Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
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Anno XXXIV n. 6 Giugno 2012 Euro 2.50 - I.P.
Melatonina Pura
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[anteprime] S.o.s. nonni L’estate arriva all’improvviso, chiudono nidi e scuole. Tutto si ferma, ma non le esigenze delle famiglie, che fanno i conti con questa situazione. Meno male che ci sono i nonni, ma chi non li ha? A pagina 13
Il segreto della longevità Si pensava fosse in uno stile di vita sano e bilanciato, ma a Vilcabamba, sperduto paese in Ecuador, anche la “sregolatezza” fa la sua parte. A pagina 29
Inflazione: sei KO Il carrello della spesa corre, la stagnazione non aiuta e la ripresa stenta a farsi vedere. Eppure, è ancora possibile investire in strumenti finanziari anti-inflazione. A pagina 18
La vacanza perfetta Anche se solo per pochi giorni, non rinunciamo ad uno stacco dalla vita che facciamo tutto l’anno. E l’offerta turistica va incontro a tutti. A pagina 44
Una montagna di benessere Un soggiorno riposante presso le Dolomiti, coccolati dalla 50&Più Turismo. Una settimana di intenso relax in sei mete alberghiere d’eccellenza. A pagina 42
ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
Ancor prima di aver giurato come settimo presidente della V Repubblica Francese e fatto il suo ingresso all’Eliseo, François Hollande ha ritenuto di dover annunciare le sue
prime decisioni: diminuzione del 30% del suo appannaggio di Presidente e un TETTO MASSIMO PER GLI STIPENDI DEI GRANDI MANAGER PUBBLICI
che non potranno superare di venti volte il salario del lavoratore meno pagato. Un inizio significativo che sottolinea come
anche in un Paese, certo più ricco del nostro, come la Francia, il tema dei costi della politica
e dei suoi corollari sia avvertito come un peso, se non da eliminare, certo da ridurre e mettere
sotto controllo.
D’altronde, il RAPPORTO DEI COMPENSI TRA COLORO CHE SONO CHIAMATI A DIRIGERE grandi aziende, banche o enti pubblici e lavoratori dipendenti SI MISURA ORMAI IN SVARIATE CENTINAIA DI VOLTE ed è uno degli elementi che, in maniera più macroscopica, fornisce argomenti a chi fa dell’antipolitica il proprio cavallo di battaglia. Il peso della cosiddetta “casta” però non è solo collegato all’ammontare degli appannaggi, ma anche
al numero dei suoi componenti. Basti pensare che se il collegio senatoriale in Italia avesse la stessa ampiezza elettorale di quello statunitense, avremmo in tutto venti senatori anziché 315!
Certo il risparmio verrebbe da sé. Ma riusciranno i nostri uomini politici a trovare la forza di autoriformarsi? E QUALCUNO RIUSCIRÀ A FARE QUEL PASSO INDIETRO CHE PURE DOVREBBE, PER PUDORE, SPONTANEAMENTE SENTIRE COME NATURALE? Per tornare alle vicende d’Oltralpe, monsieur Sarkozy
ha impiegato mezzora per riconoscere la vittoria del suo avversario, assumersi la piena responsabilità della
sconfitta, ringraziare tutti coloro che lo hanno votato, lasciare la presidenza del partito e ritirarsi dalla vita politica per tornare a fare l’avvocato. C’è da domandarsi
perché, se i francesi sono nostri cugini, ci somigliamo così poco.
Mentre la rivista sta andando in stampa, da Brindisi e dall’Emilia ci raggiungono notizie diversamente gravi e luttuose per le quali tutta la Redazione di 50&Più esprime la sua vicinanza alle famiglie e alle popolazioni duramente colpite.
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IN QUESTO
numero
24 Intervista a Mauro Corona Scrittore affermato, scalatore, boscaiolo, scultore del legno
10
DI R OMINA VINCI
L’inflazione frena i consumi, ma...
18
Come e dove investire DI LORENZO M A SINI
La casa del futuro: autonoma ed ecologica
20
DI IL ARIA R OM ANO
La terra che vogliamo Conferenza Onu a Rio de Janeiro
24
39
DI SADÌA M ACCARI
Un posto in Europa per gli over 50
26
Intervista a Marjan Sedmak
A casa degli “immortali” A Vilcabamba, il segreto dell’eterna giovinezza?
29
Le Notti Bianche di San Pietroburgo Nella meravigliosa città di Pietro il Grande
Quando la scuola chiude...
39
GIADA VALDANNINI
DI PAOLO NEGRINI
LA VOCE DI 50&PIÙ
PARLIAMO DI...
Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più
47 Anno XXXIV n. 6 Giugno 2012 Euro 2.50 - I.P.
A CURA DI LUISELL A BERTI
Periscopio >> pag. 6
a cura di Berardo Falcone Letteralmente >> pag. 8
Fisco DI ALESSANDRA DE FEO
di Giovanna Vecchiotti Il mistero del déjà vu >> pag. 37
di Alessia Pasquino
Previdenza DI GIANNI TEL
Dolomiti: viaggio nel benessere >> pag. 42
di Carlo Penguin
Cinema e DVD >> pag. 60
Arriva l’estate e... la vacanza è servita >> pag. 44
di A. Miccinesi e P. Armocida
4I
Oroscopo >> pag. 61
di Giovanni Orso
di Aldebaran
Sapori & Colori >> pag. 52
Giochi >> pag. 62
di Marina Cepeda Fuentes
di N. Tucciarelli e R. Cento
Libri >> pag. 58
Stuzzica cervello >> pag. 63
di R. Minore
di E. Diglio
Musica & Teatro >> pag. 59
Bacheca >> pag. 64 Soluzioni >> pag. 66
di D. De Felicis e M. Sarti 50epiu.it
I
GIUGNO 2012
DI LUISELL A BERTI E
DI LORIS POR CHERI
IN EVIDENZA
13
INSERTO
Ottava puntata: un microblog con cui inviare messaggi di testo
Arrivano i nonni-sitter: quelli italiani sono i migliori e i più presenti
DI LEONARDO GUZZO
33
INCHIESTA
54 56
Anno XXXIV n. 6 Giugno 2012
Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
DI GIOVANNA VECCHIOT TI
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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
ZOOM DI GABRIELE SAMPAOLO
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AVANTI
RAGAZZI!
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edalavo così, come si può pedalare nel primo pomeriggio di un sabato di maggio su una pista ciclabile, o pedonale? non era ben chiaro, ma certo eravamo in molti ad aver avuto la stessa idea, ciclisti e pedoni. Del resto il sole era pieno e l’aria frizzante; la primavera matura. Ed ecco che l’ingombro ad un tratto sembrava più categorico. Nessun problema, ad un solo tocco del campanello una voce allegra risponde “Avanti ragazzi, lasciamo passare!“. Ragazzi??! L’età media della vivace compagnia (agli occhi di un esperto) era più o meno tra i 65 e i 75 anni. Ma il gruppo avanzava spedito con una marcia più che giovanile. Così i “ragazzi” tra un sorriso e un saluto si son fatti da parte ed io, ricambiando, ho attraversato una giovinezza vera e tangibile pensando, tra me e me, alle parole del visionario Picasso: “Ci vogliono molti anni per diventare giovani”.
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Finito di stampare: 25 maggio 2012
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ERISCOPI in pillole
A CURA DI BERARDO FALCONE
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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,
IL PONTE PIÙ LUNGO E PIÙ ALTO DEL MONDO SI CHIAMA AIZHAI
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È cinese il ponte più lungo e più alto del mondo Dopo 5 anni di lavori, è stato da poco inaugurato in Cina il ponte più lungo e più alto del mondo. L’imponente opera si chiama Aizhai, si trova a Hunan, una provincia centrale del Paese, e unisce tra loro due gallerie che si trovano a 1.176 metri l’una dall’altra, a 355 metri di altezza sopra il canyon Dehang. Il ponte, con le sue quattro corsie e illuminazione notturna di 1.188 luci, è accessibile anche al traffico; le auto però non possono superare la velocità massima di 80 chilometri orari.
importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50epiu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!
I documenti segreti di Albert Einstein andranno su internet L’università ebraica di Gerusalemme, che possiede la Collezione Einstein, ha reso noto che presto metterà sul Web tutti gli 80mila documenti degli archivi personali di Albert Einstein, dalla corrispondenza personale a lettere su problemi sociali, tra cui il disarmo nucleare e il conflitto araboisraeliano, fino a una toccante cartolina per la madre malata. Più della metà della preziosa documentazione era stata chiusa per anni in un deposito dell’università, e finora appariva pubblica solo in parte.
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Una nuova speranza: scoperta la molecola anti-artrosi Sulla prestigiosa rivista scientifica Science, i ricercatori dello Scripps Research Institute in California, hanno presentato i primi risultati su una nuova molecola (la cartogenina) che risveglia le cellule staminali della cartilagine, spingendole a riparare i danni creati dall’artrosi. Anche se per ora è stata sperimentata con successo solo su topi, la molecola apre nuove e interessanti soluzioni al problema di questa malattia.
5 Dal Giappone arriva la “spider-corda” per violino Shigeyoshi Osaki, ricercatore giapponese della Nara Medical University, ha riprodotto per la prima volta speciali corde per violino realizzate con tela di ragno. Per ogni corda, il ricercatore ha attorcigliato tra i 3.000 e 5.000 filamenti di seta in una sola direzione, formando un fascio più resistente delle normali corde in nylon. Alcuni violinisti professionisti le hanno provate concludendo che le corde di ragno generano un timbro più morbido e profondo delle corde tradizionali.
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Troppe calorie fanno male alla bilancia e alla memoria L’associazione di neuropsicologi Assomensana ha affermato che mangiare tanto indebolisce la capacità di ricordare. «Dedicarsi oltre il dovuto al mangiare impegna troppo il sistema digerente a scapito degli altri apparati - spiega il presidente di Assomensana, Giuseppe Alfredo Iannoccari - perché nega il sufficiente apporto di sangue e ossigeno, ad esempio, alle aree cerebrali». Il consiglio, soprattutto agli anziani, è quello di limitare gli alimenti sazianti troppo grassi preferendo quelli vegetali.
Il puzzle più grande del mondo Una squadra di ragazzi spagnoli ha da poco raggiunto un curioso record, realizzando il puzzle più grande in commercio: hanno impiegato ben 82 ore per montare 32.256 pezzi, tappezzando 5 metri e mezzo di lunghezza e quasi 2 metri di larghezza. Rimanendo in tema di record, il 28 settembre 2008 nella piazza centrale di Ravensburg in Germania, oltre 15mila persone incastrarono 1.076.820 tessere di un puzzle (fuori commercio), per una superficie complessiva di 600 mq.
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A New York arriva il gelato tecnologico Nelle grandi città americane tra poco tempo potrebbero sparire i tradizionali carretti che vendono gelati. Ne è un esempio CoolHaus, una camionetta che a New York vende gelati tra due biscotti, e che fornisce ai clienti, attraverso il sito Web MilkMade.com, non soltanto la propria posizione geografica ma anche i codici per ottenere degli sconti. Tecnologici e innovativi anche i gusti: si possono trovare gelati al sapore “patatina”, biscotto allo “zenzero con wasabi”, il gelato “gin tonic” e quello al “butterscotch”. GIUGNO 2012
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Troppo giovane per la pensione, troppo vecchia per lavorare ... Gentile Direttore, era da tempo che cercavo la forza di scrivere questa lettera. Ho 54 anni e per quasi 31 ho lavorato nell’amministrazione di una piccola azienda tessile che a causa della crisi, sta chiudendo l’attività. Poichè eravamo pochi dipendenti non ho avuto diritto né alla mobilità né alla cassa integrazione retribuita. Non pensavo si potesse arrivare a questo punto ma perdere il lavoro alla mia età, è oggi un’eventualità non più rara come anni fa. Si parla sempre di giovani, del lavoro che non
trovano, delle difficoltà di inserirsi nel tessuto sociale e crearsi una famiglia ma non si pensa mai a chi, come me, perde il lavoro dopo i 50 anni. Mi piacerebbe che si capisse che in questo paese popolato da disoccupati, poveri e precari stanno male i ragazzi precari e stanno male anche i 50enni che lo diventano. La depressione non colpisce solo i 30enni. Io, come altri, ho pagato i contributi per anni ed ora mi ritrovo in questa assurda situazione: troppo giovane per la pensione e troppo vecchia per un nuovo lavoro. ANNA MARIA FANTONI
Conosco bene il Suo stato d’animo, signora Anna Maria, perché sono molti i lettori che ci scrivono o contattano la Redazione per esporre un problema analogo al Suo, e che Lei ha mirabilmente sintetizzato con un: «troppo giovane per la pensione, troppo vecchia per un nuovo lavoro». Siamo una delle Nazioni con il più alto tasso di popolazione anziana, e facciamo poco o niente per valorizzare chi si trova in questa fascia d’età, o per aiutarlo a gestire le situazioni d’emergenza che deve affrontare. Come abbiamo già avuto modo di dire in alcuni articoli pubblicati nei mesi scorsi, che vertono sul tema del lavoro over 50, in molti Stati europei, come per esempio in Germania, il governo spinge le aziende ad assumere gli ultra cinquantenni considerati “strategici” perché flessibili, affidabili e, soprattutto, in grado di mettere a disposizione dei più giovani la propria esperienza. I dati parlano chiaro: il 71,5% dei tedeschi tra i 55 e i 59 anni lavora, mentre gli occupati tra i
8I 50epiu.it I GIUGNO 2012
60-64 anni raggiungono il 41,1%. In Italia, i dati sono completamente diversi: la quota degli occupati è del 52,7% fra i 55-59 anni e del 20,5% fra i 6064 anni. Come a dire che anche in questo campo abbiamo il primato della mancata valorizzazione delle nostre risorse. Ma la
cosa che più sconcerta è che per ogni lavoratore over 50 a cui viene risposto: «Mi dispiace, la nostra azienda necessita di una persona più giovane per questo posto...» non corrisponde la reale assunzione di un ragazzo, altrimenti non si spiegherebbe l’alto tasso di disoccupazione tra i
«Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero» Sandro Pertini
giovani che si registra nel nostro Paese e anche il gran numero di coloro che il lavoro ormai non prova neanche più a cercarlo. L’Istat ha diffuso le percentuali di disoccupazione in Italia riferite a marzo 2012: ad un tasso del 9,8%, corrisponde una disoccupazione del 35,9% dei giovani tra i 15 e i 24 anni. E, come ci ha detto il Presidente di Age Platform, Marjan Sedmak, nell’intervista che riportiamo in questo numero a pagina 26, è falso il binomio “più lavoro agli anziani / meno lavoro ai giovani”. La vera strategia che dovrebbe essere perseguita, è quella di creare più posti di lavoro nei quali i giovani possano inserirsi con gradualità e certezza, e gli anziani possano transitare al pensionamento con altrettanta gradualità e certezza. 50&Più si è occupata spesso, signora Anna Maria, con inchieste e dossier, del problema che l’affligge, e sicuramente ce ne occuperemo anche in uno dei prossimi numeri, perché siamo convinti che non è con la depressione psicologica che si risolve il problema,
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Poste Italiane S.p.A.
Sped. in Abb. Post.
D.L. 353/2003 (conv.
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Art. 1 comma 1 -
D.C.B. - Roma.
Anno XXXIV n. 6 Giugno 2012 Euro 2.50 - I.P.
SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it
IL MONDO È UN POSTO PERICOLOSO NON SOLO A CAUSA DI QUELLI CHE COMPIONO AZIONI MALVAGIE, MA ANCHE PER QUELLI CHE OSSERVANO SENZA DIRE NULLA. Albert Einstein
pur comprensibilissima in un momento difficile che stiamo attraversando, ma affrontandolo in un dibattito pubblico, parlandone il più possibile, risvegliando le coscienze di chi governa e di chi è governato, perché essere passivi non giova. Dobbiamo anche tener conto dell’esperienza storica, secondo la quale da ogni crisi il Paese riesce a risollevarsi. Dobbiamo affrettare i tempi della ripresa con un atteggiamento il più positivo e attivo possibile.
Non ci sono più le pubblicità di una volta... Nei mesi scorsi è passato in televisione uno spot pubblicitario di una notissima casa automobilistica. Il tema era «dopo tanti sì: di-
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te no alle regole...». Resto ogni giorno più insofferente, sbalordito di fronte a questi comportamenti. Che civiltà è mai la nostra? o sarebbe meglio chiamarla inciviltà? Quali subdoli segnali continuiamo a trasmettere alle giovani generazioni? Siamo tutti d'accordo che la censura è uno strumento illiberale e di oppressione, ma un comportamento deontologico andrebbe imposto... anche alla pubblicità. Non basta l'autoregolamentazione. Se questa è libertà preferisco un poco di censura! Francesco Maurici Gentile signor Maurici, devo ammettere che quella pubblicità ha colpito anche me e ho pensato anch’io ad un mondo
Montascale Stannah.
scale, scegli il meglio.
Per le tue
senza regole, ma ritengo che la censura possa essere più temibile della libertà di espressione. Possiamo arrabbiarci quanto vogliamo con la pubblicità e con i suoi realizzatori, ma lo scopo di quei messaggi non guarda ad alcuna pedagogia. Il fine è vendere attraverso richiami emotivi o toccando le parti più profonde e subcoscienti degli spettatori. Si ricorda come venivano chiamati negli Anni ’50 i creatori di spot pubblicitari? “Persuasori occulti…”, è tutto dire. Tante pubblicità del passato hanno poi finito con il lanciare modi di dire, radicandosi nel linguaggio collettivo. Sono sicura che non faticherà nel trovare esempi del passato, ma qualora volesse approfondire l’argomento mi permetto di consigliarLe una della nostre Perle della Memoria intitolata Pubblicità!, un viaggio nell’Italia del boom sull’onda dei ricordi grazie alle pubblicità di un tempo.
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Persone di cui fidarsi. Dal 1867.
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LE DIFFICILI PROVE CHE HANNO SEGNATO LA SUA INFANZIA HANNO PROBABILMENTE CONTRIBUITO A FARNE DI LUI L’UOMO SCHIVO, SOLITARIO E SCHIETTO DI OGGI. MA, FORSE SUO MALGRADO, HA COLLEZIONATO SUCCESSI IN OGNUNO DEGLI AMBITI IN CUI SI È CIMENTATO
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MAURO
SCRITTORE AFFERMATO MA, ANCOR PRIMA, BOSCAIOLO, CAVATORE, SCULTORE LIGNEO, ALPINISTA... UN VERO “FIGLIO DELLA TERRA”
CORONA DI R OMINA VINCI
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crittore, scultore, alpinista, Mauro Corona sessantadue anni, originario di Erto, un paesino della Valle del Vajont - è un personaggio poliedrico, di certo uno che non le manda a dire. Con il capolavoro La fine del mondo storto (Premio Bancarella 2011) ha auspicato un riavvicinamento alla terra e all’agricoltura; mentre lo scorso novembre ha dato alle stampe Come sasso nella corrente, un libro “per non morire frainteso”, una sorta di testamento che consegna ai suoi lettori, e nel quale ripercorre le angherie e le sofferenze di un’infanzia condotta ai margini. In questa intervista Mauro Corona si racconta a tutto tondo. Ne emerge il ritratto di una persona tormentata, arrivata al punto di provare ribrezzo per quella popolarità tanto agognata. Hai scritto 18 libri, scalato vette italiane ed europee, le tue sculture apprezzate a livello internazionale. Qual è il bilancio della tua vita? Fallimentare. «Io ho scritto libri e saggi, ma avrei potuto fallire meglio», sosteneva Beckett. Prendo in prestito le sue parole. È un bilancio fallimentare il mio, nei sentimenti sono stato un egoista, un traditore, una pessima figura. Però, in questo marasma, qualche fiorellino esce fuori: i miei libri, qualche scultura, dei figli sani con la testa a posto. Sei diventato uno degli scrittori più apprezzati d’Italia, ma da poco hai annunciato che, stanco del successo, vuoi ritirarti. Perché? Ho cercato la gloria per uscire dal pantano della vita, per non morire frainteso. Che questo mi abbia portato una certa fama non mi dispiace, ma come diceva Gabriel Garcia Marquez: «La notorietà è una cosa buona per uno scrittore, ma va «Ho avuto tenuta a bada». un’infanzia Ed io sono stanmaledetta e co di tutto quedisgregata, con sto perché mi un padre violento ha tolto gran parte della mia e una madre che, vita antica, a per sfuggirgli, contatto con la ha abbandonato terra. È lì che voi suoi figli piccoli» glio tornare. Nel tuo ultimo libro, Come sasso nella corrente, racconti di un’infanzia sofferta, di violenze fisiche e psicologiche da parte dei tuoi genitori. Li hai perdonati? Ho fatto una vita infame, un’infanzia maledetta e disgregata con un padre violento, picchiatore e alcolizzato, e una madre che per sfuggire al suo uomo ha persino abbandonato i suoi figli piccoli. Oggi che sono morti posso affermare che sì, li ho perdonati, però allo stesso tempo io non dimentico. Sto per dire una cosa orribile: lui è morto cinque anni fa, lei da pochi mesi; ebbene, nonostante io li amassi e ho pianto per loro, devo ammettere che mi hanno fatto un piacere perché adesso, non vedendoli più, posso finalmente
MAURO CORONA
Ho scritto libri per salvare una memoria che annienta soprattutto gli ultimi, cancellandoli dalla faccia del mondo
Biografia in breve Nasce il 9 agosto 1950 a Baselga di Piné (Tn). Vive a Erto, nella Valle del Vajont. Dal 1997 ad oggi ha pubblicato diciotto libri
[ L’UMILTÀ NON ESISTE, I RIMPIANTI SONO UNA TENERA NOSTALGIA E I RIMORSI SONO TALI SOLO QUANDO NON SI PUÒ PIÙ RIMEDIARE: PER LO SCRITTORE-SCULTORE LA VITA È
“DOLCE-AMARA”. ]
dire di aver chiuso una pagina, non sono più un figlio. E Mauro, che tipo di genitore è? Sono stato un genitore accorto e affettuosissimo. E anche un buon maestro, ho fatto scoprire ai miei figli la bellezza della natura, li ho fatti scalare, camminare, ho insegnato loro a scolpire, a fare il presepio. Ora che sono tutti laureati hanno ripreso questi insegnamenti che avevo inoculato loro da picco«Nei suoi romanzi li, e ne sono fiero. riproduce i suoni Sono stato un della natura, buon genitore ma, porta a galla allo stesso tempo, un cattivo marito. l’umanità dei Mia moglie ha doboschi facendo vuto subire molte emergere un umiliazioni. mondo dotato Nello stesso libro di rara bellezza» c’è un passo in cui dici che alla sua morte tuo padre ti ha lasciato un furgone di armi, tua madre una stanza piena di libri, tuo nonno gli attrezzi da artigiano, ma non l’arte di tacere... Oltre al Dna ereditato dai genitori, colore degli occhi, dei capelli, altezza, carattere, ce n’è uno ancor più importante, ed è quello che formiamo durante il periodo dell’infanzia. Mia madre era una lettrice formidabile. Quando se ne andò abbandonando i suoi tre bambini, io avevo sei anni ed ero il più grande, mi lasciò una stanza piena di libri. Io prima di aver compiuto dieci anni avevo già letto mattoni come Guerra e Pace, I Miserabili, Delitto e Castigo. » GIUGNO 2012
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INTERVISTA MAURO CORONA [ IL RAPPORTO “SILENZIOSO” CON IL NONNO È STATO DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PER
MAURO CORONA: GLI HA LASCIATO LA PASSIONE
PER LA SCULTURA, L’AMORE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO E UNA SPICCATA PROPENSIONE PER LA MANUALITÀ.
