GENNAIO 2012

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.

Anno XXXIV n. 1 Gennaio 2012 Euro 2.50 - I.P.

Terre in vendita

25 anni di Pixar

Melbourne


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[anteprime] Ritorno ad Haiti Reportage da Port au Prince, a due anni dal sisma. Macerie ancora da rimuovere ma nel cuore della gente tanta voglia di tornare a vivere. A pagina 24

Il mercato delle terre La crisi finanziaria ha fatto individuare l’oro del futuro. Vaste distese di terre in Paesi in via di sviluppo, che in troppi tentano di accaparrarsi. A pagina 19

Il segreto di una corretta postura Poche regole possono “salvarci” la schiena, soprattutto durante le ore trascorse davanti ad un computer. A pagina 38

La meravigliosa Melbourne È ritenuta la città più vivibile del pianeta; più di un quarto della popolazione è costituito da italiani. Viaggio in una metropoli dall’anima antica. A pagina 42

I tanti benefici dell’arancia Frutto dalle numerose proprietà, ricco di vitamina C, se consumato regolarmente favorisce la prevenzione dei malanni stagionali. A pagina 40

ditoriale

[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]

Il tempo del mondo finito comincia. (Paul Valery) Mentre la maggior parte dei mezzi d’informazione continua a proporci impasti di opinioni, di annunci e smentite, a riflettere su questi giorni di rigore, di tasse, di pensioni, di progetti di vita rimandati a chissà quando, di caste e di lobby vincenti, si fa strada un dubbio, o meglio una domanda: dove stiamo andando? E come saremo quando usciremo da questa crisi? Perché se c’è una cosa di cui possiamo essere certi è che nessuno, individuo, stato, organizzazione sovranazionale, ne uscirà con le certezze che l’animavano prima.

Lotteremo ancora per mantenere lo stesso tenore di vita e la stessa qualità? O in cuor nostro stiamo già facendo a meno di qualcosa? Qualunque sia la risposta che ci diamo, è sempre più diffusa la consapevolezza che qualcosa stia veramente cambiando, che un intero mondo è dietro l’angolo, o come diceva il poeta Paul Valery, che il tempo del mondo finito comincia.

E questo mondo finito comincia non perché ci sia un prima con un mondo infinito e un poi in cui il mondo è finito. No, non è questo. È che finito, dato, limitato questo mondo, finora, non lo è stato nelle nostre teste e nei nostri cuori e quindi nel nostro modo di vivere. Abbiamo creduto che tutto quello che questo mondo poteva offrirci fosse illimitato.

Non solo perché l’uso materiale che ne abbiamo fatto è stato drammatico, ad esempio nello sfruttamento intensivo delle risorse (appunto come se fossero inesauribili), ma perché

abbiamo mistificato parole come sviluppo, benessere, ricchezza che hanno coinciso con la quantità anziché con la qualità delle “cose” di cui ci siamo circondati e “nutriti”.

Ci aspettano nuovi modi di vivere a cominciare proprio dal rapporto tra uomo, natura e ambiente. Anche il blu del cielo dipende da noi.


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IN QUESTO

numero

10 Cervelli in fuga Studiano in Italia, lavorano all’estero. Ma in tanti vorrebbero tornare

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DI GIADA VALDANNINI

Il “ventre” di Napoli L’impegno di associazioni e cooperative per garantire un futuro ai giovani

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DI PICCI M ANZARI

Il mercato delle terre Vaste distese di suolo fertile sono sottratte ai Paesi in via di sviluppo

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DI GIOVANNA DALL’ONGAR O

Pixar in festa La nota casa produttrice di film d’animazione festeggia i 25 anni

29

DI RAFFAELLO CARABINI

Viaggio nella città australiana eletta tra le più vivibili del pianeta

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DI LORIS POR CHERI

REPORTAGE

Haiti: il prezzo della vita A due anni dal sisma, macerie da rimuovere e un grave degrado DI R OMINA VINCI

IN EVIDENZA

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29 LA VOCE DI 50&PIÙ

INSERTO

Internet Protagonisti di questa quarta puntata ancora i Social Network

33 Anno XXXIIV n. 1 Gennaio 2012 Euro 2.50 - I.P.

DI PAOLO NEGRINI

Periscopio >> pag. 6

a cura di Dario De Felicis Letteralmente >> pag. 8

Spazio50

Una postura corretta >> pag. 38

di Alessandro Mascia

Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più

Sapori & Colori >> pag. 40

A CURA DI VALERIO M ARIA URRU

di Marina Cepeda Fuentes Nel Casentino antico >> pag. 46

di Silvia Toscano Libri >> pag. 59

Previdenza DI GIANNI TEL

di Alessandra Miccinesi e Pedro Armocida Musica & Teatro >> pag. 61

di Tonino Valentini e Mila Sarti 50epiu.it

Fisco DI ALESSANDRA DE FEO

di Renato Minore Cinema & DVD >> pag. 60

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PARLIAMO DI...

di Giovanna Vecchiotti

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Giochi >> pag. 62

di N. Tucciarelli e R. Cento Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 63 Bacheca >> pag. 64 Oroscopo di Aldebaran >> pag. 66 Soluzioni >> pag. 66

Anno XXXIV n° 1 Gennaio 2012

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.

La meravigliosa Melbourne

Terre in vendita

25 anni di Pixar

Melbourne

Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per telefono: 06 68134552 Per fax: 06 68139323 Per m@il: redazione@50epiu.it Abbonamenti e Pubblicità

Abbonamenti: Telefono 06 68134552 Fax 06 68139323 Pubblicità: Promedia 2000 S.r.l. Tel. 02 89079601 - Fax 02 89079619


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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it Art Director Elisa Rossi @ elisa.rossi@50epiu.it Editoriale 50&Più Srl - Amministratori Dante Di Mattia (Presidente) Tommaso Anania Brigida Gallinaro Ines Marangon Giuseppe Martino Procuratore Gabriele Sampaolo Amministrazione Editoriale 50&Più Srl 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.6872515 - Fax 06.6872597 mail: editoriale@50epiu.it Direzione e Redazione 00186 Roma - Largo Arenula, 34 Telefono 06.68134552 www.50epiueditoriale.it Stampa e Spedizione Punto Web Srl - 00040 Ariccia (Roma) Via Variante di Cancelliera snc Distribuzione in Italia m-dis Distribuzione Media SpA 20126 Milano - Viale Sarca, 235 Telefono 02.64110911 Concessionaria di Pubblicità Promedia 2000 Srl 20142 Milano - Via Ettore Bugatti, 15 Telefono 02.89079601 - Fax 02.89079619 Registrazione Tribunale di Roma n. 17653 del 12/04/79 Iscrizione al R.O.C. n. 6158 del 10/12/2001 Spedizione Poste Italiane SpA Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma Manoscritti e fotografie Anche se non pubblicati, non verranno restituiti. © Editoriale 50&Più Srl Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Tutela dati Si garantisce la riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’Editore. Le informazioni custodite nell’archivio dell’Editoriale 50&Più Srl verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la rivista e gli allegati, anche pubblicitari (D. Leg.vo 196/2003 tutela dati personali). ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

ZOOM DI GABRIELE SAMPAOLO

AI NONNI L’AWARD DELL’ANNO

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ocietà demoscopiche e testate giornalistiche si sono affannate a proporre all’opinione pubblica, a chiusura di un anno così difficile, i personaggi che hanno meritato, in un modo o nell’altro, un particolare primato. Anche a noi di 50&Più, guardando indietro, ma soprattutto avanti, ai tempi duri che ancora ci attendono, viene in mente di proporre ai nostri lettori “la donna e l’uomo dell’anno”. Li abbiamo visti, da soli o in coppia, uscire di mattina presto sull’uscio di casa per ritirare al volo dalle mani dei propri figli, dei fagottelli incappucciati. Li abbiamo seguiti mentre con una cura tutta nuova li hanno vestiti e accompagnati a scuola; e poi ripresi e sfamati. Li abbiamo sentiti dare consigli; arrabbiarsi e cedere con un malcelato sorriso. Li abbiamo visti giocare, parlare con gli insegnanti, correre in farmacia e addormentarsi sfiniti una volta rimasti… finalmente soli; per ricominciare il giorno dopo. Ecco, a loro vogliamo dedicare l’award dell’uomo e della donna dell’anno: sono i nonni, hanno tanti nomi, ma condividono in grandissima parte lo stesso nobile impegno.

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Finito di stampare: 28 dicembre 2011

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Italia: annuale (11 numeri) sostenitore copia singola copia arretrata Estero: annuale

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Credits foto: Shutterstock, Tips, Masterfile, Corbis, Olycom, Contrasto, Agf, Marka, Arindanbanerjee/shutterstock.com, Hung Chung Chih/shutterstock.com, Hector Conesa/shutterstock.com, Cinemafestival/shutterstock.com, 1000words/shutterstock.com. Foto di copertina: Shutterstock. Illustrazioni: Enrico Riposati

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ERISCOPI in pillole

A CURA DI DARIO DE FELICIS

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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,

importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50epiu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!

UNA BIBBIA INGLESE AD UN ’ ASTA DA RECORD

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All’asta la prima edizione della Bibbia in inglese Il 29 novembre la casa d’aste Bloomsbury Auctions di Londra ha venduto una rara copia della prima edizione in lingua inglese della Bibbia, pubblicata negli Stati Uniti nel 1777 da Robert Aitken, uno scozzese che si era trasferito a Philadelphia. Il volumetto, versione inglese del Nuovo Testamento, è stata battuto per una cifra approssimativa di 100mila sterline (circa 117mila euro).

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Il melograno protegge il cuore dall’invecchiamento I ricercatori del laboratorio privato “ProbelteBio” a Murcia, in Spagna, hanno incoronato il melograno “elisir di giovinezza”. Il frutto, ricco di vitamine, ferro e antiossidanti, aiuterebbe a prevenire malattie cardiache, ad alleviare lo stress e rallentare il processo di invecchiamento del Dna. Meglio, però, evitare abbuffate di melograno: le sue sostanze benefiche si trovano in dosi maggiori nel midollo e nella scorza, parti che non sono commestibili e che vengono lavorate e inserite in apposite compresse o bevande.


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I senzatetto di Londra diventano guide turistiche L’idea di utilizzare i senzatetto come guide turistiche è venuta ad un gruppo di volontari, i Sock Mob. L’iniziativa si chiama “Unseen Tours” e ha lo scopo di far guadagnare qualcosa agli homeless, metà del compenso per il tour turistico, ma soprattutto far vedere Londra ai turisti da un punto di vista diverso. Il progetto ha preso talmente piede che è stato addirittura esportato in altre nazioni tra le quali Polonia, Australia e Stati Uniti.

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Inventato il cellulare che funziona senza campo Arriva dall’Australia un’invenzione utilissima per le squadre di soccorso in tutto il Pianeta: uno speciale cellulare che funziona anche nelle zone dove non c’è copertura di campo. Il telefono, messo a punto dai ricercatori della Flinders University di Adelaide e ancora in fase di sperimentazione, non avrà problemi di “tacche” dal display poiché utilizza una tecnologia wi-fi, eliminando il problema di dover passare da un punto centrale di raccolta dei segnali.

La casa che cresce dagli alberi Gli studenti del Politecnico di Milano hanno recentemente avviato “The patient gardener”, un originale progetto di bioarchitettura: un edificio totalmente vegetale che non si costruisce ma cresce. La struttura è formata da 10 ciliegi disposti in cerchio e intrecciati tra loro alla sommità. Al centro è stata installata una torre di legno alla quale sono state legate le piantine per guidarne la crescita. Il risultato sarà uno spettacolare bioedificio vivente. Unico neo: sarà pronto tra un’ottantina d’anni.

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Finita la simulazione del viaggio su Marte, inizia la più grande avventura dell’umanità All’interno di una vera e propria astronave, dopo 520 giorni, si è conclusa la prima grande simulazione di un viaggio su Marte. Lo scopo dell’esperimento era testare le reazioni dell’equipaggio ad una spedizione così lunga e stressante. Nel gruppo di astronauti selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), c’era anche l’italiano Diego Urbina, che ha simulato anche una discesa sul pianeta rosso con tanto di passeggiata.

Ecco il piano per salvare le parole in via d’estinzione La Società Dante Alighieri, il Corriere della Sera, Io Donna e quattro grandi dizionari (Devoto Oli, Garzanti, Sabatini Coletti e Zingarelli) hanno lanciato l’iniziativa “Adotta una Parola”, per salvare le parole della lingua italiana in via d’estinzione. Chiunque voglia aderire al progetto deve iscriversi al sito internet http//:adottaunaparola.ladante.it e impegnarsi ufficialmente a sostenere la parola prescelta per un anno, segnalarne gli abusi, incoraggiarne il corretto utilizzo: a fine anno riceverà un attestato ufficiale di adozione. GENNAIO 2012

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Scusa... però ti voglio bene! Gentile Direttore, vorrei attirare l’attenzione su di un argomento di cui si parla veramente poco sui mass-media ma che sta diventando sempre più esplosivo per la generazione dei 50-60enni, costretti a spostare sempre più avanti l’età pensionabile: l’accudire i genitori 80-90enni. Per esempio, io sono single, senza fratelli né sorelle, con parenti lontani. Lavoro ed ho una madre novantenne non più autosufficiente, afflitta da demenza senile. Dopo una serie di visite, d’accordo con il suo medico

curante, ho preso la decisione di farla ricoverare in una Rsa. Il giorno in cui l’ho portata in quella struttura è stato il più brutto della mia vita dopo quello della morte di mio padre. Sono lacerata da continui sensi di colpa, piango e mi dispero anche se so che lì si prendono cura di lei. Mi darà della figlia degenere, ma quali alternative avevo? Di badanti ne ho provate tante, poche coscenziose, molte approfittavano della mia assenza, senza contare le spese. E cosa ne sarà di me quando verrò a trovarmi in una situazione simile?

LORENZA CAPITELLI

Gentile signora Capitelli, capisco benissimo come quel giorno, il giorno nel quale ha affidato la mamma alla Rsa, sia stato “il più brutto della Sua vita dopo quello della morte di Suo padre”. Ma questo sentimento, pur nella dolorosità della esperienza che lo ha generato, significa in realtà anche una cosa grande e bella: che Lei è una figlia con un’alta coscienza e un grande senso etico. Non Le si può certamente dare della “figlia degenere” dal momento che non aveva alternative. E certamente deve superare i Suoi sensi di colpa perché colpe non ne ha, ed anche perché questo superamento Le consentirà di concentrarsi meglio a fare per Sua madre tutte le cose che umanamente sono ancora possibili. Del resto, Lei si è consultata con il medico curante di Sua madre ed ha effettuato tutta una serie di visite ed accertamenti per trovare la soluzione migliore. Credo che ogni altra strada rispetto a quella da Lei adottata sarebbe stata meno sicura e meno tranquillizzante per entrambe. Quanto ai costi, posso dirLe per certo che con meno di 1.500

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euro mensili nessuna struttura, nel nostro Paese, riesce a rispettare gli standards piuttosto elevati previsti per i servizi da assicurare ad anziani bisognosi di una assistenza così costante e personale come è quella dovuta ai casi di demenza senile. E del resto, come Lei ha aggiunto, una badante non le sarebbe costata di meno, tutto sommato. E mentre avrebbe

potuto trovarla straordinariamente brava (ce ne sono tante) avrebbe anche potuto trovarla di incerta qualificazione (anche di questo tipo si ha esperienza non rara, specialmente quando, appunto, il malato da assistere non è autosufficiente). Mi sento, quindi, di consigliarle quattro cose: 1. sia psicologicamente serena

«Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime. Ma poi ci sono giorni pieni d’amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni» Anonimo

verso se stessa, perché ne trarrà aiuto nel gestire meglio la situazione, con ripercussioni anche sul benessere psicologico di Sua madre; 2. vada a trovare frequentemente Sua madre perché questo Le assicurerà un “prolungamento di famiglia” anche nella struttura che la ospita: un po’ come se questa fosse, almeno in parte, una “dipendenza” di casa Sua; 3. faccia conoscenza e resti in contatto con altre famiglie (sono tante!) che vivono esperienze simili alla Sua: ne ricaverà conforto ed aiuto concreto, scambio di consigli e solidarietà; 4. resti in contatto anche con noi in quanto, pur non essendo in grado di “fare miracoli”, teniamo attivamente gli occhi aperti sulla evoluzione della materia, compresa la legislazione che fa dovere a regioni e comuni di non lasciare sole le famiglie in difficoltà su tale problema. Ci siamo già occupati, come Associazione, della rete di rapporti e relazioni di aiuto, sostegno, anche economico, affetto e compagnia, sulla quale le


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{ SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it

persone possono contare soprattutto in caso di necessità, la cosiddetta “famiglia sostan-

IL VALORE DI UN UOMO DOVREBBE ESSERE MISURATO IN BASE A QUANTO DÀ E NON IN BASE A QUANTO È IN GRADO DI RICEVERE.

ziale”. Così come abbiamo posto l’accento sul carico di responsabilità e di impegni che gravano sulla generazione adulta (quindi di persone della Sua età) che si trova “compressa” da una fascia di giovani con permanenza prolungata in famiglia da un lato, e da una fascia di anziani che presenta una speranza di vita sempre più elevata dall'altro. Sicuramente affronteremo nuovamente questi problemi in uno dei prossimi numeri di 50&Più sperando di fornire a Lei e ai tanti lettori che vivono esperienze simili alla Sua, chiarimenti e consigli ancora più specifici.

Non occultiamo la realtà

Leggo la lettera della signora Marinella pubblicata sul nu-

Albert Einstein

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mero di luglio/agosto “Una meritata colazione abusiva” e la sua risposta anche troppo cortese. Forse non sarà possibile pubblicare il mio invito alla signora in questione che ci tiene tanto a “non occultare la verità“. Sempre per non occultare la realtà sarebbe bene che la signora ponesse la sua attenzione anche a tutti quei “ricchi“ che hanno decine di appartamenti affittati a brava gente che deve pagare in nero perché i proprietari denunciano al fisco canoni mensili irrisori; e perché non pensare anche a quei professoroni che hanno più incarichi universitari, di enti statali, ecc. e con la scusa di prendere parte a convegni o giornate di studio si fanno pagare viaggi e vacanze per sé e famiglia; o a tutti

coloro che stabiliscono fittiziamente la residenza nelle case delle vacanze tanto per non pagare l’Ici delle loro villone... Io ne conosco molti più quelli che certamente conosce la signora Marinella, che invito a frequentare i volontari... di quelli veri ce ne sono tanti. EMILIA SACCANI

C’è una sovrana regola tipica del bene in ogni tempo e in ogni luogo: il bene è tale; e basta. Può essere fatto nel palazzo di un re o nel tugurio di un miserabile, può essere fatto in mezzo ad altra gente che fa del bene o in mezzo a una ciurma di lestofanti: ma, se è bene, resta bene. Chi fa il bene dà a se stesso ed al mondo un angolo di paradiso, sia impiegato dello Stato o finanziere o insegnante o altro. E dobbiamo apprezzarlo, incoraggiarlo, imitarlo e lasciarcene migliorare. Senza che l’eventuale fango intorno ci impedisca di riconoscerlo.


SOCIETÀ

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IL CUORE IN ITALIA il cervello altrove «I cervelli scappano dal nostro Paese, ma una soluzione esiste per fermare questa emorragia di geni: stravolgere il sistema di valutazione dando più peso ai brevetti registrati. E tra tanti che partono, c’è chi può restare per continuare la ricerca. Un sogno che tanti altri vorrebbero vedere realizzato» [ ATTUALITÀ DI

GIADA VALDANNINI ]

240 sono i brevetti prodotti sino ad oggi all’estero da ricercatori italiani.

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anno un illustre predecessore, ma è una magra consolazione. Tanto più che un secolo fa, come oggi, la storia si ripete. L’Italia, recidiva, mette i cervelli in fuga e se ai primi del Novecento è Marconi a prendere il volo, ora lo seguono in centinaia. Sul suo telegrafo senza fili nessuno avrebbe scommesso una lira; ma la Gran Bretagna sì: fiutò la trovata e brevettò l’intuizione. Così anche per il radiotelemetrico antesignano del radar - in grado di intercettare aerei, navi e sommergibili; che infatti nacque all’estero. Una perdita, in termini


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I fondi d’investimento per la ricerca sono rimasti pressoché immutati. Nel 2000 erano pari all’1,1% del Pil. Nel 2011 oscillavano tra l’1,1 e l’1,3% sce. Per il Consiglio Nazionale Universitario, su 100 che fanno domanda, appena 10 ce la fanno. Cinque trovano un lavoro stabile. Tutti gli altri restano italiani all’estero, evocati in caso di voto o quando qualche loro prodezza fa il giro del mondo. Napoleone Ferrara, catanese, all’estero dal 1988 è uno di questi. Ha messo a segno un farmaco che blocca la perdita della vista nei pazienti con degenerazione maculare senile umida, patologia che in passato conduceva alla cecità totale e per tale motivo ha ottenuto il prestigioso “Lasker Award”. Forse, in Italia, non avrebbe brevettato un bel niente. «Guardando alla classifica “ViaAcademy” - racconta a 50&Più il coordinatore della ricerca ICom, Stefano Da Empoli - si vede come man mano che si arrivi in cima alla graduatoria degli scienziati italiani al top, diminuisca il numero dei residenti in Ita-

economici e di sviluppo. Un’abitudine, italiana, che è bene interrompere. Secondo uno studio dell’I-Com (Istituto per la Competitività) per la Fondazione Lilly, i brevetti italiani depositati all’estero fruttano - agli altri - 3 miliardi di euro. I nostri 50 migliori cervelli lavorano a risultati, goduti altrove. Colpa loro? Velleità impossibili da soddisfare? Niente affatto: la più parte migra per necessità. Sono 20mila gli italiani ogni anno nelle università e nei centri di ricerca all’estero. Gente che, dopo qualche anno, vorrebbe pure tornarsene a casa, ma non ci rie-

lia e aumentino quelli altrove». Cervelli produttivi all’estero; qui, in panchina. E allora la domanda è: quanto investe il nostro Paese in ricerca? «Poco» secondo Da Empoli, che aggiunge: «Bisogna invertire la rotta. Da noi sono le pubblicazioni a fare curriculum, mentre fuori si premiano i brevetti che rendono in termini economici». Da Empoli, cominciamo da qui. Da cosa sono i brevetti. Sono strumenti che certificano l’innovazione in un determinato ambito. I nostri migliori italiani all’estero ne hanno prodotti finora 240. Quindi, il nostro Paese, all’anno, quanto perde? È difficile indicare il dato relativo perché è quello complessivo più aderente alla durata del brevetto che è di 20 anni. Quindi, considerando tutti i brevetti prodotti dai migliori 50 studiosi italiani all’estero, arriviamo a 3 miliardi di euro. E parliamo solo delle certificazioni prodotte da team guidati da italiani. Se pensiamo invece alle squadre composte anche da italiani, il numero sale di gran lunga sfiorando il miliardo l’anno.

La causa sono gli scarsi investimenti in ricerca? Beh, è innegabile. Se da un lato questi professionisti sono cresciuti nelle nostre università, è altrove però che trovano occupazione. Buone le nostre basi, quindi, ma poche le chances di fare carriera e lavorare sui brevetti. Quello che manca sono i mezzi, che è invece possibile trovare in altri Paesi. I fondi destinati alla ricerca sono rimasti pressoché identici negli ultimi undici anni. Nel 2000 la percentuale era pari all’1,1% del Pil, nel 2011 il valore oscilla tra l’1,1 e 1,3% (0,6% da fondi pubblici e 0,5% da privati): sotto la media dei Paesi Ocse. Pochi soldi e non sempre ben destinati? Nel nostro Paese manca un organismo centrale in grado di controllare la destinazione dei finanziamenti. Così si rischia che i fondi non seguano sempre criteri meritocratici. I nostri connazionali che restano in Italia quanto brevettano? Poco. Non riescono a trarre valore economico dal loro lavoro di ricerca. L’Italia, infatti, è in fondo alla classifica per numero di brevetti sviluppati in »

1 miliardo

21 brevetti

è la cifra in euro, che ogni anno l’Italia perde in progetti realizzati all’estero.

