Editoriale
Il mondo ferito cerca speranza di La ura Di Palm a Sul mondo d’oggi paiono aleggiare nuvole d’incertezza: molte le negatività di cui, giorno dopo giorno sentiamo parlare tanto che, i titoli di testa di un qualsiasi telegiornale, così come buona parte delle pagine principali di un quotidiano, sono occupate da notizie di cronaca nera. Da alcuni anni la crisi economica dilaga in gran parte dei Paesi del mondo: non solo l’Italia ne è colpita, ma anche molti Paesi europei, diversi Paesi africani, alcune zone dell’Asia e delle Americhe ed ora anche gli Stati Uniti. L’America, da sempre riconosciuta come una grande potenza economica, sta lottando per sopravvivere a una crisi economica e politica che l’attanaglia: litigi e divergenze sono all’ordine del giorno e pare veramente che anche per gli americani sia arrivato il periodo buio che da tempo viviamo nel nostro Paese. L’Italia è stata colpita da una terribile e finora irreversibile crisi economica ma anche a livello politico la situazione non è certo delle migliori: la vicenda Berlusconi e la scelta della sua eventuale interdizione dal Senato sta tenendo scandalosamente in pugno tutta la Nazione, così come le divergenze reali o fittizie tra i vari partiti politici che sembra non siano in grado di trovare un accordo per governare al meglio il Paese e per fare finalmente delle proposte valide per cercare di risollevarne la sorte. In questo contesto di disarmonia delle parti, si inseriscono le milioni di famiglie che sono state toccate, in questi ultimi anni, dallo spettro della cassa integrazione, o, ancor peggio, dalla perdita del posto di lavoro. Sono infatti in troppi coloro che non riescono materialmente ad “arrivare a fine mese” mentre ai vertici, politici e non, ci sono persone che sperperano il denaro pubblico e vengono pagate con stipendi esorbitanti: cifre talmente alte che qualsiasi comune individuo spesso non riesce nemmeno ad immaginarle! Quante famiglie vivono alla giornata?! Quanti sono disperatamente alla ricerca di un posto di lavoro?! In situazioni come queste, poi, ci sono alcune persone che provano a reagire, re-
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inventandosi una professione e altre, che, invece, non riescono a vedere la luce in fondo al tunnel nel quale, loro malgrado, si sono ritrovati: quanti suicidi in questi anni… Il numero di persone che si son tolte la vita, è purtroppo cresciuto in maniera esponenziale e la nostra città non fa eccezione. L’ultimo caso, soltanto poche settimane fa…Accanto alla crisi economica, a quella politica e alla penuria di lavoro, si son fatte strada poi le varie crisi militari e le sempre più incombenti minacce di azioni armate, spesso mascherate da “azioni di pace”. Venti di guerra soffiano sul mondo orientale e occidentale, dalla Siria al Medioriente, dall’Africa all’Afghanistan, all’Iraq. E, ogni qualvolta si parla di azioni militari non possono che tornare alla mente i racconti di chi un giorno visse la guerra e di chi, a gran voce grida: “mai più”. In tutta questa confusione ci sentiamo spiazzati e incapaci di comprendere: d’altronde, nessuno dei grandi della Terra è mai stato chiaro nell’indicare una strada per uscire da questo baratro: nessuno, ad eccezione di una persona, un uomo speciale che ha fatto il suo ingresso nella vita di molte persone “in punta di piedi”, soltanto pochi mesi fa. Papa Francesco, non si è mai astenuto dall’ esprimere le proprie precise opinioni. Le sue parole non vengono ascoltate soltanto dai credenti e dai cattolici: Francesco è stato capace, finora, di raggiungere il cuore di molti, credenti e atei, cristiani e non, che, nella sua persona hanno visto una guida; una voce sicura che invita a scelte precise e che, per primo le compie e le mette in atto. Un esempio forse, al quale in molti dovrebbero guardare…
Gli a rgom e nt i E d i t o ri a l e S p a z io g io v a n i D a ll e A CL I L a p oli t ic a
D a l t e r ri t o rio
di Laura Di Palma
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Il mondo ferito cerca speranza Trasporti dopo la metro Quattro domande all’ assessore Brescia-Sarajevo in bici e a piedi
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Abitare la storia, incontro nazionale di studi a Cortona
di Renzo Fracassi
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Le Acli incontrano il ministro Kyenge
dal sito Acli
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Quando cambierà… davvero!?! SanpolinoLive
Di Dante Mantovani
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Discarica di amianto di via Brocchi, a che punto siamo?
di Angela Paparazzo
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Sportello dei reclami e delle proposte “ Ricuciamo la solidarietà” ,la sartoria di quartiere Verso la “ Tavola della pace Brescia Est” ? Lettera alla direttrice Una giornata per ripartire Le molteplici iniziative del circolo Acli S. Polo US Acli, il gruppo podistico La biblioteca del circolo Acli S. Polo, orari allargati Il primo festival dei nuovi stili di vita Vergogna, vergogna… restiamo umani! Verso il Mese della Pace 2014 Il topo di biblioteca Per sentito dire… Cappellani militari, ma quanto ci costano…! Fede e ragione, un dialogo benavviato Le parole di Francesco ad Assisi L’ Islam tra noi, è possibile un dialogo? A scuola per imparare passioni Pedalando tra le viti ed il silenzio Progetto “ Il quartiere come bene comune”
a cura di Gianni Rossini
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A v oi l a p a r ol a
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D a l circ olo A cli e din torni
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I colo ri d e ll a so ci e t à
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Ri- C os t i t u z io n e
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La Cultura Mi n a v a g a n t e
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C h i e s a e so ci e t à
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G e n i t o ri e fi g li
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I n p ri m a p e rs o n a
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I n s e r t o c o lo r a t o
Da I a VIII
di Andrea Culetto a cura di Andrea Culetto di Maurizio Billante
a cura di Gianni Rossini
di Centina Bazzana di Dante Mantovani a cura dei lettori di Dante Mantovani a cura della Redazione di Angiolino Abrami a cura delle volontarie di Fabrizio Molteni di Gianni Rossini a cura della Redazione di Ernesto Paroli a cura di Ernesto Paroli della Redazione di Andrea Culetto a cura di Clara Signorelli di Arcangelo Di Vora di Beppe Pasini a cura di Beppe Pasini a cura dei partner del progetto
I n c ope rt ina La copertina è interamente dedicata ad un evento promosso dal progetto “Il quartiere come bene comune” di cui il circolo Acli S. Polo è partner insieme ad Auser, Uisp e Anffas: la prima festa del “Parco delle cave, bene comune”. La festa si è tenuta il 21 e 22 settembre al laghetto FIPSAS ed ha riscosso un grande successo. Se ne parla ampiamente nell’inserto colorato.
H a nno c olla bora t o Redazione: Laura Di Palma - Dante Mantovani – Fabrizio Molteni – Centina Bazzana – Sandro Sandrini – Ernesto Paroli – Gianni Rossini – Giacomo Mantelli – Giuseppe Pasini – Andrea Culetto Stampa - assemblaggio – distribuzione: Liliana Serventi - Albino Alzini - Antonio Bologna - Mario Bolpagni - Marino Corato - Natalino Filippini - Luigi Gentilini - Luigi Messina - Gianni Rossini – Luigina Scalvini - Vincenzo Zaltieri – Giuliana Lussignoli – Romeo Bani – Vincenza Viola – Teresa Agnelli –Teresa Facchetti – Guglielmo Tinti Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Chiara Bani – Maurizia Zaltieri – Giorgio Loda – Nicoletta Postiglione – Angelo Di Meo – Ugo Bontempi – Andrea Garzoni – Matteo Franceschini – Elio Geroldi – Clara Signorelli – Angelo Di Meo
"SanpoloPolis" - periodico bimestrale del Circolo ACLI S. Polo - Brescia Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 10 del 13/2/2009. Direttore Responsabile: Laura Di Palma Editore: Circolo ACLI San Polo - via Cimabue 271 - Brescia Coordinatore di Redazione: Dante Mantovani
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Dal circolo Acli
Una giornata per ripartire di D a n t e M a n t o v a n i Domenica 13 ottobre si è svolto l’annuale incontro del circolo Acli S. Polo per la programmazione delle attività per l’anno sociale che inizia. Stavolta siamo ritornati a Forneletti, un luogo la cui tranquillità aiuta a concentrarsi sul tema oggetto dell’incontro e favorisce un clima di condivisione. Eravamo una quarantina di aclisti, un numero che, di questi tempi, è certamente di buon auspicio. Dopo una breve introduzione del presidente, i lavori sono iniziati con una relazione di Andrea Franchini che per la sede provinciale segue i circoli sparsi per la provincia con il compito di accompagnarli in un’opera irrinunciabile di rinnovamento che li possa rendere adeguati ai rapidi e profondi cambiamenti che caratterizzano la società. In sintesi, Andrea ci ha detto che la caratteristica storica delle Acli che ne fa un’associazione “generalista”, cioè che spazia la propria azione su una gamma notevole di azioni, di interessi e di argomenti, rappresenta senz’altro un patrimonio da non disperdere. I tempi attuali richiedono però di non trascurare il fatto che le persone, ed in particolare i giovani, difficilmente si aggregano e offrono il loro impegno su un disegno ideale e sociale di ampio respiro, mentre su azioni e obiettivi specifici è possibile. La cosa importante, ci ha ricordato Andrea, è non dimenticare o nascondere le motivazioni ultime per cui si realizzano le singole azioni, cioè le finalità che stanno nello statuto delle Acli: costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere civile, nella convivenza tra culture ed etnie diverse, nella costruzione della pace, nella salvaguardia del creato, e questo attraverso la formazione, l’azione sociale e la promozione di servizi e di imprese sociali. Ha portato quindi alcuni esempi di circoli Acli della provincia che stanno rilanciando la loro presenza sul territorio attraverso azioni specifiche che incontrano consenso e solidarietà tra la popolazione; esempi che possono sicuramente rappresentare spunti interessanti anche per l’azione del circolo S. Polo. Alla relazione di Andrea Franchini è seguita quella del presidente del circolo che ha introdotto il suo intervento con un’analisi dello stato attuale del Circolo, così riassumibile: il tesseramento è sempre in au-
Il gruppo di aclisti a Forneletti mento (366 tesserati per il 2013), il bar-ritrovo ha ritrovato un buon equilibrio ed un clima sereno, la FestAcli 2013 è stata un successo da tutti i punti di vista, le attività formative dello scorso anno hanno avuto un discreto riscontro, le attività del progetto “Il quartiere come bene comune” di cui il circolo Acli è partner riscontrano buon seguito (vedi festa “Parco delle Cave bene comune”), la situazione economica crea un po’ meno apprensioni, le disponibilità all’impegno sono buone in alcuni ambiti (PoloBus, FestAcli) mentre sono venute meno in altri ambiti, si nota un notevole invecchiamento nelle statistiche del tesseramento con la mancanza di rincalzi giovani, difficoltà a mantenere fede ad alcune presenze del circolo. Il presidente ha quindi presentato una carrellata di tutte le attività e presenze del circolo cercando di individuare punti di forze e criticità nei vari ambiti invitando i presenti a fare le proprie osservazioni anche critiche costruttive sui vari ambiti di impegno. Il dibattito è stato molto interessante e sarebbe impossibile tentare di sintetizzarlo. Ci limitiamo quindi ad esporre le cose essenziali che hanno portato a proposte condivise. Formazione. C’è stata una sostanziale condivisione rispetto alle modalità con le quali si propongono momenti di formazione anche se non si sono manifestate precise proposte di argomenti per gli appuntamenti dell’anno che è appena iniziato. Ci penserà la commissione formazione. 5
Dal circolo Acli I giovani. Particolare attenzione è stata dedicata in molti interventi alla questione dei giovani. È impensabile che i giovani si inseriscano in una realtà adulta come quella delle Acli. L’unica possibilità è quella di offrire spazi di azione autonoma a gruppi di giovani. Il problema è quello della formazione ad una sensibilità sociale. In tal senso è stata condivisa la proposta di invitare le realtà del territorio che svolgono azione educativa ed aggregativa nei confronti di adolescenti e giovani a sedersi intorno ad un tavolo per studiare l’opportunità, le modalità e gli strumenti per favorire nei giovani lo sviluppo di una coscienza sensibile alle problematiche sociali e di una volontà di impegno in campo sociale. Alle Acli non interessa tanto tesserare giovani, quanto favorire il loro impegno nel sociale. 20° del circolo. Nel 2014 ricorrerà il 20° anniversario della fondazione del circolo Acli S. Polo per cui si è deciso di dedicare la FestAcli del prossimo anno in particolare a questa ricorrenza costituendo un gruppetto di soci che si dedica in particolare a programmare fin da ora questo appuntamento. La biblioteca. Si è manifestata la volontà di rilanciare la biblioteca del circolo con l’innesto anche di due nuove disponibilità e con la proposta di aumentare l’orario di apertura. Anche le riviste culturali presenti al
circolo, si è detto, occorre rilanciarne la lettura, magari collocandole in biblioteca che è anche sala d’attesa per i servizi del Punto Famiglia. I Consigli di Quartiere. Negli organismi della partecipazione che il Comune vorrebbe realizzare nella prossima primavera, il circolo dovrà essere attivamente presente per stimolare forme di democrazia che favoriscano una coesione sociale che coinvolga anche i “nuovi cittadini” stranieri presenti sul nostro territorio. “Fare i conti con la crisi”. Si è parlato del rilancio del progetto “Fare i conti con la crisi” che è giunto al terzo anno con l’ipotesi di proporre un nuovo percorso per un altro gruppo di famiglie, coinvolgendo magari anche famiglie di immigrati. GAS. Il Gruppo di Acquisto Solidale (GasPolo), promosso dal circolo Acli, raccoglie l’adesione di 35 famiglie. È stato sottolineata la necessità di dare concretezza al termine “solidale” per evitare che ci si limiti all’ “acquisto” di prodotti soddisfacendo solo una esigenza personale. Ci sarebbe bisogno, si è detto, di una maggiore presenza di famiglie di aclisti. U.S. Acli. È uscita la proposta di affiancare, ai gruppi ed attività già presenti, il ciclismo amatoriale con lo spirito di “Per…corri la pace” che tanto interesse ha suscitato a livello provinciale.
