L’Accademia del Fitness Aprile 2014 | anno IV
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Rivista Trimestrale
Wellness & Antiaging Magazine
n.13
Con il patrocinio di
Fiere di PARMA, 7-8 Maggio, 2014
1° Congresso Internazionale AFFWA di MEDICINA FUNZIONALE & ANTIAGING
NUTRITION - EXERCISE & MIND
La V edizione di Pianeta Nutrizione & Integrazione, in collaborazione con il CIBUS Salone Internazionale dell’Alimentazione, si svolgerà dal 5 all’8 Maggio 2014, presso le Fiere di Parma.
In questa edizione l’AFFWA organizzerà il 1° Congresso Internazionale AFFWA di Medicina Funzionale e Antiaging: NUTRITION - EXERCISE & MIND, strutturato in due giornate, il 7 e 8 Maggio 2014.
ORA
7-05-2014: NUTRITION NOME RELATORE RELAZIONE
ORA
8-05-2014: EXERCISE & MIND NOME RELATORE RELAZIONE
9:30
Deanna Minich (USA)
9:30
Filippo Ongaro (IT)
Alimenti che favoriscono guarigione interna e bellezza esterna La nutrizione cellulare attiva
10:30 Règis Grosdidier (FR) (da confermare) 11:10 Kenneth Setchell (UK) e Nuovo cibo funzionale e possibile Carlo Clerici (IT) ruolo nella prevenzione delle malattie 11:30 pausa
9:50
Effetto epigenetico dell’attività fisica contro resistenza Gianfranco Beltrami (IT) Attività fisica e ipertensione
10:10 Massimo Spattini (IT) 10:30 Ciro di Cristino (IT)
Attività fisica e dimagrimento localizzato Vivere in equilibrio
12:00 Damiano Galimberti (IT) Recettori nucleari e rapporto tra alimentazione e cancro 12:20 Filippo Ongaro (IT) Dieta di eliminazione
10:50 pausa 11:20 Davide Antoniella (IT)
Check-up funzionale Antiaging
12:40 Massimo Pandiani (IT)
11:40 Luca Speciani (IT)
Regolazione ipotalamica della composizione corporea Salute e colonna vertebrale
13:00 Mauro Miceli (IT)
Utilizzo del mineralogramma in endocrinologia Metilazione: rischio per la salute e invecchiamento
13:20 pausa 14:50 Alberto Fidanza (IT)
Le vitamine Antiaging
15:10 Gianluca Pazzaglia (IT)
Alimentazione antitumorale
12:00 Adolfo Panfili (IT) 12:20 Sonja Greventiz (D) 12:40 Marco Tullio Cau (IT) 13:00 pausa
15:30 Giovanni Occhionero (IT) Fitoestratti come modulatori ormonali
14:50 Antonio Bonetti (IT)
15:50 Massimo Spattini (IT)
15:10 Daniele Cozzini (IT)
Alimentazione cronomorfologica Antiaging
16:10 pausa 16:40 Maria Corgna (IT)
Cibo e PNEI
17:00 Eugenio Luigi Iorio (IT)
Modulazione Redox
17:20 Diana Graham (USA)
Prevenire il tumore alla pelle
Biofeedback e lo stress management nella medicina Antiaging Esercizi per la potenza sessuale
15:30 Massimo Gualerzi (IT) 15:50 Valeria Guerra (IT)
Attività fisica come stile di vita e/o esercizio strutturato Qi gong - L’arte del respiro Attività fisica cardiovascolare come prevenzione dell’invecchiamento Psycho-Bio-Galateo: “Metodologia per gestire il subconscio senza stress”
16:10 pausa 16:40 Mark Wade (USA)
La postura vi sta uccidendo?
17:40 Giovanni Montagna (IT) Stevia: dolcificante o nutraceutico?
17:00 Basil De Luca (AUS)
Fire Walking
18:00 Marco Del Prete (IT)
17:20 Krista Burns (USA)
Fitness, funzionalità, bellezza
17:40 Daniele Vietti (IT)
Gestione dello stress ossidativo nello sportivo Whp, promozione della salute nel luogo di lavoro
ECM: 6 crediti ECM a giornata.
Inflamm-aging: la prevenzione dei processi infiammatori cronici come pilastro della terapia Antiaging
18:00 Giampaolo Lavagetto (IT)
INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: AKESIOS GROUP S.r.l. Tel: +39 0521 647705 • E-mail: info@akesios.it • Sito: www.akesios.it
SEGRETERIA SCIENTIFICA: AFFWA (Accademia funzionale del Fitness - Wellness - Antiaging) Tel: +39 0521 1682083 • E-mail: info@accademiadelfitness.com • Sito: www.accademiadelfitness.com
numero 13 / 2014
ACCADEMIA DEL FITNESS Galleria Crocetta 10/A 43126 PARMA Tel. 0521.941319 Fax 0521.294971 www.accademiadelfitness.com accademia-magazine@libero.it
EDITORIALE
Direttore: Valerio Merola Direttore scientifico: Massimo Spattini Art director: Cinzia Ruggeri Capo redazione: Silvia Iorio In redazione: Claudia Bonini Cristiana Pedrazzini Andrea Angelozzi Comitato scientifico: Dott. Damiano Galimberti Prof. Fulvio Marzatico Dott. Filippo Ongaro Prof. Mario Passeri Hanno collaborato a questo numero: Andrea Angelozzi Claudia Bonini Antonella Dassenno Ciro di Cristino Simone Diotallevi Valeria Guerra Mauro Miceli Filippo Ongaro Giovanni Occhionero Massimo Spattini In copertina: Cinzia Ruggeri Foto di copertina: Alex Ardenti Gestione editoriale: Profitness S.a.s. Galleria Crocetta 10/A 43126 Parma Tel. 0521.941319
A gennaio ci eravamo lasciati con l’annuncio del corso “Antiaging Advisor Certification” e del Congresso Internazionale AFFWA (Accademia Funzionale del Fitness Wellness e Antiaging) di Medicina Funzionale Antiaging nel contesto di “Pianeta Nutrizione e Integrazione” che si svolgerà nell’ambito di Cibus presso le Fiere di Parma. Entrambe le iniziative hanno già riscosso un grande successo. La prima giornata del corso “Antiaging Advisor Certification”, dedicata all’Hormonal Management, ha registrato circa 60 partecipanti ed il feedback è stato estremamente positivo. L’adesione è stata trasversale, la presenza di medici, biologi, dietisti, psicologi, personal trainers, ha confermato la volontà di creare un linguaggio comune e comprensibile ed è segno evidente che il messaggio, finalizzato a creare conoscenze comuni a tutte le categorie professionali coinvolte nella gestione della salute, è stato recepito. Contemporaneamente il Dr. Filippo Ongaro, pioniere della Medicina Antiaging, autore di libri di successo e collaboratore di giornali e radio nazionali, è stato nominato vicepresidente dell’AFFWA e, da questo numero, terrà una rubrica fissa sulle novità scientifiche dal titolo “Ultime ricerche in fitness, wellness e medicina antiaging”. L’ingresso del Dr. Ongaro nell’AFFWA, con un ruolo attivo e di preminenza, apre nuove prospettive e possibilità di sviluppo che non tarderanno a manifestarsi. L’annunciato Congresso Internazionale
“Nutrition – Exercise & Mind” pone l’accento su un approccio integrato che tiene conto della nutrizione, dell’attività fisica e dell’aspetto psicologico. La prima giornata è dedicata soprattutto all’alimentazione, la seconda all’esercizio fisico e mentale. Il Congresso, patrocinato da importanti società scientifiche nazionali ed internazionali, quali S.I.N.E. (Società Italiana Nutrigenomica & Epigenetica), A.M.I.A. (Associazione Medici Italiani Antiaging), ESAAM (European Society of Preventive and Anti-aging Medicine) e IFM (The Institute for Functional Medicine), esordirà con la presenza della Dottoressa Deanna Minich, statunitense per la prima volta in Italia, una delle figure più rappresentative della Medicina Funzionale negli USA, conosciuta e apprezzata soprattutto per il suo approccio olistico alla medicina. Inoltre sarà presente, per la prima volta a Pianeta Nutrizione ed Integrazione, il Professor Alberto Fidanza, generalmente riconosciuto come uno dei più grandi ed il più illustre tra i vitaminologi italiani; seguiranno una serie di relatori internazionali ed italiani di grande prestigio. Insomma due giornate tutte di salute, che non dovranno però essere vanificate dall’assalto, con relativi assaggi, agli stands gastronomici del Cibus! Massimo Spattini Presidente AFFWA
Stampa e distribuzione: Mattioli 1885 S.r.l. Str. della Lodesana, 649 sx Loc. Vaio 43036 Fidenza (PR) Tel. 0524.530383 www.mattioli1885.com Registrazione n. 12/2004 Tribunale di Parma
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L’Accademia del Fitness
SOMMARIO EDITORIALE
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SPOT REDUCTION E TEMPERATURA CORPOREA
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di Massimo Spattini
di Massimo Spattini
COSA METTO NEL CARRELLO?
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di Claudia Bonini
CELLFOOD: SUPPLEMENTO A BASE DI OSSIGENO. Un’introduzione all’integrazione a base di ossigeno come supplemento nutrizionale nella dieta
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di Mauro Miceli
INTERFERENTI ENDOCRINI
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di Andrea Angelozzi
PSICO BIO-GALATEO: IMPARARE FACENDO
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di Valeria Guerra
LA DIETA COM
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di Massimo Spattini
IL TRATTAMENTO DELL’IPERTENSIONE IN MEDICINA ANTIAGING
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di Filippo Ongaro
POSTURA E INTOLLERANZE ALIMENTARI
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di Ciro di Cristino
CHI AIUTA LE SURRENI?
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di Giovanni Occhionero
DALLA VALUTAZIONE MOTORIA ALLA PROGRAMMAZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO 50 di Simone Diotallevi
L'ALCHIMIA DEL CIBO: LE RICETTE CHE CURANO
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di Antonella Dassenno
ULTIME RICERCHE IN FITNESS, WELLNESS E MEDICINA ANTIAGING di Filippo Ongaro 4
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L'alimentazione rappresenta un cardine della nostra vita Alimentarsi non rappresenta solo una necessità. La nostra alimentazione ci parla dell'ambiente in cui viviamo, della tradizione cui apparteniamo. Nel tempo, l'alimentazione è stata fortemente influenzata dall'avvento dell'industrializzazione e della globalizzazione che hanno sradicato la tradizione, imponendo drastici cambiamenti, non solo nel gusto ma anche nella qualità del cibo. I dati relativi alla comparsa e ad un impressionante incremento di molteplici patologie, tuttavia, hanno dimostrato ampiamente il ruolo centrale e non accessorio del cibo per la nostra salute. Si può tranquillamente sostenere che la salute, come la malattia, passa attraverso il cibo, cioè una corretta o una cattiva alimentazione fanno la differenza tra stato di salute e stato di malattia. Stiamo assistendo recentemente alla riscoperta dell'importanza dell'alimentazione, o meglio di una corretta alimentazione e alla centralità del binomio cibo-salute nella prevenzione e nella cura di molte patologie. Il recupero della centralità del cibo nella prevenzione si può riassumere nel documento diffuso nel 2003 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità su "Dieta, nutrizione e prevenzione delle malattie croniche", in cui si può leggere "La nutrizione è venuta alla ribalta come un'importante, modificabile causa determinante di malattie croniche (cancro, malattie cardiovascolari, diabete, obesità, ecc.). C'è una crescente evidenza scientifica che dimostra che modificazioni dietetiche hanno forti effetti, positivi e negativi, sulla salute nell'arco della vita". La presenza sistematica di alcuni cibi nell'alimentazione quotidiana, quali ad esempio il latte o le carni rosse, accanto ad una mancata rotazione alimentare legata al ripetuto consumo di cibi anche fuori stagione, parrebbero determinare uno stato infiammatorio costante a carico del sistema immunitario determinandone un'eccessiva reattività nonché l'alterazione dei meccanismi di regolazione dell'organismo. Le intolleranze alimentari sono un'espressione di questa reattività immunitaria. Sono riconducibili all'accumulo nel tempo di quelle sostanze (alimentari) responsabili di ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la "dose soglia". Le intolleranze alimentari sono legate alla classe anticorpale delle immunoglobuline G e non sono da confondere con le allergie. Mentre la sintomatologia delle allergie è immediatamente percepibile, le intolleranze si manifestano con sintomi meno acuti ma protratti maggiormente nel tempo. Non provocano quasi mai delle reazioni violente ed istantanee nell'organismo, e quindi spesso non sono immediatamente collegabili all'assunzione del cibo che le determina. Numerose sono, tuttavia, le patologie (quasi tutte caratterizzate da uno stato infiammatorio persistente) per le quali è stato ipotizzato il coinvolgimento di fenomeni di intolleranza alimentare. Si tratta di patologie gastro-intestinali ( sindrome del colon irritabile, difficoltà digestive, diarree ricorrenti, nausea, gonfiori addominali postprandiali,...), problematiche muscoloscheletriche (mialgie, crampi muscolari, dolenzia articolare,....), modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria,...), patologie respiratorie (rinite, sinusite, congestione nasale,....), problematiche genito-urinarie come le cistiti croniche. Si manifestano quasi sempre con una sintomatologia più o meno sfumata (stanchezza cronica, cefalea, scarsa concentrazione,...) e spesso sono correlate a disordini del peso corporeo, sia in eccesso che in difetto. Il test TIAMI, eseguito presso il Centro Diagnostico SpireLab, è un test analitico studiato per rilevare la presenza di anticorpi nel sangue umano diretti sia contro microrganismi (funghi, muffe e lieviti) sia contro antigeni alimentari, attraverso la determinazione delle immunoglobuline di tipo G (IgG). La reazione antigene-anticorpo viene rilevata con la metodica ELISA computerizzata che prevede una lettura colorimetrica dei risultati avvalendosi di un supporto elettronico. La metodica ELISA è l'unica riconosciuta a livello accademico e scientifico, adatta a garantire la massima espressione di affidabilità ed accuratezza per la creazione del test immunodiagnostico. Oltre al test TIAMI il test MINDER consente di rilevare la presenza di anticorpi nel sangue umano diretti specificatamente contro microrganismi (funghi, muffe e lieviti) attraverso la determinazione delle immunoglobuline di tipo G (IgG) sempre con metodica ELISA.
La possibilità di rilevare immunoglobuline G dirette anche contro microrganismi rappresenta il valore aggiunto nella cura delle micosi. Tutti i funghi, se trovano le condizioni favorevoli per lo sviluppo, sono in grado di colonizzare velocemente i tessuti ed i liquidi organici e, grazie alla capacità di produrre quantità enormi di tossine, possono diventare elementi decisivi e stabilizzanti della patologia in atto. Questi test rappresentano un utile strumento, consentendo, accanto ad un opportuno trattamento farmacologico, di associare un altrettanto corretto regime dietetico volto a riequilibrare il sistema immunitario, ripristinando un corretto assorbimento intestinale di vitamine e minerali. Appare evidente come la diagnostica di laboratorio rappresenti uno strumento innovativo al servizio del paziente al fine di identificare strategie mirate. Diviene possibile, cioè, mettere a punto una corretta alimentazione su misura. Se è quindi vero che noi siamo ciò che mangiamo, la nostra dieta, e di conseguenza la nostra salute, può risentire di squilibri (eccessi o carenze) che possono essere aggravati da fattori presenti nell'ambiente in cui viviamo, come l'inquinamento ambientale o il fumo di sigaretta. Il Centro Diagnostico SpireLab offre la possibilità di effettuare il test del capello o mineralogramma (NEW-BIOMINERAL) attraverso il sistema Cromomicroscanning©. Si tratta di un test non invasivo, non traumatico ed altamente ripetibile in grado di analizzare la morfologia, la struttura e il biochimismo del capello, evidenziando eventuali eccessi e/o carenze di aminoacidi, vitamine, ormoni oltre a minerali nutrizionali e tossici e metalli pesanti. Tutte queste sostanze sono di fondamentale importanza per il funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico, del sistema endocrino e per tutti i processi metabolici, agendo come catalizzatori di reazioni enzimatiche o componenti strutturali. L'innovazione di questo test consiste nella metodica di esecuzione: attraverso uno studio per immagini a differenziazione cromatica, con elaborazione digitale, si indaga nelle parti attive del bulbo, ove i vari processi cellulari sono in pieno svolgimento. E' ormai ampiamente riconosciuto che solo in parte i fattori che determinano l'invecchiamento cellulare sono di origine genetica. Grande importanza rivestono fattori esterni, modificabili, che costituiscono il nostro stile di vita, quali, ad esempio, l'alimentazione, l'attività fisica, l'inquinamento, il fumo, l'utilizzo di farmaci. Il nostro stile di vita è indissolubilmente legato al nostro invecchiamento. Nell'organismo sano esiste un equilibrio fra i meccanismi ossidativi e le difese antiossidanti. Normalmente il potenziale tossico dei radicali liberi è neutralizzato da un complesso sistema di fattori antiossidanti che rappresenta il meccanismo fisiologico di difesa. Se la produzione di radicali liberi supera la possibilità di recupero della barriera antiossidante si instaura una condizione di stress ossidativo che accelera l'invecchiamento della cellula e quindi dei tessuti. Lo stress ossidativo è ormai provato essere strettamente legato a importanti patologie croniche nell'adulto a carattere degenerativo (patologie cardiovascolari, metaboliche, neurodegenerative, tumorali, infiammatorie). Un ulteriore servizio offerto dal Centro Diagnostico SpireLab consiste nella valutazione del livello di stress ossidativo. Il PASO (Profile Antiaging Stress Ossidativo) analizza con metodo spettrofotometrico delle variabili del sistema antiossidante/proossidante, orientando il paziente su possibili correzioni della dieta. Spire s.r.l. è stata creata da un gruppo di chimici, biologi, biotecnologi ed informatici con diversi anni di esperienza industriale nel campo dei kit immunodiagnostici e di ricerca a livello universitario per garantire prodotti di elevata qualità in tutte le fasi della produzione.
