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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VIII N. 82 - 17 MARZO 2013
COPIA OMAGGIO
MATADOR TORNA
CIRO LAURIA FOTOREPORTER
GOLEADOR
Josip Radosevic: vento dai Balcani
Napoli Club Massalubrense
Luigi De Canio: Napoli tra le grandi
ADRE CALCI QU O I S POLI CLUB
Magazine
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I PENSIERI DEL PRESIDENTE
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Max Bonardi
ogno sfumato. La sconfitta di Verona, sponda Chievo, ha sancito la definitiva uscita del Napoli dalla lotta scudetto, ristretta solo alla Juventus che da sola può fare harakiri e rilanciare le ambizioni degli uomini di Mazzarri e del Milan in grande rimonta. Si diceva di sogno perché questo è stato, non solo per i tifosi. E non mi venissero a dire che la società non ha mai puntato al traguardo più importante. Certe dichiarazioni di tecnico e calciatori soprattutto negli ultimi tempi sono sembrate dettate più dalla voglia di accendere i tifosi che dalla consapevolezza di poter raggiungere l’ambito risultato. È facile ora fare marcia indietro e parlare di risultato buono entro il quinto posto. Mi sembra tanto la favola della volpe e dell’uva. Ma perché gli azzurri si sono liquefatti proprio nel momento clou della stagione? E non c’era neppure il gravoso e stancante impegno di Champions League? Probabilmente la squadra ha raggiunto l’apice del suo rendimento e più di tanto non riesce a fare. Lo stesso Mazzarri, almeno lo racconta la sua storia, chiede tantissimo al suo gruppo, difendendolo, anche quando è indifendibile, e preferisce baruf-
fare con stampa e addetti ai lavori pur di imporre il suo pensiero. Per non parlare del presidente de Laurentiis che su segnalazione dell’allenatore avrebbe dovuto capire che il gruppo era ormai alla frutta e che necessitavano rinforzi a gennaio e non solo comprimari. Restano ora solo dieci giornate e il Napoli da domenica sera si guarda dietro, la targa degli azzurri è ben visibile dal Milan e dalle inseguitrici. A questo punto perdere il secondo posto sarebbe una jattura. In caso di terza piazza il mercato sarebbe bloccato dalla eventuale preliminare di Champions con tutti i problemi del caso. Non ne parliamo poi se il gruppo dovesse piombare sugli azzurri e relegarli a un piazzamento da Europa League. È un’eventualità che fa venire i brividi. E che vogliamo dire delle querelle Mazzarri e Cavani e degli eventuali sostituti? Il patron da qui sino alla fine del campionato ne ha di gatte da pelare. Il tecnico toscano sembra sulla via dell’asse Roma-Inter, il bomber uruguagio, a secco di gol da tempo infinito, è distratto dalle sirene madrilene e londinesi. E visto che siamo a marzo, il tempo è già scaduto.
Osservatorio arbitrale
CLASSIFICA DI SERIE A 2012/2013
NUOVE TECNOLOGIE 2
I
Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
n questa stessa rubrica avemmo già modo di parlare in merito alle paventate nuove disposizioni da parte della IFAB che ricordiamo essere l’organismo satellite della FIFA, che si occupa a livello mondiale delle modifiche del regolamento. Ebbene quello che tra lo scetticismo di tutto l’ambiente del calcio sembrava essere un nuovo atteggiamento diplomatico da parte del Responsabile FIFA Blatter da sempre restio all’immissione della tecnologia nel mondo del calcio, sembra invece allo stato essere più che una realtà. Ci stiamo riferendo a un primo passo, non indifferente, di delegare a un mezzo tecnologico il gol-non gol. E ancor di più, è nelle intenzioni della FIFA, immettere il sistema tecnologico, nella prossima Confederation Cup di giugno, per poi consacrarlo nei mondiali del Brasile 2014. La cosa trova come dicevo un suo effettivo substrato di fondatezza, nel fatto che è pronto già un bando di gara a cui parteciperanno le aziende specializzate, che porteranno dei progetti, oggetto di scelta da parte della FIFA medesima. In particolare, valuterà se sarà più opportuno accettare l’idea dell’”occhio di falco” (due telecamere poste sulla linea di porta), il “goal rif” (basato su sensori magnetici nel pallone), o il “gol contro” ( 14 telecamere ad alta velocità e in tre dimensioni, indirizzate verso i portieri). Tutti i sistemi prevedono un impulso che perviene su un orologio del direttore di gara, indicando allo stesso che la palla è effettivamente entrata. Tutto bello, ma poi che fine fanno i novelli giudici di linea? Insomma si volta pagina, e speriamo sia veramente una delle prime pagine, in un calcio nel quale non si sente il bisogno assoluto di grandi rivoluzioni con la tecnologia che ne toglierebbe gran parte della seduzione, ma di una altresì maggiore uniformità da parte degli arbitri con correttivi legati per esempio, non più a miriadi di circolari regolamentari, ma a direttive più “estreme” e dunque meno interpretative.
SQUADRA
JUVENTUS NAPOLI MILAN FIORENTINA LAZIO INTER ROMA CATANIA UDINESE SAMDPORIA (–1) PARMA BOLOGNA CAGLIARI ATALANTA (–2) TORINO CHIEVO GENOA SIENA (–6) PESCARA PALERMO
P
G
V
N
P
GF
GS
62 53 51 48 47 47 44 42 41 35 35 35 34 33 32 32 26 24 21 21
28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28
19 15 15 14 14 14 13 12 10 10 9 10 9 10 7 9 6 8 6 3
5 8 6 6 5 5 5 6 11 6 8 5 7 5 12 5 8 6 3 12
4 5 7 8 9 9 10 10 7 12 11 13 12 13 9 14 14 14 19 13
55 47 50 50 37 44 58 36 37 35 36 39 35 28 33 29 27 29 21 23
18 24 32 33 34 37 49 35 35 33 37 36 48 39 36 44 42 40 56 41
2 9 ª G I O R N ATA
16-17 MARZO 2013 CATANIA - UDINESE BOLOGNA - JUVENTUS SIENA - CAGLIARI FIORENTINA - GENOA MILAN - PALERMO NAPOLI - ATALANTA PESCARA - CHIEVO ROMA - PARMA SAMPDORIA - INTER TORINO - LAZIO
3 0 ª G I O R N ATA
30 MARZO 2013 ATALANTA - SAMPDORIA CAGLIARI - FIORENTINA CHIEVO - MILAN GENOA - SIENA INTER - JUVENTUS LAZIO - CATANIA PALERMO - ROMA PARMA - PESCARA TORINO - NAPOLI UDINESE - BOLOGNA
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Habemus papam, habemus Napoli? Ecco il problema dopo quattro pareggi e una sconfitta che mettono a rischio il secondo posto (Milan -2, Fiorentina -5). C’è l’Atalanta al San Paolo, avversario tutt’altro che rassicurante. All’andata bastò un gol del cileno Carmona per abbattere il Napoli. Bergamaschi a +9 sulla zona-retrocessione infilando due vittorie consecutive. Il solido 4-4-2 di Colantuono, al terzo anno sulla panchina atalantina, promette poco di buono a un Napoli che dovesse essere ancora fiacco nelle gambe e confuso come a Verona. Vittoria indispensabile (mentre il Milan ospita il derelitto Palermo) per non mollare la seconda posizione. L’Atalanta farà la sua partita di rimessa, tutta dietro la linea della palla affidando la sorpresa ai gol di Denis (11 reti) e Bonaventura (6). Ha giocatori di spicco in Brienza e Cigarini, l’altro ex azzurro, capaci di dare qualità al centrocampo. L’argentino Maxi Moralez (1,59) e il cileno Carlos Carmona (1,68), tra i giocatori più bassi della serie A, sono tipi agili e fastidiosi più del croato Livaja giunto dall’Inter. Insomma, l’Atalanta ben chiusa ha giocatori capaci di impegnare la difesa azzurra in contropiede. La riscossa del Napoli è attesa e pretesa. L’esempio può venire dagli azzurrini della Primavera, protagonisti di una grande gara a Torino contro la Juventus (1-1). Ci hanno messo sofferenza, sacrificio, determinazione contro un avversario fortissimo e, a Torino, hanno fatto meglio della prima squadra. In settimana, De Laurentiis ha cercato di dare la scossa a una squadra che sembra essersi rinchiusa nel suo momento negativo senza trovare il minimo slancio per tirarsi su. Ci si aspetta che Mazzarri mandi in campo una formazione di giocatori nella migliore condizione fisica. Ma ci sarà anche bisogno del recupero della migliore forma tecnica da parte di quegli azzurri che possono lasciare il segno, Cavani atteso all’appuntamento perso col gol, Hamsik, Inler, Maggio se ha la corsa per essere presente. Armero è il più fresco degli esterni e potrebbe dare un contributo determinante. È necessario un grande sostegno del pubblico, nonostante la delusione di questo periodo contrario. Il Napoli ha bisogno dell’aiuto del tifo per tirarsi fuori dalla crisi e questa partita contro l’Atalanta pretende che ci sia una grande “intesa” dagli spalti al campo per tornare a vincere. Il Napoli deve sentire il suo pubblico vicino, vicinissimo. C’è il secondo posto in palio, il miglior traguardo della gestione Mazzarri e il lasciapassare diretto per la prossima Champions. Uniti, si vince. Non si può sbagliare più.
