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Magazine
COPIA OMAGGIO
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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VIII N. 91 - 23 NOVEMBRE 2013
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A PAG. 8 TIFO IN...PARLAMENTO A PAG. 23 CULTURA CALCISTICA O ELOGIO DELLA FURBIZIA?
IL PEPE PER DORTMUND
A PAG. 29 SETTORE GIOVANILE
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23 NOVEMBRE 2013
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DA CASSANO AL BORUSSIA Max Bonardi
arma e Borussia Dortmund sono i primi due match importanti di un ciclo di ferro che da qui al 6 gennaio dirà molto su quelle che sono le chances del Napoli in que sta stagione. Si comincia sabato in casa col Parma e il Napoli deve dare un segnale importante per dimostrare che la pesante sconfitta subita a Torino è solo uno sbiadito amaro ricordo. Coi gialloblù non si può fallire, non incamerare i tre punti metterebbe in difficoltà sul piano psicologico la squadra e creerebbe malumori nell’ambiente partenopeo, soprattutto in vista del match decisivo di martedì sera in casa del Borussia, scontro che potrebbe in un senso o nell’altro determinare il futuro cammino in Champions. Contro Cassano e compagni non si possono fare calcoli, non è il momento di fare turnover, la posta in palio è troppo importante. In campo dovrà scendere la migliore formazione, sperando che gli impegni con le varie nazionali, tra fatica, aerei e fuso orario, non abbiano indebolito alcuni elementi della pattuglia azzurra. Tra gli altri saranno due gli elementi azzurri più sotto osserva-
Osservatorio arbitrale
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zione, sia pure per ragioni diverse. Da una parte Higuain, a secco in campionato dalla nona giornata, quando sia pure su rigore, siglò la prima doppietta nel torneo nostrano, ma che in Champions contro il Marsiglia ha dato segnali di crescita, dall’altro Insigne, tanto complimentato dopo il match di Torino, dove ha cercato più volte il gol, mostrando un egoismo poco funzionale alla squadra. Ecco, proprio questa ricerca eccessiva del primo gol dell’anno in campionato non deve andare a scapito di tutto il gruppo. Si spera che Lorenzo abbia capito la lezione. Una volta chiuso il libro Parma, possibilmente con un rotondo successo, si aprirà la pratica Borussia e in Germania il Napoli dovrà dimostrare di aver fatto tesoro delle lezioni di Londra, Roma e Torino. Il piglio nel match coi giallo neri dovrà essere da grandissima squadra, Benitez dovrà riuscire a trasmettere ai suoi tutta l’esperienza maturata in tanti anni di vittorie in Europa. I tifosi aspettano una grandissima prova e i biglietti andati a ruba dimostrano, ma non ce n’era bisogno, una fiducia e un attaccamento ai colori davvero commovente. Sarebbe un delitto deluderli.
CLASSIFICA DI SERIE A 2013/2014 SQUADRA
LA TORRE SCRICCHIOLA Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
’ del cantico di Salomone la prima recensione della "Torre Eburnea" o "Torre d'Avorio", da dove poi è nato il modo di dire di una moltitudine di persone o classe sociale, che lontana dai sentimenti del vivere comune, si chiude in modo elitario nel proprio mondo, e nelle proprie idee. Ebbene è il caso di dire, incredibile ma vero, che il maggior Organo delle Federazioni Calcistiche Mondiali (la FIFA), per il tramite del proprio Responsabile delle designazioni arbitrali, l’ex internazionale Busacca, sembrano essere “usciti", anche se forse solo in questo episodio, proprio da quella Torre d'Avorio" spesso impenetrabile, che da sempre ne caratterizza l’universo arbitrale. Insomma Busacca, ha ammesso che l’arbitro Imatov, durante la ben nota partita Italia- Brasile della Confederation Cup della scorsa estate, ha commesso, udite, udite, nientemeno che un errore tecnico. L’episodio si riferisce al gol di Chiellini, che pur con l’Italia in svantaggio, in qualche modo riapriva la partita, e che andava obbligatoriamente annullato. Nell’occasione l’arbitro aveva, pur fischiando, lasciato continuare il gioco perché di lì a una frazione di tempo, era intervenuto Chiellini, che poi aveva realizzato. Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio errore di natura tecnica, e verso il quale non esiste alcuna scusante da parte del direttore di gara, circa una presunta applicabilità della norma del vantaggio. Concludiamo dicendo che uscendo dalla "Torre", pur senza farci grandi illusioni, si è fatto un primo passo verso un inizio di democratizzazione" da parte del mondo arbitrale, che come ben noto, da sempre è chiuso nel proprio alveo, e gestito a livello mondiale da anni, sempre dalle stesse componenti. Un’altra speranza a questo punto appare quanto meno doverosa: quella cioè di aggrapparsi al fatto che a qualcuno, anche se non a breve, gli possa essere concesso finalmente di "cadere" sempre da questa stessa "Torre".
