3° trimestre 2016
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Inaugurato l’acquedotto del Sinni
Regione Puglia Socio unico
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Periodico dell’Acquedotto dell’A ’ cquedotto Pugliese SpA ’A Tribunale di Bari, Num. R.G. 1158/2011 del 21/04/2011 Direttore Responsabile: Vito Palumbo Invia commenti e proposte a: vocedellacqua@aqp.it
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indice 4 AQP rinnova il patto con i cittadini
8 “Con il riciclo in agricoltura non sprechiamo più neppure una goccia”
11 L’Acquedotto Pugliese location per il Locomotive Jazz Festival
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Lo sviluppo della Puglia corre sull’acqua
la colonnina 7 Syusy Blady “ambasciatrice” su Rai Uno dell’Acquedotto Pugliese
10 I consumi di acqua, luce e gas in tempo reale grazie a Unico
13 La “cape de firr” sui fondali del Salento
In copertina, il serbatoio di Seclì, punto d’arrivo dell’Acquedotto del Sinni
Nella cultura classica o della tradizione, la vita veniva percepita in forma “circolare”: la fine era vista come la necessaria ed indispensabile premessa per l’inizio di un evento nuovo. In questo contesto, ogni morte ed ogni cambiamento erano eventi positivi perché permettevano di rinascere a vita nuova, verso un nuovo giro della spirale dell’esistenza. Nella società in cui viviamo, al contrario, la morte è diventata un tabù e si tende solo ad esorcizzarla. In Occidente al termine morte vengono comunemente associati i significati di fine, perdita, e ciò dona una implicazione negativa a questa esperienza. Questa prospettiva deriva dalla visione “lineare” della vita, intesa come un segmento con un inizio e una fine. L’iniziazione era una pratica rituale che si innestava nella tradizione filosofica classica e costituiva un percorso nel quale l’iniziando, attraverso proprio un rituale passaggio dalla morte alla vita, passava da uno stato o condizione dell’esistenza ad un’altra. In particolare, l’iniziazione prevedeva una serie di viaggi o prove iniziatiche, che permettevano all’iniziando di essere purificato, prima di giungere a nuova vita. Un vero e proprio percorso allegorico che offriva la possibilità di acquisire una diversa consapevolezza del ciclo naturale della vita e del proprio rapporto con il mondo e l’ambiente. A suo modo, anche l’Acquedotto offre all’acqua questa possibilità con il riutilizzo del refluo per scopi irrigui o l’impiego del fango derivante dal processo di depurazione in agricoltura. E non solo: a ben guardare offre anche a noi distratti esseri umani del presente, la possibilità di riflettere sul senso del riuso quale principio universale di morte e rinascita.
in primo piano
Lo sviluppo della Puglia corre sull’acqua In esercizio la grande dorsale idrica, a servizio della regione ionico-salentina di Mimmo Larovere
L’
acquedotto del Sinni, l’imponente dorsale idrica, destinata all’approvvigionamento del versante ionico-salentino a sud della Puglia, è oggi una realtà. Con una lunghezza di 37,5 km e un costo di 40 mln di euro, rappresenta uno dei maggiori progetti dell’Acquedotto Pugliese degli ultimi anni. Un’opera che, affiancandosi, allo sto-
rico sifone leccese, consente di trasferire ingenti risorse idriche ad un vasto territorio, interessato, soprattutto d’estate, da voluminosi e crescenti flussi turistici. Ad inaugurare l’opera, ai primi di settembre, nel corso di una suggestiva cerimonia presso il serbatoio di Seclì, punto terminale della nuova condotta, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il presidente dell’Acquedotto Pugliese,
