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Editoriale

Crimini, massacri, distruzioni: siamo tutti protagonisti di una folle guerra mondiale “a pezzi” di Laura Di Palma “La guerra è una follia, il suo piano di sviluppo è la distruzione… Purtroppo però possiamo affermare che, nel mondo, è in atto ormai una terza guerra combattuta ‘a pezzi’, con crimini, massacri, distruzioni”. Per ben due volte, a distanza di un mese, Papa Francesco ha affermato, senza esitare, che la Terza Guerra Mondiale è già iniziata. Il Pontefice non è nuovo ad affermazioni sensazionalistiche: sin dalla sua elezione, infatti, ci ha abituati ad una schiettezza e ad un’apertura davvero uniche. Ma davvero possiamo parlare di una Terza Guerra Mondiale in atto?! Se ci si guarda intorno, parrebbe proprio di si. Il terrore scatenato dal gruppo estremista ISIS, ha messo in atto tutta una serie di barbare uccisioni di “infedeli”, ossia di occidentali legati in qualche modo ai grandi Stati che combattono, almeno apparentemente, il terrorismo. Tuttavia non sono stati risparmiati nemmeno membri delle popolazioni locali. Molti Paesi del mondo vivono sulla loro pelle una guerra civile; gli scontri sono all’ordine del giorno; l’Occidente continua imperterrito a sostenere una politica di sfruttamento dei Paesi del Medio Oriente, e non disdegna il commercio di armi per la distruzione di massa. Accanto a tutto ciò, scenari di carestie, epidemie, sfruttamento ambientale, violenze famigliari. Insomma, il mondo non se la passa di certo bene. Certo, se pensiamo ad una guerra nell’accezione tipica, ossia ad una serie di combattimenti su campo, con l’utilizzo di un esercito e di armi e la partecipazione, loro malgrado, dei civili, allora ci risulta difficile credere che il terzo conflitto mondiale sia iniziato. La Grande Guerra, combattuta tra il 1915 e il 1918, si svolse principalmente sul suolo europeo e fu quindi un conflitto solo marginalmente mondiale. Circa vent’anni dopo, prese il via la Seconda Guerra Mondiale, anche in questo caso combattuta principalmente in Europa ma anche in Africa e in Asia, con una 2

rilevante partecipazione degli Stati Uniti: un conflitto, questo, davvero Mondiale. Paragonando quindi quanto stiamo vivendo ai due precedenti storici conflitti, si potrebbe pensare che, uno dei requisiti per parlare di guerra mondiale sarebbero combattimenti diffusi in diversi continenti. Un requisito, questo, che purtroppo è soddisfatto appieno; nel mondo, tre continenti, l’Europa, l’Asia e l’Africa, vivono effettivamente la Guerra, mentre i due rimanenti, America e Oceania, hanno le loro truppe impegnate in un qualche conflitto. Infatti, nel febbraio 2014 è scoppiata la crisi ucraina, accanto alla quale sopravvivono i conflitti in Asia tra il regime siriano contro i ribelli moderati alleati all’ISIS e tra lo stesso contro diversi Paesi occidentali ed arabi. Non dimentichiamo poi i conflitti in Africa e in particolar modo in Nigeria, Somalia, Mali, Libia, Algeria ed Egitto. Inoltre è in guerra interna lo Yemen e non accenna a scemare la storica conflittualità israelo-palestinese. Certo, la guerra non si presenta nel modo classico, eppure, in tante parti del mondo si combatte e questi combattimenti riguardano molti Paesi a livello mondiale: siamo dunque all’interno di una sorta di guerra ibrida a pezzi, ma di certo, non siamo in pace. Chissà se in futuro, i posteri la chiameranno Terza Guerra Mondiale… Difficile dirlo, ora come ora… La speranza è quella che un giorno i grandi della Terra comprendano che dare maggiore importanza al denaro che alle persone non porta molto lontano, che ogni Paese ha diritto a vivere secondo i suoi usi e costumi e nel rispetto dei suoi tempi di crescita, che non esistono fedeli e infedeli ma solo “fratelli”, così che finalmente si possa tornare a pronunciare con Gioia e Speranza la parola PACE.


Gli argomenti Editoriale

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In ricordo di…

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Dalle ACLI

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La politica locale Pag. 4 e nazionale Pag. 23 Pag. 9

Dal territorio

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Dal circolo Acli e dintorni

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I colori della nostra società

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La Cultura

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Mina vagante

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In prima persona

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Guerra e pace

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Inserto colorato

In copertina La copertina è dedicata ad un evento che, nella situazione internazionale confusa e turbolenta che stiamo attraversando, ha rappresentato un messaggio forte di una volontà popolare di segno opposto: “vogliamo la pace”. Questo è il seganle scaturito dalla Marcia Perugia-Assisi svoltasi il 19 ottobre scorso e che ha visto la partecipazione di 100.000 persone. Alcuni articoli di questo numero trattano di argomenti correlati con il tema della pace e delle guerre in atto.

Hanno collaborato Redazione: Laura Di Palma - Dante Mantovani – Fabrizio Molteni – Centina Bazzana – Sandro Sandrini – Ernesto Paroli – Gianni Rossini – Giuseppe Pasini – Andrea Culetto Stampa - assemblaggio – distribuzione: Liliana Serventi - Albino Alzini - Antonio Bologna - Mario Bolpagni - Marino Corato - Natalino Filippini - Luigi Messina - Gianni Rossini – Luigina Scalvini - Vincenzo Zaltieri – Giuliana Lussignoli – Romeo Bani – Vincenza Viola – Teresa Agnelli – Teresa Facchetti – Guglielmo Tinti - Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Chiara Bani – Maurizia Zaltieri – Giorgio Loda – Nicoletta Postiglione – Angelo Di Meo – Ugo Bontempi – Andrea Garzoni – Matteo Franceschini – Elio Geroldi – Clara Signorelli – Amidani Roberto – Alberto Perini – Sandro Sandrini "SanpoloPolis" - periodico bimestrale del Circolo ACLI S. Polo - Brescia Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 10 del 13/2/2009. Direttore Responsabile: Laura Di Palma Editore: Circolo ACLI San Polo - via Cimabue 271 - Brescia Coordinatore di Redazione: Dante Mantovani

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La politica locale

Intervista all’assessore alla Rigenerazione urbana Valter Muchetti

“Stop alle grandi opere” a cura di Dante Mantovani * Rigenerazione urbana. È questa la parola d’ordine della Giunta Del Bono che ha messo in campo fin dall’inizio del mandato una strategia di rilancio della città e di manutenzione dell’esistente. L’ Amministrazione comunale, che si è insediata nel 2013, sta puntando sulla riqualificazione dei luoghi degradati che più hanno bisogno di attenzione, compatibilmente con le risorse economiche a disposizione. “È finita l’era delle grandi opere pubbliche faraoniche, dobbiamo dedicarci a piccoli interventi finalizzati a ricucire il tessuto urbano e a riqualificare il patrimonio della città, aspetto che la precedente amministrazione ha trascurato” spiega l’assessore alla Rigenerazione Urbana, Valter Muchetti, originario e residente a S. Polo. Abbiamo chiesto a Muchetti di illustrare i principali aspetti sui quali si è concentrata l’attività del Comune al fine di rivitalizzare i nostri quartieri. Assessore, Lei ha detto che questa non è la stagione delle grandi opere, ma come si può cambiare e rilanciare il volto della città? Non realizzare grandi opere non vuole dire non avere grandi progetti. Penso, per esempio, al nuovo piano di illuminazione pubblica. Il Comune, con A2A, ha promosso un progetto che comprende la sostituzione degli attuali corpi illuminanti con proiettori led di ultima generazione. Tale intervento produrrà vantaggi notevoli in termini di risparmio energetico. Si prevede che l’introduzione del nuovo sistema di illuminazione porterà a una riduzione dei consumi di 5,5 milioni di kilowatt e consentirà di ridurre le emissioni di CO2 di 3mila tonnellate all’anno. La città sarà più illuminata, più bella e più sostenibile: stiamo parlando di sostituire n. 42.774 punti luce: non è poca cosa. Con l’occasione provvederemo ad uniformare le colorazioni dei pali che sostengono i punti luce con un colore Blu Brescia per rendere più armonici ed omogenei i percorsi. Per questa iniziativa Lei ha partecipato, per conto del Comune, alla cerimonia di consegna

dell’Award Ecohitech, un premio riguardante le tecnologie eco-sostenibili… Abbiamo ottenuto questo riconoscimento grazie alle iniziative intraprese nel campo dell’illuminazione pubblica a led. Si tratta di un premio importante, che valorizza gli sforzi dell’Amministrazione comunale nel tentativo di migliorare il sistema di illuminazione, in un’ottica di efficienza e risparmio energetico. Le azioni che abbiamo intrapreso vanno in questa direzione e le soluzioni adottate sono all’ avanguardia. Un operazione di circa 12 milioni di euro che durerà 2 anni ed inizierà Il ritiro del premio Award Ecohitec con il mese di febbraio 2015. Costo interamente sostenuto da A2A. possiamo dire con uno slogan… 30% di luce in più spendendo il 30% in meno. La consegna del premio A Sanpolino uno dei problemi più sentiti dalla popolazione è la relativa scarsità dei servizi di prossimità. Quali azioni avete intrapreso per risolvere questo problema? Alcune settimane fa abbiamo inaugurato la nuova area mercatale in via Malga Bala. L’obiettivo è fornire servizi utili ai residenti e sostenere l’economia locale. Nei mesi scorsi sono stati assegnati in via sperimentale per un anno, tramite un apposito bando, 15 posteggi di cui 14 riservati a operatori commerciali (sette banchi alimentari e sette non alimentari) e uno destinato a un produttore agricolo. Il mercato di via Malga Bala, che si tiene nella giornata di lunedì dalle 7 alle 14, rappresenta uno degli interventi di rigenerazione urbana che la nostra giunta ha deciso di mettere in campo fin da subito e che ora siamo riusciti a realizzare. Stiamo pure sollecitando la Regione II mercato di Sanpolino Lombardia per concede5


La politica locale re l’apertura di una nuova farmacia: sarebbe un ottimo risultato per i residenti e per i fruitori della metropolitana. Stiamo facendo un’ opera di pressing visto che non dipende direttamente dal Comune. Un'altra questione importante per una città dinamica come Brescia sono le infrastrutture. Da questo punto di vista che cosa avete intenzione di fare nei nostri quartieri? Poche settimane fa la giunta comunale ha approvato il progetto che prevede un rilevante intervento di riL’area dei parcheggi in via Gatti cucitura urbana, vale a dire la realizzazione di due piste ciclopedonali nella zona sud–est della città. Una di queste ciclabili collegherà la fermata della metropolitana di San Polo Cimabue, nei pressi della parrocchia di Sant’Angela Merici e dei plessi scolastici, con la zona residenziale di Sanpolino. Lo scopo è facilitare gli spostamenti, con mezzi diversi dalle automobili, dalle aree abitate alla fermata della metro, al fine di favorire l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, la sostenibilità ambientale . Speriamo possa decollare il Pedibus che già aveva fatto i primi passi nello scorso anno. Ora con la pista ciclo-pedonale speriamo diventi una consoli-

data tradizione. La permeabilità e la vivibilità dei quartieri ne avrà un enorme vantaggio. Quanto costerà quest’intervento? Il costo dell’opera ammonta complessivamente a 68mila euro circa. Brescia Infrastrutture si farà carico delle spese di realizzazione. Grazie a questo investimento intendiamo rendere fruibile il percorso esistente anche per i ciclisti: se tutto procede per il meglio in un paio di mesi dovremmo riuscire a consegnarla ai quartieri. Passi importanti, ma la strada è ancora lunga… Sono consapevole del fatto che il lavoro da fare è tanto. Il mio impegno è totale e resterà costante: sono sempre disponibile al dialogo con i cittadini e, pur nella consapevolezza che i fondi sono purtroppo pochi, credo si possa fare molto. Bisogna cambiare l’approccio nel risolvere i problemi: la parola chiave deve essere collaborazione. Associazioni, cittadini e Amministrazione devono lavorare fianco a fianco per il bene comune, per raggiungere gli obiettivi e per trovare soluzioni, riuscendo a superare le difficoltà oggettive. Non ho usato parole a caso... Progetto bene comune... in fondo è nome del vostro progetto sul quale state lavorando da anni insieme ad altre associazioni..! Forza, avanti così, insieme!!

