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Gennaio 2013 | anno III
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L’Accademia del Fitness Wellness & Anti-aging Magazine
n.08
La dieta COM (acronimo di CronOrMorfo dieta) è un approccio integrato che tiene conto della Cronobiologia degli Ormoni e della Morfologia dell’essere umano. Non siamo tutti uguali e trovare la giusta alimentazione e tipologia di esercizio fisico per ognuno di noi è la strada per raggiungere la salute. Determinate morfologie, ovvero determinate forme del corpo, sono legate a specifiche espressioni caratteriali. Tutto questo, si sa, è legato alla genetica che indirizza il nostro sviluppo secondo le nostre predisposizioni. Oggi, tuttavia, si ha la certezza c he anche l’epigenetica (cioè l’influenza dell’ambiente esterno) gioca un ruolo fondamentale nel permettere o impedire il manifestarsi di determinate predisposizioni: “Nasciamo come siamo, diventiamo come mangiamo, come ci muoviamo, come pensiamo!”. La dieta COM tiene conto della Morfologia dell’individuo (a mela, a pera o a peperone) che corrisponde a specifiche prevalenze Ormonali, la cui influenza sulla distribuzione del grasso può essere controllata e modificata, in parte, dalla scelta qualitativa, quantitativa e Cronologica degli alimenti, favorendo, di conseguenza un dimagrimento localizzato.
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LA DIETA COM E IL DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO
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numero 08 / 2013
EDITORIALE ACCADEMIA DEL FITNESS Galleria Crocetta 10/A 43126 PARMA Tel. 0521.941319 Fax 0521.294971 www.accademiadelfitness.com magazine@accademiadelfitness.com Direttore: Massimo Spattini In redazione: Claudia Bonini Cristiana Pedrazzini Cinzia Ruggeri Comitato scientifico: Prof. Marianno Franzini Prof. Fulvio Marzatico Dott. Filippo Ongaro Prof. Adolfo Panfili Prof. Mario Passeri Hanno collaborato a questo numero: Michele Allodi Flavia Bonaiuto Claudia Bonini Ciro di Cristino Silvia Iorio Giuseppe Notarnicola Giovanni Occhionero Adolfo Panfili Cinzia Ponziani Marco Saporoso Massimo Spattini Fotografi: Nicola De Luigi Shutterstock Editore: Profitness S.a.s. Galleria Crocetta 10/A 43126 Parma Tel. 0521.941319 Stampa e distribuzione: Mattioli 1885 S.r.l. Str. della Lodesana, 649 sx Loc. Vaio 43036 Fidenza (PR) Tel. 0524.530383 www.mattioli1885.com Registrazione n. 12/2004 Tribunale di Parma
Questo numero della rivista ha come novità la presenza di alcuni articoli i cui autori sono tra coloro che hanno partecipato al Corso di Formazione Anti-Aging “Benessere e Stili di Vita”, tenutosi alla Università La Sapienza di Roma. Credo che per gli autori di questi articoli sia motivo di vanto e soddisfazione essere accostati ad autori che sono stati i loro docenti. Questo però è il giusto premio per i più meritevoli che hanno aderito a questo importantissimo corso promosso dall’Accademia del Fitness, corso che ha aperto la strada per ulteriori iniziative. Un nostro docente, il Dott. Alessandro Gelli, è riuscito a far approvare dal consiglio direttivo della Sapienza, ben due corsi: il primo è un Corso di Formazione in “Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress”, per diplomati ed operatori del settore, il secondo è un Corso di Alta Formazione (CAF) “Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress” per laureati (medicina, farmacia, biologia, dietistica, scienze motorie, infermieristica, psicologia, ecc…). Il Dott. Alessandro Gelli tratterà le seguenti tematiche: 1) Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress – eziologia, psico-fisiologia e gestione dello stress, teoria e pratica. 2) Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress - Aminoacidi, Vitamine, Minerali; Estratti erboristici, Alimentazione sotto stress; Nozioni di buona ed errata nutrizione. In qualità di docente di entrambi i corsi tratterò come tema “La terapia sostitutiva ormonale per contrastare il decadimento psico-fisico: applicazioni ed indicazioni terapeutiche, effetti benefici ed effetti indesiderati”. E’ un evento storico in quanto per la prima volta sono stati approvati due corsi contemporaneamente; per la prima volta il tema “Anti-Aging” entra direttamente nel titolo di un Corso di Formazione Universitario e, per la prima volta, i partecipanti a questo corso potranno fregiarsi del
titolo di “Operatore di Metodologie Anti-Aging e Anti-Stress” ed affiancare il medico nella gestione dell’approccio metodologico. Da segnalare il Workshop clinico-pratico di Nutrigenomica e Nutraceutica “La Medicina del domani: invecchiare con successo”, organizzato dall’A.M.I.A (Associazione Medici Italiani AntiAging), che si terrà il 2-3 Marzo 2013 a Barletta (BA) ed il 3° Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata: oltre l’integrazione “Medicine Lifestyle”, che si terrà a Roma il 19-20-21 Aprile 2013. Il 18 maggio 2013, durante “Pianeta Nutrizione” nel contesto di Cibus Global Forum a Parma, si terrà il Convegno “Alimentazione e Supplementazione Funzionale nella Medicina Anti-Aging”, organizzato dalla AFWA (Accademia del Fitness Wellness e Anti-aging); sarà un appuntamento imperdibile che sarà pregnante di novità nell’ambito dell’integrazione alimentare, della Medicina Funzionale e dell’Anti-Aging. Questa è la triade potentissima che mette in discussione gli approcci convenzionali e, proprio per questo, crea tanto interesse sia tra coloro che vogliono cambiare le cose, sia tra coloro che vogliono che non cambino. Coloro che portano avanti questi concetti sono degli innovatori e come tutti coloro che tendono a sradicare le vecchie credenze, saranno senz’altro attaccati ed oggetto di manovre rivolte e screditarli. Viviamo in un Paese che ha incarcerato Galileo Galilei e bruciato al rogo Giordano Bruno, dove da sempre i poteri forti hanno gestito l’informazione, ma ora è l’era di Internet e questo cambia i rapporti di forza, anche il più debole può diventare il più forte se ha veramente qualcosa da poter condividere. Massimo Spattini Presidente dell’Accademia del Fitness
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L’Accademia del Fitness
SOMMARIO EDITORIALE
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di Massimo Spattini
BENESSERE E STILI DI VITA
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di Cinzia Ponziani
UN SORRISO AL BENESSERE E STILE DI VITA
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di Marco Saporoso
VITA, POSTURA E DIETA
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di Ciro di Cristino
LA MEDICINA BIOINTEGRATA 18 tra Università ed iniziative sul territorio, formazione e Congresso, verso l’affermazione di un nuovo paradigma di Giovanni Occhionero
BENESSERE E BELLESSERE
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di Silvia Iorio
VANTAGGI DELLA DISCECTOMIA ENDOSCOPICA
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di Adolfo Panfili
RALLENTARE “L’OROLOGIO BIOLOGICO” E MIGLIORARE LA SALUTE ATTRAVERSO STRATEGIE “ANTI-AGE”
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di Claudia Bonini
ATTIVITÀ AEROBICA PER IL BENESSERE PSICO-FISICO
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di Michele Allodi
BENESSERE, STRESS E COMPORTAMENTO ALIMENTARE verso un approccio integrato
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di Flavia Bonaiuto
IL TRAINING FUNZIONALE di Giuseppe Notarnicola 4
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L’Accademia del Fitness
BENESSERE E STILI DI VITA
STRESS E INFIAMMAZIONE: NERVO VAGO, IL SISTEMA ANTINCENDIO VELOCE E AUTOMATICO, COME ATTIVARLO CON I TRATTAMENTI OSTEOPATICI. Per meglio comprendere il concetto di stress, di cui tanto si parla oggi, ricordiamo la sua relazione importantissima con tre grandi sistemi del nostro organismo:il sistema nervoso,quello ormonale e quello immunitario. Già nel 1936 con un articolo pubblicato sulla, allora prestigiosa, rivista scientifica britannica ‘Nature‘, un medico e scienziato canadese Hans Selye, descriveva “ una sindrome prodotta da diversi agenti nocivi”, creando una disciplina nuova, la PNEI. La sua genialità fu appunto la interrelazione che lo stress produce sui tre grandi sistemi di cui sopra, abbreviato appunto in PNEI, ovvero la psiconeuroendocrinoimmunologia. Per capire meglio lo stress, dobbiamo sapere la sua origine anatomofisiologica. Partendo dalla centralina, l’encefalo, il sistema dello stress viene stimolato da neurotrasmettitori colinergici e serotoninergici e inibito da altri neurotrasmettitori: il GABA, le endorfine e i
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peptidi derivati dalla POMC (proopiomelatonocortina). Il sistema dello stress è organizzato in due sistemi: quello chimico e quello nervoso. Il sistema o braccio chimico, parte dall’ipotalamo. Dai neuroni dei nuclei paraventricolari dell’ipotalamo vengono liberati CRH (ormone che rilascia la corticotropina) e AVP (arginina-vasopressina), queste sostanze a loro volta stimolano l’ipofisi a produrre ACTH (ormone adrenocorticotropo o corticotropina). Proseguendo il percorso, l’ACTH prodotto dall’ipofisi sollecita la corteccia delle surrenali a produrre cortisolo. Descritto questo sistema chimico lo possiamo anche denominare asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Il braccio nervoso invece ha un’altra via così descritta: sempre partendo dai nuclei ipotalamici parvocellulari, troviamo una serie di fibre nervose che collegano, tramite dei nuclei posti nella base del midollo spinale, l’ipotalamo con il ponte e la medulla. Il ponte fa parte del tronco dell’encefalo e crea appunto un ponte
numero 08 / 2013 tra la parte mesencefalica del cervello e il midollo allungato o bulbo. La medulla o midollo allungato è il proseguimento del tronco dell’encefalo dopo il ponte, entrambi si trovano all’altezza del cervelletto. Queste strutture si possono riassumere in un’area chiamata LOCUS COERULEUS, che produce soprattutto noradrenalina. Dal locus coeruleus parte la segnalazione nervosa con il sistema nervoso simpatico che arriva direttamente alle surrenali, in questo caso nella parte interna detta midollare. Le surrenali a loro volta saranno stimolate a produrre una miscela di sostanze eccitanti: adrenalina, noradrenalina e dopamina. Per semplificare le chiameremo catecolamine. Ritornando all’ipotalamo, o meglio, sempre ai suoi nuclei paraventricolari, parte una innervazione che va verso il nucleo arcuato (il quale fa parte sempre del talamo, ed è deputato alla sensazione di fame -sazietà) il quale ha nel suo interno dei neuroni che producono una grossa molecola di recente scoperta, la POMC (proopiomelanocortina), dalla quale derivano diverse altre molecole molto importanti, come le endorfine che come sappiamo sono sostanze antidolorifiche. Riassumendo, il sistema dello stress ha due vie per essere attivato, quello chimico con l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, ed ha come esito finale la produzione di cortisolo, e quello nervoso con l’asse locus coeruleus-sistema simpatico-midollare del surrene, ed ha come esito finale la liberazione delle catecolamine. Quando tutto funziona perfettamente nel nostro corpo, è lo stesso stress e la sua produzione di mineralcorticoidi che fa scattare il suo opposto, dal cui equilibrio viene modulata la risposta infiammatoria. Se invece accade che abbiamo troppo cortisolo nel sangue che si protrae nel tempo, quindi la situazione stressante diventa cronica, questo inibisce la risposta infiammatoria dell’organismo, mettendolo a repentaglio di minacce esterne come le malattie. Sappiamo che la produzione di cortisolo è estremamente efficace per far fronte nella fase acuta a minacce esterne e aggressioni, mettendo il nostro organismo nelle condizioni ottimali per reagire repentinamente a pericoli e ferite che verranno velocemente debellate. Ma se non si conclude la fase di pericolo dando la possibilità al nostro organismo di diminuire il quantitativo di cortisolo circolante, ecco che si viene ad instaurare una situazione di cronicità che invece di proteggere il nostro corpo lo rende vulnerabile, creando tossicità. Sappiamo bene che per molte ragioni dovute appunto al nostro stile di vita soprattutto cittadino, siamo bersagliati da agenti
stressanti, di fatto il nostro organismo rimane in produzione cronica di cortisolo non riuscendo ad abbassarlo, in quanto il suo feedback, per così dire, si inceppa. Gli effetti degli ormoni dello stress sul nostro cervello sono oggetto di studio negli ultimi trent’anni proprio perché si è visto, sono strettamente collegati a malattie (anche di tipo autoimmune) più o meno gravi che affliggono le nuove generazioni. Un’eccitazione cronica dell’asse dello stress è collegata per esempio alla depressione, all’anoressia nervosa, al disturbo di panico, al disturbo ossessivo-compulsivo: tutti quadri contrassegnati da uno stato d’ansia collegata con l’azione del CRH iperattivo (ricordiamo è l’ormone prodotto dai nuclei paraventricolari dell’ipotalamo che insieme ad altri stimolerà il cortisolo). Studi svolti dagli anni ottanta ad oggi da vari scienziati, hanno dimostrato che l’iperattivazione dell’asse dello stress con sovrapproduzione di cortisolo, danneggia direttamente il cervello, e precisamente l’ippocampo, causando deterioramento della memoria e della performance cognitiva in generale. Inoltre si è dimostrato che lo stress cronico produce livelli ossidativi elevati con effetto di invecchiamento precoce e minor capacità a reagire ad agenti patogeni. Soltanto con il DHEA (deidroepiandrosterone) si ottengono dei risultati davvero eccellenti. Il DHEA è un ormone androgeno prodotto dal nostro cervello e dalla corteccia delle surrenali, ed ha un effetto protettivo sull’ippocampo, ha un’azione di antistress in tutto l’organismo e stimola la neurogenesi. Dal 2012 sono attive delle ricerche scientifiche osteopatiche che stanno mettendo a punto delle tecniche manuali per attivare questo ormone da parte del nostro organismo. Le strategie per un ritardo dell’invecchiamento da stress, come tutti noi sappiamo, sono: un ambiente salutare, una alimentazione corretta magari supportata da integratori di alta qualità, una buona attività fisica, che produce per così dire lo stress buono, un giusto e sostanzioso recupero con il riposo e il sonno, ovviamente le emozioni positive ecc.. Ma abbiamo una ulteriore arma a nostro fianco, l’OSTEOPATIA, facente parte delle medicine integrate, che non ha nessuna pretesa di sostituirsi alla medicina ufficiale, anzi vuole dare una mano nel suo piccolo, con tecniche naturali, manuali, senza farmaci o strumenti esterni, allo scopo di stimolare il corpo stesso a vincere situazioni acute e croniche di malessere, quando ancora ha energia e capacità per farlo. Sappiamo che è una scienza medica ormai riconosciuta in molti paesi evoluti in tutto il mondo, eppure con le sue tecniche ci riporta indietro nei secoli al ricordo di antichi guaritori che con
l’OSTEOPATIA, facente parte delle medicine integrate, non ha nessuna pretesa di sostituirsi alla medicina ufficiale, con tecniche naturali, manuali, senza farmaci o strumenti esterni, ha lo scopo di stimolare il corpo stesso a vincere situazioni acute e croniche di malessere, quando ancora ha energia e capacità per farlo.
