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COPIA OMAGGIO
PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO IX N. 101 - 13 APRILE 2014
A PAG. 8-9 LE FOTO DI NAPOLI - JUVENTUS A PAG. 27 LA TRIPLETTA DEL SECOLO A PAG. 31 LE STELLE DEL NAPOLI
ADESSO LA COPPA
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NAPOLI DIETRO AL FRECCIAGIALLOROSSA Max Bonardi
indrome di appagamento. È questo il male del Napoli nella stagione 2013-2014. Non è la prima volta e non penso che da qui alla fine del campionato sarà l’ultima che il Napoli a una grandissima gara, dove c’è dentro un po’ di tutto, spettacolo, determinazione, cattiveria, concentrazione, voglia di raggiungere il risultato, fa seguire una prestazione del tutto opposta, molle, prevedibile, senza grinta, insomma moscia. E sì perché si pensava e si sperava che dopo la brillantissima gara con la Juventus il Napoli inanellasse un filotto di vittorie così da garantirsi di sicuro il terzo posto per andare ai preliminari di Champions League, e magari cercare di raggiungere il secondo, dove troneggia una Roma decisa a non cedere, ma che può avere una fase di appannamento da qui alla fine del torneo. Macché tutte chiacchiere. Perché i giallorossi sono un Freccia Rossa e il Napoli è ormai un treno locale. Almeno è quello che si è visto nell’ultima giornata. La sconfitta di Parma è durissima da digerire per i tanti tifosi azzurri che hanno seguito la squadra anche al Tardini. E tra i tifosi forse quello
Osservatorio arbitrale
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PORTIERI TUTELATI Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
’azione è una delle più classiche del gioco del calcio. Un giocatore si trova davanti al portiere, e ha due possibilità: o tentare di scavalcarlo, ma che in mancanza di spazi risulta spesso dinamicamente difficile, oppure tentare di aggirarlo allargandosi su uno dei due lati. Ed è qui che nascono le prime difficoltà decisionali dell'arbitro sia tecnico che disciplinari (chiara occasione da rete o meno). Ma veniamo a quelle tecniche, e veniamo a comprendere l’entità del fallo o meno avvenuto su Zapata nello scontro con Mirante nella partita Parma - Napoli. Premesso che chi vi scrive già in questa rubrica ebbe a sottolineare che con due assistenti di linea, due arbitri di porta, e un quarto uomo, esiste un "cono d'ombra" dato proprio da quella zona di campo in cui l'arbitro chiude la propria diagonale, zona che è quella opposta al proprio assistente di linea, e nella quale finisce per trovarsi in un territorio dove, nonostante tutti gli Ufficiali di gara menzionati, non ha alcun supporto decisionale. Appare evidente dunque che l’episodio che avviene in questa zona assuma rilievo ancor maggiore non solo per il tipo di provvedimento adottato o non, ma soprattutto perché da parte del direttore di gara manca nel caso di dubbio, l'alibi del conforto. Mi spiego. Quando il portiere si distende verso l'attaccante da uno dei due lati, lo fa istintivamente per prendere il pallone, ma non nascondiamo che lo fa anche con la inconscia consapevolezza che storicamente esiste una sorta di "tutela" dei numero uno (vecchia dizione). Tutto questo significa che il gesto tecnico del portiere quasi sempre non è misurato come quello dell’attaccante sul difensore (oggi). Pertanto, se si considera, come detto, quella zona che è sotto la giurisdizione unica dell’arbitro centrale, unitamente alla "consuetudine" di avvantaggiare il massimo difensore, l’equazione ci porta a concludere che l’aforisma latino "in dubbio pro reo", è più che applicata. La soluzione? Oggi, quello di avere arbitri che possano trovarsi in linea col portiere. Domani, rischiare di avere arbitri sovrannaturali che per arrivare a tanto, non siano più umani. E allora? Teniamoci arbitri contro cui ancora poter protestare...
più acceso, il presidente De Laurentiis, a fine gara ha sbroccato e se l’è presa col primo arrivato. Un comportamento inqualificabile, giustificato solo dalla tensione dei 95 minuti della gara. Deprecabile, invece, la speculazione seguita alla vicenda sia da parte dei media, ma soprattutto dello stesso tifoso bisognoso di un momento di notorietà. Tornando invece alle vicende societarie, trapelano mugugni e contrasti in merito a punti di vista diversi tra patron e Benitez in merito alla prossima tournée estiva degli azzurri tanto voluta dalla società. Rafa ha detto no, rinunciando ai tanti dollari in palio, per poter preparare al meglio il preliminare di Champions visto che i pezzi migliori della sua squadra saranno impegnati ai Mondiali in Brasile e pertanto avranno bisogno di un periodo di riposo post torneo. Inutile dire che sul piano economico non c’è paragone visto che di fronte ai soldi della tournée c’è la qualificazione ai gironi di Champions che vale circa 30 milioni di euro. De Laurentiis se ne farà una ragione, pensando al portafoglio.