Lei non ha mai smesso di leggere, fino agli ultimi giorni della sua vita: era impazzita, iniziava a vedere fantasmi ovunque, però continuava ad avere tra le mani i suoi libri. Mio padre, al contrario, credo che in vita sua non abbia mai letto neanche un cartello stradale, però mi ha trasmesso la passione per le montagne, le scalate, la caccia, la vita all’aria aperta. È una persona che ha dormito più fuori che dentro casa, ed è a lui che devo il mio amore per gli spazi aperti. Mio nonno, invece, era un artigiano, uno scultore abilissimo e mi ha lasciato il Dna della scultura, del lavoro del legno, della manualità. Però, come dico nel libro, lui per uscire dal suo inferno lavorava il legno e taceva, era una persona che diceva quindici parole l’anno. Io, invece, ho voluto chiacchierare. Cos’è la vanità? La vanità mi ha sempre circondato. Forse è correlata alla solitudine e al malessere, ma è un desiderio irrefrenabile di esser visti. Io sono stato molto vanitoso. Odio guardami allo specchio, perché quei due occhi sono lì che mi rimproverano: sei un vanitoso, un arrogante. È per questo che voglio ritirarmi. Quando sento alcuni colleghi affermare: «Io scrivo per me stesso» provo pietà per la loro falsità, perché tutti vogliono pubblicare, vendere milioni di copie e vincere premi, perché negarlo? L’uomo è così, non è mai compiuto. L’umiltà è soltanto recitata, non esiste in natura. Qual è la differenza tra rimpianto e rimorso? I rimpianti sono una dolcezza lontana, una tenera nostalgia. I rimorsi sono come le disgrazie, diventano tali solo quando sono accaduti e non hai più la possibilità di rimediare. Io sono perseguitato dai rimorsi, ed è per questo che reputo la morte una liberazione, perché solo allora riuscirò a liberarmene.
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Bisogna tornare alla terra, a coltivare i campi, imparare a farci il cibo da soli. Perché se ti fai il mangiare diventi invincibile in quanto hai tutto: riso, frumento, verdure, frutta
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Sei stato definito l’uomo che parla agli alberi, ma se potessi scegliere quale pianta saresti? Come ho scritto nel libro Le voci del bosco (Mondadori 2008, ndr) io sono un carpino, un albero dal carattere testardo che cresce storto, ossuto, inquieto a ramingo. Forte e inavvicinabile, duro e insopportabile, arrogante, ma anche buono. Le tue sculture rappresentano più dei “No” o dei “Sì”? Entrambi gli aspetti. Io non ho mai utilizzato l’eternità della pietra, ma il legno, perché è più vulnerabile. Ho scolpito il lavoro, la fatica, i boscaioli, i contadini, ho cercato di rappresentare l’impossibilità di essere felici. Ho scolpito gli amanti, che sono costretti a nascondersi per vivere la cosa più bella che possa capitare ad un essere umano, vale a dire l’amore. Cerco di scolpire sul legno le cose che non ho mai avuto, dando così loro la dignità di esistere alla luce del sole. Non è un caso che il tema più ricorrente delle mie opere sia la maternità. Voglio tenere unita la famiglia almeno nelle sculture e, invece, vedo che tutto si sfaglia intorno a me. Quanto è forte il nichilismo al giorno d’oggi? È terribilmente imperante. La gente brucia i boschi, incendia, deturpa la natura, la inquina, perché non si preoccupa di chi verrà dopo, ma è proiettata soltanto sulla brevità della propria esistenza. Una volta faceva da freno la fede, il Credo nel Dio, ma ormai non c’è più neanche questo, il mondo si è sgretolato. In un’intervista del 2009 hai dichiarato: «Ben venga la crisi, che Dio la benedica», citando anche un proverbio della tua Erto: “Quando l’acqua tocca il culo si impara a nuotare”. A due anni di distanza la penuria di denaro ancora persiste, confermi quelle parole? Certo, perché l’uomo di sua scelta non è capace di tornare indietro, ha bisogno di un’imposizione oppure di una disgrazia. Noi siamo un popolo intelligente, ma anche pigro, e quindi se non c’è qualcuno che ci impone di mettere il casco noi ci possiamo spaccare la testa beatamente. Con questa crisi oggi è subentrata una legge della necessità, che farà in modo che l’uomo sia più avveduto nelle scelte, negli acquisti, nel muovere la macchina. E allora lo ripeto: ben venga la crisi che riumanizza l’uomo. Qual è il modo per uscirne? Bisogna tornare alla terra, all’agricoltura, coltivare i campi, imparare a farci da soli il cibo... Dobbiamo smetterla di investire sulle industrie e tornare a fare i contadini. Perché se ti fai il mangiare diventi invincibile in quanto hai tutto: animali, riso, frumento, insalata, verdure, frutta. Ma io dico, cosa faceva Steve Jobs per vivere? Mangiava computer?
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Secondoil 44% degli italiani, la famiglia cerca di ottenere dallo Stato ciò che può (Fonte: 50&Più/Censis).
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IL BIMBETTO DOVE LO METTO?
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«Arriva l’estate, ma per le vacanze c’è tempo, almeno per nonni e genitori. Le famiglie devono riorganizzarsi perché chiudono scuole e asili, e i nonni all’interno delle famiglie sono ancora più determinanti rispetto al resto dell’anno» [ INCHIESTA DI LUISELLA BERTI ]
Il 33,1%
dei nonni italiani si occupa di un nipote quotidianamente. Fonte: elaborazione dati Share (www.share-project.org)
olci, discreti e super disponibili. Per alleggerire il carico familiare dei figli farebbero di tutto. Sono la stragrande maggioranza dei nonni italiani che, nel corso dell’anno, si prendono cura dei nipoti quando i genitori sono al lavoro; oppure si offrono felicemente per dare un po’ di sollievo, qualche ora libera a figli che, tra lavoro e famiglia, non hanno più tempo da dedicare a se stessi e alla vita di coppia. Insomma, senza i nonni, chi avrebbe il coraggio di impegnarsi a mettere al mondo un figlio? Le statistiche lo dicono: chi ha la disponibilità dei nonni è più propenso a diventare genitore e ad avere magari il secondo figlio, altrimenti l’impresa diventa quasi proibitiva se non si ha la possibilità di pagare baby-sitter, asili o scuole private in un Paese come l’Italia, in cui le strutture per l’infanzia sono ancora molto carenti. E se questo non è un Paese per vecchi e nemmeno per giovani, non lo è tanto meno per l’infanzia. È un Paese dove la famiglia è vista come un “bene rifugio” (la famiglia, avete letto bene, non la casa!): è quanto emerge dall’indagine di 50&Più/Censis La ricomposizione del Noi, che ha indagato la sfera relazione degli over 50 in ambito famigliare e sociale. » GIUGNO 2012
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LA PAROLA ALL’ESPERTO
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I nonni italiani? In Europa sono quelli che dedicano più tempo alla cura dei nipoti. Intervista a Chiara Pronzato, Università degli Studi di Torino, docente di Economia del lavoro, esperta in Economia della famiglia.
Secondo gli over 50 il rapporto qualsiasi altra occorrenza». tra famiglia e società italiana nel E a Francesca, 4 anni, nonno suo complesso, mostra distan- Francesco ha dedicato una poeza e mancanza di dialogo. Il sia. «Per me e mia moglie è una 44% afferma che la famiglia gioia occuparci di lei, è un’ocitaliana cerca di ottenere dallo casione per stare insieme e veStato quello che può e poi si ar- derla crescere. È un grandissirangia da sé. Essere famiglia è mo regalo». bello, soprattutto per la possibi- Per l’estate la famiglia Mustari lità di ricevere aiuto e sostegno si è ben organizzata. «Con la rispetto ai disagi esterni e, a pen- chiusura dell’asilo da luglio fino sarlo, è ben l’83,2% degli in- ad agosto, la bambina verrà con noi al matervistati. re, sarà Per le famicon noi glie con figli «Entro il 2015 durante il chi è che dà il Governo ha giorno fiil maggior, previsto 18.000 no all’arrise non l’uninuovi posti nido. vo dei geco supporLa percentuale nitori la to? I nonni, dei bambini presi sera. A naturalmenin carico salirebbe darci una te. Allora un ad appena il 12%» mano ci grande ricosarà forse noscimento una babya loro, non solo il 2 ottobre, Festa naziona- sitter, vedremo. Ad ogni modo le a loro dedicata, ma tutto l’an- io e mia moglie ci occupiamo in no. «Senza invadere la vita fa- egual misura di Francesca. C’è migliare di nostro figlio, ci met- la massima collaborazione». tiamo a disposizione sua e di Francesco e Annamaria sono mia nuora ogni volta che ce lo anche dei nonni molto attivi. chiedono». A parlare è nonno «Ci divertiamo, andiamo a balFrancesco Mustari, di Catanza- lare, viaggiamo. In più io mi diro, 77 anni. «Con mia moglie letto a scrivere poesie sia in itaAnnamaria due volte alla setti- liano che in dialetto. Insomma, mana andiamo a prendere la non rinunciamo al nostro temnostra nipotina Francesca all’asi- po libero». lo. Poi stiamo con lei fino a quan- C’è anche chi da nonno decide do i genitori non tornano dal di cambiare città per stare vicilavoro. Ma siamo disponibili per no alla famiglia del proprio uni-
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Perché i nonni sono così determinanti in Italia nell’organizzazione della vita famigliare? Ci sono due aspetti da considerare. Da una parte, c’è la mancanza di servizi pubblici dedicati alla prima infanzia, quindi asili nido per le famiglie. Dall’altra, una certa resistenza culturale nell’affidare i figli fuori dal contesto familiare. Ci sono famiglie che preferirebbero mandare i figli all’asilo se ci fosse possibilità, mentre altre preferiscono comunque la cura dei nonni. Senza togliere nulla al valore della famiglia e al ruolo che svolgono i nonni, occorre fare una considerazione fondamentale: un sistema basato sulla cura dei nonni è sostenibile fino a quando avremo molti figli unici, altrimenti i nonni non possono seguire più bambini piccoli allo stesso tempo. È giusto che ogni famiglia decida al suo interno come organizzare le vacanze e la cura dei figli durante tutto l’anno, ma i nonni non possono essere l’unica risposta che lo Stato può dare al problema dell’organizzazione familiare. Cosa pensa della proposta del ministro Andrea Riccardi di concedere ai nonni il congedo parentale per occuparsi dei nipoti? Non mi convince affatto. Parte dal presupposto che i giovani svolgono lavori precari e quindi il congedo parentale è più problematico. Soluzione? Estendiamo ai nonni il congedo parentale perché hanno un lavoro più sicuro. Invece
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di agire sulle distorsioni del Percentuale di nonni che si occupa di un nipote mercato del lavoro, quePaese quotidianamente 1 o più volte a settimana sta misura continua a spoItalia 33,1 47,6 stare la cura dei figli ancoGrecia 28,0 48,9 ra sui nonni. Inoltre, si tratSpagna 24,3 37,5 ta di una soluzione che Belgio 16,5 48,3 crea disuguaglianza tra le 15,0 43,2 Germania famiglie e dentro le famiAustria 14,6 35,6 glie. Non tutti hanno i nonSvizzera 11,1 37,3 ni, non tutti hanno i nonFrancia 9,4 29,7 ni in salute, i nonni possoSvezia 2,9 21,4 no avere più nipoti e non Olanda 2,3 42,9 possono farsene carico Danimarca 1,6 22,0 Fonte: elaborazione su dati Share (www.share-project.org) contemporaneamente. Anche nel resto d’Europa il ruolo dei nonni nell’organizzazione della vita familiare è così ha questa proposta? Mi pare un controsenso. L’alimportante come in Italia? tra questione è che abbiamo a che fare con una È importante ovunque, con la differenza che in disparità di genere. Nel corso della carriera proItalia, come più o meno Grecia e in Spagna, c’è fessionale le donne hanno una o più interruzioun maggior impegno quotidiano perché i nostri ni legate alla maternità, se lo stop dal lavoro avnonni sono spesso l’unica soluzione possibile viene anche in anzianità, l’idea di investire nella per la cura dei figli. Dalle nostre indagini emer- propria carriera è minore rispetto a un uomo ge anche che la disponibilità dei nonni consen- già in partenza. L’interruzione dal lavoro in età te alle coppie di lavorare di più e avere anche più fertile e poi anche da nonna mi sembra troppo. figli. L’effetto è fortissimo. Altro aspetto interes- È pur vero che anche il nonno può usufruire del sante è l’attesa di diventare genitori se il nonno congedo parentale. Ma se normalmente con è già impegnato con il nipote di un altro suo fi- l’arrivo di un figlio sono le madri che interromglio. La coppia attende che il nonno si liberi dal pono il lavoro, è facile immaginare che ciò avprimo nipote. I nonni non possono essere l’uni- venga anche quando si è nonne. Tutto, ancora ca risorsa per la cura dell’infanzia se vogliamo una volta, si ripercuote sulla famiglia e in partiche ogni coppia possa realizzare i propri deside- colare sulle donne. ri di genitorialità. Cosa occorrerebbe fare? C’è anche il problema che i tempi per acce- Prima di tutto occorre intervenire realmente sul dere alla pensione si sono allungati e, coin- mercato del lavoro, in modo che sia meno insicidenza, è arrivata la proposta del conge- curo per tutti, poi investire sulle politiche sociado parentale ai nonni... li per dare alle famiglie più asili nido pubblici e È un modo per continuare a tirare da una par- anche più servizi di assistenza agli anziani. Dote e dall’altra una coperta già corta. Se occorre podiché deve essere una libera scelta la possibilavorare fino a 65 anni e oltre perché i conti lità dei congedi parentali estesi ai nonni, non pubblici altrimenti non tornerebbero, che senso l’unica soluzione possibile.
co figlio. Così, di punto in bianco, i nonni Lenzi da una città di mare come Livorno si sono trasferiti a Perugia, città collinare. Il racconto di nonna Mariagrazia: «Quando i nostri nipoti erano ancora piccolini, un giorno mio figlio mi ha detto: “Cari mamma e papà noi ci trasferiamo a Perugia”. Detto e fatto. Noi che sentivamo molto la loro mancanza, una volta al mese andavamo a Perugia. Poi gli anni sono passati, i nipoti sono cresciuti e noi invecchiati. Quindi spostarci tutti i mesi per andare da loro, cominciava ad essere un po’ pesante. Un giorno mio figlio ci ha proposto di trasferirci a Perugia. Non ce lo siamo fatto dire due volte, e oggi sono già tre anni che abbiamo lasciato Livorno. Ora abbiamo la gioia di vederli sempre e di seguirli. Ci sentiamo utili». I nipoti sono cresciuti, è vero, ma questo non significa che il contributo dei nonni nell’organizzazione famigliare non sia importante. «Mio figlio viaggia spesso per lavoro, mia nuora invece ha un impiego part-time. Al mattino mia nuora accompagna Giacomo (17 anni) a scuola, mentre noi ci occupiamo della bimba, che si chiama Gine- » GIUGNO 2012
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vra e ha 12 anni. La portiamo a scuola, la accompagniamo o la aspettiamo all’uscita dal corso di danza». Uniti dalla passione per il calcio, nonno Giovanni segue un pochino di più Giacomo. «Mio marito giocava a pallone e Giacomo ha seguito le orme del nonno che non manca mai alle sue partite e allenamenti. In estate l’impegno aumenta. Con la chiusura delle scuole andiamo a casa loro la mattina, mentre mio figlio e mia nuora vanno al lavoro. D’estate la bambina sta con noi anche la mattina mentre il nipote, essendo più grande, è più autonomo». Com’è il clima in famiglia? «Abbiamo un bel rapporto, e questo è possibile se ognuno non invade la sfera dell’altro. La nostra mentalità è diversa da quella dei nostri figli, l’importante è non essere invadenti e rispettare le loro idee, senza intromissioni. Siamo nonni discreti. Interveniamo solo quando ce lo chiedono. Quando mio figlio si è trasferito a Perugia, eravamo già in pensione, quindi avremmo potuto seguirlo subito, ma lo abbiamo fatto solo quando ce lo ha chiesto. I figli vanno lasciati liberi con la loro famiglia». Ma senza l’aiuto dei nonni, come ci si organizza? «Con il secondo figlio ho dovuto lasciare il lavoro perché non sapevo a chi affidare la bambina - racconta Sara Antonelli, 41 anni, mamma di Marco e Luisa -. Quando ho avuto il primo figlio, che oggi ha 11 anni, avevo mia mamma. Abitavamo nella stessa palazzina, quindi lo affidavo a lei e potevo così continuare con la mia professione. Con la nascita di Luisa è stato impossibile, eppure uno stipendio in più in
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casa farebbe comodo, senza contare quanto sarebbe importante per la mia realizzazione personale. Ma trovare un impiego è complicatissimo. Crisi a parte, dovrei chiedere subito un part-time perché alle 14.00 devo andare a prendere Marco a scuola e poi alle 16.00 Luisa all’asilo».Con questi orari chi darebbe un lavoro a Sara? «Né posso chiedere aiuto alla nonna paterna, abita troppo lontano e soprattutto lavora». E per questa estate? «Staranno entrambi con me anche se Luisa potrebbe continuare ad andare alla scuola materna visto che non chiude perché è privata». Privata? «Sì privata. Sono due anni che tento di iscriverla al pubblico, ma non c’è posto, non siamo rientrati nella graduatoria. Le aule sono insufficienti. Stessa cosa sarà il prossimo anno, quindi dovrò continuare a pagare 500 euro al mese». A questo punto si fa presto a fare due conti. «Lavorare dal punto di vista economico non conviene. Conosco tante mamme che sono nella mia stessa condizione. Altre che riversano direttamente lo stipendio per pagare nidi e asili privati. È tutto profondamente ingiusto e tutto a causa della carenza dei servizi pubblici, persino della scuola materna». La famiglia di Sara vive alle porte di Roma, in una zona che negli ultimi anni ha avuto un enorme sviluppo edilizio, e dove si sono trasferite diverse famiglie, ma la risposta in termini di servizi per l’infanzia è ancora insufficiente. Tutti i bambini hanno il diritto di frequentare una scuola materna pubblica. Sono anni importanti che preparano al primo grande passo della scuola elementare. Ma questo è quello che succede e non ci sono nonni che possano risolvere anche questa situazione.
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«Bisognerebbe intervenire innanzitutto sul mercato del lavoro e poi sulle politiche sociali»
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[ INCHIESTA DI
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GIADA VALDANNINI ]
asterebbe una Mary Poppins per casa. Una tata che educa, cresce e accoglie; capace, come quella di Julie Andrews, di riportare quiete tra le mura domestiche. Ma anche stando alla larga dalle favole, un educatore è quanto di più prezioso un ragazzo possa incontrare: una figura di riferimento che completi quella dei genitori e che colmi loro eventuali assenze - anche solo per motivi di tempo - col valore aggiunto della condivisione con altri coetanei. In poche parole, la scuola. Ma è solo ad essa che ci rivolgiamo per aiutarci a crescere i nostri ragazzi? Sicuramente la famiglia può molto. In quei contesti in cui i nuclei sono allargati torna preziosa la presenza di un nonno o degli zii ma, quando sono lontani o semplicemente impegnati, di necessità si fa virtù. E allora spuntano case che si trasformano in nidi, mamme in cooperativa che studiano da educatrici e realtà giovanili, legate ad esempio allo scoutismo, che riprendono vigore. Se lavorare è una necessità, oggi più che mai, i figli con qualcuno dovranno pur stare. Secondo il vice direttore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola, durante la fase acuta della recessione, la caduta dei redditi familiari ha raggiunto in Italia il 4%, a fronte di una riduzione del Pil del 6%. Il che significa che “la famiglia resta un pilastro per l’economia del Paese” ricoprendo sempre più un ruolo di ammortizzatore sociale. Una tendenza, questa, destinata a proseguire. «La struttura familiare italiana - secondo la Tarantola - è caratterizzata da una marcata tendenza dei giovani a costituire un nuovo nucleo familiare solo se occupati, ma sono proprio le famiglie dei giovani quelle che hanno pagato il prezzo più elevato della crisi e che oggi fronteggiano i livelli di incertezza peggiori».
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«La famiglia resta un importante “ammortizzatore sociale”, ma chi non dispone di nonni, zii o chiunque possa aiutarli nell’educazione e nella gestione dei figli, a chi può rivolgersi? Dai nidi familiari delle cosiddette “tagesmutter” alle associazioni scoutistiche, spaccato di un’Italia che si arrangia e fa di necessità virtù...»
{ Una crisi che ha ridotto ulteriormente la propensione dei ragazzi a intraprendere percorsi autonomi, a passare dalla condizione di figlio a quella di genitore. E per coloro che hanno tentato il salto, l’incognita è dietro l’angolo, all’indomani del primo vagito del piccolo: l’asilo nido. Con contratti precari, la generazione “mille euro” dirotta naturalmente verso strutture pubbliche ma, dove la carenza di posti si fa sentire, è necessario mettere mano al portafogli e sborsare anche l’80% di uno stipendio per tenere il bambino al nido. A quel punto il conto è presto fatto: con due stipendi da mille euro, se ottocento se ne vanno solo per la retta di un figlio, tirare la cinghia è prassi quotidiana. È qui che molte donne, costrette a rinunciare al lavoro o stanche di contratti senza futuro, si sono trasformate in tagesmutter - mamme di giorno - educatrici che aprono la loro casa ad altri bambini e mentre crescono, accudiscono ed educano i propri figli, lo fanno con quelli degli altri. Si tratta di una figura professionale che sta prendendo sempre più piede, importata dal Nord Europa: salvagente per le tante famiglie che, non potendosi permettere un nido privato, optano per queste strutture domestiche, anche dette nidi familiari. Difficile stimare quante siano in Italia visto che non esiste un elenco ufficiale, ma
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ASPETTANDO MARY POPPINS: L’ITALIA DI CHI SI AIUTA DA SÉ
Ma comunque le incognite non finiscono qui, cominciano a essere sempre più diffuse in visto che i ragazzi crescono e non posso esLombardia, Trentino, Veneto e Lazio. sere lasciati giornate intere da soli, magari Poi, in fondo, diventare una tagesmutter davanti alla televisione. Così tornano semnon è difficile: basta chiedere in Regione pre più utili i corsi scout: laici, cattolici o quali passi seguire per poi partecipare a un musulmani che siano. Improntati comuncorso di formazione obbligatorio che abique tutti a uno spirito di fratellanza e di citlità all’attività. Certo, è necessario avere tadinanza attiva. Realtà dall’Agesci (di ispiuna casa con uno spazio per l’accoglienrazione cattolica) al Cngei (di stampo laico) za, dove appendere cappotti e posare le che coinvolgono in Italia una notevole quanscarpe; un angolo morbido, dove i bamtità di giovani. Basti pensare che ci sono olbini possano giocare senza farsi male; tre 38 milioni di persone - giovani e meno un’area riposo attrezzata con lettini; un ba- che in 216 Paesi e territori gno con fasciatoio e una cudel mondo sono scouts e guicina dove preparare i pasti. «La crisi de. Un enorme movimento Insomma, una casa conforha ridotto mondiale che ricalca gli insetevole da aprire a un numeulteriormente gnamenti del suo padre fonro ridotto di piccoli ospiti la possibilità datore, Lord Robert Badenche varia a seconda del Co(e il desiderio) Powell, basati su quattro punmune - di età compresa tra di avere figli, ti: la formazione del carattezero e tre anni. Il nido in fala voglia re, lo sviluppo dell’abilità mamiglia è quindi il punto d’indi diventare nuale, della salute e della forcontro tra donne che vogenitori. za fisica; la dedizione al prosgliono tornare a lavorare doE i servizi simo. Qualità elementari ma po la maternità: chi sceglie non aiutano» utili a crescere uomini liberi e di affidare i propri bambini buoni cittadini. Anche qui, per tornare al suo lavoro e permettere a un figlio di vivere quest’espechi un lavoro se lo crea, accudendo anche rienza ci costa un occhio della testa? No, a i bambini degli altri. giudicare dal fatto che i costi sono calmieEppure nel nostro Paese le tagesmutter inrati e si cerca di andare incontro alle difficontrano ancora una certa diffidenza per coltà economiche di nuclei familiari particoil timore che l’educatrice non sia preparalarmente svantaggiati. ta come una professionale (ma i corsi sono obbligatori, seri e della durata di 250 ore), per il dubbio che chi accudisce i bambini insieme ai propri possa fare delle preferenze o per l’inadeguatezza dei locali in «Per saperne di più» un normale appartamento. Ecco perché www.agesci.org vale, invece, la pena di informarsi, per non rimanere senza alternative se il piccolo rewww.cngei.it sta fuori dal nido comunale.
