Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli ClubAnno XIVNr.188 del 17/02/2019
BUON VIAGGIO CAPITANO
Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Armando Lupini,Fabio Rea,Raffaele Castiello,Carlo Longobardi,Riccardo Pollice Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007
Il Napoli nell'era del dopo Marek
Saverio Passaretti Il nostro storico capitano lascia definitivamente la città e i suoi affezionati tifosi, la telenovela con il Dailan si chude con il transfert tanto atteso dal nostro concreto Presidente. La fase iniziale sapeva tanto di promesse da marinaio .. ma poi l'affare si è concretizzato, il giusto premio ad un campione di tecnica e serietà che è stato il nostro capitano per antonomasia. La eredità passa a Lorenzo che prende le vesti del figliuol prodigo già in Europa League contro il Zurigo, ottima prestazione e rete benaugurante grazie alla prontezza di un Milik sempre utilissimo in fase realizzativa ma altrettanto valido in interdizione. Netto il 3 a 1 che sancisce una ottima prestazione di Callejon e Zielinsky, la vera sorpresa arriva dalla fascia con l'eccellente Kevin Malcuit ormai una bella quanto inattesa scoperta per il Napoli. Arrivato in punta di piedi durante il mercato estivo dal Lille, il francese è stato in grado di scalare le gerarchie in brevissimo tempo mettendosi alle spalle un veterano come Hysaj. Le qualità del ragazzo ormai non sono più una sorpresa per i tifosi napoletani e anche ieri ha dato il suo prezioso contributo nella sfida di Europa League. Contro lo Zurigo ha macinato chilometri a ripetizione sulla fascia: è stato una vera spina nel fianco sulla destra generando il cross del momentaneo 02, servendo con precisione i compagni in mezzo all’area. Non è stato rilevante soltanto in zona offensiva. Anche in retroguardia ha mostrato attenzione, per quanto gli elevetici siano stati abbastanza evanescenti negli ultimi venti metri, non abbassando mai la guardia nonostante il corposo vantaggio. Ennesima ottima prova del giovane di questo passo potrebbe fare un pensierino anche alla nazionale maggiore. Intanto per la sfida domenicale arriva il Torino
del nostro sempre stimato Mazzarri, conoscendo bene il toscano non saranno ammesse distrazioni, con la grinta che lo contraddistingue dara' filo da torcere a Mister Carletto. Gli azzurri sono però attrezzati per bene anche se il settore difensivo dovrà rinunciare per tutta la stagione a Raul Albiol, lo spagnolo operato al ginocchio, un vero peccato, intanto rientrato, almeno in panchina, Chiriches che potrà sopperire alla sua mancanza. Forza azzurri ... forza Raul !
Il vero nemico del Napoli si chiama motivazione
Fabrizio Piccolo Conviene fare il tifo per Inter, Milan, Roma, Lazio, Atalanta. Conviene non allargare troppo il gap con le seconde (fino alle quinte). Perchè il pericolo vero per questo Napoli non è l’astinenza offensiva – che pure deve far riflettere Ancelotti – né le telenovele di mercato. Il nemico numero uno degli azzurri si chiama motivazione. Sono gli stimoli che è difficile trovare in un campionato anomalo, dove il Napoli si trova lontano da tutti. Dalla Juve che, si voglia o meno, è irraggiungibile e da tutte le altre rivali che al momento sembra non possano minimamente inpensierire il secondo posto. Nessuno, in Italia come in tutta Europa, si trova in questa paradossale situazione in cui non sa per cosa lottare. Non ci sono record da raggiungere, né individuali né collettivi, non ci sono traguardi concreti in campionato: come si arriva a maggio senza che la mancanza di entusiasmo finisca col condizionare alcune prestazioni? Il compito di Ancelotti è difficilissimo e meno male che c’è lui, che alternando i giocatori in rosa riesce a motivare tutti. Ecco perché è lecito aspettarsi che trovino più spazio anche quelli utilizzati meno (da Verdi a Ounas), a chi se non a loro chiedere un quid in più? Vincere per i tifosi, certo, vincere perché sono tutti professionisti esemplari, vero anche questo, vincere perché farlo aiuta a vincere sempre di più ma a parole è più facile. Finora, in verità, il Napoli è riuscito (a prescindere dai risultati) a mantenere un’identità forte, a non lasciarsi andare, a restare sempre vivo in partita senza lasciarsi prendere dall’entropia di chi potrebbe chiedersi: “ma per cosa stiamo lottando?”. Il ritorno delle coppe darà nuova energia, imporrà un turnover maggiore e può essere in questo periodo salvifico per ridare stimoli. Il resto lo faranno i bigmatch, l’abilità di Ancelotti e un po’ di fantasia. Ora si gioca contro Mazzarri ad esempio, occorre non sfugurare. La garanzia assoluta si chiama Carletto. Potete stare pur certi che se il tecnico dovesse vedere qualcuno con la
testa altrove non farà sconti a nessuno. La rosa è numerosa, nonostante tutto, in campo ci vanno 11+3 panchinari e chi non ha voglia può rimanere fuori. Eccola, l’ultima motivazione che servirà a questo Napoli.
