ACCADEMIA DEL FITNESS N. 01 - aprile 2011

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L’Accademia del Fitness aprile 2011 | anno I

Wellness & Anti-aging Magazine

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numero 01 / 2011

Editoriale ACCADEMIA DEL FITNESS Galleria Crocetta 10/A 43126 PARMA Tel. 0521.941319 Fax 0521.294971 info@accademiadelfitness.com www.accademiadelfitness.com

Direttore: Massimo Spattini In redazione: Silvia Iorio Cristiana Pedrazzini Cinzia Ruggeri Hanno collaborato a questo numero: Davide Antoniella Elisabetta Carboni Fabrizia Furia Alessandro Gelli Silvia Iorio Claudio Lombardo Giuseppe Notarnicola Foto: Alex Ardenti Simone Manzato Editore: Mattioli 1885 S.p.A. Str. della Lodesana, 649 sx Loc. Vaio 43036 Fidenza (PR) tel. 0524 892111 www.mattioli1885.com Registrazione Tribunale di Parma in corso

L’Accademia del Fitness è una realtà che esiste dal 1997. La “mission” dell’AdF è sempre stata quella di coniugare le conoscenze scientifiche con l’esperienza pratica e le prove sul campo. Per questo tutti i docenti dell’Accademia sono anche operatori nel settore del Fitness e del Benessere. Questo concetto potrebbe essere sintetizzato con una frase: “La teoria al servizio della pratica”. Apparentemente una frase scontata ma che, in realtà, puntualizza un modo di operare e divulgare spesso disatteso dalla comunità scientifica che si crogiola nella teoria fine a se stessa e che, quando vuole tradurre in pratica la teoria, si avvale di metodi, i cosiddetti trial e studi randomizzati, formalmente ineccepibili ma, spesso, finalizzati e strutturati per dimostrare quello che si vuole. Per carità…non pensate che voglia prendere le distanze dalle “evidenze scientifiche” ma ritengo che anche l’esperienza decennale di persone qualificate che hanno operato quotidianamente sul campo sia un patrimonio di conoscenza impagabile da dover essere utilizzato. Il contenuto di questa rivista sarà quindi un contenuto senz’altro scientifico ma anche un resoconto di esperienze di persone che hanno fatto della loro passione il loro lavoro e che hanno il desiderio di trasmettere le loro scoperte, il loro credo, i loro successi a persone altrettanto appassionate. Il sottotitolo della rivista include le parole

Wellness e Anti-aging, il motivo di questa scelta è che ci sono già tante riviste di Fitness in edicola e free-press mentre, al momento, non ce ne sono di anti-aging. Quindi riteniamo opportuno, cercando di dare un servizio utile, trattare soprattutto questa tematica che, senz’altro, rappresenterà un settore dove potranno, a breve termine, trovare grandi opportunità di lavoro medici, dietisti, laureati in scienze motorie, personal trainer, istruttori di varie discipline legate al fitness. Già nel 2005 l’Accademia del Fitness aveva organizzato a Rimini il 4 giugno il convegno “Fitness antiage”, ora, nella stessa data, 6 anni dopo a Parma viene organizzato il convegno “Alimentazione anti-aging”. Non perdete questo importantissimo appuntamento dove oltre che sentire relazioni di livello, avrete la possibilità di confrontarvi e relazionarvi con operatori, professionisti e aziende che sono già leader nel settore anti-aging, migliorando così il vostro bagaglio culturale e le vostre possibilità operative. Ricordatevi: “conoscenza è potere”. Dottor Spattini Massimo Laurea in Medicina e Chirurgia Specializzazione in Medicina dello sport Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione Board Certified in Anti-Aging & Regenerative Medicine (ABAARM - USA)

Presidente dell’Accademia del Fitness

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L’Accademia del Fitness

Sommario

Editoriale

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di Massimo Spattini

Dimagrire con successo

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di Claudio Lombardo

FUNCTIONAL TRAINING

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di Giuseppe Notarnicola

mETODO Pilates

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di Furia Fabrizia - Elisabetta Carboni

Al di là delle apparenze

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di Silvia Iorio

Fitness Metabolico

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di Davide Antoniella

L’AGLIO

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di Alessandro Gelli

Prevenire patologie conseguenti allo stressossidativo è possibile!

di Eurodream 4

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L’Accademia del Fitness

Dimagrire

con successo

Foto Alex Ardenti

La psicologia del dimagrimento

Il buon esito di una dieta finalizzata al dimagrimento è senza dubbio legato a corretti stili di vita quali un’alimentazione idonea ed un adeguato esercizio fisico; tuttavia, va precisato che concepire la dieta solamente su una base “esternalista” comporta una notevole limitazione nel proseguimento della stessa. Occorre, quindi, unire un altro aspetto indispensabile ossia quello “internalista”, rappresentato dall’atteggiamento mentale (molto spesso trascurato dalle ricerche di questo settore) che si assume nel momento in cui si intraprende la dieta, e che si dovrebbe mantenere soprattutto durante il proseguimento della stessa.

che li sostenga e li guidi psicologicamente nel percorso del dimagrimento. In questo senso un buon dietologo/dietista deve essere, per certi versi, anche uno psicoterapeuta. Ma perché, dunque, alcuni individui nell’intraprendere la dieta finalizzata al dimagrimento ottengono risultati tangibili mantenendoli nel tempo ed altri invece no? Cerchiamo di comprenderne le cause. Ri-programmare la propria auto-immagine Il principale ostacolo di natura psicologica potrebbe essere una falsa visione di sé stessi e, quindi, della propria autoimmagine. Quest’ultima risulta molto importante perché determina le nostre azioni e le nostre scelte. Se l’immagine di sé stessi non coincide, o non si avvicina, all’immagine reale, spesso subentrano dei blocchi che direzionano l’individuo ad abbandonare la dieta dimagrante. Maurice Larocque, presidente dell’ AMTO (Associazione medici che trattano l’obesità) sostiene che, in base alle proprie esperienze, il 90 % degli obesi ha uno o più blocchi. Come facciamo a sapere se è effettivamente cosi? Egli consiglia di verificare se, per esempio, durante le diete precedenti si è arrivati solo e sempre ad un determinato risultato e poi si è persa all’improvviso la motivazione senza alcuna ragione apparente, per cui si è cominciato a barare e non si è più riusciti a riprendere la dieta pur volendolo fare; oppure se non si riesce ad avere una nitida immagine mentale di sè con il peso ideale. Se è cosi, vuol dire che ci sono dei blocchi. L’obesità spesso è come un cerotto su una ferita: quando si cerca di togliere il cerotto, la ferita fa più male. Questo dolore provoca il blocco che impedisce di togliere il cerotto. Conoscere la natura della ferita e imboccare la via della guarigione spesso richiede un sostegno specializzato, oppure… un auto-riprogrammazione dell’inconscio.

Molte persone falliscono nel mantenere un regime alimentare “corretto” perché quest’ultimo non rientra nelle loro credenzevalori-convinzioni.

Molte persone falliscono nel mantenere un regime alimentare “corretto” perché quest’ultimo non rientra nelle loro credenze-valori-convinzioni. Il dietologo/dietista, spesso, agisce sui comportamenti ma non sui programmi mentali radicati nell’individuo che lo dirigono alla conquista del proprio obiettivo. In pratica i nostri comportamenti sono dettati dalle nostre credenze e valori. Noi agiamo come il genere di persona che crediamo di essere, e in base a tutti i programmi mentali che abbiamo acquisito nel tempo. La maggior parte delle persone che si recano da un dietologo/dietista lo fanno perché necessitano di una persona

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L’Accademia del Fitness Le persone che non sono mai state snelle hanno, in età adulta, difficoltà a visualizzarsi tali. Gli stessi blocchi, in modo più lieve, si possono verificare negli individui-sportivi che non riescono a raggiungere una forma fisica eccellente, i cui progressi si arrestano a poche settimane dalla meta. Il seguente esercizio vi aiuterà a ri-programmare la vostra immagine mentale: • Visualizzate il tipo di fisico che vorreste avere. Siate realisti nella scelta del corpo che desiderate avere, altrimenti rimarrete delusi e vivrete un nuovo fallimento. Piccoli successi portano nel tempo a grandi successi. • Visualizzate i minimi dettagli e fate appello a tutti i vostri sensi:ciò che immaginate deve essere come se fosse reale. • Sentite i suoni dell’ambiente in cui vi trovate, i complimenti che ricevete per la vostra linea, sentite e assaporate i cibi che vi permettono di essere snelli, sentitevi bene dentro il vostro corpo. Assumete delle abitudini di una persona snella. • In tal modo raggiungerete il peso desiderato e ne gusterete i vantaggi. • Eseguite questo film mentale almeno 2 volte al giorno, ossia al mattino quando vi alzate (periodo in cui la mente è facilmente programmabile) e prima di andare a dormire,per un periodo di almeno tre settimane, per poi eseguirlo anche soltanto al mattino per pochi minuti. Prima di proiettare questo film assicuratevi di trovarvi in uno stato di rilassamento, in modo tale da permettere al cervello di rallentare la sua attività elettrica e di emettere onde alfa, che favoriscono l’apprendimento e rendono il cervello più ricettivo alle informazioni fornite dai sensi. Ciò permette, altresì, una migliore auto-programmazione e conferisce maggior forza alla visualizzazione e all’immaginazione. Tecniche come il teta healing possono essere molto efficaci perché possono favorire uno stato ipnagogico in cui la programmazione mentale risulta molto più efficace. Stress: il nemico della dieta. Il principale ostacolo di chi segue una dieta a scopo dimagrante è costituito nella maggior parte dei casi da una più alta frequenza ed una maggiore intensità di eventi stres-