COMUNE DI BRESCIA ASSESSORATO ALLA PARTECIPAZIONE E TERRITORIO

* Presidente Circolo Acli S. Polo

CASA DELLE ASSOCIAZIONI

SPORTELLO MIGRANTI Casa delle Associazioni Via Cimabue, 16 – Brescia

GIOVEDI’ DALLE ORE 14.00 ALLE 16.00 Oppure previo appuntamento tel. 0302309280 Presentazione e accompagnamento alla conoscenza dei servizi Mediazione linguistica presso enti, scuole, ambulatori, ASL Supporto disbrigo pratiche 5


Dal circolo Acli e dintorni

Vuoi imparare l’inglese? Vieni alle Acli a cura del circolo Acli Il Circolo ACLI di San Polo apre le porte della Sala della Pace a tesserati e non per un doppio appuntamento settimanale con la lingua inglese, “Inglese Base” e “Let’s Chat!”, entrambi a cura di Personal English. “Il corso “Inglese Base” si rivolge a principianti assoluti, ovvero a tutti coloro che vogliano acquisire i rudimenti della lingua inglese”, spiega la Dott.ssa Mariacristina Natalia Bertoli, ex docente universitaria d’inglese, ora titolare di Personal English. “Si tratta di un servizio che le ACLI intendono mettere a disposizione di coloro che vogliono qualificarsi professionalmente – lavoratori in cassa integrazione, disoccupati e giovani alla ricerca di lavoro – ma che presenta anche elementi di inglese per il tempo libero (turismo, cucina, musica, massmedia) adatti a giovani e meno giovani che desiderino acquisire le basi della lingua per integrarsi meglio all’interno della realtà televisiva, culturale e tecnologica di oggi”, spiega la titolare di Personal English. “Il corso combina quindi aspetti sia professionalizzanti che ricreativi, idonei per ogni fascia d’età e livello di scolarizzazione e si rivolge particolarmente alle categorie dei disoccupati, pensionati e casalinghe.” “Let’s Chat!” è invece un ciclo d’incontri di conversazione da tenersi in

orario serale e dedicati a quanti posseggano già le basi minime della lingua. “Entrambi i corsi non seguono l’ impostazione tradizionale della lezione frontale”, spiega ancora la Dott.ssa Bertoli. “Si presentano invece sotto forma di cicli da 16 incontri da 1h30’ ciascuno, per un totale di 24 ore. Ciascun incontro mira a sviluppare una competenza comunicativa e un campo lessicale specifici tramite un approccio spiccatamente interattivo (attività di gruppo e a giochi di ruolo) e multimediale (video, audio, immagini).” I programmi di entrambi i corsi saranno presentati presso la sede ACLI in una serata introduttiva agli scopi e ai metodi dei corsi, la quale includerà anche una “pre-lezione” di prova con rinfresco e giochi di ruolo in inglese. Per maggiori informazioni, rivolgersi alla sede ACLI di San Polo (tel. 0302311303) o a Personal English (tel. 3701228805, email: personalenglishbs@gmail.com).

Orari CORSO DI INGLESE BASE

Venerdì 10:00 - 11:30

CORSO LET’S CHAT (Conversazione)

Mercoledì 18:30 - 20:00 (Salvo esigenze diverse degli iscritti)

I corsi prevedono16 incontri da 1h30 ciascuno (totale: 24 ore)

Iscrizioni e costi CORSO INGLESE BASE CORSO LET’S CHAT (Conversazione)

75,00 euro (minimo 8 partecipanti – massimo 15 partecipanti) 100,00 euro (minimo 5 partecipanti – massimo 10 partecipanti)

Le iscrizioni si ricevono presso il bar del circolo Acli S. Polo in via Cimabue 271 con un anticipo di € 20,00 Qualora le iscrizioni superassero il numero massimo di partecipanti, verranno previsti altri corsi aggiuntivi. L’incontro di presentazione dei corsi, al quale possono partecipare tutti, anche chi non è ancora iscritto, sarà Mercoledì 5 novembre alle ore 18,30 presso il circolo Acli S. Polo, sala della Pace. L’insegnante Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, la Dott.ssa Mariacristina Bertoli consegue il dottorato in Letteratura Americana presso l’Università di Fribourg, dove lavora anche come Assistente, prima, e Professore, poi. Rientrata in italia, lavora come formatrice linguistica aziendale per diverse aziende del bresciano (IVECO, Rubinetterie Bresciane, CF Gomma, ASO) e ha creato il marchio Personal English. 6


Dal Circolo Acli e dintorni

L’anno che verrà del Circolo Acli S. Polo di Centina Bazzana *

All’inizio del nuovo anno sociale, come bravi scolaretti, una trentina di soci del Circolo Acli S. Polo si sono incontrati a Forneletti per verificare le attività svolte e per proporre le azioni da perseguire prossimamente. Il presidente, nella relazione iniziale, ha richiamato i valori sui quali le Acli fondano la loro azione richiamandoli dallo Statuto nazionale: SOLIDARIETA’ e RESPONSABILITA’ dei cittadini attraverso un movimento educativo e sociale che si articola in formazione, azione sociale e promozione di servizi. Poiché le Acli sono un’associazione di lavoratori cristiani, i valori e le azione si declinano in riferimento al Vangelo come ricerca di FRATELLANZA, GIUSTIZIA, PACE E SOLIDARIETA’. Le Acli sono perciò uno strumento per dare concretezza a queste parole attraverso scelte collettive e politiche, per realizzare il Regno di Dio nel mondo. E’ chiaro quindi che il primo compito di un Circolo è quello della FORMAZIONE E INFORMAZIONE: chi aderisce dovrebbe essere consapevole delle sue scelte, non delegare ai dirigenti che hanno invece il compito di guidare e dare esempio di disponibilità, ma ognuno deve partecipare. Tutte le nostre attività sono perciò improntate a questo compito: incontri formativi – Sanpolopolis – 8

bar ritrovo – cenette – gite e viaggi – festAcli – riviste, giornali e film – biblioteca – attività ginnico sportive ricreative – sportelli e servizi del Punto Famiglia – GAS – vendita prodotti del Commercio equo e solidale. Sono stati poi presentati due progetti che le Acli provinciali hanno elaborato per aiutare i circoli a coinvolgere i giovani e per affrontare il problema del lavoro che manca. Il progetto “FEDELI AL FUTURO” propone sette percorsi tematici che avrebbero lo scopo di creare dei gruppi stabili di giovani. Si è manifestata la volontà di attuare questo progetto nel nostro Circolo ed una della persone presenti ha offerto la propria disponibilità a prendere contatti con l’equipe provinciale ed avviare quindi le azioni previste. E’ stato poi illustrato il “ PROGETTO LAVORO” indirizzato ai giovani, agli over 50 e alle donne in cerca di lavoro. Le Acli pensano di intervenire nel lavoro di cura sia dei bambini che degli anziani e nell’aiutare l’avvio di start up usufruendo dei 15 miliardi forniti dall’Europa, ancora inutilizzati. I progetti prevederanno la collaborazione intergenerazionale, coniugando entusiasmo ad esperienza. Si fornirà una mappa delle competenze e delle opportunità interagendo anche con l’Api, gli artigiani, i sindacati, le imprese, il DES e i centri per l’impiego. Si è aperta quindi la discussione in cui i presenti sono intervenuti su tutti i temi presentati: a partire dal perchè sia importante riflettere sulle nostre scelte e di come sia indispensabile ripensare alle motivazioni per recuperare entusiasmo, energia ed impegno, ma anche per riallacciare legami e relazioni che in tempo di crisi si vanno sfilacciando. Inoltre, dopo anni di carrierismo e di individualismo, bisogna tornare con maggior fiducia ad una cultura solidaristica che però richiede impegno, tempo e speranza nel futuro. Il vero problema è quello delle nuove generazioni che seguono percorsi diversi, spesso con finali-


Dal Circolo Acli e dintorni tà immediate. Per coinvolgere i giovani dobbiamo essere più aperti, avere più entusiasmo, elaborare iniziative concrete ed attrattive; ad esempio laboratori di lettura collettiva, un laboratorio per riparare le biciclette o altro, aiuti concreti per trovare lavoro… Molti dichiarano che i giovani vanno responsabilizzati, ma poi lasciati agire autonomamente, in contenitori liberi. Ci si interroga ancora sul rapporto con la parrocchia, soprattutto per coordinare gli incontri formativi, ma anche per creare sinergia. Si rimpiangono le iniziative del gruppo donne. Dopo la santa Messa con don Flavio e il pranzo comunitario, abbiamo ripreso nel pomeriggio con una verifica delle attività in atto, ricordando che il nostro è un circolo riconosciuto a livello cittadino e questo aumenta la responsabilità. Inoltre ogni anno diciamo che senza nuove energie non possiamo farcela, ma poi aggiungiamo sempre qualche novità. In alcuni incontri tenuti a livello parrocchiale si è tentato di definire un calendario annuale delle iniziative in modo da non creare sovrapposizioni e favorire invece l’integrazione. Per gli spazi previsti per le iniziative formative delle Acli si suggeriscono alcuni possibili temi da affrontare: politica migratoria e aiuti prestati agli immigrati – situazione internazionale - dialogo interreligioso - riforma del lavoro – riforme elettorale e costituzionale. Un socio presente si dichiara disponibile ad entrare nella commissione FORMAZIONE a cui si demanda la formulazione esatta di temi e calendario. Alcuni incontri verranno organizzati con il gruppo “ANIMAtaMente”. Per “Vangelo e vita” è stata accettata la nostra proposta di leggere insieme, in 4 incontri del martedì, la “Evangelii gaudium” di papa Francesco: il primo incontro sarà il 28 ottobre. Si propone la visione di uno spettacolo teatrale sul Rwanda, a 20 anni dal genocidio, magari a gennaio durante il Mese della pace. La proposta del film mensile potrebbe alternarsi con la lettura collettiva di un libro proposta dalle responsabili della biblioteca. Anche per la redazione di SANPOLOPOLIS si rende disponibile un socio. Qualcuno ricorda che il circolo mette a disposizione di tutti parecchie riviste, oltre ai quotidiani. L’iniziativa di porre all’interno del bar i prodotti del Commercio equo e solidale ha avuto scarso successo; si vorrebbe riprovare con la bancarella mensile coinvolgendo ragazzi e giovani. I viaggi e le gite sono affidate ad un gruppetto di soci che presenterà presto le sue proposte per il 2015. La biblioteca è stata completamente rivista e rior-

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ganizzata da alcune volontarie; Gli orari di apertura rimangono: giovedì 16-17 e venerdì 10,30-11,30. Le responsabili hanno proposto per l’anno prossimo una raccolta e vendita di libri scolastici da realizzare insieme ai giovani. Il circolo pensa di organizzare corsi di inglese con un’ insegnante che già usufruisce della sala della Pace per i suoi corsi. Una socia presente si è resa disponibile a partecipare al progetto dell’ associazione “Il chiaro del bosco”, per il quale ci è stata chiesta l’adesione, teso a sradicare il pregiudizio nei confronti di persone con problemi mentali. “Fare i conti con la crisi” si è arenato; si potrebbe riprendere, anche perché un laboratorio simile è previsto nel progetto “Il quartiere come bene comune” e potrebbe riguardare anche il Gas. FestAcli quest’anno giunge alla 20.ma edizione e si proporrà anche come festa provinciale: occorre quindi pensare da subito alla programmazione. Si mantengono i servizi del Punto famiglia, anche se alcuni sportelli sono stati poco utilizzati (Gas – casa banca e microcredito). Maria Luisa, spera di riuscire a coinvolgere i giovani nel progetto “FEDELI AL FUTURO” per il quale ha dato la sua disponibilità, tutti noi ce lo auguriamo perché il cambio generazionale diventa veramente una necessità anche nel nostro circolo Acli. * Vice Presidente Circolo Acli S. Polo