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Dries Mertens,l'artista fiammingo nell'Universo Azzurro
Bruno Marra E’ l’artista belga che ha illuminato il suo genio fiammingo nell’Universo azzurro. Dries Mertens è l’Elfo mistico che evoca lo struggente scenario delle valli romantiche e favolose appartenenti all’iconografia fiabesca e affascinante dell’Europa del Nord. A casa loro, nell’impeto dell’ardore sciovinista, li chiamano i “Diavoli rossi”, perché son quelli che al leggero e musicale fruscìo del fiume sovrappongono la foga e l’aggressività della cultura rurale. E questo diavoletto che arriva dal cuore delle Fiandre ha stregato un’intera città in meno di due anni. Sprinta come un velocista sul pavè della Freccia Vallone e attraversa il muro del suono come un autentico campione. Dries c’è! Come un messaggio ecumenico ed una invocazione di fede, speranza e gloria che dall’estate scorsa è già entrato nella nostra storia. A 28 anni ha sfondato la terza cifra in marcature e punta al traguardo delle 150 reti in carriera. Ma l’unicità e lo splendore di Mertens stanno nella Grande Bellezza che accompagna le sue gesta. Se esistesse un coefficiente di stile, eleganza e creatività applicata al numero di gol, Dries sarebbe uno dei più fervidi bomber della leggenda pedatoria. Ragazzo prodigio che ha debuttato tra i professionisti in Belgio ad appena 18 anni e subito è stato acquistato in Olanda assurgendo ad uno dei campionati più attenti e prodighi verso i talenti emergenti. Dinamite pura, argento vivo e potenziale esplosivo concentrati in meno di 170 centimetri. L’altezza che solitamente condensa un fuoriclasse di razza. Mertens odia la banalità, la rifugge come i poeti e i rivoluzionari che colgono la perfetta essenza della nostra esistenza. Questo satanello di fattezze bucoliche non commette mai l’errore della normalità, ha in testa sempre l’idea più
suggestiva, la giocata anticipata, la fantasia più scatenata in grembo alla classe innata. Mertens ha la velocità dell’esterno, la fantasia del trequartista e la penetrazione dell’attaccante. Una miscela straordinaria che ne determina fulgore, completezza ed una modernità assoluta. Nella sfera privata il suo cuore è diviso tra due splendide femmine. L’eterea e radiosa fidanzata Kate e l’adorabile cagnolina Juliette, in nome della quale ha aperto una sottoscrizione per salvare i cani randagi napoletani. Perché Napoli è il suo amore maturo. Mertens è il più napoletano dei calciatori di importazione di ultima generazione. Ascolta molta musica della nostra terra ed ama ripetere lo slang melodico che ci caratterizza. La mattina ti saluta con: “buongiorno guagliò” e la sera ti lascia con un caldissimo: “cià fratè”. Poi però in campo il suo strepitoso talento parla tutte le lingue del mondo. Dries è lo scugnizzo che Napoli desiderava, il ragazzo semplice che gira per i quartieri per abbracciare la sua gente, il fenomeno esplosivo che infiamma l’immaginario collettivo ed il prodigio sensazionale che alimenta il romanzo popolare. Dries c’è. L’artista rivoluzionario ed il genio fiammingo che vuol dipingere il suo affresco eterno nell’Universo azzurro…
Finisce l'era Hamsik