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L’Accademia del Fitness mani sapienti toccavano il corpo malato, dandogli poi la capacità di guarire inspiegabilmente all’occhio del profano. Ebbene, alcune tecniche osteopatiche stimolando il nervo vago, danno la possibilità all’organismo di reagire allo stress cronico, in quanto il vago è un veloce e automatico sistema antincendio. Nel 2003 su ‘Circulation’, una rivista di cardiologi americani, un gruppo italiano composto da fisiologi dell’Università di Modena e da farmacologi clinici dell’Università di Messina, ha pubblicato i risultati di un lavoro sperimentale con il quale dimostrano che la stimolazione del nervo vago, ha un potente effetto antinfiammatorio, misurato con la riduzione del TNF-alfa, una delle più importanti citochine infiammatorie. Il vago è una complessa via nervosa che lega il cervello agli organi interni: cuore, polmoni, fegato, milza, stomaco e intestino. Tutti questi organi comunicano con il cervello tramite una via detta afferente, e ricevono stimoli da esso tramite quella efferente. Fino a poco tempo fa si pensava che il vago fosse deputato all’equilibrio del nostro sistema neurovegetativo, in particolare alla sua funzione parasimpatica per contrastare l’eccessiva attività dell’ortosimpatico sul cuore e i vasi sanguigni. Ora invece si è visto che svolge anche una importante attività antinfiammatoria. Il meccanismo è il seguente: dall’area infiammata come per esempio una spalla, i macrofagi liberano sostanze infiammatorie, i TNF-alfa, che attivano il vago afferente, da qui il cervello fa partire la risposta efferente che libera acetilcolina che arrivata alla spalla viene recepita dai macrofagi, che a loro volta riducono la produzione di TNF-alfa e quindi si riduce l’infiammazione. Insieme a questo meccanismo nervoso diretto troviamo anche quello ormonale: l’attivazione del nervo vago comporta l’attivazione dell’asse dello stress, con aumento del cortisolo, che come conseguenza porterà ad un ulteriore aumento antinfiammatorio. Questo meccanismo è automatico da parte del nostro corpo ed è anche molto veloce e specifico, nel senso che è in grado di andare a bersaglio sull’area infiammata, in questo caso sulla spalla. Di conseguenza manipolare il nervo vago diventa un obbiettivo terapeutico. BIBLIOGRAFIA: ‘Psiconeuroendocrinoimmunologia i fondamenti scientifici delle relazioni corpo -mente. Le basi razionali della medicina integrata’ di Francesco Bottaccioli. ‘Terapia cranio-sacrale Oltre la dura madre' di John E. Upledger D.O. F.A.A.O. ‘Prometheus atlante di anatomia’ di M.Schùnke, E. Schulte, U.Schumacher, M.Voll, e K.Wesker ‘Manipolazioni craniali e viscerali’ di J.P.Barral e P.Mercier Cinzia Ponziani Osteopata Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma
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numero 08 / 2013
La Chiropratica Può Aiutarvi! La chiropratica si focalizza sui disturbi del sistema nervoso e sugli effetti di questi disturbi per la salute in generale. Le interferenze del sistema nervoso indeboliscono le normali funzioni del corpo e abbassano la sua resistenza alle malattie. I disallineamenti vertebrali della colonna alterano molte importanti funzioni del corpo e possono causare una larga scala di problemi.
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L’Accademia del Fitness
UN SORRISO AL BENESSERE E STILE DI VITA
Un organismo vivente è unico!
Ogni parte del suo corpo comunica costantemente ed è impossibile che la sofferenza di un organo non coinvolga tutto il corpo. La bocca è per altro l’organo dalle molteplici funzioni. Con essa ci si relaziona, ci si nutre, si esprimono i propri sentimenti, si respira, è l’organo di cui si servono virus e batteri, e ci si cura attraverso l’assunzione di farmaci. È evidente quindi che una bocca in cattive condizioni, si ripercuote su gran parte di tali funzioni. Le correlazioni tra patologie orali e patologie sistemiche sono molteplici. Oggi assistiamo a una costante crescita dell’aspettativa di vita della popolazione cui si accompagna una corrispondente richiesta di qualità di vita. Dati scientifici incontrovertibili dimostrano il ruolo fondamentale, in termini di prevenzione, svolto da abitudini di vita salutari nei confronti delle patologie maggiormente diffuse nei Paesi industrializzati. In altre parole, se vogliamo vivere più a lungo e meglio, è indispensabile investire in anticipo adottando uno stile di vita adeguato. Questo significa, in primo luogo, evitare una vita sedentaria, astenersi dal fumo di tabacco, moderare l’assunzione di bevande alcoliche, seguire un’alimentazione moderata e corretta, imparare a gestire lo stress cui sempre più siamo sottoposti dagli attuali ritmi di vita e avere, ovviamente, una corretta igiene orale. Alcune problematiche odontoiatriche come la Paradontite, rappresentano oggi uno degli aspetti preponderanti che possono influenzare gravemente lo “Stile di Vita” delle persone nel deficit funzionale e il proprio comportamento, tra cui sorridere, grosso impatto nella sfera psicologica emozionale. Oggi le malattie odontoiatriche, come la paradontite si presentano in forma grave in circa il 15% e nella forma lieve nel 30%, mentre aspetti di cura come le singole pulizie odontoiatriche e le semplici otturazioni si presentano nel 95%. Recentemente sono stati pubblicati numerosi studi clinici e sperimentali che hanno messo in evidenza una stretta correlazione tra le parodontiti e alcune malattie sistemiche molto diffuse. Questi studi ipotizzano che le malattie parodontali possano avere effetti sistemici diretti, attraverso la disseminazione per via ematica di batteri patogeni o effetti sistemici indiretti, attraverso il ruolo negativo esercitato dall’infiammazione sistemica. FATTORI DI RISCHIO CHE POSSONO RENDERE UN INDIVIDUO MAGGIORMENTE ESPOSTO ALLE GENGIVITI, TRA QUESTI TROVIAMO: • Scarsa igiene orale • Scorretta alimentazione • Fumo
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numero 08 / 2013 • Età • Predisposizione genetica • Variazioni ormonali • Alcuni farmaci • Stress • Infezioni virali o causate da funghi • Malattie e patologie sistemiche (come ad esempio il diabete) • Condizioni che indeboliscono il sistema immunitario • Gravidanza • Trattamenti ortodontici In presenza di numerosi stati di salute o condizioni mediche, il dolore è uno dei fattori scatenanti che segnala la presenza di un problema. Ciononostante, nel caso della gengivite, il dolore è lieve o totalmente assente allo stadio iniziale. Di conseguenza, è fondamentale riconoscerne i primissimi sintomi: • Gengive che sanguinano con facilità o costantemente arrossate e gonfie • Denti particolarmente sensibili • Persistente alito cattivo Se consideriamo l’igiene orale come punto di partenza per l’igiene di vita, la trasversalità dei messaggi dell’odontoiatra rispetto al controllo del biofilm batterico, a una corretta alimentazione, ai danni derivati dal fumo nei confronti delle patologie di sua competenza, si riflette automaticamente su patologie a elevatissima prevalenza come le malattie cardiocircolatorie, la sindrome metabolica, il diabete, la broncopatia cronica ostruttiva o su patologie meno prevalenti, ma ben più gravi, come le neoplasie. Le malattie cardiovascolari sono la più importante causa di morte nei paesi industrializzati e sono una importante causa di inabilità. La loro incidenza è fortemente associata con l’aumento dei costi per la sanità pubblica. Aumentati livelli lipidici, fumo, ipertensione, diabete, uso di alcool, scarsa attività fisica e aumento del BMI sono universalmente considerati fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Negli ultimi anni diversi studi hanno riportato un’associazione fra la parodontite e le malattie cardiovascolari. Le malattie car-
diovascolari e gli eventi acuti ad essi correlati (ictus, infarto, ecc.) in genere occorrono dopo anni di alterazione silente delle pareti vascolari. L’ecografia carotidea permette di monitorare l’aterosclerosi sistemica che ancora non ha determinato sintomi clinici (aterosclerosi sub-clinica). I risultati ecografici sono influenzati dall’aumento di peso, dall’età e da fattori razziali che se aumentati, rispetto al normale, sono fortemente associati ad un aumentato rischio cardiovascolare. Anche questo parametro è stato correlato con la parodontite nella popolazione superiore ai 50 anni e alcuni studi recenti hanno dimostrato che la grave parodontite è associata ad aterosclerosi sub-clinica in giovani adulti e che essa potrebbe predire un aumento di rischio cardiovascolare in individui altresì sani. Un fattore di rischio in grado di influenzare l’insorgenza delle malattie cardiovascolari è rappresentato da un’alimentazione ricca di grassi e povera di verdure/frutta. Gli acidi grassi regolano l’equilibrio del colesterolo e la concentrazione/precipitazione delle lipoproteine plasmatiche sulla superficie vascolare. Una dieta ricca di grassi costituisce un fattore causale nella patogenesi delle malattie cardiovascolari mentre una dieta ricca di frutta/verdura è associata ad una ridotta incidenza degli eventi cardiovascolari. Da un punto di vista delle abitudini alimentari in relazione alle malattie cardivoscolari, è interessante notare che la dieta mediterranea insieme con il moderato uso di alcool, l’attività fisica ed il non fumare, erano associati ad una ridotta mortalità. Al contrario, l’uso di bevande ricche di zuccheri (soft drinks) è associata ad un aumento di incidenza di sindrome metabolica ed aumentato rischio cardiovascolare. In particolare, il consumo di almeno una bevanda al giorno si associa ad aumento di obe-
La Paradontite, può influenzare gravemente lo “Stile di Vita” delle persone nel deficit funzionale e il proprio comportamento, tra cui sorridere.
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L’Accademia del Fitness sità, aumento della circonferenza-vita, ipertensione ad alterato metabolismo del glucosio. Similmente ad una dieta ricca di grassi e povera di frutta/verdura, una vita sedentaria favorisce l’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Infatti, l’attività fisica praticata in modo regolare e costante è in grado di influenzare significativamente il profilo di rischio cardiovascolare di ciascun individuo, senza differenze per età, sesso, razza e indipendentemente dal livello di rischio cardiovascolare globale preesistente. Questo effetto è dovuto ad una migliore performance generale del sistema cardiocircolatorio, ma anche ad uno stimolo indiretto che modifica altri fattori di rischio quali peso corporeo, profilo metabolico (riduzione dei livelli di lipidemia totali e specifici, miglioramento del compenso glicemico), valori di pressione arteriosa. Numerosi studi supportano il concetto che l’attività fisica sia in grado di favorire la riduzione del rischio cardiovascolare tanto che oggi si ritiene che la raccomandazione di praticare un regolare e costante esercizio rappresenti una delle regole principali di miglioramento dello stile vita nella prevenzione sia primaria che secondaria delle malattie cardiovascolari. Nella moderna medicina il controllo dei fattori di rischio rappresenta una tappa fondamentale della prevenzione e cura delle malattie. Al tempo stesso diversi studi che hanno analizzato la possibile associazione fra parodontite ed incidenza delle malattie cardiovascolari supportano l’impatto degli stili di vita nel predire la mortalità e gli eventi acuti cardiovacolari. Individui affetti da parodontite possono avere un aumentato rischio di avere patologie cardiovascolari rispetto a individui senza parodontite, pertanto la salute parodontale può essere considerata un indicatore della salute sistemica e, più in generale, del livello di prevenzione delle malattie cardiovascolari.
