N. 15 - ottobre 2014

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Rivista trimestrale

Ottobre 2014 - ANNO IV

L’ACCADEMIA DEL FITNESS WELLNESS-ANTIAGING

N. 15

magazine


PARMA 29-30 novembre 2014

e il DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO

Certificazione

DietaCOM ADVISOR RELATORI Giovanni Montagna - Massimo Spattini CERTIFICAZIONE Alla fine del Workshop verrà rilasciata la Certificazione di “DietaCOM ADVISOR” previo superamento del test scritto finale ECM Sono stati richiesti al Ministero della Salute i crediti ECM per le figure professionali di: Medico Chirurgo, Biologo, Dietista, Farmacista RESPONSABILE SCIENTIFICO Massimo Spattini SEGRETERIA Scientifica e Organizzativa AFFWA - Galleria Crocetta 9/A - 43126 PARMA Tel. 0521 1682083 - Fax 0521 294971 accademia-affwa@libero.it www.affwa.it

QUOTE : Entro il 31.10.2014 : Soci € 200,00 non Soci € 240,00 Oltre il 31.10.2014 : Soci € 240,00 non Soci € 280,00 (Le quote sono IVA esclusa)

PROGRAMMA

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Workshop ECM

Endocrinologia generale Valutazione della composizione corporea Ritmi circadiani Dismetabolismi implicati nel sovrappeso Basi fisiologiche del dimagrimento Influenze ormonali sul deposito localizzato di grasso Attività fisica e dimagrimento localizzato Impostazioni pratiche di programmi di allenamento Impostazioni pratiche di valutazione della composizione corporea Prove pratiche di formulazione Diete Integratori alimentari e dimagrimento Prove pratiche di integrazione alimentare


numero 15 / 2014

ACCADEMIA DEL FITNESS Galleria Crocetta 10/A 43126 PARMA Tel. 0521.941319 Fax 0521.294971 www.accademiadelfitness.com accademia-magazine@libero.it

EDITORIALE

Direttore: Valerio Merola Direttore scientifico: Massimo Spattini Art director: Cinzia Ruggeri Capo redazione: Silvia Iorio In redazione: Claudia Bonini Cristiana Pedrazzini Andrea Angelozzi Comitato scientifico: Dott. Damiano Galimberti Prof. Fulvio Marzatico Dott. Filippo Ongaro Prof. Mario Passeri Hanno collaborato a questo numero: Andrea Angelozzi Krista Burns Maria Corgna Giovanni Magnani Raffaello Michelotti Giovanni Occhionero Filippo Ongaro Sonja Ongaro Maria Santulli Massimo Spattini Tommaso Villani In copertina: Filippo e Sonja Ongaro

Siamo in ottobre, ormai l’estate è alle spalle e spero ne abbiate approfittato per ricaricare le vostre batterie sia dal punto di vista fisico che psichico. Dobbiamo essere pronti per affrontare ancora una stagione dura: la crisi non è ancora passata e l’economia tarda a ripartire. Alcuni dati positivi provengono soprattutto dagli USA dove si respira nuovamente aria di ripresa. Anche a Los Angeles due anni fa in Agosto c’era meno gente, i ristoranti erano vuoti, le spiagge e le palestre meno affollate. Quest’anno ho trovato di nuovo la Los Angeles di sempre, radiosa come il suo sole e vibrante come i suoi terremoti. Certo là non c’è la nostra pressione fiscale e la Banca Centrale d’America, quando serve, stampa denaro, cosa che dovrebbe fare anche la nostra Banca Centrale Europea per dare un rinnovato impulso all’economia. Chissà che anche questa volta gli USA possano fare da volano per la nostra ripresa. Di certo negli USA il settore legato al benessere, al fitness, alla Medicina Antiaging e agli integratori alimentari è ancora in crescita denotando una tendenza che dovrebbe essere anche nostra. Quel

che è certo è che negli USA vige la meritocrazia quindi ciò che conta è cosa conosci e non chi conosci e questo porta i professionisti a mantenersi sempre il più possibile aggiornati. La formazione (corsi, congressi, scuole) è molto costosa ma molto diffusa perché rappresenta il miglior investimento per il proprio business. In Italia, data la carenza della Sanità Pubblica sia in tema di logistiche e tempistiche se non di competenze, ci sarà sempre più un maggior flusso di persone che si rivolgeranno al privato, nonostante la crisi, perché la salute rappresenta un bene primario, ma le scelte saranno più accurate proprio per evitare di sprecare i propri soldi e i migliori professionisti saranno i preferiti. Ribadisco ai medici, biologi, dietisti, personal trainers... i soldi spesi nella formazione non sono spesi ma investiti e saranno in grado di produrre un guadagno molto superiore a quello di qualsiasi interesse che proviene da un investimento finanziario. Massimo Spattini Presidente AFFWA

Foto di copertina: Alex Ardenti Gestione editoriale: Profitness S.a.s. Galleria Crocetta 10/A 43126 Parma Tel. 0521.941319 Stampa e distribuzione: Mattioli 1885 S.r.l. Str. della Lodesana, 649 sx Loc. Vaio 43036 Fidenza (PR) Tel. 0524.530383 www.mattioli1885.com Registrazione n. 12/2004 Tribunale di Parma

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L’Accademia del Fitness

SOMMARIO EDITORIALE

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LA MEDITAZIONE La terza dimensione dello stare bene

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di Massimo Spattini

di Sonja Ongaro

ALLENAMENTO FUNZIONALE: MODA CHE HA RADICI PROFONDE

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di Tommaso Villani

ZEOLITE E SPORT: CONNUBIO PERFETTO

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di Raffaello Michelotti

ELIMINA IL FRUMENTO RAFFINATO

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di Massimo Spattini

SPOT REDUCTION

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di Massimo Spattini

CANNABIS: WHY NOT?

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di Andrea Angelozzi

IL DOPPIO VOLTO DELL’OSSIGENO E IL “PARADOSSO CELLFOOD®” UN PASS PER IL BENESSERE Poll, Antiossidante, Sinergico, Sistemico

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a cura comitato scientifico EURODREAM

POSTURA BILANCIATA, MIGLIORI RISULTATI NELLA FORMA FISICA

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di Krista Burns

LA SPINOMETRIA “The Wellness of Spine stays in its Shape”

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di Giovanni Magnani

LE PIANTE MEDICINALI: VALIDE ALLEATE DELLO SPORTIVO CONTRO IL DOLORE 40 di Giovanni Occhionero

ANTIAGING: MODA O NUOVA FRONTIER DELLA MEDICINA?

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di Maria Santulli

PNEI E NUTRIZIONE

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di Maria Corgna

ULTIME RICERCHE IN FITNESS, WELLNESS E MEDICINA ANTIAGING di Filippo Ongaro 4

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IO gio n a m SITIVO PO


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LA MEDITAZIONE,

LA TERZA DIMENSIONE DELLO STARE BENE Chi ci tiene davvero alla salute nel senso più completo del termine farebbe bene a integrare nella propria vita quotidiana la meditazione. Seguire un’alimentazione sana e fare regolarmente esercizio fisico sono elementi fondamentali di una vita sana ma spesso anche questi vengono vissuti come un’ulteriore costrizione, come un obbligo aggiuntivo ai tanti che la vita moderna ci impone. Meditare significa invece aggiungere una “terza dimensione” al proprio approccio alla salute, entrare in uno stato di “agio emotivo”, uno spazio dove si parla un nuovo linguaggio i cui vocaboli fondamentali sono consapevolezza, serenità, gioia, felicità, calma, fiducia, sicurezza e libertà. La mente razionale diventa così un complice leale, capace di stare al nostro fianco a prescindere dalla situazione reale in cui ci troviamo. La pratica della meditazione è come una palestra per la mente capace, piano piano, di disabituarci al costante martellamento dei vari doveri, delle troppe paure, delle ansie che ci inseguo-

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no e della tensione che di conseguenza si accumula nel nostro organismo. Meditare non cambia la realtà delle cose e non cancella le dinamiche, i problemi e le responsabilità della vita moderna ma rende l’effetto sull’organismo meno pesante e l’interpretazione emotiva più accettabile e positiva. Una mente capace di ricordarci di vivere con quella leggerezza ogni istante della vita può fare un enorme differenza, soprattutto nei momenti più difficili. Non sono solo teorie orientali prive di fondamento scientifico. Moltissimi studi scientifici hanno dimostrato gli effetti positivi della meditazione su memoria, concentrazione, creatività, ansia, depressione, pressione sanguigna, stabilità della glicemia e dolori di varia origine. Definire esattamente cos’è la meditazione è un compito arduo perché è una pratica dalle origini antichissime che nasce sia in oriente che in occidente come approccio spirituale e religioso e che solo in tempi molto più recenti diventa pratica del benes-



L’Accademia del Fitness sere. Gli infiniti approcci alla meditazione rendono poi una sua catalogazione in una tecnica ben precisa quasi impossibile anche in virtù del fatto che la meditazione è più un atteggiamento e uno stato dell’essere piuttosto che un’attività da svolgere. Gli aspetti pratici come il luogo che si sceglie, la postura, i suoni, i profumi e la durata sono importanti all’inizio del proprio cammino meditativo. In un secondo passo si vive un graduale distacco dai fattori esteri che aiuta a raggiungere il giusto grado di consapevolezza durante la vita quotidiana. In altre parole, passo dopo passo si arriva a vivere la vita con un atteggiamento meditativo, un po’ come se il luogo dove si medita si trasferisse dentro di noi creando uno spazio meditativo interiore “portatile” che ci fornisce sempre le sensazioni e le emozioni più utili e adeguate. Uno spazio di sicurezza, pace e possibilità nel quale sforzo, tensioni, doveri, incertezze e contraddizioni non trovano posto. Sono l’indipendenza e la libertà interiori lo scopo ultimo della meditazione e per questo occorre prestare attenzione a non viverla, nemmeno nelle fasi iniziali, come un dovere perché c’è il rischio di annullarne qualsiasi effetto benefico e di trasformarla immediatamente in qualcosa di noioso e frustante. Un atteggiamento meditativo significa permettere alla mente di accorgersi del qui e dell’adesso, lasciando scivolare fuori dalla propria visuale emotiva il passato e il futuro, inevitabili fonti di giudizi, preconcetti, dubbi, incertezze. All’inizio aiuta concentrarsi su qualcosa di specifico come il battito del cuore, i movimenti del respiro, un suono o una parola ripetuta a ritmo lento o un oggetto come una candela o un albero che si muove dolcemente con la forza del vento. Meditare vuol dire osservare e ascoltare senza giudizio il mondo e la vita che in quello specifico istante ci passano davanti, permettendo così alla mente e al corpo di liberarsi dalle pesantezze del passato e dalle ansie del futuro, per riuscire a rigenerarsi e a ripristinare un grado maggiore di lucidità e creatività. Praticare con la schiena dritta ha una particolare importanza perché permette una respirazione e un flusso di energia più libero e dinamico. Ma a parte questo quello che conta di più è sentirsi a proprio agio. Le gambe per esempio non devono necessariamente essere nella posizione del loto, posizione molto scomoda per la maggior parte delle persone. Anche la schiena

può essere dritta molto semplicemente da distesi con l’unico rischio che ci si addormenta un po’ troppo facilmente. Se è nata in voi per lo meno un po’ di curiosità, potete trovare molte informazioni in libri e DVD o frequentare un corso con un buon maestro. Ma potete anche provare l’esercizio descritto qui di seguito che, pur essendo semplice, potrebbe essere un primo passo verso una meravigliosa avventura di libertà. Ma prima di tutto proponete alla vostra mente con un sorriso di smettere di giudicare, di dire che è una cosa banale e noiosa. Lasciate che siano le emozioni e il vostro corpo a decidere e tenete presente che meditare significa passare dalla dimensione del fare a quella dell’essere.

Meditare vuol dire osservare e ascoltare senza giudizio il mondo e la vita che in quello specifico istante ci passano davanti

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Prendete un materassino, una sedia o un cuscino sul quale stare seduti o distesi comodamente con la schiena dritta e sistematevi in un luogo accogliente e libero da disturbi esterni. Mettetevi comodi e prendete consapevolezza del vostro corpo e dei pensieri che avete in questo momento. Prendete gentilmente per mano la vostra mente e accompagnatela nell’area dell’addome dove la invitate a osservare i movimenti della pancia che va sù e giù con ogni respiro. Non tentate di controllare i pensieri ma osservateli senza giudizio. Se vi accorgete che subentrano distrazioni e altri pensieri, accompagnate di nuovo con pazienza la mente verso i movimenti dell’addome. Provate a farlo ogni giorno per almeno 5-10 minuti. Provate a fidarvi di voi stessi e ad essere fieri di ciò che fate invece di preoccuparvi di farlo nel modo corretto. Il silenzio interiore e la quiete si instaurano gradualmente e in modo naturale quando siete pronti. Possono passare giorni, settimane o mesi ma in realtà non ha molta importanza se lungo la strada vi permettete fin dall’inizio di percepire piacere, senso di possibilità e gioia di essere vivi con ogni cellula del vostro corpo. Dr.ssa Sonja Ongaro Ordine degli Psicologi del Veneto n°6659 Stress management e performance coaching



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ALLENAMENTO FUNZIONALE:

MODA CHE HA RADICI PROFONDE

L’allenamento funzionale, oggi giorno tanto in voga, inserito all’interno dell’universo del fitness con modalità e strumenti differenti spesso lasciati alla creatività degli istruttori di sala e personal trainers, ha riportato in primo piano l’efficacia degli esercizi a corpo libero, tal volta ricorrendo a piccoli sovraccarichi, dai barbells (bilanceri del sollevamento pesi olimpionici), ai manubri, alle sandbags, alle funi del TRX (training in suspension), ai kettlebells, alle medicine balls. Secondo una definizione scientifica il significato “funzionale” è un aggettivo che indica una rispondenza ad un uso, ad uno scopo, appunto ad una funzione cui qualcosa o qualcuno è deputato.

