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Organo ufficiale dell’Associazione Italiana Napoli -Club Anno X- nr 117- 18/05/2015
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uto Non tutto è perd alvare s a d a s o lc a u q C’è
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ne Urge una reazio imento per evitare il fall
Proviamo almeno a salvare la faccia Qualità, affidabilità, potenza
I rIsultatI dI questo fIne settImana non danno grandI speranze aglI azzurrI
Solo un miracolo può darci la championS
Roma fuori portata, per restare in corsa bisogna vincere in casa della Juventus la classIfIca rIsultatI
Juventus Roma Lazio Napoli Genoa Fiorentina Sampdoria Inter Torino Palermo Milan Hellas Sassuolo Chievo Udinese Empoli Atalanta Cagliari Cesena Parma
Inter - Juventus 1-2 sampdorIa - LazIo 0-1 sassuoLo - mILan 3-2 ataLanta - Genoa 1-4 CaGLIarI - paLermo 0-1 torIno - ChIevo 2-0 verona - empoLI 2-1 roma - udInese 2-1 FIorentIna - parma ore 19.00 napoLI - Cesena ore 21.00
prossImo turno
Cesena - CaGLIarI ChIevo - ataLanta empoLI - sampdorIa Genoa - Inter Juventus - napoLI LazIo - roma mILan - torIno paLermo - FIorentIna parma - verona udInese - sassuoLo
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
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Direttore responsabile: Saverio Passaretti Edito dall’A.I.N.C. Coordinamento: : Star Press Hanno collaborato: Francesco Basile, Salvatore Longobardi, Bruno Marra,
83 67 66 60 56 55 54 52 51 46 46 44 43 42 41 41 36 28 24 17
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25 18 20 17 15 15 13 13 13 11 11 11 10 10 10 8 7 6 4 6
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Mario Passaretti, Carmine Tascone, Ciro Piemonte. Marco Martone, Fabrizio Piccolo Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5 Centro Direzionale (Na) Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007
lunedì 18 MaggiO 2015
liberaMente
ma perché gli allenatori Scappano da de laurentiiS? Se alla vigilia della semifinale di andata contro il Dnipro De Laurentiis si fosse comportato come sabato scorso forse oggi il Napoli sarebbe in finale di Europa League. Sabato, con una mossa che per altri presidenti sarebbe stata scontata, il presidente azzurro ha compattato, o per lo meno ha provato a farlo, tutta la squadra, invitando tutti a procedere verso un unico obiettivo. Oggi giocatori, allenatore, tifosi, tutti insomma, sanno qual è la priorità. Probabilmente è tardi, ma era la cosa giusta da fare. Invece alla vigilia della partita contro gli ucraini ci fu quella sceneggiata relativa al rinnovo del contratto di Benitez. L’attenzione generale fu rivolta altrove, anche a livello ambientale la semifinale passò in second’ordine. Ed è finita come è finita. Vero, il Dnipro è andato avanti con due gol irregolari, sta di fatto che specie nella gara di andata gli azzurri sbagliarono approccio. La sensazione della chiusura della stalla dopo la fuga dei buoi è fortissima, ma meglio di niente. Singolare che dopo un martellamento mediatico, dannoso, per tre o quattro giorni del rinnovo di Benitez non si parli più. Eppure a detto dei soliti bene informati era tutto fatto. Quillon si sarebbe convinto, Benitez quasi, c’era solo da limare qualche dettaglio. Addirittura si parlava di firma prima della semifinale di ritorno. Evidentemente erano tutte cazzate. La speranza, speranza temiamo vana, conoscendo il personaggio, è che De Laurentiis abbia imparato la lezione. Il calcio non è il cinema, e quello che è scontato nel mondo della celluloide, sui prati verdi è una follia. Per la seconda volta in tre anni De Laurentiis ha iniziato la stagione
lunedì 18 MaggiO 2015
con un allenatore in scadenza. Capitò con Mazzarri, si è ripetuto con Benitez. Salvo poi cercare in tutti i modi di far rinnovare il contratto a stagione in corsa. Nel cinema probabilmente una cosa del genere è prassi. E non c’è nulla di strano se un attore o un regista finisca un film il sabato sera, e il lunedì mattina sia al lavoro con un altro produttore. Il calcio non funziona così. De Laurentiis dovrebbe per altro chiedersi come mai nessun allenatore dopo un po’ vuol lavorare con lui. Mazzarri c’è stato quasi 4 anni, ma non dimentichiamo che gli ultimi due li ha fatti solo perché obbligato dal contratto. Lui sarebbe andato via dopo un anno e mezzo. Lo stesso ha fatto Benitez. A Napoli gli allenatori prendono tanti soldi, e vengono pagati con estrema puntualità: se nessuno vuol rimanere con De Laurentiis un motivo ci sarà. E se nel caso di Mazzarri possiamo parlare di un allenatore bravo dal punto di vista tecnico, ma palesemente limitato sotto altri aspetti, incapace di gestire la pressione, come per altro ha dimostrato in maniera eclatante anche a Milano, Benitez è un allenatore di grandissima esperienza e personalità. Uno che di certo non soffre la pressione. Se anche lui dopo 12 mesi voleva scappare il problema è serio. Ed il problema è tutto di De Laurentiis, anzi, del Napoli, finché ci sarà De Laurentiis. Veniamo alla situazione di classifica alla luce degli ultimi risultati. La Roma nel momento più delicato della stagione ha sfoderato nuovamente il suo vero punto di forza: il lato B. Lo scorso anno capitava sistematicamente, quest’anno molto meno, di vincere partite che sul campo avrebbe meritato di perdere. Ieri sera
l’editoriale di
liberato Ferrara
l’Udinese ha avuto una quantità industriale di palle gol, basti pensare ai due gol incredibili mancati da Allan in contropiede, mentre sul capovolgimento di fronte sono arrivate le reti giallorosse. In ogni caso la vittoria, per quanto immeritata, è stata una nuova mazzata terribile alle speranza del Napoli di arrivare in zona Champions. I giallorossi sono praticamente fuori portata. Ammesso che il Napoli vinca stasera e poi sabato prossimo a Torino con la Juventus, a Totti e compagni basterà vincere l’ultima in casa contro il Palermo per essere fuori dalla portata degli azzurri. Il terzo posto degli azzurri, ormai il secondo è andato, è legato esclusivamente alla possibilità di agguantare la Lazio. Per farlo il Napoli deve arrivare all’ultima di campionato a distanza di aggancio. Deve vincere stasera, e poi sperare. Se gli azzurri vincessero a Torino contro la Juventus, in ogni caso resterebbero in gioco. In caso di pareggio o sconfitta devono solo sperare che la Lazio non faccia meglio nel derby. La Roma dal punto di vista psicologico parte avvantaggiata. A differenza dei cugini non rischia sostanzialmente di restare fuori dal treno Champions, per quanto c’è grande differenza tra secondo e terzo posto, specie per chi al sorteggio del preliminare non sarebbe testa di serie. I giallorossi possono giocare per due risultati su tre, avendo per altro un paracadute anche in caso di sconfitta. Si gioca per calendario in casa della Lazio, e la cosa ha un certo peso, ma i laziali hanno in settimana la finale di Coppa Italia che sarà un peso non indifferente. Tabelle non se ne fanno, ma ciascuno può trarre le proprie conclusioni.