CLASSIFICA DI SERIE A 2013/2014 SQUADRA
JUVENTUS AS ROMA NAPOLI FIORENTINA INTER PARMA LAZIO ATALANTA VERONA TORINO MILAN SAMPDORIA GENOA UDINESE CAGLIARI CHIEVO BOLOGNA LIVORNO SASSUOLO CATANIA
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G
V
N
P
GF
GS
84 76 64 55 50 50 48 46 46 45 45 41 39 38 32 27 27 25 24 20
32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32
27 23 19 16 12 13 13 14 14 12 12 11 10 11 7 7 5 6 6 4
3 7 7 7 14 11 9 4 4 9 9 8 9 5 11 6 12 7 6 8
2 2 6 9 6 8 10 14 14 11 11 13 13 16 14 19 15 19 20 20
69 65 59 51 51 52 42 37 47 47 49 40 35 35 30 26 26 34 31 24
22 18 33 34 35 41 40 41 52 41 44 45 41 44 44 47 50 60 61 57
3 3 ª G I O R N A TA SABATO 12 APRILE SASSUOLO - CAGLIARI ROMA - ATALANTA DOMENICA- 13 APRILE BOLOGNA - PARMA LIVORNO - CHIEVO NAPOLI - LAZIO SAMPDORIA - INTER TORINO - GENOA VERONA - FIORENTINA MILAN - CATANIA LUNEDÌ 14 - APRILE UDINESE - JUVENTUS
3 4 ª G I O R N A TA SABATO 19 APRILE ATALANTA - VERONA CATANIA - SAMPDORIA CHIEVO - SASSUOLO GENOA - CAGLIARI LAZIO - TORINO MILAN - LIVORNO PARMA - INTER UDINESE - NAPOLI JUVENTUS - BOLOGNA FIORENTINA - ROMA
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Sede legale: via G. Porzio, 4 - ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno IX - n° 101 - 13 aprile 2014
Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Daniele Acampa, Valerio Ceva Grimaldi, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Bruno Marra, Marco Martone, Mario Passaretti, Fabrizio Piccolo, Riccardo Sorrentino, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 92 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: POLIGRAFICA RUGGIERO s.r.l. Grafica: Tiziana Astarita - Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 10 aprile 2014 - ore 11,00
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di Mimmo Carratelli Si gioca in difesa del terzo posto (Fiorentina a -9). Un po’ d’attenzione. Il secondo posto, che era una chimera vista la marcia della Roma, va in soffitta. Il Napoli si è sgonfiato a Parma. Aveva dato tutto contro la Juventus, ma la settimana senza impegni in mezzo non ha ricaricato la squadra. Primo tempo regalato al Parma. Rabbiosa reazione allo svantaggio, un rigore negato a Zapata. Il pareggio avrebbe cambiato poco. Sesta partita senza segnare. Ed ecco la Lazio “concreta” di Edy Reja, caricata da due consecutive vittorie casalinghe (cinque gol) e in piena corsa per l’Europa League (-2 dal quinto posto di Inter e Parma). Difesa tosta e ragazzi di qualità (il diciannovenne spagnolo Keita, il ventiduenne nigeriano Onazi, Candreva e Klose se sarà disponibile). Squadra che, fuori casa, rende quasi la metà delle partite casalinghe (17 punti in trasferta, 31 all’Olimpico). Gioca un 4-3-3 con gli esterni d’attacco pronti a ripiegare (4-5-1). Nel Napoli, Higuain dorme da tre partite, Hamsik è lontano dal gol da cinque mesi, Insigne non scocca più il suo irresistibile tiro a giro, mancano i tiri dalla distanza dei centrocampisti, Callejon a Parma si è fermato. C’è poco da cambiare. Higuain punta al Mondiale e non si può lasciarlo fuori (sostituito nel finale nelle ultime due partite, ha gradito poco). Ma forse sarebbe opportuno insistere con Zapata (molto incisivo negli ultimi 25 minuti a Parma) per saggiarne le reali possibilità. Largo a Mertens, il più “fresco” degli esterni. La difesa si è assestata, concede molto meno che in passato. Sembra valido l’esperimento di Henrique sulla destra, Ghoulam a sinistra manca di continuità nella fase difensiva. Fernandez è cresciuto ed è il difensore della nazionale argentina. La classe di Albiol non si discute, con grande mestiere sta affrontando una serie infinita di impegni. La stagione del Napoli non è fallimentare. Tornerà comunque in Champions anche se con l’”allungo” dei preliminari, giocherà la finale di Coppa Italia (sabato 3 maggio a Roma contro la Fiorentina). Si sarebbe voluto di più. Difficile però fare miracoli con un gioco, un tecnico e una squadra nuovi. Al Napoli è mancata la continuità, dote essenziale per una squadra di alte ambizioni. Equilibrato il confronto fra rendimento interno (34 punti) ed esterno (30). All’andata, gli azzurri dilagarono a Roma (4-2, due gol di Higuain, Pandev e Callejon). Bisogna vincere per non disperdere l’allegria del nuovo corso e per non finire il torneo dovendo temere l’attacco della Fiorentina.
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UN NAPOLI CAMOUFLAGE Saverio Saverio Passaretti Passaretti (presidente (presidente AINC) AINC)
opo la superba vittoria contro la Juve il Napoli si trasforma e da gladiatore finisce col diventare una facile preda al Tardini, la veste di esecutore spetta a Parolo che trafigge al volo un incolpevole Pepe. Una strana involuzione quella degli azzurri ed è logico chiedersi il perché si possa passare così repentinamente dal paradiso all’inferno in soli sette giorni, un rompicapo che trova la sua giustificazione in uno scarso ardore agonistico di quasi tutti i protagonisti, Benitez ha lasciato il Tardini visibilmente provato, con due guancioni rossi, non è suo stile imprecare o infuriarsi contro i giocatori, ma sicuramente nel chiuso dello spogliatoio si sarà fatto sentire. Necessaria una chiamata all’ordine e al rispetto per la maglia azzurra, un dogma imprescindibile che tutti i tifosi giustamente pretendono, si può perdere una gara, i giocatori sono esseri umani non robot, ma è sul come si soccombe che si apre la contestazione. Il pubblico napoletano è il primo a saper applaudire la propria squadra e a ringraziarla, anche se sconfitta, quando però c’è stata battaglia in campo senza risparmi come si è visto a Roma in Tim Cup, un encomiabile comportamento. Ci ritroviamo a dover dimostrare con la Lazio quanto di buono sa produrre l’undici azzurro nel suo standard naturale nella certezza di ritrovare innanzitutto il nostro Higuain, apparso triste e nervoso, ma reattivo e desideroso di dare il massimo. Da dimenticare la gara di andata, quella era un’altra Lazio e oggi, anche se privata dell’ottimo Klose, rappresenta una mina vagante; serve la stessa concentrazione dimostrata contro i bianconeri anche se, diciamola tutta, il Napoli alla vista di quei colori si trasforma in un leone. Una condizione non facilmente ripetibile ma le tensioni si sciolgono con le vittorie nella consapevolezza di essere un’ottima compagine pronta a ripartire verso la ormai quasi scontata partecipazione ai preliminari di Champions.I calcoli matematici lasciamoli agli altri, noi siamo il Napoli, una squadra e una città in crescita con un pubblico fantastico, cancelliamo la brutta parentesi di Parma e ripartiamo alla grande!!
