Cuore Azzurro n. 100 del 30/3/2014

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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO IX N. 100 - 30 MARZO 2014

A PAG. 11 TIFO IN... PARLAMENTO

REGALATECI LA JUVE

A PAG. 27 IL GUANTO DI MARADONA

A PAG. 29 GIOVANISSIMI SUGLI SCUDI


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UN SUCCESSO CHE DÀ MORALE Max Bonardi

ome deve essere letto lo squillante successo di mercoledì sera sul Catania alla luce delle ultime prestazioni del Napoli in vista della sfida di domenica sera conto la corazzata Juventus? È la domanda che da giovedì mattina si pongono i tifosi del Napoli. Questo perché prima di arrivare alle conclusioni vanno fatte una serie di considerazioni. Per prima cosa il 4-2 del Massimino non deve trarre in inganno. È vero si giocava con l’ultima della classe, probabilmente alla sua estrema chance di sperare di restare in serie A, però il Catania che ha incontrato il Napoli era la pallida copia di quello arrembante e determinato, sia pure sconfitto, visto domenica scorsa contro la Juventus. I rossoazzurri avevano speso tutto contro Madama e contro il Napoli hanno giocato solo con i nervi. Fatto sta che nel primo tempo, Reina e compagni, dopo aver rischiato di andare sotto, hanno approfittato dei regali della difesa siciliana per chiudere in netto vantaggio la prima frazione di gioco. Ma prima di andare in vantaggio quanti patemi per la difesa azzurra. E quanti anche nel secondo tempo, quando il Napoli ha del

Osservatorio arbitrale

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IL DANNO PROCURATO Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)

o stiamo dicendo da tempo che il calcio è uno sport affascinante non solo per la abilità di giocare il pallone con gli arti inferiori e con qualche altra parte del corpo consentita, ma soprattutto per il Regolamento che è così deliziosamente, e talora maliziosamente, interpretativo. È così che quando avvengono episodi come quello di Torino – Napoli (rete azzurra dopo presunto fallo di Higuain ai danni di Glik), si indaga, si sviscera, si analizza chirurgicamente il Regolamento, la Casistica e le Circolari dell'AIA o dell'IFAB, per comprendere se quell'azione era viziata o meno. Se a tutto questo si aggiunge la spesso fantasiosa dialettica giornalistica, che nelle pieghe riesce a trovare definizioni anche seducenti , come quelle del "danno procurato" , allora abbiamo secche conferme di come il calcio, oltre alla bellezza del giocato, ha anche quello del parlato (e qui forse troppo). Tutto questo per dire che il "danno procurato" nel regolamento non esiste: è solo un falso storico. Mi spiego. Se Higuain tocca Glik, e lo fa cadere, significa che gli sta correndo dietro (come il caso in esame), e siccome la fisica (che dobbiamo scomodare), ci insegna il principio generale dell'impenetrabilità di un corpo solido nell'altro, se ne deduce che Higuain nella velocità dell'azione avrebbe, come accaduto, corso il rischio di toccare o danneggiare un avversario, come del resto avviene in tutti i normali contatti di gioco. Ergo: non me lo vogliano gli amici lettori, innamorati come chi scrive del Napoli, ma l'attaccante azzurro ha commesso un fallo che è regolarmente codificato, e che siccome non è un fallo di mano per il quale è prevista la volontarietà o meno, il contatto doveva essere punito, non essendo prevista in parole povere la "scivolata involontaria". Si potrebbe qui, solo fare una considerazione sull'arbitro Doveri, che nel capovolgimento di fronte, era lontano dall'azione, tanto da non essere supportato dall'assistente e perché no, dal giudice di porta. Ma questa è un’altra storia…

tutto mollato concedendo campo, occasioni e gol alla squadra di casa. Forse il pensiero era già rivolto alla gara di stasera con la prima della classe. Di positivo da Catania il Napoli si porta 4 gol all’attivo, e per un attacco che nelle ultime gare sembrava spuntato, non sono poche, e poi, c’è la contemporanea blindatura del terzo posto, dopo la sconfitta della Fiorentina in casa col Milan, viola che avevano fatto vedere le streghe dopo il match del San Paolo dello scorso turno. Non solo, Zapata, autore di una doppietta, non si può più definire un oggetto misterioso, e poi che bello il gol di Henrique, scoperto anche in chiave offensiva. Tutto bello? No, certamente. La Juventus che arriva al San Paolo, che sta rifiatando in vista del rush finale, visto che i bianconeri, oltre ad aver vinto praticamente già il campionato, sono ai quarti di finale di Europa League, è un killer perfetto. Pirlo e soci sono una macchina da guerra, e il suo condottiero, l’antipatico Conte, è avido di vittorie, vuole il record dei 100 punti in campionato e non vuole fare sconti a nessuno. E meno male che Tevez è squalificato!

CLASSIFICA DI SERIE A 2013/2014 SQUADRA

JUVENTUS AS ROMA NAPOLI FIORENTINA INTER PARMA ATALANTA LAZIO SAMPDORIA VERONA TORINO MILAN GENOA UDINESE CAGLIARI CHIEVO BOLOGNA LIVORNO SASSUOLO CATANIA

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81 67 61 51 47 47 43 42 40 40 39 39 39 34 32 27 26 24 21 20

30 29 30 30 29 29 30 30 30 30 30 30 30 29 30 30 30 30 30 30

26 20 18 15 12 12 13 11 11 12 10 10 10 10 7 7 5 6 5 4

3 7 7 6 11 11 4 9 7 4 9 9 9 4 11 6 11 6 6 8

1 2 5 9 6 6 13 10 12 14 11 11 11 15 12 17 14 18 19 18

67 56 57 49 47 47 35 37 40 43 43 44 34 33 28 26 24 32 29 23

20 15 32 33 31 34 39 38 43 52 39 43 36 42 39 43 46 56 59 54

3 1 ª G I O R N A TA

3 2 ª G I O R N A TA

SABATO 29 MARZO BOLOGNA - ATALANTA MILAN - CHIEVO DOMENICA-30 MARZO SASSUOLO - ROMA LAZIO - PARMA SAMPDORIA - FIORENTINA TORINO - CAGLIARI VERONA - GENOA NAPOLI - JUVENTUS - MARZO LUNEDÌ 31 UDINESE - CATANIA LIVORNO - INTER

SABATO 5 APRILE CHIEVO - VERONA INTER - BOLOGNA DOMENICA- 6 APRILE LAZIO - SAMPDORIA ATALANTA - SASSUOLO CAGLIARI - ROMA CATANIA - TORINO FIORENTINA - UDINESE GENOA - MILAN LUNEDÌ 7- APRILE JUVENTUS - LIVORNO PARMA - NAPOLI


30 MARZO 2014

Sede legale: via G. Porzio, 4 - ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno IX - n° 100 - 30 marzo 2014

