati, non assecondano le mode, ma tendono a creare una “linea artistica” personale, di solito all’interno di qualcuno dei numerosissimi stili esistenti. Quelli più in uso si rifanno o alla “vecchia scuola” (tratti netti e squadrati, molto nero, colorazione tendenzialmente piatta, soggetti quali rose, pugnali, pin up, cuori sacri, sirene, ancore ecc.) oppure alla “nuova scuola” (che esaspera le caratteristiche suddette con linee ancora più grosse e colori super luminosi). Poi, molto utilizzati sono i “tribali”, che, affermatisi a partire dai primi Anni ’90, si rifanno ai tatuaggi tradizionali degli indigeni delle isole della Polinesia e del Borneo, dei Maori neozelandesi e dei nativi americani, con disegni astratti, linee molto marcate e riempimenti di nero. Molto amati anche i “giapponesi”, con soggetti classici quali dragoni, fiori di ciliegio, animali mitologici e carpe, ognuno con un significato preciso; quelli “biomeccanici”, ispirati ai lavori di Hans Ruedi Giger, il grande pittore svizzero che rappresentava creature dalle membra umane fuse indissolubilmente con parti meccaniche; e infine il “littering”, con parole o frasi che completano o sostituiscono un disegno.

2

zioni allergiche possono essere attribuite alle sostanze utilizzate. Standard igienici precari e procedure negligenti possono causare infezioni localizzate (lupus, psoriasi, orticaria), ma anche portare a situazioni di grave pericolo o addirittura causare danni irreversibili. Possono essere trasmesse malattie ematiche (epatite B, C, Hiv). Può verificarsi la formazione di inattese cicatrici, granulomi e cheloidi. Si sono verificate anche interferenze con successive risonanze magnetiche, a causa dei metalli contenuti in certi inchiostri. È fondamentale che di tutto questo siano a conoscenza innanzitutto gli operatori del settore».

ne corporale, che consiste nel procurare alla pelle delle minuscole ferite, andando a riempirle con dell’inchiostro colorato, formando così una scritta o un disegno. La durata della traccia è permanente, anche se ovviamente invecchia insieme alla pelle e, in alcuni casi, necessita di alcune ribattute nel tempo. Tanto “normale” da essere praticata a ogni età, compresi coloro che nei pionieristici Anni ’80 erano postadolescenti e ora sono dei nonni che vogliono avere sulla pelle il nome dell’ultimo nipotino da esibire e anche semplicemente da baciare la sera. Chi voglia sottoporsi a un tatuaggio deve comunque essere a conoscenza di alcuni rischi sanitari, come la possibile allergia alle sostanze usate per la colorazione e le infezioni sanguigne anche gravi, come l’epatite o l’Aids. Rischi però quasi nulli negli studi professionali, che, sotto il controllo delle Asl, utilizzano inchiostri di ultima generazione, rigorosamente anallergici, e strumentazione monouso in ambienti acconci e condizioni igieniche ottimali. Inoltre, è importante che il tatuatore informi dettagliatamente il cliente riguardo i rischi e gli oneri che comportano le sedute, ma che si preoccupi

anche di capire quali sono le motivazioni reali del cliente, con lo scopo di evitare che questi sia mosso da manie o mode passeggere e che finisca per sottoporsi a un trattamento del quale presto potrebbe pentirsi, e di sconsigliare tatuaggi molto esposti (collo, mani, volto) a chi non ne abbia già di piuttosto estesi. Infine, bisogna aggiungere che negli ultimi anni le tecniche per la rimozione dei tattoo sono diventate sempre più precise. Grazie all’evoluzione dei laser - e si stanno affermando anche dei prodotti di semplice cosmesi, ancora in fase di perfezionamento ormai il risultato è pressoché totale. L’utilizzo di specifiche lunghezze d’onda di energia luminosa permette di frammentare l’inchiostro colorato in modo tale che le microscopiche particelle vengano poi eliminate dal naturale sistema immunitario del nostro organismo. Scompaiono anche gli aloni e il cosiddetto effetto ghost, ma ovviamente molto dipende dalla tipologia del tatuaggio e dalla quantità di colore, in particolare di rosso, utilizzata. E comunque, dicono i tatuatori, esiste sempre la possibilità di correggere l’esistente oppure di sovradisegnare un nuovo tatuaggio. GENNAIO 2015

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SOCIETÀ

[ ATTUALITÀ DI PAOLO

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FANTASCIENZA? NO, PURA REALTÀ

NEGRINI ]

COSA INDOSSO OGGI?

IL GUARDAROBA TECNOLOGICO «Tessuti idrorepellenti e antimacchia, scarpe che respirano, cardiofrequenzimetri e bracciali che fungono da lettori multimediali... Dall’abbigliamento agli accessori, i progressi della tecnologia indossabile»

C

ome ben sappiamo, ad esclusione dei pochi “nati con la camicia”, l’uomo viene al mondo nudo. Un inconveniente a cui i nostri progenitori posero rimedio con pelli o materiali lavorati per essere indossati e proteggersi così da tutti i disagi a cui un corpo nudo può andare incontro. Col trascorrere dei secoli e dei millenni, l’abito, pensato in un primo momento al solo scopo protettivo, assunse anche precise funzioni sociali. In base all’abito indossato si poteva riconoscere la classe sociale a cui apparteneva un individuo e, poiché non si è mai contenti, oltre l’abito venivano indossati preziosi gioielli per rimarcare forza e prestigio anche all’interno della propria classe sociale. Se per fortuna, almeno in parte, questo aspetto ha perso significato, altre funzioni sociali dell’abi-

to hanno mantenuto invariato il loro messaggio. Pensate com’è facile riconoscere le mansioni svolte da un individuo che in-

dossa un lungo abito nero con una sfilza di bottoni sul davanti ed un colletto bianco che gli cinge il collo, o un abito nero

ricco di fregi e mostrine con bande rosse laterali sui calzoni. Nel tempo il costume si è evoluto quasi esclusivamente dal punto

Wearable tech

33 milioni

Smartwatch

Materiali innovativi

Si prevede che, nel 2019, la quota mercato di dispositivi indossabili legati al mondo del fitness toccherà il 20% (Fonte: www.techeconomy.it).

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i prodotti della wearable tech venduti quest’anno. La stima del 2019: 148 milioni annui di unità vendute. (Fonte: www.techeconomy.it).

Uno studio della BI Intelligence prevede, nei prossimi 5 anni, un aumento del 41% annuo degli acquisti di smartwatch (Fonte: www.techeconomy.it).

Tra i prodotti in vendita ci sono anche calze realizzate con una fitta rete di nanosensori e tessuti ipertecnologici.


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SOCIETÀ

di vista estetico fino a quando lo sviluppo tecnologico, rivolto alla produzione di materiali innovativi, ha soppiantato i materiali tradizionali. Ci siamo così trovati a indossare scarpe che respirano, calze che non stressano, magliette che espellono il sudore, tessuti che recuperano la temperatura irradiata dal corpo o la restituiscono in caso di raffreddamento, altri antimacchia, idrorepellenti, oleorepellenti, impermeabili, traspiranti, resistenti al vento. Un bel cambiamento rispetto al maglione che pizzicava il collo. Possiamo sostanzialmente dire che l’uomo ha continuato a ricoprire il proprio corpo con abiti e oggetti più o meno preziosi per due precisi motivi: ripararsi e farsi riconoscere.

2014: ANNO DELLA WEARABLE TECH

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l crinale che segna una differenza sostanziale non solo nel costume ma principalmente nel modo in cui l’uomo si rapporta con il resto del mondo, è il 2014, l’anno della della wearable tech, la tecnologia da indossare. Il corpo non è solamente qualche cosa da proteggere od usare per sfoggiare oggetti, ma diviene un supporto per una tecnologia interattiva da indossare. Ed ecco così comparire: • bracciali e smartwatch capaci di eseguire applicazioni di diverso genere, funzionare come lettori multimediali portatili e telefoni, ricevere messaggi ed e-mail se connessi a un cellulare e connettersi a Internet; • occhiali che permettono a chi li indossa di avere informazioni aggiuntive sulla realtà che li circonda, controllare i social network, telefonare, visualizzare e inviare messaggi (sms), tradurre un testo da una lingua di origine a una di destinazione, scat-

tare fotografie, registrare video, condividere ogni contenuto sui canali sociali, ottenere indicazioni stradali; • contapassi che avvisano se non camminiamo a sufficienza; • cardiofrequenzimetri che indicano il giusto ritmo di corsa per dimagrire;

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IL PIÙ GRANDE DEI CAMBIAMENTI

}

• scarpe con sensore satellitare che indicano il percorso da seguire e segnalano dove ci troviamo; • esoscheletri che rivestendo il corpo con una sorta di “muscolatura artificiale” in grado di potenziare le capacità fisiche (forza, agilità, velocità,

potenza ecc.) dell’utilizzatore. Questi sono solo alcuni esempi dei nuovi oggetti che indosseremo. Fantascienza? Follia allo stato puro? No, null’altro che la semplice realtà. Siamo all’inizio di questo processo ma il via è stato dato. Certamente, come sempre accade, ci saranno degli eccessi che dovranno essere controllati e reindirizzati nella giusta direzione. Provate a pensarla positivamente e cercate di vedere quali applicazioni potrebbero avere questi strumenti, oltre che nella vita quotidiana, in campo medico e scientifico. Comunque la pensiate, ricordiamo che nella seconda metà del XIX secolo, la miniaturizzazione e la produzione in serie permise di realizzare orologi da tasca compatti e precisi che in seguito si trasformarono negli orologi da polso che usiamo tutt’oggi. Se non vi ha lasciato basiti l’idea di indossare il tempo, nulla potrà stupirvi.

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> @VVISO AI NAVIGANTI

I PREFERITI DI DI PAOLO NEGRINI

LA TOP 5 DELLE COSE DA FARE, VEDERE, ASCOLTARE IN RETE

AFORISMI [ UNO AL GIORNO ]

«Ci

sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere» Dalai Lama Aforisma del Giorno è un sito che raccoglie quotidianamente, per passione, tante brevi citazioni a scopo educativo, di discussione e, perché no, di curiosità. >> www.aforismadelgiorno.com

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FAI DA TE [ CURIAMO LA CASA ] Se vi chiedessi di pensare ad un luogo ospitale, familiare, dove ci si sente protetti e dove si trascorre gran parte della nostra vita, cosa rispondereste? Di certo direste: «La mia casa!». Su Casapratica.it troverete articoli, rubriche ed informazioni utili su come prendervi cura della vostra casa, risparmiando denaro e divertendovi. >> www.casapratica.it

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I farmaci definiti “equivalenti” devono contenere lo stesso principio attivo, e la stessa quantità, del medicinale di riferimento (quello originale o definito di “marca”), rispetto al quale devono avere anche la stessa forma farmaceutica e la stessa via di somministrazione, oltre a rispondere agli stessi criteri di qualità, efficacia e sicurezza. Il sito Equivalente.it presenta informazioni per entrambe le tipologie, fornendo indicazioni complete anche dal punto di vista normativo, in modo che il cittadino abbia poi gli strumenti per scegliere con consapevolezza tra le due possibilità. >> www.equivalente.it

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[ AL LIMITE DEL REALE ]

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Misteri del Mondo è nato nel 2008 come sito amatoriale ed ha avuto un notevole sviluppo in questi anni. Il portale descrive, racconta, recensisce eventi, contesti e situazioni misteriose con occhio imparziale, senza prendere posizioni sui fatti esposti, ma lasciando all’utente l’interpretazione e la decisione sul credere o meno ai fatti raccontati. Pur prediligendo fatti pseudo-scientifici, sono comunque presenti articoli al limite del reale. >> www.misteridelmondo.it

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[ SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE ]

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Ecco il portale di servizi di e-government del Dipartimento dei Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Qui cittadini ed imprese possono consultare informazioni e accedere ai servizi on line a loro dedicati. Il sito può essere navigato sia come visitatore che come utente registrato. Quest’ultimo potrà accedere anche al saldo punti patente, verificare la copertura RC Auto, le revisioni, ecc. >> www.ilportaledellautomobilista.it


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[ REPORTAGE DI ILARIA ROMANO E ROMINA VINCI ]

A CIPRO, LA MISSIONE PIÙ LUNGA DELL’ONU «L’invasione delle truppe di Ankara, nel 1974, ha innescato una diaspora tra Turcociprioti (al Nord) e Greco-ciprioti (al Sud), dividendo l’isola in due. Oggi come allora le Nazioni Unite - compresa l’Italia - continuano ad aiutare i due popoli per una normalizzazione dei rapporti»

È

rimasta l’ultima capitale al mondo divisa da un muro, dopo la caduta di quello di Berlino. Nicosia rappresenta ancora oggi una realtà sospesa, dove la pace si regge su un equilibrio estremamente fragile, così come in tutto il territorio di Cipro, fra le due comunità che ci vivono. Se è vero che qui non si combatte più da tempo, la missione delle Nazioni Unite che ha appena compiuto cinquant’anni, è ancora attiva allo scopo di guidare due popoli verso una normalizzazione estremamente lenta. La Repubblica di Cipro del Nord è tale solo per i Turco-ciprioti e per la Turchia, mentre per i Greco-ciprioti, e il resto della comunità internazionale, non è uno Stato riconosciuto ma una zona occupata, all’interno di un Paese europeo. A separare di fatto le due comunità c’è una “buffer zone” o zona cuscinetto in cui opera la Missione Unficyp, United Nation Peacekee-

ping Force in Cyprus, che taglia in due l’isola, fatta eccezione per l’area di Dhekelia di sovranità britannica. La zona si estende per 180 km, e mentre in alcuni punti del centro di Nicosia è larga pochi metri, in altri è ben più ampia, e comprende interi villaggi per un totale di circa 10mila abitanti. E le controversie sono all’ordine del giorno. In area urbana, quando da entrambe le parti si celebrano anniversari “caldi”; nelle aree rurali, quando entrano in gioco le proprietà private, le concessioni edilizie, il divieto di caccia. La missione Onu più longeva della storia è formata da tre componenti: militare, civile e di polizia. Ed è in quest’ultima che sono impiegati anche quattro italiani, Marescialli dei Carabinieri, inquadrati come membri Unpol, United Nations Civilian Police. «Portiamo la nostra professionalità e lavoriamo sotto il mandato delle Nazioni Unite senza essere arma- »

[ IN QUESTA PAGINA, ARTEMIDOS STREET, NELLA ZONA CUSCINETTO CHE TAGLIA A METÀ NICOSIA, LA CAPITALE. ]


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[ ACCANTO, ALCUNI MOMENTI DI QUOTIDIANITÀ A NICOSIA. NELLA PAGINA SEGUENTE, IN ALTO, “LA RISOLUZIONE”, UN’OPERA D’ARTE DI THEODOULOS GREGORIOU PER PROTESTARE CONTRO LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI: SU UNA BASE DI CEMENTO GIRA PARTE DEL TESTO DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI SCRITTA IN GRECO; SOTTO, DA SINISTRA, I MARESCIALLI MICHELE GIOVANNINI, WALTER GEREMIA, PARIDE TURLI ED ELISABETTA LANZA, TUTTI OPERANTI NELLA MISSIONE UNFICYP. ]

ti, ma solo con il dialogo e la mediazione - racconta il vice capo di Unpol, Paride Turli, una lunga carriera costellata da esperienze all’estero -. Parliamo con la gente, che si tratti degli abitanti o dei colleghi, per fare in modo che si arrivi ad avere standard di vita normali. E vivere ancora in una realtà divisa in due, anche se non si spara più, non può essere considerato normale». Elisabetta Lanza, Patrol Officer Unpol-Dhenia, è alla sua prima missione fuori dall’Italia e vive il suo lavoro a contatto con la popolazione rurale. «Sono in una stazione esterna a Nicosia e quindi tocco davvero con mano la realtà del posto. Non è poi molto diverso dal mio lavoro in Sardegna - dice - e anche se a volte non si parla la stessa lingua ci si capisce». A 31 anni è l’unica donna a rappresentare l’Italia a Cipro, con le Nazioni Unite. «C’è una grande presenza femminile in questa missione - aggiunge Elisabetta - a partire dal Force Commander, il Generale Kristin Lund. Dà una marcia in più quando bisogna interfacciarsi con le donne dei villaggi rurali, che con i miei colleghi uomini non potrebbero nemmeno parlare e con me hanno stabilito un buon rapporto». La differenza con le altre missioni in luoghi a più alto rischio è che qui,

a Cipro, chi presta servizio per l’Onu non vive all’interno di una base militare ma deve pensare da solo a vitto e alloggio. E questo consente di inserirsi ancora meglio nel contesto locale, dove si affitta una casa e ci si vive per tutta la durata dell’impiego, di circa un anno. «Si vive con la quotidianità - spiega Michele Giovannini, Team Leader Unpol Ledra - perché finito il proprio turno si vive la realtà del posto, con i propri vicini di casa e la spesa al supermercato, per fare qualche esempio. Noi non viviamo la città da turisti ma da residenti, e quindi riusciamo a integrarci diversamente rispetto ad altri contesti dove si vive nella base e non si abbandona mai il contesto militare». Un’integrazione che a Walter Geremia, Unpol Liaison Officer con le Forze di Polizia locali, ha permesso di ricongiungersi con la famiglia, moglie e figlio di nove anni, che lo hanno raggiunto a Nicosia. «Il bambino frequenterà per un anno la scuola internazionale - racconta - e potrà anche lui fare un’esperienza importante». Quello che lo colpisce, nonostante si tratti di una missione senza i rischi dell’Afghanistan o della Bosnia ai tempi della guerra nei Balcani, è l’anomalia di una situazione di calma apparente: «Il fatto di operare in un contesto dove esiste questa dinamica sconcertante,

IL CASO DI PYLA

Nella parte orientale dell’isola, nel distretto di Larnaca, il villaggio di Pyla è abitato da 850 Greco-ciprioti e da quasi cinquecento Turco-ciprioti. Il villaggio si trova nella zona cuscinetto delle Nazioni Unite a Cipro, e separa la parte meridionale dell’isola, riconosciuta a livello internazionale, da quella settentrionale occupata dai Turco-ciprioti. È questo l’unico caso che vede Greco-ciprioti e Turco-ciprioti convivere nella stessa municipalità. Nel villaggio ci sono tre chiese ed una moschea. In caso di dispute o contese, però, la polizia (sia quella turco-cipriota che quella greco-cipriota) può entrare soltanto se accompagnata dai Caschi Blu dell’Onu.

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KRISTIN LUND, UNA DONNA A CAPO DELLA MISSIONE

«Per il capo della missione di Peacekeeping delle Nazioni Unite, Kristin Lund (nella foto), Cipro ha tante risorse per trovare la sua strada»

G

enerale Maggiore Kristin Lund, qual è il compito della Missione Unficyp? Il nostro mandato è quello di preservare la sicurezza e la pace, di prevenire ogni ricorso al combattimento e, laddove è necessario, contribuire al mantenimento e al ripristino dell’ordine e delle leggi al fine di ristabilire le condizioni normali. Quante sono le unità impiegate oggi nella missione? La missione si divide in tre componenti: quella militare formata all’incirca da 860 elementi, la componente di polizia che annovera 69 unità e quella civile composta da circa 130 persone (tra autoctoni ed internazionali). Sono oltre venti i Paesi dell’Onu che partecipano alla Missione. Quest’anno la Missione Unficyp ha compiuto cinquant’anni, e lei è la prima donna a capo di un’operazione di Peacekeeping delle Nazioni Unite. Come si sente a ricoprire questo importante ruolo? È un motivo di grande orgoglio per me. So-


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LA STORIA DI UN’ISOLA DIVISA

Colonia inglese per oltre ottanta anni, nel 1960 Cipro ottiene l’indipendenza e il 16 agosto dello stesso anno viene proclamata Repubblica. Si apre così un periodo difficile per l’isola, denso di tensioni tra la maggioranza di etnia greca e la minoranza di etnia turca. La Missione Unficyp prende avvio nell’aprile 1964, si insedia su tutta l’isola a protezione delle minoranze e delle enclave rimaste isolate a seguito delle angherie tra le parti. Nel luglio 1974 un tentato golpe da parte del regime dei Colonnelli (a Cipro come nella Grecia madrepatria) genera un momento di grande confusione politica. Al fine di proteggere la propria minoranza turco-cipriota, il 2 luglio le truppe turche di Ankara invadono la parte settentrionale dell’isola e, nel giro di pochi giorni, conquistano il Nord. Nell’agosto dello stesso anno viene proclamato il cessate il fuoco. L’isola è divisa in due parti. Nella capitale, Nicosia, un muro viene eretto per dividere la parte sud abitata dai Greco-ciprioti dalla parte nord abitata dai Turco-ciprioti. L’invasione turca crea un movimento interno che vede circa 35mila Turco-ciprioti sfollare dalla parte sud verso il nord, e circa 165mila persone di origine greco-cipriota emigrare verso il sud. Dopo nove anni di occupazione, il 15 novembre 1983 la parte turco-cipriota si autoproclama “Repubblica Turca di Nord Cipro”, uno Stato che non viene riconosciuto da nessuno eccetto che dalla Turchia. La Repubblica di Cipro (che nel 2004 è entrata anche nell’Unione Europea), riconosce il Nord come proprio e si riferisce ad esso come “area occupata”.

no anche consapevole del fatto che questa nomina mi rende un modello per le altre donne e ragazze che aspirano ad assumere ruoli di comando, sia in ambito militare che non. Da questo punto di vista la Missione Unficyp è molto interessante: abbiamo il 50/50 di parità di genere a livello di Senior Management, ed un quarto delle nostre forze di polizia è composto da personale femminile. Come vede il futuro di Cipro? Cipro è un Paese che ha tante risorse, deve soltanto trovare la strada, e sono sicura che questo avverrà. Ci sono dei luoghi a dir poco incantevoli qui, le montagne, il mare... Quest’isola ha tutte le carte in regola per diventare un posto fantastico dove vivere, lavorare e crescere.

se si pensa che siamo in Europa, è paradossale e impegnativo - dice e la differenza con teatri ad elevato rischio è che lì si lavora in una componente più compatta, qui viene messa in risalto la capacità del singolo, di ognuno di noi. Di mediare, di interfacciarci con i problemi della popolazione vivendo al contempo un ambiente completamente internazionale». Walter e Michele si conoscevano già prima di questa missione: entrambi sono stati in Afghanistan, per la maggior parte del tempo a Kabul. Due mesi fa si sono ritrovati a Cipro. «Sicuramente il periodo che mi ha segnato di più è stato quello afghano, insieme a quello in Darfur - racconta Michele - ma da quelle esperienze ho imparato a ridimensionare i nostri problemi quotidiani. Ci sono famiglie che non sanno se staranno insieme il giorno dopo, bambini costretti a lavorare per mangiare: quando vedi queste cose tante delle nostre pre-

occupazioni all’improvviso diventano banalità, e le affronti meglio». Sul futuro della missione sono tutti convinti che senza un’interposizione le due parti in causa, anche se non si combatte più, non sarebbero in grado di dialogare direttamente. «La nostra presenza - dice Paride Turli - serve a scongiurare qualsiasi atto di destabilizzazione, che da soli tanto gli uni quanto gli altri non saprebbero gestire pacificamente. Noi non ci occupiamo dell’aspetto politico della questione, ma dobbiamo riconoscere che dal 2003 ad oggi in questo muro sono stati aperti dei varchi che hanno rimesso in comunicazione il Nord con il Sud, tre dei quali si trovano a Nicosia. Quindi speriamo bene per il futuro, ma i passaggi sono delicati, e la realtà, guardata oltre le apparenze, è ancora spiacevole e cruda, specie se pensiamo a quanto sia vicina a noi, nel cuore del Mediterraneo e dell’Europa». GENNAIO 2015

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ATTUALITÀ

[ DI FRANCESCO

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STABILITE LE NORME PER TUTTI GLI STATI MEMBRI

ANDREANI ]

UNA NUOVA ETICHETTA PER UNIRE L’EUROPA «La Commissione europea ha stabilito le nuove norme che dovranno apparire obbligatoriamente sui prodotti alimentari in vendita nell’Ue»

P

aese che vai, usanza che trovi”. Beh, ora questo non accadrà più, almeno per quanto riguarda le etichette poste sulle confezioni degli alimenti. Dallo scorso 13 dicembre, infatti, è entrata in vigore la nuova normativa della Commissione europea che obbliga tutti gli Stati Membri ad utilizzare la stessa modalità di etichettatura degli alimenti. Lo scopo è quello di aiutare i consumatori ad effettuare una scelta consona alle esigenze di ognuno, e soprattutto che, al momento dell’acquisto, non possano essere ingannati o indotti in errore dalla dicitura posta sul prodotto. Etichette più chiare, quindi, per acquisti più consapevoli. Ma quali caratteristiche deve avere la nuova etichetta? Dimensioni dei caratteri. Per

la prima volta sono stabilite le dimensioni dei caratteri tipografici, per ogni tipologia di etichetta. Questo per agevolare la lettura da parte della popolazione anziana in aumento nel Vecchio Continente. Tabella nutrizionale. Sulle confezioni deve essere posta

una tabella che riporti i valori riferiti a 100 grammi o a 100 millilitri di prodotto. Data di scadenza. In caso di confezioni multiple, deve essere posta su ogni singolo prodotto e non solo sulla confezione esterna che li contiene. Allergeni. Devono essere indi-

cate chiaramente le sostanze che possono provocare allergie o intolleranze. Origine delle carni. Per le suine, ovine, caprine e pollame deve essere indicato il luogo di allevamento e di macellazione. Surgelati. Deve essere indicata la data di congelamento.