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Napoli, ultime spe di Saverio Passaretti Svanito ad un passo dalla finale contro il Dnipro in uno stadio allagato ed ai limiti della praticabilità, il sogno della finale di Varsavia con il Siviglia che nel contempo ha strapazzato la Fiorentina. Pesa tanto la sconfitta soprattutto psicologicamente ma arrivata a causa della solita mancanza di cattiveria sotto porta e dalle decisioni discutibili dell'arbitro. Pesa tanto anche quell'1-1 dell'andata, alla finale in Polonia ci va per la prima volta nella sua storia il Dnipro mentre il Napoli ora deve riprendersi subito dalla delusione perché è chiamato a rincorrere la qualificazione Champions in campionato, svanita l'opportunità di centrarla con una vittoria europea. Azzurri apparsi in grande difficoltà, puniti dagli errori (a volte incredibili) del Pipita che già nei primi minuti ha avuto una ghiotta occasione per rilanciare la propria squadra, l’argentino troppo spesso non degna di uno sguardo il portiere che si è dimostrato un ottimo elemento, reattivo e concreto, sbarrandogli la strada ad una realizzazione apparsa ampiamente alla sua portata. I segnali erano stati negativi già dall’inizio con condizioni metereologiche avverse e la testa immersa ancora nell’incubo vissuto a Parma con quel 2 a 2 addolcito soltanto in serata con la sconfitta della Lazio ad opera dell’undici di Mancini.
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Anche in questa sfida l’arbitro concede l’unico gol realizzato dagli ucraini nonostante un evidentissimo fallo in area su Britos, un mortale abbraccio concluso con un debole colpo di testa che inganna l’attonito Handucar. Delusi e demoralizzati i pochi e coraggiosi tifosi napoletani, un impervio viaggio senza alcuna gioia in una città storica e lontana dai focolai di guerra, le uniche vittime sono stati loro, costretti ad assistere ai cori ucraini a sostegno dei loro beniamini giunti per la prima volta nella loro storia ad una finale europea. Inutile pensare ai valori in campo, ridicola la diversa valutazione, stavolta Davide batte Golia, l’armata azzurra annichilita con cuore ed entusiasmo da undici atleti con grande carattere, un esempio per quanti considerano il calcio unicamente un bussines con la volontà e la determinazione i risultati arrivano. Siamo ora qui a leccarci le ferite ed ancora una volta ad inseguire l’ultimo traguardo possibile, quella qualificazione
Champion che sembra sfuggire in continuazione ma ancora in vita soltanto grazie alla incostante andamento delle squadre romane. Non si può immaginare fino a quando tali fortunose circostanze possano verificarsi e contro la già retrocessa Cesena bisogna ottenere il massimo con una prestazione convincente, il pubblico napoletano merita almeno una risposta alla deludente prestazione che possa alleviare i sofferenti “cuori azzurri”. Il futuro deve essere riorganizzato e sicuramente ci saranno grosse novità nelle prossime formazioni, tante partenze e tanti nuovi arrivi, iniziando con il Mister sibillino che non lascia trapelare la verità sul nuovo corso del Napoli, una sola certezza è la fede dei super tifosi napoletani ancora vicini alla squadra nella convinzione di poter assistere ad un bel finale incandescente per la tanto agognata partecipazione europea del prossimo anno. *presidente a.i.N.C
lunedì 18 MaggiO 2015
eranze Champions CaSa napOli
QualcoSa Si puo’ ancora camBiare Quelle parole amare, dette con un filo di voce da Benitez dopo il tracollo di Kiev, ancora ci rimbombano in testa e ci fanno sanguinare il cuore: “Sì, erano due gol irregolari quelli del Dnipro, ma non lo puoi cambiare”. Parla così, Rafa, nel suo italiano semiperfetto: “lo abbiamo fatto bene” oppure “non lo puoi cambiare”. No, quella storia non possiamo cambiarla più: a Varsavia non ci andremo e fanculo la finale di mercoledì tra Dnipro e Siviglia, chi se la vedrà? A piangere sarà anche Mediaset, che giustamente pregustava ascolti record e che si è vista sfuggire sotto gli occhi un’audience da 910 milioni di spettatori. Questi sono fatti loro, i fatti nostri sono altri perché in Europa non si può cambiar più nulla ma in Italia sì. Napoli, “lo” puoi ancora cambiare questo destino che ti sei costruito e che hai tante volte distrutto con le tue stesse mani. “Lo” puoi ancora fare. Il calendario ti consente di riprenderti gradatamente dallo choc senza perdere punti per strada. E’
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l’unica maniera rimasta per non far considerare fallimentare una stagione che comunque ci ha dato emozioni infinite, purtroppo non sempre piacevoli. I ricordi belli, come i trionfi in Germania col Wolfsburg ma anche la vittoria casalinga in campionato con la Roma o i quarti di coppa Italia con l’Inter, li teniamo ancora dentro, anche se mescolati ai momenti da incubo come i vuoti d’aria con Palermo, Empoli, Parma e così via. Le scosse da elettrochoc delle eliminazioni dalla Champions col Bilbao e dall’Europa League col Dnipro, rimpianti che dureranno ancora chissà quanto, ci hanno ferito e temprato. Ora però questa città merita l’ultimo sorriso possibile e dipende solo da voi. Vincendole tutte e tre il terzo posto sarebbe matematico e il secondo possibile. Il Cesena retrocesso e la Juve appagata, stanca per la finale di coppa Italia e con la testa alla finale di Champions sono quanto di meglio il fato ti potesse porre davanti per rialzare la testa. Non buttare
anche questa occasione, prova ad arrivare a giocarti un’altra partita della vita con la Lazio, caccia fuori gli attributi e lotta come non t’è riuscito abbastanza in quelle gare dove ti si chiede di sputar l’anima. Di futuro si parlerà dopo, solo dopo il
di
Fabrizio PiCColo
31 maggio. Rientrare in Champions anche all’ultimo secondo dell’ultima giornata è la via stretta per un Paradiso minore ma che almeno acuirebbe dolore e rimpianti. Napoli. Lo puoi fare. Lo puoi cambiare, stavolta.
