Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
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Anno XXXV n. 7/8 Luglio/Agosto 2013 Euro 2.50 - I.P.
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[anteprime] C’è Tv e Tv
Prima si “cambiava” solo canale, oggi invece cambia la Tv influenzata dal Web e dall’età degli spettatori. E il servizio pubblico? 50&Più ha ascoltato alcuni “addetti ai lavori”. A pagina 12
Scrivo, quindi pubblico
Fioriscono autori e corsi di scrittura. Qualche consiglio per scrivere e - perché no?- auto pubblicarsi. I corsi di scrittura creativa di 50&Più Università A pagina 26
Estate in autostrada
In pieno esodo estivo, facciamo il punto sulla nostra rete autostradale. Mentre benzina e pedaggi aumentano, gli italiani non rinunciano all’auto. Una soluzione? Il carpooling. A pagina 31
Un secolo di Tour
La prima edizione fu nell’estate del 1903, poi la pausa delle due guerre mondiali, per giungere sino ad oggi. Il Tour de France tocca quota 100 con un’edizione speciale, tutta francese. A pagina 38
Moda estiva 2013
Ricercati, forti e decisi? Oppure con la voglia di sperimentare? Qualsiasi stile seguiate questa estate, non lasciate nulla al caso, neppure la scelta degli accessori. A pagina 51
ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
Parliamoci. Se c’è qualcosa che si può invidiare ad una persona
ritirata dal lavoro, senza timore di commettere peccato grave, È LA SUA POSSIBILITÀ DI AVERE MOLTO TEMPO A DISPOSIZIONE.
Per fare cosa? Inventarsi la vita. Organizzarsi la
giornata, amare e dedicarsi con passione vera a quello che decide di fare. Leggere, informarsi, scoprire il mondo e darsi risposte, crescere nella propria umanità e nella capacità di riconoscersi negli altri. Viaggiare (potendo), DARE INIZIO A QUALCHE SANA RIVOLUZIONE (ce ne sono tante a portata di mano che meriterebbero la nostra adesione), riappropriarsi della felicità di avere ciò che si ha e LIBERARSI DAI DESIDERI CHE NON CI APPARTENGONO (magari scoprendo che mai erano stati nostri, ci avevano solo convinti che lo fossero).
Stiamo andando in vacanza. Come tutti anche la redazione della vostra/nostra rivista si sta preparando alla sacra pausa delle ferie estive. VI LASCIAMO UNA “USCITA” CONSISTENTE, TUTTA DA LEGGERE, in cui proprio il tema della lettura e dello scrivere è
ampiamente rappresentato. Dall’intervista allo scrittore
israeliano Grossman, ALL’INCHIESTA SUL FIORIRE DEI CORSI DI SCRITTURA CREATIVA, a tutte le opere dei vincitori della Farfalla d’Oro al 31° Concorso 50&Più Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia che vengono ora sottoposte al giudizio dei lettori. Sembra molto, ma non lo è. ABBIAMO UN’INTERA ESTATE DAVANTI, PRENDIAMOCELA E GUSTIAMOLA, CON SERENITÀ. E poi, siccome vogliamo ricordarci che c’è sempre Un Altro Punto Di Vista Oltre Il Nostro, ricordate che, con tanta abbondanza di tempo, potete scriverci le vostre osservazioni,
i vostri suggerimenti, i consigli per farci migliorare il nostro lavoro, COSÌ CHE POSSIAMO DARVI UNA RIVISTA CHE SIA VICINA ALLE VOSTRE ATTESE.
Buone vacanze a tutti e un pensiero particolare a coloro che trascorreranno l’estate nelle proprie case.
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IN QUESTO
numero
Intervista a David Grossman
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Il valore benefico della scrittura DI RENATO MINORE
Scrivo, stampo e distribuisco
26
Il mondo dell’autoeditoria prende sempre più piede DI DANIELA FLORIDIA
Metti un giorno in autostrada
59
31
In pieno esodo estivo, il punto della situazione sulle autostrade italiane
44
DI I. ROMANO E R. VINCI
A mani nude toccando il cielo
36
Maurizio Zanolla, caposcuola dell’arrampicata libera, si racconta DI STEFANO RIPERT
Il Tour de France festeggia 100 anni
38
Origini, aneddoti e curiosità di una storica competizione sportiva DI LORIS PORCHERI
Marocco La magia del deserto e l’incanto dell’oceano
44
DI LORIS PORCHERI
Le tendenze della Moda Mare 2013
51
DI BARBARA DI SARNO
Concorso Prosa, Poesia Pittura e Fotografia 2013
12
Come era, come sarà e come dovrebbe essere DI L. BERTI, R. CARABINI, G. VALDANNINI E R. VINCI
IN EVIDENZA
Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro
Fisco Previdenza DI GIANNI TEL
Periscopio >> pag. 6 a cura di Berardo Falcone
Musica & Teatro >> pag. 91
Letteralmente >> pag. 8
di D. De Felicis e M. Sarti
di Giovanna Vecchiotti
Cinema & DVD >> pag. 92
Avviso ai naviganti >> pag. 21
di A. Miccinesi e P. Armocida
di Paolo Negrini
Oroscopo di Aldebaran >> pag. 93 Giochi >> pag. 94
Il benessere dei piedi >> pag. 54 di Alessandro Mascia
di N. Tucciarelli e R. Cento
Sapori & Colori >> pag. 56
Stuzzica cervello >> pag. 95
di Marina Cepeda Fuentes
di Enrico Diglio
Libri di Renato Minore >> pag. 90
Bacheca >> pag. 96
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LUGLIO/AGOSTO 2013
Anno XXXV n. 7/8 Luglio/Agosto 2013 Euro 2.50 - I.P.
DI LUISELLA BERTI
DI ALESSANDRA DE FEO
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LA VOCE DI 50&PIÙ
Numerosi talenti over 50, ma un’unica passione: l’arte
INCHIESTA
Che fine ha fatto la televisione?
PARLIAMO DI...
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Anno XXXV n. 7/8 Luglio/Agosto 2013
Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
Eleganza sotto il solleone
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Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per telefono: 06 68134552 Per fax: 06 68139323 Per m@il: redazione@50epiu.it Abbonamenti e Pubblicità Abbonamenti: Telefono 06 68134552 Fax 06 68139323 Pubblicità: Telefono 06 68883260
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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
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ARRIVANO
I CINESI A
rrivano i cinesi / arrivano a milioni / più gialli dei limoni / che metti dentro il tè”, cantava Bruno Lauzi nel lontano, lontanissimo 1969! Lontanissimo perché di quella Cina, quella dei Libretti rossi, per intenderci, non è rimasto niente. Oggi, della Cina, fa scalpore il tasso di crescita economico - se scende sotto l’8% tutta l’economia mondiale tracolla -, la modernità strabiliante delle città, il numero crescente di miliardari e una legge che, appena emanata, ha fatto il giro del mondo: dovrebbe regolare i rapporti dei figli con i propri genitori. Tra le disposizioni previste, l’obbligo di telefonare e far visita ai genitori più spesso (per consentire le visite i datori di lavoro devono concedere fino a 20 giorni di ferie); ricordare e festeggiare i compleanni, provvedere perché i genitori abbiano denaro sufficiente per sopravvivere ed adeguate coperture assicurative. La legge, inoltre, consiglia di insegnare ai genitori l’uso di internet, a fare fotografie o gli esercizi ginnici; dà anche un consiglio finale: “Ricordatevi di dire loro che li amate” (non sono indicate sanzioni per chi vìola le disposizioni).
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ERISCOPI
in pillole
A CURA DI BERARDO FALCONE
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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,
ANNI SCALA L’E VEREST PER RENDERE OMAGGIO ALLA NATURA
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Sul tetto del mondo a 80 anni Il signor Yuichiro Miura, alpinista giapponese di 80 anni, è una persona piuttosto attiva. Quindi, ha deciso di diventare l’uomo più anziano del mondo a scalare l’Everest. E ce l’ha fatta. Miura, accompagnato da un team di supporto, ha raggiunto la vetta a 8.848 metri s.l.m., dichiarando in tempo reale: «È la più bella sensazione del mondo, anche se sono completamente esausto». Inoltre, sul suo sito internet ha spiegato che la motivazione di tale impresa è stata «per sfidare il mio limite definitivo e per rendere omaggio alla meravigliosa Madre Natura».
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importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50&piu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!
}
Centomila bottiglie di plastica: ecco l’isola del riciclo A Città del Messico, l’inventore Richarth Sowa ha realizzato un originale simbolo della lotta a favore della protezione ambientale: un’isola totalmente sostenuta da bottiglie di plastica vuote. Sowa ha sistemato una base di circa 100mila bottiglie, poste sotto assi di legno che costituiscono la struttura dell’isola, ricoprendo il tutto con della sabbia. Se si considera che oltre il 70% dei materiali usati sono rifiuti riciclati si comprende la forza del progetto, che era già stato tentato nel 2005 dallo stesso Sowa, ma distrutto dall’uragano Emily.
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Un nuovo test per la diagnosi precoce della celiachia Una ricerca condotta dai ricercatori dell’Istituto Gaslini di Genova, in collaborazione con l’Università di Verona e pubblicata sulla rivista Immunologic Research, ha rivelato l’esistenza di un nuovo test che permette di prevedere l’insorgenza della celiachia. Il test, da eseguire solo su soggetti geneticamente predisposti, può essere effettuato con una semplice analisi del sangue che riconosce la presenza della proteina VP7, prodotta unicamente da persone affette da celiachia. Un passo in avanti nella diagnosi precoce di questa malattia che spesso, dopo un’incubazione silente, si manifesta in età adulta.
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Il latino aiuta a ragionare meglio La questione è annosa e dibattuta: il latino è utile? Lingua morta e madre del nostro idioma, ha subìto negli anni apprezzamenti altalenanti. In una società come quella attuale, che parla quasi solo inglese, usa Google, viaggia in internet alla velocità delle fibre ottiche... sembra ancora ritagliarsi il suo spazio. Perché il latino è la base di tutto; chi lo impara acquisisce la forma mentis per ragionare in maniera più logica, intuisce le etimologie e padroneggia i dialetti. È un mezzo in più per comprendere la realtà di oggi con un occhio alla storia. E poi, non trascuriamolo, perché è foneticamente bello.
Torre del Greco, l’avanguardia della raccolta differenziata In provincia di Napoli, a Torre del Greco, il Comune ha recentemente consegnato ai cittadini sacchetti per i rifiuti “personalizzati” da speciali codici a barre. Questi sacchetti intelligenti (sono quattro: per plastica, carta, umido e indifferenziato) attraverso il codice permettono il riconoscimento delle famiglie a cui sono stati assegnati, per verificare il rispetto delle modalità di differenziazione dei rifiuti. Un’idea innovativa volta principalmente a correggere eventuali errori nella differenziazione e, in prospettiva, a diventare ispirazione per altri Comuni.
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Test della scrittura per scovare nuovi manager Dimmi come scrivi, ti dirò chi sei e se puoi lavorare con noi. Questo è il pensiero ricorrente di molti head hunter, cacciatori di teste, ovvero quelle persone che aiutano le aziende a trovare personale interessante e dotato. L’analisi della scrittura, secondo i grafologi, racconta tutto dei candidati a un posto di lavoro. Dice se si ha uno spirito da leader o da gregario, se chi scrive lavora bene in team ed è un mediatore. In Francia l’analisi della grafia nei colloqui di lavoro viene usata nel 50% dei casi, in Olanda nel 24%, mentre in Italia siamo ufficialmente al 6%.
Dieta e movimento prevengono l’acuirsi dell’Alzheimer Di questa malattia sappiamo che in alcune sezioni del cervello si accumulano placche della proteina beta-amiloide e matasse di neurofibrille che provocano un’alterazione delle sinapsi e dei circuiti nervosi. Da alcuni studi, in fase di sperimentazione, risulta che alcuni pazienti con una forma iniziale di Alzheimer gioverebbero di un miglioramento delle membrane sinaptiche grazie ad una miscela di fosfolipidi, Omega-3, vitamine e antiossidanti. Quindi, una dieta di pesce, verdure, frutta, olio di oliva può comportare una riduzione del rischio di malattia fino al 40%. LUGLIO/AGOSTO 2013
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Metti fine alla paura. Ricorda che non sei sola. Se fosse amore, non avrebbe lividi. Se fosse amore non si vivrebbe nel terrore. Non sarebbe necessario rassegnarsi e subire oppure scappare e nascondersi... Se fosse amore, appunto... Ma non c’è né tenerezza, né rispetto, né dignità quando la mano aperta diventa pugno e un marito, un fidanzato, un padre o un figlio si trasforma in un persecutore, anzi spesso in assassino. In Italia, dal primo gennaio al 30 di giugno di quest’anno sono state uccise 65 donne. Un numero agghiacciante soprattutto se a queste si aggiungono coloro che hanno subìto abusi e sporto denuncia e
quelle che, invece, la forza di chiedere aiuto non ce l’hanno: per paura, per vergogna, per il timore di restare sole. È proprio a loro che ci rivolgiamo, e a chi conosce una “vittima sommersa”, segnalando il numero verde 1522 Antiviolenza Donna del Dipartimento per le Pari Opportunità. È attivo tutti i giorni 24 ore su 24, è gratuito e garantisce l’anonimato. Ogni mese, su 50&Più lo ricorderemo e con esso anche lo slogan che l’accompagna: «Difendi la tua libertà. Inizia a riscrivere la tua vita». E, soprattutto, ricorda che non sei sola. GIOVANNA VECCHIOTTI
L’incomunicabilità lasciamola ad Antonioni Gentile Direttore, in genere non scrivo al “Direttore”, ma il titolo Incomunicabilità, apparso a corredo dello Zoom (giugno 2013), in cui figura la foto di un avviso affisso su una porta con scritto: «Non bussare. Non ci serve nulla...» mi sembra almeno fuorviante. In tempi di crisi, e su questo non ci sono dubbi, vedi anche l’articolo apparso sullo stesso numero, a pag. 25 Anche questo è lavoro, i giovani sono costretti ad accettare ob torto collo di tutto, pur di lavorare e guadagnarsi qualcosa per vivere. Un posto di lavoro a tempo indeterminato se lo sognano ed il precariato a norma di legge è anche quello difficile; rimane la vendita porta a porta ed il lager del call center. Nelle grandi città siamo letteralmente invasi da persone che cercano di “collocare” qualcosa porta a porta, agiscono per conto di imprese che a volte sono al...limite, nel senso della congruità tra quello che offrono e le prestazioni
«La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci» Isaac Asimov, Fondazione, 1951
che promettono, non ultimi i mega-fornitori di energia (luce, gas) che promettono sconti senza specificare che il prezzo finale del prodotto è composto solo da una frazione di quello che offrono a prezzo ridotto. Quando ricevo telefonate o visite da parte di questi “venditori“ , in genere giovani che non hanno trovato miglior la-
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voro, cerco di mettermi dalla loro parte e li ascolto nella loro presentazione e quindi espongo gentilmente le mie ragioni, che si riducono al fatto che non ho bisogno di quello che mi offrono. A questo punto scatta da parte del venditore un tentativo di superare l’ostacolo “insistendo“. Devono realizzare un certo budget e sono stati addestrati per
questo. Una volta si diceva che la fame è una cattiva consigliera, mutatis mutandis oggi nel paniere dei consumi c’è magari anche il contratto dell’IPhone. Iscriversi al Registro delle Opposizioni non serve a nulla, ricevi telefonate in italiano magari da un call center che sta a Dublino o a Bangalore. In questa fase della trattativa siamo entrati in un circolo vizioso: io rifiuto e lui insiste, io continuo a rifiutare e lui insiste nuovamente. Dopo che hai ricevuto parecchie telefonate durante il giorno, oppure più persone hanno suonato alla tua porta, è automatico assumere un atteggiamento di preclusione e di rigetto, di cui è un esempio il cartello appeso alla porta a cui fa riferimentolo Zoom. In questo caso non si tratta di incomunicabilità ma di una reazione, magari esagerata, di auto-difesa, conseguente ad una situazione economica molto depressa. Tutto qui. ROMANO FERMI
Gentile signor Fermi, intanto mi permetta di sottolineare una
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Poste Italiane S.p.A.
Sped. in Abb. Post.
D.L. 353/2003 (conv.
in L. 27/02/04) Art.
1 comma 1 - D.C.B.
- Roma.
Anno XXXV n. 7/8 Luglio/Agosto 2013 Euro 2.50 - I.P.
SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it
cosa positiva che traspare dalla Sua lettera, ovvero il fatto di aver scritto “ad un Direttore” anche se non è Suo costume farlo. Un’azione che ritengo Le sia venuta dal cuore, considerando il calore che ha messo nelle parole con le quali ha raccontato le azioni da Lei messe in atto ogni volta che qualcuno “bussa” alla Sua porta: la Sua capacità di mettersi “nei panni dell’altro”, il comprendere che i giovani probabilmente non hanno più grandi speranze di vedere una luce in fondo al tunnel, e che, loro malgrado, sono costretti ad agire con modallità quantomeno discutibili. L’incomunicabilità, signor Fermi, non entra certamente nella Sua modalità di vita, e noi vorremmo che non entrasse neanche nella quotidianità di chicchessia. Non è isolandosi né appendendo un cartello con un eterno “non disturbare” che taglia le gambe a qualsiasi iniziativa, che i problemi si risolvono. È con la partecipazione e la condivisione che si fanno progetti e si attuano cambiamenti, è con la responsabilità e la solidarietà che si esce dall’impasse e si passa all’azione per diventare artefici
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QUANDO SCOPPIA UNA GUERRA, LA GENTE DICE: “NON DURERÀ, È COSA TROPPO STUPIDA. E NON VI È DUBBIO CHE UNA GUERRA SIA DAVVERO TROPPO STUPIDA, MA QUESTO NON LE IMPEDISCE DI DURARE.
del proprio e altrui futuro. Chiudersi in casa e piangersi addosso di certo non aiuta né se stessi né tantomeno la società; attivarsi e cercare di cambiare ciò che non ci piace, partecipare alla res publica, come la chiamavano i romani, è segno di civiltà. Cominciamo, per esempio, a far sì che i giovani, per poter sopravvivere, non siano più costretti ad inventarsi lavori bizzarri come quelli che abbiamo descritto nell’articolo da Lei ricordato; poniamoci un obiettivo di cambiamento, non un ritiro sterile dentro un bozzolo nel quale stiamo bene soltanto noi. E cosa accadrebbe se tutti decidessero di vivere dentro il proprio bozzolo, senza mai venirne fuori? E nel momento del bisogno come potremmo riuscire a far a meno dell’altro? Come si può ricevere se nessuno è disposto a dare? Nessuna farfalla, nessuna vita, nessun domani... Mi permetta un’ultima considerazione: Lei ha titolato la Sua lettera “L’incomunicabilità lasciamola ad Antonioni”. Ritengo che il regista, con i suoi film non fosse un “non comunicatore” ma piuttosto un grande che con la sua arte aveva precorso i tempi. Provi a riguardare i suoi film con gli occhi di oggi, sono sicura che riuscirà a cogliere le tante parole nascoste in quelle sequenze piene di metafore.
Ricordi di guerra Sono una vostra assidua lettrice e avrei un ricordo di guerra che non vorrei che andasse perduto o dimenticato. Io sono del 1923 e ho passato tanti avvenimenti della guerra; a quel tempo avevo tre fratelli sotto le armi. Parlo di uno di loro che l'8 di settembre era nell'isola di Cefalonia e tutti sanno quel che è successo. Per fortuna lui aveva conosciuto un tedesco che, essendo mio fratello burlone e
Albert Camus, La peste, 1947
simpatico, l'aveva preso in simpatia. Quel giorno famoso che li hanno inquadrati tutti per ucciderli, quel tedesco l'ha visto e subito l'ha tolto dalla fila e se lo è portato con lui. Poi gli ha detto: «Jacob to niente morire, quelli tutti morire» e qui comincia la prigionia di mio fratello in Bulgaria con l'inverno freddissimo e poco da mangiare; i più deboli cominciano ad ammalarsi, qualcuno muore e via via. Una sera si uniscono in 5 e pensano di lasciare un ricordo dei loro tanti patimenti per l'avvenire, scrivono una canzone, uno pensa alla musica, gli altri alle parole, e piano piano arrivano alla fine. L'ultima canzone che si ricordavano prima di partire era Piemontesina bella e ci danno quest'aria e si mettono a cantare. Il loro comandante li sente ed è molto contento e disse: «Questa non deve andar perduta, tutti i viventi devono sapere cosa abbiamo passato». Per questo Le sarei grata se potesse pubblicare il testo della canzone. La canzone del prigioniero (scritta nel 1943 da Giacomo Camurri e amici) Che tristi giorni ho passato / laggiù confinato / in quel campo lontano. / E come ero affamato / e quanto ho aspettato / quel pezzo di pan. / Il rancio ahimè / le patate eran tre, / di-
}
magrito facevo pietà. / Distruzione dell’umanità / non ti potrò scordare o prigionia di guerra. / Col pagliericcio in terra / e le scarpe rotte in piè. / Ricordi quella sera / là nell’accampamento / con i pidocchi a cento / non ti lasciavan dormir. / Orsù ragazzi all’appello / formiamo il drappello / ci devon contar. / C’è la brodaglia in quel secchio / che sporca parecchio / ma non ci badar. / Siam prigionieri / scaccia i pensieri / chi potrà stringere ancor / la sua sposa e i suoi bimbi sul cuor. / Ma se potrai tornare / alla tua dolce terra appena allor ti afferra / la gioia e il piacer. / Ritornerò mammina ritornerà il sorriso / La pace e il paradiso e una gran consolazion. MARIA LUISA CAMURRI
Ecco signora Maria Luisa, come ha chiesto abbiamo pubblicato il testo creato da Suo fratello e dai suoi compagni di prigionia. Sono parole che narrano la drammaticità della situazione, ma che nel finale aprono alla speranza, quella speranza a cui si sono aggrappati, un mese dopo l’altro, tanti sopravvissuti ai campi di prigionia o di sterminio. Sono esperienze da tramandare alle nuove generazioni per non dimenticare ciò che è stato, per far sì che non accada mai più. LUGLIO/AGOSTO 2013
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L’inquinamento luminoso è un’alterazione della naturale luminosità notturna dovuta all’uomo. La luce in eccesso oscura quella delle stelle, producendo danni all’ecosistema, alle specie vegetali e animali compromettendone i bioritmi e, in alcuni casi, l’orientamento.
E PER TETTO UN CIELO DI STELLE... La suggestiva striscia della Via Lattea osservata da un ambiente privo di illuminazione e senza luci artificiali che ne impediscano la visione. Parco Nazionale del Bryce Canyon, Utah (Usa)
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Ogni anno l’intensità della luce artificiale nei cieli europei aumenta di oltre il 5%, sfiorando il 10% in altri punti del globo. Secondo alcuni studi il 99% della popolazione dell’UE e degli Stati Uniti, e i 2/3 di quella mondiale, vive sotto un cielo notturno inquinato. (Fonte: Rumore e inquinamento luminoso - Consiglio Europeo - Marzo 2010)
INCHIESTA
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Circa 95
16.935.000
L’89,6%
bambini su 100 tra i 6 e i 10 anni d’età guardano la televisione (Dati Istat 2012).
gli abbonamenti sottoscritti al servizio televisivo pubblico nel 2011 (Dati Istat 2012).
degli italiani guarda la televisione con frequenza giornaliera (Dati Istat 2012).
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[ DI LUISELLA BERTI ]
CHE FINE HA FATTO LA TELEVISIONE? «Parliamo di televisione. Quella che era, quella che sarà e quella che dovrebbe essere. Per mera nostalgia? No, per essere spettatori più accorti e attivi. Per capire cosa sta dietro a certi programmi che la televisione ci propugna quotidianamente. Cara Tv, ora avrai un po’ meno segreti...»
S
come protagonisti, i minori haniamo un popolo di teledino canali a loro dedicati sia pubpendenti incalliti. Siamo soblici che privati, divisi per fasce lo dietro agli americani, lead’età, esplosi con la Tv satellitader indiscussi, che trascorrono re e con il digitale terrestre. Tra i davanti al piccolo schermo una minori, il pubblico televisivo più media di 283 minuti al giorno. numeroso (Istat 2012) è compoNoi ci “accontentiamo” di 246 sto dalla fascia d’età tra gli 11 e minuti al dì, che fanno 4 ore e 6 i 14 anni: 96,3 su 100 guardano minuti. La conferma arriva da Ofla Tv. Non com, l’Ausolo, questa thority indifascia d’età pendente per «In tempi di crisi vince su tutle telecomue con una forte te le altre. nicazioni indiminuzione della Ma qual è il glese, nel sepubblicità, la pubblico sto Rapporto televisione propone che la televisul Mercato quello che può: sione ha Internazionatalk show, dibattiti scelto “cole delle Copolitici e programmi me bersamunicazioni. di cucina» glio“? Sono D’altra parte, gli over 60, in un Paese una platea molto vasta, specie la dove si producono molti libri a fascia che va dai 60 ai 64 anni dal fronte di pochi lettori, la televimomento che, 96 su 100, sono sione è il mezzo di intrattenifedelissimi del piccolo schermo. mento per 92,4 persone su 100 Sembra finita l’epoca della teledai tre anni in poi. Lo dice l’Istat visione intergenerazionale che nel suo ultimo Rapporto annuaincollava davanti al piccolo scherle, rilevando un leggero calo rimo il bambino, il fratello magspetto al 2011. giore, il padre, la madre, la nonQual è la fascia d’età che privilena, gli zii e i vicini di casa. E algia il mezzo televisivo? I giovani lora, da cosa sono unite le genon amano il piccolo schermo, nerazioni, televisivamente parsalvo nel caso della messa in onlando? Dal fatto che, nonostanda di programmi che li vedano
Dal 94%
Internet
al 92,4%: di tanto è calato nel 2011 il pubblico televisivo tra i 35 e i 54 anni (Dati Istat 2012).
coinvolge il 52,5% degli italiani dai 6 anni in su. Erano il 51,5% nel 2011 (Dati Istat 2012).
te internet, l’80,9% degli italiani si informa attraverso i telegiornali. Una percentuale che tra i giovani scende al 69,2%, ma che ancora tiene (Censis, Il primato dell’opinione nella comunicazione orizzontale). Ma, alla fine, cosa ci propone la televisione di oggi? Quello che può, in tempi di crisi e di forte diminuzione di investimenti pubblicitari. Così proliferano i talk show sempre più popolati da politici, i pomeriggi all’insegna della cronaca nera alternata con quella rosa, i programmi di cucina a tutte le ore, fiction, giochi a premi, film e telefilm americani. Come e perché siamo arrivati a questo punto? In queste pagine ce lo raccontano chi la televisione la fa e la “sorveglia”. Intanto andiamo dietro le quinte, iniziando con il servizio pubblico che dovrebbe offrire la Rai, con questa intervista allo scrittore e produttore televisivo Stefano Balassone, uno che ha “vissuto“ la Rai dal di dentro, essendo stato consigliere di amministrazione dal 1998 al 2002 e precedentemente vicedirettore di Rai Tre. Balassone è considerato l’inventore di Rai Tre come nuovo modello di televisione in Italia, attraverso programmi quali Samarcanda, Blob, Quelli che il calcio, Chi l’ha visto? Dottor Balassone, qual è il ruolo del servizio pubblico? Nel mondo ci sono una serie di servizi pubblici; in Italia quello che le persone hanno racchiuso nella memoria è il servizio pubblico in bianco e nero, un servizio che possiamo definire piuttosto per bene, popolare, con un linguaggio accurato, insomma una televisione molto attenta a trasmettere e a »
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[ A SINISTRA, STEFANO BALASSONE. A DESTRA, IL MUSICISTA COREANO PSY CON IL SUO GANGNAM STYLE È L’ESEMPIO
INCHIESTA
DI UN MONDO DELLA COMUNICAZIONE ORMAI GLOBALIZZATO.
produrre un’eredità culturale e di costume. Questo, nel gergo degli addetti ai lavori, si chiama servizio pedagogico che, come in tutto il mondo, è finito quando il monopolio pubblico non si è trovato più da solo ma in compagnia della Tv commerciale. Un passaggio avvenuto alla fine degli Anni ‘70. Da allora, in Italia, il servizio pubblico, a parte le scartoffie burocratiche chiamate Contratti di servizio, stipulati ogni tre
LA CREATIVITÀ
È LA VERA{ SCOMMESSA
]
anni fra il Ministero delle Comunicazioni e la Rai, si è esaurito. Nei Contratti di servizio, però, delle indicazioni vengono date... Nella comunicazione le indicazioni sono o vuote o clientelari, anche in senso buono. Nel primo caso, ad esempio, si raccomanda l’aver cura dei bambini, nel secondo, sempre a titolo di esempio, può esserci l’indicazione di prediligere cartoni animati prodotti dall’industria nazionale. Sono previsti anche indici di qualità? La parola “qualità” la eviterei, diciamo che i Con- » SEGUE A PAG.16
«NON C’È UN UNICO “MOTORE” A TRAINARE LA TELEVISIONE, INFLUENZATA ORMAI DA DIVERSI FATTORI» [ DI RAFFAELLO
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a quando, nel 2001, ha inventato Il grande talk, Massimo Bernardini è un riferimento da cui nessuna analisi televisiva può prescindere. Quel talk show sui talk show è poi diventato Tv Talk e si occupa di qualunque cosa faccia televisione. Da dieci anni è trasmigrato dall’emittente cattolica Sat 2000 a Rai Tre. Il giornalista milanese, già responsabile della pagina “spettacoli” de L’Avvenire, sa muoversi con acume ed equilibrio in un territorio minato, magmatico e perennemente in crisi - di identità, di valori, di ascolti e di quant’altro volete - come quello della Tv, appoggiandosi di volta in volta ad esperti, ai protagonisti stessi, a corrispondenti esteri e ad un gruppo di giovani analisti perfettamente “educati”. Gli abbiamo rivolto qualche domanda sulla televisione. Iniziamo facendo il punto sulla Sua trasmissione Tv Talk, un culto per l’analisi della programmazione televisiva...
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[ A SINISTRA, MASSIMO BERNARDINI, GIORNALISTA, ESPERTO DI TV, CONDUTTORE TELEVISIVO DEL PROGRAMMA
RAI TV TALK. ]
CARABINI ]
Come dice il mio direttore di Rai Educational, Silvia Calandrelli, siamo un fiore all’occhiello della struttura. Quest’anno abbiamo finito con il 7,5% di share, migliorando di circa mezzo punto la media dello scorso anno, grazie anche allo spostamento al sabato pomeriggio che ci ha dato nuovo pubblico. Insomma, siamo molto soddisfatti. Lei ha proposto tra aprile e maggio anche un nuovo programma, proprio su Rai Tre, dedicato alla musica e alle sue connotazioni culturali e di costume, Le tribù della musica. È stato più che altro un esperimento. Cinque puntate dedicate all’intreccio tra i consumi musicali di una volta, non solo musica quindi, ma anche costume, arte, televisione, cultura, con l’esame di altrettante date fondamentali della nostra storia. Abbiamo fatto molta fatica a “farci vedere” in una seconda serata come quel-
la del venerdì, che è molto complicata per Rai Tre, a causa dell’offerta affollatissima su tutte le reti generaliste. Però nelle ultime due puntate siamo cresciuti in maniera interessante; sarà il direttore di Rai Tre, Vianello, a decidere se continuare o meno nella prossima stagione. Come ha visto l’evoluzione del medium televisivo negli ultimi anni? Crede di poter leggere un filo conduttore? Non credo si possa individuare un unico “motore” della Tv negli ultimi anni. Io credo sia talmente in movimento da poter essere influenzata in ogni periodo da fattori differenti. La scorsa stagione, ad esempio, è stata completamente dominata dai contenitori politici, non per scelta ideologica ma per ragioni dettate dalla mancanza di risorse. I talk show costano meno, perciò in Italia c’è oggi proporzionalmente il monte ore mondiale più alto di politica. Ma non so se si ripeterà tale e quale questa situa-
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me il canone e la maggioranza delle risorse pubblicitarie, oggi quel tema è finito, perché la Rai vive all’80% di canone. Allo stesso modo abbiamo discusso per anni sui difetti della Tv commerciale, con tutti gli annessi e connessi, dal conflitto di interessi in là, ma il ridimensionamento del mercato cancella tutto questo. Oggi i programmi si fanno quando c’è un investimento pubblicitario, si fanno tante puntate per quanta pubblicità c’è: sono cambiamenti in atto ora e che non sappiamo dove ci condurranno. Il Web, che non risente di questa contrazione, è secondo Lei la tomba o il futuro della televisione? Il Web è il futuro, è l’unico medium in crescita costante ed elevata, ma ha ancora una visibilità bassa e riguarda solo le giovani generazioni. Stiamo assistendo ad un cambiamento radicale, che tra dieci anni non avrà ritorno. Non si sa però come saranno i ventenni di oggi a 40 anni, magari ritorneranno ai gusti dei padri. Tuttavia, chi ha imparato a non avere la Tv come centro del proprio interesse visivo, credo torni difficilmente indietro. Non crede che la globalizzazione del Web porti ad un’omologazione culturale in cui tutto è uguale e dove vengono digerite e deconnotate tutte le identità e le personalità? Il problema di come si mantiene l’identità culturale di un popolo o di una regione è zione nei prossimi anni. Di certo, il varietà è in crisi perché ha bisogno di grandi risorse, mentre la fiction è ancora un vitale punto di forza: Rai Uno quest’anno è stata salvata dalla fiction. Il problema è crearne una italiana replicabile. Il costo altissimo la rende necessariamente replicabile, l’ideale è collocato tra Don Matteo e Montalbano da una parte, il polo della lunga serialità dall’altra; ciò permetterebbe durante i periodi di fine budget, di essere coperti da prodotti che il pubblico apprezza. Lei crede nella totale interdipendenza tra pubblicità, ovvero risorse, e programmazione? Oggi è così. La Tv sta cambiando profondamente e molto velocemente. E il fattore decisivo in questo momento è proprio la crisi delle risorse pubblicitarie, crisi che riguarda anche la stampa. In molti dicono che la Tv generalista non tornerà più indietro, perché comunque, anche con la ripresa, la pubblicità sarà ridimensionata definitivamente. Inutile negarlo, non siamo più ai tempi del monopolio, questo è un aspetto non secondario. Da 10 anni dibattiamo il tema che la Rai possa avere insie-
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diffuso e probabilmente insolubile. Il processo di omologazione, che è iniziato alla fine degli Anni ‘60, è inarrestabile. Così come i centri urbani delle città sono tutti uguali, con gli stessi negozi, le stesse icone, c’è un’uniformazione senza ritorno dei prodotti e della comunicazione. Se i dischi dei Beatles uscivano tra i sei e i nove mesi di distanza temporale tra Londra e Roma, oggi i video appena finiti vanno in diretta su tutto il pianeta. La vera scommessa si gioca sulla creatività: solo se esiste un’inventiva locale che disegna il nuovo si può riuscire a far innamorare tutto il mondo, molto più facilmente di un tempo. Per fare un esempio non proprio culturale, pensi a Gangnam Style: quando mai c’era stato un successo mondiale proveniente dalla Corea del Sud? Invece PSY, autore della canzone, ha imposto un ballo a tutti: oggi, se qualcuno inventa una cosa - una canzone, un video, un programma radio o Tv e così via - che potrebbe conquistare il mondo, può riuscire a diffonderla in forma virale. Tutti possono mettere in Rete materiale di buona qualità, da dovunque, con un semplice telefonino. Se un ragazzo filippino o uno italiano credono in quello che stanno facendo, molto più che in passato hanno la possibilità di farlo vedere a tutti, non devono più sottostare a un’occhiuta decisione di qualcuno dall’alto. È una chance senza precedenti, ma sottintende la domanda di sempre: noi siamo qualcosa? Siamo creativi?
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All’inizio fu la Tv canonica, quella “unidirezionale”. Spieghiamoci meglio, però: lo spettatore non poteva “interagire”; l’editore stabiliva il palinsesto e tutti gli utenti guardavano nello stesso istante la medesima cosa. C’era una sola “interazione”: cambiare canale. La tecnologia digitale ha portato i primi, veri servizi per interagire con la Tv e oggi gli standard di trasmissione del digitale, in particolare l’IPTV (usato per diffondere contenuti audiovisivi dall’elevata qualità attraverso connessioni a banda larga), sembrano aver tolto i limiti. Ma quali sono davvero i servizi interattivi? Il teletext, per esempio, il primo servizio interattivo sviluppato per la televisione (consente di vedere notizie, guide ai programmi, informazioni utili, annunci economici, orari dei treni, pubblicità). Ci sono anche la pay per view (che permette di vedere a pagamento - da un archivio messo a disposizione - un programma televisivo o un gruppo di programmi), i video on demand (anche questi consentono di vedere un programma televisivo, sempre da un archivio, in qualsiasi orario non appena lo si richiede) e i videogiochi. È cresciuta in particolare “l’interazione sociale”, la cosiddetta Social Tv, grazie ai Social Network e alla pubblicazione di commenti, opinioni, voti sui programmi televisivi. C’è poi la TV on demand, altra novità resa possibile dalle ultime tecnologie che superano due limiti di quella tradizionale: la contemporanea diffusione a tutti del medesimo programma e l’impossibilità di scegliere il programma da vedere.