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L’Accademia del Fitness
SPOT REDUCTION
E TEMPERATURA CORPOREA Durante le mie recenti ricerche sulla spot reduction mi sono imbattuto in un articolo del dr. Lonnie Lowery. In questo articolo, datato 2 gennaio 2011, il medico statunitense spiega le ragioni scientifiche e le applicazioni pratiche per ottenere un dimagrimento localizzato e pone una particolare enfasi sulla circolazione sanguigna e relativa temperatura corporea delle zone incriminate. Infatti, se noi tocchiamo la parte più grassa del nostro corpo e se usiamo una lastra termografica in grado di visualizzare, tramite la differenza di colore, la temperatura corporea, ci accorgiamo che le zone più grasse sono anche quelle più fredde; questo è dovuto al fatto che in quelle zone c’è una minor circolazione. La scienza insegna che il flusso sanguigno è fondamentale per l’estrazione del grasso (Frayne 1998,1999). Un flusso sanguigno
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scarso in certe zone del corpo corrisponde a una scarsa diminuzione del grasso in quelle zone. Come sottolinea il ricercatore K. Frayne (Atti della Società di Nutrizione): “Ci sono prove del fatto che il flusso sanguigno nel tessuto adiposo non cresca a sufficienza per permettere la distribuzione di tutti gli acidi grassi rilasciati nella circolazione sistemica.” Grazie a tecniche come la microdialisi potete realmente vedere questo processo. La microdialisi consiste nell’inserimento di microtubicini all’interno delle zone grasse sottocutanee, come la parte bassa della pancia, per misurare i prodotti dell’abbattimento del grasso, come il glicerolo e gli acidi grassi, nel fluido interstiziale. Con l’aumentare del flusso sanguigno in quella zona (purché l’ambiente ormonale sia regolare) aumenterà anche la perdita di grasso localizzato.
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Ho avuto da subito buone sensazioni confermate poi dal test di misurazione eseguito dopo appena 2 settimane: meno 4 cm di circonferenza in entrambe le cosce! Consiglio a tutte di farlo!
Innanzitutto funziona! Ho deciso di sottopormi al metodo nonostante mi stessi già allenando in maniera tradizionale. Perdere quasi 7 cm in circonferenza addominale in sole 4 settimane mi ha lasciato veramente a bocca aperta.
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e-mail: info@metooconsulting.it Alessandro: 3421466681 Igor: 3468584330
L’allenamento è stato efficace in quanto mi ha fatto perdere centimetri e allo stesso tempo migliorare il tono muscolare. Perdere 7 cm sui fianchi in sole 4 settimane è semplicemente fantastico!!
L’Accademia del Fitness Secondo uno studio effettuato abbastanza recentemente, il flusso sanguigno e la lipolisi sono normalmente più alti nel tessuto adiposo sottocutaneo adiacente al muscolo contratto (Stallknecht, 2007). In conclusione, una sessione acuta di esercizi può indurre la lipolisi localizzata e l’aumento del flusso sanguigno nel tessuto adiposo adiacente al muscolo scheletrico contratto. Secondo un altro studio ci sono variazioni regionali ben documentate nella lipolisi: “L’addominale sottocutaneo ha un turnover intermedio e i depositi gluteo-femorali presentano un turnover relativamente lento”. Però esiste la possibilità tramite un allenamento localizzato di avere un impatto sulle zone ostinate.
tecolamine (p. es. adrenalina) dei recettori beta-adrenergici che non sulla diminuzione dell’insulina nel plasma.” Altri hanno sottolineato che i carboidrati pre-allenamento e l’insulina senz’altro inibiscono l’abbattimento di grassi o il “bruciare” grassi fino a un certo punto durante un allenamento ottimale a passo moderato (Lowery, 2004; Turcotte, 1999). Il tempismo è fondamentale. Perciò, quando si è in uno stato ormonale che contribuisce all'abbattimento dei grassi, come dopo un digiuno, quello è il momento di allenare i muscoli adiacenti al punto critico. Un altro presupposto fondamentale è quello di tenere calda la zona di accumulo di grasso, perché l’effetto di riscaldamento e il relativo aumento del flusso sanguigno favoriscono la lipolisi localizzata. Questo effetto si può ottenere con l’utilizzo di cinture o fasce in neoprene che, però, non devono essere troppo aderenti e strette altrimenti potrebbero esercitare un effetto vasocostrittore riducendo la circolazione sanguigna. Sinceramente mi ha fatto piacere trovare nell’articolo di Lowery del 2011 molti riscontri riguardo agli stessi concetti che avevo sostenuto già nel 1997. Inoltre ho trovato alcuni spunti interessanti. Se avevo già dato molta importanza al fattore circolatorio, meno avevo considerato la sinergia dell’effetto termico. A non farmi prendere in considerazione questo fattore erano state le valutazioni sull’effetto termogenico della combustione dei grassi finalizzata alla produzione di calore. Ovverosia, se la temperatura ambientale è più bassa, c’è una maggior produzione di calore da parte del corpo per mantenere la temperatura e questa produzione di calore avviene ad opera della combustione dei grassi a livello mitocon-driale. Bruciamo più grassi correndo nudi in mezzo alla neve (ed è anche più facile prendere una polmonite) piuttosto che ricoperti da giacche a vento e indumenti in neoprene. Per questa ragione non mi aveva mai particolarmente convinto l’uso delle cosiddette pancere dimagranti, a mio parere responsabili soprattutto di una perdita maggiore di acqua tramite la sudorazione, facilmente poi recuperata. In realtà, successivamente, ho cominciato a rivedere le mie opinioni in merito, in seguito ad alcune esperienze personali. Nei primi anni 2000 sono stato contattato da un amico che aveva aperto un centro estetico e di dimagrimento basato sull’utilizzo di apparecchiature che operavano tramite una tecnologia che abbinava l’esercizio fisico all’applicazione di raggi infrarossi. In pratica si trattava di eseguire degli esercizi con la cyclette all’interno di un macchinario che irradiava raggi infrarossi. In quel contesto il mio compito era quello di eseguire una visita abilitante all’utilizzo di tale tecnologia, di consigliare un piano nutrizionale adeguato per potenziare il risultato drenante e, successivamente, di eseguire la visita di controllo tramite le verifiche delle pliche sottocutanee. Ebbene, devo dire che notai un evidente risultato di dimagrimento localizzato nelle aree sottoposte a questo tipo di trattamento.
Ci sono prove del fatto che il flusso sanguigno nel tessuto adiposo non cresca a sufficienza per permettere la distribuzione di tutti gli acidi grassi rilasciati nella circolazione sistemica
Il metodo Secondo Lowery, l’allenamento cardio a digiuno è il momento ideale per ottenere un dimagrimento localizzato. Come nota uno studio di Oxford: “Nel tessuto adiposo il flusso di acidi grassi attraverso una membrana cellulare è bidirezionale. Va verso l’esterno durante la netta mobilizzazione di grasso, come il digiuno e l’esercizio, mentre va verso l’interno durante il periodo postprandiale (appena dopo aver mangiato)” (Frayne, 1998). Un’altra ricerca effettuata da Moro e coli. (Obesità, Silver Spring, 2007) conclude: “La mobilizzazione dei lipidi si basa meno sulla stimolazione dipendente dalle ca-
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La tecnica a raggi infrarossi è una termoterapia esogena, in quanto il calore che si sviluppa e che il nostro organismo assorbe è un calore superficiale che penetra di poco la cute e il tessuto muscolare. I trattamenti localizzati con strumentazione a R.I. posizionati a contatto delle zone dove sono presenti gli accumuli adiposi agiscono aumentando la vascola-rizzazione e il metabolismo degli adipociti, favorendo il rilascio dei grassi nel sangue. Il sistema dimagrante a raggi infrarossi unisce all’attività aerobica l’azione microvascolocinetica. La luce infrarossa, date le sue caratteristiche bio-stimolanti, ottimizza il metabolismo delle cellule rendendo la membrana cellulare molto più reattiva. Le proprietà dei raggi infrarossi erano già note in campo terapeutico e nella riabilitazione. Le cellule e gli organi esposti all’effetto riscaldante degli infrarossi vengono attivate e, grazie alla vasodilatazione dei capillari, vengono irrorate di sangue. Si ottiene un miglioramento degli scambi cellulari, oltre che il rilascio dei grassi, favoriti da una rapida eliminazione delle scorie metaboliche con effetto disintossicante. A questo punto è quindi logico ritenere che l’effetto microvascolare cinetico causato dall’effetto termico favorisce la lipolisi in misura maggiore della termogenesi indotta dalla bassa temperatura. Come conciliare questo con la scienza? Ebbene, ciò è legato al fatto che il dimagrimento localizzato esiste così come esiste il deposito di grasso localizzato. La spiegazione è la seguente: innanzitutto occorre chiarire che esistono diverse aree in cui il grasso viene accumulato, ovvero quella viscerale, quella ematica (trigliceridi ematici), quella muscolare (trigliceridi in prossimità dei mitocondri dei muscoli) e quella sottocutanea. Il metabolismo basale (ovvero il dispendio di energia di un individuo in stato di riposo) consuma per la maggior parte grassi (60-80%), mentre se il corpo è in movimento sono anche altre le fonti energetiche che vengono chiamate all’appello. La produzione di energia a partire dai grassi avviene esclusivamente tramite il meccanismo aerobico. Se il nostro corpo bruciasse solo grassi inizierebbe a prendere quelli in prossimità dei mitocondri, quindi il primo grasso metabolizzato risulta essere quello muscolare. E di quale muscolo in particolare? Esattamente del muscolo che lavora; pertanto, a questo punto è già chiaro che il dimagrimento localizzato, anche se internamente, esiste.
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Ma non è finita qui. Le riserve nell’area muscolare a un certo punto si esauriscono e quindi la seconda fonte da cui trarre energia sarà quella ematica, perché il nutrimento alla cellula giunge proprio grazie al sangue. Il grasso sottocutaneo e quello viscerale saranno gli ultimi ad essere usati; dapprima liberati dagli adipo-citi, verranno poi trasportati nel sangue e infine bruciati nei mitocondri. Ecco perché non è sufficiente immergersi in una vasca di acqua fredda per perdere grasso sottocutaneo: in condizioni di freddo avviene una vasocostrizione dei vasi sanguigni che riforniscono la cute e i tessuti sottostanti, la quale limita la lipolisi. Il corpo evita di bruciare il grasso sottocutaneo perché lo isola dal freddo e utilizza invece altre fonti energetiche. Nella medesima maniera, nel momento in cui si effettua attività fisica, le aree che in maggior misura contribuiscono alla scissione dei trigliceridi sono le parti più irrorate di sangue in quanto sono quelle che permettono un maggior trasporto degli acidi grassi. Infatti, se osserviamo il fisico dei nuotatori e pallanuotisti notiamo che generalmente sono meno asciutti rispetto ai corridori o ai calciatori. Tutto ciò è dovuto anche al fatto che un meccanismo di controllo a livello ipotalamico che regola i centri della temperatura corporea, registrando la temperatura dell’acqua più fredda rispetto alla temperatura corporea, orienta l’organismo a trattenere più grasso corporeo sottocute per avere un maggior isolamento termico. Ricordate lo studio dove tre gruppi di persone avevano eseguito tre diversi tipi di allenamento che comportavano lo stesso dispendio energetico (corsa, bicicletta, nuoto) riportando tre diversi livelli di dimagrimento? Il gruppo che aveva corso era quello dimagrito di più, quello del nuoto era dimagrito di meno. Probabilmente l’effetto di raffreddamento prodotto dalla ventilazione in bicicletta e dal contatto con l’acqua avevano rallentato i processi lipolitici. Dottor Massimo Spattini Specializzazione in Medicina dello Sport Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione Board Certificate in Anti-Aging & Regenerative Medicine (ABAARM-USA) Certificate AFMCP (Applying Functional Medicine in Clinical Practice) - (IFM-USA)
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COSA METTO NEL CARRELLO? Ogni volta che si entra al supermercato, ecco che ci poniamo la solita domanda: cosa comprare? Ci si prepara una “lista della spesa” a casa, magari la sera prima, ma poi ecco che appena entriamo in negozio e ci ritroviamo “circondati” dai mille cartelli che propongono una infinità di “offerte del giorno”, ci lasciamo “ingenuamente” affascinare e la nostra lista viene messa immediatamente da parte. Non dico che le offerte del giorno siano tutte da evitare ma dobbiamo imparare a fare attenzione in quanto sovente sono “specchietti per le allodole” e rischiamo di perdere di vista l’acquisto di prodotti che magari costano qualcosina di più ma sono più salutari e ci ritroviamo una dispensa ricca di cibi “poco salutari”: elevato contenuto di sale, grassi saturi, conservanti, coloranti e tanto altro ancora!!!! Quindi cosa fare? Innanzitutto la nostra prima “tappa” dovrà essere quella al reparto di frutta e verdura, cercando di acquistare prodotti di stagione e biologici, non prodotti in scatola (pieni di sciroppo e quindi di zuccheri) ma freschi, optando per frutta e verdura di “più colori” per essere sicuri di avere tutto il pool vitaminico e di minerali occorrente…lo sapevate? Ad ogni colore corrispondono proprietà e vitamine diverse, per esempio al colore ARANCIO/ROSSO, contenuto in fragole, arance rosse,
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anguria, ciliegie, pomodori, rape rosse, peperoni rossi, ravanelli e barbabietole, corrisponde un elevato contenuto di licopene ed antocianine; frutta e verdura di colore GIALLO come limoni, albicocche, arance, pesche, meloni, mandarini, pompelmi, carote, peperoni gialli, zucca, mais, sono ricche di vitamina C, carotenoidi e flavonoidi; BIANCO, il colore della vitamina C, del potassio e del selenio, nonché di flavonoidi, polifenoli e solforati contenuti in aglio, cavolfiori, cipolle bianche, finocchi, funghi, mele, pere, porri e sedani. Inoltre tutta la verdura VERDE come spinaci, zucchine, cavoli, rucola, asparagi, prezzemolo e basilico e frutti quali ad esempio kiwi ed uva bianca, sono ricchi di vitamina C, acido folico, magnesio e carotenoidi, così come ricchi di Vitamina C, potassio e magnesio, carotenoidi ed antocianine sono ortaggi e frutti dalla colorazione VIOLA come melanzane, radicchio, mirtilli, uva nera, prugne, ribes, more. La “seconda tappa” dovrà essere quella al reparto cereali, dove dovremo acquistare in prevalenza cereali privi o a ridotto contenuto di glutine e a basso indice glicemico come ad esempio grano saraceno, definito il “cereale non cereale” in quanto buona fonte di proteine, miglio, quinoa e amaranto ma anche avena, farro, orzo, kamut. Ottimo sarebbe optare per quelli integrali, ricchi in fibre che ci aiutano a raggiungere il senso della sa-
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Tanti prodotti a base vegetale, buoni e ricchi di proteine, pensati per chi ama scoprire sapori nuovi, per chi vuole mangiare bene ogni giorno e per chi prova gusto in tutto quel che fa. Per tutti voi, oggi c’è Sojasun: perché chi mangia positivo, pensa positivo e vive positivo.
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L’Accademia del Fitness zietà (saremo così portati ad introdurre meno cibi!!), a limitare l’assorbimento di zuccheri e grassi introdotti con gli alimenti e a regolarizzare il transito intestinale. Per la prima colazione possiamo scegliere fiocchi di grano saraceno e avena integrale oppure müesli senza zuccheri aggiunti e senza glassa , senza croccantini al miele o pezzetti di cioccolata al latte piena di zuccheri. La tappa successiva sarà al reparto “pesci e carni”; qui dovremo optare per pesci magri come sogliola, orata, rombo, pesce spada, halibut e merluzzo oppure per pesci ricchi in grassi buoni, ossia Omega-3, quali salmone, tonno, alici e sgombro. Attenzione: se potete acquistate pesce fresco e non di allevamento, alimentato con mangimi che ne alterano il contenuto e la qualità dei grassi!! Anche le carni dovranno essere magre quindi opteremo per petto di pollo o tacchino, vitello, fesa di pollo o tacchino, coniglio, manzo magro o carne di cavallo. Vi sembra che manchi qualcosa? In effetti si…..ho “dimenticato” di inserire la “tappa” al reparto latticini! Il motivo? Semplice….il consumo di latticini è oggetto di opinioni contrastanti. A differenza di quello che normalmente si crede, ossia che è importante assumere latte e formaggio per avere un buon apporto di calcio, utile nella prevenzione dell’osteoporosi che colpisce in prevalenza noi donne dopo la menopausa, quando i livelli degli estrogeni (i nostri ormoni “protettivi”) si abbassano, latte e latticini sono alimenti acidi che, una volta ingeriti, inducono il rilascio dello ione calcio, che è basico, da parte delle ossa per fronteggiare l’acidità che si è venuta ad instaurare e così facendo possono addirittura favorire l’insorgenza dell’osteoporosi!!!! Per avere un buon apporto di calcio senza assumere troppi latticini, possiamo quindi optare, per esempio, per il consumo di cavoli, broccoli, cavoletti di bruxelles, cavolfiori e lattuga, in quanto alimenti alcalinizzanti e bere almeno 2 litri di acqua al giorno ricca in calcio. Si, proprio l’acqua! Quante volte vi è capitato di acquistare una confezione di acqua leggendo le etichette nutrizionali ed optare quindi per quella più adatta alle vostre esigenze: povera in sodio per problemi di ipertensione e ristagno di liquidi oppure ricca in calcio in menopausa, in fase di crescita o quando comunque se ne ha carenza, a ph basico se tendiamo ad alimentarci con cibi acidificanti (per esempio un’alimentazione ad alto contenuto proteico o troppo ricca in carboidrati)...? Credo che siano in pochi a farlo, generalmente si opta per quella in “offerta” oppure per quella che ci è più gradita come “sapore”! Ho detto che è importante leggere l’etichetta nutrizionale dell’acqua, beh……a dire il vero dovrebbe diventare regola fissa per tutto quello che acquistiamo! Solo imparando a leggere le etichette dei prodotti ed imparando quindi a conoscerne il contenu-
to, saremo in grado di sapere cosa mangiamo. Parlando con i miei pazienti mi è sovente capitato di sentirmi dire che o non leggono per nulla le etichette nutrizionali in quanto non ritenute importanti, oppure se le leggono fanno solo “il conteggio” calorico, quindi quante calorie ha il mio biscotto, la mia fetta biscottata, la mia porzione di riso…ecc….. Non è proprio questo il metodo! La prima cosa da valutare è l’elenco degli ingredienti ed è importante sapere che è in ordine decrescente, ossia gli ingredienti vengono inseriti a partire da quello maggiormente contenuto e prosegue a scalare sino a quello contenuto in minore quantità; cosa significa: se come primo ingrediente troviamo ad esempio burro o peggio ancora margarina, il nostro alimento sarà ricco non solo di grassi, ma di grassi saturi, i cosiddetti “grassi cattivi”! Se acquistiamo prodotti con dicitura “senza zuccheri aggiunti”, ma poi tra gli ingredienti troviamo ad esempio malto di mais, non significa che il nostro prodotto ha zero zuccheri in quanto questo è uno zucchero, ma semplicemente significa che non contiene saccarosio, che ad esempio non è indicato per coloro che sono affetti da malattia diabetica ….in poche parole ci sono gli zuccheri! Parlando di diabete, ma anche di celiachia o intolleranza al glutine, voglio farvi un’ulteriore raccomandazione: non lasciatevi “tentare” dalla corsia “prodotti dietetici”, pensando che siano prodotti che possono essere utilizzati per una dieta, quindi per dimagrire. Per “prodotto dietetico” si intende un prodotto che deve essere utilizzato da coloro che hanno patologie, quindi prodotti che non contengono glutine per chi è intollerante o è celiaco oppure prodotti senza saccarosio per chi è diabetico, ma questo non significa che aiutino a dimagrire anzi, spesso questi prodotti sono più ricchi in grassi vegetali (spesso idrogenati) e zuccheri, quindi assolutamente non idonei se si vuole perdere peso. Quante cose da sapere quando si va a fare la spesa, vero? Bhè, con un po’ di pazienza e di “pratica”, sono sicura che diventerete bravissime e bravissimi (si, bravissimi perché tanti sono gli uomini che vanno a fare la spesa!!) ed i vostri carrelli si riempiranno di alimenti salutari!!!