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sogeni che creano una forte sollecitazione nell’individuo, soprattutto in quello sportivo. “Sollecitazione” è un termine diventato molto comune nel nostro linguaggio. La nostra è l’era della tensione, del nervosismo, dell’ansia, dell’insonnia, della depressione, fattori che spesso vengono accettati come bagagli ineliminabili del mondo in cui viviamo. Ma probabilmente non è così! Svariati studi clinici hanno dimostrato che, abbassando i livelli di stress e riportando i livelli di cortisolo a valori normali, si può ridurre il peso corporeo, la pressione sanguigna, migliorare la sensibilità all’insulina, riequilibrare la glicemia e soprattutto… controllare l’appetito! Gli eventi stressogeni spesso risultano più frequenti e più intensi in chi è sottoposto ad un regime alimentare dimagrante. Prima di intraprendere qualsiasi dieta è opportuno, sotto il profilo endocrinologico, avere contezza di specifici valori, come quello degli ormoni dello stress (cortisolo, prolattina,ecc.), in quanto un loro eccesso potrebbe interferire negativamente col dimagrimento, aumentando la tensione psicologica e diminuendo così la “sensazione di controllo” nel soggetto. Il cortisolo è tra i principali responsabili del fallimento delle diete. Se prodotto in eccesso cronicamente, ostacola il processo di dimagrimento. Esso infatti tende principalmente a: • ridurre la mobilizzazione dei grassi di deposito per conservarli in situazioni di emergenza, tramite un segnale diretto alle cellule adipose; • peggiorare l’efficienza dell’insulina, provocando più facilmente sbalzi glicemici e crisi di fame da carboidrati; • alterare la concentrazione di serotonina (coinvolta nell’umore e nell’appetito) a livello cerebrale, facendoci sentire più depressi e demotivati nello svolgimento di qualsiasi attività (come ad esempio quello di seguire una dieta dimagrante); • bloccare l’azione lipolitica dell’ormone della crescita e paralizzare l’importante funzione svolta dagli ormoni sessuali (testosterone ed estrogeni); • Interferire negativamente con l’ormone del sonno (la


numero 01 / 2011 melatonina). L’alterazione del ritmo sonno-veglia porta, in molti casi, all’aumento degli ormoni dello stress. Tali ormoni favoriscono il consumo di cibi ricchi di zuccheri per riequilibrare le concentrazioni della melatonina e della serotonina, alterate dalla condizione fisica e mentale di spossatezza (si consideri inoltre che durante il sonno l’organismo secerne l’ormone della crescita). • Innescare, quando il cortisolo raggiunge livelli “borderline”, un “rebound” glicemico (l’ipoglicemia che segue all’iperstimolazione dell’insulina indotta dall’iperglicemia), che può portare a consumare nel giro di poco tempo altro cibo. Il controllo della glicemia riveste un ruolo importante nei meccanismi implicati nella lipolisi e nel controllo dell’appetito.

• Gli sbalzi della glicemia sono assolutamente dannosi in quanto viene bloccata completamente la lipolisi allorquando la glicemia si alza sopra il livello normale. • Influenzare negativamente lo stato d’animo dell’individuo, facendolo sentire più demotivato nei confronti della dieta. Nella letteratura psicologico-psichiatrica e medico-biologica il termine stress è stato utilizzato con numerose accezioni differenti. Una è quella che si riferisce allo stress come ad uno stimolo nocivo interno o esterno, fisico, sociale o intrapsichico, che esercita un’influenza intensa e prolungata nel tempo: si tratta,tuttavia, di una definizione che non tiene conto della risposta dell’organismo. Occorre, quindi, completare tale definizione precisando che lo stress odierno non influenza positivamente l’attività neurotrasmettitoriale del cervello come avveniva nell’uomo primitivo, la cui intensa attività fisica, quale reazione al meccanismo attacco-fuga, avviava la produzione da parte dell’organismo di alcune sostanze (encefaline ed altre sostanze endorfino-simili) che agivano positivamente sull’ omeostasi cerebrale. Il nostro fisico non è stato creato per vivere una vita sedentaria. Tale situazione viene percepita dal nostro organismo come una condizione “patogena”, con evidenti risvolti negativi nel sistema neurotrasmettitoriale del cervello. In altri termini l’uomo primitivo non necessitava della “tavoletta di cioccolato” per stabilizzare il proprio equilibrio emotivo perché le sostanze prodotte dopo l’intensa attività fisica svolgevano la stessa funzione. Lo squilibrio emotivo è responsabile di uno stato d’animo “turbolento” e in tali condizioni intraprendere una dieta risulta molto più faticoso. Per tali motivi molte persone mangiano per diminuire lo stress e riequilibrare la propria instabilità emotiva. Sia nel primo caso (dolore-piacere) che nel secondo (dolore-dolore) l’individuo crea nella sua mente delle immagini, un dialogo interno e delle sensazioni, producendo uno stato d’animo che co-opera in maniera determinante al proprio successo o fallimento. Le domande da porsi sono: “Cosa ti dici prima di mangiare determinati cibi? Cosa immagini? Cosa senti? ” La Pnl pone particolare attenzione a quest’ultimi punti e, tramite specifiche strategie comunicazionali, porta l’individuo ad una gestione dei propri stati interni. In tal modo i praticanti del fitness sottoposti ad un regime alimentare dimagrante ne potranno beneficiare per velocizzare l’acquisizione di una forma fisica “superiore”. di Claudio Lombardo Laureato in Scienze Organizzative e Gestionali e Personal Coach claudiolomb@alice.it

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Foto Simone Manzato

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FUNCTIONAL TRAINING Probabilmente l’allenamento funzionale nasce con l’esercizio fisico stesso, con il movimento articolato e finalizzato a uno scopo motorio utilizzato dai primi esseri umani. Il muscolo viene così allenato per la “funzione” per cui madre natura ce l’ha dato. Un esempio per il gluteo che sarà stimolato con movimenti scattanti e propulsivi, tipici della fuga o della corsa, attività nelle quali i nostri avi dovevano cimentarsi per la loro stessa sopravvivenza. Partendo quindi dal concetto che correre, saltare e arrampicarsi sono esercizi funzionali primitivi, guardiamo cosa si intende oggi per “allenamento funzionale” all’interno di un universo a noi noto: quello del fitness. Questo tipo di allenamento nasce a cavallo degli anni 2000 negli Stati Uniti e vengono rivalutati tutti quegli esercizi, sotto certi aspetti rudimentali, tipici dell’allenamento pionieristico: accosciate, piegamenti braccia, piegamenti gambe, salti e tutte le forme di trazione. Il concetto fondamentale del functional training è quello di attivare in maniera complessa ma naturale i propri

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muscoli compiendo azioni che risultano in fondo facilmente gestibili, in quanto, per lo più ricordano movimenti che vengono spesso quotidianamente compiuti. Le attrezzature utilizzate nell’allenamento funzionale sono estremamente basilari, (in contrasto con la quasi eccessiva tecnologia che negli ultimi anni ha invaso i fitness club) ma sviluppano quelle che sono le qualità fisiche innate ed essenziali dell’uomo, legate ad un sistema muscolare che lavora in maniera sinergica e che produce un’azione motoria complessa, ma all’apparenza semplice, come sollevare un peso da terra per portarlo sopra la testa. Non si troveranno mai in una sessione di allenamento funzionale esercizi monoarticolari, quelli tipici del bodybuilding o effettuati con l’ausilio di macchine. Verranno utilizzati altresì manubri, bilancieri, kettlebells, sacchi pieni di sabbia o acqua (POWER BAG) e altri piccoli attrezzi che, come carico allenante sfruttano la resistenza naturale del corpo stesso. Ogni esercizio coinvolge più muscoli in maniera dinami-


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L’Accademia del Fitness

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ca, spesso attivando anche il sistema cardiovascolare in modo molto marcato. L’alta intensità degli esercizi funzionali riduce il tempo di allenamento generando comunque un efficace workout. Possiamo così riassumere le caratteristiche dell’allenamento funzionale: • azione sinergica muscolare • multiplanarietà dei movimenti • intensa azione cardiovascolare • coordinazione dei movimenti • riduzione dei tempi di allenamento (rispetto a quelli standard) Questa modalità di allenamento potrà essere applicata sia agli atleti che a tutti coloro che frequentano i fitness club per rimettersi o mantenersi in forma. Ai fini di una preparazione atletica si potrà utilizzare il functional training per una preparazione fisica generale alla quale seguirà un allenamento specifico relativo allo sport praticato dal soggetto che si stà allenando. La persona che invece pratica fitness potrà invece utilizzare solamente questa forma di allenamento certo di un notevole miglioramento generale di: • forza (anche esplosiva) • coordinazione intermuscolare • resistenza al carico • vo2 max (ma questo dipende dagli esercizi che si pra-

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ticano e con quale modalità) • flessibilità • composizione corporea Il functional training ha fruitori di qualunque età e sesso in quanto si ha la possibilità di modulare il carico e l’intensità a seconda della persona che si sta allenando. Il contesto in cui questi allenamenti si sviluppano, grazie alla loro semplicità sono i fitness club, ma anche gli spazi all’aria aperta come parchi e giardini che diventano cosi luoghi ideali in cui prendere coscienza del proprio corpo a contatto con quegli elementi che da sempre hanno fatto parte del nostro vivere quotidiano.



