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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
Anno XXXIV n. 9 Settembre 2012 Euro 2.50 - I.P.
SPECIALE CONCORSO 50&PIĂ™
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26-07-2012
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TV 2000 Più di quello che vedi TV2000 è la tv possibile, l’altra tv, che sa intrattenere e fa riflettere. È la tv che ti ascolta e ti tiene compagnia. La tv dei pensieri e delle emozioni, dei volti e delle storie, di chi ha trovato e di chi cerca. TV2000 è più tua. E lo vedi.
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Più di quello che vedi
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ditoriale
[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ]
E
“Per un’ uropa libera e unita” «... E quando, superando l’orizzonte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l’umanità, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l’unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l’unità politica dell’intero globo. Con la propaganda e con l’azione, cercando di stabilire in tutti i modi accordi e legami tra i movimenti simili che nei vari Paesi si vanno certamente formando, occorre fin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo Stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli Stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli. Se ci sarà nei principali Paesi europei un numero sufficiente di uomini che comprenderanno ciò, la vittoria sarà in breve nelle loro mani, perché la situazione e gli animi saranno favorevoli alla loro opera e di fronte avranno partiti e tendenze già tutti squalificati dalla disastrosa esperienza dell’ultimo ventennio. Poiché sarà l’ora di opere nuove, sarà anche l’ora di uomini nuovi, del movimento per l’Europa libera e unita!...» Dal confino di Ventotene, agosto 1941 Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi Conosciuto come Il Manifesto di Ventotene, questo documento, scritto nel periodo in cui le sorti della Seconda Guerra Mondiale sembravano volgere a favore delle forze dell’Asse, contiene le linee guida che ispireranno la carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Come spesso accade quando voci in libertà ritengono, credendo di poter far tornare indietro la storia, di potersi diffondere impudentemente, ritrovare le radici e le ragioni di una coscienza forte e determinata è la prima arma a disposizione di coloro che credono che la convivenza, il rispetto fra i popoli e un destino comune di pace, non siano belle parole ma l’obiettivo al quale richiamare l’azione dei propri rappresentanti. E diciamo questo confortati proprio dalla platea degli ultracinquantenni che, intervistati nel gennaio scorso in occasione della ricerca condotta da 50&Più in collaborazione con il Censis, alle domande sull’Europa “Ritiene che uscire dall’euro potrebbe aiutare l’Italia?” ha risposto “no” al 70%; “Il rispetto degli standard europei è: qualcosa per cui lavorare e da promuovere?” al 54,4% e ben il 48,2% ritiene che “bisognerebbe andare verso un governo europeo”.
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IN QUESTO
numero
Gli angeli del 31° Stormo: al servizio dei cittadini 24 ore su 24
18
DI PICCI M ANZARI
Nel limbo dei Cie in attesa di un’identità
21
DI IL ARIA R OM ANO
Ecco Danny De Vito: attore, doppiatore e... ambientalista
24
DI ALESSANDRA MICCINESI
Lavorare all’estero È ora della pensione?
31
78
DI GIOVANNA VECCHIOT TI
Europa, spread e... Come e perché: le ragioni di una crisi
36
DI LUDOVICA DI TOMM A SO
Benvenuti a Monaco, la città con il “cuore”
78
DI LORIS POR CHERI
INCHIESTA
C’era una volta il Bel Paese Un patrimonio artistico a rischio DI GIOVANNA DALL’ONGAR O
IN EVIDENZA
11
53
49
PARLIAMO DI...
Concorso Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia XXX Edizione
53
Twitter 3a ed ultima parte: Tweet, liste e utenti DI PAOLO NEGRINI
L’arte, da sogno a realtà DI LUISELL A BERTI
a cura di Berardo Falcone Letteralmente >> pag. 8
Spazio 50
di Giovanna Vecchiotti
Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più
W la scuola “verde” >> pag. 26
di Giada Valdannini di Hellis Martin
Previdenza
Acerra, la più brava >> pag. 30
DI GIANNI TEL
Oro: metallo fedele >> pag. 34
Fisco
di Lorenzo Masini
DI ALESSANDRA DE FEO
Fumetti da collezione >> pag. 39
di Dario De Felicis Birra con passione >> pag. 40
di Stefano Ripert
di Stefano Longeri Musica & Teatro >> pag. 91
di Giovanni Orso
di D. De Felicis e M. Sarti
Moda on line >> pag. 44
Cinema e DVD >> pag. 92
di Barbara Di Sarno Sapori & Colori >> pag. 74
di A. Miccinesi e P. Armocida Oroscopo di Aldebaran >> pag. 93
di Marina Cepeda Fuentes
Giochi >> pag. 94
Giardino con vista >> pag. 77
di N. Tucciarelli e R. Cento
di Donatella Ottavi
Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 95 Bacheca >> pag. 96 Soluzioni >> pag. 98
di Carlo Penguin
4I
50epiu.it
I
SETTEMBRE 2012
Anno XXXIV n. 9 Settembre 2012
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Anno XXXIV n. 8 Settembre 2012 Euro 2.50 - I.P.
SPECIALE CONCORSO 50&PIÙ
Libri di Renato Minore >> pag. 89 50&Più: la pagina letteraria >> pag. 90
Sapete che la birra... >> pag. 42
Tutti all’Oktoberfest >> pag. 80
LA VOCE DI 50&PIÙ
A CURA DI LUISELL A BERTI
L’Eco Marathon 2012 >> pag. 28
di Valerio Maria Urru
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Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma.
Periscopio >> pag. 6
INSERTO
Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per telefono: 06 68134552 Per fax: 06 68139323 Per m@il: redazione@50epiu.it Abbonamenti e Pubblicità
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Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it Art Director Elisa Rossi @ elisa.rossi@50epiu.it Editoriale 50&Più Srl - Amministratori Dante Di Mattia (Presidente) Brigida Gallinaro Marina Gruden Vlach Ines Marangon Giuseppe Martino Procuratore Gabriele Sampaolo Amministrazione Editoriale 50&Più Srl 00186 Roma - Via del Melangolo, 26 Telefono 06.6872515 - Fax 06.6872597 mail: editoriale@50epiu.it Direzione e Redazione 00186 Roma - Largo Arenula, 34 Telefono 06.68134552 www.50epiueditoriale.it Stampa e Spedizione Punto Web Srl - 00040 Ariccia (Roma) Via Variante di Cancelliera snc Distribuzione in Italia m-dis Distribuzione Media SpA 20126 Milano - Viale Sarca, 235 Telefono 02.64110911 Concessionaria di Pubblicità Promedia 2000 Srl 20142 Milano - Via Ettore Bugatti, 15 Telefono 02.89079601 - Fax 02.89079619 Registrazione Tribunale di Roma n. 17653 del 12/04/79 Iscrizione al R.O.C. n. 6158 del 10/12/2001
ZOOM PIÙ VELOCE! PIÙ IN ALTO! PIÙ FORTE!
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pento il braciere olimpico di Londra, ora prendiamo noi la fiaccola e facciamo nostro lo slogan “Citius! Altius! Fortius!”. Motto ufficiale di ogni Olimpiade, “Più veloce! Più in alto! Più forte!”, può essere la ricetta che il nostro Paese dovrà seguire per superare la crisi. Più veloci ad uscire dal giogo dello spread, con misure per la crescita e contro l’evasione fiscale. Più in alto nella classifica europea dell’occupazione giovanile. L’Italia ha nel suo Dna la forza e la volontà di rialzare la testa con le piccole imprese, lungimiranti e vitali, capaci di riportare speranza a chi si affaccia solo ora nel mercato del lavoro. Più forti nel rilanciare la ricerca e l’istruzione, perché si crei innovazione e quindi ricchezza, come ha dimostrato la crescita economica mondiale negli ultimi decenni. Per salire sul podio ciascuno di noi è chiamato ad agire da protagonista. Una volta tanto, non ce ne voglia il barone De Coubertin, l’importante non è partecipare ma vincere.
Spedizione Poste Italiane SpA Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma Manoscritti e fotografie Anche se non pubblicati, non verranno restituiti. © Editoriale 50&Più Srl Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Tutela dati Si garantisce la riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’Editore. Le informazioni custodite nell’archivio dell’Editoriale 50&Più Srl verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la rivista e gli allegati, anche pubblicitari (D. Leg.vo 196/2003 tutela dati personali). ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
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Finito di stampare: 24 agosto 2012
Italia: annuale (11 numeri) sostenitore copia singola copia arretrata Estero: annuale
euro 22,00 euro 36,00 euro 2,50 euro 4,50 euro 41,50
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ERISCOPI in pillole
A CURA DI BERARDO FALCONE
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Osservare la realtà quotidiana, leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci a riflettere su quanto accade nel mondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,
FESTA GRANDE PER IL COMPLEANNO DEL GOLDEN GATE
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I 75 anni del “ponte rosso” Il “Golden Gate” di San Francisco, uno dei più famosi ponti sospesi del mondo, compie 75 anni. Dalla sua apertura nel 1937, oltre due miliardi di persone hanno attraversato i 2,71 chilometri di struttura rosso-arancione che prende il nome dal Golden Gate Strait, lo stretto che collega l’Oceano Pacifico alla baia di San Francisco. Per i festeggiamenti sono state effettuate visite guidate, un festival con mostre, proiezioni di film, musica e uno spettacolare finale con fuochi d’artificio notturni che ha illuminato la baia.
importanti o stravaganti, riportandole tra queste pagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voi prendeste parte a questa sorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a: redazione@50epiu.it o Largo Arenula 34, 00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!
}
Nel locale-anticrisi di Amsterdam il cibo si porta da casa La crisi colpisce tutti e si fa sentire anche in Olanda. Per questo motivo il Basis Bar, un locale di Amsterdam, si è inventato una curiosa soluzione commerciale: i clienti possono portarsi il cibo da casa. I proprietari del Basis Bar, Jan Schaberg e Michiel Zwart, hanno scelto di adottare il principio bring your own food (porta il tuo cibo). I clienti arrivano con i piatti già cucinati a casa o comprati al supermercato e accompagnano le pietanze con le bevande del locale. Un’idea innovativa e originale per chi vuole passare una serata in compagnia fuori casa, ma non può spendere troppo.
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Usa, compra stampa a 14 dollari, la rivende a 7mila: era un Picasso Zachary Bodish è decisamente una persona fortunata. L’uomo, originario dello Stato dell’Ohio, a marzo aveva comprato una stampa in un negozietto di beneficienza pagandola 14 dollari. Dopo l’acquisto, accorgendosi di alcune scritte in rosso ormai sbiadite, ha iniziato una serie di ricerche per accertarsi del vero valore della stampa, scoprendo che l’opera era stata disegnata nientemeno che da Picasso, per una mostra di ceramiche in Francia. Bodish ha immediatamente rivenduto la stampa ad un compratore anonimo per la cifra di 7mila dollari. Quello che si dice un ottimo investimento.
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In Usa trasformano vecchi scuolabus in ambulanze da 18 posti A Paducah, nello stato del Kentucky, saranno presto pronte le nuove ambulanze da 18 posti. Le autorità locali stanno infatti trasformando i vecchi autobus scolastici in vetture per le emergenze che, secondo i funzionari cittadini, saranno di grande aiuto in caso di gravi incidenti o calamità naturali. Una parte dei finanziamenti per la conversione dei mezzi sarà garantita anche dalla Kentucky Hospital Association: le contee dovranno solamente comprare i bus e l’associazione contribuirà a pagare per convertirli in ambulanze.
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Censimento 2011: ecco i primi numeri L’Istat sta diffondendo i primi risultati del Censimento 2011, rivelando qualche dato interessante. In Italia vivono ufficialmente circa 59 milioni e mezzo di persone, di cui quasi 3 milioni e 800mila stranieri. Il comune più popoloso e più grande è sempre Roma (con quasi 3 milioni di abitanti) ed il più piccolo, con appena 30, è Podesina, in provincia di Sondrio. Sul fronte abitazioni sono più che triplicate le famiglie che vivono in alloggi di fortuna: sono 71.101, a fronte delle 23.336 del 2001.
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Quando la conoscenza non ha età: si laurea a 97 anni L’australiano Allan Stewart si è laureato alla Southern Cross University di Lismore, nel New South Wales, alla veneranda età di 97 anni, superando il suo precedente record quando, nel 2006, prese una laurea in Legge a 91 anni. Stewart, che di professione faceva il dentista, ha conseguito il titolo 70 anni dopo quello di dottore in odontoiatria, preso a Sydney nel 1936. Ma ha assicurato che questa laurea, la quarta per lui (più due master), sarà l’ultima.
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Il posto più ambito in aereo. E quello peggiore Secondo un sondaggio condotto dal sito di voli low-cost Skyscanner, il posto migliore per sedersi in aereo sarebbe il 6A. Le motivazioni sono principalmente tre: abbastanza vicino all’uscita anteriore, non obbliga il passeggero ad alzarsi per far passare i vicini di posto ed è accanto al finestrino ma non su un’ala, perfetto per godersi il panorama. A tal proposito è stato segnalato anche il posto peggiore, ovvero il 31E: è il centrale di una fila nel mezzo del velivolo ed è lontano sia dall’uscita che dalle toilette.
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Se anche la lingua si sbriciola... Gentile Direttore, non faccio altro che leggere e sentire parole come spending review, low-cost, outlet, manager, e via di seguito, come se non si potesse vivere senza questi termini. A volte mi arrabbio, perché queste parole di origine inglese non fanno parte del nostro patrimonio linguistico e che queste forzature - perché ritengo che di tali si tratti - non consentono ad almeno il 60% degli italiani di capire appieno. Quando mi trovo di fronte a parole “scritte in un mo-
do e pronunciate in un altro” mi sembra di fare un passo indietro invece di andare verso il futuro. Una cosa però la devo dire: bravi gli inglesi. La loro lingua c’è dappertutto; persino le spiegazioni sull’uso degli elettrodomestici non le trovi più in italiano ma solo in inglese. Non so che pensare: fra poco circoleremo a sinistra, mangeremo bacon a colazione, e ascolteremo dai nostri notiziari che ci obbligheranno ad adottare anche noi la sterlina.
VITTORE GRISOT
Stia tranquillo signor Grisot, non credo proprio che cambieremo il nostro modo di circolare né tantomeno passeremo dall’euro alla sterlina. Quanto al bacon a colazione, beh, è una scelta personale che non dipende certo dalla lingua adottata. Dell’utilizzo incondizionato di parole straniere nel nostro parlare quotidiano, noi di 50&Più ce ne siamo occupati a varie riprese. Il problema non è soltanto adottare parole in un idioma che non sia l’italiano, soprattutto se nella nostra lingua c’è la parola corrispondente. Certo, quando si è pensato di adottare il termine “spending review”, forse si è creduto ci fosse maggiore possibilità di creare nei cittadini un alone di mistero su ciò che li aspettava, cosa che non sarebbe avvenuta se sin dal principio si fosse detto “revisione della spesa”, che è poi il compito di ogni bravo capofamiglia per far quadrare i conti... Il fatto è che l’utilizzo di idiomi stranieri avviene quasi a senso unico, ovvero si ricorre in maniera quasi ossessiva soltanto a parole di origine anglosassone, mortificando non soltanto la nostra bella lingua ma
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anche tutte le altre, europee e non, e dimenticando che l’arricchimento avviene proprio nel momento in cui tra i popoli c’è uno scambio attivo di idee, esperienze, culture, lingue comprese. Se andiamo a sbirciare i numeri, però, ci accorgiamo che l’italiano è tra le lingue più studiate e parlate nel mondo. Più parlate dalla gente comune, dalle persone che amano la nostra cultura, l’antica civiltà di cui siamo portatori, che sono attratte dalla nostra arte,
dalla letteratura e ne vogliono sapere di più; dai figli e nipoti dei nostri immigrati che non vogliono perdere le loro radici, e tagliare il cordone ombelicale che li tiene uniti al nostro Paese. Ecco, forse dovremmo essere più consapevoli che nel mondo la nostra lingua è amata moltissimo, e dovremmo adoperarci di più per amarla noi stessi. Altrimenti rischia di sbriciolarsi come tanti nostri capolavori. E non possiamo permetterci anche questo.
«La cultura è l'unico bene dell'umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande» Hans Georg Gadamer
RISPARMI
Ma il conto “dorme” davvero? Spettabile Redazione, sono una signora abbonata alla Vostra rivista 50&Più da 18 anni. Recentemente rimettendo in ordine vecchie carte, ho trovato fra tanti documenti un libretto bancario intestato a mia sorella sordomuta, da poco scomparsa, risalente al 1961 e recante un saldo apparente di lire 50.000. Alcuni anni fa ho ascoltato un caso in tv simile a questo e gli eredi hanno potuto disporre del contenuto del libretto nonostante non sia stato movimentato da più di dieci anni, essendo l’intestataria deceduta. La domanda che Vi pongo è questa: questi conti fanno parte dei cosiddetti “conti dormienti” o non sono ancora del tutto addormentati e si possono riscuotere? Spero tanto di ottenere una Vostra risposta. POPESSO ANTONIETTA CARLINO
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ola... Poste Italiane S.p.A.
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in L. 27/02/04 n.46)
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D.C.B. - Roma.
Anno XXXIV n. 8 Settembre 2012 Euro 2.50 - I.P.
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SCRIVETECI A: Per posta: Largo Arenula, 34 00186 Roma Per fax: 06 68139323 Per m@il: g.vecchiotti@50epiu.it
La risposta è a cura del dottor Lorenzo Masini. Gentile signora Antonietta, sulla prescrizione dei libretti a risparmio, anche la Giurisprudenza fa fatica a trovare un pronunciamento certo. Partiamo dal significato di prescrizione inteso come l’estinzione del diritto a vedersi restituite le somme depositate per trascorsi limiti temporali. L’orientamento della Cassazione al riguardo è che la prescrizione inizierebbe a decorrere dal giorno della costituzione del rapporto ovvero da quello dell’ultima operazione compiuta. Trascorsi dieci anni dall’ultima movimentazione, secondo questo rilevante parere, il risparmiatore perde il diritto a vedersi restituire quanto versato. Però, ci sono giudici che hanno emesso sentenze discordanti con la Cassazione, sposando la linea secondo cui
la prescrizione decennale può cominciare a decorrere soltanto da quando si verifica un fatto che dimostra che la banca non intende più adempiere al proprio obbligo di custodia. Volontà che avviene quando la banca, in base al regolamento dei depositi dormienti, invia una raccomandata che invita i depositanti a dare disposizioni entro 180 giorni dal ricevimento della medesima. Nel suo caso occorre prima verificare quindi: a. se è stata inviata una raccomandata;
b. se l’ammontare è inferiore ai 100 euro. Infatti qualora il saldo fosse stato inferiore ai 100 euro, secondo l’indirizzo della Cassazione l’importo non sarebbe più recuperabile. Anche se, secondo alcuni giudici si avrebbe in ogni caso il diritto al rimborso. La cosa migliore da fare, per tagliare la testa al toro, è recarsi nell’istituto a cui fa riferimento il libretto, o nella banca in cui l’istituto di allora è confluito (presumibilmente la banca potrebbe non esistere più), e chiedere direttamente.
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VIAGGIO 2012
» Per saperne di Più: 06 6871108/369
VIAGGIO in MESSICO e YUCATAN Programma di 12 giorni, dal 21 ottobre al 1 novembre 2012
Città del Messico •
Merida • Campeche • Palenque •
• • Cancun Tulum
Un appassionante viaggio nel Messico più autentico, alla scoperta delle antiche civilizzazioni, delle suggestive città coloniali, dei villaggi tipici, delle genti che conservano intatte le culture e il folclore di un tempo. Dalla civiltà Azteca di Teotihuacan, a Città del Messico, all’Impero Maya della Regione del Chiapas con Palenque e le grandiose realizzazioni dello Yucatan, fino al mare cristallino della Riviera Maya. CITTÀ DEL MESSICO • PALENQUE • CAMPECHE • MERIDA • CHICHEN ITZA • RIVIERA MAYA • CANCUN 21 ottobre: Partenza per Città del Messico Partenza con volo di linea per Città del Messico. Arrivo e incontro con la guida per il trasferimento in Hotel. Cena e pernottamento. 22 ottobre: Città del Messico Visita della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe e del sito archeologico di Teotihuacan, “la Città degli Dei”. Rientro in città e breve visita dello Zocalo: il cuore coloniale. Cena e pernottamento in Hotel. 23 ottobre: Palenque Visita del Museo Nazionale di Antropologia. Al termine trasferimento in aeroporto e partenza con il volo di linea per Villahermosa. Arrivo e proseguimento per Palenque. Sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. 24 ottobre: Palenque Visita del sito archeologico Maya di Palenque, tra i più incantevoli del Messico. Cena e pernottamento. 25 ottobre: Campeche Partenza per Campeche e visita della città fortificata fondata nel 1540. Cena e pernottamento. 26 ottobre: Uxmal - Merida Partenza per Uxmal e visita della zona archeologica, il complesso di edifici Maya più completo rinvenuto nello Yucatan. Proseguimento per
Merida e sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. 27 ottobre: Chichen Itza Partenza per Chichen Itza, lungo il percorso sosta per la visita della città coloniale di Izamal. Sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. In serata spettacolo di luci e suoni nel Centro Archeologico. 28 ottobre: Chichen Itza - Riviera Maya Visita dell’antica città di Chichen Itza con oltre trenta costruzioni edificate durante l’epoca classica dei Mayas Yucatecas. Nel pomeriggio proseguimento verso Tulum e sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento. 29 ottobre: Escursione a Tulum Visita di Tulum, importante complesso archeologico Maya, posto lungo la costa a picco sul mare. Pomeriggio a disposizione per relax al mare. Trattamento All inclusive. 30 ottobre: Riviera Maya Giornata a disposizione per attività individuali o escursioni facoltative (da regolare in loco), oppure relax al mare. Trattamento All inclusive. 31 ottobre: Cancun - rientro in Italia Trasferimento all’aeroporto di Cancun in tempo utile per la partenza con volo di linea di rientro in Italia. 1 novembre: Arrivo in Italia
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE minimo 25 partecipanti
€ 2.280,00
Supplemento camera singola Tasse aeroportuali e fuel surcharge (da riconfermare all’emissione del biglietto aereo)
€ €
In collaborazione con:
390,00 480,00
La quota comprende Voli di linea da Roma Fiumicino a Città del Messico e ritorno da Cancun, in classe economica - Volo di linea Aeromexico da Città del Messico a Villahermosa, in classe economica - Trasferimenti privati in pullman da turismo con aria condizionata - Guida/accompagnatore locale parlante italiano - Sistemazione in Hotel 4 stelle - Trattamento di pensione completa per tutto il tour - Trattamento All inclusive sulla Riviera Maya - Tutte le visite ed escursioni indicate in programma compresi gli ingressi ai musei, siti archeologici e parchi - Assicurazione medico-bagaglio e annullamento viaggio - Accompagnatore dall’Italia esperto di archeologia Maya. La quota non comprende Escursioni e visite facoltative - Pasti non previsti in programma, bevande, mance, extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente indicato.
Informazioni e prenotazioni 50&Più Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel: 06 6871108/369 Fax: 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
www.50epiuturismo.it
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[ INCHIESTA DI
GIOVANNA DALL’ONGARO ]
QUEL che resta del BEL PAESE C
[ AFFRESCO DALLA VILLA DEI MISTERI, POMPEI ]
«Come una ereditiera distratta l’Italia sta perdendo per strada il suo patrimonio più prezioso. Monumenti e opere d’arte che le scosse di terremoto, ma soprattutto l’incuria, mandano rapidamente in frantumi. Correre ai ripari è urgente, ma le soluzioni proposte possono essere peggiori del danno. Per questo c’è chi invoca un cambio di mentalità nella tutela dei beni culturali»
Il restauro
La Fontana
del campanile di San Marco (Ve), dopo il crollo del 1902, ispirò il motto “dov’era, com’era”.
di Trevi (Rm), lo scorso giugno, ha subito lo sfaldamento di uno dei preziosi capitelli.
adono le pietre sbagliate nel Bel Paese. Non quelle delle costruzioni abusive, degli scempi edilizi graziati dai condoni, né quelle degli inquietanti giganti di cemento, fantasmi di costosissimi progetti incompiuti, che incombono sul panorama deturpandolo. Non si sgretolano i dissacranti fabbricati illegali che feriscono ai fianchi l’Appia Antica a Roma o i palazzi e le villette che assediano i templi greci di Agrigento. Ad andare in frantumi sono invece i monumenti che il mondo ci invidia: la torre della Rocca Estense di San Felice sul Panaro, la facciata del Duomo di Mirandola, la Torre dei Modenesi di Finale Emilia, la Torretta dei Leoni del Castello Estense di Ferrara. Macerie “eccellenti” quelle dell’ultimo sisma che ha interessato l’Emilia, da Modena a Ferrara, non diverse dalle rovine della cinquecentesca fortezza spagnola, sede del Museo Nazionale d’Abruzzo che il terremoto dell’Aquila del 2009 distrusse alla vigilia dell’inaugurazione, o della cupola delle Chiesa delle Anime Sante che si è consegnata nel cuore della notte, tutta intera e senza alcun indugio, alla prepotenza delle scosse di magnitudo 6.3. Il nostro patrimonio storico e artistico si crepa però anche quando la terra non trema. A cercar bene tra i cumuli di detriti prodotti da una oramai cronica incuria, possono saltare fuori parti di cornicione del Colosseo, brandelli di un capitello della Fontana di Trevi, parti di colonne di Villa Adriana, tasselli dell’intonaco del Tempio di Giove o pezzetti del muro della Casa dei Gladiatori di Pompei. È sotto gli occhi di tutti: i beni culturali non godono affat- » SETTEMBRE 2012
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to di buona salute. Fare finta di niente diventa sempre più difficile da quando i frammenti delle opere d’arte cominciano a cadere, letteralmente, anche sulle teste dei politici. Lo scorso 11 luglio una piccola sezione del soffitto affrescato della Sala della Lupa a Montecitorio ha ceduto alla forza di gravità, imponendo alle istituzioni di guardare in faccia la realtà. Quel fiore all’occhiello che continuiamo a sfoggiare con anacronistico orgoglio si sta rapidamente appassendo. Così come gli allori su cui siamo rimasti semeno è “scollamento”. Esiste nel duti troppo a lungo: continuianostro Paese una evidente e pamo a vantarci di essere il Paese tologica scissione tra ciò che le con il più alto numero di siti tuleggi e il dibattito scientifico dicotelati dall’Unesco al mondo (47 no debba essere fatto e ciò che su 936, ma la Spagna ne connella prassi accade quotidianata solo uno di meno), ma facmente. Come si concilia, per ciamo ben poco per mettere in esempio, ciò che viene sancito salvo i nostri tesori. dall’articolo 9 Come siamo della Costituarrivati a quezione italiasto punto? na, ossia che Chi ha per«Stato e Istituzioni “la Repubblimesso che vedevono cambiare ca tutela il nisse maltratmentalità, investendo paesaggio e tata la gallina soprattutto il patrimonio dalle uova negli interventi storico artistid’oro capace, conservativi» co della Nanegli anni Setzione”, con tanta, di mole dannose nopolizzare il iniziative deturismo mongli ultimi governi a cominciare daldiale e oggi superata da Stati Unil’abolizione dell’Ici nel 2008, una ti, Spagna, Francia e Cina? Le dorisorsa che consentiva alle ammimande si portano dietro discusnistrazioni locali quegli interventi sioni ancora più complesse sul anche minimali di manutenzione concetto stesso di bene culturache permettevano la sopravvivenle e sulle strategie di intervento a za del patrimonio culturale locadanno avvenuto: accanirsi sul “dole? O, ancora peggio, come può v’era, com’era” od osare audaci andare d’accordo la tutela del painnovazioni? trimonio storico e artistico con la Di tutto ciò abbiamo parlato con politica dei condoni edilizi che Gabriella Guarisco, docente ashanno un pericoloso impatto sul sociato di Restauro presso il Diparterritorio con inevitabili ricadute timento di Progettazione dell’Aranche sulle condizioni dei monuchitettura del Politecnico di Milamenti? Questa è una contraddino, che per affrontare il problezione palese a tutti, ma ve ne soma invoca innanzitutto un camno altre forse meno evidenti a chi bio di mentalità. non è del settore. Professoressa Guarisco, cosa Per esempio? sta accadendo ai beni cultuPrendiamo l’attuale Codice dei rali nel nostro Paese? Beni Culturali, approvato nel La prima espressione che mi vie2004, che all’articolo 34 dà una ne in mente per spiegare il feno[ CASA DEI GLADIATORI, POMPEI ]
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definizione di restauro molto precisa: «l’intervento diretto sulla cosa volto a mantenerne l’integrità materiale e ad assicurare la conservazione e la protezione dei suoi valori culturali». Ebbene
vale la pena sottolineare come fin troppo spesso le Soprintendenze, gli enti di Stato preposti alla tutela, non intervengano a favore di quella “conservazione” ormai sancita a chiare lettere dal
PARADOSSI ITALIANI
{
GLI AFFRESCHI SPLENDONO MA LA STRUTTURA CROLLA
}
Stefano Della Torre è ingegnere, professore presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia dell’Ambiente Costruito. A lui abbiamo chiesto di spiegare cosa c’è che non va nel sistema di manutenzione dei beni culturali. Che di prevenzione se ne faccia poca è evidente a tutti. Dove si inceppa il meccanismo della diagnosi e della cura? Nella tutela del patrimonio storico monumentale accade un po’ quello che si dice avvenga in medicina: gli esami diagnostici sono in alcuni casi troppi, in altri troppo pochi. Manca un piano di monitoraggio ben organizzato che ottimizzi i costi e i benefici della diagnosi. È solo una questione di organizzazione se i monumenti cadono a pezzi? No, i problemi sono anche altri. Andrebbero rimossi ostacoli di natura legale e culturale. Partiamo da quelli legali. Per poter garantire la tutela dei beni culturali si dovrebbe rendere obbligatorio per legge il consolidamento strutturale quando si effettua il restauro artistico. È paradossale che con i terremoti crollino chiese o edifici i cui affreschi erano stati da poco rimessi a nuovo. Così è accaduto per la cupola della Chiesa delle Anime Sante a L’Aquila, distrutta insieme alle decorazioni da poco restaurate. Fino a quando le Soprintendenze non avranno il potere di imporre perentoriamen-
[ CHIESA DELLE ANIME SANTE, L’AQUILA ]
Codice, ma preferiscano interventi di ripristino, cosiddetti “ora per allora”, ricostruzioni filologiche del tipo “dov’era, com’era”. Fanno storia il campanile di San Marco a Venezia, il Duo-
mo di Messina, il Duomo di Gemona in Friuli, il Teatro Petruzzelli di Bari, fino alla Cattedrale di Noto, sottoposta ad accurati monitoraggi e rilevamenti che durarono anni e, infine, rifatta so-
te l’adeguamento strutturale dei monumenti che ospitano restauri artistici, ci troveremo a ogni nuovo sisma nelle stesse condizioni. Anche perché le conoscenze sulla reazione degli edifici al sisma che abbiamo oggi, rispetto a quelle che avevamo all’epoca del terremoto del Friuli quando ero studente, ci permettono di conoscere il livello di resistenza degli edifici e di intervenire di conseguenza. Passiamo alle questioni culturali. Cosa andrebbe cambiato? Bisognerebbe trasferire nell’ambito dei monumenti storici quelle pratiche molto diffuse nei musei che vanno sotto il nome di “conservazione preventiva”. Una manutenzione continua dell’opera che eviti il drastico deterioramento al quale è difficile rimediare. Ma la manutenzione costa... A conti fatti costa molto meno che intervenire a danno già fatto. Un restauro dopo quindici anni deve essere rifatto, mentre qualunque monumento può essere preservato molto più a lungo se accuratamente monitorato e curato. E poi gli interventi di ordinaria manutenzione potrebbero essere svolti da piccole imprese locali, con ricadute positive sull’economia della zona. Come potrebbe migliorare la situazione? L’obiettivo deve essere quello di evitare la
lo apparentemente com’era. Perché è così critica nei confronti del “dov’era, com’era”? Il cosiddetto “dov’era, com’era”, che fa regolarmente la sua comparsa sui quotidiani e altri media quando si parla di ricostruzione, fu coniato dallo storico dell’arte Corrado Ricci sul Corriere della Sera nel luglio del 1902 per il restauro del campanile di San Marco a Venezia. Ma il bel motto, da subito, si rivelò una falsità. Sì, lo si ricostruì “dov’era”, e questo accade nella maggior parte dei casi citati, ma non “com’era”, in quanto le strutture vennero realizzate in cemento armato. Le espressioni “dov’era, com’era” così come “riportato all’antico splendore” sono slogan dietro i quali si nasconde il rifiuto di adeguarsi alla nuova cultura. Così an-
manutenzione sostitutiva, impegnandosi invece per la conservazione del materiale originale il più a lungo possibile. Il messaggio che deve passare è che un soffitto in legno di una villa del Cinquecento può essere mantenuto integro se ben curato, non c’è bisogno di cambiarlo o, peggio ancora, di rifarlo “come era” utilizzando materiali dei giorni nostri. Ancora una volta la questione richiede di cambiare una mentalità che purtroppo qui da noi è dura a morire, e di ripensare le priorità. Il parroco della chiesa danneggiata dovrà accettare che prima dei dipinti bisogna dedicarsi al consolidamento della struttura.
diamo avanti a riprodurre e non riusciamo ad uscirne: non abbiamo più una pietra antica al suo posto e non abbiamo neanche nuove architetture che possano chiamarsi tali. Ma se non ripristiniamo i monumenti, ai turisti cosa facciamo vedere? Il paradosso è che propiniamo giornalmente a turisti distratti un patrimonio rifatto che non siamo neanche capaci di mantenere in vita e valorizzare. In Francia, ovunque vai, ci sono targhe, pannelli, depliant che ti dicono che i restauri sono stati fatti nel tal periodo da riconosciuti protagonisti, come Eugène Viollet-le-Duc che è ormai un eroe nazionale. E da noi? È già tanto se cito Camillo Boito e qualcuno ne sa qualcosa. Non sappiamo valorizzare il vecchio e con il nuovo non ci proviamo neanche. Eppure il bene culturale non andrebbe tutelato solo perché bello e antico, ma per la testimonianza storica che rappresenta, anche se è recente. È così? Anche in questo caso lo scollamento tra attività di ricerca e azioni istituzionali e di controllo è evidente. Negli anni Ottanta partecipai come uditore a innumerevoli riunioni presso la sezione milanese dell’IN/ARCH (Istituto Nazionale di Architettura) alla fine delle quali venne redatto un documento che chiedeva che le » [ RESTAURI NELLA CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA, SIENA ]
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architetture moderne, ossia del Novecento, potessero essere vincolate prima della morte del progettista. Tra queste rientrava il famoso caso dell’Istituto Marchiondi, progettato da Vittorio Viganò alla fine degli anni Cinquanta a Milano. Per legge quelle strutture non potevano essere sottoposte a vincolo se non al superamento del cinquantesimo anno dalla data di costruzione e comunque dopo la morte del progettista appunto. Come risultato, a distanza di più di vent’anni da quel Manifesto per l’Architettura Moderna e Contemporanea, oggi abbiamo che gli anni per il decre-
to di vincolo sono diventati settanta! Insomma, i beni culturali “recenti” sono solo un oneroso fardello del quale disfarsi il prima possibile: senza investimenti, senza manutenzione, senza alcuna attenzione a quelli che, di contro, sono i monumenti a noi più vicini temporalmente, ma altrettanto significativi e importanti per la storia culturale del nostro Paese. Esiste quindi una sorta di “boicottaggio” dell’architettura moderna? Esiste una diffidenza verso il nuovo che si mostra in varie circostanze. Dall’ostinata scelta delle Soprintendenze di ricostruire, do-
po i crolli, secondo i criteri del “dov’era, com’era”, alle interferenze che queste esercitano sulle nuove costruzioni. Negando nuove forme di progettazione architettonica sono state approvate tutte quelle architetture che stilisticamente e tipologicamente appestano il nostro Bel Paese: nuove, ma simil-antiche, tutte più o meno uguali, tutte con gli stessi materiali nuovi, ma apparentemente datati. Basti un caso per tutti, già spesso denunciato, quello dei villaggi turistici in Sardegna... Se il nuovo è trascurato e poco apprezzato, non è certo a favore del “vecchio” »
L’insostenibile peso economico dei TERREMOTI
Dall’Unità d’Italia a oggi si sono contati 35 disastri sismici con devastante impatto distruttivo. Nessuno di intensità particolarmente elevata: le scosse di magnitudo 7, con cui convivono giapponesi e californiani, nel nostro Paese sono assai rare, con un episodio ogni secolo. Le conseguenze dei terremoti, però, sono ugualmente disastrose: la Protezione Civile ha calcolato, per esempio, che il sisma del 1997 che coinvolse Umbria e Marche provocò un danno economico di circa 10 miliardi di euro, confrontabile con quello della California del 1989 (14.5 miliardi di dollari), malgrado fosse caratterizzato da un’energia circa 30 volte inferiore.
