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Riti e superstizioni

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SECONDO GLI STUDIOSI

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CONDIZIONAMENTI La psicologia della superstizione Esiste una branca della psicologia che si occupa dei meccanismi alla base della superstizione. Secondo questi studiosi, la scaramanzia sarebbe una forma di condizionamento. Le persone, infatti, sono inclini ad associare le conseguenze degli eventi ai loro comportamenti. Indossare un determinato indumento, ad esempio, quando raggiungiamo obiettivi appaganti, può indurre a pensare che sia proprio il nostro abbigliamento a portare fortuna. Allo stesso modo, se un gatto nero ci attraversa la strada, possiamo ricondurre a quel momento tutto quello che di negativo potrebbe accaderci durante la giornata. La superstizione è fatta di riti e credenze comuni a tutti. Ma quando si tratta di allontanare la sfortuna, i giovani sembrano più scaramantici

“NON È VERO, MA CI CREDO”. TRA SUPERSTIZIONE E RAGIONE a cura del Centro Studi 50&Più PASSARE SOTTO UNA SCAaggiudica il secondo gradino la, riconducibile all’uso di queLA, VEDERE UN GATTO la Repubblica Ceca, con il 59%, sti attrezzi durante le conquiste NERO CHE ATTRAVERSA seguita da Italia e Slovacchia di fortezze e castelli. I soldati LA STRADA E ROMPERE (57%), mentre chiude la clasche ergevano le scale, infatti, UNO SPECCHIO SONO sifica la Finlandia, con il 21%. erano spesso colpiti da olio o PRESAGI DI SFORTUNA. O Per quanto riguarda il Belpaepece bollente ancor prima di FORSE, PER I MENO SCAse, sembra che Napoli sia la salire. Anche rompere uno RAMANTICI, SONO SOLO città più scaramantica e che specchio è una cosa piuttosto PICCOLI DETTAGLI. questo sia dovuto alle sue legtemuta. I sette anni di guai che In Italia, però, quelli che cregende e ai riti legati al culto di ne conseguirebbero risalgono dono nella superstizione rapSan Gennaro. all’antica Roma e al prezzo di presentano il 58% della popoMa quali sono le superstizioni questi oggetti: romperne uno lazione. Lo rileva un sondaggio più diffuse in Italia? Prima tra era come dilapidare i risparmi di LeoVegas, la società svedese tutte c’è proprio quella legata di famiglia. Un discorso anadi giochi online, che lo scorso ai gatti neri. L’origine di questa logo è legato al sale: farlo caanno ha voluto indagare l’idea credenza risale al Medioevo, dere porterebbe sfortuna perdi “sfortuna” di alcuni Paesi quando si pensava che le streché in tempi antichi il suo prezeuropei. Sul podio, al primo ghe assumessero sembianze zo era proibitivo. posto, si trova la Lettonia, con feline per vagare indisturbate. Certo, esistono anche dei veri il 60% della popolazione che In seconda posizione c’è il tie propri amuleti in grado di si dichiara scaramantica. Si more di passare sotto una scaallontanare la cattiva sorte. Il

+DA UNO STUDIO INGLESE È EMERSO CHE LE PERSONE DIVENTANO MENO SUPERSTIZIOSE CON L’AVANZARE DELL’ETÀ: SE IL 59% DEI RAGAZZI INGLESI SI DICHIARA SCARAMANTICO, LA PERCENTUALE SCENDE AL 35% NEGLI OVER 50

più diffuso in Italia è senza dubbio il cornetto rosso, un’evoluzione moderna delle corna di animale che, in antichità, venivano appese fuori dalle abitazioni per allontanare il malocchio. Vanno appesi all’ingresso anche i ferri di cavallo che, grazie al materiale con cui sono prodotti, sembrano essere resistenti alle iettature. Ma, nel caso si fosse sprovvisti di un qualsivoglia amuleto fortunato, si possono sempre incrociare le dita, toccare ferro o cercare un quadrifoglio. Una serie di comportamenti che sono stati presi in esame dalla psicologia della superstizione e da numerose aree di studio, come l’antropologia