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SABATO 30 NOVEMBRE PARMA - BOLOGNA GENOA - TORINO DOMENICA 01 DICEMBRE CATANIA - MILAN CHIEVO - LIVORNO ATALANTA - ROMA INTER - SAMPDORIA CAGLIARI - SASSUOLO JUVENTUS - UDINESE LUNEDI’ 02 DICEMBRE FIORENTINA - VERONA LAZIO - NAPOLI
VENERDI’ 06 DICEMBRE BOLOGNA - JUVENTUS SABATO 07 DICEMBRE LIVORNO - MILAN NAPOLI - UDINESE DOMENICA 08 DICEMBRE ROMA - FIORENTINA SASSUOLO - CHIEVO VERONA - ATALANTA SAMPDORIA - CATANIA CAGLIARI - GENOA TORINO - LAZIO INTER - PARMA
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23 NOVEMBRE 2013
Sede legale: via G. Porzio, 4 - ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno VIII - n° 91 - 23 novembre 2013
Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Daniele Acampa, Valerio Ceva Grimaldi, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Attilio Marchionne, Bruno Marra, Marco Martone, Fabrizio Piccolo, Giuseppe Piccolo, Riccardo Sorrentino, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 91 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: POLIGRAFICA RUGGIERO s.r.l. Grafica: Tiziana Astarita - Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 21 novembre 2013 - ore 14,00
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di Mimmo Carratelli Napoli-Parma stasera e, tre giorni dopo, BorussiaNapoli, tanto per gradire. Ripresa a spron battuto. Se non è una svolta, poco ci manca. Metabolizzata la sconfitta di Torino, c’è da ricostruire lo spirito del Napoli di Benitez. Mai più begli addormentati nel bosco e sottomissione come nel primo tempo contro la Juventus. Torniamo al sogno di una squadra bella e coraggiosa. Higuain si è salvato da un brutto infortunio a New Jersey, Rafa sprona Hamsik (in palla nelle amichevoli con la sua nazionale) a fare almeno 15 gol, Callejon e Mertens avranno ricaricato le pile e Insigne vuole la fascia dove il suo giochino a rientrare è stata l’unica arma contro Buffon. Alè. Il Parma sarà tosto nonostante un punto preso nelle ultime tre partite e, fuori casa, ha fatto due cilecche consecutive (nessuna vittoria in trasferta). Ma ci vorrà un Napoli al massimo dei giri per evitare sorprese. Il campionato è tutto da giocare senza perdere di vista la Roma e col fiato sul collo alla Juventus. Dopo le soste, la ripresa è sempre un’incognita. Ci vogliono una scossa e una riscossa per credere ancora nel “progetto bello” di Rafa Benitez, mentre fioccano i nomi del potenziamento a gennaio, il solito difensore per attrezzare al meglio il reparto arretrato e un mediano di fosforo. Quest’ultima prospettiva dovrebbe caricare Inler dimostrando che il ruolo è suo, che riprenderà la maschera di leone e sveltirà il passo e il “servizio” senza giravolte perditempo. Ci aspettiamo un Napoli arrembante col giro-palla giudizioso ma sollecito e le verticalizzazioni micidiali. La difesa del Parma è la quinta peggior difesa del campionato, ma prende meno gol in trasferta che in casa. Rivedremo vecchi amici, Gargano e Santacroce. Tre anni dopo il suo passaggio sulla panchina azzurra, Donadoni torna ancora da “nemico”. Non l’ha mai spuntata da ex contro il Napoli: quattro sconfitte (una col Cagliari, tre col Parma). Si affiderà alle qualità del centrocampo (Marchionni, Parolo, Gobbi e Biabiany freccia a destra) e al genio di Cassano per sognare il colpaccio al San Paolo, nella batteria del tiro Amauri e Palladino, più temibile Nicolino Sansone col vizietto del gol alle “grandi”. Il Napoli ha già ceduto due punti al San Paolo (Sassuolo) e non è il caso di avere altri cedimenti. La trasferta in Germania non deve togliere concentrazione al match col Parma. Vincere stasera per andare caricati e sicuri a Dortmund. Vogliamo rivedere il Napoli delle prime giornate, la squadra padrona del gioco e del campo, e un ritorno scoppiettante al gol. Le premesse ci sono se la sosta non è stata camomilla allentando il ritmo.
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IL RITORNO DI MAREK!
li azzurri ripartono in campionato contro il Parma, dopo la deludente sconfitta sofferta a Torino, uno stop prevedibile ma che ha denotato in un attimo tutta la fragilità di una squadra che non si esprime come vorrebbe proprio negli appuntamenti fondamentali. Un brutto risveglio per i tifosi che speravano in una partita gagliarda, giocata a pieno ritmo con tutte le energie disponibili, ma per contro, hanno assistito a una vera disfatta, un 3 a 0 privo di qualsiasi attenuante. Ogni reparto ha giocato quasi in modo autonomo, poca partecipazione collettiva nelle azioni sia in impostazione che in difesa, troppo isolato Higuain chiuso sistematicamente dalla difesa bianconera, il solo Insigne ha cercato qualche soluzione, ma pur plaudendo alla sua volontà, non si giustifica il suo estremo individualismo. Il buon Benitez dovrà studiare a lungo la ricerca di soluzioni adeguate, pur potendo addurre come giustificazione la mancanza nell’organico di difensori capaci di velocizzare la manovra offensiva in grado di coprire la retroguardia con grinta e disciplina, a dir il vero tanto si parla di nuovi arrivi con il francese Reveillere già nella rosa. Un rinforzo alla squadra più che mai necessario in un fase di scontri al vertice tra campionato e Champions che possono in due mesi cambiare il percorso di una compagine che finora non ha demeritato. Contro i gialloblù si può ritrovare il giusto equilibrio e arrivano ottime notizie dalla Polonia dove il nostro Marek in nazionale ha fornito i due assist per il 2 a 0 finale; ritrovarlo in questa condizione eccellente por- 3 ta fiducia a tutti i compagni. Un altro giocatore rispetto a quello visto in azzurro nell’ultimo periodo, nonostante che il nuovo tecnico della Slovacchia abbia schierato la squadra con lo stesso modulo di Benitez: 4-2-3-1. In effetti qualcosa non torna. Va detto che nonostante lo schieramento sia stato uguale, Hamsik ha avuto maggiore spazio per muoversi, in quanto è stato messo a sinistra, ma di fatto ha agito dietro un attacco “anomalo” formato da centrocampisti offensivi, senza un vero e proprio ariete, stile Higuain. Fosse proprio l’argentino il freno tattico di Marek? A Benitez il compito di risolvere la questione. Già dalla sfida col Parma ne sapremo di più. Saverio Passaretti (presidente AINC)
LA VIGNETTA DI
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LA LEZIONE DI CONTE Carmine Tascone
rima di addentrarci nell’analisi dei prossimi due impegni del Napoli, e poter capire le eventuali possibilità che hanno gli azzurri in campionato e soprattutto in Champions, non si può non fare una approfondita disamina su quanto successo nell’ultimo turno in casa della Juventus. Innanzitutto è stato uno scontro tra Conte e Benitez, e senza dubbio l’ha vinto Conte. A Torino contro quella Juve tutti possono perdere, ma c’è modo e modo di uscire sconfitti dallo Juventus Stadium. Un pessimo approccio e un gol incassato nei primi minuti hanno da subito instradato il match. E se Reina non avesse fatto il fenomeno, a prescindere dal gol in fuorigioco, il Napoli proprio nei minuti iniziali avrebbe incassato diverse reti. La gara l’ha stravinta Conte perché in fase di non possesso Isla e Asamoah si abbassavano trasformando la difesa a 5 mentre Vidal si allargava a destra e Pogba a sinistra con Llorente che marcava Inler costringendo il nostro regista a passaggi frettolosi e imprecisi. Viceversa Benitez metteva Hamsik su Pirlo snaturandolo, e Andrea calciatore estremamente mobile che spazia su tutto il fronte della mediana, spesso avanzando, ma anche retrocedendo davanti alla difesa, ha fatto la differenza. E poi la gara è stata completamente persa sulle fasce. Con queste premesse, meno male che il campionato si è fermato, perché le sconfitte lasciano il segno, così come le vittorie fanno bene. Era necessario fermarsi, riflettere e staccare la spina sia per i calciatori, ma soprattutto per l’allenatore. Ora,
messe da parte le tossine, si torna a fare sul serio. Di seguito due match importantissimi, col Parma per rilanciarsi in campionato e per trovare la carica giusta per non perdere martedì prossimo col Borussia, in un match fondamentale per la qualificazione agli ottavi di Champions. Ma prima sabato sera c’è il Parma, un team composto da ottimi calciatori che però hanno un rendimento altalenante. Lucarelli, Cassano, Parolo, Biabiany, l’ex Gargano e Amauri, possono dare fastidio al Napoli, soprattutto se sono in serata positiva. E in panchina ci sono pure i campani Sansone e Palladino, due tipetti da tenere d’occhio. Il Napoli non può fare calcoli, per vincere deve mettere in campo la migliore formazione, solo dopo il fischio finale, magari dopo una bella vittoria dovrà iniziare a pensare al Borussia. Perché qualora non vincesse metterebbe a rischio anche il cammino futuro in 5 Champions, non fare punti al Westfalenstadion costringerebbe gli azzurri a vincere con un 3-0 in casa con l’Arsenal, davvero un’impresa. E gennaio si avvicina, in chiave mercato consiglio al Napoli il centrocampista del Psg Matuidi, gran calciatore che in fase di non possesso è un Behrami ancora più tecnico, mentre quando ha la palla è un Pirlo molto più dinamico. Qualche dubbio, invece, l’ho per Antonelli, difensore del Genoa, scuola Milan, un atleta facile infortuni muscolari. Per rinforzare questa rosa non servono elementi normali, ma grandi calciatori. In attacco si fanno tanti nomi come vice Higuain, ma allora perché ad agosto hanno preso Zapata?