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[ PAGANICA, L’AQUILA ]
[ SAN FELICE SUL PANARO, MODENA ]
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La mancata prevenzione è la causa di tanti danni. Ne sono convinti Emanuela Guidoboni e Gianluca Valensise dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che, nel volume Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli ultimi 150 anni edito dalla Bononia University Press, hanno fatto un bilancio di quanto ci sono costati gli interventi a danno oramai fatto. Campeggia su tutti il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009: per ricostruire L’Aquila e gli altri Paesi colpiti sono stati stimati 10 miliardi di euro e dieci anni di lavori. Ma perché crollano i palazzi? Il problema è che «le attuali norme antisismiche sono vincolanti solo per l’edilizia di nuova co-
struzione e, dunque, non risolvono completamente il problema. Infatti, l’Italia ha un patrimonio edilizio storico che comprende oltre il 65% del costruito attuale», spiegano i due autori del volume. Eppure le tecniche per proteggere anche i monumenti e gli edifici storici sono ben note agli ingegneri. Dispositivi e sensori che intervengono bilanciando la struttura nel corso del terremoto, dissipatori capaci - sotto l’azione sismica - di assorbire grandi quantità di energia, materiali in acciaio che si deformano quando soggetti a sollecitazioni esterne per poi riprendere la forma originale. Particolarmente indicata per la salvaguardia degli edifici storici sembra la struttura di isolamento sismico brevettata dall’Enea e dal Politecnico di Torino, una sorta di piattaforma isolata che può essere inserita sotto al piano di posa delle fondazioni. Tubi orizzontali spinti alla base dell’edificio permettono di separarlo dal terreno senza modificarne in alcun modo le caratteristiche architettoniche. Questa tecnologia è stata proposta per l’adeguamento sismico degli edifici storici dell’Aquila.
[ DIPINTI DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DEL SALICE, ALBERONE DI CENTO, FERRARA ]
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Anche i monumenti soffrono per il clima Se il Nord Europa dovrà temere l’erosione dei suoi monumenti in marmo a causa delle aumentate precipitazioni che ogni anno consumano uno spessore di 35 micron di superficie, i Paesi del Mediterraneo dovranno preoccuparsi soprattutto per gli effetti nocivi delle radiazioni solari sulle pietre. La scienza avverte che molti monumenti classici, quali i templi di Agrigento e le facciate di chiese rinascimentali e barocche, subiranno “decoesione e alveolizzazione”. Che tradotto in linguaggio profano significa che il materiale si disgrega fino addirit-
tura a polverizzarsi. È quanto emerge dai risultati del progetto “Noah’s Ark” finanziato nel 2007 dalla Commissione Europea. Un’analisi approfondita e dettagliata delle conseguenze dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale in cui ha avuto un ruolo da protagonista l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (l’Isac) del Cnr di Bologna. I dati sono stati raccolti in un Atlante che indica, zona per zona, i rischi maggiori. In tutta Europa si assisterà a un incremento generale del fenomeno di cristallizzazione di sali che si verifica quando l’umidità relativa è inferiore al 75,5%, cioè nei periodi di siccità che saranno sempre più lunghi. È un fenomeno particolarmente pericoloso che può provocare fratture tali da compromettere seriamente l’integrità dell’opera. Secondo l’Atlante i più colpiti
I beni che perdiamo: agricoltura e urbanizzazione li minacciano In Italia è noto solo il 10% del patrimonio archeologico. La mappatura eseguita dal Sistema Informativo Territoriale del Cnr ci dice che c’è un tesoro immenso sommerso sotto i campi agricoli e le colate di cemento, abbandonato alle minacce degli scavi clandestini e dei fenomeni naturali. A Neviano, in provincia di Lecce, il 94% delle ricchezze archeologiche non è mai stato ufficialmente censito. Ignorato dalla bibliografia è però anche il 55% dei siti nell’area a nordovest di Roma. «Molti luoghi di interesse citati in fonti scritte oggi sono scomparsi: esemplare la via Prenestina dove solo 245 su 856 presenze archeologiche rilevate nel 1970 sono scampate alle opere di urbanizzazione», commenta Marcello Guaitoli, ricercatore dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Cnr (Ibam-Cnr) e docente presso l’Università del Salento. A minacciare i siti sono soprattutto i lavori agricoli, in secondo luogo le infrastrutture industriali e urbane e, in ultimo, gli scavi clandestini e i fenomeni naturali. A Viterbo 1.342 aree di interesse archeologico su un totale di 2.256 sono state compromesse dall’agricoltura. In termini economici la perdita di questo patrimonio ci costa un punto percentuale di Pil. Ce lo possiamo permettere?
saranno gli edifici gotici in pietra morbida, porosa, molto lavorata. I cambiamenti delle temperature e gli andamenti delle piogge influiranno sugli organismi biologici (licheni, alghe e batteri) che ricoprono i nostri monumenti, provocando danni non solo estetici. Il problema riguarderà l’Europa centrale e settentrionale, ma non quella meridionale. Nel Mediterraneo molti danni potranno derivare dal termoclastismo, ossia le drastiche escursioni termiche che minacciano i monumenti in pietra, in particolare quelli in marmo, provocando letali microfratture. Oltre a tutto ciò, «La scienza avverte: si devono agi cambiamenti climatici giungere gli efminacciano il patrimonio fetti sempre più culturale. Ma il pericolo pesanti dell’inarriva anche da agricoltura quinamento ate urbanizzazione» mosferico. SETTEMBRE 2012
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che soffre delle stesse disattenzioni. Quanto conosciamo del nostro patrimonio e quali sono le minacce più pericolose per i nostri monumenti? Dal punto di vista istituzionale, ovvero per quanto riguarda l’attività di tutela, di censimento e di intervento sui nostri beni culturali, le nostre Soprintendenze hanno il quadro che ritengo esaustivo del patrimonio vincolato. Il problema serissimo si pone per gli edifici non vincolati e per il paesaggio, molto spesso succubi di strategie territoriali assolutamente disattente al quadro preesistente. Per quanto riguarda i rischi maggiori vorrei ricor-
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dare che c’è un’ampia documentazione scientifica raccolta dall’Unesco nell’Encyclopedia of life support systems (www.eolss.net, ndr) sugli effetti della mutata situazione bioclimatica sui beni culturali, e non solo. Tenuto conto dell’effetto serra e dei relativi mutamenti climatici, la sostenibilità globale è oggi l’obiettivo da raggiungere con la tutela delle biodiversità e tra queste i singoli beni culturali presenti nel mondo. Qui da noi, in modo imperterrito, si continua a far finta che nulla sia mutato e la mancata manutenzione è all’origine della maggior parte dei danni che giornalmente si contano.
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[ COLOSSEO, ROMA ]
[ TEMPIO DELLA CONCORDIA, AGRIGENTO ]
[ CATTEDRALE DI NOTO, SICILIA ]
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[ SALA DELLA LUPA, PALAZZO MONTECITORIO, ROMA ]
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LA CULTURA NON PAGA
La cultura attira le persone ma non i soldi. Il numero dei visitatori di musei, monumenti e aree archeologiche italiane è arrivato nel 2011 a quaranta milioni, il 7,5% in più dell’anno precedente. Secondo il Rapporto di Federculture 2012 Cultura e sviluppo. La scelta per salvare l’Italia, però, l’andamento dei finanziamenti non ha seguito lo stesso passo. Anzi, il bilancio del Ministero dei Beni Culturali è diminuito del 36,4%, arrivando nel 2011 a 1.425 milioni di euro contro i 2.100 del 2001. Alla cultura viene destinato lo 0,11% del Pil. I PIÙ AMATI: I MONUMENTI PIÙ VISITATI NEL 2011 Museo/Monumento Numero Totale introiti visitatori in euro Colosseo, Palatino e Foro Romano 5.391.978 36.285.097,50 Scavi Vecchi e Nuovi di Pompei 2.329.375 17.735.946,20 Dati del Servizio I - Affari Generali, Sistemi Informativi, Tecnologie Innovative Ufficio di Statistica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2012.
valori che restano
Questo piccolo tesoro può fare qualcosa di veramente speciale!
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ANGELI IN DIVISA «Un corpo specializzato, quello del 31° Stormo, che svolge due compiti importanti e in apparenza poco affini: il trasporto delle cinque cariche più importanti dello Stato e delicatissime missioni di trasferimento sanitario. 24 ore su 24, al servizio di tutti i cittadini, anche all’estero lì dove è necessario» [ ATTUALITÀ DI PICCI
“A
MANZARI ]
ngeli in tuta” li hanno definiti. La tuta è quella verde dei piloti di aerei militari. Ad arricchirla le ali, emblema dell’Aeronautica militare, e i segni multicolori delle operazioni svolte. Gli angeli sono loro: quelli del 31° Stormo. Un corpo selezionato che svolge due compiti importanti e in apparenza poco affini. Da un lato il trasporto delle cinque più alte cariche
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dello Stato: Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera, del Consiglio, della Corte Costituzionale e altri importanti membri del Governo in missione, compresi i trasporti a breve raggio del Papa. Dall’altro l’impegno, 24 ore su 24, al servizio di tutti i cittadini italiani in missioni dedicate al trasporto sanitario, assistenza e protezione civile d’urgenza sul territorio italiano e laddo-
ve la persona è intrasportabile con aerei di linea anche all’estero. Un gruppo di uomini che veglia su di noi e lo fa così bene da essersi guadagnato numerosi riconoscimenti. La base operativa dello Stormo è a Ciampino, aeroporto alle porte di Roma. Quartier generale una palazzina quadrata, davanti un pennone con la bandiera italiana. Dietro, off limit la zona dedicata agli aerei, le strutture per ospitare gli equipaggi, le sale operative, gli hangar di custodia e riparazione. Solo il controllo all’accesso la separa dal movimento costante dell’adiacente aeroporto di Ciampino e le piste. Siamo andati a vedere come lavorano e a porre qualche domanda al Colonnello Girolamo Iadicicco. Comandante
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dal settembre 2011, con il 31° Stormo ha cominciato a operare come giovane pilota di squadriglia, diventando in seguito Comandate dell’unità base: il reparto che si occupa dei piloti, degli specialisti e dei mezzi aerei. Il 31° Stormo da quante persone è composto e quali sono le modalità delle vostre missioni? Siamo circa 800 a Ciampino, fra piloti, tecnici e assistenti di volo, meccanici e addetti vari. A parte l’attività di trasporto delle cariche istituzionali dello Stato, lo Stormo è a disposizione dell’intera comunità nazionale, tutti i giorni dell’anno per 24 ore. Ci sono sempre, per cittadini che necessitino un trasporto urgente e tempestivo presso un adeguato luogo di cura, due aerei e il loro equipaggio pronti a partire in meno di due ore. Gli interventi sono molteplici. Persone in attesa di un trapianto e per cui si è reso disponibile l’organo tanto aspettato o chi è in imminente pericolo di vita. Dai bimbi prematuri che trasportiamo in incubatrice ai traumatizzati gravi per incidenti di ogni tipo. È una lotta contro il tempo, «Il personale del 31° Stormo perché anche se viagsi forma principalmente giamo senza passegall’Accademia Aeronautica geri ma solo per andadi Pozzuoli, a cui si accede re a prendere degli ordopo aver superato un gani, si tratta di parti concorso di ammissione» vitali con una “scaden-
za” da rispettare. A volte lavoriamo con gli elicotteri del 15° Stormo che svolge compiti di Search and Rescue (Ricerca e Soccorso) nel territorio nazionale, nelle acque territoriali e internazionali intorno l’Italia e di cooperazione e intervento a favore della popolazione civile in caso di calamità. Un’attività fatta di contrasti la vostra. Aerei con le performances più avanzate. Decine di monitor digitali che controllano tutto nella sala del Comando e in cabina di volo. Figure in tuta super addestrate ed efficienti e corpi sofferenti in barella o incubatrice che necessitano di comprensione e disponibilità. Funzioni non facili da gestire. Come ci si riesce? Spesso ci si focalizza sulla tecnologia avanzata dell’aereo, ma senza l’equipaggio si riuscirebbe a ben poco. Lavoriamo in situazioni estreme, con gente che a volte non ha mai volato e vive situazioni di apprensione e disagio unite alla lotta contro il tempo e la propria patologia. Essenziale l’impegno e la coesione delle quattro persone che compongono il personale di volo: il primo e il secondo pilota, entrambi ufficiali, e il tecnico e l’assistente di volo, sottoufficiali. Equipaggi che ruotano secondo i vari turni ma con visioni e finalità comuni. Gli ufficiali si formano all’Accademia di Pozzuoli; i sottoufficiali presso la Scuola Sottoufficiali di Caserta per poi seguire particolari corsi formativi al volo. L’addestramento ricevuto non genera di per sé umanità verso le persone e la capacità di relazionarsi con loro. Semmai senso del dovere, attaccamento alla Patria, etica dell’Aviatore, capacità decisionale, orgoglio di ap-
partenenza alle Istituzioni dello Stato, fierezza per quanto si fa e per come lo si realizza. A questi si aggiungono i valori di comprensione e altruismo che caratterizzano la formazione interiore delle Forze Armate Italiane, peculiarità indispensabili in chi farà parte del nostro Stormo. Dove si forma chi appartiene al 31° Stormo? Principalmente all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli a cui si accede dopo aver terminato le scuole superiori, liceo, istituto tecnico, ecc. e aver superato un concorso di ammissione. Chi lo passa accede alle selezioni per diversi ruoli: piloti, ingegneri, commissari che si occupano dell’amministrazione, medici, ecc. Occorrono anche dei requisiti fisici. In particolare per i piloti. I giovani ammessi vivono in Accademia dove seguono corsi militari specifici e, in parallelo, frequentano le varie facoltà all’Università Federico II di Napoli. Gli esami sono quindi doppi e quelli dell’Accademia molto costanti e selettivi. Non si può scegliere la sessione e ripresentarsi più volte. Non esistono i “fuori corso”. Visto che la loro formazione è a carico dello Stato bisogna diplomarsi nei tempi previsti e gli esami da sostenere e superare non sono mai meno di una decina all’anno. Ci sono poi gli esami della formazione per i piloti. Volare non è naturale e non tutti sono in grado. Dopo la diciottesima missione di addestramento al volo c’è la prova. Se non si supera, non c’è appello. Per chi è in Accademia fino alla fine del terzo anno, quando si indosseranno i gradi di Sottotenente, c’è sempre il rischio di essere dimesso. Come si avvia e svolge un intervento? Per la particolarità dei com- »
13.500 circa
5.000
1.000
sono state le sortite del 31° Stormo in 10 anni, per circa 16.000 ore di volo.
i pazienti trasportati dal 2002 ad oggi insieme a 8.000 tra medici, infermieri ed équipè.
le missioni effettuate nel solo 2011 per un totale di 1.400 ore di volo e 400 pazienti trasportati. SETTEMBRE 2012
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[ IL 31° STORMO DISPONE DI DUE DASSAULT FALCON 50 CON DUE BARELLE, DUE DASSAULT FALCON 900 EASY, PIÙ GRANDI E IN GRADO DI OSPITARE TRE BARELLE, TRE AIRBUS 319 CJ NON BARELLATI MA CON SPAZIO PER MOLTE PERSONE; TRE FALCON 50 EX SONO DEDICATI AL TRASPORTO DI STATO. I FALCON DEI VOLI POSSONO OPERARE IN CONDIZIONI METEO ESTREME E SU LUNGHE DISTANZE. ]
piti assegnati, pur permanendo alle dirette dipendenze del Comando della Squadra Aerea, il 31° Stormo è posto sotto il controllo operativo dello Stato Maggiore dell’Aeronautica. Qui una Sala Situazioni, attiva sulle 24 ore, coordina tutte le attività di trasporto aereo per esigenze di Stato, sanitarie e umanitarie. La richiesta di intervento arriva dall’ospedale o da altri enti alla Prefettura che la gira alla Sala Situazioni dello Sma (Stato Maggiore Aeronautica). Questa valuta la richiesta, la gravità, le caratteristiche e la indirizza al Reparto operativo più idoneo. Se, ad esempio, c’è la necessità di imbarcare la persona e l’ambulanza che la trasporta, si rende operativa la 46a Brigata ae-
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rea, in grado sugli aerei 130 di trasportare entrambe. Se il volo è su corto raggio, vedi dalla piazzola di sosta di un ospedale a un altro, entra in attività il 15° Stormo con gli elicotteri. Entrambe hanno equipaggi “in prontezza” sull’arco delle 24 ore. Come noi del 31° Stormo che, quando la richiesta arriva alla nostra sala operativa, siamo in grado di far partire un aereo entro due ore. Quasi sempre prima. Quali le maggiori difficoltà da risolvere? Trattandosi di un’attività operativa non si sa mai quello che può capitare. Vi possono essere difficoltà sulla certificazione. Infatti, per salire sull’aereo, le persone devono essere in possesso di un
INTERVISTA AL CAPITANO IDA CASETTI
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l Capitano Ida Casetti, una dei due ufficiali “rosa” insieme al capitano Palombi, secondo pilota è anche incaricata della comunicazione. Ci ha accompagnato a visitare gli aerei pronti in pista per ogni evenienza, mostrandoci allestimenti interni e strumentazioni. Ne abbiamo approfittato per farle qualche domanda. Come si svolge una missione? I nostri turni di reperibilità sono di 24 ore. Quando arriva la chiamata operativa l’equipaggio si riunisce, valuta il compito da portare a termine e si organizza, vagliando anche le difficoltà. Ci può essere un aeroporto di destinazione che la notte chiude e così bisogna sceglierne un altro, sia per accogliere che per far arrivare chi è in situazione di emergenza. Poi si decolla. Ero appena arrivata allo Stormo quando si rese necessario trasportare una bimba nata con serie problematiche. Il padre accompagnava la culla e prima del decollo si affacciò in cabina dicendo: «Mi raccomando, avete a bordo mia figlia». Restai colpita e commossa dall’atteggiamento di fiducia e spe-
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certificato di trasportabilità e di un altro che attesti che non si abbiano malattie contagiose. Altri derivano dai tempi ristretti. Occorre coordinare la task, cioè il compito da svolgere, organizzare l’equipaggio, preparare l’ordine di missione, coordinare i rifornimenti di carburante se le distanze sono lunghe. Preoccupazioni possono derivare dai tempi di coordinamento: ad esempio, l’ambulanza che porta o viene a prendere il paziente che ritarda. Oppure dalla difficoltà di andare a prendere un connazionale in luoghi remoti extra-europei che pre-
sentano difficoltà di atterraggio e decollo o non riescono a fornire il supporto tecnico necessario. Ma i nostri equipaggi sono abituati ad affrontare le incognite. Di tante missioni di aiuto ai civili realizzate è rimasto qualcosa? I tempi sono concisi, ma il rapporto empatico intenso che nasce nelle missioni dura a lungo. Riceviamo ancora per Natale gli auguri di persone trasportate perfino dieci anni fa. Gente grata e consapevole di aver conservato la vita grazie al volo fatto con noi.
ranza di questo neo-padre. Mi ricordo che decollai con le lacrime agli occhi. Noi non siamo medici. Non salviamo la vita direttamente, ma siamo parte di una catena e ne siamo consapevoli. È questo a coinvolgerci e la sera siamo contenti di quanto abbiamo fatto. Come è arrivata a essere pilota e allo Stormo. Studiavo lingue e volevo fare l’interprete poi, per caso, mentre cercavo dove rivolgermi per andare in Spagna come ragazza alla pari ho trovato un dépliant dell’Accademia e ho pensato: «Proviamo, perché no?». Eravamo oltre 13.000 per 80 posti. Sono arrivata sesta e ho cominciato. Mi sono appassionata sempre più. Ho seguito il corso di pilotaggio e tutto è andato bene. Il lavoro mi appaga e per fortuna il mio compagno è un pilota. Accetta orari così impegnativi e il fatto di essere a disposizione delle chiamate del Comando. Certo quando ci sarà un bambino... ma cercheremo di risolvere anche in questo caso. Volare per salvare qualcuno è troppo importante per rinunciarvi.
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[ ATTUALITÀ DI ILARIA ROMANO ]
SENZA IDENTITÀ nel limbo dei Cie «Istituiti nel 1998 con la denominazione di Centri di Permanenza Temporanea ed Assistenza, sono diventati Centri di Identificazione ed Espulsione nel 2008 senza, però, modificare il loro scopo: ospitare gli immigrati che, privi del permesso di soggiorno, devono essere identificati»
1 miliardo
500mila
13 i Cie
di euro circa la spesa sostenuta dall’Italia, dal 1999 al 2011, per le politiche d’espulsione.
sono i cittadini stranieri “irregolari” attualmente presenti nel nostro Paese.
Fonte: Rapp. “Lampedusa non è un’isola”
Fonte: Medici per i Diritti Umani
in Italia: a Bari P., Brindisi, Bologna, Caltanissetta, Crotone, Gradisca d’Isonzo, Lamezia T., Milano, Modena, Roma, Torino e Trapani. SETTEMBRE 2012
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mitorio e i cortili di cemento, doonte Galeria è uno dei treve l’unica nota di colore sono i dici Centri di Identificaziopanni stesi ad asciugare sulle grane ed Espulsione presenti te. Al momento ci sono circa 150 in Italia, un luogo in cui non ci sopersone in attesa di capire se e no detenuti ma “ospiti”, in cui quando saranno espulse dall’Itanon si sconta una pena ma si lia. Sono arrivate dalla Tunisia, aspetta di essere identificati perdalla Libia, dal Senegal, dal Banché non si ha un permesso di soggladesh ma anche dalla Russia, giorno. Si trova nei pressi della dall’Ucraina, Nuova Fiera di dall’Albania, Roma, in una e l’elemento periferia isolain comune è ta e dimenti«In queste il fatto di cata dal resto strutture non avere i del territorio uomini e documenti urbano, cirdonne vivono in regola per condato da inseparati. lo Stato ItaUnico ferriate e telecompagno liano: questo camere di siil tempo, però non è curezza. Coche non un reato di me gli altri passa mai» per sé, ma centri, anche un’irregolariPonte Galeria tà amminiè gestito alstrativa, col’interno da me sancito dalla Corte di Giustiun ente privato, la Cooperativa zia Europea che aveva bocciato Auxilium, che nel 2010 si è agl’istituzione in Italia del cosidgiudicata la gara d’appalto e ha detto “reato di clandestinità”. sostituito la Croce Rossa ItaliaIl confine è molto sottile, come lo na. I suoi operatori si occupano è quello fra un carcere, dove si di garantire il cibo ai migranti sconta una pena, e un Cie, dove presenti, le cure mediche quannessuno è stato condannato, dodo necessario, la pulizia della ve nessuno è detenuto, ma dove struttura. Uomini e donne, rigotutti sono “trattenuti” in attesa di rosamente separati, trascorrono le identificazione. Un sistema comloro giornate fra le camere-dor-
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plesso che secondo associazioni ed enti che si sono occupati di queste strutture non funziona, nonostante abbia altissimi costi di gestione. Secondo i dati raccol-
ti dai Medici per i Diritti Umani, in Italia ci sono 500mila cittadini stranieri irregolari, ma dai Cie passano solo 7mila persone, una netta minoranza, appena lo 0,7%
{ “LasciateCIEentrare” } LA CAMPAGNA
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on è facile raccontare dall’interno i Centri di Identificazione ed Espulsione, a causa delle difficoltà di accesso per i mezzi di informazione. Per questo il 25 luglio del 2011 un gruppo di avvocati, giornalisti, sindacalisti e associazioni che si occupano dei migranti hanno lanciato una campagna di mobilitazione che si chiama LasciateCIEntrare (http://www.openaccessnow.eu/it/) e che ad un anno di distanza, lo scorso 19 luglio, ha vinto il premio Giuntella per la libertà di Informazione, assegnato dall’associazione “Articolo 21”. Grazie alla mobilitazione collettiva, è stato possibile far conoscere le tante storie di coloro che sono transitati o che si trovano ancora all’interno di un Centro di Identificazione ed Espulsione.
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I numeri di Ponte Galeria e dei Cie in Italia
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l Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria opera dal 1998, quando la Legge 40, la “Turco-Napolitano”, istituisce in quell’anno i Centri di Permanenza Temporanea ed Assistenza, i Cpta, che poi diventeranno Cie soltanto nel 2008, con il Decreto legge n° 92 del 23 maggio. Inizialmente il tempo massimo di permanenza era di 60 giorni; nel 2009 è diventato di sei mesi, nel 2011 è passato agli attuali 18 mesi. L’anno scorso sono transitate dal centro poco più di duemila persone, ma solo 802 sono state effettivamente rimpatriate. I posti letto disponibili sono 360 e, attualmente, circa 150 sono occupati. In Italia esistono altri 12 centri oltre a quello della Capitale: a Bari Palese, nell’area aeroportuale, a Brindisi, Bologna, Caltanissetta, Lamezia Terme, Crotone, Gradisca D’Isonzo, Milano, Modena, Torino e due a Trapani.
del totale. Dati confermati anche dall’associazione “A Buon Diritto” che, nel rapporto Lampedusa non è un’isola, ha fatto una stima dei costi sostenuti dall’Italia dal 1999 al 2011 per le politiche di espulsione dei migranti: quasi un miliardo di euro. Nello stesso documento si legge che, ad esempio, il costo complessivo per la realizzazione del Cie di Torino è stato di 14 milioni di euro. Una spesa ingente che non ha risolto la questione, come testimonia il fatto che spesso la stessa persona, che non riesce ad essere identificata durante la permanenza nel centro, viene rimessa in libertà dopo continue proroghe da trenta giorni l’una, per un massimo di 18 mesi, a patto che entro sette giorni lasci volontariamente il nostro Paese. Se questo non avviene, come nella maggior parte dei casi, la situazione di irregolarità non si risolve, e il cittadino resta senza documenti fino al prossimo fermo. È il caso di F., una donna di origini marocchine che si trova ora a Ponte Galeria per la terza volta in pochi anni: nonostante tre passaggi in un centro di identificazione continua ad essere fermata per lo stesso motivo, non
glese, come è capitato fra i citha documenti e non può dimotadini del Centro Africa fuggiti strare la sua identità. Nessun dalla guerra in Libia, dove lavodatore di lavoro l’ha assunta reravano regolarmente da anni. golarmente, e per questo la sua Le storie che si incontrano fra le domanda di permesso di sogsbarre di un Centro di Identifigiorno non è stata mai accolta. cazione ed Espulsione sono per Certo, come confermano anla maggior parte storie di dispeche gli operatori sociali che larazione: ci sono donne fermavorano a Ponte Galeria, in cote senza permesso di soggiorno, ordinamento anche con il Gache poi si rante dei detescopre essenuti del Lazio, re vittime di dare un’identità «È difficile dare tratta, porcerta ad una un’identità tate in quepersona che ad una persona sto Paese non può dimoche non può con la forza strare nulla di sé dimostrare o con l’inè cosa complesnulla di sé: in Italia ganno da sa: non tutti i non tutti i Consolati organizzaPaesi con i rioffrono la loro zioni crimispettivi consolacollaborazione» nali che le ti in Italia collaprivano dei borano a questa passaporti impresa, e duper costringerle alla strada. È il rante la permanenza nel Cie docaso di tante ragazze nigeriane vrebbe essere il diretto interesche, come segnalano anche gli sato a produrre prove della sua operatori della Cooperativa Auidentità, ma da recluso non può xilium, hanno subito violenze di farlo e spesso non sa neanche ogni genere eppure rischiano coa chi rivolgersi, perché non comunque l’espulsione, con tutti i nosce la legge e non tutti gli pericoli che potrebbe comporavvocati che vengono assegnatare il rientro nel loro Paese, soti d’ufficio sono in grado di coprattutto per le persone di relimunicare con i loro assistiti; spegione cattolica, ultimamente vitcialmente se sono appena arritime di persecuzioni e attentati. vati e non parlano italiano o in-
La struttura offre i servizi minimi per sopravvivere, e tutto è affidato alla buona volontà di chi opera all’interno: ogni giorno vengono distribuiti tre pasti, che possono essere consumati sulle panche dei cortili di cemento, sotto il sole cocente, oppure all’interno delle stanze, sul proprio letto, perché non ci sono sedie a disposizione. Sono questi i momenti che scandiscono giornate vuote e tutte uguali, in cui qualsiasi attività sociale, lavorativa o formativa è impossibile: ogni oggetto è potenzialmente pericoloso, perciò vietato, perché spesso a Ponte Galeria come in altri centri italiani ci sono stati atti di autolesionismo dettati dalla disperazione. Dunque, non si possono portare scarpe con i lacci, le lenzuola sono di carta, le bottiglie d’acqua devono restare aperte e senza tappi, non si possono avere specchi, o spazzole per capelli, né un libro da leggere. Un dato - anche per tutti i parlamentari che negli ultimi anni hanno cominciato a visitare queste strutture - è proprio l’inattività che le caratterizza, rendendole luoghi di tensione sociale, anziché presidi di legalità e garanzia di diritti per tutti. SETTEMBRE 2012
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L’ATTORE AMERICANO SI È SEMPRE CONTRADDISTINTO PER LA SUA VERSATILITÀ RIUSCENDO A INTERPRETARE CON NATURALEZZA SIA LA COMMEDIA SIA IL GENERE DRAMMATICO. NEL SUO ULTIMO LAVORO, LORAX - IL GUARDIANO DELLA FORESTA, PRESTA LA VOCE AL PROTAGONISTA DI UNA FAVOLA IN DIFESA DELL’AMBIENTE, TEMA A LUI MOLTO CARO
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IRONICO, CAUSTICO, BUFFO MA DI GRANDE TALENTO E ORA, AMBIENTALISTA CONVINTO PRONTO A DIFENDERE IL PIANETA
DI ALESSANDRA MICCINESI
DE VITO
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al perfido Pinguino di Batman Returns all’improbabile fratello gemello di Schwarzenegger in Junior, passando per il lungimirante avvocato di coppia de La guerra dei Roses. Se ogni voce corrisponde a una faccia, quella di Danny De Vito ogni volta è congeniale al perso-
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naggio che interpreta: piglio grottesco, spiazzante o vagamente clownesco. In una parola? Versatile. L’attore statunitense, dalla taglia small ma dal talento extra large, è noto al pubblico italiano per la fisionomia buffa e l’ironia caustica. Caratteristiche che lo hanno contraddistinto nell’affollato panora-
ma hollywoodiano e che, sommate all’intelligenza e all’acuta sensibilità, hanno elevato il “piccolo grande attore” al rango di altissimo performer. Scrittore, regista e produttore di successo, De Vito è un artista eclettico capace di vivificare caratteri dalle mille sfumature, spaziando con apparente na-
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DANNY DE VITO turalezza dalla commedia al dramma. Tra le sue mille interpretazioni spiccano almeno due grandi titoli: Qualcuno volò sul nido del cuculo e Voglia di tenerezza, entrambi premiati con l’Oscar. Ma tra una serie tv di successo (It’s always sunny in Philadelphia) e una piéce teatrale (The Sunshine boys di Neil Simon), De Vito si intrufola anche nel mondo dei cartoon. Lo aveva già fatto nel ‘97, quando aveva prestato la sua voce al buffo personaggio di Filottete nel lungometraggio animato Hercules. E ora raddoppia con Lorax - Il guardiano della foresta (uscito nei nostri cinema in estate) in cui l’attore, di origini siciliane, recita nella nostra lingua accanto al cantante Marco Mengoni e all’idolo delle ragazzine Zac Ephron, in una favola ecologica tratta dall’omonimo libro per bambini scritto e illustrato dal Dr. Seuss. Mister De Vito, come si è trovato a recitare in italiano? Ah, benissimo (esclama nella nostra lingua, ndr), non vedevo l’ora di usare la vostra fisicità: la gestualità e il vostro linguaggio del corpo mi hanno sempre affascinato, e prendere parte a questa avventura “green” mi ha divertito moltissimo. Credo che si debba essere italiani per rendere al meglio in interpretazioni di questo tipo, specie quando si tratta di conferire alla fonetica la giusta dose di energia. Quando si doppia, si dà letteralmente vita al personaggio, non si tratta solo di leggere un copione. E poi Lorax è proprio come me, piccolo e pieno di energie. Si spieghi meglio. Prestargli la voce è stato come portare a spasso un bambino di 12 anni, un gioco bellissimo. Conosceva già i libri dell’autore anglosassone noto come Dr. Seuss?
«La salvaguardia del Pianeta deve essere una priorità per tutti. Bisogna smettere di far finta di niente e impedire attivamente l’inquinamento globale»
Biografia in breve Nato nel 1944 nel New Jersey (Usa), è sposato con l’attrice Rhea Perlman e ha tre figlie
Certo, ho tre figlie (è sposato con Rhea Perlman, l’attrice con cui ha girato Mathilda 6 mitica e che collabora alla scrittura e alla produzione di cortometraggi, ndr) e quando erano più piccole mi divertivo a leggere per loro. Sono cresciute con i libri del Dr. Seuss, che ancora oggi considero delle incredibili fonti di ispirazione: Lorax, soprattutto, perché abbraccia sensibilità di varia natura. Quando lo lessi la prima volta pensavo che Seuss stesse parlando di me. È un libro profetico. In che senso? Racconta la storia dello spirito protettore degli alberi che si manifesta quando un giovane imprenditore inizia a disboscare la vallata. Il messaggio è inequivocabilmente ambientalista, solo che è stato lanciato quarant’anni fa e, già allora, la lobby industriale criticava aspramente l’autore al punto di bandire il libro in alcuni Stati, per molto tempo. Il Dr. Seuss non voleva attaccare l’industria del legno, voleva solo risvegliare le coscienze: oggi la gente pensa solo a fare più soldi. Lei come la pensa? Credo che l’uomo debba prendere dalla natura, ma anche restituire ciò che il mondo generosamente ci offre. Non bisogna essere egoisti o, peggio, sprecare le risorse, perché potrebbero essere le ultime. Serve una maggiore e acuta sensibilità di tutti al rispetto ambientale. Se inquiniamo le falde acquifere, per esempio, un bel giorno potremmo non avere più acqua potabile. Ancora oggi in America c’è chi vorrebbe le coscienze dei cittadini addormentate, ma dobbiamo impedire con tutte le nostre forze l’inquinamento globale. Bisogna combattere. Con quali strumenti? Bastano piccoli gesti. Io, per esempio, da anni guido solo auto elettriche. Per andare a lavoro, ogni mattina vado su e giù tra Hollywood e Beverly Hills a bordo della mia macchina ecologica. Ma non sappiamo quanti soldi si spendano in Usa per impedire che si acquistino queste vetture; c’è una certa resistenza anche della pubblica opinione. Credo che la gente non voglia essere svegliata, credo che preferisca continuare a dormire, con la rassicurazione che nulla di male potrà capitare. E così, le grida d’allarme sullo spreco di energia cadono nel vuoto. Per fortuna abbiamo internet e possiamo informarci. Che rapporto ha con le nuove tecnologie? Ottimo, mi piace interagire specialmente nei social network, dove tutti possono esprimere liberamente le proprie opinioni su qualunque argomento. Dobbiamo usare la tecnologia per far diventare questo pianeta un posto migliore. Lei è un veterano del grande schermo: come si relaziona con le nuove leve del cinema? Amo tantissimo lavorare con i giovani, specie se sono seri nel lavoro e si applicano con passione e devozione. È una vera e propria gioia. Sinceramente, le nuove generazioni mi entusiasmano. È come se stessimo costruendo tutti insieme una cattedrale in cui loro rappresentano i mattoni. SETTEMBRE 2012
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[ AMBIENTE DI
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GIADA VALDANNINI ]
W LA SCUOLA “VERDE”
COSTO TOTALE: 1.600.000 EURO
«Il Veneto ospita la prima struttura scolastica a misura di bambino, costruita in legno, fibre naturali e vetro»
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ettembre, tutti in classe. Ma metti in una scuola da record? Per il secondo anno, tocca agli alunni dell’Istituto comprensivo Falcone Borsellino di Calmasino, frazione di Bardolino, in provincia di Verona. Una primaria chiusa perché pericolante e ricostruita con tutti i crismi. Questo istituto, infatti, è la prima scuola “verde” d’Italia, una novità assoluta che anticipa di otto
anni la direttiva europea. Come? Con un progetto condiviso da Comune e Regione, costato 1 milione e 600mila euro, finanziato per due terzi dal Veneto. La sua peculiarità è l’ambiente bioclimatico in tutto e per tutto rispettoso dell’ambiente. È un complesso energeticamente autonomo, che si autoalimenta, costruito con legno e vetro. Grazie all’impianto geotermico può attingere aria in profondità: più calda d’inverno e fresca d’estate, il che consente alla temperatura di rimanere pressoché costante. Inoltre, l’edificio è stato concepito con un forte potere isolante che con-
voglia l’aria incanalata all’interno di pareti vetrate, pavimenti e sopra il tetto nel mantenimento di un clima sempre piacevole. Ne beneficiano ovviamente i bambini che, oltre a trovarsi tra le mani un concentrato di tecnologia e sostenibilità, possono imparare sperimentando il concetto di bene comune. Nel complesso colpiscono gli spazi ampi e luminosi e gli ambienti esterni col prato all’inglese. Nelle classi, tutte dotate di bagno autonomo, banchi e sedie sono ergonomici e regolabili per assecondare la crescita del bambino e le sue necessità. Nelle intenzioni dei costruttori - gli Al-
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legri - alla terza generazione d’imprenditori, «la scuola dev’essere un posto sano in cui apprendere e insegnare, un edificio ad alte prestazioni che affronti i temi della sostenibilità e che faccia risparmiare nei costi di gestione, liberando così risorse da investire nella formazione dei giovani». Tutto, nella mentalità di “ScuoleVerdi!”, il format cui fa riferimento l’istituto di Calmasino e che punta a estendere il concetto di “economia verde” al resto delle scuole italiane. Un po’ come avviene in diverse parti d’Europa. Per info: www.scuoleverdi.it
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regola:
IL RISPETTO
Emanuela Antolini è il dirigente scolastico dell’Istituto e, ad un anno dall’inizio di questo esperimento, le chiediamo qualche considerazione. A un anno dall’inaugurazione della prima scuola “verde” d’Italia, qual è il bilancio? Senz’altro positivo: i docenti segnalano un “benessere” relativo al “clima”, cioè alla temperatura costante in tutte le stagioni e all’aria depurata. È importante sia per problemi allergici, che in questi anni si stanno intensificando, sia per problemi respiratori frequenti nei bambini (bronchiti, asma). La struttura è costituita da legno, fibre naturali e vetro: ottimo isolante acustico che assicura agli ambienti tranquillità e silenzio. Inoltre, sono stati acquistati dei banchi ergonomici e alcuni medici hanno impostato i valori di riferimento per regolare l’altezza del banco e della sedia in base al-
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la struttura fisica di ogni bambino. Questo dovrebbe apportare benefici nella postura e alla colonna vertebrale. Oltre alla didattica convenzionale, i bambini hanno imparato qualcosa di peculiare? Hanno incentivato l’utilizzo di materiali biodegradabili e compatibili con il recupero/riciclo. Infatti, durante le feste della scuola, si utilizzano solo bicchieri e posate biodegradabili, si forniscono ai bambini cibi naturali (yogurt, frutta, verdura, niente patatine e bibite gassate) e anche per la pulizia dei locali, dal
prossimo anno scolastico, si utilizzeranno solo detersivi altamente “bio”. In ogni aula c’è un grande monitor; stiamo acquistando le Lim (lavagne interattive multimediali), fondamentali per il rinnovo della didattica, e il Comune di Bardolino ha acquistato dei Pc portatili da sistemare su carrello, in modo che ogni bambino ne abbia uno sul suo banco quando necessario. Dobbiamo ancora attivare il progetto relativo al frutteto della scuola. Ci sono regole particolari nella scuola? Ad ogni bambino è stato assegnato un banco personale che lo accompagnerà per tutto il quinquennio della scuola primaria. Ognuno, così, è responsabilizzato e invitato ad averne la massima cura. Ogni aula, poi, ha il suo bagno e i bambini sono così sempre controllati e chiamati a rispettare le regole di igiene personale.