è la media della produttività di un giovane ricercatore. GENNAIO 2012

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SOCIETÀ

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Nel nostro Paese risentiamo dell’assenza di un organismo centrale capace di controllare la destinazione dei finanziamenti alla ricerca patria negli ultimi anni ma sale notevolmente per produttività all’estero. Come mai? Per due motivi. Il primo è che il sistema italiano attribuisce valore alle pubblicazioni ma giusto in funzione del curriculum, per fare carriera, per diventare da ricercatore professore associato e poi ordinario, mentre molto poco o quasi nulla ai brevetti. Inoltre, i privati in Italia investono troppo poco in ricerca e in brevetti. Ma i privati non rischiano di influenzare la Ricerca? In generale, l’investimento dei privati è positivo. Hanno risorse economiche che mettono in campo e senza le quali, spesso, non si riescono ad avviare nemmeno gli studi. Dopo di che non

mancheranno le eccezioni ma il dato è positivo. In quali ambiti gli italiani all’estero hanno prodotto più risultati? I tre ambiti più proficui sono le scienze mediche, le tecnologie informatiche e la chimica. Quali sono i Paesi che si accaparrano queste risorse? In primo luogo gli Stati Uniti, poi Gran Bretagna e Francia. Qual è l’identikit del ricercatore in fuga? Giovane, laureato o dottorato che non trova un ruolo in Italia coerente con i suoi studi. Quindi fuga economica, ma anche per il riconoscimento professionale. È esattamente così. Se in Italia gli tocca tirare il mulino per qualcuno più anziano, negli Stati Uniti arrivano presto a guidare team di esperti. Certo, guadagnano pure di più, ma i soldi non sono l’unica componente. Una volta affermati all’estero, tornano in Italia? Purtroppo è quasi impossibile e se lo fanno è giusto per partecipare a dei convegni. Quasi nes-

DONNE E RICERCA

Tra il 2010 ed il 2011 le donne sono raddoppiate nella lista dei 50 migliori ricercatori italiani al mondo, ma c’è ancora molto da fare. Sono presenti nei team, ma di rado ricoprono ruoli di “leader”, senza contare la disparità economica con i colleghi maschi (Fonte: Fondazione Lilly). GIOVANI, INTELLIGENTI, MA SENZA CONTRATTO I giovani ricercatori risentono più degli altri del mercato del lavoro. Ma è un problema europeo: l’Unione, infatti, pur continuando a produrre più laureati nelle discipline scientifiche, occupa solo 5 lavoratori su 1.000 come ricercatori (Fonte Ricerca & innovazione: Commissione europea).

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IDENTIKIT: CHIARA CERAMI

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TRENTADUE ANNI, MEDICO SPECIALISTA, SI OCCUPA DA TEMPO DI SCIENZE NEURORIABILITATIVE. DOPO LA SPECIALIZZAZIONE A PALERMO, È MIGRATA A MILANO PER FARE RICERCA

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e volevo lavorare in una struttura di prestigio, avevo due possibilità: andare all’estero o puntare a Milano». Così, ha optato per il capoluogo lombardo, presso il San Raffaele. Prima di arrivarci, però, ha fatto tappa di studi in Germania dove ha appurato in quanta considerazione sia tenuta la ricerca. «Ci sono incentivi e sussidi per gli studiosi - racconta a 50&Più - non come in Italia dove è pagata poco, male e talvolta con ritardo». Tanto che per potersi permettersi il lusso di continuare a fare ricerca, è comunque necessario affiancare il lavoro quotidiano di medico. Lavoro che ama e che, al momento, svolge con partita Iva. Se le si chiede come si vede tra dieci anni, sorride: «Con un lavoro, una famiglia, il mestiere di medico avviato e la ricerca di pari passo. Tutto in un’Italia diversa dove ci sia più attenzione per i giovani». Le domandiamo se si sente giovane: «In Italia - dice - a trentadue anni si è ancora giovani. So di potermi spingere fino ai 40 anni per perseguire il mio obiettivo e poi ci sarà tempo per la sfera privata. So bene che, rispetto ad altri Paesi, siamo in ritardo di dieci anni ma sono un’entusiasta e non mi do per vinta». Chiara Cerami, nei prossimi quattro anni, studierà una nuova diagnosi precoce di Alzheimer. La Fondazione Lilly ha scommesso su di lei e le ha assegnato 360mila euro per condurre gli studi. Un cervello in movimento da un capo all’altro d’Italia. Ma pur sempre nel nostro Paese.

S

suno se ne va per scelta e quindi vivono un mix di sentimenti. Anche se, è bene sottolinearlo, nel nostro studio ci occupiamo dei migliori 50 italiani in assoluto, il che sposta in positivo l’ago della bilancia perché è gente che è riuscita in pieno a realizzarsi. Ma come si scongiura la fuga dei cervelli? Bisogna spostare l’attenzione dalla ricerca astratta alla produzione di brevetti. È necessario trovare i fondi per premiare Istituti e Enti che lavorano alla ricerca progettuale. Non è utile premiare il merito astratto delle pubblicazioni. In termini di costi e benefici, quanto rende la ricerca? Difficile a dirsi ma la ricerca è un’attività molto redditizia. Dall’intuito e dall’intelligenza di una persona, supportata da un sistema adeguato, si ottiene enormemente di più. Nel cor-

so della sua attività, un giovane ricercatore ha una produttività media di 21 brevetti che equivalgono a 63 milioni di euro e ben 148 milioni in una proiezione ventennale. E le ricercatrici quanto spazio hanno? Nell’ultimo anno, il loro numero nella lista dei migliori 50 italiani al mondo è raddoppiato ma mantengono ruoli mediani. Sono molto attive nei team che hanno prodotto scoperte rilevanti ma raramente guidano le equipe. Sta di fatto che, l’incremento di donne nei laboratori scientifici è un buon segnale che la Fondazione Lilly non si vuol lasciar correre, tant’è che, quest’anno, il premio “La ricerca in Italia: un’idea per il futuro” è andato a una giovane studiosa palermitana: Chiara Cerami, impegnata nella ricerca di una nuova diagnosi precoce per l’Alzheimer.


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SOCIETÀ

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N [ ATTUALITÀ DI PICCI

MANZARI ]

IL “VENTRE” LUMINOSO DI NAPOLI «A dispetto di quanto i media trasmettono fissandolo nell’immaginario collettivo, Napoli è una città viva, attiva e propositiva. Tenendo conto delle diverse realtà - culturali e sociali - che la caratterizzano, promuove progetti di vita, laboratori didattici, corsi di formazione e orientamento al lavoro. Questo, anche grazie all’impegno di tante associazioni»

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MOLTE

NEL XVI

le pratiche educative attuate a Napoli a sostegno dei giovani.

secolo nacque il Rione Sanità, allora dimora della nobiltà locale.

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IL PARROCO APPRODATO SU UN’“ISOLA”

ato nel XVI secolo alle pendici del bosco di Capodimonte, dimora della nobiltà napoletana - come dice il nome - per l’aria salubre, ricco di splendidi palazzi (dello Spagnolo, Sanfelice), di chiese e basiliche (Santa Maria della Sanità, San Severo, San Gennaro dei Poveri) e di straordinarie catacombe paleocristiane, il Rione Sanità deve la sua notorietà a due grandi artisti italiani. Eduardo De Filippo qui ambienta una delle sue più riuscite commedie e, sempre qui - in via Santa Maria Antesaecula - nasce Totò, in uno dei tanti palazzi della nobiltà d’altri tempi. «Sono diventato Parroco - racconta Don Antonio (in primo piano nella foto a destra) di un’isola. L’ha creata un ponte - costruito da Gioacchino Murat nel 1809, durante l’occupazione francese - che, cosa insolita, invece di unire ha diviso, escludendo nel tempo il passaggio di cortei, carrozze, traffici e commerci. La successiva chiusura di alcune strade ha aumentato il progressivo isolamento di questa area». Come è iniziato il suo lavoro? Ho cercato di vincere l’istintiva diffidenza degli abitanti, nata da secolari stratificazioni di sofferenza e ingiustizia. Poi, quando hanno capito le mie intenzioni di leale amicizia, si sono aperti e sono nati rapporti d’amore straordinari. Svolgendo il mio lavoro in Parrocchia sono entrato in contatto con vari giovani pieni di volontà di fare. Andavano indirizzati e dovevano imparare, studiare. Ho cercato di unire la mia lunga esperienza nel sociale al patrimonio umano e culturale trovato alla Sanità. C’erano luoghi chiusi da decenni. Ricchezze sconosciute non solo ai napoletani, che si guardavano bene dal venire, ma agli stessi abitanti. Troppo presi dalle difficoltà del quotidiano per comprendere il valore educativo e salvifico della bellezza che possiedono. Eppure da questa può arrivare il riscat-


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«

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icoli come cunicoli bui, dove il sole non entra mai e per capire che tempo fa, bisogna guardare di traverso quella strisciolina di cielo affogata fra altissime case vetuste, cadenti per vecchiaia e puntellate da anni. Vi abita una plebe disgraziata, offesa dal putridume materiale e morale in cui cresce fin dall’infanzia. Niuna strada è pulita; pare che da anni non ci passi lo

spazzino ed è forse la sporcizia di un giorno. Risultato ultimo per questa società povera e necessariamente corrotta: la galera. Eppure la gente che abita questa Napoli non è bestiale, selvaggia, oziosa. È per sua natura gentile, ama i colori, la musica, riesce a cucinare con niente e non merita questa sorte. Saprebbe apprezzare la civiltà perché sono secoli che quella poca elargitale l’ha subito assi-

to, se unita al potenziale di chi - mi riferisco soprattutto alla gioventù - aspira a un futuro diverso. Come sono nati il Miglio Sacro e la cooperativa “La Paranza”? Il Miglio Sacro, inaugurato nel 2010, è un percorso che unisce un patrimonio di edifici e luoghi incredibili. Alcuni erano divisi fra la Regione e la Santa Sede. Entrambe non se ne occupavano ma ne rivendicavano il controllo. Diventare rettore della Chiesa di San Gennaro e direttore delle tre Catacombe è stato quasi più complesso che restaurarle, metterle in sicurezza e aprirle ai visitatori. Ma volevo gestire unitariamente i siti per dare vita a qualche cosa di stabile per i ragazzi. Come il Cimitero delle Fontanelle, un ossario situato in maestose gallerie tufacee scavate nella collina di Materdei e occluse da decenni di detriti alluvionali; o le Catacombe Paleocristiane di San Gaudioso, proprio sotto la grandiosa Basilica di Santa Maria della Sanità, diventate deposito della Asl. Dall’idea di recuperare, educare e “fare impresa” è scaturita la cooperativa “La Paranza”, composta da dodici giovani guide che abbiamo mandato in giro, grazie all’aiuto di fondazioni e privati, a vedere, capire, studiare l’arte e le lingue. Come Enzo, che è stato un anno in Inghilterra facendo il gelataio di giorno e imparando l’inglese di sera. Oggi, accompagnano i gruppi nel proprio quartiere, con orgoglio e

milata. Meritereb«La gente di Napoli be di essere feliè per sua natura ce»: così scriveva gentile e cordiale: nel 1884, ne Il ama i colori, la musica, ventre di Napoli, stare in compagnia, Matilde Serao. Pacondividere... e merita role antiche di di essere felice» grande scrittrice, riconducibili - in parte - a situazioni attuali in una dispetto di quanto i media tracittà di forti contrasti. Qui tristezsmettono e si fissa nell’immagiza e allegria, sopportazione e nario collettivo, Napoli non è prepotenza convivono. Ma, a solo la difficoltà di ogni gior- »

passione. Altri, occupandosi dei restauri con l’aiuto di artigiani locali, hanno imparato un mestiere. È sorta così l’Officina dei Talenti, premiata per l’illuminotecnica delle Catacombe di San Gennaro, una delle meraviglie di Napoli. Sotto la guida del designer Riccardo Dalisi (Premio Compasso d’Oro), ha avuto origine il Laboratorio Iron Angels che lavora ferro, latta, ottone, materiali poveri o di recupero, per realizzare artigianato artistico. Tutti ragazzi che si sono occupati di restaurare anche alcuni locali nel seicentesco convento adiacente alla Basilica della Sanità per aprire una struttura di ospitalità: “La Casa del Monacone”. Avete portato avanti altre iniziative? In pratica, oggi, ogni spazio o immobile della parrocchia è stato bonificato e riutilizzato per la comunità. In ex strutture canoniche sono ospitate La Casa dei Cristallini e L’Altra Casa. Operano, soprattutto la prima, in zone di estremo disagio socio-economico. Si occupano di organizzare il doposcuola per bambini, di aiutare e consigliare madri giovanissime per gestire la loro genitorialità. Cerchiamo di stimolarle anche a ottenere almeno un diploma, a impratichirsi in un mestiere, per non continuare a riprodurre un modello che spesso vede le donne sempre a casa da sole. E poi c’è l’orchestra Sanitansamble. Nata col musicista Maurizio Baratta, ha coinvolto 34 ragazzi dai 7 ai 13 anni. In quattro an-

ni nessuno di loro ha abbandonato, pur affrontando i sacrifici di un impegno plurisettimanale di regole e disciplina insolite. Ora sono richiesti in molte sale da concerto e stiamo organizzando un coro con un centinaio di bambini e ragazzi, perfino una sala di incisione. Poi c’è la compagnia teatrale Sott’o ponte e l’Accademia della Sanità, da una parte laboratorio teatrale, dall’altra palestra a disposizione di un quartiere che partecipa sempre di più. Ma lei dove trova l’energia per tanta attività? Dalla realtà che mi circonda. Per tenere in vita il passato stiamo proponendo a enti e privati l’iniziativa “Adotta un restauro”, così da dare nuova vita a opere preziose. Come è stato per l’affresco nel VI secolo della bella Cerula venuto alla luce durante la bonifica delle Catacombe di San Gennaro. Poi ci sono i libri, le mostre fotografiche. È uno stimolo continuo e non possiamo fermarci. C’è tanto, troppo, da fare.

Per informazioni > Catacombe Napoli - Info point 0817443714 www.catacombenapoli.it > B&B La Casa del Monacone Via Sanità, 124 - 80136 Napoli Tel. 0817443714 GENNAIO 2012

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SOCIETÀ

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«C’è voglia di riscatto, di crescita, di costruire con le proprie “mani” il futuro di una città che porta il “bello” dentro di sé» no, la precarietà lavorativa. Negli antichi quartieri spagnoli, a Forcella, a Stella, ai Vergini, alla Sanità, c’è voglia di riscatto, di crescita, di giustizia. La città, infatti, è un laboratorio sperimentale di pratiche educative a sostegno di progetti di vita per giovani che intendano uscire da una situazione di sofferenza ed esclusione. Tante le associazioni impegnate nel reinserimento e recupero sociale.

Vedi: L’Altra Napoli, le iniziative di Don Carmine Nappo a Forcella, Il meglio di Te che guidato da Fulvia Russo - si occupa della riabilitazione dei ragazzi del Carcere minorile di Nisida, e Maestri di Strada per il reinserimento di chi abbandona la scuola dell’obbligo. Tra queste e altre spicca l’esperienza positiva condotta da Don Antonio Loffredo, al Rione Sanità.

GIOVANI IN PRIMO PIANO

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TORNARE SUI BANCHI CON I “MAESTRI DI STRADA”

L’

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Italia è sensibilmente al di sopra della media europea sia per l’abbandono scolastico che per una minore scolarizzazione. Specie al Sud dove, rilevamenti Banca d’Italia 2007, un ragazzo su cinque fra i 18 e i 24 anni possiede solo la licenza media e il 25% lascia la scuola dopo averla conseguita. Allarme ulteriore per i tanti che si ritirano dalla scuola dell’obbligo, soprattutto in quei quartieri incontrollabili rispetto a possibili ispezioni scolastiche. Luoghi dove spesso mancano regole e speranze per il futuro. È in questi contesti che l’associazione “Maestri di Strada” si impegna per il reinserimento nella scuola dell’obbligo. Maria Francesca Arpaia, responsabile della comunicazione, la incontriamo in una delle “scuole di frontiera” dove ogni giorno si confronta con il disagio dei giovani. Chi sono i “Maestri di Strada”? Insegnanti, pedagogisti, operatori sociali, psicologi, sociologi impegnati nel recupero di adolescenti esclusi da possibilità di crescita per aver abbandonato lo studio obbligatorio. Con il progetto “E-VAI” cerchiamo di stimolare la consapevolezza che cambiare si può, che la scuola è uno dei loro pochi diritti e che fuori dal quartiere c’è un mondo da scoprire. Realtà diverse, culturali e sociali, nella stessa Napoli. Inoltre, cerchiamo di fornire un orientamento per proseguire gli studi a chi sta per conseguire la licenza media. Attraverso una didattica che è anche laboratoriale. Ci spieghi meglio. A ragazzi, disorientati, privi spesso di modelli positivi e regole, proponiamo la “didattica del fare”. Creiamo laboratori dove vedano concretizzato il

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ANO

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«Tirocini formativi e lavorativi, progetti di vita, avvio alla prima occupazione, ma anche sostegno emotivo e tanto altro. Questo, grazie al costante impegno di tanti professionisti» loro impegno. Si tratti di cucina, di restauro, di falegnameria, come abbiamo fatto in un’Istituto Professionale. All’inizio, la direzione aveva paura a lasciare in mano a ragazzi turbolenti attrezzi potenzialmente pericolosi: martelli, seghe, trapani. L’abbiamo spuntata solo perché sedie delle loro aule erano quasi distrutte. Si sono impegnati, appassionati, soprattutto i più difficili e, a lavoro finito, erano orgogliosi. Qui troppa teoria non serve. Quando si parla di un vulcano, meglio portarli a vedere il Vesuvio. Avete avuto dei successi? Diversi. Chi è diventato meccanico, chi parrucchiere, chi estetista, chi ha proseguito gli studi. Tutti, comunque, hanno avvertito positivamente il fatto che qualcuno li prendesse in considerazione mostrando le loro potenzialità e sostenendoli. Le famiglie come reagiscono? Spesso i problemi legati alla sopravvivenza sono tali da fargli trascurare molte cose. A volte tocca perfino ai figli che crescono soli e per strada. Quante volte la mattina, perché vadano a scuola, dobbiamo andarli a svegliare in una casa dove non c’è nessuno. Genitori usciti all’alba per lavorare o che dormono fino a tardi perché hanno lavorato di notte o per altri motivi. Cercando di entrare in contatto con i nuclei familiari vediamo, però, come anche i più problematici siano contenti si faccia qualche co-

sa per i loro figli. Quasi tutti sperano per loro una vita diversa. Le Istituzioni vi aiutano? Semmai il contrario. Soprattutto con i recenti tagli economici ai bilanci. Il progetto Chance, portato avanti per tanti anni e che

Regione e Provincia portavano ai congressi vantandosene, è cancellato per mancanza di fondi. Il Gbus, una sorta di mostra viaggiante delle possibilità giovanili con cui andavamo per i quartieri più a rischio, è fermo per lo stesso motivo. L’attuale progetto E-VAI è sostenuto da privati. Eppure, di lavoro e ricerca ne abbiamo fatto tanto. Anche in collaborazione con progetti internazionali per combattere l’abbandono

scolastico, il lavoro minorile, la violenza sui giovani e il fenomeno dei “ragazzi di strada”. L’idea è di creare una Carta dell’Educazione delle grandi aree urbane, capace di fornire indicazioni autorevoli a quanti intendano sostenere una “cittadinanza attiva” dei giovani in contesti marginalizzati. Quali i momenti di intervento della vostra Onlus? Sono tre fasi. La prima: progetti di vita per fornire sostegno diretto e personalizzato a ragazzi che intendano impegnarsi nella formazione, nello studio e abbiano difficoltà economiche o inadeguato sostegno familiare. “Maestri di Strada” finanzia corsi professionali individuali, spese di trasporto, una piccola indennità oraria per la frequenza di laboratori professionali. La seconda: tirocini formativi e lavorativi per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro attraverso il contatto con una rete di imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti che intendano collaborare al lavoro educativo accogliendo i ragazzi sia in Campania che altrove. Infine: prima occupazione da sostenere sia attraverso la ricerca attiva di lavoro, sia attraverso l’auto-imprenditoria, aiutando cioè la formazione di piccole cooperative.

Per informazioni > Associazione “Maestri di Strada” Onlus P.za S. Eligio, 7 - 80133 Napoli www.maestridistrada.net GENNAIO 2012

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SOCIETÀ

[ ATTUALITÀ DI

«Con la crisi dei prezzi alimentari la finanza mondiale ha individuato l’“oro” del futuro: vaste distese di suolo fertile nei Paesi in via di sviluppo. Così multinazionali, società d’investimento e governi di Paesi, ricchi di liquidità ma poveri di risorse agricole, si spartiscono grosse fette del Pianeta a Nord e a Sud dell’Equatore. Il fenomeno è stato battezzato, “land grabbing”, accaparramento di terre»

GIOVANNA DALL’ONGARO ]

IL MERCATO delle TERRE S e si trattasse di un limpido, equo e paritario accordo di compravendita con un esplicito tornaconto per entrambe le parti, non esiteremmo a chiamarlo “business”. Ma il recente mercato delle terre, o meglio la corsa all’accaparramento di suoli fertili nei Paesi in via di sviluppo da parte di investitori stranieri, stenta a rientrare in questa definizione. Sarà per la mancanza di trasparenza nei contratti o per l’evidente squilibrio tra le forze in campo, o ancora per la vastità degli appezzamenti commercializzati (anche più di 500.000 ettari) a prezzi bassissimi, il termine inglese che gli si addice di più sembra essere un altro: land grabbing. A essere benevoli si può tradurlo come “accaparramento di terre”, ma le mol-

te associazioni che da anni si battono per evitare che il Sud del Mondo diventi una gigantesca colonia dei Paesi più ricchi, non stentano a definirlo “furto”. Del resto la stessa International Land Coalition, uno strano puzzle di 116 associazioni che comprende organizzazioni non governative, gruppi di contadini, ma anche istituzioni come la Banca Mondiale che, nel maggio 2011, ha consegnato nella Dichiarazione di Tirana la prima articolata definizione di land grabbing, invita a pensarne tutto il male possibile: «Accaparramenti su larga scala che avvengono in violazione dei diritti umani; senza essere fondati sul consenso libero delle comunità che utilizzano quella terra; senza essere basati su attenta valutazione sociale, economica, ambientale; senza essere basati su contratti trasparenti; »

227 milioni

L’80%

20mila

gli ettari venduti, affittati o dati in licenza dal 2001.

delle terre passate agli uomini d’affari è rimasto incolto.