Le molteplici attività del Circolo Acli S. Polo Il Bar – Ritrovo
La formazione Sanpolopolis Gite e viaggi Biblioteca FestAcli Fare i conti con la crisi Punto Famiglia Unione Sportiva Acli Il quartiere come bene comune
È un luogo di incontro e socializzazione per i soci e le loro famiglie – si organizzano gare di Scala 40 al mercoledì e venerdì alle ore 15,00 e di Briscola il venerdì alle ore 20,45 – vi si trovano giornali quotidiani e riviste di attualità a cultura – si possono acquistare prodotti del Commercio Equo e Solidale Si organizzano dibattiti, conferenze, lavori di gruppo su argomenti di attualità e su tematiche relative alla fede e al rapporto con il mondo; si proiettano film, si presentano libri È il periodico del circolo Acli , esce cinque volte l’anno e viene distribuito gratuitamente in 3300 famiglie del quartiere Ogni anno, nel mese di maggio, si programma un viaggio di una settimana, generalmente all’estero; una gita di un giorno e visite culturali La biblioteca presta gratuitamente libri di ogni genere, realizza scambio di libri e offre libri usati dietro offerta Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio si organizza la FestAcli con iniziative ricreative e culturali, giochi, gare podistiche ed un ricco stand gastronomico Propone un cammino in gruppo nella ricerca di una gestione del bilancio familiare nell’ottica di un cambiamento negli stili di vita e nella spesa familiare Offre i seguenti servizi: Patronato – Servizio fiscale – Sportello Informalavoro – Sportello Reclami e Proposte – Lega Consumatori – Sportello Casa – Sportello GasPolo Comprende le seguenti attività: Ginnastica per adulti – Podistica – Giochi da tavolo – Escursionismo Progetto triennale parzialmente finanziato dalla Fondazione Cariplo di cui il circolo Acli S. Polo è partner insieme ad Auser, Uisp ed Anffas 5
Dal territorio
a cura di G i a n n i R ossi n i Sanpolino e’ probabilmente il quartiere più recente della Città di Brescia. Oggi, molte delle sue strutture interne sono state completate, ma alcune esigenze dei residenti aspettano ancora una risposta che si spera possa arrivare dalla nuova Giunta Comunale. Sanpolino, pur caratterizzato da una forte eterogeneità del tessuto sociale ha avuto però la possibilità di ritrovarsi attorno ad una iniziativa che si presenta oggi come un esempio unico, per l’intera cittadina bresciana, di aggregazione in rete. Stiamo parlando del sito internet “Sanpolinolive”, fondato nell’estate del 2008 con lo scopo di affrontare e risolvere i problemi e le esigenze di questa parte di Città e dell’intera zona Est. Abbiamo incontrato Giuseppe Faraone che è l’ideatore e fondatore di “Sanpolinolive”. Come nasce SanpolinoLive? In realtà Sanpolinolive non nasce come sito internet, ma più che altro come forum di discussione per colmare quella che attualmente è la più grave lacuna di questo quartiere: la mancanza di luoghi di aggregazione sociale. C’era comunque l’esigenza di sentirsi, di far conoscere agli altri il proprio punto di vista, le proprie esigenze o le segnalazioni ed allora una sera come tante nasce l’idea di avviare un forum dove ognuno potesse esprimersi e confrontarsi. Detto e fatto, dopo due giorni eravamo già in rete. Le ragioni della sua diffusione? Riguardo alla eccezionale diffusione del sito devo riconoscere che una grossa mano e’ arrivata, in maniera involontaria, dalla politica. Il sito era nato a fine agosto ed appena pochi giorni dopo arrivò la notizia dell’intenzione della vecchia Giunta, di procedere all’abbattimento delle due torri di San Polo. Gli interventi si moltiplicarono a vista d’occhio e la diffusione del sito ebbe notevole risalto anche grazie all’interesse che giornali e media locali manifestarono verso di noi.
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Sul sito scrivete spesso di corso Bazoli… E’ normale, in fondo Corso Bazoli è la strada principale del quartiere, quella su cui si affacciano la maggior parte delle iniziative commerciali. Ma lo sapete che è ancora chiusa e non collegata con via Serenissima? Sono passati quasi 8 anni e ancora mancano una cinquantina di metri… Dopo tanto tempo sentirsi dire che mancano i soldi per completarla sembra veramente una presa in giro. Con paletta e secchiello, in 8 anni, sarebbe stata già pronta! Le cose più urgenti per il quartiere? Poche cose, in fondo, ma importanti. L’apertura di Corso Bazoli verso via Serenissima, una maggiore cura del verde pubblico e la sistemazione del Centro Sportivo Pampuri , luogo di aggregazione tanto desiderato da tutti e che permetterebbe ai nostri figli di non giocare in mezzo alla strada. A questo potremmo aggiungere una farmacia ed un supermercato e, perché no, un deciso intervento per favorire l’apertura di negozi e iniziative commerciali. E’ impensabile che oggi, un imprenditore che voglia aprire una attività in Corso Bazoli sia costretto ad acquistare o a sostenere costi di locazione che neanche in centro storico! In tempi di crisi se non ci si da una mano non se ne viene più fuori.
La politica
Quando cambierà… davvero!?! di D a n t e M a n t o v a n i
In questi quattro mesi intercorsi dall’ultima uscita di Sanpolopolis, nella politica sono successe molte cose che non potremo certamente commentare tutte in una paginetta; ci limitiamo ad alcune che a noi paiono significative; sempre consapevoli che le nostre opinioni possono essere condivise o criticate, ma sulle quali continuiamo a chiedere di intervenire scrivendoci. I vostri pareri saranno pubblicati e serviranno ad arricchire il dibattito e ad accrescere la coscienza collettiva. Una delle vicende emblematiche riguarda l’abolizione dell’IMU, ovvero la tassa sugli immobili con la quale il governo Monti, sostenuto da PD e PdL aveva sostituito l’ICI. Il PdL, paladino della riduzione delle tasse dopo averle sempre aumentate stando al governo, ha posto l’abolizione totale dell’IMU come condizione per mantenere il sostegno al governo Letta. Il PD, pur avendo nel suo programma una rimodulazione dell’IMU che portasse ad una esenzione delle prime case dei ceti popolari, cede di fatto ai ricatti dell’ “alleato” di governo. Ma all’abolizione dell’ IMU deve per forza seguire qualche altra tassa che infatti sta arrivando con la legge di stabilità (ex legge finanziaria) di cui parleremo però nel prossimo numero ad approvazione avvenuta. A noi sembra un’autentica presa in giro dei cittadini; in realtà è una pura manovra elettoralistica. Si pensa infatti che l’abolizione dell’IMU porti più voti al partito che l’ha voluta e ottenuta. Il pensiero politico non si concentra sulle modalità con le quali realizzare il 8
dettato costituzionale che vorrebbe una tassazione proporzionata alle reali possibilità dei contribuenti, ma sul come utilizzare la politica fiscale per lucrare in termini di consensi elettorali. E questo gioco del proporre e realizzare ciò che produce consenso e non ciò che fa bene al Paese, sembra aver già contagiato anche Beppe Grillo (non pare tutto il suo movimento…) che si oppone all’abolizione del reato di clandestinità solo per non perdere voti. Domanda ovvia che a noi viene spontanea: i voti che si chiedono agli elettori, servono per realizzare il proprio disegno politico e sociale oppure solo per la conquista del potere fine a sè stesso? Dalla scelta tra le due diverse prospettive non dipende forse il benessere o il malessere del Paese? Che dire poi delle multe comminate dalla Corte dei Conti alle società concessionarie delle slot machines? Evasori delle tasse per 98 miliardi di euro, la Corte dei Conti ha inflitto una multa di 2,5 miliardi di euro che il governo ha pensato bene di ridurre ancora a 611 milioni di euro che le società si rifiutano comunque di pagare. È un vero e proprio schiaffo al principio dell’equità! E la vicenda dell’acquisto degli aerei bombardieri F35? Il PD aveva nel programma elettorale la profonda revisione del programma di acquisto, molti deputati e senatori democratici sostengono ancora l’annullamento immediato del programma, ma il progetto non si ferma. L’ultima mozione approvata dalle Camere si limita ad imporre al Governo che ogni decisione per l’acquisto passi dal Parlamento; intanto le mozioni che chiedevano l’annullamento dell’ acquisto sono state bocciate. Sono molte decine di miliardi di euro che potrebbero essere veramente utilizzati per scopi di pace: asili nido, ospedali, risanamenti ambientali, sostegno ai più poveri… Una nota positiva la dobbiamo però segnalare e riguarda la posizione italiana rispetto al minacciato intervento militare in Siria; dando seguito all’azione di pace di papa Francesco, il governo ha sostenuto con decisione la via diplomatica opponendosi alla soluzione militare che sembra, per ora, scongiurata.
La politica Nel frattempo il Partito Democratico ha avviato il proprio Congresso. Pur riconoscendo che in Italia è rimasto l’unico partito a fare congressi, questo non basta a garantire una reale democrazia interna. Un congresso, soprattutto per un partito che vuole governare il Paese, dovrebbe servire innanzitutto a definire una strategia, a fare precise scelte di indirizzo politico in materia di economia, di ambiente, di sanità, di rapporti internazionali… e solo successivamente a scegliere la classe dirigente che dovrà concretizzare quelle scelte. Sembra invece che tutto si concluda nella I quattro candidati alla segreteria Nazionale PD scelta dei segretari ai vari livelli rendendo prescongressi non li fa o non li può fare perché non ci soché nullo il dibattito sui contenuti politici. È un imsono gli iscritti; è un atteggiamento consolatorio che poverimento sostanziale della democrazia. Ci si ponon ci convince affatto! trà ribattere che è senz’altro meglio rispetto a chi i
Dal territorio
Discarica di amianto di via Brocchi, a che punto siamo? di A n g e l a P a p a r a z z o * Venerdì 17 ottobre abbiamo partecipato alla conferenza dei sevizi in Regione Lombardia. È la prima volta che un’associazione ambientalista viene invitata al tavolo, dove generalmente sono presenti solo le istituzioni. Noi siamo andati con i nostri consulenti ed il nostro avvocato. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di precisare che vi era una incongruenza nella convocazione poiché non era ammissibile affrontare differenti questioni e cioè discutere contemporaneamente del rinnovo di una autorizzazione della discarica e del procedimento di autotutela, perché quest’ultimo è un diritto dovere della Regione Lombardia che può portare all’annullamento, revoca, o rimozione dell’autorizzazione. Pertanto la contrarietà a normative poste dalla Regione stessa dà luogo a veri e propri vizi di legittimità dell’atto che, proprio in forza o per effetto di errori od omissioni, anche di natura tecnica, danno luogo a contrasti con i criteri definitivi dettati dalla legge ed a veri e propri vizi di violazione di legge. Se a tutto questo si aggiunge quanto scritto dal perito del tribunale, noi riteniamo si debba procedere ad una nuova autorizzazione e quindi ad applicare le nuove normative che porterebbero ad una distanza di 200 metri e non di 100 metri da dai centri abitati .
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- Sono stati trovati filamenti di amianto vicino agli uffici. - senza contare che questa zona è definita nel PGT di Brescia come zona destinata al parco delle cave. - la mancata distanza dalla cava vicina di inerti con una zona contenente rifiuti di amianto - il mancato controllo dei pacchi di amianto conferiti in discarica - la mancata verifica delle autorizzazioni rilasciate dall’ ASL che accompagnano gli imballi che arrivano in discarica - Il fondale della discarica che non drena sufficientemente le acque piovane - alcuni pacchi rotti e l’amianto frantumato - i pareri concordi di ASL, ARPA, Comune di Brescia e cittadini Tutto ciò deve essere valutato attentamente ponendo come prioritaria la salute dei cittadini. Il 15 novembre la Regione deciderà e noi terremo alto l’interesse dei cittadini sulla discarica. Senza dimenticare la presa di posizione nettamente contraria del comune di Brescia alla discarica. Un grazie particolare va al Dr. Capretti e al Dr. Pisano per la puntuale presa di posizione contraria alla discarica. * Presidente CoDiSA
Dal circolo Acli e dintorni
di A n g i oli n o A b r a m i
10 gruppi ed un premio speciale ai primi classificati uomini, donna e il più giovane bimbo/a. Nella categoria giovani, questa manifestazione ha visto vincitrice una bambina in tenera età accompagnata dai propri genitori e dai sui fratelli. La presenza di questa famiglia ha portato a noi organizzatori una grande soddisfazione e gioia poiché abbiamo visto la partecipazione di più famiglie alla nostra competizione. Vorrei spendere due parole per ringraziare tutte le persone che si sono adoperate per la buona riuscita delle gare ed un grazie speciale al sig. Parente Antonio e fratello della AICS comitato di Brescia, ai coniugi Romano Salvatore e Vanna della Brescia Running, per la loro disponibilità e competenza. Anche in agosto il nome del gruppo si è fatto notare con 10 iscritti alla gara denominata “Rampegada” in località S. Antonio di Mavignola Tn, nella quale due giovani ragazze del nostro gruppo hanno vinto il premio miglior tempo ideale (ossia quello dato dall’organizzazione per percorrere i 5 km) sforando solo di 2 secondi.!!!. Dopo la pausa estiva è ripresa la nostra partecipazione alle competizioni organizzate dai vari gruppi che ci faranno conoscere nuovi intinerari nella nostra provincia. Mi preme rammentare a coloro che desiderano partecipare, che le iscrizioni per l’anno 2013/2014 sono aperte e per qualsiasi informazione si possono rivolgere al circolo Acli o allo scrivente (cell. 3382616730). Sicuro di avervi presto fra noi…Vi auguro un buon autunno.
