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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
Anno XXXIII n. 10 Ottobre 2011 Euro 2.50 - I.P.
Brunello Cucinelli
Speciale Internet
Vivere senza petrolio
Il colesterolo ti preoccupa?
Per la salute del cuore e per controllare il colesterolo, vita attiva e alimentazione corretta sono fondamentali. Ma oggi puoi fare ancora di più, con il nuovo Multicentrum Cardio: la completezza di Multicentrum in una formula che associa steroli vegetali, per aiutare a controllare il colesterolo, a vitamine e minerali specifici, per aiutare a mantenere il cuore in salute.
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[anteprime] Dalla bottega all’ipermercato Cos’è accaduto alle botteghe dopo la diffusione degli ipermercati? Tutte le risposte sono nel nuovo volume de “Le Perle della Memoria”. A pagina 13
Botulino Giovani a tutti i costi, ma senza bisturi, con il botox. Ma attenzione: il botulino è una potente tossina e va impiegata con cautela sotto controllo medico. A pagina 38
Una mostra imperdibile Fino al 15 gennaio si possono ammirare, a Roma, i capolavori di Botticelli e di Filippino Lippi, suo discepolo. A pagina 54
Festival della Scienza A Genova, dal 21 ottobre al 2 novembre, ispirandosi anche all’Unità d’Italia, 150 anni di conquiste scientifiche rincorrendo il futuro. A pagina 59
Il monopattino Compie un secolo, ma corre come il primo giorno... Forse anche di più, da quando ha un motore elettrico che lo rende divertente ed ecologico. A pagina 28
ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
È difficile pensare che le immagini e le notizie che ci arrivano dai “palazzi” e dalle piazze dove molti uomini politici consumano gli ultimi appuntamenti “festaioli”, i raduni e i comizi, ben stipati entro la prima metà di settembre, non abbiano lasciato esausti anche i più accaniti consumatori dei notiziari politici nostrani. È stato un susseguirsi di feste, appuntamenti, kermesse, raduni: ognuno a raccontare di come salverebbe questo Paese, se solo potesse avere le mani libere; di come avrebbe fatto le riforme, se solo non ci fossero i poteri forti a fermarlo, di come il popolo sovrano abbia dato una delega in bianco che permette, a chi l’ha avuta, di fare e dire tutto, senza vincoli e senza freni e senza doverne dare conto sull’uso quotidiano che ne fa. E allora, sgomenti, abbiamo assistito ai balletti estivi di una manovra economica che iniziava con il grattar via 8 (otto) euro alle pensioni da mille euro al mese dimenticando, nella fretta, di cancellare i vitalizi da 3.000 euro concessi per un solo giorno da parlamentare. Accettiamo ormai, per assuefazione, che il Consiglio dei Ministri si tenga abitualmente nelle case private del Premier, che i Ministri possano parlare di secessione pur avendo
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“di essere fedeli alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. Non siamo ingenui, ma essere persone di mondo e all’altezza della situazione significa diventare specialisti in parolacce, fini dicitori di barzellete da trivio e frequentatori di postriboli? E che dire dei silenzi assordanti delle autorità morali, quelle che per una legge in più, per un finanziamento ad hoc sapevano mettere in moto comitati e movimenti ansiosamente protesi alla salvezza dell’anima nostra e delle nostre tradizioni? Perché questo è il panorama avvilente del Bel Paese nell’anno del Signore 2011. Sì, questo Paese ha un profondo, quasi disperato bisogno di essere amato e di cittadini che mossi da questo sentimento, impegnino la loro intelligenza e il loro spirito al suo servizio, e che per questo sappiano superare punti di vista e particolarismi, voglia di primeggiare e presunte superiorità morali per mettere il futuro dell’Italia al centro delle loro azioni.
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IN QUESTO
numero
Giuseppe De Rita. Una società più unita per ricominciare
10
29
DI LUISELL A BERTI
Dalla bottega all’ipermercato.
13
Anteprima del nuovo volume de Le Perle della Memoria DI BARBARA M ARIOT TI
Brunello Cucinelli, la passione di un imprenditore
17
DI PICCI M ANZARI
22
DI GIOVANNA DALL’ONGAR O
INCHIESTA
Internet & dintorni: la nuova generazione è over
29
DI GIADA VALDANNINI
30 Inserto: Si comincia con un clic 33 Social network senza confini
40
PARLIAMO DI...
Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più
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Anno XXXIII n° 10 Ottobre 2011
Anno XXXIII n. 10 Ottobre 2011 Euro 2.50 - I.P.
A CURA DI LUISELL A BERTI
DI A MINA IACUZIO
DI PAOLO NEGRINI
LA VOCE DI 50&PIÙ
Previdenza DI Fisco DI
GIANNI TEL
ALESSANDRA DE FEO
50 52
Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
Senza più petrolio: cosa accadrà una volta terminato
Brunello Cucinelli
Speciale Internet
Vivere senza petrolio
IN EVIDENZA
Cinema & Teatro >> pag. 56
di Giovanna Vecchiotti
di A. Miccinesi e M. Sarti DVD di Pedro Armocida >> pag. 57
Il monopattino >> pag. 28
Musica & Concerti >> pag. 58
Letteralmente >> pag. 6
di Sadìa Maccari
di Tonino Valentini
Bellezza e botulino >> pag. 38
Festival della Scienza >> pag. 59
di Raffaello Carabini
di Francesco Andreani
Acque minerali >> pag. 40
Giochi >> pag. 60
di Anna Mercuri
di N. Tucciarelli e R. Cento
Sapori & Colori >> pag. 42
Stuzzica cervello >> pag. 61
di Marina Cepeda Fuentes
di E. Diglio
Arte di Paolo Giorgi >> pag. 54 Libri di Renato Minore >> pag. 55
Bacheca >> pag. 62 Oroscopo di Aldebaran >> pag. 65
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OTTOBRE 2011
Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per telefono: 06 68134552 Per fax: 06 68139323 Per m@il: redazione@50epiu.it Abbonamenti e Pubblicità Abbonamenti: Telefono 06 68134552 Fax 06 68139323 Pubblicità: Promedia 2000 S.r.l. Tel. 02 89079601 - Fax 02 89079619
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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
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METTERE
INSIEME N
ell’intervista a Giuseppe De Rita che troverete in queste pagine, il presidente del Censis, alla domanda su come si può uscire dallo stato di abulia sociale che pervade la società italiana, indica un’unica ricetta: “mettere insieme”. È una ricetta valida per tutti, dice De Rita, dallo Stato, ai partiti, dai cosiddetti corpi intermedi: sindacati, associazioni, terzo settore, grandi organizzazioni, alla stessa Chiesa. Mettere insieme le persone, non vuol dire unificare pensieri e parole, vuol dire lavorare per un obiettivo comune, creare un terreno di confronto, un reciproco riconoscimento di interessi, bisogni, aspettative per giungere a una soluzione condivisibile e condivisa. Significa prendere atto che la soluzione dei problemi riguarda tutti, e nessuno, per quanto voglia crederlo, si salva da solo.
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Finito di stampare: 30 settembre 2011
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Ma non sempre sono “bamboccioni” «Qualche settimana fa ho letto il caso di un 41enne che, pur avendone la possibilità in quanto economicamente autonomo, non intende lasciare la casa dei genitori per andare a vivere da solo. I genitori, esasperati, si sono rivolti alle autorità per obbligare il “bamboccione” ad abbandonare il “nido”. Possibile che i giovani d’oggi non abbiano un minimo di dignità? Io lasciai la casa paterna a 8 anni per andare a lavorare come bracciante. Immagini un po’ lei...»
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Sarebbe troppo facile trincerarsi dietro un semplice “I tempi sono cambiati”, immaginando che Lei, signor Orlandini, appartenga a quella generazione che fu costretta a rinnegare la propria infanzia per guadagnarsi una sopravvivenza altrimenti difficile da conquistare. È vero che di “bamboccioni”, come vengono definiti oggi i giovani che vivono ancora nella casa paterna pur avendo superato abbondantemente la maggiore età, ne esistono molti: ma proprio per questo è importante fare dei “distinguo” sulle motivazioni che spingono questi “ragazzi” a tenersi al riparo dalle responsabilità e dai rischi, continuando a vivere in famiglia. Non conosco il caso che Lei cita nella Sua lettera, se non per aver letto la notizia sui giornali: ma non mi sembra un caso di “bamboccione” quanto piuttosto di rapporti problematici interni alla famiglia protagonista della vicenda, dove il figlio, nonostante abbia un lavoro che gli permette la piena autonomia, resta con i genitori
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M AT TEO ORL ANDINI
LETTERAlmente
vessandoli. E quando la convivenza si intreccia con la prepotenza, le problematiche vanno al di là del semplice “non se ne vogliono andare”: è la dimostrazione che all’interno della famiglia si è costruito un rapporto malato, che, in quanto tale, deve trovare soluzione in ambiti differenti da quello giudiziario. Diverso è il caso dei ragazzi che continuano a crogiolarsi nel tepore della famiglia, complici (anche se talvolta involontari) gli stessi genitori che non hanno permesso di far germogliare nei loro virgulti
il seme dell’autonomia e continuano a proteggerli nonostante tutto, continuano implicitamente a invitarli a “restare” o comunque a “non avere fretta”. Ma il quadro più drammatico è rappresentato dai dati Istat 2011 che hanno evidenziato un fenomeno davvero allarmante: sono oltre 2 milioni i giovani, tra i 15 ed i 30 anni, che nel nostro Paese non studiano e non lavorano. Un esercito di Neet, ovvero Not in Education, Employment or Training (non impegnati nel mondo dell’educazione, né del
«Per poter educare bisogna amare» Karol Wojtyla
lavoro né dell’apprendimento), come sono stati definiti dal Governo inglese che per primo analizzò (era il 1999) questo fenomeno in Gran Bretagna. Sì, perché lo status di Neet non è riscontrabile solo in Italia bensì in tutti i Paesi avanzati, persino nel produttivissimo Giappone. C’è un problema educativo, in tutto questo? Forse, anche se nei Paesi anglosassoni il sistema è molto più orientato, rispetto al nostro, all’autonomia dei ragazzi. Di fatto, nella nostra società opulenta non si sente più la necessità impellente della conquista della propria vita, non c’è più il bisogno di mettere al sicuro il proprio futuro, perché il futuro è già stato costruito dalle generazioni passate; tutto si ottiene senza più grande fatica né lotta. E quando lotta deve esserci perché la vita prima o poi la impone, i giovani non hanno maturato lo spirito giusto per affrontarla, le armi per combatterla, i muscoli per cimentarsi. Ed in questo, di fatto, la responsabilità non può essere attribuita solo ai ragazzi ma,
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spesso, anche a chi ha creato questo meccanismo, compresi i genitori e qualche volta i nonni. A tutto ciò c’è da aggiungere che nel nostro Paese le prospettive di lavoro, e quindi di futuro, per i giovani sono davvero ridotte. La disoccupazione e il precariato li colpiscono senza pietà minando certezze e iniziative. Non esistono politiche specifiche per i cittadini di domani, a cominciare dal sistema scolastico per terminare con la previdenza: e se un Paese non investe sui giovani, sulla speranza del domani, quale atteggiamento ci si può aspettare di avere tra 20 anni in questi nostri giovani? Chissà, a questo punto, signor Orlandini forse è proprio il caso di dire “I tempi sono cambiati...”.
Una canzone per amico Nell’articolo “Rock, fortissimamente rock”, nella classifica dedicata ai “brani senza tempo” non c’è “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin; né altri. Come mai? La classifica può essere rapportata anche ai gusti personali di chi la stila, ma questo andava precisato. Cosa più grave, secondo me (da italiano), è la seguente: nella citazione dei cantautori italiani “Anni Sessanta e Settanta” non si fa nessun riferimento a Lucio Battisti e Mogol (fare riferimento all’Equipe 84 senza citare Battisti-Mogol, autori del loro pezzo più noto è assurdo). Errori gravi: vi chiedo di porre rimedio. GIANPIERO MICHETTI
Grazie per le Sue osservazioni, signor Michetti. E poiché si riferiscono ad un articolo pubblicato sul numero di 50&Più del mese di settembre, Le risponderà Raffaello Carabini, autore dell’articolo stesso.
“Grazie, Stannah!” «Gentile Gianpiero, Lei ha ragione: “Stairway to Heaven” rimarrà per sempre a illuminare la storia del rock. Ma allora perché non indicare tra “le magnifiche 10 canzoni” anche “Whole Lotta Love” degli stessi Zeppelin o “Smoke on the Water” dei Deep Purple, tanto per restare nello stesso ambito sonoro? E poi ho tralasciato anche “My generation” degli Who e “Purple Haze” di Jimi Hendrix e “Another Brick In The Wall” dei Pink Floyd e anche “Bohemian Rhapsody” dei Queen e chissà quante altre ancora... Già, perché i brani “senza tempo” del rock sono almeno “millanta”, e forse qualcuno di più, e se ci sedessimo in cerchio con una chitarra per suonarli ognuno di noi avrebbe la sua classifica. Per fortuna tutti abbiamo un atteggiamento diverso di fronte all’arte, dettato dalla nostra cultura, dalla nostra esperienza, dalla nostra sensibilità. Anche rispetto ai capolavori che hanno segnato la storia: sia perché segnarono una svolta sia perché furono il culmine di un periodo. La mia è una segnalazione che resta mia, anche se, sia detto con un pizzico di immodestia, confido di avere a lungo allenato almeno le tre qualità appena elencate. Meno personale è la risposta al quesito su Battisti, che è certamente uno dei cardini
principali - se non proprio il principale - della musica di consumo italiana del secolo scorso. Personalmente, ma gran parte della critica è d’accordo, penso che il cantautore di Poggio Bustone rappresenti il punto di riferimento del nostro pop: prima di lui c’era solo la musica leggera, dopo di lui chiunque non volesse essere etichettato come “commerciale” - appellativo che per anni è stato sinonimo di “pessimo” - doveva fare i conti con un livello espressivo più alto che in passato. Come si dice con buona similitudine, Battisti ha alzato, e di molto, l’asticella per l’accesso alla musica di qualità. Da questo a indicarlo come rocker ce ne passa. Anche se nell’unico tour che fece in vita sua insieme alla Formula 3 di Alberto Radius (posso dirle “io c’ero” a una di quelle date) l’impressione fu che avrebbe potuto diventarlo: ma così non è stato. Come - dirà giustamente Lei - non è stato per l’Equipe 84, i Camaleonti, i Dik Dik: ma di loro è rimasto soprattutto quell’atteggiamento, quell’idea di band che appariva nuova, irriverente, in fin dei conti rock nel panorama di allora. So che queste parole sono solo un “pannicello” non un rimedio, ma Lei mi insegna che per rimediare appieno non basterebbe un’enciclopedia».
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Saverio Accolla, Lino Agliata, Floretta Agoletti, Carla Agosti, Giuseppe Albanese, Franca Alberelli, Francesco Alessi, Anna Alfano, Alessandra Alfonsi, Rosa Alinei, Salva Alinei, Antonio Alonzo, Clara Alzeti, Iorio Amadei, Diego Amatuzio, Vincenzo Amatuzio, Marisa Amico, Emanuela Andreli, Tommaso Andreani, Adriana Andriani, Alessio Angeletti, Maria Cristina Anselmi, Laura Anzini, Nicoletta Anzini, Maria Laura Apuzzo, Rossana Arca, Massimo Ardizzon, Silvia Arduin, Floredana Arnò, Elena Asilio, Italo Dario Asplanato, Illeana Audino, Aurelia Babini, Antonello Baccini, Patrizia Bado, Alessandro Baggi, Nicoletta Bagli, Nello Baldoni, Flavia Balloni, Daniela Bandieri, Giusi Barbagallo, Antonino Barberi, Gloria Barbieri, Maria Silvia Barbieri, Simona Barcellona, Carlo Barella, Giorgio Bargellini, Paolo Baroni, Gaia Maria Bartolani, Marta Bartoli, Giuseppe Basile, Francesco Battaglia, Roberto Battaglia, Paolo Battista, Elisa Beccari, Gioacchino Belliotti, Vittorio Beltotti, Rosaria Bendia, Angela Benevenga, Laura Francesca Benigni, Daniela Berardo, Paolo Beria, Fabio Bernetti, Luisella Berti, Cristina Bertoldi, Vittorio Bertuzzi, Pierpaolo Betti, Michela Bevilacqua, Elisa Biagi, Francesca Biagioni, Andrea Bilardo, Carlo Birocchi, Calogera Marcella Boccadutri, Lena Boccia, Andrea Bonato, Angela Bondì, Lucia Bonfada, Eleonora Bonora, Angela Borean, Cristiana Borficchia, Riccardo Paolo Bortolotti, Miriam Bortoluzzi, Giuseppe Alessandro Bottalico, Teresa Bottalico, Mariagrazia Bova, Paola Bovolenta, Antonio Brardinoni, Micol Brignone, Silvia Briselli, Alessia Brizzi, Lucia Brizzolara, Andrea Brugiapaglia, Maria Bruno, Nicola Bruschi, Francesco Bucciarelli, Letizia Bucciarelli, Monia Bugari, Luciano Buonomo, Ornella Busoli, Marilena Buzzanca, Giovanna Caglieri, Barbara Cagnone, Roberto Cairo, Simonetta Cais, Cinzia Calabrese, Concetto Calafiore, Anna Maria Calderone, Roberta Calisti, Teresa Campanella, Cristina Canestrari, Elena Cannas, Mariangela Cannizzaro, Maria Michela Candreva, Patrizio Capasso, Guido Capoccia, Valentina Capozzi, Roberto Cappelli, Sara Caratto, Tiziana Cardinali, Tomaso Carlin, Giuliana Carloni, Libero Michele Carrea, Antonella Carrino, Sergio Casadei, Laura Casali, Sonia Casini, Nadia Caso, Simona Caspoli, Giuseppe Cassaro, Monica Castagno, Marcella Casucci, Antonio Catalano, Danila Cavanna, Silvia Cavenaghi, Gabriella Cavinato, Gloria Cei, Biase Celano, Silvia Cellerino, Davide Celli, Diego Cenerini, Eleonora Cenni, Rosa Bianca Centonze, Fabio Massimo Cerroni, Anna Maria Cerullo, Laura Ceselli, Massimo Chiappini, Silvia Chierchini, Carla Chini, Marco Chiudioni, Adriana Ciccone, Anna Maria Cima, Federica Cimaglia, Michela Cinaglia, Claudia Cinelli, Marco Cipollini, Steve Ciraldo, Tiziana Ciuffi, Katja Cocchi, Christie Coccia, Francesco Cocco, Gianfranco Cocco, Tiziano Cocco, Nadia Cocconi, Pasquale Cocozza, Daniela Codutti, Federica Cogoi, Rosetta Coico, Simonetta Colacicchi, David Colonnata, Andrea Colucci, Sandro Comani, Vincenzo Comito, Luciana Conti, Roberto Conti, Daniela Contini, Carmela Coppola, Fabrizio Corallo, Patrizia Corbara, Pasquale Cordasco, Paola Corizza, Fabio Corvo, Raffaella Costa, Anna Costalunga, Pietro Costalunga, Stefania Covino, Patrizia Anna Croce, Fernando Crociani Baglioni, Giovanni Curia, Leonarda D'Amato, Silvia D'Angeli, Roberto D'Angelo, Carlo Dall’Alba, Paola D'Ecclesia, Paola D'Este, Assunta D'Onofrio, Massimo D'Oria, Michela Dal Corso, Lisa Danti, Paolo Daprelà, Roberta Davani, Stefania De Agrò, Anna Maria De Bellis, Martina De Biase, Dario De Felicis, Anna Maria De Giovanni, Ermenegildo De Giovanni, Gabriella De Iuliis, Maria Luisa De Liso, Manuela De Lorenzi, Angela De Luca, Rossana De Luca, Gianfranco De Lullo, Patrizia De Maggi, Sandra De Marchi, Katja De Matteo, Guido De Michielis, Chiara De Palo, Walter De Palo, Daniela De Pascalis, Stefania Deamoli, Angela Degli Innocenti, Barbara Del Vecchio, Renata Dell'Aquila, Anna Della Cagnoletta, Antonello Delle Fontane, Luisa Dessì, Alice Di Beo, Anna Di Berardino, Cristina Di Berardino, Antonella Di Camillo, Lorenzo Di Cesare, Giulia Di Condina, Alvise Di Lena, Daniela Di Mattia, Massimo Di Mauro, Daniela Di Muzio, Sabina Di Natale, Massimo Di Nezio, Giuseppina Di Palma, Eliana Di Pietro, Antonio Di Punzio, Simona Di Stefano, Sara Diazzi, Vito Francesco Difonzo, Barbara Dolci, Angelo Domenichetti, Marinella Dondi, Anna Dorigatti, Laura Dotti, Luigi Dragone, Mara Durando, Serena Ebano, Giuseppe Ecca, Jutta Eiert, Piera Elia, Adele Esposito, Massimo Esposito, Raffaele Esposito, Silvia Esposito, Rossana Eugeni, Paolo Fabbri, Letizia Fabra, Sara Faccin, Marilena Fania, Anna Fanti, Daniela Fantini, Anna Daniela Fazio, Rocco Fazio, Andrea Ferranti, Barbara Ferrari, Albino Festa, Grazia Figini, Maria Teresa Fini, Marco Fiori, Giuseppe Firrito, Gabriella Flammini, Mauro Folli, Roberta Forest, Arianna Fossaluzza, Anna Francalanci, Alessandro Francavilla, Lorenzo Francesconi, Maria Teresa Franchi, Roberta Franco, Alberto Frezza, Silvana Frison, Roberta Fronza, Bruno Gaddi, Vittorio Gagliardi, Ilenia Gaibazzi, Eleonora Galigani, Fabio Gallorini, Silvana Gambardella, Stefania Gambardella, Maria Valeria Gandolfi, Diletta Gazza, Emanuela Gazzano, Roberto Gelletti, Mauro Gentile, Nadia Gentile, Patrizio Gessini, Antonella Ghignoli, Bruna Ghigo, Ilaria Ghilardi, Emanuela Ghinato, Simona Ghione, Luana Giacometti, Delizia Maria Dolores Giambarresi, Sandro Giansante, Gabriele Giansanti, Antonella Giantomasi, Anna Giglio, Francesco Giglioli, Massimiliano Gilardi Nadin, Silvana Giliberti, Fabrizio Gimigliano, Luigi Ginosa, Annalisa Giola, Laura Giordano, Cristina Giorgetti, Stefania Giuliani, Calogero Giunta, Laura Giunti, Giorgio Giusti, Luca Giustinelli, Gabriele Goglia, Claudia Patricia Gomez Laguado, Federico Gomez Paloma, Stefano Gonfiantini, Chiara Gonzi, Anna Rita Graffagnini, Anna Maria Lucia Gramegna, Marco Graneri, Maria Elena Gravante, Marilina Graziano, Maria Rita Grazioli, Patrizia Graziotti, Ida Grifi, Alessio Grillini, Maria Grimaldi, Fabio Guerrera, Maria Stella Gugliara, Antonella Gulino, Grazia Gulino, Daniela Horn Orni, Francesca Iaconi, Claudio Iacono, Sara Iacovissi, Sara Iannello, Filomena Ianni, Stefano Ianni, Cinzia Imperiali, Paolo Inturri, Elena Inverardi, Lorella Iob, Andrea Iovino, Alessandra Ivaldi, Laura Izzo, Gianluca Jengo, Edvin Koci, Anna La Rosa, Paola La Rosa, Raimondo La Rosa, Anna Maria Lanucara, Anna Chiara Lanza, Linda Lara, Serena Latini, Marco Lavecchia, Maria Lazzareschi, Monica Lazzari, Tiziana Lazzarini, Marta Lazzaro, Maurizio Lelli, Lucia Lena, Andrea Leonardi, Barbara Liberati, Alberta Liberti, Roberta Linares, Marzia Lionti, Luca Lisco, Antonino Biagio Lo Giudice, Alessandra Loizzi, Veronica Lombardi, Denis Lombardozzi, Cosimo
