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COPIA OMAGGIO
PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VIII N. 78 - 13 GENNAIO 2013
EL DIOS FO TO AG E
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Napoli Carpisa Yamamay: girone d’andata da record
Club Napoli Padova Partenopea
Mauro Sarmiento: Tifosi azzurri nel mondo
ADRE CALCI QU O I S POLI CLUB
Magazine
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13 GENNAIO 2013
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ARMERO: NUOVA FRECCIA DI MAZZARRI
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Max Bonardi
opo i botti di fine anno sono arrivati quelli del campionato. A spararli, il Napoli, che contro la Roma ha mostrato, da un lato tutta la sua forza, e dall’altro ha messo a nudo la fragilità difensiva della formazione allenata da Zeman. La qual cosa, certamente non è una novità. Sugli scudi, il Matador Cavani, arrivato alla sua settima tripletta in azzurro, alla quale va aggiunto il poker realizzato quest’anno contro il Dnipro. Un lavoro di squadra perfetto, favorito ancor di più dalla tattica scellerata di Totti e compagni. Si è capito nella prima azione come sarebbe finito il match. Pronti, via, otto giallorossi disposti a falange “romana”, naturalmente, all’attacco e il Napoli che con due tre passaggi era già al limite dell’area avversaria indisturbato. Nella serata dell’Epifania, a parte Cavani, vanno segnalate le prestazioni di altri due calciatori azzurri, De Sanctis, che ha ritrovato fiducia e sicurezza grazie al nuovo contratto biennale e Pandev, che si è ripreso dai malanni fisici di fine 2012. Se poi alla vittoria azzurra fanno da contraltare le sconfitte inaspettate di Juventus, Inter e Fiorentina, allora si può dire che
la Befana ha portato solo doni alla truppa di Mazzarri. Che però ora non può rallentare, anzi, viste le difficoltà altrui è il momento di colmare il gap che separa Cavani e compagni dai posti nobili della graduatoria, tenuto conto anche dei due punti di penalizzazione per il calcio scommesse. E l’occasione è sul piatto d’argento. Arriva il Palermo e il Napoli ha un Armero in più. E sì perché il mercato di riparazione ha regalato a Mazzarri l’esterno sinistro che cercava da tempo. Il colombiano, già dall’estate scorsa, era nelle orbite del Napoli, ma un’azione di disturbo della Juventus, che poi lo ha lasciato a Udine, non ha portato a buon fine la trattativa. Va detto che non è la sua migliore stagione da quando è in Italia. Problemi personali, un calo di fiducia nei propri mezzi e qualche intoppo fisico ne hanno minato la forza esplosiva, tanto che anche il suo posto da titolare è svanito nell’Udinese. Ora, nella nuova esperienza napoletana Armero spera di confermarsi ai livelli dell’anno scorso in Friuli. Per Mazzarri una freccia al proprio arco. Magari da scagliare domenica contro il Palermo.
Osservatorio arbitrale
CLASSIFICA DI SERIE A 2012/2013
LA CONFUSIONE 2
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Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
a inizio campionato, e in particolare da quando sono divenuti obbligatori per la massima serie gli arbitri addizionali (di porta), si è instaurata nei giocatori, ormai endemicamente, un nuovo e riteniamo deleterio atteggiamento da parte degli stessi, con relativo “cambio di destinatario”. In particolare, lì dove in area il calciatore si sentiva penalizzato da una mancata decisione da parte dell’arbitro, lo stesso chiedeva conforto (protestava) talora, nei confronti dell’assistente di linea, che un po’ per incompetenza territoriale, un po’ per subalternità gerarchica verso l’arbitro numero uno, finiva per condividerne (se non per casi eclatanti), la decisione di quest’ultimo. E, cosa più importante, la partita riprendeva regolarmente. Adesso le cose sembrano cambiate in quanto i calciatori, consci che il giudice di porta è anch’egli un arbitro delle massime serie, si sente nel diritto di pretendere dallo stesso una revisione della decisione o mancata decisione da parte dell’arbitro principale. La cosa peraltro clamorosa che qualche volta è avvenuta, è che l’arbitro addizionale su pressione dei giocatori alla fine ha condizionato, stravolgendola, la decisione del direttore 2 0 ª G I O R N ATA di gara. Alibi giustificabile di 12-13 GENNAIO 2013 tutto è che siamo con i giudici di porta in una fase sperimenBOLOGNA - CHIEVO tale, e nella speranza che finiINTER - PESCARA sca presto, auspichiamo si riTORINO - SIENA dia coerenza alle vere compeCAGLIARI - GENOA tenze in campo: il direttore di CATANIA - ROMA gara deve restare l’unico a LAZIO - ATALANTA prendere le decisioni in camNAPOLI - PALERMO po, e gli altri ufficiali devono PARMA - JUVENTUS essere di supporto, ma solo su - FIORENTINA UDINESE espressa richiesta dell’arbitro - MILAN SAMPDORIA stesso.
SQUADRA
JUVENTUS LAZIO NAPOLI (–2) FIORENTINA INTER ROMA MILAN PARMA UDINESE CATANIA CHIEVO ATALANTA (–2) TORINO SAMPDORIA (–1) PESCARA BOLOGNA GENOA CAGLIARI PALERMO SIENA (–6)
P
G
V
N
P
GF
GS
44 39 37 35 35 32 30 29 27 26 24 22 20 20 20 18 17 16 15 11
19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19
14 12 12 10 11 10 9 8 6 7 7 7 4 6 6 5 4 4 3 4
2 3 3 5 2 2 3 5 9 5 3 3 9 3 2 3 5 4 6 5
3 4 4 4 6 7 7 6 4 7 9 9 6 10 11 11 10 11 10 10
40 28 37 36 30 40 36 27 29 26 21 18 20 22 17 21 20 17 16 17
13 19 18 21 22 33 27 25 26 27 29 28 22 28 35 26 30 32 29 28
2 1 ª G I O R N ATA
2 2 ª G I O R N ATA
19-20 GENNAIO 2013 PALERMO - LAZIO JUVENTUS - UDINESE FIORENTINA - NAPOLI ATALANTA - CAGLIARI CHIEVO - PARMA GENOA - CATANIA MILAN - BOLOGNA PESCARA - TORINO SIENA - SAMPDORIA ROMA - INTER
26-27 GENNAIO 2013 LAZIO - CHIEVO JUVENTUS - GENOA BOLOGNA - ROMA ATALANTA - MILAN CAGLIARI - PALERMO CATANIA - FIORENTINA PARMA - NAPOLI SAMPDORIA - PESCARA UDINESE - SIENA INTER - TORINO
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Sotto col derby delle Due Sicilie, seconda partita consecutiva in casa degli azzurri, inizia il girone di ritorno. Raffreddare l’euforia della scorpacciata di gol contro la Roma e le sue praterie, il Palermo in lotta per non retrocedere non concederà campo. Il 3-4-2-1 di partenza dei siciliani (manca Ilicic squalificato, Hernandez fermo sino a marzo dopo l’intervento al crociato destro, affaticati Miccoli e Donati) sarà piuttosto difensivo e battagliero anche se non è nelle corde della formazione rosanero una tattica di esclusiva ostruzione. Ma per Gasperini, tramontati i sogni di gloria genoani e interisti, è scoccato a Palermo il tempo della prudenza e della difesa arroccata. Ha una squadra che per valore è superiore al penultimo posto in classifica, ma proprio per questo incontra difficoltà a lottare duro, a districarsi nella battaglia per non retrocedere in cui le qualità tecniche non bastano e gli infortuni hanno decimato l’attacco. Sopravvive Dybala, l’ultimo gioiello argentino (20 anni) capace di prodezze sudamericane. Non è neanche fortunato, questo Palermo, che perde anche a Parma battuto nei minuti di recupero dopo aver fallito la vittoria. Gli manca la ferrea concentrazione delle squadre di resistenza a oltranza. 17 gol su 29 subiti nel secondo tempo, sei negli ultimissimi minuti che gli sono costati dieci punti. La situazione è pesante e persino un ottimista come Zamparini vede nero (venderebbe il Palermo per cento milioni). La squadra siciliana non vince dal 25 novembre, il terzo dei suoi successi in 19 partite, è l’unica che non ha mai vinto fuori casa, un punto nelle ultime cinque giornate, terzultima difesa del campionato. Quanto potrà fare il Palermo contro un Napoli rilanciato dalla fame di gol di Cavani ora che persino Benussi, dopo Ujkani, rivaleggia in papere con Buffon? È una squadra che ha perso sicurezza, ma il Napoli per vincere deve metterla subito in difficoltà, smontarla prima che si organizzi e annullarne le qualità in attacco (contropiede agile). Il match è tutto nella testa e nelle gambe degli azzurri. Bisognerà riprendere corsa e brio sulle fasce. All’andata fu una passeggiata (3-0), difficile da ripetere se il Napoli non va subito a bersaglio. Contro tutte le indicazioni negative della squadra siciliana (16 reti all’attivo, 4 soltanto fuori casa) sarà comunque solo un Napoli in salute e veloce a prendersi i tre punti. Equilibrio tattico fondamentale, forse Hamsik più a ridosso delle punte. Le solite insidie delle “partite facili”, ma sarebbe clamoroso se il Napoli fallisse il successo pieno.