Avvertenze

Oli e grassi

Produttore

Nessuna etichetta

Per le donne in gravidanza e durante l’allattamento, così come per i bambini, devono essere riportate specifiche indicazioni su contenuti particolari come la caffeina.

Non potrà essere più utilizzata la dicitura “oli vegetali” o “grassi vegetali”, ma dovrà essere specificato il tipo di olio o grasso che viene inserito nell’alimento.

Deve essere indicato il nome del produttore, specificando non soltanto il comune della sede del marchio, ma anche l’indirizzo completo della via e del numero civico.

obbligatoria per i prodotti ortofrutticoli freschi, le farine, le acque, gli aromi, le spezie, le erbe, i dolcificanti, le gomme da masticare e gli integratori alimentari.

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[ ESTERO DI RITA

NICOSANTI ]

ITALIANI IN ESTONIA: CERCANDO UN SOGNO «Sono circa 250 gli Italiani che vivono e lavorano in Estonia, un Paese che offre uno stile di vita fra i migliori nel Vecchio Continente, complice una burocrazia ridotta all’osso e una costante attenzione per l’ambiente» GENNAIO 2015

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SOCIETÀ

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i parte per provare a migliorare la propria condizione di vita, ma non sempre si scelgono mete blasonate come Londra, Berlino e gli Stati Uniti. A volte ci si rifugia anche in Paesi borderline, che la maggior parte delle persone fatica a riconoscere su una cartina geografica. Così, sono circa 250 gli italiani che hanno scelto di vivere in Estonia, formando una piccola comunità dedita - in primis - al commercio e alla ristorazione. Ma come si vive in uno Stato cuscinetto tra Est e Ovest che, pur avendo una densità abitativa bassa, è all’avanguardia per quanto concerne stile di vita e tecnologie, tanto da esser definito il Giappone d’Europa? «Meno stress, meno brutte notizie in Tv, basso regime fiscale, poca burocrazia, persone dinamiche, salutiste e sportive»: questa è l’Estonia secondo Domenico Aiello, ristoratore che si è trasferito a Tallinn nel 2009, uno dei pochi italiani a parlare l’estone, «anche se qui - confida - riesci a comunicare tranquillamente in inglese». In Italia era un agente di commercio e aveva una buona posizione: «Ero molto stressato, cercavo uno stile di vita più tranquillo e l’Estonia mi ha dato questa opportunità». Non è stata un’ambizione lavorativa, dunque: «Guadagno meno rispetto a prima dice Domenico - ma la salute ne ha giovato». E poi c’è chi sceglie un posto pianificandolo a tavolino: «So-

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no arrivato nel 2010, l’anno prima dell’ingresso dell’euro. Nel 2011 Tallinn sarebbe stata Capitale Europea della Cultura ed io volevo avere un’attività già avviata». Sangue partenopeo, Giuseppe La Marca ha 30 anni, ma dice di sentirsene almeno il doppio. Lo incontriamo in una giornata di sole in uno dei due ristoranti che gestisce nella Capitale estone, Il Feudo, un wine bar posizionato all’ingresso del centro storico di Tallinn. Mentre parliamo, nel locale risuonano i successi di Albano, Little Tony, i Cugini di Campagna e forse anche noi, come Giuseppe - complici quelle melodie -, ci sentiamo con qualche anno di più sulle spalle. «L’Estonia è un Paese piccolo, ma molto più internazionale rispetto all’Italia. Qui una persona media parla estone, russo e inglese, e se parli tre lingue hai una visione del mondo estremamente più ampia. Mia moglie, ad esempio, parla cinque lingue, capisce e traduce in simultanea persino il dialetto napoletano in russo. Lei non è l’eccezione di questa Nazione, ma la regola». Giuseppe non rimpiange il Belpaese: «In Italia esistono ancora le file alla posta... Io qui con l’Id card posso fare tutto: aprire una nuova società, pagare le tasse, prenotare una visita medica... I servizi sono telematici». Dopo quattro anni a Tallinn, Giuseppe può dire di aver trovato la sua dimensione, ma guai

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MOTIVI PER SCEGLIERE L’ESTONIA

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TRASPORTO PUBBLICO Tallinn è la prima Capitale al mondo a fornire ai propri residenti la possibilità di usufruire gratuitamente dei trasporti pubblici cittadini. Dal 1° gennaio 2013 il servizio ha incoraggiato i cittadini a preferire i mezzi pubblici alle automobili, contribuendo così a ridurre gli ingorghi e le emissioni legate al traffico, comportando vantaggi per l’ambiente e aumentando anche lo sviluppo economico. Gli autobus e i tram sono gratuiti per i 416mila cittadini residenti nella Capitale, muniti di Id card.

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ARIA PULITA E RISERVE NATURALI Secondo l’Oms, l’Estonia è il Paese che vanta l’aria di qualità migliore al mondo. È una delle Nazioni firmatarie del Protocollo di Kyoto, che ha come fine la riduzione delle emissioni di gas serra. Oltre la metà della sua superficie è coperta di alberi e i trasporti pubblici aiutano a mantenere bassi i livelli di emissioni. Nel corso degli anni, l’Estonia ha dato vita ad aree protette attraverso la creazione di molte riserve naturali. È un’area poco più grande dell’Olanda che, ad oggi, può vantare ben quattro parchi nazionali.

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ESTONIA, UN PAESE 2.0 L’Estonia è uno dei primi Paesi al mondo in termini di sviluppo di infrastrutture innovative basate su Internet. Già da anni gli Estoni possono firmare in formato elettronico i documenti, pagare il parcheggio inviando un sms dal proprio telefonino e persino votare tramite Internet alle elezioni presidenziali. Oggi l’80% della popolazione è cliente delle E-banche, e infatti il Paese occupa il secondo posto al mondo per l’Internet banking. È qui che è stato inventato Skype (colosso della messaggistica istantanea e VoIP) e Kazaa (la prima rete di file sharing).


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IA

«Qui, secondo l’Oms, c’è la migliore qualità dell’aria; le reti wi-fi sono anche nei boschi; il trasporto pubblico è gratuito per i residenti nella capitale, Tallinn... Che dire di più?

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WIFI PER TUTTI Per molti è la “eCountry” per eccellenza, una Nazione che ti permette di trovare reti wi-fi dovunque, anche nei boschi. Possibile? Sì. Sei nel Soomaa National Park, ad esempio, circondato da orsi, lupi e alci, ed ecco che c’è un punto di accesso wi-fi gratuito. E poi ancora nelle piazze, nei pub, sugli autobus a lunga percorrenza, nelle aree pubbliche, nei negozi: si contano 1.140 luoghi di collegamento rapido su una superficie di 45mila km quadrati, una copertura a dir poco invidiabile.

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LA LINGUA: DIFFICILE, MA... Parlato da poco più di un milione di persone, l’estone è uno degli idiomi più difficili al mondo da imparare. Non fa parte del ceppo indo-europeo ed è simile soltanto all’ungherese o al finlandese. Non ha articoli né generi grammaticali, non distingue tra il “maschile” ed il “femminile”, ma si basa su una declinazione di ben 14 casi. Tuttavia la maggior parte della gente è trilingue, oltre alla lingua madre, infatti, parla russo e inglese. L’apprendimento dell’inglese è facilitato anche dalla Tv: i film vengono appunto visti in lingua originale, con sottotitoli.

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TRA FORESTE E METEORITI Tremila alberi per abitante e 1.251 isole, la maggior parte delle quali disabitate: in Estonia la natura regna incontrastata e non solo. È qui, infatti, che c’è la più grande concentrazione di crateri di meteoriti. Se ne contano almeno sei. Il più importante si trova sull’isola di Saremaa ed è il cratere di meteorite di Kaali, conosciuto anche come “Tomba del sole”. Ospita un lago che si è formato dopo un’esplosione di potenza così elevata da esser paragonabile ad una piccola bomba atomica. Si tratta di un luogo leggendario, a cui si ispirano molte storie del folklore estone.

[ IN QUESTE PAGINE, DIVERSI SCORCI DI TALLINN, LA BELLISSIMA CAPITALE ESTONE. ]

a chiamarlo “coraggioso”: «Ha più coraggio chi come me viene in un Paese dove il Pil cresce del 2% annuo, oppure chi sceglie di rimanere in Italia a combattere?». Andrea Castelnovo, invece, è arrivato qui grazie al programma di mobilità Erasmus: «Ho scritto una tesi sulla crescita economica di una Nazione correlata allo sviluppo delle Itc (Information and Communication Technology, ndr) e, nel 2006, l’Estonia era l’esempio perfetto in Europa». Classe 1984, comasco di origine, Andrea vive da otto anni a Tallinn. Anche il lato economico ha influito nella scelta: «Vivere e studiare qui, nel 2007 era abbastanza economico». Oggi lavora in un’agenzia di marketing on line, ha il privilegio di vivere in riva al mare e di godere di tramonti fantastici, «anche se - ammette - ultimamente ho nostalgia delle montagne». Ma quanto è forte il peso della passata influenza sovietica? «Più forte di quanto la gente voglia far credere - sostiene Andrea -. E la paura di una nuova invasione si diffonde ogni volta che arriva la notizia di una “crisi” internazionale che coinvolge la Russia. Indubbiamente tutti gli Estoni sopra i trent’anni (che hanno vissuto l’Unione Sovietica) non se la dimenticano e, siccome sono loro a guidare il Paese, tutte le scelte vengono fatte in modo da scongiurare un fantomatico ritorno al passato». Dello stesso avviso è anche Marco Giomi, quarant’anni, l’ultima dozzina dei quali trascorsi a Tallinn:

«Mia moglie ricorda bene i tempi della dittatura sovietica, la privazione di tanti diritti, il fatto di non poter andare in chiesa, ma la generazione successiva non ne ha di questi ricordi». Di origini toscane, in tasca un tesserino da giornalista professionista, Marco si definisce un “curiosone”: «Mi affascinava questo Paese che si era appena staccato dall’Unione Sovietica, e con alle spalle la storia della Grande Prussia. Era il 2002 e, a posteriori, posso dire di essermi trovato al posto giusto nel momento giusto». Nel 2004, infatti, l’Estonia sarebbe entrata nell’Unione Europea, e Marco ha vissuto in prima persona un cambiamento epocale. Ha iniziato con una piccola impresa di importazione e distribuzione di prodotti alimentari italiani diventando, con gli anni, uno dei leader di settore. Ha due figli, un terzo in arrivo, e oggi è titolare anche di un ristorante e una vinoteca con 27 dipendenti. Ma consiglierebbe ad un giovane di trasferirsi qui? «Dipende. Per fare attività di impresa sì, ma significa farlo in un paesino, con tutti i pro e i contro che ci sono (vedi il mercato chiuso e la stagionalità). Se si è ambiziosi, e si cerca l’affermazione professionale, beh, qui non è l’ideale». E dopo dieci anni di Estonia, anche Marco sta pensando di rifare le valigie: «Sono riconoscente a questa Nazione perché mi ha dato tanto, ma sento che è arrivato il momento di tornare a casa». GENNAIO 2015

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TEMPO LIBERO

[ ITINERARI DI STEFANO RIPERT ]

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NELL’ARCIPELAGO TOSCANO

MONTECRISTO, UNO SCRIGNO SUL MARE «Sedici chilometri di coste, una vegetazione ricca di piante spontanee, la presenza di animali rari, come la capra selvatica, e di diverse specie di uccelli che vi approdano per nidificare. Ecco l’isola di Dumas»

M

attina limpida al porto di Follonica, il mare riposa ancora sotto le coperte, ma il sole è sceso dal letto da circa un paio d’ore e i suoi raggi color arancio dipingono le lussuose imbarcazioni che, con un impercettibile rollio, sembra parlino a bassa voce tra loro, ormeggiate a bandiera nel molo. Sui ponti, di tanto in tanto, sbucano le prime figure umane, appaiono e scompaiono più o meno assonnate, mentre una banda di gabbiani reali con diritto di coreografia ondeggia e si avvita leggera sopra il piccolo porto. Sembra quasi che i gabbiani prendano le misure per scivolare meglio tra termiche e brezze, quando il sole alzerà la schiena verso la volta satura di azzurro.

Sulla banchina ancora deserta agenti della Forestale, già attivi, caricano vettovagliamenti e materiale edile sulla loro motovedetta che, oltre ai compiti di pattugliamento e di soccorso, ci scorta verso Montecristo, trasportando con sé anche perso-

nale specializzato per lavori di ristrutturazione e manutenzione sull’isola. La traversata verso la nostra meta dura circa un’ora e tre quarti. In prossimità dell’isola granitica ci appaiono delle sagome - scure, se si avvistano da ponente - affioranti ad intermit-

tenza, che puntano dirette verso la rotta dell’imbarcazione, fin sotto alla prua, manifestandosi all’improvviso in un tripudio di salti e tuffi gioiosi. Fendono l’acqua come siluri, in perfetta armonia con il loro elemento: sono stenelle, stesso genere dei

La flora

Solo 1.000

Le visite

La fauna

presente a Montecristo conta più di 300 varietà botaniche spontanee, oltre a quelle introdotte a scopo ornamentale o puramente agricolo.

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persone l’anno possono visitare l’isola. Un limite posto dal Consiglio d’Europa dopo l’assegnazione del Diploma Europeo per la conservazione dell’ambiente.

giornaliere vengono organizzate in gruppi di minimo 40 persone, poi guidate lungo i percorsi da personale del Corpo Forestale dello Stato.

dell’isola è costituita da molte specie animali: da mammiferi come la capra selvatica ai roditori, dai rapaci - come il falcone pellegrino fino ai rettili.


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TEMPO LIBERO

delfini, ma specie diversa. Il personale del Corpo Forestale ci informa che qui non è raro vedere anche i grandi cetacei fluttuare lentamente sul pelo dell’acqua e che, nei punti di massima profondità, spesso è stato visto il re degli abissi, il capodoglio, facilmente riconoscibile per il suo soffio di sfiato, a 45 gradi rispetto a quello della balena, che è verticale. Appena arrivati al porticciolo di Montecristo, salutiamo il guardiano e sua moglie, e i due agenti forestali di turno sull’isola, Vittorio e Francesco che, con turni di avvicendamento di quindici giorni, si occupano della sorveglianza interna ed esterna di questo prezioso scrigno di biodiversità. La prima cosa che colpisce una volta sbarcati è la bellissima Cala Maestra, con la sua spiaggia incastonata da pareti di granito a strapiombo sul mare, luogo ideale di nidificazione del falco pescatore che, ultimamente, è stato avvistato più volte senza compagna. Invece, sono molti anni che non si avvista il rapace più raro d’Europa, l’aquila del Bonelli: un vero peccato perché i picchi interni, formati da lastroni verticali di centinaia di metri, sarebbero l’habitat perfetto per una sua ricolonizzazione dell’isola, senza contare una privacy da cinque stelle extra lusso... In realtà, Montecristo è come una portaerei nel mezzo del Tirreno, dove pennuti apolidi atterrano stremati per rifocillarsi, recuperare le forze e proseguire poi la migrazione. Purtroppo, però, nei periodi di maggior affollamento, in autunno e primavera, può capitare che molti uccelli di passo muoiano per scarsità di cibo. Ma la speranza maggiore resta che qui, un giorno, faccia ritorno la foca monaca, in passato abitatrice stanziale delle grotte

marine lungo le scogliere. Molto presente, invece, è la capra selvatica, il mammifero più grande di Montecristo, qui residente da secoli: a volte elusiva, altre meno, ma con un talento tale per l’arrampicata da giocarsela con i migliori stambecchi del Gran Paradiso. La vegetazione, dal canto suo, annovera oltre trecento entità botaniche. Anticamente si presentava come una fitta macchia mediterranea dove, nelle parti più elevate, dominava il leccio. Oggi la macchia, e soprattutto le leccete, si presentano sicuramente più diradate a seguito dei processi storici di antropizzazione. Spesso il loro rinnovamento naturale è impedito dagli animali selvatici che, in assenza di competitori, consumano ghiande e giovani piantine. Già da tempo - e ora con fondi europei grazie al progetto “Life” - si interviene con squadre di specialisti nell’eradicazione dell’ailanto, una pianta arborea invasiva tenace. Forse il segreto di Montecristo è il suo fascino intriso di un’aria primordiale, tanto che non ci si stupirebbe se, in una passeggiata tra i suoi splendori naturalistici, si incontrasse un “certo” Alessandro Dumas, intento a respirare creatività per il suo famoso romanzo Il conte di Montecristo.

[ SOPRA, L’AVVISTAMENTO DI DUE STENELLE IN PROSSIMITÀ DELL’ISOLA. SOTTO, UN ESEMPLARE MASCHIO DI CAPRA SELVATICA. ]

Toscana Elba

MONTECRISTO

COME VISITARE MONTECRISTO L’isola di Montecristo è protetta da due fasce: una di 1.000 metri dalla costa - la Zona 1 -, dove sono vietati pesca, transito e balneazione, e una che arriva a circa 3 miglia dalla costa in cui è vietata la pesca, cioè la Zona 2. Per visitare Montecristo esistono due modalità: l’accesso e la visita guidata. Per accesso si intende la possibilità di avvicinarsi all’isola con una barca idonea, propria o a noleggio, con un massimo di 15 persone a bordo. La domanda va inoltrata all’Utb di Follonica, l’Ufficio Territoriale per il Turismo che gestisce l’isola (tel. 056640019; mail: utb.follonica@corpoforestale.it). Arrivando con questa modalità si può anche scendere a terra, ma rimanendo solo nelle vicinanze di Cala Maestra e della Villa Reale. È possibile visitare anche il museo. Se si arriva, invece, con la visita guidata (massimo 50 persone; l’autorizzazione viene data per una quota dall’Utb di Follonica e per un’altra dal Parco dell’Arcipelago Toscano) ci si può inoltrare, guidati dai Forestali di pattuglia, per i sentieri dell’isola. Non sono ammesse più di mille persone l’anno. I tempi di attesa sono, comunque, piuttosto lunghi. In nessun caso è permesso fare il bagno.

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Francia

VIAGGIO NELLA STORIA

Il fiume l’attraversa regalando ricchezze e fertilità; l’uomo ha contribuito costruendo meraviglie architettoniche: da secoli la Valle della Loira e i suoi castelli raccontano “l’arte di vivere alla francese”

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LLA SCOPERTA

DI LORIS POR CHERI

[ SOPRA, CASTELLO D’ANGERS; IN ALTO, UNO SCORCIO DEL FIUME LOIRA.