Fonte: Rapporto Oxfam

Fonte: Banca Mondiale

le famiglie sfrattate da una società britannica che ha imposto le sue piantagioni in Uganda. GENNAIO 2012

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senza essere basati su un’effettiva pianificazione condotta in modo democratico». Tra gli accusati di land grabbing ci sarebbe il gruppo indiano Karuturi, che si è aggiudicato 1.300.000 ettari di suolo etiope nella regione di Gambella; la compagnia statunitense Nile Trading & Development Inc., che ha ottenuto 400.000 ettari di terreno per 49 anni nel Sud Sudan; la britannica New Forests, che ha imposto le sue piantagioni in Uganda insieme allo sfratto di 20mila famiglie. E, forse, anche la recente acquisizione di 2.000 ettari di terreno bulgaro da parte della cinese Tianjin State Farms Agribusiness Group Compant. Il Pil del Paese venditore, tra i più bassi d’Europa, non fa pensare infatti a un accordo tra pari. A quanto ammonti il “bottino” mondiale che multinazionali, governi e società finanziarie si sarebbero spartito fino a oggi non è facile saperlo. Un recente Rapporto di Oxfam, network internazionale di associazioni che si battono per la giustizia sociale nel mondo, parla di 227 milioni di ettari venduti, affittati, dati in licenza o in procinto di finire sul mercato dal 2001 a oggi. Un’area grande quanto l’Europa Occidentale. La Banca Mondiale abbassa di molto la stima scendendo a 50 milioni di ettari, mentre l’associazione Grain - una delle più impegnate nell’analisi del fenomeno propende per una cifra tra i 60 e gli 80 milioni di ettari. «Non esistono dati certi sulla reale dimensione del fenomeno», afferma Nadia Cuffaro, docente di Politica Economica all’Università di Cassino e consulente della Fao. «Senza l’informazione dei media, i rapporti delle organizzazioni non governative e l’analisi di casi di studio, il fenomeno stenterebbe a uscire dall’ombra». Molti progetti di acquisto, infatti, sono divenuti noti solo dopo l’interessamento delle tele-

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LA SITUAZIONE IN CIFRE

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TERRENI CEDUTI A INVESTITORI STRANIERI DATI RIPORTATI DAI MEDIA NEL 2008-2009 Regioni Africa Sub-Sahariana Sud-Est Asiatico Europa e Asia centrale America Latina

Superficie (milioni di ettari) 39,7 8 4,3 3,2

Note. Destinazione d’uso: 37% cibo, 21% biocarburante; dimensione media delle terre: 40.000 ettari (1/4 superiore a 200.000). (Fonte: World Bank 2011, Deininger, Beyerlee)

TERRE CEDUTE DA ALCUNI PAESI DAL GENNAIO 2004 AL MARZO 2009 Paese Cambogia Etiopia Liberia Mozambico Nigeria Sudan

Superficie (ettari) 958 1.190 1.602 2.670 793 3.965

(Fonte: World Bank 2011, Deininger, Beyerlee)

Numero di progetti 61 406 17 405 115 132

Dimensione media del terreno (ettari) 8.985 700 59.374 2.225 1.500 7.980


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QUALCHE ESEMPIO DI FONDI PENSIONE INVESTITI IN TERRENI AGRICOLI Fondo AP2 (Svezia) Ascension Health (Usa) Apg (Paesi Bassi) Pka (Danimarca) Tiaa-Cref (Usa)

Patrimonio complessivo 34,6 miliardi di dollari 15 miliardi di dollari 220 miliardi di euro 25 miliardi di dollari 426 miliardi di dollari

Supernnuation Fund (Nuova Zelanda)

14,2 miliardi di dollari

Percentuale di investimenti in agricoltura 1,4% (500 milioni di dollari in coltivazioni di grano in Usa, Australia e Brasile) 7,5% (1,1 miliardi di dollari) 0,5% (1 miliardo di euro) 1,5% (370 milioni di dollari) 2 miliardi di dollari in 400 terreni in Nord e Sud America, Australia ed Europa dell’Est 3% (407 milioni di dollari)

(Fonte: Grain, www.grain.org, associazione per l’agricoltura sostenibile insignita dal Parlamento svedese nel 2011 del Right Livelihood Award, il “Nobel dell’impegno sociale”)

visioni e le conseguenti proteste che di Paesi del Sud America, del della società civile, a volte talmen- Sud Est Asiatico e dell’Europa pote persuasive da riuscire a manda- tessero trasformarsi in un vero e re a monte l’affare. Così è acca- proprio eldorado per quei Paesi ricduto alla coreana Daewoo che, chi di liquidità, ma poveri di terre, finita sotto i colpi incrociati della lo si è infatti capito non più di tre sollevazione popolare e delle in- anni fa. Quando a seguito della crichieste giornalistiche, ha dovuto si dei prezzi alimentari del 2007rinunciare a un milione di ettari di 2008, la coltivazione di prodotti terra del Madagascar. Probabil- agricoli come riso, grano, mais e olio mente, con qualche riflettore in di palma - ignorati fino a poco primeno puntato addosso, sarebbe ma da tutti gli uomini d’affari, che faticavano a sentirvi l’odore delriuscita nel suo intento. «Il fenomeno del land grabbing l’oro - si è improvvisamente presfugge alle banche dati esistenti sentata sotto una duplice veste. Ossia, come il per la natura stesmodo più econosa degli acquirenmico per assicuti», spiega Nadia L’acquisto rarsi una riserva di Cuffaro. «Tra i indiscriminato cibo quando nel compratori non vi di terre mondo ci saransono solo le mulpotrebbe no nove miliardi tinazionali, più fainnescare una di bocche da sfacilmente rintracgrave crisi mare e come ciabili perché frealimentare un’opportunità quentano il merper gonfiare i porcato già da temtafogli di molti inpo, ma anche nuovi fondi di investimento dei go- vestitori privati e pubblici. verni, fondi pensione e speculati- La corsa alle terre è automaticavi studiati ad hoc, che quindi an- mente scattata per l’una o l’altra racora sfuggono ai monitoraggi. gione. O per entrambe. Come nel Considerando, poi, che una tran- caso dell’Arabia Saudita, preoccusazione appare nei dati sugli inve- pata, da una parte, di garantire il stimenti esteri diretti solo quando cibo ai 39 milioni di abitanti che si è interamente pagata, è chiaro che ritroverà in casa nel 2035, potenun fenomeno così recente rimar- do contare solo su una manciata di rà ai margini delle statistiche an- terreni fertili che spuntano qua e là nelle vaste distese desertiche e, dalcora per molto tempo». Che le distese incolte di Ghana, l’altra, sedotta da un business molMadagascar, Mali, Sudan, ma an- to redditizio. Così, mentre gruppi

rispettoso dell’ambiente, gestito da sauditi privati, variamente supporgrandi catene alimentari interessatati dal governo, hanno avviato te molto al profitto, poco alla quacoltivazioni di ortaggi e riso in Etiolità del cibo e per nulla al benessepia destinati alla madre patria, granre del territorio». di investitori finanziari pubblici, tra“Terra Nuova”, insieme ad altre asmite i fondi sovrani di investimensociazioni membri del Cisa (Comito, o privati, con i fondi pensione, tato Italiano per la Sovranità Alihanno ottenuto altri terreni afrimentare), ha da poco raggiunto cani con il dichiarato intento di un obiettivo che perseguiva da guadagnarci rivendendoli in futuquindici anni: far entrare nelle saro a prezzi più alti. La Banca Monle della Fao la voce di quei contadiale afferma che l’80% della terdini che assistono impotenti all’inra passata dalle mani usurate dei vasione dei trattori nelle loro terre. contadini a quelle lisce e curate In occasione della 37a sessione del degli uomini d’affari è rimasto inutilizzato. Comitato per la Si«Che lo si faccia curezza alimentare per avviare nuomondiale (Cfs), lo Anche i fondi ve coltivazioni o scorso ottobre le speculativi, per ricavare redcomunità rurali oltre alle dito da un invehanno potuto chiemultinazionali, stimento sicuro, dere una regolasono molto recidere il rapmentazione del interessati porto tra le comercato delle terai latifondi munità rurali e il re che preveda due territorio ha graimportanti princìpii: vi conseguenze. il riconoscimento In questo modo viene leso non sodel diritto alla terra anche in assenlo il diritto degli individui alla terza di un documento formale e l’inra, ma anche il diritto a un cibo getroduzione di un limite massimo di nuino», dice Nora Mc Keon della suolo commercializzabile. Ong “Terra Nuova”, convinta che «Uno dei problemi che rende vulil land grabbing sia, oltre che innerabili i contadini africani è l’imgiusto, anche dannoso. «È ingiupossibilità di far valere i propri disto perché è inaccettabile che uno ritti con attestazioni ufficiali di prodei diritti più universali che esista, prietà della terra. La Banca Monossia quello al cibo, sia da qualche diale ritiene che in Africa la percenanno in mano alla finanza mondiatuale di terra che è stata acquistale, ed è dannoso perché il modelta con un contratto scritto vari dal lo di agricoltura che lo ispira è ir2 al 10% e si trovi prevalente- » GENNAIO 2012

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E SE IL “LAND GRABBING” DIVENTASSE UN’OPPORTUNITÀ?

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ue economisti del Centre for Economic Policy Research raccontano il fenomeno del land grabbing introducendo una prospettiva inedita: la possibilità, per i Paesi più poveri, di trarre vantaggio dagli accordi con gli investitori stranieri. E, non a caso, sostituiscono il termine land grabbing, troppo carico di accezioni negative, con il più ottimista land deals. «Perché gli affari sulla compravendita di terre diventino appetibili anche per le parti più svantaggiate - trasformandosi in una win-win solution, una situazione favorevole a tutti, che non prevede sconfitti ma solo vincitori - bisognerebbe innanzitutto, dicono Paul Collier e Anthony J. Venables nel loro studio, distinguere in modo netto due categorie di investitori. Solo una delle due merita di essere presa in considerazione; l’altra andrebbe scartata immediatamente». «I due autorevoli economisti suggeriscono ai governi dei Paesi poveri un’astuta strategia per ottenere un proprio tornaconto dalla vendita dei terreni. Tutto sta nell’individuare le persone giuste a cui stringere la mano», spiega Pier Giovanna Natali, economista dell’Università di Milano Bicocca, che ha da poco chiuso i lavori di un convegno intitolato “Land grabbing. Verso un nuovo colonialismo?”. «C’è l’investitore pioniere, desideroso di aprire un mercato, e c’è l’investitore che vuole solo speculare. Ebbene i primi vanno corteggiati, mentre i secondi no. E per attirare i pionieri in zone dove la carenza di infrastrutture scoraggia le imprese a mettere su un’attività che coinvolga anche i locali, i governi potrebbero pensare ad alcuni incentivi come, per esempio, proprio la cessione di terre in misura maggiore di quella richiesta. Dovrebbero, insomma, prendere esempio dagli asiatici che, dopo avere attirato investitori pionieri con l’irresistibile richiamo del basso costo della mano d’opera, hanno messo in piedi aziende proprie con il know how (saper fare) e le infrastrutture venute da fuori».

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mente in area urbana», dice Nadia Cuffaro. «In altre parole molte delle persone che, di fatto, utilizzano la terra non hanno titoli formali da far valere al momento della compravendita». L’unica arma che gli rimane è la protesta, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Quella organizzata dalla comunità rurale di Fanaye in Senegal, il 26 ottobre scorso, si è conclusa con un bilancio di una ventina di feriti e due morti. Gli abitanti non ne volevano sapere di consegnare 20mila ettari, pari a un terzo delle terre da loro coltivate, nelle mani di una società a partecipazione italiana interessata alla produzione di biocarburanti. Sì, perché l’altra grande spinta al land grabbing viene dall’esigenza di trovare al più presto efficaci sostituti del petrolio per far camminare le nostre automobili. Lo chiede l’Unione Europea, che ha fissato al 2020 l’ambizioso obiettivo di ottenere il 10% della benzina utilizzata per i trasporti da risorse rinnovabili. Lo hanno fortemente desiderato i presidenti degli Usa, da George W. Bush, che sognava di eman-

ciparsi dal petrolio, a Barack Obama, che ha più volte assicurato il sostegno della sua amministrazione alla produzione di etanolo ricavato dal mais, che considera ecologico. La questione, però, è molto controversa. Gli stessi ambientalisti si rifiutano di considerare “verde” l’etanolo. Perché, come ben spiega Stefano Liberti nel suo interessante e pionieristico libro-reportage Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo (Minimum Fax, 2011), la coltivazione di soia, mais, canna da zucchero per ricavarne biocarburanti sottrae terreno ad altre colture e alla produzione di cibo. Con la conseguenza di ridurre le risorse alimentari aumentandone i prezzi. Tanto che la Banca Mondiale considera gli agrocarburanti responsabili per il 75% della crisi alimentare. Il che induce Lester Brown, direttore dell’Earth Policy Institute, guru dello sviluppo sostenibile, a sollevare un quesito inquietante, che Liberti riporta nel suo libro: «Siamo di fronte a un bivio: per spendere un po’ meno per le nostre macchine, mandiamo alla fame milioni di persone nel Sud del mondo. Dobbiamo guardare in faccia la realtà: siamo disposti a perpetrare un simile crimine?».

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[ ESTERO DI ROMINA

VINCI ]

HAITI: il PREZZO della VITA «Magnitudo 7.0 della Scala Richter: questa la potenza devastante del terremoto che, giusto due anni fa, ha distrutto la capitale di Haiti, Port au Prince, causando 230mila vittime e quasi un milione e mezzo di sfollati. E, come se non bastasse, dieci mesi dopo una terribile epidemia di colera ha finito di mettere in ginocchio il Paese»

L

ucien aveva 37 anni e viveva a Wharf Jeremie, uno dei tanti quartieri discarica di Port au Prince. È stato ritrovato, la sera del 14 agosto scorso, ucciso a pochi metri da casa. La sua vita spezzata da diciassette colpi di pistola. Lucien era il braccio destro di Suor Marcella, una missionaria italiana che da sette anni opera ad Haiti, il Paese più sottosviluppato del Continente americano. Insieme, Lucien e Suor Marcella, avevano dato vita a Vilaj Italyen, che in creolo significa “Villaggio Italia”, una piccola oasi con una clinica, una scuola di strada e centinaia di casette colorate a rimpiazzare baracche fatte di pezzi di lamiera. Quando suor Marcella è arrivata sul posto quella sera, un paio di ore dopo il fatto, il corpo di Lucien giaceva a terra. Gli erano già state rubate le scarpe, il portafogli, il cellulare. Era stato spogliato persino della camicia. L’indomani, di buon mattino, cinque donne sono andate a bussare alla clinica: sostenevano di essere mogli di Lucien, e chiedevano alla missionaria soldi per farsi mantenere. Nel primo pomeriggio ne sono arrivate altre tre, con un bel pancione in vista: tutte - a loro dire - avevano in grembo il figlio di Lucien, e reclamavano cassa. È labile il confine tra vita e mor-

te, ad Haiti, il Paese più povero dell’emisfero occidentale, ma anche il più popolato. Si viene alla luce per sbaglio, da ragazze troppo impegnate a sopravvivere per fare le mamme, e basta un secchio d’acqua conteso per mettere fine ad un’esistenza. Il 12 gennaio 2010 un terremoto di magnitudo 7.0 della Scala Ritcher ha devastato la capitale di Haiti, Port au Prince, causando 230mila vittime e quasi un milione e mezzo di sfollati. Collassato su se stesso il palazzo presidenziale, semidistrutta la cattedrale,

Port au Prince, due anni dopo: macerie ancora da rimuovere e un gravissimo stato di degrado crollati ministeri e corti di giustizia, rasi al suolo complessivamente 900mila edifici. C’è chi l’ha definito la più grande catastrofe naturale del Terzo Millennio. Le immagini di tale inferno hanno fatto il giro del mondo, i riflettori improvvisamente si sono accesi su questo lembo di terra al centro dei Caraibi. Dieci mesi dopo ci ha pensato il colera a dare il colpo di grazia al Paese, causando più di 6mila vittime e dando il via

ad un’epidemia che le precarie condizioni igienico-sanitarie continuano a facilitare. Son passati quasi due anni dal sisma, ma a sentir parlare gli haitiani il tempo si è fermato: «La maggior parte delle macerie non è stata rimossa, la gente vive ancora nelle tendopoli, in condizioni di estrema precarietà, come si fa a parlare di ricostruzione?», si chiede Evel Fanfan, un avvocato che con la sua associazione, “Aumohd”, difende i diritti civili degli haitiani. Secondo l’Onu ammonterebbero a 600mila le persone che abitano ancora nelle tende allestite all’indomani del sisma, e che versano oggi in uno stato di forte degrado. A detta di Richard, uno studente universitario all’ultimo anno di medicina, la cifra però è superiore: «Per sapere il numero esatto bisognerebbe contarle di notte, ma nessuno - puntualizza - si azzarda ad entrare nelle tendopoli con il buio». Port au Prince è una metropoli di tre milioni di abitanti, in cui l’elettricità rimane un lusso concesso a pochi. Il ritmo della vita qui è scandito dalla luce del sole: alle sei di mattina le strade brulicano di gente, e alle sei di pomeriggio, quando scende l’oscurità, il flusso del rien- »

900mila

600mila

gli edifici rasi al suolo: case, palazzo presidenziale, cattedrale, corti di giustizia...

le persone che, secondo l’Onu, abitano ancora nelle tende allestite dopo il sisma. GENNAIO 2012

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DA SETTE ANNI AL FIANCO DEGLI ULTIMI

tro è già terminato, perché il territorio passa nelle mani delle varie gang del posto. La criminalità è un’altra grande piaga che attanaglia la popolazione: non è un caso che la Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione di Haiti (Minustah), un mandato militare sotto l’egida Onu che ha avuto inizio nel 2004, abbia fatto dell’indebolimento delle bande armate uno dei suoi cavalli di battaglia. È la legge del più forte che vige ad Haiti. Nick ha 21 anni, e vive in uno degli slum (bassifondi, ndr) più pericolosi della capitale, Citè Soleil, una discarica a cielo aperto dove lamiere incastonate danno vita a baracche fatiscenti, che si arroventano nelle calde giornate di sole (tipiche del clima tropicale) e mal resistono alle intemperie (la stagione delle piogge dura sei mesi). «L’80% dei ragazzi possiede una pistola e la usa con estrema facilità - dice Nick - basta una banale lite per venire ammazzati». Non c’è luce, non c’è acqua, non c’è cibo. La gente sopravvive di elemosina e va avanti con le donazioni delle Ong (Organizzazioni non governative), mantenendo il regime di sussistenza che è uno dei grandi mali di questa terra. Nick ha una bimba di tre anni e mezzo e spesso è costretto a frugare nella spazzatura per darle qualcosa da mangiare. «Gli aiuti umanitari stanno finendo - spiega il giovane papà - io non chiedo cibo ma un lavoro, voglio esser messo nelle condizioni di poter mantenere la mia famiglia». Ricardo, classe ‘81, è nato a Port au Prince ma si è trasferito negli States all’età di tre anni. New York prima, Miami dopo e poi, cinque anni fa, la decisione di tornare nel suo Paese d’origine. Ricardo crede in una possibilità di riscatto, e c’è una cosa che ama di Haiti: «La libertà di poter fare tutto, non ci sono regole qui». Johnny, invece, è un ragazzo di 25 anni che sogna di emigrare negli Usa per diventare un business man. Ma non può: il suo passaporto è rimasto sotto le macerie, non ha soldi per chiederne uno nuovo. Lavora giorno e notte in un fast food, ha cinque sorelle e tre fratelli da mantenere: «Mia madre è malata - dice -. Sto mettendo da parte il denaro per portarla all’ospedale e farla visitare da un bravo dottore, non voglio che muoia». Dallo scorso mese di maggio alla guida di Haiti c’è Michel Martelly, un cantante divenuto Presidente grazie al forte appeal che esercita sui giovani (in un Paese in cui l’età media è di 16 anni). Sarà il tempo a stabilire se “Sweet Micky” - questo il suo nome d’arte - è davvero in grado di risollevare le sorti di questo popolo. Ad oggi ha mostrato non poche difficoltà nel creare la squadra di governo (solo il 5 ottobre è stata annunciata l’elezione di Gary Conille alla carica di Primo Ministro). Di certo, però, gli haitiani lo adorano: il suo volto è tinto sui muri, nelle strade impazzano i cartelloni che lo raffigurano vittorioso, e persino all’interno delle case/baracche ogni famiglia tiene in bella vista una fotografia di Martelly: «È il nostro Presidente!», urlano gli haitiani con enfasi. Una nuova era per Haiti è cominciata?

IMITLU ILGED OCNAIF LA INNA ETTES AD

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DA SETTE ANNI AL FIANCO DEGLI ULTIMI «Q

uando sono arrivata ad Haiti, 48 ore dopo il terremoto del 12 gennaio 2010, una signora mi è venuta incontro piangendo, mi ha abbracciato e mi ha detto: “Ora so che il Signore non ci ha abbandonati”». Così inizia il racconto di Suor Marcella, una missionaria italiana che ha scelto di passare la sua vita al fianco degli ultimi. Da sette anni si trova a Wharf Jeremie, pericoloso quartiere di Port au Prince, dove sta costruendo un piccolo “Villaggio Italiano”, per dare una speranza a queste persone. Cosa significa vivere a Wharf Jeremie? Significa vivere in un posto che per il governo non esiste, perché sulla carta non risulta abitato. E quindi non ci sono scuole, non c’è sanità, non c’è luce, non ci sono servizi. Eppure è popolato da 70mila persone. Haiti è una discarica a cielo aperto: mancano inceneritori, siti di stoccaggio, non c’è alcun piano di raccolta rifiuti, la gente brucia l’immondizia per strada. Perché? La colpa è dell’Occidente, del nostro modo di aiutare. Li abbiamo coperti di materiale di plastica e di “usa e getta”, senza istruirli su come raccogliere e smaltire i rifiuti. Così loro si comportano come han sem-


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pre fatto con la buccia di banana, vale a dire gettandola a terra. Solo che la buccia di banana si decompone, il bicchiere di plastica rimane lì per migliaia di anni. Noi gli abbiamo fatto bruciare le tappe, e ora loro ne pagano le conseguenze. La criminalità ad Haiti è una piaga sociale. Da dove nasce il mercato delle armi? Si sviluppa da un mondo che sfrutta i poveri; guai a pensare che gli haitiani comprino le armi. Abbiamo Nazioni intere che vogliono smaltire i propri armamenti, non dimentichiamo che ci troviamo davanti a Cuba, il Venezuela è a poca distanza e Miami è a soli cinquanta minuti in aeroplano. Esiste una volontà mondiale a cui fa comodo che Haiti versi in queste condizioni. Ci può essere un riscatto per questa popolazione? Assolutamente sì, anche loro sono nati per essere felici. Il tuo braccio destro, Lucien, è stato ucciso. Non ci son colpevoli né assassini. Cos’è adesso il Vilaj Italyen? Ho chiuso la clinica per un mese in segno di protesta. Ad Haiti la morte fa parte della vita, ma bisogna cambiare: non si sostituisce una persona così.

«Anche se popolato da settantamila persone, Wharf Jeremie è un quartiere “fantasma”: niente luce, niente scuole, nessun servizio e sanità inesistente. Esistenze al limite della sopravvivenza»

UN PAESE DI PRIMATI I VESSILLI DI UN GLORIOSO PASSATO

Correva l’anno 1492 quando tre piccole imbarcazioni note come “caravelle” sbarcarono sull’isola di Hispanola e scoprirono così il Nuovo Mondo. Haiti occupava la parte più occidentale sull’isola; vi approdò Cristoforo Colombo con la sua Santa Maria. Nel Settecento, era considerata la più ricca colonia europea d’America, principale esportatore mondiale di zucchero, superando in prosperità anche gli Usa. È stata la prima Nazione a fare proprio il motto di Liberté, Égalité, Fraternité, lanciato dalla Rivoluzione Francese, e a raccoglierne i vessilli. Il 1 Gennaio 1804 Haiti proclamando la sua indipendenza, divenne la prima repubblica indipendente dell’America Latina. È stato anche il primo Paese ad abolire la schiavitù.