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Giampiero Longo, Rita Loprieno, Patrizia Loreto, Beatrice Losio, Serena Lucca, Mariella Luchetti, Marianna Lucieri, Giorgio Lugli, Gabriella Lunardi, Vincenza Luperto, Daniela Lupi, Alessandro Luzzetti, Silvana Maccari, Francesca Macciocu, Silvia Maccioni, Melania Maddalena, Roberto Maffioletti, Antonietta Magaldi, Massimo Maggiani, Alessandro Maggio, Cosimo Malagnini, Luigi Mancinelli, Osvaldo Mancini, Paolo Mancini, Giuseppa Manera, Silvia Mihaela Manole, Maurizio Mantovani, Viana Maraventano, Alessandro Marcolin, Cristina Marcucci, Matteo Marianeschi, Italo Marini, Laura Marini, Gianfranca Marogiu, Giuseppe Marotta, Rocco Luigi Marsico, Alma Marsiglioni, Emanuela Martinetti, Ada Martino, Giuseppe Martino, Ilaria Martino, Salvatore Martino, Caterina Marzullo, Laura Maschi, Massimo Massaroni, Alessia Massei, Silvia Mattetti, Patrizia Mazzarella, Andrea Mazzi, Maria Antonietta Mecucci, Ignazio Meloni, Graziella Meneguzzi, Nicoletta Merola, Maria Rossana Messina, Fabiana Miccinilli, Diana Michetti, Simona Micozzi, Giancarlo Miele, Domenico Milano, Fernanda Minale, Sabino Minervino, Elisa Minetti, Nicola Mioli, Gabriella Miot, Manuela Miotti, Francesco Missinato, Angela Miuccio, Silvia Mocchi, Stefania Mocera, Beatrice Mochi, Gaetano Mongiovì, Giorgio Monittola, Fabiana Montegiove, Gabriele Montemarà, Carmela Montereale, Nicoletta Montin, Stefano Montosi, Maria Elena Montruccoli, Simona Morale, Anna Morena, Beatrice Moretti, Federica Moretti, Valeria Morezzi, Giuseppe Morlino, Tiziana Mortari, Maria Grazia Mucci, Antonella Mungo, Luigi Mureddu, Gabriella Musco, Elena Musiari, Alessandro Mutti, Angela Muzzi, Giorgio Natale, Claudia Naticchioni, Mirella Nervegna, Simona Nestola, Sergio Netti, Giuseppe Nicolino, Carmelo Nicotra, Daniela Nicotra, Giuliana Nocita, Giuseppe Notaro, Fernando Oliva, Giuseppe Onofrietti, Michele Orlandi, Agla Orlando, Marta Orlando, Donatella Ottavi, Arianna Pachi, Valeria Paderno, Cristina Paladini, Maria Rita Palestro, Antonella Pallotta, Paolo Pancanti, Francesca Panico, Tiziana Pantaleo, Caterina Panzavecchia, Andrea Panzavolta, Roberto Paoletti, Filiberto Paris, Salvatrice Parisi, Francesca Passalacqua, Riccardo Pasquini, Antonietta Paternicò, Giuseppe Paternicò, Maria Vittoria Paternicò, Rosario Paternicò, Maria Rita Patria, Pio Pecoriello, Carlotta Pedone, Stefano Pedrazzani, Michela Pelizzari, Valeria Pellegrino, Andrea Pellico, Linda Pellizzoni, Roberto Pelosi, Anna Peluso, Susanna Pennacchi, Alfredo Pennisi, Gabriella Penso, Donatella Peria, Alessandra Perra, Genoveffa Perrina, Marcello Perrone, Maria Luigia Pesante, Annalisa Petilli, Francesco Petit, Antonella Petraccini, Meri Pezzolati, Simona Pianciola, Maurizio Piazza, Tiziana Piazza, Vittorio Picciaccio, Elena Piccinetti, Paolo Piccini, Aldo Piccinin, Gaetano Piccionello, Pierantonio Pifferi, Federico Maria Pignataro, Francesco Paolo Pignato, Claudia Pilia, Virginia Pilia, Giuseppe Pinna, Maria Laura Domenica Pinna, Lorenza Pinton, Ezio Piras, Daniela Pirrotta, Andrea Pitrolino, Piera Pittiglio, Flavia Piumatti, Margherita Pizziconi, Manuela Pocci, Emanuela Poggio, Daniela Poletto, Gian Paolo Pollina, Patrizia Polsinelli, Nicoletta Pontalti, Giuseppe Porreca, Antonietta Porro, Fabrizio Portale, Antonella Pozzato, Michelina Prantera, Graziella Pranzo, Gessica Procaccini, Franco Procino, Erminia Pulicari, Alessandro Pullini, Stefano Quagliozzi, Simona Quattrini, Paolo Rainelli, Raffaella Rauso, Ilenia Raviolo, Romina Reali, Valterino Recinella, Paola Giovanna Regge, Monica Regis, Michele Reina, Francesca Repaci, Maria Chiara Revetria, Marta Riboni, Giuseppe Ricci, Lorena Ricci, Matteo Ricci, Anna Riccio, Stefania Riccucci, Michael Riegler, Simona Righi, Carmelo Riotto, Maria Rizzello, Mara Rizzi, Antonio Rizzo, Daniele Rizzo, Cinzia Rizzo, Roberta Rocca, Arianna Rodilossi, Gaetana Romanelli, Luigia Romano, Miria Romano, Gian Andrea Romanò, Francesco Romeo, Isabella Roncari, Massimo Ronchetti, Francesca Ronci, Zelio Rondina, Maria Laura Rondini, Anita Rosati, Tania Roselletti, Elisa Rossi, Francesca Rossi, Marco Rotelli, Eleonora Ruga, Giuseppe Ruggieri Lavorgna, Marco Sabani, Maela Sacchi, Paola Sacco, Alessandra Saccomandi, Rita Saderi, Giuseppa Saia, Claudio Salmaso, Alessandra Saluzi, Francesco Saluzi, Angelo Salvadori, Luciana Salvatori, Laura Salvetti, Daria Salvi, Valeria Salvi, Gabriele Sampaolo, Morena Sandri, Vincenzo Sanfilippo, Giuliana Santarelli, Cristina Santicchia, Giuseppina Santilli, Sandro Santoni, Lorenza Sapochetti, Arabella Saragò, Ivan Sarcinella, Alessandro Sarno, Caterina Sartini, Camilla Sartori, Daniela Sassi, Michele Scaletta, Davide Scandurra, Raffaele Schettino, Maurizio Schilirò, Isabella Schirippa, Alessandro Scialotti, Fabrizio Scialotti, Sandra Scipioni, Valeria Scomparin, Andrea Scopesi, Milena Sebastiani, Valeria Semeraro, Emanuela Sempio, Chiara Maria Senneca, Sebastiano Seno, David Sensi, Maria Sergi, Luisa Serrao, Valentina Sgaragli, Giuliano Siciliano, Cristina Simonelli, Mirella Sirianni, Monica Sistoni, Michela Sodini, Vanna Soliani, Silvia Spada, Roberta Spalla, Cristina Speranza, Gaetano Spina, Emanuela Spinosa, Laura Maria Stingi, Francesco Davide Strano, Nunzia Strombetta, Lucia Succu, Stefano Suppi, Claudio Suttora, Maria Teresa Tagliaferri, Grazia Rita Tagliatori, Carla Tanzi, Maria Rosanna Tarquini, Carla Tassi, Giovanni Tel, Elisabetta Tempesta, Giada Tempesta, Oriana Tiengo, Enrica Tironi, Roberto Tolomeo, Umberto Tombolesi, Giacomo Tonelli, Alessandra Toniato, Simona Elena Tonzuso, Bruna Tolardo, Maura Tonelli, Francesca Torluccio, Maurizio Tornatore, Ernesto Torretta, Rita Torsellini, Ilaria Torti, Daniela Toschetti, Simona Tozzi, Giacinta Tralli, Felice Trapanese, Simona Trapani, Daniela Paola Travaini, Paola Trinelli, Domenico Tripodi, Valentina Troiani, Myriam Tromba, Franca Truzzi, Rita Tucci, Francesco Tucciarone, Giuseppina Turcato, Valerio Maria Urru, Massimo Ursilli, Sergio Urso, Luisa Valentino, Sonia Vallin, Edgardo Valori, Samantha Vanoni, Ambra Vannicelli, Cristina Vannozzi, Cristina Vanoli, Massimiliano Vecchio, Giordano Venier, Giovanna Vecchiotti, Gianna Verrini, Maria Grazia Vettorello, Antonio Viale, Paola Vicard, Cinzia Villanelli, Giovanni Vismara, Francesco Vitelli, Mauro Vitelli, Paolo Vitiello, Carmela Vittiglio, Carlo Volpi, Roberta Vona, Silvio Zanetti, Marco Zangirolami, Tullio Zatelli, Fortunatina Zinno, Sara Zucchelli, Juan Camilo Zuluaga Tordecilla.
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SOCIETÀ
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L’unica strada da seguire è quella di mettere insieme. Questo è lo sforzo che tutti devono fare per uscire dalla “mucillagine” in cui si trova la società italiana», afferma Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
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INCONTRI DI GENERAZIONI
[ INTERVISTA DI LUISELLA BERTI ] enza il limite della legge gli italiani non desiderano più. Tre cose che funzionano in questo Paese? Nel piccolo qualcosa c’è, ma nel macro è difficile trovarle. Ma in fondo di cosa è malato il Bel Paese? Di 50 anni di soggettivismo portato fino alla nausea. Quella che segue è una lunga conversazione con il sociologo Giuseppe De Rita, presidente del Censis, il più importante istituto italiano di ricerca sociale con cui 50&Più ha realizzato il rapporto di ricerca Prima delle Leggi. L’indagine sarà presentata il 20 ottobre a Rimini nell’ambito di Gold Age, nel corso del convegno che darà il via alla manifestazione. Professor De Rita, l’indagine 50&Più/Censis interroga gli italiani su due aspetti: il primo sul loro rapporto con l’“autorità” intesa come modello, punto di riferimento (dalla figura del padre alla legge, dalle istituzioni al sacro); il secondo, invece, indaga la sfera dell’esperien-
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za e delle relazioni: il sé in rapporto con l’altro. Rispetto a questi due temi, quali sono le sue prime considerazioni? Partiamo dall’autorità: è convinzione comune che sia il valore più in crisi oggi in Italia e forse nel mondo: l’autorità della Chiesa è in crisi, l’autorità dello Stato è in crisi, l’autorità del padre è in crisi, l’autorità della legge è in crisi. È in crisi l’autorità di tutte le figure sociali che, in qualche modo, hanno impersonato l’autorità. Il risultato è una società in cui i singoli ritengono che, non essendoci autorità fuori di loro, ci sia una soggettività libera rispetto ai propri comportamenti, desideri, volontà. Il problema della società moderna è la perdita dell’equilibrio fra comportamenti e regolazione dei comportamenti, fra desideri personali e legge generale. Questo è il primo punto. Il secondo tema dell’indagine è collegato al primo. Visto che non c’è più l’autorità, c’è »
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GIUSEPPE
UN PAESE CHE LENTAMENTE SI SFALDA, LASCIANDOSI ANDARE LA SOLUZIONE? IMPEGNARSI PER UN OBIETTIVO COMUNE
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SOCIETÀ GIUSEPPE DE RITA però autorevolezza. Essa nasce dall’esperienza e dalla relazionalità. Un soggetto è autorevole quando si è misurato con tanti argomenti, tanti problemi, tante persone. L’esperienza della relazione diventa l’elemento fondamentale dell’autorevolezza. E l’autorevolezza tende a sostituire l’autorità. Nell’ultimo rapporto Censis avete parlato di una società italiana senza desiderio e senza legge. Qual è la relazione tra l’una e l’altra? È molto semplice. Riteniamo che oggi ci sia una mancanza di inconscio nella vita di ciascuno di noi. L’inconscio non è solo il luogo del mistero personale, dell’irrazionale, come molto spesso abbiamo pensato. L’inconscio è la capacità del singolo di giocarsi desiderio e legge: mi piacerebbe far questo però c’è la legge che me lo vieta. Quest’asse d’equilibrio della nostra psicologia in parte è saltato. È saltato perché i due elementi di riferimento, che fanno da bascula cioè da ammortizzatore della vita, il desiderio e la legge, sono venuti meno. La legge non c’è più, è vista come qualcosa di superato, i vincoli sono saltati. E noi, tutto sommato, non desideriamo quasi più nulla perché abbiamo quasi tutto, perché anzi viviamo in una grande saga dell’offerta che alla fine non sappiamo nemmeno se l’ultimo telefonino acquistato lo abbiamo desiderato davvero. Se entriamo nella stanza di un bambino la troviamo piena di giocattoli, ma quel bambino non ha mai desiderato tutti quei giocattoli, sono soprattutto regali fatti indipendentemente dal suo desiderio. Quindi in lui non scatta il desiderio. Massimo Recalcati nel libro L’uomo senza inconscio, pubblicato un anno fa, non ha detto che l’uomo non ha più un interno misterioso, irrazionale, ma che l’uomo non ha più quella capacità di equilibrare il desiderio e la legge perché non c’è più né desiderio né legge. Avete anche ripreso il concetto di società italiana immersa nella mucillagine. Con Gold Age 2011, 50&Più afferma che la riscoperta della virtù, dell’impegno personale al massimo grado, può farci emergere da questa poltiglia. Lei cosa ne pensa? Che cos’è la mucillagine? È una distesa di elementi vegetali che si affiancano uno accanto all’altro ma non si integrano, non si connettono. Non connettendosi tra loro non hanno vita, perché non hanno interazione e quindi diventano poltiglia. Noi siamo una società in cui i singolo fili, i singoli elementi, non si integrano tra lo-
[GIUSEPPE DE RITA, NASCE A ROMA NEL 1932.
Oggi più che mai c'è bisogno di abbandonare ogni forma di individualismo, per ritrovare e ricostruire il rapporto con il prossimo ideando un futuro collettivo.
LAUREATO IN GIURISPRUDENZA NEL 1954, CENSIS DI CUI, DAL 2007, È PRESIDENTE.] È STATO TRA I FONDATORI DEL
ro. Il rapporto solidale, di collegamento, o banalmente di relazione non si attua. Quindi siamo una “società mucillagine” perché non abbiamo relazione, perché viviamo ognuno per conto proprio e quindi siamo destinati, pensando che comunque ognuno di noi se la cava, alla poltiglia. La poltiglia è il risultato del rifiuto dell’integrazione con l’altro. Nel Talmud (libro sacro dell’Ebraismo, ndr), la virtù è quella di non avere colpe verso l’altro: le colpe verso Dio ti saranno perdonate, le colpe verso l’altro non ti saranno perdonate. Per uscire da questo stato di mucillagine, quale può essere il ruolo delle Istituzioni, della politica, dei corpi intermedi? L’unica strada da seguire è quella di mettere insieme. Questo è lo sforzo maggiore che devono fare le organizzazioni sociali, quelle di volontariato, i sindacati, le associazioni di categoria, la Chiesa, tutti - e dico tutti - devono mettere insieme. La capacità di mettere insieme la possiamo trovare nel piccolo dove è più facile impegnarsi per un obiettivo comune, ma quando parliamo di organizzazioni di grandi dimensioni, la tentazione è la dichiarazione a effetto del leader, la grande chiamata in causa, il grande convegno, ma il mettere insieme è quello che manca. Ma la politica e le Istituzioni non possono “mettere insieme”? Sarebbe il loro compito precipuo. Ma non lo fanno, anzi dividono, disarticolano. Basti pensare al partito. Una volta il partito aveva questa dimensione del mettere insieme, una cellula del Partito Comunista o una sezione della Democrazia Cristiana negli Anni ‘50 e ’60 erano capaci di mettere insieme. Oggi, in pratica, un partito non è capace di mettere insieme niente, c’è la dichiarazione del leader e i sotto leader fanno dichiarazioni incrociate, ma non si capisce se stanno insieme o no. In una recente intervista ha affermato che la politica ha a che fare anche con la dimensione paterna. Cosa intende esattamente? La dimensione paterna ha due caratteristiche, parlo da padre di otto figli. La prima, assolutamente bana-
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GENTE DI BOTTEGA
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Intervista a Roberto De Angelis
le e primordiale, è quella di “gestire il traffico” e “accendere i semafori”: questo si fa, questo non si fa, gestire la tribù sostanzialmente nelle sue dinamiche interne. La seconda è una funzione molto più nobile del padre, ed è quella di orientare i figli verso il futuro. Questi due elementi li ritroviamo nella politica. La politica, se è una grande politica, è una politica di orientamento. Come diceva Aldo Moro, la politica deve orientare i cittadini, deve dargli una prospettiva di medio periodo. L’ipotesi di Moro era che la politica fosse orientamento e per questo è uguale alla figura del padre che deve saper orientare i figli verso le virtù, le professioni, verso la vita sociale. Se dovesse indicare tre cose che funzionano in questo Paese, quali indicherebbe? È difficile pensare che ci siano cose talmente ben organizzate da dire che funzionino. Alcune zone di tecnocrazia o di azienda funzionano. Ci sono alcune aziende che funzionano benissimo. Pensiamo a quelle calzaturiere. Funziona bene la Banca d’Italia, ma è anche vero che questa negli ultimi 10 anni - con l’arrivo dell’euro - ha dimezzato le sue responsabilità, quindi funziona, ma su una sfera di responsabilità limitata: non potendo più far politica sulla moneta, è impegnata nella vigilanza bancaria. Parte delle chiese locali funzionano. Ma la Chiesa italiana funziona? Le centinaia di vescovi, la Cei, funziona in modo tale da essere significativa e definitiva? No, forse no. Ritengo che le cose che funzionino in Italia possiamo trovarle a livello micro. Mentre, invece, se dovessi dirle cosa funziona a livello macro, direi lo Stato certamente no, la politica certamente no, perché c’è una incapacità italiana di ragionare sulle grandi cose. Quindi tre cose che funzionano bene in Italia è difficile trovarle. Se c’è, qual è la vera malattia di questo Paese? Siamo malati di 50 anni durante i quali abbiamo curato soltanto gli interessi personali. C’è chi è diventato più ricco, chi imprenditore, chi si è fatto la prima e la seconda casa, chi la seconda o una terza macchina, chi il primo o il secondo televisore, chi il primo e poi l’ottavo telefonino, la vacanza nelle Galapagos o non so bene dove. A un certo punto, quando finisce la soddisfazione di aver fatto tutto quello che individualmente e soggettivamente ci piaceva, ci ritroviamo un po’ nudi, nel senso che ci manca il rapporto con il prossimo, ci manca la responsabilità collettiva, il saper lavorare con gli altri, ideare un futuro collettivo. In questi ultimi anni abbiamo esplicitato la nostra soggettività fino alla nausea e oggi non ci basta più. Questa è la vera malattia. C’è questa specie di stanchezza collettiva, questa mancanza di fiducia; e questa specie di disfacimento della voglia di impegnarsi deriva dal fatto che tutto quello che volevamo individualmente lo abbiamo ottenuto e adesso, magari, dobbiamo difenderlo dall’inflazione o dalla patrimoniale, mentre invece le cose che servivano a tutti non le abbiamo fatte.
A GOLD AGE PRESENTAZIONE DELL’ULTIMO VOLUME DE LE PERLE DELLA MEMORIA: “DALLA BOTTEGA ALL’IPERMERCATO”. LA PRIMA INDAGINE CHE RACCOGLIE LE TESTIMONIANZE DI ESERCENTI DI BOTTEGA E DEI LORO CLIENTI. STORIE DI VITA CHE RIPERCORRONO LE GRANDI TRASFORMAZIONI DELLA NOSTRA SOCIETÀ. INTERVISTA AL CURATORE, ROBERTO DE ANGELIS. [ DI BARBARA
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MARIOTTI ]
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i parla di gente di bottega. Di bottegai e di clienti. Si racconta di un mondo che non c’è più. Non ci sono più le botteghe evocate, non ci sono più i luoghi e gli spazi descritti, non c’è più nemmeno quel senso di comunità, di relazioni e di vita sociale intorno alla bottega. Ma i ricordi della gente di bottega sono forti: sono quelli di bambini e adolescenti che all’epoca giocavano liberi nelle piazze e nelle strade, sono i ricordi di vite laboriose, di persone che con il loro lavoro pensavano di fare un servizio alla collettività. Il volume numero 18 della collana Le Perle della Memoria, nata dal progetto di ricerca La Memoria Collettiva ideato da 50&Più, sarà presentato a Rimini il 23 ottobre nell’ambito di Gold Age, il Forum rappresentativo degli over 50. Roberto De Angelis, docente di sociologia all’Università La Sapienza di Roma, curatore della nuova “Perla”, in merito al progetto nel suo complesso precisa: «La collana Le Perle della Memoria è tra i progetti più significativi nella raccolta di fonti orali finalizzate alla ricostruzione della memoria collettiva. L’importanza di questa collana è di aver costruito in questi anni un numero imponente sia »
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SOCIETÀ
LE PERLE DELLA MEMORIA: “DALLA BOTTEGA ALL’IPERMERCATO”
[DUE GLI ELEMENTI CHE EMERGONO CON MAGGIOR FREQUENZA NELL’ULTIMO VOLUME DELLA COLLANA LE PERLE DELLA MEMORIA, “DALLA BOTTEGA ALL’IPERMERCATO”: IL PRIMO RIGUARDA RICORDI PARTICOLARMENTE LEGATI ALLE RIVENDITE DI GENERI ALIMENTARI; IL SECONDO È IL CONTESTO STORICO EVOCATO, GLI ANNI
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di rilevatori che di testimoni su tutto il territorio nazionale: sono della 50&Più Università, dell’Unitre (Associazione Nazionale delle Università della Terza Età, ndr) e soci della 50&Più». È importante il fatto che siano ultracinquantenni che intervistano persone della stessa generazione? È un aspetto a mio avviso meno rilevante. È più significativo che siano in tanti a partecipare a questa ricerca. Soprattutto è la forte capacità di interazione dimostrata dai rilevatori. Quando parliamo di memoria abbiamo molti luoghi comuni. Pensiamo sia un mero processo di esternazione dei ricordi. Invece, molto spesso, si produce memoria in rapporto al tipo di dialogo che nasce con il proprio interlocutore. Tanto che possiamo sorprenderci dei nostri racconti. Qual è la caratteristica di questa indagine? Rispetto ad altre ricerche basate su fonti orali, per la prima volta ci si occupa solo di gente di bottega per parlare della bottega. Mi spiego meglio: in tante ricerche che hanno utilizzato fonti orali ci si è concentrati sul mondo contadino o sulla memoria di quella che era la classe operaia. Per cui una certa piccola borghesia del terziario è stata trascurata; compariva, insieme ad altri ceti sociali, solo in inda-
gini che riguardavano, ad esempio, un evento: le migrazioni, la guerra. In Francia, Daniel Bertaux fece un’indagine sui fornai e diede un grande impulso alla storia orale e alla sociologia. Nelle testimonianze ci sono coincidenze tra bottegai e clienti? La prima coincidenza sorprendente è che ad essere evocate sono soprattutto le botteghe di alimentari, in molti casi erano l’unica bottega in moltissimi paesi e piccoli centri. L’altra coincidenza è il periodo storico evocato. Siamo negli Anni ‘50. All’epoca, i nostri testimoni erano bambini o adolescenti. Questa concordanza temporale nasce dalla convinzione condivisa di rappresentare una transizione epocale: il passaggio da una economia di sopravvivenza a quella che diventerà la civiltà dei consumi. Che tipo di relazioni sociali nascevano intorno alla bottega? La bottega è un centro di relazioni sociali straordinario dove il bottegaio aveva una funzione di “cerniera” tra i vari ceti sociali. Non soltanto perché erano tempi in cui non c’era moneta circolante, per cui l’acquisto delle merci si faceva attraverso il baratto: i contadini portavano i prodotti della terra e in cambio ricevevano pane o utensili. Si andava più volte al giorno nello stesso negozio e spesso erano i bambini a farlo. Il bottegaio svolgeva più ruoli. Faceva da garante, aveva una forte considerazione sociale, veniva interpellato persino nelle questioni matrimoniali. Era un protagonista della vita sociale. Dalle testimonianze emerge l’orgoglio e la responsabilità del ruolo storicamente avuto. Pensiamo alla funzione del credito: nei racconti di vita abbiamo riferimenti continui al micro-credito che talvolta veniva cancellato di fronte alle disgrazie. Si percepisce nostalgia rispetto a luoghi o relazioni sociali? Certo. Ma non è la nostalgia del bel tempo perduto. I testimoni si
dimostrano con i piedi ben piantati nel presente. E questo lo si vede anche quando parlano delle loro pratiche di consumo nella contemporaneità e come utilizzano e sanno utilizzare la grande distribuzione di cui fanno anche critiche avvedute. Aspre quelle che riguardano i grandi centri commerciali, sono le stesse che potrebbero fare cittadini di altre fasce d’età che condividono gli stessi disagi conseguenti al devastante impatto che queste mega strutture hanno sul territorio e sulle relazioni sociali. C’è anche chi parla di «morte della città»: le botteghe di prossimità avevano prodotto un sistema di relazioni umane e commerciali, mentre il centro commerciale ha creato un sistema di relazioni eterodiretto verso uno spazio esterno alla città. Nel giro di un cinquantennio siamo passati dalla bottega al supermercato, dall’ipermercato al centro commerciale. Cosa accadrebbe se il commercio elettronico fagocitasse il centro commerciale? Se il commercio elettronico avesse una diffusione di massa e potessimo avere tutto a prezzi contenuti, perderemmo quel barlume di socialità che comunque sia il centro commerciale, il megastore, dà. Oggi, però, si sta diffondendo anche la cultura dei consumi a chilometri zero, delle produzioni locali e delle botteghe sostenibili. Tutto questo non significa negare i vantaggi che la tecnologia e la scienza portano alla produzione - non si può pensare di tornare indietro di 50 anni ma non si può pensare nemmeno di affidarci totalmente alle capacità di autogoverno del mercato. Dovremmo, invece, saper portare avanti le esigenze del mercato o della libera iniziativa, in modo tale che ci sia spazio per tutti: bottega, supermercato, centro commerciale, commercio elettronico. Un’esperienza non deve fagocitare l’altra. Questa è una competizione che strangola i bisogni e la qualità della vita.
