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PERIODICO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB - ANNO VII N. 52 - 24 SETTEMBRE 2011
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d n i e a r m p
la Gianluca Grava: bentornato eroe
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FOTOAGENZIA MOSCA
COPIA OMAGGIO
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a t rot Club Centola: Cilento dʼazzurro
Maurizio de Giovanni: Malato del Napoli
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24 settembre 2011
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TURNOVER, CHE BRUTTA PAROLA Max Bonardi
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no schiaffo in faccia a metà settimana non è che sia il miglior viatico in vista della gara contro la Fiorentina. Ancor di più se si arriva alla gara col Chievo, carichi a pallettoni dopo lo straripante successo sul Milan di domenica scorsa. Invece, succede quello che non ti aspetti. Mazzarri decide di fare un turnover massiccio e ancora una volta il Napoli esce dal Bentegodi sconfitto. Il cambio di sette undicesimi della rosa titolare si dimostra eccessivo per continuare una serie di importanti prestazioni. È anche vero, che il giovane Fideleff, fino a quel momento impeccabile, sbagli un facile rinvio e consegni il pallone tra i piedi di un bomber navigato come Moscardelli, che non si fa scappare l’occasione e fulmina De Sanctis. È pur vero che fino a quel momento il Napoli aveva giochicchiato, non rendendosi mai pericoloso e che Mazzarri aveva già messo in campo i grossi calibri. Ma forse era già troppo tardi. Ti aspetti
Osservatorio arbitrale
IL QUARTO UOMO Giuseppe Gargiulo (ex arbitro)
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ino a pochi anni fa, bastava dire la parola “terna” rispetto a qualsiasi tematica, per ricondurre la stessa al calcio, e in particolare, alla “terna arbitrale”. Ma da un po’ di tempo, come ben noto, tra le tante cose che seppur gradualmente stanno cambiando nel Regolamento, sul terreno di gioco a rappresentare l’AIA, si presentano negli spogliatoi delle serie A e B non più tre, ma quattro ufficiali di gara. Nasce pertanto quello che viene chiamato il c.d. “quarto uomo”, regolarmente codificato con compiti delicati e di grande responsabilità. Difatti tra le attività del “quarto uomo” vi è anche quella di sostituire l’arbitro designato se questo non è in grado di proseguire la gara: e questo toglie finalmente quel paradossale atteggiamento a cui abbiamo assistito negli anni che vedevano direttori di gara infortunati durante l’incontro, costretti a portare a termine lo stesso, per evitarne la ripetizione. Si dica che oltre ad adempienze strettamente burocratiche (controllo equipaggiamento giocatori di riserva, palloni di riserva, striscioni offensivi, lancio di oggetti, eventuali laser sugli spalti etc.), il “quarto uomo” ha la facoltà di segnalare all’arbitro se un’ammonizione viene inflitta erroneamente a un calciatore per errata identificazione, o ancora se un calciatore si rende colpevole di condotta violenta al di fuori del campo visivo dell’arbitro e dei suoi assistenti, perché sfuggita agli stessi. Rientrano infine tra i compiti del “quarto uomo”, anche quello di riferire fatti ed episodi gravi da addebitarsi ai calciatori, anche se di riserva o sostituiti, e alle persone ammesse nel recinto di gioco. Giova ricordare, infine, che il principio generale su cui ruota tutto il Regolamento è che l’arbitro resta giudice “monocratico”per la parte strettamente e squisitamente tecnica: e ciò proprio al fine di sgomberare qualche leggenda giornalistica che ritiene che l’arbitro abbia preso o non preso una decisione (tecnica) a seguito di una segnalazione del “quarto uomo”, che sarebbe stato in grado di rivedere un’azione incriminata (moviola in campo), e quindi riferirla.
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una reazione convinta da grande squadra, invece, il Napoli non punge ma rischia più volte in contropiede. Alla fine il risultato è più che giusto ed è scesa una pioggia di critiche verso l’allenatore che già l’anno scorso in due occasioni (gara del girone di qualificazione in trasferta con lo Steaua Bucarest e ritorno dei sedicesimi col Villarreal), sempre per lo stesso motivo, aveva provato a fare lo stesso gioco, sempre con esiti negativi. Non si possono concedere a un avversario, anche se di categoria inferiore le concomitanti assenze di Cavani, Hamsik e Lavezzi. Speriamo che la lezione sia servita e che dalla prossima volta il turnover sia più limitato. Per ora all’orizzonte c’è la gara con la Fiorentina, inizialmente una “formalità”, ma ora tremendamente complicatasi grazie agli opposti risultati delle gare infrasettimanali. Serve una vittoria squillante per preparare al meglio la gara di champions col Villarreal.
CLASSIFICA DI SERIE A 2011/2012 SQUADRA
Genoa Juventus Udinese NAPOLI Fiorentina Palermo Cagliari Novara Lazio Chievo Catania Lecce Parma Milan Roma (1 gara in meno) Siena (1 gara in meno) Atalanta (pen. –6) Inter Bologna Cesena
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7 7 7 6 6 6 6 4 4 4 4 3 3 2 1 1 1 1 1 0
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 3 3 3 3
2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 0 0 0 2 0 0 0
1 1 1 0 0 0 0 1 1 1 1 0 0 2 1 1 1 1 1 0
0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 0 2 2 3
7 6 5 6 5 7 6 6 5 4 1 3 3 4 1 0 5 4 1 2
3 2 1 3 2 6 5 5 5 4 3 4 8 6 2 1 3 7 5 6
5 ª G I O R N ATA
6 ª G I O R N ATA
24-25 SETTEMBRE 2011
1-2 OTTOBRE 2011
BOLOGNA MILAN NAPOLI CHIEVO ATALANTA CAGLIARI CATANIA LAZIO SIENA PARMA
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INTER CESENA FIORENTINA GENOA NOVARA UDINESE JUVENTUS PALERMO - LECCE - ROMA
ROMA INTER NOVARA CESENA FIORENTINA LECCE PALERMO PARMA UDINESE JUVENTUS
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ATALANTA NAPOLI CATANIA CHIEVO LAZIO CAGLIARI SIENA GENOA BOLOGNA MILAN
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di Mimmo Carratelli S’è svegliata la Fiorentina (3-0 al Parma, due gol di Jovetic), giusto ora che viene a Napoli (a pari punti degli azzurri), promettendo di tormentare i reduci dalla “solita” sconfitta col Chievo, complice un turn-over troppo forzato. I tifosi si chiedono che cosa vale battere il Milan per poi andare a perdere a Verona contro un avversario che ringrazia per i tre punti, avendo fatto appena un tantino più del Napoli (quattro parate di De Sanctis, zero di Sorrentino). L’impressione di queste prime tre giornate è che si gioca un campionato senza una vera leadership, e forse sarà così per tutta la stagione. Le “grandi” non sono più grandi, e neanche la neocorazzata bianconera, che minacciava di devastare tutto e tutti dopo il debutto a suon di gol, è inaffondabile. In queste condizioni, un outsider potrebbe mettere tutti d’accordo, mentre Milano piange, e Roma non ride. Insomma, se il Napoli ci saprà fare, questo è un campionato da scudetto. Non ci ha saputo fare il Napoli a Verona (0-1) anche se la sconfitta è venuta dall’errore del giovane Fideleff. Ma anche la squadra rivoluzionata per sette undicesimi, ogni reparto pesantemente ritoccato, avrebbe dovuto prendersi i tre punti da un Chievo terra-terra. Il Napoli di Verona non ha tirato una sola volta in porta! Una partita ogni tre giorni impone naturalmente una rotazione della “rosa”, però Mazzarri ha esagerato. In ogni caso, non si registrano fughe. Il Napoli è solo un punto sotto le prime tre (Udinese, Juventus, Genoa). La “tentazione” di giocare per lo scudetto rimane, a patto di non incoraggiare gli avversari a farsi avanti. Com’è il “dopo” di una sconfitta banale? Come si rimetterà in corsa il Napoli? La Fiorentina corre sull’asse Vargas-Jovetic, i cross violenti del peruviano, gli inserimenti in gol del montenegrino, ma anche l’imprevedibilità di Cerci, i tiri da fuori di Montolivo, pur nel disagio della sua condizione contrattuale. Ci vuole un Napoli “serio” per battere i viola, e predisporsi al successivo turno di Champions contro il Villarreal (martedì al San Paolo) che promette di tenere in corsa gli azzurri nel girone di ferro. Ma basta rivoluzioni. Intanto, qualche protagonista è già provato dalla partenza sprint e dagli incontri ravvicinati. Coraggio. Evitiamo di finire dalle stelle alle stalle.
NAPOLI… PUNTO E A CAPO!!!
Saverio Passaretti (presidente AINC)
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alve tifosi, l’umore, dopo la partita col Chievo, non è sicuramente dei migliori, ma in questi momenti bisogna stare compatti e ragionare. Giovedì mattina incontrando un caro amico ricevo da questi un’iniezione di fiducia: "Saverio… punto e a capo!" una frase che mi ha fatto riflettere, perché abbattersi dopo le esaltanti prestazioni il turnover concesso da Mazzarri ai titolari, sicuramente un po’ stanchi, era necessario. È inutile atteggiarsi a competenti sparando le più disparate soluzioni, parlare dopo è semplice, decidere al momento, invece, è un compito arduo quando si affrontano ben quattro incontri in soli 15 giorni. Con la squadra al… completo ben poco poteva sperare il puro dignitoso Chievo, una compagine messa bene in campo con tanta grinta, tutti in difesa, marcature serrate e uno schema asfissiante; la somma che ha prodotto il risultato sperato da Di Carlo. Una vera maledizione: negli ultimi tre scontri con la squadra veronese il Napoli non ha raccolto nemmeno un punto. Le motivazioni sono tante, mancanza della giusta concentrazione e ben sette seconde file hanno stravolto l’assetto tattico della nostra squadra. E poi, lasciatemelo dire, la mancanza del dodicesimo uomo in campo, il pubblico partenopeo, che spinge ed esalta i giocatori in tutte le occasioni e contro chiunque. Dobbiamo avere pazienza, lasciar lavorare con serenità tutto il team, non si passa dalle stelle alle stalle in pochi giorni, bisogna necessariamente guardare in avanti. L’unica nota di consolazione sono state le scialbe prestazioni delle squadre di vertice, chi, come noi, impegnata nelle coppe europee e chi invece, come la Juve, che si ferma al pareggio davanti al modesto Bologna. Quindi, pensando alle parole del mio amico Ciro, ribadisco: "Napoli... punto e a capo!! ", è questo il motto che bisogna seguire nell’occasione, già sabato con la Fiorentina cambia la musica e gli orchestrali di questo ne sono certo. Forza Azzurri!!!
