Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli ClubAnno XIVNr.189 del 03/03/2019
Vai Lorenzo,facci sognare
Direttore responsabile:Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Armando Lupini,Fabio Rea,Raffaele Castiello,Carlo Longobardi,Riccardo Pollice,Vincenzo Rea Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007
Il Napoli....contro il suo passato!
Saverio Passaretti Il Napoli vince a Parma con un punteggio che spazza ogni dubbio, un 4 a 0 targato Polonia grazie alla doppietta di Milik e l’apertura di Zielinski con la ciliegina finale di Ounas che realizza una meritata rete dopo un’azione spettacolare. Buona prestazione in vista della super sfida di domenica sera con la capolista, la squadra ha trovato un ottimo equilibrio grazie a Fabian ed Allan capaci di contenere gli attacchi avversari anche con una squadra a dir poco sbilanciata in avanti, riuscendo con la loro eccezionale fisicità a mantenere in alto il baricentro ed innescando, poi, molto bene i giocatori sulla trequarti. Una soluzione nuova da utilizzare con determinati avversari che esalta anche le prestazioni di Zielinski e Callejon, non è casuale anche la costante inviolabilità della nostra difesa capeggiata da uno straordinario KK che cresce in qualità e quantità, la sua valutazione sul mercato è ora veramente stratosferica. La sfida di domenica ha un fascino particolare anche se gli azzurri devono cancellare quella sottile sottomissione psicologica che, negli ultimi anni, ha prevalso imprigionando quella superiorità che sotto l’aspetto puramente tecnico aveva ampiamente dimostrato. Conterà poco, volendo essere sinceri, per la classifica ma battere i bianconeri significherebbe che chi gioca un grande calcio, come il Napoli, alla fine raccoglie le soddisfazioni che merita, tanti punti di distanza non sono da attribuire sicuramente ad uno strapotere tecnico ma sono originati da una serie di fattori, la prova assoluta l’abbiamo potuto constatare nella sfida della Signora contro il Bologna la cui unica colpa è stata quella di non aver concretizzato una superiorità netta con il risultato finale a sfavore grazie all’unica e fortunatissima occasione fornita a Dibala. Il Napoli deve prendere coscienza che ha tutte le carte in regola per vincere questa
partita, ci sarà anche il rientro di Lorenzo Insigne, il neo capitano azzurro escluso dalla festa parmense per squalifica, la sua grinta sarà il valore aggiunto per conquistare il bottino pieno. Dal fronti biglietti una novità assoluta per i nostri tifosi non residenti in Campania, necessaria di obbligo la tessere del tifoso, una decisione sicuramente discutibile, intanto il costo dei tagliandi è lievitato a grandi livelli, le curve, ad esempio, costano ben 44 euro ……! Ovviamente nonostante queste limitazioni ci sarà il pienone garantito con coreografie europee, tanta energia e passione incontenibile, i giusti ingredienti per uno spettacolo indimenticabile. Peccato, se il divario fosse stato sotto i dieci punti la partita assumeva il tono della rimonta in quanto il Napoli visto nelle ultime gare, sia di campionato che di Europa League, ha dimostrato di attraversare un ottimo momento e di poter sottomettere qualunque squadra. Meglio non rammaricarsi troppo, ci sono ancora obiettivi importanti da centrare iniziando proprio da questa sfida che per antonomasia è “la partita” per eccellenza! Forza grande Napoli!