Ci si prepara una “lista della spesa” a casa, magari la sera prima, ma poi ecco che appena entriamo in negozio e ci ritroviamo “circondati” dai mille cartelli che propongono una infinità di “offerte del giorno”
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Dottoressa Claudia Bonini Dietista
L’Accademia del Fitness
CELLFOOD: SUPPLEMENTO A BASE DI OSSIGENO
UN’INTRODUZIONE ALL’INTEGRAZIONE A BASE DI OSSIGENO COME SUPPLEMENTO NUTRIZIONALE NELLA DIETA (ULTIMA PARTE) Il colesterolo in eccesso “consuma” l’ossigeno Viviamo nell’era del fast food e della gratificazione immediata. Inoltre, nessuna società contemporanea consuma più carni rosse e latticini degli Stati Uniti. Stando alle ricerche, si stima che la dieta di un americano sia composta per oltre il 45% di grassi. Sfortunatamente i prodotti animali e i latticini contengono alte concentrazioni di colesterolo. Mentre l’organismo ha bisogno di colesterolo ‘buono’ (HDL) per funzionare in maniera efficiente, mentre il colesterolo cosidetto “cattivo” derivante dalla carne e dai latticini (LDL) in qualche modo sottrae ossigeno al sangue. Infatti i grassi si combinano facilmente con l’ossigeno e formano i ‘radicali liberi’, che usano maggiori quantità di ossigeno per formare i perossidi, molecole instabili che danneggiano e distruggono le cellule. Già nel 1977, nel numero di Febbraio della rivista Scientific American veniva riportato che: “..l’epossido del colesterolo (perossido) e le altre sostanze formate dal colesterolo provocano una mutazione del-
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le cellule e quindi il cancro”. Ecco spiegato come i cibi grassi, consumati in eccesso dagli americani, provocano una carenza di ossigeno che favorisce il cancro. In sostanza, le cellule che perdono la capacità di utilizzare l’ossigeno in maniera adeguata hanno una maggiore probabilità di diventare cancerogene. Queste cellule hanno sofferto così a lungo la carenza di ossigeno, che hanno subito una trasformazione metabolica e si sono adattate a un metabolismo senza ossigeno (detto metabolismo anaerobico). Si tratta naturalmente dello stadio finale della degenerazione provocata da uno stile di vita povero di ossigeno. È inoltre interessante notare che le ricerche mostrano come le persone che consumano grandi quantità di grassi sono molto più a rischio di cancro e di altre malattie degenerative.. Inoltre, le più recenti ricerche nel campo della nutrizione indicano chiaramente che i cibi ricchi di zuccheri semplici, sale, grasso e colesterolo sono direttamente responsabili per le malattie del fegato e dei reni, della pressione alta, dell’indurimento delle arterie, dell’obesità e dell’ictus.
IL TEST DIAGNOSTICO PIU’ COMPLETO PER VALUTARE LA SALUTE DEL TUO INTESTINO INFLORA SCAN L’intestino è un organo caratterizzato da complesse funzionalità: digestione ed assorbimento di nutrienti, produzione di anticorpi per difendere l’organismo, produzione di ormoni e neurotrasmettitori che regolano il senso di fame e sazietà e il ritmo della peristalsi. Il benessere dell’intestino si traduce in benessere generale della persona. La buona funzionalità intestinale dipende da numerosi fattori tra cui l’equilibrio della flora batterica, il sistema immunitario nella mucosa, l’assenza di stati infiammatori, la presenza di batteri patogeni, virus o miceti. INFLORA SCAN è un test innovativo, completo e non invasivo che valuta la presenza di microorganismi patogeni, specifici marker di infiammazione intestinale, capacità digestiva, permeabilità intestinale, funzione immunitaria intestinale e disbiosi. NATRIX È IL LABORATORIO DI ANALISI DI RIFERIMENTO PER VALUTARE LA SALUTE DELL’INTESTINO.
INFLORA SCAN è consigliato a tutti, per valutare il benessere dell’intestino e particolarmente utile a chi soffre di diarrea o stipsi, gonfiori addominali, tensioni e crampi addominali, flatulenza, infezioni genitali ricorrenti (candida), malassorbimento, difficoltà digestive, a chi conduce ritmi frenetici e stressanti a chi ha una alimentazione scorretta, ricca di cibi raffinati e povera di fibre. INFLORA SCAN è indicato anche a chi soffre di patologie croniche non intestinali, in quanto un disturbo o un’infiammazione intestinale si può ripercuotere a livello di vari distretti dell’organismo: mal di testa ed emicrania, stanchezza cronica, stati di ansia e sbalzi di umore, problemi dermatologici. Natrix Lab: il laboratorio certificato (UNI-ENI-ISO 9001 : 2000) di riferimento per le tue analisi personalizzate: • FOOD INTOLERANCE TEST: valutazione delle intolleranze alimentari IgGmediate, metodo ELISA. • CELIAC TEST: Valutazione immunitaria della positività al morbo celiaco.
• ANTIAGING PROFILE: (Free Radical Test + Antioxidant Capacity Test) valutazione globale dello stress ossidativo. • CELLULAR AGING FACTORS: valutazione dell’invecchiamento cellulare (ossidazione, metilazione, glicazione, infiammazione). • LIPIDOMIC PROFILE: valutazione del profilo lipidomico plas-matico e di membrana (acidi grassi). • CARDIO WELLNESS TEST: analisi globale del benessere cardiovascolare, integrato con l’indice di rischio di contrarre patologie a carico del sistema cardiovascolare. • ZONA PLUS TEST: valutazione del rapporto (AA/EPA), Glicemia, Insulina, indice HOMA. • HORMONAL PROFILES: dimagrimento, stress, sport, buona notte, donna fertile, donna menopausa, uomo. • MINERAL EVO: valutazione approfondita di minerali nutrizionali e metalli pesanti su capello. Tutte queste analisi sono eseguibili anche tramite un semplicissimo prelievo capillare o salivare.
L’Accademia del Fitness Il dott. Levine ha descritto le conseguenze della carenza di ossigeno nelle cellule in questo modo: “Si tratta di una condizione di acidità causata dall’accumulo di sottoprodotti acidi, che avviene nelle cellule scarsamente ossigenate. Le bevande gasate, la caffeina, l’alcol e le carni rosse sono alcune delle sostanze che provocano acidità sistemica (in tutto l’organismo) dove si verifica un eccesso di ioni di idrogeno caricati positivamente (H+)”. Quando ci sono troppi ioni di idrogeno nei tessuti, essi si combinano con l’ossigeno (e quindi lo usano) provocando una condizione di carenza di ossigeno (ipossia conseguente ad acidosi tissutale). Quando le cellule sono private dell’ossigeno, si accumula acido lattico per la fermentazione anaerobica degli zuccheri e l’ambiente cellulare diventa acido. Questo riduce l’ossigeno disponibile per la funzione primaria del metabolismo in quanto c’è bisogno di più ossigeno per neutralizzare l’acidosi locale
cellule. Quanta più distanza devono percorrere i liquidi nello stesso arco di tempo, tanto minori saranno i nutrienti, l’ossigeno e i minerali trasportati, come pure saranno minori le tossine, i prodotti di scarto, i veleni, etc. che verranno riportati dalle cellule al sangue. I prodotti di scarto, le tossine, etc. iniziano così ad accumularsi nelle cellule. Le pareti dei capillari così tese permettono alle proteine del sangue di fuoriuscire e andarsi a sistemare tra le cellule Le proteine intrappolate permettono l’accumulo di liquidi in eccesso intorno alle cellule e questo impedisce alle stesse cellule di ricevere l’ossigeno di cui hanno bisogno; così il glucosio inizia a fermentare in maniera anaerobica e provocando acidosi locale, determinando dei cambiamenti elettrici quando gli equilibri tra i sali e i minerali fra l’interno e l’esterno della cellula cambiano. Possiamo semplicisticamente dire che le cellule ematiche ricche di ossigeno , quali i globuli rossi, hanno carica negativa. Viaggiano lungo le singole diramazioni dei capillari. Quando i capillari si dilatano e l’equilibrio elettrico del nostro organismo cambia a causa di una carenza di ossigeno, queste cellule ematiche si trovano sparse su un maggior volume di capillari, e non sono in grado di percorrere la distanza maggiore che le separa dalle cellule. Per complicare ulteriormente le cose, le cellule del sangue, a causa del cambiamento elettrico, iniziano ad ammassarsi una sull’altra, causando un microscopico ingorgo nei capillari. In questo modo i capillari si dilatano ulteriormente e un numero maggiore di proteine fuoriesce e si va a depositare negli spazi tra le cellule. Tutto questo fa sì che si produca più liquido intorno alle cellule e il processo si ripete fino a quando le cellule cominciano a soffrire drasticamente fino a morire a causa della carenza di ossigeno. Il dott. C. Samuel West, uno specialista in scienza della linfologia e stimato membro della International Society of Lymphology, ha dimostrato che il nutrimento presente in cellule che non hanno ossigeno a sufficienza, si trasforma in scarti tossici e grasso.; West è un convinto sostenitore dell’esercizio, perchè la mancanza di esercizio riduce la circolazione e di conseguenza il passaggio di ossigeno alle cellule. Questo è causa di pressione alta e ritenzione di liquidi (2). Come abbiamo detto in precedenza, una carenza di A.T.P. (AdenosinaTrifosfato) fa sì che il glucosio nelle cellule fermenti in maniera anaerobica (cioè senza ossigeno) evento che sconvolge i processi metabolici delle cellule. Le cellule, soffrendo di mancanza di ossigeno, iniziano a produrre sostanze chimiche nocive e ben presto sia le cellule, sia l’ambiente che le circonda, si indeboliscono e si ammalano. Se questa condizione si prolunga, tutto il sistema immu-
Il colesterolo cosidetto “cattivo” derivante dalla carne e dai latticini (LDL) in qualche modo sottrae ossigeno al sangue
La reazione a catena Quando la carne e i latticini, ricchi in colesterolo, si scompongono nello stomaco e nell’intestino, si producono sottoprodotti tossici che dilatano (allargano o espandono) i capillari, aumentando di molto la distanza che l’acqua deve percorrere tra le
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L’Accademia del Fitness nitario può certamente risentirne, con notevoli conseguenze per la salute dell’individuo. Alternative preventive efficaci La maggior parte delle persone, quando sono ‘ammalate’, si rivolgono alla medicina convenzionale per risolvere il problema. Però molti ricercatori hanno scoperto che molte cure ‘efficaci’ per le malattie hanno effetti secondari. Gli antibiotici, ad esempio, sono efficaci nel rimuovere i batteri patogeni dall’organismo. Migliaia di vite sono state salvate dalle infezioni batteriche grazie alla penicillina o altri antibiotici; eppure, molti studi indicano la possibilità che il recente aumento consistente delle infezioni da lievito di Candida Albicans è dovuto principalmente all’uso diffuso e indiscriminato di antibiotici. Le statistiche indicano che la maggior parte degli antibiotici prodotti e consumati attualmente negli USA sono acquistati dalle industrie di pollame, latticini e carni bovine per prevenire malattie del bestiame. Questi antibiotici rimangono nei tessuti degli animali destinati
all’alimentazione umana. Quando questi vengono macellati e immessi sul mercato, gli antibiotici ‘immagazzinati’ vengono consumati da ciascuno di noi, e si vanno ad aggiungere a quelli già presenti nel nostro organismo. Il problema è che gli antibiotici possono eliminare sia i batteri utili sia quelli patogeni. Questa situazione potrebbe creare uno squilibrio che può sfociare in una crescita incontrollata della Candida, o in molti altri problemi. Pertanto, quando usiamo gli antibiotici, facciamo un baratto. Inoltre questo impiego “non terapeutico” degli antibiotici può determinare fenomeni allergici e di pericolosa ipersensibilità. Spesso sacrifichiamo i batteri utili per liberarci di quelli patogeni. Anche se gli antibiotici sono importanti nelle situazioni in cui la nostra vita è in pericolo, il loro uso abituale per ogni tipo di malattia è da considerarsi, secondo molti medici e ricercatori, inadeguato e può addirittura rivelarsi dannoso per la salute. Quando l’organismo scopre dei patogeni (come virus, funghi e
Le statistiche indicano che la maggior parte degli antibiotici prodotti e consumati attualmente negli USA sono acquistati dalle industrie di pollame, latticini e carni bovine per prevenire malattie del bestiame.
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numero 13 / 2014 batteri) nel sangue o nei tessuti, le cellule del sistema immunitario circondano o ‘inghiottono’ questi invasori. Bombardano questi patogeni con radicali liberi auto generati, detti ‘superossidi’. Questi ‘superossidi’ sono prodotti nelle cellule durante il normale metabolismo cellulare, utilizzando l’ossigeno che trovano nelle cellule ematiche dei capillari. Se il sistema immunitario non funziona adeguatamente, come abbiamo già detto, genererà più enzimi antiossidanti per eliminare i radicali liberi al fine di proteggere i tessuti circostanti. Questo sistema di difesa anti-ossidante è di vitale importanza; senza di esso il sistema immunitario di fatto lavorerebbe contro l’organismo, generando troppi radicali liberi che se ne andrebbero in giro danneggiando i tessuti circostanti e l’organismo. Anche se ci sono sicuramente altri fattori coinvolti, questa disfunzione del sistema immunitario ha contribuito in molti individui una epidemia di malattie auto-immuni come il lupus e l’artrite reumatoide. Ruolo protetivo dell’Ossigeno L’ossigeno è sia portatore di vita che un ‘potenziale assassino’. É un protettore e un guardiano importantissimo dell’organismo contro i batteri nocivi e altri organismi patogeni. Infatti, una delle funzioni principali dell’ossigeno è la cosiddetta ‘disintegrazione’. Brian Goulet, un Consulente Nutrizionale, nel suo articolo The Magic of Aerobic Oxygen (7) ha scritto: “Rifiuti, tossine, scarti, frammenti, e tutto ciò che non serve, è distrutto dall’ossigeno ed espulso dall’organismo. Proprio come una casa pulita non attira le mosche, un organismo ricco di ossigeno è una fortezza difficile da espugnare”. Batteri anaerobici nocivi e virus non sopravvivono in presenza di ossigeno; ma l’ossigeno è anche naturalmente in grado di selezionare ciò che uccide. A differenza di farmaci e antibiotici, che in genere uccidono tutti i batteri nell’organismo, l’ossigeno uccide solo i batteri nocivi, e permette ai batteri benefici di proliferare, garantendo così un buono stato di salute. Il dott. Levine definisce l’ossigeno ‘la scintilla stessa della vita’. Carenza di ossigeno Attualmente il nostro organismo soffre quotidianamente di carenza di ossigeno. Ecco quali sono i fattori che sottraggono ossigeno all’organismo: Stress da Intossicazione... A causa dell’acqua che beviamo, dell’aria che respiriamo o del cibo che mangiamo, siamo normalmente soggetti ad oltre 70.000 inquinanti tossici, molti dei quali non esistevano fino a dieci anni fa. L’ossigeno è indispensabile perché l’organismo cerchi di metabolizzare ed eliminare queste sostanze chimiche letali. Stress Emozionale... L’adrenalina e gli ormoni connessi all’adrenalina sono prodotti dall’organismo in situazioni di stress emozionale (cioè quotidianamente per molti di noi). L’organismo è obbligato a usare l’ossigeno disponibile per metabolizzare queste sostanze chimiche, eliminarle e ristabilire l’equilibrio metabolico.