L’Accademia del Fitness

m e t o d o

Pilates

Il Metodo pilates prende il nome dal suo fondatore Joseph Hubertus Pilates nato in Germania nel 1880. La sua salute cagionevole fin dall’ infanzia e il bisogno di fare sport, lo stimolano ad inventare un sistema di esercizi davvero unico con cui spera poi di liberare i propri allievi da ogni forma di limitazione fisica, unendo concentrazione mentale e respirazione dello yoga con l’esercizio puramente fisico della ginnastica e degli sport occidentali. All’ inizio il metodo è chiamato Contrology o arte del controllo, ma tale programma non suscita l’ interesse da lui sperato tanto che lui stesso dichiara “...dopo la mia morte diranno -avevi ragione, sei 50 anni in anticipo-...” Il pilates oggi è una delle attività posturali più praticate da quasi tutte le categorie di sportivi e non. Il motivo di una così vasta diffusione è da attribuire al fatto che presenta all’ interno del metodo un modulo di allenamento adattabile a tutte le persone sia in buono stato fisico sia con problematiche articolari in particolare legate al rachide e di origine posturale (dovute soprattutto a posizioni scorrette assunte durante la giornata). Costruire una lezione sulle basi della filosofia del pilates vuol dire creare delle sessioni specifiche, coinvolgenti tutti i vari gruppi muscolari posturali,per creare una sinergia e un miglior equilibrio tra loro. Per un corretto approccio alla lezione bisogna preparare l’allievo sui concetti che stanno alla base della tecnica e motivarlo a modificare il suo atteggiamento con cui generalmente si rapporta all’ esercizio. Una volta che il pilates diventa una pratica quotidiana la persona modifica inevitabilmente ciò che fino ad ora era

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abituata a pensare dell’esercizio fisico, soprattutto se tale persona proviene dal mondo del fitness. Joseph Pilates suggeriva di praticare almeno 10 -12 minuti tutti i giorni, poiché la costanza modifica la struttura. Sosteneva sempre che dopo le prime lezioni ci si sarebbe sentiti già diversi: “Dopo dieci lezioni sentirai la differenza, dopo venti lezioni vedrai la differenza, dopo trenta lezioni avrai un corpo nuovo” è ciò che infatti recita lo slogan del pilates. Nella realtà dopo poche lezioni ci si sarà appassionati alla tecnica, si avrà fatto amicizia con il proprio insegnante ma sopratutto si svilupperà una migliore consapevolezza del proprio corpo. Attualmente esistono modi diversi di approccio al pilates: riabilitativo, di gruppo con o senza attrezzi, personalizzato con l’ utilizzo di macchine (Cadillac, Reformer, Big Barrel, Step Barrel, Chair). Tutte queste modalità devono avere in comune il raggiungimento di un’ armonia fisica e mentale sfruttando le potenzialità di ogni singola persona. Inoltre il pilates può essere un ottimo “antidoto” alle ormai tristemente famose problematiche legate al “mal di schiena” grazie alla sua capacità di allungare,estendere e rafforzare le parti più deboli del nostro corpo. Molte volte a causa delle abitudini sbagliate, della vita frenetica e stressante si determinano continui squilibri alla struttura corporea utilizzando eccessivamente alcuni muscoli e quasi per niente altri. Tutto ciò influisce in modo negativo sull’allineamento della nostra colonna. Si comprende quindi ancor di più la necessità di una disciplina posturale che, come appunto il pilates, mira a riequilibrare il corpo agendo profondamente anche sulla respirazione. Per concludere possiamo dire che il pilates non è miracoloso e non deve escludere altre forme di esercizio fisico soprattutto di tipo aerobico quali l’andare in bicicletta, il correre, il camminare, il nuotare o tutte le discipline sportive praticabili, ma diventa un’ottima integrazione, un completamento, un deciso arricchimento. Per questo è molto importante per chi si vuole avvicinare in modo corretto alla tecnica rivolgersi a “studi “di pilates seri dove tutti gli insegnanti hanno seguito una formazione specifica e raggiunto una certificazione. PRINCIPI BASE DEL PILATES Joseph Pilates ha formulato sei principi che servono per migliorare la qualità degli esercizi, rendere le persone consapevoli di se stesse, del proprio corpo e della propria mente al fine di renderle in grado di muoversi in modo dinamico con economia, grazia ed equilibrio. 1) CONCENTRAZIONE “Studiate attentamente ed eseguite la base della tecnica lentamente. Seguite con attenzione le indicazioni con occhio ad ogni dettaglio.” Nel pilates non esistono movimenti fatti senza la dovu-


numero 01 / 2011 ta attenzione, bisogna sempre rimanere concentrati su quanto si deve eseguire. Solo quando si riesce ad ottenere un pieno controllo mentale in ogni esercizio si può affermare di aver appreso la tecnica. È importante concentrarsi per comprendere se ciò che viene eseguito è corretto o sbagliato,cercando di ripulire col tempo ogni dettaglio. 2) CONTROLLO Il metodo ti insegna come controllare il tuo corpo e non essere alla sua ”mercè”. Pilates non a caso ha definito il suo metodo “ Contrology” o arte del controllo. Ogni movimento va attentamente calcolato e pianificato riducendo così i rischi di incidenti e al contempo allenando il proprio corpo con quella precisione e pulizia nel gesto come fa un atleta che si prepara ad una gara. 3) BARICENTRO Gli addominali sono il centro del movimento..“Movimento che fluisce da un centro forte”. Il baricentro o “Powerhouse” è inteso come l’ampia fascia muscolare che va dalle ultime coste al bacino e dalla parte inferiore della schiena ai glutei. È il centro di tutti i movimenti: senza un baricentro stabile e forte non si possono muovere gambe e braccia. Ogni esercizio mira infatti a rinforzare questa zona. 4) MOVIMENTI FLUIDI “Movimenti fluidi che vengono da un centro forte”. Il movimento nella pratica deve essere di natura continua e fluente, ogni movimento è concatenato ad un altro ed interessa più distretti muscolari. È importante concentrarsi sulla fluidità della singola esecuzione, ma anche sul passaggio da un esercizio allo altro. In questo modo si migliorerà l’ equilibrio, il controllo e la coordinazione preparandosi meglio a quella che è la nostra routine di vita quotidiana. 5) PRECISIONE/ALLINEAMENTO “Concentratevi sui movimenti corretti ogni volta

che eseguite gli esercizi. Se non avete un’esecuzione corretta li farete scorrettamente.” Un accurato allineamento degli arti superiori e inferiori risulta essenziale per trasferire con efficacia la forza del soggetto sull’ esercizio richiesto. Il controllo del centro favorisce una risposta più veloce in caso di perdita di equilibrio e un adeguato allineamento favorisce la conservazione dell’ energia del movimento a qualsiasi livello di prestazione. La precisione aumenta i benefici di ogni esercizio dal più semplice al più impegnativo. La ricerca non è concentrata solo sull’esercizio corretto, ma sulla perfezione; non è tanto l’esecuzione a determinare i risultati bensì l’ impegno che ci si è messo. 6) RESPIRAZIONE “.... Soprattutto imparate a respirare correttamente ..... incrociate i polmoni come si torce un’ asciugamano. Nel tempo tutto il corpo sarà rinvigorito con ossigeno puro, dai piedi alle dita delle mani, come il calore del radiatore scorre ad ogni termosifone della casa.” Una respirazione corretta ossigena il sangue e favorisce la circolazione; una tecnica di respirazione ben strutturata è uno strumento efficace per migliorare i movimenti. Non bisogna mai smettere di respirare; capita spesso infatti che quando gli esercizi diventano più difficili si rimanga in apnea. Come regola generale è bene ricordare di inspirare dal naso mentre ci si prepara al movimento ed espirare dalla bocca mentre lo si esegue o comunque nel momento di maggiore sforzo. di Furia Fabrizia - Elisabetta Carboni Insegnanti di educazione fisica certificate Pilates teachers presso la scuola di Annamaria Cova a Milano. Titolari della palestra Namasté a Parma n Via Savani 14/i, 43126. Telefono 0521989453 o 3387884728 website: www.pilatesparma.it - e-mail: namasteparma@gmail.com

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L’Accademia del Fitness

Al di là delle apparenze I costi sociali del sovrappeso

Siamo abituati a ricondurre il desiderio di prendersi cura del proprio corpo ad una volontà di affermazione quasi esclusivamente estetica e a pensare che il mantenersi normopeso (o il non farlo) sia una questione individuale. Non sono poche le persone che tendono ad avere un atteggiamento quasi denigratorio nei confronti di coloro che prestano particolari attenzioni e cure al proprio fisico ritenendolo un atteggiamento superficiale, come se occuparsi del corpo debba andare inevitabilmente a discapito della profondità d’animo o d’intelletto. Paradossalmente, invece, proprio coloro che cercano di mantenersi in forma fisicamente comunicano una mentalità che va ben al di là delle apparenze, tramite uno stile di vita sano diffondono una coscienza sociale che ad oggi ancora non esiste. L’obiettivo primario di un corretto “way of life” è quello di rimanere in salute, perciò di vivere meglio, avere più energia, maggiori capacità di concentrazione, una buona vita sessuale e, soprattutto, evitare le malattie e tutte le conseguenze ad esse connesse. L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio poiché ad un eccesso di peso si associano importanti patologie quali: • diabete • malattie cardiovascolari