Riccardo Pollice Dopo i vari tira e molla tra il Dalian Yifang e il presidente De Laurentis, si è conclusa la trattativa che porterà Marek Hamsik in Cina. Venerdì lo slovacco dovrebbe raggiungere i suoi nuovi compagni ed iniziare a prepararsi per l’inizio della Superlega cinese, che inizierà ad inizio marzo. Hamsik ha firmato un contratto di tre anni con la sua nuova squadra, ed andrà a guadagnare 9 milioni di euro annui. Venne acquistato dal Brescia nel 2007 per 5.5 milioni di euro, fa il suo esordio con Reja in panchina come interno sinistro di centrocampo, nella partita valida per il primo turno di Coppa Italia contro il Cesena ed in questa partita arriva anche il suo primo goal con la maglia azzurra. Mentre il 16 settembre arriva la sua prima rete in campionato contro la Sampdoria. A ventidue anni diventa capitano del Napoli in occasione della partita contro la Fiorentina del 13 marzo del 2010, diventando di fatto il più giovane capitano della storia del Napoli; diviene capitano della squadra alla sua settima stagione in azzurro dopo la cessione di Paolo Cannavaro al Sassuolo. Dal 2007 al 2019 in questi dodici anni di Napoli Hamsik ha battuto tutti i record: il 23 dicembre 2017 nella partita casalinga contro la Sampdoria realizza il suo 116° goal in maglia azzurra e supera Maradona, mentre nella partita di Champions League contro il Paris SaintGermain supera Bruscolotti per numero di presenze con il Napoli, raggiungendo le 512 presenze fra tutte le competizioni. NapoliTorino sarà la prima vera partita senza Hamsik, che ha lasciato la fascia di capitano ad Insigne, proprio il nuovo capitano sarà titolare nella sfida di domenica sera, affiancato da Milik che prenderà il posto di Mertens apparso non in condizione nella sfida
al Franchi contro la Fiorentina. Assenza pesante sarà quella di Raul Albiol che è stato operato a Londra al tendine rotuleo e resterà fuori per almeno due mesi.
NapoliTorino,i precedenti Fabio Rea Ecco alcuni numeri della sfida del San Paolo: 2 sono i precedenti, piuttosto datati, alla 24° giornata: 1938/39: 02/04/1939 Napoli 0 – 0 Torino 1970/71: 04/04/1971 Napoli 2 – 0 Torino (41’ e 90’ Altafini) Quelli nel mese di febbraio, invece, sono 5 con un bilancio quasi in perfetta parità: 15/02/1948 Napoli 0 – 0 Torino – Serie A 07/02/1954 Napoli 2 – 2 Torino (5’ Buhtz, 7’ Jeppson, 58’ aut. Moltrasio, 88’ Biagioli) – Serie A 01/02/1970 Napoli 4 – 0 Torino (12’ Altafini, 36’ Manservisi, 49’ Bianchi, 82’ Bosdaves) – Serie A 10/02/1985 Napoli 2 – 1 Torino (7’ Junior, 23’ rig. Maradona, 49’ Caffarelli) – Serie A 16/02/1992 Napoli 0 – 1 Torino (79’ Fusi) – Serie A La miglior sequenza di vittorie consecutive del Napoli è stata di 4 partite (2 volte), la cui più recente è stata interrotta proprio dal 2 – 2 dello scorso campionato: 27/10/2013 Napoli 2 – 0 Torino (14’ rig. e 32’ rig. Higuain) – Serie A 05/10/2014 Napoli 2 – 1 Torino (14’ Quagliarella, 55’ Insigne, 72’ Callejon) – Serie A 06/01/2016 Napoli 2 – 1 Torino (16’ Insigne, 33’ rig. Quagliarella, 41’ Hamsik) – Serie A 18/12/2016 Napoli 5 – 3 Torino (13’, 18’, 22’ e 80’ Mertens, 58’ Belotti, 70’ Chiriches, 76’ Rossettini, 84’ Falque) – Serie A I granata, invece, non sono mai andati oltre i 2 successi di seguito: 19/03/1978 Napoli 1 – 3 Torino (23’ Sala P., 49’ rig. Savoldi, 62’ Pulici, 88’ Graziani) – Serie A 08/04/1979 Napoli 0 – 1 Torino (44’ Iorio) – Serie A Molto lontane nel tempo le due migliori strisce di imbattibilità. Quella azzurra, di 12 partite (5 vittorie – 7 pari), tra il 18/09/1955 (Napoli 2 – 2 Torino) e il 04/04/1971 (Napoli 2 – 0 Torino), quella
