Cuore Azzurro n. 93 del 15/12/2013

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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VIII N. 93 - 15 DICEMBRE 2013

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COPIA OMAGGIO

A PAG. 13 MAZZARRI, AMORI E TRADIMENTI A PAG. 23 IL MIRACOLO DI EDUARDO A PAG. 29 NAPOLI - INTER IN PARLAMENTO

A TESTA ALTA


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NAPOLI TROPPO INTERNAZIONALE Max Bonardi

cusate, fatemi capire che gioco è questo! Un Napoli titubante in campionato, solo una vittoria nelle ultime quattro partite, a otto punti di distacco dalla capolista Juventus, fa la voce grossa in Europa al cospetto dell’Arsenal, ovvero la prima della classe della Premier League, il torneo più importante del continente, sfiorando una qualificazione agli ottavi di Champions solo per la differenza reti. Direi che la tanto voluta internazionalizzazione del club da parte di De Laurentiis, con in primis l’ingaggio di Rafa Benitez, si stia compiendo in maniera troppo spinta. Fa piacere poter competere di pari passo con corazzate del calibro di Arsenal e Borussia Dortmund, e passare alla storia per essere usciti dalla prestigiosa competizione europea pur avendo totalizzato 12 punti, un valore esagerato, ma la stessa determinazione, e soprattutto concentrazione, i tifosi la vorrebbero quando si gioca il torneo nazionale. In tal senso va un plauso alla Primavera di Saurini, che lei sì, si è qualificata agli ottavi di Youth League, la Coppa dei Campioni giovanile.

Osservatorio arbitrale

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E quale partita arriva più adatta che quella di stasera contro l’Inter di Walter Mazzarri. Magari proprio contro i nerazzurri si potrà scaricare la rabbia per questa ingiusta uscita dalla Champions. Una gara che ha mille significati. Il primo, il ritorno del tecnico di San Vincenzo con tutto il suo staff in un ambiente fino all’estate scorsa di assoluta sua proprietà. Si sa poi le cose come sono andate, prima i propositi di Mazzarri di prendersi un anno sabbatico, poi la scelta di non rinnovare col Napoli e di lì a poco quella di accettare l’offerta di Moratti. Insomma, quello che agli occhi del presidente De Laurentiis, e soprattutto della tifoseria azzurra, è sembrato un vero e proprio tradimento. Ci aspettiamo un Napoli che vorrà mettere in chiaro quali sono le gerarchie che finora parlano di azzurri al terzo posto con quattro punti di vantaggio sui nerazzurri. Ci si attende una gara vibrante, e viste le ultime uscite, entrambe le difese colabrodo, ricca di gol. Alla fine potrebbe uscire anche il risultato che non ti aspetti, ovvero lo zero a zero. Piuttosto l’augurio è che il pubblico accolga come merita l’ex Mazzarri. Auguri e ci vediamo il 6 gennaio.

CLASSIFICA DI SERIE A 2013/2014 SQUADRA

C’È FISCHIO E FISCHIO Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)

on pensiate gentili lettrici e lettori, che emettere un fischio arbitrale sia cosa semplice ed è il caso di dire, giusta. Dietro l'emissione acustica del direttore di gara esistono risvolti psicologici, e anche di natura tecnica. L'arbitro viene detto nella didattica generale, deve esprimere la propria personalità con svariati atteggiamenti comportamentali, come con la presenza costante sull'azione di gioco, col dialogo non esasperato con i calciatori, e soprattutto nella dimostrazione di essere, nel bene o nel male, sempre sicuro delle proprie decisioni tecniche e disciplinari. Ebbene ad alcuni potrà sfuggire (non sicuramente ai calciatori, e agli osservatori arbitrali), ma anche dal fischiare si può intuire molto circa l'effettiva personalità di un arbitro. Il fischio deve essere in genere corto e forte, proprio perché nella filosofia arbitrale domina sempre il fatto che l'ufficiale di gara bravo, è quello che non viene notato, e dunque fischiare in maniera non prolungata, sicuramente non attrae l'attenzione, come appunto il contrario. Il Regolamento, poi, specifica fuori dalle decisioni tecniche, quando l'arbitro deve fischiare e quando non deve (come nei casi di ripresa di gioco dopo sosta del gioco non immediata), come pure non è consentito al direttore di gara, chiamare o richiamare un calciatore o la panchina con il fischio. Per finire una curiosità. È prassi consolidata, ma non prevista dal regolamento, il duplice fischio alla fine del primo tempo e quello triplice alla fine della gara. Si tratta di una normale interruzione di gioco, e dunque se sentirete da parte di qualche arbitro istrionico un solo fischio, non restate seduti inutilmente sulla poltrona dello stadio: la partita sarà finita ugualmente e correte a spostare l'auto, prima che sia troppo tardi...

JUVENTUS AS ROMA NAPOLI INTER FIORENTINA VERONA TORINO GENOA MILAN CAGLIARI PARMA LAZIO ATALANTA UDINESE CHIEVO SAMPDORIA SASSUOLO LIVORNO BOLOGNA CATANIA

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40 37 32 30 27 25 19 19 18 18 17 17 17 17 15 14 14 13 12 9

15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15

13 11 10 8 8 8 4 5 4 4 4 4 5 5 4 3 3 3 2 2

1 4 2 6 3 1 7 4 6 6 5 5 2 2 3 5 5 4 6 3

1 0 3 1 4 6 4 6 5 5 6 6 8 8 8 7 7 8 7 10

31 29 31 34 29 27 24 16 23 17 21 19 16 15 12 17 17 15 16 10

10 5 17 16 20 25 23 18 23 23 24 22 20 19 18 24 31 25 28 28

1 6 ª G I O R N A TA

SABATO 14 DICEMBRE CATANIA - VERONA JUVENTUS - SASSUOLO DOMENICA 15 DICEMBRE CHIEVO - SAMPDORIA FIORENTINA - BOLOGNA GENOA - ATALANTA LAZIO - LIVORNO PARMA - CAGLIARI UDINESE - TORINO NAPOLI - INTER LUNEDI’ 16 DICEMBRE MILAN - ROMA