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LUNGO LE STRADE DEL FUTURO [ AMBIENTE DI
HELLIS MARTIN ]
«Miniauto sperimentali e migliaia di chilometri che, in settantatre anni, hanno portato la “Shell Eco Marathon” dagli Stati Uniti all’Europa, fino all’Asia. Nell’edizione 2012, in Olanda, duecento squadre si sono sfidate a colpi di tecnologia, ecologia e design»
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orse è perché a vent’anni esiste solo il futuro. Hai così poca strada dietro le spalle, che t’interessa solo quella che ti si stende davanti. Chilometri di vita ancora da srotolare. In tasca, un vocabolario dove nessuno ha ancora scritto la parola limite. Vent’anni. È più facile pensare l’impensabile a vent’anni. E così tremila ragazze e ragazzi, gli ingegneri di domani e gli studenti di oggi, si sono dati appuntamento a Rotterdam, in Olanda, per presentare i veicoli costruiti con i compagni di banco o di facoltà. Prototipi e sperimentali miniauto da città. Vanno con l’energia del sole, a idrogeno, a biodiesel. Anche a benzina. Ma con un litro di carburante fanno centinaia - avete letto bene, centinaia - di chilometri. È la “Shell Eco Marathon”. Una babele allegra e colorata, una tempesta di creatività che si scatena ormai da settantatre anni. Cominciò tutto con una scommessa tra amici. Era il 1939 e negli Stati Uniti il fantasma
della Grande Crisi di dieci anni prima ancora agitava i sonni degli americani. Il ricordo del crack ronzava nelle teste come un moscone difficile da scacciare. Fu in quel momento che i giovani ricercatori della Shell di Wood River, nell’Illinois, decisero di cambiare musica. E nelle loro menti entrò un altro ronzio, ma gentile: il suono del motore di auto pensate per fare, con un solo gallone di benzina, il nu-
«L’obiettivo è coniugare la massima efficienza del motore con il minor dispendio energetico» mero più alto di chilometri che si potesse immaginare. Da allora la “Shell Eco Marathon” ne ha macinate di miglia, e tutte con l’obiettivo di inquinare il meno possibile. Alla ricerca della formula segreta per coniugare massima efficienza del motore e minor dispendio energetico.
Con 1 litro
3° posto
Il sole:
di carburante alcuni prototipi arrivano a percorrere persino centinaia di chilometri.
al Politecnico di Torino con il suo prototipo a idrogeno: 337 km con l’equivalente di 1 kWh.
un’altra energia pulita che alimenta alcune miniauto dell’eco-maratona.
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[ LA CREATIVITÀ E L’INTRAPRENDENZA DI TREMILA STUDENTI HANNO DATO VITA A COLORATE MINIAUTO STILE CARTONE ANIMATO, AUTOMOBILINE
“PANCIUTE”
O SIMILI A SILURI.
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Un’alchimia che in questi settantatre anni ha portato la “ecomaratona” dagli Stati Uniti in Europa e poi in Asia. E oggi che il futuro fa tappa a Rotterdam, per la ventottesima edizione europea della competizione, le duecento squadre in gara si sfidano a colpi di tecnologia e design. Siluri ecologici in materiali leggerissimi. Ma anche veicoli più originali, come un’automobilina squadrata, sullo stile di quella dei Flinstones: questa non si spinge coi piedi, ma è lo stesso quasi a impatto zero. E in più ha un’allegra carrozzeria a righe colorate, un po’ cartone animato e un po’ tenda da esterni. Ha saccheggiato a man bassa il mondo della fantasia anche un’altra auto sorprendentemente panciuta: potrebbe essere un elicottero senza elica, ma nella silhouette si indovina anche la balena di Pinocchio. Scopriamo che viene da Maranello. «Il nostro professore ama le forme della natura», ci dice uno degli studenti, chiuso in una tuta di un ruggente rosso Ferrari. Con la facilità di chi reciti le lettere dell’alfabeto, snocciola un’avemaria di iperboli avveniristiche, tra cui le cellule fotovoltaiche di ultima generazione che coprono la coda della loro tecno-balena, catturando i raggi del sole. Dei dodici equipaggi italiani in gara, due hanno tagliato il traguardo aggiudicandosi un trofeo. L’Itip “Bucci” di Faenza ha vinto nella classe “GPL” tra le auto “con fisionomia cittadina”, cioè gli Urban Concept, percorrendo 245 Km con l’equivalente di 1 litro di carburante. Con queste prestazioni, ora che la benzina sfiora i due euro al litro, sarebbe il sogno proibito di tutti gli automobilisti italiani. Sul podio anche il Politecnico
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1939. I GIOVANI RICERCATORI DELLA SHELL DI WOOD RIVER, NELL’ILLINOIS, DECISERO DI CAMBIARE MUSICA
di Torino, terzo classificato nella categoria “Prototipi”: con l’equivalente di 1 kWh, il loro siluro alimentato a idrogeno ha coperto 337 km d’asfalto. Già, asfalto: niente superfici iperlevigate da velodromo, ma un circuito cittadino, con tutte le micro-asperità delle strade vere (magari con meno buche di quelle italiane). Ma l’essenza di questa maratona non è solo la tecnologia. Oltre alla sfida dei cervelli - una specie di partita a scacchi a distanza tra i progettisti che hanno concepito le auto - c’è la più classica delle sfide, quella tra piloti. Qui però, più che spingere sull’acceleratore, conta non pe-
stare quasi mai il freno, lasciare che la vettura scivoli via come un pattino sul ghiaccio. E risparmiare energia. Per guadagnare più metri possibile contano anche le traiettorie. Dunque occhio ai sorpassi: tanti e frequenti, ma mai a costo di uno spreco di carburante. Ogni momento della competizione si svolge in assoluta sicurezza. I veicoli non viaggiano certo a velocità da Formula Uno, ma i piloti indossano comunque tuta e casco integrale. E soprattutto, non si è ammessi alla competizione senza aver superato il crash-test, la prova che garantisce l’incolumità di chi guida in caso di incidente.
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Alla fine della competizione gli equipaggi sono stremati. Ci sono piloti che dormono pacifici, sdraiati nel loro siluro. E altri che invece, chissà per quante notti, non chiuderanno occhio: «Avevamo stretto tutti i bulloni - racconta uno degli studenti ai box - ma durante la gara si sono allentati». Come mandare alto sopra la traversa a porta vuota. Un anno di lavoro in fumo. Rabbia, delusione. Ma sanno che il prossimo anno potranno riprovarci. E che magari proprio uno di loro, dopo aver stretto bene tutti i bulloni, con un mezzo giro di chiave accenderà, trattenendo il fiato, la prima auto a impatto zero. SETTEMBRE 2012
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«È il numero degli imballaggi che venivano recuperati nel 1998. Nel 2011 sono diventati 3 su 4»
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[ AMBIENTE DI VALERIO
MARIA URRU ]
È ACERRA LA PIÙ BRAVA «A luglio il Consorzio Nazionale Imballaggi l’ha premiata con il riconoscimento “Start Up”, nel concorso promosso per le realtà che si sono distinte nella raccolta differenziata. Il motivo? Dal 2011 è passata da un timido 10 ad un 62% di materie recuperate» DAL 2000 AL 2011: + 450% DI DIFFERENZIATA
d Acerra, in provincia di Napoli, ne vanno orgogliosi. E ne hanno ben motivo. Soprattutto in un momento difficile come quello passato in Campania. Per non parlare dello sversamento di materie inquinanti in un territorio che gli antichi avevano chiamato Felix per la ricchezza agricola. Verrebbe da chiedersi come ha fatto un piccolo Comune (al centro anche di tante polemiche per il vicino termovalorizzatore) ad aggiudicarsi il primo posto fra i “Comuni ricicloni”. La risposta è semplice: coinvolgimento della cittadinanza e cambio di strategia. Per passare, in appena un anno e mezzo, dal 10 al 62% di raccolta differenziata, ha dapprima abbandonato il vecchio sistema di raccolta, fatta in prevalenza con contenitori stradali. Ha poi avviato il “porta a porta” per carta, vetro, multimateriale leggero (plastica e metalli), organico e indifferenziato. I vantaggi, visibili da subito, hanno incoraggiato gli Acerrani - proprio durante l’emergenza rifiuti - a fare più attenzione con grande beneficio del territorio. Così, alla premiazione, l’as-
I RIFIUTI URBANI: VERE E PROPRIE MINIERE
Conai lavora da sempre con gli Enti Locali perché gli imballaggi della raccolta urbana finiscano nella filiera del recupero. Ma perché organizzare un premio? Per Walter Facciotto, direttore generale del Consorzio, serve a valorizzare l’impegno dei Comuni virtuosi, è un modo per riconoscere le buone pratiche dei cittadini e stimola le amministrazioni ad incentivare la differenziata. L’Accordo AnciConai, infatti, assicura il ritiro degli imballaggi garantendone l’avvio al riciclo. Una strategia che trasforma i rifiuti urbani da problema a risorsa in grado di produrre nuova ricchezza, vere e proprie “miniere metropolitane”.
Per saperne di più: www.conai.org 30 I
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sessore all’Ambiente, Vincenzo Angelico, li ha ringraziati tutti, quali veri protagonisti del risultato raggiunto. Senza di loro non sarebbe stato possibile. Ora si mira al 65%, come ha sottolineato il sindaco Lettieri, con controlli sempre più serrati contro sversamenti abusivi e roghi. Di notte Polizia Municipale e Protezione Civile, coordinate dall’assessorato all’Ambiente e all’Igiene urbana, pattuglieranno il territorio contro tali fenomeni delinquenziali. Non è stato un giorno di gloria solo per Acerra. Potenza e Sabaudia, che con il Conai hanno pianificato la raccolta, hanno ricevuto la menzione speciale “Teniamoli d’occhio”. Potenza da una situazione in cui i rifiuti erano raccolti quasi tutti insieme, con la suddivisione del territorio in tre aree principali (centro storico, centro abitato e contrade) ha raggiunto livelli inaspettati di efficienza e ora punta al 65% di differenziata. Sabaudia, con i suoi circa 20.000 abitanti, ha avviato un piano di raccolta domiciliare che nei primi mesi del 2012 ha portato la raccolta differenziata intorno al 50%.
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[ A DESTRA, RAIMUND SPIES, DIRIGENTE DEL DRV SCHWABEN. SOPRA E NELLE PAGINE SUCCESSIVE, OPERAI
[ ECONOMIA DI
GIOVANNA VECCHIOTTI ]
ITALIANI CHE LAVORANO IN FABBRICHE TEDESCHE.
ITALIANI ALL’ESTERO: PARLIAMO DI PENSIONE «Sono oltre 4 milioni, di cui quasi la metà (il 47,9%) donne. In 800mila contano più di 65 primavere sulle spalle, mentre altrettanti sono coloro che hanno un’età compresa tra i 50 e i 64 anni. Il 15% risiede in Germania, e oltre il 14% proviene dal Meridione, soprattutto dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Campania»
È
il ritratto dei nostri concittadini che a tutt’oggi vivono all’estero, tratteggiato dal Rapporto Italiani nel Mondo 2012, stilato dalla Fondazione Migrantes. Giovani e meno giovani, uomini e donne uniti da un progetto comune: trovare al di fuori dei confini italiani una nuova opportunità. Di lavoro, di cultura, di vita. Tanti i connazionali “cittadini del mondo”, ma tantissimi anche coloro che in Italia sono tornati e che troppo spesso non sanno di aver maturato il diritto ad avere una
pensione per aver lavorato in un Paese straniero. Per meglio conoscere i propri diritti in materia previdenziale, quale sia l’iter da seguire per ottenere la pensione maturata all’estero, e quali i giusti interlocutori con cui rapportarsi, abbiamo sentito il parere del dottor Raimund Spies, dirigente del Drv Schwaben, il più grande dei quattro uffici di collegamento sul versante previdenziale dell’Italia con la Germania, uno degli Stati verso il quale, storicamente, il flusso migratorio è sempre stato altissimo. Cos’è la Deutsche Rentenversicherung Schwaben e quali sono le sue competenze? È uno dei tre istituti previdenziali tedeschi, e si occupa, in modo particolare, delle pensioni di coloro che hanno la-
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vorato in Germania, anche se sono rientrati nel Paese d’origine. Ecco, due terzi del nostro lavoro è proprio questo: fungere da collegamento tra l’Italia, il Marocco, la Tunisia, Malta e la Germania, anche se il 90% delle pratiche svolte dai nostri operatori è verso l’Italia. Verifichiamo la posizione previdenziale dei lavoratori ed eroghiamo la prestazione pensionistica. Abbiamo un ufficio studi specializzato in questioni riguardanti il lavoro e che svolge la propria attività a favore di tutta la Germania. Non ci occupiamo solo di pensioni ma anche di sanità. Esiste, infatti, un settore dedicato a quei lavoratori che hanno bisogno di assistenza e di riabilitazione, e per questo abbiamo quattro ca- »
Oltre 4.000
639.283
i meridionali italiani, trasferitisi in Germania, il 33% dei migranti
è il numero degli italiani che risiedono in Germania
(Dati Rapporto Italiani nel Mondo 2012).
(Dati al 1° Gennaio 2012 Rapporto Italiani nel Mondo 2012).
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se di cura che si trovano nella zona delle Alpi. Chi abita nella nostra regione e ha avuto problemi di salute, può presentare domanda di assistenza per poter essere reintrodotto nel mondo del lavoro. Viene visitato dai nostri medici che lo inseriscono in un programma riabilitativo; non sono cure termali, ma il lavoratore viene assistito sia dal punto di vista fisico che psicologico. Quanti sono i vostri operatori e quali le loro funzioni? Attualmente abbiamo oltre 800 impiegati; di questi 60 sono ragazzi ne e sono ancora residenti in che si stanno formando. Per il colGermania... legamento con l’Italia sono 250 le Si, anche se oggi sono molti di persone a disposizione e 4-5 tradutmeno rispetto al passato, perché tori bilingue che traducono in tela maggior parte è rientrata in Itadesco tutta la documentazione lia. E, comunque, ritengo che il proveniente dal vostro Paese. In so20% degli italiani che presenta la stanza ci sono 15 team che lavodomanda di rano per l’Italia. pensione qui in Naturalmente Germania abbiamo anche «Ogni anno dalla dopo averla rii medici che si Germania giunge cevuta, torna occupano delle in Italia quasi un nel proprio perizie dei lavomiliardo di euro Paese. ratori che neper le pensioni Nei prossimi cessitano cure, degli italiani che anni questi di cui parlavavi hanno lavorato» dati subiranmo poc’anzi. no delle vaQuanti sono i riazioni? nostri connaLe domande di pensione dovrebzionali che attualmente lavorabero essere in aumento per i prosno in Germania? simi 3-4 anni. Poi ci dovrebbe esUfficialmente quelli che lavorano e sere una situazione abbastanza pagano i contributi sono 180mila. stabile fino al 2020 (che vuol dire Fino al 1971 gli italiani arrivati in Gersempre più di 30mila domande), e mania erano 170mila; negli anni dal 2020 in poi un forte calo. successivi se ne sono aggiunti altri Qual è l’iter che un lavoratore 100mila. Negli Anni ‘90 il flusso miitaliano deve seguire per richiegratorio ha subito un calo, attestandere la pensione presso di voi? dosi a 30mila migranti. AttualSe l’interessato risiede in Italia, può mente sono 20mila gli italiani arripresentare la domanda all’Inps che vati qui. Altrettanti sono quelli tora sua volta l’inoltrerà per via telemanati in Italia. tica al nostro ufficio in modo tale che Sono molte le domande di possiamo calcolare l’importo della pensione presentate dai nostri pensione spettante. In alternativa il connazionali? lavoratore può rivolgersi ad un PaAbbiamo 30mila domande altronato che gratuitamente compil’anno che arrivano dall’Italia. E, atlerà la domanda di pensione e la intualmente, sono in pagamento vierà all’Inps. In questa prima fase 300mila pensioni ogni mese. In tol’intervento dei Patronati è importale mandiamo in Italia quasi un tantissimo, soprattutto quando viemiliardo di euro ogni anno. ne richiesto di riempire moduli Però ci sono anche tanti italiacontenenti dati desunti dalla dichiani che percepiscono la pensio-
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I PROSSIMI APPUNTAMENTI CHE INPS E DRV STANNO ORGANIZZANDO IN ITALIA
ANCONA 25 settembre INPS 9.00 - 16.00 60121, Piazza Cavour 21 Tel. 0039 0715081 BOLZANO 27 settembre INPS 9.00 - 16.00 39100, Piazza Vittoria 39 Tel. 0039 0471996803 MILANO 27 settembre INPS 9.00 - 16.00 Direzione Provinciale di Milano 20124, Via Melchiorre Gioia 22 Tel. 0039 0267761 PESARO 27 settembre INPS 9.00 - 16.00 61100, Viale Gramsci 6/10 Tel. 0039 07213581 RAGUSA 06 novembre INPS 9.00 - 16.00 97100, Via L. Da Vinci 25 Tel. 0039 0932679111 ROMA 9 ottobre INPS 9.00 - 16.00 00100, Via dell’Amba Aradam 5 Tel. 0039 0677381 SIRACUSA 08 novembre INPS 9.00 - 16.00 96100, Corso Gelone 90 Tel. 0039 0931727111 TORINO 25 settembre INPS Sede Regionale 9.00 - 16.00 10121, Via Frola 2 TRENTO 26 settembre INPS 9.00 - 13.00 38100, Via delle Orfane 8 Tel. 0039 0461886511
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26 settembre 9.00 - 13.00
8 novembre 9.00 - 16.00
28 settembre 9.00 - 13.00
28 settembre 9.00 - 13.00
07 novembre 9.00 - 13.00
10 ottobre 9.00 - 16.00
09 novembre 9.00 - 13.00
26 settembre 9.00 - 13.00
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razione dei redditi. I loro operatori, infatti, sono in grado di compilarli e di verificare che la documentazione da produrre sia completa, evitando così ritardi nell’erogazione della pensione. La stessa procedura va seguita quando c’è da verificare la propria posizione previdenziale e l’estratto contributivo. In questo modo noi possiamo essere veloci ed erogare la pensione nel più breve tempo possibile. Quali possono essere le problematiche per l’inoltro delle
domande di pensione in convenzione, da parte dell’Inps? In linea di massima, si svolge tutto con regolarità per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia e reversibilità: i modelli sono standard, quindi uguali per tutta Europa, e la trasmissione della documentazione avviene per via telematica, perciò tranne qualche problema tecnico che potrebbe rallentare la ricezione dei documenti non ci sono grossi problemi. Un po’ diversa, invece, è la situazione per la pensione di invalidità. In questo caso abbiamo bisogno della perizia rilasciata dal medico in Italia che dovrà essere valutata dai nostri medici. È fondamentale anche in questo caso, verificare che non ci siano periodi contributivi scoperti che potrebbero portare ad un ulteriore rallentamento dell’erogazione della pensione. Grandi difficoltà si trovano, per esempio, nel rintracciare i periodi contributivi che risalgono a prima del 1973, perché all’epoca esistevano solo su carta. Se non abbiamo indicazioni preci-
se possono trascorrere anche dei mesi prima di poter rintracciare tutti i periodi necessari a corredare la domanda. Lo stesso problema sorge quando si tratta di periodi di disoccupazione o malattia. Chi lavora in Germania dovrebbe sempre verificare che i contributi siano stati versati, anche se in pensione ci andrà tra vent’anni.
È consigliabile, dunque, che i lavoratori controllino i propri periodi contributivi per vedere se tutto è a posto? Certamente. L’interessato deve presentare la documentazione, così noi gli inviamo l’estratto contributivo in modo che possa controllarlo e dare conferma dell’esattezza dei dati.
Come intendete informare i cittadini che hanno lavorato in Germania sull’iter per la domanda di pensione? Ogni anno con l’Inps organizziamo in molte città italiane delle “giornate di informazione previdenziale”, a cui possono partecipare sia gli addetti ai lavori che i cittadini che devono presentare domanda di pensione. A volte molti lavoratori non sospettano neppure di aver maturato un diritto alla pensione. Aspettiamo proprio loro.
Per saperne di più: 50&Più Enasco Responsabile Alfredo Di Cesare Lindwurmstrasse 38 d - 80337, 38 - 80337 Monaco di Baviera tel.: 00498974640814 fax: 00498974640805
50&Più Enasco è un Istituto di Patronato e di Assistenza Sociale costituito più di 40 anni fa da Confcommercio - Imprese per l’Italia. Oggi è presente in tutte le province italiane con circa 400 uffici e un totale di 1.000 sportelli complessivi, con operatori professionisti nel campo della previdenza e della tutela delle persone e consulenti qualificati in campo medico e legale. 50&Più Enasco fornisce la propria assistenza gratuita nello svolgimento delle pratiche relative a tutte le tipologie di prestazioni erogate da INPS (comprensive di quelle a carico dei lavoratori pubblici - ex INPDAP - e dei lavoratori dello spettacolo - ex ENPALS), ENASARCO, INAIL, Ministero dell’Interno. 50&Più Enasco garantisce la massima professionalità nello svolgimento delle pratiche relative a: • verifica posizioni contributive; • operazioni su posizione assicurativa (regolarizzazioni, riscatti, ricongiunzioni, autorizzazioni alla prosecuzione volontaria); • pensioni: vecchiaia, anzianità, anticipata, inabilità e assegno di invalidità; • prestazioni ai superstiti; • supplemento e ricostituzione di pensione; • benefici a favore degli invalidi civili; • riconoscimento handicap (Legge 104/1992); • assegno sociale; • indennità di disoccupazione; • indennità di maternità e congedi parentali; • tutela degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali; • assistenza ai cittadini extracomunitari: rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno e ricongiungimenti familiari.
Aderente a: ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE
Per ogni informazione potrà contattare il nostro numero verde. La telefonata è gratuita da tutta Italia.
www.50epiu.it
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SOCIETÀ
[ ECONOMIA DI LORENZO
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: IL METALLO
dollari l’oncia. Secondo gli esperti, l’oro raggiungerà tale prezzo entro la fine dell’anno.
CHE NON TRADISCE «La vendita dell’oro, in questo particolare momento, si sta diffondendo sempre più anche tra i piccoli risparmiatori. Consigli e notizie utili per fare investimenti consapevoli. Perché, come dice il proverbio, non è tutto oro, quello che luccica»
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er capire qual è il sentimento, la percezione che hanno oggi i grandi investitori rispetto l’andamento dei mercati, è utile osservare l’andamento dei prezzi dell’oro. Il corso del metallo giallo è considerato una proxy, cioè un indicatore abbastanza fedele di come il mercato percepisce il rischio dell’investimento.
contro » Un’assicurazione le incertezze dei mercati Quando sul mercato si diffonde il timore di una crisi, i grandi capitali si spostano verso l’oro, considerato uno dei beni rifugio per eccellenza. In uno scenario di incertezza dei mercati, e quindi di ribasso delle Borse, il metallo giallo è considerato un porto sicuro dove parcheggiare gli investimenti in attesa che all’orizzonte torni il sole.
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Che la si voglia chiamare diversificazione o assicurazione, è certo che il prezzo dell’oro tende a crescere quando gli altri investimenti cedono terreno. E che l’oro sia percepito come bene rifugio lo dimostra il proliferare di negozi che trattano oro e che si offrono di acquistarlo e di venderlo. Un fenomeno in crescita che dimostra come, attorno al metallo prezioso, sia tornato un interesse proprio in concomitanza di una fase di incertezza dell’economia (vedi box).
La corsa dell’oro »Il prezzo dell’oro, il cosiddetto fixing, viene fissato a Londra due volte al giorno, ma il prezzo seguito dai mercati è quello del future, un contratto derivato quotato al mercato Comex, con sede a New York. Se si osserva l’andamento del-
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onostante il ribasso delle quotazioni dell’oro del primo semestre dell’anno, l’investimento nel metallo giallo potrebbe rivelarsi, secondo gli analisti, comunque un affare nella seconda parte del 2012. Ma se un risparmiatore volesse investire nell’oro come potrebbe fare? Sgombriamo subito dal campo l’ipotesi di acquistare l’oro fisico. È sempre possibile e sempre più facile, ma anche disagevole e poco conveniente. Sui mercati finanziari è possibile puntare sul rialzo dell’oro con particolari strumenti finanziari quotati sulla Borsa Italiana, a partire da un investimento minimo di qualche centinaio di euro, o anche meno. Tra certificati la scelta è ampia. Per vedere le quotazioni basta andare sul sito di Borsa Italiana e selezionare la voce: “Cw” e “certificati”. Per esempio, Rbs ha quotato circa 20 strumenti sul future dell’oro per scommettere sui rialzi (strumento
GLI STRUMENTI PER INVESTIRE
In situazioni d’incertezza dei mercati, i grandi investitori tendono a spostare la loro attenzione verso questo prezioso metallo, considerato un porto sicuro dove “far sostare” la liquidità in attesa di tempi migliori. l’oro negli ultimi anni, si rimane impressionati per la progressione del suo valore. Ad agosto del 2002, quindi circa dieci anni fa, un’oncia (unità di misura anglosassone) al Comex era scambiata a 300 dollari. La media di maggio 2012 delle quotazioni è stata di circa 1.600 dollari l’oncia, in pratica il prezzo in 10 anni è quintuplicato, una performance del 500%. Ma la forte impennata dei prezzi è avvenuta negli ultimi anni. A maggio 2009, quindi poco più di tre anni fa, le quotazioni del metallo giallo al Comex erano di 900 dollari l’oncia; a ottobre dello scorso anno hanno toccato il massimo a 1.900 dollari l’oncia, un guadagno di oltre il 100% in tre anni.
prospettive »MaLequali sono le prospettive dell’oro per i prossimi mesi? Se nel
secondo trimestre dell’anno le quotazioni hanno subito una contrazione dovuta a vendite speculative, per i prossimi mesi i prezzi sono visti nuovamente in crescita. In particolare, gli analisti di Goldman Sachs prevedono che entro la fine dell’anno il prezzo dell’oro possa attestarsi intorno ai 1.840 dollari l’oncia. Anche grazie a una ripresa della domanda del metallo giallo, in particolare di India e Cina. Secondo le autorità doganali cinesi l’import di oro via Hong Kong, l’unico su cui esistano dati ufficiali, a maggio 2012 è cresciuto di quasi sette volte rispetto all’anno precedente. Un boom che spinge molti analisti a sospettare che Pechino stia espandendo le sue riserve auree. Ecco perché nel medio periodo il prezzo dell’oro è visto nuovamente in lievitazione.
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Bull) o sui ribassi (strumento Bear). Ma ci sono anche moltissimi covered warrant di Societé Générale e un interessante equity protection di Bnp Paribas, che permette di scommettere sull’oro garantendo, comunque, la restituzione del capitale nominale, a scadenza, in caso il prezzo dell’oro scendesse. Chi invece volesse puntare sugli Etf, anche qui la scelta è ampia, ma gli strumenti su cui conviene investire sono quelli che hanno come sottostante l’oro fisico. Per un motivo di natura prettamente finanziaria, gli Etf che puntano sul future dell’oro non sono adatti ad un investimento di medio e lungo periodo, ovvero da qualche mese a qualche anno. I due strumenti su cui si concentrano gli investimenti maggiori sono l’Etfs Physical Gold e il Gold Bullion Securities, i cui prezzi sono legati all’andamento del valore del metallo fisico.
A.A.A. Compro oro
Nell’ultimo anno sono spuntati un po’ da tutte le parti: sono piccoli negozi che hanno una insegna che non lascia dubbio sull’attività che svolgono, si chiamano “Compro Oro” oppure “Orocash”, o nomi simili. Sono attività, per lo più catene in franchising, che commerciano in oro fisico, comprano collane, bracciali, ecc. Secondo un’indagine dell’Adoc, nell’ultimo anno i “Compro Oro” sono aumentati del 15%; solo nella Capitale ci sono circa 250 negozi e se ne contano oltre 5.000 in tutta Italia. Sono il simbolo della crisi. Rispetto allo scorso anno è aumentato del 20% il numero di consumatori che hanno venduto i propri gioielli presso un “Compro Oro”. Ma c’è anche chi compra oro perché, se da una parte c’è chi ha bisogno di contante, dall’altra c’è chi ha i soldi ma non si fida a tenerli in banca, e così si rivolge al metallo giallo. Per evitare spiacevoli inconvenienti l’Adoc ha stilato una specie di catalogo per chi si volesse avvalere del servizio di queste attività: aggiornarsi costantemente sulle quotazioni dell’oro; fare attenzione se l’oro è a 18K (impuro, composto al 75% da oro e al 25% da altre leghe) o oro puro a 24K (spesso il prezzo annunciato si riferisce a quest’ultimo, ma se si vuole vendere oro a 18K il prezzo va decurtato del 25%); pesare prima il proprio oro da soli, su una bilancia digitale o presso un gioielliere specializzato o di fiducia, non è raro che nei negozi la bilancia segni un peso inferiore a quello reale; infine, diffidare di chi non chiede alcun documento per la compravendita: tutte le transazioni devono essere registrate.
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SPECULAZIONE IMMOBILIARE AMERICANA E FALLIMENTO DI LEHMAN BROTHERS: COSTO 1.200 MILIARDI DI EURO PER I CITTADINI EUROPEI. QUINDI, “DEFAULT” GRECO ED ESPLOSIONE DELLA BOLLA IMMOBILIARE, CON IL COINVOLGIMENTO DI IRLANDA, SPAGNA E PORTOGALLO. L’EUROPA CI PROVA E TENTA LA STRADA DELLE RIFORME
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NELL’AGENDA DELLA POLITICA, SPICCANO DUE ASPETTI IRRINUNCIABILI: COSTRUIRE UN’UNIONE FISCALE E CONTROLLARE MEGLIO IL RUOLO DELLE BANCHE
Europa: le ragioni di una crisi «Doveva essere una nuova terra di opportunità. Questa era l’idea dei padri fondatori: superare le divisioni con la libera circolazione di persone, idee e merci» DI LUDOVICA DI TOMM A SO
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Unione europea oggi conta solo il 7% della popolazione mondiale, ma è innegabilmente una delle maggiori potenze commerciali. Secondo dati del 2005, i suoi scambi con il resto del mondo rappresentano quasi il 20% del volume complessivo dell’import-export. Circa due terzi degli scambi avvengono fra Paesi dell’Unione, mentre Stati Uniti e subito dopo Cina sono i suoi maggiori partner commerciali. Negli ultimi 50 anni, l’occupazione si è ridotta nei settori dell’agricoltura e dell’industria, mentre è aumentato il numero di coloro che lavorano nei servizi. Eppure qualcosa a un tratto si è inceppato e, a seguito della recente crisi economico-finanziaria, la disoccupazione è
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salita colpendo il 7,5% della popolazione attiva. A tal proposito abbiamo intervistato Thierry Vissol, economista, che dal 1985 al 2002 ha lavorato come capo dell’Unità “euro” alla Commissione europea a Bruxelles. Adesso è Consigliere speciale Media & Comunicazione alla rappresentanza in Italia della Commissione europea. Dottor Vissol, perché questa crisi economica si è abbattuta sull’Eurozona e da cosa dipende? Le cause dell’attuale crisi economica sono molteplici e risalgono in realtà a più di dieci anni fa. La zona euro è stata creata (1993-2002) da Paesi con situazioni e strutture economiche molto diverse. Anche se i Paesi del Sud Europa hanno fat-
to sforzi per essere ammessi nella zona euro, avrebbero dovuto procedere a riforme strutturali (investimenti produttivi, riforme sociali e del mercato del lavoro, ecc.) che non hanno fatto. La politica monetaria, quindi, è diventata unica, ma le politiche fiscali sono rimaste nazionali. La convergenza economica sperata, come risultato delle regole di funzionamento della zona, non è avvenuta perché le regole non sono state rispettate. Per alcuni Paesi, come Grecia e Italia, il debito pubblico non è stato ridotto, nonostante per l’Italia ci sia stato un contenimento del deficit pubblico primario. Nell’assenza di una sorveglianza europea del sistema bancario, molte banche hanno fatto prestiti rischiosi, in particolare nell’edilizia, generando una bolla immobiliare. Nel 2007/2008 la crisi immobiliare americana e il fallimento della Lehman Brothers hanno creato un effetto a catena sul sistema bancario e finanziario europeo. Per evitare il collasso di questo sistema, che sarebbe stato una catastrofe epocale, gli Stati sono dovuti intervenire. Il costo netto per i contribuenti della zona euro (e per i bilanci pubblici) è stato di ben 1.200 miliardi di euro. A questo problema nel 2010 si è aggiunta la
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crisi greca, dovuta al malgoverno di questo Paese, poi, conseguenza dell’esplosione della bolla immobiliare, la crisi in Irlanda, Spagna e Portogallo. Nonostante le misure prese dall’Unione europea, la lentezza dell’iter politico, l’impotenza della stessa Ue a controllare l’andamento delle politiche fiscali nazionali, l’assenza di una banca centrale in grado di finanziare gli Stati (la Bce non ha il diritto di essere la Banca di ultima istanza, ad esempio come la Federal Reserve in America o la Bank of England), tutti questi elementi hanno condotto gli operatori sui mercati finanziari a considerare che alcuni Paesi presentavano rischi di credito. Infine, l’iniziale volontà dei Paesi del Nord di imporre delle politiche di austerità, in una situazione di rallentamento economico, ha portato alla depressione economica. Perché “l’effetto domino” tra gli Stati dell’Unione europea? Nel nostro mondo nessun Paese dispone più di una sovranità economico-finanziaria, sia per gli scambi di materie prime, energia, merci e servizi, sia per i mercati finanziari. Tutti gli operatori economici e finanziari hanno interessi intrecCopyright: Andrea Righi & Rappresentanza in Italia della Commissione europea
Ad agosto 2012 hanno usufruito del fondo Salva Stati: la Grecia con 102 miliardi, la Spagna con 100 miliardi, il Portogallo con 52 miliardi e l’Irlanda con 42 miliardi. Se si sommano anche gli aiuti del Fondo Monetario Internazionale si arriva alla cifra complessiva di 485,5 miliardi di euro
ciati. Dunque, i legami tra Paesi o zone politiche sono forti, particolarmente tra Europa e Stati Uniti. Se in Europa la crescita cade, ad esempio, compriamo meno beni e servizi americani; quindi diminuisce pure in America. Cina, Giappone, India, Africa e Russia cominciano a risentire degli effetti negativi della crisi europea. I media parlano molto di Fondo Salva Stati: cos’è e come viene erogato? È un fondo autonomo creato dagli Stati dell’Eurozona per aiutare i Paesi in difficoltà, in cambio di misure di aggiustamento negoziate dall’Ue con il Paese richiedente. I soldi a disposizione tramite questo Fondo provengono dal contributo di tutti i Paesi membri, proporzionalmente al loro Pil. Il capitale è di 700 miliardi di euro. Finora (agosto 2012) sono stati quattro i Paesi che ne hanno beneficiato: la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda. Quali sono state le ricadute di questa situazione sui cittadini europei? È chiaro che il risanamento dei conti pubblici è adesso indispensabile. Poiché le politiche fiscali rimangono nazionali, è competenza di ogni governo stabilire i campi di azione, sia per le spese sia per le “ricette”, e assicurare una ripartizione proporzionale degli sforzi. L’austerità da sola non può risolvere la crisi at«La situazione tuale, ma solo pegeconomica giorarla. Aldilà deleuropea ora le azioni di migliopesa anche sulle ramento del govereconomie no economico delemergenti come la zona euro, il consu quelle più trollo delle banche, solide» il rilancio della crescita e l’abbassamento dello spread sono cruciali. Cosa sta facendo l’Unione europea e quali strategie sta attuando per uscire dalla crisi economica? Con tutti i loro vincoli democratici e tecnici, le istituzioni comunitarie stanno lavorando in tutti i campi sopra elencati. Molto è già stato fatto, dagli aiuti proposti ai vari Paesi ai fondi per la crescita (120 miliardi di euro) fino all’evoluzione delle istituzioni per assicurare un controllo europeo delle banche, per costruire un’unione fiscale, per creare una tassa sulle transazioni finanziarie, modificare il ruolo dell’ESM per utilizzarlo come scudo anti-spread, ecc. Rimane molto da fare per rendere operativo il nuovo quadro politico, economico e finanziario dell’Ue. Ci vogliono tempo e volontà politica per abbandonare parte della sovranità nazionale. Ma visto che nessuno vuole cadere nel precipizio, questo stimolo sarà la via di uscita. SETTEMBRE 2012
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Lascia in eredità un futuro senza sclerosi multipla. Prof. Mario A. Battaglia Presidente FISM Fondazione Italiana Sclerosi Multipla
Con un lascito testamentario puoi decidere tu il futuro di migliaia di persone.
