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A PAG. 6 CONCORSO RICONOSCITI NELLA FOTO: COME VINCERE UN BIGLIETTO PER ANDARE ALLO STADIO
PERIODICO UFFICIALE DELLÊASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VIII N. 88 - 6 OTTOBRE 2013
A PAG. 21 GIANNI IMPROTA: IL RICORDO DI NINO
A PAG. 29 SETTORE GIOVANILE: PARTENZA CON IL FRENO TIRATO
PAROLA D’ORDINE:
VINCERE!
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GENNAIO VIENI PRESTO Max Bonardi
cricchiolano le certezze del Napoli. Se l’inopinato pareggio col fanalino di coda Sassuolo aveva fatto pensare a un calo di tensione, la sconfitta rimediata martedì sera in Champions con l’Arsenal, la prima della stagione tra campionato e coppa, ha messo a nudo i difetti di questa squadra, finora nascosti da un filotto di risultati positivi, in particolare la vittoria col Borussia Dortmund, anche se in dieci uomini, e che avevano fatto infiammare i tifosi convinti di avere quest’anno una rosa completa per poter competere con chiunque. Invece gli schiaffi dell’Emirates hanno detto tante cose. La prima, che se viene un raffreddore prolungato a Higuain, assente martedì sera, non c’è nessuno in grado di allungare la squadra e gli eventuali sostituti, o mostrano tutta a loro inesperienza o non hanno le caratteristiche tecniche per giocare centravanti nella squadra di Benitez. A centrocampo, un discorso va fatto per Hamsik, che già da tempo sta rifiatando, dopo un inizio al fulmicotone, ma che mostra sempre i limiti di personalità quando si tratta di giocare partite che possono rappresentare una svolta per se stes-
Osservatorio arbitrale
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L’INTERPRETAZIONE 2
Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
pisodi singolari si succedono di domenica in domenica nel campionato italiano. L’ultimo è avvenuto nel turno appena passato all’Azzurri d’Italia di Bergamo. Nella gara Atalanta - Udinese il giocatore Danilo della formazione ospite viene atterrato nettamente da Stendardo, coriaceo difensore orobico. L’arbitro Giacomelli (un emergente), concede giustamente il calcio di rigore. Nessuno protesta, ma passano esattamente 70 secondi e l’assistente di linea Faverani richiama l’attenzione del direttore di gara, invitandolo a rivedere la propria decisione in quanto Danilo, nel momento in cui è partito il pallone non partecipava all’azione, ma sarebbe successivamente nel fulcro del gioco con quello che ci permettiamo coniare come “fuorigioco per induzione”. In sintesi viene segnalata una infrazione (di fuorigioco) in quanto il giocatore (Danilo) da una posizione “passiva” diventa “attiva”, solo perché oggetto e soggetto, della relativa massima punizione. Insomma, siamo come al solito di fronte all’interpretazione dell’interpretazione, e se il fascino del calcio è anche la casistica (infinita) del proprio regolamento, è pur vero che per alcune regole (fuorigioco, fallo di mano), non possono essere le circolari della FIFA a uniformare un’applicazione, ma dovranno essere gli stessi massimi organismi preposti a “demarcare” con chiarezza la punibilità o meno di una determinata fattispecie: il tutto eventualmente anche a danno dello spettacolo, ma che non possa essere certo e solo a danno, di chi deve o tenta di applicare questo spesso estenuante ginepraio normativo. Per concludere non si può negare che allo stato, visti anche i risultati dello scorso campionato, la classe arbitrale italiana stia ritrovando quello smalto e soprattutto apprezzamento che da sempre godeva a livello internazionale e dove probabilmente è proprio il campionato italiano riconosciuto tra i più affascinanti del mondo, a formare indirettamente i nostri direttori di gara che messi nelle condizioni di convivere con i più prestigiosi calciatori del globo, sono sicuramente motivati al raggiungimento di elevate "performance" sia tecniche che atletiche.
so e per la squadra. Lo slovacco all’Emirates Stadium non ha mai trovato la posizione giusta, ha sofferto il pressing asfissiante dell’Arsenal e non ha mai inciso sul match, anzi rispetto alle sue potenzialità sparito proprio dal campo. Un capitolo a parte va scritto per la difesa, vera responsabile del disastro in terra inglese. È vero Albiol era stato in dubbio dalla vigilia, ma le colpe non vanno ascritte al centrale spagnolo, piuttosto ai calciatori che gravitavano tra la fascia e la porzione di area di sinistra. Proprio da lì sono scaturiti entrambi i gol dell’Arsenal, con Britos in balia degli eventi e Zuniga forse troppo distratto dal ricco contratto milionario appena firmato. Dunque i correttivi in chiave di mercato, ma lo si sapeva, vanno apportati proprio in attacco e difesa. Sperando che a fine gennaio non possa esserci un gap difficile da colmare con la concorrenza. E ora con questi dubbi gi azzurri affronteranno un Livorno che verrà al San Paolo con la mente sgombra da preoccupazioni, grazie a una classifica decisamente sontuosa in rapporto alla rosa orobica.