DALLA TV TRADIZIONALE ALLA TV INTERATTIVA
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INCHIESTA
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» SEGUE DA PAG.14 tratti di servizio danno, film o telefilm, o acquistando format insieme a delle vuote chiacchiere, alcu- per poi adattarli alle esigenze nostrane, ne stringenti indicazioni che servono a come accade con i talent o i quiz. Il serspartire la torta del budget Rai, non sa- vizio pubblico che serve è quello che produce e vende all’estero. Se non si fa rà poetico ma è così. Quale può essere la funzione del questa operazione resteremo nel torservizio pubblico nella società di neo delle innocue chiacchiere sulla lottizzazione, sul pluralismo, sullo spazio oggi? Per comprendere meglio questa fun- dato a un partito piuttosto che un alzione è necessario guardare cosa avvie- tro, il tutto condito dalla solita Comne nel resto d’Europa. Per esempio, in missione di Vigilanza Rai. Inghilterra, dove il servizio pubblico è sta- Cosa accade all’informazione to inventato, la televisione statale è in- quando il servizio pubblico si spegne, o formalmennanzitutto il grante, come è avvenude crocevia dell’into in Grecia (ma la dustria creativa. Lì televisione pubbli«Comprare ci sono due televiformat invece ca comunque risioni pubbliche: di produrli può prenderà seppur Bbc e Channel 4. comportare con meno di dipenLa loro ragione di conseguenze, denti), o simbolicaesistere, e lo spiecome mente? gano ogni anno al l’omologazione Un Tg non si nega a Paese, è quella di degli stessi nessuno. Negli Stati far girare le loro prodotti Uniti non c’è il servizio fabbriche per far sì televisivi» pubblico, ma c’è un’otche ci sia molto latima informazione pervoro per i lavoraché c’è concorrenza. tori inglesi. Questo perché le Tv pubbliche inglesi non vivo- Rinunciare al servizio pubblico è possino solo di canone e di pubblicità loca- bile solo se esiste concorrenza dal punle, ma anche di vendita all’estero dei lo- to di vista dell’informazione, ma la concorrenza non sviluppa l’industria. L’inro prodotti televisivi. Quindi hanno creato un’industria dustria si sviluppa solo se c’è un regime di protezione, e il regime di protetelevisiva? Esatto, la chiamano l’industria della crea- zione è fatto dai servizi pubblici, quantività. Rispetto a noi hanno molti più do lo sanno fare. Quello italiano ha lavoratori impiegati in questo settore. In smesso di farlo trenta anni fa, quanItalia non si fa altro che parlare di spre- do in realtà ha cambiato la sua ragion chi, dei troppi dipendenti, del perché la d’essere, diventando ben presto semRai dovrebbe avere 11mila dipendenti plicemente il compare di un monopoquando Mediaset, a parità di canali, im- lio condiviso con Mediaset, o meglio piega la metà di persone. Alla Bbc la- il protettore del monopolio Mediaset. vorano 22mila dipendenti ed hanno La7 invece? meno canali. Questo è il livello della di- Si barcamena, è piccola in una situazioscussione in Italia. Noi non produciamo ne monopolitistica, fa quello che può, più. Questo è il problema. I nostri pro- infatti ha sempre perso. Riguardo al pubblico televisivo? duttori sono a Hollywood. Comprare prodotti già fatti all’este- I giovani frequentano poco la Tv. Hanno altro da fare, stanno poco in casa, ro è più conveniente... Certamente, ma porta enormi conse- fanno tardi la sera... guenze. Se non c’è una grande azien- Se guardano i primi 7 canali lo fanno da pubblica, molto più grande di quel- solo se ci sono programmi dove sono la privata, come è in Inghilterra, che loro i protagonisti. I giovani guardano produce e quindi evita quello che sareb- quello di cui poi si divertono a parlare be una totale dipendenza del prodot- il giorno dopo. In questo momento vanto estero, finisce come sta avvenendo no molto i talent. Programmi televisivi a Rai e Mediaset, dove la caratteristica per i giovani ce ne sono, benché non è di riproporre quello che comprano al- siano certo il pubblico più vasto né mai l’estero: o prodotti tali e quali, come lo saranno. Il pubblico a » SEGUE A PAG.19 16 I
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[ A DESTRA, IN BASSO, ANTONIO PREZIOSI, DIRETTORE DI RADIO UNO E DEL GIORNALE RADIO RAI. ]
[ DI
GIADA VALDANNINI ]
LA DEMOCRAZIA AL TEMPO DEL WEB «Quanti sono i volti della politica? Tanti, quanti i suoi protagonisti. Può dirsi lo stesso dei linguaggi? E quanto l’innovazione tecnologica ha cambiato gli scenari e i contenuti del dibattito? Ne abbiamo parlato con Antonio Preziosi, direttore di Radio Uno e del Giornale Radio Rai. A lungo, cronista parlamentare, a cavallo dei governi Amato, Berlusconi, Prodi, D’Alema. Che, infatti, ha raccontato...»
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ottor Preziosi, com’è cambiata la comunicazione politica nell’arco degli ultimi anni? La comunicazione politica si è adattata ai tempi, proprio come l’informazione: è diventata più veloce e sintetica. La vera sfida è evitare che queste caratteristiche, di per sé neutre, si trasformino in difetti. La sintesi non è superficialità, se è ricca di contenuti. Il Web ha davvero rinnovato il linguaggio del confronto politico o è solo illusione? Il Web è uno dei fattori di grande cambiamento degli ultimi anni e, dunque, ha certamente contribuito a modificare il linguaggio. Ma non bisogna neanche sopravvalutarlo: la società, il linguaggio, le abitudini sono sempre in movimento e la causa non è mai una sola. Chi, a parte il Movimento Cinque Stelle, ha saputo dialogare con la rete (candidati, partiti)? Dialogare con la rete non è facile per chi non è nativo digitale. Internet rappresen-
ta uno spartiacque generazionale. Ma non è, a mio avviso, il centro del dibattito. Un politico ha bisogno anche e soprattutto di altre qualità. La rete, il dialogo con essa, può rappresentare un valore aggiunto tenendo conto che quest’anno, per la prima volta, hanno votato coloro che sono nati con internet. Il Web è veramente uno strumento di democrazia o la culla di un nuovo populismo? Sono convinto che sia arrivato il momento di affrontare il Web e non lasciare il campo a facili polemiche. Dietro ci sono temi importanti: dalla libertà alla privacy, ma anche e soprattutto la tutela dei minori. Come giudica le capacità di comunicazione dei principali schieramenti, tra Centrodestra, Centrosinistra e M5S? Parliamo di partiti che hanno tre modalità diverse di comunicare e, quindi, fare un paragone non è semplice. Il Centrodestra è sicuramente stato protagonista della comunicazione politica di questi anni ed è il par-
tito che ha introdotto maggior cambiamento rispetto al passato. Il Centrosinistra, più tradizionale, mantiene una comunicazione “fedele” al suo elettorato e preferisce forme più classiche di comunicazione politica. Il Movimento Cinque Stelle deve ancora essere messo alla prova dal fattore “tempo”. Ma i “grillini” hanno dimostrato grandi doti durante la campagna elettorale conquistandosi titoli, aperture di giornali e attenzione di radio e Tv, anche senza andarci. Radio e Tv quanto riescono a stare al passo con le nuove tecnologie? Posso parlare della radio, lo strumento del quale mi sono occupato di più in questi anni. Io credo che la radio abbia la capacità di cavalcare al meglio le nuove tecnologie. Data per morta decenni fa, ha saputo rinnovarsi e ritrovare una seconda giovinezza. In quattro anni di lavoro alla direzione di Radio Uno e alla guida del Giornale Radio, abbiamo tolto la polvere dalla vecchia radio e le abbiamo restituito forza, credibilità e capacità di innovazione.
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[ DI ROMINA
INCHIESTA
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AUDIENCE A TUTTI I COSTI
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«Oggi predomina solo la logica di mercato in una pluralità di soggetti emittenti. Non c’è più un elemento unificante o dall’azione pedagogica verso i giovani. E non solo verso di loro. Attraverso la Tv il rischio è quello di mutuare comportamenti, di diventare insensibili alla violenza, di sentirsi vittime della società. Parla Elisa Manna, responsabile delle Politiche Culturali del Censis»
[ A SINISTRA, ELISA MANNA, SOCIOLOGA E RESPONSABILE DELLE POLITICHE DEL
CENSIS. ]
«Non è tutto da buttare: esistono programmi tv ben fatti, di qualità e di approfondimento. Ma restano una goccia in un mare di palinsesti commerciali, dove a dettare legge è la pubblicità»
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CULTURALI
VINCI ]
lisa Manna è una sociologa, una ricercatrice ed è Responsabile delle Politiche Culturali della Fondazione Censis. Ha pubblicato recentemente Anima e Byte. Valori e nuove generazioni (Edizioni Paoline), un libro che «nasce da una lunghissima esperienza, di oltre trent’anni, passata a studiare l’influenza dei media sulle nuove generazioni», come lei stessa ci racconta. «Esiste una condivisione della comunità scientifica internazionale sugli effetti dei media, ed ho voluto far conoscere questi risultati ad un pubblico più largo. Il titolo Anima e Byte allude proprio al fatto che c’è un rapporto stretto tra la dimensione psichica, quindi la coscienza delle persone, e le nuove tecnologie». Dottoressa Manna, com’è cambiata la televisione oggi, rispetto agli anni Ottanta? È cambiato il panorama dell’offerta. A quel tempo c’erano le prime avvisaglie dell’influenza della televisione commerciale, oggi siamo in piena Tv che segue una logica di mercato, con una rincorsa dell’audience a tutti i costi. Oggi esiste una pluralità di televisioni: i ragazzi spesso la vedono sul computer oppure sullo smartphone. Non esiste più un elemento unificante o un’azione pedagogica di una televisione, anzi. Spesso bisogna parlare di influenza negativa, perché ci sono dei contenuti audiovisivi che la legge definisce nocivi.
Esiste ancora una Tv di qualità? Senza dubbio sì. Esistono tanti programmi fatti artigianalmente molto bene. Penso alle varie trasmissioni che ci fanno scoprire la bellezza della natura, le meraviglie dell’ambiente, come pure gli approfondimenti culturali. Ci sono tanti programmi di qualità, però sono una goccia nel mare, perché poi la maggioranza delle trasmissioni televisive è affidata a logiche di mercato che rispondono a requisiti completamente diversi. E allora le famiglie devono cercare di capire quanto i reality show, quanto i format più scadenti possano influenzare la concezione della vita dei nostri figli. Nel Suo libro approfondisce il tema di come la pubblicità generi una cultura del consumismo, che porta dei conflitti in famiglia ed anche un imbarbarimento dei sentimenti. Come ci si difende da ciò? È necessario possedere degli strumenti culturali che ci possano tutelare. Le soap opera, ad esempio, presentano un’idea di amore molto falsa, artificiale, in cui ci sono o grandi passioni o grandi odii: una rappresentazione dei sentimenti schematica. Se si legge un buon romanzo ci si accorge, invece, di come i sentimenti siano sfumati, più complessi, proprio come avviene nella vita reale. Sono convinta dunque che ricominciare a leggere, sia per gli adulti che per gli adolescenti, costituisca un formidabile antidoto.
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Capitolo violenza nei media. Quanto è alto il rischio di interiorizzare scenari violenti al punto di, in un certo senso, giustificarli? È molto alto. Il Congresso degli Stati Uniti ha recentemente promosso uno studio che ha messo un punto fermo. Si è visto che la violenza, soprattutto per l’effetto cumulativo di esposizione a film e contenuti violenti, può produrre tre tipi di effetti: nelle personalità più orientate all’aggressività una crescita della stessa e dei comportamenti di cultura imitativa, sia a breve sia a medio-lungo termine; nelle personalità più sensibili e delicate viene indotto un processo di vittimizzazione, cresce la tendenza ad avere paura della società; il terzo effetto invece - il più grave - è una forma di desensibilizzazione, cioè si vede la violenza della realtà come se si fosse dinanzi ad uno schermo, come se fosse finzione. Quali sono i nuovi scenari che si aprono e quale strada bisogna percorrere per avere una televisione più democratica e positiva? Io credo che in un periodo di convergenza mediale sia cruciale il ruolo della Rai: il servizio pubblico deve essere riconoscibile. Per questo apprezzo la decisione dell’attuale presidente Rai, Anna Maria Tarantola, di non trasmettere Miss Italia: è un segnale forte rispetto all’immagine oggettificata della donna che imperversa ovunque. La bellezza è una cosa straordinaria, tutti l’ammiriamo, ma non bisogna farne mercato.
{
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Gli Stati Membri dell’Unione sostengono i servizi radiotelevisivi pubblici, di cui il trattato di Amsterdam del 1999 ha riconosciuto il valore democratico, sociale e culturale. Questo ne consente il finanziamento, purché i fondi siano erogati per obiettivi pubblici, non impediscano le operazioni commerciali e non falsino la concorrenza. L’Unione ha anche definito alcune norme base in difesa della liberalizzazione dei mercati, dell’equa concorrenza e della tutela dei minori. Ecco cosa chiede l’Unione ai Paesi Membri.
L’UNIONE EUROPEA E IL SERVIZIO PUBBLICO
» Favorire il libero commercio di programmi televisivi e servizi di video a richiesta sul mercato dell’UE. » I canali televisivi devono riservare almeno metà della durata delle trasmissioni a film e programmi prodotti in Europa. » Proteggere la diversità culturale. » Trasmettere i grandi eventi, non solo su canali a pagamento, rendendoli accessibili al grande pubblico. » Tutelare i bambini e i giovani dalle trasmissioni violente o pornografi-
» SEGUE DA PAG.16 cui si rivolge la televisione nostrana è quello degli over 60, sia perché sono anagraficamente sempre di più, sia perché trascorrono più tempo in casa. Come giudica i programmi che riguardano gli over 60? Rispondono alle esigenze di questa fascia d’età? A occhio e croce direi che non si fa altro che parlare di medicina e alimentazione. Oltre a questo genere di programmi, non ci sarebbe bisogno di altro? Una informazione più pacata, di utilità, che parli di lavoro, previdenza, di consigli del vivere quotidiano, di buone pratiche? Personalmente, l’esperienza che ho fatto nel 2012 a La7 in due programmi, L’aria che tira o Coffee breack, è che gli anziani non stanno più in panchina, ma davanti al computer da dove interagiscono con i programmi e ne orientano i contenuti. Scrivono alle rubriche e i suggerimenti vengono presi al volo. Dalla mattina alla sera arrivavano le e-mail dei telespettatori. Parlavamo degli esodati, dei ricongiungimenti pensionistici onerosi. Siamo diventati tutti molto più competenti perché abbiamo imparato molto da loro. Poi certo, ci sono i programmi trash, le Velone, i tronisti over 65 di Uomini e donne. Perché non ci si arrischia a proporre qualcosa di diverso, di più inno-
che, inserendole nella programmazione notturna e/o limitandone l’accesso mediante dispositivi tecnici incorporati nel telecomando. » Garantire il diritto di replica a quanti sono stati ingiustamente accusati durante una trasmissione televisiva. » Fare in modo che tutti i servizi di media audiovisivi rispettino norme minime per la pubblicità. » Limitare la pubblicità a 12 minuti all’ora (il massimo autorizzato). (Fonte: Unione Europea) vativo e qualitativo? La Tv che si fa oggi è molto semplice, fare una televisione diversa richiederebbe linguaggi complessi, lunghe ricerche, immagini dai luoghi. È una televisione che costa cara. Inoltre, per proporre qualcosa di diverso e innovativo c’è bisogno di concorrenza. Quando questa non c’è si preferisce andare sul sicuro. La televisione da anni ormai è fatta di amministratori, non di creatori. Per generare creatività c’è bisogno prima della concorrenza e poi dei soldi, ma la concorrenza fa sì che il denaro arrivi con la creatività. Mentre senza concorrenza, con la creatività si corrono solo dei rischi. Cosa pensa dei canali digitali? Potrebbero chiudere anche domani mattina. Mentre la Rai con i canali specializzati, così li chiamano, ha recuperato quello che ha perso sui primi due, Mediaset ha perso senza recuperare niente. In definitiva, abbiamo la possibilità di scegliere davvero cosa guardare? Entro i limiti delle articolazioni delle offerte, sì. Scegliere tra Striscia la notizia e Otto e mezzo di Lilli Gruber è una scelta, così come seguire il telegiornale-racconto di Mentana o il Tg1 o il Tg5. Abbiamo meno scelta di quanto pensiamo perché non c’è concorrenza, ma non siamo privi di scelta. Abbiamo sette canali dove l’unica variazione vera negli ultimi tre anni l’ha introdotta La7. LUGLIO/AGOSTO 2013
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INCHIESTA
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Giù le mani dal TELECOMANDO [ DI ROMINA
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«Le vittime di una “cattiva” televisione, alla fine, sono i telespettatori, in special modo i piccoli. Le fasce protette esistono, ma restano sulla carta mentre il Comitato Media e Minori è ancora senza nomine istituzionali. Sul tema Tv e minori abbiamo rivolto qualche domanda ad Angela Nava Mambretti, presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti» [ ANGELA NAVA MAMBRETTI ]
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ottoressa Nava, qual è la correlazione che lega, oggi, scuola e televisione, e quali le conseguenze che possono avere sui minori? Anche se viviamo nell’era della
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multimedialità, la televisione continua ad essere il mezzo prevalente nelle case degli italiani, perché opera come se fosse una babysitter, con genitori con poco tempo libero e sempre in affanno. Una cattiva televisione, quindi, è produttrice di una cattiva cultura. Ne conseguono danni e guasti di modelli e di valori che non stanno aiutando una giovane generazione a crescere. Tra reality show e format televisivi ogni giorno si combatte la guerra per accaparrarsi il picco degli ascolti. Come può il telespettatore contrastare tutto ciò? Da quando soprattutto il servizio pubblico si è messo a rincorrere l’audience in una guerra economica senza quartiere, il ruolo complessivo della televisione si è abbassato. Si inseguono i bisogni più 50epiu.it
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bassi, assistiamo all’esplicitazione dei sentimenti personali, più sono urlati e meglio è. L’idea che dietro la porta ci sia un facile successo e che il vero valore è la furbizia. Tutto questo è molto difficile da contrastare. Fin quando la Rai, che è un servizio pubblico, non saprà riprendere il suo ruolo e fin quando le imprese non inizieranno a ricordare che oltre ai profitti hanno anche una responsabilità sociale e d’impresa, la battaglia sarà persa. Noi, con il Consiglio Nazionale degli Utenti, proviamo a manifestare il nostro dissenso perché c’è un bene superiore rispetto alle logiche del mercato. Il digitale terrestre e le varie piattaforme satellitari hanno portato ad una proliferazione di canali. Quanto è rischioso, oggi, lasciare un telecomando in mano ad un bambino?
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È veramente un’azione criminale; è come se lo lasciassimo solo in una piazza, esposto a tutte le sollecitazioni e i pericoli esterni. Nei nuovi televisori esiste la funzione “Parental Control”, che consente all’adulto di monitorare o bloccare l’accesso a determinate trasmissioni e contenuti, ma sono ancora poche persone ad utilizzarla. Senza contare poi che, ad oggi, è l’emittente stessa a decidere cosa è nocivo o meno. Insomma, siamo in una giungla. Esistono ancora le fasce protette? E che ruolo hanno? Esistono sulla carta, ma di fatto vengono trasgredite. Perché il pericolo non viene soltanto dall’immagine pornografica o dalla pubblicità più o meno aggressiva. Spesso sono proprio i contenuti ad essere dannosi, in quanto portatori di valori veramente negativi. Mi riferisco a quelle forme di intrattenimento volgare, sensazionalistico, irrispettoso. Su mandato del Ministro delle Comunicazioni, nel 2002, la Commissione per l’assetto del sistema radiotelevisivo aveva varato il Codice di autoregolamentazione Tv e Minori. A che punto è oggi? Il Comitato è stato in pieno funzionamento fino al 2011, dopodiché non è stato più rinominato, ed è passato più di un anno. Stiamo parlando di un organo istituzionale, supportato da una legge dello Stato, che ha visto deficitari proprio i Ministeri preposti alla nomina dei membri. In che senso? Il Comitato ha tre voci: la voce degli utenti, delle emittenti e le voci istituzionali. Le nomine delle istituzioni non sono mai state fatte dal Governo Monti. È più di un anno che gli italiani non dispongono di un luogo a cui far arrivare ufficialmente ed istituzionalmente la loro voce, e le associazioni non possono farne le veci. Il Governo Letta vi ha dato delle risposte in tal senso? Purtroppo non ancora. C’è una disattenzione grave delle Istituzioni nei confronti dei bambini, ci auguriamo che i politici aprano presto gli occhi.
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> @VVISO AI NAVIGANTI
I PREFERITI DI DI PAOLO NEGRINI
LA TOP 5 DELLE COSE DA FARE, VEDERE, ASCOLTARE IN RETE
UNA PARATA SUL GHIACCIO [ IMPECCABILI COREOGRAFIE MILITARI ] Dopo aver guardato il video che vi propongo non potrete fare a meno di dire: «Mai visto niente di simile!». In effetti, un evento indescrivibile. Otto minuti da seguire trattenendo il fiato, nei quali la Guardia Reale Norvegese si esibisce in una parata a dir poco insolita, su una pista da ghiaccio. La coreografia è veramente originale ed il sincronismo ai limiti della perfezione. L’esaltazione raggiunge l’acme quando, in omaggio ad Ennio Morricone, vengono suonate da una banda musicale, composta da strumenti a fiato e a percussione, alcune delle sue più note colonne sonore di film. Unico neo, per vedere il video dovete andare su Youtube ad un indirizzo indicibile. >> www.youtube.com/watch?v=xe-6vaMRSt4
FOTO ON LINE [ TRA TOCCHI E RITOCCHI ] Volete eseguire il fotoritocco delle vostre foto digitali senza dover scaricare alcun programma sul vostro computer? I siti web che consentono di modificare foto on line sono davvero molti, ma non tutti risultano validi. Vi suggerisco PixIr, un sito che risponde alle specifiche necessità di fotoritocco, senza aver la presunzione di essere uno strumento professionale. Completamente in lingua italiana, può risultare utile anche ai più esperti. >> http://pixlr.com/editor/
LA TV NEL COMPUTER [ REGISTRAZIONI, DIRETTE E DIFFERITE ] In un prossimo futuro, computer e Tv saranno integrati in un unico dispositivo. Un esempio dei passi in questa direzione possiamo vederlo su Guardatv, portale che raccoglie i migliori siti Internet per trasmissioni in streaming, dal vivo e registrate. Qui potrete seguire i programmi in diretta o differita, suddivisi per genere, argomento e Paese.
SOTTO IL SEGNO DEL... [ COSA DICONO LE STELLE? ] Avete mai dedicato qualche minuto alla lettura di pubblicazioni di predizione generica sul destino individuale delle persone, per dirla in breve, l’oroscopo? Che ci si creda o meno, almeno una volta abbiamo ceduto alla tentazione. Oroscopi.com, pubblica oroscopi per tutti i gusti, da quello tradizionale, al maya, al celtico al cinese. Nella simbologia cinese sono un drago. E tu? >> www.oroscopi.com
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Se c’è una cosa che non manca in Italia sono le sagre, le fiere e le manifestazioni tradizionali legate ai prodotti della terra, alla cultura, alla musica popolare, alla fede e ai lavori artigianali. Sul sito SagreinItalia potete trovare gli eventi più interessanti suddivisi per regione, provincia e tipologia. Perché non approfittarne, specialmente nel periodo estivo, per trascorrere una piacevole giornata? >> www.sagreinitalia.it
>> www.guardatv.it LUGLIO/AGOSTO MAGGIO 2013 2011
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DAVID
GROSSMAN SOLO NEI LIBRI POSSONO COESISTERE GLI OPPOSTI. SE LA REALTÀ È DIVERSA,
LA LETTERATURA AIUTA A COMPRENDERE CHE NELL’ALTRO C’È SEMPRE UN ESSERE UMANO
DI RENATO MINORE
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LA PERDITA DEL FIGLIO NEL 2006 NEL CONFLITTO ISRAELO-LIBANESE. IL TENTATIVO DI AVVICINARSI CON LA SCRITTURA A QUEL SILENZIO CHE SEPARA LA VITA DALLA MORTE, IL PRIMA DAL DOPO. LA NECESSITÀ DI USARE LA POESIA ANCHE IN UN ROMANZO PER SPEZZARE TUTTE LE REGOLE. DAVID GROSSMAN PARLA CON 50&PIÙ DEL SUO RAPPORTO CON LA SCRITTURA, DEL SUO VALORE BENEFICO
}
[ DAVID GROSSMAN ALLA PRESENTAZIONE DELLA SUA ULTIMA OPERA “CADUTO FUORI DAL TEMPO”, AVVENUTA A TORINO DURANTE IL XXVI SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO. ]
Tra i suoi titoli, Il duello, Vedi alla voce: amore, Ci sono bambini a zig-zag, La memoria della Shoah. L’ultimo romanzo, Caduto fuori dal tempo è un “canto a più” voci, un lamento polifonico simile alla tragedia classica
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erdere un figlio spezza tutte le regole, è innaturale. Ho scritto Caduto fuori dal tempo per arrivare a quella frontiera di silenzio che separa la vita dalla morte». Così ha raccontato David Grossman al pubblico ammutolito che riempiva «Non bisogna l’Auditorium del rassegnarsi Lingotto, durante a credere che l’ultimo Salone del la realtà basti Libro. Suo figlio a se stessa: c’è qualcosa che va Uri non c’era più oltre la nostra dal 2006 strappaesperienza, togli dalla guerra c’è l’amore, israelo-libanese e ci sono i legami» Grossman parlava di quello strappo con una pacatezza emozionante: «Solo nei libri possono stare insieme le cose e la loro perdita». Un romanzo? Una poesia? Il suo libro (in Italia pubblicato da Mondadori) si presenta come «un canto a più voci, un lamento polifonico che echeggia il modulo in versi della tragedia classica». «Lo stile - dice Grossman - non può essere separato dalla carne del racconto. Un figlio che muore infrange una norma elementare della vita. Prima ho cominciato a scrivere il mio libro in prosa, ma dovevo spezzare le righe: anche la scrittura deve rompere le regole, cioè le righe. La poesia è la cosa più vicina al silenzio. La spinta a scrivere arrivava quasi sempre insieme a quella di non scrivere. Se proprio dovevo dire qualcosa, doveva essere esile, quasi evanescente. Cioè, doveva essere molto vi- » LUGLIO/AGOSTO 2013
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INTERVISTA DAVID GROSSMAN cino alla poesia». Un lamento e un dolore si infrangono su queste pagine bianche con la stessa violenza di quando il mare tortura gli scogli. Un grido silenzioso è quello che Grossman porta con sé, giorno dopo giorno, un fardello comune a molti uomini, padri o madri. La catastrofe rischia di annichilire, «ma non ho voluto arrendermi a questa immobilità. Se non avessi iniziato a vergare il mio diario, la mia vita sarebbe stata insopportabile». Mai come in un’occasione del genere scrivere è stato per Lei qualcosa di essenziale? Io penso che scrivere sia un’azione molto sovversiva, se un libro non mi cambia radicalmente, se non scuote la mia vita fino alle radici, non è un vero libro. Letteratura come vita, si potrebbe dire. O meglio: l’esperienza, anche quella dolorosa, serve per individuare la carica simbolica che essa possiede? Non mi rassegno a credere che la realtà basti a se stessa: c’è qualcosa che va oltre la nostra esperienza quotidiana, qualcosa che ha a che fare con il rapporto d’amore tra un uomo e una donna, con il legame tra genitori e figli, tra un padre che sopravvive al figlio morto. Un qualcosa che rimanda al bisogno di sopravvivenza oltre la morte, di cui la letteratura è ancora l’espressione. Essenziale è ovviamente il rapporto con la lingua. Grossman, che scrive in una lingua parlata da non molte persone, confessa di considerare questo né un privilegio né una menomazione. Prima che fosse tradotto in ogni parte del mondo, gli chiedevano spesso cosa provasse a circolare con i suoi libri in una comunità tanto ristretta. Quanti saranno infatti quei lettori che la capiscono all’origine? Saranno cento, duecentomila quelli che leggono libri in ebraico. Cosa risponde? Puoi fidarti di loro: sai che le loro parole risuonano nella loro coscienza. Un lettore anglofono non può immaginare un suo, sia pure ipotetico, lettore. Al contrario, il lettore di testi ebraici è unico, non è una folla. Avverto la sua presenza. C’è poi qualcosa che riguarda la condizione stessa della lingua ebraica, il suo rapporto con il passato. Se Abramo fosse a tavola con noi, capirebbe al-
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[ GROSSMAN HA ESPLORATO SPESSO NEI SUOI LIBRI LA DIMENSIONE DELL’INFANZIA, RACCONTANDO STORIE ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI BAMBINI, PERCORRENDONE SOGNI, GIOCHI E PAURE. IL RISULTATO È STATO UNA LETTERATURA PER RAGAZZI, UN PUBBLICO SEVERO DA NON TRASCURARE.
]
NEI PRIMI ROMANZI I SENTIMENTI SI LEGAVANO ALLA QUOTIDIANITÀ DI ISRAELE. POI L’AMORE È PREVALSO RISPETTO AL MEDIORIENTE
«Per non rimanere prigionieri di una definizione di se stessi bisogna immedesimarsi nell’altro e comprendere che non siamo solo 100% donna o 100% uomo, 100% israeliani o 100% palestinesi. Solo se decidiamo di gettarci nel flusso costante dei generi opposti, solo allora “saremo” davvero, e tutto diventerà più facile»
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meno il settanta o l’ottanta per cento delle parole che ci diciamo. Non si può dire di altre lingue. Nei miei primi romanzi, l’indagine sui sentimenti era intrecciata con la realtà quotidiana di Israele. Poi la pressione dei fatti è diventata eccessiva. Ho dovuto dividermi: se volevo parlare del Medioriente scrivevo un articolo, se volevo raccontare una storia d’amore pensavo a un romanzo. Ne Il duello, un suo racconto per adolescenti, il protagonista è un ragazzo israeliano che non capisce perché due anziani signori stanno per uccidersi (siamo negli anni Sessanta) e finiscono nella trappola del “duello”, un insieme di idee, prestigio e potere da cui sembra impossibile uscire. Il passato è qualcosa sempre vivo nel cuore, nella mente e nell’azione degli uomini. Quel duello è la metafora di un con-
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DAVID GROSSMAN flitto permanente tra i due popoli che continua ancora oggi. Come lo spiegherebbe Grossman a un bambino di otto, dieci anni? È impossibile spiegarlo a un adulto, figurarsi a un bambino. Mia figlia, quando era bambina, mi chiedeva perché Israele faceva quello che faceva, ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, perché ognuno si comporta contraddicendo i valori che ci sono stati tramandati. Lei ha raccontato la storia dell’Olocausto visto dalla parte di un bambino che non l'ha conosciuta. Ha raccontato la guerra dei Sei Giorni, rivissuta anch’essa dalla parte di un Suo coetaneo che non vuole crescere. Ora, come racconterebbe questa nuova esperienza dei ragazzi israeliani e palestinesi coinvolti nel conflitto in atto? La realtà è un vero incubo, impossibile da capire. La realtà è così frontale e spesso così violenta che la paura prevale: è come un’armatura di cavaliere senza il cavaliere, un’armatura vuota su cui preme tutta l’insostenibile forza della realtà. La cosa più difficile è mantenere viva la speranza. Si parlava prima dei bambini. Come si confrontano con questa realtà? I bambini vivo«Le mie storie no fino in fonper adulti sono do una terribile più dure, ma sensazione di invogliono risalire certezza. Dalal bambino che è l’una e dall’altra in ognuno di noi parte hanno per redimere avuto paura di e liberare l’adulto uscire di casa, di che da sempre andare in auto, nega le sue di andare a emozioni» scuola. Ci sono problemi psicologici connessi alla guerra: bambini che bagnano il letto, che non sanno stare soli a casa, che non riescono a dormire. Soprattutto sentono che i loro genitori sono incapaci di proteggerli. Pensano che quella sia la norma, si abituano a questo stato di cose? E non è così che nascono, dall’una e dall’altra parte, gli stereotipi del nemico, dell’avversario? Certo, è più facile vivere di stereotipi per proteggere se stessi dalla realtà. È difficile, dall’una e dall’altra parte, capire che nel nemico, nell’avversario si nasconde un essere umano. La letteratura è molto importante per farci comprendere questa distinzione fondamentale. Lei ha spesso esplorato il mondo dei bambini tra sogni, giochi e paure. Oggi in Israele un bambino può ancora sognare? Crescere in una situazione del genere è molto complicato. Lo è per i nostri figli come per i bambini palestinesi, che vedono i loro genitori umiliati ogni giorno, incapaci di dar loro sicurezza, preda della paura
Nasce a Gerusalemme nel 1954. È considerato tra i più grandi scrittori contemporanei. Autore per bambini, ragazzi e adulti, con Il vento giallo, saggio sul popolo palestinese nei territori occupati dagli israeliani, ha ottenuto grande successo, innescando dibattiti in Israele. È stato corrispondente e attore radiofonico
e della disperazione. E noi: come si può avere paura di entrare in un supermercato o andare al cinema? Quello che abbiamo sperimentato è così distruttivo che sarà difficile cominciare a far sorgere nei bambini un’altra mentalità, senza la paura. Se vivi in questo modo per 100 anni qualcosa si distrugge dentro di te. Non so quanto tempo ci voglia per curarlo. I suoi libri per ragazzi (Le avventure di Itala, Un milione di anni fa, Un bambino e il suo papà) sono da mettersi sullo stesso piano degli altri per adulti. Come Il sorriso dell’agnello, Vedi alla voce amore, Caduto fuori dal tempo. Hanno pari dignità. Anche se il tono è diverso... I ragazzi sono un pubblico severo, da non trascurare. Le mie storie per adulti sono più dure, più crudeli. Voglio risalire al bambino, puro e semplice, che è in ognuno di noi per redimere e liberare l’adulto che, crescendo, ha negato le proprie emozioni. Sto pensando all’ossessione amorosa che lega Yair a Miriam in Che tu sia per me il coltello. Il racconto del modo estremo in cui una coppia vive l’euforia e la caduta del sentimento d’amore è anche la ferita profonda del sentimento stesso. È vero. Voglio raggiungere la «A volte la realtà pelle viva ma è così frontale e congelata che che la paura diretta in noi separa il può prevalere, è bambino dalcome un’armatura l’adulto, e sciovuota su cui preme glierla per pertutto il peso della mettere alrealtà stessa. l’adulto di ritroLa cosa difficile vare naturalezallora è mantenere za e vivacità, la speranza» per ricollegarsi al bambino di cui stavamo parlando. Lei ama molto l’Esodo biblico. Qualche anno fa è uscito un suo commento al testo da Einaudi. Lo trova “attuale”? È una storia enorme. Tutto, lì, è stato scritto. Non siamo mai stati liberi totalmente dalle nostre schiavitù. Ma da quelle paure ora possiamo liberarci. E adesso siamo ancora prigionieri della nostra paura di essere ancora vittime dopo la Shoah, di cadere nell’autocommiserazione. Tutto è stato scritto: bisogna soltanto saperlo leggere. Un grande dolore può creare grande speranza? Il miglior modo per non essere intrappolati in una definizione è immedesimarsi nell’altro e capire che non siamo solo 100% donna o 100% uomo, 100% israeliani o 100% palestinesi, perché tra due generi e due etnie opposte c’è un flusso incessante che scorre, un flusso che ci accomuna e solo se decidiamo di gettarci in esso riusciremo finalmente ad essere, a smettere di definirci ad ogni costo e, forse, tutto sarebbe più facile. LUGLIO/AGOSTO 2013
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CALA LA VOGLIA DI LEGGERE, MA NON QUELLA DI SCRIVERE E DI VEDERE - MAGARI - PUBBLICATO UN PROPRIO LIBRO. TRA CORSI DI SCRITTURA CREATIVA, CONCORSI E CONSIGLI DI GRANDI AUTORI, IL MONDO DELL’AUTOEDITORIA PRENDE SEMPRE PIÙ PIEDE
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30 minuti
Vanity press
Sotto il 50%
di scrittura senza sosta è un ottimo allenamento per “creare” e individuare la propria personalità.
Così, tempo fa, era definita, in modo dispregiativo, l’autopubblicazione di libri.
è scesa la percentuale di italiani che arriva a leggere almeno un libro all’anno (Fonte Censis - 2012).
