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Organo ufficiale dell’Associazione Italiana Napoli -Club Anno X- nr 112- 07/03/2015
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Meglio guardare avanti pagina 8
Tascone: a Torino il so lito errore. Non si può regalare un tempo
Gabbiadini Basta la parola Qualità, affidabilità, potenza
Giallorossi in casa del chievo, fiorentina domani nella tana della lazio
Roma sotto il balcone di giulietta
La Juventus chiude il turno ospitando il Sassuolo. Il Parma torna in campo la classifica proGramma Sampdoria - Cagliari milan - Verona CeSena - palermo ChieVo - roma empoli - genoa parma - atalanta UdineSe - torino napoli - inter lazio - Fiorentina JUVentUS - SaSSUolo
Juventus Roma Napoli Lazio Fiorentina Sampdoria Genoa Torino Inter Milan Palermo Sassuolo Hellas Udinese Empoli Chievo Atalanta Cagliari Cesena Parma
2-0 2-2
lUn lUn
prossimo turno atalanta - UdineSe Cagliari - empoli Fiorentina - milan genoa - ChieVo inter - CeSena palermo - JUVentUS roma - Sampdoria SaSSUolo - parma torino - lazio Verona - napoli
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
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Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Coordinamento: : Star Press Hanno collaborato: Francesco Basile, Silvio elia Ferrara, Carlo Longobardi,
58 49 45 43 42 42 36 36 35 35 34 29 29 28 28 25 23 20 19 10
25 25 25 25 25 26 24 25 25 26 25 25 26 24 25 25 25 26 25 23
17 13 13 13 11 10 9 9 9 8 8 6 7 7 5 6 5 4 4 3
7 10 6 4 9 12 9 9 8 11 10 11 8 7 13 7 8 8 7 2
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Bruno Marra, Marco Martone, Mario Passaretti, Ciro Piemonte, Carmine Tascone Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007
lunedĂŹ 23 febbraio 2015
liberamente
meglio puntaRe la Roma che guaRdaRsi dietRo La settimana scorsa il Napoli aveva la possibilità, vincendo a Torino, di agganciare momentaneamente la Roma al secondo posto. Stavolta in ogni caso non sarà possibile, ma una vittoria del Napoli metterebbe in ogni caso una certa pressione alla Roma. Qualcuno dirà: invece di guardare al secondo posto sarebbe meglio fare attenzione a quello che succede alle spalle del Napoli, visto la grande risalti i Lazio e Fiorentina. Non la pensiamo così. Per dare il massimo in campo una squadra deve sempre porsi un obiettivo importante, di un certo livello. Sempre bene guardare avanti, piuttosto che aspettare quello che fanno le altre che inseguono. Dal punto di vista psicologico è sempre meglio essere cacciatore piuttosto che preda. Per altro non è che poi cambi più di tanto. Per ambire al secondo posto il Napoli deve provare a vincere tutte le partite, per cercare di sfruttare eventuali passi falsi di ci sta davanti. Parimenti deve provare sempre a vincere anche se vuole tenersi stretto il terzo posto, rendendo vane le vittorie delle inseguitrici. Per altro Lazio e Fiorentina, le uniche due che possono insidiare il Napoli da questo punto di vista, si affrontano lunedì in uno scontro diretto. Quello che non deve assolutamente fare in questo momento il Napoli è scegliere un obiettivo da privilegiare tra campionato, Coppa Italia e Europa League. Al momento sono aperti tutti e tre i discorsi. In Coppa Italia il Napoli ha fatto un passo importante verso la finale, ma se ne parlerà tra un mese, c’è tempo. In Europa League c’è un ottavo sulla carta non impossibile. Si gioca l’andata al san Paolo e si deve indirizzare al meglio il doppio scontro. In ogni caso, turnover a parte, si gioca giovedì, ci sono quattro
domenica 8 marzo 2015
giorni pieni dopo la gara di stasera per preparare l’impegno. Giocando in casa non c’è neanche il fastidio della trasferta. Alla gara di giovedì si può e si deve iniziare a pensare da lunedì. Stasera quindi solo l’Inter deve essere al centro dei pensieri del Napoli. Una partita che si può e si deve vincere. E per farlo non bisogna avere retro pensieri, pensare a quello che è stato o a quello che sarà a breve. Servirà il Napoli visto nel secondo tempo contro la Lazio. Preciso, attento, determinato. L’Inter è una squadra da prendere con le molle: vale certamente più della classifica attuale, ed ha una perso-
l’editoriale di
liberato Ferrara
nalità, dovuta a Mancini, che è superiore addirittura alla sua forza reale. Non è in questo momento una grande, ma l’Inter gioca sempre col piglio della grande. Un’arma a doppio taglio., Se il Napoli è in serata è un bel vantaggio, perché avrà spazi a disposizione. Se il Napoli sbaglia approccio il rischio concreto è quello di essere messi sotto. Sicuramente i nerazzurri sono superiori a Palermo e Torino che recentemente hanno battuto il Napoli. Ma giocare al san Paolo, e contro un avversario di questo blasone, è una sorta di assicurazione: difficile ipotizzare che verrà sbagliato approccio….
