Cuore Azzurro n°116 del 03/05/2015

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magazine

Organo ufficiale dell’Associazione Italiana Napoli -Club Anno X- nr 116- 03/05/2015

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mpoli Tascone: “A E cente e d in e n o zi ta s pre pagina 12

o tutto m re a D “ i: h g a z In gione” ta s a ll e d e n fi a fino all

Lorenzo Cuore di Napoli Qualità, affidabilità, potenza


La Juve è per La quarta consecutiva voLta campione, ma iL campionato non finisce qui

Continua la lotta per la Champions

Il Napoli guarda con interesse ai risultati che fanno Roma e Lazio: non si sa mai La cLassifica programma Sampdoria – JuventuS SaSSuolo – palermo roma - Genoa atalanta - lazio CaGliari - parma Fiorentina - CeSena inter - Chievo verona – udineSe napoli - milan torino - empoli

Juventus Lazio Roma Napoli Sampdoria Genoa Fiorentina Torino Inter Palermo Milan Chievo Hellas Udinese Empoli Sassuolo Atalanta Cagliari Cesena Parma

0-1 0-0

prossimo turno CeSena - SaSSuolo Chievo - verona empoli - FiorentinaGenoa - torino JuventuS - CaGliari lazio - inter milan - roma palermo - atalanta parma - napoli udineSe - Sampdoria

Direttore responsabile: Saverio Passaretti

ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB

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Edito dall’A.I.N.C. Coordinamento: : Star Press Hanno collaborato: Francesco Basile,

79 62 61 56 51 50 49 48 48 43 43 40 40 38 38 37 32 24 24 16

34 33 33 33 34 33 33 33 33 34 33 33 33 33 33 34 33 33 33 33

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7 5 13 8 15 11 10 12 12 13 13 10 10 11 17 13 14 9 12 5

3 9 4 9 7 9 10 9 9 11 10 13 13 13 9 13 13 19 17 22

64 63 46 59 41 49 46 40 50 46 46 25 41 37 38 39 31 38 31 27

19 31 25 43 37 38 41 36 39 48 42 33 57 45 42 52 46 63 58 62

Salvatore Longobardi, Bruno Marra, Mario Passaretti, Carmine Tascone, Ciro Piemonte. Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007

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lIbErAMENtE

Del veCChio milan resiste solo il nome Per essere una classica del calcio italiano, Napoli-Milan non si presenta davvero sotto una bella stella. Il Napoli a Empoli con un vigoroso colpo di spugna ha cancellato tutto quello che di buono aveva fatto nelle ultime partite. Il Milan ha ben altro per la testa. Con un presidente che sta vendendo la società, forse l’ha già venduta, ed un allenatore che è ancora al suo posto, per quanto sfiduciato pubblicamente ed in privato, dalla società e dagli stessi calciatori. Un Milan che per di più si presenta a Napoli con tane assenze, una delle quali pensatissima. Non parliamo di Menez, che pure è certamente il migliore giocatore dei rossoneri, quello che nella gara di andata mise in crisi il Napoli (uno dei tanti Napoli irriconoscibili di questa stagione), quando di Mexes, che non è certamente un fulmine di guerra, ma è il giocatore di maggiore personalità, l’unico in grado di dare la scossa alla squadra. Uno che quest’anno spesso e volentieri ha salvato la baracca, anche a suon di gol, lui che è un difensore. Per amor di Dio, Mexes ne ha fate di tutti i colori, ma è uno con gli attributi. La sua assenza si farà sentire più di quella di Menez, più di quella di Abate, che pure è il capitano di questa squadra, vista la perdurante assenza di Montolivo, e visto che Abbiati è in panchina. Con tutta la buona volontà, e ben sapendo che il Napoli è capace di tutto, e che il pensiero sarà rivolto soprattutto alla partita di giovedì, facciamo fatica a pensare che i rossoneri possano mettere in qualche difficoltà la squadra azzurra. Sono in crisi nera, un allenatore che fino a venerdì sera no sapeva se era confermato oppure no; una società che ha ben altro per la testa. Oltre a tutto il resto. E’ difficile

