Cuore Azzurro n°193 del 05.05.2019

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XIV­Nr.193 del 05/05/2019





Direttore responsabile:Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Armando Lupini,Fabio Rea,Raffaele Castiello,Carlo Longobardi,Vincenzo Rea Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007


Vittoria...agrodolce

Saverio Passaretti Con il ritorno alla vittoria nella trasferta di Frosinone la squadra è costretta a subire la contestazione alla società dei tifosi azzurri. Reagendo alla sconfitta casalinga con l’Atalanta i nostri rifilano facilmente 2 gol agli avversari, prima splendida punizione del recordman Mertens ( 81 reti come il mitico Maradona in serie A) ) e successivamente con un affondo eccellente del sorprendente Younes. Sembrava una bella Domenica ma a fine gare si accende una inaspettata contestazione dei supporter azzurri presenti allo stadio frusinate. La querelle è iniziata già dalla notte precedente con un gigantesco striscione esposto al centro della città che inveiva oltre che contro il Presidente anche col Mister colpevole di non aver raccolto trofei seppure al primo anno di esperienza partenopea. Magra consolazione, secondo i contestatori, il secondo posto e la qualificazione Champion, a rimarcare il malcontento la restituzione della maglia a Callejon che festeggiava la sua 300° presenza in campo con il Napoli. Un brutto episodio al quale hanno reagito sbigottiti Mertens e KK che dal labiale esternavano eloquentemente con un: “Perché?” … erano dispiaciuti doppiamente sia per bella prestazione che per il loro capitano. Il belga, poi, per tutta risposta dopo un veloce scambio, ha replicato con un semplice applauso per voler stemperare quella eccessiva quanto inopportuna polemica. Anche Ancelotti non ha compreso il punto di vista dei tifosi del Napoli, e ha replicato pubblicamente soffermandosi sul programma futuro del club impegnato a fortificare la rosa senza puntare, però, al top­player da 10 ml di euro d’ingaggio l’anno. Secondo il Mister si può vincere lo stesso ma serve più tempo con acquisti mirati e ragionati

senza costringere la società ad intaccare pericolosamente l’equilibrio di bilancio. Si punta, per adesso, a raggiungere gli 80 punti in classifica senza perdere la concentrazione con un calcio alla sfortuna … troppi i 3 pali in una sola gara e a sostenere l’ottimo momento di forma di Dris concentrato a superare Diego e a puntare il duo Hamsik ­ Vojak rispettivamente a 100 e 106 gol in serie A. Ma il futuro di Mertens è ancora a Napoli? In molti si pongono la stessa domanda, secondo Carletto è quasi incedibile perché con il suo atteggiamento aiuta la squadra sia in campo che dalla panchina. Tanti i complimenti a fine gara anche a Younes, i suoi sostenitori sono certi che la prossima stagione sarà la sua consacrazione. In tutto questo ardore poco si parla del grande assente Lorenzo Insigne che pare attraversi una crisi reale con la società e con il pubblico, un vero peccato che proprio un rappresentante così legato alle sue origini debba pensare di passare ad un nuovo club seppure blasonato, staremo a vedere gli sviluppi pensando, per ora, a superare il Cagliari reduce da una brutta sconfitta forte dell’ex Pavoletti desideroso di ben figurare al S. Paolo dove non ha saputo dimostrare in precedenza tutte le sue indiscutibili doti di attaccante. Divertiamoci ragazzi !!