Il governatore Michele Emiliano e il presidente di AQP Nicola De Sanctis alla cerimonia d’inaugurazione
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Nicola De Sanctis. Un’occasione per sottolineare l’importanza della struttura, inserita dalla Regione Puglia tra le opere di carattere strategico ammesse ai finanziamenti Cipe. Una grande realtà, che costituisce un nuovo tassello di un percorso progettuale, rivolto all’utilizzo interconnesso delle varie fonti d’acqua in tutto il territorio servito. L’acquedotto, con una lunghezza di
37,5 km e un diametro di 1.400 mm, dimensionato per una portata di punta che può raggiungere i 1.400 l/sec, forgiato in acciaio spessorato, idoneo a resistere a pressioni elevate, collega il serbatoio di San Paolo (in agro di Salice Salentino) a quello di Seclì (nel comune di Galatone). È dotato di tutti gli organi di regolazione automatici di ultima generazione, con trasferimento di dati in remoto e telecontrollo diretto e a distanza. La condotta appena inaugurata, rappresenta, in realtà, l’ultimo tratto di un’opera più estesa, il cui primo stralcio funzionale era stato già completato a maggio 2015, consentendo l’avvio all’esercizio di ben 12 km di acquedotto, con il potenziamento dell’approvvigionamento idrico dei comuni di Veglie, Leverano, Coper-
tino e delle marine di Nardò e Porto Cesareo. Con una lunghezza di 25 km, la nuova condotta si estende dal serbatoio di Zanzara (nelle campagne di Nardò) al serbatoio di Seclì, attraversando i territori di Leverano, Nardò e Galatone, con l’intersezione di strade comunali, provinciali e statali, grazie anche all’utilizzo di raffinate tecnologie a basso impatto ambientale quali il microtunneling, l’innovativa tecnologia che consente di posizionare le tubazioni sotto terra, senza impegnare la superficie con cantieri esterni e con evidenti benefici per il transito veicolare e pedonale. Un’opera che, tra l’altro, gode di una certa autonomia, sotto il profilo energetico: si avvale, infatti, di una turbina del tipo pelton, in corrispondenza della camera di manovra
di Zanzara, per la trasformazione di energia idraulica in elettrica. “L’opera risponde alle aumentate esigenze del Salento, soprattutto nella stagione estiva, legate ai grandi successi turistici del territorio”, ha sottolineato Michele Emiliano, nel corso della cerimonia inaugurale. “L’Ac-
Sono 2500 le piante secolari reimpiantate lungo la nuova condotta
Gli ulivi salvati di Caterina Quagliarella Le opere realizzate per l’Acquedotto del Sinni si caratterizzano per l’elevato livello di attenzione nei confronti dell’ambiente e del paesaggio. Ne è prova la singolare procedura, grazie a cui 2.500 piante d’ulivo, disseminate lungo il tracciato della nuova condotta, sono state espiantate prima dei lavori e, dopo la messa a dimora in un vivaio temporaneo, ricollocate nei siti originari. Un’operazione che ha previsto complesse e articolate fasi di lavoro, prettamente agronomiche, realizzate in conformità con le prescrizioni dell’Ufficio Regionale UPA.
I vivai temporanei sono stati individuati lungo il tracciato della condotta con il criterio della prossimità al sito di espianto, in luoghi morfologicamente idonei alle finalità previste e dotati di pozzo per l’irrigazione, al fine di garantire i corretti fabbisogni idrici alle piante. Tutte le operazioni di espianto e reimpianto sono state precedute da un’accurata etichettatura degli alberi, mediante l’utilizzo di una fascetta in alluminio con un codice alfanumerico in rilievo, così da garantirne l’effettiva tracciabilità.
Le piante d’ulivo etichettate e collocate in un vivaio provvisorio, in attesa del reimpianto lungo la condotta del Sinni.