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[ PROGRAMMA ]
PROGRAMMA
Pomeriggio ore 21,30
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* Rimini, 19-23 ottobre 2011
MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE Arrivo partecipanti. Spettacolo di illusionismo e magia.
GIOVEDÌ 20 OTTOBRE ore 09,30 ore 09,30/19,00 ore 10,30
ore 16,00 ore 17,30 ore 21,30
Cerimonia d’inaugurazione. Apertura area espositiva. Convegno: “Prima delle Leggi. Un percorso per una nuova consapevolezza collettiva” Presentazione del Rapporto 50&Più/Censis. L’albero della virtù: Il racconto di Adriano Olivetti, con Valerio Ochetto. Workshop. 2012, Anno Europeo per l’Invecchiamento Attivo e la Solidarietà tra le Generazioni. Rossana Casale in “Acustica”.
VENERDÌ 21 OTTOBRE ore 09,30/19,00 ore 10,00
Gold Age è la manifestazione rappresentativa del mondo degli over 50. Aperta a tutte le generazioni, è occasione per riflettere sulla società presente e futura cogliendone esigenze, bisogni e proponendo idee e azioni al mondo istituzionale, politico e dell’associazionismo. Sono previsti convegni di grande rilievo, oltre a serate con spettacoli di artisti famosi presso il Palacongressi di Rimini.
www.goldageonline.it
ore 11,00
ore 16,00
ore 17,30
ore 21,30
Apertura area espositiva. Tavola Rotonda: “La ricostruzione del sé. La sfida della virtù”. Workshop. Presentazione del nuovo tema di ricerca della Memoria Collettiva, con i coordinatori delle università, delle sedi provinciali 50&Più e delle Unitre aderenti al progetto. L’albero della virtù: “La virtù civica. La straordinaria storia di Siena”, con Mariella Carlotti. “50&Più Università: l’esperienza culturale per tutto l’uomo e per tutti gli uomini”. Incontro organizzativo fra le sedi costituite e costituende. Spettacolo musicale con L’Orchestra di Piazza Vittorio.
SABATO 22 OTTOBRE ore 09,30/19,00 ore 10,00 ore 17,00
ore 21,30
Apertura area espositiva. Tavola rotonda: “Quale nuova civiltà?”. Workshop. Risultati e analisi della ricerca: Esperienze di lettura nel Novecento. Il piacere del romanzo, con i coordinatori delle università, delle sedi provinciali 50&Più e delle Unitre aderenti al progetto della Memoria Collettiva. Gino Paoli in concerto.
DOMENICA 23 OTTOBRE ore 09,30/13,00 ore 10,00
Apertura area espositiva. La Memoria Collettiva: Presentazione del XVIII volume delle Perle della Memoria: Dalla bottega all’ipermercato, con Roberto De Angelis, docente di Sociologia Università La Sapienza di Roma, curatore della ricerca. Partenza
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FERMA LA SCLEROSI MULTIPLA.
FAI ANDARE AVANTI LA RICERCA. SMS SOL
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45508 8 E 9 OTTOBRE. UNA MELA PER LA VITA.
Sabato 8 e domenica 9 ottobre vai in una delle 3000 piazze italiane e scegli le mele dell’AISM. Aiuterai la ricerca scientifica contro la sclerosi multipla e darai una mano a potenziare i servizi per le persone colpite, che il più delle volte sono giovani tra i 20 e 30 anni. Entra nel movimento, vai su www.aism.it e www.unaproa.com per conoscere la piazza più vicina. DAL 26 SETTEMBRE AL 16 OTTOBRE INVIA UN SMS AL 45508
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Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Si ringrazia UNAPROA, promotrice dell’iniziativa.
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INTERVISTA BRUNELLO CUCINELLI
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PRODUTTIVITÀ SIGNIFICA COINVOLGERE CHI LAVORA, CONCILIANDO L’IMPRENDITORIALITÀ CON L’UMANESIMO, IL RISPETTO CON LA CRESCITA DI UN’AZIENDA. COSÌ TUTTI SI SENTONO PARTE DI UN PROGETTO IMPORTANTE, NON UN OSCURO INGRANAGGIO DEL MECCANISMO. PER BRUNELLO CUCINELLI, IMPRENDITORE, È REALTÀ PIÙ CHE SOGNO GRAZIE AD UN MODO DI CONCEPIRE IL LAVORO A MISURA D’UOMO.
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BRUNELLO
LA BELLEZZA SALVERÀ L’UMANITÀ, MENTRE LA VIRTÙ LA RENDERÀ RESPONSABILE. STORIA DI UN IMPRENDITORE CHE HA MESSO AL CENTRO DI TUTTO L’ESSERE UMANO.
CUCINELLI DI PICCI M ANZARI
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INTERVISTA BRUNELLO CUCINELLI [A SINISTRA, UNA VEDUTA DI SOLOMEO, IL SUGGESTIVO BORGO SUL LAGO TRASIMENO DOVE
CUCINELLI HA INSTALLATO
LA PROPRIA MANIFATTURA DI CACHEMIRE. I SUOI OPERAI LAVORANO TRA EDIFICI MEDIEVALI, TRAVATURE E AFFRESCHI.]
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n’Azienda dove si concilino imprenditorialità e umanesimo, operosità e rispetto dei lavoratori, profitto e correttezza. Costruire una realtà in cui ognuno si senta non oscuro meccanismo, impegnato in azioni ripetitive e poco gratificanti, ma parte di un progetto di crescita e condivisione. L’hanno sognato in tanti, a cominciare da Adriano Olivetti, imprenditore illuminato nella sua azienda-villaggio modello a Ivrea. Brunello Cucinelli c’è riuscito. La sua apparente utopia: creare un’impresa ispirata al motto “la bellezza ci salverà” e al senso di comunione delle botteghe del Rinascimento, non solo si è concretizzata, ma in tanti anni il risultato è stato assenteismo azzerato, nessuna conflittualità sindacale e bilanci in costante crescita. Comprese le assunzioni, cosa che - in un periodo di licenziamenti e cassa integrazione - fa quasi gridare al miracolo. Tanto che il suo modello di azienda “a misura d’uomo” è oggetto di analisi e tesi di laurea e lui, che ammette di aver passato davvero poco tempo sui banchi di scuola, è invitato per stages formativi alla Bocconi e tiene conferenze in altri prestigiosi atenei. Una storia da raccontare la sua, a metà strada fra le pellicole dall’edificante finale di Frank Capra e i romanzi di Dickens. Solo che qui il lieto fine è una realtà. Basta guardarsi intorno a Solomeo. Qui, nell’amenità di un minuscolo borgo circondato dall’armoniosa campagna umbra, fra Perugia e il lago Trasimeno, Cucinelli ha ubicato fra edifici medioevali, travature e affreschi tutta l’attività lavorativa, telai e magazzini compresi. Imprenditore sui generis, a chi va a trovarlo regala i Pensieri di Marco Aurelio, gli scritti di Seneca o Le memorie di Adriano. Sulle facciate degli edifici, da lui restaurati con tenacia e passione, placche di maiolica recano citazioni di Galileo: «Dietro ogni problema c’è un’opportunità» o dell’imperatore Adriano: «Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo». Cucinelli, la sua è una storia da raccontare. Figlio di agricoltori e oggi proprietario in un marchio pre-
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“Quella di Cucinelli è la parabola di un imprenditore controcorrente: oggi viene invitato in prestigiosi atenei per parlare della sua esperienza aziendale”
sente e identificabile con il meglio del Made in Italy da New York a Tokio. A volte, guardandomi intorno e vedendo quanto abbiamo realizzato a Solomeo, tutti assieme, mi sembra di aver vissuto un sogno. A tredici anni vivevo in una cascina senza luce elettrica. In famiglia, prima che mio padre fosse assunto in un cementificio, erano agricoltori da sempre. Ma la campagna non mi interessava, la scuola neppure e da grande non sapevo cosa avrei fatto. Ho pensato alla tessitura con radici secolari in Umbria, dove si può dire che in ogni casa ci fosse un telaio. Un tempo per le necessità della famiglia, poi per lavorare per terzi. Quando ho comunicato a mio padre che volevo fare le “maglie”, come da noi chiamano i golf, ma di cashmere, non conosceva neppure il significato della parola. Mi ha solo chiesto se ero sicuro della scelta e poi incoraggiato ad andare avanti. Non aveva soldi per aiutarmi, ma mi ha dato il suo esempio. Come mia madre. Persone abituate all’impegno e al lavoro, fuori e in casa, ma senza mai lamentarsi. Capaci di trasmettere ai figli la massima serenità e valori solidi: la famiglia, la fede, la cultura del “ben fatto”. Ho cominciato nel 1978, grazie ad un piccolo prestito. In un sottoscala, con un solo telaio. Facevo tutto da solo: disegnatore, rappresentante, ragioniere, spedizioniere. Ma un’idea l’avevo ben chiara: proporre il meglio. Allora il cashmere parlava inglese e d’oltre Manica era lo stile, infagottante e dai colori spenti. Ho puntato sulla fantasia, con modelli mai visti e cromatismi vivaci. Con una valigia piena di campioni sono partito, con il batticuore, verso i Paesi del Nord. Proprio quelli che, oggi, sono i miei clienti più affezionati. Lei tiene conferenze e seminari in prestigiose Università sul suo, all’apparenza, utopistico “umanesimo d’impresa”. Un modello vincente che non si ispira ai dettami dei guru della Finanza ma a Seneca, Sant’Agostino, San Francesco e a un’idea guida: “La bellezza ci salverà”. È stato proprio San Francesco, molto prima di Dostoevskij a cui la riflessione viene attribuita, a dire che la bellezza salverà il mondo. Bello non fine a se stesso, ma inteso come rapporto armonico con l’universo donatoci da Dio e con le creature che lo abitano. Il messaggio “passa” facilmente quando si lavora circondati dalla dolcezza e dalla pace del paesaggio umbro. Altre idee mi sono venute dai libri. Agli studi frettolosi ho rimediato leggendo tanto. Uno dei miei “testi guida” è Le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Dell’imperatore innamorato della bellezza ho fatto mia la frase: «Mi sento responsabile del mondo». Nel mio caso anche dell’equilibrio nel rapporto fra datore di lavoro e operai. Ho cercato di applicare l’etica
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BRUNELLO CUCINELLI al business. Volevo creare un’azienda a dimensione umana, nella quale gli operai si sentissero parte attiva e non frustrato ingranaggio, e il “padrone” lavorasse accanto a loro. Come avveniva in Umbria nelle botteghe artigiane rinascimentali attorno al Perugino o Raffaello. Mio padre faceva travi in cemento. Un lavoro pesante e non gratificante. Con il padrone nessun contatto. Poi un giorno il proprietario lo incontra e, cosa insolita, si ferma per chiedergli notizie sulla salute, la famiglia e lo congeda con una pacca sulla spalla. Beh, mio padre ha rammentato per anni questo incontro. Finalmente fra uomini. A Solomeo ho cercato di instaurare un rapporto di scambio reciproco, non dimenticando mai di porre al primo posto l’uomo e le sue esigenze. Se la partecipazione e il coinvolgimento sono maggiori, alla fine è l’impresa a trarne vantaggio. È per essere più vicino a questa realtà, alle necessità inaspettate che ho scelto di vivere qui con la mia famiglia. Perché ha scelto di lavorare a Solomeo? Per amore. Mia moglie Francesca è nata qui e da fidanzati venivo spesso a trovarla. Il luogo era già bellissimo ma quasi abbandonato. Un gruppo di pregevoli edifici medioevali che stava andando in rovina. Per me è stata una spinta irrinunciabile restaurarli e instaurare l’azienda fra queste mura piene di storia, dove chissà quanti esseri umani hanno sofferto, sperato, gioito. Avrei potuto stabilirmi in uno dei tanti capannoni industriali nella valle. Tutto più semplice e, soprattutto, molto più economico. Ma ho preferito recuperare Solomeo: migliaia di metri quadri distribuiti su undici edifici. I restauri sono andati avanti quindici anni. Mi svegliavo all’alba per seguire i lavori. Poi iniziava l’attività vera. Accanto agli operai, da sempre partecipi di ogni iniziativa aziendale, ma anche di ogni ristrutturazione ultimata. Questa è soprattutto la loro casa. Per questo non solo la sede commerciale e la direzione, ma i telai di produzione, i magazzini, il reparto spedizioni, sono ospitati sotto antiche travature, tetti a volta, affreschi e stemmi. La mensa è pensata come un ristorante dove d’inverno il grande camino in pietra serena è sempre acceso. Bandita la carta e la plastica usa e getta. Si mangia su tavoli fratino in massello, con cameriere in cuffia e un menù simile a quello di casa. Certo il ritorno in termini economici è importante, ma l’azienda non è tutto. Oggi sono il padrone ma domani tutto potrebbe finire. Di Solomeo e dell’impresa mi ritengo un “custode”. Lo considero un prestito per i nostri figli. Recessione, disoccupazione giovanile, precarietà. Quali le strade percorribili per ridare fiducia e concretezza al futuro delle nuove generazioni? Credo che in questo difficile momento economico, morale e civile, noi stiamo in qualche modo riprogettando l’umanità. Non escludo che la crisi possa portare a conseguenze benefiche. Sono convinto che, specie per l’Italia, ci sia un sicuro avvenire se sapremo produrre beni di grande qualità, artigianalità e unicità.
«Mio padre non aveva soldi per aiutarmi, ma mi ha dato il suo esempio. Come mia madre. Persone abituate all’impegno e al lavoro...»
Ma ciò che mi preoccupa di più è come riuscire a convincere i giovani a venire a lavorare nelle nostre imprese, dal momento che, a causa della bassa remunerazione, ritengono che il loro lavoro non sia dignitoso. Eppure Lorenzo il Magnifico considerava gli artigiani, in qualche maniera fratelli dei grandi artisti. Dovremmo pertanto infondere in loro quanto diceva Marco Aurelio: progettare il domani come se dovessero vivere per l’eternità. Molte aziende, anche note, chiudono o licenziano o ricorrono alla cassa integrazione. Cucinelli si espande, assume e si quota in borsa. Quale il segreto di tanta positività? Il segreto è investire nell’uomo o, per dirla come Pico della Mirandola, «Magnum Miraculum est homo». Sono numerose le industrie tessili del Nord Est e non solo ad aver trasferito in toto o in parte le attività produttive in Paesi dove la forza lavoro è meno costosa e combattiva. È mai stato tentato di farlo, anche parzialmente? E se no, perché? Mai. Sono convinto ci siano capacita di artigianalità e creatività tutte italiane, sedimentate nei secoli e impossibili da trasferire. Uno dei miei pilastri nella conduzione dell’impresa è l’intento di “abbellire il mondo”, ognuno nel proprio campo può contribuire. Certo occorre puntare sul produrre beni di grande qualità e sul costante rinnovarsi, così da far fronte alle imitazioni. Mentre ci copiano, noi già realizziamo nuove idee. Non possiamo competere sui numeri e le quantità realizzate da una mano d’opera a basso prezzo che, però, ignora la grande artigianalità. Scommettendo sull’unicità del Made in Italy potrebbe aprirsi per noi, e soprattutto per le nuove generazioni, un secolo d’oro. Credo, però, che Cina e India, civiltà dalla cultura vastissima e millenaria, e dove ci siamo affacciati a una politica di partnership, possano darci un grande supporto di ispirazione ed essere, vista la loro forte crescita economica e di consumi, un ottimo mercato nella diffusione dei nostri prodotti di pregio. Qual è il suo rapporto con i giovani? Occupandomi di moda sono sempre aperto al nuovo. Dobbiamo prestare attenzione alle loro idee, alla loro voglia di fare e, soprattutto, tornare ad affascinarli e coinvolgerli. Tocca a noi trasmettere ai figli, attraverso la nostra esperienza, grandi ideali. Con loro un dialogo costante può essere più utile di tanti master in costose università straniere. Cerco di dedicare il massimo del tempo alle mie figlie, Camilla e Carolina, e a mia moglie Francesca, compagna di vita e di lavoro. Il rapporto di coppia è fondamentale. Va curato perché resti vivo. Comunicare i propri sentimenti, speranze, aspettative è vitale. A volte basta solo una carezza, uno sguardo. Meglio spegnere il televisore e parlare, magari tenendosi per mano. Come facciamo noi. Da questo nascono solidarietà, complicità. Altro punto di forza: gli amici. Perché non rinunciare a chiacchiere futili e avere il coraggio di parlare davvero di se stessi, chiedendo aiuto e consiglio se è necessario? CoOTTOBRE 2011
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INTERVISTA BRUNELLO CUCINELLI [A SINISTRA, UN MOMENTO DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA DEL CASHMERE. TRA TAVOLI E SEDIE DI LEGNO, COLONNE E VOLTE A VELA, IN UN AMBIENTE “ARTISTICAMENTE” SUGGESTIVO, TUTTO NELL’AZIENDA DI CUCINELLI È REALIZZATO CON L’INTENZIONE DI CREARE QUALCOSA DI BELLO.]
nosco gente in tutto il mondo, ma gli amici storici sono gli stessi di quando ero un ragazzo senza un soldo. Con loro sono cresciuto e ci ritroviamo ancora nei soliti posti a giocare a carte, a fare il tifo per il Castel Rigone, la nostra squadra di calcio, o a cena con le mogli. Alcuni lavorano a Solomeo e, quando posso, vado in vacanza con loro. Altro che hotel cinque stelle e ristoranti super lusso. Meglio stare con i piedi per terra, con buonsenso e misura. In un mondo di anziani che rifiutano di ritenersi tali o che vengono a loro volta rifiutati dai più giovani, quale valore dà all’esperienza? L’esperienza è il sale della vita. Ricorderò sempre gli insegnamenti di mio padre. Fin da ragazzo quando mi diceva: «Devi essere una persona perbene. Mi raccomando, cerca di mantenere la parola che hai dato». Ammonimenti che ho ritrovato leggendo Kant: «Due cose mi emozionano in modo particolare: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me».
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Lei agisce da imprenditore ma pensa da filosofo. La recente creazione di un Teatro a Solomeo inaugurato con uno spettacolo curato da Luca Ronconi e musicato da Ludovico Einaudi - due maestri dello spettacolo - e proseguito con una programmazione di alto livello. È un’ulteriore evoluzione nel cammino di un uomo dalle utopie concrete, che è anche Presidente dei Teatri dell’Umbria? È un contributo per proteggere, attraverso l’Arte e lo Spirito, quei valori umanistici oggi minacciati, senza i quali perderemmo noi stessi. Il Teatro di Solomeo, per 230 spettatori, si ispira ai modelli farnesiani di Parma e Sabbioneta, con alcuni richiami al Mondo Antico. È parte del “Foro delle Arti” che comprende un Ippodromo di 500 posti, nato per accogliere altri eventi, un Ginnasio e l’Accademia, per incontri didattici e corsi culturali. In giugno abbiamo ospitato per oltre un mese una compagnia di 20 artisti di danza contemporanea, a cui abbiamo dato in prestito il teatro per fare le prove. È stata un’occasione di arricchimento per tutti: culturale, sociale, umano.
I CINQUE TIBETANI.
DI CASA IN ORIENTE E FREQUENTATORE PER LAVORO DEGLI ALTIPIANI DI NEPAL E CASHMERE, CUCINELLI È ENTRATO IN CONTATTO CON ANTICHE FILOSOFIE, ABITUDINI E DISCIPLINE. COME I CINQUE TIBETANI GRAZIE AI QUALI RITIENE DI AVER TROVATO UN GIUSTO EQUILIBRIO PSICO-FISICO. Ci può dire di più? Sono cinque esercizi ginnastico-respiratori praticati da secoli nei monasteri tibetani. Una disciplina mutuata dalla grande saggezza orientale, complessa ma facile da mettere in pratica. In Oriente sono considerati “Fonte della Giovinezza”, in quanto offrono la possibilità di migliorare la nostra salute e riacquistare vitalità e serenità. Li descrive Peter Kelder, un esperto delle culture meno note. Nel libro I Cinque Tibetani racconta un viaggio-scoperta sugli altopiani dell’Himalaya per ritrovare il loro segreto di giovinezza. Questi esercizi stimolano una serie di “flussi energetici” combinando esercizi generali di stretching, sforzo isometrico/isotonico e attivazione della respirazione. Cosa hanno cambiato nel suo quotidiano? Sono sempre stato uno sportivo attratto anche da tutto quanto è spirituale. Sin da ragazzo ho praticato “ju-jitzu”, una disciplina che, come tutte le arti marziali, implica non solo addestramento fisico ma concentrazione e capacità di controllo mentale. Ho cominciato a praticare gli esercizi illustrati da Kelder con continuità e impegno graduale, sentendo crescere in me una forza interiore che sentivo di avere ma non riuscivo a esprimere. Oggi mi sento più toni-
co, più fresco, più in forma, come tutte le persone che hanno praticato e praticano con regolarità questi particolari esercizi. Consiglierebbe a persone di età matura di eseguirli? Certo! Ho regalato il libro agli amici, e chi ha avuto la costanza e la volontà di seguirne le pratiche mi ringrazia ancora. Lei, così attento alla cultura umanistica occidentale, cosa le interessa della visione orientale? Entrambe pongono al centro l’uomo: il suo equilibrio con la natura e con se stesso. Il mondo d’Oriente mi ha sempre affascinato. Per lavoro ho conosciuto luoghi remotissimi con culture intatte, che dalla forza spirituale ottengono un incredibile vigore fisico. Dovremmo liberarci da opinioni e schemi precostituiti e, attraverso quanto tramandato dai Grandi Maestri orientali, scoprire nuove possibilità esistenziali. Non è mai tardi per vivere meglio, liberando l’energia latente in ognuno di noi. A ogni età.
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Il 40%
6.000 circa
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dell’energia mondiale deriva dal petrolio, e il 65% è usato per produrre carburanti.
sono gli oggetti, che nascono dal petrolio e che utilizziamo quotidianamente.
per dire “no” al greggio: è costoso, esauribile, non biodegradabile, pericoloso per la salute.