Saverio Passaretti (presidente AINC)
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certamente il periodo più buio che il Napoli attraversa dall’inizio del campionato, la cattiva sorte si è impadronita del campo e tra occasioni mancate per un soffio, pali e rigori sbagliati, il morale va giù, nonostante l’eccellente lavoro psicologico di Mazzarri. È ormai evidente che la squadra non riesca più a esprimere un buon calcio, i meccanismi collaudati dal Mister nelle scorse stagioni e che hanno fatto vivere alla piazza momenti di gioia, sembrano non funzionare più. La squadra è imballata, pecca di condizione atletica e mentale e stenta a ritrovare una forma complessiva accettabile. Aggiungiamo al quadretto la crisi del capocannoniere del campionato e di uno dei calciatori più rappresentativi – ovvero Edinson Cavani e la sua “crisi da gol”, ulteriormente alimentata da quell’errore dal dischetto che ha compromesso il risultato, che ormai “non vede la porta” da sei turni di campionato, sette considerando la gara di Europa League. La squadra non gira, e mancando “lo smalto” sulle fasce, il Napoli non riesce più a creare gioco – come accaduto a Verona – dove gli azzurri hanno subito il predominio fisico e territoriale del Chievo che ha letteralmente “sbranato” i partenopei, aggredendoli su ogni pallone e creando la superiorità numerica decisiva per andare a segno ben due volte, con la “papera” di De Sanctis a chiudere una partita oramai segnata in negativo. C’è da considerare che almeno le inseguitrici Inter e Lazio sono ambedue scivolate in casa, a riprova di un campionato veramente imprevedibile, costellato di sorprese che ha 3 visto le stesse squadre brillare in Europa League, per poi fallire miseramente davanti al proprio pubblico. Resta solo da rimboccarsi le maniche e tentare di difendere il secondo posto, sempre più insidiato dal Milan che può contare sull’ottima forma di Balo e che anche in Champions ha raccolto una storica vittoria contro il Barcellona del “piede d’oro” Messi, per non sprecare l’occasione di una qualificazione diretta in Champions League e perdere un traguardo che solo poche settimane fa appariva già acquisito. Un momentaccio, ma è proprio in queste occasioni che bisogna tirare fuori le p..... e cacciare dentro i “palloni”, assumere un atteggiamento positivo con un pizzico di ironia e allegria che sono ingredienti naturali nella mentalità napoletana, allontaniamo gli uccelli del malaugurio con i nostri splendidi tifosi per smentire le dichiarazione dell’ex Marino... l’Atalanta non può farci paura! Non resta che fare un super augurio al Matador padre per la seconda volta, a nome di tutti i club nella certezza di un suo immediato riscatto! Forza Edi... Alè Azzurri!!
LA VIGNETTA DI
Sede legale: Corso Novara, 5 Napoli Anno VIII n° 82 17 marzo 2013 Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Sergio Curcio, Maurizio de Giovanni, Paolo del Va glio, Francesca Fortunato, Giuseppe Gargiulo, Salvatore Longobardi, Attilio Marchionne, Bruno Marra, Marco Martone, Adolfo Mollichelli, Giuseppe Piccolo, Fabio Pisano, Massimo Sparnelli, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 91 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: Ink & Paper s.r.l. Grafica: Mario Suarez Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 14 marzo 2013 ore 17,00
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RIMBOCCATEVI LE MANICHE
di Mimmo Carratelli
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
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RISCHIO ATALANTA E POI C’È IL TORO Sergio Curcio
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a batosta di Verona, ormai una puntuale rata da pagare, mette il Napoli in difficoltà al di là dei 4 punti racimolati in cinque partite che rappresentano la media delusione di un girone di ritorno che ci si augurava ben diverso. E così, ancora una volta, quando ci si attendeva la risposta da grande squadra da dare al Milan vincente di Marassi, ci siamo tutti ritrovati con l testa in confusione davanti al televisore per capire dov’è finito il Napoli. E a Verona è stato ancora peggio che contro Lazio, Samp, Udinese e primo tempo contro la Juventus, perché al Bentegodi è mancato non solo il gioco, ma la convinzione, la rabbia, la grinta che in molte occasioni, l’ultima all’Olimpico contro la Lazio, hanno consentito alla squadra di recuperare risultati e punti preziosi. E allora cosa c’è che non va, cos’è ce ha inceppato il motore Napoli? Ci sarebbe molto da dire e moltissimo da discutere, ma in questo momento più che trovare responsabili e colpevoli occorre cercare di compattarsi e compattare l’ambiente per evitare un crollo tale da mettere in discussione finanche quel terzo posto, blindatissimo fino atre settimane fa. Messe così le cose, e annunciandosi al San Paolo una Atalanta galvanizzata dal successo interno sul Pescara che di fatto l’ha avvicinata a una salvezza strameritata, il rischio è proprio quello di una crisi che potrebbe compromettere tutto ciò che di buono è stato fatto sino a un mese fa. È quello che occor4 re evitare chiedendo ancora una volta l’aiuto del vecchio San Paolo e del cuore e la passione dello spaesato tifoso azzurro. L’Atalanta non è avversario comodo: il 4-4-2 dal quale Colantuono non si discosta, sta dando i suoi frutti anche in questa stagione e l’assetto tattico funziona sempre specie sulle ripartenze. Carmona, autore del gol che decise la sfida dell’andata, è un buon ideatore di gioco, in possesso di un tiro preciso e potente da fuori area, unitamente alla rivelazione Jack Bonaventura, 24 anni, fantasia potenza al potere, uomo mercato seguito da diverse grandi. Marino, autore anche del colpo Livaja, ha trovato altri tasselli importanti per una società dalle idee e dal progetto chiari che fondano su un’intesa vera tra dirigenza e staff tecnico. I modulo di Colantuono, nella sua semplicità, è quello che può creare seri problemi a un Napoli che, voglioso di riscattare Verona, potrebbe buttarsi all’attacco senza criterio e trovarsi in inferiorità numerica sin da subito a centrocampo. Denis, già arrivato a
quota 11 reti, e Livaja, sono attaccanti cinici e pericolosissimi sia in ara che negli spazi ampi e il gioco di Colantuono, se gli azzurri non presteranno le giuste attenzioni, potrebbe esaltarli oltre ogni immaginazione come accadde agli orobici la scorsa stagione. Occorrerà, perciò, che il Napoli alzi il ritmo per tenere sotto pressione i lombardi ed evitare che possano gestire le operazioni in mezzo al campo. Dagli azzurri si attende una prestazione di personalità ch accompagni le doti tecniche mostrate sino a qualche settimana fa per imporre in modo indiscusso il proprio gioco: cioè più movimento senza palla, possesso palla meno sterile con più verticalizzazioni e incursioni sulle fasce per arrivare sul fondo. Occorre questo pomeriggio una vittoria piena e convincente per scacciare i fantasmi di una crisi e ribaltare il clima di rabbia e delusione tutt’altro che solo latente… anche per affrontare la trasferta di Torino, dopo la sosta internazionale, con rinnovate energie ed entusiasmo. L’Olimpico non sarà lo Juventus Stadium, ma la squadra granata, allenata da un ex bravo ed esperto come Giampiero Ventura, davanti al suo pubblico trova sempre stimoli e motivazioni giuste per prove di grande intensità e carattere Il doppio turno interno (oggi con la Lazio, sabato contro il Napoli, ndr) verrà sfruttato al massimo per avvicinarli il più possibile a quota 40 e arpionare la salvezza tranquilla dopo il ritorno in A. Ventura non ama certo difendersi, però non sarà sicuramente lui a lanciare Cerci, Brighi, Vives o Barreto, Santana, Meggiorini e Bianchi all’attacco scriteriato della difesa azzurra. Piuttosto lascerà spazio al possesso palla del Napoli, cercando di renderlo più sterile possibile con passaggi per linee orizzontali che non disturbino più di tanto i difensori granata e la porta di Gillet riservandosi un comodo e facile contropiede che potrebbe diventare letale attraverso le brucianti accelerazioni di Cerci o quelle più ragionate dell’ex Santana. Due partite per chiudere marzo, riscattando il periodo opaco e non finire nella malinconia di un deludente risveglio. Un Napoli che non raccogliesse il massimo da queste due sfide, a cominciare da quella interna contro l’Atalanta, consegnerebbe alla delusione completa dei suoi appassionati per un pessimo finale di stagione, dopo aver fatto sognare e aver cullato ambizioni di ben altro livello!!!