1 7 ª G I O R N A TA

SABATO 21 DICEMBRE LIVORNO - UDINESE CAGLIARI - NAPOLI DOMENICA 22 DICEMBRE BOLOGNA - GENOA ATALANTA - JUVENTUS ROMA - CATANIA SAMPDORIA - PARMA SASSUOLO - FIORENTINA TORINO - CHIEVO VERONA - LAZIO INTER - MILAN


15 DICEMBRE 2013

Sede legale: via G. Porzio, 4 - ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno VIII - n° 93 - 15 dicembre 2013

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Daniele Acampa, Valerio Ceva Grimaldi, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Bruno Marra, Marco Martone, Mario Passaretti, Fabrizio Piccolo, Riccardo Sorrentino, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 92 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: POLIGRAFICA RUGGIERO s.r.l. Grafica: Tiziana Astarita - Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 12 dicembre 2013 - ore 11,00

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ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB

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di Mimmo Carratelli Dopo la beffa in Champions, bisogna scaricare tutta la rabbia sul campionato. L’impresa contro l‘Arsenal è sfuggita d’un soffio. Un Napoli d’applausi s’è dovuto arrendere alla differenza-reti nella classifica avulsa, retrocedendo in Europa League . Ed ecco l’Inter con la suggestione del ritorno di Mazzarri da avversario, con Campagnaro, e col vantaggio di non avere dovuto lottare in settimana in Europa. Inter e Roma senza coppe: è un bel vantaggio nella lotta al vertice dove il Napoli può puntare ancora più in alto e non deve mollare il terzo posto (prossimi preliminari Champions). Proprio l’Inter (con la Fiorentina) viene all’assalto degli azzurri tentando di ridurre le distanze (-4). L’Inter che sembrava rivitalizzata proprio da Mazzarri col rilancio di Alvarez, Jonathan, Cambiasso, Pereira, ma affidata soprattutto alle prodezze di Palacio, è in frenata: tre pareggi consecutivi, due in casa, e lo slancio del club indonesiano si è smorzato. Quanta energia ha ancora il Napoli per ripetere contro i nerazzurri la partitissima sfoderata contro l’Arsenal? Questa è l’unica preoccupazione. L’Inter è squadra di iniziative individuali, procede a strappi, il Trapani in Coppa Italia e il Parma l’hanno fatta tremare. Il Napoli ha riacquistato la vivacità e la grinta di Callejon e Mertens, ha in Higuain un killer di classe, Insigne dà sempre la scossa, la difesa più attenta e meglio protetta ha dimostrato di non essere lo scolapasta degli 11 gol presi nelle ultime sei partite di campionato. Se le gambe girano, se il modulo di Benitez viene interpretato da una squadra corta, aggressiva, veloce, come è stata mercoledì contro gli inglesi, l’Inter (imbattuta fuori casa) è alla portata del Napoli. La Champions ha lasciato l’amaro in bocca e le lacrime sul viso di Higuain, ma è tornata l’autostima. Il Napoli può dare ancora molto, può essere protagonista in campionato. In Europa è stata l’unica squadra italiana a testa alta subendo una eliminazione-beffa. La Juve è uscita in malo modo (6 punti, la metà del Napoli, in un girone abbordabile), il Milan è andato avanti salvandosi per miracolo dalla batteria di tiri dell’Ajax. Rientrano i malumori della tifoseria azzurra. Mercoledì sera il Napoli ha lasciato il campo accompagnato da un lunghissimo applauso dopo avere fatto due gol alla difesa più forte della Premier. Il Napoli deve essere incoraggiato. È in atto un progetto ambizioso, coraggioso. Avanti con fiducia, con entusiasmo. E De Laurentiis è pronto a spendere ancora se il mercato di gennaio offrirà le opportunità giuste per rinforzare la “rosa”. Battere l’Inter e riprendere la corsa in campionato dopo avere concesso 5 punti nelle ultime due partite al San Paolo. La crisi sembra passata. Il problema è recuperare le energie spese in gran misura mercoledì sera.

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GRANDE, GRANDE NAPOLI!!!

i voleva una vittoria rotonda, 3-0 contro l’Arsenal per passare il turno di Champions. È arrivato “solo” un 2-0 che non è bastato vista la contemporanea vittoria del Borussia Dortmund a Marsiglia. E il Napoli ora è fuori e disputerà l’Europa League. Eppure la serata del San Paolo contro i blasonati Gunners era iniziata bene, assoluto controllo dei guerrieri del Napoli, pressing a tutto campo con una determinazione da caratura europea, stupenda la prestazione e gol di Higuain a metà ripresa. Tutto sembrava volgere al meglio con il Marsiglia che inchiodava sull'1-1 il Borussia Dortmund, poi la doccia gelata coi tedeschi che passavano all'88 e, beffa delle beffe, il raddoppio azzurro nei minuti di recupero. Dunque, fuori dall'Europa pur avendo totalizzato 12 punti, una rarità nella storia della competizione. Gli azzurri a testa altissima, tra gli applausi. L'impresa è stata sfiorata, il gioco e l'atteggiamento in campo sono stati dei migliori in assoluto: è da qui che occorre ripartire. I gol di Higuain e Callejon restituiscono l'entusiasmo per un progetto che si concretizza man mano, secondo i tempi dettati Benitez. Gioco brillante, se si gioca con questa concentrazione nessun avversario è imbattibile. Nonostante le assenze di Pepe Rejna e Marek Hamsik, sostituiti alla grande da Rafael e Dzemaili, il gruppo ha dato grande dimostrazione di solidità e si può guardare con fiducia anche verso l’Europa League, già vinta da Rafa l’anno scorso alla guida del Chelsea. Sono certo che Benitez non farà come Mazzarri considerando la competizione 3 un traguardo minore, ma vorrà giocarsela davvero, anche pensando al ranking che quest’anno, per la seconda volta consecutiva in tre anni, ha condannato il Napoli nel “girone della morte” di Champions col risultato di stasera. E questa spinta servirà già da domenica in campionato contro l’undici di Mazzarri al suo primo ritorno al San Paolo, col tecnico livornese certamente molto preoccupato avendo visto una compagine in splendida forma e che vorrà dare una soddisfazione ai propri tifosi. La festa deve continuare, la mentalità è quella giusta e nessuno può criticare questo Napoli che ha dimostrato le sue reali qualità. Tra le formazioni italiane in Europa è stata la più brillante. Grazie per lo spettacolo… auguri a tutti! Saverio Passaretti (presidente AINC)