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• ipertensione • alcune forme di tumore • aumento del tasso di colesterolo nel • sangue • infarto • danni all’apparato muscolo scheletrico • disturbi respiratori anche gravi come le apnee notturne • malattie del fegato Tutte queste disfunzioni non si traducono esclusivamente in disagi personali ma in vere catastrofi sulle casse dell’economia sanitaria statale di cui siamo individualmente e collettivamente responsabili. Alimentazione e stili di vita corretti sono fattori indispensabili per marginare e prevenire quello che il Mistero della Salute afferma essere la vera emergenza sanitaria per l’Europa. In Italia, oltre a registrare la crescita della popolazione in sovrappeso, i dati Istat rivelano che l’obesità è drasticamente aumentata del 25% a causa di un’alimentazione ipercalorica, sbilanciata rispetto alle effettive esigenza energetiche e della scarsa attività fisica. Il dato allarmante riguarda in particolar modo i bambini: oggi un bambino su tre in età scolastica è sovrappeso. Contrastare l’obesità diffondere la consapevolezza dei danni alla salute causati da cattive. Gli impatti sociali ed economici di queste patologie sono enormi e meritano la nostra attenzione: di seguito qualche dato su alcune delle patologie più evidenti: Malattie cardiovascolari: il Direttore Generale per la salute e i Consumatori della Commissione Europea Paola Testori Coggi lancia l’allarme “con due milioni e mezzo di cittadini europei che ogni anno ne vengono colpiti, i costi sociali per l’Unione e i singoli Stati sono elevatissimi. Secondo gli economisti Europei basterebbe infatti una riduzione del 10% delle malattie cardiovascolari per registrare risparmi in termini di spese sanitarie ed incrementi di produttività pari all”1% del Pil continentale. Un obiettivo



L’Accademia del Fitness possibile se si pensa che adottare stili di vita più sani consente di ridurre il rischio di queste malattie fino all’80%.” Migliorare gli stili di vita vuol dire innanzitutto ridurre il consumo di tabacco e alcol. Pesanti infatti le cifre delle vittime di fumo e bevande alcoliche: ogni anno in Europa muoiono 700 mila persone a causa delle sigarette e 19.000 di queste non ne hanno mai accesa una, sono vittime del fumo passivo. L’alcol invece provoca direttamente 200

a cure ospedaliere prevalentemente per complicanze o ad assistenza in case di riposo). Ai costi diretti ed indiretti vanno poi aggiunti i costi sociali legati alle invalidità lavorative e alla scarsa qualità di vita del paziente diabetico. Studi europei e statunitensi hanno accertato che i pazienti diabetici, che rappresentano in media dal 3 al 5% della popolazione totale, consumano circa il 15-20% delle risorse sanitarie totali.

la semplice alimentazione equilibrata e l’esercizio fisico possano portare ad un immenso risparmio sulle spese sanitarie mila morti all’anno in tulla l’Unione con il 35% dei giovani che perdono la vita tra i i 15 e i 29 anni vittima diretta o indiretta (come nel caso degli incidenti stradali) dell’abisso di sostanze alcoliche. (Paola Testori Coggi Università degli Studi di Milano “Lezioni d’Europa” Affari Italiani). Diabete Il diabete mellito, con le sue complicanze, è in continuo aumento, tale da indurre gli esperti a parlare di epidemia mondiale. Le complicanze coronariche e cerebrovascolari sono la prima causa di morte per il diabetico, la retinopatie ed il piede diabetico rispettivamente la prima causa di cecità legale in età lavorativa e di amputazione, la nefropatia diabetica è il terzo posto di tutte le cause di dialisi e trapianto, il diabete gestazionale rappresenta l’alterazione metabolica più frequente in gravidanza. Le forme principali di diabete sono: tipo 1 (8% dei casi) è una forma prevalentemente infatile-giovanile che richiede trattamento insulinico fin dall’inizio ed è causato dall’interazione fra predisposizione genetica e casue ambientali non ancora chiare. tipo 2 (90% dei casi) è caratteristico dell’età adulta – senile ed è spesso controllabile con dieta, esercizio fisico e/o ipoglicemizzanti orali. La prevalenza di tipo 2 è in continua crescita a causa dell’aumento dell’obesità e della sedentarietà e, con le sue complicanze, è uno dei maggiori problemi sanitari dei paesi economicamente evoluti. Nel loro insieme tutti i dati riportati dalla letteratura mondiale indicano che il diabete mellito è una patologia molto costosa (sia dal punto di vista sanitario che sociale) e che si possono realizzare significativi risparmi per il Servizio Sanitario riducendo soprattutto i costi causati dalle complicanze del diabete attraverso un trattamento attento ed efficace della malattia. E’ stato calcolato che il costo pro capite totale dei cittadini diabetici è pari a circa tre volte quello dei non diabetici (solo 13,61% dei costi diretti del diabete è attribuibile alle cure ambulatoriali, mentre tutta la restante parte è dvouta

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Ipertensione L’ipertensione arteriosa rappresenta un problema di grande importanza in campo socio sanitario a causa dell’alto numero di individui affetti da tale forma morbosa e degli elevati costi di gestione sanitaria nella terapia, valutazione prognostica e controlli periodici. Nella maggior parte dei Paesi europei la percentuale sulla spesa attribuita ai farmaci cardiovascolari si colloca al primo posto. In Italia i farmaci per l’apparato cardiovascolare continuano ad essere la categoria terapeutica maggiormente prescritta. Secondo il Rapporto OsMed 2007, questa classe terapeutica rappresenta il primo posto nella prescrizione sia in termini di spesa che in quantità prescritte. Inoltre, il consumo di farmaci cardiovascolari è in continua crescita. Nel Rapporto OsMed 2007 i principi attivi dei farmaci per la prevenzione del rischio cardiovascolare sono fra i 30 a maggior prescrizione, 19 appartengo alle classi C o B e fra questi 4 sono ACE-inibitori, 3 sartani, 2 statine, 2 beta-bloccanti e 2 ASA. Il maggior peso che questa categoria terapeutica continua ad avere rispetto alle altre è spiegato dal fatto che le malattie cardiovascolari sono al primo posto per prevalenza disponibilità di trattamenti efficaci. L’ipertensione ha infatti una prevalenza intorno al 30% nella popolazione generale e, insieme allo scompenso cardiaco, è la patologia che richiede il maggior uso di farmaci. La consapevolezza che anche solo la semplice alimentazione equilibrata e l’esercizio fisico possano portare ad un immenso risparmio sulle spese sanitarie, con conseguente aumento di possibilità di sviluppo a favore della ricerca, dovrebbe essere sufficiente a spronarci verso una stile di vita più corretto ma, se ciò non bastasse, l’idea di un corpo sano e bello da vedere di sicuro non guasta. di Silvia Iorio aesthetic consultant silvia@accademmiadelfitness.com



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Fitness Metabolico

La sedentarietà, insieme all’eccessivo apporto calorico, all’alimentazione spesso sbilanciata e all’eccessivo stress, ha portato ad un aumento delle malattie definite del BENESSERE o SINDROME METABOLICA. La sempre maggior attenzione da parte dei mass media verso i tragici eventi, che coinvolgono giovani e meno giovani, ha sensibilizzato la pubblica opinione verso le patologie cardiovascolari quali cause di morte. Il termine SINDROME METABOLICA descrive un insieme di fattori di rischio metabolico che aumenta la possibilità di sviluppare malattie cardiache, ictus, diabete. La sindrome metabolica è diagnosticata quando sono presenti tre o più dei seguenti fattori di rischio: • Elevata quantità di tessuto ADIPOSO ADDOMINALE [valutato mediante misure e circonferenze (vita/fianchi)] • Basso colesterolo HDL • Elevati livelli di TRIGLICERIDI • Elevati valori di PRESSIONE ARTERIOSA • Elevati livelli di GLICEMIA Un fattore molto importante per prevenire e curare la sindrome metabolica e molte patologie cardio-respiratorie è L’ATTIVITA’ FISICA. È noto da tempo che l’esercizio fisico svolge un ruolo fondamentale nelle malattie cronico-degenerative. La strategia fondamentale per salvaguardare lo stato di salute è basata sulla prescrizione d’attività fisica utile a

migliorare l’efficienza cardio-respiratoria, la composizione corporea e, più recentemente, è stato riscontrato il valore dell’attività fisica per quanto riguarda il miglioramento della forza. Dati sperimentali hanno dimostrato che lo svolgimento di attività fisica regolare è associata a benefici per la salute ANCHE quando l’allenamento rimane invariato. Dai dati forniti dal Dipartimento sulla Salute e i Servizi Americani, dalla Società Chirurgica di Atlanta, dai Centri di Cura e Prevenzione delle Malattie Croniche e da numerosi articoli emergono i seguenti benefici: BENEFICI PRODOTTI DA UNA REGOLARE ATTIVITA’ FISICA Miglioramento della funzione cardiovascolare e respiratoria • Aumento del consumo d’ossigeno a causa dell’adattamento centrale e periferico • Minor periodo di ventilazione per raggiungere un’attività sub massimale • Ridotto consumo d’ossigeno miocardico per ottenere uno sforzo sub massimale • Valori di frequenza cardiaca e pressione arteriosa inferiore, in corrispondenza di sforzo sub massimale • Aumento della densità dei capillari nell’apparato muscolo scheletrico • Aumentata soglia d’esercizio per la presenza del lattato in circolo • Aumentata soglia d’esercizio per la comparsa di segni o sintomi patologici (angina, depressione tratto ST, claudicazione) Riduzione dei fattori di rischio coronarici • Ridotti valori di pressione sistolica/diastolica a riposo • Aumentati livelli nel siero della lipoproteine HDL e ridotti livelli di trigliceridi • Diminuita presenza di grassi nell’organismo, particolarmente intra-addominale • Diminuita richiesta d’insulina, migliore tolleranza al glucosio Diminuita mortalità e morbilità • Prevenzione primaria (interventi richiesti per prevenire disfunzioni cardiache) Un’intensa attività fisica è associata a diminuita inciden-