Perchè ha ragione Ancelotti

Fabrizio Piccolo C’è chi ne esalta i tanti (e bei) gol, ricordando a piè sospinto che il duplice gravissimo infortunio avrebbe messo ko chiunque e che questa è la sua prima vera stagione al Napoli, e chi conta tutti gli errori sia tecnici che tattici, assicurando che non si potrà mai vincere niente di importante se sarà il centravanti titolare anche in futuro. E’ il filo del rasoio su cui balla Arek Milik, fenomeno per molti e limitato per tanti. Una prima punta che di centravanti vero ha poco ma che sa segnare come un vero bomber o un attaccante atipico ottimo come prima riserva ma non adatto a una squadra dalle ambizioni davvero importanti? I due partiti si battagliano da tempo, come guelfi e ghibellini, arrivando alle posizioni più estreme pur di difendere le proprie idee. E sì che stiamo parlando un ruolo troppo importante per non avere le idee chiare. Arrivato per sostituire Higuain, Milik si fece male presto dopo aver messo comunque in evidenza le sue doti sotto porta. Il suo infortunio fu la fortuna di Mertens, che con Sarri era costretto alla panchina ma che si ritagliò il ruolo di centravanti e per due anni risolse ogni problema in zona gol. Ora che Mertens sta pagando il logorìo fisico e l’età ecco che si è arrivati alla domanda da cento pistole: Milik può essere il centravanti titolare di un Napoli che l’anno prossimo vuole fare il salto di qualità e tornare a lottare veramente per lo scudetto? Bastano i tanti gol segnati per rassicurare tutti? Ancelotti sicuramente un’idea se l’è fatta: non fa testo la fiducia che gli ha concesso finora in questa stagione: la forma di Mertens e gli infortuni di Insigne hanno giocoforza costretto il tecnico a far giocare il polacco con continuità per mancanza di vere alternative ma il Napoli può decidere di rinunciare a una vera prima punta di spessore? Fuori dai denti: l’investimento forte e gli acquisti importanti vanno fatti per un nuovo bomber o è meglio rafforzare altri settori? Chiaro che il Napoli non può permettersi di comprare 2­3 top­player:

assieme a giovani di talento servirà un colpo importante e la domanda resta la stessa. Serve un centravanti più forte di Milik? Il prolungamento del contratto all’ex Ajax è giusto, così come un aumento di stipendio, ma bisognerà fare una valutazione a largo raggio prima di decidere di puntare tutte le fiches sul polacco. I suoi detrattori sottolineano come raramente riesca ad alzare la squadra, che per un centravanti avere solo il mancino è un limite troppo grande, che nonostante l’altezza di testa non è particolarmente pericoloso e che le sue giocate sono quasi sempre le stesse, prevedibili. Chi lo loda ne esalta la freddezza e il coraggio, le capacità tecniche, l’abilità sui calci da fermo. Ad Ancelotti l’ultima scelta.



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300 volte Callejon, l’Hombre andaluso nel destino azzurro

Bruno Marra Trecento volte Callejon. Josè è “l’Uomo tricentenario” del Napoli. Simbolo di fierezza e fedeltà alla maglia azzurra. Sei anni esemplari, di professionalità e milizia da trincea, sempre in prima fila, sempre sugli scudi. In sei stagioni è stato l’intoccabile, colui al quale nessun allenatore. Da Benitez che lo portò in maniera lungimirante dal Real Madrid, a Sarri che non lo toglieva neppure nelle amichevoli del giovedì, fino ad Ancelotti che per lui già prospetta un futuro azzurro e sempre più radioso. A Madrid lo chiamavano “Calleti”, soprannome coniato da Xabi Alonso, come vezzeggiativo della sua statura mingherlina. A Napoli è diventato Callegol, quello che è sempre al posto giusto al momento giusto. E’ stato l’hombre del partido per antonomasia, l’uomo che ha risolto le partite più belle ed affascinanti. Josè è il bomber con la faccia , l’hidalgo spagnolo con il ciuffo impomatato e lo sguardo impenetrabile da Tanguero. Un attaccante che non se ne vedevano così da tanto tempo: eclettico, versatile, potente ed elegante che piomba sul pallone nel posto giusto al momento giusto. Sulla fascia destra dell’area è la sua “mattonella” una griffe d’autore che lo ha già scolpito nella nostra storia. Josè è nato a Motril. Un paesino che attraversa l’Andalusia fino a piedi della Sierra Nevada. Una landa di terra fieramente autonoma insorta alle barbarie del franchismo e ribellatasi al regime totalitarista con una radicata fierezza autoctona. Una regione agreste che vive di campi e turismo, con un forte senso di famiglia e cristianità. Casa, chiesa e paella come nella migliore tradizione cattolica del “vivi, prega, mangia”. E quella luce crepuscolare che illumina un orgoglio viscerale avvolge ancor oggi Callejon, il