“Da tanti anni sono impegnato nella lotta contro la sclerosi multipla, questa grave malattia del sistema nervoso centrale che colpisce tanti giovani e donne. Un lascito è un gesto semplice ma di grande valore, ci aiuta a garantire nel tempo le nostre attività di assistenza e a dare sempre più forza alla ricerca scientifica. Per arrivare finalmente a un mondo libero dalla sclerosi multipla:. Io l’ho fatto”. www.aism.it
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n° Prov.
tel. EMAIL Le informazioni da lei rilasciate saranno inserite in una banca dati e potranno essere utilizzate da FISM, Fondazione Italiana Sclerosi Multipla - Via Operai, 40 - 16149 Genova esclusivamente al fine di informarla sulle attività, iniziative e necessità della Fondazione stessa, nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 7 del Decreto Legilastivo 196/03 in materia di “tutela dei dati personali”. In qualsiasi momento potrà consultare, modificare, opporsi al trattamento dei suoi dati rivolgendosi a: FISM - Via Operai, 40 - 16149 Genova.
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DEI FUMETTI CLASSIFICA ASSOLUTA PIÙ RARI E COSTOSI DEL MONDO
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[ COSTUME DI
DARIO DE FELICIS ]
ALLA RICERCA DEL FUMETTO PERDUTO «Erano semplici albi disegnati, oggi alcuni hanno un valore che supera anche il milione di euro. Collezionare fumetti è diventata una mania per veri, nostalgici, intenditori» LE REGOLE PER UN BUON INVESTIMENTO
n. 1 (1938) n. 27 (1939) n. 1 (1939) n. 16 (1939) n. 1 (1937) n. 1 (1941) n. 52 (1935) n. 1 (1940) n. 1 (1935) n. 15 (1960)
e pensate che i fumetti siano solo un passatempo per bambini chiedetelo ai collezionisti. Vi risponderanno con un sorriso e con la quotazione della loro raccolta. Come novelli Indiana Jones gli amatori del fumetto cercano rarità e pezzi mancanti, orientandosi con la mappa dei prezzi che offre il mercato, basata sui criteri di nostalgia, qualità del prodotto e continuità nella pubblicazione. Ma qual è l’identikit del collezionista tipo? Adulto (un po’ bambino dentro), tra i 35 e 60 anni, una necessaria disponibilità economica, tecnologicamente attento e orientato al puro divertimento della ricerca. Per fare gli affari usa le aste su Internet, che oggi hanno sostituito le trattative pubbliche e private, un tempo terreno di caccia prediletto. Per dare un’idea di quali siano i prezzi in circolazione è necessario fare un salto indietro nel tempo e iniziare con gli “Albi a striscia” diffusi nell’immediato dopoguerra. Uno
€ 1.122.687 € 1.114.611 € 541.959 € 347.306 € 327.114 € 277.037 € 255.229 € 233.422 € 201.922 € 33.922
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01 Superman 02 Batman 03 Superman 04 Green Lantern 05 Detective Comics 06 Captain America 07 More Fun Comics 08 Flash 09 Marvel Comics 10 Spider Man
su tutti: un’avventura del Capitan Miki del 1951, I Rangers del Nevada, se in ottimo stato ha un valore di oltre 800 euro. Per rimanere sul classico, invece, il primo numero del bonelliano Tex Willer vale una cifra vicina ai 2.000 euro, mentre una perla del 1962 è il primo albo di Diabolik; il n. 1 del capostipite del fumetto nero italiano, sempre in perfetto stato, vale dai 3.000 euro in su. Se proprio si dovesse indicare uno dei fumetti più rari, è d’obbligo citare il Topolino Supplemento n. 1 del 1933, Edizioni Nerbini; creato in bassissima tiratura per ospitare le storie del celebre topo Disney che non trovavano spazio nel giornalino tradizionale. Il costo? Quasi 5.000 euro. Prezzi pazzi, di questi tempi. Ma il collezionista doc ha un’arma in più: il fiuto per i comics di domani. La vera domanda che si pone è: «Non importa quanto valga oggi. Qual è il fumetto che avrà più valore in futuro?». La caccia è aperta.
QUALCHE CONSIGLIO PER CHI LI VUOLE COLLEZIONARE Se dovete fare un acquisto, è importante orientarsi verso albi ben conservati. Si spende un po’ di più all’inizio ma il pezzo prenderà più valore in futuro e sarà più facile trovare un acquirente nel caso vogliate rivenderlo. Se avete un budget limitato, utilizzatelo tutto su un fumetto anziché disper-
dere la somma in più testate. Se possibile, investite nei fumetti più costosi. Gli albi costosi hanno, in genere, la tendenza a costare sempre di più. Quelli di basso valore varranno sempre poco e saranno sempre di facile reperimento. Ma il criterio più importante è che qualsiasi quotazione è regolata dalla legge della domanda e dell’offerta.
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SOCIETÀ
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BIRRA AD ALTO CONTENUTO DI PASSIONE [ COSTUME DI STEFANO RIPERT ]
«Idee chiare, intraprendenza e passione. È così che un giovane imprenditore reatino è riuscito a realizzare due desideri: creare un birra artigianale con i frutti della sua terra e contribuire all’occupazione di giovani del luogo e stranieri in fuga dalla guerra»
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sono i birrifici artigianali attualmente presenti nel nostro Paese.
a 24 gradi di temperatura consentono una gassatura naturale.
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elle valli di Cittareale, in provincia di Rieti, un giovane imprenditore, Claudio Lorenzini, fa molto parlare di sé. Perché, innamorato di ciò che fa, qui ha portato idee e lavoro. Nelle sue iniziative nel territorio della Sabina, che sono in gran parte a carattere umanitario, Claudio mette cuore e passione. Ed è probabilmente questo il successo di Alta Quota, uno dei suoi tanti sogni realizzati: una birra artigianale nata e fatta sul posto con l’acqua delle montagne reatine - a quota 1.600 mt - e con orzo e farro coltivati a chilometri zero. È così che ha dato lavoro ai giovani del luogo e a ragazzi venuti da lontano per sfuggire alla guerra. Ma procediamo con ordine prima di far visita al birrificio, perché da queste parti sembra che le buone idee non siano così rare. Arrivati a Cittareale si fa tappa a quota 962 metri sul livello del mare: il nostro “campo base” è un bell’agriturismo dove ci accoglie Emidio Gentili. «Fin da adolescente mi ero riproposto di non lasciare mai le mie radici. Ho visto i miei amici andar via perché era difficile tirare avanti solo con la terra», ci spiega con calma davanti a un piatto di fettuccine al ragù di cinghiale. «Anche la mia famiglia, solo con la produzione del latte, faceva fatica. E allora, grazie a un corso sulla gestione e l’organizzazione dell’imprenditoria agrituristica, siamo riusciti a far quadrare i conti». Alla crisi delle borse e alla speculazione finanziaria, Emidio risponde con la genuinità dei suoi prodotti, rigorosamente coltivati in azienda: il suo vero punto di forza, però, sono la gentilezza e il sorriso che scaturiscono dalla soddisfazione per quello che produce e fa. Con il sapore del caffè in bocca, Emidio in fuoristrada ci porta fino al birrificio per incontrare Claudio. Arriviamo in quota. Lo stabilimento è situato in una struttura dismessa del vicino impianto sciistico di Selvarotonda. All’interno, l’aroma del luppolo, dell’orzo e del farro si fondono al denso vapore sprigionato dai grandi bollitori in acciaio, che borbottano ripieni del prezioso contenuto. Claudio ci viene incontro e iniziamo subito a parlare dei suoi sogni: «La voglia di fare e realizzare ce l’ho sempre avuta. Alle superiori, mentre i ragazzi della mia età giocavano a pallone, io mi industriavo a far loro da dirigente sportivo. Questo poi si è rivelato il mio stile di vita: creare ricchezza con idee e principi che, in primis, dovevano soddisfare la mia coscienza». Stiamo parlando di etica? Quella, senza ombra di dubbio, ma non solo... Ad un certo punto ho deciso di cambiare vita. L’idea di passare tutta la vita dietro alla scrivania strideva un po’ troppo con le mie prospettive. Mi piace il contatto con la gente, con le diverse culture delle persone. Credo di aver dimostrato che etica, economia e solidarietà pos-
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sono convivere benissimo. Possono rilanciare un territorio e creare ricchezza. Impresa ardua, rischiosa di questi tempi... Credo in quello che faccio. Ho cominciato dal sociale, dal mondo dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione. Fin dall’inizio la sfida è stata aiutare questi ragazzi che venivano da zone di guerra, con traumi incredibili nascosti in un angolo di cuore, a integrarsi e trovare lavoro. Insomma, a far diventare vera quella nuova vita che avevano immaginato nel nostro Paese. Ma poi il futuro dei ragazzi qual è? Qualcuno è andato via, qualcuno è rimasto. Come Azar, che è fuggito dall’Afghanistan per non essere arruolato dai Talebani come suo padre e,
tri commerciali. Eppure la gente veniva da noi. Come avete superato la diffidenza iniziale, i timori legati a ciò che non si conosce? Non è stato facile superare la diffidenza delle persone. C’era l’ostacolo della lingua, di culture diverse che entravano a contatto. Se al banco c’erano ragazzi somali, afghani, turchi e uno solo del paese, tutti i clienti istintivamente andavano da quest’ultimo. Allora abbiamo capito che dovevamo cambiare approccio, togliere il paracadute, e alla vendita abbiamo messo solo i ragazzi stranieri. A contatto diretto col pubblico. All’inizio sbagliavano il resto, non sapevano compilare bene le ricevute. Abbiamo preferito perdere qualcosa e guadagnare in fiducia. Oggi que-
«Credo di aver dimostrato che etica, economia e solidarietà possono convivere benissimo»
adesso, è con noi al birrificio. Lo vedi alle fiere, a vendere birra e parlare in italiano coi clienti. Azar che, se gli chiedi se ha un sogno, ti risponde: «Vedere Venezia». E poi naturalmente ci sono i ragazzi e le ragazze di qui. Che adesso non se ne vanno più. Quante persone lavorano per Lei? Tra il birrificio e le altre attività ho 31 dipendenti. Metà italiani, metà stranieri. Ha da subito puntato in campi economici più rischiosi e meno battuti? Mi piace andare contro corrente. Molti progetti di integrazione in Italia puntano sull’informatica, sulle nuove tecnologie. Noi, invece, abbiamo scelto l’agricoltura. Mi piaceva l’idea di riutilizzare cose vecchie. Così siamo partiti dal recupero di serre abbandonate da oltre vent’anni: cinquecento metri quadri. Quindi in principio fu l’orto... Abbiamo cominciato con una piccola serra a Poggio Moiano, sempre in provincia di Rieti, piantando dagli ortaggi ai fiori. Senza saperlo, però, avevamo seminato anche un piccolo miracolo: da quando i ragazzi rifugiati che partecipavano al progetto hanno cominciato a lavorare con la terra, la vita dentro di loro ha ripreso a fluire. Venivano dalla Somalia, dalla Nigeria, dall’Afghanistan. Le loro emozioni, congelate dalla guerra, si sono sciolte man mano che le piante crescevano. La speranza è anche solo piantare una fila di fagiolini, innaffiarli e scoprire all’improvviso che hai voglia di venderli perché ti senti parte di un progetto comune. Con questa carica abbiamo contagiato anche i clienti. In paese c’erano due frutterie e, a pochi chilometri, quattro cen-
sti ragazzi ancora vivono e lavorano a Poggio Moiano. Dai comuni è arrivata per noi la cornice perfetta entro cui operare: il progetto Falacrina a Cittareale, ad esempio, e il progetto Sabina dell’Unione dei Comuni dell’Alta Sabina (entrambi finanziati dal Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi d’Asilo, previsto dalla legge 189/2002 n.d.r.). In tutti questi anni quante persone hanno beneficiato delle vostre iniziative? Dal 2001 ad oggi quasi 300 persone hanno fatto parte del progetto di accoglienza. Alcuni sono rimasti sul territorio. Un gruppo, ad esempio, ha imparato a potare: abbiamo chiamato come insegnanti gli anziani del posto. A Cittareale, poi, vive ormai da qualche anno anche una famiglia kosovara. Moglie e marito lavorano entrambi e i due bambini vanno a scuola qui nel paese. Com’è nata la scommessa sulla birra, anche in considerazione del luogo scelto per produrla... a 1.600 metri? Il nostro è un laboratorio sperimentale. L’abbiamo messo lì dove, dall’alta valle del Velino, sgorga l’acqua pura di sorgente, primo ingrediente della nostra birra. D’altronde ci sono 400 birrifici artigianali in Italia; anni fa erano solo quaranta. Sarebbe una follia affrontare quest’avventura se non mettessi nella mia birra un ingrediente unico, dichiarato anche sull’etichetta: “Birra ad alto contenuto di passione”. Questo perché prima di investire capitali devi investire le tue energie. Io ragiono così: prima di mettermi in gioco per qualcosa, voglio sapere come si fa. Mi devo innamorare del prodotto. Non puoi vendere una cosa che non senti tua.
tura artificiale: l’immediato gonfiore e il cerchio alla testa. Poi è un prodotto fortemente legato al territorio, anche per le materie prime, dall’acqua al farro, di cui abbiamo recuperato le antiche varietà. Non essendoci aggiunta di gas, la fermentazione avviene in bottiglia: ci vogliono otto giorni in una stanza alla temperatura costante di 24 gradi. È questo che dà la gassatura totalmente naturale. Otto giorni “non produttivi” quindi... Se vuoi fare la qualità devi penalizzare parte del guadagno immediato: arrivi sul mercato con otto giorni di ritardo rispetto alla bottiglia industriale, che può essere stappata il giorno dopo l’imbottigliamento. Ma la qualità ti rende comunque competitivo. E quelli di Slow Food lo hanno apprezzato se, dopo un’attenta e meticolosa ispezione da parte di un tecnico, ci hanno inseriti nella loro prestigiosa guida delle birre. Tra gli anziani, di solito, è più radicata la tradizione del vino. La gente del posto beve questa birra? In un certo senso l’hanno assaggiata anche le mucche... Gli scarti della cottura della birra, cioè le trebbie, vengono infatti presi dagli allevatori del paese che li offrono agli animali. In principio c’era molta diffidenza, ma adesso... Le mucche gradiscono? Arrivano di corsa... e sono contento. C’è perfino chi mi ha detto: «Con le trebbie la mia mucca ha la pelle più liscia». Ma al di là dell’improbabile effetto beauty farm per gli animali, la cosa che davvero mi sta a cuore è il processo: il farro bollito torna alla mucca, che concima la terra da cui nasce il farro. E il cerchio si chiude.
Ci racconta qualcosa in più della lavorazione? La nostra è una birra artigianale non pastorizzata, non microfiltrata, rifermentata in bottiglia, senza aggiunta di conservanti e additivi. Ma, soprattutto, non aggiungiamo anidride carbonica nel momento della chiusura. Perché tutte queste accortezze? Innanzitutto, non immettendo anidride carbonica evitiamo gli effetti collaterali di una gassa-
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CON O SENZA SCHIUMA?
GIOVANNI ORSO ]
TUTTA LA BIRRA DEL MONDO
[ EDOUARD MANET, THE CAFE CONCERT, 1878. (PARTICOLARE) ]
SOCIETÀ
[ COSTUME DI
«Alcune scoperte potrebbero spostare molto indietro, al 9.000 a.C., la prima “bevuta” di birra. È certo che Sumeri, Babilonesi ed Egiziani la producevano e la consumavano in grandi quantità. E Hammurabi nel suo Codice puniva persino chi osava annacquarla»
«
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ue misure di birra. Una misura di birra al miele di datteri. Una misura di vino di datteri...». Una ricetta esotica? Non proprio. È la lista che appare su una lastra di marmo dell’antico Egitto, nella quale sono elencati il cibo e le bevande che il defunto doveva portare con sé nell’aldilà. E come si può vedere la birra era tra questi. Se si credeva che la birra fosse una bevanda creata negli ultimi secoli, c’è da ricredersi. La sua storia affonda le radici nell’antichità. È così antica che la sua “creazione” se la contendono i Sumeri e gli uomini primitivi. Sì, perché alcuni studiosi dell’Università di Manchester hanno trovato in villaggi risalenti al 9.000 a.C., strumenti il cui impiego poteva essere finalizzato alla trasformazione del grano in malto, fondamentale nella birra.
Di certo si sa che i Sumeri prima e i Babilonesi poi, furono grandi produttori e consumatori di birra, tanto che nel codice di Hammurabi (XVIII secolo a.C.) venivano date delle precise indicazioni di legge sulla sua fabbricazione e vendita, condannando persino alla pena capi-
tale chi l’annacquava o apriva una rivendita senza chiedere i necessari permessi. Fu allora che vennero istituiti i primi mastri birrai della storia, che preparavano tanti tipi diversi di birra: chiare, scure, dolci, aromatiche... E ad ogni tipo un nome per distinguerla: bi-se-bar, quel-
la d’orzo; bi-gig, la scura; bigig-dug-ga, scura di qualità; bikal, la migliore in assoluto. Non da meno furono gli Egizi, che la consideravano un dono del dio Rie. Anche loro ne avevano di varie tipologie, ma quelle riportate più di frequente nei testi sono tre: la zythum, chia-
Come servirla
Niente frigorifero! Le chiare leggere vanno bevute a 5-7 gradi, le fruttate e le aromatiche di medio corpo a 7-9 gradi; quelle molto forti a 14-18 gradi.
Non invecchia...
Niente luce...
Il bicchiere va accuratamente lavato e passato nel bagnabicchieri, per far abbassare la sua temperatura e renderla più simile a quella della birra.
Va consumata entro 18 mesi dalla sua produzione e il prima possibile dopo l’apertura della bottiglia. Se in barile, entro 2 giorni.
La birra va conservata in un ambiente asciutto, ben aerato e lontano dalla luce. Per questo le bottiglie hanno vetro ambrato o verde scuro.
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[ AFFRESCO EGIZIANO RAFFIGURANTE IL CONSUMO DELLA BIRRA. ]
LIBRI G
[ CARTOLINA ILLUSTRATA: “SCHLECHT DI WIRD MIR DEL WIE DELLA O WEH'!“. ]
li anni a cui si riferiscono le testimonianze riportate ne Il mangiare di una volta, primo volume della collana Le Perle della Memoria erano ancora segnati da una diffusa indigenza alimentare: non esistevano beni alimentari superflui, tutto andava consumato. I valori e i modelli di comportamento, caratteristici delle culture tradizionali delle diverse parti d’Italia, presentavano notevoli differenze ma anche profonde analogie... Affinità e contraddizioni che in questa ricerca sono state fedelmente registrate.
BUONO
ra, la curmy, più scura, e la sà, di cui si servivano solo il faraone e i sacerdoti nei riti religiosi, come anche nei funerali, durante i quali recitavano:«...È triste salire sulla barca di Rie senza speranza di trovare zythum e curmy in abbondanza come vorrebbe l’anima tua...». All’epoca tutti avevano la loro razione di birra, persino i bambini, che venivano nutriti con birra annacquata quando la madre non aveva latte, e durante la scuola venivano date loro delle piccole anfore come contenitori di birra. Gli operai, per esempio, ricevevano birra in aggiunta al salario e durante la giornata lavorativa: ogni tre ore gli uomini liberi, due volte al giorno gli schiavi, una volta i prigionieri di guerra. Beh, dopo questo tuffo nella
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storia, una bella birra con tanto di schiuma ci vuole proprio... Schiuma? Attenzione, non tutti spillano la birra allo stesso modo. Per gli inglesi la birra va servita rigorosamente senza schiuma, tranne la Guinnes, la cui schiuma è considerata una “crema”. Quindi bicchiere inclinato appena aperto il rubinetto e via così fino alla fine. Non la pensano così i tedeschi: poca birra nel boccale, ci si riposa per far ridurre il quantitativo di schiuma, ancora poca birra, e poi un ultimo getto vigoroso che fa debordare “il bianco cappello”. Gli olandesi, invece, tengono il boccale inclinato sotto il flusso e una volta riempito tolgono la schiuma in eccesso con un bel colpo di spatola. Come dire: «Paese che vai, usanze che trovi».
PER SAPERNE DI PIÙ: WWW.MONDOBIRRA.ORG WWW.BEERPASSION.IT WWW.HOBBYBIRRA.INFO
}
D’ORDINE
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pagine
PER L’ACQUISTO DEL VOLUME
LE PERLE DELLA MEMORIA N. 1
{ IL MANGIARE DI UNA VOLTA }
DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO PRESSO IL MIO DOMICILIO N. _____ COPIA/E DEL VOLUME AL COSTO DI EURO 10,32 A COPIA (*) + SPESE SPEDIZIONE (**) (*) I soci 50&Più, le Università della Terza Età e gli iscritti che hanno partecipato alla ricerca possono acquistare il volume a 7,00 euro (con uno sconto del 30% rispetto al costo sopra indicato). (**) Per ordini fino a un massimo di 5 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 5,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 10,00 euro per tutti gli altri interessati. Per ordini superiori ai 6 volumi, le spese di spedizione ammontano a: - 10,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca; - 20,00 euro per tutti gli altri interessati.
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MODA ON L
SUL WEB SFILA TUTTO IL MADE IN ITALY MIGLIORE
E LA RETE ACCOGLIE TENDENZE E PROMUOVE STILI IN CERCA DI VISIBILITÀ
DESIGNER
EMERGENTI
«Internet non è solo grandi marchi, famose griff. Nello spazio virtuale della Rete si affacciano giovani e intraprendenti designer che trovano un canale di esposizione e vendita dei propri prodotti, una vetrina in cui lanciare magari il proprio brand, a volte diverso ma comunque interessante rispetto alle grandi case produttrici»
DI BARBARA DI SARNO
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on è una novità che il mondo della moda sia sempre più legato alle tecnologie informatiche e in particolar modo al web, luogo virtuale che permette, attraverso apposite campagne pubblicitarie e la vendita dei propri prodotti on-line, significativi incrementi di fatturato per i grandi marchi del Made in Italy e non solo. Aziende come Gucci, Roberto Cavalli ed Emporio Armani vantano consolidati flagship stores virtuali, frequentatissimi anche dal jet set internazionale, e utilizzano piattaforme multibrand
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in cui è possibile trovare capi firmati e accessori non solo delle nuove collezioni, ma anche delle stagioni passate a prezzi competitivi. Consapevoli dell’infinita capacità della Rete di cogliere tendenze emergenti e promuovere nuovi stili e, alla ricerca di una propria visibilità, sono moltissimi i giovani designer che decidono di confrontarsi con questo modo di intendere la moda, sperando di trovare un loro canale di vendita tra questi colossi multinazionali. La fiorentina Clara Longobardo, dopo essersi guadagnata negli an-
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ni stima e credibilità da parte degli addetti ai lavori con i suoi abiti scultura esposti nei principali expò italiani, ha creato nel 2007 il marchio “Kikkafi” puntando proprio sulla strategicità del web di offrire esperienze digitali coinvolgenti in grado di convertire l’utente in cliente. Come nasce la tua passione per la moda, come si è realizzata nel tempo fino alla creazione del tuo marchio? In verità nasco come costumista scenografa e ancora oggi fatico a definirmi una “stilista”. Ho deciso circa cinque anni fa di prova-
re a riversare la mia esperienza teatrale nella moda. Non è un caso, infatti, che con le mie collezioni provi a giocare con i colori proprio come un pittore farebbe con i suoi dipinti e non ho paura di mixare i tessuti classici con i materiali più strani e innovativi, proprio come farebbe uno scultore con le sue opere. Cosa pensi della possibilità per uno stilista emergente di avere una vetrina a portata di click dove esporre e mettere in vendita le proprie creazioni? Il web può essere un grande aiuto nel commercializzare una nuo-
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N LINE va ditta, ma va saputo usare e va affiancato, almeno all’inizio, ad altri siti che hanno già una loro clientela e una vasta popolarità. Nel mio caso è stato importante - per chi, come me, ha poca dimestichezza con internet - essermi affidata ad un bravo web designer che realizzasse non solo
[ SOPRA, CLARA LONGOBARDO, COSTUMISTA SCENOGRAFA, ORA STILISTA,
2007 HA CREATO IL MARCHIO “KIKKAFI”, PUNTANDO SUL WEB. IN QUESTA PAGINA, ALCUNI MODELLI DELLA SUA COLLEZIONE. ] NEL
lo stilistico, logistico e finanziario? Come spesso accade qui in Italia posso contare su un vero e proprio team formato famiglia. Per la parte finanziaria ho potuto contare sin dall’inizio sull’apporto concreto e umano di mia madre che, peraltro, è stata la prima a suggerirmi l’idea di un website e a spronarmi a lanciarmi in questo nuovo business. Mio marito, invece, è una figura fondamentale per tutto ciò che riguarda il marketing e la comunicazione. Per la produzione degli abiti mi sono necessariamente affidata a ditte esterne toscane che purtroppo però non ci hanno facilitato nei costi come ci si aspetterebbe per una ditta alle prime armi. Forte della convinzione che il Made »
una boutique virtuale in grado di rappresentare lo spirito del marchio, ma che tenesse anche conto di quei passaggi chiave necessari a rendere il tutto più fruibile anche a chi vi capiti per caso e ne rimanga incuriosito. Come si svolge il tuo lavoro e come è organizzato a livel-
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in Italy debba essere al 100% e non al 30% come accade in altre aziende di moda, ho dovuto cedere ma non senza sacrifici. Tutta questa virtualità nella moda se da una parte agevola il consumatore nell’acquisto, dall’altra forse toglie qualcosa a chi - non ancora famoso - realizza le proprie collezioni puntando sulla particolarità di un tessuto o sull’originalità di una lavorazione che, anche una bella foto e una descrizione accurata, non possono rendere compiutamente. La vendita virtuale di un prodotto deve sicuramente tener conto dell’esigenza di restituire a livello fotografico il fascino, l’esclusività ma anche la portabilità di un capo d’abbigliamento o di un accessorio. Tuttavia la caducità precoce delle cose che compriamo, la velocità con cui un prodotto vie-
LA VIRTUALITÀ DA UNA PARTE AGEVOLA CHI ACQUISTA DALL’ALTRA RICHIEDE MAGGIORE SFORZO PER RENDERE IL FASCINO DELL’OGGETTO
INTERVISTA A FRANCESCO REGIS
Quando IDEE virtuali creano opportunità REALI
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ra il 2000 quando dall’intuizione di Federico Marchetti nasceva Yoox.com, azienda italiana specializzata nell’ecommerce di moda e design multibrand che, nel corso degli anni, è riuscita ad imporsi sul mercato mondiale on line distribuendo, ad oggi, in oltre 100 Paesi nel mondo e vantando filiali sparse in ben tre Continenti. A
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distanza di oltre dieci anni, questo esempio ha fatto scuola e sono molti i giovani che si lanciano in questa forma di imprenditoria virtuale. «Internet è il futuro. Ora ci sono sempre più strumenti che danno la possibilità di accedervi come tablet e smart phone - afferma il ventiquattrenne Francesco Regis, titolare del neonato Clubandia.com - e noi ci
stiamo già attrezzando mettendo in cantiere la nostra applicazione che darà la possibilità di acquistare i prodotti del nostro sito direttamente dal proprio cellulare e da altri dispositivi mobili. Per la promozione pubblicitaria ci stiamo invece muovendo attraverso newsletter, social network e il nostro blog: onemillionews.com». Come è nato questo progetto e quali sono i vostri obiettivi? Clubandia.com è un outlet online basato su un concetto di “vendita ad evento” in cui i brand presenti sul sito verranno messi in “vetrina” per circa una settimana, offrendo ai soci registrati la possibilità di accedere in esclusiva alle vendite delle migliori firme del Made in Italy e non solo a dei prezzi davvero convenienti. Tra le prime cose che implementeremo ci sarà il t-shop: sempre vetrine virtuali ma con collezioni “limited edition”. Quali sono state le fasi principali che hanno portato alla creazione di questa azienda? Prima di tutto è stata ideata la parte grafica del sito in modo tale da capire bene le logiche del DataBase da applicare. Ne abbiamo quindi commissionato ad una società la creazione vera e propria ed è in questa fase che ho conosciuto il mio socio,
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E-COMMERCE LA NUOVA FRONTIERA Comprare in totale sicurezza
!
È la contrazione di “electronic commerce” e indica la compravendita di beni e servizi che avviene attraverso il web con pagamenti on-line. La sicurezza del Server a cui ci si rivolge è garantita dall’indirizzo HTTPS che identifica l’area protetta, e da uno specifico protocollo che crittografa i dati dei clienti contenuti nell’ordine d’acquisto. La normativa italiana prevede che tutti i siti di commercio elettronico riportino nella home page la partita Iva e la denominazione dell’azienda. I siti più importanti di e-commerce hanno un certificato digitale che consente di verificare l’autenticità del sito visitato.
Ma quanto guadagna la moda in Rete?
Nel 2012 il settore moda dell’e-commerce ha riscontrato una crescita del 30%
Stefano Esposito, che è stato entusiasta di entrare a far parte del progetto. Quando il website era quasi pronto siamo andati a costituire la società davanti a un notaio. È stato un momento molto emozionante per noi, perché stava diventando tutto ufficialmente reale. Quali e quante persone lavorano dietro Clubandia.com? Quasi tutti i nostri collaboratori sono nostri amici che hanno sposato il progetto e sono tutti preparati e specializzati in qualcosa. Abbiamo un programmatore che si occupa della parte back del sito, una ragazza che cura tutta la parte social e il blog, un fotografo professionista per gli shooting, una buyer che ci aiuta nel reclutamento dei brand; poi ci siamo io e Stefano che coordiniamo il tutto dividendoci tra intensissime giornate dietro una scrivania a contattare fornitori e viaggi in Italia e all’estero per non perderci nemmeno una fiera. Il commercio virtuale è un impegno molto, molto reale.
Secondo i recenti dati diffusi da Netcomm e School of Management del Politecnico di Milano, nel 2012 il settore moda dell’e-commerce ha riscontrato una crescita del 30% e si prevede il superamento della soglia del miliardo di euro di fatturato entro la fine dell’anno. Capi di abbigliamento e accessori rappresentano un terzo dell’export di prodotti e servizi italiani venduti On Line ai consumatori di altre nazioni, con netta prevalenza (80%) del comparto lusso. La grande diffusione di cellulari di nuova generazione sempre più sofisticati e di tablet sta rendendo questa tipologia di fashion business sempre più versatile. Sono, infatti, numerosissime le aziende del Made in Italy presenti con le loro applicazioni su iPhone e iPad. Il futuro dello shop virtuale è mobile.
[ L’ATTRICE ELLE MACPHERSON, IN ALTO, INDOSSA CAPI DELLA LINEA ERMANNO SCERVINO; SOPRA, LA CANTANTE KYLIE MINOGUE CON UNA BORSA FIRMATA ROBERTO CAVALLI. ]
ne rimpiazzato soprattutto in rete dalla novità del momento a scapito a volte di certe tradizioni sartoriali, dovrebbero essere per noi designer una spinta ad educare il pubblico nel migliore dei modi, e non portare noi ad essere educati dal consumismo della clientela. Certamente mi sento, comunque, di riconoscere la vastità di pubblico che il web regala anche a noi realtà minori. Continuo a rimanere sorpresa ancora oggi dei contatti ricevuti sul mio sito da ogni parte del mondo: Cina, India, Russia... Come vedi il tuo futuro di giovane stilista e imprenditrice? O forse, di questi tempi, sarebbe meglio dire: come e dove? Io mi vedo a Barcellona dove con mio marito vorremmo realizzare - con la prossima apertura del nostro primo concept store che proceda di pari passo al nostro sito - una comunità creativa che dia luogo e sfogo a diversi tipi di artisticità. L’idea rimane sempre quella di un’atemporalità di capi e accessori che non segua la volubilità delle stagioni della moda, ma si adatti a tutte le situazioni prestandosi a mille abbinamenti. L’occhio e la fantasia del nostro cliente saranno quindi lo step finale di creazioni che mirano all’unicità. Le idee sono sempre tante, anzi tantissime. Nella moda è importante non fermarsi mai, avere sempre nuove idee, gettarsi, sbagliare e “ricominciare da tre” come direbbe Troisi e non da zero, perchè qualcosa di buono e di solido c’è sempre. SETTEMBRE 2012
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Sulle due rive del Giordano si stende una terra che ha visto una storia meravigliosa. Da un lato, l’arrivo di un popolo eletto da Dio e lo sviluppo di civiltà come i Nabatei e le grandi città ellenistiche.
DAL 22 AL 29 OTTOBRE 2012 - 8 GIORNI / 7 NOTTI 1° giorno - 22 ottobre: Partenze per NAZARETH Partenza in aereo da Milano e Roma per Tel Aviv. Trasferimento in pullman a Nazareth e sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. 2° giorno - 23 ottobre: NAZARETH Al mattino escursione al Monte delle Beatitudini, Tabga e Cafarnao, la Sinagoga e la casa di Pietro. Nel pomeriggio visita di Nazareth: la nuova Basilica, la Grotta dell’Annunciazione e l’annessa Chiesa di S. Giuseppe. Pensione completa. 3° giorno - 24 ottobre: NAZARETH - PETRA Partenza in pullman per il ponte Sheik Hussein, passaggio di frontiera ed ingresso in Giordania. Visita di Jerash, testimonianza della civiltà greco romana. Al termine proseguimento per Petra. Pensione completa. 4° giorno - 25 ottobre: PETRA - AMMAN Al mattino, visita di Petra, lo splendido capolavoro della civiltà nabatea, interamente scolpita nella roccia rosa. Nel pomeriggio rientro ad Amman. Pensione completa. 5° giorno - 26 ottobre: AMMAN - BETLEMME Partenza per Madaba e visita del sito di arte bi-
zantina. Proseguimento per il Monte Nebo da dove si ha una visione della “Terra Promessa”. Passaggio di frontiera al Ponte Allenby e sosta a Gerico. Proseguimento per Betlemme dove si arriva in serata. Pensione completa. 6° giorno - 27 ottobre: BETLEMME Visita della Basilica e della Grotta della Natività, del Campo dei Pastori dove gli Angeli annunciarono la nascita di Cristo. Trasferimento a Gerusalemme e visita del Monte Sion, del Cenacolo, della Chiesa della Dormizione, di S. Pietro in Gallicantu e del Muro del Pianto. Pensione completa. 7° giorno - 28 ottobre: BETLEMME Partenza per Gerusalemme e visita del Monte degli Ulivi: Ascensione, Pater Noster, Dominus Flevit, Basilica dell’Agonia, Getsemani, Tomba della Madonna. Nel pomeriggio visita della Chiesa di S. Anna e della Piscina Probatica. Al termine si percorre la “Via Crucis” per raggiungere il S. Sepolcro. Pensione completa. 8° giorno - 29 ottobre: RIENTRO IN ITALIA Trasferimento all’aeroporto di Tel Aviv e rientro a in aereo a Milano e Roma.
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE minimo 25 partecipanti In camera doppia Tasse aeroportuali (da riconfermare al momento dell’emissione del biglietto) Assicurazioni (bagaglio, sanitario, annullamento) Supplementi Camera Singola Partenze da Milano
€ 1.190,00 140,00 30,00 350,00 100,00
Le quote comprendono: Viaggio aereo per Tel Aviv e ritorno (voli speciali) - Visto d’ingresso in Giordania - Trasferimenti in pullman - Visite ed escursioni come da programma - Ingressi - Sistemazione in alberghi di Ia categoria in Giordania e IIa categoria in Terra Santa - Pensione completa dalla cena del 1° giorno alla prima colazione dell’8° giorno (bevande escluse) - Portadocumenti - Accompagnamento pastorale - Radio-guide per le visite in Israele - Assicurazione: assistenza, rimborso spese mediche, bagaglio, annullamento e rifacimento viaggio. Le quote non comprendono: bevande, mance, escursioni non previste nel programma, spese personali e tutto quanto non sopra menzionato. Documenti: per i cittadini italiani è richiesto il passaporto valido per almeno 6 mesi dopo la data di inizio viaggio.
Informazioni e prenotazioni 50&Più Turismo (Aut. Reg. 388/87) Tel: 06 6871108/369 Fax: 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più
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(parte IIIa)
Come inviare un Tweet, creare una lista... suggerimenti per concludere il “viaggio” intrapreso all’interno del social network.
[ INTERNET & DINTORNI NEGRINI ]
DI PAOLO
» Inviare un Tweet Inviare un Tweet rivolto a tutti Scrivete il testo nel box Scrivi un nuovo Tweet, primo riquadro della home page in cima alla pagina. Verificate che il testo non superi i 140 caratteri. Cliccate sul pulsante Tweet, inviate il messaggio. Il Tweet apparirà immediatamente nella cronologia della vostra pagina, e sarà immediatamente ricevuto da tutti coloro che seguite e che vi seguono.
Inviare un messaggio privato Un messaggio privato (o Messaggio Diretto) viene inviato tra follower. Diversamente dalle menzioni e le @risposte, potete ricevere messaggi privati solo da persone che seguite e non potete inviarli a persone che non vi seguono. Aprite un Tweet della persona a cui volete scrivere un messaggio privato o accedete alla lista delle persone che vi seguono; cliccate sul pulsante con la silhouette di una persona, posto dopo il pulsante Segui. Nel menu a tendina fate un clic su Invia un messaggio diretto. SETTEMBRE 2012
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ISTRUZIONI PER L’USO - 10
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ISTRUZIONI PER L’USO - 10
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Creare una nuova lista Cliccate sul titolo del Tweet che avete ricevuto. Fate un clic sul pulsante che rappresenta la silhouette di una persona e cliccate su Aggiungi o rimuovi dalle liste.