Battere la Juve per firmare la pace con il pubblico
Fabrizio Piccolo Pensare a una festa sarebbe utopia: quando di fronte c’è la Juve è difficile far emergere sentimenti amorevoli e gioiosi. Attenzione però. L’errore più grande sarebbe quello di dare più importanza agli avversari di quella che merita il Napoli. Si può capire la voglia di fischiare la Juve, il risentimento per il rivale di sempre ma non trascendere. Guai a far diventare la sfida con i bianconeri una battaglia ideologica. Il rischio di cadere nel populismo, nel vittimismo e nei clichè da odiosi luoghi comuni è forte. NapoliJuventus è un appuntamento sentito da tutti, lo sappiano, ma che resti una partita, che sia il pretesto per la pace del San Paolo: riportare il pubblico allo stadio. Miglior risposta dopo le tante polemiche per la disaffezione del popolo azzurro non potrebbe esserci. Riempire Fuorigrotta sia la parola d’ordine. Ma per gridare forza Napoli, non Juve M... Ci stanno gli sfottò in chiave Champions, ci sta la pressione da mettere sulla squadra di Allegri, ci sta qualche striscione ironico ma che autogol sarebbe mostrare una cartolina tutta sbagliata di Napoli. Che errore sarebbe prendere d’assedio l’albergo della Juve per non farli dormire, che errore sarebbe aspettare il loro pullman per lanciare improperi o peggio. Si diventa grandi anche così, mostrandosi superiori a tutto e senza cadere nel tranello di chi non aspetta altro per sputare veleno su Napoli e la napoletanità. Cari tifosi, i titoloni di certi giornali del nord sono già pronti a stigmatizzare qualsiasi scivolone etico, non caschiamoci. Stiamo invece al fianco di Ancelotti, che pure qualche sassolino nei confronti della Juve non vede l’ora di toglierselo, di capitan Insigne che darebbe tutto per fare gol mai come stavolta, di tutta la squadra. L’amore per il Napoli che sia superiore all’odio per la Juve. Se questo dovesse accadere, il Napoli e tutta la città avranno già vinto comunque vada a finire in campo. Ogni appello populista sia rispedito al mittente, ogni rancore profondo sia messo in
un cassetto, ogni flashback di errori arbitrali sia messo da parte. E’ Napoli contro Juventus ma non un processo alla storia. Poi, va da sé, non ci sarebbe miglior risultato che battere la Zebra per firmare la pace definitiva col pubblico.
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NapoliJuve, 30 anni fa le Idi di Marzo della Signora al San Paolo
Bruno Marra NapoliJuventus a marzo rievoca un precedente che ha fatto la storia azzurra. Precisamente il 15 marzo 1989, esattamente 30 anni fa. Era il quarto di finale di ritorno di Coppa Uefa. Quella che oggi si chiama Europa League ma che molti, come me, amano lasciare al battesimo originale di “coppauefa” tutto attaccato. Il Napoli all’andata aveva perso 20 a Torino. Al tempo non si chiamava remuntada, ma il senso era quello di dover ribaltare la Signora “sott’e ‘ncopp” a casa nostra. Il San Paolo quella sera non aveva 80 mila spettatori, forse neppure 90mila. Era un pienone extra large. Chi era allo stadio lo sa: non c’era un buco neppure per far entrare uno spillo. Fuorigrotta era deserta fuori e stracolma dentro. Un esodo messianico per chiedere al Napoli il miracolo. Passano pochi minuti: Pasquale Bruno, terzino bianconero detto ‘o animale, prese Careca per il bavero e lo stese a terra in area. Rigore. Maradona sistema la palla. Tacconi, portiere estroso e provocatore, lo va a sbeffeggiare sul dischetto. Diego manco lo guarda. Tiro: palla in un angolo, Tacconi dall’altro. Il primo boato del San Paolo. Si arriva alla chiusura di tempo. Ultima azione, minuto 45: Alemao va a prendersi una palla dalle caviglie di Tricella, come un cavallo imbizzarito corre verso l’area e tocca per Carnevale: destro dritto e potente che sfonda la rete: 20. Siamo pari e siamo pazzi di gioia. Si torna in campo, è un assedio azzurro ma la palla non entra. Supplementari. Se io potessi descrivere il silenzio di quei tremendi minuti vi direi come camminare in un vicolo cieco in una notte buia. Anche perché esce Maradona, è acciaccato, non ce la fa. Se si va ai rigori Diego non c’è. E siamo a un passo dal 120esimo. Un passo che diventa trionfo. Careca scala le marce sulla fascia destra,
crossa teso, in mezzo all’area c’è più traffico che a mezzogiorno a Piazza Plebiscito. Alessandro Renica si butta lungo lungo, anima e corpo per colpire di testa. La palla sbatte a terra e come una immagine al rallentatore si conficca sotto la traversa. Ecco esattamente in quel momento esplose la Terra. L’urlo del San Paolo ruppe il muro del suono e infranse persino i vetri dell’Università adiacente. Un terremoto. Vincemmo la madre di tutte le sfide all’ultimo respiro. E da lì cominciò la cavalcata verso la conquista della Coppa Uefa. Esattamente 30 anni fa. Quando la Signora conobbe le Idi di Marzo nell’agguato del San Paolo.