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Cammino a corrente alt di Saverio Passaretti Il Napoli continua il suo percorso alternando partite veementi con altre di scarso impegno, la concentrazione è alla base del successo ma l’attaccamento alla squadra dovrebbe essere dimostrato in ogni occasione dimenticando, quando è possibile, problemi legati ai rapporti prettamente commerciali con la società. Sembra in tal senso inseguire una chimera visto che la presenza di napoletani in squadra non esiste e gli italiani ridotti a poche unità, un magro risultato frutto di normative fin troppo elastiche che consentono alle società di gestire come meglio ritengono la propria organizzazione. Realtà che sconvolge il calcio italiano che vive in questo periodo il dramma Parma la cui fine è ancora nella nebbia e solo adesso, a situazione ormai disperata, che fuoriescono le reali responsabilità sulla gestione e sul controllo di una società che certamente non poteva partecipare al campionato 2014/15. Chi paga in questa bagarre sono sempre e unicamente i tifosi schiavi incontrollati di una passione che regola il proprio stato d’animo settimana per settimana, il tifo è una vera patologia ma per quanto ci riguarda, sana e corretta. L’attaccamento ai colori azzurri dei nostri club sparsi in tutto il mondo è costante, senza riserve, la vera linfa vitale di un sport nobile che accomuna milioni
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di appassionati e che vede i tifosi partenopei fra quelli più caratteristici, coinvolgenti nella loro unica e simpatica teatralità. E’ triste assistere alla esasperazione della naturale foga che aleggia nel calcio, episodi come quelli che hanno visto tristemente protagonisti i tifosi olandesi a Roma sono inqualificabili e nulla hanno da spartire con la sportività e la correttezza, sono assolutamente da isolare tutti coloro si recano allo stadio solo per sfogare i propri impulsi repressi. Non ci resta che sperare sulle capacità degli addetti ai lavori ai quali è affidato un arduo compito ma credo che senza esasperazioni strumentali si possono conseguire buoni risultati sul modello di altre organizzazioni europee. Non a caso il Presidente De Laurentiis ha ribadito, duramente, che la sua disponibilità alla costruzione di un nuovo stadio è legata unicamente alla approvazione di normative stringenti contro il tifo violento sullo stile inglese. In questa atmosfera in nostro Napoli claudica e giunge corroborante il pareggio contro una buona Lazio, risultato che pone gli azzurri nella condizione di superare anche questo turno ed accedere nuovamente alla finale di un torneo caro a Benitez. Il neo acquisto Manolo Gabbiadini risulta ancora determinante pronto a ribadire in rete un buon affondo del Pipita, il ragazzo si dimostra serio e motivato anche nell’intervista di fine gara, sereno e mai insofferente anche in quei cambi non sempre condivisi dai tifosi. Bravo Manolo! La sfida coi nerazzurri del ritrovato Mancini pone il nostro Mister a rivedere schemi e giocatori, il nuovo allenatore sbarcato a Milano suole modificare spesso il proprio modulo in un concetto elastico di impostazione tattica, adeguare nel corso della gara è intrinseco nel calcio moderno per evitare di cadere nella prevedibilità e lui applica molto
bene tale strategia. Una bella partita a scacchi fra i due, molto british, allenatori, presupposto che fa ben sperare sulla qualità dello spettacolo che vivremo al S.Paolo in presenza di un pubblico speriamo numeroso e pronto al sostegno incondizionato, il primo match risale a ben 85 anni fa e quella volta il mitico Sallustro ne fece due …. ! Che vinca il migliore !! (Cioè il Napoli!) *il Presidente aiNC
domenica 8 marzo 2015
ternata
Formazione e lavoro di
alFredo tuCCi