La premiazione della più giovane concorrente alla gara podistica della FestAcli
Son passati circa tre mesi dal mio articolo su Sanpolopolis e vi posso assicurare che parecchi eventi si sono succeduti in questo periodo. In primo luogo il gruppo comincia a farsi conoscere, nuove persone si sono avvicinate partecipando alle competizioni; prima titubanti, poi con allegria, hanno deciso di iscriversi e a tal proposito ricordo che presso il circolo è esposto il calendario mensile delle gare alle quali il gruppo partecipa. Durante la Fest’acli si sono svolte due competizioni: la “Vertical Race” del 2 luglio con una partecipazione di 64 concorrenti che con grinta hanno percorso i 400 gradini della torre Cimabue fermando il tempo a 2’ e 28’’ (Fracassi Dario), mentre la prima donna ha fatto segnare il tempo di minuti 3’ e 9’’ (Bonacina Cristina). L’altra competizione non competitiva, del 4 luglio “11° trofeo acli e 2° trofeo Emilio Comai” con una partecipazione di circa 240 iscritti che, per le vie del nostro quartiere hanno percorso i due itinerari di 5 e 10 km con spirito e competitività degna di ogni sportivo, e come consuetudine si è proceduto al riconoscimento finale premiando i primi
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I colori della nostra società
Dopo le “tragedie del mare”
Vergogna, vergogna… Restiamo umani! di G i a n n i R ossi n i Dal sito internet “fortress europe” apprendiamo che ai confini della “Fortezza Europa”, appunto, sono 19.372 coloro che dal 1998 hanno trovato la morte nel tentativo di entrarvi. Mentre è altrettanto poco noto che il numero dei morti e dispersi nel solo Canale di Sicilia, dal 1994, è di 7065 persone. Con pazienza certosina i curatori del sito hanno continuato ad aggiornare i dati quotidiani dei vari tentativi finiti in tragedia, dimostrando poi, in questi giorni, che solo in presenza di numeri elevati di vittime e di fatti a forte impatto emotivo, il circo mediatico si sente in dovere di muoversi. Con i potenti mezzi di cui dispone. E finalmente! Si è costretti amaramente a constatare. Naturalmente, però, abbiamo visto, letto e sentito di tutto. Innanzitutto la confusione sembra regnare sovrana a proposito dei termini: profugo, migrante, rifugiato, richiedente asilo, perseguitato, immigrato…. Solo davanti a clandestino ed extracomunitario pare che si riesca a trovarsi d’accordo. Poco o niente conta poi il fatto che dentro ad ognuna di queste definizioni ci sia una persona e la sua dignità. Fortunatamente queste considerazioni registrano anche delle significative eccezioni. I bagnanti che si sono trasformati in catena umana per agevolare gli sbarchi, gli abitanti di Lampedusa, sindaco in testa, che nell’immediato hanno messo a disposizione tutto quanto era nelle loro disponibilità. Hanno veicolato così, attraverso il linguaggio del buon senso e dell’amore al prossimo, che la gente comune può anche farsi carico generosamente di una situazione contingente e circoscritta. Ma nel frattempo chi è chiamato a farlo dalla propria responsabilità istituzionale e politica non può aspettare ulteriormente a preparare gli strumenti normativi, economici, logistici, diplomatici, interni ed internazionali, che il grande fenomeno delle migrazioni richiede e richiederà. Un fenomeno epocale, come più di una volta l’ab10
biamo sentito definire anche negli incontri formativi e di approfondimento organizzati dal nostro Circolo. E che non si può cancellare con un colpo di spugna, ma può e deve essere regolato e governato. Ed in attesa di coinvolgere ed impegnare l’Europa nel suo complesso, ben vengano anche provvedimenti quali il superamento della legge Bossi-Fini e la cancellazione del reato di clandestinità. Così come si spera che l’operazione “mare nostrum” voluta dal governo consenta, una volta tanto, di riconoscere che le risorse impiegate per alcuni dei tanti mezzi militari di terra, di mare e di cielo, hanno contribuito a salvare delle vite umane e a colpire i loro trafficanti. Sì, perché credo sia difficile per tutti sentirsi a posto con la coscienza quando vediamo che, nello stesso breve braccio di mare, il trasferimento delle “cose”, come petrolio, gas, materie prime ed anche armi, avviene in assoluta sicurezza, mentre sono solo uomini, donne e bambini a morire come formiche. E non è stato certo per caso che Papa Francesco, nell’apprendere la notizia della tragedia di Lampedusa e ancor prima di invitare a pregare per le vittime, si è sentito in dovere di inchiodare ciascuno di noi alla propria parte di responsabilità e vergognarci. Facendo così eco alla sollecitazione abituale a restare umani di Vittorio Arrigoni, il pacifista ucciso a Gaza nel 2011.
Dal territorio
Riconosciuto dal Comune di Brescia
L’attività dello “Sportello dei Reclami e delle Proposte” a c u r a d i G i a n n i R ossi n i
Problemi raccolti allo “Sportello”
Segnalazione agli uffici competenti
Risposte ricevute e problemi risolti
Alcuni residenti e negozianti di via Allegri ci hanno trasmesso la richiesta, accompagnata da diverse firme, di intervento per i problemi causati dalla presenza di un gelso nei pressi dell’ ufficio postale.
In data 25/02/13 abbiamo girato il tutto Il 10 maggio l’intervento richiesto all’assessore ed al settore competente. è stato effettuato. In mancanza di riscontro abbiamo ripetuto l’invio in data 22 aprile.
Sempre dalla via Allegri è stato segnalato che ormai da mesi risultano invisibili le strisce dell’attraversamento pedonale alla confluenza sulla via Verrocchio.
Constatata la pericolosità di tale situazione per tutti i pedoni che accedono al porticato dei negozi ed attività varie, abbiamo scritto in data 29/01/2013 all’assessore alla mobilità e traffico.
L’intervento promesso per il mese di aprile non è stato effettuato, per cui in data 10 ottobre abbiamo ripetuto la richiesta al nuovo Assessore.
Abbiamo ricevuto diverse richieste circa In data 9 ottobre è’ stato prontamente Il 22 ottobre sono iniziate le opesituazioni particolari riguardanti la potatu- segnalato il tutto all’assessore ed ai razioni richieste; che sono tuttora in corso mentre scriviamo. ra e la manutenzione di siepi e piante vari settori di competenza. nelle aree verdi delle vie Allegri, Verrocchio, Raffaello…. Un residente ha segnalato un percorso parallelo alla via Maggia, di circa un chilometro, da tempo ben tracciato e mantenuto, che potrebbe diventare, con minima spesa, un tratto importante di pista ciclabile. Basterebbe infatti raccordare il tutto alla via stessa.
E’ del 14 ottobre 2012 la richiesta all’Assessore ai lavori pubblici e del 29/1/2013 quella all’assessore competente alle piste ciclabili. Questi ha risposto che per il mese di giugno il tutto sarebbe stato sistemato.
Non essendo questo avvenuto, sempre in data 10 ottobre abbiamo ripetuto la richiesta a chi di competenza. Riferiremo circa i nuovi riscontri.
E’ stato constatato che da tempo, per abbreviare i tempi, parecchi residenti (soprattutto mamme con figli e scolari) hanno tracciato un percorso pedonale da Sanpolino a via Cimabue, attraverso i campi, per recarsi a scuola, alla chiesa, all’oratorio, ecc..
Il 16 luglio 2012 abbiamo informato la circoscrizione per una verifica della situazione e dei punti di rischio e pericolo presenti sul percorso. In mancanza di riscontro, il 14 ottobre 2012, il 29/1/2013 ed il 22 aprile scorso abbiamo interessato l’Assessore ai Lavori Pubblici.
Siamo stati informati che la questione è attualmente allo studio del nuovo Assessore alla Mobilità, al quale abbiamo ora girato la questione. A breve dovrebbe comunicarci quanto deciso, in accordo col nuovo Assessore ai LL.PP.
Siamo stati interessati a far conoscere la situazione di elevato rischio per i numerosi pedoni che devono affrontare l’incrocio tra le vie Fiorentini e Merisi.
In data 29/1/2013 abbiamo informato l’Assessore alla Mobilità che, dopo l’ultimazione della rotatoria, la nuova segnaletica orizzontale non ha previsto alcun attraversamento pedonale!
L’intervento promesso per la metà di aprile non è avvenuto, per cui, anche qui, abbiamo reiterato la richiesta al nuovo Assessore.
Ci è stato segnalata la situazione di de- In data 31 ottobre abbiamo scritto al Riferiremo appena possibile. grado e di sporcizia causata dalla manca- settore Verde e Parchi chiedendo un ta manutenzione dell’area verde situata sollecito intervento. tra la linea del metrobus e la recinzione dell’oratorio e della chiesa.
Lo “Sportello dei reclami e delle proposte” è aperto tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 18.30 in via Cimabue 271, Sala S. Alessandro a fianco del Circolo ACLI 11
Chiesa e società
Fede e ragione, un dialogo ben avviato di A n d r e a C u l e t t o Hanno fatto molto scalpore i dialoghi epistolari tra papa Francesco ed Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica. Parecchie persone hanno visto in questo la premessa di una nuova stagione di dialogo tra fede e ragione, cosa di cui, in questi tempi di crisi anche valoriale, c’è veramente bisogno. Tra le due è sempre esistito un rapporto di odio amore e sono stati molti i tentativi dell’una di sopraffare l’altra. Ciò ha fatto sì che ad un certo punto della storia si consumasse una vera e propria rottura. In realtà sono molti coloro che, come fu ad esempio per Galileo, non trovano contraddizione nell’essere uomini di scienza credenti, poiché hanno capito che la Bibbia e le leggi della natura in realtà sono lo stesso libro scritto solo con due linguaggi diversi. Da sola la fede rischia di sfociare in superstizione, mentre la scienza oltre ad essere una manifestazione della genialità dell’uomo può alimentare la sua superbia. Questo è vero in generale, perché anche chi non crede può avere comunque una dimensione etica e chi non è uno scienziato è dotato in ogni caso di ragione. Pur andando a braccetto restano due realtà distinte e con un proprio ambito d’azione. La scienza infatti appartiene al mondo delle dimostrazioni, delle prove sperimentali, mentre la fede appartiene all’ambito metafisico, è il senso di ciò che non si percepisce con gli altri cinque. Per questo motivo la prima non ha in sé il bene ed il male e spetta alla seconda esprimere giudizi in tal senso; per contro la seconda non può modificare le leggi naturali come spesso si è cercato di fare. Citando nuovamente Galileo la fede non è in grado di giustificare come vada il cielo, ma come si vada in cielo. Il carattere innovativo di questo evento è consistito anche nel ribadire con forza che non si può impedire a Dio si confrontarsi con il mondo reale, che i suoi fedeli non possono chiudersi nel mondo delle idee, perché il nostro è un dio che si è fatto uomo ed è sbagliato prescindere da questo. 12
La scienza può aiutare la fede a comprendere il mondo reale, affinché non diventi un mero esercizio intellet-tuale o una forma di superstizione. La ragione senza dei limiti imposti dall’etica rischia di generare dei mostri. È trascorso da poco il settantesimo anniversario della deportazione degli ebrei romani e questo è un esempio di quanto appena affermato, infatti la cosiddetta soluzione finale è stato un capolavoro di razionalità, peccato che essa sia stata messa al servizio di fini perversi, come in tutti gli altri casi in cui l’uomo ha tentato di sostituirsi a Dio. Un proverbio africano dice che i giovani sono smaniosi di camminare, mentre gli anziani conoscono la strada. Questo potrebbe essere un buon modo per descrivere il naturale legame tra fede e ragione: la prima previene deliri di onnipotenza ricordando all’uomo quale sia il suo posto nell’universo, la seconda impedisce che si cada nel fanatismo o nell’alienazione. I fedeli non devono temere la scienza perché anche attraverso di essa si contempla la bellezza di Dio, gli scienziati inoltre sono accomunati ai veri fedeli dallo stesso desiderio di conoscenza e dalla ricerca della verità. Speriamo vivamente che questo rinnovato dialogo sappia coinvolgere tutti e non solo un piccolo gruppo di illuminati.
A voi la parola
Aspettando il futuro Ho letto con grande commozione la lettera scritta da Beppe Pasini sulla rivista Sanpolopolis n° 90, un bellissimo articolo che parla di adozione: “Tenendo per mano il passato….”e così ho pensato di far conoscere un’associazione nata all’interno degli Spedali Civili di Brescia e successivamente anche alla Fondazione Poliambulanza di Brescia denominata “ I bambini Dharma”. Questa associazione è stata creata da una mia instancabile collega, Giovanna Castelli che lavora nel reparto di neonatologia, che ha capito di quanto i bimbi ”invisibili”, avessero bisogno di affetto, coccole e carezze dal momento in cui venivano “lasciati” in ospedale. I volontari hanno età ed esperienze lavorative diverse: da colleghi a studenti, da impiegati a pensionati, da casalinghe ai nonni, tutti dedichiamo con entusiasmo il nostro tempo libero a questi bimbi. E’ difficile descrivere le nostre emozioni quando ci occupiamo di questi bimbi, solo dopo pochi attimi diventano come i nostri, specialmente quando ci sorridono, qui il nostro cuore si apre e si colma di affetto… incancellabile. Quando arriverà il momento per i più fortunati di essere accolti in una famiglia, partiranno per il loro viaggio ed avranno con sé una valigia ed un diario in cui sono raccolte tutte le emozioni, pensierini e disegni colorati, i primi vestitini e tutto ciò che è stato loro donato… Un bagaglio che il loro piccolo cuore custodirà per sempre… avranno la certezza di aver vissuto i primi giorni di vita non da soli ed invisibili, ma tenuti per mano fino al momento della partenza. Vi invito a visitare il sito www.ibambinidharma.it dove troverete tutte le informazioni ed i progetti di questa nostra piccola associazione. Cordiali saluti, Daniela Gheda Carissimi lettori di Sanpolopolis, volete farci conoscere qualcosa del quartiere? Non siete d’accordo su ciò che abbiamo espresso nei nostri articoli? Volete ringraziare o ricordare qualcuno? Volete semplicemente farci sapere qualcosa di voi? Allora, non aspettate oltre! Scriveteci all’indirizzo mail
sanpolopolis@gmail.com (e non dimenticate di darci il consenso per la pubblicazione di quanto avete scritto)
Dal Circolo Acli e dintorni
Biblioteca delle Acli S. Polo, orari “allargati” Amici lettori di Sanpolopolis, nel ricordarvi che la biblioteca del Circolo Acli S.Polo è aperta a tutti i cittadini e a tutte le età, vi comunichiamo una nuova opportunità. L’orario attuale, il GIOVEDÌ dalle ore 16 alle 17 rimane invariato. A partire da novembre 2013 si aggiungerà però il VENERDÌ dalle ore 10,30 alle 11,30. Troverete qualcuno che vi accoglierà e che volentieri parlerà con voi, sia per consigliarvi sia per conoscere quali sono i vostri autori e gli argomenti preferiti, in modo da poter arricchire la Biblioteca stessa secondo gli interessi reali di coloro che se ne servono. Vi aspettiamo, le volontarie della Biblioteca 13
Spazio giovani
Trasporti dopo la Metro di A n d r e a C u l e t t o Per la rubrica Spazio Giovani in questo numero parleremo di mobilità. Molte cose sono cambiate con la realizzazione della metropolitana, sia sul piano organizzativo sia sul piano economico. Per questo motivo sono state poste alcune domande all’assessore competente, Federico Manzoni, il quale ha gentilmente risposto in nome dell’ amministrazione comunale. Potete trovare le sue parole nella pagina seguente. La tariffa piena per abbonarsi al servizio degli autobus o della metropolitana è di € 285 all’anno, mentre per gli studenti è previsto uno sconto di ben € 25. È vero che non si può pretendere un servizio gratuito, però è altrettanto vero che questi mezzi rappresentano l’unico modo con cui gli adolescenti possono spostarsi autonomamente. Agli studenti del primo anno di università è offerto un abbonamento agli stessi servizi a tariffa dimezzata. Non si capisce perché quelli degli anni superiori non ne abbiano diritto, tanto più che sono state cancellate tutte le altre agevolazioni per i parcheggi. È chiaro l’intento ecologista sotteso a questa operazione, ciononostante essa ha arrecato diversi disagi a coloro che solo all’atto del rinnovo del loro abbonamento sono venuti a conoscenza di questo fatto e non sono stati informati delle altre opportunità. Grande cosa il trasporto pubblico; tuttavia se lo si vuole veramente rilanciare sul lungo periodo per creare una vera mobilità sostenibile sarebbe consigliabile invogliare la cittadinanza a servirsene, anziché costringerla facendo tabula rasa di tutto il resto. Purtroppo in diversi casi l’automobile resta ancora il mezzo più veloce e comodo per raggiungere certe parti della città e finché ciò permarrà sarà difficile convincere chi non è mosso da uno spirito ecologista a lasciarla nel garage. La metropolitana ha già accorciato il tempo di percorrenza rispetto agli autobus, però alcuni elementi rendono ancora poco agevole il suo uso. In primo luogo c’è uno strano concetto di orario di 14
punta, per cui a partire dalle 13, quando gli studenti escono in massa dalle scuole ed in altri orari, si possono vedere treni stipati di persone. Anche la frequenza bassa del passaggio dei treni, con la prospettiva di dover aspettare in caso li si perda, può disincentivare chi deve rispettare orari rigidi o delle coincidenze con altri mezzi. Questi, a dire il vero, presi singolarmente sono problemi di poco conto, tuttavia messi insieme rendono scomodo un servizio nato per dare respiro alla città. Si potrebbero pensare periodi di prova in cui fare delle sperimentazioni in tal senso per verificare se chi non usufruisce di questo servizio lo faccia per motivi di praticità e, in caso, apportare miglioramenti. Molto buono invece è il nuovo sistema di abbonamenti integrati su tutta la Lombardia “Io Viaggio”, che non sono stati pensati esclusivamente per gli studenti, però permettono a chi di loro vive e studia nella nostra regione di risparmiare denaro. Come conclusione si può ricordare che, affinché lo sviluppo sostenibile sia possibile, le istanze economiche, ecologiche e di praticità devono trovare una buona sintesi ed un sistema di trasporti sostenibili non può sfuggire a questa logica. Inoltre ancor molto c’è da fare per migliorare la reperibilità delle informazioni, in modo particolare sulla rete.