Sede legale: Corso Novara, 5 Napoli Anno VIII n° 78 13 gennaio 2013 Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Sergio Curcio, Maurizio de Giovanni, Paolo del Va glio, Francesca Fortunato, Giuseppe Gargiulo, Salvatore Longobardi, Attilio Marchionne, Bruno Marra, Marco Martone, Adolfo Mollichelli, Giuseppe Piccolo, Massimo Sparnelli, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 91 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: Ink & Paper s.r.l. Grafica: Mario Suarez Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 10 gennaio 2013 ore 17,00
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STRATOSFERICO MATADOR CAVANI
di Mimmo Carratelli
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
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Saverio Passaretti (presidente AINC)
È
l’argomento sportivo del giorno, il nostro Matador ha strabiliato anche contro i giallorossi inanellando la settima “triplete“, la sua casa è ormai sommersa dai palloni che colleziona dopo ripetute e splendide prestazioni. Il pressing dei grandi club sta diventando ossessivo, tutti vorrebbero un simile portento nella propria squadra ed è opportuno correre ai ripari semmai aumentando la già elevata soglia della clausola rescissoria e sistemando l’ingaggio di un giocatore lanciato nell’olimpo dei più grandi fenomeni del calcio internazionale. La vera fortuna è che questo splendido ragazzo ha tra le tante virtù sportive anche una personalità eccellente, grinta e serietà da vendere, un ottimo esempio per lo sport in generale. In questa miscellanea di aspetti positivi si innesta l’invidia degli altri club, la cura Mazzarri ha prodotto un risultato incredibile, è vero che già nel Palermo spiccava la sua classe sopraffina ma l’opera del Mister si vede in tante determinanti sfumature, Edi è ancora in crescita con una continuità mai vista. La squadra gli gira intorno sempre con diligenza e tutto l’organico migliora sensibilmente, anche la mancanza del nostro capitano ha determinato una reazione in positivo del comparto difensivo con Britos e super-De Sanctis in vena di grazia. Il caso vuole che proprio l’ex squadra del Matador è il nostro prossimo ostacolo, i rosanero non attraversano un buon momento, troppi alti e bassi ma Gasperini è un buon tecnico che necessita della giusta considerazione. Walterone sa- 3 prà imbrigliare anche il Palermo che schiera l’ex Salvatore Aronica, un giocatore caro alla nostra tifoseria e che ha dato tanto in momenti di particolare difficoltà, a tale proposito un saluto affettuoso da parte nostra è doveroso. Una bella sfida tra due formazioni indirizzate su diversi obiettivi, lo spettacolo è garantito, il tifo pure nella convinzione che anche stavolta super-Cavani non tradirà, sicuramente eviterà la sua classica e coinvolgente esultanza… ma quel che conta sono i tre punti in attesa di novità! Grazie per l’ottimo inizio di anno! Forza Azzurri!
LA VIGNETTA DI
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NIENTE SCONTI AI ROSANERO ASSETATI
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Sergio Curcio
antificate le feste con la importantissima vittoria contro la Roma, il Napoli è atteso dal bis casalingo contro il Palermo in vista delle consecutive, difficilissime, trasferte di Firenze e Parma. In casa rosanero le acque sono agitate, visti i soli 15 punti racimolati nel girone di andata e soprattutto per le quattro sconfitte nelle ultime cinque partite, ma la voglia di risalire è forte e la prestazione fornita al Tardini di Parma, dove i siciliani sono stati più che mai in partita per lunghe fasi di gara, ha offerto a Gasperini segnali confortanti. Il tecnico torinese resta più o meno saldo al suo posto, anche perché si è avuta la conferma che soltanto le operazioni di mercato potranno ridare tono e concretezza a una squadra generosa ma fragile. L’innesto di Aronica, che torna al San Paolo da ex nella squadra della sua città natale, dopo appena 15 giorni dal trasferimento, ha già conferito più reattività ed esperienza al reparto arretrato, che sicuramente a Fuorigrotta dovrà fare di tutto e di più per fermare l’altro ex della gara, el Matador Cavani, che invece, vorrà continuare la sua serie di gol consecutivi. Partita importantissima, dunque, sia per il Palermo che per il Napoli per iniziare al meglio il girone di ritorno e soprattutto per dare una spallata alla classifica. Chi avrebbe mai immaginato un Palermo al penultimo posto dopo 19 giornate? Chi avrebbe puntato su un Napoli capace di conquistare 39 punti sul campo, ben 3 in più della stagione che portò alla Champions? Domande lecite che testimoniano però della “insoste4 nibile leggerezza” della dea Eupalla e dei suoi umori ballerini e traditori. Nel Palermo, sfiducia e un pizzico di ruggine anche a livello di rapporti interpersonali hanno minato l’ambiente rosanero, e rischiano di contaminare con la rassegnazione e la critica feroce anche un pubblico appassionato come pochi, che ha sempre sostenuto la squadra. E si sa, l’indifferenza sarebbe l’ultimo passo prima del… baratro che Zamparini deve assolutamente evitare se vuole, come dice, vendere la sua creatura ad altre forze imprenditoriali. Nel Napoli, invece, i 2 punti di penalizzazione non hanno spezzato il sogno. Le vittorie contro Siena e Roma hanno rimesso sotto tiro la Lazio di Petkovic e fatto distanziare di 2 punti Inter e Fiorentina. Motivazioni opposte tra le due squadre ma identica la necessità di far punti. Ecco perché la partita di questo pomeriggio potrebbe diventare insidiosa, anche perché il ruolino di marcia esterno dei siciliani è scarso. Però la formazione di Gasperini può chiudersi ed è agile nel contropiede con Brienza e Miccoli, se ha recuperato. La squadra ha buoni palleggiatori a centrocampo e tiene molto larghi gli esterni offensivi (dove non ci sarà Ilicic per squalifica, ma occhio al giovanissimo Sanseverino, ndr), ma è so-
prattutto la mobilità di Brienza e la sua capacità di muoversi tra le linee, a rendere talvolta indecifrabile il tema tattico dell’undici di Gasperini. Agli azzurri servirà prendere subito il possesso del centrocampo e tenere bassi gli esterni isolando le punte, siano esse Budan, Miccoli o il giovane Dybala che al di là delle prevedibili ingenuità ha già dimostrato di essere un talento naturale. Con una partita attenta di saggio attacco il Napoli può farcela. All’andata fu un trionfo e agli azzurri venne affibbiata l’etichetta di anti-Juve. Ma era solo la prima giornata… Ora il Palermo lotta per salvarsi e di sicuro venderà carissima la pelle. Il pronostico dice Napoli. Agli azzurri confermarlo per puntare decisi al ruolo di vice-Juve!!