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Pronto il basamento su cui nascerà la nuova pista ciclabile
In sella alla bici sulla dorsale del Sinni di Maristella Marroccoli
quedotto Pugliese, che ha realizzato il nuovo acquedotto con grande qualità tecnica e in tempi abbastanza rapidi, con questa infrastruttura sviluppa ulteriormente il progetto di ciclovia, destinato a promuovere il paesaggio e l’ambiente, con nuove ricadute positive per il turismo in Puglia”. “L’Acquedotto del Sinni - ha dichiarato il presidente di Acquedotto Pugliese, Nicola De Sanctis - testimonia l’impegno e le capacità progettuali della nostra azienda per un servizio sempre più rispondente alle necessità del territorio ed alle sue aspettative, anche in termini di crescita economica e sociale. Un impegno nel solco di uno sviluppo sostenibile delle nostre attività e particolarmente rispettoso delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche delle zone attraversate”. Una grande opera di ingegneria idraulica, dunque, e, insieme, un esempio virtuoso di progettazione al servizio dell’ambiente e del paesaggio, come testimonia la salvaguardia di 2500 piante di ulivo, lungo il tracciato, e la realizzazione del basamento di una pista ciclabile sull’intero asse della condotta. Un progetto in cui le esperienze tecnologiche più sofisticate, messe in campo dalle collaudate professionalità presenti in Acquedotto Pugliese, si sono opportunamente coniugate con il rispetto e la cura di un patrimonio naturale di inestimabile valore, con lo scopo di valorizzarne e promuoverne le caratteristiche, con tutti gli esiti positivi compresi ulteriori flussi turistici. 6
Un volano per lo sviluppo turistico dei territori attraversati e un’efficace soluzione per mitigare l’impatto della dorsale idrica sul paesaggio. Stiamo parlando della pista ciclabile che, a progetto realizzato, consentirà di percorrere in sella tutti i 37 chilometri dell’Acquedotto del Sinni, in un territorio tra i più belli e interessanti dell’intera Puglia. Oggi, con il completamento dei lavori della nuova condotta, è già pronto il basamento della ciclovia, con una larghezza di 4 metri e finitura in battuto stabilizzato di opportuna granulometria. Il progetto di costruzione della pista, al vaglio della Regione, s’inserisce nel più ampio disegno di ciclovia dell’acqua, da Caposele (Av) a Santa Maria di Leuca (Le), recentemente inserito nella legge di stabilità come percorso a priorità nazionale. Ma vediamo più nel dettaglio il tracciato della nuova opera, per la quale, come si è detto, oggi è già pronto il basamento. Punto di partenza è il serbatoio di San Paolo, nel territorio del comune di Salice Salentino; punto d’arrivo, il serbatoio di Seclì, per una lunghezza complessiva di 37.834 ml. I comuni interessati sono Salice Salentino (per 1,595 km), Nardò (26,908 km), Veglie (3,487 km), Leverano (1,018 km), Galatone (4,826 km).
52 le intersezioni di strade, tra poderali, alcune provinciali e una statale, oltre che di una zona abitata nel comune di Nardò. La pista ciclabile, a doppio senso di circolazione e con una larghezza costante di 2,5 metri, sarà pavimentata con conglomerante ecologico non bituminoso e granulati inerti, senza alcun impatto sull’ambiente. Tutto il percorso è pianeggiante e senza dislivelli di rilievo, e, quindi, particolarmente adatto non solo agli sportivi ma anche alle famiglie. Gli accessi alla pista, ricadenti sulle strade principali e secondarie, verranno dotati di apposita segnaletica orizzontale e verticale, e di cartelli di tipo turistico. Lungo la ciclovia sorgeranno, inoltre, 9 piazzole di sosta, attrezzate con tavoli da picnic, spazi ombreggiati ed accessori, mentre in prossimità del serbatoio di Zanzara (sulla strada Veglie-Torre Lapillo) verrà creata un’area di sosta principale, dotata oltre che di spazi per la merenda, di parcheggio auto e, com’è auspicabile, di stazione di bike sharing per quanti vorranno noleggiare una bici. Dulcis in fundo: la pista è stata progettata evitando qualsiasi barriera ed emergenza architettonica, ad eccezione delle sole aree di sosta, che presenteranno pergolati ombreggianti, tavoli e relative sedute.