Spazio giovani
Quattro domande all’assessore a cura di A n d r e a C u l e t t o L’assessore ai trasporti Federico Manzoni
1 - Perché sono state cancellate tutte le convenzioni per gli studenti ai parcheggi a pagamento, vedi ad esempio quelle per i parcheggi Goito e Apollonio?
Perché l’incentivazione economica ad utilizzare l’automobile contrasta con le scelte in tema di mobilità sostenibile che ispirano il programma amministrativo e rappresentava un’anomalia tutta bresciana nel panorama delle agevolazioni sulla mobilità studentesca. Peraltro, chi per qualsiasi ragione dovesse avere necessità di recarsi in Università con l’automobile, potrà continuare a beneficiare dei parcheggi Castellini e Iveco, gratuiti per tutti e facilmente collegati col centro città sia con Bicimia sia mediante un’apposita linea bus (la 18), il cui abbonamento è particolarmente conveniente (12,00 euro al mese). Da quest’anno, peraltro, l’abbonamento alla linea 18 per gli universitari costa soltanto 5,00 euro al mese. 2 - Perché le uniche convenzioni esistenti per gli universitari riguardano solo le matricole, forse che gli studenti degli anni successivi siano meno universitari?
In realtà, ad eccezione dello sconto del 50% sul costo degli abbonamenti annuali (attualmente non allargabile alle non matricole per ristrettezze di bilancio), tutte le convenzioni per gli universitari (abbonamento linea 18,00 a 5,00€ al mese; rilascio Bicimia senza necessità di cauzione; sconto sul costo fisso e chilometrico del car sharing; carnet di biglietti metro+bus trimestrali e semestrali) riguardano l’intera popolazione universitaria. Tra l’altro, tali agevolazioni mentre in passato beneficiavano di un’entrata a bilancio straordinaria (fondi Anci), quest’anno sono state mantenute con risorse proprie del Comune e dunque con uno sforzo particolare e degno di nota. 3 - Perché gli abbonamenti per gli studenti non propongono sconti reali al posto dei simbolici € 25,00? Premesso che tale sistema tariffario è stato, salvi alcuni limitati aggiustamenti, sostanzialmente ereditato dall’attuale Amministrazione, condivido il suggerimento avanzato, che cercheremo, nel limite del possibile, di concretizzare. 4 - Perché invece di obbligare gli utenti a prendere la metropolitana facendole tabula rasa intorno non la si rende più appetibile? Occorre evidenziare che l’attuale rete delle linee bus è assolutamente provvisoria e sarà oggetto di una completa riorganizzazione nell’arco di 1-2 anni, in coincidenza dell’avvio della nuova Agenzia di bacino del trasporto pubblico locale, che procederà alla stesura di una nuova rete per l’intera Provincia di Brescia. Nel frattempo, stiamo lavorando per apportare (come già avviato dal settembre scorso) tutte le migliorie possibili, nell’ambito del tetto di percorrenze chilometriche che siamo in grado di finanziare (8 milio-ni di km l’anno), cercando di evitare sovrapposizioni tra linee di superficie e metropolitana e favorendo l’innesto delle linee bus sull’asse della metropolitana. 15
Chiesa e società
Le parole di Francesco ad Assisi a cura di Cl a r a Si g n o r e lli Le parole pronunciate da Papa Francesco il 4 ottobre ad Assisi riguardano tutti, credenti o non credenti. E in particolare tutti coloro che cercano sinceramente la via di uscita dalla crisi che ci sta soffocando. Le indicazioni che emergono dall’incontro tra i due Francesco sono tanto concrete quanto impegnative. Eccone alcune. Abbiamo bisogno di cambiare. “Se vogliamo salvarci dal naufragio” c’è bisogno di cambiare molte cose. Ma la possibilità di cambiare passa da noi e ciascuno deve essere capace di dire: comincio io! Dobbiamo riscoprire la nostra umanità. Il Papa lo ha chiesto persino alle suore di clausura, coloro che hanno scelto una vita di isolamento dal mondo: “Diventate esperte in umanità!” Nulla è più importante della nostra umanità, della nostra capacità di “capire i problemi umani” e di trattare “gli altri” con umanità. La strada del cambiamento comincia così: ricostruendo la nostra capacità di rispettare ogni essere umano e per tutto ciò che è stato creato. Liberiamoci della cultura dello “scarto” e apriamoci alla cultura dell’inclusione, dell’accoglienza, della condivisione. “Le vittime della cultura dello scarto sono le persone più deboli, più fragili, più svantaggiate, più in difficoltà. Servono azioni, opere, politiche concrete e persone disponibili a realizzarle. Non per buonismo ma per lungimiranza. Impariamo ad ascoltare. Le vittime della cultura dello scarto hanno bisogno di essere riconosciute e ascoltate. Deve essere un ascolto autentico e perciò attento, rispettoso, continuo. L’ascolto di cui abbiamo bisogno è personale e politico, individuale e collettivo. Imparare ad ascoltare gli altri per capire, intervenire, crescere insieme, liberi da quell’assurda rincorsa dell’io e dei soldi che ci ha reso più soli e vulnerabili. La testimonianza viene prima delle parole. E’ un diverso ordine di priorità. Prima i fatti. Poi, se servono, le parole. “Sapete che cosa ha detto Francesco una volta ai suoi fratelli? «Predicate sempre il Vangelo e se fosse necessario, anche con le parole!». E’ una questione di credibilità e di efficacia. La testimonianza rende credibili e consente di cambiare concretamente le cose. 16
Camminiamo insieme. “La cosa più importante è camminare insieme”, non da soli, non da isolati. “A volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro: davanti, per guidare la comunità; in mezzo, per incoraggiarla e sostenerla; dietro, per tenerla unita perché nessuno rimanga troppo, troppo indietro”. Il nostro problema è la ricchezza, non la povertà. Il Papa venuto da lontano la chiama mondanità, dice che è un pericolo gravissimo, che porta alla vanità, alla prepotenza e all’orgoglio, che fa male, che uccide, che è una minaccia con cui non si può convivere. Francesco, figlio di un ricco commerciante di Assisi, è diventato santo solo dopo essersi spogliato delle sue ricchezze. E oggi, il primo Papa che ha avuto il coraggio di prendere il suo nome, ci rinnova l’invito a scegliere: “Non si può servire a due padroni: o servi Dio o servi il denaro”. E’ l’invito a spogliarci di tutto quello che non è essenziale imparando l’arte della condivisione e della solidarietà. In un tempo di così grave crisi sociale, il discorso ha una grande valenza non solo morale ed etica ma anche politica ed economica. Cos’altro dobbiamo fare davanti ad un “mondo selvaggio, che non dà lavoro, che non aiuta; a cui non importa se ci sono bambini che muoiono di fame nel mondo; non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare pane a casa; non importa che tanta gente debba fuggire dalla schiavitù, dalla fame e fuggire cercando la libertà”? “Ecco, cari amici, non vi ho dato ricette nuove. Non le ho, e non credete a chi dice di averle: non ci sono.”
Dal circolo Acli e dintorni
di F a b ri z io M o l t e n i
La cascina Giappone dove si è svolto il Festival
Bene comune, Terra madre e madre Terra, decrescita, biologico, ritorno alla terra, consumo di suolo “zero”, energie rinnovabili, crisi di senso, buone pratiche, gruppi di acquisto solidale, consumo critico e consapevole, concetto di limite e sostenibilità, rapporto centro-periferia… Questi sono solo alcuni fra gli innumerevoli temi che sono stati trattati e dei termini che sono risuonati nella splendida cornice della Cascina Giappone, in quel del comune di Torbole Casaglia, “location” che ha ospitato la prima edizione di “Questione di stile”, festival dei nuovi stili di vita. E poi ancora economia “in tutte le salse”, ovvero declinata sotto molteplici punti di vista dai vari relatori: economia civile, economia di comunione, economia senza gioia, economia del “bastevole”, economia della sufficienza, economia plurale, stato stazionario dell’economia, urbanistica ed economia, distretto di economia solidale, modelli economici delle “minoranze profetiche”, rilettura completa dell’economia, altra economia! Il tutto “intrecciato” in una serie di conferenze, incontri, feste, laboratori, esposizioni, mostre, appuntamenti per le scuole. Ciò a dimostrazione della ricchezza di eventi e contenuti che si sono registrati
lungo i dieci giorni che hanno visto lo svolgersi di questa manifestazione, nata dall’idea e dalla fattiva collaborazione dell’amministrazione comunale di Torbole Casaglia e delle Acli provinciali, con la partecipazione di un altro attore istituzionale del territorio, ovvero Fondazione Cogeme. Qualcuno si chiederà: perché si è pensato e si è arrivati a realizzare un appuntamento del genere? Di primo acchito verrebbe da rispondere perché, banalmente, a Brescia, nonostante il grande fer-mento che si registra da tempo su questi temi - pensiamo solo a quanti gruppi di acquisto solidale sono nati e sono presenti in tutta la provincia – non si era ancora arrivati a cercare di mettere insieme la varie anime e le varie proposte di quella che, per intenderci, viene comunemente definita “altraeconomia”. Inoltre si sentiva la necessità di dare risalto, cercare di portare a conoscenza e di rendere quanto più diffuse e “popolari” buone prassi da tempo efficacemente applicate quotidianamente da molti gruppi, associazioni, famiglie, attraverso una modalità di fruizione “leggera” e uno strumento di coinvolgimento, trasversale, di quante più persone possibile. Vista la partecipazione a tutti i vari appuntamenti proposti – dalle conferenze al “successone” della festa dell’economia solidale, che ha visto il lancio del Distretto di Economia Solidale – si può affermare che il risultato sia stato raggiunto, avendo però la consapevolezza che il festival ha rappresentato un punto di arrivo per quanto fatto in questi anni su questi temi e, contemporaneamente, un punto di partenza, od un altro piccolo mattoncino, per continuare su questa strada, per continuare a ragionare sui massimi sistemi ricercando, proponendo e di-mostrando che tali azioni, comportamenti e stili sono alla portata di tutti. In fondo, il risultato più importante del festival. 17
Dalle Acli
Brescia-Sarajevo in bici e a piedi di M a u ri z io B ill a n t e * Dal 5 al 9 settembre 2013 si è svolta la terza edizione di “Percorri la Pace” organizzata dalle ACLI provinciali. Dopo Brescia – Assisi (2011), Brescia – Ginevra (2012) quest’anno le mete sono state due città della Bosnia e Erzegovina colpite drammaticamente durante la guerra (1992-1996): Mostar e Sarajevo. Siamo partiti in 60 ciclisti (folta la rappresentanza del nostro circolo), 8 podisti e 20 accompagnatori/assistenti. Le tappe percorse in biciclette sono state: Brescia – Marghera (204 km – 5 settembre), Marghera – Cervignano del Friuli (117 km – 6 settembre), Zivogosce Blato-Metkovic-Mostar (100 km – 7 settembre) e Mostar – Sarajevo (130 km – 8 settembre). Il resto dei km e il ritorno sono stati percorsi in pullman. Un sole caldo e di fine estate ci ha accompagnato per l’intero percorso. Durante il viaggio, attraverso alcune testimonianze ed incontri, abbiamo cercato di riflettere sul tema del dialogo pacifico tra culture ed etnie diverse. Gli interrogativi che ci hanno guidato in queste riflessioni sono stati: è possibile costruire una “città” basata sulla “convivialità delle differenze” e si può pensare di arrivare ad una riconciliazione fra le persone dopo una guerra fratricida, al perdono dopo una guerra, che da ambo le parti, si è basata anche sul metodo disumano della “pulizia etnica”? La realtà che abbiamo incontrato in Bosnia, sin dalla frontiera a Metkovic, ha testimoniato un paese in profonda crisi economica, con una povertà diffusa. I segni della guerra sono ovunque evidenti nelle cose e nei territori: le case segnate dai colpi di artiglieria leggera, vasti territori ancora minati e non bonificati, ma più drammatiche, anche se invisibili, sono le ferite nei cuori delle persone.