Il vento polacco soffia forte sul Tardini: Parma annichilito! Adesso testa alla Juve!
Vincenzo Rea A Parma, contro un avversario definito alla vigilia tra i più ostici ancora da affrontare, il Napoli ha ritrovato d’un colpo solo alcune certezze perdute in campionato: festival del gol al Tardini, le realizzazioni che nell’ultimo periodo stavano diventando un vero cruccio per Ancelotti visto che gli azzurri sembrava essere comparso il braccino corto segnando col contagocce anche al cospetto di squadre di seconda fascia pur producendo azioni pericolose in quantità industriali. I compagni polacchi in terra emiliana contro i biancoscudati hanno fatto la differenza con Zielinski e Milik migliori in campo e veri trascinatori – insieme ad Allan e Koulibaly – di una squadra che non ha ancora voglia di alzare bandiera bianca contro la capolista Juventus attesa tra una settimana al San Paolo. Con i Ducali l’ha preparata benissimo Ancelotti che ha irretito le fonti di gioco di D’Aversa bloccando i pericoli principali: Gervinho non è riuscito a creare problemi sulla sua corsia di competenza con un Malcuit in gran spolvero; Inglese mai pericoloso contro una retroguardia che mostra grande solidità partita dopo partita. Domenica sera allo stadio San Paolo il Napoli proverà nell’impresa di battere la Juventus non tanto per riaprire il campionato (in caso di vittoria azzurra il vantaggio bianconero sarebbe comunque di 10 punti) quanto piuttosto per aumentare l’autostima di un gruppo che dovrà fare bene in campionato per mantenere senza affanno il secondo posto in classifica e soprattutto per giocare al meglio le carte in Europa League, vero obiettivo stagionale rimasto a disposizione di Mertens e soci. A propositi di singoli, se in attacco c’è da registrare che si è sbloccato Milik con una grande doppietta non si può dire lo stesso per l’attaccante belga rimasto a secco anche in questo giro. Bene invece Callejon (ottima
prestazione) e il subentrato Ounas che nell’ultimo periodo vede molto la porta e differenza di alcuni compagni di reparto. Dai gol di Mertens e di Insigne passeranno le possibilità di fare bene in Europa per il Napoli. Magari i due riusciranno a sbloccarsi proprio tra una settimana nella gara più attesa, sarebbe il regalo più gradito per un pubblico che purtroppo sta perdendo più tempo a protestare contro la società che a sostenere la squadra!
NapoliJuventus,i precedenti Fabio Rea Ecco alcuni numeri del bigmatch del San Paolo: Incontri alla 26° giornata 1930/31: 03/05/1931 Napoli 1 – 2 Juventus (31’ Vojak I, 48’ Ferrari, 73’ Vecchina) 1962/63: 17/03/1963 Napoli 0 – 0 Juventus 1967/68: 31/03/1968 Napoli 1 – 2 Juventus (48’ De Paoli, 70’ Cinesinho, 84’ Juliano) 1975/76: 18/04/1976 Napoli 1 – 1 Juventus (40’ Boccolini, 45’ Bettega) Incontri nel mese di marzo 23/03/1947 Napoli 3 – 3 Juventus (10’ Santamaria, 47’ e 68’ rig. Candiani, 58’ Vycpalek, 64’ Busani, 65’ Di Benedetti) – Serie A 18/03/1951 Napoli 1 – 1 Juventus (78’ Boniperti, 85’ Formentin) – Serie A 20/03/1955 Napoli 1 – 1 Juventus (34’ Colombo, 36’ Golin) – Serie A 17/03/1963 Napoli 0 – 0 Juventus – Serie A 31/03/1968 Napoli 1 – 2 Juventus (48’ De Paoli, 70’ Cinesinho, 84’ Juliano) – Serie A 19/03/1972 Napoli 1 – 1 Juventus (10’ Capello, 69’ Pogliana) – Serie A 02/03/1980 Napoli 0 – 0 Juventus – Serie A 29/03/1987 Napoli 2 – 1 Juventus (14’ Renica, 50’ Serena, 58’ Romano) – Serie A 15/03/1989 Napoli 3 – 0 (d.t.s.) Juventus (10’ rig. Maradona, 45’ Carnevale, 119’ Renica) – Coppa Uefa 25/03/1990 Napoli 3 – 1 Juventus (13’ e 28’ Maradona, 61’ rig. De Agostini, 64’ Francini) – Serie A 23/03/1997 Napoli 0 – 0 Juventus – Serie A 25/03/2010 Napoli 3 – 1 Juventus (7’ Chiellini, 51’ Hamsik, 72’ Quagliarella, 88’ Lavezzi) – Serie A 01/03/2013 Napoli 1 – 1 Juventus (10’ Chiellini, 44’ Inler) – Serie A 30/03/2014 Napoli 2 – 0 Juventus (37’ Callejon, 81’ Mertens) – Serie A