Aqp rinnova il patto con i cittadini
la parola ai tecnici
I nuovi standard di qualità previsti dalla Carta del Servizio Idrico di Caterina Quagliarella La Carta del Servizio Idrico si evolve e l’Acquedotto Pugliese stringe un’alleanza più feconda con i cittadini, a cui s’impegna ad offrire standard qualitativi più alti dei propri servizi. Con delibera del dicembre 2015, l’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (Aeegsi) ha approvato il “Testo integrato per la regolazione della qualità contrattuale del Servizio Idrico Integrato”, definendo i livelli minimi di qualità contrattuale, validi a livello nazionale, e indicatori di qualità tramite standard specifici e generali. A maggior tutela degli utenti, l’Autorità ha stabilito, inoltre, gli obiettivi di qualità contrattuale del Servizio Idrico Integrato, rendendoli omogenei sul territorio nazionale, a partire da luglio 2016. L’Acquedotto Pugliese, accogliendo le indicazioni contenute nel nuovo testo dell’Aeegsi, ha aggiornato la propria Carta del Servizio Idrico Integrato, in vigore da aprile 2000 e già oggetto di revisione nel giugno 2013, ampliando e migliorando quantità e qualità dei servizi erogati. Le maggiori novità introdotte dalla delibera del dicembre 2015 sono riferite alle singole prestazioni erogate, per le quali, in caso di mancato rispetto del relativo standard specifico, il gestore è tenuto ad accreditare all’utente direttamente in fattura un indennizzo automatico pari a 30 euro. Di notevole portata anche la novità dell’apertura di un procedimento sanzionatorio da parte dell’Aeegsi, nel caso di violazione degli standard generali per due anni consecutivi da parte del gestore. L’aggiornamento introdotto da Aqp nella Carta del Servizio Integrato riguarda: modalità di accesso ai servizi erogati, livelli specifici e generali di qualità contrattuale del servizio e relativi indicatori, indennizzi automatici,
Il banco di prova dei contatori
in caso di mancato rispetto dei livelli specifici di qualità, uniformità e completezza delle modalità di esecuzione delle prestazioni. E, ancora, standard minimi di qualità, con particolare riferimento alle modalità di fatturazione, alla rateizzazione dei pagamenti, alla gestione dei servizi telefonici, alle richieste scritte di informazioni e di rettifica di fatturazione, ai reclami, agli sportelli fisici, al pronto intervento, ai flussi di comunicazione tra gestori, in caso di gestione separata del Servizio Idrico Integrato. Sono riservate, infine, più ampie garanzie all’utente sotto il profilo del rapporto contrattuale, con riferimento alle fasi di preventivazione, allacciamento, attivazione, riattivazione e subentro
nella fornitura, voltura, disattivazione della fornitura. Per quanto riguarda la periodicità della fatturazione, in base a quanto stabilito dall’Aeegsi, Acquedotto Pugliese già garantisce l’emissione almeno trimestrale delle fatture per le utenze con consumo medio fino a 3.000 mc/ anno, mentre per le utenze con consumo medio superiore a 3.000 mc/anno diventa bimestrale. L’obiettivo è favorire la stabilizzazione dei flussi di pagamento e garantire all’utente una migliore comprensione delle informazioni sui consumi, agevolando in tal modo comportamenti virtuosi di efficienza e riduzione nei consumi insieme a una maggiore certezza della spesa ad essi associata. 7
innovazione e tecnologie Le telecamere di “In viaggio con la zia” nel palazzo di via Cognetti
Syusy Blady “ambasciatrice” su Rai Uno dell’Acquedotto Pugliese di Mimmo Larovere