Il concetto di Formazione, inteso come un’azione dinamica di più fattori, volti all’accrescimento delle capacità culturali ed operative, dei singoli individui, non trova un favorevole ritorno, quando deve essere intrapresa come un unico volano atto a garantire l’inserimento nel mondo del lavoro. Trovare una definizione univoca, per entrambe le aree, da sempre intese come espressione democratica di crescita e benessere, nelle culture occidentali, diventa sempre più difficile poterle vedere camminare insieme, all’interno dello stesso contesto. Sembra spesso, che la formazione non sia più propedeutica al lavoro, o il lavoro non sia più, un contesto nel quale la formazione possa radicarsi, evolvendosi con le dinamiche tecnologiche della produzione. Va senza dubbio osservato il contesto, nel quale il mondo della formazione si muove, nel senso di universo contraddittorio di domanda ed offerta di lavoro, di normative e direttive atte a suggestionare una ripresa economica e socio-
domenica 8 marzo 2015
politica, omogenea. La mancanza di lavoro, la crisi economica ormai latente, a livello globale e locale, non favorisce certo dell’evoluzione della formazione. Il lavoro, o comunque le dinamiche di evoluzione dello stesso, contraddistinto da una contrattazione omogenea a tutti i livelli, deve potersi sviluppare dal basso. Affinché questo possa avvenire, deve esserci una politica attiva, mirata alla realizzazione di progetti fattibili e costruttivi, calati sulle realtà territoriali, condivisi da tutti gli stakeholders, inseriti su livelli diversi all’interno del tessuto sociale e politico di un territorio. Se le regioni Europee e la Comunità stessa, non si rende conto dell’enorme potenziale inespresso che è presente nei propri territori, fatto di intraprendenza, sogni, progettualità, diventerà difficile per le aree depresse, non solo crescere, ma anche pensare a qualcosa che possa anche alla lontana, assomigliare al lavoro e alla formazione, quella che vuol creare lavoro, facendolo diventare momento comune di sviluppo.
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Contro l’Inter si STRINIC
DAvID LOPEZ
HENRIqUE
ANDUJAR
ICARDI
ALBIOL
kOULIBALy
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GAB
SHAqIRI
INLER
PALACIO
domenica 8 marzo 2015
parte alle 20.45
BBIADINI
GUARIN
SANTON
RANOCCHIA HIGUAIN HAMSIk
HANDANOvIC JUAN JESUS MEDEL
D'AMBROSIO CALLEJON BROZOvIC
domenica 8 marzo 2015
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per il Grillo sparlante non si può reGalare un tempo a nessuna squadra di a
“a torino ennesima occasione persa” Stilettata a Mauro: “Domenica ha sbagliato lui più di Benitez a dire certe cose” di
liberato Ferrara
“Il Napoli è sempre lo stesso, ormai c’è poco da urlare alla sorpresa. E’ una squadra capace di tutto e del contrario di tutto. Se gli azzurri giocano come sanno possono davvero vincere contro chiunque. Purtroppo la cosa non sempre capita. E di conseguenza in campionato una squadra così non potrà mai essere competitivo ai massimi livelli. Nelle Coppe invece il discorso è decisamente diverso. Perché il Coppa il Napoli difficilmente sbaglia partita. Gioca sempre al massimo e di conseguenza è in grado di fare qualsiasi cosa”. La lingua batte sempre dopo il dente duole. Tascone ne ha fatto un motto. E lo ribadisce sempre. Ma ci sarà un modo per risolvere questo problema? Come è possibile che sia sempre la stessa cosa? “M spiace dirlo, ma penso che in casi del genere le responsabilità maggiori siano del tecnico, ch evidentemente non riesce a trasmettere le giuste indicazioni alla squadra. A Torino il Napoli ha completamente regalato il primo tempo agli avversari. E nel calcio moderno una cosa del genere non si può fare”. Però il gol della vittoria è arrivato nel secondo tempo, mentre il Napoli stava dimenticando la partita. “Dominando la partita mi sembra eccessivo, in fin dei conti non aveva costruito alcuna occasione da rete.
