Cuore Azzurro n. 95 del 25/1/2014

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COPIA OMAGGIO

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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO IX N. 95 - 25 GENNAIO 2014

A PAG. 11 LA STORIA DEL PALLONE D’ORO A PAG. 23 TIFO IN PARLAMENTO

MAREKIARO PENSACI TU A PAG. 29 IL SETTORE GIOVANILE


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A GENNAIO I CONTI NON TORNANO Max Bonardi

i risiamo! Ancora una volta il Napoli mostra di non essere una squadra cinica e regala agli avversari, anche se il Natale è passato già da un po’, punti importanti nella corsa ai posti nobili Champions. Al Dall’Ara di Bologna tutto si poteva pensare tranne di non uscire vincitori contro una formazione che, nonostante il cambio di allenatore, faticherà e non poco, a salvarsi. E invece ancora una volta il Napoli è caduto nei vecchi difetti. La difesa va messa sotto accusa, ma stavolta ci va anche un po’ l’allenatore, prima perché il Napoli ha affrontato la gara con un approccio totalmente sbagliato, e poi perché complici alcune sostituzioni sbagliate, nonostante avesse raggiunto e superato i felsinei, nei minuti finali non ha saputo gestire il risultato, facendosi uccellare allo scadere. E quando si guarda alla difesa, non si può parlare di mercato. In primis perché già da luglio il reparto arretrato azzurro è parso il più debole dell’intera squadra, nonostante l’ingaggio di Albiol e Reina, troppo poco per una difesa che non sa “difendere”. Ed ecco che sotto accusa va anche lo staff dirigenziale col presidente

Osservatorio arbitrale

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in primis, incapace finora in questa sessione di mercato di aver dato all’allenatore i giocatori chiesti, uno su tutti Vermaelen, forte centrale difensivo dell’Arsenal. Evidentemente alla sede della Filmauro già ci si proietta al mercato di giugno, vedendo ormai compromessa parte della stagione e ritenendo che acquistare ora significherebbe spendere molto di più. Stavolta, però, c’è il rischio che De Laurentiis abbia sbagliato i conti. Dapprima, perché complice l’avvio imperioso degli azzurri, non credeva mai che a gennaio ci sarebbero stati tanti punti di distanza dal vertice con la Roma, inaspettatamente davanti al Napoli, e una Fiorentina quadrata e all’assalto del terzo posto, l’ultimo utile per fare le vacanze estive nella normalità ed evitare i preliminari di Champions. E tutto ciò ha costretto Benitez a spingere sull’acceleratore per avere rinforzi di qualità, very top player, un fatto del tutto nuovo agli occhi del presidente, capace in questi anni di non accontentare mai il proprio tecnico, ne sa qualcosa Mazzarri. E quando Benitez ha visto che rispetto alla lista presentata gli si è stato comprato il solo Jorginho, ha fatto spallucce.

CLASSIFICA DI SERIE A 2013/2014 SQUADRA

IL BUCO NELLA RETE Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)

a gara che tratteremo oggi, e che ci darà lo spunto di aprire una nuova (si fa per dire) riflessione, non appartiene al campionato italiano (stranamente), ma a quello tedesco (Bundesliga). Nell’incontro Hoffenheim Bayer Leverkusen finito 1-2, si è assistito al clamoroso errore dell’arbitro Brych che convalida un gol di Kiessling decisivo ai fini del risultato, inesistente, a fronte di una palla che entra da un buco della rete. Si dirà che questo non è un caso unico nella storia del calcio, ma sicuramente non possiamo negare che in un calcio che si sta evolvendo vertiginosamente a tutti i livelli, appare inverosimile ancora discutere di tutto ciò. La Fifa, per la verità come già avemmo modo di scrivere in occasione del "gol-non gol", prese una decisione ritenuta "storica" nel consentire la possibilità (per adesso in modo discrezionale) di consentire alle singole Federazioni, di adottare il sistema elettronico. Nelle more, come ben noto, e con risultati superiori alle aspettative, il calcio italiano ha adottato gli arbitri di porta, detti anche addizionali. Ma una considerazione, al di là, per la verità, di tutte le componenti tecnologiche o non che siano oggetto di applicazione, va fatta: il calcio fino a prova contraria è ancora uno sport, e nello sport vale un principio supremo che è chiamato etica sportiva. E allora, perché da parte delle Società non cominciare didatticamente a far comprendere a un calciatore che ammettere verso l’arbitro di aver segnato un gol fantasma, non sarà causa di rescissione contrattuale ma addirittura di un premio (anche economico) alla moralità? Si dirà che nel calcio purtroppo conta solo il risultato, ma se questo è il risultato del calcio, rischiamo di non andare realmente da nessuna parte...

JUVENTUS AS ROMA NAPOLI FIORENTINA INTER VERONA TORINO PARMA LAZIO GENOA MILAN ATALANTA SAMPDORIA CAGLIARI UDINESE CHIEVO BOLOGNA SASSUOLO LIVORNO CATANIA

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55 47 43 40 32 32 29 29 27 26 25 24 21 21 20 17 17 17 13 13

20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20

18 14 13 12 8 10 7 7 7 7 6 7 5 4 6 4 3 4 3 3

1 5 4 4 8 2 8 8 6 5 7 3 6 9 2 5 8 5 4 4

1 1 3 4 4 8 5 5 7 8 7 10 9 7 12 11 9 11 13 13

50 42 43 37 38 34 33 31 26 20 32 21 24 19 20 15 19 21 16 13

14 10 22 20 24 31 27 27 28 24 30 29 31 29 31 26 35 43 36 37

2 1 ª G I O R N A TA SABATO 25 GENNAIO NAPOLI - CHIEVO LAZIO - JUVENTUS DOMENICA -26 GENNAIO VERONA - ROMA CAGLIARI - MILAN INTER - CATANIA LIVORNO - SASSUOLO PARMA - UDINESE SAMPDORIA - BOLOGNA TORINO - ATALANTA FIORENTINA - GENOA

2 2 ª G I O R N A TA SABATO 2 FEBBRAIO BOLOGNA - UDINESE CAGLIARI - FIORENTINA MILAN - TORINO DOMENICA -3 FEBBRAIO ATALANTA - NAPOLI CATANIA - LIVORNO CHIEVO - LAZIO PARMA - ROMA SASSUOLO - VERONA GENOA - SAMPDORIA JUVENTUS - INTER


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Sede legale: via G. Porzio, 4 - ISOLA G5 Centro Direzionale (Na) Anno IX - n° 95 - 25 gennaio 2014