ragazzo della porta accanto, senza accenti di esaltazione o vezzi sopra le righe. Josè fu scelto nella cantera di Madrid, il Castilla, per la sua disposizione al sacrificio e la duttilità in campo. Nella Liga B infilò 21 gol in 40 partite, giocando da ala tornante. E così squillò il telefono di Florentino Perez: “c’è un ragazzino qui, che sembra un demonio…”. E quel demonio divenne un Angelo azzurro nell’estate del 2013 dopo la chiamata di Rafa Benitez. Da allora 300 partite e quasi 80 gol. Ma soprattutto stagioni splendide, con un rendimento altissimo. Toglietemi tutto, tranne il mio Josè. Come nella preziosa pubblicità del “breil” Nel gergo spagnolo “Callejon” significa letteralmente “vicoletto”. E Napoli conosce talmente bene i vicoli al punto d’avergli conferito la linfa dei miracoli. “Stu vico azzurro nun fernesce maje”, come la fede e l’orgoglio del “buitre” di Motril. Josè Maria Callejon, il fascino di un Tanghero nella melodia del San Paolo…



Napoli­Cagliari,i precedenti Fabio Rea Assicuratasi la partecipazione alla Champions League per il quarto anno di fila, gli azzurri puntano a chiudere anche il discorso 2° posto, cercando quella vittoria casalinga che manca dalla gara con l’Udinese. I precedenti col Cagliari, soprattutto quelli degli ultimi anni, arridono nettamente ai padroni di casa. Incontri alla 35° giornata 2009/10: 25/04/2010 – Napoli 0 – 0 Cagliari 2016/17: 06/05/2017 ­ Napoli 3 – 1 Cagliari (2’ e 49’ Mertens, 67’ Insigne, 92’ Farias) Incontri nel mese di maggio 04/05/1969 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (28’ Nielsen, 32’ Canè, 85’ Riva) – Serie A 06/05/1973 – Napoli 1 – 1 Cagliari (5’ aut. Rimbano, 72’ Ferradini) – Coppa Italia 06/05/2014 – Napoli 3 – 0 Cagliari (33’ rig. Mertens, 43’ Pandev, 57’ Dzemaili) – Serie A 06/05/2017 ­ Napoli 3 – 1 Cagliari (2’ e 49’ Mertens, 67’ Insigne, 92’ Farias) – (Serie A) Miglior sequenza di vittorie consecutive del Napoli: 5 23/02/1964 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (56’ Greatti, 59’ Gilardoni, 76’ Bolzoni) – Serie B 02/01/1966 ­ Napoli 2 – 0 Cagliari (2’ rig. Bean, 70’ rig. Altafini) – Serie A 18/12/1966 ­ Napoli 1 – 0 Cagliari (13’ Orlando) – Serie A 11/02/1968 ­ Napoli 1 – 0 Cagliari (42’ Sivori) – Serie A 04/05/1969 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (28’ Nielsen, 32’ Canè, 85’ Riva) – Serie A Miglior sequenza di vittorie consecutive Cagliari: 0 Più lunga striscia di imbattibilità Napoli: 13 partite (9 vittorie – 4 pari) Dal 10/01/1971 (Napoli 1 – 0 Cagliari) al 03/06/1987 (Napoli 4 – 1 Cagliari) Più lunga striscia di imbattibilità Cagliari: 5 partite (1 vittorie – 4 pari) Dal 27/02/1993 (Napoli 1 – 2 Cagliari) al 30/09/2001 (Napoli 0 – 0 Cagliari) Risultati più ricorrenti (i primi 5) Napoli 1 – 0 Cagliari (9 volte); Napoli 0 – 0 Cagliari (5 volte);

Napoli 1 – 1 Cagliari (3 volte); Napoli 2 – 1 Cagliari (3 volte); Napoli 2 – 0 Cagliari (3 volte) Per un bilancio così sintetizzabile: 1° vittoria Napoli 23/02/1964 ­ Napoli 2 – 1 Cagliari (56’ Greatti, 59’ Gilardoni, 76’ Bolzoni) – Serie B 1° vittoria Cagliari 26/10/1969 ­ Napoli 0 – 2 Cagliari (16’ e 80’ Riva) – Serie A Massima vittoria Cagliari 26/10/1969 – Napoli 0 – 2 Cagliari (16’ e 80’ Riva) – Serie A 26/08/2007 – Napoli 0 – 2 Cagliari (49’ Matri, 59’ rig. Foggia) – Serie A Vittoria Cagliari più recente 26/08/2007 – Napoli 0 – 2 Cagliari (49’ Matri, 59’ rig. Foggia) – Serie A Totale incontri: 39 Vittorie Napoli: 24 (19 in A, 3 in B, 2 in Coppa Italia) Pareggi: 11 (9 in A, 1 in B, 1 in Coppa Italia) Vittorie Cagliari: 4 (tutte in A) Reti Napoli: 67 (55 in A, 5 in B, 7 in Coppa Italia) Reti Cagliari: 29 (25 in A, 1 in B, 3 in Coppa Italia)