Dal territorio

La prima Notte Bianca a S. Polo di Giacomo Mantelli Si è svolta la sera dell’ultimo venerdì di agosto la prima edizione di “San Polo Night” , la notte bianca del nostro quartiere. Sulle vie Masaccio, Del Verrocchio e Allegri si è snodata la manifestazione proposta ed organizzata dall’agenzia di Maurizio Argetta (animatore e conduttore di programmi televisivi per Brescia Punto Tv) che già aveva riscosso buona partecipazione in diversi altri quartieri della città (ad esempio Porta Cremona e Brescia2). Con la positiva collaborazione di quasi tutti i commercianti della zona e con l’aggiunta anche di altri stands di animazione di associazioni culturali, hobbistiche, sportive e musicali, è stato possibile, per la prima volta, proporre questa sorta di “festa di fine estate” che ha riscosso molto successo di partecipazione e che ha registrato numerosissimi commenti positivi. Naturalmente era presente anche lo stand del Circolo Acli così come l’animazione e i gazebo del Progetto “Il quartiere come bene comune”, a testimoniare la condivisione di una iniziativa che ha saputo far uscire tantissima gente dalle case e che ha indubbiamente anche fatto divertire in compagnia. Molte le tavolate di commensali in strada con grigliate e salamine a profumare l’aria serale, molte le curiosità, come le gimkane di vespe e moto vintage su via Allegri, il ristorante “per soli cani” in via Del Verrocchio, le auto personalizzate di Brescia Tuning in via Masaccio, i complessini musicali, i gonfiabili e gli attori western a simulare danze e sparatorie…. Nei giorni successivi abbiamo registrato molti commenti positivi sia da parte dei commercianti locali (sponsor dell’iniziativa), che da parte dei cittadini, desiderosi di veder ripetere l’iniziativa. Contiamo anche noi veramente di rivivere questo evento di quartiere (al quale peraltro hanno partecipato anche numerose persone da fuori) perchè, come dimostriamo già da molti anni con la FestAcli a fine giugno, crediamo fermamente nella necessità di sviluppare l’incontro fra le persone, nel nostro territorio, in un clima sereno e festoso; luci, colori, profumi

Il circolo Acli S. Polo alla Notte Bianca

e suoni che rendono autenticamente vive le nostre strade, al netto della televisione e del traffico automobilistico (che per l’occasione era inibito alle strade della festa). Grazie quindi agli organizzatori, al Comune di Brescia che ha favorito la manifestazione, ai commercianti e agli sponsor, che, con il loro apporto hanno consentito persino di chiudere la serata in bellezza con i fuochi d’artificio. Alla prossima… Uno spezzone della Notte Bianca in via Verrocchio

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Guerra e pace

Perugia-Assisi, 15 Km di colori e di… persone di Chiara Bartolomini e Dario Memmi Chilometri di striscioni e bandiere con i colori dell’ arcobaleno, canti e slogan: un vero e proprio “fiume di pace”, che in una soleggiata giornata autunnale abbiamo visto scorrere sulle terre di Francesco. Siamo certi che lo spettacolo avrebbe emozionato anche lui! Lo scorso 19 ottobre abbiamo partecipato per la prima volta alla Marcia Perugia Assisi e fin da subito possiamo dire che, a Dio piacendo, ci saremo anche alla prossima! Perché? Perché per noi è stata una testimonianza di Pace, ma soprattutto… un’ esperienza di Pace. Siamo partiti con la volontà di esserci per dare il nostro contributo ad una causa importante, per far sì che le nostre voci si unissero al grido di pace che crediamo debba levarsi forte, oggi più che mai, in mezzo a una crisi economica, sociale e politica così acuta, in mezzo a conflitti tanto gravi e tanto estesi, in mezzo a una preoccupante incapacità – sempre più diffusa - di pensare che il cambiamento sia ancora possibile, sia sempre possibile. E così ci siamo ritrovati nel bel mezzo di 15 chilometri di gente in cammino, sotto un cielo azzurro e un caldo sole: abbiamo marciato con persone di ogni età, con studenti, con genitori e passeggini adorni di palloncini colorati, con ragazzi disabili, con volontari che spingevano carrozzine e... con cagnolini al guinzaglio dei loro padroni! Era come se tutto il creato si stesse muovendo per la Pace! Ogni marciatore ha detto il suo “sì” alla pace, alla solidarietà, alla fratellanza…e lo ha fatto con il sorriso sulle labbra, nonostante la fatica. Tutto questo ha generato un clima di gioia e serenità, di accoglienza e di solidarietà, in netto contrasto con le tensioni, i conflitti e i nervosismi di tutti i giorni. E’ stato evidente che la Pace è un desiderio profondo di ogni uomo, al di là di ogni distinzione: uomini e donne di destra e di sinistra, italiani e stranieri, di religione cristiana e musulmana, hanno marciato uniti da Perugia ad Assisi. Abbiamo toccato con ma-

Un gruppetto si S. Polo alla Marcia Perugia-Assisi

no cosa significa l’ incontro di oltre centomila persone giunte da ogni parte d’Italia senza disordini e senza violenza. Si percepiva invece un senso di fraternità e di comunità che nella frenesia di tutti i giorni passa in secondo piano. Per questo la Marcia è stata, oltre che una testimonianza, un’autentica esperienza di Pace. E allora vogliamo dire che noi domenica 19 ottobre abbiamo visto non 1, 2 o 10…ma più di centomila persone “stare” in Pace, “chiedere” la Pace, “faticare” per la Pace. Non si tratta di mistificare la realtà: è ovvio che il mondo va riconosciuto per quello che è. Ma la realtà non è fatta solo di violenze e diritti calpestati, è fatta anche di tante persone di buona volontà; non è fatta solo di manifestazioni di intolleranza e di odio, ma anche di manifestazioni di accoglienza e fraternità, come è stata la marcia Perugia Assisi. Abbiamo il dovere di raccontarlo, perché la Pace è contagiosa: a volte si tratta di fare il primo passo… e forse, inaspettatamente, chi ci sta intorno ne farà cento. Con la certezza che, come sempre accade quando ci si lascia coinvolgere in esperienze di condivisione e gratuità, riceveremo più di quanto abbiamo dato. Come ha detto Don Ciotti, presente alla Marcia: “La pace ha bisogno di noi, di speranza, e la

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Guerra e pace zienza e la disponibilità, a chi ha condiviso con noi la lunga marcia e a tutti i nostri compagni di viaggio.

speranza ha bisogno di ciascuno di noi e prima di riformare il Paese bisogna riformare le nostre coscienze”. Per questo, vogliamo dire GRAZIE ai nostri accompagnatori delle ACLI per la pa-

A chi non ha mai partecipato alla Marcia, vogliamo invece dire di provarci alla prossima occasione, ne vale davvero la pena! Dopo una giornata lunga e faticosa (del resto, ce lo ricordava Clara al rientro a Brescia, “è stato faticoso, ma anche la Pace è faticosa!!!!!!”) siamo tornati a casa felici e rigenerati, consapevoli che la nostra Marcia per la Pace non deve fermarsi… Il cammino deve continuare tutti i giorni nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre città, nel nostro lavoro, per essere portatori di una testimonianza coerente con i valori in cui crediamo e che amiamo. PACE E BENE A TUTTI !!!

Dal Circolo Acli e dintorni

FestAcli 2014 con un occhio al 2015 di Riccardo Entrada *

Il gruppo dei volontari

Potrei dire che FestAcli è andata bene, ma sarebbe riduttivo; allora mi chiedo: “perché è andata bene?” e la prima risposta che mi viene è: “perché ci sono più di cinquanta volontari che ci lavorano”. Allora dal cuore mi sale un GRAZIE a tutti coloro che hanno dedicato anche solo un’ora del proprio tempo alla festa; la seconda risposta che mi do è: “perché è venuta tanta gente”. Anche a chi è venuto a gustare la nostra cucina o semplicemente è venuto a curiosare dico GRAZIE di cuore; infine la terza risposta è: “perché non è una festa fine a se stessa” e anche qui mi sento di ringraziare

le ACLI che portano avanti e trasmettono al quartiere dei valori inderogabili quali la pace, la fraternità, l’importanza del bene comune. Tanti altri grazie vanno al Distretto di Economia Solidale “La buona terra”, che ha voluto proporre la sua festa all’interno della nostra; sono contento inoltre perché abbiamo inserito con successo nel nostro menù, prodotti BIO dei fornitori del GASPolo; felice per la nutrita partecipazione ai dibattiti proposti e per il grande risultato dell’ US Acli, con l’organizzazione della Vertical Race e della gara podistica, entrambe ricche di partecipanti. Un grazie lo voglio dedicare anche agli amici di Sant’Anna che ci hanno prestato i tendoni per poter coprire anche i tavoli che gli scorsi anni erano scoperti e un GRAZIE fraterno va pure agli alpini di San Polo, che tutti gli anni ci prestano lo Stand del bar e gastronomia oltre ad altro materiale. Infine, un ultimo GRAZIE, forse il più importante, va a Giacomo, collaboratore prezioso che ora non c’è più e che ogni mattina dava il cambio a chi aveva fatto il turno di notte: a lui un pensiero ricco d’affetto e la certezza che lo ricorderemo sempre. Con FestAcli, dunque, arrivederci al prossimo anno, per la festa del ventesimo! * Vice Presidente Circolo Acli S. Polo

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Guerra e pace

ISLAM tra violenza e nonviolenza… di Andrea Culetto Un viaggio in treno, si sa, dà la possibilità di incontrare nuove persone, specialmente a chi viaggia tutti i giorni. Recentemente mi è capitato di conversare con una persona molto cordiale, che, non appena si è iniziato casualmente a parlare di ISIS (Stato Islamico in Iraq e Siria), mi ha detto che appartiene al DNA dei mussulmani essere estremisti e compiere azioni violente. È questa un’affermazione molto forte, sulla quale vale la pena riflettere per cercare di comprendere quanto sia veritiera. Diverse volte infatti chi professa la fede islamica è additato come un nemico giurato dell’Occidente. Si è troppo avvezzi a considerare connaturato all’ Islam l’odio per chi professa altre fedi, eppure questo è un falso pregiudizio. Nel Corano Ebrei e Cristiani sono i primi depositari della rivelazione divina completata in seguito attraverso il profeta Maometto, essi dunque sono strettamente legati al mondo islamico. “Coloro che credono, i Giudei, i Sabei o i Nazareni e chiunque creda in Allah e nell'Ultimo Giorno e compia il bene, non avranno niente da temere e non saranno afflitti” (Corano, sura V). L’Islam è, di per sé, un reale nemico? Se i riferimenti dottrinali non sono sufficienti a cancellare i pregiudizi, si guardi alla realtà dei fatti. Qualche tempo fa in Inghilterra è stata pronunciata una fatwa contro l’ISIS ed i suoi militanti. Essa non è del tutto equiparabile ad una scomunica, come è stata più volte descritta nel riportare la notizia, bensì consiste nel pronunciamento ufficiale di uno o più esperti della legge coranica circa la conformità con essa dell’oggetto a cui è riferita. In essa si afferma apertamente che questa organizzazione è “eretica, tirannica e oppressiva” e “chi si unisce ad essa tradisce la propria società”. Un’altra prova ben visibile a tutti è l’iniziativa Not in my name, con cui la maggior parte dei mussulmani residenti in Europa si è schierata contro chi commette tali violenze nel loro nome e in quello dell’Islam. Molte sono state le piazze riempite, anche a Milano, per ribadire che è un abuso uccidere nel nome di Allah. La protesta però non dilaga solo nei luoghi fisici, ma anche in quelli virtuali, i primi campi di battaglia dei miliziani, nei quali essi lanciano moniti all’ Occidente e adescano nuove reclute. 12

La prossima volta che sentiremo notizie di fatti di sangue compiuti nel nome di Allah, non pensiamo solo a chi li ha commessi, ma ricordiamoci di quei mussulmani, assai più numerosi, che hanno manifestato la propria solidarietà alle vittime, passate e presenti e condannato tali gesti. Magari richiamiamo alla mente un altro versetto coranico, “chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera, e chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità”, per ricordarci chiaramente che non è l’Islam ad uccidere, bensì una sua visione distorta e strumentalizzata. Possiamo fare di più, come riconoscere che anche la nostra storia è inondata dal sangue di chi è stato ucciso da noi nel nome di Dio, prestando anche in questo caso molta attenzione a distinguere la sua mano da quella dell’uomo, poiché è stata quest’ultima a levarsi contro il fratello. Anche questo dimostra che non sono le religioni, foriere di messaggi di pace ed amore, ad uccidere, ma l’uso distorto che di esse è fatto da parte di chi sostiene di praticarle, pur non avendole comprese per nulla.