LA VIGNETTA DI
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BENITEZ VADA A LEZIONE DA MOURINHO Carmine Tascone
l Napoli, a Parma, a parte gli ultimi 20 minuti, non è mai sceso in campo. Due sono le riflessioni che mi viene di fare dopo la gara del Tardini. La prima cosa è che Rafa Benitez al 23’ del secondo tempo ha richiamato in panchina Higuain e Callejon, effettivamente un po’ sotto tono, ma che non possono mai essere messi fuori visto che sono i migliori attaccanti azzurri che hanno realizzato, rispettivamente, 14 e 12 gol in questo campionato e che si sono mostrati letali nel finale di alcune gare di campionato, vedi Torino in trasferta e Roma in casa. Il tutto, poi, per fare entrare Zapata e Mertens, forse tardivamente, e successivamente anche Pandev. Insomma, togli il Pipita e fai entrare uno come Mertens capace con quei cross di fare assist a Higuain, e lasci Pandev che di quei cross non sa che farne. Seconda riflessione: per la sesta volta consecutiva Benitez ha rinunciato a Hamsik nei 25 minuti finali, un giocatore capace col suo estro di inventare la giocata vincente. Alla fine di tutto ciò ne capisco poco. Inoltre sento parlare di mancanza di mentalità. E sì perché questa si acquisisce se è l’allenatore a trasmetterla, se questo ti fa mantenere la concentrazione, la determinazione giusta. Così arriva la continuità di risultati. E invece il Napoli per l’ennesima volta fa registrare un tonfo dopo una grande prestazione. E soprattutto, lascia punti con le più piccole. Il Parma, per esempio, è stato la sua bestia nera. Coi Ducali gli azzurri hanno lasciato ben sei punti per strada. Ed è mai possibile visto i soldi spesi e gli 11 nuovi calciatori arrivati tra giugno e gennaio? Benitez deve convincersi che il calcio italiano è ben diverso da quello spagnolo e inglese. Prima di essere pro-
positivi, qui da noi, va preservato l’equilibrio tattico che il Napoli con solo due calciatori centrocampo non potrà mai avere. Benitez mi fa pensare a Mourinho e così vado alla partita vista martedì sera, vera genialata tattica del Mou internazionale. Lui sì che sa leggere le partite come nessun altro. In Champions contro il Psg col suo Chelsea ha capito che per passare il turno, viste anche le sostituzioni fatte da Blanc, avrebbe dovuto mettere in campo tre attaccanti. Detto, fatto. Fuori Oscar e Lampard, dentro Demba Ba e Torres che sommati a Eto’o e Schurrle facevano una squadra con tre attaccanti e mezzo. E così ha vinto la partita e ha portato i londinesi alle semifinali. C’è un’altra riflessione che non mi ha convinto. Benitez nel dopo gara del Tardini a Sky ha detto che la vittoria della Roma aveva svuotato di motivazione il Napoli. Fatto gravissimo e non vero visto che tutto ciò era un deja vu. E poi la Roma dopo la sconfitta di Napoli ha inanellato sei vit- 5 torie consecutive, a quando una reazione di tale portata da parte del Napoli? L’ultimo pensiero lo rivolgo alla lite tra De Laurentiis e il tifoso. Nel mio ruolo di presidente di una squadra di calcio non posso non prendere le difese del patron azzurro che già innervosito da quello che aveva visto in campo, e soprattutto dall’idea di rischiare di perdere tanti soldi se il Napoli non dovesse centrare il traguardo Champions, e da quelli spesi per allestire la squadra, ha giustamente reagito con lo stesso spirito da tifoso. Mai dopo le gare contestare, c’è il rischio che possano accadere episodi simili. Fate sbollire la rabbia, poi arriverà il tempo di contestazione e chiarimenti.
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NAPOLI - LAZIO
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N. 1 2 3 5 7 8 9 11 13 14 16 17 18 19 20 21 22 24 25 31 33 85 88 91
Giocatore CABRAL RAFAEL ANTONHY REVEILLERE ADRIANO HENRIQUE MIGUEL ANGEL BRITOS JOSÉ CALLEJON JORGE LUIZ JORGINHO GONZALO HIGUAIN CHRISTIAN MAGGIO FAOUZI GHOULAM DRIES MERTENS GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN CAMILO ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNANDEZ JOSIP RADOSEVIC LORENZO INSIGNE JOSÉ PAEZ REINA FAOUZI GHOULAM TORTAJADA RAUL ALBIOL VALON BEHRAMI GOKHAN INLER DUVAN ESTEVAN ZAPATA
Ruolo P D D D A C A C d A C C C A C D C A P D D C C A
Classe 1990 1979 1986 1985 1987 1991 1987 1982 1991 1987 1982 1987 1985 1983 1986 1989 1994 1991 1982 1991 1985 1985 1984 1991
Naz. BRA FRA BRA URU SPA BRA ARG ITA alg BEL ITA SLO COL MAC SVI ARG
Presenze 8 8 1 11 25 18 24 19 23 18 4 21 19 17 5
ITA SPA ALG SPA SVI SVI COL
19 5 8 23 17 23 10
Gol 1 9 10 5 6 6 4 1 1 1 -
N. 1 2 3 5 6 7 10 11 14 15 17 19 20 22 23 24 26 27 29 34 39 46 85 87
Giocatore ETRIT BERISHA MICHAEL CIANI ANDRE' DIAS LUCAS BIGLIA STEFANO MAURI PEREIRA ANDERSON HONORATO EDERSON MIROSLAV KLOSE BALDE DIAO KEITA ALVARO GONZALEZ BRUNO PEREIRINHA SENAD LULIC GIUSEPPE BIAVA FEDERICO MARCHETTI EDDY ONAZI CRISTIAN LEDESMA STEFAN ANDREI RADU LORIK CANA ABDOULAY KONKO ANDRES PEREA LUIS CAVANDA MANUEL POSTIGA DIEGO NOVARETTI ANTONIO CANDREVA
Ruolo P D D C C C C A A C C C D P C C D C D A D A D C
Classe 1989 1984 1979 1986 1980 1993 1986 1978 1995 1984 1988 1986 1977 1983 1992 1982 1986 1983 1984 1993 1990 1982 1985 1987
Naz. ALB FRA BRA ARG ITA BRA BRA GER SEN URU POR BOS ITA ITA NIG ITA ROM ALB FRA COL BEL POR ARG ITA
Presenze 11 16 14 21 8 7 15 22 20 22 7 25 16 21 26 21 21 22 19 18 17 3 9 31
Gol 1 1 1 1 1 7 4 1 5 1 2 1 1 9
RICONOSCITI NELLA FOTO E VINCI! Sei tu quello nel cerchietto rosso nella foto qui sotto? Non perdere tempo...chiama subito il 338 359 49 20 o il 334 104 83 81 e vinci un biglietto omaggio per il prossimo incontro del Napoli allo Stadio San Paolo
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SIN PRISA Y SIN PAUSA: NUOVA ETÀ DELL’ORO