e la sociologia. Se ne sono occupati anche due studiosi italiani, Gaetana Ragusa e Vittorio Trupia, in una ricerca che ha indagato il grado di superstizione di giovani e anziani. È opinione comune che gli anziani siano più superstiziosi, probabilmente perché, fino a qualche tempo fa, tramandavano alla famiglia le storie mistiche della loro infanzia. Ma nel confronto tra due campioni composti da uomini e donne, il primo, formato da ragazzi tra i 15 e i 30 anni, e il secondo, da adulti con più di 40 anni, è risultato che i giovani sono più scaramantici della controparte adulta. Questo potrebbe dipendere dalla loro inesperienza, come afferma la age-theory (la teoria dell’età). Le generazioni più giovani, essendo più incerte sul futuro, adottano il pensiero superstizioso per superare la paura e l’angoscia di nuove sfide. Inoltre, sembra che le persone alla ricerca di un lavoro e di stabilità socioeconomica siano più inclini ad affidarsi a indovini ed oroscopi. La fascia di popolazione più anziana, d’altra parte, può fare affidamento sulla propria esperienza e sulle abilità acquisite nel corso della vita ogni volta che si trova a fronteggiare una situazione inedita. Lo conferma anche lo studio inglese condotto dal professore di psicologia Richard Wiseman: le persone diventano meno superstiziose con l’età. Il 59% dei ragazzi inglesi tra gli 11 e 15 anni, infatti, dichiara di essere scaramantico, ma la soglia si abbassa al 44% nelle persone tra i 31 e 40 anni, e raggiunge il 35% negli over 50. Un dato che dimostra che l’atteggiamento verso i fenomeni superstiziosi non è legato alla trasmissione da una generazione all’altra, ma a una fiducia nelle proprie capacità che si acquisisce con il tempo.

NEL MONDO “Paese che vai, usanze che trovi”

I riti scaramantici sono tanti quanti i Paesi del mondo. In Cina, ad esempio, esistono molte superstizioni legate all’uso delle bacchette per il cibo: non si possono tagliare gli spaghetti con una di esse, così come non si possono piantare le bacchette in verticale in una ciotola di riso. Entrambi i gesti, infatti, sono presagio di sventura. Una credenza legata al sale, invece, arriva dalla Russia, in cui questo condimento è legato all’amore e al matrimonio: si dice che i piatti troppo salati siano frutto della preparazione di una donna innamorata. In Brasile, invece, sono molto attenti ai propri risparmi e sconsigliano caldamente di appoggiare a terra la borsa o il portafoglio: tutto ciò che contiene denaro, infatti, deve rimanere sollevato verso l’alto per fare in modo che la pecunia frutti. In ultimo, i danesi consigliano di custodire i cocci delle stoviglie rotte fino a Capodanno e di buttarli quella notte a casa di amici. Più è grande la mole da gettare e più sarà fortunato l’anno nuovo.