Nel popup scrivere il testo del messaggio e fate clic su Invia Messaggio.
I messaggi privati sono più simili ai Tweet che alle e-mail: sia il destinatario che il mittente di un DM possono cancellarlo e questo sparirà dalla inbox di entrambi.
Se non è presente ancora alcuna lista, vi sarà chiesto di crearla. Inserite le informazioni sulla lista e scegliete se altri possano vederla oppure mantenerla privata. Salvate la lista.
» Le liste Le liste sono molto utili perché permettono di raggruppare degli utenti in modo tale che, quando selezioniate una lista, vedrete un flusso di Tweet solo degli utenti inclusi in quel gruppo.
Ogni utente può essere aggiunto a 20 liste al massimo. Il nome della lista non può superare i 25 caratteri e non può iniziare con un numero (per esempio: “1lista” non è un nome valido). Si possono aggiungere al massimo 500 account per lista. Per vedere la cronologia di Tweet dalla persona o gruppo di persone incluse nelle liste che seguite o che avete creato, fate un clic sul pulsante Me e un clic su Liste;
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oppure cliccate su Visualizza il mio profilo, nella parte superiore della home page, e fate un clic su Liste. Se il vostro account è pubblico (non protetto), i vostri Tweet saranno comunque visibili sulla pagina pubblica e, quindi, l’utente bloccato potrà continuare a leggervi. L’utente bloccato non sarà in grado di comunicare con voi né potrà più seguirvi. Se tentasse di farlo, gli apparirebbe il messaggio del blocco nei suoi confronti.
Modificare o cancellare liste Per modificare o cancellare una lista, accedete alla pagina del vostro profilo, scegliete la lista su cui intervenire e cliccate sul pulsante Modifica per modificare nome e informazioni della lista, oppure sul simbolo Elimina per cancellarla.
» Sbloccare un utente Per sbloccare un utente, ripetete i passi precedenti e fate un clic su Sblocca. Questa procedura è possibile fino a quando non uscite da Twitter. Se chiudete la sessione di Twitter e poi la riaprite, l’utente che avevate bloccato non sarà più presente. Per poterlo recuperare, eseguite la ricerca del suo nome utilizzando la casella di ricerca e, quando comparirà il suo nominativo, cliccateci sopra ed eseguite la procedura di sblocco illustrata precedentemente.
» Bloccare un utente Tutti gli utenti di Twitter hanno la possibilità di bloccare altri utenti. Il blocco impedisce agli utenti bloccati di seguirvi, di inviarvi @risposte e @menzioni o di inserire il vostro account in una delle loro liste. Bloccare un utente Aprite un Tweet inviato dalla persona; cliccate sulla silhouette e selezionate Blocca dal menu a tendina.
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50epiu.it ATTUALITÀ, CULTURA,
EVENTI ASSOCIATIVI E OCCASIONI DI INCONTRO. E POI, TUTTO SU: PREVIDENZA, FISCO, LAVORO, WELFARE. QUESTO E ALTRO ANCORA SUL NUOVO SITO INTERNET DI 50&PIÙ. UNO SPAZIO PER ESSERE SEMPRE AGGIORNATI SUL MONDO CHE CI CIRCONDA.
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CONCLUSA LA XXX EDIZIONE
Ad incontrare i finalisti della XXX edizione del Concorso di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia di 50&Più, che si è tenuto ad Assisi dal 1° al 7 luglio, colpiscono i racconti di tante storie di vita diverse, ma unite da una passione artistica scoperta o ritrovata, e la voglia di condividerla.
’DA SOGNO A REALTÀ
FOTO DI S. GENGOT TI
DI LUISELL A BERTI
L
C’
è chi nella vita ha fatto l’insegnante, il magazziniere, il commerciante, la casalinga. C’è chi si è laureato, chi si è fermato alle medie o alle elementari. Nessuno dei partecipanti al Concorso 50&Più, però, si è arreso al titolo di studio o ad una profes-
ARTE,
sione che nulla ha a che vedere con l’arte. Ecco alcune testimonianze. «È il quarto anno che partecipo - racconta Rosalia Chiocchetti, di Moena (Tn) - ma è la prima volta che seguo il laboratorio di pittura con Enrico Benaglia, un amico che ci ha dato consigli senza invadere troppo. È stata un’esperienza molto stimolante e interessante». » SETTEMBRE 2012
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ÀTIVITISOP ’UIP ,AINOMRA ÙIP
PIÙ ARMONIA, PIU’ POSITIVITÀ
SPECIALE CONCORSO
XXX CONCORSO 50&PIÙ PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA
AIFARGOTOF E ARUTTIP ,AISEOP ,ASORP ÙIP&05 OSROCNOC XXX
[ SOPRA, IL PRESIDENTE NAZIONALE 50&PIÙ, RENATO BORGHI (A SINISTRA), E IL SEGRETARIO GENERALE 50&PIÙ, GABRIELE SAMPAOLO, NEL CORSO DI UNA PREMIAZIONE. ACCANTO E NELLA PAGINA SEGUENTE, ALCUNI MOMENTI DELLA MANIFESTAZIONE. ]
Al laboratorio dedicato alla prosa, dello scrittore Francesco Tarquini, incontriamo Giuseppe Leo di Catania: «Lavoravo come magazziniere, oggi sono in pensione. Amo scrivere sin da ragazzo. Prediligo la poesia, mentre la prosa è una passione che ho riscoperto appena tre anni fa». L’amicizia è un ingrediente importante di questa manifestazione. Lo conferma Marisa Bertozzi da Reggio Emilia: «Essere qui significa ritrovare la rete di amicizie che ho costruito partecipando a ben tredici edizioni. La scrittura e questo Concorso hanno allargato i miei orizzonti
La fisarmonica di Domenico Romeo Al Concorso ha portato con sé la sua fisarmonica, rallegrando tutti con balli improvvisati. La fisarmonica «fa parte della mia vita», dice Domenico Romeo, di Reggio Calabria, in arte “do.ro”. Si definisce «la persona più felice del mondo», ecco perché. «Ho avuto in dono l’estro creativo e l’intuizione. Scri1000 vo in prosa, in poesia, sono scultore. Ho appena la licenza elementare, ma ho viaggiato e letto molto. Ho 75 anni, sino a 11 anni ho camminato scalzo, ho sofferto la fame e ho vissuto in pieno la Seconda Guerra Mondiale. Nella vita ho fatto molte cose, e oggi che sono in pensione, lavoro più di prima, mi occupo di marketing. Suonando la fisarmonica ritrovo l’armonia, quindi la positività. Bisogna essere positivi se si vuole essere felici».
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di casalinga. Amo narrare, forse perché mi riporta ai ricordi della mia infanzia». Rainalda Torresini, da Treviso, invece, faceva l’insegnante di matematica. «Mi occupo di tante cose: dalla fotografia al canto, dal teatro per i bambini alla recitazione. Quest’anno sono in gara per la fotografia». Indica orgogliosa la sua foto, curiosa di conoscere il parere di una grande professionista come Lina Pallotta (suo il workshop di fotografia che ha conquistato tanti appassionati). La proclamazione dei vincitori è il giorno più atteso. A dare manforte ai finalisti ci sono i vertici dell’Associazione
50&Più: «Giustizia, verità, bellezza, è quello che cerchiamo nella vita. Voi avete tradotto la ricerca della bellezza in un’opera artistica. Questo dono che avete ricevuto è il premio più grande al di là del responso della Giuria», è stato l’incoraggiamento di Renato Borghi, presidente nazionale di 50&Più. «Questa è una manifestazione che più invecchia, più si fa giovane», ha sottolineato Gabriele Sampaolo, segretario generale della 50&Più. «Dentro c’è l’energia di tutti voi che decidete di esserci, di condividere la vostra passione artistica. Il nostro impegno è quello di ritrovarci il prossi-
[ SOPRA, ALCUNI COMPONENTI DELLA GIURIA: DA SINISTRA, PASQUALE BASILE, RENATO MINORE, LINA PALLOTTA, DUCCIO TROMBADORI ED ELIO PECORA. ]
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[ A SINISTRA, I QUATTRO SUPERVINCITORI
2011 VOTATI
DAI LETTORI E PREMIATI CON LA FARFALLA DI GRANITO: DA SINISTRA PAOLO
CAPUCCI, LEDA PANZONE NATALE, MIRELLA MORELLI E MARIO LANTERI. ]
mo anno con una manifestazione ancora più grande». Paolo Notari, conduttore dell’evento, presenta i componenti della Giuria: Elio Pecora, poeta, Duccio Trombadori, critico d’arte, Lina Pallotta, fotografa, Renato Minore, giornalista e saggista, Maria Luisa Spaziani, poeta, Pasquale Basile, pittore. Emozione, trepidazione e boati di gioia, accompagnano l’assegnazione delle ambite Farfalle e Libellule d’oro. Non solo: vengono consegnate anche 60 Menzioni speciali e fatte 10 Segnalazioni della Giuria. Non è mancato nemmeno il divertimento grazie agli spettacoli serali con Riccardo Fogli, i Mariachi, Vittorio Viviani e Andrea Bianchi, l’Orchestra di Edmondo Comandini e il musical Chiara di Dio. Infine, in ricordo del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna, il Concorso ha ospitato 20 scatti fotografici di Stephanie Gengotti dai centri più colpiti dal sisma. La manifestazione si è chiusa con uno spettacolo autogestito: circa 50 artisti concorrenti, guidati dal maestro Vincenzo De Filippo, hanno regalato emozioni e divertimento. Appuntamento alla XXXI edizione!
{
LA QUATERNA VINCENTE 2011
}
I quattro supervincitori del Concorso 2011, votati dai lettori 50&Più, raccontano com’è nata la loro passione artistica e ringraziano per questo ulteriore premio. Mario Lanteri, di Voghera (Pv), con il quadro Si fa sera…: «Amo la pittura, ma per lavoro ho messo da parte il sogno per 40 anni; oggi, dipingo tutti i momenti che posso». Paolo Capucci, di Rieti, con la foto Donna di Tallin: «La prima macchina fotografica l’ho avuta con una raccolta punti. Ho 79 anni e la fotografia ha sempre riempito la mia vita». Leda Panzone Natale, di Pescara, con la poesia Il mio amico down: «Attorno ai 9 anni, non riuscivo a fare un tema. Mia mamma mi disse: “Mettiti alla finestra, guarda la neve che scende. Scrivi quello che ti viene in mente”. La mia passione per la scrittura è iniziata così». Mirella Morelli, di Pontedera (Pi) con il racconto La coscia di pollo: «Amo scrivere prosa e poesia. Scrivo nei momenti gioiosi e meno gioiosi. La vita è tutta un’emozione».
{
OGNUNO SI È MESSO IN GIOCO PER DIMOSTRARE IL PROPRIO TALENTO E, SOPRATTUTTO, LA PROPRIA PASSIONE ARTISTICA Trenta edizioni per Noelia Una fedelissima del Concorso è Noelia Burlando di Genova, 83 anni. Ha partecipato a tutte le edizioni del Concorso, un appuntamento per lei irrinunciabile. «La poesia mi dà tante emozioni e anche soddisfazioni». Noelia è una autodidatta pura. «Il mio titolo di studio? La terza media commerciale. Il francese con il quale ho tradotto le mie poesie l’ho imparato da sola». Ha vinto premi internazionali con le composizioni Haikù. «Ho lavorato una vita e, quando sono andata in pensione, ho dato sfogo alla mia passione: la poesia».
} I contenuti extra del concorso, foto e video sono disponibili su www.50epiu.it SETTEMBRE 2012
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XXX CONCORSO 50&PIÙ
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FOTOGRAFIA
SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giudizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la scheda
di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome, sarà decisiva.
✂ Da ritagliare e inviare a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 28/1/2013. La votazione può essere effettuata anche sul sito di 50&Più, all’indirizzo www.50epiu.it Cognome
Nome
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PROSA
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PITTURA
FOTOGRAFIA
c «Il labirinto» Ivan Adriano Ballabio
c «Germogli» Annunziata Cavallucci
c «Torero» Luigina Antoni
c «I miei tulipani» Clara Bergomi
c «Avvolti nel mistero» Maria Grazia Cardelli Lenzi
c «Dialoghi silenziosi» Gianni Galparoli
c «Guizzi sommersi» Lia Bardelli De Lalla
c «Curiosità» Alessandro Magrino
c «La mia terra ha in serbo per me...» Francesca Maria Magaldi
c «L’indifferenza» Maria Giannetto
c «Acqua» Ivana Bellucci
c «Tre generazioni»
c «Amore» Maria Antonietta Rotter
c «Peperoni» Maria Pia Luzi
c «In un attimo» Anna Sani
c «Metropoli» Giuliana Pongiglione
c «Mio padre» Carmen Pezzetta c «Lina Clementina Cornelia» Olga Turchetto
(Tirana campo rom della stazione)
Giancarlo Rupolo c «Chi assaggia?» Ermanno Trezzi c «L’amica» Antonio Vercellesi
✂ MENZIONI SPECIALI Prosa: Paola Maria BOLGIANI, Nazzareno CARIDEO, Gianna CURTÒ, Rita DALL’ANTONIA, Adriana FESTOSO, Maria Grazia FRANCESCHETTI, Adolfo FIORINI, Velia GIOVANNINI, Lucrezia GONNELLA, Giuseppe LEO, Caterina LORENZETTI, Gabriella MAGANZA, Licia MARIOTTI, Silvana PASINETTI, Ivo PATUELLI, Enrico PROSPERI, Gennaro SACCONE, Giuliana SESTIGIANI, Luciana SGOBBI, Clara TAFFARELLO. Poesia: Vincenzo BALDI, Noelia BURLANDO, Luciana BERNARDINELLI, Laura CALERI FALCONE, Antonietta CARETTO GRECO, Giorgio CARRARO, Rosa COSTANTINO, Edda DE BONI, Paola DUFFO, Silvana FERRARI, Sergio
FERRARI, Sofia GUARINO, Maruska KANNEWORH, Fortunata LO GIUDICE, Rosanna Luisa ROSSI, Antonio SANI, Giovanni SILONIO, Anita SIMONATO, Loretta STEFONI, Adriano TAGLIAPIETRA, Anna TARONI CARRARO, Laura VEZZOSI, Guido VISENTIN, Ornella VITALI, Antonietta VOLONTÈ. Pittura: Maria BUSATO, Mario COLOMO, Bertilla DIQUIGIOVANNI, Angelo FARCI, Renata GIUDICI, Lucio LUPINI, Violetta MAROVELLI, Achillea SPACCAZZOCCHI, Flora TRAMONTE. Fotografia: Furio AGNORELLI, Roberto ALESSI, Francesca FILIPPINI, Alfredo LEONARDI, Vittorio RINALDI, Pasquale TALANO.
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ono andato su e giù tante volte per il mi alzavo facevo colazione e poi scendevo a prato. Su fino alla siepe e giù vicino al- correre nel prato assieme a Jim, che mi aspetl’ingresso della mia casa. Da qui fino al- tava, anche lui ansioso di dimenticare quel rula siepe alta che delimita il prato, e poi indie- more che ora arrivava da oltre la siepe. tro fino alla casa. Avanti e indietro. Da qui a A casa mia, oltre al parrucchiere e al dottore che vengono abitualmente una volta al là e ritorno. Mio papà mi urla: “Vai, corri, non ti fermare”. mese, mi capita di ricevere la visita di diverIo corro e dietro di me Jim, il mio cane, ab- se persone che non conosco. Entrano in cabaiando, mi insegue fino in fondo al prato e sa, si siedono e non si spostano mai da dopoi torniamo indietro, sempre di corsa. Il pra- ve sono. Bevono quello che offre mia mamto è lungo come la casa e a me sembra non ma, parlano di tante cose che non capisco, mi guardano con interesse e, a volte, mi chiefinire mai. Mi piace correre, su e giù per il prato, con l’er- dono come mi chiamo, o quanti anni ho e poi se ne vanno. Io non lo so dove vanno e cobetta tagliata bassa, da mio papà. La domenica mattina il mio papà taglia l’er- me sono arrivati fino a qui. So che oltre la sieba con una macchinetta rumorosa. La taglia pe vi sono altre persone grandi come i miei molto bene con precisione, come quando si genitori ma anche piccoli come me. Lo so e taglia la barba, tanto che, dopo, ti viene vo- lo sento come vero, anche se il mio papà non glia di accarezzarla. Tutte le domeniche, mio l’ha mai ammesso. Non ne sono sicuro ma ho papà, non va al lavoro; rimane in casa e ta- l’impressione che esistano altre persone oltre glia l’erba. lo non posso correre, su e giù, fi- la siepe; altri animali come gli uccelli che, alno a quando lui non ha finito di usare il ta- le volte, sorvolano il cielo sopra di noi. gliaerba fracassone. Alcune volte recide an- Mi sto interessando, cerco di sentire un rumore o qualche luce che i rami della siepe che mi segnali la preche delimita il prato. senza di qualcuno coLo fa con un attrezzo, me me o anche, semanch’esso molto ruOltre la siepe, dove mio plicemente, come il moroso; uno strumenpapà mi dice di non mio cane. Che respiri, to lungo e dentellato faccia la pipì, o che che assomiglia ad un chiedere che cosa c’è. corre su e giù per un pettine. Lo fa molto Oltre l’intrigo di tutti quei prato come il mio. bene quasi come il Oltre la siepe, dove mio parrucchiere che vierami che non lasciano papà mi dice di non ne in casa a tagliarmi intravedere nulla. chiedere che cosa c’è. i capelli. Oltre l’intrigo di tutti Il rumore che fanno quei rami che non laquesti attrezzi, ai quasciano intravedere nulli io non posso nemmeno avvicinarmi, è ossessionante. È un ru- la e che riescono persino a filtrare i rumori rimore talmente forte che per non soffrirlo, mio mandandomeli ovattati al punto da convincerpadre, lo usa indossando una cuffia enorme mi che al di là vi fosse il nulla assoluto. Lo stesche gli copre tutto il capo e le orecchie. È tal- so nulla che si vede nel cielo confuso dalle numente vigoroso, il rumore che rimane nell’aria bi di giorno o punteggiato di lucine di notte. molto tempo e la sua eco la risento anche il Un giorno sono salito, con mia mamma, al piano di sopra e ho notato una finestra che pomeriggio e addirittura il giorno dopo. M’è capitato di svegliarmi nel sentire il rumo- dava su di un lato della casa che non conore del tosaerba e di chiedere alla mamma se scevo: forse l’ingresso o la parte a nord verpapà stesse tagliando l’erba e in risposta ho avu- so le montagne. Mi sono affacciato, per guarto un frettoloso: “No! Papi l’ha tagliata ieri”. dare giù ma il panorama era ostacolato da una Non era vero ma sicuramente l’ossessione di pianta alta e piena di foglioline che non laquel rumore me lo faceva ricordare. Allora sciavano intravedere niente. » SETTEMBRE 2012
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XXX CONCORSO 50&PIÙ PROSA Niente, oltre la pianta non c’era niente. La mia mamma e il mio papà passano il tempo a pulire la casa, a preparare da mangiare, a mangiare, e a guardare la televisione. La televisione è come il giardino di casa: cintato, liscio, perfetto, contenente tutto. Al di fuori dello schermo il nulla. Anch’io, quando mi trovo davanti al televisore, non comunico, non parlo, non esisto. La siepe di casa mia è un ostacolo virtuale creato per darmi la certezza che tutto quello che vedo e solo quello che vedo è realtà mentre i miei pensieri, i miei sogni, i miei desideri non sono altro che un futuro aperto, vuoto e infinito. La recinzione a siepe che circonda la mia casa con il suo intreccio fitto di rami e foglie mi impedisce di percepire quello che c’è al di là. Niente trapela da quel confine. Nessun rumore, nessun odore e nemmeno un minimo di immaginazione. Se guardi la barriera, essa, ti assorbe la vista mostrandoti minuzie infinitesimali fatte di animaletti, di foglioline e di pezzi di corteccia che ti informano del tutto che fa parte della reTutto sembra vero. Le persone che si altà rifiutandosi di svelare il nulla che apincontrano, le auto in sosta e persino la partiene alla fantasia. strada che vedo sfilare nel monitor Per me il tutto si trova al di là della siepe davanti e a fianco, sembrano vere. mentre il nulla è qui. Il tutto è l’universo da scoprire. Il nulla è il mondo nel quale viviamo e che ci circonda. Certe volte, mio papà, mi accompagna in un locale dove si trova parcheggiata l’automobile. Mi fa accomodare sopra nella parte posteriore,
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seduto in un seggiolino e mi lega con delle cinture. Lui sale davanti a fianco alla mia mamma e si legano anche loro, con una cintura, prima di accendere un dispositivo iterativo che produce un rumore simile al tosaerba ma più ovattato e sugli schermi davanti a loro e di fianco a me si riproducono delle scene fantastiche in movimento: tanto reali da sembrare vere. Si vedono cose e persone fantastiche come automobili come quella di papà che ti superano o si fanno superare ed altre che viaggiano in senso contrario, uomini e donne che camminano a fianco o ci attraversano la strada; mi capita pure di vedere bambini accompagnati da adulti come anche ho visto cani tenuti al guinzaglio. Le immagini che scorrono sui finestrini sono sempre uguali e non so se mio papà interviene manualmente attraverso il volante che tiene nelle mani a cambiare le scene o se, esse si riproducono virtualmente senza possibilità di intervento. Lo vedo intento a guardare il video davanti a lui e qualche volta impreca con uno scatto e picchiando con un pugno fa suonare un dispositivo potente e assordante. Il gioco dura in media venti minuti, poi, non ho ancora capito come ma tutto quello che si vede fuori diventa un ammasso di automobili come quella di mio papà, messe tutte una di fianco all’altra su più file ben allineate. Tante auto. Tutte ferme, spente, in attesa, in un prato cementato delimitato da siepi altissime e da una casa formata da decine di porte, tante finestre e senza alcun tetto. Attorno si muovono delle persone, come il mio papà e la mia mamma, che spingono enormi carrelli di ferro, come quello
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che la mia mamma va a prendere vicino ad un ingresso della casa per trascinarlo vicino a noi e spingerlo in avanti per entrare in quella casa sterminata, senza soffitto, e con della musica diffusa interrotta, a volte, da una voce che ci avvisa di fare delle cose che non capisco, come: raggiungere la cassa, ritornare al reparto alimentari, o approfittare di un offerta a cui mia madre non si astiene di fare entrando in conflitto con il papà che si arrabbia. Tutto sembra vero. Le persone che si incontrano, le auto in sosta e persino la strada che vedo sfilare nel monitor davanti e a fianco, sembrano vere. Qualche cosa di vero deve esserci. Nei contenitori che la mamma ha messo nel carrello e che poi ha caricato nel retro della nostra automobile, una volta a casa, le apriamo e c’è della roba da mangiare, la stessa roba raffigurata sulla confezione. Sono veri anche i giocattoli che il papà mi mostra e mi da per giocare. È vera anche una bicicletta che sto imparando ad usare per andare su e giù dal prato con il mio cane che mi abbaia dietro. Sto dubitando fortemente del fatto di essere. Ho la sensazione che oltre la siepe, oltre la casa, al di là del nulla esista qualche cosa da scoprire. Qualche cosa di semplice, di interessante da conoscere. Qualche cosa che mi sta aspet-
tando per crescere con me. Qualche cosa che mi darà e dirà il significato di tutto quello che sto vivendo e perchè lo sto vivendo. Oggi piove. Piove molto forte e non si può andare in giardino. Mia mamma sta guardando delle cose sul monitor del computer, delle foto di persone con delle parole scritte vicino, e alle frasi unisce altre parole che scrive con la tastiera. Io non ho voglia di giocare col videogame perciò mi sono appartato con Jim a fare un po’ di meditazione. Gli ho chiesto cosa ne pensava del fatto che mi sento solo e se siamo soli o c’è altra gente oltre la siepe. Non mi ha risposto, come è il suo solito, ma ha battuto la coda più volte e ha mosso gli occhi per dirmi di dubitare. È probabile che essendo, lui, un cane possa udire o sentire qualche cosa che a noi, umani, sfugga. A me capita di avere sentore che esistano, oltre la siepe, altri uomini. Percepisco, alle volte, strani odori e finti rumori, ma ragionando, meditando e soprattutto mettendo in atto quello che dice il papà traggo la conclusione di aver sognato. È solo una congettura, la mia. Un modo per risolvere i tanti dubbi. Una forma mentale per dimostrare a me stesso che il mondo è al di là del muro e che qui vi sia solo un grande vuoto da riempire. Un vuoto fatto di niente. Un vuoto che mi contiene. Un vuoto che devo riempire.
» Ivan Adriano Ballabio
Vive a Brenna (Co). Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
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» Maria Grazia Cardelli Lenzi
È nata a Livorno e vive a Perugia. Impiegata alla Confcommercio dal 1976 ora in pensione. Poeta per pura passione, ha partecipato a molti concorsi, anche internazionali, ottenendo premi e qualificazioni fra i quali il Concorso “Confidenze/Costa crociere”, dove ottenne il secondo posto ex equo. Partecipa al Concorso 50&Più dal 2002; nel 2003, 2008 e 2011 ha vinto la Menzione speciale per la Prosa e, nel 2004, per la Poesia. Ha ottenuto anche il secondo posto nel premio poesia “Maria Luisa Tosi”.
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sicuramente più giovane di me e non se facessi sesso con un altro uomo (mi piacapisco perché mi guarda così intensa- cerebbe, ma non posso, non voglio). mente quando m’incontra. È bello: for- Mi sento esposto agli sguardi degli altri. Vorse è attratto dalla mia vitalità, dalla mia ener- rei una casa, dove chiudermi dentro. Una cogia, forse vuol misurare se stesso facendo me quella che ogni notte sogno, ma che nell’amore. Lo so, io non sono bella, non sono la realtà non esiste. neppure più così giovane, ma non importa: Il rumore che mi stordisce mi rende nervoso, sono più brava, più esperta ed anche se lui é mi vorrei allontanare da questa città così granun disegnatore preparato, la sua professiona- de e rifugiarmi chiudendo fuori il mondo... io ed i miei segreti, i miei desideri, la mia vera lità è inferiore alla mia. È venuto al mio studio per una consulenza, lo vita “avvolta nel mistero”. guardo fisso negli occhi, parlo, parlo, ma vor- Mirella, voglio fare l’amore con te, stringerrei mi stringesse forte, mi scaldasse: l’inverno ti, appartenerti. Vicini al fuoco che scoppietta nel camino. sarà lungo, non voglio stare sola. Stanchi dopo Il suo profumo! l’amplesso, ma Come vorrei sentimai così lucidi e re il suo profumo. Ho raggiunto il traguardo, presenti, illumiA volte mi sento nati dalla fiamisolata come se olho vinto la paura, ho lasciato ma fra luci ed tre ai profumi non da parte l’orgoglio, ho creduto ombre, abbracavvertissi i rumori, ciati. tutto mi appare irin me. Non sono più solo, Il mondo è finalreale e allora ho non è più sola. Appare mente chiuso bisogno di toccafuori, lontano da re, di stringere. all’improvviso, splendente, me, sono qui nelDedicata solo a irreale... “Lo vedi? Cosa è, chi è” la casa dei miei me senza impesogni, unico, con dimenti o paure Si materializza, prende vita, lei che mi apparvivo giorno dopo si avvicina, ci sfiora. tiene ed alla quagiorno, ondeggio le appartengo. nell’aria “avvolta Ho raggiunto il nel mistero”. Povera Mirella forse i suoi occhi non stanno traguardo, ho vinto la paura, ho lasciato da guardando te, ti trapassano e non ti vedono, parte l’orgoglio, ho creduto in me. guardano lontano oltre il tempo e lo spazio, Non sono più solo, non è più sola. Appare all’improvviso, splendente, irreale... senza fermarsi... “Lo vedi? Cosa è, chi è”. Il mio nome è Arturo... È terribile chiamarsi Arturo ed è forse per Si materializza, prende vita, si avvicina, ci sfiora. questo che mi fermo spesso a guardare gli al- Impalpabile assurdo. Cancella i nostri volti, ci trasforma, non siatri uomini. Cerco di indovinare il loro nome: sarà sicura- mo più gli stessi. Il tempo si è fermato e noi per mano, fra le mente più bello del mio. Poi lo scopro e ne sono affascinato. Che per- nuvole, in alto, “avvolti nel mistero” finalmente liberi di correre, di non aver più pausona si nasconderà dietro quel nome? Sulle sue labbra, però, Arturo è più accettabile. ra, lontani nel tempo e nello spazio, certi che Trascina la “a” lentamente e rotola la “erre” niente ci potrà colpire. La verità ci appare e ci illumina come fosse come fanno i francesi. Mirella è volitiva, forte, un po’ mascolina una luce accecante ma calda, come se il nocome tutte le donne con le quali ho fatto stro cuore battesse ancora, per sempre, senza fermarsi mai, finalmente consapevoli del l’amore. Mi piace essere dominato, posseduto come perché abbiamo vissuto. “Insieme”.
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a mia terra ha in serbo per me aquiloni da liberare nel mio cielo. Volcei, terra mia, opimo granaio di chicchi di sole ed eterea pula dorata, volteggiata dal sospiro inarrestabile del tuo venticello. Eri per me tutto un mondo quando le sue ventate incapricciavano i capelli d’ogni mia compagna. Solo i miei “buccoli” sapientemente e amorevolmente intrecciati dalle abili mani di mammina, resistevano, come resisteva il gran fiocco a farfalla ben ancorato che pure sembrava stesse lì lì per spiccare il volo. Belli quei giorni! ...incancellabili dalla mia memoria e tu, la mia terra, ne eri la cornice fatta di spazi - pochi - ma di tante case pietrose e incatastate che si affannavano a reggersi l’un l’altra. Veniva da chiedersi: quale tra esse è la pietra di volta? Quale, sottratta, potrebbe rendere invane queste forze che caparbiamente lottano per sostenersi? Il terremoto sì, il terremoto dell’Ottanta seppe trovarla... e molto andò in cocci e molti dovettero conoscere la penosa e umiliante attesa della ricostruzione. Allora corsi da te, volevo stare con tutti i tuoi figli, miei conterranei, e affiancai quel generoso del mio fratellone a cui quello scrollone e quei boati avevano tolto sonno e ozi. Per prima cosa (sì avevo un’urgenza che mi premeva), mi arrampicai sù sù per le scale di casa, abituata a raggiungere il terrazzino dal quale, con un solo sguardo, abbracciavo le pietre di tutto il paese, e andai su con la velocità di una gazzella. «Non andare, è pericolante», suggerì qualcuno, ma io che a quei tempi della gazzella avevo anche il peso e l’agilità per poter gestire con sicurezza movimenti lievi e a un tempo efficaci per salire, volai: volevo ritrovare te, il mio “uomo di pietra”. Ed eri lì, quasi come t’avevo lasciato con quel tuo appena accennato sorriso, con l’occhio infossato tra due pietre retratte, dal quale ammiccavi, e dal tuo granitico silenzio, come sempre mi parlavi. Eri mio e mi aspettavi. Eri vivo, certo, esistevi sin da quando io piccola e minuscola dovevo far andare il mio sguardo verso l’alto per poter ammirare questo ragazzone bello, serio, forte, che tutta mi faceva tremare, che non mi guardava, non mi cercava, ma a cui tutto il mio essere anelava... era la prima volta che mi affacciavo a sentimenti
più grandi di me, di cui non sapevo nulla, ma che mi pervadevano tutta. Mi piaceva tanto guardarti, ma non sempre osavo, perciò costruii sulla pietra il mio piccolo segreto. Accoccolata in cima al terrazzino costruivo il tuo viso, ne ricercavo i tratti tra piccole ombre di pietra appena abbozzate, lampi di luce che invadevano spazi più ampi e assolati, e il colore di qualche stenta erbetta che, tenace, si ostinava anche a fiorire su quei muri che, spesso, non conoscevano neanche la calce. Così, giocando e seguendo una pista solo a me nota, ti raffiguravo e ti vedevo là dove per nessun altro eri; e così tutto e solo mio, passavamo insieme momenti di sogno. Oggi che ho visto passare e finire tanti amori, tante passioni, usurate dal tempo e ossidate dalle vicende della vita, sono felice di averti salvato da tutto ciò: non t’ho avuto, ma non t’ho neanche perduto perché t’ho affidato a qualcosa che effimeri sentimenti non scalfiscono, alla pietra, e ho fatto così di te qualcosa di eternamente vivo. E si affollano in me altri ricordi adolescenziali che hanno rappresentato il concime per il mio essere di oggi. Partii dalla mia terra con sulle labbra ancora il latte della mia nutrice Tittina (alias Gir’è nozze), ad essa ho riportato mamma e papà ricomponendo così il fanale nel cui raggio di luce ho sempre camminato. Riaccomunando e terra e padre e madre ho fissato ancora una volta il referente a cui mi sono rifatta in ogni situazione. Oggi ormai cammino spedita: sento che tutto è tracciato. E ancora una volta torno al passato. In uno di quei giorni fatati della mia fanciullezza, nella pretenziosa sala del cinematografo su una piazza dove Giruzzo proiettava Settimane Incom e pellicole in bianco e nero, assistetti a un film che mi rapì. Sullo schermo vidi rincorrersi aquiloni che agognavano il cielo, retti alla terra da una tenue filo che li rendeva ondeggianti, tentennanti, insicuri ma tenaci. Li desiderai tanto... Da quel giorno li aspetto nel mio cielo e il compito di librarli sarà tuo, terra mia. Chiamami, chiamami ancora; io sono qui che aspetto di avere tutto quello che hai in serbo per me, anche un solo filo: purché all’altro capo vi sia il mio aquilone.
» Francesca Maria Magaldi
Dopo 30 anni di insegnamento nella scuola elementare ora è in pensione e si dedica alla lettura e, perché no, a qualche rigo di prosa. Da tre anni frequenta l’Università della Terza Età di Salerno, città in cui vive, ne segue i corsi e partecipa alle attività culturali della sua città. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta e, nel 2011, ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la Prosa.
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io padre si chiamava Angelo. Era nato nel 1922 a Colloredo di Monte Albano, un paesino collinare nella zona morenica del Friuli ossia in quelle terre trascinate a valle dai fiumi che scorrono abbondanti dalle nostre montagne attraversando tutta la regione sino al mare. Questo paese divenne famoso allorquando Ippolito Nievo lo citò nelle sue “Confessioni di un Italiano” in quanto vi aveva soggiornato ospite dei Conti omonimi, proprietari del castello. Il paese si trova in una zona distante un centinaio di chilometri dal confine austriaco e a una cinquantina da quello sloveno: zona di povertà, allora, e di grande emigrazione. Il papà ci raccontava spesso episodi della sua infanzia povera: figlio di contadini che da sempre lavoravano le terre dei Conti, ai quali andava buona parte dei raccolti, aveva conosciuto fin da piccolo l’amarezza e la durezza della sua situazione. Ricordava che persino in chiesa i posti nei banchi davanti erano riservati “ai signori” e guai se un contadino vi ci fosse andato a sedere. Se poi qualche ragazzo, diventato giovanotto, avesse osato, a festa, mettersi la cravatta, sarebbe stato subito ammonito di toglierla perché doveva rimanere ben visibile la differenza di casta. Mio nonno, suo padre, che aveva un carattere ribelle e non voleva sottomettersi a tali imposizioni, appena era stato un grado di farlo se n’era andato emigrante in Germania a fare il muratore, cosa questa che aveva subito scatenato le ire del mezzadro e Tutto sembra vero. Le persone che si l’intimazione a tutta incontrano, le auto in sosta e persino la la famiglia di fare “San Martin”. strada che vedo sfilare nel monitor Questo significava davanti e a fianco, sembrano vere. che a novembre, appunto per la festa di San Martino, appena finiva la stagione del raccolto, bisognava fare fagotto caricando le poche cose personali su un carretto e andarsene a cercare lavoro e alloggio altrove. Solo per un intervento provvidenziale di qualcuno, si era riusciti ad intenerire il mezzadro e lo sfratto non era divenuto esecutivo. Mio padre raccontava spesso a noi ragazzi del freddo patito da bambino, quando, con un paio di ruvidi zoccoli lui e la sorellina risalivano la lunga collina quattro volte al giorno per recar-
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si a scuola, portando sotto il braccio la legna per scaldarsi. Gli inverni erano allora molto rigidi. Un anno, si era forse nel ’29, era caduta molta neve e i poveri bambini per non fare a ritroso i cinque chilometri che li separavano da scuola si erano recati a pranzo dagli zii che abitavano più vicino alla stessa. Quel giorno ricevettero un piatto di minestra calda, ma la miseria era tanta che furono ammoniti di non rifarlo mai più! La loro infanzia fu quindi molto triste: il padre sempre all’estero per guadagnare qualche lira, la mamma che si ammazzava di fatica per mandare avanti casa e figlioli, coi più grandi dei quali si recava di quando in quando a piedi fino a Udine, distante una quindicina di chilometri, per vendere al mercato qualche magrissima gallina o qualche uovo. Un altro episodio che il papà sovente raccontava era di quando lui, all’incirca quattordicenne, insieme al fratello maggiore e ad altri compaesani, aveva lavorato per alcuni mesi a far mattoni in una fornace che sorgeva nei pressi di Gorizia. Là lavoravano con grande fatica trasportando enormi pesi con rudimentali carriole, mangiando poco, per un misero guadagno. Si fermavano alla fornace dalla domenica sera, partivano infatti da casa in bicicletta nel primo pomeriggio dovendo percorrere una cinquantina di chilometri, per poi ritornare a casa nel sabato seguente, e naturalmente il costo del vitto e dell’alloggio erano trattenuti sulla paga. Se l’infanzia non fu felice la giovinezza non lo fu di certo se a diciotto anni furono chiamati alle armi e destinati alla Campagna di Russia. Mio padre fu tra i pochi fortunati che riuscirono a ritornare, grazie al fatto che aveva preso la patente ed aveva imparato a guidare i camion militari. Il papà non amava ricordare quell’esperienza terribile anche se fu per anni iscritto ai Reduci di Guerra ed ebbe anche una onorificenza militare: troppo doloroso era il ricordo di quel periodo e ne sentivamo solo spezzoni slegati tra loro. A volte lui tornava con la mente alla fame patita allora e ai suoi coetanei Alpini che, per calmarne i morsi, addentavano le poche verze o cavoli gelati che riuscivano a trovare in qualche orto sperduto nella neve, seguiti da tremendi mal di pancia e dissenteria.