LA VIGNETTA DI


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LA SFIDA NELLA SFIDA Carmine Tascone

tasera si chiude una settimana importantissima per il Napoli, che dopo aver vinto, ahimé, con l’Arsenal in Champions – vittoria inutile coincisa con l’eliminazione dalla prestigiosa competizione – se la deve vedere con l’Inter di Walter Mazzarri, in un confronto strapieno di significati. Partiamo dal presupposto che la formazione nerazzurra è nettamente inferiore all’organico del Napoli. Ma l’incognita è proprio il tecnico di San Vincenzo che verrà a giocarsi al San Paolo la partita della vita. E sì perché chi ha giocato al calcio o allenato sa benissimo, che quando torni da avversario in una piazza dove sei già stato, hai una voglia matta di metterti in mostra, e indipendentemente da come sei andato via, si moltiplicano le motivazioni e, in particolare, da allenatore, dai una spinta in più ai tuoi calciatori. Ancora di più se, invece, il tuo rapporto si è consumato in maniera traumatica come è successo quest’estate tra il Napoli, il tecnico toscano e i tifosi azzurri che si sono sentiti traditi. Mazzarri non è andato via tra baci e abbracci, anzi, ha polemizzato con tutti. Lui e De Laurentiis, direi più il presidente, non passa giorno che sui giornali non si becchino. Quindi partita piena di significati. Veniamo, però, agli aspetti tecnici. Innanzitutto Mazzarri verrà a giocarsela non con il 3-5-2 noto a tutti i tifosi azzurri, ma più con un 5-3-2 perché è consapevole che la sua Inter è inferiore. Gli acquisti estivi di Taider, Campagnaro e Belfodil non hanno rinforzato, tranne che per l’argentino, più di tanto i nerazzurri. Icardi, invece, è un caso a parte. Il giovane

calciatore argentino, a Milano, invece di fare il professionista, ha fatto più parlare di sé nelle vesti di playboy, cosa che non è piaciuta per nulla a Mazzarri e alla truppa di esperti argentini in squadra che lo hanno beccato più volte. Il resto dei calciatori della rosa, invece, o sono un po’ troppo avanti con gli anni e con gli acciacchi, vedi i vari Milito, Cambiasso, Samuel, o troppo giovani e inesperti come Guarin, Kovacic e Alvarez. Fa eccezione Ranocchia difensore nel giro della Nazionale italiana, comunque un po’ poco da contrapporre al Napoli di Benitez. Anche perché i nerazzurri troveranno un ambiente sufficientemente caricato dalla gara di Champions e un Napoli che giocherà la gara della vita mettendo in campo un attacco, che qualsiasi difesa Mazzarri schiererà, potrà dar 5 fastidio ai milanesi, che comunque tra i pali possono contrare su un monumentale Handanovic. Poi ci sarà da fare attenzione a due cose, innanzitutto a Palacio che potrebbe andare a nozze con la difesa azzurra, ma soprattutto c’è il rischio che ancora una volta il Napoli si trovi in inferiorità numerica a centrocampo, zona nevralgica dove si deciderà il match. Insomma, una gara tutta da gustare, da vivere, difficile che finisca a reti bianche, piena di significati e che rappresenterà il saluto del Napoli ai suoi tifosi per questo 2013. Colgo anche io l’occasione per fare i migliori auguri a tutti i tifosi che mi seguono, ci rivediamo l’anno prossimo, buon 2014.


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NAPOLI - INTER

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N. 1 2 3 5 7 9 11 14 15 16 17 18 19 20 21 22 24 25 27 28 33 85 88 91

Giocatore RAFAEL CABRAL ANTONHY REVEILLERE BRUNO UVINI MIGUEL BRITOS JOSÉ CALLEJÓN GONZALO HIGUAÍN CHRISTIAN MAGGIO DRIES MERTENS ROBERTO COLOMBO GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNÁNDEZ JOSIP RADOSEVIC LORENZO INSIGNE PEPE REINA PABLO ARMERO PAOLO CANNAVARO RAÚL ALBIOL VALON BEHRAMI GOKHAN INLER DUVÁN ZAPATA

Ruolo P D D D C A D A P C C C A C D C A P D D D C C A

Classe 1990 1979 1991 1985 1987 1987 1982 1987 1975 1982 1987 1985 1983 1986 1989 1994 1991 1982 1986 1981 1985 1985 1984 1991

Naz. BRA FRA BRA URU SPA ARG ITA BEL ITA ITA SLO COL MAC SVI ARG CRO ITA SPA COL ITA SPA SVI SVI COL

Presenze 11 1 1 8 15 14 9 12 6 12 4 13 10 7 2 15 14 11 4 13 12 14 6

Gol 1 7 7 1 6 6 2 1 -

N. 1 2 4 5 7 8 9 10 11 12 13 14 16 17 18 19 21 22 23 25 30 31 35 55

Giocatore SAMIR HANDANOVIC CICERO JONATHAN JAVIER ZANETTI GUILHERME JUAN JESUS ISHAK BELFODIL RODRIGO PALACIO MAURO ICARDI MATEO KOVACIC RICARDO ALVAREZ LUCA CASTELLAZZI FREDDY GUARIN HUGO CAMPAGNARO GABY MUDINGAYI ZDRAVKO KUZMANOVIC OLIVEIRA WALLACE ESTEBAN CAMBIASSO SAPHIR SLITI TAIDER DIEGO MILITO ANDREA RANOCCHIA WALTER SAMUEL JUAN PABLO CARRIZO ALVARO DANIEL PEREIRA JORGE PIRES ROLANDO YUTO NAGATOMO