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anche solo pensare che possano trovare stimoli al loro interno. Al Milan non solo non frega nulla di questa partita e di questa fase finale della stagione. La verità è che al Milan non vedono l’ora di voltare pagina, di finire quanto prima questa annata disgraziata e storica al tempo stesso. Vediamo che Napoli manderà in campo Benitez: ovviamente penserà alla partita di giovedì. Una cosa del genere solo qualche tempo fa sarebbe stato follia anche solo pensarlo. Per il Napoli di tratta solo di una seduta di allenamento in vista di impegni ben

l’editoriale di

liberato Ferrara

più pregnanti. Per il Milan è una partita che no vale assolutamente nulla. Oddio, i punti servirebbero pure per la classifica, ma in questo momento, dopo Empoli, non ci pensa nessuno. Ma, e torniamo alla frase iniziale, stiamo parlando pur sempre di una classica. Una di quelle partite che in ogni caso restano nella storia del campionato. La sola parola Milan basta a creare una certa atmosfera, a garantire un interesse da parte dei tifosi. Speriamo sia la stessa cosa anche per i giocatori azzurri…

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Rafa Benitez … un di di Saverio Passaretti UInspiegabile involuzione degli azzurri, capaci di dissipare ad Empoli una rimonta in campionato che sembrava a portata di …piede, invece, deludente la prestazione contro una squadra quasi salva e che sembrava ampiamente alla nostra portata. Non è il caso di attribuire al turn – over la colpa di un tracollo umiliante, i big schierati non raggiungono la sufficienza senza attenuanti, la difesa con due autoreti resta il reparto più debole da inizio campionato, una media di realizzazioni subite da squadra di bassa classifica. Le pagelle attribuite dai più noti quotidiani sportivi non lasciano dubbi, se questo è il Napoli che dovrà affrontare il Dnipro in Europa League c’è poco da stare allegri, tutto appare più complicato le coronarie degli affranti tifosi sono avvisate, da oggi in poi, bando a superflui entusiasmi , ci sarà da soffrire. Eppure la sfuriata del Presidente aveva avuto un positivo effetto anche contro il parere opposto del Mister, i giocatori colpiti nell’orgoglio avevano dato un segnale chiaro che quando ci mettono ..le palle i risultati arrivano anche contro famelici avversari. Appena allentata la tensione l’effetto è stato immediato una prestazione mortificante e la reazione di alcuni azzurri in campo non è riuscita a stravolgere una storia ormai vista e rivista, il Napoli ci

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ha abituato che nei momenti topici viene meno. Un mio pensiero corre a quel programma tanto richiesto dal Mister e alla sua altalenante conferma, sarà forse questo l’origine di tutti i mali degli azzurri, non avere certezza sul da farsi certamente incide non poco sulla loro concentrazione, se si aggiunge che diversi atleti sono già avviati al cambio casacca che la frittata è fatta. Non ci illudiamo la tranquillità sul proprio futuro resta il nodo centrale sulla psiche di chiunque che sia un calciatore, dirigente di azienda o un semplice operaio, tutti indistintamente hanno bisogno di sapere cosa accade nella propria vita almeno a medio termine. Questo è il mio pensiero, l’unica giustificazione plausibile a situazioni inaspettate come quella vissuta ad Empoli dove gli azzurri erano irriconoscibili nemmeno l’ombra di quella squadra spumeggiante vista negli ultimi incontri disputati. Siamo alla prova con i rossoneri, una sfida apparentemente alla portata del Napoli ma che , alla luce della ultima

prova, nasconde insidie nascoste, non deve e non può essere la scarsa forma dell’undici di Inzaghi il vantaggio naturale dei nostri calciatori, serve un organico motivato e concreto pronto a respingere all’inferno sia il ,, diavolo che le paure sopraggiunte. Il ruolino di marcia marca le differenze tra le due formazioni con il Napoli con 12 gol (sei segnati e sei subiti dai partenopei). Azzurri imbattuti da sette partite di campionato al San Paolo (cinque vittorie, due pareggi), sempre in gol tranne che nella prima partita casalinga giocata in questo campionato (contro il Chievo): da allora 15 partite interne e 38 gol segnati. Milan a secco di vittorie nelle ultime quattro giornate di Serie A: due pareggi seguiti da due sconfitte. Il Milan ha vinto solamente una delle ultime 12 trasferte, pareggiando sei partite e perdendone cinque. Una differenza sostanziale e se è vero che alla fine i valori emergono la nostra squadra dovrà riappropriarsi delle posizione che merita per la gioia dei suoi straordinari tifosi . *presidente a.i.N.C