Gli esercizi di fitness metabolico sono esercizi tradizionali di facile esecuzione e monitoraggio

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numero 01 / 2011 za di mortalità per cause coronariche e di comparsa di malattie cardiovascolari e coronariche, tumori del colon e diabete di tipo 2 • Prevenzione secondaria (interventi da predisporre dopo una disfunzione cardiovascolare per prevenirne un’altra) La morte per ragioni cardiovascolari, o per altre cause sopra elencate, è ridotta nei pazienti con infarto del miocardio che si sottopongono ad un programma di riabilitazione cardiaco mediante esercizi fisici, specialmente se concomitante ad una riduzione dei fattori di rischio. Gli stessi pazienti non mostrano, tuttavia, una riduzione del numero di reinfarti non mortali Altri benefici • Diminuita ansietà e depressione • Maggiore capacità di svolgere il lavoro e le attività ricreative • Aumentato senso del benessere Possiamo aggiungere: • Diminuzione del grasso corporeo • Ipertrofia muscolo scheletrico • Aumento del carico di rottura delle ossa, legamenti, tendini. In assenza di patologie cardiovascolari significative, i rischi prodotti dall’esercizio fisico sono estremamente bassi. Un ampio studio retrospettivo eseguito nei centri YMCA ha rivelato un caso di arresto cardiaco e un caso di morte rispettivamente ogni 2.253.267 e 2.897.057 ore di attività svolta. Una recente pubblicazione conclude che approssimativamente 0,75 maschi e 0,13 femmine ogni 100.000 muoiono in un anno durante un’attività fisica. L’incidenza delle complicazioni cardiovascolari durante l’attività fisica è maggiore nelle persone con disturbi cardiovascolari rispetto a quelle sane. Oggi l’introduzione delle moderne procedure (rivascolarizzazioni, terapie farmacologiche) ha notevolmente ridotto la frequenza di eventi cardio-circolatori. In pazienti sottoposti a riabilitazione cardiaca una complicazione cardiovascolare importante si presenta ogni 60.000 ore. È inoltre interessante notare come il rischio di complicazione non cambi nelle sessioni svolte nella mattinata, rispetto a quelle svolte nel pomeriggio. Di seguito riporto una tabella del rischio di comparsa di complicazioni cardiovascolari: CONDIZIONI ASSOCIATE ALLA COMPARSA DI COMPLICAZIONI CARDIOVASCOLARI (adattato da Haskell W.L. cardiovascular complications during exercise training of cardiac patients) Stato clinico: • Infarti molteplici di miocardio • Ridotta frazione di eiezione ventricolo sinistro (< 30%) • Angina pectoris instabile o a riposo • Importanti aritmie a riposo • Lesione della coronarica discendente anteriore si-

nistra con una significativa occlusione (≥ 70%) • Aterosclerosi in molteplici vasi, evidenziata con angiografia Partecipazione all’attività fisica: • Mancata esecuzione di appropriate attività di riscaldamento e raffreddamento • Superamento dei valori di frequenza cardiaca prescritta dai programmi. Dati del test di esercizio: • Bassi o elevati valori di tolleranza allo sforzo (≤4 MET o ≥ 10 MET) • Effetti cronotropi dannosi prodotti da farmaci (< battiti al minuto) • Effetti inotropi dannosi (risposta ipotensiva esagerata con l’aumento di lavoro) • Ischemia miocardica (angina o depressione del segmento ST ≥ 0.2V) • Aritmie (specialmente nei pazienti con funzione ventricolare sx) Altri: • Fumatori di sigarette • Sesso maschile Molte sono le ricerche di laboratorio, studi epidemiologici, che hanno dimostrato l’importanza dell’attività fisica associata ad uno stile di vita che miri alla salute, al benessere e alla riduzione dei fattori di rischio. A tale riguardo negli Stati Uniti è stata proposta la PIRAMIDE delle ATTIVITA’ come un modello per facilitare l’educazione pubblica e del paziente ad adottare uno stile di vita progressivamente più attivo: LA PIRAMIDE DELLE ATTIVITA’

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L’Accademia del Fitness Oggi si sente parlare molto di FITNESS METABOLICO. Gli esercizi di fitness metabolico sono esercizi tradizionali di facile esecuzione e monitoraggio, con la differenza che la tipologia, l’intensità, sono determinati da un’attenta analisi medica e bio-funzionale-articolare dell’istruttore per proporre programmi di allenamento altamente personalizzati con fasi cardiovascolari, di forza e endurance, di flessibilità e ludiche. Il F.M. è prevenzione e benessere attraverso la pratica di una adeguata attività motoria e si occupa di creare una vera e propria cultura motoria e un corretto stile di vita. È importante l’assoluto rispetto dei ruoli: i MEDICI fanno la diagnosi e dettano le indicazioni per applicare protocolli motori corretti. La prescrizione ottimale è determinata da una valutazione oggettiva della risposta all’esercizio del soggetto comprese le misurazioni della frequenze cardiache (HR), della pressione arteriosa (BP), dello sforzo percepito (RPE), della risposta soggettiva all’esercizio, dell’elettrocardiogramma (ECG), della VO2 misurata direttamente o stimata mediante un test da sforzo incrementale, dei parametri di forza stimati con test sub massimali. I protocolli non devono essere messi in pratica in modo rigido, applicando semplicemente calcoli matematici alle misure dei test e alle analisi. L’ISTRUTTORE eroga i protocolli, li spiega con linguaggio accessibile, misura i cambiamenti e li comunica al medico, stabilisce (su indicazioni mediche) gli obiettivi, gestisce l’attività di COUNSELING nei confronti del soggetto. Le proposte devono avere l’obiettivo di salvaguardare la salute, riducendo i rischi di malattie e garantendo la sicurezza durante lo svolgimento dell’esercizio. Personalizzare il protocollo significa considerare: modalità, intensità, durata, frequenza e progressione dell’attività. I’istruttore dovrà osservare: • Risposte fisiologiche e percettive all’esercizio • Adattamenti all’allenamento fisico a secondo dell’intensità e della fre-

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quenza di svolgimento • controlli dei progressi valutando le risposte HR e RPE • Il livello di gradimento affinchè le proposte soddisfino gli interessi, le capacità e i limiti individuali per non demotivare il soggetto I protocolli sono ispirati a GRADUALITA’ E PROGRESSIVITA’ secondo le indicazioni dell’organizzazione mondiale della sanità con impegni minimi ma costanti e intensità commisurate alla fisiologia del soggetto. Il FITNESS METABOLICO deve essere: informazione, cultura, rapporti istituzionali. L’obiettivo è: • Migliorare il livello di salute e benessere per milioni di persone • Ridurre la spesa sanitaria nazionale attraverso un cambiamento di stile di vita • Sviluppare il settore F.M. formando operatori specializzati Le componenti da considerare dal F.M. devono includere: • Composizione corporea • Efficienza cardio-respiratoria • Forza muscolare • Resistenza • Flessibilità Il miglioramento di queste ultime tre componenti sono il risultato dell’applicazione di 2 principi fondamentali: SOVRACCARICO E SPECIFICITA’ IL SOVRACCARICO stabilisce che affinchè un tessuto o un organo migliorino la loro funzione devono sopportare un carico di lavoro al quale normalmente non sono abituati. Una prescrizione d’esercizio definisce l’intensità, la durata, e la frequenza d’allenamento ed è l’interazione di queste tre che determina il sovraccarico. IL PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’ stabilisce che gli effetti dell’allenamento sono specifici dell’esercizio proposto e dei muscoli coinvolti. Di conseguenza, un programma di fitness basato su una varietà e semplicità degli esercizi coinvolgerà un maggior numero di gruppi muscolari e porterà l’effetto su obiettivi


