Cuore Azzurro n°194 del 19.05.2019

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Organo ufficiale dell'Associazione Italiana Napoli Club­Anno XIV­Nr.194 del 19/05/2019

Si spengono le luci del San Paolo





Direttore responsabile:Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Realizzazioni grafiche e testi:Mario Passaretti Hanno collaborato: Saverio Passaretti(presid.A.i.n.c),Francesco Basile,Fabrizio Piccolo, Bruno Marra,Armando Lupini,Fabio Rea,Raffaele Castiello,Carlo Longobardi,Vincenzo Rea Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007


Ultimo atto al San Paolo Saverio Passaretti Cala il sipario sul campionato calcistico 2018/19 ed il Napoli ospita al S. Paolo l’Inter di Spalletti, una stagione di transizione quella degli azzurri al primo anno della conduzione di Mister Carlo Ancelotti. Statisticamente non possono segnalarsi miglioramenti rispetto alle precedenti annualità, unico risultato una tranquilla qualificazione in Champion, per chiudere dignitosamente occorre trarre il massimo in queste due ultime gare sia per ben figurare che per acquisire nuove certezze nell’organizzazione del gioco. L’ostacolo più arduo è sicuramente la sfida coi nerazzurri impegnati a conquistare un posto in Europa in una bagarre finale che vede ben sei squadre in sei punti e sotto il Vesuvio si impegneranno al massimo per dare un senso ad una stagione altalenante. Gli uomini dalle caratteristiche più svariante sono presenti in formazione da Ivan Perisic a Matteo Politano per concludere con Mauro Icardi che sarebbe pronto al rientro l’argentino non ha vissuto un momento felicissimo e il reintegro nell’organico è stato accompagnato da un blocco psicologico che ha rallentato il cammino nella graduatoria dei goleador ed ha fatto spegnere la vena realizzativa. La struttura offensiva dei nerazzurri può creare serie difficoltà alla retroguardia di Ancelotti. Gli azzurri dovranno limitare le discese dei velocisti, arginare il gioco in costruzione dei centrocampisti avanzati e monitorare costantemente i movimenti della punta centrale. Il Napoli, però, ha ancora il dente avvelenato dalla partita d’andata, vinta dai milanesi all’ultimo respiro e avvelenata dalle tristi guerriglie extra­campo tra tifoserie e dal caso Koulibaly. La squadra di Ancelotti, inoltre, vorrebbe rimpinguare uno score casalingo quest’anno non proprio florido: prima del successo con il Cagliari, gli azzurri non centravano da 3 partite la posta piena tra le mura amiche e nella stagione hanno

concesso al San Paolo 4 pareggi e due sconfitte. Non c’è da aspettarsi, dunque, un Napoli arrendevole, nonostante le motivazioni decisamente inferiori a quelle dei rivali. L’Inter, dal canto suo, in trasferta non brilla per regolarità: ha conquistato 9 successi, 4 pareggi e 5 sconfitte fuori dalle mura amiche. Dal fronte dei tifosi ci si aspetta la solita folcloristica scenografia di chiusura, uno stadio risistemato grazie all’occasione “Universiadi” sarà la vera novità del momento nella speranza che il restyling prosegua anche nei settori non in vista. Tutto pronto … ma consentitemi … con una nota di profonda tristezza legata alla prematura scomparsa di Paolo Serretiello grande professionista del settore comunicazione, patron di Radio Marte sempre al fianco degli azzurri. Scompare un amico dal carattere apparentemente burbero ma con una grande cuore ! Ciao Paolo non sarai dimenticato !