CLASSIFICA DI SERIE A 2013/2014 SQUADRA
AS ROMA NAPOLI JUVENTUS INTER FIORENTINA LAZIO VERONA LIVORNO AC MILAN TORINO CAGLIARI UDINESE ATALANTA PARMA GENOA CATANIA CHIEVO BOLOGNA SAMPDORIA SASSUOLO
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18 16 16 14 11 10 10 8 8 8 7 7 6 6 4 4 4 3 2 2
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
6 5 5 4 3 3 3 2 2 2 1 2 2 1 1 1 1 0 0 0
0 1 1 2 2 1 1 2 2 2 4 1 0 3 1 1 1 3 2 2
0 0 0 0 1 2 2 2 2 2 1 3 4 2 4 4 4 3 4 4
17 14 11 16 13 11 9 8 11 8 8 7 8 8 5 4 5 7 4 4
1 4 4 3 8 10 9 6 10 8 9 8 10 11 10 10 12 16 11 18
7 ª G I O R N A TA
8 ª G I O R N AT A
5 - 6 OTTOBRE 2013 CHIEVO - ATALANTA INTER - AS ROMA PARMA - SASSUOLO BOLOGNA - VERONA CATANIA - GENOA NAPOLI - LIVORNO SAMPDORIA - TORINO UDINESE - CAGLIARI JUVENTUS - MILAN LAZIO - FIORENTINA
19-20 OTTOBRE 2013 CAGLIARI - CATANIA ROMA - NAPOLI MILAN - UDINESE ATALANTA - LAZIO FIORENTINA - JUVENTUS GENOA - CHIEVO LIVORNO - SAMPDORIA SASSUOLO - BOLOGNA VERONA - PARMA TORINO - INTER
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Sede legale: via G. porzio, 4 - ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno VIII - n° 88 - 6 ottobre 2013
Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Luigi Alvino, Sergio Curcio, Paolo del Vaglio, Francesca Fortunato, Giuseppe Gargiulo, Salvatore Longobardi, Attilio Marchionne, Bruno Marra, Marco Martone, Adolfo Mollichelli, Giuseppe Piccolo, Massimo Sparnelli, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 91 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: POLIGRAFICA RUGGIERO s.r.l. Grafica: Tiziana Astarita - Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 3 ottobre 2013 - ore 21,00
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ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
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di Mimmo Carratelli Quanto peserà in campionato la sicurezza persa a Londra contro l’Arsenal? L’assenza di Higuain, infortunato all’Emirates Stadium, non spiega la figuraccia degli azzurri, mai veramente in partita anche quando gli inglesi hanno concesso più palla e spazi. È stato un Napoli mediocre senza il consueto giro-palla, senza ordine, senza attacco (un’ombra Pandev che aveva deciso il match di Genova), senza Hamsik che ha vagato senza idee per il campo, senza Behrami preso in mezzo dalle rapide trame dei londinesi. Molti protagonisti decisamente al di sotto del loro rendimento normale. Prima sconfitta della stagione. L’Europa non è ancora persa e si torna in campionato. C’è il Livorno al San Paolo (neopromosso, ahi come il Sassuolo), ben messo in classifica (8 punti), modulo solido (3-5-2), portiere promettente (Bardi), l’ex azzurro Rinaudo al centro della difesa (30 anni, 1,91), centrocampo di lotta e due agili incursori per il gol, Emeghara e Paulinho, piccoli e scattanti, Emeghara nigeriano con passaporto svizzero (gioca nella nazionale rossocrociata), definito “la mosca atomica”, brasiliano Paulinho. Giocano larghi, vanno tenuti d’occhio. Dirige l’orchestra l’altro brasiliano Emerson, bel portamento, fisico notevole (1,87), con Luci instancabile nel distribuire il gioco e temibile per la “botta” da fuori. Eliminare la delusione di Londra riprendendo tono e convinzione. Quanto saranno stanchi gli azzurri che l’Arsenal ha fatto girare come trottole impazzite? Bisogna trovare una soluzione in attacco per l’assenza precauzionale di Higuain. Meglio cominciare con Duvan Zapata, attaccante di ruolo. Scatterà un altro turn-over? La giornata è favorevole per gli scontri diretti al vertice (Inter-Roma) e gli impegni di rilievo della Juventus (contro il Milan) e della Fiorentina (a Roma contro la Lazio). Il Napoli deve profittarne. Torneremo a rivedere il Napoli di Benitez che aveva fatto tanto sognare? Giropalla, controllo del gioco, iniziativa costante, pressing alto non possono essere finiti all’Emirates Stadium. Nelle peggiori condizioni il Napoli ha incontrato la formazione più forte d’Europa in questo momento. Non illudersi che il Livorno darà strada. Fuori casa segna più che in casa, è una squadra che sa coprirsi e colpire di rimessa con attaccanti veloci. Il Napoli deve molto a Benitez e ora deve restituirgli il sorriso. Basteranno cinque giorni per riconquistare la brillantezza perduta e la migliore condizione fisica? Questa col Livorno può essere una partita a rischio. Al Napoli tocca mettere subito le cose in chiaro, la voglia di vincere, l’intelligenza tattica, la determinazione massima. Andrà ricordato oggi al San Paolo Nino Musella, il golden-boy di Fuorigrotta stroncato da una fine drammatica, giocatore delizioso, di grande classe. Passò però brevemente nel cielo azzurro, cometa di gran luce.
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UN BRUSCO RISVEGLIO!!