torinista, di 6 (2 vittorie – 4 pari), dal 15/05/1941 (Napoli 1 – 2 Torino) al 13/05/1951 (Napoli 1 – 1 Torino) Tra i risultati più ricorrenti, a far la voce grossa sono i pareggi: Napoli 0 – 0 Torino (12 volte); Napoli 1 – 1 Torino (12 volte); Napoli 2 – 1 Torino (8 volte); Napoli 2 – 2 Torino (8 volte); Napoli 1 – 0 Torino (5 volte) La partita con più reti in assoluto (8) è ancora viva nelle menti dei tifosi azzurri per l’indimenticabile poker di Mertens: 18/12/2016 Napoli 5 – 3 Torino (13’, 18’, 22’ e 80’ Mertens, 58’ Belotti, 70’ Chiriches, 76’ Rossettini, 84’ Falque) – Serie A Vittoria Napoli più recente 18/12/2016 Napoli 5 – 3 Torino (13’, 18’, 22’ e 80’ Mertens, 58’ Belotti, 70’ Chiriches, 76’ Rossettini, 84’ Falque) – Serie A Pareggio più recente 06/05/2018 Napoli 2 – 2 Torino (25’ Mertens, 55’ Baselli, 71’ Hamsik, 83’ De Silvestri) – Serie A Vittoria Torino più recente 17/05/2009 – Napoli 1 – 2 Torino (42’ Pià, 51’ Bianchi R., 72’ Rosina) – Serie A Totali incontri: 73 Vittorie Napoli: 28 (27 in A, 1 in Coppa Italia) Pareggi: 32 (29 in A, 2 in B, 1 in Coppa Italia) Vittorie Torino: 13 (9 in A, 1 in Div. Naz., 3 in Coppa Italia) Reti Napoli: 104 (97 in A, 2 in B, 5 in Coppa Italia) Reti Torino: 72 (61 in A, 1 in Div. Naz., 2 in B, 8 in Coppa Italia)
Capitani,miei capitani Carlo Longobardi La maglia azzurra, per tutti noi tifosi, rappresenta un elemento imprescindibile impresso dentro il cuore; chi l’ha indossata resta presente in maniera indelebile e definitiva nella memoria di ognuno. Avviene per tutti, anche per coloro che hanno recitato ruoli non da protagonisti, figuriamoci per quelli che, oltre alla divisa di ordinanza, hanno avuto il privilegio, l’onere e soprattutto l’onore di avere anche la fascia al braccio che significa tanto altro e che rappresenta la leadership in campo, negli spogliatoi e che conferisce l’autorità rispetto ai propri compagni, rispetto ai terzi ed ai sostenitori: il capitano. Tanti sono stati i condottieri partenopei che sono scolpiti nella storia, che coprono un arco temporale lunghissimo e una lista che parte da Innocenti ai giorni nostri e che comprende giocatori di straordinaria classe o di grande impeto e carattere: Diego, Pesaola, Juliano, Bruscolotti, Vinazzani, Paolo Cannavaro, Marek fino al neo nominato Lorenzo, uomini che hanno illuminato per lungo tempo il nostro percorso, che per prima hanno urlato contro le (allora uniche) “giacche nere” reclamando a gran voce tutte le istanze del nostro grande Ciuccio con lo stesso impeto ed in ogni condizione, sia se c’era da segnalare un’azione utile a racimolare un punto per la salvezza o un rigore per la conquista di uno scudetto o di una coppa. A fianco dei maggiormente rappresentativi, ci sono stati altri alfieri che, seppur non con continuità, hanno portato con fierezza lo stemma del “primo per censo” in campo, si ricordano, ad esempio, Castellini, Krol, Bordin, Taglialatela e Christian Maggio, tutti ugualmente stampati nella mente. Ed è proprio a questo proposito che un accenno, un appunto, va stigmatizzato a tutti i costi; ognuno ricorda ciò che è accaduto lo scorso anno durante l’ultima apparizione dello straordinario laterale destro attualmente in forza al Benevento: non un minuto in campo, non un giro d’onore come avrebbe