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MASINI ]
SOCIETÀ
[ ECONOMIA DI LORENZO
L’INFLAZIONE frena I CONSUMI,MA... «Una fiammata inflattiva ha colpito il nostro mercato, facendo crollare i consumi. Ma a volte l’inflazione può divenire un’opportunità per chi intende investire. Come? Basta scegliere gli strumenti finanziari giusti»
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I PREZZI secondo A maggio, l’Indicatore dei Consumi di Confcommercio segnalava per marzo una riduzione dell’1,3% in termini tendenziali. Il dato, legato all’aumento delle spese per la mobilità, è un vero e proprio rimbalzo rispetto al mese di febbraio, quando l’andamento di alcuni consumi era stato condizionato da fattori eccezionali. Anche nel primo trimestre c’è stato un ridimensionamento degli acquisti delle famiglie, che ha portato l’indicatore a livelli vicini ad inizio 2006.
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A marzo 2012 si è innalzata sino al 4,6%, un aumento su base annua che ha toccato soprattutto i beni di maggiore consumo, come cibo e carburante
e famiglie italiane, sotterrate dalle imposte dirette e indirette, devono sopportare anche una tassa più subdola ma altrettanto odiosa: quella dell’inflazione. I primi tre mesi del 2012 hanno visto una fiammata inflattiva che non si verificava da tempo. Nello scorso mese di marzo l’indice dei prezzi è cresciuto del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2011, a febbraio si è avuto l’identico incremento del 3,3%, mentre a gennaio l’indice è salito del 3,2%. Ma se misuriamo l’incremento dei prezzi prendendo il cosiddetto carrello della spesa quotidiana, ovvero i beni acquistati con maggiore frequenza, come cibo e carburanti, l’inflazione a marzo 2012 ha segnato un incremento del 4,6% su base annua (ovvero rispetto allo stesso mese del 2011) di un decimo superiore
rispetto alla crescita del 4,5% rilevata a febbraio. Ciò significa che se a marzo 2011 per comprare una certo numero di beni una famiglia spendeva 100 euro, per la stessa spesa un anno dopo il costo è salito a 104,6 euro, ovvero 4,6 euro in più. Sembrerà poca cosa ma su seimila euro, la spesa media annua di una famiglia, un 4,6% in più significa 275 euro. Il ruolo dell’inflazione è spesso mal compreso dai non addetti ai lavori e percepito come un male. Ma alle volte l’inflazione rappresenta un’opportunità da sfruttare da parte di risparmiatori e consumatori. L’aumento dei prezzi di beni e servizi dato dall’inflazione in un dato periodo di tempo, provoca una diminuzione del potere d’acquisto perché a parità di una stessa somma di denaro, col trascorre-
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BTP ITALIA, I TITOLI DI STATO ANTI INFLAZIONE
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strumento pensato dal Tesoro italiano ‘ ultimo per difendere gli italiani dall’inflazione è il Buono del Te-
soro Poliennale (Btp) Italia. Il nuovo Titolo di Stato ha la durata di 4 anni, é indicizzato all’indice Foi (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) al netto dei tabacchi ed é pensato appositamente per il piccolo risparmiatore. La differenza peculiare rispetto al Btp-i (la lettera “i” sta per inflazione), ovvero il titolo già in circolazione da qualche anno (prima emissione nel 2003) e anch’esso legato all’andamento dei prezzi, sta nella scelta del tipo di inflazione, che nel caso del Btp Italia è quella italiana mentre nel caso del Btp-i è quella europea. Sembrerà una differenza di poco conto, ma in realtà i due valori non coincidono spesso e quella italiana è generalmente superiore a quella della media dei Paesi dell’euro. Investendo, quindi, in un Btp Italia, si ha la garanzia che il nostro capitale sarà protetto dall’incremento dell’inflazione nel nostro Paese. Altra caratteristica dei Btp Italia è quella di poter essere sottoscritti direttamente via internet attraverso qualsiasi sistema di home banking dove è attiva la funzione di trading. Perciò, il risparmiatore che utilizza il sito della sua banca per le normali operazioni bancarie (bonifici, pagamenti ecc.), vi può anche acquistare il Titolo di Stato italiano legato all’inflazione o, in alternativa, si può rivolgere allo sportello della banca in cui detiene un conto titoli.
re del tempo si potranno comprare meno beni e servizi. Lo stesso vale per un investimento. Se un risparmiatore ha in portafoglio uno strumento finanziario che ogni anno rende il 3% e il tasso di inflazione è del 4%, quel risparmiatore ogni anno vedrà ridurre la capacità di acquisto del suo risparmio dell’1% in termini reali. Come difendersi dall’erosione del potere di acquisto? Dal lato del risparmiatore, investendo in strumenti finanziari legati al tasso dell’inflazione, per esempio i Titoli di Stato italiani Btp-i e Btp Italia (vedi box) o puntando su beni reali che subiscono l’incremento dei prezzi, in genere le case. Dal lato del consumatore, indebitandosi per acquistare beni e servizi. Infatti, l’incremento dei prezzi risulta vantaggioso per i soggetti in posizione debitoria e svantaggioso
per i soggetti in posizione creditoria, tipicamente i piccoli risparmiatori. Per esempio, se si acquista al 1° gennaio un bene che costa 1.000 euro attraverso un finanziamento totale con un tasso d’interesse del 5% e alla fine dell’anno il tasso di inflazione, ovvero l’incremento di prezzo di servizi e beni (quindi compreso quello da noi acquistato) è stato del 5%, di fatto l’inflazione ha annullato il debito in termini reali. Ovvero, da una parte si è pagato il 5% di interesse come costo per il finanziamento, ma dall’altra il bene si è rivalutato del 5%. Questo processo economico è uno dei motivi per cui un’economia in recessione spinge per creare inflazione, proprio per favorire i consumi e far ripartire la crescita. L’esempio classico è la situazione dell’economia nipponica degli Anni ‘90.
IL MATTONE: UN TEMPO BENE RIFUGIO PER ECCELLENZA, CONVIENE ANCORA?
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a corsa al mattone in Italia è iniziata negli Anni ‘70 quando l’inflazione ha iniziato a correre. Comprando una casa l’italiano pensava di fare un affare perché vedeva i prezzi del mattone salire, seppur gonfiati dall’inflazione galoppante, con punte oltre il 20%. Anche se la casa raddoppiava di prezzo in pochi anni, ciò era dovuto all’incremento dei prezzi. Vendendola per acquistarne un’altra dello stesso tipo, la cifra impiegata sarebbe stata la stessa ottenuta dalla cessione, non si sarebbe guadagnato nulla. Non era la casa che era incrementa di valore, bensì i prezzi di tutti i beni, compresa la casa, sul mercato. Quindi, nessuno straordinario affare immobiliare, ma certamente protezione dell’investimento dall’inflazione. L’investimento immobiliare aiuta, infatti, a preservare il risparmio dall’erosione del costo della vita, finché i prezzi delle case reggono. Perché può esserci anche il rischio dello scoppio di una bolla immobiliare, che in Italia è latente. Di recente il Censis ha lanciato un allarme: secondo un’indagine dell’istituto è possibile un crollo del mercato degli immobili di circa il 20% con punte fino al 50%, agli stessi livelli registrati nel 2005, a causa della corsa alle vendite da parte dei proprietari meno abbienti, che potrebbero decidere di disfarsi della seconda abitazione e, in alcuni casi, anche della prima, per non essere costretti a pagarne l’Imu. Il calo sarebbe favorito anche dall’incremento dell’offerta che non troverebbe una sufficiente domanda causa la mancanza di liquidità nelle tasche dei cittadini e la riluttanza da parte delle banche ad erogare mutui, indispensabili per far fronte all’acquisto di un’abitazione.
«Parole chiave» » Inflazione
In economia il termine “inflazione” indica un generale aumento dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo. Tale fenomeno provoca una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. Infatti, con l’innalzamento dei prezzi, ogni unità monetaria potrà comprare meno beni e servizi.
» Deflazione
La “deflazione”, all’opposto dell’inflazione, è una diminuzione del livello generale dei prezzi. Deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi, cioè un freno nella spesa di consumatori e aziende, i quali poi attendono ulteriori cali dei prezzi, creando una spirale negativa. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi parte dei beni e servizi, cercano di collocarli a prezzi inferiori.
» Stagflazione
In economia, con il termine “stagflazione” (combinazione dei termini stagnazione e inflazione) si indica la situazione nella quale in una economia si verificano contemporaneamente sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita in termini reali (stagnazione economica). GIUGNO 2012
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SOCIETÀ
[ AMBIENTE DI ILARIA ROMANO ]
LA CASA DEL FUTURO: autonoma ed ecologica «Si può realizzare un’abitazione autosufficiente dal punto di vista energetico e che rispetti l’ambiente? Secondo l’architetto Mario Cucinella, sì. E con poca spesa» 20 I
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Dal 1976 l’Italia dispone di una legge, la 373, per il risparmio energetico, una delle prime emanate.
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[ POSTO DEL PIANEROTTOLO DOVE CI SI SOPRATTUTTO SE IL PREZZO PER UN’A
] l’impianto fotovoltaico integrato in copertura copre i consumi totali dell’edificio il solare termico integrato in copertura produce acqua calda sanitaria
recuperatore di calore
raccolta acque meteoriche superfici vetrate e aggetti orizzontali favoriscono gli apporti solari gratuiti in inverno e garantiscono un elevato illuminamento interno orto per produzione alimenti a km 0
[ IN ALTO, L’ARCHITETTO
PROGETTO DI ABITAZIONE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE.
wc
serbatoio di raccolta acque piovane
]
ventilazione passante trasversale
acqua calda sanitaria
unità trattamento acqua pompa di calore a ciclo reversibile
da solare biomassa termico
accumulatore termico
possibilità di car sharing auto elettriche alimentate da fotovoltaico
caldaia a biomassa
sonde geotermiche verticali in alternativa ad acqua di falda
uando si parla di inquinamento si pensa subito ai rifiuti e al traffico. Eppure nelle nostre città c’è anche un altro elemento che può fare la differenza nella sostenibilità ambientale: la casa e i consumi domestici di energia. Secondo i dati di Legambiente, ogni anno un’abitazione italiana ha bisogno in media di 20 litri di petrolio al metro quadro solo per il riscaldamento, mentre un terzo dell’energia consumata nel Paese è destinato all’abitare, fra impianti di climatizzazione ed elettrodomestici. Già dal 1997, con il Protocollo di Kyoto, l’edilizia è stata definita il settore che presenta le maggiori opportunità di risparmio in termini di costi per le famiglie e per l’ambiente. Per questo, l’obiettivo di costruire in modo sostenibile dovrebbe essere una priorità insieme alle politiche di contenimento del traffico sulle strade e dello smaltimento corretto dei rifiuti. Realizzare edifici nel rispetto dell’ambiente, tra l’altro, costa meno: basta scegliere materiali riciclabili, fonti di energia rinnovabile e predisporre degli spazi che possano ospitare aree verdi. Immaginate una casa nuova, trasformabile in di petrolio al mq: base alle vostre esigenè di quanto ha bisogno ze, realizzata con main media un’abitazione terie prime ecologiche per riscaldarsi.
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20 litri
buon isolamento dell’involucro a protezione del surriscaldamento delle murature esterne
ai pannelli radianti e all’UTA energia elettrica da fotovoltaico
irrigazione aree esterne
MARIO CUCINELLA. A DESTRA, UN SUO
eventuale inserimento di turbine eoliche
e autonoma dal punto di vista energetico grazie ai pannelli solari. All’esterno ci sono zone di uso comune con i propri vicini, come la lavanderia, la sala musica, una stanza per i giochi e le feste dei bambini, o le cene e le riunioni degli adulti. Persino un orto nel giardino e un ballatoio al posto del pianerottolo, dove ci si incontra tutti. Sembra un sogno, soprattutto se il prezzo per un’abitazione di questo tipo è stimato intorno ai mille euro al metro quadro, cifra impensabile oggi nelle nostre città. Eppure il progetto per realizzarla esiste dal 2007, ed è opera di Mario Cucinella, un architetto italiano di fama internazionale, da sempre legato ai temi dell’edilizia ambientale e della sostenibilità in architettura. Fra i suoi lavori, la sede del Centro italo-cinese per la Tutela Ambientale di Pechino, la stazione Villejuif Lagrange della Metropolitana di Parigi e la nuova sede del Comune di Bologna. Quest’anno inaugurerà a Gaza il cantiere della prima scuole ecologica palestinese. «Cinque anni fa mi sono chiesto come si potesse mettere l’edilizia al servizio della gente - racconta Cucinella -. C’era allora, e a maggior ragione oggi con la crisi economica, una forte domanda sociale di case, e cinque milioni di famiglie attendono una risposta». Il suo progetto più innovativo si
chiama “Casa 100K, 100 metri quadri con 100mila euro”, e non è semplicemente uno slogan accattivante perché, numeri alla mano, l’idea è tanto rivoluzionaria quanto semplice da realizzare. Com’è possibile contenere i costi e costruire una casa ecocompatibile? Basta scegliere elementi prefabbricati per la costruzione in modo da abbattere le spese, e poi integrarli in un sistema energetico. Una soluzione può essere quella di offrire spazi che all’interno possano essere rifiniti e personalizzati a seconda delle esigenze dei singoli o delle famiglie, perché le esigenze di spazio e di uso dell’ambiente domestico stanno cambiando, e la logica del vecchio condominio non è al passo con i tempi. Ci sono esempi di questo tipo all’estero? In Francia gli appartamenti si ritagliano uno spazio in comune per realizzare il proprio orto, oppure condividono una sala in cui organizzare le feste dei bambini, o farli esercitare nella musica senza creare disturbo ai vicini. In Germania, invece, hanno adottato la certificazione energetica degli edifici, con una classe di merito in base al consumo di energia, come accade per gli elettrodomestici anche qui » GIUGNO 2012
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ZERO SPESE ZERO CO2
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in Italia. L’alto o il basso consumo diventa una delle caratteristiche con cui si valuta l’immobile, che si va a sommare alle altre e che contribuisce a determinarne il prezzo di mercato. Il progetto è stato presentato anche in Cina, dove il problema della casa è enormemente maggiore del nostro. Oltre all’Expo di Shangai, la “Casa 100K” è stata presentata anche negli Stati Uniti e ha vinto il Premio “Architectural Review”: in Italia com’è stato accolto e che sviluppo ha avuto dal lancio iniziale? Purtroppo all’entusiasmo iniziale delle amministrazioni locali non ha fatto seguito un’azione concreta. La soluzione di contenere le spese a favore dei cittadini che devono acquistare una casa si scontra con la burocrazia e gli interessi dei grandi gruppi. Perché mette in discussione una modalità di edilizia che è rimasta la stessa dal dopoguerra. E non è facile cambiare certe abitudini, anche se l’uso delle rinnovabili sta diventando sempre più una necessità, se vogliamo preservare il nostro futuro. Ma non dobbiamo dimenticare che l’Italia è stata il primo Paese ad emanare una legge sul risparmio energetico, nel 1976, oltre ad avere una rete di ricerca universitaria particolarmente all’avanguardia sul tema. Tanta gente si è rivolta a noi per chiedere come e quando queste case saranno realizzate. Ovviamente io sono solo un attore del processo, che deve coordinarsi con gli Enti locali, i costruttori, ma
i segnali per essere ottimisti sul futuro non mancano. Ci descrive uno dei progetti che le ha permesso di realizzare un esempio di grande architettura coniugata al risparmio energetico? L’edificio della 3M a Pioltello, nell’hinterland milanese, che ha vinto il Premio “US Award 2009” nella categoria Architettura. Si tratta di una struttura dove una serie di terrazze consente di garantire spazi ombreggiati e protegge l’ambiente dagli sbalzi climatici in estate e inverno. E che, naturalmente, si alimenta con un sistema integrato di pannelli solari. Con la sua esperienza che idea si è fatto di sostenibilità ambientale? Se ne parla molto, ma si fa poco. Servirebbe una posizione legislativa più forte, perché non possiamo pensare che basti la sensibilità delle persone a migliorare le condizioni ambientali o ridurre le emissioni di CO2. Nel campo dell’ edilizia esiste, e lo abbiamo dimostrato, la possibilità di costruire alloggi a basso costo, oltre al fatto che le fonti rinnovabili rappresentano un’opportunità per generare microcredito, per cui la casa produce energia e vende quella in eccesso alla rete elettrica. L’architettura dovrebbe rispondere ai desideri delle persone più che al mercato immobiliare, perché non si può più proporre un modello uguale per tutti. Sostenibilità significa anche rispetto delle culture e delle abitudini umane, oltre che dell’ambiente che ci circonda.
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VIAGGIO 2012
» Per saperne di Più: 06 6871108/369
VIAGGIO in MESSICO e YUCATAN Programma di 12 giorni, dal 21 ottobre al 1 novembre 2012
Città del Messico •
Merida • Campeche • Palenque •
• • Cancun Tulum
Un appassionante viaggio nel Messico più autentico, alla scoperta delle antiche civilizzazioni, delle suggestive città coloniali, dei villaggi tipici, delle genti che conservano intatte le culture e il folclore di un tempo. Dalla civiltà Azteca di Teotihuacan, a Città del Messico, all’Impero Maya della Regione del Chiapas con Palenque e le grandiose realizzazioni dello Yucatan, fino al mare cristallino della Riviera Maya. CITTÀ DEL MESSICO • PALENQUE • CAMPECHE • MERIDA • CHICHEN ITZA • RIVIERA MAYA • CANCUN 21 ottobre: Partenza per Città del Messico Partenza con volo di linea per Città del Messico. Arrivo e incontro con la guida per il trasferimento in Hotel. Cena e pernottamento. 22 ottobre: Città del Messico Visita della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe e del sito archeologico di Teotihuacan, “la Città degli Dei”. Rientro in città e breve visita dello Zocalo: il cuore coloniale. Cena e pernottamento in Hotel. 23 ottobre: Palenque Visita del Museo Nazionale di Antropologia. Al termine trasferimento in aeroporto e partenza con il volo di linea per Villahermosa. Arrivo e proseguimento per Palenque. Sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. 24 ottobre: Palenque Visita del sito archeologico Maya di Palenque, tra i più incantevoli del Messico. Cena e pernottamento. 25 ottobre: Campeche Partenza per Campeche e visita della città fortificata fondata nel 1540. Cena e pernottamento. 26 ottobre: Uxmal - Merida Partenza per Uxmal e visita della zona archeologica, il complesso di edifici Maya più completo rinvenuto nello Yucatan. Proseguimento per
Merida e sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. 27 ottobre: Chichen Itza Partenza per Chichen Itza, lungo il percorso sosta per la visita della città coloniale di Izamal. Sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. In serata spettacolo di luci e suoni nel Centro Archeologico. 28 ottobre: Chichen Itza - Riviera Maya Visita dell’antica città di Chichen Itza con oltre trenta costruzioni edificate durante l’epoca classica dei Mayas Yucatecas. Nel pomeriggio proseguimento verso Tulum e sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. 29 ottobre: Escursione a Tulum Visita di Tulum, importante complesso archeologico Maya, posto lungo la costa a picco sul mare. Pomeriggio a disposizione per relax al mare. Trattamento All inclusive. 30 ottobre: Riviera Maya Giornata a disposizione per attività individuali o escursioni facoltative (da regolare in loco), oppure relax al mare. Trattamento All inclusive. 31 ottobre: Cancun - rientro in Italia Trasferimento all’aeroporto di Cancun in tempo utile per la partenza con volo di linea di rientro in Italia. 1 novembre: Arrivo in Italia
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE minimo 25 partecipanti
€ 2.280,00
Supplemento camera singola Tasse aeroportuali e fuel surcharge (da riconfermare all’emissione del biglietto aereo)
€ €
In collaborazione con:
390,00 480,00
La quota comprende Voli di linea da Roma Fiumicino a Città del Messico e ritorno da Cancun, in classe economica - Volo di linea Aeromexico da Città del Messico a Villahermosa, in classe economica - Trasferimenti privati in pullman da turismo con aria condizionata - Guida/accompagnatore locale parlante italiano - Sistemazione in Hotel 4 stelle - Trattamento di pensione completa per tutto il tour - Trattamento All inclusive sulla Riviera Maya - Tutte le visite ed escursioni indicate in programma compresi gli ingressi ai musei, siti archeologici e parchi - Assicurazione medico-bagaglio e annullamento viaggio - Accompagnatore dall’Italia esperto di archeologia Maya. La quota non comprende Escursioni e visite facoltative - Pasti non previsti in programma, bevande, mance, extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente indicato.
Informazioni e prenotazioni 50&Più Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel: 06 6871108/369 Fax: 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
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SOCIETÀ
1972
[ AMBIENTE DI SADÌA
MACCARI ]
LA TERRA CHE VOGLIAMO «A vent’anni dall’ultimo summit sulla sostenibilità ambientale, a Rio de Janeiro, dal 20 al 22 giugno si svolge l’Assemblea delle Nazioni Unite “Rio+20” per discutere sul futuro del Pianeta»
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all’Ontario al Tibet, passando per la Campania, il Laos, il Vietnam e gli Stati Uniti. Da un capo all’altro della Terra, ma comunque sullo stesso pianeta. Inquilini e corresponsabili in un ambiente comune. Così nasce “Rio+20”, la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, un incontro a vent’anni dal precedente che si tenne sempre in Brasile. Si svolge in questo mese, dal 20 al 22, vedendo confluire gente da ogni parte del Globo, con
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l’obiettivo di fare il punto sul futuro del pianeta. Dal 1972 a oggi i governi di tutto il mondo hanno sottoscritto importanti dichiarazioni sullo sviluppo sostenibile, ma è bene capire quanto siano state rispettate e, soprattutto, cosa manchi alle nostre economie per intraprendere un percorso che sia davvero ecocompatibile. Dal 1972 si sono fatti grandi sforzi per intraprendere il cammino della sostenibilità, ma oggi più di allora s’intravedono i benefici di un’economia che
sia al passo con l’ambiente e che, oltre a preservarne l’integrità, ne potenzi le possibilità di offerta all’uomo. Secondo illustri ambientalisti, i risultati della Conferenza di Rio del giugno 1992, come delle Tre Convenzioni di Rio, l’Agenda 21 e la Dichiarazione di Rio, hanno segnato profondamente la politica mondiale, ma ci si affida a “Rio+20” per fare il vero salto di qualità. Per Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) e vice segretario generale dell’Onu, investendo il 2% del Pil mondiale annuo (in media circa 1.300 miliardi di dollari) fino al 2050 in 10 settori chiave dell’economia globale (fra
Agenda 21
1.300 miliardi
è il programma d’azione per lo sviluppo nato dalla conferenza di Rio del 1992. “21” stava per XXI secolo.
di dollari investiti ogni anno fino al 2050, favorirebbe l’economia sostenibile.