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NAPOLI - ATALANTA
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N. 1 2 4 5 6 7 9 11 13 14 16 17 18 19 20 22 24 25 27 28 42 55 77 85 88
Giocatore MORGAN DE SANCTIS GIANLUCA GRAVA MARCO DONADEL MIGUEL BRITOS JORGE ROLANDO PEREZ EDINSON CAVANI EMANUELE CALAIO’ CHRISTIAN MAGGIO OMAR EL KADDOURI HUGO CAMPAGNARO GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI ANTONIO ROSATI LORENZO INSIGNE JOSIP RADOSEVIC PABLO ARMERO PAOLO CANNAVARO ROBERTO INSIGNE ALESSANDRO GAMBERINI LEANDRO RINAUDO VALON BEHRAMI GOKHAN INLER
Ruolo P D C D D A A C C D C C C A C P A C C D A D D C C
Classe 1977 1977 1983 1985 1985 1987 1982 1982 1990 1980 1982 1987 1985 1983 1986 1983 1991 1994 1986 1981 1994 1981 1983 1985 1984
Naz. Presenze A Gol ITA 28 – ITA 1 – ITA 4 – URU 14 – POR 1 – URU 25 18 ITA 1 – ITA 22 4 MAR 3 – ARG 24 1 ITA 14 1 SLO 28 9 COL 24 – MAC 23 2 SVI 24 1 ITA – – ITA 28 4 CRO – – COL 6 – ITA 22 1 ITA 1 – ITA 21 1 ITA – – SVI 25 – SVI 27 5
N. 2 3 5 6 7 8 10 11 13 16 17 18 19 20 21 23 28 32 44 47 77 83 88 91 99
Giocatore Ruolo Classe GUGLIELMO STENDARDO D 1981 STEFANO LUCCHINI D 1980 LIONEL SCALONI D 1978 GIAMPAOLO BELLINI D 1980 MARKO LIVAJA A 1993 IVAN RADOVANOVIC C 1988 GIACOMO BONAVENTURA C 1989 MAXIMILIANO MORALEZ C 1987 MICHELE CANINI D 1985 CIRO POLITO P 1979 CARLO EMILIO CARMONA C 1987 LUIGI GIORGI C 1987 GERMAN GUSTAVO DENI A 1981 IGOR BUDAN A 1980 LUCA CIGARINI C 1986 FRANCO BRIENZA C 1979 DAVIDE BRIVIO D 1988 MICHELE FERRI D 1981 RICCARDO CAZZOLA C 1985 ANDREA CONSIGLI P 1987 CRISTIAN RAIMONDI D 1981 CRISTIANO DEL GROSSO D 1983 DAVIDE BIONDINI C 1983 GIUSEPPE DE LUCA A 1991 FACUNDO MANUEL PARRA A 1985
Naz. Presenze A Gol ITA 23 1 ITA 13 – ARG 3 – ITA 9 – CRO 5 2 SER 12 – ITA 26 6 ARG 21 1 ITA 7 – ITA 2 – CIL 14 2 ITA 8 – ARG 28 11 CRO 2 – ITA 20 2 ITA 4 – ITA 14 – ITA 7 – ITA 20 – ITA 27 – ITA 21 1 ITA 5 – ITA 15 – ITA 15 1 ARG 9 –
TROVI ANCHE CUORE AZZURRO NEI SEGUENTI PUNTI VENDITA: EPOMEO: VIA EPOMEO, 35 - NAPOLI CHIAIA: VIA CHIAIA, 49 - NAPOLI LE MAISON DES LUNETTES: VIA CAVALLERIZZA, 24 - NAPOLI UMBERTO I: CORSO UMBERTO I, 76 - NAPOLI CARDUCCI: VIA CARDUCCI, 49 - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE AUCHAN: VIA ARGINE - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE “LE PORTE DI NAPOLI”: AFRAGOLA CENTRO COMMERCIALE QUARTO NUOVO: VIA MASULLO - QUARTO - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE SAN PAOLO: VIA CINTIA FUORIGROTTA - NAPOLI CENTRO COMMERCIALE IL GOLFO DEI DESIDERI: AFRAGOLA - NAPOLI
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QUANDO LA CARICA TI SCARICA
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Carmine Tascone
hi avrebbe mai detto qualche tempo fa di essere costretto a fare alcune riflessioni sul momento di crisi del Napoli? Eppure la situazione lo impone. Se vogliamo individuare il periodo in cui si sono seminati i germi di questo nefasto evento, è presto fatto. Mettiamo la lancetta indietro nel tempo, ed ecco che con circa un mese di anticipo rispetto alla sfida “scudetto” Napoli – Juventus, tutti, dico tutti e con questo intendo opinionisti, ex calciatori, giornalisti, addetti ai lavori e non, hanno caricato talmente l’evento e i frutti in senso negativo si sono visti proprio il primo marzo in tutto il primo tempo e nei primi dieci minuti della ripresa della sfida coi bianconeri, con un Napoli letteralmente in balia dell’avversario. Prendiamo il primo tempo, se Vucinic non si divora l’impossibile, il 3-0 per la Juve è risultato giusto e meritato. Eppure, malgrado tutto, va detto anche che se Dzemaili non fallisce il facile appoggio in rete il Napoli rischia di portare casa la vittoria. Alla fine l’1-1 del San Paolo è risultato salomonico. Tuttavia la morale è una, e voglio mandare un sms ai calciatori azzurri; sarebbe opportuno di parlare meno e fare più fatti
in campo, cosa che da un po’ non sta succedendo più. Da qui il tracollo, lo sconforto di essere a 10 punti dallo scudetto, i discorsi di Mazzarri che fa dalla finale di Pechino a proposito di un presunto anno sabbatico, ma al quale sono grato per ciò che ha fatto dal suo arrivo sotto al Vesuvio, il malumore dei calciatori e del pubblico. Attenzione, però, che c’è il rischio di perdere tutto. Milan e Fiorentina sono avversari seri con organici più attrezzati del Napoli, meno pericolose le rincorse di Lazio, Inter e Roma. E questo mi spinge a parlare dell’insufficiente mercato di gennaio: Calaiò è un minestrina riscaldata, Armero è troppo sopra peso, Rolando ha mostrato i suoi limiti nella trasferta col Chievo e Radosevic costa troppo in riferimento all’età. Così il Napoli è andato in crisi, sente il fiato sul collo degli avversari, il gruppo, tranne Pandev, è dotato di scarsa esperienza e non ha mai vinto a sufficienza e in più si è aggiunto il blocco in zona gol di Cavani, per il quale si sentono in giro le più disparate teorie sul suo momento no, che inficiano quanto di buono fatto prima. E ora c’è l’Atalan7 ta, e a 10 gare dalla fine, qualsiasi gara è difficile.