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NAPOLI - PARMA N. 1 3 5 7 9 11 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 24 25 27 28 33 85 88 91
Giocatore RAFAEL CABRAL BRUNO UVINI MIGUEL BRITOS JOSÉ CALLEJÓN GONZALO HIGUAÍN CHRISTIAN MAGGIO DAVIDE BARITI DRIES MERTENS ROBERTO COLOMBO GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNÁNDEZ JOSIP RADOSEVIC LORENZO INSIGNE PEPE REINA PABLO ARMERO PAOLO CANNAVARO RAÚL ALBIOL VALON BEHRAMI GOKHAN INLER DUVÁN ZAPATA
Ruolo P D D C A D C A P C C C A C D C A P D D D C C A
Classe 1990 1991 1985 1987 1987 1982 1991 1987 1975 1982 1987 1985 1983 1986 1989 1994 1991 1982 1986 1981 1985 1985 1984 1991
Naz. BRA BRA URU SPA ARG ITA ITA BEL ITA ITA SLO COL MAC SVI ARG CRO ITA SPA COL ITA SPA SVI SVI COL
Presenze 0 1 6 12 11 6 1 9 0 6 11 4 10 8 6 2 12 12 8 4 10 9 11 5
Gol 1 6 5 1 6 3 1 1 -
N. 2 3 5 6 7 10 11 14 16 17 18 19 20 21 23 24 28 29 30 32 83 87 91 99
Giocatore MATTIA CASSANI DJAMEL EDDINE MESBAH WALTER GARGANO ALESSANDRO LUCARELLI JONATHAN BIABIANY JAIME ANDRES VALDES DE OLIVEIRA AMAURI STEFANO CHUKA OKAKA MARCO PAROLO RAFFAELE PALLADINO MASSIMO GOBBI DA SILVA FELIPE JOEL CHUKWUMA OBI NICOLA SANSONE TEODOSIO MENDES GIANNI MUNARI YOHAN BENALOUANE GABRIEL A. PALETTA AFRIYIE ACQUAH MARCO MARCHIONNI ANTONIO MIRANTE ALEANDRO ROSI PAVOL BAJZA ANTONIO CASSANO
Ruolo D D C D A C A A C A D D C A D C D D C C P D P A
Classe 1987 1984 1984 1977 1988 1981 1980 1989 1985 1984 1980 1984 1991 1991 1990 1983 1987 1986 1992 1980 1983 1987 1991 1982
Naz. ITA ALG URU ITA FRA CIL ITA ITA ITA ITA ITA BRA NIG ITA POR ITA FRA ARG GHA ITA ITA ITA SLO ITA
Presenze 11 3 7 11 10 5 10 2 12 6 11 12 3 10 3 2 3 0 3 9 9 9 2 12
Gol 1 1 1 1 5 1 1 4
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RICONOSCITI NELLA FOTO E VINCI !!! Sei tu quello nel cerchietto rosso nella foto qui sotto? Non perdere tempo...chiama subito il 338 359 49 20 o il 334 104 83 81 e vinci un biglietto omaggio per il prossimo incontro del Napoli allo Stadio San Paolo
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DE LAURENTIIS, UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ Marco Martone
a un grande pregio, Aurelio De Laurentiis, per molti forse è un difetto, quello di suscitare clamore, stupore, rabbia, sgomento, ilarità e sdegno a ogni cosa che dice. Pensandoci bene è un po’ quello che capita, o forse sarebbe meglio dire capitava, a Silvio Berlusconi. Tanto che si avverte la netta sensazione che per molti operatori dell’informazione, di Napoli ma non solo, all’ossessione per il Cavaliere si sta progressivamente sovrapponendo quella per il produttore cinematografico. E lui, proprio come l’ex presidente del Consiglio, che la sa lunga in quanto a comunicazione, sta al gioco e se la ride sotto i baffi, gustandosi a distanza la reazione spesso spropositata, molte volte ipocrita, che in tanti mostrano a ogni sua provocazione. È accaduto anche nei giorni scorsi, nelle ore successive alla sconfitta di Torino contro la Juventus, quando l’opportunità di sviare l’attenzione della platea giornalistica, spostandola dal fattore tecnico a quello “emotivo” era troppo forte per essere mancata. Ecco allora l’ennesimo colpo di teatro, da navigato uomo di spettacolo. «Se ci urlano contro “Vesuvio bruciali”, io ci rido su». Così De Laurentiis, ha commentato, durante il proprio intervento a un convegno sulla Cittadinanza sportiva al Maschio Angioino, quanto accaduto sulle gradinate dello Juventus Stadium. Non l’avesse mai fatto! Nel giro di poche ore si sono scatenati i filosofi del Facebook-pensiero, vomitando sul presidente del Napoli una sequela di critiche e offese
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condite dal pressapochismo più puerile e pericoloso. E così De Laurentiis è stato definito il “non napoletano” che avalla i cori razzisti, il “burino” che non prende le distanze dai violenti da stadio, il solito guascone che prende in giro i tifosi. Nessuno di quelli presenti nella sala dei Baroni, luogo del “misfatto”, ha però riportato nella loro completezza le dichiarazioni del presidente, limitandosi a evidenziare quello che, come si dice in gergo, “fa il titolo”. Tanto per essere chiari don Aurelio aveva detto: «Tutti sappiamo essere provocatori. Che dovrei dire nel vedere stadi così importanti insultare un popolo? Che è disgustoso? Un cancro sociale? Io ci faccio una risata sopra, perché sono dissacrante, lo prendo come uno sfottò, un incitamento a fare meglio per questa città, che da anni aspetta di risvegliarsi». Letta così la dichiarazione è cosa ben diversa dal dire che De Laurentiis ha definito i cori anti-napoletani come un semplice sfottò. Il presidente, insomma, ha scelto l’arma dell’ironia e non quella dell’ovvietà e del qualunquismo. In molti avrebbero, forse, preferito il solito “pistolotto” inutile e senza senso. Bastava, invece, leggere tra le righe della sua dichiarazione per evitare polemiche sterili e dannose ma si sa, la completezza dell’informazione non è sempre di questo mondo e lo sa bene De Laurentiis che si prende beffa di critici e burocrati, rievocando i vecchi sberleffi di fine ‘800, che gli anarchici arrestati dai regi carabinieri urlavano al mondo… “una risata vi seppellirà!”.