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NAPOLI - PALERMO
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N. 1 2 3 4 5 7 9 11 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 24 27 28 42 55 85 88
Giocatore MORGAN DE SANCTIS GIANLUCA GRAVA BRUNO UVINI MARCO DONADEL MIGUEL BRITOS EDINSON CAVANI EDUARDO VARGAS CHRISTIAN MAGGIO OMAR EL KADDOURI HUGO CAMPAGNARO ROBERTO COLOMBO GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNÁNDEZ ANTONIO ROSATI LORENZO INSIGNE PABLO ARMERO PAOLO CANNAVARO ROBERTO INSIGNE ALESSANDRO GAMBERINI VALON BEHRAMI GOKHAN INLER
Ruolo P D D C D A A C C D P C C C A C D P A C D A D C C
Classe 1977 1977 1991 1983 1985 1987 1989 1982 1990 1980 1975 1982 1987 1985 1983 1986 1989 1983 1991 1986 1981 1994 1981 1985 1984
Naz. Presenze A Gol ITA 19 – ITA – – BRA – – ITA 3 – URU 8 – URU 16 16 CIL 9 – ITA 18 3 MAR 2 – ARG 16 – ITA – – ITA 9 1 SLO 19 7 COL 15 – MAC 14 2 SVI 17 1 ARG 1 – ITA – – ITA 19 3 COL – – ITA 16 – ITA – – ITA 16 1 SVI 17 – SVI 18 3
N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 14 16 18 19 20 21 23 25 27 28 29 50 89 99
Giocatore SAMIR UJKANI ANDREA MANTOVANI SALVATORE ARONICA MAURO CETTO EDGAR BARRETO EZEQUIEL MUNOZ NICOLAS VIOLA ANDREA DOSSENA PAULO DYBALA FABRIZIO MICCOLI ABEL HERNANDEZ DE MORAES ANSELMO ERAN ZAHAVI CARLOS LABRIN IGOR BUDAN EGIDIO RIOS FRANCO BRIENZA MASSIMO DONATI STEVE VON BERGEN JOSIP ILICIC JASMIN KULTIC SANTIAGO GARCIA GIULIO SANSEVERINO MICHAEL MORGANELLA FRANCESCO BENUSSI
Ruolo P D D D C D C D A A A C C D A C C C D C C D C D P
Classe 1988 1984 1978 1982 1984 1990 1989 1981 1983 1979 1990 1989 1987 1990 1980 1982 1979 1981 1983 1988 1989 1988 1984 1989 1981
Naz. Presenze A Gol ALB 17 – ITA 5 – ITA 1 – ARG 3 – PAR 17 – ARG 17 – ITA 3 – ITA 7 – ARG 13 2 ITA 15 5 URU 7 – BRA 1 – ISR 3 – CIL 1 – CRO 5 1 URU 12 1 ITA 15 1 ITA 15 – SVI 17 – SLO 17 4 SLO 15 – ARG 17 – ITA 1 – SVI 16 – ITA 3 –
TROVI ANCHE CUORE AZZURRO NEI SEGUENTI PUNTI VENDITA: EPOMEO: VIA EPOMEO, 35 - NAPOLI CHIAIA: VIA CHIAIA, 49 - NAPOLI LE MAISON DES LUNETTES: VIA CAVALLERIZZA, 24 - NAPOLI UMBERTO I: CORSO UMBERTO I, 76 - NAPOLI CARDUCCI: VIA CARDUCCI, 49 - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE AUCHAN: VIA ARGINE - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE “LE PORTE DI NAPOLI”: AFRAGOLA CENTRO COMMERCIALE QUARTO NUOVO: VIA MASULLO - QUARTO - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE SAN PAOLO: VIA CINTIA FUORIGROTTA - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE IL GOLFO DEI DESIDERI: AFRAGOLA - NAPOLI
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WALTER, NON ROVINARE TUTTO
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Carmine Tascone
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giallorosso a fine stagione, soprattutto in assenza di risultati concreti. Tuttavia, al Napoli e soprattutto a Mazzarri va riconosciuto di aver preparato la gara benissimo, un vero capolavoro tattico con Campagnaro che ha annullato Totti, a sinistra idem con Zuniga su Lamela, Gamberini su Destro e Britos leggermente indietro in posizione da libero di una volta. A centrocampo Behrami in fase di non possesso si è preso cura di De Rossi. Insomma una serie di accorgimenti tattici con Mazzarri principale artefice e vero top player della squadra. Che, però, ha rovinato tutto nel dopo gara quando si è scagliato contro gli opinionisti di Sky, sbagliando modi e interlocutori. Lui non deve risentirsi se gli dicono che il suo gioco è basato sul contropiede, perché effettivamente è così. Da Acireale a Napoli col City e poi col Chelsea il suo gioco è sempre stato il vecchio contropiede all’italiana, quello che ha reso immortale Herrera all’Inter che poteva contare su gente del calibro di Jair, Peirò, Suarez e Mazzola. Insomma, bravo Mazzarri che però ora dovrà aspettare l’esito della sentenza del 17 per sapere se riavrà Cannavaro, se no ci vuole subito un difensore centrale. E ora arriva il Palermo, una gara senza storia, troppa la differenza tra le due compagini, con i rosanero invischiati nella lotta per la salvezza, senza un gioco e con due pedine fondamentali in dubbio: Miccoli e Donati, per non parlare poi dello squalificato Ilicic. Prono7 stico chiaro: uno fisso!
e e f e de
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Am
differenza della maggior parte dei sapientoni ed ex giocatori che hanno analizzato la vittoria del Napoli sulla Roma, la mia chiave di lettura sta nella trasferta americana dei giallorossi subito dopo Natale. In Florida è vero che Totti e compagni hanno trovato il caldo, ma il peso del fuso orario doppio in soli sei giorni si è fatto sentire. Prova ne sia che in fase di conclusione la mancanza di lucidità ha pesato sull’esito delle tante palle gol create dalla Roma. Va poi detto che uno strepitoso De Sanctis tra i pali e uno stratosferico Cavani in attacco hanno fatto pendere la bilancia dalla parte del Napoli. In particolare il Matador è in un momento di maturità fisica e tecnica che lo pone nel poker degli attaccanti più forti al mondo. Davanti a lui ci sono Messi, naturalmente, Cristiano Ronaldo e Falcao, con questi ultimi due alla sua portata. Va però detto, sempre in riferimento alla gara di domenica scorsa, che se le occasioni fallite da Destro fossero capitate nei piedi di Osvaldo la gara avrebbe potuto prendere un’altra via. L’italo argentino è insieme a Cavani ed El Shaarawy calciatore con il killer istinct al punto giusto. Sul piano tattico la Roma ha mostrato i limiti conosciuti soprattutto in difesa. Le ripartenze azzurre con un Pandev in grande spolvero ha fatto a fette la difesa troppo larga dell’undici giallorosso. E ancora una volta Zeman si è offerto all’avversario come vittima sacrificale, tanto da metterne in dubbio il suo futuro
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C.it
Visita il sito dell’Associazione: www.ainc.it • le ultimissime notizie sul Calcio Napoli • come, dove e poter acquistare i biglietti per seguire gli azzurri • informazioni, news e storia dell’associazione • come potersi iscrivere • la rassegna stampa e tant’altro
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A FIRENZE E PARMA PER SOGNARE
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Sergio Curcio
on ci sono partite facili nel campionato italiano” può passare anche per uno di quei tanti luoghi comuni di cui si cibano gli addetti ai lavori d casa nostra (in primis allenatori, giocatori e direttori siano essi sportivi o generali, ndr). Resta però il fatto che se vai incontro a due trasferte consecutive come quelle di Firenze e Parma anche il più disincantato degli opinionisti e/o tecnici non sbaglierebbe più di tanto a etichettarle come “difficilissime”. Il perché è presto detto: la Fiorentina di Montella ha raccolto in casa ben 23 dei 35 punti complessivi racimolati, perdendo l’imbattibilità interna proprio nell’ultima gara dell’andata contro il Pescara, mentre il Parma dell’ex Donadoni ha conquistato al Tardini 21 punti su 29 ed è l’unica squadra imbattuta in casa in questa stagione (scriviamo prima di Parma-Juventus). Dati e cifre, insomma, che devono mettere in campana gli azzurri per due gare dove non si può pretendere di vincere, ma sarà necessario tutto il cinismo, la maturità e l’intelligenza tattica per tirare fuori il massimo che si potrà in termini di gioco e soprattutto di punti. Saranno, senza troppi giri di parole, le prove della maturità del Napoli per conservare le chances del secondo posto e magari autorizzarne qualcuna più ambiziosa. Si va prima a Firenze – lunch match della domenica – dove Pradé con l’apporto tattico decisivo di un Montella che sta dimostrandosi un ottimo stratega e un fine psicologo ha costruito una squadra di carattere e di grande personalità e 8 compattezza. Il passo falso interno