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Diciamo che aveva preso in mano il pallino del gioco. Però una grande squadra scende in campo e mette subito le cose in chiaro. Cosa è successo? Il Torino aveva certamente una grande carica emotiva dopo la vittoria di Bilbao, però era stanco. Se il Napoli avesse fatto subito la partita li avrebbe messo in difficoltà. Anche dal punto di vista fisico. Invece il Napoli ha giocato assolutamente sotto ritmo i primi 45 minuti. E poi quando è arrivato il gol per un errore del singolo, anzi più errori di più singoli, il Torno ha preso coraggio e fatto il pieno di energie. Un gol lo puoi sempre subire, ma se regali un tempo agli avversari poi è più difficile provi rimedio” E’ l’allenatore che dice alla squadra di non spingere o sono i giocatori che in cam-
po quello che vogliono loro? “Il tecnico ha responsabilità, non ci sono dubbi. Ho avuto la sensazione guardando la partita in televisione che il piano fosse proprio quello di non attaccarli, di farli sfogare all’inizio. Poi però è chiaro che in campo ci vanno i calciatori, e certe cose le decidono loro. Ma nei primi minuti sempre il tecnico che dà l’input”. Contro l’Inter cosa succede? “Contro l’Inter non sarà una gara facile, anche se penso che il Napoli possa vincere. L’Inter gioca bene, Mancini sta dando la giusta mentalità, ed ha anche calciatori di grande qualità. A me Icardi piace molto, ma Guarin per dirne una è una grande giocatore, per altro in grande condizione. Il Napoli deve stare attento. Però
oggi come oggi è superiore. Mancini non ha una squadra n grado di assecondare la sua idea di calcio, troppo giocatori non sono da Iner In casi del genere se giochi per limitare i danni è meglio, ma mi rendo contro che una squadra come l’Inter ha un blasone da difendere, non solo, è anche giusto che lavori in prospettiva futura, deve dare una mentalità alla squadra anche per i prossimi anni quando penso sarà forte in tutti i settori”. “In conclusione vorrei mandare una cartolina a Massimo Mauro. Domenica ha perso l’occasione di stare zitto. Non si può permettere di dire certe cose a Benitez. A Rafa si può dire tutto tranne che è un disonesto. Se c’è un disonesto è lui perché lo ha detto quando Benitez è andato via”.
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RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle Tel: 0577 624516 E-mail: brunellamarsico@gmail.it
casa napoli
non solo golfisti impRovvisati, quanti tecnici mancati e soloni da salotto Su una cosa alla fine Benitez avrà di sicuro ragione alla fine, comunque vadano le cose. E’ riuscito a mandare in confusione tutti gli improvvisati soloni del lunedì, i tecnici mancati e gli opinionisti da salotto con le sue mosse, il suo modo di allenare e di far giocare le sue squadre. Ripercorrendo a ritroso le critiche che ha scatenato sin dal suo arrivo a Napoli non si può non sorridere: gli azzurri sono in corsa su tutti e tre i fronti attualmente, eppure chi vedeva i suoi metodi in ritiro non aveva perso tempo a bocciarlo: “il Napoli non fa fondo, niente corse nei boschi, niente parte atletica, dove pensa di arrivare?”. La finale di coppa Italia vinta l’anno scorso è stata una prima risposta, l’altra arriverà presumibilmente tra qualche mese ma era solo l’antipasto. Il manifesto programmatico dello spagnolo era chiaro sin dalla sua prima conferenza da tecnico del Napoli: gestire una rosa ampia e di qualità per poter far strada in tutte le competizioni e se l’anno scorso il turnover è stato meno marcato, quest’anno non si vede mai la stessa formazione di fila. Una strategia