I ciclisti delle Acli S. Polo all’arrivo a Sarajevo Abbiamo incontrato a Mostar un Sacerdote, Don Kreso, che durante la guerra era il responsabile della Caritas e che è ancora molto segnato dalla drammaticità della guerra. Ci ha detto che la situazione tra la popolazione è ancora molto difficile e che dovranno passare ancora molti anni prima che le “ferite” si possano rimarginare, ma ci ha anche detto, con una nota di tristezza, che vede molto difficile la possibilità di un dialogo tra cattolici e mussulmani. A Sarajevo abbiamo incontrato il Vescovo Mons. Sudar e una donna rappresentante del “Direttorio multietnico” della regione. Anche la loro testimonianza ci ha raccontato di una realtà molto difficile e della necessità che dovrà passare ancora molto tempo per poter guarire dalle ferite della guerra, ma ci hanno salutato dicendoci che non c’è alternativa alla ricerca del dialogo e della costruzione di una società basata sulla nonviolenza. E’ un percorso lungo, difficile e non scontato, ma per chi ha visto la guerra resta l’unica soluzione praticabile. Mons. Mi piace concludere con una considerazione di Mons. Sudar: le “differenze” sono il patrimonio della Bosnia ed Erzegovina. * Uno dei ciclisti a Sarajevo
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Dalle Acli
di R e n z o F r a c a ssi *
“Abitare la storia”, una constatazione o una esortazione? Una consolante conservazione o un impegnativo rinnovamento? Con la paura di perdere ciò che già si ha, o per prendere coscienza di sempre nuovi aspetti del giusto? Lo sappiamo, dobbiamo conoscere la condizione umana, che oggi appare svuotata di senso, di fiducia, di slancio; siamo stanchi, sfiancati da una artificiale euforia, immersi in una indifferenza globale, bisognosi di solidarietà. Rafforzare un Paese e una società sfilacciata, creando e vivendo nuove “relazioni”, sperimentando sul territorio “buone pratiche” sociali, proponendo diversi stili di vita: insomma, accanto ad una necessaria nuova sobrietà, dobbiamo riscoprire la nostra e l’altrui dignità e ritrovare serenità. Sentirsi artefici della ricerca e costruzione del bene comune, disposti a pagare un prezzo personale, anche se piccolo, dà spessore morale alle nostre azioni e ripropone associazioni e società “giuste”. Ma c’è la necessità di ridurre, in senso lato, il deficit di giustizia, per diminuire il disagio civile e sociale, in un mondo condizionato dall’avidità e dalla tirannia del profitto, e che crea crescenti disuguaglianze fra i ceti sociali e nuove povertà. Al primo fronte, per aiu-
tare i ceti popolari e i giovani, resta il tema del lavoro: tra le tante altre proposte emerse nel convegno di Cortona, le Acli hanno riproposto il REIS (reddito di inclusione sociale) da collocare in un piano nazionale di lotta alla povertà, una priorità per l’Italia, certo nella consapevolezza che nessun patto di cittadinanza può essere stipulato se non c’è il lavoro. E’ necessaria una diversa redistribuzione del reddito nazionale, a sostegno delle famiglie e dei più poveri; un grande piano per il lavoro e per una re-industrializzazione selettiva. “Così come non è più tollerabile che a fronte di una pressione fiscale tanto forte vi siano dei picchi di evasione fiscale, di alcune grandi multinazionali…, che sfiorano la totalità. Inoltre, vanno sostenuti i progetti in sede internazionale per impedire la grande evasione fiscale che avviene attraverso i paradisi fiscali.” (Gianni Bottalico, pres. naz. Acli) Va sostenuto l’affermarsi di una economia civile e di una finanza etica, nella convinzione che sia etico ciò che ognuno può fare per l’altro. Mai in modo strumentale o pedante, durante i lavori del Convegno è stato fatto spesso riferimento alle parole di papa Francesco; non poteva essere diversamente. Le esortazioni “non fatevi rubare la speranza” o “lotta per il lavoro” o “ …per i poveri” ed altre, sono nel cuore degli aclisti. Nella storia delle Acli, un movimento educativo che promuove la capacità di partecipazione civile, sociale e politica delle fasce più deboli della popolazione, esse rappresentano certamente un filo conduttore: l’intolleranza verso tutte le ingiustizie è una costante della nostra azione, per lo sviluppo solidale del progresso sociale e della dignità della persona. * Presidente del circolo Acli di Flero
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Genitori e figli
A scuola per imparare passioni di B e p p e P a si n i La scuola è ricominciata. Come ogni anno, diversa da ogni anno. Nelle nostre famiglie, per chi ha figli in età scolare, tornerà ad occupare gran parte delle nostre conversazioni. Libri, compagni, materie, insegnanti, interrogazioni, compiti, colloqui e poi ancora esami, verifiche, ricerche. Cosa si impara a scuola? Cosa imparano i nostri figli? La mia fu un disastro. Erano gli anni tra il 75 e l’82. Anni di piombo. Anni di trafelate cronache di rivoluzioni, sequestri, eversioni, ma anche ideali, sogni e desideri di cambiamento. Si arrivava al mattino e bastava un poster sgrammaticato che inneggiava per accodarsi ad un corteo di protesta. L’Adelina bonaria ci sorrideva con un po’ di invidia dall’uscio di una portineria cui mancava solo la credenza per essere come casa sua . Non c’erano cortei per i bidelli. Sullo sfondo dei grandi eventi epocali scorreva la quotidianità di una classe fatta di relazioni, amori, amicizie mancate, emozioni e tensioni adolescenti. Ci illudevamo di capirci qualcosa ma eravamo apprendisti. Ricordo indimenticabili ritratti di compagni: Gaspare per esempio, irriverente, spaccone, arrivava dalla “bassa”. Nonostante il ciuffo inebriante e i tacchetti dei camperos, non s’alzava mai abbastanza. Si faceva tutta la Bornata su una ruota sola rombando scintille sulla vespa quasi prendesse il volo. E lo avrebbe preso dopo poco infatti! A bordo di un deltaplano volando da campione sopra le cime e i campanili, più alto di tutti e insegnando agli altri a farlo e chissenefrega della maturità. Da lui imparai l’amore per le vette. E poi Mario, compagno di banco compagno di promesse, mi insegnò a mettere in ordine i pensieri e ad essere fiero di una opinione. Della sua povertà ne faceva una bandiera. Milite del Mato Grosso e della nonviolenza, non arretrava davanti ad una ingiustizia. Molti dei compagni venivano da storie agricole, eran lì per continuare una tradizione, per obbedire ad una promessa o accodarsi ad un destino. Ma io che ci facevo? Quando mi chiedevano rispondevo che così aveva fatto un mio cugino, meccanico di trattori. Solo dopo capisci cosa vuoi fare. L’orientamento è uno
sguardo postumo. In quegli anni c’era molto nonnismo squadrista. I grandi delle quinte venivano in classe a ricreazione. Pigliavano il registro e iniziavano a leggere i nomi. Come nel patibolo delle interrogazioni. Quando arrivavano al tuo gli dovevi dare la merendina. C’era chi aveva le brioches confezionate come me e chi il panino col salame buono del porco macellato in cascina. Era il gesto di umiliazione che contava. La gerarchia esigeva il suo tributo. Imparavi lì la lotta di classe, mica sui libri. E se non volevi, scagna! La scagna era un partorello. Davanti a tutti. Ti sdraiavano sulla cattedra e con la stecca dell’attaccapanni, ti scaldavano la mattinata. Non era quello che ti faceva male, semmai la dignità. I prof arrivavano sempre un attimo dopo, giusto per farti sentire un delatore. La mia resa scolastica era ‘men che media’ come non mancava di ricordarmi il prof Cerquetti. Come lui anche gli altri. Sembrava facessero a gara per godere del tuo impaccio cosicchè portavi a casa ogni giorno la materia più greve: l’autostima da recuperare. Imparai la resilienza. E poi conobbi Annamaria, un amore di parole scritte fitte fitte e abbracciato su una panchina al parco. Mi parlò del servizio civile, della possibilità di impegnarmi nel lavoro sociale con i bambini vittime e i disabili. Cambiò la mia vita, che ora finalmente respirava a pieni polmoni e imparai che le materie più importanti non sono scritte sul registro. Guardo i miei figli che entrano in classe e immagino che la loro cartella sia molto, molto più grande. Contiene già tutti i loro sogni, le speranze, le scelte da fare. La scuola serve per diventare ciò che sei. * i nomi sono di fantasia
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Dal territorio
Verso il Mese della Pace 2014 Un momento della Marcia per la pace del 2013
La macchina organizzativa per il Mese della Pace 2014 è partita da qualche settimana e già si possono intravedere le linee sulle quali ci si sta muovendo. Innanzitutto è stata perseguita la strada dell’allargamento del gruppo organizzatore; dopo un censimento delle realtà associative, laiche e religiose, presenti sul territorio, è stato inviato a tutte l’invito ad un primo incontro finalizzato a raccogliere le adesioni e ad avviare il percorso organizzativo. In questo primo incontro è stato deciso innanzitutto il tema di fondo del Mese della Pace: la fraternità, valore condiviso sia dalla cultura religiosa che dalla cultura laica. La fraternità sarà anche al centro del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2014. La Marcia per la Pace della Valverde rappresenterà anche quest’anno l’avvio delle iniziative che si svilupperanno poi durante il mese di gennaio. Marcia
che si svilupperà sul tragitto ormai tradizionale da Caionvico al Convento dei frati francescani a Rezzato, con alcune tappe in cui saremo aiutati a riflettere sul tema della fraternità coniugato in alcuni ambiti della vita sociale quali l’immigrazione, l’economia ed il lavoro, la politica, i rapporti internazionali, i rapporti interpersonali. Durante il Mese verranno poi proposti momenti di approfondimento con esperti e testimoni privilegiati nel tentativo di tradurre nella quotidianità l’esperienza ed il cammino della fraternità. Verranno anche proposti brevi percorsi formativi alle scuole, agli oratori e alle altre agenzie educative presenti sul territorio. Un piccolo gruppetto delegato dall’ “assemblea” degli organizzatori sta predisponendo una proposta che verrà ora vagliata in un prossimo incontro già convocato per martedì 12 novembre presso la sede dell’associazione Molim a Caionvico, presso l’oratorio in via Rodone. Chi fosse interessato, anche a titolo personale, ad offrire il proprio contributo di idee sarà sicuramente ben accolto. C’è anche un’idea che regolarmente fa capolino negli incontri, quella di costituire anche formalmente una “Tavola della Pace Brescia Est” sulla falsariga delle “Tavole” nazionale e locali costituite in questi anni e che associano Enti Locali, istituzioni, associazioni, movimenti… intorno al tema della pace con iniziative periodiche sul territorio. Vedremo se questo Mese della Pace saprà far germogliare quest’altra “pianta” di pace.
Per la prima volta, Sanpolopolis si può trovare anche in Internet, sul sito del Circolo Acli S. Polo, ancora in fase sperimentale, che nel prossimo numero di dicembre presenteremo ufficialmente
www.aclisanpolo.it
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La cultura “LA POESIA E’ L’ UNICA PROVA CONCRETA DELL’ ESISTENZA DELL’ UOMO”
Il topo di biblioteca
Luis Cordoza y Aragòn poeta di La Antigua - Guatemala
di E r n e st o P a r o li
… mi sono guardato piangere in uno specchio di neve mi sono visto che ridevo mi sono visto di spalle che partivo ti saluto dai paesi di domani che sono visioni di anime contadine in volo per il mondo … Fabrizio de André - Anime salve
ANDARE E ANCORA ANDARE Sceglietevi la poltrona più comoda, quella con dietro la lampada a stelo che illumina solo un cerchio e lascia in ombra il resto del salotto, estraniatevi, al massimo concedetevi una lieve musica di sottofondo, ad esempio un pianoforte, un’orchestra, oppure un buon jazz degli anni sessanta se vi piace, mettete insieme qualcosa insomma che per voi crei l’ambiente adatto. Poi entrate in questo bel libro di Tabucchi che vi porterà in giro per il mondo. Ogni luogo ha la sua storia, le sue scritture e la sua bellezza e chi viaggia sa che il turismo vacanziero dei Caraibi e delle crociere, non è un buon motivo per smettere di farlo. Perché viaggiare è una condizione interiore. Partire, andare, curiosare, attaccare bottone, succhiare il mondo. Quanti posti da vedere. La Lisbona di Pessoa, il Brasile, la Madrid dell’Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l’Australia di Hanging Rock, Il Cairo, Bombay... Che meraviglia! E che stupore la lettura di questi brevi racconti che allargano gli orizzonti della nostra conoscenza e il desiderio di vagabondare, scoprire, ritornare in uno stesso luogo, anche, perché ogni volta è un’esperienza diversa. La prosa di Antonio Tabucchi è senza dubbio tra le migliori oggi ed ogni suo libro è un dono. In questo caso si tratta di brevi resoconti di viaggio già pubblicati su riviste, ora qui raccolti, Un viaggio nello spazio, nel tempo, nello spirito. "Viaggi e altri viaggi" si compone di una prima parte davvero bellissima ("Viaggi mirati") tra cui spiccano il resoconto "Sète” “Il cimitero marino", "Genova". La seconda parte ("In India") rimanda al bellissimo romanzo "Notturno indiano". Segue poi "Taccuino australiano" "Oh Portogallo!" in cui spicca il resoconto "Lisbona. Rua da Saudade" che potrebbe essere come il ricordo dolce e insieme triste di una persona cara. Storie di luoghi attraversati, di persone incontrate, di sapori e profumi gustati in piccoli locali che Tabucchi non manca mai di citare, da brava guida. E queste storie si aprono volentieri anche ad "altre" forme di viaggio, nelle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le Azzorre dei balenieri, l’Egitto di Ungaretti, la Recanati di Leopardi, la Buenos Aires di Borges. E si capisce allora che è davvero possibile “vedere” i luoghi, sforzarsi di leggere gli sguardi dei passanti, i gesti quotidiani, i rumori del traffico, i silenzi dei panorami. Seduto nella mia poltrona, rilassato e gratificato dalla prosa di Tabucchi e riconoscente per il viaggio che mi ha fatto compiere, sento già la nostalgia di aver finito il libro… e la voglia di partire. Antonio Tabucchi è venuto a mancare nel marzo del 2012. Era considerato una delle voci più importanti della narrativa europea.