LA VIGNETTA DI
ORGANO UFFICIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB
Sede legale: Corso Novara, 5 - Napoli Anno VII - n° 52 - 24 settembre 2011 Direttore responsabile: Saverio Passaretti hanno collaborato: Luigi Alvino, Giuseppe Barbati, Max Bonardi, Sergio Curcio, Pasquale de Simone, Giuseppe Gargiulo, Carlo Longobardi, Attilio Marchionne, Marco Martone, Fabrizio Piccolo, Giuseppe Piccolo, Massimo Sparnelli, Carmine Tascone Registrazione Tribunale di Napoli N. 91 del 5/12/2007 Fotocomposizione e Stampa: Ink & Paper s.r.l. Grafica: Mario Suarez Edito dalla A.I.N.C. chiuso in redazione giovedì 22 settembre 2011 - ore 18,00
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PUNTO TECNICO
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TRIONFO COL MILAN FIASCO COL CHIEVO Carmine Tascone
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apoli – Milan? Era già tutto previsto. O meglio avevo visto bene in anticipo la partita e lo avevo scritto anche nel numero scorso. E gli azzurri non mi hanno tradito. Due le ragioni dello squillante successo di Cavani & company: da un lato la straordinaria salute del Napoli, già visto in queste condizioni qualche giorno prima in Champions in quel di Manchester; una formazione che sa quello che vuole, che ragiona ormai da grande e che non fa sconti a nessuno. Dall’altro, un Milan all’anagrafe troppo vecchio e sceso al San Paolo in formazione più che rimaneggiata. Il Napoli si è dimostrato
Napoli e Milan, dove una arriverà seconda e l’altra si laureerà campione d’Italia. Ma tutto mi sarei aspettato tranne che dopo tre gare si fosse fatto ricorso a un turnover così ampio. In tutta sincerità, perché voglio bene al Napoli e voglio bene alla città, Mazzarri ha letto un’altra partita. Aggiungo e concludo, che in tutte le squadre di calcio e in tutte le categorie, ci sono titolari e riserve, e il Napoli a Verona ha giocato con parecchie riserve, e perciò ha giustamente perso. E sabato c’è la Fiorentina, molto carica e bisogna fare attenzione. I viola stanno attraversando un buon periodo, grazie ai recuperi di Vargas e Jovetic, due giocatori che in chiave offensiva si fanno sentire e che riescono a essere pericolosi soprattutto quando giocano fuori casa, con la loro capacità di inserimento in una metà campo d’attacco dove la squadra di casa tiene le linee più larghe. Sabato sera si spera che il Napoli giochi al gran completo, che Mazzarri non faccia turnover, nonostante l’impellente impegno di Champions League in casa col Villarreal, il martedì successivo. Dire al gran completo significa che in campo ci debba essere la formazione dello scorso anno con l’aggiunta di Inler a centrocampo. Se il Napoli schiererà la formazione titolare e avrà la stessa grinta e la stessa determinazione mostrata nel confronto col Milan, allora gli azzurri si troveranno con tre punti in più in classifica.
una squadra compatta, più unica che rara, il Milan ha giocato sotto ritmo con giocatori, Seedorf e Van Bommel su tutti, stanchi per il precedente impegno ravvicinato col Barcellona, ed è caduto nella trappola tesa da Mazzarri di avanzare il baricentro per poi essere colpito in contropiede. In più ha pagato troppo pesantemente le assenze di gente del calibro di Ibrahimovic, Boateng, Gattuso e Robinho. L’asse portante della squadra con quattro giocatori che non si possono regalare a nessuno, men che mai al Napoli di questo inizio di stagione. Questa gara e un po’ l’andamento dell’intera seconda giornata (la terza nella realtà), hanno dimostrato che sino alla fine sarà una lotta a due,
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MIHAJLOVIC SI AFFIDA A JOVETIC Sergio Curcio
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ppuntamento questa sera contro la Fiorentina di Sinisa Mihajlovic e sempre meno dei Della Valle e soprattutto dei tifosi viola. Una gara comunque difficile prima dell’impegno di Champions di martedì contro il Villarreal. Sarà opportuno un adeguato turnover da parte di Mazzarri senza far venire meno concentrazione e cattiveria e soprattutto cinismo. La Fiorentina scende al San Paolo dopo aver ricevuto il Parma, ma vuota e tradita dal suo leader in campo, Montolivo, che sembra ormai aver deciso di vivere da separato in casa la stagione, in attesa di una big (Milan su tutte ma anche Juve e Inter, ndc), e priva di Gilardino, suo cannoniere per eccellenza, vittima a Udine di un infortunio al ginocchio, fortunatamente meno grave del previsto, ma che lo terrà lontano dai campi di gioco per almeno sei settimane. Mihajlovic, con il suo carattere da duro, glissa affermando che non esiste un caso Montolivo e che chi
BORUC
CASSANI
BEHERAMI
CERCI
GAMBERINI
NATALI
MONTOLIVO
PASQUAL
VARGAS
JOVETIC KHARJA NETO DE SILVESTRI NASTASIC MUNARI LAZZARI SILVA LJAIJC
sostituirà Gilardino, saprà fare al meglio il proprio lavoro contro la difesa del Napoli. C’è da aspettarsi, perciò, una Fiorentina rognosa, concreta e senza fronzoli, come quella che nella passata stagione strappò lo 0-0 al San Paolo, facendo tremare in un paio di circostanze a difesa azzurra. Gara difficile perché toccherà quasi certamente agli azzurri “fare” la partita, mentre i viola di Mihajlovic, con il finto 4-3-3, imbottiranno il centrocampo e le corsie esterne per tarpare le ali al Napoli, impedendone le ripartenze basse e i cambi di fronte, affidandosi al più classico dei contropiede per provare a far del male a De Sanctis. Cosa s’inventerà il bravo tecnico serbo per mettere in difficoltà Mazzarri, non è possibile intuirlo a cinque giorni dalla gara e con il turno infrasettimanale ancora da disputarsi (scriviamo il martedì, ndc), però, provando a indovinare le scelte del tecnico viola davanti a Boruc dovrebbero schierarsi da destra Cassani, Gamberini, Natali e Pasqual, mentre a centrocampo potrebbero esserci Behrami, Munari o Lazzari centrali se non dovesse esserci Montolivo, con Vargas a sinistra, e in avanti il tridente Cerci, Jo-
vetic e Kharja con l’ex genoano e interista a fungere da centrocampista aggiunto per dare la superiorità nella zona centrale della mediana viola. Una Fiorentina che Corvino, tutto sommato, ha costruito con grande dignità per un torneo che non promette sfracelli da big, ma un potenziale settimo, ottavo posto, in attesa delle scelte definitive della proprietà stanca delle critiche e dello scarso aiuto ricevuto dalle istituzioni.
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E IN CASA INTER SPUNTÒ RANIERI Sergio Curcio
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he Inter affronterà il Napoli al Meazza? Domanda delle cento pistole visto che il vostro povero cronista deve scrivere queste note addirittura prima della gara contro il Novara… Però, se il Gasp non decide a darsi una mossa, va a finire che Moratti, come nella scorsa stagione con Leonardo, presenterà il nuovo tecnico neroazzurro proprio contro il Napoli, sperando che il risultato gli dia ragione come allora… Che cosa stia succedendo a Gasperini è davvero un mistero, ma lo è ancora di più il rendimento dei neroazzurri! Dire che Gasperini non possa allenare una squadra top è una bufala enorme… dire che non ha i giocatori adatti, per l’età e il passo, per il suo modo di giocare, fatto di accelerazioni violente e tagli veloci nella profondità, e che non è riuscito a cogliere lo spirito tattico e l’identità tecnica dei giocatori a sua disposizione, sono verità sotto gli occhi di tutti, in primis quelli di Moratti che difatti non
J. CESAR NAGATOMO
ZANETTI
RANOCCHIA
CAMBIASSO
SAMUEL
CHIVU
STANKOVIC
SNEIJDER
MILITO
PAZZINI CASTELLAZZI LUCIO JONATHAN CASTAIGNOS ALVAREZ FORLAN ZARATE
si spiega il non impiego di Pazzini e di Alvarez, suoi “pupilli” indiscussi. Certo, raramente si è vista l’Inter chiudersi in difesa come ha fatto contro la Roma e ancor più di rado si sono sentiti tanti fischi di disapprovazione da parte dei tifosi che vedevano la loro squadra giocare come una provinciale che inseguiva solo il contropiede. La sensazione è che i giocatori, a differenza di quanto accaduto con Benitez nella scorsa stagione, dove mettevano in campo solo la professionalità senza un minimo di cuore, si impegnino per quello che hanno ma che, dal punto di vista mentale, siano in grandi difficoltà. Il 3-4-3 di Gasperini prevede corsa, tanta, e scatti, tantissimi, per occupare le fasce in superiorità numerica e favorire i tagli degli esterni alti verso la porta avversaria. Ma gente compassata, seppur tecnica come Thiago Motta, Stankovic, Zanetti, Cambiasso, è in grado di sostenere con intensità e continuità ritmi e cambi vertiginosi? E poi, Zarate, Sneijder, Obi, Forlan, Alvarez, il giovane e immaturo Jonathan, possono mai inventarsi ora esterni del centrocampo, ora di attacco senza averne passo ma soprattutto caratteristiche? Troppi interrogativi senza risposte o, volendo essere critici spietati di Gasperini, tante certezze cui il tecnico non è riuscito a dare soluzioni immediate e convincenti, magari mediando il suo fondamentalismo tattico con il patrimonio calcistico a disposizione. Che non è di poco conto… Per Mazzarri, sia che ci sia Ga-
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sperini in panchina, sia che ci sia un nuovo tecnico, un’occasione da non sprecare per uscire finalmente vittoriosi dal Meazza, fatto che non avviene dal lontanissimo ormai 11 dicembre 1994, allorquando, un’autorete di Jonk, e un gol di Cruz, confezionarono lo 0-2 finale che diede l’ultima vittoria agli azzurri.