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[ AMBIENTE DI
GIOVANNA DALL’ONGARO ]
STORIE DI VITA QUOTIDIANA in un mondo senza petrolio «Non sappiamo esattamente quando, ma prima o poi l’oro nero finirà. La ricerca delle alternative tiene impegnate molte aziende non solo nel campo energetico. La sfida si gioca in tutti i settori: dall’abbigliamento ai cosmetici, dai medicinali alle migliaia di oggetti di uso quotidiano che vengono realizzati con i prodotti della lavorazione del greggio»
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gni italiano consuma tutti i torti visto che il 40% delin media cinque litri al l’energia mondiale deriva dal pegiorno di petrolio, equitrolio e che il 65% di questo vievalenti ad un barile al mese. Il dane usato per la produzione di to è fornito dall’Aspo (Associacarburanti. zione per lo Studio del Picco del Ma siamo sicuri che anche loro, Petrolio) che è una fonte senza i consumatori moderati, non abdubbio autorevole. Eppure in biano le mani sporche di gregmolti faticheranno a riconoscergio? Perché, a guardare bene, il si in questo ritratto: tutti coloro mondo è pieche non utino di “maclizzano la chie nere”: olUn'alternativa macchina, tre alla benzial petrolio? non viaggiana, tutti i proLe biomasse, no regolardotti dell’indumolecole mente in aestria chimica, complesse reo e devono le plastiche, derivanti dal provvedere a l’asfalto, gli olii mondo vegetale illuminare e ricombustibili, i o animale: scaldare tutlubrificanti, i rinnovabili, t’al più uno concimi, i ferbiodegradabili spazioso aptilizzanti, i coe poco tossiche. partamento smetici sono di città, non derivati dal un grattaciepetrolio. lo, penseranno che gli ingordi Almeno 6.000 oggetti di uso dell’oro nero vadano cercati alquotidiano sono il prodotto deltrove. Soprattutto tra le indula lavorazione di quella miscela strie, che assorbono enormi densa di idrocarburi che si è oriquantità di energia elettrica (forginata nell’era paleozoica dai denita dal petrolio), e tra i mezzi di positi stratificati di resti animali, trasporto che consumano litri su vegetali e altri materiali. Imposlitri di carburante. Non hanno sibile evitarli. Ci cospargiamo di
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Dal 1985
nei supermercati i sacchetti di plastica vengono sostituiti con le prime buste ecologiche.
si registra un maggiore consumo di oro nero rispetto a quanto se ne riesca a trovare.
creme idratanti a base di propilene/glicole, indossiamo abiti di tessuti sintetici, lavoriamo con computer rivestiti di plastica, mettiamo il dolcificante chimico nel caffè, incartiamo il cibo in pellicole di cellophane, accendiamo candele di paraffina e assumiamo medicine i cui eccipienti sono ricavati da processi di distillazione e polimerizzazione dei residui del petrolio. Sappiamo che i giacimenti si stanno esaurendo e che prima o poi bisognerà trovare materiali alternativi. L’Aspo e l’Iea (International Energy Agency) ci fanno sapere che l’Europa si trova in pieno “picco di Hubbert”, ossia il periodo di massima produzione del petrolio, il punto di non ritorno oltre il quale il greggio uscirà lentamente dal mercato fino a scomparire del tutto. Non sappiamo esattamente quando ciò avverrà, dipende dalla quantità e dal ritmo delle estrazioni, ma la strada è già segnata visto che, dal 1985, nel mondo si consuma più petrolio di quanto se ne scopra. Le compagnie petrolifere, dopo il momento delle grandi scoperte degli anni Sessanta, hanno faticato sempre più a individuare nuovi grandi giacimenti e si sono dovute accontentare di pozzi piccoli dove l’estrazione è più difficile e quindi più costosa. Da questo momento in poi, secondo la teoria di Hubbert, la produzione comincia a diminuire. È un destino che accomuna tutte le risorse esauribili: la loro diffusione raggiunge un massimo e poi inesorabilmente cala. Come ci stiamo preparando a un mondo senza petrolio? Abbiamo chiesto a Giuseppe CroOTTOBRE 2011
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UN MONDO SENZA PETROLIO
ce, presidente di Legambiente Arezzo e segretario di “Chimica Verde Bionet”, un’associazione che ha lo scopo di promuovere e sviluppare la ricerca e l’applicazione industriale e commerciale di materie prime di origine vegetale, quali sono le alternative già in commercio e quali le soluzioni future. Perché è importante sostituire il petrolio nella fabbricazione dei prodotti di uso quotidiano? Sono quattro le ragioni che rendono i derivati del petrolio superati: innanzitutto sono costituiti da una materia prima che non è rinnovabile, quindi destinata ad esaurirsi; in secondo luogo, la loro produzione contribuisce a un considerevole aumento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera; terzo, non sono biodegradabili, ossia ci vogliono secoli per eliminarne le tracce dal pianeta e, inoltre, sono generalmente pericolosi per la salute umana e per l’ambiente. Che alternative esistono? La risorsa più promettente è costituita dalle biomasse, molecole complesse del mondo vegetale o animale. Hanno tutti i vantaggi che il petrolio non ha: sono rinnovabili, facilmente biodegradabili, ossia spariscono dall’ambiente in trenta giorni, contro il sospetto secolo di un olio derivato dal petrolio, e presentano bassi livelli di tossicità. Esistono già sul mercato prodotti ottenuti in questo modo? L’esempio a tutti noto è quello delle buste ecologiche che dallo scorso gennaio hanno sostituito i sacchetti tradizionali nei supermercati. Sono realizzate con una bioplastica brevettata dalla Novamont, azienda di Novara, denominata Mater-Bi. Questo materiale è ricavato da amido di mais e olio di girasole ed è biodegradabile. Però le buste ecologiche si rompono più facilmente... Le qualità tecniche dei »
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INNOVAZIONE MADE IN ITALY 1 2 Non sono noccioline!
Dagli scarti delle industrie alimentari si possono ottenere materiali biodegradabili in grado, in tutto e per tutto, di competere con quelli derivati dal petrolio. Lo sanno bene al CimtecLab, un laboratorio dove si respira spirito imprenditoriale che si trova presso l’Area Science Park di Trieste. Grazie al procedimento da loro brevettato, con cui ottengono polimeri biocompatibili dagli scarti delle noci di anacardio (coltivate nei Paesi subtropicali), possono vantarsi di avere ridotto
l’inquinamento atmosferico. Infatti, la nuova sostanza detta cardanolo - utilizzata in alcune resine e lacche che portano il marchio “Exaphen”, è ottenuta dalla distillazione di un derivato tossico del trattamento del guscio degli anacardi. I ricercatori del CimtecLab evitano, perciò, che molti gusci finiscano bruciati sprigionando nell’aria sostanze nocive. Hanno calcolato che, per ogni chilogrammo di resina prodotto con questo procedimento, si risparmiano 6 chilogrammi di emissioni di CO2. Che, è il caso di dirlo, non sono noccioline!
Viva la plastica al pomodoro!
Non poteva trovarsi altrove. L’Istituto di Chimica Biomolecolare del Cnr, che ha individuato una tecnica per ottenere una plastica biodegradabile dagli scarti della lavorazione industriale del pomodoro, ha sede proprio nella terra del San Marzano, a Pozzuoli. In Italia si producono almeno 12.000 tonnellate di scarti (tra bucce e semi) che vengono spesso smaltiti in modo irregolare inquinando terreno e fiumi.
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In media ogni italiano consuma circa 5 litri di petrolio al giorno, più o meno un barile al mese.
Tutto è petrolio «Il petrolio è un miscuglio di idrocarburi, impurità e sostanze organiche. Tramite processi di raffinazione viene diviso in composti ben definiti. Dal petrolio grezzo si ottiene così benzina, cherosene, gasolio, gas e residui»
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Un premio per i biopannolini
L’azienda toscana Wellness Innovation Project (Wip) ha ricevuto il Sodalitas Social Award, importante riconoscimento per la sostenibilità d’impresa, per la sua linea di pannolini biodegradabili. I biopannolini sono realizzati con materie prime non ricavate dal petrolio e con un procedimento a basso impatto ambientale che utilizza solamente energia verde. Con una produzione di 50 milioni di pezzi l’anno si calcola che lo stabilimento, situato ai confini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (Arezzo), possa risparmiare ogni anno 30.000 tonnellate di emissioni nocive.
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Chimica verde in Sardegna
A Porto Torres partirà dal 2013 il primo Polo Chimico per la produzione di bioplastiche, biolubrificanti e additivi per gomme. Lo stabilimento nascerà da una joint venture (accordo di collaborazione) tra Polimeri Europa di Eni e Novamont. La tecnologia sarà quella già testata da Novamont con il suo Mater-Bi, un’innovazione che ha valso a Catia Bastioli, amministratore delegato, il premio “Inventore europeo dell’anno”. Gli italiani hanno già sperimentato il nuovo materiale da quando sono state messe al bando le tradizionali buste di plastica nei supermercati. E sembrano averlo apprezzato: secondo un recente sondaggio Ipso, infatti, il 60% dei consumatori valuta positivamente la sostituzione dei sacchetti, il 90% riconosce che sia giusto imporre per legge misure a tutela dell’ambiente, il 50% si dichiara disposto anche a spendere un po’ di più per acquistare shopper a minore impatto ambientale.
on ulteriori lavorazioni da ognuno di questi prodotti se ne ottengono altri. Dalla benzina si ricavano solventi ed etere; dal cherosene si ottengono olii lubrificanti e combustibili; dai gas, mediante ossidazione, polimerizzazione e varie lavorazioni industriali si ottengono materie plastiche, vernici, ceralacca; con i residui del petrolio, dopo processi di lavorazione industriale, si ottengono paraffina, asfalto, plastica, componenti farmaceutici e cosmetici, cerini e candele. Ecco una lista di alcuni oggetti realizzati con prodotti ricavati dal petrolio: Biberon - Palloncini - Maniglie di manubri di biciclette - Palle da basket - Gomme da masticare - Candele - Lettori Cd Indumenti - Pettini - Lenti a contatto - Pastelli colorati - Vernici - Deodoranti - Rasoi monouso - Nastri isolanti - Gomme per cancellare - Prolunghe elettriche - Protesi dentarie - Collari antipulci - Cere per pavimento - Detersivi - Pellicole per alimenti - Galosce - Colle - Spray per capelli - Insetticidi - Rossetti - Medicine - Stoviglie di plastica - Impermeabili - Elastici - Schiuma da barba - Suole da scarpe - Spugne - Pinne da nuoto - Collant - Spazzolini da denti - Grembiuli - Parrucche - Cerniere lampo - Costumi da bagno.
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Oggetti più o meno utili... ma tutti biodegradabili
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ustodia per iPhone: si chiama “iNature” il primo astuccio ecologico pensato per lo smartphone della Apple. È verde non solo nel colore, visto che è realizzato con bioplastica brevettata dall’azienda italiana Api Spa. Bikini in fibre naturali: disegnato dalla stilista Linda Loudermilk, il primo costume da bagno compostabile. A fine stagione si può sotterrare nel giardino di casa e farlo lentamente assorbire dal terreno. Computer da gusci di noccioline: il colosso giapponese Nec metterà in commercio dal 2013 dei computer realizzati con plastica derivata dalle bucce degli anacardi. Il nuovo materiale sostituirà quello derivato dal petrolio nel rivestire i dispositivi elettronici. L’eco-confezione che piace alle donne: da un recente studio della Thomson Reuters è emerso che gli acquirenti di sesso femminile sono per il 14% più propense a scegliere confezioni ecologiche nei supermercati rispetto agli uomini.
L’azienda canadese “Earthcycle Packaging” per inscatolare gli alimenti utilizza un materiale ricavato dagli scarti della lavorazione dell’olio di palma. La PepsiCo a breve imbottiglierà la sua bibita in contenitori realizzati con scorze di pino e bucce di frumento. Dai semi di palma le vernici per barche: studiando la peculiarità della superficie del seme di palma, che resta privo di incrostazioni se immerso in mare per lunghi periodi, i ricercatori del Biomimetic Innovation Centre in Germania hanno messo a punto una vernice antivegetativa per gli scafi delle navi. Le imbarcazioni sono, infatti, insidiate dal cosiddetto fouling, l’insieme degli organismi che si stratificano sulle parti immerse dei natanti, provocando un aumento della resistenza all’acqua che si traduce in un maggiore consumo di carburante e in un aumento dell’inquinamento. Il nuovo materiale, non tossico e biocompatibile, dovrebbe sostituire le vernici derivate dal petrolio in uso finora.
prodotti di origine vegetale sono equivalenti a quelle delle materie prime sintetiche? Sono convinto che sia solo una questione di tempo e che con un po’ più di esperienza le aziende che realizzano bioplastiche metteranno sul mercato prodotti in grado di competere con i loro antagonisti. La chimica verde sta muovendo i primi passi, mentre la chimica degli idrocarburi può vantare una tradizione di egemonia molto più lunga. Del resto il
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processo mediante il quale si ricavano polimeri dalle biomasse è esattamente l’inverso di quello impiegato per ottenere prodotti derivati dal petrolio. Mentre una biomassa è costituita da molecole complesse che vanno, per così dire, smontate, nel caso del petrolio la lavorazione prevede una sintesi, cioè la combinazione di molecole singole, monomeri in catene complesse, cioè polimeri. Il procedimento verde è, quindi, tecnicamente meno testato.
Le soluzioni alternative al petrolio non hanno alcun punto critico? Le materie prime di origine vegetale sono per lo più ricavate da coltivazioni dette no food (non destinate al consumo umano). Ma dal suolo, lo sappiamo bene, dobbiamo ricavare anche cibo. Il problema potrebbe presentarsi nel caso in cui si rompesse l’equilibrio tra l’agricoltura destinata alla produzione di beni alimentari e quella no food. Il terreno non può essere ipotecato per coltivare in modo intensivo una pianta da cui ricavare un nuovo materiale, come potrebbe volere un’azienda interessata solo a fare profitti in tempi brevi. Bisogna alternare i due tipi di coltivazioni in modo tale da non impoverire il terreno. Così i due obiettivi, quello di ottenere cibo di qualità e materie prime ecologiche, possono avanzare parallelamente e ottenere vantaggi reciproci. Le colture no food possono, infatti, restituire fertilità a terreni che, sfruttati per anni con la stessa piantagione, si impoverirebbero, come è accaduto nella Murgia con la coltivazione ossessiva e prolungata di grano. Un’altra soluzione è ricavare materie prime dagli scarti della produzione di cibo. Per esempio? Si possono ottenere biopolimeri dalle bucce di pomodoro, dalle bucce delle noccioline, mentre dalle deiezioni animali si può ottenere biogas per alimentare impianti industriali. Un altro neo dei prodotti “verdi”, però, è il costo... La differenza di prezzo tra i due tipi di prodotti è fittizia. Se quantificassimo in denaro i tempi di smaltimento, i danni ambientali e quelli alla salute umana delle plastiche tradizionali, il divario si annullerebbe. Purtroppo siamo ancora poco informati sulle sostanze di cui sono fatti i prodotti che compriamo. Speriamo che il regolamento europeo Reach (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemical Substances), che obbliga le aziende a indicare nell’etichetta tutte le sostanze chimiche utilizzate, renda i consumatori più responsabili negli acquisti, valutando, oltre ai costi, i possibili rischi su salute e ambiente.
Censimento 2011. Raccontaci l’Italia di oggi, disegnerai quella che verrà. Sta per arrivare a casa tua il questionario del Censimento 2011. Lo troverai nella cassetta della posta. Compilalo con attenzione, puoi farlo anche su Internet. Le tue risposte serviranno a orientare le scelte di oggi e di domani e a delineare, così, l’Italia che verrà. Rispondi alle domande con la massima serenità: la riservatezza dei dati raccolti in occasione del Censimento è tutelata dalla legge.
censimentopopolazione.istat.it
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SOCIETÀ
«Il monopattino porta bene i suoi cento anni, anche se i ritocchi estetici degli ultimi tempi ne hanno cambiato la fisionomia; non il pedigree, che è rimasto lo stesso»
[ COSTUME DI SADÌA
MACCARI ]
IL MONOPATTINO: 100 anni ben portati «Un mezzo a due ruote che a molti ricorderà l’infanzia. Ce ne sono di ingegnosi e futuribili; altri, essenziali e alla moda. Tutti accomunati da una caratteristica: la ecosostenibilità»
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monopattini, ai giorni nostri, sono mezzi di trasporto in tante città. Da noi stentano a decollare ma a Londra, per esempio, la Società di Trasporto Pubblico TFL sta pensando di inserirli nel servizio. Strano ma vero.
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Il moderno monopattino ne ha fatta di strada, partendo dal più antico scooter, una lastra di legno con due ruote e un manubrio che gli americani brevettarono all’inizio del secolo scorso. Lo chiamarono così, con un no-
me che a noi ricorda piuttosto un motorino, e che oggi è diventato un gioco che si scambiano persino i potenti della Terra. George W. Bush ne regalò uno al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma mentre non c’è prova che Berlusconi si sia cimentato col regalo, uno scatto del 2003 fotografa Bush mentre rischia una caduta dal suo “Segway”, un monopattino elettrico che raggiunge i 20 chilometri orari e che, secondo molti, potrebbe aiutare un trasporto cittadino più attento all’ambiente. In fondo pesa davvero poco, è fatto in materiale leggerissimo - l’alluminio -, si ripiega in una sacca e si porta a spalla ricari-
300 euro circa
120mila
il costo del “Micro Luggage”, un trolley-monopattino usato per gli spostamenti veloci in aeroporto.
il numero dei monopattini, venduti lo scorso anno in un grande magazzino del Regno Unito.
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candosi semplicemente a una presa della corrente. È forse questa la novità sostanziale: per i pigri, stop alla spinta con la gamba. Per coloro che, invece, vogliono fare un po’ di movimento: basta mettere in “off” il motore e parte la sgambettata. Comunque, la praticità del mezzo non è sfuggita nemmeno ai cosiddetti vip nostrani che hanno inforcato il monopattino persino per andare a fare shopping, come Caterina Balivo. Ma non è solo un vezzo. Aumentano, infatti, coloro che lo usano per raggiungere il posto di lavoro. I costi? Approcciabili. Dai 60 euro in su. Secondo The Economist, settimanale inglese, «Nel grande reparto giochi dello “store” John Lewis nel 2005 c’erano 600 pezzi; adesso è tra gli articoli più richiesti, con 120mila monopattini venduti in Gran Bretagna lo scorso anno». Qui in Italia, qualche anno fa, fu regalato ai cronisti in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, ma la cosa fece scoppiare un autentico putiferio. Guerra al “Silverfly”, il monopattino a batteria che avrebbe snellito gli spostamenti tra gli hotel e il quartier generale della stampa accreditata. Ne scrissero i giornali, se ne parlò alla Tv ma, alla fine, la polizia municipale ne stabilì il divieto. Comunque la cosa non pare aver sortito lo stesso effetto all’estero tanto che numerosi volti noti di Hollywood sono stati ritratti dritti sul monopattino: dal bellissimo Hugh Jackman a Uma Thurman, passando per Michelle Williams che, però, si limita semplicemente a veder gironzolare la figlia Matilda per Brooklyn. Come ai vecchi tempi, un secolo fa, quando il monopattino era semplicemente un “gioco da ragazzi“.
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[ INCHIESTA DI
nuova generazione INTERNET è
OVER
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ai più senza. Come rinunciare a uno strumento che da un giorno all’altro ci ha reso la vita più facile? Senza esagerare, Internet ha semplificato le nostre giornate, reso tutto più a portata di mano, intrecciato strumenti di informazione e accorciato le distanze. »
Sono i Baby boomers. Nati tra il 1946 e il 1960, usano Internet con regolarità, mentre aumenta il numero di coloro che si servono della rete. OTTOBRE 2011
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SOCIETÀ
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GIADA VALDANNINI ]
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SOCIETÀ
Anche ai più diffidenti è diventato familiare: un mezzo di uso quotidiano che ha trasformato il computer da strumento di gioco e lavoro in “elettrodomestico” imprescindibile. Andando per esempi si finirebbe domattina, ma può tornare utile fare un breve conto dei campi in cui il web è davvero utile. Non a caso gli americani lo hanno chiamato web: rete. Ed è forse uno tra i pochi casi in cui “cadere” nella rete ha più vantaggi che altro. O almeno inciamparci e accorgersi che non è niente male. I giovani lo sanno e pure tutti coloro, tra gli over 50, che hanno preso confidenza col mezzo. Non si tratta solo di tenersi in contatto con altri - per questo esistevano le piazze, qualcuno dirà - ma evitare lunghe code in banca, negli uffici comunali, dal medico; essere più informati, più autonomi nello scegliere un prodotto da acquistare o nel modo di intendere una notizia. Un’immensa comunità che si confronta costantemente. Internet nasce vent’anni fa. Era il ’91 quan-
[ INCHIESTA DI
AMINA IACUZIO ]
SOCIAL NETWORK SENZA CONFINI
WWW
«Gli over 60 sono la nuova generazione di Internet: grazie al maggiore tempo libero sono sempre più numerosi quelli che si connettono alla banda larga e che si usano la rete. Intervista al direttore generale del Censis, Giuseppe Roma»
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econdo gli ultimi dati Istat, nel 2005 solo il 10,8% degli italiani con un’età compresa tra i 60 e i 65 anni aveva usato almeno una volta Internet, mentre nel 2010 sono saliti al 25,2%: ciò dimostra che sono sempre più numerose le persone mature che si interessano alle possibilità offerte dall’informatica in generale, e da Internet in particolare. Il loro numero aumenta, e fa sì che essi diventino il nuovo obiettivo di chi fa marketing in rete. Secondo la rilevazione mensile di Audiweb, una società che fornisce dati alle imprese che mettono la pubblicità su Internet, nel maggio del 2011 il 9,7% delle donne e il 17,7 % degli uomini on line aveva dai 55 ai 74 anni.
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Il comportamento degli over 60 su Internet è dunque studiato per poter offrire loro un servizio adeguato. Nascono programmi che facilitano l’apprendimento, come Eldy, con immagini grandi e comandi in lingua italiana, dedicato a chi non ha molta familiarità con l’informatica e, in particolare, a chi ha poca o nulla dimestichezza con il computer (chi è interessato può scaricare il programma gratuitamente dal sito www.eldy.org). Da parte di chi progetta e realizza siti e portali è in atto uno sforzo per adeguare anche la grafica alla nuova utenza: rispetto a dieci anni fa, oggi i siti Internet sono più curati, con una navigazione semplificata e una migliore leggibi-
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lità. E se alcuni studi hanno dimostrato che i senior sono più reticenti di altre classi di età a effettuare pagamenti via rete, ecco che gli organismi di pagamento si adeguano migliorando la sicurezza delle operazioni. Una volta connessi a Internet che cosa fanno gli over 60? Da alcune ricerche che ne analizzano il comportamento risulta che la loro attività principale è inviare e ricevere messaggi di posta elettronica (e-mail). Proprio come avviene per tutti gli altri “internauti”: vi si dedica circa il 78,5% di chi naviga. Ma poi le differenze con le fasce giovanili emergono: mentre i più giovani (14-29 anni) si dedicano principalmente ad attività ludiche, come scaricare musi-
ca, guardare film o utilizzare videogiochi, per gli altri la funzione di Internet è soprattutto comunicativa. Così cresce il numero di over 60 che si iscrivono alle “reti sociali” (social network) e che usano la connessione Internet per telefonare gratis con Skype. L’ultimo Rapporto del Censis, I media personali nell’era digitale (Franco Angeli 2011), attesta che nel 2010 gli italiani con accesso a Internet sono il 48%. Nella fascia d’età 65-80 anni, sono l’11,4%. Inoltre, il 31,8% degli italiani tra i 65-80, anni conosce almeno un social network, cioè sa cos’è. Per quanto riguarda l’uso delle reti sociali, gli over 65 risultano consumatori principalmente di Skype e, a seguire, di Messenger, Youtube e Facebook. Pochissimi sono, infine, gli over 65 che utilizzano Twitter: solo il 2,5%. Questo è quanto evidenzia il rapporto Censis. Ma per comprendere meglio il futuro che attende Internet e le generazioni “over”, Giuseppe Roma,
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direttore generale del Censis, ha tracciato un quadro più particolareggiato. Solo il 11,4% degli over 65 usa Internet. Cosa ne pensa? Non mi sembra poco, considerando il fatto che nella fascia alta della popolazione ci sono più ritardi nell’istruzione. Ma è un numero destinato a crescere: oggi aumentano le persone che usano questi strumenti non solo per informarsi, ma anche per comunicare. È proprio nella straordinaria possibilità di comunicare che va cercato il successo di Internet. Oggi la famiglia tradizionale unita in uno stesso luogo geografico è più rara, i figli e i nipoti molto più spesso vivono lontani. Quali sono gli ostacoli a una diffusione più ampia di Internet in età matura? Esistono barriere culturali. Per prima cosa navigare implica il fatto di essere in comunicazione con qualcuno. In secondo luogo, significa porsi in maniera attiva nei confronti della realtà circostante. È il contrario
to, ha davvero stravolto le nostre abitudini? Se un tempo per organizzare un viaggio ci affidavamo a un fai-da-te dagli esiti incerti, oggi con la rete possiamo ritenerci autonomi. A patto di non perdere il bandolo della matassa. C’è bisogno di pazienza, quello sì; di «Informarsi, individuare tra le acquistare, tante offerte quella incontrarsi: davvero vantaggiotutto in tempo sa. E nel mondo virreale grazie tuale come in quelal web» lo reale la truffa è dietro l’angolo: ecco perché conviene stare sempre attenti. Nonostante ciò, resta l’invito ad avventurarsi, a scegliere mete, a individuare soggiorni perché dalla nostra parte c’è la community: un “luogo” virtuale in cui i turisti, compratori di pacchetti, camere o semplici cene, si possono confrontare. Spazi interni ai siti in cui ci si racconta come si sia stati in quella località o nella talaltra. »
del consumo passivo che poniamo in essere quando guardiamo la televisione. Per chi lavora con il computer molte ore al giorno è quasi inevitabile entrare nei social network e usare gli strumenti che Internet offre, mentre per chi è pensionato, e durante il giorno svolge attività di altro genere, ci vuole una forte motivazione per avvicinarsi al web. La motivazione principale può essere la possibilità di comunicare facilmente? Per le persone di una certa età l’uso di Internet non è ludico, come per i giovani: sono pochissimi quelli che scaricano musica, guardano film in streaming o usano i videogiochi. Loro utilizzano Internet principalmente per comunicare. Questo non significa solo usare la posta elettronica o Skype. Quell’11,3% di utenti di Internet over 65, che corrispondono a 1,3-1,4 milioni di persone, sono molto attivi, partecipano ai blog, discutono su Facebook. Un’altra motivazione è rap-
presentata dai servizi che può offrire Internet, come la possibilità di effettuare operazioni bancarie tranquillamente seduti alla propria scrivania. Che cosa ci dobbiamo aspettare in futuro? A mio avviso in 2-3 anni gli over 65 che usano Internet arriveranno almeno al 30%. Sono curiosi, attenti, attivi. Oltretutto la società avrebbe un grande vantaggio dal maggior uso di Internet da parte degli over 65. Oltre a essere un mezzo per socializzare, e dunque scongiurare il pericolo della solitudine, Internet potrebbe essere usato per aumentare la sicurezza, per l’assistenza familiare, per la sanità. Negli Usa viene già molto usato con queste finalità, e ci sono politiche per diffondere l’uso della rete. In Italia si fa poco o nulla in questo senso, affidandosi all’iniziativa di qualche associazione di volontariato, ma sono così rare che finiscono sui giornali. Eppure, con la rete anche lo Stato potrebbe risparmiare.