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SEMAFORO ROSSO
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AZZURRO in ROSA
Francesca Fortunato
apoli in seconda posizione... ma non in prima fila. È il momento del ritorno della Formula 1 e, restando in tema, gli azzurri hanno commesso l’errore più grave possibile: inserire la retromarcia. È come se avessero premuto il freno al posto dell’acceleratore, come se allo spegnimento del semaforo rosso le gomme si siano incollate sull’asfalto. Erano testa a testa per la pole position, sul rettilineo a contendersi la prima piazza con la Juventus, e invece, hanno sbagliato il pit stop, hanno inserito l’acqua nel serbatoio della benzina. Hanno scelto gomme slick sotto una tormenta di neve, o, al contrario, hanno preferito pneumatici da pioggia con un sole cocente. Tante piccole metafore per dire una semplice cosa: brusca frenata e rischio di subire un sorpasso. Il Gran Premio del campionato si avvia verso il traguardo, sono le ultime curve prima della bandiera a scacchi con la differenza che qui il podio non esiste, o meglio non conta molto. È solo il primo ad alzare la coppa, è solo il primo sul gradino. Il secondo e il terzo si godono l’accesso all’Europa che conta. Anche questo sa8 rebbe un risultato niente male: tornare in Champions League
senza passare dal via, quindi evitando i preliminari. In questo momento la seconda piazza è in bilico, assediata dall’arrivo dalle retrovie del Milan in piena corsa... È ora che il Napoli non deve aver paura e deve schiacciare il piede sull’acceleratore. È qui che deve tenere i “secondi” di vantaggio sull’avversaria e tentare di agganciare la “macchina” che si trova avanti. Il distacco è diventato quasi insostenibile, ma lo sport ci insegna che nulla è mai detto... “il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”, diceva Paulo Coelho e, se abbiniamo l’aforisma alla famosissima teoria di Cenerentola che “i sogni son desideri”, possiamo dire che il Napoli sogna lo scudetto anche se non sembra avere le forze per arrivarci. Qualsiasi sia la realtà, qualsiasi sia il motivo, è il momento del dentro o fuori (dall’Europa e dal tricolore). Il tracollo rischierebbe di sbattere fuori dalla Champions gli azzurri, la ripresa potrebbe riaprire strade quasi impensabili. Pronti per un’altra corsa, il traguardo è lontano ma inizia a intravedersi... il Gran Premio attende il vincitore. Vettel o Alonso?
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NAPOLI
COMMISSARIO RICCIARDI
L’OSCURO FUTURO
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Maurizio de Giovanni
oltanto due mesi fa nessuno, tra spalti e campo, avrebbe potuto immaginare che a dieci giornate dalla fine molti tifosi del Napoli avrebbero volentieri firmato per chiudere il torneo al terzo posto. Non era ancora tangibile, allora, la rimonta vertiginosa del Milan; la Juventus, balbettante, pareva a tiro e soprattutto gli azzurri sembravano, tra le squadre di prima fascia, quelli in migliore condizione psicofisica e i più determinati. Poi è cominciato questo momento terribile, per molti versi sorprendente e assolutamente non prevedibile, con sette partite tra campionato e coppa trasformate in quattro pareggi e tre sconfitte nelle quali sono stati incassati sette gol e realizzati zero. Da un certo punto di vista la considerazione che precede è confortante: così come oggi sappiamo quanto fosse assurdamente ottimista allora sperare nello scudetto, così forse le nere previsioni su questo finale di torneo potranno rivelarsi errate. Speriamo. Magari è stato solo un momentaneo black out atletico, una curva bassa dei bioritmi dei principali interpreti del gioco mazzarriano, una pausa in via di risoluzione e fin da domenica con l’Atalanta noi tifosi riavremo la squadra che abbiamo imparato ad amare e ad apprezzare. Magari gli ex Marino, Ciga-
rini e Denis non si faranno rimpiangere, e quelli che andranno in campo in maglia azzurra sapranno ristabilire le gerarchie del campionato tenendo a distanza i rossoneri approfittando di un incontro che, obiettivamente, non è proibitivo (ma il Milan riceve un Palermo pressoché rassegnato). Purtroppo però gli ottimisti si sono ridotti di parecchie unità dopo la sconfitta di Verona, che ha proposto un Napoli in netta, spaventosa involuzione tecnica e atletica, ma soprattutto sotto l’aspetto della motivazione. È questo che preoccupa, più dell’evidente limitatezza di alcuni protagonisti ormai non più proponibili come Pandev e degli errori marchiani del censore De Sanctis, che meglio avrebbe fatto a non lanciarsi in analisi sociologiche sulla città. Sembra dall’esterno che Napoli e il Napoli siano già stati lasciati da molti dei componenti della rosa e degli occupanti della panchina. Oggi sarebbe una bella sorpresa sapere che Zuniga, Mazzarri, Bigon, Frustalupi e lo stesso Cavani, oltre all’ormai certamente partente Campagnaro, l’anno prossimo saranno ancora qui; 9 e se non dovesse essere così, appare naturale il calo di concentrazione di tutta la squadra con un futuro tecnico limitato alla fine della stagione.
È ORA DI CAMBIARE QUALCOSA
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Adolfo Mollichelli
ccoci qua, di nuovo al San Paolo, nella speranza di ritrovare la via della vittoria. È con depressione, rabbia e sconforto che ci ritroviamo al cospetto della rivale orobica, guidata dal potente Denis detto il Tanque. Depressione per un successo che manca dagli inizi di febbraio. Rabbia per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Sconforto per una squadra che ha smarrito se stessa. Fu il Catania di Maran, bello e pimpante, l’ultimo avversario battuto. È come se fosse trascorso un tempo giurassico. Durante il quale, sono accadute tante cose, sempre le stesse, connotate da quattro pareggi (Lazio, Sampdoria, Udinese e Juve) e dalla sconfitta con il Chievo, la squadra dei mussi che volano (mussi sta per asini). Due gol soltanto messi a segno: quello di Campagnaro alla Lazio e quello di Inler (complice la deviazione di testa di Bonucci) alla Juve. E il lungo sonno di Cavani che pure ancora resiste in vetta alla classifica dei bomber. Ragazzi, ma che cosa è successo? Dov’è finita la squadra che ha saputo tener testa a tutti gli avversari, che ha saputo far punti perfino in tribunale, che s’avventava in campo avverso con la furia di Achille sul carro da guerra tirato dagli stalloni Balios e Xanthos? Il vostro umile scrivano non avrebbe voluto riscrivere la Lavezziade, pur paventando - in tempi non sospetti - che sarebbe finita male senza il Pocho. Il Napoli era stato fantasia al potere, oltreché perfetta macchina da contropiede e fasce bruciate in volate tempestose. Sarebbe stato logico cambiare modulo, rimodellarlo
in base ai connotati della truppa, puntare su un quattro-tre-tre che, magari, avrebbe aiutato Cavani nel non perdere la bussola, Insigne a non deprimersi, Pandev a non nascondersi. Non datemi del noioso se torno sul tema del centrocampo di precisione del Napoli, ma soltanto perché lo compongono uomini che vengono dalla Svizzera! Fui facile profeta quando sostenni che il poderoso Inler non valeva, quanto a idee, precisione nei rifornimenti e costanza di rendimento, un Borja Valero. In attesa di rifondare la squadra (due elementi in difesa, due a centrocampo, uno in attacco) cingiamoci a coorte e vediamo di salvare il salvabile. Vale a dire: l’ingresso in Champions League, possibilmente senza dover passare per i noiosi preliminari. Il calendario ancora ci sorride, purché non ci si dedichi ancora alla pratica dell’harakiri. Che cosa farei se fossi io ad allenare il Napoli (anche se ancora per poco...)? Innanzitutto, direi a me stesso, guardandomi nello specchio: svegliati, rinnova, non pensare ai titolarissimi scomparsi. Poi, radunerei la truppa, guarderei gli uomini dritto negli occhi e gli direi (anche a muso duro, perché no?): ragazzi, il sogno scudetto è sfumato e pazienza, ma il secondo posto almeno, lo dobbiamo blindare, impegno massimo e guai a chi si tirerà indietro: lo dobbiamo a una città intera, una questione d’onore. Ecco, direi proprio questo e tutti i santi giorni fino alla fine del campionato. E ora sotto con i bergamaschi, scurdammoce ‘o passato.