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BENTORNATO GIANLUCA Giuseppe Piccolo (Vicepresidente AINC)
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tto mesi e qualche giorno sono passati da quel lontano e famigerato 15 gennaio, quando contro la Fiorentina, Gianluca Grava, in un scontro di gioco con Ljajic, si infortunò gravemente al ginocchio sinistro, lasciando sul terreno del San Paolo il legamento crociato. La perdita di un elemento così valido fu sintetizzata dal rammarico di Mazzarri:“Perdiamo un grande uomo spogliatoio – disse allora il tecnico toscano prima che un grande calciatore”. Per il “nostro” soldatino, dopo l’intervento chirurgico, sono seguiti mesi di sacrifici, riabilitazione, ma anche di tante soddisfazioni, seguito dall’affetto di tutti i tifosi azzurri. Ogni giorno un’ora e mezza di esercizi a casa per poi affidarsi alle mani dei fisioterapisti con sedute di cinque-sei ore senza battere ciglio. In primis ci pensarono gli stessi compagni di squadra, quando giornata della stagione scorsa, a traguardo già raggiunto. Con l’estate Gianluca ha potuto ancora di più verificare di quanto affetto godesse all’interno della società. Innanzitutto è stato confermato nella rosa, ha avuto un prolungamento di contratto sino al 2012, è sceso in campo nella sfortunata serata di Barcellona nel Torneo Gamper al Nou Camp, anche se per una mezz’ora, marcando Messi. Una grandissima soddisfazione, per colui che la maggior parte della critica calcistica riteneva un giocatore di serie minori e dulcis in fundo ha pronta a Castelvolturno una scrivania tutta per lui. Infatti quando Grava smetterà di giocare, troverà un portone aperto: quello del Napoli. Il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis ha promesso al giocatore un posto nello staff azzurro. “Stravedo per lui - ha detto ai suoi collaboratori - deve restare con noi perché ha il culto della fatica”. Un vero e proprio attestato di stima da parte del patron azzurro che ha sempre apprezzato le persone che mettono il lavoro davanti a qualsiasi cosa. esposero al centro del campo uno striscione di incoraggiamento al guerriero. Un fatto che commosse tutti, ma soprattutto il diretto interessato. Parlare di Grava significa parlare del Napoli, almeno di quello di De Laurentiis. Infatti, il difensore casertano, appartiene alla leva dei primi giocatori che fecero parte dell’allora Napoli Soccer e che ripartirono dagli inferi della serie C. Allora si disse che Grava era un giocatore adatto a quella categoria, ma lui ha dimostrato coi fatti di meritarsi ben altro. E così sono arrivati di seguito la serie B, e poi la A, l’Europa League, e il guerriero era sempre lì contro lo scetticismo di tutti, ma col suo grande cuore, ma soprattutto la grande professionalità. Proprio per questo, è stata dura per lui, combattente nato, seguire i compagni che, vincendo e facendo punti in casa e trasferta, hanno alla fine conquistato il traguardo della Champions League. Per lui, l’ulteriore soddisfazione di avere accorciato i tempi della guarigione ed essere andato in panchina nell’ultima
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E NACQUE LA MAZZARRIMANIA Pasquale de Simone
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ualcuno, lo scorso anno, aveva azzardato intriganti neologismi, parlando alternativamente di “mazzarrimania”, con evidente riferimento al generale gradimento manifestato dai sostenitori azzurri nei confronti tecnico toscano, oppure di un Napoli “mazzarrizzato”, e lì si era entrati in dettagli più squisitamente tecnici alludendo alla totale trasformazione della squadra molle ed enigmatica ereditata dalla gestione Donadoni. Mastro Walter ha implicitamente ringraziato alla sua maniera griffando l’avvio della nuova stagione con una partenza lanciatissima in Italia e in Europa. Il risultato è che adesso tutti, ma proprio tutti, sono pazzi per Mazzarri, ancora più convintamente se possibile. Naturalmente questo non esclude che qualche sua scelta possa dividere il fronte dei tifosi e dei critici. È accaduto proprio mercoledì sera a Verona, allorquando l’eccesso di turnover ha contribuito a far rimaterializzare l’incubo Chievo. Colpisce la piccola ma palese metamorfosi personale dell’allenatore di San Vincenzo, magari sfuggita ai meno attenti. Segnali di cambiamento non irrilevanti che vanno di pari passo con l’evoluzione del gruppo di giocatori da lui sapientemente gestito. Mazzarri non ha soltanto variato il look, modificando il taglio di capelli come da impegno assunto sul finire della stagione passata, ma appare nel complesso come un uomo visibilmente più rilassato e consapevole, sicuro di sé e del lavoro
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che svolge. Al bando alcune plateali gestualità, ridimensionati certi atteggiamenti teatrali esibiti nel corso delle partite. In panchina, a guidare un Napoli che gli assomiglia sempre più per temperamento e personalità, oggi siede (si fa per dire, è chiaro…) un allenatore che continua, sì, a seguire le gare in modo vulcanico e passionale, alla maniera di sir Alex Ferguson, tanto per intenderci, ma che è anche in grado di concedersi e concedere pause di riflessione e atteggiamenti più composti che caratterizzano un Arsène Wenger. Per un toscano fumantino è già tanto. Nel corso della trionfale galoppata conclusasi con l’approdo del Napoli in Champions Mazzarri è stato più volte chiamato a fare il pompiere, per spegnere gli incendi determinati dal montante entusiasmo dell’ambiente napoletano. E dopo le prime tre uscite ufficiali di quest’anno contro Cesena, Manchester City e Milan il tecnico si è dovuto sobbarcare il non facile compito di sopire eccessivi trionfalismi attraverso critiche severe alla condotta dei suoi pupilli. Non è passata inosservata, insomma, la reprimenda indirizzata al Napoli che aveva appena finito di esorcizzare il Diavolo campione d’Italia con una prestazione super. “Tante altre volte s’era giocato meglio, senza vincere” ha scandito Mazzarri tra il generale stupore. Eccesso di perfezionismo? Esigenza di continuare a tenere sulla corda una squadra dirompente quando riesce a essere adrenalinica? Volontà di stoppare sul nascere eventuali voli di fantasia riconducendo tutti sulla terra? Le chiavi di lettura possono essere le più disparate. Una cosa, però, è certa. L’allenatore azzurro sa di avere a disposizione un gruppo che si specchia fedelmente nelle sue idee e questa considerazione conferisce forza e fiducia al suo lavoro. Ultima annotazione: gli era stato chiesto di provare a crescere insieme alla sua creatura, di dare nel corso della sua avventura napoletana chiari segnali di evoluzione personale, oltre che professionale. Nonostante la sua allergia a critiche e consigli, su questo tema si ha la sensazione che Mazzarri abbia iniziato a capitalizzare il suggerimento.