Ancelotti la soluzione,non il problema

Fabrizio Piccolo Superasse gli 80 punti sarebbe difficile anche per i critici più nostalgici considerare un fallimento la stagione del Napoli ma si sa, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere ed allora rieccoci a dover ascoltare critiche malsane su Ancelotti e giudizi severi su un Napoli che ha avuto il solo torto di blindare il secondo posto con anni luce di anticipo. Ci fosse stata quella lotta serrata che oggi tiene sul fuoco adrenalinico tutte le big tranne la Juve, c’è da scommettere che tante parole sarebbero state risparmiate. Ancelotti è stato fin troppo chiaro nelle ultime uscite. Anche alzando un po’ la voce, all’occorrenza. Sempre con modi garbati, sia chiaro, ma un leader calmo sa bene quando deve stare calmo e quando deve fare il leader. Ha spiegato perché non ha senso parlare di stagione fallimentare, ha contestato le critiche alla condizione fisica, ha ribadito di non voler cambiare aria e di non essere pentito. Ma è quello che non ha detto che veramente dà ragione al tecnico azzurro. Il calo del Napoli fino al post­Arsenal aveva portato a un fuoriuscire di critiche, di rimpianti del passato, di accuse quasi tutte infondate. Ha perfettamente ragione Ancelotti quando parla del vero grande rimpianto, l’eliminazione dalla coppa Italia. Era alla portata di questo Napoli, l’aver perso – in malo modo – col Milan è l’unica vera macchia stagionale. Il resto no. Non un secondo posto alle spalle della Juve, perché il gap attuale – che già si è ridotto parecchio e potrebbe continuare a ridursi ­ è figlio anche delle motivazioni venute meno quando si è capito che non ci sarebbe stata storia. Quando i bianconeri hanno preso il volo, la molla che teneva in piedi i sogni scudetto del Napoli sono crollati. Non i quarti di Europa League, perché ci sta di perdere con l’Arsenal (e nel recente passato con la vecchia gestione tecnica il Napoli non ci era arrivato fino ai quarti). Quello che Ancelotti non ha detto e che diciamo noi è questo. Di tutta la rosa azzurra solo Koulibaly e in parte

(e solo a tratti) Zielinski hanno reso meglio rispetto alle ultime stagioni, gli altri chi più chi meno hanno fatto tutti peggio e non per colpa sua. Ci sono gli “spremuti” come Mertens e Callejon, ci sono gli inadeguati come Hysaj e Mario Rui, c’è chi come Allan ha fatto 3 mesi da Pallone d’oro e gli altri sotto la media, hanno deluso Verdi e Diawara, il vero Ghoulam non s’è mai visto e Insigne ha litigato più che segnato. Al netto delle belle notizie Fabian (calato pur’egli in maniera vistosa) e Meret, uno scenario che avrebbe potuto portare a una classifica disastrosa. Perchè con qualsiasi altro allenatore che non fosse stato Ancelotti questo Napoli avrebbe lottato per il quarto posto e stop. Oggi si parla di un Napoli che non diverte e che non emoziona, eppure quando (sembra secoli fa) si batteva il Liverpool e si dominava a Parigi contro il Psg tutti erano pazzi di Re Carlo. Un’opera incompiuta? Forse sì, perché quando il Napoli è uscito dalla Champions, con la consapevolezza di non poter raggiungere la Juve e con la tranquillità di non poter perdere il secondo posto, qualcosa si è rotto. Ci ha provato Ancelotti a motivare tutti, a cambiare, a far giocare tutta la rosa, a mettere in discussione tutti, ma non è bastato in alcuni momenti ad accendere un encefalogramma che si stava appiattendo, mettendo a nudo problemi vecchi per un ciclo che sta finendo. Ora anziché contestare l’Ancelotti del primo anno (che per inciso sta facendo come il suo predecessore al primo anno, quando pure c’era un certo Higuain) bisogna proprio fare il contrario. Aggrapparsi a lui per ricostruire questa squadra, nei muscoli e nell’anima. E state pur certi che riuscirci con un altro tecnico sarebbe stato difficilissimo. Ancelotti è e soprattutto sarà la soluzione. Non il problema. E i conti si faranno ad agosto quando si vedrà che squadra avrà (ri)costruito.



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Ancelotti,il futuro azzurro nelle mani di Re Carlo

Bruno Marra Diceva Ennio Flaiano: “la felicità consiste nel desiderare ciò che si ha”. Perché molto spesso si ignora o si banalizza quello che abbiamo nella nostra vita. E l’esistenza azzurra di oggi si chiama Carlo Ancelotti, un tesoro prezioso che non ha bisogno di didascalia, perché la sua carriera è scolpita nel marmo come un fregio eterno. Un’estate fa, la storia di noi due. Una storia finiva, un’altra cominciava. Terminava l’avventura con Maurizio Sarri, in maniera non semplice e per una decisione pressochè unilaterale. “Il Comandante”, come lo chiamano in un eterno slancio di romanticismo i tifosi azzurri, pensa, crede e ritiene finito un ciclo. Decide per sé e per i suoi, saluta con un lungo inchino la standing ovation del San Paolo e si imbarca oltre Manica. Aurelio De Laurentiis non è il tipo da farsi vacillare i polsi. Guarda avanti e soprattutto guarda in alto. Una telefonata allunga la vita: pronto Carlo, sono Aurelio. “Così, così, così…” direbbe Filumenao Marturano. Il Presidente e il tecnico si raccontano tutto e si capiscono al volo. Ci vediamo alla Filmauro. Uno porta la penna, l’altro porta il contratto. Napoli realizza di avere in pochi giorni l’allenatore più titolato d’Europa. Carlo Ancelotti è un esemplare raro di personaggio sportivo che ha vinto tutto sia da calciatore che da tecnico. A 23 anni lo storico scudetto della Roma del Barone Liedholm, il suo mentore non solo tattico ma anche umano. Poi la sua vita a stelle e strisce. Le stelle sono quelle dell’Impero Berlusconiano, le strisce sono quelle del Milan. Una teca in cui c’è di tutto: scudetti, Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale. Prima da illuminato centrocampista e poi da sapiente allenatore. Ancelotti diventa il “claime” di successo del