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Col Cesena fischio STRINIC
DEFREL
JORGINHO
kOULIBALy
ANDUJAR
BRIENZA
ALBIOL DAvID LOPEZ DJRUIC
HENRIqUE
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o di inizio alle 21.00 PERICO MERTENS
CARBONERO CAPELLI
AGLIARDI
CASCIONE HAMSIk HIGUAIN
kRAJNC
CALLEJON
MUDINGAyI RENZETTI
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tascone: a kIev è stata sbaglIata la mentalItà della squadra”
“alla fine tutti i nodi vengono al pettine” “Benitez in estate doveva dire che il gruppo si era molto indebolito” “Alla fine i nodi sono venuti al pettine”. Avrebbe tanta voglia di dire “te l’avevo detto io” Carmine Tascone, in fin dei conti lui è stato uno dei primi, se vogliano usare questa espressione, a scendere dal carro di Benitez. “Certe cose erano evidentissime da tempo. Io non sono uno che le cose le manda a dire, e sono mesi che dico che al tecnico è sfuggita di mano la situazione. Ha fatto bene lo scorso anno, quest’anno ha sbagliato tutto. Ha sbagliato soprattutto in estate a non dire chiaramente che la squadra venuta fuori dal mercato era decisamente più scarda di quella dell’anno scorso. Lo ha pensato, non ci sono dubbi. Ma poi non l’ha detto. Aveva la possibilità di uscire alla grande da questa situazione. Era venuto a Napoli, aveva fatto una stagione positiva, vincendo la Coppa Italia, facendo il record di punti con la squadra azzurra. Aveva tutti dalla sua parte. Non credo che il problema sia stato economico, una squadra disposta a pagargli lo stipendio l’avrebbe trovata”. Ma questo cosa c’entra con una stagione che è stata deludente al di là del mercato? “Il male nasce da lì, non ho dubbi. Benitez è rimasto a Napoli a mio avviso non credendo più nel progetto. E quando il direttore dei lavori è i primo a non credere più in un progetto, il progetto fallisce, c’è poco da fare”. Ma nonostante tutto il Napoli anche se non rinforzato, anche se indebolito rispetto al passato vale più della classifica attuale, vale più del Dnipro… “Su qusto non c’è dubbio. Ma qui entriamo in altri ambiti. Innanzitutto quando viene meno la fiducia in un progetto i risultati sono inferiori al valore stesso dei giocatori. E’ sempre così. Poi io sono dell’idea che esistono due grandi categorie di allenatori: quelli che pretendono di adattare tutto alle loro idee, e quelli che si adattano alle varie situazioni. Non dico che una categoria sia superiore all’altra. Però se si abbraccia la causa di un allenatore della prima categoria bisogna mettergli a disposizione il materiale umano di
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cui necessita. Per fare il gioco di Benitez servono non solo grandissimi interpreti, ma anche una rosa vastissima, perché lui è uno che ama far turnover continuamente. Non ha senso prendere Benitez e non prendere i giocatori che lui ha indicato. Esattamente come non ha senso prendere Zeman e poi dargli un gruppo maturo, semmai anche di buonissimi calciatori, ma che non è dsposto a seguire il tecnico in tutto e per tutto. De Laurentiis ha sbagliato una volta preso Benitez a non fare quello che voleva Benitez. Benitez di contro ha continuato ad allenare come se nulla fosse. Non si può chiedere a David Lopez di fare il gioco di Mascherano, per dirne una”. Cosa nn ha funzionato a Kiev? “Contro il Dnipro non ha funzionato la mentalità della squadra e Benitez ha commesso diversi errori. Non si può permet-
tere di non far giocare Hamsik, in questo modo ha offeso il calcio. Allora bisogna dire che ha fatto bene il procuratore a mettere in dubbio il suo futuro a Napoli se resta lo spagnolo. Poi come fa a mettere su quel campo bagnato Insigne visto tutto quello che aveva passato, doveva mettere Mertens che quando è entrato ha cambiato la partita"
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RISTORANTE LA CAMPANELLA via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle Tel: 0577 624516 E-mail: brunellamarsico@gmail.it
qui CeSena di carlo: “una retrocessione immeritata” CeSeNa - Ieri mattina il Cesena si è allenata a Villa Silvia. Prima di partire in treno verso Napoli mister Di Carlo ha incontrato la stampa. Queste le sue dichiarazioni: “È stata una settimana difficile dopo la retrocessione passata attraverso sfide non vinte nelle quali meritavamo di più. Il mio obiettivo era provare a fare l’impresa, salvando il Cesena con la possibilità di rimanere qui per fare un progetto. Non abbiamo centrato l’obiettivo, ora pensiamo alle prossime tre gare e poi a fine campionato mi confronterò con la società per il futuro. Bisogna ripartire dai valori di questa squadra, di questa società e di questi tifosi. Il gruppo è rimasto sempre unito, è una base di ripartenza anche per la prossima stagione. Ringrazio i tifosi per il supporto eccezionale che ci hanno dato, anche quello che è accaduto domenica scorsa, gli applausi a fine gara, è stato qualcosa di straordinario”. Infine sulla gara di domani al San Paolo: “Affrontiamo una delle squadre più forti della Serie A. Il Napoli non meritava l'eliminazione in Europa League, a livello di gioco ed occasioni da gol, il Napoli è stata la miglior squadra del campionato. Capitano i momenti sfortunati in cui la palla non vuole entrare, speriamo che per loro le cose non si sblocchino proprio contro di noi”. Per noi è stata una settimana molto difficile, ma questo gruppo ha
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grandi valori. Abbiamo sempre giocato e lottato, peccato per gli scontri diretti. Quando sono arrivato avevo in mento di poter fare l'impresa, avevo un progetto; non ho centrato l'obiettivo. Contro il Sassuolo, domenica scorsa, ho visto qualcosa di straordinario sugli spalti; Brienza ha fatto un gol eccezionale, se avessimo vinto se ne sarebbe parlato per giorni. Domani dovremo stare molto attenti, il Napoli crea molte occasioni da gol". Di Carlo è poi tornato sull’intera stagione dei rmagnoli. “Voglio ringraziare i nostri tifosi che hanno capito che la squadra ha provato a giocarsela fino alla fine. Nessuno ha mollato. La squadra ha dimostrato di essere viva. Purtroppo le gare che meritavamo di vincere, come quella contro l’Atalanta, non le abbiamo vinte. Quelle in cui siamo stati meno propositivi le abbiamo pareggiate. Quelle che non meritavamo di perdere, come oggi contro il Sassuolo, le abbiamo perse. E ovviamente quelle che meritavamo di perdere le abbiamo perse tutte. Non ci è mai girata nel modo giusto.