Dalle Acli provinciali

Per…corri la pace, da Brescia a Monaco (in bici e di corsa) “Uno spirito duro, un cuore tenero” di Maurizio Billante *

Arrivo ad Innsbruck

Dal 4 al 7 settembre 2014 si è svolta la quarta edizione di “Per…corri la Pace” organizzata dalle ACLI provinciali. Dopo Brescia – Assisi (2011), Brescia – Ginevra (2012), Brescia – Sarajevo (2013) quest’anno la carovana ha raggiunto Monaco di Baviera. Filo conduttore del viaggio è stato la conoscenza di chi ha saputo dire no alla violenza e attraverso l’obiezione di coscienza ha cercato di resistere agli orrori del nazismo e della guerra. Siamo partiti in 100 tra ciclisti (folta la rappresentanza del Circolo Acli S. Polo), podisti e accompagnatori-assistenti. L’incontro con il prof. Huber a Monaco

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Le tappe percorse in biciclette sono state: Brescia–Bolzano (220 km – 4 settembre), Bolzano– Innsbruck (140 km – 5 settembre), Innsbruck-Monaco (160 km – 6 settembre). Come sempre il ritorno è stato percorso in pullman. Ci ha accompagnato un tempo sufficientemente clemente. Durante il viaggio, attraverso alcune testimonianze e incontri, abbiamo cercato di riflettere sul tema dell’obiezione di coscienza e sulla resistenza non violenta al nazismo. A Bolzano abbiamo incontrato il Sindaco e alcuni rappresentanti di realtà che svolgono un ruolo di educazione alla Pace. Le loro parole ci hanno ricordato la figura di Josef Mayr-Nusser (Bolzano 1910 – Erlangen 1945), uomo di fede nato nel capoluogo altoatesino in una famiglia di contadini. Fu arruolato forzatamente nelle SS, ma al momento di prestare il giuramento si rifiutò di pronunciarlo, per motivi di coscienza. Fu quindi processato e condannato a morte. Si tratta di un personaggio fino a pochi anni fa poco popolare fra i sudtirolesi, che lo consideravano per certi versi un traditore. Verso la fine del 1900 la sua figura è stata però rivalutata anche nei circoli più conservatori, nell'ottica di una tardiva ma sincera riflessione sulla compromissione di una parte dei sudtirolesi con il nazismo. La sua storia e la sua testimonianza di fede e di coraggio civile sono state raccontate dal giornalista bolzanino Francesco Comina. (Non giuro a Hitler, San Paolo, Cinisello Balsamo). Ad Innsbruck abbiamo sentito raccontare la storia di Franz Jägerstätter (Sankt Radegund 1907 - Brandeburgo sulla Havel, 1943), contadino cattolico austriaco obiettore di coscienza, venne giustiziato per essersi rifiutato di servire nell’esercito nazista. Nel suo testamento, prima di morire come vittima del nazismo, scrisse: “Scrivo con le mani legate, ma preferisco questa condizione al saper incatenata la mia volontà. Perché Dio avrebbe dato a ciascuno di noi la ragione e il libero arbitrio se bastasse soltanto ubbidire cie


Dalle Acli provinciali camente?”. La storia di Jägerstätter ci è stata presentata dal Vescovo di Innsbruck Mons. Manfred Scheuer, che è stato anche il postulatore della causa di beatificazione avviata nel 1997 e conclusa solamente nel 2007. E’ spontaneo chiedersi come mai così tanti anni. Talvolta anche la Chiesa ufficiale non appare limpida nei suoi atti e comportamenti. A Monaco abbiamo infine incontrato l’ esperienza della “Rosa Bianca”. La Rosa Bianca è stato un movimento composto da un gruppo di studenti (Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell, Willi Graf) ai quali si unì un insegnante (Kurt Huber) che si oppose in modo nonviolento al regime della Germania nazista. Operativo a Monaco di Baviera, il gruppo pubblicò sei volantini, che chiamavano i tedeschi a ingaggiare una resistenza passiva contro il regime nazista. Un settimo volantino non venne mai distribuito perché il gruppo cadde nelle mani della Gestapo. Tutti furono condannati a morte e ghigliottinati in tempi diversi nel 1943. Avevano formazioni e ispirazioni diverse, ma tutti amavano la libertà e il loro popolo e per questo ebbero il coraggio di contrastare il nazismo con le idee. Queste vicende ci sono state presentate da Wolfang Huber, figlio del professor Huber, che ha cercato di rappresentare l’attualità dell’azione della “Rosa Bianca” in un’Europa dove ancora rinascono movimenti che si rifanno al nazismo. Il nostro viaggio si è

Verso Monaco

concluso nel campo di concentramento di Dachau, dove abbiamo “incontrato” le storie di alcuni bresciani prigionieri del campo, come ad esempio Andrea Trebeschi. La sua esperienza ci è stata raccontata, con parole toccanti, dal nipote Antonio Trebeschi, Sindaco di Collebeato. Concludo con un interrogativo che deve interpellare la responsabilità di ciascuno: oggi in un contesto da terza guerra mondiale, come afferma Papa Francesco, ha senso parlare e praticare la non violenza e l’obiezione di coscienza come risposta ai conflitti individuali, locali ed internazionali? * uno dei ciclisti di Monaco

Mina vagante

Renzi, Brescia batte Cernobbio di Sandro Sandrini Domenica 7 ottobre si è tenuto a Cernobbio, sul lago di Como, l’annuale incontro denominato “Work shop Ambrosetti” dove rappresentanti dell’alta finanza e dell’industria s’incontrano per fare il punto della situazione economica-produttiva del Paese. Tradizionalmente a questo forum è presente anche il Presidente del Consiglio, oltre a vari ministri. Renzi, creando un profondo malumore nei suddetti personaggi, ha preferito presenziare a Gussago all’inaugurazione del nuovo stabilimento delle “Rubinetterie Bresciane” di Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria. Dice Renzi, nel discorso tenutosi in fabbrica: “Il governo non deve andare ai convegni, ma stare con chi si spacca la schiena per riportare l’Italia dove deve essere”. Gli fa eco Sergio Squinzi, presidente di Confindustria, pure lui presente a Gussago: “Quella di Cernobbio è solo una fiera delle vanità, io sono abituato a stare in fabbrica”. Questa scelta è stata chiaramente una presa di posizione ben precisa: snobbare il mondo delle grandi banche e stare vicino al mondo che produce e che crede nel futuro, investendo in innovazione e nel capitale umano. Speriamo che il mondo economico e finanziario dei “lustrini” faccia qualche riflessione autocritica.

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Dalle ACLI

Il lavoro non è finito di Stefania Romano *

Cortona è stata anche quest’anno la sede dell’Incontro di studi delle Acli nazionali. Nella bella sede del Centro convegni Sant’Agostino si è parlato di lavoro, di quello che non c’è ma ci dovrebbe essere, di quello che c’è ma potrebbe migliorare, perché il lavoro, nonostante tutto, non è finito. Il lavoro è stato smontato nei suoi diversi ingranaggi grazie al contributo della storia, della sociologia, del diritto, dell’economia, della filosofia, del mondo sindacale, imprenditoriale e politico. Molti gli strumenti di analisi, tanti gli spunti d’azione. Il nostro oggi si chiama consumismo. Non è un giudizio moralistico, ma un dato di fatto. “In fondo a tutti piace trovare le fragole al supermercato a dicembre” (Silvano Petrosino), eppure tutti sappiamo che è “contro natura”. Le fragole sono lì, belle e sode, grandi e coloratissime, e molti di noi pensano che ci vorrebbero proprio per decorare i piatti di portata o per completare il dessert nel cenone di Natale. Gli stili di vita sono trasversali, infatti anche la classe operaia è fatta di voracissimi consumatori. Ma come si fa a consumare senza lavorare per produrre? Principalmente usando i risparmi, il che significa distruggere il passato e compromettere la capacità di futuro. La crisi è percepita come una malattia: si pensa di guarire e fare ciò che si faceva prima. Ma forse questa è una prospettiva errata. Bisogna iniziare a co-

struire scenari diversi di futuro e di sviluppo. Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della produzione mondiale, nonostante la crisi. Allora la nostra crisi è tale perché non siamo abituati ad adattarci allo sviluppo degli altri paesi e alla redistribuzione? La questione della distribuzione delle ricchezze è una delle più rilevanti e dibattute. “Oggi è urgente più che mai rimettere la questione delle disuguaglianze al centro dell’analisi economica e tornare a porre le domande lasciate senza adeguata risposta” (Thomas Piketty, Il capitale nel XXI secolo). Le grandi imprese occidentali che oggi governano il mercato hanno coinvolto i lavoratori, hanno rimodulato la retribuzione (proporzionata alle responsabilità individuali), hanno puntato sulla formazione, hanno sviluppato tecniche efficienti che vogliono aggredire il mercato, aumentando il salario e gli standard per una vita più dignitosa. Oggi prevale la narrazione della crisi non delle sue opportunità, ma nel contempo, redistribuzione, reciprocità, collaborazione, co-progettazione stanno diventando i nuovi concetti di alcune importanti teorie economiche. La formazione ha un ruolo strategico, ma è necessario cambiare prospettiva perché sia davvero efficace e rispondente alle nuove esigenze del mercato e della comunità. Deve essere fatta in rete, coinvolgendo i principali attori di un territorio: ente locale, sindacato, impresa, università. Lo stimolo all' innovazione e alla ricerca deve essere sempre attivo. Soltanto con queste spinte si può realizzare l’obiettivo di lavorare bene per lavorare tutti. Tutti abbiamo da compiere una missione collettiva per raggiungere il progresso economico e sociale. È necessario rilanciare il seme della corresponsabilità in azienda, in politica, nella comunità. “Ogni tempo ci offre delle opportunità di crescita e di cambiamento. Dobbiamo compiere lo sforzo collettivo della speranza” (Marianna Madia). *capo redattore di Battaglie Sociali 15


Dal territorio

Fare teatro a scuola di Giuseppina Laurita * Venerdì 6 giugno, nel teatro dell’oratorio sant’ Angela Merici, è andata in scena la commedia musicale “Un Mandarino per Teo” di Garinei e Giovannini con musiche di G. Kramer. Lo spettacolo è il prodotto finale del laboratorio teatrale della scuola secondaria Tovini di via del Verrocchio. Si tratta di un progetto di ampliamento dell’offerta formativa che anche quest’anno ha incontrato notevole interesse tra i giovani appassionati: si è così potuta ricostituire (con qualche ricambio) la “compagnia teatrale” che aveva già lavorato con successo lo scorso anno. L’impegno e l’entusiasmo hanno accompagnato anche questa nuova avventura dal carattere ludico, ma nello stesso tempo densa di ricadute positive sul piano formativo e culturale. I ragazzi hanno potuto rivivere un’esperienza scolastica originale basata sulla condivisione e sul lavoro di gruppo e così nuove amicizie sono nate e altre si sono rafforzate. Con la recitazione, il canto e i balli i ragazzi hanno messo in gioco se stessi superando timidezze e paure, aprendosi agli altri ed esplorando nel contempo le proprie caratteristiche e le proprie potenzialità. Il lavoro è stato molto impegnativo, i partecipanti hanno acquisito nuove competenze riuscendo sempre a conciliare le attività teatrali con il normale percorso scolastico: il valore di ciò che veniva fatto diventava ogni giorno più evidente e soprattutto aumentava la consapevolezza che unità, complicità e collaborazione avrebbero garantito la felice conclusione dell’esperienza. È arrivato infine il gran giorno dello spettacolo: la sala è gremita, gli spettatori sono in attesa, gli attori dietro le quinte vivono momenti di ansia e di grande emozione… È un successo! Tutto va a meraviglia! I giovani interpreti ricoprono con bravura ruoli che in passato sono stati di gente di spettacolo del calibro di Gino Bramieri o di Milva! Tutti dimostrano di aver imparato a stare in scena alla grande, recitando la propria parte con espressività, mettendo in evidenza gli aspetti comici del testo e, nel caso di alcuni personaggi, cimentandosi anche a parlare con cadenza dialettale. 16

La storia si fonda su un quesito stranamente attuale: cosa sareste disposti a fare per i soldi? La risposta finale è quella che dovrebbe essere: siamo disposti a fare solo ciò che è moralmente giusto! Prima di arrivare a questa conclusione però il protagonista affronta molte tentazioni, sempre tormentato ed esitante fin quando la propria coscienza (rappresentata dalla ragazza di lui innamorata) non gli farà capire quali sono i valori veri della vita. Questi ragazzi-attori hanno dimostrato di essere straordinari e non si sono risparmiati: Samuele nel ruolo del protagonista; Luisella nel ruolo di Rosanella; Laura e Stefania, le zie; Federico nei panni di Ignazio; Andrea, nel ruolo del notaio-diavolo; Lorenzo regista televisivo e “stagnaro”; Vithey, nel ruolo del Cinese; Laura, l’attrice francese; Cristina, Martina e Claudia, le produttrici televisive; Chiara, l’angelo biondo; Jessica, Mariam, Alessandra e le altre ragazze nel ruolo importante delle sartine che hanno anche ballato, cantato e curato tutti i cambi di scena. Per le coreografie e per l’esecuzione dei balletti hanno collaborato due ex alunne, Chiara e Chiara, nonché una nostra affezionata ex collega, la prof.ssa Juliano, per i costumi; e come ogni anno ci siamo avvalsi del contributo di un appassionato di teatro, il signor Mostarda. L’impegno dei ragazzi della nostra scuola media costituisce senz’altro un momento qualificante della vita del nostro quartiere e come tale da far conoscere insieme alle altre iniziative della comunità. * insegnante scuola Tovini e regista dello spettacolo teatrale