Risultati più ricorrenti (i primi 5) Napoli 1 – 1 Juventus (13 volte); Napoli 0 – 0 Juventus (12 volte); Napoli 1 – 2 Juventus (8 volte); Napoli 2 – 1 Juventus (7 volte); Napoli 0 – 1 Juventus (7 volte)
Totali incontri: 83 Vittorie Napoli: 29 (23 in A, 1 in Div. Naz., 3 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa italiana, 1 in Coppa Uefa) Pareggi: 30 (28 in A, 1 in B, 1 in Coppa Italia) Vittorie Juventus: 24 (22 in A, 1 in Div. Naz., 1 in Coppa Italia) Reti Napoli: 113 (89 in A, 1 in Div. Naz., 1 in B, 14 in Coppa Italia, 5 in Supercoppa italiana, 3 in Coppa Uefa) Reti Juventus: 99 (85 in A, 3 in Div. Naz., 1 in B, 9 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa italiana)
Una sfera solo da rincorrere Carlo Longobardi Un altro periodo di positivo stress da prestazione attende il nostro Napoli, l’ennesimo da molto tempo a questa parte, domenica sera attendiamo la Juve – incontro che poteva e doveva essere determinante per il campionato e giovedì il Salisburgo per continuare a giocare la “Champions League 2” viste le squadre ancora in corsa. Ma il clima di importanti prepartita viene vissuto stranamente con sufficienza e appare addirittura ordinario, tenuto conto di tante altre serate adrenaliniche, vissute quando gli avversari erano il City, il Bayern o il Real Madrid; noi tifosi azzurri diventati di bocca buona e di assolute pretese, sembriamo aver disperso lo straordinario entusiasmo che ci ha sempre contraddistinto. E, nonostante questo possa rappresentare un evidente passo in avanti per consapevolezza acquisita, non è un bene autentico, anzi. Il calcio deve essere sempre accompagnato da euforia e da voglia, da parte dei sostenitori, di costituire il valore aggiunto e non un asettico pubblico da teatro lirico pronto a troncare con disapprovazione eventuali passi falsi, eppure la “rotonda sfera” è capace di regalare emozioni sempre inaspettate, a tenere incollati i presenti allo stadio o davanti agli schermi quando c’è spettacolo vero, come avvenuto per la bellissima semi finale di coppa Italia Fiorentina – Atalanta che ha deliziato tutti con sprazzi di gran gioco e lampi di classe cristallina come quelli regalati da Ilicic (talento sopraffino mai adeguatamente valorizzato), Gomez, Muriel o Chiesa; una semplice semi finale della vituperata coppa nazionale che ha riconciliato con il pallone. La stessa sensazione provocata dall’Atletico Madrid che, in quel del Wanda Metropolitano, ha prodotto una autentica furia agonistica capace di schiantare la signora imbambolata. Ebbene, fissiamo questi due recenti momenti per esser degnamente pronti a riprenderci le nostre caratteristiche storiche e lasciamo agli altri il compito, asettico e incompatibile con la