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«Quarant’anni fa il primo summit sulla Terra, a Stoccolma in Svezia, con la presenza dei Paesi in via di sviluppo» cui energia, acqua, pesca, foreste, riciclaggio dei rifiuti, mobilità e agricoltura), si può uscire dalla crisi economica e ambientale avviando la transizione verso un’economia verde. Un’economia che, in molti Paesi, sta iniziando a dare i primi frutti e che vede la nostra Penisola aggiudicarsi dei bei risultati, soprattutto col solare. Ma siamo in buona compagnia: la Germania da più di un decennio incentiva politiche per le rinnovabili; il Giappone ha optato per il basso utilizzo di fonti energetiche derivanti dal carbone; la Cina si sta dando da fare con l’eolico e il solare. Per non parlare del Brasile, impegnato nella lotta contro la deforestazione. Sta di fatto che “Rio+20” ha due obiettivi importanti e non può fallire: accelerare la transizione verso la Green Economy e ridefinire l’economia globale con meccanismi che incentivino e premino lo sviluppo sostenibile. Cosa assai distante? No, affatto, solo che i governi nazionali stentano a lasciar decollare questo “New Deal Verde”. Perché dietro alle vecchie energie, come è immaginabile, esistono forti spinte conservatrici dettate soprattutto da interessi economici. Così, ad oggi, nessun Paese ha completato la transizione verso l’economia verde, anche se solo nel 2010 l’investimento nelle rinnovabili è cresciuto di oltre il 30% rispetto all’anno precedente, raggiungendo così quota 211 miliardi di dollari. Per saperne di più >> www.uncsd2012.org >> www.earthsummit2012.org
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ENTRO IL 2060 GLI OVER 65 IN EUROPA FARANNO UNO SCATTO IN AVANTI, AUMENTANDO DEL 30%. UN INVITO A RIPENSARE SIN DA ORA I RAPPORTI TRA LE GENERAZIONI. E NON SOLO
}
Un’EUROPA
UN’INTERVISTA A MARJAN SEDMAK, PRESIDENTE DI AGE PLATFORM
PERCHÉ NEL “VECCHIO” CONTINENTE GLI OVER SARANNO SEMPRE DI PIÙ
per tutte le età S DI GIOVANNA VECCHIOT TI
«Abbiamo di fronte uno sviluppo demografico significativo, almeno fino al 2050: un tema che va affrontato pensando all’allungamento della vita lavorativa e ad un profondo cambiamento culturale» 26 I
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scrisse Mario Tobino: «In fondo la vecchiaia è una questione di prospettiva», e vedendo i risultati di un’indagine condotta da Eurobarometro, nell’ambito dell’Anno europeo dell’anziano attivo e della solidarietà tra le generazioni 2012, non si può che dare ragione allo scrittore italiano. Sembra, infatti, che i portoghesi e gli svedesi facciano rientrare nella “sezione” giovani chi è al di sotto dei 37 anni, mentre in Grecia e a Cipro si è considerati tali fino a 50 anni. Naturalmente quando la domanda «A che età si diventa vecchi?»
Intervista Sedmak_Layout 1 21/05/12 14:25 Pagina 27
è stata posta ad un ragazzo tra i 15 e i 24 anni, la risposta è stata «a 59 anni», mentre un adulto che ha superato i 55 anni considera i 67 la soglia oltre la quale si deve iniziare a fare i conti con l’età. Una cosa è certa: quale che sia l’età in cui si “abbandona la gioventù” è necessario essere consapevoli che nei prossimi decenni l’incidenza del fattore demografico sul futuro dell’Europa sarà enorme, se si considera che entro il 2060 nel vecchio continente gli over 65 aumenteranno del 30%. Delle prospettive occupazionali, della partecipazione alla vita sociale e dei rapporti tra le diverse generazioni ne abbiamo parlato con Marjan Sedmak, presidente di Age Platform, la Piattaforma che promuove e difende gli interessi delle persone anziane nei Paesi europei e di cui 50&Più è membro sin dalla costituzione. Presidente Sedmak, il 2012 è stato proclamato Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni: quali le linee guida di Age Platform per i prossimi mesi? In realtà “l’Anno europeo” non può essere contenuto “realmente” in un anno, ma deve andare oltre perché l’obiettivo che ci siamo posti, come Age, è una strategia dello sviluppo sociale europeo che non si può raggiungere in tempi brevi. Perciò va persegui-
Biografia Marjan Sedmak (nella foto in basso) è nato nel 1938 in Slovenia. Corrispondente per testate giornalistiche, ha viaggiato tra Africa, Unione Sovietica ed Europa. È presidente di Age Platform dal 2011
to con tenacia, ma anche disteso nel tempo, almeno fino al 2020. Siamo in un momento storico particolare: da un lato ci stiamo confrontando con una crisi di breve o media prospettiva, dall’altro abbiamo di fronte uno sviluppo demografico significativo fino al 2050. E il tema della demografia non si affronta soltanto pensando al prolungamento dell’età lavorativa, ma anche attuando una profonda politica di cambiamento culturale, una ricerca di nuovi modi di convivenza tra generazioni, che attualmente avviene più in famiglia che nella società generale e nelle istituzioni. L’obiettivo da raggiungere è far ritrovare il senso della comunità tra le persone, l’assunzione di responsabilità da parte di ognuno non per risparmiare a livello economico, ma per usare tutte le risorse che ci sono nella nostra vita e modificare il modello sociale a vantaggio di tutti. Una politica sociale integrata per la quale l’”Anno europeo” vuole essere in realtà soltanto un inizio. Del resto, sono problemi che Age pone al centro delle sue proposte da anni. Il progressivo invecchiamento della popolazione europea, unito all’inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione, fanno sì che si permanga al lavoro fino ad età più avanzata. Introduzione del «Il luogo di lavoro tempo parziale, può essere il dell’orario flessipunto di contatto bile, e simili fortra generazioni mule per favoridiverse, re il trasferimenil momento di to delle compepassaggio per tenze dai lavoramolte esperienze tori maturi alle che tornano nuove leve, sono a vivere» misure sufficienti per sviluppare una reale solidarietà tra generazioni anche nel lavoro? Quando facciamo delle proposte sullo sviluppo della nostra società fino al 2050, ci sono idee splendide; poi arriva sempre qualcuno che dice: «Va bene che gli anziani debbano andare in pensione più tardi, però in questo modo essi tolgono il lavoro ai giovani. E cosa dovrebbero fare i ragazzi di oggi?». La mia risposta è che questo dilemma è artificiale. Quando ci sono, i posti di lavoro sono per tutti. L’ambiente lavorativo è il punto di contatto fra tutte le generazioni. La domanda giusta, invece, sarebbe: «Cosa bisogna fare per avere più posti di lavoro?». Ritengo, infatti che siano le politiche economiche dei governi a doversi modificare: bisogna creare sviluppo e, di conseguenza, posti di lavoro per tutti. Questa dovrebbe essere la risposta. La realtà è che, nell’attuale momento, i governi stanno cercando ancora una risposta vicina a questa, che oltre a una chiara dinamica di sviluppo essa esige anche una chiara disponibilità a dividere equamente le opportunità di lavoro e di ricchezza fra tutti. » GIUGNO 2012
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INTERVISTA MARJAN SEDMAK [ PER MARJAN SEDMAK CHIAMARE IN CAUSA I GIOVANISSIMI NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE E MANTENIMENTO DELL’EUROPA RICHIEDE UN IMPEGNO COSTANTE. VA SUPERATA QUELLA CARENZA DI TRASMISSIONE DELLA MEMORIA CHE LI RENDE TROPPO DISTANTI DALLA STORIA DELL’EUROPA STESSA. ]
La popolazione anziana ha anche una componente non autosufficiente: quali le politiche di Age rivolte a questa fascia più debole? Per un lungo periodo la questione della non autosufficienza, del bisogno di essere aiutati, è stata lasciata allo Stato. La nostra risposta è che dobbiamo attivare nuove risorse da destinare a una società più coesa nel senso che, accanto allo Stato, anche altri soggetti, pubblici e privati, concorrano all’azione generale di inserimento sociale e condivisione delle condizioni di sostengo alla non autosufficienza. Negli ultimi 30-40 anni è andata sviluppandosi - specialmente negli Stati Uniti, ma anche in Europa - una società nella quale vige un forte soggettivismo; le persone spesso si disinteressano degli altri, sono egocentriche ed egoiste. Oggi, anche a causa dello sviluppo demografico, occorre cambiare rotta, è necessario generare nuove forme di “comunità” in cui sia importante il “noi”, il gruppo, la città, il quartiere, la vita collettiva e non solo il “particolare” della persona. Ma per seguire questo nuovo corso occorrono sia infrastrutture “materiali” sia atteggiamenti “mentali” da divulgare e, soprattutto, da portare nell’educazione dei giovani e degli adulti. Un collega francese diceva: «Solidarietà tra la gente, non solo tra le generazioni». È questo il punto. E infine, oltre a un’azione educativa e a un’azione istituzionale, vanno create opportunità, luoghi dove la gente si possa incontrare. La solitudine uccide, direttamente o indirettamente. In una recente indagine condotta da 50&Più e Censis, un’alta percentuale degli intervistati si è dichiarata “europeista convinta”. Ma quanto è rimasto degli ideali che hanno dato vita al sogno europeo nell’Europa di oggi? Io credo che soprattutto i 50 e più, in misura maggiore i 60 e più, sicuramente i 70 e più, ripongano una grande fiducia nell’Europa, perché hanno vissuto il periodo dei confini, dei controlli alle frontiere, delle guerre. Io personalmente sono contentissimo del patrimonio dell’Europeismo che ha superato queste cose. È vero inoltre che 50 anni fa gli ideali europei erano soprattutto economici, mentre oggi siamo in una fase critica in cui dominano banca e finanza. Tan-
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Coloro che hanno tra i 50 e i 70 anni hanno maggiore fiducia nell’Europa, perché è riuscita a superare confini, controlli e persino guerre
te cose stanno accadendo e il ventaglio delle problematiche è più ampio di ieri. Perciò dobbiamo essere attenti e prudenti in materia di ideali: ormai l’Europa è anche culturale e sociale ma il cammino da fare è ancora molto lungo, è una grande evoluzione dagli esiti ancora problematici, e si continua a discutere. Ma torniamo sul lato urgente dell’economia: abbiamo cominciato ad affrontare la crisi sostenendo le banche, il motto dei governi è stato “dobbiamo salvare le banche”. Ma noi aggiungiamo che, se ci fermiamo qui, non va affatto bene perché le banche in fondo ci controllano, sono troppo forti e se non parliamo contestualmente di quale sviluppo vogliamo promuovere con l’aiuto delle banche, rischiamo che la storia si ripeta: ci sarà un risanamento ma poi ancora un’altra crisi, con vittime e costi tra tutte le generazioni. Nel 1936 Roosevelt mise le banche che avevano provocato la crisi sotto il controllo dello Stato; Clinton, sotto la pressione dei repubblicani, ha abolito quella legge e in 10 anni abbiamo avuto la catastrofe. Anche per lo Stato Sociale è stato così. Roosvelt aveva capito che la povertà favorisce l’instaurazione dei sistemi totalitari. Nel ‘44 promosse una nuova Carta dei Diritti che ogni cittadino dovrebbe poter perseguire: il diritto all’educazione, a vivere in una casa decente, ad avere una pensione decente quando esce dal lavoro... Quando lo leggi ti accorgi che è modernissimo. Ebbene, noi in Europa dobbiamo rinforzare molto proprio questa visione e questa azione. Perché questo è rendere vitali gli ideali europei. Ma quando chiamiamo in causa i giovani, è giusto chiederci: gli ultracinquantenni hanno realmente trasmesso alle nuove generazioni un ideale europeo? O solo un insieme di opportunità economiche? Francamente non lo so. Non so se siamo stati capaci di trasmettere alle persone nate negli Anni ’70-’80 questo ideale per l’Europa. È un grosso punto interrogativo. Ritengo che su questo tema ci aspetti ancora molto lavoro. Quando mi sono trovato con dei giovani a parlare della Seconda Guerra Mondiale, della storiografia e di tutte le conseguenze delle divisioni europee, ho avuto risposte del tipo: «Queste sono storie vostre, a noi non interessano». C’è una carenza di trasmissione della memoria, che dobbiamo affrontare a tutti i livelli. Naturalmente siamo, però, anche coscienti che esistono notevoli e lodevoli eccezioni: di anziani che hanno saputo fortemente svolgere questo ruolo educativo. Un messaggio per i lettori di 50&Più? Che la vecchiaia può essere bellissima se si è disposti a rimanere attivi, se si è bravi a comunicare con gli altri e, soprattutto, ad essere d’aiuto quando si vede qualcun altro che ha bisogno. È meglio di una medaglia d’oro.
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[ CURIOSITÀ DI LEONARDO
Il villaggio degli “IMMORTALI”
SOCIETÀ
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100 COMPLEANNI E PIÙ
GUZZO ]
«Come si fa a vivere fino a 120 anni e magari in buona salute? A Vilcabamba, nel sud dell’Ecuador, poche migliaia di persone sembrano aver trovato la ricetta, basata (forse) su un codice genetico eccezionale ma anche su una vita semplice e un po’ “dissoluta”»
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orse l’elisir di lunga vita esiste davvero. Non è una pozione magica, come credevano gli alchimisti medioevali, né uno stile di vita o una regola alimentare, con buona pace di guru e nutrizionisti dei nostri tempi, ma l’atmosfera di un luogo. Vilcabamba è un villaggio di 4.000 anime nel sud dell’Ecuador, poche case adagiate sul fondo di una valle alle pendici della cordigliera, a 1.500 metri sul livello del mare. Un paesino come tanti, destinato all’eterna ripetizione di tradizioni secolari e a un quieto anonimato, se non fosse per alcuni fenomeni eccezionali legati alla vita dei suoi abitanti. L’ultimo in ordine di tempo ad averli rilevati è Ricardo Coler,
850 abitanti è la popolazione del comune di Campodimele (Lt), di cui 120 si attestano oltre gli 80 anni di età e circa 50 hanno ormai superato i 90 anni.
medico e scrittore argentino che, nel libro Eterna Giovinezza, pubblicato in Italia dalle Edizioni Nottetempo, racconta con piglio romanzesco la storia di questo concretissimo alter ego di Macondo, il leggendario villaggio dei centenari descritto da Gabriel García Márquez in Cent’anni di solitudine. Il fatto
è che, a Vilcabamba, l’aspettativa di vita supera di circa 40 anni la media mondiale, attestandosi, specie per gli uomini, intorno ai 120/130 anni. Nelle pagine del libro arzilli ultracentenari ricordano con nostalgia quando erano “giovani di 60 anni...” e, intanto, continuano a vivere in perfetta autonomia,
a mangiare coi propri denti e a leggere senza occhiali, a lavorare nei campi e arrampicarsi sulla cordigliera, perfino a condurre una vita sessuale. Alcuni fenomeni hanno dell’incredibile: passi che le donne partoriscono naturalmente anche oltre i 50 anni, ma che i capelli degli anziani s’imbian- »
L’acqua di Vilcabamba
4.000 anime
1.500 metri
abitano Vilcabamba, piccolo villaggio sperduto nel Sud dell’Ecuador, nel fondo di una valle sulla Cordigliera delle Ande.
sul livello del mare. Vilcabamba potrebbe forse spiegare la strana longevità della sua popolazione anche con l’altitudine e il clima qui presente.
non è molto diversa da quella bevuta a Buenos Aires, anche se viene ritenuta una delle possibili cause della longevità.
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chino normalmente con l’età e poi, a un certo punto, tornino inspiegabilmente scuri è un fatto che smentisce ogni regola della natura. Ovviamente si muore anche qui, ma nel modo più dolce: nel sonno. Senza travaglio e sofferenza, senza lunghe agonie. Come i suoi predecessori in questo viaggio, anche Coler va alla ricerca di possibili spiegazioni scientifiche. Le teorie, in effetti, si sprecano: alcuni attribuiscono la longevità al clima della regione, altri all’acqua di Vilcabamba, altri ancora all’alimentazione basata su grano, patata, vegetali e poca carne. Ma nessuna teoria è ufficialmente comprovata. L’acqua di Vilcabamba, dice Co-
ler, non è poi tanto diversa da quella che si beve a Buenos Aires, il clima non mostra apprezzabili differenze rispetto ad altre località della stessa area geografica; e, quanto all’alimentazione e allo stile di vita della popolazione locale, non si tratta esattamente di un esempio di virtù. Gli abitanti di Vilcabamba mangiano abbondantemente cibi salati, bevono potenti alcolici (parenti stretti del rhum e dell’aguardiente), vivono in condizioni sanitarie che noi definiremmo precarie e fumano regolarmente il chamico, una droga dagli effetti allucinogeni. Anche la teoria genetica non convince appieno: a Vilcabamba
perfino i cani arrivano a vivere fino a 25 anni e i malati, anche quelli gravi, che vi soggiornano beneficiano di un notevole miglioramento delle proprie condizioni. L’unica residua spiegazione sconfina nella magia: un fluido nell’aria, una specie di flogisto degli alchimisti medioevali responsabile del miracolo, uno “pneuma” prodigioso e indefinito che attira nel villaggio frotte di hippy, salutisti new age e milionari incuriositi. Al miracolo, peraltro, non crede affatto Edoardo Boncinelli, illustre scienziato italiano, fisico e genetista, docente all’Università dell’Ospedale San Raffaele di Milano e autore di una lunga serie di opere di divulgazione scientifica. A suo dire, alla base del mistero di Vilcabamba ci sono comunque i geni. «Non esiste al momento una spiegazione chiara del mistero di Vilcabamba, anche perché non si è indagato abbastanza per trovarla. Mancano
dati importanti come quello dell’emigrazione giovanile per tarare con più esattezza il numero dei centenari sul totale della popolazione. Piccole e grandi ombre che alimentano il mito... In ogni caso aria, acqua e clima sono elementi troppo elusivi per essere affidabili: l’unico fattore rilevante e attendibile sembra essere quello genetico». Secondo Boncinelli è possibile che in piccole comunità dove ci si accoppia tra parenti emergano e si rafforzino geni specifici, altrove nascosti o offuscati, che possono portare malattie, situazioni di suscettibilità o anche, al contrario, particolare resistenza e longevità. «Sappiamo con certezza di geni che controllano la longevità e, opportunamente stimolati, in alcuni animali minori possono portare a un netto allungamento della vita. È possibile che questo si sia verificato naturalmente nella popolazione di Vilcabamba, anche se Coler ten-
CAMPODIMELE, BENESSERE E LONGEVITÀ NOSTRANE on solo estero e paesaggi esotici: uno sprazzo sul segreto ma. Le correnti d’aria che nascono fra le gole boscose dei monti Audella “lunga vita” si apre in casa nostra. Limone sul Garda, soni arriverebbero al paese, situato su un ripido colle carsico, seconil Cilento prediletto dal dietologo americano Ancel Keys, do un caratteristico movimento a spirale che garantirebbe un conaree e località sparse in tutta la Penisola competono alla pari coi più tinuo ricambio di ossigeno e un sicuro effetto benefico. Dai primi celebrati paradisi della longevità. Del tutto singolare è il caso di CamAnni ‘90 il fenomeno è oggetto di indagine da parte di un’équipe podimele, uno splendido borgo medioevale in provincia di Latina. dell’Università La Sapienza di Roma guidata dal professor Pietro CuSecondo le statistiche, su un togini, già docente di Medicina interCONTRO OGNI STATISTICA, IN QUESTO tale di 850 abitanti, 120 hanno na e insigne studioso di Semeiotipiù di 80 anni, circa 50 sono ulca e Metodologia clinica. PICCOLO BORGO UOMINI E DONNE tranovantenni e una decina su«Tutto è cominciato da una tesi di HANNO LA STESSA ASPETTATIVA DI VITA perano il secolo di vita. Uno stulaurea - ricorda il professore -. Si dio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condotto nel 1985 e trattava di monitorare la pressione arteriosa di un gruppo di indiviripreso pochi anni fa, conferma che i campomelani vantano un tasdui in età avanzata che condividesse le stesse abitudini di vita. Camso di colesterolo pari a circa la metà della media nazionale e una baspodimele era il caso ideale: una comunità ristretta, uniforme e chiusissima pressione arteriosa. Quanto alle cause, le ipotesi divergono. sa, legata a usanze e ritmi di vita secolari. Negli anni abbiamo rileSenza trascurare la vita sana, l’assenza di stress, il codice genetico, vato che gli ultrasettantacinquenni del paese presentano una presla dieta basata sulla cicerchia (tipico legume locale) e lo scalogno (sorsione arteriosa giornaliera pari a quella di normali trentenni. È il sinta di incrocio tra aglio e cipolla), la più accreditata tira in ballo il clitomo di una caratteristica biologica eccezionale, che si è dimostra-
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de ad escluderloÂť. un corrispettivo nello stile di Esistono nel mondo altre coColer. PiĂš che proporre soluziomunitĂ caratterizzate da una ni scientifiche, l’autore si eserconcentrazione eccezionale di cita in una narrazione avvincentenari. Ăˆ il caso di Limone, cente, sul ciglio del paradosso, sul lago di Garda, o di alcune per sconfessare la dittatura delzone del Giappone. Ma Vilcala medicina tradizionale e la bamba rappresenta un caso fede cieca nei suoi principi. Vilunico di longevitĂ associata a cabamba diventa il cuneo che uno stile di vita “dissennatoâ€?. scardina il modello della longeÂŤNon è, in efvitĂ come ricomfetti, una rive- ÂŤAria sana, pensa di una vita lazione scon- cibo genuino regolata e salutav o l g e n t e - e propensione re, ma mortificanspiega Bonci- all’ottimismo te. Gli ultracentenelli -. In me- giocano un ruolo nari del villaggio dicina è ormai importanteÂť ecuadoriano sugriconosciuto geriscono, semche se commai, che l’eterna portarsi bene è positivo, comgiovinezza dipende da un beportarsi male non necessarianessere psicologico, un’attitumente nuoce. La parola d’ordine positiva verso la vita e, in dine è moderazione, ma la forconcreto, da un modo di vivemula magica è fortuna, intere basato sulla semplicitĂ , da sa come combinazione di paun’attivitĂ non stressante, da trimonio genetico e stile di viuna fitta rete di relazioni sociata, secondo parametri in larga li. Senza rinunciare a qualche parte ancora oscuriÂť. piccolo vizio, che tempra il corTanto onesto disincanto trova po e migliora l’umore.
465;(:*(3, *65;,::(! =(5;(..0 <50*0 465;(:*(3, *65;,::(! =(5;(..0 <50*0 Â&#x2026; 3Âť<50*6 Â&#x2026; JVU N\PKH TVK\SHYL WPÂ&#x192; WYH[PJV L YP\[PSPaaHIPSL
ta ereditaria (come provano i rilievi sugli individui piĂš giovani, figli e nipoti dei vecchietti) e influenza in maniera assolutamente positiva la longevitĂ Âť. Su questo fondo di predisposizione â&#x20AC;&#x153;naturaleâ&#x20AC;? (costruito e consolidato in secoli di storia) si innesta, secondo il professore, il discorso legato alle condizioni ambientali e alla qualitĂ della vita. ÂŤIl fattore genetico è predominante nella determinazione dellâ&#x20AC;&#x2122;invecchiamento, ma contribuisce non oltre il 30%. Il resto lo fanno lâ&#x20AC;&#x2122;ambiente e lo stile di vita. Se i campomelani fossero trapiantati altrove, nello stress cittadino, probabilmente non vivrebbero cosĂŹ a lungo. Lâ&#x20AC;&#x2122;aria sana, il cibo genuino, la vita regolare, lâ&#x20AC;&#x2122;ospitalitĂ e la propensione allâ&#x20AC;&#x2122;ottimismo di questa gente giocano un ruolo importante. Dâ&#x20AC;&#x2122;altronde lâ&#x20AC;&#x2122;influenza del clima è testimoniata da una circostanza del tutto singolare: a Campodimele uomini e donne godono, contro ogni statistica a livello mondiale, pressochĂŠ della stessa aspettativa di vitaÂť. Le correnti dâ&#x20AC;&#x2122;aria della Valle dellâ&#x20AC;&#x2122;Itri sono tra le possibili e, ancora nebulose, cause del fenomeno ma, nella fantasia popolare come nellâ&#x20AC;&#x2122;ingenua percezione dei visitatori, alimentano il mito della â&#x20AC;&#x153;lunga vitaâ&#x20AC;?. Con piĂš efficacia di qualsiasi pubblicazione scientifica, il poeta Libero de Libero (1903-1981), illustre campomelano, le esaltava come ÂŤvento cavilloso e passionale che esce dalle grotte col respiro puroÂť, giurando che ÂŤchi soggiorna nella contrada prende il sapore di quellâ&#x20AC;&#x2122;erba ed esala altrove il ricordo di quei luoghi con un alito odorosoÂť.