un avvio promettente del Napoli arrivano i primi segnali negativi ed è così che dopo l’imbarazzante pareggio con il fanalino di coda Sassuolo giungono dolenti note da Londra nella competizione tanto agognata dal nostro presidente. L’Arsenal è apparso di un livello nettamente superiore, uno squadrone abituato a gareggiare in Europa e che, nello splendido scenario dell’Emirates Stadium, ha coperto il ruolo di prima attrice, annichilendo il gruppo azzurro sotto di due reti dopo soli 15 minuti. Una pratica archiviata senza difficoltà dai Gunners veri e incontrastati protagonisti di una serata londinese che ha visto unicamente come presenza azzurra lo stoico sostegno dei numerosi tifosi presenti – non senza sacrifici – sugli spalti. La differenza sostanziale è che, se in Italia è sufficiente avere un grande reparto offensivo per fare la differenza, in Europa se non hai anche una grande difesa, il confronto diventa improponibile. E se poi viene a mancarti anche Higuain davanti, già insostituibile come peso specifico, diventa davvero difficile uscire indenni dalla moderna arena londinese. Il Napoli infatti non ci riesce e crolla sotto i colpi di un Arsenal brillante, a tratti davvero insuperabile per il calcio che mette in mostra in questo momento, il Napoli è in completa balia dell'avversario, che mostra tutti i perché del suo primato solitario in Premier League, ora ci toccherà puntare alla vittoria col Marsiglia per poter sperare ancora nel superamento del turno. Con il Livorno al San Paolo si devono ritro- 3 vare almeno l’ordine in campo, la determinazione e l’ottimismo che sembra svanito dopo la prima sconfitta del neo Napoli, senza fare drammi e con l’occhio a eventuali rinforzi si deve ripartire. A dir il vero si è troppo enfatizzato il buon momento, l’entusiasmo, non proprio giustificato, ha prodotto paradossalmente l’effetto contrario, squadra spenta e senza mentalità vincente. Siamo soltanto all’inizio rimbocchiamoci le maniche e sotto con la preparazione, l’aspetto fisico è la base del calcio moderno e gli azzurri visti a Londra sono apparsi troppo lontani dagli avversari. Il nostro Napoli non è così, siamo fiduciosi che rialzeremo la testa già contro gli amaranto. Saverio Passaretti (presidente AINC)
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LA SCONFITTA DEL COLLETTIVO Carmine Tascone
iamo tutti delusi dopo la pessima figura rimediata all’Emirates Stadium dal Napoli in Champions contro l’Arsenal. La prima cosa da dire è che gli azzurri hanno incontrato una delle squadre più forti in Europa, già prima in Premer League davanti a formazioni come Chelsea, Tottenham e i due Manchester, United e City. Il periodo di forma dei Gunners è a dir poco meraviglioso (13 partite consecutive vinte tra campionato e coppe varie) dopo lo scivolone alla prima giornata in casa contro l’Aston Villa. E martedì sera mancavano anche pezzi da novanta come Podolski, Santi Cazorla e Walcott. Bravissimi tutti in casa Arsenal, Giroud si è fatto sentire, e come, lì davanti, Sagna ha dato fastidio sulla fascia di competenza e Mertsacker ha comandato nelle retrovie, per non dire di due centrocampisti, Arteta, grande distruttore di gioco, e Ramsey, vero artista dal futuro radioso, e ultimo, ma primo in tutto, il turcotedesco Ozil, pagato 50 milioni di euro, ma che il Real Madrid sta rimpiangendo, e non poco. Il suo gol, piatto sinistro al volo a mezza altezza dai sedici metri ha ricordato l’artista di tutti, il grandissimo nostro amato Diego. Che dire del Napoli? Ha incontrato una squadra molto più forte, gli azzurri non sono mai entrati in partita, tutti insufficienti, a eccezione di Reina autore di un paio di parate prodigiose, Mertens, entrato nel secondo
tempo con buona personalità, per finire con Insigne e Inler, tra i meno peggio della serata londinese. Insomma una squadra senza idee e senza nerbo, un Napoli passivo che ha subito tantissimo, senza una filosofia di gioco, senza cattiveria agonistica. Può succedere, ma è una sconfitta del collettivo. Il Napoli ancora in crescita, ha mostrato poca maturità in diversi elementi della rosa. Non stava bene Albiol, e si è visto, forse un turno di riposo gli avrebbe fatto meglio, non c’era Higuain, vera jattura, e Pandev lo ha fatto rimpiangere, tanto, per non parlare di Britos, inguardabile (ahi, Astori dove sei!). L’Arsenal ha sempre attaccato sulla fascia sinistra del Napoli, considerata da Wenger la più debole. Ora bisognerà vedere le tossine di questa pessima prestazione. Nel calcio una bella vittoria ti carica come è accaduto col Borussia Dortmund, ti fa stare tranquillo, ti fa allenare bene, ti dà entusiasmo. Di contro le sconfitte lasciano i segni, minano le certezze. Tuttavia domenica prossima non ci possono essere alibi. Il Napoli contro il lanciato Livorno deve solo vincere. I toscani non possono essere un ostacolo e un risultato diverso dalla vittoria minerebbe solo le certezze di Benitez e soci. In campo andranno i migliori a disposizione. Alla fine la sconfitta Oltrema- 5 nica può rivelarsi salutare, è stata la prima, ma certamente non sarà l’ultima.