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• Esiste convincente evidenza scientifica che la parodontite sia influenzata da stili di vita poco salutari come fumo e scarsa igiene orale. • Esiste convincente evidenza scientifica che alcuni stili di vita come dieta ricca di grassi e povera di verdure, fumo e scarso esercizio fisico, favoriscano la patogenesi di diabete e malattie cardiovascolari riducendo le aspettative di vita nei paesi industrializzati. • Esistono dati convincenti circa la possibilità di prevenire la parodontite modificando gli stili di vita. • Esistono dati convincenti che si possano prevenire il diabete e le patologie cardiovascolari modificando gli stili di vita. • Esiste una convincente evidenza scientifica sulla associazione tra parodontite e diverse malattie sistemiche: in particolar modo, essa predice l’aterosclerosi sub-clinica e gli eventi acuti cardiovascolari. • La terapia parodontale inoltre riduce la risposta infiammatoria sistemica e migliora la funzione endoteliale, considerati marcatori di rischio cardiovascolare. • La parodontite, il diabete e le malattie cardiovascolari, sono malattie croniche e multifattoriali che condividono diversi stili di vita/fattori di rischio simili. • Il parodontologo può essere una figura chiave nel modificare stili di vita poco salutari favorendo così la prevenzione della parodontite, del diabete e delle malattie cardiovascolari. Marco Saporoso Area Manager TECNO-GAZ (DENTAL E MEDICAL EQUIPMENT) Diplomato Accademia del Fitness Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma
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VITA,
POSTURA E DIETA Dal 1989, anno in cui ho conosciuto il Dott. Massimo Spattini, ho iniziato ad insegnare nei corsi per Istruttori e scrivere articoli riguardanti la Postura su “Vigor Sport” e poi altri giornali del settore Fitness e Body Building, è iniziata una forma di ricerca parallela con finalità univoche, un’intesa in reciproca amicizia e rispetto, oltre che della persona, della professionalità di entrambi. Quindi, nell’ambito delle proprie competenze, abbiamo collaborato per tante iniziative, sempre in sintonia, nell’intento comune di progettare e creare situazioni originali in un mondo, quello del fitness, che ha già tanti guru, ma dei quali non abbiamo avuto pregiudizi nell’accogliere o invertire le tendenze, seguendo una logica basata su studi scientifici e prove sul campo vissute da noi stessi ed attraverso i nostri migliori allievi. Oggi mi ritrovo a scrivere, ancora una volta, di postura ma questa volta ne voglio parlare attraverso una sorta di parallelismo alla dieta.
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Dopo aver ascoltato l’intervista rivolta al dott. Spattini recentemente a San Salvo, mi è venuta quest’idea. Tra le cose che ha detto, parlando della dieta tipo, poneva l’attenzione sulla fondamentale importanza della prima colazione, che deve contenere il 20/25% dell’apporto calorico giornaliero, affinché l’uomo “guerriero” possa iniziare la giornata fornendo al proprio organismo quanto richiede in piena energia e senza dover predisporre questo a trattenere sostanze di riserva. Altrettanto ritengo si debba fare, relativamente alla postura, verso il 18° mese di vita, quando cioè si raggiunge la stazione eretta. È fondamentale che questo processo avvenga nel modo più naturale, attraverso passaggi che non andrebbero condizionati ne anticipando, ne posticipando, ma seguendo il percorso istintivo dello strisciare, gattonare e quant’altro, perché gli stimoli muscolari e le esperienze motorie di cui si impadroniranno saranno fondamentali, in termini di adattamenti e, quando conquisterà
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la stabilità in posizione eretta, il nostro “piccolo guerriero” sarà in grado di autogestirla nel modo più idoneo e funzionale. Il primo spuntino, a cui si riferisce la dieta, sarà per la postura il momento in cui nuove esperienze motorie, vissute nei vari ambienti (acqua, neve, campi, palestre, ecc.), potranno contribuire ad un consolidamento della postura acquisita, arricchita dai molteplici stimoli percepiti. Giunge così il pranzo, il secondo dei pasti principali, in postura ci si può riferire al momento in cui si raggiunge la maturità sessuale, dove lo sconvolgimento ormonico e le trasformazioni fisiche inducono nuovi squilibri, a cui seguiranno tanti nuovi adattamenti e, come nella dieta, bisogna assicurare gli elementi base, attraverso eventuali controlli più o meno sofisticati, affinché vengano dati tutti gli strumenti, in perfetto equilibrio, per poter affrontare lo sviluppo in piena energia, conoscenza interiore e padronanza dei propri mezzi. Il secondo spuntino (pre-allenamento), in postura rappresenta il rinforzo di tutto quanto acquisito ed è il momento dell’identificazione del “chi sono e dove intendo andare”, è il momento della performance. L’individuo ha fatto determinate scelte e le deve affrontare nel pieno della consapevolezza di sé e del proprio obiettivo. La preparazione fisico-motoria necessiterà di una programmazione individuale ed individualizzata. L’aspetto qualitativo, oltre che quantitativo, dell’allenamento determinerà il livello raggiungibile. In questo caso “Volere…….sarà Potere”. La cena è il terzo pasto principale, questa fase, in postura rappresenterà il momento in cui bisognerà fornire quanto di più completo ed equilibrato, in termini di stimoli e recuperi, il nostro organismo necessita, attraverso una programmazione razionale che comprenda attività aerobica, esercizi contro resistenza,
stretching ed equilibrio neuromuscolare, per scongiurare quelle patologie grandi o piccole e poter affrontare con adeguata qualità e dignità quella fase di vita che ci mostra maturi esternamente, ma con ancora tanta voglia di dimostrare vitalità, che solo un perfetto stile di vita ci può permettere e sicuramente potremo dire la nostra, dando dimostrazione che si può. Il terzo spuntino è quello che, relativamente alla postura, rispettando l’età e le condizioni del momento, è riservato ad assicurarci le condizioni di un invecchiamento dignitoso ed autonomo, che possa farci riposare serenamente e risvegliare con adeguata energia per poter affrontare un altro giorno con la stessa voglia di esserci. Descritto così, l’argomento postura, ci mostra quanto sia fondamentale e che non si riferisce al solo periodo dell’accrescimento, ma che ci accompagna durante tutte le fasi della nostra vita. Va da se che la sensibilità verso questo tema necessita di capacità di osservazione, a partire dalla presa di coscienza di se, la corretta respirazione, al rapporto tra le componenti principali del nostro corpo, a cui va dedicata un’attenzione particolare e continua, perché questo renderà automatico, quindi meno dispendioso e, di conseguenza, più costante ed appropriato il rapporto col proprio corpo, il suo stato di forma e funzionalità. Non si può impoverire il concetto di postura al solo protocollo di controllo ed eventuale intervento, quando ci accorgiamo che qualcosa, per qualche fattore più o meno palese, ha provocato una cattiva integrazione, al quale si cerca di portare rimedio... talvolta un po’ troppo tardivo. “Benessere e Stili di Vita” è anche questo.
L’argomento postura, ci mostra quanto sia fondamentale e che non si riferisce al solo periodo dell’accrescimento, ma che ci accompagna durante tutte le fasi della nostra vita.
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Prof. Ciro di Cristino Educatore e Preparatore Fisico-Atletico
SEDE: PARMA DURATA: 6 giornate + esame finale DATE 2013: 9-10 marzo / 23-24 marzo / 6-7 aprile
SEDE: PARMA DURATA: 6 giornate + esame finale DATE 2013: 20-21 aprile/ 4-5 maggio / 25-26 maggio
QUOTA: € 890,00 PAGAMENTO: entro il 22-02-2013 L'importo può essere pagato, con una maggiorazione, in due rate: 1a rata entro il 22-02-2013 : € 480,00 2a rata entro il 05-04-2013. : € 480,00 Alle quote va aggiunta la quota di affiliazione all’Accademia del Fitness di € 40,00 QUOTA (per ogni singolo corso) : € 560,00 PAGAMENTI: - Corso ISTRUTTORE :: entro il 22-02-2013 - Corso PERSONAL TRAINER : entro il 05-04-2013 L'importo può essere pagato, con una maggiorazione, in due rate: - Corso ISTRUTTORE : 1a rata entro il 22-02-2013 : € 295,00 2a rata entro il 22-03-2013. : € 295,00 Corso PERSONAL TRAINER : 1a rata entro il 05-04-2013 : € 295,00 2a rata entro il 10-05-2013. : € 295,00
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LA MEDICINA BIOINTEGRATA TRA UNIVERSITÀ ED INIZIATIVE SUL TERRITORIO, FORMAZIONE E CONGRESSO, VERSO L’AFFERMAZIONE DI UN NUOVO PARADIGMA. La medicina Biointegrata è una scienza che, interessandosi dell’uomo inserito nel suo ambiente e quindi dell’uomo in quanto ambiente, assumendo il costituzionalismo come linguaggio, filo conduttore e collante, è riuscita ad elaborare un sistema d’integrazione tra le diverse forme di medicina naturale e tra queste e la medicina convenzionale, tanto da poter cogliere, a seconda del caso, i vantaggi di ciascuna forma medica e superarne, per quello che è possibile, i limiti. La medicina ufficiale, di estrazione accademica, ha il pregio di avere un linguaggio ed un corpo scientifico comune a tutte le varie branche in cui si differenzia. Le varie forme di medicina naturale, invece, per essere sorte in epoche, aree geografiche, culture e contesti diversi, ne sono prive, tanto da rendere incomprensibile, ad esempio, un dialogo tra un agopuntore ed un omeopata ed ancora più difficile, poi, tra uno di questi ed un loro collega di medicina convenzionale. La Medicina Biointegrata, recuperando elementi in comune tra le varie forme di medicina, contribuisce a costruire quel linguaggio unico che consente una formazione in grado di armonizzare, a livello teorico e pratico, le medicine naturali e queste con quella “convenzionale” di estrazione accademica. La medicina è una e lo è tanto più quando, senza steccati, l’uomo medico riesce ad approfondirla e comprenderla in tutti i suoi
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aspetti, a farla propria e donarne i benefici a colui che gli si avvicina in cerca di aiuto. Posto che l’unica vera forma di medicina, quella unica, può essere individuata nella risultante dell’integrazione delle varie forme mediche, l’obiettivo da porsi è quello di perseguire una formazione valida al raggiungimento di tale scopo. Dall’anno accademico 2002-2003, voluto dal compianto Prof. Giuseppe Martines, esiste presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Scienze Biomediche, dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti, diretto dal Prof. Francesco Caciagli, un Corso di Perfezionamento in Medicina Biointegrata. Anche per l’anno 2012-2013 detto corso è stato regolarmente riconfermato. La partecipazione di alcune centinaia di medici, provenienti da tutto il territorio nazionale, ha creato una vera spinta propulsiva alla conoscenza, affermazione e pratica di questa medicina. Dal canto suo, l’IMeB, Istituto di Medicina Biointegrata, emanazione didattica del Centro Studi Cosmo de Horatiis, ben conosciuto ed affermato nel panorama nazionale, da circa dieci anni opera in ambito scientifico e culturale promuovendo eventi, pubblicazioni, studi, ricerche, ecc., soprattutto nel campo della medicina naturale e di quella biointegrata in particolare.
Primo annuncio
3° Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata MEDICINA BIOINTEGRATA oltre l’integrazione “Medicine and Lifestyle”
ROM A 19 – 20 – 21 aprile 2013 Convention Centre Palazzo Carpegna Via Aurelia, 481 – 00165 Roma
Segreteria organizzativa centrale: Domus Service S.r.l. Tel. 0874/870256 Fax 0874/870979 didattica@medicinabiointegrata.it
Segreteria organizzativa locale: Luciana Ciarniello Tel. 334 6740718 l.ciarniello@biogroup.it Adele Ridolfi Tel. 334 6740723 a.ridolfi@biogroup.it
La Medicina Biointegrata, quale fine e mezzo per favorire l’integrazione tra le varie forme mediche verso un’unica medicina, da sempre studia l’uomo e le sue interazioni con l’ambiente; i recenti studi di epigenetica confermano la visione costituzionale e l’idea dell’uomo come risultato dinamico di interazioni continue tra genoma e ambiente. Il 3° Congresso di Medicina Biointegrata, partendo proprio da una lettura attenta dell’interazione tra genetica ed epigenetica, propone di andare oltre l’integrazione delle varie forme mediche e di considerare anche l’ambiente e gli stili di vita in ambito costituzionale. Medicine and life style, dunque, quale sinergia specifica diretta al singolo individuo, compresa in una visione più ampia e completa, atta a definire un percorso di salute personalizzato.