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È il terzo fenomeno “sociale” della rete. Twitter consente di creare un microblog con cui inviare brevi messaggi di testo.
» Un cinguettio nel Web Una rete sociale (social network) è costituita da un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami, che vanno dalla conoscenza casuale ai rapporti di lavoro, sino ai vincoli familiari. Nella vita di tutti i giorni, la cerchia di persone con cui riusciamo a rimanere in contatto rientra nei limiti della regola stabilita dall’antropologo britannico Robin Dunbar, il quale sostiene che il limite cognitivo-teorico che concerne il numero di persone con cui un individuo è in grado di mantenere relazioni sociali stabili, si aggira attorno alle 150 unità. La versione di Internet delle reti sociali è una forma evoluta di comunicazione in rete che ci svincola da tale limite, dove è possibile sia mantenere relazioni sociali nel senso stretto del termine, sia relazioni puramente intellettuali,
potendosi riconoscere in un pensiero condiviso da molti senza dover conoscere nel dettaglio tutti coloro che lo sostengono.
» Twitter -
que conosca l’indirizzo del nostro microblog, rende di fatto possibile seguire digitalmente una persona e sapere sempre che cosa stia facendo o pensando.
[ INTERNET & DINTORNI NEGRINI ]
DI PAOLO
La registrazione
Accanto a Facebook e Google+, il terzo “fenomeno sociale” del Web è il servizio di microblog Twitter. Creato nel marzo 2006, prende il nome dal corrispondente sonoro della parola tweete, derivata dal verbo inglese to tweet che significa “cinguettare”. Twitter è un microblog con una connotazione editoriale molto particolare: l’invio dei Tweet (messaggi) non può superare la lunghezza di 140 caratteri. Proprio la brevità dei messaggi sono la sua forza e la sua capacità di diffusione. L’analogia con gli Sms che si possono inviare con il cellulare, emerge chiaramente. La possibilità di inviare con un’alta frequenza brevi messaggi che possono essere visualizzati da chiunGIUGNO 2012
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Per entrare a far parte di questo social network, occorre “nascere”, registrandosi al sito e creando il proprio profilo personale. A questo punto sarà possibile invitare i nostri amici a far parte della nostra rete, i quali a loro volta potranno fare lo stesso con i loro amici, cosicché ci si troverà ad allargare la cerchia di contatti con gli amici degli amici e così via. Per attivare il nostro microblog su Twitter andiamo all’indirizzo www.twitter.com e procediamo con la registrazione.
Completata questa fase vi sarà richiesto di accedere alla vostra casella di posta e confermare l’iscrizione. Nella casella di posta che avete indicato in fase di registrazione troverete un messaggio di Twitter, con un collegamento su cui dovrete fare clic con il mouse. Fatto questo siete a tutti gli effetti un componente della comunità.
Digitate nella prima casella il vostro nome e cognome. Nella seconda casella inserite l’indirizzo e-mail, di seguito la password che utilizzerete per accedere a Twitter, il nome con cui rendersi noti nel blog e, infine, un clic su Iscrivimi a Twitter.
» Le impostazioni La prima operazione che consiglio di eseguire è quella di compilare il profilo. Fate un clic sul vostro avatar (la sagoma in bianco) e dal menu scegliete la voce Impostazioni.
Entrerete immediatamente in Twitter, dove vi sarà proposto di selezionare le persone che potreste conoscere e già iscritte. Per inserire una persona cliccate sul pulsante Segui. Viene richiesto di inserire 5 contatti ma, se volete, potrete sospendere questa procedura facendo un clic su Salta questo passaggio. In qualsiasi momento potrete inserire nuovi nominativi.
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» Profilo Nella finestra di Impostazioni, selezionate la voce Profilo. In questa scheda, premendo il pulsante Sfoglia, potrete inserire la vostra foto scegliendola tra quelle memorizzate sul vostro computer. Di seguito potrete modificare il nome con il quale vi siete registrati, il luogo dove vi trovate, l’indirizzo di un vostro sito web e una vostra descrizione. Completata la procedura, premete il pulsante Salva.
» Mobile Potete configurare Twitter per ricevere i messaggi sul cellulare. Al momento sembra che gli operatori telefonici disponibili siano solo Vodafone e Wind. Inserite la Nazione, il numero di telefono, la lingua dei messaggi e scegliete l’operatore. Premete il pulsante Inizia ed attendete la conferma.
» Notifiche È il modo con cui sarete informati della ricezione di un tweet inviato da una persona che seguite, quando un vostro tweet è stato “twittato” da altri, siete stati menzionati o una nuova persona vi segue. In ognuno dei casi descritti, se avrete spuntato le casella di scelta delle opzioni, riceverete un messaggio e-mail di notifica. Per impostazione predefinita le caselle sono tutte spuntate. Per modificare le scelte, togliete il segno di spunta e salvate le modifiche.
Visto che ci troviamo nella finestra delle Impostazioni, esaminiamo anche le altre schede di impostazione.
» Account La scheda contiene le opzioni per modificare il vostro nome utente, l’indirizzo e-mail, la posizione geografica dalla quale state “twittando”. Interessante è l’opzione di protezione. Selezionando la casella Privacy dei tweet, consentirete solo alle persone che avrete autorizzato a ricevere i vostri “tweet”.
» Password Permette di modificare la password che avete scelto in fase di registrazione: inserite la password attuale e ripetete due volte la nuova password. Completato l’inserimento, premete il pulsante Modifica.
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» Aspetto Se volete personalizzare l’aspetto grafico della vostra pagina Twitter rendendola più gradevole per chi la visita, potete personalizzare il tema, l’immagine di sfondo e i colori del tema. Selezionate un tema tra quelli proposti cliccandoci sopra, oppure caricate un’immagine di sfondo cliccando su Cambia immagine di sfondo. Le immagini di sfondo devono essere nei formati Png, Gif, o Jpg e più piccole di 800 k. Salvate le modifiche quando sarete soddisfatti. Se volete personalizzare la barra laterale e i colori del testo della vostra pagina, cliccate su Cambia i colori del tema. Scegliete i colori e cliccate su Salva le modifiche.
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Nella VITA FRENETICA DI OGNI GIORNO, a un tratto qualcosa si ferma: SI HA L’IMPRESSIONE DI AVER GIÀ VISTO quel preciso istante che si sta vivendo, come l’eco di un ricordo dimenticato.
[ CURIOSITÀ DI
ALESSIA PASQUINO ]
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utti lo sperimentano e nessuno lo conosce. Il déjà vu, letteralmente “già visto”, è quella sensazione stranissima, affascinante e inquietante allo stesso tempo, che proviamo quando ci troviamo in un posto in cui razionalmente abbiamo la certezza di non essere mai stati ma che ci sembra familiare; o quando sosteniamo un dialogo che sembra la fedele ripetizione di una conversazione già vissuta. Eppure, è la prima volta che ci troviamo in quella situazione. Il termine, coniato dallo psicologo francese Émile Boirac nel 1896, nasconde un mistero scientifico e psicologico che coinvolge medicina, scienza e arte da decenni, ma la sua descrizione più famosa e affascinante è quella di Proust, anche se lì il ricordo precedente c’era, ma naUno squarcio scosto. “Alla ricerca del sull’inconscio, ricordo perduto” poun errore trebbe essere la definidella nostra zione del déjà vu, permemoria o la ché - per quanto ci sforprova di altre ziamo - quel ricordo la vite passate? nostra mente non vuole rendercelo. E ci lascia così, sospesi tra stupore e senso di appartenenza, sensazioni e ricerche razionali. A qualcuno capita più spesso, ad altri meno, ma sembra che la sua diffusione sia davvero notevole. Secondo Alan S. Brown, psicologo ricercatore alla Southern Methodist University di Dallas, il 60% della popolazione ha sperimentato il déjà vu almeno una volta nella vita. Le teorie più accreditate sono quattro: la “teoria neurologica”, secondo cui il déjà vu è una specie di sovrapposizione di mappe neurologiche di immagini si- »
DÉJÀ VU QUANDO LA MENTE CI ILLUDE
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{ mili, generata da un attacco di epilessia di brevissima durata o dal rallentamento delle attività dei neuroni; la teoria del “processamento duale”, secondo cui il cervello attiva due canali, uno per il recupero del ricordo e l’altro per il senso di familiarità: a volte il primo si blocca e questo genera il déjà vu; la “teoria attenzionale” lo spiega come una interruzione della nostra attenzione, a cui seguirebbe un riprocessamento (basata sull’analisi dei due emisferi del cervello: come se uno acquisisse l’immagine del luogo senza che l’altro se ne accorga e nel momento in cui i dati si sovrappongono, scattasse il senso del già visto che non appartiene al passato ma al presente stesso); e le “teorie mnestiche”, secondo cui ci sarebbe un vero ricordo che però, a causa di un errore della memoria, non riesce a focalizzare l’intero contesto. Lo stesso Brown, uno dei maggiori studiosi del fenomeno, nel suo libro The Déjà Vu Experience: Essays in Cognitive Psychology riporta trenta possibili cause del déjà vu, dividendole secondo queste quattro categorie. A suo avviso le cause possono essere molteplici e sovrapponibili. Per quanto riguarda diffusione e statistiche, c’è chi ritiene il déjà vu impossibile nei bambini e chi lo vede frequente dai 7/8 anni e nell’adolescenza, chi lo vede diminuire con l’avanzare dell’età, chi lo ritrova in persone che viaggiano spesso. A volte sono i luoghi a suscitarlo, più raramente le persone o le emozioni. L’unico dato su cui tutti sembrano essere concordi è la maggiore frequenza nei periodi di forte stress. In una società che va sempre più di fretta, in cui il tempo non lascia spazio e la frenesia ci divora, il déjà vu torna di moda per affascinarci, seppure fosse un errore del ricordo. Remo Bodei, professore di Filosofia all’University of California (Los Angeles), lo paragona al sorriso, un crampo muscolare che, analizzato solo scientificamente, perderebbe tutto il suo fascino. Ma c’è anche un’altra possibilità: che il déjà vu ci proponga un ricordo “vero”, vissuto nella realtà del sogno, una sorta di dialogo tra l’inconscio e l’esistenza quotidiana, di cui ci parla la dottoressa Luisa Laurelli, psicologa e psicoterapeuta.
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...SI RESTA COSÌ, SOSPESI TRA STUPORE E SMARRIMENTO
Il déjà vu è un’esperienza comune ma avvolta dal mistero. Quali sono gli aspetti che affascinano e quelli che spaventano? Parte inquietante e affascinante, secondo me, si legano: nel senso che l’inquietante rappresenta proprio il fatto in sé, l’aver già vissuto una situazione. La spiegazione che ognuno può darsi rispetto a questo è varia. Alcuni ricorrono ad una vita già vissuta, come la religione buddista, in cui il déjà vu potrebbe essere spiegato come la possibilità di uno squarcio su un’altra vita. Scientificamente, però, rimane un mistero. La parte psicologica-psichiatrica sostiene che questo altro mondo, in realtà, non sarebbe altro che il mondo inconscio. L’aver sognato una situazione particolare e poi il suo verificarsi nella realtà provoca questa sorta di cortocircuito che è il déjà vu. Esistono quattro teorie sul fenomeno: è possibile collocare il rapporto tra déjà vu e sogni in una di queste o ritiene ve ne sia un’altra? Credo che sia un’altra, perché queste sono teorie con un approccio neurologico. Legare il déjà vu al sogno è un qualcosa che ha a che fare con la psicodinamica, branchia della psichiatria in cui non si utilizza solo la parte legata ai farmaci e all’analisi del cervello, ma anche quella legata all’esperienza, alle relazioni e alla sfera emozionale. Quindi il déjà vu non è un’anomalia? No. Alcuni, come Jung, parlano di coincidenze in termini di “sincronicità”, cioè coincidenze non banali, ma con una rilevanza emotiva importante. Se il déjà vu è legato ai sogni e, dopo qualche tempo, si verifica l’evento sognato, significa che la nostra mente ha poteri di precognizione a livello inconscio? Sulla premonizione andrei molto cauta, perché è vero che ci sono persone con una sensibilità molto spiccata. Parlerei più di intuizione, nel senso che spesso l’inconscio arriva prima della razionalità. Ci sono situazioni che percepiamo a livello emozionale, ma che non possiamo tradurre in un pensiero perché lo censuriamo... Il sogno, invece, lo fa vedere attraverso l’immagine.
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Quindi è il presente che condiziona il sogno? Non necessariamente, a volte anche il passato, mentre il futuro è un’incognita. Però facciamo continuamente previsioni sul futuro (i nostri stessi progetti lo sono) e vanno anch’esse in quel calderone che rappresenta ciò che vorremmo o non vorremmo accadesse: lì il sogno pesca e rimette in circolo le nostre paure e le nostre aspettative, in un “minestrone” di emozioni che poi vanno dipanate per comprendere quello che la nostra vita emotiva ci vuole dire. C’è una specifica tipologia di persone più esposta al fenomeno? Credo che il déjà vu andrebbe messo in un modello di riferimento non legato soltanto al déjà vu, ma alle persone che danno più importanza alla parte inconscia. Ci sono invece contesti familiari in cui l’aspetto pratico contingente, legato al risultato delle azioni, non lascia spazio all’aspetto emozionale per cui queste persone danno meno importanza ai sogni. A lei è capitato? Sì, recentemente, e questo squarcio di “già vissuto” lascia a volte perplessi. E anche inquieti. Però, in qualche modo ci incoraggia a capire gli aspetti più profondi di noi stessi. È nostro desiderio dare un senso a tutto; invece, dovremmo lasciar spazio anche al “cassetto dell’inspiegabile”. Non è arrendersi, altrimenti non avremmo la spinta alla conoscenza che invece è fondamentale. Ci sono aspetti inspiegabili, però, con i quali dovremmo convivere, almeno fino a quando non trovano interpretazione.
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VIAGGIO NELLA STORIA
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amo, o città di Pietro, o creatura / armoniosa, amo le tue severe / forme, del fiume il corso maestoso; / amo il granito delle tue riviere, / dei tuoi cancelli bronzei la fattura / elegante, e il crepuscolo pensoso / delle tue notti illuni trasparenti / quando nella mia stanza leggo e scrivo / senza lume e son chiare le dormienti / strade deserte e luccica d'un vivo / chiarore la guglia dell'Ammiragliato...». Una notte meravigliosa, questa descritta da Aleksandr Puškin, una di quelle notti che soltanto San Pietroburgo sa regalare. E Puškin, che viveva nell’antica capitale russa, lo sapeva... Conosceva la bellezza di questa città, sapeva quanto Pietroburgo sa essere magica, soprattutto in principio dell’estate, quando la sera viene avvolta in un chiarore costante, ed il buio non riesce a farsi »
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All’approssimarsi del solstizio d’estate, la notte non cala più sulla città, avvolta da una luce crepuscolare. Un’atmosfera che ha ispirato poeti, scrittori, artisti, rendendo San Pietroburgo ineguagliabile
AN PIETROBURGO *
LE NOTTI BIANCHE DI
DI LORIS POR CHERI
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LE NOTTI BIANCHE DI SAN PIETROBURGO
OGRUBORTEIP NAS ID EHCNAIB ITTON EL
TURISMO
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San Pietroburgo
San Pietroburgo San Pietroburgo
[ SOPRA, L’HERMITAGE.
strada tra palazzi, vie, parchi e fiumi. Sono le notti bianche a cui lo scrittore russo ha dedicato l’incipit del suo poema Il cavaliere di bronzo, notti in cui la luce avvolge costantemente la città tenendola in un abbraccio crepuscolare senza volgere definitivamente al buio. Il fenomeno delle notti bianche riguarda le città poste nelle aree prossime al circolo polare artico, ma soltanto a San Pietroburgo assume un sapore speciale: sarà per la bellezza della sua architettura, sarà per la storia che ha attraversato i suoi quartieri o per quel sottile alone di mistero che la percorre, retaggio di un’aUna città di 5 milioni nima che di abitanti, con un racchiude in patrimonio artistico sé oriente e e culturale davvero occidente, importante, nonostante creata e misia stata fondata agli scelata dal inizi del XVIII secolo IN BASSO, PARTENDO DA SINISTRA: LA CHIESA DELLA RESURREZIONE, UN PONTE SULLA NEVA, IL CASTELLO MIKHAILOVSKY, IL PALAZZO D’INVERNO VISTO DAL FIUME, LA PIAZZA VOSSTANJA (PIAZZA DELLA RIVOLUZIONE). ]
visionario disegno di Pietro il Grande che la fondò nel 1703. Un’idea folle, quella di costruire una città in un luogo insalubre e paludoso co-
«La notte tarda su San Pietroburgo, in particolare il 21 giugno, giorno del solstizio estivo: il sole tramonta alle 23.30 e sorge alle 4.30» me il delta della Neva, ma che lo zar portò a compimento come il suo progetto: occidentalizzare la Russia per renderla più moderna. E Sankt Peterburg, come fu chiamata allora, fu il suo biglietto da visita, tanto da farla diventare capitale dell’impero. Affacciata sul Baltico, costruita su 110 isole collegate tra
San Pietroburgo
loro da oltre 700 ponti, che durante le notti bianche si alzano uno dopo l’altro per lasciar passare le grandi navi mercantili che percorrono la Neva, oggi San Pietroburgo è una metropoli di circa 5 milioni di abitanti, con un patrimonio artistico e culturale immenso. Basta aggirarsi per il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per assaporarne tutta la magnificenza. A cominciare dal Palazzo d’inverno, muto testimone della vita intima degli zar, prima, e dei rappresentanti della Rivoluzione d’Ottobre, poi. Parte delle sue 1786 stanze, decorate con stucchi preziosi e oro, sono occupate da uno dei più importanti musei al mondo: l’Ermitage. Realizzato da Caterina la Grande per la sua collezione privata, oggi il museo ospita circa 2milioni e 700mila articoli tra dipinti, sculture, reperti archeo-
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«Nella Piazza dei Decabristi, in sella al suo cavallo rampante, Pietro il Grande sembra continuare a proteggere la sua città, la sua creatura, la meravigliosa San Pietroburgo, nata dal sogno di rendere “moderna” la Russia su cui allora regnava»
San Pietroburgo San Pietroburgo San Pietroburgo
logici e monete. La luce crepuscolare rende ancora più suggestiva la strada più famosa di Pietroburgo, quella Prospettiva Nevskij protagonista di opere letterarie e musicali. Cuore pulsante della città, con negozi, ristoranti, cinema, musei e teatri raccoglie lungo i suoi oltre 4 chilometri, preziosi gioielli come la Cattedrale di Nostra Signora di Kazan, custode di una delle icone più care al popolo russo, la Madonna di Kazan; la Chiesa della Resurrezione, che richiama l’architettura della Cattedrale di San Basilio a Mosca; la Biblioteca di Stato e il Monastero Aleksandr Nevskij della Santissima Trinità. E come non dedicare una visita alla Fortezza di Pietro e Paolo - con all’interno l’omonima cattedrale, luogo di sepoltura di tutti gli zar Romanov, la Zecca e la Casa della barca di Pietro, dove è conservato il natante con cui lo zar impa-
rò a navigare - o alla Cattedrale di Sant’Isacco, la cui cupola dorata è tra le più grandi del mondo o alla statua equestre di Pietro I, quel Cavaliere di Bronzo omaggiato da Puškin. Là, in sella al suo cavallo selvaggio, sembra che il grande zar stenda la mano a proteggere quella città che ha fortemente desiderato... Chissà cosa direbbe oggi nel vederla alla luce delle sue notti illuni trasparenti...
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San Pietroburgo è stata protagonista di molte delle opere della letteratura russa. Oltre Puskin, e Nikolaj Gogol, autore de I racconti di Pietroburgo, un altro grande scrittore, Fëdor Dostoevskij, ha ambientato alcuni dei suoi romanzi nella città di Pietro il Grande, ed ha dedicato alle notti bianche un suo breve scritto, dall’omonimo titolo. Caratteristica dell’opera: non era suddivisa in capitoli ma in... notti.
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fulmini pietrificati. Montagne fatte di un’unica roccia, che ra il 1791 quando un nobile francese, Déodat cambiano colore con il trascorrere del giorno: alba, matde Dolomieu, studioso di chimica e scienze natino, mezzogiorno, tramonto, sera, notte... Possono esturali, pubblicava un articolo sul Journal de Physere bianche come la neve, gialle come il sole, grigie cosique, in cui rivelava che in uno dei suoi tanti viaggi sulme le nuvole, rosa come le rose, nele Alpi venete, era stato colpito da re come il legno bruciato, rosse coun fenomeno inspiegabile che ri«L’architetto me il sangue...», così le descriveva Diguardava la roccia di quelle particoLe Corbusier no Buzzati, che alle Dolomiti del bellari montagne: se colpita diventava le definì la più lunese era legato da un amore profosforescente. Per onorare questa bella opera fondo. Così appaiono ai visitatori risua scoperta, gli accademici dell’epoarchitettonica chiamati dalla meraviglia dei suoi ca attribuirono al nuovo minerale il al mondo» parchi naturali, che conservano una nome di dolomia. Fu solo alla fine flora con esemplari unici al mondo, dell’800, però, che a quelle montadai paesaggi incontaminati e dalla molteplicità degli anigne ammantate di mistero, e che tutti fino ad allora mali che le abitano. Sono oltre tremila, infatti, i camosci chiamavano Monti Pallidi, venne attribuito il nome di e duemila i caprioli che vivono tra queste vette, 114 le chi per primo le aveva “studiate”: Dolomiti. specie di uccelli, 20 quelle di anfibi. Il Gallo Cedrone, ha «Immagina delle montagne a forma di cattedrali gotieletto qui la propria dimora, unica nell’intero arco alpiche, castelli in rovina, bastioni, alte torri, rampe e cime,
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no, qui sono tornati spontaneamente l’orso e la lince. Inserite nel Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’Unesco, nel 2009, le Dolomiti custodiscono itinerari naturalistici di incomparabile bellezza, con sentieri che si insinuano tra boschi, si snodano tra torrenti e corsi d’acqua, pendii e vallate, da percorrere a piedi o in bicicletta, o che si inerpicano fino a sfiorare le Tofane, il Pelmo, il Sorapiss, il Cristallo, l’Antelao, la Schiara, il Civetta, testimoni inconsapevoli di pagine di Storia. Qui la montagna è la protagonista indiscussa, unica, millenaria, silenziosa e bellissima.
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ARRIVA L’ESTATE E... LA VACANZA È SERVITA [ TEMPO LIBERO DI
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GIOVANNI ORSO ]
Oltre il 76%
La città d’arte
La montagna
delle famiglie italiane, nel 2011, è andato in vacanza una volta.
dopo laghi, natura e terme, sono la meta turistica più ambita.
viene scelta nel 43% dei casi per riposarsi a contatto con la natura.