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NAPOLI - LIVORNO N. 1 15 25 3 5 11 21 27 28 33 16 17 18 19 20 7 24 22 13 91 14 9 85 88
Giocatore RAFAEL CABRAL ROBERTO COLOMBO PEPE REINA BRUNO UVINI MIGUEL BRITOS CHRISTIAN MAGGIO FEDERICO FERNÁNDEZ PABLO ARMERO PAOLO CANNAVARO RAÚL ALBIOL GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI JOSÉ CALLEJÓN LORENZO INSIGNE JOSIP RADOSEVIC DAVIDE BARITI DUVÁN ZAPATA DRIES MERTENS GONZALO HIGUAÍN VALON BEHRAMI GOKHAN INLER
Ruolo P P P D D D D D D D C C C A C C A C C A A A C C
Classe 1990 1975 1982 1991 1985 1982 1989 1986 1981 1985 1982 1987 1985 1983 1986 1987 1991 1994 1991 1991 1987 1987 1985 1984
Naz. Presenze A Gol 0 BRA 0 0 ITA 0 6 SPA 0 0 BRA 0 4 URU 1 2 ITA 0 1 ARG 0 3 COL 0 3 ITA 0 5 SPA 0 4 ITA 0 5 SLO 4 4 COL 0 6 MAC 2 5 SVI 1 6 SPA 3 6 ITA 0 2 CRO 0 0 ITA 0 1 COL 0 4 BEL 0 6 ARG 3 4 SVI 0 6 SVI 0
N. 1 2 3 7 9 10 11 14 15 17 19 20 22 23 24 26 27 28 32 33 37 41 77 85
Giocatore Ruolo Classe FRANCESCO BARDI P 1992 CRISTIANO PICCINI D 1992 GIUSEPPE GEMITI D 1981 LUCA BELINGHERI C 1983 SERGIO PAULINHO A 1986 ANDREA LUCI C 1985 ALESSANDRO LAMBRUGHI D 1987 JONNY MENA MOSQUERA C 1991 IBRAHIMA MBAYE D 1994 FEDERICO CECCHERINI D 1992 LEANDRO GRECO C 1986 INNOCENT EMEGHARA A 1989 LUCA ANANIA P 1980 RAMOS EMERSON D 1980 MARCO BENASSI C 1994 LUCA SILIGARDI A 1988 MARCO BIAGIANTI C 1984 PASQUALE SCHIATTARELLA C 1987 TOMMASO BIASCI A 1994 NAHUEL VALENTINI D 1988 GABRIELE ALDEGANI P 1976 ALFRED JOSEPH DUNCAN C 1993 LEANDRO RINAUDO D 1983 ANDREA CODA D 1985
Naz. Presenze A Gol 6 ITA – 1 ITA – 2 GER – 3 ITA – 6 BRA 3 6 ITA 1 3 ITA 0 0 COL 0 4 SEN 0 6 ITA 0 6 ITA 1 5 SVI 1 0 ITA 0 6 BRA 0 0 ITA 0 3 ITA 0 1 ITA 0 6 ITA 0 0 ITA 0 3 ARG 0 0 ITA 0 5 GAN 0 4 ITA 1 5 ITA 0
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IL RACCONTO DELL’EMIRATES Maurizio De Giovanni
he storia ha raccontato la trasferta dell’Emirates ai tifosi del Napoli? Certo diversa da quella che avrebbero voluto; non una di quelle favole che ti fanno addormentare col sorriso sulle labbra, di quelle che finiscono con “…e vissero tutti felici e contenti”, no. Più simile a un horror, direi. Più simile a uno di quegli incubi che ti fanno svegliare seduto sul letto, col cuore in gola e felice di ritrovarsi in un’altra realtà. Non è stato il fatto di perdere la partita, anche se alzi la mano chi, tra i cuori azzurri, dopo la squillante vittoria casalinga col Dortmund non aveva sperato in un’altra impresa, anche in un pareggio. Perdere ci sta eccome, contro un rullo compressore che sta scandendo il ritmo del campionato più importante e livellato in alto d’Europa e forse del mondo; la squadra di prima fascia del nostro girone contro quella di quarta fascia, anche se sappiamo bene che il valore degli azzurri è ben maggiore della media delle compagini inserite in questa categoria. Perdere ci sta. Il modo in cui si è perso, invece, è inaccettabile. Presentarsi molli e insicuri, non mettere (a eccezione forse di Behrami, Reina e Mertens quando è subentrato) forza, cuore e passione nel gioco, chiudere di fatto l’incontro dopo meno di un quarto d’ora è grave. Gravissimo. Il modulo era lo stesso, gli interpreti quasi gli stessi, la condizione psicofisica per forza la stessa di Genova, l’ultima vittoria fuori casa. Purtroppo quella che è venuta a galla a Londra, piuttosto impie-
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tosamente, è l’evidenza di una carenza dell’organico che, sul piano tecnico, non è ignorabile. Parliamoci chiaro: una squadra con ambizioni importanti, che per il Napoli possono concretizzarsi nel lottare per il titolo fino alla fine del torneo e di guadagnare la qualificazione in Champions, non può permettersi il balbettante e impreciso Britos tra i titolari, né Fernandez e Cannavaro come alternative; non può pensare di sostituire Higuain con Pandev, che non è in grado di trattenere palla per far salire la squadra né di pressare adeguatamente i difensori che impostano l’azione, o con Zapata, un ragazzo che non sa nemmeno dove si trova e con chi sta giocando. L’Emirates ha detto questo, e lo ha detto senza equivoci. Ha affermato che quando si impone il gioco va tutto bene, ma che quando si subisce, se non si tiene palla nell’altra metà campo e la difesa fa acqua da un lato c’è poco da fare. Molto poco. Nulla è perduto, sia chiaro: abbiamo più punti della celebratissima Juve in Champions, e gli stessi in campionato. Ma se si vuole portare fino alla fine il sogno, a gennaio la rosa va completata almeno in quei due comparti, altrimenti squalifiche, cali di forma e piccoli infortuni fisiologici faranno la differenza in negativo. E sarebbe un gran peccato doversi svegliare di soprassalto, alla fine del sogno.