Federica Mori Tel. 334 6552970 f.mori@biogroup.it www.medicinabiointegrata.it - congresso@medicinabiointegrata.it
L’Accademia del Fitness L’IMeB ha all’attivo tantissimi corsi, convegni, meeting e congressi internazionali di Medicina Biointegrata; è dotato di un Comitato Scientifico composto da elementi di primo piano nel panorama delle MNC; è conosciuto ed affermato a livello nazionale, apprezzato per la serietà e la competenza con cui svolge il proprio compito. Per l’anno didattico 2012-2013, l’Istituto ha messo in campo la bellezza di 35 corsi da tenersi nelle principali città italiane, ed un corpo docente di tutto riguardo formato da 33 professionisti tra i più affermati del settore. L’intero percorso didattico, articolato nelle varie branche della medicina naturale, costituisce la Scuola di Formazione in Medicina Biointegrata; essa, comprendendo percorsi e livelli di apprendimento adeguati, è aperta a tutti coloro che operano nel campo sanitario; la sua durata non ha limiti temporali predeterminati. L’allievo costruisce il suo percorso nell’ambito dell’offerta formativa proposta, può modificarlo via facendo, può impiegare il tempo che vuole sino al raggiungimento dei crediti formativi richiesti per il rilascio dell’attestato finale. La novità importante è che viene data agli allievi la possibilità di eseguire esercitazioni pratiche, attraverso un Corso di Clinica Medica Biointegrata, con la frequentazione di ambulatori medici, a diretto contatto con i pazienti e sotto la guida dei docenti. Tra le tante iniziative dell’IMeB assume rilievo particolare quella dell’organizzazione in Roma, nei giorni 19-20-21 aprile 2013,
del terzo Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata. L’evento avrà luogo presso il Convention Centre – Palazzo Carpegna in Via Aurelia 481 e vedrà la partecipazione di studiosi e relatori di fama nazionale ed internazionale. Il tema dato al simposio è “Oltre l’integrazione: Medicine and lifestyle”. La Medicina Biointegrata, quale fine e mezzo per favorire l’integrazione tra le varie forme mediche verso un’unica medicina, da sempre studia l’uomo e le sue interazioni con l’ambiente; i recenti studi di epigenetica confermano la visione costituzionale e l’idea dell’uomo come risultato dinamico di interazioni continue tra genoma e ambiente. Il 3° Congresso di Medicina Biointegrata, partendo proprio da una lettura attenta dell’interazione tra genetica ed epigenetica, propone di andare oltre l’integrazione delle varie forme mediche e di considerare anche l’ambiente e gli stili di vita in ambito costituzionale. Medicine and life style, dunque, quale sinergia specifica diretta al singolo individuo, compresa in una visione più ampia e completa, atta a definire un percorso di salute personalizzato. Dopo il successo dei due precedenti Congressi, anche questo si preannuncia come un’altra pietra miliare lungo un percorso, ormai inarrestabile, che vede la Medicina Biointegrata quale nuovo paradigma per dare migliori risposte ai bisogni di chi soffre. Dr. Giovanni Occhionero
Programma di Formazione INCA
Institut de Nutrition Cellulaire Active
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L’Accademia del Fitness
BENESSERE E
BELLESSERE
Multidimensionalità e correlazioni del concetto di benessere La NEF (New Economy Foundation) ha elaborato un indicatore che misura il livello di benessere delle popolazioni mondiali denominato “The Happy Planet Index” costruito per rilevare da un lato ciò che conta per gli individui affinchè possano vivere una vita lunga, felice e densa di significato e dall’altro ciò che conta per il nostro Pianeta in termini di consumo delle risorse. Benessere, bellessere, scienza, progresso e sostenibilità ambientale sono così strettamente correlati fra loro da non poter prescindere gli uni dagli altri. L’uomo è abituato a vivere secondo una visione antropocentrica che gli rende difficoltosa una prospettiva d’insieme diversa e più ampia ma, al punto in cui siamo giunti oggi, diventa irrilevante la motivazione quanto piuttosto la persecuzione dello scopo. Qualsiasi sia l’approccio quindi, naturalistico o prettamente scientifico, antropocentrico o meno, volendo perseguire una condizione di vita ottimale dove benessere e bellessere siano sia lo scopo finale che la conseguenza di uno stile di vita, occorre necessariamente basare il tutto sulla SOSTENIBILITA’ delle nostre scelte e azioni al fine di proteggere la salute della biosfera, le biodiversità e tutte le forme di vita con cui condividiamo il pianeta. The European House Ambrosetti inoltre, in una pubblicazione del 2010, individua sette dimensioni fondamentali in relazione al concetto di BENESSERE: - Benessere psico-fisico (salute) - Benessere comportamentale (alimentazione e stili di vita) - Benessere materiale (reddito) - Benessere ambientale (sostenibilità e qualità dell’ambiente) - Benessere educativo (istruzione e cultura) - Benessere sociale (welfare, famiglia, società e istituzioni) - Benessere politico (democrazia e libertà individuale) BENESSERE E BELLESSERE È particolarmente interessante notare come gli ultimi orientamenti nel ramo del Bellessere, sia esso con approccio esteticoscientifico che estetico-naturalistico, pur muovendo da posizioni diametralmente opposte, convergano verso criteri preventivi piuttosto che riparativi adeguandosi quindi ad una concezione di benessere connesso ad un corretto stile di vita, ad una cura di sé in senso globale alla quale aderire dal momento in cui si viene al mondo. BELLESSERE UN APPROCCIO SCIENTIFICO A Bologna si è tenuto l’Undicesimo Congresso Internazionale di medicina e chirurgia estetica. Una delle tendenze emerse è l’utilizzo sempre maggiore di terapie dolci fatte ambulatoriamente
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L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE.
L’INVECCHIAMENTO PUO’ ESSERELIBERO BLOCCATO, SAPERE CIò CHENON MANGI TI RENDE MA SI PUO’ FARE MOLTO PERdell’alimentazione. RALLENTARLO! Ippocrate fu il primo a definire il ruolo fondamentale Egli sintetizzava
la propria filosofia in un semplicissimo concetto: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la Il test CELLULAR medicina il tuo cibo”.AGING FACTORS (C.A.F.) di NatrixLab nasce con l’obiettivo di rispondere ad alcune preoccupazioni sentite dalla popolazione riguardo all’aspettativa Le attuali statistiche dimostrano che belli una persona su più dieci soffre consadi più invecchiare al meglio enutrizionali rimanere più giovani, più e più sani a lungo. pevolmente di allergie alimentari mentre almeno una sunella due categoria soffre di intolleranze pur Il C.A.F. è un test innovativo, il più completo e unico dei profili AntiAging,saperlo. poiché riunisce in un'unica analisi la valutazione deicausa principali processi disturbi, che por-i senza Questo accade perché queste ultime sono di tantissimi tano si all’invecchiamento: l’ossidazione, l’infiammazione, glicazione e la metilazione. quali manifestano in tempi e modi il più delle volte nonlaassociabili. Questo test può essere utilizzato come valutazione complessiva dello stato di benesseL’intolleranza alimentare è unadireazione avversa dell’organismo l’introdure dell’individuo: l’alterazione un parametro può rappresentareconseguente un importante fattore zione di alimenti di consumo comune che, per un dato periodo, sembrano non creare di rischio di invecchiamento cutaneo e tissutale. alcun disturbo all’organismo. E’ una reazione causata da un’iperproduzione di immunoMa quali sono le condizioni da modificare nello stile di vita per prevenire questo temuto globuline di classe G (IgG). invecchiamento precoce? Il sovrappeso e l’obesità, per tutte le complicazioni che ne Emicrania, respiratori, stanchezza derivano; lodisturbi stressgastro-intestinali psico-fisico, unaevita sregolata, freneticacronica, oppuredolore troppoarticolare, sedentaria e none da ultimo, undepressivi, eccessivo irritabilità, consumo didifficoltà alcol, droghe e fumo. Anche i fattori dermatiti ancora stati di concentrazione, cellulite, soambientalisono esterni protagonisti dell’invecchiamento, non dimentichiamo vrappeso, solosono alcunipurtroppo dei sintomi ricorrenti nei soggetti affetti da intolleranza alimenlo smog e i raggisapere UV. Quindi attenzione, da questa descrizione si evince che siatare. E’ importante che tutti questi problemi possono essere risolti definitivamente! mo tutti a rischio invecchiamento precoce! Ecco perché, qualunque sia il vostro disturbo, la prima cosa da fare è il FOOD INTOLEOggi loTEST specialista disporre di uno strumento di facile comprensione, affidabile e RANCE (F.I.T.), può un test di valutazione delle intolleranze alimentari eseguibile attracertificato, comodamente nel suo studio. E’ sufficiente un rapido prelievo di sangue verso un semplicissimo prelievo di sangue capillare. Ciò che ha reso il F.I.T. affidabile agli capillare da polpastrello per eseguire l’analisi C.A.F. e ricevere un referto di facile interocchi della comunità scientifica è la metodica analitica E.L.I.S.A, affidabile e ripetibile pretazione. eGrazie la lunghissima esperienza passo di Natrix nel campo delle intolleranze alimentari.loUna volta a questo importante avanti nella biologia dell’invecchiamento, specialiindividuati elementi causa di intolleranza è possibile richiedere una consulenza alista sarà ingli grado di personalizzare al massimo l’alimentazione, i trattamenti e l’attività fisica delpersonalizzata, paziente, a seconda delle e dei bisogni individuali. mentare garanzia di necessità recupero della tolleranza. È dimostrato che la terapia farmacologica in questo campo è un rimedio parziale e mai Altri test diagnostici effettuati da NatrixLab definitivo (si interviene sul sintomo ma non sulla causa del disturbo). È quindi importante ricordareFOOD che unINTOLERANCE test diagnostico affidabile e un regime alimentare corretto e personaTEST (F.I.T.): lizzato predispongono al mantenimento e/o al recupero delloinstato di salute. analisi quantitativa delle intolleranze alimentari E.L.I.S.A. ANTIAGING PROFILE (A.A.P.):
Altri test diagnostici effettuati da marker Natrix di Lab valutazione dello stress ossidativo: ossidazione ANTIAGING PROFILE (A.A.P.): valutazione dello stress ossidativo (marker di ossiLIPIDOMIC PROFILE (L.P.): dazione) profilo lipidomico e di membrana eritrocitaria CELLULAR AGING FACTORS (C.A.F.): valutazione completa dell’invecchiamento ZONA TEST cellulare (marker(AA/EPA): di ossidazione, metilazione, glicazione, infiammazione) rapporto acido arachidonico/acido eicosapentaenoico, indicazione LIPIDOMIC PROFILE (L.P.):grassi profiloOmega lipidomico dell’equilibrio tra acidi 6 eplasmatico Omega 3 e di membrana eritrocitaria CARDIO TEST (C.W.T.): ZONA PLUSWELLNESS TEST (Z.P.T.): valutazione del rapporto AA/EPA e indicazione dell’equivalutazione del rischio di incorrere in patologie cardiovascolari. librio ormonale CARDIO WELLNESS PROFILE (C.W.P.): valutazione del rischio di incorrere in patologie cardiovascolari PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
NATRIX Per ulteriori informazioni o per conoscereS.r.l. il centro di prelievo più vicino a te: ViaNatrix Cavallotti, S.r.l. 16 Reggio Emilia Emilia – loc. –Mancasale Via F.42122 Cavallotti, 16 – Reggio loc. Mancasale Tel. +39Tel. 0522 +39506136 0522 506136 0522232606 232606 Fax. Fax. 0522 e-mail. info@natrixlab.it e-mail. info@natrixlab.it - www.natrixlab.it
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L’Accademia del Fitness senza intervento chirurgico. Sono in aumento uomini e donne che ricercano un trattamento estetico non più per ringiovanire ma per rallentare l’invecchiamento. Infatti, la classe di età si è abbassata drasticamente, siamo nell’ordine della media di trenta anni. L’efficacia dei vari trattamenti dolci è da attribuirsi all’affiancamento di più tecniche: radiofrequenza e biorivitalizzazione per il trattamento delle rughe sono tecniche che accelerano i tempi di guarigione (il giorno dopo il trattamento si può riprendere la normale vita di relazione). È una metodica che lavora sulle rughe e macchie della pelle. Nel 2009 si è tenuto il convegno su Creatività della Scienza sul tema del BENESSERE e BELLESSERE con la NUTRIGENOMICA volto a ripensare e riflettere sulla “alimentazione di qualità” mediante la promozione della cultura delle scienze fisiche e naturali sui temi della ricerca scientifica e tecnologica della NUTRIGENOMICA, NUTRIGENETICA e NUTRACEUTUCA. Lo scopo è stato quello di favorire la comprensione della scienza nel quadro di una problematica scientifica essenziale per lo sviluppo della società della conoscenza. Infatti, da studi recenti sappiamo che le interazioni fra “nutrienti e geni” attivano la regolazione della espressione genetica, sia nello sviluppo che nella ricostruzione delle funzionalità dei nostri organi vitali.
more che la mamma vuole comunicare attraverso l’abbraccio o la carezza) soprattutto nella nostra cultura occidentale, mancano di questo scambio tattile che invece ha importanti funzioni propriocettive, emozionali identificative. È estremamente importante da parte dell’operatore interpretare i segnali corporei del paziente/cliente per entrare in una sorta di comunicazione affinchè la seduta abbia gli effetti terapeutici desiderati. È da sottolineare che la funzione del massaggio non è quella di stimolare nel senso di energizzare oppure di rilassare nel senso di togliere energia ma è sempre quella di equilibrare. L’esperienza dell’operatore gli avrà insegnato che, oltre all’individualità del soggetto e quindi al suo personale trascorso, anche semplicemente in relazione all’età si hanno esigenze diverse: se a vent’ anni occorre depurare a cinquanta occorre emozionare.