CINQUANTA MILIONI PER VINCERE Daniele Acampa
a sconfitta di Torino non è stata interpretata come un campanello di allarme ma come spunto per migliorare la rosa già da gennaio. Negli ultimi giorni il presidente del Napoli ha dichiarato di voler spendere una cifra vicina ai 50 mln. D’altra parte, visto il potenziale della squadra, sarebbe davvero un peccato mortale non intervenire per correggere quei piccoli difetti che il Napoli ha mostrato. Il problema era già evidente in estate: nonostante l’ottimo mercato condotto da Bigon, la rosa partenopea non ha la forza necessaria per sopportare l’urto del doppio impegno campionato-Champions. Insomma la coperta è ancora troppo corta e neanche il “santo” Benitez può fare troppi miracoli. Il vero interrogativo allora è il seguente: di che cosa ha bisogno il Napoli per fare il salto di qualità? Sarebbero auspicabili 2-3 rinforzi mirati e, possibilmente, di grande livello
europeo. Per quanto riguarda la difesa, nonostante l’arrivo di Réveillère si cerca un altro terzino e si segue la pista Abate oltre a quella più semplice di Antonelli. Per il ruolo di centrale, è sempre di moda Skrtel e in alternativa si pensa ad Agger. Per il centrocampo, nelle ultime ore sembra che Bigon stia lavorando per portare a Napoli, Matuidi del Psg ma resta aperta la pista che porta a Gonalons del Lione oltre al sogno Mascherano, forte anche l’interesse per Banega del Valencia. Per l’attacco, la soluzione potrebbe essere interna, con il ritorno del cileno Edu Vargas, rigenerato dal prestito al Gremio in Brasile. Sul taccuino di Bigon resta scritto anche il nome del vecchio pallino, Victor Ibarbo. Gli osservatori del Napoli hanno però gli occhi puntati anche su Alfred Finnbogason, attaccante islandese del Heerenveen.
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TIFO IN... PARLAMENTO Valerio Ceva Grimaldi
l senatore del Pd Giorgio Pagliari, nato e residente a Parma, è tifoso della squadra allenata dall'ex mister del Napoli, Roberto Donadoni.
Il suo giocatore preferito nella storia più recente del Parma? Certamente Buffon, sia come persona che per la sua carriera. È stato davvero un esempio. La squadra che le è meno simpatica? L'Inter (per la quale peraltro tifava il mio papà). Forse perché da bambino ero tifoso della Juve, e allora i nerazzurri erano come il fumo negli occhi... Come giudica il campionato disputato dal Parma fino a oggi? Mi sembra che stia facendo un torneo simile a quello dell'anno scorso. È una squadra di metà classifica, al momento non vedo il salto di qualità. Un voto alla squadra per questa prima parte di campionato. Direi un 6. Pronostico per la partita al San Paolo? I favori sono per il Napoli, per il tasso tecnico superiore. Ma spero nel miracolo. 8 Cosa pensa dei cori di discriminazione territoriale? Il tifo sportivo, pur esuberante, va bene. Quando però i cori esorbitano non li tollero. Bisogna sempre mantenere il rispetto delle persone evitando degenerazioni. Insomma: è una questione di civiltà.
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rturo Scotto, deputato napoletano di Sel e supporter del Napoli.
Tifoso da sempre? Sì, ma ancora di più da quando mio figlio ha cominciato a conoscere il calcio. Giocatore preferito? Hamsik. Pronostico per la partita con il Parma? Vincerà il Napoli perché deve riprendersi dopo la brutta scoppola della Juve. Credo ci sarà una reazione forte. La squadra più antipatica? Il Milan. Per la filiera manageriale, e perché penso che sia una squadra che negli ultimi anni ha dettato legge immeritatamente. Cori di discriminazione territoriale: che ne pensa? Si tratta di un elemento di barbarie che si è inserito all'interno del mondo del calcio e che bisogna combattere in maniera forte. Come giudica Benitez? Un ottimo allenatore. Secondo lei ha compiuto qualche errore, fino a oggi? Al momento nessuno. È un campionato lungo e difficile. Il Napoli attraverserà momenti di difficoltà, ma il saldo è positivo. Cosa risponde a chi dice che la squadra potrebbe mancare di personalità? Intanto con le big il Napoli fino a ora ha giocato fuori casa. Vediamo quando vengono al San Paolo che succede...
RITROVIAMO L’ORO DI NAPOLI Fabrizio Piccolo
uando Peppino Marotta scrisse “L’oro di Napoli” mai avrebbe immaginato che un riverbero sportivo del suo capolavoro avrebbe potuto ritrovarsi nel momento che sta vivendo la Napoli calcistica. Quella pazienza, la vera protagonista del libro, che viene esaltata, implorata e suggerita capitolo dopo capitolo è quel che occorre oggi ai tifosi e all’ambiente. La pazienza di aspettare che i fiori vengano alla luce, perché la semina è cominciata ma forse per il tempo del raccolto bisogna attendere. L’abbiamo chiamata Rafa-revolution e così è, perché l’arrivo di Benitez ha trasformato tutto o quasi sia pur con modi gentili e senza traumi evidenti. Dalla preparazione atletica al modo di giocare, dalla mentalità all’immagine in pochi mesi sono state modificate tante cose ma le rivoluzioni non si portano a termine in poco tempo. E quella che sta attuando don Rafaè tale è. Una rivoluzione a tutto tondo, che parte dal mercato e attraverso metodi differenti, un gioco nuovo e un’idea di calcio precisa vuole arrivare a portare Napoli nell’élite italiana ed europea. Pretendere di avere moglie ubriaca, botte piena e primo posto in classifica
tutto insieme è da illusi. Quando si cambia tanto, in campo e fuori, bisogna andare cauti e non vendere illusioni. Questo Napoli non è obbligato a far meglio di quello arrivato secondo l’anno scorso perché questo Napoli è tutt’altra cosa, come fosse quasi un’altra squadra. La contiguità non c’è, anzi. Le differenze sono superiori alle uguaglianze. Che poi è giusto pretendere molto da una squadra che ha campioni come Higuain, Hamsik e compagnia è vero, ma l’asticella per il momento lasciamola in stand-by. Hanno fatto male a tutti quelle sconfitte con Arsenal, Roma e Juventus, destinate a rimanere la triade del dolore, ma bisogna avere il coraggio e la pazienza di guardare lontano. Il programma del nuovo Napoli è a lungo termine e passa per qualche step difficile. Riflettiamo sulle tante cose positive (una su tutte, in passato andavamo a elemosinare giocatori a Udinese, Cagliari e Palermo ora sono quasi i top-player a offrirsi al Napoli che va a fare shopping da Real Madrid e Barcellona) e diamo a Benitez il tempo di modellare il suo capolavoro. Sin pausa, certo, ma sin prisa. Y con paciencia. Il vero oro di Napoli da ritrovare.