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DE GIOVANNI: MALATO DEL NAPOLI Max Bonardi
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hi lo conosce bene, sa che è una persona riservata, ma che si trasforma quando è a contatto col suo Napoli, di cui si vanta di essere malato. Stiamo parlando di Maurizio de Giovanni, grande scrittore di letteratura gialla e inventore della saga del Commissario Ricciardi, ma grandissimo tifoso dei colori azzurri. D. Lei vince premi e raccoglie consensi un po’ come il Napoli di De Laurentiis… R. Sono cose diverse, per De Laurentiis parlano i risultati, ha preso una squadra in condizioni minime e l’ha portata ad alti livelli. Ricciardi è in crescita, mi onora, mi rende contento per i risultati che raggiunge. In ambito letterario è più difficile determinare il successo, perché un prodotto artistico è diverso da quello sportivo. D. Quanto possono sognare i tifosi del Napoli? R. Quest’anno credo che non ci sia limite. Le condizioni sono più favorevoli rispetto allo scorso anno. Roma, Lazio e Juve sono all’inizio di un ciclo come anche Udinese, Genoa e Palermo, Milan e Inter sono alla fine del ciclo, il Napoli è in pieno ciclo, in fase ascendente. D. Altare polvere altare, mai immaginato che in pochi il Napoli sarebbe risorto? R. La società ha un bacino d’utenza enorme, unico insostituibile, in nessun posto c’è un pubblico così appassionato. Il calcio è l’argomento base, ma anche l’oppio della città. La tifoseria è immensa e gli imprenditori hanno grande visibilità, meraviglia che gli altri sport restino al palo. Siamo l’unica città tra le prime d’Italia ad avere solo una squadra, è normale che tutti siano compatti. D. Assistere a una partita in casa del commissario Ricciardi è un po’ come unire sacro e profano, la sacralità dell’evento e il paganesimo di alcune situazioni… R. Come in tutte le case napoletane c’è la scaramanzia come trovarsi negli stessi posti o con la stessa compagnia. Poi, momenti particolari prevedono l’esposizione di una statuetta raffigurante uno dei personaggi del libro di Ricciardi, regalata da un maestro scultore, che l’anno scorso in più occasioni decise l’esito positivo dell’incontro. D. Torniamo al campo, Champions o scudetto? R. Scudetto mille volte, col tricolore guardi tutta l’Italia dall’alto verso il basso, gli juventini in particolare… D. Vedremo mai il commissario Ricciardi diventare tifoso del Napoli? R. Ricciardi rifugge le passioni. Una passione come quella per il Napoli appartiene più al suo collaboratore stretto Maione, piuttosto che al commissario. D. Il momento più emozionante vissuto col Napoli? R. 9 novembre 1986: Comunale di Torino, gol del 2-1 di Bruno Giordano col quale il napoli passò sulla Juventus involandosi verso il primo scudetto. D. Quando le pulsioni azzurre si sono cominciate a manifestare R. Dalla nascita, molto prima di altre pulsioni. D. Potendo scegliere, meglio il San Paolo ristrutturato o un Napoli Stadium stile Juve R. Preferisco la seconda, sarebbe grande risorsa economica per la squadra, in alternativa l’imprescindibile ristrutturazione del
San Paolo che attualmente non è in grado di sostenere il peso di una squadra così importante visto lo stadio deve diventare fonte primaria di reddito di una società. D. In che momento Maurizio de Giovanni si trasforma in un tifoso accanito? R. Almeno due ore prima, la partita diventa un pensiero dominante, assoluto dieci minuti prima del fischio iniziale. Poi vado in trance sino al 90esimo. Alcune azioni che non ricordo le rivedo dopo con calma. D. Con un po’ di razionalità, dove può arrivare davvero il Napoli? R. Può vincere il campionato, anche se c’è ancora divario tra titolari e riserve. D. Un pregio e un difetto dell’allenatore… R. Il primo è che è un immenso motivatore, il difetto è l’assenza di qualsiasi duttilità tattica D. Il giocatore simbolo R. Ahimé è Lavezzi, genio e sregolatezza, non è il più forte è quello più rappresentativo, fa cose eccezionali e sbaglia cose facilissime. Un saluto ai nostri lettori R. Un solo grido: Forza Napoli. Maurizio de Giovanni è nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora e nel 2005 ha creato il commissario Ricciardi, che vinse il premio nazionale Tiro Rapido riservato a giallisti emergenti, poi diventato un romanzo edito dalla Fandango Libri, col titolo Il senso del dolore - L’inverno del Commissario Ricciardi, dando inizio a una saga di quattro volumi aventi per protagonista il Commissario Ricciardi. La serie è pubblicata con successo dalla Suhrkamp in Germania e da Payot & Rivages in Francia, in Spagna da Lumen nel settembre 2011. Il quarto episodio, l’Autunno, intitolato Il giorno dei morti (Fandango Libri, 2010) ha vinto il premio Corpi Freddi Award 2010 per il miglior romanzo, e Maurizio de Giovanni ha vinto come miglior autore italiano. Nel 2010 il libro è stato finalista del Premio Scerbanenco, e nel 2011 ha vinto il Premio Camaiore di Letteratura Gialla e il premio Suzzara Nebbia Gialla.
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DAL TRIONFO DEL SAN PAOLO
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ALLA POLVERE DEL BENTEGODI
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STADI SENZA BARRIERE: EMOZIONI VERE Marco Martone
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o sognato di essere allo stadio, di guardare il pallone scagliato dal giocatore con il numero nove in maglia azzurra. Ho visto quella sfera magica passare la linea di fondo, superare le teste degli spettatori e l’ho visto sfiorarmi il viso e finire a due passi da me. Ho sognato di raccoglierlo quel pallone, di stringerlo anche solo un momento tra le mie mani e poi di restituirlo al portiere, perché battesse il rinvio. Poi però mi sono svegliato e ho visto il campo attraverso le inferriate e la rete di protezione, ho cercato di guadare negli occhi il portiere, ma il fossato mi distanziava da lui di almeno venti metri. Ho visto il giocatore con il numero nove lontano, troppo lontano per potergli urlare la mia rabbia per quel tiro sbagliato. Ero allo stadio San Paolo, nel tempio del tifo azzurro, ero sulle gradinate che mi hanno visto bambino, assieme a mio padre e mio nonno. Eppure c’era qualcosa che me lo faceva sentire distante, estraneo. Ci ho pensato, ripensato, poi ho capito. Ero in uno stadio che appartiene ormai al passato e dunque che non esiste più. Perché gli stadi, adesso, de-
vono o dovrebbero essere aperti al pubblico, senza barriere, dove spettatori e giocatori sono fianco a fianco protagonisti del medesimo spettacolo. Come accade in Inghilterra da sempre, come avviene in Spagna e come si comincia a vedere anche in Italia, a Torino per esempio nello stadio degli “odiati” bianconeri. Lo stadio senza barriere è una conquista d’amore, prima ancora che di civiltà. È l’incontro tra chi produce l’arte e chi ne beneficia, la fusione perfetta tra patos e agonismo ed è un peccato che Napoli, città che sa fare della passione la sua arma vincente, non debba beneficiare di questo privilegio. Non se la prenda più di tanto chi corre esclusivamente indietro al risultato ma la vera conquista, nei prossimi anni, non sarà per il Napoli un terzo scudetto o una vittoria in Champions, quanto poter avere uno stadio senza cancelli e senza fossato, un campo aperto alle emozioni, insomma, con un pubblico stretto alla propria squadra e un pallone che supera la linea di fondo e che ti piomba dritto in faccia con il suo carico di emozioni.
EXTRA TIME Zona Napoli il programma dellʼAssociazione Italiana Napoli Club visita il nostro sito web: www.ainc.it
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IL MACEDONE: GORAN PANDEV Massimo Sparnelli
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entottenne macedone, attaccante, preso in prestito dall’Inter, scende in campo azzurro con la maglia numero 29: Goran Pandev. È uno degli ultimi arrivi della campagna acquisti della SSCnapoli 2011/2012. La carriera professionistica di Pandev inizia molto presto, infatti, a soli sedici anni, era già titolare della squadra della città: Belasica. L’esperienza nel campionato macedone è destinata però a durare solo una stagione, infatti l’italianissima Inter, mostra subito il proprio interessamento per l’attaccante, che decide di portare in Italia nell’estate del 2001, poi un peregrinare in Italia sino all’esplosione nella Lazio e al ritorno all’Inter. Tatticamente è una pedina duttile, che può rappresentare un’alternativa di primissima scelta sia a Lavezzi che a Hamsik e può essere utilizzato anche come prima punta, quando el Matador Cavani necessita del giusto e meritato riposo. Al momento del suo arrivo in azzurro ha dichiarato di essere felice di trovarsi in terra partenopea, anche perché per lui il Napoli rappresenta l’ennesima possibilità di farsi valere in campo da gioco: “Non volevo andare via dall’Inter, però questa del Napoli è un’altra fondamentale esperienza. L’importante è che io sia felice e lo sono molto in questo momento. Il Napoli è una grande squadra e giocherò anche in Champions”.
Dall’altro lato della sponda, il presidente De Laurentiis dichiara: “Ho preso Pandev in un secondo… l’estrazione del girone di Champions mi ha esaltato. Ho chiamato Moratti e gli ho chiesto Pandev in prestito. Ho trovato immediatamente l’accordo con l’Inter e così abbiamo formalizzato. Pandev ha i numeri per convivere con Hamsik, Lavezzi e Cavani. Con il giocatore ho parlato al telefono e mi ha fatto una buonissima impressione. Sa che a Napoli può mettersi il passato alle spalle e ritagliarsi un ruolo importante… e poi, dopo tanti anni in terra nostrana, ha già praticamente una mentalità italiana. Credo sia un guerriero, dopo aver avuto un momento antipatico si è messo bene in evidenza nella sua prima parte di avventura con l’Inter. Ora ha scelto il Napoli per mostrare le sue capacità e sarà importante perché ci attendono tante partite”. Pandev ha già tutti i numeri per dimostrare di essere un grande campione: uno scudetto con l’Inter nel 2009/10, tre coppe Italia, una con la Lazio-2008/09, e due con l’Inter, nel 2009/10 e nel 2010/11, due Supercoppe Italiane (Lazio-2009 ed Inter-2010), una Champions League, con l’Inter-2009/10, la coppa del Mondo per club del 2010 e per cinque volte (2004, 2006, 2007, 2008 e 2010) è stato eletto il calciatore macedone dell’anno. Adesso, deve solo mettere in pratica tutta la sua esperienza e contribuire a innalzare la stella azzurra sempre più su.
LA SCHEDA
Goran Pandev è nato a Strumica (Macedonia) il 27 luglio 1983. Le sue orme calcistiche, hanno inizio nel 2000/2001 nel Belasica, dove a soli 16 anni è titolare della squadra della città, per seguire nel 2001/2002 all’Inter, dove con la formazione Primavera vince il Torneo di Viareggio e il campionato. Fu poi la volta nel 2002/2003 nello Spezia in C1 dove arrivò in prestito e poi nel 2003/2004 all’Ancona. Dal 2004 al 2009 ha giocato con la Lazio con 48 gol in 159 presenze, e 64 totali, risultando il settimo marcatore di sempre per i biancocelesti. Con la Lazio vince una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, prima che problemi contrattuali lo mettano a margine della rosa. La risoluzione avviene nella stagione 2010/2011 con il ritorno all’Inter con 5 reti in 46 presenze in campionato, per poi approdare a fine calciomercato a Napoli. Nella nazionale macedone, invece, Oltre a vanta 60 presenze con 23 gol all’attivo.