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giudicata vincente quando si vince e perdente quando si perde? Non solo. A volte è perdente anche quando si vince a sentire tanti commentatori incontentabili. Qualche perla? Gioca e segna Zapata? Colpa di Benitez che non lo fa giocare spesso (“ma come si fa a tenere fuori uno come Zapata?”). Gioca e segna Gabbiadini? Colpa di Benitez che non lo mette sempre dall’inizio (“ma come si fa a lasciar fuori Gabbiadini?”). Esce Hamsik? Sacrilegio (“ma perché toglie sempre il capitano?”). Gioca Hamsik (“ma perché gioca sempre lui se non sta in piedi?”). Gioca Callejon? Che disastro (“ma non capisce che deve essere tolto?”). Non c’è Callejon? Errore da matita blu (“impensabile rinunciare al secondo miglior giocatore che hai in rosa e che ti garantisce anche una copertura difensiva”). Giocano due mediani? Che dilettante (“come puoi pensare a impostare la manovra con Gargano e Lopez?”). Giocano Jorginho o Inler? Benitez non ha capito il calcio italiano (“come puoi proteggere la difesa senza due mediani?”). Insomma in un colpo
di
Fabrizio PiCColo
solo Rafa è – a seconda di chi parla – un ciarlatano, un disonesto (cit.Mauro, il “golfista” come l’ha appellato lo spagnolo), un briccone che non ha nulla da insegnare, un incapace che non sa fare la fase difensiva, un presuntuoso che pensa di venire a fare il professore a casa nostra, un dilettante allo sbaraglio, un pessimo valorizzatore di risorse umane, un principiante perché non si è dimesso dopo il mercato estivo, un ingrato perché se ne andrà prima del prossimo mercato estivo, un servo di De Laurentiis, un nemico di De Laurentiis perché non accetta le ricche proposte del patron, un allenatore senza personalità perché non spedisce in panchina gli spagnoli, un tecnico improvvisato perché i migliori – come gli spagnoli – devono giocare sempre, il turnover lo facciano i più deboli. Mamma povero Rafa, ma quante ne combini? Signori miei qui i conti non tornano: o il Napoli sta lottando per non retrocedere e non ce ne siamo accorti o c’è qualcosa che non va. E questo qualcosa di sicuro non è attualmente sulla panchina azzurra.
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hamsik, questione soltanto di posizione sul teRReno di gioco di
Ciro PiemoNte
A poco più di qualche giornata dal giro di boa, ci ritroviamo ancora una volta a parlare del fantasma Hamsik. Entrato oramai nelle grazie dei tifosi napoletani quando qualche tempo fa rifiutò il Milan per rimanere nella città partenopea. Quello che però va’ detto è che comunque Hamsik ha notevoli difficoltà a rientrare nei moduli di Benitez. Gli ultimi due anni infatti la media del fantasista na-
poletano è quasi dimezzata, sicuramente dovuta anche a infortuni, e non è un caso se parliamo del capitano più sostituito in Europa. Fattore che a mio avviso incide tantissimo sulla squadra. Il capitano è il leader della squadra in campo e fuori, la scelta di sostituirlo incide oltre che tatticamente ,magari in meglio, ma psicologicamente nel caso ci si aspettasse tanto da una figura come lui. La bandiera che i tifosi vogliono e chiedono
a gran voce da Hamsik e’ un tipo di giocatore diverso. Non parliamo dal punto di vista prettamente sportivo, ma di carisma, di forza , di morale ; caratteristiche che più volte quest anno troviamo in un umile Gargano che carica la squadra in più momenti . La squadra che Mazzarri ha lasciato era caratterizzata da un forte gruppo e da un leader,Cannavaro, capace di prender per mano la squadra , anche in momenti di svantaggio,
una squadra che non mollava mai come succede più volte a questo Napoli(Palermo,Torino. Ecc) non a caso la parte finale delle partite fu denominata zona Mazzarri. Quindi oltre che di registi, difensori o qualsiasi rinforzo in diverse parti del campo, questa squadra ha bisogno di un leader, di un capitano e noi tifosi abbiamo bisogno della nostra bandiera, caro Marek diamoci una mossa, il Napoli ha bisogno oggi piu’ che mai, di te.