Skype - È il nuovo sistema per parlare con amici e parenti lontani gratuitamente, a patto che anche loro siano utenti Skype. Basta creare un proprio account, cioè iscriversi e lasciare il proprio indirizzo di posta elettronica. Chi è dotato di un computer con telecamerina può anche video-telefonare. Tra i social network Skype è il più utilizzato dagli over 65: il 46,4% ne fa uso almeno una volta a settimana. Messenger - È il sistema di Microsoft per inviare e ricevere, in forma gratuita, messaggi scritti istantanei. Dopo aver creato un proprio account, si comunica in tempo reale con altri utenti. Ciascun iscritto, rappresentato da una piccola immagine (avatar), può far sì che gli altri vedano se è “in linea”, “occupato”, “assente”, “al telefono”. Il 26% degli over 65 utilizza questo social network. Youtube - È una sorta di video-enciclopedia mondiale dove chiunque può pubblicare video visibili gratuitamente da altri utenti. Cercate la sequenza finale di Via col Vento? Nell’apposito spazio del sito Youtube, inserite le parole “Rossella O’Hara” e premete “Invio”. Compariranno tutte le sequenze del film contenenti Rossella O’Hara pubblicate dagli utenti. Il 17,1% degli over 65 ne fa uso. Facebook - È il più noto tra i social network (anche tra i 65-80enni). Permette di interagire con familiari e amici: ognuno gestisce uno spazio personale dove pubblicare pensieri, foto da inviare ai propri amici che, a loro volta, possono commentarle. Oggi solo l’11,3% degli over 65 interagisce tramite Facebook, ma il numero è destinato a crescere anche perché consente non solo di abbattere gli ostacoli geografici, ma anche quelli intergenerazionali: nonni e nipoti, infatti, si ritrovano spesso “amici su Facebook”, riuscendo così a comunicare pensieri che forse resterebbero celati a causa delle barriere dell’età. OTTOBRE 2011
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do il Cern ne ha ufficializzato la venuta al mondo, eppure sembra aver sonnecchiato per almeno quindici anni. O meglio, è rimasto incastonato nei nostri computer fino a che social network e sistemi di ricerca hanno preso il sopravvento rendendolo alla portata di tutti. Bando ai nerd (i secchioni) asserragliati dietro libri, calcoli e occhialoni: la rete è democratica. È davvero per tutti. Almeno nei Paesi in cui questo è consentito, non laddove si è intuita la potenza comunicativa e se ne è limitato o impedito l’uso. Ma non è questo di cui parliamo. Parliamo di un’intuizione che ha cambiato il nostro modo di vivere sociale, che ha arricchito il vocabolario di nuovi termini ma che, se mal dosata, ci ha anche fatto perdere un sacco di tempo. Insomma, senza arrivare alle forme di dipendenza ossessiva da web, ci concentriamo sui benefici del mondo digitale. Anche perché, probabilmente, chi ha finito col dipendere dal web, se esso non fosse mai stato inventato, avrebbe dipeso comunque da altro. E allora, il World Wide Web, il famoso www che digitiamo quando vogliamo connetterci a un si-
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BABY BOOMERS e il WEB
Non a caso il numero dei Baby boomers (i nati dal 1946 al 1960) affezionati a Internet va via via salendo. Sono loro con il maggior tempo disponibile, con una discreta possibilità economica, pur sempre giovani e con la voglia di progettare ed essere sempre meglio informati. A loro si rivolge sempre più il web con offerte a misura di over 50. Inutile sorprendersi se l’occasione di ingresso in rete sia stato un social network. Quella è magari la porta d’accesso: il resto vien da sé. Molti over 50, infatti, pare abbiamo approcciato il web proprio grazie ai siti che mettono in relazione, quelli - per intenderci - come Facebook in cui è facile ritrovare amici di vecchia data, compagni di classe o colleghi di università. Con la scusa di approfondire quel versante del web, abbiamo contattato alcuni over 50 via Facebook e la conferma è stata unanime: si entra per curiosare e magari rintracciare persone che non si vedono da una vita e poi si finisce con l’apprezzare quella piazza telematica in cui ci si scambia impressioni sui temi salienti della giornata, si scherza come se si fosse al bar o si condividono foto o momenti di quotidianità. Detto ciò, Internet non è solo svago ma anche pagamento di bollette, conti correnti postali e multe: prendere confidenza con questi strumenti significa risparmiare tempo e danaro. Per non parlare delle certificazioni mediche online, con le quali si scongiurano interminabili file e lunghe attese. In più, si può controllare l’estratto conto dal divano, senza chiedere aiuto allo sportello più vicino, facendo bonifici senza uscire di casa. Si possono confrontare i giudizi sui prodotti che acquistiamo o accaparrarsi a un prezzo vantaggioso un oggetto
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BEW li e SREMOOB YBAB
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generazione dei desiderato. SeconCOMPRARE O VENDERE OGGETTI Baby boomers ha do statistiche delSULLA RETE: È L'E-COMMERCE, un contatto seml’inverno passato, pre più stretto col gli ultracinquanMODALITÀ SEMPRE PIÙ web e si segnala tenni acquistano in UTILIZZATA DAGLI OVER 50 che il 35% di essa Internet soprattutvisita siti di notizie to materiale tecnologico; in minor quantità abbigliamento e, so- e di giornali. Inoltre, il 15% dei senior che lo in terza battuta, oggetti da collezione. naviga in Internet possiede una laurea e il Ma, di fatto, aumentano quelli che compra- 28% legge un quotidiano tutti i giorni conno e vendono su Internet. Si chiama E-com- tro una media generale del 19%. Statistiche merce questa modalità di acquisto, e il 30% a parte, l’accesso degli over 50 al web sta codei suoi frequentatori ha superato i cinquan- munque aumentando. E c’è persino chi, cota. Su piattaforme come E-bay si può acqui- me Geri Brin, una mamma imprenditrice americana, sta cercando moglie al figlio sinstare o vendere ogni genere di prodotto. Per Netcomm - il Consorzio del Commercio gle. Come? Via Internet, mettendo su il sito Elettronico Italiano - nell’E-commerce c’è «una www.faboverfifty.com. L’hanno seguita in buona rappresentanza delle fasce più matu- tante, tutte ultracinquantenni convinte che re della popolazione». Come a dire che la «solo le mamme sanno cosa c’è di meglio per confidenza con le compere in rete sta deci- i loro figli single». Ora, visto che il web ha samente aumentando. Quel che stenta a de- applicazioni infinite: si può rendere la paricollare è la fiducia a usare carte di credito, glia. Baby boomers singles, occhio! Vostro fimentre molti preferiscono ancora affidarsi al- glio potrebbe provare ad accasarvi. Sempre le prepagate. In base ai dati GfK Eurisko, la che siate d’accordo...
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[ INTERNET & DINTORNI DI PAOLO
NEGRINI ]
Che Internet sia il fenomeno sociale e tecnologico più importante di questo secolo è un fatto indiscutibile. Se l’invenzione della stampa ha rappresentato una trasformazione epocale per la diffusione del pensiero e della cultura, Internet ha generato una vera rivoluzione tecnologica, ma principalmente culturale. Consente a chiunque di esprimere il proprio pensiero, il proprio talento e le proprie conoscenze in un sistema non gerarchico, senza specifiche autorizzazioni o grandi investimenti. Strumento dalle molteplici funzioni, è in grado di offrire una moltitudine di servizi fino a poco tempo fa impensabili. E allora, a partire da questo numero, cerchiamo di conoscere meglio cosa si cela dietro il termine “Internet”, quali opportunità offre e, soprattutto, come imparare ad utilizzarlo attraverso queste semplici “istruzioni per l’uso” da staccare e conservare.
n computer è una macchina elettronica capace di ricevere, trasmettere, immagazzinare ed elaborare informazioni, risolvendo i più svariati problemi con straordinaria velocità e affidabilità. Per svolgere una qualsiasi attività deve disporre di un programma. L’insieme di tutti i programmi che consentono una efficiente utilizzazione delle risorse del computer si indica genericamente con il termine inglese Software. Quando due o più computer sono collegati tra di loro co-
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stituiscono una rete di computer. Questo tipo di rete viene definita LAN (Local Area Network o rete locale). Quando più reti si connettono tra loro, e queste reti sono situate praticamente in ogni parte del nostro pianeta, determinano quella che conosciamo come rete Internet. Costituita da alcune centinaia di milioni di computer collegati tra loro con i più svariati mezzi trasmissivi, Internet è definita “la rete delle reti” o “la rete globale”. Quando parliamo di Internet però, non ci riferiamo so- » OTTOBRE 2011
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Si comincia con un clic
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lo alle apparecchiature, alle modalità di connessione o ai protocolli che le permettono di funzionare. Internet è un serbatoio inesauribile di informazioni e per accedere ai servizi disponibili non è sufficiente avere un computer e una connessione. È necessario utilizzare dei software, come ad esempio il Browser che ci permette di accedere a queste informazioni, programmi per lo scambio di file, ecc... Se qualcuno comincia a preoccuparsi sentendo parlare di computer, software e reti, si può tranquillizzare. Non siamo più negli Anni ’90, quando chi utilizzava il computer camminava due spanne sollevato dal terreno, sentendosi un guru. La rivoluzione culturale è autentica. Per usare un computer non è necessario essere bravi, belli, ricchi, giovani, sani o premi Nobel. Il computer è per tutti e vi chiede solo una cosa: di utilizzarlo. Se riuscirete a superare l’iniziale scetticismo, scoprirete un mondo straordinario che non stava attendendo altro che un vostro “clic” del mouse.
Primi passi »Come connettersi ad Internet Oltre al computer e ai software, per visualizzare le pagine dei siti Internet è necessario stipulare un contratto con un gestore di connessione Internet, che in genere coincide con un gestore di telefonia. Il contratto prevede ovviamente un costo, che varia dal tipo di connessione ma, in ogni caso, si parla di poche decine di euro al mese. La connessione può essere di due tipi: fissa o mobile. Per la connessione fissa è necessario l’uso di un dispositivo detto Modem-Router, che deve essere collegato al computer e alla rete telefonica. Questo tipo di connessione è indicata per il computer fisso “di casa”. Per la connessione mobile si utilizzano dei dispositivi, detti “chiavette”, che devono essere collegati al computer e che prendono il segnale via etere (come i telefonini). La connessione mobile viene essenzialmente utilizzata nei casi in cui la connessione Internet Adsl (connessione veloce) non sia disponibile e con i computer portatili, che proprio per la loro caratteristica permettono di esser utilizzati ovunque. In entrambi i casi, l’installazione di questi dispositivi non presenta alcuna difficoltà anche per l’utente più inesperto. Le istruzioni per la connessione vi saranno comunicate direttamente dal gestore. Come accedere alle pagine di un sito A qualsiasi tipo di contenuto vogliate accedere, è necessario l’utilizzo di un particolare software che prende il nome generico di Browser. Programmi di questo genere ve ne sono diversi, ma sicuramente se utilizzate un sistema operativo Windows, avrete a disposizione Internet Explorer, facilmente riconoscibile dall’icona che rappresenta una grande “E”.
Una volta avviato, non dovrete far altro che digitare l’indirizzo del sito da visitare nella omonima “Barra dell’indirizzo”. Cos’è un sito Internet? Un sito Internet (o web) è un insieme di pagine correlate di documenti, che risiede su un computer (web server, sempre connesso alla rete Internet) ed è accessibile all’utente che ne fa richiesta tramite browser. Digitando l’indirizzo del sito da visitare nella barra dell’indirizzo del browser, potremo accedere a quei contenuti.
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Relazione tra indirizzo e sito Internet Se andate a trovare un amico in una città che non conoscete, potreste prendere un taxi e comunicare all’autista l’indirizzo da raggiungere. Sicuramente in quella città non esistono due vie con lo stesso nome e quindi l’autista vi porterà senza alcuna esitazione a destinazione. Durante tutto il percorso non dovrete far altro che guardarvi attorno, lasciando al conducente tutte le incombenze relative a traffico, semafori, benzina ed altro. L’analogia è pertinente e vi spiego il perché. Il taxi rappresenta il computer e l’autista è il software. È l’autista (il software), che dopo avervi fatti salire ed aver ricevuto istruzioni, si fa carico di tutti gli eventuali problemi. L’importante è che vi porti a destinazione sano e salvo. L’indirizzo di un sito Internet (il suo nome) ha una caratteristica: è unico. Come in una città non possono esserci due strade con lo stesso nome, in Internet non possono esistere due siti con lo stesso nome. Ad ogni indirizzo Internet, ad esempio www.uni50.it, è associato un numero, a sua volta unico, che corrisponde ad un determinato computer della rete, che ospita quel sito. Digitando l’indirizzo del sito, il browser e i protocolli di comunicazione lo convertono in un numero e ci indirizzano al corrispondete computer. Cosa posso fare con Internet? Si possono fare cose meravigliose: per esempio, parlare con vostro figlio, un vostro amico o con chiunque si trovi all’altro capo del mondo e vederlo utilizzando una web cam, oppure contattare con una e-mail qualsiasi persone, uffici, enti, ecc, senza dovervi sottoporre a file spaventose. E ancora, si possono prenotare da casa un posto al teatro, oppure pubblicare le poesie che non avete mai avuto modo di pubblicare e condividerle con il resto del mondo, potreste... potreste... Liberate la vostra fantasia e riempirete quei “potreste” lasciati in sospeso. Sono veramente molte le attività che si possono fare grazie alla connessione alla rete Internet. Ne prenderemo in esame solo alcune, ma sicuramente le più diffuse ed importanti. • Ricerca di Informazioni • Posta elettronica • Social Network • Contenuti multimediali
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di Informazioni »UnRicerca sito è uno spazio all’interno del quale sono pubblicate notizie relative al sito stesso o ad altri contenuti attinenti le tematiche proposte. In genere, le notizie in questo spazio vengono continuamente aggiornate dai gestori, in modo da proporre contenuti sempre attuali. Considerando che sono milioni i siti presenti in Internet, appare chiaro che trovare l’informazione di cui abbiamo bisogno può risultare disarmante. Nella realtà, le cose sono molto più semplici di come possano sembrare. Oltre ai siti che pubblicano informazioni, ve ne sono altri specializzati nella ricerca di queste informazioni e che utilizzano uno strumento detto “Motore di ricerca”. Per Motore di ricerca si intende un mezzo grazie al quale è possibile ricercare termini o frasi nella rete mondiale (Internet). Una volta interrogato, inserendo la parola chiave nella casella di ricerca, il motore di ricerca risponde indicando una lista di siti web contenenti i termini o le frasi cercate. Esistono numerosi Motori di ricerca attivi sul Web, ad esempio Yahoo oppure Bing, ma il più utilizzato su scala mondiale è Google.
Ricerca con Google La pagina del Motore di ricerca è accessibile all’indirizzo www.google.it. Sul vostro Browser si aprirà una pagina con un logo posto nella parte centrale. In alto, a sinistra, è presente un menu dal quale poter scegliere quale tipologia di ricerca effettuare e, al centro, troverete la casella di ricerca nella quale inserire i termini di ricerca. Sulla base di cosa state cercando dovrete selezionare nel menu orizzontale la corrispondente categoria. L’impostazione predefinita è Web. La ricerca darà come risultato una lista di indirizzi di siti nelle cui pagine è presente il termine ricercato. Questa ricerca serve essenzialmente se siete interessati a trovare contenuti testuali. Inserire nella casella di ricerca il termine chiave e fare un clic su “Cerca con Google” o premere il tasto invio sulla tastiera.
RICERCA INFORMAZIONI
Esempio di ricerca Web utilizzando la chiave: “gatti siamesi” Inserito il termine di ricerca, comparirà una lista di più pagine di siti che rispondono alla richiesta effettuata. A questo punto dovrete mettervi a “spulciare” sito per sito, per trovare quello che contiene le informazioni più interessanti. Per accedere al sito, fare un clic sulla scritta blu sottolineata.
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RICERCA INFORMAZIONI Il sistema di ricerca propone tutti quei siti che a qualsiasi titolo contengano il termine ricercato, indipendentemente da quando le informazioni sono state pubblicate. Poco male se stiamo cercando informazioni sui gatti siamesi. Ma se stessimo cercando la notizia più recente possibile? Google ha pensato anche a questo. Dopo aver avviato la ricerca, alla sinistra della lista di siti individuati compare un menu, dal quale possiamo scegliere la scansione temporale delle notizie. Scegliendo la voce “Ultima ora”, sono riuscito ad ottenere l’indirizzo di un sito che ha pubblicato una notizia attinente la mia ricerca, circa 16 minuti prima. Straordinario!
Il risultato di una ricerca propone una lista di siti generalmente in lingua italiana. Specialmente per informazioni di carattere scientifico spesso la ricerca darebbe risultati migliori se provassimo a visitare dei siti in lingua straniera. Il problema è proprio questo. Se con l’inglese o con il francese in qualche modo riusciremmo a cavarcela, cosa ne direste di un sito in tedesco o cinese? Selezionando dal menu di sinistra “Pagine straniere tradotte”, amplieremo di molto la nostra ricerca. Come risultato otterremo dei siti tradotti in lingua italiana. Attenzione, la traduzione spesso è molto rudimentale e poco affidabile, ma vi consente in ogni caso di capire ciò che state leggendo.
Ricerca per immagini Se più che al contenuto siete interessati alle immagini, dovrete fare un clic sul menu “Immagini” e digitare la chiave nella casella di ricerca. Esempio di ricerca “Immagini” utilizzando la chiave: “gatti siamesi”.
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do il consenso
non do il consenso
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STARBENE
[ BELLEZZA DI RAFFAELLO
*
CARABINI ]
ALLA RICERCA DELLA PERFEZIONE
«È possibile bloccare l’incedere del tempo, soprattutto quando inizia a lasciare segni sul nostro corpo? No, o perlomeno non ancora. Nel frattempo, però, si ricorre sempre più ad una tossina: il botox».
SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME, CHI È...
O
liviero Toscani dice che «siamo tutti, donne e uomini, giovani e vecchi, milioni di Pinocchio in cerca di un Geppetto che ci tolga i nei e le macchie di vecchiaia, che rimodelli mani e glutei, nasi e labbra». È ormai un desiderio diffuso, una voglia di investire narcisisticamente sul proprio corpo per truccarlo, tatuarlo, modificarlo senza ritorno. Anche se con qualche rimorso: Nina Moric definisce un errore di gioventù aver gonfiato esageratamente le labbra; Nicole Kidman si pente di aver perso buona parte della sua espressività; la stessa Pamela Anderson, la supercurvilinea bagnina di Baywatch, ha chiuso con la chirurgia e quant’altro. Eppure quella che è stata definita “un’epidemia psicoestetica” in Italia continua a montare. A cominciare dal più semplice e diffuso dei trattamenti, quello delle applicazioni di botulino, che si stimano per difetto a circa 125mila trattamenti
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durante il solo 2011. Con un’impennata del 600% da quando, nel 2004, l’uso della tossina è stato autorizzato per fini cosmetici anche da noi. E una percentuale di richieste del 15% da parte degli uomini in crescita verticale. La tossina botulinica è una proteina neurotossica prodotta da un batterio ed è uno dei più potenti veleni naturali esistenti al mondo, causa in particolare di intossicazioni alimentari nel caso in cui si consumino preparati a base di carne o conserve contaminate. Fu isolata per la prima volta negli Anni ’40 e,
dopo pochi lustri, se ne iniziò l’impiego in ambito medico. Gli enti preposti ne hanno autorizzato l’uso dapprima contro gli spasmi muscolari e lo strabismo, poi contro la distonia cervicale, l’acalasia (perdita dei movimenti dell’esofago) la sudorazione eccessiva e l’emicrania e, prossimamente, pare anche sintomi prostatici, asma, obesità e altro ancora. Il botox, come viene chiamato quasi affettuosamente in ambito commerciale, sospende l’impulso nervoso in direzione di muscoli specifici e li distende, impedendo loro di formare del-
le rughe. Non deve paralizzarli, bensì farli rilassare, e dovrebbe persino migliorare l’espressione del volto - la nostra Agenzia del Farmaco ne consente l’uso solo nel terzo superiore del viso, ma i medici possono impiegarlo anche in altre parti sotto la loro responsabilità dando un’immagine riposata del soggetto, non spianare e immobilizzare la faccia. Il suo (s)vantaggio è la reversibilità, ovvero un effetto che non è permanente. La sua durata oscilla fra i quattro e i sei mesi, dopodiché va ripetuto. Però rischia di dare assuefazione psi-
125.000
15% circa
2004
i trattamenti a base di botulino nel solo 2011.
la percentuale degli uomini che ne fa uso.
l’anno in cui è stato autorizzato il botox per uso cosmetico.
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cologica: c’è già un nome per questa dipendenza, la “botulinofilia”. Si comincia con la classica, autorizzata e sicura punturina in fronte e poi non si riesce più a farne a meno, aumentando progressivamente le zone dove iniettare la tossina. Le rughe alla base del naso, sulle labbra, le pieghe della bocca, il collo, il decoltè, persino il dorso delle mani. Non senza incognite, perché la pelle è un organo del nostro corpo non una tappezzeria da decorare o stiracchiare. E reagisce. A seconda delle applicazioni si rischia - le percentuali sono comunque assai basse e i danni hanno la durata del trattamento - di non articolare pa-
rola, di perdere saliva, di avere un’espressione improbabile. Fino alle potenzialmente gravi migrazioni della tossina e modifica dei circuiti neuronali. Ma anche visione doppia, dolori continui a braccia, mani e piedi, oltre a difficoltà di respirazione, come successe alla ginecologa Sharla Helton che, in cura dal 2006 con il botox, si ammalò seriamente e perse il lavoro. Il 14 maggio 2010 una giuria in Oklahoma le ha riconosciuto un risarcimento di 15 milioni di dollari da parte della casa produttrice del farmaco, per danni derivanti dalla negligenza di non aver riportato sulla confezione l’elenco completo dei possibili effetti collaterali.
Costi, autorizzazioni e sicurezza L’Agenzia del Farmaco autorizza l’uso per le rughe tra le sopracciglia per “adulti dai 18 ai 65 anni, quando la severità di tali rughe ha un importante impatto psicologico per il paziente” di tre soli prodotti a base di botox: il “Vistabex”, l’“Azzalure” e il “Bocouture”. Sono venduti in farmacia solo ai medici e non potrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere ceduti ai privati. Il costo di un’applicazione varia dai 300 agli 800 euro a iniezione, dieci minuti di lavoro senza obblighi di corsi specialistici da seguire. Un business da oltre 6 milioni di euro che ha creato un mercato parallelo che si valuta ne rappresenti già quasi un terzo. La differenza sta nel prodotto utilizzato, che viene dall’India o dalla Cina - si può acquistare su Internet a poco più di 50 euro a fiala - oppure dalla ricettazione della tossina botulinica impiegata per le patologie neurologiche. Il costo scende così a 100-150 euro a puntura, che magari viene persino fatta a domicilio oppure in centri estetici. Quando non viene graziosamente offerta come gadget in quelli che sono denominati botulin party, tipo quello di presentazione al Mip Tv di Cannes del reality di Fox Life Pretty Hurts, ambientato nella clinica del “mago” hollywoodiano del botox, Rand Rusher, oppure inseguita in Paesi più accondiscendenti del nostro con viaggi organizzati ad hoc. La discussione sul “diritto alla bellezza” - il settimanale Time ha dimostrato quanto incida in positivo sulla busta paga l’essere attraenti - è aperta: l’antropologo Alexander Edmonds lo considera nientemeno che assimilabile alla salute e all’istruzione. Per chi abbia deciso di avvalersene sottoponendosi al trattamento, un consiglio è d’obbligo: chiedere sempre la certificazione del prodotto, lotto della fiala compreso e, ovviamente, di sottoporsi all’inoculazione in un laboratorio medico sterile e attrezzato.
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STAR BENE
[ ALIMENTAZIONE DI
*
È IMPORTANTE LEGGERE L’ETICHETTA
ANNA MERCURI ]
QUALE ACQUA SCEGLI? LISCIA, GASSATA, O...