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[ ATTUALITÀ DI
DANIELA FLORIDIA ]
SCRIVO, STAMPO e DISTRIBUISCO:
IL LIBRO ME LO FACCIO DA SOLO N on si contano più i corsi e i laboratori di scrittura, fioriscono i concorsi letterari e proliferano le società che offrono servizi di autopubblicazione, su carta o in formato e-book. Gli italiani hanno scoperto una vena letteraria che porta giovani e meno giovani, manager ed operai a condividere la passione per le aule, virtuali e non, degli innumerevoli corsi di scrittura creativa e a tentare la strada dei concorsi letterari e, infine, della pubblicazione a pagamento. Tenendo presente che, oltre ad essere scesa per la prima volta sotto il 50% la percentuale degli italiani che legge almeno un libro l’anno (Censis - Situazione Sociale del Paese 2012), si assiste ad una generalizzata crisi dei consumi, non solo editoriali. Sembra, quindi, essere in assoluta controtendenza la crescita della domanda di mezzi e strumenti per far emergere quel lato della personalità più legato alla creatività. Le scuole di scrittura più famose, dai nomi assolutamente evocativi (Holden, Omero, etc.), spesso sono associate, legate o consorziate a premi letterari o case editrici. Alcune, per pubblicizzarsi, vantano scrittori da hit parade come Gianrico Carofiglio, non solo fra i docenti, ma anche fra coloro che le hanno frequentate come allievi. Altre, le più strutturate e quindi costose, offrono ai giovani la possibilità di iscriversi e pagare la retta con un prestito d’onore. Altre ancora si presentano come una buona palestra nella quale esercitarsi, allenarsi e confrontarsi con la scrittura. Nella pagina Facebo-
prio lavoro, che è l’altro punto ok di presentazione del Laboradi forza di queste scuole. torio Parole d’Inchiostro, Palestra Chuck Palahniuk, autore di di scrittura di Cristina Biasini, sceFight Club, nel sesto dei suoi neggiatrice e non solo, si legge tredici consigli per scrivere sotche partendo dal presupposto tolinea: «Usa la scrittura come che la scrittura è comunque scusa per organizzare una feun’attività umana - sia essa consta a settimana, anche se chiasiderata un’arte o una tecnica merai quella festa workshop. non può che essere migliorata Ogni volta che passi del temdalla pratica. Citando, poi, a sopo tra persone che valorizzastegno di questa teoria Natalie no e sostengono la scrittura Goldberg, autrice del manuale bilancerai tutte le ore che tradi scrittura creativa Scrivere Zen: scorri da solo scrivendo...». «Lo scrittore si allena in contiPiù cinico, invece, fu Ernest Henuazione... Lo scrittore è in sinmingway che alla domanda: tonia, tonificato, segue il ritmo «Secondo lei qual è la migliore delle colline e dell’autostrada, e preparazione intellettuale per può percorrere lunghe distanze, un aspirante scrittore?», rispochilometri e chilometri di carta». se senza pietà: «Diciamo che E l’allenamento consiste anche nell’improvvisare in maniera sistematica, cioè «L’offerta sul mercato secondo un metodo. dell’autopubblicazione Ad esempio, con gli consente di scegliere esercizi dello scrivere a pacchetti di stampa tempo: 30 minuti sencompleti, oppure za staccare la mano dalsingoli segmenti la pagina o dalla tastiedella filiera editoriale» ra, senza cancellare o preoccuparsi dell’ortodovrebbe uscire di casa e imgrafia, della punteggiatura e piccarsi dopo aver preso atto di della grammatica, per perdere il quanto sia difficile scrivere becontrollo, perché, come sottone, anzi, forse quasi impossibilinea Goldberg: «Se scrivendo le. Poi, tirato giù da qualcuno priviene fuori qualcosa che vi fa vo di compassione, il poveretto paura o vi fa sentire esposti, tufdovrebbe forzarsi a scrivere mefatevici dentro. Probabilmente glio che può, per tutta la vita. è carico di energia». Ma almeno avrebbe la storia D’altronde, chi frequenta un cordell’impiccagione con cui incoso di scrittura, ma ancor più un minciare». D’altronde, superalaboratorio, ha fra le sue motivata la sindrome della pagina bianzioni principali la ricerca e lo svica (ricordate Snoopy, il cane di luppo della creatività e l’indiviCharlie Brown, alla macchina duazione della propria personada scrivere e il suo eterno: «Era lità letteraria, prima ancora che una notte buia e tempestol’acquisizione dei trucchi del mesa...?)», l’horror vacui che può stiere o la messa a punto dello stiassalire all’inizio di un romanzo le narrativo. In un contesto, di o di un racconto, sapen- » condivisione con gli altri del proLUGLIO/AGOSTO 2013
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INTERVISTA AL PROFESSOR ENRICO CARINI
do quanto l’incipit di un testo possa ben disporre il lettore, arriva il momento di decidere cosa fare con l’opera appena terminata. Come trovare l’editore che saprà capire e, quindi, valorizzare il lavoro tanto faticosamente portato a termine? E nel caso in cui questo non accada, come fare per evitare che rimanga nel cassetto o nel computer? Sempre più persone si rivolgono all’autopubblicazione, in cartaceo o digitale, un fenomeno che si sta velocemente evolvendo attraverso l’offerta di servizi sempre più vari che sfruttano delle apposite piattaforme o format. Sotto il termine di autopubblicazione sono ricompresi, in effetti, sia la stampa “fai da te” o il self printing - attività che si limitano a trasformare un manoscritto, ammesso che si possa ancora utilizzare questo termine, in un prodotto stampato o digitale - sia il self publishing o autoedizione che, a differenza del self printing, incorpora o dovrebbe incorporare nel processo anche un lavoro editoriale (per capirsi, dalla correzione di bozze all’editing, dalla grafica al marketing). Una situazione difficile da quantificare - si possono incrociare i dati del rilascio dei codici Isbn (codici a barre) direttamente agli autori (2.000 nel 2011) con i titoli presenti nei principali portali (ilmiolibro.it, lampidistampa.it, Lulu.com, etc.) - ma che sembra aver portato le opere autopubblicate attualmente disponibili fra digitali e cartacee a circa 40.000. Se il digitale ha dalla sua il vantaggio del prezzo (gli e-book sono scaricabili anche con meno di un euro), resta però il fascino del volume, che può essere regalato alla famiglia o agli amici, o esposto in bella vista. D’altronde, fino a non molto tempo fa, per la pubblicazione a proprie spese si parlava, forse in modo anche un po’ dispregiativo, di Vanity press: il ripiego di chi non riusciva a farsi prendere in considerazione da un editore tradizionale, ma voleva comunque trovare una gratificazione dando alle stampe il
INIRAC OCIRNE ROSSEFORP LA ATSIVRETNI
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LEGGERE, LEGGERE, LEGGERE: UNO DEI SEGRETI PER SCRIVERE
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«Parla Enrico Carini, professore e da 14 anni titolare del Corso di Scrittura creativa per 50&PiùUniversità. Che si sia solo agli inizi o “autori navigati”, le persone scrivono rispondendo sempre ad una richiesta interiore»
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rofessore, come si articola il Suo corso? In realtà è un laboratorio, più che un corso. Sono circa 40 ore suddivise in incontri di un’ora e mezza. All’inizio, in quella fase del corso che potremmo definire introduttiva, il lavoro è tarato sopratutto sulla motivazione alla scrittura che viene stimolata anche attraverso altri testi, ma non solo: immagini o musica possono essere spunti formidabili. Non c’è un percorso didattico rigidamente prestabilito, ma è lo stesso gruppo che contribuisce a crearlo a seconda delle caratteristiche dei partecipanti. Nella mia esperienza ho potuto verificare che ogni gruppo è diverso e funziona meglio tanto più è varia la sua composizione, sia per età che per interessi, formazione culturale, istruzione, etc. Vengono svolti anche dei compiti a casa, condivisi fra tutti via e-mail prima dell’incontro successivo, per essere poi comunque letti, discussi e confrontati insieme. Ci sono dei testi che consiglia ai Suoi allievi-scrittori? Non consiglio necessariamente dei manuali di scrittura, all’inizio fornisco degli appunti, ma ci sono dei testi che vale la pena leggere sempre, come La grammatica della fantasia di Gianni Rodari. Poi, io propongo la
lettura di testi d’autore, specialmente italiani, che possono essere considerati “in”, per analizzare la forma e la struttura del testo narrativo. D’altronde, nasco come italianista. Ed è indubbio che si crei un circolo virtuoso fra lettura e scrittura: possiamo scrivere meglio solo se sappiamo leggere meglio. Però, un tempo mi richiedevano solo corsi di letteratura, ora quasi esclusivamente di scrittura creativa; si ha quasi l’impressione che tutti vogliano scrivere, ma pochi leggere. Il che, ovviamente, è un assurdo. L’obiettivo di chi partecipa ai Suoi laboratori qual è? La pubblicazione del proprio lavoro viene presa in considerazione? Specialmente nei corsi organizzati da 50&PiùUniversità le motivazioni delle persone sono le più differenti, alcuni hanno avuto già delle precedenti esperienze, altri sono dei neofiti assoluti. Ad un corso, prendendo spunto da La vita, istruzioni per l’uso di Georges Perec, avevo assegnato un compito che era «immaginate un palazzo: ciascuno di voi si prenda un appartamento, scriva una storia e poi intrecceremo le storie dei diversi inquilini». Il risultato è stato un libro pubblicato dagli autori autotassandosi e, poi, utilizzato come sceneggiatura per la messa in scena a teatro in un corso di drammaturgia.
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[ PERSINO ANDREA CAMILLERI HA ESORDITO CON L’AUTOPUBBLICAZIONE: A 53 ANNI, NEL
1978, PUBBLICÒ “IL CORSO DELLE COSE” DOPO BEN DIECI RIFIUTI DI EDITORI. DA LÌ FU L’INIZIO DI TUTTO. ]
proprio lavoro. E oggi, autoironicamente, una delle piattaforme più attive nel settore si chiama Narcissus.me. In realtà, c’è anche chi sceglie questa strada per avere maggiore libertà, per non dover sottostare ai tagli dei redattori piuttosto che all’imposizione di una determinata copertina: per evitare ingerenze dell’editore si narra che continuò ad avvalersi della stampa a carico dell’autore persino Marcel Proust, anche quando ebbe raggiunto una grande notorietà. Fra i risvolti negativi evidenziati dai detrattori della stampa “fai da te”, però, c’è quello di perdere i canali distributivi più efficaci e i servizi che fanno di un prodotto dilettantistico un’opera professionalmente curata. Per questo motivo l’offerta sul mercato dell’autopubblicazione si sta differenziando, consentendo agli aspiranti scrittori di scegliere un pacchetto completo o di usufruire di un solo segmento della filiera editoriale (dalla correzione di bozze alla grafica, piuttosto che alla commercializzazione). Alcuni portali, ad esempio, gestiti anche con la consulenza di editori, consentono di stampare e distribuire in rete il volume, ma an-
che di passare attraverso le librerie con un sistema print on demand, ovvero “stampa su richiesta”. Del ricorso all’autopubblicazione, relativamente al suo esordio come scrittore di narrativa, peraltro tardivo, ha parlato anche Andrea Camilleri - che, a 53 anni, nel 1978 pubblicò il suo primo romanzo, Il corso delle cose, dopo dieci rifiuti di editori, sotto forma di riduzione per una sceneggiatura televisiva presso un editore di libri a pagamento in cambio di una pubblicità sui titoli di coda - asserendo che da lì «fu come togliere un tappo». Un esordiente ultracinquantenne come Camilleri nel mondo dell’autopubblicazione sembra non essere un’eccezione ma, anzi, un fenomeno sempre più diffuso, specialmente negli Stati Uniti dove AuthorSolutions, la più grande casa editrice votata all’autopubblicazione con circa 28.000 titoli all’anno, stima che almeno la metà dei propri autori abbia 55 anni o più. Un trend che in Italia non è stato ancora confermato da dati ufficiali, ma sul quale si possono trovare ampie conferme, anche solo seguendo gli innumerevoli blog dedicati alla scrittura.
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METTI UN GIORNO IN AUTOSTRADA «Nel pieno dei grandi esodi estivi, il punto della situazione lungo le migliaia di chilometri di autostrade che attraversano il Paese, tra disservizi, suggerimenti, progetti e sperimentazioni» [ ATTUALITÀ DI ILARIA ROMANO E ROMINA
44,470 miliardi sono i chilometri percorsi sulla rete autostradale gestita da “Autostrade per l’Italia” nel 2012.
I costi dei pedaggi autostradali, nel 2013, sono aumentati in media del 3,91%.
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state che inizia, vacanza che arriva! E già, perché non basta la crisi a frenare i grandi esodi estivi. Nel Belpaese, è noto, si usa molto l’automobile per raggiungere i posti di villeggiatura ed i cospicui rincari di carburante ed autostrade non sembrano riuscire ad invertire questa tendenza. Perché
in pochi sono disposti a rinunciare al comfort di viaggiare nella propria vettura, non aver limiti di bagaglio e godere della massima libertà nei movimenti. Evitare di mettersi in viaggio nei giorni da bollino rosso, puntando invece sulle cosiddette “partenze intelligenti”, rappresenta un must dal quale gli automobili-
VINCI ]
sti con famiglie al seguito non possono esimersi. Non sempre, però, bastano a scongiurare le insidie di un sistema autostradale che nasconde numerose pecche. Venusia è un’impiegata statale emigrata al “Nord” per lavoro. Ogni volta che torna dalla sua famiglia, da Torino al Basso Lazio, compie un »
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tragitto di 750 km. «Attraverso l’A6, l’A10, la fortuna di avere una macchina a metano la E80 ed infine l’A1 - spiega - e devo ame con un pieno (13 euro) percorro 330 km, mettere che le autostrade del Centro sono e quindi risparmio. Sono dodici anni che più sicure, più curate e c’è più controllo». Per viaggio, la differenza nei costi si sente, c’è Venusia parlare di parstato un incremento tenze intelligenti è un «Il 47,4% delle persone spropositato». obbligo: «I tratti più A farle da eco anche che si spostano congestionati sono siTiziana, insegnante di quotidianamente curamente Genova alprofessione che, per per motivi di studio l’ora di punta, cioè dalmotivi affettivi, ogni o di lavoro, utilizza le 7 alle 10 del mattino quindici giorni percorl’automobile» e dalle 16 alle 18, Firenre in su e in giù la trat(Rapporto Municipium 2012, Censis e Rur) ze negli stessi orari ed ta Frosinone-Firenze: ovviamente il Grande «Le spese sono ormai Raccordo Anulare di Roma. Io per ovviare insostenibili, il pericolo su strada è costancerco di partire presto la mattina, verso le te: trovi persone che non sanno guidare, 5.30, per non rischiare di rimanere ferma ore capaci di brusche frenate alla vista di un nel traffico». I costi per questa trasferta, che autovelox, o di sorpassi estremi. L’ultimo compie non meno di cinque volte l’anno, sotratto prima di Firenze, in particolare, è no ingenti: «Il pedaggio autostradale è di 51 molto critico, ci sono dei lavori per l’allareuro, stessa cifra quello del carburante, io ho gamento della corsia e continui restringi-
Car pooling: l’idea ecologica e social di viaggiare «Condivisione delle automobili e degli altri mezzi per trasportare persone e merci: una pratica che potrebbe farci risparmiare molto in termini sia economici che ambientali. E nel distretto industriale marchigiano già lo fanno»
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a mobilità su strade e autostrade sta cambiando, grazie ad una maggiore sensibilità per la tutela dell’ambiente, oltre che per il risparmio. Anche in Italia sta prendendo piede il car pooling (dall’inglese car, macchina, e pool, mettere insieme), un’esperienza di condivisione dell’automobile da parte di più persone che si muovono sulla stessa tratta. Il vantaggio è economico, perché i costi di carburante e pedaggio si dividono, ma anche ambientale perché diminuiscono i veicoli in circolazione e si con-
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tribuisce a ridurre l’inquinamento. Oltre ai numerosi gruppi autorganizzati, anche attraverso i social network - principalmente fra lavoratori pendolari e studenti universitari fuori sede - in Italia esistono alcuni portali dedicati. Uno di questi è www.carpooling.it con una banca dati di viaggi nazionali e internazionali: basta registrarsi e inserire la propria offerta o richiesta di passaggio. Il servizio è attivo anche a livello urbano a Roma e Milano.
Un altro esempio è Bring-me, che ha lanciato l’applicazione per smartphone “Car pooling certificate”, in grado di identificare la compresenza in auto di più passeggeri (http://blog.bring-me.it) e che per il 2013 ha stimato che gli utenti che adotteranno questo sistema di mobilità arriveranno almeno a 20mila, con un risparmio complessivo di oltre 160mila euro. Anche Autostrade per l’Italia ha attivato un progetto di car pooling sull’Auto-
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menti di carreggiata». Ma non si tratta di un caso isolato: «Mi muovo spesso anche sulla Firenze-Bologna, e lì la situazione forse è ancor peggiore». Tiziana punta il dito contro la Società Autostrade: «Quando si verifica un incidente la prima cosa che dovrebbero fare è chiudere il casello del tratto interessato, e far convergere le auto in quello successivo. Ed invece questa comunicazione tarda sempre ad arrivare, così si creano file chilometriche ed incolonnamenti al limite dell’umano». Franco di mestiere fa l’agente commerciale. Ogni giorno passa in macchina la maggior parte del suo tempo per raggiungere i suoi clienti. «Il primo problema da scongiurare è il traffico - dice - che spesso non ti consente di arrivare puntuale. A volte, se devo essere a Roma Centro - zona Vaticano per le 9 di mattina, devo partire da casa almeno tre ore prima, per un tragitto che supera di poco i cento chilometri». Dal 1980, anno in cui ha »
INFOVIABILITÀ Un insieme di strumenti e dispositivi è messo a disposizione degli automobilisti per ottenere informazioni sul traffico autostradale in tempo reale. Rai Isoradio 103.3 Mhz è un canale radio che offre aggiornamenti costanti sul traffico. Il Call center viabilità ha a disposizione 180 linee telefoniche con operatori che rispondono 24 ore su 24 (l’addebito dello scatto alla risposta da rete fissa, senza limiti di tempo, è di 7,87 euro). Il numero da chiamare è: 840042121. Gli Hi-Point sono punti d’informazione situati nelle aree di servizio, in grado di fornire notizie su traffico, percorsi e pedaggi. Navigatori satellitari e smartphone, se abilitati al servizio, possono ricevere informazioni sulla viabilità grazie ai contenuti elaborati da una società specializzata.
>> Per saperne di più: www.autostrade.it
strada dei Laghi, che prevede una piattaforma internet per l’organizzazione del viaggio e piste dedicate al car pooling, con uno sconto sul pedaggio (per quattro passeggeri per auto). Per informazioni: www.autostradecarpooling.it/come Il trasporto su gomma: la condivisione può funzionare anche per le merci? Per snellire la viabilità su strada
non basta però condividere i viaggi fra privati cittadini, perché l’altro nodo importante sul quale intervenire resta il trasporto delle merci. Nel 2010 secondo i dati Eurostat, Istat e Anfia (l’Associazione Nazionale della Filiera dell’Industria automobilistica), il trasporto su gomma in Italia ha raggiunto il 91% del volume totale: non a caso il nostro Paese è al secondo posto nella classifica europea dopo la Spagna. Il ricorso alle spedizioni di prodot-
ti su strade e autostrade consente una maggiore flessibilità, ma deve fare i conti con l’alto grado di congestione stradale, le infrastrutture spesso inadeguate e il tasso d’inquinamento in crescita. Impiega quasi 5 milioni di veicoli, e sconta la carenza di integrazione con altri mezzi, come le ferrovie. Per questo alcune aziende hanno pensato di applicare la filosofia del car pooling anche al trasporto merci. Nel distretto industriale mar-
chigiano delle calzature, nel 2009 è nato il progetto “Micro Green Logistic”, dalla collaborazione di Cna e Università di Camerino. La sperimentazione è partita nel 2011, e dal 2012 il servizio è attivo attraverso una piattaforma on line in cui le imprese (40 al momento quelle coinvolte) segnalano gli spostamenti previsti il giorno seguente, e il sistema informatico li gestisce cercando di accorpare più carichi e far muovere meno camion.
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conosciuto Concetta, che poi sarebbe diventata sua moglie, Franco percorre la famigerata A3 Napoli-Reggio Calabria almeno sei volte l’anno. La sua è una memoria storica, che offre un interessante punto di vista su quella che è considerata l’arteria più bistrattata del nostro Paese: «In alcuni punti è migliorata molto nel corso degli anni, fino a Salerno è un’autostrada che si riesce a confrontare con quelle del Nord. Dopo iniziano le peripezie, le continue deviazioni per lavori in corso, e quei 14-15 km a corsia unica che basta un niente per rimanere bloccati». Franco compie un tragitto di 600 km per tornare a casa dei suoceri, impiegando in
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media sei ore: «Il gap principale fino a qualche anno fa era il disagio dell’informazione, la mancata comunicazione su eventuali interruzioni, oggi però la situazione è molto migliorata. Certo l’imprevedibilità è sempre in agguato, soprattutto nel tratto Padula-Lauria, oppure quando la strada attraversa le montagne, come a Lagonegro: la neve d’inverno e gli incidenti d’estate rallentano molto la circolazione». E se c’è una persona che respira a pieni polmoni tutte le criticità dell’A3 è Rosario, che fa il camionista: «Una strada asfaltata male e rotta, piena di buche, non è idonea al transito di questo tipo di mezzi; c’è da dire che
TUTTE LE STRADE PORTANO AL... PEDAGGIO
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buona parte è stata completata, però è innegabile sottolineare come siano andati a rilento per troppo tempo». Rosario fa turni di nove ore: quattro ore e mezzo di guida, tre quarti d’ora di sosta, e altre quattro ore e mezzo al volante. Poi spegne i motori e riposa, in qualche area di servizio: «Non è mai come essere a casa, però, di certo non posso definirlo un lavoro leggero. Troppo spesso i guasti o gli incidenti per strada creano intoppi, e non riusciamo mai ad arrivare a destinazione per tempo». Il carburante alle stelle ed i continui rincari dei pedaggi, minano di gran lunga una professione sempre più difficile da svolgere:
«Sono problemi seri, gli alti costi che siamo costretti a sostenere tra benzina, assicurazione ed autostrade ci stanno portando fuori dal mercato, soprattutto perché ci sono aziende di trasporto estere, soprattutto dell’Est, che garantiscono gli stessi servizi a prezzi molto inferiori». Eppure Rosario una soluzione ce l’avrebbe: «Bisognerebbe prevedere delle piattaforme a metà strada, delle aree di sosta attrezzate per fare scambi merci. Dimezzando i tragitti si riuscirebbe a guadagnare sia in termini di tempo che di costi, mantenendo forse la competitività sul mercato». Ma questa, è un’altra storia, tutta italiana...
«Mentre in molti Paesi europei sono gratuite, in altri solo alcuni tratti sono a pagamento. In Austria, invece, si acquistano i contrassegni stradali per diversi periodi di tempo, così in Svizzera - dove sono annuali - e in Slovenia. Grecia, Spagna e Bulgaria usano i pedaggi» autostrade in Italia »CircaLe3mila chilometri di strade a pedaggio che servono 15 Regioni e 60 Province: sono le autostrade italiane gestite dalla Società Autostrade per l’Italia e dalle altre concessionarie del gruppo. Dalla mappa della viabilità a pedaggio in tutta la Penisola, ci si rende subito conto della disparità fra Nord, Centro e Sud: 26 tratte (escluse le tangenziali di Napoli e Milano e il Raccordo Anulare di Roma), delle quali solo 6 percorrono il Meridione, oltre all’ultima sezione dell’Adriatica, la A14 Bologna-Taranto che arriva in Puglia. Per vedere la mappa: http://www.autostrade.it/la-nostra-rete/index.html?initPosAra=1
Le autostrade in Europa »L’utilizzo delle autostrade può essere soggetto al pagamento di un pedaggio al momento del transito, oppure all’acquisto di una vignetta prepagata (contrassegni autostradali) con una durata temporale specifica e indipendente dal numero dei viaggi, ma in molti Paesi europei è completamente gratuito. Non si paga in Germania, Inghilterra, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Finlandia, Islanda, Estonia, Lettonia e Lituania. In Danimarca sono a pagamento solo alcune tratte, come i ponti di collegamento sullo Storebaelt e sull’Øresund. Lo stesso accade in Irlanda e in Portogallo, dove si paga solo il ponte di Lisbona. Anche in Francia ci sono sia tratte gratuite che a pagamento. In Austria il sistema adottato è quello delle vignette, che possono essere acquistate per 10 giorni, 2 mesi o un anno. In Svizzera le vignette sono annuali e si possono comprare per una tariffa di circa 40 franchi, poco più di 30 euro. Anche la Slovenia ha scelto le vignette, settimanali, mensili o annuali. La Grecia, la Spagna e la Bulgaria invece utilizzano il pedaggio.
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NORD - La A7 Milano-Genova può essere considerata la più antica autostrada di montagna, costruita nella prima tratta fino a Serravalle fra il 1932 e il 1935, con una sola corsia per senso di marcia. La più trafficata è invece la A4 Torino-Trieste, soprattutto nella tratta Milano-Brescia dove ogni giorno transitano dalle 100mila alle 140mila auto.
CENTRO - La A24 Roma-L’Aquila-Teramo attraversa l’Appennino con il Traforo del Gran Sasso, unica opera in Europa ad avere due differenti gallerie ognuna a due corsie. Il picco di traffico per il Centro Italia spetta, però, al Raccordo Anulare, che circonda Roma con i suoi 68 km e un volume di traffico da 160mila veicoli al giorno.
SUD - La più famosa autostrada del Sud, diventata l’emblema dei lavori in corso è la A3 Napoli-Reggio Calabria, formata dalle due tratte Napoli-Salerno e Salerno-Reggio. I lavori per la realizzazione risalgono al 1964, ma il progetto di ammodernamento è ancora in corso e anche l’ultima scadenza prevista per quest’anno, si legge sul sito www.salernoreggiocalabria.it, non sarà probabilmente rispettata.
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MANI NUDE UN TALENTO CHE LO HA PORTATO MOLTO “IN ALTO”, PARTENDO DAL NULLA IL RESTO È STATO UN INSIEME DI SOGNO E DISCIPLINA
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TOCCANDO IL CIELO Cinquantaquattro anni, caposcuola e rivoluzionario dell’arrampicata libera, Maurizio Zanolla, in “arte” Manolo, ha spostato oltre l’immaginabile i limiti umani di questo sport. Ma i limiti - confessa - sono anche quelli quotidiani. Spesso la paura di confrontarci, sbilanciarci ed esprimerci, ci rallenta, ci ferma. Serve un po’ di follia per rompere gli schemi. E di coraggio
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DI STEFANO RIPERT
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n natura non vince il più forte, né tanto meno il più intelligente, ma l’individuo che meglio sa adattarsi alla pressione selettiva di madre natura nell’ambiente in cui è destinato a vivere»: questa frase di Darwin racchiude l’essenza di Maurizio Zanolla, in arte Manolo, caposcuola e rivoluzionario dell’arrampicata libera a livello mondiale, che ha spostato i limiti umani oltre l’immaginabile. Quando è in parete, si ha l’impressione che le sue mani, i suoi piedi - in ogni fibra muscolare che, con fluidità inesorabile, si espande sulla roccia - nascano dalla pietra stessa, forgiate da millenni di adattamento, fino ad arrivare alla pura simbiosi. L’uomo che si fa parete. E aria insieme. Senza orpelli, pensieri inutili. Solo grazia ferina, sublime equilibrio. Arte in movimento, creatività corporea. Maurizio non è nato in montagna, ma ai piedi delle montagne, a Feltre. Poi un giorno, a sedici anni, i piedi li ha infilati in un paio di scarpet-
te da tennis e ha scoperto la dimensione verticale. Niente scarponi da alpinismo, sovrastrutture. Niente esperienza, anche. Forse, un filo di incoscienza. Ma proprio perché era totalmente digiuno di alpinismo, il ragazzo che diventerà Manolo si è potuto avvicinare alla montagna in modo totalmente nuovo. Come nessuno aveva mai fatto prima. Il suo talento ha compiuto il resto di una magia lunga una vita. «Nell’adolescenza - ci racconta - capisci quale ruolo sociale ti è destinato. Da bambino, quand’ero coi nonni, dovevo lavorare. A scuola, invece, correvo per evitare le ore di lezione. Gareggiavo nei 60 ad ostacoli. E crescendo sono stato sempre un po’ insofferente alle divise e ai vestiti stretti». Ci sorride con gli occhi sereni al termine di una giornata assolata. Siamo nel giardino della sua casa, sulle Alpi del Primiero, in Trentino. Pietra e legno in cima ad una salita vertiginosa. Sotto, il serpente verde della valle che si infila tra le montagne.
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MAURIZIO ZANOLLA Cos’è per Lei il talento? Il talento, se non lo rinnovi, non vale. I limiti sono quotidiani. Oggi abbiamo paura di esprimerci, confrontarci, sbilanciarci. Questo ci rallenta, ci ferma. Forse l’arrampicata può sembrare solo uno sport estremo, ma nella vita serve un minimo di follia per rompere gli schemi. Anche le grandi scoperte scientifiche sono state fatte combattendo contro il pensiero comune... Esatto. Di fronte al pericolo, tornare a casa è la cosa più razionale. Ma chiunque sia arrivato in vetta è perché ha fatto quei passi in più che potevano togliergli la possibilità di tornare a casa. Nihil difficile volenti... Sì… Alcune cose che sembrano impossibili, in realtà sono solo molto difficili da realizzare. Devi metterci tutto te stesso, essere tremendamente costante, determinato. Severo, anche. Ci racconta la Sua ultima impresa, il 9a? Il 24 marzo 2012 ho fatto la via Roby Present. L’ho dedicata al mio amico Roberto Bassi, che se n’è andato molto tempo fa. Spieghiamo che un 9a, che Lei ha fatto a 54 anni, è il massimo della difficoltà in verticale. Come cercare appigli sul marmo. Insomma, una sfida che può tranquillamente mettere in crisi un campione con trent’anni di meno... C’è gente che nasce vecchia. Io ho ancora molta curiosità nella vita. Ho la famiglia. Non ho mai provato esaltazione per il successo. Anzi, alla mia età, ogni tanto, mi vergogno. Penso però che scalare a questi livelli, a cinquant’anni, suonati sia un bell’esempio. Quando avevo vent’anni sicuramente in me c’era più incoscienza. Partivo senza troppa pianificazione. Lasciavo a casa corde e imbracature. Dando molto spazio alla sorpresa. Adesso sto attento ai miei limiti, qualche acciacco comincia a farsi sentire, ho chiesto molto al mio fisico. Comunque, io non ho mai sfidato la
In arte Manolo, è nato il 16 febbraio 1958 a Feltre, nel Bellunese. Ai piedi di quelle Alpi che da ragazzo guardava solamente, finché un giorno, con ai piedi solo un paio di scarpe da tennis, a 17 anni, provò ad attaccare una parete. Fu l’inizio di un nuovo capitolo, poiché è l’inventore in Italia dell’arrampicata libera, superando livelli di difficoltà prima inimmaginabili grazie anche alla sua abilità nello sfruttare appigli quasi inesistenti. Una delle vie che sale nel 1998 si chiama proprio Appigli Ridicoli. Si è dedicato anche all’arrampicata free solo: mani, piedi e mente sulla roccia, senza alcuna imbragatura o protezione. Negli anni Novanta diventa noto con un programma tv in cui scala torri, grattacieli e palazzi di tutta Italia. Non ha mai smesso di arrampicarsi. L’anno scorso ha salito la via “Roby present”, un 9a, il massimo grado di difficoltà. Da alpinista ha scalato dalle sue Alpi all’Himalaya, dalla Norvegia all’America, sino alla Grecia. È guida alpina e maestro d’arrampicata. Vive in Trentino, nel Primiero, con la famiglia.
montagna. In qualunque impresa che ho portato a termine ero nelle condizioni giuste per farlo. Cioè, semplicemente, in pace con me stesso. Forse questo è stato il segreto anche di quest’ultima avventura. Cos’è un sogno? Un sogno è qualcosa che ti alleggerisce la vita perché ti porta avanti. Ti fa immaginare quello che non hai. La quotidianità, spesso, è un po’ triste. Il sogno è una rivoluzione mentale. Dovrebbe essere, a mio avviso, il tentativo di cambiare in meglio. Pensa al futuro? E in che ottica? Provo pessimismo verso il futuro. Ma per i miei figli devo sperare. Alice ha undici anni e Nicolò quattordici. A volte mi sembrano su una diligenza impazzita. Il mio sogno per loro è che trovino una passione, disegnare, dipingere, fotografare… Come l’ho trovata io nella scalata. Perché la passione è qualcosa che ti fa vivere, anche se non necessariamente ti dà da vivere. L’essere umano ripone molta fiducia nella tecnologia. Che effetto Le fa? La tecnologia non è mai inutile, dipende da come la usiamo. La tecnologia rende più fragili, più vulnerabili se usata in eccesso. Non abbiamo più la manualità. Non sappiamo più risolvere i problemi senza schiacciare un bottone. Io cerco una vita diversa, una vita che mi tenga allacciato il cordone ombelicale con la concretezza. Cosa legge? Leggo molto, senza una regola. Nella letteratura italiana amo Magris, Parise, Meneghello, Levi, Rigoni Stern, Terzani. C’è poi Sepulveda. I libri che ricordo di più sono i libri dell’infanzia. Di montagna ho letto pochissimo. Gli scalatori li ho conosciuti attraverso le loro vie. Ma “da grande” che cosa vuole fare? Non lo so. Aspettiamo prima di diventarlo.
TUTTO SULL’ARRAMPICATA
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arrampicata, intesa come disciplina diversa dall’alpinismo, nasce negli anni Settanta. È la filosofia del salire senza aiutarsi con protezioni per progredire. Corda, imbrago, moschettoni, fanno parte dell’attrezzatura ma vengono usati solo per assicurarsi, cioè per limitare i danni in caso di caduta. Non si scala necessariamente ad alta quota, ma anche su falesie, cioè pareti a picco alte e continue, magari perfino sul mare. Grande importanza ha la bellezza del gesto atletico. L’evoluzione della disciplina ha portato a superare livelli di difficoltà impensabili. Esiste anche la versione agonistica dell’arrampicata, con gare di velocità, difficoltà e boulder, cioè su una sequenza di sei percorsi brevi, di circa 5 metri ciascuno, che presentano difficoltà estreme.
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Paesi vincitori
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La Francia 36 volte, il Belgio 18, la Spagna 12, l’Italia 9, il Lussemburgo 5, Paesi Bassi e Svizzera 2.
J. Anquetil, E. Merckx, B. Hinault e M. Indurain lo hanno vinto per cinque volte.
Ben 21 tappe e 3.360 chilometri, tra Corsica e Francia, per una gara interamente francese.