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Definizione e storia dell’allenamento funzionale L’allenamento funzionale è un allenamento relativo alla funzione per cui un muscolo o meglio una catena cinematica esiste e si è evoluta in un certo modo. Dopo circa tre decadi in cui la preparazione fitness era associata alla idea di una massiva ipertrofia raggiungibile con l’utilizzo di macchine a camme che consentivano un lavoro analitico su singoli distretti muscolari, oggi si riscopre quel cosiddetto FUNCTIONAL TRAINING che nacque negli Stati Uniti d’America negli anni ’70 come esigenza di attivare nella maniera più naturale possibile l’intero sistema muscolare attraverso l’esecuzione di semplici esercizi motori talvolta dimenticati dal vivere quotidia-


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L’Accademia del Fitness no come le accosciate, i salti, tutte le forme di trazioni e spinte tra cui i piegamenti sulle braccia e sulle gambe. Allenamento funzionale mai come oggi significa riscoprire il proprio corpo, allenarlo in modo da attivare catene muscolari tra loro integrate e creare sinergie tra muscoli agonisiti e antagonisti, sinergici e fissatori, necessari all’esecuzione di movimenti in apparenza semplici ma completi e ad alto impegno metabolico. “Funzionale” è sapere utilizzare il core Nell’allenamento funzionale tutti gli esercizi svolti sono di vitale importanza per mettere sotto tensione il core (fascia lombare ed addominale) che avevamo smesso di considerare negli allenamenti tradizionali ma la cui salute e trofia è di vitale importanza per mantenere la postura corretta e consentire espressioDue schede di allenamento funzionale per soggetto principiante e avanzato Esempio di allenamento funzionale modalità Cardio Fit Training per PRINCIPIANTE UOMO: Cardio 10’ Push up 1 x 10 Rope Crunch 1x10 Squat a corpo libero 1x10 Ripetere tutto 2-3 volte non stop Cardio 5’ Affondi rovesciati 1x 10 sx + 10 dx Stabilizzazione braccia tese 1 x 10” Ripetere tutto 2-3 volte non stop Cardio 5’ Press con sandbag 1x10 Rope diagonal crunch 1x5 Ripetere tutto 2-3 volte non stop Cardio 5’ Rematore con sandbag 1x20 Stabilizzazioni su avambracci 1x10” Ripetere tutto 2-3 volte non stop Cardio 10’

ni di forza a carico delle estremità corporee fungendo da fulcro del movimento. Altro aspetto di enorme importanza del training funzionale è l’attivazione del sistema cardio-vascolare con il risultato di allenare le capacità organiche del soggetto in modo direttamente proporzionale all’intensità dell’esecuzione degli esercizi funzionali. Allenamenti completi, intensi e più brevi di quelli tradizionali, rispettando la biomeccanica e la fisiologia umana, effettuando esercizi sempre nuovi, incrementando il controllo motorio e la propioccezione, scongiurando fastidi o microtraumi a livello muscolo-scheletrico, rendendo le persone più coordinate ed agili. Detto questo a livello estetico si ottengono corpi tonici e asciutti in cui si assiste a un armonico equilibrio delle parti anatomiche dell’essere umano. Allenamento funzionale e metodologia dell’allenamento incrociato detto Cross Training Rientra nella famiglia dell’allenamento funzionale, la modalità di gestione degli esercizi, in genere a tempo, che prende nome di Cross Training o Allenamento Incrociato. Esso è apprezzato dallo star system di Hollywood eseguito in capannoni spartani attraverso circuiti a tempo di alta intensità ricorrendo ai movimenti citati precedentemente che vengono mixati a scatti, traini, all’uso di vogatore, o bike che senza effettuare pause consentono di intensificare i benefici del cardio con il condizionamento della forza esplosiva – resistente. A questo punto occorre rimandare al Cardio Fit Training, il cui acronimo è C.F.T., che viene sempre più spesso inserito nella pianificazione di un allenamento funzionale con la ripetizione di esercizi messi a circuito ed eseguiti a tempo. Dando una definizione di C.F.T. possiamo dire che è una metodica a circuito strutturata in un’alternanza tra fasi anaerobiche (con esercizi a corpo libero e/o sovraccarico) e fasi aerobiche su macchine cardio. La fase cardio viene utilizzata successivamente all’esercizio come recupero attivo. Man mano che il livello di difficoltà del circuito aumenta, incrementa l’intensità delle fasi anaerobiche ed aerobiche.

Nell’allenamento funzionale tutti gli esercizi svolti sono di vitale importanza per mettere sotto tensione il core (fascia lombare ed addominale)

Esempio di allenamento funzionale modalità Cardio Fit Training per AVANZATO UOMO: Corsa 10’ Burpees 1x10 Leopard crunch 1x10 sx +10 dx Ripetere 4 volte non stop Cardio 5’ Floor pull con sandbag 1x20 Plyo push up 1x7 Ripetere 4 volte non stop Cardio 5’ Clean & Press con due kettlebells 1x10 Squat & Press con due kettlebells 1x10 Ripetere 4 volte non stop Corsa 10’

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Dott. Tommaso Villani Istruttore Fitness, Educatore Posturale, Personal Trainer, Preparatore Altetico, Massaggiatore Sportivo, Istruttore Kettlebell Advanced.



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ZEOLITE E SPORT:

CONNUBIO PERFETTO Con il termine “zeolite” si indica una famiglia di minerali di origine vulcanica noti in tutto il mondo per le loro proprietà detossificanti. All’interno dell’organismo, la zeolite agisce come una spugna in grado di legare ed eliminare con le feci ioni e molecole che, altrimenti, possono determinare l’insorgenza di sintomi di vario tipo (allergie, intolleranze alimentari, dermatiti, riniti, emicrania, disturbi gastrointestinali, ecc.). Spesso, anziché di zeolite, si sente parlare di clinoptilolite: questo perché le clinoptiloliti sono il sottogruppo più reattivo (e quindi funzionale) della famiglia delle zeoliti. Oltre alle sue caratteristiche funzionali, l’importanza della zeolite/clinoptilolite è dovuta al fatto che la sua è un’azione puramente meccanica: essa, cioè, non viene in alcun modo metabolizzata dall’organismo e dunque il suo uso non presenta alcuna controindicazione né effetti collaterali. Nel corso degli anni, l’interesse sempre maggiore suscitato dalla zeolite ha portato ad una crescente offerta sul mercato, anche se non tutti i prodotti risultano essere ugualmente effi-

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caci. Infatti, le metodiche di attivazione del minerale utilizzate dalle varie aziende non sono standardizzate, con il risultato che la scelta di un prodotto piuttosto che di un altro si ripercuote sull’efficacia dei benefici riscontrabili sul nostro organismo. Nel caso dello sportivo, i benefici offerti dall’uso della zeolite sono estremamente interessanti, in particolare per la sua azione di controllo sui livelli di ammonio e dei radicali liberi. La dieta di uno sportivo è particolarmente ricca in proteine e ciò determina, nel tempo, un accumulo di azoto nell’organismo. Per evitare che i livelli di azotemia (concentrazione nel sangue) ed uremia (concentrazione nelle urine) diventino critici, l’azoto, sotto forma di ione ammonio, viene eliminato mediante il ciclo dell’urea. Tuttavia, questo ciclo comporta il consumo di una molecola molto importante, il bicarbonato (o, più correttamente, ione idrogenocarbonato HCO3-). A livello della mucosa gastrica lo ione idrogenocarbonato viene utilizzato per produrre il muco che protegge la mucosa dall’azione diretta dell’acido cloridrico. Tuttavia, se aumenta la quantità



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di ammonio da eliminare mediante il ciclo dell’urea si riduce anche la disponibilità di ione idrogenocarbonato per la produzione del muco: ciò determina spesso lo sviluppo di gastriti o di fastidi come il reflusso, problemi abbastanza frequenti nelle persone che seguono diete iperproteiche. Da questo punto di vista, la zeolite è utilissima per la sua capacità di legare l’ammonio assunto con la dieta e di consentirne l’eliminazione senza dover necessariamente consumare il bicarbonato. Si tratta, dunque, di un rimedio particolarmente diffuso per trattare i problemi di gastrite e reflusso. Inoltre, un abbassamento dei livelli di ammonio in circolo consente al sistema nervoso centrale un funzionamento ottimale e pertanto garantisce all’atleta la possibilità di mantenere elevata la concentrazione durante la competizione. Ma non solo. Durante l’allenamento l’organismo produce acido lattico, la cui concentrazione nel sangue aumenta gradualmente. Quando lo sforzo muscolare si protrae o si fa più intenso, tale concentrazione può raggiungere livelli così elevati da rendere necessaria l’attivazione di una via aggiuntiva per la produzione di energia (sotto forma di ATP) in carenza di ossigeno. Questa via, però, comporta comunque l’aumento della concentrazione di acido lattico e quindi di lattato. L’accumulo di lattato comporta una continua richiesta di ossigeno e successivamente una ridotta capacità di contrazione muscolare, il cui passo successivo è ciò che comunemente è noto con il termine di “crampo”, cioè una contrazione ripetuta

del muscolo che causa dolore e l’interruzione dell’attività fisica. Una delle applicazioni più note della zeolite è quella nel campo della medicina anti aging, poiché questo minerale è in grado di legare i radicali liberi e di consentirne l’eliminazione. Se ciò ha un effetto positivo sui processi di invecchiamento dell’organismo, nel caso dell’attività fisica ha un’ulteriore importante implicazione. Infatti, i radicali liberi hanno come accettore finale di elettroni l’ossigeno: ma se i livelli di radicali liberi vengono ridotti aumenta la disponibilità di ossigeno per la produzione di energia durante lo sforzo muscolare e si riduce la produzione di acido lattico. Se la zeolite viene assunta prima e dopo l’allenamento o la gara, il risultato che si ottiene è una maggiore capacità di sopportare lo stress fisico (cioè una migliore resistenza allo sforzo e quindi un aumento della prestazione) ma anche un più rapido recupero delle energie al termine dello sforzo. Dunque, in attesa di scoprire altre caratteristiche di questo incredibile rimedio naturale, i dati ad oggi in nostro possesso possono già dare una conferma: per chiunque faccia dello sport la zeolite diventa un alleato fondamentale, tanto quanto una vita sana, un’alimentazione corretta ed un giusto livello di allenamento.

Una delle applicazioni più note della zeolite è quella nel campo della medicina anti aging, poiché questo minerale è in grado di legare i radicali liberi e di consentirne l’eliminazione.

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Dott. Raffaello Michelotti Biologo


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ELIMINA IL FRUMENTO RAFFINATO Tutti conoscono l’esistenza del morbo celiaco che è un’intolleranza alla gliadina, proteina contenuta nel glutine, presente nella maggior parte dei prodotti a base di cereali, ma non tutti sanno che esiste la “gluten sensivity” che è una sindrome dove sono assenti le lesioni anatomiche a carico delle mucose intestinali e il relativo malassorbimento necessari per fare diagnosi di celiachia ma sono presenti sintomi di infiammazione cronica che possono sfociare nella sindrome da intestino irritabile (IBS) e nell’intestino permeabile (Leaky gut syndrome). In conseguenza a ciò molecole complesse non digerite entrano nel flusso sanguigno e favoriscono l’insorgere di malattie autoimmuni (per es. tiroiditi). La reazione immunitaria innescata dal glutine incrementa l’infiammazione che favorisce l’insulino resistenza, l’aumento del grasso viscerale provocando un circolo vizioso che porta al sovrappeso. Pensiamo a quanti cibi composti con la farina mangiamo ogni giorno e quasi ad ogni pasto: pane, pasta, pizza, prodotti da forno, dolci. Il glutine è contenuto in vari cereali quali frumento, orzo, avena, segale, kamut e spelta ma, senz’altro il cereale maggiormente responsabile della gluten sensivity è il frumento, non solo per il suo maggior consumo ma perché il frumento moderno, prodotto negli ultimi 50 anni, è frutto di tecniche di bioingegneria con ibridizzazioni e trattamenti che hanno utilizzato addirittura radiazioni al cobalto ed hanno portato alla produzione di “frumento sintetico” con un contenuto di glutine fino a decine di volte superiore a quello coltivato nella prima metà del 900. I nostri antenati ma anche solo i nostri nonni non avevano questi problemi anche se la loro alimentazione era basata sul pane e sui derivati dei cereali perché le frazioni proteiche gliadina e glutenina presenti nei cereali in natura sono un’altra cosa rispetto al glutine che deriva dall’idratazione e dall’impastamento della farina in maniera da acquisire quel grado di elasticità e appiccicosità necessari per la preparazione di alimenti come pane, pizza, pasta, etc (avete presente quando i pizzaioli stirano e tirano la base di farina e acqua per preparare la pizza). Purtroppo questa “appicccicosità” ha effetti negativi a livello

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dell’apparato gastro intestinale. Inoltre l’amido contenuto nel frumento stimola l’insulina più dello zucchero bianco e l’insulina stimola l’enzima s delta 5 desaturasi che favorisce la produzione di acido arachidonico che è un acido grasso precursore delle prostaglandine infiammatorie. Quest’ultimo passaggio è ulteriormente potenziato dal glutine tramite lo stimolo degli enzimi COX-2 che sono quegli stessi che vengono inibiti dall’aspirina e dall’ibuprofene. Ecco quindi come il consumo di farine di frumento raffinate e contenenti glutine in grande quantità sono alla base del processo di infiammazione che è una delle cause dell’aumento di grasso corporeo e del sovrappeso resistente anche ad un approccio ipocalorico. Attenzione, rinunciare a pane e affini può essere difficile perché il glutine una volta digerito produce delle esorfine chiamate “gluteomorfine” che hanno un effetto “simil oppiaceo” a livello del cervello producendo una falsa sensazione di benessere. Per qualche giorno, dopo l’eliminazione del glutine, ci può essere una specie di crisi di astinenza ma una volta superata, l’umore sarà molto più stabile di prima. Non è neanche una buona idea rimpiazzare il frumento con prodotti raffinati senza glutine perché in questo caso il glutine viene sostituito con amidi che alzano ulteriormente l’indice glicemico dell’alimento stimolando così ancora di più la produzione di insulina. Quindi la scelta deve indirizzarsi verso alimenti naturalmente privi di glutine quali, ad esempio, grano saraceno, amaranto e riso integrale.