(Fonte: Oss. Turismo Giovanile)
(Fonte: Rapp. Annuale 2012-Ont)
(Fonte: Rapp. Annuale 2012-Ont)
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«Tradizionalisti o coraggiosi sperimentatori? Turisti “green”, pellegrini, amanti del mare, scalatori intrepidi o alternativi alla ricerca di mete insolite? Una cosa è certa: ogni anno si parte, si “stacca” e si va dove si sognava da tempo»
“P
er quest’anno non cambiare/ stessa spiaggia stesso mare/ per poterti rivedere/ per tornare per restare insieme a te”. Era l’inizio degli Anni ‘60 quando Mina dava appuntamento al suo innamorato sulle note del pentagramma, gli anni del boom economico e della società che si preparava ad una svolta epocale; gli anni della “dolce vita”, quelli in cui la tecnologia iniziava ad insinuarsi nella quotidianità e le radioline a transistor ad incollarsi all’orecchio dei tifosi la domenica pomeriggio. L’autostrada del Sole era stata inaugurata e, come un lungo nastro, univa Milano a Napoli, la Fiat 600 era diventata il nuovo status symbol della famiglia italiana, che così aveva scoperto come era bello andare al mare d’estate e, accatastando sul portabagagli valige, borse, pacchi e pacchetti invadeva strade e spiagge vicine e lontane. Mezzo secolo dopo molte cose nella vita e nelle abitudini degli italiani sono cambiate, ma c’è una cosa che è rimasta intatta: la voglia di vacanza... Mare, montagna, lago, campagna, città d’arte, in auto, in treno o in aereo, milioni di connazionali, pur risentendo della crisi economica, si ritagliano uno spazio nel corso dell’anno per ritemprarsi. Numeri alla mano, in una recente indagine condotta dall’Osservatorio del Turismo Giovanile, oltre il 76% delle famiglie italiane lo scorso anno si è recata in vacanza almeno una volta. Dati confermati dall’Istat che ha indicato come periodo preferito per partire l’estate, con agosto a fare la parte del leone, mentre la meta più gettonata quale poteva essere se non il mare? Allora tutti al mare, tutti al mare...? Naturalmente no; anche la montagna ha richiamato una buona fetta di vacanzieri,
così come le città d’arte sono state una ghiotta meta. Come a dire che se Una rotonda sul mare attira, anche “Piazza della Rotonda“ a Roma non è da meno... C’è poi un esercito silenzioso di vacanzieri che cresce piano piano: sono i verdi. No, non “al verde” per mancanza di soldi, ma gli amanti della vacanza ecologica, coloro che preferiscono trascorrere il loro riposo a contatto con la natura, per esempio in un agriturismo, dove gli alimenti sono a chilometri zero, o in barca a vela, alla scoperta di isole e luoghi incontaminati come novelli Ulisse. Generalmente i vacanzieri green, contrariamente alla maggioranza dei villeggianti, preferisco-
«Cinquant’anni dopo il “boom” economico, neppure la crisi piega il nostro desiderio di vacanza» no il treno all’auto, ma c’è anche chi opta per un viaggio alternativo. Come? Innanzitutto sulle due ruote. La moto in testa a tutti, ma non mancano gli amanti della bicicletta pronti a macinare chilometri in un personale Giro d’Italia; insomma, tutto pur di avere il vento fra i capelli. I più arditi, invece, si cimentano in un altro tipo di viaggio: a piedi. Zaino in spalla, la strada diventa il loro habitat. Ah, ma non bisogna avere come riferimento l’autostoppista Anni ‘70; no, no il modello è il viandante del Medioevo. Sì, perché tra i vacanzieri on the road c’è anche chi si cimenta nel pellegrinaggio, rigorosamente a piedi. E se non si è sufficientemente allenati per affrontare i chilometri da un santuario all’altro,
esiste un’alternativa, gettonatissima anche questa: la vacanza in un convento dove, lontani dallo stress quotidiano, immersi nella preghiera e nella meditazione ci si ritempra il corpo e lo spirito. Insomma, a tanti modi di essere corrispondono tanti modi di vivere la propria vacanza: breve, lunga, mordi e fuggi, organizzata o come“turista fai da te”, in movimento o immobili come lucertole al sole. Ma una cosa le deve necessariamente accomunare, ossia uscire dalla routine, da tutto ciò che governa la nostra quotidianità: il lavoro, la casa, la spesa, cucinare, le piccole incombenze domestiche... Prendersi una pausa è fondamentale per far sì che la mente torni nuovamente libera di progettare, creare, riflettere, desiderare... Altra cosa da non trascurare è con chi si parte. Non c’è niente di più negativo che trascorrere le ferie con una compagnia con cui si condivide soltanto la meta, ma non le modalità per raggiungerla. Quindi, scegliere bene e non disdegnare la saggezza popolare “Meglio soli che male accompagnati”. Allora, dopo questi piccoli accorgimenti avete individuato la vostra meta? Pronte le valigie? Come, ancora indecisi se è meglio Sapore di sale o Quel mazzolin di fiori? Beh, decidete qual è la vostra vacanza ideale e poi raccontatecelo. Saremo qui ad ascoltarvi!
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GIOCO TEST
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«Spericolati come Indiana Jones? O pignoli e super organizzati? Innamorati della natura, non fareste un chilometro se non in bici? Spirituali o spiritosi? Per conoscere il vostro profilo si comincia da “Partenza”, si prosegue con il mezzo preferito, in compagnia o no, sino a trovare la propria identità. Ma attenti: non sbirciate e non barate!»
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La curiosità è la tua forza, ma anche l’intraprendenza. Aperto e disponibile sei sempre alla ricerca di cose nuove da sperimentare, luoghi da esplorare, gente da conoscere. In cuor tuo vorresti come compagno di viaggio Indiana Jones... Ma sei proprio sicuro che ti accompagnerà anche sull’Enterprise?
Il tuo motto è: riposarsi ma con intelligenza. E poiché le banalità non rientrano nell’idea di vacanza che hai, anche in ferie metti al primo posto la cultura. Organizzato, attento, nessun monumento o opere d’arte ti sfugge. Non essere troppo esigente, però, lo sai che è complicato per i tour operator trovare un viaggio in cui ci siano anche Virgilio e Dante!
La natura va difesa e tutelata, gli ecosistemi salvaguardati, le specie animali e vegetali, protette. Carta e cartone, in un sacco... Plastica, alluminio, vetro, in un altro... Rifiuti organici, in un altro ancora... Come? A che ora passa il camion della nettezza urbana? Ma, Venerdì non te lo ha detto? Neanche Robinson? Allora non resta che aspettare...
“Chi lascia la strada vecchia per la nuova...”: no, dico, vogliamo scherzare? Già nella vita si hanno poche certezze, perché cambiare proprio quando si va in vacanza? Ah, perché è divertente? Allora, per favore, non fatemi lavorare! Chi mi organizza il viaggio?
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S E T T E M B R E
taliani un popolo di sedentari? La sedentarietà è un termine che non rientra nel vocabolario dei tanti over 50 che ogni anno partecipano con grinta ed agonismo alle Olimpiadi organizzate da 50&Più, quest’anno alla loro diciannovesima edizione. In questo periodo, gli allenamenti iniziano a farsi più intensi perché è importante arrivare preparati: non si tratta soltanto di una sfida personale, ma significa contribuire alla vittoria della propria squadra. A vincere nell’edizione passata è stata Venezia. Quest’anno chi si aggiudicherà il podio più alto? Diverse le discipline con le quali gli atleti over 50, divisi per fasce d’età, si cimenteranno: dal nuoto alla maratona, dal tennis al ping pong, dalla marcia al tiro con l’arco. L’entusiasmo non manca e nemmeno la voglia di arrivare. Anzi questa aumenta di anno in anno, visto il numero dei partecipanti nell’edizione precedente: oltre 1.000. C’è attesa e trepidazione. Il tempo stringe e la settimana dedicata alle Olimpiadi 50&Più si avvicina. In mezzo c’è solo la stagione estiva. Allora, a quando l’appuntamento? Dal 15 al 22 settembre. A ospitare gli atleti, per il secondo anno consecutivo, sarà il Villaggio Garden Club Toscana a San Vincenzo (Li). Presso gli impianti sportivi di questa struttura si svolgeranno anche le gare. Un luogo ideale per tutti coloro che, al seguito della propria squadra o beniamino, vogliono approfittare di un meraviglioso parco-giardino, respirare il profumo delle piante mediterranee che degradano verso una lunga e tranquilla spiaggia dalla sabbia dorata, nuotare in un mare dove sventola la Bandiera Blu per la qualità delle sue acque. Parallelamente alle Olimpiadi anche quest’anno si svolgerà il Torneo Nazionale di Burraco. Tutti gli appassionati di questo gioco avranno l’occasione di partecipare a una gara che li metterà a confronto con giocatori provenienti da tutta Italia. Se desiderate mettervi alla prova e divertirvi, cosa aspettate? Le iscrizioni alle Olimpiadi 50&Più 2012 e al Torneo Nazionale di Burraco, sono aperte.
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Maestri del Commercio
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stato un giorno di festa per l’Associazione Commercianti Albesi (Aca) e per l’Associazione Anziani del Commercio dell’Albese, Langhe e Roero. Nella sala del Consiglio comunale si è svolta la cerimonia di premiazione dei Maestri del Commercio, onorificenza che l’Associazione 50&Più assegna agli operatori del commercio, del turismo e dei servizi con almeno 25, 40 e 50 anni di attività lavorativa. Alla presenza dei vertici nazionali di 50&Più, il sodalizio creato da Confcommercio per valorizzare il ruolo degli over 50, 39 imprenditori di Alba Langhe e Roero hanno ricevuto il premio dalle autorità intervenute. Chi non ha potuto partecipare ha fatto pervenire messaggi, come il senatore Tomaso Zanoletti, l’onorevole Guido Crosetto e l’assessore regionale al Commercio William Casoni, il presidente dell’Unione Regionale del Commercio Renato Viale e il vescovo di Alba, monsignor Giacomo Lanzetti. Il presidente dell’Aca, Giancarlo Drocco, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento per l’intero comparto del commercio, turismo e servizi, che ad Alba e nel territorio di Langhe e Roero conta circa 15.000 addetti: «Sta a noi, anche con l’esempio, convincere le giovani generazioni che il merito viene ancora premiato e che non bisogna esitare a mettersi in gioco». Mario Agosto, presidente dei senior, ha unito le congratulazioni ai premiati ad «un caro ricordo del presidente onorario del sodalizio, Cesare Barbero, e dei tanti soci che come lui oggi non sono più tra di noi». Il segretario generale di 50&Più, Gabriele Sampaolo, ha rimarcato la lunga amicizia con l’Aca e la particolarità del carattere di Al-
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ba e delle sue persone, lo stesso che fece reagire quest’area dopo l’alluvione del ‘94. «La salvaguardia del piccolo commercio è fondamentale - ha affermato Renato Borghi, presidente nazionale di 50&Più e vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia - ma è importante non arrivare a scontri ideologici: il nostro sistema prevede la convivenza tra piccola e grande distribuzione. Certo, ci vuole equilibrio. Ed è pure necessario che chi compie scelte inerenti i nostri comparti, ci interpelli per evitare errori come la liberalizzazione degli orari che pregiudica la programmazione». A sottolineare il valore dei Maestri premiati, gli interventi del sindaco di Alba, Maurizio Marello, del vice presidente della Provincia di Cuneo, Giuseppe Rossetto, del presidente dell’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero nonché direttore dell’Ascom di Bra, Luigi Barbero. Aquila d’Argento (25 anni di attività): Dario Bertero; Laura Brusco; Giuseppina Cignetti (alla memoria); Domenico Giacone; Enzo Grasso; Anselmo Prandi; Libero Siragusa. Aquila d’Oro (40 anni): Aldo Alessandria; Mario Allario; Giuseppe Asteggiano; Ugo Battaglio; Angelo Boffa; Valerio Boffa; Rosanna Cordero; Maria Carla Coscia; Valter Dorino; Carlo Drocco; Graziella Drocco; Paolo Ermete; Giocondo Grasso; Guido Marcellio; Romolo Poggio; Mario Promio; Caterina Racca; Dante Rinaldi; Giovanni Rinaldi; Giovanni Battista Tomatis; Bruna Torchio; Angelo Vigna; Carla Zaninetta Zanoletti. Aquila di Diamante (50 anni di attività): Giorgio Barbero; Cesare Bella; Anna Maria Boffa; Luciana Cantamessa; Michele Cerrato; Giuseppe Ferrero; Vincenzo Maletto; Giovanni Marchisio; Pietro Oberto.
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naugurata a Monaco di Baviera la sede del Patronato 50&Più Enasco. Erano presenti il Console Generale d’Italia a Monaco, Filippo Scammacca del Murgo, il vice direttore generale 50&Più Enasco, Marcello Perrone, il direttore dell’Area Estero, David Sensi, il responsabile della sede, Alfredo di Cesare, e Marlene Prischich. All’evento, il concittadino Mauro Ricci è stato omaggiato dell’Aquila d’Argento per il ventennale impegno verso la comunità italiana in Baviera. Inoltre, si è svolto nella Direzione Generale del Deutsche Rentenversicherung di Augsburg - DRV (ufficio di collegamento con l’Italia per le pensioni in convenzione), un incontro con il direttore generale Raimund Spies, per instaurare una collaborazione con l’autorità previdenziale tedesca.
PIACENZA
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La scienza
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na visita al Centro Meteorologico dell’Areonautica di Milano per conoscere il sistema di rilevamento giornaliero delle condizioni meteorologiche. Ad accompagnare il gruppo 50&Più nei segreti della meteorologia, il Tenente Colonnello Stefano Molinari. La giornata è proseguita con la visita al Planetario.
IN PROGRAMMA... GENOVA Un benvenuto all’estate. In uno scenario mozzafiato con vista mare, un ambiente ricercato con una cucina tipicamente ligure. Al “Bflay” di Loano (Sv), il 27 giugno, 50&Più di Genova darà il “Benvenuto all’Estate” insieme ai soci e ringraziarli per loro partecipazione e l’entusiasmo che ognuno porta nelle attività. Appuntamento alle 10.30 in Piazza della Vittoria. Per saperne di Più: 010543042
PORDENONE Giornata del Pensionato. Il 3 giugno 2012, con inizio alle 9.30, a Frisanco si terrà la Giornata del Pensionato organizzata dal Ca-
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pla provinciale (Comitato dei Pensionati del Lavoro Autonomo). Il borgo ospiterà nel Circolo Operaio un convegno dedicato ai servizi alla persona, specialmente in ambito sanitario. Intervengono anche il presidente dell’assemblea dei sindaci, i responsabili dell’Ambito Distrettuale 6.4 e il coordinatore regionale e provinciale del Capla. Una festa per gli over 80. Il prossimo autunno si terrà la Festa degli Ottantenni. I soci che nel 2012 compiono 80 anni e desiderano partecipare, si possono prenotare presso la segreteria di Pordenone. Per saperne di Più: 0434549435
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NAPOLI
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Auguri per le Nozze di diamante a Angela e Ettore Crisci
torie di vita trascorsa insieme tra difficoltà e momenti felici. 50&Più di Napoli ha premiato le “coppie di ferro” con la sagacia dell’attore e presentatore Maurizio Merolla. Alle 15 coppie festeggiate, il presidente 50&Più di Napoli, Vincenzo Cozzolino, ha consegnato un diploma ricordo: «In una società che va a velocità folle anche per i rapporti interpersonali, questo premio ha un “valore” ancora più forte. La solidità di una coppia è il miglior ammortizzatore sociale esistente, con innegabili vantaggi per la vita dell’intera comunità, sotto ogni profilo». Le coppie premiate: Rosalba Natullo e Vincenzo Basile, Angela Balestrieri e Pasquale Perrotta, Rosalia Magno e Vincenzo Nesi, Michela Cangiano e Luciano Ghiggi, Antonietta Dell’Aquila e Domenico Del Gaudio, Rosa Gugliotta e Manlio Cascini, Maria Rosaria Bove e Vincenzo Di Transo, Teresa Galiano e Fausto Gonnella, Anna Raggi e Andrea Rosiello, Renata Brancaccio e Corrado Busco, Liliana Cimma e Sergio Errico, Maria Grazia Grassi e Livio Tito, Maria Pizza e Luigi Pane, Anna Maria Gargiulo e Emilio Abbate, Rita Finicelli e Marco Berti.
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Gara ciclistica nder 50 e over 70, uomini e donne, hanno gareggiato per il 1° Campionato italiano 50&Più di ciclismo che si è tenuto nell’ambito della 12° Granfondo Città di Vicenza. I ciclisti hanno percorso un circuito di circa 100 km con partenza ed arrivo alla cittadella dello Sport di Caldogno (Vi). Alla gara hanno partecipato i ciclisti del Gruppo 50&Più vicentino ed altri provenienti da varie zone d’Italia. Remo Seganfreddo, che ha guidato il gruppo vicentino e che è stato anche il promotore e l’artefice dell’iniziativa, ha dichiarato la sua soddisfazione per il buon esito della manifestazione che ha avuto «il plauso di affermati corridori del passato come il Campione del Mondo Marino Basso, presente alla premiazione». I corridori 50&Più si sono fatti onore e sono già impegnati in altre gare amatoriali per rispettare un denso programma. La classifica: Cat. A (50-55 anni): 1° Giovanni Aruffo, 2° Sergio Pranovi, 3° Alfonso Pozzan; Cat. B (5660 anni): 1° Giorgio Rausse; Cat. C (6165 anni): 1° Giampietro Zolla, 2° Antonio Pozzan; Cat. D (66-70 anni): 1° Remo Seganfreddo, 2° Luciano Battistelli, 3° Aldo Moresco; Cat. E (71 anni in poi): 1° Erminio Cappellesso, 2° Giorgio Dal Molin; Cat. F (under ‘50): 1° Franco Mingardi, 2° Mirco Carta, 3° Stefano Pedone; Cat. W2 femminile: 1° Gabriella Ambrosini.
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lla scoperta delle località più belle della Toscana: Volterra, l’Isola del Giglio e Siena. Questo l’itinerario che ha riunito un nutrito gruppo di soci 50&Più di Pordenone che ha vissuto questa esperienza con entusiasmo e amicizia.
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Dentro la storia
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a sede di 50&Più Università di Massa gestirà la sezione culturale della manifestazione AD 1495 - La disfatta di Carlo VIII, parte di un circuito culturale ampio, che già lo scorso anno ha realizzato manifestazioni storiche in tutta Italia, come la “disfida delle Terre Sante”, organizzata dai Balestrieri di Norcia, e le feste medievali di Volterra, Castell’Arquato, Velletri, Capalle, Capalbio, San Casciano, Lastra a Signa, Lavagna, Greve in Chianti, Vicofertile. AD 1495 - La disfatta di Carlo VIII celebrerà rievocazioni dal vivo che vengono pubblicizzate in tutto il territorio; il contesto storico riprodotto è quello del ritorno in Francia del Re Carlo VIII in fuga da Napoli, che viene fermato a Fornovo dalle truppe di Venezia e Milano. Numerose sono le tappe che toccheranno la Toscana e la Liguria nella rievocazione “dal vivo”. Dopo la tappa di Firenze del 12/13 maggio, il calendario prevede: Pontremoli - 30 giugno/1 luglio, nel centro storico, con partecipazione della contrada di Sommoborgo; Avenza - 14/15 luglio, nel centro storico, con fiera dei fumetti, esposizione agroalimentare, mercato fieristico dell’abbigliamento, convegni a tema; Bagnone - 21/22 luglio, nel centro storico; Sarzana - 28/29 luglio, nella fortezza Firmafede e nel centro storico, con spettacoli, mostre e convegni; Fornovo - 4/5 agosto, luogo della battaglia, con ricostruzione del mercato medievale, cortei e mostra dei mestieri medievali. La sede massese di 50&Più Università offre agli insegnanti la possibilità di apportare un personale contributo in conferenze o seminari da tenersi nelle date indicate. Saranno allestiti spazi dove i bambini si cimenteranno in laboratori a tema, seguendo gli stessi argomenti delle conferenze.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO LE SEDI PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 45 Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16
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Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0815510737 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 050483711 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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ODONTOIATRIA
L’impianto in titanio esterno all’osso Una tecnica pubblicata nel 2010 sulla rivista scientifica USA JIACD “The Journal of Implant & Advanced Clinical Dentistry” I tecnici del laboratorio annesso al San Babila Day Hospital di Milano, specializzati nella realizzazione di questo particolare tipo di implantoprotesi, con un sofisticato procedimento lo fondono in titanio.
Il Direttore Sanitario Antonio T. Di Giulio
L’équipe di implantologia del San Babila Day Hospital di Milano, che si occupa di odontoiatria da più di quarant’anni, ha applicato le nuove tecnologie ad una metodica già esistente. Tale metodica riteniamo sia valida in casi specifici legati a difficoltà ossea (osso sottile, basso, vuoto) e, dunque, consente di aiutare i pazienti con problemi di tale natura. Da una TAC multislice con il computer si rileva la copia della cresta ossea, ossia il modello stereolitografico; ciò permette all’implantologo operatore di esaminare nei minimi dettagli la replicazione dell’osso sul modello e quindi di individuare i punti di forza su cui si fisserà l’impianto. Questo viene così disegnato sul modello in modo estremamente preciso.
Un impianto studiato nei minimi dettagli Una volta realizzato, viene posizionato sul modello per essere sottoposto ad un severo collaudo: 1) l’adesione della struttura ad ogni parte del modello, 2) il suo ancoraggio e bloccaggio alle asperità e ai sottosquadri del modello dell’osso. Applicazione dell’impianto Per l’applicazione sul paziente viene praticata un’anestesia locale con sedazione venosa eseguita dall’anestesista. La sedazione dà rilassamento e dura il breve tempo dell’intervento. L’impianto è diviso in due parti gemelle assemblabili per favorire un’applicazione rispettosa della configurazione ossea del paziente. Questo particolare tecnico è molto significativo ed è stato un avanzamento importante nella nostra ricerca, perché lo fa aderire con maggior forza alle asperità e ai sottosquadri che caratterizzano
la peculiarità di ogni paziente e che sono determinanti per il suo immediato bloccaggio. Infatti, l’impianto è utilizzabile appena applicato con la protesi provvisoria, la definitiva dopo un mese. Il paziente può riprendere in poco tempo le sue abitudini perché l’intervento non è di particolare durata, avendo l’implantologo già eseguito sul modello le prove di posizionamento e assemblaggio delle due parti dell’impianto, ossia, in sostanza, una prova dello stesso prima dell’applicazione, e perché l’osso non viene forato. Per concludere il maggior impegno per questo impianto è nel disegno, nella preparazione e nel collaudo. Il disegno: vanno rispettati i vettori delle forze compressive sviluppate dalla masticazione, che devono imitare la divaricazione delle radici dei molari. L’applicazione: l’impianto deve essere bloccato già sul modello, cioè ancorato ai sottosquadri e alle asperità della cresta; è importante la realizzazione in titanio, metallo alquanto complicato nella fusione, che viene eseguita con macchine sofisticate, ma che è anche il più indicato per essere ben accettato dall’organismo.