mondo rossonero. Poi il giro trionfale sulle panchine in Europa: Chelsea, PSG, Real Madrid, Bayern Monaco. E per ogni Nazione c’è un trionfo d’autore. Fino ad una estate fa…la storia di noi due. “Non sono venuto a pettinare le bambole”. E’ la frase DI Re Carlo che fa il giro dell’emisfero azzurro. Quest’anno è stato esplorativo, costruttivo e concreto. Il Napoli ha confermato il secondo posto ed ha posto le basi per il futuro. Sarà la prima vera stagione ancelottiana, dopo l’anno zero. Con il sopracciglio alzato fino al cielo. Perché oggi il Napoli ha il più grande tecnico della nostra storia, per palmares e nobiltà. La felicità consiste nel desiderare ciò che si ha…



Napoli­Inter,i precedenti Fabio Rea Napoli ed Inter, autentica “classica” del Calcio italiano, si sfideranno per la 83° volta in Campania. Gli azzurri vorranno “vendicare” la sconfitta dell’andata, quando subirono in 9 e a tempo scaduto il gol di Lautaro (ancora vivi nella mente i “buu” razzisti ai danni di Koulibaly, sanzionato da Mazzoleni anziché essere supportato) mentre i nerazzurri cercheranno di conquistare quei punti che mancano per blindare il 3° posto e, dunque, la partecipazione alla prossima Champions. Qui di seguito alcuni numeri di questo attesissimo match: Incontri alla 37° giornata 2010/11: 15/05/2011 ­ Napoli 1 – 1 Inter (15’ Eto’o, 46’ Zuniga) Miglior sequenza di vittorie consecutive Napoli: 5 25/01/2012 ­ Napoli 2 – 0 Inter (50’ rig. e 93’ Cavani) – Coppa Italia 26/02/2012 ­ Napoli 1 – 0 Inter (59’ Lavezzi) – Serie A 05/05/2013 ­ Napoli 3 – 1 Inter (3’, 33’ rig. e 78’ Cavani, 23’ rig. Alvarez) – Serie A 15/12/2013 ­ Napoli 4 – 2 Inter (9’ Higuain, 35’ Cambiasso, 39’ Mertens, 41’ Dzemaili, 47’ Nagatomo, 81’ Callejon) – Serie A 04/02/2015 ­ Napoli 1 – 0 Inter (93’ Higuain) – Coppa Italia Miglior sequenza di vittorie consecutive Inter: 3 04/02/1940 ­ Napoli 0 – 1 Ambrosiana Inter (78’ Guarnieri) – Serie A 16/03/1941 ­ Napoli 0 – 1 Ambrosiana Inter (42’ rig. Demaria) – Serie A 03/05/1942 ­ Napoli 0 – 1 Ambrosiana Inter (89’ rig. Campanelli) – Serie A Più lunga striscia di imbattibilità (in assoluto) Napoli: 13 partite (9 vittorie – 4 pareggi) Dal 18/02/2001 (Napoli 1 – 0 Inter) al 30/11/2015 (Napoli 2 – 1 Inter) Più lunga striscia di imbattibilità Inter: 5 partite (2 vittorie – 3 pareggi) Dal 30/03/1991 (Napoli 1 – 1 Inter) al 07/05/1995 (Napoli 1 – 3 Inter)