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Allorché era iniziata la ritirata, diceva il papà, era stato spaventoso vedere le lunghe file di soldati a piedi, che cercavano disperatamente di aggrapparsi ai pochi camion rimasti per riuscire a salirvi, mentre gli altri da sopra percuotevano loro le dita affinché gli stessi che sprofondavano dal peso, riuscissero a proseguire. Noi allora eravamo ragazzi e non riuscivamo neppure ad immaginare una tale odissea. Ci dava anche un po’ di fastidio sentire questi tristi racconti di guerra. Soltanto molti anni dopo leggendo il Calvario bianco di don Carlo Caneva o altri scritti riuscimmo in parte a capire cosa dovevano aver passato, e ci è rimasto il rimpianto di non aver inciso quei ricordi finché il papà era in vita. Una cosa che papà raccontava sempre, e gli occhi gli diventavano lucidi al ricordo, era il buon cuore delle donne russe, che spesso avevano accolto e rifocillato quei poveri giovani congelati e denutriti, insegnando loro la direzione da prendere. Senza il loro provvidenziale aiuto diceva nessuno di loro sarebbe ritornato. Dopo il ritorno in Italia e l’Armistizio il papà si era fermato nel Sud, al comando del Generale Badoglio dapprima e poi come autista del Primo Ministro Onorevole Alcide De Gasperi. Questo era un ricordo che il papà amava particolarmente e ne parlava spesso. Raccontava con piacere episodi di quel periodo, di quando ad esempio accompagnava la bella famiglia di De Gasperi per un pic-nic fuori porta alla domenica e di come l’Onorevole lo facesse sedere accanto a loro a mangiare. Ricordava la sua dirittura morale tanto che in famiglia era divenuto famoso l’episodio della bicicletta, di quando cioè la giovane figlia Romana che faceva da segretaria al padre lavorando al Ministero, dato che stava continuan-
do a piovere a dirotto, chiese a mio padre se poteva lasciare lì la bicicletta e ritornare a casa con la macchina. Naturalmente egli rispose di sì e la accompagnò. Questo fatto però scatenò una reazione molto dura da parte del Ministro che, oltre ad aver sgridato la figlia, l’indomani riprese il papà ammonendolo di non rifare mai più una cosa del genere perché - spiegò - «la macchina è del Ministero e non è al servizio di mia figlia». La stessa Signora De Gasperi ebbe contatti epistolari molti anni dopo col papà quando lui era già anziano e si premurò di farci arrivare le sue condoglianze allorché il papà morì. La Diocesi di Trento allorché avviò la causa di beatificazione di De Gasperi interrogò il papà al riguardo ed egli fece pervenire una sua testimonianza, ma dell’esito di questa causa non abbiamo più saputo nulla. Un altro episodio di quegli anni che il papà raccontava spesso, fu di quando si trovò a dover andare a prendere La Pira all’eremo dove alloggiava, per accompagnarlo in città. Non capimmo mai dove si svolse questo evento se a Firenze o nei pressi di Roma. Egli raccontava che scendendo con la macchina la strada che da questo eremo portava in città La Pira alla vista di un povero accucciato lungo la strada per ripararsi dal freddo - si era infatti d’inverno - La Pira gli aveva chiesto di fermare la macchina, era sceso e, avvicinandosi all’uomo, con estrema naturalezza si era tolto il cappotto e l’aveva appoggiato delicatamente sulle spalle del povero. Poi era risalito e gli aveva fatto cenno di proseguire. Quest’episodio aveva sempre suscitato in noi figli un impeto di commozione e di orgoglio e reputavamo il papà molto fortunato per aver conosciuto da vicino persone di una tale levatura morale. Un altro episodio che in noi bambini de- » SETTEMBRE 2012
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XXX CONCORSO 50&PIÙ PROSA stava grande meraviglia era quando il papà ci parlava del suo matrimonio con la mamma. Dopo la fine del servizio militare era ritornato al paese dove aveva ritrovato la fidanzata e la famiglia ed aveva deciso di sposarsi. Era stato, allora, nonostante i mezzi fossero scarsi, organizzato un solenne matrimonio a cui avevano partecipato anche dei generali che il papà aveva conosciuto e questa era una cosa del tutto nuova per un piccoMa il ricordo che amo di più è quello di lo paese di campavedere il papà che con uno strano gna e aveva suscitato molto clamore. attrezzo tra le mani staccava i chicchi Ma la cosa insolita fu di granoturco dalle pannocchie. che, non essendoci sufficiente posto né a casa dello sposo, né a casa della sposa, i festeggiamenti del matrimonio si tennero separati: mio padre con i suoi invitati a casa sua e mia madre altrettanto. Soltanto alla sera il papà era andato con amici e fratelli a prendere la sposa per portarla a casa sua! Questa era una cosa che faceva sbellicare dal ridere noi figli. Non ci fu viaggio di nozze e già l’indomani del matrimonio i miei genitori si alzarono di buon mattino per riprendere i lavori nei campi dato che la stagione era avanzata. Nel frattempo con grandi sacrifici la famiglia di mio padre era riuscita ad acquistare il casale nel quale viveva e qualche campo. A quei tempi non c’erano macchinari per arare o seminare e tutto doveva venir fatto a mano. Qui i racconti prendevano il volo ed eccitavano la nostra fantasia di bambini. Vedevamo con gli occhi dell’immaginazione gli uomini uscire di casa alle prime luci dell’alba, portandosi dietro le falci per falciare i prati e, in una sporta la bottiglia del vino e la polenta o la frittata per il pranzo. Li immaginavamo raccogliere con grandi rastrelli tut-
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ta quell’erba in grandi covoni una volta essiccata e poi caricarli sul grande carro trainato dal cavallo e salire l’erta strada che conduceva al casale. Anche a noi bambini era toccato qualche volta durante l’estate di salire in cima a quel fieno e beatamente goderci la strada del rientro da quella altura. C’era poi la mietitura e la trebbiatura, c’era anche la vendemmia che ci vedeva correre attorno ai grandi che lavoravano a volte intralciando a volte collaborando, ma il ricordo che amo di più è quello di vedere il papà che con uno strano attrezzo tra le mani staccava i chicchi di granoturco dalle pannocchie, ponendo i tutoli da una parte per bruciarli come combustibile della stufa, e i chicchi, che sarebbero diventati soffice farina da polenta, dall’altra. Prima di portarli al mulino per la macinatura i chicchi venivano allargati sul pavimento della soffitta ad asciugare. Che gioia era per noi bambini correre scalzi e sprofondare in quel mare giallo di chicchi, tuffarcisi dentro e giocare a rincorrerci! Un ultimo ricordo voglio fissare di mio padre. Egli è stato un uomo retto, buono, generoso, disponibile verso tutti. Non c’era domenica mattina che non lo vedesse dopo la messa recarsi all’ospedale a trovare qualche persona ricoverata. A noi ragazzi però era sembrato troppo autoritario e perciò ne avevamo timore ma la sua durezza, lo scopersi dopo, veniva dalla paura che crescessimo male e potessimo prendere vie sbagliate. La sua teoria era quella dell’alberello che per crescere diritto va legato ad un palo! E perciò diceva: «I figli vanno baciati quando dormono». Quanto sia sbagliata questa teoria la pedagogia moderna l’ha abbondantemente messo in luce ma tant’è la mentalità di allora era questa! C’è poi un altro segreto nella vita di mio padre che ha inciso fortemente in lui e di conseguen-
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za in tutti noi. Anche questo l’ho scoperto so- cio, a non dispensarci mai un bacio, e quello lo molti anni dopo quand’ero adulta: dopo il ri- che noi scambiavamo per freddezza e poco torno a casa dalla guerra il papà era stato col- amore nei nostri riguardi era invece paura di popito dalla tubercolosi. terci fare del male. Parola terribile alloQuesta mancanza ra, quasi impronundi effusioni, specie ciabile, tabù come in me che ero molLa sua teoria era quella l’aids ancora oggi. to sensibile, portò Pochi si salvavano a un blocco tale dell’alberello che per crescere diritto da essa e chi l’aveche con fatica e sova legato ad un palo! E perciò va era emarginato, lo quando lui ordoveva starsene mai era anziano e diceva: «I figli vanno baciati isolato, lontano da bisognoso delle quando dormono». Quanto tutti per paura del mie cure, riscopercontagio! La stessi la tenerezza nei sia sbagliata questa teoria sa mia madre per suoi riguardi... e la pedagogia moderna mesi e mesi ne fu non mi fu facile allontanata e dormì perché questa conl’ha abbondantemente messo in un’altra stanza e fidenza non c’era in luce ma tant’è la mentalità perciò il mio fratelmai stata. lo maggiore nacRingrazio Dio che di allora era questa! que ben sette anni mi ha concesso dopo il matrimoquesta opportunità nio. Mio padre fu di riscoprire mio tra i fortunati che padre, di averlo per guarì, a prezzo però di un polmone perduto per ben tre anni affidato alle mie cure quando orsempre. mai la sua mente cominciava ad annebbiarsi e Questo fatto lo portò sempre comunque a te- per una strana alchimia io diventavo madre e lui nerci a debita distanza, a non prenderci in brac- mio figlio.
» Carmen Pezzetta
Imprenditrice artigiana, mamma e nonna, scrive saltuariamente. Ama leggere, viaggiare e circondarsi di amici. Vive a Pozzuolo del Friuli (Ud). Partecipa per la seconda volta al Concorso 50&Più.
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ina Clementina Cornelia, con quel nome rarchico si ribaltava: veniva prima lei. La Comada patrizia romana datole alla nascita, sem- re Togna. brava destinata a un futuro assolutamen- E aveva naturalmente il suo bel daffare. te glorioso. Ad un ruolo che l’avrebbe proiet- Alla figlia, perciò le faccende di casa. Gli uomini non erano uomini se davano una tata nella storia... come Cornelia, appunto! Certo il padre socialista di quelli duri, all’inizio mano in casa. del secolo ventesimo, avrà piuttosto immagi- Il padre, poi, era venuto a mancare molto presto nato sua figlia (la sorte aveva voluto mortificar- e comunque non aveva mai amato la fatica. lo negandogli il maschio) con i capelli al vento, Forse solo per questo era stato socialista e sola gonna svolazzante, le mani strette sull’asta lidale con i lavoratori: lavoravano troppo! Che della bandiera, la bocca spalancata sulle note facessero lavorare un po’ i padroni. Lui si applicava poco ed era il bello del paese. dell’Internazionale. Anche lei, col senno di poi, avrebbe, forse, prefe- Lina Clementina Cornelia un giorno, molto prerito soddisfare le attese del padre piuttosto che con- sto, si innamorò di un giovane biondo, con una segnarsi a un destino ineluttabile, prestabilito... grande chioma di capelli e gli occhi chiari... non un rozzo suo comdeciso senza il suo paesano... uno che parere... sei donna veniva dalla città... infine! uno che aveva fatMa le cose andaroÈ lecito pensare che stremata, to le scuole alte. In no diversamente. esausta fosse lei ad andarsene paese al massimo si Fu sottoposta a un arrivava alla quinta tirocinio implacabiprematuramente, quantomeno elementare, più le fatto di pesanti a tirare i remi in barca. spesso ci si fermava lavori domestici, alla terza. Lei aveva quasi serva in casa A chiedere tregua alla vita. fatto anche la sesta sua per essere bra(ma questa è una va serva un domastoria incredibile ni in casa della suoche merita un racconto a sé). cera. Altrimenti chi l’avrebbe presa? Si innamorò o forse sognò soltanto l’amore. E non importa se era di buona famiglia. Conobbe poco l’infanzia, per niente l’adolescen- Che ne sanno le ragazze, che strumenti hanno za (forse questi termini non si usavano nemme- per distinguere una cosa dall’altra... no), conobbe, sì, l’acqua gelida del torrente do- Anche lui, tra tutte le ragazze del paese semve andava a lavare i panni inginocchiata sul ru- brò vedere solo lei e... a tempo debito convovido legno del lavello, la raccolta della legna e l’ar- larono a giuste nozze. te di tener sempre vive le braci sul camino. Im- Lina Clementina Cornelia da provinciale sia pure parò poco di cucina, un po’ per scarsa attitudi- di buona famiglia diventò cittadina a tutti gli efne ma molto perché il cibo era parco e ripetiti- fetti: un marito affrancato dal lavoro manuale rivo anche tra i ceti più benestanti: zuca o zucot, servato ai più, quasi un intellettuale, una casa arpolenta e fasoi, cavarnola che sempre polenta era, redata con gusto, un piccolo giardino fiorito, un tenore di vita da piccola borghese. Una bimba che solo più cremosa da affogare nel latte freddo. Non dico che fosse una cenerentola. Non ave- puntualmente si presenta dopo nove mesi. va una matrigna e non sottostava alle anghe- È appagata in città e torna malvolentieri di tanrie di terribili sorellastre. Però sua madre era to in tanto al paese, non per boria ma perchè tutta presa dal suo importante ruolo professio- ne conosce troppo bene i limitati orizzonti che la soffocano. nale e sociale. Parroco, Sindaco, Medico, Maresciallo dei Ca- Ma soprattutto perché è veramente felice e inrabinieri, Levatrice Comunale erano le persone namorata. che contavano in paese. Certamente, però, per Il ragazzo biondo dagli occhi chiari e trasparenl’universo femminile della sua Condotta e an- ti le ha spalancato il mondo o almeno così lei che per molti mariti sprovveduti, l’ordine ge- pensa: l’ha portata in treno a Trieste (lei che
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non si è mai mossa dal paese), in visita alle grotte spettacolari con le sue scarpette da sposa... poi in nave a Venezia con una lenta attraversata del golfo e l’ingresso trionfale in laguna. Cose inaudite! Impossibile rimpiangere il paese. Il presente è radioso e l’avvenire pieno di certezze. Ma al paese Lina Clementina Cornelia dovrà tornarci suo malgrado come più tardi dovrà ritornare suo malgrado in città: gli avvenimenti continueranno sempre a decidere per lei e a lei sarà richiesto sempre solo di adeguarsi. Con sconforto crescente misto a rabbia. È il lavoro del marito a riportarla al paese. Lei, in paese è pur sempre la moglie di e la figlia di e in quanto tale onorata ma, appunto questo la disturba. Dovrà brillare sempre di luce riflessa? Chi è e cos’è se non figlia, moglie, madre di qualcuno? Perché, sì, nel frattempo aveva messo al mondo una nidiata di bambini, maschi e femmine perfettamente alternati. E si sentiva molto Cornelia, solo Cornelia ricca di quegli unici amati gioielli. Lina Clementina, l’altra parte di lei, intanto, si era persa chissà dove. Non basta il tempo per farsene una ragione e placare la rabbia che un nuovo evento viene a sconvolgere la sua esistenza: si torna in città. Ma senza lavoro di concetto, senza casetta con giardino, senza vita tranquilla da piccola borghese. É morto il suocero e il figlio deve farsi carico dell’attività del padre in virtù della primogenitura. Chiamata anche privilegio.
Lei non ama la nuova attività del marito ma è obbligata a collaborare, non ama la grande casa dove è costretta ad abitare, mal sopporta la convivenza con la vedova che incombe con la sua presenza ostile e diffidente. Quella sì matrigna in quanto seconda madre dell’erede di tanta fortuna. In più è nuovamente incinta e non sarà l’ultima gravidanza... la nidiata si raddoppierà. La donna... sesso debole? È lecito pensare che stremata, esausta fosse lei ad andarsene prematuramente, quantomeno a tirare i remi in barca. A chiedere tregua alla vita. Invece è lui che se ne va improvvisamente. Lina Clementina Cornelia, la ragazza dal nome altisonante, si affida alla santa degli impossibili che mai l’ha abbandonata, ricaccia indietro le lacrime che chiedono di sgorgare inarrestabili (l’ha pur amato il suo uomo)... si rimbocca le maniche e affronta il futuro. Da sola, per sempre. A nemmeno cinquant’anni.
» Olga Turchetto
È nata nel bellunese ma risiede a Treviso. Ex insegnante di educazione tecnica, accanita lettrice, è appassionata di viaggi e di fotografia. È approdata nel mondo dei racconti frequentando due corsi di scrittura creativa. È attiva nei gruppi di mutuo aiuto e di solidarietà internazionale. Al Concorso 50&Più nel 2011 ha vinto la Farfalla d’oro per la Fotografia.
Guardi lontano con occhi dolcissimi e sognanti dalla vecchia cornice qua e là bucherellata dai tarli. Il volto dai lineamenti regolari, il naso sottile e pronunciato, le sopracciglia un po’ cadenti che hai dato in eredità a due generazioni. La fronte spaziosa che hai donato a me e i capelli raccolti morbidamente sulla nuca. Le spalle assurdamente avvolte in un boa di piume (avevi solo vent’anni). È la tua foto ufficiale di ragazza. Una foto in seppia come si usava allora con la dedica tracciata sopra, obliqua, con scrittura elegante: perché tu mi guardi e non mi possa dimenticare mai. Lina Solo Lina. SETTEMBRE 2012
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Germogli
Dialoghi silenziosi
Silenziosa sonnecchia la voce in soffitta lasciata a lievitare all’ombra e al tepore come l’impasto del pane nel canovaccio avvolto. Lungo è il tempo per me che solitaria attendo l’alta marea della vita. Arriva la primavera del cuore e della mente: spuntano germogli... Così la voce mia dal silenzio esce e per le vie comincia a cantare con la gioia di chi vede all’aurora il sorgere del sole. È la voce della mia anima, limpida: canta come un umile menestrello il magico riflesso di luci ed ombre sulla strada.
Percorrevamo gli stessi sentieri quotidiani itinerari ostili cosparsi di agguerriti rovi guardinghi e circospetti, attenti a non accomunare disagi che due generazioni gemellavano.
Cavallucci »NataAnnunziata a Chieti, vive a Cupramontana (An). Abita in campagna, tra fiori, piante, vigne, oliveti e gode la vista di un paesaggio stupendo, fonte d’ispirazione per la poesia che è vita e ricerca e di cui ha una sete insaziabile. Laureata in Teologia, ora studia Filosofia pur essendo una mamma e una nonna felice. Al Concorso 50&Più, nel 2008 e nel 2010, ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Poesia.
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Stesso sangue, stessi cromosomi stessi orizzonti di speranze, fugaci erano i sorrisi frettolosi i cenni di assenso ingenui di complicità gli sguardi, i dialoghi, intensi di silenzio. Rimembrare gesti da bambino nel serrare il grosso pollice con la mia piccola mano, e odorare il rustico calore, mentre l’alta figura suggeriva duplici passi per mantenere il cammino. Dalla lapide ora lo sguardo mi segue tenue ombra conforto e come allora i dialoghi restano silenzi profondi gemmati da nostalgici ricordi, nell’attesa di ritrovarci oltre gli orizzonti terreni per dare finalmente voce, ai silenziosi dialoghi di allora.
Galparoli »PerGianni alcuni anni tecnico progettista, poi ha svolto un’attività nel settore commerciale. Da molto tempo appassionato di poesia, ha pubblicato due raccolte di poesie e partecipato a vari concorsi ottenendo premi, menzioni e riconoscimenti. Partecipa al Concorso 50&Più per la quarta volta. Vive a Malnate (Va).
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L’indifferenza
Amore
In un attimo
Spire di vento gelido entrano nella mia anima. Nenie di anime perse cielo nero tinto di nero. Lontano un paese spegne le sue luci. Cade la neve si muove sinuosa. Sembrano tocchi di argento che cadono indifferenti sulla terra. Tetti di alabastro comignoli assonnati da un leggero fumo di legna verde dall’odore acre. Una sola finestra lassù è illuminata dalla luce fioca di una candela. S’ode nel buio un respiro affannato di un vecchio solo che muore lentamente. Dimenticato dal mondo...
Mi sono svegliata stamane con dentro nel cuore l’amore. Poiché non sapevo a chi darlo - ero sola ho amato la foglia ed il fiore sul mio davanzale. Ho amato il respiro del vento a scompigliarmi i capelli e il volo inesperto di un uccelletto da nido. Poi era rimasto nel cuore ancora un poco d’amore, e allora ho fatto una cosa da tempo dismessa: mi sono sorrisa allo specchio e - un istante! ho amato pure me stessa.
Un singolo momento inciso nel tempo, un milione di anni in uno, quando tutto si ferma e la vita esplode, quando tutto cambia per sempre in un battito di ciglia al responso della diagnosi letta con naturalezza dal medico: “melanoma maligno”. Il cuore si blocca, per ripartire in una corsa folle, le labbra tremano, le guance sbiancano. Respiro a fondo per superare la nausea. Mi ribello. Un urlo silenzioso riempie i polmoni. Ritrovo un briciolo di coraggio e di orgoglio. Guardo gli occhi indifferenti del medico ed esclamo: “Combatterò con forza e speranza per riprendermi la vita ed i sogni sospesi”. Ma ora lasciatemi piangere!
Maria Giannetto »Ex insegnante di scuola materna, autrice di un libro di poesie e di due romanzi di cui uno di prossima pubblicazione. Vive ad Anagni (Fr). Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
Sani »ViveAnna a Montepulciano (Si). Ama la lettura, alla quale dedica ogni momento libero e presta opera di volontariato presso la biblioteca ospedaliera di Nottola. Partecipa per la sesta volta al Concorso 50&Più dove nel 2006, 2009 e 2011, ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Prosa.
Maria Antonietta Rotter »È nata a Bologna e risiede da molti anni a Povo (Tn). Insegnante della lingua tedesca nelle scuole medie, ora è in pensione. Amante della poesia e della letteratura da sempre. Sue poesie si trovano in svariate antologie e ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Per la nona volta partecipa al Concorso 50&Più, dove ha vinto tre Menzioni speciali della giuria per la Prosa e per la Poesia. Nel 2005, 2008 e 2010 ha ricevuto il Premio Buonconsiglio.
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PITTURA
Torero Antoni »Si èLuigina dedicata con passione e tenacia al commercio per cinquant’anni. In seguito, ceduta l’attività ai figli, ha potuto coltivare la passione per i viaggi, la manualità e la creatività. Dopo aver studiato e imparato le diverse tecniche espressive predilige, da qualche tempo, la pittura su tavola con colori acrilici e ha già realizzato diverse opere. Vive a Roma.
Guizzi sommersi » Lia Bardelli De Lalla Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta, continuando a dipingere con grande entusiasmo e amore. Frequenta un corso di acquarello e ha partecipato a varie mostre. Vive a Grosseto.
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Peperoni » Maria Pia Luzi È nata a Roma, città in cui vive. Diplomata come Maestra d’Arte, ha partecipato diverse volte al Concorso 50&Più ottenendo, nel 1998, la Farfalla d’oro per la Fotografia e varie volte Menzioni speciali sia per la Pittura che per la Fotografia.
Metropoli Pongiglione »NataGiuliana a La Spezia, vive a Speziano (Sp). Pensionata statale ed ex insegnante nella scuola media. Amante della musica e di ogni espressione artistica, da alcuni anni si dedica alla tecnica dell’acquarello. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta e, nel 2008, ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Pittura.
Acqua » Ivana Bellucci
Nata a Roma, vive a Rieti. Ama l’arte in tutte le sue espressioni. Ha iniziato a dipingere quattro anni fa, in occasione di un corso organizzato dalla 50&Più di Rieti. Ha partecipato con successo ad alcune mostre ed estemporanee. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta e, nel 2011, ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la Pitttura.
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XXX CONCORSO 50&PIÙ FOTOGRAFIA
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I miei tulipani Clara Bergomi »Milanese di nascita, vive da 40 anni a Vicenza. Si diletta di fotografia e di pittura dal 1977. Ha frequentato lo studio del pittore V. Usoleo partecipando a diverse mostre collettive, e usa l’occhio fotografico per fissare l’attimo che ispira il desiderio di trasporlo sulla tela. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta.
Curiosità Alessandro Magrino »Appassionato di fotografia, amante dell’equitazione e, in particolare, dei cavalli. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Castelfranco di Sopra (Ar).
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Tre generazioni
(Tirana campo rom della stazione)
» Giancarlo Rupolo
Fotoamatore dal 1975 e presidente del circolo fotografico “L’obiettivo” di Pordenone. Vincitore di numerosi premi e presentatore di mostre fotografiche personali e collettive. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Caneva (Pn).
Chi assaggia? Trezzi »FinErmanno da ragazzo si è dedicato all’arte della panificazione collaborando alla conduzione del panificio del papà. Dal 1965 al 2002 è stato titolare di un panificio a Monza, dove ha allestito le vetrine con il pane artistico vincendo diversi concorsi. Da quando è in pensione si diletta nell’arte della ceramica e nella fotografia. Partecipa al Concorso 50&Più per la quarta volta e, nel 2011, ha vinto la Menzione speciale della giuria per la Fotografia. Vive a Carate Brianza (Mb).
L’amica Antonio Vercellesi »Dirigente aziendale, laureato in Ingegneria meccanica ha l’hobby della fotografia e dei lavori manuali in genere. Vive a Monza.
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i cibi stagionali
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ibi sono ingrassanti, e nutritivi: / il bianco pane di frumento, il latte fresco, / il cacio che di sal non anco è sparso, / e i testicoli e la carne del giovane porco, / e il midollo e il cervello succoso, / e il dolce vino, e ogn’altro al gusto grato cibo, / e le uova da sorbire, e l’uva fresca e il maturo fico». Questi sono i cibi considerati “ingrassanti” per eccellenza nel celebre trattato Regimen Sanitatis Salernitanum, pubblicato nel XII secolo dalla Scuola Medica di Salerno, la più importante istituzione medica dell’Europa medievale. Ma nonostante siano inseriti in questa lista “fatale”, i
«Contengono moltissimi minerali fra cui calcio, potassio, fosforo e importantissime vitamine come la C, la PP, la B2 e, in particolare, la B1 che aiuta il metabolismo dei carboidrati» 74 I
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fichi freschi maturi - pur contenendo una buona percentuale di zuccheri, il 14% circa - hanno soltanto 47 calorie ogni 100 grammi: insomma, una via di mezzo fra la mela e la banana come apporto calorico. Attenzione, però: quando sono secchi le calorie diventano 247! Comunque sia, se qualche lettore per via delle calorie, decide di rinunciare al piacere ineffabile di mangiare i fichi, rammenti prima le parole di Platone, denominato dagli amici “mangiatore di fichi”, che raccomandava di consumarli «poiché aiutano a rinforzare l’intelligenza»; oppure le affermazioni di Plinio il quale sosteneva che mangiare fichi «rende più forti i giovani, aiuta la salute degli anziani e attenua le rughe». D’altra parte, i fichi hanno un alto contenuto di minerali fra cui calcio, potassio, sodio, ferro, zinco e fosforo; di vitamine idrosolubili quali C, PP, B2, B6 e, soprattutto, la B1 o tiamina che aiu-
ta nel metabolismo dei carboidrati. Ragion per cui una sana ed energetica merenda estiva per i bambini sarebbe la classica “focaccia con fichi freschi”. Non a caso, il frutto proibito che fece commettere ad Adamo ed Eva il peccato originale era un fico e non una mela, tant’è vero che si coprirono poi le loro nudità con una foglia di fico, come racconta l’episodio biblico della Genesi. D’altronde, che il fico compaia nell’Eden non dovrebbe stupire, perché quest’albero antichissimo è ritenuto nelle varie tradizioni, dal Mediterraneo all’India, simbolo della conoscenza salvifica e di resurrezione. Sull’origine di questa pianta del genere Ficus, appartenente alla famiglia delle Moraceae, vi sono diverse ipotesi: secondo alcune fonti proviene dall’Asia Minore, altre lo collocano nel vicino Oriente: peraltro, ricercatori dell’Università di Harvard hanno scoperto nei pressi del fiu-
RISOTTO AI FICHI CON SCAGLIE DI PECORINO SARDO
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me Giordano - in un sito archeologico chiamato Gigal, abitato circa 11.400 anni fa - resti di fichi essiccati. Ma si ritiene che la sua diffusione nel Mediterraneo sia partita dall’Egitto. Quanto ai Greci, erano talmente ghiotti di fichi che ne era proibita l’esportazione; mentre per i Romani la pianta era considerata sacra perché, secondo il mito della fondazione di Roma, sotto il cosiddetto ficus ruminalis - l’albero di fico selvatico nei pressi del Tevere Romolo e Remo furono allattati dalla lupa. Il fico ha ispirato nella cultura popolare alcuni proverbi: «Solo a parole l’amico, non vale un fico», perché una volta gli alberi di fico che crescevano selvatici lungo le strade e le coste erano talmente abbondanti, specialmente nel Centro-Sud, da essere ritenuti di poco valore; oppure: «Quando il villano è sul fico, non conosce né parente né amico», perché i fichi sono talmente buoni che ognuno li vuole per sé. Vi sono anche diverse locuzioni, positive e negative,
che utilizzano il termine fico: ad esempio, per indicare lo scarso interesse per un avvenimento si esclama: «Non m’importa un fico secco!»; per dire che una persona ha un buon carattere si afferma che «è dolce come un fico»: «Lodovico sei dolce come un fico...», ripeteva infatti il ritornello di una popolarissima canzone cantata qualche decennio fa da Vittorio De Sica. Quanto all’utilizzo dei fichi in cucina, il miglior impiego sta nel consumarli freschi - meglio se appena colti - con il pane caldo, la pizza o la focaccia, oppure con del formaggio fresco e il prosciutto; ma, essiccati e ripieni di mandorle e noci, anche durante le feste natalizie. In ogni modo già nel Medioevo si utilizzavano per riempire le carni e sotto forma di composte, gelatine e confetture varie. Modernamente, nella cosiddetta “cucina creativa”, i fichi freschi vengono utilizzati anche per preparare squisiti risotti, specialmente con diverse qualità di formaggio, dal gorgonzola al parmigiano, dalla robiola al pecorino sardo.
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Ingredienti 350 gr di riso 6 fichi neri o verdi 100 gr di pancetta fresca 50 gr di parmigiano grattugiato 100 gr di pecorino sardo stagionato ½ bicchiere di vino bianco secco 1 lt e ½ di brodo vegetale 1 scalogno Olio d’oliva extravergine, sale e pepe
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550 circa a porzione (80 gr a persona) 4 persone
Preparazione Tritare finemente lo scalogno e farlo appassire in un tegame con 2 cucchiai d’olio d’oliva e la pancetta fresca tagliata a dadini. Prima che il soffritto prenda colore, aggiungere il riso e tostarlo brevemente. Bagnare quindi con il vino e lasciarlo evaporare quasi completamente; poi, versare poco per volta il brodo e portare a cottura il risotto. Dopo una decina di minuti unirvi i fichi spezzettati, cuocere ancora per 78 minuti prima di servire, mescolando con molta delicatezza. A fine cottura mantecare rapidamente con il parmigiano grattugiato. Servire caldo con abbondanti scaglie di pecorino sardo, magari ornando con spicchi di fichi precedentemente ripassati in un padellino con un po’ di zucchero finché diventino color caramello. Accompagnare con lo stesso vino bianco secco utilizzato per la cottura, molto freddo.
Consigli
Quando rimangono in frigo per più di due o tre giorni, con i fichi freschi, pesche, pere o altri frutti si può preparare una sorta di confettura, ottima come dessert freddo servito insieme con una pallina di gelato. Basta sbucciare la frutta (non i fichi), tagliarla a pezzi grandi e cuocerla con del vino rosso, poco zucchero e un bastoncino di cannella. Si fa addensare procurando che i pezzi rimangano interi. Ottima anche servita a merenda con biscotti secchi.
PER INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SCRIVI A: redazione@50epiu.it
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OTTOBRE IN ANTEPRIMA
VILLA SERRA (GE) Una domenica all’insegna del gusto quella che Villa Serra ha in programma per il 7 ottobre prossimo. Nell’ambito dell’evento “La Grande Castagnata”, un invitante pranzo e un’appetitosa merenda. L’ingrediente principale? Castagne, naturalmente. www.villaserra.it [ VILLA SERRA. GGI ]
[ TEMPO LIBERO DI
DONATELLA OTTAVI ]
GIARDINO CON VISTA «Un luogo che gode di uno straordinario belvedere sulla culla del Rinascimento e che, fino agli inizi del Novecento, ha modificato il suo aspetto numerose volte... senza perdere il suo fascino»
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era una volta un bosco, un giardino, un orto e un frutteto a ridosso delle antiche mura di Firenze... La storia del Giardino Bardini parte dei “Grandi Giardini Italiani”, il circuito dei più bei parchi visitabili in Italia (www.grandigiardini.it) - inizia così, in epoca medievale, quando a godere del suo splendore era la ricca famiglia Mozzi. Un’ampia area verde affacciata sulla città del Giglio
che, nel corso dei secoli, è stata amorevolmente curata, arricchita, edificata, abbellita; ma anche venduta e riacquistata, divisa e riunita, trascurata e abbandonata. Un luogo dalla vita piuttosto movimentata anche quando, nel 1913, viene acquistato da Stefano Bardini, un antiquario che vi apporta ulteriori modifiche. Dal 2000 al 2005 il giardino viene sottoposto ad importanti opere di restauro che gli restituisco-
VILLA CARLOTTA (CO) no una sua identità: il parco agricolo con alberi da frutto tipici della tradizione toscana, il rondò-belvedere con il tunnel di glicini e sessanta varietà di ortensie, la scalinata barocca adornata da rose ed iris, le sei fontane con i fondali a mosaico polimaterico. E ancora, il prato di azalee con felci, viburni, camelie e una collezione di agrumi. Uno scenario unico per i visitatori che, il 13 settembre, potranno assistere anche all’esibizione del Quintetto a fiato dell’Orchestra da Camera Fiorentina, degustando un ottimo aperitivo nel più completo relax. www.bardinipeyron.it
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9 settembre
Villa San Michele, (Anacapri, Napoli) ospita per la prima volta il prestigioso Premio Capri. www.villasanmichele.eu
Una giornata dedicata ai piccoli presso i Giardini della Reggia di Venaria (To): giochi, racconti, spettacoli danzanti... www.lavenaria.it
[ FOTO: VILLA SAN MICHELE, PETER DE RU. GRANDI GIARDINI ITALIANI ] [ FOTO: GIARDINO REGGIA DI VENARIA. GRANDI GIARDINI ITALIANI ]
Il 28 ottobre Villa Carlotta organizza una giornata interamente dedicata alla famiglia. Mamme, papà e figli in visita, infatti, possono godere della bellezza del parco e del museo ad uno speciale costo d’ingresso. www.villacarlotta.it [ VILLA CARLOTTA. GGI ]
GIARDINI DELLA LANDRIANA (RM) Dal 5 al 10 ottobre, i Giardini della Landriana ospitano un evento che gli amanti del verde non possono perdere: “Autunno alla Landriana”, una mostra mercato dedicata al mondo del giardinaggio e del vivaismo. www.aldobrandini.it [ GIARDINI DELLA LANDRIANA. GGI ] SETTEMBRE 2012
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TURISMO
[ FOTO: GIARDINO BARDINI, GIOVANNI BRESCHI. GRANDI GIARDINI ITALIANI ]
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DIE WELTSTADT MIT HERZ
ZREH TIM TDATSTLEW EID
TURISMO
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Monaco [ SOPRA, DA SINISTRA, MARIENPLATZ DOVE SI SVOLGONO I MERCATINI DI NATALE E LA FRAUENKIRCHE, LA CATTEDRALE DI MONACO CON I SUOI IMPONENTI CAMPANILI DI 99 METRI. SOTTO, DA SINISTRA: LA MARIENSÄULE,
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apprima era un piccolo monaco, con tanto di abito talare e breviario in mano, poi è diventato un giovinetto dedito forse più alla birra che alla preghiera, infine in quest’ultimo secolo fatto di bizzarrie e stranezze, LA COLONNA DI MARMO CON LA STATUA DORATA DELLA VERGINE; ha subìto una trasformazioUNA BIRRERIA “AMBULANTE”; ne epocale: ha preso le semI MODERNI EDIFICI DELLA BMW; bianze di... una ragazza. IL COMPLESSO DI NYMPHENBURG, Stiamo parlando del MünRESIDENZA ESTIVA DEI chner Kindl (il bambinello di DUCHI DI BAVIERA; Monaco), che nella forma clasUN PARTICOLARE DEI GIARDINI sica lo si può vedere nello DEL PALAZZO REALE; UNO SCORCIO stemma della città, mentre DELLA METROPOLITANA. ] nella versione moderna lo si può “ammirare” all’inaugurazione dell’Oktoberfest. La parata che dà inizio ai festeggiamenti, infatti, è aperta da un asi«Cominciai a pensare nello sul quaa Monaco con un testardo le sta seduta desiderio a ogni ora del una giovane giorno, come se in quella donna che inpiacevole città avessi dossa un saio perduto qualcosa di essenziale (Herman Hesse)» ed ha un boc-
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cale di birra in mano. Il Münchner Kindl è, ovviamente, il simbolo della città, e non poteva essere altrimenti. Le cronache fanno risalire a Enrico XII di Baviera, che i più conoscono con l’appellativo di Enrico il Leone, l’idea di erigere, nei pressi del fiume Isar, un accampamento per il proprio esercito. Poco distante dal nuovo insediamento, in prossimità del lago di Tergen sorgeva un monastero, e tra l’essere nelle vicinanze dei monaci e il chiamare il nuovo insediamento Muniche (ovvero “presso i monaci”) il passo fu breve. Era il 1158. Enrico il Leone, già duca di Sassonia e di Baviera, non si fece sfuggire l’occasione di accrescere l’importanza di Muniche che ben presto diventerà una città fortificata. Sottrasse all’arcivescovo di Frisinga il controllo dei dazi che si pagavano in quell’area, realizzò un mercato nella nuova
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cittadina e coniò una propria moneta. Uomo tra i più potenti della Germania dell’epoca, fondatore di città, ottimo stratega, Enrico il Leone condivideva con il cugino, Federico Barbarossa, il governo del Paese, finché non gli si contrappose negandogli il proprio aiuto nella campagna che l’imperatore stava conducendo in Italia e che gli costò la sconfitta di Legnano. Enrico fu esiliato e spogliato delle sue terre, così Monaco e tutta la Baviera furono assegnate a Ottone di Wittelsbach, la cui casata governò la regione fino al 1918, anno della caduta della monarchia tedesca. Colto e raffinato, Enrico il Leone non ci ha lasciato, di Monaco, soltanto il nome della città e il simbolo, ma anche il suo stesso spirito artistico e il gusto per la cultura e la bellezza. Terza città della Germania dopo Berlino e Amburgo,
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[ ITINERARI DI LORIS PORCHERI ]
BENVENUTI A MONACO la città con il cuore «In tedesco la chiamano “Die Weltstadt mit Herz”, ovvero la “Metropoli con il Cuore” grazie al suo armonioso fondersi di presente e passato»
uno dei motori dell’economia tedesca, Monaco conta oltre 40 musei, monumenti, dimore storiche, ville, giardini, vie glamour, ristoranti, teatri e le immancabili birrerie, ma anche industrie automobilistiche e non, e case editrici. L’antico e il moderno in essa si fondono a meraviglia. Basta passeggiare nel cuore della città, in quella Marienplatz nella quale si possono ammirare bellezze antiche e negozi moder-
ni, per calarsi nell’atmosfera medievale e guardare negli occhi il futuro. Marienplatz, la piazza di Maria, anticamente era sede di tornei e giostre, nelle quali cavalieri e nobili si fronteggiavano “lancia in resta”, ma anche del mercato del sale e del grano, oggi sostituito un mese l’anno, dal Christkindlmarkt, il mercatino di Natale, colmo di luci, leccornie e canti tradizionali. Al centro della piazza, la Mariensäule, la colonna di marmo sormontata dalla statua dorata della Madonna, voluta da Massimiliano I nel 1638, quale ringraziamento alla Vergine, Patrona della città, per aver liberato Monaco dall’invasione svedese. Su Marienplatz si affaccia il Neue Rathaus, il nuovo Municipio, che attualmente ospita il comune ed è la sede del sindaco. Que-
La birreria più famosa È l’Hofbräuhaus voluta da Wilhelm V, cui venne l’idea di far produrre la birra all’interno della corte, per proprio esclusivo consumo. Era il 27 settembre 1589.