napoli con l’inter devi vincere!!! di
FraNCesCo basile-
Domenica sera allo stadio San Paolo, gli azzurri affronteranno l’Inter di Roberto Mancini. E’ la seconda volta che il tecnico di Jesi, subentrato all’esonerato Walter Mazzarri, calpesterà, in questa stagione, l’erba dello stadio di Fuorigrotta; l’ultima volta risale al 4 febbraio scorso nei quarti di finale di Coppa Italia. In quella gara, un guizzo del solito Gonzalo Higuain, con la complicità di un clamoroso errore di Ranocchia, beffò al 93’ la squadra nerazzurra, ormai proiettata verso i tempi supplementari. Del resto Benitez non poteva sbagliare quella partita: è lui il “Re di Coppe” (ne vanta ben dieci in carriera, tra competizioni nazionali ed europee). Ma quella di domenica sarà tutta
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un’altra sfida, tutta un’altra storia. Purtroppo la squadra azzurra, in campionato, ci ha abituati a prestazioni altalenanti, nelle quali ha messo in luce una maturità ancora non totalmente acquisita. Il Napoli è sempre il solito avversario di se stesso; tutto dipende dalla testa con cui i giocatori entrano in campo e non sempre quella testa è volta alla vittoria. La disfatta di Torino ha ridimensionato in parte l’euforia dei tifosi, precedentemente entusiasmati dalla vista di un secondo posto sempre più vicino, ad un palmo di mano. Ma la Roma, dopo il pareggio interno con la Juventus, è ancora lì a quattro lunghezze. La “lupa” non sa più vincere e il “ciuccio” deve necessariamente approfittare di questo momento di “smarrimento” di Totti e compagni. Dopo il buon pareggio
(che fa sicuramente ben sperare per la qualificazione alla finale) di mercoledì scorso in coppa con la Lazio, sarà fondamentale rialzare la testa anche in campionato. All’andata a San Siro, finì con un rocambolesco 2 a 2. Domenica il pareggio serve ben poco al Napoli. L’imperativo categorico è vincere!!!
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va cancellata subito la battuta di arresto imprevista di domenica scorsa a torino
riprendiamo la corsa tra futuro ed amarcord nostalgici La sfida contro l’Inter richiama alla mente tante partite del passato di
mario Passaretti
Domenica sera arriva al San Paolo una big... l'Internazionale.Tra il San Siro di Milano e il San Paolo di Napoli sfide epiche e cariche di emozioni si sono susseguite come in un oceano burrascoso, increspato da migliaia di braccia che esultano per un gol. Da Monzeglio a Mazzola, da Marchesi a Mourinho, da Maradona a Matthaus, per arrivare a Mazzarri e Benitez.Quanta storia ricorre in questa sfida,quanti amarcord,ricordi brutti di sconfitte pesanti ma anche grandi soddisfazioni dagli anni 80 in poi,grazie a Diego Armando Maradona. Stagione 1989-90,è' l'anno del secondo e finora ultimo scudetto del Napoli targato Maradona, che a San Siro — contro i nerazzurri — non ha mai vinto. La sfida
del San Paolo può essere vista come una sorta di passaggio di consegne tra l'Inter dei record e il Napoli dell'ex Pibe de Oro e Careca, entrambi a segno al San Paolo in quel 22 ottobre del 1989. A fine stagione come già detto il Napoli vince lo scudetto beffando il Milan al fotofinish. Ma per gli azzurri così come per i nerazzurri questa rappresentò per tanto tempo l'ultima vera battaglia tra due squadre che dalla stagione seguente scenderanno dall'Olimpo del calcio e vivranno diversi anni bui.Poi un'alternarsi di ripresa calcistica e ovviamente anche di risultati.Risultati positivi per il Napoli raggiunti soprattutto in Coppa Italia,dove il biscione nerazzurro ha rimediato negli ultimi anni diverse batoste.Ma l'anno scorso
questa partita è stata sentita dal popolo napoletano,quasi allo stesso livello della Juve,perchè era una sfida anche contro il destino.Ebbene si,perchè lo scorso anno alla guida dei nerazzurri c'era mister Mazzarri,per 4 stagioni alla guida dei partenopei,amato ed odiato allo stesso tempo,perchè con dalle poche risorse(calciatori)che ave-
va riusciva a tirare fuori il massimo regalando gioie infinite al pubblico,ma allo stesso tempo visto male per il suo addio alla squadra avvenuto in maniera plateale solo a fine campionato dopo che lui stesso aveva sempre calato la volontà di chiudere un ciclo. Domenica sera la prossima puntata: chi la spunterà questa volta?
Col Sassuolo nel segn napoli-sassuolo
2-0
NAPOLI (4-2-3-1): Andujar, Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Gargano, Lopez, Callejon (44′ st Mesto), Hamsik (36′ st De Guzman), Gabbiadini (20′ st Mertens), Zapata. All.: Benitez. SASSUOLO (4-3-3): Consigli, Gazzola, Cannavaro (22′ pt Bianco), Acerbi, Antei (11′ pt Biondini), Taider (32′ st Lazarevic), Magnanelli, Missiroli, Berardi, Zaza, Floro Flores. All.: Di Francesco. ARBITRO: Massa di Imperia. RETI: nel st 16′ Zapata, 24′ Hamsik.