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[ SPORT DI LORIS PORCHERI ]
E LA FRANCIA SI TINSE DI GIALLO
«A vincere il primo Tour de France del 1903 fu Maurice Garin, uno spazzacamino valdostano naturalizzato francese. All’epoca, di professionisti ce ne erano pochi e il Tour era nato più come una sfida tra due giornali, La Velo e L’Auto, quest’ultimo nella parte dell’organizzatore della titanica impresa. Ma la gara fu subito un successo di pubblico»
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olti lo chiamano il “grande ricciolo”. Si potrebbe dire “il grande ricciolo d’oro”, ma in realtà sarebbe più giusto definirlo “giallo”. Un ricciolo che, a guardar la sua data di nascita, è ultra centenario, ma che di anni ne può dichiarare solo cento tondi tondi... Eppure, nonostante la veneranda età, milioni di persone continuano ad ammirarlo, soprattutto in Francia, dove è nato nel 1903, e precisamente il 1° luglio. Di chi stiamo parlando? Del Tour de France, altresì detto Grande Boucle (“grande ricciolo”, appunto, o “il grande giro”), per quel suo percorso sinuoso lungo le strade del Paese, prima di giungere alla meta finale nel cuore di Parigi. Cento anni di storia e non di più (a causa delle sospensioni dovute ai due conflitti mondiali, n.d.r.), che quest’anno vengono festeggiati con un’edizione speciale che vede la partenza, per la prima volta,
dalla Corsica e l’arrivo a Parigi, nel buio della notte, come mai era accaduto. Ma perché nacque il Tour de France e cosa accadde “la prima volta”? Tutto avvenne all’inizio dello scorso secolo, quando la Francia era scossa dallo scandalo Dreyfus - l’ufficiale dell’esercito francese accusato di spionaggio a favore dei tedeschi - ed era pervasa da una spaccatura tra innocentisti e colpevolisti. Tra quest’ultimi c’era il marchese Albert De Dion, un magnate nel campo dell’automobile e dell’industria ciclistica, che avrebbe voluto entrare nella “galassia” di una testata sportiva, Le Vélo (“la bicicletta”, in francese), il cui editore, Pierre Giffard, era invece schierato a favore di Alfred Dreyfus. Fu così che Giffard rispose picche alle avances commerciali di De Dion, che non apprezzò affatto il rifiuto né la presa di posizione de Le Vélo sulla vicenda Dreyfus. Il marchese decise, quindi, che avrebbe fondato un
altro giornale sportivo insieme ad altri personaggi facoltosi dell’epoca ed a Henri Desgrange, un ex asso francese del ciclismo su pista, che aveva anch’egli collezionato dei bei “no” da parte de Le Vélo alla sua richiesta di sponsorizzare il velodromo del Parco dei Principi che lo stesso Desgrange aveva acquistato. Il nuovo giornale si chiamò, neanche a dirlo, L’Auto-Vélo e fu stampato su carta gialla. Era il 1900. La rivalità tra le due testate sportive fu subito evidente e senza esclusione di colpi. L’Auto-Vélo iniziò ad acquisire lettori ma il successo, per quanto discreto, non era sufficiente: ci voleva un’idea brillante, un evento sportivo ineguagliabile che attirasse l’attenzione delle persone e aumentasse il numero dei lettori. Cosa non semplice da attuare, se si pensa che Le Vélo aveva creato alcune tra le corse ciclistiche di maggior prestigio come la Parigi-Roubaix. L’idea, semplice o quasi, venne ad un giovane redattore, un ventiseienne di nome Georges Lefevre: una corsa ciclistica che non si limitasse ad unire due città, ma attraversasse l’intero territorio francese. La gara sarebbe stata suddivisa in tappe, in modo da dare ai ciclisti la possibilità di riposarsi, e sarebbe terminata a Parigi. A Desgrange il progetto piaceva, ma chi ne fu entusiasta fu De Dion che diede subito l’assenso per preparare l’impresa e dare il via al battage pubblicitario. Era il 1902. La rivalità tra le due testate continuò tanto da approdare in tribunale; una sentenza costrinse L’Auto-Vélo a togliere quest’ultima parola dal titolo del giornale, come a dire che veniva cancellata la ragione stessa della sua vita. Il pubblico recepì il messaggio della condanna e i lettori iniziarono a diminuire. Si dovevano stringere i tempi per la realizzazione » LUGLIO/AGOSTO 2013
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della corsa e far capire che L’Auto re- ra. Le promesse di denaro sonante stava un giornale sportivo nel qua- ebbero il loro effetto, tanto più che le il ciclismo occupava il posto d’ono- ci furono altre offerte da parte di alre. Venne deciso il percorso, e stila- tri sponsor. A quel punto, alla gara to un regolamento, pur provvisorio. mancava soltanto il nome. E fu semLa gara si sarebbe svolta in 6 tappe: plicemente, Tour de France. Parigi-Lione; Lione-Marsiglia; Marsi- Gli iscritti furono 76; di professionisti ben pochi, ma glia-Tolosa; Toloin compenso tansa-Bordeaux; tissimi giovani di Bordeaux-Nanbuona volontà: tes; Nantes-Pari«In quel garzoni, cameriegi. Ogni tappa 1° luglio 1903 ri, funamboli, era di oltre 400 partirono persino uno che chilometri (si parin 76, ma aveva imparato al traguardo tiva di notte) ed giunsero ad andare in bici era intervallata solo in 21» qualche mese da un paio di prima. I profesgiorni di riposo. sionisti avevano L’iscrizione chi li attendeva al aperta a tutti gli appassionati di bicicletta, professio- traguardo e li portava a mangiare e nisti e non - poteva essere per la ga- a dormire in un albergo; gli altri si dora completa oppure per una frazio- vevano arrangiare da soli: parenti, ne soltanto. Chi cadeva non poteva amici, tifosi, ogni soluzione andava più partecipare alla vincita finale, ma bene. Insieme alla bicicletta dovevasoltanto alle tappe intermedie. Le no portare con sé una sacca con tutbici in gara potevano essere di qual- to l’occorrente per la corsa: una torsiasi tipo, e in caso di guasto ognu- cia per quando si correva di notte, no doveva riparare da sé la biciclet- una mappa per ritrovare la strada in ta. Desgrange, memore degli aiuti caso di smarrimento, un cambio per che in genere venivano offerti ai cor- il freddo e uno per il caldo, cappelridori in difficoltà, fu irremovibile su lo, occhiali per proteggersi dalla polun punto: nessuno poteva farsi aiu- vere. E qualcuno portò anche “qualtare da un allenatore o parente o ti- che sostanza che lo aiutasse” nei foso che fosse. Una decisione che su- momenti di difficoltà. La gara fu un successo di pubblico, scitò non poche proteste. L’entusiasmo per un’impresa per e fece schizzare le vendite del giorquei tempi faraonica c’era, l’atten- nale, anche perché nessuno, tranne zione da parte del pubblico anche; i giornalisti de L’Auto, furono autociò che mancava, però, erano i con- rizzati a seguirla. correnti. Scarsi. A pochi giorni dal via Dopo lotte incredibili e colpi di scegli iscritti erano appena 15 contro na (a Nimes, il gruppo in testa si pergli almeno 60 che Desgrange si se nel buio della notte!), malattie, riaspettava, e Pierre Giffard, dalle co- tiri, mangiate pantagrueliche e sbronlonne de Le Velo, non perdeva oc- ze sonore (per rifocillarsi ci si fermacasione per denigrare l’avversario. va nelle locande dislocate lungo il Ma questi continui attacchi non fe- percorso), i corridori giunsero finalcero altro che rendere più determi- mente al traguardo: erano rimasti in nati gli ideatori della corsa che cer- 21. Vinse quel primo, incredibile Tour, carono di raddrizzare la situazione. Maurice Garin, uno spazzacamino La corsa venne spostata di un me- valdostano naturalizzato francese. se: sarebbe iniziata il primo luglio e Secondo e terzo altri due francesi: finita il 19 dello stesso mese; il vin- Laurent Pothier, a 3 ore dal vincitocitore assoluto avrebbe vinto 12mi- re, e Francois Augereau. L’ultimo la franchi, e il vincitore di ogni tap- classificato aveva 64 ore di ritardo. pa ne avrebbe vinti 3mila, mentre i E gli italiani? Non ce ne furono quelprimi 50 della classifica generale l’anno né gli anni successivi, fino al avrebbero avuto il rimborso spese di 1910 quando un nostro connazio5 franchi al giorno, per tutta la ga- nale, Ernesto Azzini, vinse una tap-
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[ ACCANTO, I VINCITORI DELL’EDIZIONE
2004. SOPRA, DA SINISTRA, ROGER PINGEON, FELICE GIMONDI E EDDY MERCKX DURANTE IL TOUR DEL 1969. ]
Tutti i colori dell’arcobaleno Ma perché il ciclista in testa alla classifica del Tour indossa la maglia gialla? Anche qui, un po’ di mistero. C’è chi dice che è lo stesso colore delle maglie indossate da Desgrange quando gareggiava, e chi afferma che l’idea derivi dal colore giallo delle pagine del giornale L’Auto. Un po’ come accadde per la maglia rosa al Giro d’Italia, della stessa tonalità de La Gazzetta dello Sport che lo ideò. La prima maglia gialla fu indossata, nel 1919, da Eugène Christophe; il leader della precedente edizione - quella del 1914 - la rifiutò perché “troppo vistosa”. Nel 1929 fu appannaggio di tre ciclisti contemporaneamente, perché avevano lo stesso tempo in classifica: Nicolas Frantz, André Leducq e Victor Fontan. Il nostro Bottecchia fu il primo ad indossarla per l’intera gara, nel 1924; ma spetta a Merckx il record per averla indossata più volte nelle varie edizioni, ben 96. La maglia verde è, invece, un riconoscimento a chi è in testa alla classifica a punti, mentre quella bianca a pois rossi è assegnata al vincitore dei Gran Premio della Montagna. Infine la maglia bianca è indossata dal ciclista di età inferiore a 25 anni, che occupa la miglior posizione in classifica generale. C’è anche una maglia per il corridore più combattivo, riconoscibile dal numero stampato sul dietro, e quella per la migliore squadra, riconoscibile anch’essa per il numero apposto sulle spalle.
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[ DA SINISTRA IN SENSO ORARIO: JACQUES ANQUETIL, PRIMO CLASSIFICATO DELL’EDIZIONE
1961; MAURICE GARIN, VINCITORE DEL 1° TOUR DE FRANCE 1903; INFINE, UN MOMENTO DI PAUSA PER GLI ETERNI RIVALI, GINO BARTALI E FAUSTO COPPI, NEL CORSO DEL TOUR DEL 1949. ]
SVOLTOSI NEL
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CHI È STATO IL PIÙ GRANDE
pa. Si dovette attendere il 1924 per vederne un altro sul podio del vincitore assoluto, Ottavio Bottecchia, che poi fece il bis nel 1925. Altri tredici anni e il Tour fu appannaggio di un grande del nostro ciclismo: Gino Bartali, che vinse sotto la direzione tecnica dell’indimenticabile Costante Girardengo. Ma “Ginettaccio” il suo capolavoro lo fece nel 1948, quando bissò il trionfo di dieci anni prima. Fu la vittoria dell’orgoglio e del riscatto, considerando che Barta-
li aveva 34 anni ed era considerato pressoché un “vecchio”. Per molti fu anche la vittoria che smorzò gli animi degli italiani, infiammati dall’attentato all’allora segretario del Pci, Palmiro Togliatti, avvenuto il 14 luglio, un crimine che aveva portato il nostro Paese sull’orlo della guerra civile. Si racconta che il corridore fu raggiunto da una telefonata di De Gasperi che gli chiedeva un’impresa eccezionale per distrarre l’attenzione dall’attentato e far rientra-
[ A DESTRA, MARCO PANTANI: NEL 1998 VINSE IL TOUR DE FRANCE E IL GIRO D’ITALIA. A 12 ANNI DALLA MORTE, LE SUE IMPRESE SONO AL CENTRO DI POLEMICHE E DUBBI.
]
Storia di una “doppietta”
Solo alcuni campioni sono riusciti a vincere nello stesso anno sia il Giro d’Italia sia il Tour de France. Alcuni lo hanno fatto anche più di una volta. Ecco i loro nomi: Eddy Merckx (Belgio), tre volte: nel 1970, 1972, 1974 Fausto Coppi (Italia), due volte: nel 1949, 1952 Jacques Anquetil (Francia), una volta: nel 1964 Bernard Hinault (Francia), due volte: nel 1982, 1985 Stephen Roche (Irlanda), una volta: nel 1987 Miguel Indurain (Spagna), due volte: nel 1992, 1993 Marco Pantani (Italia), una volta: nel 1998
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Coppi, Bartali, Merckx, Hinault, Indurain, Zoetemelk, Gimondi, Pantani, fino ad arrivare a Wiggins vincitore del Tour 2012. Quale tra questi, e altri campioni, secondo te è il più grande? Quali ricordi hai delle sue imprese? Raccontalo a: Redazione 50&Più Largo Arenula, 34 - 00186 Roma
re l’allarme. Vero o falso che sia, di fatto Bartali quei giorni compì un vero e proprio capolavoro. Staccato, in classifica generale, di 21 minuti dalla maglia gialla, il francese Louison Bobet, vinse la tappa Cannes-Briançon riducendo il distacco a un minuto. Era il 15 luglio. Nella tappa successiva, la Briançon-Aix-les-Bains, vinse nuovamente aggiudicandosi la maglia gialla e, successivamente, il Tour. Le condizioni di Togliatti migliorarono, la tensione sociale scemò e Gino Bartali diventò un eroe nazionale. Dire Bartali è dire Coppi. E fu proprio Fausto Coppi a vincere l’edizione 1949 del Tour. Ma con una particolarità: il Campionissimo quell’anno aveva vinto anche il Giro d’Italia, primo nella storia del ciclismo a fare la “doppietta”. Successivamente l’impresa riuscì soltanto a pochi altri e allo stesso Coppi. Era il 1952 quando, dopo aver trionfato nel nostro Paese, vinse cinque tappe al Tour e con-
quistò nuovamente la maglia gialla. Ma quella edizione è ricordata anche per un altro evento: la famosa foto che ritraeva Bartali e Coppi che si scambiavano una borraccia mentre scalavano il Galibier. Chi offriva e chi riceveva? Non fu mai svelato, ma quella immagine diventò il simbolo di sportività, rispetto e amicizia. Dovettero trascorrere altri otto anni prima che un altro italiano trionfasse a Parigi: Gastone Nencini. Grande scalatore e discesista, era soprannominato “il leone del Mugello” per la passione e la forza che metteva in gara, ma quando nel 1960 vinse il Tour, i francesi lo definirono “la nuvola gialla”. «Parigi è ormai vostra», gli disse il presidente Charles De Gaulle mentre gli stringeva la mano all’arrivo di una delle tappe finali. Gli Anni ‘60 regalarono un’altra grande soddisfazione ai colori italiani, con Felice Gimondi, che fu premiato agli Champs-Élysées nel 1965. Era appena passato » LUGLIO/AGOSTO 2013
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Club Resort Itaca e Nausicaa ROSSANO CALABRO (Cs)
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al professionismo e mai vittoria fu più profetica di quella, considerando che Gimondi è stato l’unico, insieme a Eddy Merckx, a vincere Giro d’Italia, Vuelta a España e Tour. Furono poi gli anni di Merckx, Hinault, Zoetemelk, Indurain finché, 33 anni dopo Gimondi, si affacciò alla vittoria un altro italiano: Marco Pantani. Anche lui, come i grandi aveva vinto qualche mese prima il Giro d’Italia, anche lui grande scalatore, grande carattere e gran-
de campione, ma grande è anche il mistero che avvolse, e avvolge tuttora, la sua vicenda sportiva e la sua scomparsa. Dopo il “pirata” nessun altro italiano ce l’ha più fatta. Chissà che il centesimo Grande Boucle non ci regali una sorpresa. Se è vero, come dicono i francesi che «Non sono i corridori a fare grande il Tour, ma è il Tour che fa grandi i corridori», potremmo vedere un altro tricolore tingersi di giallo.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE PER PERSONA In camera doppia € 440.00 In camera doppia uso singola € 550.00 3°/4° letto adulto in camera tripla/quadrupla € 240.00 3°/4° letto bambini (da 0 a 16 anni non compiuti) in camera con 2 adulti gratuito Settimana supplementare, anche frazionata su richiesta LA QUOTA DI SOGGIORNO COMPRENDE: Soggiorno di 7 notti/8 giorni presso il Club Itaca-Nausicaa con trattamento di pensione completa, servizio a buffet e bevande incluse ai pasti (vino, acqua e bibite) • Servizi balneari di ombrelloni, lettini (teli mare con cauzione) in piscina e spiaggia • Animazione diurna e serale con spettacoli, piano bar, discoteca, giochi e tornei • Assistenza in loco di personale medico 24 ore su 24 • Assistenza in loco di personale 50&Più e 50&Più Turismo • Assicurazione bagaglio/sanitaria e annullamento, Unipol Assicurazioni • Divisa sportiva 50&Più Olimpiadi. LA QUOTA NON COMPRENDE: Tassa di soggiorno del Comune di Rossano Calabro: € 1,5 al giorno (a partire da 16 anni) • Tutti i trasporti da e per il Villaggio • Escursioni facoltative (da acquistare e pagare in loco) • Extra in genere e tutto quanto non specificato ne “la quota di soggiorno comprende”.
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Tour de France: qualche curiosità Una gara diversa dalle precedenti edizioni, per festeggiare al meglio questo centenario. Prende il via il 29 giugno e termina il 21 di luglio; 21 le tappe distribuite in 3 settimane; 3.360 i chilometri da percorrere. La partenza avviene - mai successo prima - in Corsica (Porto Vecchio-Bastia, 212 chilometri), dove si disputano tre tappe. Il 2 luglio la carovana si sposta a Nizza, per la crono-squadre, e poi il 3 luglio inizia il suo “viaggio” nel resto della Francia. Mentre il 14 luglio, festa nazionale francese, si corre la tappa più lunga, di 242 chilometri, il 18 luglio c’è un’altra situazione inedita: i ciclisti si trovano ad affrontare nello stesso giorno i 21 tornanti dell’Alpe D’Huez. L’ultimo giorno si parte da Versailles e si arriva a Parigi, agli Champs Elysées di sera, con l’Arco di Trionfo illuminato a far da cornice al vincitore. Una curiosità: per la prima volta nella storia un gruppo di 60 detenuti, tutti appassionati di ciclismo, viene ammesso a disputare alcune tappe del Tour. Sono stati scelti tra chi deve scontare pene al di sotto dei tre anni, ed ha dimostrato una buona condotta. Una possibilità data loro in vista del reinserimento nella società. A seguire la loro performance uno stuolo di gendarmi, che non li deve perdere di vista un minuto. Naturalmente i detenuti seguiranno il gruppo dei professionisti e non parteciperanno alle volate finali. Quindi, niente fughe... in tutti i sensi...
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calendario partenze 2013
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Atene - Olympia - Delfi - le Meteore Salonicco Da Atene, con le opere immortali come il Partenone e il tempio di Giove, a Epidauro, con il teatro dall’acustica perfetta; da Micene, con le Tombe Reali e le Mura ciclopiche, a Delfi, con il santuario di Apollo; fino alle Meteore, picchi rocciosi sulla cui sommità sorgono monasteri come nidi d’aquila. Un viaggio fra mito e natura.
Delhi - Agra - Orchha - Khajuraho Varanasi - Kathmandu L’India è un mosaico di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Tuttavia, pur nell’estrema varietà, esiste uno spirito unificatore che l’India trasmette con messaggi diretti, intraducibili, quasi subliminali. Cinquemila anni di sapienza e di scrittura hanno creato in questo “subcontinente” una tra le maggiori civiltà della terra.
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Casablanca - Rabat - Fes - Meknes Erfoud - Merzouga - Marrakech Il Marocco è una terra straripante di magia e contrasti. Splendide città imperiali con i loro palazzi, le imponenti Kasbah ed i coloratissimi souk, si alternano alla catena montuosa dell’Atlante e alle dune di sabbia del deserto del Sahara occidentale. Un invito, dunque, a lasciarsi sopraffare da un sapiente gioco tra antico e moderno, tra cultura e natura. Quota per persona a partire da: Tasse aeroportuali e assicurazione:
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Le quote comprendono: voli di linea - Tour in Pullman GT - Sistemazioni in Hotel 4/5 stelle, secondo le destinazioni - Trattamento di mezza pensione o pensione completa, come previsto - Visite guidate - Accompagnatori, dove previsto - Polizza assicurativa medico bagaglio e annullamento - Tasse aeroportuali (da riconfermare al momento dell’emissione dei biglietti). Le quote non comprendono: ingressi ai musei e luoghi di interesse turistico - Bevande e mance e tutto quanto non specificato.
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VIAGGIO NELLA TRADIZIONE
Tra medine e suk
Bagnato dal Mediterraneo e dall’Atlantico, chiuso a sud dal Sahara, il Marocco offre paesaggi di straordinaria pace e bellezza, spesso divenuti location di famosi film
L DI LORIS POR CHERI
[ SOPRA, UNA “TAGELMUST”, TIPICO COPRICAPO TUAREG, E LE PORTE D’ORO ZECCHINO DEL GRANDE PALAZZO REALE DI FÈS. SOTTO, LA PORTA BAB MANSOUR DI MEKNÈS. NELLA FOTO GRANDE: L’ERG, L’AVAMPOSTO DEL SAHARA. NELLA PAGINA ACCANTO: UN BERBERO E LE TAJINE, RECIPIENTI IN TERRACOTTA PER CUCINARE. ]
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A MAGIA
DEL DESERTO
e l’incanto dell’oceano
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uonala, Sam. Suona ‘As Time Goes By...». La voce morbida di Ingrid Bergman risuona dallo schermo e accende l’emozione del ricordo. Le note del pianoforte si spandono, accompagnate dalla voce roca di Sam, tuffato anche lui nel labirinto del passato in cerca di un qualcosa che non è più. Sono trascorsi oltre settant’anni da quando Rick Blaine, alias Humphrey Bogart, si struggeva dietro la bellissima Ilsa Lund Laszlo (la Bergman) e ritrovava la sua dignità di uomo nel finale della pellicola; settant’anni in cui la città che dava il nome al film, Casablanca, entrava nell’immaginario collettivo come un luogo in bianco e nero, avvolto nel mistero. Il trascorrere degli anni e l’evoluzione della tecnologia hanno trasformato la cromia delle pellicole restituendo alla città e al Marocco intero quel caleidoscopio di colori in grado di mostrare tutta la bellezza di un Paese ammantato di tradizione, storia, eleganza, ospitalità. Dagli Anni ‘50 il Marocco è diventa-
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ta la location privilegiata dei grandi di Hollywood e non solo, il luogo che ha fatto sognare intere generazioni e fatto da sfondo a pellicole indimenticabili. Alfred Hitchcock, Gabriele Salvatores, Orson Welles, John Huston, Franco Zeffirelli, Ridley Scott, Mario Monicelli, Bernardo Bertolucci sono tra i registi che hanno firmato opere realizzate in questo Paese; Il Gladiatore, Il tè nel deserto, Gesù di Nazareth, Lawrence d’Arabia, L’uomo che sapeva troppo, Le quattro piume, Otello, Marrakech Express, The Bourne ultimatum, Il Vento e il Leone, alcuni dei capolavori che hanno narrato vicende svoltesi tra dune sabbiose, torri merlate, medine popolose, viuzze colorate, le cui scene sono state girate a Ouarzazate - la “porta del deserto”, una città-oasi le cui palme e oleandri contrastano con le cime dell’Atlante che si stagliano in lontananza - o a Essaouira, cittadina Patrimonio dell’Umanità, nella cui kasbah sono ancora posizionati i cannoni spagnoli pronti a difenderla dall’assalto dei nemici, o a Marrakech, protagonista assoluta di pellicole ad essa dedicate. Ma non c’è luogo del Marocco che non lasci incantati, a cominciare dalle città imperiali (Rabat, Fes, Mek-
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Marocco
con le vie strette e le tipiche case bianche e azzurre, renes, Marrakech), continuando per l’avamposto del degala una nota di allegria e serenità da godersi definitiserto del Sahara, per terminare sulle montagne innevamente affacciandosi alla Platforme du Semaphore, vate della catena dell’Atlante, attraversando foreste una terrazza panoramica dalla quale ammirare la condi cedri, lecci, acacie ed eucalipti. fluenza del fiume con l’oceano. Rabat racconta una storia antica e moderna al tempo Meknes, è stata definita la Versailles del Marocco. Fatta stesso. Adagiata sull’oceano, capitale del Paese, ospita edificare dal sultano Moulay Ismail, è un tripudio di pal’università più grande del Marocco, e racchiude in sé lazzi finemente decorati, giardini rigogliosi, moschee. La la tipica vivacità delle città occidentali, con negozi, cimedina racchiude il quartiere ebraico di Mellah e la menema e teatri. La sua storia è raccontata mirabilmente dersa Bou Inania, la scuola coranica ridalle antiche mura che la circondano salente alla metà del 1300. I resti dele la percorrono per 5 chilometri. Alte «Ricco la città imperiale, gli immensi magazoltre otto metri e larghe due, protegdi cultura, zini e le stalle di Dar el-Ma, e a pochi gono la città dal XII secolo, e sono atdi bellezze chilometri dalla città, le antiche vestitraversate da imponenti porte, finearchitettoniche, gia di Volubilis, città dell’impero romamente decorate, dalle quali si dipartodi colori, no, costituiscono gli altri suoi gioielli. no le vie per Casablanca e Marrakech. di ospitalità» Ma la “perla” tra le città imperiali è Fes, Il cuore di Rabat, come per ogni città un amalgama tra spiritualità e cultuaraba, è rappresentato dalla medina, il ra, tra antico ed moderno. La medina vecchia e quella caratteristico mercato dove è possibile trovare ogni sornuova fanno da contraltare a La Ville Nouvelle, risalenta di mercanzia, dalle spezie ai tappeti, dagli articoli in te al 1800, con grandi viali e splendide piazze. Il culmirame alle stoffe. L’antica Rabat conserva la Kasbah dene della meraviglia di Fes sono le porte d’oro zecchigli Oudayas, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco, che
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VIAGGIO NELLA TRADIZIONE
Il Marocco ha un’identità forte e intensa, ma anche una serie di anime diverse, legate ad un percorso storico lungo e molto vicino all’Occidente [ ALCUNE CAPRE “PASCOLANO” ARRAMPICATE SULL’ARGAN, MANGIANDONE I FRUTTI; IL QUARTIERE DEI CONCIATORI A FÈS. SOTTO, LA GRANDE
DJEMAA EL-FNA, MARRAKECH, CON I “LOCALI” DI CUCINA TIPICA. NELLA PAGINA ACCANTO, DA SINISTRA IN SENSO ORARIO: UNA VIA DI RABAT; UNO SCORCIO DI OUARZAZATE CON LA CATENA DELL’ATLANTE SULLO SFONDO; LA MOSCHEA DI HASSAN II A CASABLANCA. ] PIAZZA DI A
no che adornano il Palazzo reale, dove risiede il re, mentre il quartiere dei conciatori, racconta di una vita a colori fatta di sacrifici e meraviglie. Marrakech è la seconda città del Paese e forse la più conosciuta turisticamente. Cosmopolita, multietnica, offre tutto il meglio del Paese dal punto di vista artistico, creativo e culturale. Accanto a monumenti importanti come il Palazzo reale, il museo di Marrakech ospitato nel bellissimo Palazzo Mnebhi, un capolavoro dell’arte moresca, Il Bahia Palace e la Moschea di Ben Youssef con la sua medersa, la scuola religiosa coranica che può essere visitata da tutti, spicca Djemaa El-Fna, la famosa piazza della città. Cuore della medina, è il luogo d’incontro e di affari della città. Il grande mercato all’aperto offre ogni tipo di prodotto: stoffe, abbigliamento, gioielli dell’artigianato berbero, spezie, articoli in cuoio, pellame, raffinate ceramiche, dolciumi di ogni tipo, erboristerie con creme all’olio d’argan prodotto nel Paese. Camminare per le botteghe che circondano la piazza e tra le bancarelle degli ambulanti significa immergersi nella viva quotidianità della città. La sera, poi, tutto lo scenario cambia. Le bancarelle al centro della piazza vengono sostituite da lunghe tavolate e panche, e decine di venditori offrono cibi cotti alla brace sul posto. La piazza si illumina di mille luci e fanno la loro apparizione funamboli, giocolieri, danzatori, incantatori di serpenti, lottatori, band e orchestrine tradizionali, ognuno con il loro spettacolo. Se si vuole ammirare un’immagine di tutta la piazza, basta salire sulla terrazza di uno dei tanti locali che la circondano a bere un meraviglioso tè verde in cui viene immerso una rametto di menta, e godersi lo spettacolo della vita.
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Volubilis
Casablanca
Meknès Fes Rabat
Erfoud Marrakech
Merzouga
Ouarzazate
Speciale 50&Più in viaggio
Tour del Marocco le Città Imperiali
1° giorno: Partenza per Casablanca Volo da Roma per Casablanca nel pomeriggio. Trasferimento e sistemazione in Hotel. 2° giorno: Casablanca - Rabat Trasferimento Rabat e visita dell’elegante capitale del Regno: il palazzo Reale (esterno), il Mausoleo di Mohamed V, la Torre Hassan, moschea incompiuta del XII sec. e la kasbah degli Oudayas. 3° giorno: Rabat - Volubilis - Meknes - Fes Partenza per Volubilis e visita ai resti archeologici romani. Proseguimento e visita di Meknes, la città imperiale di Moulay Ismail. Proseguimento per Fes. 4° giorno: Fes Visita della città vecchia “Fes el-Bali” patrimonio dell’umanità dall’Unesco, con museo Najjarine, la famosa scuola coranica, i pittoreschi suk ed il quartiere dei conciatori, e “Fez el-Jedid” la città nuova con il Palazzo Reale (esternamente) ed il quartiere Ebraico e la sinagoga. 5° giorno: Fes - Erfoud - Merzouga Partenza per Erfoud via Ifrane, immersa nella foresta di cedri e il passo di Tizi-n-Talghemt (1907 mt slm). Breve visita di Erfoud e proseguimento con fuoristrada 4x4 per Merzouga. Pernottamento in campo tendato, per godere del tramonto e dell’alba sulle dune del Sahara occidentale.
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE IN CAMERA DOPPIA Programma di viaggio Dal 29 Novembre all’8 Dicembre 2013
6° giorno: Merzouga - Ouarzazate Partenza per visita dell’oasi di montagna di Tinerhir, e delle gole di Todra, fenditura tra due pareti alte più di 300 mt con il fiume omonimo. Proseguimento per El Kelaa M’gouna, e l’oasi di Skoura e arrivo a Ouarzazate. 7° giorno: Ouarzazate - Marrakech Partenza per visita della kasbah di Taourirt, costruita su un’antica via carovaniera poi si attraversa il Tizi-n-Tichka e il “Passo dei Pascoli“ (altitudine 2.260 mt) con foreste di pini, ginepri e lecci. Arrivo a Marrakech e sistemazione in Hotel. 8° giorno: Marrakech Visita di Marrakech “la millenaria“ con la famosa piazza, la “Djemaa el-Fna“, il palazzo della Bahia, le tombe saadiane, la Medersa Ben Youssef e i Giardini di Majorelle. Pomeriggio a disposizione. Cena di arrivederci in ristorante locale. 9° giorno: Marrakech - Casablanca Trasferimento a Casablanca e nel pomeriggio visita della città, la Piazza Mohammed V, la Medina, la Piazza delle Nazioni Unite, il Palazzo Reale, la zona residenziale di Anfa e il quartiere Habbous. 10° giorno: Rientro in Italia Trasferimento all’aeroporto e partenza per il rientro in Italia.
Minimo 20 partecipanti Minimo 25 partecipanti Suppl. camera singola Assicurazioni
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(bagaglio/sanitaria/annullamento)
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Tasse aeroportuali e “fuel surcharge”
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(da riconfermare all’emissione del biglietto aereo) La quota di partecipazione include: Voli di linea Royal Air Maroc Roma/Casablanca e ritorno, in classe economica • Trasferimenti con pullman, come da programma • Pernottamenti in Hotel 4 stelle, o similari • Trattamento di pensione completa per tutto il tour • Visite ed escursioni con ingresso ai musei e ai siti archeologici, come da programma • Accompagnatore del viaggio il prof. di Storia dell’arte • Guida locale parlante italiano per tutto il viaggio • Guide locali per visite delle città imperiali: Casablanca, Rabat, Meknes, Fes e Marrakech e il sito di Volubilis • Polizza “Viaggi Rischio Zero”, Navale Assicurazioni. La quota di partecipazione non include: Eventuali tasse aeroportuali locali: attualmente sono inserite nei biglietti aerei; potrebbero essere richieste o modificate senza preavviso dalle autorità locali • Escursioni e visite facoltative • Pasti non previsti in programma, bevande, mance, extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente indicato.
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PROGRAMMA 1° giorno: 21 ottobre Arrivo dei partecipanti 50&Più a Roma e sistemazione nelle strutture prescelte. Cena e pernottamento. 2° giorno: 22 ottobre Mattinata dedicata alle visite di Roma. Nel pomeriggio Evento 50&Più. Cena e pernottamento. 3° giorno: 23 ottobre Udienza in Vaticano (Sala Nervi) con Papa Francesco. Al termine partenze per il rientro al luogo di origine. Note: possibilità di estendere il soggiorno a Roma, in anticipo o posticipo sulle date del programma base. Strutture/soggiorno previste: - Hotel Prima Categoria - Hotel Categoria Turistica - Hotel/Istituti religiosi - Residence Trasporti per e da ROMA: - pullman o mezzi propri; - treno / Freccia Rossa, Argento e Bianca a tariffe speciali 50&Più (sconto previsto 30-35%); - aerei da e per gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Trasporti in ROMA per arrivi in treno ed aereo: pullman a disposizione per tutti i trasferimenti da e per aeroporti, stazioni ferroviarie, Hotel/Istituti religiosi, location per Udienza Papale, eventi 50&Più.
DAL 21 AL 23 OTTOBRE 2013
È davvero un evento da non perdere: avremo la gioia di incontrare il nuovo Pontefice, Papa Francesco. Noi 50&Più, tutti insieme, andiamo a conoscere di persona chi, con parole schiette, sincere e semplici ci sta riavvicinando alle origini del cristianesimo.
EVENTI RELIGIOSI E VISITE GUIDATE - Attività di visite guidate in occasione dell’Anno della Fede. - Openbus Roma Cristiana, alla scoperta della Città Eterna, comodamente seduti e con l'aiuto di audio guide, tra i luoghi che si fanno memoria di grandi figure di storia e religione. - Musei Vaticani e Cappella Sistina, che rappresentano un momento irrinunciabile per chiunque giunga a Roma. Qui i Papi hanno raccolto e conservato capolavori d’arte e preziose testimonianze del passato. Culmine della visita è la Cappella Sistina, il più famoso tesoro d’arte al mondo. - Complesso Lateranense con la Chiesa più antica dell’Occidente, madre e archetipo di tutte le chiese di Roma e del mondo, rimasta residenza papale fino al XIV secolo. - La Basilica di San Giovanni in Laterano con il Battistero, il Sancta Sanctorum e la Scala Santa apre le porte ai visitatori per vivere momenti di cultura e spiritualità della “Madre di tutte le Chiese di Roma e del mondo”. - Carcere di San Pietro, la novità di un percorso multimediale nell’antica prigione di Roma. Una visita innovativa, “Experience”, dove il personaggio di San Pietro racconterà la sua storia e la storia dei primi anni del cristianesimo nella città. Una possibilità per scoprire Roma: millenni di storia della Chiesa, lungo un percorso alle pendici del Campidoglio, con l’antica Chiesa di San Pietro in Carcere e lungo le mura per arrivare alla Cappella del SS. Crocifisso.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI >> Per partecipare al Grande Raduno dei 50&Più a Roma è necessario rivolgersi alla Sede Provinciale di appartenenza (vedi indirizzi a fianco) per ricevere tutte le informazioni riguardanti il programma di viaggio e relative quote di partecipazione
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ASSOCIAZIONE DI ULTRACINQUANTENNI
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LE SEDI PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 23 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 11/M Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16
Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Grazia Balsamo, 2/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05048371 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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DOLOMITI 100% CORTINA E CADORE
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[ TENDENZE DI BARBARA DI SARNO ]
L’ELEGANZA SOTTO il SOLLEONE «Questa estate la moda si svela in ogni ora del giorno, complice l’occasione per scegliere la tenuta più adatta. Ma senza dimenticare mai personalità, praticità e stile, tra evergreen e nuove tendenze»
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e da sempre la stagione estiva è sinonimo di relax e disimpegno, non si può certo parlare di uguale leggerezza e disinvoltura nella scelta degli outfit da spiaggia per tutte quelle donne collezionatrici di cataloghi di beachwear e acute osservatrici delle tendenze del momento. Da anni protagonista nell’universo della moda della Capitale, la personal stylist Anna Maria
Nardi ci insegna che niente è out, se indossato con la giusta consapevolezza delle proprie forme e della propria personalità. Cosa non deve mancare in una borsa da spiaggia? Nella borsa da spiaggia metterei almeno due tipologie di costumi da bagno, uno dei quali intero, utilizzabile anche come top se abbinato ad una gonna o a un pareo lunghi
morbidi e setosi, che hanno sempre il loro charme di fronte ad un tramonto e un long drink sulla spiaggia. Le infradito sono quasi indispensabili e davvero per tutti gli stili, ma non sono da disdegnare i sandali, con plateau o senza. Nella pochette per le creme solari, non dimenticate qualche trucco. Ricordate di acquistare eyeliner waterproof e lipstick rosati tipo mat, così il vo-
stro trucco - mai pesante e volgare - resisterà ad un immancabile bagno in mare. Come definirebbe l’eleganza sotto l’ombrellone? Un inno alla femminilità senza tempo è sicuramente rappresentato dall’intramontabile cappello grande di paglia e dal costume monokini sempre chic. Meglio se a righe orizzontali e, se si è curvy (morbide), a righe verticali! » LUGLIO/AGOSTO 2013
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RICERCATA E PERSONALE
e collezioni beach couture per l’estate 2013 di Ermanno Scervino guardano ad una femminilità personale e ricercata da svelare a ogni ora del giorno e della sera. L’attenzione a un total look che comprenda, oltre a costumi e parei, anche kaftani, abiti beach e soluzioni più sofisticate per happy hours o cene romantiche, restituisce alla leggerezza di una camminata sulla spiaggia o di un tuffo in mare, il glamour di un tramonto da ammirare con un’eleganza che non conosce stagione. La donna di Ermanno Scervino porta in spiaggia tutta la sua classe. La collezione di costumi da bagno per l’estate 2013 rispecchia un’idea di raffinatezza con creazioni che spaziano tra bikini, costumi a fascia e, grande riscoperta di quest’anno, i costumi interi che valorizzano un bel fisico e mimetizzano qualche piccolo difetto. Versione più sensuale del costume intero classico è il monokini, capo prediletto anche per i beach party, per il suo design particolare che lo rende più discreto rispetto al classico bikini, ed indossato con un pareo lo trasforma in un vero e proprio abito da spiaggia. Le nuance sono
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LUGLIO/AGOSTO 2013
LA DONNA MEDITERRANEA DI “FISICO”
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Assolutamente da rifuggire la bra- monizzerà il fondoschiena facensiliana che, pur essendo tra i mo- dolo apparire più pieno. delli più richiesti, è troppo spesso Per chi ama vivere la spiaggia indossato da persone che non do- al tramonto, quali abiti after vrebbero. Da non dimenticare mai beach consiglia, sia all’uomo gli occhiali da sole. Anche in que- che alla donna? sto caso, più che alle tendenze del Per le signore che amano coccolarsi con un romomento, bimantico aperisognerebbe aftivo estivo, fidarsi al senso consiglierei un dell’armonia. «Nulla al caso kaftano o un con i propri liper questa abito colorato neamenti. Ad estate: leggero in garognuno il procappelli, za di cotone, prio eyewear parei, con effetto da sfoggiare occhiali, “vedo non vecon visi tondi, costumi. do”. Per le più ovali, lunghi e Sempre bene ironiche trovo stretti, con naperò affidarsi molto divertensi importanti o al senso ti le stampe piccolini. dell’armonia marine, menQuali sono con il proprio tre sono sicura quegli accorcorpo» che le più augimenti per daci sapranno lui e per lei sicuramente che bisognerebbe adottare per nasconde- puntare su quelle animalier. I sanre o ammorbidire i difetti di un dali sono da lasciare rigorosamente nella borsa da spiaggia; per la fisico non perfetto? Per “nascondere” bisogna prima sera assolutamente il must have soesaltare i punti di forza. È impor- no delle ricercatissime zeppe! tante saper bilanciare le proporzio- Il fascino dell’uomo è nella semni. Le parti del corpo che non vi plicità di un paio di pantaloni di lipiacciono devono essere coperte no bianco, abbinati ad una camicon colori scuri. Se i fianchi sono cia dello stesso tessuto e colore, larghi, bisogna far risaltare il seno. magari con le sfumature dell’avoSe il seno è grande e il busto lar- rio. Per ogni fisico e stile naturalgo bisogna evitare rouches (lem- mente si può trovare una vasta bi di stoffa) e stampe per mini- gamma di modelli e tagli, pur nelmizzare l’attenzione sul petto. Se, la classicità dell’ispirazione estiva e invece, il seno è piccolo, bisogna fresca sempre cool. Il buon gusto indossare uno slip piccolo, che ar- non passa mai di moda.