Il castello delle favole Il castello di Neuschwanstein è una delle tre residenze fatte costruire da Ludwig II. Eretto su di un picco montuoso, è stato riprodotto da Disney in uno dei suoi film.
sto edificio neogotico ha una particolarità: sulla sua facciata principale fa bella mostra di sé il carillon più grande di tutto il Paese, il Glockenspiel. È realizzato su due piani: in quello superiore sono rievocati i festeggiamenti per il matrimonio del duca Gugliemo I, mentre in quello inferiore c’è la “danza dei bottai”, che ricorda le feste avvenute successivamente alla fine della peste che colpì la città tra il 1515 e il 1517. Due volte al giorno, alle 11.00 e alle 12.00 e da marzo a ottobre anche alle 17.00, il suono delle campane della torre allo scoccare dell’ora iniziano a suonare e danno vita alle danze al termine delle quali il gallo che si trova in cima al carillon, canta tre volte. La sera alle 21.00, poi, l’angelo benedice il Münchner Kindl, augurando così la “buonanotte a tutta la città”. L’Alte Rathaus, il Vecchio Municipio, risalente al 1400, ospita un particolare museo: quello del giocattolo. Bambole, trenini, peluches, giocattoli artigianali di legno provenienti da ogni parte d’Europa e dell’America, sono esposti all’interno della torre. A Marienplatz c’è anche la Fischbrunnen, la fontana dei pesci, protagonista di uno strano rito: i bavaresi il mercoledì delle ceneri bagnano il proprio portafoglio nelle sue acque in segno beneaugurante.
Passeggiando per il centro storico non si può non visitare la Frauenkirche, la Cattedrale di Monaco, che con i suoi due campanili, alti 99 metri domina la città. Gioiello creato sul finire del 1400, la Cattedrale presenta tre navate ed è adornata da meravigliose vetrate. Al suo interno il mausoleo di Ludovico il Bavaro, primo dei Wittelsbach a essere eletto imperatore del Sacro Romano Impero, e le tombe di Ludwig III, ultimo membro della casata, e di Ludwig II, il sovrano più celebre e più amato dai tedeschi. Altra curiosità: entrando a Frauenkirche dall’ingresso principale ci si imbatte in un’impronta, che si dice sia quella del... diavolo. Pare che l’architetto abbia scommesso con il maligno che avrebbe costruito una Cattedrale senza finestre. Il diavolo, una volta terminati i lavori, entrò nella chiesa e iniziò a ridere a crepapelle pensando che cosa se ne facessero gli uomini di un edificio senza finestre, finché si accorse di essere stato ingannato: le finestre erano posizionate sul fondo della costruzione solo che dal punto in cui si trovava lui (l’impronta!) non si vedevano. Il diavolo andò su tutte le furie e si trasformò in una tempesta, tanto che ancora oggi, nelle vicinanze di Frauenkirche si viene avvolti da una brezza continua. È per questo che in molti oggi si chiedono se il diavolo non sia ancora nei dintorni...
Oktoberfest
UNA FESTA NATA NEL 1810
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TURISMO
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[ DI
CARLO PENGUIN ]
[ UNO SCORCIO DEGLI STANDS: IL MARTEDÌ, DALLE
12 ALLE 18, È LA
GIORNATA DEDICATA ALLE FAMIGLIE.
SOTTO, A DESTRA, IL SINDACO CHRISTIAN UDE, A CUI SPETTA L’APERTURA DELLA MANIFESTAZIONE CON LA PRIMA SPILLATURA. ]
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n rubinetto di bronzo, un martello di legno e un sindaco che apre un barile di birra annunciando solennemente: «O’ zapft is!». Il sindaco in questione è il primo cittadino di Monaco; le parole da lui pronunciate in dialetto bavarese significano più o meno “È aperto”, ma il loro vero significato è: “Che la festa cominci!”. Inizia ufficialmente così la kermesse più famosa della Baviera e della Germania tutta: l’Oktoberfest. Il boccale numero 1 tradizionalmente viene offerto al primo ministro bavarese che presenzia insieme al sindaco all’inaugurazione, poi via via, in una sorta di domino, vengono riempiti quelli di centinaia di persone che, in trepidante attesa, sono stipate sotto i tendoni sin dalle prime ore del mattino. Sono oltre due secoli che la Wiesn, come la chiamano “affettuosamente” i bavaresi, coinvolge tedeschi e non, adulti, ragazzi e anche bam-
bini che, negli stands del parco, trovano divertimento su misura, giostre e bancarelle. Tutto iniziò il 12 ottobre 1810, con il matrimonio tra il principe ereditario Ludwig e la principessa Therese von Sachsen-Hildburghausen. Tutta la popolazione fu invitata a giocare e divertirsi alle porte della città, su quel prato (Wiese) che dopo l’evento prese il nome della sposa (Theresienwiese). La festa si concluse cinque giorni più tardi, il 17 ottobre, con una spettacolare corsa di cavalli. E tanto piacquero ai bavaresi quei festeggiamenti che decisero di replicarli ogni anno fino a... oggi. Due settimane piene per far baldoria, 3 week-end per stare tutti insieme: bavaresi, tedeschi e turisti, tanti turisti. Le “celebrazioni” iniziano con il rito della sfilata: due ore e mezza di parata, lunga 7 chilometri. Gruppi folkloristici vestiti nei tradizionali abiti bavaresi (pantaloni di cuoio al ginocchio, calzettoni,
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22 SETTEMBRE - 7 OTTOBRE: SONO DUE SETTIMANE PIENE DI “BIRRA” CON LA PIÙ FAMOSA MANIFESTAZIONE DELLA BAVIERA
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cappelli piumati e gilet), Schützen in alta uniforme, sbandieratori, carri addobbati e trainati da buoi, osti e ragazze, fanfare e orchestre, si dispiegano lungo un percorso obbligato che dal centro di Monaco arriva a Theresienwiese. E poi... birra a fiumi. Sbagliatissimo se si crede di poter ordinare la nostra classica spina! Il boccale più piccolo, che viene servito nei 14 stands da corpose ragazze in abito tradizionale (il Dirnl), è da 1 litro (il Maß), e la birra è una Marzen, più scura e alcolica della classica, appositamente prodotta per l’Oktoberfest. Da chi? Da sei specialissime case, le uniche qui autorizzate alla vendita: Paulaner, Spatenhof, Hofbräu, Hacker-Pschorr, Augustiner e Löwenbräu. In ogni tendone, uno spettacolo a sé: canzoni tradizionali ma anche attuali, riarrangiate per l’occasione. Per partecipare, la prenotazione è obbligatoria; solo così si avrà la possibilità di ordinare “Eine Maß, bitte” (1 litro, per favore), di cantare, ondeggiando sulle panche, tenendosi sottobraccio e di brindare alla vita e, perché no, anche a Ludwig e Therese.
milioni. Tanti sono i visitatori che ogni anno partecipano all’Oktoberfest, e in media consumano 6,5 milioni di litri di birra, 300mila salsicce, 500mila polli. La birra viene servita fino alle 22.30 e va consumata solo negli stands. I bambini possono partecipare, ma solo fino alle ore 20.00.
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SPAZIO
INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA Per saperne di Più: 066871108
TROFEO NAZIONALE 50&PIÙ DI CICLISMO
REGOLAMENTO IN PILLOLE Le pre-iscrizioni Dovranno pervenire entro il 10 settembre alla segreteria Nazionale di 50&Più (fax 066833135), in alternativa tramite e-mail a info@50epiuturismo.it o presso le Associazioni provinciali 50&Più. Le iscrizioni Sono ammessi a partecipare cicloturisti e cicloamatori iscritti a 50&Più purché tesserati a F.C.I. o ad altri Enti di promozione sportiva (Udace, Uisp, ecc.). Le iscrizioni sono accettate entro le ore 8,00 del 21 settembre presso la Segreteria Olimpiadi 50&Più al Villaggio Garden Club. Le categorie I partecipanti, uomini e donne, saranno suddivisi in relazione all’anno solare di nascita.
LIVORNO
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a bicicletta è una vera passione per tanti over 50 e il ciclismo è l’attività sportiva tra le più praticate. Basta osservare i numerosi gruppi che nei week-end invadono le strade, per accorgersi che l’età media supera i 40 anni e sono in aumento i 50 e più che si cimentano anche nelle granfondo. D’altra parte, secondo l’Istat, sarebbero 2.012.000 i ciclisti praticanti nel Belpaese. La disciplina si piazza al quinto posto dopo calcio e calcetto (4.152.000), ginnastica e fitness (4.320.000), sport acquatici e nuoto (3.914.000). I ciclisti più “accaniti”, cioè i granfondisti, sono circa 100.000 su strada e 30.000 in mountain bike. La Federazione ciclistica italiana conta 69.349 tesserati. Per i soci cicloturisti e cicloamatori, uomini e donne, che vogliono mettersi alla prova, è in arrivo il I° Trofeo Nazionale 50&Più di Ciclismo. Per partecipare basta essere soci di 50&Più e, contemporaneamente, tesserati di un gruppo ciclistico. La gara “a cronometro” si svolgerà il 21 settembre a San Vincenzo (Li), su una distanza di circa 3 chilometri. Il percorso si snoderà lungo la Strada Comunale Principessa, con partenza dal Villaggio Turistico Garden Club Orovacanze. I partecipanti percorreranno il tragitto muniti della propria bicicletta e vestendo la propria maglia. Per le pre-iscrizioni c’è tempo fino al 10 settembre. A fine gara il circuito ciclistico si trasformerà in luogo di incontro tra generazioni. I soci e gli atleti 50&Più, impegnati dal 15 al 22 settembre nella diciannovesima edizione delle Olimpiadi 50&Più, si ritroveranno con gli studenti delle scuole elementari e medie di San Vincenzo per celebrare l’Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e la Solidarietà tra le Generazioni indetto dall’Unione europea per il 2012. La manifestazione organizzata da 50&Più con il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, la Rappresentanza italiana della Commissione Europea, la Provincia di Livorno e il Comune di San Vincenzo, culminerà nella piazza principale del Comune in una grande festa collettiva. Cosa aspettate? Le iscrizioni al I° Trofeo Nazionale 50&Più di Ciclismo sono aperte.
Uomini A - Da 50 a 60 anni B - Da 60 a 64 anni C - Da 65 a 69 anni D - Da 70 a 74 anni E - Da 75 a 79 anni F - Da 80 anni in poi Donne W1 - Da 50 a 60 anni W2 - Da 60 anni in poi Le premiazioni Ai primi tre classificati, verranno assegnate: la medaglia d’oro, d’argento e di bronzo. Alle Province che avranno totalizzato i tre migliori punteggi verranno assegnate le Coppe 50&Più. La Provincia vincitrice riceverà il 1° Trofeo Nazionale 50&Più di Ciclismo. Verrà assegnato anche un Trofeo al miglior ciclista che otterrà il miglior tempo, indipendentemente dalla categoria. Per saperne di più: 066871108/369 comunicazione.esterna@50epiu.it www.50epiu.it
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C
COSA C’È IN CALENDARIO VENEZIA
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Settembre - In programma, a fine mese, una visita guidata alla città di Cremona con il suo ricco patrimonio culturale e monumentale. Per saperne di Più: 0415316355
NAPOLI
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28 settembre, ore 16,00 - Al via Giochiamo insieme, una serie di incontri che si terranno fino a dicembre. Gioco enigmistico, Grande Torneo di Burraco e tanto altro. 7 ottobre - Escursione a Gragnano (Na), conosciuta a livello europeo come la Città della Pasta. Per saperne di Più: 0815518187
» PORDENONE
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GENOVA
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FIRENZE
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PAVIA
10 settembre, ore 16,30 - Presso la sala riunioni dell’ex convento di San Francesco di Pordenone, si terrà un incontro-dibattito con un medico specialista su Stili di vita sani. Se fanno bene, perché non li adottiamo? L’incontro è organizzato in occasione della VII Festa dei Nonni patrocinata dalla Provincia e dal Comune di Pordenone. 30 settembre, ore 15,30 - Festa dei Nonni e Manifestazione di premiazione degli alunni delle scuole elementari che hanno partecipato alla VII edizione del Concorso Il nonno racconta. Una festa con 400 bambini accompagnati da nonni e genitori. Spettacolo di clown e buffet finale. Per saperne di Più: 0434549462 Ottobre - Tornano gli incontri per il gioco del Burraco (tutti i venerdì dalle 15,00 alle 17,00) presso la sede 50&Più. 2 ottobre - Festa dei Nonni organizzata in collaborazione con l’Unicef e il Civ “giardini di Cesarea”. Tra le iniziative, spettacolo gratuito al Teatro della Gioventù di Genova dal titolo Rumori fuori scena, ore 17,00. Per saperne di Più: 010543042 3 ottobre, ore 16,00 - Presso il Teatro Puccini (Via delle Cascine 41), presentazione del programma delle attività associative provinciali per la stagione 2012-2013. Per saperne di Più: 055664795 8 ottobre - Nella Sala degli Affreschi del Collegio Borromeo di Pavia si terranno: premiazione dei Maestri del Commercio; assegnazione dei “premi al profitto scolastico” a figli e nipoti dei soci che hanno conseguito la maturità con votazione over 70/100; consegna del “Premio Donna 50&Più 2012”. Per saperne di Più: 038228411
VICENZA
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13 ottobre - Visita di Soave (Vr). Nota non solo per la tradizione vinicola, ma anche per il suo splendido Castello. Per concludere, visita al Museo dei Fossili di Bolca. Prenotazioni entro il 14 settembre. Per saperne di Più: 0444964300
RIMINI
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21 ottobre - Una giornata dedicata alla raccolta delle castagne nelle colline riminesi, in località Talamello. Degustazione e pranzo di prodotti tipici locali. Per partecipare occorre prenotarsi. Per saperne di Più: 3487228885 - 0541743202
GORIZIA
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Novembre 24 e 25 - Si parte alla volta Salisburgo e dei suoi mercatini di Natale. Per immergersi nelle atmosfere scenografiche di questa incantevole città d’arte, prenotarsi entro il 20 settembre. Per saperne di Più: 048132325
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WOODBRIDGE
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Per saperne di Più: 0019052661866
Il Mese dell’Anziano
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gni anno a Woodbridge, in Canada Ontario, si celebra il mese dedicato all’anziano durante il quale la comunità italiana residente organizza la fiera Italian Heritage Month. Alle celebrazioni, avvenute lo scorso giugno, ha partecipato anche l’ufficio 50&Più Enasco di Woodbridge, con il responsabile Vincenzo Ghiadoni. Sono stati proiettati filmati e diapositive per illustrare i servizi offerti dal Sistema 50&Più in ambito previdenziale e socio-assistenziale ai nostri connazionali di oltreoceano. Alla proiezione erano presenti oltre 200 anziani di origine italiana. Visto il successo ottenuto, l’ufficio di Woodbridge è stato invitato a partecipare anche il prossimo anno.
REGGIO CALABRIA
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Per saperne di Più: 0965891543
Prima edizione de “La Corrida”
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iniziale timidezza e titubanza ha ben presto lasciato il posto alla voglia di mettersi in gioco con estro, fantasia e passione. Così, tra applausi e divertimento, i soci di 50&Più di Reggio Calabria - ripresi anche da una tv locale - si sono esibiti nella prima edizione de La Corrida. Hanno recitato poesie, cantato e ballato. La manifestazione, condotta dal socio Domenico Romeo e curata per la parte musicale dal socio Luigi Barberio, si è chiusa con la consegna di premi a tutti i partecipanti da parte del presidente provinciale 50&Più di Reggio Calabria, Francesco Azzarà. Appuntamento al 2013 con la seconda edizione.
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SPAZIO
ROMA
La cattedra è la vita
CASERTA
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Per saperne di Più: 0823326453
Invecchiare in modo attivo
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roseguono le iniziative di 50&Più di Caserta realizzate nell’ambito dell’Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e la Solidarietà tra le Generazioni. Il prossimo appuntamento è per il 28 settembre, quando 50&Più parteciperà con i propri soci allo spettacolo che il comune di Caserta sta mettendo in cantiere con tutte le associazioni di anziani. Le attività precedenti dell’Associazione provinciale, per la promozione dell’invecchiamento attivo, si sono tenute nel corso della “Settimana della Creatività” nello scorso giugno. È andato in scena lo spettacolo di fine anno sociale e sono stati assegnati i premi “Gold Age” ai soci che hanno contribuito al miglioramento dell’Associazione. Il riconoscimento è andato a: Bruno Pinto, Rosalia Marotta, Michele Centore, Annamaria Petrillo, Carmela De Simone, Carmela Fiorella. Inoltre, presso il Circolo Nazionale di Caserta, sono state allestite due mostre: una fotografica che metteva a confronto la Caserta del secolo scorso e la Caserta attuale (la mostra sarà ripetuta a dicembre e ampliata con altre foto); l’altra, invece, è stata dedicata alla vitalità creativa dei 50 e più con opere di pittura, découpage, scultura, bigiotteria e oggettistica.
Auguri per le Nozze d’oro a
Pasquale Pane Maria eGioioso
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Per saperne di Più: 066864596
ostanzialmente è questa la vera filosofia di 50&Più Università: essa nacque così, dal bisogno di dare vitalità agli anziani ma anche, attraverso la vitalità degli anziani, dare solidità ai giovani con un meccanismo profondo di relazione, la cui chiave è proprio “insegnare la vita”, sia pure con il corredo e l’ausilio dei libri che ci danno una mano nel costruire i concetti teorici con i quali capire la vita stessa, materia per materia. Il ventitreesimo anno accademico contiene dentro questa filosofia, un programma di accelerazione costituito dal fatto che le quattordici sedi sparse ormai in Italia stanno per diventare circa venti con la prossima aggiunta, quantomeno, di Sassari, Oristano, Palermo, ma anche di qualche altro territorio che si sta preparando. E i programmi vanno a loro volta estendendosi dal tradizionale solco privilegiato delle materie classiche a quello innovativo delle scienze e tecniche (medicina e astronomia, ad esempio) e della gestione di sé (yoga e ballo, ad esempio). A Roma i corsi saranno quest’anno 54, e vi si aggiungeranno le attività collaterali, dal cineforum alle visite guidate ed ai viaggi. Ma anche le altre sedi stanno diversificando l’offerta: Massa Carrara è riuscita già quest’anno a farsi aprire dall’Associazione per l’Amicizia Italo-Russa le porte di alcuni musei russi normalmente chiusi ai circuiti turistici; Caserta aggiungerà quest’anno un progetto di attività archeologico-storica sul campo, collegato anche al movimento di recupero e valorizzazione della reggia quasi sconosciuta di Carditello; e così via, secondo programmi che entro settembre saranno pressoché completi. Il mese di settembre è destinato a vedere anche altre novità operative, collegate con l’avvicendamento alla presidenza universitaria: a Giuseppe Ecca, infatti, presidente uscente per fine mandato, cui si deve la espansione di 50&Più Università dal territorio romano a quello nazionale, succede Fabrizio Scialotti, che annuncia la ulteriore espansione territoriale fino anche all’estero e un più vasto utilizzo delle potenzialità della rete informatica a fini di collegamento non solo didattico, ma anche organizzativo. I due presidenti hanno voluto suggellare questo spirito di continuità con un messaggio congiunto a tutte le sedi ed a tutti i responsabili, che dice fra l’altro: «Il presidente uscente vi ringrazia con forte amicizia per la proficua collaborazione sviluppata in questi anni, il presidente entrante vi assicura dialogo e disponibilità costante alla valorizzazione di ogni buona risorsa e idea di ciascuno di voi: su entrambi potrete contare per ogni sostegno, secondo i diversi ruoli, in questa impresa comune di sviluppare, attraverso 50&Più Università, diffusa ed elevata cultura a beneficio di tutti i soci ed utenti, e indirettamente del Paese».
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MILANO
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Per saperne di Più: 027750261
In calendario... »
8 ottobre 2012 , ore 17,30 - L’Italia Post Unitaria: Morte di Alessandro Manzoni, la Messa da Requiem. È il titolo dell’incontro che chiude il ciclo di conferenze Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi: una amicizia nella Milano del Romanticismo e del Risorgimento. Appuntamento alle 17,30 presso il Salone d’Onore della Casa di Riposo per Musicisti Fondazione Giuseppe Verdi (Piazza Buonarroti 29).
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INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C PAVIA
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Golf e Canto
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orna il trofeo di golf riservato agli over 50 organizzato da 50&Più di Pavia. Un’opportunità per i tanti appassionati di questo sport che registra sempre più consensi tra gli ultracinquantenni. Il secondo “Trofeo Golf 50&Più in ...campo” si svolgerà lunedì 24 settembre presso il Golf Club “Santa Martretta” di Vigevano (Pv). Il Trofeo gara 18 buche formula stableford, inizio ore 11.00 - è aperto a tutti gli ultracinquantenni. Il giocatore che desideri associarsi a 50&Più, sarà iscritto per 12 mesi con una quota di 10 euro (anziché 36 euro) e potrà usufruire di tutti i servizi e le agevolazioni previsti per gli associati (rivista mensile inclusa). Tutti i partecipanti possono iscriversi entro il 18 settembre. Ma non finisce qui. C’è un altro appuntamento da non perdere ed è con la seconda edizione del “Concorso Canoro 50&Più in ...canto”. La gara, riservata agli iscritti 50&Più, cantanti non professionisti, si terrà domenica 30 settembre alle ore 15.00 al Teatro Odeon di Vigevano (via Mons. Berruti 2). Per iscriversi c’è tempo fino al 6 settembre. Per conoscere le modalità di partecipazione del Torneo di Golf e della Gara canora consultare il sito www.50epiu.it/pavia oppure rivolgersi alla segreteria provinciale (corso Cavour 30 - Tel. 038228411).
LECCO
St. Catharines Toronto Germania Monaco di Baviera Uruguay Montevideo USA Fort Lauderdale
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50epiu.it
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Telefono 0054 1143831736 0054 2214242331 0054 3414482049 Telefono 0061 394824800 0061 464680197 0061 297128911 Telefono 0032 25341527 Telefono 0055 482222513 0055 1132312351 0055 1832216645 0055 5130222720 Telefono 001 6042942023 001 9053184488 001 9052661867 001 5142525041 001 5144946902 001 9056466555 001 4166523759 Telefono 004 98974640814 Telefono 0059 825076416 Telefono 001 9546300086
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NAPOLI
Per saperne di Più: 0341287279
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l Palazzo del Commercio di Lecco si è svolta la cerimonia di consegna del titolo di Maestro del Commercio a 21 imprenditori che si sono distinti per l’impegno nel commercio, turismo e servizi, a beneficio di tutta la comunità. «Questa onorificenza è un segno di gratitudine da parte di tutti i cittadini della provincia di Lecco», ha sottolineato Claudio Vaghi, presidente della 50&Più di Lecco. «L’auspicio è che la concezione etica del lavoro, il senso di responsabilità verso la comunità, possa rinnovarsi e riproporsi alle nuove generazioni». Alla cerimonia sono intervenuti il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, il presidente di Confcommercio Lecco, Giuseppe Ciresa, e ben 11 sindaci della provincia di Lecco. Premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Gabriella Della Bella, Maria Teresa Losa, Giuseppe Mondani, Vito Nocita, Gerardo Rizza, Maurizio Rusconi, Cristina Valsecchi, Noris Valsecchi; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Anna Maria Cantù, Armando Rongoni, Maurilio Viganò, Gianfranco Vitali; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Angelo Dozio, Roberto Colombo, Giancarlo Dell’Oro, Mario Gilardi, Rino Monticciolo, Enrico Riva, Ambrogio Rusconi, Roberto Tentori, Egidia Torchiani. Sono stati conferiti anche quattro Premi di Eccellenza. Il premio “Pegasus” (alle personalità con spiccate capacità professionali) al Primo Aghificio Italiano di Civate; il premio “Una Rosa per una Donna” (per l’impegno sociale e civile) ad Albertina Negri, protagonista nell’organizzazione della Casa Alber per la cura dei minori; il premio “I Maestri Più” (per il sostegno alla cultura d’impresa nel corso di 100 anni di storia) alla Cartiera dell’Adda di Caloziocorte; il premio “La Chiave del Successo” (per l’intuitività, il coraggio e la determinazione) a Novarcart di Garbagnate Monastero.
LE SEDI NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Rosario Australia Melbourne Perth Sydney Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Presidente Prudente Porto Alegre Canada Burnaby Hamilton Woodbridge Montreal
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Premio di Poesia “Raffaele Viviani”
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roclamati i vincitori del Concorso di Poesia “Raffaele Viviani” alla sua XIV edizione. La giuria - presieduta da Giulio Pacella e composta dai poeti Alberto Arrichiello, Renato Cammarota, Nazario Napoli Bruno oltre che da Carlo Del Preite, Giulio Mendozza e dal maestro Maurizio Merolla - ha conferito il primo premio a Luisa Scala con la poesia Africa nera per la sezione in vernacolo e a Oreste Fabiani con la poesia E sembra ieri per la sezione in italiano. Fabiani si è inoltre aggiudicata una targa-encomio con la poesia Gocce ‘e fantasia. Al 2° posto si sono classificati Vittorio Fiorenzano con la poesia N’auciello per la sezione in vernacolo e targa-encomio con la poesia Tarda età, e Rocco Giulio Castello con la poesia Soffi di libeccio per la sezione in italiano. Al 3° posto, invece, Antonio Montariello con la poesia Gambrinus per la sezione in vernacolo e Antonietta Cacace con la poesia Proscenio per la sezione in lingua. Targa-encomio anche a Valentino Gaetano con A casa vecchia. Un premio speciale fuori concorso è stato assegnato alla giovanissima Lucia Albanese (12 anni) con la poesia Cerco... La manifestazione, introdotta dal presidente della 50&Più campana, Vincenzo Cozzolino, si è conclusa con la consegna di coppe e targhe ai vincitori. Maurizio Merolla e l’attrice napoletana Liliana Palermo hanno reso omaggio all’artista Viviani con la lettura di alcuni brani.
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LE SEDI IN ITALIA Abruzzo Avezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Castello, 4 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Viale degli Atlantici, 5 Caserta - Via Roma, 96 Napoli - Piazza Carità, 32 Salerno - Corso Garibaldi, 4 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 102 Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 Trieste - Via San Nicolò, 7 Udine - Viale Duodo, 11 Lazio Frosinone - Via Aldo Moro, 493 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Properzio, 5 Viterbo - Via Belluno, 45 Liguria Genova - Via Ceccardi, 1/10 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via Fontevivo, 19/F Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Manzoni, 4 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 45 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16
Telefono 0863415327 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122445 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0815510737 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0403720169 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761327701 Telefono 010543042 0183275334 01875985216 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376231207 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 071200722 0736051102
Macerata - Corso Cavour, 85 Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via Santo Spirito, 24/B Piemonte Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Quarto, 2 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Viale Magna Grecia, 119 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 69 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Grande, 150 Lucca - Via Fillungo, 121 Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 Prato - Via Santa Trinità, 28 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Regione Borgnalle, 12 Veneto Belluno - Via Cipro, 13 Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H
0733261393 0721698224 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0131260380 0141353494 01530789 017166661 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 050483711 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 0498209787 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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IL NUOVO SISTEMA DI CALCOLO DELLE PENSIONI «Il calcolo contributivo introdotto dalla riforma funziona come un libretto di risparmio, su cui accumulare di anno in anno i versamenti» [ DI
GIANNI TEL ]
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a quest’anno non ci sono più differenze sul criterio di calcolo delle pensioni. La riforma “Monti” (legge n. 214/2011) ha previsto per tutti il “sistema di calcolo contributivo”. In altre parole, per le anzianità contributive maturate a partire dal 1° gennaio 2012, le relative quote di pensione sono calcolate tutte con il sistema contributivo, anche per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano già versato 18 anni di contributi.
il solo criterio contributivo, strettamente collegato al valore dei contributi versati.
La situazione attuale »La riforma “Dini”, con la triplice possibilità di calcolo della pensione, rimane in vita solo per coloro che sono andati in pensione maturando i requisiti entro il 31 dicembre 2011. A par-
tire dal 1° gennaio 2012, invece, ossia per le anzianità maturate da tale data in avanti, esiste solo il sistema contributivo; di conseguenza, non c’è alcuna novità per chi già appartiene a questo regime (coloro che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996) e per chi è nel sistema misto. Invece, chi nel 2011 si trovava nel sistema retributivo, dal gennaio 2012
TABELLA A COME È CAMBIATO IL SISTEMA DI CALCOLO
sistema retributivo, » Ilmisto e contributivo Con la riforma “Dini” (legge n. 335/1995), il sistema di calcolo delle pensioni si differenziava a seconda dell’anzianità contributiva maturata alla data del 31 dicembre 1995: - per chi poteva contare su almeno 18 anni di contributi (compresi i contributi figurativi e da riscatto), si applicava il cosiddetto sistema “retributivo”, legato appunto alle retribuzioni dell’ultimo periodo lavorativo; - per chi aveva meno di 18 anni di contributi, il criterio utilizzato era misto, e cioè “retributivo” per l’anzianità maturata sino al 31 dicembre 1995 e “contributivo” per i periodi di attività successivi al 1° gennaio 1996; - per chi aveva cominciato a lavorare successivamente al 31 dicembre 1995, ossia dal 1° gennaio 1996, si applicava, invece,
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Anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 18 anni e più Meno di 18 anni
Fino al 31 dicembre 2011 Criterio di calcolo della pensione Retributivo, legato alle retribuzioni dell’ultimo periodo lavorativo
Retributivo, per l’anzianità maturata a tutto il 31 dicembre 1995; contributivo, per i periodi successivi al 1° gennaio 1996 Nessuna Contributivo, sulla base di tutta la contribuzione versata nell’arco della vita lavorativa A partire dall’anno 2012 Anzianità contributive Criterio di calcolo della pensione Maturate fino al 31 dicembre 2011 Retributivo o contributivo in base all’anzianità posseduta al 31 dicembre 1995 (nessuna modifica rispetto alla normativa in vigore fino al 2011) Maturate dal 1° gennaio 2012 Contributivo
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Come funziona il sistema contributivo »Il sistema di calcolo contributivo funziona grosso modo come un libretto di risparmio. Il lavoratore accantona ogni anno i versamenti: - se è un lavoratore dipendente, l’accantonamento è pari al 33% dello stipendio; - se è un lavoratore autonomo (artigiano, commerciante), accantona il 21,30% del proprio reddito (misura che salirà fino a raggiungere il 24% entro l’anno 2018); - se è un collaboratore (Co.Co.Pro.), accantona il 27% del proprio compenso (misura che salirà fino a raggiungere il 33% a partire dal 2018). I contributi possono essere calcolati, però, fino ad un certo importo di reddito o retribuzione; questo limite, per il 2012, è pari a 96.149 euro (cosiddetto “tetto contributivo pensionabile”). I contributi versati costituiscono il montante contributivo e producono una sorta di interesse composto al tasso legato alla dinamica quinquennale del Pil (Prodotto Interno Lordo). Quindi, più cresce l’Azienda Italia, maggiori sono le rendite su cui i lavoratori possono contare.
nuovi coefficienti di calcolo »AllaI data del pensionamento, al montante contributivo rivalutato è applicato un coefficiente, detto di trasformazione, che converte i contributi in pensione. La misura di tale coefficiente cresce con l’aumentare dell’età. Recentemente, con un decreto ministeriale del 15 maggio 2012, sono stati fissati i nuovi coefficienti per il calcolo della pensione per tutti i lavoratori che andranno in pensione dal 1° gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2015. Questi coefficienti non riguardano più soltanto le età da 57 a 65 anni, ma si allungano fino a 70 anni per incentivare facoltativamente la permanenza al lavoro, nella prospettiva di conseguire una pensione più alta. Ciò vale soprattutto, come si evidenzia nella Tabella B, per coloro che decidessero di andare in pensione - tra il 2013 e il 2015 - con un’età non superiore a 65 anni; in questo caso dovranno subire - per effetto di nuovi coefficienti - un taglio della prestazione pensionistica che supera in alcuni casi l’11%. Ad esempio, supponiamo che un lavoratore abbia accumulato un montante contributivo di 400.000 euro. Quando decide di ottenere la pensione, l’importo della stessa verrà calcolato applicando ai 400.000 euro il co-
PER LE PENSIONI SOPRA I 1.000 EURO
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ià dal 1° luglio scorso stop al pagamento in contanti della pensione superiore a 1.000 euro netti. Nell’ottica della trasparenza, della lotta all’evasione e della totale tracciabilità dei documenti, il decreto “Salva Italia” non consente più i pagamenti in contanti delle somme superiori a 1.000 euro. Ciò vale anche per le pensioni al di sopra di tale cifra che non vengono più erogate se il pensionato non è in possesso di un conto corrente bancario o postale. Recentemente, l’Inps ha previsto una fase transitoria di tre mesi, dal 1° luglio al 30 settembre 2012, durante la quale i pensionati titolari di
pensione di importo superiore a 1.000 euro che non l’abbiano ancora fatto, possono provvedere alla scelta delle modalità alternative. In questa fase, banche e Poste italiane hanno sospeso i pagamenti allo sportello provvedendo a versare le somme in un conto di servizio transitorio, dal quale le stesse vengono poi trasferite sul conto corrente o libretto che viene aperto dal pensionato, senza oneri per quest’ultimo. Se la scelta del pensionato non interviene entro il 30 settembre 2012, le somme accantonate vengono restituite all’Inps che, però, in ogni caso ne assicura il pagamento una volta che il pensionato provvede a co-
efficiente di trasformazione corrispondente all’età raggiunta in quel momento. Se il lavoratore va in pensione nel 2013, bisogna fare riferimento ai nuovi coefficienti. In tal caso, se chiede la pensione a 60 anni otterrà una pensione annua lorda di 18.644 euro (400.000 moltiplicato 4,661%); se chiede la prestazione a 65 anni riceverà 21.740 euro (400.000 moltiplicato 5,435%); se va in pensione a 70 anni avrà diritto a 26.164 euro (400.000 moltiplicato 6,541%). Infine, una delle novità della Riforma “MontiFornero”, con riferimento alla nuova pensione di vecchiaia, è la facoltà ai lavoratori di rima-
municare la sua scelta. Nel caso in cui il pensionato non abbia avuto la possibilità, per motivi di salute o altro, spetta ai delegati alla riscossione aprire un conto corrente bancario o postale.Sempre l’Istituto Previdenziale ha chiarito, poi, che nell’individuazione dei pagamenti oltre la soglia di 1.000 euro non debbono essere presi in considerazione gli importi corrisposti a titolo di “tredicesima” e “quattordicesima” mensilità, e possono continuare a essere pagate in contanti anche le singole rate che superino tale limite per il concomitante pagamento di arretrati pensionistici e conguagli fiscali.
nere al lavoro fino a 70 anni, al fine di migliorare il proprio assegno di pensione. I nuovi coefficienti sono stati determinanti anche per le età dai 65 ai 70 anni. La Tabella B mostra i valori di questi coefficienti che per gli anni 20132015 crescono con il crescere dell’età, proprio perché la loro determinazione è stata fatta tenendo conto del fine di migliorare la misura della pensione a chi ritarda l’uscita dal lavoro. Il prossimo aggiornamento dei coefficienti sarà nel 2015, quando la revisione riguarderà i pensionamenti nel triennio 2016-2019. Dal 2019 in poi, invece, la revisione dei coefficienti avrà una cadenza biennale.