I colori della nostra società

Ancora sbarchi… e naufragi di Dante Mantovani *

I profughi che arrivano sulle coste meridionali dell’Italia sono in continuo aumento e purtroppo non tutti riescono a raggiungerle perché muoiono in mare. Un fenomeno che provoca negli italiani reazioni diverse e spesso opposte. Chi si dà da fare per soccorrere i naufraghi ed offrire loro un’accoglienza dignitosa e chi, di fronte alle tragedie dei morti nel Mediterraneo, pensa, e spesso proclama: “meno gente da mantenere!”. C’è chi guarda a questi disperati con gli occhi della pietà e chi li guarda con gli occhi dell’odio. Chi li ritiene uomini e donne con la stessa dignità nostra e chi li vorrebbe trattare come essere inferiori da respingere come cani (se si può ancora usare questo modo di dire, dato che i cani sono oggi trattati come esseri umani… bianchi, ovviamente…). Forse non ci si rende conto che la stragrande maggioranza di queste persone, che sono sempre più donne con bambini e minori non accompagnati, fuggono da guerre fratricide, da guerre alimentate da noi occidentali, da armi costruite anche in Italia, da veri e propri genocidi, da bombardamenti, dalla fame e dalla miseria. Queste tragiche motivazioni che spingono alla fuga con la speranza di trovare un rifugio sicuro, dovrebbero provocare in noi lacrime di compassione e motivare solidarietà ed impegno per eliminare le cause del fenomeno. Invece anche alcuni sindaci “democratici”, scimmiottando quelli leghisti, si sono dichiarati contrari all’accoglienza anche di pochi profughi sul proprio territorio, anteponendo, ovviamente,

i voti dei propri cittadini al dovere dell’accoglienza: è un vero e proprio scandalo! Non ci siamo mai posti la domanda: perché noi siamo nati in Italia, a Brescia, a S. Polo… e non in Iraq, in Libia, in Siria, in Afghanistan…? E’ una pura fatalità/fortuna, un privilegio gratuito di cui dovremmo sentire gratitudine manifestando solidarietà con chi è stato meno fortunato. Di fronte a questo fatto qualcuno dice: “ma perché Dio permette queste disparità?”. Dio non c’entra nulla, Lui ha inviato suo Figlio per dirci che “il Regno è vicino”, che è nel mondo e dentro di noi, ma non si realizza miracolosamente; si rende presente solo se l’uomo lo fa emergere, se l’uomo lo costruisce seguendo la retta coscienza che è in ognuno. C’è anche chi, pur andando regolarmente in Chiesa e quindi professando pubblicamente la fede in Gesù Cristo (quello del Vangelo dell’amore), manifesta pensieri e comportamenti di ostilità nei confronti degli stranieri. Qui la cosa diventa ancora più grave perché in netta contraddizione con il Vangelo, a meno che si possa pregare Gesù Cristo trascurando il suo messaggio di amore universale…: in questo caso non siamo più nella sfera della fede, ma semmai in quella della devozione, della superstizione, della religione astratta. Infine una constatazione politica oltre che etica: accettiamo o comunque subiamo in silenzio la globalizzazione della finanza e dell’economia, la libera circolazione delle merci e vorremmo invece bloccare la libera circolazione degli esseri umani… siamo proprio al ribaltamento totale dei valori! * Presidente circolo Acli S. Polo

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I colori della nostra società

Se mi dai un pesce, mangerò un giorno… se mi insegni a pescare, non morirò di fame a cura di Laura Di Palma Claudia è una giovane studentessa universitaria che frequenta l’ultimo anno del percorso per la professione di ostetrica. Originaria di Brescia, vive a Mantova, dove frequenta i corsi. Il lavoro che ha scelto di fare è per lei una sorta di missione, intrapreso dapprima per il grande amore per i bambini e poi, per la voglia di essere un punto di riferimento importante per ogni donna. Claudia ama fare il suo lavoro e, tempo fa, ha avuto l’opportunità di recarsi in Africa, per un viaggio-studio in preparazione alla Tesi di Laurea. Dal 12 luglio al 14 agosto di quest’ anno, infatti, la giovane ha vissuto a Datcha, un piccolo villaggio del Togo, in Africa occidentale. «L'amore cambia le persone. Alcune persone cambiano il mondo.» Questo il leitmotiv del film “Amore senza Confini”, una pellicola del 2003 che narra la storia di una giovane donna che trova la sua ragione di vita nel volontariato, proprio in terra africana. E proprio dopo aver visto questo film, in Claudia inizia a esplodere la voglia di recarsi in Africa. Poi, un giorno, durante una lezione universitaria, Claudia e i suoi compagni ascoltano la testimonianza di una loro professoressa che ogni anno, con l’associazione Cuamm, si reca in Togo per offrire la propria opera volontaria; la giovane già precedentemente colpita, decide di interpellare la professoressa sulla possibilità di recarsi lei stessa in Togo. Con la sua mediazione, quindi, Claudia contatta suor Edith, che opera all’Hopital St Joseph di Datcha gestito dai padri Camilliani e dalle suore Canossiane, che da subito si dimostra felice di accoglierla; così, inizia l’avventura della ragazza in Terra d’Africa. A Datcha si lavora dalle 7.30 alle 14 (salvo urgenze); nell’ ospedale locale sono ospitati i reparti di radiologia, medicina, pediatria, maternità e chirurgia, ma la sanità concepita laggiù è ben diversa rispetto a quanto viviamo qui in Italia. Stanzoni con molti letti, lenzuola inesistenti, poca sterilità, macchinari vetusti. Eppure, al ritorno dal viaggio, la giovane affiderà queste parole al Web, per indicare come, nonostante la povertà dilagante, la vita in Africa sia davvero speciale: “Esperienza stupenda ed indescrivibile, adesso so cosa significa vivere cogliendo il massimo anche 18

Claudia con alcuni pazienti dall'azione più semplice… E' piacevole vivere in mezzo a persone tutte sorridenti e cordiali, che vivono tranquille, nessuno stress, nessuna fretta che colgono il meglio in tutto quello che fanno”. Con queste persone Claudia vive a stretto contatto per circa un mese e crea legami d’amicizia che durano oltre il tempo e le distanze. Un giorno, durante un confronto con un giovane anestesista locale, il dottor Doki Eya Pitassa, Claudia apprende che tra i numerosi volontari all’ospedale, non ci sono mai anestesisti. Il dottor Pitassa è volenteroso e vorrebbe imparare nuove tecniche per svolgere al meglio il suo lavoro e così la giovane gli propone di recarsi in Italia per uno stage all’ospedale Carlo Poma di Mantova. Prima di ripartire alla volta del Togo, il prossimo 20 dicembre, Claudia sta quindi cercando di organizzare al meglio il tutto e con il supporto dei suoi genitori, della Onlus “L’Altro Futuro” e di una serie di persone che hanno sposato questa causa, si sta dando da fare nell’organizzazione di eventi collaterali a Brescia, tra cui una lotteria, per pagare viaggio e permanenza al dottor Pitassa e acquistare materiali per l’ospedale africano.


Dal Circolo e dintorni

Podisti alla conquista di Budapest!! di Francesco Silini

Scherzi a parte, un gruppetto di nostri intrepidi podisti non ha conquistato la capitale magiara, ma hanno “solamente“ partecipato alla 29° SPAR BUDAPEST MARATHON, suddivisi sia nella RISKA Minimarathon (percorso di 7 km) che nella FLORA MARATHON RELAY (maratona a staffetta) disputate a Budapest l’ 11 Ottobre scorso. La corsa parte dalla Piazza degli Eroi luogo simbolo dell’Ungheria (nella piazza sono rappresentati gli Eroi che hanno dato vita alla nascita della nazione) e successivamente attraversa le zone più belle e di maggior interesse storico di Budapest, dalla stessa Piazza degli Eroi all’ Operà, dalla Sinagoga alla chiesa di Santo Stefano, dal fantastico Mercato alla ruota panoramica, dal Palazzo Reale alla Cittadella, dal ponte della Libertà al ponte delle Catene, dall’isola Margherita al Parlamento e il Danubio con il suo “traffico”. La caratteristica particolare della “Flora Marathon Relay“ consiste nel fatto che l’intero tracciato della maratona classica (distanza di 42,195 km) viene suddiviso in quattro frazioni, pertanto ogni team è costituito da quattro atleti che vengono organizzati in staffetta e predisposti nei vari settori di “cambio“ stabiliti lungo il percorso. La posizione di partenza e di cambio è in funzione delle performance comunicate all’atto dell’iscrizione.

Raggiunta la propria posizione inizia l’ attesa. Abbiamo visto crescere attimo dopo attimo la tensione che precedeva il “cambio“, vedere gli altri team che passavano il testimone, mentre tu cerchi affannosamente di avvistare il tuo cambio. L’adrenalina sale. il cuore impazza, poi eccolo è in dirittura, cambio al volo e via di corsa, spingi come un forsennato, il podista che c’è in te vuole dare il massimo, li vorresti superare tutti, vuoi recuperare un po’ di credibilità!!! Evviva Decoubertin!!! Ad ogni angolo del percorso stazionano numerosi complessi musicali che unitamente ai “tifosi“ incitano tutti i partecipanti ed in modo particolare quelli in difficoltà. Il serpentone si perde all’infinito, e noi, che siamo lì a spingere e sudare, assaporiamo il gusto e la sensazione di felicità che contagia tutti, ma proprio tutti. Raggiunto il punto di “cambio“ sei distrutto, ma immensamente felice e passi, molto volentieri, il testimone al tuo compagno: “Vai, fatti onore!!!!” Hai finito, ti meriti un giusto ristoro, ti rilassi, sei felice, ma ti attende il ritorno; dai, ricomincia a camminare con destinazione l’albergo, quanto dista? Credo 5-6 km , giusto per defaticare!!! Per tutti noi è stata una bellissima esperienza che ha unito la nostra passione per il podismo alla scoperta di realtà umane e storiche di cui poco sapevamo. Un’esperienza sicuramente da ripetere. Alcuni dati statistici: totale partecipanti 23.450 Partecipanti alla nostra corsa 5.100 concorrenti Alla Minimarathon 4.200 concorrenti Un cordiale e sincero ringraziamento al gruppo U.S. ACLI S. Polo che ci ha sostenuti. Il gruppetto: Vanoni Ugo – Galeazzi Galeazzo – Benini Luciano – Geroldi Elio – Silini Francesco. Perché non vieni anche tu alla nostra prossima trasferta? Datti una mossa, ti divertirai!!!! 19


Dal Circolo Acli e dintorni

E’ finita l’estate… di Angiolino Abrami * L’estate è finita, anche se è stata un po’ particolare, quindi il programma delle gare podistiche torna ad essere ricco e noi siamo pronti, con l’ entusiasmo che ci contraddistingue da sempre. Voi sarete di sicuro curiosi di spere come sono andate le nostre due gare di luglio!!! Eccovi accontentati… La ‘Vertical race” è stata nuovamente vinta dagli ormai famosi coniugi Fracassi: Dario con un tempo di 2’28’’, migliorando il tempo dell'anno scorso di 2 secondi e la signora Cristina Bonaccini in 3’09’’. Al secondo posto si è classificato, con soli 9’’ dal primo arrivato, il sig. Badini Cristian; di seguito tutti gli altri partecipanti per un totale di 75 concorrenti. In questa edizione della Vertical Race abbiamo avuto il piacere di ospitare anche atleti provenienti da province limitrofe come Cremona e Bergamo e a loro vanno il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine per il riconoscimento dato alla nostra particolare gara. Non si possono poi non ringraziare i giornalisti del Giornale di Brescia, di Bresciaoggi, e della TV locale Telettutto che hanno dato ampio spazio all’evento sportivo documentando i vari momenti della competizione inserendoli bene nel contesto di tutta la FestAcli. Nella seconda gara, il “XII Trofeo Fest’Acli S. Polo”, abbiamo avuto un calo di presenze dovuto forse al tempo non troppo clemente prima della partenza, ma anche alla concomitanza con la serata di chiusura del Grest all’oratorio: è mancata infatti soprattutto la presenza delle molte famiglie che generalmente offre alla gara un particolare tocco di allegria. La manifestazione si è comunque svolta nella massima serenità e nel giusto spirito agonistico. I 155 partecipanti hanno percorso i 5 e i 10 Km sotto un cielo minaccioso, ma il divertimento non è certamente mancato! Il gruppo vincitore per il maggior numero di iscritti alla gara è stato il gruppo “MoRo” seguito da “Corri x 20