Antonio Tabucchi - VIAGGI E ALTRI VIAGGI - Feltrinelli 22
Dal territorio
“Ricuciamo la solidarieta”, la sartoria di quartiere un progetto sostenuto da: Casa Associazioni settore Partecipazione e Territorio del Comune, TULE, ACLI S. Polo, Suore operaie di C e n t i n a B a z z a n a
A due anni dall’avvio dell’iniziativa, anche quest’ anno a settembre sono ricominciati gli incontri settimanali per donne straniere (e non) finalizzati a fornire uno spazio in cui lavorare per sé e per gli altri. Si tratta all’incirca di una ventina di persone, di varie nazionalità ma in prevalenza africane, che si trovano in modo più o meno costante; spesso ci sono nuovi arrivi, alcune ci lasciano per problemi familiari o di lavoro. Le più brave sono determinate a costituire al più presto una cooperativa per aprire finalmente
una sartoria al servizio del quartiere, non appena si sarà trovato un locale fisso che si possa dedicare esclusivamente a questo scopo. Questo gruppetto è seguito dalla sarta, signora Vincenza Baiguera, che con pazienza e competenza presta gratuitamente la sua opera professionale per raggiungere questo obiettivo. Tutte le altre partecipanti continueranno anche quest’anno a lavorare per se stesse riparando i loro indumenti e quelli dei loro familiari aiutate da alcune volontarie che ogni settimana si recano per questo alla Casa delle Associazioni: e mentre si cuce insieme ci si conosce, si scambiano informazioni e storie personali. E’ questo stare insieme l’avvio di una vera integrazione che va oltre la disponibilità e la solidarietà. Da settembre collabora con noi Sara, una mediatrice culturale di origine marocchina, che ci aiuta anche a comprenderci meglio. Rinnoviamo pertanto l’invito, a tutti coloro che hanno bisogno di riparazioni, a rivolgersi a noi (per il momento ancora presso la Casa delle Associazioni di via Cimabue sotto la torre grigia) il giovedì dalle ore 10 alle 12. La sartoria è disponibile anche per lavori in serie quali bomboniere, confezione regali, cuscini ecc... Vi aspettiamo.
Mina vagante
Cappellani militari, ma quanto ci costano…! Il pensionamento di mons. Vincenzo Pelvi, 65 anni, dall’incarico di ordinario militare (il vescovo che è a capo dei cappellani militari) ripropone il tema dei cappellani militari già trattato in modo dirompente da don Milani negli anni ’60 e ripreso continuamente da Pax Christi. La domanda è sempre la stessa: per fare una pastorale per i militari, è proprio necessario che i preti siano inquadrati nell’esercito e stipendiati dal ministero della difesa? Dopo 7 anni di servizio va in pensione da generale di corpo d’armata con circa 6mila euro al mese. Il Ministero della Difesa, per il mantenimento dell’Ordinariato militare, spende 17 milioni ogni anno: 10 milioni per gli stipendi dei circa 180 cappellani in servizio – tutti inquadrati con i gradi militari – e 7 milioni per le pensioni dei preti soldato. Non ci sembra molto coerente con quanto va dicendo papa Francesco, o no?
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In prima persona
SAN POLO SI RACCONTA!
Pedalando tra le viti e il silenzio a cura di B e p p e P a si n i Il poeta e scrittore Tonino Guerra diceva che a furia di cercare la propria la sua infanzia avrebbe finito per trovare l’infanzia del mondo. Sembra proprio così nell’udire le parole di Gianni Grassotti, emigrato da Poggio Rusco in provincia di Mantova e ora abitante del nostro quartiere, che racconta i primi anni di insediamento a S.Polo nel 1990 quando il profumo dei sambuchi e dei gelsi invadeva una campagna solcata da sentieri che ne disegnavano una affettuosa geografia. Quella rievocata dalle sue parole è l’infanzia di un quartiere, del nostro quartiere, quando ancora le abitazioni erano sparse e rade contemplata pedalando placidamente con il suo bambino, durante le gracidanti sere d’estate. “In quegli anni non c’era la via S.Polo. C’era solo una piccolissima strada martoriata da tutti i camion dell’edilizia che passavano incessanti ad ogni ora. Davanti a casa mia non c’era ancora la questura ma solo un campo informe di erbacce e materiali di scarto di ogni genere, con pozzanghere, rane, gat-ti selvatici e cani. Non c’era la chiesa Capitanio e Gerosa. C’eravamo soltanto noi. Nessuno voleva prendere in considerazione questa zona perché c’era un terreno reso marcio da diverse esonda-zioni del torrente (il Garza). Venire a S.Polo in quegli anni fu per me un’esperienza stupenda e fui tanto così contento di esserci venuto al punto di consigliarlo a tanti amici e parenti che ora infatti abitano in queste zone. Per me è stato come un tornare alla vita, dal centro città dove prima abita-vo. Allora c’era un grande silenzio, non c’era la Poliambulanza, c’erano tutte zone verdissime. Andavo in bicicletta col mio bambino in mezzo ai filari di viti, e dietro al ristorante
la Bussola non c’era nemmeno un casa. Si arrivava dietro la Whurer lungo i viottoli di campagna…era stupendo! Sono stati 10-15 anni e per me un ritornare a vivere! Non vedevo l’ora di tornare a casa dall’ufficio per arrivare in questo ambiente bucolico: per me e per la mia vita era indispensabile! A quel tempo mia figlia aveva già 12-13 anni, poi arrivò Stefano che nacque appena dopo il nostro trasferimento e che adesso ha 27 anni. Io e lui giravamo tutta questa zona verde anda-ndo dalla Volta alla Whurer, fino al cimitero di S.Eu-femia. Per arrivare in queste località si passava soltanto per piccoli viottoli di campagna attraverso via del Carso, che era una specie di pista ciclabile. A quel tempo si faceva anche tanto jogging, eravamo 14 o 15 persone ed era bellissimo. Adesso ci sono tante piste ciclabili ma io preferivo quel tempo…”
SAN POLO SI RACCONTA! è un progetto di raccolta di memorie degli abitanti del nostro quartiere. Ora anche su Internet www.bibliotekcare.org! Se anche tu vuoi regalare i tuoi ricordi o diventare ‘cercatore di memorie’ cercaci sul sito o contatta la Biblioteca di quartiere in Via Tiziano al n. tel. 0302305998 24
Dalle Acli
Le Acli incontrano il ministro Cecile Kyenge d a l si t o d e ll e A cli All’indomani della firma della Dichiarazione di Roma che ha lanciato una sfida europea all’intolleranza e all’estremismo xenofobo e razzista, il Ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge ha incontrato il Presidente delle Acli Gianni Bottalico e il responsabile nazionale all’immigrazione Antonio Russo. La dichiarazione attraverso la quale 18 rappresentati di Stati membri dell’Ue hanno assunto impegni precisi contro l’intolleranza di ogni genere, è certamente una tappa del cammino al quale hanno contribuito anche le organizzazioni sociali e del lavoro.
L’impegno va ora accompagnato nella crescita di una coscienza condivisa dei cittadini europei. E’ una prima risposta al bisogno di un’ Europa dei popoli e dei diritti che cresce anche nel confronto tra comunità che sanno riconoscere il reciproco valore dell’immigrazione e dell’incontro. Da una proposta fortemente radicata in Italia, un impegno comune nel continuare un lavoro culturale in grado di travalicare le frontiere del pregiudizio. Tra i temi affrontati con il Ministro Kyenge sulla situazione italiana, la necessità dell’avvio di riforme strutturali in grado di modificare le modalità di acquisizione dei diritti di cittadinanza, di quelli politici e sociali e dell’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo. Una conferma del percorso auspicato dalle Acli che chiedono da tempo che l’Italia assuma un ruolo centrale sull’immigrazione definendo un quadro di politiche strutturali non più derogabile.
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Chiesa e società
L’Islam tra noi, è possibile il dialogo? di A rc a n g e lo D i V o r a tante e coltivano il legittimo desiderio di integrarsi, pur mantenendo la propria cultura e la propria religione.
Il fenomeno migratorio che caratterizza i nostri tempi ha sempe suscitato inquietudini e timori più o meno fondati. Dopo l’11 settembre e la successiva escalation terroristica, il clima emotivo è andato in tilt. Di fronte a episodi di inaudita ferocia, la tentazione di vedere in ciascun musulmano un potenziale kamika ze è stata molto forte. Il pericolo è di lasciarsi prendere dalla paura, facendo di ogni erba un fascio, tagliando ogni rapporto con gli stranieri, contribuendo a creare nella società sacche di emarginazione che rendono complicata la convivenza civile. Chiariamo subito, per non correre il rischio di essere fraintesi o accusati di buonismo, che tutte le forme di violenza vanno condannate senza appello, tanto più se compiute in nome di Dio e che si deve riconoscere allo Stato il diritto di regolare i flussi migratori con leggi giuste ed umane, in modo da garantire a tutti una vita sociale ordinata e dignitosa. È da condannare anche lo spirito di “crociata” che qualche intollerante vorrebbe ridestare e non ci si dovrebbe arruolare con chi dà fiato alle trombe del rancore, che ha come conseguenza ultima lo scontro di civiltà. La forza della ragione (e del buon senso) deve aiutare a distinguere i fondamentalisti ed i terroristi da coloro che vogliono vivere in pace (e sono la maggioranza), intendono rispettare le leggi dello Stato ospi26
La via del dialogo, anche se non facile in un mondo plurietnico e multireligioso, è l’unica percorribile, ed è quella che la Chiesa, a partire dal Concilio Vaticano II (1962-65) ha sempre indicato. Perché il dialogo sia costruttivo, è necessario accantonare timori e pregiudizi, trattare l’ “altro” alla pari, come una persona che ha qualcosa di importante da trasmetterci. Manifesteremo con lealtà e coraggio quello che siamo e ciò in cui crediamo; a nostra volta ascolteremo l’altro per conoscerlo effettivamente quale egli è. Distingueremo quello che ci unisce da ciò che ci divide. Dal confronto salteranno agli occhi molte differenze che non dobbiamo nascondere con l’illusione di facilitare il dialogo. Un musulmano, ad esempio, esprimerà un giudizio negativo sulla fede di un cristiano che, per assecondarlo, annacqua i propri valori. Se invece mostreremo la nostra fede senza presunzione e arroganza, ma con spirito di carità, non offenderemo nessuno e saremo più credibili. In ogni caso, collaborando, potremo sperimentare che la pace è possibile e che possiamo (dobbiamo) costruirla insieme, giorno per giorno, anche con l’aiuto di Dio. È l a speranza di cui oggi abbiamo bisogno.