Traumi Fisici e Infezioni ... I batteri e i virus possono essere causa di grande stress per il sistema immunitario. In questi casi, il sistema immunitario è privato dell’ossigeno necessario alle normali funzioni metaboliche dell’organismo, come abbiamo visto. Diminuzione dell’ossigeno disponibile nell’atmosfera ... Studi hanno indicato che il maggiore inquinamento ambientale e la distruzione delle piante ha ridotto drasticamente la quantità di ossigeno nell’atmosfera durante gli ultimi 200 anni. Alimentazione Scorretta ... I grassi saturi riducono la quantità di ossigeno nel sangue. I cibi ad alto contenuto di grassi e scarso valore nutritivo (come le ‘il cibo spazzatura’ e quello molto elaborato) ne contengono meno della metà rispetto agli alimenti a base di carboidrati complessi. Mancanza di Esercizio… L’esercizio aumenta il metabolismo e la quantità di ossigeno che immettiamo nell’organismo, aiutando così a depurare l’organismo dalle tossine accumulate. Uno stile di vita sedentario riduce la capacità dell’organismo di eliminare gli inquinanti tossici e di svolgere le sue funzioni metaboliche normali. Razionale d’uso del cellfood Il prodotto CELLFOOD deve annoverarsi tra gli integratori alimentari. In realtà risponde efficacemente ad un principio non solo di integrazione, ma anche terapeutico in virtù della sua composizione, ma soprattutto del suo meccanismo d’azione. La composizione di questo prodotto comprende una grande quantità di minerali in traccia. Queste sostanze si sono rivelate indispensabili cofattori per il corretto svolgimento di molte, se non tutte, reazioni chimiche e biochimiche nell’ambito del metabolismo animale. La caratteristica distintiva del prodotto è quella di presentare i minerali sotto forma di colloide, in modo
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da ottimizzarne l’assorbimento, ma soprattutto rendere disponibile le sostanze solo in caso di effettiva necessità. Comprende poi 34 enzimi, tra i fondamentali del metabolismo e 17 aminoacidi, tra cui tutti gli essenziali. Già così si potrebbe parlare di una ottima integrazione. Senza entrare nel merito del perché sia necessaria l’integrazione sia per il sano che per il paziente. La caratteristica distintiva che rende il prodotto unico nel suo genere, è il solfato di deuterio. Questa sostanza deriva da una formulazione particolare ed esclusiva in cui il deuterio riesce a rimanere stabile, (cosa pressoché impossibile per anni), fino a quando non trova un tessuto a domanda di ossigeno. In questo caso viene attivato da una reazione con l’acqua sulla quale agisce indebolendone i legami molecolari. Ciò porta alla liberazione di ioni H+ e O-. Gli H+ verranno utilizzati per il compenso metabolico dell’eventuale acidosi, mentre gli ioni O- possono incontrare un radicale libero dell’ossigeno, O+(ossigeno singoletto che si genera rapidamente nelle reazioni metaboliche radicali che) e da questa unione scaturisce ossigeno molecolare. Ecco che si realizzano tre importanti azioni: · Eliminazione di un radicale libero dell’ossigeno · Risparmio di uno scavenger · Produzione di ossigeno nascente E non va dimenticato che questo succede mentre alla cellula arrivano gli altri componenti dell›integratore, mettendo, dunque, a disposizione della stessa cellula sia una maggiore quantità di
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ossigeno per il proprio lavoro, (formato in loco e non derivante dalla respirazione, per questo detto Nascente), sia materiale di costruzione metabolica indispensabile. In conclusione si può affermare che l›integratore CELLFOOD sia necessario per le azioni di drenaggio cellulare ed ottimizzazione delle riserve energetiche, sia in caso di aumento delle necessità metaboliche, sia in caso di patologia e sia, infine, come coadiuvante nel corso di terapie chimiche allo scopo di ridurne gli effetti collaterali. Chi dovrebbe usare cellfood? La risposta è semplice. Chiunque sia interessato a un approccio olistico alla salute e al benessere (ovvero a prevenire problemi di salute, piuttosto che curarli dopo che si sono manifestati) trarrà beneficio dall’uso di CELLFOOD. Il nostro organismo ha necessariamente bisogno di una consistente quantità di ossigeno per funzionare in modo corretto. Prof. Mauro Miceli Docente Aggregato Scienze Laboratorio Biomediche Polo Biomedico Università Di Firenze U.F. Chimica Degli Alimenti Lab Sanità Pubblica - Firenze
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INTERFERENTI ENDOCRINI
Gli interferenti endocrini (IE) sono un eterogeneo gruppo di sostanze o contaminanti diffusi nelle catene alimentari e nell’ambiente, accomunati dalla capacità di alterare l’equilibrio ormonale. Storicamente i primi IE studiati furono il DES o dietilstilbestrolo, farmaco anti abortivo utilizzato frequentemente su scala mondiale dagli anni quaranta fino agli anni settanta, e la TCDD o 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina resa celebre dall’incidente di SEVESO nel 1976. Da questi avvenimenti in poi tutte le società internazionali (WHO,EFSA, ISS, ecc) di ricerca hanno focalizzato l’attenzione sulle possibili interazioni di farmaci e sostanze chimiche sullo sviluppo peri e post-natale e sull’interazione con processi endocrini endogeni. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità (rapporto ISTISAN 11/18 del 2011) gli IE (INTERFERENTI ENDOCRINI) possono agire influendo sui meccanismi di omeostasi o dando luogo a processi non previsti (in un dato momento) nel ciclo vitale. Le sostanze che alterano il sistema endocrino sembrano interferire sul funzionamento di
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questo complesso meccanismo agendo almeno a tre livelli: 1. simulando l’azione di un ormone naturale e inducendo così reazioni chimiche analoghe a quelle normalmente prodotte ma al tempo sbagliato o in grado eccessivo (effetto agonistico); 2. bloccando i recettori delle cellule che riconoscono e si legano agli ormoni (recettori ormonali), impedendo così la normale azione solitamente esercitata dagli ormoni naturali (effetto antagonistico); 3. interferendo sulla sintesi, sul trasporto, sul metabolismo e sull’escrezione degli ormoni naturali. Fino ad oggi le attenzioni sono rivolte soprattutto a quelle sostanze che interferiscono sulla riproduzione e sullo sviluppo, ovvero quelle sostanze che interferiscono con gli ormoni steroidei (estrogeni ed androgeni). Gli ormoni steroidei agiscono, insieme ad altri ormoni, sulla riproduzione, sul comportamento sessuale, sulla differenziazione, sullo sviluppo e sulla maturazione fetale.
numero 13 / 2014 Recentemente sono state avanzate ipotesi circa la possibilità che gli IE possano essere responsabili di alcuni cambiamenti che sembrano verificarsi nella popolazione negli ultimi decenni. In particolare, i principali fenomeni ai quali gli IE potrebbero aver contribuito sarebbero: • diminuzione del numero degli spermatozoi nel liquido seminale rilevato negli ultimi 50 anni in alcune zone; • comparsa di malformazioni congenite; • aumento di casi di ipospadia e criptorchidismo; • aumento di tumori associabili ad ormoni (cancro del testico-
lo, della prostata, della mammella, dell’ovaio); • ritardato sviluppo sessuale; • ritardato sviluppo neurocomportamentale. L’enorme quantità di composti che potrebbero interferire con il sistema endocrino umano e animale non ne facilita la classificazione. In via generale è possibile raggruppare questi composti nelle seguenti categorie principali elencate nella tabella pubblicata. Di grande importanza sia dal punto di vista dell’uomo che dell’ecosistema risultano essere i prodotti di lavorazione industriale
TIPO
FONTE PER PRESENZA NELL’ACQUA
ESEMPIO DI COMPOSTO
Ormoni escreti da uomo e animali
• Effettuati da impianto di trattamento di acque di scarico; • Acqua di riuso; • Reflui da allevamenti animali; • Utilizzo di fanghi da acque di scarico o spargimento di letame.
• 17β-estradiolo, estrone, vari estrogeni
Fitoestrogeni e altri estrogeni vegetali
• Acque reflue da insediamenti urbani; • Scarichi delle industrie cartiere.
• Genisteina, daidzeina, cumestrolo, β-sitesterolo
Composti ionici
• Scolo e percolato da concimazione organica e a base di nitrati; • Uso sia industriale che militare di percolati sintetici.
• Nitrati • percolati
Metalli
• miniere; • applicazioni industriali; • presenza di prodotti di consumo quali batterie e cellulari; • inceneritori; • combustione di carburanti fossili.
• Arsenico, cadmio, piombo, mercurio.
Farmaci ad uso umano e veterinario
• Effettuati da impianti di trattamento di acque di scarico; • Acque di riuso.
• 17α-etinilestradiolo; • Estrogeni coniugati, trenbolone
Diossine,furani e idrocarburi policiclici aromatici
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• Tetraclorodibenzo-p-diossina; • Benzo(a)pirene
Industria chimica e suoi prodotti di degenerazione
• Effluenti industriali e rifiuti in discarica; • Rilascio da prodotti di consumo.
• Policlorobifenili(PCB), nonilfenolo,octifenolo, bisfenolo A
Biocidi
• Uso di pesticidi ed erbicidi in agricoltura, discariche e abitazioni seguito da dilavamento o percolamento in acque superficiali o profonde; • Eliminazione di biocidi inutlizzati in discariche
• DDE, lindano, atrazina, linuron, vinclozonil, tributilstagno.
Incendi delle foreste naturali o dolosi; Attività vulcanica Inceneritori; Processi industriali; Combustione di carburanti fossili.
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L’Accademia del Fitness e plastica come gli FTALATI, il BISFENOLO A e i PCB (policlorobifenili). Questi prodotti sono utilizzati come additivi nella lavorazione plastica per rendere più flessibile il PVC (di-2-etilesilftalato o DEHP) o per rendere più resistente ed infrangibile il policarbonato (Bisfenolo A). Tutte queste sostanze sono perennemente a contatto con noi in quanto si trovano in bottiglie di plastica, contenitori per il cibo, rivestimento di lattine, giocattoli e prodotti per bambini ecc; inoltre possono essere attivati per via fotosintetica o ad alte temperature (come per il bisfenolo A) oppure essere bioaccumulati lungo la catena trofica e quindi persistere negli anni come avviene per il DEHP e tutti gli ftalati. Proprio per questi ultimi si è visto, soprattutto nei neonati, che alterano la sintesi e il metabolismo di lipidi e steroidi interagendo con alcuni recettori nucleari (PPARs, PXR) di particolare importanza nel fegato. Anche se non esistono esperimenti su uomini, negli animali modello, si è notato che la somministrazione di ftalati in topi gravide ha portato alla nascita una prole che, arrivata alla pubertà, presentava disordini e alterazioni del metabolismo degli epatociti con un alterato bilancio glucidilipidi a scapito degli zuccheri con conseguente steatosi ed inoltre si è notato un aumento dell’insorgenza di tumori quali l’eritoblasoma (uno dei più gravi tumori gravi infantili). Un caso singolare, ma altrettanto allarmante, è la presenza di gonadi o la crescita di parti di esse di sesso opposto nei pesci di acqua dolce. Uno studio condotto dal CNR ad inizio millennio ha dimostrato come gli effluenti di scarico di rifiuto urbano ed industriale sono, per le acque superficiali, fonte di inquinanti capaci di alterare le funzioni del sistema endocrino dei vertebrati. Queste sostanze variano da diserbanti agricoli ai rifiuti industriali plastici agli stessi metaboliti ormonali umani e i residui di farmaci hanno portato alla mascolinizzazione e femminilizzazione di molte specie ittiche
nazionali. Questo evento, denominato imposex, consiste nella formazione di gonadi di sesso opposto a quello del pesce stesso. Ciò causa gravi problematiche sia dal punto di vista della salute del pesce, sia dal punto di vista evoluzionistico, infatti tali pesci risultano essere per la maggior parte infecondi oppure generano prole non fertile o con gravi malformazioni dovute ad un non regolare sviluppo embrionale. Il dato allarmante di questi IE è che pur non avendo una evidente tossicità acuta o a breve termine la persistenza di queste sostanze nell’ambiente per decenni, il processo di bioaccumulo e, per alcuni, di biomagnificazione lungo la rete trofica, li fanno risultare come possibili cause di molteplici malattie fetali (disturbi tubo neurale), dello sviluppo (ipospadia,endometriosi) e di numerosi disturbi ormonali. La loro capacità di bioaccumulare e quindi di aumentare la concentrazione di un determinato tossico negli animali rispetto all’ambiente circostante rende gli IE un pericolo costante, poiché prodotti ittici provenienti da acque contaminate, carni di animali di allevamento trattati con farmaci e mangimi artificiali o con foraggio contaminato ad esempio da diossine o inquinanti industriali, arrivano sulle nostre tavole senza che noi ce ne accorgiamo e una esposizione cronica a tali sostanze, anche a piccole dosi, negli anni può portare a numerosi disturbi più o meno gravi. Gli unici accorgimenti da adottare per limitare l’interazione degli IE con il nostro organismo consistono nell’accertarsi dell’origine, dell’allevamento e dell’alimentazione dei prodotti animali e di adottare piccole abitudini (per esempio tenere le bottiglie di plastica lontano da fonti luminose) in modo da ridurre il rischio di contatto ed assimilazione di tali sostanze infine confidare che gli organi preposti al controllo sulla salubrità degli alimenti divengano più sensibili e prestino maggior attenzione verso gli INTERFERENTI ENDOCRINI.
Gli ormoni steroidei agiscono, insieme ad altri ormoni, sulla riproduzione, sul comportamento sessuale, sulla differenziazione, sullo sviluppo e sulla maturazione fetale.
Dottor Andrea Angelozzi Biologo Nutrizionista
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Naturalmente innovativa La For Farma è una realtà italiana consolidata presente sul mercato dell’integrazione alimentare dal 2004, specializzata in fitoterapia clinica, particolarmente attenta alla qualità di materie prime, processi produttivi e prodotto finito. Attenzione alla qualità significa poter fornire alla Classe Medica e ai Farmacisti prodotti sicuri, ben tollerati ed efficaci. I nostri nutraceutici sono tutti formulati da esperti fitoterapeuti e specialisti clinici. Vengono prodotti presso stabilimenti certificati che ci garantiscono:
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L’Accademia del Fitness
PSICO BIO-GALATEO: IMPARARE FACENDO (ULTIMA PARTE) Già alla metà del ‘500 monsignor Giovanni Della Casa nel suo trattato, appunto il Galateo ovvero “de costumi”, rilevava l’importanza di procedere in tal senso esprimendo meglio quel pensiero: “L’eleganza del comportamento è conseguenza di un sereno dominio delle inclinazioni naturali”. Intuizione geniale e sorprendente per l’epoca. Osservo che è proprio con un sereno dominio delle inclinazioni naturali che creiamo le premesse per costruire un contesto armonico con noi stessi che ci permetta di tenere sotto controllo le nostre debolezze non demonizzandole, ma accettandole come parte integrante di noi. Conoscere e applicare con precisione e abilità le indicazioni delle regole e dei codici comportamentali ci permette di essere capaci di gestirci in modo corretto e disinvolto in ogni momento della nostra vita. Poi sarà abitudine ed eleganza disinvolta. Il Galateo non è esercizio d’insulso snobismo, rappresenta infatti un potente linguaggio che, una volta imparato ed esercitato abitualmente, ci permette di essere comunicatori efficaci, autorevoli e raffinati. Noi comunichiamo sempre, anche se non vogliamo, anche se
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non parliamo. Il modo di stare a tavola trasmette i nostri valori ed è un marcato gesto di comunicazione non verbale, utile più di mille parole. Stiamo per accomodarci a tavola - c’è apparecchiato, si sente un gradito profumo che sollecita le papille gustative, ci si appresta a godere di un buon cibo e a questo punto grande imbarazzo: dove mi siedo? cosa dico? cosa faccio? come inizio e quando? c’è un menu? c’è una precedenza da dare? un ospite da salutare? Poi ecco che arriva l’indovinello: quattro bicchieri, sei posate, la lunetta delle verdure, un piattino a sinistra e… che ci farà messo lì quasi per caso e a fianco un coltellino quasi uno spalmino? Se non conosco le regole e nemmeno provo imbarazzo la situazione è grave. In quel momento il nostro attento e preparato osservatore esterno non ci giudica per quello che “sappiamo nella nostra testa” ma per quello che inconsciamente e involontariamente stiamo comunicando con il nostro comportamento, e quello che purtroppo stiamo dicendo, di solito, non è esattamente qualificante. Quanto detto mostra che il percorso da compiere è impegnativo ma fondamentale per chi vuole vivere con stile e buona educazione e contemporaneamente ha compreso che può utilizzare il
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L’Accademia del Fitness linguaggio del corpo a proprio vantaggio: conoscere questo linguaggio consente, infatti, di muoverci con più disinvoltura nella società e nella vita professionale. Oggi più che mai abbiamo bisogno di recuperare quegli insegnamenti che danno valore alla nostra vita. Nel corso della recente evoluzione dei costumi che ha esasperato più l’importanza dell’apparire che dell’essere abbiamo tralasciato, fin dalla prima infanzia l’insegnamento delle buone maniere, rifuggendo tutto ciò che poteva essere definito rispetto delle regole: concetti esiliati perché vecchi e obsoleti che reprimono la spontaneità e la creatività banalizzando così un discorso psico-pedagogico molto più profondo e ricco di significato. Il risultato di quest’operazione è sotto i nostri occhi: una società allo sbando accecata da un egocentrismo esasperato con un’insofferenza esagerata alle regole. Vietato vietare. È anche vietato pensare con il proprio cervello, vietato essere educati, vietato il rispetto per gli altri, vietata la riconoscenza, vietato riconoscere il valore dell’esperienza e di chi ha dato tanto per le generazioni future. Tutto vietato, meno che portare il cervello all’ammasso nel magazzino della stupidità fatta regola e abitudine. Purtroppo anche la scuola ha risentito di questo clima e si è persa in questo fiume di ovvietà invece di assolvere il proprio compito, che è quello di coltivare l’amore per la conoscenza, il rispetto per gli altri e per le loro idee, stimolare i giovani ad agire senza la ricerca di comode scorcia-
toie, meritando i traguardi cui aspirano attraverso l’impegno concreto. La scuola ha perso di vista il suo obbiettivo primario: educare. La maleducazione impera, anzi paradossalmente non la si considera più tale: chi rispetta le regole, chi è gentile non è “furbo”, è paradossalmente uno che non ha capito “come gira il mondo”. Questo modo di pensare, traslato nello stile di vita, è di comune accettazione e vi assicuro che e a tavola si riesce a dare il peggio non tanto perché non si conoscono i tempi, l’uso delle posate o come si mette il tovagliolo ma perché si ostenta un comportamento sciatto e insofferente per tutto ciò che si ritiene irrilevante e superfluo: il rispetto del codice del buon comportamento. Con un po’ di attenzione si arriva a cogliere, oltre che la maleducazione, anche l’aggressività che molto spesso si cela dietro, perciò, si presti attenzione a quei particolari cui, incautamente, non diamo peso e che potrebbero rivelarsi in futuro un grosso problema. Esagero: Fa il cretino con la cameriera o la cretina con il cameriere; Tiene il cellulare acceso e parla di lavoro al telefono; Litiga al telefono con l’ex moglie o l’ex marito per gli alimenti o per i figli; Mangia con la testa dentro il piatto; Messaggia con un amico o amica; Parla e ride con la bocca piena; Messagia in continuazione; Interrompe quando parlate; Sparla di amici e conoscenti; Si ravviva il trucco a tavola;
Noi comunichiamo sempre, anche se non vogliamo, anche se non parliamo. Il modo di stare a tavola trasmette i nostri valori ed è un marcato gesto di comunicazione non verbale, utile più di mille parole.