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NAPOLI MENO PATHOS, MA SI CRESCE ANCHE COSÌ Fabrizio Piccolo
utto s’è detto e scritto sulla grande differenza tra il Napoli di quest’anno e quello cui eravamo abituati nell’era mazzarriana ma c’era ancora qualcosa che mi sfuggiva. Va bene il cambio di modulo, gli innovativi metodi di allenamento, i riposi infrasettimanali quando meno te l’aspetti. Va bene la differenza sostanziale tra il savoir faire di Benitez e il grugno del Maz, ma c’è anche un altro aspetto – forte, netto, importante – che questi mesi spagnoleggianti hanno messo in risalto. Eccola la vera differenza: manca quel pathos che era diventato il marchio di fabbrica del vecchio Napoli. Ha fatto posto a una consapevolezza differente, a una maturità da saggi. Magari c’è chi lo rimpiange, perché il Napoli adrenalinico, quello delle rimonte da infarto, quello dei gol impossibili, quello della giacca del Maz che vola via come a dare il segnale “scatenate l’inferno”, non c’è più. Ma non c’è più neanche il Napoli della grande paura, quello che a volte ha chinato il capo senza reagire, quello che non ti dava l’impressione certe volte di poterla svoltare la partita. Pathos ascendente e pathos discendente, tutto spazzato via dalla scopa-Benitez. Oggi il Napoli anche quando gioca così e così come col Sassuolo, non ha paura mai. E non perde la testa. Un equilibrio che se verrà innaffiato con cura, porterà a risultati importanti. Be-
nitez l’ha ripetuto spesso: “Non è una corsa di un giorno, ma un torneo a tappe e i conti si fanno alla fine”. Insomma non serve un giorno da leone, men che mai 100 da pecora, e – citando Troisi – neanche 50 da orsacchiotti. Occorre una linea retta puntata verso l’alto, una crescita “sin prisa ma sin pausa” verso un traguardo che necessita all’occorrenza il risparmio di energie. Dovrà imparare ancor meglio proprio questo aspetto il Napoli: con Milan e Genoa ha mosso i primi passi in tal senso: quando sarà capace di mettere le partite in ghiaccio senza sprecare oltre il lecito avrà fatto un altro passo avanti. Oggi contro il Livorno servirà proprio questo: un Napoli che sappia mettere subito la museruola all’avversario e che sappia vincere senza strafare. Si cresce anche così, dosandosi con prudenza senza compromettere i risultati. Il vecchio Napoli spendeva mille per raccogliere 100, questo sta imparando a invertire i fattori. Calcolatore? Forse, ma solo fino a un certo punto perché la vocazione offensiva della squadra resta e non si cancella: non sarà Benitez a mettere il freno a mano ai suoi campioni, ma se c’è da imparare cinismo ben vengano le lezioni di don Rafaè. E se c’è meno pathos pazienza, magari alla fine ci saranno più punti.
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NAPOLI - SASSUOLO 1-1
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L’ANNOSA QUESTIONE STADIO
lla fine è arrivato questo tanto atteso e sospirato accordo tra il Napoli e Juan Camilo Zuniga. Il fatidico sì che tutti i tifosi aspettavano. Un rinnovo dovuto e voluto da ambo le parti e palesato anche nel famoso "saltello" estivo al coro di chi non salta è juventino. L'accordo prevede un contratto quinquennale con un ingaggio da 4 milioni di euro a stagione ma soprattutto una clausola rescissoria da ben 35 milioni di euro da far presupporre la volontà del giocatore, ma in primis della società, di trattenere il colombiano fino alla fine della sua carriera o quasi. Un calciatore duttile capace di ricoprire più ruoli migliorandosi tecnicamente sempre di più stagione dopo stagio-
Domenico Sabatino
Uno stadio colabrodo, pericolosissimo, poco sicuro e non all’altezza del Napoli. È una vergogna assistere allo stato di abbandono in cui versa il San Paolo, telecamere di sorveglianza che funzionano a singhiozzo e che prima della partita vengono rese inutilizzabili con spray di vernice, scarsa sicurezza, infatti alcuni malintenzionati accedono allo stadio tramite cunicoli sotterranei introducendo spranghe, mazze, bombe carte e altri armamentari pericolosi atti a ledere l’incolumità dei veri tifosi, oltre all’immagine del pubblico napoletano. Le tribune fatiscenti, in particolar modo la Posillipo, praticamente scomodissima e spesso pur muniti di regolare biglietto, la si trova occupata da persone che da altre tribune vengono fatti accomodare dagli steward, anche non avendone diritto. Le uscite di sicurezza sono spesso non praticabili perché occupate da spettatori occasionali. Non ultimo il problema parcheggio, oltre a essere non sufficiente è anche insicuro, spesso durante la partita, le auto vengono rubate o chi è più fortunato la ritrova saccheggiata. Praticamente una situazione insostenibile, una proposta veloce potrebbe essere quella di una riqualificazione seria dello stadio eliminando in primis la pista di atletica, oppure una più onerosa che sarebbe quelle di costruire uno stadio nuovo al posto di quello esistente con un parcheggio sotterraneo, dotato di tutti i più avanzati sistemi di sicurezza nonché di uno shop dove poter acquistare gadget della Società Calcio Napoli. Il San Paolo è l’unico stadio di Champions League
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ALTRO SCHERZETTO ALLA JUVE Mario Passaretti
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ne. Di conseguenza sono svaniti i sogni della Juve di portarlo in bianconero. L'ennesimo scherzetto fatto da De Laurentiis alla "vecchia signora" dopo che avevano accarezzato il sogno di portare alla corte di Conte, un grande top player come Gonzalo Higuain. Un bomber di razza con grande esperienza internazionale che non ha esitato a vestire la maglia di una squadra la cui storia è stata segnata dal suo connazionale e idolo dei veri intenditori di calcio, Diego Armando Maradona, le cui gesta rimarranno sempre impresse nel cuore e nella mente dei tifosi napoletani e stimolo per Higuain, più che mai deciso a eguagliarle.
d’Europa che non ha il tabellone elettronico. Il Calcio Napoli, che in tre anni ha raggiunto obiettivi importanti, meriterebbe
uno stadio all’altezza delle squadre più importanti e prestigiose d’Europa. E proprio sulla questione stadio negli ultimi giorni si sono confrontati il presidente Aurelio De Laurentiis e il sindaco Luigi de Magistris, con il primo che s mostra disposto a rilevare l’impianto. Che fosse la volta buona?