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Daniele Acampa, Valerio Ceva Grimaldi, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Bruno Marra, Marco Martone, Mario Passaretti, Fabrizio Piccolo, Giuseppe Piccolo, Riccardo Sorrentino, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 92 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: POLIGRAFICA RUGGIERO s.r.l. Grafica: Tiziana Astarita - Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 27 marzo 2014 - ore 11,00

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ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB

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di Mimmo Carratelli Non c’è l’Apache (squalificato), non c’è il super killer di Madama, insomma non c’è Carlitos Tevez, ma ci sarà la solita aggressiva, irriducibile Juventus, in serie positiva da 22 giornate (venti vittorie), capolista senza rivali e a caccia di primati storici, soprattutto i 100 punti finali, prodezza mai riuscita prima a nessuno. E, allora, aspettiamoci una Juventus che viene a giocare per vincere, per continuare a essere la super-padrona del campionato, la squadra che ha perduto sinora una sola partita e fuori casa ne ha vinte undici, che gioca a memoria e ha sul Napoli la bellezza di venti punti di vantaggio. Nella sbornia di gol del Napoli a Catania, il largo successo ha evidenziato ancora una volta l’incapacità della squadra azzurra a gestire le partite, troppe occasioni concesse al Catania, due gol presi nella ripresa. Calo di concentrazione e confusione difensiva. Queste sono “pecche” che la Juve, sempre concentrata al massimo, non perdonerà. La sfida è sempre attraente, nonostante l’abisso in classifica, perché le partite contro la Juve solleticano sempre l’orgoglio e una continua voglia di rivincita. Ma solo un Napoli perfetto, senza pause, senza errori difensivi, potrà giocare al livello della Juventus. C’è Hamsik in forte ripresa, c’è Callejon irriducibile, c’è Higuain atteso al gol contro un avversario di grande prestigio. Ma il Napoli dovrà essere squadra nel senso pieno per farcela, cioè sapere occupare tutto il campo, non concedere spazi, non sbilanciarsi offrendosi al contrattacco bianconero ispirato da Pirlo. Il match chiude una settimana di tre impegni, ma il Napoli sembra in salute. Avrà però la grinta necessaria per contrastare la “ferocia” juventina? Una notte per sognare appropriandosi della partita dell’anno, com’è sempre etichettata questa sfida, ma ci sarà da soffrire molto per contrastare e piegare questa Juve forte e assetata di gol, di punti e di primati. La Roma non molla il secondo posto e il terzo è blindato con la Fiorentina di nuovo sotto di dieci punti, al Napoli si chiede una partitissima che appaghi la forte rivalità col club torinese. Sarà necessario far correre la palla, farla correre a filo d’erba, con la velocità che il Napoli sfodera nelle giornate felici. Ma attenzione ai duelli uno contro uno in cui la Juve è più abile, attenzione ai calci piazzati di Pirlo, ai pericoli sui corner. Il Napoli non deve concedere nulla, assolutamente nulla per fare il colpo. Ci vorrà grande determinazione ed estrema lucidità portando a casa una buona percentuale di passaggi riusciti. La Juve non perdona. Se in difficoltà sa raccogliersi, fare muro e aspettare l’occasione propizia per colpire. Un Napoli preciso, puntuale, dal cuore freddo, cinico, che non sbaglia nulla, può esaltare stasera i suoi tifosi.

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NAPOLI – JUVE SFIDA SPETTACOLO Saverio Saverio Passaretti Passaretti (presidente (presidente AINC) AINC)

a trasferta del “Massimino“ contro il Catania restituisce un Napoli rinfrancato dopo una terribile settimana che ha visto gli azzurri fuori dalla Europa League e una immeritata sconfitta contro la Fiorentina, diretta concorrente per il terzo posto, eppure la squadra non ha demeritato tanto da lasciare tranquillo Benitez che ribadiva la sua convinzione che a buone prestazioni corrispondono le vittorie, e solo la sfortuna e maldestri episodi possono incidere negativamente. Effettivamente la buona sorte ci ha poi sorriso con ben quattro realizzazioni nel primo tempo contro gli uomini di Maran che, sconsolato dovrà tentare una “mission impossible“ per salvare gli etnei ancora ultimi a 20 punti. Benauguranti le due realizzazioni di Zapata eletto a cecchino soprattutto grazie a due splendidi assist del sempre presente Callejon, strana la sua freddezza specie sulla prima rete ma ha poi chiarito che era troppa la tensione e che il suo modo di esultare è quello di ringraziare il buon Dio che lo ha accompagnato. Da annali del calcio è stata, invece, la realizzazione di Henrique, un gesto atletico degno di Van Basten, con un tiraccio a giro quasi dalla linea di fondo, veramente ottimo!! Dopo la ricarica, sarà ospite al San Paolo la nostra “amata“ Juve del coriaceo Conte che stavolta dovrà fare a meno di Carlitos Tevez fermo per un turno poiché squalificato, il pienone è garantito (nonostante prezzi alle stelle!), sono queste le sfide a cui tiene particolarmente il presidente, battere i bianconeri è sempre stato un obiettivo fisso a prescindere dalla classifica delle due squadre. La rivalità si è spostata anche sotto il profilo della campagna acquisti, alcuni giocatori sono sotto l’attenzione di entrambe, si tratta del classe '88 Paulinho, diventato l'oggetto del desiderio, arrivato l'estate scorsa in Inghilterra, fortemente voluto dall'ex tecnico dei bianchi del Tottenham, André Villas Boas, che l'ha acquistato per 20 milioni dal Corinthians. Le casse napoletane non sono in sofferenza, grazie a una buona politica finanziaria, il Napoli potrebbe spuntarla su diverse trattative, un salto di qualità che il pubblico napoletano spera di veder realizzato in tempi brevi. Forza Azzurri !!

LA VIGNETTA DI

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DOPPIA OCCASIONE PERSA Carmine Tascone

Il Napoli visto nelle ultime due partite (scrivo per esigenze editoriali prima di Catania – Napoli), fa riflettere. Due gare importantissime, col Porto, per garantirsi il passaggio ai quarti di finale di Europa League e una classifica Uefa da testa di serie, l’altra con la Fiorentina, per blindare definitivamente il terzo posto in campionato, finite con un nulla di fatto: o meglio, un pareggio con eliminazione, e una sconfitta forse immeritata. A proposito della gara coi lusitani, il Porto ha fatto la sua partita e al momento opportuno ha colpito, la prima volta a difesa schierata, l’altra con una magia di Quaresma che ha fatto fuori 4 azzurri, Albiol, Fernandez, Inler e Ghoulam e ha fulminato Reina. Un gol che si prende neppure nella peggiore scuola calcio, giocatori immobili per paura di causare un calcio di rigore e attaccante che fa quello che vuole. Insomma gara non vinta dal Porto, ma persa da un Napoli che nelle ultime settimane ha smarrito la via del gol. Una squadra ancora inesperta, dove ha pesato il mercatino di riparazione di basso profilo. Salvo solo Jorginho, peraltro non preso in considerazione da Benitez quando ha compilato la lista Uefa. Il Napoli ha meritato l’eliminazione, quello che il campo gli aveva regalato con lo Swansea, la fortuna se lo è ripreso con gli interessi contro il Porto. E veniamo alla gara con la Fiorentina. Nel primo tempo il Napoli ha dominato la Viola, scesa in campo timorosa, lenta, poco attenta, con un Borja Valero irriconoscibile. Azzurri dominanti, ma imprecisi sottoporta. E puntuale il calcio punisce chi sbaglia troppo. Nel secondo tempo Montella ha approfittato dell’espul-