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L’Accademia del Fitness Mentre state parlando guarda da un’altra parte; Fa commenti inopportuni; Pilucca dal vostro piatto; Alza troppo il gomito; Si mette a litigare per il conto davanti a voi; Si pulisce i denti con lo stuzzicadenti… Mi fermo, basta e avanza e uno/a o una così lasciatelo/a perdere: il significato è ben annunciato, il significante è svelato. Vi autorizzo a tralasciare le regole di bon ton e a lasciare il convivio anzitempo con una scusa qualunque Di che convivio parlo? Un truogolo. Quando si parla di Galateo facilmente, si fa confusione tra quello che è la conoscenza delle regole più rigide che denotano il nostro livello d’istruzione e quelle che invece disturbano il nostro vicino di tavola e che, denotano soltanto la nostra ignoranza. Questa confusione ci porta ad affermare delle banalità per giustificare ciò che non conosciamo come ci ricorda un antico proverbio indù: ”Colui che non sa danzare dichiara che il pavimento è irregolare”. A questo punto serve tenere presente che le buone maniere comunicano apprezzamento e considerazione e che questi sono bisogni essenziali che se soddisfatti predispongono l’altro all’apertura: obiettivo di non poco conto se una cena di lavoro fosse preludio alla conclusione di un buon affare, se un primo incontro con l’eventuale anima gemella dovesse essere fosse foriero di gioie future. A mio avviso, per una sorta di malinteso cameratismo, il più delle persone si adegua ai livelli più bassi di comportamento e addirittura mette a disagio chi al contrario tiene un comportamento educato, additandolo come uno che ostenta vezzi anacronistici, uno snob. Mi sono chiesta come avrei potuto dare un contributo per cambiare questa degradante situazione con un lavoro di sensibilizzazione riguardo alle buone maniere e di contrasto allo sbracamento. In particolare ho individuato nel comportamento a tavola la porta d’accesso per iniziare un percorso chiamiamolo di civilizzazione. Proprio così perché la nostra parte grezza è sempre in agguato e per un reale cambiamento occorre un atto di ferma volontà, uno sforzo cosciente, che si traduce concretamente in disciplina, pazienza e perseveranza. Difficile? Sì, ma alla fine il risultato premia. Non aspettatevi dunque un Galateo da snob fine a sé stesso essendo il nostro intento disporre, attraverso il rispetto delle regole, di un metodo per raggiugere la consapevolezza e, quindi, il controllo delle nostre azioni. La nostra vita è piena e siamo talmente occupati da trascurare
l’importanza di essere il più possibile presenti a noi stessi. Per questo motivo, ripeto, ho individuato nell’azione circoscritta del mangiare il momento favorevole per esercitarci, applicandoci a stare in questo stato d’essere che rappresenta il fulcro della nostra crescita personale. Se, dunque, mentre mangiamo, ci accorgiamo che non stiamo rispettando le regole di buona educazione possiamo decidere, contestualmente, di rimediare e ciò rappresenta un eccellente modo di educare la nostra parte instintuale. Infatti se siamo attenti ed è forte il desiderio di far funzionare le cose ci accorgeremo quando il nostro subconscio ci pilota come non desideriamo e magicamente, a quel punto, potremo sostituirci a lui. Ciò che distingue la presente proposta dai tradizionali corsi è la prevalenza attribuita al lavoro di autoconsapevolezza rispetto alla conoscenza formale delle regole. Ciò non toglie che la parte didattica sugli aspetti formali sia ampiamente e meticolosamente trattata. Non è certamente a caso che la sotto titolazione della presentazione sia “imparare facendo”. Attraverso l’esperienza concreta dello stare a tavola si avrà modo di sperimentare e vivere situazioni che indurranno spunti di approfondimento per rimediare lacune comportamentali e acquisire maggiore sicurezza di sé. Alla fine, non verrà disatteso il messaggio ispiratore di Monsignor Della Casa che afferma che il Galateo “è un dire civile e politico, di leggiadria e convenienza dei costumi”. Di tutto si parlerà con serenità, in un clima colloquiale e gradevole guidati dalla consapevolezza che conoscere il Galateo e soprattutto applicarlo è un tratto distintivo che fa la differenza: è parlare un linguaggio che sottolinea un ulteriore evoluzione che vede sullo stesso piano cultura, educazione e virtù in quanto tutte e tre concorrono alla formazione complessiva della persona. Amici, alla fine non resta che accomodarci a tavola di modo che la comune esperienza di quanto i piaceri e le sensazioni gustative si facciano più apprezzabili, se condivise, non vadano perse nel disagio dell’analfabetismo di ritorno dei nuovi manducanti.
Alla fine, non verrà disatteso il messaggio ispiratore di Monsignor Della Casa che afferma che il Galateo “è un dire civile e politico, di leggiadria e convenienza dei costumi”.
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Dott.ssa Valeria Guerra Contatti per incontri e corsi di psico bio-galateo individuali e di gruppo: www.valeriaguerra.it e-mail valeriawar@libero.it Laurea in Pedagogia ed in Psicologia "Degree of Master of Arts in Behavioral Studies" presso la Jolla University of California
numero 13 / 2014
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L’Accademia del Fitness
LA DIETA
COM
Le mie esperienze sul campo, insieme al progredire dei miei studi nel ramo dell’endocrinologia, mi hanno fatto capire l’importanza di un approccio personalizzato che tenga conto soprattutto delle prevalenze ormonali del singolo individuo. Verificando che queste prevalenze si traducono in una tendenza ad accumulare grasso in determinate zone piuttosto che in altre ho formulato approcci dietologici e di allenamento differenziati rispetto ai morfotipi che ho suddiviso in quattro tipologie: iperlipogenetico, ipolipolitico, ipermisto, ipomisto. L’iperlipogenetico è quel soggetto nel quale prevale la funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-cortico-surrenali cioè ha un’alta produzione di ormoni della corteccia surrenale, quali il cortisolo, legati alla risposta allo stress. Il cortisolo in fase acuta favorisce la lipolisi ma, secreto eccessivamente e in maniera cronica, desensibilizza gli adipociti che non rispondono più allo stimolo lipolitico ed invece contribuisce, tramite il suo effetto iperglicemizzante, (trasforma le proteine in glucosio), ad alzare i livelli di insulina e a favorire la comparsa di insulino resistenza che fa aumentare il grasso viscerale a livello addominale e del tronco. Questo soggetto (individuo “a mela”), al contrario di quello che viene generalmente raccomandato, avendo già al mattino livelli di cortisolo elevati (il cortisolo ha un ritmo circadiano per cui ha il suo massimo livello al mattino), deve assumere, a colazione, carboidrati in quantità moderata per non alzare ulteriormente la glicemia già innalzata dal cortisolo stesso. Viceversa, i carboidrati consumati alla sera, favoriranno una maggior produzione di serotonina che indurrà un sonno più regolare con una maggior regolazione ormonale. Per quanto sia vero che normalmente consumare una cena proteica favorisce la stimolazione del GH promuovendo una maggior ipoglicemia nella prime ore della notte, è altrettanto vero che, negli individui predisposti, può comportare una iperattivazione adrenergica che non permette una buona fase di sonno REM, cosicchè il GH non sarà secreto per niente e, anzi, rimarranno alti i livelli di cortisolo anche durante la notte con effetti catabolici. Questo stesso soggetto, proprio perché ha livelli
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La dieta COM (acronimo di CronOrMorfo dieta) è un approccio integrato che tiene conto della Cronobiologia degli Ormoni e della Morfologia dell’essere umano. Tutto questo, si sa, è legato alla genetica che indirizza il nostro sviluppo secondo le nostre predisposizioni. Oggi, tuttavia, si ha la certezza che anche l’epigenetica gioca un ruolo fondamentale nel permettere o impedire il manifestarsi di determinate predisposizioni. La dieta COM tiene conto della Morfologia dell’individuo che corrisponde a specifiche prevalenze Ormonali, la cui influenza sulla distribuzione del grasso può essere controllata e modificata, in parte, dalla scelta qualitativa, quantitativa e cronologica degli alimenti, favorendo, di conseguenza un dimagrimento localizzato.
“La Dieta COM in pratica” è un manuale dove le stesse informazioni presenti nel libro “La dieta COM e il dimagrimento localizzato” vengono rielaborate e rese di più semplice comprensione, arricchendosi di numerosi aspetti pratici come esempi di diete, schemi di integrazione alimentare, schede di allenamento e infine ricette di cucina funzionale per ogni biotipo. Le ricette tengono conto del gusto, dei sapori e della forma di una buona tavola, nell’assoluto rispetto delle tabelle nutrizionali della Dieta COM. “La Dieta COM in pratica” rappresenta un valido strumento per le persone comuni che intendono conoscere se stesse e attuare quelle strategie di stile di vita finalizzate ad assecondare le proprie caratteristiche individuali favorendone, nel contempo, lo sviluppo armonico e proporzionato scevro da inestetismi e patologie.
Cronormorfodieta Come perdere grasso nei punti giusti mangiando i cibi giusti al momento giusto
Nelle librerie e nelle edicole allegato alla rivista
“Cucina Naturale” - maggio 2014 -
L’antiaging o antiage è una terminologia che oggi è di moda, tanto è vero che è ormai utilizzata per molti prodotti rivolti alle cure del corpo e del viso. In realtà il concetto dell’antiaging va oltre, anche se non disconosce, le cure estetiche ed è rivolto principalmente a contrastare i danni funzionali legati al processo di invecchiamento. In questo libro Massimo Spattini, insieme a 12 esperti, ognuno per le proprie competenze specifiche, trattano l’alimentazione, l’integrazione alimentare, l’esercizio fisico, la postura, l’allenamento funzionale, l’igiene dentale, il sesso, la psiche e, le cure estetiche, le terapie ormonali e il check-up diagnostico. Ogni argomento è trattato in maniera semplice e comprensibile, in modo da poter fornire già utili indicazioni per iniziare un percorso finalizzato a trovare la “fonte della giovinezza”.
Un approccio funzionale a 360° per il benessere e un invecchiamento ritardato
L’Accademia del Fitness di cortisolo alti al mattino, non trova particolare beneficio ad sono identificato nel biotipo ipermisto con una tendenza ipereffettuare l’attività aerobica al mattino che può invece avere lipogenetica. E’ chiaro che non si deve tener conto solo della facilmente effetti catabolici; meglio quindi eseguirla dopo un genetica infatti è altrettanto importante anche l’epigenetica piccolo spuntino di circa cento calorie composto da carboidra- cioè l’influenza dell’ambiente esterno. Nel mio caso infatti lo ti fibrosi e proteine del siero, eventualmente con l’aggiunta di stress continuo, dovuto ai ritmi e alla tipologia del mio lavoro, aminoacidi ramificati e fosfatidilserina; è comunque particolar- mi porta verso una situazione iperlipogenetica e quindi ne devo mente importante che l’allenamento aerobico venga affrontato tener conto privilegiando i carboidrati alla sera e l’allenamento in maniera molto soft, iniziando gradualmente per permettere alla sera quando il cortisolo si abbassa. un progressivo adattamento. Tutti questi concetti, espressi in questo contesto in maniera All’opposto c’è il soggetto ipolipolitico che ha una prevalenza semplice e breve per motivi di spazio, sono ampiamente apdi ormoni estrogeni (prevalentemente femminile quindi ma che profonditi nel mio libro “La Dieta Com e il dimagramento lopuò essere però anche un uomo che aromatizza facilmente il calizzato” che tratta, appunto, la CronOrMorfodieta, cioè l’aptestosterone in estrogeni). Gli estrogeni hanno un effetto di proccio nutrizionale che tiene conto delle prevalenze ormonali modulazione sulla produzione del cortisolo a livello surrenali- di un individuo che si identificano dalla valutazione della sua co e tendono a rallentare il metabolismo morfologia e che possono essere riequitiroideo favorendo così l’accumulo di librate tramite un’assunzione cronologica grasso soprattutto nella parte inferiore dei vari alimenti. Nel libro è inoltre tratdel corpo (individuo “a pera”). Questo tato un altro grande ed interessantissisoggetto, di conseguenza, ha un metabomo tema che è quello del dimagrimento lismo lento cioè non riesce a bruciare il localizzato, un argomento molto contrograsso in modo ottimale, di conseguenza verso che viene supportato da evidenze è opportuno che segua un regime alimenscientifiche. Per chi non fosse particolartare in grado di stimolare la produzione di mente interessato ad approfondire queste ormoni tiroidei e GH, che sono gli ormoni tematiche dal punto di vista scientifico ma maggiormente lipolitici. Per fare questo è volesse semplicemente poter disporre di opportuno seguire una dieta ricca in caruna guida per potersi orientare al meglio boidrati nella prima parte della giornata sulle scelte nutrizionali secondo i dettami in modo da stimolare la produzione degli della Dieta COM, consiglio il mio libro ”La ormoni tiroidei e di proteine alla sera per favorire la produzione Dieta COM in pratica” in uscita a maggio nelle librerie e in edidi GH. Questi individui possono, anzi devono, praticare l’attività cola allegato alla rivista "Cucina naturale". Si tratta di una sorta aerobica al mattino a digiuno perché la loro glicemia sarà par- di manuale all’interno del quale si troveranno esempi di diete, le guide di Nat ticolarmente atecausa della mancata piani di integrazione e schede di allenamento secondo il ubassa ra&Salu le guide di Nat assunzione di carboidrati serali e dei bassi proprio morfotipo. ura&Salute livelli cortisolo mattutini. Gli individui miCi sarà inoltre un’intera sezione dediLa di Dieta sti, invece, accumulano il grasso in maniecata all’esposizione di vere e proprie COM rainomogenea gustosissime ricette, basate sulle lopratica (individui a peperone). Gli ipermisti sono normalmente dotati di giche della Dieta COM, appositamente Massimo Spa ttini un buon metabolismo ed hanno una constudiate e formulate dallo chef di Gaformazione proporzionata ed atletica che stronomia Funzionale Marcello Ghiretti. può però risentire di disordini alimentari Infine, per facilitare le cose al lettore, con conseguenze a livello del metabolisaranno proposti piani settimanali preMassimo Spatt smo tiroideo. definiti ed indicazioni sugli orari di asini Gli individui ipomisti hanno un’alterasunzione più appropriati di ogni ricetta zione della ghiandola ipofisi con scarsa per morfotipo. produzione di GH ed elevata produzione Dottor Massimo Spattini di prolattina (ormone antilipolitico). EnSpecializzazione in Medicina dello Sport trambi i soggetti misti devono seguire Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione una dieta che limiti i carboidrati nei Board Certificate in Anti-Aging & Regenerative vari pasti (l’ipomisto soprattutto alla Medicine (ABAARM-USA) sera) e, mentre l’ipermisto deve prevalentemente assumere alimenti ricchi di iodio per stimolare la tiroide l’ipomisto deve eliminare i latticini che favoriscono la produzione di prolattina. Ovviamente nella realtà non si trovano biotipi così definiti ma esistono soprattutto prevalenze. Ad esempio nel mio caso, mi
Non si deve tener conto solo della genetica infatti è altrettanto importante anche l’epigenetica cioè l’influenza dell’ambiente esterno
cilisis digna feugiat augueri t am quamet wiss equ iscipit eraestrud min iscil duiscipisim ipit, sisl ut atue rci bla augue min g esequis senisl ing eu faccums an ulputet veliquat, quamet praesto odit , sum adio commodipis et nim esequat. Iriliquis nos dele nis dolum dolu ptat, vel dolenis augait alis alisc il duisim doluptat lore dolore vent aut velisim nonulpute faci lla cortionse molore ting eug iation utpatio con ut nulput ero commy nonseq uat alit nit vero od tis et, si blao magnim niam re consed tat. At. Duis dionsed magnit vulputpa t nulput prat, sequisc iliqu isi bla facil er inis etuer augait nonsed ent dolore min iam, qui blaore facidunt lum quis nis dionsectem nulla faci ex ea consequam ero odio et, sum my nos nonse delit veleniam zzrit dolorperos er sit numsand re faccum vullum etum in ulla com my nisl dion euis nullan utpate magna commod mincipit, quamco sequipsusto con r sectet, vel dolo rem eugue facipisl utatie do elit iure con senim nis nis at nim zzrit, velendre m num vero con sequ
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9
788848 129 947
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Massimo Spa ttini
ISBN 978-8 8-481-2994
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La Dieta COM in pratica
Ut nostrud te dunt landrerati ng esenis adionsed minc iduipit ipsum zzriu sto dolortincin henit , veniamet num er in hent er sit veliq uatin hendipism od minci blandre dolob ore verit, conu m zzriure ming ese magn im venim vulpu tpatin venis alissit dipit do cortie velisi scin utate dolorpe rillum quipsuscin im zzrilisci eliquat vel ip esed eugu er am nit
tura&Salute
le guide di Na
testo Osto dun
La Dieta COM è un approc cio alimentare conto della cro personalizato nobiologia deg che tiene li ormoni e dell umano. Trovar a mor fologia e la giusta alim dell’essere entazione per fondamentale ciascuno di noi per dimagrire è la strada e raggiunger e la salute.
La Dieta COM in pratica
Per difese più forti Per ossa solide
Il 60-80% della popolazione 1 presenta carenze di vitamina D
• Dosaggio elevato (1000 U.I.) per compressa masticabile
Gusto Lime
• Vitamina D3 (colecalciferolo) la forma di vitamina D meglio assimilata Categorie a rischio specifico di ipovitaminosi D:
• bambini • donne in gravidanza o allattamento • anziani • persone poco esposte al sole • individui dalla pelle scura • persone obese o sovrappeso
Vitamina D3 25 μg (500%*)
Dolcificato con glicosidi della Stevia rebaudiana
Dose giornaliera raccomandata: 400 U.I. (10 µg)
1000 U.I. (25 µg)
Upper intake level
Bambini
1 cpr.
-
1000 U.I.
Adolescenti
2 cpr.
-
2000 U.I.
Adulti
-
1 cpr.
4000 U.I.
Anziani (60+)
-
1 o 2 cpr.
4000 U.I.
In gravidanza
-
1 o 2 cpr.
4000 U.I.
2
* European Food Safety Authority. EFSA Journal 2012;10(7):2813 [45 pp.].
Vitamina D3 10 μg (200%*)
*% A.R.: Assunzione di riferimento Holick MF, Chen TC. Vitamin D deficiency: a worldwide problem with health consequences. Am J Clin Nutr. 2008 Apr;87(4):1080S-6S. Review.
1
Philippart de Foy JM, Lambert Michel, Zech Francis. Carence en vitamine D, une pandémie facilement éradicable en médecine de 1ère ligne. UCL, 2009
Adami et al. Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo. Reumatismo 2011;63 (3):129-147
In farmacia
L’Accademia del Fitness
IL TRATTAMENTO
DELL’IPERTENSIONE
IN MEDICINA ANTIAGING (ULTIMA PARTE) Diversi integratori naturali si sono dimostrati validi nell’aiutare a controllare la pressione arteriosa. Questi vanno ad aggiun-
gersi ad esercizio fisico ed alimentazione già inseriti nelle linee guida dell’American Heart Association. La tabella sottostante, riporta quelli maggiormente accreditati.