Sul piano del gioco, che è stato propositivo, il Cesena ha dimostrato di valere la serie A. Sul piano caratteriale abbiamo pagato in alcuni momenti. Sul piano della fase difensiva alcuni errori di reparto hanno condizionato i nostri risultati”. CONVOCATI - Il tecnico del Cesena Domenico Di Carlo ha convocato 22 giocatori in vista della gara di domani al San Paolo contro il Napoli. Questo l'elenco completo: Leali, Nica, Lucchini, Carbonero, De Feudis, Rodriguez, Brienza, Volta, Krajnc, Djuric, Succi, Tabanelli, Perico, Capello, Dalmonte, Agliardi, Renzetti, Cascione, Cazzola, Ze Eduardo, Bressan, Defrel. Assente Giorgio, che non ha recuperato dall'affaticamento.
lunedì 18 MaggiO 2015
e’ la fine di un Sogno napoli Stavolta c’è Solo da vergoganrSi di Ciro PiemoNte
E adesso? La cosa più temuta dai tifosi napoletani è accaduta. Fuori da tutto. Sconfitta su sconfitta, disfatta su disfatta, ma il buon senso, l’ottimismo che da sempre caratterizza il tifo partenopeo ad oggi penso sia veramente finito. Nei momenti importanti e difficili, vicino alla squadra c’è sempre stato il tifo delle grandi occasioni, più volte ,ahinoi, rimasti delusi. Sconfitta in casa con juve a gennaio, lazio in semifinale di coppa Italia, pareggio col Dnipro,dico Dnipro non Real Madrid. Questo climax discendente si è concluso con la disfatta di giovedì sera, che si spera l’ultima di una pessima stagione. Sul banco degli imputati ci sono tutti. Dalla società, all’allenatore e soprattutto i giocatori. Non David Lopez, un giocatore mediocre che a suon di buone prestazioni, corsa e cuore ha guadagnato un posto da titolare, non Gargano per cui vale lo stesso discorso, non Maggio e ancora tanti giocatori che scendono in campo non lamentandosi
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novanta minuti, ma che giocano al meglio delle loro possibilità e soprattutto al limite delle possibilità che talvolta non bastano. Da tifoso, c’è rabbia verso coloro che devono essere la forza in più di una squadra, i cosiddetti top player, i giocatori da due milioni d’euro a stagione fino ad arrivare a cinque. Quelli sono mancati, sempre, nelle partite importanti. Che ci sia in stagione un periodo difficile, ci può stare ma che questo periodo sia lungo una stagione, qualche dubbio viene sulle capacità di un giocatore. Higuain giovedì ha fatto l’ennesimo errore sotto porta, questo veramente gravo, ha segnato una gara. Il vantaggio dopo pochi minuti ci permetteva di affrontare una partita diversa. In campo non c’è bisogno di tante lamentele, arrabbiarti per le occasioni mancate, piuttosto che pensare sugli errori fatti, non una volta , sotto porta, un bagno d’umiltà anche per lui, il tanto ricercato top player sarebbe l’ideale. Onore al Dnipro, una squadra ben organizzata, che ha meritato al meglio la qualificazione, permettendo po-
co o nulla al Napoli, non bravi, non fortissimi ma con tanta voglia di far bene e di sudare la maglia, un po’ come la Juventus in champions, talvolta le motivazioni,quelle vere, valgono molto più di tante qualità tecniche. Tornando alla partita, a mio avviso, la più importante della stagione non può essere giocata senza in campo il capitano della squadra. Che manchi di carisma Hamsik non è una novità, ma che manchi dal campo in una partita del genere,queso è grave. Unica pecca questa di Rafa Benitez, l’eterno indeciso. I dubbi sul suo futuro si riflettono benissimo nella sua squadra, senza ambizioni e motivazioni, decisamente una squadra non da Napoli. La tifoseria partenopea ha da sempre accettato le sconfitte, ma non così. Il calcio non è questo. Finiamo questa stagione con gli stessi dubbi di partenza, dopo la sconfitta di Bilbao. Si spera in un cambiamento magari non di giocatori, di allenatori o di uomini ma di mentalità, un approccio diverso alla prossima stagione.
lunedì 18 MaggiO 2015
la delusIone per kIev è fortIssIma, ma la stagIone non è termInata
e’ finito il sogno dell’europa league Per salvare la stagione resta solo lo sprint in campionato per il 3° posto di
mario PaSSaretti
Da dieci minuti è terminato il sogno di vedere gli azzurri dopo 26 anni giocare la finale di Europa League(vecchia coppa Uefa).Finisce amaramente con un Napoli strano,senza mordente incapace di segnare su un campo a dir vero poco propenso ad esaltare le doti di Higuain e compagni,perche' la pioggia scesa giù stasera a Kiev è stata davvero tanta. Un campo pesante su cui hanno avuto la meglio le doti atletiche degli ucraini che hanno disputato una gara perfetta raggiungendo così una storica finale.L'occasione mancata da Higuain dopo soli 7 minuti poteva davvero cambiare le sorti del match,ma così non è stato ed alla fine gli ucraini sono risultati vittoriosi per 1-0. Adesso veramente diventa dura dare un senso alla stagione del Napoli.In campionato siamo incapaci di riacciuffare il secondo posto,nonostante le cadute di Lazio e Roma. E si perchè il Napoli visto al Tar-
dini di Parma,è uscito dal match conquistando un misero punticino.Ma soprattutto è mancata la determinazione necessaria che tutti noi tifosi vorremmo vedere in questo squarcio finale di campionato.Molti dicono che le somme si tirano alla fine.......fatto sta che stasera il Napoli è uscito fuori dall'Europa,facendo perdere un grosso ricavato alla so-
cietà per l'eventuale entrata in champions,stenta in campionato a fare il salto che tutti vorremmo per arrivare all'ultima giornata allo scontro diretto con la Lazio,per poterla scavalcare e su tutto aleggia l'ombra di una guida tecnica ancora incerta per la prossima stagione. Mancano tre giornate alla fine e si spera che almeno il sogno Champions non resti un miraggio
l’OpiniOne
reSta un pugno di moSche di Carlo loNgobardi
Archiviato da lunghissimo tempo il campionato per quanto riguarda la rincorsa scudetto, titolo mai posto in discussione dalla Juventus (che riesce a trasferire in modo spontaneo il proprio sistema di gioco, a prescindere dalla sua conduzione tecnica), complicato oltremodo l'accesso in champions League, la stagione del Napoli era degnamente legata alla coppa Italia ed all'Europa League. Alla luce di quanto ottenuto, é molto probabile che nessuno si possa rizzelare se si discute apertamente di stagione fallimentare, sentenza inappellabile che per chiarezza spetta ai tifosi innamorati della squadra del cuore, cui é dovuto rispetto prima di ogni altra considerazione di sorta. In aderenza ai principi ispirato-
ri dell'essere tifoso, nessuno ha mai preteso l'obbligo della vittoria ma soltanto l'amore per la maglia, la determinazione, la grinta e il sentirsi, fosse solo per il segmento di permanenza, napoletani nel cuore. A Dnipro, dopo essere evaporati dalla coppa nazionale, si é perso un maniera certamente dolorosa, con errori che é preferibile non ricordare e con l'ormai famoso atteggiamento 'scarico' che tante volte ha accompagnato gli azzurri nelle diverse partite scialbe concluse infaustamente. L'unico spunto favorevole é stato offerto dal nostro folletto belga, quel Dries Mertens che é rimasto nel cuore di ognuno per lo sguardo, la capacità di lottare e la voglia di trasferire speranza nei compagni: combattere per un obiettivo comune. Tutte sensazioni, situazioni, dalle quali poter ripartire concre-
tamente. Troppe discussioni nell'ultimo periodo, troppi tentennamenti, troppe volte siamo stati relegati a periferie dimenticate dell'impero. Instupiditi dalle congetture, ammaliati da discorsi ad efficacia pluriennale abbiamo perso la capacità di concentrarci sulle prestazioni da offrire, abbiamo colpevolmente omesso di ricordare che prima di ogni altra cosa é necessario scendere in campo e farlo senza tradire le aspettative. Un fiume di parole speso per concorrere all'unico risultato conseguito: un pugno di mosche nella mano. Ma se in quel pugno é rimasta tutta la linfa azzurra, il carattere di un popolo indomito e la voglia di ripartire, allora é più che opportuno tenerlo stretto. E ricordare che chi tradisce la buona fede del popolo figlio di Partenope lo fa per sempre. Chiunque esso sia.