San Babila Day Hospital srl - P. IVA 06477120155
direttore sanitario Antonio Di Giulio Milano – Via Stoppani 36 tel. 02 2046941
Roma – Via Oglio 9 tel. 06 8546472
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econdo le credenze popolari di parte dell’Italia e di tutta Europa, l’aglio è simbolo di abbondanza e amuleto contro malefici, stregonerie, vampiri e demoni, soprattutto se acquistato o raccolto per la festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno. In Romagna si afferma, ad esempio, che chi non compra l’aglio quel giorno, sarà povero tutto l’anno: “Chi ’n compra i ai al de d’San Zuan, è povret tot gl’an”; e un tempo a Roma nella notte dedicata al Santo, fra i tavoli delle osterie, si aggiravano decine di venditori ambulanti che offrivano enormi capi d’aglio da appendere fuori dalle finestre come protezione contro le streghe. Si raccontava, infatti, che Erodiade e il suo stuolo di maghe si dirigessero quella notte verso Benevento per celebrare il gran sabba annuale sotto il
«Apprezzato per le sue supposte qualità “apotropaiche” e magiche, è stato un protagonista della tavola per molto tempo grazie alle sue caratteristiche mediche ed organolettiche» 52 I
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famoso noce magico. “Sopra l’acqua e sopra il vento portami al noce di Benevento”, dicevano alle loro “scope-cavalcature” mentre, per dispetto, passavano volando sopra la Basilica di San Giovanni in Laterano dedicata proprio al Battista. I romani aspettavano questo passaggio scrutando l’orizzonte e intanto si danzava, si cantava, si beveva e si mangiava, ma ognuno portava con sé per scongiuro l’immancabile aglio che d’altra parte, prima di uscire, avevano anche lasciato appeso alle finestre di casa per evitare che qualche strega “distratta” potesse entrare e combinare funesti scherzi. La fama dell’aglio come cibo che preserva dai malefici risale addirittura a Omero: quando Ulisse si apprestava a entrare nella casa di Circe, Ermete gli apparve come un giovinetto consigliandogli, per annullare gli effetti dei filtri della maga, di cogliere una pianticella di “erba moli”, l’allium moly, una qualità d’aglio usato ancora oggi come pianta ornamentale. D’altra parte, zingare e fattucchiere assicurano che uno spicchio pestato insieme a un po’ di sale grosso e messo in un sacchettino di stoffa rossa diventa un sicuro talismano
contro il malocchio e le fatture: “Agli e fravagli, fattura che non quagli...”, comincia anche un celebre scongiuro napoletano. Ma tralasciando le credenze popolari si può affermare che fin dai tempi antichi l’aglio è stato osannato e denigrato con la stessa veemenza. È noto, ad esempio, che gli ebrei profughi verso la Terra promessa citavano l’aglio fra i più preziosi beni che dovettero lasciare in Egitto: “O Mosé, prega il tuo Signore che faccia uscire per noi di ciò che produce la terra, legumi, lenticchie, aglio e cipolle”. Non raccoglieva, invece, il favore degli dei nel Pantheon dei Romani, i quali non gradivano gli effetti di questa aromatica pianta sull’alito dei fedeli: chi ne aveva mangiato crudo non poteva entrare nei templi della Magna Mater Cibele. Non piaceva neanche a Orazio che aveva una particolare avversione al suo odore. Nel Medioevo, però, le diatribe sull’odore dell’aglio si placarono grazie ai preziosi suggerimenti di un medico dell’epoca: “Ponendo l’aglio quando la luna è sottoterra, e anche a luna sottoterra divellendogli, non ne vien poi puzzo”. Ma è poi puzzo quello dell’aglio? I
SALSA AÏOLI PROVENZALE
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cinesi affermano perentoriamente che “anche risciacquato con acqua di rose mista a incenso, l’aglio non perde mai il suo cattivo odore”. Tuttavia, ne consumano in grandi quantità poiché la medicina tradizionale cinese consiglia di mangiarlo ogni giorno per invecchiare bene. D’altronde, nell’antica Roma l’aglio era al primo posto nel consumo alimentare insieme con la cipolla e il porro per le qualità nutritive ed energetiche. Plinio, nel I secolo d.C., lo indicava come diuretico e tonico, prescrivendolo contro asma e mal di denti; mentre Dioscoride lo considerava un prezioso medicamento contro la stitichezza e le idropsie. A partire dagli anni Cinquanta si è poi scoperto che ritarda la formazione dei tumori allo stomaco, è ipotensivo, tiene a bada il colesterolo e, applicato sulla fronte, allontana emicranie e sinusite. Ma lasciando da parte le molteplici proprietà terapeutiche, occorre ricordarlo per la sua presenza determinante in molti piatti tradizionali della cucina regionale italiana: dal pesto genovese alla bagna càuda piemontese, dal caciucco li-
vornese ai napoletani vermicelli con le vongole, senza dimenticare l’arista fiorentina con aglio e rosmarino. E che dire del romanissimo piatto di spaghetti “ajo, ojo e peperoncino”? Il compianto attore Aldo Fabrizi lo definiva così: “Un’opera d’ingegno e fantasia/ un pezzo di Dio che s’assapora./ L’unico tranquillante che rincora/ sia il popolino che la borghesia”. Anche nelle salse l’aglio trova un posto d’onore e perciò appare anche nelle tavole più raffinate di tutt’Europa. Una per tutte l’antichissima salsa aïoli provenzale, simile all’agliata ligure, e che in Francia viene chiamata anche “pommade d’or” per il suo colore dorato. Si tratta della salsa mediterranea per eccellenza che si trova lungo tutte le coste, dalla Grecia all’Italia, dalla Spagna al Marocco, e che in Provenza è utilizzata soprattutto per condire la portata principale dei giorni di festa, detta “grand aïoli”: un grande assortimento di ortaggi, legumi e pesci bolliti. La ricetta è semplice ed economica: occorre solo avere degli ottimi ingredienti e una buona dose di pazienza.
Ingredienti 10 spicchi d’aglio rosso 2 tuorli d’uovo freschissimi 1 bicchiere e mezzo d’olio extravergine d’oliva Sale grosso
mezz’ora circa
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circa 750 ogni 100 gr. 6 persone
Preparazione
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Tenete gli ingredienti a temperatura ambiente per almeno due ore prima della preparazione della salsa. Poi, in un mortaio di marmo o di pietra, pestate tutti gli spicchi d’aglio sgusciati con un bel po’ di sale grosso. Quando si sarà formata una cremina lucida e untuosa, aggiungetevi i tuorli delle due uova, che devono essere molto fresche, di allevamenti a terra, e mescolate bene il tutto con un cucchiaio di legno. Poi, a poco a poco, aggiungete l’olio senza smettere mai di girare il composto. Sarà pronto quando la salsa apparirà omogenea e lucida come l’oro. Se si ha fretta si può utilizzare il frullatore, ma è nel paziente lavoro di gomito che la alïoli trova la sua eccellenza.
Curiosità
Essendo un composto a base d’olio d’oliva e tuorli d’uovo, la salsa “aïoli” è altamente calorica ma in genere si accompagna con alimenti che invece hanno poche calorie, come il pesce arrosto, i molluschi ai ferri oppure gli ortaggi bolliti e con una cucchiaiata (150 calorie circa) si può condire un intero pesce. Perciò, la si può degustare tranquillamente, ad esempio, nei pranzi festivi, perché trova anche un grande consenso. Si consiglia però, per il suo contenuto di uova crude, di tenere la salsa in frigo e di consumarla in giornata.
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PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it
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IMU E CASA: il primo acconto si versa a giugno 2012 «Il 18 giugno è la prima delle tre date che consentiranno la tripartizione del tributo. Ma solo per quest’anno e solo per l’abitazione principale» [ DI
ALESSANDRA DE FEO ]
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ome ormai noto l’Ici è stata sostituita dall’imposta municipale unica (Imu), una sostituzione che non ha avuto di certo “vita facile”. Istituita con il D.Lgs 14 marzo 2011, la sua applicazione, in via sperimentale, è stata anticipata al triennio dal 1° gennaio 2012 al 2014. Entrando nello specifico, si deve considerare che sono stati riconfermati alcuni principi sanciti con la normativa relativa all’Ici, tra cui, in particolare: a) il presupposto oggettivo dell’imposizione, che resta quello rappresentato dal possesso degli immobili e dei terreni; b) il presupposto soggettivo che resta quello previsto ai fini Ici; c) anche il criterio di calcolo è rimasto uguale a quello dell’Ici, ma i moltiplicatori sono stati modificati comportando un sostanziale incremento; d) a queste disposizioni sull’Ici si devono aggiungere quelle legislative dettate per la nuova imposta, che stabiliscono le detrazioni da considerare, e i moltiplicatori da applicare alla rendita rivalutata.
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«Per quanto riguarda l’esenzione, vi sono sostanziali differenze con l’Ici: la prima casa verrà tassata anche se con agevolazioni»
principale e pertinenze »ConAbitazione riferimento all’esenzione vi sono sostanziali differenze fra Imu ed Ici, in quanto sono stati eliminati molti casi di esenzione. Il caso più rilevante è quello attinente la precedente esenzione del tributo per l’abitazione principale, con la sola eccezione per le abitazioni di particolare pregio. Come noto, a partire dal 2008, venne esentato dall’Ici l’immobile adibito ad abitazione principale con le sue relative pertinenze. L’Imu prevede oggi la sua tassazione, seppur con agevolazioni che possiamo così riassumere: aliquota agevolata; detrazione base e detrazione maggiorata, commisurate al “quoziente familiare”. L’aliquota (base) stabilita per l’abitazione principale è quella dello 0,4%, ma i comuni potranno modificarne la misura. L’intervento potrà attuarsi entro lo 0,2%, per cui il range tra le diverse città potrà variare da un minimo del 2 ad un massimo del 6 per mille. In me-
rito alle detrazioni, la normativa sull’Imu si avvale della terminologia usata per l’Ici, per cui: - “la detrazione base di euro 200 deve essere rapportata al periodo dell’anno durante il quale si protrae la destinazione dell’unità immobiliare, e delle relative pertinenze, ad abitazione principale“; - “la detrazione aggiuntiva, per gli anni 2012 e 2013, di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a ventisei anni, deve essere concessa sempre che il soggetto dimori abitualmente, e risieda, anagraficamente, con il genitore, nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale“; - “l’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione base, non può superare i 400 euro“.
Modalità di calcolo dell’Imu »In attesa della revisione degli estimi, il calcolo rimane fermo, e cioè: - la rendita si ricava dalla visura catastale e deve fare riferimento alla rendita risultante in catasto alla data del 1° gennaio dell’anno di imposizione; - la rivalutazione della rendita catastale si conferma al 5%. L’abitazione principale è l’immobile iscritto, o iscrivibile, nel catasto fabbricati a tal fine. Il “Decreto Monti” riporta integralmente la definizione di abitazione principale con-
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tinenza ad una unità immobiliare per ciascuna delle categorie catastali sopra indicate e, dall’altro, ha soppresso la disposizione che consentiva ai comuni di regolamentare le pertinenze. Per effetto di detta limitazione si ha l’inderogabilità della suddetta definizione legislativa.
Assimilazione all’abitazione principale »Anche in questo campo si registra una sen-
tenuta nell’articolo 8, comma 3, del D.Lgs. n. 23/2011, con una nozione sensibilmente più ristretta rispetto a quella valevole ai fini dell’esenzione Ici. In primo luogo occorre che vi sia coincidenza tra la dimora abituale e la residenza anagrafica, per cui senza tale requisito il provvedimento non è applicabile, né nell’uno né nell’altro immobile. Occorre, inoltre, che si sia in presenza di un’unica unità immobiliare, iscritta o iscrivibile, come tale, in catasto. La precisazione è rivolta a superare l’orientamento della cassazione secondo cui due unità immobiliari contigue, adibite unitariamente a dimora della famiglia, integrano la nozione di abitazione principale anche se autonomamente accatastate. L’avvenuta presentazione della richiesta di accatastamento unitario risolve il problema.
»Per pertinenze dell’abitazione principale si Pertinenze dell’abitazione
intendono, esclusivamente, quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie indicate. È necessario però fare alcune precisazioni. Sino alla fine del 2011 le regole potevano essere contenute anche nel regolamento comunale; in assenza di questo, trovavano applicazione gli artt. 817 e ss. del Codice Civile. Il D.L. n. 201/2011 ha però limitato, da un lato, la nozione di per-
sibile restrizione, per cui oggi le assimilazioni, ope legis, restano: 1) ai fini della detrazione, gli immobili degli istituti autonomi case popolari; 2) ai fini dell’aliquota ridotta e della detrazione, ad esempio, l’ex casa coniugale assegnata al coniuge separato o divorziato, a condizione che il coniuge titolare e non assegnatario, non possieda altra unità abitativa nel medesimo comune. Il decreto semplificazioni n. 16/2012, però, in sede di conversione in legge, ha radicalmente modificato quanto precedentemente previsto ai fini Ici, stabilendo che, in caso di separazione o divorzio, sarà il coniuge che abita la casa (l’assegnatario) a versare l’Imu, anche se non è proprietario, ovvero anche se non ha diritti reali sulla stessa. L’unica ipotesi di assimilazione, in via regolamentare, sia per l’aliquota agevolata, sia per la detrazione, è rimasta quindi quella riferita alle unità non locate possedute da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero. Restano, invece, del tutto escluse da qualsiasi equiparazione, le unità immobiliari non locate possedute da cittadini italiani residenti all’estero che la disciplina originaria dell’Ici assimilava alle abitazioni principali. Coefficienti moltiplicatori Imu Gruppo A (escluso A/10) e cat. C/2, C/6 e C/7 160 Gruppo B e cat. C/3, C/4 e C/5 140 Categoria a/10 80 Categoria C/1 55 Gruppo D D/5 (per l’anno 2012) 60 Gruppo D D/5 (a decorrere dal 2013) 65 Categoria D/5 80 Categoria E esente
Ici 100 140 50 34 escluso
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Si ricorda, infine, che per gli altri immobili, l’aliquota ordinaria è pari al 7,6 per mille, salvo modifiche, in aumento o in diminuzione, stabilite dai comuni in un range dello 0,3%. Quindi, potremmo trovarci ad avere una situazione nazionale caratterizzata da un non piccolo divario di aliquote tra i vari comuni. In merito invece al calcolo dell’Imu dovuta per i terreni agricoli, si deve partire dal reddito domenicale risultante al catasto al 1° gennaio, e rivalutarlo del 25%, dopo di che applicare uno dei seguenti moltiplicatori: - 110, per i terreni agricoli e per quelli non coltivati, posseduti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, iscritti alla gestione previdenziale. In questi casi la legge ha anche introdotto delle riduzioni della base imponibile da considerare caso per caso; - 135, per le altre tipologie di contribuenti.
Modalità di versamento »L’Agenzia delle Entrate ha istituito appositi codici per la parte di tributo da destinare allo Stato e per quella di competenza del comune, per cui il contribuente sarà chiamato a versare l’Imu, operando la ripartizione tra la somma diretta allo Stato e quella dovuta al comune. Il versamento deve essere eseguito solo on line per i titolari di partita Iva; tutti gli altri contribuenti dovranno utilizzare la delega bancaria cartacea. Il nuovo modello di delega F24 sarà obbligatorio a partire dal 1 giugno 2013. Per l’anno 2012, l’acconto potrà essere versato entro il 18 giugno 2012. L’acconto da versare è pari al 50% dell’imposta calcolata, salvo per i fabbricati rurali strumentali già iscritti nel catasto urbano, per i quali, a giugno 2012, si pagherà il 30%. Il saldo deve essere versato entro il 17 dicembre 2012. Limitatamente all’anno 2012, e solo per l’abitazione principale (e relative pertinenze), il decreto semplificazione ha previsto la possibilità di pagare in tre rate: - 18 giugno (essendo il 16 un giorno prefestivo); - 17 settembre (in quanto il 16 cade di domenica); - 17 dicembre (in quanto il 16 è festivo). È bene tenere presente però che, stante l’estrema importanza che riveste, in un Paese come il nostro, la suddetta imposta, e i grandi interessi che questa viene a toccare, non è da escludere che, prima o dopo il versamento della prima rata, non si abbiano ulteriori modifiche, anche sostanziali. GIUGNO 2012
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FISCO
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«L’Agenzia delle Entrate ha istituito appositi codici per regolamentare la parte di tributo da destinare allo Stato e quella per il comune»
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PREVIDENZA
INVALIDITÀ E REVERSIBILITÀ: resta il divieto di cumulo «Continuano a venire applicate le restrizioni introdotte dalla “Riforma Dini”: il divieto riguarda pensionati d’invalidità, vedove e vedovi titolari di pensione di reversibilità» [ DI
GIANNI TEL ]
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ià dal 2009 i pensionati di vecchiaia e di anzianità che lavorano non sono più soggetti ad alcuna trattenuta. Il divieto di cumulo è rimasto invece per i pensionati di invalidità e per le vedove e vedovi titolari di pensione di reversibilità e indirette, per i quali continuano ad applicarsi le restrizioni introdotte con la legge n. 335 del 1995 (“Riforma Dini”). Ma vediamo cosa prevedono le norme e come incidono.
Assegno di invalidità »Attualmente i titolari di assegno di invalidità sono soggetti a un regime di cumulo che si traduce in un doppio prelievo se svolgono un’attività di lavoro dipendente, autonomo o di impresa sopra un determinato limite di reddito. La prima trattenuta decurta l’assegno del 25% o del 50% a seconda che i redditi di lavoro superino rispettivamente di quattro volte (euro 25.012,00) o di cinque volte (euro 31.265,00) il trattamento minimo annuo dell’Inps. Se la parte restante di reddito supera il trattamento minimo dell’Inps (euro 6.246,89 nel 2012) scatta un secondo taglio. Bisogna distinguere comunque due diverse situazioni: • se la pensione è stata maturata con almeno 40 anni di contributi, l’invalido non è soggetto a nessuna trattenuta aggiuntiva, perché in tal caso l’assegno è interamente cumulabile con qualsiasi reddito da lavoro;
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• se i versamenti sono stati invece inferiori ai 40 anni, scatta la trattenuta che varia a seconda del tipo di attività svolta. Per quella di lavoro autonomo è pari al 30% della quota eccedente il minimo. Se invece l’invalido è un lavoratore dipendente, deve rinunciare ad una fetta di pensione pari al 50% della quota eccedente il minimo Inps.
Pensione ai superstiti »Il divieto di cumulo resta una spina nel fianco anche per vedove e vedovi, titolari di pensione ai superstiti. I tagli vanno dal 25% al 50% del trattamento che spetta al coniuge superstite a seconda dei redditi (v. Tabella A). In altre parole se ai coniugi superstiti spetta il 60% della pensione del defunto, tale percentuale scende al 45% se il loro reddito supera di 3 volte l’importo minimo dell’Inps, il 36% con redditi superiori a 4 volte il minimo e il 30% se si va oltre 5 volte tale livello. Attenzione però: se i titolari della pensione di reversibilità sono almeno due (esempio, un coniuge con un figlio) l’assegno resta intatto, anche se il reddito di entrambi è molto elevato. Fermo restando che nel momento in cui uno dei due, ad esempio un figlio dopo il completamento degli studi, perde il diritto alla pensione, l’altro è soggetto alla riduzione se il suo reddito supera i tetti di legge. Ma quali redditi contano? Tutti i redditi soggetti all’Irpef con l’esclusione di:
• trattamenti di fine rapporto e delle relative anticipazioni; • reddito della casa di abitazione; • competenze arretrate sottoposte a tassazione separata e importo della pensione ai superstiti sulla quale dovrebbe essere eventualmente applicata la riduzione. A questo punto va sottolineato che tale penalizzazione al coniuge superstite risulta ingiustificata e iniquamente gravosa sotto vari aspetti. La riduzione, infatti, non può paragonarsi ad un vero e proprio cumulo ma piuttosto ad una decurtazione, che appare tanto ingiusta in quanto vengono a modificarsi gli effetti finali, penalizzando gli interessati. Premia, per esempio, coloro che vivono nel sommerso, danneggia invece coloro che denunciano regolarmente i propri redditi e in molti casi dà luogo a disparità di trattamento, dovute al fatto che per i redditi superiori ai tetti indicati nella Tabella A, la trattenuta scatta a prescindere dall’importo della pensione. Ecco due esempi che possono spiegare meglio perché ciò si verifica. • Coniuge superstite con una pensione annua di euro 35.000 e altri redditi per euro15.000: in questo caso l’assegno non subisce riduzioni perché il reddito (quello della reversibilità è sempre escluso) non supera il limite minimo di euro 18.759,00 fissato dalla legge nel 2012. • Coniuge superstite con una pensione di euro 15.000 e uno stipendio (o una pensione
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IL RINNOVO DELLA PATENTE AGLI OVER 80
«Le restrizioni applicate possono consistere in tagli che vanno dal 25 al 50% a seconda del reddito»
di vecchiaia) di euro 35.000: in questo caso l’assegno viene tagliato del 50% perché il reddito di lavoro (o di pensione diretta) supera la soglia massima di euro 31.265,00. Il risultato dunque non è omogeneo, pur avendo entrambi i coniugi le stesse entrate: il primo può disporre dell’intera somma di euro 50.000, mentre il secondo, soggetto al taglio della pensione, deve accontentarsi di euro 42.500. Su un piano generale, poi, va considerato che una correlazione tra la misura della pensione e la titolarità di altri redditi è propria delle prestazioni assistenziali (assegno sociale, trattamenti al minimo ecc.), mentre è del tutto illogica per le prestazioni previdenziali che vengono calcolate in base alla effettiva contribuzione versata e, quindi, restano indipendenti da eventuali altri redditi dei beneficiari. La nostra Associazione 50&Più da tempo continua ad avanzare al legislatore richieste di modifica della normativa, perché ritiene assurdo differenziare l’ammontare della pensione sulla base dei redditi del superstite, penalizzando questi coniugi che rappresentano una categoria per la quale il rischio impoverimento è potenzialmente molto elevato. Infatti, oltre alla proposta di legge di iniziativa popolare, presentata al Senato nel giugno 2008 da varie Associazioni di pensionati compreso 50&Più, in tutti i convegni a seguire da parte di tutte le categorie interessate e dalle dirigenze pubbliche e private è stata sostenuta a gran
on il recente decreto n. 5 sulle semplificazioni (convertito nella legge n. 35 del 4 aprile 2012), sono state recepite le istanze avanzate dalla nostra Associazione 50&Più e da numerosi cittadini che riguardavano le situazioni di notevole disagio nelle procedure per il rilascio della patente agli over 80. È stato abolito, infatti, l’obbligo di rivolgersi alle Commissioni Medico Locali per il rinnovo della patente. Si trattava di un iter complesso per gli ultraottantenni che dovevano rinnovare questo documento considerato l’esiguo numero e alla dislocazione di
tali commissioni, soprattutto nelle grandi città. Già da febbraio scorso, gli over 80 che vogliono rinnovare la patente devono tornare a rivolgersi al singolo medico, e cioè: il medico legale operante presso l’Asl (Azienda Sanitaria Locale) competente per territorio, il medico responsabile dei servizi di base del distretto sanitario, il medico militare, oppure del Ministero della Sanità, della Polizia, dei Vigili del Fuoco, o un ispettore medico del Ministero del Lavoro o delle Ferrovie dello Stato. Nulla varia per quanto attiene alla documentazione medica da esibire e al versamen-
voce l’assoluta necessità di modifica della norma, o con la sua abolizione o, quantomeno, con una correzione dei valori delle tre fasce di reddito oggi in vigore, portandole dalle attuale 3, 4 e 5 rispettivamente a 5, 8 e 10 volte l’importo del trattamento minimo annuo (euro 6.246,89 per il 2012). Detta modifica delle fasce di reddito, tra l’altro, aveva trovato immediata risposta, con il precedente governo, in un’apposita proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati con il n. 4150. Siamo oggi nel bel mezzo della più grande bufera che si è abbattuta sull’economia del nostro Paese, dell’Europa e del mondo intero. Al momento non conosciamo come queste situazioni evolveranno ancora ma una cosa deve essere chiara a tutti: i pensionati italiani han-
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to di euro 9 da eseguire sul conto corrente postale n. 9001, intestato alla Motorizzazione civile. Occorre munirsi, altresì, di una marca da bollo da euro 14,62 e del codice fiscale. Dopo la visita, a fronte del rinnovo della patente, che al massimo avrà validità biennale, il Ministero dei Trasporti invia al domicilio dell’interessato un tagliando adesivo da applicare sul documento. Per il rinnovo ci si può rivolgere anche alle agenzie di pratiche auto, che effettuano le visite mediche presso le loro sedi, pagando per il servizio prestato in regime di libero mercato.
no abbondantemente già dato. È tempo ed è urgente adesso che cessi l’insensibilità politica e si spenda grande attenzione per i nostri anziani, visto che quote sempre più estese stanno scivolando verso una condizione di povertà inaccettabile. Questi pensionati sono consapevoli che il Paese può uscire dalla crisi solo con l’impegno di tutti, ma ciascuno deve fare la propria parte. L’impegno richiesto in tal senso dall’attuale Governo ha evidenziato finora gravi carenze di equità e giustizia nella ripartizione dei sacrifici. Tra le tante mancate attenzioni, continuare a tagliare l’importo della pensione al coniuge superstite, con prestazione non “assistenziale” ma ottenuta a pieno titolo, non è assolutamente né giusto né equo.