Risultati più ricorrenti (i primi 5) Napoli 1 – 0 Inter (14 volte); Napoli 0 – 0 Inter (12 volte); Napoli 1 – 1 Inter (9 volte); Napoli 2 – 1 Inter (8 volte); Napoli 3 – 1 Inter (6 volte); Napoli 0 – 2 Inter (6 volte) Partita con più reti in assoluto: 7 10/02/1980 ­ Napoli 3 – 4 Inter (19’ e 32’ Muraro, 22’ aut. Pasinato, 35’ Improta, 57’ Altobelli, 71’ Baresi, 81’ Guidetti) – Serie A Vittoria Napoli più recente 02/02/2016 – Napoli 3 – 0 Inter (2’ Zielinski, 5’ Hamsik, 51’ Insigne) – Serie A Vittoria Inter più recente 19/01/2016 – Napoli 0 – 2 Inter (74’ Jovetic, 92’ Ljajic) – Coppa Italia Totale incontri: 82 Vittorie Napoli: 39 (36 in A, 1 in Div. Naz., 2 in Coppa Italia) Pareggi: 23 (20 in A, 3 in Coppa Italia) Vittorie Inter: 20 (17 in A, 1 in Div. Naz., 2 in Coppa Italia) Reti Napoli: 100 (91 in A, 4 in Div. Naz., 5 in Coppa Italia) Reti Inter: 79 (69 in A, 4 in Div. Naz., 6 in Coppa Italia)


Memoria corta e permalosità immotivata Carlo Longobardi Da qualche giorno le cronache sportive calcistiche sono dominate, tra l’altro, dalle sorti del Palermo calcio, le cui disavventure finanziarie hanno determinato lo stravolgimento della classifica di serie B, oltre a deprimere e mortificare nuovamente la storica tifoseria della prestigiosa città del sud. I rosanero da tempo sono sballottolati da un capo all’altro e costretti a riporre speranze di futuro a molteplici cordate di presunti imprenditori/prenditori che si rivelano sempre spregevoli quanto fasulli faccendieri che fingono, millantano e compiono l’ennesimo buco nell’acqua. Subito dopo, in attesa delle finali delle coppe europee di club, l’attenzione si è spostata sulla Coppa Italia vinta per l’ennesima volta dalla Lazio che in questa competizione primeggia la classifica degli ultimi vent’anni. Al termine della partita vittoriosa è stato intervistato, come di prammatica, il presidente biancoceleste che ha ben rappresentato l’euforia del momento, dicendosi, altresì, relativamente appagato perché la sua Lazio ancora non riesce a conquistare l’olimpo del calcio che è la tanto agognata (sia sportivamente che economicamente) Champions League. E’ bastato mettere insieme i due eventi per tornare un momento a ieri, quando un incontro al Renzo Barbera generava importanti timori e produceva delusioni, o quando l’accesso alla seconda coppa continentale sembrava un traguardo irraggiungibile. Oggi si chiude la stagione, almeno per quanto riguarda le partite casalinghe, e la domanda frequente che viene posta ai sostenitori azzurri è sempre la stessa: “l’anno calcistico del Napoli è stato fallimentare o no?”. L’interrogativo è collegato, poi, alla infinita diatriba tra i pro­De Laurentiis e i suoi contro, due anime arroccate ­ ognuna in modo arcigno ­ alle proprie convinzioni, che dovrebbero concorrere allo stesso obiettivo e che invece stanno scavando un solco infinito tra loro buono soltanto ad inquinare uno straordinario ciclo che non ha precedenti nella nostra storia. Parlare di fallimento equivale a considerare la follia come elemento di normalità. L’intervento del presidente ad un recente convegno promosso dal Corriere dello

Sport ha aggiunto, se possibile, benzina sul fuoco, con i social media che hanno fatto da detonatore e da distorsore alle parole dette. Per i detrattori non è assolutamente sufficiente il secondo posto mai in discussione e conquistato con larghissimo anticipo, non costituisce merito una Champions giocata ad altissimo livello e che ci ha visti uscire, per pochissimo, per mano della favorita per la finale, non viene acquisita con favore la posizione assunta da Don Aurelio proprio nella circostanza citata, nella quale ha parlato senza preclusioni o sudditanze di sorta a tutto il gotha presente e con l’auspicata (un tempo) sfrontatezza, neppure, infine, la correttezza dei bilanci viene vista con gradimento, anche quest’ultima circostanza sembra essere una caratteristica di poco conto, molto più rilevante porre l’accento sui compensi attribuiti al C.d.A. Il popolo ferito nell’orgoglio si è ulteriormente rizzelato quando è stato fatto accenno alla “discutibile” frequentazione di una parte del tifo estremista di tutte le squadre, anche se si è detto “nei nostri stadi”, si è parlato di questione “nazionale” e non di specifica problematica napoletana. Visto che appare assolutamente inutile qualsiasi tentativo di spiegazione, chiarimento o parallelo storico, sarebbe interessante semplicemente ribaltare la domanda: “alla luce dei risultati sportivi acquisiti, tenendo presente il livello straordinario di qualità di vita espresso dalle nostre parti e la lunga fila dei potenziali acquirenti, quali sono le aspettative future a parte lo stucchevole quanto fine a se stesso ‘vogliamo vincere’?”. Nel frattempo ci teniamo – e tanti di noi con