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iavolo per capello!! CASA NApOlI

penelope, lasCia stare ago e seta L’Odissea napoletana continua. Rincorse affannose, illusioni continue e poi giù dall’altalena all’improvviso. Appena si riesce a vedere il traguardo a portata di naso…pluff, arriva la cocente sconfitta che getta nello sconforto e che rischia di vanificare quanto fatto prima. Empoli è solo l’ultima “perla” di una collana di lacrime: il Napoli come Penelope tesse e cuce, poi distrugge tutto e riparte da zero. Eppure. Eppure siamo ancora là, col destino nelle mani perché complice il calendario e gli incroci delle rivali tutto è ancora possibile. Lasciamo stare per un attimo il sogno europeo e quella road to Wroclaw che non deve distrarre pensieri e concentrazione e pensiamo che la strada per la Champions possa passare anche e soprattutto dal campionato. Questo Napoli non è inferiore alle romane e ha il diritto/dovere di lottare fino all’ultimo secondo per superarle. Si può fare, lo può fare. A partire dalla gara col Milan derelitto che non va

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sbagliata. Battere il Diavolo per tornare a rivedere il Paradiso, dimenticando ago e seta di Penelope e trasformandosi in Ulisse. Con orgoglio, coraggio e rabbia va difeso fino alla fine l’obiettivo secondo/terzo posto e chi non ci crede esca pure e si accomodi in panchina. Benitez non guardi in faccia nessuno e faccia le sue scelte libere: a rispondere al presidente sul contratto pensi pure dopo, alla fine di tutto.

Ora ci sono cinque colli da percorrere a testa bassa e con i paraocchi per evitare distrazioni, sulla bici salga chi ha fiato e voglia. Non manca niente a questo Napoli per scrivere una pagina gloriosa di epica sportiva: ha ritrovato l’Insigne dei tempi belli e anche di più, ha riscoperto il vero Hamsik che ora segna anche senza sosta, ha campioni importanti e gregari che sanno mettersi a disposizione e ha un allenatore con la schiena

di

Fabrizio PiCColo

dritta. Vai e vinci, Napoli. E soprattutto si smetta di calibrare impegno e determinazione sulla base dell’avversario. Empoli doveva valere come la Sampdoria, invece è stata la fotocopia in peggio di Palermo e Torino. Sulla strada per la gloria dopo il Milan ci sono anche Parma e Cesena. Trattatele come fossero il Real Parma e il Cesena United. Forza Ulisse, quest’Odissea è ancora tutta da scrivere.

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La sfida al diavolo STRINIC INSIGNE HONDA JORGINHO kOULIBALy

ANDUJAR

GABBIADIN

DESTRO

ALBIOL

DAvID LOPEZ

BONAvENTURA

CALLEJON

MAGGIO

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o parte alle 20.45

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DE SCIGLIO POLI

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DIEGO LOPEZ HIGUAIN ALEx

vAN GINkEL

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BONERA

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tascone ci va giù duro dopo La prestazione di giovedì scorso

“a empoli Napoli inguardabile” “Approccio e tattica sbagliata, ma anche quanti errori tecnici dei giocatori” NAPOLI - Carmine Tascone è deluso: “Pensavo proprio che questa volta Benitez avevasse trovato il bandolo della matassa. Sembrava che la squadra aveva trovato un suo assetto in campo, una sua condizione mentale stabile. Invece è accaduto quello che non mi aspettavo potesse più accadere”. Non si aspettava la sconfitta di Empoli? “Chi fa calcio come me da tanti anni sa bene che in campo può succedere di tutto. Sessanta volte su cento vince la squadra più forte, 30 volte c’è un pareggio, ma ci sono sempre dieci possibilità su cento che vinca la squadra sulla carta più debole. E’ fisiologico, ed è a pensarci bene il bello del calcio: se vincesse sempre la squadra più forte, se vincesse sempre quella che gioca meglio sarebbe tutto molto noioso. Invece non sai mai quello che può succedere. Dire che non mi aspettavo il Napoli perdere a Empoli è un conto, dire che pensavo fosse impossibile è un altro. Ci sta che si possano perdere certe partite. Quello che non esiste a mio modo di vedere è una squadra che scende in campo come il Napoli ha fatto ha Empoli. Prima ancora del problema tattico, che a mo avviso c’è stato, è un problema di testa, di concentrazione. Il Napoli ha sbagliato, come dicono oggi, completamente l’approccio alla partita. Io direi che stava con la testa da un’altra parte. Si è capito subito, dopo un paio di minuti. E’ questo che non accetto. Le partite si possono sempre perdere, fa parte del gioco del calcio. Ma non esiste giocare in questo modo. E poiché non è certo la prima volta che accade quest’anno una cosa del genere è colpa del tecnico che non ha provveduto a rimediare”. E dire che giovedì c’è stato turnover, ma neanche poi così folle come in altre circostanze. “Prima ancora che la formazione giovedì sera il Napoli ha sbagliato tutto. Benitez ha sbagliato lo schieramento in campo, Saponara ha fatto il bello ed il cattivo tempo perchè nessuno lo marcava. E dire che era semplice capire una cosa del genere. Domenica scorsa ho seguito la par-