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adatti allo scopo del fitness metabolico. Una volta formulata la prescrizione degli esercizi il programma si sviluppa nelle seguenti fasi: • Riscaldamento • Attività cardiorespiratoria e forza • Attività ricreativa (opzionale) • Defaticamento (raffreddamento-recupero) RISCALDAMENTO: riduce l’incidenza dei danni muscolo-scheletrici aumentando l’estensibilità del tessuto connettivo, migliorando l’efficienza delle articolazioni al movimento a alla funzione ed aumentando la performance muscolare. Diminuisce l’incidenza della depressione ischemica del segmento ST che può rappresentare una minaccia di aritmia ventricolare e di disfunzioni transienti globali del ventricolo sx conseguenti ad un esercizio intenso e improvviso. CARDIO- FORZA sviluppa l’efficienza cardio respiratoria e prevede dai 20’ Ai 60’ di attività aerobica continua o intermittente. Coinvolge grandi gruppi muscolari ed è ritmica e dinamica. Questa fase è combinata salvo precise controindicazioni ad allenamento della forza per avere maggior effetti. Per questi esercizi sono necessari test sub massimali. Le indicazioni orientano ad utilizzare carichi non superiori al 35% del max per arti inferiori e del 50% per arti superiori. Gli esercizi devono essere di facile esecuzione e di tipo monopodalico per evitare grossi carichi e sovraccaricare l’apparato cardio-circolatorio. L’allenamento deve essere ritmico, svolto ad una velocità da moderata a bassa, coinvolgere una serie completa di movimenti e non modificare il ritmo della normale respirazione. Esercizi condotti con espirazioni forzate (manovra di VALSALVA) possono causare un aumento violento della pressione sanguigna sistolica e diastolica. Occorre attenzione nell’allenamento dei movimenti eccentrici e isometrici rispetto ai concentrici. FASE LUDICA: deve essere piacevole, modificando regole dei giochi per diminuire la richiesta di abilità, di competizione, di costi energetici e di risposta della frequenza cardiaca. Bisogna considerare la potenziale discordanza fra RPE e HR e quindi monitorare spesso HR per modificare l’ intensità. DEFATICAMENTO: prevede esercizi di bassa intensità (camminare, stretching, o esercizi alternativi tipo joga). Deve facilitare gli adattamenti circolatori e riportare i valori di HR e BP vicino ai livelli di riposo, aumenta il ritorno venoso, riducendo la possibilità di ipotensione post-

esercizio e di capogiri, facilita la dissipazione del calore corporeo, promuove una più rapida eliminazione dell’acido lattico rispetto al recupero stazionario, combatte gli effetti potenziali e negativi dovuti all’aumento delle catecolamine nel plasma nel periodo che segue l’esercizio. Quest’ultimo aspetto può ridurre l’incidenza, soprattutto nei pazienti con patologie cardiache, delle pericolose aritmie ventricolari, causa potenziale di morte cardiaca improvvisa. Non defaticare significa aumentare le cause di complicazioni cardiovascolari causate da una diminuzione transitoria del ritorno venoso che potrebbe ridurre il flusso sanguigno coronarico quando la HR e la richiesta di ossigeno del miocardio sono ancora elevate. Per i pazienti cardiopatici in riabilitazione è anche consigliato una fase di RECUPERO per normalizzare tutti i parametri (esercizi respiratori e rilassamento). È IMPORTANTE CONSIDERARE che la maggior parte degli effetti benefici ottenuti con l’allenamento recedono al livello a questo precedenti qualora intervenga un periodo di inattività che duri da 4 a 8 settimane con incidenze diverse sui vari miglioramenti ottenuti, ma sempre importanti e fondamentali soprattutto in soggetti con predisposizione o con patologie in corso. di Davide Antoniella Preparatore Atletico davideantoniella@libero.it cel. 368 3026878

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L’AGLIO Applicazioni anti-aging nella prevenzione e patologie cardiovascolari L’aglio è noto a tutti, ma pochi forse conoscono le sue naturali virtù salutari e terapeutiche. Il suo nome scientifico è ALLIUM SATIVUM ed è usato in cucina da i popoli di quasi tutto il pianeta, sin dall’antichità; infatti già gli antichi egizi, similmente i babilonesi, lo utilizzavano per uso esterno, per aiutare la disinfezione delle ferite, pur ignorando il razionale scientifico di tale utilizzo. Lo stesso Ippocrate, nell’antica Grecia, consigliava l’aglio per uso interno con varie indicazioni fra cui il riequilibrio di disturbi intestinali fino a consigliarlo per i tumori all’utero e della cavità addominale. L’OLIO VOLATILE ED IL CARATTERISTICO ODORE D’AGLIO: le PROPRIETA’ SALUTARI La caratteristica inconfondibile dell’aglio è il suo tipico odore,dato dalle sostanze in esso contenute, in particolar modo sono presenti attivi nell’olio volatile che mostra (come affermato già nell’antichità) capacità battericide, dimostrate anche attualmente da studi scientifici anche su TBC resistente ai più potenti antibiotici. L’olio volatile quindi manifesta CAPACITÀ BATTERICIDE per L’APPARATO RESPIRATORIO, sia per le vie respiratorie superiori sia per le vie inferiori, per cui trova indicazione in caso di raffreddori, faringiti, laringiti, tracheiti, bronchiti, polmoniti e ascessi polmonari. Data la sua azione ESPETTORANTE, trova anche impiego per infezioni respiratorie con molta produzione di muco. L’AGLIO è utilizzato anche per combattere le PARASSI-

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TOSI INTESTINALI determinate da alcuni elminti come gli OSSIURI. L’aglio nei tempi passati era di fatto l’unico rimedio conosciuto per questa problematica. Questo perché oltre a possedere attività battericida, ha anche una dimostrata attività antiprotozoaria, antimicotica e antivirale. L’uso interno, per cui l’aglio è stato recentemente “riscoperto” dalla medicina ufficiale è L’ AZIONE RIDUCENTE IL COLESTEROLO LDL ed anche il suo EFFETTO IPOTENSIVO. Tale effetto antipertensivo è dimostrato in studi clinici internazionali in cui è stato utilizzato da solo o in associazione ad agenti antipertensivanti, in pazienti poco rispondenti alla terapia tradizionale e i risultati sono stati sorprendenti. È noto da tempo l’effetto riducente la pressione, lo sanno bene i medici, che consigliano ai pazienti ipertesi di moderare l’uso dell’aglio che potrebbe interferire con l’assunzione degli antipertensivi potenziandone l’effetto, con il rischio di avere crisi ipotensive! Basterebbe in tali casi, monitorare i valori pressori e ridurre il farmaco piuttosto che l’aglio, ma è evidente che l’aglio non è depositario di brevetto. Attualmente, per i ritmi di vita stressante ed una alimentazione spesso non equilibrata, carente di vitamine e principi vitamino-sinergici, LA TENDENZA AL COLESTEROLO ALTO E LA PRESSIONE ALTA (o anche instabile, a causa della inevitabili “arrabbiature”) È DIVENTATA PIUTTOSTO COMUNE.


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Le carenze suddette e lo stress potrebbero difatti anticipare le patologie su base genetica, ossia in soggetti con familiarità per malattie cardiovascolari, eventi

stressanti cronici e acuti, carenze vitaminiche, ecc... potrebbero far presentare la patologia cardiovascolare molto prima nel tempo rispetto all’età dei familiari che ne sono affetti. Questo significa che la precocità dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, visto l’aumento dell’aspettativa di vita, farà si che aumentino le persone affette con complicanze d’organo, poiché maggiore è la durata della malattia, maggiori saranno le complicanze. In molti soggetti non è ancora presente un’ipertensione conclamata o un ipercolesterolemia che necessita di trattamento farmacologico (con i suoi sintomi e segni, ossia le complicanze d’organo come arteriosclerosi, la coronaropatia, la retinopatie e la nefropatia), ovvero non si è ancora superata quella linea di confine in cui la medicina ufficiale considera “malati”…eppure prima di essere dei malati “veri e propri” si passa per delle posizioni intermedie in cui si può migliorare concretamente, ritardare la progressione della malattia, ridurre l’insorgenza delle complicanze, attraverso la prevenzione anche con l’ausilio di rimedi naturali come l’aglio! Quindi prevenire l’insorgenza di dislipidemia e patologie cardiovascolari o ritardarne l’insorgenza in persone predisposte, fa indubbiamente parte delle strategie anti-aging. Inoltre l’aglio ha proprietà antitrombotiche, poiché riduce l’aggregazione piastrinica, ha una blanda azione diuretica e riduce i ROS (radicali dell’ossigeno che inducono danni al DNA). Detto ciò è evidente che l’aglio è un ottimo alleato nella strategia anti-aging: riduce il colesterolo, riduce i livelli della pressione arteriosa, protegge dal danno ossidativo, è diuretico, è antitrombotico, è antibatterico, antimicotico, antivirale! Il tutto racchiuso in un semplice spicchio d’aglio. COSA CONTIENE L’AGLIO (IN PARTICOLARE GLI SPICCHI) Da quanto prima riportato è chiaro che l’aglio contiene

