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pag Il Consigliere Generale, "Un ponte tra i livelli associativi"
Il Consigliere Generale,
"Un ponte tra i livelli associativi"
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Intervista a Simone Bertoli, al termine del suo percorso da Consigliere Generale
La Zona Spezia si è riunita in Assemblea lo scorso 10 ottobre, un’occasione importante, anche perché ha visto ricostituirsi un Comitato che sta già lavorando per uscire dal periodo di commissariamento. Durante l’Assemblea è stato anche eletto il nuovo Consigliere Generale, Luca Grassi; conclude così il suo percorso come Consigliere Generale Simone Bertoli, intervistato da SIL per raccontare della sua esperienza e di questo importante ruolo.
Che bilancio tracci del tuo mandato come Consigliere Generale?
Del mio mandato darei un bilancio positivo: sono stati sei anni intensi, ho visto tanti Consigli Generali e in mezzo c’è stata la riforma Leonardo che ha portato ad un cambiamento importante per il ruolo, portando alla centralità della Zona. Abbiamo vissuto un periodo di passaggio che ancora continua e spero comunque poter contribuire ancora, oltre a quello che è stato il mio mandato da Consigliere, lavorando per il bene della Zona.
Se qualcuno che non ha mai sentito parlare di Consiglio Generale ti chiedesse cosa fa un Consigliere Generale, cosa risponderesti?
Lo definirei come una cerniera. Direi che deve fungere da sintesi e punto di ascolto di tutte le realtà che ci sono raccogliendo le istanze. Un Consigliere Generale guarda e ascolta le varie esigenze associative; è un ruolo che vive nei Consigli senza un vincolo di mandato e questo fa sì che sia un un ruolo completamente diverso da tutti gli altri, funzionando come un ponte che unisce trasversalmente i vari livelli associativi, partendo dalla Zona fino al Nazionale.
Ti ricordi come ti sei avvicinato al ruolo di Consigliere Generale? Come mai hai scelto di proporti per questo incarico, all’inizio?
Sono due gli elementi che mi hanno un po’ fatto guardare oltre il mio gruppo e la mia zona, il primo è stato sicuramente è stato il momento della Route Nazionale: è stato veramente bello scoprire tante realtà così diverse tra loro.
L’altro aspetto è stato il fatto di aver visto, in questo servizio, lo scopo di portare nella mia zona una visione che vada oltre se stessa e quindi un una prospettiva più larga. Credo di esserci riuscito nelle due Comunità Capi delle quali ho fatto parte in questi anni di mandato, e anche in Zona.
Qual è il ricordo più bello dei tuoi anni da Consigliere Generale?
Ho molti ricordi belli. Sicuramente porterò con me il lavoro di squadra fatto come Regione, soprattutto quando siamo riusciti a vederci di persona, prima della pandemia. Poi sicuramente ricordo tutto il lavoro fatto con la riforma Leonardo, che è stata un grande traguardo, che non era così scontato raggiungere, e la riforma dello Statuto. Tra i ricordi più belli ci sono poi tante piccole cose che magari non avranno una ricaduta diretta e immediata sui ragazzi, ma che significano molto per l’Associazione, proprio come la riforma Leonardo, che ha portato le Zone ad essere veramente rappresentante in modo diretto.
Che consigli hai dato, o vorresti dare, a Luca, che ti succede come CG eletto in Zona Spezia?
Di consigli ne ho dati molti e continuerò a darli, in particolare sottolineo l’importanza di documentarsi molto e di studiare attentamente ogni documento per arrivare a lavorare in commissione nel migliore dei modi. Inoltre, consiglio di lavorare tanto in Zona, con il Comitato, per capire le reali esigenze e poi portarle al Nazionale.
Hai invece qualche rimpianto? Qualche progetto incompiuto che avresti voluto venisse portato a termine durante il tuo mandato?
Sicuramente mi sarebbe piaciuto portare avanti dei temi sui quali ho iniziato a lavorare, come la formazione capi e come tutto il discorso incentrato sui ragazzi provenienti da altre confessioni e religioni, che credo sia un aspetto molto importante sul quale l’Associazione deve andare avanti. Invece parlando di rimpianti nel senso di delusione rispetto al ruolo, posso dire di aver visto, fortunatamente in singoli rari casi, alcune occasioni dove è prevalsa una rincorsa al ‘gioco politico’, mentre secondo me dovrebbe sempre prevalere l’adempimento alla Legge e alla Promessa scout, cosa che chiediamo ai nostri ragazzi ogni giorno, e che a maggior ragione dovrebbe riguardare noi.
In futuro pensi che potresti tornare a ricoprire questo incarico?
Mi piacerebbe perché mi piace questo incarico, ma credo che sia giusto lavorare per far emergere i capi giovani e lasciare a loro lo spazio per ricoprire incarichi come questo. Se nessuno si farà avanti in futuro potrei pensare di ricandidarmi, ma secondo me è giusto che la mia generazione lasci spazio ai capi più giovani. Sicuramente mi spenderò per mettere in luce questo ruolo, per spiegarne l’importanza e per aiutare chi vorrà avvicinarsi a questo servizio.