l ritorno di Edy Reja al San Paolo, ancora una volta da “nemico”, sulla panchina della Lazio, sarà uno dei motivi, forse il più interessante, della sfida contro gli aquilotti. I risultati dell’ultima giornata di campionato, con la vittoria della Roma e la sconfitta degli azzurri a Parma, hanno scritto la parola “fine” alla stagione, riguardo il massimo torneo nazionale. Il Napoli, salvo impensabili crolli nelle ultime giornate a favore dei Viola, arriverà terzo in classifica e sarà costretto a disputare i preliminari per l’accesso alla Champions League. Le gare che resteranno da giocare, a cominciare dal “derby” con la Lazio, conserveranno motivazioni nascoste e che andranno rispolverate dagli uomini di Benitez, per evitare di andare incontro a ulteriori brutte figure come quella rimediata al Tardini. La Lazio che arriva al San Paolo dovrà fare a meno di tre pedine importanti, Gonzalez e Klose infortunati, Biglia squalificato. Sarà bene non fidarsi del buon vecchio Reja però, che da queste parti ha lasciato un buon ricordo, soprattutto nei tifosi che ancora gli sono riconoscenti per quella esaltante cavalcata che riportò la squadra in serie A e nel calcio che conta. Per battere il vecchio amico il Napoli dovrà ritrovare la grinta delle grandi occasioni, altrimenti non sarà facile aver ragione dei biancocelesti, ancora in lotta per un posto in Europa. Fondamentali saranno le scelte di Benitez, soprattutto in attacco. Rinunciare a Mertens dal primo minuto, ancora una volta, sarebbe delittuoso. Anche la fiducia a oltranza dimostrata nei confronti di Ham-
Fabrizio Piccolo
enza fretta. Perché non c’è solo il proverbiale esempio della gatta che fece i cuccioli ciechi: basta guardare i valori del grande calcio europeo per capire che il gap è ancora elevato e che non si possono saltare due gradini per volta senza farsi male. Senza fretta, perché dimenticarsi che il Napoli ha lottato pochissime volte nella sua lunga storia per lo scudetto è un errore. Senza fretta, perché alle spalle non abbiamo sceicchi, petrolieri o magnati che si fanno beffa del fair-play finanziario e d’improvviso non può essere il Napoli il club che elargisce stipendi da sogno a tutta la rosa. Senza fretta, perché tutti i progetti seri, costruiti sui mattoni e non sulla sabbia, hanno bisogno di tempo e il Napoli di Benitez è solo all’anno-1. Senza pause. Perché se tanto ci dà tanto è lecito immaginare un Napoli più forte l’anno prossimo. Mai vista nell’era De Laurentiis una campagna acquisti così indovinata nelle due sessioni estiva e invernale. Nessun acquisto sbagliato, un top-player mondiale come Higuain, ma anche rivelazioni clamorose come Mertens e Callejon, sicurezze come Albiol e Reina, pedi-
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CARO VECCHIO REJA, PIACERE DI BATTERTI! Marco Martone
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sik, crediamo possa avere un limite. Pandev scalpita e forse dare più spazio al macedone, sempre decisivo in questo periodo dell’anno, potrebbe essere la scelta più opportuna. Poi c’è il dilemma Higuain. Il giocatore sembra avere la testa già al Mondiale, non si spiegherebbe altrimenti l’involuzione anche mentale che ha avuto nelle ultime settimane. Azzardare una staffetta con Zapata non è uno scandalo, almeno fino alla gara dell’anno, quella finale di Coppa Italia la cui eventuale vittoria cambierebbe, e non di poco, il giudizio da dare sulla intera stagione degli azzurri. Finalino sul caso-De Laurentiis: a Parma abbiamo assistito a un clamoroso caso disinformazione “forzata”. La reazione senza dubbio sbagliata del presidente, che ha spinto un tifoso che chiedeva “spiegazioni” per la sconfitta, è stata trasformata da alcuni organi di stampa in violenza e aggressione. Quel “gira, gira… si stanno picchiando”, con il quale l’inviato della Rai si è rivolto al proprio operatore durante il concitato dopo partita, testimonia un desiderio di scoop da fiera del tutto ingiustificato e soprattutto la comunicazione di una notizia che non c’era. È bastata quella frase, pronunciata con la bramosia di assistere a una rissa, per fare in modo che i siti online dei maggiori quotidiani sportivi e 7 non, titolassero: “De Laurentiis picchia un tifoso”. Un titolo a effetto, certo, che aiuta a vendere qualche copia in più, ma che aveva un piccolo difetto… non corrispondeva alla realtà dei fatti!”.
ne importanti come Jorginho, Henrique e Ghoulam. Gli altri don Rafaè se li è trovati: con alcuni come Insigne e Fernandez è riuscita l’opera da demiurgo di modellarli (quasi) a suo piacimento, con altri meno ma lui sa cosa serve e cosa fare. Se indovina solo la metà degli acquisti fatti finora c’è da leccarsi i baffi. Senza pausa, perché migliorare questa Juve e anche questa Roma non sarà facile, migliorare questo Napoli è fin troppo semplice, nonostante il tetto d’ingaggi, i diritti d’immagine e quant’altro. Senza pausa, perché Napoli ha troppi anni arretrati senza gioie e di notti e pomeriggi magici – in Italia come in Europa - ha fame e voglia. Senza pausa, perché anche col fatturato inferiore, anche se magari esultiamo da provinciali (ma davvero? E cosa fa Nedved tutte le domeniche in tribuna quando segna la Juve?), anche se ci forniscono motivi frequenti per maledire twitter, il Napoli merita una nuova età d’oro nel pallone e se non ora quando? Sin prisa y sin pausa, ma la pausa con i Livorno e i Chievo mai più, perché la prisa di alzare un trofeo non si può trattenere a lungo.
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NAPOLI – JUVENTUS 2-0 Napoli (4-2-3-1): Reina; Henrique, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon (44' st Dzemaili), Hamsik (34' st Mertens), Insigne; Higuain (28' st Pandev). A disp.: Doblas, Colombo, Britos, Mesto, Reveillere, Radosevic, Bariti, Zapata. All. Benitez Juventus (3-5-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba (16' st Marchisio), Asamoah (8' st Isla); Llorente, Osvaldo (24' st Vucinic). A disp.: Storari, Rubinho, Padoin, Mattiello, Penna, Giovinco. All. Conte Arbitro: Orsato Marcatori: 37' Callejon, 36' st Mertens Ammoniti: Inler, Henrique (N); Lichtsteiner, Bonucci, Vidal (J)
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SUPER AZZURRI: SIGNORA SCHIANTATA
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TIFO IN... PARLAMENTO Valerio Ceva Grimaldi
Giorgio Piccolo è un deputato Pd, tifosissimo degli azzurri..
L'ha soddisfatta il Napoli di quest'anno? La squadra ha fatto bene ma non c'è stato il salto di qualità rispetto all'anno precedente. Quando incontra le cosiddette “piccole” non riesce ad avere il piglio della grande squadra.