Direttore responsabile: Saverio Passaretti Coordinamento giornalistico: Max Bonardi hanno collaborato: Daniele Acampa, Valerio Ceva Grimaldi, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Bruno Marra, Marco Martone, Mario Passaretti, Fabrizio Piccolo, Giuseppe Piccolo, Riccardo Sorrentino, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 92 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: POLIGRAFICA RUGGIERO s.r.l. Grafica: Tiziana Astarita - Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 23 gennaio 2014 - ore 11,00

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di Mimmo Carratelli La Roma (secondo posto) ha allungato a quattro lunghezze, la Fiorentina sta arrivando minacciosa (3). A Bologna il Napoli ha buttato via la vittoria dopo avere rimontato riscattando un primo tempo orribile. Cominciano a essere stanche le frecce dell’attacco Callejon e Mertens. In questo momento Pandev non è più proponibile. È urgente il rientro di Hamsik a tempo pieno. A Bologna, Marek ha cambiato il Napoli nel secondo tempo. È stanco Albiol che gioca sempre, e domenica è incorso in due errori decisivi sui gol bolognesi. Il campo pesante di Bologna ha accentuato le condizioni fisiche non eccellenti degli azzurri, ne ha anche condizionato i tocchi in velocità. Adesso c’è il Chievo in questo anticipo di sabato e non si sta tranquilli. Il Napoli ha sprecato 11 punti contro le squadre di media e bassa classifica. Sette li ha sciupati in casa. Il Chievo può essere minaccioso. In piena zona-retrocessione viene a vendere cara la pelle. La gestione di Corini, subentrato a Sannino, dopo lo slancio iniziale di tre vittorie si è arenata (due punti nelle ultime cinque partite). Ma la squadra sa che dovrà lottare col pugnale fra i denti partita dopo partita, chiunque sia l’avversario. Se il Napoli dovesse accusare stanchezza, la partita sarà pericolosa. Bisogna darci dentro dal primo minuto, mettere i veronesi in soggezione e conquistare un vantaggio rassicurante senza andare in ansia col passare dei minuti. Sarebbe clamoroso un risultato non positivo. Fuori casa il Chievo ha segnato la miseria di quattro gol. Al San Paolo si metterà in trincea (3-5-2) puntando sulle sortite di Thereau e Paloschi. Senza disattenzioni, la difesa del Napoli non dovrebbe subire oltraggi. Il Napoli troverà un centrocampo avversario affollato, come a Bologna. Se i mediani non velocizzano il gioco c’è il rischio di impantanarsi. E ci sarà da patire anche in attacco se mancherà la rapidità delle giocate. Si annuncia la novità Jorginho. A centrocampo, l’assenza di Behrami si fa sentire sempre più. Benitez ha due mediani (Inler e Dzemaili) che non sono incontristi, che fanno filtro a fatica e che impostano poco. All’andata fu una passeggiata (4-2: Callejon, Higuain e due gol di Hamsik) per il Napoli partito a razzo. Ma ora la classifica impone al Chievo di tirare su le barricate e difficilmente sarà una festa come a Verona. A meno che il Napoli entri in campo con la determinazione e la sicurezza delle grandi squadre mancate a Bologna.

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L’AMAREZZA OLTRE LO SPORT Saverio Saverio Passaretti Passaretti (presidente (presidente AINC) AINC)

n vero peccato aver perso a Bologna due punti a partita ormai finita e con la superiorità numerica, il pareggio contro i felsinei cala una forte ipoteca sul prosieguo del campionato. E dire che gli azzurri dopo un primo tempo da dimenticare avevano nuovamente ribaltato il risultato come era successo contro l’Atalanta in Tim Cup, stavolta, però, uno svarione del sempre presente Albiol ha consentito al “rinato“ Bianchi di calciare a porta, praticamente indisturbato, incolpevole il buon Rafael, c’è da precisare che l’azione era viziata da uno spintone di Natali ai danni proprio dello spagnolo. È inutile recriminare bisogna, invece, considerare che la squadra deve rispondere a situazione di superiorità numerica, imponendo il proprio gioco, senza nemmeno prendere in considerazione l’utilizzo di una irritante melina che, come spesso accade, determina incredibili capovolgimenti di fronte. Il Napoli ha nelle sue potenzialità la capacità di poter tranquillamente concludere in positivo le partite senza ricorrere a questi mezzucci pericolosi, lo spirito di una grande squadra parte da questi concetti e il popolo napoletano è più che maturo per valutare con serenità e competenza la gestione della gara, non è possibile in pochi minuti rovinare belle prestazioni. Con il Chievo si attende una risposta decisa, ogni squadra deve essere affrontata con la giusta cattiveria agonistica, vincere con un largo margine non deve servire a sminuire gli avversari, ma 3 è necessario per acquistare consapevolezza nei propri mezzi e rilanciare l’entusiasmo di tifosi unici come quelli napoletani. A riguardo definirei inqualificabile il comportamento di una parte di tifosi bolognesi inneggianti al nostro “Vesuvio“ per lavare chissà che cosa se non la mente malata di costoro che di calcio veramente non capiscono un bel niente. Eccellente, di contro, il comportamento dello sportivo ed esemplare Gianni Morandi, simbolo della canzone italiana, che si è dimesso da presidente onorario del Bologna Calcio proprio per questo motivo e in netto contrasto con azioni che alimentano il razzismo. Appena se ne presenterà l’occasione lo ringrazierò personalmente a nome di tutti i nostri affiliati.

LA VIGNETTA DI


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NAPOLI DA 6 E MEZZO E GLI ALTRI CORRONO Carmine Tascone

Che si può dire del Napoli alla boa di metà stagione? Niente squilli di trombe, ma neppure grandi delusioni. La squadra è terza in classifica, sta disputando un buon torneo, è uscita immeritatamente dalla Champions League dopo aver disputato fior di partite, tuttavia bisogna aspettare, bisogna avere pazienza e vedere dove vuole arrivare l’allenatore, che a inizio stagione ha detto che il Napoli conquisterà qualcosa. Non posso aspettarmi che migliorerà il piazzamento dello scorso anno che vorrebbe dire scudetto, ma ho fiducia, con Benitez sono arrivati tutti ottimi calciatori tranne Zapata, tutti di prima fascia. Vediamo ora cosa succede, compra centrocampisti, ma avrebbe bisogno di due forti difensori. Mi auguro che anche lui l’abbia capito. Peccato che al mercato il Napoli arrivi sempre impreparato, operazioni che dalla stampa sembravano fatte, sfumano in un batter d’occhio. E il caso Cannavaro è diventato una barzelletta. Per adesso è arrivato solo Jorginho, fantastico universale polivalente, ma va visto giocare nel metodo di Benitez. Lui non ha mai giocato in uno schema a due a centrocampo, viene da un bel campionato nella Sambonifacese, e poi due buone stagioni a Verona, ma una cosa è giocare lì, un’altra a Napoli dove esiste una super pressione da parte di media e tifosi con ogni dome-