contro il Pescara non ha minimamente scalfito l’etichetta di squadra rivelazione per i viola che hanno ampiamente dimostrato di avere forza e qualità necessarie per rialzarsi e colpire duro. Il 3-5-2 di Montella è un concentrato di gioventù ed esperienza che al di là del modulo porta quasi tutti i giocatori viola al tiro, da Roncaglia e Gonzalo Rodriguez a Pizzarro, Quadrado, Borja Valero e Pasqual, senza dimenticare gli attaccanti Jovetic, Toni, Ljajic, Seferovic, El Hamdoui (convocato per la coppa d’Africa) con Pepito Rossi “ciliegina” già acquistata per il prossimo futuro. Una formazione concepita per produrre gioco con continuità ed efficacia senza perdere gli equilibri e gli automatismi che Pizzarro e Aquilani garantiscono con Borja Valero, ex Villarreal più volte in passato accostato al Napoli. Jovetic, poi, è l’arma letale dei viola. Tornato alla grande dopo l’infortunio, il montenegrino sta divertendosi e divertendo compagni e tifosi coi suoi gol e le giocate sempre imprevedibili ma mai fini a se stesse. Una formazione, quella viola, che strizza l’occhio all’Europa dall’inizio della stagione, ma che con tutti i suoi effettivi può benissimo puntare quella che conta. Per il Napoli
la partita contro la Roma ha detto che la squadra è in salute, anche se spreca ancora troppo, rischiando così di non chiudere la partita… E al “Franchi” la squadra dovrà essere al meglio della condizione psico-fisica per ribattere colpo su colpo ai viola. Così come dovrà accadere 7 giorni dopo a Parma contro la formazione ducale, allenata dall’ex Donadoni, che sta confermandosi tecnico preparato e concreto. Il 4-3-3 dei gialloblù è stato costruito su misura per gli interpreti a disposizione e l’allenatore riesce a sfruttare al massimo sia le fasce che le corsie centrali passando di sovente al 4-4-2. La squadra in mezzo al campo ha qualità e palleggio con gente come Marchionni, Valdes, Parolo, Morrone e Aquah e in difesa, ai centrali Paletta, Lucarelli, Santacroce, conta su uomini come Zaccardo, Benalouane e Gobbi, capaci di iniziare e sostenere anche l’azione offensiva, dove Belfodil o Amauri, Sansone e Biabiany sono terminali insidiosissimi per potenza e velocità. Mazzarri dovrà trovare le giuste contromisure proprio contro la forza di Belfodil e la velocità di Biabiany senza trascurare gli inserimenti di Marchionni e le conclusioni da fuori Valdes. Quel che è certo è che Donadoni imposterà una gara per vincere, invitando i suoi a fare la partita seppure con attenzione, attaccando soprattutto sulle fasce per tenere bassi Zuniga (Armero?) e Maggio. Ci vorrà il Napoli migliore, perché il Parma sarà pure un osso duro ma gli azzurri non possono concedersi distrazioni se vogliono continuare a volare e… sognare.
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NAPOLI
COMMISSARIO RICCIARDI
IL BEL MOMENTO PERICOLOSO
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Maurizio de Giovanni
er carità: siamo tutti molto felici. La Roma è un’avversaria storica, che molte lacrime ha fatto spargere in passato sugli spalti del San Paolo, ed è anche una concorrente diretta sulla via del raggiungimento di certi obiettivi; per cui quella dell’Epifania è una vittoria che vale doppio, anche per l’entità e l’inevitabile apporto di autostima che ha comportato. Se poi, come speriamo e crediamo, il secondo grado della giustizia sportiva restituirà al Napoli il proprio capitano in tempi non lunghi e i due punti ingiustamente tolti, allora gli azzurri saranno secondi con la Lazio, e la zebra da corsa sarà visibile in fondo alla strada, a portata di rush. Proprio per questo, però, non bisogna adagiarsi e credere che tutti i problemi che erano evidenti prima della sosta siano stati risolti. Il Siena è molto inconsistente e la Roma per certi versi è bravissima a suicidarsi, senza dimenticare che ha creato una mezza dozzina di nitide palle gol non concretizzate per l’insipienza degli attaccanti o per la grandissima serata di De Sanctis; la difesa però si è dimostrata tutt’altro che imperforabile, e anche se Britos è andato meglio di quanto ci si aspettasse non è sembrato in grado di offrire un’alternativa a Inler in fase di impostazione. Anche Maggio e Zuniga, pur apparendo in netta ripresa, hanno confermato di aver bisogno di alternative e l’immensa condizione di Cavani rende ancora più incomprensibile come si possa aver creduto di avere in Vargas un plausibile sostituto. Infine, il nervosismo di Mazzarri, sia in panchina che davanti alle telecamere, non è spiegabile se non con un momento di forte difficoltà personale; il tecnico non ha voluto rinnovare il contratto, e questo crea una sensazione
di generale provvisorietà che non potrà che causare gravi danni nella prospettiva della chiusura della stagione. La società insomma deve vegliare affinché l’ottimo momento della squadra non sia messo in discussione da ritardi o tentennamenti nella pianificazione tecnica. Ogni indecisione sarebbe pagata molto cara.
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ED È ANCORA SETTE
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AZZURRO in ROSA
Francesca Fortunato
i deve essere qualcosa che non va... qualche trucco, qualche inganno... è possibile mai che sulla ruota di Napoli esce sempre il 7??? Ebbene sì signori miei, non c’è trucco e non c’è inganno, c’è solo un fenomeno al comando. Capocannoniere dinanzi a El Shaarawy, Edinson Cavani, si è portato a casa un altro pallone. Che poi viene da chiedersi, ma dove li mette? Con molta fantasia e ironia, alcune vignette su facebook ritraggono la moglie del Matador alle prese con la moltitudine di palloni che il bomber si aggiudica dopo le triplette messe a segno partita dopo partita (ormai già sette con la maglia azzurra). Uno scaffale che si sta trasformando in museo che la povera Maria Soledad, non sa più come gestire. L’ultima l’ha segnata contro uno dei “nemici” di sempre: la Roma. Zeman era particolarmente temuto a Napoli, ma Cavani ha fatto impazzire tutti i tifosi e sobbalzare i cuori delle supporter azzurre oramai sempre più “innamorate” di lui. Più di una volta abbiamo parlato del feeling che si è creato tra il numero sette azzurro e il suo pubblico, e dell’amore che cresce tra la folla di ragazzine che sognano di abbracciarlo e conoscerlo. Adesso, però, c’è qualcosa di più... la paura di perderlo. I social network sono semplicemente colmi di frasi di riconosci1 mento e gratitudine nei confronti del Matador, ritornelli
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d’amore nella speranza di non dover rinunciare all’atleta, richieste di non lasciare Napoli e canzoni che ormai sono un tormentone. La clausola rescissoria fa tremare il San Paolo, nessuno vuole togliere dalla propria cameretta la gigantografia, il poster, la foto, l’autografo di Cavani. Il Chelsea, e non solo, fa paura, ma quel forte sentimento che unisce Napoli e il suo campione sembra ancora indistruttibile. Adesso è già tempo di ritrovarsi, di “riabbracciarsi” nel calore dello stadio di Fuorigrotta. Arriva il Palermo, ex amore proprio di Cavani. È lì che ha conosciuto la Serie A, è con la maglia rosanero che ha iniziato a diventare grande. Dalla stagione 2006/2007, fino al 2010. Poi, il salto di qualità definitivo con il trasferimento in riva al Golfo e una storia oramai già nota. Va bene, lo so, il Pallone d’Oro lo ha vinto Messi, ma quando un giocatore è così determinante per la propria squadra e la propria Nazionale, non può che essere preso in considerazione. Insomma è il suo anno (anzi il suo secondo anno), chissà se l’oroscopo lo aveva previsto. Il 2013 è iniziato così come era finito il 2012... Donne e uomini partenopei sperano che il 2014, il 2015, il 2016 etc. etc. continuino così. Bisogna solo aspettare per sapere il finale di una grande storia d’amore.
