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pag SAD1 vs DAD: la bellezza e l’importanza dell’essere capi oggi
A cura di Stefano Barberis
SAD1 vs DAD:
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la bellezza e l’importanza dell’essere capi oggi
Tre frasi di BP per riflettere sul nostro servizio oggi
Una mia Capo Gruppo aveva sempre una frase di B.P. per ogni riunione di Co.Ca. Credo che se fossi stato in Co.Ca. in questo periodo avrebbe sempre tirato fuori questa: “Se la strada non c’è, inventala”.
Inizio questo articolo con un messaggio per tutti I capi liguri che spero leggano SIL: “Vi stimo! Siete grandi! Bravi!”. In questo periodo ho riflettuto molto sull’importanza del nostro servizio: della missione sociale e educative dello scautismo in questo tempo, ma soprattutto dell’importanza della sua natura relazionale ed esperienziale, due parole che sembra quasi il COVID-19 abbia bandito dalle nostre vite.
Inevitabilmente, ogni riflessione sul nostro servizio e sul fare scautismo oggi porta a riflettere su tre cose: i) la sicurezza e la responsabilità (rispetto delle regole e nostra responsabilità civica come scout e cittadini etc.), ii) il rapporto con la scuola, iii) il rapporto con la tecnologia: è davvero scautismo questo? Rispetto al primo punto, un’altra frase di B.P. mi viene in mente: “Lo scout non è uno sciocco”. Ecco partirei proprio da questo: penso che tutte le nostre Co.Ca. in questi mesi si siano spesso interrogati su aspetti di sicurezza e responsabilità, leggendo DPCM, linee guida AGESCI, perdendo ore e ore di Co.Ca, interpellando amici medici e forze dell’ordine, telefonando alla Fenice o a chiunque altro… ma forse non hanno mai iniziato la riunione di Co.Ca. pensando a quella frase di BP. Credo che chiunque di noi abbia chiaro che il nostro servizio e le nostre attività siano importanti e utili, ma non necessarie. Credo anche che, da “Fratelli maggiori” dei nostri ragazzi e bambini, tutti noi siamo consapevoli che il nostro buon esempio di buoni cittadini (che a volte può anche voler dire non fare attività) e di rispetto delle regole (magari giocandole!) sia fondamentale. Personalmente non ho una ricetta, né suggerimenti di cosa/come fare nelle nostre branche etc. ma sicuramente ho un invito per le Co.Ca.: mai come oggi abbiamo la possibilità di riflettere su quello che facciamo, di guardarlo “da fuori”, di capire quanto è utile o efficace senza la frenesia di metterlo in pratica nel “tran tran” delle attività.
Proviamo a riflettere in Co.Ca. sulle nostre abitudini, sul nostro modo di fare scautismo: analizziamo, proviamo a capire cosa e perché ci manca in questo momento per provare ad “adattarlo alla situazione” e intanto proviamo a capire se quello che stiamo facendo è efficace, utile, adatto ai nostri ragazzi… Proviamo ad analizzarlo con un’ analisi d’ambiente “Hic et nunc – COVID TIME” e dei nostri ragazzi in generale, per metterlo in pratica in un “new scout normal”, dove sempre l’aspetto relazionale ed esperienziale sarà fondamentale, soprattutto verso bambini e ragazzi ormai “disabituati a questo”. E qui arrivo al secondo punto: in questo tempo di “Didattica a Distanza” – “Scuola sì/scuola no”, penso che tutti noi abbiamo sentito quanto il nostro essere Fratelli maggiori che giocano l’avventura coi nostri ragazzi (e non essere solo un/a maestro/a dallo schermo) sia fondamentale. Lo scautismo non è didattica con argomenti da trattare e competenze da apprendere, lo scautismo è educazione.
Lo scautismo, sebbene abbia delle tecniche da imparare e delle cose da fare/programmi di unità etc., non è ha cose “da fare a tutti I costi altrimenti come si fa ad andare avanti”, ma è prima di tutto uno stile di vita, un modo di guardare e vivere il mondo e se il mondo