Benessere, bellessere, scienza, progresso e sostenibilità ambientale sono così strettamente correlati fra loro da non poter prescindere gli uni dagli altri.
BELLESSERE UN APPROCCIO NATURALISTICO Una tesi ormai riconosciuta è quella dell’unità funzionale tra mente e corpo: tensione e rigidità a livello corporeo provocano diminuzione di energia e vitalità così come forti e/o continui stress emotivi provocano blocchi muscolari i quali, a loro volta, inibiscono i movimenti. Non si deve dimenticare che originariamente, nella divisione cellulare, la pelle ed il sistema nervoso derivano dallo stesso foglietto embrionale ectodermico. La pelle, che è l’organo più esteso del corpo umano, espelle attraverso i pori parte delle tossine che produciamo e contemporaneamente, oltre ad espletare la sua funzione ossigenante, purtroppo assorbe molti degli agenti inquinanti di cui siamo circondati, soprattutto i metalli pesanti. Prendersi cura della propria pelle è dunque tanto importante quanto alimentarsi in modo corretto con cibi sani. Pertanto, se si vogliono curare tutte le malattie da accumulo, occorre necessariamente prendersene cura in modo consapevole attraverso l’utilizzo di varie sostanze che la natura ci propone, come ad esempio gli oli essenziali, che aiutino lo scambio, l’osmosi, l’ossigenazione e il ricambio cellulare. IL TOCCO Attraverso il tocco, massaggio o anche solo sfioramenti, si possono attivare funzioni propriocettive che consentono di togliere tensioni a livello emozionale e di conseguenza neuro muscolare. Gli adulti, a differenza dei bambini che entrano molto più frequentemente in stretto contatto fisico con altri essere umani (per ovvi motivi quali la dipendenza totale dalla mamma o l’a-
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CONCLUSIONI Alla luce di quanto esposto il Bellessere nasce essenzialmente come conseguenza di uno stile di vita corretto che porta l’individuo ad un Benessere globale. Il termine Benessere rimanda immediatamente ad uno stato emotivo di appagamento il quale a sua volta predispone alla cura di sé e dell’ambiente. Nella nostra società attuale l’ostacolo più consistente è in realtà dovuto ai presupposti economici e sociali basati proprio sul concetto dei desideri in continua e sorprendentemente rapida evoluzione e perciò perennemente inappagati. “L’identità, priva di un mondo costante, durevole e rassicurante, diventa incerta e problematica. Là infatti dove il mondo è di continuo creato e ricreato, vi è una vita vissuta senza un senso constante di sé che naufraga in una serie di riflessi fugaci nello specchio dell’ambiente circostante. La differenza tra realtà e virtualità diventa sempre più vaga, come vaga diventa la propria identità e indefinito lo spazio della libertà”. Umberto Galimberti - I vizi capitali e i nuovi vizi Silvia Iorio aesthetic consultant Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma
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L’Accademia del Fitness
VANTAGGI
DELLA DISCECTOMIA ENDOSCOPICA Il vantaggio principale di questa procedura endoscopica che si realizza in regime di Day Hospital ambulatoriale oltre a quello di non richiedere alcuna ospedalizzazione è la assoluta mancanza di aggressività chirurgica. Un intervento sereno e tranquillo e senza dolori poiché nella procedura esecutiva non si realizzano interferenze su muscoli, ossa, articolazioni, si rispetta l’anatomia strutturale dei tessuti in quanto non sono previste trazioni e pressioni sulle radici nervose. Chirurgia low impact e meno traumatica in tutti i sensi pertanto, anche dal punto di vista psicologico. Si ricorre ad una buona anestesia locale eventualmente approfondita da una blanda sedazione a base di Diprivan senza ricorrere alla fastidiosa intubazione, il che riduce rischi e disagi per il paziente. In alcuni casi (specialmente quelli cronici) il Dott. Panfili esegue la DE sotto l’anestesia generale con il controllo neurofisiologico dei potenziali evocati.
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Dopo la sedazione e l’anestesia locale si procede all’introduzione di una microscopica guida di poco più di 2 mm di diametro attraverso la cute e, sotto l’ausilio dei raggi X, si raggiunge il disco con una microsonda di appena 2mm appositamente progettata per l’aspirazione. Il disco viene così visualizzato con un endoscopio ed è risucchiato per circa 10 minuti. I più grandi frammenti del disco sono rimossi con un’apposita mini pinza anch’essa appositamente progettata. L’intera procedura ambulatoriale non richiede solitamente più di 20 - 30 minuti. È importante sottolineare che viene rimossa soltanto la parte erniata del disco corrispondente a circa il 10% del disco, mentre il restante 90% viene lasciato intatto risparmiando significativamente l’altezza. Salvare la maggior parte del disco consente di prevenire nel tempo eventuali ulteriori danni strutturali sulla colonna, talora indotti da discectomie troppo demolitive. Poiché l’unica microferita è quella necessaria per l’inserzione del piccolo artroscopio che passa attraverso i muscoli come
numero 08 / 2013 un semplice ago, non vi può essere cicatrice chirurgica attorno alle radici nervose. Il paziente può iniziare facoltativamente un programma di esercizi facilitativi di back school che vengono prescritti addirittura lo stesso giorno della procedura. Il costo dell’intervento chirurgico è approssimativamente il 30% in meno rispetto alla procedura convenzionale. La ricaduta in termini di tangibili vantaggi sulla medicina del lavoro è enorme ed il risparmio economico per impiegati, professionisti e datori di lavoro consegue al minor tempo necessario per la fase riabilitativa per il recupero. A volte i pazienti con frammenti di ernie discali espulse nel canale spinale, come documentabile tramite Risonanza Magnetica, possono ugualmente trarre beneficio dalla procedura artroscopica. Di questi pazienti circa il 90% riferisce miglioramento della sintomatologia dolorosa. Il 10% di queste persone restanti qualora non riscontrassero miglioramenti, dopo tre-sei settimane possono prendere in considerazione una micro- laminectomia e/o discectomia chirurgica, a seconda delle circostanze. L’esecuzione della microdecompressione e/o discectomia spinale endoscopica prima della microchirurgia a cielo aperto non sembra avere alcun effetto dannoso. Conclusioni - Disagio minimo (piccola ferita di puntura nella pelle); - Nessuna paralisi permanente o altre complicazioni neurologiche (soltanto 1015% è rimosso); - Ospedalizzazione brevissima; - Veloce ritorno all'attività normale; - Significative riduzioni dei costi.
gimento del forame di coniugazione e "ridondanza" dei tessuti. I "nervi" (strutture nervose) ne risultano strozzate con sofferenza per alterazione del flusso vascolare e quindi assonale (nervoso). Lo strozzamento interessa il fascio dei nervi raccolti nel sacco durale e diretti agli arti inferiori (da qui deriva la difficoltà della deambulazione) e nel forame di coniugazione. Lo strozzamento del nervo che a ciascun livello (più comunemente L4-L5) esce dal forame di coniugazione, porta le manifestazioni sciatiche. Il ruolo della protesi L'impianto "sostiene" le vertebre coinvolte, "allargando" il forame di coniugazione, attenuando il carico sulle faccette articolari, e "stirando" i legamenti ridondanti. In pratica crea un maggiore spazio per il sacco durale, le radici nervose, favorendone il flusso sanguigno e l'apporto nutritizio. Viene ripristinato lo spazio perduto e le radici compresse riguadagnano il loro spazio. La postura migliora e così l'autonomia motoria, mentre scompare il dolore. Per le persone giovani, col mal di schiena, il ruolo fondamentale della protesi è quello di attenuare il carico sul disco malato e sulle faccette articolari, dando una migliore funzionalità alla colonna. Naturalmente i risultati saranno migliori e la prevenzione di ulteriori peggioramenti più efficace se nel contempo l'individuo "aggiusta" le sue abitudini di vita. Per questo tipo di problema e per altri simili della colonna lombosacrale sono fondamentali gli esercizi in estensione e di tonificazione dei muscoli paravertebrali.
Nei giovani, la stenosi si annuncia prevalentemente col mal di schiena. È indice di sovraccarico funzionale sul disco e sulle faccette all'esordio dei processi degenerativi che spesso porteranno al quadro tipico dell'anziano.
TRATTAMENTO MININVASIVO DELLA STENOSI LOMBARE La stenosi La stenosi rappresenta un processo degenerativo del rachide che interessa le persone anziane ma non risparmia i giovani. Negli anziani i sintomi sono piuttosto caratteristici, con dolore lombare, parestesie (formicolii), dolori agli arti inferiori, anomalie posturali e claudicatio intermittente neurogena (il paziente si ferma dopo qualche passo, quindi riprende e si ferma di nuovo perché le gambe non reggono). Nei giovani, la stenosi si annuncia prevalentemente col mal di schiena. È indice di sovraccarico funzionale sul disco e sulle faccette all'esordio dei processi degenerativi che spesso porteranno al quadro tipico dell'anziano. Alla base vi è spesso una discopatia. Alterazioni vertebrali tipiche La stenosi nel suo quadro più completo si caratterizza per deformazione ossea, degenerazione del disco intersomatico, ipertrofia e lassità legamentosa. Esse comportano un abbassamento dello spazio discale, sofferenza delle faccette articolari, restrin-
Le protesi Esistono diversi tipi di protesi tra cui DIAM, 'X-stop, "U" (Coflex), Wallis ed ultimamente il BacJak. Il DIAM, è diverso dagli altri perchè in materiale deformabile, con funzioni di cuscinetto tra processi spinosi contigui. Gli altri sono per lo più rigidi con funzioni di stabilizzazione e "riduzione del carico". Interposti tra processi spinosi contigui attenuano l'appoggio sulle faccette articolari ed allargano il forame di coniugazione. L'attenuazione del carico sulle faccette ne migliora la funzionalità contrastando il mal di schiena; l'allargamento del forame di coniugazione riduce l'irritazione e quindi l'infiammazione delle radici nervose e la sofferenza dei nervi coinvolti (spesso sciatico). L'intervento in anestesia locale Non tutte le protesi sono però adatte ad un impianto di questo tipo. Si prestano meglio delle altre il BacJak, l'X-Stop e l' Aperius. Il BacJac viene impiantato da un solo lato con una piccola apertura di circa 3 cm. Spesso infatti è sufficiente l'inserzione della protesi senza ulteriori manipolazioni del rachide per un beneficio immediato.