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JUVENTUS - NAPOLI 3-0 Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Ogbonna; Isla, Vidal (86' Marchisio), Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez (84' Peluso); Llorente (88' Quagliarella). A disp.: Storari, Rubinho, De Ceglie, Motta, Padoin, Giovinco. All.: Conte Napoli (4-2-3-1): ): Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Inler (79' Zapata), Behrami; Callejon (71' Mertens), Hamsik, Insigne; Higuain. A disposizione: Rafael, Colombo, Cannavaro, Britos, Uvini, Bariti, Dzemaili, Radosevic, Pandev. All. Benitez Arbitro: Rocchi Marcatori: 2' Llorente, 74' Pirlo, 80' Pogba (J)
Ammoniti: Bonucci, Ogbonna, Vidal (J), Hamsik (N) Espulsi: Ogbonna (J) 9
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E’ ARRIVATA L’ORA DELLA SVEGLIA Carlo Longobardi
pistacchi, le noccioline, i taralli diventati freddi e le birre ormai calde a fine partita giacevano tristi sul tavolino: icone di una sconfitta che non ha ammesso repliche. Sguardi bassi, critiche urlate contro il mondo intero. Neanche il tempo di capire, e tutta l’adrenalina era già che bella e smarrita, diluita sotto i colpi di un lungagnone sgraziato, di un genio consolidato del pallone e di un ragazzo del quale inevitabilmente sentiremo parlare ancora per anni. Giorni e giorni di attesa febbrile vanificati in un baleno, tutte perse le scommesse già sottoscritte con amici/nemici e colleghi tifosi apolidi. Il nostro Napoli, che finora aveva invertito una rotta rispetto agli scorsi anni, che ci vedeva spesso soccombenti con le squadre di secondo piano e recuperato antichi tabù contro alcune proverbiali bestie nere, ha mostrato, viceversa, tutti i limiti già evidenziati contro l’Arsenal e la Roma. Caduto, senza appello, negli scontri determinanti di quest’inizio di stagione. Mancano, a tutt’oggi, i colpi da grande squadra, quelli che determinano la residenza stabile nell’élite del calcio nazionale e oltre. Fortunatamente non tutti i mali vengono per nuocere, soprattutto se arrivano nelle condizioni attuali, ancora in piena corsa in tutte le competizioni che ci vedono protagonista. Ma dove va ricercato il limite che ci ha paralizzato nei momenti topici e fatto subire passivamente lo strapotere avversario nell’avvio di gara in quel di Londra e Torino? A questo proposito è facile parlare di inadeguata mentalità, come se questa fosse un elemento materiale da poter inserire a piacimento o attribuire le colpe
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alla riscontrata, inadeguata, copertura di ruoli fondamentali che si sono scoperti a seguito di infortuni e indisponibilità. Difficoltà, queste, ormai ataviche e da riferirsi allo scarso carisma di elementi che stazionano in zone importanti del campo e a errori compiuti sul mercato. Problemi a cui dovranno porre rimedio Benitez e la società in sede di mercato di riparazione. Ma c’è di più. Si assiste, in particolare, all’inutile e prematura esaltazione del talento Insigne, al quale andrebbe ricordato che la squadra e il risultato vengono prima di ogni altra cosa e che il colpo a effetto è una soluzione limite e non appartiene all’ordinarietà del gioco, inoltre, la sua scarsa propensione alla copertura ha determinato, con ogni probabilità, una ingiusta e persistente critica ad Armero, soprattutto a causa di una sua (forse presunta) ridotta qualità in difesa. Sfido chiunque a ben figurare contro le avanzate ripetute di gente come Isla, Pogba, Vidal e talvolta anche di Pirlo. Non c’è nulla da fare, Britos, Zuniga e Hamsik (che beneficia dell’intesa pluriennale affinata con Camillo e ne avverte fortemente la mancanza) rappresentano l’insostituibile fascia sinistra azzurra che attendiamo nuovamente con ansia. E c’è un altro appunto da rilevare, che ci 13 riporta ai problemi di Mazzarriana memoria. Analogamente a quanto avveniva relativamente alla proverbiale, inamovibile, difesa a tre, che tanto ha fatto penare il nostro fegato in molte circostanze, si assiste, ora, al centrocampo a due, scarsamente supportato dai rientri degli attaccanti o finti tali. Quando Behrami sventolerà bandiera bianca forse ce ne renderemo conto di più. L’integralismo non ha mai ripagato a dovere.
IL NAPOLI A LEZIONI DI… FRANCESE! Giuseppe Piccolo
ella sorpresa per Benitez, le condizioni fisiche di Anthony Reveillere, nuovo acquisto del Napoli, che potrebbe essere per questo impiegato già contro il Parma, avendo dimostrato, che nonostante diversi mesi di inattività, gode di una splendida forma ed è per nulla in sovrappeso, l’unica cosa che gli manca è naturalmente il ritmo partita. L’idea a Benitez giunge non per smania di far debuttare il difensore, ma perché Armero rientra dalla partita di nazionale amichevole della sua Colombia contro l’Olanda e quindi dovrà smaltire viaggio e acido lattico. Anche per gli altri calciatori convocati dalle rispettive nazionali si prevede un parziale utilizzo, nella ovvia ottica della super sfida in Germania contro il Borussia di martedì prossimo. La verifica sul francese sarebbe opportuna per capire se sulla fascia riesce a ricalcare quanto svolgeva con disciplina l’ottimo Mesto che si schierava indifferentemente
sia a destra che a sinistra (un vero peccato averlo perso fino a chiusura campionato). Da notare che Reveillere ha giocato ben 27 partite con il Lione nello scorso campionato e altre 10 in coppe varie, ha quindi svolto una notevole e recente attività, anche il nostro presidente ne è entusiasta, proverbiale, ormai, il suo tweet di saluto, e il suo sponsor “naturale“ nonché ex giocatore azzurro Laurent Blanc ne ha sottolineato la sua serietà, la pacatezza del suo carattere e sopratutto una straordinaria versatilità tattica. Tutti ottimi segnali che Antò (come simpaticamente lo chiama il presidente) possa inserirsi prontamente nella rosa per dare sicurezza e ordine al reparto difensivo, due caratteristiche spesso smarrite nelle ultime competizioni, i tifosi lo sapranno accogliere e motivare e su questo, scusate l’enfasi, il pubblico azzurro è maestro indiscusso. Forza Napoli!!Dai Anthony !! Auguroni Giandomenico!!