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tita dell’Empoli a Bergamo. E si era visto chiaramente come Saponara fosse il giocatore non solo più in forma, ma anche quello fondamentale per la manovra. Tutte le azioni passavano dai suoi piedi. Lui è un buon giocatore, ma non è un fenomeno. Se un giocatore come Saponara viene “curato” alla fine viene quasi del tutto tolto dal gioco. Saponara andava marcato. Se non lo si vuole fare a uomo, e non ci sarebbe nulla di male a mio avviso, quanto meno era da prevedere una sorta di gabbia intorno a lui, in modo innanzitutto da non fargli ricevere palla, poi semmai dal controllarlo. Nulla di tutto questo. Nessuno si curava di lui. Ha fatto il bello ed il cattivo tempo per tutto il tempo in cui è stato in campo. Anche a partita in corso non c’è stato nessun correttivo”. Non sarà solo un problema di tattica. “Certamente non è solo una questione tattica. Di base c’è che il Napoli non c’era con la testa, era sbagliato, non era in partita, forse pensava ad altro. Altrimenti Saponara o non Saponara la partita va in un altro modo. Non dico che la vinci o che non la perdi. Ho detto che nel calco non esistono certezze prima di scendere in campo sul risultato. Ma l’andamento è diverso. Problemi tattici, problemi di con-

centrazione, e poi di base ci sono i limiti di alcuni giocatori. Non è possibile perdere le partite in questo modo, è davvero vergognoso. I calciatori a centrocampo ed in difesa commettono sempre gi stessi errori”. Sembra che si vada verso il rinnovo di Benitez: è una buona notizia? “Benitez è un grande allenatore, è una buona notizia. A patto che il tecnico azzurro facci a tesoro dell’esperienza di questi anni in Italia. Da noi ogni partita una guerra, se non scendi in campo con la giusta tensione è un disastro. E poi da noi il bel gioco è un optional, conta solo il risultato. Per i tifosi e per tutte le squadre. Bisogna imparare ad essere concreti. Benitez lavora solo sulla fase offensiva e trascura troppo quella difensiva”.

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RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle Tel: 0577 624516 E-mail: brunellamarsico@gmail.it


quI MIlAN inzaghi “Daremo il massimo” MILANO – Inzaghi prova a farsi coraggio. Fa finta di non essere alle ultime battute sulla panchina rossonera. Sa bene che se non ci fosse stata di mezzo una gara infrasettimanale, e soprattutto se in società non avessero avuto altro cui pensare in questi giorni. Sarebbe già stato esautorato. Ma è ancora al suo posto, e prova a fare il meglio. “Fino a quando ci sarò io la cosa più importante è dare tutto quello che abbiamo. Udine deve essere casule, non si può perdere in quel modo. Giocare al San Paolo può essere una bella cosa. Dobbiamo fare una bella partita. Se giochiamo col piglio giusto possiamo giocarcela. Sono curioso di vedere la reazione”. – Berlusconi è ancora alla presidenza: “Ha parlato al presidente. Mi allineo con quello che ha detto lui. Di ufficiale non c’è nulla. Sono abituato alla presidenza di Berlusconi, con lui ho vinto tutto. Qualsiasi decisione prenderà sarà quella per far tornare grande il Milan”. – Giocare con squadre forti: “Abbiamo incassato le critiche giuste. La riposta è fare una grande gara domani, le parole servono a poche”. Il Napoli: “In casa è la più forte. Sarà complicata. Giocare al San Paolo ci può solo giovare. Hanno avuto una battuta d’arresto. In Italia quando stacchi la spina, può batterti anche l’Empoli. Anche il Napoli troverà un Milan agguerrito”. Come ripartire? “Con le prestazioni. Ci sono dei cicli nella vita, noi sia-

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mo stati fortunati. Presto torneremo grandi. Ci sentiamo sotto esame, io per primo. Io darò sempre tutto me stesso, preparando ogni partita come se fosse una finale di Champions”. Come hai vissuto gli ultimi giorni? “La società non mi ha comunicato nulla, spero di andare avanti ancora per un anno e mezzo-un anno e un mese”. Le ultime due prestazioni: “Col Genoa non c’è stato lo stesso atteggiamento di Udine, abbiamo trovato solo una squadra più forte. Rendiamo onore a chi ci ha battuto. Bisogna guardare avanti. Mi auguro che domani ci sia un altro tipo di partita”. La formazione: “Dovrò chiarimi le idee: gioca De Sciglio a destra, rientra Poli. Poi valuterò se mettere Jack davanti, ho dubbi per le alternative a Menez. Ci saranno degli innesti. Avremo tre ragazzi della Primavera, che conosco molto bene. So delle loro qualità. La tattica conta poco, bisogna avere una reazione mentale. Spero che la squadra sia più libera di giocare un bel calcio”. Le trattative per la cessione del club: “Le abbiamo vissute senza problemi. Il presidente sta facendo di tutto per far tornare il Milan grande. E’ uno stimolo per noi”.