FORTE E DECISA
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alla Tunisia alla Grecia, passando per il Marocco e la Turchia, la donna di Cristina Ferrari svela la sua identità mediterranea con jersey fluidi che accompagnano la forme senza fasciarle, creando ricchi drappeggi per long dress morbidi e voluminosi, pepli greci in charmeuse di seta e tuniche le cui stampe ricordano le maioliche siciliane e le piccole piastrelle marocchine. I colori sono pastello, albicocca e pervinca con accenti fluo, acquamarina e toni caldi del deserto. Il viaggio di “Fisico” - marchio firmato dalla stilista - nelle terre del Mediterraneo, restituisce un senso di femminilità dal carattere forte e deciso che non costringe il corpo, ma ne accarezza le sinuosità con la leggerezza e la morbidezza dei tessuti e delle linee. Da non trascurare gli accessori: piccole pochettes con bracciale da polso in camoscio o canvas con stampa maiolica, clutch
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impreziosite da ricami tecnici, mentre l’uso delle forme è quasi retrò, rappresentate soprattutto dalla scelta delle culottes a vita alta. È il momento del bianco, sempre profilato dal nero, in cui lo stilista fa convivere macramè (merletto a nodi), stampe floreali e arabesque, trame di rete e tessuti trasparenti. Le scarpe, sempre altissime con zeppa e multicavigliere, slanciano le forme. Orecchini barocchi ed eccentrici, borse sacchetto e minibag in rete impreziosite da paillettes, cinte e sandali per tutti i gusti giocano un ruolo fondamentale per una linea beachwear capace di trasformarsi anche in splendidi “fuori acqua”.
[ SOPRA, LA DONNA DI ROBERTO CAVALLI: UNO STILE MORBIDO, DAI COLORI PIÙ DISPARATI, CON ARABESCHI E DISEGNI ASTRATTI.
SOTTO, SCARPA E BORSA DELLO STESSO STILISTA. ]
[ NELLA PAGINA DI APERTURA, DA SINISTRA UNA BORSA DI ROBERTO CAVALLI. TUTTI GLI ALTRI MODELLI SONO STATI REALIZZATI DA ERMANNO SCERVINO.
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[ SOTTO, LA DONNA PENSATA DA
CRISTINA FERRARI: FORME
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(borse a bauletto), in midollino dorato dall’effetto shiny, maxi collane che richiamano, nella forma, le architetture ottomane ci ricordano che l’estate è tutta da vivere... Dall’alba al crepuscolo.
ACCAREZZATE E NON FASCIATE DA VESTITI LUNGHI E DRAPPEGGIATI.
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ESPERIMENTI DI STILE
estate di Roberto Cavalli si ispira alla mondanità di cocktail
e al glamour della tintarella di luna. Protago‘ anistabordoè il piscina pizzo, elaborato e ricamato, che senza costringere il corpo impreziosisce i lunghi e leggeri abiti che cadono su pantaloni a palazzo con trasparenze date dal voile. Chiffon e pelle laserata convivono su uno stesso capo, producendo sperimentazioni stilistiche nelle bluse che arrivano al ginocchio, nei doppi spacchi delle gonne come nelle frange di tuniche e sottovesti. Le cinture leggermente appoggiate dividono il top dal pezzo di sotto, donando agli abiti uno stile ancora più morbido. Ampia la palette cromatica: dal bianco e rosa carne si passa ai pastelli per poi approdare ai classici bianco e nero per le uscite serali. Pennellate fluorescenti ridisegnano il corpo e donano grinta ad abiti dall’aspetto impalpabile. L’ispirazione è l’Art Nouveau, con stampe disegnate a mano che mescolano arabeschi e disegni astratti all’immancabile animalier della maison fiorentina. Occhiali da sole preziosi rendono la linea di accessori davvero glamour, con forme oversize da diva che non passano inosservate. Edizione limitata per gli occhiali da sole “Hedera”, realizzati con le più sofisticate lavorazioni artigianali del settore orafo. Bellissime anche le scarpe con tacchi a spillo vertiginosi che propongono una versione di décolleté e sandali all’insegna della ricercatezza. LUGLIO/AGOSTO 2013
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STAR BENE
[ PREVENZIONE DI
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NATI PER CAMMINARE
ALESSANDRO MASCIA ]
PASSO DOPO PASSO PER “CONOSCERE” IL MONDO Dotati di moltissime terminazioni nervose, i piedi - costretti nelle calzature - sono diventati più fragili e meno abituati al contatto con la terra.
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uante volte ci è successo di doverci sedere durante una passeggiata e doverci togliere le scarpe perché i piedi facevano un male terribile? Quindi, massaggiarci i piedi per cercare di trovare sollievo, per poi calzare di nuovo quelle trappole strette e cercare di tornare a casa. Pensiamo, invece, alle volte in cui abbiamo goduto di quelle piacevoli passeggiate a piedi nudi sulla battigia di una spiaggia in una giornata di sole, oppure su di un rigoglioso prato inglese appena tosato. L’utilizzo delle calzature ha inibito la percezione del mondo esterno attraverso i piedi. Le piante dei piedi sono organi di senso disseminati di tanti piccoli recettori. Li possiamo paragonare alla sensibilità e percezione del mondo esterno che abbiamo con le nostre mani. Ma quante volte ci siamo soffermati a percepire le sensazioni che arrivano dal camminare a piedi nudi? È una sensazione piacevole oppure è una sensazione fastidiosa, in quanto l’appoggio procura dolore? Immaginiamo, ad
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esempio, di dover utilizzare dei guanti di cuoio rigido per le mani. Oltre a perdere completamente la sensibilità tattile, inizieremmo lentamente ad avere dolori a causa della immobilità a cui costringeremmo tutte le piccole articolazioni delle mani. Questo è ciò che succede ai nostri piedi, ma di cui normalmente non ci rendiamo conto e non siamo con-
sapevoli. Siamo ovviamente costretti ad indossare calzature, ma quantomeno queste devono essere larghe, morbide, flessibili e confortevoli. La moda, tra l’altro, ci costringe sempre all’utilizzo di tacchi vertiginosi, trascurando spesso la comodità. Pensiamo un momento al fatto che l’uomo nasce a piedi nudi e che Madre Natura ci ha proget-
tati nei millenni per articolare i piedi senza l’ausilio di calzature. Il piede è formato da 26 ossa e tutte devono rispettare un equilibrio armonico per garantire una corretta distribuzione del peso ed un’adeguata capacità di spinta nelle fasi del passo. Mentre nella cultura orientale i piedi hanno sempre beneficiato di un’estrema considerazione, in
Prendersi cura
Occhio al tacco
Zone “dolorose”
Passeggiare scalzi
dei propri piedi è bene. Magari con un massaggio che allevia dolori e tensioni.
L’altezza massima non dovrebbe mai superare i 7 centimetri.
Sono il calcagno, soggetto a talloniti, e l’alluce che può deformarsi diventando “valgo”.
su un folto prato o lungo una battigia è una sana e piacevole abitudine.
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«Il corretto equilibrio morfologico del piede garantisce una buona circolazione degli arti inferiori» li antigravitari degli arti inferiori e della colonna. Quando camminiamo, il piede poggia prima sul bordo esterno del tallone per poi passare in appoggio completo su tutta la pianta. Quindi, termina con la fase di spinta che avviene dall’alluce (per la precisione sotto il primo metatarso). In questo passaggio il piede compie un movimento elicoidale (di arrotolamento e srotolamento), per il quale è necessaria un’adeguata elasticità di tutte le strutture che lo costituiscono. La diminuzione di mobilità di una o più parti del piede comporta un sovraccarico di altre articolazioni più mobili, generando nel tempo dei dolori articolari. Le zone più soggette a dolori sono prevalentemente il calcagno, che può soffrire di talloniti o di “spine” calcaneari, oppure l’alluce che può avere una deformazione dell’asse articolare diventando “valgo”. Un corretto equilibrio morfologico del piede è di estrema importanza per garantire una buona circolazione degli arti inferiori e di tutto il corpo. L’appoggio del piede ad ogni passo determina un effetto pompa che permette il ritorno del sangue venoso verso l’alto. È un sistema integrato con una buona funzionalità cardiaca che consente di far defluire in modo adeguato il sangue venoso verso la circolazione epatica e polmonare. Normalmente vengono consigliate calzature con un tacco di circa 4-5 centimetri.
STAR BENE
quella occidentale sono stati sempre trascurati. In Oriente, invece, nonostante per qualche secolo ci sia stata l’usanza di fasciare i piedi, in quanto si riteneva che il piede piccolo fosse segno di eleganza e nobiltà, esiste da migliaia di anni la cultura del piede. È questo il caso della riflessologia plantare. Questa disciplina nasce intorno al 5.000 a.C. con la convinzione che ogni zona della pianta dei piedi corrisponda ad organi e sistemi del corpo umano. L’osservazione empirica ha codificato vere e proprie mappe delle piante dei piedi in relazione con gli organi interni, aree la cui stimolazione può indurre effetti benefici a distanza. Si può vedere anche nel bellissimo film Lanterne rosse, del regista Zhang Yimou, quanto in Cina il massaggio dei piedi fosse considerato importante nella cura del corpo. I piedi sono costituiti da archi e volte che hanno la funzione di garantire un’assoluta stabilità e una grande mobilità. La stabilità è fondamentale, visto il peso cui i piedi sono sottoposti e la mobilità è altrettanto importante poiché la pianta dei piedi si deve adattare a qualsiasi asperità del terreno. I piedi funzionano per il nostro corpo esattamente come gli ammortizzatori per le macchine. Gli archi e le volte scompongono i carichi proprio come succede nell’arco romano, dove troviamo come fulcro una “chiave di volta”. Questa particolare architettura evita di sottoporre ad eccessivo stress le articolazioni delle ginocchia, delle anche, del bacino e della colonna lombosacrale. Fino all’età di circa sei anni le volte dei piedi non sono ancora completamente formate. Il bambino, fino a questo periodo di crescita, conserva quindi un “piattismo” fisiologico. Le normali volte plantari si formeranno in modo adeguato tra i 5 ed i 6 anni, con lo sviluppo dei musco-
Questo consiglio è fondato, ma in realtà è una necessità indotta dal fatto che usiamo da sempre scarpe con tacco. Facciamo un piccolo salto indietro. Se nasciamo senza scarpe è perché da un punto di vista meccanico il piede deve avere appoggio su un piano orizzontale. La necessità di usare i tacchi nasce dal fatto che i muscoli degli arti inferiori perdono lunghezza ed elasticità in rapporto alla consuetudine di indossare scarpe proprio con i tacchi. A questo punto, togliere completamente altezza sotto il tallone produrrebbe un risentimento diretto sulla colonna lombare, poiché i muscoli delle gambe non elastici sovraccaricano direttamente il bacino, le anche e la colonna lombare: condizione che provoca
col tempo fastidiose lombalgie. In tal senso è consigliabile eseguire degli esercizi di allungamento muscolare, dapprima con l’ausilio di personale specializzato (fisioterapisti), poi da soli a casa o in palestra. I muscoli elastici lasciano al bacino e alla colonna la libertà di muoversi senza resistenza evitando qualsiasi dolore. Si possono calzare scarpe con i tacchi ma non oltre i 7 centimetri e, comunque, è preferibile usare soprattutto scarpe con tacco basso. Non bisogna dimenticare che i tacchi alti, portati in modo costante, determinano uno squilibrio dei carichi verso l’avampiede, favorendo una dolorosa deviazione articolare del piede, meglio conosciuta come “alluce valgo”. Prendersi cura in modo costante dei piedi facendosi (o ancor meglio, facendosi fare!) dei massaggi, anche tutte le sere, per alleviare il peso e la stanchezza della giornata, è una buona abitudine. Ogni occasione, poi, è buona per lasciare i piedi liberi dalle calzature e, compatibilmente con il dolore, camminare scalzi.
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I cibi delle feste
SAPORI & COLORI
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La storia, i colori e le tradizioni della terra di Sicilia si ritrovano anche nelle prelibatezze culinarie, spesso legate ai sapori del mare. Come a Palermo, in occasione della festa della Santa Patrona
FISTINU
di
DI M ARINA
CEPEDA FUENTES
SANTA ROSALIA
in dal 1625 Palermo festeggia ogni anno la sua patrona, Santa Rosalia, con un’importante festa popolare nota come ‘U Fistinu, a granni Festa, la grande Festa, che si svolge dal 10 al 15 luglio. ‘U Fistinu celebra il ritrovamento delle reliquie di Rosalia, la Santuzza miracolosa, una vergine palermitana di nobile famiglia nata nel 1128 che, secondo la leggenda, si era ritirata, appena quattordicenne, dapprima in una grotta della Quisquina, a venti chilometri da Palermo, dove si trova tuttora il cosiddetto “Eremo di Santa Rosalia”, e successivamente in un’altra grotta sul Monte Pellegrino, dove passò dodici anni fino alla morte, il 4 settembre 1165. Cinque secoli dopo, il 15 luglio del 1624, vennero scoperte le sue ossa grazie alle indicazioni che la Santuzza aveva dato in sogno a una donna, guarita per sua intercessione. L’anno seguente, mentre la città era colpita dalla peste, Rosalia apparve a un uomo dicendogli che se le sue reliquie fossero state portate in processione, l’epidemia sa-
PASTA CON LE SARDE ALLA PALERMITANA
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Ingredienti 500 gr di maccheroni (oppure bucatini o mezzani, a scelta) ½ kg di sarde fresche piccole 500 gr di finocchietto selvatico di montagna 4 acciughe salate 2 cipolle 50 gr di uva passolina (sultanina) 50 gr di pinoli 1 bustina di zafferano 100 gr di mollica di pane Olio d’oliva Sale e pepe
circa un’ora e mezza K
450 Kcal per ogni porzione di circa 80 gr di pasta cruda 6 persone
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rebbe finita. E così avvenne. Il Senato palermitano decretò che ogni anno, il 15 luglio, fosse ricordato il miracolo con un grande corteo storico e una processione con il “Trionfo della Santa”, la muntagnedda d’oru che porta l’immagine della Santuzza, protettrice della città. Si tratta di un mastodontico “Carro” a forma di nave, popolato di statue che fanno da corona a quella della Santa, troneggiante sulla cima della macchina, mentre all’interno suona una banda musicale. Il Carro trionfale, introdotto nella festa nel 1686, parte dal Palazzo Reale o dei Normanni, la sera del 14 luglio e precede le reliquie, racchiuse in un’urna d’argento conservata tutto l’anno nella cattedrale. Il corteo si snoda lungo l’antico Cassaro fino al mare: in un determinato punto della città il sindaco sale sul Carro e depone dei fiori ai piedi della Santuzza, gridando Viva Palermu e viva Santa Rusulia! Non appena la processione arriva al Foro Italico inizia U’ jocu di focu, i fuochi d’artificio che disegnano nel cielo il volto di Rosalia, ponendo fine alla grande festa. ‘U Fistinu era una tempo tanto importante, che nei contratti matrimo-
niali degli sposi siciliani si prevedeva il viaggio nella capitale per assistere alla festa, molto più ricca di manifestazioni dell’attuale: oltre agli eventi descritti si svolgevano la “Corsa dei barberi”, la corsa di cavalli, e la Beneficiata, una grande lotteria di beneficenza. Anche oggi ‘U Fistinu è una manifestazione grandiosa che merita un
«Durante la granni festa, tra le numerose bancarelle collocate lungo il percorso del corteo, è possibile degustare i piatti tipici della cucina palermitana» viaggio a Palermo, anche perché lungo le strade che percorre il Carro della Santuzza, si collocano bancarelle e banchetti con cibi e piatti tipici della tradizione palermitana: ‘u sfinciuni, lo “sfincione”, una saporita focaccia con pomodoro, cipolla, acciughe, origano e pezzetti di caciocavallo ragusano; ‘u purpu, il polpo bollito che
si può anche degustare nel popolare mercato palermitano della Vucciria; la pannocchia bollita, detta pullanca, ‘u muluni, l’anguria, in dialetto siciliano. Ma, soprattutto, non mancano i banchetti con i babbaluci, le piccole lumache cotte con aglio e prezzemolo, rigorosamente accompagnate col vino, mai con l’acqua perché porterebbero sfortuna. E sono spettacolari le bancarelle ornate come i carri siciliani, che mettono in mostra, in artistici contenitori come fossero degli altari, profani e golosi, la calia e simenza, cioè ceci - calia - e semi di zucca - simenza - ambedue seccati e poi tostati, che i siciliani amano mangiucchiare in occasione di tutte le feste popolari. La calia e simenza è preparata sul posto dagli stessi venditori e si consuma tiepida e croccante. Fra questi cibi tipici di ‘U Fistinu, il piatto preferito dai palermitani è la pasta chî sardi, la “Pasta con le sarde”, le squisite sardine che troneggiano freschissime nella Vucciria e che si possono degustare nei numerosi locali attorno al popolare mercato, preparata con questa ricetta, una delle più antiche.
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2 3 Preparazione
Curiosità
Pulito il finocchietto selvatico, lessarlo in abbondante acqua salata; scolarlo, conservando l’acqua di cottura, e tritarlo. Soffriggere le cipolle finemente affettate con olio d’oliva, aggiungendo le acciughe dissalate e schiacciate con la forchetta; unire l’uvetta (ammorbidita nell’acqua tiepida per 10 minuti circa), i pinoli, lo zafferano stemperato in acqua tiepida. Mettere da parte il soffritto e in una padella dorare una per volta (conservandone 4 o 5 crude), le sarde a linguata, cioè pulite, diliscate e aperte a libro. Lasciarle da parte. Nello stesso olio soffriggere il finocchietto, aggiungendo le sarde crude a pezzetti, salare e pepare. Nell’acqua del finocchietto lessare i maccheroncini oppure dei bucatini spezzati: scolare la pasta molto al dente e condirla con la salsa preparata con le cipolle e con una parte di quella con il finocchietto. Sistemare il tutto in una teglia leggermente unta, alternando uno strato di pasta condita con uno di finocchietti e qualche sarda dorata. Terminate con le sarde dorate rimaste sopra. Infine, coprire con la mollica di pane abbrustolita - a muddica atturrata - e infornare a 160° per circa 15 minuti; gratinare infine, leggermente, e lasciare riposare prima di consumare: è ottima infatti tiepida, ma anche fredda il giorno dopo.
Rosario Assunto, un grande filosofo siciliano contemporaneo, diceva: «Grazie alla pasta chî sardi le donne palermitane hanno innalzato le sarde alla categoria dei ricchi timballi di maccheroni che i “monzù” o cuochi di corte preparavano per i signori. In questo piatto, d’altronde, appaiono sapori e profumi orientali che rammentano la fiabesca Palermo araba dei “mille e uno fasti”: l’uva passita, i pinoli, lo zafferano». Quanto al finocchietto selvatico, veniva utilizzato dal popolo nella preparazione d’impacchi per curare il purpu, il cosiddetto “polipo” degli occhi, in realtà, una crescita anomala della congiuntiva sulla superficie dell’occhio. LUGLIO/AGOSTO 2013
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Con 700 opere in gara, la protagonista indiscussa di questa XXXI edizione è stata, come di consueto, l’arte, degnamente rappresentata dai talentuosi partecipanti giunti ad Assisi. Una settimana all’insegna di una sana competitività e di un travolgente entusiasmo.
NOI,ARTISTI
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assione, amicizia, condivisione, desiderio di imparare ancora. E cosa importa l’età? 50, 60, 80 anni e più? Sono proprio questi gli anni più belli e propizi per lasciarsi andare, per riprendersi il proprio tempo. La forza creativa degli over 50 radunati ad Assisi dal 23 al 30 giugno per la finale della trentunesima edizione del Concorso di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia di 50&Più, si è fatta sentire ancora più forte con oltre 700 opere in gara. L’atmosfera è rilassante e compiaciuta. Nasce dalla consapevolezza di sentirsi parte di un insieme, di non essere da soli, folli artisti over 50 dilettanti. «È bellissimo per me »
DILETTANTI OVER 50 DI LUISELL A BERTI FOTO DI S. GENGOT TI
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EVENTI
XXXI CONCORSO 50&PIÙ PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA
AIFARGOTOF E ARUTTIP ,AISEOP ,ASORP ÙIP&05 OSROCNOC IXXX
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[ IL PRESIDENTE 50&PIÙ, RENATO BORGHI (A DESTRA),
NAZIONALE
HA SOTTOLINEATO QUANTO LA PASSIONE ARTISTICA DEI PARTECIPANTI SI RIVELI, OGNI VOLTA, IL MOTORE TRAINANTE DELLA MANIFESTAZIONE.
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ritornare qui dopo un anno e ritrovare i miei amici - dice Antonio Vercellesi, 55 anni, di Monza, consulente aziendale appassionato di fotografia -. Per me significa trascorrere una settimana nell’amicizia e nella condivisione. Non ho ambizioni legate alla fotografia». Vengono da città diverse, hanno vite diverse, ma ad unirli c’è un senso di appartenenza. La passione per l’arte? Non solo. «Ho fatto il sindaco per dieci anni, e adesso sono assessore nel comune di Costa Valle Imagna (Bg) - racconta Angelo Maconi, 67 anni, di Verano Brianza (Mb) -. Questo è il mio primo concorso, partecipo con un’opera di poesia. Sono socio di 50&Più da sei mesi e volevo vivere l’associazione, il senso dell’aggregazione, le emozioni e le sensazioni che
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gli incontri associativi danno a livello umano». Al Concorso c’è anche Alicia, 9 anni. Non è la concorrente più giovane, ma una bambina che ha trascorso l’intera settimana della finale con la nonna, Wally Waddel Gigante. «Ho fatto anche io come la nonna i miei compiti, anzi i compitoni!», racconta Alicia, diventata la mascotte del Concorso. Wally viene da Lignano Sabbiadoro (Ud). È una affezionata del Concorso con la passione per la scrittura. «Dopo la pensione ho ripreso a scrivere. Mi piace partecipare a questo Concorso, perché ogni anno mi ritrovo con persone che hanno i miei stessi interessi e ho la possibilità di migliorarmi partecipando ai laboratori. Inoltre, è anche l’occasione per trascorrere una vacanza». Infatti, sono tante le attività che offre il Concorso, tra queste ci sono anche quelle turistiche. Per questo le mete scelte sono sempre tra le più pregevoli. «Mi dedico alla poesia dal 2003, da quando sono andata in pensione lasciando l’azienda ai miei figli - racconta Annunziata Cavallucci, di Jesi (An) -. Ho sempre avuto la poesia dentro di me, ma non avevo il tempo per accorgermene. Ora finalmente posso vivere una vita gioiosa e
realizzare i miei sogni». Ovvero? «Aprire la mia casa a tutti gli amici che abbiano una passione artistica». C’è chi il suo sogno lo ha già realizzato, ma non si ferma. Ha una tale energia che lascia senza fiato. Si chiama Emilio Grato Grivon, è di Chambave (Ao). Ha 81 anni, da dieci anni fa il volontario in Africa, in Tanzania, per sei mesi all’anno. E questa sua esperienza la racconta attraverso il Concorso di 50&Più, partecipando alla sezione fotografia. «Amo la fotografia, ma leggo molto anche di prosa e di poesia. Non ho potuto studiare. Ho frequentato solo la quinta elementare. A 5 anni pascolavo le mucche. A 7 anni ero già sotto padrone. Il mio impegno in Tanzania mi dà tante soddisfazioni. Insegno lavori manuali. Sono molto contento di partecipare a questo Concorso, perché sin da bambino ho dovuto pensare solo al lavoro». Grivon ha infinite cose da raccontare: volontario presso le Missionarie della Consolata di Torino, dal 2005 a Mbeya, in Tanzania, ho contribuito alla costruzione di 20 scuole, sia materialmente che finanziariamente. Le giornate corrono veloci, siamo alla proclamazione dei vincitori, il giorno più at-
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[ GABRIELE SAMPAOLO, SEGRETARIO GENERALE 50&PIÙ (A SINISTRA), HA ESPRESSO VIVA SODDISFAZIONE PER LA CRESCENTE PRESENZA DI NUOVI TALENTI CHE, CONTAGIATI DALL’ENTUSIASMO DEI “VETERANI”, OGNI ANNO DECIDONO DI METTERSI IN GIOCO. ]
I contenuti extra del concorso, foto e video sono disponibili su www.50epiu.it
teso. «È bello questo vostro desiderio di mettervi in gioco, la voglia di condividere la vostra passione artistica e di regalare così emozioni agli altri», ha dichiarato il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, prima di dare il via alla proclamazione dei vincitori all’Auditorium del Roseo Hotel di Assisi. «Il Concorso ha 31 anni, nel corso di questo tempo ha superato diverse fasi della vita, ormai è diventato un individuo maturo ma che non invecchierà mai. Semplicemente perché è mosso dalla passione, la vostra». Nel suo intervento di saluto, il segretario generale 50&Più, Gabriele Sampaolo, ha sottolineato: «Ad ogni edizione, un concorrente su tre partecipa al concorso per la prima volta e la cosa più interessante è che decide di farlo perché qualcun altro glielo ha consigliato. Questo per noi è segno di una grande dimostrazione di stima e di fiducia da parte di tutti voi». Come detto, è stata una edizione particolarmente partecipata, la giuria - composta da Mitra Divshali, pittrice, Elio Pecora, poeta, Duccio Trombadori, critico d’arte, Lina Pallotta, fotografa, Renato Minore, giornalista e scrittore, Maria Luisa Spaziani, poeta - ha esaminato oltre 700 opere. Sono state assegnate 20 Farfalle d’Oro, 5 per ogni se»
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IL QUARTETTO DEI SUPERVINCITORI 2012
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Per i quattro supervincitori dell’edizione 2012 (nella foto, da sinistra, Carmen Pezzetta, Luigina Antoni, Ermanno Trezzi e Maria Antonietta Rotter), tante soddisfazioni: come tutti i finalisti del Concorso, le loro opere sono state pubblicate nell’antologia La parola e l’immagine e, quali vincitori della Farfalla d’Oro, anche all’interno della Rivista 50&Piu e sul sito www.50epiu.it. Votati da tutta Italia, ecco chi sono. Luigina Antoni, Roma, con il quadro Torero «Quando la vista mi assisteva un po’ di più, amavo ricamare. Adesso ricamo con il pennello e nel mio quadro ho messo anche l’oro zecchino. Ho ripreso a dipingere cinque anni fa. Sono commossa per i tanti voti che ho ricevuto. Persone che non mi conoscono mi hanno votata e questo è forse il premio più bello». Maria Antonietta Rotter, Povo (Tn), con la poesia Amore «Scrivo poesie da sempre, ma è da una decina d’anni che partecipo a questo e ad altri concorsi. Per un’artista dilettante vedere la propria opera pubblicata è una grandissima soddisfazione. Ricordo ancora il primo premio che ho vinto, per me è stato indimenticabile». Carmen Pezzetta, Pozzuolo del Friuli (Ud), con il racconto A mio Padre «È a lui che dedico questo premio. Non ha potuto raccontare la storia della sua vita; l’ho fatto io in sua memoria. Non mi aspettavo di vincere questo ulteriore premio. Ma al di là di questo, c’è l’emozione di riuscire ad esprimere sentimenti veri e trasmetterli agli altri, a persone che non ti conoscono, ma ti leggono». Ermanno Trezzi, Carate Brianza (Mb), con la fotografia Chi assaggia? «Gli scatti fotografici partono all’improvviso. In questo caso ho trovato mio nipote, Riccardo, che stava pasticciando in cucina. Sono appassionato di fotografia da sempre, ma senza nessuna presunzione. Il premio del Supervincitore mi ha letteralmente scioccato».
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EVENTI
zione del Premio, e 4 Libellule d’Oro (premio riservato ai vincitori delle Farfalle d’Oro delle precedenti edizioni). Non solo: sono state conferite anche 51 Menzioni speciali e 10 Segnalazioni speciali della Giuria. Cultura, divertimento, buona musica, hanno reso ancora più intensa la kermesse. A partire dallo spettacolo di benvenuto del gruppo folkloristico Agilla e Trasimeno, il concerto di Fumo, donne e... Buscaglione dei Good Fellas, e poi la splendida voce di Fabiana Conti, il ballo con l’orchestra di Mirco Gramellini, il concerto dei Dik Dik, In viaggio verso l’Isola di Wight, con un pubblico scatenato. Entusiasmo anche per lo spettacolo Viva Verdi, con l’attore Cesare Bocci, il duo lirico Opera Top, il baritono Andrea Pistolesi accompagnati al pianoforte da Giuditta Orienti. Lo spettacolo autogestito con oltre 50 concorrenti, diretti dal Maestro Vincenzo De Filippo e con Pasquale Lancuba alla fisarmonica, ha concluso la trentunesima edizione dando appuntamento al prossimo anno con nuove opere, nuovi amici, nuovi incontri. Soprattutto, con la voglia di sperimentare ancora.
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[ SOPRA, ALCUNI COMPONENTI DELLA GIURIA: DA SINISTRA, DUCCIO TROMBADORI, ELIO PECORA, LINA PALLOTTA, MITRA DIVSHALI E RENATO MINORE.
Prosa Francesco Tarquini: “Aggrediamo la creatività” Di tecniche per stimolare la creatività ce ne sono diverse. Francesco Tarquini, docente di scrittura creativa, ne ha sperimentata una in particolare. «Quest’anno ho deciso di aggredire la creatività. Nel laboratorio che ho proposto, Scrittura come gioco, abbiamo messo in pratica non le regole tecniche di costruzione di un racconto, bensì abbiamo agito direttamente sulla fantasia di ognuno a partire da una immagine. Il risultato sono stati una serie di racconti estremamente diversi l’uno dall’altro, a dimostrazione che le persone messe davanti ad uno stesso stimolo reagiscono in maniera differente». Chi non ambisce a diventare un promettente scrittore, cosa può trarre da un laboratorio di scrittura creativa? Il laboratorio di scrittura non serve per costruire scrittori, il talento non si insegna. Quello che si può insegnare - e non è poco - è riconoscere in sé il proprio talento. Capirne la dimensione e anche i confini. E ad usarlo al meglio.
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Poesia Elio Pecora: “Prima della poesia, parliamo di vita” Finisce il suo laboratorio, L’officina della poesia, ed Elio Pecora è accerchiato dai suoi “studenti poeti”. Come mai? «Prima della poesia parliamo innanzitutto di vita, di emozioni, di pensieri, di paure, di quello che è dentro la vita di tutti i giorni. E le persone che sono qui hanno dentro una loro vitalità e giovinezza. Tra loro c’è anche chi non ha studiato e si è messo a scrivere, a leggere. Sono ricchi sentimentalmente, si fanno delle domande e cercano risposte, vogliono capire e vogliono saper raccontare». In genere si seguono corsi, laboratori, per fare l’artista di mestiere... Chi partecipa a questo Concorso non ha questo obiettivo finale. C’è il bisogno di affidarsi alla parola scritta, di trovarsi in una verità più prossima. Il lavoro che facciamo noi che scriviamo libri, è quello di riuscire a dire qualcosa che gli altri sentono, ma a cui non sanno dare parole. I nostri poeti dilettanti partecipano per riuscire a dare parole a quello che si portano dentro e io li aiuto in questo.
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QUATTRO ARTI, UN SOLO CONCORSO
Pittura Enrico Benaglia: “Sporchiamoci le mani con il colore” «L’arte non si può imparare, però è possibile imparare ad esprimerla liberamente - dice il pittore Enrico Benaglia nel corso del suo laboratorio di pittura L’albero della vita -. Con la mia esperienza - ci racconta dò, ai miei “studenti” over 50, le tecniche per esprimersi al meglio, conoscere l’uso del colore e impiegarlo senza paura. Questo fa scaturire in loro un entusiasmo contagioso». Artisti dilettanti, senza ambizioni particolari, perché dovrebbero diventare più bravi? È un modo di vivere. C’è la necessità di creare qualcosa, è una speculazione psicologica più che pratica. Non lavorano per diventare mestieranti. Ma lavorano per migliorare i propri sentimenti. Questo è l’aspetto fondamentale. Nel corso di questi anni ho visto in loro un grande miglioramento anche grazie alla contaminazione con le altre discipline artistiche in gara. Per loro è una crescita continua e tra loro è nata anche una sana concorrenza.
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Fotografia Lina Pallotta: “Costruiamo l’album fotografico della nostra vita” Ha condotto il laboratorio La vita quotidiana e la sua magia. Incontriamo Lina Pallotta per chiederle alcuni consigli su come approcciarsi alla fotografia. «Innanzitutto è necessario riuscire a vedere di più. Ormai anche con la macchina fotografica più economica si può fare una foto che solo apparentemente è fatta bene. Per questo oggi è diventato più importante avere l’abilità di raccontare qualcosa attraverso una foto». Occorre una capacità innata o si può imparare a fotografare? Entrambe le cose, come in tutte le arti. Il primo passo per fare una buona foto è imparare a vedere, non guardare fugacemente. La fotografia aiuta a fermare quello che normalmente non si vede. Questo è il suo vero mistero. Avere una visione significa vedere di più. Infine, per fermare la quotidianità, facciamo l’album della nostra vita. Questo ci servirà a recuperare la realtà e a trasmetterla a quelli che vengono dopo di noi.
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i certo nessuno lo invita ma quello s’in- do che il tuo stato attuale può ben sopportare sidia e s’annida. A volte convive in modo quei cicli condotti dal farmaco tristemente famosilente... e dirama prendendo possesso so. Ecco come si cerca di sfrattare l’intruso. Luisa è affranta solo al ricordo di quella parola che dei centri vitali. Lo sfratto per tale intrusione non è così sempli- giunse come uno schiaffo al termine di tante rice. Chi vuole disfarsene si trova spiazzato e ben cerche. La CHEMIO, non c’era altra scelta. I contrasti che vada, inizia il calvario. Molteplici esami con aghi infilati dov’è più tur- avevano chiarito zone ancora limitate. Attendegida la vena, a colmare oblunghe provette. E re era rischioso... anche il midollo prelevato non l’attesa per le temute stellette su carte stam- presentava tracce di “linfomi”. pate e firmate da sconosciuti addetti ai paven- Non era il caso d’indugiare. La prima seduta il 2 Novembre... INDIMENTItati referti. Il dubbio richiede di certo altre soste e un collo- CABILE... aveva l’ago nel destro, le presentaso prodotto traccia sul corpo un percorso di ge- rono un questionario che non riuscì a compilo trasmettendo indizi nei chiaroscuri che il taci- lare per intero. Chiedeva conto della sua fede religiosa e se rito video cattura. È questa la strada in salita e, se la tappa non por- teneva necessario supporto psicologico. Lei vota a certezze, ci sono altre soste su stretti lettuc- leva solo tornarsene a casa... altri pazienti andavano ai servizi con flebo e piantane (certamenci con trattenuti respiri a comando. Ago infilato nel braccio e boccia che stilla con- te per vomitare). trasto a marcare quell’invadente che può aver co- Ragazzi dell’età dei suoi figli passavano dal lonizzato altri siti pur senza sintomo alcuno. E le corridoio con testa calva e mascherina a proteggere il respiro. vampate alla strozza e Anche loro ospitaalle viscere, chi se le scorvano l’intruso. da? Infine, per affermaA completare, lui tolse di Lei l’aveva scoperto re bisogna asportare... ad inizio estate, pascosì un’altra fermata ti tasca due stinte bandane. sandosi casualmenvien programmata. Le aveva scovate nel cassetto te la mano sul collo. Gli addetti sono semA destra palpò un pre gentili. Tagliano per dei ricordi. Straccetti legati nocciolino sotto la poi ricucire dopo aver a passate stagioni, epoche di cute. Una cosa da operato nel punto più niente all’inizio. Ma adatto e raccolta quelconcerti, cori attorno al falò inconsciamente pasla parte sospetta di te sulla spiaggia e marce... sava le dita su quel che verrà analizzata. La lembo di sé per diagnosi non è affatto niente dolente. un traguardo. Grazie al cielo c’è SANITÀ che t’accoglie per que- L’intruso metteva sveltamente famiglia, la zona sti bisogni. Così riparte la tappa, ti vien program- era invasa da pisellini e capocchiette di spillo... mato l’incontro in reparto. Ed è lì che l’intruso e le ferie incalzanti alternavano ai soliti medici vien menzionato con tanto di nome e cognome... dei sostituti “foresti”. per rendere merito a chi, facendo il mestiere di Lei brancolava nei dubbi. Non voleva turbare scoprire gli intrusi, notò proprio quello e ne stu- anzitempo i suoi famigliari, non era mai modiò le consuetudini. Subito dopo averti informa- mento per metterli al corrente. Erano già così afta viene indorata la pillola dicendo: «È curabile». fannati col loro quotidiano... la casa, il lavoro e Il sollievo naturalmente t’invade, allora con gar- la scuola dei figli e poi le vacanze e il rientro. bo ti viene spiegata la cura: «Sarà intelligente, Lei infine aveva solo dei dubbi; perché sconvolmirata a quelle cellule incomode che verranno gere quel loro tran-tran quando di nuovo s’ingrana nel dopo ferie? In quella grande casa orcosì debellate». Una cura che non viaggia da sola... il vettore di mai troppo grande soffocava i suoi dubbi. Metale rimedio lo dicono solo alla fine, aggiungen- glio essere autonomi, inserire il problema »
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XXXI CONCORSO 50&PIÙ PROSA nel quotidiano di coppia e vivere una decente normalità. Inizialmente colmava spazi vuoti leggendo e, se aveva sempre amato entrare nelle storie altrui, in quel periodo affondava fra le pagine quella sua vicenda inattesa che stava forse mutando i pur modesti progetti. Informò le figlie a diagnosi compiuta. Per il maschio, domiciliato all’estero, avrebbe atteso quella sua visita progettata, cercando di mostrarsi in forma... patologia e “anagrafe” permettendo. Non era più donna giovane, anche se il tempo era stato clemente e le forze ancora l’avevano sostenuta assieme alla voglia di fare. Affiancando negli anni analoghi eventi sapeva che qualcuno l’avrebbe evitata non sapendo quali parole esternare. «Oh! Cielo! La tizia è in CH... TERAPIA e adesso cosa le dico?». Paese piccolo dove tutti si conoscono. Alle sue spalle donnette intimorite avrebbero scambiato commenti, dopo eloquenti sguardi di compatimento all’ingresso del supermercato o all’uscita di chiesa. I “bene informati” invece ti documentano... pur loro ebbero qualche amico o congiunto con simile patologia, ebbe doloroso percorso per finire all’Hospice in dignitoso trapasso. Confortante!? Lei brancolava nei dubbi. Trovò pure amiche preziose, collezionò i loro tanti capNon voleva turbare anzitempo pellini per proteggere, la nui suoi famigliari, non era mai ca rasata, dal freddo invernale... e voci sollecite si univamomento per metterli al corrente. no alla famiglia per rincuorarla con la vicinanza. Frequentando il reparto incrociò molteplici storie, le sale di terapia erano a quattro pazienti e lei fu sottoposta a sei cicli. Non riesce a scordarne un paio. Quella giovane donna col viso d’ovale perfetto, in testa sempre quel grigio berretto
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calcato e fra le mani un libro corposo in cui rifugiarsi durante le attese. Non aveva avuto la fortuna di Luisa, s’era trovata a star male calando di forze e di peso. Quando venne scovato, quell’unico avido intruso stava raggiungendo la dimensione di un pompelmo. Annidato tra cuore e polmoni, non si poteva asportare. Ai piedi del loro calvario di coppia c’erano due figli ancora da crescere... in cima l’agognato trapianto, che al quinto piano, già si praticava. Non è facile togliere dalla mente quest’incontro senza nome. Invece il Bassetti, basso di nome e di fatto, s’era lasciato trovare invaso da intrusi dopo un malore. Troppo attivo per un quotidiano lavorativo e serate artistico dilettantesche, non aveva accusato sintomi. Un veterano di reparto... svariate degenze, confidenza con i sanitari, una specie di mascotte adulta che, scherzando su tutto, veniva trattata con benevolenza. Aveva pure pubblicato un diario a pro... Scrivendo, nei momenti buoni del percorso, come affrontava e subiva la patologia. Sperando nelle staminali, nel trapianto. Anche Luisa prova a scrivere una storia vera pensando di trasmettere valori ed emozioni. Certi gesti vanno documentati. Intitoliamola “Solidarietà d’amore”, la vicenda di Sergio e Maura... novant’anni in due. Lei da qualche tempo ospitava l’intruso e mal sopportava d’essere chiamata scherzosamente “boccina” dal marito. Quando la trovava a testa scoperta, Sergio allungava sul capo della moglie la sua larga mano di giovane uomo, con gesto fra la carezza e lo scappellotto e “OLÈ BOCCINA”. Raramente per la verità poiché lei ci stava attenta. Iniziando a far caldo, si concedeva qualche libertà fra le mura domestiche, non sopportando più baschi, berretti o foulard scivolosi.