nica 50mila spettatori sugli spalti e lui ha poca esperienza per tali palcoscenici. Venendo al campionato e alla gara di Bologna non posso accettare di prendere due gol, il secondo su angolo, con Bianchi solo soletto che può stoppare con comodo il pallone e mettere in rete con 4 calciatori del Napoli schierati. Una gara che Benitez ha visto di grande spessore, io no. Un primo tempo regalato dal Napoli,inesistente, e un secondo da gestire, facendo scomparire il pallone sul 2-1, o da mandare il pallone in tribuna. Con questi sono gli ennesimi punti dilapidati da aggiungere a quelli persi col 5 Sassuolo, Parma, Udinese e Cagliari. Abbiamo perso 10 punti con squadre nettamente inferiori al Napoli. Intanto si profila una semifinale di Coppa Italia con la Roma che ha eliminato la superba Juventus. Peggiore avversario il Napoli non poteva trovare. Una squadra in salute che gioca benissimo con un grande motivatore in panchina, un allenatore al quale tutti i calciatori vogliono bene e che nel momento topico del match contro una sazia Juventus ha indovinato le giuste sostituzioni. A proposito, sabato c’è anche il match col Chievo. Non lo voglio analizzare, voglio solo vedere lunedì mattina tre punti in più sulla classifica del Napoli.


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NAPOLI - CHIEVO

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N. 1 2 5 7 8 9 11 14 15 16 17 18 19 20 21 22 24 25 27 28 33 85 88 91

Giocatore CABRAL RAFAEL ANTONHY REVEILLERE MIGUEL ANGEL BRITOS JOSÉ MARIA CALLEJON JORGE LUIZ JORGINHO GONZALO HIGUAIN CHRISTIAN MAGGIO DRIES MERTENS ROBERTO COLOMBO GIANDOMENICO MESTO MAREK HAMSIK JUAN CAMILO ZUNIGA GORAN PANDEV BLERIM DZEMAILI FEDERICO FERNANDEZ JOSIP RADOSEVIC LORENZO INSIGNE JOSÉ PAEZ REINA PABLO ESTIFER ARMERO PAOLO CANNAVARO TORTAJADA RAUL ALBIOL VALON BEHRAMI GOKHAN INLER DUVAN ESTEVAN ZAPATA

Ruolo P D D A C A C A P C C C A C D C A P C D D C C A

Classe 1990 1979 1985 1987 1991 1987 1982 1987 1975 1982 1987 1985 1983 1986 1989 1994 1991 1982 1986 1981 1985 1985 1984 1991

Naz. BRA FRA URU SPA BRA ARG ITA BEL ITA ITA SLO COL MAC SVI ARG CRO ITA SPA COL ITA SPA SVI SVI COL

Presenze 6 5 9 20 18 19 14 17 8 13 4 17 15 12 4 21 15 14 4 18 14 18 8

Gol 1 9 7 10 5 6 6 4 1 1 -

N. 1 2 3 4 7 8 9 10 11 12 15 17 20 21 22 27 28 31 33 43 56 77 90 93

Giocatore CHRISTIAN PUGGIONI A. BERNARDINI DARIO DAINELLI CLAITON DOS SANTOS DEJAN LAZAREVIC IVAN RADOVANOVIC SIMONE BENTIVOGLIO ALESSIO SESTU MAHMADOU SAMASSA BOSTJAN CESAR MANUEL PAMIC GENNARO SARDO MARCELO ESTIGARRIBIA N. SEBASTIAN FREY BOADU MAXWELL ACOSTY LUCA RIGONI MARCO SILVESTRI SERGIO PELLISSIER PAUL PAPP ALBERTO PALOSCHI PERPARIM HETEMAJ CYRIL THEREAU MATTEO ARDEMAGNI BOUKARY DRAMÉ

Ruolo P D D D A C C C A D D D C D C C P A D A C A A D

Classe 1981 1987 1979 1984 1990 1988 1985 1983 1986 1982 1986 1979 1987 1984 1991 1984 1991 1979 1989 1990 1986 1983 1987 1985

Naz. ITA ITA ITA BRA SLO SER ITA ITA MAL SLO CRO ITA PAR FRA GHA ITA ITA ITA ROM ITA FIN FRA ITA SEN

Presenze 20 4 11 6 6 17 12 12 1 18 3 17 15 16 7 18 13 6 18 17 19 2 16

Gol 1 1 2 1 5 4 -

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QUATTRO FURIE E… UN TALLONE D’ACHILLE

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CALLEJON, “CAZZIMMA” SPAGNOLA PER BENITEZ

Marco Martone

eccato! È un vero peccato che questa squadra, così forte dalla cintola in su, così devastante negli ultimi venti metri, così entusiasmante quando gli attaccanti, quattro furie scatenate, si passano il pallone e filano dritti verso la porta avversaria, si sciolga poi come neve al sole, quando a salire in cattedra dovrebbero essere stopper e terzini, per dirla con termini antichi. Una vecchia storia, trita e ritrita, che il Napoli si porta avanti da un bel po’ di tempo, da quando Mazzarri era costretto a schierare il buon Aronica in Champions League. Evidentemente, però, la società non ha mai ritenuto opportuno intervenire in maniera seria e perentoria sul mercato dei difensori, fatta eccezione per Albiol (e rinunciando comunque a Campagnaro), che da solo non può cantare e portare la croce, evidentemente. Resta quello il “Tallone d’Achille” che rende vulnerabile un organico da primato. Domenica scorsa un Napoli inguardabile nel primo tempo e appena sufficiente nel secondo, era riuscito, nonostante tutto, a spuntarla anche a Bologna, grazie a un rigore e a un gran gol di Callejon, messo davanti alla porta da Higuain, più bravo come uomo assist che come goleador, da un po’ di tempo. Poi un certo Rolando Bianchi, che aveva smarrito la via del gol, è stato trasformato in Batistuta dalla lentezza di Fernandez e compagni e la frittata è stata servita. Adesso bisognerà fare i conti con la Fiorentina che, a differenza del Napoli, che ha bi-