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he magnificenza! Hai visto? È tutto un omaggio all’acqua”. Così Syusy Blady, con voce tra mielosa e stridula, al diligente Livio Beshir, mentre fa ingresso nella sala del consiglio, al primo piano del palazzo dell’Acquedotto Pugliese. “Ci sono pure i cavalli che bevono l’acqua. Hai visto quanti?”, incalza. “La prova che l’acqua dell’Acquedotto Pugliese è davvero buona e pulita. Perché i cavalli sono gli unici animali ad abbeverarsi da fonti incontaminate”, spiega. Uno spot a tutto tondo della società idrica pugliese. Con il garbo, l’intelligenza e lo humor di una viaggiatrice d’eccezione come Syusy Blady (nel ruolo della zia), accompagnata nel suo incessante peregrinare tra le bellezze nascoste dello Stivale, dal giovane e prestante Livio Beshir (il nipote) e dal critico d’arte Costantino D’Orazio. La puntata del programma “In viaggio con la zia”, trasmessa su Rai Uno il 13 agosto scorso, è stata girata a Bari ai primi di giugno. Insieme a San Nicola e al castello Svevo alcune autentiche chicche, tra cui, appunto, la sede dell’Acquedotto Pugliese, realizzata negli anni 30 del secolo scorso dall’arch. Brunetti e impreziosita dagli straordinari decori, ispirati al mondo dell’acqua, di Duilio Cambellotti. Un doveroso tributo a una delle più raffinate architetture del capoluogo pugliese, tempio sacro delle moderne vestali dell’acqua - i lavoratori dell’azienda idrica pugliese - impegnate a gestire le complesse attività di una tra le maggiori realtà del settore nel mondo intero. Il video della trasmissione è sul canale Youtube di Acquedotto Pugliese
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innovazione e tecnologie
Livio Beshir e Syusy Blady nella sala del consiglio del palazzo dell’Acquedotto
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pianeta acqua
“Con il riciclo in agricoltura non sprechiamo più neppure una goccia” La strategia di Aqp e Regione in un convegno alla Fiera del Levante a cura della redazione
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untare sempre più sul riutilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate, e valorizzare i fanghi per trasformarli da rifiuto e risorsa. Una strategia che permetterà di diminuire gli impatti ambientali, con un riflesso non secondario anche sui costi delle imprese agricole. La nuova strategia è stata al centro della presenza di Acquedotto Pugliese in Fiera del Levante, a Bari, con un convegno per fare il punto della situazione: risorse finanziarie, avanzamento dei progetti e prospettive. “Vogliamo creare – ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano – una politica e un’economia del riuso delle acque, in particolare la destinazione dei fanghi reflui per l’agricoltura. È un cammino difficile che si può compiere solo lavorando insieme, grazie al Piano di tutela delle acque ed ai fondi europei già disponibili”. Dal 2013 la Regione ha già investito 530 dei 720 milioni reperiti tra Por e delibere Cipe per l’adeguamento del sistema della depurazione, basato su 185 impianti sparsi per tutta la Puglia. Ora il sistema dovrà essere orientato verso il riutilizzo delle risorse idriche, in particolare in agricoltura ma anche nell’industria. “La Puglia – ha detto il vice-presidente di Aqp, Lorenzo De Santis – è una terra storicamente povera di acqua, e l’obiettivo di Aqp è di non sprecare nemmeno una goccia di quella che si ottiene dal trattamento dei reflui: questo è, per noi, l’Acquedotto 2.0. Registriamo qualche difficoltà nel ri-
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Michele Emiliano e Lorenzo De Santis, vicepresidente di AQP, al convegno sulla depurazione
utilizzo dei fanghi in agricoltura, ma gli enti locali su input della Regione stanno provvedendo ad ampliare le aree dove è possibile effettuare lo spandimento. Sul tema della valorizzazione dei fanghi esiste una visione ampia, con una collaborazione attiva con le Università e le altre aziende del territorio a partire da Amiu Puglia”. Al convegno in Fiera del Levante sono intervenuti, tra gli altri, anche, l’assessore regionale all’Ambiente, Domenico Santorsola, il direttore del dipartimento regionale Ecologia, Barbara Valenzano, il rettore del Politecnico di Bari, Eugenio Di Sciascio, il dirigente regionale Luca Limongelli (Risorse idriche), il direttore dell’Autorità idrica pugliese, Vito Colucci, il responsabile degli impianti di depurazione Aqp, il direttore del Cnr-Irsa, Vito Felice Uricchio, e il presidente di Amiu Puglia, Gianfranco Grandaliano. “Abbiamo l’obiettivo – ha spiegato Bal-