La cultura
Per sentito dire… di E r n e s t o P a r oli E’ IL CINEMA, BELLEZZA “Cara, questa è una lettera di credito” ”Oh caro, ancora non sono partita già mi scrivi!” “Ma no, cara. Una lettera di credito è come denaro”. “Oh, allora scrivimi tutti i giorni” Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde” 1953
Primo Levi - LA TREGUA – Einaudi Racconto del viaggio verso la libertà dopo l’internamento nel Lager nazista, questo libro, piú che una semplice rievocazione biografica, è uno straordinario romanzo picaresco. L’avventura movimentata e struggente tra le rovine dell’Europa liberata, da Auschwitz attraverso la Russia, la Romania, l’Ungheria, l’Austria fino a Torino. Itinerario tortuoso, punteggiato di incontri con persone appartenenti a civiltà sconosciute, e vittime della stessa guerra, un’umanità ritrovata dopo l’orrore e la miseria. Un grande libro della memoria da leggere e rileggere per non dimenticare. Mai. Lucio Dalla – Stefano di Battista Quartet - IN QUELLA NOTTE DI STELLE - CD Il 1° settembre 2004, nel Teatro Romano di Benevento, si tenne questo concertoevento di Lucio Dalla con lo Stefano Di Battista Jazz Quartet. E’ un magnifico esempio dell’altissima qualità raggiunta dal jazz italiano negli ultimi decenni, e del grande sodalizio tra il jazz e il pop più innovativo e intelligente, perfettamente incarnato dalla doppia anima di Lucio Dalla poco conosciuto quale interprete jazz al quale deve la sua formazione musicale. Violeta Parra - WENT TO HEAVEN – film di Andrés Wood Chi ricorda i terribili anni del golpe cileno ricorda anche quella voce struggente che cantava ”Grazie alla vita”. Violeta Parra è un’icona della musica popolare cilena e uno degli artisti più significativi dell’America Latina. Cantautore, ricercatore del folklore, ma anche pittrice, ricamatrice. A lei si deve se i popoli delle Ande, dimenticati da secoli, hanno conquistato una qualche parvenza di dignità attraverso le parole delle sue canzoni fortemente politiche e cariche di amore. Il film rievoca la sua vita tormentata seguendo il racconto del figlio. Clara Sàncez – IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI LIMONE - Garzanti Spagna. Sandra, trentenne in crisi, cerca rifugio, non ha un lavoro, è incinta, Fredrik e Karin Christensen, amabili vecchietti sono come i nonni che non ha mai avuto e la accolgono nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso. Ma in realtà si tratta dell’inferno. Perché Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora, covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julian, scampato al campo di concentramento di Mathausen, che da giorni segue i loro movimenti. Ora, forse, può smascherarli e Sandra è l’unica in grado di aiutarlo. Non è facile ma la donna comincia a guardarli con occhi diversi, lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché ciò che è successo non cada nell’oblio. 27
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n° NOVEMBRE 2013
IL QUARTIERE COME BENE COMUNE. Legami comunitari, cura sociale e vivibilità ambientale a San Polo e Sanpolino. (Progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo – Bando 2011 – ID 2011/1901)
DEDICATO ALLA FESTA DEL PARCO DELLE CAVE Il “quartiere come bene comune” è un progetto che sta diventando una presenza viva, articolata e competente nella realtà dei quartieri di San Polo e Sanpolino e la Festa al futuro Parco delle cave, che si è svolta il 22 e 23 settembre, ha reso evidente una condivisione su ampia scala dei suoi obiettivi. Il ricco programma di manifestazioni, costruito dai partner del progetto e dalla rete che lo sostiene con le molte associazioni ed istituzioni che operano nel territorio (più di 50 adesioni), ha voluto testimoniare la ricchezza della presenza associativa nel quartiere e, in epoca di risorse scarse, quale quella che stiamo vivendo, ha voluto indicare che la sola scommessa possibile è che si attivino risorse sostitutive e aggiuntive rispetto a quelle tradizionali (L. Balbo). Tra le risorse vi sono le persone, nel loro agire quotidiano, la loro intelligenza: il contributo specifico ed originale di ciascuno può certamente aumentare il benessere dei luoghi in cui viviamo, così come il nostro progetto vuole riuscire a dimostrare. Se vogliamo mantenere e soprattutto migliorare la qualità dei beni comuni, come l’ampia porzione di territorio noto come “cave di San Polo”, dobbiamo “prenderci cura” dei luoghi, delle persone che vi abitano, delle relazioni che si tessono fra ambiente e individui. Il futuro parco delle cave potrà diventare spazio della città ed essere utilizzato e goduto come bene comune, non solo se avrà la volontà politica di un’amministrazione pubblica e la disponibilità di cooperazione dei privati che vi hanno tratto benefici economici ma, soprattutto in quanto luogo abitato dai residenti (e non solo) e che necessita, quindi, anche di capitale sociale, che è dato dalla presenza di diverse forme di comunità, dalla qualità delle loro relazioni e dal loro investimento nella conoscenza. Durante i due giorni di festa, queste diverse comunità hanno trovato un’area incantevole ad accoglierle ed una regia leggera e sapiente che è stata anche un “banco di prova”
per noi promotori del progetto e per i tanti volontari coinvolti: hanno così preso posto e parola le reti di vicinato che costruiscono lo stare insieme in forme lievi e leggere; le associazioni di volontariato, di mutuo aiuto, sportive, ambientaliste, culturali, religiose, contro le mafie, contro le dipendenze, le cooperative sociali che hanno in comune la convinzione che il benessere sia una dimensione relazionale basato su fiducia e reciprocità; le istituzioni pubbliche come le scuole, la biblioteca, casa delle associazioni del comune di Brescia, il centro diurno, la casa di risposoche concorrono a dare dignità alle persone, in ogni fase della vita, costruite sul valore dell’eguaglianza ed il rispetto delle differenze. Ed anche quelle iniziative di autogoverno locale su un tema, quale quello della mobilità interna al quartiere su cui il progetto sta intervenendo in modo volontario e autofinanziato con l’esperienza del Polobus, che dopo un anno di vita, si conferma come un’efficace risposta di prossimità, basata sul lavoro di rete dei promotori del progetto. Quasi tre mila persone hanno partecipato alla manifestazione! All’ingresso dell’area, messa a disposizione dalla Fipsas e dall’associazione Serenissima, quasi tutti non riuscivano a trattenere il senso di stupore di fronte alla splendida cornice dei due laghetti; abitanti di San Polo e Sanpolino, di Brescia e di altri comuni scoprivano per la prima volta che l’area destinata ad ospitare il futuro Parco delle cave non é solo degrado, buchi e discariche di materiali pericolosi (certamente è vero anche questo aspetto) ma anche spazi che possono riacquistare la loro bellezza, un luogo vivo dove le diverse associazioni ambientaliste da anni non si limitano a denunciare rischi ed abusi ma ne fotografano anche la flora e la fauna, studiano il terreno, ideano percorsi per una progettazione partecipata del parco. La sorpresa ha poi lasciato posto alla curiosità di aggirarsi fra gli stand delle oltre 50 associazioni che hanno animato la festa, di passeggiare lungo le rive dei laghetti
sostando di fronte alle installazioni artistiche degli studenti e le studentesse dell’Istituto Olivieri, di fruire delle molte iniziative che hanno cadenzato le due giornate di sole: le visite guidate ad alcune aree di recente piantumazione, la passeggiata in canoa, la recita dei bambini e delle bambine delle scuole elementari, il taglio del nastro del sindaco e la presenza di vari assessori, la performance delle signore dell’associazione sclerosi multipla, le danze delle ragazze e dei ragazzi che frequentano i corsi di hip hop, di danza moderna, i giovani rapper, i laboratori sul riciclo, l’alimentazione, la salute, la tombola degli ospiti anche centenari delle Rsa del quartiere, la caccia al tesoro naturalistica, la camminata e la biciclettata, i questionari da riempire con proposte e suggerimenti, il convegno sul futuro del parco, a cui hanno portato il loro contributo studiosi, associazioni ed amministratori pubblici. Ed infine, la luce dorata del tramonto sull’acqua dei laghetti e le mongolfiere di carta liberate nell’aria hanno sprigionato un diffuso senso di godimento, anche di esplicita gratitudine verso una festa che ha mostrato il piacere e la ricchezza dello stare insieme, di scambiarsi saperi ed esperienze, di pensare con un po’ di fiducia che i beni comuni nascono come beni relazionali. La consapevolezza di questo ricco tessuto umano e sociale forse è recente, per molti si tratta di una sorpresa, per altri di una scommessa, per qualcuno di un’illusione: per i promotori del progetto è oggi un piccolo patrimonio (un ‘tesoretto’ di relazioni che sono un capitale! che, grazie anche alla generosità di diversi sponsor e tramite un coordinamento attento, può
produrre effetti moltiplicativi delle risorse e degli sforzi di ognuno, contrastando il pervasivo senso di impotenza e di paralisi. Dopo la festa, alcune delle azioni previste dal progetto potranno arricchirsi di elementi conoscitivi e procedere con nuove costellazioni di reti e di relazioni: come testimoniano i contributi dei partner Auser, Acli San Polo, Anffas e Uisp Brescia nel presente inserto. Crediamo che questo processo dinamico in cui la conoscenza di altri soggetti e delle loro esperienze alimenta l’azione di ciascuno, sottolinea che la rete è un soggetto attivo (non solo una metafora avvincente), che la partecipazione di tutti è componente essenziale e che considerare problemi ed azioni nel loro insieme lascia emergere comprensioni più accurate della realtà, per accorgersi delle forme del mondo, per continuare a cercare il bello intorno a noi. Elisabetta Donati | Responsabile scientifico del progetto
PRIMA FESTA DELLE CAVE – IL NOSTRO “BOTTINO” A mia memoria, è la prima volta, per l’Associazione in cui curato, anche a causa delle ristrettezze economiche lavoro (ANFFAS Brescia). La prima volta in cui partecipiamo in cui si trova ad operare l’Amministrazione Comunale. ad una iniziativa che non riguarda, in modo specifico Insomma, visti gli esiti, non possiamo che dire “alla prossima”. e diretto, la disabilità, ma che è rivolta a tutti i cittadini. Marco Faini | Anffas Brescia Sarà l’effetto della prima volta, sarà l’effetto “sorpresa” del posto dove la festa si è svolta (davvero bello), sarà per l’aria di semplice, ma intensa partecipazione che si è respirata in quei due giorni, o sarà per il ricco bottino che abbiamo potuto raccogliere, ma il bilancio della prima festa del parco delle cave, per noi (operatori, volontari, familiari dell’ANFFAS) è ampiamente positivo. Bottino ricco e interessante, perché ciò che speravamo di potere raccogliere era una disponibilità ad essere accolti – da parte delle realtà che hanno animato e costituito la festa – nell’ambito delle loro attività. Accoglienza è tutto, per noi. Per noi la parola Accoglienza è al tempo stesso punto di partenza e traguardo. Senza Accoglienza non possiamo pensare di sperimentare, proporre e coltivare sogni e speranze per una società che non discrimini chi ha un funzionamento diverso dalla maggior parte delle persone. Raggiungere, conquistare Accoglienza significa avere raggiunto e conquistato segmenti di inclusione sociale, e sapere che da lì sarà possibile ripartire per ambire a mete più ampie. Il bottino: t -B '*14"4 EJ #SFTDJB GFEFSB[JPOF JUBMJBOB QFTDB TQPSUJWB e attività subacquea), per mezzo del suo Presidente, si è dichiarata interessata a verificare e approfondire la fattibilità di fare apprendere ad alcune persone con disabilità le tecniche della pesca. E sempre la FIPSAS (questa volta stando sott’acqua) sta proponendo corsi di attività subacquea rivolta a persone con disabilità intellettiva; t * EPDFOUJ EFMM *TUJUVUP 0MJWJFSJ QSFTFOUJ BMMB GFTUB hanno visto alcune elaborazioni grafiche realizzate da persone con disabilità e si sono dichiarate interessate ad approfondire eventuali collaborazioni artistiche; t - JEFB EJ QSPNVPWFSF VOB FTQFSJFO[B EJ QSPHFUUB[JPOF partecipata del futuro Parco delle Cave potrà e dovrà prevedere l’ascolto delle proposte che le Associazioni delle persone con disabilità faranno per eliminare le barriere architettoniche, sensoriali e cognitive che potrebbero discriminare le persone con disabilità (e su questo ci è parso di capire che gli Assessori presenti fossero più che d’accordo); t (VBSEBOEP F BTDPMUBOEP J HJPWBOJ SBQQFST DIF TJ TPOP esibiti durante la festa, abbiamo pensato che uno dei muri che delimitano il parcheggio della nostra sede (oggi “abbellito” da messaggi per la propria squadra, o per l’amore della propria vita, o da altre cose meno carine) potrà essere messo a disposizione dei giovani writers di Casa delle Associazioni che, insieme a persone con disabilità, creeranno arte e divertimento; t & QFS VMUJNP EFMMB TFSJF iEB DPTB OBTDF DPTBw BODIF TF l’idea è nata fuori dalla festa (ma la festa ha rappresentato l’occasione per rafforzarla), insieme ai volontari del Circolo AUSER “Amici del Parco”, e d’intesa con il Comune di Brescia, alcune persone con disabilità in condizione di gravità contribuiranno a mantenere ordinato e pulito il parco adiacente al Circolo, oggi poco seguito e poco
ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO TERRITORIO… Tremila persone hanno finalmente scoperto tutta la potenzialità che l’area del parco delle cave può offrire. Il laghetto Fips di via Serenissima è diventato per due giorni il campo base da dove partire alla scoperta del nostro territorio; eredità da più di mezzo secolo di sfruttamento minerario. Dalla mattina alla sera complice anche il buon tempo, tutte le generazioni si sono incontrate e succedute, alternando un concerto rock degli studenti del liceo, alla tombolata del centro diurno, dalla caccia al tesoro alla scoperta degli alberi. A presenziare alla giornata, paladini dell’impegno quotidiano, c’erano decine di associazioni che hanno finalmente potuto veicolare il proprio messaggio in un’area totalmente votata al benessere fisico e mentale, al relax ed all’attività fisica a contatto con la natura. (SB[JF BJ WPMPOUBSJ DIF UVUUJ J HJPSOJ BOJNBOP JM 1PMPCVT F per i piu atletici il destriero a due ruote, giovani e bambini hanno potuto scoprire i laghi di proprietà di Nuova Beton, che vedono un progetto di cessione al Comune di Brescia entro il 2015, attraverso il ripristino delle aree di cava. Con gli amici Canottieri Brescia A.S.D. si completa così l’esperienza dell mobilità nel parco, passando dai polverosi sentieri di campagna alle acque morbide, increspate solmente dal poco vento che riesce a raggiungere il pelo dell’acqua che si trova a 10 metri sotto il livello del terreno. L’acqua, elemento cardine dei 450 ettari di parco, si è prestata generosamente a fare da sfondo per una nuova percezione della città e del territorio. Le torri di San polo diventano così alte quanto i salici e i pioppi che le distanze si accorciano e la riflessione continua facendo si che l’azzuro del cielo si espanda e arrivi ad occupare il 90% del visibile. Tra tutte le attività della giornata c’è stato anche un importante momento di approfondimento rispetto al tema della progettazione e della gestione del futuro parco.
Alla presenza di numerosi cittadini, membri delle associazioni, esperti del territorio, si è parlato dei diversi aspetti del parco e di alcune esperienze da cui si può apprendere. In quest’ottica molto interessante è stato il racconto di Silvio Anderloni, direttore del Bosco in Città di Milano che insieme ad Italia-Nostra ha recuperato il parco delle cave di Milano dall’abbandono e dal degrado. Nella riqualificazione del parco uno dei problemi più importanti e costosi è il recupero delle sponde, grazie all’esperienza dell’associazione per l’ingenieria naturalistica rappresentata da Francesca Oggionni, abbiamo scoperto che attraverso l’uso di particolari accorgimenti e la corretta scelta delle piante si possono creare strutture robuste e durevoli completamente sostenibili e nel rispetto delle risorse naturali.
Questi metodi sono inoltre applicabili attraverso cantieri sperimentali in cui aspetto interessante oltre alla fattibilità dell’opera e all’economicita, è la riproducibilità della stessa sul territorio, vista la qualità educativa e professionalizzante del metodo adottato. In una fase preparatoria completa non poteva inotre mancare l’apporto dato dall’esperienza esterna, declinata da Luca M. F. Fabris, che grazie alla sua conoscenza di alcuni DBTJ UJQP JO (FSNBOJB IB QPUVUP QPSUBSF BMM BUUFO[JPOF JM tema del recupero del teritorio a fini turistici, che spesso negli interventi italiani non è contemplato e provoca cosi problemi di sostenibilità economica e autoreferenzialità nelle politiche territoriali. Si può dire alla luce di queste due giornate, che per realizzare un parco noi tutti dobbiamo prenderci cura degli alberi presenti, come RVFMMJ QJBOUBUJ EBJ SBHB[[J EJ (VFSSJMMB (BSEFOJOH QFS diventare in futuro, patrimonio della città ed esempio della cura della cittadinanza per il proprio territorio. Angela Paparazzo | Presidente Co.Di.S.A.