La storia e il futuro meritano eguale rispetto Carlo Longobardi Non molto tempo fa in prossimità dei trent’anni si era già più volte genitori, le responsabilità, sempre in consapevole crescita, erano prioritarie rispetto ai momenti di svago. A rileggere il tempo passato, questo modo di vivere appare insopportabile, insostenibile e fuori dalle logiche del “proprio tempo” da attraversare con rabbia e intensità a qualsiasi età, ma, probabilmente, consentiva di “assaporare” meglio le cose e le proprie passioni, quando la lentezza amplificava il senso di appartenenza. L’incontro con gli amici per l’andata allo stadio da programmare con meticolosità e superstizione, insieme con la colazione e le carte da gioco era un tutt’uno e l’obiettivo, che nel nostro caso spesso rappresentava una utopia, era veder sventolare le bandiere felici e correre le maglie sudate a fine partita. Adesso basta osservare con un briciolo di attenzione le pubblicità per capire cosa non sicuramente peggio ma certamente di diverso è avvenuto: gli spritz, gli aperitivi che imbambolano la testa per quantità alcolica, sono ad appannaggio di un segmento che in quello stesso tempo accennato accrescerebbe le fila delle “grand mothers” e “dei “grand fathers” invece di stare talvolta inebetito e ripieno di olive, tacos, finger food e gin. È questa confusione biologica del tempo che sta determinando equivoci in tanti settori, ivi compreso l’universo del tifo calcistico, che risente della scarsa conoscenza della storia e dalla mancanza di volontà ad uscire dal proprio sentimento egoista; per questo, anche per questo, la maglietta di Callejon viene rispedita al mittente con disprezzo, perché “meritiamo di più”, e sapete perché “meritiamo di più”? Perché noi “siamo giovani” ­ e questo vale anche per storditi attempati pluritrentenni o quarantenni ­ e pensiamo al futuro, alla cantera, al merchandising, ai brefing, agli happy hours, al brand, allo stadio iper futuristico e VOGLIAMO VINCERE. Invece la generazione dei cinquantenni ed

oltre, incurante di quelle giovani che devono seguire e crescere, hanno solo lo sguardo rivolto al passato, ai papiri, ai palloni a rombi bianchi e neri ed alle radioline a transistor, ma non pensa assolutamente alla sconfitta. È vero, ci sta una distanza che non si ha intenzione di colmare, un testimone che si intende lasciare vuoto di contenuti da riempire e di statistiche che non si ha la voglia di leggere. Va tutto bene, però, almeno, se la volontà è quella di non capirsi, lasciateci l’esclusiva possibilità di compiere paragoni di epoche differenti vissute e, soprattutto, il copyright del racconto dei (brevi) anni d’oro, quando Diego & co. imperversavano e quando i ricordi di tanti che oggi straparlano erano legati alla cicogna o al biberon. Forza sempre straordinario Josè e magico Napoli.