dini – di riutilizzare al massimo le acque reflue così come avviene in Israele, dove AQP ha fatto tesoro di tecnologie innovative per il riuso. La destinazione dei reflui non riguarda solo l’agricoltura, ma anche l’industria e gli enti locali: ad esempio per lavare le strade e irrigare i giardini pubblici, dove è un errore continuare a utilizzare acqua potabile”. Sul fronte fanghi, la Regione ha già deliberato la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio così da evitare di doverli trasferire in Lombardia alimentando il mercato privato (il compost viene poi rivenduto agli agricoltori, anche a quelli pugliesi). E l’attività di studio e approfondimento di Aqp non si ferma. A ottobre è infatti previsto un appuntamento in Grecia, dove i tecnici dell’Acquedotto, in collaborazione con il Politecnico di Bari, parteciperanno a un confronto tecnico nell’ambito di un progetto europeo per la riduzione degli sprechi delle acque potabili e dei reflui.
I consumi di acqua, luce e gas in tempo reale grazie a Unico La sperimentazione dell’innovativo progetto coinvolge 10.000 utenti a Bari a cura della redazione
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n sistema per raccogliere a distanza, tramite la telelettura, i dati di consumo di tutte le utenze domestiche e di quelle dell’illuminazione pubblica. E’ già un successo il progetto pilota Unico (Urban Network for Integrated Communication), lanciato nel 2014 da edistribuzione, Acquedotto Pugliese, Rete Gas Bari e Comune di Bari: sono già circa 10mila le utenze che oggi, a Bari, possono contare sulla gestione integrata dei consumi di gas, acqua ed elettricità grazie ad una infrastruttura tecnologica aperta anche ad altre applicazioni innovative. Utilizzando un sistema già esistente, Unico (finanziato dall’Autorità per l’Energia elettrica, il gas e il servizio idrico) ottimizza la gestione delle utenze pubbliche e private, senza la necessità di scavare per posare nuovi cavi, e le cabine di edistribuzione o anche i pali dell’illuminazione pubblica diventano “hub” del
Il palmare per la lettura simultanea dei diversi contatori
sistema che raccolgono – grazie a una tecnologia in radiofrequenza - i dati trasmessi dai contatori del gas di Rete Gas Bari e dai contatori dell’acqua di Acquedotto Pugliese. Questi dati vengono poi resi disponibili agli utenti grazie a una piattaforma digitale consultabile da pc, tablet o smartphone. La sperimentazione terminerà a luglio 2018. “Un progetto con un’importante sinergia – ha detto l’amministratore delegato di
e-distribuzione, Gianluigi Fioriti, intervenuto a Bari a un convegno organizzato in Fiera del Levante – basata sulla nostra infrastruttura, il telegestore, presente già da 15 anni, con cui possiamo fornire un servizio integrato a tutte le municipalità”. “Le diverse aziende – ha commentato il presidente di Aqp, Nicola De Sanctis, – si mettono insieme per dare un servizio al cittadino. Il consumatore che oggi deve gestire differenti bollette, vedrà in maniera semplice tutti i consumi univoci, con applicazioni semplici per poterli gestire. Il fatto che si parta da Bari è significativo, perché qui ci sono aziende che hanno deciso di impegnarsi per questa idea”. “Bari – ha aggiunto il presidente di Rete Gas Bari, Ugo Patroni Griffi, – dispone di questa infrastruttura dalle potenzialità praticamente infinite, che rende riduttivo pensare alla Smart-city solo come un insieme di App per prenotare biglietti o saltare le code“.