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DE CANIO: NAPOLI TRA LE GRANDI
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Max Bonardi
igi De Canio è stato solo un anno sulla panchina del Napoli, ma anche se non ha raggiunto la promozione in serie A, sono tanti i tifosi azzurri che lo ricordano con affetto. Allora fece il massimo, quinto posto in serie B, in una situazione di totale caos societario, con Corbelli arrestato, un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale e un club indebitato e alla canna del gas. Ma lui riuscì a tenere la barra dritta, da grande timoniere. Il suo amore per l’azzurro è sempre vivo. D. Che ricordi ha dell’esperienza napoletana con un promozione sfumata di un nulla R. Fu molto positiva, bella formativa, emozionante, gratificante. Venivo dall’Udinese dove avevo fatto molto bene, ed era stimolante confrontarsi con una piazza importante in un categoria diversa. Peccato che non conoscessi la reale situazione, avrei avuto motivi di riflessione. Comunque è stata una soddisfazione grandissima, nonostante le vicissitudini sfiorammo la A, davvero un’annata particolare. D. Il suo giudizio sul Napoli di oggi: pregi e difetti… R. Oggi, memore dell’esperienza vissuta qui, non posso non pensare come sia un fatto positivo la stabilità societaria, è troppo importante per il tifoso avere la garanzia che la propria città esiste ed è presente in maniera competitiva. Il Napoli è risalito velocemente dagli inferi e ora lotta stabilmente con le grandi. D. Anche lei l’aveva messo nel gruppo scudetto? R. Addirittura credevo che potesse vincere lo scudetto già lo scorso anno, quando la Juve senza Champions arrancava. Avrebbe potuto competere con reali possibilità di successo, poi i bianconeri con un finale super hanno chiuso l partita. A maggior ragione quest’anno, ma lo scudetto è un terno al lotto, vince uno e gli altri guardano. D. Più meriti della Juve o demeriti del Napoli se sarà questo l’esito finale? R. Se la Juve dovesse riconfermarsi, come sembra, ha tantissimi meriti. Il Napoli sta facendo qualcosa di notevole. Stimo il professionista Mazzarri, ma considerando la crescita prevedibile a inizio anno e valutando i movimenti di mercato, il risultato non mi stupisce. D. Lei incarna la figura dell’allenatore manager, in Italia è stato il primo, c’è spazio per una figura simile nel calcio italiano? R. Non ho fatto l’allenatore manager, ho cercato solo di allenare, assumendomi la totale responsabilità tecnica ed essere punto di riferimento della società. Il mio compito è prendere un calciatore funzionale alle esigenze tecnico-tattiche e tirarne fuori il meglio. In Inghilterra ero coadiuvato da altre figure, comunque da noi non sono pronti, la nostra struttura è gestita in maniera diversa. D. L’attuale classifica rispecchia pienamente le forze in campo: quale è la sorpresa, quale la delusione? R. Scorrendo la graduatoria mi fermo in Sicilia. Il Catania è la sorpresa principale, perché è la logica evoluzione di un progetto societario che ha fatto bene nel tempo e ora sta raccogliendo i frutti, un po’come il Napoli. La delusione è senza dubbio il Palermo. D. Con lei in panchina quanti punti in classifica in più avrebbe il Genoa? R. Senza falsa modestia qualcuno in più. C’erano difficoltà ma l’avventura era stimolante. È molto gratificante e ti dà più
soddisfazione centrare gli obiettivi in condizioni meno facili. Dispiaciuto per l’esonero, ma ancora una volta si è dimostrato che la parola progetto è inflazionata, ma sono in pochi a seguire davvero questa linea. D. Un giudizio sulla presidenza de Laurentiis, col potenziale dei tifosi il Napoli è dove merita, o avrebbe potuto fare di più magari spendendo meglio? R. Il Napoli è dove sarebbe dovuto essere, è secondo, è al vertice del calcio italiano e ha i conti in ordine. Che si può pre- 1 1 tendere di più? D. Giusto rinunciare all’Europa League inseguendo il sogno scudetto? R. Il Napoli non ha rinunciato, ha perso male lo scontro diretto ai sedicesimi con una squadra che ha giocato meglio. Non credo a queste valutazioni fatte prima, mi sembrano più scuse. Ma se ha fatto così ha sbagliato. D. È così messo male il calcio italiano rispetto al resto dell’Europa? R. Penso proprio di sì. È vero che è crisi un po’ per tutti, ma basta andare all’estero e trovare stadi pieni. Il calcio tira in Germania, Spagna, Inghilterra, da noi gli stadi sono fatiscenti e desolatamente vuoti. La filosofia altrove è formare giovani bravi e investirci. La filosofia di alcuni club è di seguire un percorso comune dalle formazioni giovanili alla prima squadra. Da noi mancano idee, programmazione, competenze, capacità di seguire una filosofia e finalizzarla al progetto tattico. Gigi De Canio è nato Matera il 26 settembre 1957, ex calciatore, attualmente allenatore, vanta una bella carriera. Ha iniziato in panchina col Pisticci nel’Interregionale, ma subito si è messo in luce tanto da attrarre l’attenzione di formazioni di categoria superiore. Prima il Savoia in C2 con una promozione in C1, poi Siena, Lucchese e Pescara, sino all’approdo in A con l’Udinese dove nel 1999-2000 centra un ottimo ottavo posto in serie A, ma l’anno successivo viene esonerato dopo 4 sconfitte a inizio stagione. Nel 2001 è ingaggiato dal Napoli in Serie B, e termina la stagione al 5º posto. Nel 2002 è a Reggio Calabria, poi di seguito a Genoa e Siena prima di emigrare per un’esperienza col Queens Park Rangers, club londinese di seconda divisione del campionato inglese. Nel 2009 è sulla panchina del Lecce dove resta per diverse stagioni. Nel 2012 salva il Genoa col quale rimane sino all’inizio del campionato in corso.
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PIÙ TARDI IL MOMENTO DEI PROCESSI
E
Marco Martone
adesso, per favore, risparmiateci la litania della retorica dietrologia. Quelli che già sapevano tutto, che pronosticavano inevitabili “Caporetto”, che immaginavano crolli e sventure, sono pregati per una volta di farsi da parte. Se questo che ci ospita è il giornale di tifosi del Napoli, ci sia consentito, nel pieno rispetto della nostra onestà professionale, di chiamare da queste pagine a raccolta le “forze sane” della torcida partenopea e di fare quadrato attorno ai ragazzi azzurri. Questo è il momento delle analisi, non certo quello dei processi sommari. Ci sarà tempo per assolvere o condannare, per valutare e provvedere, per puntare il dito o, come spesso capita, per salire sul carro dei vincitori. Ci sarà il tempo per tutto questo e altro ancora. Oggi però dotti, medici e sapienti farebbero bene a prendersi qualche settimana di riposo. Di grilli parlanti, tanto per restare in tema, ce ne sono anche troppi e non sempre il loro canto è intonato e gradevole da ascoltare. Per carità, nessuno vuole nascondersi dietro un dito e negare le difficoltà, le colpe, gli errori e le manchevolezze di squadra e società. Ancor più grave, però, sarebbe gettare via il bambino con l’acqua sporca. Ed è francamente imbarazzante ascoltare commenti e giudizi, da parte di addetti ai lavori o semplici opinionisti, sempre pronti a sputare sentenze. Affermare, a esempio, che “Cavani
è stimato ma non è amato nello spogliatoio”, appare quasi grottesco. Una grande rivelazione, non c’è che dire! Sarà mica questo il motivo per cui il Matador non ne azzecca più una? E dove sono finite allora le amorevoli esternazioni dei compagni di squadra, del periodo d’oro di Edinson, quando l’attaccante segnava una domenica sì e un’altra pure? Perché, viene da chiedersi, questa storia del “perduto amore” viene tirata fuori solo ora? E dell’altra questione legata alle donne, ne vogliamo parlare? Mogli tradite, giovani amanti, pizze galeotte e fughe vigliacche? Vuoi vedere che noi ci arrovelliamo il fegato a ogni sconfitta e poi il Napoli perde scudetto e Champions per colpa di un cuore infranto o di un prosperoso “lato B”? Qui invece, tra un gossip e l’altro, 1 c’è un gruppo di giocatori che lotta per traguardi importanti e 3 un’intera città che vuole l’Europa che conta. E non saranno mimose e cioccolatini a determinare i risultati sul campo. Siamo pronti a giurare che qualche problema sentimentale lo avrà anche qualche giocatore del Barcellona, ma questo non gli impedisce di essere un vincente (vero Milan?). Le ragioni della crisi del Napoli sono in realtà ben altre, legate a fattori tecnico-tattici, più difficili da analizzare, meno accattivanti rispetto a storielle da rotocalco femminile, più adatte a essere date in pasto ai soliti creduloni da strapazzo.