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ROSA ANCORA INCOMPLETA Adolfo Mollichelli
Direte: meno male che c'è il Livorno, così dimentichiamo le sberle di Londra. In parte il ragionamento fila. Ma è pur vero che le cannonate dei Gunners hanno prodotto macerie. Perché hanno messo a nudo quanto vado sostenendo da tempo e a maggior ragione a campagna acquisti conclusa. Anche nella sfolgorante ouverture azzurra, sia in Italia che in Europa, avevo intravisto, ascoltato note dolenti: la mancanza di un altro difensore di statura europea (magari duttile nell’impiego), l’assenza di un centrocampista che sappia prendere per mano la squadra nei momenti topici e che sappia dettare i tempi di gioco, la necessità di un valido sostituto di Higuain, unica punta centrale di valore assoluto. Queste manchevolezze nella rosa hanno prodotto sia il mezzo scivolone con il Sassuolo che il… fumo di Londra. Ora ci si rituffa nelle storie ordinarie di casa nostra. E il turno sembrerebbe propizio per tornare in vetta se la Roma capolista (una squadra rinata grazie alla bravura di Garcia) dovesse fermarsi al Meazza. Pensate un po’: Mazzarri che "porta" il Napoli in vetta, non allenandolo naturalmente... E poi si potrebbe allungare anche sulla Juve che deve vedersela col Milan. Sarebbe deleterio far ricorso a un turnover “importante” considerando una pura formalità il match con il Livorno che gio-
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cherà la sua partita in tranquillità di spirito grazie a una classifica decisamente tonificante. E attenzione a Paulinho, un recente passato nel Sorrento, che è attaccante rapido che vede bene la porta. Credo che possa essere la partita di Higuain. L’attaccante argentino - fuori in Champions per infortunio avrà gran desiderio di ritrovare la via del gol. Per se stesso e per la squadra che in zona gol non può fare a meno del bomber venuto da Madrid. E questo si è ben capito nella nebbia (stavolta metaforica) di Londra.
INNO CHAMPIONS SENZA UBRIACATURE Marco Martone
l Napoli che ha lasciato punti e un briciolo di dignità sul campo dell’Arsenal, martedì scorso, è chiamato a un’immediata reazione contro il Livorno in campionato. La due sberle rimediate contro i Gunners dovranno essere lo stimolo per la truppa di Benitez, ridimensionata nelle aspettative, più che nelle ambizioni, che restano quelle di una formazione che vuole fare grandi cose nel corso della stagione. Certo i primi venti minuti visti a Londra lasciano l’amaro in bocca e offrono il fianco a una serie di riflessioni. La prima cosa che balza agli occhi è, purtroppo, l’inadeguatezza del reparto difensivo a certi livelli. Quando sale la qualità degli attaccanti avversari e si abbassa quella dei difensori (è accaduto anche contro Zaza del Sassuolo), diventa un problema serio opporre resistenza e nessuno tra Britos, Cannavaro e Fernandez è il top player di cui il reparto aveva bisogno, assieme ad Albiol, per fare il salto di qualità. Non ce ne vogliano i diretti interessati ma, per un motivo o per un altro, vuoi mancanza di esperienza internazionale, vuoi per caratteristiche fisiche, vuoi per limiti tecnici, i tre centrali a disposizione di Benitez rappresentano di volta in volta il punto debole della squadra, mai all’altezza di un attacco devastante, quando c’è Higuain in campo e di un centrocampo comunque competitivo, sempre che Hamsik, sia ben inteso, si decida a giocare tutte le partite, anche quelle cosiddette ”di cartello”. Si doveva intervenire in sede di
mercato, questo è evidente, ma la società ha deciso, una volta saltate le trattative per gli obiettivi principali (vedi Astori, Rami, Gonalons e J. Martinez), di puntare su giovani speranze (Zapata e Radosevic) e promesse mai mantenute (Fernandez). Non resta che tenere botta fino a gennaio, sperando di fare più strada possibile in Europa e soprattutto non perdendo punti preziosi in campionato, dove la concorrenza è massiccia per svariati motivi. La Roma e l’Inter non hanno le coppe, circostanza che le favorirà nel tempo. I capitolini, soprattutto, sembrano baciati da un benessere insperato e vanno come un treno, pur avendo incontrato finora squadre di livello non eccelso (vedi il derelitto Bologna, che ha rimediato cinque gol all’Olimpico), poi c’è la Juventus, forte, esperta e che a quanto pare anche quest’anno può contare sulla “spinta” benevola della classe arbitrale, che “scientificamente” mette una toppa non appena si intravede una falla nel non più perfetto meccanismo di Antonio Conte. Attenzione quindi a rialzare subito la testa, a cominciare dalla partita con il Livorno, maledettamente difficile perché i toscani stanno giocando un buon calcio, hanno in Paulinho un attaccante che avrebbe fatto comodo anche al Napoli, come punta di scorta e perché il pareggio conquistato dal Sassuolo al San Paolo ha dato agli altri la convinzione che da queste parti si può anche osare.
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E’ UN MIRAGGIO, IL SAN PAOLO APRE DI POMERIGGIO! Tresette e “marenna” come negli anni ‘80, torna la liturgia della Domenica Santa Bruno Marra
oi non ci crederete ma domenica 6 ottobre assisterete a uno spettacolo più unico che raro: il Napoli che gioca di pomeriggio al San Paolo. È la prima volta in questa stagione che vedremo il pallone sotto il sole di Fuorigrotta. Ed è anche l’ultima volta che il Napoli giocherà alle 15 nel nostro stadio fino alla fine del 2013. E se la notizia non scuote le nuove generazioni, abituate ormai a un calcio che scambia la notte per il giorno, a noi figli degli anni ‘80 fa un effetto magico e nostalgico. Una volta si giocava solo la domenica, giorno santificato alla passione. Oggi la regola è diventata eccezione. Noi la domenica pomeriggio, ci abbiamo urlato, gioito, sofferto, goduto. Il pallone lo abbiamo conosciuto, maledetto e benedetto. E di domenica ci abbiamo vinto lo scudetto. Proprio nel giorno che Dio decise si dovesse riposare, Diego pensò che era giunto il momento di sognare… IL SUO NOME È SANTA ROSA – Per noi la domenica santa cominciava sin dal mattino. Ed era una vera e propria liturgia. Andavo con mio padre allo Chalet Azzurro di Mergellina e poi di ritorno passavo per Fuorigrotta, tappa obbligata per respirare l’aria della partita, vedere le bancarelle in festa, sentire l’entusiasmo della gente. E per comprare le sfogliatelle. Che in realtà erano sfogliatelle elaborate, più grandi e ripiene di crema: si chiamavano Santa Rosa. Una delizia sopra ogni cosa. Ma non si dovevano neppure toccare prima della partita. Erano una specie di obolo da consumare sull’altare solo dopo il sacro rito domenicale. Tanto è vero che il gusto della Santa Rosa non dipendeva dalla qualità dell’impasto o dalla crema, ma semplicemente dal Napoli che vinceva. Se il Napoli perdeva, Santa Rosa era una bestemmia, e si mangiava solo pane e veleno. In verità un paio di volte provai a proporre a casa una soluzione alternativa: “ma a scanso di equivoci, pecchè nun c’a mangiammo primm sta Santa Rosa?”. Mio padre mi incenerì col suo silenzio, e capii che la mia richiesta suonava come un sacrilegio… MEZZOGIORNO DI CUOCO – I più “malati” allo stadio ci andavano a mezzogiorno, massimo all’una, quando si faceva tardi.