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Fai la tua pagella, vota il migliore SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK O SU WWW.AINC.IT Davide Bariti Valon Behrami Blerim Dzemaili Marek Hamsik Gokhan Inler Christian Maggio Giandomenico Mesto Josip Radosevic Juan Camilo Mosquera Zuniga José Maria Bueno Callejon Gonzalo Gerardo Higuain Lorenzo Insigne Dries Mertens Goran Pandev Duvan Estevan Banguera Zapata
Roberto Colombo Cabral Barbosa Rafael José Manuel Paez Reina Miguel Angel Britos Paolo Cannavaro Federico Fernandez Tortajada Raul Albiol Bruno Bortolanca Uvini Pablo Estifer Armero
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CULTURA CALCISTICA O ELOGIO DELLA FURBIZIA? Genesi del gioco “all’italiana”, mentalità ed espressione di una intera Nazione Bruno Marra
orse non siamo i più forti, ma certamente siamo i più furbi. Questa epigrafe andrebbe stampata sull’almanacco del calcio italiano dal dopoguerra a oggi. Il nostro Paese ha fatto della furbizia la sua peculiarità calcistica rendendola una virtù sulla quale costruire la propria scuola di pensiero. Nell’evoluzione storica del pallone ognuno ha portato nei tempi moderni la sua innovazione. Dal Sudamerica arrivò la difesa a “zona” che soppiantava il modulo a uomo, l’Olanda esportò il famoso gioco totale che coinvolgeva nella manovra l’intera squadra a cominciare da difensori, dall’Ungheria della grande scuola magiara di Kocsis e Puskas giunse il cosiddetto schema WM che in buona sostanza introdusse il centravanti di movimento. Ma a dispetto dei moti insurrezionalisti che andavano insediandosi quasi carbonariamente fino a dilagare nel calcio mondiale, l’Italia è rimasta per lunga pezza impermeabile alle ventate di novità, alimentando nel suo nucleo la tradizionale scuola autarchica che prenderà l’etichetta ormai ossidata di “calcio all’italiana”. Un vero e proprio marchio che ci ha contraddistinto in tutto il mondo e che ancor oggi caratterizza fortemente il nostro modo di concepire il gioco. Un’impronta forte e inespugnabile che trae sua origine dalla “furbizia”, aspetto insito nel nostro DNA. La scaltrezza di far giocare gli altri e poi infilarli nel loro punto debole. Mentre gli avversari si ingegnano, noi ci guardiamo il nostro territorio e poi li andiamo a saccheggiare mentre si distraggono, troppo presi dall’entusiasmo e dall’impeto di costruzione. Come a voler fustigare l’altrui vanità con una sana rigida spartanità. Ingenui voi, furbi noi. Probabilmente è vero che la più fedele espressione di una Nazione è quella della propria Nazionale. Gli italiani sono alacri lavoratori, indolenti alle innovazioni, poco riformisti e molto conservatori. Esattamente l’immagine che ancor oggi esporta il calcio italiano nel mondo. Di influenze esterne , ovviamente, ne abbiamo avute anche noi, ma tutte pian piano diluite nel tempo. La Rivoluzione della zona di Sacchi è forse l’unico momento storico in cui il nostro credo calcistico ha vacillato, un po’ come ai tempi della Seconda Guerra mondiale quando l’Italia si divise tra neutralisti e interventisti. Per la prima volta in maniera eclatante si aprì il dibattito su un calcio spregiudicato e offensivo che si sovrapponesse a quello ragionato e difensivo. L’Italia del pallone si interrogò seriamente se fosse il caso di cambiare pelle. Finché, con gli anni, ha pre-
valso la via di mezzo, in ossequio a un grande altro classico dell’italianità: il trionfo del compromesso. Un po’ da qua e un po’ da là, “’na scarpa sì e ‘na scarpa no” direbbe Pino Daniele. Un compromesso storico che caratterizzò gli Anni ‘90 e che si rivelò felice in due casi emblematici: la Juve di Lippi e il Milan di Capello. Due squadre che vinsero tanto in Italia e nel Mondo fondendo accuratamente i germi dell’influenza sacchiana e le radici del calcio all’italiana. Ma non fu certo solo frutto di strategie tattiche. La verità è che si era in un’epoca florida economicamente che permetteva ai grandi Club di acquistare i più importanti fuoriclasse del Pianeta. Quindi se alla base si poteva parlare di calcio italiano, poi però l’altezza, la profondità e ampiezza erano conferite dal talento internazionale, mosso dalle stelle più splendenti del panorama universale. Oggi non è più così. Il nostro campionato da tempo non il più bello del mondo, come amavamo tanto ribattezzarlo, anzi spesso è messo all’indice in campo europeo come un cimelio di antiquariato per risultati, cultura e atteggiamento. Il periodo aureo è finito. La crisi finanziaria ha inevitabilmente ridimensionato anche gli investimenti ed è proprio in questo momento che verrebbe da interrogarsi se è il caso di conservare, restaurare o innovare il nostro giardino che sembra vieppiù appassito. Liddove non ci arrivano i soldi, ci vogliono idee. E noi le nostre le abbiamo messe in ibernazione da decenni. Forse sarebbe il caso di abdicare da questo logoro immobilismo e derogare dalla nostra visione situazionalista del pallone. Dove chi 23 non vince subito, fallisce ancora prima di cominciare. Con questo tipo di mentalità, senza andare troppo oltre con la fantasia, non sarebbero nate realtà neppure così lontane da noi, che oggi sembrano favole opulente e fuori dimensione, ma che in verità sono cresciute con una silenziosa e alacre programmazione. Mentre noi eravamo intenti a foraggiare il nostro piccolo orticello con l’assillo dei frutti a breve scadenza. Pochi, maledetti e subito. Forse non partirà dal calcio la rivoluzione culturale e probabilmente neppure ci interessa tanto cambiare. Stiamo bene così, serenamente abitudinari, con i nostri percorsi, i nostri paletti, le nostre certezze. E la nostra dialettica con il sano retrogusto della retorica. Viva l’Italia, pane e pallone, anima e cuore, orgoglio e passione. Tanto siamo furbi. Che più furbi di così si muore…
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MILAN E JUVE: NON SI POSSONO FARE SCONTI Gruppo A
Gruppo B
Gruppo C PSG
Gruppo D
Manchester U.
8
Real Madrid
10
10
Bayern
12
Leverkusen
7
Galatasaray
4
Olympiacos
7
Manchester C.