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l’aria fra i capelli. «Ma quali capelli», si disse sconfortata, «Pensa a guarire piuttosto». «E adesso che fa? Non si sbarba mai a fine settimana». Si rifugiò in cucina cercando distrazione. Lui vi fece capolino poco dopo. Non era un uomo. Era un alieno dall’aria strana, pareva uno zombie e sfoggiava un’orrenda cucuzza a pera. Restarono a lungo abbracciati cullandosi reciprocamente. Trasmettevano l’uno all’altro una forza differente da quella instillata dalle lunghe sedute sul lettuccio d’ospedale. Una terapia senza nausee e ricca “d’AFFETTI” collaterali positivi. A completare, lui tolse di tasca due stinte bandane. Le aveva scovate nel cassetto dei ricordi. Straccetti legati a passate stagioni, epoche di concerti, cori attorno al falò sulla spiaggia e marce... innumerevoli marce per scalmanate proteste giovanili. Legò sul capo della moglie uno sdrucito triangolo senza più azzurro, quello vagamente rosso coprì a sghimbescio il suo cranio rasato e metà della fronte. «La vita perde la vita vince. Noi saremo pirati all’arrembaggio di questa malandrina». E inforcano le due ruote forti della loro solidarietà d’amore. Mentre loro pedalano sulle stradette bianche fra argini e fossati Luisa allunga il tavolo e vi colloca le portate dicendo ai suoi commensali: «Ehi! Se trovate un capello nel piatto non date la colpa a me». Uno sgargiante foulard copre la sua nuca rasata, siede fra i due nipoti e con aria complice allunga un extra di mancia sussurrando: «Questa settimana ho evitato il parrucchiere». Nel suo intimo, pur tornando sovente con il pensiero al percorso ultimato e a ciò che ancora potrebbe aspettarsi, Luisa non dimentica di ringraziare la provvidenza per le mutate forze rimaste... ma sostenute da una gran voglia di fare.
PROSA
Giunse all’ultima seduta del piano terapeutico progettato con la testa liscia come una mela ormai da mesi. Eran caduti quei riccioli biondi e folti che avevano naturalmente incorniciato il suo volto mantenendole l’aspetto di ragazza a donna ormai fatta. Dal giorno 2 al 22 e dovette rasare ogni residuo. S’eran staccate, come da vecchia bambola, le ciocche ch’erano state suo punto a favore. L’avevano informata circa gli effetti collaterali: «Potrebbe accadere che...». Ma la terapia fu indispensabile per cercare di guarire, distruggendo cellule maligne… Le dissero il nome del farmaco. Un prodotto innovativo e mirato che s’accompagnava alla CHEMIO. Viaggiando s’alternano poi altri liquidi che scendono stillando da bocce più o meno trasparenti... intercalati da siringate di medicinali che per proteggerti distruggono. A Maura si presentarono puntuali le conseguenze... e l’organismo si chiedeva il perché di simile trattamento. Erano effetti intimi, spesso celati per pudore, per non dare ai suoi ulteriori preoccupazioni. Sopportava dolorosi crampi e intorpidimenti, sedava arsure che limitavano la consueta autonomia, soffocava ansie e paure. Sperava. Sergio sfoggiava la capigliatura di maturo ragazzo. Un po’ stempiato, con qualche filo brizzolato, giungeva pure a legarli... impossibile comprendesse il suo stato d’animo. Per lei invece, già dopo la prima seduta quei fili setosi parevano calamitati dagli indumenti. Se li trovava sul viso quando strusciava il capo sul cuscino nelle ore insonni di quel periodo. Lei e i suoi pensieri oscillanti nella notte. Un continuo altalenare di flash prima d’affondare finalmente nell’assopimento. Quel soleggiato sabato si struggeva di nostalgia, avrebbe tanto voluto inforcare la bici e pedalare in coppia fino all’aperta campagna con
» Marisa Bertozzi
Vive a Novellara (Re). Ama la parola che ascolta con attenzione per esprimere idee e sentimenti. Per lei il Concorso 50&Piu è una partenza e non un traguardo e si ritiene fortunata di potervi ancora partecipare per la quattordicesima volta.
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XXXI CONCORSO 50&PIÙ PROSA
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» Paolo Capucci
Ha sempre amato la fotografia pur restando un dilettante. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta e per la prima volta con un opera di prosa; nel 2011 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Fotografia. Vive a Rieti.
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utti i ricordi sono riemersi quando Giuliano Ferrara ha avuto l’idea d’intitolare il suo intervento serale sulla prima rete tv Qui Radio Londra. I fatti accaduti, a me ragazzino decenne, hanno un sapore di ricordi drammatici. C’era infatti la guerra che si stava combattendo negli anni 1943/44 e ciò che trasmetteva l’E.I.A.R. e che a casa mia veniva giornalmente ascoltato, erano i bollettini di guerra che magnificavano le imprese dei nostri soldati di terra, di mare e dei nostri aviatori che ogni giorno abbattevano aerei nemici. Erano quelle le notizie che m’entusiasmavano di più anche perché, ogni giorno, nel pomeriggio, dopo la scuola, salivo nella parte più alta del paese dove c’era un punto d’avvistamento aereo. Su una base quadrata era stata disegnata una grande bussola di un metro di diametro. Al centro un grosso ago di legno che si poteva far girare tanto da indicare punti cardinali opposti. All’apparire di un aereo facevo coincidere la direzione dello stesso con il doppio ago, così stabilivo provenienza e direzione. Il milite di servizio mi faceva fare questa operazione ed io mi sentivo importante. Poi comunicava i dati dell’aereo transitato con un telefono a manovella. Forse mio padre sospettava qualche ottimistica esagerazione per cui la sera, spesso, sintonizzava la nostra C.G.E. su una stazione a onde corte che con un lugubre inizio martellato esordiva con un «Qui Londra vi parla Mario Appelius». Seguivano notizie che criticamente non sapevo spiegarmi, ma che si rivolgevano alla resistenza e che, pur non capendone le profonde motivazioni, mi davano un certo fastidio perché mettevano in dubbio le imprese dei nostri aviatori. C’era da parte di mio padre il timore di essere scoperto, in quanto, ricevere certe notizie era ovviamente vietato, anche se il volume della radio era tenuto bassissimo tanto che le sue orecchie ne
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sfioravano l’altoparlante. Compito mio, dopo averne quasi azzerato il volume, era aprire una porta che dava su una vigna, affacciarmi, intuire nel buio della notte la presenza di estranei e richiuderla mentre il volume della radio riacquistava il valore di un confidenziale sussurro. La cosa si ripeteva anche per la seconda porta, quella delle scale, altrettanto buia e piena di misteriose ombre. Ora tutte queste operazioni erano fatte da me con grande timore pensando sempre che si potesse all’improvviso materializzare qualche spia armata che ci passasse, senza ripensarci due volte, per le armi. Purtroppo i fatti di guerra, molto distanti da noi, improvvisamente si fecero tanto vicini che ci coinvolsero direttamente. La mattina del 31 marzo 1944, alle sei circa fummo svegliati da un rumore assordante condito da spari di mitraglia e cannonate. Erano carri armati e plotoni di soldati affiancati che avanzavano su una strada che fronteggiava, ad un chilometro di distanza, la nostra finestra. Aprimmo le imposte, ci affacciammo con mio padre e mia sorella, e vedemmo, nella casa di fronte, un uomo che saltava da una finestra molto alta e dopo una breve corsa, inseguito da colpi di arma da fuoco, scomparire in un bosco fitto dove, forse, avrebbe trovato scampo nascondendosi come un animale braccato. Non facemmo in tempo a giudicare tanta potenza di fuoco che contemporaneamente un tedesco (avevano le avanguardie già preso possesso del paese) appostato dietro un vicolo ci sparò colpendo l’architrave della finestra (quel tedesco volle solo spaventarci oppure, per nostra fortuna, non era un buon tiratore?). Ci riempimmo di calcinacci; non avemmo il tempo di verificare se eravamo vivi o morti e congratularci con la buona sorte per lo scampato pericolo che dalla porta delle scale qualcuno
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bussava in modo violento, forse col calcio dell’arma in dotazione. Ormai non capivamo più niente. Mia madre e le mie sorelle tremavano di paura. Entrarono due tedeschi, papà fu invitato a vestirsi in fretta (aveva solo i mutandoni di lana lunghi) e fu portato in piazza dove affluivano tutti gli uomini del paese compreso il parroco e il marchese del castello, disposti su tre file con tre mitragliatrici pesanti puntate contro. Mentre la paura dominava tutti gli uomini rastrellati, non capisco come mai a me interessasse di più guardare le mitragliatrici, i carri armati che abbondavano nella piazza e che continuavano a cannoneggiare su un piccolo borgo montano. Ora, ripensandoci, mi chiedo se a undici anni avrei dovuto comprendere il senso della situazione che stavano vivendo mio padre e tutti gli altri paesani. La mia giovanile incoscienza era forse in parte giustificata dalle voci che circolavano e che volevano gli uomini destinati a lavorare (ma dove?) per i tedeschi e non a essere uccisi perché considerati partigiani. Ciò spostava la mia attenzione sugli armamenti che potevo osservare da vicino. Fra gli uomini fatti prigionieri invece serpeggiava sconforto e paura. Sarebbe troppo lungo raccontare nel dettaglio quanto fu riferito successivamente dai prigionieri. Casi di assoluto scomposto terrore, fra gli uomini allineati, di pianti sommessi, di tentativi di fuga subito soffocati, di confessioni e assoluzioni da parte del parroco di chi si sentiva ormai prossimo ad essere fucilato (si conobbero così segreti personali confessati e captati dai vicini e poi diffusi...). Ma l’atmosfera di terrore terminò perché l’intervento della marchesa fu determinante. Conoscendo la lingua tedesca si fece garante di tutti gli uomini; assicurò che nessuno di essi potesse essere considerato “BANDITEN”. Furono trasferiti nel castello e furono lì trattenuti. Un giorno, portavo da mangiare a mio padre, quando un tedesco, fece il gesto di lanciarmi contro una bomba a mano, quella con il lungo manico di legno. Lasciai cadere il porta pranzo d’alluminio a terra e stavo per cadere anch’io per lo spavento, quando il soldato scoppiò in una sonora risata, si accese una sigaretta e tutto finì così. Finalmente dal comando tedesco arrivò l’ordine di liberare i prigionieri. Durante l’occupazione del paese seguita al rastrellamento, tre gio-
vanissimi militari avevano occupato la stanza dove dormivano le mie due sorelle così noi tre ci accampammo in quella dei genitori. Si comportarono bene; uno di essi faceva il sarto a Vienna e fece recuperare la macchina da cucire di mio padre anch’egli sarto, che gli era stata rubata da un altro soldato qualche giorno prima. Un giorno si presentarono con una grande quantità di carne di maiale per farsela cucinare da mia madre. Invitati ne mangiammo abbondantemente anche noi. Poi sapemmo che il maiale era stato sequestrato al mio migliore amico. Fummo per questo fatto tacciati di collaborazionismo, invece era solo fame! Certo il danno provocato a quella famiglia era enorme, significando la perdita del suino, un sostegno alimentare che durava generalmente per un anno! Ora col mio amico, quando ci rincontriamo ricordiamo il fattaccio e lo rievochiamo sotto un aspetto diverso nella totale comprensione del momento particolare che stavamo vivendo, sgombri ormai da accuse e ritorsioni. Passò poco tempo ancora e i tedeschi iniziarono la ritirata. Nel paese finì l’occupazione e si cominciò a ballare, tutte le sere, all’aperto e si dette fondo a tutte le scorte di cibo che erano state gelosamente nascoste per i tempi peggiori. Io dissotterrai due fiaschi d’olio che avevo nascosto sotto un olmo, di cui ero responsabile, e diventarono beni comuni per i festeggiamenti. Il terrore era passato: l’allegria e la gioia si scorgevano negli occhi di chi aveva tanto sofferto. La nostra C.G.E. non trasmetteva più i lugubri rintocchi di Radio Londra, ma musica americana allegra e ritmata: Louis Armstrong, Glenn Miller, Duke Ellington; era il jazz! Cominciavo a capire che la guerra era una maledizione per l’uomo e iniziava in me una lenta maturazione verso valori diversi da quelli che mi avevano occupato la mente e il cuore e gioivo per la libertà riconquistata. Tutto quello che ho raccontato è solo un piccolo documento storico di quanto accaduto a LABRO, paese medioevale di pietra, nato sulla pietra, da un cumulo informe di pietre, dove, la mano sapiente dell’uomo ha elevato, in forma di piramide, case e palazzi vivi nell’eternità del tempo. Luogo dove sono nato, dove ho abitato e che costituisce sempre il palcoscenico dei miei sogni.
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XXXI CONCORSO 50&PIÙ PROSA Questo racconto è in onore di un uomo che resterà per sempre nella mia mente e nel mio cuore. Grazie Zio Vittorio, è stato un privilegio conoscerti!
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vere diciannove anni presenta grandi vantaggi. Si ha a disposizione un potenziale esplosivo: la gioventù. Questa stagione della vita, pur breve, è vissuta intensamente e goliardicamente dai soggetti che beneficiano di questi straordinari anni. Il giovane Vittorio T. non era indenne dal subire l’esplosione ormonale legata all’età, ma un militare ha come obbligo principale l’obbedire e rispettare, senza compromessi, l’ordine dei superiori. Vittorio, benché giovane, era già molto scaltro e, pur rispettando gli ordini s’impegnava a rendere i diciotto mesi di militanza militare più graditi e congeniali alla sua gioventù spumeggiante. Si era nel 1934, a RoLe ore 24 vennero subito. ma, nella caserma del reggimento bersaEra quasi l’una quando II° glieri “Nulli Secunil soldato Vittorio si presentò dus”, il Duce Benito era solito alla guardiola della caserma. Mussolini, visionare e partecipare in testa al plotone facendo anch’egli un paio di giri di pista. Era un Toro! Quest’impressione resterà ferma nella mente e nei ricordi di Vittorio. La vita nella caserma era anch’essa dura. Regole, orari, punizioni, rancio scarso e poco gustoso, lontananza dalla famiglia, dagli amici, dalle fidanzate. Per merito di un diploma di tecnico industriale, al giovane Vittorio T. era stato assegnato un posto in fureria “Ufficio della compagnia deposito”.
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La fureria è un ufficio dove si amministra la vita sociale della Compagnia composta di circa 120/130 militari. Conteggio delle divise, delle armi, licenze, malattie, ricoveri, prelevamenti alimentari, cambio vestiario, guardia al Milite Ignoto, erano tante le mansioni gestite da quest’ufficio. Nell’ufficio c’erano un Sergente Maggiore e il Capitano responsabile della Compagnia. Vittorio T. era alto, moro, bello e con una vaga somiglianza con l’attore cinematografico Amedeo Nazzari. Elegante e composto nella sua pulita e stirata divisa militare. Soprattutto, era preciso e responsabile del suo compito a stretto contatto con i superiori sopra accennati. Un superiore aveva preso Vittorio sotto la sua ala protettrice. Aveva capito che il ragazzo era capace di gestire, sotto la sua visura, tutto il gran lavoro della gestione amministrativa. Puntuale, preciso, assiduo, con una grafia leggibile e chiara, Vittorio aveva conquistato la fiducia del superiore. «Mi raccomando soldato. Attieniti ai miei ordini», e Vittorio T. saltava subito sull’attenti, pronunciando il fatidico «Signorsì». Comunque, anche il soldato più integerrimo che possa esistere, quando è assalito dalla tentazione di una piacevole serata che possa cancellare il grigiore monotono e incolore di una fine giornata in caserma, può vacillare pensando e valutando il ferreo regolamento militare a discapito di un’avventura imprevista e unica. Il diavolo tentatore aveva l’abito di un amico civile di Vittorio. Questi si presentò in caserma, in portineria, con due belle ragazze che facevano le domestiche. L’amico disse a Vittorio di uscire insieme e andare al teatro. Vittorio non aveva il permesso per uscire e allora stava per rinunciare quando gli venne un’idea. Andò in fureria, prese uno stampato e lo compilò mettendo timbro e firma del suo superio-
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re con la dicitura che permetteva di rimanere fuori dalla caserma fino alle ore 24. La scaltrezza di Vittorio ebbe il sopravvento sul timore di infrangere ferree regole militari e altri reati che neanche sapeva. In fondo, pensò, nessuno si accorgerà di niente e la mia assenza passerà inosservata. I quattro ragazzi andarono al Teatro Brancaccio di Via Merulana, vicino a Santa Maria Maggiore, dove si sarebbe esibita la grande attrice Elsa Merlini (Trieste, 26 luglio 1903 - Roma, 22 febbraio 1983). Elsa Merlini era stupenda e lo spettacolo unico e incantevole ma, Vittorio, nel buio del teatro lo vide poco. Egli era più interessato alle due splendide ragazze che non avevano nulla da invidiare all’Elsa Merlini e mentre gli altri spettatori battevano le mani all’estro e all’arte dell’attrice, Vittorio e l’amico, le mani le tenevano al caldo sulla pelle liscia delle ragazze. Le ore 24 vennero subito. Era quasi l’una quando il soldato Vittorio si presentò alla guardiola della caserma. Aveva trascorso una serata di là da ogni rosea previsione e si buttò sulla brandina, stanco, felice e contento. L’indomani era una giornata calda e assolata che pregustava l’imminente estate romana. Nella caserma II° Reggimento Bersaglieri “Nulli Secundus”, il Capitano della Compagnia soleva chiedere al soldato di guardia che novità ci fossero: «Niente di anormale Signor Capitano, soltanto che il soldato Vittorio T. con il suo permesso è rientrato qualche minuto più tardi». Il Capitano volle vederci chiaro e pretese di osservare il tanto decantato permesso. Lo lesse e lo ripose nel taschino interno della sua divisa. Quando entrò nella fureria, il soldato Vittorio T. era già da tempo, diligentemente al lavoro e scattò sull’attenti alla vista del Capitano. Il superiore occupò posto nella sua autoritaria scri-
vania e cominciò, come tutte le mattine a firmare autorizzazioni, permessi, inviti e ogni altra corbelleria che il suo compito richiedeva. Mentre il soldato Vittorio T., in piedi davanti alla scrivania, gli passava i registri della contabilità, il Capitano si appoggiò allo schienale della sua sedia e con gesto lento e teatrale, estrasse il permesso contraffatto dal taschino dove l’aveva riposto qualche minuto prima. Cominciò a leggere: «Si permette la libera uscita dalle 17 alle 24 del soldato Vittorio T. Firmato: il Capitano della Compagnia». Vittorio sbiancò in viso e poco mancò che i registri che aveva in mano scivolassero giù in terra. «Ma che bello! Imiti così bene la mia firma che posso fare a meno di venire, domani me ne resto a casa». Il Capitano era proprio infuriato. «Sai che potrei mandarti a Gaeta? Per il momento vai nella prigione di questa caserma, poi si vedrà». «Cos’è questo? Hai mai visto questo pezzo di carta?», il Capitano alzò la voce. La paralisi parve colpire Vittorio T. che non riusciva a muovere muscolo. Il soldato Vittorio T. era costernato, depresso, annichilito. La prospettiva di finire carcerato a Gaeta, dove si era puniti per reati di carattere militare era orribile. Mai avrebbe pensato che una “goliardata” come quella di aver falsificato la firma del Capitano, avrebbe avuto una simile e rilevante conseguenza. La cella del carcere era gelida e stretta. Un tavolaccio duro che rompeva la schiena, un secchio per i bisogni corporali, uno spioncino dove ogni tanto era guardato dalle guardie di turno e da mangiare una minestra senza sapore. Vittorio chiese di poter avere un foglio e una penna e cominciò a scrivere un’accorata lettera. «Gentilissima Signora Merlini, sono stato uno dei fortunati che giovedì sera ha potuto assistere al suo grandioso e avvincente spettacolo al Teatro Brancaccio». » LUGLIO/AGOSTO 2013
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XXXI CONCORSO 50&PIÙ PROSA Narrò la sua vicenda, spiegando alla Merlini di aver falsificato la firma del suo comandante per essere presente allo show della soubrette, tralasciando che dello spettaQuando si aprì la cigolante porta di metallo colo aveva visto ben e una meravigliosa donna precedette poco perché impegnato a soddisfare i il comandante nell’angusto spazio, il soldato suoi focosi ormoni Vittorio T., smagrito e pallido, balzò in piedi giovanili. Sette giorni dopo, ricomponendosi e salutò militarmente. nella Caserma “Nulli Secundus” in Roma, ci fu fermento. Non era il Duce questa volta a far l’ospite d’onore ma era lei: l’ammaliante Elsa Merlini che, commossa dall’appassionata lettera del giovane Vittorio T., si presentò in caserma chiedendo di poter parlare col superiore che aveva punito il soldato. Al cospetto del comandante, la MerNazzareno Carideo lini raccontò che era venuta per In arte Reno, risiede a chiedere clemenIsernia. È laureato in za per quel giovagiurisprudenza e si dedica ne soldato che da alla scrittura in momenti giorni era costretdi pace con il suo “Io”. to in prigione e Tra le sue opere: Una che temeva di esfamiglia perbene e Soggetti sere trasferito al terribile carcere mismarriti. Nel 1997 litare di Gaeta. ha ricevuto a Roma il premio Il comandante alla cultura “Omaggio a ascoltò la storia Francesco Iovine”. Nel 2008 che non conoscea Roma è stato premiato va, in cuor suo ebcon il Trofeo “Omaggio a be pietà del ragazzo ma si sentì in Giosuè Carducci”. Partecipa dovere di agire con al Concorso 50&Più per la severità e illustrò sesta volta e nel 2008, alla Merlini la gra2011 e 2012 ha vinto la vità del reato di falMenzione speciale della sificazione di firma. giuria per la Prosa. L’attrice comprese la reale gravità, considerando il contesto militare del reato ma, tornò a domandare, con occhi languidi, di conoscere il soldato e di operare il perdono nei suoi confronti. Lo sguardo della soubrette conquistò l’impassibilità del comandante che condusse personalmente l’attrice alla cella del soldato Vittorio T.
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Quando si aprì la cigolante porta di metallo e una meravigliosa donna precedette il comandante nell’angusto spazio, il soldato Vittorio T., smagrito e pallido, balzò in piedi ricomponendosi e salutò militarmente. Riconobbe la Merlini e in un lampo immaginò il motivo di quella inaspettata e meravigliosa apparizione nella cella di punizione della caserma “Nulli Secundus”. La Merlini abbracciò il soldato e stampò un caldo bacio sulla sua guancia, mentre il comandante disse che era libero e che nessuna conseguenza avrebbe comportato il suo deplorevole gesto, a condizione che, durante i restanti mesi di militare non incappasse in una nuova punizione. Vittorio trattenne la gioia e le lacrime che sentiva prepotentemente invadere i dotti lacrimali e, sull’attenti esclamò: «Signorsì, signor comandante. La ringrazio!». Quel giorno, la caserma “Nulli Secundus” visse ore di gloria. La Merlini si fermò mezza giornata. Volle conoscere le truppe e pranzò nella mensa insieme con tutti i soldati e al tavolo con il soldato Vittorio, invidiato da tutti i suoi colleghi commilitoni ma, soprattutto, da tutti i suoi superiori. La grande soubrette si congedò in serata e il comandante radunò i soldati nel cortile della caserma e ordinò di salutarla con degli spari a salve. Nei ricordi di Vittorio T., oggi ancora vivente e quasi centenario, quel giorno rimarrà epico e ancor di più gli fece apprendere che nella vita, anche quando sembra tutto perduto, questa meravigliosa esistenza riserva colpi di scena a volte impensabili e incredibili. Che fantastica storia è la vita!
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iulia esce di casa adagio ma determinata. Ha lasciato a malincuore la vecchia ma comoda poltrona sistemata dietro i vetri del balcone della sua camera, i tanti libri poggiati sul tavolino, la radio con la sua musica preferita: ma ormai ha preso la sua decisione e la vuole attuare subito, come sempre. Cammina lentamente appoggiandosi al bastone, i piedi un poco deformati dall’artrite, le articolazioni parecchio arrugginite. È vecchia ormai e ne è consapevole, ma solo nel corpo perché il cuore e la mente sono rimasti prodigiosamente e sorprendentemente giovani. E il cuore e la mente hanno ancora tanta voglia di fare progetti, di conoscere gente, di provare nuove e di nuovo emozioni. Proprio per questo ha deciso che vuole tornare in quei luoghi e rivedere quei posti che, nella sua vita, hanno avuto un particolare significato; quelli che, per un verso o per un altro, sono rimasti scolpiti in modo indelebile nella sua memoria. Ha già un programma per oggi: tornerà nella casa dove è nata e dove, senza dover sforzare troppo la memoria, sicuramente ritroverà il ricordo dei suoi genitori e poi andrà al mare della sua infanzia, quel mare verde e spumeggiante che accompagnava le sue vacanze, che allora erano lunghe parentesi felici fra gli inverni freddi che si lasciava alle spalle e gli autunni piovosi che mestamente intravedeva all’orizzonte. Si commuove quasi a quei ricordi: le lunghe ore di sole, i tuffi, le nuotate, l’odore e il rumore del mare, il sale sulla pelle, gli amici e gli spuntini con pane e qualcosa che sapeva di estate. Ma Giulia sa bene che non c’è tempo per la commozione e allora continua ad elaborare mentalmente il suo programma: pensa che alla prima giornata di sole dovrà assolutamente tornare ai giardini pubblici dove giocava con le sue amiche, poi cercherà il modo di entrare nelle aule per girare fra i ban-
chi delle scuole frequentate, e poi nei negozi del quartiere, quei pochi ancora aperti, e si recherà certamente nella chiesa dove tanti momenti importanti sono stati celebrati. In fondo i posti non sono molti, pensa Giulia, ma si sente stanca solo ad elencarli e poi avrebbe tanta voglia di tornare alla sua poltrona, ai suoi libri, alla sua stanza, ai suoi sogni e ai ricordi che le fanno tanta compagnia: la vecchiaia, come il dolore, ha bisogno di casa. Ma non può, almeno per ora, e poi deve anche fare in fretta perché non sa tutto il tempo che ancora le rimane. Con questa urgenza nella mente, mentre è intenta e assorta nei suoi pensieri, Giulia nota che davanti a lei, già da un po’ di tempo, cammina una donna che sembra stia percorrendo le stesse sue strade. Se Giulia ha deciso di svoltare a destra, la figura che la precede svolta a destra; se si ferma anche l’altra si ferma. Pensa a una strana coincidenza eppure la figura che la precede ha qualcosa di familiare nei vestiti, nei capelli biondi legati in una lunga coda, nel modo di camminare. L’osserva da lontano, capisce che è una giovane donna che cammina agile e svelta ma nonostante ciò, stranamente, la distanza fra loro non aumenta. Giulia è curiosa, lo è sempre stata e l’età non l’ha cambiata, e vuole vedere il viso di quella sconosciuta: cerca nella borsa gli occhiali, affretta il passo per raggiungerla, sembra non riuscirci ma quando, con un po’ di affanno, l’affianca e si gira a guardarla rimane quasi senza respiro: è esattamente lei da giovane! Un lieve malore l’assale, mille pensieri le affollano disordinatamente la mente ma dopo un attimo di smarrimento si rilassa, rallenta il passo, rimette con calma gli occhiali nella borsa, raccoglie tutte le forza residue per riprendere il cammino e pensa “finché seguirò quella ragazza avrò ancora molto e molto tempo a disposizione”.
» Ornella Catuogno
Vive a Napoli. Pensionata, da sempre accanita lettrice, si diletta a scrivere racconti brevi prendendo spunto da ciò che la circonda, cogliendo una parola, un atteggiamento, uno sguardo. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
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tine rosse o blu. La sua voce era per me. Qualaro diario, buongiorno. Io sono Bice, per qualcuno che giorno dopo ci trovammo nei giardini coBeatrice. Ma perché la mia presentazione munali seduti su una panchina di ferro battusia completa, devo subito informarti che io sono to. L’aria era fresca e pulita e devo essermi addormentata perché del suo lungo dire mi raguna a cui piace dormire nel letto degli altri. Che fai, sorridi? Malizioso! Io non dormo mai tan- giunsero solo poche parole. Ne capii il senso? to bene come quando dormo nel letto degli altri. Forse sì, forse no. Non lo so. Io intesi che doChe male c’è? Io sono della Bassa, come si usa vevo dormire il meno possibile nel mio letto. E dire oggi quando si vuol dire il Meridione d’Italia. a uno come lui non si poteva dire di no. E fu È quella terra, tieni presente? Quella terra dalla bel- così che cominciai ad andare per il mondo e a lezza immensa e sconosciuta, quella che un tem- dormire nel letto degli altri. po fu grande, e oggi è terra amara e calpestata. A Siviglia, nel Barrio De Triana, bevvi fiumi di C’è uno della mia terra, uno di quelli grandi, gran- Martini in uno dei tanti ristorantini lungo le spondi come tanti del nostro glorioso passato e an- de del Guadalquivir, e la testa mi cadde sopra il che del nostro più vicino presente, insomma uno tavolo. «Che fai, dormi?» - mi disse la voce del di quelli importanti, noti e non soltanto da noi, mio amato poeta spagnolo - «il nero della notte è crivellato dal ma in tutta Italia. canto del grillo e c’è Che dico… in tutta una giovinezza di Italia? Lui è osannaI Paesi andini li ho girati tutti. brezze pazze sopra to, amato nell’intero il fiume». mondo, è uno di Ho subito il freddo degli altipiani, Alzai la testa a guarquelli che sanno tanho trascinato i miei sandali attraverso dare e sparsi lacrime te cose e, pensa un per la bella Torre delpo’, proprio lui spesle erbe dei prati, mi sono avventurata l’Oro e per tutti i so si ferma a parlare nelle intricate giungle del Perù orien“luccichini” che stacon me, forse perché vano annegando tra io sono ignorante, tale e ho mangiato, ho ballato, mi sono il canto del grillo e non so niente. coperta la testa con un copricapo di le brezze pazze denSe sapessi anch’io tante cose come lui, paglia scurita, e ho dormito a Varadero tro il fiume. E quando tutte le le sue parole e il suo insieme a tre ragazzette amahuaca luci si furono spentempo sarebbero te, mi ripresi il piansprecati. con la faccia dipinta di rosso. to e ancheggiando Tutto ha avuto inizio vistosamente riatin un periodo in cui traversai il ponte e mi stavo perdendo, nel senso che avevo cominciato ad amare esclu- mi ritrovai in Plaza de Toros ancora animata. sivamente le pantofole e la poltrona e me ne Circondata da una folla di curiosi, ballai il flastavo tutto il giorno a sferruzzare davanti alla menco nel chiarore lunare: “Sul volto del poztelevisione, senza parlare mai con nessuno, né zo ancheggia la gitana” e tra risate e battimani mi avviai lentamente verso la mia stanzetcon me stessa, né con altro animale vivente. Un giorno sentii prudermi il naso per la polvere. ta nel rione Santa Cruz, sempre ancheggianAllora mi ridestai e mi munii di straccio, scope, sec- do e continuando a declamare Garcia Lorca con chio e detersivi. Mentre ero intenta a lucidare il voce impastata: “I gattici d’argento si piegapiano della scrivania, mi parve di sentire una vo- no sull’acqua: essi sanno tutto, ma non parce alle mie spalle. Non mi spaventai, perché la ri- leranno. Il giglio della fonte non grida la sua conobbi subito. È la voce di quello con cui ho tristezza”. In Cina mi sono avvolta nelle mitiche sete di Separlato un po’ di anni fa, mi dissi. Mi misi in ascolto e mi fu subito chiaro che lui res, più preziose dell’oro. Le stesse sete che ponon si rivolgeva agli amici che aveva accanto, sandosi leggere sulla funesta bellezza di Cleoavvolti come lui dentro la scorza dura di coper- patra ne fecero trasparire il bianco seno. Mi
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sentii una regina, una regina vinta come lei, e andai a dormire per terra in uno dei tanti cortili nel villaggio del Pepe Rosso, tra mucchi di grano, steli di sorgo, legna da ardere. In Nuova Zelanda ho lanciato la mia canna da pesca nelle acque limpide del fiume Avon insieme a pescatori occasionali e ho dormito abbracciata a due bambini con i quali mi ero divertita a cuocere le castagne in una polla termale. In Australia James McAuley, il poeta nazionale, mi ha avvertita: «Gli uomini sono arditi, litigiosi e ignoranti. Le donne sono proprio come uno se le aspetta». Il maschio australiano, avrei voluto rispondergli, è certamente violento, ma violento soltanto con chi è violento con lui, e le donne lui le rispetta, tutte, sia quelle alte e snelle, sia quelle basse e con i fianchi grossi. Ma non dissi niente e me ne andai. I Paesi andini li ho girati tutti. Ho subito il freddo degli altipiani, ho trascinato i miei sandali attraverso le erbe dei prati, mi sono avventurata nelle intricate giungle del Perù orientale e ho mangiato, ho ballato, mi sono coperta la testa con un copricapo di paglia scurita, e ho dormito a Varadero insieme a tre ragazzette amahuaca con la faccia dipinta di rosso. E ora ho ricominciato a girare tra i popoli cosiddetti civili. Che fai, non mi credi? Perché ridi? Se le mie storie sono frutto di esperienza o no, per te che differenza fa? Sono le mie storie, nessuno ti obbliga ad ascoltare. Il mio maestro lo aveva detto: «Mi obbligano mentre vivo a rappresentarmi a me stesso negli atti della mia vita. Mi guardano, mi seguono, mi osservano; e così mi richiamano di continuo a me stesso, mi costringono a sorvegliarmi; ogni mossa, ogni gesto allora si irrigidisce. Io mi vedo vivere come davanti a tanti specchi quanti sono gli occhi che mi stanno a guardare». Tu, mio caro diario, mi vedi come quella che non
era capace di contare fino a dieci. Ma a quei tempi ero una bambina piccola piccola, ero fuori dalla vita. Ma oggi, dopo che ho dormito in tanti letti, io seguo il mio maestro: non mi faccio irrigidire. Ma non per disprezzo o dispetto, ma per amore della libertà. E non mi importa di chi ride se mi vede piangere quando ascolto la musica o quando leggo la poesia, quando accarezzo un monumento o soltanto l’aria, quando guardo il cielo stellato o “Il tremolar della marina”. Tra un po’, riprenderò a dormire nel mio let-
» Grazia Rosa Centra
Laureata in filosofia, si è dedicata sempre alla scuola, al volontariato e alla famiglia. Presidente “Fidapa” nel biennio ’98-2000, oggi è responsabile della commissione cultura. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Foggia.
to, ma prima voglio andare a salutare il mio maestro. Andrò a trovarlo a casa, non a Girgenti, a Roma, la città che è eterna come il tempo dell’umanità. Percorrerò la lunga Nomentana e svolterò per via Antonio Bosio. Aprirò la casa abbandonata al silenzio e alla polvere e mi metterò in ascolto dei suoi passi perduti, dell’eco della sua voce smarrita. Poi scardinerò la finestra saldata dal tempo e griderò al mondo le sue parole: «Allegri! Allegri! La vita! Le cose che ci sono! Non importa come tu le vedi, se sono vere o no, cerca di vederle bene! Ma davvero credi che ci sia bisogno di te? Tu te ne vai, e le cose restano, la vita resta! C’è bisogno di tutti e non c’è bisogno di nessuno. Tu con questo corpo, tu con questo nome! Che credi di rappresentare? La vita se ne infischia!». LUGLIO/AGOSTO 2013
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Il futuro
La borsetta rossa
Come ladro nella notte, giunge il futuro. Ci attornia di ausili elettronici, di infallibili dirigenti composti da microcircuiti. Ci confina in case sempre più piccole, ci organizza viaggi programmati. Ci abitua ad usare l’auto come fosse una nostra appendice. Ci rende insensibili ai rumori che, ormai non sentiamo. Ci costringe a compilare moduli, che non comprendiamo. Ci incolonna in pazienti file dietro, sportelli cifrati, misteriosi, onnipotenti. Ci incalza verso un oscuro destino, che temiamo. Ma la spinta è lieve, giorno dopo giorno, quasi insensibile. L’ “oggi”, sembra uguale all’“ieri”, ma non è così. Riuscirà l’uomo a padroneggiarlo o ne diverrà schiavo? È questa la sfida dell’uomo del terzo millennio.