sione di Ghoulam (dov’era Albiol?) e con alcune scelte tattiche ha messo in crisi Benitez che ha sbagliato le sostituzioni. E Rafa deve recitare il mea culpa, nessun tecnico nell’era De Laurentiis è stato accontentato come il professore madrileno. Sia a luglio che a gennaio ha avuto i giocatori chiesti, anche se non tutti si sono mostrati all’altezza della situazione. Tornando al match, Montella con tre sostituzioni ha messo sotto scacco il Napoli. Prima ilicic, poi Matri e nel finale quella decisiva Vargas, autore dell’assist a Joaquim. Viceversa Benitez, richiamando Higuain, ha dato l’impressione alla Fiorentina di accontentarsi del risultato e così ha liberato più uomini viola nella fase offensiva. Higuain non ha preso bene la sostituzione, è un calciatore che dà tutto in campo, e anche se stanchissimo, in zona Cesarini, vedi Torino, può fare molto male alla difesa avversaria. Sul lato sinistro d’attacco la Fiorentina 5 ha martellato e i vari rimedi, dapprima Callejon, e poi Behrami, non sono sembrate le soluzioni migliori. Conseguenza naturale è stato il gol preso dal Napoli, dove la difesa ha dormito, per la prima volta Reina ha sbagliato l’uscita, ma peggio è stato che nessuno marcasse Joaquim appostato sul secondo palo. Ennesima occasione persa e Fiorentina che si riavvicina minacciosa. Ora la Juve. La partita più sentita dalla torcida azzurra che spera di vedere una squadra concreta. La Juventus, conquistato ormai il terzo scudetto consecutivo, vuole battere il record dei 100 punti e non regalerà nulla. Conte ci tiene a fare bella figura al San Paolo. Ma il Napoli non può fallire questo appuntamento.


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NAPOLI - JUVENTUS

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N. 1 2 3 5 7 8 9 11 13 14 16 17 18 19 20 21 22 24 25 31 33 85 88 91

Giocatore CABRAL RAFAEL ANTONHY REVEILLERE ADRIANO HENRIQUE MIGUEL ANGEL BRITOS JOSÉ CALLEJON JORGE LUIZ JORGINHO GONZALO HIGUAIN CHRISTIAN MAGGIO FAOUZI GHOULAM DRIES MERTENS GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN CAMILO ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNANDEZ JOSIP RADOSEVIC LORENZO INSIGNE JOSÉ PAEZ REINA FAOUZI GHOULAM TORTAJADA RAUL ALBIOL VALON BEHRAMI GOKHAN INLER DUVAN ESTEVAN ZAPATA

Ruolo P D D D A C A C d A C C C A C D C A P D D C C A

Classe 1990 1979 1986 1985 1987 1991 1987 1982 1991 1987 1982 1987 1985 1983 1986 1989 1994 1991 1982 1991 1985 1985 1984 1991

Naz. BRA FRA BRA URU SPA BRA ARG ITA alg BEL ITA SLO COL MAC SVI ARG

Presenze 8 8 1 11 25 18 24 19 23 18 4 21 19 17 5

ITA SPA ALG SPA SVI SVI COL

19 5 8 23 17 23 10

Gol 1 9 10 5 6 6 4 1 1 1 -

N. 1 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 18 20 21 22 23 26 27 30 33 34

Giocatore GIANLUIGI BUFFON GIORGIO CHIELLINI JOSE' CACERES ANGELO OGBONNA PAUL POGBA SIMONE PEPE CLAUDIO MARCHISIO MIRKO VUCINIC CARLOS TEVEZ SEBASTIAN GIOVINCO FEDERICO PELUSO FERNANDO LLORENTE ANDREA BARZAGLI LEONARDO BONUCCI PABLO OSVALDO SIMONE PADOIN ANDREA PIRLO KWADWO ASAMOAH ARTURO VIDAL STEPHAN LICHTSTEINER FABIO QUAGLIARELLA MARCO STORARI MAURICIO ISLA RUBENS RUBINHO

Ruolo P D D D C C C A A A D A D D A C C C C D A P C P

Classe 1978 1984 1987 1988 1993 1983 1986 1983 1984 1987 1984 1985 1981 1987 1986 1984 1979 1988 1987 1984 1983 1977 1988 1983

Naz. ITA ITA URU ITA FRA ITA ITA MON ARG ITA ITA SPA ITA ITA ITA ITA ITA GHA CIL SVI ITA ITA CIL BRA

Presenze 26 23 11 11 27 20 9 28 13 8 26 22 23 6 17 22 26 28 19 15 15 12 -

Gol 3 6 2 2 16 1 1 11 2 2 11 2 1 1 -

RICONOSCITI NELLA FOTO E VINCI! Sei tu quello nel cerchietto rosso nella foto qui sotto? Non perdere tempo...chiama subito il 338 359 49 20 o il 334 104 83 81 e vinci un biglietto omaggio per il prossimo incontro del Napoli allo Stadio San Paolo


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BATTERE LA JUVE HA UN SENSO

nutile negarlo, quella contro la Juventus resta per molti napoletani “la partita dell’anno”, quella che più di ogni altra si deve vincere, o quantomeno, non si deve assolutamente perdere. Anche Maradona se ne rese conto quando, appena sbarcato in Italia e scendendo dall’aereo, in quel lontano 1984, fu avvicinato da alcuni sostenitori azzurri che prima di ogni altra cosa gli chiesero “battiamo la Juventus, Diego!”. E lui ci riuscì, più di una volta, con quel magico sinistro davanti al quale scudetti e coppe non ebbero potere alcuno. Non c’è una precisa ragione per la quale i “non colori” bianconeri siano così antipatici a chi ha il cuore azzurro. È così da sempre e nessuna alchimia calcistica potrà cambiare mai lo stato delle cose. E poco importa se il distacco in classifica sia così ampio tra le due formazioni. La gara del San Paolo mantiene intatte tutte le sue attese, la tensione delle gare più importanti, il pathos dei momenti di gloria, dove è in gioco la “nobilitade” di chi scende in campo senza paura e con il coraggio dei più forti. Napoli Juve è, insomma, molto più che una semplice partita di calcio. È la sfida tra due modi diversi di intendere lo sport, quello ar-