GLI ECHI DI UN MESTO PRESENTE

Il passato glorioso lascia però spazio ad un mesto presente: Haiti oggi è considerato il Paese più povero dell’emisfero occidentale. Secondo il Rapporto sullo Sviluppo Umano del 2011, redatto dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp), questo Paese occupa la posizione numero 158 su 187 Paesi classificati analizzando i livelli di scolarizzazione, sanità e reddito pro capite. In termini di vite umane, il bilancio del terremoto che il 12 gennaio 2010 ha devastato Port au Prince è stato più pesante di quello tsunami che, nel dicembre 2004, provocò danni dal Sud-Est dell’Asia fino a toccare le coste dell’Africa Orientale. Oggi Haiti detiene un altro triste primato: è il Paese in cui è in atto la più grande epidemia di colera. GENNAIO 2012

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«Oltre 500 le opere esposte al Pac di Milano, dove la Pixar festeggia il suo 25° compleanno. La nota casa produttrice di film d’animazione ha dimostrato nel tempo come cuore e arte, tecnologia e cultura digitale possano viaggiare insieme verso un futuro sempre ricco di emozioni»

a chiamano “clonazione della realtà” e “sterminio del reale con il suo doppio”. È la cosiddetta iperrealtà, un territorio di percezione che non lascerebbe più spazio all’immaginazione di noi che guardiamo, sentiamo, tocchiamo, che non ci permetterebbe di illuderci, di immedesimarci, di emozionarci. È questo universo ipertecnologico, capace di definire e determinare anche le nostre emozioni, che il mondo dominato dai computer ci sta apparecchiando. Ma non è vero, non lasciamoci imbrogliare. Lo dimostra ampiamente la Pixar, la casa produttrice di film di animazione che ha nel suo Dna proprio la tecnologia più avanzata. Contraltare della Disney che, nell’immaginario collettivo, rimane legata ai fumetti e al tipo di lavorazione più “manuale”, la casa di Ed Catmull e John Lasseter festeggia i 25 di attività, mettendo in evidenza come cuore, arte e tecnologia possano camminare mano nella mano per portarci verso il futuro. Esempio paradigmatico Wall-E, il magnifico film di fantascienza, premio Oscar 2009, storia d’amore tra robot ambientata nel 2805. In una Terra » GENNAIO 2012

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abbandonata da settecento anni perché del tutto inquinata, vive un piccolo automa che continua il suo compito di compattare in cubi la spazzatura, ma che, a riposo, guarda in continuazione la cassetta del musical Hello, Dolly!, sognando di trovare una compagna, tenerla per mano, ballare con lei e non essere più solo. Improvvisamente un razzo deposita sul pianeta Eve, un robot femmina ad alta tecnologia in grado di volare, che però si disattiva nel momento in cui Wall-E le dona l’unica piccola pianta trovata fra le macerie. Quando il razzo torna a riprenderla, il robot gli si aggrappa per non perdere l’amata e arriva sulla mega-astronave Axiom, dove l’umanità sopravvive nel lusso sfrenato e nella sedentarietà totale, obesa fino all’immobilità e in contatto tramite schermi olografici. Una riattivata Eve (il cui nome è l’acronimo di Esaminatore di Vegetazione Extraterrestre) comunica di aver scoperto che sulla Terra può ricrescere la vita e che è tempo di riportare a casa l’umanità. Il pilota dell’astronave, tuttavia, è convinto che sia meglio rimanere nello spazio... Come negli altri undici lungometraggi - e nei numerosissimi “corti” - della Pixar, da Toy Story del 1985 al recente Cars 2, passando per i due sequel del capostipite, A Bug’s Life, Monsters & Co., Alla ri-

PIXAR: 25 ANNI DI ANIMAZIONE

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cerca di Nemo, Gli Incredibili, Ratatouille, Up e il primo Cars (tra i cui doppiatori spicca la voce di Paul Newman, nella foto sopra) in questo film ciò che conta è l’esplorazione delle infinite possibilità dell’immaginario. La formula magica che ispira la maggiore casa di produzione di animazione digitale del mondo è dettata dal direttore artistico Lasseter, regista due volte vincitore dell’Oscar: “l’arte sfida la tecnologia e la tecnologia ispira l’arte”. Ovvero il rapporto uomo/computer è del tutto paritario e bidirezionale, tanto che alla Pixar i disegnatori-scultori che utilizzano matita, argilla e colori sono quasi altrettanto numerosi dei programmatori digitali. E la loro fantasia, esortata a correre a briglia sciolta, è alla base di ogni realizzazione. Lo dimostra appieno la mostra Pi-

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xar: 25 anni di animazione, aperta al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano fino al prossimo 14 febbraio. Nelle sale si susseguono i disegni, gli storyboard, gli studi, i modellini, a dimostrare che l’iperrealtà creata dalle macchine possiede, in effetti, delle fondamenta e degli sviluppi dettati dall’umanità, dall’intelligenza e dalla fantasia degli artisti di questa casa, che non di rado si rifanno all’immaginario iconografico reale. Pensiamo a Ratatouille e alla pittura francese degli anni Venti (quella della mostra Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí, aperta a Ferrara fino all’8 gennaio) oppure a Gli Incredibili e alla grafica americana dei Cinquanta (vedi Saul Bass), tanto per fare due esempi di quanto si vede regolarmente distribuito nei film di questa vera e propria “bottega” d’arte per antonomasia del Rinascimento digitale contemporaneo. Nata come divisione di sviluppo

© Disney-Pixar

hardware e software della avanguardistica LucasFilm, la società fu acquistata nel 1986, per cinque milioni di dollari, da Steve Jobs, il fondatore della Apple recentemente scomparso, che diede origine con Catmull alla Pixar vera e propria. Se i progetti hardware (workstation di gestione delle immagini digitali) ebbero poco successo, i cortometraggi e lo sviluppo di software per la computer grafica le aprirono una strada trionfale. Nel 2006 fu la Walt Disney ad acquisirne il controllo. Può sembrare un paradosso editoriale, in realtà anche le animazioni computerizzate, come quelle manuali dei disegnatori di Topolino, Paperino & co., devono creare dei mondi che abbiano sì coordinate spazio-temporali e criteri di verità propri, ma soprattutto che rispecchino atmosfere e sensibilità del nostro mondo e che rispondano alla profondità del sentire umano.


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COME SI REALIZZA UN FILM DI ANIMAZIONE

«Frutto del lavoro collettivo di enormi team creativi, una pellicola di animazione non vive di attori e set reali, bensì di ambienti, personaggi, scene, luci, che nascono innanzitutto nell’immaginazione del regista» IL COPIONE

Punto di partenza del processo realizzativo è il resoconto dettagliato di quello che succederà nei fotogrammi: non contiene solo i dialoghi come nei film con gli attori, ma anche la descrizione della storia, dei personaggi e del mondo da narrare, con l’indicazione di luoghi, situazioni, movimenti...

LO STORYBOARD

Serie di disegni che illustrano come dovrebbero svolgersi le azioni sullo schermo. È il riferimento visuale del film.

GLI STORYBOARD DIGITALI

I diversi editor assemblano in formato video i disegni iniziali, sviluppando i tempi scenici e aggiungendo i dialoghi, gli effetti sonori e le musiche. Siamo allo scheletro.

I MODELLI

Sono le specifiche istruzioni digitali per la costruzione delle forme tridimensionali complesse dei vari personaggi, basate sui disegni e sulle istruzioni registiche.

LA MAQUETTE

La scultura reale in argilla del singolo personaggio, indispensabile per capire come si combinano tra loro le varie parti del suo corpo, viste da tutte le angolazioni.

I DIALOGHI

Registrazione in studio da parte degli attori, che permette agli animatori di creare movimenti ed espressioni in base alle parole e al tono di voce.

IL LAYOUT

Definizione dell’angolo di visuale e dei movimenti che deve fare l’immaginaria cinepresa, in base ai movimenti previsti dei personaggi e alle descrizioni sceniche.

LE ANIMAZIONI Sono il blocking, ovvero i movimenti principali che comunicano le idee del personaggio attraverso il suo movimento fisico, il polish, che comprende i complicatissimi movimenti facciali e tutti i dettagli specifici, e il painting, la pittura e le ombreggiature definitive.

L’ILLUMINAZIONE Le luci virtuali che enfatizzano il contenuto e indirizzano l’occhio dello spettatore, oltre a rendere visibile ogni particolare.

LA POST-PRODUZIONE L’inserimento della musica e degli effetti sonori e il relativo missaggio, cui segue il rendering finale, che comprime il mondo tridimensionale creato dai computer in una serie di immagini bidimensionali pronte per la pellicola. Un film è composto da 24 fotogrammi al secondo, il minimo perché l’occhio umano li percepisca in movimento: per una pellicola animata di un’ora e mezza bisogna creare 129.600 immagini.


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AttualitĂ , cultura, eventi associativi e occasioni di incontro. E poi, tutto su: previdenza, fisco, lavoro, welfare. Questo e altro ancora sul nuovo sito internet di 50&PiĂš. Uno spazio completo per essere sempre aggiornati sul mondo che ci circonda. Seguici su:


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[ INTERNET & DINTORNI DI PAOLO

NEGRINI ]

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«Il successo dei Social Network è un fatto indiscusso, e il “monarca” assoluto di questa piattaforma di comunicazione è Facebook. Chi poteva tentare una reale azione di contrasto se non un altro “re” del Web?»

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sando un termine molto in voga in questo periodo, Google è “sceso in campo” con la sua nuova piattaforma Google+ per cercare di contrastare il predominio di Facebook. Lo scontro tra titani è appena iniziato e gli eserciti si sono schierati. Da una parte Google, con il suo miliardo di iscritti, e dall’altra Facebook, con “solo” settecento milioni di utenti. Sicuramente ne vedremo delle belle ma nell’attesa, cerchiamo di capire cosa propone Google+.

»PerGoogle+ accedere al Social Network di Google+ andate all’indirizzo http://www.google.it. Nella barra del menu orizzontale (quella con lo sfondo nero), fare un clic su +Tu.

Sarete inviati alla schermata di benvenuto. Per iniziare ad usare Google+, è necessario avere un account con Gmail, il servizio di posta di Google. Se lo avete, premete il pulsante Entra e procedete, in caso contrario dovrete prima creare l’account dalla pagina principale di Google, www.google.it, facendo un clic su Gmail nella Barra del menu orizzontale, posto nella parte superiore della pagina. Accederete ad una nuova pagina in cui potrete eseguire la procedura di creazione dell’account. » GENNAIO 2012

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ISTRUZIONI PER L’USO - 4

GOOGLE+ (parte I )


ISTRUZIONI PER L’USO - 4

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Premuto il pulsante Entra, inserite le credenziali di accesso dell’account precedentemente creato. Digitate e-mail e password, inserite - se volete - una vostra foto che entrerà nel vostro profilo, premete il pulsante Entra ed accederete alla Home page di Google+.

La pagina è organizzata in varie sezioni. Nella parte superiore è presente la classica Barra del menu di Google, alla quale sono stati aggiunti sul lato destro, il vostro nome, il pulsante Condividi, una miniatura della foto del vostro Profilo dalla quale con il clic è possibile accedere alle impostazioni del Profilo, Privacy, Cerchia di amici ed impostazioni Account. L’ultimo pulsante della barra è una rotellina dentata da cui si accede alle Impostazioni di Google+, all’Invio commenti, alla Cronologia Web ed alla Guida a Google+.

Sotto alla Barra del menu è presente una barra di pulsanti per accedere alla Home page di Google+, Foto, Profilo, Cerchie e Giochi e, infine, una casella Cerca che permette di cercare amici da far entrare nella vostra cerchia.

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Sul lato sinistro, sono presenti oltre alla foto del vostro profilo, le Cerchie in cui sono organizzati i vostri contatti. Le Cerchie di Google+, consentono di organizzare le persone secondo le connessioni sociali della vita reale, ad esempio “famiglia”, “colleghi”, “bridge”, ecc. È possibile, quindi, condividere dei contenuti solo con le persone adatte a quel contenuto. Ad esempio, potete postare un annuncio relativo all’ultima partita a bridge giocata con un gruppo di amici e mostrarlo solo alle persone nella Cerchie degli amici del bridge. L’utilizzo delle Cerchie è molto interessante perché permette, oltretutto, di personalizzare le informazioni sul vostro profilo personale per le vostre cerchie. Potreste rendere visibili alla cerchie di vostri amici i dettagli di contatto, la posizione geografica e le informazioni sulle relazioni, mentre il vostro curriculum lavorativo e degli studi, visibile solo alla cerchia dei vostri colleghi. Stream e cerchie: facendo clic su Stream saranno visualizzati nella parte centrale della pagina, tutti i contenuti condivisi da tutte le vostre cerchie. Facendo clic sul nome di una cerchia, verrà visualizzato lo stream solamente per quella cerchia. Selezionando la cerchia “famiglia”, saranno visualizzati post e informazioni relative solo a quella cerchia. In arrivo: è lo Stream di contenuti condivisi con voi da persone che non sono nelle vostre cerchie. Se decideste di aggiungere una persona dal vostro stream In arrivo alle vostre cerchie, passatevi sopra il mouse e fate clic sul collegamento Aggiungi alle cerchie, nella parte superiore del post. Notifiche: è la visualizzazione a tutta pagina di tutte le Notifiche di Google+. Potete ricevere notifiche quando si verificano eventi importanti, ad esempio quando venite aggiunti a una cerchia o quando venite menzionati in un post.


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Sotto alla lista delle Cerchie è presente l’accesso alla Chat, che permette di effettuare chiamate vocali e video con amici e familiari.

Sul lato destro dello schermo, i contenuti variano in base all’attività che stiamo svolgendo. Nell’ordine troviamo: 1. La Lista dei nostri amici, una lista di nomi di persone di cui non siamo ancora amici ma che potremmo conoscere;

La parte centrale della schermata è il cuore pulsante di Google+. Viene definito Stream e corrisponde a quello che conosciamo come Bacheca in Facebook.

»Lo Stream Stream è lo spazio in cui potete parlare dei vostri argomenti preferiti con le persone a cui tenete. Raccoglie tutti i contenuti che le persone hanno condiviso con voi ma, a differenza della Bacheca di Facebook, permette anche di visualizzare i post di un solo contatto o di cerchie specifiche. I post possono essere di testo, foto, video, link o indicatori di posizione. Quando condividete i vostri post con singole persone o con una cerchia, questi saranno visualizzati nel loro Stream. Per scrivere un post, fate un clic nella casella Condividi le ultime novità e digitate il contenuto del post. Possono essere inseriti video, immagini e collegamenti, facendo un clic sul relativo pulsante. È inoltre possibile inserire la propria posizione geografica. Scritto il post, dovrete decidere con chi condividerlo. L’impostazione predefinita è Pubblico. Fate un clic su Aggiungi altre persone.

Selezionate la Cerchia o le Cerchie con cui condividere.

2. Il pulsante Invita amici, mediante il quale possiamo inviare un messaggio ad un nostro conoscente per invitarlo a partecipare a Google+;

Premete il pulsante Condividi. Fatto ciò, il messaggio sarà visibile alle persone con le quali avete deciso di condividerlo e potrà da queste essere commentato facendo un clic sul pulsante Commenta.

3. Il pulsante Apri un videoritrovo che consente di usare la chat video dal vivo, riunendo tutti i partecipanti come se foste nella stessa stanza; 4. Crea una pagina Google+ che consente alle aziende, ai prodotti, alle marche e alle organizzazioni un’identità pubblica e la presenza su Google+.

Un post da voi inserito, può essere Cancellato, Modificato, Bloccato e possono essere disabilitati i commenti. Facendo un clic sul pulsante alla destra del post, si aprirà una tendina dalla quale scegliere l’opzione preferita. Queste azioni possono essere eseguite anche dal proprio profilo, come vedremo più avanti.

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ISTRUZIONI PER L’USO - 4

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Inserire immagini, video, collegamenti e posizione geografica in un post » Immagini Scrivete il post e premete il pulsante Aggiungi Foto.

- Caricare video dal proprio computer: scegliete il video e premete il pulsante Apri. - YouTube. Questa scelta determina l’apertura di una finestra dalla quale potrete inserire l’indirizzo della pagina in cui viene visualizzato il video. Se non conoscete l’indirizzo dove è pubblicato il video, scegliete l’opzione Cerca, digitate nella casella di ricerca il termine chiave e premete il pulsante di Ricerca (segnalato con la lente di ingrandimento). Saranno proposti tutti i video che corrispondono alla chiave di ricerca inserita. Selezionate il video e premete il pulsante Aggiungi Video.

Selezionare la foto dal proprio computer e premere Apri. La foto sarà inserita nel post. Crea un album permette, contestualmente all’inserimento di foto nel post, di creare un album. Sarà necessario dare un nome all’album prima di importare le foto dal proprio computer. Tutte le foto inserite nell’album saranno inserite nel post. Il video sarà caricato nel post e sarà immediatamente visualizzabile.

Per importare le foto dal proprio telefonino sarà necessario installare un’applicazione.

Video »Scrivere il post e premere il pulsante Aggiungi video. Come per le foto, abbiamo tre possibilità:

- L’opzione Da telefonino sarà disponibile solo dopo il caricamento di un apposito software.

Collegamenti »Facendo un clic sul pulsante Collegamenti (segnalato con la catenella) si aprirà una casella di testo in cui inserire l’indirizzo del sito che si propone di visitare. Premete Aggiungi per completare.

La posizione geografica consente di visualizzare una mappa che indica dove vi trovate. Non tutti i browser supportano tale funzione.

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STAR BENE

[ PREVENZIONE DI

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LA VITA È MOVIMENTO E IL MOVIMENTO È VITA

ALESSANDRO MASCIA ]

Il segreto di una corretta postura?

CONSAPEVOLEZZA E COSTANZA «Il corpo richiede attenzione anche quando non è in movimento. Come durante le ore trascorse al computer. Poche regole possono salvarci la schiena: l’importante è abituarsi ad un atteggiamento corretto»

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evoluzione della specie ha impiegato millenni perché l’Homo diventasse Erectus. E soltanto altri 40 anni per diventare Sedutus. Fermo restando il fatto che la biomeccanica dell’essere umano è conformata per assolvere nel modo più performante possibile alla funzione del movimento e del dinamismo, dobbiamo comunque confrontarci con la realtà della scrivania e, in particolare, di quest’ultima in rapporto all’utilizzo del computer. Un concetto da tener sempre presente è che “la vita è movimento e il movimento è vita”, ed è sempre opportuno concedersi del tempo da dedicare all’attività motoria, anche il solo camminare. Dopo questo doveroso antefatto, vanno chiariti alcuni peculiari aspetti del controllo “consapevole” della posizione corretta del nostro corpo rispetto al

piano di lavoro della scrivania e di come dobbiamo stare seduti al computer. Dico “consapevole” perché il mantenimento della postura corretta è sempre frutto di un atto volontario. L’automatismo (involontario) della postura corretta non esiste, in quanto il siste-

ma muscolo-scheletrico tende sempre ad abbandonarsi alla forza di gravità per il principio del maggior risparmio energetico possibile che il corpo attua in tutte le situazioni. Il vero automatismo è, invece, l’abitudine a posizionarsi sempre in modo corretto, mantenendo poi sem-

pre il controllo della posizione. La sedia deve avere una altezza da terra tale da permettere di tenere i piedi ben poggiati sul pavimento. Sarebbe quindi opportuno avere a disposizione una sedia regolabile in altezza. Il bacino deve essere posizionato il più indietro possibile sulla

È importante

Per evitare un sovraccarico della colonna cervicale, dorsale e delle spalle, i gomiti devono sempre poggiare comodamente sul piano di lavoro.

Per non affaticare

Ogni giorno

abituarsi ad una posizione seduta corretta: piedi ben piantati a terra, bacino ben accostato alla seduta della sedia e colonna eretta.

troppo la vista, è opportuno posizionare lo schermo ad almeno 60-70 centimetri di distanza dagli occhi.

sarebbe importante dedicare 45-60 minuti del proprio tempo per fare una passeggiata all’aria aperta, senza fermarsi.

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STAR BENE

seduta della sedia, in modo tale da avere un appoggio completo delle cosce sulla sedia fino a toccare, con la colonna e il bacino stesso, lo schienale della stessa. Si deve avere la percezione di poggiare su due ossa (le cosiddette tuberosità ischiatiche) che si trovano sotto il bacino, in profondità, ricoperte dai glutei. Dobbiamo immaginarle come se fossero i piedi del tronco in posizione seduta. La colonna deve essere mantenuta in posizione eretta (come se si dovesse cercare di crescere di 1 centimetro), in appoggio sullo schienale. L’altezza del tavolo deve essere tale da permettere di poggiare comodamente i gomiti sul piano di lavoro e quindi la tastiera leggermente distante da noi, in modo tale da poter muovere le mani in modo naturale e non forzato. Spesso, il ripiano estraibile per la tastiera dei tavoli studiati appositamente per il computer, non offre la possibilità di poggiare correttamente e comodamente i gomiti. Questo vuol dire che la sospensione delle braccia e delle mani, per l’utilizzo del mouse e della tastiera, deve essere sostenuta esclusivamente dai muscoli superiori delle spalle. La conseguenza diretta è un costante e progressivo sovraccarico della colonna cervicale e dorsale, nonché delle spalle stesse. Quindi: gomiti e polsi sempre in appoggio. L’appoggio dei gomiti è molto importante in quanto il mouse deve essere manovrato soltanto con il polso, mentre l’avambraccio deve essere completamente poggiato sul tavolo. Il gomito non deve essere, come a volte capita di vedere, sospe-

{ LA COLONNA VERTEBRALE VA SEMPRE } MANTENUTA ERETTA E APPOGGIATA ALLO SCHIENALE

so in aria, perché nel tempo possono strutturarsi delle tensioni muscolari che possono procurare dolori all’arto superiore (tipo epicondilite), alla spalla (tipo sindrome da conflitto a carico del tendine del sovraspinoso), e alla colonna cervicale, con possibili cervico-brachialgie. Altra condizione importante è il posizionamento dello schermo del computer. Quest’ultimo deve essere evidentemente frontale rispetto al nostro assetto e, inoltre, deve trovarsi all’altezza degli occhi in modo tale da non dover guardare verso il basso portando, quindi, la

colonna cervicale in inversione di curva (può essere sufficiente posizionare dei libri sotto lo schermo per poterlo rialzare). Inoltre, per non stancare o sovraccaricare troppo la vista, è opportuno posizionare lo schermo ad almeno 60-70 centimetri di distanza dagli occhi. Esistono nel nostro corpo, a livello inguinale e dietro le ginocchia, delle zone di passaggio di strutture vascolo-nervose che, in una prolungata posizione seduta, possono entrare in sofferenza. Queste zone, se compresse a lungo, possono provocare stasi venosa e linfatica

agli arti inferiori e, quindi, conseguente gonfiore ai piedi e alle caviglie. È importante, dunque, alzarsi e fare qualche passo a intervalli di tempo regolari, possibilmente senza superare l’ora in posizione seduta. È oltremodo importante, sempre per prevenire stasi agli arti, non accavallare le gambe per periodi di tempo prolungati. Come per tutte le posizioni mantenute per lungo tempo è consigliabile, prima e dopo, effettuare esercizi di allungamento dei muscoli della colonna e degli arti inferiori, in modo tale da evitare a quest’ultimi di restare rigidi e corti. Ribadisco il concetto iniziale: “Il movimento è vita”. È importante riuscire, sempre e comunque, a trovare del tempo per fare dello sport leggero all’aria aperta o, perlomeno, una bella passeggiata di almeno 45-60 minuti senza mai fermarsi.