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WEB-MANIA, INFORMAZIONE O IMPROVVISAZIONE? L’ultima deriva della Rete tra dilettantismo, democrazia e anarchia
F
Bruno Marra
ino a qualche anno fa, per evidenziare il potere preponderante della tv, c’era in uso il modo di dire: “Se lo ha detto la televisione è successo veramente”. Come un sigillo di garanzia fideistico che poteva essere apposto solo dal tubo catodico. Unica espressione di verità assoluta e condivisa. Era il decennio del boom delle antenne, che ebbe come capostipite e mentore italiano “Sua Emittenza” Silvio Berlusconi non ancora in odore di espansionismo nazionale e brame da statista. Da lì partì la genesi delle “città di antenne e cielo”, la creazione esponenziale delle tv libere che diedero vita successivamente ai network e a un infinito arcipelago di emittenza più o meno privatizzata. QUINTO POTERE – Al tempo si profetizzò che la televisione avrebbe seppellito ogni tipo di comunicazione. Come una incipiente e incontenibile forza d’impatto, sintetizzata, anche nel suo aspetto subdolo e talvolta demoniaco, dall’ormai famosissimo “Quinto Potere”, l’opera che denunciò la massificazione e l’influenza quasi ipnotica che la tv esercitava sul popolo. La televisione divenne la nuova religione profana sul cui altare, secondo la maggioranza degli strateghi mediatici, si sarebbe sacrificata la vecchia informazione. Niente più radio, niente più giornali. Nessuno spazio vuoto e tempo per riflettere. Notizia completa servita sullo schermo, tutto in pochi minuti, condensato in immagini e notizia. Senza attendere il giorno dopo, senza indugiare. Ma spesso anche senza pensare… TUTTI NELLA RETE - L’evoluzione del tempo ci offre come moto perpetuo il nuovo che cancella il vecchio. Adesso in pensione pare ci debba andare anche la televisione. È iniziata
l’era del web. Della globalità planetaria. Ma c’è una profonda differenza tra l’origine della Rete e il suo proselitismo. All’inizio i portali rappresentavano (e molti rappresentano ancora) una importante implementazione dell’informazione capillare e istituzionale di Aziende, Testate e Società, con alle spalle una organizzazione mirata, e un back-ground autorevole e consolidato. Oggi, invece, il Web sta degenerando in un mare magnum, una specie di Speaker Corner in cui ognuno si sente autorizzato a esprimere la propria opinione. Ci si sveglia la mattina, nell’angolo del qualunquista, e si diventa novello opinionista. Come se aprendo una qualsiasi finestra si spalancasse la porta della verità. Una corrente di improvvisazione che si vanta di detenere anche la primogenitura di movimenti rivoluzionari, un vento di cambiamento, un impeto ribelle e una cultura a “5 stelle”. Sembra la nuova ver- 1 sione della Fiera dell’Est. 9 E venne la Rete, che ammazzò la televisione, che morse i giornali e si mangiò l’informazione. Ma in realtà è solo stereotipata omologazione. Se davvero il web offre possibilità, ingegno e persino democrazia, è vero anche che nel suo seno coltiva un’ampia deriva di dilettantismo e anarchia. Perché, in fondo, finché avremo un sussulto di ragione, la migliore forma di interazione non sarà mai indecifrabile improvvisazione, ma sempre creativa e affidabile comunicazione.
NON SPRECHIAMO UNA BELLA ANNATA!
T
Giuseppe Piccolo (vicepresidente AINC)
utto filava liscio e il Napoli, dopo una fase pregressa bellissima, che resterà nella storia, con la partecipazione alla Champions e aver sbattuto fuori il Manchester City, prima di essere eliminato negli ottavi dal Chelsea, dopo i tempi supplementari, e aver raggiunto dopo quindici anni la finale di Coppa Italia, vincendola, proseguiva nella successiva stagione con un avvio sprint in campionato e una partecipazione svogliata in Europa League, ma che garantiva l’accesso ai sedicesimi. Poi, ecco che a un fertile periodo segue immancabilmente un calo fisiologico, inutili sembrano tutte le soluzioni adottate da Mazzarri e la strada si è improvvisamente dissestata. Dopo ben quattro pareggi e aver sprecato ripetute occasioni di avvicinare i bianconeri è arrivata puntuale la classica sconfitta con il Chievo autentica “bestia nera“ del Napoli, morale sotto le scarpette e Walter impegnato ad applicare tutte le terapie possibili per riassestare la squadra, che per la sfida contro la formazione dell’ex Denis ha diversi i
diffidati ma nessuno squalificato. Necessario il silenzio imposto per ritrovare le certezze e azzurri concentrati solo ed esclusivamente sugli allenamenti. Il tutto senza fare drammi, anzi provando il più possibile ad allentare la pressione, la serenità è il giusto rimedio anti crisi. Anche il presidente sta svolgendo il suo ruolo di “esorcista” e quindi è impegnato a ricaricare gli azzurri con il suo immancabile ottimismo, tutti i rimedi sono utili per riguadagnare la fiducia nei propri mezzi nella consapevolezza che tutti sono pronti al rilancio. Sono da evitare i calcoli sulla partecipazione alla prossima Champions o preoccuparsi del Milan rilanciato in una vittoria meritata contro il Barcellona per poi essere detronizzato nella gara di ritorno, ben 4 le “pappine “ rifilate dallo squadrone di Messi superstar. Pensiamo esclusivamente a noi e riprendere la forma giusta, la pausa realizzativa del Matador è finita, è ora di cambiare rotta, l’urlo del S. Paolo spingerà gli azzurri. Forza Edinson… forza azzurri!!
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La GM Security S.r.l. nasce a Napoli dall’esperienza pluriennale di personale preparato a gestire servizi di sicurezza, garantiamo tutela della privacy e l’incolumità dei nostri clienti attraverso del personale altamente qualificato e selezionato; offre servizi di sicurezza, organizzazione eventi e hostess, discoteche, fiere e manifestazioni. Siamo al vostro servizio, consigliandovi la soluzione migliore alle vostre esigenze di sicurezza individuale o collettiva, disponibili sull’intero territorio Nazionale e Internazionale.
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RADOSEVIC: VENTO DAI BALCANI
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Massimo Sparnelli
acquisto prospettico del mercato di gennaio. Il Gattuso di Croazia, già testato in gare internazionali con la casacca dell’Hajduk Spalato. Anche contro l’Inter, in Europa League. Josip Radosevic, oggetto del mistero azzurro. Pagato oltre tre milioni di euro. Letteralmente scippato a società inglesi e russe. Mai impiegato da Walter Mazzarri, sinora convocato un paio di volte dal tecnico toscano. Talento da non bruciare, d’accordo. Da visionare, analizzare dal vivo, dopo essere stato sotto il controllo degli osservatori napoletani per un anno. Un processo di crescita lento ma progressivo, grazie anche agli allenamenti con i campioni affermati della prima squadra. Insomma, da non mandare allo sbaraglio, come sta avvenendo all’Inter con il serbo Kovacic, pagato il quadruplo. Sono passati due mesi. E il ragazzino ha dato segnali della sua forza. Partendo dal torneo di Viareggio, poche settimane fa. Due reti su punizione al debutto in maglia azzurra, successo contro il Lecce. Reti su calcio piazzato, una vera novità nella rosa napoletana, che latita di specialisti da anni. Insomma, pare un giovane già pronto. Il pubblico napoletano, come gli addetti ai lavori, vorrebbe vederlo in campo per qualche spezzone di gara. Soprattutto considerando la perdurante involuzione di Dzemaili, che soffre la panchina. E il recupero fisico mai avvenuto di Marco Donadel. Un anno infortunato, il mediano ex viola non ha mai raggiunto un accettabile livello di condizione. Con esibizioni sconfortanti in Europa League. E Radosevic? È la stella della Primavera del tecnico Saurini. Anche perché Mazzarri è stato chiaro: il giovane Josip è un signor giocatore, l’ha mostrato in allenamento, sarà un cardine del centrocampo del Napoli futuro. Ma sino a fine stagione giocherà con la Primavera. Niente spazio per lui nelle ultime dieci gare di campionato. Per il croato, dalla prossima stagione, parte la corsa alla maglia di Inler o Behrami. LA SCHEDA Josip Radošević (Spalato, 3 aprile 1994) è un calciatore croato, centrocampista del Napoli, in prestito dall’Hajduk Spalato, e della Nazionale croata. Centrocampista centrale dotato di fisicità e dinamismo, predilige giocare nel ruolo di schermo davanti alla difesa. Abile nel rubare palla e nel portare il pressing sugli avversari, si disimpegna agevolmente nella copertura dei compagni proiettati in fase offensiva grazie a un buon senso della posizione in campo. In patria è stato più volte paragonato a Gennaro Gattuso. Approda nel settore giovanile dell’Hajduk Spalato all’età di 8 anni. Debutta in prima squadra il 23 novembre 2011, a 17 anni, nella gara di Coppa di Croazia contro l’NK Zagabria, nella quale parte dal primo minuto. Tre giorni dopo esordisce anche in campionato, nel quale colleziona complessivamente sette presenze. Nella stagione successiva, a 18 anni, diventa stabilmente titolare nel centrocampo dei bianchi di Spalato. Il 29 gennaio 2013 viene acquistato dalla società italiana del Napoli in prestito con diritto di riscatto. Aggregato alla formazione primavera, debutta ufficialmente il 14 febbraio in occasione del match contro il Lecce valido per il Torneo di Viareggio; durante la partita realizza due gol, entrambi su calcio di punizione, aprendo le marcature della partita che si concluderà con il risultato di 4 a 0 in favore dei partenopei. Ha militato nelle selezioni Under-16, Under-17 e Under-19 della Croazia, collezionando complessivamente 26 presenze e 2 reti. L’11 settembre 2012, all’età di 18 anni, esordisce in Nazionale maggiore nella gara delle qualificazioni al Mondiale 2014 contro il Belgio, nella quale parte dal primo minuto[13] e diventa contestualmente il più giovane debuttante nella storia della Nazionale balcanica.