Il profilo mentale dei giocatori: “L’augurio è di dare una svolta. Purtroppo vedo che c’è grande impegno: se non ci fosse sarebbe semplice cambiare la rotta. Non so cosa è successo dopo il derby. Siamo uomini, ognuno ha le proprie fasi. Facciamo fatica ad uscirci. C’è voglia di farsi vedere che possiamo fare un bel finale di stagione. C’è la fortuna di giocare subito domani”. Cambiare radicalmente la formazione: “Non penso che cambiare 11 giocatori sia la soluzione giusta. Ognuno di loro deve dare di più. Avremo la fortuna di inserire qualche giovane interessante da qui alla fine della stagione, ci sono ancora buone cose da qui alla fine”. Ancora sul futuro: “So cosa pensano di me Berlusconi e Galliani. Mi dispiace non ripagarli con i risultati, anche perché mi hanno dato molta fiducia. Io do sempre tutto, anche perché non voglio avere rimpianti”. Honda: “Sta bene, può partire dal primo minuto”

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il solito napoli Crolla aD empoli. una storia Che ripete spessissimo di

C iro P iemoNte

Qualche vittoria consecutiva e un ritiro non son bastati a questo Napoli per avere un po' della tanta agoniata e cercata solidità. La partita tra Napoli ed Empoli oltre ad essere stato il teatro di uno scempio calcistico ,dal punto di vista del Napoli,passerà agli annali come la partita con più autogol nella storia del calcio italiano. Un dato ,da record, ma che non ci fa onore. D'altronde questo è un anno particolare,in parte anche sfortunato. Fa male, questo si, dopo una rincorsa durata poche settimane, un tonfo del genere distrugge le speranze di

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rincorsa alla Champions. Unica via rimane la tanto attesa Europa league, carica di pressioni, unico obiettivo. La strigliata di De Laurentis e' servita in qualche modo a formare spogliatoio. Ma questo non è bastato, anzi non basta. Questo Napoli,ottima squadra, ha bisogno di più di un elemento per puntellare questa squadra e renderla competitiva in un campionato, quello italiano, sempre ostico. Si va avanti in campionato, ma siamo tutti in attesa di quel 7 maggio e ad una prestazione da Napoli, quello vero, quello visto a sprazzi, quello Europa in un San Pao- spingere gli azzurri che merita questa città lo stracolmo in ordine verso la finale di Varper la seminifinale di di posto e carico per savia.

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La deLusione per La partita deL casteLLani è stata fortissima

Per fortuna c’è l’europa league La stagione può essere salvata vincendo una grande manifestazione di

mario Passaretti

Da poco è finito il match al Castellani di Empoli e la delusione la fa da padrona.Il pesantissimo risultato(4-2 per i toscani) e la bruttissima prestazione fanno riempire le pagine dei social con vari sfoghi di rabbia sia contro la squadra,sia contro mister Benitez.Del resto come dar torto ai tantissimi tifosi amareggiati per l'ennesimo risultato deludente a margine di una prestazione negativissima da parte di tutti,allenatore compreso. Chi se la prende con la squadra,sia con la formazione schierata ed i successivi e tardivi cambi effettuati dal tecnico spagnolo.Fatto sta che il Napoli perde in malo modo in una serata sfortunata con due autoreti(Britos ed Albio,ndr),che però

non possono giustificare il black-out dei giocatori.Si perchè nessuno riesce a spiegarsi come si possa passare da una vittoria schiacciante come quella di domenica contro la Sampdoria,alla bruttissima batosta rimediata al Castellani.Risultato finale,non il deludente 42del campo,che gli azzurri ormai alternano troppo le loro prestazioni illudendo i tifosi che vedono il secondo e terzo posto ad un passo(Lazio a tre punti e Roma a sole due lunghezze fino alla sconfitta di Empoli) ma che in soli 90 minuti tornano nel baratro dell'illusione visto il riallontanarsi delle squadre capitoline(a sei punti la Lazio ed a 5 i giallorossi) ed ora di nuovo con l'ansia di dover fare sempre un grande sforzo ma confidando sul fatto che le qualità individuali dei giocatori devono e-

mergere e quale occasione migliore ci può essere se no questo finale di campionato,in cui veramente gli uomini di Benitez oltre a tirare fuori le loro qualità dovranno

tirar fuori la grinta necessaria per completare alla grande l'opera di rimonta e qualificazione Champion e conquista dell'Europa League,fortemente alla portata degli azzurri.