intervista di Renato Minore

TRA LE PAGINE DI UN LIBRO CERCHIAMO IL RIFLESSO DELLA NOSTRA ANIMA

__le INTERVISTE di 50&Più__ A ventato un lettore aviAD ALBERTO MANALBERTO MANGUEL Narratore, scrittore, saggista... I libri sono sempre stati protagonisti nella vita di Manguel, a cominciare da quando, adolescente, ha iniziato a leggerli per il grande Borges. Un’esperienza da cui ha appreso l’importanza di lasciarsi guidare dal piacere della lettura guel sui temi della letscuola, ma non mi ren+ + GUEL, RAFFINATO do, esigente, raffinato. tura ieri e oggi, su cui devo conto dell’enorme SAGGISTA E SCRITÈ diventato negli anni ha anche scritto una privilegio che avevo nel TORE ARGENTINO lo scrittore che è, il trafondamentale storia, sentirlo riflettere sulle DI NASCITA MA COduttore, il bibliofilo, il più volte pubblicata, proprie letture. Da SMOPOLITA DI FATcritico, l’esigente “letl’ultima volta da BomBorges ho appreso la TO, È CAPITATA UNA tore definitivo”, apparpiani, concepita come generosità intellettuale BELLISSIMA ESPEtenente a quell’eletta libro in cui liberamente e l’importanza di laRIENZA, UNICA. schiera che nella mosi depositano le escursciarsi guidare dal piaGiovanissimo ha indernità include (oltre sioni attraverso i secoli, cere della lettura. Borcontrato Jorge Borges, l’amato Borges) comgli autori, l’enigmatica ges sceglieva il libro. Se che gli ha chiesto (era pagni d’avventura comagia della scrittura. ero io a controllare, con già cieco) di leggere per me Calvino ed Eco. Nel Per prima cosa gli chiequalche sforzo, il tono lui un pomeriggio, nel corso di una vita e il ritmo della lettura, suo studio, prendendo intera, ha costruiera comunque Borges, il posto della madre, otto una biblioteca l’ascoltatore, a padrotuagenaria ormai stanca di sfogliare libri di oltre trentacinquemila volumi. «BORGES SCEGLIEVA IL LIBRO. SE ERO IO A CONTROLLARE IL TONO E IL RITMO DELLA LETTURA, neggiare il testo. Io ero l’autista, ma il paesagd’ogni tipo. E per quatNel suo ultimo, ERA COMUNQUE BORGES, gio, lo spazio attravertro anni ha letto ad alta voce per lui: Kipling, bellissimo Vivere con i libri (EinauL’ASCOLTATORE, A PADRONEGGIARE IL TESTO» sato apparteneva al passeggero che guarStevenson, Henry Jadi) ha raccontato dava ciò che gli passava mes, versi di Marino, l’esperienza di un davanti al finestrino. Heine, tutta la stermitrasloco davvero dolodiamo con quale senManguel, come posnata biblioteca che Borroso, che ha vissuto timento, quale emoziosono i libri attrages conosceva a memoquando ha dovuto trane ricorda le letture versare una vita? ria e che ogni volta, alla sferire questa biblioteca che faceva per Borges. Sono quelli a cui torrilettura, acquistava di oltre trentacinqueChe cosa ha appreniamo sempre. Quanun’eco diversa. mila volumi da un’imso da quel fondado ho avuto le prime Ricorda ora Manguel: mensa casa sulla Loira mentale incontro? esperienze, già posse«Borges mi interroma un piccolo appartaSpesso nella nostra vita devo le parole per nopeva per commentare, mento, con l’inevitabile non riconosciamo il minare ciò che avevo Borges lasciava che le dilemma su cosa pormiracolo quando esso vissuto, lette in un liparole venissero a lui. tare con sé e cosa absi manifesta. Ero adobro. Invecchiando, si Io ero invisibile». Grabandonare, “ascoltanlescente quando ho incerca più piacere nella zie a quello straordinado” la voce dei libri a contrato Borges, saperipetizione che nella rio apprendistato, l’inuno a uno. vo che era un grande novità. La novità è pasvisibile Manguel è di- Conversiamo con Man- scrittore studiato a sione dell’adole»

scenza, ma il piacere di sentire una, cento, mille volte la storia di Pinocchio è una lettura profonda, legata alla nostra esperienza. Che cosa cerchiamo quando leggiamo? Che cosa pretendiamo da quell’esperienza che ci vede - in modo solitario - di fronte a una pagina? Cerchiamo (a volte senza saperlo) di trovare il riflesso della nostra anima nelle pagine che leggiamo. Speriamo di trasmettere la generosità mostrata dalle anime nel Paradiso della Commedia, quando adottano tratti che Dante può riconoscere e con i quali poi può dialogare. Lei scrive che il libro è un segmento di Dna da cui poter ricostruire un intero corpo. Il rapporto con esso è così importante, fondante? Sì, lo penso. Siamo una specie che legge, sopravviviamo nel mondo grazie alle letture che facciamo di quel “secondo libro di Dio” (come la chiama Conrad de Megenberg nel XIV secolo) che è la Natura. Spesso ci sbagliamo, ma importa poco. Bisogna passare alla pagina seguente. Oggi si è in sostanza modificata la condizione della lettura. Si legge sempre più per passare ad altro, incrociandosi con altro. Dove e come trovare la cura, l’attenzione che rende unico l’istante della lettura e irriproducibile il contatto del lettore? + «NON ESISTE UNA FORMULA Non esiste una formula magica per spingere alla lettura. La passione di un lettore può MAGICA PER SPINGERE ALLA LETTURA. DI SOLITO, qualche volta servire come SCATTA UN CLIC INSPIEGABILE modello, ma il più delle volte PER LO SCAMBIO ALCHEMICO scatta una sorta di clic inspieTRA LIBRO E LETTORE» gabile per lo scambio alchemico tra libro e lettore. Ma in una società come la nostra, dove i valori sono quelli della rapidità e della facilità, il valore della lettura - feconda difficoltà e lentezza riflessiva - non è ben visto. Non è una modificazione irreversibile che produce una altrettanto

In alto, Alberto Manguel ospite della XIX edizione del “National Book Festival” di Washington. Sopra, durante una conferenza a Danzica (Polonia).