Fabrizio Piccolo

uando l’ho visto scattare sulla destra come una saetta e infilare ancora una volta il pallone nell’angolino a Bologna, in una sorta di remake sempre più bello dello stesso gol che ripete all’infinito, non ho avuto dubbi. Le avrei dedicate a Callejon queste righe. Come sia finita poi lasciamo perdere, di quella partita mi tengo stretto soprattutto quel gol. Rivisitazione sempre moderna della specialità di questo piccolo fenomeno che si sta dimostrando il miglior acquisto del Napoli. Nel rapporto qualità/prezzo forse non ci sono rivali, con tanto di cappello sia a Higuain che a Mertens, pure costato poco rispetto a quel che sta rendendo. Diciamocelo, chi lo conosceva Callejon? L’avevamo visto in qualche partita del Real Madrid, avevamo sorriso quando dopo un suo gol al Mestalla s’era visto Mourinho salirgli addosso per la gioia, come fosse la groppa di un cavallo e siamo andati a spuntare le sue statistiche per capire chi poteva essere davvero questo Callejon. Poi l’abbiamo visto giocare. Una, due, dieci partite. Tutte. Perché se c’è un insostituibile in questo Napoli è proprio lui assieme al Pipita. Callejon s’è conquistato l’affetto della gente piano piano ma senza fermarsi mai. Prima con la genero-

sogno di difensori e prende centrocampisti, è andata a coprire con Matri la falla lasciata da Pepito Rossi e rilancia la sfida agli azzurri per la terza piazza utile a centrare l’Europa che conta. Al momento in cui scriviamo sono in pieno svolgimento le operazioni di mercato e dunque non è detto che chi legge non sia già a conoscenza di ulteriori e auspicabili acquisti da parte del Napoli. Certo è che De Laurentiis, Benitez e Bigon si saranno convinti, ancora di più, che tra un Jorginho e un Capoue, sarà bene trovare un bel Marcantonio di centrale, visto che Albiol comincia a mordere il freno e gli altri in organico non danno l’affidamento di cui una squadra da vertice necessita per essere competitiva. Il Chievo rappresenta l’avversario ideale per rimettersi in carreggiata. La squadra di Corini non è più la rivelazione degli anni scorsi e francamente appare improbabile che possa mettere in difficoltà la formazione azzurra, che dovrà archiviare subito la pratica per pensare anche alla sfida di Coppa Italia con la Lazio di Edy Reja. Una competizione che gli azzurri, non ci stanchiamo di ripeterlo, dovranno considerare come obiettivo prioritario della stagione, allo stesso livello dell’Eu7 ropa League e alla posizione Champions. Guai a sottostimare il torneo schierando giocatori non all’altezza (Zapata) e giovani speranze (Bariti e Radosevic), perché, più che di speranze, in questo momento, c’è bisogno di certezze.

sità nel correre a perdifiato sulla fascia, poi per l’intesa da applausi con Higuain, quindi per i gol. Uno più bello dell’altro, uno dopo l’altro. Quando Benitez disse in estate che avrebbe potuto fare dai 10 ai 20 gol abbiamo mascherato la risata ironica, ce lo ricordiamo? Invece eccolo qui: e chi lo chiama Calle, chi Calleti, chi Cagliehòn ma questo è un fenomeno vero. Io dico la verità, quando l’ho visto le prime volte mi ha colpito subito per il carattere. C’ha la cazzima spagnola, questo qui: il sorriso davanti e il colpo che ti mette al tappeto dietro le spalle. Che bello poter finalmente dire: che grande acquisto, senza dover andare a rimpiangere milioni buttati al vento. Bravo Benitez che l’ha convinto, chiamandolo a ripetizione perché accettasse questa scommessa, bravo Bigon che non se l’è fatto dire due volte. L’ode a Josè è meritata tutta, ha le stimmate del fuoriclasse che ci serviva proprio quest’andaluso ribelle. E se anche il suo fratello gemello Juanmi gli somigliasse in campo il pensiero di riunire la famiglia potrebbe non essere una cattiva idea. Dimenticavo, Callejon indossa la maglia numero 7. Vi ricordate ancora chi l’ha avuta in


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NAPOLI – SAMPDORIA 2-0 Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Fernández, Réveillère (49' Armero); Inler, Dzemaili; Insigne, Callejón (83' Radosevic), Mertens; Higuaín (77' Zapata). A disposizione: Contini, Colombo, Uvini, Bariti, Pandev. All. Rafael Benítez. Sampdoria (4-2-3-1): Da Costa; De Silvestri, Mustafi, Gastaldello, Regini (72' Costa); Obiang, Palombo; Gabbiadini, Krsticic (78' Pozzi), Soriano; Eder. A disposizione: Fiorillo, Renan, Rodriguez, Sansone, Wszolek, Bjarnason, Maresca, Eramo, Poulsen, Fornasier. All. Sinisa Mihajlovic. Arbitro: Banti Marcatori: 53' Mertens, 62' Mertens (N) Ammoniti: Obiang, Mustafi (S), Mertens, Higuain (N)

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VERONA – NAPOLI 0-3 Verona (4-3-3): Rafael; Cacciatore, Maietta, Moras, Agostini; Romulo, Jorginho, Halfredsson (22' st Martinho); Iturbe (36' st Donadel), Toni, Gomez Taleb (33' st Cacia). A disp.: Borra, Nicolas, Albertazzi, Marques, Gonzalez, Donati, Laner, Cirigliano, Jankovic. All. Mandorlini Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Fernandez, Armero; Dzemaili, Inler (37' st Radosevic); Callejon, Pandev (22' st Insigne), Mertens; Higuain (35' st Britos). A disp.: Colombo, Contini, Uvini, Reveillere, Bariti, Zapata, Hamsik. All. Benitez Arbitro: Doveri Marcatori: 27' Mertens, 27' st Insigne, 31' st Dzemaili (N) Ammoniti: Dzemaili (N), Cacciatore (V)

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IL PALLONE D’ORO, DA ROMANZO A IPNOSI DI MASSA La metamorfosi di un premio popolare in evento mediatico e opulento Bruno Marra

on ho mai amato il Pallone d’Oro, lo considero un istituto destabilizzante e forviante dei valori veri del calcio. E non parlo di valori tecnici ma di quelli strettamente sportivi. Il calcio è uno sport di squadra, nasce e si sviluppa come aggregazione, condivisione, appartenenza.

Senza menare discorsi sull’aspetto culturale, sociale ed etico, il senso e la sublimazione del calcio è semplicemente la vittoria di squadra. Certo, esistono giocatori che fanno vincere la squadra. Ma non esisterà mai una squadra che fa vincere un solo giocatore.

Il Pallone d’Oro è figlio della cultura occidentale dello sviluppo capitalista, un altro obelisco eretto al boom economico del dopoguerra. Ma è anche l’interprete fedele della brama mai doma di idolatria che attraversa l’immaginario collettivo. In buona sostanza non è solo un premio sportivo ma una convergenza tra filosofia ed esigenza di massa. Eppure viene partorito da una idea contro natura, bizzarra, sgangherata, senza apparente ragione: un premio individuale in uno sport di squadra.