Dottor Massimo Spattini Specializzazione in Medicina dello Sport Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione Board Certificate in Anti-Aging & Regenerative Medicine (ABAARM-USA) Certificate AFMCP (Applying Functional Medicine in Clinical Practice) - (IFM-USA)



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SPOT REDUCTION Fino a due anni fa, diciamo prima dell’uscita del mio libro “La DietaCOM e il dimagrimento localizzato”, digitando sul motore di ricerca Google il termine "Spot Reduction" uscivano una pletora di ricerche correlate che ne parlavano in termini negativi sostenendone l’impossibilità. Oggi invece le prime 5 voci che appaiono sono: • Spot Reduction in Wikipedia • www.masssimospattini.it Spot reduction dimagrimento localizzato • www.mypersobaltrainer.itcircuito fitness Dott. Luca Franzon • Spot Reduction – passion4 work out • AB work out: spot reduce your belly fat/ muscle & fitness Cosa è successo? A parte l’uscita del mio libro, che credo, soprattutto in Italia, abbia notevolmente contribuito a questo ri-

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sultato senz’altro è stato molto importante lo studio pubblicato nel 2006 sull’American Journal of Physiology condotto all’Università di Copenhagen in Olanda. Gli autori hanno fatto eseguire delle estensioni delle gambe ad una gamba con un peso leggero per 30 minuti consecutivamente. I ricercatori hanno poi misurato la quantità del flusso sanguigno nel grasso del tessuto sottocutaneo sia nella gamba allenata che in quella a riposo. Ne è risultato che la gamba allenata ha evidenziato un significativo aumento del flusso sanguigno e della lipolisi a livello del grasso sottocutaneo rispetto alla gamba a riposo. In parole semplici, durante l’esercizio le cellule adipose intorno al muscolo allenato hanno rilasciato più grasso nel flusso sanguigno indicando che una maggior quantità di grasso era fornita al muscolo allenato per essere usato come fonte energetica. Questi


La dieta COM (acronimo di CronOrMorfo dieta) è un approccio integrato che tiene conto della Cronobiologia degli Ormoni e della Morfologia dell’essere umano. Tutto questo, si sa, è legato alla genetica che indirizza il nostro sviluppo secondo le nostre predisposizioni. Oggi, tuttavia, si ha la certezza che anche l’epigenetica gioca un ruolo fondamentale nel permettere o impedire il manifestarsi di determinate predisposizioni. La dieta COM tiene conto della Morfologia dell’individuo che corrisponde a specifiche prevalenze Ormonali, la cui influenza sulla distribuzione del grasso può essere controllata e modificata, in parte, dalla scelta qualitativa, quantitativa e cronologica degli alimenti, favorendo, di conseguenza un dimagrimento localizzato.

“La Dieta COM in pratica” è un manuale dove le stesse informazioni presenti nel libro “La dieta COM e il dimagrimento localizzato” vengono rielaborate e rese di più semplice comprensione, arricchendosi di numerosi aspetti pratici come esempi di diete, schemi di integrazione alimentare, schede di allenamento e infine ricette di cucina funzionale per ogni biotipo. Le ricette tengono conto del gusto, dei sapori e della forma di una buona tavola, nell’assoluto rispetto delle tabelle nutrizionali della Dieta COM. “La Dieta COM in pratica” rappresenta un valido strumento per le persone comuni che intendono conoscere se stesse e attuare quelle strategie di stile di vita finalizzate ad assecondare le proprie caratteristiche individuali favorendone, nel contempo, lo sviluppo armonico e proporzionato scevro da inestetismi e patologie.

L’antiaging o antiage è una terminologia che oggi è di moda, tanto è vero che è ormai utilizzata per molti prodotti rivolti alle cure del corpo e del viso. In realtà il concetto dell’antiaging va oltre, anche se non disconosce, le cure estetiche ed è rivolto principalmente a contrastare i danni funzionali legati al processo di invecchiamento. In questo libro Massimo Spattini, insieme a 12 esperti, ognuno per le proprie competenze specifiche, trattano l’alimentazione, l’integrazione alimentare, l’esercizio fisico, la postura, l’allenamento funzionale, l’igiene dentale, il sesso, la psiche e, le cure estetiche, le terapie ormonali e il check-up diagnostico. Ogni argomento è trattato in maniera semplice e comprensibile, in modo da poter fornire già utili indicazioni per iniziare un percorso finalizzato a trovare la “fonte della giovinezza”.

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Un approccio funzionale a 360° per il benessere e un invecchiamento ritardato

Come perdere grasso nei punti giusti mangiando i cibi giusti al momento giusto


L’Accademia del Fitness risultati suggeriscono che quando si esegue un esercizio si brucia il grasso preferenzialmente delll’area che si sta allenando. Senza dubbio le cose sono un po’ più complicate in quanto per ottenere il massimo risultato è opportuno eseguire un allenamento strutturato in maniera specifica per esaurire preventivamente il glicogeno e anche utilizzare accorgimenti di tipo dietologico come non assumere carboidrati ed aumentare i grassi come suggerisce Mc Donald L. nel suo libro “The stubborn fat solution” 2008. Questa strategia tiene conto del fatto che lo stimolo adrenergico dell’allenamento si riverbera anche sui ricettori alfa2 del tessuto adiposo che sono antilipolitici e del fatto che le aree ad accumulo di grasso preferenziali (soprattutto nella parte inferiore del corpo) ne sono particolarmente ricche: una dieta low-carb / high-fat è in grado di modificare il rapporto beta2/alfa2 recettori inibendo questi ultimi. In questo contesto però, piuttosto che trattare quest’argomento che necessita di ampio spazio, vorrei sottoporvi due proposte di allenamento. La prima, al femminile, tratta da cortocircuito (fitness) – My personal trainer a cura del dott. Luca Franzoni. Si tratta di un circuito che è stato definito P.H.S. , sigla che sta per P= PeriphericalHeart Training (PHA) – H = High IntensityInterval Training (H.I.I.T.) – S= Spot Reduction (S.R.). In questo circuito si sommano i benefici dei tre circuiti sopra elencati. Il PHA per favorire la circolazione del flusso sanguigno, evitare i ristagni di liquidi e allenare il sistema cardiorespitatorio. L’H.I.I.T. per elevare l’EPOC (Excess Post ExerciseOxigenConsumption) per aumentare il metabolismo anche nella fase di recupero e quindi favorire il dimagrimento anche a riposo. La S.R. per dimagrire in quelle zone dove il grasso è più ostinato. Esercizio RISCALDAMENTO BIKE (RITMO MEDIO) BIKE (RITMO ELEVATO) SQUAT PANCA PIANA STACCO G. TESE REMATORE BIKE (RITMO MEDIO) BIKE (RITMO ELEVATO) CRUNCH SLANCI PER GLUTEI CRUNCH INV PONTE PER GLUTEI BIKE (RITMO MEDIO) BIKE (RITMO ELEVATO) SUMO SQUAT PANCA 30° LEG CURL LAT MACHINE PRESA INVERSA BIKE (RITMO MEDIO) BIKE (RITMO ELEVATO) CRUNCH SLANCI PER GLUTEI CRUNCH INV PONTE PER GLUTEI DEFATICAMENTO

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Tempo /reps 5/10’ 1.30 0.30 8 8 8 8 1.30 0.30 15 15 15 15 1.30 0.30 8 8 8 8 1.30 0.30 15 15 15 15 5/10’

Note

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Ripetere tre volte in super set

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Ripetere tre volte in super set

Durante l’esercizio le cellule adipose intorno al muscolo allenato hanno rilasciato più grasso nel flusso sanguigno indicando che una maggior quantità di grasso era fornita al muscolo allenato per essere usato come fonte energetica Per gli uomini invece che vogliono raggiungere il famoso six pack, ovvero gli addominali scolpiti, suggerirei una scheda di allenamento specifica per l’addome che più di tener conto del numero di esercizi deve tener conto del tempo e dura circa 30 minuti di esercizi continuativi. Alla fine dell’allenamento per l’addome si dovrà eseguire almeno 30 minuti di cardio. Personalmente, come cardio, consiglio un esercizio da me inventato che definisco ABScardio, cioè la cyclette orizzontale ma eseguita privilegiando la fase di trazione invece che la spinta con le gambe (probabilmente mi capirà meglio chi ha pratica con la bicicletta da corsa dove è usuale alternare alla fase di spinta la fase di trazione), è un po’ come eseguire l’esercizio di “ginocchia al petto” nel quale vengono coinvolti appunto gli addominali. Contemporaneamente durante l’esecuzione di questo esercizio bisogna inoltre eseguire un twist (torsione dell’addome) portando in maniera sincronizzata: il gomito destro verso il ginocchio sinistro che si avvicina al petto sollecitando così gli obliqui. Questa scheda di allenamento va effettuata almeno tre volte alle settimana dopo il normale allenamento coi pesi oppure separatamente. Ovviamente per poter allenare gli addominali per trenta minuti occorre un certo grado di allenamento al quale si può arrivare gradualmente partendo da 15 minuti ed aumentando di 5 minuti alla settimana fino ad arrivare a 30. Di seguito un esempio di scheda che può essere applicata: Ogni esercizio deve essere eseguito per 20 ripetizioni, in super set e ad esaurimento: • ginocchia al mento • crunch inversi • crunch standard • crunch obliqui • esercizio del boscaliolo • side bridge Ripetere fino ad un totale di 30 minuti Dottor Massimo Spattini Specializzazione in Medicina dello Sport Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione Board Certificate in Anti-Aging & Regenerative Medicine (ABAARM-USA) Certificate AFMCP (Applying Functional Medicine in Clinical Practice) - (IFM-USA)

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Relatore

Dr. MASSIMO SPATTINI

■ La teoria neuro-endocrina dell’invecchiamento ■ Alimentazione neuro-endocrina ■ L’allenamento come stimolo ormonale ■ Integratori alimentari per la modulazione dei valori ormonali ■ La terapia sostitutiva ormonale con ormoni bioidentici per contrastare il decadimento psico-fisico: applicazioni ed indicazioni terapeutiche, effetti benefici ed effetti indesiderati

Specialista in : - Scienza dell’Alimentazione - Medicina dello Sport Certified in Anti-aging & Regenerative Medicine (ABAARM - USA) Certified AFMCP (Applying Functional Medicine in Clinical Practice) - IFM (USA) Docente nell’anno accademico 2012/2013 nel Corso di Formazione “Metodologie Anti-aging e Antistress” dell’Università Sapienza di Roma con l’insegnamento “Ipotesi di terapia sostitutiva ormonale per contrastare il decadimento psico-fisico: applicazioni potenziali ed effetti indesiderati psicofisici della terapia sostitutiva ormonale”.