Brescia”; durante le premiazioni con la consegna dei trofei, abbiamo voluto proporre un momento di raccoglimento in ricordo di due soci del nostro gruppo che purtroppo ci hanno lasciato, Comai Emilio e Begni Vincenzo. Dando a tutti il solito appuntamento per le nostre uscite, voglio ricordare che sono aperte le iscrizioni al gruppo podistico; la quota di partecipazione è di € 20,00 (compresa tessera US Acli Promocar e la tessera Brescia Running). Chi volesse avere ulteriori informazioni in merito, può contattare lo scrivente (cell. 3382616730). Vi aspettiamo…, a presto! * Presidente del Gruppo Podistico US Acli S. Polo


Dalle Acli

“Povertà e ricchezza, l'idolo del denaro” di Luciano Pendoli *

Un momento del pellegrinaggio dall’Eremo al Convento attraverso la bellissima foresta di Camaldoli

Le parole che Papa Francesco incessantemente rivolge ai cristiani sono una ricarica di spiritualità, ossigeno per il nostro impegno di Associazione che vuole essere di frontiera, come ricorda il Presidente nazionale Gianni Bottalico. Capace di essere luogo di formazione e di crescita per le nuove generazioni, per liberarle dai tanti idoli, per costruire una convivenza fraterna, concretamente poggiata su una nuova economia più rispettosa della dignità della persona. Nel suggestivo scenario di Camaldoli, carico di significati, abbiamo respirato questo clima intenso seguendo l’insegnamento del Vangelo, aiutati da P. Matteo Ferrari, monaco camaldolese. Seguire l’esempio di Gesù non è irraggiungibile, ma ci insegna a vivere in questo mondo e ci dice che imitarlo è possibile. L’umanità di Gesù ci aiuta a discernere il nostro quotidiano e dare senso alla nostra vita. La giornata di Gesù non è vuota, nemmeno frenetica; spesso noi gestiamo il nostro tempo come disagio, l’opposto di Gesù. Esplicito il titolo dell’incontro, “Povertà e ricchezza: l’idolo del denaro”. Un tema appropriato al tempo che stiamo vivendo e che abbiamo affrontato partendo dal difficile rapporto con il denaro, dentro una spiritualità laicale di ricerca della verità in un mondo smarrito dentro una crisi antropologica che ci affanna e ci porta a rincorrere falsi idoli. Don Leonardo Salutati, teologo e parroco, partendo dal concetto di proprietà privata ci ha ricordato

che il dominio è di Dio, ma che l’uomo ha il potere di utilizzare le cose. E’ lecito possedere, ma per il bene della comunità a fini sociali; non un diritto assoluto. E’ il concetto di disponibilità che diventa fondamentale quale vero diritto naturale da tutelare affinché tutti possano disporre di ciò che serve per vivere dignitosamente e liberi. La proprietà privata è lecita, necessaria alla vita umana se rimane strumento di attuazione della destinazione universale dei beni. La ricchezza è un fatto positivo, è dono di Dio, ha esordito la biblista Donatella Scaiola. Un invito a non isolarci dal contatto con mammona che è la personificazione dell’idolo denaro. A noi il compito di far penetrare nel mondo di oggi, così intriso di mammona, la logica di Dio che è dono. “Togliere sacralità al denaro in una realtà che non è solo economica per renderla nuovamente strumento di condivisione offerta alla comunità” è quanto ha affermato anche il filosofo Salvatore Natoli. L’idolo è un feticcio a cui gli uomini hanno dato un potere, ma è autoinganno. L’idolo ti seduce, ti schiaccia per il suo dominio. Il Dio d’Israele non ti schiaccia, ti sta davanti e ti aiuta a stare nel mondo. Anche oggi dobbiamo comprendere qual’è la volontà di Dio in un mondo “asservito al desiderio”. Siamo convinti che con il denaro possiamo comprare tutto, anche l’uomo, rendendolo schiavo. Entrare nel mondo di mammona per demolire un totem che eleva a virtù la povertà e giustifica disuguaglianze. Il problema non è aiutare i poveri, ma far diminuire la povertà e creare le condizioni e le opportunità per lo sviluppo di tutti. La dimensione della ricchezza assume così il suo vero senso, segno esteriore della grazia di Dio. Le Acli devono riscoprire la dimensione feriale, tempo difficile da praticare, ma necessario se vogliamo far crescere le opportunità per ogni persona. Il quotidiano può essere un tempo fertile se si riesce a riconciliare idealità e materialità. Gesù ci insegna ad essere uomini autentici ed autorevoli mediante le parole e le azioni, nella vita quotidiana. * Vice Presidente Provinciale Acli Brescia

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Dal territorio

L’attività dello “Sportello dei Reclami e delle Proposte”

Riconosciuto dal Comune di Brescia

a cura di Gianni Rossini

Problemi segnalati allo “sportello”

Segnalazione agli uffici competenti

Risposte ricevute e problemi risolti

Agli inizi del mese scorso ci è giunta segnalazione della presenza di una notevole quantità di residui di amianto tra il materiale edile scaricato abusivamente in un’area adiacente la linea ferroviaria, in fondo alla via Gussago.

Abbiamo avvisato il competente settore Verso il 20 di luglio l’intervento è stato effettuato. di A2a, per la rimozione. Dopo il sopraluogo effettuato, ci è stato comunicato che, previa individuazione dell’ente proprietario dell’area in questione ed in accordo con lo stesso, si provvederà di conseguenza.

Dalla via Allegri è stato segnalato che ormai da mesi risultavano invisibili le strisce dell’attraversamento pedonale alla confluenza sulla via Verrocchio, nei pressi della farmacia.

Constatata la pericolosità di tale situazione per tutti i pedoni che accedono al porticato dei negozi ed attività varie, abbiamo scritto in data 29/01/2013 all’assessore alla mobilità e traffico. L’intervento, promesso per il mese di aprile 2013, non è stato effettuato. Ultimamente abbiamo quindi informato della necessità di intervento sui cipressi del cimitero di San Francesco, colpiti dalla processionaria; di completare la pulizia di un breve tratto di fascia verde a Sanpolino; di affrontare in modo deciso e definitivo il danno provocato ai marciapiedi ed ai giardini privati dalle radici dei pioppi: soprattutto in più punti di via Verrocchio. Con lettera del 17 maggio abbiamo informato il settore verde e parchi comunale, chiedendo una verifica ed il conseguente intervento.

Dopo che il settore verde e parchi ha provveduto a completare lo sfalcio e la pulizia delle aree prospicienti il tracciato metrobus, sono state ancora diverse le richieste pervenute a proposito di situazioni attinenti la competenza dello stesso comparto.

Alcuni residenti ci hanno chiesto di segnalare la pericolosità del marciapiede che, attraverso l’area verde, va dal civico n. 76 al 108 della via Allegri.

Il 10 ottobre abbiamo ripetuto la richiesta al nuovo Assessore. Del 9 dicembre la risposta che l’esecuzione è stata inserita tra le prime poste sotto attenzione.

Ci è stata assicurata la massima disponibilità a considerare le segnalazioni tra le priorità di intervento. A fine settembre risultano effettuati gli interventi sui cipressi e completata la pulizia a Sanpolino.

Siamo in attesa di riscontro da riferire.

Sempre con lettera del 17 maggio abbiamo segnalato come i rami delle piante si sono abbassati tanto da impedire il passaggio anche ai pedoni di bassa statura, mentre le radici hanno sconnesso, pericolosamente ed in più punti, la pavimentazione di autobloccanti. Alcuni residenti nelle vie Bramante e In data 2 luglio abbiamo interessato il Allegri hanno richiesto una diversa competente settore di a2a. dislocazione o il posizionamento di nuovi cassonetti per la raccolta dei rifiuti.

A Settembre si rileva che, dopo la potatura, la conseguente agibilità per i pedoni è stata ripristinata. Permane la necessità di sistemare la pavimentazione, come richiesto.

Un residente ha segnalato un percorso parallelo alla via Maggia, di circa un chilometro, da tempo ben tracciato e mantenuto, che potrebbe diventare, con minima spesa, un tratto importante di pista ciclabile. Basterebbe infatti raccordare il tutto alla via stessa.

Lo scorso 28 aprile l’assessore Manzoni ci ha informato che il completamento era previsto all’ interno di una convenzione urbanistica stipulata con Alfa Acciai alcuni anni fa. Siamo quindi in attesa di informazioni da quest’ultimo settore. Riferiremo.

Anche dalla via Robusti ci è giunta una richiesta di intervento, circa il percorso pedonale che corre lungo tutta la via.

E’ del 14 ottobre 2012 la richiesta all’Assessore ai lavori pubblici e del 29/1/2013 quella all’assessore competente alle piste ciclabili. Questi ha risposto che per il mese di giugno 2013 il tutto sarebbe stato sistemato. In assenza di intervento il 10 ottobre la richiesta è stata riproposta.

Dopo alcuni giorni e compatibilmente con la disponibilità di spazio delle rispettive aree, i cassonetti sono stati sistemati. Come richiesto.

Lo “Sportello dei reclami e delle proposte” è aperto tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 18.30 in via Cimabue 271, Sala S. Alessandro a fianco del Circolo ACLI 22


La politica

Lavoro, riforma di che? di Fabrizio Molteni *

Di fronte alla drammatica situazione del mondo del lavoro, il governo Renzi prova a dare una risposta con l’ormai famoso “Jobs Act”, tradotto in una legge delega con la quale il Governo chiede al Parlamento il via libera per riscrivere le norme che governano il mondo del lavoro. Considerandone la portata e l’importanza, partendo dallo strumento utilizzato per attuarla, si può muovere una critica preliminare. Secondo alcuni, infatti, la delega al Governo esautora sostanzialmente il Parlamento, conferendo all’esecutivo il potere legislativo, proprio delle Camere. Un’ulteriore critica si innesta sul contenuto della richiesta di delega, talmente vaga e generica che taluni l’hanno definita una “delega in bianco”. Venendo ai contenuti – pur consapevoli che siamo nel campo degli annunci… – dopo che con il decreto Poletti, nella primavera scorsa, si erano toccati aspetti piuttosto marginali in merito all’apprendistato ed al contratto a tempo indeterminato, ora si affronta la vera sostanza della riforma del lavoro. Al di là dei singoli interventi che verranno previsti nel testo del decreto delegato ed al di là del fatto che il contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma a tutele crescenti, viene individuato quale forma contrattuale privilegiata – per contro, però, vi sarà un’ulteriore restrizione del campo di applicazione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori, quello che si applica ai licenziamenti – vediamo le intenzioni di fondo del Governo. Con la riforma si vuole proporre un modello che passi dalla job property – il sistema oggi in vigore,

una sorta di diritto di proprietà del proprio posto di lavoro alla flex security – rozzamente, la possibilità per le imprese di avere libertà nei licenziamenti e per il lavoratore di ottenere un indennizzo, un sostegno al reddito ed una facilità nel trovare un altro lavoro. Quindi, non ci sarebbe la difesa di un o di quel posto di lavoro, ma del lavoro. Come non essere d’accordo, in linea di principio? A titolo esemplificativo di tale sistema, però, vengono sempre citati i modelli scandinavi ed il mercato del lavoro tedesco, che rispetto al nostro hanno la (non) piccola differenza di funzionare… Inoltre, quella che viene proposta è la seconda riforma del mercato del lavoro nel giro di due anni senza contare gli interventi precedenti - che non tocca il nodo cruciale della questione, ovvero la creazione di lavoro, ma agisce sul piano normativo, quando è risaputo che non si crea lavoro per decreto ma costruendo un “sistema Paese” che favorisca l’occupazione. Pensiamo, ad esempio, all’utilizzo dei fondi europei, a quanto non utilizziamo e, letteralmente, sprechiamo. L’Italia non ha ancora impiegato una parte dei Fondi assegnati dall’Europa, che andranno persi se non verranno spesi entro la fine del 2015. Due numeri per dare un’idea: si tratta di 15 miliardi di euro complessivi; per Pompei ce ne sono stati assegnati 105 milioni e ne abbiamo spesi 1,5! Postilla sulla riforma in generale e sulla questione dell’art. 18 in particolare. Come aclisti, anche in un frangente difficile e complicato come l’attuale, su tale punto non possiamo avere una visione esclusivamente economica. Citando Zagrebelsky, “quando si mette un lavoratore di fronte ad una somma di denaro in cambio del lavoro, si viola il significato costituzionale del lavoro e la dignità del lavoratore, come se il suo lavoro non fosse anche qualcosa che vale per lui”. * responsabile lavoro presidenza provinciale Acli