Il calciatore più forte del mondo può eleggerlo il popolo, scriverlo nel cielo della fantasia e affidarlo alle pagine della leggenda, ma non può essere messo su una pergamena da una giuria. In realtà lo stesso “Balon d’Oro” nasce con mire ben dimensionate e non certo ambiziose e messianiche, come è stato poi trasformato dall’espansionismo dilagante di populismo e business. Negli anni ‘50 la rivista francese France Football chiede ai suoi lettori di votare il calciatore più forte d’Europa. Una bonaria operazione di fidelizzazione e un riconoscimento alla competenza di “nicchia”. Una bella pensata, assolutamente priva di scopi esorbitanti la sfera della passione e del romanzo sportivo.

Col tempo hanno cominciato a votare i giornalisti e il riconoscimento ha assunto una valenza più professionale e comunque una patente di ufficialità. La regola unica è: premiare il calciatore che ha vinto di più o si è distinto maggiormente per successi e meriti durante la stagione. Sappiamo tutti oggi che l’albo del Pallone d’Oro ha scandito fedelmente anni di storia. Cruijff,

Platini, Baggio, Rossi, Van Basten, sono esattamente i miti eletti dal campo e dalla gente nel ventennio che va dal ‘70 al ‘90. Un premio che aveva anche un alone di candore, soavità e soprattutto sobrietà. Quella che oggi si è persa. E non è un caso che sia accaduto contestualmente all’assorbimento del “Balon d’Oro” da parte della Fifa. La Federazione ha fagocitato il premio rendendolo evento soprattutto mediatico. Ecco che la dicotomia giocatore-squadra nel nostro tempo si amplifica, diviene una forbice inevitabile. Guardatevi attorno, la domanda più assillante e ricorrente durante l’anno calcistico non è chi vincerà il Mondiale, l’Europeo o la Champions. La domanda è: chi vincerà il Pallone d’Oro. O meglio: a chi glielo danno!? E come se non bastasse ogni settimana ognuno propone il suo nome, il suo preferito, addirittura ci sono campagne stampa che molto poco candidamente fanno leva sulla captatio benevolentiae popolare per tirar fuori una bel numero di copie da piazzare.

Fino all’apice del paradiso artificiale che si concretizza nel mega festone stile “la grande bellezza” della serata finale, con tappeti 11 rossi fiammeggianti, diamanti abbaglianti, pareti dorate, passerelle di alta moda e calciatori di ogni epoca che ammonticchiano milioni su milioni in un raggio di 50 metri quadrati. E poi capita pure che il campione dei campioni si metta a piangere dalla commozione. Della serie: anche i ricchi piangono.

Magari dopo l’ipnosi di massa ci sarà pure qualcuno che si pone coscienziosamente il dubbio se sia il caso oggi, non esattamente nel boom economico dell’ultimo impero d’Occidente, di sollecitare e urtare la sensibilità comune con istrioniche feste di corte e ostentata opulenza. Ma tranquilli tutto passa, ci rivediamo l’anno che viene. La meravigliosa avventura continua. Ah, dimenticavo, prima di andare via ditemi pure: ma secondo voi chi lo vince il prossimo Pallone d’Oro!?

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LA BEFFA DI BIANCHI ARRIVA AL 90'

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BOLOGNA – NAPOLI 2-2 Bologna (3-5-1-1): Curci; Antonsson, Natali, Cherubin (72' Mantovani); Garics, Kone, Perez, Pazienza, Morleo (82' Acquafresca); Diamanti; Bianchi. A disp.: Stojanovic, Agliardi, Sorensen, Crespo, Della Rocca, Laxalt, Krhin, Christodoulopoulos, Cristaldo, Moscardelli. All. Ballardini Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere; Inler, Dzemaili; Mertens (78' Insigne), Pandev (57' Hamsik), Callejon; Higuain. A disp.: Colombo, Contini, Cannavaro, Armero, Britos, Radosevic, Zapata. All. Benitez Arbitro: Damato Marcatori: 37' Bianchi, 90' Bianchi (B), 62' Higuain, 80' Callejon (N) Ammoniti: Pazienza, Bianchi, Kone, Garics (B), Fernandez (N) Espulsi: Kone (B)

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Roberto Colombo Cabral Barbosa Rafael José Manuel Paez Reina Miguel Angel Britos Paolo Cannavaro Federico Fernandez Tortajada Raul Albiol Bruno Bortolanca Uvini Pablo Estifer Armero


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TIFO IN... PARLAMENTO Valerio Ceva Grimaldi

Da questo numero la rubrica “dal Parlamento” di Cuore azzurro ospiterà interviste a parlamentari ma anche a personaggi del mondo della cultura, delle istituzioni e dell'associazionismo nazionale protagonisti della vita sociale del Paese. Naturalmente, denominatore comune sarà sempre il tifo per il Napoli. Oggi è la volta di Fulvio Mamone Capria, dal luglio 2011 presidente di una delle più importanti associazioni ambientaliste nazionali: la Lipu. Classe 1973, originario di piazza Cavour, è da sempre tifosissimo del Napoli. Giocatore preferito? Higuain. Ma anche Mertens mi piace moltissimo.

Prima volta allo stadio? Ai tempi di Maradona andavo spesso in curva B. Un'emozione indescrivibile. Ricordo che in occasione di un gol fu tale l'entusiasmo della folla che in pochi secondi mi ritrovai sospinto dieci file più in basso, fin dove ci si affaccia sull'anello inferiore...

Un episodio a cui è particolarmente legato? Ricordo con piacere la grande festa in occasione del secondo scudetto. Insieme ad altri amici giravamo per le vie della città festeggiando seduti sul cofano della macchina a sbandierare a più non posso... Cosa pensa di Benitez? Mi piace molto. Ha personalità, e anche una costruzione della squadra molto seria. Può fare sempre meglio.

Soddisfatto del rendimento della squadra? Certo, dopo il pareggio col Bologna è rimasto un po' d'amaro in bocca. Ma secondo me il bicchiere è mezzo pieno.

S

Cosa manca al Napoli? È una questione di mentalità o servirebbe qualche giocatore? Io credo si debba potenziare la squadra con un paio di elementi che abbiano quell'esperienza in grado di colmare il gap esistente.

Il giocatore che quest'anno l'ha un po' delusa? Non vedo un giocatore in particolare. Ma comunque credo che la nostra difesa debba essere potenziata. Il modulo di Benitez è molto offensivo, e quindi è vitale rafforzare il reparto arretrato. I portieri Reina e Rafael, invece, mi danno grande sicurezza. 23

Il Chievo è stata un po' la bestia nera del Napoli negli ultimi anni. Cosa pensa di questo match? Io dico che da qui alla fine della stagione bisogna vincere tutte le partite. Il Chievo è una squadra insidiosa, ma noi dobbiamo sempre scendere in campo per vincere. Sempre. Una previsione? Due a zero per il Napoli.