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citrus sinensis ARANCIA

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SAPORI & COLORI

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DI M ARINA CEPEDA FUENTES

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in dai tempi antichi l’odore delle zagare segnalava ai navigatori la vicinanza della Sicilia, tanti erano gli aranceti che vi fiorivano. E mentre il poeta arabo Abd Ar-Rahman di Trapani scriveva che «...nell’isola, quando le arance maturano,/esse paiono fuochi ardenti tra rami di smeraldo», un altro poeta, Alì-Ballanùbi di Villanova, cantava le arance della Conca d’Oro palermitana con questi versi: «Gioisci delle arance che raccogli,/dalla loro presenza viene gioia». Ma il primo a parlare della dolcezza delle arance siciliane fu lo storico Ugo Falcando che, nel XII secolo, narrò la storia dei Normanni in Sicilia e descriveva le arangias «piene al loro interno di un succo per nulla agro, le quali sem-

«Frutto dalle numerose proprietà - ricco di potassio, calcio, magnesio, fosforo e, soprattutto, di vitamina C - consumato regolarmente, favorisce la prevenzione dei malanni stagionali» 40 I

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brano colpire più per la loro bellezza che per la loro utilità, prodotte da un albero sostenuto da una gaia continua giovinezza». Le sue affermazioni sull’utilità del frutto sono state però smentite dalla medicina moderna sebbene già i Romani, come scrivono Virgilio e Plinio, conoscessero le proprietà terapeutiche della specie amara o melangola (Citrus bigaradia), che portarono dai loro viaggi in Oriente. Ma le varietà di arance dolci coltivate (Citrus aurantius dulcis) provengono dalla Cina meridionale, dal nord della Birmania e dell’Annam. I primi a introdurre le arance nell’Europa mediterranea sono stati gli arabi che erano grandi navigatori. Così accadde in Sicilia e anche nel Levante spagnolo dove le arance, chiamate naranjas, dal vocabolo persiano, narang, arrivarono nell’XI secolo. Nel XIV secolo furono i portoghesi, durante i loro viaggi in Africa e in Asia, a introdurre e diffondere la coltivazione dell’arancio nel resto del mondo occidentale. E perciò

in alcuni luoghi, come nel Piemonte e in alcune zone della Liguria, fino al secolo scorso le arance si chiamavano portugal e gli aranceti portogalliere. Ma tuttora in Sicilia esiste una varietà di arancio “portualla”. Da allora la coltivazione delle arance si è diffusa in tutto il mondo e rappresenta oggi, dopo le banane, il frutto più consumato in assoluto, salvo nei Paesi dell’Oriente, dove è il mandarino a farla da padrone. In Italia le arance vengono coltivate in Calabria, Campania, Lazio, Basilicata, Puglia, Sardegna e, soprattutto, Sicilia dove, fra le molte varietà, spicca nell’area Igp (Indicazione Geografica Protetta) la cosiddetta “Arancia Rossa di Sicilia”, delle varietà Moro e Tarocco, la cui colorazione rossa è dovuta a pigmenti naturali antiossidanti denominati “antociani”, ricchissimi di vitamine. Ma le proprietà del prezioso agrume sono moltissime: fiori, foglie, buccia, frutto, tutto si utilizza. D’altronde, 100 grammi di arancia contengono: 7 gr


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“CHARLOTTE“ ALL’ARANCIA

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di zucchero, 1,6 gr di fibre alimentari, 200 mg di potassio, acidi organici, calcio, carboidrati, magnesio, fosforo ed inoltre tracce di ferro, rame, zinco, manganese, sodio, cobalto, zolfo bromo e iodio. Ma, soprattutto, tante vitamine fra cui la vitamina C: fino a 80 mg nelle arance rosse. Il consumo di due arance costituirebbe il fabbisogno giornaliero per prevenire malattie cardiovascolari da invecchiamento e limitare lo sviluppo di alcuni tipi di tumori. Ma anche per combattere i virus e favorire la sintesi delle proteine e l’assorbimento del ferro. Attenzione, però, perché la vitamina C è “volatile” e si ossida facilmente a contatto con aria e caldo: già dopo la raccolta dei frutti la quantità decresce progressivamente. Le prove di laboratorio hanno dimostrato che il succo d’arancia congelato ha più alti livelli di vitamina C rispetto a quello fresco. Insomma, occorrerebbe acquistare arance fresche per l’uso quotidiano e non farne una scorta per l’intera settimana, scegliendo quelle con la buccia ben idratata e con alcune foglie verdi ancora attaccate al picciolo. Poi, conservarle in frigo nel

reparto frutta, o meglio all’aria aperta in inverno; spremerle solo all’occorrenza e bere la spremuta subito dopo senza zuccherarla, perché lo zucchero diminuisce ulteriormente il contenuto di vitamina C. Sulla pelle le arance fanno da scudo contro i radicali liberi e l’invecchiamento cutaneo; perciò si consiglia di passare il succo sul volto e sul collo ogni giorno: un tonico ottimo ed economico! Solo in pochi casi l’arancia può far male al nostro corpo: se si soffre di ulcera gastrica e di enterocoliti. In gastronomia l’arancia viene utilizzata anche nella preparazione di alcuni liquori e le bucce sono ottime candite. Ma si possono preparare anche molti piatti raffinati: “penne alla arancia”, “risotto con gamberi e arance rosse; “anatra all’arancia”, “spigola all’arancia”, ecc. Ed è ottima anche in insalata con le olive nere di Gaeta. Quanto ai dessert, eccone uno squisito, la “charlotte all’arancia”: poche calorie ma una vera “bomba” vitaminica, da consumare con una cioccolata calda nelle lunghe seratate invernali.

Ingredienti 6 grandi arance (meglio se tarocchi siciliani) Frutta candita (arance e limoni) 4 uova 50 gr di burro 1/2 bicchiere di latte 35 gr di farina 60 gr di zucchero 120 gr di biscotti savoiardi Zucchero a velo

1 ora

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350 a porzione (100 gr) 6 persone

Preparazione Sbucciare 4 arance togliendo le pellicine bianche e tagliarle a fette sottili; poi spremere le altre 2 lasciando il succo da parte. Sbattere in una ciotola le uova intere con lo zucchero, la farina, il burro fatto sciogliere precedentemente e il latte scaldato: mettere sul fuoco per far prendere il bollore. Appena inizierà a bollire spegnere la fiamma e aggiungere un paio di cucchiai di succo di arancia: verrà una sorta di crema molto liquida. Prendere un stampo tondo e alto, immergere rapidamente i biscotti nel succo di arancia rimasto e rivestirne il fondo e i lati alternando con alcune fette di arance passate nello zucchero a velo. Poi coprire il fondo della teglia con parte della crema preparata e una manciatina di frutta candita tagliata a dadini. Mettere un altro strato di arance affettate e biscotti imbevuti nel succo di arancia e continuare così, alternando arance e biscotti con la crema e la frutta candita. L’ultimo strato deve essere di biscotti ben inzuppati. Lasciare in frigo per almeno 3 ore. Servire guarnendo con fettine di arancia candita e accompagnare con un buon passito di Pantelleria o con un bicchierino di Marsala.

Curiosità

Il nome di questa tipologia di dolce, “charlotte”, preparato con i biscotti savoiardi, crema e una farcitura che cambia ogni volta, s’ispira a quello di Carlotta di Meclemburgo-Strelizt, sposa di Giorgio III, re dell’Inghilterra fino al 1820: si racconta che il celebre dessert fu creato dal pasticciere reale per far riprendere le forze alla regina dopo ognuna delle sue quindici gravidanze, la prima delle quali a 17 anni.

PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it

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La “bella vita” australiana

VIAGGIO DEL CUORE

«Fondata nel 1835, Melbourne è ritenuta la città più vivibile del pianeta, grazie alle sue infrastrutture, all’attenzione nei confronti dell’ambiente, ma anche a un basso livello di criminalità»

UNA

M

ETROPOLI MODERNA

dall’anima antica

DI LORIS

POR CHERI

« [ IN ALTO, FLINDERS STREET STATION, LA PRIMA STAZIONE FERROVIARIA DEL CONTINENTE CON, SULLO SFONDO, L’EUREKA TOWER, SIMBOLO DELLA MODERNA

MELBOURNE. ]

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elbourne si estende su un’area immensa. È una città maestosa tanto dal punto di vista architettonico quanto per le sue dimensioni. Dispone di un elaborato sistema tramviario; dispone di musei, scuole, giardini pubblici, elettricità, gas, biblioteche, teatri, centri minerari, centri per le arti e le scienze, navi, ferrovie, un porto, club ricreativi e tante chiese e banche. In una parola, essa possiede tutto ciò di cui necessita la moderna metropoli. È la città più grande dell’Astralasia, e occupa il posto con onore e autorità». Uno spot pubblicitario? Non proprio... È la descrizione che Mark Twain fece della città nel suo Seguendo l’Equatore. In viaggio intorno al mondo, pubblicato nel 1897, nel quale offriva uno spaccato del mondo coloniale dell’epoca, e riconosceva la “maestosità” di questa città.

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È trascorso oltre un secolo d’allora, ma l’immagine che Melbourne offre di sé oggi non è dissimile da quella che colpì lo scrittore americano: elegante, colta, vivace, moderna, ma anche una città che, grazie all’attenzione, alla qualità dei servizi unita al basso livello di criminalità viene considerata la più vivibile del pianeta. Una palma assegnatale recentemente dall’Economist Intelligence Unit, che, in base a specifici parametri (tutela ambientale, attività culturali, sistema sanitario, infrastrutture, sistema educativo), l’ha innalzata al top della classifica. Capitale dello stato di Victoria, cosmopolita, crocevia di culture e religioni, Melbourne è la seconda città australiana per dimensioni dopo Sydney, e quella in cui la presenza italiana è più nutrita: ben 1 milione e 200mila (già alla terza generazione) dei suoi 4 milioni di abitanti proviene dal nostro Paese. Pur essendo una moderna metropoli ha comunque conservato la tranquillità e il vivere bene dei piccoli centri: qui tutto è slow (lento), la vita scorre piano, la frenesia è bandita dalla quotidianità. Ma è un errore credere che


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Melbourne

Fondata nel 1835 in prossimità del fiume Yarra, su tersia una città sonnolenta; cultura e mondanità la fanno ritori acquisiti con scaltrezza agli aborigeni da due imda padrone, così come divertimento e creatività. Ristoprenditori inglesi, John Batman e John Pascoe Fawkner, ranti, caffè, pub, locali notturni, boutique, librerie, muche li barattarono con coperte, asce e paccottiglia, ebsei e gallerie d’arte, mercati multietnici, persino un casibe il suo massimo splendore intorno alla metà del XIX nò animano i quartieri ad ogni ora del giorno e della notsecolo a seguito della scoperta di giacimenti auriferi in te. Eventi artistici, culturali e sportivi regalano quel tocquell’area, scoperta che determinò co di intellettualità che la rendono più un boom economico vertiginoso. Il misimile alle metropoli occidentali di «Più di un quarto raggio dell’eldorado australiana fu irogni altra città australiana. della popolazione è resistibile: accorsero in migliaia da Non solo: per la sua eleganza (non costituito da italiani ogni parte del mondo e la piccola coper nulla Melbourne è considerata la immigrati ormai munità in pochi anni superò i 123miFashion Capital australiana) dal 21 giunti alla terza la abitanti. Insieme alla popolazione Luglio 2004 è gemellata con Milano. generazione» crebbe a dismisura anche la città, che Collins street, “la 5° Strada Austradiventò una fiorente metropoli tanliana”, con i suoi negozi di stilisti, to da meritarsi l’appellativo di Marveltutti italiani, e con il nuovissimo nelous Melbourne, meravigliosa Melbourne. gozio “Tiffany” in bella mostra, ne è il cuore. Fu questo il periodo in cui l’architettura Vittoriana diede Melbourne miscela sapientemente il fascino dell’Era Vitil meglio di sé, rendendo quest’angolo d’Australia uno toriana con la modernità e l’avanguardia architettonica specchio della vecchia Europa. del XXI secolo. »

[ IN ALTO, LO SKYLINE DELLA CITTÀ VISTO DALLO SHRINE OF REMEMBRANCE, ALL’INTERNO DEI GIARDINI BOTANICI. QUI SOPRA, UNO SCORCIO DI FLINDERS PARK, CON UNA SCULTURA ABORIGENA. ]

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VIAGGIO DEL CUORE

«La possibilità di crearsi un futuro è ciò che convince i giovani ad arrivare qui»

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“MUSEO ITALIANO CULTURAL CENTER” IL CONTRIBUTO ITALIANO ALL’AUSTRALIA

Il “Museo Italiano Cultural Center“ di Melbourne ha da poco celebrato un anno di vita. Situato nel palazzo del Co.As.It - Associazione di Assistenza Italiana, nel cuore di Carlton, dove risiede la “Società storica dell’Immigrazione italiana”, è stato realizzato non solo con il contributo dell’Italia ma, soprattutto, grazie a generosi finanziamenti del governo di Canberra. Una ulteriore dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, del riconoscimento per l’immenso contributo che gli italiani hanno dato a questa Nazione-Continente. Il museo si divide in diverse sezioni che rappresentano i vari stadi che ogni immigrato affronta: la partenza, le difficoltà iniziali, la nostalgia, i sacrifici e l’integrazione accompagnata, in moltissimi casi, dal successo economico. Frequentatissimo non solo dagli italiani che vivono qui ma da tantissimi gruppi di studenti di ogni età. Si possono vedere i biglietti d’imbarco per le navi che partivano da Trieste, Genova, Napoli e Messina durante gli anni Cinquanta; le foto di tanti giovani sorridenti perché felici di partire con il sogno di crearsi un futuro, ma anche di anziani con sguardi malinconici che, forse, sapevano non

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avrebbero più rivisto il loro Paese. Durante la visita si ascolta, sia in italiano che in inglese, la lettura di alcune lettere scritte dagli immigrati ai loro cari rimasti in Italia: alcune piene di speranza, di meraviglia e ammirazione per l’Australia; altre, invece, ci raccontano la nostalgia e le difficoltà ad inserirsi in una cultura così diversa. Si possono ammirare le foto dei primi bar italiani con quelle antiche macchine da caffè fatte in Italia, i negozi di generi alimentare e le prime fabbriche di pasta. Ma la presenza italiana non si ferma solamente all’alimentazione, anche se questa rappresenta la presenza più visibile. Il museo allora ci mostra che i nostri primi immigrati erano capaci di creare compagnie teatrali, organizzare festival di film e di canzoni italiane. Chi viene in Australia, anche per una breve vacanza, non si lasci sfuggire la possibilità di visitare il Museo di Immigrazione Italiana di Melbourne. Antonio Marrocco* Per saperne di più: www.museoitaliano.com.au www.coasit.com.au * Responsabile 50&Più Enasco Perth - Australia

La corsa all’oro terminò sul finire del secolo, ma le testimonianze di quell’intenso periodo si possono ancora ammirare passeggiando per le sue vie dove antico e moderno si rincorrono in un’alternanza di storia e futuro. Il Royal Exhibition Building, del 1880, ha ospitato la prima seduta del primo Parlamento australiano, nel 1901. L’edificio si trova all’interno dei Carlton Gardens e con essi è stato designato dall’Unesco, Patrimonio dell’Umanità. Al suo fianco il Melbourne Museum, sei piani di tecnologia d’avanguardia; tra i suoi spazi il Bunjilaka Aboriginal Center, dedicato alla cultura aborigena, e la Forest Gallery con 8mila alberi di 120 specie. Queen Victoria Market è un’altra istituzione. Nato nel 1866 come mercato della carne, ancora oggi è meta di turisti e non solo. Frutta e verdura, ma anche carne, pesce, gastronomia proveniente da ogni parte d’Australia a prezzi competitivi, fanno bella mostra su decine di banchi. Frequentatissimo anche il settore non alimentare, dove è possibile trovare prodotti artigianali aborigeni. Presso i Fitzroy Gardens si trova il Cook’s Cottage, la casa del capitano James Cook (nella quale, in realtà, non ha mai abitato). Realizzata in Inghilterra nella metà del ‘700, è stata smontata e ricostruita qui nel 1934. Altro simbolo di “antica modernità” è Flinders Street Station, la prima stazione ferroviaria del Continente, ancora oggi snodo ferroviario metropolitano della città. In arenaria color miele, ha la facciata costellata di orologi, tanto che “under the clocks” (“sotto gli orologi”) è diventato il punto di ritrovo privilegiato da decenni. Di fronte alla stazione, un’altra delle mete turistiche più frequentate: Federation Square, sede di importanti eventi culturali nazionali e internazionali (oltre 2mila l’anno), sfilate di moda, conferenze e concerti. Ma anche ristoranti, bar, negozi, agenzie turistiche. Federation Square Complex, una mirabile alchimia di vetro, zinco, arenaria e acciaio ospita, tra gli altri, l’Australian Centre for the Mo-


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DOVE LO SPORT È ECCELLENZA

Non si può parlare di Melbourne senza parlare di sport. Ma quale? Football australiano? Ippica? Sì, ma anche tennis, automobilismo, moto, cricket, rugby, nuoto, e tanto altro ancora. Perché Melbourne è anche la capitale dello sport, ed oltre ad avere 10 squadre su 16 di football australiano (sport che si gioca in autunno,inverno e primavera, il più seguito in assoluto), che militano in campo nazionale e a vantare l’evento sportivo per eccellenza di ippica, la Melbourne Cup, è teatro di una miriade di manifestazioni che si susseguono nel corso dell’anno. Eccone alcune tra le più importanti di questo 2012. TENNIS OPEN D’AUSTRALIA

ving Image dedicato all’arte visiva (cinema, televisione, digitale) con rassegne di film e festival cinematografici; Ian Potter Centre, dedicato all’arte australiana; Ngv Kids Center, nel quale programmi appositamente studiati stimolano la creatività dei bambini. Ma se si desidera godere della città in un colpo solo, non c’è niente di meglio che salire sull’Eureka Tower: 91 piani distribuiti su 300 metri di altezza, è il grattacielo più alto al di sotto dell’Equatore. Deve il suo nome ad una vicenda storica conosciuta come Eureka stockade, la rivolta dei minatori avvenuta il 3 dicembre 1854, e finita tragicamente. Anche l’architettura di questo magnifico grattacielo richiama quell’evento: l’oro che riveste gli ultimi dieci piani simboleggia la febbre dell’oro dell’epoca; la striscia rossa, il sangue versato durante quella battaglia; il colore blu e le strisce bianche, la bandiera. All’88° piano, un’emozione ancora più forte: The Edge. È un cubo sporgente di vetro opaco che, premendo un pulsante, diventa trasparente. Sospesi lassù, si può osservare Melbourne a 360 gradi: monumenti, parchi, grattacieli, il fiume Yarra che l’attraversa tortuoso, dividendola in due... la vita che scorre lenta, il passato che si mescola al futuro... Lo sguardo arriva fino alle montagne di Dandenong Ranges e alla baia di Port Phillip, e abbraccia questa città che, all’interno dei suoi meravigliosi Giardini Botanici, nasconde Shrine of Rimembrance, il santuario ai Caduti di tutte le guerre, un’icona nascosta della storia australiana che, con le celebrazioni del 25 aprile e dell’11 novembre, rende omaggio ai ragazzi “caduti” per il mantenimento della pace nel mondo (l’Australia, essendo nel Commonwealth, è coinvolta in tutte le spedizioni militari soprattutto in Medio Oriente). Diceva Mark Twain: «Melbourne una città maestosa (...) e occupa il posto con onore e autorità». Come dargli torto?

Per questa prima tappa del Grande Slam i più grandi nomi del circuito mondiale si sfideranno dal 16 al 29 gennaio. Gli organizzatori hanno annunciato che questo sarà il torneo più ricco dell’anno con un montepremi che supererà i 18milioni di euro. I vincitori del singolare maschile e femminile riceveranno 1,67milioni di euro a testa. GRAN PREMIO F1 E MOTO

Come da tradizione il circo della Formula 1 apre la stagione con il Gran Premio d’Australia e si dà appuntamento sul circuito di Albert Park dal 16 al 18 marzo. Scenario delle gare dei campionati mondiali di moto Gp e Superbike sarà, invece, il circuito di Phillip Island. Queste le date: Superbike: 28 febbraio; Moto GP: 28 ottobre. CICLISMO

[ IN ALTO, UNO DEI PANORAMI PIÙ BELLI CHE SI POSSANO INCONTRARE

GREAT OCEAN ROAD: I DODICI APOSTOLI, I FARAGLIONI ALTI PIÙ DI 60 METRI, CHE SI ERGONO DALL’OCEANO. NELLA PAGINA ACCANTO, GIOVANI IMMIGRATI NEGLI ANNI ‘50. ]

SULLA

Verranno da oltre 40 Paesi e si sfideranno anche per trovare un posto alle Olimpiadi di Londra 2012. È questa la prova che attende gli atleti che parteciperanno ai Campionati Mondiali di Ciclismo su pista che si terranno a partire dal 5 aprile. Sarà questa l’ultima prova per qualificarsi alle prossime olimpiadi. GENNAIO 2012

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TURISMO

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«Fu l’anno in cui i lanaioli fiorentini, per denigrare la provenienza “contadina” del Panno Casentino, pretesero che venisse marchiato col simbolo di una pecora»

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[ ITINERARI DI SILVIA TOSCANO ]

NELLA VALLE DEL CASENTINO ANTICO «Con le sue valli e montagne, offre un suggestivo percorso museale nel territorio aretino, dove è possibile ripercorrere la storia della manifattura laniera, e magari visitare una delle fabbriche più importanti d’Italia sino alla metà del ’900» IL TIPICO COLOR ARANCIONE È NATO DA UN ERRORE

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locali, al panno a “ricciolo” e alla sua storia è dedicato il Museo dell’Arte della Lana a Stia (detta un tempo “la piccola Manchester”): un ricchissimo luogo della memoria, denso di oggetti, documenti cartacei e foto che rivelano i segreti della lavorazione laniera pre-industriale, con laboratori didattici, un percorso tattile e uno tra le vasche di tintura, dove si apprende che il colore simbolo del tessuto, l’arancione, fu originato da un errore. Il tutto in una restauratissima fabbrica laniera tra le più importanti d’Italia, fino a metà Novecento: un mirabile esempio d’archeologia industriale non lontana, peraltro, dall’Eremo di Camaldoli e dalle secolari foreste casentinesi. Informazioni Museo dell’Arte della Lana Via Sartori 2 - 52017 Stia (Ar) Tel. 0575582216 www.museodellalana.it

UN TERRITORIO TUTTO DA SCOPRIRE

Memorie, saperi, tesori diffusi nella prima valle dell’Arno, a contatto con i borghi delle comunità locali a tutela e valorizzazione del territorio: questo è l’Ecomuseo del Casentino. Si va dal Museo della Castagna a Raggiolo, con i suoi seccatoi, giù fino al Mulino dove veniva e viene macinata la preziosa farina, in un susseguirsi di riscoperte nella filiera di

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ifinito anticamente con un collo di volpe, fu il cappotto preferito di Giacomo Puccini e Giovanni Pascoli. Nei secoli il suo tessuto - quel panno dalla consistenza grossa e ispida, calda e impermeabile, tipico della zona da cui prende il nome, il Casentino, tra le valli e le montagne in provincia di Arezzo - era servito per realizzare mantelle di monaci o pastori, giacconi di boscaioli o carrettieri. Poi il salto di qualità. Nel 1579 le straordinarie caratteristiche del Panno Casentino ingelosirono la corporazione dei lanaioli fiorentini che, volendolo denigrare come un prodotto “non cittadino”, pretesero che venisse marchiato dal simbolo di una pecora per renderne chiara la provenienza “contadina”. Oggi più che mai, nel suo classico colore arancio con interno verde smeraldo, il cappotto indossato anche al femminile è capo originalissimo, quanto di classica eleganza. Ottenuto ancora dalla tosatura di pecore

quella che, un tempo, fu l’economia portante del territorio di Pratomagno. E, inoltre, Il Museo dei Sapori e del Carbonaio a Cetica, il Museo del Bosco e della Montagna a Stia, oltre a quello della Lana, e perfino quello della Polvere da Sparo e del Contrabbando a Chitignano. C’è davvero l’imbarazzo della scelta...