l’OpINIONE

aZZurri nel Cuore di Carlo loNgobardi

Ci sono dei momenti in cui bisogna riaffermare il contesto di riferimento, per non correre il pericolo di proferire inesattezze e stimolare polemiche inutili e improduttive: noi siamo tifosi del Napoli. É necessario puntualizzarlo, ancor di più, all'indomani della scellerata partita di Empoli che sembra vanificare nuovamente il proficuo, recente, filotto, e alla vigilia della semi finale di Europa League che si giocherà giovedì prossimo contro il Dnipro; competizione che potrebbe ribaltare completamente la stagione degli azzurri oltre a conferire altro lustro e straordinario entusiasmo al club ed alla piazza partenopea. In mezzo c'è il match con il Milan di domenica sera utile a dare un ulteriore

sguardo 'attento' al torneo nazionale che ci ha abituati a variazioni e cambi di scena clamorosi. Nell'ormai famigerato 'Castellani' tutto é andato storto: schieramento, condizione mentale e fisica, sorte avversa, e allora? Oggi non é assolutamente il caso di continuare a farcire i taccuini, i giornali e i social di critiche, stimolare fazioni o promuovere dibattiti al momento del tutto fatui. Ciò non significa tapparsi il naso e mettersi i paraocchi, ma a portata di mano ci sono tre partite, solo tre, fondamentali, i festeggiamenti sono ad un tiro di schioppo. Per parlare di strutture societarie, contratti, investimenti e business plan ci sarà tempo, il calcio sotto l'ombra del Vesuvio, come in qualsiasi altra città del mondo, c'è ed esisterà ancora, chiunque saranno gli attori protagonisti. Ora

però é necessario un taumaturgico silenzio che dovrà essere rotto esclusivamente dalle due parole più amate, urlate con quanto più fiato in gola e magari completamente abbigliati di azzurro: FORZA NAPOLI!!

Il rItOrNO DEllO “SCugNIzzO”.

di

FraNCesCo basile-

Quella di domenica scorsa, contro la Sampdoria, è stata una gara davvero speciale per Lorenzo Insigne. Entrato in campo, dal primo minuto con la fascia di capitano, lo “scugnizzo” di Frattamaggiore ha realizzato un grande sogno: segnare dinnanzi

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al suo pubblico, da capitano, in una gara praticamente perfetta, senza alcuna pecca da attribuire alla squadra azzurra. L’ultimo napoletano ad indossare i “gradi” di capitano, era stato Paolo Cannavaro. Insigne ha trascorso sette mesi terribili, segnati dalla rottura del legamento crociato. La sua assenza in campo è stata avvertita ogniqualvolta serviva l’uomo in più, quello capace di giocate tali da rompere gli schemi delle squadre avversarie, quello in grado di interpretare al meglio il ruolo di esterno, così come lo concepisce Benitez nella sua idea di gioco.

Lorenzinho non ha soltanto segnato; ha offerto una prestazione di altissimo livello, suggerendo assist ai compagni e creando scompiglio nella difesa doriana. E poi il pezzo pregiato: destro a fil di palo e gol di straordinaria fattura. E, come per non dimenticare i momenti più difficili di questi ultimi mesi, ecco il “Magnifico” abbandonarsi in un pianto liberatorio, abbracciato da tutti i compagni, primo fra tutti, l’ultimo arrivato, Manolo Gabbiadini. La sofferenza tempra il carattere di un uomo e lo rende più forte. E’ quanto accaduto a Lorenzo Insigne che,

appena rientrato in campo, ha immediatamente dimostrato di essere più maturo e consapevole delle proprie capacità; Lorenzo è tornato più forte di prima. E se l’infortunio non ci fosse stato? Probabilmente ora il Napoli avrebbe qualche punto in più. Inutile pensarci! Riguardando solo le gare con Fiorentina, Wolfsburg e Sampdoria, ed escludendo l’indescrivibile black out di giovedì sera ad Empoli, i presupposti per un ottimo finale di stagione ci sono. Andiamo “silenziosamente” avanti, in attesa poi di fare i conti alla fine.