Tra nuvole bianche e lenzuola distese si sentono odori di uve spente un gusto amaro di frutti becchettati e una sepolta rabbia di doverti sempre attendere quando ci diamo appuntamento. Nell’attesa una ragazza con una borsetta rossa che le pende su di un fianco mi domanda se può darmi aiuto ed io le racconto (chissà perché) che il mio vissuto è stato un masticare ogni giorno un poco di veleno per accettare ciò che il mondo proponeva. Raccontami tu di quanta poesia può esistere nel sorgere di un’alba nuova e di quante sfumature offre il passaggio delle ore.
Guarnaccia »NatoGiorgio a La Spezia, vive a Siracusa. È un commediografo, scrive novelle, poesie in lingua e dialetto e ha al suo attivo anche un poliziesco. Partecipa al Concorso 50&Più da diversi anni vincendo la Farfalla d’Argento e nel 2011 la Menzione speciale della giuria per la Poesia.
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...mi giro e ancora non ti vedo così ti saluto con un lungo addio tra le mani.
Silvana Ferrari »È nata e vive a Reggio Emilia. Costretta da molti anni all’immobilità, ha mantenuta inalterata la voglia di vivere, conoscere, amare. Dipinge e ha ottenuto premi in personali e collettive. Si dedica con continuità alla poesia partecipando a diversi concorsi nei quali ha ottenuto premi e menzioni speciali. Collabora con la redazione del giornale della salute della donna La Melagrana. Ha pubblicato tre libri: Rari ciottoli lucenti, Mare amuleto d’amore e Il sole per caso. Partecipa per la decima volta al Concorso 50&Più dove nel 2002, 2003, 2010, 2011 e 2012 ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Poesia.
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Deviazioni
Mi chiedevi parole
Danza di primavera
C’è turbine d’ali nel vento Miriadi d’ali farfalle Frenetiche in danza Ascendente Circolare Cadente Dentro il soffio dell’aria Obbedienti Elegante la danza e sui prati S’impollina vita tra i fiori Ma il vento In diverso alitare Bizzarro Orienta il frullio delle ali Verso mete mostruose E Impazzite smarrite Per il freddo cemento Le dimorfiche pieridi diurne E diacrisie dal fragile corpo A mezz’aria sospendono il volo Accecate S’imbattono in solidi muri In finestre illusorie Di specchi Nella vita presagio di morte
Mi chiedevi parole lievi come un sospiro a lenirti la pena di vivere altrove e alle labbra correva un acerbo sorriso, sapevi già che aggrappata al silenzio nascondevo grovigli di pensieri troppo neri per la tua luce, figlio. Fu una sera d’inverno che la neve o la luna, non so, ti portarono in dono né cercato, né atteso, ma il germoglio del tuo primo vagito si dischiuse nell’aria come un canto mille volte sognato. Mi chiedevi il verso segreto che colmasse le distanze e i giorni rinnovando memorie di limoni di spighe gialle abbrustolite al sole e sei tu che riscaldi il mio mondo sei tu che seppure lontano mi culli su letti di piume sei tu che mi dai la certezza del mio divenire. Racconta al tuo seme che più delle stelle e del cielo amai questa splendida terra i tramonti, le aurore, la furia del vento il dolore che induce a pensare. E quando l’oltraggio degli anni più mite farà la mia resa sarai tu il paladino - guerriero d’amore a strapparmi al furto del tempo che già mi trascina.
È fredda questa mattina di aprile nel parco dove i mosaici sembrano affiorare dai prati e scintillano fra alberi e cespugli.
Sullo sterile asfalto Infuocato Un tappeto si stende a sudario Ed è polvere bianca di ali.
Innocenti Lami »ViveLuana a Pontedera (Pi) dove ha svolto l’attività di docente di lingue straniere. Ha partecipato a concorsi di poesia conseguendo premi e riconoscimenti. Ha pubblicato tre raccolte di poesie e ha partecipato nella giuria di concorsi presso l’Ute e per la poesia dorsale. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
Elena Mancusi »Vincitrice di numerosi premi in concorsi nazionali, è autrice di racconti, poesie e saggi presenti in varie antologie. Ha pubblicato due libri di versi in lingua Riverberi d’oro e Dal cuore e in vernacolo E vicule d’a vita. Vive a Salerno. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
Lanugini di pioppi come fiocchi di neve attraverso il sole danzano nel vento. I fiocchi vanno leggeri non so dove, vanno come i pensieri e i ricordi di ciò che è stato che, adesso, colora il presente, è lo stesso presente in questo mio tempo.
Danilo Naglia »Architetto, è nato e vive a Ravenna. Ha pubblicato, nelle Edizioni Girasole Architettura e Progetto, una raccolta di liriche dal titolo L’eco del silenzio ed una poesia nell’antologia Eccoti fuor dal buio - poesie inedite al padre. Nel 2002, 2004, 2005, 2008 e 2011 ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Poesia al Concorso 50&Più.
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XXXI CONCORSO 50&PIÙ PITTURA
PITTURA
Sergio Ferrari L’amore ritrovato »Attualmente pensionato, autore in passato di musiche e testi repertorio Siae, è appassionato di poesia e pittura. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta e, nel 2012, ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la poesia. Vive a Latina.
Maria Teresa Gomiero » La vita Autodidatta, nonna e casalinga, nonostante gli impegni familiari riesce a coltivare le sue grandi passioni che sono la pittura, la poesia e la musica. Ha frequentato diversi corsi di arte pittorica esponendo le proprie opere in mostre collettive e personali, con successo fra il pubblico e la critica d’arte. Vive a Vigonza (Pd).
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Lucio Lupini Autunno a Parco Ranghiasci »La pittura è frutto di una passione accantonata ma mai dimenticata, riemersa nel tempo. Ha recentemente esposto le sue opere in una rassegna di pittori di Gubbio e nella Rassegna Internazionale di Arte Pittorica, in occasione della Festa della donna. Vive a Gubbio (Pg) e partecipa al Concorso 50&Più per la quarta volta e, nel 2012, ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la pittura.
Domenico Nicoletta » Schegge cosmiche Ancora in attività, nel tempo libero si diletta con la pittura e piccole sculture con elementi poveri. Vive a Serra Riccò (Ge) e partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
Corrado Toppi » Scansioni e sensazioni È nato ad Ancona, città in cui vive. Ha l’hobby della fotografia e della pittura. Nel 2003 ha vinto la Farfalla d’oro per la fotografia. Nel 2006 la Menzione speciale della giuria per la pittura e, nel 2012, la Segnalazione della giuria per la fotografia al Concorso 50&Più, dove partecipa per la dodicesima volta.
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XXXI CONCORSO 50&PIÙ FOTOGRAFIA
FOTOGRAFIA
Lino Dall’Igna Pattinatrice...o...libellula »Ex agente di commercio, appassionato di fotografia, partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta. Vive a Sarcedo (Vi).
Luigi Faggiano La luce in fondo al tunnel »Ingegnere, già docente di topografia, da amatore della fotografia in ogni scatto è alla ricerca della giusta luce e della particolarità architettonica da cui catturare il bello da vedere e non ama la foto piatta e il soggetto banale. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a San Cesario di Lecce (Le).
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Francesca Filippini » Riflesso in risaia (temporale) Appassionata da sempre di fotografia, ora che è in pensione può dedicarsi a tempo pieno a questo hobby. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta e, nel 2012, ha vinto la Menzione speciale della giuria per la fotografia. Vive a Castellazzo Novarese (No).
Franziska Muckle ci resta che appendere il camice! » Non Voi avete la speranza? Noi l’abbiamo persa! Nata a Basilea, commerciante, vive a Limana (Bl). Ama viaggiare, l’arte, la cultura e la gastronomia. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta.
Giuseppina Righetti » Sguardo illuminato Nata a Verona, vive a Rovereto (Tn). Ex albergatrice, ora è in pensione. Partecipa al Concorso 50&Più da vari anni e ha vinto due Menzioni speciali per la fotografia. È presidente della 50&Più di Trento.
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PROSA
POESIA
FOTOGRAFIA
PITTURA
SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giudizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la scheda
di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome, sarà decisiva.
✂ Da ritagliare e inviare a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 28/12/2013. La votazione può essere effettuata anche sul sito di 50&Più, all’indirizzo www.50epiu.it Cognome
Nome
Via
Cap.
Città
Telefono
Editoriale Cinquanta&Più assicura che i dati personali verranno trattati con la riservatezza prevista dal D. Leg.vo 196/2003 e saranno utilizzati solo per i propri fini commerciali. Tali dati su richiesta saranno cancellati o rettificati.
PROSA
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FOTOGRAFIA
c «Quando l’intruso... genera storie» Marisa Bertozzi
c «La borsetta rossa» Silvana Ferrari
c «L’amore ritrovato» Sergio Ferrari
c «Pattinatrice...o...libellula» Lino Dall’Igna
c «Qui Radio Londra» Paolo Capucci
c «Il futuro» Giorgio Guarnaccia
c «La vita» Maria Teresa Gomiero
c «La luce in fondo al tunnel» Luigi Faggiano
c «1934 - Caserma “Nulli Secundus”» c «Deviazioni» Nazzareno Carideo Luana Innocenti Lami
c «Autunno a Parco Ranghiasci» Lucio Lupini
c «La memoria e la potenza della giovinezza» Ornella Catuogno
c «Mi chiedevi parole» Elena Mancusi
c «Schegge cosmiche» Domenico Nicoletta
c «Danza di primavera» Danilo Naglia
c «Scansioni e sensazioni» Corrado Toppi
c «Pirandello e i letti di Bice» Grazia Rosa Centra
c «Riflesso in risaia (temporale)» Francesca Filippini c «Non ci resta che appendere il camice! Voi avete la speranza? Noi l’abbiamo persa!» Franziska Muckle c «Sguardo illuminato» Giuseppina Righetti
✂ MENZIONI SPECIALI Prosa: Giulia BARBARULO, Rossana BERNACCHIA, Carlo CALDARELLI, Vanni CAMURRI, Luciana CERNE, Biagio CILENTO, Liliana CONDEMI, Santa CORTESI, Edda DE BONI, Daniela DORIGO, Armando GIORGI, Giuseppe LEO, Remilia ROCCHI, Ilde ROSATI, Giovanni SILONIO, Piera SPANÒ. Poesia: Wilma AMBROSIO, Gisella AZZOLINI, Giulia BARBARULO, Chiara BARIGAZZI, Gianfranco BORDO, Giacomo CANNATA, Anna Maria COSENTINO, Enzo DELL’ACCIO, Maria Antonietta DI MARIA, Giovanni GEN-
TILE, Mina GIANDOMENICO, Giorgio GIANONCELLI, Anna Maria GIUNTI, Erminia LUSERTA, Piero NATALE, Teresina Giuliana PAVAN, Rossana PIANIGIANI, Laura PISANO, Loretta STEFONI, Albertina VASCELLARO. Pittura: Margherita COMIN, Maria BUSATO, Eleonora DALLA VIA, Giuseppe GISMANO, Mirella MORELLI, Claudio ORLANDINI, Ena PACIARONI, Rossana PIANIGIANI, Elisabetta ZIRPOLI. Fotografia: Roberto ALESSI, Fabrizio FRATANGELI, Claudio PEZZALI, Enzo RUBIN, Maria TORRE, Sergio TINTI.
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SPAZIO
INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA Per saperne di Più: 010543042 50&Più Liguria - 01055201 Anaste Liguria
ACCORDO TRA U
ANASTE E 50&PIÙ
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LIGURIA
no scambio di servizi dedicati alla persona che abbracciano gli ambiti della vita più ampi possibili. Mettendo insieme le forze si può fare. Parte da questo ambizioso obiettivo l’accordo stipulato tra 50&Più Liguria e Anaste Liguria, destinato presto ad estendersi anche ad altre regioni. Ma chi è e cosa fa Anaste? È l’Associazione nazionale, articolata su base regionale e provinciale, che rappresenta le imprese private di assistenza residenziale agli anziani, autosufficienti e non. L’accreditamento con il Servizio Sanitario Regionale è il riconoscimento che garantisce ai cittadini che le sue strutture sono in possesso dei requisiti organizzativi, tecnologici e impiantistico-strutturali conformi agli standard di qualità richiesti dalla programmazione regionale in materia di sanità. Lo scambio dei servizi tra le due associazioni consente di creare un dialogo sulle opportunità che i soci 50&Più e gli assistiti di Anaste possono reciprocamente avere. Quindi 50&Più, attraverso la presenza nelle sedi Anaste, fornirà tutte le informazioni necessarie sui propri servizi fiscali, previdenziali, assicurativi, di turismo sociale e attività ricreative. Anaste Liguria fornirà tutte le informazioni utili per l’accesso ai propri servizi, con particolare riguardo alle strutture residenziali di assistenza, agevolando i soci 50&Più nelle procedure di accoglienza di tutti coloro che ne facessero richiesta. L’ accordo, firmato a Roma alla presenza del segretario generale 50&Più, Gabriele Sampaolo, dal presidente 50&Più Liguria, Brigida Gallinaro, e del Presidente Anaste Liguria, Luca Pallavicini, è solo il primo atto di un accordo che si estenderà inizialmente a Piemonte e Lombardia fino ad abbracciare tutto il territorio nazionale.
LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Rosario Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Porto Alegre Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale
Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 0054 3414482049 Telefono 0061 394824800 0061 464680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 0055 5130222720 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661867 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086
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Come prevenire il diabete
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rande interesse ha suscitato il convegno Diabete, l’epidemia del terzo millennio, organizzato dalla 50&Più presso la Camera di Commercio (Sala Transatlantico). Il professor Enzo Bonora, direttore della U.o.c. di Endocrinologia e malattie metaboliche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e professore ordinario di Endocrinologia dell’Ateneo scaligero, ha approfondito le problematiche legate alla patologia e ha spiegato
VICENZA
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come prevenirla, affrontarla e conviverci al meglio. Oggi, in Italia ci sono circa 2 milioni di diabetici, che diventeranno 5 milioni nel 2025. Ogni anno si registrano circa 100.000 nuovi casi. Questo dato allarmante non riguarda esclusivamente il nostro Paese: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nei prossimi 10 anni si assisterà ad una triplicazione dei casi, a livello mondiale, rendendo così la malattia diabetica l’epidemia del terzo millennio. L’incontro, moderato dal presidente provinciale di 50&Più, Marcellino Prati, ha messo in luce la necessità di intervenire sullo stile di vita. Infatti, la riduzione di almeno il 5% del peso corporeo, la diminuzione del consumo di grassi, l’aumento del consumo di vegetali, un esercizio fisico moderato, possono ridurre di oltre il 50% l’incidenza di nuovi casi di diabete di “tipo 2“, il più diffuso, la cui prevalenza aumenta con l’età, con la coesistenza dell’obesità e della sedentarietà.
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Un Meeting in onore della creatività
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l Meeting della creatività è andato in scena presso il Cinema Teatro San Marco. La manifestazione, alla sua III edizione, è stata organizzata dall’Università Adulti/Anziani di Vicenza, in collaborazione con la 50&Più e con il patrocinio del Comune. Sono intervenuti il presidente dell’Università Adulti/Anziani Monsignor Giuseppe Dal Ferro, il presidente della 50&Più Fiorenzo Marcato e, per il Comune di Vicenza, l’assessore Giovanni Giuliari. «I “diversamente giovani” - ha detto nel suo saluto Marcato - si sentono portati ad esprimere una
passione per l’arte, coltivata da sempre ma molto spesso inespressa, con uno spirito giovanile, innovativo e creativo». Monsignor Dal Ferro ha posto l’accento sulla grande creatività dei partecipanti al Meeting, concreto esempio per le nuove generazioni. Gli associati 50&Più hanno ottenuto i seguenti riconoscimenti: >> Concorso fotografico: Enzo Rubin, 3° premio; Lucio Frigo, segnalato dalla Giuria. >> Concorso arti figurative: Raffaella Sartori e Alberto Tomasi, 1° premio ex equo; Emilia Fogliato, segnalato dalla Giuria.
MILANO
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Per saperne di Più: 0276281227 www.50epiu.it/milano
Un monumento, un simbolo
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o è il Duomo. Alla costruzione di questa imponente cattedrale, 50&Più ha dedicato una conferenza al termine dell’Assemblea dei soci 2013. L’incontro, dal titolo Ad Usum Fabricae, è stato condotto dalla professoressa Gabriella Carlotti, saggista e docente di Storia dell’Arte a Firenze. La relazione è stata un racconto appassionante sul senso della costruzione della Cattedrale di Milano. La prima pietra non fu posta solo per volontà di Giangaleazzo Visconti - come si legge nelle cronache della Fabbrica del Duomo -, ma fu soprattutto sostenuta dai milanesi. Tutti donarono qualcosa: i ricchi e i poveri, gli onesti e i ladri, gli artigiani e le prostitute; chi non poteva dare neppure una moneta, donava alimenti, ore di lavoro o piccoli beni da inviare all’asta per essere monetizzati. Tutto il “popolo”, sostenuto da una fede semplice ma profonda, spinto da un grande senso del “bene di tutti”, contribuì a costruire questo grande monumento in marmo che ha identificato nei secoli la città di Milano.
Auguri per i 5 0a di Matrimonio nni a
Romeo Ventola e Maria Loco nsole 82 I
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O LIB ERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO MILANO
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LA VACANZA IN UNO SCATTO 0&PiùUniversità - Confcommercio e Ascofoto bandiscono la IV Edizione del Premio Fotografa le tue vacanze - L’arte dell’immagine in gara - Ascofoto e 50&PiùUniversità per la Fotografia. La partecipazione al premio è gratuita ed è aperta a tutti i fotografi, esperti e/o dilettanti che abbiano compiuto, alla data della cerimonia di premiazione (il 25 novembre 2013), i sedici anni di età. Il premio, riservato ai residenti della Lombardia, prevede al primo classificato una targa dorata, una pergamena e un buono del valore di € 400 per la scelta di una macchina fotografica; al secondo classificato una targa d’argento, una pergamena e un buono del valore di € 300; al terzo classificato, infine, una targa di bronzo, una pergamena e un buono del valore di € 200. Gli elaborati dovranno pervenire entro il 28 ottobre 2013 (farà fede la data del timbro postale) al seguente indirizzo: Fotografa le tue vacanze - L’arte dell’immagine in gara - Ufficio Stampa dell’Unione del Commercio - Segreteria del Premio - Corso Venezia 47/49 - 20121 Milano. La premiazione avverrà nel corso di una manifestazione che si svolgerà presso l’Unione del Commercio di Milano e Provincia, in Corso Venezia 47/49, lunedì 25 novembre 2013 alle ore 17.00.
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Per saperne di Più: 097122445
Un secolo per il presidente Barbati
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na vita ricca di anni è certamente quella di Franz Barbati, presidente dell’associazione provinciale 50&Più di Potenza che, il 31 luglio, raggiunge brillantemente i 100 anni d’età. All’associazione 50&Più si è iscritto nel lontano 1976, tre anni dopo il pensionamento. In pratica, però, Barbati in pensione non ci è mai andato. «La mia vita è stata sempre molto intensa e lo è ancora», racconta. Infatti, è in piena attività: tuttora ricopre il ruolo di presidente di 50&Più di Potenza e regionale della Basilicata. La nomina risale al 21 febbraio 1987. Nato il 31 luglio del 1913 ad Olevano sul Tusciano (Sa), ha vissuto i momenti più importanti del nostro Novecento. E li ha conosciuti sin da piccolo. A sei anni è sopravvissuto alla pandemia dell’influenza spagnola, ha trascorso la sua giovinezza sotto la dittatura fascista, si è arruolato in Marina. Nel dopoguerra ha lavorato come rappresentante della Singer per la vendita di macchine da cucire e poi di prodotti medicinali. Una vita lunga ma sempre intensa, circondata oggi dall’affetto della sua famiglia, nipoti e pronipoti e, giornalmente, dall’impegno per il suo ruolo all’interno di 50&Più. Con la voglia di «godermi la mia terza pronipote, più giovane di me di 99 anni e 10 mesi».
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Per saperne di Più: 066864596 - 0655380442/3
CAIO GIULIO CESARE
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erano tutti gli ingredienti giusti per presentare il libro Caio Giulio Cesare. Discendente di Venere (Gruppo editoriale Viator) dello storico, biografo e romanziere Furio Sampoli. L’incontro è avvenuto nella sede 50&PiùUniversità di Roma che si affaccia su Largo Argentina, proprio dove Giulio Cesare venne assassinato. A ricostruire l’ambiente dell’area archeologica di Largo Argentina, del Teatro e dell’ambiente della Curia, è stato l’archeologo Guido Lena: «In quella Curia e sotto la statua di Pompeo, cadde Cesare alle Idi di Marzo del 44 a.C.». Alla presentazione, coordinata da Pino Martino, presidente 50&Più di Roma, sono intervenuti, insieme all’Autore, anche lo scrittore Raffaele La Capria, che ne ha firmato la presentazione, Piero Rocchini, psichiatra, neurologo e psicanalista, e il presidente di 50&PiùUniversità, Fabrizio Scialotti. «In genere la storia si scrive a distanza di tempo dai fatti. Quello che, invece, ho voluto fare in questo libro è stato quello di calarmi in un’epoca altra, nel presente di Caio Giulio Cesare»: così Furio Sampoli ha spiegato la nascita di questa nuova pubblicazione. «In questo libro - ha dichiarato La Capria - Sampoli si sforza di raccontare Cesare non come lo racconterebbe uno storico del nostro tempo, né con lo sguardo e la cultura di oggi, ma con l’ammirazione o la venerazione che si aveva per Caio Cesare nel suo tempo». Questo il ritratto che ne ha fatto Piero Rocchini: «Cesare, nella sua natura divina, esercitava il potere con grande magnanimità: ha perdonato, graziato della vita persone che hanno congiurato contro di lui. Nelle Idi di marzo, con ventitré pugnalate, Cesare viene ucciso. L’uomo, ancora una volta, osanna, prega e supplica il Dio che teme e uccide il Dio che lo ama».
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIB ERO • C COSA C’È IN CALENDARIO LUCCA
» agosto / Soggiorno a Verona: i partecipanti potranno assiste-
CAMPOBASSO
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RIMINI
» 15 settembre / Una visita dedicata alla città di Verona e di Pe-
PAVIA
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re anche al Rigoletto nell’Arena di Verona. Per saperne di Più: 0583473170 - www.50epiu.it/lucca 8 settembre / In programma una gita con meta da definire. 15 settembre / Premiazione dei Maestri del Commercio nella Sala Franco Tomaro, Confcommercio Molise (Campobasso). Per saperne di Più: 0874483194 - www.50epiu.it/campobasso schiera del Garda, caratteristica località del lago di Garda. Per saperne di Più: 0541743202 22 settembre / Vigevano - Terzo Concorso Canoro 50&Più in... Canto, riservato agli over 50 cantanti non professionisti. 23 settembre / Vigevano - Terzo trofeo di Golf 50&Più in Campo per i golfisti over 50 abilitati. Iscrizione gratuita per i soci 50&Più. Per saperne di Più: 038228411 - www.50epiu.it/pavia
SASSARI
» 20 settembre / Termine ultimo per presentare la domanda per
NOVARA
» settembre / Gita d’autunno con data e luogo da definire.
SAVONA
» settembre / La premiazione dei Maestri del Commercio si svol-
GORIZIA
» 28-29 settembre / Visita guidata alla città d’arte di Salisburgo.
MILANO
» 5 settembre / Gita a Lago d’Iseo: giro in battello - pranzo a
l’onorificenza di Maestro del Commercio. Per saperne di Più: 079243652 - www.50epiu.it/sassari Per saperne di Più: 032130232 - www.50epiu.it/novara gerà in autunno, ma c’è ancora tempo per candidarsi. Per saperne di Più: 019853582 - www.50epiu.it/savona
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Monte Isola 21-24 ottobre / Per l’evento “I soci 50&Più incontrano Papa Francesco” è in programma un giorno in più a Roma. Per saperne di Più: 0276281227 - www.50epiu.it/milano
Per saperne di Più: 0815518187 - www.50epiu.it/napoli
Territori da scoprire
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e gite domenicali di 50&Più hanno riscosso un grande successo tra i soci. In questa foto li vediamo ritratti in occasione della vista al Castello Lancellotti di Lauro (Av), una delle residenze d’epoca più suggestive e visitate di tutta la Campania.
REGGIO CALABRIA
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P
er stare al passo con i tempi 50&Più Piacenza ha organizzato corsi ad hoc. «Consapevoli dell’importanza della tecnologia - afferma il presidente provinciale, Giannantonio Maroni - abbiamo dato vita a brevi corsi di formazione per consentire ai nostri soci di prendere confidenza con il computer, internet e posta elettronica. Io stesso mi sono seduto fra i banchi per conoscere i segreti del web». I corsi, dopo la pausa estiva, riprenderanno a settembre con cadenza settimanale.
PORDENONE
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Per saperne di Più: 0434549462 www.50epiu.it/pordenone
In vacanza con lo sconto
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soci 50&Più del Friuli e del Veneto possono usufruire di due importanti convenzioni per trascorrere l’estate in relax: la prima, stipulata con la Bibione Terme Spa, prevede uno sconto del 10% sulle terapie termali e fisioterapiche; la seconda, con l’Europa Tourist Group di Bibione, dà diritto a una riduzione del 10% sulle tariffe applicate nel 2013/2014 sugli hotel, aparthotel e unità abitative del Gruppo. Per usufruire degli sconti è sufficiente esibire la 50&Più Card.
Per saperne di Più: 0965891543 - www.50epiu.it/reggiocalabria
Un’orchestra di giovani talenti
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Per saperne di Più: 0523461831/32 www.50epiu.it/piacenza
Ritorno a “scuola”
Per saperne di Più: 3314594256 - www.50epiu.it/gorizia
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NAPOLI
PIACENZA
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ell’ambito delle attività di divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale e dello scambio generazionale, la 50&Più ha ospitato l’Ensamble Orchestrale dell’Istituto Comprensivo “Galluppi-Collodi-Bevacqua”. Gli alunni sono stati protagonisti di una scelta formativa musicale incentrata sul repertorio “classico” che ha avuto il suo clou nel celebre Va, pensiero verdiano a Ferrara, presso l’Istituto Comprensivo “Alda Costa”,
con il quale è gemellato, in occasione del primo anniversario del terremoto che ha duramente colpito l’Emilia Romagna. Il folto pubblico presente ha seguito con attenzione la brillante performance. Grande soddisfazione per il presidente provinciale, Francesco Azzarà, per il segretario Domenico Tripodi, e per Mariantonia Puntillo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Galluppi-Collodi-Bevacqua”.
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SPAZIO
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NAPOLI
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Un grande Torneo di Burraco
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rande partecipazione al Torneo Regionale 50&Più di Burraco, organizzato dall’Unione Regionale 50&Più Campania e dall’Associazione 50&Più Salerno, che ha ospitato la manifestazione. I 36 finalisti si sono sfidati per portare in alto il buon nome della propria associazione, ma anche per incontrare gli amici campani e trascorrere insieme una gradevole giornata. A dare loro man forte, i presidenti provinciali: Bruno Alvino di Benevento, Maria Pia Ciannarella di Caserta, Vincenzo Cozzolino di Napoli e Giuseppe D’Andria di Salerno. Il 1° e al 2° posto sono andati a due coppie di Caserta: Domenico Aruta e Saverio Cicala, Giuseppina Guerriero e Mario Giannoni. Il 3° a Bianca Marra e Lucia Valentino di Avellino.
VERCELLI
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14 “Maestri“ italo-canadesi
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el prestigioso salone dell’Associazione Famèe Furlan di Toronto (Canada), sono stati premiati con l’onorificenza di Maestro del Commercio, 14 imprenditori canadesi di origine italiana che si sono particolarmente distinti per aver valorizzato l’eccellenza “Made in Italy”. È stato inoltre assegnato al presidente dei Famèe Furlan di Toronto, Mr. Matthew James Melchior, il Premio “Gold Age” per la meritoria e concreta opera svolta a sostegno e sviluppo della comunità italiana in Canada. Il presidente nazionale di
50&Più, Renato Borghi, e il segretario generale, Gabriele Sampaolo, alla presenza del console generale d’Italia, Tullio Guma, hanno premiato con: l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Joseph Anthony Zamparo, Flavio Battiston, Elizabeth Bottos, Rosanna Yvonne Calligaro, Lucia Favret Cannella, Mary Serafina Rossi, Lorraine A. Bortolussi; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Italo Di Bonaventura, Giuseppe Mario Zamparo, Gianfranco Piccin, Doreen Vanini, Ralph Chiodo, Tiberio Mascarin, Iles Pol Bodetto.
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Maestri e over 50: una risorsa insostituibile
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remiati 30 Maestri del Commercio vercellesi e valsesiani. La manifestazione si è tenuta presso la Sala Pastore della Camera di Commercio. Il presidente 50&Più, Alberto Filippini, e il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, hanno premiato i nuovi Maestri che hanno dedicato la loro vita al mondo del commercio, del turismo e dei servizi. Tra i presenti alla cerimonia di premiazione, l’onorevole Luigi Bobba, il sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, il vice presidente del consiglio della Provincia, Gianmario Demaria, il presidente dell’Ente camerale Claudio Gherzi e dell’Associazione commercianti della Provincia di Vercelli, Antonio Bisceglia, con il direttore Ferdinando Lombardi, il presidente dell’Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale, Paolo Melotti. Nel suo discorso, il presidente Renato Borghi ha sottolineato l’importanza dell’attività svolta negli anni dai premiati sia come imprenditori, che come vere e proprie “testimonianze” di un mondo, quello del commercio, che mai come in questo momento si trova a “combattere tenacemente” tra ostacoli, difficoltà e problemi giornalieri e a continuare a sostenere l’economia della no-
stra Nazione. «Giornate come quelle di oggi - hanno sottolineato il presidente Borghi e il presidente provinciale e regionale Alberto Filippini - servono anche per ribadire alle Istituzioni quanto il lavoro svolto con passione e tenacia da questi “Maestri” per più di 25, 40 e oltre i 50 anni, testimonii la vitalità dei “nostri 50&Più”, sempre più attivi nel fisico e nella mente. Gli over 50 sono una risorsa insostituibile per la nostra società, in particolar modo in un momento di crisi profonda come l’attuale». Alla premiazione hanno partecipato anche numerosi sindaci dei Comuni della Provincia di Vercelli che hanno voluto onorare con la loro presenza alcuni loro concittadini, da quest’anno “nuovi Maestri del Commercio 50&Più”. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Franco Mangione, Lidia Degiorgis, Carlo Mortigliengo, Carla Stocchi, Dome-
nico Piscitello, Liliana Callari, Luigina Foltran, Gian Carla Franchino, Francesca Primerano, Aldo Canato, Francesco Borriello, Manuela Cerruti, Giovanni Tovo, Franca Reale, Giuseppe Beltramino, Giulia Sabatino; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Franco Giusio, Luciana Raviola, Pier Carlo Tamone, Teresa Devecchia, Alberto Filippini, Giovanni Corgnati, Luciano Montella, Valentino Trada, Giorgio Carboni, Pietro Finotti; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Antonio Bisceglia, Lorenzo Feo, Pier Luigi Battioni, Celestino Pace Adriano, Dario Cametti (alla memoria).
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XXV EDIZIONE
Concerti & Spettacoli Bar e Ristoranti con prodotti tipici e biologici Area Espositiva Clorofilla Film Festival Energie rinnovabili Dibattiti Città dei Bambini Mostre Trattamenti naturali ECOmercato Casa ecologica in mostra
9-18 a gosto 2013
APERTURA ORE 17,30
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9 SAB 10 DOM 11 GIO
15 SAB
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Commissione Europea
Città di Grosseto
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FISCO
ANCORA SULL’IMU: QUALCHE NOVITÀ SULLA DICHIARAZIONE «Una nuova norma fa importanti precisazioni sugli immobili, il cui obbligo dichiarativo è sorto dal 1° gennaio 2012» [ DI
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ALESSANDRA DE FEO ]
ell’Imu si è già avuto modo di trattare nel numero di dicembre 2012, ma poiché anche nei primi mesi del 2013 sono state apportate modifiche che hanno trovato immediata applicazione, è necessario trattare ancora una volta l’argomento. Come si ricorderà, nel dicembre 2012, era stato detto che la dichiarazione Imu si sarebbe dovuta presentare entro il 4/2/2013, se l’obbligo dichiarativo sorgeva prima del 5/11/2012, ed entro il 10/4/2013 se invece sorgeva dopo il 5/11/2012. Per effetto dell’art. 10 del D.L. 8 aprile 2013, n. 35, tale disposizione è stata modificata e, in particolare, con il comma 12 ter, è stato previsto che il contribuente debba presentare la dichiarazione Imu entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio, o quando sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta, utilizzando il modello approvato con il decreto di cui all’articolo 9, comma 6, del D.L. 14 marzo 2011, n. 23. La norma però fa un’importante precisazione sugli immobili il cui obbligo dichiarativo è sorto dal 1° gennaio 2012, poiché in questo caso la di-
[
]
«Il Decreto Legge 35 dell’8 aprile 2013 ha stabilito il nuovo termine per presentare la dichiarazione Imu»
chiarazione deve essere presentata entro il 30 giugno 2013 (ovvero entro il 30 giugno successivo a quello di pubblicazione del decreto di approvazione del modello dichiarativo). A tal proposito, si erano inizialmente posti non pochi problemi e dubbi sull’effettiva portata della norma, con particolare riferimento alla data di entrata in vigore del D.L. 35/2013, una data posteriore o molto ravvicinata a quelle di scadenza precedentemente previste (4/2/2013 o 10/4/2013). Per dissolvere i dubbi è intervenuto il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la circolare del 29/4/2013, n. 1/DF, chiarendo che la modifica legislativa vuole evitare una frammentazione dell’obbligo dichiarativo dovuta al precedente termine dei 90 giorni. A tale riguardo bisogna sapere che: • con il D.L. in esame (n. 35/2013) viene stabilito il nuovo termine di presentazione della dichiarazione Imu; • detta modifica produce effetti anche su
quelle dichiarazioni dovute per l’anno 2012, che potranno essere presentate entro il 30 giugno 2013. Tutto ciò porta alle seguenti considerazioni: quanto è accaduto con la dichiarazione Imu è, in realtà, la “fotocopia” di quanto in passato è già avvenuto con l’Ici; solo che, con questa variazione di particolare importanza, il contribuente che avesse “dimenticato” di adempiere all’obbligo dichiarativo (entro lo scorso 4/2 o 10/4), può farlo entro il 30 giugno 2013 senza l’applicazione di alcuna sanzione. Se anche quest’ultima scadenza dovesse risultare ”dimenticata”, il contribuente potrà adempiere il suo obbligo ricorrendo al cosiddetto “ravvedimento operoso”. Detto istituto prevede, come noto, l’applicazione di una sanzione in misura ridotta qualora l’adempimento, ed il relativo versamento, siano eseguiti “entro 90 giorni dalla data di scadenza originale”. Per cui l’interessato, per essere in regola, deve contestualmente presentare la dichiarazione e versare la sanzione di euro 5,10, pari ad un decimo di euro 51,00 (articolo 13 del D.Lgs n. 472/1997). Nel caso, invece, decorresse inutilmente anche quest’ultima scadenza, la dichiarazione Imu sarà considerata omessa, con la conseguente applicazione di una sanzione che va dal 100 al 200% dell’imposta dovuta, con un minimo di euro 51. LUGLIO/AGOSTO 2013
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PREVIDENZA
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QUATTORDICESIMA
Tutta questione di reddito «Oltre 3.500.000 di pensionati la riceveranno nel mese di luglio. I requisiti reddituali per ottenerla» [ DI
GIANNI TEL ]
A
nche quest’anno è in pagamento da luglio la “quattordicesima” introdotta dalla legge n.127 del 2007 sulle pensioni di importo basso. Ne beneficiano oltre 3.500.000 pensionati di età pari o superiore a 64 anni, con importi di pensione inferiori a 743,14 euro mensili, pari a 9.660,88 euro l’anno. La somma non è uguale per tutti, ma è legata all’anzianità contributiva raggiunta (vedi Tabella A).