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ALLIEVI ALL’ASSALTO DI ARCO
C
Attilio Marchionne
ampionati a singhiozzo per consentire la disputa di alcuni tornei giovanili che hanno interessato un po’ tutte le categorie del vivaio. Terminato il Torneo di Viareggio la Primavera si è rituffata nel campionato e si è finalmente sbloccata. Allievi sconfitti ma pronti a rifarsi al Torneo di Arco di Trento, Giovanissimi reduci dalla Nike Cup pronti a riprendere il cammino in campionato.
PRIMAVERA
risultati 8ª ritorno girone C
Ascoli
- Bari
Pescara - Catania Roma
- J. Stabia
1-0 2-2 2-0
Crotone - Lazio
2-3
Lanciano - Reggina
2-2
Palermo - Ternana
3-1
Napoli
4-1
- Vicenza
SQUADRA
Pt.
G.
V.
Lazio Palermo Catania Napoli Roma Reggina Ascoli Vicenza Juve Stabia Pescara Crotone Bari Ternana Lanciano
44 44 44 43 40 30 30 26 24 22 19 18 9 7
21 21 21 21 21 21 20 21 20 21 21 21 21 21
12 13 12 13 11 8 9 6 6 6 5 4 2 1
2 Scivolone interno degli Allievi di Muro superati 6 tra le mura amiche del “Kennedy” da un agguerri-
risultati 8ª ritorno girone H
Trapani
- Catanzaro 0-0
Catania
- Palermo
SQUADRA
P.
GF
GS
1 3 1 4 3 7 8 7 8 11 12 11 16 16
52 49 37 48 40 36 31 22 34 31 31 20 21 20
19 23 18 24 17 31 32 29 38 39 56 44 50 52
8 5 8 4 7 7 3 8 6 4 4 6 3 4
ALLIEVI NAZIONALI
to Ascoli. I marchigiani passano in vantaggio al 32’ del primo tempo con Minnozzi. Gli azzurrini tentano di riversarsi in attacco per recuperare il risultato ma i bianconeri sono bravi a non concedere spazi. Al 44’ del secondo tempo è poi Carboni, subentrato al centrocampista Solitro (ex “scugnizzo”, scartato dalla società partenopea), a mettere la parola fine sulla partita con la rete del 2-0. In classifica il Napoli resta quinto a pari punti con Pescara, Ternana e Vicenza, a solo due punti dal Catania. Ora per gli azzurri c’è una pausa imposta dal Torneo di Arco di Trento. Inseriti nel girone D se la vedranno con Atalanta, Juventus e i danesi del Midtjyllsnd. In passato il Napoli si è aggiudicato il Torneo in due occasioni nel 1992 e nel 1997. Prossimo turno: 24/3 Pescara - Napoli
GIOVANISSIMI NAZIONALI
N.
risultati 8ª ritorno girone C
Napoli
- Ascoli
0-2
Catania
- Pescara
1-1
Lanciano - Palermo
1-2
Reggina
- J. Stabia
0-1
Crotone
- Lazio
0-4
Bari
- Roma
1-3
Vicenza
- Terna
0-2
Pt.
G.
V.
N.
Napoli
49
19
16
1
P.
GF
GS
2
43
14
Catania
38
19
11
5
3
30
12
Reggina
37
19
11
4
4
34
19
Palermo
35
19
10
5
4
36
14
Nocerina
27
19
8
3
8
27
24
Crotone
27
19
8
3
8
26
27
Trapani
26
19
6
8
5
15
17
Catanzaro
24
20
6
6
8
26
29
2-0
M. Franca
24
19
6
6
7
32
36
Hinterreggio - Nocerina 1-0
Salernitana
22
20
5
7
8
20
25
Salernitana - Napoli
2-2
Reggina - Paganese 3-1
Paganese
20
20
5
5
10
21
34
- V. Lamezia 2-0
Hinterreggio
17
20
4
5
11
14
29
Squadra in riposo: Martina Franca
V. Lamezia
2
20
0
2
18
8
52
Crotone
Ci si attendeva un prova d’orgoglio da parte degli azzurrini dopo i recenti risultati negativi e prova d’orgoglio è stata: 4 – 1 secco col Vicenza, formazione di centro classifica. Ottima prova dei ragazzi di Saurini che chiudono la pratica nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Nella ripresa atteggiamento in controllo, ma sempre con la squadra votata all’attacco con la quarta marcatura siglata da Insigne. Ottima la prestazione di Tutino, autore di una doppietta e in generale di tutta la squadra. Da segnalare anche la buona prova di Nicolao al rientro. Vincono tutte le avversarie degli azzurrini, tranne il Catania che ha pareggiato con il Pescara in trasferta. Ora la situazione di classifica recita così: tre squadre a 44 punti, vale a dire Lazio, Palermo e Catania e il Napoli che insegue a una sola lunghezza di distacco. Prossimo turno: 16/3 Reggina - Napoli SQUADRA
Pt.
G.
V.
Lazio Roma Palermo Catania Pescara Ternana Vicenza Napoli Ascoli Bari Reggina Juve Stabia Crotone Lanciano
56 52 43 33 31 31 31 31 26 22 20 18 16 4
21 21 21 21 21 21 21 21 21 21 21 21 21 21
18 17 14 9 9 9 8 9 7 6 5 4 4 1
N.
2 1 1 6 4 4 7 4 5 4 5 6 4 1
P.
GF
GS
1 3 6 6 8 8 6 8 9 11 11 11 13 19
63 62 46 42 43 45 30 28 31 37 35 22 22 14
15 26 27 33 34 42 27 37 28 50 47 45 47 62
Il campionato Giovanissimi ha osservato due settimane di riposo per consentire la disputa della Nike Cup. I ragazzi di Liguori sono usciti a testa alta dalla manifestazione ai quarti di finale, dopo un match giocato alla pari con il quotatissimo Torino, terminato solo ai calci di rigore (4-2 in favore degli avversari). Decisivi per i partenopei gli errori dal dischetto di Esposito, Spavone, D’Ignazio e Otranto. I granata sono primi nel girone A del campionato Giovanissimi Nazionali con 57 punti a +6 dalla Juventus, in virtù del cammino quasi perfetto: 19 vittorie su 20 gare (l’unica sconfitta è arrivata proprio nel derby con i bianconeri). Nella fase a gironi gli azzurrini si erano tolti la soddisfazione di battere la Juventus vittoria e pareggiare contro il Brescia. Per la cronaca il Torino è stato sconfitto in finale dal Milan. Prossimo turno: 17/3 Napoli - Interreggio
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ADRE CALCI QU O I S POLI CLUB
17 MARZO 2013
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FINALE DI COPPA: JUVE - NAPOLI 1-1
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17 MARZO 2013
1972
È TORNATO EXTRA TIME ZONA NAPOLI
U
Salvatore Longobardi (Tesoriere AINC)
n appuntamento da non perdere per i tifosi del Napoli e per i lettori di Cuore Azzurro. È tornata, sulle frequenze di Capri Event (canale 271 del digitale terrestre), “Extra Time Zona Napoli” la trasmissione sportiva ideata dall’Associazione Italiana Napoli Club, presieduta da Saverio Passaretti e giunta quest’anno alla nona edizione. Ogni giovedì alle ore 21.00 (con repliche il venerdì alle 23.45 e il sabato alle 16.30), giornalisti, opinionisti, ex calciatori e artisti, si confronteranno sui temi riguardanti il campionato del Napoli e il futuro della squadra azzurra. La trasmissione è condotta da Marco Martone e si avvale della presenza fissa di Saverio Passaretti, Gianluca Agata e Fabrizio Piccolo. Durante la serata collegamenti in diretta con le sedi dei Club di tifosi dell’associazione e telefonate con personaggi del mondo dello sport e del giornalismo campano e italiano. Nel corso della puntata è possibile intervenire telefonicamente prenotandosi al numero 081/7755477. Extra Time Zona Napoli si candida a essere, anche quest’anno, un punto di riferimento per chi vuole conoscere le vicende legate al Calcio Napoli, le notizie di calciomercato e per chi vive la passione e l’amore per lo sport e il calcio in particolare. Nel corso delle puntate saranno aperte anche finestre sul calcio giovanile e sugli altri sport, nonché sugli eventi, come l’America’s Cup, che si terranno a Napoli nei prossimi mesi. Un particolare ringraziamento a Sabatino Sirica e i suoi meravigliosi dolci.