NAPOLI – ROMA: ETERNA RIVALITA’ Mario Passaretti

i parla di due tifoserie molto calde capaci di grandi coreografie e di incitare i loro rispettivi calciatori. Erano addirittura gemellate dando vita a grandi spettacoli folcloristici. Gemellaggio poi interrotto… Ma quale fu il motivo della fine del gemellaggio? Venticinque ottobre 1987: si gioca Roma - Napoli e i giallorossi conducono per 1-0 con rete del bomber Pruzzo. Il Napoli è ridotto in 9 per una doppia espulsione di Renica e Careca. A pochi minuti dalla fine Maradona batte un calcio d'angolo, in area svetta Francini che insacca per un insperato pareggio. A fine partita Bagni "festeggia" sotto la curva Sud rivolgendo ai tifosi giallorossi il celebre gesto dell'ombrello: quel giorno cessò lo storico gemellaggio del Derby del Sole. Da quel momento una rivalità acerrima, rinforzata quest’anno dalla corsa per un posto Champions con lo scudetto che quasi certamente resterà cucito ancora sulle maglie della

Juventus, e acuitasi nel mese di gennaio con i due “sgarbi” fatti dalla squadra romanista nei confronti del Napoli nella finestra di mercato di riparazione. Una Roma già forte di un secondo posto e in grado di rafforzare la sua posizione allungando su un Napoli incapace di vincere al Dall’Ara. Il distacco è aumentato e ora siamo a quattro punti dalla squadra capitolina. Un distacco non solo numerico, ma che in questa sessione di mercato di gennaio si è ingigantita ancora di più con l’acquisto di Nainggolan, un centrocampista di ottima qualità sempre e solo inseguito a parole dal Napoli, e in ultimo il centrocampista laterale Bastos che avrebbe aggiunto qualità a un reparto già ottimo. È inutile ora esprimere qualsiasi giudizio visto che mancano ancora 10 giorni al termine del calciomercato e chissà, che oltre a Jorginho, il presidente non ci regali altre soddisfazioni per costruire una grande squadra e fare anche noi uno “sgarbo” alla Roma.




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PIÙ ARROSTO E MENO FUMO

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COMANDA IL CENTRO-SUD

Carlo Longobardi

n paio di elementi molto positivi da cui ripartire ci sono. Innanzitutto bisogna complimentarsi con tutta la “Bandabenitez” per la stagione straordinaria sin qui condotta in campionato - dove si sono ottenuti punteggi record - in Champions e in Coppa Italia; c’è poi da guardare con ottimismo al mezzo campionato ancora da disputare e, infine, a discapito di ogni sforzo compiuto, si deve considerare il cammino “impossibile” della Juventus che, di fatto, ha ammazzato il torneo nazionale, e della stessa Roma che ha reso molto complicata anche la lotta per l’accesso diretto nella massima competizione europea. Però, c’è anche da recriminare, e tanto, sulla incapacità riscontrata nei momenti topici di alcune partite, più volte rilevata, che non ha consentito di acquisire quei punti “possibili” che mancano e che avrebbero reso il cammino veramente eccellente. La partita di Bologna - che va ad aggiungersi a quelle con l’Udinese, Parma, Cagliari e il Sassuolo – ha lasciato tutti interdetti, non tanto per il pareggio, che pure ci può stare, ma per la modalità identica agli altri incontri citati con la quale è stata giocata. Nella formazione titolare è stato schierato Pandev, nonostante il suo discutibile stato di forma con Hamsik rigenerato in panchina. Il primo tempo è stato regalato agli avversari con quell’atteggiamento immotivato, inspiegabile e molle già visto in passato, chiuso con il gol subito che non è stato altro che una conseguenza logica e inevitabile, condizione che si determina quando il pallone staziona troppo nella propria area. Poi il Napoli ha giochicchiato un poco e ristabilito rapidamente la distanza evidente che esiste tra le due squadre. Dopodiché errori e orrori in quantità. Anziché schiacciare l’avversario confuso nel-

Daniele Acampa

l calcio italiano si è capovolto. L’Italia del pallone si scopre a testa in giù: comanda il Centro-Sud. Il Nord, da sempre ricco, sgrana gli occhi e sospira invidioso. Si tratta di un processo rivoluzionario che va avanti da un po’ di tempo. L’esempio lampante di quanto sta succedendo è l’affare Nainggolan, un giocatore che volevano tutti e alla fine è arrivato alla Roma. La stessa società giallorossa, ha appena preso Bastos, un altro giocatore sul quale Inter e Milan avevano messo gli occhi da molto tempo. Jorginho ha catturato l’attenzione di ogni grande club per i suoi fenomenali mesi al Verona e l’ha preso il Napoli. La Fiorentina, colpita dall’infortunio di Rossi e Gomez si è subito mossa con profitto: ha strappato Matri alla concorrenza, poi ha rinforzato ancor di più l’organico con Anderson. E dal nord che fanno per invertire la tendenza? Il nulla. A parte la Juve, che ha un organico super e che non sta facendo affari a gennaio, le altre dormono. Milan e Inter stanno attraversando una grave crisi d’identità. I rossoneri si sono appena liberati di Matri, hanno

la propria metà campo alla ricerca del gol della sicurezza, si è proceduto a un inutile, irritante e offensivo mantenimento del pallone: mille tocchetti fini a se stessi. Le sostituzioni compiute sono state ugualmente inutili, ancora una volta andrebbe spiegato a Insigne (subentrato all’ispirato Mertens) che il talento si dimostra anche con le giocate semplici e chiesto a Don Rafè il perché di questa sostituzione che non ha modificato nulla sul piano tattico e perché, ancora, non è stata sfruttata l’ulteriore a disposizione che avrebbe potuto supportare adeguatamente il centrocampo o la difesa. Giocare con l’ansia ha prodotto, invece, l’evitabile fallo di blocco del Pipita, la spizzata di Inler che ha regalato il corner decisivo e il raddoppio al centro di Albiol, seppur viziato da fallo, che ha lasciato da solo Rolando Bianchi a mietere i suoi immeritati allori e diventare uno degli uomini copertina delle trasmissioni sportive serali. L’altro tema da accennare è quello relativo alle operazioni di mercato e alla ridotta credibilità della nostra società in questo ambito. Le operazioni migliori sono quelle condotte in sordina e tempestivamente. Il caso Bastos insegna abbondantemente. Da noi (nonostante l’arrivo dell’ottimo Jorginho) si devono attendere squilli di tromba, fuochi d’artificio e… tweet. Allora, con grande rabbia, sono tornate alla mente le immagini degli altri “amati” allenatori che richiedono e ottengono il massimo impegno anche in condizioni di ampio vantaggio e di direttori sportivi che non fanno altro che comunicare, semplicemente, l’avvenuto acquisto di un nuovo giocatore. La spettacolarizzazione a tutti i costi può non essere un obbligo a cui attenersi sempre.