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In campo con gli Azzurri
Forza Napoli la radio ufficiale del Calcio Napoli
www.radiomarte.it
Goran Pandev
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FOTOAGENZIA MOSCA
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COME LE CHIAMEREMO QUESTE NOTTI DA SOGNO? Fabrizio Piccolo
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a se quelle erano notti magiche, queste che ci aspettano come dobbiamo battezzarle? Ricordate il fortunato tormentone del primo anno di serie A? Quella striscia di perle che proiettò il Napoli bambino di Reja dagli inferi delle serie minori alla gloria d’Europa? La par condicio azzurra applicata al gol: al San Paolo s’inchinavano tutti, grandi e piccole. Poi l’incantesimo parzialmente si interruppe ma tutto lascia presupporre che quest’anno ci si possa rifare con gli interessi. E dire che quando uscì il calendario dopo rapidi conti in tanti sbuffarono: “Ma si gioca solo di notte?”. Anticipi dovuti alla Champions, posticipi perché è un bigmatch, turni infrasettimanali, le coppe e tutto il resto, il sole a Fuorigrotta non si vede. Pronostico indovinato e confermato dalla lista già diramata dalla Lega: su 19 gare ufficiali per gli azzurri ci sono 16 notturne e – particolare ancora più curioso – non si gioca mai di giorno in casa. In Champions come in campionato. Se ne parlerà a dicembre, forse. E allora ben venga la luna a illuminare questo Napoli che strega gli avversari e fa impazzire i tifosi. Ieri col Milan come stasera con la Fiorentina. Proprio i viola si sono “macchiati” della colpa di aver vinto a Fuorigrotta proprio di notte due anni fa: un 3-1 che spezzò una rincorsa fantastica e interruppe una tradizione-sì. Se quest’anno deve continuare sulla scia di quello passato, in cui in pochi mesi gli azzurri riuscirono a infrangere un tabù dietro l’altro – anche di quelli “storici” che duravano da decenni, e si pensi ad esempio al successo sulla Roma per dirne uno su tutti – ecco fornita su un piatto una rivincita importante. Mazzarri ha già vinto la sua prima sfida personale
battendo quel Milan che l’aveva fatto piangere più volte, lasciandogli solo due punti su dodici nelle quattro sfide antecedenti il trionfo di domenica, ora può prendersi anche lo scalpo dei viola. Squadra che, peraltro, evoca bei ricordi. Contro di loro arrivò la prima vittoria esterna del Napoli nuovo-corso, quello targato Walter. Un successo che interruppe un digiuno fuori casa
di un anno esatto. La gara di stasera ha anche un altro significato: deve dimostrare che questo Napoli ha raggiunto il grado di maturità delle vere grandi, quelle che sanno gestire più impegni consecutivi senza lasciare troppi punti per strada. L’anno scorso con l’Europa League c’è stata la prova generale, ora occorre capire di aver imparato bene la lezione. Perché questo Napoli dalle scuole superiori è passato all’Università. E gli esami vuol superarli tutti a pieni voti. Col conforto delle notti amiche.
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OCCASIONE DI UNA PRONTA RIVINCITA Gruppo A Bayern Monaco
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Gruppo E
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Chelsea
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Marsiglia
Genk
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Valencia
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Bayer Leverkusen 0
Gruppo B
Gruppo C
Trabzonspor
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Basilea
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Real Madrid
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Cska Mosca
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Manc. United
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Lione
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Lilla
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Benfica
1
Ajax
1
Inter
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Otelul Galati
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Din. Zagabria
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Gruppo G 3
Gruppo D
Gruppo H
Porto
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Barcellona
1
Borus. Dortmund 1
Apoel Nicosia
3
Milan
1
Arsenal
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Shakhtar Donetsk 0
Bate Borisov
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Olympiacos
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Z. S. Pietroburgo 0
Viktoria Plzen
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14 settembre MANCHESTER CITY-NAPOLI 1-1
27 settembre NAPOLI-VILLARREAL
18 ottobre NAPOLI-BAYERN MONACO
22 novembre NAPOLI-MANCHESTER CITY
7 dicembre VILLARREAL-NAPOLI
2 novembre BAYERN MONACO-NAPOLI
TUTTI AL SAN PAOLO MARTEDĂŒ 27 SETTEMBRE 2011 ORE 20.45
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Via Kerbaker, 19/21 - Napoli - Tel. 081 578 35 34 - 081 578 15 21
La cultura, lo studio, l’informazione, la crescita e la La cultura, lo studio, l’informazione, la crescita e la preparazione alla vita e al lavoro, tutto questo è La cultura, lo studio, l’informazione, la crescita e la La cultura, lo studio, l’informazione, la crescita e la preparazione alla vita e al lavoro, tutto questo è racchiuso nei libri. Il libro è il passato, il presente e il La cultura, lo studio, l’informazione, la crescita e la preparazione alla vita e al lavoro, tutto questo è preparazione alla Il vita e dai al questoedi è racchiuso libri. libro è illavoro, passato, ilpossibilità presente il futuro deinei nostri figli, loro latutto La cultura, lo studio, l’informazione, la crescita eela preparazione alla vita e al lavoro, tutto questo è racchiuso nei libri. Il libro è il passato, il presente il racchiuso nei libri. Il libro è il passato, il presente e il futuro dei nostri figli, dai loro la possibilità di crescere con insegnamenti giusti, cibo pere la La cultura, lo gli studio, l’informazione, lailcrescita preparazione alla vita e dai al tutto questo è racchiuso neinostri libri. Il libro è illavoro, passato, ilpossibilità presente edi il futuro dei figli, loro la possibilità di futuro dei nostri figli, dai loro la crescere con gli insegnamenti giusti, il cibo perdel la loro mente, lo strumento per accedere al mondo preparazione alla vita e al lavoro, tutto questo è racchiuso neinostri libri. Ilfigli, libro dai è il passato, presente edi il futuro dei loro la ilpossibilità crescere con gli insegnamenti giusti, il cibo per la crescere con gli insegnamenti giusti, il cibo per la loro mente, lo strumento per accedere al mondo del lavoro, la cultura rispetto e dell’amore per tutto racchiuso neinostri libri.del Ilfigli, libro è il passato, presente edi il futuro dei dai loro la ilpossibilità crescere con gli insegnamenti giusti, il per la loro mente, lo strumento per accedere al cibo mondo del al mondo del loro mente, lo strumento per accedere lavoro, la cultura del rispetto e dell’amore per tutto quello che li circonda, il rispetto per la dignità futuro dei nostri figli, dai loro la possibilità di crescere gli insegnamenti giusti, il per la loro mente, lo strumento accedere al cibo mondo del lavoro, lacon cultura del rispetto rispetto e tutto lavoro, la cultura del e dell’amore dell’amore per tutto quello che li gli circonda, ilper rispetto per laper dignità umana. crescere con insegnamenti giusti, il cibo per la loro mente, lo accedere al mondo del lavoro, la cultura del rispetto e dell’amore per tutto quello che li strumento circonda, ilper rispetto per la dignità quello che li circonda, il rispetto per la dignità umana. loro mente, lo strumento per accedere al mondo del lavoro, la cultura del rispetto e dell’amore tutto quello che li circonda, il rispetto per laper dignità umana. umana. lavoro, la cultura del rispetto e dell’amore per tutto quello umana.che li circonda, il rispetto per la dignità quello che circonda, il rispetto la dignità LORO CHE SIper PUÒ umana. TU liSPIEGA umana.
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IL CIRCO DELLA SETTIMANA
RASSEGNA STAMPA
RASSEGNATA STAMPA Fatti, visti, condivisi e commentati, il meglio o peggio della settimana vissuta virtualmente e realmente. Le notizie reali commentate dal Senatore Annibale Ricotta (Partito dei Ricottari Italiani) e Pepp Mo Vec Io (affarista, di quelli che qualsiasi cosa… provvedo io), personaggi che animano le mattine in Fuoco su Radio Marte.
Visti da Pepp Mo vec io… Durante la partita Inter – Roma, terminata poi 0-0, i due mister si contendevano la permanenza sulle rispettive panchine, da una parte Mister Gasperini, l’uomo che senza tre stopper non gioco, dall’altra, il figlio illegittimo di Julio Iglesias ovvero Luis Enrique un uomo che giocherebbe volentieri senza Totti… nello stesso tempo, un altro mister Ranieri, era a casa sul divano ad aspettare una chiamata da una delle due squadra, lo 0 a 0 salve entrambi gli allenatori, ma Ranieri ha risposto: ATTENDERE PREGO! E l’attesa è stata premiata. Da oggi è diventato neroazzurro. Un uomo in provincia di Napoli ha chiamato per 7000 volte il 113, aspettava che rispondesse un poliziotto donna per manifestargli le proprie fantasie erotiche. Se nel caso al telefono rispondeva un uomo lui metteva giù. Ognuno ha le sue fantasia erotiche, ma non rompiamo le scatole agli uomini e le donne in divisa, sono già così pochi in strada.