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DELLA VALLE

incantata

eonardo non era più un ragazzo. Aveva già 64 anni, un’età molto avanzata per l’epoca, soprattutto per chi, come lui, aveva vissuto intensamente. Pittore, architetto, scienziato, inventore... Un’esistenza trascorsa a studiare, indagare, scoprire, creare, come a nessun altro uomo era riuscito; eppure, nonostante il suo ingegno non avesse pari, in quell’ultimo squarcio di vita sembrava che la sorte fosse tutt’altro che benigna. La sua fama stava lentamente scivolando nell’oblio, quando un sovrano straniero, desideroso di essere ricordato dai posteri anche per aver diffuso arte e cultura, lo chiamò a corte offrendogli tutto ciò di cui era degno un grande uomo con un grande passato. Fu così che Leonardo da Vinci, raccolti i suoi libri e alcuni dipinti tra cui l’immancabile Gioconda, partì a dorso di mulo per quella terra di Francia sulla quale regnava Francesco I,

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accompagnato dall’amato discepolo Francesco Melzi, dall’anziano servo Villanis e dalla fedele cuoca Maturina. Il sovrano nominò Leonardo “pittore principale, architetto ed ingegnere” di corte, gli assegnò una rendita annuale di 700 scudi d’oro ed il Maniero di Clos Lucé, sulla Loira. La dimora distava poche centinaia di metri dal Castello reale di Amboise, che dominava l’omonima cittadina, e si racconta che quasi ogni giorno Francesco I raggiungesse, attraverso passaggi sotterranei, colui che chiamava rispettosamente “Maestro” e “Padre”, per intavolare lunghe conversazioni ed ammirare i progetti innovativi che Leonardo creava. Il genio italiano visse a Clos Lucè gli ultimi tre anni di vita, e lì morì nel 1519. Francesco I, profondamente colpito dalla perdita, accolse il desiderio di Leonardo di essere sepolto nella chiesa di San Fiorentino all’interno del Castello di Amboise. Ma gli uomini e la Storia non sempre hanno rispetto per i grandi, e fu così che la chiesa fu distrutta nel 1807 e la tomba di Leonardo


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ICastelli della Loira profanata. Alcuni resti ritrovati sessant’anni dopo in quell’area e attribuiti al Maestro, sono stati ricomposti in un’altra splendida cappella del castello, quella di Sant’Uberto: una semplice lastra di marmo poggiata a terra con su scritto “Leonardo da Vinci”, indica il luogo della sepoltura. Nessuno sa se egli riposi realmente lì, ma certamente il suo spirito libero aleggia nelle stanze del Castello di Amboise e in quello di Clos Lucé, nel cui parco sono state istallate 18 macchine giganti ed azionabili costruite da lui, 40 tele nelle quali sono riportati dettagli delle sue opere ed uno straordinario giardino realizzato seguendo i suoi appunti e schizzi, dove si ritrovano dettagli botanici dei suoi dipinti più famosi. Amboise e Clos Lucè sono muti testimoni di eventi e vite straordinarie, ma non sono gli unici; lungo il corso della Loira e nella sua Valle i secoli hanno visto sorgere altri 19 castelli, meraviglie architettoniche pronte a raccontare la storia di Francia, ma anche di regnanti e

nobiltà, di uomini di Stato e d’ingegno in cerca di gloria o di pace, di riscatto o di immortalità. L’immenso Castello di Chambord racchiude, come Amboise, il tocco di Leonardo: una scala a doppia elica nella quale le due rampe si avvolgono intorno ad un vuoto centrale, senza mai incontrarsi. La tenuta di Chambord è la più vasta d’Europa: circondata da un muro di 32 Km. È estesa quanto Parigi, ma solo mille ettari di foresta sono aperti al pubblico. Chenonceaux è soprannominato “il Castello delle Dame”: fatto costruire da Katherine Briçonnet, fu ampliato da Diana di Poitiers e Caterina de’ Medici, e salvato dalla Rivoluzione da Madame Dupin. Il Castello Reale di Blois fu la residenza di 7 re e 10 regine di Francia. Qui Giovanna d’Arco fu benedetta prima di partire per l’assedio di Orléans. Villandry ha 6 ettari di giardini meravigliosi, distribuiti in terrazze a più livelli. I fiori sono scelti in modo da

[ SOPRA, L’INGRESSO DEL CASTELLO DI BLOIS, CON LA STATUA DI LUIGI XII; IN ALTO, LA MAESTOSITÀ DI CHAMBORD. ]

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VIAGGIO NELLA STORIA

IL GIARDINO DI FRANCIA

Per descrivere efficacemente l’area, sono sufficienti due cifre: 280 chilometri la sua lunghezza e 800 chilometri quadrati, la superficie. È tutta qua la Valle della Loira, entrata a far parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2000, come “paesaggio culturale vivente”. E di cultura è intrisa ogni parte di questa splendida vallata: cattedrali, manieri, fortezze, e poi i suoi famosi castelli, richiamo irresistibile per appassionati, studiosi o solo curiosi. Orléans, Blois, Amboise, Tours, Saumur, Angers, Nantes, le città adagiate lungo il percorso del fiume Loira, sono testimoni di una vita d’altri tempi fatta di sfarzi e sofferenze, di prosperità e di arte, il tutto “condito” da quella bellezza che solo la natura può regalare e che ha contribuito a creare “l’arte di vivere alla francese”. [ I GIARDINI DEL CASTELLO DI VILLANDRY. ]

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[ AMBOISE: LA CAPPELLA DI SANT’UBERTO. ]

[ AZAY-LE-RIDEAU: SALE INTERNE. ]

[ SULLY-SUR-LOIRE RIFLESSO NELL’ACQUA. ]

Scelta dalla nobiltà per rilassarsi, la Valle diventò “terra di re”

[ CHENONCEAUX VISTA DALL’ALTO. ]

avere una scenografia multicolore tutto l’anno. Il Castello di Angers utilizzato per 7 secoli come prigione, conserva il prezioso arazzo dell’Apocalisse, 100 metri che raccontano la fine del mondo secondo san Giovanni. E poi Langeais, che racchiude due castelli posti uno di fronte all’altro; il Castello di Brézé, con la sua fortezza sotterranea; quello d’Azay le Rideau, che Balzac definì «un diamante sfaccettato incastonato nell’Indre»; l’Abbazia di Fontevraud, una delle più grandi città monastiche d’Europa: Il Castello di Sully-sur-Loire, fortezza medievale dei duca di Sully; la città reale di Loches e la fortezza di Chinon; ed ancora il Castello di Valençay, la tenuta di Cheverny, il Castello di Brissac, quello dei duchi di Bretagna, il Castello di Chaumont-sur-Loire, la scuola nazionale di equitazione di Saumur con l’omonimo castello, le cui torri ottagonali e i merli avvolti nei fiordalisi ricordano i castelli delle favole.


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È anche ricco di potassio, magnesio, ferro e calcio. Poche le calorie: 60Kcal ogni 100 grammi di succo.

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[ PREVENZIONE DI

nticamente era conosciuto come il frutto che “curava tutti i mali”. Forse una definizione un po’ troppo pretenziosa, ma certamente il melograno ha molte proprietà che lo rendono uno dei rimedi naturali più preziosi. E ricerche scientifiche lo hanno confermato, soprattutto per ciò che riguarda il succo ottenuto dalla spremitura degli arilli, i semini rossi che compongono l’interno del frutto. Innanzitutto è stato rilevato che il succo di melograno contiene un quantitativo di vitamina C maggiore dell’arancia: un frutto compenserebbe il 40% del nostro fabbisogno giornaliero. Questo lo rede particolarmente effica-

GIOVANNI ORSO ]

IL FRUTTO DEGLI DEI «Considerato, nell’antichità, una panacea contro tutti i mali, il succo di melograno oggi viene utilizzato principalmente a scopo preventivo. Ricco di vitamine, sali minerali e antiossidanti, protegge dall’invecchiamento precoce, rafforza le difese immunitarie e migliora il sistema cardiocircolatorio» NEI GRANI IL SEGRETO DELLA FERTILITÀ

ce nel contrastare malattie da raffreddamento e influenza. Altre vitamine presenti sono la B, la E e la K, che rafforzano il sistema immunitario; per questo è prezioso nel combattere le infezioni che attaccano l’organismo, soprattutto a livello gastrico. La presenza nel succo di acido ellagico e di flavonoidi lo rende particolarmente efficace nel contrastare i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento, mentre berne un bicchiere quotidianamente migliora la circolazione sanguigna, aumenta il colesterolo “buono” (l’HDL) e diminuisce quello “cattivo” (LDL). Ma attenzione a non esagerare! Se consumato in eccesso può causare sonnolenza, difficoltà respiratoria, vertigini e mal di testa. In questo caso, avvisare immediatamente il proprio medico.

UN SIMBOLO DEL MATRIMONIO

Le sue origini affondano nella notte dei tempi: proviene dalla Persia, ma nel vecchio Continente fu portato dai Romani che lo conobbero al tempo delle Guerre Puniche, e forse per questo gli diedero il nome di Punica Granatum.

Simbolo di abbondanza e di fertilità per tutti quei piccoli grani rossi che compongono il frutto, in Cina è mangiato la prima notte di nozze, mentre le spose dell’antica Roma si adornavano i capelli con rami di melograno nel giorno del loro matrimonio.

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per cento

«È il fabbisogno giornaliero di vitamina C che soddisfa una spremuta di melograno. Per questo il succo è efficace nel combattere le malattie da raffreddamento»


SOLIDALI SI NASCE. E POI TI LAUREI, TI SPOSI...

Si ringrazia l’editore per lo spazio concesso

Per fermare la sclerosi multipla ogni occasione è buona.

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TERME,

UN GIORNO TUTTO PER ME «Fino a qualche tempo fa sembrava un lusso. Oggi, invece, trascorrere una giornata o un fine settimana in una Spa con beauty center termale è accessibile ad una clientela sempre più vasta»

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eekend o giornate all’insegna del benessere sono stati per molto tempo un lusso per pochi. Oggi, tuttavia, i pacchetti low cost acquistabili con i cofanetti tematici (e loro derivati) - e le offerte speciali diffuse sul Web dai siti di cou-

pon e gruppi di acquisto che propongono percorsi e soggiorni in spa deluxe - hanno reso queste oasi un’opportunità accessibile ad un più ampio raggio di clientela. Gli stessi centri termali e relais propongono attraverso website, newsletter e portali dedi-

[ PREVENZIONE DI BARBARA DI SARNO ]

cati come www.italyrelax.com - servizi appetibili per single, coppie e famiglie, dando così una risposta soddisfacente a quanti desiderano ritagliarsi una parentesi di puro relax. Molte di queste proposte cadano proprio nei periodi dedicati alle festivi- CONTINUA A PAG. 59 » GENNAIO 2015

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STAR BENE

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PER GUARIRE E PREVENIRE

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a realtà termale italiana si è imposta nel corso degli anni con la diffusione di importanti presidi terapeutici sempre più specializzati per far fronte all’esigenza di salute espressa dal cittadino. «Perché - come ci spiega il dottor Enrico Lampa, presidente dell’Associazione Medica Italiana di Idroclimatologia Talassologia e Terapia Fisica - il benessere oggi non è da intendersi solo come assenza di malattia, ma soprattutto come prevenzione». Dottor Lampa, quali sono gli effetti terapeutici della fangoterapia? I fanghi sono delle melme che derivano da particolari processi di maturazione, frutto della commistione delle loro due componenti: una parte solido-argillosa e una parte rappresentata dall’acqua termale. I loro benefici dipendono dal calore e dagli ele-

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«Il benessere non è solo assenza di malattia. La prevenzione ha un ruolo di primo piano che la Medicina Termale mette in atto con l’uso delle proprietà specifiche di alcune acque»

menti in essi contenuti, come zolfo, cloro, ferro, iodio, etc. In base alle loro composizioni, i fanghi si diversificano per il trattamento di patologie specifiche e distinte come, ad esempio, quelle del metabolismo o dell’apparato locomotore, le reumatologiche e le affezioni del sistema nervoso periferico, e così via. Come si contrasta l’invecchiamento cutaneo? È soprattutto la sua prevenzione che può trarre benefici dalle cure termali. Le modalità di trattamento, in questi casi, si basano sull’utilizzo dei fanghi e delle tecniche di idromassaggio, entrambi con acque dalle specifiche proprietà terapeutiche: antinfiammatorie, antisettiche e detergenti, tali da stimolare il microcircolo e il metabolismo cutaneo. Non è, inoltre, da trascurare la considerazione che lo stesso ambiente terma-

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le influisce sul benessere psicofisico, contrastando l’invecchiamento cutaneo stress-correlato. Che cos’è l’haloterapia? È un tipo di cura che sfrutta le proprietà benefiche dei sali. Già nell’Ottocento si cominciò a notare che i minatori delle miniere di salgemma, rispetto ad altre cave, godessero di ottime condizioni di salute, nonostante il duro lavoro e le condizioni dell’aria nelle profondità delle miniere. In Italia si sta diffondendo nei Centri Termali e nei Centri Benessere la realizzazione di “stanze del sale” con lo scopo di riprodurre, grazie a degli ionizzatori di salgemma, l’ambiente di una grotta di sale, in condizioni di umidità e temperatura controllate. Le

principali indicazioni a tali terapie sono le patologie croniche dell’apparato respiratorio, come bronchiti croniche e allergie, e patologie cutanee come acne, psoriasi ed eczemi. In che modo vengono utilizzati i poteri terapeutici dell’acqua? Docce emozionali, bagni, impacchi ed altro possono essere considerati a tutti gli effetti mezzi di cura che, attraverso l’immersione parziale o totale del corpo, stimolano effetti terapeutici sul sistema cardiovascolare, linfatico, muscolo-scheletrico, respiratorio e nervoso attraverso l’utilizzo dell’acqua a differenti temperature e pressioni. L’idrokinesiterapia - terapia basata principalmente sulla mobilizzazione attiva e/o passiva in acqua - trova invece impiego soprattutto nella riabilitazione ortopedica, neurologica e muscolare. Ci sono controindicazioni a questi trattamenti? La Medicina Termale è una vera e propria branca medica che utilizza le proprietà terapeutiche specifiche di alcune acque, con scopi preventivi, curativi e riabilitativi. Le cure termali possono, dunque, essere prescritte ed applicate solo sotto controllo medico specialistico e le stazioni termali devono rispondere a requisiti, regolamenti, compiti e personale al pari di qualsiasi altro centro sanitario.


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RITROVARE SE STESSI

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«L’acqua è importante, così come i massaggi, le carezze, spiega Angelica Maoddi, psicologa e psicoterapeuta in Medicina Psicosomatica»

Seppur nella diversificazione dei trattamenti benessere, ciò che unisce queste moderne beauty farm è la ricerca di un luogo altro che diventi occasione per ritrovare se stessi attraverso il recupero di uno stato di equilibrio e benessere che ristabilisca le funzionalità dell’organismo e il ristoro dello spirito. «L’etimologia della parola psiche, di derivazione greca, ha il significato di respiro. Questo implica, dunque, che la psiche non riguardi esclusivamente la dimensione mentale dell’individuo, ma è intesa come un’unità psicofisica», spiega la dottoressa Angelica Maoddi, psicologa e psicoterapeuta specializzata in Medicina psicosomatica. «Ne conviene che parlare di estetica coinvolge necessariamente il benessere della persona e il suo “bell’essere”, cioè l’immagine che ognuno di noi ha di sé in rapporto agli altri e l’immagine che gli altri rimandano di noi che ci porta a vivere con sensazioni di piacere e di felicità. Il binomio estetica-psicologia ci ricorda che la pelle è simbolicamente un apparato pluripsichico d’identità corporea e mantiene sempre un valore di scambio con l’esterno. Le carezze ed i massaggi sono nutrimento della psiche e fonte di benessere per l’uomo sin dalla nascita ed è attraverso le sollecitazioni positive della stessa che ci si sente accolti nel mondo». Quanto è importante la sinergia della Spa con la natura del territorio in cui è inserita? Richiamandosi ai ritmi della natura, ricreando le opportunità che l’ambiente naturale offre, riproducendo suoni, profumi o aromi del territorio al quale si ispirano, le Spa offrono la pos-

sibilità di esperienze multisensoriali per ripristinare l’armonia perduta con la natura. Non è un caso che questi luoghi - privi di interferenze e spesso stimolanti immagini oniriche - si prestino anche al training autogeno, una pratica di decontrazione di blocchi emozionali e muscolari e di rilassamento degli organi interni, che stimola il benessere fisico e psichico. Piscine termali, docce emozionali, bagni di vapore: perché l’acqua è così importante per il nostro benessere psicofisico? Mi viene in mente la fiaba buddista della bambola di sale che voleva ad ogni costo conoscere il mare. Giunta dopo un interminabile pellegrinaggio in riva al mare, quest’ultimo le spiegò che per comprendere davvero cosa fosse avrebbe dovuto toccarlo. Quando la bambola avanzò verso l’acqua e la sfiorò con un piede, vide che le sue dita erano sparite. A lei, spaventata, il mare replicò che per poter realmente comprenderne il significato, la bambola avrebbe dovuto offrirle qualcosa di sé. A quel punto la bambola avanzò decisamente nell’acqua, perdendo progressivamente piccole parti di sé. Tuttavia, più si sentiva impoverita di una parte di sé e più aveva la sensazione di capire meglio cosa fosse il mare. Quando un’ultima ondata inghiottì ciò che restava di lei, nell’istante in cui scompariva, la bambola esclamò: «Il mare sono io!». In questa breve favola si possono ritrovare tanti significati, uno di questi riguarda proprio quell’empatia psicologica e quel vivere in armonia completa con l’elemento naturale di cui tutti siamo fatti: l’acqua, in tutte le sue forme.

SEGUE DA PAG. 57

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tà o alle ferie, con promozioni create ad hoc e spesso implementate da formule last minute. Le proposte sono molteplici. Alcune strutture si pongono l’obiettivo di far ritrovare armonia e bellezza attraverso le proprietà benefiche del mondo vegetale ed esclusive essenze a base di fiori e piante tipiche del territorio. Tra le varie piscine, i differenti idromassaggi e percorsi termali è da provare il cosiddetto salidarium, un letto di cristalli di sale caldo che combina le componenti rigeneranti del Mar Mediterraneo. C’è chi consiglia le proprietà detossificanti degli agrumi locali, chiave di volta di pacchetti benessere per trattamenti viso e corpo personalizzati. E chi propone luoghi di sosta, dove si può ritrovare il proprio equilibrio energetico attraverso la meditazione e un dolce risveglio muscolare, passando da lievi esercizi di stretching a quelli di yoga, circondati dalla natura. Altri sono veri paradisi naturali al cui interno si trovano specchi cristallini di acque termali. I vapori terapeutici avvolgono gli ospiti in una sauna benefica e disintossicante. Dalle più classiche Terme di Monticelli, Bormio e Montecatini ai resort in Valle d’Aosta o in Umbria, le migliori strutture d’Italia preservano l’esclusività dei loro trattamenti per il benessere di quanti - anche solo per un giorno all’anno - vogliano regalarsi un’esperienza da non dimenticare. GENNAIO 2015

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LA MENTE E IL CORPO

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«Fangoterapia o balneoterapia? Massaggi rilassanti o terapie inalatorie? Dietoterapia o sessioni di ginnastica? Il fine è sempre ristabilire l’equilibrio psicofisico»

L’inverno è il periodo più bello e più conveniente per concedersi una vacanza in uno dei centri benessere dell’Isola di Ischia. Nel periodo di bassa stagione, infatti, gli Hotel propongono offerte di soggiorno e sconti per trattamenti di bellezza, massaggi e cure termali adatti ad ogni esigenza. Vivere Ischia d’inverno significa rilassarsi nelle calde acque termali e godersi anche il mare nella Baia di Sorgeto, a Forio d’Ischia, sulla spiaggia dei Maronti, alle sorgenti di Nitrodi oppure alle fumarole a Sant’Angelo.

Vivi l’inverno nel paradiso termale di Ischia e rilassa il corpo, la mente e lo spirito! HOTEL TERME SAN VALENTINO (4 stelle) - Ischia Porto Quote a partire da € 400,00 HOTEL THERMAE & RESORT SORRISO (4 stelle) - Forio Quote a partire da € 380,00 HOTEL LA LUNA (3 stelle) - Barano d’Ischia Quote a partire da € 280,00 La quota comprende: Soggiorno di 8 giorni/7 notti negli hotel prescelti • Trattamento di pensione completa (dalla cena del primo giorno alla prima colazione del giorno di partenza) • Assicurazione medico/bagaglio. La quota non comprende: Trasporti • Mance • Eventuale tassa di soggiorno • Extra • Polizza annullamento e tutto quanto non espressamente indicato. In Treno Alta Velocità (2° Classe) da Milano a Napoli Inclusi trasferimenti, passaggi marittimi, facchinaggio ai porti e assistenza. € 280,00 In Bus di linea da oltre 50 città (solo la domenica) € 150,00 Inclusi snack a bordo, passaggi marittimi, facchinaggio ai porti e assistenza.

www.50epiuturismo.it Informazioni e prenotazioni: 50ePiù Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più

L’Hotel Mezzatorre Resort & Spa di Ischia dispone, all’interno del proprio parco privato, di una fonte di acqua termale che sgorga vicino al mare. Le proprietà terapeutiche di quest’ultima rendono la fangoterapia e la balneoterapia il fiore all’occhiello dell’health beauty center, come ci spiega il suo direttore sanitario, il dottor Giulio Flavio Uggiano: «Le esigenze femminili sono rivolte maggiormente ad esaltare e mantenere la bellezza, curando inestetismi come rughe e cellulite o dedicandosi alla tonificazione cutanea. Le richieste maschili sono più indirizzate verso il miglioramento psicofisico, privilegiando massaggi rilassanti e decontratturanti. Nel primo caso sono indicati dietoterapia personalizzata, trattamenti antiradicali liberi, sessioni di ginnastica e cicli di massaggi. Sono previste, inoltre, terapie farmacologiche che stimolano il rinnovamento cellulare, l’elasticità cutanea e l’idratazione. Molto richiesto è l’utilizzo della fangoterapia per le sue proprietà detossinanti che attivano l’espulsione di sali, tossine idrosolubili e prodotti di degradazione cellulare. È importante, però, che la perdita idrica venga reintegrata con tisane o acqua oligominerale, per potenziare l’azione disintossicante». Quali sono le cure dedicate alla clientela over? Tutte le patologie osteo-articolari e muscolo-tendinee come artrosi, reumatismi, patologie post-traumatiche e osteoporosi traggono grandi benefici dalle proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche della fangoterapia. Le terapie inalatorie che si basano sulla vaporizzazione delle acque termali sono indicate, invece, nella cura della maggior parte delle affezioni delle vie aeree. Le cure inalatorie hanno infatti proprietà mucolitiche, antireattive, anticatarrali e riepitelizzanti. In che modo le discipline orientali influenzano le pratiche dei trattamenti benessere offerti da una Spa? Hanno reso più completo il concetto del benessere, mettendo su un unico piano gli aspetti fisici, mentali, emotivi e spirituali. I trattamenti proposti nelle Spa si affiancano alla filosofia olistica, seguendo pratiche che stimolano e rinforzano le naturali risorse della persona, perché il vero risultato è proprio quello che abbraccia l’equilibrio psicofisico tout court.


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[ DI

GIADA VALDANNINI ]

IPNOSI: VIAGGIO NELL’INCONSCIO PER GUARIRE «Una tecnica terapeutica in grado di agire sulla nostra psiche per trattare insicurezza, ansia, fobie, stati depressivi... Perché - come sostiene Silvia Giocosa, presidente dell’Associazione medica italiana per lo studio dell’ipnosi - “l’inconscio è ricco di risorse tali da poter risolvere da soli i problemi del vivere quotidiano”»

L’ipnosi nasce con l’uomo poiché è uno stato mentale naturale, cioè è una condizione che attraversiamo spontaneamente ogni giorno nella fase che precede il sonno o il risveglio.