Era una spedizione scientifica con tanto di armamentario al seguito. Thermos, bottiglia di vino, libagioni variegate, sigarette, sciarpette e carte po’ tressette! Oggi i più raffinati lo chiamerebbero beauty case ludo-gastronomico dalle nuance ruspanti. Una volta si chiamava semplicemente: mappatella. In cui c’era il culto assoluto della mitica “Marenna”. Solitamente il must era: palatone con polpette e salsa che “scorre” come se piovesse. Con alcune varianti sul tema: melenzane a “fungetiell” o peperoni int’ a tiella. Che solitamente erano: “ ‘a guerra!”. Al tempo non esisteva il fantacalcio, in Curva conoscevano solo i giocatori nostri, gli altri: “nun so’ nisciun!”. E se girava male: “cacciano a scienza sul contro a nuje”. I calciatori erano numerati dall’1 all’11, senza nomi sulla schiena, ma impressi nel nostro cuore. Per noi il 4-4-2 o il 4-3-3 al massimo erano i punti della scopa. E se a qualcuno durante la partita gli veniva lo schiribizzo di disquisire su argomentazioni tecniche, c’era sempre quello dietro che si alzava impetuoso: “cumparièèèè a nuje sta tattica nun ci interessa, basta cha schiattamm o pallone dint’a rezza!”. Filosofia e saggezza. Così, alla fine quando le cose andavano bene, era festa. E dopo la Santa Rosa (santa subito) il lunedì non si andava manco a scuola. Ma se le cose andavano male, mio padre diventava improvvisamente ambasciatore ONU (organizzazione napoletani uniti) e si faceva portavoce dell’esclamazione che accomunava 19 in un solo urlo tutto il nostro mondo: “wa’, domani è lunnerì, e che mazzata nfront!”. Adesso si gioca pure il lunedì e in tutti gli altri giorni, a tutte le ore, senza più religione. Nun se capisce cchiù niente. Invece quella era la domenica della brava gente. E allora per una volta godiamoci ancora il San Paolo sotto al sole illuminato a giorno! “Marenna” e tressette torneranno a trionfare su evoluzione mediatica e diritti tv. Accomodatevi! Il Napoli di pomeriggio ‘o verimm mo e nunn’o verimm cchiù”!
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IL RICORDO DI NINO. Gianni Improta
iao Nino, sono ancora incredulo, non mi capacito, vado indietro nel tempo e ti rivedo giovane debuttante in prima Squadra nel nostro amato Napoli. Fui io a cederti il posto sul finire dell’anno calcistico 1979/80. Mi inorgoglisco solo al pensiero di averti potuto aprire la porta del palcoscenico della seria A. Caro Nino, dimmi che è uno scherzo, come usavamo sempre fare. Siamo nati nello stesso giorno, con qualche anno di differenza, il 22 gennaio, festeggiavamo i nostri compleanni insieme, sia a Napoli, come compagni di squadra, sia
a Catanzaro, tu come calciatore, io come direttore. È molto dura per noi mandare giù questo triste boccone che il destino ci ha riservato. Sono molto dispiaciuto, anche perché, tante cose ci accomunavano, non solo le squadre dove abbiamo militato, Napoli, Catanzaro e Juve Stabia sia pure con ruoli diversi, ma il rispetto e la stima che con simpatia reciproca avevamo. Ciao Nino Gianni Improta.
L’Associazione Italiana Napoli Club, in persona del presidente Saverio Passaretti e tutta la redazione del periodico Cuore Azzurro, sono vicini alla famiglia di Gaetano Musella, indimenticato campione del Calcio Napoli, scomparso prematuramente e strappato ai suoi cari in così tragiche circostanze. Il presidente.
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IL TRISTE EPILOGO DI UNO SCUGNIZZO Giuseppe Piccolo (vicepresidente AINC)
ntristisce non poco l’infausto destino dell’ex calciatore del Napoli Gaetano Musella, trovato cadavere lunedì scorso nel savonese in una pineta a monte di una scogliera, morto per un infarto fulminante. Ha giocato nel Napoli di Krol e Marchesi, aveva 53 anni napoletano doc e si era avvicinato giovanissimo al calcio effettuando la trafila nelle giovanili. Il suo debutto in serie A con la maglia azzurra, appena diciottenne, nella stagione 77-78, nel campionato successivo fu mandato in prestito al Padova, dove giocò 23 partite segnando 8 gol. Attaccante di piede destro, era un calciatore dotato di estro, fantasia, velocità e purissima tecnica di base, tutte doti che metteva maggiormente in evidenza quando veniva schierato sul fronte destro dell'attacco. Tornato a Napoli l'anno successivo, nella rosa di una squadra che contava tra i suoi campioni Ruud Krol e Giuseppe Damiani ed era allenata da Rino Marchesi, giocò con la maglia azzurra per tre stagioni consecutive, totalizzando complessiva-
mente 67 presenze e segnando 13 gol. Gli anni migliori furono per lui gli ultimi due vissuti a Napoli, con la squadra che arrivò terza e poi quarta in classifica e disputò anche la Coppa Uefa. La sua fine prematura lascia sgomenti, alla famiglia di Gaetano vanno i saluti commossi dei nostri club e di tutti gli sportivi napoletani che conservano nel cuore la spontaneità e la simpatia che lo caratterizzavano.nell’occhio. Ciao Gaetano!