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no di Duvan e Marek
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Coi turchi tutto sin tropp
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po facile dopo l’andata
napoli.trabzonspor 1-0 NAPOLI: Rafael, Mesto, Henrique, Britos, Ghoulam, Inler, Jorginho, Callejon (77' Hamsik), De Guzman (69' Gabbiadini), Mertens,
Higuain
(63'
Duvan).
All.Rafa Benitez TRABZONSPOR S.A.: Arikan, Dursun (Yavru), Bosingwa, Demir, Dogan, Ekici, Atik, Medjani, Hurmaci, Zengin (84' Ylmaz), Cardozo. All. Ersun Yanal ARBITRO: Bebek (Croazia) MARCATORI: 19' J. De Guzman
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A Torino il Napoli b
torino-napoli
1-0
TORINO (3-5-2): Padelli, Bovo , Glik, Moretti, Bruno Peres, Farnerud, Gazzi, El Kaddouri (48′ st Basha), Darmian, Martinez (15′ st Maxi Lopez), Quagliarella (49′ st Amauri). All. Ventura. NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Maggio (38′ st Zapata), Albiol, Koulibaly, Strinic; Gargano (28′ st Inler), David Lopez; Callejon, Hamsik (17′ st Gabbiadini), De Guzman; Higuain. All. Benitez. ARBITRO: Irrati di Pistoia RETI: nel st 23′ Glik
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butta via la partita
domenica 8 marzo 2015
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Missione compiuta lazio-napoli
1-1
LAZIo (4-3-3): Berisha, Basta, De Vrij, Mauricio, Radu, Cataldi, Biglia, Parolo, Candreva (27′ st Keita), Klose (37′ st Perea), Felipe Anderson. All.: Pioli. NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Mesto, Albiol, Britos (32′ st Koulibaly), Ghoulam, Inler, David Lopez; Mertens, De Guzman (36′ st Hamsik), Gabbiadini(28′ st Callejon) Higuain All.: Benitez: ARBITRO: Damato di Barletta RETI: nel pt, 33′ Klose; nel st, 14′ Gabbiadini
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domenica 8 marzoo 2015
a, finale nel mirino
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Le maglie del Napoli per i b di
emilia Verde
Che Napoli avesse un cuore grande è storia, che la squadra partenopea sia parte integrante di questa realtà lo si scopre, piacevolmente, giorno dopo giorno. Mercoledì 4 Marzo 2015 ad Herat i militari del Train Advise Assist Command West, il comando multinazionale, a guida italiana, su base Brigata bersaglieri “Garibaldi”, guidati dal Generale di Brigata Maurizio Angelo Scardino, ha consegnato del materiale sportivo, donato dalla Società Sportiva Calcio Napoli, ai bambini della “Provincial Football Federation”, una squadra di calcio amatoriale di Herat. Dove c’è la guerra è difficile vivere, e anche le cose più elementari diventano vere e proprie battaglie da affrontare, perciò il sapore di questa donazione vale dieci volte tanto, anche e soprattutto perchè i bambini dovrebbero essere “esonerati” da queste violenze e questi orrori. La donazione si è svolta presso la base italiana “Camp Arena” di Herat, alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Paolo Ruggiero, Capo di Stato Maggiore della Missione NATO “Resolute Support” in Afghanistan, che ha consegnato anche una coppa, donata dalla SSC Napoli, al Presidente della Federazione Mr. Abdul Karim Rahmani. Quest’ultimo ha ringraziato il Presidente del Napoli Calcio Aurelio De Laurentiis, che ha promosso e sostenuto l’iniziativa, manifestando gratitudine agli italiani che offrono un concreto contributo alla crescita “sana” dei giovani afgani, in un contesto sociale complesso ed a rischio. Evidentemente ciò che vivono questi soldati sulla loro pelle fa sì che sentano ancora più l’esigenza di dare in ogni modo supporto morale e materiale a questi bambini. Il Presidente De Laurentiis ha donato una targa ai militari della “Garibaldi”, in cui si legge: “Che il calcio e il Napoli possano dare un po’ di gioia e di fiducia ai soldati italiani in Afghanistan e al suo popolo che cerca la pace”. L’evento è stato seguito in diretta video dall’Italia dall’allenatore del Napoli, Rafael Benitez, che ha interagito con gli intervenuti, dando anche dei “consigli tecnici” al suo collega afgano.