passione, della valutazione dei numeri, dei bilanci e dei fatturati, elementi necessari agli effettivi addetti ai lavori e non alle masse che hanno un obbligo, più degli altri, di esserci, cantare e sostenere, altrimenti corriamo il concreto rischio di confonderci. Come avviene per chi è unicamente abituato alla vittoria per il solo fine di primeggiare, è accaduto così che Allegri, al quale manca solo la conquista della Champions League per essere iscritto di diritto come uno degli allenatori più titolati di sempre, è stato dileggiato e crocifisso dopo le sconfitta con i “colchoneros”, abbiamo visto tifosi puramente torinesi in perfetto accento meridionale augurargli le pene più tremende, quando non oltre, e, a proposito di numeri, abbiamo viste pubblicate e sbandierate classifiche che dovrebbero far riflettere più che indignare. Il Presidente dei bianconeri controlla un gruppo (che non significa, ovviamente, di disponibilità in ambito calcistico) che fattura 143 miliardi di euro – avete letto bene mentre il nostro presidente si attesta al decimo posto, dopo tanti “miliardari”, con “solo” 280 milioni di euro, quasi integralmente provenienti dalla gestione della squadra, senza aver conseguito plusvalenze clamorose quanto indecenti per giocatorini della primavera o scarti e senza blocchi sul mercato. Condizione che dovrebbe significare libertà di parola, orgoglio e riconoscenza, non altro. Il pallone gira, prima o poi sarà sulla faccia giusta e qualcuno, finalmente, si ricrederà con grande piacere. Forza Napoli, sempre.
Al San Paolo si gioca la "Partita"
Francesco Basile La sfida delle sfide, quella che per alcuni tifosi è la partita della stagione. Al San Paolo è di scena l'acerrima nemica, la più odiata, l' indiscussa rivale, la concretizzazione del "male" calcistico. Sono queste solo alcune definizioni colorite con cui indicare la squadra bianconera. Ebbene sì, domenica sera, la squadra di Allegri farà visita al Napoli, in uno stadio che sarà tutt'altro che vuoto, come invece alcune frange di tifosi chiedevano. Disertare l' impianto sportivo per legittimare la figura del tifoso, preso in giro da un sistema che tende, sempre e comunque, a favorire una sola squadra: questo l'invito che sui social è stato fatto recapitare ai tifosi azzurri, al fine di dare una spallata ai poteri forti del palazzo, tinto sempre più di bianco e nero. Ma come si può tenere lontano dallo stadio un popolo che in questa partita ci legge la possibilità di una rivalsa sociale? La Juventus è a 13 punti, lontanissima dal Napoli e dalle altre inseguitrici. Eppure riuscire a strappare i tre punti alla capolista, significa per una gran parte dei tifosi partenopei, un qualcosa di straordinario, un "trofeo" capace di cancellare anche un'eventuale stagione fallimentare. Un modo di pensare, questo, che porta a ben poco, e che in qualche modo svilisce qualsiasi ambizione di vittoria in una delle competizioni. Ma ormai battere la Juve è diventato quasi la prerogativa del campionato. Per alcuni al Napoli sarebbe anche concesso di perderle tutte, ma non la Partita (per antonomasia), quella deve essere vinta. Al match di domenica gli azzurri ci sono arrivati passando attraverso l'ottima prestazione e la bella vittoria del Tardini. Contro il Parma, infatti, il Napoli ha calato un nettissimo poker, giocando un calcio bello, divertente, tecnico e fluido. Milik, grazie alla cura Ancelotti, si sta scoprendo il cecchino che al Napoli tanto serviva. Una doppietta meritata per sugellare la buona stagione dell'attaccante polacco, che raggiunta quota dodici in campionato, sta dimostrando quelle qualità tecniche che sono
venute a mancare nelle due precedenti stagioni, a causa dei ben noti infortuni. Ma non solo Arek ha dato il meglio di sé. La vittoria in terra emiliana è stata frutto del lavoro di squadra, quello stesso lavoro che occorrerà per battere la "Vecchia Signora" e il destino ostile, che inevitabilmente tutte le squadre, almeno nel nostro campionato, si ritrovano a dover affrontare quando di fronte ci sono maglie "scolorate".