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NAPOLI - BORUSSIA 2-1
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ARSENAL - NAPOLI 2-0
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nile Settore giova
PARTENZA COL FRENO TIRATO Attilio Marchionne
rimo appuntamento con l’osservatorio sul settore giovanile azzurro che complice qualche problema extracalcistico non è partito proprio a tutta. Tuttavia ricordando quanto successo lo scorso anno con le tre formazioni nazionali che filavano alla grande e che poi nel moment clou si sono fermate speriamo che in questa stagione succeda l’inverso. Col Mondiale under 17 alle porte, il via il 17 otPRIMAVERA tobre negli Emirati Arabi e due azzurri convocati, Tutino e Romano, si può fare un minibilancio di questo inizio di stagione che ha visto i ragazzi di Saurini avere una partenza col freno tirato in campionato e un rendimento altalenante nella Youth League, vera Champions dei giovani. L’ultimo risultato, il 4-1 rimediato in Inghilterra con l’Arsenal ora capolista con 6 punti, non deve far dimenticare il successo nel primo turno in casa col Borussia Dortmund che l’altro ieri si è rifatto a spese del Marsiglia (5-2). Dicevamo che la pausa arriva al momento giusto. Il Napoli, rinnovato in larga parte della sua rosa, è partito malissimo. Finora in cinque partite ha collezionato due vittorie, due pareggi e una sconfitta nettissima (5-1) alla prima giornata con la Lazio. È settimo in classifica staccato già di 6 punti dalla Roma capolista.
28 In attesa della sosta in programma tra quindici
giorni, il Napoli Allievi di Mazzella affronta nel prossimo weekend il Bari in trasferta. Per gli azzurri finora, complice l’infezione intestinale che ha decimato in alcune gare il gruppo, è un campionato da centro classifica, ma è sicuramente prematuro fare previsioni. Il ruolino recita così: due vittorie, una netta sconfitta casalinga con la Roma, seconda in classifica e una gara da recuperare, rimandata proprio per i noti fatti medici. In classifica azzurri quinti a pari merito con Latina e Fiorentina, ma con una gara da recuperare. Nell’ultimo turno le reti di Selva e Negro hanno consentito al Napoli di prevalere sui cugini della Juve Stabia. Domenica l’impegno col Bari in Puglia non pare sulla carta difficile.
GIOVANISSIMI NAZIONALI
ALLIEVI NAZIONALI
Il discorso fatto per la formazione Allievi va riproposto anche per i Giovanissimi che domenica affrontano la Reggina in trasferta vantando una posizione di centro classifica, ma anch’essi con un turno da recuperare per la nota forma influenzale che ha colpito la squadra e che non ha permesso la disputa del match in trasferta col Palermo che presto sarà recuperato. L’ultimo turno ha visto i ragazzi di Liguori impattare con la Salernitana con la quale il Napoli condivide il secondo posto. La classifica è cortissima e un’eventuale vittoria nel recupero col Palermo potrebbe lanciare gli azzurrini al primo posto. Ma è troppo presto per fare previsioni. Al comando ci sono due squadre per ogni regione siciliana, (Palermo e Trapani), calabrese (Reggina e Catanzaro) e campane (Paganese e Nocerina).
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2012 40 anni di passione negli stadi VOTA IL MIGLIORE Fai la tua pagella, vota il migliore SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK O SU WWW.AINC.IT Roberto Colombo Cabral Barbosa Rafael José Manuel Paez Reina Miguel Angel Britos Paolo Cannavaro Federico Fernandez Tortajada Raul Albiol Bruno Bortolanca Uvini Pablo Estifer Armero Davide Bariti Valon Behrami Blerim Dzemaili Marek Hamsik Gokhan Inler Christian Maggio Giandomenico Mesto Josip Radosevic Juan Camilo Mosquera Zuniga José Maria Bueno Callejon Gonzalo Gerardo Higuain Lorenzo Insigne Dries Mertens Goran Pandev Duvan Estevan Banguera Zapata
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Tenta la fortuna con noi...
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RUBRICA SCOMMESSE
Inter – Roma
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a 3,50
Inter – Roma
gol
a 1,53
Catania – Genoa
x
a 3,25
Napoli – Livorno
over
2,5 a 1,65
Lazio – Fiorentina
1-2
a 1,30
Sampdoria – Torino
x
a 3,10
Chievo – Atalanta
1
a 1,30
Juventus – Milan
x
a 2,27
Importo scommesso 10 euro Vincita potenziale 177,64
Importo scommesso 10 euro Vincita potenziale 192,24
31
x
Bologna- Verona Catania – Genoa
a 3,30
under 2,5 a 1,78
Parma – Sassuolo
x
a 3,90
Sampdoria – Torino
x
a 3,10
Udinese – Cagliari
1-x
a 1,23
Udinese – Cagliari
x
a 3,40
Parma – Sassuolo
1
a 1,62
Bologna- Verona
2
a 3,30
Importo scommesso 10 euro Vincita potenziale 117,04
Importo scommesso 10 euro Vincita potenziale 1356,50
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