TABELLA 1: Sostanze naturali di provata efficacia nella gestione dell’ipertensione INTERVENTO
EFFETTO ATTESO
EVIDENZA SCIENTIFICA
Coenzima Q10
Significativa riduzione della Pressione arteriosa diastolica e sistolica a dosaggi di 225mg/giorno. Probabile effetto attraverso azione anti-ossidante e di potenziamento mitocondriale.
Langsjoen et al. 1994a; Langsjoen et al. 1994b; Digiesi et al. 1990, 1992; Singh 1998, 1999
Vitamina C
Esiste un legame stretto tra Vitamina C ed ipertensione. I soggetti con i livelli più bassi di Vitamina C hanno PA più elevata. La somministrazione di Vitamina C alla dose di 500mg al giorno ha causato significativa riduzione della PA in donne e uomini ipertesi. L’azione anti-ipertensiva si esplica probabilmente attraverso la modulazione dell’attività dell’monossido d’azoto (NO), un importante sostanza vasodilatatrice prodotta dall’arginina.
Salonen et al. 1998; Taddei et al. 1998; Enstrom et al. 1992; Duffy et al. 1999
Acidi grassi essenziali (GLA, DHA, EPA)
Gli acidi grassi essenziali sono stati dimostrati efficaci nella riduzione dei trigliceridi, del colesterolo LDL e della pressione arteriosa. Inoltre riducono il fibrinogeno, la proteina C reattiva, i livelli di omocisteina e migliorano la sensibilità all’insulina.
Toft et al. 1995; Pizzorno 2001; Bucher et al. 2002; Hu et al. 2002; Iso et al 2001; Saynor et al 1992; Madsen et al. 2001; Engler et al. 1998
Vitamina E
Gli effetti anti-ossidanti della Vitamina E sono efficaci anche nel ridurre la pressione arteriosa. I soggetti ipertesi hanno spesso bassi livelli di Vitamina E.
Kumar and Das 1993; Newaz et al. 1999
Aglio
L’aglio è un potente agente ipotensivo e vasodilatatore. 600-900 mg al giorno si sono Silagy et al. 1994; Steiner 1996; Morihara dimostrati efficaci nel ridurre la pressione in soggetti lievemente ipertesi. L’effetto et al. 2002 anti-ipertensivo sembra esercitarsi maggiormente sulla pressione sistolica. L’azione si basa su riduzione dei livelli di epinefrina , ACE inibizione e aumento della sintesi di NO
L-Arginina
La L-Arginina ha effetti simili alla nitroglicerina con vaso-dilatazione, riduzione della pressione e aumento della produzione di NO.
Hambrecht et al. 2000; Rector et al. 1996; Brunini et al. 2002; Campese et al. 1997
Potassio
Supplementazione con potassio riduce la pressione arteriosa attraverso una riduzione del rilascio di renina, antagonismo dell’angiotensina II e vasodilatazione
Appel et al. 1997; Wheltono et al. 1997; Morris and Sebastian 1995
Magnesio
Il magnesio ha una efficace azione ipotensiva soprattutto in quei soggetti che hanno ridotti livelli di magnesio a causa di uso continuato di diuretici. Il magnesio stimola le cellule endoteliali a produrre prostaglandine I2 con azione vasodilatatrice. Inoltre la carenza di magnesio è associata a resistenza insulinica.
Kotchen and Kotchen 1999; Nadler and Rude 1995
Calcio
Una ridotta assunzione di calcio è associata ad ipertensione. I meccanismi d’azione Brown and Hiu 2001; Williams 2001; Luft ipotizzati sono stabilizzazione delle membrane e regolazione dei processi cellulari. et al. 1990; Meese et al. 1987 Alcuni dati indicano tuttavia che a dosaggi inferiori a 700-800 mg al giorni il calcio può avere un effetto ipertensivo.
Estratto di melograno
Gli effetti benefici del melograno sono molteplici e riguardano anche il sistema cardiovascolare. Le molecole alla base degli effetti sono l’acido ellagico e le punicalagine, sostanze con forte attività anti-ossidante. Inoltre queste sostanze prevengono la degradazione di molecola vasodilatanti.
Aviram M et al 2001; Gil MI et al 2000; Lansky EP 2006; Ignarro LJ et al 2006
Peptide C12 (dalla caseina)
Il peptide C12 isolato dalla caseina del latte è un ace inibitore naturale efficace nel controllo dell’ipertensione.
Karaki H et al 1990; Townsend RR et al 2004; Sekiya S et al 1992
Esercizio fisico
L’esercizio fisico moderato è considerato ormai un intervento fondamentale contro l’ipertensione in grado di eliminare il problema completamente nei casi lievi.
Linee guida American Heart Association
Alimentazione
La dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) è l’esempio più noto e Linee guida American Heart Association scientificamente accettato di intervento nutrizionale per controllare i livelli di pressione Cushman et al. 1998; Allender et al. 1996 arteriosa. La DASH indica come fondamentale un adeguato apporto di Magnesio, McCarron 1997 Potassio e Calcio attraverso l’assunzione di sufficienti quantità di frutta e verdura.
Tecniche di rilassamento e riduzione dello stress
Sempre più attenzione viene riposta al ruolo dello stress nella genesi dell’ipertensione. Secondo alcuni autori il problema nasce da una sorta di ipervigilanza inconsapevole che mantiene iperattivo il sistema nervoso centrale. Le tecniche di rilassamento sono centrali ad una terapia multimodale del problema.
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Schulkin J (Ed). Allostasis, homeostasis and the cost of physiological adaptation. Cambridge University Press, Cambridge 2004, pp 39-58.
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La dieta DASH Va tenuto presente che ogni intervento non farmacologico contro l’ipertensione non potrà avere effetti immediati. Per questo motivo è sempre opportuno attendere 8-12 settimane prima di valutarne gli effetti.
La dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension è riconosciuta internazionalmente come un’efficace intervento di prevenzione e trattamento dell’ipertensione.
La dieta DASH La dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension è riconosciuta internazionalmente come un’efficace intervento di prevenzione e trattamento dell’ipertensione. Eppure ancora pochi medici la conoscono e la prescrivono. La dieta DASH è ricca in frutta, verdure e altri cibi abbondanti in potassio, calcio e magnesio e poveri di sodio. Ai pazienti viene suggerito di ingerire quantità elevate di acidi grassi omega 3 presenti in particolare nel pesce e di ridurre l’utilizzo di sale da cucina (meno di 2,4 grammi al giorno che equivalgono a circa 1 cucchiaio). E’ stato dimostrato che solo con l’approccio DASH si può ridurre la pressione sistolica di 11 punti e quella diastolica di 6. L’ipertensione non viene efficacemente curata da approcci che
tendono esclusivamente a bloccare la regolazione pressoria provocando così inevitabilmente una serie di effetti collaterali indesiderati. Un approccio scientificamente più corretto e moderno è quello multi-modale che affronta l’ipertensione in modo complesso ed integrato lavorando sullo stile di vita, l’alimentazione, lo stress e l’esercizio fisico, utilizzando in modo corretto una serie di sostanza naturali di provata efficacia e introducendo i farmaci solo in minima dose ed esclusivamente come terapia di supporto in caso di un mancato raggiungimento dei risultati sperati con interventi naturali. Dr. Filippo Ongaro Board Certified Anti-Aging & Regenerative Medicine (ABAARM) Diplomate Functional Medicine (AFMCP) Certified Practioner International School of Gynecological Endocrinology (ISGE)
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L’Accademia del Fitness
POSTURA E INTOLLERANZE ALIMENTARI Come spesso accade, l’interesse ad approfondire un argomento talvolta può essere stimolato da problematiche del proprio vissuto. Durante il periodo adolescenziale praticavo basket ma soffrivo costantemente di un problema (dissenteria) che normalmente per un atleta, dovrebbe provocare una sosta, ma nel mio caso avrei dovuto smettere di giocare. Divenuto insegnante di Educazione Fisica, nel 1986, durante un corso di Riflessologia Plantare, il prof. Michelangelo Chiecchi (esperto di medicina naturale) parlò di problematiche salutari legate all’alimentazione e in particolare di alcuni alimenti, che talvolta si tende a mitigare, ma che non sempre e non a tutti risultano salutari. Nel mio caso, mi imponevo di bere tanto latte, persino a tavola, durante i pasti. Ebbene scoprii che mi ero fatto del male senza saperlo. Le Intolleranze Alimentari, di solito sono congenite, ma possono essere anche acquisite a causa di un cattivo metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine, anche se più frequenti sono i difetti delle disaccaridasi, per cui il colon viene raggiunto da una notevole quantità di zuccheri che favoriscono la fermentazione batterica, originando gas e acidi che si riversano nel lume intestinale. Come già scritto da autori più competenti in materia, ricordo che le intolleranze alimentari, così come le allergie, sono reazioni avverse al cibo di tipo non tossico. Generalmente le allergie sono provocate da una risposta mediata da anticorpi IgE che possono poi indurre shock anafilattico. Le intolleranze invece possono essere di varia natura: di origine enzimatica, quando per motivi genetici, manca un enzima capace di metabolizzare un alimento (es. lattasi), oppure possono avere un’origine immunitaria. Recenti studi hanno dimostrato come svariate intolleranze alimentari siano collegate alla presenza di anticorpi IgG diretti contro determinati alimenti. I sintomi più conosciuti dovuti alle intolleranze alimentari sono: cefalea, fotofobia, gastralgia, inappetenza, dermatiti. Questi sintomi possono derivare quindi da reazioni immunitarie vere e proprie, con effetti sia locali che a distanza. Oppure tramite la formazione di sostanze tossiche che non riescono ad essere smaltite in maniera efficace. Tutti questi meccanismi agiscono comunque determinando una Flogosi sulla parete intestinale.
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CONOSCERE CIO’ CHE MANGI
TI RENDE LIBERO FOOD INTOLERANCE TEST Le intolleranze alle proteine alimentari, dette allergie ritardate, sono reazioni conseguenti l’introduzione di alimenti di consumo comune. Queste reazioni sono causate da un’iperproduzione di immunoglobuline di classe G (IgG). Emicrania, disturbi gastro-intestinali e respiratori, stanchezza cronica, dermatiti, irritabilità, sovrappeso, sono solo alcuni dei sintomi ricorrenti nei soggetti affetti da allergia ritardata. Il FOOD INTOLERANCE TEST (F.I.T.) di Natrix permette di verificare la reazione dell’organismo nei confronti di 46, 92 o 184 alimenti. Ciò che ha reso il F.I.T. affidabile è la metodica analitica ELISA,
affidabile e ripetibile e la lunghissima esperienza di Natrix nel campo della diagnostica delle intolleranze.
celiaci, per il monitoraggio della malattia celiaca in soggetti che seguono una dieta priva di glutine.
CELIAC TEST
Natrix Lab: il laboratorio certificato (UNI-ENI-ISO 9001: 2000) di riferimento per le analisi:
Ad oggi per ogni celiaco diagnosticato, ve ne sono sette a cui la celiachia non viene diagnosticata. L’ingestione di glutine, nei pazienti affetti o predisposti a celiachia, provoca un grave danneggiamento della mucosa intestinale. Il CELIAC TEST è una prova allergometrica che consente di effettuare un saggio di I° livello completo per la celiachia. Il CELIAC TEST è consigliato in caso di sospetto di malattia celiaca, in familiari di primo grado (genitori, fratelli) di soggetti
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FOOD INTOLERANCE TEST CELIAC TEST ANTIAGING PROFILE CELLULAR AGING FACTORS LIPIDOMIC PROFILE ZONA PLUS TEST CARDIO WELLNESS PROFILE PROFILI ORMONALI
Tutte le analisi sono eseguibili anche tramite un semplicissimo prelievo capillare e salivare.
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L’Accademia del Fitness Gli esami per rilevare tali intolleranze vengono svolti attraverso vari test, tra cui il test “ELISA” (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay) (Saggio Immuno-Assorbente legato ad un Enzima) è attualmente il più attendibile, per la rilevazione di intolleranze IgG-mediate. Una dieta che elimina gli alimenti non tollerati riesce a portare benefici all’organismo. In Kinesiologia ed Osteopatia vengono utilizzati, oltre al precedente (che comunque è necessario per identificare l’esistenza o meno dell’intolleranza), anche test diagnostici “posturali” quali la Verticale di Barré, il Test dei Rotatori, Romberg, Fukuda e la Valutazione Osteopatica, Fasciale e Cranio-Sacrale, poiché consentono di evidenziare subito, clinicamente, se quell’intolleranza è importante nel soggetto per poter determinare la sua problematica Posturale.
I problemi che possono essere legati all’alimentazione riguardano l’assunzione degli alimenti che ci espone quotidianamente a problemi di natura immunologica: il sistema immunitario dell’uomo, è una complessa rete integrata di mediatori chimici e cellulari sviluppatasi nel corso dell’evoluzione per difendere l’organismo da qualsiasi forma di insulto chimico, traumatico o infettivo alla sua integrità. Una caratteristica fondamentale del sistema immunitario è quindi la capacità di distinguere tra le strutture endogene o esogene che non costituiscono un pericolo e che dunque possono o devono essere preservate (self) e le strutture endogene o esogene che invece si dimostrano nocive per l’organismo e che devono quindi essere eliminate (non-self). Questo già indica che, nella valutazione della funzionalità dell’apparato digerente, il sistema immunitario svolge un ruolo primario. Tramite un sistema complesso di mediatori chimici (le citochine, neurotrasmettitori, ormoni, ecc.) ogni linfocita mucosale viene “messo a conoscenza” di quanto avviene dal punto di vista immunitario, in ogni altra mucosa dell’organismo. L’alterazione del buon funzionamento di questo sistema di modulazione della risposta comporta la comparsa di reazioni avverse nei confronti degli alimenti. La produzione di questi anticorpi deriva da una disfunzione cronica della digestione che consente l’assorbimento di proteine a carattere antigenico. Tutto questo provoca un’alterazione della funzione dell’organo
Visto che ogni funzione dell’organismo influenza le altre e viceversa, probabilmente alcune alterazioni della normale fisiologia dell’apparato digerente potrebbero evidenziare situazioni in grado di influenzare la postura.
Cosa c’entra la postura in tutto questo? La posturologia, di solito, cerca le ripercussioni nella globalità del sistema dell’organismo umano, di ogni singola funzione specifica, quindi la nutrizione si pensa che non si possa ridurre ad una sola questione di energia e di rifornimento di materie prime. Visto che ogni funzione dell’organismo influenza le altre e viceversa, probabilmente alcune alterazioni della normale fisiologia dell’apparato digerente potrebbero evidenziare situazioni in grado di influenzare la postura.
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L’Accademia del Fitness interessato, ma anche delle strutture ad esso collegati, quali i muscoli della parete addominale comunicante al viscere interessato dalla flogosi. Come influisce l’intolleranza alimentare sulla postura. L’Apparato Digerente è composto da organi quali: esofago, stomaco, fegato, intestino tenue e crasso, ecc., ma anche altre componenti anatomiche che fanno parte dello stesso apparato e che assumono un ruolo non secondario nello svolgimento della normale fisiologia, e che, se alterate, possono provocare disfunzioni della stessa, manifestandosi con sintomi insospettabili, come dolori lombari o alterazioni posturali di diverso tipo. L’infiammazione genera un cambiamento delle condizioni locali, di conseguenza la funzionalità muscolare ne risulta alterata, con possibili contratture o comunque modifiche del tono muscolare. L’alterata funzione contrattile, avendo inserzioni scheletriche, si ripercuoterà anche su queste strutture. E’ necessario quindi fare alcune considerazioni su parti anatomiche viste, non solo nella loro collocazione, ma anche durante la loro funzione. Il “Sistema Fasciale” oltre ad essere un elemento meccanico di sostegno, collega fra loro varie parti del nostro organismo. Nel distretto addominale tale sistema é costituito dal Peritoneo. La particolarità meccanica del sistema fasciale è legata alla sua costituzione di tessuto connettivo fibroso anelastico: la messa in trazione di una sua qualsiasi porzione viene trasmessa a distanza su ogni punto di inserzione parietale, creando trazioni che, se perdurano nel tempo, facilitano la comparsa di una alterata funzionalità dei metameri vertebrali lombari. Una trazione sul sistema fasciale del peritoneo può verificarsi in seguito a fenomeni infiammatori ricorrenti o cronici a carico delle pareti dei visceri che ne vengono avvolti. In una situazione di tensione della radice del mesentere, si verifica una trazione sui rispettivi metameri vertebrali, che porteranno L2 in rotazione destra e L4 in rotazione sinistra, creando così i presupposti per una disfunzione del rachide lombare che si può tradurre clinicamente in una alterazione posturale. Il ragionamento può essere effettuato anche nel senso opposto, laddove una non corretta funzionalità del rachide lombare può ripercuotersi sulla funzione dell’apparato digerente. Il “Diaframma” è un importantissimo muscolo che presenta una parte centrale fibrosa, il centro frenico, ed una parte periferica muscolare vera e propria. Esso si inserisce a livello vertebrale attraverso due pilastri principali in modo asimmetrico ed è in intimo rapporto con gli organi che svolgono funzioni vitali. Una intolleranza alimentare, tramite i meccanismi già descritti, può facilmente determinare una contrattura del diaframma che de-
termina necessariamente, per questioni anatomiche, una trazione asimmetrica sulla colonna lombare, con conseguente rotazione e inclinazione opposte dei metameri vertebrali interessati. Il muscolo” Ileo-Psoas”, secondo gli studi sull’evoluzione della postura eretta, è il primo muscolo responsabile della lordosi lombare fisiologica. Questo è un muscolo molto importante, oltre che per il movimento degli arti inferiori, per la gestione della postura: in catena cinetica aperta, flette, adduce ed extraruota la coscia quando prende punto fisso sulla colonna e sul bacino; in catena cinetica chiusa, flette e inclina dal proprio lato il tronco, e lo ruota dal lato opposto, quando prende punto fisso sul femore; una contrazione monolaterale determina una inclinazione ed una rotazione delle vertebre lombari su cui si inserisce. Questi muscoli sono strettamente legati alle funzioni che determinano l’equilibrio posturale, in quanto sono intimamente collegate col sistema nervoso propriocettivo delle articolazioni e dei muscoli profondi, anche appartenenti alle altre catene muscolari. Quando un muscolo lavora per molto tempo in una condizione di ipertono o di contrattura, qualsiasi sia la causa che ha prodotto questa condizione, inevitabilmente la sua alterata attività si ripercuote sugli altri muscoli appartenenti alla stessa catena muscolare. Dal punto di vista clinico risulta allora utile conoscere queste relazioni anatomo-funzionali, in quanto è possibile valutare con relativa facilità la funzionalità e il tono di una serie di muscoli e le probabili conseguenze. Dopo quanto esposto, tra le varie cause di alterazioni della postura, possiamo inserire anche le intolleranze alimentari. Dopo aver effettuato i dovuti controlli/test, si procederà all’intervento più specifico attraverso un approccio multidisciplinare in modo da avere una visione quanto più completa, e non settoriale, a tutto vantaggio della salute dell’individuo. L’invito ad un Corretto Stile di Vita, va da se che includa l’abitudine alla pratica di una sana e completa Attività Motoria adeguata, che comprenderà, la “Educazione Posturale”, gli “Esercizi contro Resistenza” ma, relativamente alle problematiche enunciate, per dare un contributo alla detossificazione degli organi, sarà importante l’allenamento “Aerobico”, eseguito in palestra o all’aria aperta. “Il movimento è vita”.