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SPAZIO PRESIDENTE 50&PIÙ

INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA

RENATO BORGHI ROMA

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ambio al vertice di 50&Più: con il 94,57% di voti favorevoli l’Assemblea ordinaria di 50&Più ha eletto, a scrutinio segreto, Renato Borghi presidente nazionale dell’Associazione. Borghi, classe 1948, vice presidente delegato di Confcommercio - Imprese per l’Italia, succede a Giorgio Re che ha presieduto l’Associazione negli ultimi sei anni. «Sarà difficile raccogliere l’eredità di Giorgio Re. Proseguiremo lungo la strada da lui ampiamente tracciata. Il mio impegno sarà rispettoso della tradizione e della storia di 50&Più», ha detto il neo presidente eletto. Il passaggio del testimone è avvenuto a seguito delle dimissioni volontarie del presidente uscente che è stato nominato presidente onorario dell’Associazione per acclamazione. «Ogni cosa ha il suo tempo. Le mie dimissioni - ha detto Re all’Assemblea - sono il frutto di una decisione sofferta ma finalizzata a dare una guida più giovane all’Associazione. Quello che sto vivendo è un momento magico, perché sto raccogliendo molto di più di quello che ho seminato. Con 50&Più ho vissuto il periodo più bello della mia attività di rappresentanza». In questi sei anni Giorgio Re e Gabriele Sampaolo, segretario generale di 50&Più, hanno lavorato fianco a fianco «in perfetta intesa», ha detto commosso il presidente uscente. «Il gesto di Giorgio Re - ha dichiarato Sampaolo non è usuale. Chi nel momento più alto del proprio mandato decide di dimettersi? Sono certo che tra venti anni sentiremo parlare ancora di Giorgio Re. Un presidente dalla visione lucida e anticipatrice del cammino e del futuro dell’Associazione». «Con Borghi, al quale mi legano stima e amicizia, la presidenza è in ottime mani, per lungo tempo», ha dichiarato Giorgio Re che è stato il primo a congratularsi con il neo presidente, salutato dal lungo e convinto applauso di tutti i partecipanti all’Assemblea. Per saperne di Più: 06688831

UN IMPEGNO COSTANTE CONTRO L’OMOLOGAZIONE SOCIALE L’attività sindacale è una sua grande passione e viene da lontano. Un lungo percorso che lo ha portato all’incarico di vice presidente delegato di Confcommercio-Imprese per l’Italia e alla recente nomina di presidente nazionale di 50&Più nonché Presidente di 50&Più Provincia di Milano. Renato Borghi, 63 anni, ha accolto questo nuovo incarico con entusiasmo. Una nuova sfida: «Le responsabilità aiutano ad andare avanti nella vita, a continuare ad essere vigili», dice. Come affronterà questo suo nuovo incarico? Il mio impegno sarà costante. Dobbiamo praticare noi per primi, al nostro interno, tutte le vie della solidarietà associativa, confrontandoci, condividendo le migliori esperienze e coinvolgendo in questo nostro impegno sempre più persone, sempre più risorse. Qual è il messaggio che vuole dare all’Associazione e ai soci? In tempi così duri per il nostro Paese, e in particolare per gran parte delle persone mature e degli anziani che noi rappresentiamo, dobbiamo essere capaci di portare il nostro messaggio nella società, che è quello di dire no all’omologazione sociale. Dobbiamo lottare contro questa situazione, contro una società sazia ma infelice, come l’ha definita il presidente del Censis Giuseppe De Rita.

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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C VERONA

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Per saperne di Più: 045953502

CUPLA: Prati nuovo coordinatore provinciale

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arcellino Prati, presidente 50&Più di Verona, è il nuovo coordinatore provinciale del Cupla (Comitato Unitario Pensionati Lavoratori Autonomi). Il Consiglio del Cupla lo ha eletto all’unanimità affidandogli l’incarico per il triennio 2012-2014. Il Cupla può contare, oltre che sul supporto della 50&Più, anche su quello di Upa Confartigianato, Cna, Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Confesercenti in rappresentanza di oltre 23mila associati. Tra le linee guida nella conduzione dei prossimi tre anni, il Consiglio ha indicato come prioritarie le azioni mirate a prevenire le patologie della Terza Età, in sintonia con le politiche di sanità regionale.

Farmaci: istruzioni per l’uso l farmaco ha la funzione di aiutare una persona a guarire. Bisogna però fare attenzione al suo utilizzo, alla corretta assunzione e alla conservazione. Sul corretto uso dei farmaci, la 50&Più di Verona ha organizzato un incontro moderato dal presidente Marcellino Prati. Sono intervenuti il dottor Lorenzo Adami, della Federazione Medici di Medicina generale, e il dottor Fabio Sembenini, segretario della Federfarma di Verona. Entrambi hanno evidenziato i rischi generati da una scorretta assunzione di farmaci, specialmente nel caso di patologie in cui bisogna rispettare orari e posologie. I due relatori hanno sottolineato i pericoli del “Fai da Te” illustrando un corretto decalogo di salvaguardia della salute. L’incontro si è concluso con un dibattito nel corso del quale sono stati chiariti dubbi e incertezze del pubblico.

PORDENONE

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Per saperne di Più: 0434549462

Festa dei Nonni alla VI edizione

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i è svolta al Palasport di Pordenone la VI Edizione della Festa dei Nonni. Danilo Vendrame, presidente della 50&Più pordenonese, ha definito la manifestazione: «Una festa per dire grazie a due figure fondamentali della società, il nonno e la nonna. I nonni di oggi - ha proseguito - hanno vissuto tempi difficili, come la ricostruzione nel secondo dopoguerra. Mossi dall’impegno e dalla speranza nel futuro, sono riusciti a costruire la società attuale. Visto il futuro incerto, oggi, più che mai, i giovani hanno bisogno di loro». Erano presenti alla manifestazio-

ne Claudio Pedrotti, sindaco di Pordenone, Eligio Grizzo, vicepresidente della provincia, e il del direttore Area Internazionale 50&Più, Claudio Salmaso. La festa ha premiato i vincitori del Concorso “I Nonni raccontano...”. Per la loro originalità e spontaneità nel raccontare i nonni, 15 alunni hanno ricevuto un buono premio del valore di 100 euro, mentre 23 classi delle scuole elementari sono state premiate con un buono del valore di 200 euro da spendere in materiale didattico. Entrambi i premi sono stati offerti dalla Banca di Credito Cooperativo Pordenonese.

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COSA C’È IN CALENDARIO PORDENONE

» 5 Febbraio. “Festa di Carnevale” per tutti i soci. La festa sa-

FIRENZE

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FOGGIA

» Marzo (data da stabilirsi). Viaggio a Medjugorie. Pellegrinaggio

TRIESTE

» 18 Gennaio. La 50&Più di Trieste, sensibile al tema della sicurez-

rà organizzata presso un noto ristorante di Roveredo in Piano. Ci sarà un complesso per ballare ed un ricco menù. È necessaria la prenotazione entro e non oltre il 31 gennaio 2012. Per saperne di Più: 0434549462 22 Febbraio. Visita ai borghi di Lucignano e Gargonza. Due gioelli della Valdichiana. È necessaria la prenotazione. Per saperne di Più: 055664795

di 5 giorni con partenza in aereo da Foggia. È necessario prenotarsi entro e non oltre il 15 gennaio. Per saperne di Più: 0881723151

za, organizza con la Questura locale una conferenza ad ingresso libero (ore 16,00, in Via San Nicolò 7). Lo scopo è informare sulle truffe agli anziani e sui comportamenti da adottare. Per saperne di Più: 0403720169


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SPAZIO GENOVA

Per saperne di Più: 055664795

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Dieci autori in cerca di pubblico

Per il Sud del Mondo

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l Salone Brunelleschi, nel cuore di Firenze, la 50&Più fiorentina ha organizzato l’incontro “L’arte della memoria - la memoria dell’arte”. La serata è stata introdotta dal presidente Mario Ciampi e condotta dalla dottoressa Lucia Bruni. Dieci autori hanno presentato la propria attività, rispondendo alle domande del pubblico: Fabrizio Borghini, scrittore e conduttore televisivo; Kiki Franceschi, pittrice e autrice di saggi e testi teatrali; Elisabetta Benucci, ricercatrice e responsabile dell’Archivio storico dell’Accademia della Crusca; Liliana Ugolini, operatrice nella poesia multimediale e autrice, di testi per teatro di marionette; Maria Pia Moschini, scrittrice di racconti. Fra gli ospiti anche due coppie di autori che scrivono a “quattro mani”: Riccardo Parigi e Massimo Sozzi, giallisti e scrittori di testi per ragazzi; Alessandro Bini e Bruno Magrini, autori di testi di teatro e di libri-pocket umoristici. Lo scopo era avvicinare il pubblico alla scrittura, all’arte visiva, alla poesia, allo spettacolo. La disponibilità degli ospiti e la curiosità del pubblico hanno reso l’incontro davvero speciale.

ANCONA

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TRAPANI

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Per saperne di Più: 0923547829

Musica per beneficenza

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lla presenza di S. E. il vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, del presidente della Confcommercio e della Camera di Commercio di Trapani, Pino Pace, la 50&Più trapanese, presieduta da Domenico Greco, ha organizzato un evento di beneficenza il cui ricavato è andato all’Associazione Servi di Gesù Povero, diretta da Suor Maria Goretti, opera in aiuto delle ragazze madri indigenti e dei bambini bisognosi. È stata una serata di musica, in cui più di 400 persone hanno affollato i locali del Mercato Ortofrutticolo dove si è tenuta la manifestazione. Ha aperto la Fanfara dei Bersaglieri a riposo, il Coro “Trapani Mia” ha poi eseguito balli e canti popolari siciliani, le scuole di danza “Accademia De Stage” e “Marakaibo Dance”, alternandosi, hanno stupito con le loro coreografie. Gradito, soprattutto ai più giovani, il gruppo rock “The Time Less”, mentre la Banda del Maestro Gabriele Asaro di Paceco ha chiuso la serata con musica internazionale. Al termine è stato offerto un rinfresco preparato con maestria dagli allievi della Scuola Alberghiera di Erice.

Per saperne di Più: 0712075009

Una mostra per gli esuli istriani e dalmati

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a fine della Seconda Guerra Mondiale ha portato con sé l’esodo istriano-dalmata, una pagina di storia del nostro Paese che da alcuni anni si è vista riconoscere la dignità del dolore con la celebrazione de il “Giorno del ricordo” il 10 febbraio. La 50&Più anconetana organizza per il 19 febbraio una visita a Villa Leopardi Dittaiuti, sede della firma del Trattato di Osimo per la cessione definitiva dei territori istriani all’allora Jugoslavia. Nel pomeriggio si visiterà la mostra fotografica Il confi-

a 50&Più di Genova ha aderito al progetto promosso da Giancarlo Piazza, presidente del Lions Club di Arenzano Cogoleto, per raccogliere vecchi occhiali o solo montature. Una volta sottoposti a pulizia e sistemazione gli occhiali potranno avere una seconda vita ed essere donati alle popolazioni del Sud del Mondo. L’iniziativa consentirà a un adulto di continuare a lavorare o a un bambino di frequentare la scuola, ovviando ad un’assistenza oculistica costosa, inaccessibile o in certi casi assente.

LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale Philadelphia

Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 Telefono 0061 393810620 0061 864680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661867 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086 001 6108281554

ne più lungo. Affermazione e crisi dell’italianità adriatica nella suggestiva Mole Vanvitelliana. Un percorso che aiuterà a capire “le storie” degli uomini e le donne che lasciarono quelle terre.

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UDINE

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Una vita di lavoro

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Palazzo Sanvitale di Modena, si è tenuta la premiazione di 30 “Maestri del Commercio”, alla presenza di Franco Bia, presidente provinciale di 50&Più, di monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma, del presidente onorario 50&Più Giorgio Re, del presidente Ascom Ugo Margini. Presenti anche molte autorità cittadine, tra cui il vice prefetto Umberto Sorrentino, il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari. Il premio Gold Age è stato assegnato a Maria Antonia Burla per il suo impegno nel volontariato. Ecco l’elenco dei premiati.

VICENZA

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Aquila d’Argento (25 anni di attività): Franco Amadei, Carmen Biacca, Graziella Flora Bonini, Audon Cavatorta, Lilliana Donati, Cesare Mario Ferrari, Maria Groppi, Giordana Pingani, Giuseppina Riccò e Giovanni Terzi. Aquila d’Oro (40 anni di attività): Gianni Alberti, Ermes Baga, Angelo Beduzzi, Maria Marcheselli, Ugo Margini, Adriana Monica, Argentina Pozzoli, Bruno Silvestri, Ugo Simonini, Vincenzo Soncini, Italo Vernizzi, Maria Zinelli. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Mario Belli, Vittorio Dall’Aglio, Felice Fortunati, Giuliano Lorenzani, Pierina Reverberi, Fabrizio Rossi, Albino Segalini, Gianfranco Zucchi.

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Per saperne di Più: 0432538707

Aquile del Commercio

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ono 35 i maestri del commercio premiati da 50&Più di Udine presso la Sala Aiace di Piazza Libertà. Erano presenti l’assessore regionale al Commercio Angela Brandi, il sindaco Furio Honsell, il presidente della Cciaa Giovanni Da Pozzo, l’assessore provinciale Franco Mattiussi e il presidente di Enasco Udine Franco Cosatti. Tra i premiati con l’Aquila di diamante il presidente 50&Più di Udine Enea Fabris. Grande commozione, poi, per la targa in memoria di Valentino De Agostini, che vantava ben 76 anni di attività. Ecco i premiati. Aquila d’Argento (25 anni di attività): Gianpietro Franceschinis, Rita Fantin. Aquila d’Oro (40 anni di attività): Libero Cristin, Roberto De Agostini, Gigliola Feruglio, Luciano Franz, Antonio Miolo, Ezio Morandini, Silvana Pezzetta, Liviana Podrecca, Giorgio Polo, Giovanni Quagliaro, Romana Scaini, Santa Violino, Edoardo Zamparini, Sara Zanier. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Licia Bassarutti, Lilliana Billiani, Sergio Bogaro, Franco Bolzicco, Gianna Cordovado, Sandro D’Agostini, Giuseppe De Giusto, Dino Fabris, Alida Fogazzi, Roberto Franz, Cristina Maurberger, Maria Morandini, Mario Podrecca, Bruno Rigonat, Luigi San Marco, Alfiero Scaini, Luciana Toso, Adriano Zanier.

Per saperne di Più: 0444964300

Una giornata da Maestri

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ono stati 49 i nuovi Maestri del Commercio premiati al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza, nel corso di una suggestiva cerimonia. Sindaci e assessori di 29 comuni della provincia hanno consegnato ai decani del terziario berico l’ambito riconoscimento. All’evento sono intervenuti anche Andrea Gallo, direttore della Confcommercio di Vicenza, Monsignor Giuseppe Dal Ferro, presidente dell’Università Adulti/Anziani e Vittorio Mincato, presidente della Camera di Commercio di Vicenza. A fare gli onori di casa il presidente Fiorenzo Marcato: che ha dichiarato: “È la persona che premiamo, non l’azienda. Persone che hanno saputo leggere i tempi». Marcato ha sottolineato la centralità dei rapporti umani e sociali in seno a ogni attività che si intraprende. Ecco l’elenco dei premiati. Aquila d’Argento (25 anni di attività): Silvano Grandis, Antonino Vottarghi. Aquila d’Oro (40 anni di attività): Nadia Biasia, Siro Bidese, Giancarlo Bolla, Enzo Bressan, Giuseppe Calgaro, Franco Caretta, Stefano Cavraro, Francesco Cazzola, Maria Nadia Cecchetti, Giulio Corato, Giovanni Dall’Agnol, Giampietro Filippi, Paolo Fraboso, Vittorio Gemo, Edvige Giuriato, Daniela Marangoni, Carlo Marche-

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sini, Costantino Marin, Isidoro Milan, Giovanni Ometto, Seconda Pierotto, Gaetano Pontarin, Leopoldo Reginato, Gianluigi Sola, Guido Storari, Ivano Vencato, Bruno Motta, Antonio Vedovello, Flaviana Visonà. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Antonio Babbolin, Mario Babbolin, Edda Caprin, Pietro Luigi Cavion, Paolo Chiarello, Giuseppe Renzo Comi, Rosetta Enrica Corato, Dario Dalla Bernardina, Gioacchino Frigo, Livio Furlan, Luigi Gastaldello, Flavia Imbrati, Giuseppe Mattiello, Domenico Pozzan, Clelia Savegnago, Elide Tonello, Odilla Turetta, Antonio Zin.


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INCONTRI & CONVEGNI

Per saperne di Più: 0415316355

I Maestri della Laguna

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resso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia, ben 70 Maestri del Commercio hanno ricevuto l’Aquila del Commercio a riconoscimento delle loro attività decennali. Con la partecipazione delle autorità locali, sono stati assegnati per la prima volta due premi speciali: a Don Armando Trevisiol, per aver contribuito alla realizzazione del centro “Don Vecchi”, e a Luciano Marsilli, per la raccolta fondi a favore di opere di volontariato. Ecco l’elenco dei premiati. Aquile d’Argento (25 anni di attività): Tiziano Baldan, Salvatore Cegion Boscolo, Elena Carpenedo, Silvano Ceolin, Mauro Chinellato, Anna Maria Danieli, Primo Demontis, Graziella Drigo, Denise Vivian Jennings, Anselmo Lisandro, Graziella Lorenzetto, Patrizia Pasotto, Liviana Pettenò, Sergio Prior, Marino Ragazzo, Marcello Sacchetto, Bruna Sartori, Lucia Scottà, Maria Grazia Trevisan, Rita Turchetto, Carmela Valle, Francesco Valsecchi, Lidia Zambenedetti. Aquile d’Oro (40 anni di attività): Giuliano Aliani, Mario Baldan, Luigi Bergamo, Pietro Bergamo, Mario Bertoni, Rosanna Bortolozzo, Roberto Cho Boscolo, Rossano Bozzato, Paolo Calzavara, Walter Costantini, Carla Da Re, Maria Rosa Donaggio, Franco Favaro, Giancarlo Fedalto, Cesare Fiorindo, Adriana Formenton, Pietro Garbisa, Manuela Lando, Graziana Lionzo, Antonio Marchiori, Bruno Marigo, Massimo Michieletti, Gianpaolo Minto, Giancarlo Montagner, Luigi Perin, Elio Piccin, Renzo Poletto, Vanni Reghelini, Italo Simionato, Franco Sparano, Gianni Spolaor, Giuseppe Tagliapietra, Alessandro Tesserin, Giuseppe Toffolon, Gino Tomaello, Maria Zanon, Giovanni Zanon, Emma Teresa Zanon. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Marino Boetto, Renzo Camuffo, Erminio Cappellesso, Luigi Fogliata, Vittorino Grego, Giuseppina Gobbi, Renato Moro, Giorgio Menin, Mario Rossi.

SPAZIO

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PRATO

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Premio “Raccontiamoci”

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n’edizione da record quella del Premio “Raccontiamoci. Esperienze di vita vissuta”, a cominciare dagli oltre 150 partecipanti e l’elevata qualità degli elaborati. Alla sua quinta edizione la cerimonia di premiazione si è tenuta presso la Sala del Palazzo della Pubblica Assistenza di Prato. Insieme al presidente provinciale 50&Più Franco Cassioli, erano presenti Canio Molinari, presidente provinciale di Confcommercio, con i componenti della giuria del premio composta da: lo scrittore Rodolfo Betti, la coordinatrice della 50&Più Università pratese Nicoletta Corsalini, l’esperta di letteratura e operatrice culturale Lia Gori, l’esperta in letteratura biografica Marisa Nardini, la poetessa e scrittrice Roberta Degl’Innocenti, il rappresentante del Comune di Prato Roberto Baldi, il presidente nazionale di 50&Più Università Giuseppe Ecca. Una quinta edizione caratterizzata dalla presenza dell’attrice Pamela Villoresi (nella foto), altissima espressione del teatro italiano a cui è stata consegnata una targa per il suo valore culturale ed artistico. Da rilevare anche la collaborazione dell’Accademia Letteraria Italo Australiana Alias di Melbourne. Al riconoscimento si sono associati il gruppo dirigente al completo della 50&Più pratese, la vicepresidente vicaria e ideatrice della manifestazione Anna Bettazzi, il vicepresidente Marcello Fiaschi, il segretario provinciale Antonello Baccini, i consiglieri Marcello Becucci, Bettino Ricasoli, Ilaria Becheri, Emilio Guglielmi, Paolo Santoni, Ruggero Casini. Ecco i nomi dei vincitori di questa edizione in ordine: 1° Gli anni più belli di Angela Ambrosini (Città di Castello); 2° L’albero di ciliegie di Monica Gabbarrini (Foligno); 3° La promessa di Carla Sautto Malfatto (Denore-Ferrara); 4 ex aequo La pizza di nonna Margherita e non solo... di Tiziana Monari (Prato); 4° ex-aequo Mio padre, Borges e il geranio rosa di Antonio Salomone (Napoli); 5° La vecchia Olivetti lettera 22 di Fiorenza Perotto (Prato).

ROMA

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Viaggi, seminari e visite guidate Oriente misterioso. Il viaggio della 50&Più Università in Laos e Cambogia dal 7 al 18 novembre ha alternato esotismo - dalla cucina orientale ai curiosi mezzi di trasporto tuk-tuk che in alcune tratte hanno sostituito i pullman - alle lezioni su Buddha, l’iconografia buddista, l’induismo e l’architettura dei siti archeologici di Angkor Wat e del tempio di Bayon. Le dispense, che i partecipanti portavano con sé sono state d’aiuto, ma non potevano sostituire il fascino delle cose osservate né l’attrattiva degli spettacoli che ricongiungevano riti antichissimi con le danze locali. Seminari. Alla Sede Marconi, venerdì 27 gennaio alle 16, comincia il seminario C’era una volta Trilussa. Diretto dalla professoressa Silvana Palmieri, propone un itinerario nella produzione più significativa del poeta, letture appropriate per riscoprirne il pensiero e visite culturali al Museo di Roma in Trastevere, Piazza Trilussa e al Museo Braschi. I successivi incontri saranno venerdì 3 e 10 febbraio, dalle 16 alle 17,30. Il costo è di € 50,00. Da giovedì 12 gennaio, sempre alla Sede Marconi, dalle 10 alle 12, la psicologa Laura Rossi terrà il primo incontro del seminario Liberi di essere se stessi: un viaggio nella propria personalità, che proseguirà con due successivi appuntamenti il 19 e il 26 gennaio, in cui si affronteranno insieme i temi Personalità e dieta: irresistibili tentazioni e Fare pace con il passato. Il costo del seminario è di € 55,00. Visite guidate. Gennaio porta con sé anche qualche visita guidata, a cura della dottoressa Sandra Mazza. Il primo appuntamento è lunedì 16 gennaio alle 10 per visitare il Ludus magnus, la maggiore delle caserme dei gladiatori a Roma. L’appuntamento è davanti la metro Colosseo. Giovedì 26 gennaio, sempre alle 10, la visita è alla tomba di Santa Costanza nella Chiesa di Sant’Agnese su Via Nomentana, splendido esempio di architettura e arte musiva del periodo tardo-antico. L’appuntamento è all’entrata di Sant’Agnese. Il costo di ogni visita guidata è di 8,00 €. Bisogna prenotarsi in segreteria.