Ruolo P D D D A A A C C P C D C C D C C A D D P D D D

Classe 1984 1986 1973 1991 1992 1982 1993 1994 1988 1975 1986 1980 1981 1987 1994 1980 1992 1979 1988 1978 1984 1985 1985 1986

Naz. SLO BRA ARG BRA ALG ARG ARG CRO ARG ITA COL ARG BEL SER BRA ARG ALG ARG ITA ARG ARG URU POR GIA

Presenze 14 13 3 14 8 15 6 14 14 15 8 1 2 3 15 14 3 12 3 3 5 9 14

Gol 2 9 2 4 3 3 2 1 2 1 1 3

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NIENTE FISCHI, BASTA LA VITTORIA

l Napoli gioca a fare come Penelope, che tesseva la tela durante il giorno, per poi smontarla la notte e ripartire daccapo. Nella squadra azzurra alle straordinarie giocate degli attaccanti, fanno da contraltare le amnesie di una difesa che appare sempre più lenta, impacciata, inadeguata alle volontà tattiche che Benitez sta cercando di impartire. Contro l’Udinese il Napoli ha gettato alle ortiche altri due punti, e sono sette se si considerano il pareggio con il Sassuolo e la sconfitta con il Parma. Se vogliamo sta tutta qui la differenza di punti in classifica con la Juventus, che viaggia a ritmi impressionanti potendo contare, come il Napoli, su un attacco da favola, ma disponendo, beati loro, anche di una difesa impermeabile e battagliera. Tre gol a partita, ormai, sembrano non bastare più per portare a casa i tre punti e questo dovrebbe far riflettere la dirigenza azzurra, in vista del mercato di gennaio. Contro l’Inter il Napoli si gioca la possibilità di tenere lontana una squadra che potrà essere avversario te-

Fabrizio Piccolo

’ ora di vincere uno scontro diretto ma non fischiamo Mazzarri. Lo spartiacque degli ottimisti è questo strano calendario, che ha messo il Napoli in condizione di volare anche quando non aveva ancora le ali - sia quelle metaforiche che quelle in campo vista la penuria di esterni di ruolo - ma che ha riservato quasi tutte le gare sulla carta più difficili inizialmente in trasferta. L’ancora cui aggrapparsi anche dopo le sconfitte era sempre quel girone di ritorno con gli scontri diretti tutti in casa. Devono venire qui – si sentiva dire – Juventus, Milan, Roma e Fiorentina, allora sì che ci divertiamo. Ora, premesso che forse è vero che quest’anno gli obiettivi importanti si vincono con gli scontri diretti con le grandi e si perdono con le piccole, c’è subito la prima controprova importante. L’Inter di stasera non è ancora forse da scudetto ma è una big vera. Se vale quest’equazione bisogna cominciare da adesso a sfruttare l’effetto San Paolo con le grandi. Niente sconti agli amici, non bisogna fare prigionieri. Altrimenti quel sospetto che contro le squadre blasonate il Napoli abbassi troppo spesso la cresta diventa una mezza prova. Volevamo un Napoli baldanzosamente in crescita, che non accusasse più complessi

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L’ATTACCO CREA LA DIFESA DISTRUGGE Marco Martone

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mibile per la corsa alla zona Champions, rimasto l’unico obiettivo realmente perseguibile, per quanto riguarda il campionato. Benitez si gioca un po’ di credibilità, visto che la sua testardaggine tattica comincia a far scricchiolare l’intero sistema-squadra. Poi ci sono tutte le componenti emotive legate alla sfida con Mazzarri, che da queste parti ha lasciato grandi risultati, ma poche simpatie. I nerazzurri non brillano nella fase difensiva, proprio come i partenopei e sembra del tutto evidente che, almeno sulla carta, potrebbe essere una partita ricca di gol e di emozioni. La speranza, questa volta, è che il Napoli riesca nell’impresa di farne uno in più degli avversari. Da 7 troppo tempo manca la vittoria interna allo stadio San Paolo, troppo forte è la voglia di fare un dispetto all’ex tecnico. Per lo scudetto, a meno di miracoli sportivi, se ne riparlerà il prossimo anno, quando assieme a un attacco già collaudato, si sarà costruita una difesa all’altezza di una grande squadra.

di inferiorità con le nobili storiche, che se la giocasse con tutti a viso aperto. Bene, in campionato con Roma e Juventus non è andata così e quella vittoria a San Siro col Milan fa testo fino a un certo punto, e per come è maturata – con indicibili sofferenze nel finale, cosa che rischia di diventare una costante anche delle serate da ricordare – e per lo spessore appassito dei rossoneri. L’occasione è stasera, a Fuorigrotta. Certo, la suggestione degli incroci del passato tra Benitez e Mazzarri è forte ma lasciamo che i due tecnici si vivano a modo loro il duello delle panchine, i giocatori pensassero a vincere in campo e i tifosi a fare lo stesso sugli spalti. Non sono io tra quelli che fischieranno don Walter, sarebbe ingeneroso, sbagliato e da stupidi. Ha fatto tantissimo Mazzarri qui, non riconoscerlo è da prevenuti. Meritano applausi prima della partita lui, Peppe Santoro, Frustalupi e tutto lo staff che ha colorato anche col nero la divisa azzurra. Poi l’augurio è uno solo; quello di consolare Mazzarri a fine gara. Andasse pure a recriminare su qualche episodio, su un arbitraggio, sulla classifica degli ingaggi o su quel che gli pare dopo il 90’. Per una volta ci farà piacere sentire il suo sfogo. E amici come prima, ci mancherebbe.