Cosa manca alla squadra? Credo ci sia un problema di allenatore rispetto a quanto riesca a trasmettere la mentalità giusta anche in occasione delle partite con le squadre “piccole”. Benitez, poi, lo vedo molto determinato sulle sue idee, non cambia in corso d'opera. È poco flessibile. Se il Napoli avesse giocato con il ritmo e l'intensità con i quali ha giocato con la Juve, che al nostro cospetto sembrava una provinciale, avrebbe potuto sicuramente competere per il secondo posto, e forse anche a qualcosa di più. Ha delle riserve su Benitez? Ha tentato di portare una mentalità diversa rispetto al gioco di Mazzarri, ma io credo che le ripartenze del gioco dell'allenatore toscano siano state più efficaci. Credo che Benitez dovrebbe puntare di più sull'organizzazione del centrocampo, che è un settore fondamentale per vincere. E la crisi di Hamsik? Dopo l'infortunio c'è stata sicuramente una questione psicologica, ma influisce probabilmente anche la sua posizione in campo. Teme possa andar via? No, non credo. È una bandiera, del Napoli e di Napoli, e rimarrà. Napoli-Lazio: previsione? Tre a uno per il Napoli.
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Alberto Ciapparoni, giornalista parlamentare di Rtl 102.5, grande tifoso della Lazio.
Da dove nasce la sua passione per la Lazio? Mio padre era della Lazio e mi ricordo ancora, come fossi oggi, quando nella sua camera da letto mi parlò per la prima volta della SS Lazio 1900, la prima squadra della Capitale... Come giudica il clima di contestazione che si è sviluppato negli ultimi mesi? I tifosi della Lazio, a cominciare dal sottoscritto, hanno un solo obiettivo, e si chiama Claudio Lotito. È lui il responsabile della situazione attuale: con le sue promesse mancate, con la sua arroganza, con la sua protervia ha creato questo distacco siderale fra chi ama la Lazio e la società. Cosa fare per rimediare? Il presidente convochi una conferenza stampa, riconosca almeno parte degli errori commessi e ammetta soprattutto che non possiamo competere con le grandi, cioè Juve, Napoli e gli odiati cugini della Roma... Il suo giocatore preferito di tutti i tempi, e della squadra attuale. Il mio idolo è sempre stato Paolo Di Canio e della squadra attuale Ledesma, un esempio di bravura e serietà. In panchina c’è un ex, molto amato a Napoli: Reja. Come valuta il suo lavoro? Ottimo. Se non ci fosse stato lui avremmo rischiato di lottare 11 per la retrocessione. Dia un voto complessivo ad allenatore, squadra e presidente. Reja 7.5, squadra 6.5, presidente 4 - - (facciamo cambio: noi vi diamo Lotito e ci prendiamo De Laurentiis e i suoi soldi). Cori di discriminazione territoriale: cosa ne pensa? Penso che ci sia tanta ipocrisia: lo stadio non è mai stato una scuola di bon ton. E aggiungo che il coro imbecille qualifica già di suo chi lo canta... Un pronostico per il risultato del San Paolo? Io non sono napoletano ma sono scaramantico, almeno calcisticamente, per cui non faccio previsioni...
DOPPIA IDENTITÀ Mario Passaretti
cco la sconfitta che non ti aspetti… Ebbene sì è arrivata contro il Parma e soprattutto dopo il brillantissimo match con la Juventus dove tutti hanno visto un Napoli caparbio, determinato a tal punto da sorprendere tutti per l'agonismo e la continua aggressività. Tante caratteristiche che nessuno ha notato nel match contro i ducali. Ben disposti in campo hanno svolto con semplicità il loro compitino da provinciale portando a casa il match. Un Napoli deciso ma non incisivo nel primo tempo, che nella ripresa è andato sotto con la rete del centrocampista Parolo. Sostituito nuovamente Higuain, anche stasera leggermente polemico per il cambio. Con lui è uscito anche lo spagnolo Callejon e infine il campione da "ritrovare" Hamsik. Gli innesti nell'ordine di Zapata, Mertens, e infine Pandev, non hanno prodotto risultati efficaci e la partita è finita con una
sconfitta che con un distacco di 12 punti dalla Roma, allontana quasi definitivamente le speranze di agguantare il secondo posto e la qualificazione diretta alla Champions. I malumori per questo terzo posto aumentano, ma soprattutto in virtù del fatto che troppe volte abbiamo visto un Napoli con doppia identità, capace di prestazioni brillanti come contro Milan, Roma, Juventus e poi deludere noi tifosi con sconfitte o pareggi con squadre facilmente alla nostra portata, tecnicamente inferiori ma forse con molti più stimoli. Adesso concludiamo degnamente il campionato con le ultime speranze di acciuffare i giallorossi. Intanto non resta che conquistare almeno la Coppa Italia e cominciare a porre un tassello per costruire in un futuro, prossimo ma vicino, un grande Napoli.
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PARMA – NAPOLI 1-0 Parma (4-3-3): Mirante; Cassani, Paletta, Felipe, Molinaro; Acquah, Marchionni, Parolo (35' st Munari); Biabiany (47' st Cerri), Palladino (44' st Gobbi), Schelotto. A disp.: Bajza, Pavarini, Rossini, Jankovic, Galloppa, Mauri, Sall, Obi. All. Donadoni Napoli (4-2-3-1): Reina; Henrique, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Jorginho, Inler; Callejon (23' st Mertens), Hamsik (36' st Pandev), Insigne; Higuain (23' st Zapata). A disp.: Doblas, Colombo, Britos, Reveillere, Mesto, Behrami, Dzemaili. All. Benitez Arbitro: Bergonzi Marcatori: 10' st Parolo Ammoniti: Cassani, Marchionni, Acquah, Parolo (P); Zapata, Albiol (N)
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AZZURRI SAZI: I DUCALI FANNO FESTA
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NAPOLI, E ADESSO?