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In prima persona

IL CARRETTINO DEI MARABOLA’ a cura di Beppe Pasini Tanti anni fa la strade del nostro quartiere erano impolverate e piene di buche, i camion andavano a carbone e i bambini vivevano all’aperto lunghe estati che non finivano mai . A San Polo in quel tempo nascevano le prime attività estrattive, le cave, che negli anni successivi avrebbero dato da lavorare a tante famiglie. Tra i bambini ci si ingegnava con poco per costruire poveri giocattoli recuperati dagli scarti. Bastava a volte un vecchio cerchio di bicicletta o quattro assi per trascorrere l’infanzia. E non era solo per giocare! Carlo Cassini, storico abitante del nostro quartiere racconta di quella volta che bambino, lui e un amico subirono un furto al prezioso carretto che serviva per raccogliere un po’ di soldi… Da bambino abitavamo vicino alla salumeria a San Polo vecchio nel palazzo di Bonetti. Quando mia madre mi mandava a far la spesa per prender l’olio o qualcosa da mangiare, io prendevo il mio cerchio della bicicletta con una manettina a ‘U’ per reggerlo in equilibrio, e via a giocare! Alle tante il fratello di mia madre, mio zio, aveva portato a casa i cuscinetti a sfera e mi fece un carrettino col quale giocavamo per la strada che a quel tempo non era ancora battuta . Cominciavano infatti a fare le prime cave. Ricordo che un giorno venne uno col camion che andava a carbonella. Erano proprio come treni: vicino al posto del guidatore avevano la caldaia. Il carbone dava la forza per mettere in moto il motore e poi partire. Una volta io e mio cugino per la paura, ci spostammo a fianco della strada per far passare il camioncino. L’autista scese e ci portò via il nostro carrettino buttandocelo sul camion! Che dispiacere e come piangemmo! Quant pianser! Era l’unico giocattolo che avevamo , non c’era altro. Sulla curva per

andare alla fabbrica, c’erano tante piante di frutta, lo usavamo per andare a raccogliere i marabolà che sono delle prugne non tanto grosse e buonissime. Li mettevamo in tre cesti e poi andavamo a venderle. Il guadagno lo davamo alla mamma. Quando son partito per il servizio militare feci 18 mesi esatti. Era il 1956. Sono andato a Casale Monferrato e poi a Novi Ligure. Sono diventato sergente e ho finito la ferma. La vita militare mi piaceva proprio. Un giorno il colonnello chiamò noi quattro caporali maggiori per proporci di diventare allievi sergenti . Se volevamo rimanere ci avrebbero mandati a Spoleto a fare 6 mesi di corso e poi dove avremmo voluto. Io ero tentato di accettare ma invece non sono andato anche per via dei miei genitori che erano anziani . Non aver continuato la carriera militare fu un grosso sbaglio che ho fatto…. Quando tornai dalla naia andai a lavorare all’Esperia che era una ditta in via Chiusure che faceva arredamenti per bagno dopodiché andai all’ATB fino alla pensione.

è anche sul sito del Circolo Acli S. Polo all’indirizzo

www.aclisanpolo.it

Sul sito troverai anche tutta l’attività del circolo Acli e anche altro 24


In ricordo di…

Giacomo Formisano a cura del Circolo Acli S. Polo Sicuramente molti l’avranno conosciuto co me “l’uomo della sorveglianza diurna della FestAcli”. Infatti da molti anni Giacomo Formisano, durante la FestAcli S. Polo, arrivava puntuale (anzi, spesso in anticipo) alle cinque di mattina a dare il cambio a quelli della notte per permettere loro di dormire qualche ora in più. Dopo un breve stacco per il pranzo a casa con la moglie, era di nuovo al suo posto fino all’arrivo dei primi volontari per la predisposizione della serata. Un servizio impegnativo dal punto di vista delle ore dedicate e per il quale non sarà certamente semplice trovare un sostituto. Giacomo ci è venuto a mancare improvvisamente l’11 settembre scorso lasciandoci tutti attoniti. L’avevamo incontrato al circolo negli ultimi giorni allegro e pimpante come sempre e per questo la notizia della sua morte ci ha lasciato quasi increduli. Giacomo è vissuto parecchi decenni a S. Eufemia, proveniente dalla Valle Sabbia, sempre presente nelle attività della sezione del PCI e soprattutto in occasione delle grandi feste dell’Unità che quella sezione organizzava ogni anno. Da lavoratore metalmeccanico ha sempre militato nel sindacato. Da quando è nato il circolo Acli si è iscritto ogni anno manifestando una particolare sensibilità nei confronti della giustizia sociale, dell’uguaglianza tra tutte le persone, della pace, cioè dei valori che le Acli hanno inscritti nel proprio Statuto. Al bar del circolo Acli si avverte, nelle prime ore del mattino in cui era regolarmente presente, la sua immancabile serenità e la sua pungente ma discreta ironia. Tutti gli amici del circolo Acli lo salutano con tanto affetto e lo ringraziano per il servizio svolto. Lo affidiamo alla grande misericordia del Padre Celeste.

Dal territorio

Puliamo la "Cimabue", i cittadini protagonisti dalle news del Comune Prendersi cura del luogo in cui si vive può avere ricadute positive su tutta la comunità. Questo è il principio ispiratore di “Puliamo la Torre Cimabue”, l’iniziativa avviata il 12 settembre che l’amministrazione comunale ha messo in campo con la collaborazione delle associazioni del territorio. L’idea, innovativa, viene dalla pratica giapponese del “sojido”. I cittadini diventano protagonisti attivi e si adoperano nella pulizia e nella sistemazione del proprio quartiere. “Puliamo la torre Cimabue” si pone l’obiettivo di dare vita a un gruppo di persone disponibili a prendersi cura del fabbricato, rinforzando i servizi esistenti e proponendo attività di carattere aggregativo e ludico per costruire legami sociali tra i residenti. A seguito di un incontro preliminare con gli abitanti e le associazioni coinvolte, sono state raccolte le adesioni di una ventina di persone che si occuperanno di pulire il giardino e le parti esterne alla torre. Successivamente, i volontari tinteggeranno una porzione delle parti comuni (6/7 piani). L’auspicio è che queste iniziative di cittadinanza attiva diventino sempre più frequenti e vengano ripetute con cadenza fissa in base alle necessità del momento. Alle operazioni di pulizia del parco di venerdì 12 settembre erano presenti il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, l’assessore alla Rigenerazione urbana Valter Muchetti, il responsabile dell’ufficio Sicurezza Urbana commissario aggiunto Pietro Boccamazzo, il responsabile del servizio Sicurezza Urbana Luca Iubini, il presidente dell’Aler Ettore Isacchini, il consulente dell’assessorato alle Politiche per una città sicura Carlo Alberto Romano e il referente del Settore Movimento Brescia di Aprica Spa Andreino Ruggeri. Collaborano al progetto A2A, Casa delle Associazioni, cooperativa sociale La rete, cooperativa sociale Aesse, cooperativa sociale Cauto, il gruppo Eva, l'associazione Fuji, Agesci/Scout Brescia 7, il circolo Acli San Polo, la Parrocchia S. Angela Merici e il nido MagicoMondo.

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La cultura “LA POESIA E’ L’ UNICA PROVA CONCRETA DELL’ ESISTENZA DELL’ UOMO” Luis Cordoza y Aragòn poeta di La Antigua - Guatemala

IL TOPO DI BIBLIOTECA

di Ernesto Paroli “l’unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya… E’ dentro di noi.” Tiziano Terzani

VERSO LE ORIGINI La risalita alle fonti del Gange. Un pellegrinaggio, un viaggio di iniziazione verso la bellezza, verso l'unicità della natura con la condivisione della gioia e del dolore. Fra sogni e cortocircuiti della memoria, fra la scoperta di sé e la perdita di sé, l'avventura di un "pellegrino" speciale. Ma questo non è “solo” un resoconto di viaggio: è molto di più. Come i grandi fiumi di cui si cercano le sorgenti, tutto confluisce in questo Grande Viaggio: amicizia, infanzia, luoghi, incontri, persone. E le storie sentite, quelle ascoltate spesso con distrazione, i racconti di un grande padre innamorato del mondo, le suggestioni, le riflessioni mentre si cammina con fatica su un sentiero di montagna, gli incontri; tutto ciò che fa quotidianamente parte della vita viene percepito e vissuto intensamente durante il cammino per raggiungere le sorgenti e le confluenze del Gange nell’India del Nord. Nel novembre del 1999 Giuseppe Cederna parte, con alcuni amici, per il Nord-Ovest dell'India. La loro meta è un pellegrinaggio hindu verso le sorgenti del fiume sacro per eccellenza, il Gange. Le guide ideali, come in ogni grande viaggio di iniziazione, sono una serie di coincidenze, letture, mappe, personaggi letterari (soprattutto l’indimenticabile Kim di Kipling) e poi persone in carne e ossa, nonché memorie e sogni. Giuseppe e i suoi amici percorrono in auto e a piedi la via delle Sorgenti e delle Confluenze. E, al ritorno a Delhi, ha un appuntamento con l'amica Paola. Non l'ha seguito ma, alla fine di un suo viaggio parallelo in Kosovo, lei sarà là ad aspettarlo. Questo l’accordo e l'attesa. Questa la premessa di un dolore che attende. Il grande viaggio, dunque, è un racconto in cui si fondono lo stupore del cammino dentro una natura che ancora si manifesta come ignota e miracolosa, mitica come le cime vertiginose che sovrastano i viandanti, con gli dei che le abitano, le acque purificatrici dei fiumi che da esse scaturiscono e scendono a dare conforto a moltitudini di diseredati, col mistero del trascolorare dei momenti di intesa con persone or ora incontrate, il trotto del mitico leopardo delle nevi, forse apparso o forse no, e gli incontri straordinari, nomadi ed eremiti, ma anche con i movimenti che si battono contro le grandi dighe e per la conservazione degli equilibri naturali. E dopo, la riconquista di una dolcissima vicinanza al sé più profondo e alle immagini dell'infanzia, ai monti della Valtellina, alla casa di famiglia, alla figura del padre che torna dalla notte, forse per un passaggio di testimone. Un libro emozionante, visivo, spirituale. Un libro speciale come il "pellegrino" che lo ha scritto. Nel racconto, fra e là appaiono immagini, segni grafici, stilizzati profili di catene montuose, foto di famiglia, biglietti ferroviari, santini, fogli vergati da mani amiche. Come i segni che incontriamo sul sentiero o che lasciamo talvolta inconsapevoli e che, chissà, qualcuno potrà raccogliere, sono le tracce che ciascuno insegue nel suo viaggio. Giuseppe Cederna figlio di Antonio Cederna, grande giornalista, oltre che attore di cinema e teatro, noto al grande pubblico per film come "Marrakesh Express" e "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores, è un viaggiatore ed è un notevole scrittore di viaggio. Da anni collabora con l'inserto Viaggi de La Repubblica, I Meridiani, L'Espresso e Gente Viaggi.