30 euro per punire i contestatori

Francesco Basile Tirate le somme di una stagione che non ha più nulla da dire per il Napoli, fuori dalle due competizioni europee e dalla coppa Italia e, raggiunta la matematica qualificazione alla prossima fase a gironi di Champions League, non si può fare altro che sperare che questo mese passi presto, vista la piega che sta prendendo il rapporto tifosi ­ società, che non è sicuramente delle migliori. Le contestazioni di alcuni pseudo tifosi contro De Laurentiis, Ancelotti e giocatori, e i continui confronti tra l' ultima stagione di Sarri a Napoli e la prima di mister Carletto, mettono in evidenza un clima tutt' altro che idilliaco. L' uscita dall'Europa League per mano dell' Arsenal e la successiva sconfitta in casa contro l' Atalanta, squadra rivelazione di questo campionato che sta respirando addirittura aria di Champions per il prossimo anno, hanno inasprito gli animi di una frangia di sostenitori azzurri che hanno spostato la contestazione addirittura sui giocatori, rei, secondo il lor parere, di non onorare la maglia. L' ultimo gesto, paradossale, è stato il rifiuto della maglia di Josè Maria Callejon, domenica scorsa in quel di Frosinone. In quel frangente la squadra azzurra ha ritrovato la vittoria, raggiungendo così la certezza della partecipazione alla prossima Champions. Eppure quando il gladiatore spagnolo si è avvicinato al settore dello stadio riservato ai tifosi ospiti per regalare la sua maglia "sempre sudata", proprio quello che è stato da sempre il vessillo più ambito, non è stato accettato e addirittura rispedito al legittimo proprietario. Un gesto sicuramente brutto, che però rivela palesemente il malcontento di un popolo che quest'anno si aspettava sicuramente di più da questa squadra e dall'allenatore dal palmares invidiabile, scelto dal presidente per sostituire un tecnico, Maurizio Sarri, che, pur non vincendo nulla, ha dato un volto nuovo alla squadra e al calcio italiano giocato, facendo divertire e dando spettacolo. Intanto la società ha

adottato il pugno duro contro la contestazione. Al San Paolo occorreranno ben 30 euro per sostenere la squadra in curva nella prossima sfida di domenica contro il Cagliari. Questo infatti il prezzo imposto per assistere a una sfida che, visti i risultati raggiunti ha ben poco da dire. Questo è il pegno che dovranno pagare coloro che hanno ingiustamente contestato il numero 7 azzurro domenica in Ciociaria. Di sicuro, questo atteggiamento societario non porterà a placare l'animo dei tifosi, ma è soltanto l'ennesima puntata di una telenovela agrodolce i cui protagonisti sono un presidente meritevole dei risultati raggiunti nei suoi 15 anni di proprietà, ed i tifosi che pretendono risultati concreti e non più solo partecipazioni.


Un buon allenamento contro il Frosinone. Adesso si programmi la prossima stagione!

Vincenzo Rea Senza problemi il Napoli a Frosinone: conquistati i tre punti con la compagine laziale e ipotecato il secondo posto allungando sulle inseguitrici, in particolar modo sull'Inter scivolata nuovamente ad otto lunghezze dagli azzurri. Tante le palle gol sprecate ha Mertens e soci anche nella trasferta i Ciociaria, 2­0 finale che va molto stretto ai ragazzi di Ancelotti capaci di fallire l’impossibile sotto porta anche a causa dei tre legni colpiti. Solita sfortuna e pizzico di imprecisione hanno generato un risultato finale bugiardo e stretto sponda partenopea, ma poco male in quanto il risultato finale è stato raggiunto con grande facilità. Troppo netta la differenza tra le due formazioni, il Napoli senza spingere al massimo sull'acceleratore ha evidenziato tutti i limiti del Frosinone che si appresta mestamente a salutare nuovamente la massima serie. Primo tempo di marca azzurra, ripresa con un ritorno dei ciociari che sul doppio svantaggio hanno tentato di salvare la faccia portandosi nella metà campo azzurra senza però mai tirare pericolosamente in porta. Compitino svolto senza particolari difficoltà dal Napoli come si auspicava alla vigilia, 3 punti che adesso devono permettere di programmare la prossima stagione con tranquillità anche se in città si respira un clima troppo teso e si parla ingiustamente di annata fallimentare quando almeno il traguardo minimo è stato raggiunto. Ci chiediamo allora come potranno essere giudicate le stagioni di chi ­ tra Roma Inter o Lazio ­ arriverà quinta non qualificandosi per la Champions a dispetto delle previsioni estive e delle griglie che addirittura davano il Napoli fuori dal quarto posto. Lo ripetiamo ancora una volta: questo per Ancelotti rappresentava l'anno zero, il primo di un progetto che dovrà portare mentalità vincente e crescita passando anche attraverso acquisti di elementi di spessore per far crescere il tasso tecnico della rosa. Quindi onestamente non condividiamo questo clima che sfiora il