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Il fAttO DEl gIOrNO

troppo entusiasmo sul Contratto Di rafa Spero di sbagliare, ma vedo troppo entusiasmo sulla possibilità che Benitez rinnovi. Tutto quello che ha fatto e detto in queste settimane porta in direzione opposta. Ha “lavorato” per mettere in crisi il presidente azzurro, se firmasse il rinnovo tutto quello che ha fatto e che ha detto gli si ritorcerebbe contro. Seguite il ragionamento. Dovesse restare, oggi più di ieri, Benitez sarebbe non solo il garante del progetto, ma anche l’unico responsabile. Avrebbe ripetuto quanto fatto 30 anni fa da Maradona, allorquando prese di petto Ferlaino e gli disse più o meno: o fai la squadra da scudetto o vado via. Sappiamo come è andata a finire. Ma certe cose può dirle un calciatore, non certo un allenatore che ha molte più responsabilità dei calciatori. Abbiamo sempre detto e scritto che Benitez aveva spiazzato De Laurentiis: una volta andato via agli occhi dei tifosi sarebbe parso chiaro che la colpa era del presidente che non aveva voluto investire. Se restasse il discorso si capovolgerebbe. Vorrebbe dire che De Laurentiis ha fatto tutto quello che ha chiesto il tecnico, ed ogni eventuale fallimento sarebbe solo ed esclusivamente colpa di Benitez. Un allenatore che ha minimamente intenzione di restare non si muove in

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questo modo. Anche la storia delle garanzie scritte lascia il tempo che trova. Cosa deve garantire De Laurentiis, la costruzione dello stadio, o del centro sportivo, o una serie di acquisti importanti? Premessa che di stadio e centro sportivo a Benitez dovrebbe interessare poco o nulla, e che per altro la ricostru-

zione e/o rifacimento del San Paolo non dipende solo dal Presidente, come si fanno a garantire per iscritto una serie di acquisti di qualità? Che fa il presidente, si impegna a mettere a disposizione un budget per il mercato? Tutto molto strano. Ma volesse il Cielo che fosse

di

liberato Ferrara

proprio così: che De Laurentiis fosse pronto ad investire per il Napoli, e Benitez esattamente come fece Maradona 30 anni fa, pronto a guidare la squadra a nuovi successi. Ma come si dice: quando una cosa sembra troppo bella per essere vera, probabilmente non è vera.

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Con la Samp il Napoli più bello napoLi-sampdoria 4-2 Napoli: andujar, henrique, albiol, Britos, Ghoulam, Jorginho, david lopez (76' Gargano), Callejon, Gabbiadini (65' hamsik), insigne, higuain (82' duvan). all.rafa Benitez SaMpDoRia: viviano, de Silvestri, Silvestre, romagnoli, mesbah, Soriano (76' Bergessio), palombo (63' duncan), obiang, eder (45' muriel), eto'o, okaka. all. Sinisa mihajlovic aRbitRo: doveri di roma MaRCatoRi: 12' r. albiol (aut.), 31' m. Gabbiadini, 34' G. higuain, 47' l. insigne, 81' G. higuain rig., 89' muriel NotE: ammoniti Britos, mesbah, muriel

NAPOLI - Il Ciclone azzurro. Il Napoli si fa in quattro e ribalta la Sampdoria con una partita spettacolare, imperiosa, splendida e maestosa. C'è il gol di Manolo, l'ex che non esulta ma che fa esplodere il San Paolo. Poi Higuain manda una cartolina "urbi et orbi" con un affresco d'autore che infiamma l'Arena di Fuorigrotta. E' solo la prima carezza della sera, perchè di lì a poco arrivano le lacrime napoletane di Insigne, oggi capitano ed anche bomber. Lorenzinho corre 30 metri palla al piede e poi con una delizia balistica infila la bisettrice dell'angolo per un capolavoro assoluto. Non ci fermiamo mai, il Napoli è una macchina di gol che ingrana la quarta. Hamsik viene steso in area. Higuain si prende pallone, rigore, e gloria. Una festa ed una gioia per gli occhi questa squadra che vola, gioca ed incanta. Sedici gol in cinque partite tra Coppa e campionato.