Da sinistra: i relatori del convegno su Unico Gianluigi Fioriti, Ugo Patroni Griffi, Nicola De Sanctis, l’assessore del Comune di Bari, Angelo Tomasicchio
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Simona Bencini
Mario Rosini
Il serbatoio alto di Corigliano
L’Acquedotto Pugliese location per il Locomotive Jazz Festival Un concerto di Simona Bencini e Mario Rosini nello scenario del serbatoio pensile di Corigliano di Mimmo Larovere
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li storici impianti dell’Acquedotto Pugliese a Corigliano sono stati, per una serata, la suggestiva ribalta del Locomotive Jazz Festival, l’originale rassegna che tra luglio e agosto, propone, in alcune tra le più belle località del Tacco d’Italia, dal Gargano al Salento, una serie di eventi di notevole spessore artistico, all’insegna della musica, del teatro e della cultura. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale di Corigliano e l’Aqp, a conferma di un antico e fecondo rapporto finalizzato alla raccolta e distribuzione delle acque potabili
nell’estrema regione salentina, si è articolata in una passeggiata sonora, presso il “serbatoio basso” dell’acquedotto, in collaborazione con l’Industria Filosofica, e in un applaudito concerto di Simona Bencini con Mario Rosini. Bencini, voce solista dei “Dirotta su Cuba”, autrice di brani di grande successo, e Rosini, pianista pugliese di rara raffinatezza stilistica, si sono ritrovati insieme sullo stesso palco, a Corigliano, dopo l’esperienza di “Duets”, per un sentito e accattivante omaggio a Duke Ellington, il padre del sound afro-americano. Originale scenario del concerto il serbatoio pensile di Corigliano, risalente
agli anni ‘30, alto 40 mt e alimentato da due impianti di sollevamento insieme ai pozzi del locale bacino idrico. Una struttura strategica per l’approvvigionamento del versante adriatico del basso Salento, sino a Santa Cesarea Terme, con una capacità di 450 litri al secondo. Lo spettacolo, a cui ha assistito un folto pubblico di jazzofili e appassionati della buona musica, si è rivelato, com’era già nelle premesse, un appuntamento di spiccato livello artistico. All’Acquedotto Pugliese, da sempre vicino ai territori e alle popolazione servite, il merito di aver collaborato al successo dell’iniziativa. 13
La “cape de firr” sui fondali del Salento L’impresa di Paolo De Vizzi, protagonista del nuovo record di permanenza sott’acqua con erogatori di Maristella Marroccoli
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a “cape de firr”, la mitica fontanina dell’Acquedotto Pugliese, ora fa bella mostra di sé sui fondali d’argento della marina di Santa Caterina di Nardò. A portarla è stato l’atleta Paolo De Vizzi, impegnato a stabilire, dall’8 al 10 settembre, il nuovo record mondiale assoluto di permanenza sott’acqua con erogatori. Un’avventura che nasce per caso quando Paolo, in giro a cercare sponsor per la sua nuova, coraggiosa impresa, si rivolge all’Acquedotto Pugliese, chiedendo di fornirgli l’acqua da bere durante l’immersione. Così, l’azienda idrica pugliese, oltre a garantire il fabbisogno idrico di De Vizzi, nell’arco di 51 ore e 56 minuti, questo il nuovo record, ha proposto di suggellare l’avvenimento, ancorando a una profondità di 10 metri l’inconfondibile sagoma della fontanina. Paolo, originario di Manduria, era rimasto vittima nel 1992, appena ventiduenne, di un drammatico incidente stradale, che lo aveva costretto su una sedia a rotelle. Grazie alle cure di un centro specialistico di Imola, era riuscito, tuttavia, a recuperare la voglia di vivere e, da grande appassionato del mare, il desiderio di immergersi. De Vizzi è sceso nelle acque di Santa Caterina di Nardò, intento a battere il precedente record di 51 ore e 21 minuti, alle 19,30 di giovedì 8 settembre. Intorno a lui uno staff di 165 tecnici e sub dell’associazione “Mare senza confini” insieme ad un’équipe di medici dell’università di Lugano. Durante la sua permanenza sott’acqua, in diretta streaming su Telenorba e Rai Uno (nel corso di “La vita in diretta”), Paolo, che ha trascorso il
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De Vizzi prima di immergersi nelle acque di Santa Caterina
tempo tra partite a scacchi e giri sul fondale in acquascooter, ha bevuto, come tutti gli altri sub dello staff, l’acqua della fontanina.