LA FESTA DEL PARCO DELLE CAVE, AUSER E…COMPLEANNO DEL POLOBUS! Quando AUSER Brescia ha iniziato a “pensare” di poter lavorare ad un Progetto di Coesione Sociale e ha individuato il territorio di S. Polo e Sanpolino come contesto significativo per una esperienza di ricercAzione concreta di lavoro nel sociale, certo non aveva idea che il risultato si potesse rendere visivo, vivo e concreto nella festa Parco delle Cave: bene comune. Quello che era partito come “contenitore” si è trasformato, per merito dei molti soggetti coinvolti che vi hanno trovato spazio, visibilità, possibilità di lavorare in rete in una meravigliosa realtà. Per tutti i soggetti della Rete Auser coinvolti nel Progetto la Festa è stata occasione di coinvolgimento, crescita umana e sociale, momento di sintesi di percorsi ed elaborazioni concretizzata con la possibilità di “partire da quel risultato” per riprogrammare la propria presenza sul territorio. 1FS JM (SVQQP "NJDJ EFM 1BSDP F EFMM "SJDJ 4FHB TJ è trattato di consolidare la presenza nel campo dell’animazione nella nuova RSA Arici Sega, tornata dopo 16 anni ad essere loro vicina di casa, e si sa che con i vicini di casa di devono tenere “ottime relazioni”. Così è da questo spunto che si parteciperà ai vari momenti di apertura della RSA al territorio che in quesUP QFSJPEP IB WJTUP VOB CFMMJTTJNB 53& (*03/* EJ GFTta ma che potrà in futuro diventare molto di più. La possibile partecipazione di AUSER all’apertura al territorio della RSA è una scommessa su cui riteniamo di volerci cimentare e costruire un progetto di collaborazione sarà per noi un obiettivo molto importante. Anche la collaborazione tra AUSER e ANFFAS per la gestione dell’area verde compresa tra la RSA e la sede di Auser Amici del Parco e dell’Arici Sega fa parte di quel percorso così come l’apertura della sede di Auser a iniziative promosse con varie Associazione di Disabili organizzando di feste e occasioni di socializzazione e intrattenimento. La terza Univesità della Libera età Auser ha partecipato al percorso di avvicinamento degli alunni di alcune classi allo studio del territorio in cui vivono per far scoprire loro
le meraviglie “nascoste” che hanno suscitato negli allievi interesse e da cui è anche scaturito il percorso che dovrà trovare la sua concretizzazione nella realizzazione, all’interno del futuro Parco delle Cave, di luoghi dedicati
ai ragazzi, a partire dai loro desideri e dalle loro proposte. Anche la collaborazione con i progetti di recupero scolastico, Facciamo Meta, presso la Casa delle Associazione e la Sartoria hanno trovato spazio e nuovo slancio alla Festa. La presenza del POLOBUS alla fermata della Metropolitana per aiutare chi doveva raggiungere a piedi il luogo della festa ma anche il suo utilizzo per il trasporto degli anziani dei Centri Diurni e di Sanpolino ha contribuito a confermare, qualora ce ne fosse bisogno, la insostituibile funzione sociale di questo strumento che ha compiuto il suo primo anno di vita in questi giorni. 365 giorni trascorsi accompagnando le persone piùfragili di questo ter r itor io, a svolgere le loro necessità senza “pesare” sui familiari, favorendo autonomia e offrendo spazi di soc ializ zaz ione, contribuendo a prevenire quelle solitudini che possono sfociare in disagi ed esclusione. Adriana Mostarda | Auser Brescia
UNA PIACEVOLE SCOPERTA! Dopo una gestazione piuttosto travagliata, il risultato è stato sorprendente. Nella splendida cornice, per molti inaspettata, dei laghetti di via Serenissima, il “Parco delle Cave: bene comune” ha coinvolto proprio tutti: dai bambini della scuola primaria, agli studenti-artisti, fino ai nonni delle case di riposo. E gruppi, singoli, famiglie, curiosi: di tutto, di più. Bilancio decisamente positivo anche per la UISP. La simpatica esibizione delle ragazze di Ar.Co.Danza, affiliata UISP, dirette da Cinzia Bruno, è stato un momento di grazia, musica, colore, venuto ad animare ancor di più la festa. E’ stata poi, per tutti, una piacevole scoperta vedere quante e varie siano le realtà che animano il territorio. L’occasione anche per consolidare, allargare, infittire proficuamente una rete di relazioni che il progetto sta via via creando. Da non dimenticare il tema della festa. I laghetti immersi nel verde,
che hanno accolto le migliaia di persone e le tante attività svolte nei due giorni, sono soltanto il saggio, l’esempio di ciò che si vorrebbe e che dovrebbe essere il Parco delle Cave. Da luogo di degrado e di sfruttamento a immensa risorsa ambientale per l’intera città, e non solo. La festa è stata una forte sollecitazione alla cittadinanza attiva, ha creato interesse e stimolato idee e proposte per il futuro del territorio. Infine, dato non trascurabile, la laboriosa organizzazione della festa è stata un vero banco di prova per i partners e i componenti la rete di progetto, che ha dimostrato la volontà e la capacità di lavorare insieme, nel senso autentico del “bene comune”. Sandro Faia - UISP
LA COESIONE FRA ASSOCIAZIONI ALLA BASE DEL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA L’evento che in questo inserto commentiamo, la Festa dedicata all’auspicato “Parco delle Cave”, e’ evidentemente piaciuto molto a tutti i partecipanti e ai numerosi volontari intervenuti nelle varie iniziative proposte, ed ha entusiasmato e coinvolto positivamente la nostra associazione, il Circolo Acli di San Polo, che si è’ adoperato a vari livelli per la riuscita della manifestazione (montaggio palco e strutture, gestione dei trasporti con il Polobus, allestimento gazebo, organizzazione generale, raccolta sponsorizzazioni, pubblicità’ e molto altro...). Lo abbiamo fatto volentieri, non solo perché siamo parte attiva del Progetto denominato “Il quartiere come bene comune”, ma soprattutto perché in tutto questo lavoro, che da diversi mesi ci vede impegnati,
intravediamo e riconosciamo ciò che è l’essenza della Qualità della vita e, appunto, del Bene comune che abbiamo come obiettivo: LA COESIONE SOCIALE, intesa come l’unione fra le persone, le relazioni costruttive fra cittadino e cittadino e l’amore per la nostra città e per il territorio che abitiamo e viviamo. Abbiamo capito che una forte collaborazione e sinergia fra associazioni e gruppi ( con vocazioni e finalita’ anche diverse ) da’ un grande impulso alla coesione sociale e riunisce idee, energie, risorse e creatività’ per perseguire tutti insieme il miglioramento delle condizioni di vita di ognuno. Giacomo Mantelli | Acli san Polo
FESTACLI 2013
La FestAcli 2013 del circolo Acli S. Polo, giunta ormai alla diciottesima edizione, si è sviluppata quest’anno intorno al tema “Il quartiere ci appartiene, fermenti di cittadinanza attiva” ed è intorno a questo nucleo che le associazioni partner del progetto “Il quartiere come bene comune” hanno contribuito a formulare il programma della festa. Parecchi sono stati gli appuntamenti che hanno suggerito nuove prospettive di progettazione nel modo di vivere e di convivere non solo nel nostro quartiere, ma anche nella città e nella dimensione mondiale. Dalla presentazione di possibili progetti per il “Parco delle Cave” al dibattito sul futuro della partecipazione nel Comune di Brescia; dalla presentazione di iniziative collegate al progetto “Il quartiere come bene comune” al confronto sul rapporto ISTAT-CNEL sul “Benessere Equo e Sostenibile (BES): momenti importanti di approfondimento che hanno arricchito e confermato il nostro sforzo di promuovere coesione e senso della comunità nei rapporti interpersonali e sociali dentro il territorio. Lo spazio dedicato al “Parco delle cave”, coordinato da Angela Paparazzo, presidente del CoDiSA di S. Polo-Buffalora, ha rappresentato un po’ l’anteprima della Festa del “Parco bene comune” realizzatasi poi a settembre e di cui si parla ampiamente in questo inserto. Il dibattito svoltosi alla presenza EFMM BTTFTTPSF BMMB QBSUFDJQB[JPOF .BSDP 'FOBSPMJ EJ (JPSHJP .BJPOF DPOTJHMJFSF DPNVOBMF EFM 1E- F EJ -BVSB (BNCB DPOsigliere comunale del Mov5Stelle è stata una occasione, ripresa più volte dalla stampa locale durante l’estate, per capire ed orientare le prospettive future degli organismi della partecipazione nella nostra città; la cittadinanza attiva potrà vedere sviluppi positivi se insieme saremo in grado di individuare forme anche istituzionali che la possano favorire e promuovere. Il confronto sul rapporto B.E.S. è stato altrettanto interessante, anche perché era la prima volta che a Brescia veniva presentato il rapporto di ricerca realizzato da Istat e Cnel sul benessere nel nostro Paese. Il BES contiene vari indici che misurano la ricchezza di un Paese, di una Regione o di una città non solo dal punto di vista economico come fa il più famoso PIL (Prodotto Interno Lordo), ma anche dal punto di vista ambientale, della salute, dell’istruzione…cioè quei fattori che determinano il maggiore o minore benessere della popolazione. All’incontro erano presenti: la dott.ssa Lia Coniglio responsabile dell’ISTAT regionale, il dott. Maurizio Drezzadore del CNEL, il sindaco Emilio Del Bono, il responsabile Ufficio Statistica del comune Marco Trentini; un dibattito quindi ad alto livello che ha visto una presenza di pubblico decisamente adeguata all’evento.
Altri due eventi importanti hanno caratterizzato la FestAcli: la Vetical Race che quest’anno ha visto la “scalata” della torre Cimabue da parte di una settantina di concorrenti e la classica gara podistica partecipata da ben 240 podisti di tutte le età. Anche queste gare hanno da sempre per Acli lo scopo prioritario quello di creare socializzazione e coesione sociale attraverso la pratica sportiva che coniuga una piccola componente agonistica ed una grande valenza aggregativa. Ma dobbiamo dire che tutta la festa, nei tanti momenti di riflessione e di svago, di cultura e di sana competizione, di musica e di gastronomia che ha proposto, ha fatto segnare un indice di gradimento al di sopra di ogni aspettativa nelle dieci giornate della sua durata, con una partecipazione di parecchie migliaia di persone, molto eterogenee fra loro, per età, etnia, condizione sociale. Un ruolo decisivo l’ha giocato anche quest’anno il volontariato: più di 60 persone si sono avvicendate nei vari ruoli che la preparazione e la gestione della festa richiedono. Il clima di reciproca conoscenza, di amicizia, di collaborazione e di solidarietà che si instaura in giorni così impegnativi è il segno che la coesione tra le persone e tra i gruppi si alimenta soprattutto attraverso il lavoro sociale ed il perseguimento di obiettivi comuni. Un’esperienza che si è ripetuta, con esiti altrettanto positivi, nella Festa del Parco delle Cave. Dante Mantovani | Acli Brescia
I partner promotori del progetto sono: Auser Territoriale Rete Brescia, Anffas Brescia, Acli San Polo, Uisp Brescia intorno ai quali si è riunita una rete ampia di soggetti sostenitori attivamente coinvolti: il Comune di Brescia, Tule-TerzaUniversitĂ Libera EtĂ , Auser amici del Parco e dellâ&#x20AC;&#x2122;Arici Sega, Codisa Comitato difesa salute e ambiente, Lega Ambiente circolo di Brescia, Coop Sociale soggiorni Cer Onlus, Coop Turismo Cer, Parrocchia S. Angela Merici, Parrocchia Conversione di S. Paolo, Parrocchia 4BOUF $BQJUBOJP F (FSPTB 1BSSPDDIJB 4 - (PO[BHB 4VPSF 0QFSBJF $PPQ $BTB *TUJUVUP 0OOJDPNQSFOTJWP #SFTDJB &TU Il progetto è finanziato da Fondazione Cariplo nel Bando 2011 â&#x20AC;&#x153;Costruire e rafforzare legami nelle comunitò localiâ&#x20AC;? e cofinanziato dai quattro enti promotori.
Consultorio Familiare Onlus
giovedì 7 novembre 2013 alle ore 20:30 Casa delle Associazioni via Cimabue 16, Brescia
SANPOLINO_PIANTUMA EVENTO 9 NOVEMBRE dalle 9.00 alle 12.00
la violenza alle donne: uomini che si interrogano «Trasformare il maschile, nella cura, nell’educazione, nelle relazioni relazioni»
Ed. Cittadella Assisi 2012
intervengono Barbara Mapelli Docente di Pedagogia Università Statale Milano Bicocca Giacomo Mambriani Presidente Associazione Maschile Plurale Introduce Nicola
Negretti
Psicologo Psicoterapeuta del Consultorio Familiare Onlus
l’evento è organizzato dal Consultorio Familiare Onlus di Brescia e dal Progetto di Coesione Sociale il Quartiere come Bene Comune in collaborazione con Associazione Casa delle Donne ONLUS
Casa delle Associazioni del Comune di Brescia
Iniziativa dal progetto “Il quartiere come bene comune”finalizzata a rendere migliore Corso BAZOLI a Sanpolino, con un: INTERVENTO DI QUALIFICAZIONE URBANA cioè di piantumazione delle aiuole che attualmente sono incolte e occupate da erba e sassi. INVITIAMO TUTTI COLORO CHE DESIDERANO PARTECIPARE DI VENIRE ARMATI DI ATTREZZI E VOGLIA DI LAVORARE VI ASPETTIAMO NUMEROSI PER UNA MATTINATA ALL’APERTO IN ALLEGRA COMPAGNIA. In caso di pioggia, appuntamento al Sabato successivo (16 Novembre) stessa
modalità.
Biblioteca S. Polo
con il patrocinio della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Brescia
CONSULTORIO FAMILIARE ONLUS, Via Volturno 42 - BRESCIA telefono 030 3099399 - fax 030 3397644 www.consultoriofamiliare.org - info@consultoriofamiliare.org
All’iniziativa sono invitati a partecipare: singoli cittadini, famiglie e Negozianti di Corso Bazoli, I partner e la Rete di Progetto Comune di Brescia, Casa Associazioni, AUSER Brescia - Auser Amici del Parco e dell’Arici Sega – Auser Terza Università della Libera Età, ACLI S.Polo, ANFFAS Brescia, UISP Brescia Codisa – Lega Ambiente Brescia Cooperativa Sociale soggiorni e coop turismo CER, Parrocchie del Territorio nonché la Diaconia e le Suore Operaie di Sanpolino Sono invitati i genitori degli istituti scolastici EST 1 e EST 2 cui si aggiungono:il CPS di Via Romiglia i guerriglia Garden i ragazzi della GIOC inoltre abbiamo iniziato una collaborazione con l’Istituto Agrario Pastori di Brescia.