Si riparte dal CaMpiOnatO
di FraNCeSCo baSile-
,Lunedì sera riprende il cammino del Napoli verso la qualificazione alla fase a gironi o ai preliminari della Champions League; si riparte dal San Paolo e dal Cesena. Quella contro gli uomini di Domenico Di Carlo, sarà una sfida particolarmente delicata per gli azzurri, reduci dalla disfatta
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di Kiev. La trasferta, in terra russa, contro gli ucraini del Dnipro, ha infranto i sogni di gloria di milioni di tifosi napoletani, che aspettavano di poter festeggiare, dopo ben 26 anni, la seconda finale europea della storia del club. Con quali occhi guardare questa partita? Bella domanda! L’amore per la squadra va al di là di qualsiasi risultato, e il tifoso “verace” lo sa bene; tuttavia il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, a inizio e nel corso della stagione, hanno indotto un malcontento palese anche nel cuore dei più tenaci sostenitori. Il Napoli, giovedì sera, ha gettato al vento una grandissima occasione. Passare il turno di Europa League,
avrebbe infatti significato non solo giocarsi una prestigiosa finale europea, ma, in caso di vittoria, avrebbe assicurato, alla compagine azzurra, l’accesso diretto alla prossima competizione della coppa dalle “grandi orecchie”. La gara con il Cesena non sarà facile, considerando le difficoltà della squadra di Benitez nell’affrontare le squadre mediopiccole. Non sarà facile soprattutto considerando quelli che sono i risvolti psicologici conseguenti all’eliminazione dall’ Europa League. Per gli azzurri, le ultime tre partite di campionato , sono tre finali da affrontare con concentrazione e determinazione. Non centrare la qualifi-
cazione Champions comporterebbe il fallimento dell’ intera stagione calcistica (la vittoria della sola Supercoppa Italiana è ben poca cosa rispetto alle aspettative iniziali). E non solo. Per il futuro, si dovrebbe affrontare il problema dei mancati introiti connessi alla qualificazione alla massima competizione della Uefa, oltre al malcontento di alcuni giocatori (primo fra tutti il “Pipita” Higuain) abituati, appunto, ai grandi palcoscenici europei. Si tenta pertanto di salvare il salvabile, in modo da far si che, per la prossima stagione, si possa rinforzare la squadra, piuttosto che ricostruirla dalle macerie di una stagione da dimenticare.
lunedì 18 MaggiO 2015
fOCuS
reazione col ceSena per evitare il fallimento Vedere qualcosa di positivo all’orizzonte del Napoli, in un momento in cui davanti agli occhi abbiamo ancora il diluvio di Kiev e le facce tristi dei nostri giocatori che abbandonano il campo e l’Europa League, dopo averle prese dal Dnipro, non è impresa facile. L’amarezza è tanta, la rabbia e la delusione anche più grandi, ma non è certo il momento per perdere la testa e farsi cadere le braccia. Il Napoli ha il dovere di reagire, e subito, al momento di grande difficoltà che l’eliminazione ha comportato. La stagione può ancora essere salvata, almeno per quanto riguarda la qualificazione alla prossima Champions, per la quale c’è ancora un piccolo spiraglio. Le speranze di Benitez passeranno ora attraverso le ultime tre giornate di campionato, che vedranno gli azzurri impegnati contro il Cesena al San Paolo, la Juventus a Torino, poi gran finale con la Lazio a Fuorigrotta. Tre gare nelle quali il Napoli dovrà fare almeno sette punti per poter sperare, non prescindendo dalla vittoria nello scontro diretto. Sarà bene crederci, perché gettare il bambino con l’acqua sporca, non avrebbe senso in questo momento così delicato della storia del Napoli e perché in caso contrario sarebbe un vero fallimento. Il primo passo non sarà semplice,
lunedì 18 MaggiO 2015
l’editoriale di marCo martoNe
perché al San Paolo arriva una squadra già retrocessa e dunque che non ha nulla da perdere. La solita formazione che, la storia di questo campionato l’ha dimostrato più volte, può mettere in difficoltà gli azzurri. Il Napoli scenderà in campo conscio del risultato della Roma e soprattutto della Lazio, un piccolo vantaggio da sfruttare nel migliore dei modi. Battere il Cesena dovrà essere un obbligo per la formazione di Benitez, che avrà poi la possibilità di giocarsi al San Paolo, all’ultima di campionato, una sorta di finale, contro la Lazio, dopo aver affrontato una Juventus, si spera, distratta dall’imminente finale di Champions con il Barcellona. Un momento decisivo quindi per il Napoli, dal quale non può tirarsi fuori il presidente. Aurelio De Laurentiis avrà avuto i suoi validi motivi, per non seguire la squadra nella trasferta più importante degli ultimi cinque anni, ma certo non è confortante vedere il Napoli lasciato senza il suo massimo dirigente, giocarsi il passaggio a una finale di coppa europea. Altrove non accade. L’assenza di Aurelio rischia di essere interpretata come un segnale di distacco nei confronti di qualcosa, o meglio di qualcuno.