9
Shakhtar
5
Copenaghen
4
Benfica
4
Cska Mosca
3
Real Sociedad
1
Juventus
3
Anderlecht
1
Viktoria Plzen
0
Gruppo F
Gruppo E Chelsea
9
Schalke 04
6
Basilea
5
Steaua Bucarest
2
Arsenal
9
NAPOLI
9
Gruppo G
Gruppo H
Borussia Dortmund 6
Atletico Madrid Zenit
5
Milan
5
Marsiglia
Porto
4
Ajax
4
Austria Vienna
1
Celtic
3
0
12
Barcellona
10
26 18 settembre NAPOLI - BORUSSIA D. 2-1
1 ottobre ARSENAL - NAPOLI 2-0
22 ottobre MARSIGLIA - NAPOLI 1-2
26 novembre BORUSSIA D. - NAPOLI
11 dicembre NAPOLI - ARSENAL
6 novembre NAPOLI - MARSIGLIA 3-2
PROSSIMO APPUNTAMENTO 26 novembre 2013 WESTFALENSTADION ORE 20.45
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NAPOLI - MARSIGLIA 3-2 Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Fernandez, Armero; Inler, Dzemaili (90' Behrami); Callej贸n, Pandev (66' Hamsik), Mertens (83' Insigne); Higuain. A disposizione: Rafael, Cannavaro, Uvini, Zapata. All. Benitez Marsiglia (4-2-3-1): Mandanda, Abdallah, Nkoulou, Diawara, Morel, Romao (83' Lemina), Cheyrou, Thauvin, Valbuena (57' Payet), A. Ayew, J. Ayew (67' Gignac). A disposizione: Samba, Mendy, Imbula, Khalifa, Gignac. All. Baup Arbitro: Karasev Marcatori: 22' Inler, 24' Higuain, 75' Higuain (N), 10' A. Ayew, 64' Thauvin (M) Ammoniti: Fernandez (N)
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PRIMAVERA: SEGNALI DI RISALITA Attilio Marchionne
ncora un week-end dove si sono alternati risultati positivi e negativi nel settore giovanile del Napoli. Se da una parte segnali di crescita reale si intravedono da parte della Primavera, segnano il passo gli Allievi che non riescono più a vincere, e soprattutto a segnare. Turno invece interlocutorio a causa della sosta per i Giovanissimi. Squadra
PRIMAVERA
CROTONE
- TRAPANI - LAZIO
FIORENTINA - AVELLINO jUVE STABIA - REGGINA LATINA
- PALERMO
ROMA
- LIVORNO
- CATANIA
NAPOLI
LAzIO 21
8
ROmA 17
8
FIORENTINA 21
risultati 6a giornata andata girone C BARI
Pt. G.
3-0
1-6
1-0
1-0
LATINA 11
REGGINA 7 TRAPANI 4
GIOVANISSIMI NAZIONALI
CATANZARO - MESSINA CROTONE
- PAGANESE
NOCERINA - V. LAMEZIA
1-1 2-2
1-1
N. COSENZA - PALERMO
0-3
TRAPANI
3-2
REGGINA
RIP. NAPOLI
5
3
1
4
1
0
6
1
7
Squadra
0-1
- BARI
10
LAzIO 22
10
PESCARA 16
- LAZIO
FIORENTINA
CROTONE
ROmA 26
FIORENTINA 16
0-3
- TRAPANI
Pt. G.
PALERmO 24
- LATINA
CATANIA
2-1
2-1
juVE STAbIA 14 LATINA 14
NAPOLI 13
TRAPANI 10
REGGINA 9 bARI 9
jUVE STABIA
- REGGINA
3-2
CROTONE 8
ROMA
- PALERMO 1-1
AVELLINO 7
NAPOLI
PALERmO 25
9
NAPOLI 20
9
TRAPANI 24
9
REGGINA 19
10
PAGANESE 12
10
NOCERINA 10
9
SALERNITANA 10 mESSINA 10
CROTONE 10
CATANzARO 9
4
1
1
AVELLINO
Pt. G.
N. COSENzA 0
2
risultati 8ª andata girone C
- SALERNITANA 3-1 VIGOR LAmEzIA 10 - CATANIA
3
2
Gf. Gs. Ci voleva proprio. Eravamo rimasti alla sconfitta interna col Livorno, ma grazie al confronto con le 25 9 due siciliane, il Napoli Primavera può ricomincia24 8 re il suo viaggio verso la vetta. Prima il pareggio 28 11 in trasferta col Palermo e ora la secca vittoria tra 21 16 le mura amiche contro il Catania, hanno restituito 16 13 il sorriso a Saurini e i suoi ragazzi. E ora il Napoli 15 13 è quinto a pari merito col Bari, ma un po’ staccato dalla pattuglia di testa, con alle sue spalle proprio 15 14 le due siciliane. Ma veniamo al match di sabato 10 12 scorso. Una doppietta di Rubino e una rete di Lu13 16 perto hanno dato un successo che trasmette fidu9 12 cia in vista dell’impegno internazionale di martedì 7 12 contro il Borussia Dortmund. Vittoria mai in di10 24 scussione con gli azzurri in vantaggio a fine primo tempo con Rubino su assist di Tutino. Nella ripre7 21 sa monologo azzurro con altre due reti. Ora il der6 25 by con la Juve Stabia Prossimo turno: 23/11 Napoli – Juve Stabia
ALLIEVI NAZIONALI
CATANIA 13
risultati 8ª andata girone H
3
2
2
8
3
2
3
8
2
2
3
8
4
3
3
8
2
0
3
8
1
1
4
8
1
2
5
8
juVE STAbIA 8
Squadra
1
0
5
8
CATANIA 11
Tre sconfitte pesanti, senza segnare un gol con nove reti al passivo, l’ultima in casa col Pescara hanno creato non poco malumore nella pattuglia di Mazzella. E domenica si va a Latina dove la squadra di casa ha tutta l’intenzione di allungare in classifica sul Napoli, ora all’ottavo posto, staccato di un punto proprio dai pontini. Tornando alla gara di domenica a Sant’Antimo va detto che il Pescara non ha rubato nulla, mettendo in campo vigoria fisica e tanta organizzazione in mezzo al campo. Va detto, però, che nel primo tempo gli azzurrini hanno sprecato tanto e gli ospiti devono ringraziare anche le parate dell’estremo Liotti. Nella ripresa, però, un altro Pescara e per il Napoli sono dolori. Subito in gol gli abruzzesi, i babies locali si demoralizzano e per i biancocelesti arriva anche il raddoppio. Prossimo turno: 24/11 Latina – Napoli
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8
PALERmO 11
AVELLINO 1
7
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NAPOLI 12
3-0
3-0
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CROTONE 6
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LIVORNO 16
2-1
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9 9 9 9 9 9
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- PESCARA
N. 1 0 2 1 1 3 1 1 1 1 1 3 0
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CATANIA 8
10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10
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Gf. Gs.