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SARMIENTO: LA MIA NAPOLI NEL MONDO
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Max Bonardi
i ha provato due volte Mauro Sarmiento, taekwondoka napoletano nativo di Casoria, ma l’oro non è arrivato. Due olimpiadi di altissimo livello, Pechino e Londra, e il gradino più alto del podio che è sfumato per un nulla. Lui, però, stavolta ha fatto centro. Sofia, la sua piccolina nata lo scorso 23 dicembre, è la medaglia d’oro che si è regalato e ha regalato alla sua Veronica. Ma c’è un altro amore che riscalda il cuore di Mauro, il suo Napoli. D. Mauro che rappresenta il Napoli per lei? R. Una soddisfazione per la città e un esempio che danno i calciatori, oltre agli atleti di altre discipline sportive, come la mia, ai giovani. È poi un momento di grande familiarità quando incontro in giro per il mondo tifosi azzurri che stanno ovunque. Il Napoli, nonostante non abbia vinto tantissimo, ha fatto la storia, si è fatto valere. Essere tifoso del Napoli è qualcosa di particolare, ci si nasce, non si diventa. D. Il suo ricordo più lontano da tifoso… R. Sono nato nel 1983, il Napoli ha vinto il primo scudetto nel 1987, per cui è come se fossi nato con la bandiera azzurra in mano. Sono figlio di una famiglia dove chiunque ha sempre tifato Napoli, con la bandiera in mano insieme a mio padre abbiamo festeggiato lo scudetto. Sono un malatone, nel mio dna c’è l’azzurro. La prova? Sono stato a Milanello, a Trigoria, mi hanno regalato la maglietta di Ibra e quella di Totti che io ho regalato a mia volta ad amici. Quella di Cavani, invece, è a casa appesa in un quadro. Lui è il mio beniamino, quella maglia non si tocca. D. Gioca a calcio, qual è il suo calciatore preferito di sempre? R. Mi piace tuttora divertirmi con amici, è un hobby. Da tifoso, invece, è una passione non ne posso fare a meno. Se di Diego mi piaceva solo il suo modo di giocare e stare in campo con le sue prodezze balistiche, di Cavani apprezzo tutto. Lo ha scavalcato nella mia classifica, è un esempio ideale sia come sportivo che sul piano umano. D. La pazzia più grande fatta per il Napoli R. Premesso che seguo il calcio in genere, ma la fiamma si accende solo quando guardo gli azzurri, devo dire che l’esito del match influisce sul mio morale nel bene e nel male. Ero al settimo cielo quando sono tornato l’anno scorso dopo un blitz in occasione di Napoli – Chelsea di Champions. Una vera pazzia, finito l’allenamento alle 18,30 all’ora giusta ero al San Paolo, per poi subito dopo fare ritorno al centro sportivo capitolino, contentissimo. E il giorno dopo c’era allenamento, e poi agosto le Olimpiadi. D. A Napoli vogliono il suo oro, ci ritenta per Rio 2016? R. Le condizioni ci sono, va tuttavia gestita la nascita di mia figlia. Poi vincere dipende da varie cose. Non solo bravura ci vuole fortuna, a Londra nella mia furono sorteggiati i più forti. Anche la lettura del match da parte dei giudici fa la differenza. Non cerco alibi, a Pechino nella mia categoria non vinse il più forte, stessa cosa ad agosto. Ci si gioca 4 anni in sei minuti. D. Ha mai avuto un allenatore bravo ma scontroso come Mazzarri, come si convive? R. Il tecnico della nazionale è come lui, un coreano difficile da prendere. Ha una cultura rigida l’opposto di noi napoletani.
Qualche volta ci siamo confrontati. A Mazzarri gli va dato merito per quello che ha fatto, ma credo che con lui non si fa il salto di qualità. Il Napoli, secondo me, è più forte di tutte anche della Juve. D. A proposito di Mazzarri, che fa, resta o andrà via? R. Spero che vada via, sul sostituto non mi pronuncio.
D. Che cosa della sua napoletanità trasmetterà a sua fi1 glia? R. Innanzitutto il tifo per i colori azzurri visto che viviamo 1 circondati da tifosi milanisti e juventini. Poi, il cuore, dovrà essere una persona dolce che sappia stare bene con tutti. Sul piano sportivo, se lo vorrà, parte da una base solida visti la mamma e il papà. Ma prima di tutto viene la scuola, poi se ci vorrà regalare un oro non ci dispiacerà. D. L’ultima gara vista al San Paolo… R. Quest’anno, in occasione di Napoli – Fiorentina. Noi olimpionici fummo premiati al centro del campo. E poi, se non ricordo male ci andò di lusso. Vincemmo con quel terreno di gioco e con molta fortuna. D. Pronostico secco per il campionato e l’Europa League R. Secondo me in campionato centriamo un posto Champions. Riguardo la competizione europea, non mi faccio troppe illusioni, il prossimo avversario lo vedo ostico. Vorrei sbagliarmi, ma non arriviamo fino in fondo. Mauro Sarmiento (Casoria, 10 aprile 1983) è un taekwondoka italiano Campione di arti marziali nella disciplina del Taekwondo, nel 2008 conquista la medaglia di bronzo ai campionati europei. Sempre nello stesso anno partecipa alla XXIX Olimpiade di Pechino conquistando un inaspettato argento venendo sconfitto solo in finale dall’iraniano Hadi Saei. Tale medaglia rappresenta la prima vinta dall’Italia nel Taekwondo ai Giochi Olimpici da quando quest’ultimo è diventato sport ufficiale (Sydney 2000). In precedenza (Seoul 1988 e Barcellona 1992) quando il Taekwondo era ancora uno sport dimostrativo, l’Italia aveva conquistato due argenti e due bronzi. Il 2 luglio 2011, nel torneo di qualificazione mondiale di Baku in Azerbaijan, conquista la possibilità di partecipare alla XXX Olimpiade di Londra 2012. Il 10 agosto 2012 vince la medaglia di bronzo ai XXX Olimpiade di Londra 2012. È fidanzato con la taekwondoka Veronica Calabrese, dalla quale ha avuto lo scorso 23 dicembre una figlia, Sofia.
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MALAFEDE CONTRO MAZZARRI?