Quando un muscolo lavora per molto tempo in una condizione di ipertono o di contrattura, qualsiasi sia la causa che ha prodotto questa condizione, inevitabilmente la sua alterata attività si ripercuote sugli altri muscoli appartenenti alla stessa catena muscolare.
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Prof. Ciro di Cristino Diplomato ISEF; Direttore Tecnico dei corsi Nazionali AFFWA; Insegnante-Educatore-Preparatore di diverse Discipline Sportive.
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CHI AIUTA LE SURRENI? Le surreni sono due piccole ghiandole endocrine situate sopra i reni che giocano un ruolo importante nella produzione di energia da parte dell’organismo, in particolare quando bisogna far fronte a sollecitazioni esterne rilasciano, sotto lo stimolo dell’acth, glucocorticoidi, adrenalina e noradrenalina, sostanze che svolgono diverse azioni: • stimolano l’attività del cuore, aumentando la forza di contrazione del muscolo cardiaco; • aumentano il tasso glicemico del sangue, facilitando così l’assorbimento degli zuccheri da parte dei tessuti; • diminuiscono la fatica muscolare, per cui consentono un’attività fisica più intensa e prolungata; • svolgono un’azione vasocostrittrice, permettendo in tal modo al sangue di affluire in maggior quantità in una parte dell’organismo in cui vi sia impellente necessità del suo apporto. • regolano l’equilibrio idrico e minerale; Le surreni pertanto regolano i livelli di energia, oltre agli stati emozionali, la resistenza alle malattie, il senso di benessere, attraverso gli ormoni in esse sintetizzati, sono capaci di influenzare profondamente i metabolismi glicidico, lipidico e proteico, la risposta immune, la funzione tiroidea, l’attività cardiaca.
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Fino a quando le sollecitazioni definite anche con il termine inglese “stress” rientrano nella norma le surreni riescono a far fronte alle richieste di energia rilasciando gli ormoni sopra descritti, quando però queste sollecitazioni diventano più intense e più numerose come durante l’attività fisica si può andare incontro ad una sovrastimolazione che porta ad esaurimento energetico e conseguente logorio delle strutture biologiche Un esempio di come lo stress può condurre al logorio delle strutture biologiche dell’organismo è rappresentato dall’iperproduzione di radicali liberi che si verifica in seguito ad una sovrastimolazione fisica o psicologica. Accade così che anche l’intensa attività fisica finisca per risolversi in complesse reazioni chimiche che coinvolgono sistema immunitario, sistema cardiocircolatorio e sistema nervoso Lo stress, del resto, non è un elemento di per sé negativo, come invece si ritiene comunemente. Anzi, i forti stimoli esterni, gli ostacoli da superare, la lotta, hanno sempre costituito una spinta vitale nella storia dell’uomo, che senza i forzati adattamenti alle avversità (p. es., l’improvvisa mancanza di cibo in un’area geografica) non si sarebbe mai evoluto. In generale, lo stress inteso come “stimolo al cambiamento” è
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Physic Level 1 – Trauma One – cpr/spray Physic Level 2 – Trauma Two – cpr/spray Physic Level 3 – Trauma Three – cpr/spray Physic Level 4 – Artidol – cpr/spray Physic Level 5 – Cervical – cpr Physic Level 6 – Lumbar – cpr Physic Level 7 – Prepair – cpr Physic Level 8 – Fast – cpr/spray Physic Level 9 – Rigeneration – cpr/spray Physic Level 10 – Tonic – bust
BIOGROUP s.r.l. Variante esterna – Bagnoli del Trigno (IS) Tel. 0874 870014 Fax 0874 870973 www.biogroup.it 47
L’Accademia del Fitness essenziale nella vita, in quanto costituisce la motivazione necessaria per passare da una certa situazione ad un’altra (nello studio, nello sport, nei rapporti affettivi e sociali in genere, nel lavoro). Si parla in questo caso di “stress costruttivo”. Quando tuttavia le sollecitazioni esterne diventano eccessive per poter essere affrontate in modo costruttivo, nell’organismo finiscono per prodursi reazioni “distruttive” ed alterazioni patologiche. In definitiva, quindi, il problema non è rappresentato dallo stress in sé ma dalla reazione dell’organismo allo stress. In queste fasi particolarmente intense può risultare utile assumere sostanze naturali che grazie ai principi attivi in esse contenuti mimano l’azione degli ormoni prodotti a livello surrenalico, migliorano la resistenza dell’organismo alle sollecitazioni, contrastano l’azione dei radicali liberi, riducono il senso di fatica. Le piante medicinali più studiate e maggiormente utilizzate in queste situazioni sono: Eleuterococco L’estratto di Eleuterococco si lega fortemente ai recettori glucocorticoidei e mineralcorticoidei (Pearce et al 1982).Test in vitro hanno evidenziato un innalzamento dei livelli di ACTH e LH dopo somministrazione di estratto di ES (Wagner 1995). Il forte tropismo verso le surreni spiegherebbe la forte influenza sulla resistenza al calore, al freddo, alle infezioni, a stress fisici in genere, alle radiazioni ed anche agli effetti della mancanza di peso nello spazio. Gli atleti hanno dimostrato un aumento della resistenza fino al 9% assumendo la pianta, probabilmente grazie ad un migliorato metabolismo dell’ossigeno (forse causato da un incremento del numero di mitocondri). L’eleuteroside E sembra sia il principale responsabile dell’incremento della resistenza allo stress.
Quando tuttavia le sollecitazioni esterne diventano eccessive per poter essere affrontate in modo costruttivo, nell’organismo finiscono per prodursi reazioni “distruttive” ed alterazioni patologiche.
Rodiola Molto usata nella tradizione popolare russa ma oggi oggetto di numerosi studi che ne hanno confermato le sue preziose qualità. Possiede attività adattogene, facilita l’attività intellettuale in condizioni di stress per cui migliora l’apprendimento e la memoria; migliora le performance sportive. La Rodiola stimola l’attività della lipasi, enzima che agisce idrolizzando il legame estereo presente nella molecola dei trigliceridi liberando gli acidi grassi che possono essere così metabolizzati. Erba medica I suoi principali costituenti sono: Sali minerali, protidi, clorofilla, vitamine C, K, provitamina A, B2, B6, D, steroli, cerebrosidi. Svolge importanti attività remineralizzanti e corroboranti. Trova impiego terapeutico, soprattutto perché ricca di minerali, vitamine ed amminoacidi, in problematiche quali l’astenia
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fisica e mentale e nei disturbi causati da alimentazione carente. Possiede azione remineralizzante, tonica ed antiastenica.
Schisandra Numerosi studi clinici hanno dimostrato che la Schisandra risulta efficace per combattere lo stress, soprattutto se legato al sistema corticosurrenale. In particolare, la Schisandra esplica un’azione tonica sui processi mentali, aumentando la facoltà di concentrazione e la memoria, senza gli effetti collaterali di nervosismo di altri rimedi stimolanti e toniconervini. Molto apprezzato e diffuso l’uso della Schisandra per promuovere l’acuità mentale e per combattere l’affaticamento visivo. Esistono inoltre risultati preliminari sull’influenza della pianta sul sistema antiossidante endogeno del glutatione Infine interessanti gli studi che correlano l’assunzione di tale pianta con un aumento dei livelli di ossido nitrico. Fieno greco Grazie alla presenza di sali minerali (ferro, manganese, rame, magnesio) e vitamine (B6, tiamina e riboflavina) l’estratto di semi di fieno greco vanta proprietà ricostituenti e stimolanti che lo rendono indicato in caso di forte stress fisico, gracilità, anemia, convalescenza. Dr. Giovanni Occhionero Chimico farmaceutico esperto di integrazione naturale nello sport e fitoterapia antiaging Docente Simeb (Società Italiana Medicina Biointegrata)
Relatore
■ La teoria neuro-endocrina dell’invecchiamento ■ Alimentazione neuro-endocrina ■ L’allenamento come stimolo ormonale ■ Integratori alimentari per la modulazione dei valori ormonali ■ La terapia sostitutiva ormonale con ormoni bioidentici per contrastare il decadimento psico-fisico: applicazioni ed indicazioni terapeutiche, effetti benefici ed effetti indesiderati
Dr. MASSIMO SPATTINI Specialista in Medicina dello Sport Specialista in Scienza dell’Alimentazione Certified in Anti-aging & Regenerative Medicine (ABAARM - USA) Certified AFMCP (Applying Functional Medicine Segreteria organizzativa in Clinical Practice) - IFM (USA) SCUOLA ITALIANA FITNESS E ALIMENTAZIONE (SIFA) Docente nell’anno accademico 2012/2013 nel Corso Dott. Fabrizio D’Agostino - Cell. 3289027865 di Formazione “Metodologie Anti-aging e Anti-stress” info@fitnessplay.net - www.fitnessplay.net dell’Università Sapienza di Roma con l’insegnamento Quota iscrizione “Ipotesi di terapia sostitutiva ormonale per contrastare Residenziale hotel Ramada: € 250 Iva inclusa Online (FAD) : € 230 iva inclusa il decadimento psico-fisico: applicazioni potenziali ed Disponibilità fino ad esaurimento posti effetti indesiderati psico-fisici della terapia sostitutiva ormonale”. ECM : sono stati richiesti i Crediti per le figure professionali di: Medico Chirurgo, Biologo, Dietista, Farmacista. LOCATION: Hotel Ramada, Via Galileo Ferraris, 40 – 80142 Napoli
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DALLA VALUTAZIONE MOTORIA ALLA PROGRAMMAZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO L’aumentata richiesta di fare esercizio fisico da parte di utenti di tutte le età, sia soggetti sani che soggetti affetti da disturbi di natura metabolica, ha portato ad una espansione del settore del fitness. Sicuramente sono aumentate le conoscenze scientifiche in materia da parte degli operatori, ma talvolta alcune carenze tecniche professionali nella gestione delle sedute di allenamento vanificano il raggiungimento degli obiettivi. Tra queste mancanze individuiamo l’omissione di valutare correttamente le capacità motorie e funzionali dei nostri utenti, attività che ridurrebbe il margine d’errore dovuto spesso da un allenamento proposto che resta sotto la soglia di intensità per provocare stimoli d'adattamento. Come ad un paziente il medico, dopo l’esame obbiettivo, prescrive delle analisi alle quali farà seguito una terapia, una persona prima di essere allenata deve essere sottoposto ad un checkup motorio. L’analisi dei risultati ci permetterà la personalizzazione dell'allenamento. Un attento monitoraggio delle variabili sensibili all'allenamento sono garanzia di correttezza dei protocolli proposti in termini di risultati ottenibili. Le linee guida dell’American College of Sport Medicine (ACSM’s Guidelines for exercise testing and prescription, 8th edition, 2010) danno indicazioni di carattere generale sull’attività fisica per la maggior parte delle persone adulte. Nel consigliare l’attività fisica è però importante conoscere la condizione fisica iniziale del soggetto e sapere qual è la relazione tra dose (carico esterno o somministrato) e risposta (carico interno o allenante) dell’esercizio stesso per ottenere quegli obiettivi predefiniti a breve, medio e lungo termine. Inoltre, nella creazione di un programma di esercizi è di particolare utilità la prescrizione strutturata per frequenza, intensità,
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tempo e tipo di esercizio. Appare dunque palese che per assegnare l’allenamento corretto dobbiamo svolgere una valutazione del livello di forma del soggetto in esame, controllare e monitorare alcuni fondamentali parametri. La valutazione di routine prevede un’anamnesi personale, l’individuazione dei principali fattori di rischio ed eventuali altri problemi di tipo muscolo-scheletrico. In questa prima classificazione è utile avere sotto controllo alcuni parametri fisiologici e biochimici per escludere problemi di natura metabolica. E’ quindi importante la collaborazione con il medico al fine di cooperare per la risoluzione dei problemi e per l’adozione di uno stile di vita corretto. A questo punto, per avere un profilo più approfondito dello stato fisico e del metabolismo, possiamo procedere con l’analisi della composizione corporea per fissare degli obiettivi di ottimizzazione della forma fisica e stimare il fabbisogno energetico giornaliero. In ambito medico è molto considerato il Body Mass Index (BMI) che mette in rapporto il peso corporeo con l’altezza (kg/ altezza2), parametro che indica il grado di rischio cardiovascolare per livello di sovrappeso o sottopeso rispetto ad un intervallo di normalità (compreso tra 20-25). In realtà tale valutazione non è in grado di fornire indicazioni sulla composizione corporea e le variazioni di peso non sappiamo se sono dovute a cambiamenti qualitativi di massa magra o perdita o incremento di grasso. Per avere una visione più dettagliata ad un tempo zero (stato fisico di partenza) ed in seguito per valutare se gli effetti dell’allenamento e dell’alimentazione hanno dato il risultato sperato, dobbiamo avvalerci di altre misure. La bioimpedenziometria (BIA o Body Impedance Assessment) è una bilancia professionale che, al passaggio della corrente at-
numero 13 / 2014 traverso il corpo, riesce a determinare la composizione corporea ed in particolare la quantità d’acqua presente: • Acqua corporea totale (TBW); • Acqua extracellulare (ECW); • Acqua intracellulare (ICW); • Massa magra (FFM); • Massa grassa (FM); • Massa muscolare (MM); • Metabolismo basale (MB).
V02max è quello di misurare i gas espirati con l’ausilio di un metabolimetro. Gli esercizi di potenziamento muscolare sono solitamente costituiti da carichi crescenti eseguiti con serie e ripetizioni, ma anche da carichi costanti a circuito. Determinare l’intensità del carico allenante è l’obiettivo del test di forza. Valutare il livello di forza dei maggiori gruppi muscolari, attraverso l’esecuzione del massimo numero di ripetizioni (RM) con un carico massimale, permette di stabilire l’intensità del carico allenante e, se confrontato con un test precedente, è in grado di dare una stima dei miglioramenti dell’allenamento. Nella costruzione di tabelle d’allenamento, oltre a stabilire il tipo di esercizi, è il giusto rapporto tra carico/ripetizioni e recupero ciò che stimola la crescita muscolare. L’ipertrofia muscolare è un processo multifattoriale che si ottiene quando mettiamo in moto una serie di meccanismi complessi di tipo ormonale e sollecitazioni meccaniche strutturali che si ottengono solamente con la dovuta intensità. Dopo aver verificato i parametri fondamentali per il “giusto” allenamento, eseguire una valutazione posturale sarà l’ulteriore atto per la corretta definizione dello stesso. L’utilizzo di pedane stabilometriche e baropodometriche permettono una misurazione più precisa e standardizzata. La conoscenza e la capacità di interpretare i dati di una valutazione posturale necessita di una preparazione specifica. Invece sono di facile esecuzione i test di flessibilità, in particolare per la muscolatura della catena cinetica posteriore (sit & reach test) e cinetica anteriore (test di Thomas) per assegnare gli esercizi di allungamento atti a prevenire il mal di schiena. Per concludere voglio ricordare una celebre frase del Professor Margaria e ripresa anche dal Dottor Vecchiet, fisiologi e medici dello sport, che definivano “l’esercizio fisico come un farmaco, se eccessivo è dannoso, ma se insufficiente è inutile”.
La valutazione di routine prevede un’anamnesi personale, l’individuazione dei principali fattori di rischio ed eventuali altri problemi di tipo muscolo-scheletrico.