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Maestri del Commercio

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a 50&Più di Napoli ha insignito 118 professionisti over 50 dell’onorificenza di Maestri del Commercio. La cerimonia si è tenuta nel Salone delle Grida della Camera di Commercio gremito di oltre 300 partecipanti. Tra i premiati con l’Aquila d’Oro anche Pietro Russo, presidente di Confcommercio - Imprese per l’Italia di Napoli, e Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura. «È da lodare l’impegno dei commercianti napoletani - ha detto Vincenzo Cozzolino, vice presidente vicario della 50&Più nazionale, oltre che presidente della sezione campana - che nonostante le vicissitudini economiche, hanno saputo resistere e in alcuni casi continuare a scommettere, mantenendo vivo il centro storico di Napoli e i vicini borghi». Gabriele Sampaolo, segretario generale 50&Più, ha evidenziato come l’onorificenza dei Maestri del Commercio dimostri quanto gli over 50 siano esempio di virtù, sono una risorsa economica e umana, un solido patrimonio del tessuto sociale. Aquile d’Argento (25 anni di attività): Giuseppe Allocca, Vincenzo Arcopinto, Giuseppe Baino, Pasquale Bruscino, Giuseppe Cangiano, Vincenzo Cicchelli, Giuseppe Credendino, Pasquale Cutolo, Raffaele D’Ambra, Michele D’Anna, Roberto De Laurentiis, Giuseppe Di Marino, Giuseppe Di Palma, Emilio Esposito, Giulio Esposito, Cristina Galiano, Antonino Iaccarino, Eugenio Levantino, Vincenzo Maresca, Giuseppe Marotta, Filomena Martino, Maria Grazia Mattera, Vincenzo Morgera, Aniello Mozzillo, Antonio Ossuto, Santolo Palumbo, Fernanda Parisi, Maddalena Picco, Pasquale Piccolo, Bartolomeo Regine, Luigi Romano, Vit-

torio Rotta, Romualdo Scotto Di Carlo, Antonio Sequino, Emilia Settembre, Rosaria Settembre, Mario Sodano, Giovanni Michele Terracciano, Pasquale Ugliano, Assunta Vela. Aquile d’Oro (40 anni di attività): Anna Abagnale, Pierina Aceto, Giuseppe Amoruso, Aldo Andrisani, Francesco Bettini, Corrado Busco, Rosa Alba Cancello, Michela Cangiano, Aniello Cantiello, Antonio Chartier, Giovanni Cimmino, Giuseppe Cimmino, Giuseppe Conte, Annamaria Coppola, Giovanna Damaggio, Franco Esposito, Luciano Ghiggi, Rita Giancristofaro, Vincenzo Guarino, Nunzia Guerra, Maurizio Maddaloni, Giuseppe Massa, Agnello Masullo, Elvira Matturro, Domenico Migliaccio, Giacomo Migliaccio, Carlo Minale, Ernesto Napolano, Vincenzo Napoletano, Vincenzo Nerini, Giovanni Palmentieri, Maria Antonietta Papa, Ida Paparo, Rita Paparo, Mario Pero, Giovanni Perrella, Francesco Piccolo, Michele Piccolo, Anna Raggi, Nicola Rainone, Giovanni Romano, Pietro Russo, Salvatore Sacco, Elio Scognamiglio, Giuseppe Tizzano, Antonio Vittozzi. Aquile di Diamante (50 anni di attività): Aniello Amoruso, Mario Bottiglieri, Giovanni Bracale, Vincenzo Campanile, Assisi Capuano, Clemente Casillo, Giuseppa Castagliuolo, Pasquale Castagliuolo, Armando Cordaro, Giuseppe Correale, Vittorio Correale, Vincenzo Cozzolino, Bruno De Santis, Giuseppe Di Vincenzo, Salvatore Duraccio, Annamaria Errico, Sergio Errico, Vincenza Esposito, Antonio Farano, Vincenzo Giuliano, Anna Lentini, Adamo Maddaloni, Francesco Nunziata, Francesco Patalano, Carmine Petrone, Raffaele Piccolo, Bianca Pingitore, Maria Rea, Mario Simeone, Gianni Tartaglione, Leone Zenone.

PAVIA

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Maestri del Commercio

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ella Sala degli Affreschi del Collegio Borromeo, la 50&Più di Pavia ha onorato l’esperienza di 19 commercianti che, come ha detto il presidente Romano Cantella, «hanno svolto per molti anni la propria attività con costante dedizione superando le difficoltà con grinta». Nel stessa cerimonia 8 neodiplomati (Enrica D’Argenio, Arianna Cantella, Luca Zanotto, Miriam Bianco, Sara Guzzi, Isabella Truffa, Nicolò Sovico, Lorenzo Amisano) hanno ricevuto il premio al profitto scolastico “M.Bottelli”. Il premio “50&Più Donna 2011 - Una vita per il sociale” è stato invece assegnato a Iole Savioli Barettoni (10 anni da insegnante, 30 di direzione didattica e da 15 dedita al sociale), tredicesima donna pavese a riceverlo. Ecco l’elenco dei premiati. Aquila d’Argento (25 anni di attività): Bianca Amelotti, Enrica Anselmi, Roberto Bardoni, Angelo Bossi, Enrico Francesco Bricchi, Cesira Marangon, Roberto Mozzi, Aldo Tagliaferri. Aquila d’Oro (40 anni di attività): Alba Anselmi, Renato Bastonini, Maria Rosa Bottani, Emilio Marelli, Giannina Migliazza, Franco Raina, Giuseppe Solano, Antonia Ventura. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Domenico Bertè, Vagliero Paolucci, Giovanni Torti.

Auguri per i loro

50 anni di matrimonio a Malvina e Nicola Dragani

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O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO •

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LE SEDI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 45 Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16

Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0815510737 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 0382372511 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102

Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H

0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 050483711 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502

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FISCO

NUOVO REDDITOMETRO: SOTTO ESAME I REDDITI DELLE PERSONE FISICHE «I nuovi criteri di accertamento mettono sotto esame oltre cento voci da legare agli aspetti della vita quotidiana» [ DI

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ALESSANDRA DE FEO ]

ormai evidente che, vuoi per combattere l’evasione fiscale diffusa nel nostro Paese, vuoi per fare fronte al pesante deficit che attanaglia l’Italia e, infine, per contrastare la gravissima crisi che ha investito l’Unione europea, l’Agenzia delle Entrate abbia rivolto la sua attenzione ai redditi prodotti essenzialmente dalle persone fisiche, avvalendosi solo dell’accertamento sintetico puro e del redditometro che, stante i nuovi criteri introdotti sia dall’Agenzia sia dalla Società degli Studi di Settore (Sose), si basa su oltre cento voci rappresentative di tutti gli aspetti della vita quotidiana. Queste si possono aggregare in sette categorie: abitazioni; mezzi di trasporto; assicurazioni e contributi; istruzione; attività sportive/ricreative e cura della persona; spese significative; investimenti immobiliari e mobiliari.

[

«L’attuale legislazione impone, in caso di contestazione, di dimostrare l’inattribuibilità del reddito»

]

difese del cittadino »Le Ledifese del contribuente, sia in fase di contraddittorio sia in sede di contenzioso, possono essere diverse, in quanto: a) il nuovo redditometro, se non debitamente sperimentato, potrebbe generare lunghi e pesanti contenziosi anche perché, con riferimento ai primi anni della sua applicazione, il contribuente non era nella condizione di conoscere quali strumenti avrebbe utilizzato il fisco per accertare e determinare il reddito; b) nella nostra società non è sempre chiara la composizione del nucleo familiare, che resta di fatto sconosciuta al fisco e che non può essere agevolmente inserita nell’elaborazione automatica, anche perché l’Agenzia delle Entrate si è avvalsa e si avvale di una propria banca dati sulle famiglie “fiscali”, che si alimenta con i dati dichiarati dall’interessato;

c) il reddito dichiarato non viene giustificato dalle entrate di una determinata operazione. Ad esempio, nel caso di un reddito agrario, non si tiene in alcun conto il valore economico reale del bene; d) molto spesso il confine fra redditi personali e redditi provenienti da beni appartenenti a piccole o medie imprese di proprietà, non è agevolmente e sufficientemente differenziato; e) di frequente l’imprenditore riporta una plusvalenza (che ha un trattamento economico pieno), a fronte della possibilità di rateizzarla.

L’impatto sulle abitudini del cittadino »Il nuovo redditometro mette il competente ufficio nelle condizioni di stabilire, in tempo reale, quanto il contribuente ha guadagnato e speso, senza però considerare quei casi un tempo definiti particolari e oggi ritenuti normali. L’attuale legislazione, inoltre, in alcune situazioni, ricorre all’inversione dell’onere probatorio, che impone al contribuente di dimostrare che il reddito accertato non è a lui attribuibile: un qualcosa che, per i tempi lunghi della nostra giustizia, resterà difficile se non si dispone della necessaria e idonea documentazione probatoria. GENNAIO 2012

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PREVIDENZA

IL TAGLIO ALLE PENSIONI CONTINUA: TRE INIQUE “STANGATE “ SOCIALI NEL 2011 «La nuova riforma pensionistica con l’introduzione del calcolo pro-rata, stabilisce un prolungamento dell’attività lavorativa e un oneroso aumento delle aliquote per le categorie di commercianti e artigiani di un ulteriore 1,3%» [ DI GIANNI TEL ]

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er migliorare la situazione dei conti pubblici, negli ultimi 12 anni abbiamo subìto 19 manovre correttive. Se aggiungiamo anche quella dell’attuale Governo “Monti”, la dimensione economica complessiva di queste 20 finanziarie ammonta a 575 miliardi di euro. Per correggere il deficit pubblico ogni italiano tra il 2000 e 2014 - anno quest’ultimo in cui dovrebbero terminare gli effetti delle misure economiche prese si sarà sobbarcato un costo totale di 6.178 euro. Il pacco di Natale del nuovo Governo è stato dei più classici con “sacrifici”, sacrifici, sacrifici”. È stato previsto un nutrito pacchetto fiscale, la stretta sulle pensioni, i tagli alla spesa compresi i miliardi chiesti agli Enti locali, l’Ici sulla prima casa. E poi ci sono qua e là afflizioni, come l’aumento della benzina, per conto delle regioni, che possono introdurre una accise (un centesimo al litro) per il trasporto pubblico. Ma vediamo le modifiche principali contenute del decreto legge “Salva Italia” (decreto legge n. 201/2011), approvato dalla Camera dei Deputati nel momento in cui si va in stampa.

• Calcolo contributivo. Dal 1° gennaio di quest’anno viene applicato in “pro-rata” il sistema di calcolo contributivo per tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi, quindi anche per coloro i quali - potendo valere più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1965 - la legge di Riforma “Dini” (n. 335/1995) aveva previsto l’ap-

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plicazione del sistema retributivo. Si lavorerà di più per ricevere di meno con questo calcolo pro-rata. • Pensione di vecchiaia ordinaria. A partire da gennaio di quest’anno l’età pensionabile delle donne del settore privato viene progressivamente equiparata a quella degli uomini (Tabella A).

Tabella A - LAVORATRICI Anni 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Dipendenti

Autonome

62 anni

63 anni e 6 mesi

63 anni e 6 mesi 64 anni e 6 mesi 65 anni 66 anni

65 anni e 6 mesi 66 anni

Sempre da quest’anno l’età pensionabile delle donne del settore pubblico e degli uomini - dipendenti, autonomi e parasubordinati - sale a 66 anni. Tra le modifiche è stato previsto che le lavoratrici possono ottenere la pensione di vecchiaia con un’età anagrafica di almeno 64 anni a patto che entro il 31/12/2012 maturino 20 anni di anzianità e 60 anni di età. - Requisiti. La pensione di vecchiaia si consegue con il requisito contributivo minimo di 20 anni. Tale requisito, già in vigore per il sistema misto, è stato esteso anche al sistema di calcolo contributivo (in precedenza pari a 5 anni). Questa condizione opera nei confronti dei soli la-

voratori che abbiano versato la contribuzione dal 1° gennaio 1996. La prestazione, poi, è corrisposta a condizione che l’importo della pensione sia almeno pari a 1,5 volte (non più pari a 1,2 volte) l’importo dell’assegno sociale (pari quest’anno a circa 643 euro mensili). Tale importo è indicizzato. Tale requisito reddituale non è richiesto al compimento dell’età anagrafica di 70 anni, in presenza di almeno 5 anni di contributi effettivi. • Pensione anticipata (già pensione di anzianità). Da gennaio 2012 questa prestazione viene erogata solo ai lavoratori in possesso di un’anzianità contributiva come in Tabella B.

Tabella B - DONNE 2012 2013 2014

41 anni e 1 mese 41 anni e 2 mesi 41 anni e 3 mesi

UOMINI 2012 2013 2014

42 anni e 1 mese 42 anni e 2 mesi 41 anni e 3 mesi

Tra le modifiche apportate al decreto è stato previsto che, per coloro che abbiano maturato 35 anni di contribuzione entro il 31/12/2012 e che - precedentemente alla sua emanazione avrebbero maturato entro la stessa data i requisiti per il pensionamento previsti dalla cosiddetta “quota“ (legge n. 247/2007), possono conseguire la pensione anticipata all’età di 64 anni.


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Tabella C - PENSIONAMENTO Pensionamento con età anagrafica 62 anni 61 anni 60 anni 59 anni 58 anni

Penalizzazione 0% 1% 2% 4% 6%

- Requisiti. Per i lavoratori per i quali l’accredito contributivo decorre dopo l’1/1/1996, è prevista la pensione anticipata con 20 anni di contributi effettivi e 63 anni di età. La prestazione è subordinata al presupposto che l’importo della pensione stessa sia ad almeno 2,8 volte l’ammontare dell’assegno sociale (nel 2012 circa 1.200 euro mensili). Tale importo è indicizzato. • Flessibilità età pensionamento. È stata introdotta un’età di pensionamento flessibile, per le lavoratrici private da 62 fino a 70 anni di età, per i lavoratori e per le donne del settore privato da 66 fino a 70 anni. Il proseguimento dell’attività lavorativa è incentivato, fermi restando i limiti ordinamentali dei settori, mediante i coefficienti di trasformazione calcolati fino all’età di 70 anni (oggi calcolati fino a 65 anni). Sono fatti salvi gli ade-

guamenti agli incrementi della speranza di vita. Per i lavoratori dipendenti resta l’obbligo di mantenere il posto di lavoro (art. 18 legge 300/1970) fino al conseguimento del predetto limite massimo di flessibilità. • Clausola di salvaguardia (diritti acquisiti). I lavoratori che entro il 31/12/2011 abbiano maturato i requisiti anagrafici e contributivi vigenti prima dell’entrata in vigore del nuovo provvedimento, conseguono la pensione di vecchiaia e di anzianità, nonché la pensione nel sistema contributivo, secondo le norme previgenti (compreso la decorrenza della prestazione). A tal fine si può richiedere la certificazione di tale diritto. • Lavoratori autonomi: aumento aliquote contributive. La norma ha previsto un deciso aumento delle aliquote contributive di artigiani e commercianti. L’aliquota è stata incrementata dell’1,3% (nella stesura originaria: 0,3%) dall’anno 2012 e successivamente di 0,45 per ciascun anno fino a raggiungere l’aliquota del 24% (nella stesura originaria: 22% nel 2018). • Adeguamento delle pensioni al “costo della vita”. Per il biennio 2012-2013 la rivalutazione delle pensioni viene riconosciuta nella misura del 100%, solo ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo (euro 1.402,29 lordi mensili). Per le pensioni di importo superiore a tale soglia che raggiungano il limite stesso con la rivalutazione automatica che sarebbe spettata, l’aumento per il predetto biennio viene attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Vediamo cosa succede con la rivalutazione del 2,6% calcolata dall’Istat in via provvisoria, con il costo della vita nel periodo 1° gennaio - 30 settembre 2011 (Tabella D).

TABELLA D - LE NUOVE CIFRE DAL 1° GENNAIO 2012

TIPO DI PENSIONE Fondo lavoratori dipendenti: trattamenti minimi (1) Gestione speciali lavoratori autonomi: (artigiani, commercianti, coldiretti): - trattamenti minimi (1) Pensioni con maggiorazione “ad un milione” (516,46 Euro) Pensioni inferiori al minimo e pensioni “supplementari” Pensioni sociali (2) Assegni sociali (3) Pensioni di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo (4) (tutte le categorie)

IMPORTO MENSILE 479,58 Euro 479,58 Euro 616,02 Euro

+ 2,6 % 352,84 Euro 428,14 Euro 1) + 1,4% (100% Istat) fino a 1.402,29 euro. 2) Per le pensioni di importo superiore a 1.402,29 euro mensili lordi non è previsto nessun aumento di perequazione. 1) Il trattamento minimo viene riconosciuto a tutti coloro che hanno un reddito personale non superiore a € 6.234,54 l’anno se vivono da soli e di € 18.703,62 se coniugati. 2) Prevista fino a dicembre 1995. 3) Prevista da gennaio 1996 in poi. 4) Per i titolari di più pensioni le percentuali di aumento si applicano alla somma dei trattamenti.

C’è da dire che il blocco della perequazione automatica delle pensioni è la parte più grave, iniqua e dolorosa della Manovra “Monti”. Congelare la scala mobile da 1.400 euro lordi al mese comporta un duro sacrificio economico. Tale sistema di adeguamento non ha mai tutelato concretamente il reale potere di acquisto dei pensionati, che ha subìto, negli ultimi 15 anni, circa il 30% di perdita. Dal 1992 le prestazioni pensionistiche nel nostro Paese non sono più agganciate agli incrementi salariali, ma vengono indicizzate ai prezzi solo in misura parziale. Si avverte, infatti, la necessità di una riforma del meccanismo della rivalutazione annua calcolata dall’Istat, definendo un nuovo e specifico “paniere”, che includa tra le proprie voci quelle relative alle spese di prima necessità delle persone anziane e pensionati, come le spese farmaceutiche e le prestazioni specialistiche non a carico del SSN (Servizio Sanitario Nazionale), le spese per le assistenti familiari dovute alla carenza di strutture pubbliche. Il blocco delle pensioni all’adeguamento del costo della vita è una misura decisamente impopolare. La semplice fissazione di una soglia che sia pari al triplo del minimo come previsto nella Manovra determina uno “scalone” tra chi riesce comunque ad ottenere una rivalutazione “piena” e chi, ricevendo pochi euro in più, si vede completamente azzerati gli incrementi. Le esigenze di contenimento della spesa pubblica possono essere salvaguardate da un meccanismo normativo di perequazione parziale senza escludere in toto il principio della perequazione per certe tipologie pensionistiche, ossia senza ricorrere a reiterate soluzioni (5 volte in 13 anni) che creano una netta disparità di trattamento tra pensionati e che non sono assolutamente ispirate a criteri di ragionevolezza. Non ci siamo. Evidentemente anche i professori talvolta si meritano brutti voti. È chiaro che a tale iniqua misura, di dubbia legittimità costituzionale, nei confronti dei pensionati va data una risposta. È sacrosanto, dunque, per la nostra Associazione 50&Più intraprendere tutte le possibili azioni di tutela in sede legislativa e giudiziaria, senza escludere alla fine di adire anche la Corte di Giustizia Europea.

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PREVIDENZA

Dal 2013 a tali requisiti si sommano gli adeguamenti previsti dall’incremento della speranza di vita (tre mesi in più dal 1/1/2013 ed eventuali ulteriori incrementi a scadenza triennale e biennale). Inoltre, sulla quota di pensione relativa all’anzianità contributiva antecedente l’1/1/2012 è prevista una penalizzazione dell’1% per ogni anno di anticipo rispetto all’età anagrafica di 62 anni. La riduzione sale al 2% per ogni anno di anticipo rispetto a due anni (Tabella C).


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lo quando ormai è troppo tardi. Thomas e Aleksandra sono le “brave persone” che danno il titolo al romanzo spiazzante e provocatorio, una dolorosa meditazione sulla “banalità del Male”, che alberga in ciascuno di noi, di Baram, trentacinquenne enfant prodige della letteratura israeliana, accolto con entusiasmo dai mostri sacri della letteratura europea e dell’editoria internazionale: oltre che in Italia dove è appena uscito, infatti, sarà pubblicato, tra gli altri, negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Francia e Spagna.

te, Clelia - dalla prima volta all’opera con lo zio Riccardo alla regia del suo primo spettacolo - compie il suo iter di formazione, autrice e regista teatrale molto stimata, toccando il culmine come direttrice del Teatro Regionale Campano. Alla fine, costretta alla lettera di dimissioni, crolla ogni ideale, la fede nella storia e nella bellezza.

50&PIÙ CONSIGLIA:

Fino a che punto siamo padroni del nostro destino? Il nostro essere cittadini o vittime di regimi tirannici come quello nazista e comunista ci libera dalla responsabilità di scelta del bene sul male? È un regime tirannico l’unico responsabile delle scelte fatte da coloro che opprime? Sono domande grandi, essenziali, vissute in prima persona dai due personaggi del romanzo di Nir Baram, Brave persone. Mentre l’Europa assiste all’ascesa del nazismo e dello stalinismo, a Berlino la vita dell’ambizioso ricercatore di mercato Thomas è messa in discussione dalle ingerenze della nuova politica e anche la sua sfera di affetti è tragicamente turbata. Parallelamente a Leningrado la giovane Aleksandra, appartenente a una famiglia ebraica dell’intellighenzia russa, vede minacciata dal regime comunista la sua esistenza e quella dei suoi cari. Per tutta risposta i due protagonisti compiranno una scelta apparentemente plausibile, salvo poi rendersi conto delle sue drammatiche conseguenze so-

LA SECONDA MEZZANOTTE Antonio Scurati Bompiani - 340 pagine euro 19,00

LETTERA DI DIMISSIONI Valeria Parrella Einaudi - 186 pagine euro 18,50 50&PIÙ CONSIGLIA:

Le alterne fortune di un ceppo famigliare a partire dal 1914, quando la nonna si trasferisce a Napoli dalla Russia. Valeria Parrella, in forma di memoir domestico, con modi affettuosi e grande felicità narrativa, racconta per quali rami genealogici si arrivi a Clelia, la protagonista-narratrice che rievoca un Paese a suo modo felice ed esuberante, con una grazia quasi naturale di atteggiamenti e abitudini. In scena nella seconda par-

50&PIÙ CONSIGLIA:

Torme di gladiatori si sfidano nel “superdome”, un edificio che ricorda molto il Colosseo, facendo sentire euforici e realizzati gli assatanati turisti. Nel romanzo di Antonio Scurati, La seconda mezzanotte, Venezia è rappresentata nella malattia e nella putrescenza del 2092. Un gigantesco Luna Park: ricostruita con una enorme cupola trasparente dai cinesi, la città è come la malefica, perversa Las Vegas della rovina europea, dove i nuovi padroni preparano per il Carnevale spettacoli sanguinari. Uno Scurati apocalittico, tra le macerie della storia, in un futuro prossimo venturo? GENNAIO 2012

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DRAMMATICO

THE CONSPIRATOR

Regia di Robert Redford con James McAvoy, Robin Wright, Kevin Kline 50&PIÙ CONSIGLIA:

In seguito all’assassinio di Abramo Lincoln, sette uomini e una donna vengono arrestati con l’accusa di cospirazione. Sullo sfondo di un’inquieta Washington, nel periodo che segue la Guerra Civile, il ventottenne Fredrick Aiken (James McAvoy), un valoroso soldato diventato avvocato, accetta, controvoglia, di difendere Mary Surratt (Robin Wright) - la donna accusata - davanti a un tribunale militare. Film diretto da un Robert Redford incisivo nel ritratto di una storia edificante e fondante degli Stati Uniti. DRAMMATICO

IL PRIMO INCARICO Regia di Giorgia Cecere con Francesco Chiarello, Isabella Ragonese 50&PIÙ CONSIGLIA:

Nel 1953 Nena - Isabella Ragonese - lascia famiglia e fidanzato per trasferirsi in un paesino della Puglia e assumere il suo primo incarico di maestra. Ad accoglierla è una realtà ostile, quasi arcaica, maschilista, popolata di persone con cui Nena non sembra condividere nulla. Determinata a terminare il mandato, la giovane insegnante si scontrerà con quei luoghi selvaggi dimostrando un carattere fuori dal comune e ripensando la propria vita in modo sorprendente. Importante esordio alla regia di Giorgia Cecere, cresciuta con Olmi e Amelio.