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Marco Martone
incere e arrabbiarsi. Mandare in frantumi la difesa avversaria e reagire a muso duro. Umiliare il più blasonato rivale (vedi Zeman) e comportarsi, in tv, come se ti avessero dato una lezione di calcio. Scorbutico, antipatico, al limite della maleducazione. Tutto questo è stato Walter Mazzarri nel dopo partita di Napoli-Roma. Eppure, questa volta, non possiamo non essere dalla parte del tecnico di San Vincenzo. Perché, come amiamo dire dalle nostre parti, “quando ce vo’, ce vo’”. La reazione di esperti di calcio(?) e opinionisti televisivi alla trionfale vittoria degli azzurri contro la squadra della capitale è stata a tratti imbarazzante. Tutto è stato banalmente ricondotto alla “Cavanidipendenza” della formazione partenopea, mortificando un gioco di squadra che, nel caso di specie, come in tante altre occasioni, ha fatto la vera differenza con l’avversario. Una mistificazione della realtà o più semplicemente cattivo giornalismo. Napoli - Roma è stato l’esempio più clamoroso, almeno in questo campionato, di come una squadra sappia vincere grazie alla coralità del collettivo, all’intelligen1 za tattica del proprio allenatore, alla coesione tra i reparti e 2 all’altruismo di giocatori abili e capaci (vedi Pandev). Era facile capirlo, anche per il più sprovveduto degli spettatori. Non per qualche astuto commentatore, che ha preferito, invece, evidenziare le sole capacità del Matador (bella scoperta davvero!), oscurando i meriti degli altri protagonisti della partita, a cominciare dall’allenatore. Si dirà: “Se ci fosse stato Vargas
al posto di Cavani, non avrebbe fatto i tre gol”, e “se al posto di Destro avesse giocato Cavani, la Roma avrebbe segnato di più”. E via così, di banalità in banalità, tanto per dare fiato alle trombe, come se i tifosi tutti fossero degli incapaci di intendere e di capire di calcio. A chi ha sostenuto queste tesi (vedi Sebino Nela), andrebbe detto che, per esempio, se negli ultimi dieci anni il Napoli avesse incontrato la Juve con Del Piero e Buffon in azzurro, avrebbe vinto sistematicamente tutte le sfide, a Napoli come a Torino e se il Milan avesse deciso di regalare Ibrahimovic agli avversari, avrebbe faticato anche con le formazioni in lotta per la retrocessione e via discorrendo. Cavani fa parte del Napoli, come terminale di un sistema di gioco che evidentemente è in grado di esaltarne le caratteristiche e le qualità quasi sovraumane. Nessuno può però sapere se al posto del Matador ci fosse stato Vucinic, Milito o Di Natale, tanto per fare qualche esempio, se quel pallone centellinato da Pandev non sarebbe stato messo ugualmente alle spalle del portiere romanista. E allora qual è la linea sottile che divide la bravura di un attaccante e l’altruismo di un compagno di reparto? Insomma, sappiamo quanto Cavani sta dando al Napoli, ma ci siamo mai chiesti quanto il Napoli ha dato e continua a dare a Cavani? Questa è la nuda realtà dei fatti, questo è il “pallone”. Il resto sono solo banalità, vomitate da chi evidentemente sa poco di calcio o che forse è soltanto in mala fede, chissà per quale oscuro motivo.
ARRIVANO… I RINFORZI!
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Giuseppe Piccolo (vicepresidente AINC)
onquistato il terzo posto grazie al roboante successo sulla Roma ritorna l’entusiasmo, affievolito, ecco un’iniezione d’euforia che ha permesso di stemperare leggermente la tensione derivata dai noti fatti relativi alle scommesse sportive. Il direttore sportivo Bigon, confortato dal presidente De Laurentiis, sembra seriamente intenzionato a potenziare ogni reparto della nostra squadra, a cominciare dalla difesa, dove si attende di scoprire quale sarà il destino di capitan Cannavaro. La rosa di giocatori citati sono diversi da Silvestre dell’Inter che potrebbe arrivare anche grazie ai buoni rapporti con Moratti e Zamparini e di Astori la cui valutazione supera per il momento l’offerta napoletana di 8 milioni di euro. A centrocampo atteso ed è arrivato l’ottimo Armero dopo un tira e molla tra società e agenti del calciatore che aveva sempre manifestato la volontà a trasferirsi all’ombra del Vesuvio. Praticamente ceduti Aronica e Dossena, in partenza sarebbe anche Vargas destinazione Brasile, una buona possibilità per il cileno di recuperare stimoli e continuità. Per completare la rosa, atteso l’arrivo dell’ “arciere” Calaiò dal Siena nella prospettica aspettativa Champions, il centravanti conosce a perfezione la piazza per aver militato per ben quattro stagioni in una fase di rilancio della compagine partenopea. Bando alle questioni future, oggi è di scena in Palermo
di Zamparini intenzionato a vendere cara la pelle, ma al San Paolo vige la legge del più forte e l’undici azzurro, con il suo “rostro” Cavani sarà in grado di affondare la flotta rosanero. L’anno è finito ed iniziato alla grande, i tifosi, pronti al sostegno, si aspettano che la striscia positiva prosegua senza intoppi, le aspettative sono ambiziose ma i nostri guerrieri non ci deluderanno. Alè Napoli
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CIUCCIO RAGLIA, È IL TUO ANNO!
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Adolfo Mollichelli
ene, avevo visto giusto. La Rometta di mastro Zeman è stata asfaltata come da previsione. In particolare, il primo gol del matador che è scaturito da una verticalizzazione impietosa per la uscente retroguardia giallorossa. Di Cavani - che avrà una collezione di palloni nella bacheca di casa, ogni tre gol la pelota è mia! – non è neanche il caso di spendersi in elogi, è tra i primi tre attaccanti del mondo e così sia. Piuttosto, vorrei sottolineare il diverso approccio alla partita post ferie lunghe degli azzurri. Anno nuovo, squadra nuova. O meglio, antica. Quella squadra che chiudeva i varchi in difesa, che preparava gli assalti in velocità, che schienava gli avversari in zona gol è tornata! E qui non si può non dare merito alla capacità di Mazzarri di inventarsi fine psicologo. Ha strigliato il gruppo a dovere, ha risvegliato gli antichi ardori in quanti sembrava vivacchiassero ai margini del gruppo (vedi Campagnaro, Maggio, Pandev, Britos) e ha riavuto nel giorno dell’Epifania (che significa mostrarsi, apparire) la squadra che sembrava destinata a scomparire dall’alta classifica. Ha fatto anche mea culpa Mazzarri e ha proposto varianti tattiche che hanno sortito l’effetto sperato. Incontro al Palermo va una squadra che ha ritrovato freschezza atletica e imprevedibilità. Una squadra che è tornata consapevole della propria forza che, a volte, sa essere devastante. Avevo sostenuto che il Napoli fosse l’unica vera antagonista della Juve e i fatti mi stanno dando ragione. La capolista ha ancora un discreto vantaggio sulle inseguitrici, ma non è più imbattibile, come ha dimostrato la Samp in dieci uomini. Se Buffon si consegna alle papere saranno guai seri per Conte che, a differenza di Mazzarri, cre-
de che il suo modo di far giocare la squadra sia l’autentica forza e dunque nessun top player. E qui si frega da solo. Il livello del nostro campionato è estremamente livellato. E chi possiede un Cavani possiede un tesoro. Le assenze di Chiellini (infortunato) e di Asamoah (in coppa d’Africa) peseranno nel cammino della capolista. C’è un mese di tempo per provare a riavvicinare la Juve. E va sfruttato, a cominciare dal turno favorevole con il Palermo, mentre i bianconeri andranno a far visita al Parma di Donadoni, unica squadra a non aver mai perso tra le mura amiche. E poi, Armero e gli altri papabili azzurri porteranno nuove soluzioni, nuovo entusiasmo, nuova autostima. Buon 2013 azzurri. Chissà perché, ma vedo un anno all’insegna del Ciuccio. Proviamo a ragliare tutti insieme.