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L’Accademia del Fitness Anche la "U" può essere impiantata con queste modalità tecniche. La "U" offre eventualmente il vantaggio di poter effettuare contestualmente una piccola laminectomia che dia più "respiro" alle strutture nervose compresse (è il caso della paziente ripresa). Il paziente comincia ad alzarsi già dalle prime ore dopo l'intervento e spesso dal giorno successivo torna a casa ritrovando subito la sua autonomia domestica. Per una piena autonomia ed il recupero dell'efficienza lavorativa bisognerà aspettare 1-3 settimane. Risultati Il distanziatore migliora la distribuzione del carico tra le vertebre in cui è interposto. Quasi sempre si tratta dell'ultimo segmento vertebrale ossia L3-L4, L4-L5. L'effetto è quello di stirare i tessuti limitando la debordanza all'interno del canale vertebrale. Allarga di fatto il canale vertebrale, riducendo la stenosi e evitando ai nervi la pressione delle strutture circostanti. Il distanziatore allontana tra di loro le faccette articolari ed il canale di coniugazione (delimitato posteriormente appunto delle faccette articolari) ne risulta allargato e la radice che esce a quel livello, "respira" (non subisce più la pressione delle strutture circostanti). Il "nervo" che ne deriva funziona quindi meglio. TRATTAMENTO MININVASIVO DELLA STENOSI ADERENZIALE DEL CANALE VERTEBRALE La stenosi aderenziale del canale vertebrale da fibrosi epidurale è stata enfatizzata sul piano clinico grazie all’introduzione dell’ endoscopia lombare. Gli esami TAC e Risonanza Magnetica hanno dimostrato macroscopicamente la fibrosi post chirurgica. L’ endoscopia epidurale evidenzia la fibrosi da processi cronici infiammatori e degenerativi. I passi che portano alla creazione della fibrosi aderenziale possono essere sintetizzati in pochi punti: - La degenerazione discale (danno del tessuto discale) - Processi infiammatori generati da fattori biochimici - Reazione secondaria di componenti vascolo connettivali nello spazio epidurale - Conseguente stasi circolatoria che provoca edema infiammatorio - Creazione di coaguli di fibrinogeno - L’organizzazione del coagulo: l’essudato fibroso che se non decomposto e rimosso rapidamente sarà organizzato e trasformato in aderenza fibrosa nello spazio epidurale altamente vascolarizzato. - Sofferenza ischemica delle strutture intradurali L'endoscopia epidurale lombare può avere scopi di diagnosi e di trattamento. Indicazioni - Low back pain “sine materia” - Sindrome post operatoria - Correzione redox dell’ambiente Azione - Sbrigliamento meccanico delle aderenze - Trattamento mirato dell’area infiammata
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Tecnica La procedura va eseguita in sala operatoria in anestesia locale associata a sedazione. È una tecnica percutanea mediante la quale si ha la possibilità di esplorare, in visione diretta, lo spazio epidurale sacrale e lombare sino al livello della prima vertebra lombare. La tecnica comprende l’introduzione di una video guida munita di una fibra ottica di 0,9 mm all’ interno del canale vertebrale passando dallo iato sacrale (posto sull’ apice dell’osso sacro). La visione diretta permette di visualizzare le eventuali aderenze presenti tra il sacco durale e le circostanti strutture osteo-legamentose, come la presenza di aree iperemiche ed infiammate, conseguenza di interventi chirurgici e/o processi infiammatori ricorrenti. Questa tecnica riesce a staccare queste aderenze senza nuove “aperture” chirurgiche, permettendo inoltre l’introduzione di sostanze farmacologiche in sede mirata. Evenutali complicanze La neurolisi è una procedura chirurgica a basso rischio, tuttavia, si possono manifestare alcune complicanze come l’infezione, la rottura del sacco durale o la formazione di ematoma epidurale. Tali evenienze sono estremamente rare e la tecnica è complessivamente molto più sicura dei normali interventi a cielo aperto. La convalescenza: va tenuto presente che il processo di assestamento aderenziale ed infiammatorio necessita di un certo lasso di tempo (due settimane circa) e per tale motivo è bene che inizialmente il paziente mantenga uno stile di vita tranquillo. Quindi, specie nella prima settimana dopo l’intervento, ci si dovrebbe astenere dall’attività quotidiana abituale e dal sottoporre la colonna vertebrale a prolungate o brusche sollecitazioni. A distanza di circa un mese si consiglia di iniziare il ciclo di fisiokinesi terapia. Vantaggi - Efficacia - Durata - Semplicità di esecuzione - Basso rischio anestesiologico - chirurgico - ripetibilità Professor Dottor Adolfo Panfili Specialista in Ortopedia e Traumatologia dell’Apparato Locomotore Centro di Chirurgia Mininvasiva, Colonna, Spalla, Ginocchio, Mano e Piede Membro dell’EFSA (European Food Securety Authority)
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RALLENTARE “L’OROLOGIO BIOLOGICO” E MIGLIORARE LA SALUTE ATTRAVERSO STRATEGIE
“ANTI-AGE” La medicina Anti-Aging, interviene sui fattori che possono provocare lo stato di invecchiamento, mettendo in atto strategie in grado di prevenirli, rallentando il “meccanismo” del nostro orologio biologico. La valutazione del nostro “stato biologico” è importante perché, oltre alla determinazione dei fattori predisponenti l’invecchiamento, permette di agire anche sul miglioramento del rendimento psico-fisico, sul potenziamento del nostro sistema immunitario, sul miglioramento del nostro riposo notturno, il riequilibrio del metabolismo osseo (uno dei tessuti maggiormente colpiti), permette di rige-
nerare organi ed apparati, permette di riequilibrare il rapporto tra massa magra (FFM) e massa grassa (FM) inoltre, permette di ottimizzare il livello di idratazione della cute agendo quindi da anti-age attraverso la prevenzione e la riduzione delle rughe. Il primo “step” consiste nella valutazione diagnostica, che può essere effettuata utilizzando test per la determinazione del profilo dello stress ossidativo e della barriera antiossidante (quali d-ROMs test e BAP test); valutazione del sistema endocrino attraverso la valutazione dei dosaggi degli ormoni coinvolti nel processo di invecchiamento come
“Nessuno è tanto vecchio da non sperare di vivere ancora un anno, né alcuno tanto giovane da essere sicuro di vivere ancora un giorno” (Marco Tullio Cicerone, 106-43 a.C., uomo politico e scrittore romano)
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estradiolo, testosterone, GH, IGHF-1, DHEA, cortisolo, prolattina, ormoni tiroidei, pregnenolone, progesterone, melatonina, LH ed FSH; misurazione dell’indice di glicazione per verificare il dosaggio delle proteine glicate, che è molto importante in quanto le molecole spropositate che ne derivano (i cosiddetti “ages” - Advanced Glycosylation End-Products) sono i maggiori responsabili di tossicità a livello cellulare; analisi delle urine per la misurazione degli acidi organici per la valutazione del profilo energetico cellulare, test cutanei per stabilire un bilancio funzionale e il grado di invecchiamento della pelle esaminata, utilizzando test quali il Phmetro che serve per la determinazione del Ph della pelle, il Corneometro per la valutazione dello stato di idratazione cutaneo, il Sebometro per quantificare la quantità di sebo presente sulla superficie epidermica, valutazione della temperatura cutanea attraverso l’utilizzo di uno speciale termometro. Altri test che possono essere impiegati a livello diagnostico cutaneo sono la luce di Wood ed il test di sensibilità secondo Bartoletti-Ramette che permette di identificare la pelle sensibile e la ricerca del dermografismo, indicativo di iper reattività cutanea. Altri test diagnostici che possono essere effettuati sono quelli neuropsicologici per la valutazione dell’età celebrale; test per la valutazione della capacità aerobica per determinare lo stato di forma fisica ed infine la valutazione della composizione corporea per la determinazione della componente magra (FFM) e della componente grassa (FM). Il secondo “step” è invece rappresentato dall’adozione delle cosiddette “misure preventive” ossia un corretto stile di vita: praticare quotidianamente attività fisica, seguire un corretto piano alimentare ed integrativo. Una corretta alimentazione agisce terapeuticamente, non solo tramite l’assunzione di cibi a basso indice glicemico o ricchi di antiossidanti, ma anche attraverso l’apporto di sostanze che modulano la digestione, l’assorbimento di macronutrienti e micronutrienti stessi quali per esempio le fibre. Esistono cibi cosiddetti “nutraceutici”, sostanze alimentari dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive nei confronti della salute sia fisica, che psicologica dell’individuo. Tale termine è stato inventato molti anni fa dal Dott. Stephen L. De Felice, il quale
unendo i termini “nutrizione” e “farmaceutico”, arrivò alla definizione “nutraceutico”, ossia una sostanza alimentare che, per le sue proprietà funzionali, si allinea appunto al limite tra l’alimento ed il farmaco. Ma già civiltà antiche come Sumeri, Indiani (attraverso l’ayuveda, medicina indiana utilizzata 5.000 anni fa), Cinesi ed Egiziani utilizzavano gli alimenti come medicine in grado di contrastare e curare malattie. Predittiva la famosa frase di Ippocrate, il “padre” della medicina occidentale: “Che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo”! I nutraceutici esercitano quasi un effetto simile ai farmaci in quanto possono esercitare molteplici funzioni benefiche: prevengono o riducono l’infiammazione, regolano il metabolismo degli zuccheri e la glicemia, aiutano a regolare il metabolismo e a non accumulare grasso, abbassano i livelli di colesterolo, contribuiscono a prevenire le malattie cardiovascolari ed il cancro, aiutano a depurare l’organismo, facilitano la digestione. Queste proprietà salutari possono anche venir aggiunte a certi alimenti tramite l’addizione di sostanze propositive al buon funzionamento psicofisico e alla salute generale della persona, come ad esempio gli Omega 3 al latte o alle uova o le Vitamine ai fiocchi di cereali. In tal modo alle virtù di questi alimenti si sommano quelle degli Acidi grassi Polinsaturi, ottenendo così dei Nutraceutici o Alimenti funzionali ricchi di molecole salutari. Certi cibi contengono numerose sostanze nutraceutiche (come elevate quantità di acidi grassi essenziali, antiossidanti e fibre), tanto da poter essere anch’essi definibili Nutraceutici. Gli integratori, che da alcuni vengono visti con diffidenza, da altri vengono visti come sostanze in grado di sopperire agli alimenti, da altri ancora utilizzati in modo inidoneo (insomma, sul tema integratori vi è ancora grande confusione), rappresentano una risorsa importante per favorire il benessere del nostro organismo e la bellezza del nostro corpo, contrastando problemi e/o fastidi dell’organismo e contrastando l’insorgere di malattie. Molti integratori Antiossidanti, penetrano all’interno della cellula dove vanno ad attaccare i radicali liberi, contrastando così l’infiammazione. Un’alimentazione povera di sostanze nutritive induce, come conseguenza, spossatezza e depressione, pelle pallida e comparsa di occhiaie e gonfiori agli occhi. La nostra
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L’Accademia del Fitness pelle è composta da cellule che svolgono continuamente il lavoro di riproduzione, che risentono notevolmente dei disordini alimentari alle quali le sottoponiamo quotidianamente. Salute e bella pelle sono in stretta relazione ed è per questo motivo che una buona integrazione mirata, permette di mantenerle sane entrambe. Gli integratori sono da considerare, a tutti gli effetti, sostanze naturali da impiegare con sicurezza per la prevenzione e la cura di diversi problemi di salute. Solitamente si pensa che una dieta equilibrata garantisca apporti adeguati di tutti i nutrienti, compresi Sali minerali e vitamine, in grado di soddisfare le richieste dell’organismo. In realtà non è così. Il cibo non è da considerare solo come semplice contenitore di calorie e nutrienti bensì il cibo va considerato come un autorevole modulatore del nostro “network” immunitario. Ciò di cui ci cibiamo oggigiorno è sempre più contaminato da additivi, residui di pesticidi e farmaci che vengono utilizzati per l’alimentazione del bestiame, piombo, arsenico, sostanze ormonali, sostanze tossiche prodotte durante la cottura, contaminanti microbici e tanto altro ancora. Risulta evidente come l’ingestione di tante sostanze tossiche ed irritanti per l’organismo, possono provocare effetti dannosi su di esso e sul nostro sistema immunitario e risulta altresì evidente che le sostanze di cui ci cibiamo quotidianamente risultano essere quindi impoverite di importanti nutrienti quali vitamine, oligoelementi ed alcuni aminoacidi essenziali la cui carenza porta, alla lunga, a stati carenziali. Gli alimenti sbagliati sono la causa dell’invecchiamento precoce: carnagione smorta, tirata e priva di tono, pelle del viso secca e rugosa, spossatezza, stanchezza cronica e riduzione delle prestazioni mentali. Un valido aiuto quindi, oltre all’utilizzo degli alimenti giusti per il raggiungimento del “ringiovanimento” è
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rappresentato dagli integratori, che hanno lo scopo di ringiovanire l’organismo e la pelle dall’ interno. Sempre più la ricerca del benessere sta diventando un traguardo ambito da ognuno di noi, per questo la ricerca scientifica moderna, orienta i propri sforzi in questa direzione. Il peggioramento ambientale è oggi una triste realtà ed il suo ritmo in questo senso è accelerato da agenti nocivi che abbiamo preso in considerazione sino ad ora (inquinamento, agenti patogeni, stress….). Affinchè il nostro organismo possa rimanere sano, dovrebbe essere dotato di meccanismi di difesa naturali, che permettano di proteggerci contro le aggressioni fisiche a cui siamo sottoposti quotidianamente. Analizzando le considerazioni fatte sino ad ora, citando quanto detto dal Dott. Pierre Mantello, Responsabile dell’Istituto di Ricerca Osato (ORI), che dice - “Nonostante siano stati conclusi numerosi studi di ricerca in merito all’utilità nell’utilizzo degli integratori e siano ora disponibili per supportare queste affermazioni, sarebbe opportuno effettuare ulteriori studi nella speranza di fare ancora più luce sulle capacità degli integratori di accrescere la qualità della vita per tutti” - si può concludere che in effetti l’utilizzo di integratori, apporta miglioramenti al sistema immunitario e aiuta a migliorare le patologie provocate dai radicali liberi e da tutti gli altri “fattori stressogeni” che portano il nostro organismo verso un invecchiamento precoce. Attività fisica + dieta equilibrata + corretta integrazione = LA QUALITA’ FA LA DIFFERENZA!! Dott.ssa Claudia Bonini Dietista Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma
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L’Accademia del Fitness
ATTIVITÀ AEROBICA PER IL
BENESSERE PSICO-FISICO
L’esercizio fisico è un farmaco naturale dai tanti effetti benefici per la salute e può alleviare anche diversi sintomi che insorgono con la menopausa.