tenuto il solo Pazzini (che si è pure infortunato), ora si ritrovano senza un vice-Balotelli. Fino a qualche anno fa, sarebbe stato complicato solo immaginare uno scivolone del genere. Poi ci sono i tanti obiettivi falliti, da Nainggolan a Tevez e Strootman, fino a Ljajic. E l’Inter? Ha il primo presidente di un grande club che comincia la sua avventura con il motto: prima vendere e poi comprare, è questo, infatti, l’ordine arrivato da Thohir. È già successo che club del Centro-Sud si siano opposti allo strapotere nordista, anche sul mercato. Il Napoli di Ferlaino, la Roma di Sensi, la Lazio di Cragnotti, la Fiorentina di Pontello e poi di Cecchi Gori, il Parma di Tanzi, hanno sfidato il nord a suon di mega-investimenti, poi spesso hanno pagato sulla propria pelle gli azzardi economici. Adesso sembra diverso. Napoli, Roma e Fiorentina battono sempre le milanesi sul mercato grazie a una perfetta e competente programmazione oltre a qualche cessione eccellente. Non si sa quanto durerà, per ora la classifica dice che dietro la superJuve ci sono quelle tre e non hanno intenzione di fermarsi.


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NAPOLI-ATALANTA 3-1: E ORA LA LAZIO

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ECCO JORGINHO, L’ITALO-BRASILIANO Giuseppe Piccolo (vicepresidente AINC)

l neo acquisto del Napoli dal nome articolato Jorge Luiz Frello si fa chiamare, fortunatamente, semplicemente, “Jorginho”. La sua giovane età, ha appena 23 anni, è un’ottima premessa per un elegante calciatore cresciuto calcisticamente nel vivaio gialloblù. Il suo ruolo di centrocampista rinfresca un reparto particolarmente attenzionato da Rafa Benitez che prosegue nel suo progetto di formazione di un gruppo giovane e affiatato che possa reggere nel tempo e gratificare le aspettative dei tifosi azzurri. Il pareggio di Bologna ha lasciato non poche recriminazioni, ma piangere sul passato non produce risultati, altra cosa è invece fare buone riflessioni sugli errori e trarne il massimo profitto, il calcio è uno sport che riserva incredibili sorprese; quanti di noi hanno previsto con amarezza il gol di Bianchi rispetto al disinvolto atteggiamento degli azzurri, per poi davanti ai televisori imprecare e arrovellarsi il fegato. Che ben vengano, allora, nuove leve che, desiderose di affermarsi, lasciano sul terreno di gioco fino all’ultima goccia di energia. Le sconfitte vanno accettate senza problemi se la squadra dimo-

stra tutto il suo impegno. Chissà ora se Benitez vorrà provare immediatamente l’innesto a centrocampo del giovane brasiliano, siamo tutti incuriositi da questa opportunità senza sminuire il valore dei compagni di reparto. La prima assenza nelle file veronesi di Jorge si è sentita notevolmente a dimostrazione delle sue indiscutibili qualità… staremo a vedere! Nel frattempo si è già allenato a Castelvolturno e ha svolto un lavoro completo ed è già entusiasta dell’ambiente, ottimi segnali per i tifosi napoletani che sanno ricambiare con quella unica e impareggiabile euforia. Benvenuto Jorge!


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PRIMAVERA A TUTTA, BEFFA GIOVANISSIMI Attilio Marchionne

re squadre, tre diversi esiti per Primavera, Allievi e Giovanissimi del vivaio azzurro. Ride la Primavera di Saurini che schiaccia l’Avellino. Di tutt’altra pasta il morale della formazione di Mazzella stesa dalla capolista Roma e amaro in bocca anche per gli azzurrini di Liguori fermati in casa dal Palermo. Squadra

PRIMAVERA

CATANIA - LIVORNO

CROTONE - TRAPANI

1-0

1-3

LATINA - FIORENTINA 0-2

NAPOLI - AVELLINO

PALERMO - REGGINA

LATINA 18 bARI 14

JUVE STAbIA 11 CROTONE 10 REGGINA 9 TRAPANI 7

AVELLINO 1

0-0

Stesso risultato (4-1) della Primavera, ma a posizioni invertite, per gli Allievi di Mazzella che subiscono una dura lezione dalla capolista Roma nella seconda giornata di ritorno del campionato. Un match iniziato sotto i migliori auspici col Napoli in vantaggio all’intervallo grazie a una rete di Aniello Esposito. Tutt’altra musica nella ripresa con i giallorossi scatenati che segnano in quattro minuti due reti, prima con Soleri e poi con Vasco su calcio di rigore. Gara ribaltata, Napoli demoralizzato e capitolini ancora in gol prima col raddoppio di Soleri e poi col neo entrato D’Urso. A parziale giustificazione per gli azzurrini le molte assenze per di Rivelli, Sgueglia, Natale e Bernardini, tutte per infortunio, e il ricorso a De Simone e De Iorio dalla Primavera. Prossimo turno: 2/2 Napoli - Catania

GIOVANISSIMI NAZIONALI

NOCERINA- N. COSENZA NAPOLI- PALERMO

TRAPANI- REGGINA

0-0

1-1

0-2

CROTONE- SALERNITANA 1-2

CATANIA- V. LAMEZIA

RIP. CATANZARO

3-0

13 13

NOCERINA 12

CATANzARO 10 V. LAMEzIA 10

N. COSENzA 5

1

CATANIA - AVELLINO

CROTONE - FIORENTINA

11

35 46

ROMA - NAPOLI

4-1

BARI - PESCARA

V.

N.

14

11

0

14

10

13

5

13 14 14 14 14 12 14 14

7 5 4 4 3 2 3 1

4 4 1 2 2 2 4 1 3 4 1 2

12

3

0

41

15

10

JUVE STAbIA 16 REGGINA 14

CROTONE 12 CATANIA 12 bARI 11

AVELLINO 11 TRAPANI 10

1-2

Gf. Gs.

FIORENTINA 31 LATINA 22

0-1

P.

13

NAPOLI 20

0-2

N.

15

LAzIO 31

1-1

V.

ROMA 41

PESCARA 23

3-1

TRAPANI - PALERMO

Pt. G.

PALERMO 39

1-2

REGGINA - LAZIO

Prossimo turno: 25/1 Lazio - Napoli Squadra

jUVE STABIA - LATINA

9

CROTONE 13

10

risultati 13ª andata girone C

14

MESSINA 17

1

ALLIEVI NAZIONALI

NAPOLI 31

PAGANESE 16

7

3

0

10

SALERNITANA 17

11

6

4

2

13

7

5

2

13

5

2

2

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3

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4

2

6

13

1

1

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1

3

7

14

TRAPANI 33

1

8

PALERMO 34

CATANIA 23

1-1

13

Pt. G.