disfattismo e che non dà opportunità ad un tecnico di lavorare con serenità. Riteniamo che non sia questo il momento dei processi o dei veleni, in campionato si è fatto il possibile finendo dietro alla corazzata Juventus, in Europa è stato grande il cammino in Champions e deludente l'eliminazione dall'Europa League con l'Arsenal ma il vero peccato resta quello dell’uscita anzitempo coppa Italia, trofeo che poteva rappresentare il vero obiettivo da conquistare. Quindi si può capire la delusione di parte della tifoseria ma non comprendiamo i reali motivi della contestazione alla società e all'allenatore. Si aspetti l'operato in fase di mercato e poi si tirino le somme, parlare a sproposito anche contro un signore come Ancelotti sembra onestamente eccessivo. A tutti, dopo un sufficiente primo anno, va data la possibilità di lavorare per migliorare i risultati sportivi. I tifosi probabilmente non hanno più la pazienza di aspettare dimenticando la reale dimensione del club. E l’episodio della maglietta di Callejon è vergognoso!



Il leader calmo e la curva agitata

Raffaele Castiello Ancelotti almeno ci ha messo la faccia e, dopo la scontata vittoria contro un modesto Frosinone, ha espresso concetti semplici e condivisibili. Per lui, il leader calmo, la dimensione attuale del Napoli è quella che passa attraverso una gestione oculata delle risorse economiche societarie, teorema applicato finora con successo da De Laurentiis, presidente poco amato dalle frange più calde del tifo organizzato, quello degli striscioni usa e getta da esporre come trofeo a Castelvolturno e a Fuorigrotta. Quindi niente sogni milionari e top player pronti a sgambettare sul prato del S.Paolo ma, piuttosto, giovani talenti da scovare, formati o da formare, il tutto condito dall'esperienza e dalle indubbie capacità tecniche di uno degli allenatori più vincenti in circolazione. Obiettivo: equilibrio e crescita continua che possa portare a vincere nel breve e senza ossessione mantenendosi però costantemente nell'élite del calcio nostrano, scalando, possibilmente, posizioni in quello continentale dalla musichetta più nobile. Purtroppo, invece, la faccia l'hanno persa e di brutto quelli che hanno la presunzione di definirsi tifosi organizzati e di esprimere il pensiero di tutti gli innamorati di fede azzurra. Un gruppo minuto di persone che rifiuta e rilancia in campo la gloriosa maglia azzurra, quella per la quale dovrebbero esultare sempre senza se e senza ma. Gesto deprecabile e, soprattutto, inopportuno verso chi quella maglia l’ha sempre onorata nella sua militanza napoletana, Josè Calletì – Callejon, peraltro sceso in campo a Frosinone con i gradi di capitano dopo il forfait di Lorenzo Insigne, poco Magnifico e molto polemico degli ultimi tempi. Per carità, ognuno ha il diritto di protestare se non è soddisfatto dei risultati sportivi della propria squadra del cuore ma

tutto ha un limite. Anche perché se ci si comporta così significa che si è miopi rispetto a quello che oggi è la realtà della Napoli calcistica. Un squadra, negli ultimi anni, costantemente nella scia di una Juve che ha stravinto in Italia grazie alla sua superpotenza prima economica e di conseguenza tecnica che sta sotto gli occhi di tutti. Una squadra, Il Napoli, che entra costantemente in una competizione europea per 10 anni di fila regalandoci serate indimenticabili contro squadroni del calibro di Manchester City, Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Liverpool e PSG. Una squadra che anche quest’anno ha centrato l’obiettivo champions e si avvia a confermarsi unica e vera antagonista di una vecchia signora già stellare resa ancora più lucente dalla stella CR7. Certo, la gestione De Laurentiis ha portato pochi trofei, tra Coppe Italia e Supercoppa di Lega, ma è anche vero che il Napoli nella sua lunga storia ha vinto ancora di meno e c’era un certo Diego Maradona che svolazzava sul manto erboso del glorioso S.Paolo. Quindi calmi e fiduciosi rispetto al nuovo progetto che sta iniziando, quello di Ancelotti, dal quale il Napoli non può sottrarsi anche a costo di cedere una o più pezzi pregiati del suo attuale parco calciatori. La speranza è quella che si possa vincere anche senza top player da 10 milioni di ingaggio. Magari arrivano con il prossimo mercato 2 ottimi acquisti, che solo sor Carlo ha in mente, con ingaggio da 5 milioni ed il gioco è fatto: o no? #forzanapolisempre.


La vignetta della settimana Armando Lupini




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