I requisiti »Il beneficio spetta se il pensionato ha, oltre l’età pari o superiore a 64 anni, il requisito reddituale, che viene aggiunto se l’interessato può far valere un reddito complessivo individuale, relativo all’anno di riferimento, non superiore ad una volta e mezzo il trattamento minimo annuo del fondo lavoratori dipendenti. Per avere l’intero aumento non bisogna superare per il 2013 un reddito complessivo individuale fino a 9.660,89 euro. Se il reddito personale è di poco superiore, la somma aggiuntiva viene ridotta in proporzione. Se si considera un titolare di pensione diretta del fondo lavoratori dipendenti con un’anzianità contributiva di 20 anni e un reddito annuale di sola pensione ammontante a 9.800 euro, la somma aggiuntiva spettante è di 280,89 euro complessivi (9.660,89 + 420 – 9.800). Nella Ta-
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50epiu.it
I
LUGLIO/AGOSTO 2013
bella A sono indicati i limiti di reddito 2013 oltre cui non spettano somme aggiuntive.
redditi »PerQuali quantificare i limiti reddituali, si considerano tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti o tassati alla fonte (interessi bancari e postali, rendimenti da Bot e altri titoli). Vi rientrano le rendite Inail e gli assegni assistenziali. Bisogna denunciare tutto tranne la casa da abitazione; l’indennità di accompagnamento; gli importi dei trattamenti di famiglia; le somme riscosse per i trattamenti di fine rapporto denominati (Tfr, Tfs, ecc.); gli importi arretrati soggetti a tassazione separata. La quattordicesima è esentasse, non costituisce reddito ai fini fiscali, né per il riconoscimento di altre prestazioni previdenziali assistenziali.
La domanda »Ai pensionati che già l’hanno percepita dal 2007 al 2012, la quattordicesima viene pagata a luglio. Coloro che compiono il 64° anno d’età nel 2013, devono presentare apposita domanda con dichiarazione da cui risulti che il loro reddito personale non supera il limite di legge. L’importo, in questo caso, è corrisposto in tanti dodicesimi quanti sono i mesi in cui spetta, considerando mese intero quello in cui si compie il 64° anno di
età. Per presentare la domanda, va verificato l’ammontare della somma erogata dagli Istituti Previdenziali e vanno presentate le richieste di mancato riconoscimento e/o adeguamento: gli uffici del Patronato 50&PiùEnasco, presenti in ciascuna provincia, sono gratuitamente a disposizione per fornire tutti i chiarimenti del caso.
impostazione preconcetta »Va Una sottolineato, infine, che per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coldiretti) sono stati stabiliti (vedi Tabella A) tre anni in più di contribuzione nelle relative tre fasce di anzianità contributiva legate agli aumenti pensionistici. È questa un’impostazione preconcetta che differenzia ancora una volta il lavoro autonomo da quello dipendente. Non si comprendono, infatti, i motivi per i quali un trattamento di sostegno al reddito che deriva da risorse a carico della collettività possa poi differenziare i pensionati a seconda dell’appartenenza all’una o all’altra categoria. È per questo che l’Associazione 50&Più - insieme al Cupla, Coordinamento Unitario dei Pensionati Lavoro Autonomo - ha promosso, già dal 2007, una costante azione di protesta per sottolineare che il trattamento differenziato tra catego-
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TAB. A GLI INCREMENTI E I VALORI REDDITUALI DELLA 14a
Anni di contribuzione Dipendenti Fino a 15
Somma aggiuntiva intera annua (in euro)
Autonomi Fino a 18
Oltre 15 fino a 25 Oltre 18 fino a 28 Oltre 25
Oltre 28
Limiti di reddito (*) 2013
336
€ 9.996,89
420
€ 10.080,89
504
€ 10.164,89
(*) € 9.660,88 (una volta e mezzo il trattamento minimo) incrementato della somma aggiuntiva spettante in base all’anzianità contributiva (€ 336, € 420, € 504).
ASSEGNO SOCIALE, CRESCE IL REQUISITO DELL’ETÀ
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al 1° gennaio 2013 il requisito dell’età, 65 anni per le donne e per gli uomini, per ottenere l’assegno sociale è salito per l’incremento della speranza di vita. L’accesso all’assegno sociale, nonché all’assegno sociale sostitutivo della pensione d’inabilità civile, all’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e alla pensione non reversibile ai sordi, è previsto al compimento dei 65 anni e 3 mesi di età. Oltre l’adeguamento del requisito anagrafico in base alla speranza di vita - previsto con cadenza triennale dal 2013 e biennale dal 2021, cioè 3 mesi quest’anno e ipotizzati 4 mesi dal 2016 -, a partire dal 2018, per conseguire l’assegno sociale e le prestazioni sostitutive di invalidità civile, sarà aumentato di un anno (vedi Tabella C). Vediamo i presupposti per l’accesso a questa prestazione assistenziale, che prescinde dal pagamento dei contributi e spetta ai cittadini economicamente disagiati.
A chi spetta I requisiti sono: • cittadinanza e residenza sul territorio nazionale; ne hanno diritto anche i rifugiati politici e i cittadini dell’Unione Europea, purché risiedano in Italia; • 65 anni e tre mesi di età, sia per gli uomini e sia per le donne (da quest’anno il requisito è agganciato all’adeguamento alla speranza di vita); • assenza di redditi, ovvero conseguimento di redditi inferiori ad un determinato limite (vedi Tabella B); • dal 1° gennaio 2009 è richiesto anche il soggiorno legale, in via continuativa, per almeno dieci anni in Italia.
5.749,80 euro. Se un richiedente coniugato ha un reddito, cumulato con il coniuge, di 8.000 euro, avrà diritto ad un importo di 3.499,80 euro annui, pari a 269,21 euro mensili, tenendo conto che l’importo dell’assegno sociale è di 442,30 euro e il limite di reddito del richiedente coniugato è pari al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale, cioè 11.499,80 euro. Non si avrà diritto all’assegno con redditi superiori al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale.
Quali redditi Ai fini del diritto all’assegno sociale, per reddito si intende tutto ciò che il soggetto richiedente e il proprio coniuge possiedono in via continuativa, compresi i redditi esenti da Irpef (come la pensione di guerra) e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o ad impo-
sta sostitutiva (interessi bancari, Bot, Cct ecc.). Non contano il reddito della casa di proprietà, purché abitata dal richiedente, i trattamenti ricevuti a titolo di liquidazione per fine rapporto di lavoro e le competenze arretrate soggette a tassazione separata, lo stesso assegno sociale e i proventi di alcune forme assistenziali (le indennità di accompagnamento, gli assegni per l’assistenza personale continuativa erogati dall’Inail per invalidità permanente assoluta, gli assegni per l’assistenza personale e continuativa pagati dall’Inps ai pensionati per inabilità, l’indennità di comunicazione per i sordomuti, l’assegno agli ex combattenti di guerra). Gli uffici del Patronato 50&PiùEnasco, presenti in ogni provincia, sono gratuitamente a disposizione per ulteriori chiarimenti e per presentare on-line l’eventuale domanda.
TAB. B ASSEGNO SOCIALE: IMPORTO E LIMITE DI REDDITO 2013
Pensionato non coniugato Reddito annuo Importo assegno proprio mensile x 13 zero 442,30 euro Meno di 5.749,80 euro Ridotto in proporzione Più di 5.749,80 euro zero
Pensionato coniugato Reddito annuo Importo assegno cumulato mensile x 13 Meno di 5.749,90 euro 442,30 euro Da 5.749,90 euro Ridotto a 11.499,80 euro in proporzione Più di 11.499,80 euro zero
Nota: i pensionati con un’età pari o superiore a 70 anni hanno diritto ad una maggiorazione sociale che porta l’assegno di pensione a € 631,97 al mese se hanno un reddito annuo inferiore quest’anno a € 8.214,87, elevato a € 13.964,21 se coniugati.
L’importo spettante L’importo dell’assegno sociale viene fissato in base al reddito personale e, nel caso di persone sposate, si tiene conto anche del reddito cumulato con il coniuge: la prestazione può essere liquidata in misura intera o ridotta. Per esempio, se il richiedente ha un reddito annuo di 2.000 euro, avrà diritto ad un assegno sociale annuo di 3.749,80 euro pari a 288,44 euro mensili, tenendo conto che quest’anno l’importo dell’assegno è di 442,30 euro e il limite di reddito del richiedente non coniugato è di
TAB. C ASSEGNO SOCIALE E PRESTAZIONI SOSTITUTIVE DI INVALIDITÀ CIVILE REQUISITI DI ETÀ PER L’ACCESSO
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
65 65 e 3 mesi * 65 e 3 mesi * 65 e 3 mesi * 65 e 7 mesi * 65 e 7 mesi * 66 e 7 mesi *
*Per tali decorrenze si è tenuto conto dei prevedibili adeguamenti alla “speranza di vita” già a partire dal 2013 e per gli anni a seguire fino al 2018.
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PREVIDENZA
rie di pensionati, a prescindere dalla sua entità effettiva, viola ogni principio di giustizia sociale ed è in contrasto con i principi costituzionali. Questi aumenti di pensione sono finanziati dallo Stato e non legati alla storia contributiva di ciascuno. Da ciò deriva che ogni discriminazione basata sull’appartenenza a categorie lavorative durante la vita attiva si presenta non solo contraria all’articolo 3 della Costituzione, ma anche, e soprattutto, errata dal punto di vista della giustizia sociale.
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LIBRI
«Mai imprestar libri, non uno fa ritorno; i soli che ho in biblioteca sono quelli che altri mi hanno imprestato» Anatole France
DI RENATO MINORE
FIGLI DELLO STESSO PADRE
LETTERATURA DA VIAGGIO IL DELIRIO DI ELSE Alba Rohrwacher è Else de La signorina Else di Arthur Schnitzler, nel monologo-delirio di una giovane donna appena maggiorenne, ospite della zia al Grand Hotel di San Martino di Castrozza (Emons Feltrinelli, euro 12,90).
CORALE E BARBARICO Vincitore di un Super Campiello, lo scrittore sardo Salvatore Niffoi dà voce al suo Pantumas, racconto corale fra i monti di Chentupedes, un antico villaggio scavato sui pendii di un paesaggio barbarico (Emons Feltrinelli, euro 12,90).
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Romana Petri Longanesi - 294 pagine euro 16,40
che insegna in America. Cresciuto sapendo di essere il figlio non voluto, ha sempre cercato, ma invano, l’affetto del padre. Tra passioni, gelosie, piccoli colpi di scena, competizioni, prove di forza tra i due fratelli, il racconto attraversa gli anni del loro difficile rapporto, con continui ricordi e flash back. Romana Petri conferma una grande dimestichezza a muovere la sua scrittura in grandi affreschi, costruiti dosando lo scorrere del tempo, con il giusto ritmo e molta attenzione, da pittura fiamminga, ai particolari.
Ma la belante e pacifica invasione apre una fatale breccia nei rapporti familiari, per altro già segnati. E una vera, conseguente (parallela) “inchiesta” in più continenti. Essa porta da un lato gli increduli genitori, foderati nel proprio perbenismo, e dall’altro la svagata e fascinosa zia, a ripercorrere a ritroso la graduale metamorfosi di Filippo. Da studente modello a guardiano di ovini sotto gli alberi dell’Oxforshire.
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«I loro sguardi ogni tanto si incrociavano e sembravano dirsi una cosa, riappacifichiamoci o dichiariamoci guerra per sempre, ma facciamolo per bene e prima di morire». Sono gli sguardi di Emilio e Germano, i fratelli protagonisti di cui Romana Petri narra le tormentate vicende. Non riescono a negare ciò che è stato fondante nella loro esistenza. E hanno una ragione in più per essere “concorrenti” o “rivali”. Hanno avuto il medesimo genitore: l’egolatrico, compulsivo Giovanni. Ma anche madri diverse: l’una, quella di Germano, è stata lasciata quando l’altra aspettava Emilio per poi essere abbandonata anche lei. Così la storia di una donna tradita è affrontata da due punti di vista assai diversi. Perché Germano ed Emilio sono diversi di età, statura, carattere. Il primo è un artista ossessionato dal tema della morte, oggetto centrale della sua pittura. Cambia donna a velocità di razzo e non ha mai perdonato al fratello di essere stato la causa della separazione della madre. Emilio è un matematico piuttosto bravo
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Si pensa a una provocazione quando, nel bel mezzo nella Sala Conferenze del Balliol College di Oxford, arriva un giovane e brillante economista con decine di pecore che invadono ogni spazio. Un esordio fulmineo e surreale per il romanzo di Paola Mastrocola che con Non so niente di te posa lo sguardo sull’attuale crisi economica. Filippo (così si chiama l’improvvisato pastore) è di ottimo lignaggio borghese, per lui i genitori già immaginavano un futuro in una grande banca d’investimento a Londra.
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Il Canada e il Giappone di White, due schegge preziose di un viaggiatore che allarga continuamente il punto di vista del viandante di spazi e culture. Di fronte allo sconfinato spazio canadese, La strada blu conduce nella quiete e nel silenzio verso un senso di completezza, un senso di presenza. Un libro di viaggio che non è un libro di viaggio: come I cigni selvatici sulle orme del poeta Basho e lungo la rotta che, dalla Siberia porta i volatili all’isola di Hokkaido, il viaggio è attraversamento e discesa nella pienezza della mente e del paesaggio.
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VARIE DATE
DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS
RECENSIONI teatro TUTTI AL COLLEGE Venezia, dall’1 all’11 agosto
F Definire il gruppo di ballo Parsons Dance non è un’impresa facile: creato da David Parsons e dal light designer Howell Binkley, rappresenta un perfetto connubio tra danza moderna e classica. Le loro performances si distinguono per originalità, potenza espressiva e fantasia in un rapporto quasi fisico con il pubblico. In Italia avremo modo di ammirarli in 8 date, dal 12 al 20 luglio nelle città di Firenze, Como, Torino, Trieste, Vicenza, Terni, Roma e Roccacelletta (Cz). Per saperne di più si può contattare lo 0267071216. PIETRASANTA (LU)
Giunto alla 7a edizione, torna dal 26 luglio al 4 agosto Pietrasanta in Concerto, il prestigioso Festival internazionale di musica da camera, ideato dal Maestro Michael Guttman. Una rassegna musicale di pregio, arricchita dalla presenza di musicisti contemporanei come Giovanni Sollima, Mario Brunello, Pinchas Zukerman e Salvatore Accardo. È la “famiglia” il tema che unisce le 9 serate di concerti che si tengono nel suggestivo Chiostro di Sant’Agostino e nei giardini della Rocca di Sala; oltre al piacere per la musica, un diletto per gli occhi.
iocco azzurro alla Biennale di Venezia, che vede nascere il progetto “Biennale College” nei settori Danza, Musica e Teatro. L’intento è formare giovani artisti accanto a grandi maestri. Un valore aggiunto alle precedenti attività laboratoriali per una preziosa “trasmissione del sapere”. Con questo spirito prende il via il 42° Festival Internazionale del Teatro, diretto da Alex Rigola che debutta come regista con El policìa de las ratas, in prima assoluta. Sedici i workshop su testi e personaggi shakespeariani, otto dei quali si concretizzano in spettacoli presentati nel festival. Interessante la masterclass con una delle più grandi artiste internazionali dei nostri giorni: Ute Lemper, in un recital di canzoni di Brecht e Weil al Teatro La Fenice (2 agosto, ore 21.30). Info: 0415218711
COMMEDIE, THRILLER E ... Borgio Verezzi (Sv), dal 12 luglio all’11 agosto
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l cartellone della 47a edizione del Festival di Borgio Verezzi, ospita a sere alterne le commedie di Ray Cooney Taxi a due piazze (20 anni prima) e Chat a due piazze (20 anni dopo), dal 18 al 21 luglio, con Gianluca Guidi, Gianluca Ramazzotti e, fra gli altri, Nini Salerno. Risate assicurate tra equivoci, bugie e colpi di scena. Il 23 debutta Trappola mortale di Ira Levin, thriller con spiragli di commedia per raccontare l’avidità dell’uomo. In scena Corrado Tedeschi, Ettore Bassi e Miriam Mesturino, con Giovanni Argante e Silvana De Santis. Dal 31 luglio al 2 agosto un omaggio di Alessandro D’Alatri a Eduardo De Filippo con Uomo e Galantuomo, di cui è regista. A trasmettere la napoletanità ci penserà Gianfelice Imparato con altri nove attori. Info: 019610167
PRIME ASSOLUTE Siena, dal 9 al 18 luglio
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musica OTRANTO (LE)
© LUCAS ALLEN
musica
a Settimana Musicale Senese dell’Accademia Musicale Chigiana spegne 70 candeline e festeggia con un calendario di prime esecuzioni assolute, il recupero del repertorio barocco, un ricordo di Luciano Berio, uno sguardo alla musica contemporanea e un concerto del pianista Michele Campanella. Inoltre, due veri gioielli in apertura e chiusura di manifestazione: l’opera-comique La Colombe di Gounod, per la prima volta in Italia, e la direzione di Daniel Harding alla testa della prestigiosa Mahler Chamber Orchestra. Info: 057722091
La Premiata Forneria Marconi, in auge da più di 30 anni, resta una delle colonne portanti del rock italiano. Ha introdotto il rock progressivo nel nostro Paese quando ancora eravamo immersi nella tradizione popolare, nella canzonetta e nel - seppur valido - filone delle cover. Il 21 luglio, Franz Di Cioccio e band si esibiscono al Fossato del Castello Aragonese regalando agli spettatori la loro personale declinazione di musica, psichedelica con radice classica, influenze jazz in un mix dolce e robusto. ROMA
Alex Britti oggi è considerato uno dei chitarristi più bravi d’Europa, ma per esserlo ha fatto tanta e sana gavetta. Amante viscerale del blues, mano svelta e morbida sulla tastiera della sua Martina (il nome della chitarra), Britti si definisce artigiano del suono, tessendo note che da “sporche” diventano canzoni pop famose in tutta Europa. Il 25 luglio suonerà presso Il Centrale - Live, accompagnato come sempre dalle tre cose più importanti: la sua chitarra, la sua band e la sua fedele pedaliera. LUGLIO/AGOSTO 2013
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dvd WESTERN
DJANGO UNCHAINED
Regia di Quentin Tarantino con L. Di Caprio, K. Washington,
S. L. Jackson, C. Waltz, J. Foxx 50&PIÙ CONSIGLIA:
Dopo Bastardi senza gloria, in cui Tarantino riscriveva la storia della Seconda Guerra Mondiale, ora il grande regista statunitense fa i conti con la storia americana più dolorosa, quella dello schiavismo. E anche qui immagina un personaggio, l’afroamericano Django - omaggio all’omonimo “spaghetti western” di Corbucci, con Franco Nero che appare in un cameo - che vendicherà decenni di schiavitù. Grandissime le interpretazioni degli attori, a partire da Di Caprio che ad un tratto, quando cambia umore, fa davvero paura. COMMEDIA
UN GIORNO SPECIALE Regia di Francesca Comencini con Filippo Scicchitano, Giulia Valentini, Roberto Infascelli 50&PIÙ CONSIGLIA:
Primo giorno di lavoro per Gina e Marco. Lei ha appuntamento con un politico che dovrebbe aiutarla ad entrare nello spettacolo, lui è l’autista che l’accompagnerà. Non si conoscono, in comune hanno la giovane età e la voglia di farcela a tutti i costi. Nell’attesa dell’incontro, trascorreranno un “giorno speciale” in cui si conosceranno e capiranno il valore delle loro giovani vite. Liberamente ispirato al romanzo Il cielo con un dito di Claudio Bigagli, il film sceglie, al contrario del libro, di non andare fino in fondo alla storia, rimanendo una favoletta moralisitica e non morale.
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DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA
RECENSIONI cinema THE LONE RANGER regia di Gore Verbinski con J. Depp, A. Hammer, T. Wilkinson, H. Bonham Carter Genere: avventura 50&PIÙ CONSIGLIA:
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nseguimenti su un treno in corsa, ponti imbottiti di tritolo che saltano, ballerine di saloon con stivaletti che sputano piombo e una guida indiana che ha gli occhi bistrati di Depp. La star di Pirati dei Caraibi toglie trucco e treccine da Jack Sparrow per indossare l’abito da sciamano di un nuovo personaggio, Tonto. In sella al cavallo Silver, il pellerossa si schiera col “Ranger Solitario”, John Reid, per una giusta causa: sconfiggere corruzione e avidità dilaganti e fermare il “cavallo di ferro”, che mette a rischio la pace sui territori d’America. Sequenze mozzafiato e battute ironiche per un film ambientato nel caro, vecchio West.
I MAGHI DEL CRIMINE regia di Louis Leterrier con M. Ruffalo, M. Freeman, D. Franco, W. Harrelson Genere: thriller 50&PIÙ CONSIGLIA:
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uardate attentamente, perché il trucco c’è ma non si vede. Quattro illusionisti sovvertono le regole dell’intrattenimento, improvvisandosi ladri di banca e facendo piovere sulla platea esultante migliaia di dollari. Come? Fluttuando nell’aria all’interno di bolle trasparenti, liberandosi con destrezza dalle manette o facendo sparire il complice, magari introducendolo nel caveau di una banca. Numeri che attirano l’attenzione dell’Fbi, che si mette sulle loro tracce.
UNA CANZONE PER MARION regia di Paul Andrew Williams con T. Stamp, V. Redgrave, G. Artenton Genere: commedia 50&PIÙ CONSIGLIA:
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ue icone del grande schermo, Stamp e Redgrave, al servizio di una piccola storia che il cinema fa decollare sulle ali della musica. Parla di rapporti affettivi complicati, di poca tolleranza verso il prossimo e di sforzi tesi a smussare una personalità spigolosa, il bel film di Williams. Racconta la storia di Arthur, un anziano convinto dalla moglie Marion ad entrare nel coro locale. Grazie al carattere dolcemente autorevole della direttrice Elizabeth, Arthur riuscirà a sciogliere i nodi del cuore e a riallacciare i rapporti col figlio James.
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DRAMMATICO
UPSIDE DOWN
Regia di Juan Diego Solanas con Kirsten Dunst, Jim Sturgess, Neil Napier 50&PIÙ CONSIGLIA:
Nonostante numerosi incontri con ragazze belle e interessanti, Adam non riesce a dimenticare Eve, incontrata una sola volta in un universo parallelo, molto tempo prima. Il giovane sfiderà le leggi della scienza e della natura per riunirsi alla ragazza dei suoi sogni. Ennesima rivisitazione del mito di Romeo e Giulietta, che trova la sua ragione d’essere nella suggestiva cornice futuristica e visionaria, anche se l’idea dei due mondi - quello di sopra, con gli sfruttatori e quello di sotto, con gli sfruttati - stenta un po’ a decollare. POLIZIESCO
INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO
Regia di Elio Petri con G. M. Volonté, F. Bolkan,
S. Randone, O. Orlando 50&PIÙ CONSIGLIA:
Nel giorno della promozione all’ufficio politico, l’ispettore capo della Squadra Omicidi di Roma uccide, in un gioco erotico, l’amante Augusta Terzi e si prodiga a seminare le tracce della sua colpevolezza: vuole dimostrare di essere, in quanto rappresentante del Potere, al di sopra di ogni sospetto. Il film esce con extra interessanti, tra cui il commento dello sceneggiatore Ugo Pirro, della produttrice Marina Cicogna e di Florinda Bolkan, un’intervista a Gian Maria Volontè e un documentario su di lui.
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C ancro & Leone » di ALDEBARAN
CANCRO 22 giu. » 22 lug.
« LICIA COLÒ
« RICCARDO MUTI
OroscoPIÙ GEMELLI 21 mag. » 21 giu.
SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic.
» luglio Mercurio nel segno vi farà sentire ringiovaniti, più energici, più solari. Usate le vibrazioni positive per ottenere ciò che desiderate e non dimenticate che è meglio agire oggi che domani. » agosto Per qualche tempo Giove soggiornerà nel vostro segno, portandovi tanto bene. Dovrete incontrare più persone possibili e parlare dei vostri progetti. La salute sarà buona, se vi saprete rilassare.
» luglio Le stelle vi manderanno degli influssi positivi in ogni cosa che farete e direte. Organizzate un bel fine settimana al mare con la famiglia. Proteggetevi bene dall’umidità del mattino. » agosto Le stelle porteranno tanti momenti positivi. Sarete spesso invitati per partecipare a cocktail-parties, incontri mondani, ecc. I momenti di relax potranno essere davvero apprezzati.
» luglio Sarete estroversi, brillanti ed indaffarati. Approfittate della vostra buona stella per economizzare il più possibile e state lontani dalle cose costose. Non sfogatevi a tavola! » agosto È arrivato un mese di grandi movimenti. Molti di voi saranno impegnati con i piani per le vacanze. Preferirete luoghi economici, tipo agriturismi. Non uscite nelle ore più calde.
LEONE 23 lug. » 23 ago.
VERGINE 24 ago. » 22 sett.
CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen.
» luglio Molto probabilmente questo sarà uno dei più bei mesi dell’anno e ciò grazie alla presenza del Sole. Sarete ottimisti, allegri ed estroversi. Mangiate sempre cibo sano! » agosto Mercurio nel segno vi regalerà energia e pronta intelligenza. Con le stelle cadenti potrete esprimere un desiderio e le vostre imprese andranno a buon fine!
» luglio Venere darà calore alla vostra vita, vi aiuterà a fare qualcosa di positivo per la persona amata. Se volete viaggiare, cercate di preferire viaggi brevi ed economici. » agosto Il Sole darà energia, voglia di vivere, forza, ecc. Molti di voi preferiranno dei viaggi brevi o sceglieranno di rimanere a casa in compagnia dei familiari. Evitate le spese inutili.
» luglio Non sarà forte dentro di voi il desiderio di spostarvi, visto che i momenti romantici li troverete anche vicino alla vostra residenza. La signora fortuna busserà alla vostra porta. » agosto La buona sorte sarà vostra alleata, perciò tenete gli occhi ben aperti. Agosto sarà un mese “sì” per tutte le faccende che riguardano amore, affetto, amicizie ed arte.
ARIETE 21 mar. » 20 apr.
BILANCIA 23 set. » 22 ott.
ACQUARIO 21 gen. » 19 feb.
» luglio Se volete iniziare le vostre vacanze o fare qualche viaggio, badate bene a prenotare case, biglietti, ecc. Vi troverete bene in compagnia. Gioie grazie ai bambini. » agosto Urano vi proteggerà per tutto il mese. Potrà verificarsi un incontro che farà nascere un nuovo legame sentimentale o professionale. Limitatevi nello spendere.
» luglio
TORO 21 apr. » 20 mag.
Vivrete un bel mese pieno di ottimi momenti. Vi gioverà accettare degli inviti, di qualsiasi natura. Evitate le abbuffate! Ci saranno possibili notizie da lontano. » agosto Questo sarà un mese movimentato per molti di voi. Succederanno parecchie cose, vi sposterete per brevi e lunghi viaggi. Incontrerete gente, ottenendo i risultati sperati.
» luglio Sarà un mese di nuovi amici con momenti simpatici nel corso degli spostamenti. Insomma, carico di novità apprezzabili. Attenzione però: proteggetevi dal caldo-umido. » agosto Sarete rilassati, spesso di grande aiuto agli altri. Attenti alle bibite ghiacciate e ai cibi troppo freddi. Concedetevi delle passeggiate in mezzo al verde e al fresco.
» luglio
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov.
A grandi linee saranno favoriti i viaggi brevi, le gite e gli spostamenti per andare a trovare qualche parente o amico un po’ lontano. Siate prudenti con gli elettrodomestici. » agosto Farete alcuni brevi viaggi per trovare amici o parenti. Un po’ di sport per non perdere l’energia acquistata nell’estate. Saturno vi conferirà una buona dose di tenacia.
» luglio Vi troverete bene in compagnia di bambini e giovani. Scoprirete dentro di voi il dono della pedagogia. Sarà meglio evitare viaggi lunghi e costosi. Attenzione agli sbalzi di temperatura. » agosto Mentre il periodo delle vacanze è in pieno vigore, voi sarete ancora con i pensieri a qualcosa di irrisolto. Il momento sarà buono per iscrivervi ad un circolo, club o centro benessere. PESCI » luglio
20 feb. » 20 mar.
Con Nettuno nel segno sarete fortunati con viaggi verso mari, laghi e nell’incontrare le persone giuste. Controllate tutti i documenti e le scadenze. Bevete tanta acqua oligominerale. » agosto Nettuno, il vostro pianeta, parla di nuove amicizie. Dopo le ferie, concludete eventuali lavori rimasti in sospeso. Qualche week-end in montagna per molti di voi.
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CRUCIVERBA Lello ORIZZONTALI 1. Segno dell’addizione; 4. Sigla di Modena; 6. L’esitazione dell’incerto; 12. Richard regista del film Tenente Colombo, Riscatto per un uomo morto del 1978; 17. Il nome di Guinness; 19. Gira con la chiave; 21. Abitano ai piedi dei monti; 23. Cadde per mano fratricida; 25. Corte d’Assise; 26. Beatrice lo ispirò; 28. Un insetto come la zecca; 31. Hanno un fulcro; 33. I francobolli più ricercati; 35. Un Nicolai tenore; 37. La Terra ne ha due fredde; 39. Il roditore dei campi simile ad un topo; 42. Il... niente del croupier; 43. Una domanda da confessionale!; 46. La Marianna di un romanzo di Dacia Maraini; 47. L’arte del prestigiatore; 48. In caserma e in collegio; 49. Il controllo del fisco; 51. Inizio e fine dell’opera; 52. Distinguono i villani; 54. Né tu né lui; 55. La grande kermesse transalpina; 57. L’uomo ha quello della parola; 59. Verbo da cane da caccia e da scommettitore; 61. Il notaio... meno noto; 62. Nilde presidente della Camera (1987); 64. Un famoso ponte di Venezia; 66. Ripetere, replicare; 69. Il fratello di una celebre Lucrezia; 74. La musica ispirata dall’esperienza psichedelica;
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56. Una valle delle Murge; 58. Masayuki regista del film Lupin e la cospirazione dei Fuma del 1987; 59. Picture Exchange Communication System; 60. Corre toccando un filo; 63. La uccise Ercole; 64. In mezzo alla strofa; 65. Alessandro Galante Garrone; 67. Era la banca di Marcinkus; 68. Il gruppo del Corriere della Sera; 70. Spagna e Ungheria; 71. Iniziali della Autieri; 72. Risposta Pagata; 73. Sono uguali nella bombola; 74. Addormentarsi... all’inizio!; 75. Coro senza pari!
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76. Un prodotto detergente; 77. Affluente dell’Isarco; 78. Gettarsi sul letto. VERTICALI 1. Ombrello; 2. Sono pari nei viali; 3. Iniziali di Eco; 5. Chi la scrive è poeta; 6. Concezioni della mente; 7. La fine del turno; 8. L’Italia ha grossi acini; 9. In testa al gallo; 10. Famoso quadro di Francesco Hayez; 11. Due lettere di Olga; 12. International Clima Association; 13. Il palco con il tappeto; 14. Un famoso ponte di Londra; 15. Chi ne soffre continua a dimagrire; 16. In mezzo al piagnisteo; 18. Catena montuosa siciliana; 20. Mitigare, addolcire; 22. Incantevole, pastorale; 24. Uova di tonno pressate; 25. Non tutti; 27. Le gradiscono i camerieri; 29. Un lattice prezioso; 30. Scrisse Il cappello a tre punte; 32. La zona dell’Egitto con le tombe dei faraoni; 33. Nuova fioritura; 34. Reni di animali macellati; 36. Fra Paperon e Paperoni; 38. Alcuni lo preferiscono al caffè; 40. Fu il regno di Girolamo Bonaparte; 41. Associazione Italiana Sommelier; 44. Legno duro e pregiato; 45. Gli elementi che formano l’occhio degli insetti; 48. L’opposto di trans; 50. Compose inni guerreschi; 53. La radura meno rara;
» soluzioni a pag. 98 MINI CRUCIVERBA Lello 1 5
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ORIZZONTALI 2. Sigla di Cosenza; 4. Ugo Tognazzi; 5. La naturale spigliatezza dell’uomo di mondo; 8. Il perfido denigratore di Desdemona; 10. Il Yul del film I magnifici 7 del 1960; 12. Fischia ed è spesso... fischiato; 13. Lo spogliatoio della signora... francese; 14. Al secolo è Rosalino Cellamare; 15. Acidi... di sapore; 16. Quartiere londinese ricco di ristoranti e locali; 17. Se. VERTICALI 1. La nota che mi segue; 2. Jill del film Una notte con vostro onore del 1981; 3. Lo dice la mammina al suo bimbo che sta per addormentarsi; 4. In mezzo al cubo; 6. Fu re dell’Epiro; 7. Assomigliano ai caproni; 9. Dilazione di pagamento; 10. Un dolce con il liquore; 11. Ente Risicolo Italiano; 15. Sigla di Aosta.
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GAMeS
CHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI STUZZICA CERVELLO
Enrico Diglio
TEST 1
TEST 2 Osservate le seguenti coppie di parole e dite, seguendo un criterio logico da determinare, quali sillabe vanno sostituite ai punti interrogativi. RATA - RANA CARA - CANE GIA - ?
Osservate attentamente la figura sopra riportata e dite quale delle seguenti figure va inserita, seguendo un criterio logico da determinare, al posto del punto interrogativo. b)
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VITA - VISTO CORO - COSA GIA - ?
TEST 4 Osservate attentamente il seguente gruppo di figure e andate a pag. 98.
TEST 3
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Osservate attentamente i quattro gruppi di figure riportate a sinistra e dite quale delle tre figure a lato, sostituita al punto interrogativo, completa, secondo logica, il gruppo contrassegnato dalla lettera d).
c) d)
INDOVINELLO » Fortunato in amore Non si può dirlo un bello originale, perché in coscienza,
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è brutto veramente; pure c’è chi, pensando: “non c’è male!” gli si abbandona, ahimé, perdutamente! Favolino
INDOVINELLO » Perfida donna S’è presentata bella - anzi era unica! e subito ne volli approfittare:
8, 10 Lionello
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ma a quale prezzo! Devo proprio ammetterlo: un ladro, lei mi ha fatto diventare. Favolino
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R E L A Z I O N I P E R S O N A L I • L AV O R O • C O L L E Z I O N I S M O • P R O P O S T E • A F F I T T O • V E N D O
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ueste pagine sono dedicate a chi cerca un’amicizia, a chi vuole affittare, comprare o vendere immobili. Qui potete assicurarvi un impiego o acquistare oggetti rari e curiosi». » Tutte le inserzioni sono pubblicate gratuitamente e non devono superare le 50 parole.
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SEGNALAZIONI Cerco vocabolario Melzi; lo avevo e lo prestai, e dato che era un vecchio libro e non ricordando che fosse stato regalato, lo gettarono. Lo cerco adesso in buono stato, meglio se nuovo. Sono disposto a pagarlo il suo prezzo. Scrivere a: Valter Farina, via Fossano 6, 18034 Ceriana (Im).
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Giochi MINI CRUCIVERBA
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VI soma; CI lento = Viso macilento
disco RS; O filo; SO fico = Discorso filosofico
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INDOVINELLI
Fortunato in amore = Il peccato
Perfida donna = L’occasione
Stuzzica cervello TEST 1 / La figura che sostituisce il punto interrogativo è quella contrassegnata dalla lettera a). Essa, infatti, permette di continuare la sequenza che vede, partendo da sinistra, tratti orizzontali di colore verde che precedono tratti orizzontali di colore rosso posti più in alto che a loro volta precedono tratti orizzontali di colore verde posti più in basso e così via. TEST 2 / Le sillabe che vanno sostituite ai punti interrogativi sono RA e DA. Seguendo il criterio logico evidenziato nelle quattro coppie di parole fornite, infatti, tali sillabe utilizzate una alla volta insieme alla sillaba GIA permettono di formare due parole: GIARA e GIADA. Inoltre, unendo le due sillabe tra loro si forma la parola RADA. TEST 3 / La figura che, sostituita al punto interrogativo, completa il gruppo contrassegnato dalla lettera d) è quella indicata dalla lettera g). Essa, infatti, come negli altri tre gruppi di figure forniti, ha un numero di lati uguale al numero delle figure di colore azzurro presenti nello stesso gruppo. TEST 4 / Quale dei quattro seguenti gruppi di figure rappresenta quello prima visto? a) b)
c)
d)
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Canale
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Sky canale
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