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delle sostanze che aiutano il nostro organismo a vari livelli. Gli spicchi d’aglio contengono prevalentemente 3 principi attivi: alliina, allicina e l’enzima allinasi. Quando gli spicchi sono triturati o anche solo tagliati l’alliina è trasformata in allicina dall’enzima allinasi: è proprio L’ALLICINA CHE DETERMINA IL TIPICO “ODORE DI AGLIO”. L’allicina assorbita nello stomaco, si diffonde in quasi tutto l’organismo. Tipico ed inconfondibile è l’odore che si percepisce nell’alito e sulla pelle. IL BULBO DELL’AGLIO CONTIENE (oltre alla allicina) anche proteine , glucidi, minerali e vitamine, in particolare, 100g di bulbo d’aglio contengono: • proteine 6000mg • glucidi 26000mg • fosforo 130 mg • calcio 38mg • zinco 1mg • vitamina C 5mg • tracce di vitamine del gruppo B (riboflavina, niacina, tiamina) È chiaro che non è possibile eliminare completamente l’odore dell’aglio con trattamenti industriali (che vogliono assecondare la moda-business dell’aglio); infatti l’allicina ha proprio quell’odore e non può essere cambiato; anche se andassimo a sintetizzarla in laboratorio. Un metodo popolare per ridurre un po’ il caratteristico odore dell’aglio è quello di mangiare dopo di esso del prezzemolo, tale espediente riduce drasticamente l’odore tipico nell’alito e sulla pelle. Le capsule di gelatina contenenti l’estratto d’aglio essiccato sono indicate per chi non riesce assolutamente a tollerare il sapore e l’odore dell’aglio ma ne vuole sfruttare le proprietà salutari. DOSAGGIO: di aglio fresco si può ASSUMERNE SINO A 6g al dì abbinato ai pasti (alla pasta, alla carne, ecc.). Il dosaggio minimo efficace è di circa 1g al dì. POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI DELL’AGLIO Per mettere in evidenza che l’utilizzo di piante medicinali, se veramente funzionano, hanno comunque necessità di un controllo da parte di un dottore veramente specializzato in fito-terapia , farmacognosia e botanica farmaceutica, si riportano i SEGUENTI EFFETTI COLLATERALI dell’aglio: -Può DARE REAZIONI ALLERGICHE (ma sicuramente se l’aglio è già stato assunto a scopo culinario non da reazioni di tipo allergico se assunto a scopo salutistico) -OCCORRE CAUTELA CON UTENTI AFFETTI DA TURBE DELLA COAGULAZIONE (CHE HANNO TENDENZE EMORRAGICHE) poiché ha un’attività antitrombotica. -Può PEGGIORARE NOTEVOLMENTE UNA GASTRITE PREESISTENTE E PEGGIORARE NOTEVOLMENTE UNA ULCERA GASTRICA GIA’ PRESENTE a causa della sua stimolazione della digestione con aumento di acido cloridrico.


numero 01 / 2011 SINERGIE DELL’AGLIO IL CAPSICUM IN PARTICOLARE (IL PEPERONCINO) E LA CIPOLLA, presentano azioni sinergiche all’aglio per la loro azione sul sistema cardiovascolare. Ancora una volta la saggezza popolare della dieta mediterranea è attualmente scientificamente dimostrata come adatta all’uomo d’oggi stressato ed a rischio di infarto, ictus ecc.: sto parlando della tradizionale pasta con AGLIO, OLIO (senza esagerare) E PEPERONCINO. Mai come oggi si può godere delle proprietà salutari delle piante medicinali “tradizionali” con la consapevolezza scientifica della ricerca da parte di alcuni “veri” scienziati al servizio dell’umanità. In conclusione si può affermare che per mettere a punto un sistema veramente anti-aging, è necessario volgere uno sguardo profondo, ma anche critico e costruttivo, verso ciò che la natura ci mette a disposizione. Contrastare ogni forma di invecchiamento è desiderio ormai di tutti, per cui è bene oltre alla decadenza estetica, occuparsi anche della decadenza organica, dell’invecchiamento naturale degli organi e degli apparati, magari utilizzando in modo scientifico e razionale ciò che in natura cresce in modo spontaneo. La natura non produce nulla a caso, la prima medicina è nata con l’utilizzo empirico delle erbe “medicinali” dalle quali, successivamente, si è cercato in tutti i modi di estrapolare e riprodurre solo con minime differenze, le più piccole molecole da sintetizzare e a cui attribuire un brevetto.

Sicuramente le vitamine, i fitoestratti, le piante, ecc.. utilizzate a scopo preventivo e terapeutico, se mal prescritte, per mancanza di conoscenza, non sono scevre da effetti collaterali. Ma di certo i farmaci, che assolutamente hanno cambiato la prospettiva di vita di tutti in meglio, non sono affatto solo benefici, basta leggere il foglietto illustrativo di ogni molecola farmacologica. Quindi nella lotta “al tempo”, quando ancora non sono presenti patologie conclamate, sarebbe auspicabile avvalersi delle proprietà benefiche di piante come l’aglio per ritardare il più possibile l’instaurarsi di malattie vere e proprie e perché no, una volta presenti, cercare di minimizzare l’introito di farmaci associando ad essi piante, fitoestratti e vitamine di comprovata efficacia. Questo espediente, potrebbe rendere gli utenti già malati molto più complianti verso l’assunzione cronica di terapie mediche poiché vedrebbero ridursi in numero i farmaci da assumere. Consigliare invece di prevenire il più possibile ogni malattia cardiovascolare, utilizzando metodi naturali, non farà altro che accrescere la fiducia degli utenti nei confronti dei medici curanti, poiché riconosceranno nel medico una figura benefica che pensa alla salute in modo olistico a 360°.

Le capsule di gelatina contenenti l’estratto d’aglio essiccato sono indicate per chi non riesce assolutamente a tollerare il sapore e l’odore dell’aglio ma ne vuole sfruttare le proprietà salutari.

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L’Accademia del Fitness

Prevenire patologie conseguenti allo stress ossidativo è possibile!

È un integratore naturale la risposta nel prevenire e combattere l’attacco dei radicali liberi!! STRESS OSSIDATIVO I radicali liberi dell’ossigeno (ROS) sono prodotti in piccole quantità durante il normale metabolismo e vengono rapidamente rimossi dai meccanismi di difesa presenti nella cellula. Tuttavia in particolari situazioni, patologiche e non, la produzione di radicali liberi aumenta a dismisura in modo tale che la “barriera” di difese antiossidanti non è più in grado di neutralizzarli. Quando l’equilibrio tra fattori pro-ossidanti e fattori antiossidanti viene turbato a favore dei primi, si parla di una condizione patologica definita stress ossidativo. Per combattere lo stress ossidativo e le conseguenze che da esso derivano innanzitutto è necessaria una buona alimentazione ricca di vitamine e minerali antiossidanti e una corretta e regolare attività fìsica, ma spesso questo non basta! Gli errati stili di vita e gli effetti dell’inquinamento si possono tradurre in una riduzione di biodisponibilità di ossigeno, macronutrienti e micronutrienti utilizzabili per far fronte alle esigenze vitali e possono portare potenzialmente all’instaurarsi di malattie a decorso acuto e cronico; in primis l’invecchiamento precoce, ma ancor più importante, a una serie di quadri morbosi, spesso di natura degenerativa, in cui risulta essere spesso coinvolto il Sistema Nervoso Centrale. Esso infatti rappresenta uno dei principali target dei ROS, di conseguenza lo stress ossidativo viene oggi considerato uno dei principali cofattori di malattie neurodegenerative quali morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica, ecc... Per tale motivo, negli ultimi anni il tradizionale approccio terapeutico a queste patologie si sta sempre più aprendo al contributo, spesso determinante, degli integratori. Un prestigioso posto nel vasto campo degli integratori spetta al Deutrosulfazyme (nome commerciale CELLFOOD®), una soluzione colloidale in fase acquosa a base

di aminoacidi, minerali e solfato di deuterio in tracce. Gli aminoacidi antiossidanti, quali cisteina, arginina, lisina, e i minerali antiossidanti, quali selenio, zinco e rame, di cui si sente tanto parlare oggi, esercitano una potente azione antiossidante poiché sono in grado di difenderci dai ROS. Il solfato di deuterio invece esercita una peculiare azione: una volta a contatto con l’acqua presente nel nostro corpo, ne indebolisce i legami, rendendo disponibile sia ioni idrogeno che ioni ossigeno per i processi metabolici. L’idrogeno è utilizzato per tamponare l’acidità dei liquidi biologici, mentre l’ossigeno si rende disponibile per reagire con molecole di segno opposto e se, come accade di frequente, incontra un radicale libero, avente segno opposto, vi si lega. Il risultato finale è la produzione di ossigeno molecolare e poiché questo non è introdotto con l’aria respirata, viene chiamato “ossigeno nascente” ed è prontamente disponibile per le cellule. CELLFOOD® si propone come un prodotto unico al mondo e può essere arricchito da altre componenti nutrizionali grazie alle sue nove formulazioni disponibili in commercio (otto sistemiche e una topica). Una recente ricerca condotta dall’Università degli Studi di Urbino, Dip.to Scienze Biomolecolari, Sez. Biochimica Clinica, ha dimostrato che CELLFOOD® opportunamente diluito in acqua e alle giuste dosi esercita una potente azione antiossidante grazie ai suoi principi attivi estratti da fonti naturali non contaminate, quali piante, fossili, sorgenti minerali ed acque della Nuova Zelanda. Nel lavoro condotto dal gruppo di ricerca del Prof. Canestrari dell’università urbinate è stato dimostrato che CELLFOOD® esercita un effetto protettivo sia in modelli acellulari che nei confronti di cellule del sangue sottoposte a danno ossidativo. Dallo studio in particolare è emerso che non solo CELLFOOD protegge dall’ossidazione le proteine e preserva le difese antiossidanti endogene ma anche gli acidi nucleici

Per combattere lo stress ossidativo è necessaria una buona alimentazione e una corretta e regolare attività fìsica,

ma spesso questo non basta!