ECM : sono stati richiesti i Crediti per le figure professionali di: Medico Chirurgo, Biologo, Dietista, Farmacista

Segreteria organizzativa AFFWA - Galleria Crocetta 9/A - 43126 PARMA Tel. 0521.1682083 - Fax 0521.294971 accademia-affwa@libero.it - www.affwa.it Quota iscrizione SOCI: € 200,00 - Non SOCI: € 240,00 (le quote sono IVA esclusa) Iscrizioni e pagamento entro il 16-01-2015


L’Accademia del Fitness

CANNABIS: WHY NOT? La legge regionale abruzzese n°4 del 4 Gennaio 2014 ha di fatto reso “libero” l’utilizzo e la preparazione galenica, previa ricetta medica e quindi a carico del sistema sanitario nazionale, di farmaci a base di cannabinoidi. Potrebbe essere l’inizio di una nuova frontiera di liberalizzazioni, che, come è accaduto in altri paesi (vedesi Uruguay e di recente gli USA), potrebbero apportare benefici economici, sociali e salutari. Da sempre il dibattito è stato ultra acceso nel nostro paese tra i sostenitori della cannabis a scopo terapeutico e i detrattori che fino ad oggi hanno sempre imposto la loro posizione. Al di là delle analisi politicosociali sull’utilizzo o meno della cannabis sarebbe opportuno soffermarci sulle caratteristiche chimico-fisiologiche e su alcuni utilizzi in ambito terapeutico ed alimentare di questa pianta. La cannabis sativa (Linneo 1753) è una pianta appartenente alla famiglia della Cannabinaceae e da sempre è stata utilizzata dall’industria tessile, edile e della carta. Dal punto di vista medico la cannabis contiene delle droghe denominate cannabinoidi o cannabinoli. Questi composti sono classificati come terpenofenoli, appartenenti alla famiglia degli eicosanoidi, e presentano la capacità di interagire con i recettori cannabinoidi del sistema degli endocannabinoidi (ECS). Gli endocannabinoidi sono composti lipidici, prodotti dal nostro organismo, ad azione paracrino/autocrina che si legano ai recettori dei cannabinoidi (RC) CB1 e CB2. I recettori CB1 sono maggiormente localizzati nel sistema nervoso centrale e nelle cellule della glia, dove regolano importanti funzioni cerebrali come l’attività cognitiva e della memoria, la sfera emozionale, il controllo motorio e la percezione del dolore. Questi recettori si trovano nei terminali dei neuroni del SNC e del SNP dove modulano l’attività eccita-

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toria e inibitoria, essi regolano inoltre l’attività energetica e il metabolismo cellulare. I recettori CB2 sono localizzati nelle cellule del sistema immunitario e modulano il rilascio delle citochine e la migrazione delle cellule immunitarie. Nel sistema nervoso tali recettori sono presenti nelle cellule della microglia ma alcuni di essi si possono trovare nei neuroni. Il sistema degli endocannabinoidi costituisce un sistema di neuro modulatori in grado di regolare l’eccitabilità neuronale implicata in numerose funzioni fisiologiche. Tra i cannabonoidi naturali/sintetici i più significativi sono il Δ9tetraidrocannabinolo o THC e il Cannabidiolo (CBD) detti anche fitocannabinoli. Gli endocannabinoidi sono: l’Anandamide(AEA), Arachidonoilglicerolo (2-AG), Noladin (2-AGE), Virodamina (Arachidonic acid2-aminoetil-estere HCl) e N-arachidonoildopamina (NADA). Tralasciando per il momento gli endocannabinoidi, focalizzeremo l’attenzione sul possibile utilizzo dei fitocannabinoidi in ambito terapeutico e preventivo. Uno studio del 2013 (Δ9- Tetrahydrocannabinol Disrupts Estrogen-Signaling through Up-Regulation of Estrogen Receptor β (ERβ). Takeda S., Yoshida K., Chem Res. Toxicology 2013) ha messo in luce il possibile ruolo preventivo del THC nei confronti dei tumori estrogeno correlati. Nei pazienti sottoposti a terapia chemioterapica questo cannabinoide è somministrato per la sua nota attività analgesica, per ridurre i sintomi del vomito e per indurre appetito (cosiddetta “fame chimica”). In questo studio, condotto in vitro su cellule mammarie tumorali umane (MCF-7), si è visto come il THC si lega ai recettori degli



L’Accademia del Fitness estrogeni ed in particolare al recettore α interferendo con il legame del 17-β estradiolo (E2). Il legame tra l’estradiolo e ERα è imputato come una delle cause principali del tumore alla mammella. Ciò provoca una sovra espressione dell’altro recettore estrogenico ER β che a sua volta va ad interferire con l’azione cancerogenica del recettore α fino a sopprimere tale attività. Il meccanismo preciso su come il THC agisca non è stato ancora messo in luce, i ricercatori suppongono che l’azione antiestrogenica sia dovuta al fatto che il THC distrugge il segnale E2/ ERα nelle linee cellulari MCF-7 tramite l’up-regulation dell’espressione di ERβ. I dosaggi di THC somministrati variano da 1µM a 50µM (3mg150mg), e si è visto che l’azione soppressiva maggiore si aveva a 25µM. Altri studi scientifici e numerose review hanno dimostrato il ruolo del THC nelle malattie neurodegenerative. In tutti gli studi su pazienti affetti dalla malattia di Alzehimer è stato somministrato il THC, sotto forma del suo analogo farmaco (nabilone o dronabilone), riscontrando subito una notevole diminuzione dell’alterazione del comportamento oltre che un aumento del peso corporeo (in pazienti che rifiutavano di mangiare) dopo sole 6 settimane di terapia. Gli effetti negativi sono sfociati in eccesso di euforia, sonnolenza eccessiva o stanchezza, ma non hanno preoccupato più di tanto i ricercatori (Volicer et Al. 1997). Altri studi condotti sia in vitro che in vivo su topi aventi la malattia di Alzehimer hanno dimostrato come la somministrazione di cannabidiolo (CBD) vada a prevenire la formazione della proteina Beta-amiloide e quindi a ridurre i deficit mnemonici che caratterizzano tale malattia(Iuvone et al.2004; Janefjord 2013).

Sempre per quanto riguarda la malattia di Alzehimer numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato come l’azione combinata del THC e del CBD riesca a ridurre l’infiammazione nei soggetti affetti da tale malattia (e non solo). Tale azione è data dalla stimolazione dei recettori CB2 presenti nel sistema immunitario delle cellule della microglia che riescono a prevenire, o quanto meno a ritardare, la perdita della funzionalità neuronale(Cabral and Griffin-Thomas 2009;Martin-Moreno et al.,2012; Aso et al.,2013). Dal punto di vista nutrizionale i semi di canapa costituiscono una fonte alimentare eccezionale, contengono tutti gli amminoacidi essenziali in alto contenuto sul peso secco, contengono una buona quantità di acidi grassi polinsaturi quali l’acido linolenelico, linoleico e alfa linoleico, nonché una discreta quantità di vitamine e minerali (magnesio,potassio, calcio ecc). Grazie al loro effetto stimolante sul sistema immunitario vengono spesso utilizzati per prevenire i raffreddori stagionali, alleviare i sintomi di artrosi, disturbi cardiovascolari e respiratori. Concludendo, le proprietà di questa pianta,troppo spesso demonizzata per le sue proprietà psicotrope, sono state sovente poco considerate dalla comunità scientifica. Solo ultimamente si è iniziato a prendere in considerazione l’utilizzo terapico della cannabis in acuto ed anche per prevenire l’insorgere di alcune malattie.

le proprietà di questa pianta,troppo spesso demonizzata per le sue proprietà psicotrope, sono state sovente poco considerate dalla comunità scientifica

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Dottor Andrea Angelozzi Biologo Nutrizionista - Istruttore Fitness - Corso di Alta Formazione Metodologie Antiaging e Antistress


Naturalmente innovativa La For Farma è una realtà italiana consolidata presente sul mercato dell’integrazione alimentare dal 2004, specializzata in fitoterapia clinica, particolarmente attenta alla qualità di materie prime, processi produttivi e prodotto finito. Attenzione alla qualità significa poter fornire alla Classe Medica e ai Farmacisti prodotti sicuri, ben tollerati ed efficaci. I nostri nutraceutici sono tutti formulati da esperti fitoterapeuti e specialisti clinici. Vengono prodotti presso stabilimenti certificati che ci garantiscono:

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L’Accademia del Fitness IL DOPPIO VOLTO DELL’OSSIGENO E IL “PARADOSSO CELLFOOD®”

UN PASS PER IL BENESSERE

Poll, Antiossidante, Sinergico, Sistemico L’ossigeno è a ragione considerato – almeno negli organismi aerobi, che sono poi le forme di vita prevalenti sul nostro Pianeta – l’elemento vitale per eccellenza. Esso, infatti, accettando nel corso del metabolismo terminale gli equivalenti riducenti estratti dai vari nutrienti, consente di generare, attraverso la fosforilazione ossidativa, l’adenosintrifosfato, indispensabile per tutte le funzioni cellulari (metabolismo, accrescimento, riproduzione, movimento, etc.). Persino in forma radicalica, l’ossigeno gioca un ruolo determinante nei processi vitali, contribuendo, nelle specie più evolute, alla difesa contro microrganismi patogeni (virus e batteri). E’ evidente che un’alterata biodisponibilità di questo prezioso elemento, specialmente se intensa e/o protratta nel tempo, avrà conseguenze deleterie sulle funzioni dell’intero organismo. Nell’Uomo, in particolare, quando la pressione parziale di ossigeno (una misura della concentrazione del gas) scende, nel sangue arterioso, al di sotto del valore soglia di 60 mm Hg, i tessuti vanno incontro ad una condizione definita “ipossia”. Responsabili di quest’ultima possono essere una riduzione dell’ossigeno

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disponibile nell’aria inspirata (ipossia ipossica), un aumento dell’estrazione del gas da parte dei tessuti per rallentamento della velocità di circolo (ipossia stagnante), una riduzione della quantità totale di emoglobina circolante funzionalmente attiva (ipossia anemica) o, infine, un blocco, generalmente iatrogeno, della fosforilazione ossidativa (ipossia istotossica). Qualunque sia la causa, l’ipossia si accompagna ad uno stato di sofferenza tissutale, spesso subdolo, in quanto difficilmente riconoscibile, data l’aspecificità della sintomatologia (astenia, cefalea, mancanza di concentrazione, etc.). Infatti, solo quando la ridotta disponibilità di ossigeno diviene cronica, essa dà segni in qualche modo patognomonici (pallore, fragilità ungueale, crescita stentata dei capelli etc.). Fino alla metà degli anni ‘50 si riteneva che l’ipossia fosse l’unico evento indesiderato in qualche modo riconducile ad un alterato “metabolismo” dell’ossigeno. In realtà, studi relativamente recenti hanno dimostrato che anche l’aumento della disponibilità dell’elemento – iperossia – può essere pericoloso, in quanto fa aumentare la probabilità di generare in maniera incontrollata


numero 15 / 2014

EDUCATORE

PROGRAMMA

ALIMENTARE ■ ANTROPOMETRIA: misurazioni - plicometria ed impedenziometria ■ Biochimica ed endocrinologia dell’alimentazione ■ Alimentazione nell’attività fisica ■ Diete del Fitness: Gruppi sanguigni - Mediterranea Metabolica - Paleodieta - Warrior Diet - Dieta Zona ■ DietaCOM® e dimagrimento localizzato ■ Integrazione alimentare ■ Intolleranze ed allergie alimentari - I Prebiotici ■ Le teorie dell’invecchiamento ■ La discordanza evolutiva ■ Genetica ed epigenetica ■ Alimentazione Antiaging : alimentazione ed integrazione antinfiammatoria, antiossidante e antiglicante ■ Programmazione neurolinguistica : l’aspetto motivazionale

SEDE: PARMA DATE: 29-30 nov / 17 gen / 14 feb / 21 mar 18 apr ESAME (con e senza frequenza): 6 giugno Accademia Funzionale del Fitness - Wellness - Antiaging Tel. 0521.1682083 - Fax 0521.294971 accademia-affwa@libero.it

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L’Accademia del Fitness specie chimiche altamente reattive, quali il radicale idrossile ed il perossido di idrogeno, di cui è ampiamente noto il potenziale istolesivo. E’ ancora più recente la dimostrazione che fluttuazioni della pressione parziale di ossigeno – ossia abbassamenti del livello del gas nei tessuti seguiti da altrettanti innalzamenti – possono risultare pericolose almeno quanto l’ipossia o l’iperossia. Un fenomeno del genere, noto come ischemia-riperfusione, si verifica allorché il sangue affluisce copioso lungo un vaso in precedenza sede di un transitorio ostacolo – funzionale (es. spasmo con successiva dilatazione) o meccanico (es. trombosi con successiva lisi del coagulo) – alla circolazione. Fenomeni di ischemiariperfusione avvengono fisiologicamente, allorché parti più o meno estese del nostro corpo sono sottoposte a fasi di compressione-decompressione (es. passaggio da una prolungata posizione seduta alla stazione eretta), oppure in condizioni francamente patologiche, come nelle ischemie d’organo e nella cosiddetta apnea notturna, ovvero per effetto indesiderato di specifici trattamenti (es. trapianti d’organo, interventi di by-pass, etc.). In tutti questi casi la transitoria ipossia provoca, attraverso un complesso meccanismo che vede implicati il calcio ed alcune proteasi, la conversione dell’enzima xantina deidrogenasi in xantina ossidasi. Quest’ultima, nel momento in cui la pressione parziale di ossigeno ritorna alla norma, utilizza il prezioso gas per produrre specie chimiche altamente reattive, quali il radicale idrossile e il perossido d’idrogeno, in definitiva responsabili delle lesioni tissutali da riperfusione. Da questo punto di vista, il fenomeno della ischemia-riperfusione è uno dei fattori primari responsabili del cosiddetto stress ossidativo, con ciò intendendosi uno squilibrio fra la produzione e l’eliminazione di radicali liberi. A tal proposito, evidenze sperimentali dimostrano che è possibile prevenire il danno da ischemia-riperfusione attraverso la presomministrazione di antiossidanti. Appare chiaro da quanto sopra esposto che il mantenimento di un livello costante di ossigenazione tissutale – pur nei limiti della variabilità dettata dalla richiesta metabolica – è una condizione assolutamente indispensabile per una corretta funzionalità cellulare. Di ciò bisogna tener conto quando si vuol correggere uno stato di ipossia. In questa condizione, infatti, una somministrazione di ossigeno al di sopra di quella effettivamente richiesta può provocare la trasformazione parziale delle molecole del gas in radicali liberi istolesivi. E’ ampiamente noto, al riguardo, il nesso di causalità effettiva tra iperossia e fibroplasia retrolenticolare nei neonati ipossici. Ciò perché l’ossigeno, gas vitale per eccellenza, può trasformarsi, in determinate condizioni, in un vero e proprio killer cellulare.