Fabrizio Piccolo

o al senso di inferiorità nei confronti della Juve e del Nord in generale non ci ho mai pensato, anzi. Per me la Juventus è un avversario come le altre. Ecco. L’ho detto. Magari mi ritroverò seppellito di pernacchie, ma per me è così. Rivali dove e quando noi e la Juve? Neanche negli anni d’oro degli scudetti del Napoli c’è mai stata una vera competizione, perché coincisero con i loro momenti bui e di fatto quasi mai nella storia abbiamo lottato per gli stessi obiettivi (fatta salva la Coppa Uefa che vincemmo). Neanche l’anno scorso, perché se ce la vogliamo dir tutta il Napoli l’anno scorso non ha mai lottato per lo scudetto. E a proposito di tricolore ricordo ancora con fastidio che proprio nei festeggiamenti del nostro primo scudetto incrociai nella festosa invasione di strade cittadine un autista bloccato col suo pullman. Sbucò dal finestrino sorridendo e riportando quanto sentiva alla radio con una gioia speciale: “Stanno dicendo che siamo civili, perché non abbiamo fatto l’invasione di campo”. E che ce lo devono dire dalla radio che siamo civili? Anche lì non compresi quel senso di inferiorità latente, che faceva esultare le folle per una carezza da parte dei potenti. Non mi sento inferiore né al

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LA PARTITA CHE NON SI PUÒ PERDERE... Marco Martone

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rogante, presuntuoso e quasi sempre vincente, della Torino a strisce e quello passionale, viscerale, spesso scalognato che accompagna dalla notte dei tempi Partenope e i suoi figliocci. Napoli - Juve è l’attesa per uno sfottò, più o meno benevolo, a chi per un anno ti ha sbandierato sotto il naso i tanti scudetti vinti, non sempre in maniera limpida e che magari abita sul tuo stesso pianerottolo e parla il tuo stesso dialetto. È la voglia di prendersi gioco di amiche, mogli e fidanzate, affascinate dal potere e dalla capacità di primeggiare su tutto e su tutti, a ogni condizione, tipico di “madama”. Le stesse che odiano il calcio ma che se proprio devono scegliere una squadra per cui tifare, bhe! Allora è la Juve! Non cambierà la stagione del Napoli il risultato di domenica sera, speriamo magica, allo stadio San Paolo. Troppi sono i punti che ci separano dagli odiati nemici ed eccessivo è anche il vantaggio della Roma, per cullare sogni di gloria che vadano oltre la conquista del terzo posto. Quello 7 che cambia è lo stato d’animo del tifoso, mutevole come solo chi ama il calcio ed è schiavo di questa passione può sapere. Per questo Napoli-Juve è una partita da vincere, o quantomeno, da non perdere… mai.

civile Nord, né alla Juve. E con questi bianconeri proprio ho poco a che spartire: né sentimenti condivisi né differenze di stili. Loro sono la Juve e il Napoli è il Napoli. Una premessa che però porta alla stessa conclusione di chi non la pensa come me, perché stasera bisogna vincere. Senza se e senza ma. Vincere non perché è uno sfizio umiliare la Signora ma per riprendere un cammino interrotto da due stagioni, perché era diventata una bella e piacevole abitudine prendere a schiaffoni la Signora al San Paolo. Vincere perché ci serve, perché alla fine sono sempre i risultati ad avere l’ultima parola e se anche la corsa al secondo posto dovesse essere “la corsa del ciuccio” fa niente, perché noi ciuccio siamo. Vincere perché aiuta a vincere anche le prossime. Vincere perché c’è ancora un finale di stagione da vivere e di considerare il campionato finito già a marzo non abbiamo proprio voglia. Poi se per tutti gli altri bisogna vincere anche perché “quella là” non si sopporta proprio, né lei né i suoi tifosi, va bene lo stesso. La Juve lo scudetto l’ha già vinto ma anche se per loro conterà poco, dovranno ricordarsi lo stesso che il San Paolo è sempre amaro anche per i più forti.


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13/2014 Campionato 20

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NAPOLI – FIORENTINA 0-1 Napoli (4-2-3-1): Reina; Reveillere, Henrique, Albiol, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon, Hamsik, Insigne (75' Mertens)(85' Pandev); Higuain (80' Behrami). A disp.: Doblas, Colombo, Mesto, Fernandez, Britos, Dzemaili, Radosevic, Bariti, Pandev, Zapata. All. Benitez Fiorentina (4-3-3): Neto; Roncaglia (72' Vargas), Gonzalo Rodriguez, Savic, Pasqual; Bakic (46' Ilicic), Aquilani, Borja Valero; Cuadrado, Gomez (72' Matri), Joaquin. A disp.: Rosati, Lupatelli, Tomovic, Diakitè, Compper, Wolski, Mati Fernandez, Matos, Ambrosini. All. Montella Arbitro: Tagliavento Marcatori: 88' Joaquin (F) Espulso: Ghoulam (N) Ammoniti: Gonzalo (F), Higuain (N)

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CATANIA – NAPOLI 2-4 Catania (3-5-2): Andujar; Gyomber, Legrottaglie (1' st Petkovic), Bellusci; Peruzzi (38' st Fedato), Izco, Lodi, Rinaudo (1' st Plasil), Monzon; Keko, Barrientos. A disp.: Ficara, Alvarez, Capuano, Biraghi, Leto, Boateng. All. Maran Napoli (4-2-3-1): Reina; Henrique (14' st Albiol), Fernandez, Britos, Reveillere; Dzemaili, Jorginho; Callejon, Hamsik (21' st Radosevic), Insigne; Zapata (34' st Higuain). A disp.: Doblas, Colombo, Inler, Bariti, Pandev. All. Benitez Arbitro: Massa Marcatori: 16' e 43' Zapata, 25' Callejon, 40' Henrique, 7' st Monzon (C), 30' st Gyomber (C) Ammoniti: Keko (C)

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JUVENTUS: IL PEGGIOR NEMICO

a vigilia di Napoli-Juventus di Giuseppe Caporaso, giornalista di Tv 2000 (il canale della Cei) e appassionato animatore delle “serate azzurre” tra tifosi napoletani a Roma.

Il più bel ricordo? “Il primo scudetto. Ero in curva B perché fedele abbonato. Fu un'emozione indescrivibile”. I tuoi tre giocatori preferiti del Napoli di quest'anno. “Per la tensione agonistica Higuain. Per la personalità Pepe Reina. E poi Insigne è la speranza, come napoletano, di questa città”. Sei pro o contro Benitez? “Pro, nel senso che bisogna dargli il tempo. Quest'anno pecchiamo nel reparto difensivo. L'anno prossimo, però, deve essere quello decisivo per fare il salto di qualità”. Un voto al Napoli. “Dipende dalla Coppa Italia. Se la vinciamo è un 8. Se no, 7. Il Napoli quest'anno deve vincere qualcosa. Per il secondo posto la vedo dura”. Cosa è mancato finora alla squadra? “Credo qualche difensore di levatura internazionale che conosca bene il campionato italiano, e un vice Higuain”. Previsione per la partita con la Juve? “Spero sia un grande trionfo per il Napoli”.