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LAZIO - NAPOLI 2-4 Lazio (4-1-4-1): Marchetti; Konko, Ciani, Cana, Radu; Biglia (82' Onazi); Candreva, Gonzalez (62' Floccari), Hernanes, Lulic (70' Keita); Perea. All. Petkovic. A disposizione: Berisha, Strakosha, Dias, Novaretti, Pereirinha, Cavanda, Ederson, Ledesma, Anderson. Napoli(4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Britos, Reveillere; Behrami, Inler; Callejon, Pandev (74' Dzemaili), Insigne; Higuain (85' Mertens). All. Benitez. A disposizione: Rafael, Colombo, Armero, Bariti, Cannavaro, Fernandez, Uvini, Radosevic, Duvan. Arbitro: Bergonzi Marcatori: 23', 71, Higuain, 25' aut. Behrami, 50' Pandev, 90' (+1) Callejon (N), 88' Keita(L) Ammoniti: Ciani, Radu (L), Britos, Armero (N)

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NAPOLI – UDINESE 3-3 Napoli (4-3-2-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere (82' Armero); Inler, Dzemaili (78' Behrami); Insigne, Pandev (74' Mertens), Callejón; Higuain. A disposizione: Reina, Colombo, Cannavaro, Uvini, Bariti, Radosevic, Zapata. All. Benitez Udinese (3-5-1-1): Brkic; Heurtaux (68' Maicosuel), Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Lazzari, Pereyra; Gabriel Silva; Bruno Fernandes (83' Naldo); Lopez (80' Zielinski). A disposizione: Kelava, Scuffet, Bubnjic, Badu, Mlinar, Douglas, Jadson, Widmer, Pinzi. All. Guidolin. Arbitro: Gervasoni Marcatori: 38' Pandev, 40' Pandev, 72' Dzemaili (N), 45' (+1) Fernandez (A) 70' Fernandes Borges, 80’ Basta Ammoniti: Fernandes Borges, Domizzi (U), Pandev, Dzemaili, Albiol, Fernandez (N)

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MAZZARRI, AMORI E TRADIMENTI

apoli – Inter: un’altra ghiotta opportunità. Più per Napoli città che per il Napoli squadra. Certo una vittoria, magari sonante, è sicuramente utile, auspicabile e rinfrancante, ma ugualmente rilevante potrebbe risultare il comportamento della tifoseria, necessario a dimostrare l’abbandono di alcuni stereotipi che ci mantengono spesso in un limbo di sapore gretto. Stasera calcheranno nuovamente il manto erboso di Fuorigrotta due pilastri azzurri degli ultimi anni, interpreti straordinari della prima fase del nuovo ciclo virtuoso: Walter Mazzarri e Hugo “Toro” Campagnaro. Una “standing ovation”, e non contestazioni da amante tradito, sarebbe l’unico tributo possibile loro spettante. La dimostrazione dell’affetto indelebile, il riconoscimento delle tantissime maglie sudate dovrebbe costituire la parziale restituzione di una miriade di momenti indimenticabili, di sorrisi, entusiasmi, salti di gioia e delusioni sportive, vita. Walter, il taciturno e scontroso livornese che non ha mai stabilito un rapporto profondamente carnale con la città, ma che è riuscito in imprese straordinarie, a creare un gruppo importante di calciatori perfettamente preparati atleticamente e tignosi al punto tale da farci vivere le partite fino all’ultimo istante con motivate speranze, molto spesso concluse sul filo di lana e con il cuore che batteva all’impazzata. Una piccola riflessione ci porterà alla mente incontri indimenticabili e interviste adeguatamente permalose e antipatiche che all’epoca ci piacevano tanto. Hugo, l’argentino di ferro, tecnica e potenza. Espressione di una grinta mai troppo poco rimpianta, soprattutto nel nostro recente passato.

Mario Passaretti

dio e amore è la perfetta sintesi del rapporto tra Walter Mazzarri e i tifosi napoletani. La delusione dell'addio alla squadra non è andata giù a molti per come è avvenuta, ma questo non può far dimenticare ciò che il tecnico toscano ha fatto in quattro anni alla guida della squadra. Di sicuro l’allenatore di San Vincenzo non è mai risultato troppo simpatico ai media per il suo carattere e il modo di porsi, ma a livello tecnico non si può discutere il suo operato conclusosi con un secondo posto e una qualificazione diretta alla Champions. Ma non è solo questo che deve rimanere impresso, bensì la sua capacità di ottimizzare le risorse della squadra messagli a disposizione nel corso degli anni. Probabilmente non sempre venivano soddisfatte le sue richieste, ma nonostante ciò, ha sempre lavorato in maniera professionale. Grazie ai suoi metodi è riu-

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BENTORNATI HUGO E WALTER Carlo Longobardi

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Il byte” azzurronapoli” l’apparecchietto ai denti - il suo segno caratteristico, le sue giocate in ogni zona del campo, da sorprendente jolly difensivo, la sua espressione concreta di gioco. Si potrà discutere sulla sbandierata (e qualche volta presunta) professionalità che spesso determina il distacco che talvolta sopraggiunge dopo il trasferimento, sui compensi più che significativi percepiti (che sono parte integrante del mercato di riferimento) oppure obiettare sulle scelte assunte che tante altre volte hanno costituito motivo di dispiaceri reiterati. Ma agli appassionati di calcio tutto questo dovrebbe appartenere poco: il ruolo che spetta è quello relativo al benessere che se ne trae in quanto innamorati della propria squadra. E in questo caso il bilancio è altamente positivo. Come abbiamo avuto più volte modo di vedere e valutare, su di noi sono sempre accesi potenti riflettori. La tifoseria azzurra è monitorata più del dovuto ed è sempre pronto l’indice puntato contro a stigmatizzare atteggiamenti discutibili collegati il più volte a discutibili luoghi comuni. Il principio da riaffermare dovrà essere sola- 13 mente uno: Napoli non dimentica.

scito a disciplinare tatticamente un giocatore come Lavezzi, rendendolo uno dei più richiesti dai club di tutto il mondo. E con lui Edinson Cavani è esploso fino a diventare il grandissimo attaccante che oggi in molti rimpiangono dopo la sua cessione. Ma nel corso dei quattro anni è riuscito a trasmettere a tutta la squadra la grinta necessaria a realizzare grandissime imprese che sarebbero troppe da citare ma che restano indelebili nei nostri cuori. Ha commesso errori, ma solo chi non osa non sbaglia. Ormai era chiaro a tutti che il tuo ciclo al Napoli era finito ma la gente che ti ama non ha mandato giù la tua continua incertezza sul futuro. Per cui anche se domenica ti avremo come avversario, spero che il pubblico ti renda i giusti tributi che meriti per averci fatto sognare. Grazie Walter