In tale contesto, CELLFOOD® (Deutrosulfazyme®), un integratore naturale distribuito in esclusiva per l’Italia da Eurodream s.r.l. (La Spezia), regolarmente notificato presso il nostro Ministero della Salute, si propone come prodotto davvero unico al mondo. Nella sua tipica formulazione in gocce, CELLFOOD® è un sistema colloidale in fase disperdente acquosa, la cui fase polidispersa è costituita da solfato di deuterio (D2SO4) e da una miscela complessa di 78 minerali, 17 amminoacidi e 34 enzimi in tracce. In particolare, i minerali coprono quasi l’intera tavola periodica, mentre tra i 17 amminoacidi sono compresi tutti quelli essenziali sia per l’adulto (isoleucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina) che per il bambino (arginina ed istidina). Gli enzimi costituiscono un elemento peculiare della formulazione: alcuni di essi svolgono attività idrolitica, altri ossido-reduttasica. Esperimenti in vitro hanno dimostrato che CELLFOOD® disciolto in acqua alla dose comunemente impiegata come integratore, è in grado di aumentare la disponibilità di ossigeno molecolare (da 1.9 a 3.0 mg/mL dopo 60 minuti). Ciò candida il prodotto – verosimilmente attraverso un meccanismo peculiare, distinto da quelli convenzionali (ossigeno-terapia, emotrasfusioni, etc.) – ad un possibile impiego clinico nelle condizioni di ipossia. D’altra parte, studi in vivo, condotti su obesi, fumatori ed atleti – soggetti tutti ad elevato rischio di stress ossidativo – hanno evidenziato che l’assunzione regolare di CELLFOOD® si associa ad una riduzione dei livelli sierici di idroperossidi, marcatori ed amplificatori del danno cellulare, misurati attraverso il d-ROMs ® test (Diacron International, Grosseto). Questo dato concorda con l’elevato valore del test ORAC che la formulazione, nella versione Multivitamin, esibisce in vitro. Degno di rilievo il fatto che proprio negli atleti, CELLFOOD® aumenta, rispetto al placebo, le performance fisiche senza incrementare significativamente i livelli sierici di lattato. In conclusione, nell’intricato puzzle creato dal “doppio volto dell’ossigeno”, l’insieme delle evidenze sopra analizzate, suggerisce che CELLFOOD®, attraverso un meccanismo biochimico che è tutt’ora oggetto di grande interesse da parte dei ricercatori, è una formulazione, al momento unica al mondo, in grado di rendere biodisponibile ossigeno “on demand”, ossia nella giusta quantità ed al momento opportuno, ai tessuti a rischio di ipossia e, contemporaneamente, in modo apparentemente paradossale, evitare che l’eventuale gas in eccesso, trasformato in radicali liberi, favorisca l’insorgenza di lesioni da stress ossidativo (effetto antiossidante).

negli atleti, CELLFOOD® aumenta, rispetto al placebo, le performance fisiche senza incrementare significativamente i livelli sierici di lattato

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A cura comitato scientifico EURODREAM La Spezia www.eurodream.net


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L’Accademia del Fitness dinazione. Come con ogni esercizio, mentre si eseguono questi ultimi, bisognerebbe prestare particolare attenzione a tenere il corpo in una corretta postura. Oltre a concentrarsi sulla postura da una prospettiva statica, nello sport, la postura è dinamica, sempre in movimento. Una buona postura atletica è l’insieme di posture statiche messe insieme per produrre un movimento efficiente. Una postura dinamica permette al corpo di mantenere una normale lunghezzatensione nelle relazioni tra i muscoli mentre si eseguono le attività sportive. Da ciò consegue un’abilità ottimale di produrre forza minimizzando il senso di affaticamento di muscoli e articolazioni. Una corretta postura dinamica porta anche a dei movimenti coordinati. Ogni postura in movimento è un momentaneo allineamento di segmenti del corpo e il movimento giusto è determinato dalla facilità di transizione da una postura all’altra. Se un atleta non riesce ad eseguire la completa gamma di movimento nella catena cinetica, non potrà avere il beneficio della corretta meccanica che permette di allenarsi ai massimi livelli. Se un segmento o collegamento della catena cinetica non è sincronizzato, vi è la possibilità di un errore nella performance o di un infortunio.

Un allenamento per potenziare la postura dinamica è una componente chiave per dei programmi di sviluppo atletico a tutto tondo. La postura dinamica è uno dei principali fattori per le prestazioni sportive e quindi deve essere integrata come parte del regolare programma di allenamento. Mentre il successo degli atleti avviene grazie alla supervisione di nutrizionisti, personal trainers e allenatori, si sta diffondendo in campo atletico un allenamento mirato al perfezionamento della postura per prevenire infortuni e potenziare i risultati. La postura influenza molto le performance atletiche. Quando il corpo si muove in modo efficiente con meno sforzo e fatica, l’esercizio atletico diventa più divertente e meno doloroso. Esteticamente gli atleti con una corretta postura hanno un maggiore controllo del movimento del corpo e una maggiore sicurezza nella vita di tutti i giorni. Dal punto di vista della funzionalità, gli esercizi per il rafforzamento della postura sono vantaggiosi per l’allenamento e la resistenza. Gli atleti che si concentrano sulla correzione della postura come regolare parte del loro allenamento hanno in mano la chiave del successo per le competizioni.

Come con ogni esercizio, mentre si eseguono questi ultimi, bisognerebbe prestare particolare attenzione a tenere il corpo in una corretta postura.

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LA SPINOMETRIA

“THE WELLNESS OF SPINE STAYS IN ITS SHAPE” “And its health too”. Il benessere della colonna vertebrale (ed anche la sua salute) dipendono dalla sua forma. Benessere e salute della colonna vertebrale, così importanti per l’efficienza fisica, l’aspetto estetico, le attività sportive e tutte le comuni attività quotidiane, dipendono soprattutto dalla forma che le 27 vertebre assumono nel loro insieme per resistere alla forza di gravità. Qual è la forma ideale di una colonna vertebrale? In che modo essa si mantiene efficiente, in salute, giovane? La forma della colonna si studia osservando il suo profilo (“Shape”), che è caratterizzato da un evidente assetto curvilineo. Le cosiddette “curve sagittali fisiologiche”, oltre a conferire alla colonna la sua caratteristica forma a “S”, svolgono importanti funzioni biomeccaniche. La curva più importante dello Shape è la lordosi lombare, concava posteriormente, formata da 5 vertebre a partenza dall’osso sacro. Il tratto dorsale, formato da 12 vertebre, forma una controcurva a concavità anteriore detta cifosi dorsale. Infine, le 7 vertebre del tratto cervicale, su cui poggia il peso della testa, formano la lordosi cervicale a concavità posteriore.

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Nella figura è rappresentato a sinistra il profilo di una colonna vertebrale normale, mentre a destra è raffigurata la forma (Shape) di questo profilo misurata con la Spinometria Formetric.


numero 15 / 2014 La SPINOMETRIA è una sofisticata apparecchiatura digitale per la rilevazione ottica in 3D della morfologia del tronco, basata sul principio della rastereografia (griglie di strisce luminose) abbinata ad algoritmi di triangolazione. La Spinometria Formetric 3D è un prezioso strumento di valutazione dello Shape vertebrale, perché riproduce e misura in modo assolutamente preciso (con una accuratezza di 0,2 mm) il profilo sagittale della colonna. La Spinometria è in grado di effettuare precise valutazioni delle curve vertebrali, misurando i più importanti parametri biomeccanici e posturali. Con altrettanta sensibilità e precisione, la Spinometria evidenzia le alterazioni dello Shape che mettono a rischio la colonna vertebrale.

Perché la natura ha dotato la colonna vertebrale di curve sagittali? Quali vantaggi ci apportano? Gli studi biomeccanici hanno dimostrato che una colonna vertebrale curvilinea ha una resistenza ben 10 volte superiore ad una colonna dritta! Le curve sagittali fisiologiche creano una sorta di ammortizzatore naturale, capace di distribuire armoniosamente fra tutte le vertebre i carichi sopportati dalla colonna, soprattutto quando è sotto sforzo. In tal modo, ciascuna vertebra e il relativo disco intervertebrale ammortizzano la propria parte di carico senza subire danni. In realtà, per ottenere una funziona ammortizzante efficace ed evitare danni discali, non basta la semplice presenza di curve sagittali: esse debbono essere anche equilibrate tra loro quanto ad ampiezza, profondità, grado di angolatura, posizione del baricentro corporeo. Devono, in altre parole, rispondere a principi biomeccanici di equilibrio funzionale. Nello Shape ideale la lordosi lombare ha una profondità di circa 30 mm (freccia lombare). La cifosi dorsale ha una profondità di circa 40 mm (freccia di cifosi). Infine, la freccia cervicale, che indica la naturale protrazione in avanti della testa, misura circa 60 mm. Un parametro molto importante è la Flessione Posturale che esprime il naturale sbilanciamento in avanti del baricentro corporeo (normalmente circa 35 mm). Molti fattori influenzano il benessere della colonna vertebra-

le: la professione, il tono muscolare, il peso, la sedentarietà, le posture viziate, gli sforzi, i fattori genetici. Tuttavia, il fattore più importante è sicuramente la forma che la colonna assume e mantiene nel piano sagittale (Shape).

La Spinometria Formetric è attualmente adottata con grande successo nei migliori centri di Stati Uniti, Canada, Paesi del Nord Europa, Corea e Singapore. Nella società moderna, l’allungamento della vita media e dell’età lavorativa richiede di mantenere la salute e l’efficienza della colonna vertebrale fino ad età anche molto avanzate. Occorrono quindi strumenti di valutazione precisi ed efficaci per raggiungere questo scopo. Per la sua precisione, rapidità di esecuzione, innocuità e noninvasività (non utilizza raggi X), la Spinometria si è rivelata in tal senso uno strumento di agile utilizzo e notevole efficacia. La Spinometria viene utilizzata in molti campi: nella diagnosi precoce degli atteggiamenti scoliotici (età evolutiva), nei disturbi cranio-cervico-mandibolari, nel miglioramento della performance sportiva, nella riabilitazione posturale. Nelle valutazioni anti-age la Spinometria serve soprattutto per misurare i principali parametri dello Shape vertebrale, anche in soggetti senza sintomi, per valutare se il profilo sagittale del rachide garantisce efficienza, equilibrio e buon funzionamento. Se il soggetto ha dolore vertebrale questo va trattato e risolto, ma è soprattutto la ricerca di uno Shape efficiente ed equilibrato lo scopo di tali valutazioni. Quali sono le conseguenze di uno Shape vertebrale non equilibrato? Il rischio è limitato a possibili episodi dolorosi? O possono esservi danni strutturali e irreversibili alla colonna? La grande novità della Spinometria è che essa testa funzionalmente la colonna vertebrale, non solo strutturalmente come gli esami radiologici e di imaging. E’ molto frequente riscontrare uno Shape diverso da quello ideale, così come sono frequenti le conseguenti alterazioni funzionali. Non a caso il 90% della popolazione sperimenta il dolore lombare almeno una volta e il 70% soffre di dolore cervicale. A volte le alterazioni dello Shape sono immodificabili, altre volte sono modificabili parzialmente o totalmente, fino a raggiungere un equilibrio ideale. Nella figura seguente è rappresentato

Gli studi biomeccanici hanno dimostrato che una colonna vertebrale curvilinea ha una resistenza ben 10 volte superiore ad una colonna dritta!

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L’Accademia del Fitness a sinistra lo Shape ideale della colonna (figura A) e nelle figure a fianco alcuni esempi delle più comuni alterazioni riscontrabili.

La figura B presenta uno Shape con totale assenza della lordosi lombare; nella figura C una cifosi dorsale eccessivamente estesa (ipercifosi dorso-lombare); nella figura D una grave

forma di iperlordosi lombare con scomparsa della cifosi; nella figura E una colonna molto particolare, con appiattimento delle curve e arretramento del baricentro. Se lo Shape è disequilibrato le forze agenti sulla colonna non possono essere distribuite uniformemente e ammortizzate pienamente. Vanno quindi a concentrarsi in alcuni punti critici, creando sovraccarico ai dischi e aumentando il rischio di malattia del disco (ernia, protrusione, discopatia, discoartrosi). La seconda conseguenza di uno Shape alterato è la sregolazione dei riflessi vertebrali. Le due articolazioni posteriori di ciascuna vertebra (facet joints o faccette) sono azionate da piccoli muscoli paravertebrali, la cui attività è regolata da riflessi del midollo spinale. Le alterazioni dello Shape determinano una eccessiva o insufficiente stimolazione di questi riflessi, che si traduce in un “blocco” della vertebra: il movimento articolare si riduce, la colonna diventa più rigida; spesso compare dolore locale o irradiato. Questi blocchi vertebrali, definiti “Disfunzioni Faccettali Riflesse” o “Derangements Intervertébrale Mineurs” perché sono invisibili alle radiografie, possono essere fonte di numerosissimi disturbi dolorosi, ben descritti dalla scuola parigina di Maigne, che ha perfezionato la metodica terapeutica per risolverli. Le Disfunzioni Faccettali Riflesse, spesso presenti in soggetti asintomatici con una colonna rigida non dolente, alterano a loro volta lo Shape creando un circolo vizioso che incrementa il rischio di patologia discale e di lesioni strutturali. La valutazione anti-age con Spinometria viene necessariamente abbinata ad un esame funzionale clinico secondo il classico metodo semeiologico delle Medicina Manuale di scuola francese. Esso consiste nella diagnosi delle disfunzioni faccettali e nella loro eliminazione mediante manovre chiropratiche mirate (TEST CHIROPRATICO). Il test chiropratico ripristina il vero e reale Shape della colonna, rendendola mobile, non dolente e ben funzionante. Quando la colonna è normalizzata il TEST DI AUTOCORREZIONE permette di valutare le potenziali capacità del soggetto di modificare lo Shape verso una forma più armoniosa ed equilibrata, e di avviare se necessario un programma di rieducazione posturale mirata. Infine, il TEST OCCLUSO-POSTURALE, eseguito sempre a colonna normalizzata, valuta le possibili influenze di una malocclusione dentale sulla postura e sull’assetto della colonna vertebrale. E’ un problema molto frequente perché le malocclusioni dentali sono presenti nel 70% della popolazione. Nei tracciati riportati di seguito è presentato un caso clinico in cui, a test spinometrici occluso-posturali ripetuti a breve distanza, si evidenziano variazioni importanti dello Shape in

Se lo Shape è disequilibrato le forze agenti sulla colonna non possono essere distribuite uniformemente e ammortizzate pienamente.