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Si ring l’autori domenica 8 marzo 2015
bambini afgani
grazia lo Stato Maggiore per izzazione all’uso delle fotografie domenica 8 marzo 2015
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Gli azzurri contro la dinamo, squadra “militarizzata” creata dal ministero
il napoli in europa league all’assalto della... polizia di
bruNo marra
Napoli all’assalto la Polizia. Sembra una notizia di cronaca o il titolo di un film all’italiana con il compianto Mario Merola a fare da “guappo” in difesa del suo popolo. Invece è semplicemente una possibile chiave per presentare Napoli-Dinamo Mosca, il Club sovietico denominato storicamente “la squadra della Polizia”. Un bell’impegno per i napoletani che, con ironia, potrebbero girare il sequel del capolavoro di Dino De Laurentiis “Guardie e Ladri”… la CarNe sotto e la diNamo soPra – La leggenda della Dinamo affonda radici più sociali che sportive. Ancor prima che l’ex Unione Sovietica diventasse una super potenza e desse vita alla rivalità e alla spaccatura mondiale con gli Stati Uniti, il calcio in URSS era monopolizzato da due squadre moscovite: lo Spartak e la Dinamo. Lo Spartak raccolse il massimo consenso di tifosi, tanto è vero che era definita la squadra del popolo, perché fu una delle poche squadre a non essere fondata da enti militari ma da un sindacato che difendeva gli operai e che si fondava su una industria di carne. Ecco che lo Spartak fu subito ribattezzata “la squadra della carne”. Ma dopo poco ar-
domenica 8 marzo 2015
rivò il contraltare quasi fisiologico. Il Ministero della Difesa organizzò una squadra che rappresentasse l’ordine e la militarizzazione: nacque così la Dinamo Mosca. Un Club odiato sin dai primi tempi nella capitale russa, anche perché la parola Dinamo era mutuato dal nome che si dava al tempo ai reparti di Polizia più efferati. Ma l’altra metà di Mosca presto si fece largo e riuscì a scavalcare in popolarità lo Spartak imponendosi come una delle principali squadre sovietiche. se sPartaK PiaNGe, dieGo NoN ride – Contro la Dinamo sarà la prima volta per il Napoli, che in passato, invece ha già incontrato l’altra squadra moscovita ovvero lo Spartak, il Club del popolo. Match che chi è della mia generazione ricorda a me-
moria, ma che vale la pena raccontare anche per l’aneddoto che caratterizzò quei giorni. Ottavi di finale di Coppa dei Campioni. All’andata il Napoli fece 0-0 al San Paolo. Il 7 novembre del 1990 gli azzurri andarono a giocarsi la qualificazione a Mosca. Ma Maradona non partì. Lo trovarono a letto che dormiva, all’inizio della sua parabola discendente e complicata non già sportiva ma di vita. Diego partì il giorno dopo e raggiunse con un aereo privato Mosca. Ma arrivato nel ritiro, il tecnico del tempo Albartino Bigon (padre dell’attuaòe DS Riccardo Bigon) decise di non schierarlo per rispetto dei calciatori che erano stati ligi al dovere. Maradona andò in panchina. La partita rimase inchiodata sullo 0-0, Maradona entrò a partita in corso ma si andò ugualmente ai
rigori. Diego lo segnò, ma il portiere russo parò il rigore a Baroni e regalò allo Spartak la qualificazione. Resterà l’ultima apparizione del Napoli nella vecchia Coppa Campioni. Ci sono voluti oltre ventanni per rivedere gli azzurri rientrare nella nuova edizione della Champions League nll’Era De Laurentiis. Beh in fondo il precedente è negativo, però non è con la Dinamo bensì con i rivali dello Spartak. Ma c’è un cordone ombelicale che lega al destino quella sfida a questa. Il portiere dello Spartak che però il rigore decisivo del Napoli era Stanislav Cercesov e sapete oggi che fa? Allena proprio la Dinamo Mosca. Corsi e ricorsi storici. Ma stavolta tocca a noi prenderci la gloria, sia quel che sia. Anche a costo di arrestare la Polizia…
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