L’attività aerobica migliora le funzioni cognitive: più sangue arriva al cervello più vi è un incremento delle prestazioni cognitive. La conferma viene da uno studio fatto nel 2011 dall’Università di Pitsburgh su un gruppo di scimmie e non con tradizionali animali solitamente utilizzati (infatti le scimmie possono fornire dati e informazioni più compatibili alla fisiologia umana). Sono stati creati 2 gruppi: il primo gruppo ha corso un’ora al giorno per cinque giorni alla settimana all’80% della massima capacità aerobica individuale. Le “scimmie“ sportive hanno fatto registrare risultati migliori nei test cognitivi e una velocità di apprendimento doppia (indipendentemente dall’età) rispetto agli esemplari sedentari. Jude Cameron, Scienziata all’Oregon Research Center, ha verificato la presenza di un maggior flusso di sangue nella corteccia celebrare rispetto al gruppo di controllo sedentario: ciò suggerisce che le persone che fanno esercizio fisico continuativo possono ottenere simili benefici. Gli studiosi dell’Università Calgary (Alberta, Canada) hanno approfondito la relazione tra sport, afflusso di sangue al cervello e test cognitivi utilizzando un campione di 42 donne di età compresa tra i 50 e i 90 anni; le donne più attive avevano maggior afflusso di sangue al cervello, durante l’esercizio fisico, e le stesse avevano ottenuto migliori risultati nei test di memoria, logica e maggior capacità cognitive rispetto alle altre partecipanti allo studio. Per il dott. Marie J. Poulin che ha coordinato il gruppo di sedentari, questo esperimento dimostra che benefici vascolari da esercizio fisico non si verificano solo per i muscoli e per il cuore ma anche per il cervello.
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L’ecografia è stato il mezzo diagnostico usato dagli scienziati e le donne erano tutte nel periodo post-menopausa; tra le signore fisicamente più attive si è riscontrata una migliore capacità dei vasi sanguigni ed un aumento della circolazione. Dunque anche nella terza età si può e si deve, con moderazione ed equilibrio, tenersi in forma con un po’di movimento quotidiano. L’esercizio fisico è un farmaco naturale dai tanti effetti benefici per la salute e può alleviare anche diversi sintomi che insorgono con la menopausa. Diversi studi lo hanno dimostrato, compreso quello condotto recentemente (maggio 2012) presso la UKK Institute For Health Promotion Research di Tampere, in Finlanda. Lo studio ha monitorato 74 donne precedentemente entrate in menopausa, di età compresa tra i 45 e i 63 anni, che hanno sostenuto 4 allenamenti aerobici alla settimana, della durata di 50 minuti. Queste donne lamentavano sintomi tipici e ricorrenti della menopausa avevano sbalzi d’umore, sudorazione, disturbi del sonno, urinari, e secchezza vaginale. Dopo 6 mesi di esperimento, le sintomatologie sono state confrontate con il gruppo di controllo formato da 77 donne in menopausa e che non avevano svolto nessun tipo di attività fisica: il gruppo di studio ha evidenziato un sensibile miglioramento di gran parte delle situazioni. La sedentarietà della vita moderna mette sempre più le persone di fronte al dilemma se accettarne le conseguenze psico-fisiche oppure aiutare il proprio fisico ritagliandosi il tempo necessario per fare un po’ di movimento. In verità si sente sempre di più l’importanza del movimento intenso non solo fisico ma anche psichico, quindi miglioramento delle proprie capacità di coordi-
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L’Accademia del Fitness nazione, espressione corporea ed emotiva, riequilibrio del peso corporeo associato all’aumento del tono muscolare. Le principali funzioni secondo il CONI sono: conservazione dell’organismo, sviluppo dell’organismo, e in particolare del cervello, accrescimento della quantità di informazioni per il cervello, cultura motoria, espansione motoria, ecc. Il movimento è crescita, è un mezzo molto efficace per acquisire nuove informazioni che ci portano ad una migliore conoscenza di noi stessi e dello spazio in cui ci muoviamo. Il movimento non è solo sviluppo muscolare e/o mezzo per ridurre la massa grassa: è anche educazione, formazione e regolamentazione e riattivazione del nostro modo di vivere. Una vita attiva induce modificazioni e adattamenti organici che rendono più funzionale l’attività di organi e apparati, quindi miglioramenti fisici e psichici che rendono più funzionali i nostri rapporti intrapersonali e interpersonali. Sarebbe fondamentale che trovasse giusta collocazione il “corso di educazione al movimento” nelle palestre, ossia un insieme di esercizi (denominati ginnastica funzionale) che, utilizzando il divertimento, formino la struttura del movimento corporeo: schemi motori, posturali, correre più saltare, flettere, piegare, inclinare ecc. Un individuo raggiunge la piena funzionalità dei propri movimenti quando l’impulso neuro-celebrale, movimento fisico eseguito e spazio intorno a se sono completamente integrati. Praticare uno sport non è sempre facile, ci sono le difficoltà legate al tempo, all’organizzazione del lavoro, agli spostamenti dettati dai ritmi della vita quotidiana. Fermo restando che l’attività fisica dovrebbe essere giornaliera e frequente, teniamo presente che per chi è inattivo qualsiasi aumento dell’esercizio fisico e meglio di nulla. La prima regola è quella di scegliere un’attività fisica che piaccia e che sia facilmente accessibile, praticarla almeno un paio di volte alla settimana (rispetto alle 3-4 sedute di allenamento) e trovarsi un compagno di allenamento; questo ti renderà più costante e renderà più divertente l’allenamento e la verifica dei risultati. Bastano 30 minuti al giorno di attività aerobica come camminare, nuotare, ballare, o andare in bicicletta, per iniziare a migliorare gradualmente le proprie condizioni fisiche. Per attività moderata intendiamo un esercizio fisico di bassa intensità dove la sensazione di fatica è appena percepibile e che consente di proseguire con il movimento senza affanno e senza la necessità di fermarsi dopo pochi minuti. Molti studi scientifici hanno dimostrato che camminare diminuisce il rischio di morte; è praticamente priva di costi (basta dotarsi di abbigliamento e scarpe comode), priva di rischi (salvo problemi alle articolazioni degli arti inferiori), senza problemi di orario, di spazio, praticabile sia da soli che in compagnia. Siamo in molti a sostenere che l’attività fisica faccia bene, in modo particolare l’aerobica è un “elisir di lunga vita” adatto a tutti; il movimento fisico e l’attività aerobica consentono di ridurre lo stress sempre più presente il quale è uno dei peggiori nemici della longevità (la longevità si associa infatti alla capacità dell’organismo di rispondere allo stress). Le attività aerobiche sono molteplici: semplice camminata, tapis roulant o jogging, la bicicletta, cyclette, nuotare, remare
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sull’acqua o su un vogatore, salire e scendere per le scale o gli esercizi a corpo libero o a ritmo di musica; sicuramente fare ginnastica a ritmo di musica è più divertente dalla semplice corsa in un parco: sono coinvolti non solo muscoli degli arti inferiori ma anche quelli della parte superiore, cioè tronco e braccia. Il primo beneficio dell’attività aerobica è l’aumento dei battiti cardiaci e migliore respirazione, infatti questi esercizi sfruttano l’ossigeno dell’aria apportando l’ossigeno stesso all’organismo, fortificando i muscoli e migliorando le funzioni dell’apparato cardio-circolatorio. Le attività aerobiche consentono di modificare la composizione corporea, riduzione della massa grassa con mantenimento o anche piccoli aumenti della massa magra. Esse sono tutte efficaci nel determinare benefici in termini di perdita di grasso corporeo. Ad esempio 30 minuti di corsa leggera al giorno, comportano un dispendio energetico di circa 300 kcal ed una riduzione della massa grassa di 450 grammi in 12 giorni: attenzione però che tutti questi valori sono “nella media”, cioè occorre considerare tanti altri fattori che intervengono come il tipo di percorso utilizzato, l’eventuale pendenza o discesa e le caratteristiche fisiche di ogni individuo considerato. Riassumendo brevemente i benefici di tale attività: -Apparato cardio - respiratorio: rafforzamento del muscolo cardiaco, facilitazione del ritorno venoso, aumento della gittata cardiaca (volume di sangue in un minuto), migliorata capillarizzazione, elasticità migliore dei vasi sanguigni, recupero più rapido cardio respiratorio dopo lo sforzo, valori di pressione normali, aumento della ventilazione polmonare ed elasticità del polmoni, aumento della resistenza aerobica. -Apparato endocrino - metabolico: riduzione di massa grassa, corretto equilibrio glico - lipidico, migliore termoregolazione corporea e metabolismo energetico. -Apparato muscolo - scheletrico e nervo- motorio: migliora il trofismo e forza muscolare dei muscoli utilizzati, maggiore elasticità dei legamenti articolari, migliora la postura e atteggiamenti più corretti, rallentamento dell’invecchiamento delle ossa e cartilagini, riduzione del rischio di osteoporosi, aumento dell’efficacia del sistema nervoso. Michele Allodi Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma
PROGRAMMA: ANTROPOMETRIA: misurazioni- plicometria ed impedenziometria BIOCHIMICA ED ENDOCRINOLOGIA DELL’ALIMENTAZIONE ALIMENTAZIONE NELL’ATTIVITA’ FISICA DIETE DEL FITNESS: Cronormorfodieta - Gruppi sanguigni - Mediterranea - Metabolica Paleodieta - Warrior Diet - Zona INTEGRAZIONE ALIMENTARE INTOLLERANZE ED ALLERGIE ALIMENTARI - I PREBIOTICI ALIMENTAZIONE ANTI-AGING PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA: l’aspetto motivazionale Il corso di Educatore Alimentare serve a dare una credibilità ed una competenza maggiore all’operatore di fitness che si trova a relazionare nell’ambito del suo lavoro con persone che cercano di migliorare il loro stato fisico come estetica, benessere, salute, tramite un percorso che prevede un adeguamento dello stile di vita. Se la pratica dell’esercizio fisico corretta è fondamentale in questo percorso altrettanto lo è un corretto approccio alimentare. Questo traguardo è raggiungibile tramite un’adeguata educazione alimentare che può essere impostata appunto da una figura come l’“Educatore Alimentare”, che non deve essere confuso con il “dietista” o il medico specialista in Scienza dell’Alimentazione, il primo preposto alla costruzione di una dieta calcolata e impostata per specifici obiettivi, il secondo unica autorità preposta a prescrivere diete finalizzate alla cura di patologie. Il compito dell’Educatore Alimentare sarà appunto quello di insegnare a scegliere i cibi più indicati nelle corrette proporzioni e modalità di assunzione senza impostare diete specifiche con grammature e percentuali.
Il corso è senza frequenza. Verrà fornito il materiale didattico e tutoraggio telefonico o via e-mail. E’ previsto un esame finale scritto (test a risposte multiple) e orale.
SEDE / DATA ESAME : PARMA - giugno 2013
QUOTA: € 460,00
Il pagamento deve pervenire entro il 15-03-2013 L'importo può essere pagato, con una maggiorazione in due rate : - 1a rata entro il 15-03-2013 : € 250,00 - 2a rata entro il 15-05-2013 : € 250,00 (alle quote va aggiunta la quota associativa di € 40,00)
ACCADEMIA DEL FITNESS Galleria Crocetta 9/A 43126 PARMA Tel. 0521.1682083 Tel. 0521.941319 Fax 0521.294971
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BENESSERE, STRESS E COMPORTAMENTO ALIMENTARE
VERSO UN APPROCCIO INTEGRATO Secondo i più recenti modelli teorici relativi al concetto e all’esperienza soggettiva di benessere psicologico, il livello di benessere autopercepito può originare dalla considerazione di sé in quanto persona autonoma, presente a se stessa, sicura e fiduciosa, in grado di stabilire relazioni interpersonali efficaci, proiettata al futuro, realizzata e capace di incidere sul contesto di riferimento. Caratteristiche, queste, che si accompagnano inevitabilmente alla cosiddetta “accettazione di sé”, dimensione che travalica il concetto di autostima, proprio perché l’accettazione di sé è centrata sul lungo termine e fondata, oltre che sui punti di forza, anche sulle cosiddette “debolezze”, o meglio “qualità migliorabili”, che contraddistinguono la persona. Situazioni ricorrenti e continuative di stress e conflitto possono rappresentare una vera e propria minaccia all’esperienza di benessere personale provocando - dopo l’attivazione emozionale indotta dalla valutazione cognitiva dell’evento stressogeno - da un lato reazioni fisiologiche, dall’altro reazioni comportamentali. La risposta allo stress è relativamente aspecifica, nel senso che un’ampia gamma di stimoli può innescarla, ma è personalizzata in rapporto al significato dello stimolo per il singolo individuo, nonché alle sue modalità di reazione psicofisiologica.