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numero 01 / 2011 (DNA in particolare). Dagli studi sulle cellule del sangue altre importanti novità: CELLFOOD protegge gli eritrociti dai danni meccanici e dall’emolisi cellulare e preserva le normali difese antiossidanti del globulo rosso, in seguito a stimolo antiossidativo. Anche nei globuli bianchi CELLFOOD si è dimostrato efficace nel ridurre lo stress ossidativo intracellulare, confermando l’azione protettiva diretta contro i comuni ossidanti fisiologici responsabili del danno ossidativo alle biomolecole quali grassi, proteine e acidi nucleici. Lo stato attuale delle ricerche: Presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” Dipartimento di Scienze Biomolecolari Sezione di Biochimica Clinica ha dimostrato che: CELLFOOD consente di preservare le difese antiossidanti endogene, preserva i globuli rossi dalla deplezione di glutatione, ha effetto protettivo antiossidante verso l’anemia dell’atleta, riduce in maniera dose dipendente lo stress ossidativo intracellulare proteggendo la cellula dall’ossidazione. 1. Studio su atleti professionisti: L’efficacia di CELLFOOD® in vivo è stata valutata presso l’Istituto dello Sport dell’Università di Pretoria (SUD AFRICA) in uno studio in doppio cieco, controllato mediante placebo, cross-over, della durata di 18 settimane, eseguito su 45 maratoneti (28 uomini e 17 donne), di età compresa fra 20 e 51 anni. Dal punto di vista clinico, rispetto al placebo, l’impiego di CELLFOOD® è risultato associato ad una riduzione della frequenza cardiaca durante lo sforzo e ad una riduzione della frequenza respiratoria con aumento della massima potenza aerobica (VO2 max), favorendo il recupero dopo sforzo muscolare intenso (lattacido) e prolungato (aerobico). Il ciclismo: uno sport che richiede potenza, resistenza e capacità di recuperare rapidamente! Maggiore resistenza, minor consumo di energia e tempi di recupero più brevi Uno studio pilota effettuato su ciclisti professionisti, presso /’ Università per gli studi sullo sport a Ljubljana, dal dr. R. Milic, IKARUS, Università di Primorska, Koper, S. Djordjevic, 2008. CONCLUSIONE: • II gruppo che ha assunto Cellfood ha manifestato un aumento statisticamente significativo della potenza massima alla fine del test ed un aumento del consumo di ossigeno. • Anche il gruppo di controllo ha manifestato qualche miglioramento, ma si trattava di miglioramenti notevolmente inferiori e statisticamente irrilevanti. I risultati di questo preliminare studio pilota mostrano che Cellfood ha un benefico effetto sulla capacità dell’organismo di adattarsi a differenti regimi di allenamento aumentando pertanto la capacità ciclistica e migliorando la performance. Questi dati sono stati ricavati da test standard per le performance usati dai ciclisti professionisti in Slovenia (realizzati presso l’Università per gli sport a Ljubljana).

2. Efficacia del trattamento con Cellfood® (deutrosulfazyme) nella fibromi algia - Effìcacy of Cellfood ®’s therapy (deutrosulfazyme) in fìbromyalgia M.E. Nieddul, L. Menza 2, F. Baldil, B. FredianiI, R. Marcolongo 1 1 Servizio di Reumatologia Clinica Rugarti, Monteriggioni, Siena 2 Dipartimento di Medicina Cllnica e Scienze Immunologiche, Sezione di Reumatologia, Università di Siena

II trattamento delle pazienti fibromialgiche con Cellfood® offre una possibilità efficace ed economica per alleviare la sintomatologia dolorosa e l’astenia di tali pazienti. Infatti si ritiene che tale integratore possa fornire un contributo nella gestione sintomatologica di tali pazienti. 3. Dott.ssa Elisabetta Ferrerò, PhD, Prof. Maria Elena Ferrerò Ricercatrice, istituto scientifico Ospedale San Raffaele - Lab. Immunologia dei tumori - Dipartimento di oncologia CELLFOOD® (Deutrosulfazyme) migliora il metabolismo respiratorio delle cellule endoteliali e inibisce la generazione delle ROS indotte da ipossia. Conclusioni. I risultati evidenziano il ruolo svolto da CELLFOOD® nel mantenere le funzioni delle EC (cellule endoteliali) anche in condizioni di stress, mediante la preservazione del metabolismo respiratorio e l’induzione di molecole antiossidanti. 4. CELLFOOD®: un potente antiossidante EX. lorio*, L. Bianchi*** *Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo, dei Radicali Liberi e dei Sistemi Antiossidanti (Salerno, Italia). **Diacron International srl, Dipartimento di Ricerca e Sviluppo. Risultati. Il potenziale biologico antiossidante di CELLFOOD® è risultato pari a 64747 ± 3660.5 (CV. 5.7%). Le formulazioni di CELLFOOD® arricchite con VITAMINA C e COMPLESSO MULTIVITAMINICO hanno mostrato valori ancora più alti: 274500.00 ± 6009.00 (CV 2.19%) e 235500.00 ± 9161.00 (CV 3.89), rispettivamente. Discussione. Con il suo elevato potenziale biologico antiossidante (circa 30 volte più alto di quello considerato ottimale nel sangue delle persone sane) CELLFOOD® è un potente antiossidante (6). L’elevata attività antiossidante può essere ricondotta ad alcuni principi attivi di CELLFOOD®, compresi gli estratti naturali e gli enzimi antiossidanti. Questa proprietà può ragionevolmente spiegare l’abilità della formulazione di abbassare in vivo i valori d-ROMs test (5). Conclusioni. CELLFOOD® è una formulazione naturale in grado di ridurre lo stress ossidativo ed è potenzialmente utile nella prevenzione dell’invecchiamento precoce. Ulteriori studi sono attualmente in corso ai fini di valutare le variazioni del potere antiossidante del sangue in seguito all’assunzione di CELLFOOD®. EURODREAM S.r.l. Via G. Pascoli, 44 19124 La Spezia 0187523320 - info@eurodream.net www.eurodream.it

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PARMA - 16/17 Aprile, 7/8 Maggio, 21/22 Maggio 2011 Attraverso cultura, esperienza e sensibilità, il Personal Trainer è in grado di avviare i suoi allievi ad uno stile di vita sano, piacevole e gratificante dal punto di vista estetico e salutistico.

Convegno ALIMENTAZIONE ANTI-AGING

Corso PERSONAL TRAINER

PARMA - 04 Giugno 2011 I test diagnostici e le strategie di alimentazione e integrazione finalizzati a migliorare lo stato di salute e benessere, la forma fisica e prevenire le malattie di tipo degenerativo.

PARMA - 30 Aprile / 1 Maggio 2011

FITNESS METABOLICO

ll „Fitness Metabolico‟ riguarda l‟attività fisica idonea per tutte quelle persone, generalmente adulte, non perfettamente sane, affette da tutte quelle patologie tipiche della società occidentale caratterizzate da malnutrizione e sedentarismo, comprendendo nuove categorie sociali, rispetto al fitness tradizionale.

DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO

PARMA - 8 Maggio 2011

Nel corso del master verranno analizzate le basi fisiologiche, i metodi di misurazione, le tecniche di allenamento, gli approcci dietologici secondo la cronomorfodieta e la DADAM (Dieta e Allenamento Differenziati per Aree Muscolari), gli integratori alimentari secondo i vari biotipi costituzionali per poter ot tenere un dimagrimento localizzato anche nelle zone più resistenti.

PARMA 14 Maggio 2011

LE DIETE DEL FITNESS

Si analizzeranno le tipologie di alimentazione supportate dal riscontro scientifico, che vengono maggiormente seguite nell‟ambiente del fitness, rendendoci conto comunque che non esiste un‟alimentazione adatta per tutti ma il tutto deve essere personalizzato alle caratteristiche della persona che richiede il nostro intervento, a volte fondendo le peculiar ità delle diverse alimentazioni in una sola che diventerà un vero e proprio “stile alimentare” da seguire nel tempo.

CARDIOFITNESS

PARMA - 28 Maggio 2011 Il programma comprende la disamina delle metodologie di utilizzo dell‟attività aerobica per migliorare le capacità cardiopolmonari e il dimagrimento.

PARMA - 18 Giugno 2011 Nel corso, verranno analizzate le relazioni esistenti tra pensieri e corpo fisico, al fine di imparare a gestire abilmente il controllo della mente a favore del corpo.

PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA

POWER HOUSE NUTRITION presenta: INTEGRAZIONE ALIMENTARE - PARMA 5 Giugno 2011 Le novità e le applicazioni pratiche degli integratori alimentari. Verranno analizzati sotto tutti gli aspetti, tutti gli integratori per migliorare la performance, per perdere peso, acquistare massa muscolare, prevenire le malattie e l‟invecchiamento.

SDAM - Sport Data Management e ACCADEMIA DEL FINTESS presentano: MASTER IN ‘FITNESS COACHING’ e MASTER IN ‘STRUMENTI E TECNICHE PER L’ALLENAMENTO BASATI SULLA VARIABILITA’ CARDIACA (HRV)’ - PARMA 5 Giugno 2011 La variabilità della frequenza cardiaca (HRV) è un parametro che, molto più della semplice frequenza, può dare un‟esatta valu tazione dell‟impatto dell‟allenamento sull‟organismo di un individuo. Workshop rivolti a Personal Trainer, preparatori atletici di sp ort e di squadra individuali, istruttori di fitness.




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