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numero 15 / 2014 rapporto a variazioni della occlusione dentale (test occluso posturali).

• Il tracciato in condizioni naturali evidenzia una eccessiva lordosi lombare e cifosi dorsale: tecnicamente viene definito un rachide in cifo-lordosi. • Viene effettuato un test occluso-posturale in cui si modifica il rapporto tra arcata mandibolare e mascellare: la lordosi lombare viene normalizzata, ma le frecce dorsale e cervicale aumentano portando il capo in iperprotrazione (forward head). • Il soggetto utilizza una PRM (Placca Di Riposizionamento Mandibolare) che ha ripristinato normali rapporti occlusali tra le arcate: le frecce cervicale e dorsale si normalizzano e la lordosi lombare rimane normale

• Il soggetto ha tolto la PRM: lo Shape torna ad alterarsi e ricompare l’atteggiamento in forward-head CONCLUSIONI – Perché eseguire una Spinometria? E’ possibile intervenire se lo Shape è alterato? Obiettivo della Spinometria Anti-age è non arrivare troppo tardi. I danni che la colonna vertebrale subisce nell’arco della vita sono legati ad un uso scorretto, a sforzi incongrui, a posture viziate, a sovrappeso, a insufficienza muscolare, a retrazioni del sistema miofasciale, a fattori genetici, a particolari professioni. I danni strutturali che la colonna accumulati nel tempo, raggruppabili sotto il termine generale di spondiloartrosi, sono per lo più irreversibili. Di conseguenza vanno prevenuti, con una diagnosi precoce, poiché non sono certo ineluttabili con l’avanzare dell’età. La valutazione spinometrica dello Shape vertebrale è determinante sia nella prevenzione di danni strutturali permanenti del rachide, sia per la diagnosi e il trattamento delle le disfunzioni vertebrali, che sono invece completamente reversibili. Le metodiche di rieducazione posturale che, come dice il termine stesso, dovrebbero modificare in meglio lo Shape, finora sono state effettuate senza strumenti clinici di misurazione e monitoraggio e, quindi, senza una reale verifica dei risultati. La Spinometria prima e dopo il trattamento è un notevole progresso nella scelta e monitoraggio delle metodiche posturali. Il benessere e la salute della colonna possono essere mantenuti a lungo nel tempo se si prevengono i danni strutturali e si mantiene il rachide flessibile ed efficiente. Parallelamente, tali condizioni di benessere e salute vanno mantenute e ulteriormente implementare con programmi di potenziamento muscolare e allungamento dei sistemi miofasciali. Dottor Giovanni Magnani Laureato in Medicina e Chirurgia, Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione, Specialista in Neurologia, con Master in Chiroterapia e Osteopatia

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L’Accademia del Fitness

LE PIANTE MEDICINALI:

VALIDE ALLEATE DELLO SPORTIVO CONTRO IL DOLORE L’apparato locomotore è costituito da un complesso di organi che hanno la funzione di dare sostegno al corpo e di renderne possibili i movimenti. Esso è rappresentato da un sistema scheletrico, provvisto di articolazioni (diversamente conformate per le diverse esigenze funzionali) e mosso da muscoli. Gli elementi dell’apparato locomotore funzionano in modo coordinato, e consentono una vasta gamma di movimenti grazie ad un complesso sistema di leve in cui i muscoli producono la forza motrice, le articolazioni costituiscono i fulcri del movimento e le ossa formano i bracci delle leve su cui grava il peso dei vari segmenti corporei. Chi pratica sport sia livello amatoriale che agonistico spesso si porta dietro disturbi cronici dovuti alle eccessiva sollecitazioni di alcuni muscoli e/o articolazioni che possono alterare la performance e se non adeguatamente curati possono portare all’abbandono dell’attività sportiva LE PIÙ COMUNI ALTERAZIONI DELL’APPARATO LOCOMOTORE Disturbi dell’Apparato Locomotore La gamma dei disturbi dell’apparato locomotore è piuttosto vasta: dai traumi di media entità (distorsioni, lussazioni, piccole fratture) alle contusioni, ematomi, contratture, strappi muscolari, versamenti articolari, tendiniti, tenosinoviti e borsiti, fino alle malattie articolari croniche, quali l’artrosi e l’artrite, la gotta, la spondilite anchilosante ed altre forme particolari di degenerazione articolare Mobilità e Flessibilità delle Articolazioni Le articolazioni rappresentano una delle strutture dell’organismo più sensibili all’invecchiamento. Sia le estremità ossee dell’articolazione sia la cartilagine che riveste la superficie articolare, vanno incontro con il tempo ad una progressiva rarefazione ed alla perdita della componente cellulare e connettivale. Il risultato di questo processo è che quasi tutte le strutture dell’articolazione risultano interessate. Il processo può essere favorito e accellerato da svariati fattori: certamente l’avanzare dell’età; una predisposizione genetica allo sviluppo di malattie articolari; l’obesità, che determina un sovraccarico di alcune articolazioni, come l’anca ed il ginocchio; particolari attività lavorative che impegnano oltre misura alcune articolazioni, come il gomito e la spalla; una carenza alimentare di elementi necessari per un buon trofismo osseo (calcio e fosfato) e articolare (mucopolisaccaridi); SEGNI E SINTOMI DEI DISTURBI DELLE ARTICOLAZIONI I disturbi delle articolazioni si possono manifestare in diversi

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modi. Il sintomo certamente più comune, che si presenta praticamente in tutte le alterazioni lo colpiscono è il dolore. Si possono poi anche riscontrare una serie di alterazioni oggettive, per esempio l’infiammazione, le deformazioni ossee e articolari, le alterazioni della mobilità di un’articolazione. Il tipo e il momento della comparsa, l’intensità e la durata di questi sintomi e segni sono molto variabili a seconda dell’affezione considerata. Un Dolore da non sottovalutare Il dolore è senza dubbio il sintomo più importante delle malattie dell’apparato locomotore; rappresenta pertanto una componente essenziale nel quadro clinico delle varie affezioni articolari, dalla forme degenerative alle forme infiammatorie. Ciononostante le caratteristiche della sensazione di dolore possono essere diverse. Nelle malattie dell’apparato locomotore che producono una infiammazione della pelle o dei tessuti circostanti, si osserva un dolore di tipo superficiale, che si percepisce come una sensazione pungente o un bruciore, localizzato nella zona colpita,


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Physic Level 1 – Trauma One – cpr/spray Physic Level 2 – Trauma Two – cpr/spray Physic Level 3 – Trauma Three – cpr/spray Physic Level 4 – Artidol – cpr/spray Physic Level 5 – Cervical – cpr Physic Level 6 – Lumbar – cpr Physic Level 7 – Prepair – cpr Physic Level 8 – Fast – cpr/spray Physic Level 9 – Rigeneration – cpr/spray Physic Level 10 – Tonic – bust

BIOGROUP s.r.l. Variante esterna – Bagnoli del Trigno (IS) Tel. 0874 870014 Fax 0874 870973 www.biogroup.it 41


L’Accademia del Fitness Utilizzare un prodotto naturale non vuol dire che non si debba utilizzare il farmaco di sintesi, anzi alcune volte una intelligegente sinergia tra i 2 preparati può accelerare i processi di guarigione e ridurre gli effetti secondari. Un preparato naturale può infatti essere associato al farmaco nel trattamento della fase acuta e magari sostituirloi nel trattamento cronico. Particolarmente interessanti risultanto le sostanze naturali utili per contrastare i fastidi della fascia lombare e cervicale. Esempio di formulazione naturale di estratti utili al trattamento dei disturbi lombari come mialgie, lombosciatalgie, dolori ad articolazioni arti inferiori: e che spesso si accentua esercitando la più piccola pressione. Il dolore articolare è invece un dolore profondo, che a differenzia del dolore superficiale è di carattere diffuso e di difficile localizzazione. Spesso, questo tipo di dolore viene percepito in una regione corporea diversa da quella colpita dalla lesione che lo provoca, e si parla in questo caso di dolore riflesso; altre volte, quando ad esempio si verifica la compressione di un tronco o di una radice nervosa, si parla invece di dolore irradiato, nel quale la sensazione dolorosa si irradia lungo tutto il decorso del nervo. L’Infiammazione L’infiammazione è la risposta del sistema immunitario alla presenza di agenti patogeni: germi se si tratta di un’infezione oppure sostanze irritanti che possono depositarsi nella cavità aricolare in seguito a disfunzioni metaboliche. In altri casi, come l’artite reumatoide che è una malattia autoimmune, l’infiammazione è dovuta ad una risposta anomala del sistema immunitario, che aggredisce elementi propri dell’organismo riconosciuti come estranei. Nella reazione infiammatoria, qualunque sia la causa che l’ha provocata, si verifica un aumento dell’apporto sanguigno per facilitare l’arrivo delle cellule difensive (che viaggiano nel sangue) all’articolazione colpita. Per questo motivo un’articolazione infiammata poresenta i seguenti segni: tumefazione (aumento del volume articolare, dovuto all’infiammazione dei tessuti molli dell’aticolazione e all’aumento della quantità di liquido sinoviale), dolore, arrossamento e aumento della temperatura nella pelle che riveste l’articolazione colpita. Con una certa frequenza, l’infiammazione articolare colpisce anche i tessuti molli vicini, come le borse sierose i tendini e i muscoli. Questa reazione periarticolare si presenta solitamente nelle fasi in cui l’infiammazione è più intensa. L’infiammazione dei tessuti molli, però, può presentarsi anche senza che l’articolazione vicina sia stata colpita, come nel caso della borsite o della tendinite, cioè delle infiammazioni delle borse sierose e dei tendini. LE PIANTE MEDICINALI: EFFICACIA E SICUREZZA La differenza fondamentale tra una pianta medicinale ed un farmaco di sintesi è l’indice terapeutico. Solitamente quando si selazionano gli estratti vegetali da inserire in un preparato oltre all’efficacia si valuta la tollerabilità affinchè il preparato sia il più possibile privo di effetti secondari e possa essere utilizzato anche per lunghi periodi.

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Dioscorea (Dioscorea villosa L.) rizoma E.S. tit. 6% diosgenia Favorisce la funzionalità e la mobilità articolare Remannia (Rehmannia glutinosa (Gaertn.) Libosch.) radice polvere Riduce lo stato infiammatorio Salice (Salix alba L.) corteccia E.S. tit. 3% salicina Favorisce la funzionalità articolare Artigli del Diavolo (Harpagophytum procumbens DC.) radice E.S. tit. 2,5% arpagoside Aziona antidolorifica, antinfiammatoria, miorilassante Ribes nero (Ribes nigrum L.) foglie E.S. Aziona antalgica e antinfiammatoria, favorisce la microcircolazione Angelica cinese (Angelica sinesis Diels.) radice E.S. Riduce il dolore e l'edema, favorisce la microcircolazione Mandarino (Citrus reticulata L.) pericarpo polvere Favorisce la circolazione del sangue, la funzionalità e la mobilità articolare Peonia (Paeonia lactiflore Pall.) radice polvere Favorisce la microcircolazione

Esempio di formulazione naturale contro i disturbi del tratto cervicale e dorsale superiore: Mirra (Commiphora myrrha Engl.) resina polvere Riduce il dolore e l'edema, favorisce la microcircolazione, riduce la stasi sanguigna, favorisce la rigenerazione dei tessuti Artigli del Diavolo (Harpagophytum procumbens DC.) radice E.S. tit. 2,5% arpagoside Aziona antidolorifica, antinfiammatoria, miorilassante Ribes nero (Ribes nigrum L.) foglie E.S. Aziona antalgica e antinfiammatoria, favorisce la microcircolazione Angelica cinese (Angelica sinesis Diels.) radice E.S. Riduce il dolore e l'edema, favorisce la microcircolazione Frassino (Fraxinus excelsorius L.) foglie polvere Azione antidolorifica, antinfiammatoria Cartamo (Carthamus tinctorius L.) fiori polvere Favorisce la microcircolazione, riduce la stasi sanguigna Dr. Giovanni Occhionero Chimico farmaceutico esperto di integrazione naturale nello sport e fitoterapia antiaging Docente Simeb (Società Italiana Medicina Biointegrata)


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CONOSCI L’AMBIENTE IN CUI VIVI? MINERAL EVO

Il Mineral Evo serve a capire se nel nostro organismo sono presenti, e in quali quantità, i minerali essenziali, tossici ed altri elementi in traccia che aiutano a stabilire lo stato di salute. La sua interpretazione è affidata all’equipe medico nutrizionale di Natrix lab che è in grado di interpretare i risultati e stabilire cosa fare per ripristinare lo stato di equilibrio dell’organismo. L’OMS ha riconosciuto l’importanza e la validità del test che oggi ha largo uso nella medicina forense, ma è stato validato e viene tenuto in grande considerazione da altri enti che si occupano di sicurezza e salute. Il Mineral Evo, riveste molta importanza nella diagnosi di alcune carenze nutrizionali, ed è consigliato anche in momenti delicati, come la gravidanza e l’allattamento, che richiedono procedure sicure e standardizzate. I minerali entrano nel nostro organismo attraverso i cibi, le bevande e l’aria che respiriamo e possono essere molto dannosi. Tutti sono presenti nell’ambiente in cui viviamo fin dall’antichità, ma in passato il rischio di assorbirli era minore, perché legato a situazioni specifiche. Oggi invece praticamente tutti i prodotti di cui facciamo uso, dalle pentole di alluminio alla farina, fino alla carta con-

tengono metalli tossici. Ma soprattutto il cibo che mangiamo. Nel capello, a differenza di sangue e urine, la presenza dei minerali non è influenzata da malattie o infiammazioni; il capello infatti trattiene i minerali presenti nei liquidi in circolo, compresi quelli tossici e quelli che non vengono rilevati nelle analisi del sangue e delle urine (come il cromo, il nichel e il manganese). In pratica, completa le indagini cliniche già in uso, ed è in grado di apportare informazioni sulla funzionalità del metabolismo rilevando quali equilibri siano stati alterati, di quali integratori minerali e vitaminici abbiamo bisogno, quali metalli tossici stiamo accumulando molto prima che si manifestino i sintomi o che le analisi del sangue rivelino la loro presenza. Per questo può essere associato ad altri test che i laboratori Natrix hanno messo a punto per valutare lo stato di salute. Una volta fatta la diagnosi, l’equipe medica potrà dare indicazioni terapeutiche per migliorare la dieta o integrarla con i minerali che mancano al fine di ripristinare l’equilibrio fisiologico. Tutto questo oggi viene fatto anche attraverso una piattaforma ed un sistema proprietario di Natrix lab, che si basa sulla telemedicina, che prende il nome di “Telenutrizione” (www.telenutrizione.it).