Carlo Longobardi
ecarsi allo stadio, negli anni d’oro dell’era Maradoniana, era una festa assoluta: una catarsi, una simbiosi perfetta tra pubblico e squadra. Questo avveniva non solo per la qualità espressa in campo e per il dominio esercitato sui malcapitati avversari. Dagli altoparlanti sgarrupati uscivano suoni incomprensibili, non c’erano le cheerleaders e la musica incalzante, le immagini potevano restare solo incastonate nel cuore e nella mente e non esisteva nessun replay in tempo reale. C’era, però, una magia, una vibrazione palpabile derivante dall’emozione dell’attesa sempre successivamente appagata, dalla sensazione che qualcosa di storico, insieme, si doveva conquistare. Diego era senz’altro la punta più luminosa di una stella fatta di fatica, fantasia e sudore, ma non era l’unico a occupare spazio nei cuori degli innamorati di allora. La partita non poteva avere inizio se non si era salutato ad altissima voce anche l’ultimo gregario in campo che indossava la pesante, straordinaria, maglia azzurra di lana cardata. E lui, l’ultimo, era in fremente attesa di ascoltare il suo nome per poter alzare, segno liberatorio e di condivisione, il braccio verso il proprio pubblico. Solo in quel momento si chiudeva il cerchio incantato, lo show poteva avere inizio, la parola passava solamente al calcio. Sulla scorta di quest’incanto emozionale i minuti scorrevano veloci, ma senza la rabbia e l’acredine dei giorni nostri. Tutti insieme, sorridenti, appassionatamente. I cori che hanno contraddistinto un’epoca scaturivano in maniera spontanea e spesso in modo del tutto casuale. Il famoso “Carè, Carè, Carè tira la bomba tira la bomba” spuntò per caso e contagiò immediatamente tutto lo stadio che cantò fino alla fine della gara; per non parlare di “oh
Daniele Acampa
bbiamo ancora negli occhi la splendida vittoria degli azzurri di Benitez nella gara contro la Juventus, una partita giocata in maniera esemplare, ritmo, aggressività e spettacolo, un piccolo sogno che si è materializzato negli occhi dei tifosi partenopei contro l’eterna rivale. Purtroppo dobbiamo di nuovo svegliarci. È trascorsa una sola settimana, eppure in casa Napoli sembra essere trascorso un secolo. La brutta sconfitta di Parma ha toccato un nervo scoperto da tempo, facendo riaffiorare le tensioni di una stagione che non è così positiva come la si vuol far passare. Il k.o. del "Tardini" ha riacceso la miccia. Le parole di rabbia di Higuain dopo la sostituzione e la lite tra De Laurentiis e un tifoso portano a galla un problema forse ancora più grande: il preliminare di Champions League. Sì, perché adesso il secondo posto è definitivamente andato, la Roma è irraggiungibile, e quest'estate bisognerà fare gli straordinari. Un bel problema visto che c'è il mondiale, con tanti giocatori che saranno impegnati
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ARMARCORD
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mamma, mamma, mamma…”. Non c’era tempo inclemente o previsione meteo a fermare l’onda azzurra: chi c’era ricorderà un incredibile Napoli Udinese sotto il diluvio universale o la strafamosa punizione di Diego - che fece stampare il presuntuoso Tacconi nel palo - segnata dopo giornate di tregenda e inondazioni. Un flebile raggio di sole tra le nubi era sufficiente a far cantare a squarciagola “o sole mio” senza imbarazzanti contaminazioni americane. Vi era, tra l’altro, anche un ulteriore, tacito, accordo tra le parti, tra il pubblico e la squadra. L’episodio riguardava, in particolare, Salvatore Bagni che, quando riceveva il pallone con alle spalle un nascosto avversario, veniva immediatamente avvertito con un violento urlo dettato all’unisono: “uomo!!”. Il guerriero, sornione, quasi aspettava questo momento e il suo repentino cambio di marcia diventò un altro dei suoi proverbiali marchi di fabbrica. Un fraterno amico ha raccontato per anni la rincorsa vana di Tassotti dietro la freccia brasiliana e l’incontenibile entusiasmo vissuto quasi al ralenti che è stato un film rivisto nella mente per anni. Si tornava a casa con le orecchie felicemente frastornate per i continui rimbalzi di incitamenti tra la curva “A” e la “B”, con qualche coriandolo che di sera sbucava tra le maglie e gli occhi chiusi per rivedere l’azzurro intenso assaporato sotto il bandierone che inondava l’intera curva. Questo clamoroso e malinconico ritorno al passato grazie a due paroline ascoltate in tv durante l’ultima trasferta in quel 23 di Parma, quando Inler, inconsapevolmente accerchiato a centrocampo è stato sollecitato con un: “hombre, hombre… ” . Allora mi sono ricordato di quando eravamo più ignoranti, felici, provinciali e… Napoletani.
con le rispettive nazionali fino a inizio luglio. Rafa Benitez sarà costretto ad anticipare la preparazione con il rischio di dover rinunciare a qualche sua stella o almeno averla a disposizione a mezzo servizio perché naturalmente di rinunciare alle vacanze non se ne parla. Sta di fatto che anche se si vuole parlare di record, la stagione rischia di diventare fallimentare. Il confronto con la scorsa stagione è impietoso. I partenopei hanno fatto peggio sia in campionato, dove sono terzi mentre dodici mesi fa, chiusero alle spalle della Juve, e in Champions, dove, nonostante un comportamento degno di nota, sono usciti nella fase a gironi, mentre l'anno scorso, arrivarono più avanti in Europa League. A questo punto diventa fondamentale vincere la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, per non rischiare di chiudere a mani vuote una stagione che prometteva ben altro, anche per gli ingenti sforzi fatti dal presidente sul mercato, compreso quello di gennaio. Da adesso fino al 3 maggio, con la quasi totale mancanza di stimoli, cosa ci dobbiamo aspettare?
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NAPOLI - LAZIO, E MARADONA FERMÒ IL SAN PAOLO Pallonetto immenso e gol da calcio d’angolo, la TRIPLETTA più bella del mondo
a tripletta è uno dei fregi più alti dell’arte pedatoria. Un’impresa che conferisce nobiltà assoluta a un bomber. Il mondo del pallone è pieno di triplette che hanno fatto la storia e che hanno arricchito la fantasia popolare. In Inghilterra è stato addirittura istituzionalizzato un premio honoris causa sul campo denominato “hattrick”: chi fa tre gol si porta il pallone a casa. Una usanza che nei tempi moderni è arrivata anche in Italia. Insomma 3 come numero perfetto o come la santissima Trinità, simbologia tra sacro e profano che può concedere la gloria celestiale. Bruno Marra
Ma quella che sto per raccontare non è una delle tante triplette, bensì è LA TRIPLETTA tutta maiuscola, unica e immortale. La madre di tutte le triplette, l’origine della partenogenesi più geniale che abbia mai attraversato la leggenda universale. Anno di grazia 1985. La prima stagione di Maradona a Napoli. Pochi mesi prima Michel Platini aveva vinto il Pallone d’Oro ed era riconosciuto da tutti come il giocatore più forte del mondo. Da tutti, tranne che da noi. Noi napoletani che sapevamo di avere in grembo il fuoriclasse più grande di ogni tempo. Era l’ultima domenica di febbraio di quasi trent’anni fa. Maradona trasformò il mese più corto dell’anno in un mese eterno. Al San Paolo si gioca Napoli - Lazio, di pomeriggio, proprio come oggi. Il Napoli navigava in un mare appena tranquillo. Dopo il famoso ritiro di Vietri sul Mare ordinato da Ferlaino, e il patto di ferro tra i calciatori, tornavamo a riveder la luce. E quell’esatto giorno capimmo ciò che di fantastico ci stava capitando.