Trance Questa condizione viene prodotta accompagnando il paziente verso uno stato di sonno attraverso le cosiddette verbalizzazioni.

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e ne sa poco e niente. E ciò che si conosce rischia di esser stravolto da un immaginario proposto da cabarettisti e ciarlatani. Parliamo di ipnosi, una procedura terapeutica il cui mezzo è lo stato di trance. Di fatto, una tecnica tramite la quale un medico o uno psi-

cologo suggeriscono al paziente un percorso esperienziale che lo aiuterà a superare blocchi psicologici, paure, fobie: più in generale, problemi di tipo psichico. Nulla di magico, quindi. Niente occhi rotanti o pazienti che cadono addormentati e iniziano a parlare con voci »

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altrui. L’ipnosi, infatti, è silenzio - almeno da parte chi vi si sottopone - ed è parola per quel che riguarda il terapeuta, colui che guida l’assistito verso aree ignote della sua personalità. Come? Lo abbiamo chiesto a Silvia Giacosa, presidente dell’Amisi (Associazione medica italiana per lo studio dell’ipnosi) e direttore della Scuola europea di psicoterapia ipnotica. Lei, quale esponente del metodo ericksoniano - il cui assunto è che le persone sono in grado di autocorreggersi e autoguarirsi - ci ha raccontato come l’inconscio sia pieno di risorse tanto da poter risolvere da solo i problemi del viver quotidiano. Così potente da far sì che l’ipnosi - strumento capace di comunicare con esso - possa persino diminuire i tempi del recupero postoperatorio, consentendo una più bassa somministrazione di anestetico. «L’ipnosi prima di entrare in sala operatoria - conferma Giacosa - può ridurre del 25% la dose di farmaci, un dato di rilievo se l’intervento dura alcune ore. In più, agevola il decorso perché fa emergere le capacità di recupero individuali. Le applicazioni in ambito ospedaliero sono numerose: in sala parto, nella terapia del dolore acuto e cronico, in fisiatria e ortopedia». Dottoressa, che origini ha l’ipnosi? L’ipnosi nasce con l’uomo perché è uno stato mentale naturale. Viene spesso definita “alterazione della coscienza” ma, in realtà, si tratta di un’errata traduzione dell’inglese “alterated”. In Italiano, infatti, è alterato chi usa stupefacenti, alcool, chi si arrabbia, colui che cede all’ira, mentre lo stato modificato di coscienza - indotto dall’ipnosi - è una condizione che attraversiamo spontaneamente ogni giorno e ogniqualvolta stiamo per addormentarci e al risveglio. Altri momenti in cui può verificarsi? Può accadere quando ci ritroviamo a fare movimenti inconsci o

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[ A DESTRA, SILVIA GIACOSA, PRESIDENTE DELL’AMISI

(ASSOCIAZIONE MEDICA ITALIANA

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PER LO STUDIO DELL’IPNOSI).

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meglio automatici, quando siamo in un ambiente ostile e sentiamo il bisogno di isolarci. Non solo. Avete presente quando da piccoli ci dicevano: «Sta’ attento! Dove stai con la testa?». Ecco, quella è la condizione cui faccio riferimento. Lo stesso avviene quando ci rechiamo da un luogo all’altro con l’auto come se il mezzo andasse da solo: in quel momento siamo immersi in una situazione modificata di coscienza che Erickson chiama “normale stato di trance quotidiana“. Non si tratta semplicemente di automatismi e distrazione? Casomai c’è una base di distrazione verso gli stimoli esterni e una completa concentrazione verso quelli interni. Pensi a quando stiamo per addormentarci: abbiamo uno stato vigile che ci permette di allertarci se

«L'ipnosi, secondo il modello ericksoniano, è diventata una modalità di comunicazione privilegiata con l’inconscio. Di fatto, è una psicoterapia che riesce a smuovere le capacità stesse del paziente»

succede qualcosa di anomalo; se invece si sente un rumore familiare, si continua tranquillamente a riposare. Che significa allora indurre in una persona lo stato di trance ipnotica? Niente che abbia a che fare con ciò che abbiamo visto sugli schermi. Il paziente viene semplicemente condotto in quel dormiveglia nel quale l’attività cerebrale è più fantasiosa che razionale, il che avviene quando si sopiscono le aree cerebrali logiche, dando invece precedenza alle aree analogiche. Talvolta, proprio nella fase dell’addormentamento, può capitare che i pensieri si concatenino in maniera assurda. Perché? Perché in quel momento si è già andati a finire nella parte inconscia della mente che viene det-

ta “il magazzino delle risorse“: una parte all’interno della quale noi depositiamo tutte le conoscenze e capacità che possediamo per poi poterle recuperare nel sogno, il momento in cui tutto è possibile: spazio e tempo perdono le loro dimensioni e ogni cosa diventa fattibile. Ne scaturisce una correlazione di pensieri che non ha niente a che vedere col nostro pensiero razionale che è invece sistematico. In pratica, se vogliamo infilare un armadio dentro una stanza senza il tetto, la mente razionale ci impedisce di farlo, ma la fantasia ci permette benissimo di piazzarlo dove meglio crediamo. Perché la mente produce queste condizioni naturali di modifica dello stato cosciente?


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Perché, di tanto in tanto, ha bisogno di fare un backup: serve a riposare e ricollocare le aree di memoria al posto giusto. Che utilità ha l’ipnosi? È una psicoterapia che consente di parlare con aree analogiche remote. Un modo per superare le aree logiche e la capacità critica che sono poi la causa della sofferenza del paziente, poiché gli impongono di rientrare sempre all’interno di pensieri limitanti.

Bisogna abbandonarsi completamente al terapeuta... Abbandonarsi... Direi piuttosto lasciarsi guidare all’interno di questa esperienza. L’ipnosi che si usa nel modello ericksoniano - e che ha superato quella freudiana - è diventata una modalità di comunicazione privilegiata con l’inconscio. Di fatto, una psicoterapia che riesce a smuovere le capacità stesse del paziente, il quale non è in grado di utiliz-

«Possono essere diverse le applicazioni in ambito ospedaliero: terapia del dolore acuto e cronico, fisiatria, ortopedia...»

zarle, cosa che lo getta in uno stato di frustrazione. Come si raggiunge la condizione di trance? Accompagnando il paziente verso il sonno con poche e semplici parole - le cosiddette “verbalizzazioni” - spesso collegate a un ambito che la persona seguita senta familiare. Esistono parole-chiave? Diciamo semplicemente ai pazienti di lasciarsi accompagnare dalle nostre parole, di mettersi ad ascoltare la voce senza giudicare quello che le parole stesse vogliano dire. Un po’ come quando si ascolta la musica: l’armonia ci trasporta fino al punto di farci immaginare di ballare dentro a una stanza che costruiamo con la fantasia. Quindi, lo stato di trance si può raggiungere tramite qualsiasi forma di rilassamento? Un massaggio, ad

esempio? Certo, potrebbe. Durante la seduta, il paziente risponde in qualche modo? No, perché se parlasse e rispondesse dovrebbe alterare delle aree cerebrali che sono razionali e la cosa non ci interessa: quindi, ascolta semplicemente. Io personalmente preferisco registrare la seduta in modo che il paziente abbassi la sua capacità critica e si abbandoni ad ascoltare quello che gli dico. Come influiscono le parole sull’agire della persona? Rafforzano l’io e di conseguenza, con un io rafforzato, più solido, più adulto, la persona si sente più sicura di sé e quindi molto più capace di esprimere quella parte che in qualche modo rimaneva nascosta. Come si capisce che il paziente ha ricevuto gli input dati tramite le verbalizzazioni? Tutto avviene a livello inconscio però la seduta successiva magari comincia a parlarmi di decidere; si presenta con un abbigliamento nuovo; racconta di voler prendere qualche decisione - apparentemente inaspettata - che sopraggiunge come un atto naturale. Il tutto è talmente spontaneo che, qualche volta, neppure il paziente si rende conto di che cosa cambi dentro di lui. Sta di fatto che non soffre più - che è poi l’obiettivo del terapeuta. Quali sono le problematiche per cui si rivolgono a voi? Tutte le problematiche che sono trattabili con una psicoterapia: dal rapporto con se stessi, all’ansia, all’insicurezza, fino alla depressione e alle malattie psicosomatiche. Quando parliamo di consolidamento dell’io siamo di fronte a una forma di coaching, di irrobustimento della personalità? Il coaching non modifica la struttura del pensiero, mentre la psicoterapia come sua proprietà ha proprio quella di modificarlo. GENNAIO 2015

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STAR BENE

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[ PREVENZIONE DI

ALESSANDRO MASCIA ]

DORMIRE

DOLCE DORMIRE «Poco sonno fa male. Determina patologie cardiovascolari, fa diminuire la memoria, favorisce l’obesità. Ma per riposare bene ci vuole anche un materasso adatto al proprio peso e alla posizione che si assume»

Solo 6 ore per notte: a causa dei ritmi stressanti di oggi dormiamo in media sempre meno, togliendo al corpo un 25% di riposo.

10 ore Per i bambini piccoli è il numero adeguato di ore per recuperare energie con un buon sonno. Per un adulto servono 8 ore.

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n numero adeguato di ore di sonno per un adulto dovrebbe essere di circa 8 ore al giorno, che possono arrivare anche a 10 per i bambini. Questo vuol dire che un terzo della giornata dovrebbe essere dedicato al recupero di energie con un buon sonno ristoratore. I ritmi stressanti della società contemporanea portano spesso a dormire un numero insufficiente di ore. La media si aggira oggi intorno alle 6 ore per notte, togliendo al corpo un buon 25% del dovuto riposo. Un dato preoccupante riguarda gli adolescenti. Da recenti sondaggi emerge che il 70% di questi è in privazione di sonno ed una delle conseguenze principali è rappresentata da un deficit dell’apprendimento. Dormire poco determina patologie cardiovascolari, favorisce l’obesità, provoca la diminuzione della memoria e può anche procurare problemi di infertilità. Alcuni studi inglesi del 2013 hanno evidenziato che la carenza di sonno può modificare addirittura fino a 700 geni. Risulta, inoltre, una mag-

giore propensione a sviluppare patologie oncologiche ed in particolare il cancro del colon, del retto e del seno. In più aumenta del 400% il rischio di infarti e patologie cardiovascolari come, ad esempio, l’ipertensione. Nel caso dell’obesità è emersa una correlazione tra carenza di sonno e propensione a scegliere alimenti a maggior contenuto calorico, più ricchi in carboidrati e grassi, e comunque di qualità nutrizionale più scarsa. Così come si è riscontrata una variazione delle concentrazioni di due ormoni che regolano l’appetito (grelina e leptina) e che aumentano gli spuntini notturni. L’alterazione delle concentrazioni ormonali può determinare anche una minore sensibilità all’insulina, con la conseguente possibilità di diventare diabetici. Esistono, poi, in letteratura degli studi che dimostrano che il riposo favorisca il sistema immunitario, in quanto la popolazione di insonni presenta un


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anni

pria scelta: dalle classiche molle al lattice, dal poliuretano espanso fino al memory foam. La scelta è sempre molto soggettiva, ma è opportuno considerare che tutti questi materiali offrono la possibilità di spaziare tra materassi più caldi o più freschi, più confortevoli o più rigidi, anallergici e non. Le molle offrono una buona base di appoggio, ma sarebbe con-

rischio tre volte maggiore di ammalarsi di influenza. La qualità del sonno dipende da molti fattori come l’alimentazione, l’attività fisica, lo stress, alterazioni ormonali e molto altro ancora, ma un aspetto molto importante - quanto discusso - dipende dalla qualità del materasso e del cuscino. La vita media di un materasso può arrivare a circa 10 anni, dopodiché dovrebbe essere sostituito. La difficoltà principale è come scegliere un materasso nuovo ed un cuscino confortevole. L’offerta è vasta e le moderne tecnologie hanno permesso di ideare molti materiali tra i quali effettuare la pro-

sigliabile che fossero ricoperte da uno strato di lattice perché il materasso non risulti troppo rigido. In questo modo, si può combinare un ottimo equilibro tra sostegno e comfort. Il lattice è una resina naturale ricavata dalla corteccia di una pianta tropicale che si chiama Hevea brasiliens o anche “albero della gomma”. È quindi un prodotto naturale e presenta al suo interno dei microfori che garantiscono un’adeguata areazione. È confortevole e si modella bene sotto il peso del corpo. Il memory foam nasce dal poliuretano addizionato di alcune sostanze che ne migliorano la densità e la viscosità. Derivato da

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«È la vita media di un materasso. Dopo tale periodo va sostituito con un modello nuovo che distribuisca in modo uniforme il peso del corpo» studi fatti dalla Nasa per imbottire i sedili delle navi spaziali, ha la capacità di modellarsi sotto il peso della persona attraverso il calore del corpo. L’obiettivo principale di un buon materasso è quello di distribuire in modo uniforme la spinta delle diverse zone del corpo, così da evitare che possano esserci aree dove questa è troppo concentrata. La scelta del giusto materasso deve dipendere dal peso della persona e dalla posizione in cui si dorme. Un individuo leggero potrà scegliere un materasso più morbido, mentre un soggetto pesante dovrà optare per materiali meno deformabili. Sul mercato si trovano materassi con densità differenti proprio per adattarsi alle varie corporature. Il problema nasce quando nella coppia uno dei due è leggero e l’altro no. Questo è un aspetto da non sottovalutare in quanto uno dei due si troverebbe costretto ad utilizzare un materasso con densità non adeguata alla sua corporatura. Per risolvere questo problema esistono anche materassi con densità differenziata tra i due lati del letto così da poter soddisfare le esigenze di entrambi. Si possono altrimenti acquistare due differenti materassi singoli ed unirli. Comunque, al momento della scelta, bisogna testare più modelli ponendo attenzione alle varie sensazioni. Sarebbe anche opportuno

che il venditore garantisse la possibilità di sostituire il prodotto se, dopo qualche giorno, ci si renda conto di non aver fatto la scelta più idonea. La sensazione percepita deve essere quella di una superficie di appoggio confortevole, come una mano che ci sostiene con dolcezza, ma senza affondare troppo. Subito sotto lo strato superficiale deve esserci una densità maggiore che possa sostenere il peso del corpo durante le ore di riposo. Per quanto riguarda, invece, la scelta del cuscino si apre un mondo ancora più ampio. Il mercato offre una moltitudine di cuscini ergonomici, ma per trovare quello adatto alla “propria” colonna cervicale e dorsale, se ne dovrebbero provare veramente molti. È importante chiarire che la posizione del cuscino deve partire dalle spalle e non dal collo. In questo modo la colonna cervicale non rischia di rimanere sospesa nel vuoto. Non si deve dormire senza cuscino, altrimenti la colonna cervicale sarebbe troppo deviata. Può anche essere confortevole dormire con due cuscini: uno più denso, sul quale si poggiano le spalle, e poi uno molto soffice in piuma, sul quale poggia la testa. Questo è, tra l’altro, un accorgimento importante per chi soffre di reflusso gastrico, per chi russa e per chi ha apnee notturne. Queste ultime sono un problema molto diffuso, che si correla spesso al russamento. Sono caratterizzate da pause respiratorie durante il sonno che aumentano in modo esponenziale il rischio di malattie cardiovascolari e possono anche causare fibrillazione atriale e ictus. In caso di sospetto, è utile ricorrere ad un esame detto polisonnografia, capace di identificare i soggetti affetti da questo disturbo. GENNAIO 2015

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Seguendo le stagioni

VIVERE IN ARMONIA

È questo il momento dell’anno in cui le temperature scendono, il freddo si fa sempre più intenso, ma la gioia e i desideri del nuovo anno scaldano il cuore. Si guarda al futuro, nell’orto si preparano i nuovi impianti, senza dimenticare le raccolte di ortaggi e frutti salutari

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IN COMPAGNIA DELLA LUNA

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n un tempo - il nostro - in cui sempre di più, ed è cosa buona e giusta, si parla di ambiente, di buone pratiche, di una nuova e più sana qualità della vita, sorprende scoprire come già nell’Almanacco Barbanera, si leggesse nel 1849: «Se noi diciam che ingrata la terra si dimostra, È falso, chè la colpa è veramente nostra. Non ci curiam di porre assiduo impegno, ed arte nel coltivarla, ed essa i doni non comparte». Un più sano rapporto con la Terra! Che il saggio astronomo e filosofo ci richiamasse, più di un secolo e mezzo fa, ad una nuova coscienza e responsabilità, non è un caso. Ambientalista per vocazione, misuratore e specchio dei tempi, il Barbanera che dall’Umbria, da Foligno, diffondeva ovunque il suo Almanacco - il primo è del 1762 -, ben conosceva l’importanza di un mondo in

A CURA DI

gennaio

GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO

Luna Crescente dal 1° al 4 e dal 21 al 31 ORTO È il momento di individuare e predisporre gli spazi per le varie colture, evitando di lavorare la terra se troppo bagnata o gelata. Raccogliere, per il consumo fresco, ortaggi quali cavolo broccolo, cavolo di Bruxelles, cavolo cappuccio, radicchio e verza. PIANTE DA FRUTTO Prelevare da mandorli e albicocchi le marze, ovvero rametti giovani di un anno di 10-15 cm della pianta da riprodurre, da conservare al freddo e al buio. Si possono prendere anche talee di fico e di olivo, da far radicare in serra. GIARDINO Mettere a dimora piantine di camelie, rododendri e azalee. Preparare il terreno per avere le fragole in mezzo ai fiori. BALCONE E LIMONAIA Fare talee legnose (7-8 cm) di more senza spine, da mettere a radicare in vasi con terriccio molto inumidito. CANTINA Imbottigliare, meglio se con il sole e senza vento, i vini che si vogliono più frizzanti.

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equilibrio. Uno sguardo lungo, lunghissimo il suo, che rende ancor più efficaci i suoi consigli oggi, quando la necessità di una nuova etica del rapporto uomo e ambiente, percorre come un filo rosso le sue pagine. Giunto alla 253° edizione, l’Almanacco continua a proporsi con l’approccio di sempre, attento al cielo e alla terra, ad un tempo che è kairos - dal greco, la cosa giusta al momento giusto -, all’alternarsi delle stagioni, alle fasi della Luna. In un incontro straordinario tra il saper fare di sempre - quello di tempi forse meno complicati - e le dinamiche della contemporaneità. Perché questa è la tradizione di Barbanera, crocevia di passato, presente e futuro, ma anche protagonista, accorto e vivace, del vivere attuale. E allora eccole le tre parole magiche, capaci di rendere migliore la vita nostra e del pianeta, oggi: armonia, consapevolezza, sostenibilità.

Tre parole che animeranno anche questo nostro appuntamento mensile, per sapere sempre cosa mettere nel cestino della spesa, per non sprecare e riciclare, per le buone pratiche bio in giardino, nell’orto e sul balcone. Un modo per riscoprire il piacere, a volte dimenticato, delle piccole cose, per ritrovarsi e ritrovare il gusto dei saperi e dei gesti di ogni giorno. Non solo. Per dare il buon esempio in un mondo che chiede gesti concreti, Barbanera ha da qualche anno anche un nuovo Almanacco in cui entrare, passeggiare, incontrare la Luna. Si chiama Orto Giardino delle Stagioni, spazio di biodiversità, esperienze e frutti a rischio di estinzione. E al centro di quell’orto - siamo a Spello - nascono ogni anno ulteriori pagine, per suggerire nuove, antiche strade a tutti noi, spesso frettolosi interlocutori del terzo millennio.

Da non dimenticare! ALLEGRA BOCCA DI LEONE Qualcuno la ricorda, altri forse no, nei giardini - non di rado anche negli orti - di qualche tempo fa. La curiosa bocca di leone, o di lupo, deve alla sua corolla l’insolito nome. Quello scientifico invece, Antirrhinum, allude al fatto che sembri un naso, dal greco anti, “simile”, e rhin, “naso”. Seminata con la Luna crescente a fine gennaio in spazi protetti, darà fioriture abbondanti, ma solo se posta in pieno sole. AMICO ZENZERO L’asiatico Zingiber officinale ha radici note a tutti, mentre pochi ne conoscono la pianta, che cresce bene in Italia, in zone calde, sulle coste o al sud. Si moltiplica in primavera, tagliando i rizomi lungo le sezioni naturali. Una volta rimarginati i tagli, si interrano: spunteranno in 15 giorni. Ricco di proprietà, bollito in acqua, con aggiunta poi di limone e miele, è utile contro i raffreddori. Ottimo con carni, frullati e succhi.

VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB

Luna Calante dal 6 al 19 ORTO Vangare il terreno, ma solo se asciutto, con letame, compost e sabbia silicea se il terreno è argilloso. Seminare l’aglio interrando gli spicchi con la punta rivolta verso l’alto. Seminare e trapiantare ortaggi da radice come rape, barbabietole e carote. PIANTE DA FRUTTO Concimare con il letame, meglio se bovino. Coprire la concimazione con paglia e terreno. Fare trattamenti a base di rame (poltiglia bordolese) contro i funghi. GIARDINO Eliminare dai rampicanti - passiflore, clematidi, rose e gelsomini - i rami che appaiono secchi. Pulire gli attrezzi, affilarli, disinfettarli e trattarli con olio protettivo. BALCONE E LIMONAIA Nelle ore centrali di giornate soleggiate e asciutte, aprire e arieggiare la limonaia, anche per togliere accumulo di umidità. CANTINA Spremere l’uva fatta appassire per il vinsanto e mettere la spremitura nelle apposite botticelle dette caratelli.

PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it

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Sul balcone a gennaio LA GIUSTA ESPOSIZIONE Se si ha un piccolo angolo all’aperto, è fondamentale conoscere alcune semplici regole utili ad ottenere i migliori risultati. In questo senso la scelta delle piante diventa essenziale. Così come per dare reali possibilità al nostro pollice verde bisognerà prestare la dovuta attenzione al sole, all’orientamento del balcone in base all’esposizione sud-nord. Infine, per non sbagliare e volendo avere il terrazzo verde tutto l’anno, scegliamo piante sempreverdi: ad esempio, la salvia ornamentale.