ampiamente meritato, una macchia triste che ci portiamo dietro come un piccolo fardello; e a proposito di fardelli, facendo un viaggio ancor più a ritroso e sicuramente più doloroso, nessun ricordo degno è stato mai concesso al portierone del secondo scudetto, il compianto ed amato Giuliani, mai adeguatamente ricordato. E, quindi, se è vero che la fede assoluta e inconsapevole riesce a demolire finanche l’apparato spesso indegno del calcio moderno tutto televisioni e miliardi e se è ugualmente vero che anche l’uscita di Hamsik è stata troppo in sordina rispetto a tutto ciò che ha dato alla causa azzurra, allora si presenta una occasione irripetibile, un’oopportunità da cogliere al volo per organizzare un incontro di beneficenza, magari alla fine di questa stagione, provando a collegare le compagini di stagioni profondamente diverse, con la presenza di tanti straordinari interpreti e con il calcio di inizio da affidare, magari, proprio a Raffaella, la moglie, o alla figlia di Giuliano. Il “parterre” potrebbe essere così straordinario che solo a pensarci vengono i lacrimoni, e poi potremmo riaffermare una volta di più che chi ama non dimentica nessuno. Forza Napoli, sempre.
Grazie Capitano
Francesco Basile Settimana particolarmente intensa per il Napoli quella appena trascorsa. Trasferte a Firenze e Zurigo e soprattutto la concretizzazione dell'addio ormai annunciato, già da tempo, di Marek Hamsik. Il capitano azzurro, infatti, non ha potuto rifiutare l'offerta particolarmente allettante dei cinesi del Dalian. Contratto da nove milioni di euro a stagione per terminare in Asia la carriera. Il calciatore slovacco non ha mai tradito la maglia azzurra, nonostante siano arrivate, nel corso degli anni di permanenza all'ombra del Vesuvio, offerte interessanti dall'Italia e dall'Europa. Sembrava che la trattativa non dovesse andare più in porto per alcune defezioni circa il rispetto dei patti contrattuali da parte della società cinese. Alla fine, mercoledì, quando oramai tutti i tifosi azzurri speravano nella permanenza del centrocampista partenopeo, è arrivato l'annuncio dell' avvocato Grassani. Ebbene dopo dodici anni, Marek Hamsik ha lasciato Napoli e il Napoli. La squadra orientale, che partecipa alla superlega cinese il cui inizio è fissato per i primi giorni di marzo, verserà subito nelle casse della società azzurra cinque milioni di euro cash, mentre il pagamento degli altri quindici è previsto entro un anno. Verificate le lettere di garanzia rilasciate dalla banca cinese incaricata, il presidente Aurelio De Laurentiis, si è visto costretto, nel pomeriggio di mercoledì, a Zurigo, dove aveva seguito la squadra per la trasferta di Europa League, a rilasciare il nulla osta per la partenza del numero 17 azzurro. Quali saranno le conseguenze in campo e nello spogliatoio per la squadra di mister Ancelotti? Ebbene questo è tutto da vedere, visto che la società in questa finestra di calciomercato ha lasciato partire due centrocampisti di spessore, Rog e Hamsik appunto, senza pensare ad un rimpiazzo. Intanto domenica sera al San Paolo è di scena il Torino dell'ex tecnico Walter Mazzarri. Squadra sicuramente da non
sottovalutare quella granata. Ancora fiacca la prevendita dei biglietti; per cui di sicuro non ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. Albiol e Mario Rui sicuramente indisponibili per infortunio, costringeranno Ancelotti a scegliere come centrali difensivi Koulibaly e Maksimovic. A centrocampo le scelte del tecnico saranno dettate da coloro che hanno giocato il match di Zurigo. In attacco il neo capitano Insigne affiancherà uno tra Milik e Mertens. Siamo certi che Marekiaro guarderà la partita dalla Cina. E noi sentiamo doveroso augurargli un grosso viva il lupo per la nuova avventura e il prosieguo della carriera.