Mario Passaretti

omenica al San Paolo arriva la Juventus, la cosiddetta Vecchia Signora, saldamente in testa alla classifica con un divario sull'inseguitrice diretta (la Roma) troppo alto, ipoteca con largo anticipo sull’ennesima vittoria in campionato. Venti sono i punti che distaccano la capolista dal nostro Napoli, un segno che lascerebbe intendere il grande divario tra le due squadre, ma sappiamo bene che gli azzurri in queste partite si trasformano e forse lo faranno ancor di più contro i bianconeri. Reduci loro dalla vittoria di Catania (nostra prossima avversaria in campionato mercoledì, ndr) i bianconeri scenderanno in campo senza alcun timore reverenziale consapevoli della loro forza. Sanno bene che la partita contro gli azzurri costituisce da sempre una partita "storica". Una rivalità acuitasi nel corso degli anni a livello calcistico ma che ha avuto largo sfogo con le due tifoserie pronte a darsi "guerra" sportiva, inneggiando ovunque cori beceri e ostili da ambo le parti. Tante sono state le pole-

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TIFO IN... PARLAMENTO Valerio Ceva Grimaldi

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aetano Pecorella, parlamentare di lungo corso, ex presidente della Commissione Giustizia della Camera ed ex avvocato difensore di Berlusconi, è juventino.

Da dove nasce la sua passione sportiva?. “Sono tifoso grazie a mio padre. Molti anni fa, subito dopo la guerra, mi portò a vedere una partita della Juventus a Parma. Il portiere della Juve mi sembrò una specie di superuomo, parava tutto. Diventò il mio mito. E da quel momento divenni juventino”. La Juventus viaggia con molti punti di vantaggio... secondo lei quale è la sua “ricetta vincente”? “Io trovo sia una squadra non “ballerina”. È costante. Ha la capacità di giocare sempre con il massimo dell'impegno. Magari non è sempre entusiasmante, ma gioca sempre ad alto livello”. Conte le è simpatico? “La simpatia è una componente importante perché l'allenatore è un po' la faccia di una squadra. Oggi però la questione è molto meno prioritaria. Oggi contano sempre di più la rapidità del 11 gioco e la capacità di fare gol”. Cori e razzismo allo stadio: cosa pensa delle squalifiche comminate ai settori degli stadi? “Io sarei ancora più severo. I gruppi di cosiddetti tifosi, responsabili di questi episodi, sono ben noti ai dirigenti delle squadre. Se c'è una cosa che è incompatibile con lo sport è il razzismo. Lo sport ha la grande forza di vedere tutti uguali senza distinzione di colore, nazionalità, regione. Chi viola questa regola viola l'essenza stessa dello sport”. Una previsione sul risultato al San Paolo? “Forse un pareggio sarebbe il risultato più giusto”.

miche che si sono susseguite, che hanno lasciato strascichi nelle menti dei tifosi. Un susseguirsi di amarcord, dalla vittoria del Napoli in Coppa Italia due anni fa, seguita poi dalla rivincita juventina in Supercoppa a Pechino con uno strascico di polemiche fino ad arrivare a oggi dove sicuramente non conterà il risultato per raggiungere la capolista. Perché per tutti noi rappresenta da sempre uno stimolo enorme poter dire: Abbiamo battuto la Signora! L'inno scelto dalla squadra (Go West dei Pet Shop Boys) in ogni partita per incoraggiarla, domenica sera dovrà suonare ancora più forte e risvegliare negli azzurri quell'orgoglio necessario per caricarsi e battere i bianconeri davanti a un San Paolo pieno in ogni ordine di posto e sicuro di vedere nei suoi ragazzi la grinta necessaria per battere il loro "peggior" nemico. Senza indugi e senza alcun timore, undici leoni per battere lo squadrone! al turno successivo, allontanando i rimorsi per un acquisto mancato.




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NAPOLI – PORTO 2-2 Napoli (4-2-3-1): Reina; Henrique, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Behrami, Inler; Mertens (38' st Callejon), Pandev (23' st Hamsik), Insigne; Higuain (33' st Zapata). A disp.: Colombo, Britos, Reveillere, Dzemaili, Zapata. All. Benitez Porto (4-3-3): Fabiano; Danilo, Reyes, Mangala, Ricardo; Defour, Fernando, Carlos Eduardo (18' st Josuè); Varela (21' st Ghilas), Jackson Martinez, Quaresma (36' st Lica). A disp.: Kadu, Herrera, Agu, Quintero. All. Luis Castro Arbitro: Atkinson (Inghilterra) Marcatori: 21' Pandev (N), 24' st Ghilas (P), 31' st Quaresma (P), 46' st Zapata (N) Ammoniti: Henrique, Behrami (N); Fernando (P)

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QUARESMA MANDA GLI AZZURRI ALL'INFERNO

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ETERNI INCOMPIUTI, SI RISCHIA IL FALLIMENTO

Carlo Longobardi

eri sera sono andati in onda i posticipi, nel pomeriggio il “mezzo posticipo”, la mattina l’anticipo della domenica, sabato pomeriggio il “saturday afternoon”, da non confondere con il “monday night”, ulteriore locuzione chiaramente anglosassone che indica gli eventi sportivi da giocarsi il lunedì, in particolare calcistici, di maggiore risalto; quelli che riescono a essere fonte di grandi ascolti televisivi e che meritano una attenzione speciale tale da giustificarne l’ulteriore attesa. Nell’intervallo di questo manicomio si è giocata qualche partita “old style”. Le ore 15.00 della domenica a rappresentare un tempo fuggito. La capacità tutta italiana di perdere la propria identità si palesa pure nel massimo campionato di calcio. Ma c’è di più. Dalla lettura delle formazioni in campo emergono dati quantomeno avvilenti: provate a contare il numero dei giocatori italiani schierati nelle formazioni titolari. Il Napoli contribuisce in maniera determinante alla già precaria statistica, che vede l’ormai obsoleto “ciucciariello” tutto “stranger” e salvato nel suo residuo dna dal solo Insigne, visto anche l’infortunio di Maggio. Si è completato, in tal modo e con una velocità incredibile, il processo di internazionalizzazione già da tempo comunicato. Fi-

Daniele Acampa

l Napoli “europeo” di Rafa Benitez è a rischio fallimento. Uscire a testa alta, prima dalla Champions e poi dall’Europa League, non può e non deve rappresentare un motivo d’orgoglio. Con i complimenti non si fa la storia, servono le vittorie. Contro il Porto il Napoli ha giocato una delle migliori partite dell’anno. Il primo tempo è stato caratterizzato da grande intensità di gioco, pressing alto e ritmi altissimi, ma gli uomini di Benitez non sono riusciti a concretizzare al meglio le tantissime palle gol create. La stessa cosa è successa contro la Fiorentina e quindi c’è qualcosa che non funziona. La squadra segna poco e subisce gol sistematicamente. Non può essere solo sfortuna. La sensazione è che il Napoli resti una squadra incompiuta. In Europa si sono viste due facce: quella timida delle trasferte (Londra, Dortmund, Oporto) e quella arrembante delle notti del San Paolo, quando il calore del pubblico partenopeo ha saputo trascinare gli azzurri. In campionato sono stati troppi i punti lasciati per strada, contro la Fiorentina sarebbe bastato anche un punto, ma la squadra ha ancora una volta dimostrato la grande fragilità difensiva

