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Pag Siate pronti

Siate pronti.

Ci preoccupavamo delle nostre piccole o grandi sfide quotidiane, immersi placidamente nella tarda adolescenza della società digitale.

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Ecco, all’inizio del 2020, un piccolo virus supera la distanza di sicurezza che normalmente ci separa dagli eventi epocali. Altri virus sono stati una notizia al tg, altrove, non roba nostra, una bolla mediatica.

Covid-19 invece ci è piombato addosso e ha purtroppo connesso il mondo in modo del tutto analogico se guardiamo al dramma delle tante vittime, allo sforzo dei sanitari, alla vita quotidiana da quarantena che riscopre la farina e la lentezza delle relazioni.

Tuttavia, questa emergenza ha dato una sferzata alla società che potrebbe significare non solo una pesante crisi economica ma anche un’accelerazione della rivoluzione antropologica in corso. Il mondo moderno, globalizzato e digitale, ha mostrato tutta la sua fragilità: sono state messe ulteriormente in crisi le sue potenzialità solo apparentemente smisurate. Le primissime parole di un documento sul tema della Pastorale Giovanile nazionale sono state: forse non è un azzardo affermare che il nuovo secolo inizia adesso.

Abbiamo vissuto questi mesi tra il “sanno obbedire”, il “sorridono e cantano nelle difficoltà” e il “si rendono utili”. C’è stata una risposta massiccia, ci siamo rimboccati le maniche tuffandoci istantaneamente nel mondo delle videoconferenze; molti gruppi ne hanno approfittato per ri-progettarsi. Ci abbiamo provato, abbiamo dovuto adattarci velocemente, più volte e, tutto sommato, non è andata male. Non è stato però tutto rose e fiori: alcuni capi e tanti ragazzi hanno avuto difficoltà a connettersi in questo modo: chi era più fragile non ha certo beneficiato di questo ulteriore filtro tra sé e gli altri. Ci sono due piani: la separazione che abbiamo vissuto fino a poco tempo fa e la proposta educativa che faremo nel prossimo futuro. In questo numero parleremo di entrambe: racconteremo della fantasia di Capi e ragazzi liguri nel mantenere vive le relazioni comunitarie e educative, il servizio e quell’intangibile essere scout a cui ci siamo aggrappati. Daremo anche voce ad alcune semplici riflessioni su cosa possiamo trarre

per il futuro da ciò che abbiamo visto finora.

Chiaro, non sappiamo come andrà a finire ma interrogarsi è naturale. Il lungo punto della

Strada che abbiamo vissuto, circondati da

una nebbia ostile, ha sicuramente stimolato il pensiero e l’azione di tutti i nostri gruppi. Quando questo numero arriverà nelle case saranno per alcuni in corso le attività estive, al posto dei campi cui tanti gruppi hanno rinunciato. Queste sono state il punto interrogativo più recente ma non l’ultimo. La società post-Covid-19 avrà ancor più bisogno della proposta educativa scout, è il momento di essere pronti.

Buona lettura, Francesco

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