Visti da Annibale Ricotta… Il vero problema dei politici italiani non sono gli sprechi dei fondi, gli stipendi troppo alti, le auto blu e le cene pagate dai contribuenti, i politici hanno un solo problema, i telefonini, se non avessero i cellulari non potrebbero essere rintracciati e quindi noi non sapremmo niente di tutto quello che fanno e vivremmo più leggeri e felici. Si vaglia l’ipotesi di fare una legge che vieti i cellulari e si torni ai vecchi telefoni a gettoni. Una strana puzza ha fatto sospendere una seduta in Parlamento, all’inizio i colleghi parlamentari si guardavano smarriti per capire chi fosse stato, poi si è pensato a una specie di gas tossico. Alla fine è stato appurato che era semplice cattivo odore proveniente dai condizionatori, niente di dannoso alla salute dei politici. Purtroppo nemmeno stavolta nessun politico ha subito danni. Il link più visto è commentato su Facebook: L’Inter è la prima squadra ad aver perso con un codice fiscale: il Trabzonspor
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PRIMA IL RISULTATO, POI IL TURNOVER Carlo Longobardi (Consigliere AINC)
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urnover, partita finita: game over. Il Chievo Verona, bestia gialla del nostro Napoli, grazie all’errore di Fideleff, fino a quel punto, l’unico della sua incoraggiante partita, fa filotto. Nove punti conquistati nelle ultime tre gare con gli azzurri, per la gioia di Moscardelli e della sua famiglia, nascituri compresi. I tifosi azzurri sono stati svegliati, dopo la sbornia di un trittico di partite inebrianti, e hanno toccato con mano le difficoltà derivanti dall’essere presenti in Champions League con una rosa a disposizione che, purtroppo, ha mostrato i suoi limiti attuali. Tutti, alla lettura della formazione titolare, sono trasecolati, anche se l’ineguagliabile ottimismo che pervade il popolo azzurro in qualche modo aveva stimolato la curiosità e le aspettative, nonostante lo stravolgimento compiuto. Dopo pochi minuti, però, il Napoli è riuscito a demolire i dubbi che si erano insinuati da subito. Si è fatta difficoltà a capire se fosse una partita di campionato o un incontro di calcio agostano giocato in quel di Dimaro. Non erano i singoli a determinare lo smarrimento, ma la mancanza di un filo logico nella conduzione della manovra. La squadra è apparsa svuotata e priva di leadership: il tridente “povero” somigliava sempre più a una fiocina di fucile subacqueo sparata su uno scoglio e i lanci lunghi,
lunghissimi, di Aronica ci hanno riportato a tempi di un recente passato che si era perso nell’oblio. Viva il parroco, il vice-parroco e la perpetua. Maggio, dopo l’ennesimo missile aria-aria impossibile da controllare, se avesse potuto, si sarebbe fermato e avrebbe chiesto pietà. Il tic-tac di barcelloniana memoria si è dileguato sulle sponde dell’Adige e le proverbiali ripartenze dei centrocampisti si sono impantanate nel campo, ammantato dalla macumba del Bentegodi. Il secondo tempo, se possibile, è stato ancora peggio del primo. I “gioielli” subentrati si sono anch’essi dispersi nella confusione: quando Inler ha cominciato a giocare con il Chievo si è capito che la frittata era fumante e servita. Questo è il quadro amaro, semi-serio, che è stato dipinto nella case napoletane, per la felicità dei produttori di digestivi e di televisioni di ultima generazione, considerato il numero di schermi frantumati da tifosi, poco inclini al controllo. Mazzarri, che si è assunto integralmente, e con merito, le responsabilità che gli spettano, dovrà inevitabilmente fare i conti con le critiche, copiose, che sono piovute sulle sue scelte a par-
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tire dal 90° minuto successivo al match perso. A questo punto, senza considerare le diverse opinioni “tecniche”, condivisibili o non, già formulate in tutti i talk show sportivi, la domanda che è necessaria porsi non è basata sulla necessità di sostituire i titolari già stanchi e spompati (dopo tre partite?) ma su come si intende proseguire nel corso del torneo che, comunque, ci vedrà protagonisti. L’interrogativo che deve stimolare la nostra attenzione è: “Quali sono le partite che si devono vincere per proseguire l’ascesa ai vertici della classifica?” Contro il Chievo, e ancora di più contro le squadre di questa modesta levatura, si deve provare a vincere, sempre, e a tutti i costi. Schierare i giocatori migliori fin dall’inizio, aggredire gli avversari, tentare di mettere in cassaforte la partita, e solo successivamente procedere a eventuali sostituzioni. In questo modo, anche chi sostituisce, entra a far parte di un meccanismo collaudato. Questo è l’errore che si può imputare al nostro amato Mister. Le partite che verranno si dovranno giocare solo “successivamente” e possono essere disputate valutando le contingenze del momento. Poi, e non ora. Si poteva scavare un piccolo solco e non è stato così. Dalle sconfitte, da sconfitte come queste, alla fine poco lesive, si può ricavare molto, con la corretta riflessione e senza inutili impulsi demolitivi. Ovunque e comunque forza Napoli! Sento una voce, mi giro, è un ospite di “Controcampo” che sta parlando. Fortunatamente, e per puro caso, lo schermo della mia televisione è ancora integro…
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GIULIETTA E ROMEO… CHE DOLORE Luigi Alvino
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ravamo nel salotto di casa mia a vedere la partita Chievo - Napoli, mio nipote Luigino di 6 anni, mi chiedeva, nonno ma chi sono quelli? Dov’è Cavani, dov’è Lavezzi, voglio Cannavaro se no me ne vadoooooo!,… su stai buono, il nonno ti dà le patatine, poi quelli bravi li vedi domenica, forse ci saranno tutti…o no? E allora facciamo il turnover col Villarreal? diceva Mario, ma no, Mazzarri è un uomo in gamba, difficilmente commette due volte gli stessi errori, vedrete che non succederà, e giù subito Girolamo, padre di Luigino, ma quando mai, vedrai che lo farà ancora, e io di rigetto, e perderemo ancora, subito Luigino: nonno che significa turnover? Letteralmente significa capovolgimento, Luigino: a testa sotto? Si proprio così: nonno chi è quel signore con la maglia del Napoli col numero 20? Si chiama Dzemaili e gioca col Napoli, Luigino: e quando lo fanno entrare? Ma è già in campo, Luigino: ho capito lui fa gli email col telefonino? Ma no a nonno, lui è un giocatore del Napoli, Luigino: uuuffà, e allora perché sta fermo? Ma no vedrai che prima o
poi giocherà, Luigino: e quando dovremo aspettare nonno? Alla fine, Luigino si è annoiato e la mamma Linda lo ha portato a dormire, la partita è stata giocata, nulla si può cambiare, le opinioni sono diverse, ma forse nella sua innocenza Luigino ha detto tutto. Avevamo messo in frigo una bottiglia di Martini che avevamo preparato per festeggiare una ipotetica vittoria, in ogni caso non è successo niente di grave, il Napoli è sempre lì, le altre annaspano, l’impressione è che il campionato non sia ancora partito, quindi su forza, si riparte, in fondo Verona è la terra di Giulietta e Romeo, un amore profondo mai realizzato, e allora lasciamogli godere questa vittoria, in fondo li ritroveremo a Napoli e li accompagneremo in serie B. Ma tornando a noi, Fiorentina e Villarreal, due partite difficili, specialmente la seconda, dove il nostro Rossi ha ripreso a segnare, pensiamo a come uscirne con sei punti, che ne dice Mazzarri… è una buona idea? O siamo ancora da turnover? Perché se così fosse a Luigino non farò vedere la partita.
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PRIMAVERA: RIDE LA NOCERINA Attilio Marchionne
ipresi i campionati di 3 delle 4 squadre del settore giovanile campano. Iniziano bene Berretti e Giovanissimi (entrambi vittoriose) mentre arriva il primo tonfo della Primavera, in casa, 0-1 contro la Nocerina.
Arriva la prima sconfitta interna per la Primavera di mister Sormani. I giovani azzurri cedono a una non irresistibile Nocerina che con il classico contropiede punisce i partenopei. La partita è condotta dall’inizio alla fine, a livello di gioco, dal Napoli che però non riesce a graffiare in zona gol, pur avendo ottimi elementi come Insigne e Signorelli. La squadra è solo all’inizio e va ricordato che tutti questi ragazzi hanno un anno in meno rispetto ai loro avversari. Il tempo per migliorare c’è, così come la qualità di alcuni ragazzi molto interessanti. Nel prossimo match i partenopei saranno di scena, fuori casa, contro il Lecce (24/9). Sormani e la squadra sono pronti a tornare alla vittoria e a conquistare i primi 3 punti in questo campionato. Prossimo turno: 24/9 Lecce – Napoli
Pt.
G.
V.
N.
P.
GF
GS
3 3 3 3 3 3 1 1 0 0 0 0 0 0
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1
6 3 2 1 2 3 0 0 0 2 1 0 1 0
0 1 0 0 1 2 0 0 1 3 2 2 3 6
Napoli Taranto Arzanese Melfi Nocerina Catanzaro Milazzo Ebolitana Vibonese
risultati 2ª andata girone C Catania
- Roma
1-2
Gubbio
- Ascoli
0-1
Juve Stabia - Lecce
3-3
Lazio
- Bari
6-2
Napoli
- Nocerina 0-1
Pescara
- Palermo
1-2
Reggina
- Crotone
2-0
BERRETTI
BERRETTI
SQUADRA Siracusa Benevento Trapani Vigor Lamezia Neapolis M.
PRIMAVERA
risultati 1ª andata - girone F Arzanese
- Taranto
0-0
Ebolitana
- Benevento
1-3
Melfi
- V. Lamezia
0-1
Neapolis M. - Catanzaro
2-1
Nocerina
- Napoli
2-3
Siracusa
- Vibonese
6-0
Trapani
- Milazzo
2-0
SQUADRA Pt. Lazio 6 Reggina 6 Lecce 4 Roma 4 Catania 3 Ascoli 3 Nocerina 3 Palermo 3 Juve Stabia 2 1 Napoli 1 Pescara 1 Crotone 1 Bari 0 Gubbio
26
G. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
V. 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0
N. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P. 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1
GF 11 5 3 5 2 1 1 1 0 0 3 1 3 0
GS 0 3 1 3 1 0 0 2 1 1 5 3 5 11
GIOVANISSIMI Naz.