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DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA

RECENSIONI cinema L’ARTE DI VINCERE regia di Bennett Miller con B. Pitt, J. Hill, R. Wright Penn, P. S. Hoffman Genere: drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:

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incere? È un’arte che si apprende sul campo. Lo sa bene l’allenatore della squadra di baseball Billy Beane (Brad Pitt), che dopo stagioni trascorse a giocare nelle file degli Oakland Athletics, diventa general manager di una squadra con pochi dollari, ma con tanta inventiva. Tra diffidenze e critiche, Beane riuscirà a stilare un “metodo” innovativo che rivoluzionerà il diamante del baseball. Il film è tratto dal romanzo Moneyball, the art of winning an unfair game. Nel cast anche Philippe Seymour Hoffman e Robin Wright Penn.

BENVENUTI AL NORD regia di Luca Miniero con C. Bisio, A. Siani, A. Finocchiaro, V. Lodovini, P. Rossi Genere: commedia 50&PIÙ CONSIGLIA:

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ord e Sud sono due versanti dello stesso Paese: parola di Luca Miniero, che dopo aver sbancato i botteghini (32 milioni di euro) con Benvenuti al Sud, tenta il bis con la coppia Claudio Bisio - Alessandro Siani. Stavolta, però, lo script è originale. E ruoli e pregiudizi sono invertiti, perché la vicenda è ambientata nel milanese. Riusciranno Alberto e Mattia a superare la crisi con le rispettive mogli (Angela Finocchiaro e Valentina Lodovini), ma soprattutto a contrastare inquinamento, nebbia, ansia da mutuo e surplus di lavoro e responsabilità? La risposta, come da copione, al cinema.

J.EDGAR regia di Clint Eastwood con L. Di Caprio, N. Watts, J. Lucas, J. Dench Genere: drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:

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entimenti forti e atmosfere cupe amalgamano il biopic, diretto e prodotto da Eastwood, incentrato sulla figura del capo dell’FBI, Edgar J. Hoover. Per mezzo secolo guidò il Federal Burau Investigation, da lui creato per contrastare il crimine, ma fu usato anche per smantellare i movimenti sociali e politici degli anni Sessanta. Tra luci e ombre, pubblico e privato, Eastwood traccia il profilo di Hoover, figura ambigua e complessa, plasmandolo sul talento di Leonardo Di Caprio in odore di Oscar. Nel cast anche Naomi Watts, Judy Dench e Josh Lucas.

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DRAMMATICO

JANE EYRE

Regia di Cary Fukunaga con Mia Wasikowska, Michael Fassbender 50&PIÙ CONSIGLIA:

Una donna fragile e forte, appassionata e oscura, percorre prati, corridoi e castelli dell’Inghilterra del XIX secolo. Amore, passione, dolore, sogni e paure in un film commovente. Jane (Mia Wasikowska), dopo un’infanzia crudele, vuole vivere la propria vita senza paura. L’incontro con Rochester (Michael Fassbender) le spalancherà le porte di un amore travolgente, segnato però da lampi di tenebra e inquietudine. Rilettura gotica di un capolavoro letterario in cui le pagine del libro s’adattano ai grandi attori. DRAMMATICO

L’UNICO GIOCO IN CITTÀ

Regia di George Stevens con E. Taylor e W. Beatty 50&PIÙ CONSIGLIA:

Ecco uno dei film più interessanti, in versione restaurata, usciti dopo la morte di Elizabeth Taylor. Commedia apparentemente impalpabile tutta giocata su due personaggi: Fran, ballerina di fila, e Joe, pianista di bar. Due solitari che s’incontrano in una Las Vegas febbrile e dolente dove la donna spera di sposarsi con il suo ricco amante, mentre l’uomo sogna la grande vincita al casinò. Ultimo film di George Stevens (Il gigante), mescola ironia e tenerezza, divertimento e malinconia, attraverso una storia d’amore con due attori indimenticabili.


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musica PISA

DI MILA SARTI & TONINO VALENTINI

RECENSIONI teatro

musica VERONA

IL MONDO DEGLI ULTIMI Napoli, dall’11 al 15 gennaio

Per la Rassegna di danza 2012 del Teatro Verdi di Pisa, giovedì 5 gennaio alle 21 sarà rappresentato il balletto in due atti Giselle, interpretato dal Balletto di Mosca “La Classique”, diretto da Elik Melikov, per la coreografia di Alexander Vorotnikov. Ideato dal romanziere Theophile Gautier - ispirato dal romanzo De l’Allemagne di Heinrich Heine e attratto dalla leggenda delle Villi, spiriti della tradizione slava simili agli Elfi - il balletto fu messo in musica da Adolphe Charles Adam nel 1841. NAPOLI

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rmai siamo abituati ai lunghi titoli dei suoi spettacoli: dal cinema alla televisione, al teatro, Massimo Ranieri continua a stupirci per la bravura e la grande professionalità. Eccolo in scena col suo ultimo recital Chi nun tene coraggio nun se cocca ch ‘e femmene belle, di cui è anche autore con Gualtiero Peirce. Al Teatro delle Palme, dall’11 al 15, Ranieri ci condurrà col suo viaggio musicale in un mondo di perdenti, gli ultimi, i sognatori, quelli che non saranno vincenti ma diventeranno lo stimolo di uno spettacolo che è inno alla vita. Tra monologhi e canzoni riecheggeranno gli uomini e le donne del teatro di Eduardo De Filippo e di Nino Taranto, o quelli cantati dalla musica di Raffaele Viviani e Pino Daniele. Quindi sarà la volta di brani di cantautori del calibro di Fabrizio De Andrè e Francesco Guccini, Charles Aznavour e Violeta Parra, storie che Massimo Ranieri prende in prestito nella sua performance. Info: 081418134

Al Teatro Stabile di Verona, per la rassegna Un’ora in musica, domenica 14 gennaio alle 17,30 il “Quartetto Maffei”, attivo dal 2000 in concerti europei e mondiali, con Marco Fasoli e Filippo Neri ai violini, Giancarlo Bussola alla viola e Paola Gentilin al violoncello, con la partecipazione di Andrea Maini alla viola, suonerà la musica mirabile di Wolfgang Amadeus Mozart. Il programma comprenderà il Quintetto in do maggiore K515 e il Quintetto in sol minore K516, entrambi in cinque movimenti. ROMA

UN PREMIO NON PER CASO Milano, dal 18 al 29 gennaio © SAMUELE PELLECCHIA

Il Teatro San Carlo di Napoli ha in programma, da martedì 17 a sabato 21 gennaio, in 5 repliche pomeridiane e serali, L’opera da tre soldi, scritta da Bertolt Brecht e messa in musica da Kurt Weill. Ambientata originariamente nel microcosmo della malavita e dei mendicanti della Londra vittoriana, e rappresentata per la prima volta nel 1928 al teatro “Schiffbauerdamm” di Berlino, l’opera ha fra gli interpreti, al San Carlo, Massimo Ranieri e Gaia Aprea con la partecipazione straordinaria di Lina Sastri.

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ella Costa, ecco un’altra attrice di grande bravura, ironica e intelligente: ha portato avanti in questi anni un teatro attento ai nuovi autori, lei stessa ha scritto molti dei suoi testi. Curiosa la presentazione che fa del suo ultimo spettacolo Arie, in scena al Teatro Carcano dal 18 al 29, curiosa ma pertinente. Tutto nasce dal premio “Una vita per la musica”, consegnatole l’anno scorso dagli “Amici del Conservatorio di Milano”. Pensava si fossero sbagliati, ma la motivazione fugava ogni dubbio. Quindi, pensando meglio al suo trascorso teatrale, si è resa conto che la musica l’ha accompagnata sempre, non solo come semplice colonna sonora ma, racconta la nostra, «come voce altra, come interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico». Molti dei brani recitati erano costruiti con una metrica che li avvicinava più a uno spartito, piccole romanze recitate, così come è nata Arie. Info: 0255181377

Il 29 gennaio alle 21,15 l’Auditorium “Parco della Musica” di Roma ospiterà in concerto il musicista milanese Roberto Cacciapaglia, uno degli artisti più innovativi, un iconoclasta dei codici musicali tradizionali. Tra i primi ad utilizzare il computer nella composizione, Cacciapaglia - che in più di un trentennio ha spaziato dalla musica classica a quella elettronica - è un convinto sostenitore del “potere del suono” nell’evocazione di emozioni pure che rendano la musica un’arte senza confini e divisioni. GENNAIO 2012

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CRUCIVERBA Lello ORIZZONTALI 1. Torvo come certi sguardi; 6. Maria Rosario Omaggio; 8. Sigla di Como; 10. Sono ai lati del ponte; 18. Fiume della Siberia; 20. Disordinate e confuse; 22. Non cadono quasi mai nelle reti della polizia; 23. Si versa firmando un contratto; 25. La capitale egiziana; 26. Il Fassbinder regista; 27. Il Jan Davidsz del quadro Natura morta con frutta e bicchieri d’argento del 1648; 28. Il prenome di Pompeo; 29. L’ha guidata Greenspan; 30. Grigiastre, plumbee; 32. L’Ente che tutela i nostri teatri (sigla); 33. Un tempo comprendevano il Belgio; 37. Abbreviazioni di arrivo; 38. La sorella maggiore di Sissi in origine destinata in sposa all’imperatore; 40. Cantatrice; 41. Un’espressione bovina; 44. La fine dei viaggi; 45. Il capolavoro dello scrittore inglese G. Chaucer; 50. Consentono di librarsi; 51. Famosa frase da guascone, nel saloon del Far West; 53. Li venerano i romani; 55. Takeshi, il regista del film L’estate di Kikujiro del 1999; 56. Roberto, l’autore del libro Gomorra; 57. Sigla di Trieste;

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» soluzioni a pag. 66 58. La Kostner sciatrice (iniziali); 59. La madre di Perseo; 61. Un suddito di Sardanapalo; 62. Un palco con le corde; 64. Delicate, affettuose; 66. Luogo, posto; 68. Ogni negoziante cura la propria; 71. Il capoluogo dell’Alta Savoia; 72. In quel luogo; 73. Rende felice chi la prova; 74. I... signori ai quali ci si rivolge! VERTICALI 1. Prolungano il concerto; 2. Il dittongo di ieri; 3. A diretto contatto con la natura; 4. Privo della vista; 5. Rendono migliore il brodo; 6. La Golda israeliana; 7. Il pentagramma musicale; 8. Un istituto geriatrico; 9. In Italia sono rimasti 100 in Abruzzo e 15 in Trentino; 10. L’Avati regista (iniz.); 11. La schiava di Abramo; 12. Radio Italia Network; 13. Grotte oscure; 14. In un secondo tempo; 15. Attraggono i pesci; 16. Si riempie d’acqua alle 17!; 17. I composti chimici con formula uguale ma con diversa struttura molecolare; 19. La lascia l’aereo; 20. Il poeta fiorentino con il quale tenzonò Dante; 21. Celarsi in luogo chiuso;

24. Un dramma di Ibsen; 25. È ai piedi della Jungfrau; 28. Potenza creativa; 29. Disonesta, sporca; 30. Oggetti da museo; 31. Fa spesso dire Perché?; 33. Se la tiene chi... ride; 34. Tutto lo è di nulla; 35. La Lazzari della pittura; 36. Uno dei quattro Evangelisti; 39. Estratto Conto; 40. Il tipico dialetto londinese; 42. Cozzare; 43. Jean-Pierre del film Lili del 1953; 46. L’inizio della cura; 47. Luciano regista del film L’armata ritorna del 1983; 48. L’Ernesto che cantava Se fossi milionario; 49. Nota musicale; 52. Il film Ben-Hur ne ottenne 11; 54. Difettano all’ottuso; 60. Scorre in Val Moriana; 63. Ne è... cinta Turandot; 65. Si ripetono nell’inno!; 67. Istituto Veterinario; 69. I confini dell’identità; 70. Un articolo maschile.

INDOVINELLI » Uomo importante ma vanitoso È spesso sotto osservazione e da tutti molto stimato, viene dipinto come un soggetto molto ricercato, ma ha su tutto un chiodo fisso: quello di fare solo e sempre mostra di sé! Lionello

» Servizio segreto L’ufficio è così cupo e al titolare, benché presente, non si può parlare: pure, il servizio, bene o male procede; ma il titolare, quello! Non si vede! Favolino

INDOVINELLO DOPPIO » Genero e suocera Due caratteri opposti: qui da un lato un tipo calmo, biondo, dall’aspetto di vergine... dall’altro - forte ed aspro il simbolo di chiusa acidità: eppur, per non creare dissapori, l’accordo tra di lor si troverà. Favolino


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LO STUZZICA CERVELLO Enrico Diglio TEST 1

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Osservate attentamente le seguenti quattro figure e dite quale può essere considerata “intrusa”, secondo un criterio logico da determinare. a) b) c) d)

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ORIZZONTALI 1. Si assume la responsabilità; 5. Saluto augurale del latini; 6. Tu... e gli altri; 8. Unico Prezzo Italia Milano; 10. Ha termine al traguardo; 11. Lo è la strada principale; 14. Linguaggio, facondia; 15. Confinano con i lettoni; 16. Sigla di Latina; 17. Fanno parte dell’aereo; 18. Erudiva il pupo. VERTICALI 1. Quella che piace di più si scarta!; 2. Iniziali della Valli; 3. Un’auto francese; 4. In mezzo alla cavità; 6. Potenzialmente esistente; 7. Tipi da niente; 9. Cade sempre in primavera; 12. Soffi... a fior di labbra; 13. Ex sigarette italiane.

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TEST 3

TEST 2

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Osservate attentamente le quattro sequenze di numeri e dite quali numeri vanno sostituiti ai due punti interrogativi, secondo un criterio logico da determinare. a) 3 - 4 - 7 - 2 - 5

Osservate attentamente le seguenti dieci parole e dite quale, secondo logica, può essere considerata “intrusa”. SISMA TURNO M A LTA TORRE RISMA

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CALMA BIRRA GESSO MIELE BECCO

b) 6 - 2 - 8 - 4 - 4 c) 4 - 5 - ? - 1 - 8 d) 4 - 2 - 6 - 4 - ?

TEST 4 Quale dei seguenti particolari non appartiene alla figura rappresentata a sinistra?

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R E L A Z I O N I P E R S O N A L I • L AV O R O • C O L L E Z I O N I S M O • P R O P O S T E • A F F I T T O • V E N

BACHECA «Q

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» Le inserzioni sono gratuite e vanno indirizzate a 50&Più, Largo Arenula 34, 00186 Roma. » Gli annunci devono essere massimo di 50 parole e vengono accettati solo se firmati in modo leggibile e corredati della fotocopia del documento d’identità del firmatario, fermo restando il diritto all’anonimato per chi ne faccia richiesta. La redazione non risponde del contenuto dell’inserzione.

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tonoma, disposto a trasferirsi dopo consolidamento del rapporto. Solo serie e motivate. Telefonare al 3337166015. Signora credente, separata, pensionata, vivo da sola, ottima salute. Cerco un compagno, massima serietà, rispetto reciproco e non fumatore. Esclusivamente di Reggio Calabria e dintorni. Telefonare al 3201927910. Pensionato 62enne, residente a Taranto, separato, 2 figlie sposate, senza vincoli, cerca compagna inizialmente per amicizia, per fare tutto ciò che non si è fatto da grandi. Sono disponibile a trasferirmi, da Napoli in su, anche subito. Telefonare al 3930001992. Umbro, singolo, agiato, ho gli anni che dimostro, professore, pittore, scultore, scrittore; relazionerei con signora solo di elevate condizioni culturali e socio-economiche. Telefonare al 3474437251.

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60enne celibe, ex impiegato statale, pensionato, cerca per convivenza vedova, nubile o ragazza madre, possibilmente italiana, economicamente au-

Signore libero, vivo in provincia di Novara, Lago Maggiore, cerco una signora per amicizia e futuro sviluppo. Non importa l’età o lo stato sociale.

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OroscoPIÙ

SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZI » di ALDEBARAN

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« ADRIANO CELENTANO VERGINE 24 ago. » 22 set.

I successi, ad inizio 2012, non mancheranno. In particolare, per chi si occupa di arte o letteratura. Le stelle esalteranno la vostra bellezza. Con Mercurio sarete più svegli con il partner.

ARIETE

21 mar. » 20 apr. Saranno favoriti tutti coloro che si occupano di comunicazioni di massa. Ci saranno guadagni extra, ma anche spese impreviste. Alti e bassi con Urano che transita nel segno.

Sarete magnetici e brillanti: il vostro modo di fare conquisterà i cuori di coloro che vi saranno vicini. Marte nel segno vi aiuterà in caso di infiammazioni o febbri.

BILANCIA

23 set. » 22 ott. Ad inizio 2012 saranno favoriti viaggi e gite per visitare le vostre città preferite. Ci saranno opportunità di guadagno con altre persone o con il coniuge. Saturno vi renderà un po’ pesanti!

TORO 21 apr. » 20 mag. Mese impegnativo professionalmente. Per coloro che vivono in coppia momenti di grande tenerezza con il partner. Giove nel segno porterà cambiamenti e miglioramenti finanziari.

GEMELLI

21 mag. » 21 giu. Concentratevi sulle pubbliche relazioni, evitate discussioni con parenti e vicini. Siate cauti con le spese superflue. Potreste avere un problema legale: prima di decidere, chiedete consiglio.

CANCRO

22 giu. » 22 lug. In questo nuovo mese del 2012 sarete determinati nel raggiungere lo scopo che vi siete prefissi. Un incontro casuale ad una cena porterà una ventata di novità nella vita privata.

SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Il denaro arriverà dal lavoro di routine e dalla vostra intraprendenza. I colleghi vi daranno importanti idee che si trasformeranno in soldi. Spenderete di più per la salute o per fare sport.

SAGITTARIO

23 nov. » 21 dic. Se volete combinare un affare o avviare qualche nuova impresa, fatelo in questo inizio anno. La situazione del denaro sarà in balìa di improvvisi cambiamenti, con alti e bassi.

ACQUARIO

21 gen. » 19 feb. L’attenzione in questo mese andrà posta sulla dea Fortuna: ci sarà la possibilità di giocare su tutto. Con Nettuno e il Sole nel segno sarete fortunati: rischiate un po’ di più.

LEONE 23 lug. » 23 ago. Il primo mese del 2012 inizierà in allegria, nel lavoro e con gli amici. Controllate il conto in banca, evitando di spendere sconsideratamente. Dedicate tempo ad una persona anziana.

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PESCI 20 feb. » 20 mar. Venere, nel settore della salute, vi renderà più interessati alla cura del corpo e della bellezza. Fate attenzione ai denti e alle ossa, perché sono le vostre parti più vulnerabili.

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CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen.

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Uomo importante ma vanitoso = Quadro d’autore Servizio segreto = Il funerale INDOVINELLO DOPPIO

Genero e suocera = Olio e Aceto

REBUS (7, 10)

DO manda per T I, N e N tè = Domanda pertinente REBUS (8, 8)

S è nato; re I tali a N O = Senatore italiano

STUZZICA CERVELLO TEST 1 La figura che può essere considerata “intrusa” è quella contrassegnata dalla lettera d). Le figure b) e c), infatti, rappresentano la figura a) capovolta rispettivamente orizzontalmente e verticalmente. TEST 2 La parola che può essere considerata “intrusa” è MIELE. Essa, infatti, è l’unica delle dieci parole fornite che contiene tre vocali. TEST 3 Il numero che va sostituito al punto interrogativo nella sequenza c) è 9. Esso, infatti, come tutti i terzi numeri delle sequenze, è dato dalla somma dei primi due numeri della sequenza alla quale appartiene. Il numero che, invece, va sostituito al punto interrogativo nella sequenza d) è 2. Esso, infatti, come tutti gli ultimi numeri delle sequenze date, si ottiene dalla differenza tra il terzo e il quarto numero della sequenza di appartenenza. c)

4 - 5 - 9 - 1 - 8 ( 4 + 5 = 9 )

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4 - 2 - 6 - 4 - 2 ( 6 – 4 = 2 )

TEST 4 Il particolare che non appartiene alla figura data è quello contrassegnato dalla lettera d).


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Le presentiamo una piccola, grande meraviglia!

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Tenga fra le braccia “Emmy” e si goda questa piccola, grande meraviglia!

Piccola, meraviglia Emmy l’ultima creazione della rinomata artista Linda Webb

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Il mondo di un bambino piccolo è pieno di calma e di felicità, soprattutto quando viene tenuto delicatamente tra le braccia dalle persone che lo amano! La Bradford Exchange Le presenta l’ultima creazione della rinomata artista Linda Webb: “Piccola, meravigliosa Emmy”. Si goda uno straordinario capolavoro dell’arte delle bambole da collezione, che conquisterà subito il Suo cuore. Le unghie delle mani e dei piedi della dolce piccina sono meticolosamente dipinte a mano e le ciocche dei bei capelli e le ciglia sono applicate a mano con ogni cura.

BUONO D’ORDINE ESCLUSIVO Termine di ordinazione: 13 febbraio 2012

Sì, inviatemi la bambola in vinile “Emmy”

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Le garantiamo la riservatezza dei Suoi dati. Informativa articolo 10 L. 196/03 sarà nostra cura inserire i dati che Lei fornirà nell‘archivio informatico della Bradford (titolare del trattamento) garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l‘invio gratuito di proposte commerciali. Ai sensi dell‘articolo 13 della Legge i dati potranno comunque essere cancellati dietro semplice richiesta scritta da inviare all‘ufficio dati presso la nostra sede.

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IN CASO DI ESTINZIONE ANTICIPATA SARANNO ELIMINATI GLI INTERESSI NON ANCORA MATURATI messaggio pubblicitario con finalità promozionale commissionato da Finanza Italia S.p.A. con sede in Via G. Vasari 22 - 20135 Milano - Tel. 02.55.11.565 - Fax 02.54.10.76.89 èAgente inAttività Finanziaria plurimandataria iscritta al n°A64048 presso l’Albo tenuto da Banca d’Italia. Fogli informativi affissi nonchè asportabili messi a disposizione del pubblico in sede. Gli esempi suindicati sonocomprensivi dei seguenti costi e sono inclusi nei T.A.E.G. esposti: 1) coperture assicurative obbligatorie rischio vita e perdita impiego o pecuniaria; 2) commissioni bancarie o finanziarie e di agenzia. Periodo di validità dei T.A.E.G.: dal 1 gennaio 2012 al 30 giugno 2012.

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