Natrix Lab: il laboratorio certificato (UNIENI-ISO 9001 : 2000) di riferimento per le tue analisi personalizzate: • FOOD INTOLERANCE TEST: valutazione delle intolleranze alimentari IgG-mediate, metodo ELISA. • CELIAC TEST: Valutazione immunitaria della positività al morbo celiaco. • ANTIAGING PROFILE: (Free Radical Test + Antioxidant Capacity Test) valutazione globale dello stress ossidativo. • CELLULAR AGING FACTORS: valutazione dell’invecchiamento cellulare (ossidazione, metilazione, glicazione, infiammazione). • LIPIDOMIC PROFILE: valutazione del profilo lipidomico plas-matico e di membrana (acidi grassi). • CARDIO WELLNESS TEST: analisi globale del benessere cardiovascolare, integrato con l’indice di rischio di contrarre patologie a carico del sistema cardiovascolare. • ZONA PLUS TEST: valutazione del rapporto (AA/EPA), Glicemia, Insulina, indice HOMA. • HORMONAL PROFILES: dimagrimento, stress, sport, buona notte, donna fertile, donna menopausa, uomo. • IN FLORA SCAN: Il pannello più approfondito di valutazione del benessere intestinale.

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L’Accademia del Fitness

ANTIAGING:

MODA O NUOVA FRONTIERA DELLA MEDICINA? La medicina antiaging è una specialità medica fondata sull’applicazione di tecnologie mediche scientifiche per l’individuazione precoce dei problemi, per la prevenzione e il trattamento di questi per portare le persone ad uno stile di vita corretto. Non è il trattamento di malattie ma il supporto per arrivare ad uno stato di benessere. Possiamo attribuirle una serie di significati e connotazioni molto diversi. Per la comunità scientifica la ricerca antiaging si riferisce al tentativo di rallentare, prevenire, invertire il processo dell’invecchiamento. Ad oggi nessuna tecnologia collaudata consente di raggiungere con incidenza scientifica questo obiettivo negli esseri umani. Non vi è alcun metodo scientifico attualmente disponibile per misurare con precisione gli effetti di una presunta terapia contro l’invecchiamento. Medicina antiaging significa diagnosi precoce e prevenzione delle malattie legate all’età che incidono sulla qualità della vita. Esistono molte strategie che si possono attuare, un esempio è

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la restrizione calorica per ridurre il rischio di condizioni degenerative legate all’età. L’invecchiamento è legato per un terzo a fattori genetici e per ben due terzi a fattori ambientali e stili di vita (stress, fumo, alimentazione, attività fisica…) per cui ognuno di noi è responsabile al 70% del proprio invecchiamento. Non si possono curare le cause genetiche ma è possibile rimuovere le altre adottando stili di vita che serviranno a rallentare l’invecchiamento che vuol dire mantenere giovane il più possibile il proprio corpo e la mente e ridurre così il rischio di malattie che possono diventare degenerative. Pochi ancora sono quelli che hanno fatto propria una vera cultura antiaging adottando nuovi stili di vita come ad esempio seguire un’alimentazione corretta, praticare attività fisica regolarmente (chiaramente dopo valutazione da parte di medici sportivi), eliminare pratiche dannose (quali fumo, alcol, droghe etc..), vivere il più possibile rilassati (gestione dello stress) e utilizzare integratori (antiossidazione).


ANTIAGING ADVISOR

CERTIFICATION

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Le teorie dell’invecchiamento La discordanza evolutiva Genetica ed Epigenetica La modulazione ormonale Gli integratori ormono-stimolanti La cronormorfodieta Alimentazione ed integrazione antinfiammatoria, antiossidante e antiglicante Gli integratori alimentari Il fitness metabolico Il fitness muscolo-osteo-articolare Metodologie anti-stress Esercizi per la funzionalità sessuale Qi Gong La Medicina Funzionale Antiaging

DATE (2015): 7-8 febbraio / 21 marzo 11 aprile / 23 maggio / 6 giugno

INFORMAZIONI

PROGRAMMA

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ESAME: 20 giugno SEDE: PARMA QUOTA € 560,00 + 40 (quota associativa) (alla quota corso va applicata l’IVA di legge) • Le iscrizioni e il pagamento dovranno pervenire entro il 16.01.2015 • E’ necessario inviare richiesta di ammissione con curriculum entro il 31.12.2014 Segreteria Organizzativa: AFFWA Galleria Crocetta 9/A - 43126 Parma Tel. 0521.1682083 - Fax 0521.294971 accademia-affwa@libero.it www.affwa.it


L’Accademia del Fitness Generalmente la gente è portata a pensare che l’antiaging sia la medicina estetica (trattamenti del tipo botox, fillers) ma anche in ambito medico ancora oggi, nonostante l’argomento venga trattato in congressi scientifici, si pensa ancora alle “punturine” che risolvono in fretta i problemi dell’avanzamento del tempo senza prendere in considerazione il fatto che esso deve essere affrontato sotto diversi punti di vista (ormonale, metabolico, funzionale, psicologico, alimentare). Indurre l’individuo a cambiare stile di vita significa spiegare e valutare insieme al paziente tutti gli aspetti elencati. Occorre concentrarsi nel cercare di riconoscere tutti quei fattori genetici e biochimici che, combinandosi in modo diverso tra loro e con l’ambiente esterno, diventano i veri artefici dell’accelerazione o del ritardo del nostro decadimento. Diventa evidente come lo studio e la correzione di questi parametri possa incidere in modo significativo e sostanziale sul benessere e sull’aspettativa di vita in salute. Per fare un check aging è necessario fare una visita medica approfondita, test di funzionalità dell’organismo, valori nutrizionali, valutazione rapporto massa grassa/magra, tests psicologici, valutazione d-ROMS test e BAP test, analisi indice di glicazione,

grado di infiammazione, valutazione assetto ormonale, valutazione sistema immunitario, cutaneo e sportivo. L’obiettivo è conoscere l’età biologica, i vari fattori di rischio per poter elaborare un programma antiaging a 360° personalizzato per poter sviluppare ed incrementare le proprie potenzialità, valutare e ripristinare il benessere psicofisico e poi controllare, nel tempo, il cambiamento e l’andamento della terapia. Certo, è indubbio che l’argomento antiaging ad oggi va di moda, tutti ne parlano e molti si affidano a persone che non sono realmente in grado di predisporre un programma wellness basato su quelle conoscenze medico scientifiche che sono in grado di far raggiungere lo stato di benessere che le porterà non a ritornare indietro nel tempo ma a rallentarlo per raggiungere traguardi tali per cui la domanda che si sentiranno porre sarà “come sei in forma, cosa hai fatto?” e la risposta sarà “…prevenzione, antiaging ….mi sono affidato ad un ADVISOR ANTIAGING”.

L’obiettivo è conoscere l’età biologica, i vari fattori di rischio per poter elaborare un programma antiaging a 360° personalizzato

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Dottoressa Maria Santulli Specialiosta scienza dell'alimentazione, specilista in ematologia e Antiaging advisor


numero 15 / 2014

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L’Accademia del Fitness

PNEI E NUTRIZIONE La psiconeuroendocrinoimmunologia studia la connessione tra i sistemi nervoso, endocrino e immunitario e tra questi e la psiche. Il fulcro della Pnei è lo studio dei sistemi dello stress. L’iperattività dei sistemi dello stress genera stress ossidativo e infiammazione. Dall’acronimo Pnei abbiamo derivato il nome dell’innovativo metodo di diagnosi integrata e terapie sistemiche: Pnei 4u®. Nella visione Pnei 4u®, quattro sono i pilastri di una terapia d’avanguardia: farmaci d’eccellenza, programma posturale, strategia nutrizionale antiossidante e antinfiammatoria personalizzata e quello che abbiamo definito “potenziamento emozionale”. Per potenziamento emozionale intendiamo la capacità del paziente, mediante gli strumenti forniti nelle sessioni di coaching individuale, di modificare il proprio stato emozionale nell’ambito di una manciata di secondi, anche quando il contesto o la situazione siano problematici, e di mantenere tale stato potenziato a

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volontà. Ciò si rivela particolarmente utile nei pazienti affetti da disturbo compulsivo dell’assunzione di cibo che notoriamente non rispondono ad alcun tipo di dieta. L’iperattività dei sistemi dello stress induce, in prima istanza, un’aumentata secrezione di cortisolo e catecolamine, i quali, a loro volta, aumentano la produzione di interleuchina 6 da parte del tessuto viscerale sottocutaneo e dell’endotelio vascolare. L’interleuchina 6 promuove la proliferazione della muscolatura liscia vascolare e dei fibroblasti con successiva comparsa di lesioni ostruttive tipiche del danno aterosclerotico. I livelli di interleuchina 6 sono altresì correlati all’indice di massa corporea e all’insulino resistenza, costituendo anche un fattore predittivo nei confronti del diabete di tipo 2 e dell’infarto miocardico. L’interleuchina 6 svolge anche un ruolo chiave nel riassorbimento osseo. Negli ultimi anni è emersa la rilevante attività biologica dell’insulina sulle cellule endoteliali, piastrine e leucociti, con un effetto


CONOSCERE CIO’ CHE MANGI

TI RENDE LIBERO FOOD INTOLERANCE TEST Le intolleranze alle proteine alimentari, dette allergie ritardate, sono reazioni conseguenti l’introduzione di alimenti di consumo comune. Queste reazioni sono causate da un’iperproduzione di immunoglobuline di classe G (IgG). Emicrania, disturbi gastro-intestinali e respiratori, stanchezza cronica, dermatiti, irritabilità, sovrappeso, sono solo alcuni dei sintomi ricorrenti nei soggetti affetti da allergia ritardata. Il FOOD INTOLERANCE TEST (F.I.T.) di Natrix permette di verificare la reazione dell’organismo nei confronti di 46, 92 o 184 alimenti. Ciò che ha reso il F.I.T. affidabile è la metodica analitica ELISA,

affidabile e ripetibile e la lunghissima esperienza di Natrix nel campo della diagnostica delle intolleranze.

celiaci, per il monitoraggio della malattia celiaca in soggetti che seguono una dieta priva di glutine.

CELIAC TEST

Natrix Lab: il laboratorio certificato (UNI-ENI-ISO 9001: 2000) di riferimento per le analisi:

Ad oggi per ogni celiaco diagnosticato, ve ne sono sette a cui la celiachia non viene diagnosticata. L’ingestione di glutine, nei pazienti affetti o predisposti a celiachia, provoca un grave danneggiamento della mucosa intestinale. Il CELIAC TEST è una prova allergometrica che consente di effettuare un saggio di I° livello completo per la celiachia. Il CELIAC TEST è consigliato in caso di sospetto di malattia celiaca, in familiari di primo grado (genitori, fratelli) di soggetti

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FOOD INTOLERANCE TEST CELIAC TEST ANTIAGING PROFILE CELLULAR AGING FACTORS LIPIDOMIC PROFILE ZONA PLUS TEST CARDIO WELLNESS PROFILE PROFILI ORMONALI

Tutte le analisi sono eseguibili anche tramite un semplicissimo prelievo capillare e salivare.