«C’è acqua e acqua. Quella del rubinetto varia da città a città, e quella in bottiglia da marca a marca. Dal punto di vista della sicurezza sono entrambe valide. Gli italiani, però, prediligono l’acqua confezionata, soprattutto per ragioni di gusto. E sono disposti a pagarla da 500 a 1.000 volte tanto rispetto all’acqua che arriva direttamente in casa»
N
el 1980 in Italia si consumavano 47 litri di acqua in bottiglia pro-capite, nel 2010 i litri erano 186. Abbiamo il record europeo per il consumo di acqua minerale e il secondo posto, a livello mondiale, dopo gli Emirati Arabi con 308 litri pro-capite. L’Italia conta 165 società imbottigliatrici e ben 290 marche di acqua confezionata: c’è l’imbarazzo della scelta. E se si soffre di determinate patologie, sarà il proprio medico a consigliare l’acqua più adatta. Ad ogni modo, per non rischiare di portarsi a casa l’acqua che non corrisponde alle nostre esigenze, meglio conoscere quello che stiamo acquistando. Al di là dei messaggi pubblicitari che promettono eterna giovinezza, non possiamo che affidarci all’etichetta. «L’etichetta identifica, in modo univoco, tutti gli elementi e le caratteristiche di un’acqua minerale. Non è sempre facile, però, interpretare correttamente le informazioni fornite da questa sorta di “mini banca dati”», spiega il nutrizionista Luca La Fauci, volto noto al pubblico televisivo e curatore del sito www.ilnutrizionista.com. Sono, infatti, 48 i parametri sottoposti ad analisi periodiche (ogni 5 anni) e molti di questi vengono riportati sull’etichetta.
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{
SALI MINERALI: UNA QUESTIONE DI QUANTITÀ
}
Per conoscere il contenuto totale di sali minerali presenti nell’acqua, occorre controllare il valore del residuo fisso (sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati e bicarbonati). Più il valore è elevato, maggiori sono le quantità di sali disciolti in un litro d’acqua. Ed è proprio in base al residuo fisso che vengono così classificate: minimamente mineralizzate, oligominerali, medio minerali o minerali, ricche di sali minerali. Non solo. Anche il tipo di sale minerale prevalente o carente contribuisce a distinguerne la tipologia come, ad esempio, le magnesiache, le calciche e quelle a basso contenuto di sodio. Per saperne di più: www.iss.it
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85%
1,5-2 litri
48
del peso corporeo di un
è l’acqua presente
è il quantitativo di acqua
sono i parametri analizzati
neonato è costituito da acqua, che diminuisce negli anni fino ad arrivare al 50% negli anziani.
in ortaggi, latte, frutta e verdura. Pasta e riso ne contengono il 60-65%.
che occorre bere al giorno, e che incrementa quella assunta con gli alimenti.
nelle acque in bottiglia, una parte dei quali vengono riportati nell’etichetta.
- Dottor La Fauci, qual è la differenza tra le diverse acque minerali ? La differenza si basa su un parametro detto “residuo fisso” (la quantità in sali che rimane come residuo dopo l’evaporazione di un litro di acqua a 180°, ndr), in base al quale è possibile stabilire che un’acqua è oligominerale se il residuo fisso è inferiore a 500 milligrammi per litro (mg/l ndr); minimamente mineralizzata se inferiore a 50 mg/l; mediominerale o minerale se è fra i 500 e 1.500 mg/l; ricca di sali minerali se il residuo fisso supera i 1.500 mg/l. Inoltre, in base alla presenza di alcuni sali minerali, le acque si possono distinguere, ad esempio, anche in: magnesiaca se il
magnesio supera i 50 mg/l; a basso contenuto di sodio quando la concentrazione è inferiore a 20 mg/l; calcica quando il calcio è superiore a 150 mg/l. - Tra le analisi presenti in etichetta, a quale dovremmo prestare maggiore attenzione e perché? Il contenuto in nitrati è molto importante da considerare, soprattutto per l’alimentazione di neonati e bambini. Sono sostanze normalmente presenti in concentrazioni minime e non pericolose. Tuttavia, il massiccio impiego di fertilizzanti in agricoltura può causare la penetrazione nel terreno di questi e altri composti azotati, con conseguente inquinamento delle falde acquifere. Se assunti in eccesso, i ni-
trati possono seriamente ostacolare il trasporto di ossigeno nel sangue, con conseguenze pericolose soprattutto per i neonati. Il limite massimo consentito per i nitrati è 45 mg/l e 10 mg/l per l’infanzia, mentre per i nitriti - che dovrebbero essere assenti - il limite massimo è 0,02 mg/l. Inoltre, nel caso di lattanti e bambini, è necessario che in etichetta non ci sia scritto «contiene più di 1,5 mg/l di fluoro». Bisognerebbe preferire, invece, quelle che riportano la dicitura «indicata nell’alimentazione dei neonati». - Per chi, invece, pratica attività sportiva e ha superato i 50 anni di età? È buona norma bere prima, durante e dopo l’attività fisica. Il
senso della sete diminuisce andando avanti con l’età e il rischio di disidratazione aumenta. Una regola su tutte: evitare le bevande energetiche perché non aiutano il recupero dei sali minerali persi e nemmeno il mantenimento della linea, visto che contengono zuccheri e quindi calorie. Sì all’acqua, meglio se minerale. - Le etichette delle acque o le confezioni possono riportare caratteristiche salutistiche? Possono riportare indicazioni di massima sugli effetti più caratteristici come: «può avere effetti diuretici», «stimola la digestione», «indicata nelle diete povere di sodio», ecc., ma per legge non riferimenti a proprietà curative o di prevenzione.
FALSE CREDENZE SULL’ACQUA 1 Non è vero che l’acqua vada bevuta lontano dai pasti. Al limite, se si eccede nella quantità, si allungheranno un po’ i tempi della digestione. Un’adeguata quantità di acqua (non oltre i 600-700 ml) è utile per favorire i processi digestivi, perché migliora la consistenza degli alimenti ingeriti.
bini, in particolare, sarebbe bene non utilizzare solo acque oligominerali, bensì alternarle con quelle più ricche di minerali, in quanto una diuresi eccessiva potrebbe impoverire di sali minerali l’organismo in crescita.
5 Non è vero che il calcio presente nel2 Non è vero che l’acqua faccia ingrassare. l’acqua non sia assorbito dal nostro orga-
L’acqua non contiene calorie.
nismo. La capacità dell’intestino umano di assorbire il calcio contenuto nelle acque 3 Non è vero che bere molta acqua provo- (spesso presente in quantità consistente) è chi maggiore ritenzione idrica. La ritenzio- considerata simile a quella del calcio conne idrica dipende più dal sale e da altre so- tenuto nel latte. stanze contenute nei cibi che consumiamo. 6 Non è vero che il calcio presente nell’ac4 Non è vero che occorre preferire le acque qua favorisca la formazione di calcoli renali. oligominerali rispetto alle acque maggior- Le persone predisposte ai calcoli renali devomente mineralizzate per mantenere la linea no bere abbondantemente e ripetutamente o “curare la cellulite”. I sali contenuti nell’ac- nel corso della giornata, senza temere che il qua favoriscono l’eliminazione di quelli con- calcio contenuto nell’acqua favorisca la loro tenuti in eccesso nell’organismo. Nei bam- formazione. È stato dimostrato, anzi, che
anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire un fattore protettivo.
7 Non è vero che l’acqua gassata faccia male. Né l’acqua naturalmente gassata né quella addizionata con gas (normalmente anidride carbonica) crea problemi alla nostra salute, anzi l’anidride carbonica migliora la conservabilità del prodotto. Solo quando la quantità di gas è molto elevata si possono avere lievi problemi in individui che già soffrono di disturbi gastrici e/o intestinali. 8 Non è vero che le saune facciano dimagrire. Le saune fanno sudare. Lo stesso organismo provvederà a reintegrare prontamente le perdite, cosicché nell’arco di poche ore il peso tornerà ad essere esattamente quello di prima. Fonte: Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (www.inran.it)
STAR BENE
Il 75%
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La carne
SAPORI & COLORI
L
L Influenzata anche dalle gustose pietanze dell’antica comunità ebraica del Ghetto, la cucina romana propone saporite ricette tra i cui ingredienti non mancano legumi, erbe aromatiche, carne bovina e frattaglie.
A CUCINA di
DI M ARINA
ROMA
CEPEDA FUENTES
a mattina del 25 ottobre 1867, giorno in cui Garibaldi prendeva Monterotondo durante la terza spedizione per liberare Roma, una quarantina di patrioti attendevano il suo arrivo riuniti in via della Lungaretta 97, a Trastevere, presso il lanificio di Giulio Ajani, dove da settimane si fabbricavano proiettili e si coordinavano le operazioni. Il gruppo si preparava ad insorgere contro Pio IX. Fra di loro c’era anche una donna, la moglie del responsabile della fabbrica, Francesco Arquati, figlia di un combattente della Repubblica Romana del 1849, cresciuta nel culto della libertà d’Italia: Giuditta Tavani. Aveva 37 anni ed era incinta del quinto figlio. Quella mattina, dalle finestre del lanificio uscivano profumi di soffritti d’aglio e cipolla, di guanciale in padella, di salsicce arrostite. Giuditta preparava il pranzo per quei patrioti, superstiti dei moti insurrezionali iniziati tre giorni prima. A quei tempi la cucina del po-
PETTO DI VITELLA ALLA FORNARA
1
Ingredienti 1 petto di vitella di circa 1 kg 1 kg di patate ½ bicchiere d’olio ½ bicchiere di vino bianco secco dei Castelli Romani 3 spicchi d’aglio Rosmarino Salvia Sale, pepe
1 ora e ½ circa
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Kcal 450 per porzione media 6 persone
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polino romano era influenzata dall’antica comunità ebraica che da secoli abitava al Ghetto, dall’altro lato del Tevere: come nel capretto brodettato, nella pasta e broccoli in brodo di arzilla, nei filetti di baccalà fritti, nei carciofi alla giudia, nelle varie zuppe di stagione, nella pasta e ceci. Ma era soprattutto definita “cucina delle frattaglie”, e anche del “quinto quarto” quando si riferiva alla carne bovina, ovvero la cucina nata attorno al mattatoio di Testaccio che creava piatti saporiti con le interiora degli animali: trippa di manzo, cotiche e fegatelli di maiale, rigaglie di pollo, cervelletto di gallina, “granelli” di castrato (ossia i testicoli di montone o di agnello), animelle e cervello di vitello, “pajata” o intestino di bue o di vitellino, cuore, rognoni, milza, polmone, lingua. “Cibo da villani”, insomma, frattaglie di ogni tipo, rispetto alle parti nobili delle bestie, ritenute cibo da nobili, papi e cardinali. Nacquero così piatti saporiti, come la coratella di abbacchio ai carciofi o la “coda alla vaccinara” che
gli “scorticatori” dei bovini e i concia-pelli del rione Regola preparavano. Un vecchio stornello ricorda il manicaretto amato dalle donne del rione, le “regolante”: «Le Regolante/so’ ttutte magna code e sso’ ccarine/so’ ttutte magna code e sso’ ggalante».
«Grazie a quello che veniva definito “cibo da villani”, nacquero piatti come la coratella d’abbacchio ai carciofi o la coda alla vaccinara» Anche il poeta Gioacchino Belli dedica alcuni dei suoi sonetti romaneschi alla cucina del popolino: «Mo ssenti er pranzo mio. Ris’e ppiselli,/allesso de vaccina e ggallinaccio,/garofolato, trippa, stufataccio,/e un spido de sarsicce e ffeghetelli...», scrive nel Er pranzo de le minenti e cioè le donne “eminenti”, coloro che erano popolari nei rioni. Come lo era
Giuditta Tavani Arquati, che il 25 ottobre 1867 fu uccisa dai mercenari zuavi. Quando accadde, aveva da poco finito di servire il pranzo di piatti tradizionali, fra cui pasta e fagioli e un pezzo di vitella al forno giuntale dal Maccarese, una grande tenuta sulla via Aurelia dove si allevavano i migliori bovini dell’Alto Lazio, che Belli cita in un sonetto: «...E intanto faà venì da Maccarese/la più mejo vitella che ce sia...». Probabilmente Giuditta la preparò alla “fornara”, un piatto ispirato alla “fornarina”, la leggendaria donna che Raffaello immortalò nelle sue pitture, figlia di un fornaio di Trastevere: davanti alla sua immaginaria dimora trasteverina, citata nelle guide, sostano migliaia di turisti, ma non alzano lo sguardo per guardare la lapide e il busto di Giuditta che il 25 ottobre 1877 i cittadini di Trastevere e la Società Operaia Romana fecero collocare sulla facciata del palazzo che era il Lanificio Ajani di via della Lungaretta 97.
! PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it
2 3 Preparazione
Preparare una marinata tritando l’aglio, un mazzetto di rosmarino, 4 foglie di salvia con l’olio per ricoprire il petto in una teglia unta. Salare, pepare e lasciare marinare per mezz’ora circa. Pulire le patate e tagliarle a tocchetti. Cuocere a forno medio, bagnando la carne ogni tanto col suo fondo di cottura. Quasi alla fine spruzzare col vino terminando di cuocere. Servire la carne tagliata a fettine di circa un dito di spessore, cosparsa con la salsina di cottura precedentemente passata. Per un piatto meno calorico si può accompagnare con insalatina romana o “misticanza” a base di borragine, cicorietta, rughetta e altre erbe amarognole.
Curiosità
In passato il rosmarino, la salvia e il lauro venivano usati come conservanti della carne e delle frattaglie. Dato il buon sapore, tale usanza si è mantenuta per alcuni piatti romani, come i “fegatelli di maiale in rete” con foglie di lauro.
Vino Un Velletri rosso doc è il vino giusto, così come un bianco secco dei Castelli. OTTOBRE 2011
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A GROTTAMMARE DAL 23 DICEMBRE AL 2 GENNAIO
CLUB LE TERRAZZE *** Grottammare (AP) Situato nel cuore della Riviera adriatica, il complesso gode di un panorama marino ineguagliabile con un fronte mare di circa 200 mt. Strutturato in 5 palazzine di recente costruzione, dispone di 136 appartamenti - tra mono, bilo e trilocali - dotati di angolo cottura, servizi privati con asciugacapelli, Tv Sat, riscaldamento autonomo, telefono, cassetta di sicurezza, balcone o terrazza. La ristorazione - a buffet (acqua e vino inclusi) - offre cucina internazionale e specialità marchigiane. Tra i servizi a disposizione: reception, ristorante “Il Bouganville”, bar, garage coperto e noleggio biciclette a pagamento, boutique, sala congressi. Gli animali non sono ammessi. È previsto un programma di intrattenimenti e di escursioni nei dintorni.
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L’evento nazionale 50&Più da condividere con gli amici più cari in allegria e spensieratezza quest’anno si svolgerà a Grottammare (Ap) nella splendida Riviera delle Palme nelle Marche. Una graziosa località in cui si mescolano l’atmosfera del vecchio nucleo medievale e l’attività turistica del lungomare che hanno trasformato la cittadina in una frequentata stazione balneare della riviera picena. La sabbia finissima, il clima mite, i suggestivi scorci del borgo antico, la rigogliosa vegetazione, rendono questa cittadina una meta ideale anche in inverno. Nel corso del tempo, la località si è dotata di strutture per il divertimento e il tempo libero, circoli di ritrovo, cinematografi e, infine, il Kursaal, il mitico locale da ballo che ha animato, per anni, le notti più esclusive della Riviera adriatica. QUOTA DI PARTECIPAZIONE Natale Capodanno (23-28 dic.) (28 dic.-2 gen.)
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Periodo intero (23 dic.-2 gen.)
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LA QUOTA COMPRENDE Pernottamento in appartamenti, nel periodo prescelto - Trattamento di pensione completa (vino e acqua inclusi) - Cocktail di benvenuto - Gran Veglione di Capodanno con cenone e musica dal vivo - Ricco programma di intrattenimenti con animazione - As-
sicurazione bagaglio/sanitaria e annullamento Navale Assicurazioni - Assistenza in loco.
LA QUOTA NON COMPRENDE Trasporti da e per Grottammare - Escursioni da prenotare e pagare in loco - Bevande extra, mance, extra personali e tutto quanto non indicato ne “La quota comprende”.
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SPAZIO
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UDINE
Per saperne di Più: 0341287279
ALESSANDRO MANZONI
PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE
LECCO
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ario Botta, il celebre architetto ticinese, classe 1943, è il vincitore del Premio Alessandro Manzoni alla Carriera 2011. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni - Città di Lecco promosso da 50&Più e dal Comune di Lecco - Musei Civici, in collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Manzoniani. «Il Premio Manzoni - afferma Claudio Vaghi, presidente della 50&Più di Lecco - ha l’obiettivo di valorizzare la storia e la cultura del territorio lecchese, profondamente legata alla figura e all’opera di Alessandro Manzoni. Oggi siamo alla VII edizione e siamo molto orgogliosi di aver contribuito alla sua nascita». Nella sua carriera Botta ha lavorato in diverse parti del mondo, creando opere di ogni genere: dalla “Nuova Parrocchia del Santo Volto” di Torino alla “Torre Kyobo” a Seoul, dalla “Cantina Petra” di Suvereto al “Centro Benessere Bergoase” di Arosa in Svizzera. Strutture dalle forme originali, sempre a contatto con l’identità storica dei luoghi. «Il Premio Manzoni vuole riconoscere all’opera e al magistero di Botta la capacità di aver saputo innovare il rapporto tra creazione e storia», ha sottolineato Matteo Collura, presidente di giuria del Premio. Svelato il vincitore del Premio alla Carriera 2011 attribuito anche ad Umberto Eco (2008), Ermanno Olmi (2009) e Luca Ronconi (2010), non rimane che conoscere lo scrittore che si aggiudicherà il Premio Romanzo Storico che sarà assegnato ad un’opera di narrativa in lingua italiana, edita per la prima volta tra il 1° giugno 2010 e il 30 giugno 2011 con caratteristiche di storicità o in cui ci sia una prospettiva storica. Ancora segreta la rosa dei finalisti. La cerimonia di consegna dei premi è prevista il 4 novembre presso la Casa dell’Economia di Lecco. Attorno al Premio Manzoni è stata organizzata la manifestazione “Lecco città del Manzoni”. Un appuntamento ormai fisso che, da ottobre, propone un fitto calendario di eventi dedicati al grande scrittore (www.comune.lecco.it). «Oltre un mese di iniziative - spiega Vaghi - a fianco dell’Amministrazione comunale, della Provincia di Lecco e della Regione Lombardia per promuovere cultura, che è anche volàno dell’economia».
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Per saperne di Più: 0432538707
Un torneo speciale
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n un clima di amicizia e armonia, a Udine si è svolta la V edizione del Torneo di bocce individuale della 50&Più friulana, con il regolamento federale di gioco a tre bocce e punteggio a quota 11. Sono stati 32 i giocatori. L’avvincente finale ha visto Enzo Latronico battere, per 11 a 9, Mario Bertoni, aggiudicandosi il quinto trofeo. Il vincitore è stato premiato dal vice presidente Aldo Sbaiz e dalla presidente onoraria Fabiola Modesto.
LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale Philadelphia
Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 Telefono 0061 394824800 0061 464680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661867 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086 001 6108281554
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Auguri a Franz Barbati per i suoi 98 anni. Consigliere
Effetto Venezia 2011
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a cornice era lo storico quartiere livornese che con la Serenissima ha in comune i canali e un fascino senza tempo. “Effetto Venezia 2011”, manifestazione estiva di successo di Livorno, anche quest’anno ha potuto contare sulla partecipazione della 50&Più locale che, nel chiostro della Circoscrizione II, ha inscenato lo spettacolo Bistrot ricreando l’ambiente dei famosi locali francesi. Sulla scena, tre noti musicisti: Giulio Boschi al contrabbasso, Nino Di Paolo alla chitarra e Giorgio Dari alla fisarmonica. Le arie francesi hanno invaso l’antico chiostro con la voce di Maila Nosiglia, seconda al concorso 50&Più “Italia In... canto”. La cantante ha interpretato i brani più noti degli Anni ‘60 e ’70, da Aznavour a Leo Ferrè, da Jacques Brel sino all’indimenticabile Piaf. Brani intensi, interpretati nella versione italiana. “Effetto Venezia 2011” è stato seguito da 170mila persone.
nazionale di 50&Più, è stato tra i fondatori dell’Associazione provinciale di Potenza che presiede sin da allora.
COSA C’È IN CALENDARIO... RIMINI
9 ottobre - Una giornata a Bagno di Romagna, antico borgo nel verde dell’Appennino tosco-romagnolo. Un’escursione culturale a cui si affiancano un viaggio enogastronomico tra i prodotti locali e una raccolta di castagne nel castagneto di Acquapartita. Per saperne di Più: 0541743202
PAVIA
Auguri per i loro
50 anni di matrimonio a Maria Rosaria e Michele Tanzi ♥ Rosanna e Luciano Gambardella LA PLATA
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Italia per tutti
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la plata, in Argentina, sono state dedicate due giornate all’Italia con la manifestazione “Italia Para Todos 2011”. Tra i 25 stand, nella piazza principale della città, c’era anche quello di 50&Più Enasco. Erano presenti il sindaco di La Plata, Pablo Bruera; il presidente del Consiglio della città, Gabriel Bruera; il console generale d’Italia a La Plata, Spartaco Caldararo; il direttore della Collettività, Mauricio Castro; il presidente della Federazione delle Associazioni Italiane di La Plata, Daniel Gasparetti; numerosissimi connazionali italo-argentini. Il sindaco, apprezzando il successo ottenuto da 50&Più Enasco, ha invitato la responsabile di La Plata, Claudia Ugolini, a partecipare anche il prossimo anno.
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» Nel cuore dell’Appennino
» Giornata di premiazioni 10 ottobre - Nella Sala degli Affreschi del Collegio Borromeo si tiene la premiazione dei Maestri del Commercio, l’assegnazione del Premio al Profitto Scolastico agli studenti più meritevoli e, infine, del Premio Donna 50&Più 2011. Per saperne di Più: 038228411
VERCELLI » Fiera d’Autunno e Festa del Nonno 9 ottobre - Nel centro di Vercelli parte la V edizione della Fiera d’Autunno organizzata da FivaAscom con l’Amministrazione locale. Alla fiera ci sarà 50&Più con la Festa del Nonno e un grande luna park per i bambini. Per saperne di Più: 0161250045
VICENZA » Gita a Venezia 9 novembre - Una passeggiata nei luoghi più importanti di Venezia con visita guidata alla Basilica di San Marco e del Palazzo Ducale. Per saperne di Più: 0444964300
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O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • ROMA
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SANTA MARINELLA FILM FESTIVAL
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romuove i giovani talenti e celebra i grandi del nostro cinema. È il “Santa Marinella Film Festival”, rassegna cinematografica conclusasi il 4 settembre. Il Festival, alla VII edizione, ha potuto contare ancora una volta sulla 50&Più di Roma che per prima ha risposto all’appello degli organizzatori, sottolineando il costante rapporto dell’Associazione con la cultura e offrendo l’opportunità di conoscere pellicole che non trovano adeguata distribuzione. Diretto da Ernesto Nicosia, il Festival si è tenuto a Santa Marinella nel giardino dell’Hotel “Le Palme”. Tra i film selezionati ci sono state opere prime o seconde, alcune anteprime come Onora il padre e la madre di Gianni Leacche, che ha inaugurato la kermesse, o drammi umani quali Penso che un sogno così di Marco De Luca. E ancora: la commedia Diciotto anni dopo di Edoardo Leo; film di impegno civile come La donna e il drago di Rodolfo Bisatti; Febbre da fieno di Laura Luchetti, pellicola che ha raccolto premi in Italia e all’estero; L’erede, intrigante noir di Michael Zampino; La piccola A di Giuliano Ricci e Salvatore D’Alia sulla rivendicazione di un universo femminile sempre sacrificato; L’estate di Martino di Massimo Natale; Questo mondo è per te di Francesco Falaschi; l’ultima fatica di Emidio Greco, Notizie degli Scavi. La giuria, presieduta da Ernesto G. Laura e composta tra gli altri da Maria Pia Fusco, Franco Mariotti, Arnaldo Colasanti e Manuel De Sica, ha proclamato vincitori: La prima notte della luna di Massimo Guglielmi (Premio miglior film); La donna e il drago diretto da Rodolfo Bisatti (Premio alla miglior regia); Guia Jelo in L’erede di Michael Zampino (Premio migliore attrice protagonista); Marco Bonini in Diciotto anni dopo di Edoardo Leo (Premio miglior attore protagonista); Elisa Alessandro in Penso che un sogno così di Marco De Luca (Premio migliore attrice esordiente); Premio speciale della giuria per la produzione del film: Penso che un sogno così di Marco De Luca. Infine, un altro Premio speciale della giuria a Carla Magda Capitanio per le interpretazioni in Pietralata e in Onora il padre e la madre di Gianni Leacche.
NUOVI CORSI
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Per saperne di Più: 066864596
Anno accademico 2011/2012
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opo l’estate, ecco profilarsi la nuova stagione e… i nuovi corsi 50&Più Università. Dall’Inglese al Cinese, dallo Yoga alla Bioarcheologia, dal Bon Ton alla Cucina, i corsi sono moltissimi, così come i convegni e gli approfondimenti. Per ovvi motivi di spazio, di seguito ne elencheremo solo alcuni.
» Caserta - Tel. 0823355040 - 50epiuuniversitace@gmail.com Inglese - Francese - Spagnolo - Canto corale - Avviamento al teatro - Pittura - Yoga e Reiki - Informatica - Conferenze su Dietetica, Letteratura italiana, Storia della Musica, Storia d’Italia.