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A Empoli un Napoli inguardabile empoLi-napoLi

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EMpoli: Sepe, hysaj, rugani, tonelli, laurini (79' mario rui), Croce, valdifiori, vecino, pucciarelli (81' verdi), Saponara (63' zielinski), maccarone. all. maurizio Sarri Napoli: andujar, maggio, Koulibaly, Britos, Ghoulam (51' albiol), inler (72' Gabbiadini), Gargano, Callejon, hamsik, mertens (60' insigne), higuain. all.rafa Benitez aRbitRo: massa di imperia MaRCatoRi: 8' maccarone, 43' m. Britos (aut.), 45' Saponara, 64' laurini (aut.), 82' r. albiol (aut.), 90'+1' m. hamsik NotE: ammoniti Ghoulam, tonelli, Gargano, laurini, higuain

EMPOLI - Il Napoli perde al Castellani in un match fortemente caratterizzato dalla sorte avversa. Per gli azzurri pesano due sfortunatissimi autogol che hanno gravato sul bilancio complessivo. Quello di Empoli resta un campo stregato, dove gli azzurri nella loro storia non hanno mai vinto. Ma il cammino continua. Davanti c'è un mese pregno di avvenimenti e di gare che possono segnare non solo la stagione ma l'intera storia napoletana. Si ricomincia da domenica con il Milan e poi giovedÏ con la semifinale europea contro il Dnipro. Due notti da vivere con emozione e passione sotto le stelle del San Paolo.

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L’ascesa di de Laurentiis e L’addio di BerLusconi. quando La storia diventa nemesi

napoli-milan, semBra una Cartolina Di 30 anni fa di

bruNo marra

“Era de Maggio”. Il mese più importante e decisivo del campionato italiano, non ha portato al Napoli solo il ricordo immortale di uno scudetto, il primo storico tricolore, ma porta alla mente anche uno scudetto perso. Esattamente 2 giorni e 27 anni fa. Era il primo maggio. Il Milan vinse al San Paolo e completò il sorpasso. Era il Milan di Sacchi e Berlusconi che cominciava la sua escalation verso un’Era di trionfi. Eccoci quasi 30 anni dopo ancora di fronte ad un Napoli-Milan, molto diverso, ma che rievoca proprio nel mese di maggio, una sfida che ha caratterizzato oltre un decennio negli Anni 80. Ed è ancor più suggestivo, quanto impressionante, che questo duello possa essere l’ultimo per Berlusconi Presidente. In settimana il Cavaliere e Mister Bee hanno plasmato la nuova Milanello Made in China. La fine di un’epoca, proprio quando invece nel Napoli si celebra il primo decennio dell’Era De Laurentiis. Si sono invertite le gerarchie, una nemesi calcistica in cui gli Angeli azzurri possono mandare definitivamente all’inferno i Diavoli rossoneri. Il finale di una storia cominciata tanto tempo fa… Napoli e Milan in verità non hanno mai avuto una reale e forte rivalità prima

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degli Anni 80. Il Milan storicamente non deteneva il fascino della grande Inter di Herrera, non sprizzava il livore dell’odiata Juve nemica di sempre, non agitava la fiera concorrenza con la Roma per lo scettro di Capitale del Sud. Napoli-Milan diventò un duello acerrimo esattamente dopo l’arrivo di Maradona. E non fu solo dualismo sportivo, bensì lotta di classe, un controluce geopolitico, simmetria di costumi e discrasie ambientali e climatiche. Poi il Napoli comprò Maradona, il più bello del Reame. E Berlusconi, rampante imprenditore di industria ed editoria, decise di comprarsi tutto il cucuzzaro per vin-

cere anche nel calcio. La SSC Napoli al tempo era una Società random, che faceva del romanticismo e dell’improvvisazione la sua prerogativa. Il Milan di Berlusconi era algido, calcolatore, pianificava tutto a tavolino. Aveva una rosa che metà bastava a fare due squadre. Re Silvio si mise in testa di fare terra bruciata e comprare tutti i campioni per sé, pur di toglierli agli altri. E la sfida ebbe inizio. Il Napoli era corsa e sacrificio applicata al genio di Maradona, un sistema solare che ruotava intorno al Sole. Il Milan di Sacchi era schemi, numeri e fredda tattica, infarcita da grandissimi campioni. Il Napoli era la fantasia, il Milan la logica. Un

dualismo che divise non solo l’Italia ma il Mondo. E anche gli scudetti si divisero. Una lama nel cuore quello perso al San Paolo il primo maggio 88 con il Napoli più forte di sempre messo in ginocchio più da se stesso che dal Diavolo. Esaltante ed immortale lo scudetto vinto nel 90, in faccia al Milan, in rimonta come una vendetta da servire fredda. Il tricolore che chiuse il decennio. Oggi la Storia parla di Aurelio De Laurentiis e del Rinascimento azzurro. Dall’altra parte ci sarà il Milan crepuscolare e decadente dell’ultimo atto berlusconiano. Una foresta che cresce ed un albero che muore. Napoli-Milan 30 anni dopo…

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