Eppure cominciò con un magro presagio. Il primo tempo finì 0-0 e a Fuorigrotta venne giù una valanga di fischi. Ma nel secondo tempo quei fischi divennero melodia angelica. Successe tutto sotto la Curva B. Maradona azzannò un pallone vagante e lo stampò in porta con una girata volante: 1-0. Poi ancora Diego
provocò l’autogol di Filisetti. Due a zero per noi a dieci minuti dalla fine. Non c’era uno, un solo tifoso al San Paolo che avrebbe firmato per finire lì quella partita. E invece stavano cominciando i 10 minuti più belli della nostra vita.
Minuto 85, Maradona raccoglie un pallone da quasi 50 metri e di spalle lo gira in pallonetto verso la porta. Non era un tiro, era la stella cometa che annunciava l’Evento. E mentre quel pallone viaggiava chissà su quale orbita angelica misteriosa a noi umani, al San Paolo si fermò il tempo. Sessantamila persone con gli occhi spalancati e la bocca aperta a guardare quel miracolo compiersi. La palla si infilò tra palo e traversa, mentre il povero portiere laziale Orsi andò a finire nella porta anche lui. Non ci fu un urlo, ci fu un’implorazione, un canto di alleluja. Fuorigrotta diventò come Medjugorje. Nessuno aveva mai visto una cosa del genere. Ma le apparizioni non erano finite. Tre minuti dopo, quasi al novantesimo, Maradona va a battere un calcio d’an- 27 golo dalla sinistra davanti ad una Curva che è già delirante in festa. E arriva il secondo colpo di genio. Diego tira direttamente in porta e la palla si infila sotto l’incrocio. In quell’esatto momento capimmo che se Cristo si era fermato a Eboli, Maradona aveva proseguito fino a Napoli.
Quel giorno vidi persone che non esultavano, ma piangevano di commozione e gioia, come davanti a una visione paradisiaca, uno scenario messianico caduto dal cielo. Quella fu la TRIPLETTA. Il mondo si fermò in ginocchio davanti all’unico campione che abbia mai saputo trasformare il calcio in religione. Nel giorno in cui il San Paolo cominciò a credere e a pregare, nel nome di D10. In un pomeriggio di trent’anni fa scandito da una eterna poesia. Nei Secoli dei Secoli. E così sia…
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SOLO AMAREZZE DAL VIVAIO AZZURRO Attilio Marchionne
e la formazione maggiore in questa settimana ha dato amarezze ai tifosi azzurri, non meglio hanno fatto le due formazioni giovanili che disputano i campionati nazionali. La Primavera ha subito una durissima lezione in casa a opera del Trapani, mentre gli Allievi hanno pagato dazio sul campo del Pescara. Due risultati che quasi compromettono la qualificazioni di entrambe le formazioni alla fase successiva del campionato. Fermi, invece, i Giovanissimi. Squadra Pt. G. V. N. P. Gf. Gs. Inaspettato quanto amaro il cappotto subito dalla PRIMAVERA Primavera di Saurini. Il Trapani ha maramaldegLAzIO 58 23 18 4 1 74 25 giato a Sant’Antimo e il Napoli è uscito dal camFIORENTINA 57 23 18 3 2 60 25 po con un pesante 4-1 al passivo tra le mura amiROmA 50 23 15 5 3 60 22 che. Un passo falso che mette a rischio la qualifiPALERmO 40 23 11 7 5 47 32 cazione alla post season da parte di Tutino e coma risultati 10 giornata ritorno CATANIA 38 23 12 2 9 29 23 pagni. Partita subito che ha preso una brutta piega. girone C NAPOLI 36 23 10 6 7 38 31 Vantaggio degli ospiti con Gennaro, capitano dei siciliani, stop e palla nell’angolino. Napoli colpito bARI 32 23 9 5 9 43 38 1-0 PALERMO - AVELLINO a freddo che prova a reagire con qualche variazioLIvORNO 31 23 9 4 10 42 35 ne tattica ma nulla di fatto. Nella ripresa il fattacLAZIO - FIORENTINA 1-1 REGGINA 26 23 7 5 11 22 32 cio: azzurri in 10 per fallo da ultimo uomo di LuBARI - jUVE STABIA 0-2 juvE STAbIA 24 23 6 6 11 32 41 perto e gli isolani dilagano. Doppietta di Pitasi, 2-1 CROTONE - LIVORNO LATINA 23 23 6 5 12 34 53 poi gli azzurri accorciano le distanze e nel finale 2-0 CATANIA - REGGINA CROTONE 19 23 5 4 14 33 66 terzo gol della punta trapanese. Insomma, una vera disfatta. LATINA - ROMA
NAPOLI - TRAPANI
0-5
1-4
TRAPANI 12
AvELLINO 6
Situazione quasi compromessa in chiave playoff per gli Allievi azzurri. Terza sconfitta consecutiva, questa volta col Pescara in trasferta, che vuole dire ben 9 punti di distanza dalla Fiorentina e tre dal Pescara con un solo posto disponibile, visto che gli altri tre sono già assegnati, e con entrambe le squadre che devono recuperare lo scontro diretto. Primo tempo equilibrato col Napoli aggressivo nella prima fase con occasioni per Mugnetti e De Iorio. Pescara pericoloso nel finale della prima frazione ma nulla di fatto. A inizio ripresa il Napoli va sotto. Cross, Testi fa da torre e De Cercio fredda l’estremo partenopeo. Neppure il tempo di reagire ed ecco il raddoppio. Sempre Testi in contropiede si presenta in area e serve Guerra che chiude il match. Stagione ormai pressoché conclusa. Prossimo turno: 13/4 Napoli – Latina
GIOVANISSIMI NAZIONALI
3-4
V. LAMEZIA- NOCERINA
1-0
PALERMO- N. COSENZA
SALERNITANA- REGGINA CATANIA- TRAPANI
RIP. NAPOLI
1-2
2-0
0-2
PESCARA - NAPOLI
PALERMO - ROMA
NOCERINA 18 CROTONE 17
2-3 vIGOR LAmEzIA 14
NuOvA 12
22 21 21
1
1
21 21 22 21 21 21 21 22
9 6 5 6 4 5 4 3
0 5 4
1 2 5 7 8
5
10
3
12
7 6 2 2 3
1
56
16
NAPOLI 32
juvE STAbIA 31 LATINA 29
CATANIA 28
AvELLINO 22 REGGINA 18
CROTONE 17
2-2
TRAPANI 12
bARI 14
22 22 23 23 23 23 23 23 23 23 23
13 10 10
3 2 5
4 7 7
2
11
6
11
6
6
4
9 8 3 4 3 2
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11
9
11
5 5 6
13 14 15 15
76
13
44
24
39 34 30 24 24 25 29 36 23 29 17
15 26 27 42 31 32 37 50 49 40 54 46
15
17 9
6
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LAzIO 51
4
14
N. 4
Gf. Gs.
