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pag Mi sentite? Io vi ascolto.

A cura di Francesco Bavassano

Mi sentite?

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Io vi ascolto.

Scrivere di riunioni digitali dopo il periodo che ci siamo lasciati alle spalle potrebbe sembrare un accanimento su un qualcosa che è stato insieme una necessità, uno strumento utile, una scoperta, una fatica, ma soprattutto un elemento onnipresente! Abbiamo dovuto sostituire una miriade di modi di relazionarsi con la grammatica del link, dell’”unmute” e dello “share screen”. Certo, diversi facevano un uso quotidiano delle videoconferenze per lavoro e quasi tutti erano già avvezzi a passare ore incollati agli schermi, i nostri “black mirror”. Niente di nuovo dunque, ma abbiamo vissuto un’accelerazione e una tale pervasività nell’uso del Digital nelle nostre attività scout che è interessante chiedersi: cosa

possiamo trarre da questo intenso esperimento collettivo?

Per non togliere il lavoro alle Branche o lanciarmi in riflessioni metodologiche da zero a zero, mi piacerebbe concentrarmi sulle riunioni tra Capi. La prima sensazione è che ci siamo allenati e abbiamo ora più frecce al nostro arco (non che ci servano armi per le nostre riunioni dove tutto scorre armonioso, ovvio). Se prima, timidamente, si usavano i google doc. per scrivere documenti e progetti a più a mani e forse qualcuno si era già lanciato nei verbali di Co.Ca. digitali, oggi siamo stati costretti

a sperimentare in fretta molte soluzioni che avrebbero richiesto in passato chissà quante

elucubrazioni. Ad esempio, quanto ci avremmo messo a fare una riunione in videoconferenza ogni tanto, per far partecipare anche Giulia che studia a Milano o Hector che lavora ad Alessandria in settimana? Di sicuro avrebbe richiesto una lunga riunione in presenza per deciderlo :) E chi l’avrebbe spesa?

La presenza media dei capi alle riunioni digital è

aumentata; non abbiamo statistiche ma questa è un’altra sensazione.

Sarà perché in casa ci si annoiava a far nulla? In parte, ma quella fase non è durata molto. Si potrebbe anzi dire che non siamo esattamente usciti dal tunnel delle mille “riunioni scout”, tutt’altro: ce lo siamo arredato per bene anche online. È stato bello ritrovarsi in tanti, più del solito analogico, in modo meno stressante. Sarà perché Andrea, non dovendo tornare a casa fuori Comune dopo mezzanotte, ha partecipato più volentieri senza mancare ogni tanto? Magari Michela, che era preoccupata per la sveglia presto del giorno dopo e la consegna lavorativa, ha risparmiato importanti mezz’ore di sonno.

La Partecipazione alle discussioni è migliorata?

Qui le percezioni potrebbero essere più variegate e andare dall’agonia del “mi sentite, io vi vedo ma non sento! - Noi ti sentiamo male e vediamo un gamer cinese” alla fluidità elegante e aristocratica di Zoom Pro.

Una certezza è che abbiamo finalmente parlato

uno alla volta, ascoltandoci in un rispettoso

silenzio e ricercando il coinvolgimento di tutti. Forse dire che abbiamo imparato a farlo è troppo benevolo, meglio riconoscere che vi siamo stati costretti pena l’emicrania istantanea da inferno di eco in call. Ciò non toglie che il valore dell’ascolto, così importante, è stata una bella conquista per le nostre Comunità Capi.

Che dire inoltre della qualità degli Ospiti e quindi del pensiero che si sviluppa? Quadri, formatori ed esterni sono stati spesso generosi, disponibili a muoversi per venirci a trovare, ma il lockdown ci ha spalancato gli occhi definitivamente: possiamo parlare con persone significative e intenderci anche in videoconferenza!

Cosa ce ne facciamo, quindi? Tornerà tutto come prima? Ci riapproprieremo in modo esclusivo delle nostre tante e lunghe riunioni scout con le gambe sotto a un tavolo? Avremo la nausea da videoconferenza quando queste non saranno più strettamente necessarie? Può essere.

Nel frattempo, alcuni Gruppi hanno introdotto verbali e spazi digitali, la comunicazione tramite le pagine social è migliorata, la partecipazione attiva ha ora qualche possibilità in più. Forse anche il linguaggio e il terreno di gioco si sono fatti più vicini a quelli delle generazioni più giovani, ma questa è un’altra storia...

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