REGGINA 31

risultati 12 andata girone H PAGANESE- MESSINA

Squadra

12

2

9

NAPOLI 21

8

0

13

PALERMO 21

4-1

11

ROMA 30

CATANIA 23

LAZIO - jUVE STABIA 4-0

P.

11

LIVORNO 25

2-2

N.

13 13

Gf. Gs. Finisce nel migliore dei modi il girone di andata per gli azzurrini di Saurini che iniziano al meglio 44 14 il loro 2014: secco 4-1 ai danni dei cugini del38 13 l’Avellino e Napoli sesto in classifica a 21 punti 40 15 con l’aggancio al Palermo fermato in casa 0-0 dal31 21 la Reggina. Vittoria squillante per l’undici azzurro 17 14 in vantaggio nella prima frazione di gioco grazie 24 17 a una prodezza di Tutino. L’Avellino reagisce e sfiora il gol del pari. Nella ripresa Napoli scate25 20 nato, il portiere irpino Rizzo salva prima su Tutino 22 24 e poi su Rubino. Inaspettatamente, però, l’Avelli24 26 no pareggia con Masocco. Scossa del Napoli che 14 22 di seguito segna tre reti con Bifulco, Rubino che 17 41 allo scadere il quarto gol del Napoli con Tutino 9 19 che fa doppietta. E ora sotto con la capolista.

V.

LAzIO 34

FIORENTINA 33

risultati 12 giornata andata girone C BARI - ROMA

Pt. G.

15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15

10 7 5 6 4 2 3 3 3 3 2

2 1 1 2 7 2 4 8 3 3

0 4 4 6 3 7 7 5 9 9

2

10

4

9

2

10

45

8

28

15

23

19

27 19 19 16 23 15 12 24 19 13

6

19 19 30 23 25 26 27 36 41 30

Gf. Gs. Secondo turno di ritorno e Napoli fermato in casa dal Palermo (1-1), beffato nei minuti di recupero. 0 38 11 Grande sconforto tra i ragazzi di Liguori per un 3 31 13 successo sfuggito di un niente. che pensavano di 1 32 10 avercela fatta, ma così non è stato. Primo tempo tutto di marca azzurra ma il vento e qualche pas3 34 13 saggio impreciso non consentono una manovra 4 29 16 fluida. Ma al primo vero affondo i partenopei pas6 20 20 sano in vantaggio con Mentana che gela Graziano. Nella ripresa gli azzurri giocano di rimessa 7 21 27 ma sprecano molto in fase d’impostazione per 6 22 24 troppa precipitazione. Liguori ricorre alla panchi9 15 29 na ma un errore di Messina nei minuti finali e il doppio giallo di Russo fanno da prologo al pareg8 12 25 gio rosanero di D’Amico che chiude il match, ge6 12 16 la la tifoseria azzurra e demoralizza un Napoli ancora inesperto. 10 11 42 P.

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9

40

Prossimo turno: 26/1 Salernitana - Napoli

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Le stelle del Napoli...

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A CURA DI RICCARDO SORRENTINO

utti a vedere il Napoli e… tutti ad ammirare la prima di Jorginho, sagittario come Higuain, e secondo i miei studi, destinato a dare un buon contributo in questa stagione e uno superlativo nei prossimi due campionati. Ma che delusione il pareggio di Bologna, un’ennesima conferma di una costante lacuna formata sia da una non buona gestione della palla nei momenti cruciali della gara, che dagli ormai soliti limiti difensivi messi ancora più in evidenza dal calo, nelle ultime giornate, della forma e concentrazione di Albiol (che dopo un inizio di stagione superlativo, sta risentendo di una logica stanchezza). C’è da sottolineare poi, che i due gol subiti a Bologna non dipendono da una mancanza di equilibrio tattico, perché sono stati subiti (pur se, in riferimento al primo gol, la ripartenza è stata favorita da un nostro solito passaggio sbagliato a centrocampo) il primo, a difesa comunque schierata contro un solo attaccante (che era da marcare in modo più stretto da Albiol), e il secondo, su palla inattiva con Albiol e Fernandez a marcare Acquafresca dimenticandosi del tutto di Bianchi (… ma che bravi che siamo a resuscitare sempre chi sta in crisi da tempo). Spero quindi che la società, al di là di un altro centrocampista, investa in un difensore di qualità ed esperienza perché, se in ogni partita ci vogliono 3 gol per vincere, il rischio Fiorentina per la Champions non è da sottovalutare. Ma veniamo a Napoli - Chievo che si giocherà con la Luna e Saturno in scorpione, Mercurio in acquario, Venere in capricorno, Marte in bilancia e Giove in cancro. Tutto questo per dire che, considerando i biotrend astrali (che ricordo ancora una volta sono una fusione dei bioritmi e del presunto trend astrale dei giocatori secondo un sistema statistico che studio e perfeziono da oltre 30 anni), il mio consiglio astrale per Benitez è di con-

siderare che nel Napoli squadra, “ il cielo” protegge in particolare i vergine Albiol e Reina, i cancro Inler e Britos, gli scorpioni Armero e Revelliere; luci e ombre, invece, per il toro Mertens. Biotrend astrale in calo invece per gli “acquario” Callejon e Maggio, e i leoni Hamsik e Pandev. Discreti tutti gli altri, e in particolare, punterei sui “sagittario” Higuain e Jorginho. Ma se il “pesce puzza dalla testa…” nel Chievo, invece, spicca, a incoraggiare il Napoli, il trend astrale negativo del suo allenatore leone Corini. Trend astrale da luci e ombre invece, per i “toro” Thereau e Sardo, C’è da dire però che, considerando che sia il portiere Puggioni che la punta Paloschi (che già ci ha fatto penare altre volte) sono del “capricorno” e 31 avranno un buon trend astrale a livello di panchine, così come anche i due difensori Frey (pesci) e Cesar (cancro), è chiaro che il Chievo non verrà a fare una passeggiata al San Paolo, e ci vorrà, quindi, oltre alla bravura,anche la massima determinazione e grinta. Comunque, già da questi dati, potete già farvi una idea del pronostico delle “stelle” perché, anche se sarà una partita tosta, c’è ancora una volta la possibilità di liberare tutto il grande potenziale offensivo della squadra azzurra, per di più, sostenuta, come al solito (alla grande) dalla migliore tifoseria d’Italia. Netta, quindi, anche secondo i biotrend astrali la vittoria del Napoli, e quindi dico 1 fisso.

“Le Bollette delle… stelle”

LAZIO - JUVENTUS NAPOLI - CHIEVO VERONA - ROMA CAGLIARI - MILAN INTER - CATANIA LIVORNO - SASSUOLO PARMA - UDINESE SAMPDORIA - BOLOGNA FIORENTINA - GENOA

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