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SAPERI & SAPORI

[ DI

GIANNA MONTEREALI ]

MANGIARE BENE PER VIVERE MEGLIO «Sostenibilità, responsabilità, condivisione: è questa la filosofia di Eataly, un marchio che rappresenta l’eccellenza enogastronomica italiana mirata a migliorare la qualità della vita. Un obiettivo che 50&Più ed Eataly vogliono raggiungere insieme, iniziando un lungo viaggio nel mondo del gusto che porterà alla scoperta del buon mangiare italiano»

A

more per il cibo e per le bevande di qualità, attenzione alla provenienza dei prodotti, rispetto delle tradizioni, educazione ad un’alimentazione corretta e consapevole, eliminazione del luogo comune che il cibo di qualità sia costoso e di difficile reperibilità e, per tale ragione, disponibile solo per pochi privilegiati. Questi sono alcuni dei cardini su cui si fonda la filosofia di Eataly, il marchio che riunisce un gruppo di picco-

le aziende che operano nel settore enogastronomico, e che si declina sul territorio attraverso numerosi punti vendita sia in Italia sia all’estero. «I prodotti che si trovano da Eataly sono quanto di meglio possa offrire il mercato italiano», ci racconta Fiorella Palmieri (nella foto grande), responsabile Ufficio Stampa di Eataly Roma, che ci accompagna nella visita della struttura. «Il nostro primo intento è quello di valorizzare la cultura enogastronomica ita-

25 PRODUTTORI PER UNA CITTÀ

liana non solo radicandola sul nostro territorio ma esportandola in tutto il mondo. Non a caso il nostro marchio nasce dalla fusione di due parole: eat (mangiare, in inglese) e Italy (Italia), un binomio che caratterizza fortemente l’immagine del nostro Paese nel mondo. Ma non solo. Eataly è nata anche per educare le persone alla cultura del cibo. E lo fa operando su tre diversi settori: la vendita dei prodotti, la ristorazione e l’offerta didattica. Nei nego-

SOLIDARIETÀ PER L’AQUILA

«Facciamo ripartire L’Aquila dall’enogastronomia». È lo slogan che coniuga Eataly e solidarietà a favore del capoluogo abruzzese ancora ferito dal sisma che lo colpì il 6 aprile 2009. Fino a marzo ogni punto vendita Eataly presenta uno spazio nel quale 25 produttori abruzzesi vendono prodotti tipici regionali: dalle lenticchie di Santo

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zi Eataly si possono trovare eccellenze italiane difficilmente reperibili nei normali supermercati. Sono tutti prodotti di alta qualità forniti da un gruppo di produttori che condivide la nostra stessa filosofia e che ci permette di avere una filiera molto corta. Da qui la possibilità di offrire il meglio delle produzioni artigianali a prezzi sostenibili. Un esempio? Ogni venerdì c’è “la bancarella del contadino” dove il produttore vende direttamente. È co-

Stefano al pecorino di Farindola, dall’olio di Chieti ai confetti di Sulmona; a completamento dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con Slow Food Abruzzo, in ogni reparto degli store sono presenti prodotti con il bollino a sostegno de L’Aquila. Il 25% del ricavato delle vendite verrà consegnato al sindaco della città come contributo alla sua ricostruzione.


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Ambasciatori del Made in Italy nel mondo Undici i punti vendita Eataly in Italia: a Torino Lingotto, Milano Smeraldo, Roma, Piacenza, Firenze, Genova, Bari, Torino Lagrange, Bologna, Monticello d’Alba, Pinerolo, nei quali l’eccellenza dell’enogastronomia si sposa con la degustazione e l’educazione al cibo. Ma per un Paese come il nostro, la cui tradizione culinaria è apprezzata in tutto il mondo, non potevano mancare spazi Eataly anche all’estero. Negli Stati Uniti si incontra Eataly a New York dove è il terzo posto più visitato dopo Empire State Building e Metro-

politan - e a Chicago. In Giappone, invece, si gusta italiano in ben sette centri a Tokyo, in uno a Yokohama e in uno ad Osaka. Non poteva mancare a Dubai, all’interno del Dubai Mall, e ad Istanbul nel cuore della città. «Siamo orgogliosi di aver raggiunto l’obiettivo di esportare la tradizione culinaria italiana - sottolinea Fiorella Palmieri - non solo per il Paese ospitante ma anche per i nostri connazionali emigrati. La qualità che proponiamo è la stessa che in Italia, un’eccellenza senza pari.

me se si creasse un piccolo orto in città: non c’è bisogno di recarsi dal contadino perché è il contadino a venire da Eataly. I punti vendita sono suddivisi in aree tematiche: carne, pesce, ortofrutta, pane, salumi, formaggi, olio, vino, birra - spiega Fiorella Palmieri -. Alcuni sono affiancati da laboratori nei quali è possibile assistere alla preparazione di ciò che verrà messo sugli scaffali: pane, pizza, pasta fresca. Il più gettonato è forse il “mozzarella show” dove viene mostrata la preparazione della mozzarella e di altri formaggi freschi. Abbiamo anche un birrificio ed un’enoteca che è un altro fiore all’occhiello: 25mila etichette provenienti da tutte le regioni d’Italia. Ma Eataly non è soltanto prodotti d’eccellenza, infatti un’altra “anima” è la ristorazione. I punti vendita sono affiancati da ristorantini, anch’essi suddivisi per

categoria (verdura, pasta, carne, pizza, pesce), la cui caratteristica è preparare i piatti utilizzando i prodotti presenti nel negozio. Ciò significa che, se ho apprezzato una particolare pietanza del ristorantino del pesce, acquistando gli stessi ingredienti posso cucinarla a casa. E poi c’è la “prima anima” di Eataly, quella da cui parte tutto: la didattica - continua Fiorella Palmieri -, ovvero educare ad una buona alimentazione. E per raggiungere questo obiettivo abbiamo dei corsi pratici di cucina, corsi di degustazione, corsi per bambini (per imparare ad alimentarsi con consapevolezza sin da piccoli), e per gli over 50. Ad essi sono riservati anche corsi di educazione alla salute con convegni dedicati. Insomma, da Eataly ci si incontra, si gusta, si impara e si sta in compagnia. Perché mangiare bene aiuta a vivere meglio». GENNAIO 2015

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crivere, dipingere, fotografare e comporre versi: ecco gli ingredienti del Concorso 50&Più Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, l’evento dedicato ai tanti creativi dilettanti over 50, giunto alla XXXIII edizione. Un incontro di passioni, di vite e provenienze diverse accomunate dall’amore per l’arte, uno strumento unico per raccontarsi e condividere la propria creatività. Aggiudicarsi le Farfalle e le Libellule d’Oro è sempre un’emozione, ma esserci lo è ancora di più. Quindi non indugiate: leggete il bando, compilate la scheda, scegliete l’opera e inviate tutto entro il 31 marzo 2015. L’appuntamento è a Baveno, sulle sponde del Lago Maggiore. Buona fortuna a tutti!


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BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PROSA E POESIA 2015 EVENTI

BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PROSA E POESIA 2015

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REGOLAMENTO »Articolo 1. L’Associazione 50&Più al fine di promuovere la creatività delle persone over 50, indìce il XXXIII Concorso «50&Più: Prosa e Poesia», riservato a coloro che abbiano compiuto 50 anni di età, a qualunque nazionalità appartengano, e non abbiano mai tratto profitto dalle attività letterarie. Articolo 2. Per partecipare al Concorso è richiesto l’invio a 50&Più, Via del Melangolo 26, 00186 Roma, di n. 3 copie scritte mediante mezzi elettronici (computer) di una piccola opera inedita di prosa della lunghezza massima di tre pagine dattiloscritte (80 battute per 40 righe); o di poesia della lunghezza non superiore a 35 versi. Il superamento dei limiti di spazio sopra descritti, l’invio di più di un’opera nella stessa disciplina, l’invio delle opere scritte a mano o con macchine da scrivere meccaniche, comportano l’esclusione dal concorso. Lo stesso concorrente può inviare sia un’opera di prosa che una di poesia. Articolo 3. Il tema delle opere è libero e devono essere inviate entro il 31 marzo 2015, in copia cartacea o su supporto magnetico (cd), o chiavetta usb o via e-mail all’indirizzo: infoeventi@50epiu.it unitamente ad una scheda dattiloscritta con il nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, recapito telefonico dell’autore, titolo dell’opera, un breve cenno biografico contenuto in massimo 5 righe, e la dichiarazione di essere l’autore dell’opera presentata. Articolo 4. Insieme all’opera, mediante assegno non trasferibile o conto corrente postale n. 19898006 intestati a 50&Più, dovrà essere inviato un contributo di euro 30,00 a opera. I concorrenti ammessi alla finale avranno diritto: a. al diploma di partecipazione e alla Farfalla d’Argento; b. all’inserimento dell’opera nelle copie personalizzate della raccolta antologica del concorso La parola e l’immagine. La somma versata sarà restituita a coloro che la Segreteria avrà ritenuto opportuno non ammettere. Articolo 5. Un apposito gruppo di lavoro esaminerà tutte le opere pervenute e sceglierà,

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a suo insindacabile giudizio, quelle meritevoli di partecipare alla selezione finale. Una commissione giudicatrice composta da poeti, scrittori, personalità della cultura, giornalisti, sceglierà 10 opere: 5 per la prosa e 5 per la poesia, che risulteranno vincitrici e segnalerà le opere meritorie di menzione. Ai vincitori sarà consegnato il diploma e la Farfalla d’Oro. Articolo 6. La premiazione avverrà nel corso di una manifestazione, durante la quale ai partecipanti al Concorso, ai loro amici e a tutti coloro che vorranno essere presenti, si offriranno occasioni d’impegno culturale, attività turistica e spettacolo. Il programma della manifestazione sarà pubblicato sulla rivista 50&Più. Articolo 7. Le dieci opere vincitrici verranno pubblicate all’interno della rivista 50&Più. Tutti i lettori della rivista potranno votarle per scegliere i due supervincitori: uno per la prosa e uno per la poesia, ai quali verrà offerto il soggiorno di una settimana per due persone nella località in cui avverrà la premiazione, oltre che un artistico trofeo realizzato dall’orafo trentino Mastrosette.

PREMIO LIBELLULA »Articolo 1. Ai concorrenti vincitori delle Farfalle d’Oro di tutte le precedenti edizioni del Concorso - limitatamente alla sezione in cui si sono aggiudicati la Farfalla d’Oro - è riservato il premio “Libellula”. Articolo 2. Un’apposita Commissione esaminerà e sceglierà, a suo insindacabile giudizio, le opere meritevoli di essere ammesse alla selezione finale a cui verrà conferito il diploma di partecipazione e la Libellula d’Argento; una Giuria qualificata sceglierà le 2 opere vincitrici, una per sezione, cui andrà il diploma e la Libellula d’Oro, e deciderà quelle meritevoli di segnalazione. Articolo 3. I partecipanti al Premio Libellula potranno comunque concorrere anche all’assegnazione delle Farfalle d’Oro limitatamente alle sezioni in cui, nelle passate edizioni, non sono risultati vincitori. Articolo 4. Le opere premiate con la Libellula d’Oro verranno pubblicate dalla rivista 50&Più.


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Articolo 2. Possono partecipare al Concorso - con una opera di pittura (olio, acrilico, gouache, acquerello, grafica, collage), oppure con una fotografia (a colori o in bianco e nero) - tutti coloro che abbiano compiuto i 50 anni di età, a qualunque nazionalità appartengano, purché non siano pittori o fotografi professionisti e non abbiano mai tratto profitto dall’attività pittorica o fotografica. Articolo 3. Tutti coloro che intendono partecipare al Concorso dovranno inviare, entro il 31 marzo 2015, a 50&Più, Via del Melangolo 26, 00186 Roma: 1) una scheda dattiloscritta con il nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, recapito telefonico dell’autore, titolo dell’opera e un breve cenno biografico contenuto in massimo 5 righe; 2) una dichiarazione obbligatoria di non esercitare professionalmente l’attività pittorica o fotografica e di essere l’autore dell’opera presentata in concorso; 3) per il Concorso di Pittura inviare due fotografie stampate a colori dell’opera pittorica che intendono presentare, formato cm 15x10, con l’indicazione del titolo del quadro, delle dimensioni e della tecnica con cui è stato eseguito; 4) per il Concorso di Fotografia sarà necessario inviare due copie della fotografia presentata in Concorso stampate nel formato cm 18x24, 20x25 o 20x30 corredate del relativo negativo (cd o chiavetta usb in caso di foto digitale), dell’indicazione del titolo, dell’apparecchio usato, di eventuali tecniche adottate, nonché di una dichiarazione liberatoria che ne autorizzi la pubblicazione senza richiesta di diritti d’autore; 5) il contributo di euro 30,00 a opera (mediante assegno non trasferibile o versamento sul conto corrente postale n. 19898006 intestati a 50&Più). I concorrenti ammessi alla finale avranno diritto: a. al diploma di partecipazione e alla Farfalla d’Argento; b. all’inserimento dell’opera a colori nelle copie personalizzate della raccolta antologica del Concorso La parola e l’immagine. La somma versata sarà restituita a coloro che la Segreteria avrà ritenuto opportuno escludere. Articolo 4. Le opere pittoriche non dovranno superare la dimensione di cm 60x80 com-

Articolo 5. A tutti i concorrenti ammessi alla selezione finale sarà assegnato un diploma quale attestato di merito per la partecipazione e la Farfalla d’Argento. Fra tutte le opere selezionate la Commissione giudicatrice segnalerà le opere meritevoli di menzione e sceglierà le 10 opere - 5 per la pittura e 5 per la fotografia - vincitrici. Agli autori di tali opere sarà assegnato il diploma di vincitori con la Farfalla d’Oro. Articolo 6. Le 10 opere vincitrici saranno pubblicate sulla rivista 50&Più e fra esse saranno scelte le opere supervincitrici mediante referendum fra i lettori della rivista. Ai supervincitori sarà offerto il soggiorno di una settimana per due persone nella località in cui avverrà la premiazione, oltre che un artistico trofeo realizzato dall’orafo trentino Mastrosette.

EVENTI

promuovere la creatività delle persone over 50, indìce la XXXIII edizione del Concorso «50&Più Pittura e Fotografia».

presa la cornice, dovranno essere consegnate o fatte pervenire alla Segreteria della mostra, prive di vetro, nei termini e nel luogo che saranno successivamente comunicati ai concorrenti. Tutte le opere verranno esposte nel corso della manifestazione appositamente organizzata. Il mancato rispetto delle dimensioni indicate comporterà l’esclusione dal Concorso.

BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PITTURA E FOTOGRAFIA 2015

REGOLAMENTO »Articolo 1. L’Associazione 50&Più al fine di

5102 AIFARGOTOF E ARUTTIP ÙIP&05 OSROCNOC ID ODNAB

BANDO DI CONCORSO 50&PIÙ PITTURA E FOTOGRAFIA 2015

Articolo 7. Le opere pittoriche potranno essere ritirate dai partecipanti al termine della mostra. Tutte le opere non ritirate saranno restituite per posta. 50&Più, organizzatrice della mostra, non si assume alcuna responsabilità circa eventuali danni o smarrimenti dell’opera presentata.

PREMIO LIBELLULA »Articolo 1. Ai concorrenti vincitori delle Farfalle d’Oro di tutte le precedenti edizioni del Concorso - limitatamente alla sezione in cui si sono aggiudicati la Farfalla d’Oro - è riservato il premio “Libellula”. Articolo 2. La Giuria sceglierà, per ciascuna sezione e a suo insindacabile giudizio, le opere meritevoli di essere ammesse alla selezione finale a cui verrà conferito il diploma di partecipazione e la Libellula d’Argento; tra le opere ammesse alla selezione finale, la Giuria sceglierà poi le 2 opere vincitrici, una per sezione, cui andrà il diploma e la Libellula d’Oro, e deciderà quelle meritevoli di segnalazione. Articolo 3. I partecipanti al Premio Libellula potranno comunque concorrere anche all’assegnazione delle Farfalle d’Oro limitatamente alle sezioni in cui, nelle passate edizioni, non sono risultati vincitori. Articolo 4. Le opere premiate con la Libellula d’Oro verranno pubblicate dalla rivista 50&Più. GENNAIO 2015

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XXXIII CONCORSO 50&PIÙ

PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA

Il sottoscritto: Cognome

Nome

Nato/a

il

Residente a

Via/P.zza

n.

Cap.

Prov.

Tel.

PER I PARTECIPANTI AL PREMIO LIBELLULA Via/P.zza n. Cap Prov. Tel. Vincitore della «Farfalla d’Oro» nell’anno nella Sezione chiede di partecipare alla XXXIII edizione del Concorso Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia con:

☐ un’opera di Prosa dal titolo (non più di 3 cartelle)

☐ un’opera di Poesia dal titolo (non più di 35 versi)

☐ un’opera di Pittura dal titolo (quadro non eccedente cm 60x80)

☐ un’opera di Fotografia dal titolo (cm 18x24-20x25-20x30)

A tal fine provvede al versamento di 30,00 euro per ognuno dei lavori presentati in Concorso, mediante:

☐ assegno bancario/circolare N.T. intestato a 50&Più - Banca ☐ versamento c/c postale n. 19898006 intestato a 50&Più (allegare ricevuta) ☐ contanti euro / ; altro

n.

Curriculum

Come previsto dal regolamento del Concorso il sottoscritto dichiara di non aver mai tratto profitto dall’attività letteraria, pittorica o fotografica e di essere l’autore delle opere presentate. Firma I dati personali contenuti nella presente scheda, dei quali consento il trattamento, verranno utilizzati esclusivamente ai fini del Concorso. Tali dati potranno, su mia richiesta, essere aggiornati o eliminati in qualsiasi momento, come previsto dal Decreto Legislativo 30.06.2003, n. 196. Firma

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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA

LA COMUNICAZIONE COME DONO LECCE

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Per saperne di Più: 0832343923 - www.50epiu.it/lecce

naugurare il V Anno Accademico dell’Università 50&Più è per tutti noi una grande soddisfazione. La condivisione del sapere, della cultura e delle proprie passioni continua ad essere una testimonianza tangibile della vitalità intellettuale che anima tutti noi e soprattutto costituisce, ancora una volta, un’occasione preziosa per sentirsi parte viva di una grande famiglia, qual è 50&Più». Con queste parole Antonio Martino, presidente di 50&Più Lecce, ha inaugurato il nuovo Anno Accademico presentando un ricco calendario di corsi. Alla cerimonia di inaugurazione, che si è tenuta nella sala conferenze di Confcommercio Lecce, sono intervenuti Vincenza Luperto, coordinatrice dei corsi, la dottoressa Beatrice Ciannamea e il professor Davide Borrelli, docente di Sociologia all’Università del Salento ed esperto di comunicazione.

Proprio la comunicazione, insieme al suo valore nell’attuale contesto storico e sociale, è stata l’argomento della lezione inaugurale. In particolare, il professor Borrelli si è soffermato sul concetto di comunicazione come speciale forma di apertura verso gli altri, un “dono” necessario. «Per questo - ha precisato - comunicare con l’altro è certamente uno sforzo, ma al contempo consente di acquisire consapevolezza di una parte del mondo che prima non aveva significato alcuno. Nella parola comunicazione - ha spiegato - è racchiuso il significato di comunità, la quale non è mai chiusura ed esclusione dell’altro, ma è sempre il luogo in cui, attraverso la relazione comunicativa con l’altro, si fa esperienza del mondo esterno. Ecco, dunque, che esperienze di vita associativa come quelle proposte dalla 50&Più ha concluso - devono essere considerate un’oc-

casione preziosa di crescita intellettuale ed umana, che è possibile fare a qualsiasi età». In linea con quanto affermato dal docente, il presidente 50&Più Lecce, Antonio Martino, ha espresso la sua soddisfazione per le numerose attività culturali e sociali previste per il nuovo anno. Soprattutto ha esortato tutti i soci e gli amici presenti «ad essere attivi all’interno della 50&Più portando il proprio contributo di idee e opinioni per continuare a crescere e a migliorare insieme». L’Università, rappresenta la naturale evoluzione delle numerose attività che già da molti anni l’Associazione svolge attraverso incontri e corsi di formazione, ma anche la partecipazione attiva dei soci alle manifestazioni organizzate a livello nazionale, come le Olimpiadi dei 50&Più e il Concorso 50&Più di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia.

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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIB ERO • C MACERATA

COSA C’È IN CALENDARIO GROSSETO

VICENZA

FIRENZE

MILANO

» Gennaio - Prosegue fino al 31 del mese la mostra delle opere in acquerello dei soci 50&Più. L’esposizione si tiene presso il ristorante “Terzo Cerchio” ad Istia d’Ombrone negli orari dalle 18.00 alle 22.00. Per saperne di Più: 0564410703

» 14 gennaio - Al mattino, visita alla mostra Van Gogh e Tutankhamon, presso la Basilica Palladiana a Vicenza. Al pomeriggio “Momento musicale”, con l’esibizione del duo composto da Eleonora Volpato all’arpa e Nicolò Vaiente alla marimba. » 28 gennaio - Riprendono gli incontri del mercoledì su “Salute e benessere”. Il primo in programma nel 2015 è dedicato al tema del “post menopausa”, con il dottor Giuliano Zanni, primario di Ginecologia Ulss 6 di Vicenza. Ingresso libero. Per saperne di Più: 0444964300 - www.50epiu.it/vicenza » 22, 29 gennaio: dalle 15.30 alle 17.30 - Corso sulla Salute: “Alla ricerca della Felicità”. » 4 febbraio - Un giorno al museo. Le nuove sale della Galleria degli Uffizi. Per saperne di Più: 0553289924 - www.50epiu.it/firenze » 27 gennaio: ore16.30 - Incontro dedicato alle malattie cardiovascolari. Interverranno il cardiologo Salvatore Arcidiacono sul tema “L’infarto del cuore: cosa succede e come curarlo”, e la nutrizionista Teresa Chiaradonna su “Cambiare lo stile di vita”. L’appuntamento è presso Palazzo Castiglioni, Sala Turismo, Corso Venezia 47/49. Per saperne di Più: 0276281227 - www.50epiu.it/milano

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Per saperne di Più: 0733261393

Basilicata e Marche

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ello splendido complesso della Filarmonica Estiva di Macerata si è celebrato il Patto di gemellaggio tra le associazioni 50&Più della Basilicata e delle Marche, alla presenza di oltre 100 invitati in rappresentanza delle due regioni. Alla cerimonia sono intervenuti il presidente regionale delle Marche, Dante Di Mattia, e il presidente della Basilicata, Donato Nardozza, nonché i presidenti provinciali: Enzo Chionne (Ancona), Alberto Dolci (Pesaro-Urbino), Bartolomeo Lorè (Matera), e il presidente della provincia di Macerata, Antonio Oppido, che ha fatto gli onori di casa. Con il Patto di gemellaggio le associazioni 50&Più della Basilicata e delle Marche si sono impegnate a favorire un proficuo scambio culturale attraverso la promozione di eventi condivisi, nei diversi ambiti territoriali, che riguardino il turismo, lo sport e le tradizioni locali.