» Foggia - Tel. 0881723151 - antocolasanto@gmail.com Informatica - Cinese - Inglese - Psicologia - Storia del Cinema Bon Ton - Cucina - Seminari, concerti, manifestazioni.
» Lecce - Tel. 0832343923 - fenacom.le@enasco.it Storia di Lecce - Storia delle donne - La Costituzione Italiana Bon Ton - Decoupage - Teatro - Burraco - Informatica - Inglese Spagnolo - Visita a musei, botteghe locali, etc.
» Livorno - Tel. 0586898397 - gina.univers@katamail.com Informatica - Inglese - Francese - Spagnolo - Storia dell’Arte - Teatro e recitazione - Psicologia dell’età evolutiva Archeologia - Bioenergetica - Ginnastica - Musica.
» Lucca - Tel. 0583473170 - info@50epiu-unilucca.it; ansanof@tin.it; www.50epiu-unilucca.it Storia dell’Arte - Storia di Lucca - Computer - Inglese - Alimentazione - Archeologia - Nordic Walking.
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Milano - Tel. 027750261 - filippo.ravizza@unione.milano.it II Edizione Concorso di fotografia intergenerazionale - III Edizione “Poeti e scrittori in Lombardia” 50&Più per la Cultura - Presentazione di libri - Conferenze, viaggi culturali, visite guidate.
» Massa Carrara - Tel. 0585499250 - universita.massa@yahoo.it Informatica - Storia contemporanea - Cucina - Inglese - Letteratura teatrale - Ginnastica - Archeologia - Arti decorative .
» Prato - Tel. 057423896 - enasco.po@enasco.it “Anziano sicuro”: Convegno con la Questura di Prato - Premiazione V Edizione Premio “Raccontiamoci” - Visite all’Arte Rinascimentale a Firenze e in Toscana - VI Edizione Premio “Raccontiamoci” - Fotografia digitale.
» Reggio Calabria - Tel. 0965891543 - 50epiu.rc@50epiu.it Momenti di confronto: “La saggezza, la prudenza, l’indulgenza, la tolleranza, la modestia”.
» Vercelli - Tel. 0161215344 - l.lisco@enasco.it Lingua Piemontese - Prosa e recitazione - Respiro parentale Burraco - Fotografia - Degustazione e abbinamento vini.
» Catanzaro - Tel. 0961720352 - enasco.cz@enasco.it Convegni - Culture ed etnie - Religioni e società - Arte nel territorio.
» Udine - Tel. 0432538707 - enasco.ud@enasco.it Conosciamo la città - Conosciamo il Friuli - Benessere nell’età anziana.
» Vibo Valentia - Tel. 096343485 - enasco.vv@enasco.it Storia e beni culturali del territorio - Star bene in età adulta e anziana - L’arte, la cultura, la musica.
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO LE SEDI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani , 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 45 Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta , 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Via Vittorio Emanuele Orlando, 16
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Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961720352 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0815510737 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 0382372511 0342533311 0332342280 Telefono 0712075009 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24 Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Mattei, 46 Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari , 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Banchi di Sopra - Galleria Odeon, 31 Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698225 Telefono 0874483194 086541171 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881721314 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 058570973 050483711 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 01654598 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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La Crociera fluviale più romantica d’Europa Dal 7 al 14 aprile 2012
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Passau, Melk, Esztergom, Budapest, Bratislava, Vienna, Linz, Passau
ne per visite individuali o escursioni facoltative. Pensione completa a bordo. 11 aprile: Bratislava Arrivo a Bratislava e pomeriggio dedicato alla visita della città. Pensione completa a bordo. 12 aprile: Vienna Attracco al porto di Vienna e visita della città. Pomeriggio a disposizione per visite individuali o escursioni facoltative. Pensione completa con Cena di Gala a bordo. 13 aprile: Linz Arrivo a Linz, visita della città e del centro storico in stile barocco. Pensione completa a bordo. 14 aprile: Arrivo a Passau Arrivo a Passau e sbarco alle ore 09.00.
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PREVIDENZA
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PENSIONE DI VECCHIAIA: L’INNALZAMENTO DELL’ETÀ PER LE DONNE «Con meno gradualità del previsto, già dal 2014 scatta anche per le donne la salita verso i 65 anni» [ DI
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GIANNI TEL ]
a riforma delle pensioni è un cantiere che non chiude mai. In futuro si saprà con certezza quando si comincia a lavorare, ma non quando (età) si potrà smettere. Per le donne, ad esempio, l’innalzamento dell’età per il raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia, all’inizio era stato previsto per l’anno 2020, poi il governo ha puntato sul 2016; adesso, con la Manovra bis dello scorso agosto (Decreto Legge 138/2011) e con il maxi emendamento già approvato al Senato, diventa il 2014. Gradualmente dunque, dal 2014, anche le donne del settore privato subiranno lo stesso trattamento delle dipendenti pubbliche finite negli anni passati nel mirino delle riforme che hanno previsto l’equiparazione dell’età della pensione di vecchiaia delle donne a quella degli uomini. Ma vediamo in particolare cosa succede dal 1° gennaio 2012. Tutti gli impiegati pubblici andranno in pensione con lo stesso requisito di età (da ag-
giungere, ovviamente, a quello minimo contributivo di 20 anni): 65 anni sia per le donne che per gli uomini. Una differenza resisterà ancora per qualche tempo solo nel settore privato, dove le donne potranno andare in pensione prima, cioè a 60 anni, fino al 31 dicembre 2013. Poi, dal 2014, scatterà la graduale salita verso il tetto dei 65 anni, che verrà raggiunto dopo 12 anni. In altre parole, dal 1° gennaio 2026 tutti i lavoratori, uomini e donne, pubblici impiegati o dipendenti privati, andranno in pensione di vecchiaia non prima di aver spento le 65 candeline. Dunque, vecchiaia a 65 anni per tutti? Questo dice la legge. Praticamente, però, gli effetti sono ben diversi, perché va tenuto presente il doppio gioco svolto da una parte dalla “finestra mobile” e dall’altra dalla “speranza di vita”. Un doppio gioco che fa slittare in avanti l’effettiva età di accesso alla pensione di altri uno/due anni rispetto ai “65” decretati per legge. Ma vediamo di chiarire meglio: prima di tutto va tenuto presente che la “finestra mobile” innalza l’età di pensionamento di un anno (quindi a 66 anni) o di un anno e mezzo (quindi a 66 anni e 6 mesi) a seconda, rispettivamente, se si è dipendenti o lavoratori autonomi. In secondo luogo, va considerato che la “speranza di vita” - presumi-
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bilmente nei 15 anni che ci distanziano dal 2026 - apporterà l’aggiunta di almeno un altro anno al requisito d’età per la pensione con i suoi programmati aggiornamenti triennali. Insomma, dal 2026 non è sbagliato immaginarsi che si andrà in pensione di vecchiaia all’età di 68 anni, uomini e donne. L’equiparazione, dunque, dell’età per le pensioni di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni ridurrà notevolmente a regime (dal 2026) la spesa complessiva previdenziale di oltre 5 miliardi di euro l’anno. I costi delle manovre economiche saranno, quindi, finanziati in modo forse sproporzionato dalle donne, come lavoratrici e come principali responsabili del lavoro familiare. Non si può pensare, però, di fare solo cassa. Sono in molti a sostenere, infatti, che il doppio carico di lavoro, remunerato e non, che debbono sopportare queste lavoratrici dovrà essere compensato da consistenti risorse economiche che dovranno necessariamente essere utilizzate per i servizi destinati al sostegno delle famiglie.
IL D.L. 138/2011 AVVIA L’EQUIPARAZIONE TRA DONNE DEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO
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Requisito età Periodo
Settore pubblico (1)
Settore privato (1)
Anno 2011 Dal 2012 al 2013 (2) Dal 2014 al 2025
Uomini = 65 anni / Donne = 61 anni Uomini = 65 anni / Donne = 65 anni Uomini = 65 anni (3) Donne = 65 anni (3)
Dal 2026
Uomini = 65 anni (3)
Uomini = 65 anni / Donne = 60 anni Uomini = 65 anni / Donne = 60 anni Uomini = 65 anni (3) Donne (3) = il requisito di 60 anni si incrementa di un mese dal 1° gennaio 2014, di altri due mesi dal 1° gennaio 2015; di altri tre mesi dal 1° gennaio 2016; di altri quattro mesi dal 1° gennaio 2017; di altri cinque mesi dal 1° gennaio 2018; di altri sei mesi dal 1° gennaio 2019 e per ogni anno seguente fino al 2025. Donne = 65 anni (3)
(1) Requisito di contribuzione: almeno 20 anni (1.040 settimane) per chi risulti assicurato al 31 dicembre 1995 (regime retributivo e/o misto delle pensioni); almeno 5 anni (260 settimane) per chi risulti assicurato dopo il 31 dicembre 1995 (regime contributivo delle pensioni). (2) Nel 2013 ci sarà il primo adeguamento dei requisiti alla “speranza di vita”, con un presumibile incremento di 3 mesi del requisito dell’età/della quota. Pertanto, slitterà in avanti sia il pensionamento che la decorrenza della pensione. (3) Requisito da incrementare con gli aumenti annuali (a partire dal 2013) della “speranza di vita”.
COMMERCIANTI: INDENNIZZO A CHI CESSA L’ATTIVITA’ Un indennizzo pari a 467 euro mensili: ecco a quanto ammonta quest’anno il trattamento per gli operatori commerciali che decidono di cessare l’attività. Il beneficio, già previsto dal 1996 e di cui la categoria ha potuto usufruire fino al 31 dicembre 2007, è stato ripristinato nella legge anticrisi (n. 2 del 28 gennaio 2009). Un atto voluto dalla Confcommercio, vista la crisi del settore. La prestazione funziona come un ammortizzatore sociale, per accompagnare fino alla pensione coloro che lasciano definitivamente l’attività. Non è assistenza a carico dello Stato, ma autogestione. La concessione dell’indennizzo viene finanziata - fino al 31 dicembre 2013 - con la maggiorazione dello 0,09% dell’aliquota contributiva per i commercianti in attività iscritti all’Inps.
»SonoDestinatari tutti coloro che esercitano, titolari o collaboratori, l’attività commerciale al minuto in sede fissa o ambulante, i gestori di bar e ristoranti, gli agenti e rappresentanti di commercio.
li istituita presso l’Inps. Sono necessari altresì: • la cessazione definitiva dell’attività; • la riconsegna dell’autorizzazione per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (nel caso in cui quest’ultima sia esercitata con l’attività di commercio al minuto); • la cancellazione del titolare dell’attività dal Registro delle Imprese; • la cancellazione del titolare dal Registro degli Esercenti il Commercio per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; • la cancellazione dal ruolo provinciale degli Agenti e Rappresentanti di Commercio. Per coloro che matureranno i requisiti a partire dal 1° gennaio 2012, sarà necessario attendere che il legislatore ripristini la concessione dell’indennizzo.
Incompatibilità del beneficio »L’indennizzo è incompatibile con attività di lavoro autonomo o subordinato e la corresponsione del beneficio termina dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sia stata ripresa l’attività lavorativa, dipendente o autonoma. Il beneficiario deve comunicare all’Inps la ripresa dell’attività entro 30 giorni dal suo verificarsi. A sua volta l’Inps deve effettuare i controlli sul rispetto della norma.
durata e modalità Requisiti e condizioni »diMisura, »È necessario erogazione che gli interessati, tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011, abbiano più di 62 anni di età, se uomini, o più di 57 anni, se donne, e vantino un’iscrizione al momento della cessazione dell’attività per almeno 5 anni, in qualità di titolari o collaboratori, nella gestione degli esercenti attività commercia-
L’indennizzo compete dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e fino al momento in cui si potrà percepire la pensione di vecchiaia. Ciò significa che, rispetto al passato, l’indennizzo avrà una durata superiore ai tre anni, visto che l’as-
segno potrà essere erogato anche nel periodo che intercorre tra il mese di compimento dell’età pensionabile (60 anni per le donne, 65 per gli uomini) e l’apertura della cosiddetta finestra, cioè fino al momento in cui la pensione verrà erogata (massimo 18 mesi). L’importo - pari a 467 euro mensili - è identico al trattamento minimo di pensione concesso dall’Inps ai commercianti iscritti alla gestione. L’Inps ritiene che la titolarità di un trattamento pensionistico non impedisca la concessione dell’indennizzo. In una situazione del genere potrebbero trovarsi i titolari di assegno di invalidità, di pensione di anzianità, nonché le vedove e i vedovi che hanno una rendita di reversibilità. È importante, però, sottolineare che nessuna proroga rispetto alla scadenza naturale di 60 e 65 anni (cioè fino ad un massimo di 18 mesi) potrà essere concessa agli interessati già titolari di pensione erogata dall’Inps o da altro Ente pensionistico o che, al momento del compimento dell’età pensionabile, non siano in possesso del requisito contributivo per il diritto alla pensione di vecchiaia. La domanda va presentata entro il 31 gennaio 2012 con un modello predisposto. I periodi in cui viene riscosso l’assegno si considerano come lavorati ai fini della pensione. Attenzione però: la contribuzione figurativa si somma a quella di lavoro solo per raggiungere il diritto, in quanto lo scopo della prestazione è di evitare che il commerciante con pochi versamenti possa restare senza reddito e pensione. Si consiglia, data la non semplice procedura, di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco i quali, gratuitamente, dopo un’attenta verifica dei requisiti, possono provvedere alla predisposizione dell’apposita domanda e all’inoltro presso l’Inps. OTTOBRE 2011
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PREVIDENZA
LA PENSIONE DI VECCHIAIA
Ott. Fisco_Layout 1 22/09/11 16:25 Pagina 52
FISCO
DEPOSITO TITOLI: NUOVE IMPOSTE SULLE COMUNICAZIONI «Nel mirino della recente manovra finanziaria ci sono anche le comunicazioni degli intermediari finanziari» [ DI
ALESSANDRA DE FEO ]
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e recenti disposizioni per la stabilizzazione finanziaria prevedono un aumento del contributo per le comunicazioni che ogni intermediario finanziario (banca, Poste Italiane, ecc.) fa al cliente in relazione alla custodia e all’amministrazione dei titoli in deposito. L’aumento è regolato dal valore complessivo nominale (o di rimborso) dei titoli. Se tale valore è inferiore a 50mila euro, l’importo per ogni deposito, in funzione della periodicità con cui la comunicazione verrà fatta, è riportato nel rigo “a” del Prospetto A; se, invece, il valore dei titoli sarà pari o superiore a 50mila e inferiore a 150mila euro, l’imposta per ogni deposito - con riferimento alla periodicità della comunicazione - sa-
rà quella riportata nel rigo “b” del prospetto; se, inoltre, il valore dei titoli è pari e superiore a 150mila euro e inferiore a 500mila, l’imposta dovuta per ogni deposito, sempre avendo a riferimento la periodicità, sarà quella riportata nel rigo “c”. Infine, se il valore dei titoli è pari o superiore a 500mila euro, l’imposta dovuta - in rapporto alla periodicità della comunicazione - sarà quella riportata nel rigo “d”. Gli importi indicati nel prospetto sono applicabili dal 17 luglio 2011. Nel periodo fra la data di approvazione del provvedimento (6 luglio) e quella di applicazione (16 luglio), vanno applicati i valori riportati nel rigo “e”. I suddetti valori sono applicabili negli anni 2011 e 2012.
PROSPETTO B IMPOSTE SULLE COMUNICAZIONI
PROSPETTO A IMPOSTE SULLE COMUNICAZIONI Rigo
a b c d e
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PERIODICITÀ
Valore titoli
annuale
inferiore a 50mila euro pari o sup. a 50mila e inf. a 150mila euro pari o sup. a 150mila e inf. a 500mila euro pari o sup. a 500mila euro dal 6/07 al 16/07/2011 50epiu.it
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semestrale trimestrale
mensile
euro 34,20
euro 17,10
euro 8,55
euro 2,85
euro 70,00
euro 35,00
euro 17,50
euro 5,83
euro 240,00
euro 120,00
euro 60,00
euro 20,00
euro 680,00 euro 120,00
euro 340,00 euro 60,00
euro 170,00 euro 30,00
euro 56,67 euro 10,00
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Dal 2013 la misura dell’imposta sarà quella indicata nel successivo Prospetto B. Dette imposte si applicano alle comunicazioni inviate da ogni intermediario finanziario che intrattiene, con la propria clientela, rapporti riconducibili alla custodia e all’amministrazione dei titoli: un qualcosa che è stata imposta dalla Amministrazione riducendo il tutto ad un’assoluta virtualità, o quasi. Va precisato anche che: a) nel caso di più depositi intestati allo stesso soggetto, si dovrà corrispondere una imposta per ogni deposito; b) nel caso di deposito cointestato, l’imposta sarà dovuta, invece, una sola volta.
PERIODICITÀ
Rigo
Valore titoli
annuale
a
inferiore a 50mila euro
euro 34,20
euro 17,10
euro 8,55
euro 2,85
b
pari o sup. a 50mila e inf. a 150mila euro
euro 230,00
euro 115,00
euro 57,50
euro 19,17
pari o sup. euro a 250mila ed inf. 780,00 a 500mila euro
euro 390,00
euro 195,00
euro 65,00
euro 550,00
euro 275,00
euro 91,67
c d
pari o sup. a 500mila euro
euro 1.100,00
semestrale trimestrale
mensile
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[ MOSTRE DI PAOLO
ARTE
*
FILIPPINO LIPPI E SANDRO BOTTICELLI NELLA FIRENZE DEL ‘400 Roma - Scuderie del Quirinale dal 5 ottobre al 15 gennaio
GIORGI]
DUE GRANDI TALENTI ALLA CORTE DEI MEDICI
«Un’importante mostra a Roma riunisce i maggiori capolavori di Botticelli e Lippi. Maestro e discepolo iniziarono insieme un percorso che li portò a risultati eccellenti ma diversi: austero il primo, più sognante il secondo»
[FILIPPINO LIPPI, MADONNA IN ADORAZIONE DEL BAMBINO, 1478,
FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI (© PHOTOSERVICE ELECTA / ANELLI SU CONCESSIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI).]
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“
ilippo di Filippo Lippi da Prato depintore con Sandro di Botticello” sono iscritti nel 1472 all’Accademia di San Luca, l’uno come apprendista dell’altro e dove il maestro è un Botticelli ventisettenne. Filippo diviene presto “Filippino” per distinguersi dal padre, pittore insigne, e per i rudimenti del mestiere finisce, quindicenne, allievo presso l’alunno più talentuoso di suo padre, proprio quel “Botticello” che pare dovesse il suo nomignolo dall’aver frequentata la bottega d’orafo del fratello Antonio, un “battiloro” o anche “battigello”. Un incastro di talenti che non è infrequente a Firenze, dove sboccia e fiorisce il Rinascimento, ovvero la rinascita dell’antico: l’occhio nuovo e ammirato con cui l’arte guarda al passato della Grecia classica o di Roma. Le arti si muovono in simbiosi con l’ambiente mediceo, su tutti Lorenzo il Magnifico e la sua cultura umanistica. Filippino dà sfoggio di sapienza compositiva, mettendo in imbarazzo qualche criti-
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co nell’attribuire un’opera a lui, giovane, della cerchia botticelliana. Lo spirito contemplativo che domina certe pagine del Poliziano è anche nell’incantamento che i ritratti o certe scene di Filippino o di Botticelli ci regalano con la grande ricchezza espressiva del loro disegno. Maestro e alunno sono chiamati nel 1481 a Roma da Sisto IV per la Cappella Sistina. Ma l’autonomia di Filippino si farà più marcata nei dipinti della fiorentina Cappella Brancacci, dove sembra semplificare le sue figure con un’austerità che può derivargli da Masaccio, maestro di suo padre. Connessioni di cui dà conto dal 5 ottobre, alle Scuderie del Quirinale, una mostra che mette vicini, se non a con-
fronto (che non può esserci), Filippino e Sandro Botticelli. Di quest’ultimo è in mostra la possente Adorazione dei Magi, in cui raduna idealmente tutti i più rappresentativi intellettuali della corte medicea da Poliziano a Pico della Mirandola con, in manto giallo, sguardo sugli spettatori, Botticelli stesso ritrattosi in quella schiera. La stessa che favorisce Filippino, invitato a Roma per affrescare la Cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva. La distanza che separa ormai Lippi da Botticelli, pur con forti ascendenze, è evidenziata nella mostra dalla Madonna Strozzi di Filippino. Da qui Lippi prende una via mediana nella polemica sul costume e le arti di Savonarola, che pretende
[SANDRO BOTTICELLI, ADORAZIONE DEI MAGI, 1475 - 1476 CA. FIRENZE, GALLERIA DEGLI UFFIZI (© ARCHIVI ALINARI, FIRENZE, SU CONCESSIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI).]
un austero ascetismo nel sacro: via gli orpelli, i lussi, le sfarzose opere care ai Medici. Se Botticelli dipingendo con toni cupi è in sintonia con Savonarola e i suoi seguaci, i “Piagnoni”, Filippino ondeggia tra un sognante rigore e la ricchezza dei colori e dei costumi secondo i desideri dell’altra fazione, gli “Arrabbiati”, sostenitori di un governo meno rigido. Sappiamo come finirà, e il percorso di una mostra superba su questi due artisti, tra i più magnificati del Rinascimento, ne è esauriente documento artistico.
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«Se vogliamo conoscere il senso dell’esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell’angolo più oscuro di un capitolo, c’è una frase scritta apposta per noi». Pietro Citati
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Edoardo Nesi Bompiani - 160 pagine euro 12,00
«Scopro quanto possa essere aspro scrivere della vita vera invece di inventarsi delle storie», si confessa in Storia della mia gente, il libro che ha vinto l’ultimo Strega, Edoardo Nesi. E così si mette in gioco in prima persona. Racconta la crisi dell’industria tessile che aveva fatto per anni la fortuna della sua città e della sua famiglia a Prato, e il senso di confusione morale ed estetica derivati dai processi mondiali di globalizzazione. E scrive il suo registro di bordo - un po’ diario, un po’ saggio, un po’ reportage seguendo le rotte e i tempi del memoir e del pamphlet - nella forma di un romanzo di stampo autobiografico, intrecciato a riflessioni, moniti, rimproveri sulla trasformazione attraverso gli anni di una vicenda collettiva e familiare: la sua di ex industriale costretto a vendere l’azienda di famiglia in seguito a troppe sciagurate scelte politico-economiche. Raccontando il fallimento di un uomo, di una famiglia, di un’epoca, di una generazione soprattutto, la prima
destinata ad essere più povera di quella dei genitori, Nesi scruta il collasso del distretto tessile di Prato attraverso il vissuto di chi ne è stato protagonista: artigiani, ex operai divenuti piccoli e medi imprenditori capaci di produrre tessuti di grande qualità, spazzati via dal volto disumanizzante dell’ideologia globalista che colpisce e distrugge un patrimonio di sapienza industriale vincente per decenni. Nesi s’indigna e ricorda, ricorda e s’indigna trovando il suo passo più giusto in una sorta di epos ironico che accompagna la visione di ogni futuro nel ripensare ad un’illusione comune perduta così malamente, dolorosamente.
i successi e i tormenti di un mercante mussulmano e arriva fino agli anni Settanta. Scorre così quasi un secolo dal disfacimento dell’Impero ottomano alla rivoluzione kemalista di Atatürk, dalla nascita della Repubblica fino ai colpi di stato militari. E scorrono nascite, morti, amori, contrasti in famiglia, furori, «fiumi di lacrime» in una narrazione lenta e avvolgente che sembra ricreare il tempo della vita, con il suo mutevole volgersi.