grandissimo piacere ­ i sediolini multicolor, una nuova tinteggiatura, un paio di maxi schermi, un grande allenatore, una rosa di prim’ordine e una società sana. A ben venire, grande Napoli, grazie per l’ennesima straordinaria stagione.


Si spengono le luci del San Paolo tra nuovi colori e solide speranze

Francesco Basile In un San Paolo, in fase di restyling, il Napoli affronta la sua ultima partita casalinga stagionale. L'impianto di Fuorigrotta,infatti, sta cambiando faccia in vista delle prossime Universiadi, che si terranno nel capoluogo partenopeo il prossimo luglio. Tra le immancabili polemiche proseguono, lentamente, i lavori di ristrutturazione dello stadio, che, nello specifico, negli ultimi giorni, stanno riguardando la sostituzione dei vecchi seggiolini rossi, scambiati dal sole e dal tempo. Particolare sarà l'effetto cromatico fornito dai nuovi seggi, un mix di colori tra giallo, bianco, rosso e azzurro. I primi rappresentare i colori dello stemma della città; l'azzurro, inutile specificarlo. La scelta è stata dettata dalla volontà di avere un effetto cromatico "televisivo", ma senza dimenticare il colore sociale del club e l'effetto di mescolanza tra i colori che può nascondere eventuali vuoti sugli spalti. Ritornando al calcio giocato, l' Inter sarà la prossima e l'ultima avversaria casalinga di quest' annata, la prima di Carletto Ancelotti. Questa partita ha nulla da dire per gli azzurri, ormai matematicamente secondi già da due partite, ha invece una notevole importanza per la squadra di Spalletti, ancora in corsa per piazzare la qualificazione alla fase a gironi di Champions League. In settimana si è anche tenuta la tradizionale cena societaria di fine anno nel solito incantevole scenario di Villa d'Angelo al Vomero: presenti calciatori e consorti, oltreché il presidente, l'allenatore e i vari membri dello staff. "E' stata una annata bellissima grazie al lavoro di tutti voi. Sono entusiasta di aver trovato un allenatore come Carlo che è stato bravissimo a prendervi per mano e a convertirvi a un altro tipo di gioco". Queste le parole di ringraziamento di Aurelio de Laurentiis prima del taglio della torta. In un clima disteso si è salutata, quindi, la stagione 2018/2019, che ha già dato i suoi responsi qualche partita fa. Dopo la sfida con i nerazzurri ci sarà da affrontare il bologna allo

stadio dall'Ara e, poi, le meritate vacanze per calciatori e allenatore. Giuntoli e il suo staff saranno invece impegnati, fin da subito, a dare il nuovo volto alla squadra, tra cessioni e acquisti; un volto che speriamo assomigli sempre più a quello voluto dal mister, ancora più consono alla sua idea di gioco, ancora più proteso alla vittoria finale.


Il Napoli blinda il secondo posto, con Inter e Bologna per prestigio e nuova stagione…