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2013 40 anni di passione negli stadi VOTA IL MIGLIORE

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Fai la tua pagella, vota il migliore SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK O SU WWW.AINC.IT Davide Bariti Valon Behrami Blerim Dzemaili Marek Hamsik Gokhan Inler Christian Maggio Giandomenico Mesto Josip Radosevic Juan Camilo Mosquera Zuniga José Maria Bueno Callejon Gonzalo Gerardo Higuain Lorenzo Insigne Dries Mertens Goran Pandev Duvan Estevan Banguera Zapata

Roberto Colombo Cabral Barbosa Rafael José Manuel Paez Reina Miguel Angel Britos Paolo Cannavaro Federico Fernandez Tortajada Raul Albiol Bruno Bortolanca Uvini Pablo Estifer Armero


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VINO BIANCO, VIVACE DAL GUSTO AMABILE IDEALE COMPAGNO DELLA PIZZA OTTIMO COME APERITIVO

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IL MIRACOLO DI NATALE? LO HA FATTO EDUARDO! “Natale in casa Cupiello” l’affresco universale di una tragica commedia esistenziale Bruno Marra

o sempre pensato che il vero Miracolo di Natale lo abbia compiuto Eduardo De Filippo scrivendo “Natale in casa Cupiello”. Lo guardo, lo riguardo e non riesco a spiegarmi pienamente la grandezza di un capolavoro in cui c’è racchiuso tutto il mondo. Tra le righe, nelle virgole, nelle pieghe, negli sguardi, nelle frasi, nei silenzi, nella meraviglia, nel respiro universale di un affresco immortale.

Sapete qual è il miracolo? Quello di una commedia straziante, che dovrebbe far piangere e che invece riesce nell’impresa di far ridere. Ridere per non piangere. La pienezza della filosofia dei napoletani, la dicotomia della maschera che portiamo addosso. Il bianco candore della speranza sporcato dal nero di una condanna.

In casa Cupiello ci sono concentrati secoli di napoletanità, raccontati con una disperata rassegnazione ma allo stesso modo una disarmante dignità che ricaccia dietro ogni accento patetico attraverso una chiave narrativa asettica, ironica, impietosa e mai retorica.

“Te piace ‘o presepio?” è diventato un simbolo del nostro immaginario. È la frase tormentone di Luca Cupiello, detto Lucariello, che vive in assoluta indigenza con una moglie distrutta emotivamente dall’usura del tempo, attaccata morbosamente a un figlio debosciato e nullatenente. In una casa in cui abita anche “zio Pasquale”, fratello isterico e strampalato di Lucariello, in continuo conflitto con il passato di una vita che lo ha emarginato. Il quadro desolante si completa quando l’altra figlia dei Cupiello “Ninuccia” minaccia di voler lasciare il marito (sposato per puro interesse economico) e di avere già da tempo un amante, che a sua volta si presenta dinanzi al focolare proprio nel giorno della vigilia di Natale. Eccoli i personaggi non già di una commedia, ma di un’esistenza

che ci gira attorno da sempre. Lucariello Cupiello, un pover’uomo che preferisce rifugiarsi nella sua passione maniacale per il presepio anziché affrontare il disastro familiare. La moglie Concetta, vittima di un marito irresponsabile e disilluso, madre schiava di un figlio sul quale ha riversato smodatamente tutto il proprio amore nel timore che pure “Nennillo” la potesse deludere. Zio Pasquale, un uomo disadattato che diventa inquilino forzato di suo fratello, unico a non averlo abbandonato al suo destino. Tommasino, figlio immaturo e mezzo abbonato che tira avanti con mezzucci ed espedienti, imbrogliando gli altri ma soprattutto se stesso per non sapere di essere irrisolto. Ninuccia che sposa l’uomo “facoltoso” per scappare dalla povertà familiare, “sistemarsi” e rinunciare all’amore. E che poi finisce per fare i conti non con i soldi ma con il cuore. Questi non sono semplici figure teatrali. Questi sono interpreti reali che troviamo al nostro fianco quotidianamente e che recitano la commedia del vivere consapevolmente. 23 Ce ne sarebbe di materiale per un dramma epocale, ma la tragedia, invece, diventa grottesca attraverso gli occhi di Eduardo. Un Maestro geniale che è riuscito nel vero Miracolo di Natale.

E io il Miracolo ve lo voglio raccontare così come me lo ricordo. Emozionato nella mia stanzetta, con mia nonna attaccata al televisore in bianco e nero. Mio padre infreddolito e divertito sembrava Lucariello che recitava tra i denti: “quest’anno il Natale si è presentato con tutti i sentimenti”. Mamma usciva dalla cucina, si toglieva il grembiulino e diceva puntualmente “queste feste so ‘na mazzata in fronte”. Poi tutti a una certa ora ci preparavamo all’evento. E per fortuna c’era chi urlava sempre: “addo’ sta Brunello, mo’ accummencia Natale in Casa Cupiello”!

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pions League Speciale Cham

MILAN OK, JUVE ELIMINATA Gruppo A

Gruppo B

Gruppo C

Manchester U.

14

Real Madrid

16

Leverkusen

10

Galatasaray AŞ

Gruppo D

PSG

13

Bayern

15

7

Olympiacos

10

Manchester C.

15

10

Viktoria Plzeň

3

1

Cska Mosca

3

Shakhtar

7

Juventus

6

Benfica

Real Sociedad

1

Copenaghen

4

Anderlecht

Gruppo F

Gruppo E Chelsea

12

Schalke 04

10

Basilea

8

Steaua Bucarest

3

Borussia D.