Pt. 3 3 3 3 3 3 3 0 0 0 0 0 0 0
V. 2 2 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0
N. 0 0 1 1 0 0 0 0 2 1 1 1 1 0
P. 0 0 0 0 1 1 1 1 0 1 1 1 1 2
GF 11 3 6 2 4 1 2 4 3 2 2 2 3 1
GS 4 0 4 1 3 1 3 6 3 3 3 4 7 4
Dopo la vittoria dello scorso campionato, la squadra di Mollo riprende da dove aveva finito. Vince la prima gara, in trasferta, contro la Nocerina per 2-3. La partita è ricca di emozioni e il Napoli parte subito fortissimo segnando 3 gol in meno di 25 minuti. A segno per i partenopei La Pegna e doppietta di Iattarelli. SI va al riposo sul 3-0 e nella ripresa gli azzurri abbassano i ritmi e un po’ anche la concentrazione, tant’è che subiscono 2 gol (Scognamiglio e Starita), ma la partita non si riapre mai con la squadra azzurra che tiene bene il possesso nei minuti finali e non lascia adito a eventuali arrembaggi della squadra di Nocera. Mollo e il team si preparano in vista del prossimo impegno (24/09), Napoli – Arzanese. Prossimo turno: 24/9 Napoli – Arzanese
ALLIEVI NAZ. Ancora fermo il campionato degli Allievi. I ragazzi si preparano in vista della prima di campionato (25/9) dopo un buon ritiro dove si è pensato a mettere benzina nelle gambe in vista di una stagione lunga e si spera importante come quella dello scorso anno. Ci sono molti volti nuovi, ma la squadra ha anche ottime individualità e buona qualità. Anche qui vale il discorso relativo all’età, con la politica societaria che è basata sulla possibilità di schierare ragazzi più giovani rispetto a quelli ammessi a livello federale per questa categoria. Mister e squadra non vedono l’ora di iniziare e tutti sono carichi per portare a casa la prima vittoria e iniziare nel migliore dei modi questa nuova avventura. Prossimo turno: 25/9 Napoli – Lecce SQUADRA Neapolis M. Sorrento Aversa N. Juve Stabia Napoli Arzanese Ebolitana Benevento Avellino Nocerina Foggia Paganese Melfi N. Campobasso
G. 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
PRIMAVERA
R
1ª giornata - girone C Ascoli
- D. Pescara
Bari
- Catania
Gubbio
- Juve Stabia
Lazio
- Crotone
Napoli
- Lecce
Nocerina
- Palermo
Roma
- Reggina
GIOVANISSIMI NAZ. Parte con il piede giusto anche la squadra di Muro che espugna il Santa Colomba di Benevento vincendo per 1-2. Tutte le emozioni racchiuse nel giro di 7 minuti con il Napoli che passa in vantaggio grazie risultati 1ª andata - girone G alla rete di Bifulco. Poco più di due minuti e il BeArzanese - Nocerina 1-0 nevento trova il pari su una mezza disattenzione diAvellino - Ebolitana 0-1 fensiva azzurra. Ancora una volta Napoli che riparte all’arrembaggio e trova dopo 5 minuti il definitivo Benevento - Napoli 1-2 vantaggio sempre grazie all’ottimo Bifulco che chiuFoggia - Juve Stabia 3-5 de il match e corona una splendida prestazione. La Neapolis M. - N. Campobasso 11-0 squadra parte nel migliore dei modi e il gruppo è Paganese - Aversa N. 1-3 unito e motivato per raggiungere grandi obiettivi. Sorrento - Melfi 5-3 Prossimo turno: 25/9 Napoli – Paganese
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UE’ GUAGLIU’ SONO GIANNI In una pausa della lunga giornata di Gianni Simioli incontriamo lo show-man dalle molteplici vite artistiche proprio mentre sta provando il progetto Resistenza Napoletana di cui non vuole dirci nulla se non che è una di quelle idee bombe che potrebbero far parlare l’Italia. Simioli, da circa un anno su Radio Marte, è molto gasato e allegro. E allora decidiamo di chiedergli subito come si trova sulla radio ufficiale del calcio Napoli. Allora Gianni, un anno di Radio Marte: bilanci? No, bilanci no. È presto. La radio, l’ho capito dopo circa 30 anni di microfono, ha tempi lunghi. Diciamo che preferisco aspettare di festeggiare il secondo anno per potermi sbilanciare anche se grazie all’affetto crescente dei radioascoltatori intuisco che probabilmente la strada intrapresa è quella giusta. Ho ereditato La Radiazza da un maestro della radiofonia che è Salvatore Calise e temevo di non riuscire a fare altrettanto bene. Allora mi sono detto: Simiò stravolgi tutto, fa una radio antica dove le voci di chi ascolta diventino protagoniste! Ho voluto rischiare, sperimentare ma per tutto questo devo ringraziare Serretiello, il mio editore, che ha avuto fiducia. Oggi posso affermare che dalle 10 alle 12 e 30 su Radio Marte può succedere di tutto. Anche che mi si licenzi in diretta eh eh eh! Senza dimenticare il supporto fondamentale dei miei fonici Tony Molà e Mario Palligiano e quello di Peppe Varriale, giornalista, Mario Pelliccia e l’incredibile Maria Teresa Belardo di Sex indo’ vascio parodia napulegna di Sex in the city. Ti abbiamo definito show- man dalle molteplici vite artistiche: Ti riconosci? E certo che mi riconosco. Posso dire di aver fatto quasi tutto. Da Dj a speaker radiofonico. Poi sono stato direttore artistico di radio, parchi acquatici, discoteche. Ho anche fatto il Vj fighetto alla Mtv sulla televisione musicale di Cecchi Gori. Senza dimenticare i Cd stile neomelodici, i mix dance, TeleGaribaldi, qualche libro comico, la compilation Cafè do’ Friariell, il teatro e adesso un Blog (www.napospia.com) di inciuci e fatti seri che viaggia su una media di 10000 contatti al giorno. Fa parte del mio modo di essere. È la mia natura cambiar pelle di tanto in tanto. Morirei di noia a fare sempre la stessa cosa, tanto che sono preoccupato perché proprio con Radio Marte ho un contratto di un anno e mezzo e temo di non riuscire a resistere... Il nostro giornale si chiama Cuore Azzurro. Cosa credi che significhi avere un cuore di questo colore? A parte la fede azzurra nella squadra del Napoli io credo che debba significare amare e rispettare la nostra città ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Partendo dai piccoli gesti quotidiani fino a quelli grandi, grandissimi come per esempio ribellarsi alle ingiurie costanti che la Lega Nord ci riserva. Un cuore azzurro è un cuore civile, nobile, pulito. Un cuore azzurro è quello che dovrebbero avere tutti i napoletani per migliorarsi e migliorare la propria città. Io sono un super tifoso ma al 50% della sqaudra e 50% della città! Progetti futuri? Domanda sempre imbarazzante per uno che ha in testa mille idee e sogni da realizzare. Per adesso prevedo un anno intenso di radio, televisione e serate. Ho voglia di stare in mezzo alla gente, divertirmi con loro e lanciare un nuovo modo di fare e assistere ad uno spettacolo. Ma questa è Resistenza Napoletana di cui al momento non voglio dire di più... Concludendo... Hai voglia di ringraziare qualcuno per tutte le soddisfazioni che il tuo lavoro ti ha regalato? Sicuramente Napoli e la sua gente, la mia gente. Mi fanno solo incazzare, parlo dei napoletani, quando mi fanno la domanda del secolo, e cioè: Ma perchè non stai a Canale 5? Ed io rispondo: 1) Perché forse non mi vogliono 2) Perché ho scelto di vivere a Napoli. E voglio morirci. Anche solo professionalmente… Scheda personale. GIANNI SIMIOLI inizia nel 1983 a Napoli la sua carriera radiofonica. Prima è ideatore e curatore di programmi musicali e comici, poi conduttore e direttore artistico. Nel corso degli anni ha lavorato per Radio Kiss Kiss Network, per RTL 102.5 e per Radionorba, oggi è a Radio Marte. Alla prolifica carriera radiofonica ha abbinato anche una brillante carriera televisiva che lo ha visto collaborare con Odeon Tv, TMC 2, Raitre, Retequattro. È stato autore e conduttore dell’ormai leggendaria “Telegaribaldi”, in onda su Teleoggi/Canale9, e della versione napoletana del fortunato quiz “Chi vuole essere milionario”. Di recente è stato protagonista su Telenapoli Canale 34 del talk show “Facciamo piazza pulita”, con Loredana Lecciso e Patrizia De Blank.