Giuseppe Cederna - IL GRANDE VIAGGIO - Feltrinelli 26


Seconda festa al parco delle cave: un evento felice Sabato 20 e domenica 21 settembre scorsi, la seconda Festa del Progetto e delle Associazioni nel Futuro Parco delle Cave ha rinnovato con successo un appuntamento gradito. Quest’anno al “Parco delle cave: bene comune” si è voluto coniugare il tema: “IMPARARE SEMPRE”. Le ragioni della scelta sono molteplici e valide. Per favorire crescita e coesione sociale occorre promuovere l’abitudine di imparare nel maggior numero possibile di cittadini e cittadine, sapendo che: • la conoscenza è intrecciata alla nostra esistenza; l’abbiamo sempre sentito dire che “si impara tutta la vita”. • ogni tipo di sapere ha la sua dignità, non esistono saperi di serie A o B. • è importante prepararsi a vivere vite più lunghe e più fluide; l’invecchiamento è un cambiamento per tenere assieme le tante vite che siamo. Inoltre imparare non è un accumulo di saperi, circoscritto in certe fasi della vita e finalizzato al lavoro, ma assomiglia più a: vivere con la testa aperta, tenersi in esercizio, mettersi in gioco, dis-abituarsi…. Se mai lo avessimo sperato (e visto il tempo meteorologico di questa pazza estate avevamo dei timori) possiamo oggi dire che è stato davvero un evento felice, migliore sotto molti punti di vista rispetto allo scorso anno. Tremila presenze ai Laghetti Fipsas e oltre 300 ai laghetti delle Canoe sono un risultato davvero meraviglioso. Si è ampliata la partecipazione “attiva” delle associazioni (quest’anno erano circa 90 le associazioni presenti) all'organizzazione e realizzazione degli eventi che si sono susseguiti, al punto da far sembrare il luogo della Festa “incapace” di contenere e valorizzare tutto quanto veniva proposto. Tutte le attività previste si sono svolte con moltissima partecipazione e sono state gradite e apprezzate, ma ciascuna di loro poteva essere “evento unico”, vista la qualità delle proposte. Importantissimo e significativo lo spazio dedicato ai due Istituti Comprensivi del territorio (EST 1 e EST 2), presenti con oltre 400 ragazzi che hanno svolto lavori di ricerca naturalistica, di orientamento, di narrazione con momenti teatrali e musicali indimenticabili. Gli studenti dell'Istituto Artistico Olivieri, presenti in massa con i loro insegnanti, hanno offerto piacevoli emozioni con le loro opere artistiche: simpatici e coloratissimi pesci guizzanti fuor d’acqua e una fantasiosa installazione galleggiante. Non sono mancate le autorità (Sindaco e Assessori), sollecitati a brevi interventi agli speak corners. Particolarmente significativo l’evento della III


mattina di domenica, con i vertici regionali delle quattro associazioni partners (Auser, Acli, Anffas e Uisp), e le testimonianze a confronto su diversi progetti di inclusione sociale in corso in Lombardia; il tutto animato da avvincenti intermezzi teatrali. Ora si pensa alla terza festa nel 2015, anche se il progetto “Il quartiere come bene comune” sarà già concluso. Compete a tutti (ciascuno per la sua parte) fare in modo che questa esperienza non si chiuda qui, ma che questi anni di lavoro comune non siano che i primi di una lunga serie di Eventi condivisi, partecipati, programmati al fine di migliorare il lavoro di Rete e la collaborazione tra le Associazioni che operano in questo vasto territorio. E' molto importante che le Associazioni si sentano protagoniste di questo risultato di grande partecipazione e desiderino continuare in uno sforzo comune per iniziative future, anche in vista della scadenza di impegno democratico della nostra città: le elezioni dei Consigli di quartiere.

GRAZIE A TUTTE LE 3.300 PERSONE E ALLE ASSOCIAZIONI E ISTITUZIONI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA RIUSCITA DELLA FESTA CON IDEE, ESPERIENZE ED ENTUSIASMO!

14 dicembre 2014, elezione dei Consigli di Quartiere Ormai è ufficiale: le elezioni dei nuovi Consigli di Quartiere si terranno domenica 14 dicembre. È un appuntamento importante per il futuro della nostra città in materia di partecipazione dei cittadini, di qualità della politica amministrativa, di trasparenza nelle scelte strategiche del Comune. Crediamo che le tante associazioni che animano il progetto “Il quartiere come bene comune” non possono che esprimere soddisfazione per la strada intrapresa perché hanno sempre sostenuto, nelle azioni intraprese in quasi tre anni di attività, che una partecipazione attiva dei cittadini non può che crescere in realtà territoriali piccole nelle quali i cittadini si riconoscono e si identificano: il quartiere è appunto la dimensione che maggiormente presenta queste caratteristiche. Le modalità per la elezione dei consigli sono innovative perché: - prevedono una lista unica escludendo quindi liste di partito

IV

- introducono il voto attivo e passivo per gli stranieri residenti in città da almeno cinque anni - allargano il voto anche ai sedicenni. Molte associazioni presenti a S. Polo si sono già attivate per realizzare insieme una capillare informazione nei confronti dei cittadini e per stimolare un’ampia partecipazione sia alle assemblee che, soprattutto, alle elezioni. Il 3 novembre si terranno infatti assemblee in ciascun quartiere, convocate dalle associazioni per informare la popolazione sul significato dei Consigli di Quartiere e sulle modalità di elezione. Sui compiti da assegnare ai nuovi organismi della partecipazione si è già avviato un dibattito che continuerà anche dopo le elezioni. Non potranno essere compiti direttamente amministrativi perché la legge non lo consente; non sarà un ruolo eminentemente rivendicativo come lo furono i Comitati di Quartiere negli anni ’70. I ruoli dovranno riguardare la partecipazione nella scelta delle priorità di intervento sul territorio di competenza, la formulazione di proposte


per il miglioramento della vita nel quartiere, la partecipazione alla co-progettazione nella ricerca delle soluzioni nei vari ambiti; tutto questo coinvolgendo al massimo i cittadini residenti nel quartiere. Diamo atto alla maggioranza che sostiene il Sindaco e la Giunta Comunale di avere espresso coraggio nell’introdurre questi organismi in un periodo

di massima sfiducia dei cittadini verso la politica e di tensione partecipativa ridotta ai minimi termini. Inoltre auspichiamo che in tutta l’amministrazione comunale possa prevalere responsabilità e volontà effettiva di promuovere partecipazione e cittadinanza attiva nella nostra città.

Le norme principali della delibera del Consiglio Comunale Cosa sono i Consigli di Quartiere? I Consigli di Quartiere sono consulte territoriali, ossia organismi cui saranno affidate funzioni consultive, propositive e di promozione di cittadinanza attiva per favorire la partecipazione civica e il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine nelle scelte dell’ Amministrazione Comunale.

Quali sono gli organi del Quartiere? Gli organi del Quartiere sono: l’Assemblea di Quartiere, il Consiglio di Quartiere e il Presidente del Consiglio di Quartiere.

Quali sono le funzioni dei Consigli di Quartiere? I Consigli di Quartiere svolgeranno: -

funzioni consultive: è previsto che, in occasione della predisposizione del bilancio di previsione del Comune o di provvedimenti di particolare rilevanza, i Consigli di Quartiere possano essere consultati dalla Giunta comunale, singolarmente o in forma aggregata. Ai Consigli di Quartiere spettano, infatti, funzioni consultive sulle scelte di programmazione comunale e sui servizi di competenza comunale di rilevanza di quartiere.

-

funzioni propositive: i Consigli di Quartiere svolgono un ruolo di analisi e di individuazione delle problematiche presenti nei diversi Quartieri; possono presentare proposte che riguardino tematiche connesse al territorio, alla popolazione e ai servizi comunali, in particolare nei seguenti ambiti: servizi alla persona, alla famiglia e alla comunità; servizi culturali e sportivi; servizi educativi; servizi zonali di comunità; infrastrutture di zona; servizi di trasporto pubblico; tematiche economico-sociali; tematiche ambientali. Le proposte formulate dai Consigli di Quartiere sono trasmesse al Responsabile del Settore Partecipazione e Territorio, che le inoltra al Presidente del Consiglio Comunale, al Sindaco, agli Assessori, in base alle rispettive competenze. E’ previsto un motivato riscontro entro 30 giorni dal ricevimento della proposta; termine esteso a 60 giorni, in caso di proposte di maggiore complessità, riguardanti la programmazione.

Cosa sono i Gruppi tematici? Il Consiglio di Quartiere può organizzare i propri lavori in Gruppi, distinti per aree tematiche (ambiente, servizi sociali, istruzione, mobilità, cultura…), di cui possono far parte non solo i consiglieri di Quartiere, ma anche cittadini, rappresentanti di associazioni, di organizzazioni di volontariato e di comitati attivi nel territorio del Quartiere. Tali Gruppi hanno il compito di elaborare proposte tematiche da sottoporre al Consiglio di Quartiere. III


Come si presenta la propria candidatura? E’ prevista l’autocandidatura, corredata da una breve presentazione scritta e da un numero minimo di 10 firme di residenti nel quartiere. Le candidature possono essere depositate - dalla data di indizione delle consultazioni fino alla data in cui si tiene l’Assemblea di Quartiere – presso gli Uffici decentrati di zona o presentate durante la seduta dell’Assemblea di Quartiere stessa. Le 10 firme devono essere raccolte su apposito modulo scaricabile dal sito internet del Comune di Brescia o ritirabile presso gli Uffici decentrati di zona.

Gli eletti saranno un costo per l’ Amministrazione Comunale? No, poiché i componenti dei Consigli di Quartiere e il Presidente svolgeranno le proprie funzioni a titolo gratuito, senza oneri per il Comune di Brescia, non essendo prevista alcuna forma di compenso o di rimborso spese.

Come si vota? Si vota sulla base di una lista unica di candidati (assenza di simboli di lista o di partito), composta da un numero di candidature almeno pari al numero dei Consiglieri da eleggere, aumentato del 30%. All’interno dell’unica lista di candidati si esprime una sola preferenza; si possono esprimere due preferenze solo se relative a candidati di sesso diverso. La Giunta comunale prende atto dei risultati delle consultazioni e procede alla nomina dei Consigli di Quartiere.

Per i quattro Quartieri di S. Polo… Numero dei consiglieri da eleggere: S. Polo Case S. Polo Parco S. Polo Cimabue Sanpolino

7 consiglieri 7 consiglieri 9 consiglieri 5 consiglieri

Scadenze: Lunedì 3 novembre ore 20,45 assemblee convocate dalle associazioni del territorio: S. Polo Case: Sala Civica di via Sabbioneta 14 S. Polo Cimabue: Sala della Comunità parrocchia S. Angela M. via Cimabue 271 S. Polo Parco: Sala Civica - via Raffaello 167 (Cascina Aurora) Sanpolino: Sala “Punto incontro young” – Corso Bazoli 17 Venerdì 14 novembre ore 20,30 assemblee convocate dal Comune per candidature S. Polo Case: S. Polo Cimabue: S. Polo Parco: Sanpolino: IV

Sala Civica - via Sabbioneta 14 Casa delle Associazioni - via Cimabue 16 Sala Civica - via Raffaello 167 (Cascina Aurora) Sala Civica - piazzetta Ragni 1


La cultura

Per sentito dire…

di Ernesto Paroli

E’ IL CINEMA, BELLEZZA “Ho dimenticato più uomini di quante donne tu ricordi” Joan Crawford in “Johnny Guitar” 1954

GOTAN PROJECT – LA REVANCHA DEL TANGO - CD Stavolta si parla di tango con un gruppo franco-argentino. C’è il bandoneòn (la piccola fisarmonica argentina), le percussioni, la chitarra, talvolta la voce ed alcuni nuovi strumenti musicali in una curiosa miscela tra vecchi strumenti come appunto il bandoneòn e basi ritmiche e armoniche tipiche della musica elettronica quali i campionatori e altre diavolerie attuali. Il risultato è un album raffinatissimo ma assai sconcertante, ossessivo e lirico, ipnotico, a volte pare quasi alieno nelle sue sonorità ma sempre meravigliosamente coinvolgente perché il tango è sempre il tango. IO STO CON LA SPOSA – di Gabriele Del Grande e altri -- Film – al cinema Un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio che racconta i sogni e le storie di cinque palestinesi e siriani in fuga e di “speciali” contrabbandieri. Storia in presa diretta, realmente accaduta l’anno scorso sulla direttrice Milano-Stoccolma. Documentario, azione politica, film fantastico e reale che guarda con sguardo nuovo senza vittimismi e commiserazioni il tremendo mondo dei profughi che attraversano il Mediterraneo per inseguire il loro sogno di riscatto. Presentato al recente Festival di Venezia, ha riscosso un notevole plauso. Nando Dalla Chiesa – I FIORI DELL’OLEANDRO – Melampo I fiori dell'oleandro sono qui le tante donne sconosciute che si battono per una giustizia generosa verso i deboli e per chi ha visto calpestati i suoi diritti. Le donne che in veste di avvocato, giornalista o architetto, sindaco o militante dell'antimafia, creatrice di cooperative o barista o studentessa, scienziata o operaia, cantante o stagista, suora o professoressa o viaggiatrice misteriosa, comunicano a chi è sopraffatto dalle immagini di un paese indecente un'altra idea dell'Italia che regala serenità, un senso profondo di decoro morale, il piacere di scoprire che il paese descritto come privo di esempi, ne è invece ricco dalla Lombardia alla Sicilia. Michele Serra – GLI SDRAIATI – Feltrinelli In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ai padri. Racconta l’estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa. Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito del padre al figlio per una passeggiata in montagna? Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei padri. Gli sdraiati è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia.



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