Forse una presa di distanza dal tecnico, che ancora non ha sciolto le sue riserve sulla proposta di contratto avanzatagli. O forse un modo per denigrare una competizione che De Laurentiis non ha mai fatto mistero di snobbare, fatta salva l’edizione attuale che garantisce alla squadra vincente la partecipazione alla prossima Champions. Resta il fatto
che nel momento il cui la barca affonda, come accaduto a Kiev, sarebbe stato di aiuto, forse anche psicologico, avere a bordo il proprio comandante. Speriamo di averlo al timone per queste ultime sfide di campionato, magari a traghettare assieme a Benitez la nave del Napoli al terzo posto, step indispensabile per metter le basi per un futuro vincente.
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lunedĂŹ 18 MaggiO 2015
Col Milan una vittoria abbondante napolI-mIlan
3-0
Napoli: andujar, maggio, albiol, Britos, Ghoulam, Jorginho (56' Gabbiadini), david Lopez (80' Luperto), Callejon, hamsik, Insigne (69' mertens), higuain. all.rafa Benitez MilaN: diego Lopez, de sciglio, alex, paletta, Bocchetti (61' Bonera), poli, de Jong, van Ginkel, honda, destro (57' pazzini), Bonaventura (82' Felicioli). all. Filippo Inzaghi aRBiTRo: mazzoleni di Bergamo marcatori: 70' m. hamsik, 74' G. higuain, 76' m. Gabbiadini NoTE: espulso al 1' de sciglio per fallo da ultimo uomo. ammonito albiol. NAPOLI - Expo Napoli 2015. Al San Paolo va in scena l'esposizione di spettacolo, gol ed emozioni. Una raffica micidiale infiamma le stelle di Fuorigrotta in 6 minuti travolgenti che elevano al cielo gli Angeli azzurri e piegano la resistenza dei Diavoli rossoneri. Al Milan, rimasto in dieci dal primo minuto per l'espulsione di De Sciglio, va senza dubbio l'onore di una sfida giocata con ardore. Nel giorno del Lotteria di Agnano, Marek è il cavallo di razza che sul palo infila un destro vincente e piazzato. La magia è contagiosa ed il Napoli gioca a memoria. Il secondo gol è un bignami del calcio moderno. Mertens crossa dal fondo all'indietro, velo di Gabbiadini che apre la strada al Pipita: sterzata e frustata strapitosa, 2-0. Non ci fermiamo sul più bello. Altro giro altra corsa. Mertens imbuca Ghoulam che crossa per Higuain, destro di prima respinto del portiere, arriva come una furia Gabbiadini che con un preziosismo di tacco fa 3-0 a rimorchio. Nella prima notte di maggio il Napoli lancia il mese dei Monumenti.
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lunedĂŹ 18 MaggiO 2015
Col Dnipro frenati dall’arbitro napolI-dnIpro
1-1
Napoli: andujar, maggio, albiol, Britos, Ghoulam, Jorginho, Lopez silva, Callejon, hamsik, Insigne, higuain. all.: rafa Benitez DNipRo dnipropetrovsk: Boyko, Fedetskiy, douglas, Cheberyachko, Leo matos, Luchvevych, Kankava, Fedorchuk, Konoplyanka, rotan, Kalinic. all.: miron markevich aRBiTRo: moen (norvegia) MaRCaToRi: 50' d. Lopez silva, 81' seleznyov
NAPOLI - Una clamorosa svista arbitrale decide il risultato di questo Napoli-Dnipro, con gli azzurri che dominano per 95 minuti e vengono raggiunti da un gol in fuorigioco di un metro che è assurdo e inammissibile non segnalare a questi livelli internazionali. Il Napoli comanda per tutta la partita, segna con David Lopez di testa su azione di angolo, sfiora il secondo gol in almeno 4 occasioni e poi si vede penalizzato dalla rete di Seleznyov che è in off side grande come un balcone. Ma il calcio è galatuomo e magari il Napoli riavrà dalla sorte il maltolto di questa sera. Tra sette giorni ci vorrà l'impresa a Kiev. Forza ragazzi, prendiamoci questa finale, più forte degli eventi, più forte della fatalità. Più forte di tutto per conquistare la storia...
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lunedĂŹ 18 MaggiO 2015
A Parma un’occasione sprecata parma-napolI
2-2
paRMa: mirante, mendes, Lila, Feddal, Cassani (73' Costa), Josè mauri (79' Ghezzal), Jorquera (70' mariga), nocerino, Gobbi, varela, palladino. all. roberto donadoni Napoli: andujar, henrique, albiol, Koulibaly, strinic, Inler (75' david Lopez), Gargano (59'
higuain), Gabbiadini,
hamsik, mertens, duvan (52' Callejon). all.rafa Benitez aRBiTRo: Giacomelli di trieste MaRCaToRi: 9' palladino, 28' m. Gabbiadini, 34' Jorquera, 72' d. mertens
PARMA - - Il Napoli pareggia a Parma e non riesce a completare la rimonta col sorpasso nonostante le tantissime occasioni create. Mirante le para tutte e finisce 2-2. Azzurri subito sotto per una rete di Palladino, poi arriva la pronta reazione ed il pari di Gabbiadini con un bel tiro a giro sul secondo palo. Il Parma però trova il 2-1 su punizione di Jorquera. Napoli che nella ripresa domina e chiude dietro il Parma. Segna Mertens ad un quarto d'ora dalla fine e poi gli azzurri hanno almeno 5 occasioni gol per segnare il gol del successo che però non arriva. Si ricomincia giovedì, si va a Kiev per la partita che può decidere stagione e storia. Tutti insieme, per illuminare d'azzurro le stelle d'Europa.
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lunedĂŹ 18 MaggiO 2015
A Kiev finisce il sogno europeo dnIpro-napolI
1-0
DNipRo dnipropetrovsk: Boyko, Fedetskiy, douglas, Cheberyachko, matos, Luchvevych (68' matheus), Kankava, Fedorchuk, Konoplyanka (86' Gama), rotan, seleznyov (76' Kalinic). all. miron markevich Napoli: andujar, maggio, albiol, Britos, Ghoulam, Inler, david Lopez (79' henrique), Callejon, Gabbiadini (55' hamsik), Insigne (60' mertens), higuain. all.rafa Benitez aRBiTRo: mazic (serbia) MaRCaToRi: 58' seleznyov
kIEv - Non ce l'ha fatta il Napoli. Il Dnipro vince 1-0 e si qualifica per la finale di Europa League. Finisce così la bellissima avventura europea degli azzurri. Sul bilancio complessivo sono state fatali le tante occasioni create e non concretizzate tra andata e ritorno, ma pesa anche il gol in netto fuorigioco degli ucraini al San Paolo che di fatto determina il passaggio del turno. Azzurri subito con la possibilità di spaccare la partita ma Boyko bissa la super prestazione di Fuorigrotta e devia su diagonale a botta sicura di Higuain. Si gioca sotto una pioggia tremenda ed un clima infuocato. Il terreno pesante non aiuta il Napoli che pure tiene il campo e comanda il gioco. Il gol azzurro però non arriva ed invece giunge quello del Dnipro al 58' con colpo di testa di Seleznyov che commette fallo su Britos. Secondo errore arbitrale fatale nella sfida globale. Il Napoli le prova tutte, assedia l'area ucraina ma Boyko e la difesa del Dnipro salvano tutto il possibile. In finale ci va il Dnipro, per il Napoli la porta Champions può ancora aprirsi nelle ultime tre giornate di campionato.