12

Arsenal FC

12

SSC Napoli

12

Olympique

0

Gruppo G Atletico Madrid

Gruppo H 16

Barcellona

13

Zenit

6

Milan

9

Porto

5

Ajax

8

Austria Vienna

5

Celtic

3

26 18 settembre NAPOLI - BORUSSIA D. 2-1

1 ottobre ARSENAL - NAPOLI 2-0

22 ottobre MARSIGLIA - NAPOLI 1-2

26 novembre BORUSSIA D. - NAPOLI 3-1

11 dicembre NAPOLI - ARSENAL 2-0

6 novembre NAPOLI - MARSIGLIA 3-2

Appuntamento al 20 febbraio 2014 con l’andata dei sedicesimi di Europa League


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NAPOLI – ARSENAL 2-0 Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Dzemaili, Behrami; Callejón, Pandev (57' Insigne), Mertens; Higuain. A disposizione: Colombo, Britos, Cannavaro, Uvini, Inler, Duvan. All. Benitez. Arsenal (4-2-3-1): Szczesny; Jenkinson, Mertesacker, Koscielny, Gibbs; Flamini, Arteta; Cazorla (67' Ramsey), Ozil, Rosicky (76' Monreal); Giroud. A disposizione: Fabiaski, Vermaelen, Walcott, Wilshere, Bendtner. All. Wenger Arbitro: Viktor Kassai Marcatori: 73' Higuain, 90' (+3) Callejon Ammoniti: Arteta, Giroud (A), Mertens, Dzemaili (N) Espulsi: Arteta (A) 27


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TIFO IN... PARLAMENTO Valerio Ceva Grimaldi

Stefano Dambruoso, parlamentare di Scelta civica per l'Italia, è presidente dell'Inter club Montecitorio.

Onorevole, da quando è tifoso dell'Inter? Da sempre, la prima maglietta che ho avuto è quella di Sandro Mazzola. Quale episodio sportivo dell'Inter ricorda con particolare piacere? La vittoria della Champions con Mourinho. Giocatore preferito? Zanetti, un esempio di vita per lo sport e fuori dallo sport. Cosa manca alla sua squadra, quest'anno? Due centravanti e almeno un centrocampista. Non possiamo andare avanti con Guarin e basta. Chi acquisterebbe e perchè? Io prenderei Lucas del PSG. Potrebbe essere un buon rinforzo per noi. Cosa pensa del nuovo presidente? Per me l’importante è pensare sempre che il presidente, almeno onorario, sia ancora oggi Massimo Moratti. Un voto alla squadra per questa prima parte di campionato. 7-. Un voto a Mazzarri. 7 e mezzo. Un pronostico per la partita al San Paolo. 1 a 0 per l’Inter, gol di Cambiasso. Quale è la squadra italiana che (sportivamente) non le è ai stata simpatica, e perchè? Risposta obbligatoria: il Milan! Per me i milanisti non sono mai stati Cugini, né mezzi parenti.

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Onorevole Michele Ragosta (Sel).

Tifoso del Napoli: da quando? Dai tempi di Maradona. Giocatore preferito? Eh, che domande: Maradona! Dei tempi più recenti? Hamsik. Ma quello dei tempi migliori. E Cavani. Lei avrebbe lasciato andare via il Matador? Da un punto di vista imprenditoriale è stata la scelta giusta. È stata una cessione importante per dare un futuro al Napoli. D'altra parte c'era una clausola rescissoria... Ma la mancanza di Cavani si sente. Secondo me se c'era ancora lui eravamo più in alto in classifica. Higuain non vale Cavani? Higuain è un grande campione ma credo che Cavani sia un giocatore più completo. Prende palla, la gioca, fa avanti e indietro per tutto il campo. Insomma: fa tutto. Benitez la sta deludendo? No. Ma spero ci siano acquisti importanti. Il Napoli è una squadra da completare. Può ancora ambire allo scudetto (anche se 8 punti di distanza dalla prima non sono pochi), se però fa 29 degli innesti mirati, in particolare in difesa. Pronostico con l'Inter? Due a uno per noi. Ma i giocatori dovranno metterci tutto il cuore che hanno e correre sempre a perdifiato su ogni palla. Un voto fino ad oggi al Napoli? Sette e mezzo.

E’ ORA DI CAMBIARE ROTTA Daniele Acampa

a Juventus è lontana e la Roma fa sul serio. Per il Napoli l’obiettivo scudetto si è drasticamente ridimensionato nelle ultime pertite di campionato. Gli uomini di Benitez hanno mostrato tutti i limiti strutturali e di organico che erano stati bene nascosti quando le cose andavano bene e quando la squadra correva più degli altri. Il Napoli ha fallito gli scontri diretti a Roma e Torino ma adesso sta perdendo punti anche contro squadre poco blasonate. La vittoria all’Olimpico contro una Lazio spenta aveva fatto illudere qualcuno, ma il 4 a 2 finale aveva comunque evidenziato le gravi amnesie difensive di una squadra cosi poco omogenea. Le gare contro Parma e Udinese ne danno conferma. La classe e la tecnica dei giocatori d’attacco fa a cazzotti con la pochezza di giocatori come Armero, Fernandez, Britos e Reveillere che hanno dimostrato di non essere di livello europeo. Poi anche a centrocampo

le cose non stanno andando bene. In tre sono pochi e soprattutto il modulo di Benitez non sta dando la possibilità ai vari Inler, Behrami e Dzemaili di fare bella figura, si trovano spesso da soli con la squadra che rimane lunga lasciando agli avversari delle vere e proprie praterie. L’analisi tattica non lascia in questo momento pensare a un Napoli capace di recuperare otto punti alla Juve. Adesso arriva Mazzarri nel primo vero scontro tra passato e presente, servono i tre punti ma soprattutto un cambio di rotta, la squadra subisce troppi gol e cosi non si va da nessuna parte. Il prossimo 6 di gennaio ci sarà lo scontro diretto tra la Juve e la Roma mentre il Napoli se la vedrà con la Sampdoria, bisogna arrivare a quella gara con una distanza ridotta dalle prime, per poi dare l’assalto a un mercato di riparazione che mai come questa volta ha bisogno di essere imponente e risolutivo.