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RAZZISMO, PALLONE E DISCRIMINAZIONE Il calcio è un’isola felice, è fuori dal campo la degenerazione Bruno Marra
hiedere al calcio di risolvere il problema del razzismo è come chiedere a un pallone di buttar giù una montagna. In Italia, purtroppo, c’è il malvezzo di pretendere continuamente mutua assistenza dal mondo dello sport per surrogare le istituzioni. Il calcio è un gioco, non può assurgere a materia sociologica o pedagogica. Piuttosto è il calcio a essere attraversato e spesso invaso dalla sociologia. Come uno spaccato di vita impossibile da estrapolare dalle vicissitudini quotidiane. In realtà si confonde il razzismo nel calcio, con quello esterno al campo da gioco. Un discorso ciclico che si ripresenta puntualmente
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veniva cancellata nella disputa sportiva, che non conosceva graduatoria costruita su un preconcetto, ma solo una sana competizione. Lo sport da sempre ha azzerato gerarchie pregiudiziali, e oggi rappresenta probabilmente il più grande bacino multietnico che esista. Allora perché il calcio è sempre tacciato di razzismo? La risposta è in un semplice versetto satanico: quel “buuuu” che i tifosi riversano sui giocatori (avversari) di colore e che è diventato l’onomatopeico dell’abiezione. Un
1 9 atteggiamento non dissimile ogni anno. Questa volta la pietra dello scandalo è stata la vicenda di Boateng a Busto Arsizio, ma è soltanto un classico dejà-vu. A guardar bene la faccenda si capisce che nel mondo del pallone il razzismo non esiste. Mai visto un allenatore escludere dalla rosa un giocatore di colore, mai visto un presidente pagare al nero un “nero” (il calembeur rende l’idea), mai visto un direttore sportivo che acquista un calciatore tenendo conto dell’estrazione etnica, mai visto un calciatore emarginato dallo spogliatoio per cultura o religione. Lo sport è stata la prima isola felice ad affrancarsi e a debellare fisiologicamente il razzismo. Anche durante i periodi più bui della storia, della sopraffazione geopolitica, dell’espansionismo americano, il colonialismo britannico, piuttosto che il nazismo tedesco o il fascismo occidentale, lo sport era il veicolo per aggirare l’abiezione storica. Rappresentava l’unico modo per poter avere una interazione naturale tra esseri umani, senza prevaricazione e distinzione. Ogni colore, differenza, estrazione,
da chi si riempie la bocca di “terrone” o altri epiteti pseudo offensivi. Eppure si tratta solo di un retaggio della sottocultura che respiriamo quotidianamente per strada che nulla ha a che fare con il calcio. Ma anziché indignarci per moralismo, spesso di comodo, interroghiamoci invece sul vero riflesso che possono avere sull’esito sportivo questi strepiti da cortile infantile. Assolutamente nessuno. Senza voler entrare nello specifico se è giusto o meno sospendere le partite, guardiamoci indietro, quando davvero i nostri progenitori hanno lottato contro il razzismo con i fucili, in ogni sua forma e propaggine. Onoriamo quella memoria a dovere. Noi al massimo ne discutiamo comodamente su divani in pelle per foraggiare dibattiti a buon mercato e riempire qualche pagina di un diversivo che ci faccia credere di star affrontando temi più profondi. Lasciamo al calcio la semplicità del pallone a al razzismo la sua degenerazione. L’idiozia non ha spiegazione. È l’ignoranza l’unica, vera, discriminazione.
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CAVANI: CLAUSOLA A SUON DI GOL Massimo Sparnelli
ovantuno reti in 118 partite in maglia azzurra. Con la maglia del Palermo, quasi a parità di gare giocate (108), i gol realizzati sono stati 34. Edinson Cavani, il trionfo dei numeri. Che non bastano per comprendere pienamente il contributo della punta sudamericana al Napoli di Walter Mazzarri. Cavani, un leader. Totem tecnico ed emotivo dello spogliatoio. Uomo che guida il cammino dei suoi compagni. L’obiettivo è lo scudetto. E lui non fa nulla per non farlo capire. Una crescita impressionante in due anni. Da punta di talento a fuoriclasse. Top player. Cavani è decimo nella classifica dei calciatori più forti del mondo, stilata dal prestigioso quotidiano inglese, The Guardian. È destinato a salire, avvicinarsi al gruppetto dei marziani. Messi, Cristiano Ronaldo, Xavi, Iniesta, Ibrahimovic. E dallo svedese del Paris Saint Germain ha probabilmente ereditato la palma di calciatore più forte della Serie A. Fin qui, i suoi meriti, assieme a una cultura del lavoro maniacale, che lo porta in campo a fare il terzino, il mediano, l’esterno. A colpire di testa in difesa, sui calci d’an-
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golo avversari. Il resto, l’esplosione di Cavani goleador, è farina del sacco di Walter Mazzarri. Che lo utilizza come terminale quasi assoluto delle giocate del Napoli. Le verticalizzazioni di Pandev, gli inserimenti senza palla e gli assist di Marek Hamsik, i movimenti degli esterni di centrocampo. Arrivano palle gol soprattutto per Cavani. E lui timbra, con regolarità imbarazzante. Il tecnico livornese rivendicava il lavoro della squadra, del gruppo per l’uruguaiano, alla fine della gara vinta con la Roma, dopo gli attacchi gratuiti ed eccessivi venuti da alcune tv a pagamento. D’altronde, gli attaccanti di Mazzarri (Bianchi, Amoruso, Pazzini, Cassano) hanno sempre segnato tante reti, grazie ai suoi schemi d’attacco. Dunque, Cavani e Mazzarri, una coppia vincente. Si spera, indissolubile anche nel futuro a medio termine. Ci sono 4, 5 top club pronti a pagare la clausola rescissoria dell’uruguaiano (63 milioni di euro), che forse, andrebbe rivista. Forse non ce ne sarà bisogno. Cavani vuol prima vincere con il Napoli. Vincere, in Italia ed Europa.
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NAPOLI - ROMA: 4-1
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PRIMA IL MATADOR, POI MAGGIO
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OTTAVI EUROPA LEAGUE
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NAPOLI
Bate Borisov
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Tottenham
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Dinamo Kiev
Benfica
Bordeaux
Levante
Atletico Madrid
Olympiakos
Rubin Kazan
Anzhi M.
Newcastle
Hannover
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Zenit
Dinipro
Liverpool
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Borussia Mon.
Genk
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ADRE CALCI QU O I S POLI CLUB
13 GENNAIO 2013
1972
BARRESI: È UN LAVORO DI QUALITÀ Attilio Marchionne
età stagione, si possono già cominciare a fare valutazioni su come le cose stanno andando a proposito del settore giovanile del Napoli. A guardare le classifiche bisogna essere ottimisti, due formazioni, Primavera e Giovanissimi, ai vertici delle rispettive graduatorie e un’altra, gli Allievi è sì a metà classifica ma con tutte le attenuanti del caso, una su tutte l’età minore dei calciatori rispetto alle avversarie, cosa non di poco conto quando si parla di calcio. Dunque, perché non fare un bilancio più articolato con Francesco Barresi, da novembre 2011 giovane responsabile del settore giovanile azzurro. “Il programma sta procedendo bene – spiega il direttore – la Primavera prosegue il lavoro per il secondo anno con il gruppo 94-96 che Saurini sta portando a compimento. Stesso discorso per gli Allievi, gruppo 96-97 che prestano diversi elementi alla Primavera, per non dire dei Giovanissimi gruppo dei 98-99 che stanno facendo benissimo. La soppressione di Berretti e Lega Pro è andata a vantaggio dei Pulcini 2002”. E il centro sportivo? “Stiamo lavorando anche in tal senso, il presidente vuole costruire un grande centro, nel frattempo abbiamo la soddisfazione di aver fatto debuttare in prima squadra tre elementi della Primavera: Novothny, Fornito e Insigne”. Ora il Viareggio, con che prospettive? Siamo stati sorteggiati in un girone con Lecce, Honved e New York, con i salentini che hanno una struttura da serie B, gli ungheresi sono una società storica e poi c’è l’incognita americana. Comunque un gruppo da curare con attenzione. Poi si giocano tre gare in pochi giorni e le straniere vogliono ben figurare. Andiamo con ambizioni legittime che la classifica ci impone”. E ai detrattori che guardano le cifre e vedono che il Napoli nel vivaio investe di meno, che vogliamo dire? Che parlano i fatti, non interessa quanto si spende, ma se l’investimento è fatto con profitto, come i fatti dimostrano. Il direttore Bigon, pur spesso non essendoci, ci è sempre vicino e questo è ciò che conta, si informa, vuole sapere tutto. Abbiamo rose più ristrette ma dove giocano tutti. Abbiamo anche allargato il nostro convitto. Per ora i fatti ci danno ragione, ma guai a fermarsi, bisogna sempre migliorare mai pensare di essere arrivati”. Francesco Barresi, è stato per 4 anni segretario giovanile alla Reggina, nei primi due, 2004-2006, collaboratore della prima squadra, poi dal 2006 al 2010 segretario del settore giovanile. Nel 2010-2011 è passato al Napoli come segretario del settore giovanile, di cui è divenuto direttore responsabile da novembre 2011.
M
PRIMAVERA SQUADRA
Napoli Lazio Catania Palermo Roma Ascoli Reggina Juve Stabia Vicenza Bari Pescara Crotone Lanciano Ternana
Pt.
29 26 26 25 25 21 18 15 15 14 13 11 6 4
G.
13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13
V.
9 7 7 7 7 6 5 3 3 3 4 3 1 1
N.