La BIA, pur essendo uno strumento sensibile, non è esente da margini d’errore, pertanto è consigliato anche l’uso di altri strumenti quali il plicometro ed il metro a fettuccia. Il metodo più usato e semplice è il confronto tra lo spessore delle pliche settoriali di grasso sottocutaneo e le circonferenze degli arti. La circonferenza più importante da misurare è il giro vita per stimare la quantità di grasso viscerale (ideale <94 cm nell’uomo e <80 cm nella donna). Il lavoro sul campo ed il supporto di ricerche scientifiche vanno consolidando la teoria di correlazione tra livelli ormonali e accumulo di grasso, informazioni utili per la personalizzazione dell’allenamento e per il dimagrimento localizzato. Un’attenta valutazione cardiopolmonare è la premessa fondamentale per la creazione di un buon programma d’allenamento. Come già accennato, quantificare il carico interno allenante è determinante per il raggiungimento dell’obbiettivo. La conoscenza della giusta intensità del lavoro cardio metabolico e dei meccanismi fisiologici responsabili degli adattamenti indotti dall’allenamento passano attraverso l’analisi della frequenza cardiaca (FC). La valutazione della FC allenante si può calcolare indirettamente (formule facilmente reperibili in letteratura che si basano sull’età del soggetto: Cooper, Tanaka, Karvonen) o attraverso test con carichi progressivi massimali o sub-massimali. Il battito cardiaco è primariamente influenzato da fattori genetici e dagli effetti del tempo, risponde agli esercizi in modo molto soggettivo, e può essere un ottimo indicatore di stress acuto. Il V02max invece rappresenta la quantità massima d’ossigeno fornita dal sangue e utilizzata dai muscoli, indica la potenza aerobica, ovvero la capacità funzionale del sistema cardiopolmonare. Calcolando esattamente il VO2max si ottiene conseguentemente la FCmax (massima frequenza cardiaca) e tramite questi parametri è possibile impostare allenamenti mirati ed efficaci. L'esercizio cardiovascolare ad alta intensità (HIIT, High Intensity Interval Training), riesce ad esaltare la spesa energetica e l'innalzamento del metabolismo basale post-allenamento. Questo fenomeno è definito EPOC, acronimo di Excess Postexercise Oxygen Consumption (volgarmente detto "afterburn"). I requisiti di un test di valutazione sono la validità e la precisione, ma altrettanto importante sono l’affidabilità e l’obiettività. Il metodo che consiglio per misurare il
Simone Diotallevi Diplomato ISEF
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L'ALCHIMIA DEL CIBO: LE RICETTE CHE CURANO Il benessere e la salute sono sicuramente collegate a uno stato soggettivo di appagamento dei propri bisogni e di soddisfazione personale che è legato a molte variabili di tipo personale, sociale, culturale, educazionale e mentale ed è strettamente connesso alla consapevolezza della propria felicità o non felicità. Il desiderio di felicità come “benessere-salute"è insito in ognuno di noi: c’è chi la cerca nei piaceri dei sensi, chi nella dedizione agli altri, chi nella rinuncia o nell'ascesi, chi tra la gente o nella solitudine, chi nell’apparire e chi nell’essere, chi nell’accumulare chi nel dissipare, chi nell’arte e nella fantasia, chi nel denaro e nel potere. Pochissimi la trovano, per cui pochissimi riescono a raggiungere un adeguato stato di benessere e questo va a discapito della salute. Diceva Freud che compito della psicanalisi, é quello di trasformare l’angoscia in normale infelicità, dando per definitivo il fatto che essa fosse parte integrante dell’essere umano. Curare, invece, significa riuscire a far prendere coscienza della possibilità concreta di realizzare il proprio destino, la propria salute, partendo dal miracolo di essere nati. Bisogna cambiare i criteri organicisti e materialisti e sviluppare invece quelli spiritualisti, dinamici e, soprattutto, vitalistici: un'importanza determinante va attribuita allo studio del fondo patologico costituzionale di ogni persona per accertare quello che si è sedimentato nel passato e che costituisce la causa del
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disturbo. Il cibo dipana questa matassa in modo naturale e decide, con un'intelligenza organicistica, di fare uscire e di svelare la patologia che è necessario curare fino alla completa guarigione, aprendo definitivamente un’altra realtà, nella quale ovviamente sarà comunque possibile ammalarsi ma più difficilmente, e con la consapevolezza che il cibo, dal quale in ogni caso non possiamo prescindere, è un vero e proprio universo terapeutico da scoprire. Come fare a conciliare alta cucina e ottimi sapori con cura e prevenzione delle principali malattie metaboliche, delle malattie cardiovascolari, delle malattie autoimmunitarie riuscendo inoltre a raggiungere un alto equilibrio psicofisico? Come fare a curare gastrite, colesterolo, trigliceridi, mangiando bene ma soprattutto "buono buono”? Come fare a dimagrire senza rinunciare ai sapori o peggio, al cibo? La risposta è davvero molto, molto semplice. Per fortuna, sempre più, sta nascendo la coscienza di noi stessi come individui in grado di lavorare per mantenere un giusto equilibrio psicofisico. Teniamo di più a noi stessi e al nostro benessere, cerchiamo di mangiare bene e spesso ci mettiamo a dieta, mangiamo più frutta e verdura e meno grassi. Crediamo di sapere tutto sul cibo e siamo sempre più attenti alle etichette. Mangiamo fortunatamente più biologico, sappiamo che il cibo è importante, che se mangiamo “grasso"ci fa male, che i formaggi sono "pesanti,"che i salumi ci possono intossicare, ma non conosciamo in realtà gli
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Il cibo contiene gli archetipi di tutte le medicine, di tutte le scienze, di tutte le filosofie.
straordinari poteri “energetici"del cibo sulle patologie sia in senso sintomatico che in senso più archetipico, arrivando, attraverso un percorso di pietanze, al sè, curando l’individuo nella sua unità psicosomatica. Poco si conosce dell’uso del cibo in senso terapeutico: in una sintomatologia acuta, dalla semplice indigestione, ad una banale infezione virale, nel caso di un intervento chirurgico (sia per quanto riguarda la preparazione del paziente all'intervento che nel periodo post-operatorio), nei malati terminali e in un’infinità di casi, la pietanza agisce sia sulla sintomatologia dolorosa in generale che in modo specifico e spesso, per non dire sempre, il cibo diventa più efficace di qualsiasi farmaco sia allopatico che omeopatico (l’astensione dal cibo molto meno). Usare l’eccezionale potere del cibo vuol dire, ad esempio contrastare gli effetti collaterali di numerosi farmaci: nel caso della chemioterapia, nelle anestesie, nelle allergie da farmaco, ecc… Le malattie croniche più diffuse come la gastrite, la colite e dolori cronici di varia natura, derivanti solitamente da un insieme di concause come intolleranze alimentari, stress, squilibri metabolici ed enzimatici, da un cibo mal tollerato e mal digerito, spesso non rispondono a nessun tipo di terapia anche solo sintomatica, tanto da venir definite per eccellenza malattie di origine psicosomatica. In questi casi una giusta sequenza di pietanze è in grado velocemente di curare l’individuo che, ben presto, si dimenticherà di essere stato un malato cronico. Queste patologie curate nella fase iniziale, con una semplicissima dieta, intesa sempre come sequenza di pietanze, rispondono immediatamente e definitivamente al trattamento. Non credo che ci sia per esse un più efficace ed innocuo metodo di cura. Il cibo pietanza inoltre è in grado di potenziare qualsiasi terapia a qualsiasi livello sia essa attuata, con un effetto sia sinergico con altre terapie sia di contrasto di eventuali effetti indesiderati, fisici, psichici o energe-
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tici. Sappiamo che un’attività sportiva mal fatta può danneggiarci, ma non sappiamo che una dieta non adatta a noi, per quanto equilibrata di proteine, carboidrati, sali minerali, lipidi, vitamine, può danneggiarci anche in maniera grave. Soprattutto non conosciamo il potere del cibo che stiamo mangiando, se ci farà caldo, freddo, se ci farà gonfiare, se ci farà aumentare o diminuire di peso se ci farà scaricare o ritenere i liquidi, se farà aumentare o diminuire quel senso di nausea o quel mal di testa, se ci darà energia o ce la toglierà, se ci renderà nervosi o ci tranquillizzerà, se ci farà venire o meno la depressione… Conoscere il cibo equivale a scoprire un mondo straordinario. Accenno ai principi curativi applicabili al cibo e all’esecuzione del piatto Il cibo, cioè l’insieme degli alimenti che ingeriamo, ha varie proprietà: • proprietà nutrizionali di ogni singolo alimento cioè vitamine, proteine, sali minerali, lipidi, glucidi, ecc… • proprietà probiotiche (sempre di ogni singolo alimento), cioè tutte quelle sostanze contenute nell’alimento stesso che aiuteranno l’organismo a rinforzare le difese immunitarie, come i flavonoidi, i fermenti lattici vivi, i lieviti, la lecitina, i sali minerali, le vitamine, gli enzimi, gli oligoelementi, ecc… • una componente energetica, e per energia, non intendo calorie ma l’energia di cui parla la macrobiotica con il concetto dello ying e dello yang, del caldo e del freddo, della notte e del giorno, di ciò che espande e ciò che va all’essenza, del dolce e del salato; basata sull’antica filosofia cinese (Taoismo) secondo la quale la realtà è formata appunto dal rapporto tra due energie: yang (maschile) e yin (femminile). La salute è un giusto rapporto tra queste.
numero 13 / 2014 Un'ulteriore caratteristica energetica degli alimenti è il sapore Il sapore infatti è un tipo di energia che provvede direttamente alla nutrizione dell’organo. Per la dietetica cinese il sapore di un alimento non è solo la sensazione gustativa ma anche una parte energetica più sottile che varia a secondo dei diversi cibi. Nell’arco di sperimentazioni millenarie, i medici cinesi hanno individuato tutti i cibi corrispondenti ai cinque sapori fondamentali, i quali a loro volta sono riferibili ai cinque elementi e dunque, agli organi ad essi corrispondenti: • sapore agro acido (fegato e cisifellia) • sapore amaro (cuore e intestino tenue) • sapore dolce (stomaco e milza) • sapore piccante (polmoni e intestino colon) • sapore salato (reni e vescica) • una componente organolettica cioè colore, odore, sapore… • una componente "bontà- gusto "cioè colore, sapore, odore, retrogusto, aspetto, e consistenza della pietanza, non più come elemento soggettivo, ma come principio di cura e strettamente legata alla componente emozionale, vibrazionale e perciò alla componente armonica del piatto. La pietanza cucinata in modo da non ottenere quel sapore, quell’aspetto, quella consistenza, quel profumo, non avrà le stesse proprietà anche se conterrà esattamente gli stessi ingredienti. Naturalmente si deduce che sia l’assemblaggio dei vari alimenti, che la procedura usata per cucinarli, costituiscono un aspetto fondamentale quasi sempre trascurato quando si parla di diete e di cibo.
nostra pietanza. Bisognerà quindi tenere conto, ad esempio, del modo in cui verranno cotti gli ingredienti o parte di essi, del grado di cottura, di un ingrediente rispetto ad un altro, della quantità di un ingrediente rispetto ad altri che vanno a comporre il piatto, della preponderanza di una tonalità cromatica rispetto all’insieme del piatto o parte di esso oppure ad altre tonalità cromatiche. Ci saranno ulteriori per non dire infiniti elementi di modificazione per l’assoluta relatività del risultato "pietanza finale “, intesa appunto come insieme di infinite modificazioni pur partendo dagli stessi ingredienti iniziali. Per cui la ricetta, quando si parla di cibo che cura, è assolutamente indispensabile. Il cibo contiene gli archetipi di tutte le medicine, di tutte le scienze, di tutte le filosofie, risponde ai principi della medicina allopatica, che ha creato una branca di studi che si occupa della scienza dell’alimentazione, risponde altresì ai principi della medicina omeopatica: la più alta diluizione omeopatica applicabile al cibo è l’astensione dal cibo stesso che deve essere comunque cucinato sconfinando in un’altra scienza: nella medicina energetica, nel rito. Al cibo potranno essere applicati, oltre ai principi della medicina allopatica, omeopatica ed energetica, quelli della fitoterapia, della medicina emozionale o vibrazionale dell’aromaterapia, dell'alchimia e quant'altro e, soprattutto, il principio stesso ed imprescindibile del piacere. Sarà possibile inoltre applicare, cucinando la stessa pietanza, diversi principi curativi insieme o renderne preponderante uno e usare gli altri in sottofondo, come in una sinfonia. Antonella Dassenno Naturopata
Ciò che cura non sarà solo la proprietà dell'alimento, dell'insieme degli alimenti o delle associazioni, ma per primo il "saporegusto”, la consistenza e l’insieme e l’armonia che sapremo ottenere cucinando quegli alimenti così da creare quella particolare emozione. L’armonia del gusto che riusciremo ad ottenere può superare le proprietà negative del mettere insieme determinati alimenti. Se mangiamo veramente buono ma “pesante”, il “pesante"verrà in parte annullato, cioè il cibo non risulterà così indigesto, proprio perchè la bontà della pietanza ottenuta avrà superato l’indigeribilità della pietanza stessa. Altrettanto vale il principio contrario: se mangiamo leggero ma con un sapore mediocre o mangiamo cibi ricchi di fattori probiotici ma con un sapore piatto, andremo ad annullare in parte i benefici contenuti in quegli alimenti. Nessuno ha sperimentato tutte le gamme di possibilità di creare pietanze che curano perché queste sono infinite. Il cibo che andremo a mangiare non è solo un insieme di ingredienti che noi avremo assembrato ma anche l’insieme di più elementi, i quali concorreranno a realizzare la
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L’Accademia del Fitness
ULTIME RICERCHE IN FITNESS, WELLNESS E MEDICINA ANTIAGING A cura del Dr. Filippo Ongaro Vice Presidente AFFWA www.filippo-ongaro.it La ricerca scientifica nell’ambito della prevenzione e dell’antiaging ci fornisce sempre più indicazioni sul ruolo fondamentale che hanno la nutrizione, l’uso di integratori alimentari, l’esercizio fisico e le tecniche di rilassamento nel mantenerci sani e in forma. Uno degli aspetti per troppo tempo trascurati nella pratica clinica è il ruolo di una glicemia ottimale nel mantenere la salute e rallentare l’invecchiamento. Molti studi hanno confermato che più si lascia la glicemia salire, anche se al di sotto dei limiti massimi oltre i quali si parla di diabete, più aumenta il rischio di sviluppare il diabete stesso e una lunga serie di malattie tra cui infarto, ictus, insufficienza renale e cancro. Uno studio recente per esempio ha messo in evidenza come il consumo di una sola bibita zuccherata al giorno aumenti del 1822% il rischio di sviluppare un diabete tipo II (Romaguera D et al. Consumption of sweet beverages and type II diabetes incidence in European adults: results from the EPIC-Interact. Diabetologia. 2013 Jul; 56(7):1520-30). E’ importante ricordare che il problema non è solo legato allo zucchero ma anche ad un’ingestione eccessiva di cereali raffinati che causano continui sbalzi della glicemia pressoché identici a quelli provocati dagli zuccheri semplici. Diversa è l’azione dei cereali integrali che essendo ricchi di fibra sono in grado di apportare energia senza incidere negativamente sulla glicemia e sulla produzione di insulina. Per una valutazione completa dell’assetto glicemico non è sufficiente dosare lo zucchero nel sangue ma è necessario aggiungere il dosaggio dell’insulina (che potrebbe essere elevata anche in presenza di una glicemia normale) e dell’emoglobina glicata, un parametro che indica la media dei valori glicemici negli ultimi tre mesi. Un altro effetto negativo dell’assunzione di zuccheri è legato all’azione sui circuiti della fame e sull’incentivazione dell’appetito. Quando gli ormoni che regolano l’appetito sono sbilanciati è molto difficile perdere peso. Alcuni studi indicano che un alimento spesso trascurato come i fagioli (in particolare la varietà Borlotto), ha un effetto importante nel ridurre la fame e aumentare la sensazione di pienezza causando un aumento di grelina, un ormone che riduce l’appetito e favorisce la perdita di peso (Spadafranca A et al. Phaseolus vulgaris extract affects glycometabolic and appetite control in healthy human subjects. Br J Nutr 2013 May; 109(10):1789-95). La fibra contenuta nei legumi per altro rallenta l’assorbimento di zuccheri e grassi contribuendo anche a stabilizzare la glicemia. I fagioli sono in grado di inibire l’alfa amilasi, un enzima fondamentale per l’assimilazione dei carboidrati. L’incidenza di malattie inizia ad aumentare quando la glicemia supera gli
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85mg/dl, un valore ben lontano dalla soglia superiore ora in genere posizionata attorno ai 100mg/dl. Uno studio su oltre 11.000 persone ha indicato che quasi l’85% dei soggetti aveva una glicemia superiore agli 85mg/dl (Kao M et al Fasting plasma glucose and incidence of diabetes-implication for the threshold for impaired fasting glucose: results from the population-based Omiya MA cohort study. J Atheroscler Thromb 2009 16(6):857-61). Inoltre come accennato in precedenza molte persone potrebbero avere una glicemia sufficientemente bassa ma a scapito di valori molto alti di insulina, anche essi legati ad un aumentato rischio di malattia. Un altro legame forte è quello tra glicemia e rischio di sviluppare un tumore, in particolare il tumore del seno. Uno studio italiano di qualche anno fa è molto indicativo in questo senso. 10.786 donne tra i 35 e i 69 anni sono state reclutate e seguite per 5.5 anni ed è stato visto che nelle donne in età fertile, ad una glicemia superiore agli 84mg/dl, era associato un rischio aumentato del 150% di sviluppare un tumore mammario (Muti P et al. Fasting glucose is a risk factor for breast cancer: A Prospective study. Cancer Epidemiology Biomarkers Prev. 2002;11(11):1361-8). Questo è un dato particolarmente allarmante se si considera che una glicemia di 84mg/dl è ben al di sotto del limite superiore della norma. Altri studi hanno confermato questa
numero 13 / 2014 ipotesi (Mink PJ et al. Serum insulin and glucose levels and breast cancer incidence: The Atherosclerosis Risk in Communities Study. Am J Epidemiol. 2002;156(4):34952; Sieri S, et al. Prospective study on the role of glucose metabolism in breast cancer occurrence. Int J Cancer. 2011;130(4):921-9.). Altre ricerche sottolineano come esista una legame tra glicemia e rischio tumorale in generale e non solo relativo al tumore del seno (Stattin P et al. Prospective Study of Hyperglycemia and Cancer Risk. Diabetes Care. 2007;30(3):561-7). L’associazione tra iperglicemia e cancro in uomini e donne, indipendentemente dall’obesità, è legata da un lato al fatto che le cellule tumorali crescono utilizzando zucchero come metabolita principale e dall’altro al fatto che l’iperglicemia rappresenta un segnale di abbondanza metabolica che stimola la replicazione cellulare. Questo giustificherebbe l’azione di prevenzione oncologica apportata dall’uso di metformina (Aldea M et al Repositioning metformin in cancer: genetics, drug targets, and new ways of delivery. Tumour Biol. 2014 Feb 7. [Epub ahead of print]). Cosa fare dunque di fronte a queste evidenze? In primo luogo dobbiamo accettare che lo zucchero non fa affatto bene, che non serve né al cervello né ai muscoli e che le carie che può causare sono il minore dei problemi. I motivi per non assumerlo sono ben altri. Dobbiamo evitare di usare lo zucchero nelle bevande come il caffè e il tè. E’ necessario ridurre il consumo di
altre bevande dolci, quelle gassate ma anche i succhi di frutta, in particolare quelli con zucchero aggiunto. Non sono una buona alternativa nemmeno altre forme di zucchero e i dolcificanti se non la stevia e lo xilitolo che sembrano non avere effetti negativi. Dobbiamo poi ridurre dolci, caramelle, merende, biscotti e anche ridimensionare l’uso di cereali raffinati preferendo le versioni integrali di riso, pasta e pane che, essendo ricchi di fibra, hanno un impatto molto minore sulla glicemia. Tenere sotto controllo la glicemia è poi un ulteriore motivo per fare attività fisica regolarmente sia di tipo aerobico che muscolare. In questo modo si stimoleranno i recettori cellulari ad assorbire il glucosio e ad utilizzarlo a scopo energetico. Ma proprio associata all’esercizio fisico c’è anche una buona notizia: se volete mantenere qualcosa di dolce nella vostra alimentazione tenetelo come premio post allenamento magari da abbinare ad uno snack proteico. Il temporaneo aumento della glicemia in questo caso è utile perché l’insulina che verrà prodotto dal pancreas contribuisce a far penetrare le proteine nei muscoli e a farli crescere! Dr. Filippo Ongaro Medico Chirurgo Direttore Scientifico Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging s.r.l. (Ismerian) Vice-Presidente Associazione Medici Italiani Antiaging (AMIA) Vice-Presidente Accademia Funzionale del Fitness-Wellness-Antiaging (AFFWA)
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