Gf. Gs. Solo i Giovanissimi escono imbattuti da questo weekend del vivaio azzurro. La squadra di Liguo47 10 ri ha osservato il suo turno di stop ed è stata rag54 20 giunta in testa alla classifica dalla Reggina che 57 15 però ha giocato una partita in più. I calabresi sono passati sul campo della Salernitana che non è riu46 21 scita nell’intento di fermare i pari granata e così 38 31 fare un favore ai cugini napoletani. Vittoria anche 36 29 del Palermo in casa col fanalino di coda Nuova Cosenza. Ora i siciliani sono a tre punti dalla cop30 35 pia di testa con lo stesso numero di partite giocate 33 43 dagli azzurri. A seguire c’è poi un baratro e le al30 43 tre squadre sono staccate almeno di 16 punti. Ora agli azzurri non resta in queste poche giornate che 15 31 separano dalla fase decisiva per il titolo che rifi19 40 nire meglio la forma in vista dei playoff.
V.
4
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19
0-2
2-0
N.
23
PESCARA 35
0-1
V.
ROmA 61
FIORENTINA 41
3-2
REGGINA - jUVE STABIA
Pt. G.
PALERmO 54
0-3
BARI - FIORENTINA
Prossimo turno: 12/4 Fiorentina - Napoli Squadra
LAZIO - CROTONE
TRAPANI - CATANIA
15
mESSINA 21
68
0-0
21
PAGANESE 22
63
19
LATINA - AVELLINO
PALERmO 49
CATANzARO 23
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19
risultati 10a ritorno girone C
16
SALERNITANA 31
17
3
ALLIEVI NAZIONALI
21
REGGINA 52
3
1
NAPOLI 52
CATANIA 32
MESSINA- CATANZARO
3
23
Pt. G.
TRAPANI 48
risultati 10a ritorno girone H
PAGANESE- CROTONE
Squadra
23
10 11 15
17
68 51
Prossimo turno: 13/4 Napoli - Paganese
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1972
13 APRILE 2014
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Le stelle del Napoli...
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A CURA DI RICCARDO SORRENTINO
l Napoli come… dottor Jekyll e mister Hyde! Infatti, dopo la bella prestazione con la Juve, ecco di nuovo il Napoli sotto ritmo e senza personalità che, a questo punto, possiamo dire è un aspetto della squadra azzurra di quest’anno che ha caratterizzato, come costante negativa, oltre il 30% di questo campionato. Un trend con frequenti periodi che potremmo definire, restando in termini astrali, “dalle stelle alle stalle e viceversa” (il pareggio con il Sassuolo e venuto subito dopo la bella vittoria con il Milan e poi si è tornati a vincere a Genova, quello con l’Udinese subito dopo la bella vittoria con la Lazio e poi si è tornati a vincere con l’Inter, la sconfitta interna con la Fiorentina subito dopo la vittoria con il Torino e poi si è vinto a Catania). Visto quindi, che ogni volta che il Napoli ha deluso poi ha vinto, auguriamoci che con la Lazio si possa fare bottino pieno in questa stagione. Fa bene Benitez a sottolineare che il problema è la personalità, ma mi permetto di far notare che l’approccio e le motivazioni con cui una squadra va in campo, sono, in parte, anche sotto la responsabilità dell’allenatore, perché un grande allenatore, oltre a essere bravo nelle strategie di gioco deve essere anche un motivatore di qualità. Inoltre, vorrei anche chiedere a Don Rafè, perché, ogni volta, ritarda così tanto le ovvie sostituzioni. A Parma, infatti, ancora una volta c’è stata la solita lentezza a cercare di dare una scossa alla squadra, pur avendo in panchina il miglior giocatore del Napoli (Mertens) e i cambi giusti da fare (Pandev e Zapata); li avesse fatti a inizio ripresa, forse la partita si recuperava. Certo c’é anche da dire che, così come
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all’andata, il Parma ha vinto facendo un solo tiro in porta, che c’era un rigore colossale (forse due) non visto dal solito arbitro mediocre, e che negli ultimi minuti, il Napoli è stato anche sfortunato, ma se si mira ai grandi risultati non si può giocare con determinazione una partita sì e un'altra no o solo per 20 minuti. Beh, sfogatomi un po’, vado ad analizzare sotto il profilo astrologico Napoli - Lazio. Si giocherà con Sole e Mercurio in ariete, la Luna in bilancia, Venere in pesci, Giove in cancro, Marte in bilancia e Saturno in scorpione. Tutto questo per dire che sia l’ariete Benitez che il bilancia Reja, saranno alquanto inquieti durante la partita, anche se, considerando anche le assenze laziali, quello più a rischio è il nostro ex mister. A livello di squadre il biotrend astrale è po31 sitivo per i sagittario Higuain e Jorginho, e se ci sarà, l’atteso rientro di Zuniga, gli acquario Ghoulam e Callejon, il bilancia Henrique e i leoni Hamsik e Pandev. Luci e ombre per gli arieti Behrami, Zapata e Dzemaili; trend negativo, invece, per i cancro Inler e, se giocherà, Britos. Nella Lazio, invece, il trend migliore è dei bilancia Ledesma e Radu, del leone Cana, e se giocherà, dell’acquario Marchetti. Buono quello dei pesci Candreva e Keita, mentre, invece, biotrend negativo per i capricorno Onazi, Cavanda, Lulic e Mauri. In conclusione, come mio pronostico stellare, anche per l’alternanza di prestazioni del Napoli che ho evidenziato nell’introduzione, dico uno fisso.
“Le Bollette delle… stelle” LISCIA
GASSATA
FRIZZANTELLA
BOLOGNA - PARMA
X2
2
X2
H. VERONA - FIORENTINA
X2
GG
GG
LIVORNO - CHIEVO
GG
12
GG
NAPOLI - LAZIO
1
OVER
1
SAMPDORIA - INTER
X2
2
2
TORINO - GENOA
X2
GG
X2
UDINESE - JUVENTUS
X2
X
X2
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