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A cura di Doris Fresco Zoom Liguria

Levanto 1

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una storia di speranza

Questo anno scout si è aperto con una triste notizia per la Zona Spezia: purtroppo il gruppo del Levanto ha dovuto prendere la decisione di chiudere: una grande perdita per lo scautismo in Liguria. Come spesso succede però chiudere un gruppo significa solo prendersi una pausa, per poter ricominciare con ancora più entusiasmo: vogliamo guardare questa situazione con questo spirito positivo per la- ormai insita in noi- voglia di vedere sempre qualcosa di buono, ma anche perché proprio la storia recente della Zona Spezia ci ha insegnato questo: non sono passati molti anni (solo un paio…) da quando il Sarzana ha chiuso per poi, dopo appena un anno, dare vita al Gruppo Lunae, che oggi gode di ottima salute. Oltre a queste due ragioni, ce n’è una terza, ancora più importante, del perché siamo convinti che le chiusure dei gruppi vadano guardate con occhi di speranza, una lezione che insegna proprio il Levanto. La storia di questo gruppo ha origini lontano nel tempo, addirittura nel 1965, come si legge nel racconto scritto da Giacomo Campodonico: “Il 7 dicembre del 1965 era un martedì. Ed era un bel giorno, anche perché l’indomani non si sarebbe andati a scuola. Ma era anche un giorno atteso da parecchi ragazzi a Levanto. Alle 16 in punto, nei locali del Circolo parrocchiale di via Jacopo (occupavano l’intero primo piano del palazzo dove oggi, a pian terreno, ci sono Roberto il barbiere e Aref, per capirci), sarebbe venuto un signore da Sestri Levante per parlare di scautismo a noi ragazzi.

Era un vecchio sogno di don Francesco Conti, parroco di Montale, curato a mezzo servizio di Levanto, nonché insegnante di Religione alle scuole medie. E proprio a noi, suoi studenti, don Conti aveva parlato per primi di questa sua idea, anche per capire se ci sarebbe stato gradimento e, quindi, partecipazione. Inutile dire che nella sonnolenta Levanto (all’epoca non esisteva neppure più il calcio, dato che il vecchio “campo grande” ai Moltedi era stato cancellato per fare posto al cantiere per i lavori del raddoppio ferroviario) l’idea piacque. E tanto. Così quel pomeriggio, in una saletta del Circolo, c’erano più di venti ragazzi a scoprire cosa fossero questi Boy Scout. Si presentò un signore sulla trentina, bassetto, occhialuto, sorridente ma deciso. Tanto che al primo accenno di caciara zittì in maniera perentoria l’uditorio, dicendo che quello non era il posto adatto. Questo signore era Francesco Smeraldi, Capo Scout di lungo corso dell’Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani), dirigente di banca, che aveva accolto l’invito del suo omonimo don Francesco ad aprire un Riparto Scout a Levanto, per ragazzi dai 12 anni in su. Si cominciò con una preghiera (e proprio qui scattò l’altolà a chi si era azzardato a ridere), poi un po’ di spiegazioni su cosa fosse lo Scautismo, la dimostrazione di un paio di nodi, un canto scout (per la cronaca: “Sentiam nella foresta il cuculo cantar”…), ancora una preghiera finale e l’appuntamento per il sabato successivo nei locali della sacrestia della parrocchia di Sant’Andrea. Commenti entusiastici, tutti pronti e carichi (cito qualche nome: Rino Sturla, Pino Capparella, Carlo Braggio, Claudio Negri, Maurizio Varsi, Gianfranco Bagnasco, Roberto Sturla, Sergio Pettirossi, Guido Ruotolo, Rodolfo Bonnet, Beppe Buccafusca, Antonio Toracca…) e quel pomeriggio di mezzo secolo fa nacque il Gruppo Scout “Levanto 1”. L’indomani pomeriggio, al ritorno a casa dopo il cinema, mi misi a letto con un febbrone da cavallo: epatite virale. Finì subito lì il mio sogno scautistico. E, ancora convalescente, fui costretto a seguire da casa i miei amici che partivano per il primo “San Giorgio” a Bargone, sulle alture di Sestri Levante, nell’aprile 1966. Inutile dire l’avvilimento e le lacrime. Anche perché tutti erano ritornati entusiasti (“Abbiamo dormito in una tenda, giocato, cantato attorno a un falò, di notte, …”). E poi, un paio di mesi dopo, li rividi partire per il primo campo estivo, ancora a Bargone. Ripresi ad andare agli Scout nel 1967, con mille cautele (e altrettante minacce da parte di mia mamma…). Nella primavera del 1971 l’avventura finì e il primo Gruppo Scout di Levanto si sciolse. Riprese l’attività un manipolo di adulti coraggiosi (o incoscienti?) nel 1992, facendo rinascere il “Levanto 1”, questa volta come Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). Cinquant’anni dopo il sogno dei due Franceschi, quel martedì 7 dicembre 1965”.

Così come chiuse e riaprì allora, speriamo che anche questo sia un periodo di passaggio, che porterà ancora lo scautismo a Levanto: tantissimi sono i ragazzi che in questi anni hanno avuto la possibilità di giocare sulle orme di Baden Powell e come detto durante la giornata che in autunno ha concluso questa parte della storia del Levanto 1, “Non è detto che sotto la cenere non vi sia ancora calore sufficiente per rigenerare un grande fuoco”.

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