TARANTO

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Per saperne di Più: 0997796444 www.50epiu.it/taranto

Esercenti premiati

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ono stati 62 gli esercenti della provincia di Taranto insigniti dell’onorificenza di Maestro del Commercio. Alla cerimonia, tenutasi nella splendida cornice del Salone degli Specchi a Palazzo di Città, hanno partecipato l’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, e Aldo Marzo, presidente 50&Più provincia di Taranto. «Le persone che premiamo oggi hanno favorito lo sviluppo del nostro Paese e rappresentano un pezzo della nostra storia», ha sottolineato Giangrande. «In un momento così particolare - ha dichiarato il presidente 50&Più i commercianti del nostro territorio sono da considerare eroi e un esempio per i giovani che vogliano intraprendere questa strada». «Guai se non ci fossero commercianti e negozi di vicinato, si perderebbe in socializzazione, in un’epoca nella quale la fanno da padrone smartphone di ultima generazione, che mettono in discussione ogni forma di dialo-

go», ha detto l’assessore Pentassuglia. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Anna Maria Calogiuri, Fabio D’Alconzo, Ida De Filippo, Raffaele De Giorgio, Maria Florenza De Santis, Maria Addolorata Leone, Maria Gabriella Manta, Pizzi Antonia, Maria Rosaria Russino; l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Annunziata Antonucci, Giovanni Campanella, Antonio Caniglia, Americo Caressa, Roberto Carriero, Marianna Colucci Andriani, Angelo Confessa, Carmelo Cristaldi, Cosimo D’Andria, Rosa Danucci, Angelo Fanelli, Franco Fanizza, Giuseppe Galasso, Antonio Intermite, Martino Iurlo, Vincenzo Laddomada, Vincenzo Lamarca, Annunziata Lanzo (alla memoria), Giuseppe Leucci, Carmela Liguori, Antonio Lincesso, Eustacchio Lionetti, Pasquale Losito, Eustachio Lotta, Umberto Malizia, Nicola Malvani, Giuseppe Mansi, Elena Mola, Eugenio Molinari, Cataldo Morgese, Nicola Nitti, Pietro Palazzo, Giovanbattista Paparella, Giuseppe Picciarelli, Grazia Pulpito, Domenico Ricci, Carmelo Rizzo, Nicola Rondinone, Francesca Sassanelli, Domenico Tagarelli, Maria Zappatore; l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Antonio Gatta, Cosimo Lucaselli, Giuseppe Del Monaco, Giovanni Donatelli, Emanuele Fumarola, Giovanni Iurlaro, Anna Maria Lapesa, Osvaldo Latanza, Roberto Lotta, Adalgisa Petraroli, Giovanni Russo, Domenico Tampanella.

MODENA E RIMINI

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Per saperne di Più: 0597364211 (Modena); 0541743202 (Rimini).

Al servizio degli altri

L‘

onorificenza di Maestro del Commercio costituisce un premio per una vita trascorsa al servizio degli altri ed è assegnata su richiesta a tutti coloro che, iscritti a 50&Più, svolgono o hanno svolto la propria opera nei comparti del commercio, del turismo o dei servizi per almeno 25 anni. Gli interessati delle provincie di Modena e Rimini che vogliano mandare le proprie candidature hanno tempo fino al 30 gennaio. La cerimonia di premiazione è prevista per il 1° marzo nelle rispettive sedi.


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SPAZIO

O LIB ERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO PARMA

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Per saperne di Più: 0521944278-946303

Un angolo d’Italia

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uriosità e voglia di conoscere. Proseguono le proposte della 50&Più di Parma alla scoperta delle bellezze del nostro Paese. Questa volta i soci hanno trascorso un week-end nel Lazio, nel cuore della civiltà etrusca.

MILANO

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Per saperne di Più: 027750261- www.50epiu.it/milano

Appassionati di fotografia

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l Concorso “Fotografa le tue vacanze - L’arte dell’immagine in gara”, organizzato da Ascofoto e 50&Più Università Milano, ha segnato ancora un importante successo. Molto partecipata anche la cerimonia di premiazione che si è tenuta presso la Sala Colucci di Confcommercio. La giuria, composta da Roberto Mutti, Dario Bossi, Filippo Ravizza, Michela Bernasconi, Mauro Fabbri, Giovambattista Bonato, Massimo Garriboli, ha selezionato quattro immagini all’interno di una numerosa dotazione di fotografie pervenute. Il Concorso, alla quinta edizione, è stato vinto da Giovanni Graziani. Al secondo posto Lucia De Cicco, terzo classificato Stefano Brisotto e menzione speciale a Liliana Sant’Ambrogio. Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, e il vice presidente 50&Più Milano, Maria Antonia Rossini. Il concorso, aperto a tutti gli appassionati della fotografia, in questa edizione si è contraddistinto non solo per l’alta partecipazione, ma anche per la varietà dei contenuti, racconti catturati in uno scatto.

LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Porto Alegre Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Oakville Montreal Riv. des Prairies Montreal S. Leonard Montreal Ville Lasalle St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Svizzera Ginevra Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale

Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 Telefono 0061 393810620 0061 864680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 4832222513 0055 1132591806 0055 5130222720 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661866 001 9053386667 001 5144946902 001 5142525041 001 5146675592 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 0049 8974640814 Telefono 0041 223214535 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086

UDINE

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Per saperne di Più: 0432538707

Un premio ai Maestri del Friuli

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ella splendida cornice della Sala Ajace del Comune di Udine, si è tenuta la cerimonia di premiazione dei Maestri del Commercio. A ricevere il prestigioso riconoscimento, per il contributo » dato al benessere economico e sociale del territorio, sono stati ben 38 imprenditori del settore del commercio, del turismo e dei servizi. A fare gli onori di casa il presidente 50&Più provinciale di Udine, Aldo Sbaiz, affiancato dal vice presidente, Guido De Michielis, e dalla vice presidente nazionale della 50&Più, Marina Gruden Vlach. Alla cerimonia erano presenti le massime autorità con il sindaco di Udine Furio Honsel, l’assessore al Commercio Alessandro Venanzi, con il presidente del consiglio regionale, Franco Iacop, l’assessore al Lavoro della Provincia di Udine, Leonardo Barberio, il presidente di Unioncamere Regionale e presidente della Confcommercio udinese, Gianni Da Pozzo. La cerimonia è stata allietata dall’esibizione di due giovani arpiste del Conservatorio Statale di musica “Jacopo Tomadini” di Udine. Sono stati premiati con l’Aquila d’ar-

gento (25 anni di attività): Luciana De Cecco, Maria Grazia Stanco, Venerina Tamos, Bruno Turlon, Giuseppina Virgolini, Adalgisa Visintini, Olga Vuano; con l’Aquila d’oro (40 anni di attività): Pia Castellani, Carlo Cisotto, Graziella Coiutti, Fernando Comuzzi, Pietro Cosatti, Gianni Croatto, Dirce Della Pietra, Liviano Dolso, Vally Francescutti, Maria Luigia Gracco, Bruno Prestin, Rita Varutti, Paola Zamparo; con l’Aquila di diamante (50 anni di attività): Anna Anziutti, Bruno Bernava, Cristian Libero, Franco Cristofoli, Iole De Crignis, Sergio Dolci, Paolo Floratti, Luciano Franz, Roberto Fumagalli, Rita Garzitto, Rino Lestuzzi, Enrico Manganotti, Adriana Martinuzzi, Enzo Millo, Giovanni Manfredo Plazzotta, Alessandro Salmaso, Silvano Zamolo, Edoardo Zamparini.

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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIB ERO • C PADOVA

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Per saperne di Più: 049655130 - www.50epiu.it/padova

Il valore di fare impresa con competenza e professionalità

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ono stati in 60 tra commercianti, operatori del turismo e dei servizi, ad essere insigniti dell’onorificenza di Maestri del Commercio. La cerimonia di premiazione si è tenuta nella sala Aldo Businaro del Castello Cini di Monselice, alla presenza del sindaco della città della Rocca, Francesco Lunghi, dei consiglieri regionali Giorgio Cortelazzo e Anna Lazzarini, del Presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio, del Presidente Ascom, Patrizio Bertin e di Enrico Baggio, componente di giunta Ascom e Carlo Trevisan, presidente di 50&Più

GROSSETO

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provincia di Padova, oltre che una folta rappresentanza di sindaci, vicesindaci e assessori dei comuni dei commercianti premiati. I rappresentanti istituzionali hanno ribadito, in questa occasione particolarmente significativa, come solo la stretta collaborazione tra istituzioni pubbliche e associazioni possa garantire la vitalità e la continuazione di una forma di commercio, quello tradizionale e di vicinato, che continua a costituire la vera anima vitale dei centri urbani, in termini economici, sociali ed occupazionali. «La premiazione - ha detto il presidente di 50&Più, Trevisan - è una tradizione che ha due grandi pregi: da un lato riconosce il valore del fare impresa rappresentato da colleghi che hanno saputo svolgere il proprio lavoro con competenza e professionalità, dall’altro ha anche un valore di testimonianza per quei giovani che, pur nelle difficoltà oggettive del periodo,

niente affatto positivo, guardano al commercio, al turismo e ai servizi come possibile approdo per il loro progetto di vita». Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Giovanna Bevagna, Guido Carlin, Almerino De Nicolò, Giuseppina Laurenti, Giuseppe Pagliaro, Maurizio Tasinato, Silvana Ruzzante; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Maria Beggio, Gianni Benasciutti, Beltrame Luciano, Antonietta Bianchi, Luisa Boccardo, Marisa Bombonato, Silvio Borella, Pierluigi Brugiolo, Sandra Brianza, Maria Costa, Giovanna Chieregato, Giuliana Chieregato, Moreno Dainese, Gianna Durello, Vasco Elardo, Mirta Fiocco, Enerino Finetto, Lucia Fossato, Luigi Lazzarini, Giorgio Lusiani, Odenzia Moresco, Roberto Perinello, Franco Piccolo, Denni Rondina, Olivo Rostellato, Silvano Ruffato, Lidia Sarpato, Esterina Simoni, Lucio Tozzo, Marilena Troisi, Giovanni Zatti, Marisa Zerbo; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Giorgio Andolfo, Giuseppe Orazio Andreatta, Orfeo Baracco, Emiliano Baraldo, Luciano Baldon, Adrio Carion, Francesco Cavalletto, Angelo Dalle Fratte, Enio De Guio, Edda De Togni, Wilma Fabris, Bruno Gallocchio, Antonio Nardo, Alfio Pegoraro, Wally Toninello, Ido Rizzato.

Per saperne di Più: 0564410703

Un punto di riferimento per la comunità

«

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iamo qui a onorare persone che per lunghi anni hanno sacrificato il loro tempo libero, le loro ferie, la loro famiglia, per portare avanti la loro attività commerciale. Grazie a questo impegno questi imprenditori sono diventati punto di riferimento per la nostra comunità, per la città e soprattutto per i paesi anche quelli più sperduti». Queste le parole del presidente 50&Più di Grosseto, Alfio Franco Baraldi, alla cerimonia di premiazione dei 34 esercenti insigniti dell’onorificenza di Maestro del Commercio. La manifestazione si è tenuta presso la Sala delle Contrattazioni della Camera di Commercio di Grosseto. Sono intervenuti Gianni Tel, della direzione generale di 50&Più, il presidente dell’unione regionale Toscana 50&Più, Antonio Fanucchi, il presidente dell’Ascom Confcommercio di Grosseto, Carla Palmieri, il diretto-

re della stessa associazione Paolo Coli e Giovanni Lamioni, presidente della Camera di Commercio. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Roberto Baffigi, Madero Batisti, Gabriela Tiziana Baraldi, Delfo Bertini, Gilberto Boni, Nilvio Cortesi, Armando Fommei, Rinaldo Galli, Elia Vincenzo Gatti, Gianfranco Lazzari, Emilio Lelli, Enrichetta Lorenzini, Giancarlo Presenti, Elisabetta Racioppi, Cesira Squarcia; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Anna Maria Bianchi, Carla Biagi, Vildo Ceccarelli, Romolo Domeniconi, Angelo Daviddi, Emia Gioffredi, Fioretta Giuggiani, Assunta Lesi, Gianfranco Poli, Carla Nalesso, Luciano Franco Meriggi (alla memoria), Riccardo Rajola; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Arnaldo Bianchi, Jader Castellani, Rossella Gori, Gino Massimi, Quirino Neri, Alvo Sbrulli, Era Scarponi.


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O LIB ERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO NAPOLI

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PREMIATO IL TERZIARIO NAPOLETANO ovantatre gli imprenditori e lavoratori del terziario over 50 che hanno ricevuto la prestigiosa onorificenza di Maestro del Commercio. Persone che nei tanti anni di carriera hanno contribuito al benessere economico e sociale del territorio. La cerimonia di premiazione si è tenuta nello storico Salone delle Grida della Camera di Commercio di Napoli, uno dei luoghi simbolo della città. A premiare i neo Maestri il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni, il presidente nazionale della 50&Più, Renato Borghi, il presidente della Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Napoli, Pietro Russo, ed il presidente della 50&Più di Napoli, Vincenzo Cozzolino. In rappresentanza del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è intervenuta l’assessore alla Comunicazione e promozione della Città, Monia Aliberti. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Vincenzo Addati, Santo Bruscino, Giovanni Caravecchia, Vincenzo Cascella, Francesco Paolo Castagliulo, Margherita Castagliuolo, Antonietta Del Gaudio, Renato Di Giorgio, Luca Ferrara, Daniele Geremicca, Maurizio Giorgini, Rosario Marchetiello, Andrea Mastellone, Giovanni Mendella, Giorgio Manna, Marco Menna, Francesco Nappo, Antonio Papa, Giovanni Pignatelli, Giovanni Prota, Andrea Ruggiero, Armando Salvemini, Fausto Sarracino, Antonella Suarez, Rosa Triunfo, Armando Vanacore, Michele Vitiello; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Anna Ardolino, Pasquale Ascione, Vincenzo Basile, Raffaele Bonetti, Pasquale Brusciano, Giuseppe Cafora, Alfonso Calabria, Tullio Capone, Michele D’Anna, Roberto De Laurentis, Domenico Di Gennaro, Vitale Di Gennaro, Giuseppe Di Marino, Francesco Fasolino, Giovanni Galloro, Maria Rita Giosi, Domenico Magliaccio, Giorgio Nerini, Lucia Palmieri, Rita Rosaria Patrone, Rosa Petti, Vincenzo Pizza, Tiberio Sauro, Carmela Scafora, Elena Spinosa, Pio Travaglione Pasquale Ugliano; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Aldo Andrisani, Pasquale Bassolamento, Vincenzo Bove, Aldo Bruno, Corrado Busco, Michela Cangiano, Alberto Cerbasio (alla memoria), Antonio Colimoro, Ciro Colimoro, Luigi Confalone (alla memoria), Lucia Conturso, Gennaro D’Alessio, Giovanna Damaggio, Ferdinando D’Angelo, Antonio De Angelis, Antonio Del Greco, Guido Ferrara (alla memoria), Raffaele Ferrigno Patalano, Claudio Galluccio, Luciano Ghiggi, Tullio Giosi (alla memoria), Virginia Langella, Giovanni Lento, Giulia Magrì, Roberto Marinelli, Vincenzo Marsella, Elvira Matturro, Francesco Murolo, Antonio Napolitano, Maria Patalano, Giovanni Perrella, Claudia Petti, Giuseppe Pezzuto, Anna Raggi, Vincenzo Riccardi, Gaetano Spera, Vitaliano Spiezia, Pasquale Trinchillo, Silvia Vollono.

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Una vita di impegno

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ersone che hanno dedicato la loro vita alla propria attività commerciale, ma anche impiegati che con il loro lavoro e impegno ne sono stati parte integrante. A loro la 50&Più provincia di Como, presieduta da Giorgio Bergna Tornelli, ha dato merito con l’assegnazione del prestigioso riconoscimento di Maestro del Commercio. La cerimonia di premiazione è avvenuta presso il Grand Hotel Villa D’Este di Cernobbio. Una manifestazione molto sentita alla quale hanno preso parte l’assessore comunale Marcello Iantorno insieme al presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi, e al presidente regionale Lombardia di 50&Più, Giorgio Mauri. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Carmen Cancellier, Anna Clerici, Terenzio Figini, Manuela Maspero, Valeria Peverelli, Mario Trocchia, Francesca Zullino; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Carlo Colmegna, Giancarlo Faverio, Gino Leonardi, Elisa Leonardi, Enzo Monti; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Manilio Ambrosini, Luciano Brumana, Marino Butti, Giuliano Casartelli, Ruggero Capurso, Guido Cassina, Teresa Ceroni, Annamaria Croci, Vincenzo Ferrario, Luigi Marconi, Giuliano Rinaldi, Mariella Riva, Michele Roda, Attilio Sommaruga, Leopoldo Torchiana, Aldo Valloni.


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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI

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LE SEDI PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 90 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 23 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 5 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via G.G. Belli, 28 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via XX Settembre, 40/5 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 11/M Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 Macerata - Corso Cavour, 85

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Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 0712075009 0736051102 0733261393

Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alba - Piazza S. Paolo, 3 Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Grazia Balsamo, 2/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 84 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio Pisa - Via Chiassatello, 67 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B

0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0173226611 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 0507846635 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 049655130 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502


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IN VIAGGIO CON 50&PIÙ • IN VIAGGIO CON 50&PIÙ • IN VIAGGIO CON 50&PIÙ

L’esperienza quarantennale nell’organizzazione di turismo associativo, la professionalità acquisita nella costante ricerca di nuove soluzioni, oltre alla sensibilità di chi conosce a fondo le esigenze e le aspettative dei soci 50&Più, identificano il Tour Operator 50&Più Turismo, l’unico riferimento nazionale per le tue vacanze e i tuoi viaggi di qualità.

A Siamo a disposizione dei soci 50&Più per fornire tutti i servizi turistici, individuali o di gruppo:

IMA EPR ANT

- Eventi Nazionali 50&Più - Incentive e Congressi - Soggiorni mare, montagna - Soggiorni termali - Itinerari culturali in Italia - Trasporti aerei e ferroviari - Crociere fluviali e marine - Pellegrinaggi e Itinerari religiosi - Viaggi in Europa - Viaggi nel Mondo

Giappone e Festa dei ciliegi

Tokyo - Nikko - Hiroshima - Isola di Miyajima - Kyoto - Nara - Osaka Il Paese del Sol Levante dove ogni gesto è intriso di garbo, sobria eleganza e spiritualità. Tra Scintoismo e Buddhismo, il pensiero e l’etica giapponesi sono un arcipelago di leggende.

Stati Uniti e Parchi dell’Ovest

2015

(Aut. Reg. 388/87) Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più

PARTENZA METÀ LUGLIO (14 GIORNI)

San Francisco - Parchi di Yosemite, Death Valley, Bryce Canyon, Monument Valley e Grand Canyon - Las Vegas Un viaggio nella natura dei parchi più belli del mondo alla scoperta delle città dell’Ovest, “on the road” attraverso distese desertiche, canyon, praterie e foreste.

Rajasthan, Terra dei Maharaja

PARTENZA FINE SETTEMBRE (12 GIORNI)

Delhi - Udaipur - Jodhpur - Pushkar - Jaipur - Agra - Delhi Dalle città Moghul di Delhi e Agra alle dimore Maharaja di Jodhpur, Udaipur e Jaipur, immerse in atmosfere antiche, per vivere un’esperienza unica a contatto con le popolazioni locali.

Iran, l’antica Persia

PARTENZA METÀ OTTOBRE (10 GIORNI)

Tehran - Kashan - Isfahan - Yadz - Pasargade - Persepoli - Shiraz Da Tehran alle moschee di Isfahan fino a Yazd, attraverso il deserto delle vie carovaniere. E poi Shiraz, con le rovine di Persepoli, per conoscere il più vasto e civile impero dell’antichità.

Vietnam e Cambogia

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PARTENZA INIZIO APRILE (10 GIORNI)

PARTENZA METÀ NOVEMBRE (12 GIORNI)

Hanoi - Ninh Binh - Baia di Halong - Saigon - Fiume Mekong - Phnom Penh - Angkor

Un viaggio fra i ritmi concitati delle città e le cadenze pacifiche delle campagne, navigando il Mekong e scoprendo l’antica Angkor, che mostra le sue incredibili meraviglie archeologiche.

Date e quote definitive saranno pubblicate sui prossimi numeri della rivista 50&Più e sul sito www.50epiuturismo.it


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EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENT

Dal 24 maggio al 21 giugno 2015

Club Valtur Portorosa (5 Stelle) Località Furnari (Messina) Il più partecipato Evento Associativo di 50&Più, una grande festa per tutti i soci che si incontrano in Sicilia per trascorrere una vacanza all’insegna del bel mare, del relax, della scoperta di nuovi luoghi e del divertimento. Lo spirito di appartenenza all’Associazione 50&Più, l’animazione personalizzata, l’attività culturale e ricreativa svolta, oltre alla scelta delle strutture turistiche di qualità e al costo competitivo, sono il motivo del grande successo di questa proposta turistica, che ogni anno registra un’importante crescita di partecipazione. Vi aspettiamo sulla bella Costa Nord della Sicilia, un’esclusiva per gli Incontri di Primavera dei soci 50&Più.

CLUB VALTUR PORTOROSA Un complesso turistico accoglie i propri ospiti con una gamma completa di servizi di alto livello: piscina attrezzata, ampio solarium, bar principale nella lobby, palestra, connessione Wi-Fi nelle aree comuni, parcheggio esterno e garage, due campi sportivi polivalenti e vari negozi. AMBITO GEOGRAFICO Il Club Valtur si trova sulla costa settentrionale della Sicilia, a circa 50 km da Messina, tra Capo Tindari e Capo Milazzo, proprio di fronte alle incantevoli Isole Eolie. L’esclusivo complesso tu-

ristico di Portorosa è il luogo ideale dove trascorrere una vacanza nel comfort di una struttura 5 stelle, nuova ed elegante. Un luogo magico per chi ama il mare, la natura e il relax, per chi vuole scoprire le bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche della Sicilia, in particolare le splendide Isole Eolie. LE CAMERE Le 270 camere, ampie e luminose, di diversa tipologia, caratterizzate da arredi eleganti, sono tutte molto spaziose, con vista panoramica sul mare e sulla Marina di Portorosa. Tutte le camere dispongono di

(Aut. Reg. 388/87) Tel 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più


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NTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI • EVENTI

IN VIAGGIO CON

Stromboli

Santa Maria Salina

Filicudi

Panarea

Lipari Isola Vulcano

• Furnari

• sabbia è attrezzata con ombrelloni e lettini, gazebo, chiosco bar e servizi igienici. LE ESCURSIONI Numerose sono le escursioni previste per scoprire questa area della Sicilia, ricca di tradizioni, arte e folclore. Le Eolie, con le 7 Isole vulcaniche di rara bellezza; Messina, fondata dai greci; Tindari, con il Santuario della Madonna Nera; S. Stefano di

terrazzo, aria condizionata e Tv. Gli animali di piccola taglia sono ammessi (a pagamento). LA RISTORAZIONE La struttura dispone di ristoranti dislocati su due piani, con servizio a buffet per colazione, pranzo e cena. Inclusi ai pasti sono anche acqua naturale e gasata, soft drink e vino. Grande buffet tutti i giorni a pranzo e a cena, con cucina italiana e ricchi menù. L’INTRATTENIMENTO L’équipe di animazione Valtur offrirà intrattenimenti giornalieri e serali, con spettacoli di cabaret e musical. Sono previsti il piano-bar tutte le sere dopo cena e balli di gruppo dopo lo spettacolo. Come nelle precedenti edizioni durante la settimana si svolgerà il Torneo di Burraco 50&Più. LA SPIAGGIA Situata di fronte all’Hotel (50 metri) con vista panoramica sulle Isole Eolie, l’ampia spiaggia di

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Camastra, nota per le sue ceramiche; Cefalù e la sua Cattedrale. I TRASPORTI In aereo: dai principali aeroporti italiani con voli per Catania (156 km) o Palermo (211 km). In nave: dai Porti di Genova, Civitavecchia, Napoli e Salerno per Palermo, Catania e Messina. In auto: autostrada Messina/Palermo (uscita Falcone).