L’ENERGIA DEL VUOTO Bruno Arpaia Guanda - 320 pagine euro 15,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
IL SIGNOR CEVDET E I SUOI FIGLI Orhan Pamuk Einaudi - 678 pagine euro 24,00 50&PIÙ CONSIGLIA:
In sette anni di quasi reclusione Orhan Pamuk scrisse Il signor Cevdet e i suoi figli, il suo primo romanzo. Nel libro il futuro premio Nobel intreccia la storia intima e domestica di una famiglia in tre generazioni con le vicende collettive, pubbliche del suo paese, la Turchia, raccontando una saga che comincia all’inizio del Novecento con
Si può seguire un’avvincente spy story e insieme capire un po’ meglio la teoria dei quanti, quella delle superstringhe, gli acceleratori a cui sta lavorando il gruppo di ricercatori del CERN di Ginevra. Capita al lettore del romanzo L’energia del vuoto di Bruno Arpaia, anch’esso protagonista dell’ultimo Strega. Arpaia si rivela un ottimo divulgatore di esperimenti, dubbi e ipotesi della fisica contemporanea, dà il senso delle difficoltà che essa incontra nello scoprire i lati oscuri dell’universo, così come illumina i pericoli che incombono sui ricercatori, apparentemente distaccati dal mondo. OTTOBRE 2011
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DRAMMATICO
LE IDI DI MARZO regia di George Clooney con E. R. Wood, M. Tomei, P. Giamatti, R. Gosling, P. S. Hoffman
RECENSIONI cinema teatro DI ALESSANDRA MICCINESI
DI MIL A SARTI
50&PIÙ CONSIGLIA:
Le idi di marzo, quarta regia di Clooney, è ambientato in un futuro simile all’attualità: un mondo in cui corruzione e inganni sono pane quotidiano di politici e rampanti addetti stampa. La storia si sviluppa in Ohio e ha per protagonisti un giovane e idealista guru della comunicazione (Ryan Gosling) e il suo datore di lavoro, il governatore Mike Morris (Clooney), candidato alla presidenza degli Stati Uniti. COMMEDIA
LARRY CROWNE regia di Tom Hanks con Tom Hanks, Julia Roberts 50&PIÙ CONSIGLIA:
Tom Hanks e Julia Roberts sono le star di una commedia agrodolce che affronta il tema della precarietà. Quando il 45enne Larry Crowne (Hanks), capo commesso in un ipermercato, viene licenziato, invece di deprimersi o ubriacarsi decide di riciclarsi, e si iscrive a un corso universitario per imparare a parlare in pubblico, tenuto dall’affascinante Mercedes Tainot (Julia Roberts). Tra giri in scooter, lezioni poco cattedratiche e amabili confidenze, sia Larry che la sua “prof” scopriranno di loro stessi qualcosa di nuovo e prezioso.
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IL FASCINO DELL’AMBIGUITÀ Roma, dal 18 ottobre al 13 novembre
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o strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde è uno dei più grandi classici della letteratura fantastica che sia stato scritto. Il suo autore, Robert Louis Stevenson, con questo romanzo ha indagato la natura umana riflettendo sullo sdoppiamento della personalità che porta inevitabilmente a due tendenze comportamentali: una volta al Bene, l’altra al Male. La storia, che si svolge a Londra nel XIX secolo, ha avuto innumerevoli versioni cinematografiche e televisive, a fumetti, numerose parodie e alcune versioni teatrali alle quali aggiungiamo il musical Dr Jekyll & Mr Hyde - Sogni e visioni, dal 18 ottobre al 13 novembre in prima nazionale al Teatro Eliseo. Ideata e diretta da Giancarlo Sepe, c’è tutto il fascino dell’ambiguità dell’animo umano in questa rivisitazione che da noir si fa musical avvalendosi di un cast importante: Alessandro Benvenuti e Rosalinda Celentano, con la partecipazione straordinaria di Alice ed Ellen Kessler e di interpreti che recitano, cantano e ballano su scene di Almodovar e colonna sonora di Harmonia Team, con musiche originali di Davide Mastrogiovanni. Info: 06488721
LE FRAGILITÀ NASCOSTE DEGLI UOMINI Ancona, dal 20 al 23 ottobre
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ebutto al Teatro delle Muse di tre mattatori della scena: Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti in Art, una commedia tagliente e divertente di Yasmina Reza, per la regia di Gianpiero Solari. Dal 20 al 23 il palcoscenico marchigiano si trasforma in un accogliente salotto dove tre amici di vecchia data si ritrovano a chiacchierare della loro vita mostrando, fra tanta sicurezza, la fragilità e la meschinità che caratterizzano anche l’universo maschile. Osservatrice silenziosa di questo sentimento di amicizia apparentemente autentico è l’autrice, che acutamente evidenzia in questo testo, come nel precedente Il Dio della carneficina, le verità nascoste del nostro vivere. Info: 07152525
DRAMMATICO
QUANDO LA NOTTE regia di Cristina Comencini con F. Timi, C. Pandolfi 50&PIÙ CONSIGLIA:
Tratto dall’ultimo libro della regista, il film si svolge in montagna. Qui la natura è la protagonista aggiunta tra Manfred (Filippo Timi), rude guida alpina lasciato dalla moglie, e Marina (Claudia Pandolfi), donna e madre in crisi, in vacanza col figlio. Due solitudini obbligate a incontrarsi. Manfred e Marina iniziano a sfiorarsi con lo sguardo, si studiano. Si detestano e si desiderano, ma la loro passione rimarrà cristallizzata per 15 anni. Il tempo che serve loro per lasciarsi andare. DRAMMATICO
THIS MUST BE THE PLACE regia di Paolo Sorrentino con S. Penn, F. McDormand,
E. Hewsow 50&PIÙ CONSIGLIA:
Uno Sean Penn versione punk rock. Ma soprattutto un raffinato sguardo d’autore. Paolo Sorrentino trasforma l’utopia in realtà («Sognavo di lavorare con Sean Penn», confida il regista), dirigendo un attore di punta del cinema americano in un road movie che pizzica il cuore. La vicenda segue il viaggio di Cheyenne, ricco e annoiato divo del rock ritiratosi dalle scene, che decide di mettersi sulle tracce dell’uomo che ordinò l’esecuzione di suo padre, morto in un lager durante la Seconda Guerra Mondiale.
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RECENSIONI dvd DI PEDR O ARMOCIDA
GIANNI E LE DONNE Regia di Gianni Di Gregorio Con G. Di Gregorio, A. Santagata, V. De Franciscis Bendoni - Genere: commedia 50&PIÙ CONSIGLIA:
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e non avete mai visto Pranzo di Ferragosto recuperatelo in dvd. Poi passate al nuovo film, garbato e pieno di grazia, di Gianni Di Gregorio: Gianni, sessant’anni ben portati, ha una natura mite e un’immensa capacità di sopportazione. È al servizio di sua moglie, della figlia che adora, del fidanzato della figlia, della madre novantenne, del cane, del gatto. Un giorno si accorge che tutti i suoi coetanei, ma anche quelli più grandi di lui, dietro la rispettabile facciata, hanno l’amante. Cosa fare?
RANGO Regia di Gore Verbinski Genere: commedia-animazione 50&PIÙ CONSIGLIA:
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uando il cinema di animazione diventa arte pura: della messa in scena, del racconto, del gioco, della meraviglia. Perché Rango è un camaleonte con una crisi d’identità. Un giorno, mentre vaga per il deserto, arriva in una città del West proprio nel momento in cui dei banditi la mettono a ferro e fuoco. Toccherà a lui risolvere la situazione diventando per gli abitanti della cittadina un improbabile eroe. C’è tutto il western della storia del cinema, da Ford a Leone, passato attraverso la lente dell’originalità di un personaggio come Rango che, nell’edizione originale, ha la voce di Johnny Depp ma sembra un Woody Allen prima maniera.
THE FIGHTER Regia di David O. Russell Con M. Wahlberg, C. Bale Genere: drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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l film racconta la vera storia di Dicky Eklund, un pugile professionista trasformatosi in allenatore dopo una vita di crimini e droga, e del fratellastro “Irish” Micky Ward che, dopo aver abbandonato prematuramente la carriera di pugile, sotto la guida di Dicky è diventato un campione nel mondo del pugilato. Letta così la trama potrebbe sembrare il solito film di boxe. Invece la lotta dei protagonisti di The Fighter è molto originale perché più interna ai rapporti familiari che al mondo del pugilato. Insomma, il film sembra voler dire che, come nella vita, il primo vero ring è la famiglia.
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TORINO
RECENSIONI musica concerti
ROMA
DI TONINO VALENTINI
Il Teatro Regio ha in cartellone, da martedì 5 ottobre in 9 repliche pomeridiane e serali, l’opera Boris Godunov di Modest Musorgskij, dall’omonima tragedia di Aleksandr Puskin. L’opera ha la particolarità di essere stata scritta in due versioni: la prima è in sette scene, mentre la seconda, revisionata dall’autore dopo qualche anno, ha un prologo e 4 atti. Più tardi Rimskij Korsakov ne trascrisse una nuova partitura orchestrale, considerata più raffinata ed eseguita più frequentemente. CAGLIARI
La stagione musicale del Teatro Lirico ha in programma, dal 7 al 16 ottobre, in numerose repliche, l’opera Madama Butterfly di Giacomo Puccini, la cui ultima rappresentazione cagliaritana risale al 2002. Nel dramma lirico, andato in scena per la prima volta alla Scala nel 1904, Puccini, attento all’atmosfera esotica della storia, reinventò ritmi e spunti musicali giapponesi, modificando alcune scene e situazioni che ne decretarono il successo tre mesi dopo, al Teatro Grande di Brescia.
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LA TRAGICA PASSIONE DI MANON
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uando la Manon Lescaut di Puccini fu rappresentata per la prima volta al Regio di Torino, nel febbraio del 1893, anticipò forse per caso la prima esecuzione alla Scala del Falstaff di Verdi, in cartellone dopo una settimana. Sembrò un passaggio di consegne fra l’ispirazione classica verdiana e l’opera lirica moderna, che cercava un linguaggio musicale universale e innovativo. Pure la scrittura del libretto, con vari passaggi di mano, dal commediografo scapigliato Marco Praga a Luigi Illica, ci dà l’idea di una gestazione sofferta, anche perché Puccini non poteva sfuggire al confronto con la precedente versione del soggetto, musicato da Jules Massenet. Nonostante ciò la Manon continua a riscuotere plauso per la sua forza dirompente, per l’inventiva e per il dominio della melodia, in quella speciale cadenza dei temi musicali, che tornano sovente a rammentarci le situazioni e gli stati d’animo. La sua ariosità lirica e la prevalenza del canto sull’orchestra sono i segni palpabili delle innovazioni pucciniane. In questa vecchia edizione del 1960 risalta l’arte lirica del tenore Carlo Bergonzi, un De Grieux che nell’aria Donna non vidi mai esprime magicamente l’intensità del turbamento amoroso. Floriana Cavalli è peraltro una Manon squisita e appassionata, che nell’ultima aria Sola, perduta e abbandonata innalza il suo canto di morte, che raffigura la vita come l’unica certezza che ci è data. Giacomo Puccini, “Manon Lescaut”, 2 cd, Ed. Bongiovanni
L’orchestra di Roma e del Lazio, diretta da Francesco Pasqualetti, eseguirà in concerto, domenica 16 ottobre alle 18, alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, la Suite per orchestra da camera di Vincenzo Tomassini, musicista romano formatosi nella dimensione del romanticismo tedesco. Nel programma spicca inoltre il Concerto in do maggiore per pianoforte e orchestra K467 di Mozart, che riprende la serie delle composizioni brillanti, cosiddette “viennesi” del genio di Salisburgo. MILANO
Lunedì 24 ottobre alle 20,30, nella Sala “Shakespeare” del Teatro Elfio Puccini, sarà eseguito in concerto un mix di musica antica e contemporanea, partendo dall’idea che le novità contenute nella musica antica sono una via d’accesso per comprendere quella contemporanea. Fra i brani spiccano i madrigali seicenteschi del genovese Michel Angelo Rossi, violinista e organista, e la composizione di Luigi Nono per quattro voci femminili Donde estàs, hermano?, ispirata ai desaparecidos argentini.
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criveva Albert Einstein: «La cosa più bella con cui possiamo entrare in contatto è il mistero. È la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza». E di mistero, al Festival della Scienza 2011, ne sarà svelato molto. 150 e oltre è il titolo della manifestazione che si svolgerà a Genova, dal 21 ottobre al 2 novembre, e che si inserisce nel novero delle iniziative realizzate per la celebrazione dell’Unità d’Italia. Mostre, conferenze, laboratori, spettacoli saranno l’anima portante di un Festival che, con i suoi 300 appuntamenti, gli ospiti nazionali ed internazionali, i dibattiti, gli eventi interattivi e multimediali, costituirà un punto d’incontro tra ricercatori, appassionati, giovani, intellettuali o solo curiosi. Un’occasione per raccontare la scienza in maniera accattivante e coinvolgente. Il Festival, però, non sarà soltanto la celebrazione del passato, ma anche un “telescopio” puntato sul futuro. E se nella sezio-
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49. Un grande Ludovico; 52. L’anestesia non totale; 53. La... ruga fra i monti; 54. Ci si dondola sopra; 55. Si spendono a Buenos Aires; 57. I nastri per attingere acqua; 58. La domenica diventano catini di boati; 60. Li si lecca se sono gelati; 62. I... fiordi spagnoli; 65. Quella poetica è di Orazio; 66. La famosa West; 67. Una congiunzione inglese; 69. General Issue; 70. Era la moto di Agostini.
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CRUCIVERBA Lello ORIZZONTALI 1. Singolare anormalità; 9. Studi fatti in Cina dimostrano che il suo consumo riduce i rischi di cancro allo stomaco, esofago e fegato; 16. L’ovest... in breve; 19. Precede... Aviv; 20. Piace averla di ferro; 21. La Strada Statale N. 1; 23. Il mantello ebraico recante incise le 5 lettere che formano il nome del Signore; 26. Si allearono ai filibustieri; 27. Al centro della camerata; 28. Ornato di fregi e di fiori; 34. Rigby d’una famosa canzone dei Beatles; 35. Il finale del Caimano; 36. Mettere su una falsa traccia; 37. Il dio assolto dall’Aeropago; 38. Lo si vince in maglia gialla; 40. Aristocratico inglese; 42. Un abito poco usato; 45. Lo è il mobile rivestito con sottilissime sfoglie di legno pregevole; 48. Nelle Hawaii e nel Bhutan; 50. Lassi, annoiati; 51. Lo Stone regista del film Nato il 4 luglio del 1990; 54. D’inverno non lavora; 56. La fisarmonica argentina; 58. Lavorano dopo i pasti; 59. Botteghe di minuterie; 61. Piccolo campo di verdura; 63. Recondite, segrete; 64. Sigla di Ravenna; 66. Divise con Renata Tebaldi gli amanti della lirica; 68. Il Basie pianista di jazz;
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69. Era il Paese più prospero del Comecon; 71. Pieni d’invidia; 72. Assegnano il Premio Nobel; 73. In queste sono uguali; 74. Idrogeno e Ossigeno.
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VERTICALI 1. Non perdono una parola!; 2. Il salottino di certi caffè; 3. La sigla dell’Illinois; 4. Il dipartimento di Grenoble; 5. Imprimere all’aereo la necessaria accelerazione iniziale; 6. Articolo maschile; 7. Le due in tutu; 8. Rendono cauto il ciuco; 10. Le ultime di Prokofiev; 11. La Valentia della Calabria; 12. È profumata quella “de toilette”; 13. Motoscafi da competizione; 14. Così è il potere “di coppia”; 15. Il nome di Hemingway; 16. Profumati; 17. Famoso re di Persia; 18. La capitale egiziana; 22. Precedeva l’alalà; 24. Prendono le cose sul serio!; 25. Prati che vengono allagati; 29. Aerei con 4 ali; 30. Allargare, diffondere; 31. Un legnetto aguzzo; 32. Il Giulio che nell’Ottocento creò la narrativa rusticale; 33. Si usa per tessere; 37. L’Alberto... Rosa critico letterario; 39. Un colpo del pugile; 41. Asti; 43. Il cuoco le fa... saltare; 44. Gruppo cresciuto negli squat di Londra; 46. È detto anche amianto; 47. Avviso... a Londra;
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ORIZZONTALI 1. Un dito; 7. Venezia; 8. Loro; 9. L’indio e lo zolfo; 10. Spremersi il cervello; 13. Una che non capisce assolutamente nulla; 14. Il primo della classe nel Cuore di De Amicis; 16. Li guidò Odoacre; 17. La Cancellieri della tivù; 19. L’Holiday importante catena alberghiera internazionale. VERTICALI 1. Si... rendono savi; 2. In mezzo alla pineta; 3. Se annodate consentono di evadere dal carcere; 4. Sono delinquenti; 5. Sono... uguali nell’arrossire; 6. L’Irlanda libera; 9. Si sono invitati da soli; 10. Una proprietà agricola; 11. La Bella che furoreggiò nella Belle Époque; 12. Un dispotico signorotto; 15. Uno Stato laboratorio di integralismo islamico; 18. Non Nominato.
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LO STUZZICA CERVELLO TEST 1 Osservate attentamente il seguente gruppo di figure e andate a pag. 65
TEST 2 Osservate attentamente l’esempio contrassegnato dalla lettera a), le due figure b) e c) e le lettere in esse inserite e dite, seguendo un criterio logico da determinare, quali lettere vanno posizionate al posto dei due punti interrogativi.
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TEST 3 Osservate attentamente i tre accoppiamenti di parole a destra e dite quale parola di cinque lettere va sostituita, secondo logica, al punto interrogativo.
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INDOVINELLO
SCIARADA (6+4 = 2 8)
» Un amico vero ma severo
» L’alta moda
» Un cognac fa sempre bene
Ti dice sempre la verità allo scopo di farti riflettere, non ti nasconde nulla e sempre pronto a offrirti una visuale precisa della tua personalità a costo, talvolta, di essere spietato. Lionello
Era d’obbligo un dì la gonna lunga ma i pantaloni ormai sono concessi; pur la stola di seta o di damasco fa sempre cerimonia, ti confesso; prima era il nero a dominare, adesso nell’alta società prevale il rosso. Favolino
Basta una grappa per tenerti su... per ricucire certi strappi, e poi... sentirti amico con quei barboni che stanno intorno a noi! Favolino
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ODONTOIATRIA
Implantologia odontoiatrica L’impianto esterno all’osso collaudabile prima dell’applicazione e le viti endossee. Il modello stereolitografico dell’osso permette uno studio molto accurato dell’impianto da eseguire. UN COLLAUDO STUDIATO NEI MINIMI DETTAGLI Una volta realizzato l’impianto, viene posizionato sul modello per essere sottoposto ad un severo collaudo: 1) la perfetta adesione della struttura ad ogni parte del modello, 2) l’ancoraggio alle asperità dell’osso, che lo devono bloccare appena applicato; 3) la resistenza alle forze simili a quelle sviluppate nella masticazione.
Il Direttore Sanitario Antonio T. Di Giulio
L’équipe di implantologia del San Babila Day Hospital di Milano, che si occupa di odontoiatria avanzata da più di quarant’anni, ha perfezionato un tipo di impianto per risolvere anche i casi con difficoltà ossea (osso sottile, basso, vuoto). Questo impianto non viene inserito nell’osso ma applicato sulla corticale, cioè la parte esterna dell’osso. Da una TAC con il computer si realizza il modello stereolitografico dell’osso del paziente, che, essendo la copia perfetta della cresta ossea, permette all’implantologo di esaminarne nei minimi dettagli la forma dell’osso e quindi di individuare i punti di forza e di ancoraggio su cui si fisserà l’impianto. L’impianto viene così disegnato sul modello. I tecnici del laboratorio annesso al San Babila Day Hospital di Milano, specializzati nella realizzazione di questo particolare tipo di impianto, lo realizzano fondendolo in titanio.
APPLICAZIONE DELL’IMPIANTO L’impianto, diviso in due parti gemelle assemblabili, si ancora stabilmente alla cresta ossea del paziente. Questo particolare tecnico lo fa aderire con maggior forza alle asperità che caratterizzano l’osso di ogni paziente e sono determinanti per il suo immediato bloccaggio, che permette di utilizzare l’impianto appena applicato. L’INTERVENTO L’implantologo ha già eseguito sul modello le prove di posizionamento e assemblaggio delle due parti dell’impianto: una specie di intervento virtuale, cioè esterno al paziente, che permette di testare in anticipo come procederà l’intervento reale, quando, aperta la gengiva, si applicherà l’impianto sulla cresta ossea. Anche i casi che non presentano difficoltà ossea (osso trofico, alto e largo) e possono
essere impiantati con le viti vengono studiati con il modello stereolitografico della cresta ossea. Il modello dà la possibilità di valutare accuratamente la dimensione reale dell’osso in spessore, altezza e inclinazione. LO SPESSORE Indica la dimensione della vite da inserire e il tessuto osseo che la dovrà contenere per essere ben inossata e quindi resistere nel tempo. L’ALTEZZA Indica la lunghezza della vite da adottare in modo da non coinvolgere in profondità strutture come il nervo mandibolare nell’arcata inferiore e le fosse nasali o il seno mascellare in quella superiore. L’INCLINAZIONE Indica la direzione da dare alla vite e l’emersione dalla gengiva che avrà il relativo pilastro che sosterrà la protesi. In conclusione il modello dell’osso diventa una guida di studio determinante per risolvere i casi con e senza difficoltà ossea, in modo da conoscere a priori le zone ossee più idonee all’applicazione degli impianti, la loro direzione e il numero ottimale per sostenere la protesi. In alcuni casi i due tipi di impianti: le viti endossee e l’impianto che circonda l’osso risolvono entrambi un’arcata edentula.
San Babila Day Hospital srl Milano – Via Stoppani 36 tel. 02 2046941 Roma – Via Oglio 9 tel. 06 8546472 P. IVA 06477120155
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BilanciA
» di ALDEBARAN
BILANCIA 23 set. » 22 ott.
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Gli astri vi presentano occasioni per realizzare i progetti desiderati. Con Saturno osate e siate determinati in campo economico. Nel week-end acquisti agevolati dalla Luna.
CATHERINE ZETA-JONES
TORO 21 apr. » 20 mag.
ARIETE 21 mar. » 20 apr. Siete alle prese con qualche problema, ma le stelle sono dalla vostra parte: è il momento per appianare le difficoltà. Il vostro senso estetico non vi sarà di aiuto.
CANCRO 22 giu. » 22 lug.
Giove nel segno vi darà un mese alla “grande”, fortunato nel lavoro, con il denaro e nella vita affettiva. Trascorrete un bel fine settimana immersi nella natura.
LEONE 23 lug. » 23 ago.
Mese frenetico. Gli astri saranno propizi: ottimi risultati nel lavoro e negli affari. Incrementerete guadagni e realizzerete progetti importanti. Bene amore e spostamenti.
Approfittate della buona posizione di Venere per risolvere contrasti d’amore che si trascinano da tempo. Ci saranno occasioni per chi è solo, e nuovi slanci di passione.
La riuscita dei programmi dipenderà dal vostro umore. Per gli affari applicatevi e attenti alle dimenticanze! Organizzate nel week-end una vacanza in un centro benessere.
VERGINE 24 ago. » 22 set.
Alcuni astri vi aiuteranno a sintonizzarvi con l’autunno e ad essere creativi. Impegnatevi con il partner. Saranno favoriti gli appuntamenti di lavoro. Attenti a non tagliarvi!
Vi sentirete in forma e migliorerete il vostro umore. Concluderete il mese con buoni risultati nel lavoro, ma dovrete impegnarvi nella vita affettiva e in famiglia.
CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen.
ACQUARIO 21 gen. » 19 feb.
Mese frizzante con nuove esperienze. Incontri con stranieri. Curate amministrazione, scadenze e documenti. Interessatevi alle spese condominiali. Prendete vitamina C.
Sarà un buon mese per le coppie collaudate o che stanno passando un periodo di crisi. Sentirete il desiderio di stare insieme, magari senza figli o amici.
SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic.
GEMELLI 21 mag. » 21 giu.
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Mercurio vi porterà a prendere decisioni intelligenti o a sottostare a ritmi di lavoro stressanti. Gli astri sono favorevoli per il lavoro e gli affetti. Rilassatevi con il partner.
PESCI
20 feb. » 20 mar. Vi verrà offerta un’iniziativa con nuove opportunità ma che vi farà agitare. Accettate, ma dimostrate alle persone che vi hanno scelto la vostra professionalità.
SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • STUZZICA CERVELLO
CRUCIVERBA 1
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INDOVINELLI
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Quale delle seguenti otto figure non è contenuta nel gruppo di figure prima viste?
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TEST 1
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TEST 2
Un cognac fa sempre bene Uncino + filo = Un cinofilo
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REBUS
TEST 3
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(9, 2, 5) Dive R; Tir E; L agente = Divertire la gente (7, 6, 8) Partita A; P pena; S voltasi = Partita appena svoltasi
La parola di cinque lettere da sostituire al punto interrogativo è SUNTI. Infatti, la prima parola di ogni coppia, partendo dall’alto, contiene una U mentre nella seconda parola al posto della U compaiono una A e una E; tutte le altre lettere delle due parole sono in comune.
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Le lettere che sostituiscono i due punti interrogativi sono F e B. Infatti, in ogni cerchio compaiono solo le consonanti delle tre parole AMMORTIZZATORE, DISINFESTAZIONE e INCOMPATIBILITÀ (a partire dalle tre freccette rosse) con l’esclusione di una F nella seconda parola e di una B nella terza parola.
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MINI CRUCIVERBA
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SCIARADA (6+4 = 2 8)
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Un amico vero ma severo = Lo specchio L’alta moda = I prelati OTTOBRE 2011
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Gli occhi del padre, la bocca della madre. Il sorriso lo può ereditare da te. C o n u n T e s t a m e n t o p e r l ’ u n i c e f. Per i bambini più poveri del mondo la vita dipende da un vaccino, da acqua sicura, dalla possibilità di andare a scuola e di essere protetti da abusi e sfruttamento. Con un lascito all’UNICEF puoi dare loro tutto questo. Scopri come, richiedendo l’opuscolo informativo. Con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato
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