Vincenzo Rea La platonica vittoria con la Spal ha regalato al Napoli tre punti importanti per crescita e mentalità e non di certo per la classifica visto che il secondo posto matematico era stato archiviato già con il Cagliari al San Paolo sette giorni prima. In un match quasi amichevole e con la Spal ormai salva gli azzurri hanno mostrato nella trasferta di Ferrara un forte carattere e una positiva voglia di vincere, elementi importanti (e in passato smarriti) in vista della prossima stagione, merce rara in un finale di campionato che rischiava di diventare anonimo e senza gioie. Ancelotti ha ricevuto qualche segnale da elementi che probabilmente meriterebbero di essere confermati, Younes su tutti. Poi è chiaro che dal mercato ci si aspetti parecchio per potenziare un gruppo che nella seconda parte dell’annata ha giocato ad intermittenza con il primo posto lontanissimo e la seconda posizione mai a rischio in verità più per demerito di chi rincorreva che per forza mostrata. Il primo elemento sul quale il mister dovrà lavorare è quello della mentalità: le partite, anche quelle che sembrano non avere storia ed interesse, vanno sempre giocate al massimo della concentrazione e con l’intento di portare a casa l’intera posta in palio. Per rispetto dei tifosi e per mantenere sempre alte le motivazioni in tutte le competizioni. Con Inter e Bologna si giocherà quindi più per la gloria che per reali interessi di classifica, ma ci aspetteremo ugualmente, anche negli ultimi 180’, una squadra motivata e vogliosa di portare i sei punti a casa al di là dell’avversario e dei contorni relativi ad un campionato che chiaramente non avrà più nulla da raccontare per quel che concerne le tinte azzurre. Poi si calerà il sipario su una stagione che ha rappresentato il punto di partenza dell’era Ancelotti. Se lo i tifosi che non aspettano altro per poter ritornare in massa a gremire il san Paolo che si spera il prossimo anno possa diventare anche più

accogliente e moderno.



Chi scende,chi sale ed i colori del San Paolo

Raffaele Castiello Con largo anticipo rispetto alla fine del torneo, con un secondo posto ed un accesso alla prossima Champions ormai acquisiti, la giostra targata Napoli ha iniziato il suo giro. Chi scende e chi sale sarà da questo momento l’argomento principale dei vari salotti televisivi, delle testate giornalistiche e dei siti web tematici che si occupano delle vicende della Napoli calcistica. La vittoria contro la SPAL è stata quasi un contrattempo, un momento di calcio vero condito da due gol di pregevole fattura di Allan e Mario Rui, e strepitose parate di Ice Man Meret, per iniziare subito dopo a puntare gli occhi sul prossimo campionato con, obiettivamente, grande curiosità di capire quale potrà essere la dimensione del Napoli dopo il primo vero mercato targato Ancelotti. Tanti i nomi che si fanno e che si faranno nei prossimi mesi ma, come sempre, bisognerà misurarsi con la consolidata strategia societaria che predilige equilibrio nella danza tra entrate ed uscite. Il campo, galantuomo e veritiero, sembra comunque aver suggerito nel corso di questa annata ed in relazione al nuovo modulo sposato da Ancelotti, quali saranno i ruoli da rinforzare a discapito di protagonisti che hanno già da un po' la valigia pronta per raggiungere altri lidi. Saranno probabilmente 4 o 5 i volti nuovi pronti a subentrare ad altrettanti partenti, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare il Napoli sugli esterni di difesa, di alzare la qualità a centrocampo e dare maggior peso ad un attacco che pur contando su un redivivo Milik ha mostrato in tante occasioni, alcune decisive, poca concretezza ed istinto killer. Le premesse sembrano buone visti gli identikit finora filtrati. Tippier, Veretout, Lazzari, Lozano, Fornals, Almendra sembrano rispondere pienamente agli obiettivi di crescita della qualità della rosa secondo la collaudata

gestione finanziaria dell’azienda Napoli da parte di De Laurentiis. Tuttavia, ed è bene dirlo, le potenzialità del Napoli nel prossimo torneo , che vedrà ai nastri di partenza oltre alla solita Juve tritatutto anche, probabilmente, un’Inter ringalluzzita dalla probabile guida del Conte per eccellenza, cresceranno se e solo se la società sarà capace di mantenere all’ombra del Vesuvio alcuni dei calciatori al momento più attenzionati : leggasi Insigne, Allan, Koulibaly. Staremo a vedere, mentre cresce anche un’altra attesa legata alle imminenti Universiadi. Il S. Paolo si sta infatti rifacendo il look tra sontuosi giochi di luci , colorati sediolini e supermoderni schermi luminosi con l’obiettivo di restituire ai tifosi azzurri uno stadio più comodo e moderno. Già da domenica, per la sfida con l’Inter di Spalletti alla ricerca della qualificazione in Champions, qualche effetto del restyling sarà visibile. Finalmente! Con la speranza che prevalga, a lavori finiti, il senso di educazione e civiltà delle persone per evitare di vergognarci di noi stessi. Per concludere, un invito a tutti i tifosi, quelli veri: il Napoli si ama e non solo in TV. Perché vuoi mettere lo sfizio di sedersi su un nuovo sediolino giallo e numerato del S. Paolo l’anno prossimo? # forzanapolisempre.


La vignetta della settimana Armando Lupini




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