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IL CONTAGOCCE

IL CONTAGOCCE

Bari torna ad abbracciare San Nicola

Le acque del mare uniscono. Le acque del mare abbracciano, lambiscono terre diverse, aggregano culture e popoli. Le acque del mare sono quel “comune denominatore” che rende vicino ciò che sembra distante. San Nicola è senza dubbio la figura che meglio rappresenta e interpreta questa funzione “unificatrice” del mare: la sua storia ci racconta proprio questo abbraccio tra popoli lontani, uniti nel culto del Santo invocato come protettore da coloro che ogni giorno e in ogni tempo solcano le onde del mare. “Soprattutto nell’Europa del Nord, dove l’economia del mare è particolarmente sviluppata, da sempre la devozione verso San Nicola – racconta Padre Gerardo Cioffari, Direttore Centro Studi Nicolaiani – è forte e radicata. Quasi tutte le capitali hanno nella zona mercantile una chiesa dedicata al Santo. Anche la stessa Lega Anseatica – che fu un'alleanza di città che nel tardo medioevo e fino all'inizio dell'era moderna mantenne il monopolio dei commerci su gran parte dell'Europa settentrionale e del Mar Baltico – aveva scelto San Nicola come suo patrono”. Proprio questa portata senza confini del suo culto, fanno di Nicola il “santo della chiesa condivisa”, capace di unire cristiani, ortodossi e protestanti in una devozione comune. Il legame con l’acqua non si ferma al mare. C’è un altro segno forte, avvolto dal mistero: la Manna di San Nicola. È l’acqua che si forma nella tomba del Santo e che si formava già nella Basilica di Mira. Dibattuta l’origine del liquido: trasuda dalle ossa del santo oppure si tratta di un fenomeno chimico analogo a quello di una condensazione vaporosa che fuoriesce dal marmo che custodisce le reliquie? “Sono due opinioni che hanno sempre viaggiato in parallelo nel corso della storia – spiega Padre Gerardo Cioffari – ma ciò che conta è il “beneficio spirituale”, visto che molti fedeli hanno affermato di averne ricevuto consolazione”. Il liquido della Santa Manna che si raccoglie in un anno è pari a circa mezzo litro, visto che il blocco alla base è leggermente scosceso verso il centro, il che ne permette

San Nicola il santo dell’acqua che unisce non solo i cristiani. Una grande festa per tornare alla normalità dopo due anni di Covid. Una festa cominciata col corteo storico, proseguita con la tradizionale processione a mare e l’esibizione delle frecce tricolori.

appunto la raccolta. Sono diversi i termini utilizzati per descrivere la “manna”: nel corso dei secoli è stata descritta come “oleum” oppure “unguentum” (i russi dicono myro, e i greci myron). Eppure, si tratta di acqua. Lo dice un documento del Laboratorio di Chimica Generale dell’Università di Bari datato 4 luglio 1925. In quella occasione, quasi cento anni fa, furono analizzati due campioni della manna, uno datato 1910 e l’altro 1925. Nella stessa indagine, fu analizzato anche un campione dell'acqua esterna, che si raccoglie durante l'alta marea o per infiltrazione di pioggia nella Chiesa, per capire se il liquido della manna avesse una eventuale origine “esterna”. I risultati furono abbastanza eloquenti: l’acqua esterna risultò torbida, di colore giallo-bruno, con un residuo fisso di gr. 1 ,038 per litro. L’acqua della manna, invece, restituì due risultati quasi analoghi per entrambe i campioni, sia quello del 1910 che del 1925. Nel primo caso, il campione del 1910 fece registrare una densità a 12° di gr 1,000 per litro, con un residuo fisso di gr. 0,04 per litro. La manna del 1925 registrò una densità a 12° di gr. 1,0013 per litro e un residuo fisso di gr. 0,048 per litro. In definitiva, l’indagine scientifica del 1925 si chiuse con il seguente risultato: “La Manna di S. Nicola è un’acqua quasi pura che non è in relazione colle acque d'infiltrazione dell'ambiente esterno all’arca del Santo”. “Ad ogni modo – ribadisce Padre Gerardo Cioffari – la Santa Manna è una reliquia che esprime il suo valore proprio attraverso la devozione popolare diffusa, piuttosto che per l’origine “scientifica” del liquido”. Del resto, il liquido che si raccoglie annualmente – come detto, pari a circa mezzo litro o poco più – viene “diluito” con altra acqua naturale, per poter essere distribuita ai fedeli in boccettine disponibili nella Sala delle Offerte. Segno che

Dalla tomba di San Nicola è stato prelevato il liquido sacro, la Manna, raccolto in un’ampolla e poi mostrato ai fedeli. Un miracolo che quest’anno invoca la pace, nel nome di San Nicola.

il “miracolo” non è nelle proprietà organolettiche dell’acqua, ma nella capacità del cuore di leggere la “manna” come simbolo di una devozione capace di rinnovarsi nel tempo attraverso i valori della carità che hanno animato il carisma di Nicola, con un occhio di particolare attenzione verso le esigenze degli ultimi. E oggi gli ultimi hanno il volto di chi fugge dalla guerra dai toni quasi fratricidi che si consuma proprio nella terra tanto devota al culto di San Nicola. I paradossi della storia, affidati al silenzio di una preghiera ecumenica che abbraccia popoli, storie, culture, fedi, nel nome dell’acqua.

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