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nalmente il “brand” Napoli può essere spendibile sul mercato mondiale, così come succederà all’Inter indonesiana o alla Roma americana e a tutte le squadre che acquisteranno gli sceicchi arabi smaniosi di investire le enormi risorse derivanti dal loro petrolio in estinzione. I vivai si svuotano, le nazionali arrancano e, paradossalmente, gli investimenti sui giovani vengono compiuti oltralpe. Ragazzi poco più che bambini pagati fior di milioni. Senza voler apparire inutilmente “autarchici” e anacronistici la domanda che ci si dovrebbe porre è: “ma che senso ha continuare a parlare di campionato italiano?”. Ben vengano gli equilibri finanziari, la correttezza della spesa e quant’altro, tanto noi continueremo incessantemente a essere totalmente fedeli e ossequiosi alla maglia (a proposito quale maglia, visto che anche quella del Napoli per ragioni commerciali non è più identificabile?)... Di buono c’è che perderanno sempre più valore i cori ormai tristemente famosi. Quando i giocatori confonderanno l’in- 23 vito alla distruzione (Vesuvio brucia!) con l’esortazione del pizzaiolo poco attento che sta per rovinare la famosa pizza Vesuvio, allora il processo di destrutturazione sarà definitivamente compiuto.

oltre alla scarsa vena realizzativa dei suoi attaccanti. Basterà alla dirigenza per considerare soddisfacente l’annata? È vero quest’estate è partito Cavani, ma gli investimenti fatti dalla società sono stati cospicui. Purtroppo il bilancio finale rischia di essere inferiore a quello della gestione Mazzarri che poteva contare su una rosa qualitativamente inferiore. Benitez non è riuscito a dare una solidità di squadra che fa la differenza dappertutto. Contro la Roma e il Torino gli episodi hanno sorriso agli azzurri. Contro il Porto e la Fiorentina, la fortuna si è capovolta come un boomerang, ma una squadra di calcio non può essere una roulette. Gli episodi vanno indirizzati a proprio favore, esserne vittima è una colpa. Per trasformare gli applausi del San Paolo in trofei, Benitez dovrebbe conferire ai suoi quella concretezza che serve per essere “grandi” per davvero. E ora la Juve. Non ci sono grandi motivazioni di classifica, ma una vittoria contro l’eterna rivale può riportare il sorriso sui volti delusi dei tifosi azzurri e ricaricare l’ambiente in vista della finale di Coppa Italia che a questo punto serve a salvare un’intera stagione.


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DIRITTI TELEVISIVI TRA ITALIA E INGHILTERRA Giuseppe Piccolo (vicepresidente AINC)

e pay tv in Italia stanno stravolgendo abitudini decennali dei tifosi, ormai gli orari delle partite sono completamente saltati a vantaggio di una crescita esponenziale dei proventi frutto di martellanti campagne pubblicitarie. Lontani i tempi delle partite ascoltate via radio e delle poche e scolorite immagini televisive delle prime trasmissioni, le nuove televisioni scannerizzano ogni azione evidenziando particolari impossibili da percepire a occhio nudo, conseguenza di acerrime critiche verso gli arbitraggi che spesso incolpevoli hanno l’unico torto di valutare ogni azione come essere umani e non come inanimati robot. È sotto gli occhi di tutti lo svuotamento degli stadi di Serie A Tim, determinato dagli orari assurdi in cui si giocano le partite e dalla spalmatura del campionato in tutti i giorni della settimana. L’arroganza dimostrata dai club e dalle televisioni a pagamento nei confronti dei tifosi da stadio e degli abbonati ha superato ogni ragionevole limite. Sky e Mediaset, con la connivenza dei vertici del nostro sistema pallonaro, hanno frantumato le ultime resistenze. L’errore di fondo è stato appiattirsi sul modello inglese, senza tenere conto della peculiarità del tifo italiano rispetto a quello d’Oltremanica. Diversità sostanziali del sistema economico dei due paesi che non conciliano con una

logica di divisione economica ed è così che il gap tra piccoli e grandi club aumenta a vista d’occhio a vantaggio di quelle squadre che possono annoverare il maggior numero di tifosi da poltrona. In Italia la legge ha sancito la vendita collettiva dei diritti televisivi. I club della Serie A TIM si devono ancora mettere d’accordo su come dividersi i proventi, sui bacini di utenza la guerra in corso è aspra quanto mai. Fortemente penalizzate le serie minori che raccolgono poco o nulla avendo spesso bilanci poco equilibrati , per stare dentro le regole le società professionistiche dovrebbero conteggiare le diversità di introiti derivanti dall’attività , in Inghilterra, la maggioranza dei team rientra in questo tipo di situazione. I bilanci dei club di oltre Manica sono correttamente equilibrati fra le tre voci di ricavo, anche se il loro indebitamento si sta facendo imponente , in Italia, viceversa, la maggioranza (la totalità?) dei club non rientra in questi parametri. Il Napoli rientra fra le società sane, orgoglio del presidente De Laurentiis, con bilanci trasparenti e congrui che è sicuramente la base per la costruzione di un club solido con qualità tecniche ed organizzative a livello internazionale ma qualcosa deve necessariamente cambiare prima che il sistema soccomba!


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IL “GUANTO” DI MARADONA CHE SCHIAFFEGGIÒ LA SIGNORA La magia di Diego e la punizione del Secolo che inchiodò la Juve al San Paolo Bruno Marra

Ogni anno il 2 novembre c’è l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno l’hadda fa chesta creanza, ognuno hadda tenè chistu pensiero”. L’incipit della Livella di Totò rivela la atavica devozione dei napoletani verso il culto dei morti, come ideali seguaci di Ippolito Pindemonte e dei Sepolcri foscoliani. Ma nell’anno 1985 il giorno del 2 novembre a Napoli non fu quello di sempre. Divenne un evento unico che non rappresentò la solita liturgia ferale, ma rivestì un ruolo tanto inedito quanto fondamentale: la vigilia della madre di tutte le Sfide. Il giorno dopo si giocava Napoli - Juventus. Ovvero: Paradiso contro Inferno.

Vivemmo un week end di sacralità assoluta. Sabato al cimitero, domenica nel Tempio del San Paolo. Potete immaginare cosa chiesero i napoletani ai loro cari nell’aldilà, oltre a pregare per la salvezza della loro anima. Quel 2 novembre ci fu un surplus di preghiere aggiuntive, tutte fatalmente con la stessa implorazione: “anima di papà, facce vencere ‘sta partita, pe’ carità”, “anima do’ nonno, fa schiarà stu juorno”.