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Le stelle del Napoli... A CURA DI RICCARDO SORRENTINO

apoli Inter! Quante similitudini. Entrambe le squadre hanno pareggiato in casa per 3 a 3 deludendo aspettative e tifosi. Entrambe, dopo un inizio campionato fantastico, sono in netto calo, dando l’impressione che le squadre avversarie hanno già preso le misure al loro gioco. Entrambe brillano nella fase offensiva, fanno tanti gol, ma in difesa sono inguardabili, imperdonabili. E ci sarà di tutto… ex che marcheranno ex (Rolando e Campagnaro a vedersela con Pandev), entrambe, inoltre, hanno in panchina un ex, anche se tra Don Rafè e Mazzarri, chi, in questo scontro al San Paolo, rischia di più la contestazione generale è il primo, perché anche un pareggio, dopo quello interno con l’Udinese e i risultati di novembre, amplificherebbero la delusione del momento, ridimensionando del tutto le aspirazioni di noi tifosi e di De Laurentiis, a cui però vorrei chiedere perché, pur sapendo esserci carenze in difesa non abbia acquistato un forte difensore (o magari, anche due, visto che, Campagnaro era andato via e Cannavaro e Mesto non offrivano garanzie assolute. E poi in attacco si aspettava un’alternativa a Higuain. Ed è arrivato solo Zapata. Per non parlare del centrocampo... È chiaro che i tifosi si chiedano come sarebbe stata la classifica del Napoli se questi acquisti necessari e scontati ci fossero stati, avendo il presidente manifestato la disponibilità finanziaria. Caro Presidente, lei di certo è il migliore presidente degli ultimi anni, le squadre vanno completate, anche perché, a proposito di Mazzarri, se quel ciclo è finito, solo con una Coppa Italia, i tifosi napoletani non vogliono aspettare altri 4 anni con Benitez per tentare di vincere qualcosa. A proposito del nostro Mister pacioccone, facendo i tifosi ottimisti, è certo possibile ancora che la stessa nostra crisi la possano vivere anche Juventus e Roma, ma a parte questa possibilità, il nostro Don Rafè ci deve anche chiarire qualche cosa. Infatti, da perfetto allenatore del segno dell’“ariete”, pur essendo ambizioso, si sta dimostrando monotematico, integralista, sempre lo stesso modulo, tanto che sta facendo fare un figurone agli allenatori italiani come Donadoni e Guidolin che invece, con i giocatori a loro disposizione e anche con assenze importanti, hanno dimostrato di saper plasmare, di volta in volta, la loro squadra per sfruttare le debolezze dell’avversario. E d’altronde la differenza tra un discreto e un grande allenatore, a parer mio, dovrebbe essere proprio quello di riuscire a fare risultati di qualità anche con assenze importanti, cercando di “capitalizzare” al massimo sia la rosa a disposizione che i punti deboli degli avversari. Punti deboli clamorosamente ripetitivi nel Napoli, dove l’unico che sembra non vedere (o considerarle con colpevole sufficien-

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za) è proprio Don Rafè, che si ostina nella sua difesa a 4, pur non avendo Mesto e Zuniga (e, quindi, facendo fare costantemente figure pessime ad Armero e Maggio che, pur se con personali responsabilità e limiti, non giocano nel loro ruolo) e a una coppia filtro di centrocampo (poco cambia se formata da Inler con Behrami o Dzemaili) che, da tantissime partita, regala, in fase passiva, il centrocampo agli avversari. Uno sfacelo tattico costante per cui il nostro Don Rafè, tra una visita a Pompei, e un'altra al San Carlo, tra una pizza alla margherita e una parmigiana di melanzane, contagiato forse dal governo italiano… non sta facendo nulla. Chiaro che, amando il Napoli, noi tifosi dobbiamo avere pazienza, aspettando che Benitez, al di là dei futuri acquisti di gennaio, si renda conto che ci aspettiamo qualcosa in più da lui, …ma occhio…voglio 31 anche ricordare a Don Rafè che si deve dare una scossa perché, e pure il proverbio lo dice,…la pazienza ha un limite. E non si parli che è al suo primo anno, perché Garcia docet! Comunque, augurandomi, che Benitez ritrovi già con l’Inter una maggiore flessibilità e l’equilibrio tattico che noi tifosi vorremmo vedere nel nostro Napoli, dico che, per i biotrend astrali, i protetti nel Napoli sono il leone Pandev e, se giocherà Hamsik, gli acquario Callejon e Maggio, gli arieti Behrami e Dzemaili, e se giocherà Zapata, e, con luci e ombre, il gemelli Insigne e il sagittario Higuain. Trend in calo invece, per il pesci Fernandez e, in parte, anche per i vergine Albiol e Reina. Nell’Inter invece, occhio all’acquario Palacio e all’ariete Alvarez. Buon biotrend astrale anche per i leoni Cambiasso e Zanetti, l’acquario Ranocchia, e, in parte per il gemelli Juan Jesus e, se giocherà, per il sagittario Pereira. Punti deboli astrali invece, nei pesci Jonathan e Taider e nei vergine Nagatomo e Rolando. Tra il “bilancia” Mazzarri e l’ariete Benitez, invece, c’è un grande equilibrio astrale, così come tra i presidenti perché sia Aurelio De Laurentiis che Eric Tohir sono del segno dei gemelli. Mi aggrappo quindi alle nascite delle società, cercando di non valutare il Napoli come quello del dopo fallimento rilevato da De Laurentiis, che sarebbe vergine e quindi più sfigato in questo posticipo, ma a quello dell’agosto del 1926 che dice che il Napoli è una società nata sotto il segno del leone, un segno solare (ovvio l’inno “’O sole mio”, un segno regale, un segno da primissimi posti, un segno da scudetto, e che, in questa importante sfida, sarà più protetto del segno dei pesci e cioè quello della società calcio Inter… e speriamo bene… e sempre Forza Napoli! Mio pronostico astrale: OVER… sperando che non sia per un 2 a 2 ma per un 2 a 1.


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