Il NapoliJuve che non ti aspetti
Raffaele Castiello E’ andata così e bisogna farsene una ragione. La sfida delle sfide, quella che da sempre accende gli entusiasmi all’ombra del Vesuvio e che aveva regalato negli ultimi anni emozioni forti e sogni di gloria ai tifosi azzurri speranzosi finalmente di poter vedere cucito, per la terza volta nella sua storia, il famigerato tricolore sulle maglie azzurre, non sarà una sfida scudetto. I numeri sono purtroppo impietosi e i 13 di distacco sono obiettivamente tanti, troppi per rimettere in discussione l’esito del campionato anche in caso di vittoria degli azzurri contro la corazzata di Allegri. Certo Ancelotti proverà in tutti i modi ad imbrigliare tatticamente il collega toscano così come, sicuramente, gli azzurri vorranno dimostrare di essere all’altezza e pronti a regalare una vittoria esaltante ed una giornata di gioia ai tifosi, speriamo tanti, che assisteranno al big match del S. Paolo. Ma tant’è. Il risultato sarà per quest’anno soltanto un dato statistico, da almanacco. La partita no però. Quella sarà vera, perché la Juve sfrutterà l’occasione per testare la sua solidità ed accrescere l’autostima dopo il tonfo di Madrid, ed il Napoli avrà nel mirino il prossimo scorbutico avversario che l’urna di Europa League gli ha riservato. Ma, soprattutto, il match dirà qualcosa sul prossimo futuro del Napoli impegnato nel difficile compito di colmare l’attuale gap con la vecchia signora, almeno quello tecnico, perché quello finanziario merita ben altri approfondimenti. Il Napoli dovrà mostrare a che livello è arrivata la sua competitività, la sua crescita che si misura proprio in impegni come questi, perché gli azzurri, almeno per una volta, giocheranno senza l’assillo di fare risultato a tutti i costi e, udite, udite, in contemporanea forzata. Liberi quindi di attaccare, di far sentire il fiato addosso ai vari Chiellini, Bonucci, leader incontrastati in
campionato ma troppo spesso vulnerabili quando il livello agonistico si alza, champions docet. Liberi nell’imporre il proprio gioco e stanare le insidie che gli attaccanti juventini, con o senza Ronaldo cercheranno di portare dalle parti di Meret, per dimostrare, spavaldamente, di essere ancora una volta i migliori. Per alcuni, Koulibaly, Insigne, Allan, il presente, sarà un momento per misurarsi con le proprie ambizioni personali, con la loro voglia di consacrarsi ai massimi livelli sportivi. Per altri, Zielinski, Fabian, Milik, Meret che sono il presente in attesa di diventare il prossimo futuro, sarà invece il momento di dimostrare cosa saranno in grado di fare da grandi. Sarà un esame da superare a pieni voti al cospetto di un avversario che non sarà facile da domare. Per tutta la squadra sarà un’occasione unica per dimostrare, coi fatti, a che punto è il processo di apprendimento ed applicazione del nuovo modo di essere in campo, un 442 trasformista e quadrato allo stesso tempo pensato, su misura, da uno degli allenatori più vincenti della storia, il leader calmo, Ancelotti. E allora ciack si giri, anzi si giochi. Mettiamoci tutti comodi e guardiamo i più forti, la prima contro la seconda, le due difese di ferro che cercheranno di far rimanere tali i sogni di gloria dei rispettivi attaccanti. Senza cori inneggianti il Vesuvio, senza epidemie coleriche da ricordare e senza controcori di agnelliana memoria. Che sia spettacolo. E poi speriamo che, almeno per una sera, quell’emozione grande che ci ha frastornati dopo l’incornata vincente del nostro K2 di qualche mese fa, possa d’incanto calare sugli spalti del S. Paolo accompagnando una grande vittoria del Napoli. Almeno questo e non per la classifica, ma perché se batti la Juve è sempre uno spettacolo da godere. #forzanapolisempre
La vignetta della settimana Armando Lupini