QUOTA DI SOGGIORNO PER PERSONA

Camera doppia

Doppia uso singola

3° letto adulti

1° Turno dal 24 al 31 maggio 2° Turno dal 31 maggio al 7 giugno 3° Turno dal 7 al 14 giugno 4° Turno dal 14 al 21 giugno

€ 450,00 € 490,00 € 530,00 € 570,00

€ 590,00 € 635,00 € 675,00 € 715,00

€ 360,00 € 395,00 € 425,00 € 455,00

Riduzioni: Bambino in 3° letto in camera tripla con 2 adulti: da 2 a 12 anni - 100% Bambino in doppia con 2 adulti: da 0 a 2 anni - 100% (culla facoltativa € 10 per notte) Bambini 3°/4° letto in camera quadrupla con 2 adulti: 50% per bambino Adulto in 4° letto in camera quadrupla: 10% Le età sono intese per anni non compiuti al momento del soggiorno Quota di iscrizione per i non Soci 50&Più € 40,00

La quota comprende: • Soggiorno di 7 notti presso il Club Valtur Portorosa (le camere saranno disponibili a partire dalle ore 15.00 del giorno di arrivo e dovranno essere liberate entro le ore 10.00 del giorno di partenza) • Trattamento di pensione completa a buffet dalla cena del giorno di arrivo al pranzo del giorno di partenza (per arrivi anticipati con il pranzo incluso i servizi terminano con la prima colazione del giorno di partenza) • Bevande ai pasti (acqua, vino e soft drinks) • Formula Soft All Inclusive (dalle 10.30 alle 22.00), solo nel bar centrale, che include: caffetteria espressa (caffè, cappuccini, the, camomilla, tisane), acqua e soft drink al bicchiere • Servizi balneari in spiaggia attrez-

zata (telo mare a noleggio) • Animazione diurna e serale con spettacoli, piano bar, giochi e tornei • Partecipazione ad attività culturali e ricreative organizzate da 50&Più • Assistenza in loco di personale medico 24 ore su 24 • Assistenza in loco di personale 50&Più e 50&Più Turismo • Assicurazione bagaglio/sanitaria e annullamento, UNIPOL SAI Assicurazioni. La quota non comprende: • Tutti i trasporti da e per il Club • Escursioni facoltative, da acquistare e pagare in loco • Eventuali Imposte di soggiorno comunali, da regolare in loco • Extra in genere e tutto quanto non sopra specificato.

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CROCIERA FLUVIALE • CROCIERA FLUVIALE • CROCIERA FLUVIALE • CROCIERA FLUVIALE • CRO

50&Più in CROCIERA Una straordinaria navigazione a bordo dell’elegante motonave Swiss Crown, lungo uno degli itinerari più suggestivi dell’Europa Centrale. Si navigherà attraverso la bassa valle del Reno e i romantici canali che raggiungono le antiche città fiamminghe, fino alle magiche atmosfere di Amsterdam e della campagna olandese.

Le Fiandre e l’Olanda

Un viaggio nell’Europa storica DAL 30 MARZO AL 6 APRILE 2015


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UVIALE • CROCIERA FLUVIALE • CROCIERA

IN VIAGGIO CON DA COLONIA A GAND E BRUGES, BRUXELLES E ANVERSA, FINO AD AMSTERDAM E UTRECHT PROGRAMMA DI CROCIERA 1° giorno: Arrivo a Colonia Imbarco entro le 18.00 sulla Swiss Crown e sistemazione nelle cabine riservate. Navigazione lungo il Reno. 2° giorno: Dordrecht Nel pomeriggio, escursione in bus e visita di Kinderdijk: un complesso di 19 mulini a vento Patrimonio Unesco. 3° giorno: Gand - Bruges Visita guidata a piedi della bellissima città di Gand: la regina dei canali e capitale della regione delle Fiandre orientali. Nel pomeriggio, partenza in bus per Bruges e visita guidata della cittadina, un “romantico museo all’aperto”, capoluogo delle Fiandre occidentali. Imbarco a Terneuzen. 4° giorno: Anversa - Bruxelles Partenza in bus per Bruxelles e visita guidata della città, capitale del Belgio e sede del Parlamento Europeo. Tra le varie attrazioni si visiterà la Grand Place, vero gioiello dell’architettura belga e Patrimonio Unesco. Nel pomeriggio, visita guidata del centro storico di Anversa, secondo porto d’Europa, che deve la sua fama alla lavorazione dei diamanti. 5° giorno: Amsterdam Nel pomeriggio, visita guidata della città definita la “Venezia del Nord“ per il suo sistema di canali, rinomata per le molteplici attività culturali, le architetture antiche e moderne e per i musei. 6° giorno: Amsterdam - Utrecht Mattinata libera per visita individuale della città, dei musei o per shopping. Nel primo pomeriggio, escursione in bus (facoltativa - euro 25) a Utrecht e visita guidata della città d’arte (XVI sec.), dello storico centro universitario e del Duomo, la cui torre è la più alta d’Olanda. 7° giorno: Wesel In mattinata, S.Messa nell’Abbazia di Kamp. Nel pomeriggio, tempo a disposizione per passeggiate e visite nella cittadina di Wesel. 8° giorno: Arrivo a Colonia Sbarco e partenza per il rientro in Italia. **L’itinerario e le escursioni previste in programma potranno subire variazioni senza preavviso, anche in funzione delle condizioni di navigazione.

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE: In cabina doppia Ponte Diamante In cabina doppia Ponte Rubino In cabina doppia uso singola Ponte Smeraldo Per i non soci 50&Più, quota di iscrizione Escursione facoltativa Utrecht *da confermare al momento della prenotazione crociera A BORDO DELLA MS SWISS CROWN Gemma della flotta Scylla, si caratterizza per l’eleganza dei suoi interni. La motonave sviluppata su 3 ponti con ascensore tra il ponte Diamante e il ponte Rubino, dispone di: ristorante, salone e bar panoramico, zona benessere con sauna, bagno turco e vasca idromassaggio, sala lettura e negozio di bordo. Le cabine sono tutte esterne con doccia/WC, asciugacapelli, Tv, radio, minibar, cassetta di sicurezza e aria condizionata.

LA QUOTA COMPRENDE Crociera di 8 giorni/7 notti, come da programma con sistemazione in cabina della categoria prescelta • Trattamento di pensione completa a bordo dalla cena del 1° giorno alla prima colazione dell’8° giorno • Cocktail di benvenuto e cena di gala a bordo della m/nave • Visite ed escursioni inserite nel programma (ingressi esclusi) • Tasse portuali • Assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio • Assistenza di personale qualificato Scylla e Assistenza di personale 50&Più. LA QUOTA NON COMPRENDE Viaggio da e per Colonia • Trasferimenti da e per l’aeroporto di Colonia • Escursioni facoltative o extra non previste in

(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più

€ 1.350 € 1.260 € 1.300 € 40 € 25*

programma • Trasferimenti da/per aeroporti e stazioni ferroviarie • Ingressi dove previsti • Eventuali tasse turistiche delle località indicate in programma, attualmente non previste • Tutte le bevande, mance, extra in genere e tutto quanto non sopra specificato. Voli per Colonia con Germanwings: - da Milano a partire da € 185 - da Roma a partire da € 220 - da Bologna a partire da € 185 - altri aeroporti su richiesta Quote volo comprensive di tasse aeroportuali e riferite all’attuale disponibilità. Pullman GT da Milano (minimo 40 pax): € 160,00 a/r.

Il dettaglio delle quote di partecipazione è consultabile sul sito

www.50epiuturismo.it


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FISCO

QUANDO DECADE IL POTERE DI ACCERTAMENTO? «Prima di ricorrere contro un avviso dell’Amministrazione finanziaria, adducendo la decadenza del potere di accertamento, è bene verificare quando questo è giunto nelle mani dei messi comunali» [ DI

ALESSANDRA DE FEO ]

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erché il potere di accertamento da parte dell’Amministrazione finanziaria abbia a decadere, occorre che gli Uffici non eseguano, nei termini previsti dalla legge, per ciascun tipo di imposta, la notifica dell’atto di accertamento. Ha pertanto rilievo il messo comunale quale Pubblico Ufficiale, poiché si viene a stabilire, tra l’Amministrazione finanziaria statale e il Comune, un forte rapporto di proposizione che non può non essere qualificato come un mandato. Di conseguenza la sua violazione è fonte di responsabilità esclusiva a carico del Comune. Il messo comunale è infatti un soggetto qualificato ritenuto idoneo alla consegna diretta degli atti in esame la cui notifica può avvenire con la consegna diretta o con l’invio a mezzo posta. Per evitare la decadenza del potere accertativo dell’Ufficio finanziario a causa dello spirare dei termini di cui all’articolo 43 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 (di seguito riportate), ai fini delle imposte dirette non può (e non deve) limitarsi a spedire per posta l’avviso di accertamento da notificare ai messi comunali entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Nei casi di omessa presentazione della dichiarazione o di presentazione di dichiarazione nulla ai sensi delle disposizioni del Titolo I, l’avviso di accertamento può esse-

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«La consegna degli atti di accertamento è un atto giuridico che si completa con il recapito al contribuente»

re notificato fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata. In caso di violazione - che comporta l’obbligo di denuncia ai sensi dell’articolo 331 del codice di procedura penale per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74 - i termini precedentemente indicati sono raddoppiati in relazione al periodo di imposta in cui è stata commessa la violazione. Inoltre, la norma prevede che, fino alla scadenza dei suddetti termini, l’accertamento può essere integrato o modificato in aumento con la notificazione di nuovi avvisi, in base alla sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi. Nell’avviso devono essere indicati, pena la nullità, i nuovi elementi e gli atti attraverso i quali sono venuti a conoscenza dell’ufficio delle imposte. Nel caso non si dovesse trattare di una notifica diretta (per la quale normativamente vale la data di

spedizione), assume importanza la data in cui l’atto perviene all’organo deputato alla notifica. In altre parole, l’Ufficio finanziario non può limitarsi a notificare ai messi comunali, entro il 31 dicembre dell’anno previsto (non rileva la data in cui l’atto è stato consegnato alle Poste), ma deve fare in modo di acquisire la prova sulla data in cui l’atto è pervenuto a detti messi, in quanto questo è la data importante. Ne deriva che il momento fondamentale è quello in cui l’atto è pervenuto nelle mani del messo. La notificazione si perfeziona nei confronti del notificante solo con il pervenire dell’atto nelle mani del destinatario: la consegna infatti non è esente da effetti, essendo questo un atto giuridico, e la spedizione dell’avviso di rettifica effettuata dall’Ufficio, prima dello spirare del termine di decadenza previsto dalla norma, è considerata tempestiva anche se la consegna al destinatario (contribuente) sia avvenuta successivamente a tale scadenza. Prima di decidere di presentare un ricorso avverso ad un avviso emesso dall’Amministrazione finanziaria o di stabilire contro chi presentarlo, adducendo la decadenza del loro potere di accertamento, ed esponendosi dunque ad una possibile sentenza sfavorevole, si consiglia di verificare con molta attenzione la citata data, a prescindere da quella in cui è stato consegnato l’atto.


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COMMERCIANTI: indennizzo a chi cessa l’attività «La Legge di Stabilità 2014 prevede anche per quest’anno la possibilità di un indennizzo per i commercianti che cessano l’attività e restano in attesa di pensione»

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e si cessa definitivamente l’attività commerciale e si resta in attesa della pensione è prevista anche quest’anno la possibilità di ottenere un indennizzo pari a poco più di 502 euro mensili. Il beneficio, già previsto dal 1996 e di cui la categoria ha potuto usufruire fino al 31 dicembre 2011, è stato ripristinato con la Legge di Stabilità 2014 (Legge n. 147 del 2013, comma 490). Un atto fortemente voluto dalla Confcommercio, vista la persistente crisi del settore. La prestazione funziona come un ammortizzatore sociale, per accompagnare fino alla pensione coloro che lasciano definitivamente l’attività. L’opportunità è stata nuovamente prevista fino al 31 dicembre 2016 e le istanze possono presentarsi fino al 31 gennaio 2017. Non è assistenza a carico dello Stato, ma autogestione. La concessione dell’indennizzo viene finanziata - fino al 31 dicembre 2018 - con la maggiorazione dello 0,09% dell’aliquota contributiva prevista per i commercianti in attività iscritti all’Inps.

»SonoDestinatari tutti coloro che esercitano, titolari o collaboratori, l’attività commerciale al mi-

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nuto in sede fissa o ambulante, i gestori di bar e ristoranti, gli agenti e rappresentanti di commercio.

Requisiti e condizioni »È necessario che gli interessati che hanno cessato o cesseranno l’attività entro il 31 dicembre 2016, abbiano più di 62 anni di età, se uomini, o più di 57 anni, se donne, e vantino un’iscrizione al momento della cessazione dell’attività per almeno 5 anni, in qualità di titolari o collaboratori, nella gestione degli esercenti attività commerciali istituita presso l’Inps. Sono necessari altresì: • la cessazione definitiva dell’attività; • la riconsegna dell’autorizzazione per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (nel caso in cui quest’ultima sia esercitata con l’attività di commercio al minuto); • la cancellazione del titolare dell’attività dal Registro delle Imprese; • la cancellazione del titolare dal Registro degli Esercenti il Commercio per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; • la cancellazione dal ruolo provinciale degli Agenti e Rappresentanti di Commercio.

Incompatibilità del beneficio »L’indennizzo è incompatibile con attività di lavoro autonomo o subordinato e la corresponsione del beneficio termina dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sia stata ripresa l’attività lavorativa, dipendente o autonoma. Il beneficiario deve comunicare all’Inps la ripresa dell’attività entro 30 giorni dal suo verificarsi. A sua volta l’Inps deve effettuare i controlli sul rispetto della norma.

durata » eMisura, modalità di erogazione L’indennizzo compete dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e fino al momento in cui si potrà percepire la pensione di vecchiaia. Ciò significa che, rispetto al passato, l’indennizzo avrà una durata superiore ai tre anni, visto che l’assegno viene erogato fino al compimento della nuova età pensionabile, adeguata agli incrementi della speranza di vita (vedi riquadro). L’importo - pari quest’anno a 502 euro mensili - è identico al trattamento minimo di pensione concesso dall’Inps ai commercianti iscritti alla gestione. L’Istituto ritiene che la titolarità di un trattamento pensionistico non im-


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PREVIDENZA

ARRIVA LA BUSTA ARANCIONE DELL’INPS

pedisca la concessione dell’indennizzo. In una situazione del genere potrebbero trovarsi i titolari di assegno di invalidità, di pensione di anzianità, nonché le vedove ed i vedovi che hanno una rendita di reversibilità. Per ottenere la prestazione occorre inoltrare all’Inps un’apposita domanda. I periodi in cui viene riscosso l’assegno si considerano come lavorati ai fini della pensione. Attenzione però: la contribuzione figurativa si somma a quella di lavoro solo per raggiungere il diritto, in quanto lo scopo della prestazione è di evitare che il commerciante con pochi versamenti possa restare senza reddito e pensione. Si consiglia, data la non semplice procedura, di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco i quali, gratuitamente, dopo un’attenta verifica dei requisiti, possono provvedere alla predisposizione dell’apposita domanda e all’inoltro presso l’Inps.

«Vista la persistente crisi del settore commerciale, la prestazione funziona da ammortizzatore sociale per accompagnare sino alla pensione chi lascia l’attività»

Dopo le semplificazioni fiscali, in cui rientra anche l’arrivo del 730 precompilato 2015, c’è aria di novità e modernità anche per il settore del welfare con l’introduzione e l’arrivo di quel documento di cui si parla da diversi anni, la famosa busta arancione dell’Inps che potrebbe debuttare ufficialmente dal prossimo anno; previo via libera del Ministero del Lavoro a cui spetta l’ultima parola. Di che si tratta? Partendo dall’estratto conto previdenziale, visibile a tutti sul sito Inps, la nuova applicazione fa un passo in più, elaborando una proiezione dei contributi che ancora mancano alla pensione e calcolando l’importo dell’assegno. La busta arancione (dal colore del plico inviato ai cittadini svedesi, sempre all’avanguardia) non è mai diventata realtà nel nostro Paese anche perché se da una parte consente all’assicurato di acquisire maggiore consapevolezza della propria situazione previdenziale, dall’altra le conseguenze non piacevoli potrebbero essere quelle di una diffusione di previsioni poco attendibili o, in prospettiva, di incassare una pensione inadeguata per garantirsi uno standard di vita più o meno analogo a quello tenuto durante gli anni di lavoro. Tuttavia, proprio perché i percorsi lavorativi sono diventati più incerti, è importante che questi strumenti di calcolo vengano messi a disposizione. Già oggi per circa otto milioni di lavora-

tori il futuro previdenziale è regolato dal sistema contributivo che aggancia le prestazioni ai contributi effettivamente versati durante l’intera vita lavorativa. È questa, dunque, una nuova cultura previdenziale che nasce dalla riflessione e dalla consapevolezza ed impone oltre all’assicurazione obbligatoria la necessità di costituire una posizione integrativa. In questo, i fondi più vicini ai lavoratori (negoziali o di categoria) possono fare tanto. Certamente molto più di quello che spetta all’Inps il cui ruolo è quello di essere sempre di più - architrave dello Stato Sociale - garante delle prestazioni “di base”, sia per la previdenza che per l’assistenza. Gli spazi di collaborazione tra l’Istituto previdenziale e i Patronati sono molti. Il nostro patronato 50&Più Enasco, che assiste da sempre, gratuitamente su tutto il territorio nazionale, i lavoratori e i pensionati, permette già da diversi anni di conoscere on line la situazione personale, con la consultazione del proprio conto previdenziale predisponendo una proiezione di calcolo sulla liquidazione della futura pensione. Ricevere in anticipo consigli e suggerimenti mette tutti in condizioni di non partire da zero. Il futuro previdenziale è nelle nostre mani, preoccupiamocene in tempo.

LA NUOVA ETÀ PENSIONABILE DI VECCHIAIA >> Per le donne Dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015 Dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 Dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020

64 anni e 9 mesi * 65 anni e 9 mesi ** 66 anni e 3 mesi **

>> Per gli uomini Dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 Dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2020

66 anni e 3 mesi* 66 anni e 3 mesi **

* Requisito adeguato alla speranza di vita. ** Requisito da adeguare alla speranza di vita.

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LIBRI

«Quanti di noi sarebbero naufraghi senza speranza in una notte atlantica, senza le voci che si levano e ci chiamano dai libri» Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere, 2009

DI RENATO MINORE

Ennio Cavalli

La cosa poetica

Le avventure di un detective dell’imprevisto

Archinto

LETTERATURA DA VIAGGIO

Ennio Cavalli Archinto - 144 pagine euro 14,00

PICARI DI BORGATA

GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

Tra i palazzoni delle periferie e il centro, il racconto picaresco delle giornate di un gruppo di ragazzi di borgata. Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini è ora anche un audiolibro, grazie alla voce di Fabrizio Gifuni (Emons, euro 18,90).

“La poesia in fasce, la poesia da pupa ha nome e cognome, si chiama cosa poetica”. In suo nome, seguendo tracce e indizi sepolti in ogni luogo, fiutando i ricordi di un padre che gli impose di imparare a suonare il pianoforte e quelli di una madre che lo chiamava con ansia quando era in ritardo, Ennio Cavalli rincorre quell’idea così sfuggente, imprendibile, fluttuante. Che può lampeggiare nel tono della voce con cui gli indiani del Punjab trattano le mucche che producono il latte e il Parmigiano Reggiano, o nella giusta disposizione sul lavandino dei souvenir di viaggio. Piccole folgoranti illuminazioni in un libro pieno di grazia. Cavalli circoscrive quell’idea di cosa poetica, senza catalogarne le forme e le norme dell’oggetto, estraendo una condizione poetica dai siti più impensati che è il suo bip-bip che «poco presume, ma si sente non tacitabile», prospettiva rastrellante che por-

VERSI VARIABILI Un’occasione da non perdere. Sonia Bergamasco, Premio Duse come migliore attrice dell’anno, legge Variazioni, i versi dall’impenetrabile mondo poetico di Amelia Rosselli. (Luca Sossella Editore, euro 10,00).

! E-BOOK: CIÒ CHE INFERNO NON È DI ALESSANDRO D’AVENIA Ed. Mondadori 90 I

LA COSA POETICA. LE AVVENTURE DI UN DETECTIVE DELL’IMPREVISTO

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ta in un punto di fuga, qualcosa che spiazza il senso dell’ovvio, incommensurabile atto d’amore per la vita e per la sua oscura e luminosa bellezza. Cavalli la afferra, la sfiora, la coccola dicendo l’essenziale e sapendo che la poesia può avere orizzonti enciclopedici, come in Dante, o può essere più spontanea, popolare, fiorire come battuta, proverbio. La poesia è la verità nei suoi abiti della domenica. Ma anche: è come fare uno scherzo. Se metti una parola sbagliata, alla fine dello scherzo, hai perso tutto.

suoi luoghi, in cerca di nuovi indizi e di tracce perdute.