TABELLA A LE RIDUZIONI 2012 IN BASE AL REDDITO
PENSIONE DI REVERSIBILITÀ fino a euro 18.759,00
TRATTAMENTO SPETTANTE La pensione resta al 60% della quota maturata dal defunto
oltre euro fino a euro
18.759,00 25.012,00
Al superstite spetta il 45% della pensione maturata dal defunto
oltre euro fino a euro
25.012,00 31.265,00
Al superstite spetta il 36% della pensione maturata dal defunto
oltre euro
31.265,00 in poi
Al superstite spetta il 30% della pensione maturata dal defunto
ASSEGNO DI INVALIDITÀ fino a euro 25.012,00
TRATTAMENTO SPETTANTE Intero importo della pensione maturata
oltre euro fino a euro
25.012,00 31.265,00
75% dell’importo della pensione maturata
oltre euro
31.265,00 in poi
50% dell’importo della pensione maturata GIUGNO 2012
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LIBRI
«I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare»
DI RENATO MINORE
Umberto Eco, “Come si fa una tesi di laurea”, 1977 gressivamente nella forma di un dire talora gnomico e sapienziale, un tono di scandita, geometrica esattezza. I suoi temi - amori e sofferenza, viaggi e avventura, la memoria e la sua “utilità”- sono come lampi dinnanzi a uno specchio. Vivere, aver vissuto sono tutt’altra cosa da un misero “avere” per collezionisti, da un’astratta disponibilità del ricordo convertito in oggetto o tesoro.
dei due precedenti L’età dell’oro e Storia della mia gente; è l’epopea di una borghesia produttiva che, nella città di Prato, ha fatto grande la nostra piccola azienda tessile e che si ricompone nello sguardo nostalgico, ma non del tutto rassegnato.
TUTTE LE POESIE
LETTERATURA DA VIAGGIO
I SILLABARI DEL SECOLO SCORSO Amore, tenerezza, stupore... Una vera chicca: il regista Nanni Moretti legge uno dei più bei libri della fine del secolo scorso, i Sillabari di Goffredo Parise (Emons - 12,90 euro)
NON SOLO UN BEL GIALLO Quasi cinque ore di lettura di Alessandro Benvenuti. Ora il bel giallo (e non solo) di Marco Malvaldi, Odore di chiuso, è diventato un accattivante audiolibro (Emons - 12,90 euro)
! E-BOOK: UN’ARIDA STAGIONE BIANCA DI BRINK ANDRÉ
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Maria Luisa Spaziani Meridiani Mondadori 1.865 pagine - euro 65,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
I lettori ben conoscono Maria Luisa Spaziani, una delle voci poetiche più forti del nostro Novecento e colonna portante nella giuria del Concorso 50&Più. Ora possono finalmente leggere Tutte le poesie, a cura di Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia, quelle che occupano lo spazio (cronologico, culturale, storico) di oltre 50 anni, da Le acque del sabato a L’incrocio delle mediane. Con il suo monolinguismo che tenacemente sempre la scorta, l’ottantottenne Spaziani conserva fino alle ultime felicissime prove un timbro alto e solenne, un’essenziale energia, una consapevolezza testimoniale, una vena di concretezza che si fa velo lucente nella parola. «Fa’ lievitare il verso come il pane / nel forno al suo calore giusto. Senti / che anche il verso emette il misterioso / profumo della cosa riuscita»: con felicissima formula Calvino definisce la Spaziani “ispirata e ironica”, perché lo spazio connesso all’ironia cresce pro-
TI SPIEGO Romana Petri Cavallo di Ferro 200 pagine - euro 16,50
LE NOSTRE VITE SENZA IERI Edoardo Nesi Bompiani - 157 pagine euro 16,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
C’è il racconto drammatico, quello dell’industriale ricco, che poi si ritrova in ospizio, sedato dai farmaci. C’è il saggio che denunzia e dà voce alla crisi dell’economia. C’è il piccolo reportage in presa diretta da un’assemblea di giovani. C’è il taglio autobiografico di un padre che vuol far capire alla figlia cosa sia l’odore della lana. Le nostre vite senza ieri è il tempo conclusivo di una trilogia a cui Edoardo Nesi è giunto come necessario prolungamento
50&PIÙ CONSIGLIA:
Un carteggio su imperfezioni ed errori di una coppia scoppiata da quindici anni. Lui vuole un’analisi lucida e impietosa, forse per rievocare o per un semplice gioco sadico. Solo attraverso le lettere di lei - le sole che il lettore conosce - sfilano dolcezze e crudeltà dei due sessantenni, una storia molto italiana alle spalle, con gli ideali del ‘68 e il loro dissolversi nell’ipocrisia degli Anni ‘70. Uno spietato gioco al massacro, come su un ring, su cui lei veste i panni di James J. Braddock, ovvero Cinderella Man. Ti spiego di Romana Petri racconta come «la felicità è il molto che riempie, non il troppo che deborda».
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musica PERUGIA
DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS
RECENSIONI teatro
musica MERANO
DONNE IN JAZZ Ascona, 21 giugno/1° luglio
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Dopo aver registrato trionfi e il tutto esaurito negli stadi di tutto il mondo, Laura Pausini sbarca al Palaevangelisti di Perugia il 9 giugno con il suo Inedito World Tour. Un successo inarrestabile per la Pausini che sarà supportata nel tour da una produzione tutta italiana; le canzoni sono frutto di un periodo di riflessione e segnano una maturazione nello stile della cantante. La sua grinta nella frase che ha aperto il tour: «Sono stata ferma due anni. Adesso non vedo l’ora di cantare. E lo farò per un anno intero». VIGEVANO
Hanno segnato la storia del rock e ne sono diventati una pietra miliare. I Lynyrd Skynyrd apriranno la rassegna musicale dei 10 Giorni Suonati, al Castello di Vigevano il 13 giugno, e chiunque sia un amante del loro stile vigoroso e di sostanza non può mancare all’appuntamento. La storica band statunitense, vessillo del southern rock, a distanza di anni macina ancora ottima musica che esce dalle corde elettriche della chitarra di Gary Rossington e dalla voce calda e decisa di Johnny Van Zant.
l jazz parla solo maschile? L’edizione di JazzAscona 2012 dimostrerà il contrario proponendoci un cartellone all’insegna del talento femminile. Con il motto “Sophisticated Lady”, l’accogliente città diventa palcoscenico dove si alternano leggende del jazz classico mondiale e artiste emergenti. A rappresentarle tutte, l’indiscussa “regina del Soul” di New Orleans, Irma Thomas, che riceverà il premio Ascona Jazz Award alla carriera. Info: +41917910091 - www.jazzascona.ch
NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA Napoli, dal 7 al 24 giugno e dal 25 al 30 settembre
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a quinta edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la cui direzione artistica è firmata da Luca De Fusco, focalizza l’attenzione su collaborazioni biennali con i più grandi maestri della scena mondiale quali Robert Wilson e Peter Brook. Dal 7 al 24 giugno e dal 25 al 30 settembre, Napoli si trasforma in un grande cantiere culturale per raccontare la musica, il teatro, la danza con oltre 110 rappresentazioni, fra spazi classici e location inusuali. Il 7, 8 e 9 la “prima italiana” dello spettacolo musicale di Robert Wilson, The Makropulos Case al Teatro “Mercadante”; al Teatro Nuovo, l’8, 9 e 10 è in scena la prima assoluta di Igiene dell’assassino con Eros Pagni. Ventiquattro giorni di emozioni, curiosità e novità. Info: 08119560383 - www.napoliteatrofestival.it
QUESITI DI VITA Padova, 9 giugno
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erata unica al Teatro Comunale “G. Verdi” con Alessandro Gassman che firma la regia del testo di Robin Hawdon, Dio e Stephen Hawking. Lo spettacolo affronta quesiti che spesso nella vita ci poniamo, come l’origine dell’universo, della vita, la presenza di un’entità superiore. Così, intraprendiamo un viaggio tra fede e scienza, scoprendo quell’Universo che ci permette di guardare dentro noi stessi. Info: 04987770213 - www.universidiversi.com
Chi vuole fare un giro del mondo accompagnato dalle sette note, quest’estate può fare un salto a Merano, nella splendida cornice dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, dove si terrà il World Music Festival. La manifestazione internazionale, oltre ai molti interpreti giunti da tutto il pianeta, vedrà il 9 giugno la participazione di Edoardo Bennato, reduce da un silenzio discografico di cinque anni. Rock’n’roll mediterraneo allo stato puro, momenti intimi, riflessioni in musica e il solito, ironico, ritratto del nostro Belpaese. ROMA
Nella Chiesa Metodista di ponte Sant’Angelo a Roma, luogo affascinante di fronte Castel Sant’Angelo, sarà possibile immergersi in un’esperienza di musica classica. Domenica 10 giugno, alle 21,00, si potrà assistere ad una serie di concerti da camera. Il ricco programma include musica per pianoforte, violino, violoncello, flauto, clarinetto e arpa dal repertorio di grandi compositori come Corelli, Albinoni, Vivaldi e Frescobaldi. Alla fine del concerto si potrà gustare un bicchiere di vino assieme ai musicisti. GIUGNO 2012
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DRAMMATICO
THE HELP
Regia di Tate Taylor con Emma Stone e Viola Davis
DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA
RECENSIONI cinema MARILYN
50&PIÙ CONSIGLIA:
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COMMEDIA MUSICALE
THE MUPPET
Regia di James Bobin con Jason Segel e Amy Adams 50&PIÙ CONSIGLIA:
Mississippi, Anni ’60. Skeeter (Emma Stone) è una ragazza della buona società bianca che, dopo il college, vuole diventare una scrittrice. Comincia così a intervistare le donne afroamericane che hanno speso la loro vita lavorando nella servitù. Aibileen (Viola Davis), la governante e amica di Skeeter, è la prima a iniziare, con il disappunto degli esponenti della comunità nera locale. Così come è forte l’imbarazzo tra i bianchi. Ma le due donne sono decise a continuare la collaborazione. Classico dramma strappalacrime da vedere per le grandi interpretazioni (candidate all’Oscar).
regia di Simon Curtis con Kenneth Branagh, Judie Dench e Eddie Redmayne Genere: Biografico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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a sfida impossibile di far rivivere l’icona Marilyn sul grande schermo riesce a Simon Curtis grazie alla platinata Michelle Williams, magnifica nel ruolo della Monroe - diva svampita e sensuale, ma donna fragile e insicura - come ce la raccontano i due diari scritti da Colin Clark (My week with Marilyn e The Prince, the showgirl and me) su cui è basato il film. Siamo nell’estate del ‘56 a Londra e il ventenne Clark, assistente alla regia di Lawrence Olivier ne Il principe e la ballerina, deve occuparsi dei capricci della Monroe, che fa tardi sul set e dimentica le battute. Tra i due nascerà una complice amicizia.
IL CAMMINO PER SANTIAGO regia di Emilio Estevez con Emilio Estevez, Debora Kara Unger e James Nesbitt Genere: Drammatico
(Ri)tornano i pupazzi che tanto successo hanno avuto in tv fin dagli Anni ‘50 in una storia sulla falsariga di The Blues Brothers e con pezzi musicali piuttosto belli. Sì, perché durante una vacanza a Los Angeles, il pupazzo Walter e i suoi amici Gary e Mary scoprono che il perfido petroliere Tex Richman vuole abbattere il vecchio studio televisivo del Muppets Show per trivellarne il suolo. I tre aiutano Kermit la rana ad organizzare il The Greatest Muppet Telethon Ever, per raccogliere 10 milioni di dollari per salvare il teatro. Riusciranno i nostri eroi...?
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DRAMMATICO
LA KRYPTONITE NELLA BORSA
Regia di Ivan Cotroneo con Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti 50&PIÙ CONSIGLIA:
Ambientato negli anni Settanta, in una Napoli colorata e vivace, il film racconta le avventure del piccolo Peppino, 9 anni, che cresce in una famiglia scombinata e in compagnia di un cugino più grande che si crede Superman. Quando però questi muore, la fantasia di Peppino riscrive la realtà e lo riporta in vita. Ed è grazie a questo immaginario Superman napoletano, dai poteri traballanti, che Peppino affronta le vicissitudini della sua famiglia e si accosta al mondo degli adulti. Interessante opera prima non priva d’una delicatezza senza tempo.
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i sono viaggi che cambiano la vita e altri che aiutano a trovarne il senso. Uno di questi è il Cammino di Santiago di Compostela, che attrae milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, in marcia per 790 km con lo zaino sulle spalle e un’unica domanda in testa: qual è il significato dell’esistenza? Al quesito cercherà di rispondere un medico californiano - interpretato da Martin Sheen - in marcia sullo stesso percorso che il figlio, vittima di un incidente sui Pirenei, non ha fatto in tempo a concludere.
LOVE AND SECRETS regia di Andrew Jarecky con Ryan Gosling, Frank Langella e Kirsten Dunst Genere: Thriller 50&PIÙ CONSIGLIA:
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na potente storia d’amore, il fascino ambiguo del potere e il più famoso caso di sparizione di una persona a New York City. Sono questi gli ingredienti del thriller Love and Secrets ispirato a una storia realmente avvenuta negli Usa, negli Anni ‘80: il misterioso omicidio di Kathie, moglie del rampollo Robert Durst appartenente a una facoltosa dinastia di imprenditori. L’uomo, sospettato di aver ucciso la donna, scomparsa nell’82 e mai più ritrovata, nonostante le indagini e l’accusa di almeno altri due omicidi, non è mai stato condannato e vive da uomo libero.
DRAMMATICO
L’INDUSTRIALE
Regia di Giuliano Montaldo con con Pierfrancesco Favino e Carolina Crescentini 50&PIÙ CONSIGLIA:
Nicola (Favino) ha quarant’anni, è proprietario di una fabbrica, ereditata dal padre, sull’orlo del fallimento. È strangolato dai debiti e dalle banche, nella Torino che vive la grande crisi economica che soffoca tutto il Paese, ma è orgoglioso, tenace. Ha deciso di risolvere i suoi problemi senza farsi scrupoli, esattamente come le finanziarie che lo vorrebbero al tappeto. Giuliano Montaldo firma una delle poche opere italiane che toccano i nervi scoperti dell’attuale crisi economica. Un film che però corre il rischio d’essere un po’ didascalico (anche nell’uso della fotografia) e purtroppo superato dalla cronaca.
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OroscoPIÙ » di ALDEBARAN
GemellI « RAFFAELLA CARRÀ GEMELLI 21 mag. » 21 giu. Con Venere nel segno vivrete in modo armonioso con gli altri. Frequentando artisti vi troverete ad ammirare cose belle: moda, musei, mostre...
ARIETE 21 mar. » 20 apr. Un mese piacevole e positivo. Sarete indaffarati con faccende di casa e famiglia. Avrete voglia di dare un tocco in più alla vostra casa. Salute buona!
TORO 21 apr. » 20 mag. Il lavoro darà grandi soddisfazioni. Sentirete un forte impulso per creare e produrre. Evitate le esagerazioni nel godervi le buone cose della vita.
CANCRO 22 giu. » 22 lug. Il giorno 21 il Sole entra in Cancro dando inizio al solstizio d’estate. Sarete energici, costanti e piacevoli: cosa volete di più? Salute: attenti al’eccesso!
LEONE 23 lug. » 23 ago. Le stelle favoriranno cambiamenti interessanti e viaggi durante i quali saprete abbinare l’utile al dilettevole. Contatti positivi con parenti e vicini.
BILANCIA 23 set. » 22 ott. Mese molto movimentato. Alcuni di voi saranno impegnati con i piani per le vacanze: preferite luoghi all’estero. Attenti alle correnti d’aria!
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. È un ottimo momento per recarsi in un posto dove si cura il benessere fisico come terme, istituti dove fare massaggi, saune, fangoterapia, ecc.
SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic. Buono il mese per tutto ciò che riguarda i contatti con gli altri. Saranno, infatti, gli altri a stabilire bello e cattivo tempo. Una persona amica vi renderà un favore!
CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen. Saranno numerosi gli incontri e sarà durante uno di questi che conoscerete persone importanti. Controllate i documenti prima di andare in vacanza.
ACQUARIO 21 gen. » 19 feb. Le vostre imprese andranno a gonfie vele e, dove non riuscirete con il sudore, la signora fortuna vi darà una mano. Attenti agli invidiosi.
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L’oroscopo parla di spostamenti, cambiamenti e viaggi. Scriverete più del solito. Il vostro modo di comunicare sarà efficace. Un po’ di sport vi farà bene.
PESCI 20 feb. » 20 mar. Saranno favoriti i brevi viaggi verso l’estero. Voi sarete più amabili e gentili del solito e la gente si troverà bene in vostra compagnia. Giocate al lotto!
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VERGINE 24 ago. » 22 set.
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CRUCIVERBA Lello ORIZZONTALI 1. Bosco di conifere; 8. Movimento statunitense che ha generato la musica rap; 13. Provincia... in breve; 16. Ha giostre e baracconi; 18. Passaggio alpino; 19. Gruppo svedese nato nel 1973; 21. Relativi a... 12 mesi; 22. Fedeli alle promesse fatte; 23. Un’abitatrice del Parnaso; 25. Si fa gioco di Falstaff; 27. Gravava sulle entrate; 28. Su... procedi!; 30. Incidenti stradali; 32. Sigla di Modena; 33. In mezzo alla camera; 34. I tipici monumenti sepolcrali preistorici dei Britanni; 36. Un quarto di duecento!; 38. L’indimenticato Senna; 40. Le hanno poche e molte; 41. L’Arma con i pezzi più grossi; 46. Il grande compositore autore dell’opera Les Contes d’Hoffmann; 47. Istituto Biochimico; 48. Cambiano gambo in bambù; 49. È autorizzata quando vi sia possibile rischio di reiterazione del reato e di inquinamento della prova; 51. Tutte le cose in latino; 53. Il lago di Cleveland; 54. Lo sono gli artisti scaligeri; 55. Il cavaliere inglese; 56. Odiosa delazione; 57. Uno Stefano dell’atletica; 59. Un ordine che non si discute!; 61. Il Costantino caro a Cavour; 62. Teo simpatico conduttore di programmi Tv;
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66. Una delle maggiori aziende di prodotti per l’illuminazione; 68. Agnese... in spagnolo; 69. La forma nel trattare; 70. Si riempie con la gru; 72. Divano fornito di spalliera; 73. Tra Gabriel e... Batistuta; 74. Desta la gelosia di Otello. VERTICALI 1. Difese Messina durante la rivolta dei Vespri siciliani; 2. Lo sport in cui ci si butta appesi a una fune elastica; 3. Ce ne sono 6 nella ninna nanna! 4. Segue il sigma; 5. Sono industriose per natura; 6. Alla fine della storia; 7. In fondo al minibar; 8. L’Ashby regista di Shampoo; 9. La giapponesina di Mascagni; 10. Per Congratulazioni; 11. Locuzione latina che indica l’individuo in quanto artefice della propria realtà; 12. Il sostanzioso bottino col quale si consola la banda del film I soliti ignoti; 13. Iniziali della Barale; 14. L’inizio del Ramadan; 15. Vettura dei treni di lusso; 17. Il mago del Parsifal; 18. La zona con Cavalese; 20. Mikhail, ballerino tra i più sensazionali del nostro tempo; 24. Rendono funesta la festa; 26. Facilità alla commozione; 28. Il Bering, grande navigatore; 29. Una costellazione d’aprile; 31. Accende gli animi; 34. Ficcarsi, mettersi;
35. C’è la Scrivia e la del Tronto; 37. Coppa internazionale calcistica (sigla); 39. Trento; 42. Si tessono con la bocca; 43. Una risposta bruciante; 44. È scritto sulla croce; 45. Timidezza, viltà; 48. Confina con l’Erzegovina; 50. Attraversa la Baviera; 52. Uno Stato sul lago Ciad; 58. Vale 1936,27 lire; 60. La regina assoluta del Mandopop, il pop cantato in mandarino; 62. Ha più forza di un no; 63. La Margret di Hollywood; 64. Il nome della Farrow; 65. Piccola repubblica italiana (sigla); 67. O sole più famoso del mondo; 69. In mezzo al tempio; 71. Cambiano il rito in ritiro.
» soluzioni a pag. 66 IL DESTINO NEL NOME » Con meno risate? No! Anagrammando le lettere che compongono la frase citata, scoprirete il nome e cognome di un attore comico italiano. Lionello
INDOVINELLI » Un poco di buono In diversi frangenti ha dimostrato un esemplare sangue freddo: e, di certo, dal suo mutismo appare molto bene degno dei bassi fondi da cui proviene. Favolino
» Destino di donna Chiusa la porta alle sue spalle... un bacio e via, speditamente, verso il Mondo: porta in cuore un secreto e nell’aspetto l’ultimo suo destino, ch’è nel letto*... *lettura Favolino
» La nuova ricca Pur fornita di liquido, sovente in lei si nota - è chiaro - apertamente che non è capace, in fondo in fondo, di comprender nell’intimo il gran mondo! Favolino
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ORIZZONTALI 2. Il circolo con i membri; 5. Al di là degli Urali; 7. È... proibito in centro; 9. Vi sono le sorgenti del Po; 11. Il nome della Parker del film A casa dopo l’uragano del 1960; 12. Il trattamento estetico che spiana le rughe del viso; 13. Lo perde il raffreddato; 14. Antiche monete siciliane; 15. Le iniziali di un Garrani; 16. La valuta il fotografo; 18. Un insieme di chiodini. VERTICALI 1. La residenza di Re Artù; 2. Dopo aver visto il film... vi si discute; 3. Quando ha molti capi, gira!; 4. Buffalo Bill contribuì a sterminarli; 6. Unito nelle avversità; 8. Antico ducato di Francia; 10. Delfino dei fiumi; 17. Sigla di Enna.
5, 2, 6 Lionello
LO STUZZICA CERVELLO TEST 1
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Quale sillaba va inserita al posto del punto interrogativo affinché, unitamente alle seguenti otto parole, possa formarne altrettante?
Enrico Diglio
TEST 2 Osservate attentamente le seguenti sei figure e le lettere ad esse associate e dite, seguendo un criterio logico da determinare, quale lettera va sostituita al punto interrogativo.
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TEST 3 Osservate attentamente la figura a fianco riportata e andate a pag. 66
TEST 4
Osservate attentamente la figura sopra riportata e dite quale dei seguenti particolari non le appartiene.
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CON MENO RISATE? NO! = ENRICO MONTESANO
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Destino di donna = La lettera La nuova ricca = La piscina
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P esce in trance = Pesce in trance
CA sette coni; L C ami; N etto = Casette con il caminetto
Stuzzica cervello TEST 1 Le otto parole che si formano sono: INTATTO, INNATA, INVITI, INDOTTO, INTRALCI, INCURIA, INSALATA, INSETTO.
TEST 2 La lettera che va sostituita al punto interrogativo è la A. Ogni figura, infatti, è suddivisa in più parti colorate e il numero delle parti di colore rosso è uguale al numero corrispondente alla posizione nell’alfabeto della lettera a fianco di ogni figura riportata.
TEST 3 Quale delle quattro seguenti figure rappresenta quella prima vista?
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TEST 4 Il particolare che non appartiene alla figura è quello contrassegnato dalla lettera d).
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