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Immaginiamo, ad esempio, che un individuo conduca uno stile di vita caratterizzato da condizioni di tensione emotiva ripetute e ravvicinate: probabilmente accuserà, prima o poi, un deterioramento del livello di benessere psicofisico, dell’efficienza e della capacità di concentrazione personali potendo esperire, al contempo, emozioni quali ansia, solitudine, sensazioni di fallimento, depressione. La stretta correlazione fra stress, emozioni e malattia (intendendo per malattia anche quell’insieme di disturbi psicosomatici di varia entità che contribuiscono a determinare la “sindrome da stress”) è stata difatti ampiamente studiata. Più nel dettaglio, le ricerche effettuate nel campo della Psicologia clinica hanno evidenziato che i principali fattori di stress sono rappresentati, ad esempio, dai cambiamenti improvvisi, dalla solitudine, da gravi problemi familiari, da frustrazioni in ambito lavorativo, da una crescente disattenzione verso la propria salute. Può trattarsi di eventi acuti o di situazioni croniche, a valenza esclusivamente negativa o anche relativi a esperienze di crescita e appaganti, ma percepite comunque come molto impegnative e vissute, quindi, come “stressanti”. Un comportamento alimentare disfunzionale solitamente è sintomo di un disequilibrio sul piano psicofisico, dal momento che è
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L’Accademia del Fitness stato dimostrato che lo stile di alimentazione è in relazione con l’intera persona: mente e corpo. Mangiare e bere non sono esclusivamente atti organici, materiali, ma vere e proprie esperienze psicofisiche, in grado di produrre benessere tramite l’appagamento non solo di un bisogno primario di natura biologica, ma anche di un desiderio psicologico. Il cibo che mangiamo ha quindi conseguenze in termini di salute fisica così come di benessere mentale. Questa gratificazione dovrebbe auspicabilmente rimanere nei limiti fisiologici, oltrepassati i quali tende a generarsi uno stato di disequilibrio psicofisico che il più delle volte viene percepito, dalla stessa persona che lo vive, come un fardello pesante da sopportare. È un disequilibrio che, alla lunga, può strutturarsi in conseguenze indesiderate definibili sovrappeso reattivo e obesità psicogena da un lato e anoressia e bulimia nervose dall’altro. Conseguenze che, anziché placare, implicano ulteriori correlati emotivi a valenza prettamente negativa. Nelle persone affette da un disturbo del comportamento alimentare il cibo diventa un “sostituto”, una sorta di rifugio sicuro, peraltro facilmente accessibile, un alleviamento dal dolore e dalla sofferenza, in grado di provocare velocemente una gratificazione, inducendo uno stato di “para-benessere” ovvero di rilassamento. Il meccanismo attraverso il quale il cibo agisce si esplicita attraverso la distrazione dai problemi reali ai quali non si riesce a trovare una soluzione nell’immediato. Di fatto l’individuo “sposta” la propria attenzione sul cibo (ed eventualmente sulla sua scelta), distogliendola dai problemi oggettivi e ricavando al contempo una gratificazione immediata attraverso la distensione. Vengono così messi in atto soprattutto i meccanismi difensivi dello “spostamento” e della “regressione orale”. Non si tratta di un processo conscio; bensì, al contrario, di una “dipendenza da sostanza” che viene a stabilirsi gradualmente in modo incontrollato, di una reazione a stimoli emotivi che ci porta a mangiare ininterrottamente anche fino a quando siamo sgradevolmente sazi. Può essere esemplificativo il caso di Marianna, 25 anni, statura 1,62 mt, peso 85 kg. Dice Marianna, nel tentativo di descrivere un sintomo oramai divenuto egodistonico e pertanto fonte di disagio: «È come se qualcosa mi guidasse…, perché quando inizio a mangiare non mi chiedo mai se ho fame. Ciò che mi spinge a farlo è una sorta di bramosia per il cibo e in particolare per taluni dolci. Voglio riempirmi la bocca, concentrarmi sul sapore dolce, sulla consistenza del cibo, sentirlo come sciogliere. Mi sento automaticamente meglio quasi subito, il problema però è che io non smetto subito di mangiare. Devo andare avanti per un bel po’, fino a quando veramente non sento le pareti dello stomaco che mi tirano. Nel frattempo potrebbe crollare il mondo intorno
e non importarmene niente. Pensandoci, riconosco che la molla iniziale è spesso data da tensione, agitazione, insoddisfazione e irrequietezza o, altre volte, semplicemente perché mi annoio… Mi sembra di avere bisogno di qualcosa ma non so mai cosa voglio realmente e quindi inizio a mangiare». Come già si è detto, l’accentuato desiderio di cibo sembra indicare la mobilitazione della regressione come principale meccanismo di difesa - peraltro inadeguato - di fronte al conflitto ed allo stress; e ciò avviene, come è stato riscontrato sperimentalmente, soprattutto in persone già in condizioni di sovrappeso e di obesità. Ciò non deve meravigliare, se teniamo presente quanto risulta dall’osservazione diretta del bambino molto piccolo: sono infatti tipiche delle prime fasi di vita, in qualità di situazioni gratificanti, la ricerca e l’ottenimento rapido del sapore dolce, legato alla suzione e in modo particolare alla figura materna. Dal punto di vista delle possibili strategie dirette a ristabilire condizioni di equilibrio psicofisico laddove questo sia stato turbato, è certamente utile agire in termini di educazione alimentare, preordinando tuttavia in parallelo, o preliminarmente, interventi volti a rendere le persone maggiormente consapevoli dei fenomeni di conflitto e stress soggiacenti alle condotte alimentari disfunzionali che le caratterizzano, nonché dei loro significati e delle possibili soluzioni.
Mangiare e bere non sono esclusivamente atti organici, materiali, ma vere e proprie esperienze psicofisiche, in grado di produrre benessere tramite l’appagamento non solo di un bisogno primario di natura biologica, ma anche di un desiderio psicologico.
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Dr. Flavia Bonaiuto Psicologo Terapeuta Esperta in gestione del comportamento alimentare e del peso corporeo Dottore di Ricerca in Psicologia Già Professore a contratto e Contrattista di ricerca Sapienza Università di Roma Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma flavia.bonaiuto@alice.it
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L. ARSENIO
>>> Sessualità, Explora
cibo e cervello Nel corso del processo evolutivo l’alimentazione ha certamente condizionato lo sviluppo del corpo umano ed in particolare del cervello, che a sua volta ha progressivamente modificato il comportamento alimentare, determinando una serrata concatenazione di rapporti causaeffetto che insieme hanno influenzato il comportamento sessuale e altri funzioni fondamentali come il sonno.
Caratteristiche editoriali dell’opera: ISBN 978-88-6261-157-2 formato 14x21 pagine 152 brossura rilegata filo refe prezzo di copertina: Euro 22,00 disponibile presso l’Editore e le principali Librerie Scientifiche
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L’Accademia del Fitness
IL TRAINING FUNZIONALE La salute di un essere vivente è determinata dalla sua flessibilità nell’adattarsi all’ambiente esterno. Risulta fondamentale capire come la normale percezione di salute, intesa come condizione statica, non sia corretta, ma vada vista e analizzata come un processo che riflette il costante adattamento dell’organismo all’ambiente in cui vive e che può avere diversi gradi di successo: un totale disadattamento, per esempio, porta inevitabilmente alla malattia o peggio ancora alla morte. La salute abbraccia tutte le sfere della vita dell’essere umano: - Fisica (Nozioni di prevenzione - Infortuni, Nutrizione, Fitness) - Emozionale (Management e riduzione dello stress) - Sociale (Famiglia - Amici - Società) - Mentale (Carriera - Educazione - Obiettivi Successo) - Spirituale (Amore - Speranza). Risulta evidente come movimento fisico, sana alimentazione e allontanamento da fattori di stress, siano tematiche strettamente connesse per il raggiungimento di un ottimale stato di salute di un individuo.
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Purtroppo, il mondo che ci siamo costruiti nell’ultimo millennio, ci costringe a mantenere una risposta da stress permanentemente attiva. La permanenza a lungo termine di una risposta da stress (soprattutto sociale e psicologica) e l’inattività fisica, diventano la causa scatenante di disagi psico-fisici, di condizioni di salute sub-ottimali e, a lungo andare, di patologie come ansia, depressione, obesità, ulcere, sindrome plurimetabolica, ipertensione, tumori, ecc… Fortunatamente, dopo anni di “buio” e totale disinteresse a queste importanti tematiche, l’uomo ha iniziato una forte campagna di sensibilizzazione sugli effetti benefici del movimento fisico sulla salute dell’individuo. In contrapposizione con la vecchia visione che vedeva medici e operatori del settore occupati a” difendere” la salute dalla malattia, oggi, nuove figure profesfoto Nicola De Luigi
numero 08 / 2013
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L’ Accademia numero 08 / 2012 del Fitness
In Italia più di 5 milioni di persone negli ultimi anni si sono avvicinate all’attività sportiva più praticata dagli adulti: il fitness. Questo tipo di allenamento nasce ufficialmente in America nei primi anni ‘70 come risposta all’abuso di attrezzature sportive che tappezzano le palestre di tutto il mondo.
sionali aiutano l’individuo ad avvicinarsi al wellness, ossia un metodo in cui più aspetti lavorano in sinergia per fare arrivare l’individuo stesso ad essere il diretto responsabile della propria salute. In Italia più di 5 milioni di persone negli ultimi anni si sono avvicinate all’attività sportiva più praticata dagli adulti: il fitness. Complice l’invecchiamento della popolazione, le numerose patologie legate al poco movimento fisico, la vita sedentaria e uno stile alimentare veloce e non proprio salutare, è cresciuta la domanda, e di conseguenza anche l’offerta, di sport individuali ove si predilige il raggiungimento di uno stato di benessere psico-fisico, di equilibrio interiore e di socialità. Fitness è un termine mutuato dal linguaggio biologico, nel quale esso indica la capacità di un individuo di trasmettere il suo patrimonio genetico attraverso la riproduzione. Nel campo del movimento fisico è diventato sinonimo di attività motoria atta a mantenere uno buono stato di benessere ove non sussiste malattia o infermità. Per vivere non solo a lungo, ma con una buona qualità di vita, i nuovi operatori del benessere motivano il soggetto ad adottare uno stile di vita che includa un moderato ma costante esercizio fisico, lo stare all’aria aperta e al sole, un’alimentazione che prediliga alimenti sani e poco raffinati, relazioni sociali salde ed appaganti che, se combinati sapientemente, diventano un vero e proprio elisir di lunga vita. L’uomo è fatto per stare in movimento, ma l’esercizio fisico non deve essere forzato oltre i limiti fisici che ognuno di noi ha, il corpo non deve essere costretto
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foto Nicola De Luigi
all’ausilio di macchinari ultratecnologici che ne limitano i range di movimento, ed i carichi utilizzati per raggiungere una buona forma fisica, non devono essere elevati per evitare l’eccessivo logorio di muscoli, articolazioni e tendini. Nasce quindi la necessità di praticare una tipologia di allenamento in cui il corpo viene sottoposto a movimenti caratteristici dello sviluppo motorio dell’essere umano, con esercizi facilmente gestibili in quanto ricordano azioni che vengono spesso compiute quotidianamente, con la possibilità di essere svolti in luoghi che non siano necessariamente i soliti “ultramoderni“ centri fitness: il training funzionale. Probabilmente l’allenamento funzionale nasce con l’esercizio fisico stesso in quanto il muscolo viene allenato per la “funzione” per cui madre natura ce l’ha dato. Questo tipo di allenamento nasce ufficialmente in America nei primi anni ‘70 come risposta all’abuso di attrezzature sportive che tappezzano le palestre di
tutto il mondo. Il principio fondamentale del functional training è quello di attivare in maniera complessa, ma naturale, i propri muscoli, compiendo azioni che risultano in fondo facilmente gestibili in quanto ricordano movimenti che vengono spesso compiuti quotidianamente. Le attrezzature utilizzate nell’allenamento funzionale sono estremamente basilari (in contrasto con la tecnologia che negli ultimi anni ha invaso i fitness club), ma sviluppano quelle che sono le qualità fisiche innate ed essenziali dell’uomo, legate ad
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L’Accademia del Fitness un sistema muscolare che lavora in maniera sinergica e che produce un’azione motoria complessa, ma all’apparenza semplice, come sollevare un peso da terra per portarlo sopra la testa. Non si troveranno mai in una sessione di allenamento funzionale esercizi mono articolari, quelli tipici del bodybuilding, o effettuati con l’ausilio di macchine. Verranno utilizzati manubri, bilancieri, kettlebells, sacchi pieni di sabbia o acqua (POWER BAG) e altri piccoli attrezzi che, come carico allenante, sfruttano la resistenza naturale del corpo stesso. Ogni esercizio coinvolge più muscoli in maniera dinamica, spesso attivando anche il sistema cardiovascolare, inoltre l’alta intensità degli esercizi funzionali riduce il tempo di allenamento, generando comunque un efficace workout. L’allenamento viene definito “funzionale” in quanto attiva i muscoli rispettando la biomeccanica e la fisionomia umana. “Funzionale” perché migliora le capacità propriocettive di ciascun individuo, andando a lavorare sull’equilibrio e sul modo di rapportarsi su tutti i piani dello spazio (sagittale, frontale e orizzontale) con l’ambiente che ci circonda e perché ha come obiettivo quello di rendere le persone più agili, più scattanti, più coordinate, ma soprattutto più preparate ad affrontare anche i più semplici movimenti quotidiani scongiurando il rischio di incorrere in fastidi, o in veri e propri microtraumi a livello muscolo-scheletrico. Allenarsi in maniera funzionale in definitiva rimane, secondo me, realmente una pratica a cui ogni essere umano dovrebbe avvicinarsi, per non perdere quel contatto con la sua vera identità, quella di es-
sere in primis un animale cacciatore- raccoglitore che come tale ha dovuto sviluppare una serie di adattamenti anatomici che gli hanno permesso di eseguire un numero elevatissimo di variazioni motorie per poter rimanere in forma sotto tutti i punti di vista. Non rilegando pertanto la nostra forma fisica al solo utilizzo di macchine isotoniche in palestra, potremo riconquistare ciò che ci spetta: un corpo migliore, ma decisamente più funzionale!!! Giuseppe Notarnicola Consulente fitness, Personal Trainer, Educatore alimentare Corso di Formazione "Benessere e Stili di Vita" - Università La Sapienza di Roma
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