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1. LESIONI MUSCOLARI: IL TRAUMA Giuseppe Barbati*
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urante lo svolgimento di una gara sportiva, qualunque sia la disciplina, specie se la gara stessa è particolarmente impegnativa, si può andare incontro a episodi dolorosi, a insorgenza acuta a carico dei muscoli…, trattasi di una lesione delle fibre muscolari. La lesione muscolare rappresenta l’evento traumatico acuto di più comune osservazione in ambito medico-sportivo, con una incidenza compresa tra il 10 e il 30% di tutti i traumi da sport. Tali eventi non devono essere sottovalutati, ma al contrario devono essere tenuti nella massima considerazione,sia dai medici che dagli allenatori, preparatori e dallo sportivo stesso, poiché dal loro corretto inquadramento e valutazione e da un trattamento idoneo può dipendere il proseguimento della gara e della carriera sportiva non solo negli atleti di alto livello, ma anche in quelli impegnati in attività amatoriali. In ambito sportivo una lesione muscolare si verifica: per un trauma diretto (contusione muscolare) o indiretto. La lesione da trauma “diretto”avviene solitamente in quelle discipline nelle quali si realizza un contatto fisico tra gli atleti (calcio, rugby, football americano). In questi casi il danno si verifica quando il muscolo viene colpito con violenza da un agente esterno, con effetti tanto più gravi se l’incidente avviene quando il muscolo è in fase di contrazione. La lesione da trauma cosiddetto “indiretto” si realizza in genere durante le fasi dinamiche della corsa o del salto. Il meccanismo traumatico di queste forme va ricercato nell’improvviso allungamento passivo del muscolo provocato dalle leve scheletriche o da una contrazione troppo rapida delle fibre muscolari che erano in una situazione di completo rilasciamento. Numerosi fattori sono ritenuti capaci di favorire la comparsa di una lesione e tra questi, particolare valore viene attribuito allo scarso allenamento, a un inadeguato riscaldamento prima della gara o a uno stato di eccessiva fatica (ciò non consente di eseguire movimenti con coordinazione…). Non vanno poi dimenticati i fattori esterni in grado di condizionare negativamente la dinamica muscolare, a esempio le situazioni climatiche sfavorevoli, elevata umidità e bassa tem-
peratura, terreni di gioco che non consentono un’adeguata aderenza al suolo provocando così l’esecuzione di movimenti non corretti. Caratteristica comune delle forme secondarie a contusione e di quelle da trauma indiretto è la rottura di un numero variabile di fibre muscolari, che determina la comparsa del dolore e nei casi gravi la impossibilità di appoggiare l’arto infortunato a terra. I muscoli sono molto irrorati, e in particolare, in attività, hanno la caratteristica di avere un elevato flusso sanguigno, ed è inevitabile che assieme alle fibre muscolari si possano rompere i vasi capillari che decorrono tra le fibre provocando emorragia. Quindi questo è il motivo per cui a seguito di una lesione muscolare si può formare un ematoma all’interno del muscolo oppure una ecchimosi superficiale, che spesso affiora a distanza dal punto della rottura muscolare. La caratteristica più comune è il dolore che compare improvvisamente durante la pratica dell’attività sportiva. Rispetto alla quantità di fibre che si sono rotte è possibile suddividere le lesioni in forme lievi fino a forme molto gravi nelle quali il muscolo è interrotto in modo pressoché completo, dando luogo a quelle situazioni conosciute con il termine di “strappo muscolare”. Il dolore può assumere caratteristiche diverse, con una sensazione di tipo trafittivo o crampiforme a livello della coscia e di tipo contusivo, l’atleta riferisce la sensazione di essere stato colpito dall’esterno, nelle lesioni a carico dei muscoli del polpaccio. L’aspetto più importante è quello di individuare sin dalle prime fasi la gravità della lesione, perché da questo dipende il tipo di trattamento e soprattutto la prognosi. L’esame ecografico risulta di particolare utilità pratica perché consente di verificare direttamente la quantità di fibre che si sono interrotte.La lesione è una “ferita” più o meno estesa all’interno di un muscolo per cui è importante ricordare che ogni contrazione muscolare, anche quella che si verifica con il semplice camminare, può estendere il danno. Per tale motivo il riposo e la sospensione dell’attività sportiva sono molto importanti e vanno rispettati sino alla scomparsa dei sintomi più eclatanti. L’applicazione locale di ghiaccio per i primi due giorni consente, inoltre, da un lato, di ridurre il dolore, e dall’altro, di bloccare l’emorragia presente. * Direttore UOC Medicina dello Sport Asl Napoli 1 Centro Per eventuali consigli telefonare allo 081 2543119.
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HALLO BOYS SONO FABIO Fabio Brescia è uno dei conduttori più conosciuti di Radio Marte anche perché lavora con l’emittente da quasi 20 anni, se si esclude una pausa di 6 anni durante i quali ha lavorato a Milano per l’emittente RTL102.5. Oggi conduce due programmi: FUOCO! Al mattino alle 8 insieme a Peppe Accardo, Genny Marano, Mariano Gallo, Diego Sommaripa e Fabiana Sera e ARRIVANO I MOSTRI il programma di scherzi telefonici più ascoltato d’Italia di cui Peppe Accardo è coautore con Gigi Soriani che ne è anche il regista. Quando Radio Marte cominciò a produrre trasmissioni di scherzi telefonici, circa 20 anni fa, Fabio era appena arrivato in radio e conduceva una striscia comica dal titolo PIANGE IL TELEFONO, che, poi, evolvendosi, è diventato appunto ARRIVANO I MOSTRI. Quando a Fabio si chiede “Qual è il motivo del successo della trasmissione” lui risponde così: “Arrivano i mostri è un format di Radio Marte che, se anche negli anni ha avuto conduttori diversi, è sempre stato fedele a un principio, quello di fare sempre scherzi veri, mai preparati a tavolino con attori, per esempio, e quello di avvisare sempre la vittima alla fine della telefonata che si tratta di uno scherzo, anche perché spesso, la reazione di chi scopre di essere stato in diretta alla radio senza saperlo è più divertente dello scherzo stesso. Un altro punto a nostro favore è la costanza, puoi decidere di non ascoltare Arrivano i mostri, per un giorno, ma sai che c’è, è una delle poche sicurezze del nostro Paese, insieme alle tasse e alle escort!” Capitolo a parte merita il personaggio di Deborina, che Fabio interpreta ormai da otto anni: “E’ dentro di me ormai, è il mio alter ego, è la protagonista della serie di spettacoli di cabaret più longeva che si conosca, nessun personaggio è durato così tanto, e il suo successo non accenna a diminuire. Piace a un pubblico trasversale, sia molto popolare, che più raffinato. Ha una comicità surreale e violenta, che prende sempre, però, spunto dalla realtà quotidiana.” Deborina ha pubblicato anch’ella un libro: Scusa ma ti schifo a morte, Giovanni Luciano Editore, che è già campione di vendite nella sezione libri umoristici: “E’ un regalo che abbiamo voluto fare al nostro pubblico, è un libro molto divertente che raccoglie tutti i testi degli spettacoli di Deborina”. Fino a qualche mese fa Fabio non era tifoso, il calcio non gli interessava, è però diventato amico del Capitano Cannavaro: “Dopo l’allenamento Paolo e Totò (Aronica n.d.r.) in macchina mi ascoltano sempre, e, spesso me lo hanno fatto sapere con messaggi e telefonate.” Di qui a diventare tifoso degli azzurri il passo è stato breve. “Mi sto appassionando, su facebook tutti dicono che quando io guardo la partita il Napoli gioca benissimo! Io non sono molto superstizioso, però a questo punto non me ne perdo una! Scheda personale. Fabio nasce come attore e continua a recitare con la propria compagnia al Teatro Bracco di Napoli dove ogni anno mette in scena tre o quattro produzioni, è anche autore degli spettacoli che fa nonché dei romanzi che pubblica: “Tienimi per mano”, il suo ultimo romanzo ha vinto il prestigiosissimo Premio Rea nel 2010.
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NAPOLI CLUB CENTOLA - PALINURO Salvatore Longobardi (Tesoriere AINC)
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el mese di giugno 2011 nel cuore del Cilento, nel Comune di Centola che annovera tra le sue frazioni la rinomata località turistica di Palinuro, è nato il Napoli Club Centola-Palinuro. L’idea, già covata da parecchio tempo, è stata sostenuta da un gruppo di amici e tifosi storici del Napoli, che hanno seguito e seguono la squadra quasi tutte le domeniche, e non appena si è diffusa la voce tra i tifosi, il pensiero ha subito preso immediatamente corpo. In poco meno di un mese è stato fondato il Club e si registrano a tutt’oggi si registrano oltre 70 soci, con la presenza di donne bambini, professionisti, lavoratori, pensionati e tutta gente appassionata e patita del Napoli. Una volta nominati i vertici, con l’ing. Giovanni Stanziola D’Angelo, presidente, e il sig. Nicola Rubino suo vice, è stato eletto presidente onorario, per acclamazione, Antonio Esposito detto “il Barbiere”, capo storico dei tifosi del Napoli già da quando la squadra lottava negli anni 50-60 in serie B ed era costretto a subire soprattutto gli sfottò degli allora numerosi tifosi della Juve, ormai, quest’ultimi, da un po’ di anni alle prese con i problemi della squadra. La sede del Club Napoli è a Foria di Centola presso il Ristorante “Galietti” un po’ per non accollarsi eccessive spese, un po’ perché si mangiano dei favolosi “cavatielli” e degli strepitosi “crocchè di patate” il tutto annaffiato da ottimo vino. In tal modo, durante le partite, si degustano non solo le pietanze, ma anche le giocate del grande Napoli. La storia e l’attività del Club, proprio perché sorto da qualche mese, sono al momento limitate, ma a Centola tutti si ricordano i festeggiamenti del primo scudetto del Napoli, allorquando venne realizzata, dallo storico pasticciere Egidio, una torta gigante di circa 35,00 mq, fatta con oltre 3.000 uova e raffigurante il tricolore su un campo azzurro, che fu trasportata da Palinuro in piazza a Centola, con tanto di scorta,
su un camion particolare e venne degustata da tutti gli abitanti di Centola. Uno degli scopi del Club è quello di avvicinare allo sport e al Napoli i giovanissimi cilentani e di creare da subito uno spirito di aggregazione, di allegria, di rispetto, di educazione e di sano divertimento. Tra le attività, prossimamente, partirà il primo Torneo di calcio del club riservato ai ragazzini di 10 e 11 anni, a cui parteciperanno le formazioni di: Centola, Celle di Bulgheria, Palinuro di Aniello Granito, Monte San Giacomo di Gaetano Romanelli, Omignano Scalo (Sporting Club) e Montano Antilia. Nel prosieguo v’è l’intento di organizzare anche degli incontri-convegni sui temi sociali più attuali e delicati (quali la droga, il lavoro, la violenza, etc) con l’intento di migliorare i comportamenti sociali delle nuove e future generazioni. Il Club sarà inaugurato nella seconda decade di ottobre e già si stanno allestendo i preparativi.
Consiglio Direttivo Presidente: Vicepresidente: direttore tecnico: tesoriere: segretario: consiglieri: revisori:
Giovanni Stanziola D’Angelo Nicola Rubino Remo Fedullo Renzo Galietti Gianluca Luise Antonio Fiordispina, Gennaro di Maio, Alfonso D’Angelo, Romolo Fiorente Vincenzo Luise , Gaetano Gagliardo, Vincenzo Mazzeo
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