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8 7 5 5 4 3 4 3 1 3 2 2 2
2 1 1 1 2 5 1 1 6 0 2 2 1
0 2 4 4 4 2 5 6
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16 13 13 11 9
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7 6 7
14 8
13
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12 14 15 20 17 15 23 18 17 32
Gf. Gs. Con il turno di stop, visto il numero di squadre dispari, ecco che sono diventati rispettivamente 0 28 6 4 e 5 i punti che separano i Giovanissimi allenati 1 22 6 da Nicola Liguori dal Palermo capolista e dal Trapani secondo in graduatoria, ultima squadra ad 1 23 8 aver battuto gli azzurrini. Prima dell’ultimo turno 3 23 12 erano arrivate buone notizie dal confronto vinto 4 22 14 nettamente col Crotone, avversario col quale i partenopei si erano riscattati dopo la brutta figura 4 16 18 di Trapani. Una gara tutta in discesa dopo il van5 15 16 taggio e l’immediato pareggio su autorete. Un 5 10 15 episodio che non aveva demoralizzato l’undici azzurro ma che anzi, l’aveva spronato a spingere 5 15 21 di più. Così ecco arrivare il gol del vantaggio di 5 11 21 Passeri, seguito nel secondo tempo da altre due 5 10 27 reti, prima con Mentana che dal dischetto batte Pettinato e poi su un cross innocuo di Avitabile 4 10 12 che coglieva il portiere calabrese impreparato. 10 7 36 Prossimo turno: 24/11 Paganese - Napoli P.
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1972
A CURA DI RICCARDO SORRENTINO
Che voglia di parmigiano e di parmigiana! Dopo la sosta della nazionale che ha allungato quell’amaro in bocca e nel cuore, e allargato il “buco nello stomaco” provocato dalla amara scoppola di Torino, c’è ora ancora più fame di vittoria, per cercare di cancellare quella strana sensazione (e legittimo dubbio) che la nostra amata squadra è ancora una incompiuta sul piano della personalità. Anche perché, vi posso assicurare che la sconfitta con la Juve (così come quelle con l’Arsenal e Roma) non dipesero dal biotrend astrale negativo dei giocatori del Napoli, che anzi, se avessero “voluto”, se le sarebbero potute giocate con altra grinta e convinzione delle loro possibilità, e quindi, con un diverso esito finale. Infatti, il trend astrale può incidere per il 30%, ma le partite e, in particolar modo, le grandi sfide si vincono con la tecnica, la tattica e, soprattutto, con il cuore e la testa. Il Napoli quelle partite, in gran parte, le ha perse prima di giocare, con un approccio sbagliato e, purtroppo, la conferma che, probabilmente, la squadra ha bisogno ancora di qualche giocatore di maggiore personalità che sappia, con il suo esempio, dare una carica supplementare quando gli eventi della partita meritano una particolare reazione. E si noti bene (e lo dico in previsione di futuri acquisti) che non è l’età a garantire la personalità che è un qualcosa che “o ce l’hai o non ce l’hai” e lo hanno dimostrato a Torino sia il nostro Lorenzo Insigne, ancor meglio Pogba. Comunque, guardiamo avanti con fiducia, perché non serve a nulla piangere sul latte versato e il campionato e la “finalissima” con il Borussia, ci danno subito la possibilità di recuperare punti e spirito positivo. Ma non pensiamo alla coppa e concentriamoci su questo Napoli-Parma che merita tutto l’impegno e la concentrazione perché non è una sfida facile. Sulla panchina parmense l’ex Donadoni (segno zodiacale vergine) discretamente protetto dai biotrend astrali, ma meno del suo collega e cioè il nostro Don Rafè che con il suo segno (ariete) può godere meglio delle influenze della Luna in leone sotto cui si giocherà la gara. Chiaramente, se le partite si vincessero con la Luna degli allenatori, sarebbe inutile emozionarci allo stadio, e avremmo anche risolto i nostri problemi economici e quelli dell’economia itaiana vincendo due bollette alla settimana alla faccia dei politici e… della Merkel
(ma a quella penseremo dopo quando giocheremo con il Borussia). Sono comunque ottimista, perché con il cielo sotto cui si giocherà Napoli-Parma (Luna in leone, Mercurio e Saturno in scorpione, Venere in capricorno, Marte in vergine e Giove in cancro) gli unici della squadra azzurra che possono avere un calo di prestazione (o meno fortuna) sono solo lo scorpione Armero e il toro Mertens e, con luci e ombre, gli acquario Maggio e Callejon. Mentre potrebbe essere una serata super per il “sagittario” Higuain, il “gemelli” Insigne, gli “arieti” Behrami e, se giocheranno, Dzemaili e Zapata, e buona per i “leoni” Hamsik e, se giocherà, Pandev. Cielo ottimo anche per il presidente” gemelli” De Laurentiis, e anche questo lascia ben sperare. Discreti tutti gli altri! Nel Parma squadra invece, discreto il “cancro” Cassano, ma attenzione soprattutto al “gemelli” Amauri. Biotrend buono anche per il “leone” Felipe e, se giocherà, occhio alla foga astrale del31 l’ex (e altro “leone”) Gargano. Cielo invece, meno positivo per il “toro” Biabiany e lo “scorpione” Gobbi. Infine, gli “acquario” Parolo e Paletta con un biotrend da luci e ombre. Una partita quindi, che, anche per le “stelle”, si può vincere… Senza poi considerare… che si “deve “ vincere, se si vuole dimostrare a se stessi e ai tanti tifosi che credono e soffrono per questi colori, che c’è la fame e la qualità giusta per competere ad alti livelli. Una vittoria con il Parma poi (che comunque è il mio pronostico “stellare” con, magari, le reti di Higuain e il primo gol in campionato di insigne), ci permetterebbe di andare in Germania con la grinta e la fiducia giusta per conquistare contro il Borussia, almeno con un pareggio, una incredibile qualificazione. E io credo anche in questo risultato positivo di Champions, perché si giocherà con un cielo inquieto sia per il mister “gemelli“ Klopp, che per i giocatori “gemelli” Reus e Aubameyang e Papastathopulos, il “sagittario” Blaszczykowski e, in difesa, per il “sagittario” Subotic. Spero, quindi, che quanto scrivo sia letto anche dal nostro Mister Benitez, perché per un perfetto “turn-over astrale”, contro il Parma dovrebbero, brillando, giocare Higuain e Insigne, mentre invece, prevedendo per loro una giornata “no” in Germania, con il Borussia sarebbero da preferire il toro Mertens e il leone Pandev.
“Le Bollette delle…stelle”
MILAN - GENOA NAPOLI - PARMA LIVORNO - JUVENTUS SAMPDORIA - LAZIO SASSUOLO - ATALANTA TORINO - CATANIA UDINESE - FIORENTINA BOLOGNA I- NTER ROMA - CAGLIARI
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