In compenso, però, i napoletani avevano da poco anche la loro divinità in Terra: Diego Maradona. E la convergenza di Sacro e profano, proprio in quella data fatale, sembrò un evidente segno del destino. Il Napoli non batteva la Juventus al San Paolo in campionato da oltre dieci anni. E Diego in quella settimana continuava a dire: “la prima cosa che mi chiedono i tifosi per strada non è lo scudetto, ma è battere la Giuventus”. Perché il Pibe la pronunciava così: la Giuve. Nel giro di due anni sarebbero arrivati sia lo scalpo della Signora che il tricolore. Però quel 3 novembre 1985 segnò una delle prime date che scolpirono l’era maradoniana.

Quella domenica pioveva. Sin dalla mattina presto. Qualcuno lo prese come presagio nefasto, come se dall’aldilà ci volessero avvisare che manco stavolta questa vittoria doveva arrivare. Ma la fede di Napoli è incrollabile. La partita si giocava alle classiche ore 15, quando il calcio non era ancora attraversato e invaso

da diritti ed esigenze televisive. Nessun anticipo e nessun posticipo. Il mondo si fermò tutto sotto quel cielo grigio davanti a Napoli - Juve alle 3 del pomeriggio.

Era la nona giornata, la “Giuve” di Platini aveva vinto le prime otto ed era a punteggio pieno, Signora e padrona del campionato. I giornali titolavano: “La Juve cerca la nona sinfonia”. Ma la musica stava per cambiare. Continua a piovere che Dio la manda. Finisce il primo tempo: 0-0. Il San Paolo è una piscina, non c’era ancora la copertura dello stadio, e quella pioggia ce la sentivamo fin dentro le ossa. Ma ci sentivamo anche nel cuore che quella era la volta giusta. È battaglia pura. Bagni e Brio per poco non si prendono a cazzotti. Espulsi tutti e due: si gioca dieci contro dieci.

Ma il vero 10 ce l’abbiamo noi. L’orizzonte del San Paolo è scuro come la notte. Si accendono i riflettori, finché a un quarto 27 d’ora dalla fine arriva la LUCE. Da qua e dall’aldilà. Bertoni entra in area e Scirea lo stende. L’arbitro fischia un anomalo calcio di punizione a due in area per gioco pericoloso. Roba che oggi sarebbe rigore tutta la vita. Ma va bene lo stesso. Sta per andare in scena la punizione del Secolo. Pecci mette il piedone sul pallone e tocca appena per Maradona che di sinistro mette la palla all’incrocio con la barriera a 5 metri. Tacconi quasi rischia la commozione cerebrale sbattendo con la testa sul palo. Un urlo così non si era mai sentito. Il San Paolo è la fine del Mondo. Vinciamo 1-0. Esultano anche le anime del Purgatorio. Maradona definirà quella punizione come: il guanto. Quel 3 novembre 1985, il giorno dopo la celebrazione dei morti, un Dio sceso in Terra ci fece la grazia. Il guanto che schiaffeggiò la Signora. Nel Paradiso terrestre di Santa Maradona.

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GIOVANISSIMI CHE NON DELUDONO MAI Attilio Marchionne

olo i Giovanissimi continuano a dare soddisfazioni tra le formazioni del vivaio del Napoli. Gli azzurrini di Liguori passano a Crotone e si confermano in testa alla classifica. Di tutt’altro tenore l’esito delle gare di Primavera e Allievi. La Sicilia è andata storta a entrambe le compagini. I grandi di Saurini hanno subito una dura battuta d’arresto dal Catania, invece, i più piccoli di Mazzella si sono imbattuti contro un Palermo mai domo. Hanno vinto i siciliani 4-2. Squadra Pt. G. V. N. P. Gf. Gs. Napoli Primavera fermato in trasferta dal Catania PRIMAVERA e la situazione in chiave play off si complica, e LAzIO 56 21 18 2 1 72 23 non di poco. Mancano cinque giornate alla fine FIORENTINA 53 21 17 2 2 54 22 della regular season e la sconfitta in terra siciliana ROmA 46 21 14 4 3 53 20 rimette in discussione per i ragazzi di Saurini PALERmO 36 21 10 6 5 44 30 l’eventuale qualificazione al turno successivo. a risultati 8 giornata ritorno CATANIA 35 21 9 6 6 36 27 Successo catanese che non fa una grinza, nonogirone C NAPOLI 33 21 9 6 6 36 27 stante un finale di gara in cui gli stessi rossoazzurri si sono complicati la vita. La sconfitta azbARI 31 21 9 4 8 42 35 0-4 TRAPANI - BARI zurra è meritata, l’undici partenopeo è parso irriLIvORNO 30 21 9 3 9 40 32 conoscibile. Etnei all’attacco sin dal fischio d’ini7-2 LAZIO - CROTONE REGGINA 23 21 6 5 10 20 29 zio e Catania pericoloso in due occasioni ma il AVELLINO - FIORENTINA 0-1 LATINA 23 21 6 5 10 33 46 portiere azzurro fa buona guardia. La gara si REGGINA - jUVE STABIA 3-2 JUvE STAbIA 21 21 5 6 10 30 40 sblocca a metà ripresa quando la squadra di casa 7-3 PALERMO - LATINA CROTONE 16 21 4 4 13 29 60 coglie i frutti del grande lavoro con Aveni. Napoli reattivo nel finale, coglie una traversa ma poi ecco 2-0 TRAPANI 8 21 2 2 17 16 61 CATANIA - NAPOLI il 2-0 dei siciliani. AvELLINO 3 21 0 3 18 17 66 Prossimo turno: 29/3 Juve Stabia - Napoli 0-1 LIVORNO - ROMA

Il Napoli di mister Mazzella subisce una dura lezione in trasferta dal Palermo. Finisce 4-2 per i siciliani, ma la gara è stata in bilico sino a metà ripresa poi il calo degli azzurri è stato fatale e i rosanero hanno arrotondato il risultato. È stato un rincorrersi tra le squadre. Palermo due volte in vantaggio, prima con Plescia e poi con Bonfiglio e raggiunto in entrambe le volte da un Napoli mai domo, prima con Selva e poi con Otranto. Il risultato sembra accontentare maggiormente gli ospiti che faticano a contenere gli assalti della formazione di casa, anche a causa di un vistoso calo fisico. Elemento fatale che costa il risultato. A siglare il successo dei siciliani arrivano le reti di Grillo e di Bonfiglio, autore di una doppietta. Ora lo scoglio Lazio. Prossimo turno: 30/3 Napoli - Lazio

GIOVANISSIMI NAZIONALI

Squadra

SALERNITANA 31 PAGANESE 22

CATANzARO 20

1-2

CROTONE 14

CATANZARO- V. LAMEZIA

RIP. SALERNITANA

4-2

N.

P.

mESSINA 21

NOCERINA 18

N. COSENzA 12

vIGOR LAmEzIA 11

20

15

4

1

20 20 20 21 20 20 20 20 21 20

15 9 9 5 6 5 4 4 3 3

4 1 0 5 4 7

1 5 5 6 7 9

3

11

6

10

5 2 3 2

0-3

10 14 15 15

P.

Gf. Gs.