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con la sconfItta dI IerI col palermo anche I sardI matematIcamente In b
anche il cagliari ha tolto il diSturBo
Scudetto e retrocessioni già decise: il campionato così non funziona per nulla la classIfIca rIsultatI
Juventus Roma Lazio Napoli Genoa Fiorentina Sampdoria Inter Torino Palermo Milan Hellas Sassuolo Chievo Udinese Empoli Atalanta Cagliari Cesena Parma
Inter - Juventus 1-2 sampdorIa - LazIo 0-1 sassuoLo - mILan 3-2 ataLanta - Genoa 1-4 CaGLIarI - paLermo 0-1 torIno - ChIevo 2-0 verona - empoLI 2-1 roma - udInese 2-1 FIorentIna - parma ore 19.00 napoLI - Cesena ore 21.00
prossImo turno
Cesena - CaGLIarI ChIevo - ataLanta empoLI - sampdorIa Genoa - Inter Juventus - napoLI LazIo - roma mILan - torIno paLermo - FIorentIna parma - verona udInese - sassuoLo
83 67 66 60 56 55 54 52 51 46 46 44 43 42 41 41 36 28 24 17
36 36 36 35 36 35 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 36 35 35
25 18 20 17 15 15 13 13 13 11 11 11 10 10 10 8 7 6 4 6
8 13 6 9 11 10 15 13 12 13 13 11 13 12 11 17 15 10 12 6
3 5 10 9 10 10 8 10 11 12 12 14 13 14 15 11 14 20 19 23
67 51 66 64 58 52 45 53 43 49 50 45 45 27 40 42 36 43 34 29
21 28 34 45 42 44 39 42 42 51 49 61 56 37 51 47 53 65 64 68
le partIte dI IerI caglIarI-palermo 0-1 CagliaRi (4-3-1-2): Brkic 6, Balzano 5.5 (39' st Longo sv), diakitè 5, rossettini 4.5, avelar 4.5; donsah 5 (1' st Joao pedro 5), ekdal 5 dessena 5; mpoku 5.5 (18' st sau 5); Farias 4.5, Cop 4.5. all.: Festa 5 palermo (3-5-2): sorrentino 7, andelkovic 6, Gonzalez 6, vitiello 6; Quaison 5.5 (46' st Bentivegna sv), rigoni 6 (22' st della rocca 6) Jajalo 6(42' st maresca sv) Chochev 6, daprel 6; vazquez 7, Belotti 6. all. Iachini 6.5 aRBiTRo: Cervellera di taranto 6 RETi: 9' vazquez NoTE: ammoniti: rigoni, Chochev, Balzano, ekdal per scorrettezze angoli: 4 a 4. spettatori: 7mila circa
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atalanta-genoa
1-4
aTalaNTa (4-3-3): sportiello 5.5, Bellini 6, stendardo 5, Cherubin 4.5 (29' Benalouane sv), dramè 5.5; Carmona 5, migliaccio 6, Cigarini 5.5 (14' st moralez 5), d'alessandro 5 (20' st Bianchi 5.5), pinilla 6, Gomez 5. all. reja 5. gENoa (3-4-3): perin 6.5, roncaglia 6, Burdisso 5.5, Izzo 6, rincon 6.5, Bertolacci 7.5 (38' mandragora sv), Kucka 6.5, edenilson 7, Iago Falque 7.5 (41' st tambè sv), pavoletti 7, Lestienne 6 (21' st Bergdich 6). all. Gasperini 7. arbitro: Gervasoni di mantova 6. RETi: nel pt 18' pinilla (rig), 30' pavoletti, nel st 12' Bertolacci, 15' e 28' Iago Falque NoTE: angoli: 9-7 per l'atalanta ammoniti: Izzo, migliaccio, Carmona, pinilla per intervento falloso spettatori: paganti 6.203, abbonati 10.678. Incasso 60.851 euro
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nella fase decIsIva della stagIone la roma rItrova la buona sorte
colpo di fortuna per i gialloroSSi Contro l’Udinese soffre, si salva in modo incredibile, poi vince con una rete da “Mai dire gol” roma-udInese
2-1
RoMa (4-3-3): de sanctis 6, torosidis 6.5, Yanga-mbiwa 6, manolas 5, holebas 5.5, pjanic 6 (41' st Ljajic sv), de rossi 6, nainggolan 6.5, Ibarbo 6, totti 6 (29' st Keita 6), Iturbe 4.5 (37' st doumbia sv). all.: Garcia 6. UDiNEsE (4-3-1-2): Karnezis 6, Widmer 5, danilo 5.5, erto 6, piris 6, allan 5, pinzi 6 (26' st Bruno Fernandes 5.5), Badu 6, Guilherme 6 (37' st Geijo sv), thereau 6, perica 6.5 (21' st Kone 5.5). all.: stramaccioni 6. aRBiTRo: Banti di Livorno 6. RETi: nel pt 19' perica, 41' nainggolan; nel st torosidis NoTE: angoli: 10 a 5 per la roma. ammoniti: piris, heurtaux e Ljajic per gioco falloso, torosidis per proteste. spettatori: 36.000.
torIno-chIevo
2-0
ToRiNo (3-5-2): padelli 6, maksimovic 5.5, Jansson 6 (23' st Glik 6), moretti 6, darmian 6.5, vives 6, Gazzi 6, el Kaddouri 6 (40' st Benassi sv), Gaston silva 6 (27' st molinaro 6), maxi Lopez 7.5, martinez 6.5. all. ventura 6.5. CHiEVo (4-4-2): Bardi 6, Frey 5.5, Gamberini 6, Cesar 5, Biraghi 5, Izco 5, radovanovic 5, Christiansen 5.5 (30' st pellissier sv), Birsa 5 (11' st Botta 5), paloschi 5, meggiorini 6 (19' st Fetfazidis 5). all. maran 5.5. aRBiTRo: rocchi 5.5 RETi: nel st 6' e 24' maxi Lopez. NoTE: ammoniti: maksimovic, Gaston silva, moretti per gioco scorretto. angoli: 6 a 1 per il torino.