2 5 5 4 4 3 3 6 6 5 1 2 3 1
P.
GF
2 1 1 2 2 4 5 4 4 5 8 8 9 11
GS
30 30 16 28 25 19 23 21 8 14 19 21 14 12
14 11 8 14 11 20 21 22 15 24 26 35 32 27
ALLIEVI NAZIONALI SQUADRA
Roma Lazio Catania Vicenza Palermo Pescara Ternana Napoli Ascoli Bari Reggina Crotone Juve Stabia V. Lanciano
Pt.
37 35 25 24 22 21 21 20 16 15 13 11 10 4
G.
14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14
V.
12 11 7 6 7 6 6 6 4 4 3 3 2 1
N.
1 2 4 6 1 3 3 2 4 3 4 2 4 1
P.
1 1 3 2 6 5 5 6 6 7 7 9 8 12
GF
GS
43 40 32 22 32 30 33 19 20 25 26 15 15 7
15 12 22 14 23 24 29 27 19 31 33 34 37 39
GIOVANISSIMI NAZIONALI SQUADRA
Pt.
G.
V.
N.
P.
GF
GS
Napoli
33
12
11
0
1
28
6 6
Catania
27
12
8
3
1
20
Palermo
24
12
7
3
2
25
7
Reggina
24
12
7
3
2
23
12
Crotone
18
12
5
3
4
19
18
Nocerina
17
12
5
2
5
16
16
Trapani
15
12
3
6
3
9
12
Salernitana
13
12
3
4
5
12
18
Catanzaro
12
12
3
3
6
14
16
Paganese
12
12
3
3
6
12
20
M. Franca
12
12
3
3
6
16
25
Hinterreggio
9
12
2
3
7
8
18
V. Lamezia
0
12
0
0
12
5
33
2 7
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1972
2012 40 anni di passione negli stadi CLUB NAPOLI PADOVA PARTENOPEA Salvatore Longobardi (Tesoriere AINC)
l Club Padova Partenopea nasce grazie a un gruppo di ragazzi che hanno sempre seguito il Napoli, e che nonostante le difficoltà che la lontananza può creare non hanno mai smesso di seguire la propria passione, trovandosi spesso a seguire la squadra anche individualmente. Dopo vari anni e grazie al web, quest’estate si sono ritrovati in sei, Vincenzo Aprea, Mario Maietti, Massimo Vodini, Maurizio Orefice, Vincenzo Prezioso e Vincenzo Oliviero e hanno provato a conoscere altri che avevano trovato le stesse difficoltà. Da qui la creazione del club, che in 4 mesi conta già 130 soci. La priorità dei fondatori è quella di seguire il Napoli in ogni partita, perché è qualcosa che sentono dentro. Ecco l’organizzazione di serate con le famiglie così come nel programma c’è la volontà di avviare altre attività sociali per stare insieme e sentirsi un po’ nella terra d’origine. Il tutto senza scopi di lucro, anzi spesso (quasi sempre) a spese di ciascun socio, ma l’affetto e la passione del gruppo ripaga di tutto. Le riunioni avvengono a due passi dall’Euganeo di Padova, grazie al bar “Come la vedi-caffè” di Anita Serasin e Davide Piscitelli che ospitano il gruppo in occasione delle partite e per varie riunioni. Le cariche sociali per i soci sono solo una formalità, perché uno dei punti forti che si sono posti fin dall’inizio è uno, un po’ come il Napoli mazzarriano, ovvero il gruppo. Infatti ogni decisione viene presa dal gruppo e ogni associato ha in grandi linee i suoi compiti, ma alla fine è come se tutti fossero una sola persona perché la caratteristica principale è l’unione che lega l’uno con l’altro.
I
CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Vicepresidente: Segretario: Tesoriere: Direttore sportivo: Referente informatico: Consiglieri:
Maurizio Orefice Mario Maietti Massimo Vodini Vincenzo Prezioso Vincenzo Aprea Vincenzo Oliviero Domenico Bianco, Fabio Schiattarella e Davide Tambaro
2 9
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Calcio femminile
A
O
AZIONE IT DER A FE SSOCIAZI L
NA
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ADRE CALCI QU O I S POLI CLUB
SOSTENITO NA IA ITALIANA R
1972
13 GENNAIO 2013
CARPISA: ANDATA DA RECORD on è cominciato nel migliore dei modi il 2013 per il Napoli Carpisa -Yamamay. A Como la squadra napoletana è stata davvero sfortunata perdendo un partita che ha dell’inverosimile. Due traverse colpite e due reti subite nei minuti finali hanno proibito alle ragazze di Peppe Marino di continuare la striscia positiva che aveva caratterizzato il 2012: 3 - 1 il risultato finale. Poco male, le “tartarughine” hanno comunque chiuso il girone d’andata al sesto posto. Nella storia del calcio femminile nessuna neopromossa era riuscita a raggiungere questa posizione alla fine del girone d’andata. Il presidente Lello Carlino può essere felice, le sue ragazze hanno dimostrato di saper reggere l’impatto con la massima serie. Sabato prossimo a Perugia nella prima di ritorno Esposito e compagne cercheranno di riscattarsi immediatamente. Sugli scudi la straniera Emi Yamamoto, al suo secondo gol in due apparizioni. La “giapponesina” del Carpisa anche a Como è stata tra le migliori in campo e possiamo essere certi che anche a Perugia sarà tra le protagoniste. Intanto si preparano i prossimi appuntamenti al Collana dove sarà chiamata a raccolta tutta la tifoseria azzurra. Con il Mozzanica e subito dopo contro le campionesse della Torres, il 19 e il 26 gennaio è previsto il tutto esaurito. Come al solito ingresso sarà gratuito e numerose novità sono prean3 nunciate dalla società.
N
0
SQUADRA
Pt.
G.
V.
N.
P.
GF
GS
Torres
43
15
14
1
0
55
6
Brescia
38
15
12
2
1
39
11
Tavagnacco
34
14
10
4
0
49
11
Verona
30
14
9
3
2
41
12
Como 2000
23
15
6
5
4
26
20
Mozzanica
22
15
5
7
3
20
16
Carpisa Napoli
21
14
6
3
5
24
19
Riviera di Romagna
21
15
6
3
6
23
31
Firenze
18
15
5
3
7
17
23
Graphistudio PN
16
14
4
4
6
19
25
Chiasiellis
16
15
3
7
5
15
16
Fiammamonza
14
15
4
2
9
17
39
Grifo Perugia
9
15
2
3
10
9
37
F. Mozzecane
7
14
1
4
9
19
42
Lazio
7
15
2
3
10
16
45
Torino
3
14
1
0
13
7
43
“QUANDO LAVORARE DIVENTA UN GIOCO” "Da 15 anni prepariamo gli aspiranti croupier a trovare un lavoro all'interno delle più prestigiose catene internazionali di Casinò. Ogni anno centinaia di ragazzi vengono formati e alla fine del corso, dopo aver superato un Table Test in lingua inglese, hanno un lavoro garantito in uno dei tanti Casinò di terra e/o navi da Crociera presso cui la nostra scuola è accreditata come selezionatrice". L'istruzione degli allievi è affidata a Christine Chilton, fondatrice della scuola nel 1998 a La Spezia. Dal 2004 la Croupier Courses International è anche a Palermo e con l'apertura della terza sede a Napoli nel 2011, è l'unica e vera scuola del settore in Italia a garantire un lavoro a tutti gli allievi ammessi ai corsi. Partecipano all'espansione nazionale della Croupier Courses International, le sedi di Catania inaugurata nel 2012 e Milano, con inaugurazione dei nuovi corsi il 7 gennaio 2013, dopo le selezioni effettuate il 1° dicembre, alle quali hanno avuto accesso oltre 40 candidati. È ARRIVATA LA TUA OCCASIONE, NON PERDERLA, POTRESTI PENTIRTENE, INVIA ORA IL TUO CURRICULUM VITAE CON FOTO A: napoli@scuolacroupier.it O CONTATTACI AI NUMERI 081.205035 - 340.4614539 PER MAGGIORI INFO.
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