profonda modificazione delle nostre strutture percettive e cognitive? Sicuramente: il nostro cervello sta cambiando come accade ogni volta che si apre la finestra di una nuova tecnologia. Spero che sia per il meglio. Le parole sono diverse secondo il medium su cui le leggi. Che cosa cambia se leggiamo Il processodi Kafka su un eBook o lo ascoltiamo con l’audiolibro? Il contesto cambia il testo. Questioni di gerarchia convenzionale, prestigio dell’edizione o della registrazione, anche della tipografia

BIOGRAFIA

1948

GLI INIZI

Nasce a Buenos Aires, ma cresce a Tel Aviv, dove suo padre è il primo ambasciatore argentino in Israele. All’età di sette anni torna in Argentina e, appena adolescente, trova lavoro in una libreria della sua città.

1964

L’INCONTRO CON BORGES

A 16 anni incontra Jorge Luis Borges nella libreria in cui lavora. Per i quattro anni successivi Manguel vive a stretto contatto con lui che, ormai cieco, gli chiede di leggergli dei libri. Un apprendistato che si rivela unico.

«In un libro c’è l’interattività vera. Un libro si può cominciare dove vuoi, si può mettere in tasca e andare via, si può associare ad un altro»

Secondo Manguel, “nella nostra società - dove i valori sono quelli della rapidità e della facilità - la lettura non è ben vista”.

scelta, o il tono dato dalla voce che legge (e che leggendo, interpreta): tutto ciò modifica il testo stesso. Si è impoverita l’attività di lettori, ha perduto la qualità più preziosa? È possibile leggere in modo critico i testi elettronici in potenza interattivi? C’è interattività vera in un libro. Un libro si può cominciare dove vuoi, si può mettere in tasca e andare via, si può associare ad un altro. Invece la lettura di Internet è interattiva solo nel senso che i programmatori lo permettono: se prendo un testo, posso entrare in esso o

IL LIBRO OGNI VOLUME HA UNA STORIA

“I libri raccontano tutti una storia, non solo quella che c’è scritta dentro, ma quella che si portano dietro“. Nell’ultima opera di Manguel, Vivere con i libri, tutti gli amanti della lettura troverebbero numerosi spunti di identificazione. Un libro in cui riconoscersi, dunque, in cui vedere riflessa - come in uno specchio - la stessa passione dell’autore. Proprio in questo volume, infatti, Manguel dichiara il suo amore incondizionato per i libri, inseparabili compagni di vita, che lo hanno seguito sino in capo al mondo. E mai si sarebbe voluto trovare a dover rinunciare a parte di essi, a causa del trasloco dalla sua casa nella Loira ad un piccolo appartamento newyorkese. Quanto dolore nel dover scegliere quali libri portare con sé e quali lasciare? cambiarlo se me lo permette il programma. Come creare nei ragazzi immersi nell’infinita rete comunicativa lo spazio di silenzio in cui può trovare radici la lettura? La sola cosa è dare l’esempio della nostra passione per la lettura, fare in modo che i libri siano a disposizione di tutti. Nella nostra società, dove è importante solo ciò che è produttivamente economico, il piacere senza difficoltà e senza complicazione, la rapidità, si cade spesso in contraddizione. Da una parte si dice “tu devi essere consumatore” e, dell’altra, “tu devi leggere”. Il lettore non è consumatore, fa una scelta aristocratica. La sua “elegia” in Vivere con i librinon è nostalgica, non rassegnata, e con una convinzione essenziale: “Leggere sarà anche in futuro un atto di ribellione”. Lo conferma? Certo. La lettura appassionata, profonda è, ai nostri giorni, il supremo atto di ribellione. Il lettore dice: “Io non sono come le pecore che vanno, faccio qualcosa di diverso, mi prendo il tempo per entrare in un libro, dentro il suo percorso. Se m’impegno, troverò qualcosa di profondo, qualcosa che è il riflesso di me stesso”.

1997

LA LETTURA NEI MILLENNI

Viene pubblicato uno dei suoi libri più celebri, Una storia della lettura, inconsueta e interessante ricostruzione degli innumerevoli modi in cui gli uomini hanno letto testi di ogni genere nel corso dei millenni.

2018

I PREMI

Tra gli ultimi riconoscimenti ricevuti, il Premio Johannes Gutenberg (Germania, 2018), il Premio della Letteratura Formentor (Spagna, 2017) e il Premio internazionale Alfonso Reyes (Messico, 2017).

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