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verona-empolI
2-1
VERoNa (4-3-3): rafael 6, pisano 5.5, moras 6, marquez 5.5, agostini 5.5, sala 6.5 (45' st marques sv), obbadi 6, hallfredsson 6.5 (37' st Lazaros sv), Gomez 6 (38' pt Fernandinho 6.5), toni 5.5, Greco 5. all.: mandorlini 6. EMpoli (4-3-1-2): Bassi 6, Laurini 6, rugani 6, Barba 6, hysaj 5.5, vecino 6 (12' st Croce 5.5), valdifiori 6, zielinski 5.5 (32' st verdi sv), saponara 6, maccarone 6 (26' st mchedlidze 6), pucciarelli 5.5. all.: sarri 6. aRBiTRo: La penna di roma 6 Reti: nel pt 6' saponara 24' moras, nel st 22' sala NoTE: ammoniti: Fernandinho per simulazione. Croce e verdi per gioco falloso. spettatori: 18.858 angoli: 4-2 per il verona.
sassuolo-mIlan
3-2
sassUolo (4-3-3): Consigli 6, Fontanesi 7 (29' st magnanelli 6), acerbi 6.5, Cannavaro 6.5, peluso 6, Biondini 6.5, missiroli 6.5, taider 6 (19' st Brighi 6), Berardi 8, zaza 6, sansone 6.5 (25' st Floro Flores 6). all.: di Francesco 7. MilaN (4-3-3): diego Lopez 5, abate 5 (1' st suso 5) , alex 6, paletta 5.5, Bonera 6, poli 5.5, de Jong 5, van Ginkel 5.5, honda 5 (34' st el shaarawy sv), destro 5 (23' st pazzini 5), Bonaventura 6. all.: Inzaghi 5. aRBiTRo: Guida di torre annunziata 6.5. RETi: nel pt 13' e 31' Berardi, 32' pt Bonaventura; nel st 5' alex, 33' Berardi. NoTE: angoli 3-4. espulsi: 12' st Bonaventura per doppia ammonizione (proteste e fallo di mano), 48' st suso per gioco scorretto. ammoniti: Bonera, honda, Consigli, el shaarawy, paletta. spettatori: 12 mila circa.
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dOMeniCa 3 MaggiO 2015
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regno azzurro e feudo ducale, nemesI storIca e destIno epocale
napoli-parma, un veleno lungo quasi un ventennio di
bruNo marra
Chi si sorprende dello strascico polemico di Napoli-Parma, evidentemente non conosce la storia velenosa che c’è dietro a questa sfida che ha assunto accenti sopra le righe da quasi un ventennio. Il Parma “simpatica ed alacre realtà del calcio italiano” che tanto ha riempito i romanzi di retorica calcistica, per noi è stata una acerrima nemica, saccheggiatrice di sogni e campioni, battitrice d’asta di ricchezze svilite che avrebbero meritato ben altra gloria in terra nostra. Il tempo è galantuomo e la memoria è un monile inespugnabile. Se è vero che nel nostro passato c’è scritto il nostro futuro, la nemesi storica era inevitabile. Si tratta pur sempre di iperboli sportive, ma la metafora calcistica spesso contiene un grande spaccato di storia. E quella tra Napoli e Parma è una storia amara, una saga pregna di mesti ricordi che partono da lontano. Ovvero da quando il Napoli scoprì che ogni nobiltà poteva essere deturpata dall’usura del tempo. Era dicembre del 1997, poco prima di Natale. Un Natale amarissimo. Bianco e poco azzurro. Il Napoli era già con l’acqua alla gola, aveva già cambiato 3 allenatori, era l’anno del Grand Hotel Partenope, come corrosivamente commentò la stampa del tempo. Alla fine
lunedì 18 MaggiO 2015
cambiammo 4 tecnici ed i punti si contavano sulle punta delle dita. Quel giorno freddissimo, il San Paolo fu bardato da volantini. C’era scritto “Vincere”, un impeto quasi inconscio del retaggio del “Ventennio”. Non vincemmo, perdemmo malissimo, con Galeone in panchina. Il Parma non solo non ebbe pietà ma ci umiliò: 4-0. Tanto che alla fine Enrico Chiesa uscì quasi a braccio perché fece un gesto di scherno che irritò l’intero stadio. Ed al ritorno la pillola fu ancora più amara. Era aprile, 17 anni fa. Sulla Via Emilia avemmo la benedizione della retrocessione. Ci spedirono all’Inferno con firma ducale su raccomandata per posta celere Amen. Finì 3-1 per loro. Ed è rimasta tristemente storica l’immagine di Taglialatela che abbandona il Tardini in lacrime accompagnato da Fabio Cannavaro, già “nemico”. Ma Parma per noi non è solo storia sportiva, ma ha anche una valenza ‘sociologica’. Napoli per buona pezza, dopo le polveri di gloria dell’epoca maradoniana, diventò vassallo del Feudo di Tanzi, un satellite da colonizzare, talvolta da saccheggiare. Ed a pensarci oggi, il revisionismo storico ha reso il Granducato di Parma un enorme bluff, un castello sulle palafitte, perché di lì a poco i famosi “bond” della Parmalat divennero più famosi di Ja-
mes Bond. Licenza di uccidere, ed il Parma con noi l’ha fatto. Ci ha depredato come i Lanzichenecchi a Roma. Tutto cominciò con Fabio Cannavaro, eterno pomo della discordia. Napoli scese in piazza per trattenerlo, Ferlaino, invece, si salvò per la prima volta con i soldi di Tanzi e diede via il primo gioiello. Ne seguirono altri. Gianfranco Zola, Massimo Crippa e per poco non cedemmo anche il quinto stipendio e la statua di Carlo di Borbone da Piazza Plebiscito. Adesso lo scenario è cambiato. Il Granducato non esiste più, esiste l’Impero di De Laurentiis. Lo Scudo Crociato della Via Emilia che in passato ci è costato lacrime e sangue è stato piegato dall’incuria gestionale, come un fatale corso ricorso storico di vichiana memoria. E Giambattista Vico, non a caso, era napoletano. Da Tanzi a
Ghirardi la desinenza è uguale ed il declino è lo stesso. Ma prima di lasciare la Serie A hanno voluto tener fede alla loro avversità atavica. Onore legittimo alla resistenza in campo, ma da censurare e condannare il fantasma agitato a fine gara su un presunto, fasullo e millantato tentativo coercitivo da parte del Napoli. Quello sì che sarebbe valso una squalifica esemplare per chi ha usato la demagogia spicciola ed il livore latente per infangare ancora quell’azzurro che ha già avuto modo improvvido sbiadire nel tempo. Ma la storia per un po’ ci separerà. Il Napoli è di nuovo un giacimento adeguato alla storia del nostro Regno, il Parma tornerà verso patrii lidi. Ognuno al posto che gli compete, in un calcio che sguazza beatamente nel suo brodo. Ma che nulla può, suo malgrado, dinanzi alla forza del destino.
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