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ADRE CALCI QU O I S POLI CLUB
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Calcio femminile
17 MARZO 2013
CARPISA: RECORD SU RECORD
I
risultati si sa sono frutto di programmazione, organizzazione e lavoro. Il Napoli Calcio Femminile Carpisa Yamamay quest’anno, alla sua prima esperienza nel massimo campionato, con il suo quinto posto e con il suo record di imbattibilità casalinga, conferma questa regola. Sia tecnicamente, che organizzativamente la società presieduta da Lello Carlino non ha davvero nulla da invidiare a società del settore maschile. Punto di forza delle biancazzurre napoletane, lo staff medico e sanitario che in una squadra che vuole puntare in alto conta tantissimo. Prova ne è il recupero a tempo di record di Penelope Riboldi, l’attaccante di punta preso quest’anno dal direttore Italo Palmieri e infortunatasi gravemente al ginocchio nella prima gara ufficiale, il primo turno di Coppa Italia a Roma con la Lazio. Il crociato lesionato è stato ricostruito abilmente dal professor Carlo Ruosi, ortopedico di fiducia della società, e dopo soli 5 mesi, un vero record!!, la bergamasca è scesa in campo proprio la scorsa settimana, andando in gol nella gara amichevole con il Bari. Ma l’uomo da campo che ha fatto la differenza sin dal suo primo giorno in panchina è Gianluca Santoriello. fisioterapista e “masseur”, ex Napoli, che ha sposato il progetto femminile con entusiasmo e professionalità. Gestire un gruppo di oltre 24 donne non è cosa facile e Gian3 luca ci sta riuscendo alla grande. Disponibilità, pazienza e 0 competenza le sue armi. Un vero top player fuori dal campo. Se a questi aggiungiamo il preparatore atletico Armando Troisi, pronto a seguire alla lettera i consigli dello staff medico, il gioco è fatto. Il Napoli Carpisa Yamamay ha già vinto.
QUANDO I NUMERI TI CONDANNANO Fabio Pisano
L
a disfatta del Bentegodi. Non che servisse un Marc’Antonio, diciamola tutta. Per affondare la flotta partenopea, c’è stato bisogno solo di un timido Dramé e di Cyril Théréau, che, come ogni buon attaccante dal dubbio talento, si sblocca contro il Napoli. Flotta ormai incagliata sul fondo torbido di dubbi e domande irrisolte, del tipo … “Chi deve partire titolare? Pandev o Insigne?” e ancora “Ballottaggio Mesto/Maggio?” … eppure la tanto agognata settimana tipo è arrivata … ma forse, neanche questo è bastato. E fortunatamente Rocchi, il buon Gianluca, ha spazzato ogni ombra, concedendo anche un rigore (giusto) che è stato (ovviamente) sbagliato da uno dei bomber più prolifici d’Europa e vale a dire del mondo. Ma quando tutto gira storto, non puoi che rassegnarti. E così vedi che il Chievo Verona tira in porta cinque volte e fa due gol, e tu tiri in porta cinque volte e non ne fai neanche uno. Leggi alla voce “pali/traverse” che il Chievo Verona segna uno, e tu zero. E vallo a chiedere a Paloschi, se si ricorda come e quando l’ha colpita. Diciotto falli, contro i dodici dei sempre troppo educati atleti napoletani. E così via, in un tabellino che, leggendo, dà la sensazione di quanto il calcio sia il gioco più bello del mondo. E il più letale. Eppure da questa sconfitta se ne potrebbe anche uscire vincitori. Che non mi si fraintenda, ovvio… Ma forse, è stato meglio così. Noi tifosi partenopei, siamo troppo focosi… e i nostri sogni
si costruiscono in un baleno, come un enorme castello di carte, che un vento leggero o un pareggio inaspettato (vedi alla voce Napoli - Sampdoria) prontamente spazza via. La vittoria nostra, ora deve essere quella di sostenere una squadra spremuta fino all’osso nella sua potenzialità. Un undici che con qualche stella che vive di luce propria, ha sorpreso in due anni tutta l’Europa; dagli ormai avidi presidenti italiani agli sceicchi e petrolieri di Inghilterra e Spagna, lì, dove il calcio ancor si gode. Tornando alla partita, ciò che ho visto è stato un Napoli azzurro spento, come un cielo d’inverno che regala sereno, ma sempre troppo precario. Troppo breve. Proprio così. E se il tabellino dice tredici calci d’angolo contro i soli tre scaligeri, beh, allora non c’è forza nelle gambe per saltare. Se si urla al gol quando l’arbitro porta il fischietto alla bocca per concedere il calcio di rigore, e il Matador non ha più la forza di combattere un toro lungo quaranta partite (più coppe), c’è solo da stringere i denti e lottare con le unghie per accaparrarsi un posto in quella competizione che tutti, e dico tutti, sentendone la musichetta, mirano a bocca aperta. Perché il calcio è uno spettacolo. E il Napoli ce l’ha insegnato. Forza ragazzi. Manca poco. E non è un problema se lo scudetto non lo vinciamo quest’anno. Noi, popolo partenopeo di sudore e d’attese, di fatiche ed imprese, di luci ed ombre, sempre accese. Beh, noi, sappiamo aspettare.
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2012 40 anni di passione negli stadi CLUB NAPOLI MASSA LUBRENSE
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Salvatore Longobardi (Tesoriere AINC)
ià negli anni ’80, con l’arrivo di Ramòn Diaz a Napoli, Gino Mazzola e un gruppo di amici massesi formarono il “Club Napoli Massa Lubrense eterno amore”, che ebbe un grande successo e durò per circa un ventennio, fino al 2000. Per un lungo periodo i massesi siamo stati senza un club, anche se tifosissimi del grande Napoli e assidui frequentatori del San Paolo. Durante la Champions League del 2011 in molti sognavano il ritorno del Club Napoli a Massa Lubrense. Questo sogno si è concretizzato quando un gruppo di tifosi massesi, durante una partita allo stadio San Paolo, si accorse della presenza di un notevole numero di tifosi e ipotizzò la formazione di un Club Napoli. Così Raffaele Trippaldella e alcuni amici decisero di formare ufficialmente il “Club Napoli Massa Lubrense”. Alla base di questa scelta ci sono diversi scopi: il primo è sostenere la squadra del cuore e come club far sentire il calore di un paese intero, poi dare la possibilità ai tifosi che vogliono seguire la squadra di organizzare viaggi in gruppo, inoltre, semplificare l’acquisto dei biglietti per il tramite di un delegato del club, dando ai tifosi tutte le informazioni possibili sia per vedere le partite in casa sia per vedere quelle in trasferta. Per non dire, poi, quello di unire persone di varie fasce di età nell’unica”fede” del Napoli e invogliare i propri figli a diventare sostenitori come loro del grande Napoli e già da piccoli far sentire loro “l’emozione del tifoso”.
CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Raffaele Trippaldella Vicepresidente: Francesco Paolo Caccaviello Tesoriere e segretario: Antonino Cangiano Direttore Sportivo: Vincenzo Zarrella Consiglieri: Andrea D’Urzo, Cataldo Gargiulo e Angelo Persico
Associazione Italiana Napoli Club 40 anni di passione negli stadi
Visita il sito dell’Associazione: www.ainc.it • le ultimissime notizie sul Calcio Napoli • come, dove e poter acquistare i biglietti per seguire gli azzurri • informazioni, news e storia dell’associazione • come potersi iscrivere • la rassegna stampa • copia online della rivista “Cuore Azzurro” e degli arretrati
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TUTTI PER UNO
UNA PER TUTTI
La radio più azzurra d’Italia RADIO UFFICIALE
RADIOCRONACA IN DIRETTA ESCLUSIVA DI TUTTE LE PARTITE DEL NAPOLI. INTERVISTE AI PROTAGONISTI AZZURRI. COMMENTI DEI MIGLIORI OPINIONISTI.