TABELLA B LE VARIAZIONI DEI COEFFICIENTI NEL TEMPO
Età Anni Anni Variazione Anni Variazione Variazione pensione 1996-2009 2010-2012 2009-2010 2013-2015 2010-2013 2009-2013 57 4,720% 4,419% -6,38% 4,304% -2,60% -8,81% 58 4,860% 4,538% -6,63% 4,416% -2,69% -9,14% 59 5,006% 4,664% -6,83% 4,535% -2,77% -9,41% 60 5,163% 4,798% -7,07% 4,661% -2,86% -9,72% 61 5,334% 4,940% -7,39% 4,796% -2,91% -10,09% 62 5,514% 5,093% -7,64% 4,940% -3,00% -10,44% 63 5,706% 5,257% -7,87% 5,094% -3,10% -10,73% 64 5,911% 5,432% -8,10% 5,259% -3,18% -11,03% 65 6,136% 5,620% -8,41% 5,435% -3,29% -11,42% 66 ------5,624% ----67 ------5,826% ----68 ------6,046% ----69 ------6,283% ----70 ------6,541% ----SETTEMBRE 2012
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è passato al nuovo misto: le anzianità fino al 31 dicembre 2011 danno vita a una quota di pensione retributiva, mentre le anzianità dal 1° gennaio 2012 in poi danno vita a una quota di pensione contributiva (vedi Tabella A).
FISCO
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UN’ANTICA QUESTIONE: L’AVVISO BONARIO È IMPUGNABILE? «Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che le comunicazioni di irregolarità sono impugnabili, ma a determinate condizioni» [ DI
ALESSANDRA DE FEO ]
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ecentemente una banca, nel versare l’Irap per gli anni 2003/2005, non ha calcolato la maggiore aliquota fissata dalla Regione di appartenenza. L’Agenzia delle Entrate ha emesso un “avviso bonario” evidenziando l’errore, ma l’atto è stato impugnato dalla banca. Negli anni successivi, alla somma iniziale, si sono aggiunte quelle sulle cartelle di pagamento. Anche se nei vari gradi i contenziosi si sono solitamente conclusi con un risultato positivo per la contribuente, per ottenere una soluzione valida è dovuta intervenire la Corte di Cassazione che, con sentenza 7344 del 2012, ha stabilito che anche le comunicazioni di irregolarità sono atti impugnabili; affermazione che, se anche contrasta con l’orientamento dei giudici di legittimità, è più in linea con i chiarimenti delle Sezioni Unite sulla giurisdizione tributaria che, mentre sembra definire “tale avviso” come “invito bonario al dialogo”, in linea di principio sembrano spingere il contribuente all’accettazione di quanto richiesto. Un qualcosa che si desume venga detto anche dalla Cassazione; considerato che: - da un lato, sembra si facciano “avvisi bonari” con funzione interlocutoria, fra quelli non impugnabili, in quanto espressione di una volontà impositiva suscettibile di variazione in
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«La contestazione può dare risultati, ma deve avvenire prima dell’emissione della cartella esattoriale»
relazione all’esito degli incontri con il contribuente; - mentre dall’altro, sembra farli rientrare fra quelli impugnabili, in quanto contenenti, una pretesa non suscettibile di revisione.
Conseguenze »La suddetta differenziazione potrebbe apparire logica, invece è ricca di complicazioni visto che l’Agenzia può prendere iniziative non sempre facilmente contestabili. La stampa specializzata ha accolto con preoccupazione quanto la Cassazione ha disposto, poiché parte dal presupposto che molti contribuenti sceglieranno di impugnare gli “avvisi bonari”, comunque finalizzati, e prevedono l’abbattersi di una “valanga” di ricorsi. Per chi poi volesse allargare la contestazione alle modalità di notifica, o all’assenza delle indicazioni previste per gli atti impositivi dello Statuto del Contribuente, le
chance difensive aumenterebbero in modo rilevante, sempre che la sentenza venga pronunziata prima dell’emissione delle cartelle di pagamento o dell’adozione di altre misure cautelari. Si tenga presente che, a seguito della sentenza 7344 dell’11 maggio 2012 della Cassazione (sez. tributaria), si dovrà provvedere ad “inserire” fra gli atti impugnabili compresi nell’art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992, anche “l’avviso bonario”, e forse altri atti, purché espressione di una chiara pretesa tributaria immediatamente impugnabile, in quanto “l’elencazione degli atti impugnabili davanti al giudice tributario, di cui all’art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992, non esclude l’impugnabilità di una compiuta e definita pretesa tributaria”. Ciò comporta che: “L’avere consentito l’accesso al contenzioso tributario in ogni controversia avente ad oggetto tributi, comporta la possibilità, per il contribuente, di rivolgersi al giudice tributario ogni qual volta l’Amministrazione manifesti, anche a mezzo del silenzio-rifiuto, la convinzione che il rapporto tributario debba essere regolato nei termini che il contribuente ritenga di contestare”. Solo un dubbio: tutto ciò sarebbe avvenuto, se a ricorrere fosse stato un semplice cittadino?
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LIBRI
«Alcuni libri sono immeritatamente dimenticati; nessuno è ricordato immeritatamente» Wystan Hugh Auden, “Saggi”
DI RENATO MINORE
re le regole del gioco. Per lo scrittore raccontare la storia di un giovane che diventa eroe senza saperlo ha significato dare «una visione universale a un fenomeno sorprendente perché non appartiene alla cultura arabo-musulmana». Bouazizi è, infatti, un simbolo che va al di là delle frontiere.
zionale. Una sorta di epistolario collettivo in cui, alla lettera si sostituisce un continuo brusio che rimanda dall’uno all’altro. E tutti alla fine si liberano cantando Fratelli d’Italia.
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La storica Barbara Frale esordisce in narrativa con un bel romanzo archeologico, La lingua segreta degli dei. I misteri della storia antica si intrecciano con gli enigmi della storia più recente in un mix appassionante, basato anche su documenti originali della Segreteria di Stato Vaticana. Protagonista, un ingegnere minerario neolaureato che nel 1938 inviato nell’oasi di Siwah per scavare alla ricerca della tomba di Alessandro, resta invischiato in un complesso intrigo internazionale. Ben presto si scopre che nell’oasi si nasconde un tesoro, fonte di un misterioso potere descritto in un antico papiro. Nel frattempo, l’oasi è contesa fra gli italiani che occupano la Libia e gli inglesi che occupano l’Egitto, per la scoperta di un giacimento di greggio nelle sue vicinanze. SETTEMBRE 2012
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FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA DI STEFANO LONGERI
MANTOVA SETTEMBRE
Mantova diventa la capitale del libro con il Festivalettura o Festival internazionale della Letteratura, la manifestazione-evento che propone un vasto assortimento di incontri con autori, letture, spettacoli e concerti con artisti provenienti da tutto il mondo. Il Festival, giunto alla 16a edizione, è un momento di vero divertimento culturale, dove ci si perde tra le mille sollecitazioni ed esperienze accomunate dal gusto per l’arte della comunicazione. Cinque giorni in cui la letteratura sarà il filo conduttore, protagonista e padrona di casa, ma basta scorrere lo sconfinato elenco dei partecipanti alla kermesse per capire che il Festivalettura è molto altro. Solo per citare qualche nome: Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli, Stefano Benni, Simonetta Agnello Hornby, Piero Dorfles, Bianca Pitzorno, Michela Murgia e Melania Mazzucco, ma anche Zygmunt Bauman, David Lodge, Domenico De Masi, Roddy Doyle, Luciano Ligabue ed Ermanno Olmi. La lista è ancora lunghissima e assicura varietà e qualità per ognuno, il tutto incorniciato nel magnifico scenario offerto dalle piazze e dai palazzi rinascimentali di Mantova. Chiunque avesse bisogno di una cartina per orientarsi in tutta questa abbondanza culturale può fare un giro sul sito internet del Festival (www.festivaletteratura.it/ download/2012_06_colibri_web.pdf) e scaricare gratuitamente Colibrì, il notiziario dell’Associazione Filofestival che segue gli eventi della rassegna mantovana. Sul notiziario si potranno trovare, oltre all’elenco completo dei partecipanti, anche interessanti anticipazioni e spunti di itinerari da seguire.
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LETTERATURA
PER INFO: TEL. 0376 223989 - FAX 0376 367047 WWW.FESTIVALETTERATURA.IT SEGRETERIA@FESTIVALETTERATURA.IT
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Anno Domini 1212. Il bibliotecario dell’Abbazia di Farfa, fra’ Silvestro, si reca a Gerusalemme alla ricerca di due preziosi manufatti: si tratta del calice con cui Dio asperse il fango che diede vita ad Adamo e di un papiro che racchiude parole di enorme potere; ma il viaggio non sarà facile e il cammino del frate sarà ostacolato da oscuri demoni di Satana. Proprio per questo il compimento della missione sarà affidato al giovane nipote di Silvestro, Florenzo, che combatterà il suo destino ma soprattutto si innamorerà della bella ed enigmatica Danal. Una storia d’amore travolgente che accompagnerà di sottofondo una trama fitta di colpi di scena. Storia e narrazione romanzesca si fondono in questo suggestivo racconto di Bartolomeo Errera che tratteggia un medioevo carico di simboli religiosi, dove l’eterna lotta tra bene e male si manifesta nella vita del 17enne Florenzo. I personaggi vivono avvenimenti rigorosamente storici, frutto di accurate ricerche bibliografiche da parte dell’autore: ricerche incrociate, manoscritti introvabili e due anni e mezzo circa di lavoro per confezionare una storia d’amore intensa ed appassionata che si dipana nel periodo oscuro delle Crociate. Un libro che ammicca alla sceneggiatura, quasi volesse diventare film; e ne avrebbe motivo, per le avvolgenti descrizioni di luoghi ed eventi che non sfigurerebbero affatto sul grande schermo.
DIZIONARIO DELLE SCIENZE PSICOLOGICHE Luciano Mecacci Editore Zanichelli - Euro 48,00 Zanichelli presenta il Dizionario delle Scienze psicologiche, utilissima opera di consultazione che riporta chiarezza e semplicità nel vasto e complesso campo delle scienze psicologiche. Nell’attuale impostazione multidisciplinare della psicologia, che subisce sempre più forte l’influenza delle neuroscienze, il Dizionario propone una trattazione concisa, priva di interpretazioni personali; le pagine sono ben curate e di semplice fruizione, il che facilita il viaggio nel labirinto di lemmi e concetti di cui la materia è piena. La compilazione del volume è affidata alla cura del professor Luciano Mecacci, già ordinario di Psicologia generale dell’Università degli Studi di Firenze, attivo anche nelle università di Roma, Pisa, Mosca e Parigi. Alla fine del volume si trova un’appendice con glossari in lingua inglese, francese, russa, spagnola e tedesca e sono registrate numerose voci biografiche anche queste sintetiche -, sufficienti per un primo orientamento. Il Dizionario delle Scienze psicologiche è quindi uno strumento che si rivolge agli specialisti, ma anche a chi si affaccia nel mondo della psicologia e desidera uno strumento pratico e aggiornato di consultazione.
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musica CAGLIARI
Dal 6 al 9 settembre al Parco di Monte Claro di Cagliari, torna l’European Jazz Expo, forte del successo delle precedenti edizioni. Ai 50 concerti, che si tengono su 9 palchi diversi, partecipano i grandi maestri del jazz nazionale, internazionale e i talenti più interessanti. Solo per citare qualche nome: Enrico Rava, Billy Cobham, Stanley Jordan e Biréli Lagrène, con i Sud Sound System a rappresentare la sezione world music e Alex Britti, con Stefano di Battista, in un suggestivo incontro tra blues e jazz. MILANO
Nel 2002, con l’album d’esordio Come Away With Me aveva stupito il mondo, vendendo oltre 20 milioni di dischi. Oggi Norah Jones stupisce ancora, graffiando con la sua voce soft ed intensa al tempo stesso. La cantautrice newyorkese porta al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 18 settembre, il suo ultimo lavoro Little Broken Hearts. La Jones, delicata e conturbante, siede nuovamente al suo pianoforte, stavolta diluito da strumenti da camera e una chitarra acustica.
DI MILA SARTI & DARIO DE FELICIS
RECENSIONI teatro RILEGGERE I CLASSICI Vicenza, dal 21 settembre al 27 ottobre
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n teatro antico e la sfida di uno dei più accreditati maestri teatrali contemporanei. Ovvero il Teatro Olimpico di Vicenza e il suo nuovo direttore artistico, il regista lituano Eimuntas Nekrosius che, con la sua intensa creatività, farà rileggere i Classici. Hoc Opus, Hic Labor Est (“Qui è la fatica, qui è la difficoltà”): così l’artista ha deciso di intitolare il programma di questo 65° Ciclo Spettacoli Classici, ispirato dall’epigrafe posta sul pannello centrale del proscenio. «La citazione - ha dichiarato il regista - può essere letta come il difficile viaggio dalla dimensione terrena a quella celeste...». È questo cammino che lega tutte le produzioni, i laboratori e le attività... Apre il festival la prima mondiale del Paradiso di Dante Alighieri, fino al 25, in cui si sottolinea l’eterna fatica dell’uomo: raggiungere più elevati modi di vivere, superando la forza di gravità. Il 29 è la volta de La storia di Antigone, tragedia di Sofocle in versione ironica, con Anita Caprioli e per la regia di Roberto Tarasco. Ottobre vedrà altri spettacoli all’insegna della classicità e della modernità. Info: 0444324442
UN FESTIVAL PER LA DANZA Torino, dal 12 settembre al 24 novembre
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l capoluogo piemontese si sta preparando ad ospitare l’edizione 2012 del Festival Torinodanza, capitanato sempre dal coinvolgente Gigi Cristoforetti, attento osservatore della realtà coreutica internazionale. Quest’anno lo sguardo è soprattutto puntato sulle nuove generazioni nella danza, vere protagoniste della rassegna, accanto naturalmente ai grandi come il coreografo Philippe Decouflé che inaugura il festival alle Fonderie Limone di Moncalieri (12, 13 e 14) con la prima italiana Panorama, un insieme dei suoi più celebri capolavori. Info: 0115169555
musica VERONA
Sono passati 10 anni dall’ultimo concerto del Maestro Ennio Morricone nell’Arena di Verona. Il 15 settembre il Maestro torna nell’Arena più famosa d’Italia con un appuntamento imperdibile dal titolo Dieci anni di concerti. L’evento, che unisce musica e storia del cinema, è un’occasione per riascoltare le meravigliose colonne sonore da lui composte ed eseguite dall’Orchestra Roma Sinfonietta, con il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano e il Coro “Claudio Cassini“ dell’Università di Tor Vergata. ROMA
Per conoscere un genere musicale nuovo bisogna sperimentare, immergersi nelle sue suggestioni, non avere paura di ascoltare suoni sconosciuti. Chi desiderasse vivere una nuova esperienza sensoriale può recarsi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 23 settembre, per ascoltare il duo elettro-minimalista Ryuichi Sakamoto e Alva Noto. Suoneranno i brani del loro ultimo album, Summvs, immergendo lo spettatore nel mondo ovattato che esiste tra le note classiche del pianoforte e le strumentazioni elettroniche di un computer. SETTEMBRE 2012
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SPIONAGGIO
LA TALPA
Regia di Tomas Alfredson con Tom Hardy, Gary Oldman e Colin Firth 50&PIÙ CONSIGLIA:
In pochi credevano che un regista svedese potesse realizzare una delle migliori trasposizioni di un romanzo di John Le Carrè così british. E, invece, Tomas Alfredson mette in scena un affresco dei servizi segreti britannici degli Anni ’70, durante la Guerra fredda, rispecchiando fedelmente l’atmosfera di un’epoca e i complessi caratteri dei personaggi di una storia tutta incentrata su una talpa che si nasconde all’interno del Circus, il livello più alto dei servizi segreti. Una curiosità: nella scena della festa di Natale appare in un cameo lo stesso Le Carrè. DRAMMATICO
THE IRON LADY
Regia di Phyllida Lloyd con Meryl Streep, Jim Broadbent e Harry Lloyd 50&PIÙ CONSIGLIA:
Margaret Thatcher, ormai ottantenne e malata, trascorre le sue giornate a Chester Square. L’ex Primo Ministro Britannico convoca la figlia per riporre gli abiti e gli effetti del marito Denis, ormai morto da tempo: questo evento risveglierà una cascata di ricordi, riportando alla luce la brillante carriera di uno dei personaggi più potenti e controversi. Peccato però che proprio questi interessanti aspetti siano sottaciuti in un film affidato totalmente alla sola, impeccabile, interpretazione di Meryl Streep che appare, paradossalmente, più Thatcher della stessa Thatcher.
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DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA
RECENSIONI cinema REALITY regia di Matteo Garrone con Aniello Arena, Nando Paone e Claudia Gerini Genere: Drammatico 50&PIÙ CONSIGLIA:
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incitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, dove aveva già trionfato con Gomorra, Garrone - tra echi felliniani e sguardi trasognati - racconta l’universo illusorio della Tv e dei suoi deliranti feticci. Reality è la storia di un pescivendolo napoletano che, spinto dai parenti, si presenta a Cinecittà per partecipare alle selezioni del Grande Fratello, ma resta impigliato nella rete di un’ossessione che scivola verso la follia. Sospensione del giudizio e amore per i personaggi sono il propellente del regista per narrare questa storia ispirata a un fatto realmente accaduto a Napoli.
THE BOURNE LEGACY regia di Tony Gilroy con Rachel Weisz, Edward Norton, Oscar Isaac e Joan Allen Genere: Action-thriller 50&PIÙ CONSIGLIA:
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uarta trasposizione cinematografica dalle spy story di Robert Ludlum, il film verrà ricordato per il cambio del protagonista, Jeremy Renner (che sostituisce Matt Damon) affiancato da uno stuolo di star: Rachel Weisz, Edward Norton, Oscar Isaac e Joan Allen. Con l’uscita di scena di Jason Bourne, vivo e vegeto ma nascosto in una località segreta, la storia si sviluppa sulle vicende mozzafiato di un altro agente governativo, Aaron Cross, che proprio come Bourne fugge da un programma di addestramento che lo ha trasformato in una macchina di morte.
IL CAVALIERE OSCURO - IL RITORNO regia di Christopher Nolan con Michael Caine, Marion Cotillard, Morgan Freeman e Joseph Gordon-Levitt Genere: Fantasy 50&PIÙ CONSIGLIA:
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un Batman alla resa dei conti quello impegnato nell’ultimo tassello della trilogia iniziata da Nolan nel 2005 con Batman Begins e seguita, tre anni dopo, da Il cavaliere oscuro. Il premio Oscar Christian Bale veste per l’ultima volta i panni dell’uomo-pipistrello, alias il multimiliardario Bruce Wayne, strenue difensore di Gotham City, stavolta, contro gli attacchi del perfido Bane (Tom Hardy) e di una misteriosa Catwoman (Anne Hathaway). Ma per l’eroe mascherato non sarà facile decidere se vegliare ancora sulla cittadinanza di Gotham o lasciarsi andare.
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COMMEDIA
TRE UOMINI E UNA PECORA
Regia di Stephan Elliott con Xavier Samuel, Rebel Wilson e Olivia Newton-John 50&PIÙ CONSIGLIA:
David, un giovanotto inglese con l’aspirazione a far carriera in politica, sta per sposarsi con Mia, la fidanzata australiana. La cerimonia deve svolgersi nel Paese d’origine della giovane, dove il padre di lei, un politico locale, sta organizzando la cerimonia. Così David e tre amici londinesi, testimoni di nozze, partono per un giro pre-matrimoniale nell’entroterra australiano. Un viaggio che si rivela comicamente catastrofico. Scoppiettante commedia degli equivoci dove la “pecora” del titolo italiano ha però una parte molto marginale, riesce ad essere divertente anche se piena di déjà-vu. DRAMMATICO
IL CASTELLO NEL CIELO
Regia di Hayao Miyazaki 50&PIÙ CONSIGLIA:
Pazu, giovane orfano e apprendista in una miniera, scopre una misteriosa ragazza che sembra discendere dal cielo. Ella, svenuta, porta al collo un medaglione con una pietra scintillante. Presto Pazu scoprirà che, tanto l’esercito quanto i pirati sono sulle tracce della giovane Sheeta, la quale sembra avere la chiave d’accesso per la leggendaria città di Laputa, regno incantato che fluttua nel cielo. Uscito in Italia più di 20 anni dopo la sua realizzazione, il film dimostra ancora il talento visionario di Miyazaki.
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OroscoPIÙ » di ALDEBARAN
VerginE « VIRNA LISI VERGINE 24 ago. » 22 set. Accadrà un fatto positivo grazie all’interessamento di una persona amica. Avrete modo di frequentare il mondo della politica e dell’arte. Coccolatevi un po’.
ARIETE 21 mar. » 20 apr. Il rientro dalle vacanze sarà piuttosto faticoso, presi come sarete da tante piccole faccende. Probabile l’arrivo di documenti o lettere di una certa importanza.
TORO 21 apr. » 20 mag. «Chi fa da sé, fa per tre»: dunque, durante il mese, non contate troppo sugli altri. Potrebbero giungere interessanti notizie sulla casa. Fate jogging nel verde.
GEMELLI 21 mag. » 21 giu. Giove vi aiuterà a realizzare i vostri progetti. Saranno possibili vincite al Lotto: tentate la fortuna! Per rilassarvi, fate lunghe passeggiate nel verde.
CANCRO 22 giu. » 22 lug. Sarete attraenti, carismatici, con una forza magnetica che vi farà circondare da tante persone. Novità su partner, soci o colleghi: tutte positive.
LEONE 23 lug. » 23 ago. Venere vi costringerà a prestare maggiori attenzioni all’aspetto. È consigliabile l’acquisto di un computer o di un cellulare per rendere la vita più comoda.
BILANCIA 23 set. » 22 ott. Il primo giorno d’autunno il Sole entrerà nel vostro segno. Farete nuove conoscenze che si riveleranno utili alla vostra attività. Possibili vincite al gioco!
SCORPIONE 23 ott. » 22 nov. Il lavoro richiederà molta energia: i risultati vi ripagheranno. Con Marte nel segno evitate imprese rischiose. Arriverà una notizia attesa e importante.
SAGITTARIO 23 nov. » 21 dic. Buona la situazione nella vita privata. Ottimo mese in famiglia. Le stelle vi manderanno influssi positivi. Seguite una dieta equilibrata e fate sport.
CAPRICORNO 22 dic. » 20 gen. Favorite le pubbliche relazioni, gli incontri con parenti e vicini. Nell’ambiente di lavoro potrà verificarsi un cambiamento che vi lascerà sorpresi.
ACQUARIO 21 gen. » 19 feb. Sarete più seri e contemplativi del solito. Nuove imprese a lungo termine saranno protette dalle stelle. Evitate i viaggi durante piogge e temporali.
PESCI 20 feb. » 20 mar. Nettuno nel segno vi regalerà nuove idee e gioie. Approfittate del periodo per agire, creare e rinnovare. Un po’ di attività fisica non può che farvi bene.
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ORIZZONTALI 2. Nel fiasco e nel bicchiere; 4. Ciuffo d’insalata; 7. Il genere musicale dei Pooh; 10. Pianta dai semi oleosi; 15. Sigla di Udine; 17. Mirabile statua di Canova; 19. I limiti di un’analisi; 21. Arbusto per siepi; 23. L’autore delle deliziose canzoni di West Side Story; 28. È simile allo sciacallo; 30. Il forzuto eroe dei fumetti che ritrova vigore con gli spinaci; 31. Guerriero e poeta arabo; 32. Il signore del Trecento; 33. Libro della Bibbia attribuito a Re Salomone; 35. Cicatrizzare; 37. La vecchietta più cara; 38. Fu sconfitto a Sedan; 40. Beve lappando; 42. Un’interiezione di richiamo; 43. Orchestra Toscana; 44. Si ripetono nel sassofono; 45. Lo si può adornare con una perla; 46. Si ripetono nella mimica; 47. Fondo di barile; 48. Sono avversi... senza averi; 50. Vitrea; 53. Nel ferro e nell’uranio; 55. Molto evidente, incisivo; 59. Nota musicale; 60. Sostanza come la chinina; 64. Il banco dei pegni; 67. Marisa del film Morte a Venezia del 1971; 68. Un tipo di mina;
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contemporaneo; 49. Regione del Tigrai; 51. Non hanno più di 2 piazze!; 52. Le ammira il mattiniero; 54. Un ministro del sultano; 55. Dirige le preghiere nella moschea; 56. Li riempiono solo certi gelatai!; 57. Reliquiario; 58. L’opera... del poeta; 61. Grossa corda delle navi; 62. Fanno ballare i marinai; 63. Fa gola a certi cacciatori; 65. Era la banca di Marcinkus; 66. Le hanno larice e abete; 70. Sigla di Lucca.
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69. Occupano molto spazio nelle Tv private; 71. Tali sono le cose che... mi appartengono; 72. Celebre poeta veronese; 73. Se picchia, perde quota. VERTICALI 1. Sopra il; 3. L’ultima è stata più volte ritratta; 4. Darsi da fare per trovare; 5. Fu teatro di accaniti combattimenti nella guerra 1914-18; 6. Una nota tribù pellerossa; 8. Più avanti; 9. Un ragazzo... terribile; 10. Famoso tabloid inglese; 11. L’abbreviazione di esempio; 12. Centro balneare sul golfo dell’Asinara; 13. Le concittadine di Petrarca; 14. La foca che vive in Sardegna; 16. ll nome della Kerr; 18. Ad esso si paragona una persona rinsecchita!; 20. Artistici vasi; 22. È pericoloso quello al massacro; 24. Raccapricciante; 25. Cane selvatico australiano; 26. Estorcere con minacce; 27. Prendere... posto; 29. Altro nome delle calle selvatiche; 31. La sposò Enrico VIII; 34. Fissare saldamente; 36. Fastidiosi; 38. Al termine della rappresentazione; 39. In quella verde si passeggia tranquillamente; 41. Aiutò Gesù a portare la Croce verso il Calvario; 48. Il Gore famoso scrittore
» soluzioni a pag. 98 ANDIAMO ALLO ZOO
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Riportate nello schema il nome dell’animale nascosto in ciascuna frase. Se la soluzione sarà esatta, le lettere che appariranno nelle caselle a bordo ingrossato, lette di seguito, formeranno il nome di un altro animale. 1. Reagir affabilmente alle beffe; 2. Giocare al casinò di Sanremo; 3. Boschi distrutti dall’incendio; 4. Big attorniato dai fan; 5. Mescer vini rossi e bianchi; 6. Fanciulle oneste e belle; 7. Riti greco-ortodossi; 8. Casto romanzo d’amore.
INDOVINELLO
Favolino
» L’ambasciatore allegro Ci tiene molto all’etichetta, pure se si dimostra freddo, di sovente... ma scoppia l’allegria, è irruento e t’inebria con tanto buon umor.
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Osservate attentamente l’insieme di figure a lato riportate e dite quale numero va inserito al posto del punto interrogativo, utilizzando un criterio logico da determinare.
Anagrammando le 6 parole sotto riportate, dopo aver tolto una lettera da ognuna di esse è possibile ottenere altre 6 parole; inoltre, utilizzando le 6 lettere eliminate è possibile formare un’altra parola. Quale? POGGIO - RISATA - GIRELLO GATTO - RIVIERA - ATTIVO
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ORIZZONTALI 1. L’iridescenza delle perle; 8. Pavimento di legno; 9. Nascosto, celato; 10. Il petrolio della Shell; 11. In mezzo al presepio; 13. Si riempiono in autunno; 15. Spinta in malo modo; 17. Può esserlo un torrione; 19. Esclude ogni possibilità; 20. Il simbolo dell’iridio; 21. Lo Stato con la Valacchia. VERTICALI 1. Un marsupiale americano; 2. Rock Against Communism; 3. Il maschio della capra; 4. Riscuote le tasse per conto dell’Agenzia delle Entrate; 5. Uno che non vale proprio niente; 6. Il fiume di Perpignano; 7. I sudditi di Meleagro; 12. È noto quello di Camaldoli; 14. I luoghi in cui si è vista la luce; 16. Mezzo di trasporto pubblico; 18. In primavera diventa legale.
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TEST 3 Osservate attentamente, a destra, le 7 sequenze verticali di numeri e dite, utilizzando un criterio logico da determinare, quali numeri vanno sostituiti ai tre punti interrogativi.
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Osservate attentamente l’insieme di figure sopra rappresentato e dite, secondo logica, quale delle 4 seguenti figure (ritratte nell’immagine sotto) va inserita sotto il numero 3 dell’ultimo cerchio rosso. a)
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R E L A Z I O N I P E R S O N A L I • L AV O R O • C O L L E Z I O N I S M O • P R O P O S T E • A F F I T T O • V E N
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rata o signorina, max 70enne. Telefonare al 3485525579. Pittore romano, in pensione, giovanile e amorevole, non fumatore, mai sposato e senza figli; conoscerei una signora carina, formosa, in buona salute, max 55enne, possibilmente di Roma o vicinanze, astenersi prive di requisiti. Disposto al trasferimento. Telefonare allo 065740259. Signora 67enne, ligure di Taggia, alta 1,57, robusta, casalinga, amante del mare e della montagna, della musica Anni ’60, divorziata presto vedova, cerca uomo max 70enne, vero credente, pari requisiti. Telefonare al 3661425115 oppure al 3272920517. Insegnante in pensione 75enne, di Catania, vedova senza figli, giovanile, educata, onesta, cattolica, sana, ben sistemata, cerca un uomo 70/76enne, senza figli, non fumatore, colto, sincero e buono, con patente, credente, per un rapporto duraturo. Telefonare ore 21-22 al 3491437163. 52enne divorziato, senza figli, buona posizione sociale, serio, gentile, romantico, cerca donna pari requisiti, zona Marche e limitrofe per amicizia e futuri sviluppi. Telefonare al 3895710587. Signora 68enne, marchigiana di adozione e rumena di origine, vedova di italia-
no, pensionata, bell’aspetto, 1,70 x 80 kg, amante dei viaggi, pittura e gatti, cerca un lui vedovo, non fumatore, in buona salute, affidabile e onesto, 65/72enne. Telefonare o sms al 3200890489. 58enne, lavoro in Veneto da 5 anni; vorrei trovare una donna in zona Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Lombardia, con cui stabilire un rapporto di amicizia e possibile matrimonio. Telefonare al 3385620203. Laureata 65enne, pensionata, giovanile, di gradevole aspetto, non fumatrice, amante dei viaggi, della campagna e del burraco, desidera conoscere un uomo distinto, solo, pari requisiti, 65/75enne, per condividere passioni comuni. Zona Napoli e dintorni. Telefonare ore serali al 3391922944. 60enne ex impiegato statale, celibe, benestante, marchigiano, cerca per convivenza donna nubile, vedova o ragazza madre economicamente indipendente, max 55enne. Disposto a trasferirmi dopo il consolidamento del rapporto. No perditempo. Telefonare al 3337166015. Sono una 60enne, non troppo alta e non appariscente, di buon carattere, riservata, amo la cucina, offro e chiedo rispetto. Cerco rapporto di amicizia vero, no perditempo. Telefonare o sms dopo le 21 al 3394161138. Divorziata 60enne di Roma, laureata, distinta, dinamica, di sani principi, amo la famiglia, l’arte, la natura e i viaggi; vorrei incontrare un compagno serio, affidabile, max 65enne, per un’eventuale serena convivenza. No perditempo. Telefonare al 3342747385. 58 anni ben portati e sogni nel cassetto, con il desiderio di condividerli con un compagno di viaggio, di Taranto, affettuoso e sensibile. Max serietà. Telefonare dopo le 16 al 3474036212. 62 anni ben portati, pensionato, amo il ballo, divorziato, cerco una compagna dai 50 in su per vivere una vita da coppia con eventuale matrimonio. Abito in provincia di Taranto, amo il mare, sono disposto a trasferirmi. Fermo Posta Martina Franca (Ta) 74015 - documento C.I. AS7195432.
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FITTO • VENDO • OCCASIONI • RELAZIONI PERSONALI 50enne laureato, impiegato pubblico, celibe, sani principi, desidera conoscere una giovane donna di buona cultura, aspetto gradevole, di sani principi, per condividere gli stessi interessi culturali e stringere amicizia, a Roma. Telefonare lunedì o mercoledì, ore 14,30 - 16 al 3394036828. Albergatore 72enne, aspetto giovanile e gradevole, tuttora in attività in importante struttura turistica ubicata fuori Bologna, conoscerebbe signora o signorina di età e condizione economica adeguata, anch’essa desiderosa di abbandonare la solitudine. Telefonare al 3337543593.
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so persona sola benestante, possibilmente in casa molto signorile. Disposta al trasferimento. Telefonare al 3470532710 oppure al 3466205529; email: vannacaver@libero.it. Signore italiano, buona presenza, referenziato, automunito, serio, paziente, educato, altruista, organizzativo, si propone per assistenza persone anziane, sole, per piccoli lavori domestici, spostamenti o riparazioni, in provincia di Imperia. Telefonare ore serali al 3807080081.
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PROPOSTE Signore 63enne di Campobasso, semplice, rimasto solo al mondo. Mi piacerebbe ricevere telefonate da persone serie, educate, per bene e umane, come me, avvocati o medici, per saperne di più. Telefonare al 3385032497. Pensionato 74enne, buona posizione economica, attivo, amante dei viaggi in auto, treno o aereo, escursionista a piedi e in bici, contatterebbe donna attiva a scopo amicizia e compagnia. Zona Ravenna. Telefonare al 3393617768. SETTEMBRE 2012
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SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI
Giochi
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Stuzzica cervello TEST 1 / La lettera che sostituisce il punto interrogativo nella figura prima vista è F. l numeri contenuti nei triangoli e nei rettangoli dello stesso colore e confinanti con il trapezio di colore rosso, infatti, sommati tra loro e addizionati (+) al numero contenuto nel trapezio forniscono numeri corrispondenti alla posizione nell’alfabeto delle lettere poste sulla punta dei triangoli. I numeri contenuti nei triangoli e nei rettangoli dello stesso colore e confinanti con il trapezio di colore azzurro, invece, addizionati tra loro e diminuiti (-) del numero contenuto nel trapezio danno come risultato numeri corrispondenti alla posizione nell’alfabeto delle lettere poste sulla punta dei triangoli.
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REBUS (5, 14, 4, 8)
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ANDIAMO ALLO ZOO
MINI CRUCIVERBA O
O pera in dispensa BI; L E agli; STU denti = Opera indispensabile agli studenti
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REBUS (6, 8, 9)
INDOVINELLO
N E mici in vaso R; I S confitti = Nemici invasori sconfitti
L’ambasciatore allegro = Lo spumante
I nona lettera dell’alfabeto: (5+2+2) = 9
G settima lettera
5
dell’alfabeto: (3+2+2) = 7
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M undicesima lettera dell’alfabeto: (4+5+2) = 11
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B seconda lettera dell’alfabeto: (4+1-3) = 2 1 F sesta lettera dell’alfabeto: (1+8-3) = 6
C terza lettera dell’alfabeto: (0+6-3) = 3
TEST 2 / Le sei parole sono: GIOGO, SARTA, GRILLO, TOGA, AVIERI, VITTO. La parola che si ottiene unendo le sei lettere eliminate prima di anagrammare le sei parole fornite è PIETRA. TEST 3 / I numeri che vanno sostituiti ai tre punti interrogativi sono, partendo da sinistra: 6, 9 e 0. Nelle sequenze verticali dispari (prima, terza, quinta e settima) partendo dall’alto, infatti, dal primo numero al secondo si sale di una unità, dal secondo al terzo si scende di due unità, dal terzo al quarto numero si sale di tre unità, mentre dal quarto al quinto ed ultimo numero della sequenza verticale si scende di quattro unità. Nelle sequenze verticali pari (seconda, quarta e sesta), invece, dal primo numero al secondo si scende di una unità, dal secondo al terzo si sale di due unità, dal terzo al quarto numero si scende di tre unità, mentre dal quarto al quinto ed ultimo numero della sequenza verticale si sale di quattro unità. Esempio: sequenza dispari 2 da 2 a 3 si sale di una unità 3 da 3 a 1 si scende di due unità 1 da 1 a 4 si sale di tre unità 4 da 4 a 0 si scende di quattro unità 0 TEST 4 / La figura che va inserita al posto del punto interrogativo è quella contrassegnata dalla lettera d). In ogni cerchio di colore rosso, infatti, compare una figura e, al suo interno, un numero. Il numero dei lati di questa figura si ottiene sommando i lati delle figure che appaiono all’interno dei due cerchi che precedono quello di colore rosso e sottraendo a tale risultato il numero che compare all’interno del cerchio rosso. Esempio:
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50epiu.it
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SETTEMBRE 2012
sequenza pari 7 da 7 a 6 si scende di una unità 6 da 6 a 8 si sale di due unità 8 da 8 a 5 si scende di tre unità 5 da 5 a 9 si sale di quattro unità 9
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quattro cinque lati lati 4 - 2 = 5 pentagono
tre lati 3
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quattro sei cinque quattro sei lati lati lati lati lati + 4 -1 = 6 5 + 4 - 3= 6 esagono esagono