Una vittoria tra due Capitani
Raffaele Castiello Tutto semplice per il Napoli nella serata di esordio di Europa League. Netto il divario tra gli azzurri di Ancelotti, ed i volenterosi e niente più ragazzi del Zurigo che hanno addirittura festeggiato al gol dell’13. Il Napoli ha, questa volta, mostrato la concretezza mancata nelle ultime trasferte disegnando trame d’attacco piacevoli e pungenti, confermando una superiorità mai messa in discussione ed andando in gol con sorprendente facilità, anzi fallendo almeno un paio di occasioni che potevano rendere il risultato ancora più rotondo. Peccato solo per il rigore subito nel finale che ha violato la porta di un ottimo e fino ad allora attento Meret che cresce partita dopo partita. Ottima risposta dunque , dopo il deludente, nel risultato, pareggio di Firenze che aveva lasciato non pochi dubbi sulla forza mentale del Napoli obbligato a vincere sempre in ragione di un’avversaria in maglia bianconera che viaggia verso un probabile record di vittorie e punti in campionato. Il Napoli visto contro gli elvetici viaggia così spedito verso gli ottavi di finale di coppa proprio nel giorno dei saluti ufficiali di capitan Hamsik che, accontentato da un riconoscente De Laurentiis, potrà dare inizio, dopo una travagliata ed estenuante trattativa, alla sua fase finale di carriera in Cina, terra che attrae soprattutto per i sontuosi ingaggi che sa regalare ai nuovi arrivati. Ma Marek è ormai andato e bisogna fare di necessità virtù anche se Ancelotti ha le idee ben chiare su come, da questo momento, il suo Napoli dovrà sviluppare idee e gioco per tentare di essere protagonista fino alla fine in campionato e, soprattutto, puntare concretamente al trofeo che sembra più a portata di mano, l’Europa League. Fabian sarà l’erede di Marekiaro ed a lui sono state date le chiavi del centrocampo dove stabilmente a questo punto imperverserà Zielinski l’uomo giusto delle accelerazioni e del cambio passo per dare imprevedibilità all’attacco del Napoli ultimamente apparso poco lucido nei suoi
uomini migliori, Mertens in primis. L’erede però più significativo del Marek dei record sarà senza dubbio un altro. Uno scugnizzo che ha realizzato il sogno di tanti ragazzini che iniziano a dare calci ad un pallone con la speranza di indossare un giorno l’amata maglia colore azzurro mare: Lorenzo Insigne, figlio di Napoli, cuore azzurro e finalmente Capitano della squadra della sua città. Un onore grandissimo, che è toccato a pochi eletti come Juliano e P.Cannavaro , da cui certamente Lorenzo da Frattamaggiore saprà ricavare nuovi stimoli per diventare il nuovo punto di riferimento in campo e fuori. Auguri quindi a Lorenzo per la sua nuova mission che speriamo lo porti a breve ad alzare, per se stesso e per tutti i tifosi azzurri, un trofeo da graduato, ma un in bocca al lupo anche a Marek Hamsik 17, uomo semplice e perbene quasi d’altri tempi che ha vissuto nella nostra città da napoletano vero e Napoli ce l’ha sicuramente nel cuore. #forzanapolisempre
La vignetta della settimana Armando Lupini