L’Accademia del Fitness globale antinfiammatorio e di vasodilatazione. Il disturbo compulsivo dell’assunzione di cibo, frequente in persone con cronica iperattività dei sistemi dello stress, conduce ad uno stato di insulino resistenza. L’insulino resistenza tipica delle situazioni di stress da un lato e della sindrome metabolica propriamente detta dall’altro, costituiscono uno dei meccanismi più spiccati di mantenimento dell’infiammazione nei pazienti obesi o affetti da disturbo compulsivo dell’assunzione di cibo. Le più recenti evidenze della letteratura, sottolineano il ruolo dell’adiponectina (adipochina prodotta dall’organo adiposo) nel determinare un comportamento depressivo: l’adiponectina avrebbe, infatti, un‘attività psicomodulante e la sua carenza, tipica di un organo adiposo disfunzionale, farebbe precipitare reazioni di tipo depressivo. Il fulcro della terapia Pnei nei disturbi compulsivi dell’assunzione di cibo è incentrato precipuamente sulla scelta da parte del paziente di comportamenti “potenzianti” in risposta allo stress a scapito di risposte comportamentali totalmente depotenzianti (eccessivo consumo di cibo, di droghe, alcool e fumo). Questo risultato si ottiene dopo 6/8 sessioni di coaching individuale

nelle quali l’operatore fa ricorso a selezionate tecniche della moderna “psicologia energetica”. Il metodo Pnei 4u®, diagnosi integrata e terapie sistemiche, anche noto come Pneisystem® è oggi alla base di un software innovativo che, analizzando molteplici parametri psicobiologici, fornisce un dato numerico che definisce, non solo lo “stato” di partenza, ma consente di monitorare nel tempo i progressi terapeutici che scaturiscono dal metodo Pneisystem®. Quest’ultimo, peraltro, si avvale per la parte terapeutica di farmaci d’avanguardia (omotossicologia, terapie low dose, fitoterapici e nutraceutici) e tecniche agopunturali specifiche, ricorrendo alle terapie cosiddette allopatiche solo ed esclusivamente in caso di assoluta necessità. Il nuovo concetto Pneisystem® di terapia sistemica costituisce un volto nuovo della medicina moderna.

Il disturbo compulsivo dell’assunzione di cibo, frequente in persone con cronica iperattività dei sistemi dello stress, conduce ad uno stato di insulino resistenza.

Prof.ssa Maria Corgna Medico Chirurgo - Specialista in Endocrinologia e Malattie Dismetaboliche Docente ed Esperta in PsicoNeuroEndocrinoImmunologia Ideatrice del Metodo Pnei4U

NUTRIGENETICA per una nutrizione personalizzata

La genetica in aiuto degli specialisti per una maggiore personalizzazione della Dieta e dello Sport Test genetici di predisposizione:

Celiachia Intolleranza primaria al Lattosio Metabolismo dei Folati Metabolismo Glucidico e Lipidico Metabolismo della Vitamina D Sport e Metabolismo Muscolare

E’ possibile richiedere i test effettuando un semplice tampone buccale dal quale verrà estratto il DNA per le analisi richieste. Il tampone potrà essere ritirato presso lo studio dello specialista da corrieri autorizzati su tutto il territorio nazionale. Per maggiori informazioni contattare il numero 06 3295370 Laboratorio di Genetica Medica “Krom Genetics” (Certificazioni ISO 9001 e MedLab) info@kromgenetics.it www.kromgenetics.it

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DIMAGRIRE COME VUOI, DOVE VUOI! ADERISCI CON IL TUO CLUB AL PROGETTO

PROVA, GUADAGNA E SE TI PIACE....

LA PRIMA RICERCA DEL PROGETTO HA UNA DURATA DI 4 SETTIMANE E OFFRE LA POSSIBILITÀ AL CENTRO DI PROVARE IL PROTOCOLLO PER UN MESE SU UN'AREA TEST DI 100 PERSONE

LE TESTIMONIANZE PALASPRINT LA SPEZIA Nonostante lo scetticismo iniziale, già nel primo mese di prova ci siamo accorti dei numerosi vantaggi che ci ha portato sia a livello di fatturato che di fidelizzazione. Grazie!!!!

MIQO TREVISO Dopo essere stati scelti come area test ed aver toccato con mano i vantaggi di un progetto scientifico, abbiamo continuato ad utilizzarlo con successo, incrementando il fatturato e la fidelizzazione. Proprio ciò che serviva al nostro club !!!!!

I CLIENTI DICONO...

SILVIA M.

35 anni educatrice

MAURIZIO M.

42 anni impiegato

Ho avuto da subito buone sensazioni confermate poi dal test di misurazione eseguito dopo appena 2 settimane: meno 4 cm di circonferenza in entrambe le cosce! Consiglio a tutte di farlo!

Innanzitutto funziona! Ho deciso di sottopormi al metodo nonostante mi stessi già allenando in maniera tradizionale. Perdere quasi 7 cm in circonferenza addominale in sole 4 settimane mi ha lasciato veramente a bocca aperta.

FEDERICA S.

35 anni parrucchiera

e-mail: info@metooconsulting.it Alessandro: 3421466681 Igor: 3468584330

L’allenamento è stato efficace in quanto mi ha fatto perdere centimetri e allo stesso tempo migliorare il tono muscolare. Perdere 7 cm sui fianchi in sole 4 settimane è semplicemente fantastico!!


L’Accademia del Fitness

ULTIME RICERCHE IN FITNESS, WELLNESS E MEDICINA ANTIAGING A cura del Dr. Filippo Ongaro Vice Presidente AFFWA www.filippo-ongaro.it Non ostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni sia nell’ambito della ricerca che in quello dell’informazione, alimentazione errata e sedentarietà continuano a fare molti danni. Un recente studio finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation, indica come il tasso globale di obesità sia aumentato del 33% tra il 1980 e il 2013 (The Lancet, published online May 29, 2014). L’aumento è particolarmente allarmante tra i bambini e gli adolescenti ed è particolarmente grave che in nessun paese al mondo si sia osservata una riduzione dell’obesità negli ultimi 30 anni. A quest’epidemia di sovrappeso è legato il parallelo aumento di incidenza di infarto, ictus e cancro oltre al preoccupante incremento di malattie epatiche. Purtroppo le diete sono notoriamente fallimentari. Il 95% di chi si sottopone ad una dieta e perde peso lo riprende nel giro di 12 mesi. Una perdita consistente e duratura di peso non richiede una dieta drastica e temporanea ma piuttosto un’alimentazione sana a lungo termine e un deficit di circa 300 KCal al giorno che è sostenibile nel tempo e piuttosto facile da ottenere con una blanda restrizione alimentare e una corretta attività fisica. Anche nella scelta di attività fisica finalizzata alla riduzione del peso occorre tenere presente alcuni fattori. L’attività con i pesi contribuisce a formare massa muscolare che a sua volta è determinante nell’aumentare il metabolismo basale (la quantità di calorie consumate a riposo nelle 24 ore), fattore decisivo nella

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perdita di peso. Allo stesso modo le attività con variazioni di ritmo come la High Intensity Interval Training (HIIT) non solo contribuiscono a mantenere elevato il consumo calorico anche nella fase di recupero post-esercizio ma contribuiscono anche a ridurre la secrezione di grelina, un ormone che aumenta l’appetito (International Journal of Obesity, published online July 9, 2013). Ricerche recenti hanno anche evidenziato il ruolo del grasso bruno nelle regolazione del metabolismo. Come in molti animali e nei bambini anche nell’essere umano adulto esiste una piccola quantità di grasso bruno (brown adipose tissue o BAT) capace di convertire l’energia apportata dagli alimenti direttamente in calore, una funzione evolutivamente importante e fondamentale per resistere al freddo. Differenze individuali nella quantità di BAT si traducono in una predisposizione più o meno accentuata all’aumento di peso. Il BAT è attivato dal sistema nervoso simpatico e ad un livello maggiore di attivazione corrisponde un più elevato dispendio energetico. Alcune ricerche indicano che esiste anche il grasso beige, più facilmente attivabile di quello bruno ma con simili funzioni che sembra essere stimolato anche da sostanze naturali come lo zenzero e la capsaicina che per altro aiutano anche la conversione del grasso bianco in grasso beige (Nature, 510:76-83, 2014). La capsaicina è una sostanza chimica contenuta nel peperoncino e usata per fare la paprika, una spezia molto apprezzata nella


numero 15 / 2014 cucina messicana. Questa sostanza aiuta a perdere peso attraverso due meccanismi: da un lato una modificazione dell’attività di un gene che controlla l’appetito nel cervello e dall’altro la stimolazione della funzionalità del grasso bruno. Un recente studio ha messo in evidenza come la capsaicina sia in grado anche di alterare l’attività del grasso bianco facendolo comportare in modo simile a quello bruno (The Journal of Nutritional Biochemistry, published online May 2, 2014). Nell’ottica di una perdita di peso salutare hanno un ruolo importante gli integratori di proteine del siero del latte. Queste proteine dall’alto valore biologico sono in grado di stimolare l’anabolismo muscolare sia in associazione con attività fisica che senza. Una recente meta-analisi di 14 ricerche con 626 soggetti adulti conferma che le proteine del siero del latte sono in grado di contribuire ad un aumento della massa muscolare in particolare se assunte da soggetti che svolgono regolare attività con i pesi ma anche in assenza di attività fisica (Journal of the American College of Nutrition 33, published online April 4, 2014). Inoltre nei casi in cui si affronta una dieta per perdere peso, un’integrazione con proteine del siero del latte è fondamentale per aiutare a preservare massa muscolare. Questo aspetto è di particolare importanza con il passare degli anni. Tra i 40 e i 60 anni infatti una persona perde in media il 20% della massa muscolare con una parallela perdita di densità ossea e forza, un aumento del rischio di caduta e trauma e un peggioramento della sensibilità insulinica. L’assunzione di 20-30 grammi di proteine ad elevato valore biologico è sufficiente a stimolare la sintesi proteica in particolare grazie alla presenza di leucina,

un aminoacido fondamentale per attivare mTOR, un regolatore della sintesi proteica muscolare. Non ostante molti si ostinino a sostenere che le proteine animali sono nocive (senza per altro avere dati a supporto di tale tesi), esistono numerose ricerche che confermano come il consumo di 20-30 grammi di proteine ad alto valore biologico in vari pasti nel corso della giornata sia fondamentale nel mantenere integra la massa muscolare e la capacità funzionale nella persona che invecchia (The Journal of Nutrition, published online april 17, 2014). Assumere proteine animali non equivale necessariamente a mangiare elevate quantità di carne rossa molto cotta, unico alimento su cui esistono dati concreti che indicano potenziali rischi. Si può per esempio dare più spazio al pesce, al pollame, alle uova e alle carni rosse magre, magari nella loro versione cruda (tartare o carpaccio per esempio) e inserire l’uso di queste proteine in una dieta di tipo mediterraneo ricca di verdura, di cereali integrali, di olio d’oliva e di legumi, dieta che per altro aiuta anche a ridurre l’accumulo di grasso (British Journal of Nutrition, 111:1481-1487, 2014). Dr. Filippo Ongaro Medico Chirurgo Direttore Scientifico Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging s.r.l. (Ismerian) Vice-Presidente Associazione Medici Italiani Antiaging (AMIA) Vice-Presidente Accademia Funzionale del Fitness-Wellness-Antiaging (AFFWA)

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OBESITY WEEK

VII edizione della settimana per la prevenzione dell'obesità e per un corretto stile di vita. Parma, 4-11 Ottobre 2014 WWW.OBESITYWEEK.INFO sabato 4 ottobre

martedì 7 ottobre

giovedì 9 ottobre

sabato 11 ottobre

Palazzo Vescovile - Sala Antolini Piazza Duomo - Parma Ore 09.30 - 12.00 Tavola Rotonda Il “modello Parma” come proposta sostenibile di sviluppo economico-sociale In collaborazione con CEA Centro Etica Ambientale - Parma

Sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Parma Via Po, 134 - Parma Ore 21.00 - 23.00 Convegno medico I Martedì dell’Ordine Microbiota intestinale e obesità In collaborazione con Ordine dei Medici di Parma

Aula Canuto - Dipartimento di Anatomia Umana c/o Ospedale Maggiore Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Viale Gramsci, 14 - Parma Ore 15.00 - 18.00 Convegno medico Alimentazione ed integrazione nel calciatore In collaborazione con Corso di Laurea in Scienze Motorie, Sport e Salute - Università degli Studi di Parma

Sala congressi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Via Abbeveratoia - Parma Ore 9.00 - 13.00 Congresso medico ECM Obesità infantile: approccio clinico integrato In collaborazione con Gruppo di Studio sull’Obesità SIEDP

lunedì 6 ottobre Libreria La Feltrinelli Strada Farini, 17 - Parma Ore 18.30 - 19.30 CaffExpo, Caffè Scientifici Letterari La sfida della prima colazione: sempre la solita zuppa? In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore

mercoledì 8 ottobre Ristorante “Arte & Gusto” Via Emilia Est, 87 - Parma Ore 17.30 Incontro/Degustazione con lo Chef Fabio Tacchella Cucinare sano e con gusto: trucchi e strategie ai fornelli In collaborazione con Federazione Italiana Cuochi

venerdì 10 ottobre Sala congressi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Via Abbeveratoia - Parma Ore 9.00 - 13-00, 15.00 - 18.00 Congresso medico ECM Da qui all’obesità: l’alleanza terapeutica nel trattamento del paziente obeso e dismetabolico In collaborazione con SIO e ADI regionale Emilia Romagna

PRESIDENTE Leone Arsenio SEGRETARIO Federico Cioni SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E GESTIONE EDITORIALE Mattioli 1885 SpA

sabato 11 ottobre Palazzo della Pilotta - Parma Ore 16.00 - 18.00 Convegno L’evoluzione del modello di sviluppo agroalimentare parmense, dall’antichità ad oggi In collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Parma

Strada della Lodesana 649/sx, 43036 Fidenza (PR) Tel 0524-530383 – Fax 0524-82537 E-MAIL info@obesityweek.info


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