15

5

1

53

18

LAzIO 45

21

14

PESCARA 31 LATINA 28

JUvE STAbIA 25 CATANIA 22

AvELLINO 20 REGGINA 18

2-1

CROTONE 17

0-8

TRAPANI 12

4-2

V.

15

0-1

REGGINA- PALERMO

REGGINA - ROMA

21

CROTONE- NAPOLI

5-1

PALERMO - NAPOLI

REGGINA 46

1-1

TRAPANI- PAGANESE

PESCARA - LATINA

16

CATANIA 32

2-1

jUVE STABIA - FIORENTINA

21

NOCERINA- CATANIA

N. COSENZA- MESSINA

0-1

NAPOLI 52

TRAPANI 45

risultati 9a ritorno girone H

TRAPANI - CROTONE

2-2

N.

21

NAPOLI 32

3-0

V.

ROmA 57

FIORENTINA 35

LAZIO - AVELLINO BARI - CATANIA

Pt. G.

PALERmO 50

risultati 8a ritorno girone C

Pt. G.

PALERmO 49

Squadra

ALLIEVI NAZIONALI

bARI 14

21 20 21 20 21 21 21 21 21 21 21 21

11 10 9

3 3 2 2 4

6

10

6

4

7 6 3 4 3 2

0 4 7 9 7 5

4

10

2

13

9

11 9

5

12

6

13

5

13

70

11

40

22

36 30 31 24 21 19 28 35 21 29 17

13 26 39 26 30 31 36 49 44 36 52 39

Gf. Gs. Risponde presente, invece, la solita formazione dei Giovanissimi allenata da Liguori che espugna 47 10 il campo di Crotone e veleggia in testa alla clas57 15 sifica, pur avendo giocato un turno di più rispetto 52 22 al Palermo. È bastato un misero risultato di misura per avere la meglio della compagine calabre43 19 se. Napoli, che da sette turni non becca gol, già 36 28 in vantaggio meritatamente a metà primo tempo 36 27 con Mentana, ma azzurri padroni del campo che hanno solo il difetto di non saper chiudere il 32 41 match. Ben quattro nitide occasioni da gol fallite 27 32 da Russo e Messina, prima del gol azzurro. Nella 26 32 ripresa il Napoli si limita a gestire il risultato con un Crotone impavido che sfiora più volte il pa15 30 reggio. Ora riposo per due settimane, prima c’è 17 39 la nazionale e poi per il turno naturale di stop. Alla ripresa il Napoli se la vedrà in casa con la Pa15 49 ganese. 16 68 Prossimo turno: 13/4 Napoli - Paganese

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1972


30 MARZO 2014

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Le stelle del Napoli...

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A CURA DI RICCARDO SORRENTINO

ari amici tifosi, come già vi scrissi nell’ultimo numero, dovendo inviare sette giorni prima questa mia rubrica alla redazione di Cuore Azzurro, anche questa settimana scrivo ancor prima di sapere il risultato di Catania - Napoli, e quindi, ancora in piena delusione per la sconfitta immeritata con Fiorentina, condizionata da un arbitraggio vergognoso. Al di là, quindi, di quanti punti gli azzurri avranno conquistato in Sicilia, ben venga questa sfida con la Juve che, pur se svilita dalla classifica (e pensare che pochi mesi fa la sognavamo come il trampolino per il Paradiso… ), resta per noi, comunque, la “madre” di tutte le partite e una sfida che, in caso di vittoria del Napoli, può preparare, sul piano psicologico, il terreno per raccogliere il massimo nella prossima stagione. Non sapendo il risultato di Catania - Napoli, mi restano ancora impressi però, alcuni episodi dello scontro con i viola e, arbitro e sfortuna a parte, ho constatato che, anche se con cenni di leggera ripresa, è ancora evidente la fase involuta dell’attacco (poca precisione e cattiveria, tutti i tiri centrali, poca precisione e qualità nelle punizioni e nei tiri da fuori area, poca pericolosità sui calci d’angolo e nei colpi di testa) e quella della difesa (con un Albiol che, da settimane, è la controfigura di quello visto nel 2013). Continuo poi a non condividere alcune mosse di Don Rafè, a cominciare dalla ormai cronica lentezza nelle sostituzioni necessarie e all’ormai solita sostituzione di Higuain che, per la sua qualità e pericolosità, dovrebbe stare in campo sempre, fino alla fine (e vi invito a ricordare che, tranne una volta, quando è stato sostituito, il Napoli ha perso sempre punti. Continua poi la sfiga con gli infortuni, e anche il toro Mertens va ad aggiungersi a quel lungo elenco che ha condizionato enormemente la stagione, togliendo

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punti e qualità alla nostra squadra (ed è chiaro che anche le stelle si augurano che Mesto, Zuniga e Maggio possano tornare in campo al più presto). In particolare, passando direttamente alla grande sfida con la Juve, il cielo è giusto per un utilizzo del gemelli Mesto; la partita, infatti, si giocherà con il Sole e la Luna in ariete, Mercurio in pesci, Venere in acquario, Marte in bilancia, Giove in cancro e Saturno in scorpione. Un cielo, quindi, che favorisce i segni del gemelli, dell’acquario, del leone, del sagittario e dell’ ariete, e che dà molto equilibrio alle panchine con un buon biotrend astrale sia per l’ariete Benitez che per il leone Conte. A livello di squadre, invece, nel Napoli, mi aspetto che brillino i sagittario Higuain e Jorginho, il gemelli Insigne, i leoni Hamsik e Pandev, l’acquario Callejon e gli arieti Behrami, Dzemaili e Zapata; trend nega31 tivo invece per i cancro Inler e Britos e, con luci e ombre, quello del bilancia Henrique. Discreti i non citati! Nella Juventus, invece, il biotrend migliore lo avranno gli acquario Buffon e Tevez, e, se giocheranno, Giovinco e Quagliarella; il sagittario Asamoah, il leone Chiellini, l’ariete Caceres, i gemelli Vidal, Ogbonna e Isla. Trend negativo invece per i capricorno Lichsteiner, Marchisio e Osvaldo. Discreti i non citati! Molto equilibrio quindi, anche come squadre, e per le stelle, tutto lascia pensare che sarà una partita degna delle aspettative. Non facile però fare una previsione, ma dovendola fare, valutando tutti i dati, ritengo che il pareggio è il risultato più probabile… arbitro a parte. Ovvio però che se, anche all’ultimo minuto, e anche per l’autogol più fortunoso, il Napoli vincesse, sarei l’Astrologo tifoso più felice d’Italia.

“Le Bollette delle… stelle” LISCIA

GASSATA

FRIZZANTELLA

NAPOLI - JUVENTUS

X

X+ UNDER

UNDER

H. VERONA - GENOA

X2

2

GG

LAZIO - PARMA

1X

GG

1X

SAMP - FIORENTINA

1X

X

1X

SASSUOLO - ROMA

2

2

2

TORINO - CAGLIARI

GG

X2

GG

UDINESE - CATANIA

1X

1

1X


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