Paolo De Vizzi beve alla fontanina dell’Acquedotto
L’acqua distribuita dall’Acquedotto Pugliese protagonista, dunque, dell’impresa. Un’acqua sana e di qualità, assicurata da attenti controlli condotti più volte al giorno, in più punti del territorio, grazie al prelievo e alle analisi di campioni dalle sorgenti, dai potabilizzatori, dai pozzi, dalle fontane pubbliche. I 10 laboratori di analisi di AQP monitorano oltre 390 mila parametri chimici e microbiologici all’anno. Alcuni principali indicatori di potabilità sono controllati in tempo reale attraverso un sistema di telecontrollo. La purezza dell’acqua è, inoltre, garantita da ulteriori stazioni di disinfezione complementari, posizionate sui principali nodi della rete.
Goccetta e Goccino IL SOCCORSO Là, dove la terra si è interrotta e non c’è più né finestra né porta, l’acqua non scorre allegra e fresca. In quei luoghi disperati, in soccorso sono andati Goccino e Goccetta, trasportati in autobotte o ben chiusi in bottiglietta. Il loro sorso porterà via polvere amara e malinconia. Passando dal cuore l’anima incontreranno, gocce di lacrime diventeranno. Lucia Montinaro
Dopo aver raccontato in rima il ciclo dell’acqua, Goccetta e Goccino ricominciano il loro viaggio tra neve, pioggia, montagne, giardini e pozzi “segreti”. Vi ringraziano per avere seguito e loro avventure e vi salutano!
Direttore Responsabile: Vito Palumbo Coordinatore: Mimmo Larovere Redazione: Caterina Quagliarella Maristella Marroccoli
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BLUE MIND - MENTE E ACQUA Il legame nascosto tra l’acqua e la nostra mente di Wallace J. Nichols Macro Edizioni - Aprile 2016 C’è qualcosa nell’acqua che da sempre ci attrae e ci affascina Istintivamente sappiamo che stare vicino all’acqua ci rende più vitali e più sereni, riduce lo stress e ci dona un senso di pace. Ma perché? E la risposta a questa domanda che cosa potrebbe dirci su come dovremmo vivere la nostra vita? Dopo esserci posti questi interrogativi per secoli, siamo fi nalmente in grado di dare delle risposte, e queste risposte possono cambiarci vita. Come Wallace J. Nichols rivela in questo libro, oggi ci troviamo su fronte di una vera e propria ondata di neuroscienze, biologia evolutiva e ricerca medica che illuminano i processi fi siologici e cerebrali che si innescano quando entriamo in connessione con l’acqua. Tra noi e l’acqua c’è un legame quasi magico, forse indescrivibile, che però è al contempo reale e benefi co. In Blue Mind Wallace J. Nichols chiama questa connessione tra l’essere umano e l’acqua la “Mente Blu”. L’autore la defi nisce uno stato leggermente meditativo, caratterizzato da calma, serenità, armonia e da un senso di generale felicità e soddisfazione nei confronti della vita.
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innovazione e tecnologie
La diga del Sinni (Pz), la seconda, in terra battuta, piÚ grande d’Europa
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