IL CIRCOLO DELLA FORTUNA E DELLA FELICITÀ Amy Tan Feltrinelli - 280 pagine euro 8,00 GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

DORA BRUDER Patrick Modiano Guanda - 142 pagine euro 14,50 GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

Il premio Nobel è andato quest’anno al francese Patrick Modiano. Per l’occasione viene ripubblicato il libro forse più bello (apparso nel 1997), nel quale l’autore tenta di ricostruire la vita di una giovane ragazza ebrea fuggita dalla sua casa parigina nel 1941 durante l’occupazione nazista e poi deportata e uccisa nei campi di concentramento. Per cercare di ricomporre la vita di questa ragazza, Modiano si avventura negli archivi, ripercorre la Parigi di Dora e i

Amy Tan, a trent’anni, ha pubblicato il racconto delle vicende di quattro famiglie cinesi a San Francisco. Lacrime, allegria e la Cina idealizzata e ricordata nei giochi e nel cibo, mentre in America si vive una vita impossibile in patria. Ora torna a quella fonte con una storia sospesa tra l’Estremo Oriente e l’America, tra ragioni del cuore e scelte della mente. Spaziando tra oltre quarant’anni di storia e due Continenti, il romanzo racconta la fine dell’ultima dinastia imperiale cinese, l’avvento della Repubblica, l’esplosione degli investimenti stranieri. E lo fa attraverso la storia di Violet, figlia di Lulu, tenutaria di una “casa di piaceri“ di lusso nella Shangai del 1905. Capricciosa e viziata, Violet cresce nel mondo ovattato ed elegante gestito dalla madre. Ma un avventuriero la rapisce per venderla. Così deve adattarsi in un susseguirsi di scoperte, delusioni, cambiamenti e nuovi amori.


ph. Michelle D. Milliman

La Signora Carla ci ha lasciato. Ci ha lasciato la possibilità di studiare.

Ci sono scelte che faranno ricordare il nostro nome per sempre. Lasciando in eredità con il tuo testamento i tuoi beni o una parte di essi alla Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus ci aiuterai a salvare migliaia di bambini in difficoltà e a dar loro un futuro. Potrai scegliere a quali progetti e bambini destinare il tuo lascito. La Fondazione Francesca Rava aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo e rappresenta nel nostro paese l’organizzazione umanitaria internazionale NPH - Nuestros Pequeños Hermanos, che da 60 anni opera in Haiti, Repubblica Dominicana, Messico, Honduras, Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Bolivia, Perù, con Case orfanotrofio e numerosi progetti di assistenza sanitaria, educazione e interventi nelle emergenze. Per informazioni: 02 54122917 - lasciti@nph-italia.org www.youtube.com/user/NPHItalia

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musica

DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS

RECENSIONI teatro

MESSINA

musica MILANO

DANZA CLASSICA, OPERETTA E... Milano, dal 4 gennaio all’8 febbraio

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ese ricco di spettacoli al Teatro Carcano e, come nelle migliori tradizioni, le festività vedono appuntamenti cari agli amanti della danza classica e dell’operetta. Il giorno di Capodanno va in scena uno dei balletti romantici più amati, Giselle, col Balletto di Mosca “La Classique”. Dal 4 al 6, la Compagnia “Corrado Abbati“ ci incanterà con tre rappresentazioni: Il paese del sorriso - da cui è tratta la celebre romanza Tu che m’hai preso il cuor -, La vedova allegra, regina delle operette e, infine, Tè per due (No, no, Nanette), popolare musical degli anni Venti. Dal 7 al 18 si passa alla prosa con Patrizia Milani e Carlo Simoni ne La vita che ti diedi, di Luigi Pirandello, scritto per Eleonora Duse che, però, si rifiutò di interpretarlo. Dal 21 al 25 è la volta di Puzzle, della Compagnia “Kataklò” diretta da Giulia Staccioli, che ha creato i suoi lavori nel rispetto delle libertà espressive di ogni componente del gruppo. Sono nati così spettacolari ed emozionanti eventi dove la danza, la mimica, i suoni, i costumi, le luci e l’atletismo acrobatico si fondono in suggestive coreografie. Segue, dal 28 gennaio all’8 febbraio, un inconsueto Luigi De Filippo che, nell’interpretare il personaggio Ciampa ne Il berretto a sonagli, abbandona la sua maschera comica per indossare quella drammatica del personaggio pirandelliano. Info: 0255181377

Quello di Antonella Ruggiero è un viaggio intorno al Globo, fatto di ritmi provenienti da culture lontane. Non a caso il suo spettacolo si intitola Musiche dal Mondo, in programma dal 23 al 25 gennaio presso il Teatro Vittorio Emanuele. La sua voce, dalla rara potenza ed estensione, sarà il filo conduttore di questa corale manifestazione di suoni, raffinati e ricercati. Lo spettatore avrà l’impressione di essere lì a Cuba, in Sardegna o in Friuli. Oppure nel bel mezzo di una Messa Lube africana.

MONZA

RICCARDO MUTI © SILVIA LELLI

ROMA

È difficile spiegare quello che fanno i ballerini del gruppo Catapult: bisognerebbe assistere ad un loro spettacolo per capire quanto musica e muscoli possano compenetrarsi fino a creare qualcosa che prima non esisteva. Allo show Magic Shadows, dal 3 al 6 gennaio al Teatro Manzoni, grandi e piccini potranno vedere i ballerini diventare un elicottero, un castello o un fiore. Tutto questo tra magici giochi di ombre. Sotto, la musica incalzante e ritmica, sarà il metronomo per le evoluzioni dei ballerini.

Il Raf Tour, partito nell’estate 2014, scavalca e arriva nel 2015. Più precisamente il 31 gennaio fa tappa nello spazio musicale dell’Atlantico. Il successo del tour è l’evidenza di quanto l’artista pugliese sia seguito da ogni fascia di pubblico. Le sue canzoni, senza tempo, partono dagli Anni ‘80 fino ad oggi, dove le sonorità vintage lasciano spazio a suggesioni electro-pop. Raf era da poco tornato in studio per sfornare Show me the way to heaven, singolo dall’enorme successo commerciale.

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UNA STAGIONE DA “BRIVIDO” Bologna, dal 4 al 18 gennaio

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a 39a stagione del Teatro EuropAuditorium prosegue il 4 con Frankenstein Junior, commedia dall’irresistibile comicità. Protagonista un brillante Giampiero Ingrassia, vincitore per questo ruolo del Premio Flaiano 2013. Dal 13 al 18 una novità teatrale: Elio e Geppi Cucciari vestiranno i panni del dissacrante Gomez e della sensuale Morticia de La Famiglia Addams, una pungente satira di costume in musical. Info: 051372540

Il 17 gennaio, al Teatrino di Corte della Reggia, il violoncellista Francesco Dillon suona La Grande Bellezza - Lampi di musicamorfosi, brani tratti dal film di Paolo Sorrentino vincitore del premio Oscar. Le canzoni sono di grandi artisti: David Lang, Michael Gordon e Lele Marchitelli. Dillon, membro stabile dell’ensemble Alter Ego, le reinterpreta prestando anche voce e tastiere elettroniche, dando un nuovo spessore a questa colonna sonora che ha fatto sognare milioni di spettatori.


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dvd THRILLER

LOCKE

Regia di Steven Knight con T. Hardy, R. Wilson, O. Colman, A. Scott, B. Daniels

GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

Un film tutto girato all’interno di un’autovettura. Al volante Ivan Locke, capo cantiere in un’importante ditta di costruzioni, nella notte in cui la vita sta per crollargli addosso. All’alba dovrebbe coordinare l’arrivo di centinaia di betoniere per la colata di cemento più grande d’Europa. Ma lui è in viaggio per sistemare la sua vita. Al telefono lo dovrà spiegare alla moglie e ai figli. Locke, solo con un volto, una voce e un telefono è quanto di più adrenalinico e interessante il cinema abbia prodotto quest’anno.

DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA

RECENSIONI cinema HUNGRY HEARTS regia di Saverio Costanzo con A. Driver, R. Maxwell, A. Rorwacher Genere: drammatico GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

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na storia lacerante e commovente. Saverio Costanzo, dopo aver mietuto applausi all’ultima Mostra di Venezia, si prepara a raccogliere consensi con un film ispirato al libro di Marco Franzoso, Il bambino indaco. La storia: Mina e Adam, innamorati a New York, si sposano e hanno un figlio. Fin dalla gravidanza Mina (A. Rorwacher) sente che il suo bambino è speciale e, per difenderlo dall’inquinamento, diventa una madre iperprotettiva. Fino a scegliere per il piccolo un’alimentazione vegana, compromettendone crescita e salute. Film catartico che evita giudizi sui seguaci del “bio“ ad ogni costo.

BIG EYES regia di Tim Burton con A. Adams, C. Waltz, T. Stamp Genere: biografico GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

COMMEDIA

TI RICORDI DI ME?

Regia di Rolando Ravello con A. Angiolini, E. Leo, S. Laude, P. Calabresi, P. Engleberth, E. Fantastichini, M. Pischedda GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

Roberto e Bea si incontrano davanti al portone della terapista che li ha in cura. Lui è cleptomane e autore di surreali favole come La foresta dei barboni assiderati o Alice nel paese dei terremotati. Lei fa l’insegnante elementare, è narcolettica, apparentemente svagata e, in seguito a forti shock emotivi, reagisce con improvvise quanto imprevedibili perdite di memoria. Tra piccoli furti e svenimenti, rincorse e amnesie, la storia d’amore dei due protagonisti offrirà loro anche la possibilità, forse, di guarire e di imparare a vivere le loro emozioni.

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he fareste se vostro marito si appropriasse del vostro talento per ottenere fama e dollari? Tratto da una storia vera, l’ultimo film di Burton narra le vicende umane ed artistiche dei coniugi Keane: dalle nozze al divorzio, passando per le decine di dipinti “dagli occhi grandi“ che furono una specie di marchio di fabbrica di Margareth Keane. La pittrice, che rivoluzionò l’arte americana negli Anni ’50, consentì al marito di firmare le sue opere e farne mille riproduzioni. Ma quando lui cercò di farla passare per pazza, trascinandola in tribunale, fu lei a vincere il “duello ad olio“ davanti al giudice, aggiudicandosi la paternità dei quadri.

EXODUS: DEI E RE regia di Ridley Scott con J. Edgerton, A. Paul, B. Kingsley, J. Turturro, S. Weaver Genere: biblico GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

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osè e Ramses, prima fratelli, poi rivali. Tra le pene di un popolo schiavo e le dieci piaghe bibliche (il Nilo tinto di sangue, grandine, locuste e l’angelo della morte che si abbatte sui primogeniti egizi), il kolossal di Ridley Scott punta sul vecchio stile hollywoodiano, con la computer grafica ridotta all’osso e un Mosè grintoso che ha il volto di Christian Bale. «Per me questo film è stata una sfida immensa», ha detto il regista de Il gladiatore, che è già al lavoro su un altro progetto ispirato alle Sacre Scritture: Davide e Golia.

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DRAMMATICO

YVES SAINT LAURENT Regia di Jalil Lespert con P. Niney, G. Gallienne, L. Smet, C. Lebon, N. Kinski M. de Villepin, X. Lafitte,

GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

Le origini di una delle griffe più celebri della moda e del lusso. Parigi, 1957. Yves Saint Laurent, appena ventunenne, è nominato responsabile della casa di moda di Christian Dior, da poco scomparso. Tutti gli occhi sono puntati su questo giovanissimo assistente, che presenta la sua prima collezione in una grande sfilata in cui conosce Pierre Bergé, diventato poi suo socio in affari e compagno per tutta la vita. Grande prova per il camaleontico Niney, che diventa proprio Yves Saint Laurent in un film patinato ed estatico. DRAMMATICO

LA CIOCIARA

Regia di Vittorio De Sica con S. Loren, J. P. Belmondo, E. Brown, A. Checchi, P. Maggio, R. Vallone, R. Salvatori, C. Ninchi

GIUDIZIO DI 50&PIÙ:

Arriva, anche in alta definizione blu-ray, l’edizione restaurata di uno dei film italiani più importanti della storia, valso alla Loren il premio Oscar come “Migliore Attrice Protagonista”. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Moravia, racconta della giovane vedova Cesira che nel 1943, per sfuggire ai bombardamenti a Roma, cerca rifugio tra i monti della sua Ciociaria. La sua preoccupazione più grande è quella di risparmiare alla figlia Rosetta, tredicenne, le angherie della guerra. Ma la storia va in un altro, terribile, modo. GENNAIO 2015

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7. Iniziali della Imbruglia; 8. Eroga le pensioni; 9. Un incidente stradale; 10. Corrispondevano ai Din; 11. Adolescenti... inglesi; 12. Ripari a difesa, fortificazioni; 13. Rivendita... di viaggi; 14. Comitato Olimpico; 15. Un’opera di Richard Strauss; 16. Ciò che preme all’egoista!; 17. Somiglia al clarinetto; 20. Un’attrice molto richiesta; 24. Un nervo della testa; 26. Vi si entra... dopo i 39!; 27. Il Dix fra i nostri comici; 28. Saltare di palo in frasca; 30. Lo studio dell’origine delle parole; 31. Città delle Filippine; 33. Un nostro sindacato nato nel 1948; 34. È rosso a Londra; 36. Il nome di Diderot; 37. Dà inizio alla carriera; 39. Emette una sola nota; 41. Il miniatore da Gubbio che Dante trova in Purgatorio; 43. Il... massimo della gloria; 45. Li arricciano i bimbi; 48. Pesati esattamente secondo la ricetta; 50. Veicolo con la cabina; 53. Giovamento, utilità; 54. Poco... vivace; 59. Una casa editrice torinese; 60. Il Natale francese; 62. Il segno dell’addizione; 68. I confini del Pakistan; 70. Le prime lettere di Gwyneth; 71. Il marito... di prima; 72. Sigla di Savona; 73. Sono pari nella spola.

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CRUCIVERBA Lello ORIZZONTALI 1. Ha un mantice per polmone; 11. Riceve giocate; 18. Centro d’infezione; 19. Famoso re di Creta; 21. Ha la cruna; 22. Giulebbe di frutta; 23. Il non degli inglesi; 24. Sigla di Torino; 25. Così è l’atteggiamento di chi vuol farsi notare; 27. Cuor di regina; 29. Il Gynt di Grieg; 31. Musil senza vocali; 32. Far sapere, dare notizia; 35. La comprova una carta; 38. Ricrea il giusto grado d’umidità; 40. Così sono spesso gli atteggiamenti di Madonna; 42. Una celebre Torre di Bologna; 44. Lo sono le ore del mattino; 46. Il cantante che lanciò Piazza Grande; 47. Scrisse La sera del dì di festa; 49. Mutò le formiche in uomini;

CRUCIVERBA SILLABICO Lello ORIZZONTALI 1. L’estremo saluto degli antichi Romani; 3. Il fiore preferito di Margherita Gautier; 5. Una cittadina della Campania sulla Napoli-Foggia; 6. La aziona un pedale dell’autista; 8. Animali fedeli per eccellenza; 9. Si indicano con mm nel sistema metrico decimale; 11. Nella cosiddetta area tecnica, urla, gesticola, sbraita, ecc...; 12. Fa bene alla cistifellea e al fegato; 14. Paga l’affitto di casa;

51. Sono uguali nel materasso; 52. Antica città e porto della Caria famosa per il Mausoleo; 53. Piccola Velocità; 55. Il famoso Pinkerton; 56. I seggi dei re; 57. È vicina ad Ancona; 58. L’attuale Guayana olandese; 61. Due lettere d’epoca; 63. Lo Schiele grande pittore austriaco; 64. È opposto ad off; 65. La fine del mandato; 66. Amò la monaca di Monza; 67. Le gemelle di Filippo; 69. Sono fin troppo pulite; 73. Valgono a Cuba e a Luzon; 74. Casetta... per turista; 75. I... provinciali giovani perditempo di Fellini. VERTICALI 1. Sono... doppie nel caffè; 2. Il Tiriac ex tennista; 3. Invenzione; 4. Convalidare la... firma; 5. In mezzo alla corsia; 6. Fiume africano... bifronte; 15. Lo Stato con il deserto di Atacàma; 17. Un titolo post-universitario; 18. Una... gobba della Terra; 19. Non sa farli il diavolo.

CAMBIO DI GENERE (5) » Conforto d’amore

Son proprio stanco, non ne posso più... È inverno, e un bel calduccio mi dai tu!

» soluzioni a pag. 98

9. Più che secolare; 10. La qualità del sistematico; 11. L’altezza del gradino; 12. Un appassionato di musica; 1

VERTICALI 1. Composizioni musicali su uno stesso tema; 2. Il ruffiano che nell’antica Roma era un mercante di schiave; 3. La Lupa nello stemma di Roma; 4. Si scrive sottraendo; 5. Vi si corre la Parigi-Dakar; 7. Sostare troppo sotto le coltri;

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13. Il Burt del film Cassandra Crossing del 1977; 16. Stagiona nelle segherie; 18. Amputati al polso. 3

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STUZZICA CERVELLO

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ORIZZONTALI 2. Il circolo con i membri; 5. Al di là degli Urali; 7. È... proibito in centro; 9. Vi sono le sorgenti del Po; 11. Il nome della Parker del film A casa dopo l’uragano del 1960; 12. Il trattamento estetico che spiana le rughe del viso; 13. Lo perde il raffreddato; 14. Antiche monete siciliane; 15. Le iniziali di un Garrani; 16. La valuta il fotografo; 18. Un insieme di chiodini. VERTICALI 1. La residenza di Re Artù; 2. Dopo aver visto il film... vi si discute; 3. Quando ha molti capi, gira!; 4. Buffalo Bill contribuì a sterminarli; 6. Unito nelle avversità; 8. Antico ducato di Francia; 10. Delfino dei fiumi; 17. Sigla di Enna.

9, 1, 6, 5 Lionello

Osservate attentamente le tre figure sopra riportate e andate a pag. 98

TEST 2 Osservate attentamente i seguenti tre gruppi di numeri, le figure geometriche che li contengono e i simboli matematici ad essi associati e dite, seguendo un criterio logico da determinare, quali numeri vanno a sostituire i due punti interrogativi nell’ultimo gruppo.

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R E L A Z I O N I P E R S O N A L I • L AV O R O • C O L L E Z I O N I S M O • P R O P O S T E • A F F I T T O • V E N D O

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ueste pagine sono dedicate a chi cerca un’amicizia, a chi vuole affittare, comprare o vendere immobili. Qui potete assicurarvi un impiego o acquistare oggetti rari e curiosi». » Tutte le inserzioni sono pubblicate gratuitamente e non devono superare le 50 parole.

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Le inserzioni devono essere indirizzate a 50&Più, Largo Arenula 34, 00186 Roma. Vengono accettate solo se firmate in modo leggibile e corredate della fotocopia del ON LINE documento d’identità del firmatario, fermo restando il diritto Nel sito www.50epiu.it è all’anonimato possibile inserire l’annuncio per chi ne faccia nella sezione “50&Più richiesta. Community”, previa registrazione e accettazione dei termini e delle La Redazione condizioni previsti. non risponde del contenuto dell’inserzione.

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SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI » di ALDEBARAN

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Anche se sarete attivi ed energici più del solito, comunque, proteggetevi contro il freddo ed evitate il contatto con persone influenzate. I soldi vanno e vengono.

ARIETE 21 mar. » 20 apr. Avrete a che fare con gente del mondo dell’informatica, della moda e della bellezza. Alcuni di voi riusciranno a realizzare un progetto per uno spostamento o un viaggio. Gioie e fortuna in famiglia.

BILANCIA 23 set. » 22 ott. Buone novità di lavoro per una persona della famiglia. Giove parla di successi personali. Gli amici saranno affettuosi e disposti a darvi una mano. Inviti mondani e allegri: accettate!

TORO 21 apr. » 20 mag. Situazione finanziaria buona per molti di voi. Nelle decisioni importanti fidatevi dell’intuito. Contatti con il mondo dello sport vi allieteranno. Ricordatevi di difendervi contro l’influenza.

SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Cercate di curare al massimo le pubbliche relazioni. Infatti converrà parlare con la gente, incontrare le persone che la pensano come voi, scrivere e curare i contatti con i parenti.

GEMELLI 21 mag. » 21 giu. Bello l’aiuto delle stelle in tutto ciò che riguarda viaggi o cambiamenti in casa. È possibile una vincita a giochi abbinati allo sport o ai numeri. Copritevi bene per evitare colpi di freddo.

SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic.

LEONE 23 lug. » 23 ago. La collaborazione sarà ottima. Farete degli incontri con gente interessante grazie alla frequentazione di ambienti mondani: accettate inviti per concerti o per altri eventi simili.

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cerchia M ode S; S e RE retti = Cerchiamo d’essere retti REBUS (4, 4, 5) U sarto, NIV aghi; = Usar toni vaghi CAMBIO DI GENERE (5)

Conforto d’amore = Stufo / stufa

Stuzzica cervello TEST 1 - Quale delle tre seguenti figure è uguale a una delle tre prima viste. b) c) a)

Saturno vi offrirà numerose possibilità per avanzare di qualche passo sulla strada che porta al benessere e al successo. Evitate luoghi affollati e attenti in mezzo al traffico.

CANCRO 22 giu. » 22 lug. Un Saturno rigeneratore faciliterà progressi e miglioramenti. Sarete saggi e le vostre decisioni porteranno eccellenti risultati. Parlerete di lasciti o eredità. Siate parchi a tavola.

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La gente capirà le vostre vere qualità. Sole e Venere vi daranno la possibilità di vincere al gioco e di fare incontri piacevoli. Mangiate cibi genuini e senza conservanti.

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VERGINE 24 ago. » 22 set.

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CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen.

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ACQUARIO 21 gen. » 19 feb. Deciderete di affrontare un cambiamento e le stelle vi daranno ragione. Infatti, dove non arriverete con l’intelligenza o la forza, ci sarà la fortuna a darvi una mano. Tenete i piedi al caldo.

PESCI

20 feb. » 20 mar. Il vostro destino durante il mese sarà nelle vostre mani. Le stelle invieranno frequenze miste e starà a voi decidere a quali influssi obbedire. Marte creerà indecisioni e malumore in amore.

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TEST 2 - I numeri da sostituire ai due punti interrogativi sono rispettivamente 10 e 4. Essi, infatti, consentono di soddisfare il criterio logico valido per gli altri gruppi di numeri contrassegnati dalle lettere a) e b): il numero che compare nella seconda riga si ottiene effettuando l’operazione matematica indicata sopra il gruppo tra i due numeri della prima riga. Il numero che compare nella terza riga si ottiene eseguendo la stessa operazione tra il numero della seconda riga e il numero dei lati della figura che contiene il gruppo di numeri. Nel nostro caso si ha:

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12 - 2 = 10 10 – 6 (lati della figura) = 4

TEST 3 - Il particolare “intruso” è quello contrassegnato dalla lettera d).


~ TunoaSOll

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